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Il sacramento della Confessione
Un Padre misericordioso che ama i suoi gli
Giacomo Maria Martinacci
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I riquadri dei Santi e Beati proposti sul fronte di ognuno dei confessionali sono a cura di Daniele Bolognini
La collocazione dei nuovi confessionali nella nostra galleria degli ex voto non può essere un evento -sia pure di un certo rilievo- riguardante solo la sede delle Confessioni ma prima ancora è un'occasione importante per riettere insieme su quanto in quei confessionali -ora rinnovati- avviene: sono un luogo privilegiato in cui viene offerta la possibilità di sperimentare efcacemente la smisurata misericordia del Signore (come è evocato dalla riproduzione del famoso quadro di Rembrandt che abbiamo posto sulla porta di accesso al luogo dei confessionali con la scritta signicativa, tratta dal canto di Maria: Di generazione in generazione la sua misericordia ). Sul piccolo foglio, che da alcuni anni offriamo ai fedeli che giungono in questo luogo, è scritto il benvenuto nella casa della misericordia , infatti vi leggiamo: « , il Signore, ti acGesù coglie, lo illumina il tuo cuore perché il desidera Spirito Santo Padre ardentemente che il peccatore si converta e viva».
L' è il primo impatto per chi in qualunque modo e con le motiaccoglienza vazioni più diverse approda al confessionale. Opportunamente il proRito pone al sacerdote confessore di rivolgersi al penitente, ad esempio, con queste o simili parole: «Il Signore, che illumina con la fede i nostri cuori, ti dia una vera conoscenza dei tuoi peccati e della sua misericordia», ma anche di offrirgli qualche testo della Sacra Scrittura in cui si parla della misericordia di Dio e viene rivolto all'uomo l'invito a convertirsi, afnché siano coltivati pensieri di speranza e il dono della riconciliazione sacramentale lasci nel penitente una traccia bella con un rinnovato orientamento al bene. Il confessore è ministro della vita, ministro della gioia, ministro della libertà, ministro della misericordia, ministro dell'unico Amore che, ancora e sempre, si dona a noi perché noi possiamo quindi vivere una “festa della fede”: un momento di serena e lieta celebrazione della rinnovata piena comunione con Dio nella Chiesa. Noi portiamo la nostra concreta situazione esistenziale, perché nessuno è perfetto e in ognuno si devono riscontrare delle disattenzioni dal senso autentico della propria vita, e ci confrontiamo con Gesù: il Maestro, modello esemplare di un'esistenza orientata alla Vita. Papa Francesco afferma: «Il Signore ci dia la grazia di essere contenti oggi di avere un
▲ I nuovi confessionali nella galleria degli ex voto del nostro Santuario (foto di Andrea Aloi)
Padre di innita bontà, che nel tuo Figlio hai avuto misericordia per la Samaritana e, mosso dalla stessa paterna sollecitudine, hai offerto la salvezza a tutti i peccatori, ascolta le preghiere del tuo popolo:
fa’ che quanti ascoltano la parola del Vangelo si ritengano beati se poveri ed emarginati,“ ” se misericordiosi e puri di cuore; siano portatori di pace e sostengano con serenità le persecuzioni per entrare a far parte del tuo Regno;
conferma i loro propositi e proteggili nell’attesa del tuo Figlio, conservali con la tua provvidenza perché compiano il tuo disegno d’amore;
e fa’ che, uniti intimamente al Cristo, siano annoverati in terra fra i suoi discepoli e possano udire in cielo la sua voce che li riconoscerà davanti a te.
Amen.
Padre che perdona sempre, che perdona tutto, che fa festa quando perdona e che si dimentica della nostra storia di peccato!».
È un dato di fatto che la realtà concretissima del si affaccia peccato ad ogni persona in tutta la sua vita. Non vi è una denizione univoca ed esaustiva di “peccato”, ma possiamo affermare: è un fatto che «si erge contro l'amore di Dio per noi e allontana da esso i nostri cuori» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n.1850) e pertanto «è diametralmente opposto all'obbedienza di Gesù, che realizza la salvezza» ( ). Va inoltre Ivi ricordato che il peccato si ritorce anche contro la comunità, contro il prossimo e contro il peccatore stesso. A fronte di questo «il sacricio di Cristo diventa segretamente la sorgente dalla quale sgorgherà inesauribilmente il perdono dei nostri peccati» Ivi ( , n. 1851). Perciò il peccatore che, mosso dalla grazia di Dio misericordioso, intraprende il cammino della conversione, fa ritorno al Padre che «per primo ci ha amati» (1 Gv 4, 19), a Cristo, che per noi ha dato se stesso, e allo Spirito Santo, che in abbondanza è stato effuso su di noi. L'Apostolo Giovanni, nella sua prima Lettera, afferma: «Se confessiamo i nostri peccati, Dio è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e puricarci da ogni iniquità» (1, 9), e Gesù è ancora più illuminante: «Ci sarà più gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione» Lc ( 15, 7).
La volontà e il progetto di conversione, che è basilare per poter celebrare fruttuosamente il Sacramento della confessione, scaturisce da una azione dello Spirito Santo -che normalmente agisce nel segreto del cuore- e unisce la contrizione del peccato (quindi il dolore e la detestazione di quanto commesso) con il proposito di una vita nuova, cioè