Parco Internazionale della Scultura - Restyling

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PARCO INTERNAZIONALE DELLA SCULTURA Il Parco Internazionale della Scultura è un luogo dove le opere d’arte diventano un tutt’uno con il paesaggio. Convivono con l’habitat della macchia mediterranea, i percorsi sportivi, le aree giochi, gli animali e il museo della storia militare. È compreso nell’area complessiva di 60 ettari del Parco della Biodiversità Mediterranea, in prossimità del centro cittadino, quindi può essere facilmente visitato e raggiunto sia a piedi che con i propri mezzi per la presenza di un parcheggio antistante l’entrata principale. Nel 2004 è stato inaugurato il Parco della Biodiversità Mediterranea e Valle dei Mulini, così definito per l’ecosistema forestale che protegge; il Parco Internazionale della Scultura, invece, nel 2005 a seguito del progetto Intersezioni a cura di Alberto Fiz nel Parco Archeologico Scolacium di Roccelletta di Borgia. La mission del Parco Internazionale della Scultura è di rendere l’arte contemporanea fruibile e raggiungibile da tutti, da adulti e bambini. Le installazioni dialogano con l’ambiente, instaurando un rapporto confidenziale con i visitatori.

INIZIO PERCORSO

Piazza dell’Alloro 1. I testimoni - Mimmo Paladino 2. L’uomo che misura le nuvole - Jan Fabre 3. Love Difference - Le sponde del Mediterraneo Michelangelo Pistoletto 4. Electric Kisses - Dennis Oppenhein 5. Il mio pensiero libero - Gianfranco Meggiato 6. Catanzaro ‘11 - Mauro Staccioli 7. Uomo e ballerina - Stephan Balkenhol 8. Concrete mixer - Wim Delvoye 9. Seven times - Antony Gormley 10. Cast glances - Tony Cragg 11. Gazebo - Andrea Branzi 12. I Temp(l)i cambiano - Terzo Paradiso Michelangelo Pistoletto 13. Totem - Marc Quinn 14. Cabane èclatèe aux 4 couleurs - Daniel Buren A. I romani - il trionfo di Germanico - Francesco Jerace B. Madonna del Rosario - Francesco Jerace


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INIZIO PERCORSO

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I testimoni - Mimmo Paladino

Mimmo Paladino Domenico Paladino nasce a Paduli, nei pressi di Benevento, il 18 dicembre 1948. Lo zio paterno, Salvatore, è pittore e lo avvia ad interessi artistici, che confluiranno nella frequentazione del Liceo Artistico di Benevento (1964-68) e la Galleria di Lucio Amelio di Napoli dove conosce il pittore Antonio Del Donno. Nel 1964 visitano assieme per la prima volta la Biennale di Venezia, rimanendo affascinati dagli artisti pop americani. Il 1968 coincide con la sua prima esposizione presso la Galleria Carolina di Portici (Napoli). In quest'occasione viene presentato dal giovane Achille Bonito Oliva, che lo affiancherà criticamente nel corso di tutta la sua carriera artistica, includendolo nel novero degli artisti della Transavanguardia e l'anno successivo lo presenterà nuovamente nella personale di Caserta allo Studio Oggetto di Enzo Cannaviello. Seguendo le indicazioni artistiche del periodo, predominato da un indirizzo soprattutto concettuale, Paladino volge la sua attenzione alla fotografia, atteggiamento che trova riscontro nella personale realizzata alla Galleria Nuovi Strumenti di Brescia, dove espone solo lavori fotografici. Protagonista del movimento della Transavanguardia, movimento artistico italiano nato negli anni Settanta. Le sue sculture sono totem simbolici che entrano in contatto con l’inconscio di chi osserva e l’ambiente che le ospita. I Testimoni è un’installazione composta da quattro sculture in bronzo. Le figure solenni sembrano oracoli di un mondo ultraterreno. Sono posti in modo da evocare nell’osservatore una meditazione interiore. Il legame, quasi religioso, che si crea riconnette l’universo contemporaneo con la magia e la ritualità.




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L’uomo che misura le nuvole - Jan Fabre

Jan Fabre Fabre è un artista visivo, promotore di una ricerca artistica tesa ad oltrepassare le barriere espressive. Dopo aver studiato all'Istituto di Arti Decorative e Belle Arti e all'Académie royale des Beaux-Arts d'Anvers, all'inizio degli anni '80 dirige ad Anversa i suoi primi spettacoli: Theatter geschreven met een K is een kater e This is theatre like it was to be expected and foreseen (Questo è teatro come ci si doveva aspettare e prevedere), spettacolo che, soprattutto per la sua lunga durata, (otto ore, dal tramonto all'alba), colpisce il pubblico e gli procura un'immediata notorietà. Nel 1984 presenta alla Biennale di Venezia The power of theatrical madness (cinque ore) che connota ancora più chiaramente il suo stile eccessivo e "crudele", e conferma la tendenza totalizzante e interdisciplinare della sua ricerca. Alla rassegna Documenta 8 di Kassel propone la prima coreografia per Dance Sections, preliminare alla realizzazione di Das Glas im Kopf wird vom Glas, presentato nel 1987 al Roma-Europa Festival. Seguono Prometheus Landscape (1988), The interview that dies, The Palace at four o'clock in the morning, The reincarnation of God, (1989), The sound of one hand clapping, quest'ultimo basato su frammenti musicali di Dave Knapik, Bernd Zimmermann e dei Doors. Negli anni '90 realizza Silent Screams, Difficult Dreams (presentato a

Kassel a Documenta IX nel 1992), Sweet Temptations, Universal Copyright 1&9 e Glowing Icons. Nel 2017 Jean Fabre torna a Venezia accompagnato da tre importanti istituzioni: il GAMeC di Bergamo (Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo), l'EMST National Museum of Contemporary Art di Atene e The State Hermitage Museum di San Pietroburgo. In laguna Fabre porta la mostra Glass and Bone Sculptures 1977-2017 e qui espone 40 sculture che ripercorrono gran parte della sua vita artistica e mettono in scena la ricerca sul binomio vita-morte, natura-artificio, durezza-fragilità. L’uomo che misura le nuvole è una scultura in bronzo dorato e silicone. L’artista si è ispirato all’affermazione che l’ornitologo Robert Stroud. Quando fu liberato dalla prigione di Alcatraz dichiarò che da quel momento si sarebbe dedicato a “misurare le nuvole”. Ci sono riferimenti, inoltre, a L’uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci. L’opera è omaggio a suo fratello minore, Emile, deceduto prematuramente. L’uomo che misura le nuvole è l’uomo che si spinge verso una conoscenza che supera i limiti della sua natura.




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Love Difference - Le sponde del Mediterraneo Michelangelo Pistoletto

Michelangelo Pistoletto Figlio unico di Livia Fila (1896-1971) e del pittore Ettore Olivero Pistoletto (1898-1984) che aveva realizzato una serie di dipinti sulla storia dell'arte della lana per la ditta Zegna di Biella. Un anno dopo la sua nascita la famiglia si trasferisce a Torino, dove il padre aveva aperto uno studio di restauro. Fin da bambino frequenta lo studio del padre, avverso alle tendenze dell'arte moderna, dove apprende le basi del disegno e della pittura, le tecniche di restauro più recenti; si avvicina al mondo dell'arte anche attraverso visite domenicali alla Galleria Sabauda di Torino. Inizia nel 1947 come apprendista nella bottega del padre restauratore di quadri, con cui collabora fino al 1958: è qui che egli viene in contatto con la tradizione pittorica occidentale, l'arte medievale e rinascimentale. Nel 1953, collabora con Armando Testa, fondatore della prima scuola di pubblicità in Italia. Dirige tale istituto di advertising fino al 1958. La pubblicità influenzerà le sue prime ricerche. Già in questi anni inizia la sua attività creativa nel campo della pittura che si esprime anche attraverso numerosi autoritratti, su tele preparate con imprimitura metallica e successivamente su superfici di acciaio lucidato a specchio. La frequentazione di luoghi espositivi torinesi, come la Galleria Notizie di Luciano Pistoi, la Galleria La bussola, il Centro Internazionale di Ricerche Estetiche e il Museo Civico, dove il critico Luigi Carluccio aveva curato una seria di mostre focalizzate sul confronto fra Italia e Francia, con artisti quali Georges Mathieu e Hans Hartung, insieme al contatto con le opere di Lucio Fontana, viste a Torino alla rassegna "Arte in vetrina", lo conducono ad una riflessione sull'arte contemporanea, sulla contrapposizione fra astratto e figurativo. Espone la sua prima opera, un autoritratto, nel 1955 al Circolo degli Artisti di Torino.

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Electric Kisses - Dennis Oppenheim

Dennis Oppenheim È un artista concettuale noto per la sua attività nel campo della performance art, della Land Art e della video art. Nel 1966 si trasferisce a New York dove realizza la sua prima mostra personale. Intorno agli anni ottanta Oppenheim si dedica soprattutto alla realizzazione di grandi installazioni spesso in spazi pubblici. Nel 1997 ha partecipato alla Biennale di Venezia. È scomparso nel 2011 all'età di 72 anni. Artista americano che dagli anni Sessanta ha dato un contributo determinate per l’arte contemporanea. È un esponente della Land Art, della Body Art, dell’Arte ambientale e dell’Arte Pubblica. La sua ricerca tende a ribaltare le regole e i preconcetti dell’arte, dell’architettura e del design. Electric Kisses è un’installazione costituita da due strutture in acciaio inossidabile e tubi colorati in acrilico. I kisses sono abitabili e il visitatore è protagonista dell’opera. La forma evoca le antiche pagode, ma anche cioccolatini, tipici americani, che si assottigliano alla punta. Questa doppia chiave di lettura è parte del bagaglio di memorie e convenzioni dell’artista.



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Il mio pensiero libero - Gianfranco Meggiato

Gianfranco Meggiato Gianfranco Meggiato nasce il 26 agosto 1963 a Venezia dove frequenta l’Istituto Statale d’Arte studiando scultura in pietra, bronzo, legno e ceramica. Nella sue opere Meggiato guarda ai grandi maestri del 900: Constantin Brâncuși per la sua ricerca dell’essenzialità, Henry Moore per il rapporto interno-esterno delle sue maternità e Alexander Calder per l’apertura allo spazio delle sue opere. Lo spazio entra nelle opere di Meggiato e il vuoto diviene importante quanto il pieno. L’artista modella le sue sculture ispirandosi al tessuto biomorfo e al labirinto, che simboleggia il tortuoso percorso dell’uomo teso a trovare se stesso e a svelare la propria preziosa sfera interiore. Meggiato inventa così il concetto di “introscultura“ in cui lo sguardo dell’osservatore viene attirato verso l’interiorità dell’opera, non limitandosi alle superfici esterne. “A livello formale lo spazio e la luce non delimitano l’opera, scivolandole addosso come fosse un tuttotondo, ma penetrano al suo interno avvolgendone i reticoli e i grovigli arrivando ad illuminare la sfera centrale quale ideale punto di arrivo”. A partire dal 1998 Meggiato partecipa ad esposizioni e fiere in Italia e all’estero, tra cui in USA, Canada, Gran Bretagna, Danimarca, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Principato di Monaco, Ucraina, Russia, India, Cina, Emirati Arabi, Kuwait,

Corea del Sud, Singapore, Taipei, Australia. Nel 2017 il museo delle arti MARCA di Catanzaro inaugura una grande mostra dedicata a Gianfranco Meggiato che si estende nelle quattro location più importanti della città: Museo Marca, Scolacium, Musmi (Museo Militare) e Marca Open con ”Il Giardino delle Muse Silenti” una installazione di venti metri di diametro che vede la collocazione di otto opere monumentali all’interno di un labirinto composto da 4.000 sacchi di juta. L’opera più imponente dell’intera composizione, "il mio pensiero libero", viene posta permanentemente nel Parco Internazionale della scultura a fianco di Tony Cragg. Il mio pensiero libero è una scultura alta quattro metri di acciaio inox e alluminio. Rappresenta la difesa dell’arte e della cultura. La forma bianca in alluminio è il pensiero libero che si innalza sopra la composizione. Questa scultura monumentale vuole indicare che solo l’arte, la consapevolezza e non le armi, possono salvare l’uomo da se stesso.



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Catanzaro ‘11 - Mauro Staccioli

Mauro Staccioli Mauro Staccioli nacque a Volterra nel 1937, dove si diploma all'Istituto Statale d'Arte (indirizzo ebanisteria) nel 1954. Furono di questo periodo le sue sperimentazioni in ambito pittorico e di incisione. Le sue prime opere sono di matrice informale, ma si sentono le influenze di Jackson Pollock, Alberto Burri e Lucio Fontana. Tra la fine degli anni '50 ed i primi anni '60 insegna a Cagliari e Lodi, per poi approdare nel 1968 a Milano, prima presso il Liceo Scientifico Albert Einstein e poi presso il Liceo Artistico di Brera, del quale diventerà direttore a metà degli anni settanta. Dalla fine degli anni sessanta si dedica alla scultura, elaborando le sue forme in stretto dialogo con la società e lo spazio urbano. Il suo percorso di ricerca lo indirizza verso una “scultura-segno” che si pone in stretta correlazione con il luogo per il quale e nel quale è realizzata La sua attività artistica si intreccia all’esperienza come intellettuale e politico militante. Si dedica inizialmente a pittura e incisione. Alla fine degli anni Settata si approccia alla scultura. Lavora con forme semplici e geometriche. Le sue sono “sculture intervento” perché modificano e segnano i luoghi e ne modificano la percezione. Sono, inoltre, caratterizzate dalla volontà dell’artista di comunicare metafore sull’agire umano. Catanzaro ’11 è un anello di otto metri d’altezza in acciaio corten. Pesa 12 tonnellate ed è stato realizzato per la città di Catanzaro. Si staglia sul prato in un equilibrio quasi precario. Non è un corpo separato da contemplare, ma diventa elemento integrato nell’ambiente naturale



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Uomo e ballerina - Stephan Balkenhol

Stephan Balkenhol Stephan Balkenhol è cresciuto a Fritzlar, Lussemburgo e Kassel come l'ultimo di quattro figli di una casalinga e di un insegnante di scuola elementare e ha frequentato la Scuola europea in Lussemburgo per diversi anni , dove suo padre insegnava all'epoca. Balkenhol ha superato la maturità al Kassel Friedrichsgymnasium. Balkenhol ha studiato tra il 1976 e il 1982 presso l' Università di Belle Arti di Amburgo. Grazie alla borsa di studio Karl Schmidt-Rottluff , è riuscito a trovare la sua strada per diventare uno scultore. Poi è stato insegnante allo Städel Art Institute di Francoforte . Dal 1992 è professore all'Accademia di Belle Arti di Karlsruhe. Balkenhol lavora in sculture , rilievi , disegni e tecniche grafiche come litografia , xilografia e serigrafia . Le sue sculture in legno dipinte grossolanamente e colorate sono il suo marchio di fabbrica. Raffigura persone, animali e architetture, a volte surrealicombinato. Il focus del suo lavoro è sulle persone. Ha sviluppato tipi di base, che ha variato in molti modi. Il suo tipo di figura più famoso è l'uomo con pantaloni neri e camicia bianca. I vestiti e la postura delle persone mostrate indicano il presente. Non mostrano emozioni chiare, sembrano guardare nel vuoto o - per lo spettatore punti sconosciuti. I personaggi rimangono distanti, anonimi ed enigmatici. Il legno è il materiale di lavoro più

importante di Balkenhol. Tipi di legno morbidi come il pioppo o il legno di wawa consentono all'artista di elaborare con precisione i volti delle sue figure. Nella maggior parte delle sculture, la figura è scolpita nel legno in modo tale che la figura e la base rimangano collegate come un unico pezzo. Il materiale rimane chiaramente riconoscibile nelle sue opere e la lavorazione rimane visibile nella struttura grossolana sotto la versione a colori. Le tracce materiali e visibili del processo di lavoro fanno quindi parte dell'opera d'arte. L’artista tedesco reinventa la figura umana. Crea soggetti che non hanno caratteristiche eroiche, ma rappresentano l’uomo contemporaneo con un’immagine quotidiana. Così esce dalle convenzioni accademiche. Le figure, solitamente, vengono scolpite partendo da un unico tronco e successivamente dipinte. Uomo e ballerina è un’installazione composta da due sculture in bronzo dipinto. Le figure sono distanti l’uno all’altra. La ballerina è bloccata sulla sommità di una colonna. L’uomo, con camicia bianca e pantaloni scuri, è sistemato su un piedistallo. Entrambi rappresentano una monumentalità apparente e ironica.



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Concrete Mixer - Wim Delvoye

Mimmo Paladino Domenico Paladino nasce a Paduli, nei pressi di Benevento, il 18 dicembre 1948. Lo zio paterno, Salvatore, è pittore e lo avvia ad interessi artistici, che confluiranno nella frequentazione del Liceo Artistico di Benevento (1964-68) e la Galleria di Lucio Amelio di Napoli dove conosce il pittore Antonio Del Donno. Nel 1964 visitano assieme per la prima volta la Biennale di Venezia, rimanendo affascinati dagli artisti pop americani. Il 1968 coincide con la sua prima esposizione presso la Galleria Carolina di Portici (Napoli). In quest'occasione viene presentato dal giovane Achille Bonito Oliva, che lo affiancherà criticamente nel corso di tutta la sua carriera artistica, includendolo nel novero degli artisti della Transavanguardia e l'anno successivo lo presenterà nuovamente nella personale di Caserta allo Studio Oggetto di Enzo Cannaviello. Seguendo le indicazioni artistiche del periodo, predominato da un indirizzo soprattutto concettuale, Paladino volge la sua attenzione alla fotografia, atteggiamento che trova riscontro nella personale realizzata alla Galleria Nuovi Strumenti di Brescia, dove espone solo lavori fotografici. Protagonista del movimento della Transavanguardia, movimento artistico italiano nato negli anni Settanta. Le sue sculture sono totem simbolici che entrano in contatto con l’inconscio di chi osserva e l’ambiente che le ospita. I Testimoni è un’installazione composta da quattro sculture in bronzo. Le figure solenni sembrano oracoli di un mondo ultraterreno. Sono posti in modo da evocare nell’osservatore una meditazione interiore. Il legame, quasi religioso, che si crea riconnette l’universo contemporaneo con la magia e la ritualità.



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Seven times - Antony Gormley

Antony Gormley Gormley è cresciuto a Hampstead. Ha studiato archeologia, antropologia e storia dell'arte al Trinity College di Cambridge dal 1968 al 1971, prima di recarsi in India e Sri Lanka per studiare il buddismo. Ritornato a Londra tre anni dopo, nel 1974, Gormley continuò i suoi studi alla Central School of Art (ora noto come Central Saint Martins College of Art and Design) e il Goldsmiths College, perseguendo un diploma post-laurea in scultura tra il 1977 e il 1979 alla Slade School of Fine Art, University College London. Negli ultimi 25 anni, Antony Gormley ha dato alla figura umana nella scultura un nuovo significato, prendendo le proporzioni del proprio corpo come punto di partenza. Dal 1990 ha lavorato a progetti su larga scala come Allotment, Critical Mass, Another Place, Domain Field, Inside Australia e più recentemente Blind Light. Le sue opere più famose sono: Angelo del Nord, un'enorme scultura destinata allo spazio pubblico, come punto di riferimento a Gateshead, commissionata nel 1995 e collocata nel 1998, e Another Time'en Another Place (1997), composta da diverse figure, tra l'altro a Crosby Beach vicino a Liverpool. Il lavoro di Antony Gormley è stato ampiamente esposto nel Regno Unito con mostre personali alla Whitechapel Art Gallery, alla Tate Gallery, alla Hayward Gallery, al British Museum e alla White Cube Art Gallery (tutte a Londra), e in molti musei internazionali. Ha partecipato a importanti mostre come la Biennale di Venezia e il Documenta 8 a Kassel nel 1987 e nel 2006 alla Sydney Biennale con il suo lavoro Asian Field. La sua ricerca si basa sul corpo umano inteso come sede di memora. Per l’artista diventa uno strumento per indagare il rapporto fra l’individuo e la collettività.

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Seven Seven Times Times è un’installazione è un’installazione di sette di sette sculture sculture in ferro. in ferro. l’artista ha utilizzato il calco del proprio corpo. Le sette figure creano un’unica linea. ezarle l’artista ha utilizzato il calco del proprio corpo. Le sette figure creano un’unica linea. rivolte il mare e rappresentano le della fasi della respirazione. SonoSono rivolte versoverso il mare e rappresentano le fasi respirazione. ta numero del numero è casuale. Il sette rappresenta, infatti, il cosmo la perfezione. sua perfezione. el non non è casuale. Il sette rappresenta, infatti, il cosmo e la esua


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Cast Glances - Tony Cragg

Tony Cragg Anthony Douglas Cragg, meglio conosciuto come Tony Cragg (Liverpool, 9 aprile 1949), è uno scultore britannico. Le opere di Cragg sono realizzate utilizzando diversi materiali e oggetti che vengono assemblati in forme varie. Dal 1966 al 1968 Tony Cragg lavorò come biomedico a Liverpool ("all'epoca lavoravo in un laboratorio puzzolente e disegnavo nel tempo libero" disse) prima che la sua compagna lo incoraggiasse a dedicarsi a tempo pieno all'arte. Dal 1969 al 1970 egli studiò arte al Gloucerstershire College, dal 1970 al 1973 alla Wimbledon College of Arts, e dal 1973 al 1977 presso il Royal College of Art di Londra. Nel 1977, Cragg si trasferì in pianta stabile a Wuppertal, in Germania. L'artista tenne la sua prima mostra nel 1979 alla Lisson Gallery di Londra. Durante gli anni ottanta, Cragg divenne famoso in tutto il mondo e iniziò a esporre le sue creazioni in molti musei e gallerie d'arte. Cragg ha dedicato gran parte della sua vita all'insegnamento. Dal 1988 al 2001 fu docente a Düsseldorf e dal 2001 al 2006 presso l'Universität der Künste di Berlino. Dal 2009 è rettore all'Accademia d'arte di Düsseldorf.La sua ricerca esplora il contesto scientifico. Le sue opere sono costituite da forme organiche che hanno capacità di articolarsi nello spazio. L’artista utilizza l’oggetto per comprendere la natura dell’uomo. I suoi soggetti assumono forme non comuni per attraversare gli spazi fisici e mentali. Cast Glances è un’opera in bronzo. Appartiene alla serie Rational Beings. L’oggetto rappresentato subisce torsioni non naturali. Questa scelta porta la forma originaria verso una nuova struttura dinamica. La libertà della figura è metafora di uno stato emotivo e di introspezione.



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Gazebo - Andrea Branzi

Andrea Branzi Andrea Branzi è un designer e architetto italiano. Fondatore, assieme a Paolo Deganello, Massimo Morozzi e Gilberto Corretti del collettivo Archizoom Associati, è considerato tra i maggiori esponenti del design neomoderno. È tra i fondatori di Domus Academy, scuola di design di Milano. Ha vinto numerosi premi tra i quali il Compasso d'oro alla carriera nel 1987. Il 16 maggio 2008 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Disegno Industriale dalla Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni dell'Università di Roma La Sapienza. Il 15 ottobre 2018 gli è stato conferito a Stoccolma il premio The Rolf Schock Prizes assegnato dalla The Royal Academy of Fine Arts. È professore ordinario alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano, dove attualmente insegna. Fra i progetti più importanti firmati dal gruppo ci sono: la No-Stop-City, un sistema metropolitano, e il divano Superonda, realizzato per Poltronova.



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I Temp(l)i cambiano Michelangelo Pistoletto

Michelangelo Pistoletto Artista italiano protagonista dell’Arte Povera, movimento artistico sorto in Italia nella seconda metà degli anni Sessanta. Per Pistoletto l’opera d’arte rappresenta il luogo in cui ogni singolo individuo diventa responsabile di un cambiamento. La sua ricerca è significativa sia per la sfera politica che per quella sociale. L’arte è un mezzo per educare e sensibilizzare le generazioni contemporanee e future. I Temp(l)i cambiano – Terzo Paradiso è un’opera realizzata per Ecodom, il più grande Consorzio per il Recupero e Riciclaggio di Elettrodomestici. La scultura è costituita da 32 cestelli di lavatrici incastrati l’uno all’altra per dare vita alle colonne. Le serpentine di frigoriferi sono state utilizzate per il fregio del tempio. L’opera è posizionata su una base inclinata e rappresenta il passaggio dall’era del progresso all’era del riciclo.



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Totem - Marc Quinn

Marc Quinn Marc Quinn (Londra, 8 gennaio 1964) è un artista britannico, membro del gruppo informale noto come Young British Artists. Ha studiato storia e storia dell'arte al Robinson College (Università di Cambridge). Ha lavorato come assistente per lo scultore Barry Flanagan. Quinn ha iniziato a esibire le sue opere nei primi anni novanta. È stato il primo artista rappresentato da Jay Jopling, ed ha esposto al Sensation exibition di Carles Saatchi.Alcune delle principali esposizioni di Quinn sono Sonsbeek '93, Arnhem (1993); Give and Take, Victoria and Albert Museum, Londra (2001); Statements 7, Biennale di Venezia (2003) e Biennale di Gwangju (2004). Tra le mostre personali vanno ricordate Tate Gallery, Londra (1995), Kunstverein Hannover (1999), Fondazione Prada, Milano (2000), Tate Liverpool (2002), Irish Museum of Modern Art, Dublin (2004), Groninger Museum, Groningen (2006) and MACRO, Roma (2006), DHC/ART Fondation pour l'art contemporain, Montréal (2007) e Fondation Beyeler, Basilea (2009). È noto per Alison Lapper Pregnant (una scultura di Alison Lapper installata sul quarto plinto di Trafalgar Square), Self (una scultura della sua testa fatta con il suo stesso sangue congelato) e Garden (2000). Quinn ha usato sangue, ghiaccio e feci per fare sculture; il suo lavoro fa riferimento, talvolta, ai progressi scientifici. L'opera di Quinn mostra la

preoccupazione per la mutabilità del corpo e i dualismi che definiscono la vita umana: spirituale e fisico, superficie e profondità, cerebrale e sessuale. La sua ricerca è basata sul confronto fra storia e classicità. Sono significative le sue sculture in marmo bianco. I soggetti rappresentati sono disabili che sfidano il concetto di frammento ereditato dall’arte antica. Totem è la rappresentazione in cemento e ghisa di Darth Vader, l’antagonista della celebre saga Guerre Stellari. La struttura è costituita da elementi sovrapposti. Rappresenta un elemento della contemporaneità ripreso dal linguaggio del cinema, che prende le distanze dal contesto reale. Con questo espediente l’oggetto fisico diventa forma ideale, quasi astratta.



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Cabane èclatèe aux 4 couleurs Daniel Buren

Daniel Buren Daniel Buren è un pittore e scultore francese. Negli anni '80 ha abbandonato la pittura in favore delle installazioni architettoniche permanenti su spazi pubblici, tra cui Les Deux Plateaux al Palais-Royal di Parigi. Quasi tutte le sue opere non esistono fuori dal tempo e dallo spazio per i quali sono state concepite: la maggior parte di esse sono dunque state distrutte dopo la loro presentazione. Nel 1986 ha partecipato alla Biennale di Venezia aggiudicandosi il Leone d'Oro per il miglior padiglione. In Italia, a Colle Val d'Elsa, nell'ambito della riqualificazione del centro della città bassa (progetto coordinato dall'Atelier di Jean Nouvel), si è occupato della ripavimentazione della centrale Piazza Arnolfo di Cambio. Nel 2004 crea la decorazione a mosaico del soffitto della grande hall d'ingresso del Museo Fabre di Montpellier. Nel 2005 realizza Partitions colorées nel Nuovo Padiglione di Emodialisi di Pistoia, su invito di Giuliano Gori. Il suo vocabolario artistico è caratterizzato dall’ outil visuel: strisce verticali alternate bianche e colorate larghe 8,7 centimetri. Questo motivo ha lo scopo di liberare l’uomo dall’apatia della visione di uno spazio. Le strisce modificano la percezione di un determinato elemento e costringono l’osservatore ad una analisi più approfondita. I suoi lavori sono definiti in situ perché studiati appositamente per le specificità di un luogo. Cabane èclatèe aux 4 couleurs, opera in site, è una struttura plastico-architettonica. È costituita da un cubo 4x4x4 metri, percorribile e visitabile. Presenta delle aperture “esplose” sui lati. Negli spessori di queste ultime è riconoscibile l’outil visuel, elemento tipico dei lavori di Buren. Le pareti sono rivestite da materiale specchiante che crea un dialogo continuo e sempre nuovo, con l’ambiente circostante.



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I Romani - Il Trionfo di Germanico Francesco Jerace

Francesco Jerace Francesco Jerace nasce in un paesino in provincia di Reggio Calabria. Nel 1869 si trasferise a Napooli, dove inizia a frequentare l’Accademia di Belle Arti. L’inusitata capacità dello scultore calabrese di coniugare bello ideale e un realismo particolareggiato e moderno gli procura una lunga serie di premi e riconoscimenti a cominciare dagli anni Ottanta dell’Ottocento. I suoi soggetti sono soprattutto tratti dalla storia e dalla letteratura, ma non si può non tenere conto anche dell’attività di ritrattista di Francesco Jerace. Nei busti, lo scultore mostra ancora una volta di saper coniugare classicismo e modernità, in un guizzo veloce e sapiente. L’espressività e il pathos traspaiono da voloti e pose estremamente realistiche, in una commistione perfetta. I Romani - Trionfo di Germanico L’opera rappresenta il generale Giulio Cesare Germanico. Viene ritratto mentre sta incidendo una roccia. Lo affiancano due legionari romani: uno suona la buccina della vittoria, mentre l’altro innalza il vessillo di Roma. La scultura esposta al Parco è il bronzo di una scultura in gesso esposta al MARCA. Gli stessi soggetti, dello stesso artista, sono esposti in un’opera in marmo, gesso e pietra calcarea all’esterno della Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma.



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Madonna del Rosario Francesco Jerace

Francesco Jerace È riconosciuto come lo scultore calabrese più importante tra Ottocento e Novecento. Il suo primo lavoro fu un bassorilievo di gesso con una testa barbuta, conservato nel Municipio di Polistena. Ma la fama di Jerace è dovuta soprattutto alle opere monumentali. Nel 1880 partecipò all’Esposizione nazionale di Torino con sette opere, tra cui il gruppo I Romani, conosciuto come Trionfo di Germanico. Al MARCA si trova un nucleo di trenta opere donate all’Amministrazione Provinciale da Donna Rosa, una delle due figlie dello scultore, nel 1966. Madonna del Rosario è una scultura, del 1930, in bronzo raffigurante la Vergine con il Bambino. Al MARCA è conservata una scultura, con lo stesso soggetto, in gesso.



«Patisco d'amor patrio, soffro di sentimentalità per il glorioso nostro passato, mi cruccio dell'abbandono in cui siamo caduti e tenuti… e specialmente cerco di far apparire nobile, grande e bella la nostra Calabria, anche quando è giustamente accusata.» (Francesco Jerace, 1909)

Progetto a cura di: Maria Elena Iembo, Francesco Massaro, Laura Innaro, Jessica Fragale Foto in copertina di: Francesco Massaro


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