masterplan po dei laghi relazione - parte 2

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3. Le strategie territoriali e paesistiche del Masterplan

Ponendo il quadro degli obiettivi a fronte di quanto emerge dal quadro conoscitivo, di possono sintetizzare alcuni requisiti fondamentali per il Masterplan:

- la debolezza sostanziale della rete ambientale nell’ambito a sud di Torino e quindi la necessità di rinforzare con più efficaci iniziative il ruolo del Po (e dei suoi affluenti) a costituire le connessioni principali nella piana tra la collina e il saluzzese.

La preoccupazione deriva dalla verifica sia della modestissima attuazione degli indirizzi dei Piani d’area, degli strumenti pianificatori d’area vastae delle indicazioni di Natura 2000, sia della povertà ambientale delle pratiche ordinarie dell’agricoltura agevolata dalla PAC, sia della discontinuità territoriale dei progetti di recupero dei bacini di cava, in corso di attuazione.

Anche in una prospettiva di potenziamento della fruizione nell’area, a meno di un investimento strutturale per arricchire e connettere il patrimonio naturalistico delle aste fluviali, pare del tutto velleitaria ogni ambizione di successo nell’offerta di mete e di itinerari fruitivi graditi ad un pubblico urbano o turistico;

- la necessità di leggere come sistema le risorse culturali e paesistiche diffuse nell’area vasta, che, prese una per una, sono praticamente trascurate anche a fronte di esempi notevoli di architettura medioevale e barocca in centri storici importanti o isolati in contesti poco alterati, di tratti di paesaggi di pianura di alta panoramicità e di un sistema di beni storici rurali notevoli (cascine nobili, nuclei fortificati, ville con parchi, mulini e attrezzature paleoindustriali), quasi del tutto inutilizzati per la ricettività e non visitabili;

- la necessità di sviluppare, rinforzare e coordinare le attività per produzioni locali identitarie e per i servizi nel tempo libero, nella ricettività e nel turismo. La attuale situazione, di ridotta qualità e peso specifico dell’imprenditorialità e della professionalità nel settore, è condivisa con gran parte dell’area metropolitana torinese, a fronte di una robusta domanda potenziale: Torino è l’unica grande città italiana a non avere

una consolidata e articolata offerta per il tempo libero nel proprio hinterland “fuori porta”.

Ne conseguono le tre principali strategie del Masterplan:

A Potenziare la rete ambientale sia ampliando, qualificando e connettendo le aree naturalizzate lungo le fasce fluviali, sia attraverso la manutenzione e il recupero del paesaggio agrario tradizionale

B Valorizzare i beni storico-culturali diffusi sul territorio, proponendone la fruizione in rete e connessa in sistema con le mete di interesse naturalistico

C Inserire il Po dei Laghi come circuito e sistema di mete per una fruizione turistica variegata, integrando itinerari culturali e naturalistici anche con attività sostenibili per il tempo libero e il commercio rurale

I requisiti sopra sintetizzati evidenziano che le debolezze nei settori patrimoniali e produttivi dell’ambito sono strutturali e che le opportunità di promozione turistica sono connesse alla capacità di sviluppare un’offerta complessiva di paesaggio e di territorio, da apprezzare nel suo insieme. Ne consegue l’importanza degli aspetti di integrazione per rispondere alle sfide che la situazione impone. L’integrazione territoriale e paesistica tra i vari aspetti impedisce di assegnare una qualsiasi prevalenza di una problematica sulle altre: natura, cultura e capacità operativa di dare servizi devono essere compresenti nei risultati da perseguire in ogni luogo dell’ambito del Po dei Laghi. Perciò gli aspetti relazionali si tengono in conto nel Masterplan al pari degli aspetti specifici relativi ad ogni singola problematica. Quindi la distinzione delle tre strategie principali per il Po dei laghi deve essere letta come criterio logico e non operativo di ordinamento delle operazioni.

Gli aspetti operativi che si possono leggere nei passaggi seguenti, di applicazione delle strategie alle specificità delle situazioni riscontrate, definite negli assi strategici e più ancora nelle specifiche linee di azione, sono invece indirizzati proprio ad interventi integrati, che tengono conto delle ricadute territoriali e paesistiche di ciascuna azione.

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4. Gli assi strategici del Masterplan

Alla luce del quadro di problematiche sopra descritto emergono diverse debolezze ed alcune risorse sottoutilizzate, che consentono di perseguire gli obiettivi del Masterplan secondo la seguente ipotesi di massima.

Per dare forza all’immagine del territorio e costituire un punto di riferimento per i grandi percorsi in una situazione contestuale che risulta debole sembra opportuno introdurre mete di interesse ambientale, ciascuna delle quali non ha valore polarizzante ma può divenire attraente solo se inserita in un itinerario efficace: la Dorsale del Po.

La greenway di Dorsale costituisce il sistema di riferimento, valido anche nell’immaginario turistico, che si arricchisce con mete diversificate se si riesce ad attivare una serie di iniziative per gli utilizzi delle aree di cava recuperate. A partire dai riusi dei bacini di cava si avvia un processo di valorizzazione sostenibile della fascia fluviale che in molte altre situazioni analoghe a livello europeo ha avuto successo: per la fruizione naturalistica, balneare, per le attività sportive o per le vacanze in aree camper o campeggi organizzati.

Intorno alla Dorsale del Po, pubblicizzata e strutturata con nodi di interscambio e attrezzature, è possibile innescare un processo di riconoscimento, da parte di un turismo soprattutto di prossimità, delle risorse culturali diffuse nell’area vasta. Per queste va organizzata la visitabilità e l’accessibilità, disegnando un “pettine” che si appoggia alle attrezzature dei centrri della dorsale o dei centri esterni, con itinerari brevi su greenway o allacciati agli itinerari territoriali lungo strade quiete.

Perchè questo progetto strategico si articoli in modo equilibrato entro le più generali finalità di governo del territorio, è opportuno mantenere le azioni entro un quadro complessivo coerente. Perciò è importante rispettare una consequenzialità tra obiettivi, assi ed azioni strategiche, in modo da distinguere nella strategia complessiva gli aspetti territoriali e paesistici che possono essere attivati distintamente (per diversità di territori, di risorse, di operatori, di soggetti istituzionali), ma che comunque già tengono conto delle specifiche interazioni necessarie, che sarebbe opportuno attivare contestualmente in modo da assicurare un effetto di insieme.

Perciò una definizione integrata degli assi strategici:

A.1 Rinforzare la rete ecosistemica regionale costituita nell’area dalle fasce fluviali, strutturata sulla dorsale del Po ed estesa lungo gli affluenti maggiori e minori,

A.2 Potenziare la rete ambientale diffusa in contesto rurale con attenzione agli elementi residui del paesaggio agrario tradizionale,

A.3. Assicurare corridoi ambientali di connessione nei contesti più urbanizzati.

B.1 Potenziare la rete principale di fruizione del paesaggio periurbano che integra Corona Verde (connessioni tra Residenze sabaude, percorsi radiali e di corona lungo fiumi, e con colline), con particolare riferimento alla dorsale lungo il Po,

B.2 Rendere fruibili in collane i beni minori, assicurando la visitabilità dei beni anche privati e la qualificazione paesistica degli itinerari integrati naturalistico-culturali,

B.3 Potenziare la funzionalità del sistema fruitivo e turistico attraverso l’integrazione di attività pubbliche e private di servizi: urbani, ricettivi, per la visitabilità dei beni, il sistema informativo, la mobilità.

C.1 Promuovere un sistema di offerta turistica e per il tempo libero che consolidi l’immagine di un ambito ad alta varietà, ricco di risorse culturali, paesistiche, ambientali e di iniziative per la attività en plein air,

C.2 Promuovere nel sistema rurale gli usi multifunzionali del patrimonio, le iniziative e i servizi per i prodotti tipici, le reti agrituristiche, il commercio dedicato ,

C.3 Favorire le iniziative che assicurano utilizzi multifunzionali compatibili e di lunga durata delle aree di interesse paesistico (in particolare quelle pubbliche) gestite da privati convenzionati, aziende del terzo settore, associazioni etc.

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5. Linee di azione strategica

Le strategie del Masterplan, articolate in assi strategici nel paragrafo precedente, si attuano attraverso azioni, che influiscono sugli interventi con diversa modalità operativa, di intervento (MO) e gestionale (MG): in parte di regolazione, in parte di cooperazione con soggetti operativi, in parte di azione diretta dei soggetti decisori nella riorganizzazione.

Per regolazione (R) si intende una definizione di azioni o comportamenti non adatti al raggiungimento della strategia, che vengono controllati con riferimento a norme inserite in regolamenti, leggi o strumenti di governo del territorio, come Piani regolatori, Piani territoriali provinciali, Piani dell’area protetta.

L’azione strategica regolativa prevede l’accordo dell’ente responsabile della gestione territoriale e l’inserimento della regola nella parte normativa degli strumenti stessi e negli strumenti di controllo e monitoraggio.

Per cooperazione (C) con soggetti operativi si intende una definizione di azioni utili per la strategia di cui si fanno carico soggetti non responsabili del governo del territorio, cooptati da una procedura negoziale (e quindi da una convenzione) a fronte di azioni di utilità diretta del soggetto cooperante

Per azione diretta (D) si intendono le azioni di cui si fa carico direttamente il soggetto gestore del Masterplan (che sia l’ente di gestione

dell’area protetta che sia il consorzio di enti locali o che sia l’agenzia operativa), di concerto con gli altri soggetti responsabili del governo del territorio (attraverso protocolli di intesa o, nei casi di effettiva integrazione operativa, di accordi di programma), assumendo la responsabilità degli interventi e delle seguenti gestioni ad esse connesse.

Nella tabella che segue sono elencate le linee di azione strategica attuative del Masterplan, ordinate con riferimento agli assi strategici di provenienza. Le linee di azione sono proposte in forma di indirizzo che può essere perseguito con diverse intensità e diverse modalità a seconda delle condizioni di contesto, dello scenario socioeconomico istituzionale e delle direttive politiche degli amministratori, ma comunque inquadrano un sistema di interventi, che per

realizzarsi non può mancare del tutto di una delle sue parti: ciascuna linea di azione è in qualche misura necessaria per perseguire gli assi strategici delineati nel paragrafo precedente.

Ovviamente il Masterplan è concepito in modo da consentire diverse modalità operative e gestionali per attuare le linee di azione strategica che prevede. Quindi, ferma restando la necessità di perseguire le linee di azione di seguito elencate, le MO e MG che accompagnano ciascuna linea della tabella possono essere modificate, in presenza di diverse condizioni o intendimenti dei soggetti.

In ogni caso, a partire dalle scelte sulle collaborazioni, dall’accesso a fondi pubblici o al reperimento di operatività attraverso convenzionamenti, derivano modalità operative e gestionali diverse per cui si distribuiscono diversamente gli oneri per sostenere l’attuazione del Masterplan, fermo restando un quadro economico di spesa che, in via generale, è prefissabile.

D’altra parte, come risulta evidente nel paragrafo 8 e 9, è mutevole il quadro degli scenari e delle intenzioni programmatiche delle amministrazioni, che si verranno a delineare durante l’attuazione del Masterplan e quindi può mutare, anche in modo incisivo, la modalità operativa o gestionale qui indicata come ottimale in astratto.

Nella tabella seguente, che riporta le linee di azione in riferimento agli assi strategici, è indicata la modalità operativa e gestionale più opportuna e il campo di alternative nei casi più facili da prevedere, per lo più da D a C, cioè con un coinvolgimento più incisivo dei privati a fronte di debolezze programmatiche od operative dei soggetti gestori pubblici.

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A.1.1 potenziare le fasce fluviali naturalizzate e gestirle promuovendo sia la qualità ambientale e paesistica sia la sicurezza idraulica complessiva, C

A.1.2 promuovere convenzioni di lunga durata per la sistemazione e la gestione di aree di interesse naturalistico paesistico e fruitivo, anche con soggetti del terzo settore o operatori privati, ad esempio con sostenibili continuità dell’attività estrattiva,

A.2.1

favorire l’accesso di agricoltori convenzionati alle misure previste dal PSR per la produzione rurale e la dotazione di servizi connessi all’agricoltura integrata con la tutela ambientale e/o la qualificazione paesistica che ripristina e mantiene alberature che segnano i paleoalvei, i rii e le reti irrigue storiche, i filari e le siepi),

A.2.2 mantenere, rinnovare e potenziare le sistemazioni naturalistiche e le formazioni arboree significative interposte alla lottizzazione agraria, e anche nelle zone destinate al loisir o ai bordi delle aree urbanizzate,

A.3.1. potenziare le connessioni ambientali con le aree collinari con corridoi ecologici attraverso la fascia urbanizzata a nord, R

A.3.2 favorire l’integrazione nell’ecosistema e la visitabilità dei parchi storici e dei giardini urbani, riducendo le barriere e potenziando i sistemi vegetali lineari lungo le strade e i corsi d’acqua,

A.3.3 favorire negli strumenti urbanistici locali o provinciali il mantenimento di varchi nel costruito anche introducendo modalità di perequazione territoriale ed urbanistica, R C

B.1.1

favorire la manutenzione e la leggibilità integrata del sistema dei beni culturali, a partire dai piani di gestione Unesco (Stupinigi, Moncalieri e Racconigi), allargandoli ai beni e agli impianti territoriali (attrezzature sabaude, ville, castelli, siti di devozione e del sistema rurale storico, D C

B.1.2 completare i percorsi ciclabili, in particolare rendendo percorribile con continuità un percorso lungo il Po su entrambe le sponde (la Dorsale) con interventi di riconnessione dei tratti esistenti, di nuovo tracciato spondale e di superamento dei nodi critici, DC C

B.2.1 valorizzare il sistema dei beni culturali e dei centri storici minori, assicurandone la fruizione con formazione di itinerari lungo strade quiete, segnalati e assistiti, sistemazione delle aree di accesso, organizzazione delle aperture e del presidio per la visitabilità, DC DC

B.2.2 valorizzare il paesaggio lungo i percorsi individuati come itinerari fruitivi principali (di Dorsale e di Pettine), con riempianto di filari storici lungostrada e mitigazione degli impatti e dei deterrenti visivi pregressi ed il controllo dei nuovi per garantire la visibilità dei panorami e delle inquadrature dei beni (per capannoni industriali o rurali, infrastrutture stradali o dell’energia, cartellonistica, vegetazione invasiva....),

B.2.3 riqualificare il rapporto tra edificato e aree libere esterne attraverso interventi di “porta” urbana agli ingressi dei centri lungo i percorsi individuati e con la formazione di bordi costruiti progettati per la leggibilità dei nuclei dall’esterno, anche con la redazione di studi paesistici di dettaglio nel quadro degli strumenti urbanistici locali,

B.3.1

B.3.2

B.3.3

B.3.4

R C R C

attrezzare “Porte di accesso al Po dei Laghi” (dorsale ciclabile, siti recuperati, fiume), raggiungibili dalla viabilità principale, aree centrali o da stazioni ferroviarie, , con attrezzature per l’interscambio con la bici, punti informativi su mete e logistica, servizi di trasporto dedicati DC DC

favorire le iniziative per potenziare la ricettività e l’offerta di servizi per il loisirs e il commercio di qualità in particolare nei centri storici o nel riuso di edifici di interesse storico-paesistico isolati,

favorire l’accessibilità controllata al fiume, gli approdi per la navigabilità non motorizzata e, in tratti definiti, attrezzare i percorsi con servizi pubblici di traghetto, in particolare lungo i tratti di fiume poco attraversati da ponti utilizzabili da ciclisti o pedoni,

integrare il sistema di mete, itinerari e attrezzature dell’ambito del Po dei Laghi nel sistema della fruizione metropolitana torinese, anche in integrazione con il sistema dei trasporti pubblici, potenziando le relazioni con gli altri ambiti della marca Po Confluenze nord-ovest, il complesso di Corona Verde e le altre marche turistiche vicine e rinforzando l’immagine complessiva del loisir “fuori porta” a Torino

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di azione strategica MO MG
Linee
D
C
C
C
C
C
DC DC
C
C
D
DC
D DC

C.1.1

C.1.2

C.2.1

C.2.2

C.3.1

promuovere l’offerta di attività di loisirs e degli sport “en plein air”, in particolare nelle aree sistemate dei bacini di cava, anche con interventi sperimentali e dotazioni di attrezzature impattanti situate in luoghi compatibili, e controllarne gli effetti attraverso convenzioni e monitoraggi,

assicurare la funzionalità del sistema dei servizi pubblici locali per l’accueil e l’informazione, in particolare attivando sportelli dedicati presso le biblioteche, le scuole e il sistema dei musei,

favorire l’accesso degli agricoltori convenzionati alle misure previste dal PSR per la filiera corta produzione-consumo (km zero, vendita diretta, mercati locali, gruppi di acquisto,..) e per le produzioni tipiche, comprese le connessioni con le filiere industriali (edile, conserviera, ...),

favorire la formazione di offerte di servizi agrituristici e dei servizi connessi all’agricoltura periurbana (ricettività, ristorazione, gestione orti e giardini, gestione punti loisirs “rurale”... integrate agli altri servizi per il loisir e il tempo libero, C C

promuovere programmi intercomunali di gestione integrata dei servizi e di azioni per la razionalizzazione del quadro gestionale delle risorse patrimoniali e finanziarie e lo sviluppo delle attività connesse alla fruizione turistica e al loisirs (turismo didattico, sociale, eventi, festival, etc.), DC DC

C.3.2 promuovere convenzioni con operatori economici (nei settori estrattivi, dell’agricoltura o dei servizi per il tempo libero) per la gestione duratura di compendi di aree strategiche per il Masterplan a fronte di interventi per attività produttive o per attrezzature remunerative,

D.1.1 favorire il coordinamento e la omogenizzazione delle attività di controllo, di gestione e di promozione della qualità del paesaggio della fruizione etc (commissioni paesistiche, agenzie di gestione etc.),

D.1.2 attivare un comitato tecnico di monitoraggio dell’attuazione del Masterplan e di gestione della integrazioni necessarie con gli strumenti di pianificazione e di programmazione locali o sovraordinati.

Le tavole generali del Masterplan (3A e 3B) localizzano gli elementi e le aree oggetto delle azioni strategiche sopra individuate, che naturalmente nell’attuazione del Masterplan possono essere incrementate, ridisegnate e assestate nella collocazione, purchè si potenzi o almeno si mantenga il ruolo per cui sono state individuate e la loro efficacia entro il quadro strategico.

Per agevolare la programmazione delle azione nella fase attuativa del Masterplan per ciascuna azione strategica è opportuno redigere una “carta di identità”, in cui siano puntualizzati almeno i temi di seguito riquadrati. In allegato, a titolo di esempio, una “carta di identità” dell’azione strategica: B.1.2 : Completare i percorsi ciclabili, in particolare rendendo percorribile con continuità un percorso lungo il Po su entrambe le sponde (la Dorsale) con interventi di riconnessione dei tratti esistenti, di nuovo tracciato spondale e di superamento dei nodi critici.

Criteri programmatori: dove come e quando è necessario od opportuno intervenire rispetto alle strategie

Collaborazioni operative ed istituzionali: opzioni prioritarie, criteri di scelta e strumenti gestionali

Riferimenti tecnici per la fattibilità: strumenti operativi, riferimenti dimensionali e soglie di efficacia

Localizzazione prioritaria (per ambito o per sito)

Costo unitario e complessivo presunto dell’intervento e della gestione

34 Linee di azione strategica MO MG
C R C
D C D
C C
C R C
R R
R
R

6. L’articolazione territoriale per ambiti

Le azioni strategiche comportano interventi materiali o procedure e organizzazioni di attività diversamente distribuite sul territorio. Il Masterplan riconosce un’articolazione del territorio utile operativamente per tracciare bilanci di ambito e per prefigurare alcuni aspetti gestionali distinti per regioni territoriali.

L’articolazione territoriale proposta scompone in parti i due macroambiti individuati nel documento di indrizzi che accompagna il bando di incarico: - un macroambito di interesse diretto, coincidente con il territorio delimitato dal Piano d’area, con un ambito intermedio, che si allarga a quanto interessato dal Progetto territoriale operativo, e che viene esaminato nella fattibilità diretta degli interventi di interesse primario dell’Ente di gestione - un macroambito d’area vasta, in cui verificare le ricadute territoriali e l’armatura del sistema fruitivo in particolare per quanto connesso alla rete dei beni culturali e degli itinerari sovralocali.

Nel Masterplan si sono distinti 5 ambiti “interni” entro il macroambito di interesse diretto, corrispondenti a tratti del fiume caratterizzati da importanti progetti di sistemazione delle aree estrattive, cuore delle azioni strategiche per la qualificazione ambientale e per la fruizione e il tempo libero en plein air:

Gli ambiti interni corrispondono ai seguenti tratti, risalendo il fiume:

A, da Vallere a barriera di S.Marta (con siti Molinello, bacino lagunaggio)

B, da S.Marta a Carignano (con siti Olmi, S.Marta, La Gorra)

C, tra i ponti di Carignano (con siti Tetti Faule, Gay, Provana, Garettino)

D, dal Carmagnola a Lombriasco (con siti S.Michele,Germaire,Ceretto)

E, da Lombriasco a Polonghera (con sito Falè)

Tutti gli interventi previsti per la fruizione e la qualificazione ambientale, le caratterizzazioni dei progetti di sistemazione dei siti estrattivi in essere e dei loro potenziali ampliamenti sono stati classificati per ambito di appartenenza, in modo da consentire agevolmente di trarre bilanci ed indicazioni di sostenibilità economica ed ambientale per singoli ambiti.

Anche il macroambito d’area vasta è stato scomposto un 6 ambiti (uno coincide con il macroambito di interesse diretto), a cui fanno riferimento aspetti ricognitivi e di progetto per la fruizione, che possono costituire una caratterizzazione utile ai programmi locali e all’organizzazione generale nella gestione degli itinerari, del sistema informativo e dei servizi per il visitatore. In particolare:

I La fascia di bordo dell’insediamento metropolitano, a sud del Sangone e del bordo collinare, in cui prevale l’interesse per le azioni strategiche di difesa dei valori ambientali e culturali dalle interferenze di urbanizzato e infrastrutture (coincidente con gli obiettivi di Corona Verde, come messi a punto nel Masterplan dell’Ambito sud - Nichelino capofila). E’ un ambito che ha per fulcri centri di interesse culturale d’eccellenza (Stupinigi, Santena, che costituiscono anche il nodo di integrazione con gli ambiti contestuali (Torino, Chieri) e che si integra e completa con l’ambito A di interesse diretto (Moncalieri), anch’esso rilevante per le eccellenze di interesse culturale (Castello, Centro storico)

II La fascia del Chisola e l’area rurale a sud di Stupinigi, in cui prevale l’interesse per le azioni strategiche per la valorizzazione ambientale e ricettiva del contesto rurale storico (coincidenti con gli obiettivi per l’area del Masterplan di Corona Verde). E’ un ambito di connessione tra il Po e la Corona Verde, in cui si riconosce in Volvera il ruolo di nodo di integrazione con gli ambiti contestuali (pinerolese, alto Sangone, Avigliana) e con gli itinerari pedemontani ad ovest dell’area metropolitana

III La piana tra Po, Virle e Pancalieri, in cui prevale l’interesse per le azioni la valorizzazione dei centri e dei beni isolati, oggi del tutto trascurati, e delle produzioni rurali caratterizzanti. E’ un ambito di connessione tra il Po e le piane pedemontane a ovest, in cui si riconosce in Pancalieri e Lombriasco il ruolo di nodo di integrazione con il Saluzzese, e di tappa per gli itinerari d’area vasta (verso Cavour, Staffarda etc.)

IV la piana tra Villastellone e Carmagnola in cui prevale l’interesse per la valorizzazione dei percorsi e dei siti di interesse culturale per

V il Castello e il Parco nella piana tra Carmagnola e Racconigi in cui prevale l’interesse per le azioni strategiche per la valorizzazione del telaio rurale storico e delle connessioni tra il Sito Unesco e il Po e i suoi centri (Carmagnola, Casalgrasso, Polonghera)

VI Il Po, coincidente con il macroambito di interesse diretto (e quindi il comprensorio interessato dal PTO)

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36
interni
Ambiti
Ambiti d’area Vasta

7. Gli interventi diretti previsti nelle azioni strategiche

7.1 Interventi per la valorizzazione ambientale

L’indagine mostra come i reali contesti di valore ecologico sono molto più esigui delle aree a vario titolo indicate come di interesse ambientale (riserve, sic, zps) . Il Piano d’area del Parco ha promosso azioni per il loro potenziamento e la loro valorizzazione ma non tiene conto adeguatamente delle connessioni territoriali e della necessità di formazione di una rete ambientale in un contesto apparentemente libero da infrastrutture, poco interessato da pressioni urbanizzzative (salvo Moncalieri) ma immerso in una agricoltura povera di valori naturalistici.

D’altra parte la Rete ambientale ipotizzata dal PPR e dal PTCP indica il ruolo ecologico fondamentale dei corsi d’acqua (po e affluenti), ma non indica strumenti operativi per attuarlo e non individua efficaci connessioni diffuse, rinviandole di fatto ad una politica non localizzata di buone pratiche agricole che dovrebbe essere promossa nel Piano di sviluppo rurale (PSR).

La strategia di costruzione della rete ambientale si deve quindi affidare per le connessioni ad una futura buona gestione dei rapporti con i coltivatori, entro un PSR favorevole alla qualificazione dei contesti delle core area naturali, ma queste ultime comunque devono essere consolidate lungo i fiumi con interventi diretti.

I frutti si potranno cominciare a cogliere a 10/15 anni, ove il PSR 2013-2020 rechi misure efficaci per la rete ambientale e tali misure incontrino l’interesse degli operatori.

Nella prospettiva a breve (5/10 anni), in un sistema debole sia nelle connessioni interne che esterne, la sola strategia immediatamente praticabile è il completamento dei recuperi in corso e la connessione tra le aree recuperate dalle attività estrattive. Questa connessione assume un effettivo ruolo nella rete ambientale territoriale ove si ottenga con continuità il rinforzo del potenziale di biodiversità, lungo le aree spondali e di lanca convolgendo, almeno in parte, le sponde prossime al fiume dei bacini di cava. Le fasce spondali devono essere rese disponibili (con acquisizioni o atti convenzionari

o con partecipazione diretta dei proprietari al progetto) per tre tipi di interventi, indicati nella tavola di Masterplan:

a, la formazione di una fascia alberata continua lungo il Po di almeno 25 metri di profondità rispetto alla sponda,

b, il consolidamento degli assetti vegetazionali adatti a costituire habitat per la fauna endemica (in particolare quella indicata da Natura 2000 o rilevata nelle riserve del Parco) nelle aree residue di lanca o d’alveo, o sottutilizzate dall’agricoltura, o convertite da usi impropri precedenti, a partire da quelle individuate in prima istanza,

c, la formazione di una fascia alberata lungo gli affluenti minori, di almeno 10 metri di profondità rispetto alla sponda,

Gli interventi mirati sulla fascia spondale e sulle aree di interesse naturalistico (lanca, riserve verificate, endemismi) interessano aree per circa 110 ettari, in generale sottoutilizzate dall’agricoltura o marginali (acquisite dal demanio fluviale o comuque su terreni ghiaiosi inadatti alla coltivazione produttiva). Il Masterplan prevede una possibile sistemazione integrativa delle aree di cava, in parte completando il programma di sistemazioni pregresso, come previsto dal PdA (mancano interventi ancora su due siti tra quelli definiti negli schemi grafici), in parte ampliando le aree già interessate dalle sistemazioni e coinvolgendo altri tratti di interesse ambientale o paesistico.

Rispetto alle aree dichiarate di interesse ambientale, in parte sovrapposte e a diverso titolo definite istituzionalmente lungo la fascia fluviale (Riserve speciali, SIC, Zps), l’attuale situazione di effettivo valore ambientale dell’ecosistema presente si registra in poco più di 726 ha, pari a circa il 13% delle aree a vario titolo tutelate (5.536 ha).

La quota salirà al 28% a progetti di sistemazione di cava completati, e al 37% se si realizzano le indicazioni sopradescritte del Masterplan, aggiungendo la una prima valorizzazione ambientale a oltre 500 ha di aree tutelate (oggi ad agricoltura intensiva) ai 1500 ha in via di sistemazione, come specificato nella tabella seguente.

Nell’area vasta nel Masterplan si segnalano connessioni capillari, valoriaazioni di paleoalvei e fasce spondali di rii minori (corrispondenti ai punti b e c) per circa 800 ettari, ottenibili per lo più attraverso il PSR.

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Aree di interesse ambientale istituite: effettiva sistemazione naturalistica attuale, prevista in progetti di cava in corso, prevista dal Masterplan

* La somma (al netto della fascia fluviale del Po classificata come “Area contigua”) non tiene conto di alcune sovrapposizioni tra riserve naturali e SIC (il dato quantitativo di base è di circa 500 ha maggiore dell’area realmente tutelata)

Tutti gli interventi sopra indicati, interni o esterni alle aree tutelate istituzionalmente, sono da realizzare, a seconda dello scenario prevalente, direttamente da parte dell’ente o con convenzioni operative con soggetti privati, salvo quelli da prevedere nel PSR.

Nell’ insieme tali interventi si aggiungono a quelli previsti nelle convenzioni in attuazione di sistemazione dei siti estrattivi, per il seguente bilancio complessivo (in ettari):

da sist in corso integrate con sistemazioni potenzialmente

int per la

** solo le parti per la fruizione naturalistica o con usi leggeri (al netto di 220 ha di aree sistemabili ma con possibilità di usi intensivi)

*** sistemazioni di aree spondali o di lanca esterne a sistemazioni di cava (vedi punti a,b,c, nel paragrafo.)

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TIPO di protezione istituzionale AMBITO LOCALITA' AREA (ha) A di interesse nat esistente % di int nat esist B laghi attuali C in asciutto sistemato attuale D Ampl laghi B a fine prog E Ampl di sist C a fine prog TOT da A a E senza master plan % di interesse nat senza master plan F nuove sist nat in master plan % di interesse nat CON Masterpl an Senza interv ento Area contigua Fascia fluviale del Po 3.458 129 4% 214 92 46 118 599 17% 78 20% 2.781 Area Attrezzata A Le Vallere 130 10 8% 10 8% 31 32% 89 Area Attrezzata A Molinello 243 29 12% 28 26 25 108 44% 44% 135 Ris Nat Speciale A Lanca S.Marta e confl Banna 164 31 19% 1 31 19% 51 50% 82 SIC e ZPS A Lanca S. Marta conf. Banna 195 33 17% 1 33 17% 80 58% 82 Area Attrezzata C Oasi del Po morto 490 26 5% 73 30 26 57 211 43% 55 54% 224 SIC e ZPS C Po Morto di Carignano 513 30 6% 74 39 26 59 228 44% 57 56% 228 Ris Nat Speciale D Lanca di S. Michele 162 54 33% 25 28 3 20 129 79% 5 82% 29 SIC eZPS D Lanca di S. Michele 261 67 25% 48 48 9 31 204 78% 26 88% 32 Ris Nat Speciale E Confluenza del Maira 178 40 22% 40 22% 24 36% 114 SIC E Confluenza Po - Maira 178 47 26% 47 26% 33 45% 98 SIC E Confluenza Po - Varaita 212 35 16% 3 0 38 18% 40 36% 135 SIC Stagni di Poirino - Favari 1.844 63 3% 63 3% 3% 1.781 SIC Bosco del Merlino 353 69 20% 69 20% 20% 284 SIC Parco Racconigi e boschi Maira 352 125 35% 125 35% 90 61% 137 TOTALE aree tutelate* 5.536 726 13% 298 222 73 223 1.540 28% 518 37% 3.482
attivabili da Masterplan**
rete ambientale
Aree naturali seminaturali derivanti da sist cava in corso* Masterplan *** A 170 391 21 B 173 245 26 C 182 411 12 D 182 389 15 E 43 113 36 Totale 750 1548 110
da
* parte con usi naturalistici o tempo libero leggero (con laghi proquota)

riserve naturali zone naturali di salvaguardia

sic zps

aree agricole di interesse ambientale

boschi aree naturalizzate da potenziare connessioni da potenziare

attività per il tempo libero naturalistiche usi per il tempo libero e attrezzature a basso impatto attività produttive e per il tempo libero

FALE'

CERETTO

GERMAIRE

MOLINELLO

Sistema delle aree protette, di salv aguardia e di Natura 2000 interessate da progetti di naturalizzazione del Mstp

Vinovo Santena Candiolo Nichelino Piobesi Carignano Moncalieri Trofarello Carmagnola Villastellone Osasio La Loggia Lombriasco Casalgrasso PO MORTO LA GORRA GARR ETTINO SAN MICH ELE SANTA MARTA ESCOSA - OLMI CASCINA ROTTO BACINO LAGUNAGGIO S MARTA
1:50 000

7.2. Interventi per la fruizione

La dotazione di infrastrutture e servizi per la fruizione deve recuperare una situazione gravemente deficiente per l’assenza di continuità dei percorsi e la mancanza di visibilità degli itinerari, delle mete e delle attrezzature di appoggio.

Quindi nel Masterplan, oltre alle numerose linee di azione organizzative e prevalentemente immateriali per promuovere la fruizione, sono stati considerati necessari tutti gli interventi “di sistema”, che consentissero di offrire una rete di fruizione “dolce” qualificata e immediatamente accessibile e percepibile dai centri, dalle stazioni e dalle strade di traffico. Si possono distinguere tre ordini di interventi, in ragione della necessità di completare il disegno complessivo:

a, la rete delle Quiet lanes, “strade quiete” a traffico veicolare solo locale o addirittura di fondi agricoli, utilizzabili nella tradizione anglosassone per percorsi equestri o ciclabili. Nel territorio rurale che costituisce l’80% dell’ambito del Po dei Laghi non manca un reticolo stradale diffuso e spesso facimente convertibile ai caratteri delle Quiet lanes con modestissimi interventi (segnaletica, introduzione di sbarre di controllo ove necessario, rare sistemazioni dei fondi) e dotabili di un ruolo paesistico significativo ove si ripristinino i filari alberati storici, con il rifacimento delle banchine e il reimpianto almeno sul lato meridionale o a ponente della strada, come proposto nella carta di Masterplan.

La rete delle strade quiete individuata costituisce il sistema di connessione fruitiva principale per le mete storico-culturali e per la connessione dell’ambito del Po dei Laghi (compresi gli aspetti naturalistici) con gli altri contesti fruitivi promossi nei territori vicini, in particolare con i percorsi ad anello previsti dal Progetto Corona verde.

b, una green way lungo il Po, percorso continuo ciclabile o equestre, che permetta di svolgere “itinerari d’acqua” in vista del fiume o dei bacini di cava, è invece praticamente assente, e sono del tutto discontinui sconnessi i tratti previsti nei progetti di sistemazione dei bacini di cava. Perciò la previsione di un intervento strutturante l’intero

Masterplan, che formi una Greenway dorsale continua lungo il fiume, su cui si possano inserire gli itinerari ad anello nelle aree di interesse fruitivo per il tempo libero, lo sport, o di interesse naturalistico. Per il tracciato della dorsale sono state studiate diverse alternative, congiungendo tratti esistenti a tratti previsti dai progetti di recupero dei bacini di cava, e disegnando 2 possibili percorsi: in sponda sinistra e in sponda destra. In ragione della difficoltà a realizzare percorsi per intero in vista del fiume, con lunghi tratti oggi assenti, si sono previsti anche alternative di percorso per entrambe le sponde, su strade quiete esistenti, in molti tratti distanti dalla fascia spondale. Per alcuni punti di attraversamento del fiume (ponte di Carignano e traversa di LaLoggia) sono stati predisposti approfondimenti specifici, prefigurando anche per un tratto la possibilità di navigare lungo il fiume con battelli che svolgono anche la funzione di traghetto, consentendo di percorrere la due dorsali con itinerai ad anello molto variegati. Le schede di approfondimento sono in allegato alla presente relazione.

c, le Porte del Po dei Laghi: una serie di attrezzature di interscambio (auto o ferrovia e bici) e di informazione, in prossimità di centri importanti e di stazioni, con zoom progettuali localizzati che esplorano anche le connessioni tra le aree insediate e i percorsi spondali, le modalità di superamento di punti critici (ponti, attraversamenti di infrastrutture trafficate), descritte in particolare nell’allegato specifico alla presente relazione.

L’insieme delle attrezzature previste per la Greenway dorsale (punti b e c) è stato analizzato da diversi punti di vista, in ragione della fattibilità operativa ed economica, della relazione con i progetti di sistemazione di cava, dell’effetto complessivo che ne sortisce, in modo da consentire di redigere programmi attuativi realistici anche nel medio periodo, con tutti gli aggiustamenti necessari conseguenti alle trasformazioni di scenario di cui al paragrafo 9.

La tabella seguente indica le dimensioni, il costo e le alternative di tracciato dei percorsi da realizzare o da sistemare per ottenere la percorribilità complessiva delle Porsali lungo il Po, mantenendo tutte e 4 le alternative ipotizzate, con riferimento ai tratti e alle attrezzature di Porta identificati nella tavola di Masterplan di seguito riprodotta.

40

interventi previsti in soluzioni diverse (x 1000 €)

* per ciascun ambito sono segnati i costi degli interventi per ottenere la continuità dei percorsi in sponda destra (d), in sponda sinistra (s) , degli attraversamenti del Po e del sistema di accesso alla greenway dorsale, (p)

** la sol. 1A realizza una sola greenway, sulla sponda caso per caso già più dotata di tracciati, anche distanti dal fiume,

la sol. 1B introduce nella soluzione 1A nuovi tratti lungo il Po, allacciandosi ai tratti dei siti estrattivi

la sol. 2A utilizza in buona parte i percorsi esistenti realizzando la greenway su entrambi i lati del fiume

la sol. 2B introduce nella soluzione 1B nuovi tratti lungo il Po, anche dove completamente assenti

la sol. 3 completa le Greenway sia avvicinandosi al massimo alle sponde sia aggiungendo i tratti che entrano nelle città, raggiungono le Porte del Po dei Laghi e si connettono con le strade quiete esterne all’ambito ristretto.

*** il costo significativamente ridotto degli interventi al netto del reimpianto dei filari storici definisce di fatto un’ulteriore alternativa di programmazione degli interventi, consentendo soluzioni, della greenway o del pettine di strade quiete, funzionali anche se non paesisticamente qualificate.

Per le attrezzature delle Porte del Po dei Laghi, descritte in particolare nell’allegato alla presente relazione, i costi previsti sono del seguente ordine:

Attrezzature di Porta Costo intervento

Porta di Moncalieri € 66.000

Porta di Carignano € 209.000

Porta di Carmagnola € 125.000

Porta di Casalgrasso € 28.000

Nel loro insieme i percorsi previsti dal Masterplan consentono una continuità di itinerari su greenway o strade quiete che connettono in lungo (le dorsali del Po) e in largo almeno tre anelli del “pettine” est-oves in parte previsto da Corona Verde e in parte utile alla connessione con il Pinerolese, il Saluzzese, il Roero, il Chierese.

Ambito per ambito i tratti di strada quieta e di greenway sono organizzati secondo itinerari ad anello, che originano dalle Porte del Po o della Corona, o da stazioni ferroviarie o da siti Unesco e toccano tutte le mete più interessanti, come risulta dalla tabella e tavola seguente:

42
** Interventi per la greenway lungo il Po per ambito * Costo tot 4 percorsi (x 1000€) 1A 1B 2A 2B 3 Ad € 222,0 - - € 193 € 193 € 29 As € 590,5 € 335 € 412 € 335 € 335 € 179 A attr Po € 2,8 - - - - € 3 Ap € 1.865,0 - - - - € 1.865 TOT ambito A € 2.680,3 € 335 € 412 € 527 € 527 € 2.076 Bd € 1.721,5 € 118 - € 814 € 577 € 806 Bs € 1.158,5 - € 808 - € 357B attr Po € 230,0 € 230 - € 230 -Bp € 409,5 - - - - € 410 TOT ambito B € 3.519,5 € 348 € 808 € 1.044 € 934 € 1.216 Cd € 1.332,5 € 681 € 681 € 443 € 681 € 218 Cs € 434,8 - € 166 - € 85 € 269 attra Po € 295,0 - € 295 - € 295Cp € 1.533,0 - - - - € 1.533 TOT ambito C € 3.595,3 € 681 € 1.142 € 443 € 1.061 € 2.020 Dd € 1.155,8 € 548 € 658 € 329 € 527 € 134 Ds € 914,8 - - - - € 915 D attr Po € 22,5 - € 23 - € 23Dp € 2.791,8 - - - - € 2.792 TOT ambito D € 4.884,8 € 548 € 681 € 329 € 549 € 3.841 Ed € 1.221,0 € 779 € 779 € 389 € 389 € 260 Es € 587,3 - - - - € 587 E attr Po € 22,5 - - - - € 23 subTOT Ep € 755,0 - - - - € 755 TOT ambito E € 2.585,8 € 779 € 779 € 389 € 389 € 1.624 TOT greenway con filari € 17.265,5 € 2.690 € 3.821 € 2.731 € 3.460 € 10.776 TOT greenway senza filari *** € 8.018,0 € 690 € 1.029 € 2.211 € 2.152 € 4.686
.

ITINERARI CICLABILI AD ANELLO

1 Moncalieri e Carignano lungo

il Po 35 km

MONCALIERI

Centrale IREN

Bacino di lagunaggio SMAT

LA LOGGIA

CARIGNANO

Ponte di Carignano

La Gorra

Lanca di Santa Marta

Molinello

MONCALIERI

2 Carignano e Casalgrasso lungo

il Po 35 km

CARIGNANO

Garrettino

Ceretto

LOMBRIASCO

CASALGRASSO

Confluenza del Maira

Bosco del Gerbasso

Po Morto di Carignano

Ponte di Carignano

CARIGNANO

3 Stupinigi e Moncalieri

35 km

STUPINIGI

Castelvecchio

Cascina/Castello Parpaglia

Cascina Pignere

VINOVO

Castello Rey

LA LOGGIA

Villa Carpeneto

Castello Galli

Cascina Sabbioni

Lungo Po

Bacino di lagunaggio SMAT

Centrale IREN

MONCALIERI

Mausoleo Bela Rosin

STUPINIGI

4 None, Piobesi, Vinovo, Candiolo e Volvera 30 km

NONE

San Ponzio

PIOBESI

Castello

San Desiderio

VINOVO

Castello Rey

CANDIOLO

Rotte di caccia

Cascina Pignere

Cascina/Castello Parpaglia

VOLVERA

San Giovanni Battista

NONE

5 Carignano, Vinovo, Piobesi, Castagnole 25 km

CARIGNANO

Brassi

San Desiderio

VINOVO

Castello Rey

PIOBESI

Castello

San Giovanni ai campi

Tetti Cavalloni

CASTAGNOLE

Cascina e cappella Cantalupa

Cappella dell'invenzione della Croce

CARIGNANO

6 Carignano, Osasio, Virle, Castagnole 30 km

CARIGNANO

Santuario del Vallinotto

Castel Rainero

OSASIO

VIRLE

Castello dei Piossasco di None

Castello già dei Romagnano

Monastero Buonluogo

CASTAGNOLE

Cascina cantalupa

CARIGNANO

7 Casalgrasso, Lombriasco, Pancalieri, Polonghera 20 km

CASALGRASSO

Castello Carpenetta

Confluenza del Maira

Traghetto

LOMBRIASCO

Castello Museo

Castel Rainero

Madonna dell'Eremita

S. Ambrogio

PANCALIERI

Museo della Menta

Cappella di S. Anna

FAULE

Castello

POLONGHERA

Castello

CASALGRASSO

8 Racconigi, Polonghera, Casalgrasso 25 km

RACCONIGI

Castello

Parco

Castello di Bonavalle

Madonna

POLONGHERA

CASALGRASSO

Castello Carpenetta

Villa Berroni

RACCONIGI

9 Racconigi, Caramagna, Carmagnola 35 km

RACCONIGI

CARAMAGNA

Cascina Villero

CARMAGNOLA

Castello

Cascina Vigna Ecomuseo

Cascine Migliabruna

Centro Cicogne

RACCONIGI

10 Villastellone, Carmagnola, Santena 40 km

VILLASTELLONE

Villa Museo

Borgo Cornalese

Fortepasso

Garrettino

Gerbasso

CARMAGNOLA

Cascina Vigna Ecomuseo

Abbazia di Casanova

Cascina Stella

SANTENA

Villa Cavour

VILLASTELLONE

11 Villastellone, Lanca di Santa Marta, Santena 40 km

VILLASTELLONE

La Gorra

Lanca di Santa Marta

La Rotta

Castel Rivera

Resti Castello

SANTENA

Castello San Salvà

VILLASTELLONE

44

ITINERARIO 4 ITINERARIO 5

ITINERARIO 6

ITINERARIO 3

ITINERARIO

ITINERARIO 7

ITINERARIO 8

mete della fruizione

musei ed ecomusei

traghetto

cascine didattiche

punti di vendita diretta prodotti agricoli percorsi di connessione

loisir naturalistico sport e attività en plein air

attrezzature di interscambio

porta del fiume

nodo intermarca sport e attività attrezzate

scala 1:100 000

ITINERARIO 11

ITINERARIO 9

ITINERARIO 10

Sistema degli itinerari di greenway o strade quiete per la fruizione dei beni e delle mete 1:100 000

Castello Palazzina di Caccia Castello Castello del Valentino Villa della Regina S Sebas ano Castello Vagnone S Maria di Testona Castello Virle P te Castagn ole P te Osasio Lomb riasco Pan ca lieri Faule Pol onghera Casalgrasso RACCONIGI CARMAGNOLA CARIGNANO Carama gna Villastello ne San tena Camb iano MONCAL IERI Tro fa rel lo Stupin igi Nichelin o Volvera Candiol o Vinovo La L oggia Pi obesi Orbassano CAVOUR PINEROLO PIOSSASCO STAFFARDASALUZZO VAS I LG I ONA ONASSOF ROERO PRALORMO CHIERESE SANGONE PO DE I RE COLL I NA D I TOR I NO PINEROLO C na Va ere C na S Lorenzo M g iabruna C na Streppe C na Stram ano C na La Genera a C na P gnere C na Grang a Non e Vigone A rasca Moretta Be nasco Scalenghe Caval erm agg ore Riva ta di Torino V l afranca P emonte Bru no Ruf a Sanfre Mure o Pece to Cercenasco Cava er eone V anova So aro Tor e San Giorg o Duomo Villa Cavour Castello Rey Borgo Cornalese Villa Carpeneto Abbazia di Casanova Castello Villa Morra Pieve S Giovanni ai Campi Castello Castello Caste lo Castello S Ponzio S Ambrogio Villa Berroni Torre Valsorda Castello Galli Cappella Pilotti S Croce Cascina Cantalupa Castello dei Ponte Castello San Salvà Madonna degli Or i Monastero Buonluogo Madonna dell'Eremita Vernea Castello di Parpaglia SS Trinità Santuario del Vallinotto Resti del Castello To re Mu no Mul no Fornace Fo nace S P Mo e a M Mart net o S Panc az o S Des der o D s a o o D s l ato o Mu no Nuovo Mu no Nuovo Madonna de Lago Mu no de Co o Ch esa d S Anna Mu no Bo gonuovo Madonna de P one Madonna deg O m Mu no de a Mogl a Mu no de Vanze S G ovann Ba tis a Mar a Verg ne de Do or Sa ua o S Ma a de e G a e Cappe a de a Madonna Assunta Cappe a de nvenzione de a S Croce La Ro ta La Gorra C na Be riparo Caste Rainero C na Br l an e Forte Maggiore Te t C ava lon C na Carpenet a C na Fortepasso Caste lo R vera C na de la Mot a Mos Mose t
1
2
ITINERARIO

Gli interventi per la fruizione nelle aree sistemate dei bacini estrattivi sono stati descritti in dettaglio nelle tavole 4, per ciascun ambito della fascia del Po, evidenziando la continuità dei percorsi, gli utilizzi ottimali delle aree recuperate e la loro accessibilità, come risulta dalla tavola di esempio allegata

46

8. La gestione operativa delle strategie

Dato che il Masterplan delinea azioni strategiche in buona parte attuabili solo attraverso il coinvolgimento di diversi soggetti, istituzionali e privati, è evidente il ruolo importante svolto dalla governance del processo attuativo e dalle procedure gestionali che ne devono caratterizzare l’attuazione programmata.

Nel Masterplan stesso si definiscono i termini di un’applicazione “a geometria variabile” delle azioni strategiche a seconda degli scenari socioeconomici ed istituzionali in cui ci si trova a programmare gli interventi,fermi restando gli assi strategici di riferimento ed il tipo di azioni con cui attuarli (vedi par. 9).

Quindi, senza voler definire in modo preciso gli aspetti gestionali del Masterplan, di seguito si delineano le problematiche principali che si devono affrontare e gli strumenti fondamentali da utilizzare nel processo gestionale.

8.1. La promozione e il coordinamento delle attività di interesse del Masterplan

Il tema di maggiore complessità attiene alla gestione delle attività private di interesse delle azioni strategiche.

In prospettiva operativa è risultato opportuno unificare secondo un modello standard i rapporti convenzionari con i privati, in modo da consentire al soggetto gestore (che sia l’Ente Parco, un Comune o un’Agenzia a ciò delegata) di indicare comportamenti regole e criteri trasparenti e di applicazione sistematica.

La tabella seguente tratta le azioni e gli interventi attivabili sono distinti a seconda del loro grado di interferenza potenziale con la qualificazione ambientale “pura” dell’area: dalla completa sinergia (verde) alla facile sostenibilità (azzurro) alla necessità di attenzioni (rosa).

Si tratta di un primo contributo per una classificazione di ammissibilità di tali interventi a seconda dei siti: ad esempio per le aree interessate dai progetti di sistemazione di cava previste nel masterplan (tavole 4) come soggette rispettivamente ad attività del tempo libero per la fruizione naturalistica, per attività prive di attrezzature pesanti e per produzioni o attività attrezzate.

47

8.2. Le alleanze: i patti strategici con enti territoriali e operatori, locali e di territori limitrofi

La ricognizione sulla situazione complessiva del territorio, delle componenti ambientali e delle attrezzature per la fruizione mostra con chiarezza l’impotenza dei soggetti pubblici e privati ad affrontare, da soli o solo settorialmente le problematiche poste in evidenza in questa fase socioeconomica. A questo postulato fondamentale fanno riferimento le strategie stesse del Masterplan, sopra presentate ed articolate per assi e per azioni, ponendo in evidenza la necessità di una pluralità di attacchi contemporanei e pluridirezionali alle diverse tematiche per ottenere risultati apprezzabili e duraturi.

Perciò la necessità primaria di una modifica strutturale nel rapporto tra i soggetti: da una divisione dei compiti analiticamente predefinita con rapporti gerarchici regolati e incontrovertibili ad una concertazione per assi o addirittura per specifiche azioni strategiche, con accordi o convenzioni in cui si stabiliscono, con soggetti pubblici e privati, le condizioni di fattibilità per mirare al risultato.

Ovviamente il risultato deve dare soddisfazione ai requisiti posti da ciascuno dei partecipanti, secondo le proprie strategie.

Perché questa diversa modalità di relazioni possa avvenire in trasparenza e senza dar luogo a favoritismi o a giochi di interdizione è necessaria la predisposizione di accordi strategici tra i diversi soggetti, in cui si dichiarano a priori le specifiche strategie di ciascuno, i propri criteri di convenienza e le modalità di controllo e di impegno riscontrabili in progress, indipendentemente dalle singole azioni a cui si partecipa.

Quindi gli accordi interistituzionali, tra Ente Parco, Comuni, Provincia e Regione e quelli tra gli enti e i soggetti privati costituiscono una infrastruttura gestionale fondamentale: qualsiasi prospettiva operativa delle azioni strategiche del Masteplan si può attuare solo entro un sistema organico di patti e convenzioni tra i soggetti pubblici e privati, capaci di rispondere a requisiti imprenditoriali o organizzativi di lunga durata.

In particolare si presenta la necessità fondamentale di

A. un patto con gli agricoltori, da sottoscrivere anche in sede regionale da diversi settori (Agricoltura, Cultura, Turismo e Ambiente) per avviare politiche durevoli di qualificazione del paesaggio agrario (sia in termini di ripristino di elementi del paesaggio storico che di predisposizione delle siepi e filari, delle zone umide o delle macchie di vegetazione spontanea per le connesioni ambientali previste nella RAR), in buona parte agevolate dal PSR e per altro promosse anche dai piani d’area vasta (PTCP, PPR).

Il patto deve comportare la definizione di buone pratiche per le azioni manutentive, per il reimpianto di alberi e per caratterizzare le produzioni locali e la gestione delle infrastrutture per l’accessibilità, a fronte di agevolazioni sulle attività produttive e della promozione dei prodotti e delle forme integrate di agriturismo (marchio del Parco etc..

Nel patto vanno stabilite le modalità di intervento e manutenzione connesse alle seguenti attività:

ATTIVITA’E FOCUS DIPROGETTO

2 Green ways, ciclabili

4 Gestione core area (manut. e controllo)

5 Corridoi ecologici

11 Recupero paesaggio caratterizzato

12 Recupero percorsi esistemazioni storiche

15 Orti

16 Giardini

24 Sistema ricettività camper campeggio etc

25 Agriturismo

30 Pr. tipiciagri:canapa, erbe arom., peperoni

32

48
31 Iniziativeimprenditoriali
Iniziative
di
posti
lavoro

B, Una convenzione quadro con gli operatori del settore estrattivo, partecipata anche dalla Regione e dalla Provincia nei settori competenti, che definisca le condizioni per la continuità della loro attività, a completamento dei progetti in corso ove compatibile con le indicazioni della pianificazione e del masterplan, la loro eventuale partecipazione alla grestione delle attività per la fruizione come indicate nel Masterplan, il loro coinvolgimento a titolo di compensazione, nella realizzazione dei percorsi e delle sistemazioni spondali

previsti per la greenway dorsale, anche esternamente alle aree interessate direttamente dai progetti.

Nel patto vanno stabilite le modalità di intervento, compensazione e manutenzione connesse alle seguenti attività, in particolare per quelle ipotizzate in linea di massima come compatibili con i siti già oggetto di intervento e coerenti con quanto indicato nelle tavole 4 (in grigio nelle colonne per intervento):

49

Un patto tra i soggetti pubblici e le onlus interessate alla promozione e alla gestione turistica della Marca (o di connessione con Marche vicine o con Corona Verde). Dovrebbe essere sottoscritto, oltre che dai soggetti interessati, anche dai settori competenti per le attività turistiche di Provincia (di Torino e Cuneo) e Regione, al fine di coordinare le azioni promozionali, le infrastrutture e gli itinerari, nonchè le modalità organizzative (dei trasporti pubblici, dell’accompagnamento di visita, degli orari di apertura, dei pacchetti turistici integrati, delle attività e degli eventi nell’area vasta).

In conseguenza del patto è possibile lanciare una campagna di promozione del turismo di prossimità e della fruizione culturale e naturalistica nell’area a sud di Torino, integrando gli itinerari radiali (di connessione tra i siti Unesco e quelli lungo il Po) con quelli di Corona (da Corona Verde lungo il Sangone e il Chisola alle direttrici Moncalieri Pinerolo o Saluzzo), come risulta dalla seguente carta di integrazione degli itinerari “interMarca”.

Si può in questi termini configurare una versione del Masterplan adeguato ai parametri richiesti per i programmi di Sistemi turistici locali, ai sensi della L. 79 /2011 Codice del Turismo, che prevedono, tra l’altro l’uso di “strumenti di programmazione negoziale” con “misure finalizzate a

a) promuovere, in chiave turistica, iniziative di valorizzazione del patrimonio storico - artistico, archeologico, architettonico e paesaggistico presente sul territorio , con particolare attenzione ai borghi, ai piccoli comuni ed a tutte le realta' minori che ancora non hanno conosciuto una adeguata valorizzazione del proprio patrimonio a fini turistici;

b) garantire, ai fini dell'incremento dei flussi turistici, in particolare dall'estero, che il predetto patrimonio sia completamente accessibile al pubblico dei visitatori anche al fine di incrementare gli introiti e di destinare maggiori risorse al finanziamento degli interventi di recupero e di restauro dello stesso

c) assicurare la effettiva fruibilita', da parte del pubblico dei visitatori, in particolare di quelli stranieri, del predetto patrimonio attraverso la predisposizione di materiale informativo redatto obbligatoriamente nelle lingue inglese, francese e tedesco, e, preferibilmente, in lingua cinese.

Inoltre il patto assume una valenza più direttamente operativa se si allarga ad adottare convenzioni tipo per operatori delle diverse categorie (attività ricettive, operatori nell’accompagnamento, gestori della fruizione di siti naturalistici o culturali, gestori di impianti sportivi o per il tempo libero, operatori per produzioni tipiche, ...)

Per ciascun tipo di operatori si possono identificare attività di particolare interesse per strutturare complessivamente il sistema fruitivo nell’area, tenendo conto delle necessarie integrazioni con i servizi pubblici esistenti e con le iniziative e gli investimenti già in corso da parte dei soggetti attivi in attività produttive, come gli agricoltori e le aziende estrattive, comunque interessabili alla strategia di potenziamento della fruizione turistica.

D – CONVENZIONI PER ATTIVITA’ RICETTIVE

ATTIVITA’ E FOCUS DI PROGETTO

1 Sistema accessibilità,

21 Fruizione natante fiume

22 Siti per eventi e organizzazione eventi

24 Sistema ricettività camper campeggio etc

26 Ristorazione

50 C –
25 Agriturismo
27 Sport con attrezzaure pesanti. 28 Balneazione 31 Iniziative imprenditoriali 32 Iniziative posti di lavoro
porte,
Accesso a siti, park intersc, punti sosta
Attrezzature per ricerca ambientale 9 Sistema di fruizione culturale (didattico etc.) 10 Recupero beni culturali 12 Recupero percorsi e sistemazioni storiche 13 Sport aria aperta 14 Sport natura hard 17 Tempo libero organizzato giovani 21 Fruizione natante fiume 33 Iniziative onlus e volontariato E - CONVENZIONI CON ALTRI OPERATORI ECONOMICI ATTIVITA’ E FOCUS DI PROGETTO 17 Tempo libero organizzato giovani 18 Tempo libero organizzato bambini 19 Tempo libero organizzato anziani 23 Produzioni pesce da consumo 30 Pr. tipici agri:canapa, erbe arom., peperoni 31 Iniziative imprenditoriali 32 Iniziative posti di lavoro F - CONVENZIONI CON ASSOCIAZIONI GIOVANILI ATTIVITA’ E FOCUS DI PROGETTO 9 Sistema di fruizione culturale (didattico etc.) 10 Recupero beni culturali 12 Recupero percorsi e sistemazioni storiche 13 Sport aria aperta 14 Sport natura hard 17 Tempo libero organizzato giovani 22 Siti per eventi e organizzazione eventi 24 Sistema ricettività camper campeggio etc 27 Sport con attrezzaure pesanti. 28 Balneazione 32 Iniziative posti di lavoro 33 Iniziative onlus e volontariato
3
6

Marca patto Pinerolese

Marca Corona Verde

Terre dei Savoia

Piano Strategico del Chierese

Marca del Roero

Marca Po confluenza Nord Ovest

Marca Strada colori e sapori

Itinerari di fruizione marca Pinerolese

Itinerari di fruizione Corona Verde

Itinerari di fruizione del Chierese

Itinerari di fruizione Po confluenza Nord Ovest

Percorsi sentieristici della collina torinese

Itinerari di fruizione Masterplan Po

Bra None Reano Chier Vigone Rivoli Almese Vinovo Pino Piscina Volvera Poirino Airasca Santen a Revello Saluzzo Moretta Co legn o Candio lo Beinasco Cambiano Cherasco Pollenzo Nichelino Orbassano Piobes Gassino Carigna no Borgaro Avigliana Settimo A pignano Piossasco Scalen ghe Raccon igi Moncalieri Trofarello Carmagno a Grugl asco Sav glia no S Mauro T se Castigli one Vi laste llone Venaria Reale Bald ssero T se Val del a Torre Cava lermaggiore Butt gliera Alta Rivalta di Torin o Riva pre sso Chier Sommariva del Bosco Villafranca Piemon te TORINO Trana Rosta Fau e Envie Bru no Cavour Osasio Carde Ru f a Marene Sangano Mace o Druen o Rub ana Sc o ze R va ba Sanfre Cervere Murel o Pavaro o Andezeno Bur asco Pra ormo Ar gnano Pi anezza Lagnasco Marent no Pecetto Caselette G vol et o La Logg a Cas el ar Montal do Panca er Lomb i asco Cercenasco San G o Pocapag a Scarnaf g Pol onghera sol abe a V arbasse Casa grasso V ar Do a Mart n ana Po Cava er eone Castagneto Po V r e P emonte Somm ar va Perno Ce eso e d A ba Vil anova So a o S V t or a d A ba Bal d sse o d A ba Torre San G org o Caramagna P emonte Cas agno e P emon e San Ra fae e Cimena Monas ero o d Sav gl ano
Sistema degli itinerari di Greenway e strade previste nei programmi di marca nel Sud Torinese scala 1:150 000

8.3. Un bilancio socioeconomico per l’attuazione del Masterplan

La attuale fase socioeconomica, assolutamente critica per le prospettive finaziarie degli enti pubblici rende necessaria una riflessione sulla fattibilità economica degli interventi prospettati dal Masterplan e dalla loro gestione duratura.

In termini quantitativi si deve fare riferimento ad un costo complessivo di circa 20 milioni di euro in 10 anni per la parte di interesse pubblico di attuazione del Masterplan nella fascia del Parco, e di circa 0,3 milioni annui di gestione naturalistica e manutenzione infrastrutturale al netto dei costi di intervento

Il sistema principale di entrate del Parco deriva da oltre un decennio dai contributi per le attività estrattive, svolte nell’ambito dei progetti di sistemazione ambientale, come documentato al punto 2.d.

In prospettiva tale fonte di entrata, corrispondente ad oggi a circa 1 milione di contributi annuo (tra Parco 40% e Comuni 60%), oltre all’attuazione di sistemazioni di grandi estensioni, sarà sempre più strutturale ai fini del Masterplan, in assenza di contributi pubblici per investimenti e sviluppo.

D’altra parte il trend delle entrate e dei costi di gestione per le aree estrattive è particolarmente discontinuo, come già evidenziato nel repertorio conoscitivo e prevede un punto critico tra circa 10 anni, a seguito del quale le aree sistemate, per lo più cedute ai comuni, diventano un costo per la manutenzione, in assenza per altro di entrate, vista la prevista cessazione delle attività estrattive.

A fronte di questa prospettiva, che bloccherebbe ogni azione strategica sul mediolungo periodo, possono essere attivate diverse strumentazioni:

- la progressiva assegnazione in gestione delle aree, ammettendo utilizzi redditizi a fronte di impegni manutentivi e di presidio, - la gestione di minima del patrimonio, condotta con agricoltori disponibili e volontariato che accompagni i visitatori, richiedendo un contributo per i costi da sopportare.

- la individuazione di aree suscettibili di interventi di completamento delle attività estrattive e di prolungamento dei cantieri in corso, ove necessario per il trend del settore produttivo.

Data l’assenza di una consolidata imprenditorialità nel settore turistico ricettivo è improbabile che nella fase iniziale delle attività ricettive o organizzative della fruizione ci siano margini per investimenti in opere di interesse pubblico: al contrario si richiederanno contributi e promozioni. La terza opzione è quindi certamente più risolvente delle altre, pur da valutare, e comporta la ricerca di condizioni per una continuità delle attività estrattive e quindi dei contributi. Allungando i tempi di attività degli operatori estrattivi si potrebbe ridurre il picco di oneri previsto intorno al 2020, ma mantenerne una certa quota per lungo tempo, come illustrato dallo schema temporale delle entrate attese e dei costi pubblici, e del possibile trend alternativo (la riga gialla) in presenza di attività estrattive di completamento compatibili con le indicazioni di PdA e di Masterplan.

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0 200000 400000 600000 800000 1000000 1200000 1400000 2001 2006 2.011 2016 2021 2026 2031 entrate da oneri estrazione costi manut e monit

9. Gli scenari

In conclusione, per facilitare l’adozione di politiche gestionali che da una parte mantengano gli obiettivi e le linee di azione del Masterplan e dall’altra siano adeguate alle situazioni macroeconomiche ed istituzionali che si possono verificare, si prospettano i comportamenti gestionali del Masterplan ottimali in presenza di tre scenari socioeconomici differenziati:

SCENARIO 1

collaborazione interistituzionale forte, con capacità di investimento pubblica:

•piani-programmi con investimenti per la qualificazione naturalistica della fascia fluviale e promozione delle iniziative imprenditoriali integrate di produzioni qualificate agricole e di ricettività per turismo dolce.

•Primi tempi di ritorno 10 anni,

•investimenti pubblici per 20/30 Milioni ad alta strutturalità

E’ lo scenario conseguente al modello gestionale implicito nel PdA, con costi di valorizzazione e manutenzione del patrimonio ambientale e culturale a totale carico pubblico

La regia complessiva delle dinamiche operative consente una promozione e un controllo adeguato dei modelli fruitivi per cui nell’arco di 10 anni:

- si completano le ciclabili della Dorsale sulle due sponde

- si promuovono nel complesso le reti di itinerari nel sistema contestuale

- si incentivano i completamenti delle connessioni ambientali con incrementi delle aree di riserva e delle fasce agricole ad alta permeabilità

- si incentivano i ripristini e la valorizzazione dei percorsi storici, con riproposizione dei filari e delle prospettive su fondali e mete di interesse paesistico

- si attivano (direttamente o incaricando della gestione operatori privati) attività fruitive compatibili nei siti recuperati o nelle cascine più prossime al fiume

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SCENARIO 2

collaborazione interistituzionale forte, bassa capacità di investimento pubblico:

* Piani-programmi senza investimenti ma promozione integrata di iniziative convenzionate in cooperazione con operator per turismo dolce, usi compatibili per il tempo libero (sport, vacanze). Produzioni qualificate agricole a PSR

* Primi tempi di ritorno 5 anni, investimenti pubblici per 5/10 Mil ad alta strutturalità, investimenti privati per 5/10 Mil in attività imprenditoriali

E’ lo scenario conseguente alle ipotesi gestionali emergenti nella attuale fase intermedia, con l’orizzonte a breve di gestione pubblica di aree recuperate, che innesca una prospettiva contrattuale con gli operatori estrattivi per ridurre i costi pubblici di valorizzazione e manutenzione delle aree recuperate e cedute

La regia delle dinamiche operative consente un controllo adeguato ma la mancanza di capacità di investimento pubblico riduce la capacità promozionale e impone l’individuazione di interlocutori strategici (agenzie, società miste) con i quali condividere una prospettiva operativa pubblicoprivata per cui, nell’arco di 10 anni:

- si completa almeno un percorso Dorsale

- si promuovono nel complesso le reti di itinerari nel sistema contestuale

- si rinviano i completamenti delle connessioni ambientali e delle fasce agricole ad alta permeabilità all’eventuale applicazione delle misure del PSR, senza ampliare le zone di riserva

- si incentivano i ripristini e la valorizzazione dei percorsi storici, con riproposizione dei filari e delle prospettive su fondali e mete di interesse paesistico solo se a carico di privati, entro progetti di riuso per loisir qualificato

- si attivano operatori privati convenzionando attività fruitive con attenzioni specifiche ai siti recuperati o alle cascine più prossime al fiume

Come è evidente le convenzioni impongono la necessità di bilanciare investimenti significativi nel comporta la possibilità, in alcuni casi, di attività che possano essere remunerative (fascia rossa), compatibilmente con le situazioni di ciascun subambito: loisirs con attrezzature, produzioni alimentari, continuità attività estrattive

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SCENARIO 3

ridotta collaborazione interistituzionale, bassa capacità di investimento pubblico:

* assenza di programmazione operativa e strategica, formazione di soggetti gestionali misti per turismo dolce, con Investimenti privati a fronte di nuove convenzioni per continuità delle attività estrattive, usi intensivi per tempo libero, attività urbanizzative in perequazione

* Primi tempi di ritorno 3/5 anni, investimenti pubblici per 3/5 Mil (oltre a oneri da attività privata), investimenti privati per 20/30 Mil in attività imprenditoriali.

E’ lo scenario conseguente alla prospettiva di forte autonomia territoriale del progetto, affidato alle risorse pubblico-private locali, con l’orizzonte a breve di gestione prevalentemente privata convenzionata delle aree recuperate, che richiede una capacità multifunzionale delle imprese locali (attività estrattive ma anche ricettive, agricoltura produttiva ma anche di servizio etc.)

Il convenzionamento delle dinamiche operative consente un monitoraggio delle azioni attuative private di strategie condivise con i soggetti pubblici.

Le azioni gestionali e promozionali e sono frutto di imprese private impegnate con convenzioni all’attuazione di progetti di lungo periodo in cui , nell’arco di 15 anni:

- si completano entrambi i percorsi di Dorsale

- si promuovono nel complesso le reti di itinerari nel sistema contestuale e si promuovono i siti ricettivi nei centri storici e nelle cascine e gli itinerari paesistici di maggiore attrattività

- si rinviano i completamenti delle connessioni ambientali e delle fasce agricole ad alta permeabilità all’eventuale applicazione delle misure del PSR, senza ampliare le riserve

- si attivano attività fruitive e/o continuità delle attività estrative con attenzioni specifiche ai siti recuperati o alle cascine più prossime al fiume

Come è evidente le convenzioni impongono la necessità di bilanciare investimenti significativi nel quadro di attività imprenditoriali private, e ciò comporta la scelta prevalente di attività che possono essere remunerative attività di loisirs con attrezzature, produzioni alimentari, continuità attività estrattive (fascia rossa), residuando solo alcuni subambiti vocazionalmente dedicati alla fruizione naturalistica e alle fasce di rispetto ambientale.

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