riserve naturali zone naturali di salvaguardia
sic zps
aree agricole di interesse ambientale
boschi aree naturalizzate da potenziare connessioni da potenziare
attività per il tempo libero naturalistiche usi per il tempo libero e attrezzature a basso impatto attività produttive e per il tempo libero
FALE'
CERETTO
GERMAIRE
MOLINELLO
Sistema delle aree protette, di salv aguardia e di Natura 2000 interessate da progetti di naturalizzazione del Mstp
Vinovo Santena Candiolo Nichelino Piobesi Carignano Moncalieri Trofarello Carmagnola Villastellone Osasio La Loggia Lombriasco Casalgrasso PO MORTO LA GORRA GARR ETTINO SAN MICH ELE SANTA MARTA ESCOSA - OLMI CASCINA ROTTO BACINO LAGUNAGGIO S MARTA7.2. Interventi per la fruizione
La dotazione di infrastrutture e servizi per la fruizione deve recuperare una situazione gravemente deficiente per l’assenza di continuità dei percorsi e la mancanza di visibilità degli itinerari, delle mete e delle attrezzature di appoggio.
Quindi nel Masterplan, oltre alle numerose linee di azione organizzative e prevalentemente immateriali per promuovere la fruizione, sono stati considerati necessari tutti gli interventi “di sistema”, che consentissero di offrire una rete di fruizione “dolce” qualificata e immediatamente accessibile e percepibile dai centri, dalle stazioni e dalle strade di traffico. Si possono distinguere tre ordini di interventi, in ragione della necessità di completare il disegno complessivo:
a, la rete delle Quiet lanes, “strade quiete” a traffico veicolare solo locale o addirittura di fondi agricoli, utilizzabili nella tradizione anglosassone per percorsi equestri o ciclabili. Nel territorio rurale che costituisce l’80% dell’ambito del Po dei Laghi non manca un reticolo stradale diffuso e spesso facimente convertibile ai caratteri delle Quiet lanes con modestissimi interventi (segnaletica, introduzione di sbarre di controllo ove necessario, rare sistemazioni dei fondi) e dotabili di un ruolo paesistico significativo ove si ripristinino i filari alberati storici, con il rifacimento delle banchine e il reimpianto almeno sul lato meridionale o a ponente della strada, come proposto nella carta di Masterplan.
La rete delle strade quiete individuata costituisce il sistema di connessione fruitiva principale per le mete storico-culturali e per la connessione dell’ambito del Po dei Laghi (compresi gli aspetti naturalistici) con gli altri contesti fruitivi promossi nei territori vicini, in particolare con i percorsi ad anello previsti dal Progetto Corona verde.
b, una green way lungo il Po, percorso continuo ciclabile o equestre, che permetta di svolgere “itinerari d’acqua” in vista del fiume o dei bacini di cava, è invece praticamente assente, e sono del tutto discontinui sconnessi i tratti previsti nei progetti di sistemazione dei bacini di cava. Perciò la previsione di un intervento strutturante l’intero
Masterplan, che formi una Greenway dorsale continua lungo il fiume, su cui si possano inserire gli itinerari ad anello nelle aree di interesse fruitivo per il tempo libero, lo sport, o di interesse naturalistico. Per il tracciato della dorsale sono state studiate diverse alternative, congiungendo tratti esistenti a tratti previsti dai progetti di recupero dei bacini di cava, e disegnando 2 possibili percorsi: in sponda sinistra e in sponda destra. In ragione della difficoltà a realizzare percorsi per intero in vista del fiume, con lunghi tratti oggi assenti, si sono previsti anche alternative di percorso per entrambe le sponde, su strade quiete esistenti, in molti tratti distanti dalla fascia spondale. Per alcuni punti di attraversamento del fiume (ponte di Carignano e traversa di LaLoggia) sono stati predisposti approfondimenti specifici, prefigurando anche per un tratto la possibilità di navigare lungo il fiume con battelli che svolgono anche la funzione di traghetto, consentendo di percorrere la due dorsali con itinerai ad anello molto variegati. Le schede di approfondimento sono in allegato alla presente relazione.
c, le Porte del Po dei Laghi: una serie di attrezzature di interscambio (auto o ferrovia e bici) e di informazione, in prossimità di centri importanti e di stazioni, con zoom progettuali localizzati che esplorano anche le connessioni tra le aree insediate e i percorsi spondali, le modalità di superamento di punti critici (ponti, attraversamenti di infrastrutture trafficate), descritte in particolare nell’allegato specifico alla presente relazione.
L’insieme delle attrezzature previste per la Greenway dorsale (punti b e c) è stato analizzato da diversi punti di vista, in ragione della fattibilità operativa ed economica, della relazione con i progetti di sistemazione di cava, dell’effetto complessivo che ne sortisce, in modo da consentire di redigere programmi attuativi realistici anche nel medio periodo, con tutti gli aggiustamenti necessari conseguenti alle trasformazioni di scenario di cui al paragrafo 9.
La tabella seguente indica le dimensioni, il costo e le alternative di tracciato dei percorsi da realizzare o da sistemare per ottenere la percorribilità complessiva delle Porsali lungo il Po, mantenendo tutte e 4 le alternative ipotizzate, con riferimento ai tratti e alle attrezzature di Porta identificati nella tavola di Masterplan di seguito riprodotta.
interventi previsti in soluzioni diverse (x 1000 €)
* per ciascun ambito sono segnati i costi degli interventi per ottenere la continuità dei percorsi in sponda destra (d), in sponda sinistra (s) , degli attraversamenti del Po e del sistema di accesso alla greenway dorsale, (p)
** la sol. 1A realizza una sola greenway, sulla sponda caso per caso già più dotata di tracciati, anche distanti dal fiume,
la sol. 1B introduce nella soluzione 1A nuovi tratti lungo il Po, allacciandosi ai tratti dei siti estrattivi
la sol. 2A utilizza in buona parte i percorsi esistenti realizzando la greenway su entrambi i lati del fiume
la sol. 2B introduce nella soluzione 1B nuovi tratti lungo il Po, anche dove completamente assenti
la sol. 3 completa le Greenway sia avvicinandosi al massimo alle sponde sia aggiungendo i tratti che entrano nelle città, raggiungono le Porte del Po dei Laghi e si connettono con le strade quiete esterne all’ambito ristretto.
*** il costo significativamente ridotto degli interventi al netto del reimpianto dei filari storici definisce di fatto un’ulteriore alternativa di programmazione degli interventi, consentendo soluzioni, della greenway o del pettine di strade quiete, funzionali anche se non paesisticamente qualificate.
Per le attrezzature delle Porte del Po dei Laghi, descritte in particolare nell’allegato alla presente relazione, i costi previsti sono del seguente ordine:
Attrezzature di Porta Costo intervento
Porta di Moncalieri € 66.000
Porta di Carignano € 209.000
Porta di Carmagnola € 125.000
Porta di Casalgrasso € 28.000
Nel loro insieme i percorsi previsti dal Masterplan consentono una continuità di itinerari su greenway o strade quiete che connettono in lungo (le dorsali del Po) e in largo almeno tre anelli del “pettine” est-oves in parte previsto da Corona Verde e in parte utile alla connessione con il Pinerolese, il Saluzzese, il Roero, il Chierese.
Ambito per ambito i tratti di strada quieta e di greenway sono organizzati secondo itinerari ad anello, che originano dalle Porte del Po o della Corona, o da stazioni ferroviarie o da siti Unesco e toccano tutte le mete più interessanti, come risulta dalla tabella e tavola seguente:
ITINERARI CICLABILI AD ANELLO
1 Moncalieri e Carignano lungo
il Po 35 km
MONCALIERI
Centrale IREN
Bacino di lagunaggio SMAT
LA LOGGIA
CARIGNANO
Ponte di Carignano
La Gorra
Lanca di Santa Marta
Molinello
MONCALIERI
2 Carignano e Casalgrasso lungo
il Po 35 km
CARIGNANO
Garrettino
Ceretto
LOMBRIASCO
CASALGRASSO
Confluenza del Maira
Bosco del Gerbasso
Po Morto di Carignano
Ponte di Carignano
CARIGNANO
3 Stupinigi e Moncalieri
35 km
STUPINIGI
Castelvecchio
Cascina/Castello Parpaglia
Cascina Pignere
VINOVO
Castello Rey
LA LOGGIA
Villa Carpeneto
Castello Galli
Cascina Sabbioni
Lungo Po
Bacino di lagunaggio SMAT
Centrale IREN
MONCALIERI
Mausoleo Bela Rosin
STUPINIGI
4 None, Piobesi, Vinovo, Candiolo e Volvera 30 km
NONE
San Ponzio
PIOBESI
Castello
San Desiderio
VINOVO
Castello Rey
CANDIOLO
Rotte di caccia
Cascina Pignere
Cascina/Castello Parpaglia
VOLVERA
San Giovanni Battista
NONE
5 Carignano, Vinovo, Piobesi, Castagnole 25 km
CARIGNANO
Brassi
San Desiderio
VINOVO
Castello Rey
PIOBESI
Castello
San Giovanni ai campi
Tetti Cavalloni
CASTAGNOLE
Cascina e cappella Cantalupa
Cappella dell'invenzione della Croce
CARIGNANO
6 Carignano, Osasio, Virle, Castagnole 30 km
CARIGNANO
Santuario del Vallinotto
Castel Rainero
OSASIO
VIRLE
Castello dei Piossasco di None
Castello già dei Romagnano
Monastero Buonluogo
CASTAGNOLE
Cascina cantalupa
CARIGNANO
7 Casalgrasso, Lombriasco, Pancalieri, Polonghera 20 km
CASALGRASSO
Castello Carpenetta
Confluenza del Maira
Traghetto
LOMBRIASCO
Castello Museo
Castel Rainero
Madonna dell'Eremita
S. Ambrogio
PANCALIERI
Museo della Menta
Cappella di S. Anna
FAULE
Castello
POLONGHERA
Castello
CASALGRASSO
8 Racconigi, Polonghera, Casalgrasso 25 km
RACCONIGI
Castello
Parco
Castello di Bonavalle
Madonna
POLONGHERA
CASALGRASSO
Castello Carpenetta
Villa Berroni
RACCONIGI
9 Racconigi, Caramagna, Carmagnola 35 km
RACCONIGI
CARAMAGNA
Cascina Villero
CARMAGNOLA
Castello
Cascina Vigna Ecomuseo
Cascine Migliabruna
Centro Cicogne
RACCONIGI
10 Villastellone, Carmagnola, Santena 40 km
VILLASTELLONE
Villa Museo
Borgo Cornalese
Fortepasso
Garrettino
Gerbasso
CARMAGNOLA
Cascina Vigna Ecomuseo
Abbazia di Casanova
Cascina Stella
SANTENA
Villa Cavour
VILLASTELLONE
11 Villastellone, Lanca di Santa Marta, Santena 40 km
VILLASTELLONE
La Gorra
Lanca di Santa Marta
La Rotta
Castel Rivera
Resti Castello
SANTENA
Castello San Salvà
VILLASTELLONE
ITINERARIO 4 ITINERARIO 5
ITINERARIO 6
ITINERARIO 3
ITINERARIO
ITINERARIO 7
ITINERARIO 8
mete della fruizione
musei ed ecomusei
traghetto
cascine didattiche
punti di vendita diretta prodotti agricoli percorsi di connessione
loisir naturalistico sport e attività en plein air
attrezzature di interscambio
porta del fiume
nodo intermarca sport e attività attrezzate
scala 1:100 000
ITINERARIO 11
ITINERARIO 9
ITINERARIO 10
Sistema degli itinerari di greenway o strade quiete per la fruizione dei beni e delle mete 1:100 000
Gli interventi per la fruizione nelle aree sistemate dei bacini estrattivi sono stati descritti in dettaglio nelle tavole 4, per ciascun ambito della fascia del Po, evidenziando la continuità dei percorsi, gli utilizzi ottimali delle aree recuperate e la loro accessibilità, come risulta dalla tavola di esempio allegata
8. La gestione operativa delle strategie
Dato che il Masterplan delinea azioni strategiche in buona parte attuabili solo attraverso il coinvolgimento di diversi soggetti, istituzionali e privati, è evidente il ruolo importante svolto dalla governance del processo attuativo e dalle procedure gestionali che ne devono caratterizzare l’attuazione programmata.
Nel Masterplan stesso si definiscono i termini di un’applicazione “a geometria variabile” delle azioni strategiche a seconda degli scenari socioeconomici ed istituzionali in cui ci si trova a programmare gli interventi,fermi restando gli assi strategici di riferimento ed il tipo di azioni con cui attuarli (vedi par. 9).
Quindi, senza voler definire in modo preciso gli aspetti gestionali del Masterplan, di seguito si delineano le problematiche principali che si devono affrontare e gli strumenti fondamentali da utilizzare nel processo gestionale.
8.1. La promozione e il coordinamento delle attività di interesse del Masterplan
Il tema di maggiore complessità attiene alla gestione delle attività private di interesse delle azioni strategiche.
In prospettiva operativa è risultato opportuno unificare secondo un modello standard i rapporti convenzionari con i privati, in modo da consentire al soggetto gestore (che sia l’Ente Parco, un Comune o un’Agenzia a ciò delegata) di indicare comportamenti regole e criteri trasparenti e di applicazione sistematica.
La tabella seguente tratta le azioni e gli interventi attivabili sono distinti a seconda del loro grado di interferenza potenziale con la qualificazione ambientale “pura” dell’area: dalla completa sinergia (verde) alla facile sostenibilità (azzurro) alla necessità di attenzioni (rosa).
Si tratta di un primo contributo per una classificazione di ammissibilità di tali interventi a seconda dei siti: ad esempio per le aree interessate dai progetti di sistemazione di cava previste nel masterplan (tavole 4) come soggette rispettivamente ad attività del tempo libero per la fruizione naturalistica, per attività prive di attrezzature pesanti e per produzioni o attività attrezzate.
8.2. Le alleanze: i patti strategici con enti territoriali e operatori, locali e di territori limitrofi
La ricognizione sulla situazione complessiva del territorio, delle componenti ambientali e delle attrezzature per la fruizione mostra con chiarezza l’impotenza dei soggetti pubblici e privati ad affrontare, da soli o solo settorialmente le problematiche poste in evidenza in questa fase socioeconomica. A questo postulato fondamentale fanno riferimento le strategie stesse del Masterplan, sopra presentate ed articolate per assi e per azioni, ponendo in evidenza la necessità di una pluralità di attacchi contemporanei e pluridirezionali alle diverse tematiche per ottenere risultati apprezzabili e duraturi.
Perciò la necessità primaria di una modifica strutturale nel rapporto tra i soggetti: da una divisione dei compiti analiticamente predefinita con rapporti gerarchici regolati e incontrovertibili ad una concertazione per assi o addirittura per specifiche azioni strategiche, con accordi o convenzioni in cui si stabiliscono, con soggetti pubblici e privati, le condizioni di fattibilità per mirare al risultato.
Ovviamente il risultato deve dare soddisfazione ai requisiti posti da ciascuno dei partecipanti, secondo le proprie strategie.
Perché questa diversa modalità di relazioni possa avvenire in trasparenza e senza dar luogo a favoritismi o a giochi di interdizione è necessaria la predisposizione di accordi strategici tra i diversi soggetti, in cui si dichiarano a priori le specifiche strategie di ciascuno, i propri criteri di convenienza e le modalità di controllo e di impegno riscontrabili in progress, indipendentemente dalle singole azioni a cui si partecipa.
Quindi gli accordi interistituzionali, tra Ente Parco, Comuni, Provincia e Regione e quelli tra gli enti e i soggetti privati costituiscono una infrastruttura gestionale fondamentale: qualsiasi prospettiva operativa delle azioni strategiche del Masteplan si può attuare solo entro un sistema organico di patti e convenzioni tra i soggetti pubblici e privati, capaci di rispondere a requisiti imprenditoriali o organizzativi di lunga durata.
In particolare si presenta la necessità fondamentale di
A. un patto con gli agricoltori, da sottoscrivere anche in sede regionale da diversi settori (Agricoltura, Cultura, Turismo e Ambiente) per avviare politiche durevoli di qualificazione del paesaggio agrario (sia in termini di ripristino di elementi del paesaggio storico che di predisposizione delle siepi e filari, delle zone umide o delle macchie di vegetazione spontanea per le connesioni ambientali previste nella RAR), in buona parte agevolate dal PSR e per altro promosse anche dai piani d’area vasta (PTCP, PPR).
Il patto deve comportare la definizione di buone pratiche per le azioni manutentive, per il reimpianto di alberi e per caratterizzare le produzioni locali e la gestione delle infrastrutture per l’accessibilità, a fronte di agevolazioni sulle attività produttive e della promozione dei prodotti e delle forme integrate di agriturismo (marchio del Parco etc..
Nel patto vanno stabilite le modalità di intervento e manutenzione connesse alle seguenti attività:
ATTIVITA’E FOCUS DIPROGETTO
2 Green ways, ciclabili
4 Gestione core area (manut. e controllo)
5 Corridoi ecologici
11 Recupero paesaggio caratterizzato
12 Recupero percorsi esistemazioni storiche
15 Orti
16 Giardini
24 Sistema ricettività camper campeggio etc
25 Agriturismo
30 Pr. tipiciagri:canapa, erbe arom., peperoni
32
B, Una convenzione quadro con gli operatori del settore estrattivo, partecipata anche dalla Regione e dalla Provincia nei settori competenti, che definisca le condizioni per la continuità della loro attività, a completamento dei progetti in corso ove compatibile con le indicazioni della pianificazione e del masterplan, la loro eventuale partecipazione alla grestione delle attività per la fruizione come indicate nel Masterplan, il loro coinvolgimento a titolo di compensazione, nella realizzazione dei percorsi e delle sistemazioni spondali
previsti per la greenway dorsale, anche esternamente alle aree interessate direttamente dai progetti.
Nel patto vanno stabilite le modalità di intervento, compensazione e manutenzione connesse alle seguenti attività, in particolare per quelle ipotizzate in linea di massima come compatibili con i siti già oggetto di intervento e coerenti con quanto indicato nelle tavole 4 (in grigio nelle colonne per intervento):
Un patto tra i soggetti pubblici e le onlus interessate alla promozione e alla gestione turistica della Marca (o di connessione con Marche vicine o con Corona Verde). Dovrebbe essere sottoscritto, oltre che dai soggetti interessati, anche dai settori competenti per le attività turistiche di Provincia (di Torino e Cuneo) e Regione, al fine di coordinare le azioni promozionali, le infrastrutture e gli itinerari, nonchè le modalità organizzative (dei trasporti pubblici, dell’accompagnamento di visita, degli orari di apertura, dei pacchetti turistici integrati, delle attività e degli eventi nell’area vasta).
In conseguenza del patto è possibile lanciare una campagna di promozione del turismo di prossimità e della fruizione culturale e naturalistica nell’area a sud di Torino, integrando gli itinerari radiali (di connessione tra i siti Unesco e quelli lungo il Po) con quelli di Corona (da Corona Verde lungo il Sangone e il Chisola alle direttrici Moncalieri Pinerolo o Saluzzo), come risulta dalla seguente carta di integrazione degli itinerari “interMarca”.
Si può in questi termini configurare una versione del Masterplan adeguato ai parametri richiesti per i programmi di Sistemi turistici locali, ai sensi della L. 79 /2011 Codice del Turismo, che prevedono, tra l’altro l’uso di “strumenti di programmazione negoziale” con “misure finalizzate a
a) promuovere, in chiave turistica, iniziative di valorizzazione del patrimonio storico - artistico, archeologico, architettonico e paesaggistico presente sul territorio , con particolare attenzione ai borghi, ai piccoli comuni ed a tutte le realta' minori che ancora non hanno conosciuto una adeguata valorizzazione del proprio patrimonio a fini turistici;
b) garantire, ai fini dell'incremento dei flussi turistici, in particolare dall'estero, che il predetto patrimonio sia completamente accessibile al pubblico dei visitatori anche al fine di incrementare gli introiti e di destinare maggiori risorse al finanziamento degli interventi di recupero e di restauro dello stesso
c) assicurare la effettiva fruibilita', da parte del pubblico dei visitatori, in particolare di quelli stranieri, del predetto patrimonio attraverso la predisposizione di materiale informativo redatto obbligatoriamente nelle lingue inglese, francese e tedesco, e, preferibilmente, in lingua cinese.
Inoltre il patto assume una valenza più direttamente operativa se si allarga ad adottare convenzioni tipo per operatori delle diverse categorie (attività ricettive, operatori nell’accompagnamento, gestori della fruizione di siti naturalistici o culturali, gestori di impianti sportivi o per il tempo libero, operatori per produzioni tipiche, ...)
Per ciascun tipo di operatori si possono identificare attività di particolare interesse per strutturare complessivamente il sistema fruitivo nell’area, tenendo conto delle necessarie integrazioni con i servizi pubblici esistenti e con le iniziative e gli investimenti già in corso da parte dei soggetti attivi in attività produttive, come gli agricoltori e le aziende estrattive, comunque interessabili alla strategia di potenziamento della fruizione turistica.
D – CONVENZIONI PER ATTIVITA’ RICETTIVE
ATTIVITA’ E FOCUS DI PROGETTO
1 Sistema accessibilità,
21 Fruizione natante fiume
22 Siti per eventi e organizzazione eventi
24 Sistema ricettività camper campeggio etc
26 Ristorazione
Marca patto Pinerolese
Marca Corona Verde
Terre dei Savoia
Piano Strategico del Chierese
Marca del Roero
Marca Po confluenza Nord Ovest
Marca Strada colori e sapori
Itinerari di fruizione marca Pinerolese
Itinerari di fruizione Corona Verde
Itinerari di fruizione del Chierese
Itinerari di fruizione Po confluenza Nord Ovest
Percorsi sentieristici della collina torinese
Itinerari di fruizione Masterplan Po
8.3. Un bilancio socioeconomico per l’attuazione del Masterplan
La attuale fase socioeconomica, assolutamente critica per le prospettive finaziarie degli enti pubblici rende necessaria una riflessione sulla fattibilità economica degli interventi prospettati dal Masterplan e dalla loro gestione duratura.
In termini quantitativi si deve fare riferimento ad un costo complessivo di circa 20 milioni di euro in 10 anni per la parte di interesse pubblico di attuazione del Masterplan nella fascia del Parco, e di circa 0,3 milioni annui di gestione naturalistica e manutenzione infrastrutturale al netto dei costi di intervento
Il sistema principale di entrate del Parco deriva da oltre un decennio dai contributi per le attività estrattive, svolte nell’ambito dei progetti di sistemazione ambientale, come documentato al punto 2.d.
In prospettiva tale fonte di entrata, corrispondente ad oggi a circa 1 milione di contributi annuo (tra Parco 40% e Comuni 60%), oltre all’attuazione di sistemazioni di grandi estensioni, sarà sempre più strutturale ai fini del Masterplan, in assenza di contributi pubblici per investimenti e sviluppo.
D’altra parte il trend delle entrate e dei costi di gestione per le aree estrattive è particolarmente discontinuo, come già evidenziato nel repertorio conoscitivo e prevede un punto critico tra circa 10 anni, a seguito del quale le aree sistemate, per lo più cedute ai comuni, diventano un costo per la manutenzione, in assenza per altro di entrate, vista la prevista cessazione delle attività estrattive.
A fronte di questa prospettiva, che bloccherebbe ogni azione strategica sul mediolungo periodo, possono essere attivate diverse strumentazioni:
- la progressiva assegnazione in gestione delle aree, ammettendo utilizzi redditizi a fronte di impegni manutentivi e di presidio, - la gestione di minima del patrimonio, condotta con agricoltori disponibili e volontariato che accompagni i visitatori, richiedendo un contributo per i costi da sopportare.
- la individuazione di aree suscettibili di interventi di completamento delle attività estrattive e di prolungamento dei cantieri in corso, ove necessario per il trend del settore produttivo.
Data l’assenza di una consolidata imprenditorialità nel settore turistico ricettivo è improbabile che nella fase iniziale delle attività ricettive o organizzative della fruizione ci siano margini per investimenti in opere di interesse pubblico: al contrario si richiederanno contributi e promozioni. La terza opzione è quindi certamente più risolvente delle altre, pur da valutare, e comporta la ricerca di condizioni per una continuità delle attività estrattive e quindi dei contributi. Allungando i tempi di attività degli operatori estrattivi si potrebbe ridurre il picco di oneri previsto intorno al 2020, ma mantenerne una certa quota per lungo tempo, come illustrato dallo schema temporale delle entrate attese e dei costi pubblici, e del possibile trend alternativo (la riga gialla) in presenza di attività estrattive di completamento compatibili con le indicazioni di PdA e di Masterplan.
9. Gli scenari
In conclusione, per facilitare l’adozione di politiche gestionali che da una parte mantengano gli obiettivi e le linee di azione del Masterplan e dall’altra siano adeguate alle situazioni macroeconomiche ed istituzionali che si possono verificare, si prospettano i comportamenti gestionali del Masterplan ottimali in presenza di tre scenari socioeconomici differenziati:
SCENARIO 1
collaborazione interistituzionale forte, con capacità di investimento pubblica:
•piani-programmi con investimenti per la qualificazione naturalistica della fascia fluviale e promozione delle iniziative imprenditoriali integrate di produzioni qualificate agricole e di ricettività per turismo dolce.
•Primi tempi di ritorno 10 anni,
•investimenti pubblici per 20/30 Milioni ad alta strutturalità
E’ lo scenario conseguente al modello gestionale implicito nel PdA, con costi di valorizzazione e manutenzione del patrimonio ambientale e culturale a totale carico pubblico
La regia complessiva delle dinamiche operative consente una promozione e un controllo adeguato dei modelli fruitivi per cui nell’arco di 10 anni:
- si completano le ciclabili della Dorsale sulle due sponde
- si promuovono nel complesso le reti di itinerari nel sistema contestuale
- si incentivano i completamenti delle connessioni ambientali con incrementi delle aree di riserva e delle fasce agricole ad alta permeabilità
- si incentivano i ripristini e la valorizzazione dei percorsi storici, con riproposizione dei filari e delle prospettive su fondali e mete di interesse paesistico
- si attivano (direttamente o incaricando della gestione operatori privati) attività fruitive compatibili nei siti recuperati o nelle cascine più prossime al fiume
SCENARIO 2
collaborazione interistituzionale forte, bassa capacità di investimento pubblico:
* Piani-programmi senza investimenti ma promozione integrata di iniziative convenzionate in cooperazione con operator per turismo dolce, usi compatibili per il tempo libero (sport, vacanze). Produzioni qualificate agricole a PSR
* Primi tempi di ritorno 5 anni, investimenti pubblici per 5/10 Mil ad alta strutturalità, investimenti privati per 5/10 Mil in attività imprenditoriali
E’ lo scenario conseguente alle ipotesi gestionali emergenti nella attuale fase intermedia, con l’orizzonte a breve di gestione pubblica di aree recuperate, che innesca una prospettiva contrattuale con gli operatori estrattivi per ridurre i costi pubblici di valorizzazione e manutenzione delle aree recuperate e cedute
La regia delle dinamiche operative consente un controllo adeguato ma la mancanza di capacità di investimento pubblico riduce la capacità promozionale e impone l’individuazione di interlocutori strategici (agenzie, società miste) con i quali condividere una prospettiva operativa pubblicoprivata per cui, nell’arco di 10 anni:
- si completa almeno un percorso Dorsale
- si promuovono nel complesso le reti di itinerari nel sistema contestuale
- si rinviano i completamenti delle connessioni ambientali e delle fasce agricole ad alta permeabilità all’eventuale applicazione delle misure del PSR, senza ampliare le zone di riserva
- si incentivano i ripristini e la valorizzazione dei percorsi storici, con riproposizione dei filari e delle prospettive su fondali e mete di interesse paesistico solo se a carico di privati, entro progetti di riuso per loisir qualificato
- si attivano operatori privati convenzionando attività fruitive con attenzioni specifiche ai siti recuperati o alle cascine più prossime al fiume
Come è evidente le convenzioni impongono la necessità di bilanciare investimenti significativi nel comporta la possibilità, in alcuni casi, di attività che possano essere remunerative (fascia rossa), compatibilmente con le situazioni di ciascun subambito: loisirs con attrezzature, produzioni alimentari, continuità attività estrattive
SCENARIO 3
ridotta collaborazione interistituzionale, bassa capacità di investimento pubblico:
* assenza di programmazione operativa e strategica, formazione di soggetti gestionali misti per turismo dolce, con Investimenti privati a fronte di nuove convenzioni per continuità delle attività estrattive, usi intensivi per tempo libero, attività urbanizzative in perequazione
* Primi tempi di ritorno 3/5 anni, investimenti pubblici per 3/5 Mil (oltre a oneri da attività privata), investimenti privati per 20/30 Mil in attività imprenditoriali.
E’ lo scenario conseguente alla prospettiva di forte autonomia territoriale del progetto, affidato alle risorse pubblico-private locali, con l’orizzonte a breve di gestione prevalentemente privata convenzionata delle aree recuperate, che richiede una capacità multifunzionale delle imprese locali (attività estrattive ma anche ricettive, agricoltura produttiva ma anche di servizio etc.)
Il convenzionamento delle dinamiche operative consente un monitoraggio delle azioni attuative private di strategie condivise con i soggetti pubblici.
Le azioni gestionali e promozionali e sono frutto di imprese private impegnate con convenzioni all’attuazione di progetti di lungo periodo in cui , nell’arco di 15 anni:
- si completano entrambi i percorsi di Dorsale
- si promuovono nel complesso le reti di itinerari nel sistema contestuale e si promuovono i siti ricettivi nei centri storici e nelle cascine e gli itinerari paesistici di maggiore attrattività
- si rinviano i completamenti delle connessioni ambientali e delle fasce agricole ad alta permeabilità all’eventuale applicazione delle misure del PSR, senza ampliare le riserve
- si attivano attività fruitive e/o continuità delle attività estrative con attenzioni specifiche ai siti recuperati o alle cascine più prossime al fiume
Come è evidente le convenzioni impongono la necessità di bilanciare investimenti significativi nel quadro di attività imprenditoriali private, e ciò comporta la scelta prevalente di attività che possono essere remunerative attività di loisirs con attrezzature, produzioni alimentari, continuità attività estrattive (fascia rossa), residuando solo alcuni subambiti vocazionalmente dedicati alla fruizione naturalistica e alle fasce di rispetto ambientale.