Voglio condurvi, con questa piccola guida, a scoprire una Sardegna poco conosciuta (…anche dagli italiani e da tanti sardi,…), che è in grado di offrire a chi vuole conoscerla tantissime e interessanti soprese. L'Isola di Sant’Antioco, il suo principale centro abitato che si chiama come l’isola, tutta la regione della Sardegna chiamata Sulcis , della quale l’isola fa parte, incantano con le meravigliose spiagge dai colori incredibili, sempre fruibili in funzione dei venti ovunque essi decidano di spirare! I meravigliosi colori ed i contesti in cui le spiagge si trovano, stupiscono ogni volta. Come stupisce il paese, vero, come non te lo aspetteresti mai, con il curatissimo lungomare o con i suoi pescatori, ad esempio, che ogni mattina allestiscono un mercato del pesce con le bancarelle posizionate nel retro dei pescherecci all'attracco! Il pesce, appunto, che costituisce una delle basi dell'ottima cucina locale, antica e raffinata, che i sulcitani sanno fare scoprire. Sant'Antioco, situata a ridosso della costa occidentale della Sardegna, è un punto strategico per le escursioni alle coste meridionali dell'isola madre: la costa mineraria verso Buggerru e la Costa Verde al Nord, la costa del sud-ovest verso le località di Porto Pino, le spiagge di Teulada, di Pula e di Chia, nonché alla vicina isola di San Pietro ed alla cittadina di Carloforte, ed alle città di Iglesias e Carbonia.
Oltre tutto questo però, molto altro: geologia (splendide grotte di Is Zuddas di Santadi, sull'isola maggiore); archeologia: possiamo ammirare tutto ciò che i Fenici hanno lasciato come testimonianza del loro passaggio in zona, catacombe comprese, sepolture fenicio-puniche poi riutilizzate in vari modi; le miniere, dismesse ed ora visitabili, incredibile testimonianza storica dell’archeologia industriale della zona. La gente del Sulcis poi, sarà un’altra bella scoperta! Persone che sanno accoglierti e consigliarti sempre al meglio. Tutta la zona merita di essere scoperta e gustata a piccoli sorsi; si impareranno anche molte cose ed una è sicura: “la Sardegna non finisce a San Teodoro!" Questa mini guida cercherà di fornirvi le principali informazioni, alla scoperta di una zona della Sardegna ancora poco conosciuta e che ha, in ogni stagione, molto da offrire: clima invidiabile, spiagge e insenature incontaminate, ricchi giacimenti culturali, un piccolo paradiso della natura.
SANT’ANTIOCO E IL SULCIS
Sant'Antioco al volo Oltre alle spiagge ed ai siti di interesse dei quali parleremo in questa piccola guida, ecco alcuni consigli pratici per un piacevole soggiorno a Sant'Antioco. Dal porticciolo turistico sul lungomare partono ogni giorno le escursioni sui barconi della pesca-turismo oppure su un veliero che fa rotta verso Carloforte e le coste meridionali della Sardegna (una intera giornata in barca, con pranzo a bordo). A Sant’Antioco ci sono due banche tutte con servizio bancomat (una in piazza Umberto; la seconda in piazza Italia), due distributori di carburanti (Esso, prima del ponte di accesso all’isola, Agip sulla via Nazionale), cinque Supermercati (CONAD e EUROSPIN nella Via Rinascita, LIDL nella via Matteotti, CONAD City nel Lungomare, SUPERPAN nella via Nazionale),un parco giochi per bambini e campi da tennis e da calcio a 5 nel parco giardino del Lungomare). Potrete comprare il tonno ed altre specialità di mare da SALIS nel Lungomare e da FOIS in Via Cavour. Tutti i martedì nel piazzale Pertini (nei pressi del Lungomare) si svolge il MERCATINO SETTIMANALE. Il panificio CALABRO’, sulla sinistra all’inizio del viale alberato (il Corso) di fronte al Municipio, prepara squisiti dolci sardi tipici (chiedete le “pardulas”!!), ottime focacce e lo speciale PANI CUN TAMMATIGA (pane con pomodoro): imperdibile!! E’ infine d’obbligo la visita all’enoteca della Cantina Sociale, con possibilità di degustazione del Carignano del Sulcis e del Vermentino.
LE SPIAGGE PIU' BELLE DELL'ISOLA Le spiagge dell’sola di Sant’Antioco sono tutte sabbiose e con fondo che degrada dolcemente, tutte servite di punti di ristoro, nolo lettini e ombrelloni, ecc. Quelle del territorio comunale di Sant’Antioco, rivolte a EST-SUD EST, sono esposte ai venti meridionali (scirocco e levante); quelle del Comune di Calasetta (secondo e più piccolo Municipio dell’isola), rivolte a NORD-NORD OVEST, sono invece esposte al Maestrale. A seconda del vento, giorno per giorno, potrete scegliere la spiaggia meno soggetta a vento e moto ondoso.
CO 'E QUADDUS (Coda di cavallo) Presenta un lungo arenile con un fondo di sabbia bianca a grani grossi. E’ una delle spiagge più frequentate del Sulcis, con un mare ricco di riflessi turchesi e verdi. La spiaggia è ampia; il paesaggio richiama le spiagge caraibiche, sia per l’acqua cristallina che per la vegetazione che la circonda. Il fondale degrada dolcemente e questo rende Co 'e quaddus adatta ai bimbi.
CALALUNGA La spiaggia è caratterizzata dalle scogliere ai suoi lati che ricordano un fiordo e la riparano dalle correnti marine e dal vento. Il fondale degrada lentamente. Dalla spiaggia o dal mare è poi possibile raggiungere altre piccole baie della zona, tutte molto suggestive, come ad esempio Cala Tuffi, con la sua piscina naturale con pareti rocciose, unica e suggestiva.
MALADROXIA Maladroxia è la spiaggia con più servizi, molto bella e molto frequentata. Offre un grande parcheggio, il servizio autobus da Sant'Antioco, minimarket e ristoranti. Situata a circa 6 Km dal paese è facilmente raggiungibile in macchina. A Maladroxia, vi accolgono dei maestosi salici messi a sentinella dell'ingresso ed una schiera di pini marittimi a ridosso della spiaggia.. Se avete dimenticato l'ombrellone nessuna paura, ci sono gli alberi che arriveranno in vostro soccorso con la loro spettacolare ombra! Ci sono anche servizi come chiosco, bar, ristorante.
SPIAGGIA GRANDE (Calasetta) Come dice il nome, rappresenta la spiaggia più grande di tutta l‘isola di Sant’Antioco. Sabbia chiara e molto sottile, acque limpidissime e trasparenti, paesaggio circostante unico e suggestivo. L’arenile è delimitato da rocce di tufo e granito, bordato da dune e ginepri. La spiaggia è meta ideale anche per il surf e per quanti praticano la pesca subacquea, i fondali sono infatti molto belli e ricchi di diverse varietà di pesci.
LE SALINE (Calasetta) Presenta con un fondo di sabbia bianca e finissima. Alle sue spalle, alte dune la separano da uno stagno ricco della tipica avifauna; si trova nella omonima località nell'Isola di Sant'Antioco e nel comune di Calasetta, ed è raggiungibile percorrendo la strada che dall'abitato di Calasetta conduce alla spiaggia distante circa 3 km e ben segnalata; è dotata di ampio parcheggio, ed è caratterizzata da un fondale basso che rende agevole il gioco dei bambini in acqua. È possibile noleggiare ombrellone, sdraio e patino
Sotto Torre (Calasetta) Si trova nell'Isola di Sant'Antioco, nell'abitato del comune di Calasetta, sotto la torre d'avvistamento d'epoca piemontese (da qui il nome). La spiaggia si presenta con un fondo di sabbia chiara ed è orlata da pareti di roccia con una fitta vegetazione che contrasta con le sue acque, trasparenti e di un azzurro cangiante per i giochi di luce creati dal sole riflesso sul fondale. La spiaggia è ricca di servizi: accessibile ai diversamente abili, dotata di ampio parcheggio, bar, ed è caratterizzata da un fondale basso che la rende particolarmente adatta ai bambini.
Il Sulcis è una terra selvaggia e bellissima. Una delle zone piÚ belle della Sardegna, con una natura unica e delle coste fantastiche. Le spiagge del Sulcis Iglesiente sono tante e veramente meravigliose, adagiate su un mare trasparente e smeraldino e che nulla hanno da invidiare alle piÚ belle spiagge tropicali. Sant'Antioco è posta in una posizione strategica, al centro di questo paradiso: da qui in meno di mezz'ora di percorrenza, su strade scorrevoli e poco trafficate, si riesce a raggiungerle facilmente tutte.
CALA DOMESTICA Nella costa iglesiente, in piena zona ex mineraria, si trova una delle spiagge più belle della Sardegna. Inserita tra bianche falesie calcaree, l’insenatura meravigliosa di Cala Domestica è un gioiello incastonato tra le scogliere. La spiaggia presenta un fondo di sottile sabbia mista a ghiaia e scogli sparsi, tutto intorno le dune e la macchia mediterranea rendono il tutto ancora più suggestivo. Una galleria disegnata fra le rocce conduce alla cosiddetta Caletta, una spiaggia riparata e molto intima, nella quale si trova la foce di un torrente. Cala Domestica è molto apprezzata dagli amanti della pesca subacquea. Una spiaggia da vedere e ammirare assolutamente.
PORTOPINO (S.Anna Arresi) Porto Pino, nel Sulcis, è certamente una meraviglia della natura. Chi c’è stato non può che confermarlo. Stiamo parlando dell’incredibile spiaggia delle dune, che si stagliano su un mare trasparente e cristallino. Uno scenario assolutamente unico e suggestivo: la sabbia è bianchissima, l’acqua ha colori spettacolari e le dune rendono l’intero quadro assolutamente surreale e selvaggio. La lunga spiaggia va dal comune di Sant’Anna Arresi a quello di Teulada. Se venite a Sant'Antioco e nel sud ovest della Sardegna non potete non andare a vedere Porto Pino. Sabbia bianca finissima, morbida, accecante: le dune sono meravigliose!. C’è una luce e dei colori che raramente capita di vedere in altri posti: in definitiva si può affermare senza esagerazione che è davvero un posto incantevole.
MASÙA (Nebida) Che spettacolo stare in spiaggia e ammirare il meraviglioso Pan di Zucchero, non molto distante! La spiaggia di Masùa è proprio di fronte all’imponente scoglio simbolo della costiera iglesiente, che si erge sul mare a 132 metri d’altezza. Anche la strada per arrivare in questa spiaggia è affascinante e tutta da godere, si attraversa infatti l’ex paesino minerario di Nèbida, ed una volta scese le scalette che dal parcheggio conducono alla spiaggia, lo spettacolo è veramente fantastico. La spiaggia non è di grandi dimensioni e in estate è sempre molto affollata, ma una visita è davvero obbligata, per godersi la finissima sabbia dorata-grigia chiara, insieme al mare color smeraldo. La spiaggia di Masùa rappresenta certamente una delle spiagge più belle non solo dell’iglesiente ma di tutta la Sardegna.
PORTIXEDDU (Buggerru) Una spiaggia ancora selvaggia e per questo molto affascinante. Isolata dal resto del territorio, questa spiaggia è davvero bella e possiede un mare fantastico. La spiaggia di Portixeddu, accanto alla località di San Nicolò nel comune di Buggerru, lunga oltre due chilometri, è caratterizzata da sabbia finissima e chiara, circondata da una fitta pineta dove è possibile trovare riparo dal sole intenso. Il fondale, quasi del tutto sabbioso e in alcuni punti molto basso, è molto affascinante, mentre l’acqua, trasparente e cristallina, con la complicità del sole, crea colorazioni suggestive e meravigliosi riflessi di luce. Anche questa spiaggia, quando il Maestrale soffia forte, diventa meta degli amanti del surf. Dal promontorio poi si gode una vista spettacolare. Noi ve la consigliamo al tramonto!
LA BOBBA (Carloforte) La Bobba è un'incantevole caletta di soffice sabbia candida e sottile che si allunga in modo elegante e sinuoso sulla selvaggia costa sud occidentale dell'Isola di San Pietro in località Le Colonne a pochi minuti dal paese di Carloforte. Una piccola baia riparata dai venti del nord ma esposta al vento caldo di scirocco, impreziosita da suggestive scogliere scure su cui verdeggiano rigogliosi cespugli di profumata macchia mediterranea vanta un mare color turchese/verde, limpido e trasparente. Il fondale basso e sabbioso è adatto anche per i più piccoli.
LA CALETTA (Carloforte) Un’altra bella spiaggia dell’isola di San Pietro, con un littorale reso ancora più suggestivo dal piccolo sistema di dune retrostante. La sabbia della spiaggia è bianca e fine; il mare limpido, con un fondale poco profondo. L’ambiente costiero della zona è intatto; andando non lontano verso nord, attraverso un facile sentiero, si arriva alla Punta dei Cannoni dove si ammira uno dei panorami di natura selvaggia più belli della Sardegna, la costa ovest di San Pietro fino al caratteristico Capo Sandalo. Lungo il tragitto si trova anche un’altra piccola spiaggia di sabbia fine.
TUERREDDA (Teulada) In un angolo della Sardegna del Sud meraviglioso c’è una piccola perla, la spiaggia di Tuerredda. Tutta la zona di Teulada è incredibilmente bella, ma questa spiaggia è unica. Situata in una insenatura tra Capo Malfatano e Capo Spartivento, viene considerata una delle più belle spiagge della Sardegna per la sua sabbia chiara e finissima e per il colore trasparente del mare, che evoca un paesaggio caraibico. Certo quando soffia forte il Maestrale è arduo stare nella spiaggia, ma nei giorni di calma piatta ci si trova immersi in un paesaggio da sogno. Acqua cristallina, spiaggia bianchissima, colori fantastici, panorama mozzafiato. Affollata nei mesi estivi di punta…ma provate a visitarla a Giugno o Settembre!
PORTO TRAMATZU(Teulada) La Spiaggia Porto Tramatzu di Teulada è la spiaggia vera e propria della cittadina, situata nel cuore della costa sud vicino a Capo Teulada. Dalla strada statale per Teulada, pochi chilometri prima del paese, con una breve deviazione si accede facilmente a questa bella spiaggia di sabbia bianca e morbida. L'arenile, che davanti a sé ha la suggestiva Isola Rossa, raggiungibile con escursioni, è bagnato da un mare turchese, trasparente e cristallino, con un fondale basso che digrada dolcemente dalla riva al largo. La spiaggia è attrezzata ed offre ampio parcheggio. Da qui parte la strada panoramica della costa sud, verso Cagliari, con la quale si raggiungono le località di Teuerredda, Chia e Pula.
COSA VEDERE A SANT'ANTIOCO Oramai è risaputo che la Sardegna è una delle terre d’Italia più antiche, la prima ad essere emersa dalle acque. Una recente clamorosa rivelazione ha però sconvolto molte certezze del passato della Sardegna ma anche dell’Italia: la città più antica d’Italia è proprio in Sardegna! Più antica di Roma e degli altri centri abitati sia nell’Isola che nella penisola che vantano un antichissimo passato: è l’antica Sulky, cioè l’attuale Sant'Antioco. Quando Sulky commerciava con l’Oriente e rappresentava un punto di approdo fondamentale al centro del Mediterraneo, la stessa Roma non era ancora stata edificata. Sulky sarebbe dunque la città più antica d’Italia e della Sardegna. Questa importantissima rivelazione è emersa dopo il ritrovamento a Sant’Antioco di un’antica anfora, una ceramica fenicia, la cui datazione è stata fatta risalire con certezza all’800 a.C.; l’insediamento di Sant’Antioco era quindi stabilmente già frequentato a cavallo dell’800 a.C., quando ancora in Italia non c’erano altri centri abitati, ed era anche uno tra i più antichi centri di tutto il Mediterraneo centrale e occidentale. Sant’Antioco diventa quindi la città più antica d’Italia, ben più antica di Cagliari e della stessa Nora. La storia di questa bella cittadina adagiata su una splendida laguna è millenaria, con tanti popoli che si sono avvicendati su questa ampia isola dell’arcipelago sulcitano. Fenici, punici, romani, vandali, spagnoli. Sono tutti popoli che hanno dominato in passato a Sant’Antioco, lasciando tracce e testimonianze del loro passaggio. Ecco perché vi consigliamo di visitare l’area archeologica di Sant’Antioco: l’antica Basilica del Santo con le sue Catacombe, il Tofet, la Necropoli punica, il Forte Sabaudo, il Museo Archeologico. Stiamo parlando dell’area archeologica più importante della Sardegna.
MUSEO ARCHEOLOGICO In un nuovo recentissimo allestimento, il Museo Archeologico Barreca di Sant’Antioco mostra un’ampia sezione di materiali rinvenuti durante le varie campagne di scavo tenutesi nell'isola e pertinenti ad un periodo che va dai primi insediamenti neolitici (III millennio a. C.) alle fasi tarde della romanizzazione. Il percorso inizia con un tabellone cronologico generale che riporta le successioni culturali della Sardegna antica. La fase punica è illustrata sia dai materiali provenienti dal tofet sia dai corredi funerari provenienti dalla grande necropoli ipogea del colle di Is Pirixeddus. Numerose vetrine ospitano un ricco campionario di oggetti ritrovati nelle tombe a camera puniche scavate nel tufo. Sulky, nel III sec. a. C., entra a far parte del dominio di Roma col nome di Sulci; questa fase è documentata da corredi funerari composti prevalentemente da ceramica d’uso comune. A settembre 2009, grazie all’opera del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e ai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, è stato ricontestualizzato un prezioso e originale bronzetto nuragico l’“Arciere”, rinvenuto presso il prestigioso Museo di Cleveland, e oggi in mostra permanente presso il Museo Archeologico F. Barreca
IL TOFET La parola TOFET è un termine di origine biblica che indica una località nei pressi di Gerusalemme, nella quale venivano bruciati e sepolti i bambini defunti, e che oggi, convenzionalmente, indica le aree sacre di età fenicia e punica rinvenute in Sardegna, Sicilia e Tunisia, nelle quali sono state recuperate urne contenenti ossa bruciate di bambini e animali. Il TOFET di Sant'Antioco si presenta come un'area all'aperto, ubicata all'estrema periferia settentrionale dell'abitato, che si appoggia ad una roccia trachitica denominata "Sa Guardia de is Pingiadas" (la guardia delle pentole) a causa della gran quantità di urne cinerarie, oltre 3000, rinvenute nel corso dei secoli e fino ad ora recuperate. Le urne conservano ossa bruciate di bambini, talvolta di piccoli animali e qualche oggetto votivo. I resti ossei per lungo tempo sono stati attribuiti ad un rito sacrificale cruento, che prevedeva l'uccisione rituale dei primi nati, mentre oggi l'indagine osteologica testimonia che la maggior parte dei bambini cremati nel TOFET erano nati morti o deceduti per causa naturale in tenera età e che i resti animali erano una componente del rito stesso. Le urne, solitamente deposte tra le cavità naturali della roccia, sono spesso accompagnate da stele di pietra (ad oggi se ne contano circa 1.700, conservate nei musei di Cagliari e di Sant'Antioco) recanti immagini umane, simboliche e più raramente di animali connesse al rito che si svolgeva nell'area sacra.
BASILICA DEL SANTO ANTIOCO E CATACOMBE La Basilica di S. Antioco Martire, sorta sulla tomba del Santo, è uno dei monumenti religiosi più antichi dell’intera regione. Prima sede vescovile della Diocesi Sulcitana Iglesiente, fu eretta intorno al V sec., con pianta quadrifida a croce greca. Nei secoli successivi la chiesa subì degli ampliamenti che ne mutarono la struttura fino a rendere irriconoscibile l’originaria costruzione altomedievale. Delle prime testimonianze della cristianità in Sardegna fanno certamente parte le Catacombe, oggi visitabili con ingresso dall'interno della Basilica. Antioco, santo e martire patrono della città e della Sardegna, originario della Mauritania (in periodo romano tutto il settentrione africano), sarebbe stato deportato nell’Isola sulcitana, tra il I e II sec. d.C., come schiavo, ribelle alle leggi pagane dell’Impero; in questa terra, con la sua incessante predicazione, avrebbe fondato la prima comunità cristiana della zona. Dopo la morte del martire, fissata dalla tradizione nel 127, il suo corpo venne deposto nel sarcofago – altare, oggi all’ingresso delle Catacombe. Le Catacombe di Sant’Antioco conservano tutt’oggi elementi molto importanti: vanno ricordate le pitture murali, pregevoli seppure nella loro frammentarietà: la figura del “Buon Pastore”; una iscrizione funeraria che suonava “IN PACE VIBAS “; ed ancora raffigurazioni animali e floreali, tipiche della iconografia cristiana. Non di minore importanza la tomba a baldacchino costruita nella camera dove la tradizione vede spirare S.Antioco.
VILLAGGIO IPOGEO Unica nel suo genere, l’area è costituita da una parte dell’antica necropoli punica di Sulky e raggruppa numerose tombe ipogee scavate nel tufo tra il VI ed il III secolo a. C., riutilizzate da famiglie molto povere dalla seconda metà del XVIII sec. come abitazioni. Numerosissime le famiglie che, dai primi anni del 1600 (quando l'isola, disabitata per alcuni secoli, fu ripopolata) fino agli inizi del 1970 vissero in questa zona conosciuta con il nome di “Sa arruga de is gruttas” (la strada delle grotte). I gruttaius (abitanti delle grotte), questo l’appellativo che li distingueva dagli altri abitanti di Sant’Antioco, si occupavano nel mese di maggio della raccolta delle foglie di palma nana che, fatte essiccare durante l’estate, venivano poi intrecciate abilmente. Da questa umile pianta potevano confezionare scope, borse, cordami, crine per le imbottiture; ancora oggi sono numerosi gli anziani che si occupano della produzione di questi manufatti intrecciati.
TORRE CANAI MUSEO ETNOGRAFICO Il Museo etnografico di Sant’Antioco è ubicato lungo via Necropoli, distante pochi metri dal Villaggio Ipogeo. La struttura faceva parte di un antico magazzino utilizzato per la vinificazione ed è composto da un’ampia sala e da un cortile porticato dialettalmente chiamato lolla. Al suo interno sono esposti attrezzi anticamente utilizzati per svolgere i vari mestieri praticati nell’isola. Sono esposti tutti gli utensili legati alla panificazione, gli attrezzi per la coltivazione della vite e per ottenere il vino intenso, il Carignano ancor oggi richiestissimo dai più esperti intenditori. L’esposizione si conclude con la parte dedicata alla raccolta e all’intreccio delle foglie di palma nana grazie alla quale le famiglie più povere del paese, in particolare coloro che vivevano nel rione delle grotte, hanno ottenuto un sostentamento economico in mancanza di un vero e proprio mestiere. Di grande rilevanza infine il settore dedicato alla storia di un’importantissima scuola di tessitura attiva sino alla fine degli anni ’30, in cui si apprendeva l’arte della filatura e tessitura del Bisso, ricavato dalla secrezione della pinna nobilis, il più grosso bivalve del mediterraneo, conosciuto comunemente col nome naccara. Le espertissime mani delle filatrici con pettini e piccoli fusi ottenevano un filo di seta color oro utilizzato per confezionare manufatti oggi di inestimabile valore, in particolare ricami per abiti di personaggi illustri.
Nella parte meridionale dell’isola di Sant’Antioco in località Turri, sorge una torre di avvistamento che venne realizzata sotto il governo sardo-piemontese nel 1757; sorge sul capo Su Moru, promontorio meridionale dell’isola di Sant’Antioco, oggi chiamato Turri. In questo tratto di mare erano solite ancorarsi le flottiglie turche, fino ai primi decenni dell’Ottocento. La Torre svolse un’importante opera di avvistamento e comunicazione di notizie ai reparti militari preposti alla difesa dell’isola di Sant’Antioco durante il tentativo di invasione francese del 1793 ed in occasione delle ultime due incursioni tunisine del 1812 e del 1815 nell’isola. La torre di Canai restò attiva fino al 1815. Il tempi recenti la torre è stata utilizzata come residenza turistica da un privato che, a tal fine, l’ha rimaneggiata in modo discutibile. Solo dal 1994 è stata finalmente restituita alla fruizione collettiva dall’associazione Italia Nostra che, dopo averla ottenuta in concessione, ha effettuato un intervento di restauro in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali di Cagliari e con il Ministero dell’Ambiente. Al suo interno è visitabile una mostra fotografica e cartografica sugli aspetti culturali e naturalistici dell’isola di Sant’Antioco con una sezione dedicata alle vicende storiche della Torre. Dalla Piazza d’Armi si può inoltre apprezzare un incomparabile panorama del golfo di Palmas.
LA CANTINA DEL SARDUS PATER Sant’Antioco, oltre a essere squisitamente bella e a trovarsi in una invidiabile posizione strategica, produce anche un ottimo vino. Le sue vigne sono di piccolissime dimensioni di cui l'imperatore è l'ormai famoso Carignano del Sulcis Il Carignano è un vino eccezionale, generoso nel grado alcolico, che invecchia lentamente e dolcemente. Ricca di storia l'Isola di Sant'Antioco costituisce un piccolo paradiso dell'enologia mediterranea. La Cantina Sardus Pater ha iniziato l’attività nel 1955. Nel corso degli anni la produzione dei vini si è affinata e ha puntato soprattutto alla valorizzazione del vitigno Carignano. La visita alla cantina è molto interessante e si conclude nella ricca enoteca nella quale si trova l’intera produzione del Sardus Pater (oltre al Carignano, il Vermentino bianco, i passiti e lo spumante) di cui è possibile la degustazione.
Porto di Carloforte
Lungomare di Sant’Antioco
COSA VEDERE NEL SULCIS
Il Sulcis Iglesiente è uno dei territori piÚ antichi di tutta la Sardegna
Per questo le cose da ammirare in questo angolo sud occidentale dell’Isola, oltre alle magnifiche spiagge e alle coste, sono tante e tutte molto belle e interessanti; storia millenaria, tradizioni, enogastronomia, sagre: nel Sulcis Iglesiente non manca nulla di tutto questo. Abbiamo selezionato quelle che, a nostro avviso, sono le attrazioni principali di un territorio veramente unico e meraviglioso. Ecco le cose da vedere assolutamente nel Sulcis Iglesiente.
GRANDE MINIERA DI SERBARIU All’ingresso della città di Carbonia si trova una delle gallerie minerarie più ampie della Sardegna, oramai dismessa: la Grande Miniera di Serbariu. Oggi sede del Museo del Carbone, la miniera è una testimonianza viva di quello che era la Carbonia del passato, città di fondazione, nata in periodo fascista proprio per dare alloggio ai minatori. La miniera è stata tra gli anni 30 e gli anni 50 del Novecento ed era una delle più importanti risorse energetiche dell’Italia. La miniera di Serbariu venne chiusa ufficialmente nel 1971, ma oggi il sito è stato recuperato e riconvertito nel Museo del Carbone, Visitarlo è un’esperienza davvero unica: le preparatissime guide vi condurranno infatti nel sottosuolo, per vedere le gallerie ma anche le principali strutture minerarie, come la lampisteria e la sala argani.
GROTTE IS ZUDDAS Queste magnifiche grotte si trovano nel comune di Santadi e testimoniano splendidamente l’azione incessante dell’acqua nel sottosuolo, capace di creare scenari assolutamente suggestivi e unici. All’interno delle grotte ci sono diverse sale che il percorso turistico di circa 500 metri permette di ammirare in pieno, con tutte le sue concrezioni: dalle stalattiti alle stalagmiti, passando per le colate e le cannule fino alle rare aragoniti. Nella grandiosa e spettacolare sala dell’Organo tutti gli anni, in occasione del Natale, viene allestito un grande Presepe, unico e suggestivo per lo scenario che lo circonda. La visita alle Grotte è qualcosa di veramente unico che vi suggeriamo assolutamente di fare.
BORGO MEDIEVALE TRATALIAS
BELVEDERE DI NEBIDA
Uno spettacolo che toglie il fiato! Il Belvedere di Nebida è assolutamente uno degli angoli più suggestivi del Sulcis Iglesiente (e di tutta la Sardegna), con un panorama mozzafiato sulla costa di Nebida e sul Pan di Zucchero. Un Belvedere, unico nel suo genere in Sardegna, con la sua passeggiata a strapiombo sul mare e sulla laveria La Marmora (per i più "coraggiosi" raggiungibile dal belvedere con una lunga scalinata molto ripida). Il sentiero è circondato da bellissimi fiori, in un’esplosione di profumi e colori. Il panorama è magnifico. Una passeggiata che ricorderete per tutta la vita
Tratalias è uno dei paesi più antichi del Sulcis. Poco prima di entrare nel paese nuovo, si arriva all’antico borgo, nella cui piazza si resta veramente incantati dalla bellezza dell’antica Cattedrale di Santa Maria di Mont Serrat, del 1213, che fu la chiesa principale e sede vescovile della diocesi del Sulcis Iglesiente fino al 1503. Il borgo ruotava intorno alla grande Chiesa, con tante piccole casette a schiera. Da vedere, oltre all'interno austero della Chiesa, l’antico palazzo padronale, denominato “la casa spagnola”, su due piani, con l’accesso diretto alla retrostante corte in cui sono presenti le caratteristiche “lolle” (tettoie aperte). Al suo interno viene custodita la vecchia “tracca” (carro) che fino all’800 trasportava la statua della Madonna di Mont Serrat da Iglesias a Tratalias, nella settimana di festa a lei dedicata. Le piccole tipiche abitazioni sono tutte molto ben restaurate e curate e Tratalias Vecchia ospita ora diverse botteghe di artigiani.
CARLOFORTE E L’ISOLA DI SAN PIETRO
Un’isola nell’Isola, sospesa da sempre tra Sardegna e Liguria. Carloforte è un luogo magico, nel quale i visitatori restano stupiti: la lingua è quella ligure, ma i panorami e il mare sono quelli unici della Sardegna. Arrivare in traghetto da Calasetta (venti minuti di traversata) e vedere l’isola distesa sul mare è già un’esperienza unica, ma l’isola di San Pietro ed il paese di Carloforte riservano tantissime sorprese. Le spiagge sono stupende, l’ambiente unico, camminare nelle strette vie del centro storico è suggestivo e particolare. Un’isola a misura d’uomo, per chi ama il mare. Imperdibili l’escursione fino a Capo Sandalo (vista panoramica che lascia senza fiato), ed un bagno nelle spiagge di La Bobba e La Caletta.
TEMPIO DI ANTAS A una decina di chilometri circa a sud del paese di Fluminimaggiore potete ammirare i resti del Tempio di Antas, collocato in una zona dove in passato si stabilirono nuragici, fenici e romani, attratti dai giacimenti abbondanti di piombo e ferro del territorio. Il Tempio punico-romano, è dedicato all’adorazione del dio eponimo dei sardi Sardus Pater Babai (Sid Addir per i cartaginesi). Si tratta di una delle testimonianze storicoarcheologiche più antiche della Sardegna. Oltre al Tempio, vi consigliamo di visitare tutta l’area archeologica circostante: la piccola necropoli, i resti di un antico villaggio nuragico (1200 a.C.-900 a.C.) usato anche in età tardo-romana; le cave romane; un antico e molto suggestivo sentiero che collega l’area archeologica ad una grotta nella quale probabilmente veniva praticato il culto dell’acqua. Inoltre, se siete amanti delle lunghe camminate, potete percorrere l’antica strada romana (circa 1 ora di cammino) che conduce da Antas a Su Mannau, dove potrete ammirare delle splendide grotte.
PORTO FLAVIA
L’ex sito minerario di Porto Flavia costituiva il porto dal quale il materiale estratto dalla montagna veniva imbarcato direttamente sulle navi. Il grande buco scavato nella montagna, a strapiombo sul mare, rappresenta uno dei panorami in assoluto più belli e suggestivi di tutta la Sardegna. E’ possibile visitare sia il sito di Porto Flavia che il Museo delle Macchine da Miniera, entrambi incastonati in questo bellissimo paesaggio costiero, che faticherete a dimenticare. Affacciarsi dal grande imbocco sul mare e vedere il Pan di Zucchero adagiato sul mare è uno spettacolo unico. L’ideale poi è terminare la giornata facendo il bagno nella sottostante spiaggia di Masua, una delle più belle del Sulcis Iglesiente.
NECROPOLI DI MONTESSU Nel territorio del comune di Villaperuccio si trova la più vasta necropoli a Domus de Janas (case delle fate) di tutta la Sardegna meridionale. Stiamo parlando della Necropoli di Montessu, adagiata sul versante di una collina trachitica, con tutte le sue tombe di varie dimensioni, alcune molto ben conservate. In questo maestoso sito, circa 5.000 anni orsono, il popolo di cacciatori e di agricoltori che viveva nella pianura sottostante seppelliva i propri defunti. Sono di particolare bellezza le numerose incisioni simboliche che decorano alcuni di questi piccoli antri, presentando ancora, a dispetto del tempo, tracce di ocra rossa, simbolo di sangue rigeneratore, a dimostrare la speranza dei vivi di ottenere, sul riposo dei defunti, la protezione della Dea Madre. Tra tutte le grotte, spicca “Sa Cresiedda” (la chiesetta), con le sue colonne risparmiate sulla roccia con abile perizia. Religiosità, arte e magia si fondono in un insieme di sublime magnetismo, offrendo uno spettacolo indispensabile da vedere e difficile da dimenticare.
ALCUNI ARTICOLI SU SANT'ANTIOCO ED IL SULCIS
GIUSEPPE CARRUS (Gambero Rosso)
SULCIS IGLESIENTE, CARLOFORTE E SANT'ANTIOCO: LA SARDEGNA TRA MARE E TERRA È la statale 130 l’arteria principale che dal capoluogo sardo porta verso il Sud Ovest dell’isola. Se la si percorre tutta si arriva a Iglesias e da qui a Carbonia. Due città simbolo di un territorio, il Sulcis Iglesiente, una vasta area che abbraccia centinaia di chilometri di costa, le due isole San Pietro e Sant’Antioco e una zona interna che racchiude un fascino tutto da scoprire. .. Continua a leggere qui: gamberorosso
FEDERICA FRALASSI (Viagginews)
SANT’ ANTIOCO, MARE LIMPIDO E SPIAGGE DA SOGNO La Sardegna è da sempre una delle mete preferite dagli italiani grazie al suo mare cristallino che non ha nulla da che invidiare a quello dei Caraibi e ai numerosi servizi che offre. Molti sono i giovani attratti dalle notti sarde, in locali famosi con musica e drink no stop, nelle zone di San Teodoro, Costa Smeralda e Porto Cervo. Esiste però, oltre alla Sardegna più conosciuta, anche un’isola nascosta, poco frequentata dove il mare limpido unito ad una natura selvaggia danno l’impressione di trovarsi nel vero paradiso terrestre: l’Isola di Sant’Antioco. Continua a leggere qui: http://www.viagginews.com/2011/0 6/03/idee-di-viaggio-estate-2011santantioco-il-paradiso-dellasardegna/</div>ra
FRANCESCO MALGAROLI (La Repubblica)
SULLE SPIAGGE DI SANT' ANTIOCO Alla fine dell' istmo lungo appena una manciata di chilometri, in una laguna piena di vento si apre Sant' Antioco con le pochissime vestigia di un ponte romano come segnale. Nella Sardegna del Sulcis Iglesiente, la non-isola guarda all' isola con l' orgoglio di chi fondò una colonia. Dopotutto è lì che si trovano i primi reperti della storia fenicio-punica dell' ottavo secolo avanti Cristo: il museo Barreca e gli scavi nell' area archeologica parlano di una civiltà fiorente. ... Continua a leggere qui: REPUBBLICAviaggi
CLAUDIA ZEDDA
DEL MAL DI SARDEGNA E ALTRI AFFARI Nata a Cagliari e cresciuta nella bella città del sole, mi ha sempre affascinato l’idea che a pochi passi da casa, separato da un fine ponticello che attraversa una laguna brulicante di vita, ci sia un angolo di cielo, screziato di arancio e lichene, battuto dal vento, vivo di colori e mistero. Amo Sant’Antico, e per quanto non lo abbia mai detto, lei pure mi ama, già che tutte le volte che la visito mi strizza l’occhio ammiccante. L’ha fatto anche questo inizio di Maggio e pure se battuta da un vento impietoso, quello che solo le isole conoscono e amano, mi ha mostrato angoli di sé nascosti, belli di una bellezza audace, sincera, appagante, di quella che devi raccontare a tutti i costi. La Jacaranda Il proprietario l’ho conosciuto qualche anno fa in occasione della pubblicazione di Creature Fantastiche in Sardegna. C’era in quel b&b qualcosa di intrigante che mi ha attirato fin da subito, sarà che adoro la Jacaranda, l’arbusto intendo, sarà che mi piace sempre conoscere, quando possibile, i miei lettori. Sarà quel che sarà l’occasione è saltata fuori proprio qualche settimana fa: Sant’Antioco era tutta intenta a festeggiare il suo Santo e io ho avuto modo di ritornare in quell’isola nell’isola che mi ha adottato, come una mamma dai fianchi larghi e dalle mani sporche di semola. Il b&b è bello come mi aspettavo, curato fin nei minimi dettagli, profumato di buono, e tutto ingioiellato di libri e di quadri che la moglie di Andrea, Chiara, tra un manicaretto e l’altro si diletta a confezionare. Piccola e piena la biblioteca della Locanda mi ha rubato il cuore, insieme con le istantanee di Sant’Antioco che galleggiano nella stanza, fra i tavoli, fra i libri. Appena arrivati abbiamo scambiato due chiacchiere con Andrea, qualche consiglio sul cosa visitare e l’invito alla cena di quella sera, “piatti autentici, tipici, con tutto il profumo del mare”, ci ha promesso e in effetti così è stato. E già che questo era il secondo tour che facciamo con la nostra piccola Rebecca, Andrea ci ha consigliato di acquistare il Marrakkuciu. “Di cosa si tratta”, chiedo io. E lui sorride. Su marrakkòcciu Se hai un bambino che sta mettendo i denti, o che i denti li ha già e sta imparando ad usarli, il marrakkòcciu ti cambierà la vita. Mia figlia se n’è letteralmente innamorata e io sto pensando di preparargliene molti altri. E’ un dentaruolo in pane, di quel genere che deve aver intrattenuto i nostri nonni e bisnonni prima che saltassero fuori quelli in plastica, silicone, caucciù e chi più ne ha, più ne metta. Ho scoperto più tardi che la tradizione è di tutta la Sardegna, angolo più angolo meno, e che in alcuni casi si chiama marrakkòcciu (sa marra è la zappa, e la zappa tradizionalmente è associata simbolicamente ai nuovi dentini che saltano fuori) ma anche barrakkòcciu (sa barra è la mascella, e anche in questo caso ha a che fare con i dentini da latte, nuovi di zecca). Imparare qualcosa di nuovo sulle nostre tradizioni è sempre entusiasmante: ne ho portato a casa almeno quattro, tutta fiera della mia scoperta. Bello penso io, e penso pure che quei visitatori che insieme a noi calpestano il suolo della chiesa di Tratalias, potrebbero essere gli ospiti della Jacaranda. In effetti, chiamalo istinto chiamala bruxeria, sono loro gli altri ospiti di Andrea. Non sono sardi e quella è la loro ultima giornata sull’isola che lasciano con una certa malinconia, perché sì, il Mal di Sardegna è una cosa reale, con la quale tutti quelli che la visitano occasionalmente devono fare i conti. Sicché a cena si sono svolti tutti i rituali del caso, dell’ultimo mirto, dell’ultima sigaretta, dell’ultima occhiata alla luna sarda, che tutte queste cose ci sono anche oltre mare, ma gustarle sull’isola, gustarle a Sant’Antioco, è tutto un altro paio di maniche. Dal blog:: JACARANDIAMO
SILVIA UGOLOTTI
SARDEGNA DEL SUD: I CARAIBI DIETRO CASA C’è un angolo di Sardegna quasi segreto dove la macchia mediterranea nasconde spiagge caraibiche, borghi e tracce di antiche civiltà. È il sudovest dell’isola, il Sulcis Iglesiente, una terra blu e verde che profuma di mirto e ginepro, dove la natura è rigogliosa, la gente verace e il tempo scorre lento. La zona più sorprendente è quella dell'isola di Sant’Antioco, l’isola nell’isola, collegata alla Sardegna da un istmo. Qui, mare e laguna si alternano dando vita a ecosistemi delicati e ricchi, specie negli specchi tranquilli della Laguna di Santa Caterina e delle Saline, popolate da fenicotteri rosa e aironi. Abitata dai Fenici nel 770 a.C., invasa dai Berberi e poi controllata dai Romani, Sant’Antioco è stata approdo dei primi navigatori del Mediterraneo; oggi è la meta di chi le vacanze preferisce trascorrerle in sordina. Low profile, ma con stile. Baie deserte rimaste immutate negli anni, paesi di pescatori, buona cucina, arte e vita semplice. Ci si arriva con un’ora d’aereo da Roma o Milano e poi un’altra ora d’auto da Cagliari, lungo una statale comodissima e poco trafficata. Comoda da raggiungere, lo è altrettanto da vivere: due paesi (Sant’Antioco, con un bel lungomare e una dimensione più cittadina, e Calasetta, un borgo di pescatori, bianco e arroccato) e molte spiagge. Le più belle si visitano in un giorno solo, in moto o in auto: i parcheggi sono grandi e vicini alla riva, le distanze minime. Le tre cale di nordovest, Sottotorre, Le Saline e Spiaggia Grande, vicino al paese di Calasetta, hanno sabbia bianchissima e mare effetto Maldive: davanti, l’Isola di San Pietro. Offrono tutte bagni attrezzati e piccoli chiringuito per la siesta. Lungo la costa occidentale, andando da nord a sud, la scogliera è frastagliata, con scorci spettacolari e silenzi. Il tratto chiamato Nido dei Passeri è la parte più imponente e solitaria, tra grotte naturali e la macchia mediterranea bassa e profumata. Chi cerca un angolo di privacy lo trova a Capo Sperone, l’estrema punta meridionale dell’isola con rocce a strapiombo e piscine di acqua blu. Le spiagge della costa orientale, che affacciano sul Golfo di Palmas, non sono lontane dal centro di Sant’Antioco. La prima che si incontra è Portixeddu, una caletta di sabbia fine e ciottoli. Poco oltre c’è Maladroxia, tra le più frequentate dalle famiglie per il fondale basso e sabbioso e la presenza di chioschi e bagni attrezzati. Ha colori caraibici e un mare cristallino Coaquaddus, con piccole dune di sabbia e fitto verde intorno. Subito dopo si arriva a Turri, una piccola insenatura acciottolata perfetta per lo snorkeling. da DOVE – giugno 2010
SARDEGNABLOG
SANT’ANTIOCO, UNA PERLA NEL MEDITERRANEO In uno dei territori più belli della Sardegna, il Sulcis Iglesiente, c’è una stupenda isoletta attaccata al resto dell’Isola madre da un lembo di terra, un istmo artificiale che crea una meravigliosa laguna dove il sole si riflette sul mare cristallino creando un panorama mozzafiato: quest’isola è Sant’Antioco. Una terra ricca di storia e di cultura, ma che offre anche un ambiente incredibile, un mare da sogno, spiagge incontaminate, coste incredibili da ammirare, un Lungomare che soprattutto in estate si anima di vita e di gente. L’isola di Sant’Antioco su cui si trova la cittadina omonima insieme al piccolo e caratteristico comune di Calasetta, è la maggiore delle isole sarde con i suoi 109 km² (quarta d’Italia per estensione). Si trova a soli 85 km da Cagliari. Il comune di Sant’Antioco è il più popoloso (circa 11 mila abitanti) e sorge sulle rovine dell’antica città feniciopunica di Sulci. Sull’isola sono inoltre presenti però anche alcuni piccoli borghi turistici come quelli di Maladroxia e di Cussorgia. L’isola è circondata da due isolotti disabitati, detti, il più lontano, Il Toro, e il più vicino alla costa, La Vacca, affiancato quest’ultimo da uno scoglio denominato Il Vitello. Fare il giro dell’isola di Sant’Antioco in barca è un “esperienza davvero incredibile e unica. Si possono ammirare tutte le coste, le calette e le spiagge che sono numerosissime da nord a sud dell’isola. Il mare è veramente cristallino e da molti giudicato il più bello della Sardegna. Ma Sant’Antioco non è solo mare e belle spiagge. La millenaria storia dell’isola, sui cui venne eretto probabilmente il primo insediamento dei Fenici in Sardegna, con l’antica città di Sulci (da cui prese il nome il territorio del Sulcis), fa di Sant’Antioco il luogo ideale in cui abbinare una vacanza all’insegna del mare, del relax e del divertimento ad una vacanza culturale. Sono infatti presenti numerosi musei che testimoniano l’importanza della cittadina lagunare sarda: il Museo Archeologico è uno dei più importanti del Mediterraneo per quanto riguarda la cultura fenicio-punica; il Museo del Bisso testimonia invece le opere di Chiara Vigo, l’ultimo “Maestro” rimasto al mondo a tessere ancora il pregiato Bisso. Durante l’anno sono poi tanti gli eventi che si svolgono a Sant’Antioco. Qui ricordiamo la Sagra di S. Antioco Martire, patrono di tutta la Sardegna. Si tratta della Sagra più antica della Sardegna, che si celebra ogni anno quindici giorni dopo Pasqua: da tutta la Regione arrivano gruppi folkloristici che sfilano lungo le strade del paese a seguito del simulacro del Santo, una processione davvero bella e seguita da tantissimi fedeli e turisti. A Sant’Antioco sono particolarmente sentiti anche i riti della Settimana Santa. La processione del venerdì santo, di stampo catalano, è molto suggestiva e toccante: il Cristo morto viene portato in processione al tramonto su un catafalco dorato, seguito dalla Madonna vestita a lutto. Ma ci sono eventi che sono organizzati un po’ durante tutto l’anno e soprattutto d’estate, quando Sant’Antioco si popola di turisti e le notti sono all’insegna del divertimento. Tanti sono anche i monumenti presenti, qui citiamo solo per dare un” idea delle numerose testimonianze le meravigliose Catacombe che si trovano sotto la Basilica della cittadina e possono essere visitate; il Tophet e la Necropoli Punica; i nuraghi e le tombe dei giganti; il Ponte Romano, il Forte Sabaudo e la Torre di Canai. Per non parlare poi di tutte le altre meraviglie del Sulcis Iglesiente. Tutto questo insieme fa sì che Sant’Antioco, anche grazie al suo clima costantemente mite e caldo, possa essere visitata in qualsiasi mese dell’anno. Certo, durante l’estate è possibile godere al meglio dello stupendo mare dell’isola, ma anche durante le altre stagione vale davvero la pena trascorrere una vacanza a Sant’Antioco per cogliere altri aspetti culturali e ambientali che questo piccolo angolo di paradiso può regalare. E allora cosa aspettate a trascorrere le vostre vacanze o qualche fine settimana a Sant’Antioco? Ci sono tante cose da fare in questa splendida cittadina lagunare soggiornandovi qualche giorno. Noi ve l’abbiamo fatta conoscere…adesso a voi non resta che vedere dal vivo tutte le meraviglie di Sant’Antioco.
da http://www.sardegnablog.it
SAUL STUCCHI - Alibi On Line
Sulcis in fundo: nel paradiso di Sant'Antioco Beppe Severgnini ha indicato una quarantina di buoni motivi per cui torna in Sardegna da oltre trenta anni. La lista comprende ragioni pienamente sottoscrivibili da chiunque come il colore del mare, la forza trascinante delle danze popolari, la possibilità di trovare una spiaggia vuota anche in agosto e la bontà della cucina tradizionale, mentre altre sono più discutibili, anche se in sostanza l'elenco è più che valido. Senza grandi difficoltà, tuttavia, si possono individuare altrettanti motivi per raggiungere (e magari scoprire, se è la prima volta) l'isola di Sant'Antioco, la più grande di quelle che compongono l'arcipelago sulcitano e la quarta italiana per estensione dopo le due maggiori e l'Isola d'Elba. Il primo a venire in mente è la ricca vicenda storica che si è srotolata su questo “palcoscenico”, calcato in epoca preistorica da popolazioni della cosiddetta cultura nuragica e poi, solo per citare i protagonisti, da Fenici, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Pisani e Aragonesi prima di finire sotto il governo dei Savoia. L'album di famiglia si può “sfogliare” nel bel museo archeologico di Sant'Antioco città. In vetrine ben organizzate sono esposti i reperti trovati nel corso delle campagne di scavo e negli altrettanto generosi recuperi per opera delle forze dell'ordine e della magistratura (la passione per il “coccetto” di cui parla Fabio Isman nel suo libro I predatori dell'arte perduta ha contagiato anche i sardi). È assai istruttivo, soffermarsi davanti alla ricostruzione di una sezione verticale del tofet, ovvero l'area sacra nella quale venivano sepolti i bambini. Lo spaccato mostra, nel sovrapporsi di successivi strati, l'evoluzione delle forme delle piccole lapidi e delle urne. È ancora diffusa la teoria secondo la quale i Fenici e poi i Cartaginesi sacrificassero i primogeniti alla dea Tanit, ma basterebbe la considerazione dell'elevato indice di mortalità infantile per ritenerla una pratica suicida e dunque smentirla. Ha dunque più logica e valore quella per cui le urne contenessero i resti dei feti abortiti o dei bambini morti durante il parto o in tenerissima età: monumenti al dolore dei genitori e voti per nuove nascite, dunque, altro che crudeli sacrifici umani! Pensieri più ameni suscitano i modellini che ricostruiscono le imbarcazioni e l'area del porto: gli architetti contemporanei dovrebbero andare a scuola dai Fenici per imparare la perfezione della semplicità. Tra gli altri motivi che vengono in mente ci sono le splendide spiagge (vanno citate almeno quelle di Maladroxia, Coaquaddus e Cala Sapone), i paesaggi che tolgono il fiato, i profumi che inebriano (è un peccato viaggiare con i finestrini chiusi), i sapori di una cucina che sa esprimersi al meglio sia con la carne che col pesce, la vicinanza con l'isola di San Pietro dove ancora avviene la mattanza del pregiato tonno rosso nella sua corsa mediterranea verso la riproduzione. Chi l'ha già provata, aggiungerà senza dubbio la squisita ospitalità de La Jacaranda, locanda con cucina. E che cucina, viene da dire dopo aver gustato i piatti preparati nel rispetto delle stagioni, con un occhio di riguardo per la tradizione che però viene reinterpretata e aggiornata secondo l'ispirazione e la creatività di chi è ai fornelli. I risultati sono eccellenti e rimarranno impressi nelle papille gustative. Le sei camere doppie sono tutte dotate di bagno privato con doccia, asciugacapelli, climatizzazione autonoma e TV con decoder digitale terrestre. Chi non riesce a staccarsi da internet neppure in vacanza può sfruttare gratuitamente la connessione wi-fi. A disposizione dell'ospite c'è una ricca biblioteca di saggi sull'archeologia, la storia e l'arte della Sardegna e di narrativa di autori sardi per nascita o “vocazione”, dalla
Deledda a Massimo Carlotto (cagliaritano per adozione), passando per Niffoi, Atzeni e Fois, senza trascurare le ultime leve come Milena Agus e Michela Murgia. Ma chiedete senza remore ai vostri ospiti consigli e informazioni sull'isola e sull'intera Sardegna. Riceverete risposte preziose che svelano soprattutto il sincero amore per questa terra ancora in gran parte sconosciuta, nonostante compaia spesso sui giornali, purtroppo a sproposito o in contesti poco lusinghieri.
dal blog: alibionline
ALCUNI VIDEO DI SANTâ&#x20AC;&#x2122;ANTIOCO Sant'Antioco - Discover an island https://www.youtube.com/watch?v=Tx0zu8RSeQc Isola di Sant'Antioco - spot in lingua sarda https://www.youtube.com/watch?v=f943f4F3Hf4 Dalla finestra - LaborCinema CoopMillepiedi https://www.youtube.com/watch?v=XdFmbiW9z04 La Spiaggia Magica https://www.youtube.com/watch?v=cOPr8PApUv8 Sant'Antioco da Dove Viaggi https://www.youtube.com/watch?v=7xQCYQ7Ozdw Sant'Antioco (Viaggiatorimagazine) https://www.youtube.com/watch?v=-R4-pUSa82s Sulcis: Museo di Sant'Antioco https://www.youtube.com/watch?v=LWKcXJctp8c Sant'antioco spiagge video hd - RENT SARDINIA http://youtu.be/rPag219FFTo SARDEGNA a Myth in the Mediterranean Sea https://www.youtube.com/watch?v=TjyQyGr9hgI Calasetta and Sant'Antioco Island a Sardinia like you never imagined it https://youtu.be/MCuiBbsw8M0 La Jacaranda Sant'Antioco foto album https://www.youtube.com/watch?v=aM3txIA4bBs
CREDITS Le fotografie sono di Fedele Balia, Gabriele Carcangiu, Toni Cirronis, Daniela Crisioni, Salvatore Selis, Francesca Steri, ed altre tratte da internet. Si ringraziano Gianfranco Pischedda, Saul Stucchi e Claudia Zedda.
JACARANDIAMO