Milano, all'ombra dei grandi alberi

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Miracolo a Milano

All’ombra dei

grandi alberi, sotto la Madonnina

di Tiziano Fratus

S

inceramente, questa volta, credevo di perdere tempo. Se non ho alcun dubbio di potermi imbattere in qualche grande albero mentre attraverso paesaggi agresti che connotano l’eccezionale biodiversità paesaggistica del nostro paese, ne manifesto, anche a parole, molti quando mi trovo nelle città. Milano proprio non ha nulla a che fare, nell’immaginario comune quanto nell’opinione degli stessi milanesi, con termini come natura, bosco, incontaminato, avventura, solitudine. Milano è l’opposto. I polmoni della città sono pochi: il Parco Sempione, dietro il Castello Sforzesco, i giardini pubblici di Porta Venezia, recentemente intitolati a Indro

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La nuova ecologia / ottobre 2012

Montanelli. Non molti conoscono il giardino botanico adiacente ai muri del complesso di Brera, uno dei più piccoli d’Italia, mentre il giardino della Guastalla è popolato da coloro che vivono il quartiere e da qualche studente. Tutto il resto si trova al di fuori della città, nei parchi del Trenno, Parco Nord, Boscoincittà. Molto noto negli anni ‘70 per la prostituzione era il Parco Ravizza, oggi “ripulito” e restituito alle famiglie, mentre è sempre stato aperto e attivissimo, da un punto di vista sociale il Parco Trotter. In periferia è anche il parco di una villa storica, Villa Litta, uscita Affori Centro, e ancora più lontano dal Duomo è il parco di Villa Scheibler, a Quarto Oggiaro, in verità scarsamente conosciuto anche da chi ci abita.

FOTO: © 1yen/ flickr

inviaggio

Giardino imperiale

Orto botanico di Brera ➽ Cinquemila metri quadrati di estensione, trecento specie di piante, voluto dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria (1717-1780), moglie di Francesco I e madre di Giuseppe II, il despota illuminato: Maria Teresa introdusse l’istruzione obbligatoria per i bambini di tutte le terre emerse del Sacro Romano Impero, fu come Pietro il Grande e Caterina II di Russia un’appassionata di piante, fiori e giardini. Da qui la sua volontà di fondare l’Hortus botanicus nel cuore della città lombarda. L’orto venne inaugurato nel 1774, custodito e arricchito di specie fino all’abbandono nel XX secolo, recuperato e quindi riaperto al pubblico nel 1998. La coppia di Ginkgo biloba messi a dimora nel 1775 è la più celebre. Fra gli altri alberi oramai secolari si annotano una Pterocarya fraxinifolia o Noce del Caucaso, col suo tronco massiccio, il maggiore della città. Quindi Diospyros lotus o albero di Sant’Andrea o Loto del Giappone, mentre l’albero più alto è una delle due Tilia tomentosa.

Tronchi alla Dalì

Parco Sempione ➽ Si tratta del secondo parco che nasce nel cuore di Milano. Per secoli piazza d’Armi, a fine Ottocento partono i lavori per il


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