7 minute read
Autonomia
Un passato lungo 14.000 anni
12000 a.C.
I ghiacciai della glaciazione Würm, che per oltre 100.000 anni hanno ricoperto le Alpi con uno spesso strato di ghiaccio, si ritirano e permettono il ripristino di flora e fauna. Ben presto, nel territorio che dall’Alto Medioevo in poi sarà chiamato Tirolo, appaiono le prime tracce di vita umana. Alcuni reperti ritrovati sull’Alpe di Siusi vanno dall’ultimo periodo dell’Età della pietra (Neolitico) al XII millennio prima dell’era cristiana.
8000 a.C.
Nelle zone di fondovalle nei pressi di Salorno, Bolzano e Bressanone sono stati ritrovati, sotto alcune sporgenze rocciose, diversi manufatti in selce riconducibili a bivacchi di cacciatori preistorici. Questi reperti archeologici usati dalle popolazioni del nostro territorio vengono fatti risalire all’VIII millennio avanti Cristo.
5000 a.C.
Vengono invece fatte risalire al 5000 avanti Cristo le prime tracce di insediamento stabile nella nostra provincia di popolazioni dedite all’agricoltura e alla pastorizia.
Ca. 3300 a.C.
Alla fine dell’estate 1991 sul ghiacciaio del Similaun, sul Giogo di Tisa al confine tra Italia e Austria, viene ritrovato “Ötzi”, la celeberrima mummia dei ghiacci: è la prova che già 5.300 anni fa l’uomo si era spinto sui valichi alpini più elevati.
1800-1300 a.C. Nell’antica e media Età del bronzo (1800-1300 a.C.) si hanno tracce di numerosi insediamenti nelle vallate sia principali che secondarie. I popoli dell’epoca prediligono terrazzamenti esposti al sole, mentre in periodi di guerra scelgono luoghi impervi o comunque difficilmente accessibili, come ad esempio le cime delle montagne. Alla fine dell’Età del bronzo arriva nella nostra provincia, presumibilmente dal vicino Trentino, la cosiddetta “cultura di Luco-Meluno” che in seguito si espanderà nel versante meridionale delle Alpi; in Alto Adige caratterizzerà in particolare la zona tra Bolzano e Merano.
V e IV secolo a.C.
Il processo di celtizzazione del V e IV secolo avanti Cristo, ossia la calata dei Galli nell’Italia centrale, non lascia praticamente tracce in Alto Adige, anche se le popolazioni indigene sembrano aver mutuato dai Celti nuovi tipi di armi e nuovi ornamenti. Dalle forme delle terrecotte e dai monili in bronzo si presume che la cultura di Luco-Meluno si sia estesa verso nord, dando vita nella successiva epoca romana alla cultura retica della seconda Età del ferro.
15 a.C.
Quindici anni prima della nascita di Cristo, dopo la vittoriosa campagna militare del condottiero romano Druso, la parte settentrionale del nostro territorio viene annessa all’impero romano. Alcuni reperti dimostrano però che contatti con i Romani ci sono già stati.
IV e V secolo d.C.
Nel IV e V secolo d.C. la romanizzazione della provincia romana di Raetia può ritenersi pressoché conclusa, benché vengano ancora individuate tracce significative di antiche tradizioni autoctone. Durante l’occupazione romana vedono la luce le prime direttrici stradali nelle vallate principali. Dal punto di vista amministrativo il territorio dell’odierno Alto Adige è suddiviso in tre province: Raetia, Noricum e Venetia et Histria.
568
Dopo la caduta dell’impero romano d’Occidente, gli Ostrogoti si insediano anche nel nostro territorio. Nella prima metà del VI secolo arrivano i Franchi, a loro volta temporaneamente ricacciati, dal 568 in poi, dai Longobardi che dalla pianura padana stanno avanzando verso nord. Nel 590 si registra una nuova invasione dei Franchi. Intorno al 600 si hanno invece notizie di scontri tra gli eserciti baiuvari e longobardi, conclusi con il predominio dei bavaresi oltre la conca di Bolzano e dei Longobardi nella parte meridionale dell’Alto Adige e sulla sponda destra dell’Adige fino a Lana. Tra il 590 e il 610 nella parte orientale della Regione tra Baiuvari e Slavi è battaglia. Un secolo e mezzo più tardi (769), l’ultimo duca baiuvaro Tassilo III erige il monastero di San Candido nelle vicinanze dello spartiacque di Dobbiaco con lo scopo di cristianizzare le popolazioni slave.
778
Dopo aver sottomesso nel 774 il regno dei Longobardi, Carlo Magno mette fine (778) anche alle tendenze separatiste dei bavaresi cosicché l’intero territorio che più tardi si chiamerà Tirolo risulta sotto il suo dominio. I territori a sud di Bolzano e Merano e la diocesi di
Trento appartengono al regno italico, mentre la zona settentrionale con l’originario ducato baiuvaro al regno dei Franchi. In base all’organizzazione amministrativa dell’impero carolingio anche la nostra Regione viene suddivisa in distretti (Gau) e contee, come testimonia ancora oggi il nome tedesco della Val Venosta: Vinschgau.
1004
Quando negli anni 1004 e 1027 i sovrani dell’impero germanico concedono in feudo al vescovo di Trento il territorio di Trento, la contea di Bolzano e la Val Venosta, e al vescovo di Bressanone la Valle Isarco e la Valle dell’Inn, in un primo tempo sembra che le due contee vescovili possano spartirsi a lungo il potere sul territorio destinato a diventare l’odierno Alto Adige. Gli interessi individuali delle aristocrazie locali portano invece a uno spostamento degli equilibri di potere.
XII secolo
Poiché l’esercizio personale del potere temporale è inconciliabile con l’ufficio spirituale del vescovo, i vescovi cedono il potere comitale e i diritti di “avvocazia” (la protezione sui beni ecclesiastici) a potenti della nobiltà laica. Nel caso dell’Alto Adige odierno si tratta dei conti di Morit-Greifenstein che a metà del XII secolo ricevono in feudo dal vescovo di Trento la contea di Bolzano nonché l’avvocazia del vescovado di Bressanone. Nello stesso periodo i conti di Appiano esercitano il loro potere sull’omonima contea che si estende sulla sponda destra dell’Adige, da Lana fino alla confluenza con il Noce nel Trentino settentrionale. In Val Venosta sono i conti di Tirolo a esercitare, dalla metà del 1300, la funzione di amministratori della contea vescovile trentina.
1165
Poco dopo l’estinzione dei conti di Morit-Greifenstein (1165), i conti di Tirolo estendono il loro dominio alla contea di Bolzano e ottengono, intorno al 1200, la potestà sul vescovado di Trento. Successivamente, nel corso del XIII secolo, si insediano anche nel vescovado di Bressanone sostituendosi, nel dominio, ai potenti conti di Andechs che dal 1170 detengono la contea e la potestà di protezione sui beni ecclesiastici. Nel 1180 gli Andechs diventano duchi ma nel 1209 la corte suprema dell’impero li riconosce colpevoli di aver partecipato all’assassinio di re Filippo e toglie loro i poteri e il feudo di Bressanone. Alberto III di Tirolo ne approfitta per insediarsi a Bressanone e assumere l’avvocazia dell’intera Valle Isarco, che manterrà anche dopo la pressoché immediata riabilitazione degli Andechs. Quando nel 1248 si spegne senza eredi l’ultimo esponente della dinastia Andechs, Alberto III di Tirolo rivendica e ottiene i territori della Valle dell’Inn e della Pusteria. Nel 1253 muoiono il conte Ulrico d’Appiano-Ultimo e, subito dopo, i suoi cugini di Appiano. E poiché anche stavolta Alberto di Tirolo riesce a far valere i propri diritti, il vescovo trentino Egno gli concede in feudo la contea di Appiano nella Valle dell’Adige.
In questo modo il conte Alberto di Tirolo riunisce nelle sue mani le contee di Trento e di Bressanone e l’avvocazia di questi due vescovadi, ottenendo il dominio assoluto su questo ampio territorio. Per questa ragione gli anni tra il 1248 e il 1253 vengono indicati come il periodo della nascita del Tirolo. Da questo momento nei documenti troviamo la denominazione “dominio dei conti di Tirolo” o “Contea di Tirolo” al posto dell’antica definizione di “Land in Gebirge” che indicava genericamente la posizione del territorio in mezzo alle montagne.
1253
Il conte Alberto III di Tirolo muore nel 1253 senza discendenti maschi. Nel 1254 i suoi generi Gebhard von Hirschberg e Mainardo III di Gorizia si spartiscono l’eredità: a Gebhard vanno la Valle dell’Inn e l’Alta Valle Isarco fino all’odierna Fortezza, a Mainardo la Valle dell’Adige, la Valle Isarco e la Val Pusteria. La divisione sembra pregiudicare il futuro della grande opera di Alberto III ma ci pensa suo nipote Mainardo II di Tirolo – politico intelligente e ambizioso, freddo calcolatore dotato di grandi capacità strategiche – a completare la sua opera. Dopo la morte precoce del padre Mainardo III di Gorizia, in un primo periodo i fratelli Mainardo II e Alberto III di Tirolo regnano insieme, finché nel 1271 si dividono l’eredità: Alberto ottiene il territorio d’origine di Gorizia e la Val Pusteria dalla chiusa di Rio Pusteria in poi, a Mainardo vanno le zone occidentali della contea. (immagine a p. 56)
1271-1295
Mainardo compra da suo zio Gebhard von Hirschberg i territori della Valle dell’Inn e successivamente cerca di rafforzare la sua posizione in Tirolo sfruttando il periodo di interregno (periodo senza imperatore di Germania). Quindi passa a togliere potere ai vescovi, dei quali si era assunto la protezione, togliendo loro castello dopo castello e giurisdizione dopo giurisdizione, fino a rimanere il dominatore indiscusso di tutto il territorio compreso tra Inn, Adige e Isarco. Gli aristocratici locali che si oppongono alle sue intenzioni vengono costretti a cedergli i loro possedimenti. Al suo servizio assume per-