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Storia dell’Alto Adige
che, oltre un secolo più tardi, organizzeranno la resistenza al fascismo e al regime nazista in Alto Adige, abbia preso il suo nome.
1810
Nel 1810 il Tirolo viene diviso. La parte settentrionale fino a Merano e Chiusa va alla Baviera, la parte meridionale al Regno d’Italia fondato da Napoleone, la Val Pusteria a est di San Candido alle “Province illiriche” sottoposte all’impero francese. Nel 1813, con la caduta dell’impero napoleonico, il Tirolo torna nuovamente all’Austria.
Lo Stato austriaco del periodo post-napoleonico, conservatore e assolutista, non ha intenzione di ripristinare l’autonomia del Tirolo, che anzi viene degradato a provincia. Come dimensioni però, grazie alla completa annessione dei territori dei principi-vescovi di Bressanone e Trento, il Tirolo si è considerevolmente ingrandito. A causa della riduzione dei traffici commerciali, delle conseguenze della guerra e dei cattivi raccolti, le condizioni economiche nell’età della restaurazione sono pessime. E nella seconda metà del XIX secolo le condizioni sociali ed economiche peggiorano ulteriormente in seguito alla perdurante crisi del commercio, alla crisi agraria e alla timida industrializzazione. Sotto il profilo politico, inoltre, si risvegliano le contrapposizioni nazionalistiche tra tedeschi e italiani.
1848-49
Nel biennio 1848-49 i rappresentanti del popolo trentino nel “Reichstag” austriaco e nell’assemblea nazionale di Francoforte sollecitano il distacco dei territori di lingua italiana del Tirolo. I nazionalisti italiani a loro volta reclamano la liberazione di Trento e Trieste (irredentismo). Dopo lunghe trattative parlamentari però, le aspirazioni indipendentiste del Trentino non ottengono alcun risultato. Nel 1848 Mazzini formula la rivendicazione territoriale di un’Italia che vada fino al crinale alpino. Dichiarazioni simili erano già note sin dalla fine del Medioevo. In seguito ai nuovi orientamenti geopolitici introdotti da Napoleone I, la rivendicazione del confine al Brennero viene sollevata da parte italiana per la prima volta verso il 1800. Verso la fine del XIX secolo richieste analoghe vengono avanzate da esponenti dell’irredentismo italiano, che parlano dello spartiacque alpino come “naturale confine dell’Italia”. Il portavoce di questo gruppo è Ettore Tolomei che persegue con caparbietà questo obiettivo. I principali fautori dell’irredentismo, invece, rifiutano la sua idea di annessione dei territori di lingua tedesca.
1915-1918
Quando nel 1915 il Regno d’Italia – in seguito al patto segreto stipulato a Londra con i rappresentanti della Triplice Intesa – dichiara guerra alla monarchia imperial-regia, il Tirolo è sprovvisto di protezione militare poiché le truppe regolari sono già impegnate sul fronte russo e su quello serbo-croato. Sul territorio ci sono non più di 20.000 uomini fra unità militari e paramilitari. Come era successo negli anni 1703, 1809, 1848, 1859, 1866, si forma un corpo di difesa composto da uomini sotto i 21 e sopra i 43 anni, poiché tutti le altre annate sono già sotto le armi. Questo corpo ha il compito di difendere i confini tirolesi fino all’arrivo delle truppe regolari richiamate dal fronte. Nonostante il successo nella difesa del Tirolo, dopo la caduta della monarchia danubiana i tentativi dell’Austria d’impedire la divisione del Tirolo falliscono miseramente. (immagine a p. 57)
L’Alto Adige dopo il 1918
10 settembre 1919
Con il Trattato di Pace firmato a Saint-Germain-en-Laye, cittadina nei pressi di Parigi, il Tirolo a sud del Brennero viene consegnato all’Italia. Il presidente statunitense Woodrow Wilson, che non era vincolato dall’impegno assunto in occasione del Trattato di Londra del 1915, solo dopo lunga esitazione acconsente alla divisione del Tirolo. Il Trattato di Pace non prevede per l’Italia nessun obbligo di tutela della minoranza tedesca e di quella slovena. E benché il re Vittorio Emanuele, nel suo discorso del 1° dicembre 1919, garantisca alle nuove Province “una scrupolosa salvaguardia delle istituzioni locali e dell’amministrazione autonoma”, nel periodo prefascista l’Italia non concede ai sudtirolesi alcun diritto speciale. Le vallate ladine vengono suddivise fra le tre Province di Bolzano, Trento e Belluno.
28 ottobre 1922
Il 28 ottobre 1922 i fascisti marciano su Roma. Il giorno seguente il re Vittorio Emanuele affida al duce Benito Mussolini, leader del partito fascista, la guida del governo e di conseguenza il potere statale. In Alto Adige i fascisti si pongono come obiettivo l’annientamento della minoranza tedesca. Il loro programma può essere suddiviso in tre punti: snazionalizzazione dei sudtirolesi, insediamenti italiani di massa, allontanamento dei sudtirolesi dalla loro terra. Con decreto del prefetto fascista l’insegnamento in lingua tedesca viene proibito e sanzionato. Gli insegnanti sorpresi a impartire le-