Mensile di approfondimento di Treviglio e Gera d’Adda
Foto di Enrico Appiani
Anno 1 - n. 1 – Maggio 2016
Euro 2,50
Verso le elezioni Novità in zona Ovest Arriva il Giro
Foto di Alberto Cesni (Foto Attualità) La redazione di tribuna Tv e tribuna magazine
I
Un nuovo inizio
l ciliegio che vedete in copertina, come molti potranno intuire, non è stato scelto solo per la sua bellezza: vuole rappresentare la primavera trevigliese in piena campagna elettorale ed è diventato suo malgrado il simbolo dei contestati lavori in piazza Setti. La piazza e quello che ne sarà è infatti uno degli argomenti di dibattito più accesi fra i candidati: da un lato quelli che vedono lo spreco di risorse, l’indebitamento e i disagi per i cittadini, dall’altra chi lo porta ad esempio di progetto di città più sostenibile e più bella. Senza dubbio un ciliegio fiorito fa primavera, anche se maledetta, per parafrasare una canzone della Goggi nazionale: maledetta per chi cerca di fare bene, nonostante chi osteggia il cambiamento. Ma primavera è, almeno in natura, anche rinascita: saprà la città risollevarsi dalle ultime vicende che ci hanno visti commissariati? Saprà, chiunque vinca, scrivere una pagina nuova per Treviglio, facendola diventare una città moderna, politicamente rilevante in Provincia e in Regione, capace di rispondere alle esigenze dei cittadini e di guardare avanti, guardare oltre, per consegnare ai più giovani una Treviglio di cui andare orgogliosi? Chi vi scrive lo spera, da cittadina trevigliese, che come tutti voi, in questi ultimi giorni, sta cercando di
capire, seguendo una campagna elettorale non sempre limpidissima, a chi dare il suo voto. Per questo motivo la redazione – della quale ho l’onore di assumere la direzione – sta compiendo uno sforzo considerevole per essere presente, con questo giornale e con la neonata web tv, in tutti gli ambiti della Treviglio che produce, che fa politica e fa cultura. Perché è solo dando voce a tutti che si realizza quello spirito di servizio che dovrebbe stare alla base del mestiere di giornalista. Da qui vogliamo partire per realizzare questo progetto. Un progetto nato mesi fa da un’idea dei nostri editori e che ha visto dapprima la nascita del mensile e poi, con il consolidarsi dell’assetto societario, anche della web tv; un portale (www.tribunatv.tv) che da gennaio ha cominciato a produrre contenuti, servizi, dirette tv e a breve ridarà al territorio anche il telegiornale, che manca ormai da troppo tempo. Si tratta dunque di un lavoro importante e impegnativo, in continua evoluzione e che non potrebbe vedere la luce senza la dedizione di un gruppo di persone, fortemente motivate, che su questo progetto si stanno spendendo da tempo. Il loro prezioso lavoro, specie negli ultimi mesi, ha fatto sì che il giornale rispettasse il patto commerciale con gli inserzionisti e quello di fiducia con i lettori, realizzando, tra molte
difficoltà, i numeri che avete trovato regolarmente in edicola. Quest’ultimo, in particolare, segna un nuovo passo e una nuova tendenza, dovuti non solo al cambio di direzione, ma alla volontà di aderire in maniera adeguata al progetto complessivo di un media che possa dare tempestività e varietà d’informazione con la web tv, completezza e approfondimento con la rivista mensile. Il tutto, naturalmente, nel pieno rispetto della deontologia professionale, nella massima obiettività possibile, rispettando le opinioni di tutti. E, primi fra tutti, voi lettori, che meritate tutto il nostro massimo impegno, affinché quello che leggerete su queste pagine non sia il frutto di interessi di parte o di amicizie più o meno sbandierate, ma il risultato di un lavoro svolto con serietà e attenzione. Auguro quindi alla squadra di tribuna magazine e di tribuna Tv molti anni di gratificante lavoro; un grazie ai nostri editori, che credono in questo progetto e un grazie a voi lettori per la fiducia che ci vorrete accordare. Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento (Proverbio Cinese)
Il Direttore Daniela Invernizzi
Maggio 2016 •
tribuna magazine • 3
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Sommario copertina
Euro 2,50
Mensile di approfondimento di Treviglio e Gera d’Adda
Foto di Enrico Appiani
Anno 1 - n. 1 – Maggio 2016
10
magazine Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 6/16 del 19/04/2016 Anno 1° n. 1 - Maggio 2016 Editore Tribuna srl viale del Partigiano, 14 - Treviglio (BG) www.tribuna.srl Contatti di redazione: tel. 0363.1971553 redazione@tribuna.srl Amministratore Unico Marco Daniele Ferri REDAZIONE Direttore Responsabile Daniela Invernizzi Coordinamento Daniela Regonesi Redazione Daria Locatelli, Daniela Regonesi, Ivan Scelsa, Cristina Signorelli Social Media Manager Daria Locatelli Fotografie e contributi Enrico Appiani, Luca Cesni (Foto Attualità) Hanno collaborato a questo numero Juri Brollini, Hana Budišová, Bruno Manenti, Silvia Martelli, Elio Massimino, Lucia Profumo Impaginazione e Grafica Pubblicitaria Antonio Solivari UFFICIO COMMERCIALE Roberta Mozzali tel. 0363.1971553 - cell. 338.1377858 commerciale@tribuna.srl Altre collaborazioni Giulio Ferri Stampa Laboratorio Grafico via dell’Artigianato, 48 - Pagazzano (BG) Tel. 0363 814652
Foto di Enrico Appiani
Verso le elezioni Novità in zona Ovest Arriva il Giro
6 Poliambulatorio in zona Ovest (Ivan Scelsa)
7 Dibattito social (Daniela Regonesi)
8 Liberaldemocratica di sinistra (Ivan Scelsa)
9 La destra giovane
di Valentina Tugnoli (Daniela Regonesi)
10 Conto alla rovescia
per il Vintage (Ivan Scelsa) 12 Cassano d’Adda in rosa (Daniela Invernizzi)
14 La mia banca è differente
43 Mercati, le prospettive tendono al sereno (a cura di Fineco Bank)
44 Rumoroso silenzio:
le foibe a teatro (Ivan Scelsa)
46 Il leopardo nero che c’è in noi (Daniela Invernizzi)
47 Libri e sapori
(Cristina Signorelli)
49 Tommaso Grossi e il suo tempo (Elio Massimino)
L’ultimo arrivato vince
il Campiello (Daniela Invernizzi) 51 La caricatura di Bruno Manenti 15 Il rimborso dei bond BCC 52 Pagazzano Pop; (Cristina Signorelli) La ri-scoperta dei nostri tesori 16 CREA: ricerca e sperimentazione; (Daniela Regonesi) Da Isma a CREA (Daniela Regonesi) 54 Sportiva… Mente (S. Martelli) 18 Dai Salesiani all’Imperial College (Silvia Martelli) Passeggiate di salute (Daniela Regonesi) 20 Gli impasti semplici e genuini (Cristina Signorelli) 56 Max Interni e design 23 Fumagalli Immobili: uno staff (Cristina Signorelli) affiatato al servizio del cliente 57 L’Euro: quale futuro? (Cristina Signorelli)
(Cristina Signorelli)
24 A Treviglio un “bocciolo d’amore“ (Daria Locatelli)
27 Lo “Zio Rock” a Treviglio (Daria Locatelli)
28 Educare alla musica
(Hana Budiˆsová Colombo)
30 A Treviglio un’occasione unica
per un estate “di Pregio” (Lucia Profumo)
31 Elezioni Amministrative (inserto pubblicitario)
41 Mi ricandido per la mia
esperienza (Daniela Invernizzi) 42 I campi nomadi: tra degrado e costi sociali (Ivan Scelsa) 43 Il progetto scolastico (Ivan Scelsa)
(Cristina Signorelli)
58 Una promessa del nuoto:
Sara Morotti
(Daniela Invernizzi)
59 Diabete e paradontite:
la prevenzione passa dall’igiene orale (a cura dello Studio Azzola)
60 La storia dei Baccanelli
di Romano (Ivan Scelsa) 61 Utilizzo dei contanti: norme tributarie (a cura di Giovanni Ferrari)
62 Wilson e i Kart di Zingonia (Ivan Scelsa)
63 La parola ai lettori 66 La vignetta di Juri Brollini Maggio 2016 •
tribuna magazine • 5
Esclusiva 1
1 23,85
0,40
4,12
0,10
1,70
0,10
2,85
0,10
1,50
0,10
3,17
0,10
3,16
0,10
2,50
0,10
3,37
0,38
Proprietà confinante
1,69 3,86
4,45
Cappella 14,83 mq 0,80 2,10
1,00 1,30
sala d'attesa 1 28,37 mq
0,10
Ambulatorio1 18,25 mq
+ 0,00
Ambulatorio 3 14,21 mq
+ 0,00
2
2
2
1,55
2,00 1,30
2,00 1,30
2,00 1,30
2,00 1,30
1,55
2,00 1,30
0,38
0,38
1,60 2,30
5,97
2,87
Ambulatorio 2 18,28 mq
0,80 2,10
0,60
2,65
7,52
Dis.
7,35 3,02
0,80 2,10
0,80 2,10
1,00 2,10
7,42
0,10 1,50
8,20
B.1 5,03 mq
0,80 2,10
6,44
0,10
2,00 1,30
Antibagno
Ambulatorio 4 14,82 mq
2,76
2
0,80 2,10
1,00 2,10
12,20 mq 0,80 2,10
2,96
B.2 3,73 mq
magazzino 1 2,50 0,60
1,00 2,10
1,76
0,40
0,40
Proprietà confinante
Sala d'attesa 2 12,38 mq
1,60 2,30
6,15
8,00
11,60
11,22
6,15
0,80 2,10
0,10
3,12
2,00 1,30
Sala riunioni 29,12 mq
0,38
0,38
3,90
2,00 1,30
3,90
2,00 1,30
2,37 0,40
3,23
1,25
6,45
4,40 0,38
3,64
6,85
1,45 0,38
4,40
1
3,13
2,92 12,22
2,92
2,18 0,38
12,60
1
N
Pianta piano Terra
Pianta del tetto
2,70
3,54
Comune di Treviglio
Sezione 1-1
PROGETTISTA
Prospetto Nord
DIRETTORE DEI LAVORI Bianchi Michael Geometra 3,01
TITOLO DEL PROGETTO ........
COMMITTENTE Padri Monfortani
TITOLO DELLA TAVOLA Sezione 2-2
Prosetto Est
Piante prospetti e sezioni di progetto
PROGETTO
DATA
REVISIONE
Aprile 2016
Poliambulatorio in zona Ovest
TAVOLA N°
6
SCALA
1:100
A termini di legge si riserva la proprietà di questo disegno con divieto di riprodurlo o renderlo noto a terzi senza autorizzazione scritta
Bianchi Michael Geometra
di Ivan Scelsa
Aiutare le persone meno abbienti, gratuitamente. Dal quartiere Ovest il sostegno concreto dei Padri Monfortani
L
a particolare congiuntura economica persistente da quasi un decennio e la conseguente crisi, la sempre crescente necessità di ampliare gli orizzonti della solidarietà e la capacità di anticipare ed intercettare le richieste dei meno abbienti: questi gli spunti di riflessione a cui Padre Eugenio Minori, Superiore della Casa di Treviglio dei Missionari Monfortani, ha saputo trovare risposta con un’idea condivisa da eccellenze e semplici volontari. Nasceranno così spazi e servizi per persone in stato di precarietà, incapaci di permettersi visite ambulatoriali specialistiche o cure particolari. E questo sarà possibile poiché al fianco di Padre Eugenio si è formato un gruppo fatto da persone la cui sensibilità ed attenzione al prossimo sono parte stessa dell’essere uomo. Una volta avuto il benestare dall’Ordine, infatti, il Superiore parla con Angelo Goisis – figura di spessore morale che non ha bisogno di presentazioni – e lo coinvolge nel progetto, cercando persone che, con loro, avrebbero potuto dare vita alla nascita di una Onlus capace di supportare l’ambizioso progetto. «È un’iniziativa che riguarderà non solo Treviglio – dice Goisis – ma anche i paesi limitrofi, e la cui caratteristica principale sarà la gratuità e la spontanea adesione di medici professionisti che volontariamente presteranno la loro opera. Lo stesso biso-
6 • tribuna magazine • Maggio 2016
gna dire per il supporto economico: nessuna donazione di privati, infatti, è stata elargita a favore dell’iniziativa che, al momento, si sostiene interamente grazie all’intervento dei Monfortani. In base alle disponibilità ricevute, negli spazi della rinnovata struttura troveranno posto ambulatori a cui i pazienti potranno rivolgersi per visite con medico di base, pediatra, psicologo, oculista, cardiologo e riflessologo». Domenica 8 maggio, nella chiesa di San Francesco in via Milano 17, la solenne Santa Messa che introdurrà alla benedizione del luogo dove nasceranno gli ambulatori, ovvero all’interno della proprietà dei Missionari. Una celebrazione ancor più importante se rapportata alla ricorrenza del trecentesimo anno della morte del fondatore, San Luigi Maria Grignon de Montfort. «Per il terzo centenario della sua morte - sottolinea Padre Eugenio - daremo un segno importante della sua opera, andando incontro ai più poveri, proprio seguendo il suo insegnamento. Aprite le porte a Cristo, disse il Santo. Ciò che egli possedeva lo donava ai poveri, ai bisognosi e agli ultimi. Ecco, rifacendoci a questo avvieremo quest’importante iniziativa. Già a Ginosa, in provincia di Taranto, l’Ordine dona cibo ai più bisognosi, lo stesso fa in altre realtà, come nella Locride o nel quartiere Sanità di Napoli. L’idea è quella di coinvolgere i laici: i monfortani done-
A sinistra una pagina del progetto, qui sopra l’area in cui sorgerà il Poliambulatorio
ranno il terreno, ma il progetto verrà portato avanti dai laici, dai battezzati. Siamo in attesa conoscere il nome dell’economo che si assumerà la responsabilità della struttura, un requisito indispensabile per il prosieguo del progetto». Indispensabile il supporto all’iniziativa ricevuto da Padre Angelo Epis, Provinciale d’Italia dei Monfortani, da Padre Domenico Seminara e Padre Luigi Colleoni, Consiglieri provinciali dell’Ordine che hanno valutato positivamente l’iniziativa. A presentarci nel dettaglio il progetto è il geometra Michael Bianchi del “Laboratorio di progettazione architettonica” di Treviglio che lo sta seguendo con gli architetti Simone Crippa e Silver Plascheri. «La ristrutturazione dell’edificio, in passato adibito a ricovero per animali – spiega Bianchi – vedrà la nascita di quattro unità, un locale bagni, una sala conferenze ed una per le preghiere e gli incontri spirituali. E ancora: c’è in progetto di creare un magazzino di farmaci per i più bisognosi che, sempre tramite ricetta medica, potranno attingere alle scorte presenti. Qualora pervenga il benestare del Comune, poi, l’idea è quella di creare anche un accesso pedonale per portatori di handicap sul retro. Tra l’altro, oltre agli ambulatori, sarà creato un orto per giovani ed inoccupati, il cui raccolto verrà in parte devoluto ai Monfortani ed in parte potrà essere portato a casa. Se le pratiche verranno consegnate in tempi brevi, potremmo stimare di partire con i lavori già dopo l’estate. A livello tecnico è tutto pronto e i principali interventi riguarderanno lo scavo, il consolidamento delle pareti, la creazione di un vespaio nuovo, i pilastri in cemento armato, l’isolamento termico delle pareti e la copertura in travi in legno, anch’esse isolate termicamente. Poi dovrà pervenire l’agibilità dell’ASL, una procedura instaurabile solo dopo l’individuazione del responsabile della struttura».
Foto di Enrico Appiani
Elezioni e web
Dibattito Social di Daniela Regonesi
Un commento ad un video di tribunaTV dà il via, su Facebook, ad un esempio positivo di dibattito politico spontaneo, pacato e intelligente
P
otenza di un post? Forse sì, perché in tempi di campagna elettorale 2.0 Facebook e i social network, come già sottolineava Stefano Pini in apertura del numero di aprile de “la tribuna”, possono davvero fare la differenza, almeno per una fetta rilevante dell’elettorato. Ma andiamo con ordine: è una calda domenica di inizio primavera e Marco D. Ferri, amministratore della nostra testata, condivide il post di tribunaTV dedicato all’intervista a Gianni Ferriero – ultimo in ordine di candidatura tra i concorrenti alla poltrona di sindaco di Treviglio, nonché primo a ritirarsi – in merito ai graffiti presenti sul muro di cinta di piazza Setti. Nel video l’avvocato ripercorre la genesi e l’atmosfera positiva e di buona collaborazione che avevano caratterizzato il progetto: riunire diverse “bande” di writers per dare vita ad un’opera legale, con il sostegno dell’amministrazione comunale. Prendendo spunto da quel graffito, che riporta la frase “Scardina Prendi Coscienza Per Affermare La Tua Esistenza” e riconoQui a fianco: il capolista di “Nuova Prospettiva” Gianni Ferriero durante l’intervista. In alto: una veduta del murales di piazza Setti
scendo che il muro trevigliese non compete con omologhi ben più famosi – prima tra tutti l’East Side Gallery di Berlino – Ferri commenta: “Possono piacere o no i graffiti in Piazza Setti ma quel muro è un pezzo di storia della mia città natale, quindi lancio un appello ai candidati sindaco, agli amici trevigliesi, a chi ne ha la competenza e la possibilità per trovare una soluzione di recupero!!”. Si scatena l’inferno? No, le proposte per riqualificare l’area e preservare l’idea alla base dell’opera si fondono e diventano spunto per un botta e risposta spontaneo, pacato e intelligente. Ognuno con le proprie posizioni, i candidati dicono la loro coinvolgendo nella discussione anche altri utenti del social: imprenditori, politici, semplici cittadini. Il primo è Juri Imeri, che sottolinea: “Idea condivisa. Non a caso è partito un progetto graffiti a fine 2015 con la pulizia di tutti i sottopassi e delle superfici comunali imbrattate. E l’esperienza di Piazza Setti si riproporrà tra poche settimane sui muri dello stadio in collaborazione con scuole, comitato di quartiere e associazione La Bussola. Era ed è un progetto pilota; da estendere e promuovere in altre zone. Compresa la nuova Piazza Setti. Le buone idee non hanno colore”. Al suo commento segue quello di Gianluca Pignatelli, che ribadisce la sua posizio-
ne sul progetto dell’area: “Piazza Setti non andava toccata. Non in questo modo, con questi tempi e con questo progetto. Il buco è milionario. Il parcheggio c’è già. E non mi pare che nella gara d’appalto il Comune abbia previsto di salvare i murales. E poi non dimentichiamoci il pezzo delle antiche mura che sono lì sotto”. Erik Molteni, invece, sottolinea: “Il recupero dei graffiti, come peraltro già fatto in altre realtà, è sicuramente possibile. Basta che ci sia la volontà di farlo. Per questo proporrei di contattare l’impresa che si occupa dei lavori. L’unico problema è quello di individuare una location dove poterli sistemare, temporaneamente o in maniera definitiva”. Condivide la sua posizione Emanuele Calvi, che precisa: “Opterei per uno spazio espositivo definito, dove finalmente si fanno politiche giovanili aldilà di quello che ci diciamo e mettiamo sulla carta. Perché non pensare ad uno spazio dedicato ai ‘Murales’ in quanto espressione artistica, con la possibilità di organizzare delle manifestazioni regolari per giovani artisti. Pensiamo a quanto si è fatto nel resto d’Europa in materia, del valore aggiuntivo alla città di Treviglio... del valore aggregante”. La posizione espressa da Dario Lonati – imprenditore e consigliere dei Commercianti Trevigliesi che offre la “massima disponibilità per un progetto Graffiti a qualsiasi futuro sindaco di Treviglio” – viene condivisa da Giuseppe D’Acchioli, che gli risponde: “Il suo pensiero calza con il mio. L’arte non ha colore politico, chi è competente deve mettere in campo le proposte mentre il governo dell’amministrazione comunale deve operare per tradurle in soluzioni”. Seguono quindi altri commenti di vari esponenti del mondo economico, politico, sociale e culturale: per problemi di spazio non ci è possibile riportarli tutti, ma ad ognuno va il plauso per aver saputo proporre il proprio punto di vista in maniera civile, seria ed educata. Sappiamo che dovrebbe essere la regola, ed è bello poter constatare che siamo in grado di seguirla. Maggio 2016 •
tribuna magazine • 7
Foto di Enrico Appiani
Elezioni a Treviglio
Liberaldemocratica di sinistra di Ivan Scelsa
Cristina Ronchi: le sue idee, la sua militanza politica, la sua lista Molteni Sindaco
L’
intelligenza, la personalità e la sagacia politica di Cristina Ronchi ti spingono a parlare con lei di politica in senso lato, riportandola a temi di più ampio respiro e caratura. E questo, in parte, tralasciando i temi propri di una campagna elettorale per conoscere meglio la persona. In più occasioni si è definita una “liberale nei valori, minutiana come formazione politica amministrativa, amore per il territorio e valorizzazione dell’identità…” «La mia passione per la politica è esplosa quando ero ancora ragazza, leggendo Montanelli. I primi passi, invece, sono riconducibili all’amministrazione Minuti. Allora scrivevo per un giornale locale, per cui la mia visione era strettamente a contatto con le esigenze della Città. Parallelamente ero impegnata anche nel sociale, occupandomi di temi importanti come l’abbattimento delle barriere architettoniche e dei diritti civili. Sono stata anche la prima donna presidente del Rotary di Treviglio, commerciante ed attualmente consigliere del teatro Filodrammatici. Credo di aver vissuto a pieno il cambiamento di passo della Città negli ultimi anni, soprattutto dopo l’introduzione della Zona a Traffico Limitato in centro». Come risponde a chi le contesta di aver avuto un’esperienza politica così varia: dal movimento di Giannino al PD, l’Associazione Ali e Treviglio Attiva, passando per Forza Italia. Quanti sono i partiti e
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movimenti in cui ha militato? «L’impegno amministrativo mi ha sempre contraddistinto, sempre nel centro sinistra. Dall’esperienza di “Città Nuova” del 1993, nel 2011 passai a quella di “Treviglio Attiva”, sempre con Minuti. Ora con la mia lista appoggio la candidatura di Molteni a Sindaco, sempre aperta alla società civile. Oscar Giannino, invece, è un grande amico. Con Luigi Zingales ebbe l’idea di lanciare il manifesto “Fermare il declino”; non era un partito, ma un manifesto per fermare il debito pubblico: 10 punti economicoculturali sottoscritti da ventimila cittadini in pochi mesi. Era la vittoria dell’antipolitica, della repulsione verso i partiti. Giannino era il megafono del malessere vissuto dal Paese: facemmo 4 mesi di banchetti, nell’inverno più freddo che io ricordi e, con l’aiuto di pochi volontari, raccogliemmo oltre settemila firme. Fu un successo che condividemmo anche con Giuseppe Pezzoni e tutti coloro che ci aiutarono a certificare tutte quelle firme. La conclusione fu poi quel “peccato veniale” di Oscar che, in parte, rimanda alle note vicende politiche locali. A quattro giorni dal voto, il movimento era diventato nostro, non più di Giannino, che si dimise ammettendo di non aver mai frequentato quel Master universitario, sbugiardato proprio da Luigi Zingales». Riprendendo una frase che lei ha scritto su facebook: “Il tuo Cristo è ebreo. La tua democrazia greca. Il tuo caffè brasiliano. La tua vacanza turca. Il tuo alfabeto latino.
“Buona campagna elettorale! L’augurio è rivolto a chi ha la medesima visione costruttiva della stessa”, commentava Valentina Tugnoli postando questo selfie che la ritrae con Cristina Ronchi prima del confronto in diretta tra i candidati sindaco, l’11 marzo scorso.
Solo il tuo vicino è straniero (1994, Muro di Berlino)”, pensa sia ancora applicabile ad una Comunità Europea sempre più bisognosa di identità e tutela per le proprie radici? «È una citazione dal senso filosofico. Le problematiche legate a profughi, a direttive europee e congiuntura economica determinano una attenta lettura di ciò che accade. Paghiamo il prezzo di mancanza di politiche unitarie e condivise a livello europeo proprio nel momento in cui stiamo vivendo un esodo epocale e di sfiducia dalla politica. Questo porta all’autodifesa, alla chiusura. Dobbiamo aver chiaro che dobbiamo aprirci, essere ricettivi, capire ed integrare (quando sussistono le condizioni)». E in ambito locale? Cosa pensa possa fare una giunta comunale per favorire l’integrazione di persone così lontane da noi per abitudini e cultura? «Non sempre dobbiamo relazionarci con individui problematici. Innanzitutto all’assessorato alla cultura affiancherei un assessorato alla famiglia. Poi la sicurezza, con un rapporto sinergico con le forze dell’ordine e le associazioni che li aiutino a capire la nuova realtà in cui vivono, come ad esempio avviene con la Quercia di Mamre». Qual è il primo problema che affronterebbe a Treviglio? «Occorre ritrovare coesione sull’identità della Città. Al noto Consiglio che sancì l’uscita di Pezzoni sulla piazza ero sinceramente dispiaciuta per i gesti rivoltigli. Coloro che avevano cercato di aggredirlo non erano persone dei centri sociali, ma “borghesi”. Questa spaccatura non dà merito agli sforzi dei commercianti trevigliesi che stanno animando nuovamente la città che, ricordiamolo, è ricca di potenzialità. Per questo credo che le dinamiche di partito non debbano far parte del modo di vivere la politica della lista che rappresento».
Foto di Enrico Appiani
La destra giovane di Valentina Tugnoli di Daniela Regonesi
La capolista del circolo trevigliese “Fratelli d’Italia” ci racconta amore ed impegno per Treviglio “bella e ribelle”
A
nima e artefice del neonato circolo cittadino di “Fratelli d’Italia”, di cui è fondatrice e presidente, Valentina Tugnoli si presenta come capolista a sostegno della candidatura di Juri Imeri: cerchiamo di conoscerla meglio. Fiscalista e trevigliese di adozione: per chi non ti conosce presentati in breve. «Ho trent’anni e sono fiscalista. Le mie due caratteristiche sono il diritto tributario – la carriera è fondamentale – e la politica, che ho coltivato come passione e hobby nei circoli giovanili di Alleanza Nazionale, poi via via l’impegno è cresciuto fino alla mia candidatura. Oltre a ciò, i miei amori sono lo sci e l’equitazione». La tua lista si presenta in appoggio e continuità con l’amministrazione uscente, ma di fatto rappresentate la novità della coalizione. Qual’è il primo bisogno che ha Treviglio, secondo te? «Di un clima più sereno e maggior dialogo tra le forze politiche. Serenità di confronto e dialogo tra chi governa e chi è all’opposizione. Treviglio è bella, va valorizzata. Vivo qui da un anno e mezzo – sono originaria di Romano di Lombardia – e sono orgogliosa di essere trevigliese. Un clima sereno e costruttivo gioverebbe alla città stessa». Hai affermato ai nostri microfoni che non desideri che ci si concentri troppo sul fatto di essere un candidato donna ma,
secondo te, di cosa hanno bisogno innanzitutto le donne? «C’è bisogno dell’impegno delle donne in tutti i settori professionali. La politica è deficitaria perché le donne sono impegnate quotidianamente in trenta altri lavori oltre che nella loro professione. Importante è il loro ruolo nell’associazionismo. Le donne sono più brave a superare i confini, ad operare trasversalmente: forse ci si capisce di più, c’è più collaborazione e meno rivalità. Posso portare l’esempio di stima e confronto positivo che vivo, ad esempio, con Laura Rossoni: abbiamo idee diverse ma stima e rispetto sono reciproci». Nell’articolo di Cristina Signorelli apparso sul nostro numero di novembre, nel quale veniva presentato il tuo libro “Next Polis”, affermavi che l’obiettivo è “costruire insieme realtà comunali adeguate alle sfide del futuro perché dotate di una solida memoria del proprio passato”: quali sono le sfide del futuro? «Si sentono slogan come “Smart City”, che vogliono dire tutto e niente. Io penso che già mantenere una situazione di decoro urbano, senza ricorrere a grandi opere, rendendo la città vivibile sia un gran risultato. Il nostro è un territorio estremamente produttivo, crocevia delle province di Lodi, Bergamo, Milano e Cremona, che non va inteso come capoluogo della Bassa, è riduttivo. Bisogna rivalutare questa centralità».
Per quanto attiene alla memoria del passato? «Il passato è un punto cardine. Bisogna guardare alla nostra torre millenaria, per ritrovare l’orientamento nei momenti di smarrimento. Vi è una dimensione di cittadina di provincia da mantenere, con valori cattolici sani e genuini ma, come ho detto, con l’ambizione di crocevia». Hai affermato che la cultura non è solo appannaggio della sinistra... «Sì, tant’è vero che stiamo lavorando al progetto di istituire una Capitale Italiana della Cultura Fuoriporta: analogamente a quanto viene fatto con i capoluoghi di provincia, ma con le dimensioni di cittadina. Treviglio ne è l’emblema, deve essere il capofila di questo progetto che, se vinceremo, esporremo in dettaglio; per scaramanzia preferisco non entrare nei dettagli! Comunque Treviglio è bella: basti pensare a Castel Cerreto, al Museo Civico, al Polittico, al Museo Verticale...L’amministrazione uscente, di centro destra, ha fatto molto; Beppe Pezzoni ha onorato la sua delega, quindi l’aspetto culturale non è appannaggio della sinistra». Molti personaggi, in ambiti molto diversi, ci hanno spesso sottolineato la necessità di una regia, anche sovralocale. Qual’è la tua opinione in proposito? «Treviglio è a sé, ribelle e indisciplinata. Soffre il dualismo con Bergamo, percepita come antagonista, e strizza l’occhio a Milano: del resto la storia parla da sola, eravamo parte del Ducato di Milano. La regia c’è se si usa il buonsenso. Chiunque vinca deve saper dialogare con Regione e Provincia. Noi diamo massima disponibilità». Hai creato tu da zero il circolo cittadino di Fratelli d’Italia. «È la prova che con un partito piccolo siamo riusciti a creare un bel gruppo. Siamo felici dell’entusiasmo dei trevigliesi, siamo giovani ma ci affidiamo anche all’esperienza positiva di chi sa amministrare: fare altrimenti sarebbe rischioso, perché Treviglio è una macchina complessa. Siamo una squadra serena e coesa». Maggio 2016 •
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Eventi
Conto alla rovescia per il Vintage di Ivan Scelsa
Il Comitato organizzatore è al lavoro già da alcuni mesi. Un impegno costante per un evento che si preannuncia tra i più grandi mai organizzati finora per varietà e numero di attrazioni
S
olo due mesi separano Treviglio da questo grande evento. Come abbiamo avuto modo di sottolineare nel numero di marzo de la tribuna, il Comitato organizzatore è al lavoro dallo scorso autunno per rendere ancora più interessante questa terza edizione. Vario ed articolato il programma di cui la nostra redazione – ci teniamo a sottolinearlo – ha ricevuto alcuni spunti in anteprima: un’attestazione di stima che ci gratifica e induce a seguire ancor più attentamente questo appuntamento. Ovviamente non vi sveleremo tutte le importanti attrattive presenti, né vi parleremo dello straordinario impegno profuso dal Distretto del Commercio e dai Commercianti Trevigliesi (inutile sottolineare come un evento di tale portata non possa essere realizzato senza il loro supporto). Ci teniamo però a sottolineare come la spinta propositiva, spontanea e professionale di tutte le forze in campo stia dando i suoi risultati. Nel primo weekend di luglio il centro (e non solo…) saranno più che mai catalizzanti e in gran spolvero, in grado di trasformare la Città nel capoluogo del Vintage e dello spettacolo di qualità. Ma facciamo un passo alla volta iniziando a parlare di musica. L’attenzione rivolta alla selezione dei gruppi che animeranno i
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pomeriggi e le serate in piazza renderà eterogenea l’offerta, piacevole e fruibile dai giovani tanto quanto da chi Treviglio la ricorda davvero “vintage”, custodendo nei cassetti della memoria i ricordi delle canzoni popolari udibili in via, che scandivano il tempo tra l’operoso lavoro che animava la quotidianità di via Sangalli, via Galliari, via Roma…
Evento clou della manifestazione il concerto della domenica sera de La Band del Brasiliano, un nome importante e di caratura nazionale che, tra rivisitazioni di grandi successi di Ennio Morricone e dei fratelli De Angelis (gli Oliver Onions, per intenderci), proporrà canzoni di successo che hanno fatto la storia della musica italiana. Lo stesso accadrà per i cortili che si trasformeranno in piccoli scrigni dei ricordi, tutti unici, tutti diversi. Le corti appunto: per decenni protagoniste indiscusse del centro cittadino, vivranno l’unicità di un tuffo nel passato dedicato ad uno specifico periodo. Ovviamente riletto in chiave cinematografica, supportato dalla presenza in piazza Manara di Cortomobile, il cinema più piccolo del mondo, che per la prima volta sarà presente in provincia di Bergamo dopo aver “toccato” la Lombardia alcuni anni fa, in una sola occasione, in concomitanza di un importante festival milanese. E ancora: importanti e storici marchi, operanti e da sempre presenti sul territorio, che vogliono continuare ad esserne simbolo
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identitario tra cui la Bianchi, storico marchio trevigliese da sempre vicina alla Città. E poi tutte le altre “spettacolari” attrazioni che ravviveranno piazza Manara, piazza Garibaldi, piazza Mentana e che, ne siamo certi, obbligheranno gli organizzatori ai tempi supplementari tra cui, da non sottovalutare il Circo Sterza, anch’esso il più piccolo che abbiate mai visto. Che evento! Probabilmente siamo ad un punto di svolta nella programmazione e nella realizzazione degli eventi cittadini: anche grazie al sito internet (www.trevigliovintage. it) in costante aggiornamento ed ampliamento, la mail di contatto di Treviglio Vintage riceve quotidianamente richieste spontanee di adesione, partecipazione e supporto. E non sono solo attività commerciali. Già confermata infatti la presenza di associazioni, gruppi spontanei e singoli appassionati provenienti da varie province lombarde tra cui Milano, Varese, Cremona, Lodi e Brescia. Ma anche dal Veneto, da Bologna e da Torino. Segno delle potenzialità di crescita dell’evento e, perché no, del nostro territorio, mai così vivo di iniziative come negli ultimi anni.
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Eventi
Cassano d’Adda in rosa di Daniela Invernizzi
In occasione della 17ª tappa del giro d’Italia, con arrivo a Cassano d’Adda, sono previsti numerosi eventi sportivi e culturali
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rriva a Cassano d’Adda il 25 maggio la 17esima tappa del giro d’Italia 2016, con partenza da Molveno, unica tappa prevista quest’anno in territorio lombardo, visto che la passerella finale sarà nel capoluogo piemontese. Il percorso, quasi totalmente pianeggiante, prevede il passaggio della carovana rosa, proveniente dal bresciano, anche da Caravaggio e Treviglio prima di arrivare in quel di Cassano, sul viale Europa. L’arrivo sulle rive dell’Adda coinciderà con il cinquantesimo anniversario della vittoria di Gianni Motta al Giro d’Italia del 1966, che dunque festeggerà questa bella ricorrenza proprio al suo paese natale. «Ringrazio l’amministrazione comunale per essersi impegnata ad avere la tappa a Cassano – ha dichiarato Motta ai microfoni di Tribunatv – vi aspettiamo in tanti, sarà una grande festa». E in effetti ci si aspetta un bel bagno di folla da tutta la Lombardia, nonché l’attenzione mediatica di oltre 120 paesi da tutto il mondo. A corollario della tappa si è mossa fin dal mese di ottobre scorso la macchina orga-
nizzativa, con un comitato che già dall’inizio dell’anno sta proponendo una serie di eventi capaci di coinvolgere tutti, non solo gli appassionati di ciclismo. Uno dei più gettonati è stato senz’altro l’incontro con Gianni Motta e Felice Gimondi lo scorso 23 marzo all’Isola Borromeo, per chiacchierare di ciclismo di ieri e di oggi. Ma moltissime sono le iniziative ancora in programma che ci porteranno dritti alla giornata di tappa, il 25 maggio, quando Cassano d’Adda si colorerà letteralmente di rosa. Molto interessanti le proposte teatrali. Il 6 maggio il Teatro a Pedali comincia la Rassegna Teatrale “a ruota libera” con “La strada del coraggio. Gino Bartali, eroe silenzioso” - Compagnia Luna e Gnac, alle ore 21 presso la Sala del Centro Civico di Via Dante a Cassano d’Adda, spettacolo dedicato alla figura di Gino Bartali, dal campione di ciclismo al suo impegno per aiutare gli ebrei durante il periodo fascista. Venerdì 20 maggio ore 21 presso l’Auditorium del Liceo Scientifico di Via Papa Giovanni, c’è “Fiatone. Io e la bicicletta”, educazione sentimentale
Foto di Enrico Appiani
alla bicicletta, alla riscoperta del tempo, di sé e della fatica. Per i più piccoli c’è anche “Scateniamoci” - Compagnia Colpo d’Elfo, sabato 28 maggio ore 10 presso la Sala del Centro Civico di Via Dante, mentre la sera, alle 21 “Pantani era un dio” - Compagnia Aedopop e Fabrizio Pagella. Tutti gli spettacoli sono ad ingresso gratuito. Non solo teatro, ma anche mostre, concorsi di vario genere (anche una miss e un mister!), appuntamenti musicali in diversi luoghi della città e tanti altri sport come la pallavolo (7 maggio), la ginnastica artistica (7-8 maggio), spinning e nuoto (22 maggio), calcio femminile (21-22 maggio); segnaliamo in particolare la giornata dello sport integrato “Nessuno escluso” organizzato dall’Anffas di Gorgonzola; la gara fra band giovanili il 15 maggio, e la gara ciclistica del 14 maggio “Aspettando la tappa”. Il quartiere-tappa sarà allestito nella splendida villa Borromeo, mentre l’open village verrà ospitato tra piazza Cavour e piazza Garibaldi, appena superato il ponte che conduce in Cassano d’Adda. All’interno di questi spazi ci saranno studi televisivi, radiofonici, uffici stampa, stand degli sponsor, giuria e tribune per un totale di circa 2000 persone e 500 mezzi. Uno sforzo organizzativo notevole per una grande festa sportiva che porta comunque lustro alla città e un ritorno economico non indifferente. La tappa partirà da Molveno intorno alle 12,30 e l’arrivo è previsto dopo le 17. Tutte le informazioni relative al percorso, alle modifiche alla viabilità e agli eventi di cui vi abbiamo parlato sono visibili sul sito www.cassanodaddagiroditalia.it Consigliamo anche la nostra intervista a Gianni Motta e Felice Gimondi su www. tribunatv.tv Maggio 2016 •
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Economia e banche
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La mia banca è differente Cristina Signorelli
In un incontro con i Soci prima dell’Assemblea Annuale, il Presidente, Giovanni Grazioli, e il Direttore Generale, Franco Riz, hanno spiegato le novità che porterà la riforma delle Banche di Credito Cooperativo e le scelte strategiche fatte nel passato biennio
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l 6 aprile è stato organizzato da Banca di Credito Cooperativo di Treviglio, presso il TNT a Treviglio, un incontro per esporre ai Soci i punti salienti dell’autoriforma delle Casse Rurali, approvata con legge in quegli stessi giorni, prima che si svolgesse l’Assemblea Annuale dei Soci prevista per il 1 maggio. Il Presidente Giovanni Grazioli ha spiegato che la riforma prevede la creazione di un unico grande gruppo, nel quale confluiranno tutte le attuali BCC: «Il Consiglio di Amministrazione, ed io personalmente, diamo un giudizio molto positivo su questa riforma, che consideriamo necessaria per mettere in sicurezza e dare una definizione davvero moderna al credito cooperativo. Inizia ora un percorso di costruzione del nostro futu-
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Il rimborso dei bond BCC di Cristina Signorelli
Luca Severgnini, responsabile area finanza, ci spiega l’operazione pubblica d’acquisto effettuata da Banca di Credito Cooperativo di Treviglio e della Geradadda sulle obbligazioni subordinate
ro che dovremo governare nel migliore modo possibile. Le nuove regole del sistema bancario ci impongono di affrontare nuove sfide. Con questa riforma potremo garantire solidità al sistema, pur rispettando i valori di mutualismo e vicinanza al territorio che ci sono propri». L’autoriforma prevede inoltre che, ognuna delle quattordici Banche di Credito Cooperativo con un patrimonio superiore ai 200 milioni al 31 dicembre 2015, potrebbe decidere di trasformarsi in Società per Azioni anziché confluire nel nuovo Gruppo. Si ritiene, verosimilmente, che tutte le attuali BCC si raggrupperanno insieme formando il terzo o quarto polo bancario italiano per dimensioni ed importanza, all’interno del quale ogni singola banca potrà godere di autonomia in forza di alcuni parametri. Come ha sottolineato il Direttore Generale, Franco Riz: «Nel passato biennio abbiamo approntato delle operazioni di gestione straordinaria che hanno generato una importante perdita di bilancio. Le scelte strategiche compiute avevano l’obiettivo di raggiungere, nel minor tempo, i parametri patrimoniali, fissati dalla riforma, per mantenere una completa autonomia. In questo modo abbiamo rafforzato anche la nostra credibilità presso la Banca d’Italia». A completamento del percorso intrapreso in questi anni, in Assemblea dei Soci verrà proposto un aumento di capitale di 10 milioni di euro, per rafforzare anche la posizione patrimoniale della banca. La grande affluenza di pubblico ha testimoniato l’interesse, sempre più frequentemente accompagnato dalla preoccupazione, che suscitano le recenti vicende che hanno travolto alcuni istituti bancari italiani. Ben vengano quindi le spiegazioni e i dati, forniti da Grazioli e Riz, circa la solidità patrimoniale della Bcc Treviglio e dei futuri impegni che verranno assolti. Insomma: La mia banca è differente.
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er anni abbiamo guardato alle banche con fiducia. Anche quando nel 2008 la crisi finanziaria ha travolto il sistema finanziario americano ed europeo, da noi si continuava a ripetere che gli istituti bancari italiani erano solidi e inattaccabili. Invece, un bel giorno, abbiamo scoperto che alcune banche italiane erano a rischio, ma soprattutto mettevano a rischio i soldi dei risparmiatori. L’introduzione di nuove norme comunitarie più rigorose, come il bail-in, completa il quadro. Ecco spiegata l’ansia dei correntisti che, dopo le note vicende delle quattro banche fallite, si è amplificata concentrando tutta l’attenzione sulle obbligazioni subordinate, titoli con un elevato grado di rischio emessi dalle banche. «A novembre – ci spiega Luca Severgnini, Responsabile Area Finanza di BCC Treviglio – appena è scoppiato il caso di Banca Etruria, Marche, CariChieti e CariFerrara, abbiamo deciso di avviare un’operazione di rimborso delle nostre subordinate. Sebbene la nostra banca abbia una solidità nota, volevamo dare un segno di ulteriore fiducia ai nostri correntisti». Infatti, anche la Banca di Credito Cooperativo di Treviglio, come molti altri istituti di credito, aveva emesso bond subordinati, per circa 15 milioni di euro, nel 2009. «La scadenza naturale di tali obbligazioni – prosegue Severgnini – è per fine 2016, pertanto l’operazione di rimborso, che viene effettuato al prezzo nominale
di acquisto, non incide sul nostro bilancio». L’immediata decisione del Consiglio di Amministrazione si è tradotta in realtà solo in questi giorni. «L’offerta pubblica di acquisto – in gergo OPA – volontaria, era l’unica opzione possibile per riacquistare i nostri bond. Era nostra volontà procedere velocemente, ma i tempi tecnici necessari ad ottenere l’autorizzazione della Banca d’Italia, non sono stati brevissimi». Ad oggi sono stati convocati individualmente tutti i sottoscrittori di queste azioni, offrendogli la possibilità di rimborso anticipato, al quale hanno aderito la maggior parte degli interpellati. «Avevamo proceduto con particolari precauzioni – aggiunge Severgnini – al collocamento presso la clientela retail. I tagli minimi della subordinata erano di 50.000 euro e non poteva eccedere il 20% del patrimonio dell’investitore. Inoltre il profilo di rischio veniva compilato con estrema attenzione. Tutto ciò per assicurarci di vendere titoli di rischio a clienti consapevoli». La forte risposta esprime, meglio di qualunque altro indicatore, il grande disagio che oggi vivono i piccoli risparmiatori, anche se ben informati. L’iniziativa promossa da BCC dimostra un’attenzione ai propri correntisti e alle loro paure, seppur in questo caso infondate, in linea con l’etica mutualistica propria di una banca nata e sviluppatasi sul territorio.
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Eccellenze
CREA: ricerca e sperimentazione di Daniela Regonesi
Forse non tutti sanno che un centro di eccellenza come il laboratorio del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria ha sede a Treviglio
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agli anni ‘60 la ricerca scientifica è di casa a Treviglio. Risiede in una palazzina vintage al numero 43 di via Milano, ma è decisamente al passo coi tempi, anzi: potremmo dire che chi vi lavora si impegna a tradurre in presente il futuro, almeno nell’ambito della meccanizzazione agricola. Con molta curiosità ne varco i cancelli. A fare gli onori di casa è il dottor Carlo Bisaglia, primo ricercatore del laboratorio cittadino. Immediatamente sfata il mio primo mito: «La meccanizzazione agricola è, per forza di cose, legata ai trattori, ciò comporta una collaborazione con i costruttori, come ad esempio la vicina Same Deutz Fahr, ma di fatto sono cose diversissime. Noi siamo un ente pubblico di ricerca, vigilato dal Mipaaf (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali). Ci occupiamo di ricerca e sperimentazione collegati alla meccanizzazione agricola, pertanto i costruttori sono nostri partner di ricerca con i quali abbiamo ottimi rapporti». Il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) è costituito dalla sede centrale a Monterotondo, e dal “nostro” laboratorio di ricerca. Circa 500 ricercatori in Italia effettuano Ricerche sul comfort di trattori agricoli con l’utilizzo di sensori che misurano la distribuzione del peso del conducente su sedile e schienale
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studi nel campo della genetica, del clima, delle colture erbacee, orticole ed arboree, e, appunto, della meccanizzazione agricola. «Essa ha tantissimi impatti – mi spiega Bisaglia – sull’economia, sulla sicurezza e sulla manualistica. Quest’ultima, ad esempio, deve essere di facile e agile consultazione. Nel nostro laboratorio ci occupiamo anche di ergonomia e zootecnia». Il centro trevigliese è riconosciuto come sede ufficiale OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nel cui programma dagli anni ‘60 si è stabilito di utilizzare un linguaggio tecnico univoco,
Sopra, da sinistra a destra: Il CREA-ING di Treviglio nel corso di un convegno sulla meccanizzazione agricola Una delle piste a risalti del CREA-ING di Treviglio per lo studio delle vibrazioni secondo lo standard ISO 5008 Il banco-prova del CREA-ING di Treviglio per lo studio delle vibrazioni sulle macchine agricole
comprensibile da tutti. Una delle principali attività svolte da CREA riguarda proprio la standardizzazione: le prove di misura di potenza in traino, sui trattori e sulle macchine agricole, devono essere effettuate su pista, perché le condizioni possano essere facilmente ripetibili nel mondo; standard, appunto. La prima pista trevigliese risale a metà degli anni ‘60, è piccola perché adatta a mezzi di dimensioni ridotte. «Ma le cose sono cambiate, i trattori sono evoluti in modo straordinario. Pertanto nel 2004 il Mipaaf ha finanziato la costruzione di una nuova pista, adeguata ai tempi: è costituita da due anelli, uno in cemento ed uno in asfalto, più due piste con risalti di legno ove effettuare le prove di comfort e vibrazione. Questi percorsi in legno, conformi alla norma ISO 5008, rendono le condizioni ripetibili. L’area copre una superficie di circa 15 ettari: si possono effettuare studi sul pneumatico, prove di prototipi e di introduzione di tecniche di agricoltura di precisione». Ampio spazio è dato agli studi di ergonomia, in considerazione del fatto che i trattori sono, per gli agricoltori, un posto di lavoro vero e proprio: vengono effettuati test per verificare le vibrazioni attraverso apparati di misura scientificamente validi e ripetibili. Vanto di Treviglio è il secondo banco vibrante pubblico europeo – l’altro è in Belgio. È uno strumento di indagine importante per migliorare la costruzione delle macchine agricole: il banco, programmabile per simulare pressoché qualunque tipo di situazione in termini di suolo, pavimentazione e sollecitazioni, permette di testarne il comfort. L’obiettivo del centro è favorire la diffusione di tecnologie ingegneristiche: «Non abbiamo compiti di docenza, ma collaboriamo con diverse università per progetti condivisi. Tra le scuole del territorio l’Itis ci ha
Da ISMA a CREA
L’
Istituto Sperimentale di Meccanica Agraria nasce a Milano nel 1920, con il compito di coordinarsi con le Scuole Superiori di Agricoltura per promuovere lo sviluppo della meccanica agraria nazionale. Viene inserito nel 1967 tra gli Istituti di Ricerca e Sperimentazione del Ministero dell’Agricoltura e Foreste prendendo il nome di ISMA (Istituto Sperimentale per la Meccanizzazione Agricola). A seguito di un piano di riorganizzazione delle attività sperimentali, iniziato nel 1956, l’istituto si trasferisce a Treviglio in una nuova sede dotata di laboratori e campi sperimentali, confluendo, nel
coinvolto per il bando di alternanza scuola/ lavoro, per far conoscere gli sbocchi professionali ai ragazzi». Prosegue Bisaglia: «Nel 2050 ci saranno 9 miliardi di persone sul nostro Pianeta: bisogna chiedersi cosa fare per nutrirle. Da qui l’importanza di investire nella tecnologia dell’agricoltura. È necessario utilizzare meglio acqua e territorio, perché le risorse sono limitate e la popolazione è in crescita. Non si inventa nulla di nuovo, si mettono le tecnologie esistenti a servizio dell’agricoltura, dove
1967, negli Istituti di Ricerca e Sperimentazione del Ministero dell’Agricoltura. Nel 1999 la Legge 454 istituisce il CRA – Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura – di cui la sede di Treviglio diventa il Laboratorio dell’Unità di ricerca per l’ingegneria agraria (CRAING), acquisendo nuove competenze. Nel 2015, dalla razionalizzazione dei precedenti enti vigilati dal Ministero, nasce CREA, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, nato e concepito per dare al Paese un centro di eccellenza, in grado di supportare i territori e le imprese agricole nella sfida per la tutela e la promozione del made in Italy agroalimentare. D.R. sono ancora sconosciute». Gli esempi non mancano e sono ricchi di fascino: i campionamenti permettono di concimare in maniera differenziata il terreno a seconda delle sue esigenze, evitando sprechi energetici e di materie prime e risorse; oppure il satellite può guidare dall’alto una macchina agricola e, avvalendosi di una sorta di pilota automatico che la guida con altissima precisione, arrivare a coltivare un ettaro in più all’ora. Tuttavia su questa strada si incontrano alcune difficoltà, perché se negli anni ‘20 era
la meccanizzazione a spaventare i contadini, oggi può esserlo l’informatica: «La mancanza di competenze specifiche può generare diffidenza negli agricoltori. Dovrebbero essere competenti su tutto, ma non è facile. Mentre un ente pubblico di ricerca deve stare al passo con i tempi: è una missione difficile perché tutto cambia. Si tratta di introdurre tecnologie di alta qualità in un settore già meccanizzato». Ed è bello sapere che ricerca ed eccellenza da noi sono di casa, da almeno sessant’anni.
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Giovani talenti
Dai Salesiani all’Imperial College di Silvia Martelli
Incontriamo un altro giovane ricercatore di successo: Samuele Grandi, ex studente dei Salesiani, impegnato in un dottorato in fisica in quel di Londra
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i sono passioni che emergono fin da quando si è bambini, altre invece maturano con il tempo, diventando un sogno consapevole per il proprio futuro. È quest’ultimo il caso di Samuele Grandi, nato a Gessate nel 1988, ex studente del liceo scientifico dei Salesiani di Treviglio, attualmente impegnato in un PhD (dottorato) in fisica nella prestigiosa università Imperial College di Londra. «Da bambino volevo fare lo scafista» dice Samuele ridendo. Con l’arrivo della terza media, è di opinione diversa: sa di voler fare l’università, “ma quale?”. Considerata l’indecisione, frequentare il liceo scientifico sembra la scelta più ragionevole, un trampolino per il suo futuro universitario, grazie ad un’offerta formativa ampia e variegata. «Continuavo ad avere dubbi al riguardo, più che altro se ce l’avrei fatta… Tutta fifa la mia!». Gli anni del liceo non sono impegnativi come previsto, ma Samuele continua ad essere incerto sul suo futuro. «Avevo molti interessi, tra cui la chitarra elettrica, le lingue, i viaggi, le immersioni subacquee, ma trovare una singola passione a cui dedicare la mia vita era difficile». La svolta avviene tra la quarta e la quinta liceo, quando un professore di fisica invita lui e i suoi compagni a partecipare ad alcuni seminari universitari sulla fisica moderna, ideati per studenti del liceo. «Oltre che un’ottima occasione per uscire prima da scuola ed andare a Milano con i miei compagni – dice ridendo – i seminari erano veramente interessanti, e di sicuro hanno lasciato il segno».
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Il “colpo finale”, così come lo definisce lui, è partecipare ad un laboratorio che diventa poi oggetto della tesina di maturità. Accan-
tonati dunque gli interessi per le lingue e per l’architettura, rimane da scegliere tra matematica, ingegneria e fisica. «Volevo capire come funzionano le cose, e la fisica, di solito, ha tutte le risposte». È così che Samuele si iscrive al corso triennale di fisica alla Statale di Milano, dove poi frequenterà anche quello magistrale; l’esperienza viene poi arricchita da un anno di Erasmus a Parigi nel 2010 e da sei mesi all’Istituto Ottico di Firenze nel 2013, dove prepara la tesi di laurea. È proprio a Firenze che, lavorando in laboratorio con un «gruppo formidabile», decide di continuare a cimentarsi nella ricerca. Dove? «Non lo sapevo! Di sicuro volevo fare una nuova esperienza all’estero» racconta. Apre dunque Google Maps e, dopo aver selezionato le città in cui gli piacerebbe vivere, valuta le ricerche in corso nelle diverse università. Alla fine, deve scegliere tra Londra e Brisbane, «Ho sempre avuto il pallino dell’Australia» dice, avendo solo una settimana a disposizione. «Ero in panico totale e sono stato insopportabile per una settimana, contattando chiunque fosse legato ai quei luoghi». Ma Londra vince, grazie alla sua centralità ed al prestigio dell’Imperial College: «Nessun rimpianto per ora!». Ad un anno dalla fine del dottorato, Samuele è sempre più convinto che fisica sia stata la scelta giusta: «Sono profondamente affascinato dalle capacità della fisica di comprendere e spiegare qualsiasi fenomeno, o almeno di provare a farlo. La ricerca, invece, è la consapevolezza di stare facendo qualcosa che nessuno ha mai fatto prima. Certo, non stai esplorando un nuovo continente, ma è comunque emozionante!» Inoltre, a Londra ha la possibilità di cimentarsi nell’insegnamento, per quanto sia un aspetto del dottorato piuttosto limitato rispetto alle sue aspettative iniziali. In compenso, il suo PhD si inserisce in un progetto europeo che dà ampio spazio a iniziative di “outreach” ed incoraggia fortemente le collaborazioni internazionali. Dopo aver “vissuto” la fisica sia in Italia che in Inghilterra, il confronto viene naturale e Samuele racconta che l’approccio è sicuramente diverso, fondamentalmente dettato dalle risorse disponibili. «Imperial College ha un budget molto elevato, ottimo accesso a strumentazioni di laborato-
Centro Acustico Bergamasco
Non aspettiamo il mese della PREVENZIONE DELL’UDITO il CENTRO ACUSTICO BERGAMASCO offre una serie di vantaggi da non perdere.
Controllo gratuito dell’udito rio e un rapporto tra numero di studenti e staff che è quasi 1:1». Ne consegue che gli studenti sono seguiti da vicino, con classi (sia lezioni che esercitazioni) di trenta persone massimo. «L’approccio italiano è più teorico, mancando i fondi e il personale». Il ricercatore ritiene dunque che la preparazione italiana, dal punto di vista teorico, sia decisamente più avanzata, ma che manchino tutte le applicazioni pratiche. Ci tiene a sottolineare, tuttavia, come in Italia siano stati raggiunti successi straordinari (spesso soddisfacendo standard mondiali) con budget minimi, a volte pari ad un decimo di quelli inglesi: racconta di un progetto inglese sulle “quantum tecnologies” che l’anno scorso ha ricevuto un finanziamento di 33 milioni di sterline da parte del governo, mentre un paio di anni fa i fondi italiani stanziati per la ricerca in tutte le discipline erano di 30 milioni di euro circa, «Basta fare due conti per capire cosa potremmo ottenere con il supporto adeguato». Per il futuro Samuele ha molti piani B, tra cui andare all’avventura in Africa o Oriente, ma nessun piano A. Di sicuro vuole tornare in Italia, in quanto ha grande nostalgia di casa, o comunque di un ambiente più “mediterraneo”, come racconta: «Londra offre infinite opportunità ed è sempre in mutamento. Ma è molto grande e mi dà più l’idea di un alveare che di una città. Mi mancano le piazze, l’architettura e uno spirito un po’ meno superficiale, più comunitario. Detto questo, di sicuro mi annoierò a morte appena lascerò Londra». In ogni caso, comunque andrà, Samuele si pone come buoni propositi per il 2016: imparare il giapponese e svegliarsi prima la mattina, come dice, ridendo.
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Qualità e sapori Slow Food
Gli impasti semplici e genuini di Cristina Signorelli
Alla scoperta del pane e della pasta preparati artigianalmente, usando le migliori materie prime che fornisce il nostro territorio, ed approvati da Slow Food
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rosegue il nostro viaggio alla scoperta dei piccoli artigiani locali, segnalati dalla guida “Fare la spesa con Slow Food”. In questo numero parliamo dei produttori di pane e pasta, che lavorano artigianalmente e su piccola scala, secondo la tradizione locale e con ingredienti di prima qualità, del territorio e di stagione, così come previsto dai criteri di selezione di Slow Food. In particolare i fornai vengono selezionati in base alla lavorazione del pane “con lieviti da riporto o impasti indiretti, senza l’uso di miglioratori e coadiuvanti per panificazione, additivi, stabilizzanti, conservanti, esaltatori del sapore” come descritto nella guida.
Mani in pasta “Qui la semplicità è di casa” è la prima cosa che mi viene da pensare, quando entro nel negozio “Mani in Pasta” a Fornovo San Giovanni e vengo accolta dalle sorelle Monica e Natalina Trambaglio. «Abbiamo iniziato l’attività nel 1997 – spiega Monica – quando, terminati gli studi presso la scuola alberghiera, avevamo a disposizione questi locali e abbiamo deciso di far rivivere la passione della nostra nonna per la pasta fatta in casa». Le sorelle Trambaglio, giornalmente, producono pasta fresca, ripiena e non, utilizzando solo prodotti locali della migliore qualità.
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Fornovo, racconta Natalina, è famosa per i ravioli che, durante la festa di San Rocco, patrono del paese, vengono prodotti in gran quantità e consumati ad ogni tavola. «I nostri cavalli di battaglia - aggiunge Monica - sono i ravioli al brasato e i casoncelli, piatto classico della bergamasca, ma durante il periodo invernale vanno fortissimo i ravioli con ripieno di polenta e formaggio». In questo piccolo pastificio ogni lavorazione è artigianale, addirittura alcuni tipi
di pasta vengono impastati a mano anziché con l’impastatrice, “e poi tirati come faceva la nostra nonna” sottolinea Natalina. Oltre ai diversi tipi di paste crude propongono, secondo la stagione, anche piatti pronti da forno e Monica, grande appassionata di dolci, prepara torte e crostate casalinghe. «La nostra attività è a conduzione familiare - dice Monica - qui noi viviamo e condividiamo tutti i nostri affetti oltre al lavoro», ed aggiunge Natalina: «se ci ingrandissimo perderemmo la nostra caratteristica, ma non è escluso che apriremo una piccola rivendita in futuro».
Il Forno di Nino Stuani Il profumo di pane che invade l’ambiente e gli scaffali pieni di libri, posti all’ingresso, mi incuriosiscono fin da subito. L’accoglienza di Silvia Sofia Stuani è il terzo elemento che mi colpisce quando arrivo per la prima volta al “Forno di Nino Stuani” a Caravaggio. Silvia mi racconta che il nonno paterno aveva avviato l’attività nel 1966 in piazza Castello, poi il suo papà nel 1986 aveva trasferito la sede all’indirizzo attuale, dove
dopo un lungo periodo di attività era stato chiuso il punto vendita, mantenendo in vita solo la produzione. Solo nel 2013 Silvia decide di riaprire i battenti, la panificazione era assicurata dal cognato Luca Andreoli, che cresciuto alla scuola della famiglia Stuani, mantiene viva la tradizione artigianale arricchendola di un suo contributo “salutista”, come lo definisce Silvia. «La nostra lista degli ingredienti - aggiunge - parla da sola: tre, quattro elementi al massimo, naturali e della migliore qualità, Luca fa poco uso del sale, che nuoce alla salute e non è necessario in gran quantità quando il pane è buono». Infatti, parliamo di un prodotto eccellente, ottenuto con elementi semplici e naturali, reperiti in zona. «Mio cognato, il fornaio, lavora solo con farine di cui conosce la provenienza e la lavorazione. Dopo che ho tanto insistito, ha iniziato finalmente a produrre il pane di soia quando ha trovato un mulino nel bresciano, dove due anziani tostano la soia senza arricchirla di ulteriori miscele». Al Forno di Stuani dopo tre generazioni ancora si produce secondo la lavorazione tradizionale, senza alcuna concessione alle nuove forme di preparazione del pane, come per esempio le celle ferme di lievitazione. «Faccio commercio e vendo il pane migliore che possiamo produrre, ma mi piace anche pensare e agire come piccolo punto di riferimento nella nostra comunità, – aggiunge Silvia – i tavolini e la biblioteca che vede qui, sono a disposizione dei clienti. La mattina molti genitori che devono andare al lavoro presto, portano da me i bambini che aspettano l’autobus per andare a scuola. È bello vedere nascere amicizie che un giorno saranno il pilastro della nostra comunità». Non rimane che segnalare un’errata corrige alla Guida di Slow Food, come chiede Silvia: «Il nostro numero di telefono è 3389748335». Per completezza segnaliamo che anche il panificio Ferrandi di Treviglio, del quale abbiamo parlato sul numero 6/2015 de la tribuna, è stato inserito nella Guida. Maggio 2016 •
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Le Aziende informano
Fumagalli Immobili: uno staff affiatato al servizio del cliente di Cristina Signorelli
Giancarlo Fumagalli descrive le peculiarità del suo lavoro, al quale si dedica con passione dal 1984, e l’importanza di uno staff competente ed affiatato.
L
a sede di Fumagalli Immobili, in viale Oriano a Treviglio, è indicata da una semplice targa, discreta ma presente. Gli interni, posti all’ultimo piano di una recente ristrutturazione che ha ridato valore all’immobile, riflettono un sicuro buon gusto. «Mi piace circondarmi di belle cose – dice Giancarlo Fumagalli – nella mia vita ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia abbiente. Ma considero fondamentali, per la mia formazione, gli anni difficili in cui ci siamo trovati a dover fare i conti all’improvviso con serie difficoltà economiche. Io ero un adolescente ed ho imparato che solo con determinazione e forza di volontà si ottengono i successi migliori». Giancarlo Fumagalli ha iniziato a fare l’agente immobiliare quasi per caso, come racconta: «Ho abbandonato il liceo scien-
tifico in quanto avevo l’ambizione di diventare chirurgo. Ho frequentato la scuola serale di ragioneria non terminando gli studi, poi ho iniziato a lavorare vendendo fotocopiatrici. Solo un paio d’anni dopo mio padre mi ha messo a disposizione un immobile da vendere per ricavare dei soldi e diventare socio dell’azienda in cui lavoravo. Da quella prima vendita fatta nel 1984, il mio destino lavorativo è stato segnato». Fumagalli Immobili, una delle più affermate agenzie immobiliari, opera a Treviglio e area circostante con serietà e competenza, prendendosi cura del cliente e concentrandosi sulle sue necessità. «Ritengo doveroso – spiega Giancarlo – fornire al potenziale acquirente o venditore il miglior servizio possibile. Proprio per questo chiediamo il rapporto in esclusiva, così da garantire in ogni
momento la nostra massima attenzione e, soprattutto, l’univocità e la coerenza delle scelte». Un modo di operare che, visto il consolidato successo ottenuto in questi anni, sembra una scelta vincente. «Per evitare fraintendimenti e perdite di tempo, nostre e del cliente, la prima cosa che facciamo è rivolgere tre semplici domande relative a cosa desidera acquistare, dove e quanto è il limite di spesa. Le risposte costituiscono la base fondamentale per poter lavorare insieme». Giancarlo sottolinea più volte l’importanza del gruppo di lavoro che ha costruito negli anni. La moglie Francesca Brulli della quale dice: «È stato fantastico quando dopo anni di matrimonio ha deciso di lavorare con me. Ho scoperto una donna ancora diversa da quella che ben conoscevo, è forte e tenace. Ho portato nel commercio la sua esperienza di fare industria». Marica Mandelli e Cristina Piantoni che lavorano con lui da decenni, “lo scudo dell’ufficio” come le definisce, si occupano dell’intera gestione dell’agenzia. Daniel Tansella è il più giovane anagraficamente, si è formato alla scuola di Giancarlo e oggi costituisce un importante riferimento per vendite e acquisti, oltre a curare tutta l’informatizzazione. «Il nostro principale investimento consiste nel fornire tempo al cliente, non posso pensare a un miglior modo di garantire le migliori risorse che non quello di avere collaboratori efficienti ed affidabili come il mio staff», conclude Giancarlo sorridendo. Maggio 2016 •
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Associazioni
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T I N T E G G I AT U R E PITTURE DECORATIVE
A Treviglio un “bocciolo d’amore” di Daria Locatelli
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Kalica: quando mangiare una pizza fa bene anche al cuore. Con i proventi del progetto verrà finanziata una casa famiglia per disabili adulti ad Arcene
Q
uando si entra in via Milano 31 a Treviglio basta osservare le pareti per capire perché la pizza può essere buona, non solo per il palato. “La misura dell’amore è amare senza misura” e “non si può insegnare ad amare, ma si può imparare” fanno da contorno a un bocciolo di rosa, simbolo di Kalica – parola derivante dal greco e che significa “bocciolo d’amore”. Le frasi dipinte sono state scelte dai ragazzi disabili che fanno parte dell’associazione, che ha dato vita recentemente ad una cooperativa sociale, entrambe capitanate dalla Presidente Emilia Ruggeri. «Lo scopo con cui nel 2014 è stata fondata Kalica è quello di aiutare le famiglie nell’affrontare le difficoltà di assistenza ai disabili. Il problema più grande per i genitori, e che rimane invisibile ai più, è infatti quello di pensare al “dopo di noi”, cioè assicurarsi che il proprio figlio possa trovare un adeguato sostegno anche in età adulta e in caso di assenza dei familiari». Lo sguardo di tutti i volontari che collaborano con l’associazione è sempre rivolto ad Arcene, paese non solo sede di Kalica, ma anche della casa famiglia per disabili adulti
che si intende creare. «Abbiamo già individuato – descrive Emilia, mentre sorride indicandomi la fotografia dell’immobile appesa all’ingresso – un’abitazione in grado di accogliere i ragazzi, una struttura con giardino, taverna, sala relax e sei camere da letto, ove poter ospitare anche i famigliari. La struttura dovrà avere come peculiarità il fatto che i genitori degli ospiti saranno parte integrante del progetto e presenti come volontari». L’obiettivo dell’associazione è quello di acquistare la casa e riuscire a sopperire alla retta di coloro che non hanno la possibilità di sostenerne l’intero importo. Per raggiungere questo importante e, parimenti, oneroso traguardo, i volontari hanno ideato l’apertura di una pizzeria nella zona Ovest di Treviglio, i cui ricavati verranno devoluti alla causa. Il locale, inaugurato lo scorso Aprile, è l’emblema di quanto anche un piccolo gesto possa concorrere alla creazione di qualcosa di grande: c’è chi ha contribuito all’iniziativa con prezzi agevolati sull’arredamento, sulle forniture, o chi ha messo a disposizione il proprio tempo per l’allestimento o per servire ai tavoli. «Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto la nostra iniziativa e i volon-
Foto di Luca Cesni (Foto Attualità)
2016-05 bozza 1
tari dell’associazione, la Vice Presidente Ferdinanda Lorenzi, Giampietro Resmini, Agostina Poli, Pilar Azaniero, Mariagrazia Manenti, Stefania Maver e, ovviamente, mio marito Giovanni e mio figlio Enrico», aggiunge la Presidente Ruggeri. Con un velo di commozione e gli occhi lucidi prosegue: «Le persone che ringrazio di più e con tutto il cuore sono mio figlio Cristian e tutti i suoi amici disabili, perché sono loro che ci danno la forza di andare avanti in questo progetto, sono loro che insegnano a noi cosa sia l’amore, perché loro conoscono soltanto l’amore». Ed è proprio al termine di questa frase che, sollevando lo sguardo, osservo un’altra espressione che i ragazzi hanno deciso di dipingere sopra l’area bimbi della pizzeria: “Le cose più belle non possono essere viste, né toccate... Bisogna sentirle col cuore”. Il sorriso della signora Emilia, così come dei volontari che la aiutano quotidianamente, fanno sentire col cuore le “cose più belle”: quella sofferenza trasformata in forza di volontà, quella mano tesa verso gli altri, quel tempo che diventa una risorsa, quei “boccioli d’amore” che tutti noi possiamo contribuire a coltivare.
La nostra agenzia opera da oltre 15 anni in questa zona, con il preciso obiettivo di offrire ai nostri Clienti un servizio qualificato sia per vendere sia per cercare casa mettendo a loro disposizione un vasto pacchetto di servizi pubblicitari e finanziari. Grazie all’esperienza acquisita nel corso degli anni siamo in grado di fornire un valido supporto tecnico e l’assistenza necessaria per accompagnare il Cliente nelle varie fasi della trattativa. Inoltre, conoscendo profondamente il mercato di zona, possiamo offrire gratuitamente e su richiesta, precise valutazioni di ogni immobile residenziale.
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Musica
Lo “Zio Rock” a Treviglio di Daria Locatelli
Un viaggio di parole con Omar Pedrini: quando la musica diventa racconto
I
l sipario del Revel Theater di Treviglio si è aperto venerdì 8 aprile per un artista che non ha bisogno di presentazioni: Omar Pedrini, per tutti lo “Zio Rock”, accompagnato da Marco Grasselli alla chitarra. «Voglio che questa sia una serata informale, faremo insieme un viaggio attraverso alcune canzoni del mio repertorio e quelle di altri artisti per me importanti», esordisce tra gli applausi e accompagnato dal sorriso che non lo abbandona per tutto il live. Il viaggio ha inizio con “Via Padana Superiore”, uno dei brani più cari ai fan dei Timoria – band che ha scritto la storia del rock italiano originale negli anni ‘90 e di cui Pedrini è stato anima e condottiero dagli esordi fino al 2002 – come «omaggio alla strada che ho percorso oggi per raggiungere il “tempio rock” di Treviglio». Ecco che prende forma non solo un tuffo nella musica, ma una vera e propria chiacchierata tra lo Zio Rock e i presenti, una finestra sulla parte più intima dell’artista che con note e parole disegna i quadri delle esperienze che hanno dato vita ai brani che propone. Omar si racconta con chitarra e voce, ma soprattutto con gli occhi, trasmettendo quell’amore viscerale per il rock che ha permeato le sue “tre vite”: «ho subìto due interventi chirurgici estremamente rischiosi, ma ho avuto la fortuna di sopravvivere e di tornare a cantare e riprendere le mie attività», mi dice sorridendo. Pedrini non tace le proprie
sofferenze, le condivide invece sotto forma di “commedia teatrale” e le traduce in parole e note, facendo sentire vicina ai presenti l’anima che ha voluto mettere a nudo e che ha guidato la composizione dei brani. “Sangue impazzito”, “Shock”, “Sole spento”, “Nina”, “Che ci vado a fare a Londra?”, “Verso Oriente”, “Genova”, “Veronica”: sono alcune delle canzoni del viaggio vissuto e presentato dal cantante, che introduce ogni pezzo raccontando la realtà che ne ha determinato la nascita, condividendo quell’autenticità che appartiene solo a coloro che nella musica traducono se stessi. È un inno alla musica e alla vita quello di Pedrini, che omaggia anche artisti che lo hanno influenzato molto, come Paul Weller, The Beatles o la Premiata Forneria Marconi. Al termine del viaggio non rimangono molte altre domande da fare a Omar, hanno già parlato di lui i sorrisi e la luce nei suoi occhi, le note e i colori, la musica e la melodia. Chiedo soltanto se abbia in serbo un’al-
tra versione di sé da aggiungere a quella di cantante, compositore, autore e conduttore televisivo e radiofonico, docente, attore e, dopo averci riflettuto, ridendo risponde: «mi manca la versione sportiva! In passato ho praticato il Rugby e mi piacerebbe vincere il campionato, perché no?». Di certo i sogni nel cassetto del poliedrico Zio Rock sono ancora molti e troveranno il loro racconto in nuovi pensieri che saprà trasmettere attraverso la voce, un microfono, una chitarra o una stretta di mano accompagnata da quella trasparenza che trasforma un incontro in una chiacchierata tra amici. “Qualcosa di mio lo lascerò in questo mio tempo” canta Pedrini in “Senza Vento”: sicuramente a chi lo ascolta lascia l’amore per la musica e per la vita, la consapevolezza che ogni esperienza, anche la più dolorosa, possa essere espressa e condivisa generando, così, altri tasselli di quel mosaico di chi è “pronto per volare senza vento”. «Il Rock ‘n’ Roll non morirà mai e questo mi tranquillizza», dice quando introduce “My My, Hey Hey” di Neil Young, dedicandola ai rockers presenti: questa è una certezza che tranquillizza non solo Omar, ma tutti coloro che, con lui, percorrono il viaggio nel, e con, il rock. Maggio 2016 •
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Musica
Educare alla musica di Hana Budisˆ ová Colombo
Il profondo amore per la musica e la bellezza di trasmetterlo agli altri: a tu per tu con Virna Grazioli, musicista e docente Virna Grazioli è una musicista e docente di educazione musicale di Fara Gera d’Adda. La sua passione nel promuovere la musica e il suo instancabile lavoro con i ragazzi sono molto conosciuti. Il suo disinvolto modo di essere riesce a coinvolgere molto facilmente chiunque prenda parte alle sue attività, portando spesso alla creazione di elaborati sempre più nuovi e interessanti. È l’anima della scuola di musica che ha fondato 30 anni fa e di molte altre realtà musicali della zona. Un personaggio importante perché con la sua sincera dedizione a tutto quello che fa si è posta come modello estremamente positivo ad un’infinità di ragazzi che durante gli anni sono stati suoi allievi. Come ti sei avvicinata alla musica? «La musica è da sempre dentro di me, ma la scintilla l’ha fatta scattare mio zio regalandomi una chitarra. Più tardi ho iniziato a scoprire da sola il pianoforte e a sette anni ho insistito perché i miei genitori mi iscrivessero alla scuola di musica di Melzo. È così che ho iniziato a studiare il violoncello e il pianoforte, e nel frattempo seguivo anche il corso di chitarra presso l’oratorio del paese». Quando hai iniziato ad insegnare? «Ho iniziato a diciotto anni dopo il diploma in violoncello, e subito dopo ho fondato a Fara d’Adda la Scuola di Musica. Dopo un anno, il progetto originario ha subìto una svolta decisiva. Oggi, la nostra Scuola di Musica “1000 note per Educare” è diventata infatti una società cooperativa sociale».
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La tua scuola è sempre in crescita e offre alla comunità regolarmente qualcosa di nuovo. «È vero. Agli inizi la nostra scuola era aperta soprattutto ai ragazzi di Fara d’Adda e delle vicinanze. Oggi arrivano allievi da Cassano, Treviglio, Boltiere, Osio e anche da Milano. Ci impegniamo molto nel proporre sempre nuovi progetti: quest’anno abbiamo inaugurato il corso di Teatro e il corso di Espressione corporea. Siamo cresciuti col passaparola e anche grazie ai corsi di musica che teniamo all’interno delle scuole primarie. Recentemente stiamo cercando spazi nuovi, in questo modo potremo crescere ancora di più sul territorio e saremo in grado di potenziare maggiormente l’offerta formativa. Il prossimo passo per la nostra crescita artistica sarà di accreditarci come la Scuola d’Arte». La musica e il lavoro con i ragazzi sono la tua grande passione... «La musica per me è tutto. Mi piacerebbe suonare di più ma poi mi rendo conto che io suono tutti i giorni con i ragazzi nelle scuole. Insegno da quando ho finito gli studi e non ho mai smesso. Per mia scelta personale cambio sempre istituto perché cambiare la scuola significa cambiare la città e cambiare il modo di ragionare». In 30 anni di insegnamento sul territorio come hai visto cambiare l’educazione musicale nelle scuole? «Negli anni ci sono stati cambiamenti importanti. Noi di “1000 note per educare” proponiamo alle scuole il progetto di 10 lezioni e quando ritorniamo l’anno successivo, ci rendiamo conto che i docenti hanno proseguito il nostro la-
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voro ampliandolo in un unico grande progetto. Questa per noi è una grande soddisfazione, proprio per la continuità didattica che il nostro operato rappresenta. In questo modo vediamo crescere in modo importante il livello di educazione musicale. Attraverso questi corsi mi accorgo di quanto bisogno c’è della musica. All’inizio della nostra collaborazione con le scuole pubbliche c’era scarso interesse da parte degli insegnanti e della dirigenza scolastica. Oggi, i corsi di musica ci vengono richiesti e i docenti collaborano con noi molto volentieri. Posso dire che non solo la musica è diventata parte fondamentale dell’insegnamento ma è cresciuta anche la consapevolezza dell’importanza dell’educazione musicale da parte delle alte cariche cittadine. Bisogna rendersi conto che la musica è solamente un mezzo per esprimersi. Non è di nessuno ed è di tutti, e ciascuno può utilizzarla a modo suo per poter esprimersi al meglio e come preferisce. Noi dobbiamo solo mostrare la strada e quando i ragazzi colgono questa intuizione non smetteranno più di portarla avanti in modo autonomo». Mi parli del tuo lavoro con i ragazzi handicappati? «Ho iniziato ad interessarmi al lavoro con i ragazzi handicappati per ragioni personali e, agli inizi degli anni ’90, abbiamo costituito presso la scuola di musica a Pontirolo Nuovo l’associazione Al di là del mio naso, che univa i ragazzi disabili e quelli sani con le loro famiglie e durante gli incontri sperimentavamo come costruire i laboratori accessibili a tutti. Negli anni l’associazione si è trasferita da noi a Fara e adesso il percorso della scuola di musica e quello dell’Associazione si sono uniti. In questo modo abbiamo reso l’arte disponibile a tutti». I prossimi progetti? «La Scuola di Musica “1000 note per educare” e l’Associazione “Al di là del mio naso” stanno organizzando il primo convegno sull’educazione musicale: si svolgerà dal 10 al 12 giugno e sarà patrocinato dal Comune di Fara Gera d’Adda».
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Iniziative
A Treviglio un’occasione unica per un’estate “di Pregio” di Lucia Profumo
A fine scuola due settimane di campo estivo rivolto ad adolescenti e giovani per divertirsi e crescere aiutando gli altri
È
arrivata la primavera e, come ogni anno, con i fiori e le belle giornate arriva inesorabile la necessità di pianificare i tre mesi estivi dei figli. Finché i bambini sono piccoli si pesca fra le varie iniziative sul territorio, ma arrivati alle soglie dell’adolescenza i campi estivi iniziano a stare stretti. E allora che fare? È possibile trovare qualcosa di adatto a ragazzi e giovani dai quattordici-quindici anni in su che consenta di stare insieme, divertirsi in modo intelligente e, nello stesso tempo, dia l’opportunità di esplorare i bisogni del territorio e, magari, scoprire che mettersi a disposizione degli altri è una bellissima avventura? Pre.Gio., servizio del Comune di Treviglio a tutela delle politiche giovanili, grazie al lavoro della Cooperativa Spazio Giovani, raccoglie questa sfida e mette in pista il Summer Camp che davvero mancava.
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Dopo un esperimento passato in sordina nell’estate scorsa, quest’anno i ragazzi della nostra città potranno partecipare a “Scopriamoci volontari Camp”, un “pacchetto” di iniziative estive comprendenti sia attività di volontariato, da svolgere in collaborazione con le associazioni attive sul territorio, sia esperienze di carattere aggregativo e ludico. Le attiLa locandina che illustra l’iniziativa vità si svolgeranno da lunedì a venerdì, dalle ore 9:00 alle ore 16:30, nelle due setti- casioni di divertimento tipicamente estivo, mane comprese fra il 27 giugno e l’8 luglio. come per esempio la piscina. Il campo è un’occasione unica per condiCome ci spiega Loredana Pisciotta, educatrice e referente del progetto, il cam- videre i propri coetanei un’esperienza impo è destinato a adolescenti e giovani – di portante: forse per la prima volta i ragazzi età compresa tra i 14 e i 20 anni – e giovani saranno nella possibilità di dare un contrivolontari, con mansioni di assistente edu- buto concreto al benessere di altre persone catore, di età superiore ai 20 anni. I ragaz- e del territorio che li ospita. La richiesta dei promotori è quella di zi saranno impegnati per una parte della giornata in attività di volontariato presso le mettersi in gioco in prima persona, aderirealtà territoriali che hanno scelto di colla- re e diffondere il più possibile l’iniziativa, borare: la Biblioteca comunale; la Cascina perché i nostri ragazzi abbiano un’alternaPelesa, azienda agricola biologica, che spo- tiva al mondo virtuale in cui troppo spesso sa un modello di produzione pulita, giusta si rifugiano, e sperimentino che, anche se il e partecipata; il Centro di Ascolto Caritas male fa rumore, ci sono molte persone che San Martino, che assiste singoli e famiglie senza chiasso si impegnano per gli altri. in difficoltà; e l’associazione La Quercia di Perché crescere vuol dire anche affrontare Mamre onlus, che gestisce una mensa dove il futuro ad occhi aperti e magari decidere quotidianamente decine di persone in stato di rimboccarsi le maniche e dare il proprio di bisogno trovano un pasto caldo, acco- contributo per renderlo migliore. Il progetto si affianca ad altre iniziative glienza e compagnia (ne abbiamo parlato in dettaglio sul numero de la tribuna del del Servizio Pre.Gio., quali: inserimento in attività volontarie sul territorio, lo spazio dicembre scorso, ndr). I partecipanti presteranno il loro servizio di ascolto presso il CAG Sant’Agostino, in piccoli gruppi, supportati da educatori e interventi di prevenzione delle dipendenze, in tutta sicurezza. Non mancheranno oc- e così via. Per maggiori informazioni sul campo e sull’attività di Pre.Gio. chiamare il 366.3918371 o scrivere a pre.gio@comuLoredana Pisciotta, educatrice e referente del ne.treviglio.bg.it progetto
Foto di Enrico Appiani
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Elezioni amministrative
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Un Piano Strategico per Treviglio
N
uova Prospettiva è una lista civica vera che nasce da cittadini dediti alle occupazioni della vita civile, accomunati da un unico amore per Treviglio, e che si fonde con Forza Italia per dare vita ad un Piano Strategico per la città, condiviso con la comunità e rivolto unicamente al bene di essa, senza vincoli di ideologia, colore o bandiera, ma con la sensibilità liberale che ha sempre connotato Forza Italia. Il Piano Strategico che si vuole introdurre è un metodo di confronto e decisione attorno ai contenuti progettuali per la città, con uno sguardo al futuro di essa. Dopodiché si comincerà a valutare ogni progetto o cambiamento con una Nuova Prospettiva - si realizzeranno, quindi, un nuovo parcheggio o una nuova piazza esclusivamente se rientreranno e saranno attinenti ad un preciso Piano Strategico per Treviglio. Il Piano Strategico sarà strumento per la crescita e lo sviluppo equilibrato dell’intero territorio, dal centro alle periferie, dalle aree edificate a quelle verdi e agricole. La prima azione concreta in tale direzione sarà l´inserimento di uno specifico articolo sulla Pianificazione strategica all´interno dello Statuto della Città:
Pianificazione strategica
Il Consiglio Comunale, acquisito il parere obbligatorio delle Commissioni e sentite le locali realtà commerciali e sociali, forma e adotta il Piano Strategico. Il sindaco sottopone annualmente al Consiglio Comunale le proposte di revisione e adeguamento del Piano Strategico. Il Piano Strategico è l´atto di indirizzo e di programmazione per lo sviluppo di carattere sociale, economico e ambientale del territorio, nonché per l´esercizio delle funzioni dei Comune, anche nell’esercizio di funzioni delegate o attribuite dalla Regione. Il Piano Strategico definisce gli obiettivi generali, settoriali e trasversali di sviluppo per l´area comunale, individua le priorità di intervento, le risorse necessarie al loro perseguimento, i tempi e il metodo di attuazione, nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale. Il processo di formazione del Piano Strategico tiene conto dei principi di co-pianificazione e condivisione; può essere aggiornato anche per zone omogenee; periodicamente è oggetto di monitoraggio e verifica. I procedimenti di formazione, adozione e revisione del Piano Strategico si ispirano al principio di trasparenza e partecipazione, di equilibrate opportunità e risorse tra le zone omogenee. Vi ringrazio per il supporto ed il sostegno e vi invito a d esprimere la preferenza per Gianni Ferriero nella lista Nuova Prospettiva Forza Italia. Grazie di aver corso con me per questo primo tratto, ora ci attende la dura corsa elettorale e spero che mi sosterrete ancora più numerosi. Grazie. Gianni Ferriero
Chi è Gianni Ferriero
N
ato a Treviglio l’11 aprile 1975, ho conseguito la maturità scientifica al liceo “Galileo Galilei” di Caravaggio e la laurea in Giurisprudenza all’Università Statale degli Studi di Milano; dopo la pratica forense ho superato l’esame di stato e, in qualità di avvocato, ho aperto un piccolo studio in Treviglio. Ho esercitato come consulente dello S.n.a.r.p. (Sindacato Antiusura riabilitazione protestati) e successivamente come avvocato civilista. Per dieci anni ho ricoperto il ruolo di Vice Procurato Onorario presso la Procura dal Tribunale di Bergamo. Ora sono titolare dello Studio Legale Ferriero Travi quale Avvocato Penalista e opero come legale e Consigliere di Amministrazione della cooperativa Sirio, del Centro Antiviolenza e dello Sportello Donna. Sposato con Daniela Greco, padre orgoglioso di una bimba di sei anni ed un bimbo di tre, vivo in Geromina. In passato ho operato nel Progetto Giovani contribuendo all’organizzazione dei concerti in piazza (Young people in concert), del graffito di piazza Setti e delle giornate dello Sport. Ho anche organizzato la festa dell’ultimo dell’anno al Palafacchetti ed il Concerto degli Stadio. Ritengo che sia giunto il momento di attivarsi per la città e contribuire con un piano strategico per rendere Treviglio sempre più vivibile ed accogliente.
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Sognare nella concretezza, una squadra per il bene della città
L
a lista “Treviglio è nostra” si presenta nella competizione elettorale trevigliese per concorrere all’elezione del proprio candidato sindaco: Giuseppe D’Acchioli. Una lista definita a scavalco, in quanto all’interno coesistono esperienze e soggetti provenienti da diverse sensibilità politiche, ma che alla base hanno un unico desiderio di voler rappresentare e portare a soluzione i problemi di Treviglio e del territorio. Una formazione non legata a schemi di partito o di potere, una lista che ha l’ambizione di essere libera e, attraverso la propria libertà, progettare le soluzioni più idonee per un territorio che, con urgenza e da diverso tempo, chiede alla politica ed alle istituzioni di essere presenti e di intervenire. Una squadra senza lo scudo di partiti o di protettori, una squadra di uomini e donne che hanno l’umiltà, la voglia e la competenza di affrontare le tante problematiche che hanno di fronte Treviglio ed il suo territorio. La città ed il suo intorno devono tornare al centro della attenzione politica amministrativa, perché per troppo tempo la politica locale ha recitato un ruolo troppo subalterno: oggi deve riscattarsi con alcune scelte, anche controcorrente. Per troppo tempo Treviglio è stato terreno di pascolo dei vari parlamentari e consiglieri regionali, è arrivato il momento di riprenderci il gusto di fare noi la politica negli interessi della collettività. Treviglio deve essere rappresentata e governata, non è un condominio ma è una città, le cure palliative riescono ad alleviare il dolore, ma il territorio ha bisogno di scelte precise ed anche drastiche. Non bisogna affrontare questi argomenti trincerandosi dietro paure o per convenienza di rendita di posizione, non giova alla città ed al suo sviluppo che deve essere governato. Questo stato di cose non va più bene, Treviglio ed il suo territorio hanno perso numerosi treni ed occasioni, come le mancate opere di compensazione per la BREBEMI, le grandi infrastrutture, la perdita della sezione staccata del tribunale, ecc. Quindi occorre agire con velocità e concretezza. Una formazione snella e dinamica, che prenda decisioni partecipate, in funzione della nostra
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Treviglio e del suo territorio, che riesca a fare squadra con le altre realtà – Caravaggio in primis e tutti i comuni del circondario – che faccia rete analizzando i bisogni complessivi in una ottica moderna, che metta insieme un management espressione del territorio e del cambiamento di rotta, che si impegni per il bene comune indipendentemente dal colore e dalla maglia che si indossa. Il Programma elettorale che accompagnerà la lista si sta delineando con tanti contributi effettuati attraverso il reale ascolto nei vari incontri tenuti con associazioni, gruppi e di singoli cittadini. Ogni voce che vuole contribuire diventa importante nell’elaborazione delle scelte che la squadra dovrà assumere. Di seguito alcuni argomenti facenti parte del Programma:
Sicurezza Vanno rinforzati e valorizzati i presidi presenti in città: Commissariato, Carabinieri, Finanza e Polizia Locale. Necessita un’unica regia di gestione delle risorse che
possa rispondere celermente al territorio nella sua vastità e complessità. No alle ronde o alle vigilanza fai da te, di converso più cittadini che vanno indirizzati e guidati nella collaborazione; sì alla rete di telecamere nei punti oggetto di particolare interesse, lettori intelligenti delle targhe auto, incrocio dati con gli amministratori di condominio con il registro anagrafe condominiale.
Il ruolo del sindaco Il sindaco è colui che incardina il ruolo principale nella città, è la figura che deve orientare l’azione politica ed amministrativa del comune, deve essere in grado di fare rete con il circondario ed essere leader sapendo rappresentare l’intero consesso. Deve essere in grado di suscitare attenzione orientando, sapendo fare squadra con gli altri sindaci: è inconcepibile che un territorio che, con Treviglio e Caravaggio e comuni satelliti raggiunge circa 140.000 abitanti, non sappia fare proposte organiche ed essere assunte per il bene comune del territorio.
Alloggi sfitti Treviglio ha una quantità notevole di alloggi nuovi sfitti, che ovviamente crea difficoltà alle imprese alle banche e all’economia locale. Diventa quanto mai indispensabile che si uniscano le forze in campo per veicolare l’acquisto attraverso la positiva immagine che Treviglio può dare di sé: cittadina tranquilla, ben servita sotto l’aspetto viario e ferroviario, un aeroporto neanche a 20 Km, servizi sanitari, polo scolastico ecc.
Alloggi da riclassare Un considerevole numero di alloggi privati sono stati costruiti negli anni ‘70, ‘80 e ‘90, e abbisognano di interventi di messa a norma. Proponiamo che l’ente Comune si faccia promotore di un incontro a cui far partecipare amministratori di condomini, banche, imprese, architetti, ingegneri, ecc. allo scopo di verificare la disponibilità a fare squadra per un progetto pilota per la riqualificazione di interi condomini. Alla gente, ai cittadini tutti ed in particolare a quelli che si sentono esclusi, chiediamo di partecipare e di darci la forza per poter realizzare i sogni.
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Chi è Giuseppe D’Acchioli
S
i definisce sognatore incallito, è nato l’11 Marzo 1949 a Colli a Volturno (IS), risiede a Treviglio dal 1968. Nel 1967, a soli 17 anni, emigra in Svizzera come lavoratore addetto alla manutenzione di macchine tessili. L’anno successivo lavora a Treviglio presso la Ditta Brulli Impianti Elettrici, nel 1969 presso la SAME DEUTZ FAHR e, nel giugno dello stesso anno, è assunto presso le Ferrovie dello Stato fino alla pensione nel 2003 con qualifica di Quadro Dirigente del settore Infrastrutture. Sindacalista per hobby dal 1970 al 1987, è segretario politico cittadino di Treviglio del PCI, PDS, DS fino al 2001 e Segretario di Zona dei DS dal 1999 al 29/11/2005, data di autosospensione immediata da ogni incarico. Ha fatto parte di vari CDA: Farmacie Comunali AFC di Treviglio dal 1993 al 2001; SABB S.p.A. dal 2005 al maggio 2011 e poi Presidente ed Amministratore unico fino al 29 Marzo 2015, Presidente e poi membro CdA di G.ECO S.r.l dal 30 Agosto 2011 fino al Novembre 2014. Nell’anno 1996 è candidato al Parlamento per la coalizione dell’Ulivo (sistema maggioritario, Camera dei Deputati Collegio 19 Treviglio). È vice sindaco e assessore ai Lavori Pubblici del comune di Treviglio da giugno ad ottobre 2001. Iscritto all’Albo dei Giornalisti Pubblicisti della Lombardia, ama scrivere poesie e racconti: ha scritto “Il mio amico Lorenzo”, “Colli nel cuore”, “Colli nel cuore 2”, “Colli nel cuore 3” “Frammenti di vita” (con devoluzione del ricavato) e due Commedie dialettali sul paese di origine. Segue vari corsi presso l’Università di Bergamo. Da sempre impegnato nella politica e nel volontariato, è nonno di Daniele e Filippo, che sono la vita della sua famiglia.
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Juri Imeri: Contenuti e Concretezza
I
Trevigliesi lo sanno: Juri Imeri ha una grande esperienza nel mondo del volontariato e dell’amministrazione della cosa pubblica. Attivista con ruoli organizzativi nelle associazioni sportive locali, promotore di manifestazioni ricreative e di incontro a Treviglio e nella pianura, si presenta come candidato Sindaco dopo aver ricoperto il ruolo di Vicesindaco con delega all’assessorato all’ambiente, all’agricoltura e allo sport fino a dicembre 2015, iniziando a 29 anni, nel giugno 2011. Juri Imeri chiede la fiducia dei suoi concittadini, sostenuto da una coalizione coesa, che lo ha scelto per il suo senso pratico, per la sua energia e per l’impegno già dimostrato per la Città di Treviglio.
Lega Nord, Fratelli d’Italia e le liste civiche Con Mangano per Treviglio ed IoTreviglio l’hanno scelta quale loro candidato. Quali sono i punti di forza della vostra squadra? «Senza dubbio la concretezza. Con la precedente amministrazione abbiamo dimostrato di saper trasformare le promesse elettorali in realtà tangibili. Nel nostro mandato Treviglio è rinata; abbiamo iniziato e completato opere che la Città attendeva da decenni; abbiamo avviato iniziative e promosso eventi che sempre più coinvolgono la Città intera, nelle sue diverse componenti, e che sono di grande richiamo per il pubblico esterno, ma che soprattutto spronano i trevigliesi a vivere più intensamente Treviglio. Abbiamo dato risposte concrete ai bisogni mantenendo basse le tasse e garantendo i servizi, con tariffe che spesso sono rimaste immutate. Senza dimenticare però alcuni cambi di rotta, a cominciare dalla
gestione degli alloggi comunali: è finito il tempo delle “ fette di salame sugli occhi” ed è cominciato un percorso di rispetto delle regole, che ha bisogno di continuità per andare a regime». Riassuma il suo programma elettorale. «Non si può riassumere un programma elettorale articolato come il nostro in poche parole. Treviglio è una città molto bella ed è un punto di riferimento importante, ma troppo spesso si è chiusa in se stessa perdendo grandi occasioni. Noi crediamo che Treviglio sia stata rilanciata durante la nostra amministrazione e che serva altro tempo per proseguire in questo cammino virtuoso, per recuperare l’immobilismo di chi ha governato negli anni precedenti. La mia stella polare è rappresentata da un’idea semplice: Treviglio deve essere il crocevia della pianura. Immagino un’Amministrazione efficiente ed attiva, che sappia costruire esempi positivi per tutti, mossa da un forte senso di orgoglio per le proprie eccellenze e le proprie potenzialità.
Inoltre ritengo che il valore aggiunto della nostra coalizione e del nostro programma sia proprio quello di sottoscrivere con gli elettori impegni che sapremo concretizzare nel corso del mandato elettorale. È sulla scorta della nostra esperienza che possiamo prevedere, con serenità, gli interventi che ci impegniamo a portare a termine, senza promesse – magari altisonanti – ma prive di concretezza». Che Treviglio vuole? «Voglio una Città che rispetta i valori della propria tradizione e che sa ascoltare le novità proposte da cittadini, comitati e associazioni. Voglio una Città che non dimentica nessuno, aiuta i più deboli e i più anziani e che crede nel ruolo del volontariato e dell’associazionismo. Voglio una Città capace di sviluppare opportunità di formazione e di incontro per i giovani, facendosi partner delle loro iniziative. La Treviglio che voglio amministrare è una Città sempre più bella, che vuole affrontare da protagonista le sfide del futuro, mettendo in cantiere nuove opere, in armonia con l’ambiente, per una qualità della vita sempre migliore. Il mio impegno sarà quello di trasformare giorno per giorno il programma elettorale in azioni concrete. Ringrazio anticipatamente per il sostegno che vorrete concedermi». Maggio 2016 •
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A partire da destra:
Carmen Maria Postiglione Augusto Rippa Maria Lorena Colombo Elvio Frecchiami Alessandro Manzi Andrea Donghi Valentina Tugnoli Walter Rucci Maria Flora Renzo Fabio Turrina William Stornati Eros Fabio Longaretti Giorgio Streparola Georgiana Sacaleanu
Da fare (scatto di E. Appiani)
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Fratelli d’Italia: l’entusiasmo, le idee e l’impegno
a compiuto quasi un anno il circolo trevigliese di Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale; intitolato all’onorevole Pino Rauti, esso rappresenta, con i suoi membri, una delle forze politiche più attive della frizzante competizione elettorale che si appresta a vivere la città, andando a riempire lo spazio della destra a Treviglio, rimasto orfano dopo la scissione del Popolo della Libertà. Guidato dalla giovane e coriacea Valentina Tugnoli, il partito della coalizione di centrodestra, durante l’anno di attività politica, ha dimostrato di essere attento ai temi cari alla propria tradizione, tra i quali la sicurezza, l’immigrazione, l’identità culturale. La lista che si presenterà alle elezioni del 5 giugno è formata da un gruppo, consolidatosi in questi mesi di azione politica, nel quale sono presenti molti giovani, ma anche militanti di vecchia data, sia appartenenti al Movimento Sociale Italiano che ad Alleanza Nazionale, partito di cui Fratelli d’Italia è erede legittimo. La lista è composta da persone provenienti da diverse categorie professionali, che hanno come unico denominatore comune i valori della destra e che sono state presentate una ad una durante la serata del 19 aprile al Teatro Nuovo Treviglio, quando sono intervenute la coordinatrice regionale del partito, on. Paola Frassinetti, e la portavoce trevigliese del circolo, Valentina Tugnoli. Il circolo di Fratelli d’Italia sta conducendo la campagna elettorale tra la gente, per la gente e con la gente, lontano dalle polemiche e dai veleni che stanno animando il dibattito politico trevigliese, perché è convinto che solo dal contatto diretto con i cittadini possano arrivare spunti, concreti e costruttivi, per il programma con cui si presentano alla città
per realizzare un progetto serio e credibile, nonché realizzabile. I militanti del partito sono stati protagonisti di tanti incontri con le persone, per testimoniare la propria vicinanza alla gente nelle diverse zone della città di Treviglio, dalla zona Ovest, al centro, passando per la Geromina, il Castel Cerreto e la frazione Battaglie. La squadra di Fratelli d’Italia che correrà in appoggio alla candidatura di Juri Imeri è stata presentata in grande stile alla città il 4 aprile scorso, in una conferenza tenutasi nella sala Crociera dell’Auditorium del Centro Civico, e ha dimostrato da subito di avere le idee chiare sull’azione amministrativa che vorrebbe condurre a favore della città, non dimenticando un passaggio sulle alleanze politiche che vedono nella compagine a supporto di Imeri l’assenza di Forza Italia. «In queste settimane in molti comuni si discutono alleanze senza trovare la quadra. A Treviglio invece le idee sono chiare da tempo. Avete fatto un percorso partecipato, condiviso, coerente e chiaro, ed è bello che la coalizione stia facendo una campagna elettorale con una squadra compatta e parlando di contenuti. Fratelli d’Italia garantisce la propria lealtà agli alleati e al candidato sindaco Imeri». L’onorevole Carlo Fidanza, responsabile nazionale degli enti locali del partito, ha chiuso così la serata di presentazione della lista, rimarcando quello di cui la coalizione che appoggia Imeri va orgoglioso: l’aver condiviso le idee, la scelta del candidato sindaco, l’aver escluso alleanze improbabili, l’aver scritto le linee guida del programma e l’aver condiviso queste ultime con la città chiedendo spunti, proposte, critiche per poi proporre un programma elettorale partecipa-
to, concreto e realizzabile. Le proposte del partito e della coalizione sono focalizzate sui temi principali dell’azione politica condotta da Fratelli d’Italia anche a livello nazionale: la difesa della famiglia tradizionale formata da mamma e papà, un’attenzione alle pari opportunità che non sia solo una questione “di genere”, ma di valorizzazione delle donne che hanno meriti per essere protagoniste nella scena politica (non a caso, Fratelli d’Italia è l’unica lista della coalizione a sostegno di Imeri che schiera una capolista donna), il rispetto delle regole e l’attenzione alla trasparenza della macchina amministrativa, alla cultura nonché alla sicurezza della città. Fiori all’occhiello del programma della coalizione, secondo il circolo trevigliese di Fratelli d’Italia, sono: il servizio Omnibus 70, che garantisce agli anziani il trasporto pubblico gratuito; l’acquisto agevolato della casa per le giovani coppie; il progetto che la coalizione vorrebbe chiamare “Capitale della Cultura fuoriporta”, di cui nelle intenzioni Treviglio dovrebbe essere capofila; il progetto “So-stare a Treviglio” che prevede la gratuità dei parcheggi dalla 18.00 per sostenere ulteriormente il commercio trevigliese; l’adesione al distretto agricolo della bassa; la progettazione di un piano unico per lo sviluppo del decoro urbano; l’istituzione di un “consiglio dei ragazzi” conferendo loro un’autonomia gestionale in modo da poter concretamente realizzare le proposte da loro stessi avanzate. La squadra a sostegno di Imeri è unita e ha le idee molto chiare: l’entusiasmo, le idee e l’impegno di Fratelli d’Italia non possono che essere un valore aggiunto per una squadra che vuole vincere e governare. Maggio 2016 •
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Foto di Enrico Appiani
Elezioni a Caravaggio
Mi ricandido per la mia esperienza di Daniela Invernizzi
L’ex senatore torna a gareggiare per la poltrona di primo cittadino
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ttore Pirovano, ex sindaco di Caravaggio (per due mandati), ex presidente della provincia, ex deputato ed ex senatore, torna a gareggiare per la poltrona di primo cittadino nella sua città natale. Gli chiediamo il perché di questa decisione: «Ci ho messo un po’ a decidere di ricandidarmi, ma voglio fare da “tutor” ai tanti giovani in lista (Lega Nord e la civica Noi con Pirovano) – e anche alle tante donne, 14 su 32 nomi – che hanno una bella visione, anche futura, della politica, ma non hanno esperienza, e senza conoscere la macchina del Comune non riesci a fare niente, ti fai soltanto pilotare dalla burocrazia, l’ho capito nei primi anni da sindaco». Anche Caravaggio, come Treviglio, ha visto fronteggiarsi ex alleati... «Non voglio neanche sentirlo, quel nome (Augusto Baruffi, fuoriuscito dalla Lega Nord, ndr) Gli abbiamo chiesto più volte se volesse fare il sindaco e ha sempre detto di no». Lui dice di essersene andato per la questione Interporto. «L’interporto è nato nel 2001-02 con la Brebemi e l’Alta velocità; la provincia di Bergamo nel 2004 l’ha messo nel suo piano territoriale di governo del territorio. Dopodiché abbiamo approvato una serie di delibere alle quali hanno partecipato tutti e nessuno ha mai sollevato obiezioni. Ricordo comunque che l’Interporto non sarà un posto pieno di container come il
porto di Genova, è un sistema innovativo già usato a Lipsia in Germania. Questo posto porterà lavoro e merci dai camion ai treni. Siamo sul corridoio Lisbona-Kiev, in posizione strategica. Con questo grosso centro di interscambio modale arriveranno anche le aziende che vogliono essere vicine al porto terrestre, con la creazione di posti di lavoro, da 700 a 3000 unità. E stiamo lavorando per organizzare una conferenza dei servizi per decidere cosa chiedere in cambio». Qualcuno teme la colata di cemento. «Caravaggio ha 32 km quadrati di superficie, di cui 9 urbanizzati. Altri 9 sono parco agricolo bloccato e altri 9 non sono edificati; tra questi ci sono 800.000 mq, di cui costruiti 250.000, in una zona interclusa tra la Brebemi e la Milano-Venezia, dove i contadini sarebbero felici di poter vendere le aree. Fare dietrofront sull’Interporto ci metterebbe in grosse difficoltà anche con quegli agricoltori, che si ritroverebbero aree tornate improvvisamente agricole e che quindi potrebbero rivalersi su Comune, Provincia e Regione. Questo progetto è all’interno di un piano regionale già recepito, non è un sogno. Interporto è uguale a aumento del valore di terreni, più aziende, più commercio, più lavoro, e lì dentro si potrebbero fare altri servizi, università, caserma dei vigili del fuoco, ecc… Magari, finalmente Caravaggio e Treviglio si metterebbero d’accordo».
A cosa si riferisce? «Alla “puzza sotto il naso” di voi trevigliesi. Da sempre cerco e non ottengo la vostra collaborazione. Per fare un esempio banale: fin dai tempi di Zordan avevo proposto di far diventare la Disfida della Gatta una festa popolare: noi veniamo a rubarvela, voi vi arrabbiate e venite a riprenderla e poi tutti insieme facciamo una festa popolare; l’ho proposta a tutti, non mi hanno mai preso in considerazione. Treviglio è sempre stata scostante, con la puzza sotto il naso, la stessa che ha fatto in modo che la vostra città non ricevesse nulla per il passaggio della Brebemi. Perché ha detto sempre di no. E quindi al tavolo delle trattative non aveva diritto di voto. Noi abbiamo ricevuto 16 milioni solo per la tangenziale e le rotonde; e con tutte le altre opere siamo arrivati a 30 milioni, ricevuti da Brebemi e Tav». Quali sono le priorità di Caravaggio, Interporto a parte? «Uno degli interventi più importanti è il recupero dell’area ex Invernizzi, che è in centro e copre circa 65.000 mq. La nostra idea è di fare un accordo con la proprietà Lactalis, affinché loro possano realizzare quello che vogliono, previo accordo con il Comune, diciamo sui due terzi della superficie. Al Comune andrebbe l’altro terzo, attrezzato con fognature, impianto elettrico e idrico: e io ci farei il nuovo mercato, parcheggio e zona attrezzata per feste e manifestazioni». E come gestirebbe la questione accoglienza dei profughi? «Sia chiaro: se entrano in un appartamento del Comune e della Provincia è perché questi hanno detto sì al Prefetto, perché per una legge del 1865, ancora in vigore, i prefetti non possono sequestrare immobili di proprietà pubblica. Possono invece requisire o sequestrare appartamenti privati sfitti, come han già fatto in Veneto. Quindi attenzione, cittadini, perché non potete dire di no. Ma per quanto riguarda me, se diventassi sindaco, ecco, io non darei mai il consenso all’utilizzo di proprietà pubbliche per metterci i profughi». Maggio 2016 •
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Società
I campi nomadi: tra degrado e costi sociali di Ivan Scelsa
Un annoso problema per ogni amministrazione comunale i cui costi inevitabilmente si ripercuotono sull’intera collettività
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uanto costa mantenere un campo nomadi? È una domanda che molti si sono posti, spesso senza avere risposte. Da una stima nazionale riferita al periodo 2005-2011, si parla di circa 100 milioni di euro per le sole aree metropolitane di Roma, Milano e Napoli. Sono cifre impressionanti sulla scorta delle quali abbiamo cercato di trovare riscontro adattandolo all’ambito locale. Per meglio comprenderne le logiche gestionali, le necessità e gli annessi costi che gravano sulle amministrazioni, abbiamo sviscerato l’argomento con Giuseppina Zoccoli Prandina che, con l’amministrazione comunale uscente, ne ha seguito da vicino la problematica (non solo in termini di costi) e cercato di dare soluzioni che non fossero solo per il bilancio dell’ente, ma indispensabili al corretto funzionamento del campo e fruibili per i suoi occupanti. Dottoressa Prandina, come sono organizzati i campi nomadi nell’area trevigliese? «Il campo nomadi regolare accoglie Sinti lombardi residenti a Treviglio. In esso sono autorizzate alla sosta – in dieci piazzuole – quarantacinque persone stanziali. Devo dire che al momento del mio insediamento, nel 2011, la situazione era eccessivamente assi-
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stenziale, pertanto diedi un preciso indirizzo all’assistente sociale “Area marginalità” di attenersi rigorosamente al regolamento del campo, che venne prodotto nel 1999 dall’allora Amministrazione, in cui veniva chiaramente indicato alle famiglie residenti l’obbligo del pagamento delle utenze domestiche». E qual è stato il risultato? «È subito aumentata la morosità dell’acqua potabile, che ha raggiunto cifre importanti poiché per anni le bollette sono state pagate dall’Amministrazione. Prima di lasciare l’Assessorato abbiamo calendarizzato un piano di rientro che i nomadi dovranno puntualmente
onorare. Nell’aprile 2012 l’Amministrazione di Giuseppe Pezzoni ha smantellato un campo nomadi abusivo, con tanto di casetta residenziale, in via S. Eutropio, riportando nella zona il decoro e la tranquillità, anche sotto l’aspetto della sicurezza. Nello stesso anno, poi, ho rescisso la convenzione stipulata dall’Amministrazione Borghi per la cifra di 13.000 euro, con l’Opera Nomadi di Milano, perché in difetto con l’impegno preso riguardo all’accompagnamento dei ragazzi in età scolare: per ben sei mesi, infatti, nessuno dell’Opera Nomadi si è presentato al campo di Treviglio». Intende dire che i bambini ed i ragazzi presenti nei campi non avevano istruzione e non frequentano la scuola dell’obbligo? «Sono consapevole che l’istruzione ha tolto interi popoli dalla miseria e, proprio in tal senso, la mia sensibilità è sempre stata riposta soprattutto all’importanza della frequenza scolastica. Per questo tutte le mattine uno scuolabus raggiunge il campo. Ma è triste constatare che molte volte non sale nessuno. In tal senso mi sento in dovere di esprimere il mio plauso per il progetto di “integrazione scolastica” alla Dirigente Nicoletta Sudati che è riuscita a inserire alcuni ragazzi del campo nel progetto musicale dell’Istituto Comprensivo Tommaso Grossi. Ciò nonostante le assenze rappresentano ancora un grande problema sociale il cui monitoraggio è effettuato dall’assistente sociale “Area marginalità” in collaborazione con la polizia locale».
Le Aziende informano
Foto di Enrico Appiani
Mercati, le prospettive tendono al sereno
L Il progetto scolastico di Ivan Scelsa
L’integrazione spesso passa dai banchi di scuola e la dirigente dell’I.C. Grossi ci racconta la positiva esperienza del progetto a favore dell’inserimento scolare dei nomadi
e asset class “rischiose” hanno riportato nell’ultimo mese una netta ripresa, a seguito dell’ennesima tornata di supporto monetario da parte della BCE e anche grazie allo slancio positivo dei prezzi delle materie prime e del petrolio; le azioni sui mercati emergenti hanno inoltre sovraperformato quelle dei mercati sviluppati e sono tornate in territorio positivo da inizio anno. Il peggio sembra essere alle spalle, anche grazie all’atteggiamento della Fed prudente circa la prospettiva di rialzo dei tassi USA, il dollaro dovrebbe essere meno forte e i prezzi delle materie prime più stabili. Giudizio moderatamente positivo quindi sull’azionario, dove si consi-
Eurostoxx50
glia un approccio globale o macro aree, piuttosto che la selezione di singoli paesi; molto positivo anche il debito in valuta forte (dollari) che offre un buon rendimento. Resta, però, ancora scontato a breve un aumento della volatilità dei mercati azionari, soprattutto in vista del Referendum inglese di giugno (Brexit/Brexin). team.advisor.3v@gmail.com
F
ino ad una decina di anni fa la frequenza scolare dei ragazzi provenienti dal campo nomadi era praticamente nulla, tant’è che quasi nessuno di loro conseguiva la licenza di terza media. Dal 2007, però, in collaborazione con il Provveditorato della Provincia di Bergamo, la Direzione Didattica - 2° Circolo ed il supporto dei Servizi Sociali e di alcune associazioni di volontariato, che collaborano con l’assessorato ed il Provveditorato, è nato un progetto che ha coinvolto anche l’Opera Nomadi di Milano, proprio con l’obiettivo di favorire l’inserimento scolare e nel mondo lavorativo dei giovani del campo. In concomitanza era nata anche una sartoria sinti all’interno della scuola, a cui avevano aderito alcune donne che venivano così inserite nel progetto. Ed ancora: corsi di alfabetizzazione e di supporto per far comprendere l’importanza della frequenza della scuola dell’infanzia che, per forma mentis, fino a quel momento non era mai stata presa neanche in considerazione dalle famiglie. Nel corso degli anni, dal 2° Circolo, sono nati l’Istituto Comprensivo “Tommaso Grossi” e l’Istituto Comprensivo “De Amicis”, con distinti Dirigenti scolastici e, nel tempo, una Maggio 2016 •
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Teatro
carenza di figure professionali a supporto del progetto. La causa è da ricercarsi nel sopraggiunto venir meno dello specifico insegnante incaricato dal Provveditorato, anche in virtù del particolare periodo di congiuntura economica in cui lo Stato ha drasticamente ridotto i fondi a favore degli Enti locali. Contemporaneamente, venuta meno la collaborazione con l’Opera Nomadi di Milano, a seguire il progetto sono rimaste solo la professoressa Maria Nicoletta Sudati, dirigente scolastico dell’I.C. Grossi, ed un’assistente sociale, entrambe impegnate a seguire 15 ragazzi provenienti dal campo regolare trevigliese. «Contrariamente a quanto accadeva alcuni anni fa – racconta la prof.ssa Sudati – adesso tutti i ragazzi raggiungono il conseguimento della licenza media ed alcuni di loro si iscrivono anche al primo anno delle scuole superiori. Purtroppo, però, non vanno oltre, una volta raggiunti i 16 anni di età, infatti, non avendo più alcun obbligo di frequenza, abbandonano gli studi. Tutti questi ragazzi, comunque, nel periodo di frequenza nel nostro Istituto, hanno partecipato ai progetti, ciascuno con il proprio carattere e l’inevitabile diverso impegno e capacità profuse, frutto anche della diversa estrazione e del nucleo familiare. Anche l’orario, come il programma, è stato personalizzato a favore di una esperienza sicuramente positiva: come dico spesso agli insegnanti, solo il fatto di essere riusciti a fargli frequentare la scuola è un successo, al di là del fatto che l’impegno che ognuno di loro ha potuto o voluto dare non sia sempre lineare. Per ciò che concerne il lavoro svolto, importante il progetto di comparazione linguistica tra la lingua sinti, l’italiano e l’inglese. Altrettanto quello relativo ai progetti informatici, con la realizzazione di lavori eseguiti in powerpoint. Mi piace sottolineare come il dialogo con le famiglie d’origine non sia mai venuto meno e questo anche grazie al costante impegno, professionalità e la disponibilità messi in campo dal corpo insegnati».
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Rumoroso silenzio: le foibe a teatro di Ivan Scelsa
Sul palco del Teatro Nuovo Treviglio lo spettacolo di Luca Andreini fa riflettere, commuove e stupisce per la bravura dei suoi giovani interpreti
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uca Andreini è poco più che maggiorenne, probabilmente il più giovane direttore teatrale d’Italia, proprio come il suo gruppo di giovani attori che dirige da quando aveva 15 anni. Teatro Nuovo Bergamo è una compagnia
che è anche un’opportunità lavorativa per tanti giovani artisti che operano nel campo della prosa e delle forme sceniche, non solo a Bergamo, ma su tutto il territorio nazionale. Rumoroso Silenzio è una storia d’amore vissuta all’epoca dell’esodo degli Istriani,
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spalla grande istituzionale
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dei Fiumani e Dalmati, nel 1947. Un periodo storico flagellato dalle brutture commesse dai comunisti e postume alla cessione di questo pezzo d’Italia alla Croazia. Terre e genti rinnegate, eventi volutamente dimenticati per decenni, il cui solo parlarne ha sempre suscitato malumori e ferme negazioni in tutti gli ambienti ed i “salotti bene” della società. Ma gli accadimenti non possono essere cancellati: migliaia di esuli calpestati nell’animo e nei diritti hanno vissuto per anni di stenti, privazioni ed umiliazioni indicibili ed oggi impensabili. A parlar di tutto questo è proprio Luca, scrittore e direttore di uno spettacolo corale che mira dritto al cuore. Una storia che è anche una richiesta d’amore al mondo, quella tra Ferdinando e Norma appunto, due nomi a caso che simboleggiano il dramma di una miriade di italiani. «Per lo spettacolo – spiega Andreini – abbiamo scelto dei passaggi chiave, rielaborando una visione di teatro e figura, non teatro e narrazione, in uno spettacolo evocativo, non educativo. Il nostro lavoro è rivolto alle nuove generazioni, non agli esuli di allora. E “Dentro la buca” di Simone Cristicchi è, in fondo, la canzone di sfondo che racchiude il tema che abbiamo rappresentato. Con Simone ci siamo a lungo confrontati, scegliendo di inserire il testo all’interno dello spettacolo. Sul palco, poi, si alternano otto attori (di cui solo due non propriamente riconoscibili come “giovani”), due danzatrici di scena ed un musicante che suona in diretta con due chitarre ed un computer con tastiera, ovviamente per ottenere alcuni particolari effetti. Dietro le quinte, poi, importante il lavoro dei tecnici audio e luce, Lorenzo Polimeno e Rossano Pasinetti e del fotografo di scena Daniele Mango». Un’esperienza che, portata la rappresentazione per la terza volta in provincia di Bergamo, verrà riproposta dapprima il 24 maggio, sempre al Teatro Nuovo di Treviglio, a favore dell’Associazione Athena. Poi nuovamente in un’altra data del mese di novembre e quindi da febbraio del prossimo anno anche in Liguria e nelle città di Roma, Padova, Verona ed ovviamente Gorizia.
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Libri
Il leopardo nero che c’è in noi di Daniela Invernizzi
Gabriele Riva, sindaco di Arzago d’Adda, è l’autore di un romanzo che definisce “una favola filosofica sui grandi temi della vita”
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abriele Riva è il sindaco di Arzago d’Adda, ma non è in tale veste che l’abbiamo intervistato. In occasione di un incontro più “istituzionale”, abbiamo scoperto infatti che ha la passione per la scrittura, e un romanzo già pubblicato dal titolo “Il leopardo nero” (2013, Helicon Narrativa, Arezzo). La curiosità è tanta, specie per noi che siamo a caccia di autori di casa nostra e quindi non ci lasciamo sfuggire l’occasione: il sindaco viene obbligato a sedersi nel suo ufficio e a parlarci di questa sua passione. «Ho iniziato da ragazzo a scrivere canzoni – ci racconta – che sono ancora oggi la mia cifra stilistica più consona. Non avrei
ISBN 978-88-6466-224-4
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GABRIELE RIVA IL LEOPARDO NERO
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uggestiva narrazione che si gioca su diversi piani temporali e mette in scena personaggi storici e personaggi fantastici, sullo sfondo di una città che di per sé stimola l’immaginazione e l’invenzione narrativa: Samarcanda. Nonostante la complessità di un intreccio che segue in parallelo storie diverse, l’Autore riesce efficacemente a mantenere la congruenza e a rispettare il patto implicito con il lettore, proponendo una storia che, secondo la peculiarità di ogni testo letterario, esprime una molteplicità € 12,50 di significati e consente diverse chiavi di lettura. La riflessione sulla vita e sulla morte, sulla guarigione – del corpo e dell’anima – sui passaggi generazionali, sulla pace e sulla guerra, e soprattutto il valore delle storie che forniscono linfa e nutrimento al vivere civile e alla crescita spirituale e morale di ogni individuo, sono alcuni dei temi che più chiaramente emergono dal testo. Il linguaggio presenta un registro ori-
Edizioni HElicon
Autore: Gabriele Riva Titolo: Il leopardo nero, Edizioni Helicon Arezzo
mai pensato di riuscire a scrivere un libro, sono più portato per le cose brevi». Poi un giorno succede che un fatto di cronaca lo colpisce più degli altri e gli infonde quella strana ispirazione che lo costringe a scrivere. L’episodio è quello dell’estate del 2012, quando Gabriele legge sui giornali la storia di un soldato russo che, ferito durante la guerra contro l’Afghanistan, era rimasto a vivere in un villaggio afghano invece di tornare in patria. Dal racconto del soldato ferito in battaglia si sono poi sviluppati altri due racconti, diversi ma collegati fra loro, che girano intorno al concetto della memoria. Il tutto in una Samarcanda totalmente inventata, come è ovvio, così come sono inventate tutte le storie, persino le ricette
Edizioni HElicon
ginale che unisce lirica e narrazione, ma anche riflessione e meditazione, con toni talvolta oracolari, capaci di coinvolgere attivamente il lettore rendendolo partecipe di un cammino di ricerca interiore sul significato e sul valore dell’esistenza”. (Editore)
del libro, in un gioco letterario di continui intrecci, fino al colpo di scena finale. Come hai fatto a lavorare ad un romanzo, pur senza essere uno scrittore o aspirante tale? «Non nascondo di aver avuto molte difficoltà; ma alla fine l’ho scritto in un’estate, ed è venuto con un’impalcatura narrativa simile a quella di una ballata; gli ho dato una struttura geometrica tipica della canzone, che ben conosco, e ciò mi ha aiutato a scrivere. Alcuni amici l’hanno letto e trovato interessante: l’ho inviato a questa casa editrice, che mi ha risposto positivamente! Alla fine la mia paura era che l’editor entrasse di brutto nel romanzo, sconvolgendolo appieno; invece no, è stata rispettosa del mio lavoro, abbiamo condiviso tutte le modifiche necessarie». Che genere di romanzo è? «È una favola filosofica che si presta a diversi piani di lettura e che affronta temi grandi e complessi come la storia dell’uomo: la vita e la morte, i passaggi generazionali, l’essere e l’apparire. È però un libro che chiunque può leggere, perché si presta a diversi livelli di lettura: ci si può fermare alla semplice storia, oppure prenderla come spunto per approfondire temi più impegnativi». La tua formazione in filosofia ti ha influenzato? «Senza la passione per la filosofia non avrei mai potuto scrivere un romanzo così, in effetti». So che le tue presentazioni del libro sono state molto particolari... «Mi sono divertito a fare presentazioni un po’ diverse e originali, cantando e suonando le canzoni che ho scritto; anzi, alcune le ho composte proprio durante quelle presentazioni». Infine il titolo: perché “Il leopardo nero”? «In una delle storie c’è questo animale leggendario, che rappresenta lo sfuggente senso della vita: un senso che non raggiungiamo mai appieno, ma che ci dà la spinta per continuare a vivere. Ognuno di noi ha in sé il proprio leopardo nero».
Libri e sapori di Cristina Signorelli
Apre a Treviglio, in pieno centro storico, il primo caffè letterario dove, mentre ci si dedica alla lettura comodamente seduti, sarà possibile gustare prelibatezze dolci e salate, preparate ogni giorno nel laboratorio annesso
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uesta bella storia inizia pochissimo tempo fa e contiene un po’ di tutto: l’amicizia, il lavoro, la crisi economica, ma soprattutto la voglia di cambiare per realizzare i propri sogni. Stefano Carotti, costruttore aeronautico con alle spalle una variegata carriera, e Paolo Tinnirello, informatico che per destino si trova a occuparsi sovente di marketing e vendite, lavorano per molti anni presso una grande azienda multinazionale. Ma solo nell’ultimo triennio si trovano a lavorare gomito a gomito, due scrivanie affiancate nella stessa isola, sorta di cubicoli che definiscono gli spazi lavorativi nei grandi openspace. L’azienda, seguendo il destino di molte sue simili, incomincia a operare diverse ristrutturazioni, che sono poi banalmente i tagli al personale, licenziando molti dei colleghi di Paolo e Stefano. Una mattina, leggendo
l’ennesimo elenco di nomi tagliati, i due colleghi prendono, quasi simultaneamente, un’importante decisione. «Mentre sfogliavo i nomi di quelle persone – racconta Paolo – ai quali, dall’oggi al domani, qualcun altro ha cambiato la vita in modo così radicale, ho pensato a voce alta: io me ne vado da solo e apro una libreria». Allora interviene Stefano: «Sentendolo ho risposto “ed io te la finanzio!”». Da quel momento i due excolleghi sono diventati amici e subito dopo soci. L’idea originaria, alimentata dalla passione di Paolo per i libri e di Stefano per gli esperimenti in cucina – come ama definirli lui stesso – si è sviluppata nel tempo fino a divenire un caffè letterario, “Libri e sapori”, che aprirà nel mese di maggio a Treviglio, in via Verga 14. Nel cuore della nostra città, in una bella corte da poco ristrutturata per ridare vita ai cortili e alle piazzette nascoste tra negozi ed abitazioni, i due soci hanno scelto un grande spazio di oltre 220 mq, di cui circa la metà sarà destinata al laboratorio di Stefano e la restante ospiterà la libreria, che sarà concepita come un vero luogo di incontro tra le persone e di scambio di idee ed emozioni, come sempre accade quando possiamo coinvolgere altri nelle nostre passioni. I tavolini e le poltrone saranno collocati un po’ ovunque nel locale. Accoglieranno i lettori che vorranno cibare la loro mente, ma anche soddisfare il palato assaggiando le prelibatezze, dolci e salate, che Stefano creerà nel laboratorio. Ci racconta: «La passione per la cucina è nata quando ero ancora molto giovane, un po’ anche per necessità, e mi ha sempre dato grandi soddisfazioni. Nel nostro locale vogliamo proporre prodotti tipici del territorio, che stiamo selezionando con grande cura, insieme alle eccellenze di cui è ricchissima l’enogastronomia italiana».
Paolo, la cui figlia Leyra Correll, seppur giovanissima, è scrittrice con al suo attivo la pubblicazione di ben quattro libri, è il socio che si occupa delle pubblicazioni. Con un’esperienza già maturata nel settore, promozionando le opere della figlia, oltre ad una grande passione personale per la lettura, ci spiega: «Nelle nostre ambizioni “Libri e sapori” vogliamo che diventi un punto di incontro vivace e stimolante nella vita culturale trevigliese. Abbiamo in programma di organizzare eventi letterari, le promozioni dei nuovi titoli in catalogo, gli incontri con gli autori, le firme dei libri, insomma tutto ciò che dà vita ad un libro prima che diventi patrimonio di emozioni del lettore». Una grande attenzione sarà rivolta anche alla scuola, con progetti che coinvolgano studenti ed insegnanti, per avvicinare sempre più le nuove generazioni alla lettura. «Sentiamo ripetere da ogni parte, e i numeri purtroppo danno ragione, che la lettura in Italia è sempre in calo; anche per contrastare questa tendenza abbiamo deciso di lanciarci in questa impresa, dove oltre ai libri tradizionali in cartaceo, proponiamo l’acquisto di e-book. In fondo cambia il contenitore ma non il contenuto». “Libri e sapori” vuole fare la differenza, come indica a chiare lettere il sottotitolo “Lo stato dell’arte” scritto sul biglietto da visita che mi consegnano, orgogliosamente, Paolo e Stefano: «A cinquant’anni ci rimettiamo in gioco perché crediamo che anche l’impegno di un solo uomo può fare la differenza».
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Cultura
“L’ultimo arrivato” vince il Campiello di Daniela Invernizzi
Tommaso Grossi e il suo tempo di Elio Massimino
Il 7 maggio, al TNT di Treviglio, un convegno vedrà protagonisti studenti e qualificati studiosi
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ei mesi scorsi, forse qualche lettore lo ricorderà, la tribuna ha pubblicato tre miei articoli su Tommaso Grossi e devo dire che, mentre conducevo qualche ricerca bibliografica, mi sono persuaso che il personaggio meritasse di essere riscoperto anche a Treviglio che, insieme a Milano, è stata la sua città di riferimento. Di qui, come Associazione culturale Malala, abbiamo deciso di organizzare un convegno, che avrà luogo nel Teatro Nuovo di Treviglio nella mattina del 7 maggio, con inizio alle ore 9.30. Sarà un convegno piuttosto innovativo perché tra i relatori non vi saranno solo adulti, ma anche studenti delle scuole medie superiori di Treviglio. Mi fa piacere aggiungere che l’idea di coinvolgere i giovani come relatori, e non solo come spettatori, è stata accolta con interesse da dirigenti e docenti della Scuola pubblica della città, e così potremo assistere a interventi di loro allievi che, tra l’altro, si avvarranno di tecniche innovative di esposizione, quali video, drammatizzazione, ecc. I ragazzi dell’Istituto agrario cittadino, in particolare, si soffermeranno sulla figura di Gaetano Cantoni, coevo del Grossi e anch’egli patriota, al quale la loro scuola è intitolata. Gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Guglielmo Oberdan, invece, hanno preparato un lavoro che descrive il quadro economico-sociale del tempo, mentre quelli del liceo classico
Simone Weil approfondiranno il rapporto umano e intellettuale tra Tommaso Grossi e Alessandro Manzoni. Si alterneranno con i ragazzi studiosi di valore, come la dottoressa Sara Albergoni che interverrà su “Carlo Gerosa da Canzo e i ritratti della Famiglia Grossi”, la dottoressa Beatrice Bolandrini con “I ritratti di Tommaso Grossi tra romanticismo e realtà”; il dott. Marco Carminati ripercorrerà i rapporti del Grossi con gli amici della “Cameretta”, mentre il prof. Francesco Tadini descriverà “Il clima sociale e politico a Treviglio nella prima metà dell’800” e il milanese Guido Oldani, che come attore e regista ne ha portato in scena delle opere, parlerà del Grossi poeta e reciterà alcuni brani. Non potevano mancare gli studenti della scuola secondaria dell’Istituto Comprensivo Tommaso Grossi, altra eccellenza di Treviglio, che apriranno il convegno con un intervento musicale, diretti dal prof. Filiberto Guerra. Nella stessa giornata, sempre a Treviglio, alle ore 16 nell’Auditorium della Biblioteca (ingresso Largo Marinai d’Italia) si svolgerà la premiazione dei vincitori del Concorso letterario internazionale Città di Treviglio, giunto alla terza edizione.
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arco Balzano è stato ospite, martedì 5 aprile, dell’associazione culturale Clementina Borghi. Nell’auditorium della scuola Tommaso Grossi, l’autore di “L’ultimo arrivato” (Sellerio) ha non solo presentato la sua recente fatica, ma discusso con un attento pubblico di letteratura, stile, storia, gusti letterari. “L’ultimo arrivato” è un omaggio a quei bambini migranti che solo cinquant’anni fa si sono spostati dal sud al nord dell’Italia per incontrare una vita a loro totalmente sconosciuta. Una pagina di storia di cui si è parlato molto poco; migliaia di bambini e di minorenni mandati al nord da soli, senza un appoggio, per sfuggire alla miseria. L’autore ripercorre quelle tante storie attraverso quella di Ninetto “pelleossa”, che dalla Sicilia arriva in una Milano diversa e sconosciuta, per affrontare una vita priva di stenti ma al contempo alienante. Grazie all’ascolto delle testimonianze dirette dei protagonisti di allora, Balzano racconta una storia reale e immaginaria allo stesso tempo, nel tentativo di guardare al passato per capire anche il presente. Il parallelismo fra gli ultimi arrivati di allora, i terroni, e gli ultimi di oggi, i migranti, viene spontaneo, pur con tutte le differenze storiche e sociologiche; tuttavia la voglia di capire, o di farsi delle domande, più che dare risposte, è il risultato di questa storia forte e delicata insieme, che non è uno sguardo inerme sul passato, ma una lente per comprendere il presente. O, almeno, cercare di farlo. «Scrivere è un modo per fare i conti con se stessi – ha detto Balzano – per me è il modo più consono di stare a questo mondo. Anche se le storie sono inventate, c’è sempre un collegamento con quello che siamo e con la realtà che ci circonda. E con il fatto che ci sono momenti della vita più importanti di altri. Per esempio in questo romanzo il periodo dell’infanzia occupa molto spazio, mentre 40 anni di fabbrica a Milano, estraniante e alienante, sono riassunti in poche pagine». Maggio 2016 •
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La caricatura di Bruno Manenti
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Arte
Pagazzano Pop di Daniela Regonesi
Grande successo per la mostra organizzata presso il castello visconteo, dove artisti italiani contemporanei si confrontano con il maestro della pop art Andy Warhol
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l primo week-end di maggio vede concludersi la mostra “Andy Warhol e l’Italian Pop”, allestita presso il Castello di Pagazzano. La cornice medievale dell’antica dimora dei Visconti ha ospitato cinquanta opere del maestro della Pop Art, accompagnate da altrettante creazioni di artisti italiani.
La svariata produzione dell’eclettico artista americano è testimoniata da numerose opere provenienti da collezioni private, quali fotografie, borse della spesa con il celeberrimo barattolo di zuppa Campbell’s, ritratti della serie Ladies and Gentlemen, polaroid, le Fiabe di Andersen, copertine di dischi – una su tutte: la banana creata per i
Velvet Underground e Nico – e le immancabili serigrafie. A Pagazzano le Marilyn del maestro americano riecheggiano sfavillanti di Swarovski® nelle opere di Roberta Diazzi, che utilizza i cristalli a campitura totale per comporre mosaici scintillanti in cui rappresenta ritratti, ma anche natura. Al suo fianco troviamo schierato l’esercito
La ri-scoperta dei nostri tesori
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ra gli eventi correlati alla mostra “Andy Warhol e l’Italian Pop”, spicca su tutte l’appuntamento con il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi. Nella serata del 12 aprile, richiamando un gran numero di spettatori nella chiesa parrocchiale dei Santi Nazario e Celso di Pagazzano, il professore ha tenuto una conferenza sul tema Ripercorrendo l’arte e le bellezze d’Italia. Lo studioso, accogliendo l’appello del sindaco Raffaele Moriggi che l’ha invitato a sostenere e a far conoscere il valore e la bellezza del castello visconteo, ha affermato che «un castello che non è valorizzato è una perdita». A proposito delle bellezze del nostro territorio, Sgarbi ha ancora una volta espresso tutto il suo entusiasmo per il Polittico di Zenale e Butinone, definen-
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dolo «patrimonio dell’umanità», «opera fondamentale» e «appuntamento necessario per chiunque abbia una coscienza della sensibilità contemporanea e della sensibilità italiana». Convinto che abbiamo una miriade di tesori di cui non siamo consapevoli – ha definito la nostra area «un formidabile ribollire di meraviglie» – e che l’insensibilità è proprio il problema principale sia del castello che del territorio, ai nostri microfoni ha spiegato che la soluzione alla mancanza di investimento da parte dello Stato va cercata nella partnership pubblico-privato, come nel caso delle fondazioni: «Mettere insieme un circuito di luoghi che offrono tali opere d’arte è un atto politico interessante». Pensiamoci. D.R.
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dei Centomini di Aleandro Roncarà: coloratissimi pupazzi che danno tridimensionalità a personaggi buffi. Proseguendo nel percorso ecco un secondo schieramento: sono ritratti caricaturali opera di TV Boy, al secolo Salvatore Benintende, che dà vita a coloratissime versioni di Silvio Berlusconi, Monnalisa, Amy Winehouse, Vittorio Sgarbi, ecc. Salendo al secondo piano - sotto la guida di Lidia Villa, responsabile dell’Ufficio tecnico del comune di Pagazzano, con delega alle attività culturali di valorizzazione del castello - incontriamo nuovamente Marilyn Monroe, stavolta però a figura intera e a bordo di una Vespa: così è rappresentata in una delle sculture in perspirex e led opera del fondatore del Nuovo Movimento Futurista, Marco Lodola, che già avevano dato il benvenuto ai visitatori all’ingresso della mostra sotto le sembianze dei Beatles. Arte e design, invece, si fondono nella produzione di Daniele Fortuna, che propone opere tagliate, divise e colorate che poi ricompone con significati fortemente celebrativi. I temi del consumismo e dei prodotti di massa, tanti cari a Warhol, ritornano nelle tele di Michele Giardina, dove lattine e bottiglie tendono all’iperrealismo. Giovan Battista Rotella, invece, rende omaggio alle icone del cinema, ai simboli della cultura, dell’arte e dei fumetti. Infine è il pittore statunitense Edward Hopper, famoso soprattutto per i suoi ritratti della solitudine nella vita americana contemporanea, ad essere celebrato nelle grandi tele di Andrea Baruffi, che rappresenta situazioni legate a strade, ristoranti o stazioni con inserimenti di animali, come delle surreali mucche al pascolo in Central Park. E così, quasi circolarmente, si ritorna alle Cows di Warhol, in un continuo dialogo d’arte. Mostra interessante e variegata, dunque, quella proposta dalla Fondazione Mazzoleni – che si occupa di promuovere l’arte e la cultura italiana nel mondo – in una cornice di assoluto valore quale quella del castello, al cui restauro della seconda ala sono destinati gli incassi dell’esposizione.
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Sport e benessere
di Silvia Martelli
Federica Doneda, pallanuotista e psicologa, organizza una serie di incontri formativi con le squadre più giovani del Team Treviglio
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lle ore 18.30 del 29 Marzo si è tenuta, presso l’Auditorium delle Cassa Rurale di Treviglio, la presentazione del progetto “Sportiva... Mente” dell’Associazione Pallanuoto Treviglio. Curato dalla giovane psicologa e pallanuotista Federica Doneda, il progetto si pone l’obiettivo di promuovere un atteggiamento positivo verso lo sport da parte dei ragazzi, migliorando la percezione, non solo delle proprie risorse, ma anche delle relazioni interpersonali con compagni di squadra, allenatori ed arbitri. «Lo psicologo dello sport – spiega Federica – non è una figura asettica, bensì un professionista che lavora a stretto contatto con gli atleti, ma anche con i loro allenatori e tecnici. Il suo obiettivo è di trasformare un gruppo di giocatori in una vera e propria squadra, sviluppandone la coesione; si propone inoltre di incrementare lo spirito di appartenenza alla squadra, l’incoraggiamento reciproco e l’autostima degli atleti. In generale, opera per accrescere il benessere della squadra». A tal fine, Federica afferma di volersi concentrare sulle buone qualità delle squadre che incontrerà, piuttosto che sulle loro mancanze, evidenziandole e potenziandole; proverà inoltre a valorizzare l’ascolto e il rispetto reciproco.
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Nei prossimi mesi, la psicologa lavorerà dunque a fianco di quattro squadre della Pallanuoto Treviglio (Under 11, Under 13, Under 15 maschile e femminile), in quattro incontri di circa un’ora e mezza ciascuno. La scelta di avviare il progetto con le squadre più giovani deriva dal fatto che gli atleti in questione stanno attraversando il delicato periodo dell’adolescenza e pre-adolescenza, una fase di crescita e di formazione fondamentali per il carattere. Lo sport, dunque, in quest’età più che mai può essere un fattore determinante per uno sviluppo positivo. «Lo sport è un piccolo palcoscenico della vita, un banco di prova» dice, infatti, Federica. Proprio per questo motivo la Pallanuoto Treviglio si ripropone di creare un ambiente sportivo sano e accogliente, dove i ragazzi possano esprimersi liberamente e senza timore di essere giudicati. «Questo è quello che abbiamo cercato di creare giorno dopo giorno, ciò che vogliamo a prescindere da quanto gli atleti possano diventare forti» dice Max Petrilli, allenatore e vicepresidente della società. «Da oggi, lo faremo ancora meglio: è una fortuna avere al nostro fianco una psicologa nonché pallanuotista». La società trevigliese pone dunque un accento sull’imparare divertendosi, ben sapendo che vari studi dimostrano che atleti interessati danno risultati nettamente migliori. Perché il progetto sia efficace, Federica sottolinea tuttavia l’importanza di una collaborazione non solo con i giocatori ma anche con gli allenatori, figure che devono saper stabilire regole ed allo stesso tempo trasmettere sani valori, tra cui quelli del sacrificio e della fatica per conquistare la vittoria. La psicologa proverà così ad ottenere che gli atleti diano il meglio di sé “non solo per i muscoli, ma anche per le emozioni” condivise con la propria squadra, allontanando la tentazione di ritirarsi, che è spesso la conseguenza di ambienti agonistici oppressivi. La vera squadra vincente è infatti quella in cui tutti gli individui sono di vitale importanza: “Together everyone achieves more” acronimo di Team e motto di Federica.
Passeggiate di salute di Daniela Regonesi
Ricordando alcuni recenti appuntamenti per gli appassionati del podismo, scopriamo nuovi benefici dell’attività fisica
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orrere fa bene – l’abbiamo spiegato anche nel numero scorso – e lo ribadisce un recente studio a firma Ibcn-Cnr pubblicato su Stem Cells. In estrema sintesi: per la prima volta i ricercatori hanno dimostrato che un esercizio fisico aerobico, come la corsa, è in grado perfino di bloccare il processo di invecchiamento cerebrale e di stimolare la produzione di nuove cellule staminali, che migliorano le capacità mnemoniche. Ecco un ulteriore valore nascosto dietro il successo di tante iniziative vecchie e nuove. Tra le prime spicca l’appuntamento con la staffetta “3x3xTreì”, giunta alla sua nona edizione: nel pomeriggio di sabato 9 aprile, complice un timido sole e una piacevole
Foto di Enrico Appiani
Sportiva... Mente
Foto di Luca Cesni (Foto Attualità)
Referente Medico Struttura: Dott. Stanislao Aloisi (Medico Chirurgo) Supervisore discipline non EBM: Dott. Michele Tumiati (Medico Chirurgo) Referente Discipline Integrate: Simona Ardemagni (Tecnico di laboratorio analisi / Naturopata) Convenzione tecnico-scientifica con l’ambulatorio di Medicina di Base: Dott. Armando Pecis
temperatura, «i bambini si sono presentati davvero in tanti – spiega Lucia Dozio del G.S. Avis Treviglio – e con il supporto di una tifoseria veramente eccezionale. Sono partiti in diverse batterie con un piglio e un impegno da fare invidia ai veri atleti: una festa di colori e di sorrisi dove si sono divertiti anche i genitori. La staffetta degli adulti ha visto alla partenza 54 squadre: atleti di alto livello ma anche amatori per i quali la corsa è divertimento a prescindere dal tempo impiegato. E per noi ricordare Gigi Brusaferri (primo presidente alla cui memoria è dedicata la staffetta ed intitolato il gruppo) portandolo nel cuore durante la corsa è sempre un onore». Ed è stato un successo anche per il Gruppo Podistico Arcene l’organizzazione della quindicesima edizione de “La Padelada”; la manifestazione podistica non competitiva, con i suoi percorsi di 7, 15 e 19 km, ha proposto domenica 24 aprile una mattinata ludico motoria nelle campagne del paese. Solo qualche sera prima, invece, più di 500 partecipanti in divisa arancione fluo – dono del main sponsor – al crepuscolo del 21 aprile hanno colorato il centro storico trevigliese con la tappa della Mizuno Run Life, proponendo la corsa come “un’esperienza di gruppo, un’occasione per stare insieme e dare al running un significato nuovo”. Possiamo dire che obiettivo analogo se lo è dato anche il Comitato Genitori Simone Weil di Treviglio, organizzando la marcia non competitiva finalizzata a raccogliere fondi a favore della biblioteca del liceo classico, linguistico e artistico. Circa 600 persone hanno festosamente partecipato, domenica 3 aprile, ad una passeggiata in compagnia, che ha fruttato circa tremila euro destinati all’acquisto di nuovi scaffali: «non si parla solo di cose negative, ma anche di iniziative positive volte al miglioramento della scuola stessa – ha spiegato ai nostri microfoni uno dei promotori – per instillare nei ragazzi il senso civico e di appartenenza alla scuola». La corsa, dunque, muove non solo gli arti: tocca i cuori, accende le menti e le mantiene giovani.
• Medicina Funzionale - Biochimica Clinica Medica • Nutrizione Metabolica Medico Nutrizionistica • Osteo-Fisioterapia - Massoterapia - Taping Neuromuscolare • Naturopatia D.B.N Regione Lombardia • Reflessologia Plantare D.B.N Regione Lombardia • Agopuntura Medica • Riflessologia auricolare funzionale F.A.S.T. Discipline Bio-Naturali • Detossicazione ionica plantare Iscritte ai Registri Ufficiali • Analisi di laboratorio con referto medico: - Mineralogramma / Indagine Gastrointestinale - Analisi dei Metalli Tossici / Tossicosi croniche - Intolleranze alimentari su sangue D.B.N Regione Lombardia - Check up Salute e Prevenzione La Nostra Mission: «Riconoscere il ruolo fondamentale della Medicina Ufficiale nell’ambito della salute, aprendo a nuove interpretazioni e reali possibilità di trattamento fornite dalle Discipline Bio-Naturali indicate nei registri della Regione Lombardia salvaguardando la valenza scientifica attraverso periodici case reports e meta-analisi caso correlate».
Treviglio - Via Sangalli, 17 - Tel. 0363.1760007 Mail: spazio.richieste@virgilio.it Facebook: mater salute e prevenzione primaria Maggio 2016 •
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Le Aziende informano
Max interni e design
«D
al 1967 mettiamo la progettazione integrata e coordinata alla base del nostro rapporto con il cliente. La nostra ambizione non è “vendere mobili”, ma sviluppare le idee e applicarle, traducendole in progetto, e attraverso un percorso che parte dalla proposta, termina nella sua la realizzazione» così esordisce Claudio Vavassori, giovane creativo e renderista in 3D, figlio di Max Vavassori, il fondatore di Max Arredamenti oggi Max Interni Design, colui che motiva, stimola e aggrega l’intero gruppo di professionisti che operano al servizio dei clienti negli showrooms di Treviglio. «Operiamo - prosegue Claudio - con un team ben affiatato e coeso, in cui ciascuno ha compiti ben definiti: l’Architetto, che indirizza e segue il cliente in ogni fase del lavoro, dalle pratiche burocratiche al progetto esecutivo; l’Interior Designer, che guida e consiglia nelle scelte, sino all’installatore che materializza sogni e progetti. Insomma un’assistenza e un supporto a 360 gradi».
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Presente nel cuore di Treviglio dal 1967, lo showroom di via Cavour 1/b si trova in un contesto storico e si presenta come un contenitore all’insegna della razionalità
delle forme e del design delle idee. Un vero e proprio laboratorio progettuale dove trovare prodotti, materiali e finiture sempre in continuo aggiornamento.
Inaugurato nel 2007, lo showroom di via Roggia Vignola 9 si trova nella nuova area industriale di Treviglio. Fornito di un ampio parcheggio, si presenta come uno spazio espositivo su 2 livelli, di circa 400 metri quadrati, predisposto per soddisfare ogni esigenza di gusto, forma e dimensione per ambientazioni, prodotti, finiture e materiali presenti. L’entusiasmo e la vitalità di Max non sono frutto di improvvisazione, come dimostra il percorso fatto dalla fondazione di Max Arredamenti nel 1977, negli anni in cui la filosofia “Dal mattone al soprammobile” anticipava quello che poi sarebbe diventata la linea guida degli altri negozi, all’attuale Max Interni Design. Avvalendosi del valido supporto di Architetti e Interior Designers, Max coadiuvato dai figli, Claudio e Debora, che si occupa prevalentemente del negozio di via Cavour, propone presso i suoi punti vendita un’assistenza al cliente a tutto campo. Dalla situazione più complessa, come può essere la ristrutturazione dei propri ambienti, ad un più semplice intervento di restyling, lo staff garantisce la professionalità per il miglior servizio. Dall’iter burocratico per l’ottenimento delle eventuali autorizzazioni edilizie, ai lavori e alla gestione dei cantieri, dalla progettazione architettonica fino al progetto d’interni, dal residenziale al commerciale: per ogni esigenza abitativa e di attività da Max Arredamenti riescono a combinare la sensibilità del tocco personale, che ciascuno cerca nel proprio spazio, con la funzionalità alla quale si deve coniugare il vivere quotidiano, non tralasciando “il percepire attraverso la mediazione del senso”. Cristina Signorelli
Associazioni
L’Euro: quale futuro?
COME LAVORIAMO
di Cristina Signorelli
Risorse, associazione culturale per capire meglio l’economia, ha organizzato un ciclo di conferenze a Treviglio durante le quali economisti ed esperti affronteranno i temi economici
G
iovedì 14 aprile, presso l’Auditorium della Biblioteca Civica di Treviglio, si è tenuta la prima conferenza organizzata dalla neonata “Risorse”, un’associazione culturale trevigliese creata con lo scopo di capire e spiegare l’economia (vedi n. 4/2016 de la tribuna). Il primo ciclo di conferenze dal titolo “L’Euro: quale futuro?” prevede cinque incontri, durante i quali personalità italiane del mondo accademico e della ricerca, svilupperanno il tema dell’Euro e, conseguentemente, del futuro economico, ma non solo, dell’Europa. Nella prima serata la parlamentare Pia Locatelli, presidente della Fondazione A.J. Zaninoni, che figura tra gli sponsor dell’associazione, ha espresso il suo apprezzamento per l’attività di divulgazione e comprensione dei temi economici, che il sodalizio ha in progetto di realizzare. La prima conferenza, dal titolo “Come si è giunti all’Euro e come funziona” è stata tenuta dal prof. Luca Fantacci, docente di storia economica all’Università Bocconi di Milano, il quale ha tracciato in modo essenziale la storia della moneta unica europea e dato spunti di riflessione interessanti per comprendere l’attuale situazione economica. Una grande affluenza di pubblico ha fin dal primo incontro testimoniato l’interesse, sempre più vivo e diffuso tra la cittadinanza, per i temi di carattere economico; in particolare la partecipazione attiva del pubblico, che ha rivolto molte domande agli oratori, ha dimostrato la validità ed il seguito dell’iniziativa.
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Sport 342.7210960
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ACTIONCLUB
open day nei giorni:
con tante sorprese per i più piccoli!
Una promessa del nuoto: Sara Morotti di Daniela Invernizzi
.LAboratori
ludo-didattici creativi Dal 13 giugno .compiti al .laboratori di lingua 29 luglio .corsi di nuoto con festa finale!
e giochi in acqua .espressività corporea (Danza classica e moderna hip-hop, zumba baby) .giochi di squadra
TUTTI I BAMBINI
.attività sportive (acrosport,calcio, rugby,pallavolo, nuot nuoto, pallanuoto)
DA 6 anni A 14 ANNi LE attività si svolgeranno all’interno della palestra action club
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Si è laureata campionessa italiana di nuoto lo scorso 3 aprile, durante le gare femminili di Criteria Giovanili di Nuoto 2016, svoltesi allo Stadio del Nuoto di Riccione. Sara Morotti, 17 anni, ha portato a casa la medaglia d’oro nei 50 rana, quella d’argento con la 4X100 stile libero cadette e quella di bronzo nei 100 rana. Grandissimi successi che ha condiviso con tutto il Team Nuoto Sport Management, guidato da Renzo Bonora, che durante la tre giorni a Riccione ha incamerato una sfilza di medaglie, il secondo posto nella classifica generale di società e il primo nella categoria ragazze. Si allena ogni giorno nella piscina di Treviglio, gestita da Sport Management, dove è facile incontrarla, insieme alle compagne d’allenamento: «In effetti mi alleno ogni giorno per due ore e faccio palestra due volte alla settimana – racconta – nuoto fin da quando ero molto piccola, mi è sempre piaciuta l’acqua; ma nell’agonistica sono arrivata all’età di sei anni: me l’aveva consigliato il medico, perché ero una bimba iperattiva, forse troppo». Forse questo medico non è stato lungimirante, ma ha sicuramente avuto l’istinto di incanalare l’energia di Sara nello sport più adatto a lei: ed ora abbiamo una campionessa che può darci ancora tante soddisfazioni. «Ho capito che questo sport poteva darmi tanto quando nel 2014 ho vinto la mia prima medaglia italiana nei 50 rana. Ma dietro c’è tanta fatica e tanto sacrificio. Il nuoto ti dà tanto solo se gli dai tutto». Di dove sei? «Sono originaria di Grassobbio, ma vivo a Treviglio da circa due anni. Il motivo del trasferimento è stato proprio quello di continuare in questo sport in una squadra molto qualificata come il Team Lombardia e
Professionisti informano
Diabete e paradontite: la prevenzione passa dall’igiene orale
3 con un allenatore molto valido come Renzo Bonora. Qui mi trovo bene, vado a scuola, frequento la terza superiore dell’Istituto Oberdan». Hai già parecchie vittorie nel tuo palmarès: qual è quella che ricordi con maggior soddisfazione? «L’anno scorso ho avuto qualche difficoltà e diversi problemi fisici; ma nonostante questo sono riuscita a vincere la medaglia di bronzo ai campionati italiani estivi in vasca da 50 metri». Cosa vuoi fare da grande? «Quando si pratica uno sport a livello agonistico è logico che il sogno sia di arrivare ai massimi livelli, ma è difficile, complicato da diversi fattori: gli atleti forti sono tanti e magari con maggiori possibilità delle tue. E poi basta un infortunio per mandare tutto a monte o cambiare le carte in tavola; insomma, una può fare tanti piani, ma poi...Per questo prendo seriamente anche la scuola: il sogno alternativo è di fare un lavoro che mi piace, magari anche all’estero».
71 milioni di persone affette da diabete, con una crescita del 91% negli ultimi 10 anni, tanto che si arriva a parlare di una vera e propria pandemia. E se una cura ancora non esiste, la cosa migliore resta puntare sulla prevenzione. E questa, anche se a qualcuno sembrerà strano, passa anche dall’igiene orale; ad affermarlo infatti è il Joslin Diabetes Center, la più importante organizzazione mondiale che si occupa di clinica e ricerca nell’ambito del diabete. Il legame che sussiste tra il diabete e la parodontite è noto da diversi anni: numerosi studi hanno suggerito come la malattia parodontale (o piorrea) sia collegata a un peggioramento del controllo glicemico negli individui affetti da diabete. La correlazione è sostanzialmente dovuta al processo infiammatorio tipico della parodontite che, anche se si
Azzola
studio d e n t i s t i c o
manifesta a livello locale, ha delle ricadute a livello sistemico, andando a peggiorare l’insulino-resistenza e aprendo le porte anche al diabete. Il legame malattia parodontale e diabete, poi, è ambivalente, ossia la malattia parodontale può influire sul diabete e chi soffre già di diabete può sviluppare la malattia parodontale. La malattia che intacca la salute delle gengive, si sa, nei casi più gravi arriva a causare la perdita dei denti, con serie conseguenze sulla capacità di alimentarsi e sulla qualità della vita e della salute generale. Una volta compresi i meccanismi a doppio senso che legano diabete e malattia paradontale, risulta perciò di assoluta importanza sviluppare strategie di screening al fine di trattare i pazienti da diverse prospettive, per poter agire in senso preventivo e sinergico su entrambi i fronti.
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Maggio 2016 •
tribuna magazine • 59
Amarcord
La storia dei Baccanelli di Romano di Ivan Scelsa
L’operosità di una famiglia che negli anni ha vissuto il cambiamento del “fare azienda” e della città di Romano di Lombardia
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erra operosa la bergamasca. Terra di piccoli artigiani ed imprenditori, dove sono nate migliaia di piccole grandi storie di aziende legate al territorio da anni di duro, silenzioso ed operoso lavoro. Vicina al mondo dell’automobile e ad una visione imprenditoriale nata nel periodo della seconda guerra mondiale, la storia della famiglia Baccanelli di Romano di Lombardia si affaccia al mondo dei motori sin dal 1939.
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Quasi cent’anni di attività ed un’origine come servizio di riparazione e ripristino di motori militari all’interno di una vecchia cascina di Romano che, superate le difficoltà, le brutture del conflitto bellico e la crisi del settore automobilistico, evolse adeguandosi alle nuove esigenze di mercato fornendo anche un servizio di soccorso stradale in quella che oggi potremmo definire “una partnership” con l’ACI.
Di generazione in generazione, dal nonno ai due figli fino agli ultimi eredi, l’attività non si è mai limitata alla sola vendita e assistenza di vetture che, ricordiamolo, oggi lega il nome “Baccanelli” alla milanese Alfa Romeo sin dagli anni Settanta. Con il passare del tempo e l’incremento delle vendite, infatti, la concessionaria si trasferì nella grande sede di piazza Papa Giovanni XXIII, sempre a Romano di Lombardia in contemporanea all’acquisto di tre filiali dislocate su una fascia territoriale che spazia dal confine con le province di Milano a quella di Brescia. E proprio dai cassetti dei ricordi di Fabio Baccanelli, ci arrivano scatti testimonianza di un importante centro urbano, quello di Romano di Lombardia appunto, molto diverso da quello che oggi ha raggiunto i ventimila abitanti. Rivederlo così, in bianco e nero, tra una Vespa ed un pulmino pronto a trasportarla alla fiera cittadina, è un tuffo al cuore che rimanda i ricordi all’Italia del boom economico conseguente a quel periodo di grande fervore e bellezza che era stato quello della “dolce vita”, per cui ancora oggi siamo al centro dell’immagine più poetica scolpita nella mente di turisti provenienti da tutto il mondo, affascinati da quell’idea di “vivere italiano” che tanto ci caratterizza.
Il tributarista in pillole
Utilizzo dei contanti: norme tributarie
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Le attività della famiglia Baccanelli in campo automobilistico iniziano prima dell’apertura della concessionaria Alfa Romeo. In queste immagini, alcuni momenti di una lunga storia fatta di impegno nel soccorso stradale e nell’allestimento fieristico.
a Legge di Stabilità del 2016 ha innalzato a 3000 euro il limite di utilizzo di denaro contante, precedentemente fissato dal Governo Monti a 1000 euro. Pertanto per tutti i pagamenti superiori a 3000 euro sarà obbligatorio utilizzare mezzi tracciabili (bonifici, assegni, bancomat, carte di credito). Tale manovra si è resa necessaria per allineare l’Italia agli altri paesi europei, nei quali per l’utilizzo del contante non sussiste alcun limite o i limiti sono molto elevati. La nuova soglia riguarda ogni tipo di pagamento incluse le tasse, il bollo auto, le cartelle di Equitalia e l’assicurazione obbligatoria sulle auto. Gli stessi principi legislativi valgono anche per le donazioni e gli scambi di denaro che avvengono tra parenti o amici, per le quali si dovrà utilizzare il bonifico nei casi in cui l’importo superi l’importo fissato. Interessati dalle nuove disposizioni di legge sono anche i pagamenti degli affitti, per i quali è ammesso il pagamento in contanti quando inferiore a 3000 euro. La legge di Stabilità 2014 vietava il pagamento in contanti, per qualsiasi importo, delle locazioni d’immobili. La norma era stata pensata per contrastare gli affitti in nero, pratica molto diffusa soprattutto nelle città universitarie. Rimane a 1000 euro la soglia per i “money transfer”, per l’emissione di assegni bancari e postali, per i quali non è prevista né l’indicazione del beneficiario, né la clausola di non trasferibilità. Anche per i libretti bancari e postali al portatore la soglia massima resta ferma a €. 999,99. Le Pubbliche Amministrazioni dovranno pagare le somme superiori a 1000 euro esclusivamente con l’utilizzo di strumenti telematici. Anche i compensi per attività professionali e le pensioni dovranno sempre essere effettuati utilizzando il canale telematico, per mantenere la tracciabilità dell’operazione. Le modifiche introdotte dalla legge di Stabilità 2016 estendono l’obbligo ai commercianti e ai professionisti di accettare pagamenti mediante carte di credito, oltre che di debito, tranne nei casi di oggettiva impossibilità tecnica. Per favorire l’utilizzo dei pagamenti mediante POS anche per somme esigue, saranno ridefinite al ribasso le commissioni interbancarie per le operazioni effettuate con carta di debito, in conformità alla normativa europea.
L’obbligo di segnalazione delle cosiddette operazioni “sospette” già esteso ai professionisti organizzati in ordini (notai, avvocati, dottori commercialisti, etc.) è stato ulteriormente precisato (art. 41 d.lgs. 231/07). È altresì previsto un sistema di segnalazioni idoneo a evitare l’eventualità che una singola operazione sia spezzata in più tranches, al fine di evitare controlli di legge. I pagamenti a rate che possono riguardare prestazioni professionali come l’assistenza legale di un avvocato o l’acquisto di un bene possono prevedere l’utilizzo di contanti (fino a 3mila euro) a patto però che il piano di rateazione sia stato preventivamente concordato tra le parti e che non sia frutto di una divisione artificiosa dei pagamenti. I casi in cui è possibile fare pagamenti in denaro contante oltre i 3000 euro sono quelli fatti verso operatori di commercio al minuto ed agenzie di viaggio e turismo. Questi sono autorizzati a ricevere pagamenti di beni e servizi da cittadini stranieri non residenti in Italia, entro il limite di 15.000 euro. Giovanni Ferrari - Tributarista
Maggio 2016 •
tribuna magazine • 61
Uomini e motori
Wilson e i kart di Zingonia di Ivan Scelsa
Tanti i nomi famosi ed i campioni che hanno cominciato a correre in pista a bordo dei go-kart sotto l’ala di Michael Wilson della scuderia Iame
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a provincia di Bergamo terra di piloti o di macchine da corsa? Perché non di entrambi? Il binomio “uomini e motori” è da sempre imprescindibile, non vi sarebbero gare né circuiti in cui correre se così non fosse. Nato nel 1959 a Barnsley (Inghilterra), dopo aver disputato alcune stagioni di kart nelle gare d’Oltre Manica (1972-’77), l’appena maggiorenne Michael Wilson si trasferisce in Italia, dove viene ingaggiato ed assunto come pilota professionista dalla Iame di Zingonia, la scuderia kart di Bruno Grana,
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che dal 1985 riceverà i telai della bresciana CRG. “Mike” rimarrà alle sue dipendenze fino al 1990, anno in cui diverrà egli stesso costruttore di telai per kart aprendo una propria officina in via Lisbona a Ciserano, quasi di fronte alla sede della scuderia per cui aveva corso. Wilson e la neonata Rakama di Ciserano avranno l’onore e l’onere di fornire telai anche per uno dei talenti dell’automobilismo contemporaneo: Fernando Alonso. Dal 1992 al 1999, infatti, il giovanissimo pilota della Ferrari, appena undicenne, corre con i kart bergamaschi disputando gare in tutto il mondo e mostrando da subito un innato talento che lo ha portato a diventare Campione del mondo di Formula 1. Dal 2006 Wilson diventa istruttore piloti, girando il mondo al seguito di giovani emergenti talenti del kart, seguendo le promesse della Driver Accademy della Ferrari proiettate a diventare piloti di Formula 1. La carriera di Mike è impreziosita di successi ottenuti sulle piste di tutto il mondo: sei campionati mondiali, cinque campionati asiatici, tre campionati europei, tre coppe campioni, tutti ottenuti negli anni Ottanta, molti dei quali proprio alla guida dei kart Iame. Insieme a lui sono tanti i piloti che hanno fatto la storia delle quattro ruote e che hanno iniziato dal kart. Fra questi, non ci sono solo piloti poi diventati stelle della Formula 1 come Alonso, ma anche coloro che hanno scelto di restare nel mondo dei kart, magari mantenendosi ai vertici mondiali. Tanti i nomi eccellenti che hanno contribuito a
A sinistra: Mike Wilson vincitore alla gara di Hong Kong. A destra: la partenza di una gara di kart
far conquistare alla ditta ciseranese i suoi 28 titoli mondiali: Kimi Raikonen, Lewis Hamilton, Nico Rosberg, Jarno Trulli, Alain Prost, Riccardo Patrese, Giorgio Pantano, Terry Fullerton e Jan Magnussen. Oggi la Iame è un’azienda leader mondiale nella produzione di motori da go-kart, sia per professionisti che per amatori. La sua lunga storia fatta di vittorie e i suoi numeri lo confermano: un palmares costellato di premi che ha portato l’azienda a produrre dai cinquemila ai seimila motori l’anno, con una capacità produttiva che può arrivare fino a novemila unità. Ricordiamolo: è il 1958 quando negli USA viene costruito il primo kart e Grana, odierno titolare, in quegli anni lavorava alla Moto Parilla. Quando lo vide se ne innamorò, intuendone fin da subito le potenzialità. L’anno seguente convinse Parilla ad entrare nel mercato e nella storia del kart fondando, insieme al collega Cesare Bossaglia, la Komet, specificatamente dedicata al settore. Ma fu il 1968 l’anno che sancì la nascita della Italian American Motor Engineering (proprio in virtù dello stretto legame con gli Stati Uniti) tramite l’unione della Komet e Parilla e grazie all’acquisizione dei marchi BM e Sirio. A sinistra: Wilson in compagnia di Ayrton Senna. A destra: Mike Wilson con Alonso e Massa in Canada (2011)
La parola ai lettori Colletta Alimentare
Gent.mo Direttore, Le chiediamo la cortesia di pubblicare il seguente appello: Ricerchiamo volontari, dai 14 ai 25 anni di età, per partecipare alla Colletta Alimentare, raccolta benefica di generi alimentari e di prima necessità, che avrà luogo il 28 maggio prossimo presso molti esercizi commerciali di Treviglio. L’iniziativa è a favore delle associazioni di volontariato del territorio che assistono persone in stato di bisogno. Chi fosse disponibile a dare una mano nella raccolta – è sufficiente anche solo per qualche ora – può contattare il servizio Pre. Gio. del Comune di Treviglio, chiamando il 366.3918371 o scrivendo a pre.gio@comune. treviglio.bg.it Grazie per l’ospitalità Pre.Gio.
Leonardo ed Enrica Occhiali
Foto di Enrico Appiani
Mobilità solidale
Caro Direttore, Sono una donna di quasi 80 anni, purtroppo vedova da tempo. Abito da sola in un appartamento sito in zona nord a Treviglio e fortunatamente sono autosufficiente e molto legata a preservare la capacità di adempiere alle necessità della vita di tutti i giorni. Come tanti anziani ho due figli, entrambi impegnati tutto il giorno per lavoro. Recentemente ho sentito parlare della possibilità che il servizio di bus navetta a domicilio, messo a disposizione degli anziani, possa essere soppresso al termine della competizione elettorale. Spero che questo non corrisponda al vero poiché per me (come per tanti altri anziani che abitano in città) rappresenta un vero, concreto supporto alla mobilità quotidiana. Avere la possibilità di chiamare un mezzo che ti consenta di raggiungere il supermercato, la farmacia e la chiesa senza dover pesare su figli e conoscenti, credo sia fondamentale. Avete mai pensato alla difficoltà di una persona anziana nel trasportare le pesanti buste della spesa o delle casse di acqua? Purtroppo nessuno di noi resterà giovane in eterno ed un’attenzione alla “mobilità solidale” credo sia un segno di civiltà a cui, finalmente, questa città ha avuto risposta. Livia
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Maggio 2016 •
tribuna magazine • 63
Da fare
La parola ai lettori Decoro urbano
Egr. Direttore, mi unisco all’appello contenuto nella lettera apparsa, a firma Ivan Scelsa, sul numero di marzo de “La tribuna”, facendo notare che oltre ai mozziconi, la maleducazione umana ci impone quotidiani slalom tra resti di gomme da masticare e bisogni canini abbandonati su strade e marciapiedi. Altresì auspico che anche la cura di giardini e aiuole interessino chi governerà la città. Ci sono periodi in cui rotonde e spartitraffico ricordano savane o deserti... Grazie per l’attenzione Giovanni S.
“Non rimpiango la grande città” Gentile Direttore, mi sono trasferita da pochi mesi a Treviglio per motivi di lavoro. Non nascondo che, provenendo da una grande città, all’inizio ero molto preoccupata e un pochino diffidente rispetto al vivere in provincia. Invece, ho trovato un clima accogliente e molte iniziative di carattere culturale e sociale che mi hanno aiutato ad inserirmi nel contesto cittadino. Anche grazie alla vostra preziosa rivista, ricca di suggerimenti e attenta a tutto ciò che accade a Treviglio, oggi posso dire di essere felice di vivere in questa piccola città. Francesca T.
SERVIZI DI CARPENTERIA
La Latteria Sociale di Calvenzano ospite a Vinitaly Riceviamo e pubblichiamo: “La Latteria Sociale di Calvenzano è stata invitata allo stand di Piazza Valcalepio a Vinitaly 2016, patrocinato da CCIAA Bergamo; nell’occasione è stata lieta di offrire in
degustazione, abbinati ai vini bergamaschi, i formaggi di sua produzione, fra i quali anche il taleggio DOP ed il quartirolo lombardo DOP, ai cui Consorzi di tutela la Latteria è associata”.
C.I.M. SRL Via Roggia Babbiona, 2/A (P.I.P. 2) – 24047 Treviglio (BG) Tel.: (+ 39) 0363/30.53.22 – Fax: (+ 39) 0363/30.36.94 cimlaser@cimlaser.it – www.cimlaser.it
Maggio 2016 •
tribuna magazine • 65
La Vignetta di Juri Brollini
Melius Abundare ?
66 • tribuna magazine • Maggio 2016
Da fare