/Zapatero

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primopiano

C’ERA UNA VOLTA zap Aveva acceso le speranze di molti, non solo in Spagna. Ma le decisioni che ha preso nella seconda legislatura rendono negativo il bilancio sulle politiche del premier socialista. Il giudizio degli ambientalisti di Mariangela Paone

L

a opinione è pressocchè unanime e i commenti hanno tutti il tono duro del professore deluso dall’alunno più promettente. Quasi otto anni dopo le speranze accese dalla vittoria dei socialista alle elezioni generali del 2004, José Luis Rodríguez Zapatero, che arrivò al Palacio de La Moncloa avendo l’ambiente fra i punti chiave del suo programa di governo, conclude il suo secondo e ultimo mandato con giudizi che sanno di bocciatura. A pesare è soprattutto il bilancio della seconda legislatura, dove non solo sulle politiche ambientali lo zapaterismo ha fatto più di un passo indietro.

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La nuova ecologia / ottobre 2011

Nel suo primo mandato, Zapatero ha fatto bene soprattutto nel recupero del patrimonio costiero, massacrato dal cemento

Che la seconda legislatura sarebbe stata diversa dalla prima apparve evidente ben prima dello scoppio della crisi economica (o meglio, ben prima che il governo riconoscesse che di crisi si trattava e non di un rallentamento della crescita). Dopo la rielezione a marzo 2008, uno dei cambi più stridenti nella rosa dei ministri fu proprio quello di Cristina Narbona, «la miglior ministra dell’Ambiente che la Spagna abbia avuto fino ad ora» secondo la definizione delle cinque principali ong ecologiste del paese. Con Narbona sparì anche il ministero, che fu accorpato a quello di Agricoltura e Pesca. «Narbona era una ministra impegnata e competente sui temi ambientali. La scelta


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