Vivere Parco Filiani
VIVERE PARCO FILIANI
“SE VUOI ESSERE VERAMENTE UN UOMO UNIVERSALE PARLA DEL TUO VILLAGGIO” HONORE’ DE BALZAC
citta’ ideale
ARCOBALENO
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Pineto nomen omen il nome un presagio dicevano i latini e, nel caso di Pineto, l’antico detto è vero fino in fondo . Tre chilometri di pineta fitta e pulitissima lambita dallo sciabordìo del mare; basta un solo aggettivo : incantevole. Una torre solitaria in mezzo alla sabbia sottile che si affaccia sul mare a scrutare le invasioni saracene,questa è la Torre di Cerrano. Spicca possente sul folto dei pini domestici e di Aleppo alle sue spalle.Oggi ospita un centro di ricerca di biologia marina, ma il fascino della storia passata è intatto; probabile sede dell’istituendo parco marino che tutelerà la biocenosi dei fondali sabbiosi e della sua spiaggia antistante dove vi sono anche le vestigia dell’antico porto romano. Lungo la spiaggia alberi vecchi e contorti per l’età venerabile ma in buona salute trasudano odore di linfa fresca.Il frusciare degli aghi di pino si compone e scompone come uno spartito diretto dal vento. Piccole panchine, chioschi di legno, il fischio del treno che punteggia la sinfonia di fondo del mare e dei pini e la meravigliosa duna litoranea con la sua rara vegetazione ospita nidi di fratino completamente mimetizzati nella sabbia e lontani dagli sguardi di curiosi . Una nota di poesia:: Nel 1923 Luigi Corrado Filiani ecologo ante litteram pianta la pineta storica e come omaggio a D’Annunzio di “La pioggia nel pineto “ cambia il nome del paese in Pineto.Una selva fitta di pini che si snoda lungo la spiaggia confondendo ed inglobando i villini liberty. Per assicurarne la crescita fu innaffiata per anni con conche di rame dalle donne del posto per mezzo di passerelle di legno per non affondare nella sabbia mentre gli uomini usavano carriole brevettate da Filiani per portare più acqua senza farla rovesciare. “Il tempio arboreo “ si dirada tra le case e lungo la strada, ma riprende subito alle pendici dei colli in un bosco ancora più selvaggio Parco Filiani . Il folto degli alberi di macchia mediterranea si apre all’improvviso su una radura assolata, sentieri corrono tutt’attorno:la natura nelle sue migliori espressioni. L’intervento umano è stato lieve lasciando intatti colori , profumi, atmosfera naturale. A pochi metri dal mare Parco Filiani è tranquillamente isolato dal mondo . I Il “belvedere “ ha fascino anche per le fontane,le scalette, le loggette che rimaste incompiute sono ricoperte di vegetazione creando un’atmosfera da bosco incantato. L’incantesimo di uno spicchio di mare che ci sorprende nel folto degli alberi ci ricorda che la spiaggia è proprio lì , a due passi dal bosco . ……………………….. omissis ………………….. ) .
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SOMMARIO
- Premessa - Introduzione - Capitolo I° : Primo esempio di recupero ambientale a Pineto I.1 : Profilo storico I.2 : Storia recente - Capitolo II° : Aspetti agronomici della componente arborea II.1 : Materiale e metodo II.2 : Risultati II.3 : Tesi di laurea : considerazioni conclusive - Capitolo III°: Il concorso di idee III.1 : La premiazione del concorso di idee III.2 : I partecipanti III.3 : I premiati - Capitolo IV °: Educazione ambientale IV.1 IV.2 IV.3 IV.4
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Educazione ambientale e didattica del territorio Il progetto Precisazione dell’argomento e motivazione Verifica e bilancio
- Capitolo V° : Manutenzione e recupero conservativo dei manufatti esistenti nel Parco Filiani V.1 : Relazione tecnica generale V.2 : Proposte progettuali V.3 : Conclusioni - ELOGIO DELLA PASSEGGIATA - Rassegna Foto
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PRESENTAZIONE
La presentazione di questo lavoro era stata demandata a Paolo Corneli, socio fondatore e tesoriere dell’Associazione “Arcobaleno-Città Ideale “, consigliere e Presidente del Consiglio Comunale di Pineto , il quale ci ha salutato prematuramente in questi giorni lasciandoci l’arduo compito di sostituirlo in questa incombenza. L’ideazione di questo lavoro era stata portata avanti insieme e condivisa pienamente per l’ impostazione, la finalità e l’importanza dell’argomento rappresentato . Pur immaginando il profilo della presentazione che avrebbe disegnato , ci limiteremo ad occupare questo spazio per rendere omaggio ad un carissimo amico dedicandogli questa pubblicazione sul Parco Filiani. ; un’area che lui tanto amava ed ammirava quotidianamente dalle finestre di casa sua . Un amore ed un rispetto dell’ambiente e della natura che nasceva dal grande senso di appartenenza al suo paese oltre che dalla formazione universitaria e dall’impegno politico speso in questi anni , sempre attento alle problematiche di recupero e di salvaguardia del territorio pinetese che lui conosceva bene. L’associazione “Arcobaleno –Città Ideale “ nasce intorno a lui dopo l’elezione a Presidente del Consiglio Comunale ; l’entusiasmo era alto e le idee erano tante. Anche la scelta della denominazione dell’Associazione non fu casuale : Arcobaleno era lo pseudonimo della nostra Pineto , Città Ideale che oltre a richiamare i colori naturali dell’arcobaleno tutti presenti, richiamava un pluralismo cromatico anche nella vita amministrativa, sociale e politica. Lontani dal voler fare letteratura utopistica , si voleva soltanto contribuire a valorizzare e tutelare il patrimonio storico, architettonico e naturalistico del nostro paese con iniziative quali il concorso di idee “Vivere Parco Filiani “ ed altre che sono rimaste solo nelle nostre intenzioni ma che cercheremo comunque di sviluppare . Il nostro caro amico Paolo , di comune accordo con tutti noi, voleva che quell’ ideale fosse la coincidenza dell’interesse del singolo con l’interesse della comunità. Con la sua scomparsa matura sempre più la convinzione che per realizzare una città ideale, nelle strutture nei servizi e nello sviluppo urbanistico e sociale , occorra una maggiore e migliore simbiosi tra etica e politica , un binomio necessario per ascoltare ed andare incontro alle esigenze delle comunità. Paolo Corneli,persona integra seria ed onesta, è stato un esempio di impegno speso per la collettività dettato unicamente dal senso civico , dall’educazione e dall’amore per il proprio paese, senza alcuna motivazione di rivalsa e di ricercata visibilità; la sensazione di aver perso un esempio di idealità diventa ogni giorno sempre più forte. Però a noi piace ricordarlo soprattutto come amico ; con il sorriso appena accennato, con la sua calma , la sua gentilezza la grande capacità di stare insieme agli altri , di saper ascoltare e consigliare. Anche l’elogio della passeggiata è dedicato a lui perché ci piace ricordarlo mentre correva o passeggiava nel verde della sua Pineto. Ciao , Paolo ! Gli amici dell’Arcobaleno
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INTRODUZIONE
Questo lavoro nasce dall’idea di metterne insieme tante altre, tutte espressioni diverse di un unico argomento: : Parco Filiani . Personaggio ante litteram, persona illuminata, Luigi Corrado Filiani rappresenta il miglior esempio per la cittadina di Pineto di come alcune persone possano lasciare una testimonianza indelebile nel tempo e rappresentare, nel contempo, un esempio per le generazioni presenti e future .Motivato dal sogno ambizioso di realizzare un “ paese ideale “, dopo aver già costituito la pineta litoranea, ebbe l’idea originaria e grandiosa di recuperare l’area sulla quale sorgeva una cava d’argilla realizzandovi un parco, ricco di vegetazione arborea , che si sviluppa su diversi gradoni raccordati da sentieri ed attraversato da un ingegnoso sistema di regimazione delle acque. Il primo capitolo, infatti , viene dedicato al profilo storico del parco ed evidenzia, con dovizia di particolari , la grandiosità dell’opera, l’idea principe di tutto il lavoro sulla quale, nel tempo, si sono succedute tutte le altre. Viene evidenziata la valenza idrogeologica del recupero, grazie al rimodellamento dell’intera area che ha impedito il fenomeno erosivo delle acque meteoriche superficiali . Per apprezzarne maggiormente la valenza si invita al confronto con le limitrofe cittadine di Roseto degli Abruzzi e di Silvi Marina dove il fronte collinare è tuttora disegnato dal grigiore residuale dell’attività di estrazione dell’argilla. Il secondo capitolo lascia ampio spazio agli aspetti agronomici della componente arborea riassunti nell’idea di Pasqualino del Papa di farne argomento della propria tesi di laurea in “Scienze e tecnologie delle coltivazioni “ . Si lascia ampio spazio, in questo capitolo, alla classificazione delle piante presenti nel Parco ed ai censimenti della stessa che si sono susseguiti negli ultimi quindici anni; il capitolo ha un approccio tecnico-scientifico con tabelle che riassumono lo stato, la composizione,la dislocazione delle specie presenti con le considerazioni conclusive sulle priorità di interventi da realizzare prima di ogni scelta circa la usufruibilità del Parco. Il terzo capitolo è dedicato al concorso di idee organizzato dalla nostra associazione ripercorrendone le varie tappe, dalla presentazione della manifestazione e del calendario fino ad arrivare alla premiazione degli elaborati avvenuta in una cornice di pubblico e di importanti personalità del campo universitario,politico ed amministrativo. Il successo della nostra iniziativa è stato generato dalla perseveranza nel portarla a termine e nella fortuna di cadere in un periodo di particolare interessamento al tema ambientale da parte degli amministratori non soltanto locali, ma anche provinciali e regionali . Nel capitolo vengono richiamate tutte le idee progettuali presentate dai partecipanti lasciando ampio spazio ai vincitori del concorso, con una rassegna fotografica di quei particolari presenti nei diversi lavori che più di altri rendono ancora più magico ed affascinante il parco. Tutte le idee che ci sono pervenute rappresentano un patrimonio che racchiude tutta l’importanza e la valenza attribuita al Parco sotto il profilo ambientale, botanico,paesaggistico, sociale e didattico . Il quarto capitolo è dedicato proprio all’educazione ambientale ed alla valenza didattica di questa area. Viene riproposto un lavoro realizzato dai docenti della classe 2^ C nel già lontano 1992 intitolato “La pineta collinare di Parco Filiani “ . Il progetto didattico portato avanti dalla Prof.ssa Francesca Mattucci e dalla Prof.ssa Maria Gabriella Di Domenico , con la consulenza di F.Palmieri , rappresenta un importante precedente in materia di educazione ambientale che noi tutti ci auguriamo possa essere replicato, nella sua articolata impostazione interdisciplinare, anche su altre aree vitali ed importanti della nostra cittadina. Leggendo il capitolo si apprezza come già allora i ragazzi avevano anticipato alcune forme
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di usufruibilità del parco che , in occasione del concorso di idee “Vivere Parco Filiani “ , sono state riproposte da diversi concorrenti. Il quinto capitolo è dedicato alle ipotesi ed idee di intervento sviluppate con tecniche di ingegneria naturalistica dall’Ing. Ercole Ferretti , per la manutenzione e recupero conservativo dei manufatti esistenti nel Parco Filiani . Tale lavoro era stato commissionato dalla nostra associazione sempre in occasione concorso di idee per avere una prima mappa progettuale di tutta l’area visto che, come sarà ricordato nel profilo storico del parco, Filiani non aveva mai disegnato un progetto. Il lavoro si presenta molto circostanziato , inserito nel piano regionale paesistico e territoriale provinciale , corredato di tutte le varie carte di vincolo . Trattasi di un importante ricognizione dell’area che ci aiuta nell’avere un’idea di massima del fabbisogno finanziario per il recupero del solo impianto idrogeologico. Tutto il lavoro ,inoltre, è importante in quanto propedeutico e base cognitiva preliminare di qualsiasi progetto di intervento che si andrà a realizzare in futuro. Il sesto capitolo è il capitolo che non c’è , ovvero il capitolo che noi tutti ci auguriamo possa essere scritto nel futuro più prossimo quando gli interventi di recupero e di usufruibilità saranno realizzati con il sostegno dell’assessorato all’agricoltura della Regione Abruzzo che ha stanziato fondi per 675mila euro per il recupero del parco e per la prevenzione del dissesto idrogeologico e della Provincia di Teramo che ha già assegnato gli incarichi ai vari tecnici per la redazione del progetto. L’associazione “Arcobaleno –Città Ideale “ è orgogliosa e compiaciuta nell’aver contribuito , creando la giusta cornice . al raggiungimento di tali obiettivi che troveranno piena formazione al momento del completo recupero dell’area . Il “claim “ Vivere Parco Filiani utilizzato sia in occasione del concorso di idee e sposato come titolo di questo lavoro, è impregnato di ottimismo e di buon auspicio. . Si chiude con “ Elogio alla passeggiata “ , momento di riflessione e di recupero della qualità della vita . Si può già vivere il parco, andandovi semplicemente a passeggiare.......!!!!
“Arcobaleno-Città Ideale “ Il Presidente Ernesto Iezzi
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Capitolo I : Primo esempio di recupero ambientale a Pineto
I. 1. Profilo storico Nato come recupero di una cava d’argilla che alimentava una fornace antistante, voluto da Luigi Corrado Filiani (1) il parco si presenta oggi incompiuto. Poco distante da Villa Filiani , sorgeva una fornace per la cottura dell’argilla estratta dalla sovrastante collina la quale divenne, col passare del tempo , sempre più arida e brulla. Il Commendador Filiani per far scomparire quel grigiore dal paesaggio della nascente cittadina, decise di smantellare la fornace fatta erigere dal padre Vincenzo, e di trasformare la cava in un parco . I lavori , iniziati nel 1927 da un gruppo di anziani lavoratori al servizio di Filiani, furono portati avanti interamente a mano e , soltanto successivamente, con l’ausilio di mezzi che trasportavano terra. 
Panorama di Pineto con la fornace - anni ‘40
1) Circa il contesto storico in sui si inserisce il recupero del parco si rinvia alla pubblicazione “ Pineto: una città verde sul mare” Mattucci.Valentini.Lipari .
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Foto 2) : Luigi Corrado Filiani
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Foto 3) Veduta panoramica del parco allo stato attuale dove si possono ancora distinguere i tre gradoni ed in alto “la Pinetuccia “, situata sulla sommità della collina che avrebbe dovuto essere il confine del parco.
Il Parco si distribuisce su quattro livelli con terrazzamenti minori, scarpate inerbite e boscate, impluvi armati per il deflusso dell’acqua, sentieri d’accesso con mura di contenimento, vasche di decantazione e raccolta delle acque. Il progetto completo non è stato mai rinvenuto perché Luigi Corrado Filiani non ha mai disegnato un progetto di massima ed i lavori erano aggiornati settimanalmente se non quotidianamente. I lavori preliminari iniziarono nella parte bassa del parco, area pianeggiante, dietro l’ “Orto degli Aranci “, ad opera di un primo gruppo di anziani collaboratori di Filiani. In realtà l’ “Orto degli Aranci “ era un orto con piante da frutta assortite , più vecchie del parco, che Filiani curava sostituendo quelle malate. Uno dei problemi più importanti da risolvere durante i lavori era rappresentato dall’acqua piovana ; questa, non trattenuta dal sovrastante terreno , argilloso ed impermeabile, intralciava i lavori e , soprattutto, era un bene troppo prezioso da non disperdere. La regimazione e la raccolta delle acque si ottenne grazie alla costruzione di un canale di scolo che attraversa il parco e da due cisterne mascherate da due manufatti. Per mezzo di tale sistema di canalizzazione che si ispirava ai metodi arabi, si ottenne una soluzione pratica e nel contempo valida esteticamente. La cisterna era mascherata da una costruzione detta”castelluccio “, per la sua struttura che ricorda un castello in miniatura. 
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-Foto 3) : L’Orto degli aranci .
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Foto 4) : il tratto superiore del canale di scolo
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Foto 5) : archi, panchine di pietre, scalini del “Castelluccio “
Il “castelluccio “ ha infatti una stanza centrale che poteva essere usata in vario modo ed alcune scalette laterali per il collegamento con la terrazza che sovrasta la stanza, a livello del terzo gradone, con esso comunicante attraverso altre scale fiancheggiate da vasche a gradini per la decantazione dell’acqua proveniente dal canale e versatesi nella cisterna.Nella cisterna , originariamente, vi erano anche dei pesci . Una seconda cisterna , con un’analoga struttura, fu costruita sul terzo gradone; doveva essere, come la prima, collegata ad un quarto gradone ma l’opera è rimasta incompiuta. ( 2)
2) Il canovaccio ed l contenuto letterale del profilo storico del parco è stato mutuato dalla tesi di laurea “Il parco Filiani di Pineto : aspetti agronomici della componente arborea “ del Dott. Pasqualino Del Papa . Corso di laurea in Scienze e tecnologie delle coltivazioni . Anno accademico 2003/2004 – Università degli studi di Perugia –Facoltà di Agraria
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Foto 6) : “Castelluccio “
 
Foto 7) : Le scale che collegano il “Castelluccio “ al terrazzamento superiore.
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Foto 8) :
La cisterna del “Castelluccio “ inferiore .

Foto 9) : Terrazza che sovrasta la stanza centrale del “ Castelluccio “
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Foto 10 - 11 ) : Castelluccio superiore
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La procedura impiegata per la realizzazione dei tre gradoni, lunga e laboriosa, fu eseguita interamente a mano . In primo luogo si costruiva alla base o lungo i sentieri un muretto di contenimento utilizzando pietre e pezzi di cemento recuperati dalla fornace . Poi si creava la scarpata con terra fertile proveniente dalla collina coltivata che sovrastava il parco , oppure da sbancamenti di terreno fertile effettuati da ditte che eseguivano movimento terra, in lavoro nelle zone vicine. Il centro del gradone veniva riempito con materiali vari, per lo più terra argillosa ; talora si mischiavano alla terra sabbia, calcinacci e rifiuti organici come fascine, stallatico e residui di potature per rendere più fertile il terreno argilloso. Infine veniva portato terreno vegetale di buona qualità in superficie. La terra era trasportata con carretti su rotaie o carriole particolari , fatte costruire appositamente da Filiani, con la ruota in posizione arretrata per consentire il trasporto con minore fatica.

Foto 12 ) : Sentiero con muretto di contenimento

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Foto 13) : sentiero che porta dal secondo al terzo gradone.
Le piante erano scelte ed acquistate presso un’azienda vivaistica sorta su un terreno venduto dal padre di Luigi Corrado Filiani nel Comune di Collecorvino. Gli esemplari scelti erano trasferiti in mastelli di legno a forma di tronco di piramide e stoccate presso un vivaio allestito da Filiani vicino la propria abitazione. La messa a dimora degli alberi, avveniva in qualsiasi periodo dell’anno. Le piante erano innaffiate e curate per alcuni mesi , finchè non avessero radicato bene nel terreno: l’acqua proveniva dalle cisterne ed era attinta mediante una pompa a mano posta sul bordo della cisterna ( si possono ancora vedere i bracciali di legno che la tenevano ferma ) .

Foto 14) : bracciale di legno sul quale veniva posta la pompa a mano
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Per evitare l’eccessivo calpestio, durante le operazioni di annaffiatura e cura degli alberi, Filiani aveva fornito l’operaio addetto di scarpe con la suola molto larga, come le racchette da neve, ed inoltre non era consentito ad alcuno attraversare il parco se non utilizzando gli appositi viali e sentieri predisposti ; questi ultimi erano costruiti con i mattoni spaccati provenienti dalla fornace. Le scarpate erano ribattute con le pale ed erano disseminate con erbe spontanee che avrebbero contribuito ad evitare l’erosione e , di tanto in tanto, erano poste a dimora lungo le pendici o sul bordo superiore dei cespugli di laurus nobilis che poi, nel tempo , si sono riprodotti spontaneamente invadendo le scarpate, così come hanno fatto anche i lecci. Le essenze impiegate nel parco,poi, appartengono tutte alla macchia mediterranea. Le piante più utilizzate nella costituzione dei viali sono i lecci ed i cipressi. Per la costituzione ,invece , dei boschetti si è fatto ricorso prevalentemente a lecci e pini e, per gruppi o piante singole, a cedri, aceri e querce. La cura del parco consisteva, per lo più, nel fornire acqua alle piante messe a dimora da poco tempo, nella concimazione, utilizzando acqua e pollina miste insieme, nel taglio dell’erba, nel riporto di terra nei luoghi in cui avveniva un assestamento e nell’ancoraggio tramite cavetti metallici delle piante giovani, soprattutto i pini piegati dal vento. 
Foto 15) spazio aperto del secondo gradone
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I lavori di costruzione del parco non sono mai stati portati a compimento perché Luigi Corrado Filiani venne a mancare ( 1964) mentre si stava realizzando il terzo gradone. Gli eredi lasciarono che alcuni operai ultimassero i lavori ancora in corso , lasciando comunque incompiuta l’opera di Filiani. Da allora il parco ha subito un graduale fenomeno di naturalizzazione : sono cresciute nuove piante, per disseminazione da quelle già esistenti; una vegetazione spontanea tende ad infestare vialetti e scarpate mentre alcuni alberi piantati da Filiani sono morti.

Foto 16) terrazza superiore incompiuta .
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I.2 : Storia recente Nel 2001 il Comune di Pineto è divenuto proprietario del parco ed ha realizzato un ponte ligneo che collega il centro abitato , in prossimità degli impianti sportivi, con il primo gradone del parco; questo per agevolare ai fruitori l’attraversamento della SS.16 Adriatica.
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Capitolo secondo : Aspetti agronomici della componente arborea Gli aspetti agronomici del parco Filiani sono stati estrapolati dalla tesi di laurea del Dott. Del Papa Pasqualino e rappresentano la parte sperimentale della prova finale sostenuta per il Corso di Laurea in” Scienze e tecnologie delle coltivazioni” –Facoltà di Agraria . Il Del Papa evidenzia il fatto che, a prescindere dall’utilizzazione che si farà del parco Filiani, è necessario tener conto degli aspetti agronomici della componente arborea sia per quanto riguarda la consistenza degli aspetti botanici e qualitativo , sia sotto l’aspetto agronomico e fitosanitario; si ritiene necessario, inoltre, conoscere preliminarmente la possibilità di fruizione dei vegetali e del parco nel suo complesso. “II .1.1 : Materiale e metodo “ Nel periodo compreso tra Dicembre 2002 ed Aprile dell’anno successivo sono stati eseguiti numerosi sopralluoghi nel parco per rilevare i parametri di seguito descritti. Numero di piante contraddistinte per specie botaniche : Sono state registrate tutte le piante all’interno del parco caratterizzate da uno sviluppo del tronco superiore ai 10 cm di circonferenza. Ubicazione : Originariamente gli alberi furono piantati alla quota 0, ai piedi della collina e sui tre gradoni formati lungo le pendici collinari; solo pochi esemplari furono posti lungo le scarpate ma attualmente, per effetto della disseminazione naturale, se ne contano tantissime nate lungo le scarpate, fra un gradone e l’altro . Posizione : E’ stata analizzata la posizione di ogni singolo albero rispetto agli altri della stessa o differente specie per evidenziare formazioni di filare, gruppo o esemplare singolo. Origine : Analizzando la posizione e l’età della pianta, possiamo risalire all’origine degli esemplari, ovvero se esse siano state impiantate originariamente o nate spontaneamente in seguito, ma non sempre ciò è stato ben definibile. Età : E’ stata stimata anche in relazione alla maggiore o minore longevità delle varie essenze, per questo sono state divise in : -giovani, gli esemplari d’età stimata inferiore ai 20 anni circa; -maturi, gli esemplari d’età stimata superiore ai 20 anni circa; -senescenti, gli alberi che presentano chiare deficienze vegetative dovute ad età avanzata. Condizioni vegetative : Sono state analizzate le condizioni vegetative attribuendo: -condizioni precarie, agli esemplari che presentavano evidenti problemi vegetativi; -condizioni insoddisfacenti, a quelli che manifestavano insoddisfacente attività vegetativa, -condizioni normali, a quelli che dimostravano una media attività vegetativa, -condizioni buone, agli alberi che evidenziavano buone condizioni vegetative. Condizioni sanitarie : E’ stato osservato ogni singolo albero per rilevare segni d’attacchi entomofagi o patogeni che potessero compromettere lo stato della pianta o se si ravvisava la
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presenza di carie del tronco . Stabilità : Questo parametro è stato suddiviso in tre categorie: -stabilità buona, per gli alberi che non presentavano alcun problema di stabilità; -stabilità precaria, per gli esemplari che dimostravano problemi di stabilità ma non pericoli imminenti per l’incolumità pubblica in quanto non evidenziavano evidenti sintomi di schianto; -scarsa stabilità, per quelli che dimostravano rischi di schianto, per motivi legati essenzialmente ad agenti atmosferici (neve, pioggia, vento ). Interventi all’albero : Da interpretarsi come suggerimenti di natura agronomica. I vari interventi proposti sono scaturiti sulla base di parametri analizzati in precedenza e sono : -abbattimento, nel caso in cui con la potatura e/o altri interventi non è possibile ridare stabilità all’albero o ripristinare vitalità o idonee condizioni sanitarie e vegetative tali da renderlo recuperabile e fruibile ripristinare fruibilità, diradamento, suggerita in presenza di vegetazione eccessivamente densa; -sostituzione , che riguarda situazioni nelle quali gli alberi erano situati in una posizione tale che la loro presenza è indispensabile ( filare, viale) -potatura di rimonda, intervento atto ad eliminare i rami secchi ed evitare il pericolo di incendi; -potatura di riforma, intervento suggerito prevalentemente in esemplari giovani che, a seguito di competizione, avevano sviluppato una chioma deforme, -trattamenti per eventuali attacchi parassitari Interventi al suolo : L’osservazione degli alberi ma anche della vegetazione erbacea spontanea ha suggerito eventuali interventi da apportare al suolo nell’ambito di un ipotetico progetto di manutenzione generale del parco; gli intereventi proposti riguardano : -la sistemazione idrica, nei casi in cui eventuali assestamenti del terreno o intasamenti del sistema di canalizzazione delle acque determinassero ristagni di acqua; -lavorazione del suolo , nei casi in cui il suolo risultasse particolarmente costipato; -la concimazione, dove si evidenziassero carenze di sostanza organica o un PH anomalo, evidenziabile anche dalle condizioni vegetative degli esemplari ospitati. Area funzionale : Con questo parametro si è inteso evidenziare la posizione d’ogni singolo albero rispetto alla funzione che questo svolge nell’area in cui è posto; si è inteso , in altre parole, attribuire una possibile fruizione che può offrire a coloro che frequentano il parco: -viale, riguarda piante poste sui viali; -parcheggio, appartengono a questo parametro gli alberi posti a distanza tale che potrebbero permettere la costruzione di un eventuale parcheggio; -gioco, riguarda aree che possono offrire spazio tale da potervi posizionare giochi per bambini ; -bosco, aree dove la vegetazione è fitta o il terreno è scosceso; -sport, sono le aree nelle quali gli alberi sono assenti o molto radi e potrebbero essere sfruttate per impianti sportivi; -ingresso, riguarda gli alberi posti all’ingresso del parco; -altro, potrebbero scaturire da progetti riguardanti la ristrutturazione o la trasformazione di alcune aree.
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1.2 Risultati L’analisi del parco, delimitato all’interno del perimetro evidenziato nella tavola 1, ha permesso di accertare che attualmente vi sono 1504 alberi con uno sviluppo del tronco superiore ai 10 cm di circonferenza .Di queste, 251 sono conifere, le altre 1253 sono latifoglie ed in particolare il 63% appartengono al genere Quercus, il 12% al genere Laurus edi 13%mal genere Pinus ( Fig.1). Sono presenti anche un 5% di Ligustrum , 3% di Cupressus , 1% di Cedrus ed 1% di Prunus . Vi sono inoltre alcuni esemplari di Cercis siliquastrum, Punica granatum , aesculus hippostanas, sorbus domestica, Ulmus glabra, Pirus Comunis e Tilia Cordata .
C e dr u s (1% )
C u pr e s s u s (3% )
A ltr i (2% )
Laurus (12% )
Prunus (1% )
L igu s tr u m (5% ) P in u s (13% )
Q uerc us (63% )
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SPECIE PRESENTI NEL PARCO FILIANI
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439 439 189 6 3 7 23 30 30 3 3 3 9 9 5 5 4 4 17 11 11 514 527 251 2 2 1 172 157 921 - 8 - - 31 6 6 71 11 11 3 6 6 20 22 22 259 259 6 6 184 1 1 2 3 3 2 6 6 8 6 6 4 - 2 4 2 2 - 2 - 5 - - 4 504 504 1253 1018 1031 1504
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Tab. 1 ; composizione vegetazionale del parco rilevate in epoche successive negli ultimi vent’anni.
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E’ da notare che, rispetto ai rilevamenti effettuati in precedenza (1993 e 1996), sono stati registrati oltre 250 esemplari di Pinus e 259 di Tamerix in meno; ciò perché allora era stata considerata la “pinetuccia” come facente parte del parco, mentre da noi è stata inclusa nelle pinete collinari in quanto grava su un’area attualmente esterna al parco sebbene avrebbe segnato il limite dello stesso, secondo gli intendimenti del Filiani. Confrontando i dati con quelli dei due precedenti rilevamenti, sono stati rilevati, inoltre, 178 esemplari di Laurus e 787 di Quercus in più; questa differenza è dovuta al fatto che nell’attuale rilevamento è stata considerata tutta la flora presente nell’area, compresa quella spontanea che, nel caso di questi due generi, è molto invadente. Analizzando l’ubicazione degli alberi si nota che più della metà di essi è situata sulle scarpate mentre il 27% circa è situato sul secondo gradone,poco più del 10% sul terzo gradone ed il resto, circa il 5% è distribuito tra il primo gradone e la base della collina. Originariamente sulle scarpate non erano stati posti alberi se non poche esemplari di Quercus ilex e Laurus nobilis . L’attuale presenza di circa la metà degli esemplari del parco lungo le scarpate è evidentemente dovuta alla disseminazione che si è avuta negli anni. Tab.3) Per quanto concerne la distribuzione degli alberi in funzione della loro collocazione,( risulta che il 74% degli alberi fa parte di un gruppo, il 15% è distribuito in filari e l’11% risulta essere distribuito singolarmente.
80 60 (%) 40 20 0
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F i l a re
S ingolo
G ru p p o
(15%)
(11%)
(74%)
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80 60 (%) 40 20 0
Na tu ra l e (70%)
V i v a i s ti c a (28%)
No n d e fi n i b i l e (2%)
L’analisi sull’origine delle piante (fig.4) evidenzia come, con il passare degli anni, nel parco si sia instaurata una enorme quantità di vegetazione spontanea ( Foto ) che , numericamente, risulta essere il 70% del totale a fronte del 28% di esemplari impiantati e del 2% di esemplari di provenienza non definibile. A conferma di quanto sopra, l’età delle piante (tab.5) è giovane nel 49% dei casi, matura per il 50% e solo l’1% degli esemplari è senescente.
50 40 30 (% ) 20 10 0 G iov ane
M aturo
(49% )
(50% )
S e ne s c e nte (1% )
Le condizioni vegetative degli alberi variano in funzione dei generi a cui appartengono ed in particolare sono buone o normali per il genere Ligustrum . Quercus, Pinus,Laurus; vi è , invece, una certa percentuale di alberi del genere Cupressus che presentano condizioni vegetative insoddisfacenti od anche precarie. Questo risultato è simile a quello relativo alle condizioni sanitarie (tab.6) che si confermano buone per i generi Ligustrum, Quercus, Pinus e Laurus mentre si riscontra un numero elevati di esemplari ( circa il 40%) di Cupressus che presentano attacchi patogeni .
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100% 80%
C o ndiz io ni:
60%
Att.patog. Buone
40% 20% 0% Quercus
Pinus
Laurus
Cupressus
Ligustrum
Condizioni:
100%
Precarie
80%
Insoddisfacenti
60%
Normali Buone
40% 20% 0%
Quercus
Pinus
Laurus
Cupressus
Ligustrum
Anche la stabilità ( fig. 8) risulta essere buona per il genere Ligustrum, Laurus e Quercus mentre invece il genere Pinus ed il Cupressus presentano esemplari in precarie condizioni se non addirittura pericolosi per evidenti rischi di schianto. Considerando gli interventi agronomici proponibili è emerso ( fig. 9) che solo il genere Quercus evidenzia una buona percentuale di esemplari che non hanno bisogno d’interventi, mentre per il resto si nota che l’intervento più urgente è quello della potatura (foto 15 e 16); per taluni esemplari del genere Pinus e Cupressus si suggerisce l’abbattimento perché pericolanti ed infine, per il genere Ligustrum ,laurus e Quercus , si consiglia il diradamento di alcuni esemplari poiché le piante, nate spontaneamente, sono eccessivamente vicine fra loro ed in competizione.
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100%
Inte rv e nti: 80% No interventi 60%
Trattamenti fitos. Potatura
40%
Sostituzione Diradamento
20% 0%
Abbattimento Quercus
Pinus
Laurus
Cupessus Ligustrum
Per quel che concerne , invece, gli interventi al suolo (fig.10) si può dire che una concimazione sarebbe auspicabile per tutte le specie, tranne che per il Ligustrum ; in alcuni casi,per il genere Cupressus e Pinus , sarebbe ottimale abbinare alla normale concimazione una lavorazione del terreno per permettere una migliore aerazione delle radici ed infine, soltanto in prossimità di alcuni cipressi alla base collinare, si nota un ristagno d’acqua che dovrebbe essere eliminato.
100% Inte r ve nti al s u o lo :
80% No interventi 60%
Concim.+lavoraz. Ammendamenti
40%
Concimazioni Lavorazioni
20% 0%
Sist. Idrica Quercus
Pinus
Laurus
Cupessus
Ligustrum
Infine analizzando la distribuzione dei generi in relazione all’area funzionale (fig.11) in cui sono posti, si rileva che il 3% degli alberi sono piantati agli ingressi, il 9% nei viali , l’8% in aree che potrebbero esse adibite a parco giochi, il 7% in aree che potrebbero essere sfruttate per impianti sportivi o parcheggi e l’80% in aree boschive.
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80 60 (%) 40 20 0
V ia le
Parco
In g r e s s i
(9%)
(80%)
(3%)
Du p lic e
G io c o
(7%)
(8%)
Foto 17) Giovani esemplari di Quercus Ilex, cresciuti spontaneamente sulle scarpate.
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I.3 : Tesi di laurea : considerazioni conclusive. I risultati che emergono dal lavoro di monitoraggio della componente vegetazionale consentono di avere un quadro completo della situazione che in parte ha trasformato l’impianto originario ed in parte lo ha caratterizzato. Infatti il risultato che più di ogni altro è evidente è che in 40 anni alcune specie , in particolare Ligustrum, Laurus nobilis e Quercus ilex , si sono riprodotte spontaneamente in maniera tale da dare l’impressione ad un visitatore e limitatamente in alcune parti, di trovarsi in un bosco naturale. Inoltre, sempre più spesso, nella buona stagione è possibile incontrare cercatori di tartufo ( Tuber aestivum ) : non ci è possibile spiegare la presenza di questo prodotto naturale giacchè dai colloqui intercorsi con chi è stato in contatto con L.C. Filiani e con chi ha lavorato nella costruzione del parco ( Pierino D’Amico ) non risulta esserci stato alcun tentativo di introduzione di questo fungo nell’ecosistema considerato. Da ciò si deduce che potrebbe essere in atto una progressiva naturalizzazione dell’area verde. Ciò è evidente anche esaminando le condizioni vegetative e sanitarie egli alberi: molte specie hanno delle difficoltà, in mancanza di manutenzione, mentre altre si sviluppano e si riproducono senza intervento agronomico; di alcune specie, originariamente impiantate, sono addirittura scomparsi dall’area tutti gli esemplari ( come il Pinus nigra “Villetta Barrea “ ). L’analisi della vegetazione suggerisce, inoltre, l’urgenza di una manutenzione riguardante soprattutto la potatura di rimonda, in particolar modo per gli appartenenti al genere Pinus, e l’abbattimento d’esemplari pericolanti. Si ritiene, inoltre, auspicabile il diradamento di molte piante di Ligustrum, Laurus nobilis e di Uqercus ilex in forte competizione fra loro per l’eccessiva densità.. Proprio in questo periodo ( 2004 ) è in corso la realizzazione di un ponte ligneo che collega il centro abitato di Pineto , in prossimità degli impianti sportivi, con il primo gradone del parco; questo per agevolare ai fruitori l’attraversamento della SS 16 “Adriatica “. Sono stati anche realizzati progetti per utilizzare questa “risorsa verde “ del comune di Pineto. In questa sede ci limiteremo ad ipotizzare alcune possibili utilizzazioni in base alla conformazione delle aree e della distribuzione degli alberi. Sul primo gradone si riscontra una vasta area libera da alberature che potrebbe essere destinata ad impianti sportivi o per impiantare un parco giochi,oppure un teatro all’aperto. Vi sono poi vaste aree e viali che potrebbero essere attrezzate a “percorso vita” oppure parco giochi per bambini , etc. Ma , a prescindere da qualsiasi destinazione che potrà essere prevista per il parco, è necessario tener conto delle esigenze e delle problematiche emerse dal presente lavoro di monitoraggio che ha interessato esclusivamente la componente vegetale.
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BIBILIOGRA E FONTI : Bibliografia : GIANNANGELO L. : “Comune di Pineto. Consistenza del verde pubblico e proposte per il suo Miglioramento . ( Studio preliminare ) “ .1993 DE LAURENTTIS V. MATTUCCI F. RIPARI L. “ Pineto. Una città verde sul mare” .1989 E.BARONI : “ Guida botanica d’Italia “ .CAPPELLI , Bologna G.GOINDANICH . “ Manuale di patologia vegetale “ Edizioni Agricole Bologna C.CAPPELLETTI .”Trattato di botanica . Sistematica “.UTET Torino .1976 PONTI F.LAFFI A .POLLINI “ Avversità delle piante ornamentali “ .Edizioni Informatore Agrario 1987 E. BALDINI : “ Arboricoltura “ . CLUEB Bologna . 1971
Fonti: Le fonti dirette, consultate per realizzazione, sono : Pierino D’Amico, detto “Picone “ ultimo operaio ed unico vivente impiegato nella realizzazione del parco Filiani. Giuseppe Marucci, nipote di L.C: Filiani. Beatrice Marucci, pronipote di L.C. Filiani
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CAPITOLO TERZO : Il concorso di idee . Il concorso di idee , intitolato “Vivere Parco Filiani “, è stato organizzato dall’Associazione “Arcobaleno –Città ideale “ di Pineto con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale accordato con deliberazione della G.C. n. 37 del 14/03/2005. Le finalità perseguite dall’Associazione con tale iniziativa si riassumono : -nel promuovere il Parco come area verde di primaria importanza per la Città di Pineto nonché come opportunità per lo sviluppo turistico, ambientale , culturale e ricreativo; - coinvolgere i cittadini nel ricercare ed individuare le alternative di usufruibilità del parco, in un nuovo percorso di partecipazione democratica; -nel sensibilizzare le Istituzioni nel voler anticipare le soluzioni sia di natura tecnica che finanziaria per il recupero e la vivibilità dell’area . La manifestazione di presentazione del concorso,tenutasi il 21 Maggio 2005 presso la Sala Teatro del Centro Polifunzionale di Pineto , ha ripercorso la storia del Parco con la proiezione di due video , uno di profilo storico l’altro artistico realizzati dai fotografi Mauro Cantoro ed Ulisse Cipriani , soci dell’ “Arcobaleno-Città Ideale “ ( area download www.pinetoarcobaleno.it )

Foto simbolo del concorso di idee “Vivere Parco Filiani “.
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Ad introdurre i lavori dell’incontro è stato il presidente dell’Associazione, Ernesto Iezzi, il quale ha presentato il concorso e , di seguito, ha illustrato il relativo regolamento. Dopo i saluti del Sindaco Luciano Monticelli e del Presidente del Consiglio Comunale ,Paolo Corneli, dell’assessore provinciale Antonio Assogna , sono intervenuti gli assessori regionali Marco Verticelli e Tommaso Ginoble , oltre all’asssessore comunale Nerina Alonzo, il preside del corso di laurea in educazione ambientale all’Università dell’Aquila ,Massimo Dell’Agata ed il preside della facoltà di sociologia dell’Università di Chieti, Ezio Sciarra. Il bando consisteva nell’invitare tutti , cittadini , professionisti, studenti, associazioni, ad elaborare un progetto che al meglio esprimesse la simbiosi esistente tra l’uomo e l’ambiente al fine di ridare a Parco Filiani la sua antica ed originaria bellezza. L’Associazione ha lanciato una sfida per amore del Parco affinché quello spirito che alberga in ogni cittadino si potesse prendere la rivincita e finalmente mostrare quanto sia importante il rispetto per l’ambiente . Due episodi hanno ulteriormente rafforzato l’idea di portare avanti l’iniziativa del concorso: 1) La Regione non ha ammesso al finanziamento il piano di riqualificazione del parco Filiani . ( 2004 ) Nel 2004 la Giunta Regionale abruzzese ha approvato la ripartizione delle risorse provenienti dalla deliberazione Cipe , destinate alle aree sottoutilizzate . Il Cipe ha assegnato alla Regione Abruzzo 102, 3 milioni di euro che il Governo regionale ha assegnato in base alle proprie linee di indirizzo programmatico sulle politiche del territorio, che prevedevano la realizzazione di infrastrutture in specifici settori. Le priorità furono legate alla riforma della pubblica amministrazione, allo sviluppo delle zone interne e del sistema produttivo ; alle sole aree interne furono assegnate 23 milioni d euro . Oltre al riequilibrio territoriale, la ripartizione dei fondi Cipe interessava le politiche sociali, per assicurare i livelli minimi di assistenza e sostenere la politica sociale di sviluppo ed il “ parco progetti “ di cui la Regione Abruzzo si è dotata nella legge finanziaria 2003. Il 30% delle risorse è stato inoltre destinato ai settori del ciclo integrato delle acque e della mobilità , inseriti nell’ intesa istituzionale tra il Governo nazionale e la Regione sulle infrastrutture, la cosiddetta Legge Obiettivo . L ‘amministrazione comunale di Pineto aveva presentato un progetto di recupero del Parco con richiesta di ammissione ai fondi Cipe , ma non è risultato tra quelli finanziati .
Articolo del “ Il Centro “Venerdì 25 Marzo 2005 Cronaca Atri/Pineto/Roseto/Silvi ------------------------------------------------------------------------------------------------------“ Pineto .Salta il piano di riqualificazione “ PARCO FILIANI , La Regione non finanzia il progetto. Pineto.. La Regione non ha ammesso al finanziamento il piano di riqualificazione del Parco Filiani di Pineto. Il Progetto è stato redatto dal Comune pinetese, in particolare dall’assessorato all’ambiente , nell’ambito della ripartizione delle risorse del Cipe (Comitato interministeriale
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per la progettazione economica ) per interventi in aree sottoutilizzate. I lavori di restauro del parco , con l’installazione di centri di documentazione per finalità culturali e didattiche, prevedono una spesa di 263mila euro .” Un ‘importante iniziativa di riqualificazione dello spazio di verde pubblico “ sottolinea l’assessore all ‘ambiente, Nerina Alonzo, “ finalizzata al miglioramento della fruizione dell’area ai fini turistici, didattici e ricreativi . Il progetto prevede la ristrutturazione di tutta l’area e delle strutture in esse esistenti, il restauro dei vecchi percorsi pedonali con l’allestimento di tratti alberati, accessibili anche a persone con disabilità. L’obiettivo è di recuperare la funzione di passeggiate tra il verde “. Una speranza, quella dell’assessore Alonzo, destinata a rimanere tale a causa del responso negativo della Regione. L’intervento di riqualificazione avrebbe riguardato un’area di circa 4 ettari e che prevede la tutela di un parco urbano sorto negli anni ’30, grazie ad un’iniziativa privata. La vicinanza degli edifici scolastici, inoltre, consentirebbe un’ulteriore partecipazione alla vivibilità dell’area, fornendo possibilità ricreative anche a bambini e giovani . ”Parco Filiani “ prosegue l’assessore “ pur nella sua complessa articolazione urbana , si colloca in modo unitario e organico nel contesto della nostra città. L’area verde ospita diverse specie di flora e fauna : un vero e proprio polmone verde “ . Le fasi del progetto non amesso al finanziamento, prevedono inoltre l’installazione di ponticelli in legno, stagnetti didattici, giardini delle farfalle e aree attrezzate. Ancora : panchine, tavolini e raccoglitori di rifiuti . ( f.ce).
2) La nevicata del 29 Gennaio 2005 . Sarà sicuramente ricordata come l’evento atmosferico che ha causato maggiori danni al patrimonio naturalistico ed ambientale di Pineto , con la distruzione quasi totale della pineta storica e di molte altre aree di verde pubblico tra i quali Parco Filiani . Importanti sono state le conseguenze sul piano finanziario per l’amministrazione comunale sia per la potatura di tutte le piante distrutte che per la concentrazione, per diversi mesi, di quasi tutte le risorse (umane e tecniche ) nel ripristinare la normale vivibilità della città , comprese tutte le frazioni . Articolo “ Il Centro “ del
7 Aprile 2005 Cronaca di Atr/Pineto/Roseto/Silvi
Pineto. In Parco Filiani si interviene sugli alberi rotti. In seguito all’abbondante nevicata che ha interessato il territorio comunale lo scorso 29 e 30 Gennaio e che ha determinato ingenti danni al patrimonio arboreo, l’amministrazione comunale e l’assessorato all’ ambiente di Pineto hanno deciso di provvedere alla messa in sicurezza e alla potature dei numerosi alberi esistenti, al fine di poter rendere nuovamente fruibile sia dai cittadini pinetesi che dai turisti il suggestivo parco Filiani. Il parco pubblico Filiani,…….oggi ospita una flora molto ricca e variegata. L’amministrazione comunale fa infatti sapere che tra le specie arboree autoctone dominano il leccio , il pino , il frassino e l’albero di Giuda . Sono inoltre presenti esemplari di specie alloctone, come il cedro atlantico ed il cedro del Libano e varie specie di alberi da frutta. I piccoli boschi , aggiunge la nota del Comune, sono stati colonizzati da un rigoglioso sottobosco, che offre rifugio a diverse specie di mammiferi, come il tasso , la volpe ed il riccio.
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II. 1 : La premiazione del concorso di idee . Un’altra tappa di promozione dell’iniziativa, tenutasi il 5 Gennaio 2006 , è stata la presentazione del calendario 2006 di Pineto, con tema parco Filiani, al termine di una rappresentazione teatrale che ha registrato una partecipazione al di sopra di ogni aspettativa ( “C’è posto per me?” di Paolo Gatti - regia di Ugo Fangareggi - gruppo teatrale Apis di Roma ). La manifestazione di premiazione è stata preceduta dall’esposizione presso la suggestiva “Villa Filiani “ di tutti gli elaborati pervenuti ; e quale luogo più appropriato per individuare un comune filo conduttore, storico, architettonico ed ambientale, tra la recuperata villa di residenza e l’area naturale da recuperare? Sono intervenuti almeno 500 visitatori , dei quali 396 certificati sul registro delle presenze . La mostra ha ospitato anche alcuni lavori di classificazione della flora presente nel Parco realizzati dalla Scuola Media Giovanni XXIII di Pineto nel già lontano 1992, su iniziativa della Prof.ssa Francesca Mattucci. Il 5 Marzo 2006 si è tenuta la manifestazione di premiazione degli elaborati. Sono intervenuti 18 progetti, tutti degni perché ognuno ha affrontato la competizione con creatività, ostinazione, impegno e lungimiranza e, sempre alla presenza del Sindaco Luciano Monticelli, del Presidente del Consiglio Comunale, Paolo Corneli, dell’Assessore all’Ambiente, Nerina Alonzo, del Presidente della Provincia, Ernino D’Agostino, con l’Assessore Regionale all’Agricoltura Marco Verticelli. I vincitori del concorso di idee sono risultati : Primo posto: Lo studio agronomico “Res Agraria “ di Tortoreto con il progetto dal tema “La scuola nel parco “ rappresentato da Lorenzo Granchelli Secondo posto: Gruppo di professionisti “Buccella Anna –Caldarelli Carla- Elia Sonia ; Terzo posto : Associazione “ArcaNoè “ rappresentata dal pinetese Adriano De Ascentiis .
II. II : I partecipanti. Durante la manifestazione è stato proiettato un video di sintesi di tutti gli elaborati presentati . Il lavoro, realizzato da Ulisse Cipriani , sintetizza in un percorso a salire tutte le idee presentate dai partecipanti; si è di fronte ad un “ parco virtuale “ reso ancora più suggestivo dalle musiche di sottofondo e,in particolare,dalla canzone di Bennato “ L’isola che non c’è “ utilizzata come sigla finale . Si consiglia la visione del CD , presente nell’ area “down load “ del sito www. pinetoarcobaleno.it . Di seguito si riporta il testo letterale contenuto nel video in omaggio a tutti i partecipanti al concorso .
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“L’amosfera di parco Filiani si mesce tra magia e mistero e dà spazio alla fantasia del visitatore che si sente travolto ed invitato ad entrare in un altro mondo e in un altro tempo: così come si sono sentiti i partecipanti al concorso di idee “Vivere parco Filiani “ I progetti ci rimandano un’immagine del parco fedele ai principi che lo hanno ispirato, ne coinvolgono i suggerimenti, lo dilatano nello spazio che va dalla Torre di Cerrano e prosegue in un itinerario immaginario verso Mutignano e i calanchi di Atri. Arricchito dalle idee dei partecipanti, il Parco ci appare davanti quasi magicamente, in un gioc dove, come dice un concorrente, “a comandare è l’occhio “. Con la suggestione delle possibilità non ancora realizzate ecco la prospettiva del Parco, con i terrazzamenti che lo dividono in fasce, adagiato sulla collina, disteso lungo i suoi gradoni, solcato dai nuovi sentieri che Otto, la mascotte d’Abruzzo, ci invita a percorrere a partire dal lungo ponte di legno. Alla fine del ponte, dove comincia il parco vero e proprio, ci accoglie un’edicola con la piantina del sito e la prima indicazione di quello che troveremo,a cominciare dal ripristino e dalla cura del verde. Il primo intervento è conservativo: recupero e conservazione del patrimonio già esitente, cura delle piante malate e ripiantumazione di quelle più danneggiate. In questa fase molti concorrenti vedono anche un disboscamento mirato che, togliendo gli esemplari peggiori, lasci il posto alle piante storiche e a quelle più giovani, usando una tecnia “ a levare “ per creare macchie d’alberi, alternando così boschi e radure in modo fluido. E’ poi il momento di dare risalto alle essenze rare, al recupero e alla valorizzazione delle biodiversità agricole ed autoctone, alla creazione di un giardino cromatico. Logica conseguenza è la creazione di un orto botanico, di una serra, di laboratori sempre più specializzati come quello per l’osservazione dei cloroplasti, della cellulosa e della lignina. La sperimentazione sulle nuove bioenergie, un centro di documentazione per il verde,la creazione di xiloteche ,entomoteche, banche del seme. Iniziative che non saranno fini a se stesse,ma si apriranno al pubblico, con visite guidate e applicazioni pratiche: laboratori di botanica , zoologia , ecologia……. E ancora corsi di disegno e di fotografia naturalistica, di cosmesi naturale, di erboristeria o di apicoltura.Corsi individuali o per categorie, per dilettanti o di appoggio a professionisti ma soprattutto per i ragazzi e per le scuole. Corsi effettuati nei laboratori o in strutture da realizzare appositamente, al chiuso o all’aperto, come quell’applicazione particolare singolare che è il “tree climbing “: le operazioni di manutenzione delle piante effettuate in quota con l’ausilio di attrezzature per la salita e l’arrampicata ……. Un’esperienza tra il lavoro, lo sport ed l gioco. E siamo a un altro dei capisaldi del parco : il gioco. Gioco inteso come vita all’aria aperta, come recupero dei vecchi giochi di ragazzi, gioco come sport. Attività per le quali verranno predisposti spazi appositi, dalle attrezzature fisse alle piste ciclabili, dai campi di allenamento ai percorsi escursionistici. Percorsi da seguire a piedi o in mountain bike, fatti per sport o per svago, un allenamento o una tranquilla passeggiata mano nella mano o , e qui il cerchio si chiude, percorsi attrezzati per verificare sul campo quelle conoscenze approfondite nei laboratori. Dai sentieri specialistici a quelli propri del parco, quelli che, completando la struttura già esistente, dovranno collegare le varie zone: alcuni saranno larghi ed agevoli, studiati per venire incontro a tutti i visitatori ; altri più stretti e scoscesi, seguiranno i terrazzamenti voluti da Filiani, costeggiando o sfruttando i canali d’acqua che, ripristinati e riempiti di pesci , saranno un’attrattiva nell’attrattiva. Ci affascineranno con i giochi d’acqua , e cascatelle,
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le illuminazioni; ci guideranno alle vasche più grandi , soprattutto quella del Castelluccio, e alle piscine programmate da molti concorrenti, ci ricorderanno il genio previdente di Filiani stesso, che facendo di necessità virtù, dotò lui per primo il Parco di un sistema efficiente di canali. I sentieri dopo averci accolto all’inizio del Parco, al termine del ponte di collegamento, ci guideranno lungo l’orto degli aranci, ci porteranno a visitare le varie strutture, ci indicheranno la via per i diversi gradoni fino al Castelluccio , vero cuore del Parco. E’ attorno al Castelluccio che si svolgeranno le attività principali. Qui troveranno gli uffici del Parco , i punti di ristoro, le zone di relax. Qui sorgeranno le principali costruzioni, in parte restaurando le strutture esistenti, in parte costruendone di nuove. Saranno deputate al tempo libero e alla cultura, alle esposizioni , agli incontri; qui troveremo la biblioteca e l’emeroteca del parco, ospitate nelle costruzioni immaginate dai concorrenti. Sui suoi gradoni realizzeremo le piste per la musica ed il ballo, gli spazi per i giochi, i tavolini per una chiacchierata e un caffè . Qui, inposizione panoramica,col palco collocato sullo sfondo del mare, troverà posto la cavea dell’anfiteatro per i concerti, il teatro all’aperto , le manifestazioni. Più su ancora potremo trovare dei telescopi, che ci permetteranno di puntare il loro occhio di cristallo sul panorama di Pineto e sul mare. …..Il risveglio di Parco Filiani non resterà frutto della fantasia che vola di fronte all’immensità di un paesaggio placido, selvaggio e allo stesso tempo romantico; ma una realtà che potrebbe far pensare a compilare la pagella delle qualità di Pineto (……..un lembo di terra avvolta dal verde poggiato sul panno turchino dell’Adriatico ….) come se si potesse dare un valore aritmetico al silenzio ed alle stelle……. Si ringraziano i partecipanti: ANNA RITA BELLANTUONO DOMENICO BROCCO -Sviluppo sostenibile per Pineto L’Associazione “ LA TAMERICE “ ADRIANO DE ASCENTIIS - Associazione ArcaNoè CARLA BUCCELLA, LARA CARLA CALDARELLI, SONIA ELIA OTTAVIO DI CARLO FABIO DI GREGORIO MARCO NIERI L’associazione “IL CAPANNO MARINO “ ITALCACCIA – Associazione della caccia –Sezione di Pineto FRANCESCO CIPRIANI SARA PASSAMONTI, GUGLIELMO PARADISI BEATRICE MARUCCI LIVIO NARDI LAURA PASSANTE, FILOMENA VETUSCHI ELEONORA GALLI RANIERO VALENTINI LORENZO GRANCHELLI –Studio associato RES AGRARIA 
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III. 3
I PREMIATI
Primo classificato : “La scuola nel parco “ – Studio agronomico “Res Agraria “ L’idea sviluppata , affinché l’area finalmente diventi frequentata e valorizzata, nasce dalla convinzione che il suo ideatore, il Cav. Filiani abbia voluto insegnare come la qualità della vita dell’uomo sia strettamente collegata con la qualità dell’ambiente che lo circonda. E’ per questo motivo che lo studio agronomico ha ipotizzato di creare una “scuola verde “ nel parco in grado di divulgare al maggior numero di persone questo ideale. La Scuola è un “polo formativo “ che a 360° - su base esclusiva- abbraccia gli aspetti della conoscenza e della protezione del verde e dell’ ambiente e lo fa a tutti i livelli- dai bambini agli adulti, dalla semplice educazione ambientale alla formazione professionale più avanzata. L’ambiente didattico sarà il parco che ospiterà nel suo interno le “ aule verdi “ : delle vere “stanze” realizzate in materiale vegetale ed altri elementi compatibili dove vengono tenute le lezioni. Nella “Suola nel Parco “ ipotizzata le materie che possono essere insegnate sono tutte correlate con l’ambiente naturale dove in massima parte saranno svolti i corsi. Inoltre affinché vi sia la possibilità per tutti di frequentare i corsi della scuola, verranno proposte tre tipologie di corsi: -Corsi didattici -Corsi hobbistici rivolti a tutti ( pensionati, casalinghe ecc. ). -Corsi professionali CORSI DIDATTICI : E’ un percorso formativo rivolto a studenti delle scuole elementari , medie e superiori, avranno la funzione d integrare gli insegnamenti che gli studenti già apprendono nelle diverse scuole, con la possibilità però di osservare dal vivo ciò che viene studiato in teoria. Tra i corsi che potrebbero essere previsti si possono elencare: -Zoologia , ovvero lo studio del mondo degli animali superiori; -Botanica Generale e Sistematica , ovvero lo studio del regno vegetale e la classificazione delle piante con la possibilità durante i corsi da parte di coloro che li seguono di effettuare erbari di riconoscimento delle piante con l’essenze botaniche presenti nel parco; -Arboricoltura , ovvero lo studio dell’anatomia, fisiologia e biologia degli alberi; -Ecologia , ovvero lo studio degli ecosistemi, delle relazioni esistenti tra gli organismi viventi; -Entomologia , ovvero lo studio del mondo degli insetti, con la possibilità per i corsisti di realizzare scatole entomologiche che alla fine del corso potranno arricchire la dotazione della stessa scuola. CORSI HOBBISTICI : I corsi hobbistici, rivolti a tutti (pensionati, casalinghe ecc.) avranno la funzione di fornire consigli e insegnamenti per tutti coloro che praticano giardinaggio o sono appassionati di piante fiorite, erboristeria ecc. o che vogliono iniziare a coltivare questi hobbies verdi. Ecco i temi : -Giardino, terrazzi e piante d’appartamento, in cui si insegnerà la preparazione del terreno e la sua concimazione, l’impianto , la potatura e la moltiplicazione di alberi ed arbusti ornamentali, le malattie e la difesa delle piante sino ad arrivare ai principi di progettazione di terrazzi e piccoli giardini . -Composizione floreale , in cui si insegnerà a realizzare composizioni floreali con fiori
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freschi,studi di accostamento di colori, sistemazione e decorazioni d’ambiente e tavole. -Cosmesi naturale , in cui verrà insegnato come preparare ad un esempio una crema per il viso, un sapone, un dentifricio , olii e unguenti per il massaggio ecc. a partire dal concetto di “estratto di erbe ; -Erboristeria, in cui si insegnerà le proprietà e l’utilizzo delle principali piante officinali, come preparare decotti, tisane, infusi tinture ecc. -Apicoltura, in cui si insegnerà l’impianto e la gestione di un apiario famigliare, la smielatura, l’anatomia , la fisiologia e le patologie delle api. -Frutteto e Viticoltura familiare, in cui si insegnerà l’impianto e la gestione delle piante da frutto e la gestione di un vigneto famigliare sino alla produzione di vino fatto in casa. CORSI PROFESSIONALI : Sono indirizzati ai tecnici e manutentori del verde sia di enti pubblici che privati. Tra i corsi che potrebbero essere proposti, vi sono : -Tree climbing ( lavoro in arrampicata ), cioè l’insegnamento di questa particolare tecnica che permette di effettuare lavori in quota (potature,ancoraggi,dendrochirurgia, abbattimenti ecc.) su alberi di medie e grosse dimensioni senza utilizzo di piattaforme ma con l’ausilio di una particolare attrezzatura per la salita (corde, moschettoni ecc.); -Progettazione del verde , ovvero un corso nel quale verranno insegnati i principi ed i criteri di progettazione delle aree verdi, a partire dallo studio preliminare dell’area, la scelta delle piante, delle pavimentazioni, degli arredi , fino ad arrivare a vere e proprie simulazioni progettuali. -Diagnosi e cura delle avversità delle piante ornamentali , questo corso permetterà a chi lo frequenta di diagnosticare e/o prevenire le comuni malattie ed avversità delle piante ornamentali, e fornire nozioni e suggerimenti tecnici per la cura delle stesse. -Valutazione di stabilità degli alberi , in questo corso viene insegnato a valutare il rischio di caduta degli alberi a partire dall’analisi visiva dei difetti con l’integrazione di analisi strumentali. -Manutenzione del verde , questo sarà un corso professionale completo che abbraccerà molte discipline ( agronomia, fitopatologia, arboricoltura, tappeti erbosi ec. ), al termine del quale il corsista avrà una solida formazione con la quale svolgere il mestiere di manutentore del verde. -Ingegneria naturalistica , il corso ha lo scopo di insegnare i princì pi e la finalità dell’ingegneria naturalistica, il materiale vegetale e la capacità biotecnica delle piante, le tecniche da utilizzare su sponde e versanti ecc.
Tante possibilità di divulgare, far crescere la coscienza e la conoscenza di temi ambientali naturali e anche tecnici. Ma è il Parco ad essere il protagonista assoluto degli insegnamenti che si vogliono sviluppare……
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Vivere Parco Filiani
CONCORSO DI IDEE
VIVERE PARCO FILIANI PINETO (Te)
Progetto a cura dello Staff di Res Agraria – Studio Agronomico
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……..Comincia il nostro percorso per i sentieri del Parco. Immersi nel Verde ci aspettano gli Spazi attrezzati, i Laboratori e le Aree Studio della Scuola:
Li troviamo distribuiti sui vari piani del grande Polmone Verde, sono: La Palestra del Verde, il luogo dove si impara a salire sugli alberi……
L’Osservatorio dei Cloroplasti, punto di osservazione privilegiato del mondo interno dei vegetali…….
Il Laboratorio di Cellulosa e Lignina, per capire e valutare il legno e la sua consistenza………..
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L’Officina delle Sensazioni, per sentire...ciò che delle piante non si può vedere…
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Il Frutteto delle Tradizioni, uno spazio-giardino dove sono conservare e coltivare vecchie varietà di frutti...
La Fabbrica delle Piante, un vivaio dimostrativo per imparare a coltivare le piante ornamentali...
La Xiloteca, uno spazio-museo dove si possono guardare e toccare tanti tipi di legno…
La Banca del Seme, è una raccolta di Semi per conservare le specie vegetali, soprattutto quelle a minaccia di estinzione…
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L’Entomoteca, collezione di Insetti, piccoli o piccolissimi animali i veri “proprietari” del Pianeta Terra che sono in grado di abitare in ogni luogo, dal sottosuolo all’atmosfera.
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E tra questi spazi particolarmente attrezzati troviamo le nostre Aule Verdi luoghi di studio e apprendimento all’aperto –
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Secondo classificato : Carla Buccella – Laura Caldarelli –Sonia Elia Da una attenta analisi del luogo il gruppo propone proposte di intervento di risanamento ambientale, finalizzate all’ottimizzazione della fruibilità del parco, che riguardano: 1. l’acqua; 2. il paesaggio e la vegetazione; 3. le vie del parco; 4. gli elementi architettonici Le scelte sono incentrate nella previsione di utilizzo di metodi ecosostenibili come la bioarchitettura, la salvaguardia del microclima con la creazione del biologo, la fitodepurazione. L’ACQUA Una particolarità di Parco Filiani è la forte presenza dell’acqua: il sistema di regimazione caratterizza la parte a nord,maggiormente antropizzata, mentre a sud la tipica vegetazione delle zone umide,identifica la significativa presenza di acqua nel suolo . Il recupero e la riattivazione degli impianti di regimazione delle acque, non soltanto ne permetteranno il riutilizzo ingegneristico, ma costituiranno dei segni paesaggistici importanti, unitamente alla creazione, nelle zone umide, di specchi d’acqua dal fondale molto basso, che permetteranno la riproduzione di animali anfibi e di uccelli d’acqua e diventeranno un indicatore ecologico con monitoraggio delle specie di animali. La mancanza di rete fognaria ha contribuito alla decisione di prevedere un impianto di fitodepurazione a flusso subsuperficiale dei reflui di tipo civile che verranno a crearsi con l’inserimento di servizi per i fruitori: idoneo sia a garantire i requisiti igienico-sanitario che il buon inserimento paesaggistico. L’impianto sarà collocato in prossimità della strada statale e lo specchio d’acqua ne diventerà la “porta “ d’ingresso che, insieme con i canali di regimazione presenti anche in quest’area, segnalerà l’importanza dell’acqua come elemento congnitivo del parco. L’acqua diventa quindi elemento strutturale del paesaggio. Il progetto dell’acqua( canali , biolago, fitodepurazione) riveste un carattere paesaggistico sia ludico che funzionale a cicli biologici dell’habitat . IL PAESAGGIO E LA VEGETAZIONE . Il parco si presenta con boschi , filari, macchie arbustive, siepi e radure.La forestazione è stata effettuata per bonificare un’area altamente conpromessa dalle precedenti attività estrattive quindi riveste l’importanza della funzione di ripristino ambientale connessa alla realizzazione del parco. La zona a nord , caratterizzata dalle opere di regimazione delle acque, è più antropizzata, con viali e percorsi delimitati da muretti di contenimento e contrassegnati da filari di alberi ed essenze decorative. La zona a sud ha una vegetazione più spontanea, con essenze autoctone ed alberi da frutto che vivacizzano il percorso e riportano ad antichi colori e profumi, talvolta dimenticati. La vegetazione è quindi ricca per l’integrazione, nel tempo, di alberi spontanei e per le buone condizioni climatiche che hanno permesso un notevole accrescimento delle essenze piantumate. L’intervento da effettuare sarà la tecnica detta “ per levare “, ossia un leggero sfoltimento in rapporto al successo di crescita delle piante lasciate attecchire spontaneamente. Questa tecnica si presenta come particolarmente adatta a creare macchie dia alberi secondo un disegno non
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vincolato a geometrie rigide, ma particolarmente spontaneo, alternando i boschi e le radure in modo semplice e fluido . Sarà dato particolare risalto alle essenze divenute rare e a quelle che nel tempo hanno assunte forme e posture monumentali. Il prolungamento visuale dal parco e verso i terreni agricoli e la proliferazione di spontanei alberi da frutto, hanno determinato la scelta di destinare parte della zona sud al “recupero, conservazione e valorizzazione delle biodiversità agricole” con il recupero la conservazione delle varietà autoctone in via di estinzione. Il mondo scolastico avrà a disposizione percorsi educativi finalizzati a raccogliere e tramandare i saperi connessi alle colture proprie del territorio, e di sensibilizzazione verso l’importanza della salvaguardia della biodiversità agricola. L’obiettivo di rendere il parco luogo di passeggiate, di contemplazione e di scoperta, ma anche di funzioni e servizi, di incontro, di animazione e cultura, di divertimento, ha suscitato ‘interesse verso una adeguata illuminazione al fine di ottenere anche un “parco notturno “. L’illuminazione non deve però “mirare a riprodurre con la luce artificiale una visione diurna “ ma deve riferirsi agli effetti particolarissimi delle luci radenti dell’alba e del tramonto che creano effetti di colore con suggestioni davvero speciali. Il potenziamento di tali effetti offerti all’inizio ed alla fine della giornata creerà effetti surreali di complementarietà fra artificio e natura e di individuazione di spazi , viali alberati, prati di differenti dimensioni, essenze monumentali . Il giardino cromatico sarà quindi costante punto di riferimento della città e ne diverrà la quinta luminosa che arricchirà lo scenario paesaggistico e diventerà il complemento notturno alla spettacolarità diurna del mare. La zona nord del parco potrà essere arricchita con opere d’arte contemporanea .Le opere , poche, puntuali , rispettose del luogo costituiranno un museo all’aperto. L’idea è quella di “sfidare “ l’artista a creare un’installazione che sia coerente con il paesaggio, a dimostrazione che un luogo utilizzato per passeggiare può contenere in sé notevoli possibilità di sviluppo culturale e contribuire alla diffusione dell’arte contemporanea, aprendo nuovi angoli di riflessione. LE VIE DEL PARCO Il parco è raggiungibile dalla città attraverso un camminamento ciclo-pedonale che permette l’attraversamento del grande asse stradale automobilistico costituito dalla strada statale, assicurando un percorso continuo dall’abitato. L’accesso diretto dalla strada statale è da ritenersi riservato ai grandi mezzi di trasporto che costituirebbero un intralcio per il traffico cittadino. E’ quindi da privilegiare l’accesso dal camminamento ciclo-pedonale anche per evidenziare il carattere naturalistico della visita al parco. Numerosi viali tagliano il verde: un percorso centrale, ben delimitato e strutturato, cui si affiancano sentieri più naturalistici e articolati che si snodano tra gli alberi e conducono i visitatori alla scoperta ambientale di luoghi di grande impatto ambientale. Per tali viali sono state scelte pavimentazioni differenziate, in maniera da evidenziare maggiormente le caratteristiche esistenti: pavimentazione geometrizzata nel percorso ben disegnato della zona nord, pavimentazioni più organiche nei sentieri che si snodano nella natura. GLI ELEMENTI ARCHITETTONICI All’interno del parco esistono soltanto architetture strettamente tecnologiche: strutture idrauliche e muri di contenimento che, comunque, si inseriscono perfettamente nel paesaggio fino a diventarne elementi di arredo con rampe, archetti e panchine.
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Per questi elementi, si prevede un recupero funzionale intervenendo con “mano leggera “ soltanto sulle arti altamente degradate e irrecuperabili. Nei due fabbricati le coperture piane diventeranno punti di osservazione del paesaggio, del mare, della città . La chiave interpretativa nelle scelte progettuali del nuovo è quindi quella di fusione con iluogo in cui l’architettura si colloca con sensibile delicatezza nel contesto, divenendo parte della natura. Per il nuovo fabbricato polifunzionale si è scelta la forma armonica e sinuosa che si integra nel paesaggio adattandosi alla sua morfologia . Il manto di copertura ondulato è in gran parte praticabile al fine di “legarsi “ agli altri fabbricati in qualità di punti privilegiati di osservazione del paesaggio. La sua forma permette inoltre di caratterizzarsi come “suolo artificiale” che si innalza per ospitare al suo interno i due blocchi funzionali destinati a sala esposizione e servizi. Il fabbricato è stato progettato con criteri sia bioclimatici, al fine di ottenere un notevole risparmio energetico, sia ecocompatibili, al fine di rispettare e proteggere un luogo con altre valenze ambientali e naturalistiche. Terzo classificato : L’Associazione “ArcaNoè “ di De Ascentiis Adriano. Con il presente progetto, si intende proporre un’azione finalizzata al miglioramento ed all’ampliamento della fruizione di Parco Filiani, attraverso interventi strutturali ed iniziative didattiche, culturali e ricreative che ne valorizzino il pregio storico e naturalistico. Il progetto si pone i seguenti obiettivi: - restauro e riqualificazione dell’area verde, dei manufatti e dei sentieri; - installazione di spazi espositivi e aree tematiche per finalità didattico e culturali e centri di documentazione: - abbattimento delle barriere architettoniche per permettere la fruibilità dell’area a persone diversamente abili; - organizzazione di eventi con finalità educative-culturali. IL CENRO VISITE : Il centro visite sarà realizzato interamente in legno con la sola base costituita in muratura in mattoni alta circa 50 cm, sarà dotato di un ufficio –reception, di un’area destinata a convegni e laboratori didattici, di servizi igienici e di una piccola tettoia per lezioni all’aperto.Sarà dotato di acqua , energia elettrica e telefono. IL PERCORSO PEDONALE Per evidenti motivi storici, gestionali e per facilitare la fruizione sarà mantenuto il percorso originale senza eseguire nuovi tracciati pedonali se non piccole deviazioni per accedere a pannelli didattici per abbattere le barriere architettoniche e naturali; i tracciati saranno dotati di cordoli in legno per la regimazione e il contenimento del fine pietrisco che fungerà da selciato. Tutto il percorso sarà fornito di faretti a bassa emanazione per non disturbare la fauna presente e per permettere la fruibilità dell’area anche in ore serali.
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In punti strategici saranno poste delle panchine, dei tavolini e dei raccoglitori di rifiuti. LO STAGNO DELLE RANE Il piccolo stagnetto delle rane e dei tritoni sarà costituito da due vasche in pietra ed argilla locale per il contenimento dell’acqua , sarà ubicato in corrispondenza dell’unica piccola raccolta di acqua nel secondo pianoro; gli stagnetti saranno percorribili centralmente attraverso una passerella in legno per permettere una visione più completa dell’intero piccolo ecosistema.

IL PARCO DELLE TARTARUGHE Sarà realizzato nella porzione sud-est del parco in un piccolo pianoro delimitato da lecci e pini da pinoli.Il parco delle tartarughe si presenterà come un’area interamente recintata con rete interrata er evitare la fuga degli animali; la recinzione avrà comunque un’altezza di 1m per permettere una adeguta osservazione ai fruitori di tutta l’area. La specie inserita sarà la Testudo hermanni , specie terricola in forte rarefazione su tutto il territorio nazionale e un tempo presente anche nelle zone litorali costiere della provincia di Teramo. E’ possibile inoltre prevedere l’allestimento di uno specchio d’acqua in cui accogliere in ambiente controllato esemplari di Trachemys scripta, specie americana di acqua dolce, un tempo commercializzata in tutta Europa , al fine delimitarne la liberazione in natura da parte di proprietari, causa di rilevanti alterazioni ambientali. Per questo motivo si intende istituire un centro di raccolta per sensibilizzare la popolazione a non acquistare questi animali o quantomeno a non liberarli in natura perché voraci distruttori di organismi e ambienti acquatici autoctoni. IL GIARDINO DELLE FARFALLE Sarà interamente realizzato con la consulenza e la collaborazione del prof. Massimo Dell’Agata, noto entomologo nonché Professore associato e Presidente del corso di laurea in educazione ambientale della facoltà di Sciente della Formazione e dell’ Educazione ambientale
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dell’Università dell’Aquila, esperto conoscitore e studioso di farfalle. La realizzazione di un giardino delle farfalle consiste nella messa a dimora di alcune essenze erbacee ed arboree molto aromatiche e quindi attrattive verso alcune specie di farfalle e di insetti. Nonostante la sua semplicità di realizzazione il giardino delle farfalle offre moltissimi stimoli e spunti didattici nonché un bellissimo colpo d’occhio. ORTO BOTANICO La principale vocazione di Parc Filiani è quella di essere naturalmente un orto botanico. Molteplici sono le essenze arboree ed erbacee presenti all’interno del parco . Purtroppo, attualmente, i fruitori non possedendo strumenti necessari all’identificazione delle specie e al riconoscimento delle loro caratteristiche, non possono apprezzare pienamente le risorse didattiche ed educative di Parco Filiani. Per tale motico il presente progetto prevede che il percorso principale previsto sia dotato di piccole deviazioni che conducono il visitatore in un itinerario botanico che gli consenta di osservare le specie più interessanti presenti nell’area, rese identificabili attraverso l’apposizione di schede descrittive realizzate in materiale idrorepellente ( ceramica, forwx o legno trattato ) che ne illustrino le caratteristiche biologiche ed officinali. L’OSSERVATORIO ASTRONOMICO All’interno del piccolo bosco presente subito al di fuori del perimetro del Parco di proprietà del comune di Pineto, dopo una concordata acquisizione verrà installato un piccolo osservatorio astronomico. La struttura come tutte quelle presenti nella idea progettuale sarà predisposta con materie prime rispettose delle caratteristiche del luogo. Allo scopo saranno quindi utilizzati mattoni, malta e legno proveniente da coltivazioni. La struttura verrà collegata al sentiero principale che attraversa un comodo sentiero che sfrutterà le pendenze naturali dell’area senza arrecare danni alle specie erbacee che negli anni si sono spontaneizzate in questa area. IL MUSEO DEL BACO DA SETA Una delle prime attività produttive della nostra cittadina è stata sicuramente quella collegata alla presenza del Bachificio di proprietà del Cav. Quilici, attivo fino agli anni 40.Fin dal primo ‘900 questa attività industriale dava lavoro a numerose maestranze locali , molte persone erano impegnate stagionalmente nella produzione dei piccoli e bianchi bachi da seta . Untimi testimoni di questa attività sono gli sparuti esemplari di gelso confinati ormai solo in esigue porzioni del nostro territorio comunale, ai margini delle strade, in qualche parco urbano e nei coltivi che circondano la città . Scopo di questo museo è quello di riaccendere la memoria , a ricordo di quello che eravamo, delle nostre origini e delle attività che hanno contribuito alla nascita della nostra piccola cittadina. Il museo verrà corredato di fotografie d’epoca, di strumenti utilizzati per l’allevamento dei bachi, di pannelli didattici informativi sulle varie fasi di produzione e di piccoli terrari dove saranno posizionate le uova di Baco da seta, per mostrare alle utenze i vari stadi di sviluppo dell’animale.
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L’ANFITEATRO Verrà posizionato sfruttando la naturale pendenza delle scarpate presenti, interamente costruito in pietra locale ed in un luogo il più possibile lontano da eventuali presenze di animali selvatici. Sarà il centro vitale di tutte le attività culturali da sviluppare nel periodo estivo all’interno dell’area. Verrà dotato di luci a bassa emissione, non verrà attrezzato con impianti di amplificazione, disporrà di un numero ridotti di posti (50) e sarà utilizzato per rappresentazioni teatrali, concerti di musica da camera e jazz, attività utili che non rappresentano fonti di disturbo per i selvatici. IL CASTELLUCCIO I manufatti presenti nel Parco costituiti da strutture in mattoncini e calce saranno ristrutturati per consentirne la pubblico la fruizione. Il più grande, dopo il restauro, sarà attrezzato con inserimento di specie erbacee tipiche di ambienti umidi ed ombreggiati. La finalità di questo specifico intervento è quella di allestire un piccolo giardino pensile costituito da felci , muschi e briofite, e nei punti dove sono presenti i piccoli bacini di raccolta, vasche di fitodepurazione con finalità educative didattiche e di concreta purificazione delle acque di scolo superficiali , che dalle campagne a monte arrivano sulla spiaggia antistante il Parco. Nel secondo manufatto sarà dato spazio ai giovani artisti locali e non, per allestire piccole mostre ed iniziative; tuttavia l’utilizzo principe di questo secondo manufatto resterà quello di documentare gli utenti sull’interessante opera di ingegneria naturalistica svolta per il recupero dell’area di Parco Filiani ai primi del ‘900 attraverso fotografie d’epoca e manufatti utilizzati per il ripristino della casa opportunamente ricostruiti. PANNELLI DIDATTICI Lungo il percorso per stimolare e facilitare l’apprendimento nel visitatore saranno posizionati dei pannelli didattici con supporti in legno e pannello in forex. I pannelli saranno così distinti: - La storia di Parco Filiani - Le farfalle - I rettili - Gli anfibi - I mammiferi - Gli uccelli
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Capitolo IV : Educazione ambientale IV.1 Educazione ambientale e didattica del territorio Il parco Filiani è stato già oggetto di studio e di analisi a livello scolastico .In particolare la Scuola Media “Giovanni XXIII “ di Pineto registra un lavoro didattico realizzato dai docenti della classe 2 ^ C nell’anno 1992 intitolato “ La pineta collinare di Parco Filiani “ . La finalità del progetto didattico , programmato da Francesca Mattucci ( Materie letterarie), Maria Gabriella Di Domenico ( Scienze Matematiche ) con la consulenza di F. Palmieri ( Educazione Artistica ), consisteva nel promuovere negli alunni, futuri cittadini , una conoscenza approfondita dell’ambiente naturale in generale e , nella fattispecie, del Parco Filiani, al fine di una adeguata sensibilizzazione al rispetto ed alla salvaguardia degli habitat territoriali locali. (1) Il progetto è stato impiantato su una metodologia interdisciplinare la quale esige : a) che i docenti determino gli obiettivi comuni; programmino l’attività didattica non per contenuti ma per obiettivi, cioè pongano lo scopo dell’insegnamento- apprendimento non tanto nelle cose da sapere, quanto nei processi da attivare-strutturare : i contenuti infatti sono strumentali e non i fini della conoscenza; usino il metodo interdisciplinare come strategia didattica per collegarsi con le altre possibili discipline b) che gli alunni lavorino sotto la guida dell’insegnante per un richiamo basilare delle conoscenze e delle competenze esistenti, mediante revisione dei quaderni, cartelloni e documenti; effettuino ricerche di gruppo seguite da discussione, analisi comparative e intergruppo con costruzione di cartelloni illustrativi e ricostruzioni orali e scritte degli eventi studiati.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------1) “ Educazione ambientale e didattica del territorio –resoconti ed esperienze di lavoro nella scuola media “ a cura di Paolo Orefice ,Adriana Avenanti - GIUNTI LISCIANI EDITORI . Come vanno utilizzate, nella didattica, le risorse dell’ambiente ? In che modo interagiscono scuola e società ? In questo libro, un itinerario di insegnamento-apprendimento basato sul rapporto con l’ambiente in chiave interdisciplinare .
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IV.2 Il progetto La Unità Didattica di seguito analizzata fa parte di un progetto di Educazione ambientale denominato “La pineta collinare – Parco Filiani “ . Le insegnanti hanno realizzato, sin dall’anno scolastico 1983-84, una serie di progetti di ricerca partecipativa di didattica territoriale locale con riferimento, di vota in volta, all’aspetto storico –geografico ( nascita di un paese: Pineto ) e all’aspetto scientifico-geografico-storico ( la pineta litoranea di Pineto ; il problema dei rifiuti solidi urbani ; l’ambiente fluviale del Vomano ). La finalità di tali progetti è stata quella di promuovere negli alunni , futuri cittadini, una conoscenza approfondita dell’ambiente La presente esperienza è stata suddivisa in tre unità didattiche ( U.D ) : - la prima ha esaminato l’aspetto geomorfologico e botanico del Parco Filiani; - la seconda ha trattato l’aspetto storico ; - la terza ha toccato l’aspetto faunistico . La ricerca d’ambiente è di per sé interdisciplinare : ciascun docente, attraverso lo specifico disciplinare, giunge all’interdisciplinarità. Pertanto la scelta del metodo interdisciplinare è stata naturale e vissuta da ciascun docente come convergenza di obiettivi educativi, cioè come metodo di lavoro che non esclude altri metodi, ma li integra, li rafforza, li rende più efficaci e produttivi di apprendimento autentico. Perché proprio Parco Filiani ? Le motivazioni della scelta della zona di indagine hanno interessato i docenti e gli alunni . Per i primi c’è stato,alla base, il desiderio di seguire un ideale filo conduttore con precedenti lavori d’ambiente condotti mediante il metodo della ricerca che, attraverso gli anni , ha permesso agli alunni di scoprire con occhi diversi ciò che è usuale ,noto. In senso più ampio si è inteso favorire negli alunni il passaggio dalla cultura ambientale primaria all’acculturazione, cioè dal modo di considerare la realtà propria di ogni individuo appartenente ad un gruppo sociale storicamente e geograficamente determinato, all’apertura, al confronto, all’accettazione, all’apprendimento di una cultura più critica ed universale. A queste considerazioni prettamente didattiche si sono affiancate le motivazioni degli alunni che hanno manifestato il desiderio di una rilettura a più livelli di una realtà a loro familiare, per ricostruire una parte di storia del proprio giovane paese e per conoscere caratteristiche e curiosità di specie animali e vegetali più o meno note. Prima unità didattica Argomento: Le caratteristiche naturali e geomorfologiche del Parco. Problema: Il Parco Filiani è una pineta spontanea o di impianto ? a. prerequisiti cognitivi , conoscenza di : elementi relativi alle caratteristiche del suolo ; elementi relativi alla struttura di una pianta; elementi di botanica sistematica: differenze strutturali tra le varie specie botaniche; elementi di un ecosistema. b. prerequisiti strumentali : raccogliere ed analizzare campioni; utilizzare correttamente la bussola; leggere ed interpretare una mappa catastale; scomporre in poligoni noti una data superficie; utilizzare correttamente gli strumenti di misura.
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Criteri di valutazione: Analizzando le risposte date dagli alunni al questionario appositamente redatto si sono adottate due criteri di valutazione: a) Qualitativa: le risposte devono essere esatte, ben articolate e pertinenti relativamente al lessico scientifico. b)Quantitativa: numero di risposte esatte
Seconda unità didattica Argomento : collocazione storica della famiglia Filiani Prerequisiti cognitivi: - Conoscere i lineamenti principali di storia locale sotto il profilo ambientale, sociale e politico dell’epoca . - Saper raccogliere, analizzare e utilizzare i dati di alcuni documenti essenziali per ricostruire la storia del nostro comune e della pineta (fotografie,gazzette ufficiali,atti di vendita, ecc.). Obiettivi: Ricostruzione storica essenzializzata e documentata con gazzette,foto, interviste, ecc. risalendo dal passato più lontano del territorio (1800 ) ai nostri giorni . Conoscere la collocazione storica della famiglia Filiani e capire come, l’insediamento di una famiglia notabile ha rappresentato il fattore di aggregazione e fornito l’impulso necessario allo sviluppo di una comunità . Conoscere la biografia di L.Filiani e la motivazione che lo ha indotto a piantare la pineta collinare. Capire che nel caso della Villa Filiani, in questione, è l’edificio a condizionare l’ambiente circostante: infatti la Villa Filiani ha costituito il nucleo attorno a cui è sorta l’attuale Pineto.
Contenuti Albero genealogico e biografia di L.Filiani Aspetto del territorio prima della costruzione della strada “consolare marittima” ( 1808 ). Costruzione Villa Filiani (1844). Costruzione Villa Caccianini (1849 ). Ultimazione della ferrovia Adriatica (1863 ). Nascita nuovo scalo ferroviario chiamato “Atri-Mutignano “. Denominazione “ Pineto “ (1925 ) :nello stesso anno il Filiani ottenne dal Demanio Marittimo la concessione degli arenili per 25 anni . Anno 1926 : ultimazione dei lavori della Pineta litoranea. Anno 1926 : inizio piantagione Pineta collinare .Costruzione Chiesa S.Agnese. Documenti di vario tipo (comprese prevalentemente testimonianze registrate ), specialmente a carattere figurativo ( fotografie e mappe ). Anno 1927 : fusione dei Comuni di Mutignano-Silvi con Atri . Anno 1929 : Mutignano e Silvi di nuovi autonomi. Trasferimento sede comunale
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da Mutignano a Pineto. Anno 1932 : Aggregazione al comune di Pineto dei territori di Calvano e Scerne tenenti ad Atri . Aspetti urbanistici del centro storico di Pineto.
Appar-
Terza unità didattica Argomento : caratteristiche faunistiche del Paro Filiani. Problema : Quali sono le specie animali comunemente osservabili nel Parco Filiani ? Prerequisiti cognitivi : conoscenza di elementi di zoologia sistematica.
IV.3.
Precisazione dell’argomento e motivazione
La scelta degli alunni , tra le varie proposte di indagine sul territorio, cade sull’area prospiciente l’edificio scolastico, nota come “pinetuccia “ . Le prime domande alle quali gli alunni si trovano a dover rispondere sono : quando è nata la pineta ? Perché? Come mai occupa proprio quella zona collinare ? Esiste una differenza tra la pineta litoranea e la “pinetuccia “ ? A chi appartiene ? Il primo contatto con il parco si ha con una visita informale, successivamente con la proiezione di diapositive e lucidi di pinete litoranee e di aree di macchia mediterranea , spingendoli ad individuare le caratteristiche salienti di questi ambienti: ciclo vitale, disposizione delle piante, associazioni vegetali spontanee e relazioni climatiche . IV .4 .Saperi di ingresso e prerequisiti disciplinari Prima di scandire i vari items della U.D. , i docenti accertano, con un questionario a risposte aperte, le seguenti conoscenze : - elementi relativi alle caratteristiche del suolo; - elementi relativi alla struttura di una pianta; - elementi di botanica sistematica:differenze strutturali tra le varie specie botaniche ; - elementi di un ecosistema ; - lessico scientifico specifico . IV.5 . Risposta didattica Dopo questo primo momento di approccio sono state effettuate varie visite guidate finalizzate alla conoscenza della struttura del Parco. La classe è stata divisa in tre gruppi sociometrici che,
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facendo leva sulla socialità dei ragazzi, hanno rafforzato la motivazione e facilitato l’apprendimento. Il lavoro di ciascun gruppo è stato coordinato da un “leader “ che ha fatto da tramite con l’insegnante. Ad ogni gruppo è stata affidata la consegna di : - fotografare le zone del Parco ritenute più significative; - individuare i vari punti di accesso ; - osservare la mappa catastale ed identificare l’area occupata dal Parco, ricercando i punti di riferimento noti ( edificio scolastico e statale 16 ) . Nei giorni successivi gli alunni sono stati condotti di nuovo sul posto, dove hanno determinato, mediante la bussola, l’esposizione del sito, prendendo come punto di riferimento l’edificio scolastico e provvedendo poi a riportare i punti cardinali sulla mappa catastale. Inoltre hanno prelevato in varie zone campioni di terreno che sono stati sistemati in barattoli di vetro . Tornati in aula, hanno riempito i contenitori di acqua e , dopo averli agitati energicamente, li hanno lasciati sedimentare per rilevare la composizione qualitativa del terreno, costruendo per ciascun campione la relativa carta del suolo , mediante il confronto con una scheda di riferimento. Gli alunni hanno confrontato i vari campioni deducendo che il terreno è composto prevalentemente da argilla.Da documenti storici gli alunni apprendono che sulla collina c’era una cava di argilla, di cui oggi non resta nulla, che alimentava la fornace di proprietà di Filiani , attiva fino al 1920. Essa costituiva una bruttura agli occhi dello stesso proprietario; pertanto Luigi Filiani iniziò i lavori di preparazione per piantare successivamente pini, lecci, lauri . Fu una vera lotta con la natura poiché i lavori venivano fatti a braccia con squadre di operai che dovevano tagliare il manto di argilla nera, spalarla al sole perché perdesse di alcalinità e poi erigere argini che venivano riempiti di terra fertile.La pioggia costituiva il peggiore nemico perché , quando veniva a scrosci violenti, faceva franare le arginature , che solo la volontà e la pazienza di Luigi Filiani riuscirono a sostenere. Ma a poco a poco i terrazzi venivano sollevati in tanti gradoni sui ci furono piantate specie arboree che oggi abbelliscono il paese . IV.6. Le specie vegetali presenti nel Parco Dopo aver rilevato alcuni parametri fisici dell’ambiente oggetto di studio ( dimensione del sito, disposizione geografica, composizione del terreno ) , l’attenzione degli alunni è stata guidata alla analisi delle specie vegetali presenti nel Parco. Sono state prese in considerazione solo alcune specie ritenute più significative che i ragazzi hanno provveduto a classificare e catalogare , attribuendo a ciascuna il nome scientifico secondo la classificazione di Linneo. I dati raccolti sono stati sintetizzati in schede strutturate e completato i campioni ormai essiccati ed esposti in un articolato cartellone finale. A conclusione di questa lunga fase dell’Unità Didattica gli alunni sono stati invitati ad esporre nell’intergruppo le loro ragionate riflessioni sul quesito “ Il Parco Filiani è una pineta spontanea o di impianto ? “ posto inizialmente . Concordemente hanno effettuato le seguenti rilevazioni - le specie esaminate sono pressoché coetanee; - molte specie non sono autoctone ed alcune sono addirittura ornamentali ( es. Prunus Cerasifera
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Pissardi, Cercis Siliquastrum, Aesculus Hippocastanum , Thuja Occidentalis , ecc . ). Da ciò hanno dedotto che le specie sono state impiantate e che la denominazione di “pineta “ è impropria ed è preferibile quella di “Parco “ proprio per la ricchezza e varietà delle specie arboree. IV.7 . La preparazione di un’intervista A supporto di questa conclusione le insegnanti fissano un appuntamento con il barone Giovanni Caccianini, cugino di Luigi Filiani, per consentire agli alunni di intervistarlo e trarre notizie storiche da fonte orale. Essi stessi, in classe, preparano uno schema di intervista. Con tale incontro i ragazzi scoprono che la pineta venne impiantata per volere di Luigi Filiani al posto della vecchia cava di argilla che alimentava la fornace. I Lavori, durati diversi anni, furono effettuati dagli ex operai della fornace che provvidero a riempire ed a livellare la cava trasportando il terreno con una carriola particolare e formando tre terrazze, o gradoni, su cui vennero impiantate varie specie ornamentali. Il Parco venne inoltre corredato da un articolato sistema di raccolta e di distribuzione delle acque piovane. IV.8 Le condizioni attuali del Parco Una volta completata l’indagine scientifica dell’ambiente, i ragazzi osservano le condizioni attuali del Parco , rilevando alcuni aspetti negativi quali il taglio abusivo di qualche albero e la presenza di rifiuti e di siringhe ipodermiche. Inoltre evidenziano che il pericolo maggiore è dovuto alla presenza di profonde buche scavate dall’acqua piovana che non confluisce più nei canali di raccolta, intasati e resi inservibili dall’assenza di manutenzione, perché queste buche sono ben mimetizzate da foglie e detriti. Infine formulano una serie di proposte affinché il Parco possa essere fruibile in modo sensato e nel rispetto della natura. Propongono, infatti, che possa essere utilizzato anche quale laboratorio didattico per l’ambiente, attrezzandolo con modeste strutture realizzate con materiale di recupero. Sull’onda dell’entusiasmo realizzano essi stessi un cartellone in cui, su un profilo del Parco, collocano le loro proposte visualizzandole graficamente .Queste ultime consistono in : cartelli segnaletici, panchine in legno, cestini per rifiuti ed un osservatorio per la caccia fotografica. IV. 9 . Verifica e Bilancio Alla fine delle Unità didattiche le insegnanti hanno predisposto un questionario che ha permesso di rilevare oggettivamente i saperi di uscita,cioè delle conoscenze non casuali raggiunte dagli alunni al termine del processo educativo. I dati estrapolati dal questionario finali sono stati ampiamente positivi ed hanno affiancato quanto rilevato in itinere sia a livello comportamentale che cognitivo. Al termine dei questa Unità Didattica gli alunni hanno realizzato una unità didattica di storia (attingendo a fonti documentarie ed orali mediante una intervista al Barone Caccianini , cugino di Luigi Filiani) e una unità didattica di zoologia ( grazie alle informazioni fornite da un esperto locale appartenente ad una associazione ambientalista ). L’esperienza di ricerca ambientale si è rivelata ampiamente positiva sia dal punto di vista didattico che dal punto di vista sociale.Gli alunni hanno partecipato con molto entusiasmo alle
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varie fasi del progetto, privilegiando in modo particolare i momenti operativi.Ma, nel contempo, l’applicazione di una serie di norme, principi, algoritmi,ha rafforzato l’apprendimento di strutture specificatamente disciplinari ed ha permesso il transfer in altri campi del sapere. Analogamente importante è stata la ricaduta che questa attività ha avuto nel sociale poiché gli alunni si sono improvvisati guide ed animatori nei confronti dei cittadini di Pineto in occasione della “giornata verde “ proposta e realizzata in collaborazione con un gruppo ecologico locale. E’ necessario però sottolineare che all’esito positivo del lavoro ha contribuito non poco la struttura flessibile del tempo prolungato poiché molte attività sono state realizzate in compresenza di Lingua Italiana e Scienze Matematiche senza che nessuna delle due discipline abbia dovuto mortificare o ridurre il proprio specifico disciplinare .
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Capitolo V : manutenzione e recupero conservativo dei manufatti esistenti nel Parco Filiani .
V.1: Relazione tecnica generale . In occasione del concorso di idee “Vivere Parco Filiani “ l’ Associazione Arcobaleno –Città Ideale ha commissionato all’Ing. Ercole Ferretti la redazione di un progetto preliminare di massima per il recupero, la manutenzione dei manufatti esistenti nel Parco e , in sostanza, uno studio circa gli interventi da attivare per il ripristino del sistema di regimazione delle acque. Lo studio prodotto si presenta molto articolato e circostanziato ed è costituito da sette elaborati: - relazione tecnica descrittiva - coreografia e stralcio aerofotogammetrico - carta dei vincoli ed inquadramento territoriale • quadro di riferimento regionale • carta di vincolo paesaggistico • carta del vincolo idrogeologico • carta del rischio idraulico • piano territoriale provinciale • piano regionale paesistico • carta dell’uso del suolo - stralcio carta geologica,geomorfologia ed idrogeologica - stato di fatto –documentazione fotografica dello stato di fatto - interventi progettuali e particolari opere d’arte tipo - stima sommaria dei lavori. Si riportano , dopo un sintetico inquadramento territoriale, le proposte progettuali redatte dopo numerosi sopralluoghi per l’individuazione delle problematiche esistenti . E’ stato effettuato un accurato rilievo fotografico e successiva rielaborazione sulla scorta della cartografia del territorio del Comune di Pineto. Il parco si sviluppa sul versante est della collina sovrastante l’abitato di Pineto capoluogo ed è composto da 4 gradoni di cui il primo è immediatamente sovrastante l’area “orto degli aranci “ ubicata ad est della SS16 ed a nord del distributore di carburante. I gradoni sono separati da scarpate in terra e da terrazzamenti sostenuti da muri di sostegni in pietra e malta; sono collegati da sentieri e camminamenti interni ( vedi tavola ) e realizzati in terra e materiale arido, come già detto proveniente dalla demolizione della vecchia fornace. Nella parte centrale del parco si trova il canale artificiale di scolo che si sviluppa ( da ovest ad est ) dalla sommità del 4° gradone ed arriva ai piedi della scarpata del 1° gradone, ove vi è un canale ricettore ( da nord a sud ) posto al piede della scarpata stessa. Il canale ricettore poteva servire, evidentemente , per l’irrigazione degli attuali terreni pianeggianti posti ad ovest della SS16. Il canale di scolo raccoglie le acque meteoriche e del versante collinare a monte della sovrastante Strada Provinciale per Mutignano e le recapita poi nel ricettore a valle. Lo sbocco nel canale ricettore avviene attraverso un tratto terminale con sezione rivestita, che scorre lungo la scarpata del 1° gradone ed è quasi del tutto tombato con brevi tratti a cielo aperto in corrispondenza di alcuni salti di fondo. Questi sono sostenuti da caratteristici muretti in pietrame
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e malta; all’intorno una rigogliosa vegetazione arborea piantumata a suo tempo. Il tratto più a monte tra 1° e 2à gradone è tutto a cielo aperto ma la sua sezione si è ridotta perché ostruita da terra e materiale di origine vegetale,ed in alcuni punti è quasi del tutto inesistente. Lungo il canale si trovano due cisterne importanti per l’accumulo e successivo deflusso delle acque verso valle.La prima cisterna, partendo da valle, è posta tra il 2° ed il 3° gradone mentre la seconda è posta tra il 3° ed il 4° gradone. La cisterna più importante è la prima, quella tra il 2° ed il 3° gradone da cui le acque defluiscono attraverso un tratto tombato a sezione rettangolare e realizzato in muratura. La cisterna è denominata “Castelluccio “ perché è sormontata e mimetizzata da una costruzione caratteristica in muratura e pietrame che nel complesso ha l’aspetto di un piccolo castello medioevale con archi in mattoni . Il castelluccio ha una stanza centrale che poteva essere usata in vario modo, ed alcune scale laterali per il collegamento con una terrazza sovrastante di copertura a livello del 3° gradone. Nella costruzione è rilevabile la cisterna per la decantazione dell’acqua dal canale a monte. Attualmente al suo interno vi sono acque stagnanti poiché i tratti di canalizzazione a valle sono quasi del tutto ostruiti, come già detto. La sua copertura a terrazzo a livello del 3° gradone è costituita da un solaio composto da laterizi forati di alleggerimento e travetti gettati in opera visibili all’intradosso della copertura, da cui si nota anche che i ferri dei suddetti travetti sono completamente arrugginiti ed i laterizi parzialmente crollati.
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Le acque affluiscono al Casteluccio attraverso un canale costituito da elementi di pietra dopo aver attraversato il 3° gradone provenienti dalla seconda cisterna posta tra il 3° ed il 4° gradone. Anche la seconda cisterna è sormontata da un fabbricato caratteristico , più piccolo del castelluccio ed avente un portico formato da un arco sulla farcita. A lato vi scorre il canale proveniente da monte e dotato di un salto di fondo sormontato da una scala. A valle le acque defluiscono dalla seconda cisterna attraverso un tombino posto sul sentiero antistante e sovrastato da un ponticello caratteristico. La copertura della seconda cisterna è a terrazzo e posta a livello del 4° gradone.
A monte l’acqua meteorica vi arriva da un canale con un tratto a cielo aperto ed a sezione rettangolare e dotato di salti di fondo, mentre ancora più a monte la sezione è coperta da lastroni ed è circondata da vegetazione arborea ed arbustiva che rendono non più rilevabile il tracciato del canale ed il suo esatto punto iniziale . Infatti al disopra del 4° gradone hanno inizio i terreni coltivati da cui non si rilevano manufatti di imbocco, o sistemazioni idrauliche che o sono stati asportate dalle lavorazioni o di fatto mai realizzati in quanto il 4° gradone non fu completato. L’accesso al parco avviene attraverso alcuni sentieri che dalla SP per Mutignano o dalla sovrastante SS16 conducono al 1° gradone .Poi vi è un sentiero posto al nord che dal 2° gradone, in corrispondenza del “Castelluccio “, conduce al 3° gradone .Lungo questo sentiero vi sono alcuni tratti delimitati da muri di sostegno in pietrame e malta che denotano parziali ribaltamenti verso valle. Altri muretti di sostegno in condizioni migliori sono posti nella parte sud del parco a sostegno del 4° gradone rispetto al 3° . Vi sono poi ulteriori tratti di murature, nella parte nord, che presentano fessurazioni orizzontali, verticali ed inclinate. Le fessurazioni sono principalmente dovute all’azione delle acque di scorrimento superficiale che infiltrandosi a monte delle murature prive di drenaggi verso valle, ne hanno incrementato la spinta verso valle.
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1) Pulizia e ripristino tratto terminale compreso tra 1° gradone e canale ricettore posto nell ‘area ex “Orto degli aranci “ 2) Riprofilatura e scavo del tratto di canale compreso tra il 1° gradone e la prima Cisterna denominata “Castelluccio “ 3) Ristrutturazione e risanamento conservativo della prima cisterna denominata “Castelluccio “ del relativo fabbricato sovrastante, posta tra il 2° ed il 3° grado ne 4) Riprofilatura e scavo del tratto di canale esistente nel 3° gradone tra la prima cisterna “Castelluccio “ e la seconda cisterna 5) Ristrutturazione e risanamento conservativo della seconda cisterna esistente e relativo Fabbricato sovrastante, tra il 3° e 4° gradone 6) Ripristino e risanamento conservativo del canale esistente sul 4° gradone 7) Realizzazione manufatto imbocco canale su 4° gradone : i lavori dovranno com prendere lo scavo e la profilatura del terreno come da progetto per la formazione del canale, dei salti di fondo e della vasca di dissipazione ; la realizzazione delle briglie in gabbioni metallici riempiti di pietrame di idonea pezzatura; il rivestimento del canale in mantellate riempite di pietrame; la formazione della vasca di dissipazione riempita di pietrame di idonea pezzatura; la realizzazione di protezioni laterali in gabbioni . Si dovrà prevedere anche la piantumazione con adeguate essenze arboree, nonché il rinverdimento della porzione di versante, sovrastante il manufatto, fino alla scarpata della S.P. per Mutignano; questo costituirà una zona filtro per impedire o limitare l’apporto di terra nel canale, dovuta all’erosione superficiale dei terreni agricoli argillosi della zona. 8) Rifacimento di alcuni tratti dei muretti di contenimento dei sentieri posti sulla zona nord 9) Realizzazione di un adeguato drenaggio a monte delle murature esistenti sul lato nord della pineta 10) Realizzazione di un canale per la raccolta e convogliamento delle acque meteoriche da realizzare nella zona nord del parco: i lavori dovranno comprendere lo scavo a sezione obbligata, la posa delle tubazioni adeguatamente allettate e dei relativi pozzetti di ispezione, rinterro dello scavo e ripristino del precedente piano di campagna. 11) Consolidamento con tecniche di ingegneria naturalistica dei terrazzamenti minori e delle scarpate esistenti e rese instabili dal non corretto drenaggio delle acque meteoriche da monte. Gli interventi descritti sono riportati nella stima sommaria dei lavori ove l’importo complessivo ammonta a € 255.000,00 ai quali dovranno aggiungersi gli oneri per la sicurezza, l’IVA . le spese tecniche ecc.
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V.2 : proposte progettuali Gli interventi di seguito individuati e descritti sono finalizzati al ripristino della efficienza del manufatti esistenti, sia quelli idraulici per la regimazione delle acque del versante, che le opere accessorie tra cui i fabbricati delle cisterne, i sentieri ed i camminamenti esistenti, i muri di contenimento esistenti . E’ prevista anche la realizzazione di un manufatto di imbocco sul 4° gradone per la captazione delle acque di scorrimento superficiale. Gli interventi sono descritti di seguito ed i principali sono poi riportati ed indicati sulla tavola degli interventi progettuali , ove vi sono anche delle opere d’arte tipo riferite prevalentemente a tecniche di ingegneria naturalistica.
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V.3 : CONCLUSIONI
Il Parco Filiali ha per il territorio del Comune di Pineto una importanza che si articola in alcuni aspetti: - paesaggistico : è parte integrante del sistema delle pinete facendo da cerniera tra quella litoranea costiera e quella collinare, caratterizzando quindi l ‘aspetto della collina che sovrasta l’abitato di Pineto centro ; - ambientale : è un perfetto esempio di risanamento di un ex cava di argilla con tecniche che oggi sono definite di ingegneria naturalistica, con l’uso di sistemazioni idraulico agrarie ( terrazzamenti , gradonamenti e realizzazione di canali di raccolta e deflusso di acque ), materiali viventi (piantumazioni di alberi e rinverdiemnti ); naturali ( pietra) o comunque a basso impatto ambientale ( mattoni ); - prevenzione delle frane e dell’erosione dei suoli – riduzione del rischio idraulico (inondazioni e frane ) : Le opere di regimazione idraulica che raccolgono le acque a monte e le fanno poi defluire verso valle, aumentano i tempi di corrivazione grazie alla presenza di salti di fondo e delle cisterne che sono di fatto vasche di laminazione per la portata idrica verso valle. Inoltre la presenza dell’estesa area boscata, piantumata , diminuisce il volume delle acque di scorrimento superficiale poiché aumenta il volume di quelle di infiltrazione del suolo. In questo modo si riducono i rischi di allagamenti e disagi per la zona pianeggiante costiera a valle, in cui si trova la zona abitata di Pineto centro. Inoltre la presenza della vegetazione è un efficace presidio contro l’erosione ed il dilavamento del suolo in occasione di eventi meteorici eccezionali che in altre parti provocano la presenza di fango dovuto ai terreni argillosi lavorati meccanicamente in maniera intensiva. La presenza della suddetta vegetazione è altresì un efficace presidio contro possibili frane del versante. L’esecuzione degli interventi è importante per la piena fruibilità del parco ed è di fatto propedeutico ad ulteriori iniziative di valorizzazione ed utilizzo .
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ELOGIO DELLA PASSEGGIATA La passeggiata è diventata ormai un lusso in quanto c’è sempre meno tempo per coltivarne l’arte e goderne i benefici; ma soprattutto c’è sempre meno spazio adatto per praticarla. Diversi filosofi e sociologi contemporanei individuano nel “tempo libero “ a disposizione per coltivare i propri hobbies e la propria attività fisica e sportiva , il nuovo “status simbol “ del ventunesimo secolo da ostentare ancor più della ricercatezza nel vestire, delle auto sportive e delle abitazioni di pregio. Eppure l’attività del passeggiare che consideriamo oggi un lusso, vecchia quanto l’uomo , ha ispirato a filosofi , poeti e scienziati più riflessioni che non le biblioteche. Imanuel Kant, uno dei massimi pensatori della storia , aveva l’abitudine di passeggiare sempre alla stessa ora , tanto che in molte biografie si ricorda il fatto che i cittadini di Konigsberg ,dove nacque, insegnò e morì, regolavano l’orologio al suo apparire. In verità questo sommo maestro considerava l’arte del camminare più importante dell’amore, ginnastica piacevole e diffusa, della quale però non aveva particolare considerazione . Un altro grande filosofo del settecento , Jean –Jacques Rousseau, scrisse un’opera dal titolo “Passeggiate solitarie “ nella quale confessò : “ Non posso meditare se non camminando : appena mi fermo non penso più e la mia testa funziona soltanto con i piedi in moto “ . In antitesi Flaubert, cento anni dopo, definirà se stesso “ sedere di piombo “, dando dignità in tal modo a tutte quelle categorie che amano tener saldi i glutei su una sedia ed odiano il moto.Altri ironizzano sostenendo che lo sport in generale e camminare faccia male cogliendo ad esempio cardinali e prelati che vivono più di 90 anni senza aver mai fatto attività fisica di alcun genere. “ Anch’io faccio delle belle camminate : quando accompagno i miei amici sportivi al cimitero“ avrebbe sdrammatizzato qualcun altro. Tra i porporati però si ricorda il cardinale Carlo Maria Martini che negli ultimi tempi del suo episcopato a Milano liberava ogni settimana una mezza giornata per camminare lontano dalla città. Limitandoci ad altri tre illustri pensatori della statura di Montaigne, Nietzsche o Heidegger possiamo dire che hanno concepito le loro idee più importanti passeggiando, sulla scia di quegli allievi di Aristotele che furono chiamati peripatetici perché filosofavano camminando. Socrate non faceva che continue passeggiate per Atene interrogando chi gli capitava davanti. E chi ha studiato a lungo Kafka sa che codesto scrittore amava a tal punto la pratica da sostenere che l’importante non è la meta del passeggiatore, ma ciò che lascia dietro di sé allontanandosi. I bene informati sostengono che le scelte strategiche di Bill Gates siano nate sempre grazie ad una buona camminata . Alcuni sono diventati santi passeggiando, altri lo hanno fatto per leggere ( non soltanto i parroci con il breviario ………), da sempre si ricorre a questo espediente per verificare i propri sentimenti o per liberarsi dagli affanni . Petrarca, Stendhal e Goethe hanno disseminato le loro opere di intuizioni sulle passeggiate: alcune sono trasformate in poesia , altre in visite archeologiche, altre ancora in conoscenza del mondo e degli uomini . Camminare permette di valorizzare tutte le ispirazioni , anche quelle che stentano a manifestarsi quando siamo seduti Bisogna saper fuggire per ritrovarsi in quanto la natura si conosce soltanto camminando; aiuta la memoria a funzionare e reca sempre benefici incalcolabili alla salute. I detrattori della passeggiata, i “ sederi di piombo “ invocheranno altre storie : da Tommaso d’Aquino , il sommo teologo che era un gran sedentario e passò la vita allo scriptorium , via via sino agli innumerevoli nemici del moto che hanno sostenuto tesi oziose ad oltranza , come fece Thomas Edison, al quale è attribuita questa sentenza : “ La pigrizia è l’intelligente e fantasiosa madre di molte
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invenzioni “. Affrontato l’aspetto filosofico della passeggiata e come tale attività abbia potuto influire il pensiero e generare le idee di grandi personaggi del passato e anche del presente, si giunge alla conclusione che voler passeggiare è questione di predisposizione, di ricerca spirituale , di tempo ma soprattutto di desiderio . Traslando il discorso sugli spazi adatti per praticare la passeggiata , possiamo tranquillamente affermare che a Pineto non abbiamo problemi su questa dimensione spaziale. La passeggiata verso la Torre di Cerrano, praticata nel periodo estivo sulla battigia, d’inverno sotto la pineta adattati ad ogni condizione climatica, è una pratica diffusa e frequente di molti pinetesi e non soltanto . Nel periodo estivo forse è difficile cogliere , durante la passeggiata, i frutti della meditazione e della riflessione considerato l’affollamento della spiaggia e le inevitabili soste per stringere mani amiche ; non vengono meno invece i benefici fisici in quanto la passeggiata termina sempre in una felicità . Nelle altre stagioni, se praticata sotto il tempio arboreo della pineta , si rievocano note di poesia di dannunziana memoria , in quella “Pioggia nel Pineto “ che tanto deve aver ispirato Luigi Corrado nel realizzare la pineta storica. Non escludiamo che anche l’idea del recupero della collina, brulla ed argillosa, antistante la fornace sia stata generata durante una passeggiata regalandoci questa oasi di verde chiamata Parco Filiani . Le grandi idee e le grandi scoperte nascono proprio dall’ispirazione del momento, dal ritmo fecondo del passo alternato che trasmette energia ed ispirazione alla nostra mente. Il percorso del Parco è un dolce salire fiancheggiato dalla macchia mediterranea così verde, così varia , così ricca di specie vegetali; l’incontro dei manufatti , incompiuti ma sontuosi, alimenta la curiosità del passeggiatore . Il “belvedere “ posizionato all’ultimo terrazzamento ci regala uno sky-line bellissimo di Pineto : “ l’incantesimo di uno spicchio di mare che ci sorprende nel folto degli alberi ci ricorda che la spiaggia è proprio lì , a due passi dal bosco “ . C’è un aspetto o meglio un particolare che contraddistingue questo Parco : il silenzio , nonostante a poche decine di metri passi la strada statale con un traffico continuo dal parco non si avvertono i rumori. Lo fece notare il Prof. Sciarra nella giornata di presentazione del concorso durante il suo intervento : “ il fatto che non si avvertano rumori conferisce a quest’area un alone di mistero e di magia. “ Consigliamo a tutti coloro che amano passeggiare di inserire nei propri percorsi anche questo sentiero che si sviluppa naturalmente all ‘interno del Parco. Lo consigliamo a tutti cittadini , locali e non soltanto con l’augurio che passeggiandovi ognuno possa ritrovare la propria dimensione, spirituale e razionale semmai persa ; oppure semplicemente di assimilare visivamente tale immensa ricchezza in un posto dove, come dice un partecipante al concorso di idee , “ a comandare è l’occhio “ . Con l’augurio che tale invito sia raccolto anche da coloro che, per professione o per mandato, sono chiamati a gestire la “res pubblica “ ed a maturare decisioni importanti in tema ambientale ,di salvaguardia del territorio e di “sviluppo sostenibile” della città di Pineto, formula letteraria che sintetizza al meglio l’incontro delle esigenze quantitative ( sviluppo ) con quelle qualitative (sostenibile ) : quello che rimane difficile è individuare il punto di incontro e per individuarlo noi tutti abbiamo bisogno di riflettere...magari passeggiando! Ernesto Iezzi Presidente Associazione “Arcobaleno –Città Ideale “
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