bosco mesofilo planiziale bosco ripariale golenale arbusteto golenale
canneto prato bosco esistente
Progetto di recupero ambientale - Stato finale
lago di cava a fine recupero fabbricato
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Nel particolare il recupero della parte in asciutto dell’area di proprietà (in cessione a progetto ultimato) ha comportato una fascia di naturalizzazione circumlacuale di oltre 50 metri di profondità, che è stata realizzata riproducendo le sequenze vegetazionali delle formazioni forestali planiziali spontanee: una prima fascia, prospiciente il lago, riconducibile al bosco umido o ripario, seguita da una seconda fascia con essenze proprie del bosco planiziale asciutto, con bordi diversificati, formati da macchie e radure, realizzando una fascia boscata naturaliforme a partire da uno schema d’impianto irregolare, con le piantine disposte a gruppi. A completare la fascia boscata sono stati realizzati interventi di miglioramento forestale nella zona demaniale compresa tra il lago e l’alveo del Po finalizzati: a rinnovare le piantagioni vetuste e ormai morte, a contenere la
robinia e a sostituirla nel medio periodo con essenze proprie del bosco spontaneo.
Per la fascia umida, di rilevante importanza visto il ruolo di habitat della specie protetta, si è proceduto con: un disegno delle sponde movimenta-
• to, con piccole anse ed emergenze, con tratti sommersi in occasione dei picchi di falda e in asciutto nei periodi siccitosi, la formazione di alcune aree umide
• con la costituzione di canneti spondali, bordati da una zona a boscaglia arbustiva golenale (salice, ontano nero): piante mesoigrofile cioè in grado di sopportare sommersioni temporanee a seguito delle escursioni di falda, la messa alla fonda di quattro isolotti
• artificiali di 5/10 metri quadrati.
Un monitoraggio sistematico della colonia di Tritoni consente non solo di
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verificare eventuali impatti negativi provocati dalle attività estrattive, ma anche di arricchire la conoscenza scientifica specifica sulla specie e le sue relazioni con un habitat controllato.
Sopra, le isole artificiali realizzate lungo la sponda est del lago
Sotto, visione d’insieme delle sponde del lago con evidenza delle sponde già recuperate e di quelle in cui il recupero è in atto
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84 1988 1998
profilo finale lago di cava aree interessate dal progetto di recupero
85 2007 2011
Dastrù D. & C. snC Operatore
reVello Comuni
24,7 Superficie totale (ha)
8,7 Superficie finale lago (ha)
16,0 Superficie recupero ambientale (ha)
15 anni Periodo di attuazione del recupero ambientale
754.000 Quantità autorizzate (mc)
1997 Anno di autorizzazione
Attività estrattiva incominciata negli anni ‘80 con l’escavazione del bacino nord, ampliatasi al bacino sud a partire dal progetto del 1990 e successivamente con il progetto quindicennale del 1997.
Gli interventi di recupero e di valorizzazione ambientale sull’area sono quelli maggiormente diffusi, a partire dall’impianto di formazioni boschive mesofile, alternate a radure erbose e a macchie arbustive, su terreni movimentati in altezza, per ottenere un migliore effetto scenico.
Per mitigare e redere più naturaliforme il bacino nord, molto regolare, con i progetti degli anni ‘90 si è costituita una fascia di acque basse ai bordi, attraverso ritombamenti e risagomature dei profili e l’introduzione di isole artificiali per l’avifauna. Negli anni però, la forte escursione della falda (oltre i 2 metri) ha reso difficoltoso il pieno attecchimento delle vegetazioni igrofile e danneggiato le isole.
I due specchi d’acqua risultano divisi dalla strada comunale S.Firmino che costiuisce un filtro verde e conduce al guado sul Po e all’area impianti.
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cava laurentIa
Particolari della riprofilatura delle sponde nel lago Nord
bosco mesofilo planiziale arbusteto planiziale arbusteto golenale
area per attrezzature lago di cava a fine recupero fabbricato
parcheggio recinti equitazione prato approdi e pontili capanno deposito attrezzature fruizione ciclopedonale e viabile
Progetto di recupero ambientale - Stato finale
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Diversamente dagli altri progetti, il recupero del sito assume interesse per gli interventi, sulla tenuta, sugli immobili ed in generale sui progetti di fruizione, che non sono affidati ad un generico ed indefinito futuro gestore, ma sono parte della strategia aziendale della famiglia proprietaria, ancora presente con attività ricettive rivolte ad un turismo dedicato.
Quindi una parte significativa degli interventi di valorizzazione è indirizzata alla fruizione complessiva del sito, di cui l’area interessata dall’attività estrattiva è solo una delle polarità fruitive, prevalentemente orientata all’osservazione della natura e dell’avifauna.
Il polo fruitivo naturalistico sarà corredato di alcune attrezzature di minimo impatto: percorsi didattici per il • riconoscimento della flora e delle
essenze autoctone, capanni mimetizzati per il birdwatching, arenili sabbiosi, pontili di attracco per piccole imbarcazioni un edificio in legno, a servizio del • personale e di documentazione per la fruizione, assegnato al Parco.
Il polo della ricettività sarà ospitato nella cascina padronale e caratterizzato da iniziative di nicchia (pet therapy, escursioni territoriali e osservazione naturalistica e paesistica).
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Sopra, particolare degli interventi di recupero realizzati sulle sponde del lago sud Sotto, vista d’insieme del lago nord
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profilo finale lago di cava aree interessate dal progetto di recupero
90 1989 1998
91 2007 2011
cava Fontane
Faule (Cn) PanCalieri (to) Comuni
85,3 Superficie totale (ha)
34,8 Superficie finale lago (ha)
50,5 Superficie recupero ambientale (ha)
20 anni Periodo di attuazione del recupero ambientale
4.900.000 Quantità autorizzate (mc)
2011 Anno di autorizzazione
Importante intervento di sistemazione definitiva, recentemente corredato di un progetto di ampliamento sostanziale, che porterà ad oltre 50 ettari l’area di recupero “in asciutto”, sugli oltre 85 ettari interessati dall’intervento. L’attività estrattiva è iniziata negli anni ‘80 nella zona nord est, la più vicina al meandro fluviale e compresa nella riserva naturale del Parco.
A ciascuna fase estrattiva è corrisposto, dagli anni ‘90, un recupero spondale e della fascia in asciutto retrostante, oggi in gran parte completato e ormai qualificato sia per gli aspetti paesistici che per quelli naturalistici.
Il posizionamento degli impianti e delle attrezzature produttive a terra consente di proseguire l’attività produttiva nell’ambito sudovest, esterno alla riserva naturale, senza ulteriori interferenze con l’area di valorizzazione naturalistica del lago a nord, compresa tutta la fascia fluviale del meandro.
Il progetto nel suo complesso restituisce un ambito naturalistico diversificato e complesso, un settore a
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Fontane sas Operatore
Una delle strutture realizzate per la fruizione
Il lago per la pesca sportiva e il pontile in legno
Aree con ghiaioni e coperture prative rade xerofile
bosco mesofilo planiziale
arbusteto planiziale
bosco ripariale golenale
arbusteto golenale
canneto
prato
area per attrezzature
lago di cava a fine recupero fabbricato
approdi e pontili
passerella pedonale
ponticello carrabile
parcheggio
area ricreativa
Progetto di recupero ambientale - Stato finale
area attrezzata
osservatorio naturalistico
lago pesca sportiva
capanno pescatori
capanno deposito attrezzature
capanno ricovero imbarcazioni
fruizione ciclopedonale e viabile
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connotazione transitoria naturalisticoricreativa (riguardante le sponde lacuali distanti dalla fascia fluviale adibite a spiaggia) ed aree a funzione prevalentemente ricreativa quali il laghetto per la pesca sportiva con le attrezzature connesse e l’area occupata dagli impianti durante la fase produttiva.
La sistemazione naturalistica della fascia spondale del lago merita una descrizione di dettaglio: una zona umida, caratterizzata da • canneti e arbusteti golenali, fondata su piani posti a circa 30 e 100 cm. al di sotto del livello minimo di falda (adatti alla crescita di vegetazione palustre, habitat ideale per molti migratori), direttamente collegata al bacino principale attraverso canali più profondi, che consentono una permanente alimentazione idrica, uno stagno semipermanente • completamente separato dalle acque
del lago, che va in asciutta nei periodi più aridi, adatto all’erpetofauna e agli anfibi, le sponde disegnate con anse, • piccole penisole, scarpate a varia pendenza (in parte verticali per agevolare la nidificazione di specifiche specie come topini, gruccioni, martin pescatore etc... ), un isolotto collegato alla terraferma • attraverso due passerelle in legno, al fine di separare il lago principale, a destinazione naturalistica, dal laghetto secondario destinato alla pesca sportiva.
Per la parte di terraferma prevale l’impianto di alberature d’alto fusto, al fine di separare il lago dalle aree agricole attigue, mentre sono state riservate per l’habitat della fauna specifica alcune radure xeriche e tratti dove affiorano le ghiaie.
Per la fruizione paesistica è stata realizzata una collinetta con un
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osservatorio per birdwatching, mentre a sud a conclusione del progetto sono previste zone di radura che consentono la fruizione del lago per il tempo libero e la pesca (fascia sudovest, di futura realizzazione).
Vista del laghetto per la pesca sportiva con sullo spondo le attrezzature di servizio alla fruizione realizzate
Vista del lago di cava dalla sponda sud con gli impianti di estrazione in attività e le sponde già recuperate dalla seconda metà degli anni ‘80 sullo sfondo
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profilo finale lago di cava aree interessate dal progetto di recupero
96 1988 1998
97 2007 2011
cava Falè
monViso sPa Operatore
Casalgrasso Comuni
45,6 Superficie totale (ha)
22,6 Superficie finale lago (ha)
23,0 Superficie recupero ambientale (ha)
20 anni Periodo di attuazione del recupero ambientale
4.800.000 Quantità autorizzate (mc)
2000 Anno di autorizzazione
Intervento di sistemazione definitiva di un bacino di cava aperto nel 1971, a seguito del divieto dell’attività estrattiva svolta sino ad allora dall’azienda in alveo, lungo il tratto rettificato del fiume a monte del ponte di Casalgrasso.
Il progetto completa un disegno e una modalità gestionale già attenta, negli anni ‘90, alla sistemazione vegetazionale delle sponde e aperta al dialogo con la comunità locale: ad esempio, una convenzione con l’Associazione pescatori promuove da tempo la pesca sportiva in tratti del lago non interessati dall’attività estrattiva.
Il progetto ottiene, anche nella fase “di cantiere” (di durata ventennale), un assetto paesistico e ambientale soddisfacente, sia delle parti d’acqua che di quelle vegetate: se da un lato, infatti, si mettono a sistema gli interventi di recupero naturalistico e per la fruizione e il tempo libero; dall’altro, l’ampliamento della cava, è disegnato in modo da aumentarne l’aspetto naturaliforme.
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Interventi di piantumazione sulle sponde del lago
Il percorso ciclopedonale di fruizione
Le sponde del lago nordest recuperate
bosco mesofilo planiziale arbusteto planiziale arbusteto golenale
lago di cava a fine recupero miglioramento forestale
fabbricato
canneto approdi e pontili parcheggio
osservatorio naturalistico area attrezzata capanno pescatori capanno deposito attrezzature
prato
area per attrezzature
Progetto di
recupero ambientale
campeggio turistico temporaneo
- Stato finale
fruizione ciclopedonale e viabile
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Sopra, il tratto di lago, nella fascia sudest, adibito a pesca sportiva
Sotto, la sponda ovest del lago recuperata mentre sulla sponda opposta continuano le fasi di estrazione e recupero
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Il sito, bordato da due lati da corsi d’acqua, si presta ad un sistema di utilizzi differenziato: per l’ambito di fruizione più intensa, situato dalla parte dell’abitato di Casalgrasso e accessibile dalla strada della cappella S.Croce, il progetto ha previsto un capanno per i pescatori ed un parcheggio per gli utenti del lago, attrezzature realizzate sin dal 2010, dato il definitivo allontanamento dell’attività estrattiva (la draga procede in senso orario riavvicinandosi da ovest all’area impianti). Al contrario, dalla parte della confluenza tra Varaita e Po, il progetto mira ad ottenere una maggiore naturalità, anche in ragione del limitrofo Sito di Interesse Comunitario (SIC); perciò a progetto completato, la fruizione è consentita al solo percorso spondale, come previsto dal Piano d’area.
Anzi, per ridurre l’impatto antropico,
la commissione di controllo ha deciso di sostituire la passerella ciclopedonale sul Varaita, prevista nel progetto iniziale per completare l’itinerario disegnato nel piano d’area, con un allungamento del percorso spondale sino al ponte che connette Casalgrasso a Polonghera, evitando un ulteriore intervento nell’area SIC.
Anche l’impianto vegetazionale corrisponde ai diversi utilizzi finali previsti: nelle aree di maggiore fruizione, sponde direttamente accessibili, radure, impianti arborei per ombreggiare, rade e concentrate macchie di cespugli; nelle aree a maggiore naturalità, sponde con acque basse e vegetazione idrofila, macchie seriali di vegetazione arborea e a cespuglio a ridotta penetrabilità, sistemazioni su rilevati di fronti ripidi e nudi per la nidificazione degli uccelli fossori.
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profilo finale lago di cava aree interessate dal progetto di recupero
102 1988 1998
103 2007 2011
Cave esterne al Piano d’Area
Anche fuori dal Piano d’Area e dalla fascia fluviale del Po, l’attività estrattiva si localizza lungo i fiumi maggiori, scegliendo le zone pedemontane ottimali per il materasso alluvionale di ghiaie che, come si può vedere dalla carta geolitologica, è ben diffuso in tutta la piana saluzzese. Il Varaita è l’affluente del Po più importante che percorre il terrazzo, confluendo al confine tra le province di Cuneo e Torino. In sinistra e in destra del Varaita si sono insediate quasi contemporaneamente (fine anni ’90) e a poche centinaia di metri di distanza, due attività estrattive di grandi dimensioni, con una storia parallela.
Le procedure da seguire per ottenere le autorizzazioni all’escavazione sono simili, dentro e fuori il Parco, salvo in parte i contenuti e il monitoraggio per il progetto di recupero ambientale. Resta fermo però che il Piano d’area (vigente dal 1995) vieta l’apertura di nuove cave nell’area del Parco, così come perimetrato alla data di adozione, limitando l’attività estrattiva alla prosecuzione delle cave esistenti.
Infatti nel Piano d’area la sistemazione ambientale costituisce l’obiettivo principale dell’intervento di recupero di una situazione critica data dalle escavazioni precedenti, a cui si allinea il programma di scavo, considerato necessario per ottenere una congruenza economica all’intervento di recupero,
realizzato esclusivamente con investimento privato.
Viceversa, fuori dal Piano d’area, le attività estrattive sono avviabili nelle zone ammesse dagli strumenti urbanistici e dai programmi provinciali (non ancora approvati), e il progetto di recupero ne è solo una parte complementare, dovuta per minimizzare e compensare l’impatto della trasformazione produttiva (in particolare per il consumo di suolo, le attività industriali in aree libere, la prossimità con gli alvei fluviali).
Queste diverse condizioni spiegano le diverse dimensioni (significativamente maggiori fuori Piano d’area per quantità di estrazioni, tempi di realizzazione del progetto, grandezza degli specchi d’acque profonde rispetto alle parti di zona umida o in asciutto naturalizzate), e la relativa standardizzazione dei progetti di recupero (ridotti alla sistemazione di corone piuttosto omogenee attorno ai laghi, definiti dal terreno a disposizione piuttosto che da un disegno naturaliforme).
Restano invece vincolanti per tutti le valutazioni relative alla sicurezza idraulica e idrogeologica, in termini di rispetto degli alvei e delle falde profonde, e le regole fondamentali di buona pratica estrattiva e di gestione dei siti.
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105 2007 2011 1988 1998 profilo finale lago di cava aree interessate dal progetto di recupero
cava c.na BIscaretto-FontanIle
selghis sPa, PuB srl Operatore ruFFia VillanoVa solaro Comuni
78,6 Superficie totale (ha)
34,0 Superficie finale lago (ha)
44,6 Superficie recupero ambientale (ha)
20 anni Periodo di attuazione del recupero ambientale
7.745.000 Quantità autorizzate (mc)
2006 Anno di autorizzazione
I due progetti estrattivi, qui illustrati, attivati sulla base di autorizzazioni comunali della metà degli anni ‘90 e nuovi progetti provinciali intorno al 2005, prevedono recuperi paesaggistici indirizzati a formare una fascia filtro tra il sistema rurale circostante e il lago, con una fascia boscata che si infittisce progressivamente sino alle sponde, con profili tali da ospitare una fascia di vegetazione palustre.
Progetto di recupero ambientale. Sullo sfondo il progetto di recupero presentato nel 2005, i retini e le linee sovrapposti rappresentano le modifiche apportate al progetto poi autorizzato nel 2006 con la predisposizione della fascia di rispetto di 150m dall’argine del
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fiume.
bosco mesofilo planiziale bosco ripariale golenale arbusteto golenale
prato lago di cava a fine recupero approdi e pontili canneto parcheggio
osservatorio naturalistico area attrezzata fruizione ciclopedonale e viabile
lago di cava a fine recupero funzione naturalistica funzione ricreativa zona di trasizione
cava Ponte varaIta
inerti Varaita srl Operatore ruFFia Comuni
68,6 Superficie totale (ha)
31,5 Superficie finale lago (ha)
37,1 Superficie recupero ambientale (ha)
30 anni Periodo di attuazione del recupero ambientale
8.173.700 Quantità autorizzate (mc)
2004 Anno di autorizzazione
Dalla parte del fiume i progetti sono stati modificati, predisponendo una fascia in asciutto e boscata di spessore superiore a 150 metri, in sede di autorizzazione.
La fruizione, pensata per il tempo libero (aree pic-nic e radure per il gioco, con approdi per piccole imbarcazioni), è tenuta distante dalla parte più prossima al fiume, che ha una sistemazione più naturalistica e meno accessibile.
Progetto di recupero ambientale. Stato finale
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bosco mesofilo planiziale arbusteto planiziale bosco ripariale golenale
prato area per attrezzature lago di cava a fine recupero canneto miglioramento forestale
fabbricato area attrezzata fruizione ciclopedonale e viabile
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dI rIqualIFIcazIone casI ItalIanI e FrancesI
5. Buone PratIche
Parco FluvIale Isola dI gIarola
Il Parco Fluviale di Isola Giarola interessa un bacino estrattivo di sabbie e ghiaie, ubicato in golena del Po a Villanova sull’Arda (PC). Il progetto di sistemazione, predisposto nel 1991 si attiva in parte nell’area di lanca, mentre l’estrazione del materiale prosegue fino al 1995. Nel 1999 iniziano i lavori di riqualificazione dell’intero sito, distinti in diversi ambiti con usi diversificati. Nel 2007 viene ceduta l’area, che comprende il lago di circa 20 ettari collegato al Po da un canale artificiale. Il progetto si estende anche ad aree limitrofe al sito estrattivo dove è presente una vegetazione spondale a canneti e saliceti progressivamente arricchita con l’impianto di numerose specie autoctone, alternando parti a bosco igrofilo e parti a bosco mesofilo
oltre il quale si trovano ampie zone a prato e quinte arboree perimetrali.
Nel sito si svolge una ricerca sperimentale nel campo dell’ecologia delle acque interne e dell’evoluzione di ambienti lacustri artificiali, svolta in collaborazione con l’università di Parma. La ricerca studia le variazioni stagionali dei principali parametri idrochimici e la struttura dei popolamenti planctonici, con l’obiettivo di individuare indicatori di sintesi da utilizzare nella gestione dell’ambiente acquatico e monitorare lo stato di “salute” dei laghi di cava. Il Parco è attrezzato per attività fruitive, organizzate da guide: escursioni didattiche e naturalistiche lungo itinerari dotati di pannelli illustrativi e percorsi attrezzati per il birdwachting, principalmente nell’area del Lancone,
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il quale conserva ancora un alto grado di naturalità. Le sue sponde sono colonizzate da canneti e saliceti, habitat di una ricca comunità di invertebrati, di pesci e di anfibi che favoriscono la sosta, e in alcuni casi, la nidificazione di numerose specie di uccelli, in particolare ardeidi e passeriformi. Il Lancone, per il suo valore conservazionistico è stato annesso nel 2005 al SIC IT4010018 “Fiume Po da Rio Boriacco a Bosco Ospizio”. Il lago è interessato inoltre da un’attività ittiogenetica mirata alla riproduzione dello storione e da attività di pesca sportiva.
Oltre all’accessibilità da terra è possibile raggiungere l’area direttamente dal Po, grazie all’attracco galleggiante realizzato nel 2008 che consente ad imbarcazioni turistiche di sostarvi, inserendo così il sito nel circuito turistico fluviale del Parmense.
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Polo ecologIco del Forez
L’area di Chambéon, lungo il primo tratto della Loira, costituisce un importante punto di passo per uccelli migratori che trovano in questi luoghi oltre 300 bacini diversi e varie zone umide, aree di sosta e possibilità di facile alimentazione, costituendo così la settima zona per la riproduzione dell’avifauna in Francia. Il Polo Ecologico del Forez, situato nel comune di Chambéon, costituisce sin dal 1987 un osservatorio privilegiato della fauna e della flora per tutta la Regione Rhône-Alpes. E’ gestito in collaborazione tra un’azienda estrattiva, proprietaria delle aree, e la Fédération Rhône-Alpes de Protection de la Nature section Loire (FRAPNA Loire).
Mentre erano ancora in corso le attività di estrazione degli inerti alluvionali, la società ha avviato con FRAPNA un percorso comune per migliorare la dinamica del fiume Loira e per riabilitare gli ecosistemi ad esso associati. Già nel 1991 la ditta esercente ha iniziato a trasferire la gestione delle aree non direttamente interessate dall’attività estrattiva a FRAPNA. Questa proficua collaborazione ha portato quindi, nel 1992, alla firma di una prima convenzione annuale attraverso la quale è di fatto nato il progetto “Ecopôle Forez”.
Tutta la riqualificazione del sito è stata poi eseguita secondo le indicazioni progettuali del FRAPNA Loire:
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• formazione di due stagni e di tre isole a breve distanza dalle sponde, costituendo un habitat specifico per l’avifauna
• rimodellamento delle sponde, dei bacini e creazione di setti ed aree ad acque basse;
• diversificazione degli habitat (creazione di isole di ghiaia, canneti, fronti di sabbia...)
• attrezzatura di uno spazio pubblico, di loisir e per manifestazioni. Un accordo del 2007 ha reso permanente la concessione delle aree a FRAPNA Loire e il sostegno economico alle azioni di monitoraggio scientifico della biodiversità e la sua estensione a nuovi ed ulteriori campi di indagine.
Il Polo Ecologico del Forez ha ricevuto anche il sostegno finanziario della Commissione europea per sviluppare
un ulteriore polo ecologico di 11750 ettari, rispetto al quale l’odierno Ecopôle costituisce la zona centrale. Ogni anno, Ecopôle Forez accoglie più di 70.000 visitatori, di cui 20.000 studenti, che possono sfruttare un percorso educativo e didattico di 6 km costellato di punti di sosta e osservatori.
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Parco etnograFIco Bosco dI ruBano
Il Parco Etnografico di Rubano, (periferia di Padova) deriva dal recupero di un sito di cava attiva dal 1974 al 1985 in uno dei paleoalvei del Brenta. Sin dalla fine degli anni ‘70 viene predisposto di concerto con associazioni e Comune un progeto di sistemazione dell’area di cava, che si realizza per parti dopo il termine delle attività produttive.
Il progetto di ripristino ambientale della cava prevede una suddivisione in tre zone dell’area: una riserva naturale orientata per l’insediamento della fauna selvatica e la messa a dimora del bosco; un parco attrezzato per attività ricreative e didattiche e infine, una zona esterna di rispetto con siepi, filari e coltivazioni biologiche.
I lavori di movimento terra hanno riguardato la costruzione degli argini e delle isole nelle zone umide, riprofilando l’eccessiva pendenza delle sponde.
Dal 1999 l’area diviene Parco Etnografico con costruzione di una fattoria didattica e riproduzione di un antico casone veneto, tipica abitazione delle famiglie bracciantili posta a margine delle tenute padronali.
Il parco, oggi di proprietà del Comune di Rubano, viene gestito dalla Cooperativa sociale “Terra di Mezzo”, che, oltre alle tradizionali funzioni di tutela ambientale, offre servizi di carattere sociale e culturale; vi si tengono attività di educazione ambientale, visite guidate, attività scout e manifestazioni varie.
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BernIères-sur-seIne
Il sito dell’ex cava di Bernières-surSeine (nel dipartimento dell’Eure in Alta Normandia) si inserisce in un contesto geografico di notevole interesse ecologico, in stretta relazione con il sito del Castello Gaillard, meta culturale d’eccellenza.
Gli interventi di recupero sono frutto di concertazioni multiple aperte con gli attori locali (DRIRE Direzione regionale ambiente e territorio, amministratori, proprietari di terreni, residenti...).
Il progetto di recupero del sito estrattivo di grande dimensione, si è sviluppato secondo due direttrici:
di valorizzazione ambientale con il • rimboschimento di circa 200 ha, con oltre trenta essenze diverse che ospita una fauna molto differenziata (in particolare endemismi di anfibi e insetti acquatici…);
di ricostruzione degli habitat per • l’avifauna e di alcune specie endemiche con la realizzazione di zone umide per oltre 50 ha, e la predisposizione di praterie aride che ospitano specie rare in alta Normandia come l'occhione stridulo e di altre specie emblematiche della valle della Senna.
L’attuazione degli interventi di valorizzazione ambientale ha ottenuto come risultato la classificazione dei siti come zone di protezione speciale (ZPS) ai sensi della direttiva uccelli (Natura 2000) e “Grande Site" ai sensi della legge di protezione del paesaggio del 1930.
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Le schede progettuali hanno attinto, per le informazioni base, dalle relazioni redatte dai progettisti:
Bastie: Geostudio e G.Uliana
Laurentia: Esagon e SEAcoop
Fontane: Geostudio e G.Uliana
Falè: P.Castelnovi e SEAcoop
Cascina Biscaretto-Fontanile e Cava Ponte Varaita: Geostudio e G.Uliana
Si ringrazia per la fornitura di dati relative alle dimensioni produttive, la consultazione dei progetti e delle foto aeree delle attività estrattive prese in esame il Settore Programmazione e monitoraggio Attività Estrattive della Regione
Piemonte – Direzione Attività Produttive. Si ringrazia inoltre per la collaborazione e la consulenza fornita durante lo sviluppo di questo volume il dott. Pier Paolo Varetto della Regione Piemonte e Maurilio Paseri - Responsabile Servizio Tecnico del Parco del Po Cuneese.
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Immagini: fonti e riferimenti
Le immagini dei capitoli 1, 2 e 4, salvo diversa indicazione in didascalia, sono elaborazione degli autori. Per le immagini dei capitoli 3 e 5 si vedano le indicazioni seguenti.
cap. 3. Buone pratiche di progetto e intervento / Interventi di naturalizzazione
Per gli interventi di naturalizzazione le immagini fanno riferimento a siti di cava localizzati lungo il corso del Po piemontese. Una fonte preziosa di esperienze e progettualità nella gestione dei recuperi naturalistici, deriva dalle relazioni di progetto e direzione lavori delle sistemazioni definitive delle cave lungo il Po piemontese redatte dai tecnici di SEAcoop, in particolare da Daniele Fazio.
Di seguito i riferimenti ad esempi e siti specifici citati:
Area Naturalistica Le Chiesuole, Parco Regionale del Taro, Collecchio (Pr) www.parcotaro.it parchi.parma.it
Cantina Petra, Suvereto (Li) www.scintec.it/ricerca/energia/ftc.html
Cascina del Rotto, La Loggia (To)
Progettista: Arch. Giorgio Beltramo www.studiobeltramo.it
Cava Tuna, Gazzola (Pc) pescaepesca.forumfree.it
Centro Cicogne Anatidi, Racconigi (Cn)
Progettista: Arch. Enrica Vaschetti www.cicogneracconigi.it
Emscher Park, Oberhausen (DE) www.mai-nrw.org/Industrialculture.22.0.html?&L=1
Grand Parc Miribel Jonage, Lyon (FR) www.grand-parc.fr
La Pommeraie-sur-Sèvre, Pays de la Loire (FR)
www.scintec.it/ricerca/energia/ftc.html
Le Bandie, Spresiano (Tv)
www.bandieventi.com
Oasi del Ceretto, Carignano (To)
AA.VV., 2002, Coltivazioni minerarie ecocompatibili[...], pp. 3-6.
Oasi del Garrettino, Carignano (To)
Progettista: Arch. Giorgio Beltramo
www.studiobeltramo.it
Oasi Naturalistica La Madonnina, Sant’Albano Stura (Cn)
http://www.oasimadonnina.eu/
Parco dei Laghetti, Martellago (Ve)
Progettista: Studio MTGMArchh
http://mtgm.it/site/lavori/opere-pubbliche/ parco-laghetti-martellago-ve-2/
Parco della Cava valle fiume Marecchia, Poggio Berni (Rn)
www.rimini-it.it/poggio-berni/parcopoggioberni.htm
E. Muzzi, G. Rossi, , 2003, pp. 449-451
Palude di Brivio, Parco Adda Nord (Lc)
www.parcoaddanord.it
www.inanellamentoitalia.it/stazioni
118
Parco Le Folaghe, Casei Gerola (Pv)
www.parcolefolaghe.it/progetti.asp
Riserva Naturale Valle Canal Novo, MaranoLagunare (Ud)
www.riservenaturali.maranolagunare.com
Settepolesini, Bondeno (Fe)
www.locandailfagiano.it
www.pesaresi.com/it/ambiente/parcodella-cava.html
E. Muzzi, G. Rossi, 2003, pp. 429-430
Ortofoto e foto aeree
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Geoportale nazionale
cap. 5. Buone pratiche di riqualificazione: casi italiani e francesi
Parco Fluviale Isola di Giarola, Villanova sull’Arda (Piacenza) •
www.villanovaparchi.it
Parco ecologico del Forez ( • Cava di Chambeon), regione Rhône-Alpes (FR)
www.frapna-loire.org/sites-naturels/lecopole-du-forez.html
www.loiredecouverte.com/nature-et-loisirs/ecopole-du-forez.php
C. Clapier, C. Cayre, A. Plantier, R. Faure,“Les fruits de la concertation” Cemex, Lpo, 2009, pp. 20-21
Parco Etnografico di Rubano, Rubano (Padova) •
www.parcodirubano.org
www.magicoveneto.it
Bernières sur Seine, Bernières sur Seine (FR) •
www.lafarge-france.fr
www.charte.unicem.fr/data/rpe_haute_normandie_site_de_bernieres_sur_seine.pdf
119
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La prima piana del Po, da Saluzzo a Torino, ha tutte le caratteristiche del resto della pianura padana, con una cosa in più, poco appariscente ma importante: riposa sul miglior giacimento di ghiaie d’Italia, il più ricco e soprattutto ottimo per la qualità produttiva. Non per caso una ventina di importanti attività estrattive si sono situate lungo quel tratto di fascia fluviale, e la loro attività negli ultimi vent’anni, in parte condizionata dalla “convivenza” con gli enti di gestione dell’area protetta, è argomento interessante di un racconto e di una riflessione. Il soggetto del racconto è l’impresa collettiva che risulta come prodotto, solo in parte consapevole, del lavoro (in parte contrastante e in parte convergente) di molti uomini, delle loro istituzioni e delle loro aziende, strette in una relazione che in una prima fase sembrava costrittiva, ma che si sta dimostrando nel tempo proficua e sostenibile. È l’impresa che in vent’anni ha condotto le attività estrattive in acqua da un ruolo “corsaro”, di profitto a scapito degli equilibri ambientali e della sicurezza idraulica del territorio, ad una funzione di sostegno, fondamentale per le strategie della rete ecologica regionale e della valorizzazione del fiume.
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REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DEL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE PROGRAMMA ALCOTRA IT - FR 2007 / 2013