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I G R A N D I P R E D A T O R I I N D I G E N I D E I L A GH E T T I
GIORGIO MONTAGNA [ jomontagna@tiscali it]
Quando vado a pescare in un bacino privato, cerco sempre di comprendere bene la profondità massima che raggiunge, le eventuali ‘secche’ (nel senso di avvallamenti) presenti, il tipo di vegetazione ripariale prevalente (ad esempio se vi sono punti del lago che per lavori di manutenzione delle sponde hanno rami di alberi sommersi che possono col tempo creare zone di riparo o di caccia per diversi predatori ecc.), ma soprattutto cerco di scoprire da quanti anni esiste il laghetto che sto per sondare con le mie esche finte. Se infatti il bacino esiste da parecchi anni (alcuni di quelli che conosco sono sorti negli anni ’70-80), può ospitare, oltre ai pesci selezionati e immessi dal gestore, ci si augura attento e preparato a soddisfare i clienti-pescatori di svariate tecniche, anche pesci che con gli anni si vi sono ben acclimatati e che vi hanno preso salda dimora, raggiungendo taglie impensabili Mi riferisco a lucci stanziali, a grossi persici reali, a bass e cavedanoni, ma anche a trote che, non essendo state catturate, sono riuscite nel tempo a diventare sempre più grandi e ad acquisire un comportamento selvatico. Il tutto grazie a fattori quali la salubrità delle acque in riferimento all’estensione del lago e alla profondità presente, che consente ai pesci di vivere abbastanza bene in tutte le stagioni, senza soffrire il troppo freddo o al contrario il caldo eccessivo, unito ai lunghi periodi di siccità riscontrabili negli ultimi anni. Com’è noto, diversi bacini che non hanno acque profonde hanno dovuto addirittura chiudere momentaneamente la pesca per i livelli bassissimi raggiunti, come del resto è capitato in vari riali fluviali, dove l’apertura della pesca alla trota è stata rimandata per carenza di livelli.
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Tornando agli invasi di una certa profondità e che esistono da diversi anni, mi piace fare l’esempio dei laghi Isolabella, gestiti dall’amico Fabrizio in provincia di Alessandria (e d a d o v e p r o v e n g o n o q u a s i t u t t e l e f o t o d i questo articolo), nei quali si sono mantenute colonie di cavedani di differente mole che vivono indisturbate in queste acque da tempo Esempio eclatante è anche la presenza di folti branchi di persici reali che, non essendo quasi mai specificatamente insidiati, rivelano la loro presenza con abboccate di norma occasionali ma a cui invece io dedico uscite mir a t e c o n l i p l e s s a ff o n d a n t i e a l t r e e s c h e sinking, molto redditizie allo scopo; proprio in questi bacini privati raggiungono tranquillamente nel tempo il chilogrammo di peso e sono a mio avviso da valorizzare al pari degli esemplari catturati nelle blasonate acque del Nord Europa A volte, infatti, è possibile realizzare il proprio record personale su un certo pesce a pochi chilometri da casa propria, senza dover compiere a tutti i costi lunghe t r a s f e r t e e s t e r e : i b e i p e s c i e s i s t o n o a n c h e nelle nostre acque, che pure sono spesso impoverite da diversi fattori
Come sempre, in pesca è necessario crederci, perché a fronte di innumerevoli cappotti si incanna poi il pesce giusto… La foto di queste pagine che mi ritrae col trotone dalla livrea argentea su corpo tozzo evidenzia proprio un salmonide che viveva nel lago da almeno un decennio e che sono riuscito a portare a riva, c on sor pr esa, d opo aver lo allam at o su u n a profondità di circa 8-10 metri a fine febbraio scorso con un ondulante dotato di doppia foglia, impiegato al fine di raggiungere il peso giusto per arrivare sul fondo e mantenervi un certo contatto
Con un recupero lento e con movimento ritmico di canna a s a l i - s c e n d i ( t i p i c o r e c u p e r o c h e a d o t t o i n s i d i a n d o i r e a l i quando le acque hanno gradazione freddina), sono così riuscito a incocciare in questo salmonide, diventato selvatico e refrattario a vagare nel sottoriva, dove la luce e la presenza dell’uomo non gli sono ovviamente graditi, abituato quindi a dimorare nelle profondità più rilevanti, dalle quali pure, saltuariamente, si sposta in caccia su fondali meno profondi Questi pesci, che reputo ‘indigeni’ e che ricerco con estrema pazienza in determinate giornate, presuppongono naturalmente una serie infinita di cappotti, con abboccate molto rare, ma possono ripagare moltissimo in termini emotivi In genere, avendo davanti un ’estensione lacuale piuttosto estesa (mi riferisco sempre a laghetti privati di una certa dimensione), effettuo con il mio artificiale affondante, e di norma pesante dai 10 g in su, lunghi lanci a debita distanza e faccio affondare completamente l’esca Se ho la fortuna di cadere su un branco di ‘tigrotti’ di taglia apprezzabile, addirittura già in fase di caduta posso avere un attacco e iniziare quindi il combattimento sportivo (se il reale passa il chilo, in canna la sua energia si avverte eccome ), avvertendo l’abboccata appena inizio il richiamo. In altre occasioni, nell’effettuare il saliscendi alterno brevi pause e ripartenze a una certa distanza