Il Museo del gusto

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UN MASTERPLAN PER IL CENTRO STORICO DI COSENZA.


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Il

Museo del Gusto, è ubicato nel centro storico di Cosenza, storicamente suddiviso in quartieri, ognuno con una propria autonomia, generata da differenti esigenze di ordine fisico e politico, ulteriormente caratterizzati dalla presenza di piazze che ospitavano gli antichi mercati. Obbiettivo principale quello di far rivivere atmosfere e tipicità della città antica non più esistenti, il percorso museale inizia dal contesto in cui si trova per portare e far rivivere al suo interno gli antichi sapori. La ricerca degli "antichi sapori" si è soffermata quindi nell'intorno del Museo, dove sono stati identificati quelli che erano i mercati storici, anima delle piazze del centro antico, è qui infatti che in passato venivano reperite le principali materie prime e non solo. Degli antichi mercati non rimane che la toponomastica utilizzata in alcune piazze, il Museo del Gusto, vuole invece, farli rivivere al suo interno, trasformando le piazze e quindi i mercati in simboli che diventano parte integrante dell'allestimento e degli utensili che saranno a loro volta rappresentativi del Museo.


A - Mercato del Bestiame:

B- Mercato delle Uova:

C - Mercato Pesci

D - Mercato della Frutta

Si svolgeva nella Piazza dei Valdesi, che fa parte del Quartiere ricordato come Fontananova. Alla piazza si accede attraverso il ponte dedicato a Mario Martire, che funge da collegamento con l’estensione della città al di là del fiume. Proprio la vicinanza con il fiume e la dimensione della piazza permettevano questo tipo di mercato.

Si svolgeva in quella che viene ancora ricordata coma “Chiazza i l’ova”, all’interno del piccolo quartiere di San Giovanni Gerolosomitano, tra Corso Telesio e Lungo Crati. Dal mercato trae il nome anche la piazzetta adiacente alla Chiesetta di San Giovanni Gerolosomitano perchè i contadini vi vendevano il pollame e le uova ma anche “ sporte, sportuni e panari ”.

Nella piazza piccola, che fa parte del Quartiere dei mercanti, e che si trova percorrendo Corso Telesio si svolgeva quello che viene ricordato come il mercato del pesce e delle chianche (macellerie ), infatti, la piazzetta viene denominata popolarmente anche “chiazza di i pisci ”.

Nella piazza dell'Arenella,che sorge sulla sponda destra del Crati, ma fa parte del quartiere di san Gaetano. Qui aveveva luogo sin dagli anni trenta, un mercato ortofrutticolo coperto. Nella piazzetta si trova una fontana in pietra con un mascherone con l'iscrizione del 1934. Il toponimo Arenella, annotato in alcuni documenti del XVII e del XVIII secolo, potrebbe riferirsi alla "rina" (sabbia) che rimaneva nelle zone limitrofe dopo le alluvioni.

E - Mercato del Pollame

F - Mercato degli Aromatari:

G - Mercato degli Attrezzi:

H - Mercato delle Erbe:

I - Mercato dei Bozzoli:

Era l’elemento caratterizzante il Quartiere di San Tommaso. Alla piazzetta nella quale si svolgeva il mercato si accede attraverso due scalinate, la prima che costeggia la Piazza Piccola, la seconda che segna un lato della piazza di San Tommaso. Adesso non rimane niente in ricordo del vecchio mercato se non ruderi e case fortemente degradate.

Si svolgeva nella Piazza più grande di tutto il centro storico, la piazza maestra, che oltre ad accogliere il mercato delle spezie per la presenza di numerose botteghe di farmacie presenti dal '500 fino alla fine degli anni ’50 era anche il centro economico e politico della città. Sulla piazza si erge il “Duomo” dal quale oggi la piazza prende il nome.

Si svolgeva nella Piazza dedicata ad Aulo Giano Parrasio fondatore nel 1511 dell’Accademia Cosentina. Ogni venerdì la piazza cambiava volto: si alzavano i banchi dei venditori di scarpe e scarponi chiodati per i contadini, che numerosi accorrevano dal vicino contado.

Si svolgeva nella Piazza Curatolola luogo che per i cosentini fu da sempre quella più comoda per sostare, perchè non essendo chiusa invitava al suo ingresso chiunque passasse di lì. E’ l’ultimo mercato che è possibile incontrare percorrendo Corso Telesio, la via che più di altre era caratterizzata dalla presenza di mercati.

Si svolgeva nella Piazzetta detta dei “Follari”, delimitata da un semicerchio di gradini di tufo. Fu ricavata alla fine del 1800 sacrificando il giardino del convento di Santa Maria delle Vergini. La piazzetta era sede di un animato commercio “dei Follari” (da fullo, cioè foglia), nomi popolari dei bozzoli del baco da seta, il cui allevamento, costituiva una fiorente attività diffusissima da secoli a Cosenza e provincia.

Museo del Gusto Calabria

Le piazze del gusto

Utilizzando i simboli che richiamano gli antichi mercati, e che diventa uno strumento utile per conoscere tutte le attività presenti nelle diverse piazze attraverso un’ applicazione interattiva.


Il percorso museale, parte dalle piazze che in qualche modo avvolgono l’ edificio e ne diventano parte integrante. ll punto di partenza è la piazza Piccola, meglio conosciuta come “chiazza di i pisci”, nel cuore del centro storico, la caratteristica piazzetta su due livelli dove un tempo, sino agli inizi del ventesimo secolo, i mercanti ittici trovavano posto per i loro banchi.

Sistema Orto Giardino a supporto del quariere

E’ qui che il visitatore viene accolto da elementi scultorei, pesci in vinile bianco, fuori scala e di varie forme, che appaiono come caduti da un'enorme carretto immaginario posto all’inizio della piazza, e guida il visitatore verso due piazze, situate in due direzioni opposte, che fanno da scenario imprenscindibile al Museo. Piazza San Tommaso, che ospitava in passato, il Mercato del Pollame, alla piazzetta si accede attraverso due scalinate, la prima che costeggia la Piazza Piccola, la seconda che segna un lato della piazza San Tommaso. Adesso non rimane niente in ricordo del vecchio mercato se non ruderi e case fortemente degradate, è qui che il Museo prende forma attraverso la sperimentazione, cercando attraverso installazioni mobili di ricreare scenari che riportino a rivivere la piazza nelle sua interezza. Opposta a questa realtà, ma adiacente all’edificio museale, si trova Piazza Santa Lucia, non fu mai sede di mercati,

ma era sicuramene il simbolo di uno dei quartieri più antichi dell’intero centro storico, è qui che attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, si vuole creare all’interno dei ruderi, caratterizzanti la piazzetta, un orto/giardino che sia in continuo scambio con l’intero edificio, è qui che il Museo trova parte delle sue materie prime, ed è da qui che riceve l’energia utile per tutto ciò che si trova al suo interno, attraverso la creazione di un mini impianto di digestione anaerobica integrato ad un sistema di fitodepurazione, come modello innovativo nella gestione dei rifiuti organici per la produzione di biogas e per il recupero delle acque.

CORSO TELESIO

PIAZZA PICCOLA

PIAZZA SAN TOMMASO

Piazza Santa Lucia / il Museo del gusto Piazza Santa Lucia, il luogo dove il Museo trova materie prime ed energia, attraverso la creazione di un orto/giardino e un mini impianto di digestione anaerobica.


Piazza San tommaso Piazza che veniva un tempo utilizzata come mercato del Pollame, diventa parte integrante del Museo del Gusto. Il progetto prevede, il suo completo riutilizzo attraverso installazioni temporanee, e quindi con la possibiità di utilizzare gli spazi con manifestazioni legate al “Gusto” inteso non solo come collegato al cibo. La piazza è stata scelta per la sua vicinanza alla sede del Museo, ma soprattutto per la possibilità di poter utilizzare spazi da adibire ad usi diversi. La piazzetta, è infatti delimitata da ampi magazzini inutilizzati e trae la sua forma dai magazzini di cui ne fa da copertura.

Via San Tommaso La strada che collega il Museo del gusto con le tre piazze.

Piazza Piccola Utilizzata da sempre come mercato dei pesci, assume un ruolo fondamentale nel Progetto del Museo. Diventa infatti il punto di partenza del percorso museale, è da qui che con installazioni fisse, icone che richiamano gli elementi cardine del Museo, il visitatore viene guidato sia all’interno dell’edificio museale che verso Piazza San Tommaso.


icone Gusto e sostenibilità L’idea progettuale si focalizza sulla possibilità, di rendere, l’edificio museale quasi completamente autonomo, anche a livello energetico. Il gusto diventa quindi, attraverso tecnologie semplici ma innovative, portatore di sostenibilità a 360 °.

ACQUA

BIOGAS

FUOCO

SCARTO

ORTI

DIGESTATO

ACQUE REFLUE

CONCIME


G - Mercato del Pollame

G - Mercato Pesci

Diventa durante le manifestazioni estrene al Museo, il luogo di raccolta dei rifiuti organici. I rifiuti raccolti, verranno utilizzati per incrementare il funzionamento del mini impianto di digestione anaerobica integrato ad un sistema di fitodepurazione.

Oltre ad essere il luogo in cui il Museo inizia a prendere forma, è qui che l’ edificio, grazie alla presenza di una fontana pubblica, si rifornisce dell’acqua da utilizzare sia per le manifestazioni che si svolgono all'esterno che per l’orto-giardino progettato in Piazza Santa Lucia.

Il Museo L’ edificio museale, risulta perciò essere in continuo scambio con le tre piazzette nel processo di autoproduzione di energia. Tutto ciò che avviene al suo esterno, è fondamentale nella produzione di energia, che il Museo utilizza costantemente nel processo di autosostentamento.

Le tre piazzette, pur conservando una funzione autonoma, sono in continuo scambio con l’edificio museale nel processo di autoproduzione di energia Scavi di edifici termali di epoca

Gli Orti del Museo L’orto/ giardino, è l’ultimo anello nel processo di scambio energetico tra le piazze e l’edificio; in quanto rappresenta e racchiude l’intero ciclo energetico legato al cibo. E' qui, infatti, che si avviano tutti i processi di trasformazione delle materie in energia.


Schema ciclo energia Il funzionamento Gli scarti dell’orto, i rifiuti organici e i reflui prodotti dal museo, vengono immessi direttamente nel microdigestore interrato, in grado di convertirli in biogas (miscela di metano e anidride carbonica) e digestato. Il biogas prodotto è direttamente immesso e consumato attraverso una rete di distribuzione autonoma senza dover essere purificato e compresso, utile per la cotture degli alimenti e la produzione di acqua calda sanitaria.

Il Progetto prevede il riutilizzo dei ruderi presenti in Piazza Santa Lucia, adiacenti al prospetto nordovest dell’edificio museale, come orto/ giardino, ... ... dove il Museo “raccoglie” alcune delle materie prime, ma che assume un ruolo fondamentale nella produzione di energia, fungendo da copertura e diventando parte integrante del mini impianto di digestione anaerobica integrato ad un sistema di fitodepurazione.

Il digestato, potrà invece essere utilizzato, sia direttamente come fertilizzante per l’orto-giardino, che come acqua, utile per l’irrigazione o come acqua sanitaria, attraverso il processo di fitodepurazione che completa la depurazione delle acque.


L'idea progettuale si basa sul voler creare uno spazio che riesca ad interagire continuamente con l’esterno, la connessione viene creata con l’utilizzo di un portale completamente in vetro trasparente e da alcuni elementi che, accoglieranno il visitatore sin dalla Piazza Piccola e lo guideranno fino all’ingresso, dove sarà accolto da un “Virgilio” d’eccezione: un ape, insetto sociale per eccellenza.

La danza dell’ape, segnata da un lunghissimo filo di metallo, avvolgerà l’intero edificio, avrà il suo massimo sviluppo in un pozzo luce alto circa 14 mt, posto in fondo all’atrio e avvolto da un corpo scala che porta ai piani alti del Museo.Qui la “danza” sorreggerà sbuffi e paramenti costituiti da svariati oggetti in vimini, rame e vetro, come pattern di varie dimensioni, oggetti d’uso comune utilizzati nell’allestimento come elementi effimeri e decorativi, ma soprattutto darà vita ad immenso vortice che diventerà il vero motore dell’intero Museo: “l’Orologio gastronomico”. Il Museo del Gusto è, nella sua interezza, un orologio gastronomico, al suo interno infatti, ogni sezione è un Cronometro del Gusto che rappresenta i momenti salienti, durante la stagione, il mese, e il giorno in cui l’uomo si nutre. All’interno del Museo, non esiste un vero e proprio percorso obbligatorio da seguire, in quanto la visita sarà dettata dai tempi gastronomici, segnati dall’orologio e quindi dal nostro organismo. Ad ogni ora, corrisponde una necessità fisiologica di nutrirsi, perciò il percorso da seguire sarà strettamente legato all’ora in cui verrà visitato il Museo. Il volo dell’ape, dall’atrio dove si trova un’immensa arnia di luci, conduce alla scoperta del diversi cronometri del gusto, portando immediatamente verso il Cronometro Zero “il dispensario”, tappa obbligatoria per la visita di ogni singolo cronometro, dove potranno essere reperite le materie prime.

Se immaginiamo una visita al Museo, che duri un’intera giornata, si può procedere senza interruzione alla visita del piano terra, dove sono disposti il Cronometro Uno, che segna “l’ora della colazione”, qui troviamo il primo tavolo, studiato appositamente per questa sezione e dotato di tutto il necessario per assistere alla preparazione di una vera e propria colazione; di seguito si raggiunge il Cronometro Due “l’ora della Merenda”, dove è stato collocato il secondo Tavolo, ideato per la preparazione della merenda, quindi delle farine e si termina con la visita del cronometri tre e sei “l’ora degli aperitivi”, sezione che oltre ad ospitare il terzo Tavolo, è ideata per essere il luogo delle trasparenze, tutto qui è un gioco di luci e movimenti continui. Dal piano terra, accompagnati dall’orologio Gastronomico troviamo zone di sosta dove si scoprono ancora profumi e sapori, grazie alla presenza di sedute a forma di seme, i quali cuscini saranno riempiti di erbe aromatiche e olfattiere in ceramica, proponendo fragranze estratte da piante officinali provenienti dal territorio regionale, al termine di questo piano si ci ritrova avvolti da una danza di “forchette esuberanti” che sovrastano il Tavolo della colazione, da qui si scoprono anche altre sezioni dell’orologio gastronomico, che è possibile osservare lasciandosi

dondolare dalle “uova

icone L'ORA DELLA COLAZIONE

L'ORA DELLO SPUNTINO

L'ORA DEL TÉ E DELLA MERENDA

L'ORA DELL'APERITVO

L'ORA DEL PRANZO

L'ORA DELLA CENA

Cronometri del gusto/ le sezioni museali



OFFICINA del GUSTO

Officina gastronomico elaboratorio delle erbe

CRONOMETRO DEL TÉ E DELLA MERENDA: BOOKSHOP E GADGET

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CRONOMETRO ZERO: AREA INFORAMTIVA, MAPPA DEL GUSTO E DISPENSA DELLE ERBE

CRONOMETRO DEL PRANZO: SPAZIO RISERVATO A LABORATORI GASTRONOMICI, INCONTRI, MOSTRE E PERFORMANCE

SPAZIO MULTIMEDIALE ED EMEROTECA CRONOMETRO DELLO SPUNTINO: LABORATORI DEL PANE E DEI DOLCI

Cronometro della Colazione: notizie in tempo reale sul mondo dell'alimentazione


Questa possente ma allo stesso tempo leggera costruzione, diventa quindi non solo lo il motore guida, ma il simbolo di quello che il Museo vuole essere.

Ideato per essere il motore dell’intero Museo del Gusto, prende forma “dalla danza dell’ape”, all’interno del pozzo luce alto circa 14 metri, l’ “Orologio Gastronomico”.

Il percorso museale, si sviluppa attraverso quelli che abbiamo già denominato “Cronometri del Gusto”, che verranno visitati guidati da quelli che sono i Tempi gastronomici che saranno puntualmente dettati dall’Orologio gastronomico, che non segna quindi, come un normale orologio solo le ore, i minuti e i secondi, ma si muove secondo i ritmi biologici, insiti nell’uomo a seconda quindi, non solo delle ore ma anche dei giorni, delle settimane, dei mesi e delle stagioni, segnando quindi con estrema precisione “le ore gastronomiche”. “L’orologio gastronomico”, scandirà q uesto tempo, indicando la via per raggiungere, in base a tutto ciò che è connesso al cibo, la “precisione del Gusto”. Le lancette gastronomiche, si incroceranno inevitabilmente con le lancette del Tempo Misurato, partendo dai secondi fino ad arrivare alle stagioni, permetterà di fissare temporalemente, la naturalità e la spontaneità a cui ogni materia prima è legata, ed è proprio dall’incrocio di questi tempi che prende forma il “Gusto”


01- Scandire il tempo 01

Il tempo gastronomico è leggibile anche dal basso verso l'alto e viceversa.

02 Display led con aggiornamenti in tempo reale sul mondo del gusto

03 - Il cuore dell'orologio La parte centrale dove si segna il tempo gastronomico.

Il Gallo, come segnale di richiamo dell’esterno verso i cronometri del gusto, ma anche come motore di una sezione dell’orologio, simbolo del movimento del vento SCHEMA APERTO DELLA PARTE CENTRALE DELL' OROLOGIO

02 LANCETTA

I giardini pensili, che attraverso la coltivazione idroponica, forniscono al Museo, le erbe aromatiche del gusto.

NUMERI DEI GIORNI

03 Indicatore dei Cronometri legati ai tempi gastronici del pranzo e della cena.

LE QUATTRO STAGIONI

04 I Tempi... i minuti, le ore, le stagioni, le fasi lunari e i solstizi, elementi essenziali per la corretta definizione temporale dei cronometri del Gusto.

MESI

05

Alcune delle icone utilizzate per rappresentare le stagioni

b

Indicatore dei Cronometri legati ai tempi gastronomici delle Colazione, della Merenda e degli Aperitivi.

sa

er

06

ve n

m

ma r lun

gio

Schermo su cui girano ripetutamente informazioni legate all’uso del gusto nel mondo, ricevute in tempo reale.

do

Giorni della Settimana



CRON.0

CRON.1

Ora zero

DELLA COLAZIONE

* LAVAGNA * SCHERMO INFO * OLFATTIERA * DISPENSARIO * BOOKSHOP

* TAVOLO DELLA COLAZIONE * CIOCCOLATIERA * CAFFETTIERA * CENTRIFUGA * CONTENITORI

CRON.2

DELLO SPUNTINO * IL GRANO * FORNO * TAGLIERI * CONTERITORI GRANO

CRON.3

CRON.4

DELL'APERITIVO

DEL PRANZO E DELLA CENA

* TAVOLO * OLIO * VINO * ACQUA

* CUCINA * SERBATOIO PROVENIENZA ACQUA * TAVOLO DEL GUSTO * FRIGO * DIGESTORE

CRON.5

ORA DELLA MERENDA E DEL TÉ * TAVOLO DEL GUSTO MERENDA * INFUSI

Abaco

plug-in del gusto

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Ideato e progettato come unico arredo per il Cronometro dedicato alle Ore del Pranzo e della Cena, racchiude in se, molti degli elementi già utilizzati nei tavoli studiati per i diversi cronometri, ed integrato con altri, utili alla preparazione di pasti più complessi. Il “Tavolo del Gusto”, diventa perciò, un’altro importante simbolo del Museo, in quanto è stato ideato per rappresentare in modo compatto “il Ciclo del cibo”, legato in modo imprenscindibile al ciclo energetico.

Ogni elemento che lo compone, è progettato per assolvere una funzione specifica all’interno di questo ciclo, che comprende la conservazione, la preparazione, la cottura e gli scarti, vengono rappresentati dai simboli che hanno fino ad ora accompagnato l’intera progettazione del Museo, che si trasformano inoltre negli ingredienti principali contenuti nel tavolo, come ad esempio il simbolo della “Piazza dei follari”, rappresentato da un baco e da una foglia, segna il contenitore, dove verrà riposto il tovagliato, perciò tutto ciò che ha come materie prime, le fibre naturali. Il Museo, attraverso il Tavolo del Gusto, vuole poter educare a come sia possibile completare questo ciclo, attraverso l’utilizzo di semplici tecnologie. Nello specifico: la conservazione avviene utilizzando contenitori, appositamente studiati per gli alimenti di uso comune nelle nostre cucine, quindi, verdura, pesce,carne,uova e frutta, in grado di mantenerne la freschezza per un massimo di tre giorni. Ogni elemento, è non solo contenitore di alimenti ma contiene elementi primari utili per la conservazione, quali l’acqua, la sabbia e la terracotta, che assemblati in modo differente riescono a garantire la freschezza di ciò che viene riposto all’interno.

La preparazione, si svolge in due fasi la prima consiste nel lavaggio degli alimenti, utilizzando piccoli serbatoi di acqua, le pietanze vengono poi materialmente preparate prima della cottura, su spaziosi taglieri di legno, che svolgono anche la funzione di ripiani. L’ acqua, utilizzata, proviene dal mini impianto di digestione anaerobica integrato al sistema di fitodepurazione, la quale una volta utilizzata, verrà apportunamente raccolta per essere riutilizzata nell’orto giardino del Museo. La cottura degli alimenti, avviene mediante un piano alimentato principalmente con Biogas, proveniente anch’esso dal mini impianto di digestione anaerobica. Infine, a completare il ciclo del Cibo, è la predisposizione di un digestore, che raccoglie gli scarti degli alimenti, dando come prodotto finale il digestato, da utilizzare direttamente come fertilizzante per l’orto-giardino, o da immettere nel processo di fitodepurazione.

RISERVE D'ACUA ORTI - AROMATICHE SORGIVA

PREPARAZIONE DEL CIBP CONSERVAZIONE DELLE UOVA E DELLE SPEZIE

TRATTAMENTO RIFIUTI ORGANICI E ALTRI RIFIUTI

ERBE E INFUSI

FRESCO/ CONSERVAZIONE POTI N POT

CALDO/ energia proveniente dal ciclo del cibo


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