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L A V I A D E L L A S E T A
Mo l t i l a c h i a m a n o fl o s s , n o i i t a l i a n i (talvolta anche in modo improprio) semplicemente ‘seta’ La seta pura, detta silk in inglese, è una fibra proteica di origine animale, ricavata dal bozzolo dei bachi da seta, prodotta s o p r a t t u t t o p e r l a r e a l i z z a z i o n e d i tessuti pregiati. La tradizione fa risalire l’origine della bachicoltura a un’imperatrice cinese (Lie Zu) nel III millennio a C , ma sicuramente già molto prima di tale periodo il processo era già in uso, essendocene prove recenti, frutto di studi specifici (si parla del 6500 a.C.). A partire probabilmente dal I secolo a C la seta cominciò ad arrivare dall’Oriente a Roma, lungo una serie di percorsi carovanieri e rotte marittime che congiungevano appunto l’Asia orientale, e in particolare la Cina, al Vicino Oriente e poi al Mediterraneo, lungo quella che lo studioso tedesco von Richtofen nel 1877 definì ‘via della seta’, che anche Marco Polo percorse e di cui parla nel Milione Tralasciando ulteriori aspetti storici, ai nostri fini la seta è un materiale presente in varie tipologie di dressing, il che la rende per certi aspetti un ‘must’ Probabilmente la più iconica delle realizzazioni, che spesso rappresenta un’immagine iconica della mosca artificiale, è la Royal Wulff, nella quale Lee utilizzò proprio della seta rossa per la realizzazione dello spot nel centro addome dell’omonimo e celeberrimo dressing Erano gli anni della crisi del ’ 29, ma la seta già da molti anni era in voga su vari modelli, assai diversi e basilari rispetto a quelli moderni, ma ugualmente efficaci e funzionali. Che si tratti di mosche classiche da salmone, stimulator, secche generiche o ninfe, i filati floss ancora oggi mantengono un ruolo importante e ogni costruttore ne ha almeno uno che utilizza regolarmente Nel corso dei decenni successivi, com’è noto, sono state cercate soluzioni alternative alla classica seta pura Com’è facile immaginare, infatti, un prodotto realizzato su base naturale presenta molti vantaggi ma anche numerosi svantaggi che, in ambito produttivo e commerciale, si sono tramutati nella necessità di trovare soluzioni efficaci ed economiche La pura seta naturale è costosa e delicata: due elementi che poco si a b b i n a n o a u n m o n d o c o m e q u e l l o d e l l a c o s t r u z i o n e , n e l quale spesso la resistenza del prodotto finale deve andare di pari passo con l’economicità dello stesso Inoltre, la tintura della seta naturale comporta criticità soprattutto per la solidità dei colori fluorescenti, limitandone non di poco l’uso. Essendo infine un prodotto di origine animale, tende a essere poco idrorepellente, mutando anche il colore originale quando bagnato Gli appassionati della pure silk sanno bene quanto sia difficile reperire le giuste tonalità e ottenere il giusto rapporto fra costo e qualità.
Oggi, grazie alle innovazioni tecnologiche nel settore tessile, sul mercato sono presenti numerose valide alternative che non sostituiscono certo la seta pura, ma che offrono un ottimo compromesso Partendo proprio dalla pura seta, si è pass a t i a t t r a v e r s o p r o d o t t i c h e p o t e s s e r o i n q u a l c h e m a n i e r a sopperire ai problemi di cui si è detto, come ad esempio il Rayon Viscosa, il quale, apparentemente molto simile alla seta, ha nei costi inferiori di produzione il vero vantaggio, essendo un derivato dalla cellulosa o polpa di legno È però più limitato nella tintura (anche in questo caso ci sono problemi con i colori fluo, ad esempio, che non vi possono essere tinti) e meno resistente della seta stessa
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L’evoluzione nel campo delle poliammidi e dei poliesteri ha portato successivamente allo sviluppo dei moderni filati, chiamati oggi comunemente Floss, che consentono di avere un ottimo compromesso in quanto a colorazioni, solidità delle stesse, resistenza e brillantezza. Altro aspetto importante è la capacità dei Floss di appiattirsi sull’amo, a patto di non creare torsioni con il bobinatore durante l’avvolgimento Per ovviare a questo problema, gli appassionati di mosche classiche da salmone utilizzano il sistema di avvolgimento dei filati a mano, senza bobinatore, per evitare di creare torsioni al filato, e permettere così di disporli al meglio sul gambo dell’amo
Esistono in commercio varie tipologie di questa gamma di filati, caratterizzate da diversa testurizzazione e danaratura (Den). Si tratta di due termini tecnici ben precisi dinanzi ai quali il semplice appassionato di costruzione spesso non sa dare una definizione esatta, pur conoscendo bene, magari, il filato che sta utilizzando La testurizzazione è un processo termomeccanico mediante il quale si conferisce maggior volume ed elasticità a una fibra tessile: sostanzialmente si lavora il filato con torsioni e/o calore, aumentandone volume ed elasticità Ad esempio, nello specifico, un filato semi-testurizzato è meno elastico e meno voluminoso di uno che presenta una testurizzazione totale La denaratura è invece un indicatore del diametro del filo, essendo un ’unità di misura di densità lineare; sostanzialmente il Den (abbreviazione internazionale) corrisponde al peso in grammi di 9000 metri di filo e viene utilizzato in campo tessile per la titolazione dei filati (relazione fra lunghezza e peso). Semplificando il concetto e mettendolo su un piano interessante per il costruttore: la denaratura è l’unica unità di misura attendibile per i filati da costruzione per individuarne lo ‘ spessore ’ : maggiori sono i Den, più è riempitivo e voluminoso il filato.
Una delle aziende più all’avanguardia al mondo nella realizzazione di filati da costruzione a livello mondiale è l’italianissima Textreme, che, partendo da una base sintetica, produce una vasta gamma di varianti di Floss che replicano al meglio le caratteristiche principali della seta originale, risolvendone a n c h e d i v e r s e c r i t i c i t à L a v o r a n d o d a t e m p o c o n q u e s t a azienda, ne conosco bene i prodotti e li citerò come parametro per indicare una serie di questi filati alternativi alla seta.