Specialenatura517

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duemilasedici

“la natura non è un posto da visitare. è casa nostra.”

La Piazza è lieta di regalarvi anche quest’anno uno Speciale tutto “al naturale!” Il mondo del biologico come non lo conoscevate! Un inserto ricco di informazioni, curiosità, consigli per una vita più sana e più rispettosa dell’ambiente che ci circonda e che, non dimentichiamocene mai, è fondamentale proteggere per salvaguardare noi stessi.

(gary snyder, poeta e ambientalista)

mangiar sano

da sapere

coltivare bio

fai il test

appuntamenti energia pulita bellezza naturale


Indice Argomenti

Buona lettura!

Ricette Bellezza

pagina 04

4 ricette semplici e naturali

pagina 24

La cosmesi biologica

L’anima Test pagina 06

Fame nervosa e sovrappeso: quando l’anima...

pagina 26 Quanto Bio sei? Scoprilo con un “Vero o Falso?”

Bio Metano liquido

pagina 08 Il Biologico

Alimentazione pagina 09

Per chi sceglie un’alimentazione Bio

pagina 28

Una possibile alternativa per l’autotrazione pesante...

Fiere

pagina 30 Conoscere il mondo del biologico

Prodotti Orto pagina 12

I prodotti Bio: focus su vino e miele

pagina 14 Guida all’allestimento di un orto biologico

Glutine Piantina

pagina 18

L’alimentazione senza glutine

pagina 21

Tutte le realtà nel territorio

Cereali Regolamenti UE

pagina 20

Da sempre protagonisti della storia dell’uomo

pagina 22

I regolamenti dell’UE sul cibo Biologico


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Mangiar sano...

4 ricette semplici e naturali

Torta di grano saraceno INGREDIENTI: - 200gr di mandorle macinate - 200gr di farina di grano saraceno - 1.5 bustina di lievito per dolci - 1 pizzico di sale - 200gr di yogurt di soia - 50gr di olio di mais - 300gr di malto di riso o 200ml di succo d’acero - succo di mela q.b. - marmellata di mirtilli

PROCEDIMENTO: Mescolate la farina con le mandorle, il pizzico di sale e il lievito. Con la frusta amalgamate tutti gli ingredienti umidi (olio, yogurt, malto), uniteli con il resto e mescolate brevemente; deve risultare un impasto fluido. Dovesse essere troppo denso aggiungete del succo di mela. Versate il composto in una tortiera bagnata di olio. Cuocete in forno per 25 minuti a 130°C, poi per 20 minuti a 160°C. Togliete dal forno e lasciate raffreddare. Tagliate a metà e farcite con una marmellata di mirtilli.

Crepes dolci

Pane perso

INGREDIENTI:

INGREDIENTI:

- 1 tazza di farina di grano saraceno - 1 tazza di farina bianca - 1/2 c. di sale - 1 tazza di latte di riso alla vaniglia - 1 tazza di succo di mela - 1/4 di tazza di olio di mais - 2 c. di lievito per dolci (facoltativo)

Biscotti al farro INGREDIENTI: - 150gr di farina di farro - 30gr di farina di mandorle - 20gr di semi di lino - 8gr di lievito - 20gr di fichi secchi - 10gr di granella di nocciole - 70gr di olio di girasole deodorato - 120gr di malto di riso - 20gr di sciroppo d’acero - un pizzico di sale

- 4 fette di pane raffermo - 1/2 tazza di latte di riso o di soia - olio di sesamo - malto di riso o marmellata

PROCEDIMENTO: Mescolate in una terrina le farine ed il sale. In un altro contenitore versate il latte, il succo e l’olio e frullarli. Uniteli quindi alle farine mescolando fino ad ottenere un impasto liquido, ma non troppo. Riscaldate una padella a fuoco medio e oliatela leggermente. Versate il composto nella padella formando uno strato sottile, lasciate cuocere e girate dall’altro lato quando si formano delle bollicine. Servite le crepes calde spalmate di una crema o una marmellata a piacere.

PROCEDIMENTO: Pesare assieme tutti gli ingredienti secchi: le farine, i semi di lino e il lievito. Tritate i fichi secchi e aggiungeteli alle farine mettendo anche il sale. A parte unite assieme i liquidi: l’olio, il malto e lo sciroppo d’acero. Mescolate e unite il tutto agli ingredienti secchi fino a ottenere un composto omogeneo e ben compatto. Lasciate riposare l’impasto in frigo per 15 minuti. Con un mattarello stendete una sfoglia di circa 5 mm. Aiutandovi con uno stampo da biscotti tagliate delle forme che disporrete a scacchiera su una placca ricoperta con carta da forno. Infornate a 180°C per 10 minuti o fino a quando i biscotti risulteranno belli dorati.

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PROCEDIMENTO: Mettete ammollo il pane nel latte per circa 1/2 ora. Passate nella padella unta d’olio e lasciate dorare su entrambi i lati. Servitelo spalmato di malto o marmellata, con guarnizione di semi o noci tostate.


contrà del sole

orari Bar e Negozio: 7.15 - 19.30 orario continuato

supermercato biologico

bar, colazioni e pranzi

PER UNA COLAZIONE SANA... Estratto

Torta di mandorle vegana

Crema budwig Brioches vegane

...O PER UN GUSTOSO BREAK! Pizze vegane

Tramezzini vegani

o Caff è Choco Cocc via Cà Rezzonico 71, 36061 Bassano del Grappa (VI) tel. 0424 524279 email: contradelsole@tiscali.it www.contradelsole.it


5^ edizione

Fame Nervosa e sovrappeso: quando l’anima vuole farsi sentire Alcune volte, le persone hanno molta fame, e non è la fisiologica fame che viene quando il corpo richiede energia, ma una fame che fa aprire il frigorifero e la dispensa, ad ogni ora, e fa ingurgitare qualsiasi cosa si trovi. La stessa fame che fa mettere nel carrello patatine e dolcetti confezionati, pur consapevoli che la soddisfazione dopo averli mangiati sarà di breve durata e presto sostituita dai sensi di colpa. Perché sono sempre di più le pubblicità riguardanti miracolosi rimedi esotici dimagranti? Perché sempre più persone intrapren-

dono una dieta letta su un giornale, fallendo miseramente e proseguendo con la frustrazione? Perché dentro queste persone c’è una bocca affamata che grida per essere riempita, scalpita come una bestia selvaggia per ricevere ciò che vuole: “cibo! cibo! cibo!” Ma il cibo è solo l’involucro di quello che la bocca affamata chiede. Dietro quella voglia famelica c’è di più: c’è il bisogno di qualcosa che faccia sentire vive. E’ la persona che arde di fame di sè stessa, pallida della sua pas-

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sione, a digiuno della sua anima. Le persone che soffrono di fame nervosa spesso sono lontane dalla loro vita profonda, passionale, nutriente, rigenerante: spesso svalutano il proprio lavoro, si sentono in colpa se non sono disponibili per tutti, si autoimpongono di stare zitte, di non esprimersi, accantonano le loro aspirazioni, mettono sotto sale i loro desideri. Hanno arrotolato la passione e le hanno stretto un laccio attorno, hanno scritto la parola “rassegnazione” sul muro della loro camera, hanno appoggiato la penna, hanno gettato la tela e poi giurato di guardare dall’altra parte, per non vederla più. Spesso queste persone hanno la sensazione di essere “immobilizzate” e in questo immobilismo si costringono a non andare, a non muoversi, a non pretendere, a non diventare, a non scoprire. La loro vita è “una bocca vuota” e il cibo diventa la metafora di un nutrimento che non arriva da un’altra parte. Ma non è una situazione irreversibile.

Bisogna avvicinarsi all’anima, che giace da qualche parte con le ossa spezzate, e ricomporla.

Come fare? Chiedendo a noi stessi cosa davvero desideriamo. Non è così difficile come sembra! Quando risvegliamo la nostra anima lei non parla in modo criptato: ci dice a chiare lettere quale direzione prendere. E’ un’amica sicura, fidata, compassionevole, stimolante… lei ha le risposte che cerchiamo… è allora che, come per magia, quella bocca affamata si chiude e dentro di noi nasce una nuova energia, la voglia di vivere davvero la nostra vita... Spesso da soli, il percorso del risveglio non è un percorso facile da intraprendere, ecco perché per essere supportati quando si sceglie di rinascere e star bene veramente, rivolgersi alla Naturopatia ed alla floriterapia può essere un valido aiuto per iniziare con coraggio e continuare con leggerezza e perseveranza il viaggio intrapreso alla riscoperta della propria anima.

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5^ edizione

Il Biologico OGGI SI PARLA SEMPRE PIÙ SPESSO DI AGRICOLTURA BIOLOGICA, PRODOTTI BIO, FILIERE CORTE E PRATICHE AGRICOLE ECOSOSTENIBILI, SENZA DIMENTICARE CHE IN ITALIA IL CONSUMO DEI PRODOTTI BIOLOGICI, NELL’ULTIMO ANNO, È AUMENTATO DEL 7%. MA QUANTO NE SAPPIAMO DAVVERO SULL’ARGOMENTO?

Cos’è l’agricoltura biologica?

bio infatti, gestiscono in modo attento, scrupoloso ed efficiente l’acqua che hanno a disposizione e cercano di mantenere pulite le risorse idriche presenti sul territorio.

Con la definizione “agricoltura biologica” si identifica quel sistema di produzione agricolo che, da un lato, punta ad offrire al consumatore prodotti freschi, genuini e privi di sostanze chimiche; dall’altro cerca di ridurre il più possibile l’impatto ambientale dell’attività agricola, facendo in modo che ogni fazzoletto di terra venga utilizzato nel rispetto dei suoi cicli naturali e quindi in modo eco-sostenibile. Oltre alla terra, l’agricoltura biologica riserva naturalmente una grande attenzione anche al rispetto degli animali, dell’aria e dell’acqua.

Punto fermo dell’agricoltura biologica è anche la salvaguardia dellabiodiversità, ovvero la presenza e lo sviluppo di specie e varietà differenti di piante e animali sul territorio. Tra i concetti fondamentali dell’agricoltura biologica va ricordata anche lastagionalità dei cibi; i contadini bio infatti si impegnano ad ottenere solo prodotti di stagione - anche perché le tecniche utilizzate in agricoltura biologica difficilmente consentirebbero a determinati prodotti di crescere e maturare fuori stagione.

Quest’ultima – in particolare - non è soltanto un fattore determinante del ciclo agricolo, ma soprattutto una risorsa vitale, che deve essere preservata e ben gestita per continuare ad alimentare nel tempo la vita di piante e animali. I contadini convertiti al

Altro elemento base è la filiera corta, dove il raccolto viene messo sul mercato direttamente dal contadino o, in alternativa, dai rivenditori presenti nelle vicinanze dei luoghi di produzione. Nasce così l’espressione “a chilometri zero”, con la quale si identificano tutti quegli alimenti che non subiscono

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grandi spostamenti dal momento della produzione e della raccolta a quello della vendita. Abolendo, o accorciando sensibilmente i tragitti delle merci, si garantisce la loro freschezza e un impatto minimo sull’ambiente.

Il lavoro dei contadini biologici Nel rispetto dei principi dell’agricoltura biologica, gli agricoltori bio fertilizzano i terreni utilizzando materiali organici - come il letame - e attuano tecniche agricole tradizionali, come la rotazione delle colture, che prevede di lasciare periodicamente a riposo una parte del terreno coltivato. Un modo perincoraggiare la naturale fertilità delle terre, senza necessità di sfruttarle in modo intensivo. Altra tecnica usata dai contadini biologici è la consociazione: si interrano in parallelo piante sgradite ai parassiti della pianta accanto.

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Oltre a questi sistemi, gli agricoltori biologici usano fertilizzanti naturali, escludendo così l’uso di sostanze sintetiche e pesticidi, in grado di alterare i prodotti coltivati, e naturalmente bandiscono anche l’uso di organismi geneticamente modificati (OGM). Per garantire la sopravvivenza e il benessere dei terreni coltivati biologicamente, gli addetti al settore interrano piante in grado di ospitare tutti quegli animaletti che mangiano i parassiti pericolosi per le coltivazioni. In questo modo si garantisce anche una barriera protettiva e naturale contro l’inquinamento. In caso di malattie, per la cura del terreno, gli agricoltori biologici usano sostanze vegetali, animali o minerali, ovvero: estratti di piante, insetti predatori di parassiti, farina di roccia o minerali naturali, che correggono chimicamente il terreno. Ricorrono all’uso di medicinali tradizionali molto raramente e solo nei casi previsti dai regolamenti europei.



Per chi sceglie un’alimentazione tutta Bio La nostra buona salute dipende da ciò che mangiamo e l’alimentazione è una delle chiavi per vivere a lungo e bene a patto che sia sana. Ma cosa significa nello specifico “mangiare sano”? Tra i moltissimi prodotti in commercio, un’ottima risposta è data dall’alimentazione biologica. Si sa probabilmente poco di questo regime alimentare “al naturale” al quale ormai in tanti si sono riavvicinati e hanno deciso di eliminare, o comunque cambiare, tutti quei cibi di produzione industriale.

Il termine “riavvicinati” non è casuale, perché l’alimentazione bio era quella dei nostri nonni e bisnonni che coltivavano direttamente la terra, senza l’uso di pesticidi, nitrati e fungicidi, che oggi invece si usano normalmente in agricoltura. In passato non si mangiava cibo prodotto industrialmente con conservanti, coloranti, antibiotici, ormoni e sostanze chimiche. Oggi alla base della nostra alimentazione c’è il cosiddetto “junck food” o “cibo spazzatura”, che è considerato responsabile tra l’altro di molte malattie metaboliche come colesterolo e diabete. Il nostro corpo però non è stato programmato per assimilare sostanze del tutto estranee. Questo significa che bisogna porre attenzione a quello che si mangia, a come viene cucinato ed in

quali quantità è ingerito per riuscire a rimanere in salute più a lungo.

Uno stile di vita sano Condurre uno stile di vita appropriato significa compiere scelte salutari ed equilibrate in diversi ambiti quotidiani. Il primo passo verso il benessere è un’alimentazione sana, completa e correttamente bilanciata e una regolare attività fisica. Deve essere eliminato il fumo e bisogna limitare il consumo di bevande alcoliche, ma anche uno stile di vita sano prevede di evitare carichi di stress e sonno a sufficienza. Sono concetti che è facile intuire, ma che è più difficile mettere in pratica perché cambiano buona parte delle nostre abitudini quotidiane.

Gli alimenti di cui ha bisogno il corpo Sembra scontato ricordare quali sono gli alimenti di cui il nostro corpo ha bisogno, ma è diventato sempre più difficile distinguerli. Essi sono: i carboidrati come pane e pasta, cereali, le proteine, i legumi, i grassi, le vitamine e i minerali che si trovano soprattutto

nelle verdure. Fin qui tutto sembra apparentemente “normale”, perché tutti mangiamo questi alimenti, ma quello a cui è bene fare attenzione è la loro derivazione e per l’esattezza le modalità di coltivazione, produzione o allevamento. L’alimentazione bio infatti si basa sulla produzione bio, alla cui base c’è a sua volta l’agricoltura e gli allevamenti biologici.

Da dove arrivano i prodotti in tavola di ogni giorno? Se leggete le etichette per esempio della pasta, saprete che è a base di grano duro, ma questo cereale nella maggior parte dei casi è soggetto a coltivazione intensiva, con l’uso dei fitofarmaci, che non possono dare origine a un prodotto del tutto sano. La stessa farina che viene prodotta dal grano è quella cosiddetta “raffinata”, di colore bianco candido e del tutto ripulita da qualsiasi impurità, ma anche dalle qualità organolettiche. La farina che invece mangiavano i nostri nonni era scura, con la presenza di crusca e di residui della macinazione

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5^ edizione

del grano: in una parola era quella che noi oggi chiamiamo “integrale”. La farina integrale, per fare un esempio su tutti, mantiene ancora la quantità di fibre e valori nutrizionali pressoché intatti e la sua macinazione è “grezza”, del tutto salutare per il nostro intestino, che digerisce più facilmente un alimento naturale, senza l’aggiunta di additivi, coloranti e separazione delle sostanze essenziali.

Quali sono i vantaggi dall’alimentazione biologica? Beh innanzitutto la gratificazione del palato! I cibi che derivano da culture e allevamenti che rispettano l’ambiente e la salubrità, hanno un sapore più gustoso, un profumo intenso e distinguibile, sono più facilmente digeribili e, per quanto riguarda le verdure, hanno i classici “difetti” estetici dei prodotti naturali. In media i prodotti naturali hanno un apporto maggiore dei principali nutrienti. Diverse ricerche hanno dimostrato un maggiore contenuto nelle verdure di produzione biologica di antiossidanti e, nel particolare, di acido salicilico e di fenoli che sono tra

più potenti antagonisti dei radicali liberi. Questi come è noto, portano ad un invecchiamento precoce delle cellule. L’ossidazione del corpo infatti avanza inesorabile se l’apporto di nutrienti antietà è scarso, come accade nell’alimentazione dei paesi industrializzati. Anche i formaggi prodotti con il latte, controllato e ricavato da animali nutriti con erba biologica, contengono più acidi grassi essenziali come gli Omega 3 e gli Omega 6, che il nostro corpo non è in grado di produrre autonomamente. Nei cereali, nella frutta e nella verdura prodotti in modo biologico c’è una maggiore concentrazione di minerali come il ferro e il magnesio, ma anche di vitamina C. I nitrati che nella produzione industriale vengono aggiunti, registrano una diminuzione del 50% nei prodotti bio. Ricordiamo a questo pro che i nitrati possono favorire l’asma in quanto riescono a influenzare direttamente la capacità dell’emoglobina di distribuire ossigeno ai tessuti. Un’alimentazione bio è utile per evitare al nostro organismo uno stress metabolico, perché l’apparato digerente

non è costretto a sintetizzare sostanze completamente estranee.Senza questo stress e a contatto solo con cibi naturali il metabolismo aumenta, brucia maggiormente i grassi, riduce il sovrappeso, conserva più energie anche mentali e in definitiva rafforza le difese immunitarie.

Ridurre la resistenza agli antibiotici Un ulteriore vantaggio che deriva da un’alimentazione bio è quello di ridurre il quantitativo di ormoni, antibiotici e altri tipi di farmaci dati agli animali. La buona notizia a riguardo è che molti ristoranti, altrettante srutture (anche ospedaliere), catene di fast food e persino lo street food si stanno sempre più avvicinando a prodotti di alta qualità e a km zero. La stessa scelta è stata operata da molte catene di fast food e anche la moda dello “street food” è sempre più rivolta verso prodotti di alta qualità e a km zero.

Cibi sani con la certificazione della produzione biologica La domanda dei consumatori di pro-

dotti biologici è comunque legata alla sicurezza della loro provenienza e alle modalità di produzione. Per questo esiste una certificazione segnalata da appositi bollini che gli esercizi commerciali e i produttori devono esporre, secondo quanto disposto dalle direttive europee in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Il biologico infatti presuppone in primis la tutela dell’ambiente che non deve essere inquinato in nessuno modo. E’ fatto divieto d’uso di pesticidi, fertilizzanti e altri fitofarmaci che possano inquinare il terreno e le falde acquifere. La produzione di frutta e verdura ma anche del foraggio per gli animali esclude l’uso di medicinali e di interventi genetici, come accade per i prodotti OGM (Organismi geneticamente modificati). Il consiglio per chi vuole acquistare prodotti biologici è rivolgersi direttamente a chi li produce, o chi si serve direttamente da chi ha scelto l’agricoltura e l’alimentazione biologica. La filiera corta o la spesa a km zero è una delle possibilità che può sfruttare il consumatore per avere sempre prodotti freschi, sicuri e garantiti.


I prodotti Bio: focus su vino e miele E’ passato un pò di tempo da quando l’agricoltura biologica apparteneva unicamente ad un settore di nicchia: la sua diffusione attuale arriva a coprire un’importante fetta del mercato e diventa un modello di sviluppo sostenibile finalizzato alla salvaguardia, alla valorizzazione delle risorse, al rispetto dell’ambiente e della salute del consumatore grazie all’adeguamento ad una naturale stagionalità. Sono moltissimi i prodotti pensati su base biologica, tra i quali spiccano senz’altro il vino ed il miele. L’italia è il principale paese esportatore di vini biologici e ha provveduto a regolamentare le pratiche enologiche, autorizzando l’uso di determinate sostanze chiarendo che un vino è biologico se deriva da uve biologiche. E’ proprio questa una delle principali

differenze tra il cosiddetto “vino libero” e quello bio: la certificazione secondo il regolamento europeo del 2012 . I vini biologici, che seguiranno le procedure previste e che saranno prodotti da aziende certificate da un ente autorizzato (i quali comunque possono integrare le regole europee con procedure più adatte al territorio), recheranno il logo europeo, sinonimo universalmente riconosciuto di qualità. La normativa prevede la riduzione della chimica e dei solfiti in vigneto e in cantina: il quantitativo di solforosa è limitato a 100mg/l per i vini rossi e 150/l per i bianchi. In questo l’Italia ha inoltre una marcia in più poichè le condizioni climatiche possono consentire sovente un quantitativo minore di solforosa rispetto ad altri grandi

paesi produttori. Ad ogni modo ricordiamo anche che condizioni metereologiche avverse possono comportare una giustificazione all’aumento del quantitativo di solforosa, previa autorizzazione dell’autorità competente. Il produttore biologico utilizza sostanze coadiuvanti preferibilmente biologiche, non di sintesi o comunque di origine naturale (vegetale, animale, microbiologica). Sono ammessi dalla normativa lieviti enologici biologici conformi alla vinificazione di produzione; sono però anche ammessi lieviti convenzionali non OGM. La temperatura per i trattamenti termici non deve superare i 70° e per la centrifugazione o filtrazione la dimensione dei pori non deve essere inferiore a 0,2 micrometri. Sono assolutamente vietati dalla normativa: la concentrazione parziale a freddo, l’eliminazione dell’anidride solforosa con procedimenti fisici, la dealcolizzazione parziale del vino e la realizzazione della stabilizzazione tartarica mediante elettrodialisi o scambiatori di cationi. Un aspetto importante nella viticoltura è la lotta ai parassiti, che può avve-

nire attraverso vari strumenti: con la concimazione equilibrata che rinforza allo stesso tempo la pianta e con l’uso di antiparassitari di origine naturale (rame, zolfo, estratti di piante) o con la lotta biologica, che prevede l’utilizzo di organismi viventi antagonisti dei parassiti. La parola “biologico” è sinonimo quindi di rispetto, passione per il lavoro e qualità del prodotto finito da offrire al consumatore. Un altro prodotto vanto del nostro paese è il miele, conosciuto come il nettare degli dei. L’unico prodotto che deve la sua nascita e le sue caratteristiche alla natura, ai i fiori e alle api senza alcuna manipolazione dell’uomo, tranne ovviamente le attività di smielatura e invasettamento. Prodotto dalle mille proprietà curative, antibiotiche e cosmetiche, è ricco di calorie assolutamente non dannose, poiché gli zuccheri che lo compongono, fruttosio e glucosio, non sono scomposti dal fegato. Come nella viticoltura così nell’apicoltura l’uomo è invitato a rispettare e

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assecondare la natura senza interferire con essa. Il miele è ottenuto seguendo i principi di produzione destinati a mantenere l’integrità della sostanza organica del terreno, su cui è vietato intervenire con fitofarmaci e trattamenti chimici, consentendo la produzione con un impatto ambientale minimo; la presenza di OGM nel miele non deve essere superiore a 0,9%, anche se è preferibile la totale assenza. Nell’apicultura biologica si impegna una minima parte di energia ausiliaria proveniente da sistemi industriali e si reimpiega la materia sotto forma organica. Inoltre, in questo ambito, è fondamentale tanto il prodotto finito quanto la natura genitrice del prodotto: in un eterno ciclo, la natura riassorbirà il prodotto finale e quegli elementi necessari per la produzione. Come per la viticoltura anche l’apicoltua biologica è regolamentata dalla normativa N.834/2007: una delle regole fondamentali da essa prevista è la totale assenza, nel raggio di 3 km dagli alveari, di discariche, strade

ad alta percorrenza, impianti industriali, frutteti specializzati o colture estensive; gli alveari devono essere immersi in aree piene di fiori e di acqua e al riparo da venti freddi; le arnie devono essere costitutite da materiali naturali proprio come gli elementi utilizzati nella produzione. Non è consentito l’uso di trattamenti antibiotici od antiparassitari che potrebbero lasciare residui nel miele o nella cera: l’analisi chimica della cera del nido è fondamentale al fine di rilevare tracce di medicinali utilizzati per combattere malattie delle api; la cera introdotta deve essere certificata. E’ vietata la microfiltrazione, la miscelazione e la pastorizzazione del miele che impedirebbe quella cristallizzazione necessaria invece per la conservazione degli enzimi, delle vitamine e delle proteine che rendono salutare questo prezioso alimento. E’ prevista per il periodo invernale una scorta di miele e polline negli alveari. L’uomo interviene incisivamente solo nelle ultime fasi quali la smielatura, che deve avvenire senza l’uso di pompe e invasettattrici pneumatiche

che rischiano di condizionarne il sapore e l’aspetto. L’invasettamento avviene previa sterilizzazione dei vasetti e tutto il procedimento deve essere fatto a mano. L’apicoltore biologico assoggetta l’azienda a controlli ispettivi di un organismo a sua volta controllato dal Ministero delle Politiche Agricole, che verifica l’assoluta assenza di contaminazione e la conseguente conformità alla normativa.

Il consumatore può individuare il miele biologico in base al marchio apposto sulle confezioni, garanzia di un prodotto con il 95%di ingredienti naturali. Il rispetto dell’apicoltore va quindi al consumatore che riceverà un prodotto naturale e sicuro per la propria salute. Il miele biologico è facile da reperire non solo nei migliori supermercati, ma soprattutto in negozi di prodotti biologici, cooperative, aziende agricole e stand in eventi fieristici.


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Guida all’allestimento di un orto Biologico Allestire un orto biologico può dare grandi soddisfazioni sia dal punto di vista della qualità che da quello della coltivazione di un hobby gratificante. Ogni frutto od ortaggio che vedrete crescere sarà la spinta a provare a coltivare nuove piante e vi appassionerà constatare che il vostro impegno sarà largamente premiato contribuendo concretamente al rispetto per l’ambiente. Basta avere un piccolo terreno, anche solo di 40 metri quadrati, per riuscire a produtte frutta, verdura e piante aromatiche utili a rifornire una famiglia media. L’ obiettivo di chi coltiva un orto biologico è ottenere prodotti naturali senza che siano impegnati pesticidi, fertilizzanti e altre sostanze chimiche usate solitamente per far crescere le piante senza difetti o per allontanare gli attacchi di insetti, parassiti ed erbacce. Di questi “veleni” però si può fare a meno per ottenere prodotti genuini, che rispettino la stagionalità e che non danneggino la salute.

spesso e facilmente come i cetrioli, i pomodori, le melanzane, le patate, i fagiolini e le piante aromatiche come rosmarino, prezzemolo, basilico, sedano, timo, salvia, ecc. Le verdure che invece hanno più bisogno di attenzione in termini di irrigazione e di cura contro gli insetti sono le lattughe, i broccoli, la bieta, la verza, e tutte le piante a foglia larga. E’ probabile che sarete assaliti dall’entusiasmo da quello che può essere considerato anche un hobby, ma non esagerate col piantare troppa roba perchè finireste magari per avere una produzione abnorme che poi non riuscirete a consumare, anche se nessuno vieta che possiate omaggiare del vostro raccolto parenti e amici. Avere un orto biologico significa ovviamente scegliere sementi e piantine di origine biologica che si trovano facilmente presso consorzi agrari oppure su internet e la loro origine naturale è garantita.

Preparare il terreno

Come organizzare l’orto

Per prima cosa dovete procurarvi gli attrezzi per il vostro orto, tra cui un paio di zappe, una vanga, un piantatore, una forbice da potatura, un rastrello, una carriola, un secchio, ecc. Il terreno va infatti dissodato in profondità e quindi dovete aiutarvi con un badile per alzare quanto più possibile le zolle. Ripulitelo da pietre e vecchie radici e, se notate che è troppo sodo, potete anche mescolarlo con la sabbia per renderlo più favorevole all’attecchimento delle piante. Il terreno va inoltre irrigato prima di qualsiasi coltivazione perché accolga i semi o le piantine in un ambiente discretamente umido. La scelta della posizione del terreno è importante perché deve essere soleggiato almeno 10 ore al giorno e non avere l’ombra di grossi alberi o edifici e neppure essere esposto a forti correnti.

La disposizione delle piante nell’orto è importante e quella più comoda e che vi garantisce libertà di movimento è a filari. Se dovete seminare o trapiantare le piantine dovrete creare un buco nel terreno con il piantatore e poi ricoprirlo delicatamente con la terra. Subito dopo sarà necessario irrigare leggermente per favorire il contatto con i nutrienti del terreno. Ricordate anche di lasciare sufficiente spazio tra una piantina e l’altra in base al tipo di ortaggio o frutto che otterrete, in modo che abbia luce e aria sufficiente per crescere al meglio. L’orto naturalmente ha bisogno di acqua e quindi dovrete predisporre l’organizzazione dello stesso vicino a una fonte. Se l’orto è piccolo potrà bastarvi anche solo una pompa, ma se è ha una certa estensione potete sempre organizzare un piccolo impianto d’irrigazione. Praticate piccolissimi fori sui tubi che farete passare fra le piante e la stessa pressione dell’acqua permetterà di irrigare in modo uniforme il vostro orto biologico. Ricordate che non bisogna esagerare con l’acqua temendo che non sia abbastanza, ma è pur vero che durante la

La scelta delle piante Per scegliere le piante del vostro orto biologico dovete prestare attenzione alla zona geografica dove si trova e quindi scegliere quelle che meglio si adattano al clima. Cercate di non forzare la resa del terreno con piante che avrebbero difficoltà ad attecchire, ma scegliete quelle che fruttificano più

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stagione calda le piante devono essere annaffiate ogni giorno, ma solo la mattina presto o la sera al tramonto. Non date mai acqua al vostro orto durante le giornate calde perché lo sbalzo di temperatura tra il terreno e l’acqua potrebbe ucciderle.

Come sostituire diserbanti, fertilizzanti e insetticidi Come detto un orto biologico si basa su una coltivazione libera da qualsiasi uso di prodotti che possano risultare non naturali. A questi però si possono sostituire tecniche ed espedienti che sono comunque utili per preservare la genuinità dei vostri prodotti. Se volete rendere più fertile il terreno potrete usare il compost, che è il risultato della macerazione di residui di cibo o fogliame, e che si può creare anche con “l’umido” della raccolta differenziata. Basta scegliere un angolo del vostro orto e avere un contenitore in plastica che sia a contato diretto con il terreno e si chiuda semplicemente con un coperchio. All’interno potete buttare qualsiasi scarto che formerà il vostro “concime naturale” ogni volta che ne avrete bisogno. In questo modo risparmierete anche sullo smaltimento di molti rifiuti, che possono essere ottimamente riciclati e non sprecati. In alternativa potete usare il letame se per esempio avete un pollaio o allevate conigli. Se non avete animali da allevamento potete sempre rivolgervi a chi ha grossi allevamenti biologici e scorte di letame. Ci sono poi altri metodi per esempio per allontanare i parassiti con uno sciame di coccinelle. Se invece sono le zanzare che infastidiscono il vostro orto allora

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potete piantare la citronella, la menta o il basilico. Gli insetti e i parassiti invece saranno allontanati dall’odore dell’aglio, che potrete lasciare a macerare una notte in acqua calda e poi spargere con uno spruzzino sulle piante interessate. Gli acari invece non sopporteranno una miscela di acqua, peperoncino e detersivo (ma scelto tra quelli biodegradabili). Ricordate anche che le erbacce devono essere prontamente estirpate perché potrebbero uccidere quelle vicine da frutto o commestibili, a causa delle loro lunghe radici. In questo caso l’unico modo per allontanare questo pericolo è toglierle accuratamente a mano dal vostro orto, imparando anche a riconoscerle e armandovi di pazienza.

Il principio della rotazione Quando il vostro orto biologico sarà entrato a pieno regime in produzione, ricordate di variare le coltivazioni. Il terreno infatti è fatto di nutrienti che le piante assorbono e questo potrebbe impoverirlo se la stessa coltivazione si ripete di anno in anno. Diversificare invece le piante nelle varie zone dell’orto potrà arricchire nuovamente il terreno dei nutrienti che ha ceduto.

Scambiare prodotti e informazioni Per chi è alle prime armi e non si è mai cimentato in questo tipo di avventura è molto utile scambiare opinioni con chi ha una lunga esperienza a riguardo. In questo modo si creerà anche un circolo virtuoso di reciprocità tra chi ha scelto di avere un orto biologico curando il proprio benessere e rispettando la natura.



Vi aspettiamo al

Rubens Stube Fest Az. Agricola Maso Rossetti Rubens

Sabato 19 cena e domenica 20 Marzo pranzo gradita la prenotazione

“Quinto Quarto del Toretto Biologico” Pancetta, uova e Tarassaco

Carpaccio di Lingua con mela, chutney di peperone rosso, mango con emulsione di aceto balsamico Insalatina tiepida di Polmone, pomodori secchi, aglio e prezzemolo

Lo Ch

Trippa in brodo Maccheroncini all’uovo con ragù di Guancia Fettine di Cuore, patate, capperi e olivelle Fegato con fonduta di cipolla al succo d’uva (rivisitazione del fegato alla veneziana) Coda alla Vaccinara Sorbetto alla Mela verde e Sedano Acqua, Vino - Caffè e correzione Menu completo 32 € a persona

Tarassaco marinato, pomodorini soleggiati e code di gambero

Venerdì 8 Aprile ore 20,30 “Tarassaco di Conco a ritmo di Jazz & Blues” Aperitivo Buffet di benvenuto con fantasie della Cuoca Cecilia in collaborazione con i panettieri e pizzaioli Giovanni e Gianantonio. Maria responsabile Beverage.

Menu Sfoglia croccante, Tarassaco marinato, gambero rosso e crema di mais Polpettine di Tarassaco in granella di nocciole caramellate su fonduta di Asiago Dop

La classica Raffaele: formaggio Asiago, porcini, pancetta e grana

Crema di Tarassaco con crostini al Lardo Calamarata con bisque di Cannocchie, Tarassaco saltato aglio olio peperoncino fresco Risotto con riso di Grumolo delle Abbadesse al Tarassaco, con Baccalà mantecato e pan fritto Sorbetto al Tarassaco

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Quaglia disossata e farcita alla pasta di salsiccia e Tarassaco con zabaione di Castelmagno Succo freddo di Tarassaco con cremino al cioccolato bianco e pistacchi Mousse alla Ricotta e Arancia con soffice di Tarassaco A tavola Olio Extravergine di Oliva Frantoi Redoro dal 1895 100% italiano, estratto a freddo

Speck, patate lesse e champignon

Vini Abbinati con Servizio Sommelier Caffè accompagnato dai “Rubbiotti al Tarassaco” cotti a legna Liquore al Tarassaco e Liquore al Tarancino Omaggio del Buon Ricordo Menu completo 40 € a persona

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Contrà Rossi 10 - Rubbio di Conco Turno di chiusura il Martedì e il Mercoledì sera Tel 0424 709012 www.rubensfest.com e-mail: rubensfest@live.it

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Lo Chef Carlo Cracco e Cecilia Cortese, vincitrice del web contest di ricette “Tradizione vs Innovazione”

La famosa Stube che dà anche il nome al locale

La più intima ed accogliente saletta del caminetto

Tutti i giorni pane cotto nel forno a legna, anche al tarassaco e al sedano

I nostri liquori al Sedano Bianco di Rubbio e al Tarassaco di Conco

Buona cucina, tradizione e nuovi incroci gastronomici. Un obiettivo semplice che non è mai fuori moda: fare da mangiare bene, sempre. Al Rubens si va per colazione, per una pizza, per pranzare o cenare con piatti tradizionali, prodotti locali e di produzione propria. Ma non solo. Di madre sarda e padre veneto, la simpatica famiglia del Rubens Stube Fest vi propone anche menu innovativi, nati dalla contaminazione fra le tradizioni gastronomiche dell’Isola e i prodotti locali dell’Altopiano.

La certificazione Bio e i prodotti De.Co. La cucina del Rubens Stube Fest utilizza prodotti locali e carne dell’Azienda Agricola Maso Rossetti Rubens, Certificata Biologica da un organismo di controllo e certificazione del metodo di produzione biologico.

Cuori di tarassaco sott’olio di nostra produzione

Il Rubens inoltre sostiene i prodotti del territorio, tramite la Confraternità dei Ristoratori De.Co.

“Natale con i Tuoi e Pasqua con ... NOI e anche PASQUETTA” Consulta il nostro sito per maggiori informazioni.

Maria nell’Azienda agricola Maso Rosetti, fiore all’occhiello della famiglia Cortese.


5^ edizione

L’alimentazione senza glutine Se, fino a qualche anno fa, molti ne ignoravano il significato, oggi la parola celiachia è entrata prepotentemente a far parte del linguaggio comune, da un lato a causa dell’aumento del numero di persone che soffrono di questa intolleranza, dall’altro perché sono sempre più i supermercati, i ristoranti e i locali che sposano la causa dei celiaci, aiutandoli nella lotta contro questa condizione con una gamma di prodotti senza glutine sempre più ampia e variegata.

Cos’è la celiachia? La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, un complesso di sostanze azotate che si forma durante l’impasto, con acqua, della farina di alcuni cereali come il frumento, il farro, l’orzo, la segale, l’avena, il kamut, la spelta, il triticale e il malto. Nei soggetti celiaci, l’assunzione di alimenti contenenti glutine o tracce di glutine produce una reazione immunitaria anomala dell’intestino tenue: mentre nelle persone sane i villi dell’intestino assorbono dagli alimenti le sostanze nutritive essenziali, nell’individuo celiaco i villi regrediscono e la mucosa intestinale viene danneggiata, per cui l’intera superficie d’assorbimento delle sostanze nutritive si riduce o scompare completamente, provocando scompensi e malnutrizione. La celiachia è una patologia complessa, causata da fattori ereditari e ambientali. Solitamente si

manifesta durante l’infanzia, dopo lo svezzamento, con il passaggio dal latte materno all’alimentazione contenente glutine, è ormai consuetudine che questa malattia compaia anche in età adulta. Essendo una patologia legata al malassorbimento delle sostanze nutritive, i sintomi con cui si manifesta sono quelli generalmente legati ad un malfunzionamento dell’intestino, quindi diarrea, steatorrea (feci ricche di grassi e per questo maleodoranti), perdita di peso, stanchezza dovuta a carenza di vitamine, ferro e folati. Attualmente, l’unica terapia realmente efficace per curare la celiachia rimane quella del controllo dietetico. Il celiaco deve pertanto adeguarsi ad una dieta rigorosa, incentrata sull’esclusione di tutti gli alimenti contenenti glutine o tracce di glutine: solo in questo modo le infiammazioni dell’epitelio intestinale potranno piano piano regredire, garantendo al soggetto condizioni di vita e di salute assolutamente normali. Tutto ciò implica un forte sacrificio ed impegno da parte del celiaco, che tuttavia può far affidamento su una serie di prodotti alternativi, preparati senza glutine, che lo possono aiutare nella dieta, senza dover rinunciare ai piaceri della tavola.

Prodotti senza glutine Negli ultimi anni, l’aumento dei celia-

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ci e la sensibilizzazione al problema hanno portato alla comparsa di numerosi prodotti preparati esclusivamente con ingredienti privi di glutine. Sono sempre di più, infatti, i locali che tra i loro prodotti inseriscono specialità che possono essere gustate anche da chi soffre di malattia celiaca.

rare al celiaco la tranquilla consumazione del prodotto: se non si seguono specifiche precauzioni sull’ambiente di lavoro, durante la preparazione si potrebbero verificare pericolosi fenomeni di contaminazione, che comprometterebbero la buona riuscita del prodotto.

Oltre agli alimenti che naturalmente sono privi di glutine, come riso, mais, carne, uova e pesce, oggi esistono molte preparazioni gustose che possono sostituire tranquillamente quelle vietate ai celiaci: grazie a specifiche ricette, preparate con attenzione e professionalità, pane, pizze, biscotti, torte e pastine non sono più off-limits e possono tornare a far parte delle diete di chi soffre di celiachia.

Per questo motivo, è necessario che gli ambienti di lavoro siano separati o, quanto meno, puliti da eventuali residui di precedenti lavorazioni.

La produzione di preparazioni senza glutine è un procedimento complesso, che richiede molta sapienza e grande manualità, oltre che ambienti dedicati ed attrezzature specializzate. Utilizzare alimenti naturalmente privi di glutine, infatti, non basta per assicu-

Il consumatore, dal canto suo, ha il compito di controllare che i prodotti acquistati siano presenti nel prontuario dell’AIC (Associazione Italiana Celiachia) o che presentino il logo con la spiga barrata e la dicitura “senza glutine” o “gluten free”.

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Inoltre, i produttori di alimenti senza glutine, durante le preparazioni, devono indossare sempre divise pulite, non contaminate, e devono conservare gli ingredienti in vaschette separate, in modo da evitare qualsiasi contatto con altri alimenti.


Prodotti senza glutine... IL GRANO SARACENO

DAL NOSTRO LABORATORIO TANTISSIMI PRODOTTI PER CELIACI: BRIOCHE, BISCOTTI, DOLCI, PIZZE E PIZZETTE, PANE FRESCO E COLOMBE PASQUALI...

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5^ edizione

I cereali, da sempre protagonisti della storia dell’uomo Le loro origini affondano le radici in un lontanissimo passato, che si può far risalire agli albori dell’agricoltura, tra il 9.000 e l’8.000 avanti Cristo. Tornando a ritroso nel tempo si può così scoprire i molteplici impieghi dei cereali, da sempre alimento fondamentale per tutte le grandi popolazioni del passato. Si può anzi osservare come ogni grande civiltà si sviluppò con l’aiuto del cereale che meglio si adattava alle esigenze e alle condizioni ambientali del luogo: si pensi ai Greci con l’orzo, ai Romani con il grano ed il farro, ai popoli orientali con il riso, alle

popolazioni dell’America Centrale e Meridionale con il mais, ai popoli nordici con segale ed avena, agli africani con l’orzo e il miglio.

GRANO Il mito greco degli Argonauti racconta dell’eroe Giasone che, alla guida di un manipolo di valorosi compagni d’avventura, doveva portare in Tessaglia, nella Grecia settentrionale, il Vello d’Oro, manto di un leggendario montone dorato che si trovava nella Colchide (all’incirca l’attuale Ucraina). Con ogni probabilità il Vello altro non era che una

metafora dei campi di grano di quella regione. Non a caso la prova finale dell’impresa consisteva nel domare due tori impetuosi ed attaccarli ad un aratro con il quale Giasone avrebbe dovuto arare un terreno mai dissodato prima.

FARRO Per secoli l’alimento base di popolazioni asiatiche e mediterranee, il farro è stato trovato nelle antiche tombe egiziane, ed è citato da Omero. Il farro era considerato prezioso, specie dai Romani, che lo usavano addirittura come moneta di scambio e come offerta agli Dei in diverse cerimonie religiose. Nell’Antica Roma, molto prima dell’uso di panificare, il farro trovava largo impiego per preparare il puls, un tipo di pane-polenta di uso molto comune, ed il libum, focaccia da offrire agli Dei.

RISO Il riso sarebbe comparso per la prima volta più di sette od ottomila anni fà, dalle parti dell’isola di Giava, secondo un’altra ipotesi invece

esso proverrebbe dalla zona dei laghi cambogiani. Nell’antichità il riso non era propriamente un cereale famoso, soprattutto lontano dall’Asia: infatti pare che gli antichi Egizi non lo conoscessero, mentre alcuni studiosi greci e romani, come rispettivamente Teofrasto (372 a.C. – 287 a.C.) e Strabone (63 a.C. – 24 d.C.), lo liquidarono con la vaga definizione di “pianta acquatica”.

AVENA La provenienza dell’avena è incerta: potrebbe essere originaria dell’Asia oppure dell’Europa. Già 3.000 anni fà era comunque nota ai Cinesi, mentre pare che gli antichi Egizi non la conoscessero. La sua capacità di adattamento ai climi poco favorevoli la rese il cereale più diffuso soprattutto nel nord Europa. A Roma Catone, influente uomo militare e politico, la faceva addirittura estirpare dai campi come erbaccia e lo stesso poeta Virgilio la menzionava solo come tale. Invece lo scrittore Aulio Cornelio Celso nel suo De Medicinane riconobbe l’utilità dell’avena nel trattare e prevenire alcune malattie.


Dove trovarci...

Tutte le realtà nel territorio

A B C D E F G H I J

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Altea Erboristeria Il Pane Quotidiano Nonna Angela ZontaBio Pizzeria All’Alpino Gruppo Com’è Contrà del Sole Fabio Frutta Vecchio Mulino Casa del Fiore

K L M N O P Q R S T

Abitazioni Ecologiche Al Santuario Pasticceria Marcon Assperr La Patisserie Pizzeria Al Telefono Agrivillage C.O.G. Rubens San Gottardo


5^ edizione

I regolamenti dell’UE sul cibo Biologico Dal 20 luglio 2007 l’Unione Europea, dopo aver discusso con i propri membri sulla questione degli alimenti biologici che possono o non possono essere denominati come tali, ha pubblicato le direttive che devono essere seguite riguardo la produzione e l’etichettatura del cibo biologico che arriva sulle tavole di tutti gli abitanti dell’Europa. Dopo aver subito delle modifiche il Reg. 834/2007/CE, ha reso noto che le normative non possono essere sorvolate e che la composizione dei cibi e le sostanze all’interno devono essere analizzate affinché il prodotto non arrivi alterato rispetto alle condizioni iniziali. La direttiva ha quindi incentrato molti degli articoli presenti sull’OGM, ovvero gli organismi geneticamente modificati di cui alcuni alimenti fanno parte. Si tratta di cibo che è stato modificato e che quindi non riporta più quei parametri biologici richiesti dall’Unione Europea per poter essere considerato un alimento privo di contaminazione. L’attenzione della nuova direttiva è stata spostata proprio su questo punto, in quanto i prodotti biologici in commercio devono riportare nelle proprie etichette, con molta trasparenza, tutto quel che il prodotto conteneva e la provenienza del cibo che, in un secondo momento, può essere acquistato come biologico e ingerito. Nel regolamento si fa riferimento non soltanto al benestare dei consumatori ma anche a tutti quei fondi pubblici che permettono di tutelare la biodiversità e l’ambiente di provenienza dei prodotti biologici. Le direttive europee durante gli anni

hanno subito diverse modificazioni per preservare sempre più aspetti del cibo e del territorio in cui essi sono prodotti. Le normative a cui si fa riferimento sono CE 834/07 e CE 889/08, riguardanti l’agricoltura biologica, e CE 271/10 per l’etichettatura e l’utilizzo del nuovo logo europeo. Quest’ultimo è contenuto nell’etichetta di cui la merce biologica deve essere munita, non può essere applicato a tutte le tipologie di prodotti e può essere presente solo in quei cibi che rispecchiano specifiche qualità e pertanto sottoposti a controlli da parte delle autorità competenti. La confezione in cui l’etichetta presenta il logo europeo, contiene quindi un prodotto biologico al 95%. Portare sulle tavole degli abitanti dell’UE un prodotto senza etichetta e privo delle relative diciture sarebbe impossibile, e si tratterebbe un atto punibile dalla legge. L’etichetta fa si che il consumatore possa leggere e capire con che modalità il prodotto è stato conservato, da dove proviene e se rispetta le direttive in materia. Chiunque intenda riportare un’etichetta sulla confezione di un cibo biologico che ha prodotto, deve tener conto che le direttive precedentemente elencate non solo l’unico parametro da rispettare, ma deve anche far riferimento ad un ente che ne riconosca il contenuto e controlli il prodotto finale, accertandone così l’autenticità biologico: si tratta del Mi.P.A.A.F, ovvero il Ministero delle politiche agricole e forestali.

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Vediamo nello specifico quali sono le 5 caratteristiche necessarie affinchè si possa parlare di prodotto biologico: 1. I prodotti agricoli devono essere privi di OGM, il prodotto sin dalla formazione, e ne corso del proprio ciclo riproduttivo, non deve contenere alcuna traccia di organismi geneticamente modificati. 2. I prodotti biologici devono evidenziare la provenienza delle ulteriori materie che il cibo ha dovuto contenere per diventare prodotto finito. Aromi, additivi e coadiuvanti devono essere tra quelli elencati nel Reg. CE 889/08, contrariamente, se queste aggiunte non sono menzionate, il prodotto, anche se ha seguito tutte le regole per rientrare tra gli alimenti biologici, non può ricevere il logo europeo e l’etichettatura idonea per la consumazione. 3. La materia con cui la merce biologica è formata non deve esser contaminata da nessun tipo di contenuto alter-

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nativo, essa infatti deve esser formata esclusivamente dall’ingrediente biologico naturale. 4. Il prodotto biologico non deve essere esposto a radiazioni ionizzanti che ne abbiano modificato la propria struttura e gli aspetti altamente biologici. 5. Il prodotto che viene venduto all’interno dell’UE deve esser stato prodotto secondo le norme vigenti dell’agricoltura biologica e, se proveniente da altri paesi che non fanno parte dell’UE, deve riportare e deve far riferimento alle Reg. CE 834/07 e CE 889/08. Si può notare come le regole europee sul cibo biologico non siano solamente legate al controllo del prodotto, inteso come alimento commestibile, ma anche la valutazione dei metodi di produzione e alla veridicità degli elementi che lo compongono. La qualità è quindi fondamentale, e il consumatore deve poter sapere se si tratta di un prodotto genuino.



5^ edizione

La Cosmesi Biologica Perchè scegliere trattamenti naturali per il make up e per la cura del nostro corpo? I cosmetici biologici sono concepiti con materie prime come burro, cera, olio ed altre sostanze derivanti da piante e vegetali in generale: queste sostanze vengono spremute e poi lavorate esclusivamente a freddo per non alterarne le preziose qualità. I trattamenti di bellezza naturali non contengono sostanze derivate dal petrolio, nè coloranti sintetici o siliconi: i rossetti, gli ombretti, le creme, gli shampoo bio non vengono testati sugli animali, non danneggiano l’ambiente e non sono nocivi per la nostra salute. Non essendo composti da sostanze aggressive, i cosmetici biologici risultano quindi ben tollerati anche da chi ha una pelle molto delicata e sensibile. Sono tante le marche che propongono in vendita prodotti naturali per la cura del viso e del corpo, ma bisogna stare attenti a fare le scelte giuste. In questo approfondimento vedremo come scegliere i cosmetici bio, ne analizzeremo le principali caratteristiche, conosceremo i trattamenti di bellezza naturali e minerali e ne illustreremo i principali benefici.

Come scegliere i cosmetici bio La scelta di un buon cosmetico non deve basarsi solamente sulla tecnica usata per far risaltare i pregi fisici, o sul colore più adatto all’incarnato della pelle. Quali sono i criteri di scelta? L’affidabilità della marca, un testimonial famoso, i prezzi economici o il riguardo verso la nostra salute? Oggi la scelta è molto ampia: da parecchi anni ormai esistono in commercio cosmetici prodotti in modo da rispettare l’ambiente, non testati sugli animali e che non contengono sostanze chimiche nocive per la salute. Sempre più donne, ma anche tanti uomini, si affidano trattamenti naturali per la cura della pelle del viso e del corpo. Nel nostro paese sono due gli organismi di controllo che sono riconosciuti dal ministero delle Politiche agricole e che sono preposti alla certificazione dei cosmetici biologici: l’Icea, acronimo di “Istituto per la certificazione etica e ambientale” e il Ccpb, acronimo di “Consorzio per il controllo dei prodotti biologici”. Esiste poi l’Ecocert, l’organismo

europeo indipendente che controlla tutto il settore dell’agricoltura biologica. Per essere considerato biologico un cosmetico deve contenere almeno il 95% di sostanze di origine naturale: queste devono inoltre derivare da piante coltivate senza pesticidi o agenti chimici, ovvero da coltivazioni certificate dall’Ecocert. Il restante 5% deve essere composto da sostanze non nocive per la salute, ma che non devono essere necessariamente di origine vegetale. Vediamo come si riconosce un cosmetico bio, attraverso alcuni parametri:

• L’etichetta Non è facilissimo leggere l’etichetta dei cosmetici, ma è proprio questa che ci dà le indicazioni delle sostanze contenute. Ricordiamo poi che quelle indicate per prime sono anche quelle contenute in percentuale maggiore. Nelle etichette dei cosmetici biologici non dobbiamo trovare elementi di origine animale, a parte il latte ed il miele, non ci devono essere derivati dal petrolio, come paraffine, siliconi e parabeni, nè tantomeno profumi o coloranti vari. In molti casi ci viene in aiuto il latino: le sostanze di origine vegetale che non hanno subito lavorazioni chimiche sono indicate con il nome che si usa in botanica, quindi in latino. Gli ingredienti di origine naturale che possiamo trovare elencati sono le vitamine, l’acido ialuronico, la ceramide, il collagene, le proteine del grano, l’olio di mandorle e quello di soia, il burro di cacao e quello di karitè. Inoltre sull’etichetta dei cosmetici biologici deve esserci uno specifico marchio che ne assicura la provenienza ed il contenuto.

• L’efficacia I trattamenti di bellezza naturali hanno un’ottima efficacia, in quanto i principi attivi vegetali che contengono sono molto più potenti delle sostanze chimiche ottenute in laboratorio.

• Problemi di pelle Il cosmetico bi grazie ai componenti simili alla nostra pelle, interagisce con

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essa e spesso ne risolve i problemi. Il cosmetico naturale è un vero nutriente e può risolvere problemi di pelle grassa, di pelle secca, di couperose e di acne.

• La tolleranza Proprio perchè di origine vegetale e privo di allergeni, il cosmetico biologico generalmente è ben tollerato da tutti i tipi pelle. Biologico, naturale e vegetale però non sono sempre sinonimi di assenza da allergie: esistono infatti alcuni tipi di piante che possono generare intolleranze, per questo è sempre importantissimo leggere l’etichetta.

• Il profumo Nei cosmetici bio non troviamo nessun tipo di profumo, quindi il loro aroma deriva da sostanze vegetali non aggressive e nemmeno dannose

• La durata I cosmetici biologici contengono solamente conservanti naturali, quindi devono essere consumati nel giro di tre o quattro mesi al massimo.

• Tipi di cosmetici biologici Fino adesso abbiamo parlato di cosmetici biologici, ma anche qui bisogna fare delle distinzioni: si parla infatti sempre di più di cosmesi biologica, naturale e minerale, facendo di tutto un calderone, senza usare le parole giuste e senza fare le dovute differenze. Oltre a quelli biologici infatti, esistono anche i cosmetici minerali, chiamati così perchè sono a base solo di minerali, che per poter essere utilizzati, vengono ridotti in cristalli piatti grazie a particolari lavorazioni. Come quelli biologici, an-

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che i cosmetici minerali non vengono testati sugli animali e non contengono sostanze dannose per la nostra salute. Si tratta di pigmenti allo stato puro, ovvero colori e si trovano in commercio solo sotto forma di polvere: se così non fosse non si tratta di cosmetici minerali. Anche questi cosmetici, come quelli biologici, riescono a coprire perfettamente le imperfezioni della pelle, senza soffocarla e lasciandola respirare. Per quanto riguarda la cosmesi minerale, in commercio si trovano tutti i prodotti che vengono normalmente utilizzati per il make up e per la cura del corpo, come cipria, correttore, fondotinta, ombretto, rossetto, mascara, eye-liner, creme, shampoo, balsamo e via discorrendo. Per ottenere i cosmetici che vanno applicati sotto forma di liquidi, come le creme, i mascara ed i rossetti, le polveri minerali devono essere diluite con acqua.

Affidarsi alla cosmesi biologica I cosmetici biologici, oltre a rispettare l’ambiente e gli animali, nutrono la pelle rispettandola, la proteggono e la migliorano. L’uso frequente di questi prodotti naturali non causa irritazioni ed allergie, visto che alla base della loro composizione non ci sono allergeni, come il nichel, ma solo sostanze che derivano da piante coltivate in maniera biologica. L’efficacia della cosmesi naturale garantisce standard elevati, in quanto i principi attivi vegetali sono notoriamente più potenti e persistenti sulla pelle.



E tu quanto “bio” sei? UN TEST PER SCOPRIRE QUANTO SEI INFORMATO SULL’AGRICOLTURA BIOLOGICA’! RISPONDI VERO O FALSO E POI CONTROLLA IL RISULTATO! domanda 1

Con l’utilizzo del logo ‘AB’ si indica un prodotto 100% biologico VERO

FALSO

domanda 4

Ogni 10 italiani, 1 acquista regolarmente prodotti biologici VERO

FALSO

domanda 5

Nei prodotti biologici non ci sono pesticidi VERO

FALSO

domanda 6

I prodotti biologici fanno la loro comparsa agli inizi degli anni ‘90 VERO

FALSO

domanda 2

domanda 7

I prodotti biologici sono anche dietetici

I prodotti bio in commercio in Italia sono prodotti esclusivamente su territorio nazionale

VERO

FALSO

VERO

FALSO

domanda 3

domanda 8

E’ possibile impiegare fertilizzanti chimici nelle colture biologiche

La regione più bio d’Italia è il Veneto

VERO

FALSO

VERO

FALSO


5^ edizione

1. La risposta esatta è: FALSO

5. La risposta esatta è: FALSO

La presenza di queste due iniziali sugli imballaggi dei prodotti garantisce che almeno il 95% degli ingredienti presenti siano provenienti da agricoltura biologica, ma non il 100%

Anche se i prodotti biologici non possono presentare pesticidi, va detto che la contaminazione dell’aria e delle acque inquinate da altri produttori può far sì che in essi ve ne compaiano dei residui. Tuttavia la quantità è chiaramente nettamente inferiore ai prodotti comuni.

2. La risposta esatta è: FALSO Nonostante i prodotti biologici facciano chiaro riferimento alla salute, non presentano uguaglianze nutrizionali con gli alimenti dietetici che al contrario vengono concepiti nell’ottica del dimagrimento.

3. La risposta esatta è: FALSO

...ora controlla le risposte!

Gli unici fertilizzanti ammessi sono quelli naturali che compaiano nella lista ufficiale di quelli autorizzati per questo tipo di coltura.

4. La risposta esatta è: VERO Gli Italiani, sempre più sensibili al biologico, acquistano frequentemente prodotti di questo genere.

6. La risposta esatta è: VERO E’ proprio a partire dal 1990 che i grandi marchi hanno iniziano ad interessarsi al settore del biologico.

7. La risposta esatta è: FALSO La domanda sempre crescente di questa tipologia di prodotti ha reso necessario per l’Italia ricorrere all’importazione.

8. Risposta esatta è: FALSO In testa alla classifica troviamo piuttosto l’Emilia Romagna dove circa l’80% dei comuni produce prodotti da agricolture biologiche.


5^ edizione

Il metano liquido: una possibile alternativa per l’autotrazione pesante (e non solo). Uno stimolo alla “green economy”

di Luciano Checcucci (C.N.A. Siena)

Per la produzione dell’energia elettrica e dell’energia termica è possibile, rivolgersi con efficacia e successo alle fonti di energia rinnovabile; invece, per quanto riguarda la produzione di forza motrice per l’autotrazione stradale ed in particolare per quella pesante, il discorso è assai diverso: fare a meno dei carburanti tradizionali, originati da fonti fossili, appare decisamente più complesso e difficile. Le possibili alternative sembrano essere i motori alimentati ad idrogeno e l’autotrazione elettrica, anche ibrida. La ricerca e la sperimentazione in questi settori, come sappiamo, stanno procedendo ed assistiamo, ormai da tempo, alle prime applicazioni concrete e molto probabilmente questo sarà il futuro dell’autotrazione; in particolare, l’autotrazione elettrica meriterebbe maggiori attenzioni ed incentivi. Tuttavia per quanto riguarda l’autotrazione pesante, cioè i camion, i cosiddetti TIR, ma anche per gli autoveicoli commerciali e gli autobus, risulta davvero difficile immaginare che possano essere alimentati elettricamente! Una ragionevole alternativa appare essere l’utilizzo del metano che, nonostante sia anch’esso di origine fossile (ma è possibile produrlo anche da fonti rinnovabili: il biometano!), garantisce prestazioni dal punto di vista ambientale, assai migliori e ben più accettabili rispetto al gasolio; la tecnologia è già oggi disponibile. L’uso del metano per autotrazione quindi, ci sembra un ragionevole compromesso, capace di garantire la necessaria mobilità delle persone e delle cose ed un deciso miglioramento della qualità dell’ambiente, in particolare dell’aria che respiriamo, soprattutto in ambito urbano. Il limite circa l’utilizzo del metano per autotrazione è

dato dal fatto che fino ad oggi è stato utilizzato nella sua forma gassosa e compressa, aumentando considerevolmente il peso dei serbatoi a bordo, riducendo la capacità di carico e l’autonomia del veicolo, senza contare il notevole dispendio di energia elettrica per la compressione. Questo limite si può superare se invece di utilizzare il metano in forma gassosa, utilizziamo il metano nella sua forma liquida, criogenica.

Il metano liquido Tutti noi ormai conosciamo il termine “rigassificazione”, quella procedura secondo cui il metano trasportato in forma liquida dai luoghi di produzione, con navi metaniere, viene immesso nella rete del gas, normalmente realizzata ed alimentata con metanodotti. Lo conosciamo anche per le molte polemiche che la realizzazione di questi impianti, sul suolo italiano, ha suscitato e sta suscitando; talvolta per la lentezza con cui si procede all’autorizzazione/realizzazione di questi impianti, che consentirebbero una maggiore sicurezza nell’approvvigionamento energetico, altre volte per la legittima preoccupazione delle comunità locali, prossime a questi impianti, in ordine alla sicurezza degli impianti stessi. Comunque sia, questa è una partita in divenire. Molti meno però sanno che il metano, può essere utilizzato anche allo stato liquido (LNG, acronimo inglese di Liquefied Natural Gas o GNL, in italiano, Gas Naturale Liquefatto), conservato in serbatoi criogenici isolati sotto vuoto, sia per l’autotrazione, sia per usi domestici o industriali. Il metano liquido si ottiene raffreddando il gas ad una temperatura di –162° a pressione atmosferica, poi

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viene conservato e trasportato in bassa pressione negli appositi serbatoi criogenici. Il metano liquido è 600 volte più denso del metano gassoso (CNG-Compressed Natural Gas) a bassa pressione, ovvero 3 volte più denso del metano gassoso a 200 bar, il che consente notevoli benefici in termini di volume trasportabile. 1 lt. di LNG corrisponde infatti a 600 lt. di metano gassoso a pressione atmosferica, ovvero a 3 lt. di CNG a 200 bar. Il metano liquido ha un peso pari a circa il 45% del peso dell’acqua, è inodore, incolore, non è corrosivo, né tossico; essendo stato sottoposto ad un processo di liquefazione, non contiene più acqua, CO2 e incondensabili quali l’azoto; pertanto ha qualità energetiche più elevate, attesa la sua maggiore purezza. Ad oggi il metano liquido appare come il carburante più ecologico ed economico tra tutti quelli effettivamente disponibili, in quanto: 1) il metano riduce notevolmente l’impatto ambientale: - 25% emissioni di CO2 - 50% ossidi di azoto - assenza di polveri fini - assenza totale di composti tossici e cancerogeni - abbassamento del 50% delle emissioni sonore (rumore) 2) il metano costa meno rispetto ai carburanti tradizionali. 3) il metano liquefatto (LNG) risolve il problema della metanizzazione dei mezzi pesanti: il serbatoio criogenico di LNG a bordo del veicolo permette di assicurare al mezzo un’autonomia corrispondente a quella del diesel, con ingombri e pesi comparabili, superando così il vincolo dell’eccessivo peso e volume delle bombole di metano compresso, che di fatto impedivano l’estensione della metaniz-

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zazione ai mezzi pesanti. Anche il BIOGAS (energia rinnovabile!) può essere liquefatto per esser più facilmente trasportabile. Il BIOGAS LIQUIDO (Liquid BioGas: LBG) ha la stessa identica composizione dell’LNG, quindi presenta i vantaggi prima accennati; nello specifico presenta il vantaggio di rendere economicamente valido e praticabile il distribuire eventuali eccedenze di biogas nelle zone ove lo stesso venisse prodotto. L’utilizzo dell’LNG o dell’LBG apre quindi nuove opportunità di mercato in ambito veicolare, in quanto carburante da subito disponibile per il rifornimento della nuova generazione di autoveicoli equipaggiati con serbatoio criogenico a bordo. Attualmente, in Italia, la rete distributiva dell’LNG è agli inizi e poiché anche le maggiori case costruttrici hanno già avviato la produzione e la commercializzazione di autoveicoli pesanti alimentati a LNG, è prevedibile una sua ampia diffusione nel prossimo futuro, supportato da stazioni alimentate con LNG ed in grado di erogare sia metano gassoso compresso (CNG), che metano liquido (LNG). I vantaggi legati all’introduzione di un serbatoio criogenico a bordo di un veicolo, sono evidenti: - ingombro e peso del serbatoio (criogenico) comparabile al serbatoio diesel; - autonomia del mezzo pari a quella del diesel; - risparmio sui consumi; - notevole riduzione nei costi; - riduzione dell’impatto ambientale; - accessibilità alle aree urbane. Questa è un’innovazione concreta e disponibile da subito, capace di ridare competitività al comparto dell’autotrasporto, migliorando contestualmente la qualità dell’ambiente.



Conoscere il mondo del biologico

Fiere...

Fà la Cosa Giusta!

Salone del Gusto - Terra Madre

18-20 marzo 2016

22-26 settembre 2016

Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili

Sapori del mondo in Piemonte

Milano (MI) Fiera Milano City Terre di Mezzo - Tel. 02/89409670 info@falacosagiusta.org falacosagiusta.terre.it

Cibus - Cibus Bio 9-12 maggio 2016

Torino (TO) Lingotto Fiere Slow Food - Tel. 0172/419611 terramadre@slowfood.it www.salonedelgusto.it

Solo Bio 30 settembre-2 ottobre 2016 Fiera del prodotto biologico

Salone Internazionale dell’Alimentazione Parma (PR) Centro Fieristico Fiere di Parma spa - Tel. 0521/996206 cibus@fiereparma.it www.cibus.it/cibus-bio

Quattro Passi 21-22 e 28-29 maggio 2016

Mariano Comense (CO) Palazzo Storico delle Esposizioni Expo Poit - Tel. 031/748814 solobio@expopoint.it www.fierasolobio.it

Fà la Cosa Giusta! Trento 28-30 ottobre 2016 Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili

Fiera per un’economia di giustizia Treviso (TV) Parco di Sant’Artemio Pace e Sviluppo scs - Tel. 0422/301424 info@fieraquattropassi.org www.fieraquattropassi.org

Verificare le date nei siti ufficiali!

Vinissage 28-29 maggio 2016 Salone dei vini biologici, biodinamici e naturali Asti (AT) Palazzo dell’Enofilia Comune di Asti, Officina Enoica - Tel. 0141/399526 s.bottero@comune.asti.it www.vinissageasti.it

Sana 9-12 settembre 2016 Salone internazionale del biologico e del naturale Bologna (BO) Centro Fieristico Bologna Fiere spa - Tel. 051/28211 sana@bolognafiere.it www.sana.it

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Trento (TN) Trento Fiere Trentino Arcobaleno - Tel. 0461/261644 flcgTrento@gmail.com www.trentinoarcobaleno.it



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