3 minute read

Mobbing e bullismo

Mobbing & bullismo: mio figlio emarginato e deriso

Quando i genitori vengono a sapere che i propri figli sono esclusi o presi in giro, dai compagni di scuola, nei social media o sui cellulari, sono ovviamente sconvolti e allarmati. Tua/o figlia/o è vittima di mobbing? Il verbo inglese “to mob” significa “aggredire, assalire” qualcuno. Talvolta si parla anche di bullismo, che deriva dal termine inglese “to bully”, inteso come tiranneggiare, tormentare. Queste espressioni sono entrate nell'uso anche per indicare gli episodi in cui una/un bambina/o sia ripetutamente tormentata/o da altri, che la/o infastidiscono intenzionalmente, perpetrando angherie, escludendola/o dal gruppo, oppure offendendola/o tanto da impedirgli di difendersi da sola/o. Può accadere, ad esempio, che la/il bambina/o venga spintonata/o o picchiata/o o che le/gli vengano sottratte o danneggiate di proposito le cose di scuola o di ginnastica. Ci sono bambini che vengono minacciati dagli altri, denigrati, emarginati, presi in giro o semplicemente ignorati. Oppure iniziano a circolare in rete fotografie, immagini video o voci dannose sul conto del bambino e in questo caso si parla di “cybermobbing”. Ci sono piccoli segnali che permettono a un genitore di cogliere queste situazioni: quando ad esempio si nota che il bambino o la bambina sta male, che non vuole più andare a scuola, che ha paura di fare la strada o di salire sul pullman, che il suo rendimento scolastico sia in calo, che soffre frequentemente di mal di testa o mal di pancia, ha difficoltà a dormire o è ansioso, che tende a chiudersi in se stesso/a o a reagire con aggressività. Al cogliere questi segnali è importante che mamma e papà mantengano la calma, si facciano un'idea più chiara della situazione e parlino poi al/la bambino/a delle cose che hanno notato. Il primo, difficile, passo è già fatto: avere coscienza dell'esistenza di una situazione di mobbing. Non è poi così facile ammetterlo. Generalmente si tende a tacere, tutti i soggetti coinvolti lo fanno, per i motivi più vari. Il mobbing, invece, va sempre considerato seriamente. Può infatti avere conseguenze gravi su vostra/o figlia/o, e strascichi a lungo termine.

Cosa possono e devono fare i genitori? Importantissimo per i genitori: non continuate a chiedervi perché sia capitato proprio a vostro figlio. È un pensiero

Dicevo: Come si affronta in questa scuola il problema del mobbing?

che assilla e consuma e non porta da nessuna parte. Il mobbing è un fenomeno che può colpire tutti noi, nessuno escluso. L'importante è affrontarlo per la cosa seria che è e cercare assieme al bambino una soluzione al problema. Il mobbing, infatti, non si dissolve nell'aria. Intervenite prontamente, rivolgendovi a qualcuno che possa aiutare voi, vostra/o figlia/o e la vostra famiglia. Come spesso capita, non esiste una soluzione valida per tutti, ma ci sono esperienze e aiuti di cui avvalersi. L'ideale è chiedersi inizialmente, insieme a vostro/a figlio/a, a quale insegnante rivolgersi. Oltre alla direzione scolastica, anche le esperte e gli esperti del Telefono Genitori, del servizio di informazione e consulenza per i giovani Young & direct, dell'Ufficio del Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza e dei consultori familiari possono dare sostegno e aiuto in queste situazioni. Per gli indirizzi si rimanda all’elenco indirizzi.

Così puoi parlare di mobbing con tuo/a figlio/a In famiglia si dovrebbe parlare apertamente del fenomeno. I bambini devono sapere che: 1. Il mobbing è una condotta violenta, nella vita reale come in quella virtuale, della rete. 2. Il mobbing non conosce limiti di età, può colpire chiunque a qualsiasi età. Pertanto è meglio imparare quanto prima come reagire. 3. Se il/la bambino/a ne è vittima è necessario intervenire al più presto. Deve potersi confidare con gli amici e le amiche e farsi dare una mano.

This article is from: