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BASS FISHING OCCASIONI D’ORO

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La primavera inoltrata porta ottime opportunità per chi ha fatto del bassfishing la sua tecnica preferita. L’imminente riproduzione del centrarchide è infatti preceduta da una fase di g r a n d e a t t i v i t à c h e n e a m p l i fi c a l e fi n e s t r e temporali di caccia, rendendolo più vulnerabile ai nostri artificiali. Si moltiplicano quindi le occasioni per pescate memorabili e di migliorare il proprio record di peso, dato che anche i bass più grossi, costituiti da femmine gravide, seppure per poco perdono la proverbiale diffidenza nei confronti delle nostre insidie. Prima di sospendere le ostilità e concedere ai nostri beneamati pinnuti tutto il tempo per deporre le uova e dedicarsi alla cura dei nuovi nati, focalizziamoci sul magic moment del pre frega cercando di sfruttarlo al meglio delle sue potenzialità di cattura.

I L P R E F R E G A

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Va detto subito che per il bass la fase pre frega può avere una tempistica molto breve o più dilatata nel tempo Anni addietro, quando il trascorrere delle stagioni era più regolare, la ripresa dell’attività del bass dopo un inverno letargico e l’ingresso nella modalità riproduttiva erano più facili da prevedere Alle nostre latitudini, dopo la fase letargica invernale le prime attività del bass si avevano agli inizi di marzo, in concomitanza con la fine delle gelate notturne e con l’arrivo delle prime tiepide giornate primaverili Nel giro di pochi giorni i bass riprendevano i loro territori nel sottoriva, a caccia di gamberi o pesce foraggio per guadagnare energie e arrivare alla riproduzione nel pieno delle forze, riproduzione che di solito si verificava verso i primi di maggio. Oggi il cambiamento climatico e l’assenza di inverni degni di tal nome hanno comportato grossi mutamenti nell’attività dei bass Le catture si susseguono anche nei mesi più freddi – quasi che l’inverno fosse una prosecuzione dell’autunno – e con le temperature più elevate rispetto alla norma i bass si apprestano alla riproduzione molto prima del dovuto, salvo poi interromperla e riprenderla per il sopraggiungere di fronti freddi tardivi, t i p i c i o r m a i d e l r i s c a l d a m e n t o g l o b a l e d e l n o s t r o p i a n e t a . Può quindi capitare di vedere bass femmine e maschi in piena frega già a inizio aprile, con un anticipo deciso dell’attività di caccia a febbraio Tali cambiamenti comportamentali variano ovviamente da un ambiente all’altro, ma sono ormai una regola Restano comunque difficili da prevedere, soprattutto in acque vaste e torbide tutto l’anno Comunque sia, il pre frega si può dividere in due fasi comportamentali: la fase di permanenza nel sottosponda con acqua bassa e la fase della formazione di gruppi di soggetti pronti per la riproduzione, che è poi quella che avvierà la riproduzione vera e propria e il relativo fermo delle ostilità da parte nostra Entrambe le fasi – e questo ci interessa maggiormente – sono caratterizzate da una costante ricerca di cibo, che può avere picchi molto intensi nel corso della giornata All’alba e al tramonto, ma più spesso negli orari centrali e in giornate con tempo cupo, bassa pressione e temperature in rialzo, il nostro bass moltiplica gli attacchi alle prede più rappresentate, che possono essere, a seconda del tipo di ambiente, pesce foraggio o piccoli crostacei

F A S E U N O

La prima fase di attività riguarda, in senso temporale, l’accostamento definitivo dei gruppi di bass alla sponda e comprende anche i soggetti più grossi, le ‘big mama ’ che cominciano già a mostrare il ventre carico di uova Questo primo avvicinamento stabile al sottoriva è più evidente nei grandi bacini naturali e artificiali, con una ricca e variegata presenza di pesce foraggio Qui i bass compiono una migrazione dall’esterno profondo, ora più freddo, alle sponde più riparate e tiepide, che nel frattempo hanno già richiamato alcune specie di pesce foraggio (gardon, per esempio) già prossimo alla riproduzione In ambienti meno estesi e profondi, come cave e stagni, la migrazione sottoriva è un semplice spostamento dei bass anche solo di pochi metri. In tali ambienti sono le sponde esposte a sud e ricche di ostacoli a garantire la permanenza dei bass, che si organizzano nella caccia dei piccoli pesci o, in mancanza di questi, concentrano l’attenzione sui gamberi, anch’essi molto attivi per l’aumento della temperatura. La scelta degli artificiali, in una situazione del genere, si riduce a imitazioni di pesce foraggio e di crostacei Tra le imitazioni di pesce, molto efficaci i crankbait di media profondità, riconoscibili per la paletta non troppo prominente e capaci di mantenere due-tre metri di fondo Insuperabile nei recuperi paralleli alla riva o di poco al suo esterno, il crankbait è la miglior scelta quando è accertata la presenza di banchi di pesce foraggio d i pic c ole d imensioni quali alborelle, gard onc ini, scardolette e mini cavedani

Un’interessante alternativa, se i bass si mostrano poco attratti d a i m o v i m e n t i r e g o l a r i d e l c r a n k b a i t , è r a p p r e s e n t a t a d a i jerkbait in plastica rigida di taglia medio-piccola. Anch’essi sono imitazioni assai realistiche del pesce foraggio, ma offrono il vantaggio di potere essere recuperati lentamente e con brevi pause seguite da lievi jerkate che, talvolta, convincono i bass pre frega all’attacco Se invece il pesce foraggio è poco presente ma i gamberi abbondano, non resta che ripiegare sui classici jig da bassfishing, gli stessi che ci hanno accompagnato per tutta la fase tardo autunnale e invernale nella ricerca sul fondo dei bass Per la pesca sottoriva, fino a due metri di profondità, selezioneremo jig da 3/8 e 1/4 di oncia, ai quali abbineremo imitazioni di gamberi o ‘creature’ simil gambero muniti di chele e zampette ultra mobili Le capacità anti incaglio dei jig ci permetteranno di sondare i fondali più intricati, dove i bass si infileranno per gran parte della giornata in cerca di crostacei La tecnica di recupero è molto semplice: dopo aver seguito, a filo teso, l’affondamento del jig abbassando la canna, a contatto col fondo si alza il cimino e si recupera un poco, poi si abbassa la canna e si procede a un nuovo contatto col fondo/ostacoli Va fatto insomma un recupero a saliscendi, cercando di permanere il più possibile a contatto con il fondo Utilissimo, a questo proposito, un braid dello 0,20, che il sottoscritto lega direttamente al jig senza finale in fluorocarbon per migliorare la sensibilità sul jig e, in caso di incaglio, ridurre i rischi di perdita dell’esca, sfruttando l’ineguagliabile tenuta del trecciato

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