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Sfalci e potature sono rifiuti speciali?

Sembra di sì, ma rimangono dubbi e si attende ancora la circolare interpretativa del Ministero per la Transizione ecologica. Nel frattempo ecco i nostri consigli

Dal 1° gennaio 2021 sono entrate in vigore le nuove norme per la classificazione dei rifiuti, introdotte con i decreti di recepimento dei pacchetti di Direttive europee sull’economia circolare. È stato soppresso il concetto di rifiuto speciale assimilabile a rifiuto urbano e, come detto nel nostro webinar dedicato lo scorso 16 marzo, questa rappresenta la novità più rilevante per tutti i settori produttivi. Ma per le imprese del verde? Per quanto riguarda gli sfalci e le potature derivante dalla manutenzione del verde pubblico, i decreti non hanno fatto altro che recepire le misure della Legge di Delegazione Europea su input comunitari: questi materiali saranno considerati in ogni caso rifiuti ex art. 185 comma f del D. Lgs.152/06, cosi come modificato dal D. Lgs. 116/2020. Sul verde privato si aprono invece diversi scenari che presentano sia pericoli che opportunità. Cosi come per rifiuti prodotti da tutte le altre categorie, necessitano in ogni caso di chiarimenti ministeriali. In particolare, il D. Lgs. 3 settembre 2020, n. 116 ha chiarito che la nuova definizione di rifiuti urbani comprende sia i rifiuti domestici sia i rifiuti simili, per composizione, ai rifiuti domestici, nel quale sono incluse le attività artigianali. Sebbene gli sfalci e le potature da verde privato siano classificati come rifiuti con codice EER 200201, le attività di giardinaggio e di manutenzione del verde non sono elencate nell’Allegato L-quinques. Venendo meno una delle condizioni per la classificazione di rifiuti “simili” agli urbani, ciò fa presupporre che essi possano essere gestiti come rifiuti speciali e, al fine di tutelare le imprese in questo dubbio interpretativo, la gestione come rifiuti speciali è la strada più cautelativa. In ogni caso, anche se fossero classificati come rifiuti urbani, le imprese potranno continuare a conferirli al di fuori del servizio pubblico, previa dimostrazione di averli avviati a recupero mediante attestazione rilasciata dal soggetto privato ai quali viene affidata la gestione. Pertanto, l’avvio al recupero è un'opportunità che lascia le imprese libere di scegliere se ricorrere al mercato e avere pertanto uno sconto sulla tassa/tariffa rifiuti. Il neo-istituito Ministero della Transizione Ecologica ha in programma la pubblicazione di una circolare con lo scopo di chiarire gli aspetti sopra riportati del D. lgs 116/2020 e Confartigianato è parte del tavolo degli stakeholder coinvolti dal Ministero.

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