Smontaggio solare

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primopiano di Agostino Re Rebaudengo*

A

sette anni dal primo Conto energia, il fotovoltaico è diventato la seconda fonte rinnovabile dopo l’idroelettrico, con quasi 15 GW di potenza installata. Le normative incentivanti che si sono succedute negli anni, insieme alle capacità di numerosi imprenditori che hanno saputo coglierne le opportunità, hanno permesso una crescita senza eguali di un settore che non esisteva. La filiera del fotovoltaico è oggi una realtà, con imprese che operano dalla

smontaggio solare Il fotovoltaico rappresenta oggi la seconda fonte rinnovabile dopo l’idroelettrico. Ma l’ultimo Conto energia rischia di compromettere l’intero settore produzione di pannelli a quella di inverter e altri componenti. Importanti, oltre alla produzione di energia, sono anche le attività di installazione e manutenzione. Se è vero che in alcuni frangenti le tariffe sono state generose, è altrettanto vero che senza un regime incentivante che facesse “scoccare la scintilla” non avremmo avviato un settore che, come dimostrano due studi di Althesyse Oir-Agici, condurranno nei prossimi vent’anni a un saldo positivo dei benefici sui costi pari a una cifra compresa fra i 22 e i 76 miliardi. Un risparmio frutto della minor dipendenza nell’approvvigionamento di fossili dall’estero, della riduzione dei costi ambientali, sanitari e normativi associati alle emissioni di CO2 e della creazione di un settore industriale che produce Pil, occupazione e competenze. 26

La nuova ecologia / ottobre 2012

Il quinto Conto energia dovrebbe mettere a disposizione dei nuovi impianti 700 milioni. Difficilmente supererà i 600

In questo quadro, l’ennesimo mutamento introdotto dal quinto Conto energia, emanato lo scorso luglio, rischia di compromettere quanto di buono realizzato. Sebbene il costo d’investimento per la realizzazione di un impianto si sia ridotto negli ultimi anni, non siamo ancora giunti alla “grid parity” (punto in cui l’energia elettrica prodotta a partire da fonti rinnovabili ha lo stesso prezzo di quella prodotta tramite fonti fossili, ndr). Il taglio degli incentivi per gli impianti che entreranno in esercizio nei prossimi mesi, insieme alle complesse procedure burocratiche e dei “registri”, bloccherà lo sviluppo del fotovoltaico, proprio quando mancava poco a una piena competitività rispetto alle fonti fossili. Solo gli impianti di taglia molto ridotta (sotto i 12 kW), esonerati dai registri e con una tariffa feedin, manterranno una continuità col sistema incentivante precedente. Un’opportunità esisterà ancora per gli impianti commissionati da pubbliche amministrazioni e probabilmente nei prossimi mesi l’attenzione degli operatori si concentrerà proprio su questa tipologia.

Tali impianti beneficeranno delle tariffe del quarto Conto energia fino a fine anno e saranno esentati dai registri, per qualsiasi potenza, a partire dal primo gennaio 2013, entro un plafond dedicato pari a 50 milioni di spesa annua. Il tema del contenimento della spesa è stato, d’altra parte, il principio ispiratore di quest’ultimo Conto energia, che in teoria avrebbe dovuto mettere a disposizione dei nuovi impianti 700 milioni, ma che in pratica avrà una dotazione compresa fra i 500 e i 600. Infatti, il costo totale rilevato dal contatore fotovoltaico del Gse il 27 agosto, giorno dell’entrata in vigore del quinto Conto energia, indicava 6,147 miliardi di spesa annua, a cui si devono aggiungere 21 milioni relativi all’incentivazione dei grandi impianti iscritti a registro del quarto Conto energia non ancora entrati in esercizio. Mancavano quindi solamente 532 milioni al raggiungimento dei 6,7 miliardi, importo limite per la vita del Conto energia in vigore. Che succederà in seguito? Per il legislatore la grid parity sarà raggiunta e il fotovoltaico non avrà


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