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indice: 6 IL NUOTO
il bambino e l’approccio con questo sport
8 LE ARTI MARZIALI
uno degli sport più praticati in Italia
10 VOLA A PASSO
di Body Flying danza
11 LENTI A CONTATTO
e occhiali per i bimbi che praticano sport
12 IL CICLISMO
uno sport che appassiona anche i più piccoli 2
14 DO YOU SPEAK ENGLISH?
non più un’opinione ma una reale necessità
15 LIVIDI E CADUTE
ecco degli utilissimi rimedi naturali
16 LA DANZA ORIENTALE
un viaggio nel tempo e nelle tradizioni
17 IMPARARE L’INGLESE per sognare più in grande
18 ABBIGLIAMENTO
vestire al meglio i bambini che fanno sport
20 ALIMENTAZIONE cosa mangia chi pratica sport?
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IL NUOTO
il bambino e l’approccio con questo sport ...in età prescolare, i piccoli di casa devono imparare a nuotare per non trovarsi in difficoltà quando fanno il bagno al mare...
interessante. Questo sport è considerato dai pediatri l’attività più adatta ai bimbi, a differenza di altre discipline, come il calcio e il tennis, poiché è senza dubbio una delle attività più complete.
Il nuoto è una fantastica attività completa, e questo lo si sente ripetere ogni volta che si parla dei benefici dell’allenamento in acqua. Poi però esistono diversi stili di nuoto, ciascuno con il proprio specifico movimento. In generale il nuoto è uno sport che sviluppa soprattutto le braccia, le spalle e il tronco, e solo in misura minore le gambe, ma per ciascun stile ci sono muscoli che lavorano maggiormente e di conseguenza si sviluppano di più. L’argomento bambini e nuoto è estremamente
Le abilità in acqua, secondo la Società Italiana Medici Pediatri (Simpe), dovrebbero essere sviluppate il prima possibile per i bambini e le bambine. Il messaggio dei pediatri è chiaro: in età prescolare, i piccoli di casa devono imparare a nuotare per non trovarsi in difficoltà quando fanno il bagno al mare, al lago o in piscina. Tra l’altro, la pratica del nuoto, oltre a essere importante per una questione di sicurezza, lo è anche per il benessere dei bambini, essendo uno sport polivalente ed adatto a tutte le età. Il nuoto è un’attività che comporta il movimento di tutti gli arti in maniera ritmica e coordinata, adeguando la respirazione al ritmo delle bracciate. In poche parole favorisce il coordinamento neuromotorio, procura benefici cardio-muscolari, respiratori e favorisce il controllo del peso. Per la maggior parte dei bambini è una fonte preziosa di benessere e di crescita: irrobustisce le ossa e serve a prevenire la scoliosi. Ma oltre ai benefici fisici, l’attività sportiva in acqua aiuta a migliorare le capacità cognitive, la concentrazione
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e perfino l’autostima dei bambini. Tra l’altro si può iniziare a praticarlo fin da quando si è molto piccoli. Infatti gli addetti ai lavori ritengono che l’età migliore per iniziare l’attività formativa sia quella compresa tra i quattro e i sei anni mentre per l’inizio dell’attività agonistica l’intervallo di età è compreso tra i sei e gli otto anni. Il nuoto è uno sport che interessa la muscolatura nella sua globalità, ma, come abbiamo già evidenziato nella prima parte dell’articolo, è soprattutto la parte superiore del corpo a essere sollecitata. È indicato sia per i maschi che per le femmine: queste ultime, nel caso di pratica agonistica ad alti livelli, potrebbero sviluppare spalle un po’ “mascoline”. Per il sesso femminile una variante attualmente molto di moda è il nuoto sincronizzato, una disciplina molto particolare.
bambino a immergersi fino sopra la bocca, fatelo soffiare, come per spegnere le candeline, e poi lo fate immergere fino al naso. Solo quando si sentirà pronto e sicuro potete passare a un’immersione con tutta la testa. Un paio di occhialini da nuoto possono aiutare. Nei primi impatti con l’acqua reggetelo per i fianchi, a testa in giù, per insegnare i movimenti delle braccia e poi dei piedi, come una pedalata. Quando lo vedrete sicuro e convinto, potete lasciarlo, sempre però restandogli accanto. Quando il bambino avrà imparato a muoversi, potete procedere a togliere prima l’uno e poi l’altro bracciolo.
...per il sesso femminile una variante attualmente molto di moda è il nuoto sincronizzato...
Restando in tema di bambini e giovanissimi nuotatori, ecco alcuni consigli utili per i relativi genitori. Non usate tecniche impulsive per il primo approccio con l’acqua. Non c’è bisogno di “buttarli in acqua” per farli nuotare, ma bastano passaggi graduali. Non pretendete quindi che il bambino abbia subito la bracciata giusta, piuttosto aiutatelo all’inizio a imparare uno “stile a cagnolino”, muovendo braccia e gambe insieme. Inizia da qui la dimestichezza con l’acqua. La respirazione è molto importante e anche questa va insegnata con gradualità. Insegnate al 7
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LE ARTI MARZIALI
uno degli sport più praticati in Italia Le arti marziali rappresentano oggi il nono sport più praticato in Italia e i preferiti dei più piccoli sono soprattutto judo e karate. Innanzitutto accolgono i movimenti naturali del corpo e li disciplinano in precisi schemi senza costrizioni o inibizioni. Dal punto di vista psicologico le arti marziali hanno indubbi benefici: esercitano rigore, autocontrollo e attenzione. Contrariamente a quanti possono pensare che la pratica delle arti marziali sia un incentivo alla violenza va detto che nella pratica della disciplina viene insegnato il rispetto verso il compagno, verso il maestro e verso il dojo (luogo dove si pratica). Inoltre il combattimento stimola la capacità di saper anticipare le mosse dell’avversario e insegna ad avere riflessi pronti.
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Dal punto di vista sportivo il karate è costituito da due specializzazioni diverse: • il kata (forme): combatiimento immaginario contro uno o più avversari che consente di studiare e perfezionare la ‘forma di combattimento’ • il kumite (combattimento libero): che prevede l’assoluta precisione nell’eseguire le tecniche di calcio e pugno. Il regolamento, infatti, prevede l’esecuzione perfetta del colpo che deve essere compiuto senza dover provocare trauma nell’avversario. La pratica del kumite sottopone l’atleta ad un continuo esercizio di autocontrollo fisico e mentale. I benefici sono numerosi: il kata si configura come una lunga serie di esercizi di ginnastica posturale (quindi è particolarmente indicato per chi soffre di scoliosi o cifosi) e l’allenamento e il combattimento consentono lo sviluppo di una muscolatura snella e armonica e di una straordinaria resistenza aerobica.
Molto spesso, le discipline relative alle arti marziali vengono confuse tra loro, parlando indistintamente di judo, karate, tae kwon doo e così via. In realtà, esistono profonde differenze tra le diverse specialità che riguardano sia l’aspetto della tecnica che delle regole da seguire. Cerchiamo quindi di capire che differenza c’è tra judo e karate in tema di arti marziali. Prima di esaminare le varie caratteristiche precisiamo che possono entrambe essere considerate sia sport da combattimento che metodi di difesa personale. Lo judo è stato fondato nel lontano 1882 e letteralmente significa “via della cedevolezza”: si intende un’armonia completa tra uomo e cosmo. Lo scopo di questa forma di combattimento è quello di far cadere a terra l’avversario, cercando di far leva sui punti deboli o di squilibrio, senza però ricorrere a nessun tipo di tecnica pericolosa, che è completamente bandita. Tutto il combattimento si basa sul contatto diretto con l’avversario verso il quale si possono usare lanci, ribaltamenti, leva su punti precisi, prese, sbilanciamenti e così via. L’abito da combattimento è il kimono, una veste bianca che porta alla vita una cintura di diverso colore. Quest’ultimo indica il grado di preparazione dell’atleta. L’ordine delle cinture è bianca, gialla, arancio, verde, blu, marrone, nera. A questo punto ci sono diversi livelli di Dan, primo, secondo, e così via, fino ad approdare alla cintura bianco rossa che indica il livello massimo di preparazione. L’origine del karate, invece, si rinviene in Giappone nelle isole RyuKyu. A differenza dello judo, questo sport pratica la tecnica del pugno e del calcio, mediante una precisa successione di movimenti ed esercizi. Prima ancora di essere uno sport ed una tecnica di combattimento, il karate deve essere considerato una filosofia di vita, tant’è che anche nei paesi occidentali si è diffuso velocemente proprio perchè permette di effettuare un combattimento con un avversario senza combattere. L’abito per praticare questo sport è il karategi, la cintura che lo accompagna prevede gli stessi gradi di preparazione stabiliti per lo judo. P 42
...il combattimento stimola la capacità di saper anticipare le mosse dell’avversario e insegna ad avere riflessi pronti...
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vola a passo di...
BODY FLYING DANZA
capacità propriocettiva e di conseguenza l’equilibrio e il controllo dei movimenti. La precisione e l’eleganza dei movimenti sono le caratteristiche alla base di questa disciplina, che punta a lavorare principalmente sulla postura delle persone e, così, ad evitare con il passare degli anni il presentarsi di problemi a livello osteoarticolare.
...precisione e l’eleganza dei movimenti sono le caratteristiche alla base di questa disciplina...
Studiato da professionisti del settore, è rivolto principalmente a ballerini ed insegnanti di danza che intendono offrire un programma di allenamento alternativo, divertente ed efficace rispetto alle lezioni tradizionali.
Lo spirito del Bodyfly è di utilizzare il proprio corpo come strumento di lavoro. L’equilibrio parte dalla massima percezione di sé stessi e per questo l’attività non prevede l’utilizzo di attrezzi: l’unico oggetto a disposizione è una tavoletta instabile, che consente di migliorare notevolmente la postura e le prestazioni dei singoli esercizi, adatti sia a ballerini professionisti, che a coloro i quali intendono avvicinarsi al mondo della danza in modo originale e stimolante.
Il Body Fly è risultato essere un ottimo supporto alla consueta attività di danzatori di qualsiasi disciplina (classica, moderna e contemporanea) poiché impegna più gruppi muscolari contemporaneamente e in modo dinamico, aumentando la
Il programma Body Flying Danza nasce proprio per integrare e potenziare il consueto lavoro alla sbarra: gli esercizi in sospensione permettono infatti movimenti più fluidi, armoniosi e coordinati, aumentando forza muscolare ed extra rotazione.
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LENTI A CONTATTO
e occhiali per i bimbi che praticano sport
Quando si hanno bambini che usano abitualmente gli occhiali e che iniziano a praticare sport, spesso ci si domanda: ma sono meglio gli occhiali da vista o le lenti a contatto? Intanto c’è da dire che noi, in Italia, continuiamo a vedere l’occhiale come un segno di handicap, a volte anche associandolo all’incapacità di una persona. Fortunatamente oggi l’occhiale, grazie a materiali e forme sempre nuove, non è considerato deturpante come una volta, in particolare tra i più giovani. Non è comunque difficile farli accettare ai bambini che ne hanno bisogno, se c’è l’aiuto dei genitori. Lentamente si sta cominciando a comprendere che le lenti a contatto possono essere portate anche dai bambini. Comunque il problema non è l’età perché l’occhio non ha particolari problemi con le attuali lenti a contatto. Bisogna tuttavia assicurarsi che il bambino sia abbastanza autonomo e consapevole sulla gestione delle lenti a contatto. Diciamo che un’età corretta per mettere le lenti a contatto, in quanto presente
una buona manualità e una buona comprensione dei meccanismi di manutenzione, è intorno agli 8 anni. Ma oggi è ancora poco diffuso l’utilizzo delle lenti a contatto, nonostante siano consigliabili a coloro che fanno attività sportiva, dal calcio alla ginnastica artistica. Ecco alcuni motivi per cui le lenti a contatto danno vantaggi nel praticare sport: • Le lenti ti danno una visione nitida a tutto campo, senza che la montatura degli occhiali restringa il tuo campo visivo.
...è ancora poco diffuso l’utilizzo delle lenti a contatto, nonostante siano consigliabili...
• Non devi preoccuparti del fatto che possano intralciarti nella tua performance. • Non creano riflessi che possono distorcere la visione. • Puoi indossare lenti a contatto praticando ginnastica, arti marziali o qualsiasi altro sport che presenta rischio di cadute. • Possono essere indossate con maschere, caschi o qualsiasi altro tipo di attrezzatura per viso o testa. • Non rimbalzano durante la corsa o le lezioni di aerobica. • Non si rompono se qualcosa dovesse colpirti accidentalmente il volto. 11
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IL CICLISMO
uno sport che appassiona anche i più piccoli Andare in bicicletta è una cosa che la maggior parte dei bambini impara molto presto, ma andare in bicicletta non è fare ciclismo. Il ciclismo è una disciplina nella quale la preparazione atletica prevede molta quantità e molta qualità ed è nel sapiente dosaggio delle due cose che sta la bravura dell’allenatore di bambini. Allenare un bambino è profondamente diverso dall’allenare un adulto. I primi approcci col ciclismo iniziano a 6-7 anni, quando comincia il ciclo della scuola primaria, anche se già preventivamente negli ultimi anni dell’asilo è possibile fare una tessera particolare con cui ci si iscrive a una squadra o alle scuole di ciclismo, senza dover necessariamente svolgere delle gare ma per avvicinarsi alla specialità.
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La specifica preparazione al ciclismo prevede lavori di quantità alternati a vari esercizi di rapidità, ripetute di forza resistente, ripetute di forza rapida. L’abilità dell’allenatore è quella di far “digerire” molti di questi allenamenti facendoli vivere come una sorta di divertimento. Una prima tappa che i bambini che fanno ciclismo devono superare è quella relativa alle esercitazioni con i birilli, ideali, dopodiché possono essere proposti lavori più complessi. Nella fascia che va dai 7 ai 10 anni è opportuno che l’allenatore lavori soprattutto sull’acquisizione delle capacità coordinative generali ovvero l’apprendimento e il controllo motorio. Ma che cosa impara il bambino grazie a questo sport? Una cosa molto importante che insegna a livello di coordinazione è l’equilibrio, che deve essere mantenuto non solo in situazioni individuali ma anche rapportandosi agli altri bambini che si hanno vicino in situazioni di gruppo e deve essere mantenuto su tutti i tipi di terreno, in ogni condizione atmosferica. Dal punto di vista psicologico e cognitivo il bambino impara a conoscere i propri limiti, impara a gestire le proprie forze durante tutta la prestazione, impara il rispetto delle regole e soprattutto impara il rispetto dell’avversario. Sicuramente il bambino acquisisce autostima e capisce che solamente con l’applicazione prolungata nel tempo e con l’impegno si riesce a ottenere un miglioramento delle proprie prestazioni. Chiaramente, come per ogni attività, dobbiamo fare i conti con i pro ed i contro, specialmente quando si parla di bambini. Sicuramente il ciclismo può essere uno sport molto divertente ed è inoltre una disciplina che migliora il fisico e la salute. Tuttavia non ha solo pregi. Checché se ne dica, è uno sport che ha un certo grado di pericolosità perché le cadute sono sempre in agguato, in particolar modo quando si affrontano le discese. Un altro difetto del ciclismo è che, come del resto accade in altre discipline, per esempio la corsa, la parte superiore del corpo avrà uno sviluppo non in linea con quello della parte inferiore ed inoltre non è sempre praticabile nel corso delle stagioni più fredde. C’è quindi il rischio, se il bambino non pratica altre discipline, che l’attività sporP 46
tiva venga effettuata stagionalmente e non costantemente. Tornando a parlare della pratica, e quindi degli allenamenti, diciamo che il “training” si divide in tre fasi: una prima fase di riscaldamento dove i bimbi girano in situazione singola o in situazione di gruppo per poi passare a una fase in cui si lavora un po’ più sulle capacità condizionali, alternando fasi più intense a fasi di recupero, per finire poi alla fase più importante, la terza, quello dello sviluppo abilità motorie, in cui i bambini vengono sottoposti a delle esercitazioni che servono per migliorare le loro capacità di guida. La frequenza degli allenamenti nel ciclismo varia a seconda dell’età, diciamo che inizialmente a livello della scuola primaria il consiglio è di 2 massimo 3 volte la settimana e si punta soprattutto sullo sviluppo delle abilità, dai 12-14 anni si passa invece a un allenamento un po’ più serio dove si inizia a stimolare le capacità condizionali e quindi la frequenza degli allenamenti sale anche a 4 allenamenti la settimana più la gara domenicale. Salendo ulteriormente si può arrivare anche a 5 giorni la settimana più la gara domenicale. Qual è l’abbigliamento consigliato? Il ciclismo è uno sport che si svolge prevalentemente all’aria aperta di conseguenza ha necessità di varie tipologie d’abbigliamento a seconda delle condizioni atmosferiche. In linea di massima comunque serve una maglietta e soprattutto un pantaloncino che ha un’imbottitura a livello inguinale per evitare eventualmente problemi al sottosella. Per la versione invernale invece basta una calzamaglia e una maglia a maniche lunghe oppure un giubbetto invernale diciamo nel caso di temperature proprio estreme. A livello di sicurezza invece è importantissimo il casco che andrebbe tra l’altro sempre usato indipendentemente dal fatto che si faccia attività agonistica oppure no e i guanti che sono due elementi che risultano importantissimi in caso di cadute del bambino. Un altro elemento particolare sono le scarpe, i neofiti possono utilizzare anche semplici scarpe da tennis ma poi si arriva a una scarpa tecnica con una suola più rigida e un tacchetto sotto la scarpa che si aggancia in automatico al pedale e questo permette di sviluppare una maggior forza nella spinta.
...il ciclismo può essere uno sport molto divertente ed è inoltre una disciplina che migliora il fisico e la salute...
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DO YOU SPEAK ENGLISH? non più un’opinione ma una reale necessità
Non è necessario un fattore genetico per rendere bilingue un bambino, l’importante è che l’approccio sia precoce, ludico e quotidiano, tale da creare in lui una routine che gli permetta di apprendere con gradualità e naturalezza la sua seconda lingua.
...importante è un approccio precoce, ludico e quotidiano in modo che apprenda con gradualità e naturalezza... Quante volte nella società odierna veniamo a contatto con realtà dove i genitori hanno due diverse nazionalità ed il loro meraviglioso bambino è in grado di parlare autonomamente due lingue già alla tenera età di 3 o 4 anni? Questo è possibile perché quotidianamente immerso in due mondi linguistici differenti, solo la continuità e la regolarità con la quale si espone il bambino ad una seconda lingua nei primissimi anni di vita possono fare la reale differenza. E qualora il bimbo fosse esposto unicamente ad un’unica lingua? 14
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Nasce così un’alternativa al nido tradizionale, rivolta a quei genitori che vogliono regalare ai loro bimbi la possibilità di rendere familiare e propria una lingua fondamentale come l’inglese, fissandola in quella che, da studiosi e scienziati, viene definita “memoria a lungo termine” della prima infanzia e che riguarda tutto quello che conosciamo bene: camminare, muoversi, parlare, fare tutto quello che siamo in grado di fare è memoria a lungo termine. Non sarebbe allora meraviglioso arricchirla già con la conoscenza di una lingua tanto utile e preziosa come la lingua inglese? Tutto questo è possibile con l’inserimento del bambino all’ interno di un piccolo mondo inglese con educatrici abilitate e certificate, con ampia esperienza, che oltre a renderlo bilingue lo porteranno, attraverso un approccio multidisciplinare e multimediale, ad esprimere al massimo le sue attitudini ed i suoi talenti.
LIVIDI E CADUTE
ecco degli utilissimi rimedi naturali Si può intervenire per curare i traumi sportivi anche senza farmaci, servendosi solo di rimedi naturali. Ovviamente se il trauma è grave è opportuno farsi sempre vedere da un medico, ma per un primo soccorso o semplici lividi la natura fornisce un valido aiuto. Il livido, chiamato anche ematoma o contusione, non è altro che il punto in cui a causa di un colpo o di un trauma (una caduta o un urto accidentale) si va a creare un accumulo interno di sangue, che non fuoriuscendo non essendoci presenti ferite, crea dei segni scuri, dolori e antiestetici sulla nostra pelle. Esistono dei rimedi naturali in grado di far riassorbire l’ematoma e far scomparire il prima possibile il livido. Eccone alcuni: • GHIACCIO Subito dopo una contusione o una caduta per evitare la comparsa di lividi si può applicare tempestivamente del ghiaccio avvolto in un panno di cotone. Questo sistema semplice ed economico contribuirà anche ad alleviare eventuali arrossamenti, gonfiori o dolori.
in caso di contusioni dolorose. Non solo consentono di ridurre il livido ma agiscono anche come antidolorifici naturali contribuendo a sfiammare la zona lesa. La forma più comoda per utilizzarle è acquistare una pomata o crema a base di arnica o noccioli di ciliegie. • ACETO DI MELE Infine qualche goccia di aceto di mele può evitare l’accumulo di sangue in seguito ad un trauma. Massaggiate la zona delicatamente più volte al giorno con questo rimedio naturale per favorire la dispersione del sangue. • ARGILLA VERDE VENTILATA Anche l’argilla verde ventilata, grazie alla sua proprietà assorbente, può essere utile in caso di tumefazioni, gonfiori ed ematomi.
...esistono dei rimedi naturali in grado di far riassorbire l’ematoma e far scomparire il prima possibile il livido...
• PREZZEMOLO Il prezzemolo è noto per le sue proprietà calmanti. Potete applicare delle foglie di prezzemolo tritate direttamente sulla parte interessata oppure realizzare un infuso che strofinerete sull’ematoma con l’aiuto di un batuffolo di cotone. Le nonne consigliano di far cuocere nel vino le foglie di prezzemolo prima di applicarle direttamente sulla botta.
• ARNICA E ARTIGLIO DEL DIAVOLO Queste due piante sono molto preziose soprattutto 15
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LA DANZA ORIENTALE
un viaggio nel tempo e nelle tradizioni ...le emozioni venivano raccontate attraverso la gestualità con la massima naturalezza senza inibizioni e preconcetti...
E’ una danza piena di ricchezza artistica e culturale che trasmette i suoi valori quali la sorellanza, la dignità della donna, il rispetto attraverso un importante lavoro sul gruppo che tende ad allontanare ogni forma di prevaricazione e competitività. E’ un viaggio nel tempo e nelle tradizioni dove le emozioni venivano raccontate attraverso la gestualità con la massima naturalezza senza inibizioni e preconcetti tipici dell’uomo moderno ma è anche un viaggio alla ricerca di se stesse, del proprio potenziale, della propria autenticità. E’ una danza “di Terra” che trae la sua energia dal suolo, attraverso il contatto ed il lavoro determinante che eseguono i piedi, una danza sensuale, elegante che esprime lo scorrere dell’energia vitale. E’ adatta a tutte le donne, di qualsiasi età e corporatura, e numerosi sono i benefici che essa procura a chi vi si accosta, sia per l’organismo che per la
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mente. Il corpo si rilassa e si scioglie. La caratteristica principale di questa danza è la capacità di isolare i movimenti, cioè muovere una determinata parte del fisico tenendo immobili le altre: ciò consente di aumentare la consapevolezza del proprio corpo e il contatto con sé stessi. Le parole chiave per contraddistinguere la Danza Orientale potrebbero quindi essere: FASCINO, FEMMINILITÀ, ARMONIA, BENESSERE; essa è infatti ricca di fascino e aiuta a sentire e vivere meglio la propria femminilità, è un’arte che dona armonia al corpo e alla mente e che infonde benessere in chi la pratica.” Perché la Danza Orientale per bambine e ragazze? La danza del ventre, definita arte liberatoria, in quanto basata sull’improvvisazione, ben si sposa con la naturale spontaneità delle bambine e ragazze, ne permette la libera espressione delle energie e delle emozioni ed, essendo priva di schemi rigidi, ne stimola la creatività. Il metodo didattico per le bambine è specificatamente studiato per avvicinare i più piccoli alla musica sia intesa come danza che come attività di ascolto. Le stesse attività sono inserite in un contesto di tipo ludico così che i bambini possano danzare in modo libero e creativo per arricchire la fantasia e la creatività e sperimentare così diverse forme di espressione artistica e corporea.
IMPARARE L’INGLESE per sognare più in grande È passato ormai un po’ di tempo da quando abbiamo riposto definitivamente costume da bagno e infradito nel cassetto per lasciare spazio alla 24 ore e riprendere la nostra vita frenetica, eppure continuiamo ad avere un’idea che ci frulla in testa e ogni giorno ci ripetiamo che dobbiamo fare qualcosa per depennarla dalla famosa lista dei buoni propositi che abbiamo scritto a gennaio. Ogni anno, infatti, rinvigoriti dal periodo vacanziero, ci sentiamo avvolti da una nuova sensazione che ci dà la spinta per realizzare tutti (o almeno qualcuno) i desideri nel cassetto e raggiungere così i nostri obiettivi. Insieme alla curiosità per un nuovo sport, un nuovo hobby o un nuovo viaggio da organizzare, una delle prime cose che desideriamo conquistare è sicuramente quella di realizzarci nella sfera professionale. Molto spesso questo può significare decidere di cambiare lavoro per intraprendere finalmente la carriera che desideriamo fortemente: abbiamo trascorso sufficiente tempo facendo qualcosa di cui non eravamo convinti e abbiamo capito qual è la strada da percorrere per sentirci realizzati e mettere in pratica quello per cui abbiamo studiato con impegno. La cosa importante è non farci trovare impreparati durante questa nuova avventura. Allora passiamo in rassegna tutte le abilità su cui possiamo contare e cerchiamo di focalizzarci sui nostri punti deboli per colmare eventuali mancanze.
Ci rendiamo così conto che un fattore che può davvero fare la differenza è la conoscenza delle lingue straniere, in particolare dell’inglese, che può aprirci moltissime porte. Al giorno d’oggi non è sufficiente contare su un livello scolastico, ma è fondamentale dimostrare di possedere una certa abilità che ci consenta di rapportarci con realtà in ogni parte del mondo, dove questa lingua unisce anche i mondi più disparati. È così che arriva l’ora di mettersi d’impegno e dimenticare il nostro inglese maccheronico per lasciare spazio a una padronanza che ci farà sentire più sicuri quando affronteremo i primi colloqui di lavoro e chissà, renderà i nostri sogni a portata di mano. Imparare l’inglese ti darà più scelta in ambito professionale, la libertà di conversare con chiunque in qualsiasi parte del mondo.
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ABBIGLIAMENTO
vestire al meglio i bambini che fanno sport Che sia il calcetto al campetto sotto casa, un corso di tennis o basket o anche semplicemente qualche corsa in bicicletta, è bene sapere come vestire nel modo più adatto i bambini per evitare che, in una stagione di passaggio come questa, prendano colpi d’aria improvvisi (magari sudati) e finiscano a letto dopo due giorni di sport.
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E’ molto importante, allora, avere un abbigliamento adatto all’attività sportiva che si svolge. Gli esperti, a conferma dell’importanza di indossare un corretto abbigliamento durante l’attività fisica, forniscono ai genitori una serie di consigli utili alla scelta dei capi da acquistare per i propri figli, al fine di garantire una buona traspirazione della pelle, evitare vesciche, pruriti, slogature, etc. In generale, non dimentichiamo mai di leggere bene le etichette sui capi e prediligere le fibre naturali come il cotone, per calzoncini e t-shirt. Meglio scegliere poi colori chiari perché, se i bambini praticano sport sotto al sole, questi eviteranno di riflettere eccessivamente i raggi solari aumentando così la sensazione di caldo. In ogni caso è sempre bene leggere le etichette dei capi che si acquistano anche per poi lavarli e conservarli accuratamente. Scegliamo prodotti nazionali certificati e mettiamo nella borsa sportiva del bambino un cambio di abiti ed un asciugamano. E’ fondamentale che l’abbigliamento dei bimbi sia adatto allo sport che devono svolgere al fine di garantire una buona traspirazione della pelle, evitare vesciche, pruriti, slogature e inconvenienti vari. Attenzione agli elastici troppo stretti per la biancheria intima, che possono provocare fastidiosi arrossamenti in caso di frizione e attenzione alle cuciture per quanto riguarda i calzini. Controlliamo che all’interno non siano grossolane, in quanto favoriscono la comparsa di dolorose vesciche e scegliamo calze, calzini o fantasmini di tessuti traspiranti. Restando in tema di biancheria, anche quest’ultima va scelta in cotone traspirante al fine di evitare degli problemi durante lo sport, favoriti dal sudore e dai movimenti. Le calzature sono importantissime, essendo il primo sistema di difesa del piede contro i traumi a cui è soggetto. Ogni attività sportiva richiede scarpe adatte: alte a coprire e contenere la caviglia se si pratica il basket, con il fondo piatto in caso di il tennis (su terra rossa) oltre agli scarpini specifici se si gioca a calcio o rugby. Non dimenticare, infine, un cappellino in tessuto leggero, possibilmente traforato, per ottenere una traspirazione ottimale. Meglio se dispone di una visiera frontale, così da garantire un’adeguata protezione in caso di esposizione prolungata al sole. L’abbigliamento sportivo costa anche perché ha raggiunto livelli tecnici elevati: utile dunque concentrare la spesa sui capi più importanti, quelli che permettono al bimbo di svolgere l’attività in piena sicurezza. Sulle scarpe, per esempio, è sempre meglio non lesinare. Vestire nel modo giusto il proprio bambino o la propria bimba non è P 52
il solo modo per portare benessere alla loro vita “in movimento”. La condivisione dell’attività sportiva migliora il rapporto fra genitori e figli: la partecipazione dei bambini alle attività sportive dei genitori diventa un momento di grande affiatamento. Per il bambino è un momento di gioco. Inconsciamente, vedere che i genitori hanno voglia di renderlo partecipe e di giocare con lui lo aiuta a sviluppare in positivo il proprio sé. Inoltre, una attenta e completa partecipazione di mamma o di papà, o anche dei nonni o di chi li accudisce, perché crea un coinvolgimento motorio incredibile. Anche in questo caso non è tanto importante quanto ma come.
Si possono svolgere 4 tipi di attività diverse: • Correre con il proprio bambino, nel passeggino o meno, inserendosi in uno dei gruppi, formati a seconda della velocità di corsa al km. Il percorso è di 2 giri da circa 4 km. Si può scegliere di fare anche un giro solo, con partenza e arrivo sempre in Piazza Vittoria. • Camminare con il proprio bambino, nel passeggino o meno, lungo un percorso di 4 km circa. • Partecipare al riscaldamento: mezz’oretta in nostra compagnia con esercizi guidati e poi camminare o correre sempre nei gruppi. • Partecipare al riscaldamento di mezz’ora e proseguire per un’altra mezz’ora con noi facendo esercizi a corpo libero con i bambini.
...è molto importante, allora, avere un abbigliamento adatto all’attività sportiva che si svolge...
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ALIMENTAZIONE
cosa mangia chi pratica sport? Tutto il giorno di corsa, a pranzo un panino...E adesso, non ci vedo più dalla fame! Questa frase, resa celebre da uno spot tv su una merendina, rende bene l’idea di quanto il cibo sia importante per chi, soprattutto i bambini, abbinano i ritmi sempre più frenetici di scuola e sport. Il primo allenamento per chi fa attività fisica è a tavola. Perché se l’alimentazione è corretta i giovani sportivi crescono bene. Qualsiasi sia lo sport, abbiamo di fronte un fisico in crescita, la scuola che assorbe molte energie e tavola non può succedere che si mangi quello che capita.
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I consigli per mamme e papà che vogliono prendersi cura dei loro figli sono semplici ma importanti. Per prima cosa niente merendine, succhi di frutta o cibi raffinati. Ai bambini piace anche il pane con la marmellata, una bella macedonia di frutta, una crostata fatta in casa, la pasta con olio e formaggio. Il gusto dei bambini si può rispettare, ma spendendo più tempo forse che denaro. Si tratta di proporre gli alimenti giusti, sani. La dieta ideale per lo sportivo, sia adulto che bambino, è quella che lo fa stare bene dal punto di vista fisico e psichico. Perché solo quando un ragazzo è in salute, può ottenere le migliori prestazioni sportive. Innanzitutto serve la colazione. L’ideale è pane o fette biscottate con marmellata, una tazza di latte o uno yogurt bianco magro con un cucchiaino di miele o zucchero. A pranzo sempre e comunque un pasto completo. E’ bandita la dieta dissociata per tutti ma soprattutto per i più giovani. E’ infatti un grave errore proporre ai bambini come pranzo solo un piatto di pasta: la fame si fa sentire troppo presto, perché la pasta si digerisce molto facilmente. Figuriamoci poi se c’è da affrontare un allenamento. Mai fare attività fisica a digiuno. Circa due ore prima di fare sport è bene assumere carboidrati di facile assimilazione. Se l’attività fisica è prevista nel tardo pomeriggio, a merenda va benissimo una fetta di crostata più un frutto o un succo di frutta. In tutti i casi no alla bistecca o al panino al prosciutto, perché le proteine richiedono una digestione più lenta: meglio lasciarle per la cena. P 54
E dopo lo sport che cosa è opportuno mangiare? Se siamo in prossimità dell’ora di cena o di pranzo, all’uscita dalla palestra è consigliabile non mangiare nulla; se è ora di merenda, è sufficiente qualcosa di leggero, come uno yogurt, della frutta, un tè con qualche biscotto. In ogni caso meglio non appesantirsi, per non creare squilibrio tra quanto è stato consumato con l’attività fisica e quanto si reintegra con l’alimentazione. Quanto tempo deve passare tra il pasto e l’allenamento? Non c’è un tempo “consigliabile” tra il pasto e l’allenamento, bensì è l’alimentazione che viene adattata in base al tempo che intercorre tra il pasto e l’allenamento. Se l’allenamento avviene una-due ore dopo il pranzo, questo deve essere leggero e privo di fibre: per esempio un bel piatto di pasta con olio e abbondante parmigiano e per concludere una bella manciata di frutta secca. Si sconsiglia verdura e frutta fresca. Se l’allenamento avviene dopo tre ore dal termine del pasto, è consigliabile un pasto completo: un primo piatto, un secondo piatto con verdure ed un frutto al termine del pasto. L’acqua… ma davvero serve tanta acqua? Anche ai bambini? Sì, secondo le ultime linee guida i bambini devono bere un litro e mezzo d’acqua al giorno, la quantità che fino a poco tempo fa si pensava dovessero bere gli adulti. L’acqua è un vero alimento, ricca di tanti sali minerali (tra cui il calcio, che per la crescita delle ossa… si sa!), nutrienti indispensabili per una corretta idratazione e per un buon funzionamento del corpo.
...circa due ore prima di fare sport è bene assumere carboidrati di facile assimilazione...