La Giovane Voce

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LAGIOVANEvOCE 12

SUCCIVO una chiacchiera con DON CRESCENZO ABBATE

SANT’ARPINO EUGENIO DI SANTO FRANCESCO CAPONE

ORTA DI ATELLA QUANDO I BAMBINI FANNO OH

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INTERVISTANDO

COMUNE DI SUCCIVO

UNA CHIACCHIERATA CON DON CRESCENZO ABBATE

Succivo è stato da sempre un paese molto legato alla sua parrocchia, in questi ultimi anni, numerose vicende hanno animato il dibattito pubblico, forse in maniera esagerata o forse no, è per questo che le parole del diretto interessato, il parroco Don Crescenzo Abbate, potranno chiarire numerosi episodi.

Il 7 Settembre 2001 è arrivato a Succivo in qualità di parroco. In che modo ha cambiato la Parrocchia della Trasfigurazione? Vi sono molto grato per questa possibilità che mi date e apprezzo tanto il vostro giornale, soprattutto perché fatto da voi giovani. A dire il vero non sono stato io a cambiare la parrocchia, ma la parrocchia ha cambiato me. Prima di quel 7 settembre 2001 io non ero mai stato parroco e quindi non conoscevo

la conduzione di una parrocchia. Avevo fatto tante esperienze pastorali che il Vescovo Mario ritenne opportuno affidarmi una parrocchia. Fu lui a ritenermi idoneo, con le doti giuste. Ho fatto quello che qualunque pastore pieno di passione per la sua vocazione fa o dovrebbe fare. La parrocchia stessa, con le sue espressioni, le iniziative e soprattutto la vicinanza della gente, che sente fortissimo questo senso ecclesiale, mi ha aiutato ad essere semplicemente un sacerdote e un pastore a favore del popolo. Senza falsa umiltà ritengo essere stato sempre un pastore a favore del gregge e mai usato il gregge per interessi personali. Questo lo dimostra soprattutto la fattiva e massiccia collaborazione dei Gruppi, la partecipazione numerosa e devota dei fedeli alle ce-

lebrazioni, il sostegno, anche economico, di amici, fedeli e imprese edili per la ricostruzione del Tempio e dei locali di pastorale, necessaria per un corretto svolgersi dell’anno pastorale.Tutto in continuità con quanto aveva già svolto il mio predecessore e sempre con la mitezza e l’umiltà che devono caratterizzare un parroco.

La Parrocchia come motivo di aggregazione sociale cosa propone ad adulti, giovani e bambini? La parrocchia in quanto tale, con le sue articolazioni, celebrazioni ed iniziative ordinarie, parlo della catechesi di preparazione ai sacramenti, delle normali iniziative e assistenza della Caritas e dell’Ualsi, della formazione settimanale di Gruppi e Movimenti ecclesiali, delle Celebrazioni domenicali e così via, è una vita già molto ricca e movimentata. Basta fare bene queste e automaticamente la parrocchia diventa centro, momento e propulsore di animazione e promozione sociale. A oggi, posso dire con soddisfazione, ma non per i miei meriti, solo per la maggiore disponibilità, la parrocchia è viva, sempre aperta, attenta ai bisogni e alle necessità del territorio, in sinergia con altre agenzie educative, come la scuola, accogliente verso gli immigrati, vicina ai piccoli e agli ammalati, dotata di spazi e ambienti per il ritrovo dei giovani, gli adulti stessi trovano un loro spazio, il loro inserimento, un luogo dove formarsi e dove svolgere volontariato secondo le proprie capacità. In questi anni tutto questo è sempre più cresciuto ed è sempre più diventato evidente. Insomma è sotto gli occhi di tutti. Rimpiango solo non avere uno spazio sportivo a disposizione per i ragazzi.


Nonostante sia passato qualche anno dall’ultima tornata elettorale un chiarimento risulta d’obbligo: possiamo ritenerla un promotore della lista Primavera Succivese, e se si in che modo lei ha contribuito alla sua formazione? Da cosa è scaturita la volontà di dare delle diritte politiche ad un popolo, che per storia e natura è legatissimo alla chiesa? Con il senno di poi lo rifarebbe?

iniziale del progetto Casa della Gioia, etc., rispetto a questa amministrazione “amica”, che mi “impone”, spesso a fatica, il rispetto delle procedure, a dispetto del passato, e mi fa pagare lo sgombero dei rifiuti da un’area fino a poche settimane prima di sua pertinenza, non contribuisce ai campi estivi parrocchiali ( lo ha fatto solo il primo anno, tra innumerevoli polemiche), né dà contributi dell’entità di quelli che, allora sotto silenzio e senza nessuna polemica, venivano elargiti alla parrocchia dalle amministrazioni preceGià da un anno prima delle elezioni del maggio 2011 denti). Ma sono comunque contento perché abbiamo mi ero preoccupato di smuovere un po’ le acque della agevolato l’emersione di un modo e una cultura nuosocietà civile succivese che sembravano un po’ sta- va di essere amministratori del bene comune, che, gnate in un circolo vizioso e litigioso di una classe come ho già detto, ha anticipato i tempi della politica politica che da anni non dava spazio a novità. Co- nazionale e che sono sicuro darà i suoi frutti, dopo minciammo, io e alcuni amici adulti della parroc- gli immancabili sacrifici del risanamento economichia, una serie di incontri per mettere insieme varie co. Del resto, anche Papa Francesco, che tutti sono anime, possibilmente giovani e animate da buona soliti chiamare ora a sostegno delle proprie idee, ha volontà, per cominciare un percorso che avrebbe chiaramente esortato i cattolici ad uscire dal chiuso portato non per forza ad una lista politica ma ad delle chiese e dei salotti ed ad impegnarsi in politica un movimento utile in ogni modo alla nostra realtà. a favore del bene comune. Per questo, col senno di Tante persone hanno partecipato a questi confronti poi, lo rifarei e, cristianamente, se si potesse, correge, nel tempo, tante sono andate via “Ma sono comunque gerei qualche parola o impazienza ed altre rimaste. Ad un certo punto dovuta a momenti di concitazione e io ho fatto un passo indietro affi- contento perché abbiamo fatica. agevolato l’emersione dando il tutto a quel gruppo di sei/ di un modo e una sette persone che hanno poi dato da dire che in quel pecultura nuova di essere C’è vita alla lista Primavera Succivese. riodo ebbe anche attacchi In ogni modo, magari con qualche amministratori del bene personali abbastanza pepasso ingenuo, il risultato è che c’è comune, che, come ho santi, quali furono le sue stato un rinnovamento che precede già detto, ha anticipato sensazioni? Tutta questa i tempi della politica vicenda ha cambiato il suo quello nazionale della politica itanazionale e che sono modo di relazionarsi con la liana. Qualsiasi cambiamento sosicuro darà i suoi frutti, cittadina? ciale ha una “forzatura” al suo inidopo gli immancabili Fui amareggiato ma nello stesso zio, ma i risultati, nel tempo, fanno dimenticare qualche eccesso inizia- sacrifici del risanamento tempo trovai la solidarietà di taneconomico.” ti. La triste lettera anonima di due le. La Chiesa è sempre stata e sarà anni fa, che tanto rumore generò, fu a pieno titolo al fianco dell’uomo in tutte le manifestazioni del suo essere. Confinare il l’inizio di un bersagliamento verso ogni passo che la ruolo della Chiesa alla sola cura spirituale delle ani- Parrocchia ha intrapreso, anche verso quelle celeme significa rinnegare millenni di storia. Molti oggi brazioni che non escono dal perimetro della chiesa! dimenticano che la civiltà occidentale è anche e so- Abbiamo anche dovuto bloccare i lavori per l’oratorio prattutto il frutto dell’opera che la Chiesa ha svolto che sorge dietro la chiesa (ora ripresi) quando per e continua a svolgere non solo come guida morale, anni nessuno ha fiatato sulla orrenda e abusiva coma anche come centro di sviluppo delle idee che si struzione piena di amianto che abbiamo fatto rimuoconcretizzano in opere materiali a favore di tutti gli vere (dopo 34 anni di vita!). C’erano certo delle inauomini. E molti, soprattutto quelli che hanno fatto dempienze procedurali, ma l’ipocrisia di tanti che ad della militanza politica nei partiti di ispirazione cat- alta voce e sui social network hanno denunciato il tolica un tratto distintivo della loro immagine pub- “misfatto” (dimenticando che per i loro soli interessi blica, sembrano avere dimenticato che, ai tempi in privati hanno praticato lo stesso “illecito”), non deve cui gli conveniva, non disdegnavano chiedere aiuto mettere dubbi sull’azione di una Chiesa che vuole elettorale ai parroci od ostentare la loro apparte- “edificare” per edificare la gioventù del nostro paenenza a questo o a quel movimento di volontariato se, creando spazi di aggregazione e magari anche di parrocchiale quale come segno distintivo e di valore lavoro. aggiunto nelle competizioni elettorali. Questo pro- Voglio riportarvi un episodio. Nel febbraio1987, getto, invece, è nato solo come stimolo alla società in occasione della pubblicazione di un libro su un civile succivese, che ritenevo potesse esprimere valo- noto personaggio, alcuni quotidiani scrissero così: ri e personalità nuove, lasciandole però libere di fare “Emerge il ritratto tutto terreno di un ‘imprenditore del il loro percorso, come poi è effettivamente avvenuto. sacro’”, “La sua opera è in realtà l’impresa messa in Basti pensare che, e non lo dico con spirito polemi- piedi da un imprenditore che ha saputo trasformare co, ho ottenuto più contributi economici e agevola- un disegno pedagogico ossessivo in qualcosa di molzioni dalle precedenti amministrazioni (contributi ai to simile ad una industria con un fatturato altissimo, campi scuola estivi ogni anno, contributo economico una vera e propria multinazionale”. alla manifestazione Natale a Succivo, approvazione Pensate un po’! A 100 anni dalla sua morte, con tut-


to quello che la sua opera e la sua persona avevano ne coi fratelli nella misericordia reciproca, perché si prodotto di positivo per la società e per migliaia di affermi la civiltà della gioia e della verità in tutti gli giovani, così veniva descritto San Giovanni Bosco! ambiti della vita. E quanto dovette ancor sopportare dai suoi contemporanei detrattori mentre fondava oratori, scuole se- Da allora l’attenzione sui suoi comportamenti è aumentata, veda rali, laboratori per calzolai, sarti, Che nel mio cuore di la questione antenna. Cos’è falegnami, e la tipografia meglio pastore ci sia o meno successo veramente e cosa attrezzata di Torino! Lungi da me la “povertà” lo lascio più importante perché ha riogni tentativo di paragone, ma “mi tenuto opportuno istallarla decidere a Nostro conforta” il fatto che anche un Sansu un luogo sacro? to come lui, quando ha provato ad Signore. Posso peccare essere “sociale”, ossia, ha costrui- di un’attitudine accesa Non posso far finta di niente rispetto a tutte le voci e le dicerie di pochi (ma verso il fare, anche to opere per la società, ha dovuto che godono di ampia diffusione sui se appare inutile patire molto a causa della società stessa. Da quando io sono parro- elencare la moltitudine social e che inevitabilmente si insinuano anche all’interno della nostra di momenti ed co a Succivo, sarà per il mia indole “animatrice e organizzativa”, ho occasioni di preghiera, comunità) che io sarei un “venale impenitenza, catechesi, prenditore” per giunta uno spregiumesso mano a molte iniziative di dicato che passa anche sopra la sapellegrinaggi..., ma ripristino e creazione di nuovi amlute del suo popolo. Questo no. Posso certamente non bienti per la ricchezza della nostra avere dei tratti caratteriali che non cambierò il mio comunità parrocchiale e cittadipossono piacere (nessuno è perfettemperamento per na: il Tempio, i locali parrocchiato), ma non ho ricchezze accumulate “quieto vivere”. li, l’Auditorium, l’oratorio, la Casa né ostento il benessere che, per gradella gioia... Ho chiesto in queste zia in questo tempo mi è concesso, iniziative sempre aiuto alla comunità dei fedeli, seme, da cristiano, non devo enumerare di certo le mie pre lasciando, ovviamente, la libertà di adesione viopere personali verso chi ha bisogno per acquistare sto che non sono certo io che mando le anime in benevolenza agli occhi della gente. E veniamo alla Paradiso né tantomeno potrei escludere qualcuno questione dell’antenna sul campanile. Occorre indai Sacramenti qualora non desse il suo contributo. nanzitutto premettere che, senza nessuna certezza Anzi invito tutti ad essere liberi e leali nel manifescientifica e in un mondo che è pieno di antenne che starmi eventuali perplessità nel mio agire verso la fanno funzionare i nostri cellulari ormai “necessari” comunità. In ogni modo, quando non sarò più parrocome le nocive auto, sembra sia l’unica che provocheco di Succivo, non porterò con me tutte queste belle rà leucemie ed inquinamento. Ricordando a tutti che cose né tantomeno ne ricaverò un usufrutto! Alcuni chi vive 24 ore su 24 sotto quell’antenna è proprio il citano a sproposito il nostro amato Papa Francesco sottoscritto con tanti suoi cari giovani, vorrei vedere che sta indirizzando molti richiami a quella Chiesa quanti di quelli che hanno montato questo caso non “ricca”. Ovviamente il Papa si riferisce alla ricchezza usano i telefonini e non li regalano ai propri figli! mondana e non all’opera pastorale di iniziative che fanno ricca la società: “si devono portare avanti le Dovremmo denunciarli per avvelenamento dei figli opere della Chiesa - dice il Papa - e alcune sono un po’ stessi, visto che ci sono scienziati che ritengono più complesse; ma con cuore di povertà, non con cuore di dannosi i cellulari a contatto col corpo rispetto alle investimento o di un imprenditore”. Tutte le opere della nostra parrocchia non servono certo all’arricchimento inteso come quello che un imprenditore attua per accrescere il proprio capitale, ma alla pastorale, al decoro del Tempio, all’aiuto ai poveri e al sostentamento delle strutture stesse. Che nel mio cuore di pastore ci sia o meno la “povertà” lo lascio decidere a Nostro Signore. Posso peccare di un’attitudine accesa verso il fare (meglio che essere gretti e pigri) anche se appare inutile elencare la moltitudine di momenti ed occasioni di preghiera, penitenza, catechesi, pellegrinaggi..., ma certamente non cambierò il mio temperamento per “quieto vivere”. Questo lo farei se scoprissi che tutto porta ad una diminuzione di fede e di crescita per me e per gli altri. Per ora mi trovo sempre confortato da tantissimi giovani e antenne? E sia chiaro che il mio ragionamento non famiglie e da associazioni che mi dimostrano il loro è “così fan tutti e così faccio pure io”! Questa anbene ed entusiasmo. Se ho citato San Giovanni Bo- tenna sarebbe andata su un’altra abitazione in ogni sco all’inizio non è certo per stabilire con lui un pa- modo (anche in piazza), come ci saranno ancora alragone! Ma se non ho la sua santità, certamente ho tre automobili, wifi diffusi chiesti da tutti, fumo di il suo stesso amore per la Chiesa e per il suo popolo, sigarette che va nell’aria di tutti, conservanti, cibi in un servizio che avrà i suoi errori, le sue imperfe- transgenici, pesticidi ecc. ecc. Ci dicono che potezioni, ma sempre desideroso di essere in comunio- vamo desistere, non metterci al centro di altre pole-


miche... E perchè invece testardi l’abbiamo adottata noi quando ci è venuta la proposta dalla compagnia telefonica? Perchè sarà una buona fonte di sostentamento per la nascente Casa della Gioia che tanto bene farà ai poveri e al nostro paese. Così, invece di arricchire solo un privato, se proprio queste antenne sono un male, e non è dimostrato, almeno in questo caso le si trasforma in “male minore”.

Un tema che oramai da qualche anno ha colpito le coscienze dei cittadini campani e che finalmente è alla ribalta nazionale, è la questione Rifiuti Tossici, lei ritiene che Succivo possa definirsi Avvelenata? Come mai non si è esposto su un tema così importante? Per giunta si è verificato di recente l’episodio legato al ritrovamento di amianto non smaltito correttamente su un luogo a lei affidato, cosa è accaduto? Chi sono io per dire se Succivo sia avvelenata? Proprio questa posizione radicale e preconcetta (ed utilizzata in un primo momento anche contro la questione antenna e quindi contro di me) mi ha portato ad aderire ma non a prestare il fianco ad un Comitato che all’inizio continuava ad utilizzare la questione seria della Terra dei Fuochi come un pretesto per altro. Io conosco i nostri cittadini e contadini e non credo affatto che abbiano permesso interramenti nelle loro campagne come quelli che vediamo emergere dalle terre di Caivano. Ci sono di certo le inciviltà che tutti conosciamo, ma dire “avvelenata” una terra così vasta che al massimo, se anche in qualche punto presentasse una situazione seria, sarebbe come definire “avvelenato” tutto un corpo che ha l’infezione ad un dito. Io non ho assunto di certo in prima persona la battaglia come ha fatto don Patriciello, anche perché ognuno ha il suo stile e i suoi ambiti di azione. Ho aderito e sostenuto le manifestazioni che lo stesso Vescovo ha sponsorizzato. La questione amianto nella piazzola di quella che sarà la Casa della Gioia è stata una leggerezza che di certo non può essere definita attentato alla salute pubblica. Quando abbiamo cominciato lo sgombero dei capannoni a noi affidati abbiamo tirato fuori tanta di quella roba accumulata negli anni (quindi dei cittadini di Succivo) e l’abbiamo temporaneamente appoggiata nel cortile. Le quattro lastre di amianto (in tutto circa 4 metri quadrati) che lì giacevano non so da quanto tempo (perché quell’area, usata come parcheggio a servizio dei docenti e del personale delle scuole, prima dell’affidamento alla Parrocchia era incustodita e pressoché accessibile a tutti), sono state imbustate ed appoggiate in attesa di smaltimento. Le foto che sono poi girate le hanno mostrate con il cellophane che qualcuno, introdottosi nell’area, ha rotto. E comunque non erano sbriciolate. È così montato un altro caso nazionale per un fenomeno che era circoscritto, fermato in tempo e comunque non pericoloso come non pericolose (a detta degli esperti) sono le centinaia di lastre di amianto che stanno sui tetti di tanti succivesi ed anche a ridosso delle scuole.


IL MIGLIORE DEI MONDI

“(S)oggetti smarriti” ma ci sei o ci fai?

I

l continuo susseguirsi di post su facebook che vede impegnati tutti i politici e tutti i cittadini appassionati alla politica rischia di far naufragare il vero senso dell’agire per il bene comune: costruire qualcosa di buono che duri nel tempo. Ripensando alla mia breve eppur significativa esperienza di assessore alla cultura ho preso in prestito il titolo di un meraviglioso libro di Felice Piemontese con prefazione di Romano Luperini, “Il migliore dei mondi”. Era la promessa elettorale che ci è stata fatta dalla lista Primavera Succivese in tutti i comizi. Un susseguirsi di “voglio”, “voglio fare”, “faremo bene e meglio di tutti”, perché promettere il Bengodi produce consensi. “(S)oggetti smarriti”, così ci appaiono gli amministratori, sempre pronti a definirsi ostaggi di un passato che impedisce loro di ben governare o di Dirigenti, che a loro dire, operano senza il loro consenso. Dopo due anni e mezzo di amministrazione Primaverina, Succivo ha vissuto solamente l’inverno della solitudine e della incapacità di governo di ogni processo amministrativo. Due anni e mezzo di continue accuse rivolte al passato di cui gli stessi Assessori e Consiglieri sono stati partecipi, infatti sono riusciti a far dimenticare che, in modo diretto ed indiretto, chi ci governa oggi ha governato Succivo negli ultimi 15 anni e sono tutti compartecipi del “cosiddetto” buco del Bilancio. “(S)oggetti smarriti”, ci appaiono quando con testardia e pervicacia offendono e dileggiano, senza pudore, chiunque osi offrire alla comunità un pensiero di dissenso e quando continuano ad accusare tutto e tutti di aver mal governato; smarriti appaiono perché continuano a chiedere polemicamente spiegazioni di ordine tecnico e finanziario, quando tra le loro fila vi è chi può spiegare le manovre di bilancio di dodici degli ultimi quindici anni.

“(S)oggetti smarriti”, ci appaiono quando chiedono conto dell’utilizzo del territorio, quando tra le loro fila hanno chi per “Volontariato” in quindici anni aveva il compito di controllarlo (Legambiente) e chi ha governato il processo urbanistico quando era in maggioranza o era tecnico incaricato dalla maggioranza. “(S)oggetti smarriti, ci appaiono o vogliono apparire. Ma ci sei o ci fai? E’ la domanda più frequente che mi pongo quando gli Amministratori insistono e vogliono farmi credere che cinque anni di amministrazione dal 2006 al 2011 hanno compromesso e corrotto irrimediabilmente il Nostro Succivo. Io ricordo di essere stato assessore alla cultura, spettacolo, sport per tre anni e mezzo circa e nell’ultimo periodo Vicesindaco ed assessore all’Urbanistica; ricordo di aver speso non più di dieci mila euro dalle casse comunali, per le attività, per i primi anni e di aver fatto incassare circa 500.000 euro di oneri di urbanizzazione. Eppure con questi numeri, in cinque anni, avrei contribuito al dissesto comunale di Succivo? Ma ci sei o ci fai? E’ la domanda che mi pongo quando vedo il Comune deserto a tutte le ore, senza cittadini, senza amministratori; eppure ci dicono di lavorare alacremente per il bene di Succivo. Ma ci sei o ci fai? E’ la domanda che mi pongo, quando vedo il comune cadere in pezzi e farlo riparare d’urgenza, dopo un anno, spendendo 25.000 euro; eppure ci dicono, per giustificare tale azione, che vi era un preventivo più basso, ma il Dirigente gode di autonomia amministrativa e Loro non possono interferire; ma dopo appena due giorni, in consiglio Comunale, aumentano fino a 40.000 euro il limite di spesa senza gara di


appalto. Eppure ci dicono che lavorano per migliorare la spesa del Comune. Ma ci sei o ci fai? E’ la domanda che mi pongo, quando vedo un assessore chiamare capra un cittadino su Facebook e lo sento chiamare capra dal vivo una donna in piazza e subito dopo recarsi in Chiesa. Ma ci sei o ci fai? E’ la domanda che mi pongo, quando vedo il traffico impazzito davanti all’istituto comprensivo perché hanno chiuso il parcheggio degli insegnanti e per rimediare annunciano una ZTL spendendo 500 euro in segnali stradali, dimenticandosi di non avere competenza nel tratto di Via Virgilio di S. Arpino. Eppure ci dicono che il traffico c’è sempre stato, ed invitano tutti a recarsi a piedi a Scuola, stile libro Cuore. Ma lo sanno che a volte piove e fa freddo ed i bambini potrebbero ammalarsi? Ma ci sei o ci fai? E’ la domanda che mi pongo, quando ricordo che in tutti i comizi elettorali hanno promesso collaborazioni con le migliori Università ed addirittura un preaccordo per un Commissariato di Polizia a Succivo, affermando che la Piazza era un disastro e che avrebbero messo in moto una serie di controlli tali che non avremmo avuto più problemi di ordine Pubblico. Eppure le risse ci sono state, ed hanno concesso il nulla Osta al trasferimento dell’ultimo Vigile a tempo pieno a Succivo, senza occuparsi per tempo della sua sostituzione. Eppure sino ad oggi continuano a dire che a Causa del Dissesto, da loro dichiarato, hanno le mani legate. Ma ci sei o ci fai? E’ la domanda che mi pongo, quando ricordo che un tempo, ormai lontano, Succivo era il Comune capofila della 328, ed oggi non abbiamo più né il settore Servizi Sociali né un assistente Sociale. Eppure per

far dispetto a qualcuno non nominano un assistente Sociale che ha inviato una offerta per un importo irrisorio. Eppure ci dicono di essere attenti alle esigenze della comunità. Ma ci sei o ci fai? E’ la domanda che mi pongo, quando, sfogliando il Programma di Primavera Succivese al punto 10 leggo: “Assicurando, nell’ambito della più assoluta trasparenza ed imparzialità, efficienza dei servizi e garantendo la più ampia partecipazione….” Quando, sino ad oggi, tutti gli incarichi legali sono stati conferiti ad un unico studio Legale per un importo complessivo di circa 100.000 euro; quando vedo degli LSU al Cimitero perché per due anni non si sono fatte gare di appalto; quando il Capo dell’Amministrazione si Cancella dalla Cassa di Previdenza Forense per poter godere degli assegni familiari a carico dello STATO. Eppure ci dicono che in due anni e mezzo hanno fatto molto ed il meglio dobbiamo ancora vederlo, il frutto del loro lavoro. Mi scuso con tutti i lettori per aver contravvenuto allo spirito iniziale della rubrica, che volva essere un momento di riflessione ed approfondimento sugli avvenimenti, ma in questa prima fase è prevalso lo stupore e la delusione. Vorrei però concludere trascrivendo una splendida poesia di Felice Piemontese che mi torna alla memoria ogni qualvolta mi sento rispondere dalle istituzioni locali che nessuno segnala, nessuno denuncia, nessuno parla: nessuno parla, perché nella stanza accanto stanno morendo, e si levano alte e stridule le note del pierrot lunaire. Noi giochiamo coi bottoni, indifferenti. Poi gli uomini vestiti di nero portano fiori ed opere di bene, che lui guarda, catatonico.


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INTERVISTANDO

COMUNE DI SANT'ARPINO

intervista ottobre ‘13

A TU PER TU CON EUGENIO DI SANTO Terminata la tornata elettorale è ora di passare ai fatti, insieme al neo sindaco Eugenio Di Santo facciamo una panoramica su quello che saranno per Sant’Arpino in termini politici, amministrativi ed economici questi nuovi 5 anni.

Sono passati pochi mesi dall’ultima tornata elettorale, la sua riconferma sottolinea una voglia di continuità nel paese, cosa significa per lei essere sindaco di questa cittadina? Il forte senso di appartenenza alla mia comunità e il senso di responsabilità nei confronti dei miei concittadini sono i due principali motivi che mi hanno spinto a ricandidarmi alla guida dell’amministrazione comunale. E il grandissimo consenso riscontrato con il risultato elettorale ha rappresentato per me un motivo di grande orgoglio, oltre che l’incentivo a proseguire lungo la strada già intrapresa con la prima consiliatura, nonostante le grandi difficoltà che oggi vive l’Italia e che rendono non semplice il compito di un pubblico amministratore.

Quali saranno i focus di questa sua nuova azione amministrativa? Diversi i punti fondamentali su cui si basa la mia azione amministrativa. Innanzitutto, in un momento difficile come questo, in primo piano ci sono le politiche ambientali. La salvaguardia e la tutela del territorio nel quale viviamo deve rappresentare una priorità e fin dall’insediamento abbiamo messo in campo iniziative che vanno in questa direzione attraverso: la videosorveglianza per scongiurare i fenomeni dei roghi tossici e dell’abbandono illegale dei rifiuti; le bonifiche di aree strategiche del territorio come la zonna “Ncopp e Santi” e l’ex vasca Castellone; i controlli messi in atto grazie alla collaborazione del nucleo comunale della Protezione Civile. Fondamentali anche le Politiche Sociali e il sostegno alle fasce deboli della popolazione. Proprio alle Politiche Sociali sono destinati i compensi economici a cui assessori e consiglieri hanno rinunciato. E ancora le politiche scolastiche e lo sviluppo dell’economia e dell’imprenditoria locale attraverso progetti che mettano in luce le grandi risorse del nostro territorio. E in questa direzione va anche il reperimento di fondi che ci consentano di realizzare progetti importanti in tutti i campi.

dizioni economiche disastrose, come se la passa il Comune di Sant’Arpino? Le difficoltà e i problemi che attanagliano l’Italia sono evidenti ed innegabili ed è ovvio che anche il nostro Comune ne subisca le conseguenze. Ma nonostante tutto il nostro impegno è far si che le difficoltà possano essere superate e che, nel nostro piccolo, possiamo riuscire a raggiungere tutti gli obiettivi prefissati che hanno come unico scopo il benessere dei cittadini.

Il tema più in voga in questo periodo è il problema dei Rifiuti tossici, come pensa si potrebbe affrontare il problema?Crede che le istituzioni nazionali abbiano una seria volontà di affrontarlo? In una situazione critica e preoccupante come quella che sta attraversando la nostra Regione bisogna mettere in atto, nel più breve tempo possibile, interventi radicali quali l’individuazione delle aree contaminate e la conseguente bonifica, effettuare controlli delle falde acquifere e porre rimedio, nel modo migliore possibile, allo scempio a cui è stata sottoposta la nostra terra. E per far sì che ciò avvenga è fondamentale il sostegno attivo dello Stato Italiano, purtroppo mancato fino ad ora. Ciò che tengo a precisare è che in ogni caso non è giusto generalizzare ma si deve fare tutto il possibile per salvaguardare le aree della nostra terra ancora incontaminate.

I giovani si allontano sempre più dal mondo della politica, da politico navigato cosa si sente di dire a chi con caparbietà cerca di portare una ventata di innovazione? La politica è un’arte nobile e nobili devono essere i suoi fini. Purtroppo, ridurla a semplice strumento per il raggiungimento di scopi personali, fa sì che i giovani si allontanino sempre di più, smettendo di credere in quelli che sono invece i veri ideali della politica in senso nobile. Bisogna far sì che i giovani si avvicinino alla politica perché il rinnovamento è il primo passo affinché quest’ultima torni ad avere come unico e fondamentale obiettivo il benessere della collettività.

Nonostante siano passati solo pochi mesi dall’insediamento, come valuta questo primo scorcio di consiliatura? Per terminare, quali saranno i suoi proDal bilancio di questi primi mesi di amministrazio- getti politici futuri? ne posso dirmi soddisfatto dei risultati già raggiunti grazie all’impegno dell’intera macchina amministrativa. Ma ancora tanti sono gli obiettivi prefissati per i quali lavoreremo senza sosta affinchè Sant’Arpino possa essere il fiore all’occhiello dell’intero territorio atellano.

L’Italia e il mondo intero versano in con-

Sono tanti i miei progetti per il futuro che valuterò e metterò in atto in base all’evoluzione degli eventi. Al momento sono orgoglioso di essere il sindaco di Sant’Arpino e continuerò, con umiltà e volontà, a lavorare, insieme all’intera amministrazione comunale, per il bene del nostro amato paese.


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INTERVISTANDO

intervista ottobre ‘13

Un buon governo è fatto da una buona opposizione, qual è la sua visione di opposizione? Quali saranno i suoi obiettivi in questi cinque anni?

Una buona opposizione non può non partire da un principio fondante: il rispetto della legalità. Veda se non partiamo da questo assunto non andiamo da nessuna parte. La legalità è il pilastro su cui costruire l’intero castello governativo. La mia è un’opposizione intransigente su questo versante. Qualsiasi deviazione, anche piccola, dalla retta della legalità, sarà da me condannata con qualsiasi strumento previsto dalle normative vigenti. Pari allo zero assoluto.

IL CONSIGLIERE FRANCESCO CAPONE

Sant’Arpino è un paese che ha visto nel tempo sfide elettorali molto avvincenti, una di queste si è ripetuta qualche mese, che ha portato alla riconferma del sindaco uscente Di Santo, ma anche all’affermazione di una nuova personalità politica, che in pochi mesi ha saputo raggiungere un risultato importante, stiamo parlando del consigliere Francesco Capone.

Sono passati pochi mesi dall’ultima tornata elettorale, cosa l’ha spinto a candidarsi alla guida di Sant’Arpino? Nonostante non sia stata una vittoria il risultato ha mostrato una diatriba davvero serrata con il suo avversario, a cosa adduce le colpe della sua sconfitta?

Mi sono messo in gioco, pur sapendo che si trattava di una sfida molto difficile, spinto dall’amore verso il mio paese e dall’orgoglio di far parte della comunità atellana. Veda, come dissi in campagna elettorale, nel corso dell’ultimo decennio, a causa della mia intensa attività professionale, mi capitava a volte di assentarmi per periodi più o meno lunghi da Sant’Arpino e ogni volta che vi tornavo lo trovavo peggiorata. Nonostante i successi che andavo ottenendo in ambito privato o professionale sentivo in me montare un forte disagio perché vedevo che il paese non faceva alcun passo in avanti ed anzi aveva intrapreso il percorso del gambero. Da qui la decisione di gettarmi nell’agone politico. Le colpe del mancato successo elettorale sono diverse. In primisc’è da dire che mi confrontavo con un sindaco uscente ed in questo caso si sa che si parte con uno svantaggio considerevole. Poi non bisogna dimenticare che il periodo storico in cui viviamo, caratterizzato da una fortissima crisi sociale e deconomica, ha spinto sempre più le persone verso la soglia della povertà. E questo ha favorito chi è stato disposto a mettere in campo politiche di bassa speculazione clientelare che non appartengono al modus pensanti del sottoscritto. Tuttavia non rinnego di aver fatto degli errori. Dovevo, sicuramente, mostrare più coraggio e favorire la candidatura di più persone “nuove” al mio fianco.

Come giudica questi primi mesi di Amministrazione Di Santo?

A Sant’Arpino, purtroppo, ci troviamo di fronte ad un’amministrazione che non ha in testa alcun progetto per la nostra comunità. Ormai il comune affoga nei debiti, la Multiservizi è sull’orlo del fallimento e la gente attende risposte che purtroppo tardano ad arrivare e che quasi sicuramente non arriveranno mai. Nel mentre accade tutto questo i nostri amministratori pensano solo ad i propri esclusivi interessi clientelari e familistici . Risultato di tutto ciò? Lo sforamento del patto di stabilità già nel 2013 ed una corsa galoppante verso il dissesto.

Il problema rifiuti tossici ha assunto finalmente la dovuta attenzione, quale è la strada da seguire secondo lei?

Quella fondata sulla legalità e sull’educazione. La prima non può prescindere da pene certe e dure, che vanno equiparate a quelle previste per strage dolosa. Dall’altro lato non si può prescindere da una forte sensibilizzazione della collettività ed in particolare delle nuove generazioni. E su questo ambito la politica non deve fare altro che proseguire lungo la strada intrapresa da persone coraggiose come don Maurizio Patriciello. Di insistere e di proseguire lungo la strada che si intende seguire con determinazione e correttezza.

I giovani si allontanano sempre più dal mondo della politica, cosa si sente di dire a chi con caparbietà cerca di portare una ventata d’innovazione?

Vede è vero che si parla di crisi e disaffezione dalla politica. Ma tutto ciò presenta anche un’altra sfaccettatura. C’è, infatti, un’autostrada per chi vuole impegnarsi con serietà al servizio della collettività. L’importante che si abbia davvero la consapevolezza che per essere un buon politico per prima cosa si debbono tutelare gli interessi della collettività e non i propri.

Per terminare, quali saranno i suoi progetti politici futuri?

Considero la passata competizione elettorale come una prima esperienza dalla quale ho imparato molte cose. Proseguirò nel mio impegno politico, dando vita ad in un’opposizione dura ma costruttiva. Parallelamente cercherò di costruire un movimento politico cittadino nuovo con persone oneste che non hanno avuto nulla a che fare con l’amministrazione in passato e che siano animate da una sincera voglia di cambiamento e da un forte spirito di servizio.


COMUNE DI ORTA DI ATELLA

QUANDO I BAMBINI FANNO OHHHH…!!!! In un periodo dove le politiche sociali latitano, dove i nostri bimbi sono sempre più messi da parte, ad Orta di Atella, 3 anni fa nacque un progetto la cui storia potrebbe essere utilizzata per un film da Oscar dal titolo “Quando i bambini fanno ohh”.

I

l concetto di base fu fin da subito molto chiaro, rendere protagonisti i soggetti più bistrattati dell’era moderna, i bambini e più in particolare i bambini diversamente abili. Oggi dopo anni di continuo impegno nasce l’Associazione “OLTRE” - Tutela e Diritti dei Diversamente Abili, oltre.onlus@libero. it - le iniziative in cantiere sono davvero molteplici: assistenza psicologica gratuita, laboratori pomeridiani di teatro, musica, canto e ballo, uscite fuori porta e programmazione di campi estivi, nonché

quello di provvedere ad una

raccolta fondi per garantire

terapie private ed individua-

li ai bambini. Forte il sostegno

del Comune di Orta di Atel-

la e in particolar modo della

Commissione Pari Opportu-

nità all’iniziativa che oramai è

un vanto per gli ortesi, vista

l’esclusività del progetto. A far

parte dell’associazione OL-

TRE vi sono: Luigi Sorvillo, in

qualità di presidente, Tan-

ya Brancaccio, Emilia Vitelli,

Nunzia Sorvillo, Mariagra-

zia Savoia e Andrea Carboni.

Avere cittadini che hanno

la forza e la volontà di portare

avanti progetti così nobili è

una vera rarità e l’indissolubile

legame che si viene a creare

in questi casi tra gli operatori

e i bambini è tutto un con-

centrato di emozioni come ci

mostrano le parole di una delle collaboratrice al progetto: “Nel condividere in 3 anni con loro ogni emozione: gioia, dolore, tristezza, ti rendi conto quanto il nome “diversamente abili” sia il più appropriato. Questo nome deve essere inteso per indicare persone che hanno abilità diverse da quelle comuni, o meglio da quelle che oramai noi persone “normali” non siamo più in grado di mostrare. Loro, infatti, hanno sempre pronta una parola di conforto quando sei giù, dimostrano in continuazione il loro bene per le persone, si godo fino in fondo ogni occasione di divertimento, ogni loro istante di vita, nonostante la vita non li abbia sorrisi”. Da un progetto così non c’è che da prendere esempio, portare questi bambini al centro della nostra vita sociale li aiuterà a crescere ma sicuramente ci rifarà riscoprire quei valori che la società moderna ci ha portato via.


VIAGGIO ALLA SCOPERTA DI... Questo mese in occasione del freddo polare che ci sta coinvolgendo in questo periodo vi parliamo delle 2 città russe per eccellenza : Mosca e San Pietroburgo Per voi un itinerario di 9 giorni di tour così composto: - arrivo a Mosca: soggiorno di 3 giorni con visite guidate della città; - trasferimento a Yaroslavl, con visita lungo la strada del Monastero di Serghijev Posad (il Vaticano Russo) e del cremlino di Rostov; - soggiorno di 1 giorno a Yarosavl, principale centro dell’Anello d’Oro lungo il Volga, con vi sita guidata della città; - trasferimento con treno notturno a San Pie troburgo; - soggiorno di 4 giorni a San Pietroburgo con visite guidate della città e dei dintorni; - da San Pietroburgo uno splendido volo verso la Turchia ed il mare color smeraldo di Bodrum. Un pò di informazioni a riguardo.

L’ANELLO D’ORO

L’Anello d’Oro è la culla della civiltà e della storia russa. Questa storica regione, compresa tra Mosca e il Volga, è costituita da una “costellazione” di antiche città dal glorioso passato e dal grandissimo interesse storico e architettonico. Quando nel medioevo questi centri erano ricchi e potenti principati, la capitale era poco più di un villaggio. Tuttavia i motivi di interesse per visitare l’Anello d’Oro non sono solo storico-architettonici. Lontano dalle grandi città, incomparabili sono i paesaggi naturali che la regione regala, grazie anche alla presenza di numerosi fiumi ed estese foreste. Ma soprattutto queste zone, ancora turisticamente non molto frequentate, offrono uno spaccato genuino di quella che è la realtà sociale della provincia russa, lontano dagli splendori della capitale e dalle contaminazioni dell’occidente. Un’occasione unica per scoprire, ancora intatto, lo spirito puro di un popolo.

IL FOLKLORE

Yaroslavl e la sua regione sono eccezionalmente ricche di storia e tradizioni popolari. Questo importante retaggio storico-culturale è difeso con orgoglio dalle contaminazioni della modernità e mantenuto vivo attraverso una nutritissima serie di iniziative patrocinate dalle amministrazioni e istituzioni locali. Dal festival delle campane a Rostov e Yaroslavl alla regata storica sul Volga, dalle parate in costumi medioevali alle esposizioni di produzioni artigianali realizzate con tecniche antichissime, tutto il periodo estivo nella regione di Yaroslavl è costellato di appuntamenti e manifestazioni di grande interesse.

Ecco perché si può a ragione affermare che la vera Russia si può scoprire solo in questi luoghi: solo qui, infatti, si ha la possibilità di calarsi nella realtà della tradizione medieval-popolare di quella parte del paese, sopravvissuta fortunatamente alle contaminazioni e massificazioni del regime.

LA GASTRONOMIA

Yaroslavl è rinomata per la sua gastronomia. In particolare abbondano i piatti a base di pesce (luccio, carpa, storione, caviale) e di selvaggina (alce e cinghiale). Ottimi i ristornati locali, dove a prezzi contenuti si può apprezzare appieno la cucina locale. è un itinerario che si può fare tutto l’anno da marzo/ aprile fino a settembre/ottobre naturalmente i voli non sono diretti ma hanno sempre scalo ad istanbul al fine di mantenere un costo poco elevato.



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