Dispensa Unesco

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Atri – Cerrano Un comprensorio di potenziale interesse per l’UNESCO United Nations Educational Scientific Cultural Organization

PINETO (Te) Sabato 26 Giugno 2010


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REGIONE ABRUZZO

PROVINCIA di TERAMO

Comune operatore di pace

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI

COMUNE di ATRI

CITTÀ di SILVI

Italia Nostra

SOPRINTENDENZA BENI ARCHEOLOGICI

Atri – Cerrano

Un comprensorio di potenziale interesse per l’UNESCO United Nations Educational Scientific Cultural Organization

PINETO (Te) Sabato 26 Giugno 2010

In collaborazione con

citta’ ideale

Centro

Etnomusicologico

d'Abruzzo

FERRARA PAT R I M O N I O DELL'UMANITÀ

UNESCO

ARCOBALENO

Master

GeSLoPAN

Patrocinio

United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization

Commissione Nazionale Italiana per l‘UNESCO

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Comune operatore di pace

CITTA’ DI PINETO PROVINCIA DI TERAMO Comune Operatore di Pace – Territorio libero da Armi Nucleari

Prot. n. ................

Pineto li 8 febbraio 2010

Oggetto: Candidatura a “Sito UNESCO”, iscrizione alla World Heritage Sites List, dell’area Atri-Cerrano. Gentilissimi, il tema di questa nota è legato all’idea di poter attivare una candidatura dell’area Atri-Cerrano per la iscrizione alla Lista Unesco dei World Heritage Sites, iscrizione che viene indicata solitamente con il nome che definisce l’area come “Sito UNESCO”. L’idea, venuta da proposte avanzate da parte delle associazioni locali, intende promuovere il territorio collinare-costieromarino compreso tra la Riserva dei Calanchi di Atri e l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, al cui interno rientrano sia la città di Atri che i resti archeologici sommersi dell’antico Porto di Cerrano, oltre naturalmente a tanti altri elementi di interesse (si veda allegato), per avviare un percorso volto al riconoscimento da parte dell’UNESCO come Sito del patrimonio mondiale (World Heritage Site). Una valutazione preliminare è stata già effettuata congiuntamente alle Associazioni promotrici e, attraverso contatti tra questo Comune e il Comune di Atri, si è potuto approfondire l’argomento in via itituzionale. In occasione dell’ultimo incontro ufficiale, tenutosi il 18 dicembre 2009 in Villa Filiani a Pineto, in cui erano presenti rappresentanti dei due comuni e delle associazioni locali, si è deciso di operare secondo quanto di seguito indicato. Per rendere credibile la candidatura sarà necessario lavorare attraverso una programmazione da parte delle Locali amministrazioni particolarmente attenta su tale contesto geografico, indirizzandovi Pianificazioni e Programmazioni di varia estrazione disciplinare e rivolgendo un particolare interesse su molteplici aspetti: naturalistici, storici, archeologici e culturali. Elemento essenziale perchè ciò avvenga è il coordinamento, su taluni particolari aspetti, delle azioni promosse dai vari Enti ed Istituzioni presenti sul territorio. A tal fine si è proposto di costituire un Comitato Promotore che, nella sua strutturazione, snella ed informale ma, comunque, rappresentativa dei vari interessi, è pensato come un unico organismo composto da due anime: il Forum di Indirizzo ed il Tavolo Esecutivo. Il Forum di Indirizzo vede rappresentati tutti i potatori di interesse con il proprio rappresentante di maggiore rappresentatività istituzionale mentre, il Tavolo Esecutivo, raccoglie le rappresentanze operative, o loro delegati, per una capacità di intervento rapida ed efficace. Senza la pretesa di aver riportato in indirizzo un elenco esaustivo di tutti i potenziali interessati, si vorrebbe costituire il Comitato Promotore con coloro che leggono la presente includendo Presidenti dei Consigli delle varie istituzioni e i Responsabili delle Associazioni a livello regionale, nonché il Soprintendente archeologo e il Rettore dell’Università, nel Forum di Indirizzo mentre si pensa di inserire i Presidenti di Regione e Provincia e Sindaci, o loro delegati, Direttori delle Aree Protette e rappresentanti delle Sezioni locali delle Associazioni principali, nonché i delegati dal Soprintendente e dal Rettore, nel Tavolo Esecutivo. Al fine di completare e migliorare la costituzione del Comitato Promotore si invita a offrire la propria disponibilità per partecipare ad un incontro da tenersi a latere di una iniziativa pubblica che questo Comune si appresta d organizzare per la prossima primavera ed in cui saranno invitati i rappresentanti presenti in Italia negli Uffici dell’UNESCO di Roma e Venezia. Si resta in attesa di riscontro da fornire alla seguente e.mail ................ o anche per le vie brevi al sottoscritto al n. ...................... Con i migliori saluti

Ernesto IEZZI Presidente del Consiglio comunale di Pineto 4


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Atri – Cerrano

Un comprensorio di potenziale interesse per l’UNESCO United Nations Educational Scientific Cultural Organization

PINETO (Te) Sabato 26 Giugno 2010 L'idea di una candidatura dell'area Atri-Cerrano come "Sito UNESCO" è stata proposta dalle associazioni locali allo scopo di tutelare ed allo stesso tempo promuovere in forma unitaria l’esteso territorio collinare-costiero-marino compreso tra la Riserva dei Calanchi di Atri e l'Area Marina Protetta Torre del Cerrano. Dalla città storica di Atri ai resti archeologici sommersi dell’antico Porto di Cerrano, passando per gli ambienti naturali dei calanchi, delle dune e dei fondali marini, guardando ai gioielli di Parco Filiani, delle Pinete e del Vulcanello di fango, ricomprendendo i centri storici di Silvi alta e Mutignano e tante altre presenze importanti. Associazioni e Istituzioni, con l’impegno degli organismi di gestione delle aree protette, dell’Università e della Soprintendenza, vogliono capire quanto sia credibile e in che direzione vada sviluppata una eventuale candidatura all’Unesco ma, in ogni caso, una programmazione congiunta delle linee di sviluppo di un territorio così ricco di natura e cultura, da parte delle locali amministrazioni, con il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse, non potrà che migliorare la consapevolezza di tutti sull’importanza delle risorse disponibili da tutelare prima e valorizzare poi. Segreteria Organizzativa Via G.D'Annunzio, 64025 PINETO (TE)

SALA CORNELI - Villa Filiani

SEMINARIO ore 9.00 Apertura lavori Saluto Luciano MONTICELLI, Sindaco di Pineto ore 9.30 La conoscenza Il patrimonio immateriale Carlo DI SILVESTRE, Centro Etnomusicologico di Pineto Il patrimonio naturale Adriano DE ASCENTIIS, Riserva Naturale Oasi WWF Calanchi di Atri Il patrimonio storico Aristide VECCHIONI, Sezione Atri Italia Nostra ore 10.30 Le ricerche

L’educazione e la ricerca universitaria Pietro Giorgio TISCAR, Coordinatore Master GeSLoPAN Università di Teramo

ore11,30

Spunti per una candidatura UNESCO Paola CAPONE, Valorizzazione dei siti di interesse geologico delle Terre del Cerrano Valentino MANUCCI, Atri e l’area del Cerrano per una candidatura alla World Heritage Site List

ore 12.00 L’esperienza

La conoscenza e la promozione del patrimonio culturale Elio TORLONTANO, Touring Club Italiano Risorse del territorio e sviluppo: il caso del comprensorio di Atri Pierluigi MAGISTRI, Società Geografica Italiana

Ore 14,30 Filla Filiani Visita al Centro Etnomusicologico

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SALA TEATRO - Palazzo Polifunzionale

TAVOLA ROTONDA ore 16.00 Apertura lavori e proiezione del video fotografico di Mauro Cantoro Introduzione e presentazione del Documento d’Intesa Ernesto IEZZI, Presidente del Consiglio Comunale di Pineto Il riconoscimento dell’Unesco del 1999 al territorio provinciale di Ferrara Istituzione Castello Estense di Ferrara

Proiezione del video sui reperti archeologici sommersi di Torre Cerrano a cura di Adriano De Ascentiis

ore 17.00 Presenti al dibattito ed alla firma del Documento d’Intesa Gabriele ASTOLFI, Sindaco di Atri Walter CATARRA, Presidente Provincia di Teramo Camilla CRISANTE, Presidente WWF Abruzzo Angelo DI MATTEO, Presidente Legambiente Abruzzo Benigno D’ORAZIO, Presidente Consorzio Gestione AMP Torre del Cerrano Mauro MARTINO, Presidente del Consiglio della Provincia di Teramo Luciano MONTICELLI, Sindaco di Pineto Nazario PAGANO, Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Giancarlo PELAGATTI, Presidente Italia Nostra Abruzzo Massimo PELLEGRINI, Presidente IAAP-WWF gestore Riserva Calanchi di Atri Andrea PESSINA, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo Pietro Giorgio TISCAR, Università di Teramo Gaetano VALLESCURA, Sindaco di Silvi Fabio VALLAROLA, Moderatore dei Lavori

ore 18.30

Sottoscrizione del Documento d’Intesa di costituzione del Comitato Promotore

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Atri – Cerrano

Un comprensorio di potenziale interesse per l’UNESCO United Nations Educational Scientific Cultural Organization II 26 Giugno 2010 si è tenuto a Pineto, in Villa Filiani, un seminario volto ad esplorare le potenzialità del comprensorio Atri-Cerrano per una candidatura alla World Heritage List e/o all’inserimento nel programma Man and Biosphere. Sono state illustrate le diverse declinazioni dell’esteso patrimonio dell’area, da quella immateriale e paesaggistica quella storica ed architettonica. La pregiatezza dell’area viene riconosciuta, nellalocali circostanza, L'idea di unaacandidatura dell'area Atri-Cerrano come "Sito UNESCO" è stataciproposta dalle associazioni allo scopo anche dal rilascio patrocinio da parte della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco che hacompreso interpretato di tutelare ed allodel stesso tempo promuovere in forma unitaria l’esteso territorio collinare-costiero-marino tra la laRiserva finalità dei dell’evento in maniera positiva, in quanto “perfettamente allineata con le politiche unescane in materia Calanchi di Atri e l'Area Marina Protetta Torre del Cerrano. Dalla città storica di Atri ai resti archeologici dell’antico Portodel di patrimonio Cerrano, passando per universale”. gli ambienti naturali dei calanchi, delle dune e dei fondali marini, disommersi tutela e valorizzazione culturale guardando ai gioielli di Parco Filiani, delle Pinete e del Vulcanello di fango, ricomprendendo i centri aspetti storici di Silvi alta Al termine dei lavori sono emerse alcune certezze quale la forte interdipendenza dei diversi esaminati e Mutignano tante altrerendono presenze la importanti. che nella loro especificità stessa unica e di indubbio valore se l’approccio è di tipo ologrammatico ed Associazioni e Istituzioni, con l’impegno degli gestione delleterritorio aree protette, dell’Università della Soprintenintegrato; la perfetta interazione tra uomo ed organismi ambiente di che in questo avrebbe i requisiti eper essere defidenza, vogliono capire quanto sia credibile e in che direzione vada sviluppata una eventuale candidatura all’Unesco ma, in nito “paesaggio culturale“. La risposta, inoltre, a più criteri tra quelli previsti per l’iscrizione nella WHl potrebbe ogni caso, una programmazione congiunta delle linee di sviluppo di un territorio così ricco di natura e cultura, da parte configurare l’area Atri - Cerrano come un sito misto, il primo di questa tipologia a livello nazionale. delle locali amministrazioni, con il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse, non potrà che migliorare la consapevoMa di il passaggio iniziale da farerisorse sarà disponibili sicuramente colmare un profondo lezza tutti sull’importanza delle da quello tutelarediprima e valorizzare poi. ritardo nell’evidenziare un paesaggio culturale unico che, come tanti altri, ha bisogno di essere messo sotto un forte riflettore e fatto conosceOrganizzativa re appieno a tutti gli stakeholders, amministratori e fruitori del territorio che a volte operano eSegreteria governano senza Via G.D'Annunzio, 64025 PINETO (TE) conoscere la ricchezza che esso esprime. La costituzione di un Comitato Promotore per l’avvio delle diverse attività orientate al raggiungimento di questo prestigioso riconoscimento, testimonia nei suoi contenuti la volontà di perseguire comunque soluzioni adeguate per rispondere alle esigenze di un’area regionale che aspetta da anni un piano di gestione integrato, necessario per far emergere le diverse eccellenze e le migliori risorse di governance e di partecipazione. SALA - Villa Iniziare CORNELI quest’avventura con laFiliani consapevolezza, pertanto, che comunque tutto il lavoro che si andrà a svolgere tornerà utile nella redazione di un piano di gestione delle Terre del Cerrano, aggiunge all’iniziativa entusiasmo e positività, com se si gareggiasse sapendo di vincere comunque un premio prestigioso. Il Piano di Gestione avrà principale di coniugare i due concetti contrapposti di sviluppo e sostenibilità, di promozione e di orel’obiettivo 9.00 Apertura lavori Saluto tutela, di valorizzazione e di fruibilità. Ma per fare tutto ciò bisogna mettere “a sistema” tutte le risorse, creare Sindacoedinaturalistiche, Pineto una “rete di gestori” di Luciano tutte le MONTICELLI, emergenze culturali delle aree protette, dei punti di informazione. Realizzare una Card del Cerrano che racchiuda tutte le possibilità di fruizione del patrimonio, con possibilità ore 9.30 La conoscenza Il patrimonio immateriale di accedere nei diversi Carlo siti inDImaniera informata guidata, rappresenterà SILVESTRE, CentroeEtnomusicologico di Pineto la sintesi di un lungo lavoro che vedrà i tre Comuni di Atri, Pineto e Silvi fortemente impegnati, insieme ai gestori della Riserva Naturale dei Calanchi di patrimonio naturale Atri e dell’Area MarinaIlProtetta Torre del Cerrano. Adriano DE ASCENTIIS, Naturale OasilaWWF Calanchi Atri L’adesione all’iniziativa da parte degli EntiRiserva sovracomunali, presenza in di particolare dell’ Università di Teramo che garantisce sia l’esperienza dei docenti che la volontà di emergere degli studenti, l’egida istituzionale Il patrimonio storico delle Soprintendenze e Aristide la garanzia delle Associazioni VECCHIONI, Sezione Atriambientaliste, Italia Nostra rendono il progetto ancora più solido e partecipato, immune da pericolosi rallentamenti ed ostacoli che emergono solitamente nell’avvicendarsi delle diverse ore 10.30 Le ricerche L’educazione e la ricerca universitaria amministrazioni. Pietro Giorgio TISCAR, Coordinatore Master Università Teramo del seminario e per Per avere una raccolta organica dei diversi contributi che GeSLoPAN si sono avuti nella di mattinata testimoniare in qualche modo l’ampia condivisione dell’iniziativa da parte degli Enti e delle Associazioni nella Tavola Rotonda del pomeriggio, si candidatura è voluto realizzare ore11,30 Spunti per una UNESCO la presente dispensa da considerare il primo step di un percorso lungo e lungimirante, che rappresenta un’opportunità da cogliere per valorizzare ed allo stesso tempo Paola CAPONE, Valorizzazione dei siti di interesse geologico delle Terre del Cerrano Valentino MANUCCI, Atri e l’area del Cerrano per una candidatura alla World Heritage Site List salvaguardare un vasto patrimonio di cui siamo i tesorieri del momento. In questo lavoro sono riassunti tutti i contenuti che dovranno essere vagliati e studiati per poter valorizzare al ore 12.00 L’esperienza La conoscenza e la promozione del patrimonio culturale massimo un comprensorio che, ci auguriamo, possa al più presto essere non soltanto definito pregiato ma perceElio TORLONTANO, Touring Club Italiano pito come tale da tutti iRisorse fruitori deldell’area territorio Atri-Cerrano. e sviluppo: il caso del comprensorio di Atri Si ringrazia l’Arch. Pierluigi Fabio Vallarola perSocietà il contributo speso nell’organizzazione del Seminario e per aver ricoMAGISTRI, Geografica Italiana perto il ruolo di mediatore durante la Tavola Rotonda.

PINETO (Te) Sabato 26 Giugno 2010

SEMINARIO

Ore 14,30 Filla Filiani Visita al Centro Etnomusicologico

Ernesto IEZZI Presidente del Consiglio Comunale di Pineto 11


LA CONOSCENZA

Il patrimonio immateriale abruzzese

Carlo Di Silvestre

Il Centro Etnomusicologico d’Abruzzo

lunedĂŹ 21 giugno 2010

etnomusicologo

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Carlo Di Silvestre

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Presentazione di


Quattro punti per valorizzare il Patrimonio Culturale e per qualificare il Territorio

• Conoscenza del patrimonio immateriale locale e regionale • Recupero e studio dei B.D.I. • La Convenzione dell’Unesco • Finalità del Centro Etnomusicologico d’Abruzzo

Conoscenza del patrimonio immateriale regionale

lunedì 21 giugno 2010

Per Patrimonio immateriale si intende la tradizione locale e regionale appartenente alla civiltà agro-pastorale e marinaresca

La tradizione diventa cultura (fenomeno culturale e quindi patrimonio culturale) dal momento in cui viene sottoposta ad analisi e studio.

Patrimonio culturale immateriale = legato all’oralità: Espressione intangibile sottoposta ai fenomeni del mutamento e della contaminazione

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• Patrimonio della cultura immateriale sono i beni immateriali quali: • 1) le espressioni orali in funzione e non (canti, musiche, storie, fiabe, sacre rappresentazioni)

2) i riti connessi alla religiosità cristiana e pre-cristiana (le farchie, li faugnë, lu ciancialonë, lu Giuveddì Sandë, lu Sand’Andonjë, la drammatizzazione del Carnevale)

3) Le pratiche lavorative artigianali e la gastronomia (costruzione di strumenti musicali, costruzione di oggetti, preparazione di ricette gastronomiche) 13

lunedì 21 giugno 2010

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Recupero e studio dei BDI Stato attuale dell’indagine e della divulgazione dei Beni Immateriali in Abruzzo Le raccolte più importanti dei BDI in Abruzzo, in formato audio/video sono di proprietà privata: Fondo Emiliano Giancristofaro - studioso di trad. popolari Fondo Giuseppe Profeta - studioso di trad. popolari Fondo Carlo Di Silvestre - etnomusicologo Fondo Domenico Di Virgilio - etnomusicologo Fondo Pino Gala - etnocoreuta Fondo Nicola Jobbi - parroco - custodito c/o Biblioteca Delfico, Teramo Fondo ricercatori vari (anni 1960) c/o Archivio Discoteca di Stato, Roma Solo una piccola parte della documentazione BDI, acquisita dagli studiosi nelle indagini di ricerca sul campo, è stata pubblicata e divulgata attraverso libri e CD a volte anche introvabili a causa di una scarsa distribuzione. (Finalità del C.E.d’A.: anche quella di raccogliere i fondi e renderli fruibili al pubblico)

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Convenzione Unesco

La XXXII Assemblea Generale UNESCO il 17/10/2003 approva la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale e l’Italia la ratifica con la Legge n. 167 del 27 Settembre 2007. • (articolo 1) Essa ha tra i suoi scopi fondamentali: 1) salvaguardare gli elementi e le espressioni del Patrimonio Culturale Immateriale, 2) promuovere la consapevolezza del loro valore presso le comunità che li generano e ospitano in quanto componenti vitali delle loro culture tradizionali, a livello locale, nazionale e internazionale; 3) assicurare che tale valore sia reciprocamente apprezzato dalle comunità, dai gruppi e dagli individui interessati; 4) incoraggiare le attività di cooperazione e sostegno su scala internazionale. •

(articolo 2) Il patrimonio culturale immateriale include le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui, riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale.

• Gli ambiti interessati dal dettato della Convenzione (articolo 3) sono: a) tradizioni ed espressioni orali, ivi compreso il linguaggio, in quanto veicolo del patrimonio culturale immateriale; b) arti dello spettacolo; c) consuetudini sociali, eventi rituali e festivi; d) cognizioni e prassi relative alla natura e all’universo; e) artigianato tradizionale." 14 lunedì 21 giugno 2010

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Beni immateriali in Italia per il riconoscimento Unesco •

Dai Nuraghi all’Unesco: la Sardegna ed il canto a tenore

Puglia: la tarantella garganica alla Corte dell’Unesco

Salento: Pizzica e tarantate per il riconoscimento Unesco

Sicilia: l’Opera dei Pupi siciliani, patrimonio per l’Unesco

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Nascita del Centro Etnomusicologico d’Abruzzo Anno 1998, L’orecchio nella pulce N.Luglio: Il Museo di Etnomusicologia Abruzzese a Mutignano: ideazione e proposta di C.D.S.Anno 2008: si avvia la progettazione del C.E.d’A. – Amministrazione di Pineto sede: Villa Filiani / La Regione Abruzzo finanzia l’allestimento/ Il passagallo realizza. Il 1° maggio 2009 si inaugura il Centro Etnomusicologico d’Abruzzo. Inizio attività: estate 2009 apertura al pubblico con visite guidate ed incontri tematici (seminario-concerto) sulla musica tradizionale abruzzese tenuti dal gruppo di riproposta Il passagallo.

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STRUTTURA FISICA DEL C.E.d’A.

1) Sezione visiva con pannelli didattici dedicati alla musica del ciclo calendariale agricolo e del ciclo della vita

Primo piano - lato sud di Villa Filiani tre sezioni 2) Sezione etno-organologica con esposizione di strumenti tradizionali

3) Sezione di consultazione con tre postazioni multimediali contenenti un archivio privato sui beni BDI abruzzesi (fonti sonore, fonti video ed immagini)

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Attività del Centro Etnomusicologico d’Abruzzo anno 2009

Laboratori nelle Scuole

Seminari concerto

Laboratorio di danza

Appuntamenti musicali

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Centro Etnomusicologico d’Abruzzo 1) INFORMARSI PER SAPERE (fase della ricerca e documentazione) 2) SAPERE INFORMARE (fase della divulgazione)

2) SAPERE INFORMARE PROSSIMI OBIETTIVI istituzionali e del C.E.d’A.: •

ISTITUZIONE del C.E.d’A per il RICONOSCIMENTO REGIONALE

ACQUISIZIONE dei DOCUMENTI di RICERCA e STRUMENTI di PROPRIETA’ PRIVATA

ATTIVITA’ di PRODUZIONE (opportunità di impiego giovanile) attraverso i seguenti ambiti: – Corsi di Formazione giovanile – Ricerca - Catalogazione e Studio - Laboratori – Pubblicazioni – Eventi da realizzare sia nel comprensorio che nel territorio regionale – Attività di promozione culturale rivolta a: 1) Istituti Scolastici di ogni ordine e grado 2) Offerta turistica legata al territorio

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Il Comprensorio Atri Cerrano per il riconoscimento Unesco

Il C.E.d’A. documenta e promuove sia i beni immateriali del comprensorio che regionali tra i quali si citano: Le orazioni abruzzesi della religiosità popolare (nate dalle antiche laude medioevali in Terra d’Abruzzo - F.P. Toschi)

I costruttori di organetti abruzzesi (Tavani di Casoli di Atri, Pistelli, Ianni, Della Noce, Palma) I poeti a braccio e l’ottava rima Cantori zona di Monte Reale (Aq) E tra i rituali…… Il rituale del fuoco per Sant’Antonio Abate (Le rappresentazioni drammatiche) Li faugnë di Atri - Le farchie di Fara F.P. - Lu ciangialonë di Silvi La morte del Carnevale - Mutignano La Sacra rappresentazione del Venerdì Santo (Villa Bozza - Castelbasso) Il rituale ed il canto nuziale La partenza della sposa nel teramano Pifferi e tamburi della Valle Siciliana (Isola del Gran Sasso (Te)

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IL PATRIMONIO NATURALE

Villa Filiani Pineto 26 Giugno 2010

Adriano De Ascentiis

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Area Marina Protetta “Torre del Cerrano”

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Aree Marine Protette di prossima istituzione RIPOPOLAMENTO

ZONA C

B

Fonte: Ministero Ambiente

Fonte: Ministero Ambiente

TORRE CERRANO

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ZONA D


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Euphorbia terracina Euforbia di Terracina

Allegato I Direttiva Habitat 92/43/CEE “2220 Dune ad Euphorbia terracina�

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Verbascum niveum subsp.garganicum Verbasco del Gargano

Calystegia soldanella Vilucchio marittimo

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Sabellaria halcocki Anellide Polichete

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Trivia multilirata

Fratino (Charadrius alexandrinus)

Direttiva CEE 79/409 “Uccelli” “specie particolarmente protetta” 25


Pineta litoranea

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Parco Filiani

PARCO FILIANI

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Ph. Mauro Cantoro 29


Ph. Mauro Cantoro 30


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IL CENERONE VULCANELLO DI FANGO DI PINETO

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STRAPPOLATINI 1854

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Aster tripolium Astro marino

RISERVA NATURALE SALSE DI NIRANO

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RISERVA NATURALE SALSE DI NIRANO

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Riserva Naturale Regionale Oasi WWF

“Calanchi di Atri”

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LE PIRAMIDI DI TERRA

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Cephalanthera rubra

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Epipactis helleborine

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Martin pescatore (Alcedo atthis)

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Ph: Davide Ferretti

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Ph: Davide Ferretti

Grazie per l’attenzione!!!

Falco pellegrino (Falco peregrinus)

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IL COMPRENSORIO ATRI – CERRANO nella Storia e nell'Arte a cura di: Aristide Vecchioni

Aristide Vecchioni

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1.0Paesaggio e origini Il comprensorio di Atri-Cerrano si presenta come un intreccio indissolubile di natura, storia e arte. La bellezza dei paesaggi, la plurimillenaria storia, le valenze archeologiche, il patrimonio artistico ne fanno un prezioso scrigno da tutelare e da valorizzare per le presenti e future generazioni. Chi visita per la prima volta questo territorio ne rimane estasiato. A quattrocentoquarantadue metri di altezza, Atri capoluogo offre una visione paesaggistica straordinaria che spazia, come in un anfiteatro, tra valli e colline circostanti, tra aree agricole di ordinata floridezza e spazi di verde spontaneo che si adagiano lungo ameni declivi verso l'Adriatico e salgono verso le catene montuose del Gran Sasso a ovest e della Majella a sud. Uno scenario naturale seducente che include nella sua cornice i calanchi: un paesaggio arcaico dove i maestosi dirupi, le creste affilate come lame, le pareti a strapiombo e il dedalo di orridi canaloni aprono la mente a fantasie suggestive che ricordano l'immagine delle Malebolge dantesche (Inferno XVIII, 1 -7). Abbiamo, inoltre, il territorio costiero con le dune dorate, fondali marini cristallini, il parco Filiani, le pinete e i vulcanelli fangosi. Fu indubbiamente la posizione geografica che rese questo territorio un centro di civiltà e di storia. Le origini dell'antica Hatria, sono avvolte nella leggenda. Di essa hanno parlato Strabone che fa discendere la sua nascita dai Sabini; Tito Livio che la vuole colonia etrusca; Silio Italico che sottolinea come il Vomano fosse il suo fiume (statque humectata Vomano Hadria - VIII 437). Ed ancora Plinio il Vecchio, Stefano Bizantino, Paolo Diacono ricordano, nelle loro opere, il popolo e i luoghi della vetusta civitas. Attendibile e convincente, a tal proposito, appare la tesi di Luigi Sorricchio il quale sostiene che nell'Ager Hadrianus passarono i primi popoli italici (Siculi, Umbri, Etruschi) che si fusero con le tribù locali come metalli in un crogiuolo (Hatria = Atri pag.17) dando origine in tempi lunghi, ad uno Stato sovrano, libero, autonomo, con una identità storica e culturale autoctona. 2.0Le Necropoli Protostoriche Del periodo compreso tra la fine dell'età del Bronzo e l'età del Ferro sono venute alla luce nel 1902 due necropoli poste una a tre km a ovest di Atri (Colle della Giustizia) e l'altra a due km a sud est della città (C.da Pretara). Dalle numerose tombe, esplorate da Brizio, emersero corredi interessantissimi che testimoniano il grado di civiltà raggiunto in quei remoti tempi. Nelle sepolture femminili sono state trovate: fibule di ferro, pendagli a batocchio, bulle a due valve (astucci che racchiudevano amuleti e si portavano al collo come medaglione), bracciali in ferro, perle sferiche di pasta vitrea, cipree (conchiglie di porcellana usate a scopo ornamentale), olle (recipienti in terracotta), anfore, pendagli in osso e altri oggetti. Nelle sepolture, sicuramente maschili, sono stati rinvenuti coltelli, punte di lancia, fibule di ferro, teste di mazza, collari di ferro e anfore. Buona parte di questo materiale può essere ammirato nell'apposito Museo archeologico di Atri, inaugurato alcuni anni fa. In esso sono state allestite due sezioni: la preistorica (dal paleolitico alla prima età del Ferro) e la protostorica con reperti databili al VI° sec. a.C. 3.0Le antiche monete di Atri L'espressione più alta dell'antica civiltà atriana è data dalla sua prestigiosa serie di monete in bronzo fuso, oggi conservate nei più importanti musei di Londra, Vienna, Berlino, Roma. Alcuni esemplari si trovano anche nel museo archeologico di Atri e in quello di Chieti. Tra i primi ad occuparsene, con acume e rigore, furono due insigni filologi dell'età dei Lumi: Simmaco Alessio Mazzocchi (1684 – 1771) e Giovanni Battista Passeri (1694 – 1780) che, rispettivamente, nel Commentario alle Tavole d'Eraclea e nel Cronico Nummario, ritennero le

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monete atriane tra le più antiche dei popoli italici, forse del IV sec.a.C e, quindi, precedenti l'espansione di Roma sull'Adriatico. Sulla scia di questa storiografia si collocarono Delfico, Lenomant, Sanbon, Haeberlin, Sorricchio. Di altro parere furono il Momsen e i suoi discepoli (Thomsen ed Head) che reputarono tali monete un retaggio dell'influenza culturale e politica romana ascrivibili ad epoca successiva al 289 a.C., anno in cui Hatria venne dedotta a colonia latina. Il dibattito è tutt'ora aperto, ma non è il caso di insistervi poiché brancoliamo nelle nebbie delle ipotesi. Tutti gli studiosi sono invece d’accordo sull'importanza socio-antropologica delle impronte monetali. Ogni singola moneta, infatti, non costituiva solo un mezzo di scambio a valore fisso (sistema decimale), ma era un canale di comunicazione per trasmettere e divulgare le peculiarità dell'aggregazione urbana atriana. I simboli impressi sui tipi di moneta (asse, semisse, triente, quadrante, sestante, oncia, semioncia) non erano invenzioni figurative casuali, bizzarrie iconografiche legate a mera fantasia. Essi evocavano e sintetizzavano le credenze mitiche, le convenzioni sociali, l'attività economica, le tradizioni artistiche, la struttura organizzativa di un popolo e di una terra. Facciamo qualche esempio. Il pesce Razza (Raja) e il Delfino del quadrante, nonché l'Ancora dell'oncia volevano testimoniare l'intesa attività portuale degli atriani alla foce di un corso fluviale che Plinio e Silio Italico indicano nel Vomano, Nissen e Romanelli nel Piomba, il Momsen nel Saline. Così la “gallina” e la “scarpa” del sestante, nonché l'elegante vaso diota (con i manici sporgenti al di sopra dell'orlo) erano precisi riferimenti alla fecondità dei pollai alla produzione dei calzari e all'abilità raggiunta nell'arte figulina. Saggiamente, Melchiorre Delfico, considerò queste monete “veri documenti del primo italico incivilimento” : pagine di bronzo in cui leggere l'ascesa culturale ed economica della città di Atri nell'età preromana. 4.0Il sistema idrico e le antiche fontane Altra significativa testimonianza del patrimonio storico dell'antica Hatria è rappresentata da arcaici sistemi idrici sotterranei, legati alle peculiari condizioni geomorfologiche delle zone collinari subappenniniche e capaci di garantire, fin dalle epoche più remote l'approvvigionamento necessario alla esistenza quotidiana e allo sviluppo della comunità. Si tratta di un sistema di captazione sotterranea sia di acqua di falda, ove esisteva, sia di acqua piovana: quest'ultima assorbita da terreno permeabile e percolante dalla volta e dalle pareti di cunicoli, scavati in leggera pendenza, veniva convogliata lungo condotte impermeabilizzate con pietre e argilla verso cisterne e fontane. Il sistema idrico è lo stesso dei qanat o kanat iraniani. In Atri è rimasta una sala sotterranea semiquadrata, che venne adibita a cisterna pubblica nel III sec.a.C. e trasformata poi in cripta (XII sec.) della chiesa Benedettina (precedente l'attuale cattedrale di Santa Maria Assunta). Ancora oggi è possibile ammirare le possenti muraglie perimetrali formate da blocchi di puddinga dura (roccia sedimentaria di ciottoli e ghiaia) ben squadrati, di varia dimensione e connessi a secco senza malta. Il loro spessore oscilla tra i 170 e 180cm. Secondo gli studiosi, risalirebbero al V sec.a.C. E ricordano, quodam modo, i macigni pelasgici dell'acropoli di Alatri e di altre antichissime città. Questa struttura, all'epoca, aveva una capacità di contenimento di 24.000mc di acqua potabile. Vi sono poi le antiche fontane, ubicate fuori la cinta muraria (extra moenia) che si aprono su spazi di verde con sobrie facciate in laterizio e pietra, con vasche di raccolta, aperture di aerazione, cannelle e canali di scolo. La lettura dei catasti e degli statuti municipali atriani del tardo medioevo offre la mappa della fitta rete idrica, nonché una rigorosa normativa che ne disciplinava l'uso disponendo, nel contempo, vigilanza e manutenzione costanti contro l'inquinamento e il degrado. Ulteriore testimonianza delle strutture idriche locali emerge nell'opera “Il regno delle due Sicilie” (vol. XII fasc.2, pag.13, 1858) in cui si sottolinea la presenza di 25 fontane ancora in

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funzione, nonché le qualità organolettiche e salutari delle loro acque. Attualmente ne rimangono 13. 5.0Il Duomo La perla del patrimonio storico del comprensorio, rimane il duomo di Atri. Fulcro di una millenaria vita religiosa e cuore antico della città, esso assurge a simbolo di un popolo e di una terra di cui ha scandito vicissitudini e aspirazioni, memorie e sentimenti, tradizioni locali e cultura cosmopolita. La solennità delle navate, la singolare struttura(romanico-gotica) delle linee architettoniche, la qualità pittorica degli affreschi, l'ardito slancio del campanile, il silenzioso recesso della cripta, la distesa luminosità del chiostro benedettino, la ricchezza del museo ne fanno uno dei più famosi e ammirati templi d'Abruzzo. Dedicato all'assunzione della Vergine è stato dichiarato “monumento nazionale” nel 1899 ed elevato a “Basilica Minore” da Paolo VI nel 1964. Eretto nel XIII° sec. ristrutturando e ampliando la precedente chiesa cistercense (IX e Xsec.) il Duomo conserva, al suo interno, numerosi e interessantissimi affreschi del trecento e del primo quattrocento, fatta eccezione per quello che raffigura “il contrasto dei vivi e dei morti”, la cui datazione va ricondotta al 1260 (Baltrusaitis). In esso tre vigorosi giovani incontrano tre scheletri che ricordano loro la vanità del mondo e il sottinteso ammonimento quod sumus, hoc eretis, pulvis et umbra. Per il grande storico lituano Jurgis Baltrusaitis, questo affresco è la prima testimonianza in Italia di un filone ideologico e iconografico che ispirò composizioni simili, nei secoli successivi, nelle chiese di Melfi, Subiaco, Pisa, Cremona, Clusone (Bergamo). Ma l'espressione artistica più alta è rappresentata dal grande complesso pittorico che riveste interamente le pareti e la volta dell'abside. Sono ivi raffigurate le commosse Storie di Maria in ventisei episodi, tratte dai Vangeli apocrifi e dipinte tra il 1460 e il 1470 dal magister marsicano Andrea Delitio: un artista ipnotico, un narratore che ammalia e cattura con la forza delle immagini. Il suo straordinario potere evocativo e le sue costanti estetiche (plasticità dei disegni, scelta dei colori, realismo prospettico, varietà di figure) sono legate a un intenso tirocinio di cui, purtroppo, abbiamo scarse notizie. Di questo pittore e del suo capolavoro si sono occupati insigni critici come Emile Berteaux, Giulio Carlo Argan, Ferdinando Bologna, Roberto Longhi, Enzo Carli, Guglielmo Matthiae, Federico Zeri, Vittorio Sgarbi e tanti altri. E' importante sottolineare come questo straordinario ciclo, l'unico del Delitio rimasto completo, metta in evidenza i costumi, le tradizioni, il folklore, i paesaggi campestri e le membrature architettoniche della Atri quattrocentesca. 6.0 Museo capitolare Al Duomo è annesso il Museo capitolare con dieci ampie sale espositive che abbracciano otto secoli di storia e di arte. In esse sono custoditi codici miniati preziosissimi, il messale dei duchi Acquaviva, gli incunaboli di Giovanni Faust e Pietro Scoeffer, i decretali di Bonifacio. Vi sono due pinacoteche con tele di gran pregio. Una intera sala è dedicata a paramenti per la liturgia solenne: pianete, stole, piviali, mitrie, le cui tessiture sono impreziosite da fili d'oro. Spicca un tappeto rosso, ricamato in argento ad ago-pittura, che la regina d'Inghilterra donò nel 1732 al cardinale Troiano Acquaviva. Vi è ancora una considerevole raccolta di ceramiche, dalla fine del '500 ai primi dell'800, delle scuole di Castelli, Atri, Bussi, Rapino, Torre de' Passeri e Lanciano. Stupisce la sala dedicata alla oreficeria sacra ove sono esposti calici, turiboli, reliquiari, pastorali in avorio e argento smaltato, ostensori cesellati e accuratamente modellati. Particolare rilievo assume la stupenda croce

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in cristallo di Rocca, di scuola veneta della seconda metà del '200. È un capolavoro assoluto! A quattro bracci, a terminazione tribola con sedici miniature su lamine d'oro ornate di perline secondo le assorte cadenze della decorazione bizantina. Questa gemma d'arte è stata esposta a Roma nel 1986 nella celebre «Mostra dei tesori dei musei diocesani italiani» e in quella di Palazzo Ducale a Venezia, nel 1994. Merita infine attenzione la sala dedicata all'arte moderna dei primi decenni del '900. Vi sono opere in legno, bronzo, terracotta dello scultore Tommaso Illuminati, le cui qualità stilistiche e l'impareggiabile modellazione realistica delle forme sono state apprezzate da studiosi e visitatori. Questa cospicua raccolta d'arte venne donata al museo dal figlio dell'autore, Gaetano Illuminati, all'epoca sindaco di Pineto e senatore della Repubblica, il quale, generosamente, ne evitò la dispersione tra gli eredi destinando le opere al pubblico godimento. 7.0 Le chiese di S. Agostino, S. Domenico, S. Francesco La diffusione del monachesimo benedettino in Abruzzo, nel basso Medioevo (XII-XIII sec.) suscitò ardore e rinnovato impegno nella vita religiosa ridestandone le sopite energie. Masse possenti e superbe di pietra, con gli alti campanili, testimoniavano dappertutto il vigore e l'espansione della civiltà cristiana. Questi magnifici monumenti di fede si moltiplicarono anche in Atri in un variegato e suggestivo gioco di stili e strutture. In aggiunta alla Cattedrale, ancora oggi possono essere ammirate le chiese di S. Agostino, S. Reparata, S. Chiara, S. Nicola, S. Spirito, S. Giovanni Battista (S. Domenico), S. Francesco, S. Andrea, la Chiesa della Trinità. Illustriamone brevemente alcune. La chiesa di S. Agostino. Riedificata nel 1363 con lo stupendo portale tardogotico (flamboyant) di grande finezza e ricchezza decorativa. Venne definito dal Gavini «una delle migliori opere eseguite in Abruzzo dai maestri napoletani del Quattrocento». In una cornice di foglie rampanti (quasi fiammeggianti) si dispiega una catena di formelle con Gesù e gli apostoli nell'arco interno e Profeti e simboli nell'altro (leone alato di S. Marco e bue alato di S. Luca). Sulle colonnine esterne sono poste le statuine di S. Caterina d'Alessandria e S. Antonio abate, per alcuni studiosi e S. Nicola da Tolentino per altri. Nel mezzo del timpano, siede S. Agostino, in paramenti da vescovo, mentre indica agli eresiarchi, posti ai suoi piedi, le verità dogmatiche scritte nel cartiglio che svolge sulle ginocchia. Sulla cuspide vi è l'Eterno, benedicente. Chiesa di S. Giovanni Battista (S. Domenico). Costruita tra la fine del XIII e gli inizi del XIV sec., venne a più riprese modificata nei secoli XVI e XVII. Della struttura originaria rimane la parte inferiore della facciata con il bel portale “neoromanico” e un apparato decorativo di tutto rispetto. Risaltano le “palmette atriane” sull'archivolto che poggiano su due testine mitriate: il vescovo Bernardo (1302) e il suo successore Raimondo (1321). Nelle adiacenze della chiesa, a sinistra, compaiono elementi dell'antico convento domenicano, recentemente identificato dal prof. Francesco Aceto come “domus regia” di Federico II dove, nell'autunno del 1238, soggiornò l'imperatrice Isabella, terza moglie dell'imperatore. Chiesa di San Francesco. Eretta nel 1296, costituì lo spazio vitale dei primi discepoli del Santo di Assisi che voleva ogni forma di vita modellata sul Vangelo. Venne ricostruita interamente nel Settecento secondo le tendenze linearistiche dell’epoca. La facciata “neoclassica” si sposa armoniosamente con gli elementi barocchi laterali dominando una scalinata scenografica che, leggera e luminosa, si protende sul corso Elio Adriano. L’edificio conserva, ben visibili, sul fianco destro, lungo via Probi, i resti dell’originaria struttura tardo-gotica: archi ogivali e relativi capitelli, nonché le rovine dell’antica abside. Sul lato sinistro della chiesa, sotto il passaggio dell’arco trecentesco, vi è una enigmatica statua consunta. Per Luigi Sorricchio si tratterebbe della pietra tombale di Giacomo Di Lisio, medico e filosofo atriano della seconda metà del Trecento, portato fuori dalla chiesa durante la ristrutturazione barocca ed estrosamente murata in piedi anziché coricata come in origine. La lunga tunica, la mantellina con cappuccio, il cuscino dietro la testa (oggi appena visibile) escluderebbero la raffigurazione di un evangelista: ipotesi avanzata da altri per via del libro aperto sull’addome. L’interno, a croce latina presenta otto cappelle laterali con enfatiche e rigogliose ornamentazioni di stucco.

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8.0 Il Palazzo Ducale e gli Acquaviva d’Aragona. L’architettura civile non è meno affascinante di quella religiosa. Sulla sommità del Colle di Mezzo, nucleo antico della città ove in epoca romana era il Foro, si staglia maestoso il palazzo ducale con una superficie di oltre 2500 mq e un giardino di oltre 900 mq. L’edificio conta 84 stanze e ogni sua parte (scuderie sotterranee, cortile, scalinata, salone d’onore, sale delle udienze, terrazzi, ambienti aperti e intercomunicanti) ogni sua parte, ripeto, testimonia una commossa fede nel rigore architettonico delle forme mai turbate da ornamenti superflui. Sorse alla fine del ‘300 per volere di Antonio Acquaviva, conte di S. Flaiano, e venne ampliato nel XVI secolo. Fu la stabile dimora di un grande casato che governò il territorio dal 1390 al 1775, anno in cui i feudi acquaviviani passarono al Regno di Napoli per mancanza di eredi. Della famiglia Acquaviva d’Aragona giova ricordare alcune figure di spicco che, per intelletto e determinazione, affermarono la loro personalità nei convulsi scenari della storia nazionale ed europea. -Matteo III, umanista e mecenate, fu un insigne componente dell’Accademia del Pontano presso la corte aragonese di Napoli; -Giovanni Girolamo I, dotato di eccezionali qualità militari, partecipò alla battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571); -Giulio Acquaviva, cardinale a Napoli fu amico e protettore del Cervantes; -Claudio, figlio di Giovanni Antonio, grande latinista e profondo erudito, divenne quinto generale dell’ordine dei gesuiti; -Rodolfo Acquaviva, missionario, morì martire nelle Indie (1583) e venne beatificato da Leone XIII tre secoli dopo (1893); -Troiano Acquaviva fu un demiurgo della vita politica del settecento. Cardinale a soli 37 anni divenne ministro plenipotenziario di Filippo V e di Carlo di Borbone presso la Santa Sede. Non a caso Giambattista Vico dedicò a lui il suo capolavoro “Princìpj di scienza nuova” (1744). 9.0 Mutignano Le memorie storiche e le risorse monumentali del comprensorio Atri-Cerrano non si esauriscono nel suo più antico centro. Sulle propaggini collinari, a ridosso di una incantevole marina in cui pare rispecchiarsi, sorge il ridente borgo di Mutignano. Piccola ma importante è la sua chiesa medievale dedicata a S. Silvestro Papa, e rimaneggiata in due tempi successivi: ‘400 e ‘700. Della originaria struttura rimangono frammenti di pietra ben squadrata e l’impianto del campanile. Murate sulla facciata , alcune residue lastre di ambone presentano scolpite rosette stilizzate e croci greche (quattro bracci di eguale lunghezza). Sono le testimonianze dell’architettura benedettina “sanliberatoriana” che plasmò di sé quasi tutte le chiese romaniche d’Abruzzo. All’interno della chiesa troviamo un delicato affresco votivo del ‘500: la Madonna in trono con il bambino tra S. Reparata, patrona di Atri e S. Biagio taumaturgo. L’autore è ignoto. La tecnica di esecuzione e gli accurati linearismi fanno pensare ad un pittore di rango, di cultura umbro-marchigiana. Troviamo ancora una croce processuale in argento del XIV secolo, un’acquasantiera con pesci scolpiti all’interno della vasca, un fonte battesimale di gusto barocco e una preziosa copia della Madonna di Bridgewater di Raffaello. Ma il pezzo forte dell’arredo è la pala dell’altare maggiore. Opera del De Litio, ritrae S. Silvestro assieme a quattro storie della sua vita: il miracolo del toro risuscitato, il miracolo del drago, la disputa con i rabbini e il battesimo di Costantino. Studiata da Bertaux nel 1898, la tavola, a guisa di trittico, mostra la figura di S. Silvestro al centro in trono con tiara, mantello e croce, mentre ai lati, in quadri sovrapposti, appaiono le vivaci scenette ispirate ad una iconografia cara alla religiosità ingenua e popolare dell’epoca.

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10.0 Torre di Cerrano Ultimo, ma non da meno, (last but not least), la Torre di Cerrano svetta su un magico scenario che abbraccia verdi collinari, candide dune, alberi secolari, acque di azzurro profondo. La sua recente promozione istituzionale a Parco Marino conferma la presenza di un ecosistema unico, di una biodiversità straordinaria i cui equilibri, delicatissimi, vanno tutelati e valorizzati. L’habitat, tuttavia, pur importantissimo, non è tutto. La torre costituisce in sé un’entità storica e archeologica tale da assurgere, meritatamente, a simbolo non solo di Pineto ma dell’intera costa teramana. La sua costruzione venne iniziata nel 1568 dal Vicerè di Napoli Alvarez de Toledo e completata dal suo successore Parafan de Ribeira. Essa faceva parte di un sistema di fortificazioni litoranee per la difesa del territorio contro le scorrerie di pirati saraceni ed altri. Non dobbiamo dimenticare che all’epoca, l’impero ottomano esercitava la sua pressione sul mediterraneo orientale inducendo Carlo V e Filippo II, poi, regnanti spagnoli sulle Due Sicilie, a finanziare una lunga serie di torri di avvistamento e piazzeforti lungo la riviera adriatica. Attualmente, tra il Tronto e il Trigno se ne contano 17. L’aspetto architettonico della torre è quello di una piramide tronca, a base quadrata, coronata da merli. E’ stata ampliata e dotata di nuovi volumi successivamente. Dal punto di vista storico è stata avanzata l’ipotesi che l’antico porto di Atri sorgesse nel tratto di mare antistante. In un documento del 1255, Alessandro IV Papa, tra i privilegi concessi ad Atri, parla del portum in Pinna Cerrani et ubique per litora maris. Evidentemente si trattava di un porto-approdo la cui esistenza pare confermata anche dalle ricerche condotte dalla Soprintendenza Archeologica d’Abruzzo e dalla Cattedra di medicina subacquea e iperbarica dell’Università di Chieti. E’ stata accertata, su un tratto di mare di un chilometro quadrato, la presenza di blocchi di pietra d’Istria lavorata, nonché murature in laterizio alte fino a due metri e mezzo con uno spessore di due metri. Sono considerati i resti di un antico porto che il progressivo insabbiamento dei fondali (legati a fenomeni bradisismici) e il violento maremoto del 1627 fecero scomparire alterando radicalmente la foce fluviale del Cerrano (oggi torrente) e il tratto di costa. Conclusioni Possiamo, a questo punto, concludere con Cicerone “quocumque ingredimur, in aliquam historiam pedem posimus” ovunque andiamo poniamo il piede nella storia, scoviamo cioè una immagine di civiltà. Il comprensorio Atri-Cerrano è in realtà un giacimento storico archeologico ancora da recuperare e indagare. Il seminario di oggi a mio parere, non vuole soltanto comprendere “quanto sia credibile e in che direzione vada una eventuale sua candidatura all’UNESCO” ma tende a richiamare l’attenzione delle istituzioni e della cittadinanza sulla necessità di una maggiore protezione del nostro patrimonio storico e naturalistico. Atri capoluogo e il suo territorio in questo ultimo secolo hanno subito uno “sviluppo distruttivo”: manomissioni devastanti, sventramenti arbitrari in zone di interesse storico, ristrutturazioni lesive del contesto urbanistico, superfetazioni edilizie obbrobriose, eliminazione di ampie zone verdi che ne hanno stravolto l’antico equilibrio. Sono stati abbattuti: un antico convento (di Benedettine), due chiese (S. Pietro e S. Leonardo), il famoso arco di Monsignore, la medievale “Porta Macelli”, stabili ottocenteschi e via dicendo. Tutto ciò per far posto a costruzioni incongrue, disomogenee, banali e scadenti. Inoltre, ancora oggi, il patrimonio storico e artistico, al di là della bolsa propaganda, viene quotidianamente svilito. Il corso E. Adriano, progettato a misura d’uomo per tranquilli incontri e passeggio cittadino, è ormai preda di un osceno carosello di macchine. Le tre piazze adiacenti, su cui si affacciano prestigiosi monumenti, sono utilizzate per parcheggi selvaggi e incivile crocevia di macchine. Ma non basta. Oltre la cecità mentale locale, esiste un problema di ordine generale. Come Marshall Mc Luan aveva intuito, le peculiarità di ciascuna comunità rischiano la dissolvenza nella palude

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omologatrice della globalizzazione. Tutti ormai avvertono la diffusa perdita della memoria collettiva e un degrado umano ed ambientale mai riscontrato prima. Il pensiero unico (monocultura asservita al mercato) manipola le esistenze incanalandole su altre idee e stili di vita. Ma le coscienze piÚ avvertite non demordono. Esse sono fermamente convinte che i valori unitariamente espressi (paesaggistici, storici e monumentali) conferiscono orgoglio civico, coesione sociale e senso di appartenenza ad un peculiare contesto territoriale. Anche in questa prospettiva, è auspicabile che questo incontro possa contribuire, almeno in parte, a rivitalizzare le radici della nostra identità civile, etica e culturale.

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MASTER GESLOPAN GESTIONE DELLO SVILUPPO LOCALE NEI PARCHI E NELLE AREE NATURALI

Atri - Cerrano

Un comprensorio di potenziale interesse per l’UNESCO 26 26 giugno giugno 2010 2010

Pietro Giorgio Tiscar Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate Università degli Studi di Teramo

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Pietro Giorgio Tiscar

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- Ricerca - Formazione pgtiscar@unite.it

DECISORI

RICERCA PORTATORI DI INTERESSE

AMBIENTE

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1998-2001: Indagine conoscitiva

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I fase: indagine conoscitiva tesa a raccogliere ed integrare i dati e le informazioni già esistenti sull’area di interesse e sulle aree contigue

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II fase: : i dati raccolti nel corso della precedente fase sono stati elaborati ed approfonditi negli aspetti emergenti, integrandoli in un quadro generale anche attraverso uno studio specifico

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1998 anno

1999 biomassa commerciabile

Fonte: Laboratorio Provinciale di Biologia Marina di Bari pgtiscar@unite.it

Indagini biocenotiche sui popolamenti bentonici di substrato duro dei fondali marini antistanti la Torre del Cerrano

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Bioconcrezioni a Sabellaria halcocki pgtiscar@unite.it

Bioconcrezioni a Sabellaria halcocki pgtiscar@unite.it 60


Creazione di un’Area Marina Protetta in località Torre del Cerrano: analisi dell’impatto socio-economico.

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Studio delle risorse ittiche presenti sul litorale antistante la Torre del Cerrano: la Chamelea gallina e le comunità bentoniche dei substrati mobili

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Indice di Shannon-Weaver (diversitĂ specifica) Indice di Margaleff (ricchezza in specie)

Indice di Pielou (Eveness) Indice di dominanza di Simpson pgtiscar@unite.it

RLU 70 60 50

AQMS Zymosan

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tempo (ore)

A (534 nm)

0,2 0,15 0,1 0,05 0 1

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III fase: conclude lo studio e definisce il piano di gestione

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TISCAR P.G., CIARELLI A., CERIOLA L., DELLA SALDA L. – (2003) – Approccio preliminare per lo studio dello stock di vongole (Chamelea gallina, L.) antistante la Torre del Cerrano (TE), Mare Adriatico: una possibile Area Marina Protetta. Bollettino SIPI (37) 43-62. CERIOLA L., MARANO G., PASTORELLI A.M. TISCAR P.G., CIARELLI A. – (2003) – Biodiversità dei fondi mobili nell’area costiera di Torre del Cerrano (Abruzzo, Italia). Biologia Marina Mediterranea, 10 (1): 659-662. CERIOLA L., MARANO G., PASTORELLI A.M. TISCAR P.G., CIARELLI A. – (2004) – Biodiversità dei fondi mobili nell’area costiera di Torre del Cerrano (Abruzzo, Italia). Atti 33° Congresso della Soc ietà Italiana di Biologia Marina Italiana. Castelsardo (SS) 3-8 giugno 2002. NARCISI V., CARGINI D., MOSCA F., CALZETTA A., TISCAR P.G. – (2007) – Chamelea gallina haemocytes: a morphological and immuno-functional approach. 13° EAFP International Conference; Grado (Italy) 17-22 september 2007. 1864 CARGINI D, MOSCA F, NARCISI V, CALZETTA A, TISCAR P.G. (2008). Valutazione dello stato dello stock di Chamelea gallina (L. 1758) nel tratto di mare antistante l'istituenda Area Marina Protetta “Torre di Cerrano”. I Quaderni di OASIS. (vol. 2, pp. 4-14). TERAMO: Provincia di Teramo (ITALY). PERUGINI M., MANERA M., VISCIANO P., TURNO G., DI DERAFINO G., GIAMMARINO A., GROTTA L., AMORENA M (2008). Valutazione della contaminazione da IPA in organismi bentonici prelevati lungo la costa dell’istituenda Area Marina Protetta “Torre Cerrano” (Teramo, Italia). I Quaderni di OASIS. (vol. 2, pp. 33-60). TERAMO: Provincia di Teramo (ITALY). CARGINI D, MOSCA F, NARCISI V, CALZETTA A, TISCAR P.G. (2008). Indagine biocenotica del macrobentos di fondo molle relativo all'istituenda Area Marina Protetta “Torre di Cerrano” (Teramo, Italia) e studio dei banchi naturali a Chamelea gallina (L.1758). I Quaderni di OASIS. (vol. 2, pp. 15-32). TERAMO: Provincia di Teramo (ITALY). TRANQUILLI LEALI R., LO BOSCO L. (2008). La compatibilità dell’esercizio dell’attività di pesca con la tutela dell’ambiente marino anche in relazione all’istituzione delle Aree Marine Protette. I Quaderni di OASIS. (vol. 1, pp. 1-64). TERAMO: Provincia di Teramo (ITALY). GIANNICE S. (2008). Realizzazione di un’indagine di sfondo sull’attività socio-economica della pesca nel territorio abruzzese. I Quaderni di OASIS. (vol. 3, pp. 1-24). TERAMO: Provincia di Teramo (ITALY).

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Foce Vomano N°

140 120 100

biomassa tot.(Kg) = 2,5 N° tot = 888 taglia media (cm) = 24,94 dev. St. = 2,87

Torre Cerrano N°

10 8

80

6

60

4

40

2

20 0

biomassa tot.(Kg) = 0,3 N° tot = 26 taglia media (cm) = 26,84 dev. St. =1,8

14

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taglia (cm)

Silvi Marina N°

4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0

biomassa tot.(Kg) = 0,1 N° tot = 26 taglia media (cm) = 27,28 dev. St. = 2,4

32

34

taglia (cm)

Fiume Piomba N°

30 25 20

biomassa tot.(Kg) = 1,7 N° tot = 152 taglia media (cm) = 27,11 dev. St. = 2,5

15 10 5

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taglia (cm)

24

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taglia (cm)

Distribuzione di taglia Ch. gallina TISCAR P.G., CIARELLI A., CERIOLA L., DELLA SALDA L. – (2003) – Approccio preliminare per lo studio dello stock di vongole (Chamelea gallina, L.) antistante la Torre del Cerrano (TE), Mare Adriatico: una possibile Area Marina Protetta. Bollettino SIPI (37) 43-62.

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Progetto “Tempo zero: caratterizzazione dell’AMP “Torre Cerrano” Stima e caratterizzazione dei popolamenti biocenotici sia di substrato duro che molle attraverso: - Analisi acque - Analisi sedimenti - Ecotipizzazione dei fondali - Mussel watching - Creazione collezione di riferimento - Ottimizzazione delle rilevazioni ufficiali Obiettivi: - Fornire dati per il monitoraggio degli effetti dell’azione di protezione - Fornire ai decisori elementi trasparenti di gestione dei conflitti - Fornire dati per il monitoraggio degli effetti di spill over - Fornire dati per lo sviluppo di azioni di valorizzazione del prodotto Risultati attesi: - Proposizione di un nuovo modello di sviluppo adriatico conseguente alla creazione di una AMP - Sviluppo di un approccio tecnologico, a lungo termine e “environmental friendly” nei portatori di interesse pgtiscar@unite.it 65


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Grazie per l’attenzione…… pgtiscar@unite.it 66


Capone Paola

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Master in Gestione dello Sviluppo Locale nei Parchi e nelle Aree Naturali Pineto (TE), 26 giugno 2010

VALENTINO MANUCCI

Valentino Manucci

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L'UNESCO è Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura. La Convenzione istitutiva dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura è stata adottata dalla Conferenza di Londra nel novembre 1945 ed è entrata in vigore, ratificata da 20 stati, il 4 novembre 1946. Sono membri dell'Unesco, all'ottobre 2009, 193 Paesi più 7 membri associati. L'obiettivo principale dell'UNESCO è quello di contribuire al mantenimento della pace e della sicurezza nel mondo, rinsaldando, tramite l'educazione, la scienza, la cultura e la comunicazione, la collaborazione tra Nazioni, al fine di assicurare il rispetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali per tutti, senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione, che la Carta delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli. L'UNESCO sovrintende alla gestione del Patrimonio mondiale dell'Umanità (World Heritage List). Per quello che riguarda in modo specifico la tutela e lo sviluppo delle aree naturali protette, L'UNESCO promuove il Programma "Man and the Biosphere" (MAB).

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L'UNESCO con la Convenzione sul Patrimonio dell'Umanità del 1972 si prefigge di proteggere, conservare e valorizzare il patrimonio mondiale culturale e naturale considerato di importanza per tutta l’umanità, avente per questo un “eccezionale valore universale”. Attualmente (all'aprile 2009) 186 Paesi hanno aderito alla Convenzione. I beni a cui viene riconosciuto questo valore vengono inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale o World Heritage List (WHL), e diventano oggetto di tutela da parte della comunità internazionale. La lista include attualmente (all'aprile 2009) 890 Siti di cui, 689 culturali, 176 naturali e 25 misti in 148 Stati Membri. Per quanto riguarda l'Italia, queste aree interessano principalmente siti di rilievo culturale (44 siti di cui 42 culturali, 2 naturali e nessun sito misto). L'azione dell'UNESCO si sostanzia attraverso l'operato di svariati organismi internazionali: il Comitato per il Patrimonio Mondiale è l'ente statutario responsabile delle decisioni sia per quanto riguarda l’area della selezione di nuovi siti per l'elenco del Patrimonio Mondiale che per l’area della protezione dei siti dell'elenco; ad esso fanno capo 2 enti consultivi, il Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti (ICOMOS), che fornisce le valutazioni per ciò che riguarda i siti culturali, e l'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN), che fornisce invece le valutazioni dei siti naturali; un terzo ente consultivo, il Centro Internazionale per lo Studio della conservazione e del restauro dei Beni Culturali (ICCROM) fornisce consulenza circa il restauro dei monumenti. Nel 1975 il Comitato ha elaborato i criteri da tener presenti per poter iscrivere un bene nella WHL. Tali criteri, periodicamente revisionati, sono codificati nelle Linee guida operative per l’attuazione della Convenzione, che sono il principale strumento di lavoro per ciò che riguarda il Patrimonio Mondiale. Fino alla fine del 2004 i siti erano selezionati sulla base di sei criteri culturali e di quattro criteri naturali. Con l'adozione della più recente versione rivista delle Linee guida, esiste un solo insieme unico di dieci parametri di riferimento, almeno uno dei quali deve essere soddisfatto. 79


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Lanciato nei primi anni '70 e aggiornato di recente per contribuire alla attuazione degli obiettivi fissati dall'Agenda 21 e dalla varie Conferenze internazionali sulla biodiversità, il Programma "Man and the Biosphere" (MAB), è finalizzato a sviluppare le basi per un uso sostenibile delle risorse, la conservazione della diversità biologica, e per il miglioramento dei rapporti tra l'uomo e l'ambiente globale. Programma presente fisicamente a livello internazionale attraverso la Rete Mondiale di Riserve della Biosfera o World Network of Biosphere Reserves (WNBR), attualmente costituita da 564 riserve in 109 paesi, di cui 8 in Italia: aree nelle quali sono presenti ecosistemi terrestri o marini di particolare interesse, nelle quali si promuovono forme di sviluppo nuove che uniscano alla conservazione della biodiversità l'uso sostenibile delle risorse. Riserve riconosciute a livello internazionale per opera dell'ICC (International Coordinating Council), istituite formalmente dai governi nazionali; rimangono sotto la giurisdizione degli stati all'interno dei quali sono ricomprese (la gestione rimane comunque a chi già la effettua e i vincoli restano quelli di cui alle leggi vigenti, esercitati dalle Autorità competenti). La Rete Mondiale è regolamentata dal Quadro Statutario adottato durante la Conferenza Generale dell'Unesco nel 1995 che presenta la definizione, gli obiettivi, i criteri e la procedura da seguire per designare le Riserve della Biosfera. Le azioni raccomandate per lo sviluppo delle Riserve della Biosfera sono fissate nella "Strategia di Siviglia".

Cultural landscapes are cultural properties and . represent the ""combined combined works of nature and of man" designated in Article 1 of the Convention. They are illustrative of the evolution of human society and settlement over time, time, under the influence of the physical constraints and/or opportunities presented by their natural environment and of successive social, economic and cultural forces forces,, both external and internal internal.. (Operational Guidelines for the Implentation of the World Heritage Convention. WHC. 08/01) Base cartografica Piano territoriale Provincia di Teramo – Carta Beni Ambientali, Storici e Paesaggistici

Una realtà dotata di peculiarità uniche, in cui prende forma un paesaggio tanto diversificato quanto omogeneo: sia quello edificato dall’uomo coi suoi elementi storici, architettonici e archeologici, sia quello naturale che, per quanto alterato e in parte depauperato proprio dalla presenza umana, presenta tuttora aspetti geologici, geormofologici, floristici, vegetazionali e faunistici di notevole valore naturalistico oltre che storico..

“PAESAGGIO CULTURALE” - SINTESI DELLA PERFETTA INTERAZIONE TRA UOMO E AMBIENTE Un contesto il cui valore è già stato a suo tempo fatto emergere da altri strumenti di pianificazione territoriale quale il Piano Territoriale Provinciale, inserendo l'intero comprensorio nella cartografia di dettaglio come un'area da sottoporre ad una specifica pianificazione a matrice ambientale e paesistica. 80


I CRITERI__________________________________ I. Rappresentare un capolavoro del genio creativo umano;

Area iscrivibile nella WHL?

II. Costituire una testimonianza considerevole, in un periodo dato o in una determinata area culturale, dello sviluppo dell’architettura o delle tecniche delle arti monumentali, urbanistiche o paesaggistiche;

IV. Offrire un esempio rilevante di un tipo di costruzione di un insediamento architettonico, tecnologico o paesaggistico illustrante uno o più periodi significativi della storia umana; V. Costituire un esempio rilevante di insediamento umano o di occupazione del territorio, rappresentativi di una cultura, soprattutto se minacciata da cambiamenti irreversibili;

PATRIMONIO CULTURA ALE

III. Apportare una testimonianza unica o quantomeno eccezionale, della tradizione culturale di una civiltà vivente o scomparsa;

Sicuramente soddisfatti almeno 2 criteri, di cui almeno 1 culturale e almeno 1 naturale... QUINDI

VI. Essere associato ad avvenimenti o tradizioni viventi, idee, credenze o opere artistiche o letterarie; VII. Rappresentare dei fenomeni naturali o aree di una bellezza naturale e di un’importanza estetica eccezionali;

IX. Essere un esempio di assoluto rilievo di processi ecologici e biologici, nell’evoluzione e nello sviluppo dell’ecosistema di piante, animali terrestri, acquatici, costieri e marini; X. Contenere gli habitat naturali più rappresentativi e più importanti per la conservazione nel luogo della diversità biologica, compresi quelli in cui sopravvivono specie minacciate aventi un valore universale eccezionale dal punto di vista della scienza e della conservazione.

PATIMONIO NATURALE

VIII. Costituire uno degli esempi eminentemente rappresentativi delle grandi epoche della storia della terra comprese le testimonianze di vita, i processi geologici nel corso dello sviluppo delle forme terrestri o elementi naturali aventi un grande significato;

...l'area Atri Atri--Cerrano come PRIMO SITO MISTO ITALIANO!

Tratto dalle Linee guida operative per l'attuazione della Convenzione del Patrimonio Mondiale, Capitolo II.D WHC. 08/01

LE FUNZIONI_______________________________________________ (i) Conservazione della diversità biologica, delle risorse genetiche, delle specie, degli ecosistemi e dei paesaggi, e della diversità culturale;

Area iscrivibile nella WNBR?

(ii) Sviluppo, centrato principalmente sulle popolazioni locali, secondo modelli di gestione “sostenibile” del territorio; (iii) Logistica, per supportare progetti di dimostrazione, informazione, educazione ambientale, ricerca e monitoraggio collegati a bisogni di conservazione e sviluppo sostenibile locale, nazionale e globale.

I CRITERI___________________________________________________ 1. Essa dovrebbe comprendere un mosaico di sistemi ecologici rappresentativo delle principali regioni biogeografiche, tra cui una gradazione di interventi umani. 2. Essa dovrebbe essere di importanza per la conservazione della biodiversità. 3. Essa dovrebbe consentire l'opportunità di esplorare e dimostrare approcci allo sviluppo sostenibile su scala regionale. 4. Essa dovrebbe avere dimensioni adeguate a svolgere le tre funzioni delle riserve della biosfera, di cui all'articolo 3. 5. Essa dovrebbe includere le seguenti funzioni, attraverso zonazione del caso, riconoscendo: (A) un'area centrale [...] (B) una zona cuscinetto [...] (C) una zona di transizione […] 6. Dovrebbero essere fornite le modalità organizzative per il coinvolgimento e la partecipazione di un numero adeguato di autorità pubbliche, comunità locali e interessi privati nella progettazione e lo svolgimento delle funzioni di una riserva della biosfera. 7. Inoltre, deve prevedere la possibilità di: (A) meccanismi per gestire l'uso e le attività umane nella zona/e tampone; (B) una politica o un piano di gestione dell'area come riserva della biosfera;

La richiesta di candidatura avrebbe buone possibilità di essere accolta, in quanto, ipotizzando di voler candidare un terriotorio di cui l'AMP Torre del Cerrano costituisce il fulcro, le funzioni indicate dal Quadro Statutario sarebbero ampiamente coerenti e connesse con quelle che sono le finalità istitutive dell’AMP. Mancherebbero ancora tuttavia alcuni elementi quali una coerente zonazione e un piano di gestione dell'area, requisiti necessari per soddisfare i criteri indicati dal Quadro Statutario.

(C) un'autorità designata o un meccanismo per attuare la suddetta politica o piano; (D) programmi di ricerca, monitoraggio, educazione e formazione. Tratto dal Quadro Statutario della WNBR, Art. 3 e 4

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Di un'ipotetica candidatura alla WHL privilegio di divenire oggetto di tutela da parte della comunità internazionale; maggiore sensibilizzazione del pubblico nei confronti del sito e dei suoi valori eccezionali, rafforzando anche le attività turistiche sul sito, specie per le forme di turismo “verde” e culturale; maggiore visibilità connessa alla possibilità per il sito, di essere inserito nei circuiti promozionali nazionali ed internazionali; Accesso a finanziamenti e forme di sostegno per la tutela e la salvaguardia del sito (v. legge 22 febbraio 2006 n.77) Di un'ipotetica candidatura alla WNBR: maggior prestigio e visibilità su scala internazionale e nazionale del sito, traducibile in maggior riconoscimento e promozione di forme di sviluppo sostenibile del territorio (es. turismo), non solo di quello della Riserva, ma anche quello di tutta l'area vasta circostante; l’inserimento in una rete mondiale, implica scambio di informazioni e cooperazione fra diverse Riserve, a livello di esperienze di gestione, ricerca, sperimentazione, monitoraggio, educazione, ambientale, formazione; maggior coinvolgimento nella gestione fra i diversi operatori economici del/nel territorio per una gestione responsabile da parte delle comunità locali; la supervisione, anche tramite promozione di iniziative, da parte dell'UNESCO

...ma sopratutto la possibilità, che deriva da entrambe, di sviluppare un Piano di Gestione, il quale, oltre a rappresentare uno strumento utile per la definizione di misure adeguate per la conservazione del sito, per ottimizzare l’impiego delle risorse umane e finanziarie disponibili e per le procedure di monitoraggio, potrebbe aspirare a diventare il “Piano dei piani” per l’intero territorio, considerato nel suo insieme unitario di risorse...

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I RESTI ARCHEOLOGICI SOMMERSI PRESSO LA TORRE DEL CERRANO A cura della dott.ssa Marina Maria Serena NUOVO (archeologa subacquea specializzata, gruppo di lavoro della cattedra di Urbanistica Antica, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”)

La costa del comprensorio Atri-Cerrano si caratterizza per la presenza dell’Area Marina Protetta (AMP) “Torre del Cerrano”, recentemente istituita1 nel tratto di mare antistante la torre eponima. L’AMP si sviluppa per 7 km lungo la costa e per circa 5.5 km in mare, inglobando tre zone con un differente grado di tutela e un diverso regolamento di salvaguardia: zona B, di fronte alla Torre del Cerrano, zona C, che si sviluppa lungo l’intero fronte mare fino a circa 2 km dalla costa e un’ampia zona D (fig. 1). Nella zona B, in cui il regolamento di salvaguardia è più rigido e stringente, oltre a interessanti presenze naturalistiche2, sono state individuate evidenze archeologiche subacquee relative, molto probabilmente, ai resti del porto della città di Hatria, attuale Atri (TE), colonia fondata dai Romani alla fine del III sec. a.C., in seguito alla conquista della Sabina da parte del console M’. Curio Dentato3. I porti romani dell’alto e basso Adriatico occidentale sono sufficientemente conosciuti, mentre assolutamente scarse o quasi nulle sono le testimonianze archeologiche relative al tratto mediano. Per questo motivo i resti archeologici ritrovati a largo della Torre del Cerrano si rivelano di particolare importanza e suffragano ulteriormente la candidatura del comprensorio Atri-Cerrano alla “World Heritage Site List” promossa dall’UNESCO. Autori antichi, come Livio e Strabone4 , constatavano una certa ‘importuosità’ dell’Adriatico in generale. Tuttavia, la scarsità di porti denunciata dagli autori antichi non implica una situazione di totale mancanza di ancoraggi. All’assenza di grandi installazioni portuali, infatti, corrisponde la presenza di numerosi piccoli approdi, tutti solitamente alla foce di un fiume o nelle sue immediate Marina Serenafoce Nuovo vicinanze, come il porto di Hatria, a circa 1.8Maria km dalla del torrente Cerrano e a 3.5 km dalla foce del torrente Calvano. La posizione degli approdi medio adriatici in età romana è assolutamente strategica, essendo a controllo delle foci fluviali, spesso navigabili, e degli incroci delle principali arterie stradali - come la Caecilia, la Salaria, la Flaminia - con la via litoranea, una strada costiera che mette in comunicazione l’intero litorale adriatico, dal capo di Leuca ad Ancona. La presenza dei fiumi assicura un buon approvvigionamento idrico alle imbarcazioni che lungo questa costa praticano, verosimilmente, il piccolo cabotaggio e la cui rotta è conosciuta non solo dalla popolazione locale, ma anche, presumibilmente, dalle genti provenienti dalla sponda dalmata e dalla Grecia, come sembrerebbe testimoniare, ad esempio, la fondazione liburnica di Castrum Truentinum, (Martisicuro, TE) e la presenza di ceramica micenea negli insediamenti dell’Età del Bronzo individuati e documentati lungo tutta la fascia subappenninica. L’esistenza di un porto presso la foce del Cerrano è nota con certezza a partire dal Medioevo, 83 grazie ad un documento del 1225 in cui il papa Alessandro IV conferma le concessioni fatte alla città di Atri dal suo predecessore Innocenzo IV5.


I RESTI ARCHEOLOGICI SOMMERSI PRESSO LA TORRE DEL CERRANO I RESTI ARCHEOLOGICI SOMMERSI PRESSO LA TORRE DEL CERRANO A cura della dott.ssa Marina Maria Serena NUOVO (archeologa subacquea specializzata, gruppo di lavoro della A cura della cattedra dott.ssa Marina Maria Serena NUOVO (archeologa subacquea di lavoro della di Urbanistica Antica, Università degli Studi dispecializzata, Roma “La gruppo Sapienza”) cattedra di Urbanistica Antica, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”)

La costa del comprensorio caratterizzaperper la presenza dell’Area La costa del comprensorioAtri-Cerrano Atri-Cerrano si si caratterizza la presenza dell’Area MarinaMarina ProtettaProtetta 1 (AMP) “Torre del del Cerrano”, recentemente istituita1 nel neltratto tratto di mare antistante laeponima. torre eponima. (AMP) “Torre Cerrano”, recentemente istituita di mare antistante la torre percirca circa5.55.5 in mare, inglobando trecon zone L’AMP si sviluppa perper 7 km L’AMP si sviluppa 7 kmlungo lungolala costa costa ee per kmkm in mare, inglobando tre zone un con un differente grado di tutela e undiverso diverso regolamento regolamento didisalvaguardia: zonazona B, diB, fronte alla Torre differente grado di tutela e un salvaguardia: di fronte alladel Torre del Cerrano, zona C, che si sviluppa lungo l’intero fronte mare fino a circa 2 km dalla costa e un’ampia Cerrano, zona C, che si sviluppa lungo l’intero fronte mare fino a circa 2 km dalla costa e un’ampia zona D (fig. zona D (fig. 1). 1). Nella zona B, in cui il regolamento di salvaguardia è più rigido e stringente, oltre a interessanti Nella presenze zona B,naturalistiche in cui il regolamento di salvaguardia è più rigido e stringente, oltre a interessanti 2 , sono state individuate evidenze archeologiche subacquee relative, molto 2 naturalistiche , sono state individuate evidenze presenze probabilmente, ai resti del porto della città di Hatria, attuale archeologiche Atri (TE), coloniasubacquee fondata dai relative, Romani molto probabilmente, resti porto della città di Hatria,della attuale Atri fondata dai Romani alla fine delaiIII sec.del a.C., in seguito alla conquista Sabina da(TE), parte colonia del console M’. Curio 3 alla fine del .III sec. a.C., in seguito alla conquista della Sabina da parte del console M’. Curio Dentato 3 I porti Dentato . romani dell’alto e basso Adriatico occidentale sono sufficientemente conosciuti, mentre scarse oequasi nulle sono le testimonianze relative al tratto mediano. mentre I portiassolutamente romani dell’alto basso Adriatico occidentale archeologiche sono sufficientemente conosciuti, Per questo motivo i resti archeologici ritrovati a largo della Torre del Cerrano si rivelano assolutamente scarse o quasi nulle sono le testimonianze archeologiche relative al tratto di mediano. particolare importanza e suffragano ulteriormente la candidatura del comprensorio Atri-Cerrano alla Per questo i resti ritrovati a largo della Torre del Cerrano si rivelano di “World motivo Heritage Site List”archeologici promossa dall’UNESCO. 4 particolare ulteriormente la candidatura del comprensorio Atri-Cerrano alla Autori importanza antichi, comee suffragano Livio e Strabone , constatavano una certa ‘importuosità’ dell’Adriatico in “World Heritage Site List” promossa dall’UNESCO. generale. Tuttavia, la scarsità di porti denunciata dagli autori antichi non implica una situazione di 4 , constatavano una certa ‘importuosità’ dell’Adriatico in Autoritotale antichi, comediLivio e Strabone portuali, infatti, corrisponde la mancanza ancoraggi. All’assenza di grandi installazioni generale. Tuttavia, la scarsità porti denunciata dagliallaautori antichi nono implica situazione di presenza di numerosi piccolidiapprodi, tutti solitamente foce di un fiume nelle sue una immediate come porto di Hatria, a circa 1.8 dalla installazioni foce del torrente Cerrano infatti, e a 3.5 km dalla totalevicinanze, mancanza di ilancoraggi. All’assenza di km grandi portuali, corrisponde la foce del torrente Calvano. presenza di numerosi piccoli approdi, tutti solitamente alla foce di un fiume o nelle sue immediate La posizione degli approdi medio adriatici in età romana è assolutamente strategica, essendo a vicinanze, come il porto di Hatria, a circa 1.8 km dalla foce del torrente Cerrano e a 3.5 km dalla controllo delle foci fluviali, spesso navigabili, e degli incroci delle principali arterie stradali - come foce del torrente Calvano. la Caecilia, la Salaria, la Flaminia - con la via litoranea, una strada costiera che mette in comunicazione dalincapo Leuca ad Ancona. La presenza dei fiumi La posizione degli l’intero approdilitorale medioadriatico, adriatici età diromana è assolutamente strategica, essendo a assicura un buon approvvigionamento idrico alle imbarcazioni che lungo questa costa praticano, controllo delle foci fluviali, spesso navigabili, e degli incroci delle principali arterie stradali - come verosimilmente, il piccolo cabotaggio -e lacon cui la rottavia è conosciuta solostrada dalla popolazione locale, la Caecilia, la Salaria, la Flaminia litoranea,nonuna costiera che mette in ma anche, presumibilmente, dalle genti provenienti dalla sponda dalmata e dalla Grecia, come comunicazione l’intero litorale adriatico, dal capo di Leuca ad Ancona. La presenza dei fiumi sembrerebbe testimoniare, ad esempio, la fondazione liburnica di Castrum Truentinum, assicura un buon TE) approvvigionamento idrico alle imbarcazioni che lungo questadelcosta praticano, (Martisicuro, e la presenza di ceramica micenea negli insediamenti dell’Età Bronzo verosimilmente, piccolo cabotaggio la cuisubappenninica. rotta è conosciuta non solo dalla popolazione locale, individuati e il documentati lungo tutta lae fascia ma anche, presumibilmente, dalle provenienti dallacon sponda dalla Grecia, come L’esistenza di un porto presso la genti foce del Cerrano è nota certezzadalmata a partiree dal Medioevo, grazie ad un documento del 1225 in cui il papa Alessandro IV conferma le concessioni fatte alla sembrerebbe testimoniare, ad esempio, la fondazione liburnica di Castrum Truentinum, 5 città di Atri dal suo IV . micenea negli insediamenti dell’Età del Bronzo (Martisicuro, TE) e lapredecessore presenza Innocenzo di ceramica individuati e documentati lungo tutta la fascia subappenninica. 1 L’esistenza di un diporto la protetta, foce del Cerrano è nota con certezza a partire Medioevo, L’iter istitutivo questa presso area marina inserita tra le aree di reperimento di cui all’art. 36 delladal Legge 6 graziedicembre ad un 1991 documento 1225 dall’art. in cui4 ildella papa Alessandro IV conferma le concessioni fatte alla n.394, comedel modificata Legge 344/97, si è concluso con l’approvazione dello schema 5 del decreto istitutivo da parte della Conferenza Unificata Stato-Enti Locali nella seduta del 24 gennaio 2008. città di Atri dal suo predecessore Innocenzo IV . 2 Vallarola 2005. Coloniae deductae sunt Castrum, Sena, Hadria. (Livio, Periochae, XI). 1 L’iter 4istitutivo di questa marina protetta, inserita promunturium tra le aree dimedioque reperimento di cui all’art. 36 della …Στραβ Geo. VII, 5, area 10. Circumuectus inde Brundisii sinu Hadriatico ventis latus, cum Legge 6 dicembre 1991 n.394, Italiae come litora, modificata 4 della et Legge si è etconcluso l’approvazione dello schema laeva importuosa dextra dall’art. Illyrii Liburnique Histri,344/97, gentes ferae magna excon parte latrociniis maritimis del decreto istitutivo dapenitus parte della Conferenza Stato-Enti Locali nella infames, terrerent, ad litora Venetorum Unificata pervenit. (Livio, Ab Urbe condita, X, seduta 2, 4). del 24 gennaio 2008. 5 2 Vobis2005. et Civitati Vestre portum in Penna Cerrani, et ubique per litora maris per districtum et territorium Civitatis Vallarola eiusdem (Cfr. Sorricchio 1983, pp. 233-234, doc. (Livio, XIII). Periochae, XI). 3 Coloniae deductae sunt Castrum, Sena, Hadria. 3

πππππ  ®®®®             (Strab.Geo. VII, 5, 10); circumuectus inde Brundisii promunturium medioque sinu Hadriatico ventis latus, cum laeva importuosa Italiae litora, dextra Illyrii Liburnique et 84 Histri, gentes ferae et magna ex parte latrociniis maritimis infames, terrerent, penitus ad litora Venetorum pervenit. (Livio, Ab Urbe condita, X, 2, 4). 5 Vobis et Civitati Vestre portum in Penna Cerrani, et ubique per litora maris per districtum et territorium Civitatis 4


L’ultima notizia relativa al porto è del 1516, in cui esso risulta interrato e per questo motivo si decide di costruirne uno nuovo alla foce del torrente Calvano6, 3.5 km a nord della Torre del Cerrano, attualmente all’interno dell’abitato di Pineto. Le prime esplorazioni subacquee dei fondali prospicienti la Torre di Cerrano sono state eseguite tra il luglio e il novembre del 1982 a cura della Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo (dott. G. Angeletti), in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Medicina Subacquea ed Iperbarica dell’Università degli Studi di Chieti (dott. P. G. Data), l’ Associazione Nazionale degli Istruttori Subacquei di Roma, il C.R.A.S. Club subacqueo di Pescara e il Nucleo Sommozzatori Vigili del Fuoco di Teramo. Le ricognizioni hanno permesso di individuare murature ascrivibili, con grande probabilità, ad una struttura portuale, ad una profondità compresa tra i 4 e gli 11 m. La posizione di grandi blocchi in pietra d’Istria (fig. 2) ha fatto supporre la presenza di un molo ad “L” rovesciata e ha permesso di precisare l’estensione del bacino portuale: 3 km parallelamente alla costa e 1 km verso il largo. Altri manufatti, tra cui alcuni materiali ceramici sporadici inquadrabili cronologicamente tra il I e il II sec. d.C., sono stati individuati durante le suddette indagini7. Parte della documentazione fotografica e i risultati delle ricerche sono stati successivamente pubblicati nel 1983 nel volume “Cerrano ieri e oggi” a cura dell’Amministrazione Provinciale di Teramo. Negli anni 1986-1987 è stata condotta una seconda serie di ricognizioni svolte dalla cattedra di Topografia Antica dell’Università “La Sapienza” di Roma, da operatori dell’ AGIP e della Cooperativa abruzzese “Atlantis”, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo. Queste indagini, attraverso il rilievo diretto dei blocchi a limite dell’area, hanno portato all’individuazione di un bacino portuale (480 m x 350 m) con accesso a NE e di alcune pietre d’ormeggio di varie dimensioni, verosimilmente disposte lungo la banchina a seconda della grandezza e del pescaggio delle imbarcazioni che vi attraccavano8 (figg. 3 e 4). E’ stato documentato anche l’utilizzo di una doppia tecnica edilizia (puddinga e laterizio) spiegabile con l’uso continuo dello scalo e i probabili restauri di epoca imperiale. Nel 1989 sono state effettuate delle prospezioni di remote sensing da parte della società C.L.O.E. srl utilizzando il Sub-Bottom Profiler e il Side Scan Sonar9; esse hanno portato all’individuazione di 120 anomalie ad alta riflettività, ascrivibili con molta probabilità alla presenza di materiale lapideo e/o roccioso all’interno della matrice sabbiosa del fondale. Le ricerche sono riprese nel giugno del 2009 e sono state effettuate sotto la direzione scientifica della prof.ssa Luisa Migliorati (cattedra di Urbanistica Antica dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”), in accordo con il Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Abruzzo e il suo ufficio e si sono avvalse della preziosa collaborazione dell’ associazione culturale non-profit “Archeosub Hatria” (Silvi Marina, TE). Esse si sono poste l’obiettivo di effettuare rilievi sistematici delle presenze archeologiche sottomarine anche grazie alla creazione di Campi Scuola di Archeologia Subacquea (figg. 5 e 6). La campagna di documentazione subacquea si è svolta tra il 15 e il 20 giugno 2009 e ha coinvolto un piccolo numero di studenti del Corso di Laurea in Archeologia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Lo scopo di tale lavoro è stato quello di verificare lo stato di fatto delle strutture rinvenute durante le precedenti prospezioni e di riprendere il rilievo diretto dei resti non ancora documentati (figg. 7 e 8). L’attività è stata complicata dalle cattive condizioni di visibilità del fondale, in cui si è notata la presenza di un abbondante strato limoso, che oblitera parzialmente le evidenze archeologiche, nonché da una fitta popolazione di molluschi bivalve e di spugne.

Mattucci 1991, p. 33. Angeletti 1983, p. 120. 8 Migliorati 1997, p. 232. 9 La relazione strumentale è riportata all’interno della pubblicazione Il porto di Atri: un invito alla ricerca archeologica, Teramo 1991, pp. 64-75, ma non è specificato l’autore. 6 7

85


La cresta delle strutture si trova ad una profondità di circa 3 m e la loro base, coperta dal limo, è ad una profondità minima di 6.20 m. Durante questa campagna sono stati individuati delle possibili strutture in puddinga, di cui è stato eseguito uno schizzo planimetrico misurato. Le ricerche sono proseguite tra il 24 maggio e il 5 giugno 2010, ma in questo caso hanno interessato il tratto di mare antistante l’Hotel Mion, dove i pescatori locali segnalavano la presenza di probabili blocchi ad una distanza compresa tra i 600 e gli 800 m circa dalla costa. La nuova campagna di ricerca è stata svolta dal gruppo di lavoro della Cattedra di Urbanistica Antica dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” in accordo con il Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Abruzzo e il suo ufficio, sotto la direzione scientifica della prof.ssa Luisa Migliorati e in collaborazione con l’“Archeosub Hatria”. In concomitanza si è svolto il secondo Campo Scuola di Archeologia Subacquea, che ha visto la partecipazione di un piccolo gruppo di studenti dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e di subacquei locali, impegnati sia in lezioni teoriche basilari di archeologia subacquea, biologia marina e geologia, sia in esercitazioni pratiche in mare (figg. 9-12). Le pessime condizioni meteo-marine non hanno consentito di effettuare il numero di immersioni che ci si era preposti e di eseguire un rilievo completo delle evidenze individuate, la cui origine, naturale o antropica, rimane ancora da appurare. Si tratta di grossi blocchi di puddinga, di forma quadrangolare, parzialmente obliterati da uno spesso strato limoso. L’area interessata dalle evidenze è stata segnalata con boe e queste ultime sono state successivamente rilevate tramite stazione totale (fig. 13). Pertanto, sulla base di quanto presentato in questa breve relazione, si ribadisce l’opportunità della candidatura del comprensorio Atri-Cerrano alla “World Heritage Site List” promossa dall’UNESCO.

Fig. 1. L’AMP “Torre del Cerrano”; in arancione la zona B (foto tratta da www.torredelcerrano.it/comunicazione/immagine - amp.html).

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Fig. 2. Uno dei possibili blocchi in pietra d’Istria (foto Archivio “Archeosub Hatria”).

Fig. 3. Una delle pietre d’ormeggio recuperate (da Migliorati 1997, p. 233, fig. 5).

Fig. 4 Rilievi delle bitte individuate durante la campagna di ricerca del 1988 (disegni L. Migliorati).

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5 6 Figg. 5 e 6. Manifesto del Campo Scuola di Archeologia Subacquea 2009 e un momento delle attività in mare (foto M. Nuovo).

7 8 Figg. 7 e 8. Campo Scuola di Archeologia Subacquea 2009: briefing prima dell’immersione e rilievo subacqueo delle strutture sommerse (fig. 6: foto M. Nuovo; fig. 7: fotogramma tratto dal video di P. Meschalchin sulle attività del Campo Scuola).

88


9

10

11 12 Figg. 9-12. Campo Scuola di Archeologia Subacquea 2010: il gruppo di lavoro; le attività teoriche a terra; le immersioni nel tratto di costa antistante l’Hotel Mion; debriefing in barca con gli studenti del campo scuola (figg. 9-11: foto M. Nuovo; fig. 12 foto G. Patti).

Fig. 13. Campo Scuola di Archeologia Subacquea 2010: posizionamento delle boe tramite stazione totale (foto V. Torrisi).

89


ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE

90

Angeletti 1983

G. Angeletti Strutture sommerse antistanti la Torre di Cerrano, in Cerrano ieri e oggi, a cura di M. Sgattoni e P. Zanni Ulisse, Teramo 1983, pp. 119-123

Mattucci 1991

L. Mattucci Il porto medievale in AAVV Il porto di Atri: un invito alla ricerca archeologica, Teramo 1991, pp. 25-35

Migliorati 1997

L. Migliorati Insediamenti costieri del Piceno meridionale: primi risultati delle campagne di ricerca, “Bollettino di archeologia subacquea�, 1-2, 1997, pp. 229-236

Sorricchio 1983

L. Sorricchio Il Comune Atriano nel XIII e XIV secolo, Atri 1983

Vallarola 2005

F. Vallarola Cerrano. Terre da proteggere, Teramo 2005


Touring Club Italiano

La conoscenza e la promozione del patrimonio culturale Elio Torlontano Console del Touring Club Italiano

ATRI – CERRANO Un comprensorio di potenziale interesse per l’UNESCO

United Nations Educational Scientific Cultural Organization PINETO (Te) Sabato 26 Giugno 2010

Elio Torlontano

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Touring Club Italiano Finalità dell'Associazione

promozione della conoscenza del patrimonio culturale è la La

ragione d’essere del TCI

Articolo 1 - Il Touring Club Italiano (Tci), con sede in Milano, costituito l'8 novembre 1894 con la denominazione di Touring Club Ciclistico Italiano, ha come scopo lo sviluppo del turismo, inteso anche quale mezzo di conoscenza di paesi e culture, e di reciproca comprensione e rispetto fra i popoli. In particolare il Tci intende collaborare alla tutela ed alla educazione ad un corretto godimento del patrimonio italiano di storia, d'arte e di natura, che considera nel suo complesso bene insostituibile da trasmettere alle generazioni future. Il Sodalizio può conseguire i propri scopi sia con attività proprie che con la collaborazione e/o la partecipazione in altri Enti. L'associazione non ha scopo di lucro.

Touring Club Italiano

Da svbiuo l’ auuiwiuà di

divulgazione è stata potente con strumenti concreti indispensabili

conoscenza dell’Italia e fattivo aiuto alla realizzazione della sua unità per la

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Touring Club Italiano

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Da svbiuo l’ auuiwiuà di

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unità 93


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Touring Club Italiano

Il contribuito alla

creazione della coscienza nazionale attraverso la

conoscenza del Bel Paese è testimoniata nell’opera di Flavio

Favelli esposta al

MAXXI di Roma 94


Touring Club Italiano

Il contribuito alla

creazione della coscienza nazionale attraverso la

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Favelli esposta al

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Oggi il TCI è più che mai attivo nel far conoscere e

promuovere il

patrimonio culturale sia con iniziative

nazionali sia locali.

Dal 1998 Tci seleziona e certifica con la Bandiera arancione i borghi eccellenti dell'entroterra. Da dieci anni conduce i propri Soci alla scoperta degli angoli meno conosciuti del nostro Paese con la Penisola del Tesoro. Fissa ogni anno un appuntamento simultaneo in località diverse d’Italia per far incontrare l’associazione, i Soci e il territorio . Premia gli studenti che raccontano il proprio viaggio d’istruzione e promuovono la propria città o territorio quale meta di turismo scolastico, tramite foto, reportage, cortometraggi, sceneggiature e in qualsiasi altro modo. 95


Touring Club Italiano

174 localitĂ certificate ad oggi secondo il Modello di Analisi Territoriale 250 criteri raggruppati in

5 macroaree Touring Club Italiano

174 localitĂ certificate ad oggi secondo il Modello di Analisi Territoriale 250 criteri raggruppati in

5 macroaree 96


Touring Club Italiano Con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali

XI edizione 135 località Nel 2010

visitate della

“Iualia Minore”, centri cosiddetta

storici di eccezionale

valore e paesaggi di straordinaria

bellezza

Touring Club Italiano

Festa di

scoperta del territorio e incontro, aperto a tutta la cittadinanza e a tutte le età

Nel 2004, in occasione del 110° anniversario della nascita del Tci, venne celebrata la prima edizione di quella che è poi diventata un appuntamento annuale: la Giornata Touring. Le manifestazioni programmate per il 2009, che hanno interessato

53 località e tutte le regioni italiane (L’Aquila per l’Abruzzo), hanno avuto come filo conduttore il tema del turismo

lento

e consapevole delle

L’Aquila, 2009

specificità del territorio. 97


Touring Club Italiano

Due sezioni di concorso:

Un viaggio di classe e Vieni da noi

637 i lavori presentati nel 2009, che hanno coinvolto oltre 12.000 studenti

per le prime 4

classi delle Scuole Secondarie di 2°grado

Raccontare il proprio viaggio d’istruzione e promuovere la propria città o territorio quale meta di turismo scolastico, tramite foto, reportage, cortometraggi, sceneggiature e in qualsiasi altro modo.

Touring Club Italiano

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Raccontare il proprio viaggio d’istruzione e promuovere la propria città o territorio quale meta di turismo scolastico, tramite foto, reportage, cortometraggi, sceneggiature e in qualsiasi altro modo.


Touring Club Italiano

La

comunicazione

del TCI viaggia sulle pagine di

Qui Touring che raggiunge mensilmente più di

400.000 soci. In edicola è diffuso il monografico

Speciale QT. Via Internet QT Online e la Newsletter

Touring Club Italiano

Consoli

I , interlocutori primi e diretti dei Soci e rappresentanti locali del TCI, sono particolarmente

attivi nel creare occasioni d’inconuro dei Soci nel segno della

conoscenza del patrimonio culturale del proprio territorio

Ogni settimana i Soci hanno la possibilità di partecipare a un gran numero di attività e iniziative organizzate dai Consoli del Tci, dedicate appositamente a loro: visite guidate in luoghi di interesse artistico – culturale e musei, a itinerari enogastronomici, escursioni, visite a mostre, concerti, incontri a tema e altro ancora.

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Touring Club Italiano

Consoli

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Ogni settimana i Soci hanno la possibilità di partecipare a un gran numero di attività e iniziative organizzate dai Consoli del Tci, dedicate appositamente a loro: visite guidate in luoghi di interesse artistico – culturale e musei, a itinerari enogastronomici, escursioni, visite a mostre, concerti, incontri a tema e altro ancora.

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Aperti per voi Sempre più

Soci si dedicano

volontariamente e con passione alla

promozione della conoscenza del patrimonio culturale nel segno dello

spirito originario del TCI

Una iniziativa per favorire l'apertura di luoghi di cultura (musei, aree archeologiche, palazzi storici, chiese...) attraverso la collaborazione dei Volontari Touring per il Patrimonio Culturale. L'intento è di promuovere e diffondere la conoscenza dei beni culturali consentendo la visita di luoghi solitamente chiusi al pubblico. La preferenza va per i luoghi dove non è previsto un ingresso a pagamento. Il Touring Club Italiano, oltre a garantire l’apertura, “adotta” il sito realizzando, dove possibile, concerti, visite guidate, mostre, incontri e letture col fine di promuovere la valorizzazione e la conoscenza dei luoghi.

14 luoghi aperti in 7 città (Milano, Bologna, Mantova, Cremona, Lodi, Crema, Padova).

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Touring Club Italiano

comunitĂ di viaggiatori del TCI La

s’inconura anche svl Web.

Ognuno può essere promotore del patrimonio culturale attraverso il sito Touring

Web 2.0

Touring Club Italiano

Casa editrice ha un catalogo ricco in La

continuo

aggiorname nto per rispondere sempre a

esigenze diverse

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Touring Club Italiano

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1988

2007

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Touring Club Italiano

Il sostegno e il

contributo

scientifico all’auuiwiuà di promozione e conoscenza è dato dal

Centro Studi del TCI

Le attività del Centro Studi del Touring Club Italiano  Analisi scientifiche e indagini d’attualità  Piani di sviluppo territoriale, analisi delle realtà turistiche, studi d’impatto ambientale, sistemi integrati di gestione della qualità  Seminari, corsi e convegni  Lezioni-laboratorio

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Touring Club Italiano

La conoscenza e Tovrint è a L’esperienza la promozione disposizione per la buona del patrimonio culturale

fortuna del progetto Atri - Cerrano

Elio Torlontano

Console del Touring Club Italiano

ATRI – CERRANO Un comprensorio di potenziale interesse per l’UNESCO

United Nations Educational Scientific Cultural Organization PINETO (Te) Sabato 26 Giugno 2010

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DOCUMENTO D’INTESA PER LA PROMOZIONE DELLA CANDIDATURA DELL’AREA ATRI-CERRANO A “SITO UNESCO“ ISCRIZIONE ALLA WORLD HERITAGE LIST E/0 INSERIMENTO NEL PROGRAMMA MAN AND BIOSPHERE Tra 1)

REGIONE ABRUZZO

2)

SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA PER L’ABRUZZO

3)

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TERAMO

4)

PROVINCIA DI TERAMO

5)

COMUNE DI ATRI

6)

COMUNE DI PINETO

7)

COMUNE DI SILVI

8)

CONSORZIO DI GESTIONE AMP TORRE DEL CERRANO

9)

WWF ABRUZZO

10 )

LEGAMBIENTE ABRUZZO

11 )

ITALIA NOSTRA ABRUZZO

12 )

GESTORE RISERVA CALANCHI DI ATRI

13)

SOPRINTENDENZA BENI CULTURALI ED AMBIENTALI ABRUZZO

di seguito denominati “Enti ed Associazioni “ PREMESSO CHE l’idea di poter attivare una candidatura dell’area Atri-Cerrano per la individuazione come “sito Unesco “ nasce da alcune proposte avanzate dall’associazionismo locale; - che si intende promuovere il territorio collinare-costiero-marittimo compreso tra la Riserva dei Calanchi di Atri e l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano , al cui interno rientrano sia la Città di Atri che i resti archeologici sommersi dell’antico Porto di Cerrano oltre a tanti altri siti di interesse riportati nell’allegata cartografia, per promuovere un percorso volto al riconoscimento da parte dell’Unesco come Sito del patrimonio mondiale (World Heritage Site o Man and Biosphere ); -che nell’area presa in esame ricadono diversi beni culturali e ambientali , tutti distinti nella loro specificità, ma allo stesso tempo uniti da un filo conduttore comune, che li rende unici e di indubbio valore. Motivo per cui si ritiene ci siano i presupposti per un inserimento nella Lista, non dei singoli beni presenti sul territorioma del territorio stesso , inteso come unità culturale, dove si motivano reiprocamente le esigenze monumentali e gli elementi naturali ; 112


- che in tale senso il territorio in esame avrebbe tutti i requisiti per essere definito “paesaggio culturale” come sintesi della perfetta interazione tra uomo ed ambiente; - che la pregiatezza di tale contesto è stata fatta già emergere da altri strumenti di pianificazione territoriale quale il Piano Teritoriale Provinciale , che inserisce l’area Atri-Cerrano nella cartografia di dettaglio come un’area da sottoporre ad una specifica pianificazione a matrice ambientale e paesistica, ritenendo quest’area di assoluta eccellenza rispetto al resto del territorio provinciale ; - che per queste ragioni possiamo ritenere l’area Atri-Cerrano di valore universale eccezionale e che potrebbe aspirare ad entrare nella Lista del Patrimonio Mondiale in quanto diversi sono i criteri Unesco che potrebbero essere soddisfatti per l’inserimento in tale Lista e, congiuntamente o in alternativa possa essere considerato dall’Unesco per l’inserimento nel programma MAB, Man and Biosphere; - considerato che gli Enti e le Associazioni in elenco hanno già espresso una volontà di massima ad avviare un percorso volto al conseguimento di tale riconoscimento ; - che per rendere competitiva ed incisiva la candidatura sarà necessario lavorare attraverso una programmazione da parte delle locali amministrazioni , indirizzandovi Pianificazioni e Programmazioni di varia estrazione disciplinare e rivolgendo un particolare interesse su molteplici aspetti : naturalistici, storici , archeologici e culturali; - che il fattore essenziale perchè ciò avvenga sia individuato nella capacità di coordinamento delle azioni promosse dai vari Enti ed Istituzioni presenti sul territorio ; tutto ciò premesso , gli Enti e le Associazioni convengono di sottoscrivere il presente documento d’intesa per la promozione della candidatura dell’area Atri-Cerrano all’iscrizione alla Lista Unesco dei Word Heritage Sites e/o per l’inserimento nel programma MAB, Man and Biosphere dell’Unesco. A tal fine si propone di costituire un COMITATO PROMOTORE formato da : -

Il Presidene della Giunta della Regione Abruzzo ( o suo delegato ). Il Presidente della Giunta della Provincia di Teramo ( o suo delegato ). Il Sindaco del Comune di Pineto ( o suo delegato ). Il Sindaco del Comune di Atri ( o suo delegato ). Il Sindaco del Comune di Silvi ( o suo delegato ). Il Presidente dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano ( o suo delegato ). Il Gestore Riserva Naturale Regionale Calanchi di Atri Il Rettore dell’ Università di Teramo ( o suo delegato ). Il Rappresentante Regionale di Legambiente . Il Presidente ITalia Nostra Regionale. Il Rappresentante WWF Abruzzo. Il Delegato dalla Soprintendenza Archeologica Abruzzo. Il Delegato dalla Soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali Abruzzo

Ci si riserva con successivo documento attuativo, di condordare le modalità operative del Comitato Promotore disciplinando l’impegno , di varia natura, ed il tipo di attività richiesta a ciascun attore. Ai fini di una migliore operatività del Comitato , lo stesso può eleggere un direttivo composto da tre a cinque membri , oltre ad eleggere il Presidente del Comitato. Il comitato provvede, altresì, ad approvare statuto e regolamento di gestione. Il presenteDocumento d’ Intesa è orientato, pertanto, a ratificare la volontà già espressa in via informale di condividere l’idea della candidatura dell’area Atri-Cerrano come un comprensorio di potenziale interesse per l’ Unesco sena rappresentare in alcun modo un impegno di tipo economico per i sottoscrittori. In questa fase di avvio, fino a nuova determinazione del Comitato Promotore, si concorda di mantenere come segretariato del Comitato stesso gli Uffici della Presidenza del Consiglio Comunale di Pineto, in Villa Filiani , Via D’Annunzio , 64025 PINETO ( TE), Tel. 085.9494554 e fax 085.9491341 . Email : pres.consiglioçcomune.pineto.te.it 113


Letto, confermato e sottoscritto _________________________________________________________________________________________ Organizzazione di Rappresentanza Nome e Cognome Firma _________________________________________________________________________________________ - Per la Regione Abruzzo

...................................................

........................................

- Per la Soprintendenza Archeologica d’Abruzzo

...................................................

........................................

- Per la Soprintendenza Beni Ambientali e Culturali Abruzzo ...................................................

........................................

- Per l’Università degli Studi di Teramo

...................................................

........................................

- Per la Provincia di Teramo

...................................................

........................................

- Per il Comune di Atri

...................................................

........................................

...................................................

........................................

- Per il Comune di Silvi

...................................................

........................................

- Per l’ AMP Torre del Cerrano

...................................................

........................................

...................................................

........................................

- Per l’Associazione WWF Abruzzo

...................................................

........................................

- Per l’Associazione Legambiente Abruzzo

...................................................

........................................

- Per l’Associazione Italia Nostra Abruzzo

...................................................

........................................

- Per il Comune di Pineto

- Per la Riserva Naturale dei Calanchi di Atri

_________________________________________________________________________________________ N.B. Coloro che hanno sottoscritto tale documento avranno cura di sottoporre l’atto ad eventuale ratifica presso gli organismi di appartenenza secondo la propria organizzazione interna e le proprie previsioni.

114


115


REGIONE ABRUZZO

PROVINCIA di TERAMO

Comune operatore di pace

COMUNE di ATRI

CITTÀ di SILVI

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI

SOPRINTENDENZA BENI ARCHEOLOGICI

Italia Nostra In collaborazione con citta’ ideale

Centro

Etnomusicologico

d'Abruzzo

FERRARA PAT R I M O N I O DELL'UMANITÀ

UNESCO

ARCOBALENO

Master

GeSLoPAN

Patrocinio

United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization

Commissione Nazionale Italiana per l‘UNESCO

Segreteria Organizzativa : Via G.D'Annunzio, 64025 PINETO (TE) Telefono/Fax 085/9497243 e-mail: pres.consiglio@comune.pineto.te.it Info: 329.4204967 - 347.7721728


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