Poesie religiose

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Quaderni della Consolata / Poesia - 1


I testi sono stati gentilmente forniti dall’autrice.

Edizioni LA CONSOLATA, Torino, Maggio 2012 Santuario della Consolata, via Maria Adelaide 2, 10122 TORINO +39 011 483.6100 email: rivistasantuario@laconsolata.org www.laconsolata.org / www.laconsolata.direttastreaming.tv

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Rosi Bianchini di Martino, nata a Firenze, vive e lavora a Torino. Ha pubblicato le raccolte di poesie "Stelle"nel 1995, "Stagioni" ne 2002 e "Silenzio" nel 2011. Socia fondatrice del Movimento Poesia Attiva di cui è vice Presidente; è stata anche membro attivo della Associazione Artistico Culturale della Tesoriera, oltre che del Club des Poetes di Parigi. Nel luglio 1995 Giovanni Paolo II apprezza le sue poesie durante un soggiorno in Valle d'Aosta e le invia un ringraziamento scritto. Tra i riconoscimento ottenuti: Premio S.Valentino (Terni 1993), Premio Concorso Club des Poetes (Torino,1993 e 1995), premio Letterario Internazionale : Cavalieri di S.Valentino Poesia e Vita (Terni,1995) premio di Poesia Donna: "L'altra metà del cielo" (Rivoli Torinese, 1996), Premio di Poesia e Narrativa citta di Rivoli (1998,2000 e 2001), Premio Letterario "Citta di Pinerolo"(2002). Nel 2004, anno della scomparsa del fondatore di Poesia Attiva Emilio Gay, ne cura l'antologia di poesie intitolata "Le parole sono finite". E' impegnata nella Associazione culturale Unicorno, voluta e costituita con fondazione dallo stesso Gay prima della sua morte e da 7 anni organizza un premio internazionale di Poesia. E' membro della giuria del Premio annuale di Poesia: "Sudate Carte", indetto dal Politecnico di Torino. Le sue poesie vengono lette nella trasmissione "Con parole mie" su Radio 1 dal prof. Umberto Broccoli.

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Garriscono festose le rondini tra le vecchie mura della torre il battito delle ali riempie l’aria. In un momento la piazza si inonda di Bellezza che trabocca dal cielo. Eccola apparire Signora dal molteplice splendore. Unica e sola nel silenzio dell’anima visione fremente di luce rosa solitaria che fiorisci nello stelo dell’amore. Le mani si stringono nelle mani gli occhi indugiano sugli occhi le parole passano di bocca in bocca sussurrano ilTuo nome: nascosti nei loro cuori sale alle labbra nei momenti di dolore efelicità, come la preghiera sale dal cuore di ognuno e si mescola nell’aria chiara e nell’aria nuvolosa. Così chinati al Tuo cospetto Il silenzio dell’Uomo si accosta alla verità più della sua parola. La Consolata, 20 giugno 2009

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Ecco la Madre incontrare il Figlio sulla via della Croce e la Croce di Lui divenire la Sua Croce, l’umiliazione di Lui divenire la Sua umiliazione e la spada che trafiggerà il Suo costato diventerà la spada che trafiggerà la Sua Anima. Tu eterna ubbidiente lo cullasti lo stringesti al Tuo seno con la trepidanza della mamma più dolce consapevole del Tuo compito e del Suo. Ora di fronte a Tuo Figlio dolce il Tuo pianto sottile si leva e squarcia con il Suo dolore l’imperturbabile indifferenza del mondo. Possano le Tue lacrime lavare le mani insanguinate degli uomini e il sangue dei giusti scivolare nel Tuo grembo. Se potessi chiudere gli occhi e vedere il Tuo viso e nel Tuo il viso di tutte le madri e potessi riposare in quel ventre cavo e sentire le mie membra rinsecchite stringere il mio corpo rinsecchito, non per la morte, ma per quel dolore che peggio è della morte che ti tiene viva in quella vita di madre che accoglie e culla i suoi figli.

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Perché a noi madri non è dato di morire. Gesù incontra la Madre … e Sua Madre serbava tutte queste cose nel Suo cuore.

Torino Venerdì Santo 2012

Il tbernacolo è aperto Gesù non è più li. La mensa bianca come ara sacrificale aspetta l'olocausto. L'agnello è pronto, la mano invisibile di Dio non fermerà il sacrificio del Suo unico Figlio. Sull'ara la pisside sola illumina i nostri visi attoniti. Solo è il Cristo: noi uomini deboli non fermeremo il traditore. L'abbiamo lasciato solo e in quella solitudine illunia il mondo.

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Noi peccatori mangeremo il Suo corpo berremo il Suo sangue. Egli si offre. Possa il Suo sangue lavare i nostri peccati e noi affogare in quel rimorso che sa di tradimento consumato tra le nostre mani che ora asciugheremo alla Sua veste. Domani, quando quella pisside vuota ci guarderĂ noi, tremanti di paura, ci inginocchieremo e chederemo pietĂ . La Consolata 21 aprile 2011

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La domenica scivola lenta. La piazza abbagliata da un sole quasi estivo immobile. Solo il rintocco delle campane della vecchia torre accompagna l’apparire degli ultimi pellegrini che lemme lemme si avvicinano al gazebo per una visita. Noi con un velo di tristezza cerchiamo le parole che prima scorrevano veloci raccontando la nostra Chiesa e parliamo di Lei la “Consulà” come di Nostra Madre ora parliamo lentamente, un velo di malinconia le ricopre. Non ci sarà domani: ognuno di noi ha ripreso il suo posto, un soffio ci riporta ai giorni passati, alla fatica, alla pioggia, alle difficoltà che oggi guardiamo con un velo di nostalgia. Ricorderemo i compagni di questo cammino e sentiremo di avere degli amici in più. Il silenzio ha riavvolto quel Lino, ma da quel silenzio una voce ha raggiunto i cuori di molti uomini che noi abbiamo accompagnato ed i loro visi colmi di gaudio hanno parlato ai nostri cuori.

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Gli occhi azzurri, acquosi, come il lago si dissolvono e si posano sui nostri. In una mattinata languida di settembre, quando l’estate sta per lasciarci, ma ancora ci vuole regalare gli ultimi raggi di un sole polveroso e ancora caldo. Il lago ci aspetta, noi viandanti alla ricerca di “verità”, ci facciamo cullare mentre andiamo all’Incontro. Edd’ecco, quegli occhi azzurri, annacquati dal tempo, accoglierci nel silenzio di un luogo a noi lontano, ma per un momento appartenerci. Eccola la Badessa del Monastero: una figurina nera ma luce d’amore. Parla con un filo di voce dolce, le sue parole rimbombano come un’eco nei nostri cuori. Mani diafane, come ali, vibrano alla luce tremula tra le persiane socchiuse per non sciupare quel viso di cera che si illumina e trasfonde quel corpo che diviene fiammella di Dio. ” Attingere dalla Grazia di Cristo Signore è attingere alla Sorgente per essere forti e combattenti: pregare è elevare il cuore a Dio”. Così ci ha salutati prima di riprendere la via nel silenzio della clausura. Con questo viatico anche noi abbiamo ripreso il nostro “viaggio”.

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Dal buio più abbagliante In un eterno Contrasto del tutto, dove il tutto è il contrario del nulla, e l’ombra e il vuoto di molte menti. La luce di un volto Rischiara l’oscurità Da molte incertezze E si affaccia dal chiaro scuro Di una verità forse non vera. Ma certo immagine Scolpita nel silenzio di Dio. Specchio, dell’eterna sofferenza dell’uomo. Impronte scure Scivolano sul vetro Che indifferente separa, come ventose si appiccicano per scavare su quel volto o per togliere corone di spine. Mani silenziose Vorrebbero penetrare Fra le fibre consunte Di un lenzuolo, logorato da mille occhi, in cerca di verità

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Mani mani mani mani che parlano che amano, che battono che pregano. Mani forti, deboli, rozze, piccole grandi. Mani vere, autentiche che non mentono che contengono il segreto della vita. Conchiglie schiuse a raccogliere suppliche a contenere dolori. Coppe di madreperla dove abbiamo versato gioie dove abbiamo sussurrato parole d’amore. Specchio dove ti guardi e vedi riflessa insieme alla tua la mano di tuo padre e piÚ in là quella di tuo figlio. Fonte dove scorre la vita. Mani mani mani ali donateci da un Dio buono a proteggerci

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Il cielo muto si schiude, come ostrica di luce, nella notte accarezza il Creato in un’esplosione scintillante di arcane sinfonie che riecheggiano in un’eco fatta carne. La terra tace in un bianco silenzio di vibrante attesa. Si squarcia il cielo un uno sfarfallio di speranza. La vita esplode all’alba del primo giorno. Dio ci offre suo Figlio in questo tempo in questo luogo in quest’ora. Eccolo: piccolo fra i piccoli povero fra i poveri umile tra gli umili. Adagio ci guarda con gli occhi del nostro cuore. Da quello sguardo nasce l’Amore, cerchi di infinito si dilatano in un turbinio frenetico di Eternità.

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E’ nel buio che io vedo non nella luce accecante del giorno che tutto scolora. E’ nel buio che io sento non nel frastuono assordante della piazza. E’ nel buio che io ascolto la Tua voce e la mia. Nel buio io prego. ma cos’è il buio, se non un cielo stellato dove ogni stella è una preghiera.

Le mani riverenti si appoggiano Sulla velina rossa. Trepidanti sciolgono i nastrini d’oro loro riappaiono, dopo un anno o forse mille. Sono le statuine del presepio. Raccontano la mia storia, nei miei gesti si nasconde il segreto che trabocca dal mio cuore e si inchina davanti ad un Nome.

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Sono venuta sull’orlo dell’Eternità e levo ansiosa gli occhi nell’immensità dell’Infinito dove si compie la transustanziazione e queste pietre e questo cielo divengono corpo di Cristo. L’aria ferma e silenziosa diventa canto tra le foglie fruscianti. Lasciami, o Signore, per una volta sola sentire quella dolce carezza perduta nella totalità dell’Universo.

Siria Novembre 2010 - Basilica s. Simeone

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Sono li sospesi nel vuoto appiccicati uno accanto all’altro appannati dalla patina dell’oblio. Nell’oscurità della grande Chiesa. Sono li a ricordare e a ricordarci la Grazia Ricevuta. Uomini imploranti tra cielo e mare su barche alla deriva. Si specchia la paura sui visi dei giovani soldati allo scoppio della bomba che tutto scuote. Tratti semplici descrivono camere lussuose di fronte a camere povere dove visi scavati dalla sofferenza emergono uguali tra candide lenzuola. Al capezzale parenti uniti nell’invocare un solo Nome. Cuori d’argento fiori di carta colorata 16


…suppliche… un solo Grazie. Oggi uno strano pudore una vergogna impolvera l’anima frena la mano e non sa dire Grazie: Per Grazia Ricevuta

Non avere paura di certi silenzi improvvisi. Essi sono bagliori nell’anima: allora nello sguardo dell’altro ci troverai il tuo ed insieme avrete trovato il….Mistero.

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Venisti per un momento al mio fianco e mi toccasti con il grande Mistero della Donna che è nel cuore della Creazione che sempre ritorna al Signore e l’Eterno in Lei si è incarnato. Quando le ore spettrali del crepuscolo gettano le loro ombre sulla mia vita. Quando il pianto mi attanaglia la gola tanto da farmi male che muta urlo la mia impotenza io invoco non soltanto la Tua voce ma il Tuo tocco. Allora eccoTi, così vicina al mio cuore, come il fiore del campo sulla terra. Si compie il Prodigio: La notte dell’anima si scolora e una luce abbagliante avvalora la mia Fede.

Torino 20 giugno 2011

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Tua è la luce che irrompe dalle tenebre. Quante volte il mio sguardo ha incontrato il Tuo. Nel silenzio Ti ho ascoltato e ho sentito il Bene che sgorga dal cuore e fluttua al di là della morte. Tuo il cielo che si stende nella polvere e dalla polvere l’ultimo degli uomini è venuto da lontano a porgerTi le sue mani. Non più legate da catene ma libere, se pur chiuse dalle barriere degli uomini. Ti ha implorato affinché Tu stringa la sua mano attraverso la notte della vita. Ha posato ai Tuoi piedi la luce della speranza perché Tu illumini il lungo tempo del suo buio. 19


Uomini senza Dio si sono abbandonati fra le Tue braccia tremanti e gli ultimi sono arrivati primi nelle braccia di quel Dio che non conosce colpe e tutti ama.

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Nel 2009 il professor Guglielmo Gallino ha presentato “Stagioni” (Elena Morea Editore), l’ultima raccolta di poesie di Rosy Bianchini di Martino. Durante il piacevole convivio, al quale sono intervenuti Emilio Gay, Gianni Chiostri, umorista e autore della copertina del libro, e l’attrice Anna Cuculo, abbiamo avuto il piacere di intervistare l’autrice. Lei scrive poesie. E’ giusto definire la sua attività di poetessa una professione, un mestiere? E se sì, quali sono i requisiti per una “brillante carriera”? Oppure l’essere poeti è solo un espediente snob per giudicare il mondo in maniera distaccata? Scrivere poesie non è un mestiere, ma parte da un bisogno interiore che poi si trasforma in ricerca: non credo si possa parlare di “brillante carriera”. Comunque sapere che quello che scrivi viene riconosciuto ed apprezzato dagli altri e che gli altri rivivono quel determinato stato psicologico è la conferma che la tua ricerca vale. Il poeta infatti non guarda il mondo in modo distaccato, ma lo vede con maggior interiorità e soprattutto senza giudizio. Il poetare può essere considerato una “missione” per l’umanità, un modo per allietare le grigie vite in una società sempre più di corsa e con minor feeling artistico? Il poeta scrive sempre per sé stesso e poi quando pubblica la poesia questa diviene bene comune e quindi sarà il fruitore a riconoscerne il valore. Lei è nata a Firenze, culla della lingua, della poesia e della cultura italiana. Nel capoluogo toscano si respira ancora un’aria da corte medicea? Firenze è in fondo una piccola città dove le persone non sono molto aperte al confronto con chi non è fiorentino e ciò si può riscontrare nel loro “campanilismo” e perciò credo si sia persa quell’antica apertura: è rimasto solo il salotto letterario aperto a pochi eletti. Invece la sua vita, ora, si svolge a Torino, una città di chiara impronta industriale, in cui l’uomo della strada fatica a 21


conoscere e apprezzare le belle arti, specialmente in questi lunghi mesi di crisi economica. Torino è una città di frontiera ed io mi ci trovo benissimo, in quanto c’è un’osmosi etnica che fa crescere tutti. Infatti, molte sono le mostre ed i musei frequentati da tanti visitatori: basta considerare come sono seguite le visite guidate, anche da giovani coppie accompagnate da bambini che vengono così iniziati al gusto dell’arte. Lei appartiene all’Associazione Poesia Attiva, diretta da Emilio Gay. Ci parli di questo movimento, del suo operato e del vostro presidente, ormai una figura storica della cultura piemontese. Poesia Attiva nasce il 4 Novembre 1995 da un gruppo ristretto di “Poeti mantellati” che si riuniscono al Valentino sotto il monumento a Massimo d’Azeglio, ove viene fondato il movimento, che ha assunto come orientamento i seguenti motivi: riteniamo che i poeti e gli artisti debbano riprendere nella società civile contemporanea il posto che loro compete, precedendo la politica e l’economia; riteniamo che il mondo debba procedere nel senso della bellezza, sia estetica che morale; ci proponiamo di lottare per questi principi con il pensiero teoretico, con la penna e con tutti i mezzi messi a disposizione dall’attuale tecnologia; non ci poniamo come una delle tante associazioni culturali, ma come movimento rinnovatore della cultura europea; crediamo nella sacralità della Poesia e nella sua funzione divina. Senza ombra di retorica, io sono fiera di essere stata presente il 4 Novembre ’95 al Valentino dove abbiamo fondato il nostro movimento. Lei è una “poetessa mantellata”. Che cosa significa? A quali supplizi si è dovuta sottoporre per conquistare questo titolo e quali vessazioni dovrebbe subire un giovane poeta per entrare nel circolo dei mantellati? La mantella è la bandiera sotto la quale i poeti mantellati riconoscono la propria identità, la loro appartenenza al gruppo ed 22


il loro Presidente Emilio Gay. Far parte di questa associazione culturale vuol dire dare il meglio di se stessi e sottostare a discipline di chi da più tempo e con maggiore esperienza sa indicare il giusto percorso: quindi è una gerarchia di coscienze. Ma tale severità verso noi “grandi” non è tale per i giovani che trovano ampi spazi per esprimersi e quindi farsi conoscere. Il mio personale rapporto con “Poesia Attiva” è stato sofferto anche perché essendo agli inizi l’unica figura femminile ho dovuto scontrarmi con una realtà dove il maschilismo si sente molto. L’Associazione Culturale Il Traspiratore ha recentemente organizzato un concorso per studenti del Politecnico per poesie, racconti ed opere di grafica. Inaspettatamente la categoria per la quale è pervenuto il maggior numero di opere è quella dei componimenti poetici. Tra le nuove generazioni la poesia, quindi, ha ancora seguito. Che cosa ne pensa? Sicuramente i giovani hanno molta voglia di scrivere e sentono più intensamente l’urgenza dei problemi sociali del mondo moderno, quindi il loro modo di scrivere è meno fantasioso e più rivolto alle problematiche attuali. I ragazzi amano di più leggere poesie o scriverne per lasciare traccia dei loro umori, delle impressioni in momenti particolari, a mo’ di un diario, forse leggermente più criptico? I giovani amano più di quanto noi possiamo pensare lo scrivere poesie: in un mondo dove impera la comunicazione, ma nello stesso tempo non si comunica, i giovani parlano sia attraverso i versi che attraverso le canzoni. Secondo lei, come si può fare affinché la poesia abbia più spazio sui media, venga maggiormente divulgata e non resti un gioiello di nicchia? La poesia per avere più spazio deve essere maggiormente divulgata attraverso i media, come sta facendo ora la RAI nella prima rete radiofonica, ove giornalmente Umberto Broccoli intrattiene un programma con un alto indice di ascolto di giovani. Broccoli per le sue capacità e la sua bravura è stato anche nostro ospite al Convegno internazionale di Poesia Attiva

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tenutosi al Teatro Juvarra di Torino nello scorso mese di novembre. Personalmente, preferisce essere chiamata poeta o poetessa? E’ una piccola sfumatura, ma scrivere è “poetare” e perciò è poeta.

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INDICE

La consolata........................................................................................... 5 Gesù incontra la Madre ....................................................................... 6 Giovedi Santo........................................................................................ 7 La Sindone ultimo giorno ................................................................... 9 Isola di S. Giulio d’Orta 16 settembre 2010 ................................... 10 Visita al Monastero benedettino ...................................................... 10 incontro con Madre Canopi.............................................................. 10 Luci e ombre a Torino........................................................................ 11 Mani...................................................................................................... 12 Natale ................................................................................................... 13 Nel buio ............................................................................................... 14 Presepio................................................................................................ 14 S. Simeone............................................................................................ 15 Gli ex Voto della Consolata .............................................................. 16 Silenzio................................................................................................. 17 Vergine Consolata .............................................................................. 18 S. Giuseppe Cafasso ........................................................................... 19 il Santo che amò i carcerati ............................................................... 19 INERVISTA ..................................................................................... 21

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