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Il gonfalone della Provincia di Bolzano

do tappa a Salisburgo, si reca a Venezia dove, in qualità di benemerito condottiero della Repubblica di Venezia, gli viene assegnato un podere presso Padova. Qui lavora alla stesura di un piano per una rivoluzione in Tirolo ma viene assassinato nel 1532.

Sedata la rivolta contadina, il regolamento regionale del 1526 viene rielaborato e ristampato nel 1532. Il nuovo documento conferisce ancora più potere al principe e abolisce quasi completamente le concessioni elargite sei anni prima.

La guerra di religione che caratterizza il XVI secolo ha ripercussioni solo marginali in Tirolo, dove la fede cattolica non viene messa mai seriamente in discussione. Tuttavia gli anabattisti fanno parecchi proseliti, tanto che verso la fine del secondo decennio il governo di Innsbruck li perseguita con tutti i mezzi a sua disposizione. Se non abiurano, i membri di questa setta religiosa vengono giustiziati e bruciati. Un destino che colpisce anche il predicatore pusterese Jakob Hutter di San Lorenzo di Sebato, mandato al rogo nel 1536 a Innsbruck. Hutter è uno dei più autorevoli esponenti degli anabattisti, molti dei quali fuggono in Moravia dove la loro comunità rimane per due secoli sotto la protezione del signore locale. Quando nel 1622 questa protezione viene meno, gli anabattisti attraversano la Carinzia e si spostano in Russia meridionale, da dove nel XIX secolo emigrano in America settentrionale. Qui ancora oggi esiste una comunità di hutteriti che parla un antico dialetto tirolese e tiene vive le antiche tradizioni.

La suddivisione del potere tra Carlo V e suo fratello Ferdinando I (1522) e l’ascesa dell’Austria a grande potenza, attraverso la conquista di Ungheria e Boemia (1526), collocano il Tirolo in una nuova posizione geopolitica: se sotto Massimiliano si trovava in posizione centrale, adesso la Regione tirolese è praticamente ai margini dell’impero.

1545-1563

Dal 1545 al 1563 ha luogo il Concilio di Trento che, pur non riuscendo a ristabilire l’unità di fede, elabora quelle linee fondamentali di condotta del cattolicesimo considerate valide sino ai giorni nostri. Già prima dell’inizio del Concilio, ma soprattutto dopo e grazie all’ausilio del principe, in Tirolo ha luogo un profondo rinnovamento religioso ed ecclesiale che, in relazione con la missione popolare esercitata dai gesuiti all’inizio del XVIII secolo, porta a una tale interiorizzazione religiosa tanto da far parlare del Tirolo come di una terra “santa”.

XVII secolo

In Alta Val Venosta l’antica lingua retoromanza sta progressivamente sparendo fino a essere sostituita dal tedesco.

1635

Estrazione del sale a parte, le miniere perdono rapidamente importanza a causa dei ricchi ritrovamenti di oro e argento nel Nuovo Mondo. Il commercio fra Italia e Austria risente della concorrenza dei nuovi centri commerciali della costa atlantica, anche se rimane comunque un buon commercio di transito. Le fiere di Bolzano in particolare traggono vantaggio dal privilegio emanato nel 1635 dalla contessa del Tirolo Claudia de’ Medici che concede loro un magistrato mercantile e un tribunale speciale italo-tedesco per risolvere le questioni commerciali.

1665

La corte principesca di Innsbruck viene abbandonata, poiché la reggenza della contea – dopo l’estinzione del ramo tirolese degli Asburgo – è passata direttamente alla linea imperiale principale.

1669

A Innsbruck viene fondata l’Università regionale del Tirolo.

1703

La guerra di successione in Spagna interessa anche il territorio tirolese ma in questa occasione l’organizzazione difensiva del territorio si dimostra efficiente. Un attacco dei principi bavaresi, passato alla storia come la “smargiassata bavarese” (“Bayerischer Rummel”), viene respinto dalle truppe locali sul ponte di Pontlatz (vicino Landeck) facendo registrare fortissime perdite all’esercito bavarese.

1720

La “Prammatica Sanzione” del 1713, riconosciuta nel 1720 dalle rappresentanze regionali, sottrae al Tirolo diversi privilegi. I principi in essa contenuti creano un legame molto più stretto tra Tirolo e monarchia e aboliscono il principato. Da questo momento esiste un unico sovrano per tutti i territori austriaci e viene stabilito il principio dell’indivisibilità della monarchia.

1740-1780

La riforma amministrativa dello Stato portata avanti da Maria Teresa (1740-1780) crea in Tirolo un “Gubernium” (governo provinciale) che nelle sue azioni dipende dalle disposizioni impartite dagli organi

centrali viennesi. A differenza dei principi del passato, Maria Teresa non conferma le vecchie libertà godute e non accetta la professione di vassallaggio da parte delle rappresentanze regionali. Ciò rappresenta una forte contrazione delle libertà e dell’autonomia godute dal Tirolo. Ciononostante l’imperatrice riesce a conquistarsi le simpatie dei tirolesi grazie alle riforme intraprese in altri campi (diritto, economia, cultura) che dimostrano la sua sensibilità verso i bisogni della gente.

1780-1790

Le riforme radicali che Giuseppe II (1780-1790) attua in nome dello spirito illuministico, riscuotono pochi consensi in Tirolo. Il mancato rispetto delle antiche libertà, la cancellazione delle rappresentanze regionali e soprattutto le sue intromissioni nelle consuetudini religiose del popolo – tra cui la sospensione dei monasteri, la chiusura di chiese e l’“editto di tolleranza” che estendeva la libertà di religione – suscitano una forte opposizione in Tirolo.

1790-1792

Alla scomparsa precoce di Giuseppe II e sotto l’influsso della rivoluzione francese, suo fratello Leopoldo II (1790-1792) convoca rapidamente un’assemblea regionale. Composta in prevalenza da forze conservatrici, essa punta a ripristinare le condizioni anteriori al 1740. Leopoldo II conferma gli antichi diritti e libertà, sospende l’obbligo di leva introdotto dal fratello, ripristina l’antico sistema di difesa del territorio e promette di consultare le rappresentanze regionali prima dell’emanazione di nuove leggi, conservandosi peraltro il diritto di legiferare. Il vecchio sistema di difesa ha ben presto l’occasione di dimostrare la propria efficienza: insieme all’esercito austriaco guidato dal generale Laudon, nel 1797 le truppe tirolesi respingono il tentativo di invasione dei Francesi.

1803

Nell’ambito del processo di secolarizzazione, i territori governati dai vescovi di Trento e Bressanone vengono definitivamente annessi alla contea del Tirolo e i vescovi perdono tutti i diritti temporali.

1805

Con la Pace di Presburgo del 1805, che sancisce la fine delle guerre napoleoniche, l’Austria perde il Tirolo. Quando nel 1807 la Baviera incorpora nel sistema centralistico bavarese il nuovo territorio senza alcun rispetto per le sue tradizioni liberali e cancellando di fatto il nome “Tirolo” dalla geografia politica, tra i Tirolesi – già esasperati a causa delle riforme illuministiche e anticlericali attuate dai bavaresi – serpeggia quell’agitazione che sfocerà nella sommossa del 1809.

1809

L’obbligo di leva introdotto dal governo bavarese induce parecchi giovani tirolesi a darsi alla macchia sulle montagne. Quando nel 1809 l’Austria decide di intraprendere una nuova guerra contro Napoleone, una sommossa popolare pervade l’intero territorio tirolese. Guidati da Andreas Hofer, oste e commerciante di bestiame della Val Passiria, i contadini tirolesi – malgrado lo scarso supporto delle truppe regolari austriache – ottengono importanti successi contro le truppe franco-bavaresi. Nelle battaglie sul Bergisel (12 aprile, 25 e 29 maggio, 13 agosto) gli Schützen del Tirolo liberano per tre volte la capitale dall’occupazione nemica. L’Austria però incassa alcune pesanti sconfitte e in ottobre stipula con la Francia la pace di Schönbrunn che allontana le possibilità di un ritorno della Regione tirolese all’Austria. Sottovalutando la pericolosità della situazione, i Tirolesi non capiscono che organizzare da soli un’ulteriore resistenza contro l’esercito napoleonico è una follia. Le truppe napoleoniche, formate da 50.000 uomini in parte francesi e in parte bavaresi e guidate da generali transalpini, attanagliano il Tirolo da nord e da sud. Nonostante un’amnistia estesa a tutti i partecipanti alle precedenti sommosse, emanata il 25 ottobre a Innsbruck dal viceré d’Italia, il 1° novembre ha luogo l’ultima battaglia sul Bergisel che si conclude con la sconfitta dei Tirolesi. Mal consigliato dagli amici più intimi e personalmente indeciso, Andreas Hofer non rinuncia ancora alla causa. Gli ultimi tentativi di resistenza, che ottengono qualche successo a carattere locale, si protraggono fino in dicembre. Andreas Hofer è costretto a fuggire e nascondersi tra le malghe della Val Passiria, viene tradito per poi essere giustiziato a Mantova il 20 febbraio 1810. (immagine a p. 57)

La sollevazione del Tirolo, dopo le consistenti perdite e la fucilazione del suo condottiero e di alcuni dei suoi più valorosi sostenitori, si conclude senza risultati immediati. L’impressione suscitata dalla popolazione tirolese nell’Europa di allora, in particolare in Germania e Inghilterra, ha tuttavia delle ripercussioni ad ampio raggio. Il Tirolo diviene un riferimento per le popolazioni germaniche desiderose di ribellarsi alla dominazione francese. Lo stesso Andreas Hofer, l’oste della Val Passiria, uomo semplice e onesto dai profondi principi morali, con il suo comportamento di fronte alla morte diventa il simbolo della lotta alle dominazioni straniere e all’oppressione. Questo spiega il perché l’associazione di quegli uomini

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