Speciale Salute e Benessere 522

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UN TIEPIDO “ABBRACCIO” A RAGGI INFRAROSSI PER DIMAGRIRE

IL MALE DI VIVERE: COME STARE ACCANTO AD UNA PERSONA DEPRESSA

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CHAKRA: ARMONIA E DISARMONIA

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ALLA CLINICA HOSPITADELLA APPRODA ULTRAFORMER III

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RICETTE DI BELLEZZA

LE LESIONI DA PRESSIONE (ULCERE DA DECUBITO)

NON SOLO POLLINI. ALLERGICI A CIÒ CHE RESPIRIAMO...MA ATTENZIONE A CIÒ CHE MANGIAMO

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LA TECNOLOGIA... IN SALUTE!

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L’ABBRONZATURA PERFETTA CHE SOSTITUISCE IL BIANCORE...ECCO COME OTTENERLA!

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QUANDI I PIEDI SONO PIATTI: CAUSE E RIMEDI

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VACANZA: QUESTA META TANTO ATTESA

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L’ALIMENTAZIONE D’ESTATE: COSA METTERE E COSA NON METTERE NEL PIATTO

PERDITA UDITIVA E QUALITÀ DELLA VITA. TRATTAMENTO CON AUSILI ACUSTICI TRAMITE ULSS

LE NUOVE FRONTIERE DELLA FISIOTERAPIA NELLA CURA DELLA TENDINOPATIA

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ALLERGIE AI TESSUTI

5 MARCHI ECO... DA CONOSCERE

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IL CONTROLLO DELL’EFFICIENZA VISIVA: COS’È?

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IN CUCINA: FRAGOLE VS CILIEGIE


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” IO C C A R B B A “ O ID P IE T N U A RAGGI INFRAROSSI PER DIMAGRIRE Quante volte abbiamo desiderato sbarazzarci degli accumuli di grasso e possibilmente senza fare troppi sacrifici? Avete mai pensato che l’abbraccio caldo dei raggi infrarossi che avvolgono il corpo, può tendervi la mano per tornare in forma? Vitalya è la tecnologia che ci viene incontro per perdere peso e neutralizzare quel grasso in più. L’infrarosso in estetica è molto utilizzato per la capacità di penetrare in profondità, favorendo una vasodilatazione e un quindi un miglioramento della circolazione venosa e linfatica. Ha la funzione di riscaldare la massa adiposa fino a 4 cm di profondità e di attivare la lipolisi.

Il mondo degli infrarossi

Il Raggio infrarosso lontano, FAR INFRA RED RAY (FIR) è chiama-

to “luce della vita”: la fonte di energia di tutti gli esseri viventi sulla terra. È lo spettro della luce solare che viene assorbito dal nostro organismo ed è particolarmente abbondante nel sole del mattino e della sera. Anche i nostri corpi sono grado di produrre FIR e l’intensità del FIR prodotto dall’essere umano, varia da persona a persona. L’ infrarosso è vitale per ogni essere vivente generando un profondo stato di benessere, restituisce energia al corpo con molteplici benefici su cellule e tessuti corporei, ottenendo risultati mai raggiunti prima. Ha un effetto positivo sul rilassamento, sul dimagrimento, sul metabolismo e sulla rigenerazione dei tessuti.

Quando la tecnologia ci rimette in forma…

Vitalya è una tecnologia che offre ottime possibilità per dimagrire, per snellire e rimodellare il nostro corpo. Integra e combina, in perfetto equilibrio, le azioni dell’ossigeno, dei raggi infrarossi e di un leggero esercizio motorio. Permette di ritrovare in modo lieve, piacevole e poco faticoso, forma fisica e linea. Trenta minuti comodamente sdraiati, avvolti dall’abbraccio tiepido degli infrarossi, respirando aria arricchita di ossigeno, fanno di questo trattamento la migliore soluzione per tornare in forma pieni di energia, prendendosi in primo luogo cura della propria salute.



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IL MALE DI VIVERE: come stare accanto ad una persona depressa. cosa dire e cosa non dire...

Verrebbe da dire “maneggiare con cura”, un’indicazione spesso stampata negli scatoloni che contengono materiale fragile, perché vivendo accanto ad una persona depressa rischi di muoverti come un elefante in una cristalleria; con un movimento puoi fare un danno enorme, in questo caso, oltre agli atteggiamenti, pesano molto le parole. Ma come si può convivere con una persona che ha una percezione della realtà diversa dalla propria ma soprattutto che vive in una profonda sofferenza? Come trovare le parole giuste? Come aiutarlo e come impedire di “sfasciare” una famiglia”? Perché gli affetti ne risentono, eccome. “La persona depressa non è triste spiega il dott. Marco Bortolomasi- primario della clinica psichiatrica “Santa Chiara” di Verona - è incapace di vivere la quotidianità, di impegnarsi nel lavoro, nello studio, si arriva ad essere apatici. Non è insolito, anzi è molto frequente, che un paziente che soffre di depressione mi riferisca di non avere voglia di lavarsi, di curare la propria per-

sona. In genere la persona depressa si sente stanca, provata dai disturbi del sonno e dall’ansia, tipiche componente della malattia e intorno a lui le persone non fanno altro che dire: “Dai forza, prova ad uscire, ti sentirai meglio”. Non è possibile, perché la depressione annulla la volontà”. L’istinto è di scuotere il malato, di stimolarlo a reagire, ad uscire con le sue forze dall’impasse causato dalla cupa apatia o isolamento. Niente di più sbagliato dicono psichiatri e psicologi. Ecco allora alcuni consigli. Quello che non va detto • “Dai tirati su, non sei l’unico ad avere dei problemi, devi uscirne con le tue forze”. • “Non stare sempre in casa, se esci e stai con le persone ti senti meglio, se ti impegni in qualcosa ti passa”. • “Ma cosa ti manca, hai un lavoro, una famiglia e la salute, i problemi veri sono altri? • Ma sei triste, giù di morale? Mi sembra che tu non abbia voglia fi fare niente, stai male durante il giorno quando dovresti studiare o lavorare.

Dott. Marc o Bortoloma si Primario d ella clinica psi chiatrica “Santa Ch iara” di Verona

• È meglio se non prendi i farmaci, ce la devi fare da solo, rischi di intossicarti. • “Ora che stai meglio puoi anche smettere di prendere tutte quelle pastiglie, non vorrai diventare dipendente, schiavo. Quello che deve essere detto • “La depressione è una malattia come le altre. Non puoi pensare di uscirne da solo, senza l’aiuto di una terapia che permette nell’80-90 per cento dei casi di migliorare e di tornare come prima”. • “Non è tutto così nero, sono gli occhiali della depressione a farti vedere tutto negativo”. • “Ora devi pensare a curarti e a stare meglio, non è necessario che tu prenda decisioni ora. Lo farai quando starai meglio”. • “Gli antidepressivi non fanno effetto subito, ci vogliono almeno una ventina di giorni, poi starai meglio”. • “Ora stai meglio, ma prima di sospendere la terapie parla con il medico. Non devi correre il rischio di una ricaduta. Ti ricordi come stavi male?”.


CHAKRA: ARMONIA E DISARMONIA I Chakra sono dei centri energetici dislocati nel nostro corpo, i sette principali si trovano lungo l’asse centrale del corpo umano: dalla base della colonna vertebrale fino alla sommità del capo. “Chakra” è una parola che deriva dall’antica lingua indiana sanscrita che significa ruota, cerchio, vortice. Infatti, si può immaginare il Chakra come un vortice di energia che gira molto velocemente. Quando questi punti sono “aperti”, cioè lasciano fluire liberamente l’energia verso l’alto, c’è armonia fra corpo, mente e spirito. Nel momento in cui anche soltanto un Chakra non è libero, questo crea disarmonia, disordine e problemi che si riflettono sul corpo come sensazioni di ansia, stati depressivi e fastidi fisici. Capire la funzionalità dei Chakra è importante per ripristinare l’armonia energetica che poi si riflette sulla qualità della nostra vita.

Francesco Sartori Massaggia tore e trattame nti benessere

I 7 Chakra principali:

1. Radice (Rosso), connessione con madre terra, stabilità lavorativa ed economica. 2. Sacrale (Arancione), legato alla sessualità e ai problemi relazionali. 3. Plesso Solare (Giallo), autostima e disturbi allo stomaco ed emozioni represse. 4. Cuore (Verde), capacità di amare e di lasciarsi amare. 5. Gola (Azzurro), espressione della tua opinione e delle tue esigenze. 6. Terzo occhio (Indaco), direzione da seguire e lo scopo della tua vita. 7. Corona (Viola), senso di connessione e protezione divina. Ogni punto di energia vibra (come ogni cosa esistente) alla frequenza di un dato colore, e nel riequilibrio è importante riconoscere ed aprire questi centri associandoli ad una data frequenza. Ci sono vari metodi per liberare il flusso di energie, fra le più efficaci sono senz’altro la meditazione guidata e la pranopratica. Ricorda che i tuoi organi e tutti i tuoi

processi fisiologici, si nutrono di questa energia, così come i tuoi processi emotivi, mentali e spirituali.

Esercizio di rilassamento sul flusso energetico: Crea attorno a te un

ambiente tranquillo che possa donarti serenità; Chiudi gli occhi e respira in modo naturale; Inizia a visualizzare dell’acqua che scorre attraverso di te dalla testa verso i piedi; Nel letto di questo fiume se ci sono pietre che ostacolano il flusso, sono riconducibili alle preoccupazioni, allo stress e ai pensieri negativi che abitano la tua vita; Prova dolcemente ad accompagnarli fuori da questo flusso, spostali verso i piedi fino a farli uscire dal tuo corpo e lasciare così spazio in modo che l’acqua fluisca liberamente; La sensazione percepita è di maggior fluidità e serenità. Seguire un lavoro meditativo-panico mirato, riserva grandi e positive sorprese per riscoprire parti di voi stessi che fino a poco fa sembravano sconosciute e che senza saperlo creavano scompiglio in voi. Conoscere è Conoscersi.

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ALLA CLINICA A D O R P P A A L L E D A IT P S O H ULTRAFORMER III Ultrasuoni focalizzati per intervenire sul viso e sul corpo

Il tempo non si può fermare, ma con lui si può fare un patto e la medicina estetica rigenerativa può aiutarci a stringere un’alleanza, grazie all’applicazione di tecnologie sempre più avanzate e innovative. Con l’entrata in questo campo di nuovi strumenti e macchinari, si può anche fare a meno del bisturi (non in tutte le situazioni) per restituire tono e compattezza ad un viso non più giovane e un aspetto più armonioso ad un corpo laddove, tessuti rilassati e inestetismi legati all’accumulo di grasso, hanno preso il sopravvento. Si può scegliere di fare interventi meno invasivi. E nel panorama delle tecnologie alla Clinica di medicina e chirurgia estetica Hospitadella è arrivato Classys Ultraformer III, una macchinario ad ultrasuoni focalizzati di ultima generazione per “il lifting” non chirurgico: niente anestesia, nessuna cicatrice. Ma il consiglio è sempre lo stesso: intervenire prima che l’ingiuria del tempo abbia fatto inesorabilmente il suo corso. Ne abbiamo parlato con il dott. Domenico Miccolis, Chirurgo plastico ed estetico presso la Clinica Hospitadella. Dott. Miccolis, l’obiettivo principale per un chirurgo estetico è migliorare l’aspetto del paziente nel modo meno invasivo possibile. L’ultima frontiera degli ultrasuoni si chiama Ultraformer III. Qual è il punto di forza? Innanzitutto permette di fare un lifting non chirurgico. Gli ultrasuoni di ultima generazione arrivano dove la radiofrequenza risulta inefficace. L’obiettivo è il ritensionamento della pelle senza ricorrere al bisturi e senza trattamenti invasivi. L’effetto di tensione sui tessuti si ottiene grazie alla produzione di nuovo collagene da parte del nostro corpo e perché questo avvenga la temperatura cutanea deve andare oltre i 63°C. La radiofrequenza si ferma ai 45°C e “concede” una tensione di appena

poche ore. Grazie a questa macchina rivoluzionaria, Ultraformer, che utilizza ultrasuoni focalizzati ad alta intensità, i raggi ultrasonici sono emessi in modo convergente per provocare un aumento di temperatura di 70°C e in un singolo punto. Come agisce nei tessuti del nostro corpo? Gli ultrasuoni che penetrano nei tessuti a 70°C, innescano il procedimento per produrre nuovo collagene ricreando la tensione della pelle. Altro beneficio, rompono le cellule adipose (lipolisi) e distruggono gli accumuli di grasso. Trattamento molto efficace nel caso del doppio mento. In cosa consiste “tecnicamente” il trattamento? Il lifting non chirurgico con Ultraformer viene fatto in ambulatorio, non è doloroso e quindi prevede al massimo l’applicazione di una crema anestetica. La seduta dura circa un’ora. Viene applicato un gel per ultrasuoni per favorire la diffusione e la penetrazione di questi ultimi sulla pelle. Il chirurgo ha a disposizione tre manipoli e ognuno agisce ad una profondità diversa. Il trattamento prevede diversi passaggi sulla parte interessata. Quante sedute sono necessarie? Questo dipende molto dalla situazione di partenza e di compromissione della parte da trattare. I protocolli prevedono da una a tre sedute, distanziate da 4 a 6 settimane. Non ci sono effetti collaterali, solo un lieve eritema che dura al massimo mezz’ora. Successivamente sarà necessaria una sessione di mantenimento ogni uno o due anni. È importante sottolineare che questo trattamento si può fare in ogni stagione, non c’è nessuna controindicazione per l’esposizione al sole. Dopo quanto tempo sono visibili i risultati? Grazie alla contrazione del collagene i benefici sono pressoché immediati, ma il consolidamento del risultato fi-

Dott. Dom enico Miccolis Chirurgo p last ed estetico ico presso la Clinica Ho spitadella

nale lo si avrà dopo 3 - 6 mesi grazie alla formazione di nuovo collagene. In quali zone è possibile farlo e dove risulta più efficace il lifting non chirurgico con Ultraformer? Con Ultraformer si può ringiovanire lo sguardo agendo sulla palpebra superiore, palpebra inferiore, fronte e tempia ottenendo un’apertura degli occhi, un effetto lifting della palpebra e il riposizionamento del sopracciglio. Con questo trattamento inoltre si rimodella il contorno dell’ovale del viso, si riduce il doppio mento, si ringiovanisce il collo con la riduzione delle rughe e si ottiene un decolleté più disteso e più “tirato” Per quanto riguarda il corpo si può agire sulle braccia e sulla zona sopra il ginocchio. Ultraformer è indicato per tutti gli stadi di invecchiamento cutaneo? Per completezza di informazione il lifting con gli ultrasuoni non sostituisce quello chirurgico. I migliori risultati si ottengono nei pazienti che hanno un modesto rilassamento dei tessuti, vale a dire: interveniamo prima di averne veramente bisogno. Certo, il trattamento è in grado di ritardare anche di diversi anni la necessità di fare una blefaroplastica o di passare al lifting con il bisturi. Indicato inoltre nei pazienti che mostrano diffidenza verso il lifting chirurgico sia per i tempi di recupero, che per una questione prettamente economica.

prima

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IN HOSPITADELLA IL PRIMO SISTEMA AD ULTRASUONI FOCALIZZATI PER VISO E CORPO La garanzia di un trattamento di eccellenza? La tecnologia. Hospitadella si avvale di strumentazioni di ultima generazione, rispondendo alla continua richiesta dei pazienti che cercano meno invasività, un rapido ritorno alla vita sociale e scarsi effetti collaterali. PRIMA

DOPO

PRIMA

DOPO

L’ultima frontiera degli ultrasuoni focalizzati si chiama Ultraformer III e permette sia la formazione di nuove fibre di collagene con un effetto di Lifting non invasivo, sia consente di trattare le adiposità localizzate di alcune zone del corpo in modo rapido e sicuro. Caratteristiche vincenti dell’apparecchiatura sono la possibilità di stimolare il tessuto a vari livelli nella stessa seduta, l’assenza di tempi di recupero (leggero eritema di mezz’ora, un’ora al massimo) e nessuna controindicazione all’esposizione solare.

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RICETTE DI BELLEZZA “Prendiamoci cura del nostro corpo”

Una delle parti del corpo ad essere sempre esposta agli agenti atmosferici è quella del viso, pertanto è indispensabile prendersene cura con particolare attenzione. La pulizia del viso che andrebbe effettuata regolarmente dal proprio estetista è un’abitudine da non sottovalutare poichè gli istituti estetici vantano trattamenti efficaci ed altrettanto delicati, ma per eliminare impurità, detergerla e tonificarla, è buona abitudine ricorrere all’aiuto di prodotti naturali molto delicati, che possono essere un ottimo alleato quotidiano.

2. PELLE SECCA:

Vediamo allora alcune utilissime ricette che si possono preparare con facilità grazie all’impiego di prodotti reperibili in erboristeria oppure in farmacia!

preparazione: In un contenitore di vetro dotato di tappo mettete lo yogurt, aggiungendo olio di roa e di mandorle. Agitate, quindi unite miele e acqua distillata.

Latte Detergente allo Yogurt Per lenire e riequilibrare, dal ph leggermente acido per rinforzare le difese cutanee. Ottimo come struccante.

ingredienti:

1 cucchiaino di yogurt bianco intero 1 cucchiaino di miele 50 ml di acqua distillata 1 cucchiaio di olio di mandorle dolci 3 gocce di olio essenziale di rosa

1. PELLE IMPURA:

Latte Detergente Argilla & Lavanda Per pulire in profondità e purificare regalando idratazione e morbidezza.

ingredienti:

lo sapevi? Infuso di ortica Possibile che l’ortica contenga elementi essenziali che rafforzano i capelli? Certo! L’ortica viene infatti utilizzata come base per molti trattamenti che si trovano nei negozi ed in farmacia. Semplicissimo da preparare: basta un infuso con 5 foglie d’ortica ed un bicchiere di acqua bollente. Una volta arrivata ad ebollizione lasciare riposare qualche minuto. Quando si sarà intiepidita si applica sui capelli umidi massaggiando una decina di minuti. A questo punto sciacquare con acqua tiepida. Si può ripetere il trattamento una o due volte a settimana.

1 cucchiaino di argilla verde 1 cucchiaino di glicerina 1 cucchiaio di olio di jojoba 50 ml di acqua oligominerale 4 gocce di olio essenziale di lavanda

preparazione:

In un contenitore di vetro dotato di tappo inserite argilla, glicerina, olio di jojoba ed essenza di lavanda. Scuotete con cura per amalgamare gli ingredienti e aggiungete l’oligominerale.

3. CONTRO LA COUPEROSE:

Latte Detergente ai Fiori di Malva Per proteggere e rinforzare i capillari grazie alla presenza di tannini e di antociani. Ha effetto lenitivo ed idratante.

ingredienti:

1 cucchiaino di fiori di malva 1 tazza di acqua fredda

preparazione: Ammollare i fiori in una tazza di acqua fredda per un’ora, quindi filtrare. Applicare l’acqua filtrata sul viso con l’aiuto di una garzina, lasciare in posa 5 minuti, quindi risciaquare.

da provare... Vuoi eliminare i peli superflui?

Mescola 2 cucchiai di fondi di caffè con 1 cucchiaio di bicarbonato di sodio e strofinalo sulla parte interessata. Il bicarbonato amplifica i composti del caffè abbattaendo così i follicoli del pelo alla radice. Provalo per una settimana!


LE LESIONI DA PRESSIONE (ULCERE DA DECUBITO) Cosa sono le lesioni da pressione?

Le lesioni da pressione, comunemente dette piaghe, ulcere o decubiti, sono ferite evidenti sulla pelle, causate da prolungata immobilità e favorite da uno stato generale di salute compromesso (disidratazione, dieta non equilibrata) e da un’inadeguata cura delle pelle. Se la persona non riesce a cambiare autonomamente e frequentemente la propria posizione, alcune zone del corpo restano compresse, per il peso del corpo, tra una prominenza ossea e un piano rigido (letto, sedia, carrozzina). Questa situazione, protratta nel tempo, fa in modo che i tessuti della zona sottoposta a pressione non ricevano più un adeguato apporto di sangue, ossigeno e sostanze nutritive con conseguente sofferenza e/o morte delle cellule interessate che conducono allo sviluppo vero e pro-

prio della lesione cutanea.

Gravità della lesione “stadiazione” della LDP:

I stadio. Area di pelle localizzata, in prossimità di una sporgenza ossea, visibilmente arrossata. II stadio. Formazione iniziale nell’area interessata, di un’ulcera superficiale aperta o formazione di una vescicola. La pelle circostante può presentarsi gonfia e calda e la persona può cominciare a percepire dolore. III stadio. Lesione a tutto spessore che raggiunge maggiormente in profondità i tessuti (adiposo sottocutaneo), aumentando la percezione del dolore e la possibilità di incorrere in un’infezione della stessa. IV stadio. Lesione profonda e importante che comporta l’interessamento di tendini, muscoli, fino ad esposizione dell’osso sottostante.

Dott.ssa E rika Zecchinel Infermiera Profession ale

Come prevenirla?

- Adeguata cura e igiene della pelle: cute lavata, asciutta, protetta da creme idratanti e/o protettive, quali la pasta all’ossido di zinco. - Adeguata alimentazione/idratazione: corretto apporto proteico e vitaminico e di liquidi. - Adeguata mobilizzazione della persona: cambio posturale ogni due ore con alternanza di posizione supina, laterale destra e sinistra.

Come curarla?

La cura della lesione da pressione è di competenza oggi dell’infermiere professionale e richiede la conoscenza e l’utilizzo di materiali specifici, quali le medicazioni avanzate studiate appositamente per questa problematica: pellicole traspiranti, medicazioni in argento, idrogel o alginati da utilizzarsi in base alla gravità e tipo di caratteristiche della lesione.

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LLINI NON SOLO POiriam o… Allergici a ciò che resp ma attenzione a ciò che mangiamo: è colpa delle cross-reattività Con la primavera le piante germogliano e l’aria si carica di pollini, una croce per i tanti che soffrono di pollinosi: starnuti, lacrime, tosse, prurito, anche se come afferma il dott. Mauro Vanzelli, allergologo presso l’Ulss 15, ci sono pure le allergie perenni, il che non significa che i sintomi persistano tutto l’anno, ma che possono manifestarsi in qualsiasi periodo. Ma c’è dell’altro. “I pollini non viaggiano nell’aria solo in primavera - spiega Vanzelli - ci sono anche pollini estivo-autunnali e pre-primaverili. I primi a sprigionarsi sono quelli di Cipresso che negli inverni miti possono fare la loro comparsa anche a novembre, dicembre e gennaio, poi la Betulla, il Nocciolo, l’Ontano che partono a gennaio, febbraio con il picco a marzo, aprile e maggio. Le Graminacee sono “attive” da marzo a settembre-ottobre, talvolta anche fino a novembre”. Spesso si confondono i termini, si generalizza e si finisce in un mare, anzi meglio dire in un cielo di disinformazione. “I pollini - sottolinea Vanzelli - sono lo strumento attraverso il quale le piante si riproducono (per pollinazione) ma molti confondono la cellulosa dei pioppi, che ha la caratteristica di diffondersi nell’ambiente e di essere visibile nel periodo in cui predominano le graminacee e in parte la Betulla, con i pollini che al contrario riusciamo a vedere solo con il microscopio, tanto che della rilevazione se ne occupa la Società Italiana di Aerobiologia che utilizza allo scopo una sorta di trappola, pollen trap, in pratica un rotolo adesivo che gira in un apparecchio che aspira l’aria e cattura i pollini, che vengono poi contati al microscopio”. Ma il problema degli allergici può an-

che raddoppiare e il guaio potrebbe essere a tavola, nel piatto, gustando un’insalata di pomodori o addentando una mela o una pesca per esempio. “Sono le “allergie crociate”.

• I pollini di Betulacee con mela, pera, albicocca, noce, nocciola, ananas, fragola, lampone, mora, prugna, pesca, ciliegia, mandorla, soia, sedano, kiwi, finocchio, carota, arachidi.

Gli allergici ai pollini oltre a temere le piante in fase di pollinazione, devono stare attenti alle cosiddette “crossreattività”, ovvero alle allergie che alcuni pollini possono scatenare in chi mangia alcuni tipi di frutta e verdura. È nota una cross-reattività tra pollini di alcune famiglie e vari alimenti vegetali. Il contatto può provocare irritazione del cavo orale o gonfiore delle labbra fino all’edema della glottide. Talvolta può accadere che alcuni alimenti vegetali cross-reattivi possano provocare manifestazioni cutanee o problemi respiratori, come ad esempio asma. Per chi è allergico ed ha manifestato fenomeni di cross reattività – prosegue Vanzelli - è importante che conosca i “legami” tra piante e alimenti vegetali”.

• I pollini di Composite con sedano, anguria, melone, banana, zucca, camomilla, carciofo, cardo, miele di girasole o di tarassaco, dragoncello, lattuga, cicoria, carota, prezzemolo, mela, castagna, pistacchio. “Ai miei pazienti – conclude Vanzelli - consiglio di non consumare gli alimenti responsabili di reazioni allergiche, ma non solo durante il periodo di pollinazione, nel quale è più alta la probabilità di avere reazioni avverse. È anche molto importante determinare con l’Allergologia Molecolare le proteine responsabili, poiché in alcuni casi i cibi possono essere consumati ben cotti o in marmellata. Inoltre è possibile utilizzare la terapia desensibilizzante, cioè l’immunoterapia allergene specifica (il cosiddetto vaccino) da iniettare o da assumere per via sublinguale, per trattare la pollinosi ed ottenere di conseguenza anche il miglioramento o la scomparsa della Sindrome Allergica Orale da alimenti cross-reattivi.”

I più noti sono questi:

• I pollini di Graminacee crociano con melone, anguria, pomodoro, agrumi, kiwi, fragole, pesca, albicocca, ciliegia, prugna e con i cereali: segala, avena, orzo e mais.



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LA TECNOLOGIA... IN SALUTE!

“tutti questi dispositivi facilitano la vita ma c’è un prezzo da pagare”

Ogni giorno passiamo moltissimo tempo davanti allo schermo del computer oppure con il telefonino tra le mani sia per lavoro che per svago: navigare, chattare, messaggiare, cinguettare, giocare, scattare foto, consultare meteo, ricette, oroscopo e tantissimo altro ancora. Questi mezzi ci facilitano la vita e ci fanno rimanere sempre aggiornati, a 360°. Tuttavia è bene tenere presente che la tecnologia può affaticare lo sguardo, favorisce la formazione del doppio mento, rendere poco tonico

il nostro viso e persino far comparire alcune rughe sottili causate da una sbagliata posizione del corpo: utilizzare gli apparecchi hi tech fa sì che si tenda a portare il collo in avanti, irrigidire i lineamenti e mantenere espressioni corrucciate fino a compromettere l’elasticità dei tessuti della pelle. Come se non bastasse, recenti studi, evidenziano come l’esposizione alle onde elettromagnetiche possa favorire il prolificare di radicali liberi, i responsabili dell’invecchiamento. Non sono allora solo

le abitudini già note (alimentazione squilibrato, smog, fumo, esposizione solare) a mettere in pericolo la nostra salute, ma anche tutto ciò che paradossalmente sembra facilitarci la vita fino a snellire il carico dei nostri impegni. Dal momento che appare chiaro quanto sia quasi impossibile rinunciare alla tecnologia, la strategia giusta per rispondere a questi pericoli può essere quella di ricorrere ad una quotidiana ginnastica facciale, che dovrebbe diventare una sana abitudine.


per le rughe...

altra opzione:

Non sottovalutiamo l’olio!

I benefici di alcuni tipi di olio in cucina ormai sono noti quasi a tutte, ma spesso non vengono sottolineate anche le loro proprietà per la pelle. L’olio di cocco e di oliva, infatti, sono ricchi di antiossidanti in grado di rallentare il processo di invecchiamento cutaneo: massaggiati sul viso prima di andare a dormire, aiutano a idratare la pelle e a prevenire la formazione delle rughe.

1. PER IL COLLO

2. PER LA FRONTE

L’esercizio:

L’esercizio:

Per prevenire le lunghe striature dette “collane di Venere” provocate spesso dall’abitudine di piegare il capo in avanti e verso il basso e il doppio mento. Guardate verso l’alto e portando il mento in avanti mantenete la posizione per 10 secondi. Ripetere per 10 volte.

Dormire è l’antirughe più economico!

Quando non si dorme abbastanza come si dovrebbe, il corpo produce maggiori quantitativi di cortisolo, ovvero l’ormone dello stress che è in grado di demolire le cellule della pelle: è per questo motivo che almeno 7 ore di sonno a notte - preferibilmente mantenendo una posizione supina che non schiacci il viso contro il cuscino - è la cosa migliore per non favorire l’accentuazione delle rughe.

Per favorire l’elasticità della pelle ed evitare che si formino le rughe di espressione causate dall’aggrottamento inconsco della fronte in fase di concentrazione. Sollevate le sopracciglia e mantenere la posizione per 5 secondi, rilassate per altri 5 secondi e ripetete per 10 volte.

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3. PER LO SGUARDO

Per evitare occhi gonfi, occhiaie, palpebre pesanti e le cosidette “zampe di gallina”. La pelle del contorno occhi è infatti la zona più esposta ai pericoli derivanti dall’utilizzo di apparecchi tecnologici..

L’esercizio:

Appoggiando i polpastrelli degli indici tra naso e occhi fate una leggera pressione. Contemporaneamente chiudete ed aprite gli occhi per 20 secondi circa. Ripetete 10 volte.

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A T T E F R E P A R U T A Z N O R B B L’A . .. E R O C N IA B IL E C IS U IT T S CHE SO ! A L R E N E T T O E M O C O C EC UV Giugno è arrivato ed è giunto il momento di andare al mare. Eppure, per vari motivi, in molti sono costretti ad aspettare e convivere ancora con quel “biancore”… Ecco che ci viene in aiuto l’autoabbronzante in grado di donare un effetto dorato, seppure momentaneo, a viso e corpo.

Esponetevi al sole con cautela, soprattutto i primi giorni, facendo uso di una buona crema solare in base al proprio fototipo, che indica la capacità della pelle di produrre melanina. La protezione va usata anche se si è abbronzati e va applicata ogni due ore.

Evitare l’uso di profumi e si fa uso di medicinali e bene consultare il proprio farmacista. Attenzione a condizioni particolari quali: vento, cielo nuvoloso, superfici riflettenti anche se non si vede il sole c’è.

Ma le creme autoabbronzanti fanno male alla pelle? Vero o falso? Falso. Oggi esistono delle soluzioni sofisticate che consentono di esibire un bel colore dorato in tutta sicurezza. Ma attenzione, si tratta di una finta abbronzatura che non protegge dai raggi solari, per cui, quando ci si espone al sole, che sia al mare, montagna o lago, è importante proteggere la pelle.

Per ottenere un’abbronzatura perfetta e sana è necessario seguire alcuni semplici consigli. Innanzitutto bisogna preparare la pelle con un profondo scrub che va ripetuto almeno una volta al mese, cosi da rimuovere le cellule morte che impediscono alla pelle di respirare.

Evitare l’esposizione al sole estivo tra le 12 e le 15. Stare il più possibile all’ombra.

Alla fine di ogni esposizione applicare un buon doposole in modo da idratare la pelle e rallentare il processo di scolorimento...

Mai esporsi al sole senza protezione. I raggi solari, se da una parte favoriscono la produzione di vitamina D (che rafforza la salute delle ossa e stimola il sistema immunitario) dall’ altra possono accelerare l’invecchiamento della pelle, ridurre l’elasticità dell’epidermide, nonché provocare alterazioni del DNA che possono generare la comparsa di tumori cutanei. La tintarella passa anche dalla tavola, quindi via libera ai cibi ricchi di vitamina C (kiwi, agrumi, peperoni) vitamina E ( uova, broccoli) betacarotene quindi frutta e verdura a polpa gialla e rossa (albicocche, meloni, zucca, carote). Se possibile iniziare con questa dieta almeno 30 giorni prima dell’esposizione al sole.

Quindi… buone vacanze e buona abbronzatura!



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QUANDO I PIEDI SONO PIATTI: cause e rimedi

I piedi piatti in America sono i poliziotti, quanti film abbiamo visto! E invece per molte persone sono un vero problema di salute, in quanto, chi si porta dietro questa conformazione del piede, è costretto ad assumere posture scorrette e tutto per colpa di quell’appiattimento della volta plantare. Che cosa succede se manca quella curvatura caratteristica della pianta del piede? Intanto la pianta tocca terra quando si sta in posizione eretta.

Diagnosi.

Lo specialista di riferimento è l’ortopedico, che durante la visita osserverà il piede da davanti e da dietro e vi chiederà di stare sulla punta dei piedi per capirne la meccanica. Anche le scarpe possono dare indicazioni a seconda di dove la suola è più consumata. Altri esami utili per la diagnosi sono quelli strumentali: Radiografia, TAC, Ecografia, Risonanza magnetica.

Le cause.

I piedi piatti non sono affatto rari e in genere non causano problemi. È normale che i bambini e i neonati abbiano i piedi piatti, perché l’arco plantare non si è ancora sviluppato e talvolta non si sviluppa correttamente durante l’infanzia; in altri casi può succedere che il piede si appiattisca in seguito ad un trauma. L’arco plantare, inoltre, può appiattirsi con il passare del tempo. Anni di usura possono indebolire il tendine che si trova all’interno della caviglia e che serve da supporto all’arco. Il piede piatto può dare problemi alle caviglie e alle ginocchia ma non è così scontato che provochi dolore. Tra i fattori che fanno aumentare il rischio di avere i piedi piatti ricordiamo i principali: sovrappeso, traumi al piede o alla caviglia, artrite reumatoide, invecchiamento

Sintomi.

La maggior parte delle persone con i piedi piatti non avverte nessun sintomo. Altre però, hanno male ai piedi, soprattutto nella zona dell’arco plantare o del tallone. Inoltre può gonfiarsi la caviglia. Quando un adulto o un bambino sentono dolore al piede senza un motivo particolare, è necessario rivolgersi al medico.

Il piede piatto del bambino

Possiamo distinguere due forme di piede piatto nel bambino: -piede lasso infantile che si presenta nel caso in cui lo sviluppo muscolare del piede non coincide con l’età del bambino. Plantari e fisioterapia contribuiscono a recuperare normali rapporti anatomici - piede piatto genetico evolutivo. Si tratta di una deformità che progredisce e nel tempo diventa invalidante. Solitamente si accompagna a valgismo del calcagno (il calcagno cioè si porta verso l’esterno. Una valutazione del piede del bambino si può fare intorno ai tre-quattro anni.

La terapia.

Se i piedi piatti non provocano dolore, non è necessaria alcuna terapia. Al contrario, se causano problemi, il medico può consigliarvi di: - indossare i plantari. Possono alleviare il dolore. I plantari non risolvono il problema a monte ma spesso sono in grado di alleggerire i sintomi. - indossare scarpe adatte. Le scarpe che contengono bene il piede possono essere meglio tollerate rispetto ai sandali o a scarpe poco contenitive. - fare stretching. Alcune persone con i piedi piatti hanno il tendine d’Achille più corto rispetto alla norma. Gli esercizi di stretching del tendine possono essere utili. Può servire l’intervento chirurgico? La chirurgia non corregge i piedi piatti, semmai l’intervento può essere utile per risolvere un problema legato a questo disturbo, quali ad esempio l’usura o la rottura del tendine.

lo sport è d’aiuto Lo sport aiuta nella cura...

Un’attivitò fisica mirata, aiuta sicuramente a garantire uno sviluppo fisico armonioso e corretto nel bambino. Gli sport più consigliati dagli ortopedici sono pallavolo, danza e basket. Ma questo dipenderà dalla gravità del problema. In molti casi infatti è indispensabile l’utilizzo di scarpe ortopediche o di un plantare interno, da associare all’attività sportiva.



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www.domenicotuccio.com

VACANZA: QUESTA META TANTO ATTEnSsi èAmai la “Tornando da un viaggio no stessa persona che è partita.”

Se proviamo a pensare alla parola “vacanza” cosa ci viene in mente? Molti di noi immagineranno la distensione, la mancanza di incombenze quotidiane, la rottura di una routine, il divertimento e lo svago, e altro ancora. Probabilmente stiamo vivendo una corsa continua per il raggiungimento di obiettivi al punto da avvertire la necessità di una pausa. Poiché facciamo molta fatica a fermarci, in quanto vengono richieste chissà quali dinamiche personali interne, la vacanza forse è il modo più accettabile per tutti di darci uno stop, e quindi, rompere quel loop quotidiano che ci porta ad esaurire le nostre energie e ad avere bisogno di riprenderci. Siamo quindi un po’ come una batteria che, stando a lungo in funzione, consuma l’energia ed ha la necessità di ricaricarsi. E allora quale momento più propizio se non quello della vacanza? Tuttavia è bene considerare che la scelta di una vacanza comporta tutta una serie di stress: intanto bisogna decidere se andare da soli o in compagnia (famiglia, amici), poi bisogna decidere il periodo: giugno? Luglio? Agosto? Settembre? E anche qui si deve riuscire a incastrare i bisogni propri a quelli degli altri; poi bisogna decidere dove andare: lago? Montagna? Mare? E ancora: hotel? Campeggio? Villaggio turistico? B&B? Appartamento? Insomma, anche fare una vacanza richiede un surplus di investimento energetico e mentale tale che già si è sfiniti solo a pensarci. Allora come poter affrontare tutto questo in modo più funzionale possibile a noi stessi? Proviamo a spiegare in modo semplice ma efficace cosa e come si potrebbe fare:

Calma e gesso. Prendere l’or-

ganizzazione della propria vacanza più alla leggera potrebbe essere una modalità per non arrivare al giorno

[proverbio Cinese]

della partenza con i “capelli dritti”. La vacanza nell’immaginario comune corrisponde all’opposto del lavoro, e quindi se dobbiamo impiegare tutto il sudore della nostra fronte per la sua organizzazione, ci sarà un piccolo problema su cui dovremmo soffermarci. Perciò, il pensare per tempo ad una vacanza vorrebbe dire intanto cominciare a riflettere su quali sono i propri bisogni, e quindi i propri desideri. In questo modo sarà più semplice la scelta della meta.

Il nostro nido felice.

Scegliere la meta ci porta a decidere il posto in cui vivere i nostri spazi. Non è un aspetto affatto da sottovalutare, in quanto, per come scegliamo il colore delle pareti del nostro appartamento o di come lo arrediamo per stare bene, allo stesso modo scegliere la “dimora” in cui pernottare ha la sua importanza. Basti pensare che quando dormiamo si abbassano le difese e quindi il nostro modo di controllare il mondo circostante. E allora vogliamo dormire male o non dormire, in un posto che ci è “inospitale” per le nostre esigenze? Tante volte la nostra scelta ricade su sistemazioni meno costose, però spendere “qualche euro in più” diventa un investimento sul proprio benessere e sulla propria salute (ad esempio: se non siamo degli avventurieri naturalisti, pur di far fronte ai costi, che ci andiamo a fare in campeggio? Non si farà altro che andare incontro a un fallimento, se non addirittura ad un trauma.

La valigia sul letto. Quando

si avvicina il momento di partire entrare in ansia con i preparativi non farà che aggravare di più lo stress e le tensioni che si sono accumulate nel tempo. Tra i limiti imposti dalle compagnie aeree sul peso, tra il non sapere se farà bello o brutto, si è

Dr. Tuccio Domenico Savio Psicologo Psicoterap euta

sempre bloccati su un ponte e non si sa che direzione prendere. Un buon atteggiamento potrebbe essere quello di portare il necessario. Voi potreste dire: « Bravo il dottore, come se noi non lo sapessimo già. Ma in cosa consiste il necessario?». Intanto bisogna pensare a dove stiamo andando e di cosa li si necessita più di ogni altro posto; è ovvio che non mi porto una bussola a New York, ma se vado nel deserto sarà di prioritaria importanza. Il tablet-pc mi serve? Sto andando per lavorare o fare vacanza? il cellulare mi è necessario con corredata connessione a internet? Basti pensare a quanto tempo impieghiamo per condividere in rete quello che facciamo nella nostra quotidianità e di quanto in quel medesimo momento ci stiamo perdendo della nostra vita (emozioni, sensazioni, relazioni). Quante scarpe sono realmente necessarie? E borse? Possiamo sempre informarci prima di partire quali negozi si possono trovare in loco e quindi comprare come souvenir quello che ci serve e non quello che andremo a chiudere in armadio o in uno scatolone. Ecco che in sintesi potremmo riflettere sul senso della vacanza. Si comincia ad andare in ferie già dal momento in cui si pensa di andarci. Proprio perché quell’immagine mentale di noi in un determinato luogo a fare quello che ci piace non fa altro che renderci quel senso piacevole di distensione e allo stesso tempo di ricarica. La vacanza non è tanto un dato di fatto, quanto una condizione mentale che possiamo ritrovare a partire da noi stessi. E allora, perché non concedersi più spesso una vacanza, quantomeno con la nostra mente! Potrebbe essere un modo per renderci più distaccati dal peso della quotidianità e ascoltare di più quello che siamo noi interiormente.

Quindi, buona vacanza!


L’ALIMENTAZIONEereDne’El piaSttTAo TE:

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cosa mettere e cosa non mett Quando arriva l’estate ed il caldo e la sete si fanno sentire, allora è arrivato il momento di cambiare direzione. Le temperature elevate stimolano l’appetito verso cibi più leggeri, più freschi e si sente la necessità di bere di più.

Cosa fare? Quali cibi e quali bevande scegliere?

L’estate per fortuna ci offre la possibilità di avere a disposizione tante verdure e tanti frutti colorati, più ricchi di acqua, vitamine e sali minerali, rispetto all’inverno. L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) consiglia 500-600 grammi al giorno tra frutta e verdura, mentre la maggior parte delle persone ne consuma circa la metà. Niente di più sbagliato! Un’alimentazione equilibrata può partire al mattino con uno yogurt fresco con pezzetti di frutta, con una manciata di semi e fiocchi di cereali; durante il pranzo si può consumare un’insalatona con tante verdure

fresche e colorate, che soddisfano l’occhio e forniscono calcio, potassio, magnesio, antiossidanti, polifenoli e vitamine, oppure una pasta fredda. Mentre per la cena si possono consumare carni magre, uova, pesce e piatti di legumi freddi in insalata. Il condimento non va evitato. L’olio deve essere extravergine, di oliva di ottima qualità. Si può aggiungere succo di limone per migliorare l’assorbimento del ferro e una manciata di frutta secca al posto del sale. Che bontà! Tra le verdure da preferire rucola, ravanelli, pomodori, spinacino, rughetta, valeriana, erbette di campo ricche di antiossidanti e con principi nutrizionali antiinfiammatori e dissetanti. Ottimi sono i centrifugati a base soprattutto di verdure con l’aggiunta di frutti rossi, da consumare durante spuntini e merende alternandoli a frutta e perché no, anche al gelato o al frullato, purché sia di qualità, con ingredienti quali: latte fresco, frutta

Dott.ssa Z elinda Italiano Biologo Nutrizionis ta

di stagione e soprattutto niente zucchero aggiunto, evitando di ricorrere a bibite dolci e/o gassate troppo ricche di zuccheri e che non placano la sete. In estate, ma questa è sempre una buona regola, limitare i cibi che contengono troppi grassi saturi di origine animale come il burro e lo strutto nascosti anche in tante merendine, focacce e altri prodotti confezionati. Evitare inoltre formaggi grassi e salumi. Pochi accorgimenti per un sicuro benessere!

NUTRIZIONE e DIETETICA

Studio di Dott.ssa Zelinda Italiano “Biologo Nutrizionista” solo per appuntamento: 348.7030475 - Via Verdi 22, scala sud - San Giuseppe di Cassola VI

Malattie cardiovascolari, Sovrappeso, Obesità, Osteoporosi Diete personalizzate, Studio della Composizione Corporea

Intolleranze Alimentari con Test Leucocitotossico

> intolleranza al lattosio > intolleranza al glutine > recettore VITAMINA D > predisposizione diabete tipo 2

> metabolismo dei FOLATI > metabolismo dei LIPIDI > predisposizione all’OBESITÁ > DNA e dieta


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QUALITÀ DELLA VITA

trattamento con ausili acustici tramite ulss

La perdita uditiva legata all’età, o presbiacusia, è una delle patologie più frequentemente riscontrabili nella popolazione italiana. Questa tipologia di perdita, che si manifesta in modo progressivo, causa tra le altre problematiche una riduzione nella comprensione dei messaggi vocali, andando ad interferire nella vita quotidiana delle persone e causando a lungo termine effetti negativi quali: solitudine, isolamento, frustrazione, perdita di attenzione e difficoltà di concentrazione. La perdita uditiva in età avanzata è quindi un fattore seriamente limitante per gli individui, e le difficoltà di comunicazione che ne derivano, possono portare a percepire un peggioramento della qualità della vita. A dispetto dell’importanza che il senso dell’udito ricopre nella vita di tutti i giorni, l’ipoacusia è spesso un problema non ancora riconosciuto e non correttamente trattato.

Evidenze scientifiche dimostrano, che una diagnosi e un trattamento precoce della perdita uditiva legata all’età, sono fondamentali per garantire ai pazienti e ai propri familiari una migliore qualità di vita. L’abilità di comunicare infatti, è un fattore decisivo nella determinazione dell’autonomia di una persona, dell’indipendenza, dello stato di salute generale e della felicità. A tal proposito, gli apparecchi acustici sono oggi considerati il trattamento per eccellenza in questa tipologia di perdita, e per i pazienti che presentano determinati requisiti, è possibile ottenere un contributo economico da parte del Sistema Sanitario Nazionale. Per ottenere il contributo Ulss i cittadini che appartengono all’Ulss 3 di Bassano del Grappa, devono essere in possesso di un’Invalidità Civile pari ad almeno il 34% ed avere una perdita di udito con determinate

Dott. David Bergamin e Dott.ssa Sara Vecchini Audioprote sisti

caratteristiche (orecchio migliore con una perdita media di 65 dB sulle frequenze principali). Presso un centro audioprotesico abilitato all’erogazione di ausili tramite Ulss, il tecnico audioprotesista sarà in grado di consigliare, fra la vasta gamma di ausili acustici esistenti sul mercato, quello più adatto alle esigenze del paziente. Anche la fornitura dell’ausilio e l’assistenza avverranno nel centro acustico prescelto.



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LE NUOVE FRONTIERE DELLA FISIOTERAPIA NELLA CURA DELLA TENDINOPATIA Un terzo delle tendinopatie interessa soggetti con una vita sedentaria e l’esatta causa del dolore tendineo non è chiara, anche se il sovraccarico meccanico è considerato un fattore importante. La particolare incidenza sulla popolazione di patologie infiammatorie che interessano il tendine d’Achille, il tendine rotuleo ed il tendine del muscolo sovraspinato, sta spingendo la ricerca scientifica ad indagare le cause e a fornire cure adeguate da utilizzare in Fisioterapia. In un recentissimo studio apparso sul British Journal of Sports Medicine (2015, Oct), gli autori ipotizzano una correlazione metabolica che associa l’Indice di Massa Corporea (BMI) alle tendinopatie: in altre parole, il colesterolo accumulandosi nei tendini potrebbe essere coinvolto nelle alterazioni della matrice del collagene contribuendo a lesioni tendinee e tendinopatie croniche. In uno studio del 2013 apparso su Manual Therapy, rivista scientifica internazionale per Fisioterapisti specializzati in Terapia Manuale, gli autori indagano il ruolo del Sistema Nervoso Centrale nella tendinopatia della cuffia dei rotatori. I modelli che correlano dolore cronico e patologia del tessuto tendineo, vengono messi in discussione. Ad esempio, la risonanza magnetica non distingue i soggetti con diagnosi di conflitto subacromiale e soggetti che non presentano sintomi: il 40% della popolazione asintomatica presenta una lesione della cuffia dei rotatori. Alla luce delle attuali conoscenze, il dolore associato alla tendinopatia della cuffia dei rotatori dovrebbe essere valutato considerando le alterazioni in uscita del Sistema Nervoso Centrale. Il dolore in risposta ad una minaccia rappresenta un utile meccanismo di difesa, ma appare inutile

in situazioni dove il dolore stesso è un ostacolo al processo di guarigione. Considerando questi innovativi studi scientifici, la professoressa Jill Cook, una fra i massimi esperti a livello mondiale nelle patologie tendinee, ha presentato quello che possiamo definire un protocollo del cosa non fare nella gestione del dolore tendineo, e le sorprese non sono poche. Il riposo assoluto riduce la capacità del tendine di adattarsi al carico, ed è quindi necessario ridurre i carichi di lavoro ad un livello tollerabile per poi incrementarli successivamente. Trattamenti passivi e stretching risultano inutili perché aumentano le forze compressive dannose per il tendine. Se i muscoli sono rigidi e contratti è consigliato utilizzare il massaggio. Viceversa è indicato non massaggiare il tendine perché potrebbe rappresentare un insulto eccessivo. Allarmarsi per i risultati delle indagini strumentali: ecografia e risonanza magnetica possono spaventare il paziente e le parole utilizzate dai medici radiologi, come “degenerazione” e “lesioni”, possono scoraggiare il carico, mentre il tendine patologico può tollerare il carico progressivo. Infine, dedicare poco tempo alla riabilitazione è un errore. È infatti necessario un tempo adeguato per aumentare la forza e la capacità di carico del tendine. Sebbene siano necessari tre mesi, i risultati a lungo termine sono buoni se la riabilitazione è corretta, mentre i trattamenti definiti miracolosi in genere portano miglioramenti nel breve termine, ma il dolore si ripresenta quando il

Dott. Ales sandro Guidolin Fisioterapis ta Master in Terapia Manuale e Disordini Muscolo Sc heletrici

tendine è sottoposto nuovamente al carico. La riabilitazione basata sull’esercizio rappresenta il trattamento migliore per il dolore tendineo: uno studio pubblicato lo scorso anno su American Journal of Sports Medicine (2015, July) ha indagato le metodiche migliori cui sottoporre il tendine d’Achille patologico confrontando l’effetto del training in carico eccentrico con allenamenti ad alti carichi e lente ripetizioni: dopo aver sottoposto i pazienti a 12 settimane di esercizi, il tendine d’Achille è stato analizzato con mezzo ecografico per valutarne lo spessore anteroposteriore e Doppler Color per verificare la neovascolarizzazione. I risultati evidenziano una efficacia di entrambi i metodi di lavoro fisioterapico sia nel breve che nel lungo termine.



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ALLERGIE AI TESSUTI Può l’abbigliamento causare una malattia? Scopri come evitarlo a te e ai tuoi bambini Pelle arrossata, gonfiore, secchezza e irritazione...Il tutto accompagnato da un grande prurito... Forse qualche volta è capitato anche a te...E cosa hai pensato? Colpa dell’alimentazione? Dello stress? Del cambio di temperatura climatica? E se invece fosse l’abbigliamento che indossi? La maggior parte delle persone non ritiene che un capo d’abbigliamento possa nuocere alla salute, e molto spesso si preferisce scegliere un capo in fibre sintetiche, perché più economico rispetto a un capo in materiale naturale, ma quanto costa realmente in termini di salute un capo che può provocare allergie al nostro organismo? Le fibre sintetiche (acrilico, poliammide, poliestere, polipropilene, elastan, nylon), largamente usate per il loro basso costo e la robustezza, sono prodotte utilizzando petrolio e derivati e subiscono complesse trasformazioni chimico-fisiche fino a diventare adatte a essere tessute e filate. Il loro più grande problema è che impediscono la traspirazione del corpo. Il sudore ristagna sulla pelle, la fa irritare e favorisce la comparsa dell’allergia, oltre a darti la costante sensazione di “appiciccaticcio” sulla pelle. Inoltre provocano un accumulo di carica elettrostatica positiva (è il fenomeno che si verifica quando togliendo un indumento sintetico, i peli della pelle e i capelli si elettrizzano, o quando togliendo un indumento lo si sente crepitare), che il corpo non riesce a smaltire. All’interno dei tessuti, le sostanze che danno più spesso problemi sono i coloranti. Quando il tuo corpo suda (e l’abbi-

gliamento sintetico fa sudare molto di più!) l’umidità che si crea entra in contatto con i coloranti dei tessuti che indossi ed è lì che essi vengono trasferiti sulla tua pelle! Tra i coloranti, i principali allergizzanti sono costituiti dai dispersi. Sono una classe di coloranti utilizzata per tingere fibre sintetiche o fibre miste. Quindi, dobbiamo guardarci bene dai capi sintetici, quelli che in fase di lavaggio perdono parecchio colore.

Ma attenti perché? Perché le dermatiti allergiche da tessuti sono molto più frequenti di quanto non si pensi. Sono malattie della pelle che, come tutte le malattie “allergiche”, negli ultimi anni hanno manifestato un aumento soprattutto nei bambini. È proprio nei più piccoli che il prurito può essere veramente disturbante ed interferire pesantemente con il sonno. Il neonato nei primissimi mesi di vita infatti non è in grado di grattarsi e quindi il loro fastidio lo esprimono come possono: con il pianto, l’insonnia e strofinando il viso sul cuscino.

In questi casi cosa si fa? Di solito si va dal medico, una volta fatti i test e i controlli prescriverà una crema farmaceutica o una cura particolare, a seconda ovviamente dei casi e della gravità, e soprattutto consiglierà caldamente di: • indossare indumenti di cotone o lino non colorati a contatto con la pelle; • non usare indumenti di tessuto sintetico (tipo poliestere) che, essendo ruvidi ed irritanti, accentuano il prurito; • fare attenzione anche, quando si prende in braccio il bambino, a non strofinarlo contro gli indumenti che s’indossano se sintetici o in acrilico; • lavare i capi con sapone di Marsiglia o similari e risciacquare con mol-

ta cura per evitare la permanenza di residui di detersivi nei tessuti; • usare acqua a basso contenuto di calcare. Insomma... Una bella lista!

Ma perché pensarci sempre dopo? Perché spendere tempo dal medico, soldi in creme ed energie per guarire qualcosa che si può tranquillamente evitare? Vestirsi con capi in Fibre Naturali senza poliestere è importantissimo per la salute della tua pelle! Non solo sudi meno (moltissimi capi sono termoregolatori), ma la tua pelle respira, il sudore non ristagna, viene assorbito dal tessuto ed evapora. In questo modo il tuo corpo è sempre asciutto, evitandoti oltre non solo irritazioni da sudore ma anche malattie provocate da colpi d’aria. Se non sudi non ti ammali! Fai attenzione quindi quando acquisti un capo di abbigliamento, oltre alla composizione, meno Poliestere c’è e meglio è e leggi sempre le etichette, le certificazioni sui coloranti utilizzati, controlla che siano privi di metalli pesanti ed allergeni. Puoi verificare tutto ciò scegliendo capi che riportano simboli ed etichette come GOTS, OEKO-TEX, ECOLABEL… Sono importanti certificazioni del Tessile che indicano che il prodotto è certificato come ambientalmente ecocompatibile e testato per verificarne l’assenza di sostanze nocive. Pensaci quando acquisterai il prossimo abito, le prossime scarpe o la prossima t-shirt per il tuo bambino… controlla le etichette, chiedi informazioni sulla provenienza, informati su COSA ti stai mettendo addosso, perché la tua salute viene sempre prima di tutto.


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5 MconoAscRerCe! HI ECO ...da

Ecolabel

responsabilmente e non sfruttate.

Oeko-Tex 100

Marchio dell’Unione Europea che premia i migliori prodotti e servizi dal punto di vista ambientale. Ciò che la sua etichetta attesta è che il prodotto o il servizio in questione ha un ridotto impatto ambientale nel suo totale ciclo di vita. Particolarmente utile per identificare prodotti di largo consumo a basso impatto che compriamo tutti i giorni: carta igienica, detersivi, fazzoletti di carta...

Questo marchio si trova sui vestiti di adulti e bambini e certifica che i capi di abbigliamento sono stati accuratamente analizzati per valutarne gli effetti innocui sulla pelle. In poche parole essi non sono nocivi per la nostra salute. N.B. Per il tessile esiste anche la certificazione GOTS per il biologico.

FSC

Energy Star

Questo marchio identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste che sono gestite in maniera corretta e responsabile seguendo gli standard ambientali, sociali ed economici presenti attualmente. Questo ci permette si scegliere libri, quaderni e giochi di legno che riportano questa etichetta sapendo con certezza che provengono da foreste gestite

Per quanto riguarda la parte “tecnologica” se dovete acquistare un nuovo pc o una stampante, allora cercate quelli con la stellina (simbolo del marchio) che indica il risparmio di energia rispetto ad altri concorrenti.

FairTrade

Questo marchio garantisce che i prodotti con su il suo simbolo siano stati

lavorati senza causare sfruttamento e povertà nel Sud del mondo e che inoltre siano stati acquistati secondo i criteri del Commercio Equo e Solidale. Alcuni esempi sono: il cioccolato, il cacao, il tè, il caffè, le banane, il succo d’arancia, il miele e tanti altri prodotti con questo marchio si dice siano più buoni sia per i consumatori che per i produttori... non resta che provare!


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A Z N IE IC F F ’E L L E D O L L O R T N IL CO VISIVA: COS’È? Il Controllo dell’Efficienza Visiva è un esame che ha l’obiettivo di individuare i possibili difetti della vista e di indirizzare il paziente a controlli più approfonditi. Oltre a rilevare i tuoi parametri individuali, è importante per l’ottico avere informazioni sul tuo stile di vita e sulle tue abitudini, in modo tale da trovare una soluzione che sia adeguata alle tue necessità. Eseguire periodicamente il controllo dell’efficienza visiva è importante perché solo così è possibile monitorare il miglioramento o il peggioramento della tua vista e scoprire un disturbo bloccandone il decorso fin dalla nascita. Infatti, la maggior parte delle patologie oculari si manifesta solo in fase avanzata quando ormai il danno è fatto ed è irreversibile. Se non curati subito ed adeguatamente, i difetti ottici più comuni possono procurare danni anche gravi alla tua vista. Monitorandone lo stato, hai la possibilità di preservare al meglio la qualità e l’efficienza della tua vista.

VISUAL TRAINING: DI COSA SI TRATTA?

Il Visual Training, o ginnastica oculare, è una branca dell’optometria impiegata per il trattamento dei principali disturbi associati alla visione. Si tratta di una tecnica di educazione visiva che, attraverso esercizi visivi e visuo-motori, permette di allenare i muscoli oculari e migliorare non solo la percezione visiva ma anche correggere altre disfunzioni a questa legate quali: emicrania, postura scorretta, lettura lenta. Fare gli esercizi di Visual Training è importante, quindi, se: • vuoi prevenire l’insorgenza di problemi visivi • vuoi potenziare la tua funzionalità visiva • vuoi compensare o rimediare alle insufficienze visive già sviluppate Non tutti i muscoli oculari vengono esercitati nell’atto della visione: le posizioni estreme di sguardo, per esempio, vengono usate molto poco perché solitamente ci aiutiamo con i movimenti della testa che viene all’occorrenza girata, alzata o abbassata. Come ogni tipo di esercizio, il suo risultato sarà ovviamente proporzionale alla costanza con cui que-

sta attività viene eseguita. È quindi importante fare entrare questi esercizi mirati e di facile esecuzione nella nostra routine quotidiana, solo così potrai aumentare la qualità della tua vista e della tua vita. Ecco alcuni esercizi che puoi provare a fare fin da subito! Per una messa a fuoco più rapida e precisa • Copri un occhio con il palmo della mano e poni davanti all’altro un foglio di carta con delle lettere. Avvicinalo il più possibile a te fino a dove l’immagine mantiene la stessa messa a fuoco e raggiungi una nitidezza visiva stabile. • Punta lo sguardo velocemente verso un’immagine lontana minimo tre metri. • Ripeti la sequenza almeno cinque volte per ciascun occhio. Per rilassare gli occhi e ridurre la tensione • Sfrega le mani per riscaldare i palmi e appoggiale sopra gli occhi chiusi. • Tocca leggermente le ossa intorno agli occhi senza sfiorare le palpebre. • Fai passare un minuto. Per mantenere occhi giovani e prevenire le “zampe di gallina” • Tieni la testa ben ferma e rotea lentamente lo sguardo in senso orario fino a dove ti è possibile. • Svolgendo questa attività quotidianamente ti accorgerai di come è possibile risvegliare muscoli di cui ignoravi l’esistenza o che non avevi mai allenato. Rilassa i tuoi occhi dal lavoro al computer 1) Sbatti ripetutamente le ciglia contando lentamente fino a 20. 2) Tieni gli occhi chiusi per altri 20 secondi. 3) Tieni gli occhi spalancati per altri 20 secondi.

Alimentazione: perché è importante?

Se una dieta sana ed equilibrata è fondamentale per mantenere in forma il tuo organismo, lo è ancora di più se si parla dei tuoi occhi.

Buone abitudini ed un’alimentazione corretta, aiutano infatti a diminuire il rischio di sviluppare gravi malattie oculari come la degenerazione maculare senile, il glaucoma o la cataratta.

QUALI SONO GLI ALIMENTI CHE AIUTANO LA VISTA? • Agrumi Ricchi di Vitamina C, aiutano a combattere i radicali liberi e a mantenere in funzione le cellule del nervo ottico.

• Verdura a foglia verde

Ottima fonte di Luteina e Zeaxantina, sostanze protettive delle cellule della macula oculare.

• Frutta e verdura di colore giallo e arancione

Alimenti come carote, zucca, meloni, pesche e peperoni sono necessari perché ricchi di Beta-carotene, Vitamina c e Zeaxantina: antiossidanti che aiutano a mantenere in buona salute le cellule e i tessuti oculari.

• Uova

Contengono acidi grassi Omega 3, cisteina, zolfo e luteina: tutte sostanze alleate dei nostri occhi.

• Pesce

Salmone, Tonno, Sardine contengono gli acidi grassi Omega 3 che aiutano a prevenire la sindrome da occhio secco agendo sulle ghiandole lacrimali e migliorandone quindi la lacrimazione.

• Frutta secca

Ricca di antiossidanti e Vitamina E.

• Frutti di bosco

Necessari per controllare la pressione sanguigna.

• Cioccolato fondente

Contiene i flavonoidi, preziosi perché aiutano a conservare forti cornea e cristallino mantenendo sana la circolazione sanguigna.



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IN CUCINA: FRAGOLE vs CILIEGIE La Fragola dal punto di vista botanico è un falso frutto, poichè i frutti veri e propri sono gli acheni ossia i semini gialli che si vedono in superficie. La fragola viene considerata quindi un frutto aggregato perché non è altro che il ricettacolo ingrossato di un’infiorescenza. Questo “frutto” è un concentrato di eccellenti proprietà: è diuretico, astringente, depurativo, tonico. Le sue radici riducono le abrasioni ed il suo infuso è rinfrescante. E’ preziosa per la bellezza perché sono fatta al 90% di acqua utile all’idratazione dell’organismo, ma è anche ricca di enzimi attivatori del metabolismo che aiutano il corpo a dimagrire con meno fatica. Fonte di fibre aumenta il senso di sazietà e regolarizza l’intestino. Inoltre il suo contenuto di xilitolo previene la formazione della placca dentale e uccide i germi responsabili dell’alitosi. La Ciliegia può nascere da due diverse specie botaniche: il ciliegio dolce (cosiddetto Prunus avium produce le ciliegie duracine e tenerine che siamo abituati a consumare, mentre dal ciliegio visciolo (Prunus cerasus) si ottengono le amarene, genericamente definite come ciliegie acide. E’ composta per l’82 % ed è un frutto dalle buone proprietà diuretiche e depurative, ma contiene anche moltissimi minerali quali potassio, fosforo, calcio, ferro, sodio, zinco, rame, fluoro e magnesio. La ciliegia contiene flavonoidi che, come sappiamo, hanno proprietà molto utili nella lotta ai pericolosi radicali liberi e soprattutto svolgono un ruolo primario nel processo che rallenta l’invecchiamento delle cellule del nostro organismo. Grazie alla presenza dei flavonoidi, in combinazione con le vitamine A e C, l’assunzione di ciliegie stimola la produzione di collagene e contengono fibra alimentare che contribuisce ad aumentare il senso di sazietà.

RICETTE CON LE FRAGOLE Involtini cremosi alle fragole

Tempo di preparazione: 15 minuti Difficoltà: Facile Dosi: per 6 porzioni

legare con dei fili di erba cipollina. Tenete in frigo fino al momento di servire.

Tiramisù alle fragole

ingredienti:

Tempo di preparazione: 40 minuti Difficoltà: Facile Dosi: per 4 porzioni

• 400 gr di formaggio spalmabile

ingredienti:

• 150 gr di bresaola • 150 gr di rucola • 150 gr di fragole di media maturazione • 1 cucchiaino di salsa Worchestershire

• 500 gr di fragole • 250 gr di mascarpone • Pavesini q.b. • 2 uova medie • 200 ml. di panna da montare

• Filetti di erba cipollina q.b.

• 5 cucchiai di zucchero semolato

• Sale, pepe q.b.

preparazione:

preparazione:

Rendete cremoso il formaggio lavorandolo con una spatola assieme ad una tritata molto fine di rucola, salsa Worchestershire, sale e pepe fino a renderlo omogeneo. Lavate e mondate le fragole, quindi tagliatele a dadini ed unitele al composto. Lasciate riposare in frigo per mezz’ora. Stendete una fettina di bresaola, adagiatevi sopra una cucchiaiata di ripieno, e poi formate dei fagottini da

Preparate uno sciroppo frullando le fragole (lasciondone a parte qualcuna per la guarnizione finale) con 2 cucchiai di zucchero. Aggiungete un goccio d’acqua e versando in un pentolino portate a bollore lasciando sul fuoco 20 minuti circa a fiamma bassa per farlo addensare. Spegnete e lasciate raffreddare. Preparate la crema al mascarpone lavorando i tuorli lo zucchero fino a farli risultare spumosi, aggiungete il mascarpone e gli albumi montati a neve ben ferma, mescolando bene dal basso verso l’alto. Lasciatela riposare in frigorifero per 15 minuti circa. In una ciotola, montate a neve la panna e incorporatene metà alla crema al mascarpone. In una pirofila alta stendete uno strato di pavesini imbevuti di sciroppo di fragole raffreddato. Disponete uno strato di crema sopra i biscotti, e poi formate altri strati alternati di biscotti e crema. La parte superiore finale dovrà essere guarnita a piacimento con la panna e le fragole che avete tenuto da parte. Mettete in frigo per almeno tre ore, quindi servite.


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RICETTE CON LE ciliegie Risotto alle ciliegie

Tempo di preparazione: 40 minuti Difficoltà: Media Dosi: per 4 porzioni

ingredienti:

• 320 grammi di riso di buona qualità per risotti • 200 grammi di ciliegie denocciolate • 1 scalogno • 1 cucchiaino di curcuma • 1/2 bicchiere di vino bianco secco • brodo vegetale q.b.

• olio extravergine di oliva q.b.

• 300 grammi di ciliegie

• sale, pepe q.b.

• 100 grammi di zucchero

• 1 noce di burro

• 1 bustina di lievito per dolci

• parmigiano q.b.

• 1 bacca di vaniglia

preparazione:

• 2 uova

Denocciolate le ciliegie. Mettete in una casseruola lo scalogno tritato finemente e 180 grammi di ciliegie, con un filo di olio di oliva e fate insaporire per qualche minuto, bagnando con metà del vino e fatelo evaporare. Aggiungete il riso, amalgamate bene e lasciate tostare. Uniate il vino restante, aggiungete il brodo vegetale poco per volta dove avrete sciolto anche la cucrcuma ed il pepe. Salate secondo il vostro gusto.A qualche minuto dalla fine unite le rimanenti ciliegie, mantecate con il burro ed il parmigiano, quindi servite.

Torta morbida alle ciliegie

Tempo di preparazione: 30 minuti Difficoltà: Media Dosi: per 10 porzioni

ingredienti:

• 200 grammi di farina 00

• 100 grammi di olio di semi • 35 grammi di burro • Zucchero a velo per decorare

preparazione:

Denocciolate le ciliegie e tagliatele a pezzettoni. Montate le uova con lo zucchero e la vaniglia fino ad ottenere un composto soffice. Unite la farina setacciata con il lievito, quindi anche l’olio e il burro sciolto ma freddo mescolati insieme. Aggiungete le ciliegie precedentemente tagliate mescolando delicatamente. Imburrate e infarinate una tortiera da forno, versateci l’impasto e cuocete a 180 °C per circa 30 minuti in forno statico. Controllate con uno stecchino la cottura. Sfornate la torta alle ciliegie e lasciatela raffreddare, quindi servitela spolverizzandola con zucchero a velo.

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