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Sei Santi e Beati piemontesi

l'impegno di un cambiamento intimo e radicale per effetto del quale l'uomo si sforza di pensare, di giudicare e di riordinare la sua vita mosso dalla santità e dalla bontà di Dio, che non cessa di chiamarci al suo cuore di Padre. La conversione deve coinvolgere tutto l'uomo, con la sincera disposizione a riparare i danni del suo peccato, così da rischiarare sempre più il suo spirito e renderlo di giorno in giorno più conforme a Cristo. La , cioè confessione delle colpe il riconoscimento dei propri peccati - apertamente espresso nell'incontro con il confessore- si radica nella natura delle cose: il penitente, aprendo il proprio cuore, manifesta la sua concreta situazione al ministro di Dio e della Chiesa, afnché questi possa formulare il giudizio spirituale di misericordia nel nome del Salvatore Gesù. Naturalmente la confessione delle colpe va preceduta da un esame accurato della propria coscienza , per compiere il quale non mancano apposite tracce e sussidi, con lo scopo di favorire quanti trovano difcoltà a fare chiarezza. Pare ovvio d'altronde che la richiesta di perdono debba essere esplicitamente espressa davanti a Dio e manifestata al confessore, come si fa con un medico quando si tratta della salute del corpo.

Anche l'umile disponibilità del penitente a recepire gli eventuali suggerimenti e proposte del confessore è un elemento di non seconda

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santi e beati

SAN GIUSEPPE BENEDETTO COTTOLENGO

Nacque a Bra (CN) nel 1786 e fu ordinato sacerdote nel 1811. Nel 1818 ricevette la nomina a canonico della Basilica torinese del Corpus Domini e fu un ottimo confessore, prodigo nell'aiutare malati e poveri del centro cittadino. Fu un tragico fatto del settembre 1827 che diede, però, una svolta alla sua vita: la morte di una giovane partoriente, di passaggio a Torino e riutata dagli ospedali, cui diede gli ultimi Sacramenti. Dopo aver pregato davanti all'immagine della Madonna delle Grazie, venerata in Basilica, ebbe l'intuizione di aprire un piccolo ricovero per accogliere i più abbandonati. Nell'aprile 1832, trasferì l'ospedaletto a Valdocco, chiamandolo Piccola Casa della Divina Provvidenza. Con l'aiuto di molti benefattori sorsero a poco a poco ambulatori, asili e orfanotro: motore di tutto fu la preghiera. Amava ripetere: «Santicate tutte le opere vostre col farle per amore di Dio, sieno le preghiere, sieno gli esercizi della carità, sieno altre cose, il riposo, il cibo». Nel 1833 istituì le Suore Vincenzine e negli anni seguenti altre famiglie religiose con specici compiti. Fondò un monastero di clausura; volle inoltre una comunità di “Fratelli” e una di sacerdoti. La vicinanza e il grande amore che Cottolengo aveva per la Consolata, fecero del Santuario un riferimento per tutto l'Istituto. Chiamava l'ininterrotto dialogo con Dio . Scrisse: “laus perennis” «La preghiera vi fa cari a Dio, pregate dunque, pregate sempre; fatevi cari a Dio, e quando gli siate cari, egli sa molto bene, e meglio che non lo sappiate voi stessi, quello che vi è utile; non dubitate, ché vi darà in larga misura tutto che può valere a farvi santi». «Occupatevi unicamente del vostro spirito, attendendo con ogni impegno a viver bene e con pietà; […] spargete l'odore del buon esempio e della mutua edicazione, cercando di evitare i difetti anche più piccoli e meno osservati». Non cessava di raccomandare agli ospiti della Piccola Casa di accostarsi al sacramento della Confessione. Morì a Chieri il 30 aprile 1842.

▲ «S. Giuseppe Benedetto Cottolengo», olio su tela (dettaglio) di Piero Dalle Ceste conservato nella Basilica di Maria Ausi- liatrice in Torino

ria importanza perché questi, tra gli altri, ha il compito di essere medico dello spirito, certo senza confondersi con psicologi, psicoterapisti o psicanalisti. I livelli sono alquanto differenti: il confessore, pur nel breve colloquio della confessione, è un pastore chiamato a cogliere da una parola, dal tono della voce, da una sfumatura, da un cenno anche indiretto i segreti dell'anima per individuare le malattie dello spirito e poter offrire - con quella capacità di delicato discernimento che è l'intima cognizione dell'opera di Dio nel cuore degli uomini- i rimedi adatti attraverso il consiglio sapiente, la giusta parola, l'autentica indicazione di percorso.

Prima dell'assoluzione, il sacerdote invita il penitente a manifestare la sua contrizione, con il proposito di rinnovamento della sua vita, esprimendo in forma di preghiera la richiesta di perdono dei suoi peccati. Si possono usare espressioni della Sacra Scrittura o della Liturgia (ad esempio: Signore, pietà. Cristo, pietà, Signore, pietà), l'atto di dolore consueto, o parole che manifestino quanto in quel momento il penitente porta nel suo cuore. Una formula molto semplice potrebbe essere: Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore. Com'è ovvio, conta soprattutto lo spirito da cui nascono le parole.

Al peccatore che nella Confessione sacramentale manifesta al ministro della Chiesa la sua volontà di conversione, Dio concede il perdono con

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SAN GIUSEPPE CAFASSO

Nacque a Castelnuovo d'Asti nel 1811. Sua sorella Marianna sarà mamma del Beato Giuseppe Allamano. Ordinato sacerdotale nel 1833, l'anno seguente conobbe don Luigi Guala, insigne moralista e teologo, che fu realizzatore del Convitto Ecclesiastico presso la chiesa di S. Francesco d’Assisi in Torino per la formazione dei sacerdoti. Fu confessore ricercato, maestro di preti che a loro volta sarebbero stati “buoni pastori” e validi confessori. Conosceva la teologia morale, ma altrettanto bene sapeva leggere nel cuore della gente. Le sue lezioni erano efcaci grazie a una grande preparazione dottrinale, ma anche per le tante Confessioni raccolte in chiesa e grazie all'apostolato nelle carceri, a quei tempi luoghi davvero disumani. Tra i suoi “allievi” sono da ricordare S. Giovanni Bosco e il Beato Clemente Marchisio. Fu inoltre confessore della Venerabile Giulia di Barolo. Per lunghi anni ebbe il pietoso incarico di assistere i condannati alla pena capitale, che accompagnava personalmente alla forca. Nei suoi scritti leggiamo: «Tutta la santità, la perfezione e il pro- tto di una persona sta nel fare perfettamente la volontà di Dio […]. Felici noi se giungessimo a versare così il nostro cuore dentro quello di Dio, unire talmente i nostri desideri, la nostra volontà alla sua da formare ed un cuore ed una volontà sola: volere quello che Dio vuole, volerlo in quel modo, in quel tempo, in quelle circostanze che vuole Lui e volere tutto ciò non per altro se non perché così vuole Iddio». Ebbe sempre una devozione per la Madonna e nutriva un amore speciale per la Consolata: era l'immagine del suo oratorio privato, ogni sabato si recava a visitarla nel suo Santuario, viveva con intensità la sua festa e la raccomandava ai sacerdoti alunni del Convitto Ecclesiastico. Morì a Torino il 23 giugno 1860. Nel nostro Santuario vi è una cappella a lui dedicata in cui è esposta l'urna con le sue reliquie.

▲ «San Giuseppe Cafasso», olio su tela (dettaglio) di M. Gilardi conservato nel Convitto Ecclesiastico presso il Santuario della Consolata in Torino (foto di Andrea Aloi)

l' . Per mezzo di questo assoluzione Sacramento il Padre accoglie il glio pentito che fa ritorno a Lui, Cristo si pone sulle spalle la pecora smarrita per riportarla all'ovile, e lo Spirito Santo santica nuovamente questo suo tempio o intensica in esso la sua presenza; ne è segno la rinnovata e più fervente partecipazione alla mensa del Signore, nella gioia grande del convito che la Chiesa di Dio imbandisce per festeggiare il ritorno del glio lontano (in proposito si vedano nel Vangelo di Luca [15, 4- 32] le tre parabole della misericordia: la pecora smarrita, la moneta perduta e il padre misericordioso). Non si può dimenticare che gli uomini sono uniti tra loro da uno stretto rapporto soprannaturale, in forza del quale il peccato anche di uno solo reca danno a tutti mentre a tutti porta benecio la santità del singolo. Di conseguenza nell'atto sacramentale del perdono, compiuto dal ministro di Dio e della Chiesa, vi è congiuntamente come effetto la riconciliazione anche con i fratelli, che a causa del peccato sempre hanno subito una ferita.

Ricevuto il perdono dei propri peccati, è importante riconoscere e proclamare la misericordia di Dio: «Va' nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha

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▲ «San Giovanni Bosco», olio su tela (dettaglio) di Paolo Gio- vanni Crida conservato nella sacrestia della Basilica di Ma- ria Ausiliatrice in Torino (foto di Andrea Aloi) SAN GIOVANNI BOSCO

Nacque nel 1815 a Castelnuovo d'Asti, glio di contadini. Il padre morì quando aveva due anni e fu cresciuto da Mamma Margherita. Ordinato sacerdote nel 1841, su invito del Cafasso entrò a Torino nel Convitto Ecclesiastico di San Francesco, dove si formò per tre anni. Proprio nella sacrestia della chiesa di S. Francesco l’8 dicembre 1841 capitò il fatto che diede inizio al suo straordinario apostolato fra i giovani. Un giovane arrivato da Asti, orfano e analfabeta, fu il primo di una innumerevole schiera di giovani che grazie a Don Bosco diverranno “buoni cristiani e onesti cittadini”. Egli intuì che era anche fondamentale offrire loro la possibilità di qualicarsi con un lavoro per mantenersi dignitosamente. Nel 1846, giorno di Pasqua, in un modesto edicio tra i prati di Valdocco, oltre all'Oratorio, fondò scuole serali e laboratori professionali. Don Bosco ebbe sempre una grande devozione per la Consolata, celebrò molte volte la Messa in Santuario, chiesa in cui amava portare i suoi ragazzi, compreso San Domenico Savio. Nel luglio 1846 si ammalò gravemente e alla Consolata vennero rivolte ardenti preghiere. Nel 1854 diede inizio alla Società Salesiana, una nuova famiglia religiosa dedita all'educazione della gioventù. Dieci anni dopo fu posta la prima pietra del Santuario di Maria Ausiliatrice. Nel 1872, con Santa Maria Domenica Mazzarello fondò l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice per l'educazione delle ragazze. Nel novembre 1875 partirono i primi missionari per l'Argentina e nel volgere di qualche decennio le opere salesiane raggiunsero vari Paesi del mondo. Tra i suoi pensieri leggiamo: «Che cosa vi è di più bello e caro della Confessione? Quale cosa vi è mai in cui più ci abbia benecati il Signore che in questa?»; «Quando pregate, pensate a quel che fate. Pregando, parlate con Dio: parlare vuol dire pronunziare bene le parole in modo da essere intesi; quindi pregando, recitate adagio le preghiere e collo stesso tono di voce, col quale parlereste ad un amico a Voi caro». Morì a Torino il 31 gennaio 1888.

fatto e la misericordia che ha avuto per te» Mc( 5, 19) disse una volta Gesù a un uomo da Lui benecato. Il perdono divino dà a chi si è appena confessato la possibilità di un nuovo inizio che si riallaccia al proprio Battesimo: «Acqua e lacrime non mancano alla Chiesa: l'acqua del Battesimo, le lacrime della Penitenza» diceva S. Ambrogio. Davanti al peccatore perdonato ora si apre un nuovo tratto di strada , simile a quello che Gesù ha offerto alla donna peccatrice, quando le ha detto: «Va' e d'ora in poi non peccare più» Gv ( 8, 11). Essendo stata trattata con misericordia, la donna possiede ora la libertà di correre avanti verso quello che l'attende, non più ostacolata dai peccati del proprio passato.

Per ci sono vivere il nuovo inizio dei passi da compiere con generoso impegno. 1. Esprimere la serietà del pentimento, compiendo l'opera penitenziale assegnata dal sacerdote: preghiera, opera di misericordia, sacri- ci personali, atti di servizio e generosità che consentono di essere maggiormente uniti a Gesù «dimenticando ciò che ti sta alle spalle e proteso verso ciò che ti sta di fronte» Ef (cfr. 3, 13).

2. Rimettere i debiti «ai nostri debi-

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SAN LEONARDO MURIALDO

Nacque nel 1828 nel centro di Torino, non lontano dal Santuario della Consolata. Ordinato sacerdote nel 1851, iniziò il suo apostolato nel povero quartiere Vanchiglia presso l'Oratorio dell'Angelo Custode. Nel 1857 Don Bosco lo incaricò della direzione dell'Oratorio S. Luigi, presso la Stazione di Porta Nuova: incontrò così la miseria di tanti giovani. Nel 1865 si trasferì a Parigi per approfondire gli studi teologici e di diritto canonico, e vi poté conoscere le Conferenze di S. Vincenzo. Tornato a Torino l’anno seguente, gli fu proposta la direzione del Collegio degli Artigianelli, dove i giovani venivano educati cristianamente e preparati a un mestiere. Sarà il maggiore impegno della sua vita, e insieme causa di enormi sacrici. Nel 1873, con l'aiuto del Venerabile Eugenio Reffo, diede vita alla Pia Società Torinese di San Giuseppe, una nuova famiglia religiosa dedicata all'educazione della gioventù povera. Si impegnò, inoltre, per i disoccupati, per gli operai e per la diffusione della Buona Stampa. Nel 1876 fu tra gli ideatori del giornale La Voce dell'Operaio. Fin da giovanissimo fu legato al Santuario della Consolata, devozione trasmessagli dalla mamma che si manifestò in modo singolare in occasione della fondazione della Congregazione Giuseppina. Ogni sabato si recava a pregare in Santuario e desiderava che i confratelli, potendo, facessero altrettanto. Strinse un'amicizia con il rettore Beato Giuseppe Allamano. Nei suoi scritti leggiamo: «La preghiera è l'anima e la forza dell'uomo. Sia fatta con umiltà, condenza, perseveranza. Non basta, però, pregare, bisogna pregare bene, cioè con il cuore»; «Carità è guardare e dire il bello di ognuno, perdonare di cuore, avere serenità di volto, affabilità, dolcezza. Come senza fede non si piace a Dio, così senza dolcezza non si piace al prossimo»; «Una buona confessione è l'inizio di una vita nuova». Morì a Torino il 30 marzo 1900.

▲ «San Leonardo Murialdo», olio su tela (dettaglio) di Ettore Olivero Pistoletto e Piero Dalle Ceste, conservato nel Col- legio degli Artigianelli in Torino (foto di Andrea Aloi)

tori» (cfr. il : 6, 12) Padre nostro Mt proprio perché la pazienza, la tenerezza e la misericordia di Dio, di cui si è fatta esperienza, devono rendere più sensibili a perdonare di cuore «ciascuno al proprio fratello» Mt ( 18, 35): «Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe» (Mt 6, 14-15). 3. Aprirsi a un futuro connotato da una forte coerenza per continuare il cammino di conversione. Guai a lasciarsi afferrare subito dal solito tran tran, bisogna invece individuare un proposito concreto, ben determinato e non troppo difcile da attuare, che porti sempre più verso Gesù. 4. Testimoniare l'incredibile gioia fondata sulla convinzione che proviene dal sapere di essere stato abbracciato dalla misericordia di Dio: «Misericordiosi, come il Padre è misericordioso» Lc ( 6, 36), condividendo con i fratelli in necessità qualcosa di quello che tu hai in più rispetto a loro: cultura, tempo, disponibilità economica, …

Sovente rimangono domande e dubbi , alle volte anche molto radicati. Vediamone alcuni. 1. «Io mi confesso a tu per tu con Dio, imploro direttamente da Lui il per-

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▲ «Beato Giuseppe Allamano», olio su tela (dettaglio) di Bru- no Traverso conservato presso la Casa Madre dei Missiona- ri della Consolata in Torino BEATO GIUSEPPE ALLAMANO

Nacque nel 1851 a Castelnuovo d'Asti. Rimasto orfano di padre molto presto, crebbe con l'affetto della mamma Marianna Cafasso, sorella del Santo. Nell'autunno 1862 fu accolto da Don Bosco a Valdocco, dove compì gli studi ginnasiali. Fu ordinato sacerdote nel 1873 e venne subito destinato alla formazione dei seminaristi. A soli 29 anni, nell'ottobre 1880, fu nominato rettore del Santuario della Consolata, dove vivrà il resto della vita. Fu rettore per quasi 46 anni, durante i quali il Santuario venne riplasmato artisticamente e notevolmente ingrandito, ma soprattutto ne curò la vita liturgica e pastorale. Inoltre volle che sull’immagine della Consolata fossero collocate due preziose corone di stelle di brillanti. Poté godere in tutte le sue attività e anche nelle sue fondazioni, per più di 40 anni, della preziosa collaborazione del can. Giacomo Camisassa. Nel 1882 ottenne la riapertura presso la Consolata del Convitto Ecclesiastico, già di S. Francesco, in cui si era santicato lo zio. Aveva molto a cuore la formazione dei giovani sacerdoti, proponendo loro con convinzione anche la dimensione missionaria. Fu superiore delle Suore Visitandine e delle Suore di San Giuseppe; sua penitente fu la Beata Teresa Grillo Michel. Fu amico degli altri sacerdoti suoi contemporanei, ora Santi o Beati, e tra i collaboratori diretti, per 30 anni, vi fu il Beato Luigi Boccardo. La fondazione dell'Istituto dei Missionari della Consolata (1901) maturò lentamente nel suo animo. Nel gennaio 1900 si ammalò gravemente e la guarigione fu interpretata come il segno che l'Istituto si doveva fondare: nel 1902 partirono per il Kenya i primi quattro missionari. Nel gennaio 1910 diede inizio alle Suore Missionarie della Consolata. Ai missionari e missionarie dedicò incontri formativi e una tta corrispondenza. Gli scritti testimoniano la sua profonda spiritualità: «Amare Dio quando ci sentiamo consolati, quando tutto scorre bene, è facile. Ma amarlo nell'aridità di spirito, quando siamo immersi nell'oscurità della fede o della sofferenza, questo sì è amore vero»; «Il Crocesso è un "libro" da leggere e meditare. Egli riassume tutta la vita di Gesù. Ci indica quanto preziose sono le anime per le quali Gesù ha sofferto tanto. I peccatori si salvano attraverso la Croce!». Morì a Torino il 16 febbraio 1926.

dono. Il Signore mi perdona. E allora perché recarmi da un confessore?». Il sacerdote rappresenta Gesù e la Madre Chiesa, la quale è chiamata a dispensare la misericordia di Dio. Il ministro sacro in quel momento è il tramite della grazia che ti raggiunge e ti guarisce, donandoti la certezza del perdono mentre agendo da solo non la potresti mai avere con assoluta sicurezza. 2. «Io ricado sempre nelle stesse colpe. Non è segno che il mio pentimento non era sincero?». Il perdono di Dio non toglie la nostra fragilità e d'altronde l'importante non è il non cadere lungo il percorso, ma il volersi rialzare sempre prontamente, e non rimanere a terra a leccarsi le ferite. Peraltro le situazioni della vita continuano a essere più o meno le stesse quindi, se sbagli, sarà dove hai già sbagliato altre volte in precedenza. La misericordia di Dio però è sempre disponibile al perdono e dunque ti offre la possibilità di sempre poter ripartire. 3. «Perché manifestare a un altro uomo i miei peccati? Anche lui è peccatore. Inoltre mi vergogno». Il peccato non è mai una faccenda personale unicamente tra me e Dio: noi tutti viviamo sempre in relazione con altri anche quando materialmente siamo soli. La solidarietà tocca l'uomo a tutti i livelli, anche nella sua vita spi-

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BEATO LUIGI BOCCARDO

Nacque a Moncalieri nel 1861, in una famiglia contadina che diede alla Chiesa anche il Beato Giovanni Maria. Ordinato sacerdote nel 1884, dopo un anno nel Convitto Ecclesiastico che da poco era stato riaperto presso il Santuario della Consolata, fu destinato a Pancalieri, dove il fratello don Giovanni Maria era parroco. Nell'aprile 1886 il Beato Giuseppe Allamano lo chiamò nel Convitto Ecclesiastico come direttore spirituale, con compiti anche nel campo disciplinare, e come insegnante: don Luigi fu a anco dell’Allamano come collaboratore attento, disponibile e generoso sotto lo sguardo della Vergine Consolata. Si deve certamente anche alla sua fedele e delicata opera trentennale se il Convitto riprese in pieno la sua apprezzata opera di formazione dei giovani sacerdoti. Trascorreva molte ore della giornata in Santuario, nel confessionale, e nel 1913 pubblicò l'opera , cui Il glio spirituale seguì , quindi e l'appenConfessione e Direzione Il padre spirituale dice .Le celesti vocazioni Nel 1913 don Luigi divenne Superiore delle Suore Povere Figlie di S. Gaetano, fondate dal fratello sacerdote, e nel giugno 1916 lasciò denitivamente Convitto Ecclesiastico e Santuario della Consolata per dedicarsi principalmente alle Suore. Nel dicembre 1919 ebbe inoltre l’oneroso l'incarico di dirigere l'Istituto per Ciechi di Lungo Dora Napoli in Torino dove trasferì la Casa Generalizia delle Suore Gaetanine ed intraprese successivamente l'edicazione del Santuario di Gesù Sacerdote e Re. Nel 1932 fondò le Figlie di Gesù Re, suore non vedenti, come ramo contemplativo delle “Gaetanine”. Fu guida spirituale molto ricercata ed apprezzata di sacerdoti, di religiose (tra cui la Serva di Dio Suor Benigna Consolata Ferrero) e di laici. Tra i suoi pensieri leggiamo: «La condenza in Gesù deve essere superiore alle nostre miserie» «Tornate e ritornate incessan; temente ai piedi di Gesù, come le donne della Risurrezione, assaporate i profumi che esalano già da tanti secoli...»; «O Gesù, dammi la grazia di donarmi tutto e solo a Te. Donami di credere che Tu saprai passare sopra alle mie miserie. Tu sei l'Amore!». Morì a Torino il 9 giugno 1936.

▲ «Beato Luigi Boccardo», olio su tela (dettaglio) di Gianni Lodovico Abello conservato presso la Casa di Riposo del- le Suore Povere Figlie di S. Gaetano in Pancalieri (TO)

rituale. Sopra, parlando dell'assoluzione, si è accennato alla dimensione globale del peccato e giova ricordare che il presentarsi al confessore, il quale rappresenta la Chiesa intera ed agisce in suo nome, dispensa il peccatore dal doversi riconciliare personalmente a uno a uno con ognuno dei membri della Chiesa: il confessore li rappresenta tutti e l'assoluzione che pronuncia riconcilia davvero con tutti , cosa che altrimenti sarebbe materialmente impossibile. 4. «Con quale frequenza confessarsi?». Non esiste una regola assoluta. Certo non vi è un legame inscindibile tra Confessione e Comunione, quasi che sia necessario confessarsi ogni volta prima di accostarsi alla Comunione eucaristica. Sarebbe però poco saggio lasciare da parte la Confessione solo perché si ritiene di non essere caduti in colpe gravi. La frequenza al sacramento della Riconciliazione è parte viva dell'itinerario di conversione che deve costantemente accompagnare il cristiano: egli è chiamato a coniugare la propria buona volontà, assolutamente indispensabile, con il ricorso assiduo e frequente alla grazia di questo Sacramento, perché sostiene il rinnovato impegno del fedele di afnare la grazia del Battesimo che lo ha reso glio nel Figlio. I frutti di una buona Confessione devono essere anche visibili. Papa Francesco ha espresso così questo pensiero: «Tutti dovrebbero uscire dal confessionale con la felicità nel cuore, con il volto raggiante di speranza, anche se talvolta -lo sappiamo- bagnato dalle lacrime della conversione e della gioia che ne deriva». Nel nostro Santuario, da tempo, accanto al grande ed antico Croci- sso che introduce al luogo dei confessionali, abbiamo voluto collocare una cassetta: in essa è possibile depositare in modo totalmente anonimo e segreto («Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» Mt: 6, 4) il proprio dono di condivisione, generosa e gioiosa, . Di per i poveri fatto sono molti che vi fanno sosta accogliendo l'invito a farsi carico in qualche modo dei fratelli in necessità e tutto si trasforma in aiuto per loro molto prezioso. Ma non si tratta solo di condivisione economica, pur importante, ci è richiesto molto di più: la vita rinnovata secondo il Vangelo deve essere sempre più ravvivata da un amore concreto e fattivo verso il prossimo che trae l'origine e l'esempio dall'amore di Dio e su quello si modella, poiché «la carità copre una moltitudine di peccati» (1 Pt 4, 8).

Il dopo la Confesringraziamento sione è conseguenza logica non solo di buona educazione per il dono ricevuto da Dio, ma esigenza del cuore che non deve rimanere inespressa. Il Rito prevede, ad esempio, che il confessore dica al penitente: «Lodiamo il Signore perché è buono» e questi concluda: «Eterna è la sua misericordia». Queste o altre parole hanno lo scopo di riconoscere ed esprimere apertamente la lode a Dio per il grande amore con cui ci ama, dimostrato una volta di più proprio con la remissione dei peccati commessi. Le espressioni che la Liturgia propone possono illuminare la nostra gratitudine: «Dio onnipotente e misericordioso, tu non abbandoni il peccatore ma lo cerchi con amore di Padre. Nella passione del tuo Figlio hai vinto il peccato e la morte e nella sua risurrezione ci hai ridato la vita e la gioia. Tu hai effuso nei nostri cuori lo Spirito Santo, per farci tuoi gli ed eredi; tu sempre ci rinnovi con i Sacramenti di salvezza perché, liberati dalla schiavitù del peccato, siamo trasformati di giorno in giorno nell'immagine del tuo diletto Figlio. Noi ti lodiamo e ti benediciamo, Signore, in comunione con tutta la Chiesa, per queste meraviglie della tua misericordia, e con la parola, il cuore e le opere innalziamo a te un canto nuovo».

E quale parte ha la Vergine Maria in tutto questo itinerario? Non possiamo non ricordare che abitualmente nell' ripetiamo ogni Ave Maria volta: «Prega per noi adespeccatori so e nell'ora della nostra morte». Tante volte questa preghiera uisce dalle nostre labbra e dal nostro cuore! Anche Maria quindi è presente -e quanto!- nel nostro itinerario di conversione. Dobbiamo esserle veramente molto riconoscenti e grati per la sua presenza discreta ma efcace, silenziosa ma illuminante che ci accompagna costantemente. La Liturgia ci offre un prefazio che può renderci più consapevoli di tutto questo: «Tu [Signore] hai dato alla Vergine Maria, totalmente ignara della colpa, un cuore pieno di misericordia verso i peccatori, che volgendo lo sguardo alla sua carità materna in lei si rifugiano e implorano il tuo perdono; contemplando la sua spirituale bellezza combattono l'oscuro fascino del male; meditando le sue parole ed i suoi esempi sono attratti a osservare i comandamenti del tuo Figlio» Maria Vergine Ma (Messa di dre di riconciliazione). La dolce Vergine Maria Consolata-Consolatrice, clemente e pia, nel cui Santuario tanti approdano per cercare e sperimentare la Riconciliazione sacramentale, porti luce vera, apra le menti e orienti i cuori, lei che comprende ed ha compassione della nostra miseria.

Marzo 2020

1.

c 1 DOMENICA DI QUARESIMA a

Venerdì 6.

(astinenza) 8. 2 DOMENICA DI QUARESIMA a c 13. Venerdì (astinenza) Anniversario dell'elezione di Papa Francesco (2013)

15.

c 3 DOMENICA DI QUARESIMA a

, Sposo della B. V. Maria (s.)19. S. GIUSEPPE 20. Venerdì (astinenza) 22.

c 4 DOMENICA DI QUARESIMA a

(s.)25. ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE 27. Venerdì (astinenza)

Beato Francesco Faà di Bruno, sacerdote (m. f.)

29.

c 5 DOMENICA DI QUARESIMA a

Aprile 2020

1. Beato Giuseppe Girotti, sacerdote e martire (m. f.) Venerdì 3. (astinenza) 5. DOMENICA DELLE PALME c E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE Giornata Mondiale della Gioventù Giorno anniversario della concessione al Santuario del titolo di Basilica (1906) Oggi, visitando il nostro Santuario-Basilica, è possibile ricevere il dono dell'indulgenza plenaria 4-11. SETTIMANA SANTA 10. VENERDÌ SANTO (astinenza e digiuno) Giornata Mondiale per le opere della Terra Santa 12. DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE 13-18. OTTAVA DI PASQUA 18. 1° sabato della Consolata Anniversario della morte dell'Arcivescovo Card. Giovanni Saldarini (2011) 19. 2 DOMENICA DI PASQUA a c

Domenica della Divina Misericordia Partecipando a pratiche di pietà svolte in onore della Divina Misericordia, è possibile ricevere il dono dell'indulgenza plenaria 23. S. Giorgio, martire (m. f.) 25. S. M ARCO , evangelista (f.) 2° sabato della Consolata 26.

c 3 DOMENICA DI PASQUA a

Giornata Nazionale a favore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano 28.

S. Luigi Maria da Montfort, sacerdote (m. f.) , vergine e dottore della Chiesa,29. S. C ATERINA DA SIENA patrona d'Italia e compatrona d'Europa (f.) 30. S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, sacerdote (m.)

Maggio 2020

1. S. Giuseppe Lavoratore (m. f.) 2. S. Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa (m.) 3° sabato della Consolata

3.

c 4 DOMENICA DI PASQUA a

Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni , apostoli (f.)S F GANTI ILIPPO E IACOMO 4. Venerazione della Sindone (m.) 6. S. Domenico Savio (m. f.) 9. 4° sabato della Consolata

10. c 5 DOMENICA DI PASQUA a

Giornata Nazionale di sensibilizzazione per il sostegno economico alla Chiesa Cattolica 12. S. Pancrazio, martire (m. f.) 13. B. V. Maria di Fátima (m. f.) , apostolo (f.)14. S. M ATTIA 16. 5° sabato della Consolata 17.

c

6 DOMENICA DI PASQUA a 18. S. Leonardo Murialdo, sacerdote (m.) 20. S. Bernardino da Siena, sacerdote (m. f.) 22. S. Rita da Cascia, religiosa (m. f.) 23. 6° sabato della Consolata 24. ASCENSIONE DEL SIGNORE (s.) Giornata Mondiale per le comunicazioni sociali B. V. Maria Aiuto dei cristiani (m.) 26. S. Filippo Neri, sacerdote (m.) 29. S. Paolo VI, papa (m. f.) 30. 7° sabato della Consolata

S. Giuseppe Marello, vescovo (m. f.) (s.)31. PENTECOSTE

V B. V. M (f.)ISITAZIONE DELLA ARIA

Abbreviazioni: = solennità; = festa;s. f. = memoria; = memoria facoltativa m. m. f.

Orario delle celebrazioni in Santuario

Sante Messe:

Festive: ▪ Domenica e feste: 7 - 8,30 - 10 - 11,30 - 16 - 18 - 19,30 ▪ Sabato e prefestivi: 18 Feriali: 7 - 8 - 9 - 10,30 - 12 18 - 19 (sospesa nei prefestivi)

Liturgia delle Ore: ▪ Lodi mattutine: 8 (lun./ven. feriali) ▪ Vespri: 17 (sab./dom.) - 18 (lun./ven. feriali)

Adorazione Eucaristica: ▪ Sabato :(feriale) 12,30 - 17,30

Confessioni: ▪ Giorni festivi: 7 - 12,15 / 15 - 20,15 ▪ Sabato e prefestivi: 7 - 12,15 / 15 - 18,45 ▪ Giorni feriali: 7 - 12,15 / 15 - 19,15

Rosario: ▪ Ogni giorno: 17,30

Via Crucis: ▪ Venerdì di Quaresima: 17

Il . si dedica alla tutela, custodia, valorizzazione Ramo O.N.L.U.S e promozione del Santuario B. V. della Consolata e dell'annesso Convitto Ecclesiastico e particolarmente delle opere d'arte in essi custodite, nonché della loro manutenzione sia ordinaria che straordinaria.

Per sostenere le iniziative si può contribuire preferibilmente:

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Da tanti anni, affezionati devoti della Consolata esprimono la volontà di destinare al Santuario parte delle loro sostanze. Il Santuario B. V. della Consolata, con sede in Torino, gode di personalità giuridica come ente ecclesiastico (decreto ministeriale del 18.6.1987) ed è iscritto nel registro della Prefettura di Torino al n. 463. Come tale può ricevere legati ed eredità. Per le formule da utilizzare nella stesura di un testamento che è sempre modicabile e/o revo- cabile può essere utile il consiglio di un notaio al ne di evitare spiacevoli er- rori o incomprensioni, che rischiano di inciarne la validità. Solo con il generoso aiuto di tutti il Santuario può continuare ad essere un luogo accogliente e sicuro per svolgere il servizio pastorale che gli è proprio. Quanto potrà essere destinato al Santuario sarà un dono prezioso, segno di particolare amore alla Vergine Consolata-Consolatrice.

Per informazioni rivolgersi direttamente al rettore del Santuario.

Attenzione: in caso di mancato recapito, rinviare all’Ufficio di Torino C.M.P. Nord per la restituzione al mittente, Rettore del Santuario della Consolata - Via Maria Adelaide, 2 - 10122 Torino, che s’impegna a corrispondere la relativa tariffa.

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