1 minute read

Cave esterne al Piano d’Area

Next Article
cava Falè

cava Falè

Anche fuori dal Piano d’Area e dalla fascia fluviale del Po, l’attività estrattiva si localizza lungo i fiumi maggiori, scegliendo le zone pedemontane ottimali per il materasso alluvionale di ghiaie che, come si può vedere dalla carta geolitologica, è ben diffuso in tutta la piana saluzzese. Il Varaita è l’affluente del Po più importante che percorre il terrazzo, confluendo al confine tra le province di Cuneo e Torino. In sinistra e in destra del Varaita si sono insediate quasi contemporaneamente (fine anni ’90) e a poche centinaia di metri di distanza, due attività estrattive di grandi dimensioni, con una storia parallela.

Le procedure da seguire per ottenere le autorizzazioni all’escavazione sono simili, dentro e fuori il Parco, salvo in parte i contenuti e il monitoraggio per il progetto di recupero ambientale. Resta fermo però che il Piano d’area (vigente dal 1995) vieta l’apertura di nuove cave nell’area del Parco, così come perimetrato alla data di adozione, limitando l’attività estrattiva alla prosecuzione delle cave esistenti.

Advertisement

Infatti nel Piano d’area la sistemazione ambientale costituisce l’obiettivo principale dell’intervento di recupero di una situazione critica data dalle escavazioni precedenti, a cui si allinea il programma di scavo, considerato necessario per ottenere una congruenza economica all’intervento di recupero, realizzato esclusivamente con investimento privato.

Viceversa, fuori dal Piano d’area, le attività estrattive sono avviabili nelle zone ammesse dagli strumenti urbanistici e dai programmi provinciali (non ancora approvati), e il progetto di recupero ne è solo una parte complementare, dovuta per minimizzare e compensare l’impatto della trasformazione produttiva (in particolare per il consumo di suolo, le attività industriali in aree libere, la prossimità con gli alvei fluviali).

Queste diverse condizioni spiegano le diverse dimensioni (significativamente maggiori fuori Piano d’area per quantità di estrazioni, tempi di realizzazione del progetto, grandezza degli specchi d’acque profonde rispetto alle parti di zona umida o in asciutto naturalizzate), e la relativa standardizzazione dei progetti di recupero (ridotti alla sistemazione di corone piuttosto omogenee attorno ai laghi, definiti dal terreno a disposizione piuttosto che da un disegno naturaliforme).

Restano invece vincolanti per tutti le valutazioni relative alla sicurezza idraulica e idrogeologica, in termini di rispetto degli alvei e delle falde profonde, e le regole fondamentali di buona pratica estrattiva e di gestione dei siti.

This article is from: