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Autoriparazione: Italia prima in Europa per numero di addetti

Questi e altri dati del settore nell’elaborazione Confartigianato

Con l’1,3% del totale occupati delle imprese a fronte dell’1,0% dell’UE, l’Italia si conferma leader europea per numero di occupati nel settore Autoriparazione, offrendo il più alto contributo all’economia tra i maggiori paesi europei: seguono Spagna a 1,1% e Germania a 0,9%. È quanto emerso da una recente analisi della filiera auto realizzata dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia in collaborazione con il nostro ufficio studi Emilia Romagna e presentato in occasione della consegna del 39° Premio Confartigianato Motori, che ha preceduto il Gran Premio d’Italia di Formula 1 a Monza. La filiera dell’auto in Italia conta 177.183 imprese registrate alla metà del 2021 e 551.799 addetti attivi nella fabbricazione di autoveicoli, carrozzerie, parti e accessori, motociclette e nel commercio oltre che manutenzione e riparazione di autoveicoli. Complessivamente nella filiera 7 addetti su 10, equivalenti a 384.325 addetti, lavorano in Micro e Piccole imprese con meno di 50 addetti (69,7% in imprese con meno di 10 addetti e 30,3% in imprese con 10-49 addetti). Se nella produzione gli addetti sono concentrati (86,4%) in imprese 50 addetti ed oltre, nei servizi e commercio della filiera la gran parte degli addetti (93,3%) lavora in MPI.

Il settore Autoriparazione conta 206.533 addetti, pari ad oltre un terzo (37,4%) del totale della filiera dell’auto a cui sono sempre più richieste le cosiddette e-skills (competenze digitali) per via del crescente utilizzo delle tecnologie. I dati Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, mostrano che nel 2020 le imprese ricercavano oltre 25 mila meccanici artigianali, riparatori di automobili: al 66,8% di questi erano richieste competenze digitali, come l’uso di tecnologie internet, e la capacità di gestire e produrre strumenti di comunicazione visiva e multimediale, al 46,3% erano richieste capacità di utilizzare linguaggi matematici e informatici per organizzare e valutare informazioni qualitative e quantitative ed al 42,9% era richiesta la capacità di gestire soluzioni innovative nell’ambito di ‘impresa 4.0’, applicando tecnologie robotiche, big data analytics e internet delle cose ai processi aziendali. Nel tempo si osserva un incremento della quota di imprese alla ricerca di meccanici e riparatori di automobili dotati di un alto livello di competenze digitali e di competenze necessarie per l’utilizzo di tecnologie 4.0. l’impresa di riparazione per sua natura e concezione è fortemente legata al concetto di economia circolare e anche i dati dimostrano che questa vocazione ambientale è più marcata rispetto al totale dell'economia: nel 2018 otto imprese del settore con 3 addetti e più su dieci (79,1%) ha svolto azioni per ridurre l’impatto ambientale (con azioni, quali ad esempio il controllo e la riduzione dell’uso di energia o l’utilizzo delle rinnovabili, riduzione dell’uso dell’acqua, il riciclo e il trattamento dei rifiuti, la riduzione dell'emissione in atmosfera, il riutilizzo di materie prime seconde ecc.), quota che supera di 12,5 punti percentuali il 66,6% rilevato per il totale dell'economia.

Un altro esempio di azioni intraprese per ridurre l’impatto ambientale nell’Autoriparazione riguarda il trattamento degli oli minerali usati, essendo l’officina uno dei principali luoghi dove avviene la raccolta (il settore dell’autotrazione ne rappresenta il 66%), si è passati, infatti, dal 28% dell’olio immesso al consumo raccolto e recuperato nel 2000 a circa il 47% nel 2019 - oramai al massimo della fattibilità - con il 99% del raccolto riportato a nuova vita attraverso la rigenerazione. Anche qua primeggiamo, in Europa infatti mediamente si recupera il 40% dell’olio immesso al consumo e viene rigenerato solo il 60%. Per quanto concerne la gestione dei rifiuti le imprese sono direttamente coinvolte anche nel trattamento di veicoli fuori uso, batterie e pneumatici.

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