Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
ANNO 17 N.8 Euro 1,50
Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini
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REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 www.lapiazzarimini.it E-mail: lapiazzarimini@libero.it
Rue, la legge che inciderà 10 anni sulla vita dei riccionesi
Piove, tutta cola di Gnassi...
Il primo viaggio di papa Francesco di Alessandro Roveri* - Il viaggio a Lampedusa di papa Francesco è stato un evento storico di prim’ordine. Si sapeva che il pontefice è atteso in Brasile, a breve distanza dalla sua Argentina. Giovani di tutto il mondo stanno aspettandolo e si preparano a festeggiarlo. Ma Francesco, ancora una volta, ha sorpreso tutti. Ha deciso di testa sua, come ha fatto quando ha deciso di non risiedere nell’appartamento dei papi o come fa quando va incontro alla folla dei fedeli infischiandosi delle misure di sicurezza predisposte per la sua persona. Papa Francesco ha voluto dedicare il suo primo allontanamento da Roma a quella che ha chiamato «la spina nel suo cuore»: i migranti che, fuggiti dalla miseria e dalle persecuzioni, hanno lasciato la vita nelle acque del Mediterraneo. Ha lanciato in mare, in loro ricordo, la corona funeraria, e ha dedicato alla loro memoria la messa da lui celebrata su una barca trasformata in altare. Ma soprattutto ha dedicato loro, senza dimenticare il ramadan della confes Segue a pagina 13
Piano spiaggia, presentate una trentina di osservazioni
RICCIONE - 18
RIMINI - 5
IL PUNTO DI VISTA
Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.° 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”
AGOSTO 2013
Fraternali, epica e riservatezza MORCIANO - 63
CATTOLICA - 45
Estate '44, passa la II guerra mondiale Morti e distruzioni. Di Gemmano (la Montecassino dell'Adriatico) e Rimini non restarono che “brandelli di case”. Gli alleati sfondano la Linea gotica a Montegridolfo. Vittime civili per “gioco”
MADE IN ITALY Quattro anni al Berlusca per frode fiscale. E adesso, vuole la Grazia...
SAN GIOVANNI
Abbandonata, è impraticabile
An basta la Ruby e tut cli eltrie burdèlie?...
di Francesco Toti - Era la Festa dei santissimi Pietro e Paolo quel 29 giugno del 1944. Alcune donne escono dalla messa dalla chiesa del convento per dirigersi verso casa. Un gruppo di ragazze scende lungo via Repubblica, Misano Mare. Sono: Pasquina Baschetti, Paola Quilichini, Iolanda Bernardi e Miriam Del Bianco. Un giovinastro delle cosiddette Pagine 2-3
Breve massima di saggezza Noi, passati dalla cultura del benessere alla globalizzazione dell'indifferenza
Papa Francesco
Ciclabile Conca, la rivincita della natura Cecco-Renoir - 2013
MISANO ADRIATICO
VALCONCA
Politica misanese
San Clemente Calcio è festa Arte Pizza, pizza al femminile San Giovanni Golf club, ora è anche tennis Coriano Spinelli, finita la luna di miele? Montefiore Martelli al Festival di Spoleto Mondaino E' Palio del Daino Saludecio E' Ottocento Festval
Pd, lasciano Chiara Giannini e Flavio Carlini RUBRICA
Condomini Tutta la nuova legge sulla riforma del condominio in vigore da giugno 2013 Prossimo numero
Pagina 57
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INCHIESTA
Agosto 2013
2
Scontri dal 25 agosto (attraversamento del Metauro) fino al 21 settembre (liberazione di Rimini)
Estate '44, passa la II guerra mondiale DATE
Gemmano
Estate '44. In un mese dal Metauro a Rimini
L'INCHIESTA - Le truppe alleate muovono il 25 agosto. A mezzanotte attraversano il Metauro. - Il 30 iniziano ad attraversare il Foglia. - Sabato 2 settembre, al mattino presto guadano il Tavollo. Si dirigono a San Giovanni, Cattolica e nella parte bassa di Saludecio. Le cittadine liberate. Montegridolfo (31 agosto) Cattolica (2 settembre) Fontanelle (3 settembre) Riccione (4 settembre) Montefiore (4 settembre), Gemmano (15 settembre), Trarivi (16 settembre), Coriano (17 settembre), Riccione Alba (18 settembre), San Marino (19 settembre), Verucchio (21 settembre), Santarcangelo (23 settembre) 21 settembre, i greci entrano a Rimini
segue dalla prima pagina
truppe alleate le bombarda e le mitraglia. Muoiono Pasquina Baschetti e Paola Quilichini. Alcuni misanesi raccontarono che incrociarono gli occhi del pilota; tanto era basso il volo. Si potrebbe dire: questa è la guerra, signori; questo è l'uomo, gente. Capace di fare cose straordinarie e, in proporzione, l'esatto contrario. La sporca guerra è soltanto uno degli episodi più tristi del passaggio della Linea Gotica nella provincia di Rimini nell'estate del 1944, dal 25 agosto al 21 settembre. Paesi e campagne vennero messe a ferro e fuoco. Rimini quale snodo ferroviario, e punto militare sensibile, distrutta all'80 per cento. Ce n'era proprio bisogno? A Gemmano non restarono che “brandelli di case”, tanto per citare il poeta Giuseppe Ungaretti. Gli alleati sfondarono la Linea Gotica (sistema difensivo tedesco che andava da Rimini a La Spezia) a Montegridolfo, grazie al coraggio di un uomo (30 agosto 1944)), Norton. Il crinale San Savino-Coriano fu lo scenario di ripetuti assalti. Una decina. E Montecieco, dove i tedeschi, grazie ad una tecnologia di prim'ordine, in pochi minuti, si divertirono ad impallinare i carri armati alleati mandati allo scoperto (24 distrutti su 27). Eserciti, popolazione e luoghi sono i protagonisti delle guerre. La popolazione
Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364
Giornale in stampa il 7 agosto
L'intellettuale riccionese, qualche anno fa, è stato l'autore di un libro che raccoglie le testimonianze del passaggio del fronte: “La città invisibile: segni storie e memorie di pace, pane e guerra”. Un passaggio: “Con la guerra in casa, per la popolazione il settembre 1944 fu il peggiore tra i 13 trascorsi sotto l’occupazione nazista: un continuo succedersi di battaglie, bombardamenti, prove spaventose per i civili nascosti per settimane in piccoli e malsicuri rifugi, un mese di atrocità e di eroismi per
chiunque si trovasse sotto il fuoco tedesco o le bombe alleate che caddero da cielo, terra e mare. Tutto il territorio subì distruzioni: i campi dissodati dalle granate, i centri abitati maciullati dagli scontri quotidiani, in paesi come Gemmano, Croce, Coriano e Mulazzano nulla venne risparmiato”. L'ancora di salvezza della popolazione fu la repubblica indipendente di San Marino. Dai 7mila del 1943, si passa ai 100mila del 1944; soprattutto trovarono rifugio nelle gallerie
ferroviari della linea Rimini-San Marino La guerra Scrive Galli: “Secondo Amedeo Montemaggi, storico della Linea Gotica, la battaglia nei pressi di Rimini è tra le più cruciali (ed ignorate) di tutta la seconda guerra mondiale: definita allora come ‘la più grande battaglia di mezzi mai combattuta in Italia’, vi presero parte 1,2 milioni di soldati (di cui 1 milione nella fazione alleata, per l'80% britannici) e migliaia di aerei, cannoni e carri armati”.
L'offensiva su Rimini, scatenata dallo stesso Churchill (sul Metauro il 25 agosto del '44) è passata alla storia come: “Offensiva d'estate”, “Battaglia di Rimini”, “Operazione Olive”, “Offensiva della Linea Gotica”. Il 25 agosto, lo sfondamento delle prime due linee di resistenza tedesca, fiumi Metauro e Foglia avvenne rapidamente. In campo: canadesi, polacchi e britannici. Il 3 settembre sono già lungo il fiume Conca. Su mezzi la scritta: 'A mezzogiorno a Rimini”. Troppi ottimisti gli alleati. Passeranno altri 18 giorni per giungere a Rimini. Giorni di carneficina lungo la Linea Verde (da Riccione-Montefiore-Gem-
UOMINI
- Amedeo Montenaggi è stato lo storico riminese della Linea Gotica. Muore iol 10 luglio del 2011, a 88 anni. Al suo attivo numerosi libri sulla Linea Gotica. Nasce a Rimini il 27 gennaio del 1923, nel borgo San Giuliano. Storico, giornalista, insegnante, fu collaboratore dei maggiori quotidiani italiani e della RAI-TV. Antifascista militante durante la 2ª guerra mondiale, licenziato dal Il Resto del Carlino per antifascismo nel 1942 in seguito alla scoop sugli incontri segreti fra Mussolini e Clara Petacci a Riccione, dopo
Montemaggi, lo storico riminese della Linea Gotica
anni di collaborazioni, vi ritorna nel 1955 e nel 1957 su idea dell'allora direttore Giovanni Spadolini fonda la redazione di Rimini, da lui diretta fino al 1975. Contemporaneamente sorge l'interesse per uno degli episodi fino ad allora piú sconosciuti della 2ª Guerra Mon-
diale, la Linea Gotica Le sue tesi, imperniandosi sull'assioma che la vera strategia non è concepibile senza una base politica, mettono in rilievo come l'andamento della campagna d'Italia dipendesse dalla important divergence fra le Grandi Strategie americana e britannica e dagli obiettivi della politica russa per il controllo del Mediterraneo da cui - secondo il Premier Sir Winston Churchill - dipende il controllo del Mondo Occidentale. L'offensiva della Linea Goti-
ca, conclusasi con lo sbarco britannico in Grecia, ebbe conseguenze valide ancor oggi. Sulla battaglia di Rimini ha scritto centinaia di articoli sui maggiori quotidiani e periodici italiani ("Corriere della Sera", "Il Resto del Carlino", "Storia Illustrata", "Storia Militare" ecc. ) e in numerose pubblicazioni locali ha inserito studi sugli eventi bellici dei centri coinvolti nei combattimenti (Cattolica, Montecolombo, Riccione, S. Lorenzo in Corregiano, Corpolò, Verucchio, Santarcangelo, Sarsina, Linaro, Cesena, Medicina, ecc.)
mano) e la Linea Gialla (a difesa di Rimini). Tra il 4 e 6 settembre, si svolse la prima battaglia di Coriano, con i canadesi bloccati a Riccione. Gemmano Il caposaldo della resistenza della 10 Armata tedesca, più altre 7 divisioni a rinforzo, fu Gemmano: “la Cassino dell'Adriatico”. Una torre in mezzo alla Valconca, poiché lì' il fiume forma un'ansa. Fu saldamente tenuta dagli alpini austriaci. Tra il 12 e 16 settembre, un nuovo attacco a Coriano. E fu sfondamento. Il 17 settembre, i tedeschi arretrano sul crinale San Marino-Covignano. Rimini galli. “Fino al 28 agosto 1944 Rimini aveva già conosciuto 92 giorni di incursioni aeree alleate, con 372 ondate di bombardieri, pesanti, medi e leggeri, iniziate il 1° novembre 1943 con le prime 68 vittime. Già a fine gennaio, quando i bombardamenti cominciarono a colpire anche il circondario, in città erano rimaste solo 3mila persone su 40mila”. Il 21 settembre Rimini fu libera. I soldati greci (da allora la 3^ Brigata greca si chiama “Brigata Rimini”, appoggiati da carri neozelandesi, entrarono in una città fantasma, “irriconoscibile, ingombra di macerie, trovando nella piazza principale ancora le forche dei tre partigiani uccisi impiccati il mese precedente. Ad essi venne intitolata la piazza: da Giulio Cesare a tremarti. Guido Nozzoli scrisse la sua commovente poesia.
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Agosto 2013
INCHIESTA
Battaglie dal 4 al 13 settembre per conquistare il crinale. San Savino, la carneficina
“Coriano, il più maledetto e sporco campo di battaglia...”
Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 CURIOSITA'
Carbonara inventata a Riccione da Gualandi Renato Gualandi
UOMINI
- “Il più maledetto e sporco campo di battaglia che io abbia mai visto durante le guerra”. Queste furono le parole dell’ufficiale alleato Whitfield che organizzò la presa di Croce. Scrive lo storico Douglas Orgill: “Il raccapricciante spettacolo di Croce fu uno dei pochi della guerra che agli ufficiali anziani, che avevano servito in Europa tra il 1914 ed il 1918, ricordò le scene delle Fiandre durante il primo grande conflitto mondiale”. L’episodio risale al settembre del ’44, durante gli ultimi giorni di combattimento sul crinale di Coriano. Combattimenti violentissimi, “così intensi da rendere impossibile discernere un’esplosione dall’altra”. Il 13 settembre fu una giornata terribile sul crinale del
Coriano, la guerra
fronte della Linea Gotica che andava da Coriano, San Savino, Passano, su fino a Gemmano. Sui soldati tedeschi, in 24 ore, le forze aeree alleate, la Desert Air Force, in 900 missioni sganciarono 500 tonnellate di bombe. Da terra, invece, sul crinale di Coriano 700 bocche da fuoco avevano sparato per tutto il giorno. La fanteria canadese conquistò Coriano con un cor-
po a corpo con i granatieri tedeschi. San Savino fu presa prima della mezzanotte, anche se proseguirono i combattimenti. Successi anche tra San Savino e Passano. Nella notte, coperti da un fuoco micidiale, gli alleati arrivarono sulle rive del Marano. Per avanzare verso la pianura Padana, dal 13 al 20 settembre, gli alleati dell’Ottava Armata persero in media 750
soldati al giorno, tra morti e feriti. I tedeschi difendevano coi denti ogni casa, ogni costone, ogni villaggio, ogni piccola altura. I combattimenti per conquistare Coriano erano iniziati i primi di settembre, ma gli inglesi non riuscirono a sfondare. Il 4 e 5 settembre furono due giornate terribili. Tedeschi ed inglesi si scontrarono attorno al piccolo cimitero di San Savino. Gli alleati persero 170 soldati tra i morti ed i feriti. Alla fine dello scontro si camminava in una zona dove non era rimasto in piedi un solo muro e con gli intonaci sporchi di sangue inglese e tedesco.
- Gli spaghetti alla carbonara vennero creati a Riccione dal cuoco bolognese Renato Gualandi nel 1945; in riviera per aver sposato una ragazzza misanese, Lucia Berardi. Gualandi chiede ad un riccionese, un certo Bagli, di fare il cuoco per il comando alleato di stanza all’albergo “Domus Mea” di Riccione. Ma gli viene detto di no: “Sei un comunista”. Poi viene assunto. Gualandi cucina per i generali Alexander, Clarck. “Fu la necessità – ricorda -. Avevamo pancetta in abbondanza e tuorli d’uova in polvere”. Casualmente associa gli ingredienti. Per gli
alleati lavora dal settembre del ’44 all’aprile del 45. Gli alleati lo chiamano a preparare all’hotel Baglioni (il più importante di Bologna ancora oggi), il banchetto in onore del generale polacco Anders, il liberatore di Bologna. zar, dell’est”. Ha scritto Carnacina del Gualandi cuoco: "Del bagaglio di cognizioni accumulate con passione, con saggezza e con metodo, Renato non fa motivo di presunzione, anzi si trasforma e da raffinato gastronomo in maestro che espone in forma piana e semplice la difficile arte di cucinare”.
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RIMINI
Agosto 2013
Agosto è il mese. La salina è aperta tutti i giorni e visitabile
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4 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Cervia, la raccolta del sale in “paradiso” Si estendono su una superficie di 827 ettari, a 1600 metri di distanza dal mare. Sono abbracciate da un canale perimetrale lungo Km 14,200 e percorse al loro interno da una rete di vari altri canali per uno sviluppo complessivo di oltre 46 chilometri
Cervia
NATURA di Pier Francesco Gasperi - Agosto è il mese in cui si raccoglie il sale, l’unico dolce, alle saline di Cervia. ambiente unico ed incontaminato. Durante tutto il mese, è possibile visitare la salina tutti i giorni, anche con visite guidate (consigliata) ed opportuno una telefonata per concordare l’orario di visita in base alla formazione dei gruppi, possibile anche un escursione con il battello elettrico. Poi da visitare la mostra fotografica di Guerrino Gori che per oltre trent'anni ha svolto la sua intensa attività all’interno della salina come guardia forestale, riprendendo ogni dettaglio e tutta la fauna. Guerrino è considerato a ragione uno dei più grandi fotografi naturalisti d’Italia. Ha pubblicato diversi libri in grande formato, che si consiglia per la bellezza e tecnica di acquistare, anche direttamente chiamando-
di Claudio Casadei - Valderico Vittorio Mazzotti era nato nella sua Torre Pedrera, il 3 febbraio 1921 e ci ha lasciato qualche giorno fa vinto da una malattia vigliacca. Si raccontava che per lui Torre Pedrera fosse il mondo, quel mondo che nel dopoguerra aveva ampiamente contribuito a costruire da importante e molto attivo impresario edile, attività che gli valse il titolo di Cavaliere de Lavoro, un titolo del quale non amava fregiarsi soprattutto se era tra amici. “Ohh cavalier”, lo salutavo qualche volta e lui di rimando mi diceva “smetla c’at dag na toza at cla testa pleda!” e si scherzava sulla nostra calvizie. Il grande lavoratore Mazzotti, per tutta la sua vita coltivò il suo hobby preferito, la poesia e la zirudela
lo al 338 7868192 (prezzo speciale per i nostri lettori), ed è autore di un collana molto importante ed unica in Europa dal titolo “l’Alfabeto della Natura”, volumi che in grande formato riproducono gli uccelli dalla lettera”a” alla lettera “z”, un vero capolavoro editoriale. Al momento sono stati pubblicati quattro libri con gli uccelli che iniziano con la lettera “a” fino alla lettera “g”, in agosto verrà presentato un altro volume con le letter da “L” alla “O”, e secondo le notizie in anteprima il volume si apre con una bellissima immagine del “labbo” un uccello rarissimo di circa 50 cm, che apparentemente sembra un gabbiano reale di “colore nero”, invece questo uccello è un “pirata dell’aria” perché staziona in cielo ad osservare altri uccelli che catturano prede, poi appena questi han-
no in bocca la loro preda, il labbo li attacca costringendoli a mollare per poi impadronirsene. Interessantissimi tutti gli atri uccelli fotografati con i potentissimo teleobiettivi di Guerrino. Il Parco della Salina La Salina di Cervia, fa parte deol Parco Regionale del Delta del Po, è considerata un ambiente di elevatissimo interesse naturalistico e paesaggistico, tanto da essere stata inserita come Zona Umida di Importanza Internazionale nella convenzione di Ramsar. Dal 1979 è divenuta Riserva Naturale dello Stato di popolamento animale. Dal pun-
to di vista avifaunistico e botanico, l'ambiente delle saline è di straordinaria bellezza e suggestione: popolato da specie rare come i fenicotteri, i cavalieri d'Italia, le avocette e altre specie protette ed è un punto di riferimento per i visitatori sensibili agli aspetti ambientali. Un ambiente naturale come quello delle Saline di Cervia che seleziona e specializza una flora ed una fauna adattata a sopravvivere in condizioni estreme, non ha uguali come estensione nell'Alto Adriatico, se si considera la profondità dell'acqua che prevalentemente non supera i pochi centimetri, l'alta concentra-
zione di sale (oltre il 150%) che permette la sopravvivenza di particolari forme di vita, perfettamente inserite in un unico ecosistema. Si estendono su una superficie di 827 ettari, a 1600 metri di distanza dal mare. Sono abbracciate da un canale perimetrale lungo Km 14,200 e percorse al loro interno da una rete di vari altri canali per uno sviluppo complessivo di oltre 46 chilometri. Il metodo di lavorazione attualmente in uso viene chiamato "per bacini differenziati" o più semplicemente "alla francese" e consiste nel separare i numerosi sali dell'acqua marina
Addio a Valderico, un alfiere della Romagna Ha scritto vari libri in dialetto, tessere indispensabili nel grande puzzle che è la Romagna dei poeti e che ogni innamorato di questa terra dovrebbe leggere e possedere
Valderico Mazzotti (1921 - 2013)
AMARCORD romagnola, cominciando fin dalla più tenera età quando, anche marinando la scuola, scappava sui mercati per ascoltare il grande dicitore Sapignoli che recitava Giustiniano Villa. Imparò bene Mazzotti dai dicitori, tanto che quando era lui a recitare, la folla attorno si zittiva per ascoltare quella voce pacata, cangiante nei toni e comunque roca come quella dei fumatori.
E in mezzo a quel rispettoso silenzio e a quella palpabile ammirazione, Valderico poteva “dipingere” le immagini della sua Romagna, utilizzando il suo dialetto per dare colore ed anima alle tradizioni e ai personaggi che conosceva a fondo e che la sua gente amava con tutto il cuore proprio come li
amava lui. Ascoltare Mazzotti che recitava Villa o, meglio ancora, se stesso, era un piacere senza prezzo. Mazzotti conosceva ed apprezzava Giustiniano Villa e San Clemente ha avuto l’onore di averlo al suo concorso sia nelle vesti di concorrente sia in quelle di giurato. Sempre prodigo di consigli, era anche pronto alla critica feroce come ogni buon romagnolo. Polemico quanto basta per essere apprezzato, ha
anche lui lasciato la sua traccia di buon costruttore nel premio “Giustiniano Villa”. Ha scritto vari libri in dialetto, tessere indispensabili nel grande puzzle che è la Romagna dei poeti e che ogni innamorato di questa terra dovrebbe leggere e possedere. “Malètt”, “Lassa c’a m’ imbariega”, “La storia d’un dop guera… acsè per ròid”, “Burdéll atourni indri!” e tanti altri. Poi numerosissimi articoli e saggi sulla pagine di riviste specializzate e non; ha vinto numerose onoreficenze, tra cui annovera anche quella di socio onorario della Schürr, un ono-
al fine di ricavare cloruro di sodio il più possibile puro. L'avvio della campagna salifera ha inizio con lo svuotamento, alla fine dell'inverno, dei bacini dalle acque piovane raccoltesi nei mesi freddi. Verso i primi di aprile, in un giorno in cui la salinità è particolarmente elevata, l'acqua viene immessa dal mare. Una parte dell'acqua riempie le vasche deposito, la rimanente comincia il suo giro e viene pompata nelle vasche di evaporazione. Grazie al naturale processo dell'evaporazione, l'acqua marina si concentra e inizia a depositare i metalli pesanti ed i sali meno solubili (i carbonati). Successivamente si depongono i solfati nei cosiddetti bacini di terza evaporazione. A questo punto l'acqua viene portata nei bacini di quarta evaporazione che "servono" i bacini salanti, i quali misurano 1200 metri di lunghezza per 160 di larghezza dove si deposita alla fine dell'estate il cloruro di sodio. In queste condizioni la salinità è maggiore di 7-8 volte quella del mare.
re che condivide con il professor Manlio Cortelazzo, e che, era toccato soltanto a Massimo Stanghellini Perilli e a Berto Marabini. Mazzotti ha vissuto una serena simbiosi con la sua Romagna e il suo dialetto, ha frequentato i Trebbi della “Piè” e solo lo scorrere del tempo, che a volte sembra passare troppo velocemente e non rispettare nemmeno i migliori, è riuscito a sottrarlo all’affetto dei suoi tanti ammiratori, i quali, comunque, impediranno al tempo di cancellarne la bella voce e la meravigliosa poesia quando come scrigno i propri cuori ove la nasconderanno tra le pieghe della memoria. “Burdéll atourni indri!”, ha scritto Valderico. Aggiungo con tutto il cuore “quant’um dispis cavalier c’un’è pusebble!” Che la terra ti sia lieve amico mio, in cielo tra un po’ ,a so sigur chi t’scor tot e dialet!
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5 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 - E’ colpa di Gnassi. Dopo il terrificante temporale di qualche settimana fa questo è diventato il tormentone di Rimini. Talmente tanto di moda, e in quanto tale abusato, da perdere di efficacia: si sa, in Italia funziona così, tutti colpevoli nessuno colpevole, e parimenti colpevole di tutto colpevole di niente… In mezzo al suddetto tormentone nessuno si è posto il dubbio di come siano andati, in realtà, questi primi due anni (quasi mezza legislatura) di amministrazione di Andrea Gnassi, a Rimini. Magari a confronto con i 12 anni di Alberto Ravaioli (11 dei quali affiancato da Maurizio Melucci). Il primo cittadino ha affrontato l’oggettiva fatica di gestire il capo-
Agosto 2013
RIMINI
Ma ha fatto partire il piano fogne, tagliato un po' di mattone. E gestisce bene gli assessori
Piove? E' colpa di Gnassi Ben mosso sul sociale. Problemi con le società partecipate ma c'è anche meno forza contrattuale e meno uomini
Andrea Gnassi, Pd, sindaco di Rimini
FOCUS luogo, con piglio deciso, e con un controllo molto serrato sui “suoi” assessori. Di sicuro la giunta Gnassi, soprattutto rispetto alla giunta Ravaioli 1 (quella pre-decadenza per capirsi) ma anche alla Ravaioli 2, appare estremamente compatta. Più uniche che rare le esternazioni in libertà, le manie di visibilità personali e – o politiche. L’unica eccezione, recente, è quella dell’assessore Irina Imola rispetto all’intitolazione di una struttura viaria a don Giussani, il padre di Cl e del Meeting. Subito rimproverata, il sindaco ha anche subito fatto rientrare la
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“crisi” con un’ immediata intitolazione. Capitolo, e polemiche, chiusi. Una compattezza dovuta, probabilmente, a vari elementi. Di sicuro la scelta degli assessori da parte di Gnassi è stata meno politica-partitica e più personale. Ravaioli, a suo tempo, dovette fare i conti con una frammentazione del quadro politico – istituzionale assai più marcata: non c’era il Pd ma i Ds e il centro, e quest’ultimo era ulteriormente diviso in Margherita e lista Quadrifoglio, che a sua volta era una congerie di vari partiti e partitini, liste e listine… Poi c’era-
no i Verdi e altre anime della coalizione. Conseguenza, capitava più spesso che di rado che qualcuno dei sostenitori, anche se portatore del fatidico “zero virgola”, saltasse su a dire la sua, meglio se in dissonanza con la giunta. Ora il quadro è un po’ più tranquillo, anche se le spaccature dentro il Pd non mancano. Si vedono, forse, un po’ di meno. Inoltre vari assessori non appartengono propriamente a partiti ma sono “di area” e questo consente al primo cittadino di controllare meglio. Un’unità che ha rischiato di
rompersi in occasione del varo dell’ultimo bilancio ma, va detto, il bilancio è la “finanziaria” del Comune, con in più, quest’anno, la rogna della tassa di soggiorno: se non ci confronta (eufemismo) su quello… E comunque la “crisi” è durata lo spazio di poco più di una notte. Per quanto attiene al “fatto – non fatto” pare davvero difficile che alla giunta in carica possa essere addebitato il problema fogne. Se ne parla da 15 anni. La giunta Ravaioli 1 presentò - ai tempi l’assessore ai Lavori pubblici era il repubblicano Dino Fossacecchi - il progetto delle vasche di prima pioggia, di cui poi si perse memoria. Gnassi, onestamente, già dalla campagna elettorale disse delle che questo è “il” problema. In questi giorni è stato presentato, e passato in consiglio comunale, quello che di fatto è il futuro piano delle fogne, che nel giro di qualche anno dovrebbe dare una soluzione al problema. L’amministrazione intanto ci ha messo una pezza con un’ordinanza balneare più “garantista” delle precedenti. Dopodichè, sempre sul fronte del turismo, declinato però sulla promozione, è letteralmente partita in quarta. Gnassi è pur sempre il “padre” e l’inventore della “Notte Rosa”, che ha amplia-
to e mantenuto viva, affiancandole altre iniziative, le Molo Street, che oggettivamente portano gente in città (e anche nelle città più vicine a Rimini). Certo, non sono le famigliole tranquille e magari benestanti che gli albergatori e le altre categorie agognano, ma di questi tempi si può guardare per il sottile? Sì perché la crisi incombe (la Giunta Gnassi ce l’ha letteralmente sul groppone) e – brutto dirlo – ma c’è anche bisogno di far cassa. Inoltre, invero, la promozione di tali manifestazioni risulta particolarmente ben fatta e a buon mercato. Stesso ragionamento per il Capodanno, anch’esso azzeccato. Continuando a parlare di crisi, è chiaro che non aiuta la vita di un’amministrazione pubblica, e anzi rende tutti gli spigoli più acuminati. Basti pensare alle spese, che vanno pensate con molta più lungimiranza e accortezza, mentre nel decennio precedente un po’ più di margine c’era: le manutenzioni e lo sblocco di importanti progetti furono grossi cavalli di battaglia degli allora amministratori riminesi. E invero, in quell’epoca furono sbloccate la Murri (poi fermata dalla crisi), la Novarese, altri investimenti dei e coi privati, dato impulso al Palacongressi, inaugurata la nuova Fiera, rifatta piazza Ferrari con la bellissima Domus del Chirurgo, presa una decisione sul Teatro Galli. Interventi ci sono anche adesso, ma non con le medesime pro-
porzioni e continuità. Recentissima è la notizia dei via libera ai lavori proprio del Galli. Stesse considerazioni relative alla crisi possono essere fatte per il sociale, dove la giunta Gnassi, soprattutto il vicesindaco Gloria Lisi, ha presentato vari progetti interessanti, in particolare per quanto attiene all’emergenza abitativa, per giovani coppie ma anche categorie particolari come i padri separati. Sul fronte delle società partecipate va osservato che il Comune ha assai meno “forza contrattuale” rispetto agli anni scorsi. Tre lustri fa il colosso Hera non esisteva: c’erano Amia, Sis, altre piccole realtà dentro le quali le amministrazioni pubbliche, in particolare il Capoluogo, mettevano propri uomini, e quindi avevano più voce. D’altra parte un soggetto parapubblico controllato direttamente, come Aeradria, non ha mancato di dare, proprio recentemente, i suoi problemi. La linea scelta in questo caso, cioè la difesa strenua, è comprensibile rispetto all’aeroporto, forse un po’ meno rispetto a chi l’ha gestito in questi anni. Dulcis in fundo l’urbanistica. Il “mattone” è stato, per anni, croce della giunta Ravaioli, soprattutto del vicesindaco e assessore all’Urbanistica Maurizio Melucci, con un piano regolatore, ereditato, che prevedeva ancora molte nuove costruzioni. Gnassi ha messo in campo il masterplan: ha cioè sezionato la città per piegare le previsioni urbanistiche ad un suo disegno che tende a non far ulteriormente proliferare il cemento; meno 300mila metri quadrati votati lo scorso aprile. Scelta coraggiosa.
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RIMINI
Agosto 2013
L'ultimo CD Alphabe dream, presentato al Grand Hotel di Rimini
Una musica liquida ed evocativa Nicoletta Magalotti, aka NicoNote, riminese, si presenta dicendo di non essere una cantante ma una performer, autrice di NicoNote Dream Action «una costellazione di artisti che agita universi nomadi e formati differenti» attiva tra Rimini e Rennes CULTURA
Nicoletta Magalotti La copertina del suo CD
di Patrizia Mascarucci - Nicoletta Magalotti, aka NicoNote, riminese, si presenta dicendo di non essere una cantante ma una performer, autrice di NicoNote Dream Action «una costellazione di artisti che agita universi nomadi e formati differenti» attiva tra Rimini e Rennes. Alla vigilia dell’estate siamo stati invitati al Grand Hotel di Rimini, «il luogo più rappresentativo della sua città natale», per la presentazione del suo nuovo CD Alphabe dream, che contiene brani originali e rielaborazioni di brani celebri da Tuxedomoon a Purcell a Tenco, passando per Schumann e Eisler/Brecht. Nico, dalle movenze delicate, scalda subito l’atmosfera e la sua apparizione rimanda ad un magico mix tra le novellate sembianze di donna felliniana e di
una ingentilita Goulue di Lautrec. Il suo pubblico da inquadratura felliniana entra de plano nello svolgimento della performance: una donna dalla scollatura vertiginosa ornata da un monile stile Cleopatra scelto per ornare lo splendido seno, libero nella seta dell’abito; un’accattivante e gioviale “sessualmente diversa” dal corpo e dalla voce sovrastante ingentilita dal sorriso incantevole; un irrequieto napoletano dallo sguardo mite; stilisti, geometri, architetti e designers; un bellissimo giovane di colore, nato in Italia, che si aggirava tra gli ospiti per recuperare il vasellame, “il cameriere dallo sparecchio facile”; mangiatori nonchalance di stuzzichini; attenti e devoti ascoltatori incantati da Niconote - che morderesti per sapere se sa di
panna - e D’Ubaldo, aka Duba, il suo produttore per Cynedelic Records. Nico ha iniziato la performance con una poesia del santarcangiolese Raffaello Baldini inserita nel cd (La mèstra ad Sant’Armàid del 1938), la recita nella sua cadenza riminese, intercalata con un lassandè dal tono proprio della vecchia ammonitrice del Borgo che non lascia spazio alle illusioni di chi l’ascolta. Al riguardo Nicoletta mi scrive: «Il tono del lassandè... lo spettacolo vivente è appunto “vivente”, mutevole, è il motivo per cui una registrazione ha una sua cifra ed equilibrio, e ogni momento di condivisione live, lo stesso equilibrio muta, si trasforma,
entra in sintonia con lo spazio, cresce decresce muta “vive” appunto nel qui e ora, la voce romagnola di donna anziana della “castellaccia”, voci udite, realmente nella mia infanzia o ancora oggi avvertite nei vicoli o nei borghi delle colline o semplicemente immaginate, come parte di una rappresentazione dell’umano che è mitico, rurale, ma al contempo poetico in una mistica/pagana del quotidiano evocato dal mio immaginario che continua a parlarmi nel profondo». In Alphabe Dream NicoNote sguazza nelle illusioni amniotiche che la sua musica evoca: vi troverete immersi in una musica liquida, ascoltandola vi sentirete come nella piscina del ventre
paradigmatico materno, nel rimando di echi filtrati dal liquido uterino. Cullati ed illusi dai suoni e dalla voce del mezzosoprano, sperimenterete un intreccio tra suoni, liriche ed immagini oniriche ondeggianti in spazi dilatati. Lo stesso videoclip del CD si svolge nell’acqua (http:// www.youtube.com/ watch?v=N2FzNCr-kws): in un mondo naturale e dal punto di vista ribaltato vedrete Nicoletta mentre cammina sui sassi, posarvi i suoi piedi con piacere e cautela, scivolare nel fondo e afferrarli con le mani in una carezza sensuale. Nico galleggia nell’acqua come in un grembo materno. Natura, echi di suoni come di giochi: suono è vita per Nico Note, il suo generoso corpo nudo si lascia accarezzare dal movimento di un fiume o di un mare, si lascia attraversare dalla luce del sogno, infine si adagia appagata sul fondo sassoso col suo sorriso di donna che trova e sperimenta l’amore nelle sensazioni della vita reale filtrate e rese magiche dal tutto/è/musica. Tutto/è/ musica: una traduzione della vita quotidiana che richiede impegno
e fatica traslata con leggerezza e maestria nel suo mondo/note. Intanto, dal tetto del Grand Hotel ogni tanto fa il suo giro di ricognizione un gabbiano per osservare cosa fanno i suoi nuovi ospiti. Nicoletta sul terrazzo termina la performance. Sulla sua postazione una boule di ciliegie fa occhiolino agli ospiti, alcuni non resistono alla tentazione di prenderle di nascosto e Nico ci lascia credere che non se n’è accorta. Come si descrive una voce? La Nico/Voce è quella che vorresti ti svegliasse cantandoti all’orecchio col sole che filtra dalla finestra. È un’eco nell’eco, ti scava dentro senza scosse, traduce l’ansia in energia rigenerante. La sua risata da mangiatrice di ciliegie ti sorprende e ad ogni gorgheggio ne vorresti ancora. Le chiedo quanti anni ha e se si spende tutta - tanta - per offrire e vivere emozioni. «Ho 50 anni vissuti con intensità! Sì, mi occupo del mio fare arte della vita e vita dell’arte. Sempre in progress, ubi fluxus ibi motus». Alphabe Dream Cinedelic Records CNCD29 http://www.niconote.net/ http://www.audioglobe.it/ disk.php?code=8016670105091
Luchetti, presidente nazionale Arriva il SUMI-E della chirurgia della mano CULTURA
Riccardo Luchetti
SANITA' - Il chirurgo ortopedico e chirurgo della mano riminese Riccardo Luchetti sarà il presidente della Società italiana di chirurgia della mano (S.I.C.M) per il biennio 20132015. L’investitura sarà ufficializzata il 3 ottobre al Palacongressi di Rimini in occasione del 51° Congresso nazionale della SICM sul tema “Artroscopia e Artroplastica del polso: metodiche a confronto”. “E’ motivo di orgoglio essere alla presidenza di una società indipendente così importante a livello nazionale e internazionale - dice il dottor Riccardo Luchetti -. Il primo obiettivo che mi pongo è quello di incontrare l’ufficio scolastico provinciale per rendere operativo e portare nella nostra città, già dal prossimo anno scolastico, quanto convenuto a livello nazionale con il ministero dell’Istruzione, dell’Uni-
versità e della Ricerca e il ministero della Sanità per avviare un rapporto di collaborazione e portare nelle scuole la cultura della prevenzione e la conoscenza degli infortuni e delle patologie dell’arto superiore e della mano”. “Crediamo molto nella chirurgia della mano - ha sottolineato il dottor Gualtiero Antola della direzione generale dell’ospedale Villa Maria di Rimini presso il quale Riccardo Luchetti opera. - Lo dimostrano i numeri che chiariscono l’evoluzione e l’ap-
proccio al tema. Siamo passati da circa 350 interventi nel 2011 a quasi 500 nel 2012 e si tratta di un numero che tende ad aumentare grazie alla valenza dei nostri professionisti fra cui citiamo anche il dottor Mauro Alfarano e la dottoressa Myriam Cecchi che insieme stanno portando questo comparto a livelli di eccellenza e per questo iniziamo ad essere un punto di riferimento”. Rispetto all’attività complessiva, da inizio anno alla fine di maggio a Villa Maria sono stati effettuati 2960 ricoveri, di cui 2667 per interventi chirurgici ed erogate circa 20 mila prestazioni ambulatoriali, di cui 3 mila esami di risonanza magnetica. Breve profilo di Riccardo Luchetti E' medico chirurgo specializzato in ortopedia e chirurgia della mano. Nato a Ri-
mini il 16 dicembre 1953 si è laureato all’Università degli Studi di Modena nel 1978. Specialista in ortopedia e chirurgia della mano presso l’Unità funzionale di ortopedia della casa di cura Villa Maria dal 2008, Riccardo Luchetti ha compiuto numerosi viaggi e stage all’estero e vanta collaborazioni con prestigiosi istituti esteri (Miami, Barcellona, Strasburgo); svolge la propria attività interessandosi, in particolare, di chirurgia e rieducazione della mano, patologia traumatica e degenerativa del polso, artroscopia del polso, microchirurgia nervosa e vascolare, patologia della spalla e del gomito, rieducazione della spalla e del gomito. E’ stato presidente della Società europea dell’artroscopia del polso; adesso è vice presidente della Società internazionale della patologia della mano e del polso nello sport di cui diverrà presidente al termine dell’attuale incarico.
- L'8 settembre arriva a Rimini il SUMI-E, un seminario intensivo, condott dal maestro Beppe Mokuza, uno dei massimi esperti a livello nazionale e europeo. Organizza “La Farfalla Filosofale” con il patrocinio della “Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa” di Rimini e la rivista “L'Arte di Essere”. In sintesi il SUMI-E si può definire “l'umile arte tra spirito e materia. Non è solo una tecnica artistica, ma una vera e propria arte di vita. Nel SUMIE le profonde leggi del creato diventano manifeste per essere palesate anche a chi non è dato di vedere”. Beppe Mokuza Signoritti Monaco Zen, appartenente alla tradizione del Buddismo Zen Soto, discepolo del Maestro Roland Yuno Rech. E’ il fondatore e responsabile del Dojo zen “Bodai Dojo” di Alba (CN). Da oltre vent’anni si dedica al sumi-e ed alla pratica della meditazione zen. Espone le sue opere, tiene conferenze e dimostrazioni pratiche in tutta Europa. La sua formazione avviene mediante la trasmissione diret-
Beppe Mokuza
ta dell’esperienza di altri monaci Zen dediti alla pittura, in Francia (Tempio Zen della Gendronnière), in Svizzera (Zinal), ed in Italia (Torino). Allestisce mostre anche in luoghi non convenzionali, tiene conferenze e dimostrazioni pratiche ad un pubblico vasto, di non addetti ai lavori e di non praticanti; si rivolge a chiunque dimostri interesse e curiosità ad avvicinarsi ed a sperimentare un approccio “nuovo” all’espressione artistica. I n f o : lafarfallafilosofale@live.com
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RIMINI - VALMARECCHIA
Agosto 2013
Nacquero nel 1945 in Lombardia. Negli anni '50 divennero una strategia di comunicazione
8 BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
C'erano una volta le feste dell'Unità - La storia racconta che la prima festa nazionale de L’Unità si svolse a Mariano Comense (a metà strada fra Milano e Como, sul fiume Lambro) dall’1 al 3 settembre 1945. Mezzo milione i partecipanti alla festa. La guerra era finita da poco più di quattro mesi. C’era ovunque una gran voglia di festeggiare ed il Pci inventò per i propri militanti ed elettori questo appuntamento. Nei primi anni del dopoguerra furono momenti episodici, organizzati qui e là per l’Italia, poi le feste dai primi anni ’50 divennero parte della strategia di comunicazione politica del più grande partito comunista dell’Occidente. Anche nel Riminese sino al 1951 si registrano momenti di festa occasionali a Coriano, Riccione, in alcuni quartieri di Rimini, Santarcangelo. I ricercatori dell’Istituto per la Storia della Resistenza di Rimini, su incarico della Fondazione Rimini Democratica per la Sinistra presieduta da Giovanna Zoffoli, hanno allestito per la Festa provinciale del Partito Democratico (svoltosi a Rimini dal 19 al 29 luglio) la Mostra “Popolo in Festa. Le Feste dell’Unità nel Riminese 1951-2007” che
Allestita la mostra itinerante “Le Feste dell’Unità nel Riminese 1951-2007”. Fra agosto e settembre visitabile anche in alcune feste comunali della zona sud
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Militanti al lavoro, forse l'aspetto più vero delle feste
COSTUMI E POLITICA ha ottenuto un grande successo. La Mostra fra agosto e settembre sarà allestita anche in alcune feste comunali della zona sud. La Mostra è composta da 26 pannelli, con oltre 100 fotografie inedite di feste nella provincia di Rimini. Militanti e dirigenti ne sono i protagonisti. Due le sezioni: le modalità organizzative della festa (l’allestimento, la cucina, gli stands, i giochi, gli spettacoli, il comizio) e le feste sul territorio (Cattolica, Riccione, Coriano, Santarcangelo, Rimini, Bellaria, Valconca, San Giovanni in Marignano). La Mostra e il catalogo sono stati curati da Paolo Zaghini, Gianluca Calbucci, Walter Moretti.
Fra il 1945 e il 1951 anche nel Riminese incominciarono a svolgersi le prime Feste de L’Unità (solitamente della durata di una giornata, quasi sempre la domenica). Poi dal 1951 incominciò l’organizzazione delle Feste in tutte le sezioni, nei Comuni e la prima Festa circondariale. Per quest’ultima, negli anni ’50 del commissariamento del Comune di Rimini, furono necessarie durissime battaglie con
gli organismi dello Stato per poterla effettuare. Poi la crescita del Partito, i successi elettorali, i primi due appuntamenti nazionali negli anni ’60, il miglioramento dell’organizzazione e dell’allestimento, sino a raggiungere negli anni ’80 la cifra di oltre 50 feste dell’Unità in un anno su tutto il territorio riminese. Ancora due appuntamenti nazionali con la Festa al Mare negli anni ’80 ed altri due negli anni ’90 con la festa delle
donne. Ed il dibattito interno sulla possibilità di continuare ad organizzare grandi appuntamenti su una Riviera che da Bellaria a Cattolica, nei mesi estivi, era (ed è) un grande luna park, con mille occasioni di divertimento. Naturalmente la discussione non si è mai chiusa, ed i militanti ed i volontari, in mezzo a mille difficoltà, continuano ad organizzare queste feste di popolo, dove piadina e politica continuano (fortunatamente) a convivere. Alcune annotazioni storiche: nella Mostra c’è la foto di una festa del 1945 a Coriano che ritrae la “corsa dei sacchi” lungo Via Garibaldi appena liberata dalle macerie delle distruzioni operate dalla guerra ed ancora militarmente occupata dalle truppe alleate. E’ la testimonian-
za visiva più datata che i ricercatori hanno trovato. Così come molto bella è l’immagine dall’alto della zona della Festa a Riccione del 1948. Tra le foto più significative quella della Festa invernale nei padiglioni fieristici a Morciano di Romagna del 1990. Ancora una volta il programma di ricerca del materiale fotografico promosso dai ricercatori dell’Istituto fra i singoli militanti e le organizzazioni di Partito del territorio hanno consentito di allestire questo nuovo racconto illustrato, fondamentale per la conoscenza della storia del più grande partito organizzato del riminese. Dopo i successi ottenuti con la Mostra “I Segretari. PCI-PDS-DS. 1943-2007” allestita nel 2012, dopo la partecipazione alla redazione del volume “In ricordo di Augusto Randi (1922-2011)”, dopo la Mostra “Popolo in Festa” del 2013, la Presidente della Fondazione Rimini Democratica per la Sinistra Giovanna Zoffoli, dicendolo ancora in tono molto basso, auspica che per il 2014 si riesca ad allestire una nuova mostra, questa volta dedicata alle donne comuniste nel Riminese.
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BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
- Lettera aperta al Sig. Sindaco del Comune di Rimini Andrea Gnassi: Ho assistito al Consiglio comunale di lunedì 15/07/2013 sul “caso Aeradria” con vero sgomento e preoccupazione per le dichiarazioni della maggioranza del Consiglio comunale (ad eccezione del consigliere Savio Galvani) e della sua stessa replica. Per il sottoscritto che ha analizzato, nel suo passato professionale di ex responsabile dell’Ufficio Studi & Ricerche della CGIL di Rimini dal 1986 al 2004, nonché membro del Comitato Federale del PDS riminese a metà degli anni ’90, i bilanci della società in oggetto dal 1998 al 2003, sentire le argomentazioni di giustificazione della gestione economico finanziaria di quella società è stata una “pena”. Poiché ho ultimamente ripreso, in proprio, l’attività di ricerca economica nel territorio riminese, ho analizzato e riclassificato i bilanci della stessa società dal 2007 all’ultimo bilancio disponibile e pubblico del 2011. Raramente nelle oltre 500 società del territorio riminese che ho avuto in Osservatorio riclassificandone i bilanci, ho riscontrato un disastro economico-finanziario simile.
RIMINI - SAN MARINO Lettera aperta di Walter Martinese, già resposanbile dell'Ufficio studi della Cgil
“Aeradria, un disastro”
Aeradria debiti 2011
Speravo in un maggior coraggio politico nella sua esposizione dei fatti, ma sono stato profondamente deluso. Anche alcune sue dichiarazioni sull’economia turistica, sia pure nella brevità dell’esposizione e “tagliate con l’accetta”
Guida Masini
53 A tanto ammonterebbero i debiti secondo Martinese a leggere i bilanci fino al 2011
Benefici
L'INTERVENTO
Alla luce poi dei risultati economici dell’ultimo esercizio chiuso al 31/12/2012, i dati sono “devastanti”: 21,3 milioni di perdite nette che portano così le perdite degli ultimi cinque esercizi (2008/2012) a 38 milioni di euro (ben 73,2 miliardi di vecchie lire). I debiti ammonterebbero adirittura a 53 milioni di euro (oltre 102 miliardi delle vecchie lire). Spero che le Autorità Giudiziarie facciano chiarezza sulla gestione di Aeradria, poichè come Lei ben sa, la società ha gestito risorse di tutti i cittadini riminesi e anche quindi del sotto-
GLI UOMINI
900 Massimo Masini, sindaco di Riccione negli anni '90, presidente di Aeradria
scritto. Speravo in un maggior coraggio politico nella sua esposizione dei fatti, ma sono stato profondamente deluso. Anche alcune sue dichiarazioni sull’economia turistica, sia pure nella brevità dell’esposizione e “tagliate con l’accetta”, sono state molto insufficienti, soprattutto per me, professore a contratto presso l’Università di Bologna, Facoltà di Economia, Sede di Rimini Corso di attività libere: “Contratti di lavoro, sistemi contrattuali, relazioni
industriali – sindacali in Italia”, per i corsi di laurea in Economia del Turismo, Economia e Gestione dei servizi turistici, Economia e Amministrazione delle imprese, Economia e Management fino all’anno accademico 2005/2006 e che nel corrente anno accademico 2012/2013 ho realizzato, nell Corso di Laurea in Economia e Management del Turismo un Seminario agli studenti su “Territorio, società, economia: dalla stagione dei
La ricaduta economica indotta sull’economia locale è stata stimata da Aeradria intorno ai 900 milioni di euro.
bagni di mare al distretto turistico riminese ed altro… breve storia dal 1700 agli inizi del 2000”. (Su quest’ultimo tema ho in progetto la pubblicazione di un libro che presenterò entro la fine del corrente anno). Cordiali saluti e buon lavoro. Guglielmo Walter Martinese
Masini Massimo (presidente), Mario Formica e Massimo Vannucci (vice), Sabrina Zanetti, Elisabetta Lazzari, Andrea Magnani, Enzo Fabbri, Giovanni Conti, Roberta Merlini (consiglieri). Gli emolumenti Presidente 52.912,49; Vicepresidente: 40mila e 33mila; per gli altri un gettone di 227 euroa seduta
COMPAGINE
I soci Provincia di Rimini (36,12%), Rimini holding (16,8), Camera di Commercio di Rimini (7,99), Regione Emilia Romagna (7,49), Rimini Fiera (7,41), Comune di Riccione (6,48), Palazzo dei congressi (4,2), Confindustria (2,97), Camera di Commercio di San Marino (2,97) e altri ma marginali
Un libro che fa tremare il Titano, e non solo. Le inchieste giudiziarie degli ultimi anni. Prefazione di Enzo Ciconte
‘San Marino Spa’, una storia criminale di Enzo Cecchini - San Marino Spa, Rubbettino editore - 12 euro -, è un libro che scotta e non solo sul Titano. Autori: Davide Maria De Luca, giornalista e Davide Grassi, avvocato penalista. Racconta delle inchieste giudiziarie degli ultimi anni (escluso le più recenti) che hanno coinvolto San Marino, e apre scenari inquietanti su complicità criminali di ogni tipo. Il libro riporta la prefazione prestigiosa di Enzo Ciconte, docente universitario e autore di numerosi libri sui fenomeni mafiosi e del loro progressivo radicamento al Nord (Emilia Romagna compresa). E' uno dei massimi esperti del fenomeno dell''ndrangheta calabrese. “Il volume narra la storia epica e tragica della caduta della più antica repubblica
“La crisi economica ha colpito San Marino in maniera molto più grave che l'Italia e, a causa della levata di scudi nei confronti dei paradisi fiscali, San Marino è stata costretta a rinunciare in pochi anni ai suoi capisaldi (anonimato societario e segreto bancario) senza aver il tempo di adeguarsi”. Poi è iniziata una brutta storia...
del mondo. La crisi economica ha colpito San Marino in maniera molto più grave che l'Italia e, a causa della levata di scudi nei confronti dei paradisi fiscali, San Marino è stata costretta a rinunciare in pochi anni ai suoi capisaldi (anonimato societario e segreto bancario) senza aver il tempo di adeguarsi.
Enzo Ciconte La copertina del libro
Spariti i soldi degli evasori il bilancio dello stato si è riempito di buchi, le imprese hanno chiuso e la disoccupazione è aumentata. In molti però non hanno accettato questo cambiamento. Spariti i soldi degli evasori hanno cercato il denaro da qualche altra parte e hanno trovato il denaro della mafia. A San Marino c'è sempre
stato il riciclaggio, ma quando le casse delle banche erano piene ci si poteva permettere di dire dei no. Con la crisi le banche sono arrivate ad accettare di tutto. Ma con i soldi arrivano gli uomini: i soldati, i mazzieri, gli estorsori e, cosa più preoccupante, il metodo mafioso ha finito col contagiare anche i sanmarinesi. E così è
accaduto che imprenditori perfettamente normali arruolassero bande di campani o albanesi per proteggere i loro interessi. Altri imprenditori sono diventati camorristi e sono arrivati a guidare la loro banda personale, picchiando e incendiando come se fosse la naturale prosecuzione dei loro affari. Risalendo lungo questo filo si arri-
va molto più in alto. Accanto ai mafiosi questi imprenditori pagavano lobbisti e questi lobbisti risiedevano a Roma dove pagavano campagne elettorali di politici per assicurarsi appalti. Pagavano le forze dell'ordine, per evitare i controlli ed erano riusciti persino ad influenzare giudici e commissioni tributarie per risparmiarsi condanne. Come un arto in cancrena, anche il Titano moribondo contagia tutto quello che gli sta intorno. Davide Maria De Luca, giornalista, nato nel 1985. Laureato in Storia contemporanea ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Urbino. Davide Grassi, avvocato penalista, membro del coordinamento nazionale di Sos Impresa. E' impegnato da anni nella difesa delle vittime della mafia.
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RIMINI
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Sperimenta da tempo un tema-simbolo della trasfigurazione, la farfalla BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO
Pozzi, sparigliare il tempo
Nato a Rimini nel 1966, dove vive e lavora, ha iniziato il suo percorso artistico all’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Appartiene a quella categoria di artisti che si nutrono trasversalmente di terreni molteplici, azotati e ricchi di humus, collocandosi sulla sponda di un’estetica di chiara marcatura concettuale
Franco Pozzi
SGUARDI D'ARTISTA di Annamaria Bernucci - Franco Pozzi, nato a Rimini nel 1966, dove vive e lavora, ha iniziato il suo percorso artistico all’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Appartiene a quella categoria di artisti che si nutrono trasversalmente di terreni molteplici, azotati e ricchi di humus, collocandosi sulla sponda di un’estetica di chiara marcatura concettuale. Ha sempre coltivato una dimensione arcana e misteriosa delle immagini, legata alle relazioni e all’utilizzo della luce e dell’ombra, soprattutto nei significati metaforici, utilizzando materiali e strumenti d’indagine diversi, sperimentando il loro
potenziale racchiuso nei riflessi, proiettati o rivelati, così da sfidare il tempo e la materia. Fine cesellatore di relazioni e amicizie nel mondo dell’arte, si è trasformato, a completamento della sua formazione e della sua maturità d’artista, in un vorace connoisseur di opere d’arte, di disegni e pittura antichi, competenze che si sono rivelate ossigenanti e fertili in vista delle connessioni che ogni opera da lui prodotta riesce ad innescare con i lavori e le riflessioni del passato. Eppure, pur privilegiando le ombre e l’oscurità come tema centrale della sua ricerca, Fran-
co Pozzi ha scelto la luce piena di una torrida mattinata estiva, con la vista dei pescherecci a riposo lungo la banchina del porto di Rimini, dalle parti del faro: è lì che lo incontro, disponibile, come sempre, al dialogo e alla mediazione, a discutere delle dinamiche in corso nel sistema dell’arte, nella sua produzione,nelsuotessutoconnettivo fatto di esposizioni, biennali, fiere. Il suo volto, ineffabile, sembra il ritratto a metà tra un hidalgo
e un austero patriota risorgimentale. Gli appartiene una particolare predilezione per gli ossimori e per le parole o frasi palindrome, quelle parole cioè che è possibile leggere in entrambi i sensi. In altri termini Pozzi è attratto da tutto ciò che è in trasformazione o è caducea permanenza, come la polvere che si posa su una superficie, ama il contrapporre la levità delle parole con la consistenza anche acuminata, aspra, contraddittoria degli oggetti per rappresentarle. Una “pesante leggerezza” sembra dominare il suo cammi-
no di studio. Racconta del fascino che ha esercitato su di lui la celebre frase In girum imus nocte et consumimur igni , famoso palindromo in lingua latina, attribuito a Virgilio, ma mai individuato in nessuna delle sue opere, poiché è probabilmente un’invenzione di epoca successiva. Il significato corrisponderebbe a andiamo in giro di notte ed ecco siamo consumati/e dal fuoco. La definizione potrebbe far riferimento alle falene che, attratte dalla luce di una lanterna finiscono per morire, sia alle torce, in riferimento al loro consumarsi bruciando. Un esempio che aiuta ad entrare più da vicino nella ricerca di Pozzi. L’arte contemporanea in fondo è un test riflessivo, tasta la capacità stessa dell’artista di comunicare con l’osservatore. Ed è così che Pozzi ci accompagna al tema della metamorfosi attraverso il battito d’ali lieve delle sue farfalle di carta velina nera. Pozzi sperimenta da tempo un tema-simbolo della trasfigurazione – la farfalla declinata in forme diverse e variamente elaborata nei supporti e nelle sue maculazioni da pro-
cedimenti chimici; volano farfalle nelle sue installazioni a partire dalla mostra Fluxus (Venezia, 2007) un omaggio a Joseph Beuys per ritornare in mostre successive quali Come ho dipinto i miei libri (Rimini 2011). “Sono state – spiega Pozzi ricordando quella prima mostra - un omaggio dichiarato a Beuys: posandosi formano la croce, che è la cifra stilistica unificante di tutto il suo lavoro, la sua firma. Scomparendo poi gradualmente fino a tornare al muro bianco. Un mandala. Un volo nell’impermanenza. In modi ogni volta differenti perché differenti sono i luoghi su cui si posano”. Dai voli notturni e circolari delle sue farfalle al deposito della polvere sulle superfici che Pozzi sfrutta per esaltarne con la luce il ‘pigmento’: la polvere è sedimento del tempo, racconta della lentezza della quotidianità e della stessa vita e del lavoro. Scruta ancora una volta la relazione dialettica con l’oscurità, ancora una volta il gioco ambiguo delle forme e la proiezione nelle ombre. Una forma di devozione al Tempo, che scompare, e che tentiamo di trattenere.
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RIMINI
Installazione artistica di Franco Bastianelli e Giuliano Cardellini. Presentata a Morciano
“Il canto del cigno” e l'umanità perduta - “Il canto del cigno è quello che stiamo facendo noi. Alla natura. Come umanità”. La profonda riflessione è del morcianese Claudio, professione imprenditore, mentre discuteva con Giuliano Cardellini della presentazione dell'opera d'arte dal titolo “Il canto del cigno” lo scorso 22 luglio in un angolo di marciapiede di Morciano, la capitale della Valconca. Autori: il pesarese Franco Bastianelli e Giuliano Cardellini, il gigantesco lavoro era stato presentato il 18 luglio, ore 19, alla pasticceria più grande d'Italia, la Garden, sempre in quel di Morciano. Sala gremita con oltre 100 persone tra amici, appassionati e curiosi. L'installazione, di questo si tratta, è piramidale: metri 2,80 per metri 2 per metri 1,80. Uno sfavillio di colori, come si conviene al cigno e alla natura, esaltati dal misterioso blu cobalto. Su questo blu rubato ai mari più belli, Cardellini ci ha vergato una poesia breve e premonitrice. Un inno alla vita che
- Fare volontariato, un impegno per gli altri. La conferma arriva anche dal IX Censimento dell’industria, servizi e istituzioni non profit, i cui primi dati sono stati resi noti l’11 luglio 2013. E emerge che il Volontariato è sempre più dinamico e in crescita, a fronte di una pubblica amministrazione più snella, mentre il comparto delle imprese è soggetto ad un radicale cambiamento nel contesto della crisi e della globalizzazione. Cresce il non profit +28% rispetto al 2011 e questo vuol dire che ci sono ancora riserve di solidarietà, altruismo e senso del dono. Al 31 dicembre 2011 le organizzazioni non profit attive in Italia sono 301.191 con un incremento del 28% rispetto al 2001. Un altro dato molto rilevante riguarda l’incremento del numero di asso-
Rame e smalti di scintillante bellezza, raccontano che l'uomo si può salvare solo se non distrugge la culla natura ARTE E UOMINI richiama Cassandra, la bellissima veggente figlia di Priamo, il re di Troia. Eccola la poesia: indifeso / palude ramata / sulle piume / già nobili, / canto / nel gemito / d'agonia. La serata è stato un intreccio di buona cultura e di semplice saper vivere: la musica (la voce di Caterina Colombaroni accompagnata dalla chitarra di Marco Di Meo); la calda voce recitante di Simona Tebaldi. Tecnico informatico: Massimo Terenzi. Non è mancata anche l'inter-
mezzo curioso della persona tradita e polemica. Francesca, signora attraente, ha lamentato la mancanza di domande da parte dei presenti; anche se era stato promesso. Ma l'orologio... non aspetta. Franco Bastianelli e Giuliano Cardellini hanno storie diverse e oltre 20 anni di differenza. Bastianelli è di Pesaro e lavora con maestria rame (“più passa il tempo e più diventa affascinante”) e smalti, da sempre. E' suo il logo dell'azienda Infasil; due segni avvolgenti che raccontano una madre che abbraccia il figlio. Cardellini, morcianese, è un estroso che sa usare il marketing. Professione avvocato, si è cimentato con la fotografia, con la poesia (alle sue spalle due libri d'amore). Ora, è arrivata la “creatività”. L'installazione di Franco Bastianelli e Giuliano Cardellini viene esposta per tutto agosto (inaugurazione il 3) a Casale Raccosta (Fermo).
Franco Bastianelli (a sinistra) e Giuliano Cardellini
Come fare volontariato? Cresce in Italia e in provincia di Rimini l’impegno delle associazioni a favore degli altri
ciazioni non profit con addetti (+9,5%) con una crescita del personale dipendente del 39,4% rispetto al 2001. Da un punto di vista geografico il numero di associazioni cresce più al Nord e nel Centro Italia. In controtendenza si confermano le regioni meridionali della Basilicata e Molise, caratterizzate da un aumento del numero delle associazioni
(+41,5 per la prima; +35% per la seconda) superiore alla media nazionale (+28%). Il non profit in italia può contare su 4,7 milioni di volontari. Sul piano degli ambiti di intervento le istituzioni non profit sono più attive nei settori della cultura e dello sport (65% del totale degli enti), seguito dall’assistenza sociale (25mila istituzioni), dalle relazioni sindacali e di rap-
presentanza (16mila realtà) dall’istruzione e dalla ricerca (15mila istituzioni).Come muoversi per fare volontariato? La via più breve passa per lo sportello di orientamento presso la sede del Csv Volontarimini in via IV novembre, 21 a Rimini (tel. 0541 709888) dove, chi è interessato all’opera solidale, può chiedere informazioni sulle organizzazioni operanti nel-
la provincia alla ricerca di nuovi operatori. Diverse sono le opportunità di azione nel volontariato. C’è chi partecipa all’animazione di laboratori teatrali e ricreativi, o all’organizzazione di gite ed escursioni, rivolti a bambini, ragazzi, anziani, disabili e non, per il semplice gusto di passare del tempo insieme a chi ha avuto esperienze di vite diverse. Chi si interessa ad iniziative per la promozione e difesa dei diritti di malati, immigrati o popolazioni in
volontarimini@volontarimini.it
situazioni di emergenza. Chi vuole agire per la tutela dell’ambiente con censimenti arborei, pulizie ambientali, azioni di monitoraggio e di sensibilizzazione. Chi si occupa di sostenere persone che vivono in situazioni di disagio ed emarginazione. Ognuno può portare il proprio personale contributo, senza distinzioni, semplicemente essendo se stesso con i propri limiti, difetti, qualità e attitudini. E generosità. Il riferimento in cui operatori faciliteranno i contatti con le associazioni cercando di trovare la soluzione migliore alle domande dei possibile volontari, evidenziando quindi le richieste delle associazioni, è il Centro di Servizio per il Volontariato – V o l o n t a r i m i n i (volontarimini@volontarimini.it)
Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Principio antisettico, l'elio, la febbre, freni ad aria compressa
La di autore ignoto, vieneSiattribuita Piero della Francesca, La Città Città ideale ideale (particolare), (particolare) attribuita al Laurana. trova ad aUrbino, Palazzo Ducale Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Leon Batista Alberti... Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale
Le scoperte che hanno fatto ‘crescere’ l'uomo 1867 - Principio antisettico «La chirurgia è del tutto cambiata», afferma il medico scozzese Joseph Lister (1827-1912) nella lettera al padre in cui annuncia il principio antisettico. Per la prima volta, grazie al sacrificio di Semmelweis e ai lavori di Pasteur che dimostrano come i germi patogeni siano sempre presenti nell’aria, si usano i disinfettanti in medicina e in sala operatoria. Lister introduce la disinfezione col fenolo, grazie alla quale si evitano le infezioni nelle ferite chirurgiche, una costante, prima inevitabile, che causava un’elevata percentuale di decessi tra i malati. Lo stesso principio viene messo in pratica (ma con minore pubblicità) nello stesso anno a Novara dal medico Enrico Bottini (18351909). 1868 - L'elio L’astronomo inglese Norman Lockyer (1836-1920) studiando il Sole con la tecnica spettroscopica scopre l’elio, il primo elemento chimico individuato al di fuori della Terra (anche se presente sul nostro pianeta). Lo chiama così da helios, sole in greco. Nel 1894 l’elio sarà scoperto anche sulla Terra, da William Ramsay (1852-1916). 1868 - Celluloide L’inventore americano John Wesley (1837-1920) è alla ricerca di un metodo per produrre palle da biliardo con un sostituto dell’avorio. Sviluppa una tecnica ideata sette anni prima dall’inglese Alexander Parkes (1813-1890) basata sulla nitrocellulosa plastificata con
canfora, ne modifica alcuni aspetti e inventa un nuovo materiale che chiama celluloide. È il primo materiale plastico sintetico mai realizzato. La celluloide avrà il suo grande sviluppo con l’invenzione della pellicola fotografica a rullo (Eastman) e con il cinema (Lumière) e inaugura l’era dei materali sintetici che avrà il successivo sviluppo
con la bakelite (Baekeland). 1868 - Valore clinico febbre Il medico tedesco Carl August Wundrlich (1815-1877) stabilisce per la prima volta, a Lipsia, l’importanza clinica e diagnostica della febbre e introduce così il concetto di termometria clinica, come misurazione di routine. Fino a quel momento la febbre non era con-
siderata un elemento indicativo dell’evoluzione clinica di una malattia. 1869 - Freni aria compressa Dopo aver assistito a un incidente ferroviario e aver sentito un ferroviere che diceva «questo si sarebbe potuto evitare se i treni avessero freni su tutte le ruote», l’inventore autodidatta americano George Westinghouse (1846-1914) prende a studiare un metodo per trasferire energia dalla locomotiva ai vagoni in maniera da installare freni anche su di essi. Leggendo un articolo che parla dell’impiego dell’aria compressa per il traforo del Frejus, Westinghouse intuisce che questo è il sistema che cercava e tra la fine del 1868 e l’inizio del 1869 realizza il primo sistema di frenatura ad aria compressa, che può essere trasmessa attraverso tubi da un vagone all’altro. A soli 23 anni dimostra il sistema con successo e dà inizio a una industria che ancora oggi è tra le più importanti degli Stati Uniti (anche se nel 1900 Westinghouse ne sarà estromesso dal finanziere John Pierpont Morgan, 1837-1913).
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Agosto 2013
l'OPINIONE
Con l'animo aperto a ogni forna di devozione. Un gesto rivoluzionario
Inizia in prima pagina
sione religiosa di tanti di loro, le parole della pietà cristiana. Ha parlato non da papa, capo della Chiesa cattolica apostolica romana, ma da cristiano, con l’ animo aperto a tutte le forme di devozione religiosa. In tal modo, Francesco ha attuato un gesto rivoluzionario, dettatogli dalla sua fede in Gesù e nell’ insegnamento evangelico. In un mondo dominato dalla corruzione, dall’ egoismo, dalla totale indifferenza per il Vangelo in nome del denaro e del potere, ha ricordato le leggi eterne del Discorso della Montagna, dove sta scritto che è beato chi ha fame e sete di giustizia. La morte dei migranti nel mare Mediterraneo è stata da lui sentita come l’oblio dei principi predicati da Gesù. Il lettore di questo periodico ricorderà certamente i tempi non lontani dei «respingimenti dei migranti ver-
Il papa che non parla da papa ma da cristiano In un mondo dominato dalla corruzione, dall’ egoismo, dalla totale indifferenza per il Vangelo in nome del denaro e del potere, ha ricordato le leggi eterne del Discorso della Montagna, dove sta scritto che è beato chi ha fame e sete di giustizia
Papa Bergoglio
IL PUNTO DI VISTA so i paesi di provenienza». Di tali respingimenti menava gran vanto il ministro dell’Interno Maroni, ammirato e applaudito dalle falangi di razzisti della Lega Nord, ma non solo da quelle. Quei respingimenti erano previsti dal decreto ministeriale del 14 luglio 2003, in attuazione della Bossi–Fini, in piena era berlusconiana, e furono introdotti nel proto-
collo con la Libia firmati da Berlusconi nell’agosto del 2008. Chi non ricorda la sontuosa accoglienza romana offerta a Gheddafi? I respingimenti facevano parte della logica del Cavaliere di Arcore: statevene a casa, perché venite a romperci le sca-
tole? Con il suo viaggio a Lampedusa papa Francesco ha gettato tutto questo nel cestino della carta straccia, senza naturalmente coinvolgere l’Europa nel problema, cosa che non spettava al papa di comprendere nel suo di-
scorso. Ma davvero cesserà l’atroce spettacolo delle morti nelle acque del Mediterraneo? Davvero il mondo degli evasori fiscali che pensano solo ai soldi, nel quale viviamo, sarà degno delle parole del papa? C’è, tra noi, una dose sufficiente di cristiane-
simo qual è quella che trasformerebbe le parole di Francesco da auspicio in realtà? Come sperare che la morale del Vangelo trionfi sullo squallido spettacolo che ha permesso, in Italia, vent’anni di berlusconismo assai male combattuti da coloro che hanno dimenticato la grande lezione di Enrico Berlinguer? I nostalgici del grande dirigente comunista italiano e i cattolici profondamente convinti della santità di papa Francesco, sapranno realizzare il miracolo? Non ci sono già dirigenti del Pd tutti contenti di fare i ministri? Ci sia consentito, ahimé, di esprimere molti dubbi. La politica, che costituisce il mezzo attraverso il quale compiere quel miracolo, attrae troppa gente che la concepisce come mezzo di arricchimento e di sopruso sugli elettori. *Libero docente all'Università di Roma
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ECONOMIA
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Per ogni 100 euro incassati da lavoratore ne sono stati inventati altri 100 di balzelli vari (contribuzioni, tassazioni, ecc.) (Seconda di tre puntate)
4) Valore del lavoro, costo
del lavoro e disoccupazione Di disoccupazione si parla quotidianamente, oggi in un modo giustamente drammatico, basta ascoltare un telegiornale o aprire un qualsiasi giornale. Non c’è politico che non sottolinei continuamente l’urgenza di incrementare l’occupazione. Di leggi, leggine, decreti, contributi, incentivi per questo o quel settore, ne sono piene le cronache economico/politiche quotidiane. Un punto, però, non viene mai toccato con la opportuna determinazione, se ne parla, ma in modo marginale senza la necessaria decisione e convinzione. Convinzione che deve essere prima culturale poi politico/ economica. Oggi esistono ostacoli che impediscono l’assunzione di un numero maggiore di lavoratori? Certamente! Quali sono questi ostacoli? Sono molteplici e diversi fra loro. Uno di questi, e, a mio avviso il più importante, è dato da quel complesso di oneri che sono stati caricati sul VALORE del lavoro umano, comunemente definiti “ONERI CONTRIBUTIVI” ( o Oneri sociali, Cuneo fiscale ecc.).
Il lavoro dell'uomo, che fare Per i non addetti al lavoro, fiscalizzazione significa che lo Stato dovrà fare fronte alle prestazioni di sanità e pensioni, attualmente finanziate attraverso gli oneri contributivi, con altre entrate fiscali
Gianfranco Vanzini
te.
L'INTERVENTO
di Gianfranco Vanzini* Per ogni 100 euro incassati da lavoratore ne sono stati inventati altri 100 di balzelli vari (contribuzioni, tassazioni, ecc.), che hanno trasformato il lavoratore in un banale “parametri di calcolo” su cui calcolare alcune entrate dello Stato. Proviamo, allora, a pensare di togliere una parte consistente di questo costo supplementare ed artificiale di 100, eliminando totalmente quella parte riguardante gli “oneri contributivi” e “l’Irap sul costo del lavoro” , attraverso la loro totale fiscalizzazione, in prima battuta per tutti i lavoratori del settore privato.
Per i non addetti al lavoro, fiscalizzazione significa che lo Stato dovrà fare fronte alle prestazioni di sanità e pensioni, attualmente finanziate attraverso gli oneri contributivi, con altre entrate fiscali. In questo modo il costo complessivo del lavoro si alleggerisce e l’assunzione di un lavoratore diventerà più facile ed incentivata. Oggi, mi pare che in molti concordino sull’idea di cercare una via per la riduzione del “cuneo fiscale” Proposte concrete però nessuno le avanza. E, allora io ci provo. Primo passaggio, i 50/100
euro aggiunti, a quelli che il lavoratore percepisce come salario, non sono lì per diritto divino o ereditario e quindi inamovibili; sono una invenzione umana e per giunta recente; ci si può perciò ragionare attorno e cercare soluzioni alternative. Secondo passaggio, è certo, e va sottolineato e memorizzato che, togliere quel complesso di oneri, artificialmente posti a carico del valore del lavoro, sarebbe senz’altro molto positivo per l’occupazione. E, in un momento come questo mi sembra da irresponsabili non pensarci concretamen-
Terzo passaggio, è chiaro che non si possono abolire né la pensione, né il servizio sanitario. Quarto passaggio, penso di prendere le risorse necessarie per questi servizi, non gravando sulla busta paga dei lavoratori, ma dalla fiscalità generale, opportunamente adeguata. 5) Ipotesi operativa per il superamento dell’attuale sistema degli “oneri contributivi” e dell’IRAP sui salari e stipendi. Siamo tutti convinti che togliere gli “oneri previdenziali e sanitari” e cioè i “contributi INPS e la parte di IRAP che riguarda il lavoro dipendente” è una buona idea. Dove andiamo a prendere le risorse necessarie per le pensioni e la sanità? Da una CONTRIBUZIONE NUOVA che potremmo chiamare : “CONTRIBUTI PREVIDENZIALI E SANITARI” (abbreviato CPS), deducibili dal reddito imponibile.
I CPS verrebbero calcolati non più sui salari e stipendi ma sul VALORE AGGIUNTO LORDO (VAL). Sarebbero un vero e proprio “costo deducibile” che serve a finanziare le “Pensioni” (opportunamente modificate) e la “Sanità”, e fra l’altro renderebbe anche più chiari i bilanci aziendali. Si libera in questo modo il costo del lavoro dal “ pesante balzello” cui facevamo riferimento le volte scorse. Il costo del lavoro si ridurrebbe di circa il 40-50%. Le notevoli e positive ricadute sul livello di occupazione sono facilmente intuibili. Potrebbe restare a carico dei lavoratori, un modesto “contributo” pari al 2% - max 3% - per i costi di funzionamento dell’INPS e, ovviamente, l’Irpef. Perché tassare il Valore aggiunto lordo? Ovvero: ricavi dalle vendite meno costo delle materie prime dirette? Perché è un valore chiaramente definito a livello di dottrina e di pratica, facilmente calcolabile, facilmente controllabile e contrariamene all’Irap, che si paga anche se non c’è reddito, questi si pagherebbero solo se c’è un reddito prodotto, sia pure ancora molto lordo. *Già direttore generale dell'Aeffe (continua)
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15 BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Agosto 2013
ECONOMIA
Dietro c'è Roberto Fantoni, stilista Gilmar. Negozio inaugurato lo scorso 13 luglio, Mura Majani
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Nasce a Cattolica “70Tre”, il brand per chi ama l'atmosfera della motocicletta - Si chiama “70Tre”. E' il nuovo marchio cattolichino della moda: motori e tessile-abbigliamento. Segue, il neonato brand, nell'ordine: il capostipite Fuzzi, Gilmar, Aeffe e Brandina. Il numero racchiude l'identità della famiglia: le date di nascita del creatore, Roberto Fantoni e della moglie Rosaria (Rosi), figlia di Luciano e Meris Marchini. Il Tre indica anche i componenti della famiglia, la figlia Viola. Il brand è qualcosa di innovativo che attinge idee e “atmosfere” negli anni Cinquanta, il decennio dei cafè racer inglesi; cioè gli appassionati trasformavano le moto da strada in competitive e con queste si ritrovavano nei locali pubblici. E' un format che si basa sulle motociclette (il cliente le può personalizzare e rivisitare e l'abbigliamento: giubotti in pelle e nailon, t-shirt, caschi). Ha l'ambizione di unire lo stile, la bontà dei materiali e il giusto prezzo. Il primo show-room è stato inaugurato a Cattolica in via Don Minzoni 73A (sulla Mura Majani, di fianco alla grande libreria che si affaccia sul mare)
Un format fuori dal seminato con motori e vestiti (giubotti, t-shirt, caschi) che ne vogliono ricreare le emozioni
Roberto Fantoni, 40 anni
MODA
lo scorso 13 luglio. Dietro c'è Roberto Fantoni. Racconta: “Un proprio marchio è il sogno nel cassetto di ogni stilista. Curare un prodotto dall'inizio alla fine è un percorso che definire emozionante è poco. Qui ci ho messo la passione per i motori, il piacere della creatività, il rigore della progettazione. Si è voluto creare una trama col sapore ed i profumi della moto”. La moto è la trama su cui si intreccia l'ordito. Infatti, oltre all'abbigliamento, si cerca di vendere nuove e vecchie icone dei motori. Il cliente ordina, Roberto disegna e l'amico Yury
trasforma in capolavori unici. Nello show room si possono ammirare alcune due ruote che hanno fatto storia: Bmw R 65, Triumph Sprint, Guzzi Vgs Gt. Il prossimo passo, anzi il passo, di Fantoni sarà di cercare di concretizzare economicamente lo spunto culturale. La prima mossa sarà di avvalersi del web per far sapere. L'intento è di vendere il format e di aggiungere anno dopo anno nuovi capi. E'
sua idea che giubotti, t-shirt, caschi, eccetera, siano sempre gli stessi, caratterizzati per annate, come se fossero grandi vini. Insomma, l'idea è portare la moda fuori dal tempo della moda. Innovare rispetto al passato. Passione per tutta la musica (“purché buona”) e l'arte, nella storia della moda contemporanea ha due grandi punti di riferimento: Roberto Capucci (lo scultore) e quell'uomo non meno
geniale di Franco Moschino. Due artisti. Sarti che sapevano il latino, direbbe l'architetto Renzo Piano. Che di sé ama dire: “Sono un muratore che sa il latino”. Fantoni arriva ai tessuti, all'ago e al filo, per puro caso. Avrebbe voluto diventare cuoco; invece la madre lo iscrive al liceo artistico. Il figlio ha sempre avuto una matita felice ed un talento per il disegno. A 20 anni il bivio della vita lo fa iscrivere all'Accademia di belle arti, specializzazione moda. Afferma Fantoni: “Anche se nella moda il saper disegnare è relativo; è più importante trasportare l'idea”. Dopo l'Accademia, trova lavora in un ufficio stile di Milano. Tra i clienti, la Gilmar. Un giorno gli dicono che dovrebbe andare, come assistente, a Cattolica. “Dov'è Cattolica?”, domanda con candore. Non ne aveva mai sentito parlare. Paolo Gerani, figlio dei titolari Giuliana Marchini e Silvano Gerani, gli chiede se gli piacerebbe restare in Gilmar. Nell'azienda marignanese conosce la col-
lega Rosi, che diventerà la moglie. “In Gilmar - racconta Roberto - sono cresciuto professionalmente e non solo. Ho imparato molto, ho capito il valore aggiunto che è il confronto con le persone. E tutto quello che c'è dietro i vestiti. Ho incontrato tessutai di grande valore umano e professionale”. Per dare un senso su chi sia Roberto Fantoni, forse è sufficiente dire che per l'inaugurazione dello show-room dalla Lombardia sono arrivati una ventina di amici. Per gioco lo canzonano con: “Dai, non disegni che vestiti!”. “E' una fortuna avere amici che ti accompagnano”. Creatività e conoscenze sono la forza del made in Italy, ama dire ad ogni pie' sospinto quel pezzo da novanta dell'economia come Stefano Zamagni, professore di Economia politica all'Università di Bologna. Si chiama Roberto Fantoni. Ma dove attinge le idee Fantoni? Argomenta: “Ogni attimo della vita ti suggerisce idee: una canzone, un concerto, un film, un fumetto, una mostra d'arte, un'architettura, un amico. Perfino se sai cogliere una stupidata”.
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Agosto 2013
ECONOMIA
E' uno dei marchi più importanti del Riminese. Sede a Morciano, 100 dipendenti
- La Comeca va a ricominciare con un prestito di 2,2 milioni di euro messi nelle casse dalle banche locali. L'azienda di porte e finestre di Morciano è uno dei marchi più importanti del Riminese. Circa 80mila pezzi nei momenti d'oro (prima del 2008), le sue diffficoltà sono figlie dei costruttori. In crisi la grande edilizia, in crisi la Comeca. Sul piatto insoluti inesigibili per circa 2,5 milioni di euro. Il presidente Comeca è il cattolichino Agostino Prediletto. Argomenta: “Qualcuno potrà dire che sono un ingenuo ad avere dato fiducia ai costruttori. Ma dopo anni e anni di rapporti, di collaborazione, per non dire amicizia, era difficile andare coi piedi di piombo. Essere guardinghi. Inoltre, non avrei mai detto che il settore si sarebbe arenato a questi livelli. Forse abbiamo commesso anche un altro errore; lasciato passare troppo tempo per la ristrutturazione del debito, ma nelle mani avevamo assegni che si sono rivelati senza
Comeca, dalle banche 2,2 milioni per ricominciare Travolta dalla crisi dei costruttori. Ora, il ritorni ai privati: famiglie, albergatori e estero
FOCUS
copertura”. “Noi - continua Prediletto vogliamo risalire la china, passo dopo passo. Alla mia età, potrei stare a casa, ma sono qua perché l'azienda mi sta nel cuore. Ci sono delle responsabilità verso i dipedendenti e anche la voglia di svoltare. Il nostro primo passo è cambiare la clientela. Cioè passare dai grandi cantieri al privato. Per
Morciano, lo stabilimento Comeca Agostino Prediletto
privato intendo soprattutto due categorie: le famiglie e gli albergatori. Credo che l'azienda abbia prodotti e innovazione per rispondere ai loro desideri. Poi, c'è il terzo piano su cui giocare le nostre carte: l'estero”. Se nel 2013, il fatturato Comeca dovrebbe assestarsi attorno ai 7 milioni di euro, con una forza lavoro attiva di circa 35 persone (in tutto sono un centinaio), solo nel 2008 il fatturato era di 25 milioni di euro. Lo stabilmento di 18mila metri quadrati di coperto su un'area di 30mila è uno tra i più grandi della provincia. I centri-lavoro a controllo numerico sono dei gioiellini che risalgono a pochi anni fa. Una macchina è stata progettata e costruita sulle esigenze dell'azienda.
Quando Prediletto si guarda indietro, riflette: “Non avrei mai creduto che fosse più facile crescere che rimpicciolirsi. Nell'espansione, marcia tutto meglio: organizzazione, costi, economie di scala. L'esatto contrario, quando si scende”. Con i soldi delle banche, Comeca deve onorare gli stipendi (i 100 dipendenti aspettano da mesi) e onorare gli impegni con i fornitori delle materie prime per porte e finestre. Assicurato il presente, l'azienda vuole anche ripianare il pregresso non effettuato. “Insomma, tutto a tutti”, è la volontà. Nei tempi dell'espansione Comeca ha sponsorizzato partite della nazionale di calcio. Aveva un florido e prestigioso mercato giapponese da circa 5 milioni di euro. Aveva una certa sensibilità per contribuire negli eventi sportivi e non del territorio dove opera. Ora riparte, con i 2,2 milioni delle banche e debiti per 5,7 milioni di euro.
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RICCIONE
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Dovrebbe essere approvato tra la fine di quest'anno o l'inizio del prossimo
ALLEGRO MA NON TROPPO
Spigolature
Agosto 2013
degli Scrondi
RICCIONE, VELOCITA' E VIABILITA' Ai cento all’ora - Leggiamo: “In centro, ai cento all’ora, ‘beccati’ dai vigili - Nell’ultimo fine settimana sono stati 36 gli automobilisti multati per avere superato i 70 all’ora”. Riccione: una città sempre proiettata a tutta velocità...
“Rue, idee chiare sullo sviluppo della città”
Terrore in spiaggia (1) - Leggiamo: “Terrore sulla spiaggia: ruspa corre tra i bagnanti. Sfiorata una carrozzina”. Vado in spiaggia a rilassarmi fuori dai pericoli, disse... Terrore in spiaggia (2) - Leggiamo: “Investita sulla spiaggia dal cingolato della frutta. Multato l’ambulante”. Era un carretto o un carro armato?... Incidente mortale
- Leggiamo: “Giovane mamma morta in scooter, assolti i tre imputati. Il giudice esclude la responsabilità dell’ex comandante dei vigili e del Comune. I familiari risarciti dall’assicurazione”. Sicuramente avrebbero fatto a meno di quei soldi...
Rotatoria (1) -
Leggiamo: “Statale 16 - via Berlinguer: apre la nuova rotatoria”. Attenti alla precedenza...
Rotatoria (2) - Leggiamo: “Nuova rotatoria in via Cortemaggiore con materiali ‘riciclati’”. Anche nel riciclo vale il principio della rotatoria... Rotatoria (3) - Leggiamo: “Nuova rotatoria ospedale Ceccarini intitolata al dottor Gino Moro”. Personalizzata per girare intorno al ricordo... Sottopasso al cimitero - Leggiamo: “Sottopasso al cimitero: raccolte 250 firme per spostarlo”. Assicurano che tra i firmatari non ci sono defunti...
Metrò di costa - Leggiamo: “Metrò di costa, Riccione prende tempo, la modifica discussa in Regione”. Tempi biblici per le grandi opere in Italia...
Taxisti - Leggiamo: “Taxisti sulle barricate: basta abusivi”. Abusivi, una categoria sempre in corsa...
Il ‘pirata’ - Leggiamo: “Ciclista travolto: preso il ‘pirata’”. Ciclista scrocciolato, ma da oggi un po’ più contento... Pista ciclabile - Leggiamo: "La pista ciclabile attraversa il Rio Melo". Biciclette anfibie cercasi...
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IL FATTO
- Si chiama Rue (Regolamento urbano ed edilizio) e segnerà la vita dei riccionesi per un decennio. La variante l'ha adottata il consiglio comunale lo scorso luglio; con i voti favorevoli della maggioranza (Ciabocchi astenuto; contraria il resto dell'opposizione). Racconta il sindaco Massimo Pironi: “E' il frutto di due anni di confronti con i cittadini e le associazioni di categoria. Non ribaltiamo il mondo; è uno strumento in più per favorire il rilancio dei nostri operatori economici. Inoltre, abbiamo rispettato l'impegno di legislatura”. Maurizio Pruccoli, assessore all'Urbanistica, rilancia: “Voglio dire innanzitutto questo; non è vero che è un atto da campagna elettorale, come qualcuno insinua. Altrimenti, avremmo utilizzato il Psc (Piano strutturale comunale). Lo strumento adottato è la fine
Con i voti favorevoli della maggioranza (Ciabocchi astenuto; contraria il resto dell'opposizione)
di un percorso che ha coinvolto la città; dai cittadini fino agli ordini professionali. Abbiamo raccolto i loro problemi e cercato di darne la risposta attraverso il Rue, affinché si possa ope-
CHE TEMPI - CHE COSTUMI
Video lottery all'infinito - Il nuovo Rue (Regolamento urbanistico ed edilizio) ha dovuto inserire anche la possibilità di aprire, a Riccione, le sale video-poker. Le macchinette di Stato tolgono l'anima a chi gioca; con risvolti sociali gravi e tristi. Riccione ha recepito una legge nazionale. Le sale si possono aprire nella zona di via Berlinguer, purché distanti almeno 300 metri dai luoghi cosiddetti sensibili: scuole, chiese, asili... Il fatto contraddittorio è che le sale uccidi umanità non hanno limiti di metratura. Che tempi, che costumi.
rare meglio e con maggiore chiarezza”. Il privato paga In questo nuovo strumento c'è anche la “legge” che dice che se un privato arreca danno al patrimonio pubblico deve rifare il danno arrecato. Questo avviene spesso quando ci sono dei cantieri che sid evono appoggiare a proprietà della collettività, tipo spiazzi e marciapiedi. Insomma, chi rompe, aggiusta. Commercio, rivoluzione Per dare una mano alle attività commerciali che languono, o solo per scelta, quattro “botteghe” si possono mettere insieme fino ad un massimo di 1.500 metri quadrati. Impianti sportivi Novità anche pe l'impiantistica sportiva privata
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RICCIONE
Il Consiglio comunale adotta il Regolamento urbano ed edilizio. 60 giorni per le osservazioni Foto Liuzzi (tratto da “Volando da Romagna e Marche“, libro Bpv)
Riccione dal castello degli Agolanti
Viale Ceccarini (
Appartamenti, da 70 metri Viale Ceccarini e dintorni, quadrati a 60. Sottotetti da da pubblici esercizi a griffe 70 metri quadri e 45 ad uso pubblico. E' possibile dotarla di coperture pressostatiche temporanee. Privati Le abitazioni private si possono ampliare del 5% in volumi purché ci sia poi il risparmio energetico. “Con questo nuovo strumento che va verso la qualità - continua il sinbdaco Pironi - abbiamo le idee
chiare sullo sviluppo della nostra città. Con le osservazioni ci sono ancora i tempi per poter accogliere altri contributi. Vorrei ricordare, ancora una volta, che nella crisi paga la qualità degli interventi, compreso la bontà dei servizi erogati dalla pubblica amministrazione. Riccione soffre il momento, ma meno di altre città”.
- Grossa novità per i proprietari di immobili riccionesi. Gli appartamenti ed i sottotetti possono essere rimpiccioliti. La grandezza media, per gli appartamenti, passa dai vecchi 70 metri quadrati lordi ai 60 per gli edifici costruiti prima del 1998. Da ogni unità abitativa possono essere ricavati non più di quattro appartamenti. Nuove norme anche per i sottotetti. L'attuale media è di 70 metri quadrati lordi; è stata portata a a 45. Ovviamente, l'appartamento deve essere superiore ai 100 metri quadrati. Maurizio Pruccoli, assessore all'Edilizia privata commenta: “Vogliamo dare una risposta alle richieste dei riccionesi. Diciamo che è una prova che si sta facendo. Vogliamo anche incentivare le risturtturazioni per aiuater il comparto edile in forte sofferenza da anni. Almeno, cechiamo di fare qualcosa”.
- Ora le griffe si potranno sbizzarrire. Nel quadrangolo delimitato dal porto fino a viale Cesare Battisti e dal mare fino alla ferrovia i pubblici esercizi potranno diventare negozi. Insomma, le griffe potranno continuare ad espandersi e a trovare spazio in viale Ceccarini e dintorni. “Chi si vuol mettere in gioco - racconta il sindaco Massimo Pironi - lo potrà fare. A differenza di afferma il contrario, Riccione continua a richiamare i grandi marchi della moda”. Commercio Un'altra novità del Rue è rappresentatao dal commercio in crisi. Per svalicare il momento è stata data l'opportunità a quattro attività di mettersi insieme fino a poter raggiungere una superficie di vendita di 1500 metri quadrati.
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RICCIONE Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
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La città vista dalle istantanee di Sara Paglioni, Daniele Marzocchi e Matteo Corazza
CULTURA
Block60, fuochi d'artificio coi libri
Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 voli e capaci, ben presenti anche nella realtà riccionese. Non occorre quindi andare molto lontano e rincorrere “celebrati”, e di certo “costosi” nomi, comportamento paradigmatico di una qual mentalità provinciale, magari per una loro “fugace” sosta a Riccione, se si ha l’obiettivo di ideare e dar corpo a progetti miranti ad illustrare degnamente la città. “Riccione a due passi dal cuore”, è un libro capace di emozionare, ed ancor più, di
- Riccione a due passi del cuore. A fine giugno, presso la Galleria Croce del Sud, un folto pubblico, composto da cittadini riccionesi e da turisti, ha assistito alla presentazione del libro: “Riccione a due passi dal cuore”, uscito per i tipi delle Edizioni FE LO’S. Il volume, che raccoglie le immagini di tre valenti fotografi riccionesi: Sara Paglioni, Daniele Marzocchi e Matteo
STORIE
Due ospiti: Fiorello e un giovane Eraldo Pecci
- Block60, ovvero Oscar Delbianco e Ilio Pulici, ripresentano il loro classico cartellone con la presentazione dei libri sotto le stelle dell'estate: “Parole tra noi: reading, incontri, conversazioni”. Quest'anno, l'appuntamento è sulle gradinate del Palacongressi di Riccione, con inizio alle 21,15. Le serate di agosto. 5 agosto - Albertino &
Rudi Zerbi 17 agosto - Catena Fiorello 21 agosto - Nada e Catena Fiorello 24 agosto - Beppe Fiorello & Eraldo Pecci 26 agosto - Igor Sinibaldi Data da definire Carmine Abate. Per maggiori informazioni www.block60.com
Riccione a due passi dal cuore Corazza, rappresenta un genuino atto d’amore verso Riccione, da parte di Nanà Arcuri “un riccionese di fuori”, come ama definirsi nella premessa. L’ideatore e promotore di questa pregevole e raffinata pubblicazione, le cui parole introduttive al libro fotografico rivelano una profonda e sincera
di Fosco Rocchetta passione nei confronti di Riccione, s’è avvalso del coordinamento editoriale di Daniele Massarente e del progetto grafico di Riccardo Spinsanti. Il testo, dedicato “A Lucia e a Rachele che mi hanno insegnato ad amare questa città e la sua gente”, dev’essere annoverato tra le più significative opere fotografiche di questi ultimi anni che, con sensibilità e delicatezza, illustrano Riccione nei suoi cangianti aspetti naturali, esaltando, in primis, quel mare Adriatico che, non va mai dimenticato, ne rappresenta la
principale risorsa. Sono poi mirabilmente valorizzati, scorci della città, della marina, oltreché animali e persone, “catturati” in momenti di gioiosa quotidianità: ne scaturisce un ambiente evocante quell’atmosfera gaia e serena, propria di un luogo di vacanza felice, che ha rappresentato, sinora, uno degli elementi fondanti del successo turistico di Riccione. Questo volume costituisce un esempio lampante di come, ad un costo ragionevole, si possano realizzare opere di valore, dando spazio ad autori merite-
veicolare un’immagine positiva del centro balneare romagnolo: ovvero una icona distante anni luce dagli eccessi di quel “divertimentificio”, bieco e deteriore, che spesso viene sciaguratamente “glorificato”. Conseguenza ovvia di una strategia promozionale riconducibile a mere logiche economicistiche, foriere, ahimè, di scialbi ed angusti orizzonti culturali. Per il suo dar lustro alla città, questo volume meriterebbe la massima diffusione presso Biblioteche italiane ed estere, e soprattutto, nelle fiere e manifestazioni europee in cui si reclamizza Riccione.
CULTURA
Norina Angelini
e suadente ed incantato il pubblico, accompagnata dai bravissimi musicisti di “Quintettango”, Cristiano Alasia alla chitarra, Gianluca Allocco al violino, Marco Allocco al violoncelli, Alberto Fantino al bajan ed Angelo Vinai
Concerti all'alba, quanta gente -Domenica mattina, dello scorso 28 luglio alle 5 del mattino oltre mille persone assiepate sulla spiaggia di Riccione, del bagno Giorgio – zona 60 - per partecipare in religioso silenzio al concerto della famosa cantante riccionese Norina Angelini che si è esibita insieme al gruppo dei “Quinttettango” di Cuneo. Atmosfera magica, al sorgere del sole, un’alba stupenda che ha fatto da cornice e da sfondo al gruppo che magistralmente per oltre un’ora e mezza ha tenuto l’attenzione del pubblico proveniente da ogni parte d’Europa. L’evento è stato presentato, con maestria, da Maria Cristina
di Pierfrancesco Gasperi Baldolini responsabile del Comune di Riccione assessorato Cultura e Turismo, che ha curato il progetto artistico e organizzativo. Presente all’evento anche il sindaco Massimo Pironi. Il concerto dal titolo “Una Noche ed Buenos Aires”, attraverso tanghi di Astor Piazzolla, Richard Galliano, Alberto Villoldo ed Enrique Rodriguez ha offerto il meglio della musica argentina. La cantante Norina Angelini, nonostante l’ora mattutina, ha offerto il meglio di sé con una voce profonda
al clarinetto. Alla fine tripudio del pubblico con un applauso lunghissimo ha costretto il gruppo ad eseguire altri brani. Organizzata dal Comune di Riccione, assessorato alla Cultura, intitolata “Musiche dal Mare” prevede un ciclo di cinque concerti all’alba. L’ultimo dei quali si terrà il prossimo 15 agosto alle ore 5,30 alla “Playa del sol” bagno zona 108-109 con l’Orchestra “Hallo” diretta, e di cui fa anche parte, da Mario Marzi, di Morciano di Romagna, considerato tra i migliori sassofonisti europei. Orchestrale della Scala, suona nei migliori teatri internazionali.
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Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell. 333.4814188
- Margherita Bologna riccionese, grande esperta di rifiuti, ha incontrato, per la seconda volta, il sottosegretario del presidente della Regione Errani. La sua riflessione. -Lo scorso venerdì 12 luglio, giornata interamente dedicata alla causa dei rifiuti. Al mattino sono stata ricevuta in Regione dal Sottosegretario del Presidente Errani al quale ho consegnato le nostre osservazioni al Piano Regionale dei Rifiuti, ribadendo alcune osservazioni al documento preliminare che vorremmo fossero tenute presenti nella formulazione definitiva del Piano. In particolare, ho osservato, che non è possibile prevedere al 2020 un 30% di rifiuti indifferenziati da bruciare negli inceneritori quando esistono impianti di trattamento meccanico-biologico (tmb) di nuova concezione in grado di gestire tutto il ciclo dei rifiuti, senza ricorrere alla discarica e all’incenerimento. Le tecnologie esistenti oggi offrono la possibilità di utilizzare la maggior parte dei rifiuti come risorsa e di sviluppare subito la società del RICICLO TOTALE. Perciò l’obiettivo che la Regione Emilia Romagna si è data non è in linea con la Risoluzione del Parlamento europeo del 24 maggio 2012 nella quale si ribadisce la necessità
- Cattolica. 8 giugno. Esami sociali per il passaggio di cintura per circa 50 bambini del team Cattolica Riccione Rimini giudicati dai maestri Berti Davide , Livi Luigi, Merli Mauro e Casalboni Emiliano nel piazzale davanti l’ingresso del Mc Donald e hotel Kursall. Riccione. 18 giugno. Esami sociali per il passaggio di cintura del gruppo adulti Cattolica e Riccione nella sede del taekwondo Riccione . Misano. 22 e 23 giugno. Il palazzetto dello sport di Misano Adriatico ha ospitato 3 eventi organizzati dal comitato Emilia Romagna della federazione italiana taekwondo. Sabato, il triangolare di combattimento fra Emilia Romagna, Lombardia e Liguria mentre domenica mattina il campionato regionale di forme e nel pomeriggio gli esami per il passaggio di grado dal 1° al 3° dan. Nella squadra anche i riminesi Alessandro de La Rua -59 kg (Cattolica) junior, Ginevra Graf -59 kg junior (Misano) Alessandro Scarano -45 kg cadetti (Riccione) , Alex Semprini -35 kg cadetti (Gabicce Mare) Alice Cola -49 kg cadetti (Cattolica)
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RICCIONE
Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali
La riccionese, Margherita Bologna, grande esperta, ricevuta in Regione
CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell.. 333.4814188
Rifiuti, il futuro è separare e non bruciare “L’obiettivo che la Regione Emilia Romagna si è data non è in linea con la Risoluzione del Parlamento europeo del 24 maggio 2012 nella quale si ribadisce la necessità di ridurre i rifiuti residui fino a raggiungere livelli prossimi allo zero”
Raibano, l'inceneritore
AMBIENTE di Margherita Bologna* di ridurre i rifiuti residui fino a raggiungere livelli prossimi allo zero e di abolire progressivamente, entro la fine di questo decennio, l’incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili. Di conseguenza ho chiesto che sia fatta una simulazione al 2020 utilizzando l’impiantistica innovativa proposta che riduce ulteriormente i rifiuti di ogni tipo. A dire il vero, l’utilizzo degli impianti contenuti nella mia proposta di gestione dei rifiuti alternativa all’incenerimento e alla discarica, pubbli-
cata sul sito degli stati generali della Green Economy promossi dal Ministero dell’Ambiente, consentirebbe l’eliminazione delle discariche e degli inceneritori entro il 2016. Ma poi sentireste le proteste dei relativi gestori! Infatti l’obiettivo del raggiungimento del 70% di raccolta differenziata al 2020 contenuto nel Documento Preliminare al Piano, ben si concilia con il mantenimento degli inceneritori! Scegliendo un percorso che ignora volutamente la moderna impiantistica di trattamento
meccanico-biologico perché confliggerebbe in modo clamoroso con gli interessi di conservazione della situazione esistente espressa da Confservizi, (il sindacato che rappresenta i gestori di inceneritori e discariche) non è affatto vero che la Regione Emilia Romagna si è posta degli obiettivi ambiziosi. Al sottosegretario Bertelli ho ricordato il lavoro fatto fin dal 2010 per mostrare ai funzionari regionali le nuove tecnologie contenute nella mia proposta ed ho fatto presente
che sarebbe assurdo fare un nuovo Piano Regionale dei rifiuti basandosi solo sui vecchi impianti di tmb. Venerdì sera poi siamo andati a Coriano dove alla presenza del Sindaco e dell’Assessore all’ambiente del Comune, c’è stato un incontro tra i rappresentanti di Hera, Arpa ed i cittadini per la questione del fumo rosa fuoriuscito ormai due mesi fa dal camino dell’inceneritore. Bypassando il problema contingente del “ fumo rosa” al rappresentante di Hera, l’ing.
COMITATO PROVINCIALE FEDERAZIONE ITALIANA TAEKWONDO Rua, ospite di una prestigiosa università coreana vicino a Seul per un campus di preparazione tecnica per 2 settimane, nel frattempo è stato convocato dal 14 luglio al 28 luglio per un raduno in nazionale in vista dei campionati europei juniores che si svolgeranno in Porto gallo il prossimo 26 settembre.
Alice e Alessandro Scarano non sono riusciti a prevalere contro le altre regioni mentre gli altri hanno vinto tutti i lori incontri e insieme ai risultati degli altri ragazzi emiliano romagnoli hanno contribuito a fare vincere i triangolare alla nostra regione. Domenica mattina, le società locali (Yonghon Villa Verucchio, Tkd Olimpic Cattolica, Tkd Ric-
cione, Bm Rimini Santarcangelo, tkd Morciano) hanno piazzato tanti atleti sul podio; migliore risultato quello della società Yonghon che si è aggiudicata il secondo posto nella classifica società. Tra i 23 esaminati per gli esami regionali hanno conseguito il grado di cintura nera 1° dan Christopher Mondaini di Rimini e Daniele Ferrini di Santarcangelo ed il terzo dan Sil-
via Tamagnini di Riccione. Cattolica, 29 giugno. Giochi della legalità serata di sabato sera dove Alessandro Scarano e Semprini Alex (11 anni) sono stati premiati grazie al loro comportamento rispettoso delle regole e dei compagni e alla loro capacità di accettare sconfitte e vittorie.
Luglio. Alessandro De La
Per info sui corsi www.tkdteam.com Davide Berti 5° dan maestro federale e presidente comitato Emilia Romagna federazione italiana taekwondo cell. 329/2286086 istruttore federale e delegato provinciale al Coni; Luigi Livi 4° dan cell 328/ 9540393 e Luciano Martelli all.fed. 3° dan federale cell. 3282848825; Mauro Merli all. fed. 2° dan 3358088916; Charles Cromwell 2° dan all. fed. e nazionale ghanese. SEDI Cattolica 1 - Via Del Porto
Galli, una vecchia conoscenza, abbiamo chiesto di completare l’ammodernamento dell’impianto di selezione del secco aggiungendo quello che seleziona i rifiuti indifferenziati e recupera le plastiche eterogenee per farne il plasmix, una miscela riciclabile nel settore dell’automotive, abbiamo chiesto che sia costruito alla svelta l’impianto che separa i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade per non inviarli all’inceneritore come accade ora perché i metalli pesanti provenienti da questa tipologia di rifiuti con l’incenerimento vengono rimessi in circolo. Abbiamo poi rimarcato che il compost prodotto nell’impianto di Ca’ Baldacci non è di qualità perché prima della digestione anaerobica non è stato collocato un vaglio che separi il rifiuto organico dalle plastiche frammiste, dato che la raccolta è fatta con i cassonetti stradali. Infine abbiamo sottolineato che questa volta ci sono i cittadini a vigilare sul Piano Regionale dei rifiuti della Regione Emilia Romagna contro gli interessi dei gestori degli inceneritori e delle discariche che attraverso Confservizi in una lettera aperta ad Errani avevano dichiarato che nel nuovo Piano Regionale nulla doveva cambiare. *Riccione per l’energia pulita
17 (zona comune) adulti lun mer h 20; bambini (4-7 anni) mar gio dalle h 16:15 alle 17:05 e dalle h 17 alle 18; (8-12 anni) sab dalle15 alle 18. Cattolica 2 - Via Comandini (scuola Repubblica) mer ven dalle 17:15 alle 18:15 (4-7anni) e dalle 18:15 alle 19:30 (8-12 anni). Taekwondo Riccione NUOVA SEDE segreteria cell. 3485687184 sopra palestra BEVERLY HILLS Via Cella Raibano, 43, zona industriale Riccione, mar-gio dalle 17:30 alle 18:30 (4-7 anni) dalle 18:30 alle 19:30 (8-12anni) e sabato dalle 16:30 bambini e dalle 17:30 adulti taekwondo music con Elisabetta (intensa attività aerobica a tempo di musica con tecniche di taekwondo) mar e gio dalle 13:15 alle 14, inoltre lezioni individuali, circuito funzionale di preparazione fisica cross fit. Nuove società provincia di Rimini: Taekwondo Morciano (cell. 338.5948124), BM Taekwondo Rimini e Santarcangelo (cell. 336.335641), Yonghon Villa Verucchio (cell. 347.6806030), Yungshin Ospedaletto (cell. 328.2842285).
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MISANO
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Risale alla fine degli anni '60, dopo il confabulare tra Giuseppe Genga e il mitico Vincenzo Rossi ALLEGRO MA NON TROPPO
Parole da e ‘Fnil’ (Il vecchio nome di Misano Mare)
CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it
Turisti, preziosa opera d'arte di Elio Morri come premio fedeltà TURISMO La medaglia opera di Elio Morri
Chi l'ha visto? - Il servizio prenotazioni per gli hotel è svolto da molti anni dall’Associazione Albergatori. Questa informazione è molto importante per gli addetti ai lavori, quanto meno per coloro che usufruiscono a piene mani di questo servizio, o no? Avviso importante per gli incauti turisti dei week end, il servizio è chiuso il sabato e la domenica. Piero e fontane - Conosciuto come Pier, è un simpatico signore monzese, affezionato frequentatore di Misano da ben 59 anni. L’estate la trascorre, praticamente tutta qui, “me Fnil”. Lo conoscono in tanti e tutti apprezzano lo spirito brianzolo e i suoi arguti e sagaci commenti. Per esempio, fa notare; le fontane di Piazza Roma sono il vanto e simbolo della bellezza della città. Purtroppo da tempo non funzionano, diventando così il simbolo della precarietà e di questa triste estate. E’ solo frutto della crisi? NICKENIG GUENTER e SIEBEL ROSWITHA - Sono innamorati di Misano; qui trascorrono le loro vacanze da circa 40 anni. Lui ex dirigente di un'importante azienda tedesca; lei ex modista d’alta moda, entrambi in pensione, oggi possono permettersi vacanze da Guinness. Arrivati all’Hotel Onda Marina di Anna e Fausto il 1 giugno, ripartiranno il 24 agosto. Praticamente 8 settimane. Ombrellone e 2 lettini in prima fila da Eraldo. Birra e cappuccino al Tintarella di Luna, non parlano una parola d’italiano, ma hanno tanti amici misanesi. Un bel record di fedeltà. Che dire? Grazie!
Carlini, dimissioni - Apprendiamo con un certo ritardo delle dimissioni di Flavio Carlini, da segretario Pd della sezione Villaggio/Scacciano, sostituito già da Luciano Migliorini. Dimissioni eccellenti anche alla sezione Pd “Che Guevara” di Misano Mare/Brasile/Portoverde di Chiara Giannini, sostituita prontamente da Nicola Semprini. I ricambi, in un partito di massa come il Pd, certamente non mancano... le motivazioni sono meno note.
MISANO ADRIATICO Via Puccini 27/F Tel. 0541.601758 - Fax 0541.602058
- “Arrivavano tutt'e due in tarda mattinata. Si rinchiudevano nell'ufficio a confabulare. E ogni tanto partorivano idee nuove per incrementare e impreziosire il turismo misanese”. Pierangelo Del Bianco ha ricordi nitidi. Fino al 1971 fu l'unico dipendente dell'Azienda autonoma di soggiorno (l'odierno Iat, l'ufficio delle informazioni turistiche). Il secondo, Riccardo Barogi. Quei due signori sono stati due misanesi mitici. Uno si chiamava Giuseppe Genga. Era il daziere originario dell'Umbria; la famiglia aveva anche un albergo, il Roxy. L'altro mito invece era il professor Vincenzo Rossi (la sua era, ed è, la famiglia dei farmacisti). Prima a Misano Monte e poi a Misano Mare; il dottor Francesco era il fratello. Genga era il presidente dell'Azienda di soggiorno. Mentre Rossi era uno degli undici consiglieri. Da uno di queste confabulazioni da aperitivo sgorgò fuori dal cilindro il presente di rappresentanza dell'Azienda, che anni dopo è diventato la piccola opera d'arte a corredo del cosiddetto diploma di fedeltà. Andiamola a vedere quest'opera d'arte in argento dorato. Reca barche a vela, a cerchio la dicitura Comune di Misano Adriatico; un
tempo era Azienda autonoma di soggiorno. L'artista al quale venne commissionata fu Elio Morri, un professore d'arte delle superiori, con studio in Rimini. E' considerato tra i maggiori scultori riminesi del secolo scorso. Sia Genga, sia Rossi erano appassionati ed intenditori d'arte. L'associazione di idee fu semplice e profonda: donare al turista un oggetto di valore legato alla cultura del territorio. Coniate dalla ditta fiorentina Picchiani e Barlacchi, le prime medaglie oltre ad essere d'argento, erano anche d'oro (di quest'ultimo metallo non si fanno più). A Misano, di Morri, ci sono due importanti lavori; entrambi di bronzo a cera persa. La tecnica usata dai Greci. Uno si trova nella chiesa di Misano Mare ed è un
Sant'Antonio. L'altro, invece, è nella chiesa di Misano Cella ed è il raffinato fonte battesimale. La medaglia di Morri in regalo ai turisti affezionati a Misano andrebbe valorizzata, perché spesso chi la riceve ne ignora l'importanza. Come fare? Basterebbe allegare un piccolo pieghevole raccontando la storia della medaglia ed il valore artistico di Elio Morri. Da quel confabulare di mezzogiorno Genga-Rossi nacquero altri eventi turistico-culturali che durarono alcuni anni. Forse, il più importante fu l'estemporanea di pittura. Nel massimo splendore ci furono più di 300 partecipanti; molti i giovani di talento. Racconta Pierangelo: “Avevamo dei premiacquisto per i primi 15-20 selezionati dalla giuria. Fu la difficile gestione del numero del partecipanti
a mandarci in crisi ed a sospendere l'evento”. Misano come tema, ancora oggi pendono dai muri degli uffici comunali quadri che risalgono ai primi anni Settanta. L'Azienda autonoma di soggiorno sarebbe l'antenata dell'Apt (Azienda di promozione turistica). Ambito centro di potere, nei primi anni la nomina del consiglio di amministrazione era ministeriale (dunque a maggioranza Dc e Psi); nel '78 l'istituzione passa alle regioni, quindi cambiano gli equilibri. Negli uffici dell'azienda e dello Iat sono passati fior di misanesi. Qualche nome: Eraldo Berardi, Claudio Baschetti, Guglielmo (Nino) Guerrra Augusto Del Bianco, Mauro Zanni, Sandro Tiraferri, Sandra Biagini. Tre le sedi: via Piemonte, via Repubblica (Palazzo Bigi) e via Marconi (dov'è oggi). I presidenti 1962 - Carlo Faragona 1968 - Giuseppe Genga 1973 - Giuseppe Genga 1978 - Nicola Sebastiani
Pooh in concerto, e furono polemiche roventi
I Pooh in concerto
- Capelli biondi, fisico longilineo, esaltato dalla pedalata con un leggero vestito pastello al vento. Si ferma e in chi scrive c'è una punta di orgoglio del genere. Ma è un attimo, chiede l'attraente signora: “Lei, lavora al giornale.... Deve scrivere che non ci sono misanesi figli di un dio minore per il concerto dei Pooh. Le sedie davanti erano occupate dal sindaco con famigliari e amici e dai dipendenti comunali. Invece, andavano date ad anziani e gente in carrozzina... La fotografia è intollerabile”. Il concerto dei Pooh dello scorso 3 luglio, il richiamo della Notte Rosa misanese, ha fatto parlare e diviso mezza Misano. Lira più, lira meno, è costato circa 100mila euro. Da una parte c'è chi dice che dato i tempi, dato il particolare momento economico,
la cifra è fuori luogo? E che forse lo spettacolo poteva costare anche un po' meno. Niente 67 orchestrali, niente faraonico palco. E un po' più di sobrietà da parte della band. E forse sul compenso si poteva tirare... In alternativa, optare per artisti meno cari ma non meno bravi. Sull'altro lato della barricata, ci sono coloro i quali argomentano che Misano è una città che vive di turismo. E che ci vogliono degli investimenti per attirare ospiti e fare presenze e incassi. Insomma, tutto ok. Sul palco, uno della band Pooh, Dodi Battaglia (grazie alla zia ostetrica misanese, ha frequentato la riviera fin da ragazzo), ha ringraziato Misano per l'invito... Domanda: 60mila euro sono un invito? La retorica dello spettacolo.
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Agosto 2013
MISANO
Esposizione per sensibilizzare Rimini Autismo che ha sede nella bella villa misanese
Centro Del Bianco, biciclette in mostra …BC… in fotografia – Mostra fotografica di Loredana Cecchini, Carla Lunedei e Vanna Murgia ospitata a Villa del Bianco di Misano Adriatico - organizzata da Rimini Autismo con il Patrocinio del Comune di Misano Adriatico - fino al 30 agosto. … BC … Bici. Biciclette. Diversamente espresse. Tante. Quelle in attesa, quelle devote. Quelle ferme. Una, a guardare il tamericio marino piegato al vento e dietro un muro rosa, su cui il sole disegna forte e chiara l’ombra dell’arbusto, oltre le sagome delle cabine, la sabbia che porta al mare. L’altra, “spiaggiata”, lasciata lì, in fretta dal suo padrone, forse a correre dietro ad occhi appena intravisti. C’è la bici della “fine giornata”, accompagna l’uomo sulla riva del mare di Argostoli – Cefalonia – lei, si appoggia all’albero, lui, si toglie la maglietta bianca e si appoggia al mare. E quella da donna, bianca con i copriruote azzurri, stesso azzurro il cestino, lasciata con il manubrio rivolto verso il murales, così da potersi divertire alla visione di quei pesci enormi e ammiccanti che vanno per il muro. Sono 31 foto di bici diversamente coniugate e scattate un po’ in giro per il mondo da Loredana Cecchini, Carla Lunedei e Vanna Murgia in mostra al terzo piano della Villa del Bianco a Misano Adriatico. …BC… in fotografia, questo il
COMUNITA'
di Pasquale D'Alessio titolo della bella, intensa mostra fotografica la cui inaugurazione è avvenuta domenica 21 luglio - alle ore 18.00 - presso la Villa che è anche sede estiva dell’Associazione Rimini Autismo. Lo scopo dell’iniziativa – la mostra chiude il 30 agosto - è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’autismo e nel contempo pubblicizzare le tante attività svolte dall’associazione a cui le tre fotografe sono da tempo legate. Dunque, comunque biciclette. Quella devota all’arte che
davanti al Duomo di Giotto, a Firenze, si inchina e si capovolge mentre intorno le pozzanghere d’acqua appena piovuta come tasselli di un mosaico dove si specchia Giotto. Quelle devote all’attesa, fotografate al porto, appoggiate al muretto che divide il sentiero dalla sabbia, sono due: una rossa, l’altra color argento: un “lei e lui” – come recita la didascalia – in attesa di un lei e di un lui dopo la passeggiata al mare, una discussione, un bacio, un silenzio, la carezza. Altre due attendono, mentre ascoltano i Simpsons che parlano con una Dea che reca in mano una sfera e a lato un cuore rosso a metà. A Copenhagen, è nera la bici che aspetta appoggiata al muro di casa celeste tenue, appena sopra la sella un ciuffo di rose rosse. E quelle STRETTAMENTE PERSONALE
Fontane senza rubinetto, colpa dei misanesi - Scoperto il motivo per il quale le due fontane a colonna di via Marconi sono prive dei rubinetti. Senz'acqua sono avvolte nella solitudine della tristezza. Sembra che l'amministrazione comunale li abbia tolti, i rubinetti, per impedire a qualche anima in sovrappensiero di utilizzate l'acqua pubblica a scopo privato. Il danno maggiore sembra che arrivasse da chi ci andava a lavare la secchia dopo aver fatto il cemento. Per ragioni di sbadatezza (???), i protagonisti facevano cadere la malta residua nel catino della fontanella che diventava durissima, con logiche conseguenze. Detto questo, perché non riposizionare i rubinetti durante i mesi estivi? Quando la fontanella è civiltà. Basterebbe dirlo agli sbadati.
Il logo dell'evento Villa Del Bianco. Giuseppe Del Bianco è stato tra i grandi benefattori della provincia di Rimini
ferme, appoggiate, in sosta, le ruote non girano, le pedivelle immobili: l’una davanti all’altra come in uno specchio; quando le vedi così le bici, come le hanno fermate le tre fotografe Loredana Cecchini, Carla
Lunedei e Vanna Murgia sembrano pensieri a riposo, solitudini che si possono attraversare. Amore che si può attendere. Nei pressi di Zanzibar, sulla spiaggia di Bwejuu, il mare alla fine della sua corsa tratteggia con la
schiuma bianca il suo limite, il ragazzo sulla sua bici passa, il suo sguardo tratteggia l’orizzonte. Quelle che passano, davanti alle lamiere di alluminio ondulate, a modulare un’ombra ballerina. Hanno carattere queste BC, hanno odore, portano lontano perché arrivano da lontano. Sono tipi, stili, personaggi, fanno compagnia per una vita. Una volta erano la vita stessa, le bici, Vittorio De Sica lo raccontò. All’entrata della mostra, le bici disegnate dai ragazzi del Centro. Bici magiche. Giungono a noi da viaggi che noi fatichiamo a ri-conoscere. Facciamo fatica a comprendere, a capire. Ma ogni tanto, forse, basta poco, basta salire sulle biciclette disegnate dai ragazzi e forse è anche ciò che chiede la mostra, salire e avere fiducia. Affidarsi a loro. Ai ragazzi del Centro Estivo di Villa Del Bianco di Rimini autismo.
AMARCORD
Addio a Goffredo Amadei - Goffredo Amadei se n'è andato prima del tempo. Improvvisamente, lo scorso 23 luglio. Aveva 66 anni. Lascia la moglie Adriana e due figlie, Barbara e Ylenia. Originario di Montegrimano, residente a Scacciano, Amadei ha contrassegnato la vita di Misano negli ultimi decenni; direttore delle Poste di Misano Monte, conosceva moltissimi misanesi. Si era impegnato anche in politica. Che la terra gli sia lieve.
Goffredo Amadei, 66 anni
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- Era da un anno e mezzo che corteggiava Lidia, una ragazza bellissima e per lui “irraggiungibile”; per via del pudore dei 19 anni, prim'ancora che per la calvizie arrivata con troppo anticipo. Mentre era nei paraggi per cercare di incrociare la fanciulla, si imbatte nella madre: “Signor Giorgio, perché non viene in casa a frequentare mia figlia?”. “Sa, signora, a me piacerebbe, ma bisogna essere in due”. Quel tocco della signora, è una delle prime “fortune capitate a Giorgio Magnani”. Sarebbe diventata la suocera; porta un nome antico, Luigia, ed ha 93 anni. Settantatre anni, decano dei tecnici misanesi, Giorgio Magnani è uno dei professionisti più noti della provincia di Rimini e non solo. Ha progettato, costruito ed accatastato con successo dalla fine degli anni Sessanta ad oggi edifici ed urbanizzazioni che hanno fatto la storia di questo territorio: Misano, Riccione, Cattolica, Rimini, Pesaro. L'ultimo prestigioso lavoro è una villa di fattura e dimensioni palladiane di cui essere orgogliosi a Montecchio, su commissione di un importante industriale. Di lui, poco prima che morisse disse il geometra Cesarino Berardi, dalla cui matita sono usciti la maggioranza degli alberghi misanesi: “Magnani è un grandissimo lavoratore. E' in ufficio prestissimo la mattina e ci resta fino a sera tardi”.
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MISANO
Giorgio Magnani è il decano dei tecnici misanesi. Orgoglioso dei clienti come autodromo, San Pellegrino, Oliviero
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“Fortuna, lavoro e tenacia” Ha progettato in tutta la provincia. Tanti fiori all'occhiello. L'ultimo è una villa a Montecchio su commissione di un importante imprenditore
Giorgio Magnani nel suo studio
UOMINI Quel grandissimo lavoratore ha firmato centinaia di progetti e sempre, come ama rimarcare, grazie all'aiuto della fortuna. Quando racconta le tappe-fondamentali della sua vita inizia sempre con : “Grazie alla fortuna”. Dice della fortuna: “E' qualcosa di astratto, ma che ti serve in ogni operazione. Spesso è questione di un passo avanti, o di uno indietro, e la vita assume altre sfumature. C'è una certa operazione che in base al giorno prima o a quello dopo trasforma l'esistenza. Personalmente, la mia grande fortuna è stata la famiglia; poi il lavoro”.
Originario di San Giovanni in Marignano (Isola di Brescia per l'esattezza), il babbo era il fattore dei Verni. Il giovane Giorgio segue le orme paterne. Si diploma in Agraria a Pesaro. Inizia presto a lavorare. Prima al frantoio Asmara; successivamente nella cantina dei Verni a Cattolica (dove oggi si trova il Conad Diamante). Si imbottigliavano vini e spumanti di pregio. Nel 1959 la famiglia arriva a Misano. In una casettina in via Repubblica ap-
pena al di sopra della ferrovia. La progetta Cesarino Berardi. L'abitazione sarebbe poi diventata la pensione di famiglia (grazie alle cambiali per acquistare altre cambiali, alla voglia di fare e alla dea bendata). La svolta di Magnani è nei primi anni Sessanta; i Verni falliscono. Quando si chiude una porta e si apre il fatidico portone. Ricorda: “Senza lavoro, vado a trovare l'amico Cesarino, che aveva lo studio dove c'è l'albergo ‘Gala’. Gli chiedo se poteva farmi fare qualcosa. Allora i periti agrari potevano piccole cose nel settore edile. Cesarino mi risponde che ci voleva il diploma. Io tra me e me mi dico che sarebbero bastati 1-2 progetti l'anno per sopravvivere. Torno a scuola; in due anni mi diplomo. Nel frattempo per Cesarino effettuo ri-
lievi, misure, planimetrie. Soprattutto iniziai a studiare il catasto. E mi feci anche un nome”. “Nel 1967 - continua nel suo racconto Magnani, da giovane passione per il calcio e il tennis, oggi invece si diverte sui campi delle bocce - mi iscrissi al collegio. Uno stanzino della pensione divenne il mio studiolo. La prima progettazione fu la casa di Alfredo Gambuti, angolo via Baracca con via [la figlia, oggi, è la sua segretaria, ndr]. Con quel lavoro iniziai a darmi un po' di ‘arie’. Ero giovane; quando mi chiamavano geometra, mi faceva piacere”. “La mia fortuna fu che mio padre, Pio, - continua a frugare nella memoria Magnani - inizia a vendere i lotti per conto della famiglia Verni e agli acquirenti consigliava la mia progettazione...”. “Altre fortune”. A cavallo tra gli anni '60-'70, la famiglia De Nicolò di Cattolica gli fa fare la cosiddetta lottizzazione Santa Lucia a Torconca. In tutto una sessantina di case bi-familiari. Negli anni è diventato amico dei tre fratelli De Nicolò, poi diventati alti prelati; soprattutto di Paolo. Da anni accanto ai papi. Mariano è stato vescovo di Rimini. “Quella fortuna” al fianco, poggiava su un intreccio di lavoro e carattere. Il mattino dalle 7,30 sui cantieri; il pomeriggio progettazio-
ne. Da solo, i primi; con 8-10 progetti al mese e nottate sui disegni. Nei primi anni '70, arriva un collaboratore part-time. Poi altri due. Oggi, lo studio Magnani è composto da 6 persone, più professionisti esterni. Con lui anche i figli Roberto, Enrico e il genero Andrea (marito di Silvia). Nel suo studio, negli anni, si fanno i progetti dei capannoni misanesi a Ca' Meli (dove c'è Oliviero), le abitazioni in via Castrocaro a Riccione (la strada del palazzo comunale). “Altra svolta fortunosa”, negli anni '80. I figli vanno a scuola alla San Pellegrino. Giorgio Magnani dà una mano nei preparativi per le feste. Gli chiedono qualche indicazioni per le piante; nasce la fiducia. Da allora ne è il tecnico. Dai primi anni '80, è anche il professionista dell'autodromo. Su richiesta di Umberto Trevi e Mariano Spigarelli ha presentato i progetti per la pista del motomondiale. Magnani: “A volte i rapporti scaturiscono da sciocchezze e si forma il legame”. Altro cliente pesante: Oliviero. A chi gli chiede i principi dei suoi lavori, afferma: “La funzionalità, il pensare all'economia, la bellezza. Difficile mettere d'accordo tutt'e tre le strade, ma ci si prova”. Magnani è uomo dalle facili relazioni; altra freccia nella faretra della sua personale “fortuna”. C'è l'orgoglio di essere diventato amico dei bolognesi Luciano Marchesini, titolare di Galotti Costruzioni (nessun rapporto professionale) e di Testoni (il signore delle scarpe). Rammarichi in un'esistenza di successo. Con alle spalle le fotografie dei cinque nipoti, afferma Magnani: “Non aver trasmesso ai figli la sensibilità per le difficoltà. Gli ho fatto vedere un mondo più roseo di quello che dovrebbero affrontare”.
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MISANO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
- Oggi è, senza alcun dubbio, un gran bel negozio il Biba Boutique in Via Platani a Misano, quello all’angolo con la Via Marconi lato mare, che Antonio Gaia e la moglie Anna Tombari conducono da quasi quarant’anni. Già sulla porta si resta colpiti dall’architettura dell’interno: pavimento scuro a gradoni, scaffalature in acciaio inox e vetro, merce a vista sapientemente illuminata per esaltarne i colori … “è l’effetto del visual merchandising” dice Antonio, “è stata mia figlia Giorgia a proporcelo, aveva lavorato per un periodo breve, ma molto intenso, all’estero in questo settore”; e dalla pulizia: non un grano di polvere, nemmeno negli angoli più remoti; non l’impronta di un dito, in tutto quell’acciaio e vetro. Un ragazzino di Misano Cella, Antonio, che già dall’età di tredici/ quattordici anni, finite le scuole medie, va in bottega a imparare un mestiere: il sarto; perché il sarto? “Per la necessità di fare qualcosa d’estate; e poi era vicino a casa, era un lavoro pulito, un lavoro ordinato... mi piaceva anche. Il mio primo maestro è stato Cesare Berardi; poi sono andato a Morciano da Mazzini e, infine, da Pironi. Smessi i panni del sarto, nel ’74 ho cucito l’ultimo vestito, per due/tre anni ho fatto il commesso, d’estate, da Fantini in Viale Ceccarini a Riccione che, all’epoca, con Oscar Mordini, era una delle due più grandi boutique. Nel ’75 ho aperto un negozio mio qui, dov’è ora, con mia moglie Anna. Ero giovane, avevo 23 anni. Comprai la licenza da uno di Modena; il negozio si chiamava Biba ed era un po’ all’avanguardia. Abbiamo mantenuto il nome e, inizialmente, anche il taglio, un po’
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Biba, sobria bellezza, negozio da blasonato centro del mondo. Da 38 anni significa Anna e Antonio Gaia
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Vestire con i colori dell'innovazione
I due negozi Biba (quello per bambini reca anche una filastrocca. Lo gestisce la signora Anna)
E' uno dei fiori all'occhiello del commercio della provincia di Rimini. Ricerca e innovazione
Antonio Gaia, il sarto-imprenditore
LA STORIA di Teresio Spadoni diverso dal solito, un po’ originale, rivolto ai giovani... a mia moglie piaceva... lei era una tosta, allora! Poi nel tempo ci siamo evoluti cercando prodotti che a Misano non c’erano; abbiamo cominciato con l’andare alle presentazioni di Pitti Moda a Firenze, di Milano Moda,
per cercare le aziende che erano più avanti. Nell”83/’84 abbiamo comprato l’immobile e dai venti metri iniziali è diventato circa sessanta; oggi, dopo l’aggiunta del negozio a fianco è centottanta metri. Nell”88 abbiamo aperto quello per l’abbigliamento da bambino, che mancava a Misano. A onor del
vero, va detto che io ero dell’idea di aprire un altro punto vendita a Riccione, in Viale Ceccarini; avevo anche trovato il negozio che faceva al caso nostro, quello dove adesso c’è Di Matteo; l’investimento sarebbe stato di poco superiore a quello che abbiamo affrontato qui. Ma Anna non è stata d’accordo; lei preferiva diversificare e restare su Misano. Quando siamo partiti nel ’75 non avevamo un soldo; rischiammo, come tutti, facendo cambiali...
tre milioni e mezzo costava la licenza allora, tre milioni e mezzo... nel ‘75! Subito abbiamo capito che quella presunzione tipicamente romagnola del “a fèm da pèr nóun”, che ha finito per confinare le idee anche buone di tanti fuori dal tempo, non era adottabile: quando tratti di moda non te lo puoi permettere. È per questo che, per esempio, nonostante la penuria di risorse, per l’allestimento delle vetrine ci siamo rivolti a personale qualificato (anche se la cosa era ritenuta da molti un po’ strana, un po’ fuori dai canoni); le cambiavamo ogni quindici giorni, perché alla gente volevamo offrire sempre qualcosa di diverso. Questo è un lavoro che se vuoi farlo bene, devi rinnovarti continuamente e quello che metti in
vendita deve essere adeguato ai tempi; oggi noi offriamo al cliente i marchi che vanno per la maggiore Fred Perry, Est Polo, Desigual. Ogni sette/otto anni, massimo dieci, il negozio va rifatto e ogni volta attraverso l’architettura dell’arredo racconti un’idea. Le colonne rivestite di acciaio, le scaffalature a soffitto, le vetrate alte tre metri e mezzo, rendono il negozio importante. Così com’è ora questo è un negozio che potrebbe figurare benissimo nei centri più importanti della moda italiana: Via Frattini o Via Della Spiga a Milano. Stesso discorso per quello dell’abbigliamento da bambino; sta andando benissimo, e alla vista è forse ancora più bello di questo. L’impostazione è simile, e anche là, abbiamo tutte le aziende più importanti del settore: Desir, Fred Perry, Everlast, Paul Frank. Ogni anno andiamo a Pitti Bimbo a vedere le nuove collezioni! Per avere successo devi essere informato; lo devi capire quando un marchio non tira più; devi fare un po’ come l’agente di borsa, devi riuscire a trovare il titolo che cresce. La polo dell’Australian, per esempio, non la compro più: l’ho sostituita con la West Polo. La Desigual sono già da diversi anni che è sul mercato e piace ancora molto. La ricerca va fatta andando a vedere le sfilate di moda a Firenze, a Milano, negli show rom quando vengono presentate le nuove collezioni.” Arriva l’Anna col flacone del pulitore in una mano e il panno nell’altra. Allora, chi è la mente di questo negozio? E Antonio: “è l’Anna, l’Anna...”. “No, no, è una collaborazione. Siamo partiti da ragazzini...”.
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MISANO
Una ventina di familiari dal Lussemburgo. La gioia di vita.. Sulle maglie anche il nome “Misano Adriatico”
Prima 1.150 km in bici. Poi 15 giorni a Misano
I magnifici sei festeggiati dalla famiglia Gamboni del Vienna e dall'assessore al Turismo di Misano
- Da dove la prendi è una bella storia. Di persone che si divertono con la vita (lavoro compreso). Prima di 15 giorni di meritata vacanza presso l'hotel “Vienna” della famiglia Gamboni, nove familiari (6 in bici e 3 al seguito) hanno percorso in bicicletta 1.150 chilometri, scalando 8.600 metri di dislivello, in sette giorni, alla media di 26,6 km/h. Partiti il 10 luglio, sono arrivati a Misano il 17. Percorso: Lussemburgo – Misano Adriatico. I sei ciclisti: Claudio Defendi (55 anni), 4 dei suoi figli, Luca (27), Marco (24), Fabio
LA STORIA
- Il signor Luigi ha una grande passione per la storia. Meticoloso, colto, garbato, è bibliofilo. Quanto segue è farina del suo sacco. E riguarda le varie denominazioni di Misano. Fino al 1862, decreto reale del 14 dicembre, era semplicemente Misano. Con l'Unità d'Italia, avvenuta nel 1861, i Misano del neonato stato erano ben tre. C'era Misano (Olona), provincia di Pavia, Misano (di Gera D'Adda) e la Misano (Adriatico) romagnola. Le tre denominazioni sono pubblicate nel libro “Elerenco dei Comuni per regio decreto. Il libro dei Comuni”, Napoli 1873, tipografia Gateano Nobile. Tuttavia non si conoscono quali ragioni sottostanno a Villa Vittoria; si sono perse anche le supposizioni. Insomma, i nomi furono caratterizzati per non confonderli. A quest'epoca risalgo-
BACCHINI ADRIANO
(20), Alessandro (18) e Emmanuel Vinciotti (48), il cognato di Claudio. I tre accompagnatori in auto: Novello Vinciotti (papà di Emmanuel), Gina Defendi, moglie di Emmanuel e Lisa (15), figlia di Claudio Per i curiosi e gli appassionati, le tappe: 1. Strasburgo (197 km), 2. Lago di Costanzo (D) (176 km), 3. Chur (Coira – CH) (163 km), 4. Chiavenna (I) (137 km), 5. Caravaggio (I) (122 km), 6. Bologna (200 km), 7. Misano Adriatico (151 km).
Ad aspettarli all’arrivo, al “Vienna”, c’era il resto delle famiglie Defendi e Vinciotti e l’assessore allo sport del Comune di Misano Adriatico, Claudio Baschetti. Il quale, per l’occasione ha regalato una t-shirt ricordo. E ancora: una simpatica accoglienza con bibite rinfrescanti e spumante. Infine, un trofeo ricordo dalla famiglia Gamboni. I Gamboni sono eccellenti albergatori. Hanno una struttura rinnovata ed accogliente; in cucina la signora Gamboni. A giostrare il resto il marito, i figli e le rispettive
metà. Naturalmente, si mangia alla romagnola: bene. Informazioni dettagliate sull’impresa, con l’intero percorso e foto ricordo possono essere visitate sul sito aperto per l’occasione: www.team-misano.lu. I lussemburghesi sono di origine italiana; le famiglie emigrarono ai primi del '900. Hanno il doppio passaporto. Fanno sapere che in Lussemburgo almeno il 20 per cento della popolazione è di origine italiana. Insomma, a pensare alle loro storie, ce la possiamo fare.
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LA CULTURA
Cultura, cibo stellato per la mente - “Gustavo è un draghetto”. Afferma un estimatore del direttore della biblioteca. Anche il ciclo delle “Conferenze sotto le stelle”, Misano le ha archiviate con il pienone. Cose di cui essere orgogliosi. Non è facile portare più di 200 persone che arrivano da ogni dove, ad ascoltare intellettuali, seppur di livello assoluto. Le ragioni del successo sono molteplici. Forse la più imporrtante è questa, gli incontri misanesi hanno alle spalle circa trent'anni di vita. Insomma, quando uno mette giù piante nobili prima di vederle belle e grandi ci vuole tempo. Amministrazione comunale e Cecchini hanno avuto pazienza e perseveranza. Molti intellettuali vengono a Misano senza gettone. Nell'ultima tornata appartengono a questa schiera personaggi come Remo Bodei, Stefano Zamagni e Benvenuto. Anche il filosofo Massimo Cacciari scende a Misano per il piacere della tagliatella e l'amicizia col direttore della biblioteca.
Da Misano a Misano in Villa Vittoria A Misano Adriatico Dopo l'Unità Misano Monte, il castello e la chiesolina prima dei bombardamenti della II guerra mondiale. Sembra che nell'oratorio ci fosse un prezioso dipinto del Cagnacci
no anche Santarcangelo di Romagna, Morciano di Romagna, Montefiore Conca, San Giovanni in Marignano... Misano in Villa Vittoria diventa Misano Adriatico nel 1938, “dopo tre anni dalla richiesta ufficiale”. Quella delibera comunale è datata 1935,
n. 34 Reca: «Visto che... per quante ricerche siano state fatte non si è arrivato e non si arriva a comprendere per cui Misano sia stato denominato «in Villa Vittora»... Osservato pure che tale denominazione nulla rammenta e non richiama la posizione geo-
grafica e topografica del comune; esaminati i vari appellativi che potrebbero addattarsi a questo comune e cioè: quello storico di «Castello» o quelli geografici di «Conca» e «Adriatico»; ritenuto che il più chiaramente adatto in considerazione anche della zona co-
d'Italia, col Regio decreto del 1862 per distinguerla da altri due Misano stiera nella quale sta sorgendo una promettente Stazione balneare... sia appunto l’appellativo di «Adriatico»... Delibera per questo Comune la sostituzione della denominazione di Misano in Villa Vittoria con quella di Misano Adriatico». Palazzi comunali Scrive il massimo storico misanese Vincenzo Rossi nel
libro “Misano A. ieri oggi”: “La sede comunale si trovava in quell'epoca [1862] nell'ala destra del Castello e qui rimase ancora per circa mezzo secolo. Nella seconda metà dell'800, resisi ormai inadeguati i vecchi locali, fu costruito un nuovo palazzo sul lato est della piazza principale, dove trovarono posto più degno i vari uffici, il voluminoso archivio e, a pianterreno, due ampie sale riunioni”. Si legge nella nota 34 di piè' pagina: “La costruzione del Palazzo comunale, deliberata dal Consiglio nella seduta del 14 maggio 1969 (spesa prevista L. 10.000) fu ultimata nell'anno 1873. Nel 1949, col trasferimento del Comune a Misano Mare, il palazzo è stato utilizzato come edificio scolastico”. Il palazzo comunale attuale fu progettato dallo scaccianese Cesarino Berardi, scomparso alcuni anni fa.
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PORTOVERDE
Nel Parco dei Fiori. E in spiaggia la nuova moda
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E prima di dormire, favole Sup, nuovo sport in spiaggia Foto Marzio Bondi
Portovrede, favole in giardino (Foto Marzio Bondi)
- “E prima di dormire… favoled!”. E’ questo lo slogan che l’assessore alla Cultura del Comune di Misano Adriatico, Livia Signorini, ha coniato per la manifestazione che, quartiere per quartiere, porta ai più piccoli le favole raccontate ed interpretate dall’attore - narratore Marcello Franca. Evento realizzato con il contributo volontario dei comitati di quartiere che con passione allestiscono i parchi delle frazioni per coccolare tutti gli ospiti: quest’anno si è aggiunto Portoverde dove, nella suggestiva cornice del parco
COMUNITA' dei Fiori, si è svolto mercoledì 24 luglio dalle ore 21 l’incontro tra un “Mago Merlino narratore” e una piccola folla di bambini accompagnati dai propri genitori; tutti insieme ad ascoltare una favola all’aria aperta circondati dal verde e da una cornice di musica. Non poteva mancare alla fine della narrazione un momento di gioco collettivo dove i piccoli ospiti si sono divertiti con un piccolo lavoro - ricordo di collage e un dolce / salato rinfresco
offerto dal comitato di quartiere di Portoverde. Il successo della manifestazione è dovuto, oltre che alle doti del “Mago Merlino narratore”, alla attività dei volontari del comitato di quartiere che hanno allestito l’impianto scenografico e sonoro. Sono queste le attività dove il vivere insieme e per gli altri trovano le maggiori soddisfazioni: condividere una fiaba ed un gioco come un momento di vita comune di un quartiere dove si riuniscono vacanzieri e cittadini all’insegna di un sorriso. L. L.
- Sup: il nuovo sport delle spiagge. Su una tavola simile a quella del surf si pagaia in piedi e si può fare fitness. La nuova moda dell’estate è di abbinare la classica tavola alla pagaia e remare in piedi mentre le onde aiutano ad andare ancora più veloce. Sup (acronimo di Stand-up paddle), dopo aver incantato sportivi e vacanzieri sulle spiagge di mezzo mondo e stregato California e Hawaii, sta sbarcando in Italia con un successo insperato. In pochi mesi le persone che vogliono imparare la disciplina sono quadruplicate. Il divertimento è assicurato, soprattutto nei mari dove le onde non sono quelle dell’oce-
SPORT & BENESSERE ano. L'abilità è imparare a cavalcare l’onda e a conoscere le correnti; ovviamente, però si può cominciare anche senza onde a remare sulla tavola in ginocchio o in piedi. In Polinesia il Sup è quasi uno sport nazionale e ha anche una tradizione storica. Alle Hawaii non c’è praticamente bambino o anziano che non lo abbia la sua tavola. La tavola da Sup è differente dalla classica del surf ed è tecnologicamente più avanzata, è costruita con un mix di polistirolo, fibra di vetro e una speciale resina
e può avere una dimensione doppia o anche tripla di una normale tavola da surf. Piace a divi come George Clooney e Rihianna. Sta prendendo piede nelle località marittime di casa nostra anche il Fitness Sup, l'ultima tendenza in fatto di salute. A Portoverde, ai bagni Paolo, numero 76, con la gestione del Circolo Velico Mure a Dritta, si può provare la versione fitness sulla tavola: si può non solo pagaiare, ma anche cimentarsi con esercizi classici come gli addominali, i piegamenti sulle braccia, sulle gambe e tanti altri esercizi . Bastano un po' di coordinazione e senso dell'equilibro.
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Giornale di Misano
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A tale anno risale il primo documento che racconta dell'edificio religioso IL PROGRAMMA
Tre giorni di eventi
VENERDÌ 23 20.30 - S. Messa 21 - Processione con il S.Crocifisso per le vie del paese illuminato SABATO 24 17 - S. Messa 18-21 - Palio del Capitano di Castello (gara in costume d’epoca fra le frazioni di Misano) con partenza da Piazza Castello 20.30 - Orchestra “D'Angiò e Luisella”
DOMENICA 25 11 e 16.30 - Ss Messe 12.30 - Ricco pranzo comunitario con menù tradizionale (euro 20) aperto a tutti. Per prenotazioni: tei. 0541 690561 ore pasti - 690793 17 - Grande festa con l’Orchestra Spettacolo “La Nuova Romagna Folk” 20 - Esibizione di danze orientali delle “Danzatrici di Amina” 23 - Spettacolo pirotecnico Sia sabato che domenica durante la festa: Mostra fotografica “Come eravamo”, Mercatino del Libro e dell’Usato. Pesca di beneficenza, stand gastronomici, pizza nell’antico forno del chiostro (il bellissimo selciato è un monumento), giochi per bambini.
Chiesa, il 997 la prima volta - Il primo documento che parla della chiesa di Misano Monte risale al 997 e ci si rivolge al vescovo di Ravenna. Bisogna aspettare al XII secolo per avere molti pezze scritte che testimoniano dell’esistenza di un edificio religioso. Scrive Egidio Brigliadori, un attento storico di cose religiose nel libro “Religiosità in Valconca”, edito dalla Banca popolare Valconca: “...risulta evidente che già prima del Mille il territorio plebale di Sant’Erasmo (la chiesa un tempo era intitolata a San Biagio e Sant’Erasmo) si estendeva fino a Sant’Andrea in Casale e oltre a Morciano al fondo di Casarola. Ma quali altre chiese appartenevano al territorio e alla giurisdizione ecclesiastica di Misano? Dovremo tenere conto in primo luogo che il territorio e la sua giurisdizione ha subito diverse variazioni lungo i secoli... Purtroppo il documento più importante e più antico che ci permette questa ricostruzione, la bolla di papa Lucio II del 1144, risulta solamente la chiesa di
Il Crocifisso ligneo
sant’Andrea in Casale dipendente da Sant’Erasmo. Alla fine del 1200, dipendono da Misano monte le chiese di Sant’Andrea in Casale, San Clemente, Cevolabate, Scacciano. Nel 1577, si ha che la chiesa di sant’Erasmo e detta anche di san Biagio. L’attuale chiesa venne co-
struita a metà ‘800 su quelle vecchie fondamenta. Un prete, Mauro Amati, scrive nel 1863 della nuova costruzione ricordando la vecchia: “...vi ha differenza solo in questo, che la sua facciata di prospetto era volta all’oriente, a ponente il presbiterio, al lato destro gli ingressi. Inoltre la sua struttura alla ma-
niera delle chiese primitive mancava di ogni architettura. Vi scorgevi quattro mura, le quali formavano un vasto ambiente a cavalcatura e così basso, che in estate per il soffoco era insalubre”. Queste antiche mura sono quelle della nuova cappellina ricavata da un vano della vecchia cantina.
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Giornale di Misano
Il 24 agosto 18-21. Terza edizione, gare in costume fra le frazioni. Ha sempre vinto Misano Monte Giochi ideati da Cesare Bagli. Le 7 sfide: tiro alla fune, ratto della sposa, seggiolino del papa, corsa coi trampoli, corsa nei sacchi, taglio del tronco, pentolaccia
Palio del Capitano di Castello
Fotografie in concorso - Il concorso “Misano in digitale” è stato organizzato dal Circolo fotografico di Misano Monte e dal Comitato di frazione di Misano Monte. Si sono occupati dell’evento Daniela Gasperi e Thomas Monticelli. Questa seconda edizione del concorso ha visto la partecipazione di circa 40 persone e l’esposizione di oltre 100 elaborati. La giuria era composta di fotografi professionisti o esponenti del mondo fotografico e amatoriale tra cui Daniele Casalboni (noto fotografo di Riccione), Laura Fabbri del Circolo fotografico di Coriano e da un noto artista fotografo; Il concorso è stato sponsorizzato dalla Trevi e da “Foto speed” di Daniele Casalboni; E’ possibile vedere tutte le foto che hanno partecipato al concorso fotografico
“Misano in digitale” andando sulla pagina facebook del “Circolo fotografico Misano Monte” e cioè https://www.facebook.com/ CFMisanoMonte ed accedendo alla sezione foto e cioè https:// www.facebook.com/ CFMisanoMonte/photos_stream I primi tre classificati del concorso sono stati: 1^ Silvia Magnani (“Di corsa nella diga”; 2° Roberto Serafini (“Luna su Misano”); 3° Marco Soave (“SCATTO#3”). Tre menzioni speciali: 1)Alesssandro Maioli (“17.00”); 2 Fabio D'Achielle (“Amiczia”); 3° Luca Vitagliano (“Invasione,primo contatto tra cielo e terra”). Il premio “Mi piace” di facebook è stato vinto con 274 preferenze da Antonella Botttalico (“Musica e natura”).
Stefano Giannini, sindaco di Misano, con il Palio
- Ecco che giungono i rappresentanti delle otto contrade, ovvero le otto frazioni di Misano Adriatico che il 24 agosto si sfideranno per vincere il palio del Capitano di Castello. Il 24 agosto a Misano Monte, durante la 135 festa del Crocifisso e della Collina si disputerà infatti la III edizione del Palio del Capitano, rievocazione storica dei festeggiamenti per l’indipendenza giuridica e istituzio-
nale ottenuta da Misano nel 1511. In quell’anno un editto riminese affrancò le frazioni misanesi dalla dipendenza giuridica e istituzionale di San Clemente, nominando un Capitano di Castello a guida della popolazione e a controllo dei territori. Sull’antica pergamena rinvenuta tra gli atti del Governo della Città di Rimini, si evince che la richiesta di indipendenza inoltrata da “Homini de Misano, Scazano et de la corte de Lagina” era stata considerata favorevole e che sarebbero dovuti essere provvisti di un loro Capitano, “perché ne risulta a loro e alla città honor e utile”. Giochi storici, dame e messere: per un giorno, il 24 agosto, Misano fa un passo indietro nel tempo di oltre 500 anni con il Palio del Capitano con cui si rievocano i festeggiamenti per l’indipendenza del territorio misanese dal Comune di San Clemente. In questa III edizione del Palio del Capitano scenderanno in campo, per le sette sfide previste, tutte otto le frazioni di Misano Adriatico, ognuna di esse contraddistinta dal proprio gonfalone e, ovviamente, dal proprio colore d’appartenenza con il quale le frazioni si sono rivestite nei giorni precedenti: Misano Monte,
che detiene il palio vinto nelle edizioni 2011 e 2012, con il colore giallo, Scacciano con il rosso, Villaggio Argentina con l’arancione, Misano Mare con l’azzurro, Belvedere con il verde, Cella con il bianco, Santa Monica con il viola e Misano Brasile con il blu. Dopo lo straordinario successo dello scorso anno, contraddistinto dalla grande partecipazione di centinaia di misanesi e dal forte seguito di turisti e visitatori, sarà nuovamente Misano Monte, rione vincitore delle due precedenti edizioni, ad ospitare i giochi all’interno del campo sportivo situato sul promontorio da cui si domina l’intero territorio comunale. Anche quest’anno, per accogliere al meglio i presenti, verrà allestita una grande tribuna da 200 posti a ridosso del campo da gioco. Brasile - Parco del Sole Ecco i rappresentanti di Misano Monte, contrada vincitrice dell’edizione 2012 che restituiscono il palio al Capitano di castello. Da oggi il palio torna quindi nelle mani del Capitano in attesa del vincitore della III edizione... quale delle 8 contrade se lo aggiudicherà? In campo scenderanno 64 giocatori, 8 per ciascuna contrada di
cui almeno 2 donne. I giocatori si cimenteranno in giochi di abilità a squadre o a singoli per conquistare l’ambito palio, opera dell’artista Tiziana Costa, ed una squadra di 8 arbitri vestiti con casacche in scacchi bianchi e rossi, vigilerà sulla regolarità delle gare. Sono previste 7 prove, un mix di forza e abilità, tra cui: tiro alla fune, il ratto della sposa, il seggiolino del Papa, corsa coi trampoli, corsa nei sacchi, taglio del tronco e la pentolaccia. Le gare sono precedute da un corteo di oltre 40 figuranti divisi tra tamburini, mangia-fuoco e dame di corte, appartenenti al gruppo della “Fabula saltica” e dell’Associazione “Corte Malatestiana” di Gradara. Sabato 24 agosto i figuranti sfileranno dalle ore 18 per la via principale di Misano Monte, da Piazza Castello sino al campo sportivo. Il corteo storico sarà aperto dal Capitano di Castello, seguito dai suonatori e dai componenti delle 8 contrade rispettivamente in fila dietro il proprio vessillo. Il Capitano leggerà, innanzi a tutti gli intervenuti, l’editto del Governo della Città di Rimini con cui Misano ottenne la libertà e l’indipendenza; a seguire chiederà ai concorrenti e agli arbitri che i giochi si svolgano con rispetto ed onore, dopodiché darà inizio alle gare. La Festa del Crocifisso e della Collina proseguirà sino a domenica 25 agosto. Dopo i giochi atleti e spettatori potranno rifocillarsi presso gli stand gastronomici allestiti a Misano Monte, con fagioli, cotiche, piadine farcite e tante altre libagioni.
Gli itinerari della buona tavola Bel racconto dello storico dell'alimentazione Massimo Montnari
Pomodoro, 300 anni per diventare il principe dell'estate - Il principe della dieta mediterranea non ha proprio nulla di Mediterraneo. Insieme a mais, patata, arriva dall'America grazie a Cristoforo Colombo. Nei primi tempi venne coltivato solo negli orti botanici, come una rarità. E' solo dalla metà del '600 che inizia ad essere prodotto su vasta scala. Non per scelta, ma per necessità: la fame. E l'orto era considerato zona franca del podere; non c'era corresponsione verso il proprietario. La pasta col pomodoro inizia ad arrivare sulle tavole solo ai primi dell'800 ed in quelle delle famiglie ricche. Le classi sociali più basse erano troppo conservatrici e prevenute verso il nuovo. Il pomodoro è nativo della zona del Centro America, Sud America e della parte meridionale del Nord America. Gli Aztechi lo chiamarono xitomatl, il termine tomatl indicava vari frutti simili fra loro, in genere sugosi. La salsa di pomodoro divenne parte integrante della cucina azteca. Si diceva che il pomodoro avesse proprietà afrodisiache; sarebbe questo il motivo per cui i francesi anticamente lo definivano
Il tipico frutto del Mediterraneo arriva dall'America nel 1540 portato dallo spagnolo Cortés. Ha rivoluzionato la “povera” cucina delle terre che si affacciano sul “nostro mare”. Nei primi tempi coltivato negli orti botanici. Di pubblico utilizzo solo dalla metà del 1600, causa la fame pomme d'amour, “pomo d'amore”. La credenza è presente anche in Italia. In alcuni paesi dell'interno della Sicilia, è indicato anche col nome di pùma-d'amùri (pomo dell'amore). Si dice che dopo la sua introduzione in Europa sir Walter Raleigh avrebbe donato questa piantina carica di frutti alla regina Elisabetta, battezzandola col nome di
apples of love (pomo d'amore). In Europa arrivò nel 1540 quando lo spagnolo Hernán Cortés rientrò in patria e ne portò gli esemplari; ma la sua coltivazione e diffusione attese fino alla seconda metà del XVII secolo. E fu figlia della fame e dell'aumento della popolazione Arriva in Italia nel 1596. Più tardi, trovando condizioni climatiche favorevoli al sud, l'originario
colore oro, che diede il nome alla pianta, diventa rosso, grazie a selezioni e innesti. L’industria del pomodoro è tipicamente italiana. La sua culla sarebbe stata Parma, nelle cui campagne dopo la metà dell’Ottocento i contadini producevano pani di polpa essiccata, al sole, e non per nulla chiamati “pani neri”. Avrebbe imposto la svolta il professor Rognoni, docente all’Istituto tecnico di Parma, che avrebbe sperimentato la coltura, nei propri poderi, dal 1865, e sarebbe stato protagonista della diffusione, prima del 1895, dei primi processi razionali, presto adottati da numerosi laboratori artigianali. Nel 1875 il piemontese (era di Asti) Francesco Cirio creò, intanto, a Napoli, la prima industria conserviera meridionale.
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Riflessioni 33 bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce
Agosto 2013
IMPEGNO CIVILE
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Il concetto di un tale diritto si esplicava in una forza che partiva dal Cielo e rendeva attuabile la sua efficacia sulla terra.
Riflessioni bibliche “Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa
LA RIFLESSIONE - La tolleranza è sempre indice di un potere sicuro. Da un potere insicuro nasce la pretesa dell'assoluto, nasce dunque la falsità, nasce il diritto divino del privilegio, nasce l'inquisizione. (Max Frisch)
Cappella Sistina (particolare)
di Silvio Di Giovanni - Dalla lettura dei “Testi Sacri” ci si accorge che la “Guerra Santa” è una trovata che risale alla cultura ebraica e che discende direttamente dalla costruzione del monoteismo al quale si accompagna la presunzione e la conseguente esaltazione del “popolo eletto”. Il popolo eletto, insegna la “Torah”, fin da più di 3200 anni fa, lo è per “diritto divino” e la storia, fino poco più di un secolo fa, ci ha insegnato quali siano state le deleterie conseguenze della pretesa di applicare il “diritto divino” nella gestione del potere sui sudditi da parte dei regnanti e delle Chiese, nel nostro passato e non solo. Questo “diritto divino” proveniva dal Cielo a sostegno del “popolo eletto” per dare la forza necessaria per sottomettere gli altri po-
Il popolo eletto, insegna la “Torah”, fin da più di 3200 anni fa, lo è per “diritto divino” e la storia, fino poco più di un secolo fa, ci ha insegnato quali siano state le deleterie conseguenze della pretesa di applicare il “diritto divino” poli, per schiavizzarli e/o annientarli quando era necessario. Il concetto di un tale diritto si esplicava in una forza che partiva dal Cielo e rendeva attuabile la sua efficacia sulla terra. Era lo stesso Dio che parlava ai suoi profeti e dava loro le direttive, poi il clero impartiva la parola d’ordine verso le truppe armate che, in suo nome, si sentivano investite dalla necessità di sottomettere gli altri popoli con ogni mezzo. In un momento di particolare fragilità del popolo ebraico, a causa delle continue guerre con i popoli vicini, gli ebrei si sentono minacciati addirittura nella loro esistenza. Allora Mosè sale sul Monte Sinai, ove Dio gli si rivolge direttamente per dargli sostegno. Fin da prima ed anche da molto prima della storia ebraica, i Sacerdoti agivano assieme ai regnanti, nel tipo di confraternita primitiva, per la gestione del rapporto tra il potere e il pubblico. Ma il popolo di Israele si sente
Religioni e guerre sante investito del merito di essere l’unico popolo caro all’unica sua divinità esistente. Questa divinità è Jahwèh che è visto come unico signore dell’universo che impone al suo popolo eletto di organizzare la vita sulla terra così come è nel Cielo. Basta leggere i passaggi dell’ “Esodo” e si vede come questo Dio considera, questo unico popolo prescelto fra tutti gli altri, quindi eletto, una sua “proprietà”, al quale popolo riserva protezione spianandogli la strada nella conquista degli altri popoli. Gli promette il possesso di una “terra promessa perenne”. Poco importa se quella terra è abitata da altri popoli ove della gente vive, coltiva i campi, cresce la prole, alleva il bestiame, gli uomini maturi hanno cura dei vecchi e dei bambini, mettono al mondo i lattanti, pregano altri dei. Dio ha deciso che li sterminerà (vedere l’Esodo 23, - 23). Ed è un fatto che questo Dio degli ebrei appaia una figura bellicosa, impietosa, certamente non buona né mite. E’ un combattente spietato che insegna al suo popolo eletto di far guerra agli altri popoli vicini. Addirittura per assoggettare la Palestina si inventano battaglie da guerra totale. Pensiamo al fatto di
aprire il mare in due parti e farvi annegare intere armate di inseguitori con la successiva chiusura delle acque. Questo Dio degli ebrei a cui si rivolge Giosuè [nel suo libro 10 (12 - 14)] ed ottiene dal Signor di fermare il sole alfine di prolungare il giorno onde poter portare a compimento la vendetta contro i suoi nemici, “perchè il Signore combatteva per Israele”. Oggi ci si potrebbe anche chiedere come fanno alcune parti di certi libri, che in pratica sono favole così poco edificanti, ad avere la pretesa di essere chiamati “scritti sacri”. I miti dell’Antica Grecia, senza pretesa di verità, sono favole scritte molto meglio e non così puerili. La
mitologia greca appare anche piacevole nella sua lettura: di Omero, di Esiodo e dei tanti cantori del suo tempo. Ma in certi scritti del “Vecchio Testamento”, a parte la infantile esposizione, non si riesce a cogliere alcunché di utile insegnamento educativo. Non si nota amore per il prossimo ma tutt’altro. Il Signore, a protezione del suo popolo eletto, invia eserciti di tafani e di zanzare sugli altri popoli vicini ad Israele per distruggerli, invia pioggia di pietre, di rane, trasforma l’acqua in sangue, scatena la peste, compie l’uccisione di ogni primogenito delle case non ebree (giacché ogni capofamiglia ebraico avrà avuto cura di segnare gli stipiti della propria casa con il sangue degli agnelli
sgozzati). Così il Signore passerà oltre e farà vendetta solo nelle case dove non saranno segnate col sangue gli stipiti (Esodo, 12 - 12 - 13 14). In verità sono insegnamenti semplicemente raccapriccianti. Per fortuna che sono solo favole, anche se del tutto non edificanti. Vediamo come sono esternate, riprese e scritte, certe direttive espresse dal Signore. Nel libro di Giosuè (6 - 20 21), ad esempio come viene riportata la distruzione di Gerico e con quale esaltazione: “Il popolo dunque gridò e i sacerdoti sonarono le trombe; e quando il popolo udì il suono delle trombe lanciò un gran grido, e le mura crollarono. Il popolo salì nella città, ciascuno diritto davanti a sé, e s’impadronirono della città. Votarono allo sterminio tutto ciò che era nella città, passando a fil di spada uomini, donne, bambini, vecchi, buoi, pecore e asini.” Vediamo poi come ai palestinesi questo Dio promette la “distruzione totale” cioè una “Guerra Santa” di tipo terrificante. Quando invece si trattava dei Cananei, questo popolo semitico che 5 mila anni fa, già occupava la Palestina e la Siria, stabilitosi poi nella terra di Canaan, (di cui facevano originariamente parte anche gli Ebrei e i Fenici), i combattenti ebraici potevano proporre di evitare il combattimento ed in segno di amore, fare semplicemente schiavo quel popolo anzichè sterminarlo. Bontà loro. Purtroppo la Guerra Santa è stata poi bene appresa anche dalla classe clericale e dirigente del cristianesimo. Fin dai primi cristiani che vedono gli ebrei quale popolo deicida (ricordiamoci il passo 6 - 44 del Libro di Giovanni del “Nuovo Testamento” ove viene insegnato che gli ebrei hanno “per padre il diavolo”, fino a Paolo di Tarso che non è pago di sottrarre una terra ai cananei (come Dio ha insegnato agli ebrei), ma vuole tutta la terra del mondo sotto il segno del Cristo con la spada. E così sarà poi dal IV secolo dopo Costantino, quando si assisterà alla ricerca e alla conquista del potere da parte della Chiesa, alla necessità di mettere subito fuori campo le altre religioni, alla benedizione degli eserciti e alla santi-
ficazione delle guerre di religione in varie parti del mondo. La storia testimonia purtroppo di milioni di morti in tutti i continenti in nome di Dio, con la Bibbia in una mano e la spada nell’altra. Quanti cristiani sono stati uccisi dagli stessi cristiani!! Pensiamo al genocidio degli albigesi, a quello degli Ugonotti, alle Crociate, alla Inquisizione, alla distruzione del popolo Incas, da parte della cattolicissima Spagna nel XVI secolo con i conquistadores, agli interrogatori sotto tortura, ai massacri, ai genocidi di cui è piena la storia del passato, in nome del proprio modo di vedere le cose con pretesa di verità che può derivare dalla fede cieca ed assoluta. Non è esente dal tributo di sangue, parte dell’insegnamento che proviene dal Libro Sacro dell’Islam. Se vi si fosse basato, in tutto e per tutto, su quelle sure del Corano secondo cui l’uccisione di un uomo vuol dire sopprimere l’intera uma-
Pensiamo al genocidio degli albigesi, a quello degli Ugonotti, alle Crociate, alla Inquisizione, alla distruzione del popolo Incas, da parte della cattolicissima Spagna nel XVI secolo con i conquistadores nità, la religione del libro apparrebbe amabile e desiderabile. Se gli ayatollah, i califfi, gli imam e i vari dignitari mussulmani avessero emarginato i fanatici della spada, gli impalatori degli infedeli, gli uccisori di ebrei e di cristiani ed avessero optato per l’amore della pace e della tolleranza, pensiamo quanto potrebbe essere stato diverso e migliore il rapporto tra i popoli di diverse religioni. Sappiamo purtroppo che così non è stato e non lo è ancora. Una luce di speranza potrebbe forse venire dalle novità di come vede e considera il mondo il nuovo Papa Francesco? La sua visione e la sua considerazione riuscirà a prevalere sulla Casta che lo circonda? Anche un altro nobilissimo Homo, sette lustri or saranno fra poco, aveva appena vergato un rivoluzionario programma. Ma l’Orco, tragico per Egli e provvidenziale per la circostante Casta, troncò sul nascere quel nobile zefiro. Il pensiero vuole ora riposare nella speranza che questi lustri non siano passati invano e che i tempi siano cambiati nella auspicabile direzione evolutiva. Lunga vita a Francesco.
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Montescudo
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Borgo malatestiano con panorama sontuoso ebbe come consigliere anche Filippo Brunelleschi. Caratteristiche: alte ed inclinate CHIESA TRARIVI Un’antica pieve. Distrutta dalla ferocia della Seconda guerra mondiale. A suo modo è stata recuperata ed è stata denominata la Chiesa della Pace. A ricordo del passaggio del fronte, è stato creato il Museo del- Montescudo e territorio è uno degli angoli del rimninese assolutamente da scoprire. Fuori dal giro turistico ma di bel valore, sia storico-artistico, sia ambientale. Ecco cosa non perdersi. MONTESCUDO TORRE CIVICA Risale al XIII secolo; seppur rivisitata ha mantenuto la struttura medievale GHIACCIAIA Di epoca malatestiana, si trova sul lato mare della piazza sulla quale si affaccia il palazzo comunale. Di pregio la sua tecnica costruttiva CUNICOLI SOTTERRANEI Congiungevano la rocca con la torre di avvistamento MURA Sono i resti delle fortificazioni malatestiane, erette sotto il governo di Sigismondo, che
la Linea Gotica Orientale; raccoglie reperti e materiale delle battaglie avvenute nella zona VALLIANO SANTUARIO Appena restaurato, il pezzo notevole sono gli affreschi del Quattrocento della scuola del Ghirlandaio. Bella la posizione, bello l’edificio. Nella canonica alloggia il Museo della Civiltà contadina CASTELLO DI ALBERETO Bel borgo fortificato di epoca medievale. Vista sontuosa sull’Adriatico e sull’Appennino
Patata, da fiore ornamentale a cibo
di Pier Francesco Gasperi - Nel caratteristico borgo di Montescudo, sabato 10 e domenica 11 agosto, la 41° Sagra della Patata. Protagonista assoluta sarà la “patata montescudese” che sarà il prodotto principale utilizzato nei ricchi menù, proposti dai vari stand gastronomici allestiti per l’occasione: gnocchi al ragù, baccalà con patate, piadina e ricette particolari come i dolci ed il gelato di patate. In concomitanza alla Sagra della Patata avrà luogo anche la Fiera Dei Prodotti Agricoli e
Artigianali locali. Vi si potrà trovare, il vino locale “Montescudolo”, un sangiovese superiore d.o.c, l’Olio delle colline riminesi, unico nella nostra regione con l’etichetta “Arimolio”, prodotto dalla Cooperativa degli Olivicoltori dei Colli Riminesi, le terracotte, poi il mercatino degli artigiani con creazioni particolari ed interessanti. Ma probabilmente pochi conoscono le origini della patata in Europa ed in Italia, questa brevemente la storia. Nel 1524
Il tubero montescudese ha proprietà e bontà assolute. Il delizioso cibo protagonista genuino e fantastico: gnocchi, patate fritte, gelato alla patata. Organizzata dalla Pro Loco, dal Comune e dalla Coldiretti, è la Sagra più importante della provincia di Rimini. Montescudo conserva un borgo dal fascino certo, con un panorama capolavoro. Parcheggio e servizio navetta gratuito
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Montescudo Appuntamento il 10 e 11 agosto. Ingresso libero; 41^ edizione
Sagra della Patata e Festa degli Gnocchi lo spagnolo Pizarro iniziò l’importazione delle piantine in Europa dal Perù, tutti guardarono assai male quel tubero bruttotto, e si rifiutarono per lunghissimo tempo di cibarsene. Solo i naturalisti s’interessarono molto alla povera patata “dalla parola haitiana batata”, che battezzarono solennemente Solanum tuberosum ; ma pure loro la consideravano soltanto una gradevole pianta decorativa poiché, nel periodo della fioritura, si
copriva di bei fiori bianchi, rosa e violetti. In Italia la patata fu introdotta dai Carmelitani scalzi, che dalla Spagna ne portarono un bel po’ in dono a papa Pio V (1566-1572) il quale, grande appassionato di botanica, ne riempì i giardini vaticani, guardandosi bene però dal mangiarla. In Francia, nel 1600, la patata venne addirittura proibita come alimento, perché ritenuta portatrice di tremende malattie. La cosa probabilmente dipendeva
dal metodo di conservazione errato: il caldo, l’umido e la luce favoriscono lo sviluppo di germogli e di conseguente solanina, sostanza tossica che una volta ingerita, provoca davvero gravi intossicazioni. Un secolo dopo, e qui viene il bello, il sovrano prussiano Federico II detto il Grande, obbligò i suoi sudditi a coltivare le patate; ma quando queste vennero portate nei mercati, il popolo le accolse con assoluta mancanza di fiducia e
decise che facevano decisamente schifo, affermando che persino i cani si rifiutavano di mangiarle. Fu così che Federico, colpito per primo da quell’illuminazione che da due secoli latitava ovunque in Europa, comprese il perché di tale violento rigetto: fece così diffondere nel suo regno un bando ufficiale intitolato “Norme di cottura”, avendo finalmente compreso che, effettivamente, mangiare patate crude poteva essere cosa assai sgradevole. Ma nonostante ciò la patata continuava a suscitare un’incredibile e incomprensibile diffidenza, soprattutto in Italia. In Liguria arrivò per merito di un parroco, tal Michele Dondero di Roccatagliata, che nel 1786 se n’era procurate un po’ in Svizzera e piantate nel suo orto.
Dovette sudare parecchio per convincere i suoi parrocchiani che non erano affatto velenoei, che anzi facevano bene, nutrivano facendo ingrassare con poca spesa e quindi erano un cibo realmente benedetto da Dio. Come raccontò sul curiale “Foglio di notizie e avvisi diversi” del 1792, don Michele arrivò al punto di girare piazze e paesi limitrofi, mettendosi pubblicamente lui stesso ai fornelli per inventar ricette che convincessero i liguri mugugnoni e sospettosi della bontà e innocenza del detestato ortaggio. Prima provò “a grattarle alla maniera delle zucche preparate per torte, rimescolandole con farina e impastandole per l’uso dei tagliatelli”; poi ne fece una “po-
lenta”, probabile purè e “insìno focacce”. Montescudo - patata A Montescudo la patata si è diffusa già dai secoli scorsi avendo un terreno sabbioso e collinare, particolarmente idoneo alla coltivazione, ove la patata trova il suo habitat ideale, ha un ottimo sviluppo e le particolari caratteristiche del terreno rendono il prodotto eccellente, in assoluto tra i migliori d’Italia molto adatto per gli gnocchi, per arrosti, lessate e gustosissime fritte. La Festa è organizzata dalla Pro Loco di Montescudo in stretta collaborazione con il Comune, con la collaborazione dell’Associazione Coldiretti e con il contributo della Provincia e Camera di Commercio.
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CATTOLICA Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
PARTECIPAZIONE di Alessandro Fiocca Con l’approvazione del regolamento sul bilancio partecipativo da parte del Consiglio del Comune di Cattolica, lo scorso 6 maggio, anche la nostra città si è dotata di uno strumento che si ripromette di coinvolgere i cittadini nella gestione della cosa pubblica e, in altri termini, di evolvere il rapporto tra Amministrazione Locale e cittadini. Questi ultimi, infatti, nella migliore delle ipotesi ottengono di essere consultati, su temi specifici, attraverso soggetti intermedi come categorie economiche o partiti politici oppure di essere informati direttamente attraverso rare assemblee pubbliche. Con il bilancio partecipativo i cittadini decidono, senza intermediari, cosa far realizzare in città dai propri amministratori. Nel caso di Cattolica, come di altre amministrazioni locali, sono posti dei limiti – i fondi destinati ai progetti – e dei controlli – la congruità dei progetti presentati dai cittadini sia da un punto di vista tecnico
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Regolamento approvato il 6 maggio dal Consiglio. Entro la fine di agosto le proposte
Bilancio partecipativo, decidono i cittadini Alessandro Bondi, vicesindaco e assessore al Bilancio del Comune di Cattolica
che economico – inoltre è compito della macchina comunale creare e far funzionare tutti gli strumenti che possano rendere possibile il processo partecipativo. Nel 2013 questo strumento di partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica entrerà in funzione in forma “ridotta”. Non essendoci i tempi per realizzare in toto il processo partecipativo, quest’anno i progetti saranno formulati dai singoli assessorati e presentati successivamente ai cittadini. L’obiettivo che si è dato l’Amministrazione Comunale è quella di far arrivare i progetti, sul tavolo dell’assessore al Bilancio Alessandro Bondi, entro la fine di agosto. Essendo formulati direttamente dagli
uffici, non dovrebbe essere necessario il passaggio relativo alla congruità tecnico-economica degli stessi. Per questo tra la fine di settembre e ottobre si dovrebbe essere in grado di sottoporre i progetti ai cittadini e chiederne il gradimento attraverso il voto. Nel 2014, il processo partecipativo assumerà la sua forma più completa e comincerà il suo percorso già nel periodo di marzo/aprile, quando verranno organizzate assemblee in
zone diverse della città, nel corso delle quali i cittadini potranno presentare e discutere le proposte da sottoporre al vaglio della commissione tecnica comunale e successivamente al voto della collettività. Ci sono passaggi da rispettare, informazioni da condividere, meccanismi nella macchina comunale da creare ed ottimizzare. Fare in modo che questo strumento funzioni non sarà cosa semplice. In particolare se verrà meno la volontà
politica. Resta poi da valutare quale sarà la risposta tra le persone, nella comunità, troppo spesso marginalizzata nelle scelte che la riguardano. In un prossimo futuro, attraverso il bilancio partecipativo i cittadini potrebbero essere messi nelle condizioni di intervenire sulle scelte politiche dell’Amministrazione locale, incidendo sui criteri di ripartizione delle risorse finanziarie destinate alla realizzazione di servizi e investimenti. Appare evidente che si tratta di un percorso che dovrà parallelamente maturare sia nella coscienza sociale dei cittadini, sia nella coscienza dei partiti
che amministrano la città, affinché il bilancio partecipativo possa compiutamente diventare “processo, strumento e spazio in cui si deve poter ricostruire nel tempo e in maniera collettiva il concetto di bene comune, trasformando le tensioni in un progetto condiviso improntato al dialogo con le istituzioni. Prende forma di documento contabile, ma è soprattutto il luogo dove cittadini e istituzioni costruiscono insieme la gerarchizzazione delle priorità di spesa di un’amministrazione”, riprendendo la definizione che ne da Giovanni Allegretti che del bilancio partecipativo è uno dei maggiori esperti. Per iniziare a condividere le informazioni sul bilancio partecipativo, è stata creata anche una pagina su Facebook, che può essere raggiunta all’indirizzo: www.facebook.com/ BilancioPartecipatoCattolica.
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Agosto 2013
CATTOLICA
Carla e Franca
Intervento- commemerazione di Piergiorgio Morosini in via D'Amelio lo scorso 19 luglio
Il magistrato venne assassinato nel 1992. “Troppe ombre ancora avvolgono l’attentato. Troppi i pezzi mancanti, le verità parziali, i depistaggi. Restano tanti gli interrogativi”
ARTICOLI DA REGALO Cattolica - Piazza Mercato 11 Tel. 0541 - 967792
Da sinistra: Paolo Borsellino e Piergiorgio Morosini
L'INTERVENTO
di Piergiorgio Morosini* 1. Ringrazio di cuore la famiglia Borsellino per l’invito ad essere qui con voi oggi. Per me è un onore e sono molto emozionato. Non ho conosciuto personalmente Paolo Borsellino. Vengo da Cattolica, un piccolo centro della Romagna, e il 19 luglio del 1992 avevo da poco superato il concorso per uditore giudiziario. Perciò a differenza di altri, che con lui hanno condiviso momenti professionali o addirittura possono vantare una amicizia, non posso seguire il percorso della memoria e la strada dei ricordi personali. Ciò nonostante sono uno dei tanti magistrati, giovani e meno giovani, che pur non avendo conosciuto personalmente Paolo - permettetemi di indicarlo affettuosamente con il solo nome - lo hanno apprezzato e rispettato da lontano fino a quando ha potuto continuare la sua battaglia. Sono uno dei tanti che ha ancora negli occhi le immagini di quel tardo pomeriggio di tanti anni fa. Momenti che non si possono dimenticare; immagini impresse nella nostra coscienza; sensazioni su cui si può costruire anche l’impegno di una vita. Sensazioni su cui tanti nella magistratura, nelle forze dell’ordine, nel mondo intellettuale e istituzionale - hanno costruito l’impegno di una vita. Con una scelta davvero poco originale, sono stato tra quei tanti magistrati che, subito dopo le stragi del 1992, dalle regioni più lontane, dal Piemonte, dalla Lombardia, dall’Emilia Romagna, dalla Liguria, dal Veneto, hanno deciso di “venire in Sicilia” per dare “una mano” a quella causa di “giustizia” per cui Paolo ha impegnato tutta la sua esistenza. Un qualcosa, magari di piccolo, che in tanti volevamo fare per l’Italia, il “nostro” paese, dalle più diverse postazioni (procura, tribunale penale e tribunale civile); una Italia che stava vivendo un momento molto delicato, di grande transizione, un po’ come oggi, con grandi spinte di divisione geografiche, politiche e sociali. Un'Italia però, quella di allora,
CARTOLERIA EDICOLA
Paolo Borsellino: “uomo solo in campo” con una grande voglia di “rinnovarsi”. 2. E così, anche grazie all’attività giudiziaria a Palermo, ho conosciuto meglio Paolo, attraverso i segnali che ha lasciato nella vita del paese e nella magistratura. Mi ha colpito il suo modo di interpretare la professione. La sua lunga esperienza nell’area della giurisdizione civile, orgogliosamente rivendicata; la sua passione per la ricerca giuridica; il suo impegno associativo; il suo passaggio alla giurisdizione penale in momenti tragici,
nei quali non ci si poteva tirare indietro e per lui sarebbe stato comunque moralmente inaccettabile farlo. Basta leggere un verbale redatto da Paolo o dei brani della ordinanza-sentenza del primo maxiprocesso o ancora qualche suo intervento pubblico sui temi della giustizia, per capire lo scrupolo, il rigore, la preparazione e soprattutto la passione per il suo lavoro. Ogni giovane magistrato dovrebbe leggere quegli atti perché in essi c’è tutto il senso della nostra attività quotidiana. Sulla trincea del penale lo
portò l’istruttoria per l’omicidio del capitano Basile, ucciso a revolverate a Monreale sotto gli occhi della giovane moglie, in una sera del maggio del 1980 mentre portava la sua figlia piccola in braccio. La tesi che porta avanti Paolo, rinviando a giudizio tre noti esponenti di Cosa Nostra, non sarà accolta dalla Corte di Assise che motiverà l’assoluzione dicendo “meno problematico, se non addirittura certo, sarebbe stato il convincimento di colpevolezza di questa Corte in presenza di un più ristretto numero di indizi”.
Ironia del destino la tesi di Paolo, che si rivelò fondata, verrà accolta dopo una serie infinita di traversie processuali solo nel 1993, ossia dopo via D’Amelio. Queste erano le difficoltà quotidiane con cui si confrontava Paolo, il contesto in cui operava, senza tuttavia perdere mai la dedizione per il suo lavoro e il senso della misura. Quelli che con lui avevano contatti frequenti, anche nell’ambito della associazione nazionale magistrati, lo ricordano come un uomo libero con il quale non sempre si condividevano le visioni generali e istituzionali, ma con cui era ogni volta possibile il confronto a patto che si trattasse di diversità genuine, disinteressate, ossia tra persone che credevano negli stessi valori di fondo. Anche questa è una grande lezione di civiltà di cui ancora oggi non possiamo fare a meno, dentro e fuori la magistratura. 3. Il 1992 è lontano. Ventuno anni sono tanti per uno Stato giovane come il nostro. E’ diversa l’Italia di oggi. La sua economia, le sue istituzioni, il ruolo internazionale, la stessa società civile hanno un altro volto. Sono scomparsi i partiti che hanno scritto la carta costituzionale del 1948. La prima repubblica è caduta sotto il colpi di “tangentopoli”. La cosiddetta seconda repubblica pare
OSSERVATORIO PROVINCIALE CRIMINALITA'
L'Osservatorio provinciale sbarca al Premio Ilaria Alpi. 6 settembre
Criminalità economica e finanziaria - L'Osservatorio provinciale contro le mafie sbarca al Premio Ilaria Alpi. Riccione, 6 settembre. Criminalità economica e finanziaria. Quale riciclaggio?- Da Rimini verso l’Europa Conferenza di Medio Termine. Progetto Dipafec Data Integration and Public Awareness of Financial and Economic Crime. Ore 10.00: registrazione dei partecipanti - Saluto del Presidente della Provincia di Rimini. Ore 10.30 - 12.30: Il fenomeno del riciclaggio nel comparto turistico. Italia e Spagna, due paesi a confronto.
Convegni con esponenti di prestigio internazionale: Nicola Gratteri, John Ringguth, Sonia Alfano. Inchieste, filmati su confische e riciclaggio Ore 10.30 – 11.00: Proiezione dell’inchiesta giornalistica televisiva a cura di Michela Monte Ore 11 – 12.00: Dibattito. Intervengono:Claudio Palomba, Prefetto di Rimini, esponente della Costa del Sol (Spagna), John Ringguth, Executive Secretary to M O N E Y V A L [MONEYVAL Secretariat. Action against Crime
Department. Information Society and Action against Crime Directorate], Sonia Alfano, Presidente Commissione Europea antimafia. Ore 12 – 12.30: lo strumento della confisca dei beni Stefania Pellegrini, università degli studi di Bologna, il gruppo Pio La Torre di Rimini. Ore 15.00 - 17.30: Il riciclaggio e le banche. 15.00 – 15.30: Proiezione dell’inchiesta giornalistica televisiva di Michela Monte. Studio di caso: il Credito Sanmarinese.
15.30 – 16.30: Dibattito. Intervengono: Gianguido Nobili, Avviso Pubblico, Nicola Gratteri, Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Reggio Calabria, esponente della Repubblica di San Marino, Fabio di Vizio, sostituto procuratore Pistoia, un rappresentante Commissione Europea del team di Olli Rehn, dipartimento politiche economiche: Karolina Leib, Timo Pesonen, Amadeu Altafaj Tardio, Peer Ritter. 16.30 – 16.45: Coffee break. Ore 16.45 – 17.30: Conclusioni. Gli strumenti utili alla lotta all'infiltrazione criminale in ambito economico: DIPAFEC e le azioni future.
abbia già esaurito il suo percorso; e la “terza” non si sa ancora che fisionomia avrà. Tanti governi e diversi sistemi elettorali si sono avvicendati. Sono mutate la sensibilità dell’opinione pubblica verso la mafia e il modo di concepirne il contrasto. Eppure l’epilogo del percorso umano e professionale di Paolo propone questioni attuali. Questioni relative alle “alleanze nell’ombra” tra crimine organizzato e “altre entità”, alla ramificazione della mafia in ogni angolo del paese, nella sua economia e nelle istituzioni; in poche parole questioni relative alla qualità della nostra democrazia, alla sua fragilità. Troppe ombre ancora avvolgono l’attentato di via D’Amelio. Troppi i pezzi mancanti, le verità parziali, i depistaggi. Restano tanti gli interrogativi. Resta enorme l’impegno della magistratura per “capire”, per offrire alla collettività e ai familiari delle vittime una seria risposta di “giustizia”. Un impegno che porta la nostra professionalità a misurarsi sistematicamente con la menzogna, l’astuzia e, talvolta, la ferocia non solo dei capi di Cosa Nostra; e che allo stesso tempo ci impone di conservare equilibrio, serenità personale, capacità di ascoltare tutti, e poi di procedere verso quelli che, sulla base di elementi concreti, appaiono responsabili di reati, perché la legge è uguale per tutti. Un impegno che si può affrontare solo facendo tesoro della testimonianza professionale e umana di Paolo. Una testimonianza di grande attualità per ogni cittadino. Non solo per i magistrati. Vale soprattutto per i più giovani. Perché c’è un qualcosa di davvero straordinario e affascinante in quel percorso di vita. E sta nella capacità di affrontare con forza, dignità e coraggio quei 57 giorni dopo la strage di Capaci, da “uomo solo in campo”. Un “uomo solo in campo”, che “porta avanti” le sue idee, che non rinuncia alle sue idee anche nella difficoltà estrema. Quante volte ognuno di noi nella vita deve affrontare momenti di solitudine per le sue idee. Ecco, credo che, soprattutto per i più giovani, il grande lascito di Paolo sia quello di continuare nelle battaglie in cui crediamo anche quando tutti intorno a noi desistono, sono incerti, hanno paura. Combattere lealmente per le proprie idee. E’ la grande risorsa che può esprimere ogni uomo. Ma è anche la grande risorsa di ogni Stato che può dirsi autenticamente democratico. *Giudice presso la Procura di Palermo
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Bisogna pensare più in grande e rispondere alle esigenze di una città turistica moderna. Che sono: riduzione del traffico, piste ciclabili, zone pedonali, parcheggi di testata (ma non solo). Sono tutte cose che località turistiche concorrenti vicine e lontane hanno già realizzato da tempo
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CATTOLICA
La nuova viabilità è monca
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A vagh in biciclèta, ma ho paura ch'im facia tut tridèl...
Porta dré qualche ossa ad scorta...
rata favorevolmente. Ma... vanno rilevate alcune critiche nella gestione dell'iniziativa e soprattutto sull'esito finale, che è risultato monco e insufficiente. In pompa magna, con tanto di conferenza stampa, a fine maggio il sindaco annunciava che dall'8 giugno si sarebbe partiti. La fretta comunicativa degli annunci, come talvolta accade, partorisce poi figuracce. Infatti, come succede spesso, non si sono fatti i conti con gli imprevisti: il prolungarsi dei lavori in Corso Italia, l'approvvigionamento della segnaletica, il maltempo. Sta di fatto che la nuova viabilità è partita in ritardo (forse troppo) dall'8 luglio. Ma l'aspetto più innovativo, cioè la
pista ciclabile, per motivi di tempo e già in piena stagione, non è stata realizzata. Con una situazione paradossale: la componente più bisognosa di tutela, quella dei ciclisti, si è trovata nella sgradevole condizione che in via Del Prete, e soprattutto sul Lungomare, di dover pedalare in divieto o sui marciapiedi. Forse, temporaneamente, sarebbe bastato qualche segnale che indicasse la possibilità per i ciclisti di poter utilizzare entrambi i sensi di marcia. Due parole: sotto il segnale di divieto “Escluso biciclette”. I due sensi unici, dopo circa un mese, hanno dato risultati sostanzialmente positivi. Il traffico è risultato più scorrevole e
gli incidenti si sono quasi azzerati. Ora però bisogna pensare più in grande e rispondere alle esigenze di una città turistica moderna. Che sono: riduzione del traffico, piste ciclabili, zone pedonali, parcheggi di testata (ma non solo). Sono tutte cose che località turistiche concorrenti vicine e lontane, hanno già fatto da tempo. Non sarà proprio la realizzazione della mitica città giardino, ma con un progetto di città vivibile ed ecosostenibile ci si può avvicinare molto. Nel 2008 circa 2mila cattolichini si erano già espressi con il questionario dell'Arcobaleno “Decido anch'io la mia città”. Queste alcune risposte sui temi di cui stiamo argomentando. - A Cattolica il traffico è intenso? SI' 83,56% - NO 12,59% - E' facile circolare in bicicletta? SI' 37,46% - NO 56,71% - Vorresti più piste ciclabili? SI' 79,19% - NO 12,54% - Vorresti più zone pedonali? SI' 65,89% - NO 24,98%. Le percentuali erano già molto alte, e se pensiamo che la sensibilità ambientale dei cittadini è notevolmente aumentata in questi ultimi anni... di consenso per queste scelte ce n'è e avanza. Non servono eroi. Ovviamente ci sarà sempre qualcuno che con la macchina vorrebbe entrare anche dentro casa... ma questa è un'altra storia.
Sotto accusa la gestione del personale e l'organizzazione. “Alcuni uffici all'osso e mancano operai”
Comune, clima di disagio tra i dipendenti - Il 18 luglio scorso è arrivata in redazione una lettera via fax molto critica nei confronti del sindaco e assessore al Personale del Comune di Cattolica. L'autore o gli autori (senza firma) sembrano persone molto ben informate sulla macchina comunale e relativi retroscena, forse molto di più di quello che scrivono. La lettera segnala un clima di disagio diffuso tra i dipendenti comunali. Sotto riproduciamo solo alcuni stralci, perché il fax si è inceppato e diverse parti della lettera sono illeggibili. Un consiglio: rispedite la lettera. Possibilmente firmata! Sotto accusa la gestione del personale e l'organizzazione. La lettera denuncia che “all'interno del Comune si possono trovare addirittura più figure con lo stesso profilo. Per esempio due ingegneri progettisti, due pedagogiste (una al 50% con Riccione), due assistenti sociali. ...Sono previste ancora
S. Giovanni M.
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di Enzo Cecchini
LA LETTERA
Cattolica
Buona l'idea dei sensi unici sul Lungomare e via Del Prete. Ma la parte più innovativa era la pista ciclabile che non è stata realizzata. Annunci frettolosi, partenza troppo in ritardo
IL FATTO
- Sulla nuova viabilità sperimentale ormai si è detto e scritto di tutto e di più. C'è chi, in anticipo, qualche mese prima del varo, ha cominciato a lanciare fumogeni di protesta per bloccare una decisione che a loro parere sembrava irrazionale (ma forse cozzava solo con qualche interesse particolare). E poi: raccolte di firme, articoli “guidati” su alcuni quotidiani, polemiche... Insomma, sensi unici (via Del Prete e Lungomare e pista ciclabile) non si dovevano fare. Ma l'amministrazione, giustamente, ha tenuto duro e dai primi di luglio la nuova viabilità è partita. La Piazza ne aveva dato grande risalto e si era schie-
Cartolibreria Binda
assunzioni di nuove categorie D”. Nel mirino anche “le Posizioni Organizzative che prevedono circa 20.000 euro in più annui a persona”. Continua: “...ci sono uffici quasi all'osso e non si assumono operai perché finito di DARE ai livelli alti non resta più nulla per la manovalanza. Ma le bu-
Piero Cecchini, sindaco
che dell'asfalto chi le chiude? E i lavoretti di mantenimento in città chi li fa? Non certo i Dirigenti o le Alte e Particolari Professionalità. ... La macchina comunale è composta da più di 200 dipendenti, quelli che lavorano in senso pratico e che si relazionano col pubblico non sono di certo né i Dirigenti, né tutte le Alte e Particolari Professionalità, però il pensiero costante dell'Amministrazione sembra essere solo quello di preoccuparsi per loro”. Leggiamo ancora: “La sbandierata volontà di valorizzare il personale interno e dare ai cittadini un servizio sempre all'altezza e risposte precise, non esistono”. Ancora: “Se veramente si fossero mantenute le promesse e con azioni mirate si fossero rafforzati i servizi, con i risparmi sui costi, forse oggi la città avrebbe strade e marciapiedi adeguati, non pieni di buche pericolose. Una brutta immagine anche per i turisti”.
Palazzate
di Cecco
Sindaco assolto - Leggiamo: “La Cassazione conferma: il sindaco Cecchini resta a Palazzo Mancini. I ricorrenti condannati a pagare le spese processuali”. Ciò, i s'éra incapunì fina andè a sbat la tèsta. Che bargnocla!... Tutto sulla spiaggia (1) - Leggiamo: “Bagnini in pista: ‘Facciamo ballare la spiaggia. I clienti vogliono vivere la spiaggia anche di notte’. Oasi Confartigianto e due cooperative chiedono più spazi per giochi e feste” - Leggiamo: “No al ballo in spiaggia: scoppia la guerra tra bagnini, Confcommercio e Silb” - Leggiamo: “Il Comune gela i bagnini: ‘Niente danze sulla spiaggia’”. Se i bagnin i vo c'us facia tut dré maréna, tut cli èltrie atività l'is gratarà al pal. Caz!... Tutto sulla spiaggia (2) -
Leggiamo: “I bagnini vogliono in spiaggia ‘Pranzi sotto l'ombrellone’” - Leggiamo: “Confesercenti: ‘Ci sono già tanti chioschi, altre licenze non sono necessarie’”. Bagnin, nu fè i sgulvanìd cla va d'arbuf... Smania di comando - Leggiamo: “Macro struttura comunale, da agosto i primi spostamenti”. Sposta, smésta, bréla, pastrocia... cume ti giugarlén di burdèl. Ma qualchidun un piésrà a fè véda cal cmanda. Os-cia!... Pista ciclabile - Leggiamo: “Nuova viabilità. Sensi unici in via Del Prete e Lungomare”. - Leggiamo: “Le bici costrette ad andare contromano, sul lungomare è un pericolo continuo”. Senza pésta ciclabile li biciclèt li gira a spargujòn...
Debiti: meno 4 milioni - Leggiamo: “Approvato il Bilancio: quattro milioni in meno di debiti”. Un bel risultato! Basta che ma l'asesor il lasa lavurè in pès. Dambat!... Evasioni - Leggiamo: “Sequestrata merce abusiva per 50mila euro. Operazione dei vigili urbani dopo le proteste degli operatori”. Curiosità: i dati delle segnalazioni dei comuni della nostra regione hanno accertato 46 milioni di euro evasi. Forse tal Cumun i duvria miré più mai serpént che tiré sno mai razulén... Usura & C. - Leggiamo: “Usura, Rimini la più esposta in Romagna”. Usura, riciclaggio, cosche malavita organizzata... Domanda: i comuni, nelle loro competenze, si stanno organizzando? U j'è qualchidun cuj pépa al cul?... Gran galà - Leggiamo: “La proposta del sindaco: ‘Gran galà della danza con gli incassi della tassa di soggiorno’”. Burdèl, andèn pièn. An è che a fèn subte tut pèn e pès frét sa chi du baioch?... Pavimentazione piazza - Leggiamo: “I camion per i concerti devastano l'Arena. Distruggono la pavimentazione”. Nisun ancora l'ha péns da fermèi 10 métre prima dla piaza. E adès che li madunèl li è tut sgarujèdie? Va pu là... Fidarsi del Pd (!?) - Leggiamo: “Il Pdl accusa: ‘La maggioranza è spaccata. Una parte del Pd vuole scaricare l'Arcobaleno’”. - Leggiamo: “Il Pd smentisce: ‘La coalizione di centrosinistra è solida. Nessun rimpasto in giunta’”. U j'è da fidés? A véda tut li bujèrie chi fa ma cal Renzi... I dis che sa qualchidun dal Pd l'è mèj camné sempre sal cul rasénta al mur... Francescani - Leggiamo: “I francescani vanno in barca: preghiere in mare con i fedeli”. La crisi dla cisa l'aguza l'ingegn anche mai prét. Amen!...
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- Il lungomare è l’immagine principale che Cattolica dà di se stessa. Il fine è quello di produrre progetto che fosse esteticamente affascinante ma anche convincente e davvero sostenibile sia per quanto riguarda le funzioni sia per tempi e costi di realizzazione e di gestione. L’obiettivo fondamentale per noi era quello di liberare il più possibile il lungomare da quella vera e propri barriera costituita da macchine e motorini, valorizzandone ed enfatizzandone l’aspetto pedonale. Parcheggio Da qui la previsione di un grande parcheggio interrato, che si estenderà sotto tutto il sedime di via Rasi Spinelli e che realizzerà un totale di circa 300 posti auto (a fronte dei circa 50 attualmente esistenti) La distribuzione risulta mol-
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Elaborato da Franco Vico, Gianluca Canini, Silvia Vico, Enrico Marfoglia e Lucia Vico
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Idee per il lungomare to e semplice e funzionale, avremo due accessi posizionati alle due testate. Una in corrispondenza della piazzetta del Kursaal (parch) e l’altra in corrispondenza dell’innesto con via Verdi. All’interno posti auto a spina e a correre posizionati ai lati di un corsello centrale con una larghezza di 6 mt che permette l’eventuale transito in entrambe le direzioni, con la possibilità in casi specifici e particolari di chiudere 1 dei 2 accessi e creare al di sopra uno spazio totalmente pedonale senza pregiudicare la funzionalità del parch. Si potranno realizzare anche box chiusi che potrebbero
TURISMO I progettisti Franco Vico, Gianluca Canini, Silvia Vico, Enrcio Marfoglia e Lucia Vico hanno elaborato idee per il lungomare Rasi-Spinelli. Sono state presentate allo Snaporaz lo scorso 27 giugno. Hanno collaborato con loro anche Luca Primavera, Riccardo Barogi, Emanuele Barogi, Andrea Vico, Lorenzo Filippini e Jessica Bianchi. Gli stralci fondamentali delle loro idee. essere utilizzati ad esempio come piccoli depositi x le spiagge… Il sistema delle uscite pedonali invece, prevede la realizzazione di 2 ascensori direttamente sulla passeggiata soprastante e una serie di altre uscite tutte dotate di rampe che collegheranno la quota del parcheggio direttamente con la spiaggia e poi con la passeggiata
soprastante sfruttando le differenze di quote già esistenti. Liberando arterie limitrofe dalle auto in sosta si ricaveranno parcheggi per motorini per far si che il nuovo parcheggio non penalizzi chi vuol raggiungere la spiaggia con questo mezzo … Subito sopra il progetto mantiene la configurazione originale di base che prevedeva strada
e passeggiata sulla stessa quota. attuando però una ridistribuzione delle larghezze, per enfatizzare e ottenere un allargamento della passeggiata. L’attuale larghezza della passeggiata passerà da 8 a 12 metri. Le funzioni ad oggi esistenti saranno integrate e ridistribuite prevedendo una percorrenza carrabile a senso unico, lo spazio cosi guadagnato permetterà la creazione di una pista ciclabile a doppio senso e l’opportunità alle imprese commerciali presenti di godere di maggiori spazi antistanti alle proprie attività. Elemento fondamentale che caratterizza la nuova passeggiata sarà l’alternanza di vasche
d’acqua (che aiuteranno il raffrescamento naturale) e grandi zone a verde. Questi elementi sono sicuramente il punto nodale del progetto. Le zone a verde e d’acqua rappresentano un richiamo stilistico agli altri spazi pubblici cattolichini che sono ormai entrati a far parte dell’immagine della nostra città e della memoria dei turisti. Da sottolineare anche che per avere uno spazio il più possibile libero da impedimenti fisici e visuali abbiamo ridotto al minimo gli elementi di arredo. Lungo il percorso sono previsti dei grandi elementi reticolari collocati in corrispondenza degli innesti con le via Volta e Risorgimento Queste e strutture saranno parzialmente coperte da vele triangolari che richiamano le vecchie vele sulla spiaggia. (...)
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CATTOLICA
“Aperitivo letterario - 4”. Finale scoppiettante con Marco Presta
Libri comici e tragici. Come l'Italia CULTURA
Marco Presta
Marco Presta, il ben noto conduttore della trasmissione radiofonica Il Ruggito del coniglio (RAI 2), sabato 6 aprile scorso ha presentato due dei suoi libri. Un calcio in bocca può far miracoli e Il piantagrane
Le copertine dei suoi due libri
di Patrizia Mascarucci - Il reportage in differita su “Aperitivo letterario 4” si conclude con Marco Presta, introdotto da Emiliano Visconti, il molto-più-che responsabile di Punto Einaudi Romagna, in effetti abile “spalla” ed intervistatore dei suoi autori presentati presso la Biblioteca Comunale di Cattolica. Presta, il ben noto conduttore della trasmissione radiofonica Il Ruggito del coniglio (RAI 2), sabato 6 aprile ha presentato due dei suoi libri. Il primo, dal titolo Un calcio in bocca può far miracoli, è una storia di vita che si intreccia inevitabilmente con altre, apparentemente distanti. La voce narrante è del solitario misantropo che introduce via via vari personaggi: un carissimo amico, il solo di tutta la vita; giovani coinvolti in una tresca, il falegname, l’ex moglie; la figlia ed il genero; la portinaia ed il suo spasimante rivale detestato! Il protagonista è un burbero anziano che non ha mai parlato con un vicino di casa, si esprime con sarcasmo su tutti e tutto e nonostante la prostata che lo tormenta vorrebbe «trombare la portinaia». Facendo il bilancio della propria esistenza dà prova di onesta lucidità: «Ho avuto quello che ho meritato, una famiglia costruita sulle sabbie mobili, un lavoro nel quale non ho eccelso, un solo amico degno di questo nome. Un buon bottino, tutto sommato».
È un vecchio coriaceo che fa della scorrettezza il suo credo: «Non ricordo un giorno in cui abbia faticato a trovare qualcosa per cui smoccolare o qualcuno con cui prendermela». Con sorpresa scopriamo che ha come amico un uomo gentile, senza figli, che dopo la morte della moglie trova uno scopo nel far innamorare due giovani. Il vecchio brontolone, si trova ad aiutarlo suo malgrado nell’impresa. Il libro apre una finestra su come si vive in Italia, su come vivono gli anziani. «La vita si è allungata - dice Presta - e gli anziani sono un patrimonio di esperienza ma li trattiamo con disprezzo». È un’età in cui ancora ci si innamora, ed i ricordi riempiono la giornata. Nel libro troviamo una riflessione su cosa e come siamo diventati in questi ultimi venti anni: «In questo Paese, se riesci ad arrivare a una certa età, è fatta. La rivoluzione è automatica. Un cantante napoletano dai gorgheggi lamentosi, un attore di commedie cinematografiche scollacciate, un paio di presidenti della Repubblica spacciati per grandi uomini. E poi scrittori, registi, una stilista. Un presentatore televisivo cui vengono concessi i funerali di stato. In tempi di vacche magre, rimanere vivi a lungo costituisce un merito, fa curriculum. Se avete ambizioni e poco successo, non disperate. Puntate sulla longevità». «Bontà e cordialità possono fare dei danni irreparabi-
li». Questa frase, estrapolata, ci ricollega al secondo libro presentato, Il piantagrane. Il protagonista, Giovanni, è un uomo mite e buono - ci racconta Presta - «pago della piccola vita che ha: curare le piante, guardare la televisione la sera, trovare il coraggio di chiedere a Nina di uscire. Ma un giorno, avvicinandosi al bancone di un bar, scopre di avere un potere gigantesco, un potere che può cambiare il mondo. Un individuo qualunque, suo malgrado, si trova a innescare un grande, strabiliante, radicale cambiamento: a causa della sua semplice presenza, tutti cominciano ad agire secondo logica e buonsenso. Addirittura secondo coscienza». Il piantagrane decide di ristabilire l’ordine naturale delle cose. Quando Giovanni va alla presentazione di un libro, che potrebbe essere di Bruno Vespa, nessuno compra più il libro, anzi i presenti glielo tiran o . «Ha un potere eversivo pericolosissimo, il buon senso. Se ne accorge anche il potere costituito e viene individuato subito dai servizi segreti che vengono mobilitati». Dunque per evitare che il pericoloso sovversivo venga arrestato dai
servizi segreti gli viene affiancato Granchio, un tipo strano che usa parole gergali in disuso. Inizia la fuga, senza un piano: «se non lo so io, come fanno a saperlo loro», è la semplice strategia dell’inquietante paladino. Le piante del vivaio che appartiene all’inconsapevole eroe dialogano nel vivaio, amano Giovanni (ad esclusione della pianta di limone) perché è una persona perbene, fa le cose con impegno. Giovanni ama le piante in modo quasi ossessivo e ne è affascinato perché «non parcheggiano in doppia fila, non evadono le t a s s e » . Il potere di Giovanni viene testato. Il Granchio lo porta sotto la sede di un giornale: il giorno dopo vengono pubblicate notizie inaudite. Granchio è un personaggio estremo, come il Quasimodo di Notre Dame, violento anche con le persone che ama e le protegge a modo suo, ha una sua etica, quella incontestabile di chi ha la capacità di uscire dalle situazioni difficili «è un boia pratico», è un personaggio che Presta dice di aver amato descrivere, fa parte di un tipo di personaggi che ha conosciuto da giovane, «non danno pugnalate alle spalle, piuttosto
un pugno in bocca, sono tipi con i quali è meglio non mettersi in contraddizione». Granchio legge il libro L’isola del tesoro direttamente nelle librerie, 20 pagine alla volta, cambiando sempre libreria. «Mi piaceva che Granchio fosse attratto dai libri che si leggono nell’infanzia. Mio zio che era analfabeta conosceva la lirica La Traviata, aveva una naturale attrazione per le cose belle». Granchio ha alcune tecniche di divertimento e di rigenerazione dalla stanchezza, dallo stress e dalle preoccupazioni: una è lo “spizzacantoni” che avrete il piacere di desiderare di poterlo mettere in pratica anche voi... Giovanni «È un moderno Gesù. L’Italia è piena di persone perbene, persone che vorrebbero cambiare qualcosa per i figli - lo dico da cittadino che è l’unica carica che posso ricoprire. La politica è un concetto astratto, esiste nel momento in cui la fai. Dipende da noi che le cose cambino. Il rivoluzionario non ha la consapevolezza di cambiare il mondo, come i Beatles che volevano suonare, Il pittore Caravaggio pensava a bere, accoltellava, non aveva consapevolezza che avrebbe cam-
biato la pittura. Le rivoluzioni a tavolino sono tragiche. Noi italiani non siamo portati per le rivoluzioni al contrario dei Francesi, Inglesi, Americani. Noi italiani tendiamo a trovare il punto d’incontro, altrimenti interrompiamo le partite di calcio. La storia di ognuno di noi è singolare». Due libri, due storie, uno spaccato dell’Italietta descritta sapientemente e riconoscibile sotto metafora, la nazione piena di talenti che non riesce a fare la rivoluzione («Gli italiani non sono portati per la rivoluzione - la rivoluzione non rientra nell’elenco delle loro specialità»), perché è sicura di potercela fare al momento del bisogno. I personaggi dei due libri hanno in comune la voglia di vivere senza sovrastrutture, puntando alle cose che contano e che fanno star bene il più a lungo possibile fino a che la vita lo permetta. Pretendono solo un minimo di rispetto della soglia di dignità per mantenersi uomini dallo spirito libero. I finali sono a sorpresa, in entrambi vi è un rovesciamento di situazioni che si allinea con l’affermazione proferita in uno dei tanti monologhi dell’anziano satiro: «Un calcio in bocca può far miracoli (la gente è in grado di cambiare in meglio. Specie dopo che gli hai dato un calcio in bocca)». Sono libri comici e tragici, finiscono nell’unico modo possibile. «Il paradosso ed il grottesco è l’unico modo possibile per descrivere l’Italia che oggi è una manna per gli autori».
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CATTOLICA
Illustriamo quelle dell'architetto Maurizio Castelvetro. “Evidenti criticità”
Piano spiaggia, una trentina di osservazioni Con l’adozione del Piano dell’Arenile da parte del Consiglio Comunale, l’8 aprile scorso, Palazzo Mancini ha delineato il futuro di un’importante “pezzo” di Città: la spiaggia di Levante. Da troppo tempo in cerca di una prospet-
neari di Cattolica, ciò che resta di certo sono gli spazi di manovra concessi dal Piano dell’Arenile che, in quanto ampi, secondo Castelvetro, presentano alcune evidenti criticità.
Maurizio Castelvetro, architetto
Una di queste riguarda la
URBANISTICA
di Alessandro Fiocca tiva su cui le amministrazioni precedenti hanno preferito non imprimere il proprio segno. Un Piano che non ha mancato di essere oggetto di polemiche da parte di alcune forze politiche e successive perplessità da parte di componenti della stessa compagine di Governo. Maurizio Castelvetro, architetto cattolichino da sempre attento e attivo nel campo del dibattito culturale e della storiografia architettonica cittadina, pur ravvisando alcune novità positive rispetto al precedente Piano, non lesina alcune critiche: quello appena adottato è un Piano realizzato “nella stessa logica del precedente”, e quindi “vecchio di 20 anni”, pur prevedendo una “componente ecosostenibile accentuata”. Criticità che Castelvetro ha messo nero su bianco e presentato in forma di una osservazione urbanistica. Ciò che andrebbe messo in discussione, secondo Castelvetro, è il concetto stesso dell’architettura balneare romagnola, oggi rivolta alla creazione di un unico, immenso luna park. Un concetto, quello del parco dei divertimenti in spiaggia, ripreso sotto altre forme anche dall’assessore regionale al turismo Maurizio Melucci, che intervenendo in un consesso pubblico ha spiegato quanto sia inutile potenziare il verde, comunque insufficiente per fare da leva turistica, e puntare, piuttosto, sui servizi. Un messaggio non nuovo per gli operatori economici, che si trovano però di fronte al dilemma di come comportarsi rispetto alle scadenze delle concessioni, che salvo novità legislative, avverrà fra 7 anni. Indipendente dalla variabile su quali possano essere le scelte imprenditoriali degli attuali gestori degli stabilimenti bal-
possibilità, a conti fatti, che i volumi tecnici o non conteggiati rischino di diventare volumi architettonici e quindi spazi sottratti alla spiaggia e ricorda come “durante l’attuazione del precedente Piano dell’arenile nella spiaggia di Ponente, a causa probabilmente di una inadeguata regolamentazione delle attrezzature semi-permanenti, pur a fronte di una riduzione reale degli spazi coperti del 20% rispetto alla preesistenza (nel presente piano varia dal 10 al 35%), è
Ciò che andrebbe messo in discussione, secondo Castelvetro, è “il concetto stesso di architettura balneare, oggi rivolta alla creazione di un unico, immenso, luna park. Ciò che resta di certo sono gli spazi di manovra concessi dal Piano dell’Arenile che presentano alcune evidenti criticità. I volumi tecnici rischiano di diventare volumi architettonici e quindi spazi sottratti alla spiaggia” stato realizzato un accumulo di strutture ed interventi tale che ciò che viene percepito è viceversa un incremento dello spazio costruito (a terra e in elevato) a causa della pressoché ininterrotta barriera rispetto all’as-
se monte-mare formato da una massiccia sequenza di elementi di servizio e di arredo”. Un’altra criticità è quella legata alla realizzazione delle piscine, che - a certe condizio-
ni - possono arrivare ad 1 mq per ogni metro lineare di fronte alla concessione. Questo, secondo Castelvetro, rappresenta un indicatore della concezione del nostro turismo nei prossimi anni. “Le piscine costruite sulla spiaggia in concessione - si legge infatti nella osservazione – rappresentano psicologicamente degli indicatori dello stato dell’acqua: tanto più grandi sono tanto peggiore è lo stato dell’acqua del mare. Mentre una piccola vasca può ragionevolmente costituire un servizio protetto per i bambini o gli anziani in cerca di refrigerio, una piscina rappresenta di fatto un’alternativa al mare, cioè al principale elemento attrattivo del turismo balneare. Allo stesso modo dal punto di vista paesaggistico ogni piscina rappresenta una grave alterazione nella percezione della naturalità di uno spazio, tanto più quanto essa appaia come vasca d’acqua fuori terra. Le piscine – già oggetto di un precedente pesante contenzioso con la Soprintendenza – costituiscono una forma di urbanizzazione strisciante dello spazio naturale, volenti o nolenti un chiaro segnale della cementificazione e della impermeabilizzazione dell’arenile” e del decadimento ecologico delle acque. C’è poi l’elemento che ha fatto da detonatore al dibattito, anche polemico, cresciuto in città successivamente all’adozione del Piano dell’Arenile: quello della trasformazione dei tre bar attualmente esistenti e la realizzazione di altre 2 nuove strutture lungo la spiaggia di Levante, contro i quali è stata organizzata anche una raccolta firme dal Movimento 5 Stelle. Avendo come riferimento l’esigenza del minor impatto possibile del costruito Castelvetro propone di ridurne il numero a 4, costruendo quindi un solo nuovo bar aggiuntivo “in quanto ciò permette di mantenere sostanzialmente invariata la situazione esistente e di minimizzare ogni effetto volumetricamente impattante”, “eliminando il bar da 144 mq previsto nel punto paesaggisticamente più delica-
to, ovvero frontistante la piccola piazza pubblica a lato del nuovo Kursaal, con la possibilità di mantenerlo come chiosco nelle dimensioni di quello già esistente”. Proprio sui bar si è registrato un primo ripensamento da parte dell’Amministrazione Comunale che ha deciso di emendare dal Piano la realizzazione di strutture coperte, nel periodo invernale, sui terrazzi dei nuovi bar. “Se tutte le strutture venissero realizzate – spiega Castelvetro – avrebbero un notevole effetto impattante e darebbero un’inevitabile immagine di urbanizzazione della spiaggia che contrasterebbe con l’obiettivo più volte sostenuto dal Piano di realizzare un intervento coerente con lo spirito della ecosostenibilità”, senza contare che grazie ad essi non verrebbe allungata la stagione turistica. Scongiurate le coperture invernali ci sono però ulteriori interventi che il Piano dell’Arenile potrebbe recepire per ridurre ulteriormente l’inevitabile contrasto delle nuove realizzazioni: intervenire sulle strutture di protezione del vano montacarichi e del vano scala atte a raggiungere il terrazzo. In quanto, come spiega Castelvetro, “anch’esse costituiscono volumi comunque invasivi che si aggiungono a quelli già significativi dei bar, rischiando di essere paradossalmente gli elementi architettonicamente più rilevanti della struttura, anche in quanto visibili dall’altro ed in generale in quanto emergenti dallo skyline dell’intera spiaggia di Levante, specialmente d’inverno”. I termini per la presentazione delle osservazioni al Piano dell’Arenile sono già scaduti. Ora saranno le forze di maggioranza della città a dover decidere se e quali di quelle osservazioni presentate possano essere accolte. Ci sono ancora margini di ampie trasformazioni del Piano e mai come in questo caso la politica dovrà barcamenarsi tra gli interessi della collettività e quelli degli operatori economici interessati. Rimane la certezza che l’arenile è la “ultima spiaggia”, per spingersi oltre non si potrà che costruire sul mare. Dopotutto, altrove sta già avvenendo.
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CATTOLICA
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46
Dieci anni fa, l'incidente. l'amputazione. Enrico Mariani in gara per raccontare che è possibile
In pista, per testimoniare speranza e sorrisi - “Guardare avanti. Non arrendersi. Non abbattersi”. Enrico Mariani, a dieci anni dall'incidente che si porta via la gamba destra e un pezzettino del suo sole, ha calzato una tuta e col DD Team (Diversamente disabili) si cimenta nella Coppa Italia Trofeo Bridgestone. Corre insieme ad una quarantina di ragazzi normali e agguerriti, il cui unico obiettivo è andare più forte e giungere primi al traguardo. “Noi abbiamo altri obiettivi racconta il cattolichino, classe 1959. - E' dimostrare a chi ha subito amputazioni in moto e non solo che è possibile farcela. Che è possibile una vita normale. Durante le gare, siamo un centro informazioni per chi è nelle nostre stesse condizioni. Sappiamo tutto sulle protesi (ed i relativi centri), sappiamo come fare per la patente speciale e le auto e le moto da omologare. Sappiamo come muoverci nei meandri della motorizzazione. I ragazzi che ci vengono a trovare vogliono tutte queste informazioni, mica cimentarsi con la pista. Insomma, noi aiutiamo a risolvere i piccoli grandi problemi della quotidianità, che quando si sta bene non sappiamo che cosa siano. Invece, è difficile lavarsi, tagliarsi la pizza, mangiare un dolce...”. Mariani ha calzato la tuta da
Insieme ad un'altra dozzina di amputati partecipano alla Coppa Italia, Trofeo Bridgestone. Con loro una quarantina di centuari che hanno la sola preoccupazione di vincere. E non fanno sconti
Le figlie Simona e Sofia Enrico Mariani con la compagna Federica, madre della seconda figlia Sofia.
SPORT E VITA
Osservare il casco, un dentino da corsa (fa il dentista) pista lo scorso dicembre. Viene a sapere che in Toscana è stato fondata quest'associazione composta da una dozzina di centuari. Li contatta, si iscrive. Tutti insieme (classe 600 e 1000), prendono parte alla Coppa Italia, Trofeo Bridgestone. Per la cronaca: cinque prove (due a Misano, aprile e luglio scorso). Sempre per la cronaca, Enrico nella tappa di aprile è giunto terzo di categoria. La figlia piccola, Sofia: “Babbo dai gas. Non porti più a casa le coppe...”. Enrico, sorride. La coppa della vita Enrico Mariani l'ha già vinta. Ha una compagna (Federica) e due figlie
(Simona e Sofia). Dice: “La famiglia è tutto. Poi c'è il lavoro e testimoniare che ce la si può fare. Noi, la dozzina, ci sentiamo normali, abbiamo un'attività, testimoniamo tenacia e forse più sensibili notiamo cose che agli altri sfuggono. Io dico, scherzando, che di una gamba ne posso fare a meno, tanto a casa ne ho altre 5-6. Gli eroi veri non siamo noi, ma chi è nelle nostre condizioni e fatica ad arrivare a fine mese”.
Per poter guidare in pista, Enrico ha progettato una protesi con ginocchio e caviglia flessibili. Gliela costruisce un raffinato artigiano. L'idea è di brevettarla. La stella di Enrico Mariani gira il 14 settembre del 2003. Ha alle spalle un matrimonio naufragato ed una figlia, Simona. Insieme alla nuova compagna, Federica, quella domenica sale per i tornanti di Piobbico; un paradiso per i motociclisti. L'impatto con un'auto è l'uni-
co ricordo. Lo portano in eli-ambulanza ad Ancona. Gli ricostruiscono un tratto di aorta e gli tagliano la gamba destra sotto il ginocchio. E' in pericolo di vita. Resterà in ospedale fino a metà dicembre. Fratture varie per la compagna e due mesi d'ospedale. Il ricordo: “Ci consideriamo dei miracolati. Torni a casa e realizzi. La testa se ne per conto proprio Sei nei centri ortopedici in mezzo a centinaia di persone in condizioni peggiori della tua. Si torna con la voglia di non arrendersi. Di fare le stesse cose di prima. E qui, per
farcela, ognuno di noi, ci mette del proprio. Lo scorso anno mi sono sottoposto ad un altro intervento sulle malandate cicatrici”. Enrico sa quali sono i centri ortopedici migliori d'Italia, dove coniugano tecnica e umanità (Perugia), conosce i centri estetici per le protesi (San Marino all'avanguardia). Tre anni prima della lunga ombra di quella domenica mattina, si era iscritto all'Università. La riprende. Porta gli studi in fondo. Quattro anni fa c'è il ritorno in moto. La figlia studia all'Università di Bologna. La va a trovare con la moto della ragazza, una Ducati Monster. Afferma Enrico: “Acquisto una Yamaha FZ1. Però per strada non mi sento più sicuro. Lo scorso dicembre scopro questa onlus. In marzo, a Binetto (Bari), prendiamo parte alla prima gara”. Il DD Team e Enrico interpretano il paddock a modo proprio. Lo scorso luglio, alla Santamonica, hanno organizzato una rustida per tirare su fondi per Alessia Polita, paralizzata dopo una caduta in pista. A sponsorizzare, insieme ad Enrico, la pescheria Macanno, la fattoria del Piccione (vini), Merenderia (focacce, pane, grissini). Enrico Mariani gira in pista col numero 229, le date di nascite delle figlie.
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CATTOLICA
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Agosto 2013
CATTOLICA Ha organizzato la parrocchia di Sant'Antonio. In vista la replica
Via Verdi 22 - Tel. 0541.960772 Via Dante 79 - Tel. 0541.968163
CATTOLICA
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Preghiera in mare, grande successo
UOMINI
Gianfranco Tonti
di Laura Giambartolomei
Il cattolichino è presidente dell'Ifi di Tavullia
Gianfranco Tonti, presidente di Confindustria Pesaro - Confindustria Pesaro ha un presidente cattolichino. Gianfranco Tonti è stato appena eletto alla guida. L'incarico ha durata triennale. Tonti, da anni, è presidente di Industrie Ifi, azienda di Tavullia leader europea nella produzione di banchi bar, vetrine gelato, tecnologia per il freddo e sedie per locali pubblici (sono sue quelle classiche che caratterizzano piazza San Marco, Venezia). L'export vale il 40% del fatturato: “troppo poco per farcela”. Tutto il percorso lavorativo di Tonti è all'interno dell'Ifi. Ha compiuto l'intera trafila: da magazziniere, su, fino ai vertici. Il cattolichiono appartiene ad una gran razza di imprenditori: serietà, dinamismo, innovazione. Dice: “Noi abbiamo un'azienda ricca ed una proprietà povera”. Nel senso che buona parte degli utili vengono reinvestiti nella bottega per nuovi processi, nuovi mercati, nuovi prodotti. Da anni, Tonti porta la sua filosofia di fare impresa in ogni dove: sia in associazioni di categoria, sia nelle scuole.
- Grande partecipazione martedì 23 luglio alle 20,30 alla prima veglia di preghiera in mare organizzata dalla Parrocchia di S.Antonio di Padova di Cattolica. Da un’idea del parroco padre Luigi Faraglia, è stata noleggiata la nave Queen Elizabeth, di solito usata dai turisti per piccole gite alla scoperta della costa romagnola, per partire e andare al largo a pregare in comunione col papa. La nave, che ha una capienza massima di 90 posti, era gremita (posti esauriti già il giorno precedente alla partenza) e il parroco Frà Luigi insieme a tutti i fedeli che si sono uniti con entusiasmo all’iniziativa hanno potuto meditare sull’episodio biblico narrato da Luca: “Sulla tua parola getteremo le reti” (Luca 5,4-5). “L’idea mi è venuta per caso - dice il parroco - non tanto o non solo come imitazione del gesto del papa a Lampedusa, quanto per questioni più vicine
Partner ideale dei Tuoi Progetti
Un momento della preghiera
alla nostra realtà: in questa località di mare, che in questo momento dell’anno è piena di attrazioni turistiche e tutta proiettata al divertimento, ci prendiamo uno spazio distaccato, lontano anche dalle preoccupazioni quotidiane, per pregare su una barca in mare, simbolo della nostra vita che naviga fra le onde dell’esistenza. Inoltre sarà un’occasione propizia per unirci con la preghiera al papa che in questi giorni è a Rio per la Giornata Mondiale della Gioventù” Dopo la suggestiva partenza al tramonto dal canale Ventena, c’è stata subito l’esposizione dell’eucarestia mediante l’ostensorio conficcato in una
brocca (dono di Sonia Gandhi) riempita di sabbia. Poi la lettura del vangelo che narrava come Gesù, dopo una notte senza pesca, per mezzo della sua potenza fa traboccare le reti dei discepoli. Padre Luigi ha parlato a tutti i convenuti ricordando come il viaggio in barca rappresenti la vita di ognuno di noi, a volte scossa dal mare in tempesta, a volte trasportata da acque tranquille, mentre l’essere al largo e lontani dalla terraferma è un modo per allontanarsi per un momento dagli affanni che ci opprimono e che ci distolgono dalla dimensione spirituale che possiamo ritrovare nel distacco dalla cit-
tà visibile da lontano, nel panorama notturno. Poi meditazione nella quiete del silenzio, in un clima suggestivo, col mare calmissimo, le luci artificiali della città in contrasto con le bellezze naturali della Vallugola e di Casteldimezzo, e la luna quasi piena, luminosissima. “Segno che la Madonna ci accompagna” ha detto Padre Luigi. Durante la veglia sono nate spontanee delle preghiere per i malati, i disoccupati e per coloro che soffrono nel corpo come nello spirito, inframmezzate dai canti che fino all’ultimo hanno accompagnato e sottolineato i vari momenti dell’iniziativa ben riuscita. Questa occasione di raccoglimento fuori dagli schemi, durata circa due ore, voluta anche e soprattutto per unirsi alle preghiere invocate dal Santo Padre sulla Giornata Mondiale della Gioventù, è piaciuta così tanto che il parroco pensa già ad un bis nel prossimo futuro, questa volta dedicato a Maria.
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CATTOLICA
Agosto 2013
Amarcord
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Cattolica, spiaggia, 1920 circa. Da sinistra: Rosa Filippini, Rina Morosini, Luigi Filippini, Lidia Zani, Lina Antonioli. (Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
Cattolica, 1930 circa. Da sinistra: Luisa Antonioli, Tina Bacchini, Evelina Gaudenzi. (Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI
Il programma di agosto - Sabato 3 ore 20,30: Ballo con il “Trio Comandini Orchestra Ondasonora. Pizza e ciambella per tutti i partecipanti. Contributo 7 euro. - Sabato 17 ore 20: Ballo con cena. Musica dei F.lli Zanzini (i funamboli del liscio). Contributo 16 euro. - Sabato 24 ore 20,30: Ballo e non solo - con Paolo Lanci (pianista, animatore, cantante). Agli intervenuti ciambella e cocomero. Contributo 6 euro. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 347-9752583 339-4995417
Bagiabon e paron Tempesta UOMINI DI MARE
Centro sociale Giovannini-Vici
- Il 27 giugno scorso mi trovavo nella darsena di Cattolica a documentare per lavoro il barctén “Nuovo Trionfo”. Mentre ero attraversato da cortei di bambini in visita alla barca, noto la figura di Carlo D'Andrea paron del motopeschereccio “Spunta l'alba” con in mano una grancevola. Il cervello elabora velocemente, associa e memorizza. Chiedo a D'Andrea lo scatto per una foto ricordo. Ed ecco il risultato, frutto di un perfetto abbinamento di un secolo di storia marinara di Cattolica. Dorigo Vanzolini
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CATTOLICA
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Fanno il paio con altre due regalate lo scorso anno. Alla fine di giugno già 60 intreventi LO SPORT
Bruscaglia, un cattolichino al mondiale di tiro con la pistola a Torino
Bpv, due biciclette alla Croce Rossa Cattolica-Morciano La consegna delle biciclette
Gino Bruscaglia
- Gino Bruscaglia ha il dono della battuta leggera in grado di rompere in un sorriso contagioso. Pochi mesi fa, un amico gli propone di andare a tirare con la pistola in un poligono. Imbraccia l'arma e fa il fenomeno. L'amico è stupito. Lo porta con sé nella società sportiva che si cimenta con la competizione. Infine, lo iscrive al campionato regionale delle Marche. Vince, Bruscaglia. Sarà il trampolino
per il mondiale master che si tiene a Torino dal 2 all'8 agosto. Iscritto in tre gare: 10 metri ad aria compressa, 25 e 50 metri. In bocca al lupo. Passano i mesi e Gino Bruscaglia svela l'arcano. Decenni fa faceva il civis; tra i suoi aggiornamenti anche il tiro con la pistola. Gino è un talento naturale non solo con la pistola. Sa far tutto. Nel senso che ha un cervello d'oro da artigiano: sa progettare e fare. Sa trovare mille soluzioni, basta dargli qualche chiave e mezzo cacciavite. Possiede anche una scrittura viva e profonda. Inoltre, è persona generosa. Tra le tante altre cose che inanella, c'è anche il tennis (Circolo Cerri), l'orto, la moto... Difetti? In proporzione ai talenti. Ogni tanto, si diverte a rompere qualche racchetta. Tra i suoi trofei c'è anche lo scalpo di chi lo iniziò al tennis; l'ultima volta gli rifilò un 6-0. Divertente e spietato, l'amico Gino.
- La Banca Popolare Valconca ha regalato due biciclette alla Croce Rossa di Cattolica-Morciano. La consegna è avvenuta lo scorso 2 agosto. Presenti Gabriella la presidentessa della Croce Rossa locale
che conta 110 volontari, il comandante della Capitaneria di Cattolica, Luigi Sartoni, direttore generale dell'istituto di credito con direzione generale a Morciano. Le due biciclette, si aggiun-
gono ad altre due donate lo scorso anno, dotate di defibrillatore, sono attrezzate per piccoli e rapidi interventi; già una sessantina fino allo scorso giugno. Il sindaco Cecchini: “Rin-
Giustini, è campione italiano Massimo Giustini con la medaglia d'oro al petto
LO SPORT - Massimo Giustini, portacolori dell’Atletica 75 di Cattolica, è campione italiano di ultramaratona in salita 50 km Fidal-Iuta (associazione ita-
SOCIETA'
Spazio a tematiche del mondo cattolico e del disagio sociale
Regina web radio - Gli anni 70-80 hanno visto il successo delle radio libere. Anche Cattolica ha visto le esperienze di Radio Talpa, Radio Cattolica e Radio Bussola. A queste si era aggiunto anche TeleCattolica. Anni di sperimentazione della diretta, del microfono aperto, del coinvolgimento di centinaia di ragazze e ragazzi appassionati di musica o desiderosi di comunicare il loro impegno sociale, civile e politico. Da alcuni anni si sono moltiplicate le esperienze delle web radio, ascoltabili tramite Internet. Da poco tempo anche Cattolica ha la sua web radio. Si chiama Regina Web Radio. Trasmette da via Don Minzoni, 31. Per informazioni: 0541968395 - Daniele 3288591491. mail: reginawebradio@gmail.com Questa la presentazione degli
tutti per far conoscere le loro opere: musicali, letterarie e artistiche. Tutti i giorni escluso i festivi”.
Il logo
organizzatori. “Un gruppo di amici che avendo incontrato la possibilità di ‘vivere alla grande’ intendono comunicarlo attraverso un'esperienza di condivisione. L'obiettivo è promuovere tutte quelle esperienze e attività del mondo cattolico e laico partendo dal punto certo del Magistero Petrino. Coinvolgendo le persone che vivono in condizioni di solitudine e disagio, facendo loro condurre trasmissioni. Dare un'opportunità a
grazio la banca a nome della città; le bici danno più sicurezza ai cittadini e ai turisti”. Il presidente Gabriella: “Il soccorso in bicicletta è un progetto nato coi giovani volontari del nostro presidio. Abbiamo fatto richiesta di contributo alla Bpv; grazie, di cuore”. Sartoni, il direttore: “Siamo qua per la promessa fatta lo scorso anno. Condividiamo con piacere questa seconda tappa. Il nostro riconoscimento maggiore va ai volontari della Cri”. La sezione Cattolica-Morciano, dopo un fermo di 3 anni, quest'anno ha rimesso in mare anche un idro-soccorso; che esce in coordinamento con la Capitaneria.
liana ultramaratona) categoria M55. Il titolo è stato assegnato il 30 giugno 2013 nella gara Pistoia-Abetone. Al via si sono presentati 1.717 podisti di cui 847 in lista per la maglia tricolore. Giustini è giunto al tra-
guardo in 83^ posizione assoluta con un tempo eccellente di 4 ore e 50 minuti e 1° di categoria. Il percorso era molto impegnativo sia sotto il profilo organico, sia muscolare e menta-
le mettendo a dura prova gli atleti. Ma Giustini non si è scoraggiato e con forza di volontà ha corso come sempre con intelligenza tattica e con passo agile e potente. Sul gradino più alto del podio, Massimo commosso, ha ringraziato la moglie Marzia i suoi amici e compagni di squadra Adolfo Accali, Gabriele Sarti, Savino Calcagnini per averlo accompagnato passo dopo passo incitandolo e incoraggiandolo. Un ringraziamento anche al suo fisioterapista Angelo Guizzaro.
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Mondaino
L’ALBO D’ORO
Montebello, re del Palio
MORCIANO Piazza Boccioni - Tel. 0541 - 988279
Sfida tra quattro contrade Palio del Daino dal 22 al 25 agosto rievocazione storica di raffinato rigore filologico
1988 - Montebello 1989 - Borgo 1990 - Castello 1991 - Montebello 1992 - Borgo 1993 - Contado 1994 - Borgo 1995 - Montebello 1996 - Contado 1997 - Castello 1998 - Castello 1999 - Castello 2000 - Castello
2001 - Montebello 2002 - Castello 2003 - Castello 2004 - Castello 2005 - Castello 2006 - Borgo 2007 - Castello 2008 - Montebello 2009 - Montebello 2010 - Montebello 2011 - Montebello 2012 - Montebello
- Il Palio de lo Daino rappresenta un momento di festa nel quale le contrade di Mondaino – Borgo, Castello, Contado e Montebello – si sfidano nel gioco del palio per aggiudicarsi l’ambito titolo. Il gioco, in programma nella giornata di domenica, è diviso in due parti. La prima è la “corsa delle oche” a cui segue il torneo vero e proprio: una sorta di “quattro cantoni” in cui ogni volta viene escluso un giocatore. La notevole accuratezza filologica e la cura di ogni particolare, hanno reso il Palio de lo Daino tra le più affermate manifestazioni a livello nazionale, riconosciuta dal Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche. Gruppi di ricostruzione storica, antichi mestieri, artigiani,
Rivivono un centinaio di arti e mestieri. Spettacoli, musica rappresentazioni, artisti di strada, giocoleria, sfilate in costumi d’epoca. Nelle osterie delle 4 contrade buona cucina con giusto rapporto qualità prezzo
arti, botteghe, musici, cantori e giocolieri, spettacoli, oltre che le emozionanti sfide delle contrade, saranno dunque i protagonisti delle quattro serate mondainesi. Per le vie del paese si troveranno più di 100 selezionati artigiani, che daranno dimostrazione della lavorazione dei metalli, dei tessuti, del vetro,
della carta e delle pelli per riscoprire manualità ormai divenute rare o perdute: all’interno delle botteghe e lungo le vie del borgo si potranno ammirare all’opera maiolicari, pittori, armaioli, liutai, amanuensi, miniatori e intarsiatori, mentre le melodie rinascimentali verranno riproposte per le strade e le piazze.
Falchi e mangiafuoco La piazza mondainese vedrà il ritorno di esibizioni molto apprezzate dal pubblico, come il volo dei falchi a cura dei Falconieri del re, ma anche le rime pungenti del Giullar Cortese, sbandieratori, danze medioevali, balestrieri, e... nello spettacolo serale arriverà un imponente drago sputafuoco...
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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA
Agosto 2013
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La passione che diventa lavoro Piante e fiori che diventano la professione. Giovanni e Paolo fondano il “Pollice Verde”: professionalità e umiltà. Progettano, realizzano e curano parchi e giadini
I due amici-soci, Giovanni (a sinistra) e Paolo
di Dorigo Vanzolini
GIOVANI
- Giovanni Masotti, 30 anni, è di Bologna. Paolo Pierelli, 33 anni, è di Gabicce Mare-Gradara. Entrambi crescono con la passione per il creato, piante e fiori. Il primo diventa perito agrario. Il secondo deve tutto allo scoutismo. In età da lavoro inizia l'apprendistato da giardiniere. Si incontrano per caso. Il loro punto di incontro è la gabiccese Federica, fidanzata di Giovanni e amica di Paolo dall'infanzia. Siamo nel 2008, Paolo pota le piante nei pressi delle Poste a Gabicce Mare. Passa di lì Federica; saluta con una battuta: “Non starai mica rubando il lavoro al mio moroso!”. Giovanni era sceso in Romagna per amore l'anno prima. Trova impiego presso un giardiniere che gli assegna lavori di cantieristica. Ricorda Giovanni: “Non era quello che intendevo per giardinaggio. A me piace cimentarmi con i giardini dei privati. Mia nonna Francesca, mi fa un regalo col quale mi
Amarcord Gabicce
compro un camioncino e mi metto in proprio”. Il suocero Luigi, gli dà una mano. Un pezzo di terra come punto di appoggio. Il primo cliente: le Terme di Riccione. Giovanni. “Mi piace dire che non ho/ abbiamo mai perso un cliente, finora”. Giovanni e Paolo sono due signor professionisti che poggiano corsi e conoscenze sulla passione. Dicono in coro: “Le piante sono esseri viventi e reagiscono al modo in cui le tratti. E quando metti le mani su una pianta di 400 anni, ti rendi conto di quanto l'uomo sia piccolo”. Sempre in divisa, apparecchiatura professionale ed a basso impatto ambientale (batterie ricaricabili per il frullino, ad esempio),
l'attività è cresciuta come una pianta nobile: lenta e tranquilla. I due soci sono affiancati da due collaboratori, Andrea e Luca (entrambi periti). Il garage iniziale (dove bisognava stare attenti nel non strisciare) si è trasformato in un ampio e ordinato capannone con allarme in zona Santo Stefano (Gradara). Tante le soddisfazioni in questi anni. Hanno progettato giardini importanti per privati e azienda. Qualche nome: Banca di credito Cooperativo di Gradara, Tcm, Villa Matarazzo (il vecchio giardino fu progettato dal prestigioso Porcinai). A chi chiede loro, chi è il bravo giardiniere, rispondono Giovanni e Paolo: “Primo, è il saper
ascoltare il cliente e i suoi desideri. Secondo, il bravo professionista è colui che sa consigliare, proponendo le giuste soluzioni. Ogni pianta, ogni fiore vuole il proprio habitat: sole, meno sole, ombra, mezz'ombra, esposizione a nord, sud... Il nostro fine è accontentare il cliente; se lui è contento, lo siamo anche noi”. I due si completano. Giovanni ha una visione ampia del mestiere; mentre Paolo è un attento e instancabile giardiniere. Dicono l'una dell'altra persona: “Siamo stati fortunati a conoscerci. Tra noi c'è rispetto reciproco, umiltà e passione per il lavoro”. Giovanni e Paolo progettano, realizzano e curano il verde. Installano anche sistemi di irrigazione. Passione e professionalità che si denota anche dai corsi di aggiornamento. Li mettono in programma di anno in anno, a Monza, un'eccellenza per la civiltà del giardino, non solo in Italia. Giovanni ha anche il patentino di tree climbing (potatore di alberi d'alto fusto con funi). Il sogno nel cassetto dei due giovani giardinieri: “Più si cresce e più gli orizzonti si ampliano; più facciamo investimenti in attrezzature e professionalità. Diciamo che la mèta è continuare nel nostro solco e aver cura del dettaglio. Cercando, sempre, di porre rimedio all'errore”.
Gabicce Mare, anni 40. Giuseppe Bontempi “Nugi”, Agostino Borrani “Ciccio”. (Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
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Agosto 2013
GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA Il Comune intende vendere l'area per fare cassa Amarcord Gabicce di Dorigo Vanzolini ed abbattare il debito comunale
- Il sindaco Corrado Curti, prossimo alla scadenza del suo mandato, vuole lasciare in eredità alla futura amministrazione comunale e ai cittadini il peso di un progetto urbanistico che prevede una colata di ben 6.500 mq. di cemento sull’area di via XXV Aprile, originariamente destinata a parcheggio. Ora che l’annosa questione di quell’area è giunta a conclusione ed il cantiere è tornato nella disponibilità del Comune, non senza un carico di debito milionario di cui si è fatto garante con le banche a seguito di una gestione maldestra dell’intera vicenda, al sindaco non par vero di poter riprogettare l’intera opera e di dar sfogo alla sua costante voglia di cemento. Infatti, per dar corso a ciò che il primo cittadino di Gabicce ritiene una grande opportunità per la città, come sempre ripete quando si parla di spargere qua e là cemento, l’amministrazione comunale intende vendere l’intera area a privati per ripianare gli impegni contratti con le banche, approvare un progetto che sod-
Parcheggio via XXV Aprile, cemento per 6.500 metri quadrati Per Curti e i suoi seguaci il cemento è progresso e ricchezza e la tutela del territorio un optional marginale LA LETTERA
disfi gli interessi imprenditoriali di chi investirà, consentendo di costruire non meglio precisati “servizi” insieme alla nuova sede municipale. Non possiamo non notare che il sindaco, oltre alla passione per il cemento, ora ha pure quella delle (s)vendite di proprietà comunali. Non può spiegarsi diversamente il recente tentativo di vendere attraverso ben due aste (fortunatamente andate deserte) un lotto di terreno all’interno del Parco San Bartolo e l’attuale
In visita a Castel Paradiso. Di spalle Giovanna Mazzocchi, editrice di Domus e Quattroruote
proposito di vendere l’intera area di via XXV Aprile. Evidentemente agli amministratori gabiccesi non è bastata la clamorosa sconfitta subita sul progetto del porticciolo di Vallugola per ripensare profondamente la loro politica del territorio. Purtroppo, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Per Curti e i suoi seguaci il cemento è
progresso e ricchezza e la tutela del territorio un optional marginale. Probabilmente nessuno di loro ha mai sentito parlare dei Comuni che per salvaguardare il territorio applicano la politica cemento zero. Della recente legge sullo stop al consumo del suolo e alle nuove edificazioni senza aver prima sfruttato le volumetrie esistenti, ricordata dal ministro dell’Ambiente Orlando nella sua visita a Fiorenzuola di Focara del 28 giugno scorso, nessuna traccia.
Verrebbe da dire che ragionano come una betoniera. Diversamente da loro, noi del Comitato Vallugola Terra Nostra e numerosi cittadini riteniamo che la vera opportunità per i gabiccesi e i turisti sia la salvaguardia e la valorizzazione del territorio. Crediamo, quindi, che per l’area di via XXV Aprile non vi sia alcuna necessità di dar corso a progetti faraonici, soprattutto in un momento di profonda crisi economica, che forse potrebbero soddisfare l’appetito dei co-
struttori e l’ambizione di qualche amministratore, ma non certo i bisogni della città. Riteniamo che sia molto più saggio portare a termine l’esistente parcheggio, vendere posti auto ai privati, non l’intera area, per soddisfare le garanzie finanziarie sottoscritte con le banche ed abbandonare definitivamente l’ulteriore desiderio di cementificazione. Il Comitato ha già espresso la propria contrarietà ad un’ulteriore colata di cemento ed ha chiesto all’Amministrazione comunale di avviare con la città un vero confronto e approfondimento per definire le reali necessità del territorio. La risposta perentoria del Sindaco è stata: voi avete le vostre idee ed io ho le mie e su queste vado avanti. Questa affermazione ci ricorda il comportamento del sindaco nella vicenda “Porto di Vallugola”. Da parte nostra, così come ci siamo battuti contro la cementificazione del Porto di Vallugola, ci batteremo con tutte le nostre forze contro l’inutile dispendio e spreco di risorse pubbliche in via XXV Aprile. Nessuno si illuda di approfittare della calura estiva per tentare inopinatamente colpi di mano. Il Comitato, come sempre, sarà vigile e Ipresente. Comitato Vallugola Terra Nostra
Bardeggia, la famiglia dona due serigrafie all'ospedale di Cattolica - La famiglia di Guerrino Bardeggia ha donato due serigrafie alla chirurgia della spalla e del gomito dell'ospedale di Cattolica. La cerimonia si è tenuta lo scorso 2 agosto. Erano presenti la moglie dell’artista e Giuseppe Badioli, amico di una vita del maestro. Tale donazione vuol essere testimonianIl momento della donazione za della stima di Badioli e dei congiunti dell’artista, scomparso ormai più di un decennio fa, nei confronti della struttura sanitaria cattolichina, e in particolare dell’unità diretta dal dottor Giuseppe Porcellini. Le due serigrafie raccontano momenti di vita quotidiana, ma con una grande tensione all’infinito. “Il grande Guerrino dipingeva l’anima delle persone, non i loro corpi”, ha raccontato Badioli. Sull'artista Bardeggia si sta costruendo un sito www.guerrinobardeggia.it, e si sta lavorando ad una grande mostra che dovrebbe tenersi a Castel Sismondo. a Rimini. Bardeggia si è cimentato con la pittura e scultura, ma anche, sopratutto nella seconda parte della sua vita, quando era già segnato dalla malattia, con la poesia.
55 Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
Agosto 2013
Aziende informano
Col contributo della Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Riconoscimenti per 32 persone
Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
BCC - PERSONE
Ausl, un premio per dare forza al merito
- Un premio per chi giunge in orario, per chi si impegna, per chi sa ascoltare e anche sorridere. Così nasce il progetto dell'Ausl della provincia di Rimini: “Dare forza al merito”. Le risorse, pari a circa seimila euro, arrivano da una sponsorizzazione della Banca di Credito Cooperativo di Gradara, ente che da tempo e con merito sta sostenendo l’Azienda nell’aggiornamento continuo delle apparecchiature elettromedicali (si veda ad esempio le donazioni di Tac, Risonanza Magnetica e altre attrezzature a vari ospedali). Con questa ulteriore sponsorizzazione ha inteso a sua volta indagare un tema dibattu-
to e delicato come quello della meritocrazia. In trentadue hanno ricevuto un gagliardetto commemorativo, alcuni libri e un assegno del valore di 150 euro della Banca di Credito Cooperativo di Gradara, con una piccola cerimonia. A premiare il direttore generale Marcello Tonini, ed il presidente della Banca di Credito Cooperativo di Gradara Fausto Caldari. Il presidente ha sottolineato che l’istituto di credito considera questa iniziativa come un proseguimento delle donazioni già effettuate, consapevole che dietro la macchina c’è sempre l’uomo.
Bcc soci: il 24 agosto è “Festa insieme” - Quella del prossimo 24 agosto sarà una giornata speciale, perché vede la Banca di Credito Cooperativo di Gradara impegnata, insieme alla Cooperativa Casa del Pescatore di Cattolica, in una collaborazione che non riguarda solo una giornata di festa o la grigliata di pesce, che annualmente viene offerta ai cittadini e ai turisti. E’ una collaborazione che ha radici lontane: con persone di
BCCG - SOCI
origini umili, ideali comuni, con principi istituzionali importanti che creano ancora valore per la nostra comunità. Questo evento, che sostituisce la tradizionale rustida dei pescatori, verrà indicato da oggi, come “FESTA INSIEME”, organizzato appunto dalla Coop Casa del Pescatore e dalla BCC
di Gradara; un modo per festeggiare insieme i propri soci, i propri valori e per valorizzare il proprio territorio e la sua comunità. E' l’occasione per presentare il Bilancio sociale del 2012 a tutti i soci della BCC di Gradara ed alla città di Cattolica; un bilancio che riporta numeri importanti e fatti concreti: numeri che raccontano che la BCC di Gradara gode di ottima salute e
Fausto Caldari, presidente della BCC
presenta tutti i conti in ordine. E' anche l'occasione per premiare sei soci della banca con 40 anni di anzianità e consegnare 16 bonus bebè ai figli nati dei
soci. Questo in sintesi il programma: alle ore 19,20 saluto dei presidenti, autorità e consegna doni,
alle ore 20 cena MARINARA, alle ore 21 musica e ballo. La festa si svolgerà al porto, dalla Madonnina al bar dei marinai e, in caso di maltempo, la manifestazione sarà rimandata alla giornata successiva.
BCC - COMUNITA'GRADARA
Borgo Gradara, cardio-protetto La cerimonia di consegna
- La Banca di Credito Cooperativo di Gradara, da sempre attenta ed attiva sul territorio con progetti culturali e sociali importanti, quest’anno, dopo aver donato otto defibrillatori al Comune di Pesaro e uno al Cattolica calcio, ha deciso di donare un defibrillatore semiautomatico al Borgo di Gradara. Il dispositivo, posizionato
di fronte alla sede della BCC, in caso di necessità potrà essere utilizzato dagli abitanti, ma anche dai numerosi turisti che ogni anno frequentano il borgo medievale. Alla cerimonia erano presenti il Sindaco di Gradara Franca Foronchi, il presidente della BCC di Gradara Fausto Caldari e i dottori Alberto Bernardi e Antonio Destro, direttori del
118, rispettivamente di Pesaro e di Rimini. “Ringrazio la BCC di Gradara – ha detto entusiasta il Sindaco Franca Foronchiper aver donato al nostro paese un’apparecchiatura così importante che ci fa sentire più tranquilli e va ad arricchire i servizi a favore del cittadino”. “La BCC di Gradara – ha sottolineato il presidente Fausto Caldari - da sempre attenta al territorio e alla prevenzione e cura della salute, non poteva non compiere questa donazione proprio nel Comune dove risiede! E’ un gesto di alto senso civico e di attenzione alla comunità, alla quale viene offerto un apparecchio che aumenta la garanzia di sicurezza per i cittadini e per i turisti”.
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SAN GIOVANNI
Agosto 2013
56
Piazza Silvagni dal 18 al 20 luglio. Organizzano Paolo Marchini e Pro Loco CULTURA
Festival sotto le stelle, giovani cantanti in cerca di gloria Prima edizione nel 2008. Presidente di giuria Vince Tempera. Lo scorso anno ci fu Mogol
Paolo Marchini (a destra) e Mauro (Mimmo) Landi, presidente della Pro Loco
GIOVANI
La chiesolina abbandonata - Semplice ed elegante Santa Maria del Monte, secolo XVII. Una chiesolina impreziosita su due lati da portici in mattoni con le volte a botte che la rendono magica. Su un lato, ahinoi, vi appoggiarono un capannoncino-magazzeno. Si trova alla fine della scalinata del cimitero, sulla collina, con vista mozzafiato su San Giovanni. Di proprietà privata, è nell'inesorabile quiete dell'abbandono. Una parte del soffitto è crollato, facendo intravedere cielo e stelle. Andrebbe recuperata...
- Vincitori categoria inediti: 1° Riccardo Tassi, 2^ Eva Capomagi e 3^ Valentina Astolfi. Categoria editi, i primi tre classificati: 1^ Alessia Profeti, 2° Nico Lattanzi e 3^ Valentina Astolfi, quest’ultima, terza in entrambe le categorie, ha anche vinto il premio della giuria popolare. Così si è chiusa l'edizione 2013 del Festival sotto le stelle, tenutosi dal 18 al 20 luglio in piazza Silvagni. Grande successo, con migliaia di marignanesi a riempire la piazza. La manifestazione è nata da un’idea di Paolo Marchini, concretizzata grazie alla collaborazione della Pro Loco e dell’amministrazione comunale di
S.Giovanni. L’evento musicale si pone come obiettivo la ricerca, la promozione e la valorizzazione di giovani cantanti e cantautori: una vetrina dalle quale partire. Il premio ha una giuria di spessore. La guida Vince Tempera, che è anche il
direttore musicale del premio. Forse basterebbe solo questo famoso nome del mondo della musica italiano per qualificare il “Festival”. Lo scorso anno a presiedere ci fu Mogol. Bella partecipazione anche domenica sera 21 luglio con il
Festival sotto le stelline, riservato ai bambini dai 6 ai 13 anni. La loro speciale classifica: 1° Lorenzo Santini, 2^ Lisa Vagnini e 3^ Chiara Paoli. Il premio della giuria popolare è andato a Aurora Simonetti.
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Agosto 2013
SAN GIOVANNI
Impraticabile dall'ex frantoio Asmara al campo da golf. Mancata la manutenzione
Ciclabile Conca, la rivincita della natura Pedalabile solo quella andata a fuoco lo scorso anno. Spini, rovi, ortiche: il paradiso che sconfigge l'uomo? IL FATTO - Se l'uomo ha un animo bucolico pieno di retorica, la natura si appropria di tutto quello che l'uomo abbandona. Dopo aver investito milioni di euro e pensieri ambiziosi, la pista ciclabile, Conca lato sud, dal frantoio Asmara a scendere fin all'autostrada è difficile da pedalare. Il viottolo che doveva aiutare il turismo è sparito; se n'è riappropriata la forza della natura: ortiche, spini, rovi, ma anche specie più gentili. L'unico tratto pedalabile è quello andato a fuoco lo scorso anno, nei pressi del frantoio Amara e il tratto che lambisce il golf club. Nella sede della Provincia di Rimini lo scorso 24 giugno si è tenuto un incontro incentrato sul-
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Pista ciclabile sparita
La ciclabile tenuta pulita dall'incendio della scorsa estate A destra, la pista inghiottita dalla vegetazione
la presentazione dei progetti attuativi del Progetto Conca (percorsi di lungo fiume e del grande anello verde della Valconca ed evento “A passo d’uomo”) e sulla condivisione di buone pratiche. Il Progetto Conca, menzione speciale del Premio Paesaggio del Consiglio d’Europa 2011, è stato realizzato e promosso con la collaborazione del ministero per i Beni culturali e Ambientali, la direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell’EmiliaRomagna, mentre il progetto “A passo d’uomo” è stato promosso e sostenuto dal dipartimento della Gioventù – presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Anci. Va bene nuovi progetti sul Conca, ma prima ancora serve la manutenzione. Altrimenti i soldi sono buttati al vento. Che fare? La pista, le piste, dovrebbero essere date in custudia agli agricoltori confinanti. Basterebbero, testa, poche decine di euro l'anno.
Riviera Golf Club, ora è anche campi da tennis
- “E' uno spettacolo vedere giocare ragazzi di questo livello”. E' uno dei commenti origliati lo scorso 3 agosto durante l'inaugurazione di due campi da tennis in terra rossa al Golf Club di San Giovanni. Ad esibirsi sui due campi: Potito Starace, Daniele Bracciali, Giorgio Galimberti. Tanti appassionati sulla tribunetta e attorno ai campi. Dopo una dimostrazione fatta di merletti e velocità, i campioni hanno palleggiato con i ragazzi. Infine, foto di gruppo. Immersi nel verde ed i fiori bianchi degli oleandri, le strutture sportive del Golf club sono coordinate da Eddy, pochi anni fa, uno tra i primi tennisti al mondo tra gli under 18. A fermarlo un infortunio.
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MORCIANO
Agosto 2013
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Un'operazione da 24 milioni di euro. Fine demolizioni entro il 15 dicembre. Marzo 2014, si apre il cantiere ALLEGRO MA NON TROPPO
Ghigi, nuovo progetto
Ghigi, vecchio progetto
Foro Boario Tonini e Morciano - Il cardinal Ersilio Tonini è morto lo scorso luglio. Aveva 99 anni. uomo di profonda sensibilità, dall'88 all'89 era stato amministratore apostolico della diocesi di Rimini. In tale ruolo venne anche a celebrare messa per San Gregorio '88. Monsignor Giancarlo Ricci, già prete in morciano, rammenta un curioso episodio che riassume un po’ la figura del cardinal Tonini. “A Morciano, in occasione della festa di San Gregorio, eravamo soliti invitare il vescovo per presiedere la solenne concelebrazione eucaristica. In quella occasione non era possibile celebrare in chiesa, ma nella cappella delle suore. Il cardinal Tonini venne e presiedette l’eucaristia, durante la quale fece un’omelia tutta dialogata con due fratellini, non ancora comunicati, seduti sui gradini dell’altare”. Come un nonno, come un padre, con saggezza e afflato umano e pastorale.
Piromane - Un piromane si aggira per le strade di Morciano. Il suo passatempo è appiccare il fuoco ai contenitori (anzi, al contenitore) della plastica. Si diverte a dare fuoco alla campana di via Marconi. Lo ha fatto sei volte; l'ultima all'interno di FuMo. Basterebbe una telecamerina per fargli capire che ci sono cose più divertenti da fare. Battazza/Garattoni - Il sindaco Claudio Battazza espelle il consigliere comunale di minoranza Mario Garattoni nella seduta dello scorso 5 agosto. All'ordine del giorno: la Programmazione dei lavori pubblici 2013-2015 e la Tares. Garattoni resta nello scranno. Arrivano i carabinieri. Garattoni non si muove; la seduta viene sospesa e rimandata. La sfida. Garattoni insiste per avere le risposte scritte alle sue interpellanze sui parcheggi pubblici mancanti del Pru Ghigi; a suo dire 430 posti. Battazza risponde che non si intende di questioni tecniche. Garattoni ribatte che a San Giovanni Battazza, oltre ad essere comandante dei vigili, è anche dirigente dell'Urbanistica...
PUNTO DI VISTA
PUNTO DI VISTA
Battazza: “Abbiamo lavorato per raddrizzare la baracca”
Fayaz: “Sulla Ghigi i cittadini fatto un immenso lavoro”
- Il commento del sindaco Battazza. “Il dibattito sulla Ghigi è stato forte. Abbiamo voluto sentire la gente e ne abbiamo discusso insieme. Quello approvato è il miglior progetto possibile; vi si è arrivati attraverso un percorso
- Riassumendo, la maggioranza ha accettato soltanto quei punti che hanno avuto il fermo diniego degli uffici, grazie unicamente, all’attivismo degli abitanti di Morciano. Un cambio epocale nel comportamento dei cittadini ed è un risultato della “Democrazia Diretta”, di cui i politici di vecchia data (centro destra e centro sinistra) e i nuovi (Movimento 5 stelle e i movimenti legati al territorio) devono prendere atto. I diritti del cittadino di esprimersi sulle decisioni degli amministratori, attraverso modifiche statuarie e regolamentari, dovranno essere stabilito dal nuovo Consiglio Comunale. In questi ultimi quattro anni, per ottenere i punti
con i cittadini, con i comitati, con le associazioni di categoria. Indipendentemente dal voto finale dei singoli consiglieri. Direi che si sia finalmente respirato un clima positivo, senza l’abituale acredine del passato, a parte l’immancabile show di Garattoni e l’evidente difficoltà di Lo Palco a recitare il ruolo del neo-oppositore. Credo vada valorizzato il fatto che anche la minoranza abbia votato a favore in alcuni passaggi preliminari al voto finale, così come ho apprezzato i toni e talune delle argomentazioni usati da Montani e Ottaviani durante la discussione. Mi pare insomma che il Consiglio, così come il pubblico presente, abbia preso atto che, al di là delle dicerie e delle ostilità preconcette di qualcuno, in questi anni abbiamo fatto un lavoro serio per “raddrizzare la baracca” che avevamo ereditato».
menzionati, i Comitati cittadini “Per la difesa dei diritti del cittadino”, “Morciano in Comune” e “I vicini del Pastificio”, le Associazioni dei commercianti “Mercurio” e dell’Italia Nostra, alcuni Consiglieri comunali delle opposizioni, la stampa locale e soprattutto molti cittadini di Morciano hanno svolto e continuano a fare un lavoro immenso. Per ora, i risultati sono pochi. Per salvaguardare la vivibilità del centro cittadino e la rete commerciale esistente, ancora ci resta molto da fare. Hossein Fayaz, Coordinatore del “Comitato per la difesa del cittadino”
IL VOTO
Pru Ghigi, approvato a maggioranza
RILASCIO BOLLINO BLU - PLAKETTE PER LA GERMANIA
- Il progetto Ghigi è stato votato a maggioranza. Il Consiglio Comunale di Morciano di giovedì 18 luglio (20,35 – 1,35) ha approvato il progetto Ghigi. Al momento della votazione i consiglieri di minoranza Enzo Montani e Danilo Ottaviani sono usciti (per eventuali conflitti d’interesse). Contro i consiglieri di minoranza Mario Garattoni, Giuseppe Lopalco e Matteo Staccoli; assente Filippo Gennari. Hanno votato a favore: il sindaco Claudio Battazza, Stefano Dradi, Corrado Bernabei, Corrado Montanari, Evi Giannei, Ivan Tagliaferri, Cesare Cesarotti, Vincenzo Di Marzio e Stefania Gostoli. Assenti Michela Bordoni e Filippo Ghigi.
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Agosto 2013
MORCIANO
Le due torri da 45 metri scendono a 23 e 25. A sorpresa il sindaco Battazza cambia tutto
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Pru Ghigi, giù i casermoni. E meno 5.000 metri quadri CREATO
- Giù i due casermoni di circa 45 metri di altezza. E 5mila metri quadrati in meno di cemento. Del vecchio pastificio non resterà neppure un mattone. Addio memoria storica. Tant'è. Questo, in estrema sintesi, è il nuovo progetto dell'area Ghigi. L'amministrazione comunale lo ha presentato nella sede della Provincia, a Rimini, lo scorso 18 luglio; presente anche il presidente Stefano Vitali. Il suo commento: “Indipendentemente dai troppi anni passati, il positivo è che tale progetto può ridare slancio all'economia di quel territorio. La partita è stata difficile ed è stata condotta con responsabilità. La discussione non è stata facile; c'è la stata la condivisione coi cittadini, coi comitati. Dal 2009, la Ghigi è stata la nostra ansia. I 15mila metri quadrati erano troppi, troppo alti, con un impatto ambientale forte”. Una sterzata rispetto all'ultimo piano difeso con le unghia e con i denti e ancor più rispetto a quello partito nel 2003 con l'amministrazione guidata da Giorgio Ciotti, che prevedeva il recupero dell'esistente. La sera del 18 luglio il Progetto Ghigi Progetto è passato in consiglio comunale. Approvato quanto segue: 1) Via Colombari sarà riaperta; 2) i parcheggi pubblici devono essere realizzati e non monetizzati (secondo Consigliere Mario Garattoni: mancano 280 posti auto nel progetto approvato); 3) bisogna realizzare almeno 4.000 mq di verde; 4) l’area di carico e scarico non sarà nel cortile della biblioteca comunale; 5) il progetto del restauro della biblioteca è separato dal PRU Ghigi (ci si augura che il restauro sia fatto con urgenza); 6) le distanze dell’edificio dalle costruzioni vicine, devono essere di almeno 10 metri; 7) via Pascoli non sarà chiusa; 8) via Crispi rimane aperta e la strada è di proprietà pubblica. Il piano sotterraneo di questa via, per uso di parcheggi (802,92 mq) sarà ceduto (perpetua) a Rinnovamento Ghigi Srl; 9) le due nuove torri saranno
alte 23 metri su via Roma e 22 metri su via Marconi; 10) non è ammesso il cambio della destinazione dei magazzini (2.458,50 mq) in negozi; 11) l’entrata del parcheggio sotterraneo da via Roma, sarà a senso
unico. Dalle vie Serrata e Crispi sarà possibile entrare e uscire. Per il passaggio di camion con rimorchio (bilico) delle operazioni di carico e scarico del centro commerciale è previsto il passaggio da un punto critico (stretto) di via Marconi (di fronte all’Ortobello, bisogna risolverlo); 12) dei 15.200 mq (diritti acquisiti), per mancanza di parcheggi e il verde, 10.220 mq (negozi e magazzini restano intatti 6.458,50 mq) saranno costruiti nell’area ex Pastificio e 5.000 mq. altrove nell’ambito del territorio comunale (in un piccolo Comune, quasi completamente cementificato, dove potrà essere maggiormente appesantito?); 13) I 1.700 mq del terreno del cortile dell’ex scuola media lato via Roma per uso di parcheggi pubblici saranno ceduti a perpetua al Rinnovamento Ghigi Srl che resterà a
uso pubblico a 260 euro al mq (è di proprietà comunale, è stata riacquistata di recente dal costruttore della nuova Scuola Media, ma non ancora saldata, a circa 700,00 euro al mq); 14) i posti a sedere dell’auditorium sono 400, i mq 700 e l’altezza di 6,8 metri. Per la sua realizzazione completamente arredata il Comune non deve pagare nulla. Rinnovamento Ghigi Srl deve al Comune un milione di euro per abbassamento dell’altezza dell’auditorium da 12 metri originali ai 6,8 metri attuali. La sala polivalente (auditorium), poiché, per il momento il restauro della biblioteca è stato rimandato, è l’unico vantaggio effettivo per la comunità che dovrà sopportare tanti disagi per la costruzione della Ghigi.
Ghigi 1948. Addio memoria storica
STRETTAMENTE PERSONALE
Claudio Battazza, Pd, sindaco di Morciano
Pru Ghigi, quel colpo di reni che fa rabbia - E ora il pallino è nelle mani della Conad, la proprietaria dell'area Ghigi. Con un po' di sano coraggio e gli orizzonti alti, dovrebbe buttare a mare il progetto presentato e proporre ai morcianesi un nuovo disegno architettonico che riconcilia con la città, con la Valconca, con la storia di questi luoghi e anche con la cultura della stessa azienda. Sarebbe una svolta, un modo diverso di intendere il futuro della comunità. Dove ogni passo, ogni mattone messo l'uno sull'altro, ogni atto abbia pensieri profondi: essere al servizio dell'uomo, innovare e creare. Invece, il progetto lascia molti dubbi anche dentro i sacri muri del Comune di Morciano. E' qui che dovrebbe intervenire il sindaco Claudio Battazza. E' con questo passo che il primo cittadino si potrebbe riconciliare con la propria biografia politica e con la città. E il progetto nel solco dell'Umanesimo e dell'Illuminismo non è vero che costerebbe di più. Anzi. Staremo a vedere. Nel pastrocchio Ghigi, Battazza è come quel ciclista che riesce a dare il colpo di reni e tagliare il traguardo con un niente sui compagni di corsa. Ma andiamo con ordine ed un po' di passato: molto umano e un po' kafkiano. Il Pru Ghigi ha almeno tre padri: l'ex sindaco di centrodestra Morciano Giorgio Ciotti, l'ex sindaco di centro-sinistra San Clemente Mariano Guiducci e l'ex presidente di centro-sinistra della Provincia di Rimini, Nando Fabbri. Il loro intento era di salvare la Ghigi
con i suoi lavoratori. Per farlo hanno “concesso” molti benefici (di solito negati agli altri imprenditori): cementificazione a Morciano e acquisizione di 12 ettari a San Clemente ad un prezzo di “favore” (una media di 15 euro al metro quadrato). Tra i più grandi oppositori di cui sopra fu Claudio Battazza, allora all'opposizione. Affermava che era “una maialata”. Ma nessuno lo ascoltò. Neppure i suoi. Nel 2009, Battazza diventa sindaco e prende le corna del toro Ghigi nelle mani. Getta via il Pru Ghigi (Piano di riqualificazione urbana) che prevedeva il recupero dell'esistente e opta per l'abbattimento di tutta la struttura (addio memoria storica) ed una nuova proposta: due torri di circa 45 metri di altezza, degna della migliore periferia urbana dell'ex Unione Sovietica. Battazza battaglia coi morcianesi, coi commercianti, coi Comitati cittadini, col suo stesso partito (il Pd). Urla che il progetto è bellissimo. Invece, il nuovo progetto è tutt'altro. Ha in pancia circa 5mila metri quadrati in meno di cementificazione. Con le torri che scendono a 23 e 25 metri. Insomma, come San Paolo o Scroonge (il personaggio di Dickens della “Ballata di Natale”), svolta di 180 gradi. Caro Claudio, ora dovresti completare l'opera. Dovresti convincere la Conad ad nuovo progetto, affinché da fuori si venga a Morciano per ammirarne la bellezza. “La bellezza salverà il mondo” e forse anche i tuoi destini. Non solo politici.
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MORCIANO Via Cà Bacchino 2 San Clemente
- In un articolo del “Giornale dell'Emilia” (così si chiamava nel 1946 il Resto del Carlino). Scritto in maniera fredda e cinica, come la morte che in un batter di ciglia colse di sorpresa (era il 13 settembre 1946), i tre fratellini Soprani: Sergio (6 anni), Stefano (4) e Silvano (2 anni). Mentre attendevano il babbo Palmiero, giocavano spensierati con uno strano aggeggio trovato lì per caso (o per destino?). Purtroppo non si trattava di un giocattolo, bensì di un ordigno bellico (una bomba da mortaio di 81 millimetri). Nel piccolo Parco della Rimembranza (dove oggi c'è l'Ufficio postale di via Colombari); un luogo dei ricordi da non dimenticare. Mai. Quel tremendo boato provocò la fine di tre piccole creature, messe al mondo da mamma Dora Pazzaglini, dopo averle accudite per 12 anni, chi meglio di lei poteva amare anche i figli altrui? Tante lacrime versò mamma Dora, ma poi si rimboccò le maniche e mise al mondo altri tre figli. Già incinta, quattro giorni dopo la sepoltura, diede alla luce due gemellini. Rinnovò i
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Orribile sciagura a Morciano. Siamo il 14 settembre 1946, muoiono i Soprani, figli di Palmiero, un genio
“Tre fratellini uccisi dallo scoppio di un ordigno” Causa un residuo di guerra (bomba da 81 millimetri). Si chiamavano: Sergio (6 anni), Stefano (4) e Silvano (2). Nomi poi rinnovati dai genitori
Qui avenne lo scoppio. Oggi c'è il palazzo delle poste
LA STORIA I fratellini Soprani
di Emilio Cavalli nomi di Stefano e Silvano (scomparso pochi anni fa, prima del tempo, dopo una lunga malattia). Per quasi 40 anni, Dora lavorò come bidella nelle scuole di Morciano. Papà Palmiero aveva una cultura eccellente;
esaltata da un carattere unico e combattivo. Scriveva bellissime poesie e articoli per l'Ape del Conca. Preparava discorsi per comizi per diverse personalità dei partiti della Valconca. Si battè come un leone ferito per ottenere qualche sorta di risarci-
mento dallo Stato; senza riuscirci. Sarebbe portuto diventare un ottimo insegnante di italiano, diceva di lui il rinomato maestro Giuseppe Dionigi. Perdere tre figlioli a guerra finita, è uno dei doolori più grandi che un genitore possa sopportare e superare. Dora Pazzaglini e Palmiero Soprani ci sono riusciti. Hanno optato per grandissima dignità e sana caparbietà per la vita. Se vi capitasse di trovare di
trovare la commovente foto nel cimitero di Miorciano dei fratellini Soprani non esitate a recitare per loro il Requiem (“dì un Requiem per i fradlèn Soprani”), come mamma Dina diceva allo scriba. Il sacrificio dei tre piccoli, ci ha fatto capire una grande cosa: adesso a mani alzate arrendiamoci alla pace; che la guerra non torni mai più. A che cosa serve sparare sugli angeli... L'articolo del “Giornale
dell'Emilia” Morciano, 14 settembre. Di ritorno dall'Asilo infantile diretti alla loro abitazione; i fratelli Sergio, Stefano e Silvano Soprani, rispettivamente, di 6, 4 e 2 anni, si fermavano a giocare nel Parco della Rimembranza di Morciano con un loro compagno: Romualdo Sbrollini fu Romualdo, di anni 7. Sembra che oggetto del loro svago fosse una bomba da mortaio da 81 mm. Improvvisamente, forse a motivo di un troppo violento urto, il proiettile esplodeva investendo nello scoppio tutti e quattro i bambini. Alcune persone prontamente accorse provvedevano al trasporto dei feriti all’Ospedale, ma durante il tragitto i piccoli Stefano e Silvano decedevano: il primo in seguito a maciulla-mento di ambedue gli arti inferiori, il secondo per ferita al polmone destro. Il terzo fratello, nonostante le cure prodigategli dai sanitari, moriva circa un’ora dopo per ferita alla regione occipitale con fuoruscita di materia cerebrale. Lo Sbrollini se la cavava con lievi ferite al braccio destro e al dorso. Nel sinistro riportava pare alcune ferite un certo Renzi Attilio fu Raffaele di anni 48 che- si trovava a passare per via Colombari a circa cinquanta metri dal luogo dello scoppio.
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MORCIANO DI ROMAGNA
Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)
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MORCIANO
Festa all'arrivo con oltre 300 morcianesi. Ha organizzato “Viso” (albergo Risorgimento)
Addio a Pierstefano, il signore La “Notte del ring” del cinema Paradiso morcianese sale a Gemmano Il 17 agosto. Serata nel nome di Griffth
Pierstefano Benvenuti, 66 anni, scomparso lo scorso luglio
AMARCORD
Emil Griffith
di Emilio Cavalli - “La Notte del ring” sale a Gemmano nel nome di Griffith, appena scomparso. Cambia collina e da San Clemente sale fino a Gemmano dove, sabato 17 agosto, si incroceranno i guantoni dell'Accademia Pugilistica Valconca, con quelli di una rappresentativa abruzzese. C'è l'occasione di rivedere i splendidi dilettanti in una serie di incontri che scalderanno la serata in preparazione dei due incontri internazionali fra professionisti. Tra quest'ultimi, saliranno sul ring per i pesi medi Francesco (“Frens”) Basile che, dopo la sconfitta in Montenegro, riprende il cammino contro l’ungherese Laszlo Ando, sapendo di non potere permettersi ulteriori passi falsi. La sua boxe elegante, il suo stile e il calore dei suoi tifosi sapranno certamente dimostrare che l’ultima sconfitta è stata un episodio ormai superato. Altro incontro tra professionisti è quello fra i welter Alessandro Angelini, atleta in forte crescita giunto al suo terzo incontro professionistico, che contro l’ungherese Aron Csipack metterà certamente a frutto la serietà con cui s’allena e la sua boxe da picchiatore intelligente che scalderà certamente il cuore. Questi match saranno preceduti dai dilettanti Francesco Golfi, atleta ben conosciuto in
Valconca che incrocerà i guantoni con Giovanni De Grandis per i pesi medi. Poi l’amatissima e determinatissima Ivana Balducci, atleta serissima che tra un cazzotto e l’altro ha trovato il tempo d prendere un paio di lauree, che per i pesi piuma si batterà contro l’abruzzese Mendoza Odler. Per i welter cercherà di allungare la propria serie di vittorie Simone Cecchini contro David Iezzi e, sempre nella stessa categoria si affronteranno Marco Muccioli contro Alberto Di Sabatino. Si incontreranno per i pesi leggeri, il debuttante David Vocali contro Matteo Tucci. E’ prevista la straordinaria dimostrazione di Kick Boxing fra l’ex campione dl mondo di full contact Giovanni Orru ed il super champion 2006 Ezio Grimaudo. Ma la serata avrà qualcosa in più dei pur importanti incontri. E' la notte del Memorial Emil Griffith. Nasce a Saint Thomas nelle Isole Vergini il 3 febbraio 1938 ed è morto lo scorso 23 luglio, in condizioni economiche e di salute disperate dopo avere sviluppato dal 2000 una sindrome da demenza pugilistica. Fu lo storico avversario prima e poi grande amico del nostro Nino Benvenuti. Claudio Casadei
- Addio a Pierstefano Benvenuti, il signore del cinema Paradiso morcianese. Se n'è andato prima del tempo lo scorso luglio. E' stato sicuramente l'operatore cinematografico più simpatico dell'entroterra riminese. Da Montescudo a Morciano, San Giovanni in Marignano, Saludecio, Cattolica, Riccione e Rimini, ha lavorato nelle sale più blasonate della provincia e non solo. Chi voleva andare a vedere un bel film, se non voleva sbagliare doveva per forza di cose consultarsi prima con lui. Era un raffinato eseprto di arte cinematografica (non perchè vedesse lostesso film decine di volte). se il film del momento non era di suo gradimento, ti dice-
va: “Un vel un...”. Oppure: “Nu spend i tu sold, l'è una frigheda...”. Stefano era amico di tantissimi attori e registi, i quali lo rispettavano per la sua profonda passione e conoscenza della cinematografia italiana. Durante le riprese del film di Giuseppe Tornatore, “Il cane blu”, alcune riprese sono state girate davanti e sotto il porticato del bellissimo palazzo comunale morcianese. Parlava con attori del calibro di Philippe Noiret (scomparso da pochi mesi), con Die-
go Abatantuono e Ricky Tognazzi, come un amico di vecchia data. Stefano è stato un personaggio poliedrico e amava i giovani e la vita come pochi. Nonostante la malattia, ha scherzato e sorriso, come solo lui sapeva fare (aveva un'auto-ironia accattivante) fino agli ultimi giorni della sua vita. Come spesso avviene, non veniva sempre preso sul serio; perché il suo animo fanciullesco e leggero veniva scambiato per ingenuità o quant'altro. Una volta, ad una mia mo-
stra sotto i portici comunali, nella sala mostra pubblica, per pura gioia, con una giornalista di San Marino rtv, si improvvisò critico d'arte, aprendo la porta ad un'avvenente porta, passando dal dialetto ad un italiano forbito ed una erre moscia: “Signorina, io sono il curatore della mostra e critico d'arte”. Chi scrive ed un amico presente, Rossano e Giannetto, ci siamo spanciati in silenzio. Goliardate d'altri tempi. Per la sera, parte un invito, lasciato cadere, seppur con divertimento. Divorziato, con figli; successivamente è ritornato con la sua amata moglie. In verità, Stefano vedeva oltre. Si comportava come se fosse stato un attore. Aveva capito che la vita nella maggior parte dei casio altro non è che une recita. Che il Regista supremo, un giorno valuterà. Con cura e benevolenza. Ciao, Stefano, che la terra ti sia lieve.
FuMo, ha vinto la pasta Luci e ombre edizione 2013 IL FATTO di Emilio Cavalli - Le future feste morcianesi per non deludere i cittadini dovranno essere improntate sul dare e non sul chiedere. Nell'edizione 2013 di FuMo si è visto tanto fritto in via Pascoli e poco fumo uscire da sotto i portici del palazzo comunale, transennato e spento. In quelle tre calde serate anche i piccioni sono andati a dormire prima del solito. A FuMo finito si può tranquillamente affermare che ha vinto la pasta e non la cena del futuro. Con 40 euro si possono deliziare 40 bocche affamate. Nelle ore notturne tre fari giganti, sistemati a cerchio come cannoni, illuminavano con un grande occhio di bue (forse per l'ultima volta la scritta del vecchio gigante buono e d'argilla, il mitico pastificio Ghigi, che entro Natale cesserà di esistere e lo vedremo implodere su se stesso). Grandissimo gesto di civiltà degli organizzatori; bravi ad averlo salutato in quel modo. Meno azzeccata invece è stata la scelta di sbarrare la via Roma con un palco per tre lunghi giorni. Dove avevano
vietato persino l'accesso ai pedoni (precauzione per via dei cavi?). Bisognava pensare che nella via principale non ci sono solo banche o negozi di scarpe e vestiti, ma anche altre attività commerciali: negozi, bar, ristoranti, che vendono merce deperibile. La pasticceria Ghigi viene quasi sempre tagliata fuori dalle feste di paese. Chissà perché ce l'hanno proprio con la schiatta dei Ghigi... A Morciano ci sono diverse
persone disponibili e capaci in grado di organizzare una grande festa della pasta, con tre orchestre di musica romagnola, dove si può mangiare, bere e ballare (gratis) con un investimento di solo 10mila euro totale; ottenendo la stessa affluenza di pubblico. La dimostrazione più attendibile è stata la festa di Aspettando FuMo, dove tutti hanno degustato il pesce dell'Adriatico e cocomero a volontà. Le idee a volte più sono semplici e tradizio-
nali e più hanno successo. A che cosa serve imitare viale Ceccarini, Ricccione, e chiedere per una birra da asporto 5 euro? Per fare i fighetti? Per vederla in vetrina due giorni dopo a 2 euro in un'altra via. Morciano rimarrà per sempre il paese della pasta, anche se la nuova Ghigi si è trasferita al di là del Conca; gli operai sono quasi tutti morcianesi, senza però fare un semplice e inutile campanilismo. Tutto quello che la Ghigi è stata, rimarrà nei cuoi dei morcianesi. E non solo. La serata col comico bolognese Bergonzoni (bravo, anzi bravissimo), l'intervento del direttore della Ghigi e i chiarimenti del vice-presidente di Città Teatro, Mirco Gennari (bravi anche loro) hanno concluso la tre giornate di FuMo tra luci e ombre, come era prevedibile e normale: bene le prime due serate; meno l'ultima. P.S.: Molto belle le vetrine dei commercianti morcianesi; fantasiosi, disponibili e pazienti. Le critiche di cui sopra non vengono segnalate per offendere, bensì per migliorarsi a vicenda. Scriba compreso.
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Agosto 2013
MORCIANO
Fraternali rivive la sua impresa: 5mila chilometri in bici in 12 giorni dalla Calfornia al Maryland
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LO SPORT
- Mancano poche decine di chilometri al traguardo. Alle spalle 5000 chilometri in bicicletta e 12 stati americani (partenza dalla Calfornia, Pacifico e arrivo sull'Atlantico, Maryland). Mario Fraternali, il nostro eroe, è stanco mentalmente. Troppo stanco. Si abbandona sull'erba di un cimitero, che là sono tenuti come giardini. Il raffinato scrittore napoletano Edoardo De Filippo scrive che vorrebbe trovare una pace senza la morte. E l'istantanea di Mario rimanda ad una delle pennellate più belle che un uomo abbia potuto scrivere. Ricaricate le strane batterie della mente, Mario riprende a pedalare. Giungerà tre ore dopo la sua speciale tabella di marcia. Il suo team, già alla mèta, è preoccupato. Ma Mario, per chi lo conosce, dà l'impressione di essere infanticabile. Di avere energie all'infinito. Di essere dotato di talenti particolari: “Se una cosa la fa qualcuno, la possa fare anch'io”. L'uomo, sempre per chi lo conosce, ha un fare riservato ed è persona di onore. Un cavaliere che va in bicicletta, insomma. Con Mario si rivivono quei 12 giorni e 2 ore da marcia trionfale, nei quali, unico italiano, ha portato le emozioni del tricolore e la scritta Gs Valconca-Ottica Biondi Morciano. Ricorda: “La doccia più bella della mia vita dopo un lungo e interminabile pomeriggio di afa.
Mario Fraternali con parte del suo team
Mario, la riservatezza epica All'imbrunire, in Kansas, è sceso un temporale. All'inizio c'era la paura, poi la pioggia è scesa dolce per un paio d'ore...”. Dall'11 al 23 giugno, 5mila km, 12 stati e 40mila metri di dislivello, i suoi tre momenti di emozioni: “La partenza è stata un'attesa di emozion lunga due ore. Le fotografie, il saluto tra noi partecipanti, le mani strette dal pubblico. Le tante interviste. Gli italiani in America che ti vengono a cercare e che ti salutano con l'orgoglio di chi è da anni lontano. Tutti momenti che ti toccano. Non meno emozionante, l'arrivo. A scandirlo l'Inno di Mameli. Infine, mai avrei pensato che Morciano mi potesse accogliere in quel modo. Ho ricevuto meravigliose testimonianze da ragazzi,
adulti, anziani”. Per il sessantenne Mario, solo tre forature lungo l'attraversamento degli Stati Uniti ed una paura. “Avevo una sola preoccupazione durante il percorso: la possibilità di
un incidente. In mezzo alle autostrade di infinite corsie c'è anche la ciclabile. E' messa male e sporca di detriti, ovviamente. Soprattutto, c'è il timore dei camion. Due tir di una lunghezza infinita mi hanno sfiorato nelle curve”. L'impresa di Mario significa anche saggia amministrazione e attenta organizzazione. Afferma: “Dal primo chilometro ho sempre viaggiato all'80% delle mie forze. La crisi è giunta l'ultimo giorno, a 70-80 km dall'arrivo; con ben un giorno di vantaggio sul mio tempo massimo. Gli strappi improvvisi mi davano fastidio; non riuscivo più a sostenerli psicologicamente. Stufo, il traguardo mi sembrava lontanissimo. Sentivo di avere le gambe senza energie. Pensavo di arrivare
alle tre del pomeriggio; taglio il traguardo tre ore dopo”. Due ore di sonno al giorno (dalle 2 alle 4 del pomeriggio), per mettere nella sua speciale teca la Raam (Race across America, è così che si chiama la corsa), Mario acquisiva forze e refrigerio in tre soste al giorno, con altrettanti pasti. Ogni sosta durava mezz'ora: doccia, cambio di indumenti, mangiare. La dieta: pasta, carne, insalata, mele, frutta secca. In bici: frutta, Parmigiano e bibite dolci. Una giornata significava 8-10mila calorie consumate. Il suo punto di appoggio nelle fermate era il camper con il team: nove amici che lo hanno coccolato, rifocillato, avvolto nelle cure. Tutti bravissimi e sempre sorridenti, an-
che con la naturale quotidianità dei piccoli dissapori di chi convive in spazi stretti per molto tempo. Al seguito anche un'automobile. Dentro, i consigli e la musica (raffinato moltiplicatore di energie) di Mauro Farabegoli. Ha condotto alla conquista dell'America 7 ciclisti; un solo ritiro. Da costa a costa, attraverso 12 stati, con i paesaggi che mutavano pedalata dopo pedalata, a chi gli chiede quale orizzonte si è portato con sé a Morciano, risponde: “La Monument Valley, anche se affrontata di notte e i verdi paesaggi della West Virginia e del Maryland”. La cerimonia di premiazione si è tenuta il giorno dopo l'arrivo in un grande albergo. Mario è stato il primo della sua categoria: 12 giorni, 12 ore e Ora, a distanza, come ci si sente? Mario: “Alla fine mi sono sentito un eroe. Lì per lì non me ne sono accorto. Ora, con i complimenti della gente, capisco di aver compiuto un'impresa”. La storia ciclistica di Mario Fraternali inizia una dozzina di anni fa. Il suo maestro è Luciano Corbelli, scomparso in un incidente il giorno prima della festa dello sport promossa dal Comune di Morciano. Mario: “La sera della premiazione c'era il suo rosario; a lui va un bel pezzetto della mia impresa”. Prima della Raam, in 12 anni, Mario ha portato a termine 25 grandi maratone in bicicletta. Dopo l'Impresa, Mario va a lavorare in bici, solo per il piacere dello stare in sella. Non gli interessano più le salite e la sfida con la fatica.
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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE
Agosto 2013
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Festa all'arrivo con oltre 300 morcianesi. Ha organizzato “Viso” (albergo Risorgimento)
MORCIANO DI ROMAGNA
Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)
Splendida festa per l'Asd Junior SAN CLEMENTE
Un momento della festa
Il professor Chiaretti riceve così i turisti a Mondaino
Convivio il 17 agosto
“Dante Alighieri e le Grotte di Inferno” con Chiaretti - “Dante Alighieri e le Grotte di Inferno”. E' il titolo del convivio che si tiene il 17 agosto al Castello di Onferno, Gemmano. Gran cerimoniere il professor Angelo Chiaretti, dantista di vaglia, ciambellano raffinato e comunicazione da attore navigato. Il sipario si alza alle 18; gli ospiti sono accolti in abiti medievali nella chiesa di Santa Colomba. Alle 18,30, apertura storico letteraria dove viene presentato un progetto culturale di ampio respiro dal titolo “Divina Gemma” Alle 19,30, piazza del Castello (non è rimasto che il luogo), sempre ad Onferno, la tavolata. Menù: penne alla Dante, anguille di papa Martino IV, sardoncini Malatestiani, verdure guelfe, piadine di Virgilio, vino rosso del
dio Giano, acqua fiume Lete, anice Tassoni. La serata del 17, è solo l'inizio di un percorso con il quale attraverso la cultura si vuole fare turismo ed economia. Scrive il sindaco Riziero Santi: “Ri-pensare Gemmano. Mettere in campo un'idea forte. Un pensiero lungo. Sognare, progettare, fare. Dare a Gemmano ciò che ancora non ha. Un brand. Tenere insieme e valorizzare il territorio, la storia, la cultura, l'arte. Andare oltre l'evento. Costruire il mito. Ecco la ‘Divina Gemma’. Ecco l'idea. Onferno chiama. Dante risponde!”. A casa sua, a Mondaino, Chiaretti, grazie a Dante, grazie alla sua cultura, grazie alla sua affabulazione, grazie al suo sorriso, porta oltre 10mila turisti l'anno.
di Claudio Casadei - Belli e possibili i ragazzi dell’ASD JUNIOR SAN CLEMENTE nella “splendida piazza” di San Clemente, hanno festeggiato l’impresa compiuta lo scorso anno dell’inattesa quanto meritata promozione in Prima Categoria. Da lunedì 5 agosto però le feste saranno finite e i boys rosso blu si rimetteranno le scarpette per ricominciare a sudare sui campi e sui percorsi d’allenamento. Agli ordini dell’allenatore Loris Neri è stata confermata buona parte della rosa dello scorso anno e, come scrive il dirigente Fausto Terenzi, “Sono entrati a far parte della nostra ‘famiglia’ Casadei Fabio, Bianchi Matteo, Ballarini Cristan, Pelliccioni Kevin, Balducci Tomas, Liotta Ema-
nuele, Angelini Nicolò, Signorotti Simone”. Questa piccola grande realtà del calcio valconchino riparte nella quasi più completa autogestione e con un budget di spesa estremamente più basso delle sue antagoniste. Quello che davvero non manca a questi ragazzi è la passione e la
volontà di superare gli ostacoli. Due qualità che non potranno certo non essere considerate anche dall’amministrazione comunale che non può dimenticare che il calcio è e resta di gran lunga lo sport più amato dagli italiani e che i praticanti anche nel nostro comune segnano cifre ben superiori a tutti
gli altri sport. Inoltre, come può un comune che ha superato i 5000 abitanti non avere almeno una squadra di una certa importanza? San Clemente la propria piccola realtà ce l’ha, le strutture anche, ora bisogna fare in modo che questa società abbia la considerazione e gli aiuti possibili e meritati.
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MORCIANO DI ROMAGNA
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Agosto 2013
Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica) Ahhh è bella San Clemente, quella rifatta e quella cadente, sembra rifatta ma per niente eccola que, piena di gente!
S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE
Quelli che a San Clemente... ( Da leggere sull’aria della nota canzone di Jannacci, che speriamo ci perdoni!) quelli che “ Meglio un giardiniere amico!” Ohhh yesss!
Quelli che “qui manca tutto”, quelli che “i nuovi… i vecchi” quelli che “ a cmanzem a ves trop…” quelli che “da dove vengo io certe cose…” quelli che “ ma perché non ci torni!” Ohhh yesss! Quelli che “abbiamo migliorato i servizi e ristrutturato gli uffici” quelli che “tuteliamo il circolo per rianimare il centro” quelli che “….Ciaoooo San Clementeeeeee…” quelli che “ è esterno ma ha agganci in provincia” quelli che “Va bene, va bene ma le buche nelle strade… crescono qui!” Ohhh yesss! Quelli che “il ponte? Domani parte!” quelli che “ Il ponte? facciamo un comitato!” quelli che “ Il ponte? I lavori son sempre fermi!” quelli che “ Il ponte? …ma non diciamo sciocchezze!” quelli che “ Tho! A volte le sciocchezze parlano!” Ohhh yesss! Quelli che “ Il Verde pubblico!” quelli che “ I cani cagano… “ quelli che “ i bimbi urlano!” quelli che “ I parchi insieme … è civiltà”
Quelli che “ Il Consiglio Comunale un rito inutile” quelli che “ …non l’avete fatto e ve lo avevo detto!” quelli che “ … lo avete fatto perché IO ve l’ho detto!” quelli che “ … la documentazione era incompleta…” quelli che alzano le spalle “ … tanto siete minoranza!” Ohhh yesss! Quelli che “ … faccio il consigliere perché mi aumentano i permessi …” quelli che “ … la casina dell’acqua, il corso dell’olio, la meritocrazia… ma il tartufo no!” quelli che “ è tutto legale, per la trasparenza rivolgersi ai prossimi!” quelli che tirano il sasso poi nascondono la mano,il braccio… se stessi! quelli che ti guardano e “ … IO so IO e voi nun siete un cazzo!” Ohhh yesss!
Quelli che “… ti ho mandato la mail…” quelli che “ …volevo precisare un attimino…” quelli che “ … io son di destra e saltuariamente di sinistra…” quelli che “…diminuitevi i compensi e chiudete le buche…” quelli che “ … non possiamo farlo, ce li siamo promessi…” Ohhh yesss!
AZIENDE INFORMANO
- Una poesia di Gianni Martelli, “A vria” (Vorrei), è stata declamata, per otto sere di fila, durante il Festival di Spoleto, come apertura dell'opera “Sotto il progetto dell'ombra” della compagnia Progetto miniera di Thomas Otto Zinzi. A sua insaputa. La recitava Giuliano Volpinari,
Arte Pizza, la pizza che si fa col sorriso - La pizza si può fare anche col sorriso. Sorrisi che si trovano ovunque nella pizzeria da asporto “Arte Pizza’ di Sant'Andrea in Casale. E a chi potrebbe venire in mente di chiamare la propria attività Arte? La signora si chiama Nadia ed è, naturalmente, dato il piacere di entrare in relazione con gli altri di Fano. I fanesi sono un bellissimo popolo: cordiale e aperto al mondo. La signora è sposata con il morcianese Silvano Ricci, un signor pizzaiolo. La coppia ha due figlie; una, Beatrice (Bea) è con la mamma a mandare avanti la bottega. Si affaccia sul Parco dei Pini, con tanto di giochi per bambini e panche. E' un luogo ideale dove andare a consumare le pizze della Nadia. Archiviato il sorriso, altro elemento che ti colpisce e quando entri da Arte Pizza è la pulizia e la sobria bellezza del locale: travi a vista e lampadine con il
piatto di ceramica a vela; da casa colonica dei nonni. Infine, il fatto più importante: le pizze. Accanto alle classiche, Nadia ne ha personalizzate e create tante. Quella più gettonata si chiama alla “Gratinata”. Assolutamente da degustare. Altre sue invenzioni: la Saporita, la Campagnola, la Tarantina, l'Amalfitana, la Mediterranea... E che dire della Pizza al Kamut, alla Nutella, i cascioni, le piade farcite... Uno dei segreti delle sue pizze sono la bontà degli ingredienti: italiani e quando possibile a Km 0. Naturalmente c'è l'asporto, ma anche la possibilità delle consegne a domicilio. Davanti al forno, con la signora Nadia, la figlia Bea e Davide, un ragazzo nato in Italia da genitori vietnamiti. Tutt'e tre portano la divisa: bianca, con fazzolettone rosso al collo. Anche questa è profes-
sionalità e rispetto per il cliente. Nadia è una delle poche pizzaiole donne della provincia di Rimini. Dice col largo sorriso: “La gente vuole che a rispondere al telefono sia una donna, mentre il pizzaiolo deve essere di genere maschile”. Arte Pizza viene aperta 11 anni fa, nel piccolo centro commerciale di Sant'Andrea in Casale sull'angolo tra via Riccione Tavoleto e la strada che porta a San Clemente, quando c'era ancora la gru. Una scommessa. Le vetrine si affacciano sul bel Parco dei Pini. Arte Pizza significa anche la possibilità di ordinare triangoli speciali per compleanni, festicciole... Una volta si è servito anche per celebrare un battesimo. Con grande soddisfazione della Nadia, che prima di servire le sue pizze ne ha bruciacchiate tante e usato familiari e amici come cavie.
Quelli che “ che bellissimo Centro Sportivo…” quelli che “ …il centro sportivo? Fa schifo!...” quelli che “ …il pallone…la sabbia…la Protezione Civile…” quelli che “ il pattinaggio per fighetti misanesi, il beach tennis per fighetti riccionesi!” quelli che “ … Ujè sna e palon e ign i dà piò njint!” Ohhh yesss! Quelli che “ il prossimo sindaco sarò io…” quelli che “ il prosimo sindaco non sarò io!...” quelli che “ …dai lei li?... ma…dai… davvero?..” quelli che “ Il dottore?... ma non ha già dato?...” quelli che “ Stavolta ascolto Craxi e vado al mare…anche fosse dicembre!” Ohhh yesss! Eggià Eggià... San Clemente non si smente sempre in bilico tra il poco e il niente con quelli che “mai letto tante sciocchezze” e quelli che “sarebbe bello tu imparassi… a leggere intendo!” quelli che “ io quella penna gliela metto…” e quelli che “… perché non ci provi?...” Eggià eggià, riempie bocca la democrazia quando d’altri percorre la via! Buonanotte San Clemente resta il buio, ma non fa niente! Fausto Nottiberti
Martelli al Festival di Spoleto
un uomo semplicemente dalla voce bellissima che esalta ancor più le storie che intreccia; quasi che la voce riesca ad aggiungere altro. Una specie di magia che ti riconcilia col creato. Giuliano declamava quella poesia dialettale che racconta di bambini. Deboli come cuccioli.
Gemmano Sagra della Pappardella al cinghiale
IL PROGRAMMA
Quattro giorni 12 agosto (stand gastronomici dalle 18) - Orchestra Genio e i Pierrots
13 agosto (stand gastronomici dalle 18) Orchestra Roberto Polisano
14 agosto
Dal 12 al 15 agosto. E' alla XIX edizione
(stand gastronomici dalle 18) - Orchestra Roberta Cappelletti
15 agosto (stand gastronomici dalle 12) - Castellina Pasi
- La Pro Loco di Gem-
mano in collaborazione col Comune organizza la tradizionale Sagra della Pappardella al Cinghiale. Si possono degustare molte specialità romagnole, dalla piadina ai fagioli con le cotiche, assaggi di pecorini e formaggi locali, e na-
turalmente ampi spazi per le pappardelle al cinghiale, fatte rigorosamente a mano. L'ingresso è gratuito. Ad allietare le serate, gruppi musicali folkloristici e tantissime bancarelle dove sbizzarrirsi nello shopping. Cinque le serate per le quali salire fino alla sentinella
della Valconca: dal 12 al 15 agosto. La natura Il più grande patrimonio del Comune di Gemmano è senza dubbio costituito dalla bellezza e dalla varietà del suo paesaggio naturale: il suo territorio è
forse il più integro e il più interessante di tutto il riminese. Gli elementi che lo caratterizzano sono per molti aspetti straordinari sia dal punto di vista scientifico che turistico. Le grotte di Onferno, la valle del Ventena, i calanchi, i sentieri che toccano i borghi rurali, i panorami ne fanno una meta obbligata per chi vuol conoscere una parte di colline isolata e rimasta ferma nel tempo.
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67 BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
A Saludecio, col Beato Amato cinque volte pellegrino a Santiago, se si vuole ringraziare Iddio per qualunque cosa, non si promette di stare un anno senza mangiare la cioccolata, si promette di andare a Santiago. C’è che ci va in aereo e chi va in aereo fino a Pamplona o a Leon, prosegue a piedi e ritorna in aereo. di Marcello Maioli - Nel 2008, davanti al monumento ai caduti di Saludecio, mi capitò di posare gli occhi su una cornice in legno che conteneva un foglio con tanto di stemma del Comune e firma del sindaco: era severamente vietato salire sui gradini del monumento. A me, che anche da bambino non ero mai andato oltre il secondo gradino, venne improvvisa la voglia di arrampicarmi fino in cima e mettere il sedere sul cucuzzolo. Un’impresa di tal genere avrebbe potuto solennizzare un settantesimo compleanno raggiunto in buona salute, nel 2012. L’idea è durata solo un attimo. A Saludecio, col Beato Amato cinque volte pellegrino a Santiago, se si vuole ringraziare Iddio per qualunque cosa, non si promette di stare un anno senza mangiare la cioccolata, si promette di andare a Santiago. C’è che ci va in aereo e chi va in aereo fino a Pamplona o a Leon, prosegue a piedi e ritorna in aereo. Io, che faccio le cose a modo mio, mi sono promesso di andarci col motorino, un 50 cc che non può andare in autostrada, la tenda e il sacco a pelo, come nel 2004 quando lasciai il ciclomotore in beneficenza e tornai in aereo, però questa volta arrivando fino a Capo Finis Terrae e tornando anche indietro con
Agosto 2013
SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO
Dallo Jonio all'Atlantico in motorino, la tenda e il sacco a pelo. Diario di bordo di un devoto Saludecio, chiesa di San Biagio, con le reliquie del Beato Amato
Sulle orme del Beato Ronconi: a Santiago in scooter 50cc BLOC NOTES lo stesso mezzo. Per quattro anni ho messo da parte soldi, fatto ricerche su cartografia, camping, percorsi e motorini e devo dire che la preparazione è stata appassionante e anche prodiga di soddisfazioni, essendo riuscito a costruirmi tutto: portapacchi anteriore, portapacchi posteriore, borse laterali, supporto per il navigatore, copertura impermeabile per il bagaglio. Il programma iniziale prevedeva la partenza da Taranto, la costa adriatica, una sosta a Saludecio da mia madre, la via Emilia, Torino, il Monginevro e Briançon come il Beato Amato, dopodichè un po’ influenzato dalla storia, un po’ dalla cartografia di Google e Michelin, ho previsto Gap, Avignone, Nimes, Montpellier, Tolosa, Tarbes. Di qui il Beato Amato passava i Pirenei a Somport, mentre io che vivo oggi e che a scuola ho sentito parlare dei paladini di Francia, da Tarbes vado a Lourdes che è a due passi
Marcello Maioli
ed attraverso i Pirenei a Roncisvalle come i pellegrini che vengono dall’Inghilterra e dalla Francia del nord. Tutti e due poi avremmo proseguito per Pamplona e per il Cammino Francese fino a Capo Finis terrae come è tracciato da allora fino ad oggi, magari con raccolta della conchiglia dalla spiaggia dell’Atlantico come faceva lui. Al ritorno, cedendo un po’ al turismo, sosta a Madrid e Barcellona, traghetto fino a Civitavecchia, costa tirrenica
TREBBIO DI MONTEGRIDOLFO - Via Botteghino 61 - Tel. e Fax 0541/855134
fino a Maratea, quindi Taranto. Nella realtà, appena iniziato il viaggio di ritorno ho rinunciato per stanchezza a qualsiasi proposito turistico ed ho tagliato Madrid andando diritto a Barcellona via Valladolid e Saragozza. Il percorso che ne è uscito si è concretizzato in 6048 chilometri totali, percorsi in cinque settimane. L’idea era di utilizzare i camping in Italia e Francia, mentre in Spagna, povera di camping dove passavo io, intendevo usare gli “Albergues” dei
pellegrini, ma appena mi hanno visto col casco mi hanno cortesemente rifiutato. Così ad ogni tappa andavo all’“Officina del turismo” e mi facevo indicare dalla ragazza una “pension”o un “hostal”. Non mi sono divertito, ma ce l’ho fatta, vincendo tutti i timori. Il motorino, comprato per l’occasione, ha sempre dato fastidio fin dall’acquisto lasciandomi in panne. Si è guastato anche a Saludecio e, sebbene riparato a Cattolica, è stato sempre fonte di preoccupazione. Altra preoccupazione per il portapacchi posteriore, autocostruito, che non mi ha mai soddisfatto completamente; la ruota posteriore si è sgonfiata quattro volte prima che il meccanico di Civitavecchia trovasse un difetto nel copertone; la paleria della tenda si è rotta in una delle prime tappe, sebbene in modo non irreparabile; e siccome la dementia senis si fa sentire, per tutto il viaggio sono stato preda del timore di dimenticare e perdere qualcosa di importante e vitale, come le chiavi
del motorino o le carte di credito. E se piove? Come passo il tempo in questa tenda minuscola? E per mangiare? Come vado in bagno? Come mi asciugo? Ma hai fatto una promessa e quindi vai avanti, anche se hai una gran voglia di lasciare tutto lì e tornare indietro. In effetti a Briançon, prima di cena, non ho trovato più le protesi dentarie, lasciate chissà dove ma, seppure con solo un quarto dei denti originali, masticando a fatica cibi ignoti, sono sopravvissuto. Diverse volte in Spagna, la mattina, ho visto le pozzanghere ai lati della strada: aveva piovuto ed ero stato graziato. Ho sofferto il freddo, avendo passato buona parte del tempo sopra gli 800 metri di quota e senza alcuna possibilità di comprare un giubbotto, ma non ho preso raffreddori. Anche il motorino, nonostante i dubbi, non mi ha mai tradito, anzi, si è fatto gli ultimi duemila chilometri stoicamente limitandosi ad emettere, in certe condizioni, un bel rumore di ferraglia che mi faceva vergognare quando attraversavo i centri abitati. Il portapacchi ha resistito egregiamente a tutti i passaggi pedonali sopraelevati non visti, per poi laurearsi a pieni voti sul pavè più sconnesso del mondo, quello che unisce Napoli, Portici, Torre del Greco e Torre Annunziata; per non parlare del navigatore, che per quanto odiato e deriso (a Leon mi voleva far scendere da una scalinata) quando non sapevo né dove ero nè dove dovevo andare, mi ha riportato sulla retta via. Sono rimasto deluso a Capo Finis terrae, dove mi aspettavo il sole che tramonta nell’oceano infinito ed invece ho trovato una nebbia che faceva vedere a malapena il faro. Anche il Beato Amato ce l’ha trovata, e più di una volta; ma lui ci vedeva la mano di Dio, potente e misericordioso, che ti nasconde l’ignoto per il tuo bene. Per lui quella era la fine del mondo, e non solo perchè il mondo finiva lì. Anche in senso metaforico.
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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO
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Rievocazione storica il 17 e 18 agosto. Un programma fatto di cultura e costumi dell'epoca, compresa una cena frugale con pasta e ceci
Montegridolfo liberata. Gli alleati sfondano la Linea Gotica - Castello di Montegridolfo, 17 e 18 agosto. Quest’anno la manifestazione organizzata a ricordo della liberazione di Montegridolfo, avvenuta il 31.8.1944, presenterà parecchi eventi di grande interesse, alcuni già noti, ma opportunamente rielaborati, e altri del tutto nuovi. Nelle giornate del 17 e 18 agosto, a partire dalle ore 16,30, saranno realizzate attrazioni nella piazza e lungo le vie del borgo: figuranti in uniformi inglesi e tedesche con mostra di veicoli militari, musici itineranti, canzonette anni ‘30/40, artisti di strada, mestieri del passato, spettacolo speciale di burattini sulla Resistenza, ecc. La Proloco servirà zuppe di fagioli e di ceci a ricordo della cena povera del tempo della tessera annonaria, ma anche i piatti della tipica cucina romagnola. Il Museo della Linea dei Goti assicurerà visite guidate per gruppi dalle 16,30 alle 19,30. Nel pomeriggio di sabato 17, su temi storici inerenti la Resistenza parleranno storici e
TEATRO
Nel pomeriggio di sabato 17, su temi storici inerenti la Resistenza parleranno storici e ricercatori:Terzo Maffei, Daniele Diotallevi, Alessandro Agnoletti), Maurizio Castelvetro
La campagna della Levata di notte
LA STORIA
ricercatori: I Partigiani nella stampa degli Alleati (Terzo Maffei), L’attività partigiana nell’Italia Centrale (Daniele Diotallevi), Un’alleanza scomoda - Rapporti fra Partigiani e Alleati (Alessandro Agnoletti), Il movimento partigiano nella vallata del Conca (Maurizio Castelvetro), video testimonianze (a cura di Sonia Migani). Seguirà la presentazione in piazza del gruppo “Churchill con i suoi generali” a ricordo della visita che il Premier britannico fece agli alti Comandi alleati il 25 agosto 1944, il giorno dell’inizio dell’offensiva contro la Linea Gotica.
Museo della Linea dei Goti, l'esterno
In serata seguirà uno spettacolo pirotecnico “Bombe sulla Gotica” progettato per rievocare i bombardamenti aerei avvenuti sulla Linea Gotica e sulle città della costa. Nel pomeriggio di domenica 18 verrà proposta la trebbiatura con una trebbiatrice dell’epoca, poi seguiranno i balli nell’aia. Quindi avrà luogo l’evento principe della ma-
nifestazione: l’Associazione “The Green Liners” rievocherà in modo spettacolare la battaglia di Montegridolfo, durante la quale il Ten. G.R. Norton sfondò le difese tedesche, meritando la Victoria Cross, la massima onorificenza militare britannica. I momenti cruciali del passaggio del fronte rivivranno nel dopo cena di domenica 18 con
la recita della commedia dialettale “Mungridòlf, j’èra e’ sulión e piuvìva li bömb”, opera di Massimo Renzi messa in scena dalla “Compagnia Amici della Corte”. L’azione, fissata nei giorni della battaglia, contiene elementi fedeli alle vicende storiche. Il pubblico è invitato ad intervenire in abiti d’epoca per rivivere la quotidianità storica.
“Mumgridòlf, j’èra e’ sulión e piuvìva li bömb” - In occasione delle rievocazioni storiche organizzate nell’ambito della “Montegridolfo Liberata”, la Compagnia teatrale Amici della Corte porterà in scena: “Mumgridòlf, j’èra e’ sulión e piuvìva li bömb”, commedia in due atti di Massimo Renzi, tradotta nel dialetto da Terzo Maffei, al quale si deve l'istituzione del Museo. Opera del 2011, ora riveduta e ampliata. Nel rifugio, dove alcune famiglie si stanno riparando dalle bombe, giungono il frastuono della battaglia e le notizie di soldati e civili morti. Quando si diffonde la paura che tutto viene messo in gioco, i beni e la vita, la Dilëina invita la gente del rifugio a recitare il Rosario. Atmosfera e fatti sono ispirati alle testimonianze raccolte sul territorio; ma in il tocco dell’autore ha stemperato gli echi del dramma con momenti di sana comicità, come si conviene nella tradizione della commedia popolare.
SALUDECIO - AMARCORD
Addio a Nino Chelotti - Solo pochi giorni prima di lasciarci programmava con l’adorato figlio Giuliano la festa per il suo 92° compleanno che non ha potuto fare. E’così che voglio ricordare Nino Chelotti. Quando andavo a trovarlo in ospedale, non appena lo avevo salutato, si informava se a casa andava tutto bene chiedendo ragguagli su moglie e figli. Nino era fatto così: la sua umanità, durante i lunghi anni sempre a contatto con la gente, si era consolidata nel tempo affinandosi con una ironia che lo portava a battute improvvise, a volte feroci, ma mai offensive, che erano una sintesi efficace più di tanti discorsi. Ernesto, detto Nino, Chelotti ha vissuto la sua lunga esistenza sempre a
Nino (Ernesto) Chelotti con la signora Luciana
Saludecio, dove tutti si conoscono, continuando, con la moglie Luciana, l’attività avviata dai propri genitori Aldo Chelotti e Giovanna, detta Gianna, Marini. L‘Albergo-ristorantebar Chelotti sulla via principale di Saludecio è stato il suo mondo ed il suo punto di osservazione di un’umanità circoscritta ma non per questo meno ricca. Voglio ricordarlo come
memoria storica di un paese che oramai non esiste più, grande affabulatore sia che raccontasse un aneddoto, una barzelletta, uno scherzo fatto a qualcuno o che fulminasse con una delle sue battute l’interlocutore. Ciao Nino che tu possa aver ritrovato conoscenti, amici e parenti da intrattenere ancora una volta. Pier Giorgio Avanzolini
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Saludecio
Vini
Saludecio
Via Dei Poggi 2064 Tel. 0541 - 857190 955195
San Giovanni
Vini
Saludecio Via Dei Poggi 2064 Tel. 0541 - 857190 955195
San Giovanni Via Pianventena 681
Via Pianventena 681
Saludecio, borgo come un fuso
'800 Festival
Il borgo di Saludecio
- Notti per sognare e un tuffo nel passato. Dal 3 all'11 agosto (ma per sei sere) si torna di nuovo indietro nel tempo. Come sempre il Festival trasformerà il borgo di Saludecio in un grande e unico palcoscenico sotto il cielo di mezz'estate in cui andrà in scena il XIX secolo. “Ottocento Festival sarà un evento colto da una parte e popolare dall'altra. Vogliamo un intreccio di intelligenza e tradizione. E' da mesi che l'assessorato e l'ufficio alla cultura stanno lavorando senza sosta”. '800 Festival non poteva che guardare a quel secolo. Che è anche il secolo d'oro di Saludecio, testimoniato dal-
la bellezza del borgo, con la sua cattedrale, San Biagio ed i suoi palazzi nobiliari. Questo “viaggio emozionale che dagli occhi, alla mente arriverà fino al cuore”, ha due momenti. Il primo è breve e storico. Il secondo, invece, popolare, ma non per questo meno importante. Anzi. Popolare La parte popolare è un intreccio di atmosfere, spettacoli, rievocazioni. Il “Cartellone 800” offre anche musica, prosa, danza, teatro di figura e artisti di strada. Saranno allestite mostre ed esposizioni. Ma non finisce qui. Saludecio propone ai suoi visita-
tori anche momenti espositivi “permanenti”, sempre legati all’800. Da una parte infatti si potrà visitare la mostra “Garibaldi, un mito da riscoprire – La collezione Ottaviani”. Tra le maggiori esposizione iconografica e documentaria italiana che raccoglie cimeli originali di ogni genere legati all’Eroe dei due mondi. Dall’altra si potranno ammirare i Murales del borgo, le invenzioni dell’800, una cinquantina di opere dipinte sui muri del paese: un policromo e particolare percorso artistico en plain air fra vicoli e piazzette alla scoperta delle invenzioni del XIX secolo. Osterie Il viaggio nella storia dell'Ottocento, si completa con le osterie che i saludecesi sanno proporre agli appassionati che arrivano. Menù ben fatti e al giusto prezzo '800 Festival è organizzato dal Comune di Saludecio con il patrocinio e il contributo della Provincia di Rimini. Per informazioni: Tel. 0541/869731 Fax. 0541/869732
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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO STORIA
Sagra Patata, fascicolo da tramandare - L’associazione Pro Loco unitamente al Comune di Montescudo, in occasione della Sagra della Patata, realizza da oramai tredici anni un interessante pubblicazione. Si tratta di un vero e proprio giornale di grande formato, di circa quaranta pagine, ed all’interno vi sono contenute tutte le notizie del paese ed il programma dettagliato della Sagra. Ma ciò che è singolare di questo interessante “quaderno” è che ogni hanno viene trattato un argomento sui personaggi ed avvenimenti di Montescudo, attraverso una ricerca storica ed iconografica minuziosa, condotta dallo studioso Gilberto Arcangeli, per ricordare ciò che è accaduto nel passato e le persone che da Montescudo sono divenuti famosi nel mondo per il loro intelletto per il loro ingegno e creatività. Un documento storico, che da tutti viene conservato gelosamente tra i propri libri
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A Valliano il 14 e 15 agosto. Santuario incontaminato, autentico, genuino,
Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Festa della Madonna con sagra Il santuario (fatto risalire al 1200) vestito a festa
RELIGIOSITA'
di Pier Francesco Gasperi
preziosi. Questa pubblicazione, oltre ad essere distribuita gratuitamente nelle giornate che precedono la festa su tutta la riviera romagnola, entroterra e durante la sagra, con una tiratura di 5.000 copie, viene inviata a tutte le biblioteche dell’Emilia Romagna e Marche e ad altre moltissime biblioteche del territorio italiano ed estero essendo oramai divenuta famosa ed ogni anni molto attesa da tutti. Pier Francesco Gasperi
- Valliano è una piccola frazione del Comune di Montescudo, un luogo veramente fuori dal mondo dove si respira ancora l’aria e si vive nell’atmosfera di oltre 50 anni fa. Tutto è rimasto intatto, le coltivazioni, che sembrano giardini, sono un susseguirsi di oliveti e vigneti rigogliosi, circondati da enormi querce, olmi, abeti, pioppi, olmi, piante da frutto autoctone, quali il sorbo, nespolo, giuggiolo, lazzeruolo, mele maggiore, mori, melograni e molte altre specie. Il paese giace in una stretta vallata attorniata da tre grandi fossati o rii, qui nasce infatti il Rio Melo che sfocia a Riccione, tutta la zona è ricca di una fitta vegetazione, flora e fauna. la frazione è molto vivace ed attiva grazie alla costante volontà dei suoi abitanti che si raccolgono tutti nel Comitato Parrocchiale che da oltre 25 anni hanno dato un forte impulso per iniziative religiose e
sagre, nel pieno rispetto dell’ambiente, della natura e nella difesa dello stesso. Un luogo di grande relax fisici e mentale, un vero toccasana naturale, dove corpo e spirito ritrovano veramente il giusto equilibrio, fuori dai frastuoni della città e di molti altri luoghi oggi purtroppo divenuti comuni. Qui le persone che incontri ti salutano e ti fanno festa e magari ti offrono un frutto e due fette di salame veramente nostrano e genuino con un po’ di piadina. Cose veramente di altri tempi. Ma Valliano non è solo questo. Valliano merita una sosta per visitare il Santuario della Madonna del Soccorso, i cui lavori di restauro sono durati 15 anni. La prima chiesa è stata originariamente costruita nel 1200, a forma di piccola cappella, poi ampliata nel 1400 a forma di croce greca ed ulteriormente ampliata all’inizio del 1700 nell’attuale tipologia a croce latina. Imponente la torre campanaria ancora integra ed anch’essa consolidata con un accurato restauro scientifico. Valliano ha subito i bombardamenti della guerra del 44 trovantosi in piena linea gotica e nell’occasione la chiesa ha subito il crollo del tetto e di alcune strutture. Il tetto è stato ricostruito, dopo una sopraelevazione di circa un metro e mezzo di tutti muri perimetrali nell’immediato dopoguerra. All’interno si trovano interes-
santi affreschi del 1400-500, raro esempio in tutta la Provincia di Rimini, attribuiti alla scuola del Ghirlandaio. Sorprende la Madonna del Soccorso, una Madonna nera, costruita in legno (uno dei rari esemplari rimasti in Italia), e vestita con abiti confezionati dalle donne del luogo. Altra particolarità sono i capelli che sono costruititi da lunghe trecce di capelli veri donate dalle giovani ragazze del luogo affinché la Madonna facesse loro il dono di trovare un bel giovanotto da sposare. Cultura e tradizioni popolari del luoghi che si sono tramandate fino ai giorni nostri. La devozione alla Madonna è ancora molto sentita ed elevata e molti sono i fedeli che per devozione vi giungono in pellegrinaggio a piedi e innumerevoli sono gli ex voto e le attestazioni di grazie ricevute attribuite alla Vergine. Di fianco alla chiesa, nell’ex canonica, appositamente recuperata e restaurata, è stato realizzato il “Museo Etnografico di Valliano” che raccoglie numerosi reperti della civiltà contadina del luogo, tutti raccolti nell’arco di 40 anni, dagli alunni della locale scuola media di Montescudo-Montecolombo, Il museo veramente interessante è suddiviso per sezioni e trovano spazio gli utensili per la tessitura, quelli del vasaio, quelli della
i volontari della festa che cuociono la piadina romagnola fatta a mano
macellazione del maiale, quelli dell’apicoltore, dell’uso quotidiano della casa e molti altri. Vale veramente la pena dedicargli almeno una intera giornata. Programma: 14 Agosto dalle ore 19, Grande Pizzata ed alte goloserie, con l’ orchestra I Ragazzi di Romagna 15 agosto 2013 Festa della Madonna: al mattino il programma è prettamente religioso con varie celebrazioni nella chiesa, nel pomeriggio, alle ore 15, una tradizionale e storica processione per le strade del paese alla quale vale veramente la pena parteciparvi. Poi subito dopo inizia la festa o sagra campagnola con la grande orchestra romagnola “ La Nuova Romagna Folk” unica vera ed autentica a proporre il liscio romagnolo e non solo con una grande pista da ballo che proseguirà fino a notte tarda. Alle ore 23 grande spettacolo pirotecnico. Alle ore 20 nella pausa dell’orchestra spettacolo con i Ballerini romagnoli. In concomitanza una ricca pesca di beneficenza e soprattutto stand gastronomici con i pietti della migliore tradizione e cucina di Valliano, dalle tagliatelle, agli strozzapreti, arrostite di carne, ottimi prosciutti e salami, pomodori e melanzane e peperoni gratinati, porchetta di maiale ed alte leccornie, sempre rigorosamente con la piadina preparata e cotto sotto gli occhi curiosi degli ospiti con i migliori vini locali (Sangiovese e Trebbiano) ed un olio veramente al top. L’ingresso a tutte le iniziative ed alla festa sono completamente gratuiti. Per chi proviene dall’autostrada uscita Rimini Sud e poi strada Provinciale per Montescudo. Per informazioni 0541.984078
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71 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 - Dalle elezioni del 6 maggio 2012 sono passati 15 mesi. La Giunta Spinelli in questo arco di tempo si è “mangiata” certamente una fetta non piccola del già non consistente pacchetto elettorale che gli ha consentito di vincere la competizione elettorale. Almeno questa è l’impressione netta che si ricava girando per i bar del Paese, leggendo il blog “Informazione Corianese” (i cui animatori fra l’altro non possono essere certamente attribuiti alla sinistra), parlando con i sempre più “incazzati” dipendenti comunali, interrogando le associazioni di ogni genere presenti a Coriano. E questo, è bene ricordarlo, in assenza di una qualsiasi opposizione politica: Pd ancora cercasi. L’unica voce critica che si sente, se non altro attraverso i suoi comunicati stampa, è quella del consigliere comunale Fabia Tordi della Lista “Coriano Comunità Aperta”. Come ha fatto in così poco tempo il Sindaco Spinelli a dissipare un patrimonio di attenzione e di aspettative di novità che comunque c’era fra i corianesi, dopo tanti decenni di governo di centro-sinistra, e l’ultimo non certamente brillante? Un piccolo inciso, legato ad un “siparietto” accaduto nel corso della sconclusionata assemblea dedicata al fumo rosa dell’inceneritore del 12 luglio dove il Sindaco Spinelli e l’Assessore Morri, alla presenza di HERA, ARPA e AUSL, hanno dato il meglio della loro incompetenza nel gestire un argomento sicuramente delicato e complicato: il consigliere Alfredo Fab-
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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO
Sindaco in difficoltà con i suoi, col personale, col bilancio, con i blog amici
Spinelli, finita la luna di miele? Domenica (Mimma) Spinelli, Pdl, sindaco dal 2012
GARBINO IN PIAZZA MAZZINI bro, prima di andarsene, ha letteralmente e platealmente, di fronte al pubblico presente, mandato a quel paese il Sindaco di fronte alla sua ennesima dichiarazione che era tutta colpa degli amministratori del passato, ricordandoLe che i problemi ci sono oggi e che le responsabilità degli amministratori attuali sono quelle che oggi i cittadini giudicano. Di fronte alle incapacità di dare risposte è troppo semplice sempre rifugiarsi nel richiamo al passato. Proviamo ad elencare gli scogli su cui è andata a sbattere la nuova Amministrazione in questi mesi, regolarmente finiti sugli organi di informazione: - la complicata gestione del bilancio comunale 2012 con le drastiche scelte ereditate dal Commissario Maria Virginia Rizzo e la difficile scrittura del bilancio di previsione 2013; - la improvvisata gestione di servizi pubblici essenziali, dalle scuole materne alla chiusura della Casa degli anziani, dagli impianti sportivi al canile; - la travagliata vicenda della chiusura della Fondazione CORTE, la gestione non limpida del cartellone teatrale affidata alla com-
pagnia Fratelli di Taglia, la decisione di aprire il Museo dedicato a Marco Simoncelli mettendolo a carico interamente della pubblica amministrazione; - la “guerra” (qualsiasi altro termine non renderebbe l’idea a sentire i racconti) contro i dipendenti pubblici, considerati incapaci, inetti, nemici di questa nuova Amministrazione, fatto poi salvo l’assunzione di personale “fedele” (dallo staff del Sindaco alla promozione fulminea da vigile a super mega dirigente responsabile dei servizi del consigliere comunale 5 Stelle di Rimini Carla Franchini); - un approccio ai rapporti con le altre amministrazioni pubbliche e le grandi aziende di servizio sicuramente spigoloso (al di là di qualche buffa comparsata amicale, incomprensibili, del Sindaco di Riccione e del Presidente della Provincia a fianco del Sindaco); - le disfunzioni dei servizi,
dovuti ad una riduzione del personale (sia per pensionamenti che per tagli operati verso tutti i lavoratori precari) e per una riorganizzazione della macchina comunale sconclusionata, effettuata motu proprio, senza condivisione con i lavoratori e i sindacati (utilizzo pieno dunque della legge Brunetta), che ha visto trasferimenti fulminei di competenze da uno all’altro lavoratore senza passaggi di consegne, continui cambiamenti di orario al pubblico, black out telefonico esterno verso gli uffici, lunghissimi tempi per risposte ai cittadini; - un rapporto con i consiglieri di minoranza pessimo, al limite della correttezza istituzionale, tanto da essere costretti questi ultimi ad informare, in diverse occasioni, il Prefetto ed una richiesta forte di esercizio di controllo sugli atti del Segretario comunale. Abbiamo provato a chiedere in giro anche di conoscere le eventua-
li cose positive, ma le risposte pervenuteci sono state ben misere. Un po’ di populismo (i volontari per il taglio dell’erba); una “vendita” promozionale alla stampa di successi nella gestione del Teatro e del Museo Simoncelli; una affermazione costante e continua che “noi siamo meglio di quelli del passato”, ma finora supportata da ben pochi fatti concreti. Inoltre i cittadini hanno netta l’impressione che la lettera dell’ex Vice-Sindaco Arangio (pubblicata sullo scorso numero del nostro giornale) dia sostanza a questi rilievi critici mossi: le mie dimissioni sono frutto di “uno scontro politico tra la politica del fare, la mia, e la politica dell’apparire, quella del Sindaco Spinelli”. “Non ho nulla da spartire con una Giunta che è lontana dalla gente come la Luna dal Sole”. “Non ho nulla da spartire con un Sindaco che vive di fantasie e di idilli autocelebrativi senza avere la minima percezione dei danni devastanti che molte decisioni hanno creato”. “Valga per tutti la riorganizzazione della struttura della macchina comunale, la nomina dei capi-area, lo staff del Sindaco”. Naturalmente il dott. Arangio sa di cosa parla perché fino alle sue dimissioni del maggio scorso, era il “motore” del
lavoro della Giunta comunale. Ma in Paese girano anche tante notizie da gossip, allo stato irriferibili. Il consigliere Tordi, in una sua recente nota, inoltre pone una domanda interessante: “Dopo un anno di governo non solo non riescono a far funzionare le commissioni consiliari, ma neppure tentano un minimo di discorso partecipato con i sindacati, i cittadini e neppure con i loro tavoli tecnici. Ci chiediamo se almeno i loro consiglieri di maggioranza sanno che cosa devono votare?”. Domanda legittima perché nessuno ha mai sentito la voce dei consiglieri Roberto Bianchi e Filippo Casadei, quella dell’assessore Jari Forte (più commesso di servizio che pubblico amministratore). Lo stesso assessore esterno Guarino sembra fuori posto, abituato ad aver a che fare con bilanci di aziende private ma non certo con quelli di enti pubblici: il voto della maggioranza al bilancio ancora una volta è stato guidato e pilotato più dalla dott.sa Elena Masini, dirigente (a part-time) dei servizi finanziari comunali, che dal Sindaco. Sia Lei che Guarino, nel corso del dibattito, hanno dato più volte e su diversi temi l’impressione di non sapere bene di cosa si stesse parlando. La Giunta Spinelli arriverà sicuramente al 2017, come va ripetendo tipo mantra il Sindaco, ma in che condizioni lascerà il Comune di Coriano? Diremo, faremo, lavoreremo, ci impegneremo… Il Sindaco ripete ad oltranza (anche nella breve intervista video rilasciata in questi giorni al blog corianese) che saranno i cittadini a decidere: e su questo fortunatamente almeno non dovrebbero esserci discussioni. Il nostro lavoro di approfondimento delle vicende corianesi proseguirà ancora sui prossimi numeri.