Favel marina 10

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News Marina

Gennaio 2010

MADE IN ITALY

NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! ~ NEWS! LIGHT COLLECTION BY FAVEL GROUP PRESENTA LE NEWS SERIE MARINA 2010 LA TRADIZIONE E LA CREATIVITÀ RESA PERFETTA DA 35 ANNI DI ESPERIENZA Il primo avvistamento del continente non può essere attribuito con precisione, diverse fonti riportano infatti che in un intervallo di pochi giorni tre persone diverse avvistarono il continente: Fabian Gottlieb von Bellingshausen (un capitano della Marina Imperiale Russa), Edward Bransfield (un capitano della marina britannica) e Nathaniel Palmer (un cacciatore di foche statunitense). L’avvistamento di Bransfield risale presumibilmente al 27 gennaio 1820, tre giorni prima dell’avvistamento di Palmer. Il dato certo è che il 28 gennaio 1820 la spedizione guidata da Bellingshausen e Michail Petrovic Lazarev raggiunse una posizione a circa 20 miglia (32 km) dall’Antartide e avvistò delle masse di ghiaccio. Il 30 gennaio Bransfield attraccò alla penisola di Trinity, il punto più settentrionale del continente, e vi sbarcò. La contesa sul primo avvistamento assume spesso toni un po’ campanilistici, può infatti benissimo essere possibile che il primo avvistamento fu effettuato da qualche pescatore di balene; nell’arco temporale fra il 1780 ed il 1892 infatti nei mari dell’Antartide furono attivi circa 1100 pescherecci di diverse nazionalità, mentre nello stesso periodo le spedizioni scientifiche ed esplorative furono solo 25. Nel 1821 von Bellingshausen effettua la seconda circumnavigazione del continente dopo quella di Cook, nello stesso anno si ha il primo sbarco ad opera del cacciatore di foche statunitense John Davis e Nathaniel Palmer scopre le isole Orcadi Meridionali. Nel corso di due spedizioni, 1819 e 1822, lo scozzese James Weddell avvistò le isole Orcadi australi. Nel 1823 sbarcò sull’isola di Saddle dove individuò una nuova specie di foca (chiamata oggi foca di Weddell), nel febbraio dello stesso anno oltrepassò il parallelo dei 74°

Adare, dove gli uomini costruirono due capanne prefabbricate, le prima strutture mai edificate sul continente. Nel capanno destinato al soggiorno (di 25 m²) Borchgrevnik trascorse l’inverno insieme ad altri 9 uomini, uno dei quali perse la vita in seguito alle conseguenze dello scorbuto; della spedizione facevano parte anche 90 cani da slitta.

FOTOGRAFIA DELLA BARCA A VELA USATA PER L’ESPLORAZIONE ATLANTICA NEL 1820 che chiamò Grande Terra Meridionale. In precedenza, nel corso della navigazione, aveva scoperto la Terra di Luigi Filippo e l’Isola di Joinville, sulla punta settentrionale della Penisola Antartica.

CAPITANO DELLA NAVE 15° Sud, il punto più meridionale raggiunto fino a quel momento, inoltrandosi in quello che chiamò mare di Giorgio IV (e che verrà in seguito chiamato mare di Weddell). Nel febbraio del 1831 il cacciatore di foche britannico John Biscoe avvistò terra dall’area dell’Oceano Indiano, e chiamò la zona Terra di Enderby, dal nome della azienda presso cui era occupato, la “Enderby Brothers”. Nel febbraio del 1839 un altro dipendente della stessa azienda, John Bal-

leny, salpato dalla Nuova Zelanda, scoprì le isole Balleny. Nel gennaio del 1840 lo statunitense Charles Wilkes avvistò terra, nell’area che verrà chiamata terra di Wilkes. Nello stesso mese il francese Jules Dumont d’Urville, partito nel 1838 da Tolone con l’obiettivo di identificare il polo sud magnetico, avvistò terra, le dette il nome di Terre Adélie in onore di sua moglie Adèle, ma non gli fu possibile sbarcare; sbarcò quindi su un’isola

In seguito alla localizzazione del Polo Nord magnetico (1831) esploratori e scienziati iniziarono la ricerca del Polo Sud magnetico. James Clark Ross ne localizzò la posizione approssimativa ma non fu in grado di raggiungerlo; individuò e descrisse anche la barriera di Ross, così chiamata in suo onore. Ai monti Terror ed Erebus, sull’isola di Ross furono dati i nomi delle navi della spedizione di Ross. Alla fine del XIX secolo gran parte del pianeta era stato esplorato; l’unica area ancora intatta era l’Antartide di cui si conoscevano solo tratti di costa. In occasione del 6° Congresso Internazionale di Geografia tenutosi a Londra nel 1895 si stabilì che l’esplorazione delle regioni antartiche avrebbe dovuto avere luogo entro la fine del secolo. Ci si attendeva inoltre che USA, Gran Bretagna

e un paese scandinavo organizzassero una grossa spedizione; grande fu quindi la sorpresa quando si seppe che la prima spedizione scientifica in Antartide sarebbe stata guidata da un belga. Nel 1897 una spedizione guidata dal tenente della marina belga Adrien de Gerlache e chiamata Belgian Antarctic Expedition (BelgAE) salpò da Anversa diretta in Antartide. La spedizione, a bordo della nave Belgica era composta da persone di nazionalità diversa: lo zoologo romeno Emil Racovic, il geologo polacco Henryk Arctowski, l’astronomo belga George Lecointe, diversi norvegesi fra i quali Roald Amundsen ed il medico statunitense Frederick Cook. Scopo della spedizione era l’esplorazione del Mare di Weddell e in seguito lo sbarco di tre persone a Terra Vittoria, dove avrebbero dovuto trascorrere l’inverno. Inizialmente la spedizione si svolse come da programma, fatta eccezione per la perdita di un uomo a causa di una terribile tempesta il 22 di gennaio del 1898. Gerlache esplorò alcuni passaggi intorno alla Penisola Antartica,

uno dei quali venne chiamato stretto di Gerlache; furono disegnate le mappe della costa e analizzata flora e fauna dell’area. Il comandante non seppe resistere alla tentazione di esplorare un passaggio verso sud, ma sfortunatamente, il 28 febbraio 1898, la nave rimase intrappolata dai ghiacci nel mare di Bellingshausen e si liberò solo il 14 marzo del 1899, più di un anno dopo. Durante la lunga permanenza forzata sul continente diversi membri del gruppo dettero segni di infermità mentale, sia per la durezza delle condizioni ambientali sia per le difficoltà linguistiche all’interno del gruppo. Questa permanenza forzata, tuttavia, per la prima volta permise di acquisire dati invernali relativi al clima antartico. La prima spedizione che trascorse intenzionalmente l’inverno sul continente fu guidata dal norvegese Carsten Borchgrevink. La spedizione era finanziata da un editore britannico, Sir George Newnes. Nel febbraio del 1899 la Southern Cross, con a bordo 31 uomini e 90 cani da slitta, attraccò a Cape

La permanenza fu caratterizzata da una serie di piccole sventure e di dissapori fra Borchgrevink e la componente scientifica della spedizione, amplificate dal fatto che Cape Adare si rivelò una localizzazione poco idonea a causa del costante maltempo che vi imperversa. Il 28 gennaio 1900 la Southern Cross venne a recuperare gli uomini, ma Borchgrevnik decise di rimanere un altro poco per esplorare i dintorni; con le slitte raggiunse la latitudine di 78° 50° Sud, il punto più meridionale mai raggiunto fino a quel momento. Nell’ottobre del 1901 un geologo svedese, Otto Nordenskiöld guidò la prima spedizione della Svezia, la Swedish Antarctic Expedition (SwedAE). Secondo i piani Nordenskiöld e cinque membri dell’equipaggio della nave Antarctic una volta sbarcati avrebbero dovuto trascorrere l’inverno sull’isola Snow Hill poco al largo della Terra di Graham (Penisola Antartica), esplorando le isole dei dintorni e compiendo ricerche. La nave che nel frattempo era tornata alle isole Falkland, durante il viaggio di recupero degli scienziati ebbe un incidente. Tre uomini dell’equipaggio sbarcarono per cercare di raggiungere Nordenskiöld ed i suoi, ma poco dopo la nave fu distrutta dai ghiacci e affondò. L’equipaggio, a bordo delle scialuppe di salvataggio, raggiunse l’isola Paulet dove trascorse l’inverno. Alla fine del 1903 una spedizione di soccorso argentina fu in grado di recuperare tutti i membri della spedizione e dell’equipaggio. Nel 1901 la nave Gauss


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