Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
ANNO 17 N.2 Euro 1,50
Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini
REDAZIONE: VIA GARIBALDI, 30 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it
Parlamento, “paese” senza entusiasmo RIMINI - 4
IL PUNTO DI VISTA
Voto, politici e cittadini: quale rapporto?
di Alessandro Roveri* - I pascoli della Maremma erano molto redditizi, nel medioevo. Il loro governo era affidato a Siena a un organo bancario che ancora oggi si chiama Monte dei Paschi (pascoli) di Siena (Mps), ed è sostanzialmente controllato dal Comune e dalla Provincia di Siena, ossia dai dirigenti locali del Pd, erede di quello che fu il Pci. I responsabili di Mps si trovano oggi sotto accusa da parte dell’autorità giudiziaria. Il segretario del Pd e candidato premier, Bersani, si ribella giustamente alla speculazione elettorale contro la direzione nazionale del partito, nella quale si sono subito gettati i giornali berlusconiani. Ma la cosa più strana è che Berlusconi, che sta cercando di risalire la china della crisi del Pdl, non si sta associando alla campagna antibersaniana, e dichiara il suo affetto a Mps, che gli ha prestato cospicui capitali quando costruiva Milano 2 e Milano3. Si può aggiungere – ma questo Berlusconi si guarda bene dall’ ammetterlo – che di una filiale milanese di Mps il ragioniere Segue a pagina 10-11
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Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.° 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”
Tassa soggiorno, albergatori sul piede di guerrra
Centro culturale, 30 anni di protagonismo
RICCIONE - 25
CATTOLICA - 39
Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
FEBBRAIO 2013
Morciano “ricostruita” a “Brooklin” MORCIANO - 61
Elezioni, nel segno dell'etica della responsabilità Partire da se stessi per cambiare le sorti della propria vita e Paese. Consegnarsi ai partiti, storia insegna, è da cittadino arretrato. Il 24-25 febbraio, alle urne per rinnovare il Parlamento
Massimo Cacciari con Gustavo Cecchini
Cara signora, cosa si vota in queste elezioni? Mé a dégh cl'è mèj ciapè un'influenza che un tumòr...
di Ecci - Una campagna elettorale che spesso si trasforma nel Paese dei balocchi. C'è il grande burattinaio che la butta lì: niente Imu. Niente tasse. Ci potrebbe aggiungere, anche donne e champagne. E baldoria tutto l'anno. Solo che non verrebbe preso sul serio. Ma come dicono i contadini: senza soldi non si canta neppure messa. E dove si attingono i soldi per l'ospedale Pagine 2-3-4
Cecco-Henry Gervex - 2013
MISANO ADRIATICO
VALCONCA
Turismo, camere sì
San Clemente Ponmte, il pasticciaccio Caffè, economia e cultura San Giovanni Cenci, l'intervista Coriano Simoncelli, team in suo onore Montescudo Teatro dialettale, cartellone Mondaino La fèmina del prete Saludecio Cerreto nel libro di Sanchini
Breve massima di saggezza
Si possono fare nei lotti vicino agli alberghi
La democrazia è l'arte di far opprimere il popolo dal popolo nell'interesse del popolo
RUBRICA
Giuseppe Dossetti (politico e religioso)
CULTURA - MISANO
IL VOTO E' UTILE
Condomini Tutta la nuova legge sulla riforma del condominio in vigore da giugno 2013 nel prossimo numero
A zonzo con Manzoni, Shakespeare, Machiavelli, Aristofane, Qohelet... - Parte venerdì 1 marzo la sesta edizione di Ritratti d'autore – Letture e commenti ad alta voce, rassegna promossa dalla Biblioteca Comunale di Misano Adriatico grazie alla sapiente e rabdomante regia del direttore Gustavo Cecchini. Sette appuntamenti imperdibili dove saranno protagonisti i personaggi, le storie, gli intrecci, le parole, le frasi e le emozioni. L’apertura venerdì 1 marzo sarà in compagnia del finalista dello Strega 2012 Marcello
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RISTORANTE LA COLLINA - SAN CLEMENTE
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INCHIESTA
2
Febbraio 2013
E' più colpevole il pifferaio magico o chi crede che si possa avere moglie ubriaca e botte piena?
Elezioni, nel segno dell'etica della responsabilità NOMI L'INCHIESTA
A Roma, 4-7 parlamentari
segue dalla prima pagina
quando ci si ammala, per le scuole dei figli, per i parchi, per le piscine, per le strade, per le pensioni, per i monumenti? Un cittadino consapevole dovrebbe mandare al diavolo il pifferaio magico che dal '94 promette lustrini e cuccagna. E poi quando ha il potere cambia le carte in tavola e pensa ad altro. Data l'età dovrebbe optare a come sollazzarsi con il tempo che il Signore o la natura gli ha concesso in prestito. Perché come dice qualcuno sul lungo periodo siamo tutti morti. Manuale per un voto razionale senza ipocrisie Quelle del 24 e 25 febbraio sono elezioni decisive per il futuro dell'Italia, ma sono solo interlocutorie rispetto ai nuovi assestamenti destinati a ridefinire la geografia politico-partitica. Il voto è un bene prezioso della democrazia, la sua sacralità sta nella garanzia del suo esercizio. Il voto ideale da tempo, si dice, non esiste più, sempre più spesso si sceglie il meno peggio. Allora il voto dovrebbe essere interpretato come uno strumento pragmatico per premiare chi è più vicino al proprio sentire e contrastare l'avversario. Dunque il voto come strumento è un voto pro e contro. Un buon criterio sarebbe quello di favorire le persone oneste e preparate, anche al di là dei simboli partitici, ma questa legge elettorale impone di votare solo candidati designati dalle segreterie. Le primarie che hanno coinvolto qualche milione di cittadini le ha fatte solo il Pd e il centrosinistra. Da tempo tutti gli istituti di sondaggio elettorale danno una situazione sostanzialmente assestata con scostamenti che, salvo terremoti, non dovrebbero più creare ribaltoni. Al 4 di febbraio questa la si-
Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Via Garibaldi 30 - 47843 Misano Adriatico Redazione Via Garibaldi 30 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364
Giornale in stampa il 6 febbraio
Da sinistra: Massimo Gottifredi (Legacoop), Renato Ioli (Cna), Toberto Brolli (Concooperative), Ulisse Pesaresi (Ance) (Foto Roberto Bronzetti)
I candidati della provincia di Rimini PD Camera: Emma Petitti e Tiziano Arlotti Senato: Elisa Marchioni e Daniele Imola SEL Camera: Fabrizio Bagnolini, Assunta “Susy” Sorvino Senato: Fabrizio Pulimanti CENTRO DEMOCRATICO Camera: Salvatore Epiceno Senato: Rita Olivieri e Quinto Maioli MOVIMENTO 5 STELLE Camera: Giulia Sarti, Tommaso Della Motta, Antonio Scarponi, Francesco Costantini, Massimo Manduchi Senato: Marco Affronte, Antonella Bartocci, Fausto Antonino Battistel
tuazione: centrosinistra (Pd-SelCentro democratico): 33-37%; Centrodestra (Pdl-Lega e altre liste) 27-31%; Monti e centristi 1416%; M5S di Grillo 12-18%; Rivoluzione civile di Ingroia 3,55%. Nelle ultime settimane il centrodestra ha rosicchiato il 4/
PDL Camera: Sergio Pizzolante, Filippo Giorgetti, Nicola Marcello Senato: Franca Mulazzani, LEGA NORD Camera: Paolo Ricci, Elena raffaelli, Matteo Zoccarato Senato: Alberto Bizzocchi, Vito Vangelisti MIR Camera: Fabio Fraternali, Massimo Bordoni Senato: Marco Lombardi, Laura Muti, Stefano Gori, Andrea Berardi, Alessandro Pulis FRATELLI D'ITALIA Camera: Gioenzo Renzi, Daniele Apolloni, Luciano Bordoni, Alessandro Pracucci Senato: Marina Mascioni
LA DESTRA Senato: Rosario Zangari
MONTI Camera: Walter Pasini, Maurizio Grossi Senato: Mauro Ioli, Alessia Tonini UDC Camera: Gabriele Galassi FLI Camera: Pasquale Barone, Edda Negri Mussolini, Valter Ciabocchi, Marta Mengozzi, Donatella Moretti
5% al centrosinistra. Con lo scherzo di Carnevale di Berlusconi che ha promesso di restituire i soldi dell'Imu, è probabile che qualcosa possa ancora cambiare. Infatti gli italiani sono un popolo dalla memoria molto corta. Tutti i commentatori dicono che alla Camera la partita sia chiu-
sa, mentre tutto si giocherebbe al Senato, in modo particolare in Lombardia, Campania e Sicilia. Lo sbarramento alla Camera è del 4% con premio di maggioranza al partito-coalizione che ottiene più voti su scala nazionale. Al Senato lo sbarramento è l'8% secco con premio di maggioranza regione
RIVOLUZIONE CIVILE Camera: Michela Militano, Maria Luisa Ciurtia Senato: Mario Galasso
- La provincia di Rimini dovrebbe spedire a Roma 4-6 parlamentari. Sono certi Emma Petitti (7^ in lista) del Pd e Sergio Pizzolante (2° in lista) del Pdl. Ha buone probabilità di farcela Tiziano Arlotti (21°) del Pd. Qualche possibilità, in caso di risultato eccezionale, invece per Filippo Giorgetti (Pdl). Sicura per Giulia Sarti (M5S) e buone possibilità per i suoi compagni di partito Tommaso Della Motta e Marco Affronte Gli altri sono candidati solo di bandiera.
per regione. Tutti i partiti puntano ad azzoppare una vittoria piena del centrosinistra, concentrando liste e propaganda sul Senato. Lo fa il Pdl (è l'unico che ancora può sperare di vincere le elezioni) per rientrare nel gioco di governo, lo fa Monti perché vuole rimescolare trasversalmente le carte nelle coalizioni (col pensierino di ritornare a fare il presidente del Consiglio, magari con un nuovo governissimo), lo fa Ingroia per sperare in un condizionamento da sinistra (alla Camera è probabile che riesca farcela a superare il 4%, ma al Senato i sondaggi lo danno competitivo solo in Campania. Dunque nel resto delle regioni i suoi voti sono, brutalmente parlando, buttati via. Va riconosciuto però ad Ingroia di avere coalizzato in un unico simbolo, tutto quello che era rimasto dell'Idv, Rifondazione, Comunisti italiani e Verdi, per dare una prospettiva più credibile).
Siccome la matematica non è un'opinione, il voto come strumento pragmatico richiede una piccola e facile riflessione: chi voglio fare vincere? Chi assolutamente voglio che non vinca? Se si vuole fare vincere il centrosinistra o il centrodestra non va disperso il voto ad altre liste minori che non sono in coalizione con i due maggiori partiti: Pd e Pdl. Al Senato, in particolar modo in Lombardia, Sicilia e Campania, ogni voto sottratto al centrosinistra va a favorire l'ingovernabilità del Parlamento favorendo nuove maggioranze, compromessi... col rischio nefasto di nuove elezioni anticipate (lo spread non è un'opinione!). La maggioranza in Senato prevede 158 seggi, ma per governare con un minimo di tranquillità ce ne vogliono un'altra decina (PdSel, con almeno tre regioni in bilico, dai sondaggi, ne otterrebbero 143/145). Conti alla mano l'unica alleanza fattibile di governo diventerebbe Pd-Centro-Monti. Significativo è un recente sondaggio del Corriere della sera: per il dopo elezioni il 75% vede un governo Bersani-Monti. Nell'augurare a Rivoluzione civile di Ingroia il superamento del 4% alla Camera, la sua insistenza al Senato conferma la tradizionale vocazione masochista della sinistra (Pd-Sel compresi), dove i rancori e i personalismi spesso dettano l'agenda politica. C'è anche il voto “contro tutto e tutti” di Grillo che sottrae voti un po' a tutti gli schieramenti, ma anche all'astensione (e questa è una buona cosa). Che effetto avrà sul nuovo Parlamento? Intanto qualcuno ricorda maliziosamente che tre anni fa il pugno di voti ottenuti dal M5S “regalarono” la regione Piemonte al leghista Cota. Poi c'è il voto ideale di pura testimonianza (rassicura la propria coscienza ma può fare anche danni) col quale si possono ottenere risultati opposti a quelli sperati o dichiarati. Esempio: Rivoluzione civile è contraria a Monti, ma senza una vittoria piena di PdSel al Senato, l'alleanza con Monti diventa inevitabile. Non potendo puntare su una propria affermazione (oltre l'8% al Senato pertanto col rischio di non avere senatori), per Rc coerenza e interesse sarebbe votare in massa Sel per rafforzare nel centrosinistra la componente anti-Monti. Va riconosciuto che Monti è l'unico che porta via voti a Berlusconi. Senza di lui e la rottura dei centristi dalla casa madre Pdl, non ci sarebbe stata partita: Berlusconi avrebbe già stravinto. Infatti con grande abilità è riuscito ad unire tutti i cocci, e anche di più, di un centrodestra che sembrava allo sbando. L'“incantatore di serpenti” sta giocando il tutto per tutto.
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Febbraio 2013
INCHIESTA
A conoscerli, a maggioranza, sono persone di valore. Viziati da Roma?
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I parlamentari eletti in provincia dal '48 ad oggi Renato Capacci, Psi
LA STORIA
- Ecco i parlamentari eletti in provincia di Rimini dal dopoguerra ad oggi. Negli ultimi anni, tanti sono i cosiddetti paracadutati, cioè personaggi che arrivavano da fuori sicuri del seggio. A conoscere le storie degli eletti, si può dire che a maggioranza, da un punto di vista personale, sono di valore. Deve essere l'aria romana a viziarli. I nomi sono stati tratti dal libro di Paolo Zaghini “I politici locali”.
1948-53 - Camera: Giuseppe Ricci (Pci), Giuseppe Babbi (Dc). Senato: Paolo Fortunati (Pci), Luigi Silvestrini (Dc). 1953-58 - Camera: Giuliano Paietta (Pci). 1958-63 - Camera: Giuliano Paietta (Pci), Gino Zannini (Dc). 1963-68 - Camera: Veniero Accreman (Pci), Nicola Pagliarani (Pci), Gino Zannini (Dc). 1968-72 - Camera: Nicola Pagliarani (Pci) fino al '70 poi Veniero Accreman (Pci), Gino
Zannini (Dc). Senato: Mario Li Vigni (Pci). 1972-76 - Camera: Veniero Accreman (Pci). Senato: Mario Li Vigni (Pci). 1976-79 - Camera: Francesco Alici (Pci), Nicola Maria Sanese (Dc). Senato: Armando Foschi (Dc), Enzo Mengozzi (Pci). 1979-83 - Camera: Nicola Sanese (Dc), Francesco Alici (Pci). Senato: Sergio Flamigni (Pci), Armando Foschi (Dc).
Veniero Accreman, Pci Armando Foschi, Dc (a destra)
Giusppe Ricci, Pci (1890 - 1972)
1983-87 - Camera: Giovanna Filippini (Pci), Nicola Sanese (Dc). Senato: Francesco Alici (Pci), Armando Foschi (Dc). 1987-92 - Camera: Giovanna Filippini (Pci) fino al '90, poi Ennio Grassi (Pci), Nicola Sanese (Dc), Renato Capacci (Psi). Senato: Gaetano Arfè (Ind. Pci), Armando Foschi (Dc). 1992-94 - Camera: Ennio Grassi (Pds), Nicola Sanese (Dc). Senato: Terzo Pierani (Pds), Armando Foschi (Dc).
1994-96 - Camera: Ennio Grassi (Pds), Gianni Mattioli (Verdi). Senato: Gianfranco Pasquino (Pds). 1996-2001 - Camera: Gianni Mattioli (Verdi), Beniamino Andreatta (Ppi). Senato: Sergio Gambini (Pds), Giuseppe Basini (An). 2001-2006 - Camera: Mauro Bulgarelli (Verdi), Sergio Gambini (Ds). Senato: Sergio Zavoli (Ulivo), Giampaolo Bettamio (Forza Italia). 2006-2008 - Camera: Giuseppe Chicci (Ds); Ermanno Vichi (Margherita); Sergio Pizzolante (Forza Italia). Senato: Sergio Zavoli (Ds), Giampaolo Bettamio (Forza Italia). 2008-2013 - Camera: Elisa Marchioni (Pd); Sergio Pizzolante (Pdl). Senato: Sergio Zavoli (Pd).
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Febbraio 2013
INCHIESTA
Giuseppe Chicchi, Pd, racconta i suoi anni romani. “Meno privilegi rispetto al passato. Consapevoli dei problemi della gente”
4 BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
“Parlamento, un ‘paese’ senza entusiasmo” - “Qualche anno fa un suo allievo gli chiede: “Allora prof come sono 'sti onorevoli?”. “Di un livello talmente basso che non riesco neppure a raccontarlo”. Giuseppe Chicchi è stato parlamentare dal 2006 al 2008; eletto nelle liste dei Ds (l'attuale Pd). Professore di italiano, già assessore regionale al Turismo, già sindaco di Rimini (a lui si devono le grandi opere, (fiera, centro agro-alimentare, darsena, su tutti). Da alcuni anni, insegna Economia del turismo all'Università la Sapienza, Roma. Ha quasi completamente mollato la politica; dura per uno che arrivava dal manifesto e prima ancora dal movimento di Ferruccio Parri, il capo dei partigiani italiani. Colui che si sentiva un crisantemo sopra un letamaio. Letamaio come metafora della politica. Com'è 'sta buvette? “Il cibo della buvette ha il vantaggio di costare poco. Un primo e un secondo, nel 2006, si pagavano sette/otto euro. Il guaio è che tutto ha lo stesso sapore. Il fascino sottile della buvette va cercato nel fatto che il povero deputato di provincia ha l’occasione di pranzare con
Giuseppe Chicchi, già assessore al Turismo dell'Emilia Romagna, già sindaco di Rimini, dal 2006 al 2008 parlamentare Ds (l'attuale Pd)
L'INTERVISTA
i leaders, con D’Alema piuttosto che con Cicchitto, con Alfano piuttosto che con Franceschini. Ciò dà al deputato la sensazione di far parte di una élite, di essere al centro di qualcosa. Confesso di essere stato immune da questa sindrome e, per pranzo, uscivo quasi sempre fuori dai palazzi di Montecitorio per cercare un buon piatto di penne all’arrabbiata, non difficile da trovare”. I parlamentari sono migliori o peggiori degli italiani? “Il Parlamento rappresenta bene l’Italia, dentro c’è gente per bene e gente per male, lavoratori e scansafatiche. Quando il Parlamento si riunisce in seduta solenne e quasi tutti sono presenti, è davvero impressionante. E’ un ‘paese’ di oltre seicento persone, attraversato dalle pulsioni tipiche di una comunità inquieta: passione, rabbia, sconcerto, ironia, raramente entusiasmo. Un momento d’entusiasmo ci fu quando
eleggemmo Napolitano alla Presidenza della Repubblica, nell’aprile del 2006. In generale penso che per avere più efficienza, ed anche per risparmiare soldi, si dovrebbe dimezzare il numero dei deputati solo che questa decisione la devono prendere i deputati stessi. La qualità dei rappresentanti del popolo dipende da due cose: dalla qualità della società civile e dalla capacità dei partiti o dei movimenti di selezionare la classe dirigente. Se diminuisce questa capacità, diminuisce la qualità e il prestigio delle istituzio-
ni. Così, insieme a gente seria, arrivano in Parlamento inquisiti, capi bastone, nani e ballerine”. E i privilegi? “I privilegi ora sono molto ridotti rispetto al passato. Ma non mi iscrivo fra coloro che si indignano perché fare il deputato è un lavoro duro, se lo si fa bene. E implica una interruzione delle carriere professionali o un abbandono delle proprie attività ordinarie. Poi ci sono gli eccessi e gli abusi, ma bisogna stare attenti, saper distinguere. In campagna elettorale si sente dire:‘tutti a casa!!!’ E
dopo cosa c’è? Forse la dittatura. Il vero problema, ciò che fa indignare la gente, è che il Parlamento produce poco e ormai lavora quasi solo sui decreti del Governo. Aggiungo che va superato il bicameralismo perfetto che porta le leggi avanti e indietro fra Camera e Senato ed è intollerabile che la legge Calderoli tolga ai cittadini la scelta dei propri rappresentanti. E’ per risolvere, almeno in parte, questa grave anomalia che il PD ha fatto le primarie per i suoi candidati”. I deputati sono consapevoli dei problemi del paese? “Si, il Parlamento è consapevole dei problemi della gente perché il rapporto con il territorio è gestito da tutti i deputati, se non altro per ragioni elettorali. Allo stesso modo è forte la pressione del mondo delle associazioni di categoria, dei sindacati, degli ordini professionali. Il problema è che c’è differenza fra essere consa-
pevoli dei problemi e trovare le migliori risposte”. Lei oggi insegna Economia del turismo all’Università di Roma, le chiedo: serve un ministero del Turismo? “Sì, serve ma serve ancora di più una riforma dell’articolo 117 della Costituzione che nel 2001 ha trasferito le competenze del turismo in modo esclusivo alle Regioni. Ciò ha deresponsabilizzato lo Stato rispetto ad una delle sue principali attività produttive. Il risultato è che le Regioni italiane spendono un sacco di soldi per farsi concorrenza fra loro. E lo dico io che, negli anni ottanta, ho fatto l’Assessore Regionale al Turismo. La cosa divertente è poi che l’art. 117 mantiene il ruolo dello Stato per il Commercio Estero ma lo esclude per il Turismo. Il Turismo, in buona misura, è commercio estero, o no? Nei miei due anni di deputato feci svolgere dalla Commissione Attività Produttive un’indagine conoscitiva sul Turismo e su questo punto tutti (comuni, province, regioni, associazioni economiche) condivisero la necessità di rivedere il 117. Poi, com’è noto, finì la legislatura e non se ne parlò più”.
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SGUARDI D'ARTISTA di Annamaria Bernucci - La voce è un sussurro che tende a smorzarsi, bisogna prestare una speciale attenzione per cogliere questo suo raccontare misurato, a voce bassa. Ad onta degli anni, un’ostinata espressione sbarazzina gli è rimasta incollata nel viso, nei gesti, nell’essere pittore. Sì perché Vittorio D’Augusta, classe 1937, non cessa di ricercare e sperimentare, di affrontare la vita con la spregiudicatezza spavalda di chi non vuole arrendersi all’età che avanza e che impone bilanci non sempre necessari. Ne è una prova la mostra in corso alla Far (Fabbrica Arte) di Rimini nella centralissima piazza Cavour dove inanella opere sedimentate e recenti all’insegna di un titolo enigmatico e seducente: Il giardino e la guerra. All’intervistatrice di una tv locale che gli domandava cosa significasse questa mostra, oggi, a Rimini, D’Augusta risponde con una semplicità disarmante: “Per me è un ritorno a casa”. E’ attorno al tema dell’oikos, della casa, che ruota infatti questo suo riaffacciarsi sulla scena dell’arte con una mostra struggente, che elabora, tra memoria e rinnovamento espressivo, gli esiti ultimi della sua lunga esperienza di ricerca artistica, tra le più feconde
Febbraio 2013
RIMINI - VALMARECCHIA
La guerra di D'Augusta
D’Augusta è nato a Fiume in anni difficili, presaghi di venti di guerra, dal 1948 risiede a Rimini. Da quella città di confine, che nell’arco di un secolo è stata asburgica, dannunziana, italiana, che ha conosciuto il socialismo reale, ora croata, e da Rimini, città dalle profonde trasformazioni, ha tratto l’attitudine a rifiutare la rassicurante stabilità delle teorie definitive del panorama riminese e nazionale. Il tema affronta i tratti salienti e le ragioni storiche delle proprie origini, tocca i momenti della diaspora e della guerra, spartiacque doloroso tra vita e distruzione. Vittorio D’Augusta è nato infatti a Fiume in anni difficili, presaghi di venti di guerra, dal 1948 risiede a Rimini. Da quella città di confine, che nell’arco di un secolo è stata asburgica, dannunziana, italiana, che ha conosciuto il socialismo reale, ora croata, e da Rimini, città dalle profonde trasformazio-
VITTORIO D’AUGUSTA Il giardino e la guerra FAR Fabbrica Arte Rimini / Galleria comunale d’arte moderna e contemporanea Rimini piazza Cavour 19 gennaio- 10 marzo 2013 Orario: 10-13 / 16-19,30 chiuso il lunedì; ingresso libero. Info: 0541 704416 www.riminifar.it
Vittorio D'Augusta
ni, ha tratto l’attitudine a rifiutare la rassicurante stabilità delle teorie definitive. Un pianoforte, un servizio da tavola e un tappeto prezioso, unico oggetto superstite oggi della casa abbandonata precipitosamente durante la guerra, uniti al rombo degli aerei in picchiata e della contraerea tedesca sono tutto ciò che rimane della sua infanzia. Una concezione ossimorica dell’arte, come egli stesso ha scritto, gli ha permesso sempre di rinunciare a coerenze formali, rimanendo però fedele a due principi: l’idea
che la pittura sia il termine di paragone con cui si confronta ogni pensiero, l’idea che ogni gesto del dipingere, per quanto radicale, possa sempre complicarsi in digressioni, “dirottamenti da sé”, che ne mettano a rischio la rotta prefissata, e che implicano un’aspettativa fatalista, o romantica, per ciò che potrà accadere, e forse accadrà, dentro la pittura all’ “insaputa dell’autore”. Si avventura nel gioco rischioso di improvvisare – dice – lasciando aperti gli esiti, concedendosi nel dipingere una ‘regressione’ consapevole all’infanzia. D’Augusta rimane fedele anche all’etica del ‘gesto’, fluido ed elegante del dipingere. Ogni opera
esprime percorsi dinamici e una qualità disincantata che crea una sintassi limpida, sciolta. Ama gli ossimori e le analogie - lo ripete-: la guerra e il giardino sono due opposti , cioè “ciò che cresce, veglia e fiorisce” messo di fronte e in contrasto con “ciò che spezza, sradica, distrugge” (come scrive sulla mostra Sabrina Foschini). Senza essere didascalica la pittura di D’Augusta racconta l’inenarrabile (la Storia), in un traslato ricco di sfumature, ma essenziale. L’aspetto narrativo si risolve nella pittura astratta, e il racconto semmai è dato dall’insieme, cioè dalla successione e dalla relazione delle opere tra l’una e l’altra; si concede un’esemplificazione più diretta solo in un allestimento dove, non senza una velatura di sarcasmo, allude con il titolo (ex voto per grazia non concessa) alla tragedia della perdi-
ta, materiale e familiare. Racconta anche come raggiunga certi esiti pittorici, le alchimie dell’artista: polvere di cemento dentro il colore che asciugandosi crea ossidazioni e qualità particolari, una pennellata liquida che nel rapprendersi rilascia riflessi nuovi. D’Augusta aveva esordito in campo artistico negli anni ’60, unendo all’interesse per la pittura l’impegno culturale e politico tipico di quell’epoca. Nel decennio successivo approda ai movimenti europei della concettualità analitica, mentori e critici Giorgio Cortenova e Filiberto Menna. Giovanni Maria Accame nel 1978 presenta una personale di D’Augusta a Firenze, con una riflessione sul concetto di soglia di definibilità della pittura. In questo ambito, in bilico tra pittura e spazialità sensibile, D’Augusta opera installazioni ambientali, esponendo in importanti rassegne e raggiungendo notorietà già nei primi anni Settanta. Successivamente ha fatto parte del gruppo dei Nuovi Nuovi teorizzato da Renato Barilli. Seguono personali in numerose città in Italia e all’estero. Dal 1979 ha insegnato presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, della quale è stato direttore per dieci anni. Chiudo citando una frase del pittore americano Cy Twombly che nel 1958 scrisse.“I miei dipinti sono in verità facciate... A volte apro una porta e una finestra, altre volte due porte e due finestre...”. Allora ringraziamo Vittorio D’Augusta per averci fatto entrare attraverso le sue porte.
Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Carrozza letto, corpo nero, linoleum, lavatrice
La Città ideale (particolare), di autore ignoto, viene attribuita a Piero della Francesca, Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Leon Batista Alberti... Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale
Le scoperte che hanno fatto crescere l'uomo 1859 - Carrozza letto L’ex meccanico americano George Pullman (18311897), divenuto uomo d’affari abile e spregiudicato, costruisce il primo vagone-letto dotato di una serie di confort che l’epoca pionieristica delle ferrovìe non aveva nemmeno sognato fino al giorno prima. Stenta tuttavia a imporre le sue carrozze ma il 14 aprile 1867 viene assassinato in un teatro di Washington il presidente Lincoln e Pullman offre una delle sue carrozze per trasferire la salma nel Kentucky, dove Lincoln era nato. La carrozza, battezzata li per lì «Pre-sident», guadagna subito una grande fama e segna la nascita di un business fiorentissimo. Pullman brevetta una dopo l’altra la carro zza-ristorante, la carrozza-salotto e così via; poi per ingraziarsi la stampa offre un viaggio da favola ai giornalisti americani e alle loro famiglie dall’una all’altra costa degli Stati Uniti. In breve, Pullman costruisce una fortuna da milioni di dollari. 1859 - Corpo nero Il fisico tedesco Gustav Kirchoff (1824-1887) ha presentato in ottobre la prima analisi spettroscopica del sole con la quale è risalito alla sua composizione. Nel dicembre pubblica una memoria capitale sulle leggi della radiazio-
ne, secondo la quale una determinata sostanza non solo emette ma assorbe anche le stesse righe spettrali: «per ogni sostanza il comportamento rispetto all’emissione e all’assorbimento è lo stesso a parità di temperatu-
ra». È il famoso «problema del corpo nero» che, sviluppato da Planck (v.), permetterà la nascita, nei primi giorni del nuovo secolo, della teoria quantistica. Kirchhoff resta anche famoso per avere sviluppato, a
soli 21 anni, i due teoremi fondamentali sulle reti elettriche. 1860 - Linoleum L’inventore inglese Frederick Walton deposita un metodo che consiste nel miscelare olio di semi di lino ossidato con resina e trucioli di sughero: è la nascita del linoleum, che si imporrà nei decenni seguenti come uno dei materiali da pavimentazione più resistenti e a basso costo. 1860 - Lavatrice La prima lavatrice «moderna» compare in quest’anno negli Stati Uniti, a opera della società Thomas Bradford. È una scatola di legno ottagonale che si inserisce in una scatola più grande, sempre di legno, da riempire con acqua e sapone. La scatola ottagonale, in cui trovano posto i panni, viene fatta ruotare con una manovella. A partire dal 1914 compariranno le prime lavabiancheria a motore elettrico.
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RIMINI
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Sergio Zavoli. Grandi romagnoli 3. Padri, fratelli, amici (e madri, sorelle, amiche) - “Ho visto mio fratello / ultima vena / gli ho detto mettiti qui, guardiamoci. / Siamo stati a vedere / che cosa perderemo senza l’altro”. Il fratello di Sergio Zavoli si chiama Leo, ha una bella faccia da vecchio marinaio, vive nell’antica casa di famiglia, latomare di Rimini. La sorella (e madre, amante, moglie, figlia) si chiama Romagna, più che una donna una terra cha va da Ravenna, dov’è nato, a Rimini dove la famiglia si trasferisce. E che lo riconosce suo cittadino ‘di sangue’. Passando per San Marino, dove si rifugiò a fine ’43 con i familiari e centomila sfollati riminesi, generosamente accolti dal Titano. Nel borgo malatestiano, immediato dopoguerra e città distrutta, s’inventa con gli amici Gino e Glauco una ‘radio’ che trasmette via altoparlanti due edizioni quotidiane di un GR ante litteram. Cura costume, cultura e sport. Un dirigente radiofonico di passaggio ascolta casualmente la sua cronaca di Ravenna-Rimini, lo segnala a Roma, alla Rai, al caporedattore delle radiocronache. Il resto è storia. “Mia città / che lasciai con un arco di fuochi /accesi dagli amici sottovento / per scaldarmi le mura…”. Insomma, custoditemela per il ritorno, scrive l’ingegnoso ragazzo di provincia a chi resta. La capitale, dove si stabilisce da quella prima ‘chia-
Sergio Zavoli, il ragazzo che io sono Sergio Zavoli
PERSONE
di Gabriele Paci mata’, è polo di attrazione, in tempi e modi diversi, per tanti coetanei. Noti, come l’amico della vita Federico, e meno noti. A differenza di Fellini, legato a Rimini da un rapporto di amoreodio culminato nella grottesca vicenda della casa sul porto, il suo legame col Riminese (e la Romagna tutta) rimane anzi cresce. “Assenza più acuta presenza”. Ci torna assiduamente, da sempre, per un incontro pubblico, un convegno, per stare con i familiari o gli amici. Magari anche solo al volo per qualche ora. Dell’attività di giornalista si può solo dire andatevelo a leggere (o rileggere, rivedere, riascoltare). Chè solo ad enumerare ‘per titoli’i principali passaggi, non basterebbe questo spazio. Ma due annotazioni peculiari… Si guardino (si riguardino) le inchieste televisive dalla primeva ‘Nascita di una dittatura’ a ‘La
notte della Repubblica’, sino al formidabile ‘Viaggio nella giustizia’ ed al suo (per ora) ultimo ‘prodotto’ televisivo, ‘Viaggio nella scuola’ del 2001, l’anno in cui poi entrò in parlamento. Come non fossero cronaca, e documento storico a futura memoria (se la memoria ha un futuro). Aprendo magari a caso una puntata in medias res. E’ cinema, cinema puro, drammaturgia di una semplicità difficile a farsi. E se ne frequenti la scrittura. Sorprendentemente (perché nell’immaginario collettivo sovrastata dalla memoria dell’uomo di radio e televisione) straordi-
naria. Cioè al di fuori dell’ordinario. Certa scrittura giornalistica ha essenzialità e nitore sciasciano, commovente armonia. E la narrazione anche autobiografica, da ‘Romanza’ all’ultimo ‘Il ragazzo che io fui’. Della poesia abbiamo detto, anzi abbiamo lasciato che parlasse direttamente, anche usandola per aprire. Dal 2001 l’impegno civile (sempre presente, anche come presidente della Rai nella prima metà degli anni ’80) si è tradotto nell’ingresso in parlamento. Prima di andarsene troppo giovane, quel caporedattore delle radiocronache che lo volle a Roma fece in tempo a dirigere il primo telegiornale e fare due figli. E così la progenie di Vittorio Veltroni, Walter, divenuto segretario del Partito democratico, gli chiese di diventare senatore. Questa volta Zavoli, che aveva più volte declinato, accettò. E così per tre volte è stato senatore, del collegio di Rimini prima, capolista dell’intera Emilia e Romagna nelle due legislature del Porcellum poi. Adesso,
riottoso prima, quindi convintamente, è testa di lista del Pd al Senato in Campania, regione ‘in bilico’ ed in cui può fare la differenza. Anche per esser stato direttore dello storico quotidiano partenopeo, ‘Il Mattino’, essere presidente della Scuola di giornalismo dell’Università di Salerno… Ma sarà comunque anche ‘parlamentare dell’EmiliaRomagna’, come vogliono i tanti amministratori regionali e locali che hanno premuto per la sua ricandidatura. Il 21 settembre scorso Zavoli ha compiuto ottantanove anni. Una settantina di giorni dopo, il 3 dicembre, quattro banditi, due italiani due stranieri, l’hanno sequestrato nella sua casa di Monte Porzio Catone, castelli romani, con le due persone di servizio. Uno ha cominciato a giocare con lui alla roulette russa, facendo scattare il percussore. “Erano convinti che al terzo clic sarei svenuto o avrei detto chissà cosa. Ho capito che era un modo per spaventarmi e mi sono limitato a dire: ‘La smetta con questo giochino, se la rimetta in tasca’. E l’altro, un italiano, ha preso per un braccio il complice e l’ha portato via”. “Poteva non funzionare, ha funzionato” dice di
quell’atto di calcolata imprudenza. Come quando, anni ’60, Algeria in rivolta, viene sequestrato dai combattenti antifrancesi che lo minacciano di morte e peggio, e allora comincia ad abbassar cazzotti sul tavolinetto di latta, il clangore assordante riempie la stanza “così capivano che se loro erano matti, io ero più matto di loro”. Impone la sua personalità, ribalta la situazione, quelli lo rilasciano. “Poteva non funzionare, ha funzionato”. Gli impongono di non raccontar nulla. “Sennò ti veniamo a prendere ovunque tu sia”. Sbarcato dall’aereo a Roma, si fionda a via Teulada per il servizio che aprirà il Tg1 della sera. I greci avevano ideato il mito dei figli guerrieri della dea terra, che cadendo a terra trafitti in battaglia rinascevano toccando la propria madre. Ecco, ovunque tu sia andato, qualunque cosa tu abbia fatto, qualunque riconoscimento tu abbia avuto (e Zavoli più di così…), forse la vera fortuna è essere nati in queste terre. E la vera forza viene dal poterci ritornare. Puntate precedenti. 1. Indro Montanelli 2. Mario Missiroli. Prossimi numeri. 4. Marco Arpesella, il comandante partigiano che inventò il Grand Hotel. 5. Enza Bardotti Bugli, la donna che per prima scoprì il seno.
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RIMINI
Tra loro anche Salvatore Settis, già direttore della Normale di Pisa. Da anni si batte contro lo scempio
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Arte, grandi critici in conferenza I POMERIGGI Salvatore Settis
LA CULTURA
- Salvatore Settis è tra i maggiori intellettuali italiani. Da anni si batte per la tutela del paesaggio ed il patrimonio artistico del Belapese: il nostro oro in grado di creare ricchezza e qualità della vita. E' stato, dal 1991 al 2010, il direttore della prestigiosa Normale di Pisa, la scuola fondata da Napoleone nel 1810. E' uno dei relatori dei “I maestri e il tempo. Arte e pensiero a Rimini, tra l’Europa e l’Oriente”. In tutto 11 lezioni, iniziate le scorso 18 gennaio; si chiuderanno il 10 maggio. “Infinite possibilità di lettura legano Rimini e la Romagna, la loro storia, il loro paesaggio spirituale alla grande cultura nazionale e internazionale, offrendo molte occasioni di pensiero, spesso ben rappresentate dalle opere d’arte”. Questo per gli organizzatori è il senso della terza edizione de “I Maestri e il Tempo” dedicati ai rapporti che
le).
il Riminese, dal Medioevo al Novecento, ha intessuto con l’Europa e l’Oriente. Un viaggio intellettuale dall’arte gotica alla Rinascenza, dall’età del Manierismo al Barocco, dalle coste adriatiche al mondo bizantino, musulmano, indobuddhista. Nel tragitto molti altri relatori di prestigio: Massimo Pulini (1 febbraio), Angelo Mazza si occuperà di Paolo Piazza, predicatore francesca-
no e visionario mistico (15 febbraio), autore della grandiosa pala dei Santi riminesi, ricca di colti accenti esoterici, Pier Giorgio Pasini (1 marzo) reinterpreterà il riminese Arrigoni, delicato epigono del Barocci. In questa serie troveranno spazio le meditazioni dedicate al maestro di erudizione, storia e filologia Augusto Campana svolte da due allievi di eccezione: Carlo Ginzburg (8 marzo), Salvatore Settis (5 apri-
Verso Oriente si volgerà invece Giovanni Carlo Federico Villa (22 marzo), illustrando i rapporti tra la bottega veneziana dei Bellini (da cui è uscita la splendida Pietà riminese) e Costantinopoli, all’incrocio tra Bizanzio e l’Islam, e Chiara Bellini (19 aprile) che, attraverso la figura dell’erudito romagnolo Agostino Giorgi, illustrerà l’arte e la simbologia del buddhismo tibetano. Il 15 marzo lectio magistralis di Tomaso Montanari, giovane ma già famosissimo storico dell’arte, raffinato polemista, dedicata alle figure dell’estasi nel Barocco, in un confronto serrato tra il “nostro” Guido Cagnacci e Gian Lorenzo Bernini Anchise Tempestini (12 aprile) interverrà con una lezione su Lattanzio da Rimini e i belliniani di Romagna...
Da Mazza a Emiliani - Ecco il cartellone completo degli incontri. Si tengono a Palazzo Buonadrata (corso di Augusto), con inizio alle 17,30). 15 febbraio - Angelo Mazza: “Fra Cosimo da Castelfranco, pittore visionario”. 1 marzo - Pier Giorgio Pasini: “Giovanni Laurentini detto l’Arrigoni. Pittura e devozione al tramonto del Manierismo”. 8 marzo - Carlo Ginzburg: “Presentazione dell’edizione degli «Scritti» di Augusto Campana”. 15 marzo - Tomaso Montanari: “Figure dell’estasi, da Guido Cagnacci a Gian Lorenzo Bernini”. 22 marzo - Giovanni Carlo Federico Villa: “I Bellini e Bisanzio. La pittura adriatica e l’Oriente”. 5 aprile - Salvatore Settis:
‘Pietre di Rimini. Diario archeologico e artistico riminese dell’anno 1944’ di Augusto Campana 12 aprile - Anchise Tempestini: “Conversazioni sacre. Lattanzio da Rimini e la pittura belliniana in Romagna”. 19 aprile - Chiara Bellini: “Agostino Giorgi e il simbolismo buddhista: un erudito romagnolo e l’arte del Tibet”. 10 maggio - Andrea Emiliani - “La finestra di Federico Barocci. Pittura sacra e «renovatio» francescana”. Le conferenze sono promosse dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, curate da Alessandro Giovanardi col Patrocinio dell’Istituto per i Beni Culturali Artistici e Naturali della Regione Emilia-Romagna .
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SANTARCANGELO
Già pieno il primo corso. Altra eccellenza santarcangiolese. Tra gli insegnanti Gian Luca Pasolini e Mirco Palazzi
Lirica, nasce l'accademia dell'Arcangelo Oltre che la scuola di canto, vuole promuovere la musica con eventi e concerti. Sede nella prestigiosa Celletta Zampeschi
UOMINI Il tenore Gian Luca Pasolini e il basso Mirco palazzi
MUSICA
Altra eccellenza santarcangiolese. Si chiama Accademia dell'Arcangelo e si occupa di lirica. Dietro ci sono alcune delle migliori figure del belcanto delle province di Rimini e Forlì-Cesena. Il tenore riccionese Gian Luca Pasolini ha fatto quattro rappresentazioni alla Scala; il basso morcianese Mirco Palazzi ha cantato nei maggiori teatri del mondo. Presentata ufficialmente lo scorso 12 gennaio, l'Accademia ha sede nella Cella Zampeschi. All’inaugurazione sono intervenuti musicisti quali il bassista Fabrizio “snoopy” Fabiani e il suo particolarissimo mobius, la violinista Valeria Magnani, accompagnata al piano da Andrea Ruscelli. Nasce, l'Accademia, dallo sforzo di tre associazioni: la
Calicantus Riccione, l'Associazione Coro “Magnificat” e la storica Società Operaia del Mutuo Soccorso di Santarcangelo. Si propone, la neonata istituzione, di promuovere la cultura musicale con eventi e concerti e la fondazione di un corso accademico di alta formazione per cantanti lirici. Insieme a Gian Luca Pasolini e Mirco Palazzi, altri grandi nomi del canto internazionale: il baritono Bruno Praticò, i soprani Paola e Patrizia Cigna (gemelle), il soprano Daniela Uccello, il mezzosoprano Agata Bienkowska. A tale proposito sono stati istituiti: un corso di canto, corsi di avviamento al canto e diverse master class, oltre alle manifestazioni, quali la già nota “Echo Memoranda”, corso di
musica antica giunta alla sua V edizione. L’ accademia organizza per il 2013, 21 incontri bisettimanali, solitamente nei fine settimana. La sede, la celebre celletta Zampeschi, è offerta dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso di Santarcangelo. Già Chiesa della Cella (1530 - 1534), venne costruita per volere di Antonello di Brunoro Zampeschi, signore di Santarcangelo, per la propria devozione privata. Distrut-
ta dall’ultima guerra mondiale, è rimasta intatta solo la facciata a capanna. Calicantus L'Associazione Calicantus nasce per opera di Stella Bilancioni per sostenere la divulgazione culturale prima musicale (e poi teatrale e di tutte le altre “arti”) delle piccole formazioni d’artisti creando spazi ed occasioni di sviluppo e di esibizione. Particolarmente attenta ai repertori desueti, nei quindici anni di attività van-
ta partecipazioni e sponsorizzazioni verso artisti d’eccezione. La sua anima cosmopolita, ereditata dalla sua fondatrice, l’ha portata a sostenere diversi generi: dalla musica antica al teatro per ragazzi, dai quintetti gospel ai cori polifonici, dal teatro etnico a quello classico. Coro Magnificat Nato nell’ambito della Collegiata di san Michele Arcangelo, il coro è formato da cantori appassionati di musica
e desiderosi di praticarla attraverso il canto corale. Il repertorio spazia dalla polifonia del 400-500 fino ad autori romanici e contemporanei con particolare predilezione per i brani liturgici. Il coro vuole essere strumento di aggregazione, di approfondimento, e di divulgazione musicale. Società operaia 4 aprile 1869: nasce la Società Operaia di Mutuo Soccorso. La solidarietà e la fratellanza risorgimentale vengono assunti e proposti come modelli sociali. Le Società incarna gli ideali di assistenza e solidarietà per le fasce sociali più deboli. Nel corso degli eventi storici e politici, e per effetto dei cambiamenti profondi nella struttura economica e culturale della nostra vita, le Società Operaie di Mutuo Soccorso si impegnano ora a favore di altri tipi di partecipazione sociale e culturale fino a diventare luoghi di conservazione e diffusione della storia e arte.
Photo Andrea Bianchi
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RIMINI
Negli anni '70. Dall'82, è istruttore di guida sicura all'autodromo Simoncelli alla Santamonica
Siegfried Sthor, quel riminese in Formula1
Siegfried Sthor
IL PERSONAGGIO
di Morena Fabbri - Dopo una brillante carriera, iniziata in kart a soli quattordici anni, Siegfried Stohr, ex pilota di Formula 1, fonda nel 1982 la prima scuola di guida sicura e sportiva di Italia, GuidarePilotare che ha sede al World Circuit “Marco Simoncelli” di Misano Adriatico. Campione italiano di Formula Italia e Formula 3, rispettivamente nel 1977 e 1978, in seguito incontra il successo in Formula 2, dove si classifica al primo posto nel Gran Premio di Enna del 1980. L’anno successivo si ritrova in Formula 1, massima espressione della guida, al volante di una Arrows, ottenendo come miglior risultato un settimo posto al Gran Premio d’Olanda, dove decide di ritirarsi dalle gare. Laureato in psicologia, Siegfried Stohr, decide di non intraprendere la carriera per la quale ha studiato dopo i numerosi successi ottenuti su strada e di dedicarsi esclusivamente alle auto. Al ritiro dalle gare, questa passione non
- Il volontariato cresce ed è un segnale forte nel Paese. Un aspetto importante con cui è in sintonia anche la provincia riminese grazie anche allo sportello di orientamento, attivo nella sede del Csv Volontarimini, in via IV novembre, 21 a Rimini (tel. 0541 709888). Qui, chi fosse interessato all’opera solidale, può chiedere informazioni sulle organizzazioni operanti nella provincia alla ricerca di nuovi operatori. Da diverso tempo è attivo questo servizio utile per facilitare la richiesta di nuovi volontari da inserire nelle oltre 240 associazioni di volontariato presenti nel territorio. In questo senso lo sportello è a disposizione delle associazioni in cerca di nuovi operatori, nuova linfa per le azioni del volontariato. In questo modo si cerca di coniugare le potenzialità e i bisogni segnalati dalle organizzazioni. Vivere questa esperienza significa partecipare a iniziative, servizi e
cessa di esistere, tanto che nasce in lui l’idea della scuola di guida sicura e sportiva per infondere negli altri la stessa passione per la guida e la sicurezza stradale: “Ho deciso di aprire questa scuola prima di tutto per la mia passione per la guida, con la speranza di diffonderla nelle altre persone, ed in secondo luogo perché ero rimasto disoccupato dopo l’esperienza in Formula 1”, spiega ironizzando Stohr. “La mia laurea in psicologia mi ha permesso di dare alla scuola un’impronta diversa, più attenta alla formazione della persona, al modo in cui il cliente recepisce le informazioni e a come queste informazioni vengono fornite”. Un connubio perfetto quello che unisce l’esperienza di un pilota e l’apporto psicologico ad una guida sicura grazie all’approccio di un insegnamento personalizzato per ogni tipologia di cliente e al rapporto umano che si viene a creare tra allievo ed istruttore. “Ora sono molto soddisfatto della mia scuola che mi occupa a
Segue gli interessi di una trentina di imprese italiane. Raddoppiate nei primi 4 mesi del 2012. “I russi stravedono per il made in Italy. “Mercato ricco di opportunità ma difficile”.
tempo pieno”, ha aggiunto. Le statistiche effettuate negli ultimi anni sono estremamente positive per la scuola GuidarePilotare di Stohr: su un campione di mille allievi emerge una diminuzione degli incidenti stradali del 41,4%. “È ovvio che con una formazione sulla guida sicura c’è una maggiore capacità di reagire alle situazioni di pericolo e una maggiore consape-
volezza della complessità del traffico, dell’automobile e dei pericoli stessi” – continua Stohr – “Chi fa un corso del genere capisce che guidare è sempre difficile e quindi deve cercare di non mettersi nei guai”. Tra i clienti della scuola GuidarePilotare si annoverano anche enti prestigiosi, tra i quali diversi ambienti dello Stato, come il
Cercasi volontari... Il Centro di Servizio per il Volontariato della provincia di Rimini ha sviluppato un apposito sportello per favorire l’impegno sociale dei singoli e assistere le associazioni in cerca di nuovi operatori attività di un laborioso schieramento di persone che ogni giorno opera contribuendo a migliorare la società e l’ambiente in cui si vive. Una pratica sviluppata in diversi ambiti: dalla sanità, alla solidarietà internazionale, all’immigrazione, all’aiuto dei soggetti più deboli sino alla promozione della cultura e del rispetto della natura. La maggior parte delle persone offre la propria opera, sem-
pre gratuita, nell’anonimato e con la consapevolezza di portare avanti una missione di civiltà. Ed è questo il messaggio che cerca di coinvolgere i giovani e che si estende a un pubblico più ampio. Ecco che allora una presa di posizione attiva, per andare controcorrente rispetto a una società sempre più egoista e narcisista, serve anche a stimolare la propria identità e cercare una collocazione equilibrata come risposta concreta ai bisogni di altri. Non per trovare un’esaltazione dell’immagine di sé ma per
produrre un’azione concreta che si rivolge agli altri spontaneamente e gratuitamente. Diverse sono le opportunità di azione nel volontariato. C’è chi partecipa all’animazione di laboratori teatrali e ricreativi, o all’organizzazione di gite ed escursioni, rivolti a bambini, ragazzi, anziani, disabili e non, per il semplice gusto di passare del tempo insieme a chi ha avuto esperienze di vite diverse. Chi si interessa ad iniziative per la promozione e difesa dei diritti di malati, immigrati o popolazioni in situazioni di
Quirinale, il Ministero dell’Interno, per i quali Stohr e il suo team hanno svolto un’importante ruolo durante i corsi antiterrorismo, ma anche carabinieri e polizia di diversi comuni d’Italia e oltre 1500 aziende. È innegabile l’utilità sociale della scuola di Stohr, che infatti precisa: “In quest’ultimo periodo stiamo lavorando molto con i mezzi di primo soccorso, che il più delle volte sono costretti a mantenere un’elevata velocità di guida e allo stesso tempo devono prestare attenzione ai pericoli”. Per i corsi di guida sicura la scuola supera le quattro mila presenze all’anno tra guidatori di automobili, motocicli e autoarticolati, tra cui un migliaio di neopatentati che ANIA, fondazione di assicurazioni, porta alla scuola attraverso una promozione gratuita: “Abbiamo per la maggior parte una clientela molto giovane e questo è un bene, perché investire sulla formazione di persone che sono alla prima esperienza di guida è importante, si impara più facilmente ed è più semplice per noi correggerne i difetti”, aggiunge Stohr. La scuola è, tra l’altro, esempio di innovazione in campo tecnologico; su tutti i veicoli sono posizionati due telecamere e un computer, il quale attraverso la centralina acquisisce i dati che attraverso le telecamere si possono visualizzare e a questo proposito Stohr sottolinea:
emergenza. Chi vuole agire per la tutela dell’ambiente con censimenti arborei, pulizie ambientali, azioni di monitoraggio e di sensibilizzazione. Chi si occupa di sostenere persone che vivono in situazioni di disagio ed emarginazione. Ognuno può portare il proprio personale contributo, senza distinzioni, semplicemente essendo se stesso con i propri limiti, difetti, qualità e attitudini. E generosità. Al Csv Volontarimini richiedere informazioni e contatti sarà possibile sia per i volontari alla ricerca di un’organizzazione in cui operare, sia per le associazioni in cerca di nuove figure da inserire nell’ambito della propria mission. Per contatti: 0541 709888 volontarimini@volontarimini.it
volontarimini@volontarimini.it
“Durante un testacoda il cliente può vedere con i propri occhi sia le manovre di guida che quello che ha fatto con i piedi, la velocità, l’intensità di frenata, l’angolo di sterzo. Sono tutti dati importanti per convincersi del fatto che anche a 50 km/h si può andare fuori strada molto facilmente”. Un aneddoto che Stohr ricorda con piacere risale agli inizi della sua attività nella scuola, quando era lui a svolgere tutte le mansioni: “Un signore mi chiamò al telefono e mi disse che aveva evitato l’investimento di un bambino grazie a quello che gli avevo insegnato. Sul momento mi aveva fatto molto piacere, se non che la settimana dopo mi richiamò per dirmi che ne aveva evitato un altro ed era molto triste, perché aveva capito che c’era qualcosa che non andava non nei bambini che incontrava per strada, ma nel suo modo di guidare. Da un lato c’è la guida sicura, ma dall’altro c’è la guida preventiva che merita attenzione” – prosegue Stohr – “Tuttora succede spesso che i clienti chiamino e ci dicano che hanno evitato un incidente e questo mi riempie di orgoglio e soddisfazione”. In trent’anni di attività la scuola di guida sicura e sportiva GuidarePilotare ha raggiunto le 170 mila presenze, motivo in più di orgoglio per Siegfried Stohr e il suo team. E con uno sguardo alla Formula 1 attuale aggiunge: “È stata per lungo tempo noiosa. Oggi è migliorata ma i regolamenti attuali avrebbero bisogno di alcune modifiche. Mentre per la sicurezza durante i gran premi è stato fatto molto, ma si può sempre migliorare”.
Sospesa l’attività dello sportello di Cattolica del Csv Volontarimini - Nel 2013 lo sportello del Centro di Servizio per il Volontariato di Cattolica sospende la sua attività. Alla base della difficile decisione ci sono i problemi finanziari che, oltre ad attanagliare il Paese, si ripercuotono anche su diverse realtà operative. La crisi non ha fatto sconti anche al Centro di Servizio riminese che si è visto costretto tagliare diversi servizi tra cui quello degli sportelli di Cattolica e Bellaria. Per qualsiasi informazione relativa all’attività di associazioni, volontariato e solidarietà, il riferimento rimane “Csv Volontarimini”, via IV novembre 21, Rimini – tel. 0541 709888 – fax 0541 709908 volontarimini@volontarimini.it
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RIMINI
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Gianfranco Vanzini ribatte a Alessandro Roveri. L'eterno dilemma: scuola pubblica, privata e costi
Costituzione: parità scolastica e scuole paritarie - Dopo oltre 60 anni dalla sua entrata in vigore, capita ancora di trovare qualcuno che non ha ben capito la posizione della Costituzione italiana a proposito della parità scolastica. Ci si ostina quasi sempre a citare solo l’art.33 dando, fra l’altro, una interpretazione restrittiva e non corretta. Leggiamo insieme gli articoli che la Costituzione dedica al tema in oggetto. Art.3 - “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge... E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...” E’ fuori discussione che la Scuola sia un ambito privilegiato e indispensabile per il pieno sviluppo della persona umana, e allora occorre che tutti possano accedervi alle stesse condizioni. Art.29 - “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.” Art.30 - “ E’ dovere e diritto dei genitori mantenere,istruire ed educare i figli...” Art.31 - “La Repubblica age-
Gianfranco Vanzini
PUNTO DI VISTA
di Gianfranco Vanzini vola con misure economiche ed altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose” Abbiamo appena letto che fra i compiti della famiglia c’è quello di istruire ed educare i figli e che lo Stato è impegnato ad agevolare, anche con misure economiche, l’adempimento di questo dovere dei genitori. Da questo deriva che: aiutare le famiglie ad istruire ed educare i propri figli è un dovere per la Repubblica. Arriviamo ora all’ art.33, quel-
lo dei “senza oneri per lo stato”, sul quale tanto è stato detto e scritto, spesso a sproposito. Art.33 - “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.... Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo stato...” Non mi risulta che enti, istituzioni o privati abbiano mai chiesto contributi per istituire delle scuole, se lo avessero fatto è giusto non avere dato alcun contributo. Dalla lettura dei 5 articoli suindicati, che vanno letti insieme
e non separati derivano alcuni principi molto chiari che dovrebbero portare a convincimenti e comportamenti altrettanto chiari ed inequivocabili. 1) E’ diritto-dovere dei genitori educare ed istruire i propri figli, 2) E’ dovere dello Stato: …a) rendere uguali i cittadini tra di loro, …b) aiutare i cittadini ad adempiere i propri doveri, compreso quello di istruire ed educare i propri figli, 3) Per assolvere questi doveri lo Stato: …a) ha istituito il Sistema di Istruzione Nazionale, pubblico e aperto a tutti, e sostiene, ovviamente, i relativi costi; più o meno 7 8 mila euro all’anno, per ogni alunno. …b) concede contributi, a vario titolo e modo, per facilitare l’accesso degli studenti alla istruzione Su questi concetti e fatti non possono esserci dubbi. In un paese libero e democratico, può succedere, come in effetti è successo, che qualche cittadino anziché servirsi della scuola che lo
Stato gli offre, desideri, per vari motivi, ovviamente legittimi, istituire una propria scuola, una tipica scuola paritaria, che va a fare parte e a integrare il Sistema di Istruzione Nazionale, come ha autorevolmente regolamentato la legge 10,03,2000 n. 62 del Ministro Luigi Berlinguer. In questo caso i genitori, titolari del diritto-dovere di istruire ed educare i loro figli, hanno la possibilità di scegliere se: a) mandare i propri figli alla Scuola statale gestita e pagata dallo Stato, oppure b) mandarli alla Scuola paritaria gestita da altri (prete, suora, privato X o Y ). Qui nasce il problema: la scuola pubblica è gratuita (perchè lo stato ne sopporta i costi); la scuola paritaria invece costa e i genitori devono pagare una retta mensile. In questo caso, sono i genitori anziché lo Stato, a sopportare i costi. E’ evidente che le due situazioni sono molto diverse tra loro. Se tutto quello che abbiamo appena tratto dalla nostra Costituzione: art.3, 29, 30, 31, 33 della medesima, viene letto senza pregiudizi ideologici, lo Stato per ri-
spettare, sia lo spirito che il dettato costituzionale, non solo può, ma deve predisporre un sistema di provvidenze per rendere le due situazioni uguali tra loro, o almeno il più vicine possibile. Il sistema più semplice, ed efficace, per raggiungere questo risultato, potrebbe essere l’istituzione di un “buono scuola” a favore dei genitori degli alunni delle scuole paritarie. Lo Stato tuttavia è libero di scegliere il sistema più opportuno. Qualcosa però deve fare se vuole rendere i cittadini uguali tra loro. Tra l’altro, non va dimenticato, anzi è bene sottolinearlo che tutti i genitori che hanno mandato i loro figli alle scuole paritarie, hanno fatto risparmiare alle casse dello Stato oltre sei miliardi di euro (12.000 miliardi di lire) ogni anno. E questo va detto, ridetto ed evidenziato, ogni volta che se ne presenta l’occasione. Le scuole libere non creano problemi alle finanze statali anzi, dal dopoguerra ad oggi e cioè per circa 60 anni, hanno contribuito a ridurre i problemi che lo Stato aveva ed avrebbe tuttora, facendogli risparmiare svariati miliardi, di lire prima, di euro poi, ogni anno.Non si tratta di autocelebrazione, si tratta di verità e la verità va sempre proclamata in ogni occasione.
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l'OPINIONE
Il 24 febbraio, gli italiani sono chiamati a scegliere il dopo Monti. Per il Pd vittoria alla Camera; incerto il Senato
Inizia in prima pagina Spinelli, suo tesoriere, si serve per pagare gli assegni destinati alle quarantadue ragazze del bunga bunga di Arcore, incaricate di difenderlo dall’accusa di prostituzione minorile. C’è dunque un rapporto tra Berlusconi e il Mps, che i magistrati non mancheranno di sviscerare. A parte questo, in febbraio si terranno le elezioni politiche, che tutti prevedono destinate a risolversi nella vittoria della coalizione bersaniana alla Camera, mentre al Senato saranno decisive le regioni distributrici dei maggiori vantaggi in seggi: la Lombardia, la Campania e la Sicilia, dall’esito incerto. Chi legge la Piazza sa che il sottoscritto augura all’Italia la sconfitta del progetto berlusconiano di assoggettamento della magistratura all’esecutivo (la cosiddetta grande riforma), per favorire il quale il Cavaliere di Arcore sta promettendo mari e monti di diminuzione
Voto, politici e cittadini: quale rapporto? Con animo il più possibile imparziale, ci si trova dinanzi a tre scelte ugualmente civili: a) la coalizione bersaniana; b) la coalizione montiana, forte del prestigio internazionale; c) la coalizione del magistrato Ingroia IL PUNTO DI VISTA Alessandro Roveri
delle imposte, a partire dell’Imu. Saranno gli italiani tanto stupidi da votare per l’uomo che ha condotto l’Italia alla rovina nel 2011, che ha fatto votare i suoi deputati e i suoi senatori a favore di Monti (Imu compresa), ed è arrivato a invitare lo stesso Monti ad assumere il ruolo di federatore dei moderati al posto suo, salvo accorgersi nel dicembre scorso che Monti era diventato premier in virtù di una congiura, con-
cordata a livello europeo, come se il Cavaliere di Arcore fosse un imbecille facilmente gabbabile nel novembre 2011? Non credo, pur non nutrendo una grandissima considerazione della maturità politica dei miei connazionali. Passando a cose più serie, l’ osservatore, che voglia esaminare lo scenario elettorale con animo il più possibile imparziale, si trova dinanzi a tre scelte ugualmente civili,
indipendentemente dai polemici colpi di propaganda che le divideranno, come sempre accade, fino al giorno delle elezioni, l’una schierata contro le altre due. Tali scelte si chiamano: a) la coalizione bersaniana, comprendente l’ottimo Vendola, detestato da Monti; b) la coalizione montiana, forte del prestigio internazionale e della competenza finanziaria di Mario Monti, e arricchita dalla coerenza di
Casini e del contributo decisivo dato da Fini al crollo del berlusconismo; c) la coalizione che fa capo al valoroso magistrato Antonio Ingroia, l’allievo di Borselino che ha ottenuto la condanna di Dell’Utri. Ingroia ha in lista Franco La Torre, figlio del dirigente comunista che fu ucciso dalla mafia, e il giornalista Ruotolo, ed ha chiesto e ottenuto che facessero un passo indietro i rappresentanti di partiti ormai superati, come Di Pietro dell’Italia dei Valori e i due partiti ancora richiamantisi al comunismo, alleati di Ingroia ma senza più i simboli dei rispettivi partiti. E’ vero ciò che dice Bersani: che la coalizione di Ingroia potrebbe sottrargli voti preziosi in regioni come la Lombardia, dotate di premi elettorali che potrebbero essere decisivi al Senato. Ma Ingroia ha tentato invano di
mettersi in contatto con lo stesso Bersani, che fino ad oggi non gli ha risposto. Lo scenario non sarebbe completo se non vi si comprendesse il partito di Grillo, che percorrerà tutte le regioni italiane con i suoi spassosi comizi. I sondaggi dicono che Grillo potrebbe piazzarsi intorno al 15% dei voti. Il comico genovese ha mille ragioni, quando condanna tutto il mondo politico per la corruzione e l’evasione fiscale che dilagano. Ma l’osservatore imparziale, di cui parlo, non può esimersi dal giudicare molto più promettenti, per l’avvenire dell’Italia, i seri propositi di lotta alla corruzione e all’evasione fiscale di cui sono portatori sia Bersani sia Monti sia Ingroia. Questa rassegna pre–elettorale non può quindi concludersi con una scelta preferenziale tra quei tre uomini, Bersani, Monti e Ingroia, tutti garanti di un rispetto e di una stima europea ed americana che Berlusconi aveva dissipato, procurando al nostro paese una universale disistima. *Libero docente all'Università di Roma
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ECONOMIA
La nuova manifestazione esalta le esperienze di Sia Guest e Sapore. Dal 23 al 26 febbraio
“Rhex”, la Fiera al servizio del mondo horeca – Si alza il sipario sul nuovo evento voluto da Rimini Fiera per esaltare le esperienze di SIA GUEST e SAPORE, un evento che porta con sé fin dal nome un forte richiamo all’identità riminese: RHEX, acronimo di Rimini Horeca Expo, rimanda al leggendario passaggio del transatlantico immortalato da Federico Fellini nel film “Amarcord”. “Il sistema d’identità visiva costruito sulla figura geometrica del triangolo – spiega il designer di fama internazionale Leonardo Sonnoli, art director di Relè-Tassinari/ Vetta che ha curato il
Hotel, ristoranti, bar: tendenze e consumi del tempo “fuori casa”
facendosi ai famosissimi manifesti che, nel corso del Novecento, hanno contribuito allo sviluppo dell’offerta balneare, valorizzando così anche la storia dell’industria turistica locale.
naming e il visual della nuova manifestazione - si riferisce ai tre elementi caratterizzanti il salone: hotel - restaurant - cafè/
catering e, sviluppandosi di volta in volta, sui vari media, in maniera dinamica, ne sottolinea gli aspetti innovativi”.
La gamma cromatica utilizzata si ispira infatti ai colori ricorrenti nell’iconografia dell’ospitalità riminese, ri-
Dal 23 al 26 febbraio 2013, nel quartiere fieristico riminese, RHEX varerà un format unico sulle tendenze e i consumi del tempo “fuori casa”.
Articolato su innovativi “contenitori”, il progetto fieristico offrirà non solo una formidabile vetrina per gli espositori dell’industria alberghiera, dell’ospitalità, della ristorazione e dell’intrattenimento, ma anche strumenti immediati che consentiranno ai visitatori di cogliere gli indirizzi del mercato. E “a bordo”, sia per le aziende, sia per il pubblico specializzato, tangibili opportunità di business e di sviluppo delle prospettive internazionali. I mercati esteri chiedono infatti maggiore concentrazione di eventi, razionalizzazione di tempi e risorse, appuntamenti concreti. Come RHEX.
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SPECIALE RHEX
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Rhex 2013 Rimini Horeca Expo E' la nuova sfida. Si può - A RHEX andranno in scena le rappresentazioni di quattro nuove formule di ristorazione, pensate per target e budget di pubblico eterogenei e legate a quattro tematiche specifiche: low cost gourmet, ossia la nuova sfida degli chef stellati, desiderosi di aprirsi a un pubblico sempre più ampio, senza rinunciare alla qualità; negozi di nuova generazione, che, partendo dal recupero del rapporto diretto con il negoziante di fiducia, ambiscono a divenire luoghi di incontro e socializzazione, in grado di garantire approfondimento dei prodotti e coinvolgimento del pubblico; bio, la qualità delle materie prime, l’attenzione e il rispetto per le persone e per l’ambiente sono oramai una reale esigenza di ristoranti a Km 0, biologici, sostenibili e naturali e streetfood, concetto moderno di cucina, contraddistinta da formule ristorative veloci, ma di qualità, al passo con stili di vita sempre più rapidi. Grazie alla collaborazione di alcuni chef che trasformeran-
PROPOSTE
La cucina stellata per tutti no i prodotti food delle aziende espositrici in veri e propri piatti da degustare, le installazioni prenderanno vita e diventeranno scenografie vissute e reali.
sazioni, seminari, workshop e dimostrazioni sui temi di maggiore attualità della ristorazione professionale e della ristorazione in hotel.
L’evento, ideato e coordinato da Loredana Villani e curato dallo Studio Gritti Grollo, sarà arricchito da un momento dedicato all’approfondimento, infatti accanto alle installazioni, alcuni tra i principali giornalisti e critici gastronomici daranno vita a un’area dedicata a conver-
A Rhex il cibo si ergerà dunque a manifesto di cultura, occasione di conoscenza, incontro e scoperta del territorio, un’insostituibile strumento di educazione al buon gusto, un’imperdibile parentesi per trascorrere del tempo di qualità in uno spazio di design progettato ad hoc.
- “Ristorazione a cinque stelle” - gourmet Global experience - una coinvolgente quattro giorni all’insegna di show cooking curati dagli chef di ristoranti collocati all’interno dei più prestigiosi hotel.
Il grande ristorante nel grande hotel
I sei chef chiamati a raccolta, appartenenti al gotha della ristorazione made in Italy, mostreranno ai visitatori di Rhex la propria personale idea di ospitalità, servizio e cucina.
grandi piatti, mise en place, qualità del servizio e atmosfera, ogni chef affiancherà allo show cooking una mostra permanente con la riproduzione di due tavoli del proprio locale, uno per l’esposizione e uno per il servizio del piatto.
Partendo dalla convinzione che l’ospitalità di eccellenza sia il mix di
Tra i protagonisti nomi del calibro di Sergio Mei, Executive chef Four
Seasons Milano, 5 stelle lusso, Marco Sacco, Executive chef Piccolo Lago (2 stelle Michelin) e chef Consultant per Golden Palace Torino, 5 stelle lusso, Andrea Aprea, Executive chef, Park Hyatt, Milano, 5 stelle lusso e Fabrizio Ferrari (1 stella Michelin), Executive chef Hotel Excelsior San Marco, Bergamo, 4 stelle.
SPECIALE RHEX Mediterranean Sea Food Exhibition, la cultura del mare in tavola
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Il green arriva nell'ospitalità Come abbattere i costi eneregtici PROPOSTE
- La nuova sezione Green Hospitality proporrà soluzioni e tecnologie per alberghi a basso impatto ambientale. E' dedicata a soluzioni e servizi energetici per strutture ricettive in un’ottica di sostenibilità e risparmio. PROPOSTE
- MSE, Mediterranean Sea Food Exhibition, l’unica fiera italiana totalmente incentrata sul prodotto ittico, è una formidabile vetrina per gli espositori dell’industria alberghiera, dell’ospitalità, della ristorazione e dell’intrattenimento. La sezione giunge quest’anno alla sua ottava edizione. Nata a Rimini nel 2005, ospitata fino all’anno scorso all’interno della cornice Sapore, rappresenta oggi un fortunato patrimonio della manifestazione e raggruppa le più importanti
aziende rappresentative dell’intera filiera ittica. All’interno dei padiglioni di Rimini Fiera verranno presentati i metodi di produzione, lavorazione, conservazione e mantenimento, nuove attrezzature per la piccola lavorazione, nuove soluzioni per la presentazione del prodotto ittico nei banchi della grande distribuzione, servizi logistici per il magazzinaggio ed il trasporto dei prodotti ittici siano essi freschi, conservati, congelati, surgelati o essiccati.
Una sezione che interesserà dunque non solo l’industria dei processi alimentari dei prodotti ittici, ma che comprenderà anche importanti approfondimenti tecnici per il settore, con convegni di Assoittica e ANDMI (Associazione Nazionale Direttori Mercati all’Ingrosso), trattando temi che spaziano dalla sostenibilità della pesca nel Mediterraneo alle nuove frontiere della commercializzazione, per arrivare a momenti di confronto a livello politico-istituzionale e tecnicoscientifico.
Realizzata in collaborazione con Agenzia CasaClima, leader nello sviluppo di sistemi per il risparmio energetico e da anni impegnata nella promozione di iniziative per sensibilizzare e responsabilizzare tutta la cittadinanza circa sostenibilità e mutamenti climatici, presenterà soluzioni, opportunità e tecnologie per alberghi che consentano di limitare i costi di gestione e gli impatti sull’ambiente. A Green Hospitality un convegno e numerose aree espositive - bioedilizia e bioarredamento, impianti fotovoltaici e termotecnici, si-
stemi e tecnologie per il risparmio energetico, serramenti, infissi e rivestimenti e un unico, ambizioso obiettivo: trasformare gli Hotel da “divoratori” di energia a strutture sostenibili. RHEX, e il suo potenziale internazionale saldamente ancorato su 1.465 espositori, 110.750visitatori, 5.000 business meeting, 500 top buyer provenienti da 5 continenti e 1.000 giornalisti accreditati si pone dunque come insostituibile volano per lo sviluppo di un turismo sostenibile, basato su una nuova cultura ambientalista e un uso maggior-
mente razionale delle risorse energetiche. L’Agenzia CasaClima è un ente pubblico ed indipendente della Provincia Autonoma di Bolzano che si occupa di certificazione energetica ed ambientale di edifici e prodotti. Ad oggi ha certificato oltre 3.500 edifici distribuiti su tutto il territorio nazionale. Il sigillo di qualità ClimaHotel rappresenta invece lo strumento per introdurre all’interno delle strutture alberghiere misure tecniche e strategiche di gestione coerenti con uno sviluppo sostenibile dell’attività turistica.
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ECONOMIA
Alla convention di Ifi, mostri del design mondiale: Makio Hasuike e Marc Sadler
Sigep, Rimini centro del mondo - Makio Hasuike e Marc Sadler sono due mostri sacri del design mondiale. Il primo è italo-giapponese, mentre il secondo è italo-austriaco con passaporto francese. L'aggettivo italico se lo sono guadagnato sul campo; quando erano giovani Milano era la capitale mondiale del design ed attirava menti brillanti da tutto il mondo. Hasuike giunse in Lombardia nel 1963, 50 anni fa. L'austriaco, più giovane, qualche anno più tardi. Perno Milano, hanno lavorato e continuano a farlo per marchi italiani e stranieri. Entrambi hanno ricevuto riconoscimenti di valore assoluti, tra cui il Compasso d'oro, il Nobel del design (un riconoscimento italiano). Lo scorso 19 gennaio erano in una sala del Sigep, invitati dall'Ifi: circa 300 persone a sedere, con il perimetro foderato da gente in piedi. Bel colpo d'occhio. Roberto, professione imprenditore, giacca di tweed ben tagliata, munito di macchina fotografica, riflette: “In questa saletta siamo al cen-
Nelle loro progettazioni, i due mostri sacri hanno portato umiltà e dubbi ad una sala di oltre 300 persone. Lezione di vita
I fratelli Pedrosi, titolari della tipografia La Pieve di Villa Verucchio Una pagina del calendraio
L'intervento di Makio Hasuike, un modello per i giovani e per la classe dirigente, in primis i politici
IL FATTO
tro del mondo, grazie a Ifi, grazie al Sigep. Possiamo essere orgogliosi di essere riminesi. Di essere romagnoli. E' la dimostrazione che nella quiete e vivacità della provincia si possono fare cose di valore”. L'azienda di Tavullia, Industrie Ifi, è leader europea nella produzione di vetrine gelato e banchi bar. I due prestigiosi progettisti per Ifi hanno pensato a due vetrine gelato: una con le vaschette a vista, l'altra classica con i pozzetti cilindrici. In un bell'italiano, precisione ed eleganza, i loro interventi hanno colpito prima
ancora che per la riflessione progettuale, per l'umiltà con cui hanno illustrato lavoro e realizzazione finale: tavolo da disegno e bottega artigianale. “Speriamo che sia un buon pro-
dotto. Speriamo che possa piacere all'utente finale. Speriamo che possa essere funzionale. Speriamo che possa aiutare l'Ifi a crescere”, ha rimarcato l'italo-giapponese. Stessi con-
cetti, seppur con parole diverse, quelli di Sadler. Una lezione per i giovani e non solo. Oltre alle due vetrine-gelato, l'Ifi ha presentato anche un nuovo concetto di bar: modu-
lare, essenziale, pieno di luce. Funzionale. Altri passi per cercare di raggiungere il 60 per cento del fatturato all'estero. Oggi, sono “solo” al 40 per cento.
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RICCIONE
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Campione a squadre, 5 medaglie d'oro, un argento e un bronzo
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ALLEGRO MA NON TROPPO
Spigolature
CURIOSITA'
Fondata nel 1987
degli Scrondi
- La Sub Riccione Gian Neri nasce nel 1987 da una costola della sorella “Sub Rimini Gian Neri” grazie ad un gruppo di amici appassionati di attività subacquee tutti residenti a Riccione. In questi anni ha sempre svolto attività di formazione attraverso corsi sub destinati ai soci ed appassionati. Nonostante che le immersioni con le bombole siano diventate un fenomeno di massa, la Sub Riccione Gian Neri non ha mai abbandonato le attività sportive pure come la Pesca in Apnea, l’apnea Indoor ed il tiro a segno subacqueo partecipando a diverse competizioni di carattere nazionale ed internazionale. Ad oggi la Sub Riccione Gian Neri, oltre che essere una delle più numerose società nel panorama apneistico nazionale, ha ottenuto ottimi piazzamenti anche nel settore della pesca Subacquea; terza nel campionato regionale ottenendo il diritto di partecipare al campionato Italiano. https://sites.google.com/site/subriccionegianneri/
Pd diviso - Leggiamo: "Il Pd si spacca sul capogruppo. Clima sempre più incandescente, nel partito tiene banco la contesa tra pro-Pironi e pro-Galli". Troppi galli nel pollaio?... Imposta di soggiorno? - Leggiamo: "Imposta di soggiorno, il Pd spiana la strada". Ci vorrà un bel rullo compressore. Con tutti quei macigni sparsi dagli albergatori... Imposta di soggiorno: no - Leggiamo: "Bianchini (presidente Aia): ‘Colleghi, fra 14 mesi si vota, scegliete chi si batte contro la tassa di soggiorno’". Albergatori nella veste di agitatori politici?...
Imposta di soggiorno: sì - Leggiamo: "Estate 2013, c'è la tassa di soggiorno. Sindaco e maggioranza hanno deciso - Ma l'Aia è pronta a scendere in piazza". Sentiremo starnazzare parecchio...
Scuola di russo -
Leggiamo: "Ci si adegua al mercato, gli albergatori riccionesi vanno a scuola di russo". Figli di Putin crescono...
Mani in pasta - Leggiamo: "Cristina Lunardini, dal Savioli alla cucina televisiva di Sky". Una professoressa sempre con le mani in pasta...
Il botto e lo sbotto - Leggiamo: "L'Imu fa il botto (19 milioni), ma la Tarsu incassa 11 milioni, due in meno delle previsioni". E adesso arriva la Tares...
Barcolla - Leggiamo: "Il sindaco Pironi ‘barcolla’ ma non molla". Ha una struttura politica antisismica?... Abusi edilizi - Leggiamo: "Nuovi abusi, il Comune ordina: demoliteli!". Avanti con le ruspe!... Marciapiedi - Leggiamo: "I marciapiedi della vergogna - Non è un paese per andare a spasso". In compenso si può fare tracking...
Maleducati - Leggiamo: "Invasione di automobili sulle piste ciclabili". Maleducati a quattro ruote...
Guerra totale - Leggiamo: "Gestione Palas, Pironi: ‘Non aspetteremo per mesi gli albergatori’". Tra giunta è albergatori è guerra totale. Alla faccia della città turistica... Grande promozione turistica - Leggiamo: "Turismo, obiettivo Austria. Poi Belgio, Francia, Danimarca". Nella promozione turistica Riccione non ha rivali...
Foto di gruppo con vittoria
Riccione, capitale dell'apnea regionale - Riccione sbaraglia i contendenti ai Campionati Regionale di domenica 18 novembre a Bologna e diventa capoluogo regionale dell’apnea! Dopo una magnifica giornata di gare di Apnea presso la piscina Villaggio del Fanciullo di Bologna, la società Riccionese Sub Riccione “Gian Neri” si è aggiudicata il titolo di Campione Regionale a squadre di Apnea 2012. Con ben 5 medaglie d’oro, 1 argento e un bronzo nelle varie categorie, la Gian Neri Riccione ha primeggiato sulle rivali di Rimini e Bologna tutte molto agguerrite e alla caccia del titolo regionale. La giovanissima atleta Greta Castelletti ha sbaragliato le concorrenti nella categoria juniores nuotando a rana ed andando a piazzarsi nel gradino più alto del podio della sua categoria.
PASSIONI
Massimiliano Nicoletti, dopo una prova di precisione nella categoria esordienti sui 50 metri con le pinne ha distaccato la concorrenza andando a guadagnare la sua prima medaglia d’oro. Michele Guerrini dopo aver percorso 115 metri con il monopinna non ha avuto rivali in grado di impensierirlo sulla
1^ categoria con pinne vincendo la medaglia d’oro mentre la giovane atleta Elena Piccioni, dopo aver percorso 75 metri con tecnica a rana senza attrezzi, ha sbaragliato la concorrenza guadagnando il gradino più alto del podio della 1^ categoria rana femminile e guadagnandosi la promozione nella categoria regina, denominata Elite, dove dovrà vedersela con le campionesse italiane della specialità. Quello che la attende ora è un duro lavoro per portare le sue performance ai vertici nazionali dell’apnea. La categoria élite ha visto poi dominare il forte atleta della squadra riccionese Alessandro Brocculi, che dopo aver
percorso 125 metri senza attrezzi ha stabilito il suo record personale nonché record sociale, oltre che aver raggiunto il più alto gradino del podio nella categoria regina. In regione ha sbaragliato la concorrenza ed ora lo attendono dure prove contro gli atleti della nazionale Italiana. L’argento di Matteo Del Bianco ed il bronzo di Domenico Felline hanno completato il carniere di medaglie portato a casa dalla sempre più forte rappresentativa riccionese. Nel 2013 l’obiettivo della squadra sarà di portare a casa titoli individuali sia nel campionato primaverile che in quello estivo oltre che quello di portare i propri atleti ad eccellere nel panorama nazionale dell’apnea, specialità che sta vedendo un numero sempre crescente di addetti.
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RICCIONE
Aperto dai riccionesi Fabio Magnani e signora. Al ‘Mananà’ (Misano Brasile) la dieta diventa anche uno sfizio
‘Essenza vitale’, cibo e golosità per celiaci - Mananà è un termine esotico, in finlandese significa “essenza vitale”, ma le sue radici affondano ancora più lontano, nel continente oceanico. Il concetto ha molto a che fare con il problema della celiachia, una malattia la cui diffusione ha visto, negli ultimi decenni, un’impennata impressionante in tutto il mondo. Dopo il riconoscimento della patologia che ha permesso di diagnosticare, finora, che un italiano su 100 ne soffre. Ma soprattutto a causa della produzione di massa di prodotti ad alto contenuto di glutine. Una diagnosi che non ammette cure, se non una dieta che ne sia priva. Manuela Neri e Fabio Magnani qualche anno fa hanno scoperto che le loro due figlie soffrono di celiachia e hanno dovuto fare i conti con un mondo diverso, tutto nuovo, per fortuna in rapida crescita e trasformazione: quello degli alimenti specifici, così è nato Mananà: “Prima avevamo una piccola azienda di ricariche per cartucce da stampa a Morciano – Manuela racconta del loro cambio di vita, una scommessa nata dalla necessità – ma poi abbiamo chiuso e abbiamo voluto aprire questo negozio. Che è l’alimentari per celiaci che avrei voluto sempre avere io vicino a casa”. In posizione comoda, sulla Statale 16 a Misano Adriatico, proprio prima di entrare a Riccione, l’ambiente è grande e profuma ancora di nuovo. Qui c’è tutto quello che riguarda l’alimentare, non solo pro-
Fabio Magnani con signora
GIOVANI E ECONOMIA
di Mattteo Marini dotti in scatola ma anche freschi (come il pane e i dolci) e surgelati dalla pizza ai prodotti da cucinare in forno. Fino ad alcuni tipi di alcolici come birra, vino e liquori: “Perché spesso anche dove non pensiamo che possa esserci del glutine per un prodotto naturale, i processi industriali possono aggiungerne. Oppure prodotti come la birra, fatta con il malto d’orzo, si possono trovare di ottima qualità deglutinati”. La celiachia si è diffusa in Europa a livello di massa dopo la seconda guerra mondiale, con l’importazione di grano da parte degli Stati uniti: “Grano ad alto contenuto di glutine e farina Manitoba permettono di far lievitare molto. Mentre i grani antichi avevano un basso contenuto di glutine. Ora viene aggiunto anche industrialmente, per massimizzare i profitti, negli annni ’80 e ’90 anche nelle pappe per i neonati”. Sono i motivi per i quali la celiachia ha avuto una crescita così violenta negli ultimi decenni. “Abbiamo lavorato come vo-
lontari in un’associazione per aiutare i malati – continua Manuela – e piano piano abbiamo imparato a capire le esigenze e a conoscere i prodotti. Così abbiamo voluto sfruttare questa nostra esperienza”. Gli scaffali del Mananà sono pieni di prodotti non solo per celiaci, perché la celiachia si porta dietro spesso anche altri disagi o malattie, come intolleranze alimentari o diabete: “Abbiamo anche prodotti biologici e artigianali, senza zucchero
o senza uova - – spiega Fabio – perché molte volte chi entra ci spiega di non essere solo celiaco, magari è anche diabetico”. E le aziende produttrici, anche grandi marchi come Garofalo o la Heinz (Plasmon) hanno ‘aggredito’ questo mercato perché, purtroppo, sempre più persone scoprono di essere affette da questa malattia. La cosa buona è che, naturalmente, la scelta e la varietà sono sempre più grandi e al Mananà c’è davvero di tutto. Anche quegli sfizi che, fino
a poco tempo fa, sembravano impensabili per un celiaco: “La mattina abbiamo i prodotti freschi che ci arrivano da Ferrara, da un forno che produce solamente “gluten free”. Persino i bomboloni. Un giorno in un’ora e mezza ne sono spariti 40. Perché ci sono persone, bambini soprattutto, che non hanno potuto mai mangiarli”. L’idea di aprire questo punto vendita e di dare vita a una nuova attività viene anche dall’opportunità: a Rimini sud non esisteva an-
cora un punto alimentare esclusivo per celiaci: “Il più vicino è a Rimini, al centro Malatesta”. Inoltre, proprio come una ricetta del farmacista, chi ha diagnosticata la malattia ha diritto, in Emilia Romagna, a un buono per l’acquisto di prodotti specifici: “L’importo varia – spiega ancora Manuela – sono 99 euro per le donne e 144 per gli uomini. A decrescere in base all’età. Però per chi è solamente intollerante, sensibile o allergico al glutine non esistono agevolazioni”. Sì perché in pochi sanno che l’organismo può manifestare in diversi gradi la sensibilità a questa sostanza. Una vola scoperta la malattia ancora non resta da fare altro che adattarsi a un nuovo modo di mangiare. E imparare anche una nuova cucina. Sulle lavagne alle pareti del Mananà ci sono le ricette per cucinare gli alimenti senza glutine, perché a volte non è semplice: “Anche una mano sporca di farina o qualche briciola di pane possono contaminare un piatto. Quindi è molto importante fare attenzione. Col tempo si impara” assicura Fabio. Ma per imparare prima al Mananà si organizzano incontri e degustazioni e anche un corso di cucina senza glutine. Prossimo appuntamento a marzo con la ‘personal chef’ gluten free Monia Faedo per la preparazione delle torte.
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Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali
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RICCIONE
Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni
L'imposizione comunale accende la miccia
Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali
CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell. 333.4814188
CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell.. 333.4814188
Tassa di soggiorno, albergatori vs Comune - La tassa di soggiorno il casus belli (motivo di guerra) tra amministratori e albergatori. Per chi amministra la città si tratta di entrate che serviranno a migliorare la città affinché possa giocare un ruolo da protagonista anche negli anni a venire. Per chi la subisce, è l'ennesimo balzello che appesentisce il fattore competitivo della città. Gli albergatori hanno messo all'indice la giunta e il consiglio comunale senza andare troppo per il sottile. Hanno vergato un comunicato stilando una specie di caccia all'uomo. Non proprio elegante. Eccolo: “Ci batteremo e ci opporremo in ogni modo e in ogni luogo. Chiediamo ora il vostro aiuto. Ecco (di seguito e in allegato) le persone che siedono in Giunta e Consiglio Comunale. Sono loro che hanno il potere di decidere se i nostri turisti dovranno pagare l´ingiusta gabella. Vi chiediamo di guardare e leggere attentamente i nomi e cognomi dei riccionesi qui sotto elencati e nel caso fossero vostri amici, famigliari, parenti, conoscenti, fornitori, dipendenti, vicini di casa andate a parlar-
- Due su due. Gli unici atleti della provincia di Rimini iscritti al campionato italiano juniores (14-17 anni) a Genova sono stati la misanese Ginevra Graf e il cattolichino Alessandro De La Rua. Entrambi hanno conquistato il titolo italiano assoluto della federazione italiana Fita. Ginevra ha combattuto sabato 2 febbraio nella -47 kg; aveva 9 avversarie in categoria. Passato il primo turno per sorteggio; ai quarti incontra Lucilla Chimenti del tkd Celano vincendo per 8 a 3. In semifinale incrocia la difficile atleta dell’Olimpico Lecce Camilla Pagliara, vincendo per 6 a 4. In finale affronta la titolare della nazionale juniores Francesca Radaelli della società Martial Mesagne (la palestra dove è cresciuto il campione olimpico Carlo Molfetta). A metà del terzo round Ginevra è sotto di 5 punti, sembra perduto quando invece trova l’ispirazione per un calcio al viso con rotazione che vale 4 punti. Poi in successione
Bruno Bianchini (presidente degli albergatori)
Massimo Pironi (sindaco di Riccione)
POLITICA E ECONOMIA
ALBERGHI
PRESENZE
BILANCIO
TASSA SOGGIORNO
417
3
52
?
Riccione ha 417 alberghi per un totale di 14.298 camere. I letti sono 26.665
Riccione nel 2011 ha contabilizzato circa 3 milioni di presenze (2,5 milioni gli italiani e 0,5 milioni gli stranieri). Nelle strutture extra alberghiere altri O,5 milioni di presenze
Il Comune di Riccione ha un bilancio di circa 52 milioni di euro
Quale introiti per le casse comunali con la tassa di soggiorno? Con la cifra si potrebbe aprire un mutuo robusto
gli!! Provate a fargli capire quale danno stanno facendo per il turismo a Riccione”. Seguono i nomi ed i cognomi. Al di là dell'indice, Bruno Bianchini, presidente degli albergatori, argomenta le raguioni del no: “Ricorderete certamente (e come dimenticarlo?) che lo scorso anno ci è stata applicata l´Imu al 10,6 per mille (il massimo!!) in sostituzione di predetta imposta. Dato che le maggiori entrate derivanti dai 3 punti percentuali
in più dell´Imu, non sono state utilizzate con finalità turistiche, c´è da considerare, che a distanza di un anno, parte della nostra amministrazione vuole sovrapporre l’imposta di soggiorno e l’Imu, aumentando insopportabilmente le tasse”. Alza il tiro, Bianchini: “Infine, l´opzione elettorale: fra circa 14 mesi ci saranno le elezioni amministrative nel nostro Comune. Abbiamo 14 mesi, e come detto nella nostra ultima assemblea, se vogliamo contare, dob-
biamo contarci! Se invece vogliamo che qualcun´altro rappresenti le nostre necessità un ulteriore (e speriamo l’ultima) delusione sarà a noi servita”. In questo duello, si è infilato anche il Pdl che ha chiesto le dimissioni del sindaco con una mozione che poi si è rivelata mal congegnata. L'attacco del sindaco Massimo Pironi: “Questa decisione risponde a due prerogative fondamentali per la città. Da un lato, è impensabile richiedere ulteriori
sforzi economici ai cittadini e alle imprese riccionesi. L´Amministrazione si è duramente impegnata a mantenere nel corso degli ultimi anni il più basso livello di pressione fiscale sul territorio, mantenendo l´addizionale irpef allo 0,2% e applicando nel 2013 l´imu sulla prima abitazione al minimo, ossia al 0,4 per mille. Dall´altro lato, è indispensabile continuare a investire nel settore turistico, motore economico trainante per la città”.
COMITATO PROVINCIALE FEDERAZIONE ITALIANA TAEKWONDO
allo scadere del tempo infligge altri due calci al corpetto. Sul monitor dei punteggi Ginevra 8, Francesca 7. Terzo titolo italiano consecutivo per la nostra. Alessandro nella cat. – 59 kg si presenta con uno stiramento alla gamba sinistra e 23 avversari in categoria. Passa il primo turno per sorteggio e negli ottavi incon-
tra il compagno di squadra regionale Lorenzo Ghirardi della Triade Reggio Emilia. Non ci sono difficoltà e vince alla fine del secondo round per differenza punti 14 a 1. Nei quarti combatte contro Emanuele Conti dell’Olimpica Toscana. Incontro sofferto fino alla fine, punteggio finale 8 a 7 per il nostro.
In semifinale incontra Davide Pecoraro, Bentis Campania e anche questo incontro lo mette in difficoltà, ma riesce a vincere 14 a 13. La finale è contro Domenico Di Leonardo tkd Lee Sicilia. Punteggio finale 10 a 6 per Alessandro che conquista il titolo nella categoria cinture nere. Lo scorso anno vinse nelle cinture rosse. Alessandro e Ginevra, tesserati per il taekwondo Olimpic Cattolica, sono stati accompagnati dal coach Charles Cromwell e dal maestro Davide Berti che può gioire anche per la convocazione
in azzurro dei suoi allievi per l’open di Trelleborg in Svezia il prossimo week end. Per info sui corsi www.tkdteam.com Davide Berti 5° dan maestro federale e presidente comitato Emilia Romagna federazione italiana taekwondo cell. 329/2286086 istruttore federale e delegato provinciale al Coni; Luigi Livi 4° dan cell 328/ 9540393 e Luciano Martelli all.fed. 3° dan federale cell. 3282848825; Mauro Merli all. fed. 2° dan 3358088916; Charles Cromwell 2° dan all. fed. e nazio-
LA RIFLESSIONE
A carte scoperte - Latte o limone, signor Feyneman? Tutt'e due, rispose il fisico americano premio Nobel, una delle menti più geniali che abbia mai solcato l'umanità. Tassa di soggiorno sì, tassa di soggiorno no? Tutt'e due vorrebbe il buon senso. Sul campo ci sono due interessi differenti con un solo obiettivo: creare qualità della vita attraverso il lavoro e l'intelligenza. Da una parte, la responsabilità di chi governa la città alla prese con le ristrettezze del bilancio, alla ricerca di fondi da investire. Sull'altra parte della barricata, i 420 albergatori con la preoccupazione della stagione sul collo. Delle spese, delle gabelle indirette. Anche un solo euro a presenza potrebbe essere un fattore negativo sul tavolo della competizione. Le due parti si rinfacciano le ragioni. Meno sprechi e razionalizzazioni, urla chi fa impresa. Soldi per rendere la città più bella ed appetibile. Poiché sull'argomento si sa tutto, i due interessi, in fondo poi è uno solo, dovrebbero giocare a carte scoperte, nel nome di questo particolare momento ecomico e ancora più nel nome della sobrietà. Ci sono tanti albergatori furbastri e alla furbizia c'è poco da contrapporre se non le regole. Il futuro economico del turismo riccionese dovrebbero partire con un grande tavolo, allargato anche al resto della provincia. Non è più pensabile che un ghetto possa parlare all'Europa. Ci vorrebbe un tavolo nazionale; perfino l'Emilia Romagna con nale ghanese. i 4SEDI milioni di abitanti è una media città 1cinese. Litigare Cattolica - Via Del Porto serve. 17non (zona comune) adulti lun mer h 20; bambini (4-7 anni) mar gio dalle h 16:15 alle 17:05 e dalle h 17 alle 18; (8-12 anni) sab dalle15 alle 18. Cattolica 2 - Via Comandini (scuola Repubblica) mer ven dalle 17:15 alle 18:15 (4-7anni) e dalle 18:15 alle 19:30 (8-12 anni). Taekwondo Riccione NUOVA SEDE segreteria cell. 3485687184 sopra palestra BEVERLY HILLS Via Cella Raibano, 43, zona industriale Riccione, mar-gio dalle 17:30 alle 18:30 (4-7 anni) dalle 18:30 alle 19:30 (8-12anni) e sabato dalle 16:30 bambini e dalle 17:30 adulti taekwondo music con Elisabetta (intensa attività aerobica a tempo di musica con tecniche di taekwondo) mar e gio dalle 13:15 alle 14, inoltre lezioni individuali, circuito funzionale di preparazione fisica cross fit. TRE LEZIONI DI PROVA GRATUITA PER I NUOVI ISCRITTI
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Assunto nel dopoguerra. Destinato a fare il contadino, andò a scuola dopo un infortunio
CULTURA
Teatro del Mare, le serate - “Il piacere dell'arte” è il titolo della stagione teatrale del Teatro del Mare sotto la direzione artistica dei Fratelli di Taglia. 9 febbraio, ore 21,15. Comico. Sergio Vespertino in “Fiato di madre… e voglio dire!” Un tuffo nei ricordi di ognuno per ritrovarsi ancora avvolti nell’enorme e caldo abbraccio materno, di colei che vuole la tua felicità… anche a costo di renderti infelice! Per scoprire che sotto il grembiule di ogni mamma c’è il ricordo di una ragazza scapigliata e un po’ egoista che si è trasformata – in virtù di una predisposizione del tutto particolare – in angelo del focolare. 15 febbraio, ore 21,15 - Concerto. Gli orsi, “È così”, presentazione ufficiale del nuovo album. 17 febbraio, ore 21,15. Dialetto. Ivano Marescotti torna a grande richiesta a Riccione per presentare La Fondazione, testo che il poeta santarcangiolese Raffaello Baldini gli ha affidato poco prima di morire 23 febbraio, ore 21,15. Prosa. Gianfranco Berardi: “Io provo a volare! Omaggio a Domenico Modugno”. Spettacolo tra teatro e musica che nasce per omaggiare un emblema del cinema, del teatro e
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Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Addio, addio ragionier Tontini Cultura repubblicana, possedeva un profondo senso dello stato. Componente del Coreco. La bici la sua passione
Virgilio Tontini (1914 - 2013)
Ivano Marescotti in scena il 17 febbraio
IN RICORDO della musica popolare italiana e per ribadire chi siamo, da dove veniamo, dove siamo diretti. 1 marzo, ore 21,15. Jazz. Anima Nova Sextet “Embora Live Tour”. La rassegna musicale Riccione Inn Jazz si conclude con l’Italian Bossa Concept dell’Anima Nova Sextet, combo il cui esordio discografico Embora sta facendo parlare gli addetti ai lavori grazie alla rilettura di classici della musica brasiliana e della canzone d’autore italiana (Manha de carnaval, Mais feliz, Mas que nada, La bambola, Estate, Quello che) con sonorità bossanova, jazz, samba, lounge e pop che si rinnovano anche nei brani inediti scritti per l’album.
di Pio Biagini - All’età di 99 anni, il 4 gennaio scorso si è spento a Riccione Virgilio Tontini da tutti conosciuto come “il ragioniere”. Era nato a Riccione il 24 ottobre 1914, ma sui suoi documenti la città natale era Rimini; in quanto Riccione era ancora una frazione di Rimini e non Comune autonomo e questa cosa lo infastidiva molto perché Virgilio teneva molto alle sue pure origini riccio-
nesi. La casa natale era la grande, vecchissima casa colonica dei Tontini (Tuntein) che sorgeva sulla “greppa” dove oggi c’è Piazza IV Novembre e la scuola Annica Brandi. Figlio di contadini da bambino ebbe un grave infortuniio: per fare una sorpresa al babbo,si nascose in mezzo all’erba che suo padre stava tagliando e sfortunatamente la falce lo ferì profondamente; ma quell’incidente, amava dire, fu anche la sua fortuna; infatti, le lesioni subite, gli impedivano di lavorare nei campi e così frequentò la scuola e diventò ragioniere. Nell’immediato dopo guerra venne assunto nel Comune di Riccione come impiegato di ragioneria e dopo qualche anno divenne il Ragioniere Capo, funzione che ricopri’ fino al 1978 quando andò in pensione. Politicamente era schierato apertamente: era iscritto ed
attivista del Partito Repubblicano Italiano. Aveva un carattere aperto, democratico, rispettoso e dalle vedute ampie, per cui, in un’epoca dove i conflitti tra i partiti erano duri e frequenti, lui svolse sempre il suo importante e delicato lavoro in un Comune governato ininterrottamente dal Partito comunista e dal Partito socialista. Svolgeva il suo lavoro in maniera silenziosa, tranquilla senza mai erigersi in alto o vantarsi; lo faceva quasi con umiltà ma con polso fermo, precisione e in modo deciso. Di una cosa andava fiero: il Comune di Riccione era uno dei pochi Comuni che negli anni '50 e '60 chiudeva il Bilancio in pareggio; tutti gli altri lo chiudevano in disavanzo ed il disavanzo veniva pareggiato e finanziato con la contrazione di un mutuo ( erano i famosi mutui “a pareggio” che adesso non sono più consentiti ). Solo una volta, raccontava,
aveva dovuto violare questa sua sobrietà: eravamo a metà degli anni '50 e con un amico, con la sua auto aveva accompagnato altre persone a Pesaro. Mentre ritornavano a Riccione, l’amico era rimasto seduto sul sedile posteriore: alla Siligata, lo fermò la Polizia Stradale: tutto in regola ma gli contestò la possibilità che facesse un illegale “servizio da taxi”; “quella fu l’unica volta che dissi ad alta voce: io sono il Ragioniere Capo del Comune di Riccione e non ho bisogno di fare il taxista”. Nel periodo in cui svolgeva il suo lavoro, tutti gli atti del Comune subivano il controllo della Prefettura di Forlì e lui mal sopportava di essere controllato da questo Ente che, ripeteva spesso, non era neppure previsto dalla Costituzione. Poi il destino gli riservò una bella sorpresa: con la costituzione delle Regioni, la Prefettura venne sostituita nel lavoro dei controlli sugli atti dei Comuni, dal Comitato Regionale di Controllo e lui che nel frattempo era andato in pensione venne chiamato a far parte di questo organo e divenne quindi un “controllore” delle delibere del Comune di Riccione. Appassionatissimo dei motori, fu uno dei primi riccionesi a possedere una motocicletta. Era stato anche un amante della montagna e dello sci, sport che praticava ancora ad 80 anni suonati. Era sempre andato in bicicletta e fino a poche settimane prima della morte, quasi ogni mattina pedalava da Riccione a Portoverde e ritorno; tutti lo ricordano, su quei tratti di lungomare serio e concentrato in sella alla sua amata bicicletta. Per sua espressa volontà i famigliari (figli, nipoti e pronipoti) hanno dato notizia della sua scomparsa, solo dopo che le esequie erano avvenute: a dimostrazione del suo carattere schivo ma deciso. Addio Ragioniere, chi ti ha conosciuto ti ricorderà sempre per la tua bontà, la tua mitezza ed il tuo bel carattere aperto e gioviale.
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MISANO
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Le due ruote sono la metafora del dialetto. Della Romagna più vera e profonfa ALLEGRO MA NON TROPPO
Parole da e ‘Fnil’ (Il vecchio nome di Misano Mare)
MISANO E CUBA.
Egidio Serafini ha la battuta fulminante. Tra lui e l'amico Bruno si parlano solo in dialetto. Culturalmente sono su sponde opposte. Bruno argomentava di quando il Pci a Misano raccoglieva il 70 per cento del consenso. Egidio: “Ecco perché igiva che Misèn l'era come Cina, Cuba e Corea del Nord”.
LA TAGLIATELLA. Le piccolissime e tradizionali Pensioni Familiari sono destinate a scomparire o cadere nelle mani dei grandi investitori? I motivi di questa amara riflessione sono tanti, ma una è certamente plausibile e potrebbe portare a questa malinconica conclusione... sommersi dalla carta. La tagliatella, l’ospitalità romagnola e comunque la professionalità, non sono più una priorità nella testa di molti tecnici, politici e burocrati. LA PUZZA. Tra un po’ andremo tutti a votare per il cambiamento. Con il rinnovamento arriverà un po’ di aria fresca. ? Auspicabile! Con la puzza che c’è in giro, la politica poco pulita dovrebbe essere riconoscibile. Chissà! IL VIZIETTO ELETTORALE. E’ difficile, dopo tante massacranti manovre, non cadere nel teatrino delle promesse, ovvero il triste vizietto da campagna elettorale, insomma la famosa ricaduta da astinenza. A quando un po’ di onesta sobrietà? USTICA e MISANESI. All’inizio degli anni '90, uscì il libro “50 lire per la verità” scritto dal nostro ex concittadino, Roberto Superchi, papà di Giuliana,appena undicenne, perita con altre 80 persone in quel tragico volo Bologna Palermo. Il consiglio comunale di Misano approvò all’unanimità, un contributo di 50 lire moltiplicate per il numero di abitanti di allora, aderendo simbolicamente all’iniziativa di Roberto. Ora, 33 anni dopo, un tribunale della repubblica ha riconosciuto, almeno civilmente, la verità raccontata dal libro. Val la pena ricordare che i fondi (circa 75 milioni di lire) raccolti, in tutta Italia, con il libro, furono devoluti interamente dai coniugi Superchi all’Associazione di Osimo - il Filo D’oro - che si occupa guarda caso, dei bambini che non vedono, non sentono e non parlano... ulteriori 75 milioni raccolti sul palco del Costanzo show furono donati all‘associazione parenti delle vittime di Ustica per pagare gli avvocati nella causa contro lo Stato omertoso.
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PERSONE di Brufa - Leo Muccioli (famiglia degli Spranghin), sposato con la Tina, è nato a Misano Adriatico, “me Fnil”. Ex albergatore, ex bagnino, ora in pensione, amante, amatore dell’arte pittorica, vive ed opera a Morciano, anche se il ritrovo cultculinario con i vecchi amici è sempre ogni venerdi sera “da Armando”, in via Repubblica, a Misano Adriatico.
Un giovane Leo Muccioli Uno dei suoi quadri
Leo, messaggi d'amore del pittore in “bicicletta” Parlare di un artista, non è mai facile, soprattutto quando, al personaggio ti lega un rapporto di fraterna amicizia, perciò non sempre obiettivo nei giudizi. Leo Muccioli è un pittore, anche se non ama definirsi tale, paesaggista di grande spessore. I suoi quadri esprimono, attraverso i colori, l’anima del-
la nostra terra. Egli guarda romanticamente al passato, pensando al futuro. Simbolicamente, in ogni quadro, trova sempre spazio un particolare oggetto: una bicicletta. Essa rappresenta un viaggio culturale attraverso entroterra e mare, alla ricerca e alla divulgazione, delle nostre radici. Un intellettuale che colora magnifi-
camente i propri messaggi d’amore. Se le sue tele potessero parlare, sicuramente, a mio parere, parlerebbero in dialetto. Leo non espone, non partecipa a mostre e soprattutto non vende, solo qualche dono a pochi fortunati, ma con affettuosa “morte” nel cuore. Nella sua modestia, teme la critica. Dice di sé: “Non ho studiato, non so
disegnare, non conosco la tecnica della prospettiva, la mia è semplicemente spontaneità”. La mia critica non può certo definirsi competente, ma accetto di correre il rischio e l’onere di eventuali reprimende dalla critica ufficiale. In contropartita mi rimane l’onore. Caro Leo, continua cosi. Affettuosamente.
A “zonzo” con Sirio Selva - Sirio Selva è uno dei grandi personaggi di Misano Cella. Di eleganza riservata, chioma bianca, ha commerciato in prodotti per l'agricoltura. Della natura e della terra è un profondo conoscitore. La sua grande passione è la poesia, che mette nero su bianco da sempre. Ne riportiamo due.
Sirio Selva
Borgo Natio Visse il silvestre borgo, ancora adolescente io abbandono in cerca di un’esistenza migliore:. Era attorniato da fitta vegetazione alberi perenni, frondosi oscuravano la vista
tra cinguettìi e armonie canore,
MISANO ADRIATICO Via Puccini 27/F Tel. 0541.601758 - Fax 0541.602058
CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334
l’acqua scorreva ì ruscelli garruli, limpida, pura scendeva il fiume cheta e silente, le strade acciottolate passando, battevano gli zoccoli il ronzino, nobili e ricchi sedevano sul calessino, vecchie le mura ferite dal tempo. nascoste da ciuffi di erbe e muschio, cigolava l’uscio coperto da impenetrabili rovi, lassù il campanile vitti: o guardava solitario, muto, il tempo aveva leso e cancellato l’orologio solare, aggredito, non luceva il lampione reclinato in pendio, arida la fonte, non dissetava le bocche ài viandanti, mendicanti, tzigani e i loro cavalli bavosi stanchi. Di antica ingegneria il lavatoio, marmoreo, petroso, ornato da roseti e rampicanti e da avvenenti ragazze allegre canore. Al rincasare portavano sul capo ceste ricolme di panni astersi. Nella quiete il tramonto spegneva il sole, al bruno era meta di cuori innamorati a cercare l’amore e baci da bocche assetate.
L’Età Del Tramonto In quell’era antica vede la luce, segue l’ombra, il tramonto e l’eterno sonno. Con amore e tenerezza abbraccia l’infante e, stringendolo al seno, la mano carezza il viso, amorevolmente liscia la chioma, il pargoletto supino s’abbandona. Lungo il percorso vitale: l’età scolare, gli apprendimenti, le crisi adolescenziali, le inquietudini, le esperienze sessuali. Ora appartiene alla verde età, ha tendenze avventate, imprudenti pragmatiche. Forse ha il meglio degli anni, la spensieratezza, l’illusione dei vent’anni. La vita passa in fretta, si allontana la terra natia, i mortali. Esempio di vecchia saggezza, fermati! L’inarrestabile avanzare della tua esistenza volge al senile. Le gambe stanche, instabili le mani tremolanti cercano l’appoggio, il sollievo. Quel giorno ti allontanerai senza ritorno. Addio, addio! La luce esile s’abbuia, si spegne, è l’oblio.
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Febbraio 2013
MISANO
Vota sì la maggioranza (lite tra il sindaco Giannini e l'assessore Guagneli). La minoranza vota no
Rivoluzione turismo, nuove cubature - Una decina di albergatori potranno costruire anche nuove camere se hanno i lotti contrassegnati dalla “F”; si trovano dietro via Repubblica, lato Brasile, uno in via Marche ed un altro sulla Litoranea. Lo ha stabilito il consiglio comunale lo scorso 16 gennaio. Un'assise rovente: sia tra maggioranza ed opposizione, sia all'interno della maggioranza. La minoranza ha votato no; mentre per forma hanno litigato il sindaco Stefano Giannini e l'assessore all'Edilizia privata Luigi Guagneli. Ma andiamo con ordine, nella fotografia della serata. “Misano sostiene il turismo - dice racconta l’assessore Luigi Guagneli -, consentendo l’ampliamento delle strutture alberghiere su spazi inutilizzati adiacenti. Non solo servizi integrativi per gli alberghi, ma anche camere per consentire alla strutture alberghiere di aumentare la ricettività”. “Ritengo ragionevole continuaa Guagneli - che la riqualificazione degli alberghi possa prevedere non solo ampliamenti di strutture a servizio, ma anche l'incremento della capacità ricettiva. E' possibile aumentare le camere, attraverso la creazione di suite o di dependance. Da oggi un operatore che intenda ristrutturare e riqualificare non sarà più vincolato a schemi di divisione di aree. L'obbiettivo è quello di incentivare le ristrutturazioni di alcuni alberghi, rinnovando parte delle strutture al fine di offrire ai turisti un servizio migliore. Questo consentirà inoltre di creare opportunità lavorative per le aziende del settore dell'edilizia in questo momento in grandi difficoltà”.
Ne beneficeranno solo una decina di albergatori; i titolari dei lotti “F” IL FATTO
Su tale visione, l'opposizione ha votato contro (Zangari) e uscita dal consiglio comunale il Pdl. Le argomentazioni di Paolo Casadei, Pdl: “Questa non è riqualificazione ma speculazione. E' normale che 100 albergatori non possono toccare una finestra e 10 possono beneficiare di un premio di cubatura? Abbiamo sempre sostenuto che gli albergatori vanno incentivati, ma con normative che avvantaggino tutti. Solo che l'intepretazione delle norme ha fatto figli e figliastri. I soliti furbi
Da sinistra: l'assessore Luigi Guagneli, Paolo Casadei (Pdl), Rosario Zangari (la Destra)
beneficeranno della riqualificazione; invece si tratta solo di camere in più. L'ottimale sarebbe stato aver previsto il 50 per cento del costruito in servizi ai clienti e 50 per cento in nuove camere”. Rosario Zangari, la Destra:
“Nella delibera non si parla di riqualificazione passando per i servizi ma di ampliamento dell'albergo. Non c'è nessun paletto per i beneficiari. Non credo che un albergo si riqualifichi solo con le camere. Perché non dare incentivi quando due piccole strutture si accorpano?”. Guagneli vs Giannini Al momento del voto il sindaco Stefano Giannini è uscito, senza dire che c'era un suo conflitto di interessi, dato che uno dei lotti in parte è suo. Rientrato, troppo preso da se stesso, ha argomentato che la delibera poteva anche non passare in consiglio. Si è scatenato il putiferio, sia dentro la maggioranza, sia con l'opposizione. Stefano Giannini, e famiglia, hanno un sacco di interessi a Misano. Tutti leciti, ovvio. L'importante è che tali interessi siano sempre sotto la luce del sole e nella trasparenza: sia normativa, sia politica.
IL FATTO
“Il sindaco ha scarso rispetto per il consiglio comunale” - Questa è la lettera inviata dall'assessore Luigi Guagneli a tutti i consiglieri comunali dopo l'assise del 24 gennaio (dove si è votato per i lotti “F”), nel quale il sindaco Giannini (uno dei proprietari di tali lotti) perde le “staffe”. - Con la presente e-mail voglio informarVi del grande rammarico, della grande delusione nel verificare lo scarso rispetto che il Sindaco ha dimostrato in Consiglio Comunale. Scarso rispetto del mio lavoro di Assessore, scarso rispetto del lavoro del mio ufficio, scarso rispetto del Consiglio Comunale tutto. Io Vi assicuro che le delibere che porto in Consiglio Comunale le porto perchè le ritengo ne-
cessarie dal punto di vista politico e il mio ufficio le prepara perchè le ritiene tecnicamente necessarie, sicuramente non le ritengo “inutili” pertanto vi assicuro che non “avete perso del tempo inutilmente”. La delibera in oggetto è stata vista ed approvata dalla Giunta, vista dal gruppo consigliare di maggioranza e valutata tecnicamente dall’ufficio, tutto lavoro che non faccio e faccio fare ad altri per puro divertimento o per prendere in giro i consiglieri di maggioran-
Il sindaco Stefano Giannini
za e di minoranza. Ancor più amareggiato perchè quanto detto dal Sindaco serviva per giustificare un suo conflitto personale. Poi ognuno è libero di avere le proprie idee ma il rispetto non deve mai venire a meno. Dovevo questo chiarimento a tutti perchè le dichiarazioni sono state fatte in presenza di tutti voi. Cordiali saluti e buonanotte. Luigi Guagneli
LA RIFLESSIONE
Due buone notizie e una riflessione - Negli anni '90, vi fu una grande domanda per migliorare le strutture turistiche, per ampliare gli spazi comuni, bagni. Allora le autorizzazioni, argomentate da ragioni formali e di piano regolatore, vennero spesso negate. Un errore, prima ancora che politico, di buon senso. Venti anni dopo, questa amministrazione, si corregge e accoglie, parzialmente, la domanda. Nel consiglio comunale del 16 gennaio scorso ha approvato alcune norme importanti. Ora il pallino passa nelle mani degli operatori, i quali dovranno tornare alle origini “da buoni romagnoli”. Lavoro e non rendita parassitaria. Otto imprenditori (è proprio così?) potranno costruire nei lotti adiacenti alle proprie strutture. Naturalmente ora, si tratta di capire e trovare le stesse opportunità per coloro che non hanno lotti a disposizione. Al lavoro dunque, insieme alle associazioni e misanesi. Sempre nella stessa assise del 16 gennaio, è stato concesso alla ditta Ericsoft (software per gestione alberghi) di costruire ulteriori 90 metri quadri di uffici (sotto la Greppa). L’intervento agevolerà l’assunzione di una decina di nuovi addetti. Non male di questi tempi di crisi. A questo punto la Greppa (che doveva essere un Parco) se tanto dà tanto, avrà grosse opportunità. Per ultimo, ma non per importanza, si torna a parlare dei corpi avanzati che servirono ad eliminare le brutte tettoie nel centro commerciale/pedonale. In qualche caso, gli interventi in sanatoria si resero esteticamente necessari se non utili, ma in altri casi, la rendita catastale è stata preferita alla rendita da lavoro che era il motivo principale per la concessione delle opere aggiuntive. Insomma, hanno preferito affittare al posto dei servizi.
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Continmua dalla prima Fois che dedicherà la serata ai Promessi sposi di Alessandro Manzoni, uno dei capolavori della nostra letteratura, romanzo storico e sociale in cui si fondono mirabilmente poesia, impegno umano ed ironia. Secondo la definizione di Italo Calvino, nei Promessi Sposi può riconoscere il «romanzo dei rapporti di forza», l’analisi di una realtà fatta tutta di contrasti, di azioni e reazioni tra forze caratterizzate dal punto di vista psicologico, materiale e sociale. Inoltre con quest’opera Manzoni tentò di sanare la frattura tra lingua parlata e lingua scritta, tipica della tradizione italiana, avvicinandosi così all’unità linguistica italiana. Non è un caso che proprio Marcello Fois presenti i Promessi Sposi, perché il suo ultimo romanzo Nel tempo di mezzosi inserisce proprio sulla linea tracciata da Manzoni, presentandosi come un romanzo storico con un stile raffinato e “ottocentesco”. Il venerdì successivo 8 marzosale in cattedra la scrittrice e saggista Nadia Fusini con la Tempesta di William Shakespeare, la penultima opera della sua produzione e, in un certo senso, da considerare come il suo testamento spirituale; da qui la sua eccezionale
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AzonzoconManzoni,Shakespeare, Machiavelli, Aristofane, Qohelet... CULTURA
di Matteo Bianchi importanza nel contesto dell’itinerario culturale e spirituale del bardo di Stratford. Come ha scritto Harold Bloom, Shakespeare non ha inventato semplici ruoli teatrali, ma ha creato vere e proprie personalità; può essere considerato il poeta della natura umana perché inventore di uomini e donne, soggetti di passioni ed emozioni. Nadia Fusini si soffermerà su una figura in particolare dell’opera: Miranda, essenza della femminilità esteriore ed interiore, un’Eva di un paradiso incantato. È figlia della natura, e gli impulsi che ha ricevuto durante la sua infanzia non provengono dalla società e dal mondo vanitoso, ma dal cielo. Miranda, che mantiene inalterato il suo cuore di donna, è
Livia Signorini (assessore alla Cultura), Salvatori Natoli, Gustavo Cecchini (direttore della biblioteca)
una vera e propria meraviglia che scopre il maschile, l’altro da sé, rappresentato da Ferdinando, il giovane figlio del re di Napoli. Venerdì 15 marzo il filosofo della politica Maurizio Viroli affronterà Il Principe di Niccolò Machiavelli di cui ricorrono quest’anno i 500 anni dalla originaria stesura. Nelle notti invernali di Sant’Andrea in Percussina Machiavelli compose questa opera, nella quale disegnò la figura del redentore e diede forma al sogno della libertà italiana. Con Il PrincipeMachiavelli teorizzò l’interesse per lo Stato
come criterio supremo di valutazione della politica, così da affermare con forza e in modo umanistico l’autonomia di quest’ultima. Il realista Machiavelli mostrò i vizi e le malvagità degli uomini di potere e merita il massimo elogio, perché ha saputo mettere in luce con chiarezza il demoniaco del potere e lo ha così smascherato. Venerdì 22 marzo sarà la volta del filosofo Massimo Cacciari con Le Nuvoledi Aristofane, commedia centrata su un tema di attualità nell’Atene di fine V secolo a.C.: l’educazione dei giovani, giocata sulla contrapposizione tra i metodi tradizionali e le pericolose novità introdotte dalla cultura sofistica. Il protagonista è Strepsiade, un vecchio ignorante e grossolano che spinge il figlio Filippide a frequentare il pensatoio di Socrate per impadronirsi delle astuzie retoriche che gli consentiranno, pur avendo torto, di prevaricare i creditori in tribunale. Ma il trionfo dell’individualità amorale e il raggiungimento della perfetta padronanza del Discorso Peggiore da parte del figlio riserveranno al vecchio padre un’amara sorpresa. Il bersaglio della satira aristofanesca è il contemporaneo Socrate, pensatore fuori dal coro, fascinoso provocatore, dipinto come uno “strambo” intento a scardinare le credenze religiose, i valori tradizionali, l’integrità morale dei giovani. Se la caratterizzazione del filosofo corrisponde nella sostanza alle accuse che nel 399 ne decreteranno la condanna a morte, i termini della caricatura sono significativi di come il suo pensiero e l’atteggiamento potessero essere semplicisticamente confusi con quelli della sofistica. Venerdì 5 aprile il filosofo Salvatore Natoli si misurerà con il Qohelet (L’Ecclesiaste), quarto dei libri sapienziali dell’Antico Testamento, vero e proprio “poema ebraico”. La modernità di questo piccolo capolavoro non può essere messa in discussione: il Qoheletaffronta il drammatico rapporto tra sapienza e dolore. La domanda che campeggia lungo tutto il testo biblico è la seguente: a cosa serve capire come funziona il mondo quando si scopre che nulla cambia, che le ingiustizie persistono e che tutto è vanità? Ma oltre a questo ascetico distacco dal mondo, nel Qohelet è
presente anche un insolito ottimismo, dal quale emergerebbe un appello al sereno godimento delle scarse gioie che la vita riserva. Venerdì 12 aprile uno dei filosofi più amati e stimati Carlo Sini affronterà il tema della democrazia attraverso le parole di Pericle e Gorgia durante la tragedia storica affrontata dal popolo dei Meli. Le contraddizioni, le luci e le ombre che accompagnano le democrazie odierne hanno origini antiche. Sin dall’inizio questo grande esperimento politico segnò in Grecia l’azione di forze contrastanti ed esiti problematici. Tucidide ne colse perfettamente il senso ambiguo e profondo, dando la parola a Pericle, il grande padre della democrazia ateniese, e insieme al piccolo popolo dei Meli, travolto dalle contese imperialistiche di Sparta e Atene e vittima della ragion politica e della avidità pubblica e privata degli umani di ogni tempo e di ogni storia. La sintesi di tutto ciò si legge poi nel grande discorso di Gorgia: serio e terribile, tragico e pragmatico, consapevole delle umane sventure come delle umane grandezze. Venerdì 19 aprile è la volta di uno dei più seguiti matematici italiani Piergiorgio Odifreddi che analizzerà l’opera del padre della teoria dell’evoluzionismo. Il 27 dicembre 1831 la nave Beagle salpò dall’Inghilterra portando a bordo
SERATE
Apre Fois - Sette appuntamenti con la grande cultura del passato e del presente, per riflettere su “A che cosa serve l'uomo?”. 1 marzo - Marcello Fois: “Manzoni”. 8 marzo - Nadia Fusini: “Shakespeare”. 15 marzo - Maurizio Viroli: “Machiavelli”. 22 marzo - Massimo Cacciari: “Aristofane”. 5 aprile - Salvatore Natoli: “Qohelet”. 12 aprile -Carlo Sini: “I Melii”. 19 aprile - Piergiorgio Odifreddi: “Darwin”. Gli incontri si tengono al Cinema-Teatro Astra di Misano, via d’Annunzio 20, inizio alle 21. Ingresso libero sino ad esaurimento posti. Info: 0541.618424 – e-mail: biblioteca@comune.misanoadriatico.rn.it
un passeggero d’eccezione, il giovane Charles Darwin, per un giro del mondo che durò cinque anni. In quel viaggio Darwin raccolse dati naturalistici di ogni genere e, tornato in patria, si mise ad esaminarli arrivando lentamente ad una conclusione: le specie vegetali ed animali non sono state create indipendentemente, ma si sono evolute nel tempo. Questa lettura è al tempo stesso un avventuroso viaggio in compagnia di Darwin, grazie alle pagine del suo Viaggio di un naturalista attorno al mondo(1845), ed una lezione che spiega la sua teoria partendo dalle pagine del suo capolavoro: L’origine della specie(1859).
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MISANO
Febbraio 2013
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Gianfranco Fantini ha ricostruito tutti gli arnesi del casolare. La trebbiatrice funziona... EVENTI
Attrezzi, capolavori in miniatura COMUNITA'
Partenza 2012
Autodromo: tutti in pista per podismo, nordic walking... - Un pullman da Gubbio. Oltre 120 ragazzi da Riva del Garda. Otto giovani da Verona. Bellissimo. Il secondo Gran Premio Città di Misano sta smuovendo gli appassionati. Una delle ragioni è che quest'anno si tiene nell'anello del circuito della Santamonica intitolato a Marco Simoncelli. L'appuntamento è il 24 febbraio, dal mattino presto. La gara competitiva parte alle 10,30 e prevede tre giri di pista per 12,68 chilometri. La non competitiva parte prima alle 9,30 e propone un giro di pista (4,266 chilometri), oppuire due tornate (8,452 km). L'autodromo non si apre solo ai podisti, ma anche ad altre associazioni sportive misanesi, biciclette, nordic
walking. La giornata si chiama Open Day Misano. L'evento è stato ideato e organizzato dal Misano World Circuit, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Misano Adriatico e Misano Podismo, Atletica Santamonica, Valle del Conca, Cinghiali MBT, BiciFestival, con il Patrocinio della Provincia di Rimini. Il progetto mira a rafforzare il legame dell’autodromo con il territorio e la cittadinanza. Tre i temi principali: territorio, sport e sostenibilità ambientale. Questi ingredienti stanno già decretando il successo dell’evento riscontrabile dal ricco programma sportivo e di intrattenimento, dalla costante richiesta delle adesioni e dalle continue adesioni degli sponsor.
- La casa colonica come centro di conoscenze che hanno permesso al Nordest e al Centr'Italia di diventare una delle terre più ricche d'Europa. In poco più di cinquant'anni, un battito di farfalla: dal dopoguerra ad oggi. Lo ipotizzano gli storici dell'economia quando devono spiegare le ragioni del boom; un'unione di conoscenze tecniche e valori condivisi che hanno permesso a queste regioni di raggiungere l'eccellenza mondiale. Una prova la fornisce Gianfranco Fantini, un muratore in pensione: un artigiano dalla mente raffinata che crea oggetti bellissimi. Classe 42, sposato, due figli (Rino e Rita), ha costruito in miniatura un museo della civiltà contadina. Quelli che più affascinano sono gli attrezzi a motore che funzionano e potrebbero lavorare per il paese dei lillipuziani. Le macchine sono: la trebbiatrice azionata dal trattore, il frantoio, il mulino e la segheria. La costruzione degli attrezzi iniziano una decina di anni fa, per caso. Ricorda Fantini: “Avevo un ricordo nitido del trapano
Il museo in miniatura. Gianfranco Fantini (a sinistra) con l'amico Mauro Arcangeli davanti alla trebbiatrice del grano. Funziona che è una meraviglia
a mano che serviva per bucare la ceramica d'uso. Nei fori si faceva passare il filo di ferro per la riparazione. Insomma, si sprangava il coccio. Un racconto lontanissimo dalla realtà di oggi, soprattutto per le giovani generazioni”. Lo strumento dei ricordi del signor Gianfranco Fantini è qualcosa di essenziale inferiore soltanto alla genialità. Serviva a rammendare i cocci. La sua “costruzione”. E' stato preso una stecca di ombrello e inserita in un blocco di legno a forma di cono rovesciato e panciuto.
L'estremità, con la lima, è stata trasformata in punta. Sulla parte superiore del legno viene applicata una bacchetta cilindrica forata nell'estremità. Nel foro viene fatta passare una cordicella a sua volta legata alle estremità ad un'altra bacchetta, orizzontale. Questa diventa una molla azionata a mano; con leggerezza buca la ceramica: piatti, orci, pignatte... I buchi, con la spranga, servivano per il rammendo. Altri utensili realizzati dal cervello d'oro del signor Fantini sono: il mulino, il frantoio e la
segheria. I tre attrezzi sono stati posti su un'asse (manico di scopa). Alla fine del manico un motorino aziona tutt'e e tre gli opifici della civiltà contadina. Nel suo speciale museo che tiene nello scantinato di casa ci sono la maggior parte degli utensili della casa colonica: aratri, erpici, cestello per raccoglie le olive, il torchio, tutto per la lavorazione della canapa, il telaio per tessere, il barco. C'è anche l'asse di legno usato dalle arzdore per lavare i panni nel fiume; quando la lavatrice era un miraggio.
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Cicogna azzurra in casa Serafini - Biagio è nato lo scorso 28 gennaio all'ospedale di Rimini. Erano le 15. Pesava 3,4 chilogrammi. Il babbo è Michele Serafini; la mamma Stefania. I nonni materni sono Egidio e Fernanda (le sue tagliatelle fatte in casa, con ragù a fuoco lento, sono irracontabili. Una delizia per i clienti dell'Hotel Ambasciatori e non solo). Secondogenito, il piccolo Biagio ha una sorellina: Margherita, dagli occhi azzurri bellissimi; altrettanto belli i boccoli biondi. Misanesi di Misano Mare, i Serafini sono originari di Ca' Rastelli, uno degli antichi nuclei abitativi di Misano. Già rilegatori, già tipografi, dal dopoguerra, sono una selle famiglie che ha fatto grande il turismo misanese. Il nome Biagio è stato scelto da Margherita. Considerato antico, sarebbe curioso sapere da quanti anni non c'era un bebé col nome del patrono di Misano?
Febbraio 2013
MISANO
BACCHINI ADRIANO
Loris Falconi, 31 anni, insegue una professione vicina al suo sentire
Impianti elettrici Civili - industriali Illuminotecnica - Materiale elettrico MISANO - Via Cairoli 2 - Tel. e Fax 0541 - 614002 Riccione - Abit. Via Tito Speri 56 - Tel. 0541.600602
Il consulente filosofico - Loris Falconi ha 31 anni, è nato a Rimini e abita a Misano. Dopo aver conseguito la Laurea in Filosofia - Indirizzo Psicologico - presso l’Università “Alma Mater” di Bologna, si è iscritto al Master di II livello in “Counseling Filosofico” presso l’Istituto Rebaudengo di Torino, affiliato all’Università Pontificia Salesiana, ottenendo dopo tre anni di percorso (due di master e uno di specialistica) il titolo di “Counselor Filosofico” e l’iscrizione all’albo SICoF (Società Italiana Counseling Filosofico). Come tanti giovani ha avuto esperienze lavorative diverse e precarie, che vanno dal bagnino al salumiere, dal responsabile in un centro Vodafone al gestore e organizzatore di eventi culturali all’interno della libreria “La Morosina” di Cattolica. Da qualche anno con coraggio cerca di “inventarsi” un lavoro nuovo che sia in sintonia con le sue aspirazioni intellettuali e
“Oggi più che mai ritengo che la Filosofia nella sua veste Pratica possa aiutare l’essere umano a Ri-Orientarsi. Il compito della filosofia è essenzialmente quello di Alleggerire e Liberare l’Esistente”
Loris Falconi
Pratica possa aiutare l’essere umano a Ri-Orientarsi, il che significa non soltanto ritrovare le proprie coordinate esistenziali grazie alle quali muoversi armoniosamente nel mondo e relazionarsi consapevolmente agli altri, ma significa anche scorgere l’alba di un nuovo sole nascente immaginando nuovi possibili orizzonti di senso cui mirare. Di solito racchiudo tutto
questo sostenendo che il compito della filosofia è essenzialmente quello di Alleggerire e Liberare l’Esistente, sottolineando che, a differenza della maggioranza degli approcci psicologici, la Filosofia non dovrebbe mai accontentarsi di rendere la vita dell’uomo più adattabile e funzionale al deserto, ma dovrebbe avere la pretesa, saggiamente folle, di farlo uscire dal deserto e proiettarlo, chi lo sa, magari verso un’oasi o un oceano”. Loris Falconi ha già tenuto decine di conferenze e corsi in diverse città. I prossimi incontri: 14 febbraio: inizio Corso di Filosofia Pratica presso il Centro “Therapeutika” di Misano Brasile (via Sicilia, 36/A); (data da stabilire): inizio Corso sul Linguaggio del Cuore presso il “Club del Gatto e Circolo Le 7 Chiavi” di Rimini (via Pascoli, 53). Per informazioni: cell. 349.7412325 e-mail lorisfalconi@libero.it
cosa da fare”. Il piccolo Caffè Marconi era in cessione e, come un lampo, la stessa idea ha attraversato la mente di entrambe. Ma non chiamatelo caso. Se chiedi perché, loro ti rispondono sorridendo e sollevando un po’ le spalle: “Era destino, una serie di eventi che non sono successi per caso”, spiega Erica, appassionata di astrologia. Gli astri avranno voluto così quindi... Soprattutto Camilla la vede più come una tappa, una fermata nel suo intinerario: “Era tempo che mi fermassi un po’. Dopo aver viaggiato tanto. Ho studiato quello che ho studiato perché speravo che le lingue mi portassero in giro per il mondo”. Niente di improvvisato. Prima di dare inizio alla nuova attività Erica e Camilla hanno seguito un corso da ‘barwoman’ con un esperto che ha insegnato loro tutti i truc-
chi del mestiere “e ogni tanto ci passa a trovare, ancora ci dà consigli”. Tra un cappuccino e cornetto e il prosecco dell’aperitivo, si affaccia la vita di tutti i giorni tinta dei caratteri più diversi, anche in un piccolo bar nascosto tra gli hotel incappucciati per affrontare la tramontana della ‘merla’. Umido e freddo, lontano anni luce dall’aria secca di Damasco. Ma per ora va bene così. Ci sarà tempo per tornare a viaggiare. Intanto si pensa a far vivere il piccolo Caffè Marconi, in attesa dell’estate, quando tutto sarà molto diverso. Camilla ed Erica in fondo, si sono lanciate il guanto di sfida da sole. Ci vogliono provare: “Per ora abbiamo aperto e lavoriamo bene. Piano piano stiamo pensando a delle idee per rendere originale questo spazio”.
NUOVE PROFESSIONI professionali: il consulente filosofico. Perché la professione di consulente filosofico? “Credo che la vocazione verso ciò che definiamo Consulenza filosofica nasca dentro di me come insopprimibile esigenza di riportare la Filosofia alla Vita, proprio come accadeva all’inizio del pensiero filosofico antico, ove il Pensare non era mai disgiunto dall’Agire. A questo proposito Pierre
Hadot, grande storico e filologo francese, afferma giustamente (e io sottoscrivo pienamente): ‘Filosofia significa conversione, trasformazione della maniera di essere e di vivere, ricerca della saggezza’”. A cosa serve il pensiero filosofico nel mondo di oggi così materialista, edonista e anche un po’ volgare? “Oggi più che mai ritengo che la Filosofia nella sua veste
Aziende informano - Quando mamma e figlia si mettono insieme, guai a fermarle. Camilla è proprio una che non si ferma mai. Anche se questa volta ha deciso di farlo, saltellando, per così dire, sul posto. Camilla Antonelli è una giovane marignanese innamorata del mondo. Laureata in Mediazione linguistica alla San Pellegrino, ha studiato inglese, francese e arabo. Fino a qualche mese fa la potevate trovare a Londra, dove ha vissuto e
Caffè Marconi, donne in sfida lavorato per un po’, assieme al suo fidanzato. Oppure in Siria e nello Yemen, dove è andata più volte per studio e per la tesi di laurea sull’abbigliamento delle donne islamiche. Ora invece bisogna cercarla molto più vicino, dietro al bancone del caffè Marconi, a Misano. Sembra quasi strano anche a lei star lì ora. Una sfida cominciata assieme alla mamma Erica. Che invece ha gestito per più di 15 anni una sanitaria in via del Porto a Cattolica. Una volta finita l’esperienza bisognava “trovare qual-
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Febbraio 2013
CATTOLICA
Cattolica
4 conferenze pubbliche con grandi esperti del settore. Palazzo del Turismo ore 17,30
Rischio sismico: rigenerazione urbana, sviluppo del territorio URBANISTICA - L’assessorato all’Urbanistica del Comune di Cattolica ed i rappresentanti locali delle professioni tecnico-progettuali propongono alla cittadinanza un ciclo di 4 conferenze su alcuni temi urbanistici che si ritengono fondamentali e di rilevante attualità. Lo scopo del ciclo è informare e sensibilizzare i cittadini, i tecnici e gli operatori economici sui temi presentati e spiegati da relatori specificatamente esperti nel settore. Ogni conferenza si svolgerà nella sala del Palazzo del Turismo e dopo un breve saluto di introduzione il Relatore avrà a disposizione il tempo necessario al suo intervento, cui seguiranno domande e risposte, così da concludere l’iniziativa entro le ore 20.00. La scelta dei temi è stata chiaramente orientata su argomenti che si ritiene meritino un approfondimento: la preoccupazione di ridurre il rischio sismico si combina oggi più che mai con l’esigenza di pensare ad una vera e propria “rigenerazione urbana” che deve individuare nello strumento operativo comunale (POC) il luogo in cui esprimersi istituzionalmente e trovare soluzioni concrete ed attuabili.
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Palazzate
di Cecco
Ztl (1) -
Leggiamo: “In centro le auto la fanno da padrone - Ztl groviera”. Il bello e costoso arredo urbano è stato ridotto a pezzi. Ma cérta génta l'è come mèt la cravata mal baghìn...
Ztl (2) - Leggiamo: “Ztl: nuovi sensi unici e piste ciclabili contro transito e sosta selvaggia. Al lavoro una commissione”. L'è la risposta giusta per chi j'ha voja ad patachina frèsca...
Matrimonio - Leggiamo: “Acquario, sposi da brivido: boom di nozze tra gli squali”. I vo' subte imparè cus cl'è al matrimonie... Patimento - Leggiamo: “Un marciapiede da via Crucis. E' il tratto di via Del Prete vicino la chiesa di S. Antonio”. Mèj d'isé? La cisa l'ha sempre dét che patì al fa bén ma l'anima...
Il palazzo comunale
I venerdì dell’urbanistica Riflessioni in 4 tempi su sicurezza e rischio sismico, rigenerazione urbana, sviluppo del territorio. Cattolica - Palazzo del Turismo via Mancini, 24 ore 17,30
i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Ravenna Ferrara, Forlì– Cesena, Rimini); arch. Aldo Giorgio Pezzi (funzionario SBAP per le province di Ravenna Ferrara, Forlì– Cesena, Rimini). - 22 febbraio: “Strategie e azioni per la rigenerazione
urbana”. arch. Rudi Fallaci (Tecnicoop Bologna). Introduce: Odoardo Gessi (responsabile sindacale CNA zona sud). - 1 marzo: “Un bilancio del primo POC e indicazioni per il suo aggior namento”. ing. Roberto Farina (Oikos Ricerche Bologna)
Mense - Leggiamo: “Mense scolastiche, niente sconti a chi possiede seconda casa e moto o auto di media cilindrata. Il Comune ha fissato i parametri”. U j'éra chi andèva a fè la dmanda per l'esonero sal machinon sota al cul... Invecchiamento - Leggiamo: “Cattolica, in 4mila con più di 65 anni”. Sa ste pass a dvintarìn una Catolga vècia e rincoglionida. Tucarà distribuì i panulon anche ti bar.. Ausilio - Leggiamo: “Per anziani e disabili arriva la spesa a domicilio. E' il progetto Ausilio di Coop Adriatica, Auser e Comune”. Per furtuna u j'è qualchidun cal pensa ma chi viciarlén... Furti - Leggiamo: “Raffica di furti, via ai manifesti. I residenti del Ventena affiggono le ‘regole anti ladri’”. Prima i manifest e pu la s-ciopa? Os-cia!...
PROGRAMMA - 8 febbraio: “Il concetto e la dimensione del rischio sismico”. dott. Dario Albarello (Università di Siena); ing. Andrea Barocci (Associazione ‘Io non tremo!’). - 15 febbraio: “Esperienze negli scenari storici del sisma: Abruzzo 2009, Emilia 2012”. arch. Antonella Ranaldi (Soprintendente per
Tasse - Leggiamo: “‘Tassare le rendite, non chi produce’. Imu, Imposta soggiorno e contributo volontario, le categorie vogliono discuterne prima”. L'è giust a ciacarè, pu toca tré fora anche qualche bajuchìn...
Sicurezza - Leggiamo: “Tagli del governo sulla sicurezza: salta la nuova caserma dei pompieri”. I dis: prevenire è meglio che curare. Parolie per dè èria mai dént. Caz!... PromoCattolica - Leggiamo: “Confcommercio esce da PromoCattolica”. Quand u j'è da irvì al portafoj us véd sempre qualche pluz tl'ov?... Elezioni politiche - Leggiamo: “Il 24 e 25 febbraio
Il 28 febbraio al Bonci
Raffaele Bersani recita Pedretti a Cesena Raffaele Bersani
- Quella mente geniale di Raffaele Bersani è felice come un bambino. Il 28 febbraio, si esibirà sulle “prestigiose” tavole del Bonci, il teatro di Cesena. Sipario su alle 21. E' la rappresentazione, quella di Cesena, più importante della sua carriera di attore per diletto. Il professore di musica che ha educato migliaia di ragazzi alla magia delle sette note, reciterà quattro monologhi del santarcangiolese Nino Pedretti, grande poeta e grande uomo. A seguire, Bersani declamerà 18 poesie nel dialetto di Santarcangelo, sempre di Pedretti. Insieme al cattolichino, altri quattro monologhi sono di un attore di Forlimpopoli, Denio Derni. I due sono accompagnati da un pianista e dal regista che simula la voce di Pedretti. Nino Pedretti appartiene a quella covata di raffinati poeti santarcangiolesi: Tonino Guerra, Raffaello Baldini. Nati quasi tutti nello stesso periodo (solo un caso?), i tre hanno nobilitato il dialetto
prima ancora di Andrea Camilleri. Pedretti amava dire che un uomo dovrebbe conoscere tre lingue: il latino per le scienze, il toscano per scrivere e il dialetto per parlare con la sua gente tutti i giorni. Raffaele Bersani è un talento puro. E' cultore e ricercatore della musica; una passione che sa trasmettere con un intreccio di sorrisi e divertimento. Da anni fa teatro, come ben sanno molti cattolichini. Raffaele è anche un pittore di vaglia, dicono coloro che sanno. Da giovane ha dipinto molti quadri. Alcuni li regalò al Pci (Partito comunista italiano), l'odierno Pd. Peccato che siano andati “perduti”. E' diventato musicista quasi per caso. Orfano di padre, poche risorse economiche, da ragazzo Raffaele è da uno zio a San Mauro. Una domenica è in piazza ad ascoltare la banda. Gira le pagine ad un orchestrale. Costui gli chiede, come mai conoscesse la musica... E' la svolta della sua vita.
gli italiani sono chiamati alle urne”. Um vén da strimulì al sangue... perché a sin dla génta sla memoria curta. Pora nun!...
Vgs - Leggiamo: “Scoppia un incendio nell'area Vgs”. Paradossalmente si potrebbe dire che piove sul bagnato e che il fuoco non purifica il peccato originale. Sta madasa l'è dura da svrucé...
Imu - Leggiamo: “Berlusconi, restituiremo i soldi dell'Imu”. Dimentica che l'Imu sulla prima casa l'hanno incassata i Comuni per fare quadrare i bilanci comunali. Comunque a Carnevale ogni scherzo vale! Pataca nona...
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CATTOLICA
Febbraio 2013
Tutte le settimane. Ai fornelli dirigenti con signore. Roba da aia. Vivaio con 200 ragazzi
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Torconca, calcio e tavolate La società ha la cultura del fare. Hanno costruito un centro sportivo (tre campi), più segreteria, unico. Manca però il campo regolamentare per la prima squadra (giocano in quello del Cattolica Calcio). Per il Memorial Micucci-Mazzocchi iscritte 120 squadre; erano 16 il primo anno
Dirigenti con signore, bravissime ai fornelli e nella gestione della società
SPORT E COMUNITA'
- “Fai con comodo. Sono qua ai fornelli a girare il ragù. E ne avrò ancora per molto”. Enrico Giovanetti risponde così allo scriba che lo chiama per dirgli che tarda un quarto d'ora. Era lo scorso 31 gennaio. Dirigenti e consorti stavano preparando una tavolata per una delle tante squadre della loro società il Torconca Calcio, fondato nell'87. Da allora, il nucleo dei dirigenti è rimasto invariato. Le tavolate, stile aia romagnola, in media sono una la settimana. Hanno creato una società con l'anima di queste terre: fare, fare e fare. Dopo tutto, a Torconca c'è il terreno fertile: tanti artigiani con la voglia di menar le danze. Hanno costrui-
to il campo da calciotto in sintetico; finito di pagare il mutuo pochi mesi fa dopo 5 anni di rate. Ma questo non è nulla. Alcuni anni fa, costruirono una specie di club house. Il Comune fu costretto ad abbatterla perché “fuori norma”. Hanno asfaltato e illuminato la stradina che dall'altezza della scuola materna giunge giù fino in fondo alla palazzina con la segreteria. Presidente Stefano Palmieri, l'uomo che sintetizza lo spirito del Torconca è Enrico Giovanetti: voce grossa e fare accattivante. Racconta: “Siamo qua per divertirci, per stare insieme e poi far giocare più ragazzi possibile del nostro vivaio in prima squadra. Quando c'è da
investire, lo facciamo nel settore giovanile prima ancora che per la Promozione”. Da due anni affiliata Milan, il settore giovanile con i colori del Torconca conta circa 200 ragazzi: dagli juniores fino alla scuola calcio. Raccolgono ragazzino ia Cattolica e dintorni; una ventina giungono da Pesaro. I più lontani dall'Arzilla, dove c'è la salita che piace molo agli
appassionati della bicicletta. Giovanetti: “Siamo orgogliosi di tutto questo. Significa che abbiamo costruito una buona organizzazione; sempre col sorriso. Per i piccoli abbiamo massaggiatori, fisioterapisti, preparatori”. Da sette anni, il Torconca organizza il Memorial Gian Franco Micucci-Franco Mazzocchi (due sindaci di Cat-
tolica scomparsi prima del tempo). Partito con 16 squadre, il prossimo aprile-maggio si incroceranno 120 compagini di ragazzini provenienti dall'Emilia Romagna, Marche e San Marino. In quasi due mesi, tutti i giorni si disputano 6-7 incontri. Uno spettacolo di colori e vociare. Se l'obiettivo è innestare ragazzi del settore giovanile in
prima squadra, i fatti dicono che ci stanno riuscendo. L'età media dei grandi è di 20,7 anni; la più bassa della Promozione. Quest'anno hanno calcato il tappeto verde della sognata mèta quattro '96: Andrea Misturi, Arturo Solleciti, Bujar Musabelliu e Luca Cevoli. Grazie ai risultati provinciali, gli Allievi ed i Giovanissimi si divertiranno col campionato regionale. Entrambe le squadre non hanno perso una partita. Imbattuti anche i ragazzi del '99. Giovanetti: “E' il frutto di un lavoro di 4-5 anni”. Tre campi in gestione (uno è della parrocchia di San Giorgio) il Torconca da vent'anni aspetta il campo regolamentare per la prima squadra; oggi, sono ospiti del Cattolica Calcio. Giovanetti: “Secondo voi è possibile che una città come Cattolica abbia un solo campo regolamentare. E quell'unico campo è in condizioni pietose. Talmente disastrato che anche il Cattolica Calcio gioca altrove”.
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Febbraio 2013
CATTOLICA
“I Giovne Amarcord” sono in scena da 25 anni. Ricavato in beneficenza Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Si recita in dialetto
Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 La compagnia di teatro diaòettale “I Giovne Amarcord”
di Alessandro Fiocca
- La cultura, lo sappiamo, è fatta di tante sfumature e si concretizza in molteplici espressioni. Una di queste, a sua volta poliedrica, è il teatro. Ma così come avviene per altre forme espressive, come la poesia, solo per citarne una, il teatro consente di dare forma ad alcune peculiarità che lo legano alla storia e al territorio in cui si svolgono. Questo avviene in particolar modo con il teatro dialettale e con maggiore caratterizzazione quando gli spettacoli sono concepiti, contestualizzati e realizzati in maniera, mi si passi il termine, “artigianale”. Si dice che il teatro dialettale è una forma di teatro “minore”. Ma forse proprio questa sua “leggerezza” lo rende tanto amato dal pubblico. Oltre, e non è cosa da poco, al grande pregio di mantenere viva una lingua completamente ignorata dalla tecnologia
DIALETTALE di Alessandro Fiocca e avversa alla modernità. Se poi il teatro è commedia e gli attori sono anche bravi, spontanei e generosi con il pubblico, allora siamo di fronte ad uno spettacolo che vale la pena vedere e di cui, come spettatori, vale la pena essere parte. Forse, le righe precedenti, sembreranno solo di un surplus di parole, per chi ha avuto la fortuna di assistere ad uno degli spettacoli dialettali della compagnia “I Giovne Amarcord”, un gruppo di amici accomunati dalla passione per il teatro che da 25 anni organizza commedie in dialetto romagnolo per
beneficienza. Lo scorso 30 gennaio, il Salone Snaporaz era gremito. Tante persone, di tutte le età, accorse per gustarsi “..che sturacin de Pigurer!”, diciottesima e più recente commedia dei “Giovne Amarcord”. Quando le scene si aprono si torna in dri sla memoria, quand u s’andava a scuola e comincia il viaggio con i personaggi che, ad ogni spettatore, avranno certamente ricordato qualcuno che si ha avuto la fortuna (o meno) di incontrare. Tra battute esilaranti e colpi di scena, il tempo è passato con estrema piacevolezza. Regista di questo, come di altri spettacoli è Roberto Semprini, che naturalmente è anche attore. Insieme a lui, tutti bravissimi, Amos Andreini, Andrea Baffoni, Michela Bartoli, Roberto Bertozzi, Chiara Biagetti, Massimo Gaffarelli, Francesca Gennari, Erica Matteucci, Ketty Montanari, Barbara Perazzini, Silvia Prioli, Alessandra Rossi, Matteo Silvagni e Simone Tenti. La Compagnia sta girando in queste settimane i teatri della provincia con il nobile scopo di donare quanto ricavato alla Missione in Mozambico di don Claudio Comanducci, missionario in Africa ed ora parroco a Bellaria.
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Febbraio 2013
CATTOLICA
Inaugurato il 27 febbraio 1983 con la mostra fotografica “Giovani sparsi nella città doppia” curata da Radio Talpa. La ricerca comprendeva anche il “Questionario giovani”
30 anni di Centro culturale Faceva gli onori di casa il direttore Marcello Di Bella che insieme al sindaco Franco Mazzocchi, riceveva l'allora presidente della Regione Emilia Romagna Lanfranco Turci e tante altre autorità. Il mondo della cultura, non solo locale, era entusiasta: una città investiva in strutture finalizzate alla cultura! IL TEMPIO DELLA CULTURA di Enzo Cecchini
- 27 febbraio 1983, trent'anni fa. Una piazza della Repubblica ancora un cantiere veniva invasa da centinaia di persone, prevalentemente giovani e giovanissimi, come fosse imminente un concerto rock. Veniva inaugurato il primo stralcio dei lavori del Centro culturale polivalente, il primo fiore all'occhiello delle strutture culturali della città. Prendeva stabile dimora la biblioteca (prima negli scantinati dell'ex scuola media Filippini) con qualche decina di migliaia di libri, l'emeroteca (giornali e riviste in consultazione) la fonovideoteca (che dal 2001 diventata una efficiente e moderna mediateca), l'antiquarium (poi trasferito nel museo della Regina, inaugurato l'8 aprile 2000), l'archivio fotografico e tanti spazi (sala convegni, esposizioni, sale di lettura, ecc.). Fa gli onori di casa il direttore Marcello Di Bella che insieme al sindaco Franco Mazzocchi, riceve l'allora presidente della Regione Emilia Romagna Lanfranco Turci e tante altre autorità. Il mondo della cultura, non solo locale, era entusiasta: una città investiva in strutture finalizzate alla cultura! Parrebbe cosa facile (oggi Stato e enti locali, anche a causa della crisi, sono più propensi a
tagliare che investire nella cultura...), ma la maggioranza di sinistra subì feroci e continui attacchi da parte della destra di quegli anni, la Dc soprattutto, che non voleva quell'opera, ritenuta uno spreco, accusando la sinistra di usare la cultura come chiave di consenso elettorale. Insomma, la piccineria di una certa politica ha una storia che viene da lontano. Ricordiamo quella giunta insediatasi nel giugno 1980 tutta targata Pci: Sergio Grossi sindaco - (sostituito il 26 agosto 1982 da Franco Mazzocchi, che a sua volta lascia l'incarico di assessore a Sebastiano Mascilongo); gli altri assessori: Giancarlo Primavera, Mario Castelvetro, Oscar Micucci, Gloria Bellini, Giancarlo Tarsi. Insomma, l'ossatura della tradizione del partito comunista con l'innesto di alcuni giovani, tra cui Oscar Micucci che fino al 1987 diede forza propulsiva alla centralità della cultura. Va ricordato anche un altro giovane assessore alla Cultura (giunta 1975-1980) Attilio Bigagli, per la sua idea pluridisciplinare della proposta culturale del nuovo Centro che si andava a costruire. Va ricordato che la fase propulsiva e progettuale parte nella metà degli anni '70. Non
Manifesto della mostra fotografica “Giovani sparsi nella città doppia”
2012, i numeri della biblioteca: 53mila presenze, 20.750 prestiti (tra cui 1.350 villeggianti), 13mila consultazioni interne, 26mila abilitati al prestito, 3.800 consultazioni audiovisivi. Patrimonio librario: 84.500 volumi, 8.600 documenti audiovisivi, 24mila fotografie storiche, 200 titoli (quotidiani, riviste, periodici), 15mila titoli catalogati di fondi speciali (giallo, fantascienza, fumetto) solo il Centro culturale, ma anche il riassetto intero della città: il cosiddetto asse dalle Navi al centro (da periferia a periferia. L'attuale piazza della Repubblica era solo un grande spiazzo sterrato circondato da campi). Negli anni '90 Gian Franco Micucci non fece altro che dare continuità a progetti partoriti circa 15 anni prima. Allora è giusto ricordare anche i componenti della giunta 1975-1980 targata Pci-Psi: Sergio Grossi (sindaco). Assessori: Sergio Pericoli, Michele Bertozzi (poi sostituito da Oscar
Micucci), Ottavio Lazzari (deceduto due anni dopo e sostituto da Guelfo Benelli), Mario Castelvetro, Luigi Bersani e Attilio Bigagli. Curiosità: dal 1970 al 1985 sedeva tra i banchi del Consiglio come consigliere di maggioranza un giovanissimo Piero Cecchini, l'attuale sindaco di Cattolica. Siamo nel 1979 e la città viene tappezzata da un bel manifesto ideato da Massimo Dolcini: “Il nuovo Centro culturale di Cattolica - Nuova sistemazione della piazza della Repubblica e progettazione di
un Centro culturale polivalente. Presentazione pubblica del progetto da parte dell'architetto Pier Luigi Cervellati presso la Sala convegni dell'Azienda di soggiorno di Cattolica. Martedì 27 marzo, ore 21” (*). Leggiamo le idee guida del nuovo Centro. “Il Centro culturale negli anni si impone grazie alla generosa varietà dei programmi e alla sagacità di guide e collaboratori, alfieri e mentori di provato protagonismo, tra cui intellettuali di fama nazionale. Le tante attività culturali trovano nella biblioteca l'asse portante sul piano dell'elaborazione e promozione degli eventi. Anche il teatro, l'edificio multiuso del linguaggio e dell'idea di polivalenza orginaria è pensato come Teatro della biblioteca. Tutta questa attività è stata ripetutamente documentata con pubblicazioni e interventi in sede radiofonica, televisiva e giornalistica, nonché fatta oggetto di studi e ricerche in ambito universitario” (*). Torniamo all'inaugurazione e al motivo di tanta folla di gio-
Inaugurazione del Centro culturale polivalente (27/2/ 1983). Da destra: Marcello Di Bella (direttore, che presenta il plastico del progetto), Franco Mazzocchi (sindaco), Lanfranco Turci (presidente Regione Emilia Romagna) (*)
vani. L'iniziativa che inaugurò il Centro culturale polivalente fu una mostra fotografica dal titolo “Giovani sparsi nella città doppia” curata da quei giovani che frequentavano la “mitica” Radio Talpa (1977-1984). Centinaia di scatti che testimoniavano la condizione giovanile di Cattolica. “La mostra è il prodotto di un anno di lavoro - veniva scritto nella presentazione -, e documenta il percorso dei comportamenti e delle situazioni giovanili sparse nella nostra città, nella doppia e condizionante dimensione di estate/inverno. I giovani vengono ‘inseguiti’ là dove si divertono, studiano, lavorano, dove consumano i loro ‘riti’; vengono ‘stanati’ là dove lasciano le loro impronte, dove
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Simbolo del Centro culturale polivalente ideato dal designer Massimo Dolcini (*) producono i loro linguaggi, ostentano i loro simboli, dove manifestano comportamenti trasgressivi e tradizionali. Ne risulta, alla fine, una interessante e variegata manifestazione di costume, oseremmo dire di ‘cultura’”. Il pensiero corre ad uno di quei fotografi, una persona meravigliosa da tempo scomparsa: Paolo Celli. Nella presentazione del catalogo della mostra l'assessore alla Cultura Oscar Micucci scriveva: “Tutta roba di Cattolica, quella esposta. Cinque sezioni come cinque metropolitane nel ventre caldo della confusione. Se la mostra fosse solo materiale documentario man-
La fase propulsiva e progettuale parte nella metà degli anni '70. Non solo il Centro, ma anche il riassetto intero della città. Il 27 marzo 1979 viene presentato il progetto dell'architetto Pier Luigi Cervellati: polo culturale e sistemazione di piazza della Repubblica cherebbe un criterio di trattamento scientifico per tutte queste facce, gruppi, situazioni. Ma una premessa o un criterio del genere forse sarebbero gli stessi a Milano o a Latina, e perciò è meglio prendere tutto come esemplificazione tematica. Bisognerebbe stare per un momento fuori dagli stereotipi; vari e contrapposti suggeriti per via scientifica o frutto dell'autoimmaginazione giovanile. In questo rimpallo di definizioni c'è infatti il rischio di un morto: la realtà. Ed è forse la città doppia su cui insistere per ricavare dalla mostra qualcosa di migliore”. Ovviamente era tanta la curiosità dei ragazzi (ma anche dei loro genitori e parenti) di ritrovarsi “incorniciati” in una grande mostra, ma questo dava loro l'opportunità di cogliere tutte le potenzialità per la città di un contenitore all'avanguardia negli spazi, nella qualità dei servizi, nella professionalità. Negli anni il Centro culturale ha mantenuto le attese di officina della cultura con una miriade di iniziativa di alto livello sprovincializzando il clima cul-
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1980: Galleria S. Croce, 1983: Centro culturale polivalente, 1996: Teatro della Regina, 1998: Arena della Regina, 1999: Salone Snaporaz, 2000: Museo della Regina
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Centro culturale, 30 anni di storia polivalente
turale locale. Nato “come metafora di opificio, di fabbrica, di luogo di produzione culturale. Ciò si è inverato sotto la guida partecipata di forze intellettuali, politiche e amministrative che hanno espresso, anticipando tempi e modernità, tendenze fortemente avvertite nel clima culturale degli anni '70. Decennio che si può considerare cardine di un forte collegamento critico tra cultura, arte e società e durante il quale si è cominciato a definire il passaggio dalla ‘rappresentazione’ alla ‘comunicazione’ dei processi culturali” (*). Va ricordata anche la lungimiranza delle scelte politcoamministrative della Regione Emilia Romagna che con la legge regionale 28/1977 ha innescato un processo di crescita positivo per i centri medi e minori che si sono dati sedi funzionali per le attività culturali. Chi ha ideato e progettato quel contenitore culturale ha pensato in maniera moderna proiettandosi nel futuro. “Il Centro culturale guarda al modello anglosassone di public library, superandone gli obiettivi di alfabetizzazione alla lettura, ma strizza l'occhio al modello francese della maison de la culture ovvero ad un modello polisemico degli spazi e attività prodotte. Nella fioritura europea all'insegna del post-modern, il Centro di Pier Luigi Cervellati si colloca nella più generale progettazione del principio ‘dentro’ la città e ‘per’ la città: riassume i nuovi criteri di funzionalità corrispondenti alle nuove forme di partecipazione collettiva ai fenomeni culturali non più intesi
come rituali di semplice rappresentatività o di fruizione passiva” (*). A completamento di piazza della Repubblica e stralcio dopo stralcio di tutti gli edifici (compreso il brutto palazzone) l'ideatore, l'architetto-urbanista Pier Luigi Cervellati prende le distanze dalla sua creatura. “Quel progetto è stato stravolto - dichiarò - cancellato. Oggi non c'è coralità di eventi, l'edificio in sé non può esprimere una creatività che richiede una elaborazione armonica... Per quanto riguarda quello straordinario progetto nei suoi contenuti, dopo che Marcello Di Bella è andato via da Cattolica, è stata cancellata la sua impronta. C'è stato uno stravolgimento del progetto e dei suoi concetti. Non sono più apprezzabili quei contenuti urbanistici che sono saldamente ancorati alle idee” (*). La risposta della città è stata comunque forte. I ragazzi di allora e di oggi non hanno mai abbandonato quel luogo, dando presenze e utilizzo dei servizi da cifre record. Nel 2012 ci sono state ben 53mila presenze! Insomma, il Centro culturale da 30 anni è il più grande luogo attrezzato e qualificato di aggregazione giovanile e non solo. Il “Luogo delle idee”, il “Laboratorio delle speranze” (Andrea Emiliani), “Cultura, il caso Cattolica”, “Cattolica la dotta”... un clima di eccitante
acculturazione che ha contagiato centinaia di giovani cattolichini. Li chiamano i ragazzi della biblioteca quelli che respirando l'epopea dei grandi eventi culturali, sono poi diventati grandi personaggi in Italia e all'estero raggiungendo ruoli di primo piano nell'ambito pubblico e privato, diventando magistrati, professori universitari, musicisti, artisti, manager... Questo dimostra che investire in cultura paga! Il Centro culturale è solo una delle tappe nella costruzione di diversi contenitori culturali a Cattolica. Si parte alla grande: 1980 si recupera la chiesetta del vecchio Hospitale de' Pellegrini della fine del 500 (ex caserma dei carabinieri) e diventa la moderna Galleria S. Croce. 1983: Centro culturale polivalente. 1996: 14 gennaio si inaugura il Teatro della Regina. 1998: un palcoscenico all'aperto con l'Arena della Regina. 1999: inaugurazione del Salone teatro Snaporaz. 2000: è l'anno del Giubileo, sfruttando una legge nazionale si restaura la ex caserma dei carabinieri il già Hospitale de' Pellegrini e Cattolica inaugura un'altra eccellenza strutturale della cultura: il Museo della Regina. Erano altri tempi, si dirà. Tempi di vacche grasse, di spesa pubblica facile... Tutto vero. Ma forse c'era anche più coraggio, il coraggio (e l'avventura)
che viene non solo dall'avere più soldi, ma che sgorga dal fermento delle idee che ti mettono passione e fantasia. C'è una considerazione amara da fare. Dopo quel crescendo rossiniano di opere dedicate alla cultura, erano poi le idee culturali (e iniziative) che andavano scemando col passare degli anni (in parte rimpiazzate con buone stagioni teatrali). Paradossalmente la moltiplicazione dei contenitori culturali (con magre finanze per mantenerli), succhiavano risorse vitali alla cultura stessa. Nel 1998 avviene il trasferimento “forzato” del direttore Marcello Di Bella a Rimini... uno dei più gravi errori dell'allora sindaco Gian Franco Micucci. Quella storia ha lasciato un cimitero di prestigiosi elefanti: Mystfest, Cosa fanno oggi i filosofi?, Libri in cerca di gloria, Convegni di filosofia politica, Biennale della grafica, grandi mostre alla Galleria S. Croce e Centro culturale, Design e cultura balneare, Scientificamente... Grandi iniziative che sono state copiate con successo non solo nelle città limitrofe, ma in tutta Italia. A giustificazione delle numerose iniziative finite, va riconosciuta la capacità delle varie amministrazioni comunali, vista la penuria di fondi, di avere tenuto duro sui servizi culturali potenziandoli dove possibile e
garantendone almeno la continuità. Che coi tempi che corrono è certamente una buona cosa. L'attuale amministrazione nel 2012, solo nel settore cultura, ha stanziato circa 1.200.000 euro. A Cattolica, per anni definita “la dotta” per il livello della sua offerta culturale (iniziative e strutture) è passato quasi l'intero mondo della cultura nazionale e internazionale. Intellettuali abituati a girare l'Italia e e il mondo, ma che Cattolica esprimevano grande meraviglia quando entravano in quella nuova struttura, moderna, ardita ed efficiente che è il Centro culturale polivalente. I complimenti si sprecavano, e quando erano resi pubblicamente le corde dell'orgoglio cittadino vibravano. I vari eventi e personaggi riescono a malapena a stare pigiatamente nelle 207 pagine del volume “Biblioteamus - Il Centro culturale polivalente di Cattolica” edito dall'Ibc (Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia Romagna) pubblicato in occasione dei 25 anni del Centro (2008). Sono raccolte nel Centro centinaia di foto (in parte in esposizione) di grandi uomini della cultura e dello spettacolo (si pensi agli anni del Mystfest). Un'idea potrebbe essere quella di riproporle in suggestive mostre a tema. Un po' di vanità (progettuale) non guasta mai. Per finire torniamo alla mostra Giovani sparsi nella città doppia. La mitica esperienza di Radio Talpa sfornò nello stesso periodo un'altra grande iniziativa: il Questionario giovani. Composto di 50 domande, coinvolse circa mille giovani dai 13 ai 26 anni tra Cattolica e Gabicce. I dati vennero pubblicati con un numero speciale dei rispettivi giornalini comunali. Ne risulta un spaccato di grande attendibilità sulla condizione dei giovani di allora: le opinioni, il divertimento, le amicizie, la scuola, la famiglia, il lavoro (anche stagionale), la politica, l'informazione, i grandi temi, i valori, le tossicodipendenze, la violenza... L'iniziativa ebbe recensioni su quotidiani e riviste nazionali e locali. Insomma, è riconosciuto come “la madre di
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“Guarda al modello anglosassone di ‘public library’, ma strizza l'occhio anche a quello francese della ‘maison de la culture’, ovvero ad un modello polisemico degli spazi e attività prodotte” Centro culturale, 1991. Convegno “Elogio della politica”. Un tavolo di relatori eccezionale. Da sinistra: Remo Bodei, Angelo Bolaffi, Giovanni Carandini, Giuseppe Carbone, Umberto Galimberti, Beniamino Placido, Antonio Giolitti, Domenico Losurdo, Andrea Manzella, Giacomo Marramao, Saverio Vertone (*)
“Fabbrica della cultura”, “Luogo delle idee”, “Laboratorio delle speranze”, “Cattolica la dotta”... un clima di eccitante acculturazione che ha contagiato centinaia di giovani cattolichini. Li chiamano ‘i ragazzi della biblioteca’ quelli che, respirando l'epopea dei grandi eventi culturali, sono poi diventati famosi in Italia e all'estero raggiungendo ruoli di primo piano in ambito pubblico e privato tutti i questionari”. La cosa più entusiasmante fu la lettera dell'allora presidente della Repubblica Sandro
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Pertini, che ricevuta una copia della pubblicazione del questionario, si congratulò con gli organizzatori, i collaboratori e tut-
ti i ragazzi che avevano partecipato a quell'esperienza. Una lettera-riconoscimento da incorniciare. Nella presentazione dei dati l'allora assessore allo Sport e Tempo libero, Gloria Bellini scriveva: “Vogliamo sottolineare che questa indagine ha interessato la totalità dei giovani... questo ci permette di affermare che i risultati ottenuti sono ampiamente rappresentativi della situazione giovanile a Cattolica. Il rischio più grande è quello di un appiattimento dei dati attraverso uno sbrigativo ‘identikit’ del giovane cattoli-
chino. La chiave di lettura è invece quella di indagare e riflettere sulla complessità sociale, rispettandone le parzialità, le contraddizioni, le articolazioni sia a livello individuale che collettivo. Utilizzare quindi le risposte del questionario come strumento di conoscenza e di lavoro”. Frulla con insistenza nella testa una domanda stimolante: i giovani cattolichini di oggi, trent'anni dopo, come risponderebbero alle stesse domande? Un'idea pazza che sarebbe bello inseguire... (*) Brani e foto tratti dal volume Biblioteamus (IBC Regione Emilia Romagna, 2008)
Via Verdi 22 - Tel. 0541.960772 Via Dante 79 - Tel. 0541.968163 CONFERENZE
Ciak, si legge - “Tornano le letture in biblioteca: dal 6 febbraio fino al 27 marzo, dalle 17 alle 18, gli straordinari lettori volontari del progetto Nati per Leggere si cimenteranno in letture “a tema” per regalare a tutti i piccoli utenti la magia delle storie. “Perchè leggere a voce alta? Per la meraviglia…” dice Daniel Pennac. La meraviglia è quella che leggiamo negli occhi dei bimbi quando sollecitiamo la loro fervida fantasia con i racconti. Non c’è televisione che regga il confronto con un libro letto ad alta voce ed è bellissimo vedere anche i piccolissimi seduti immobili, rapiti dallo scorrere delle pagine. 6 febbraio - Arlecchino e Pulcinella ti raccontan la storiella lettura di carnevale. 13 febbraio - Un amore di libro, lettura di San Valentino dedicata all’amore e ai senti-
menti in generale 20 febbraio - Brrrr letture fra i ghiacciai tra pinguini e orsi polari, per salutare “speriamo” l’inverno che se ne sta andando. 27 febbraio - E la luna bussò alle porte del sole, letture sul Sole e sulla Luna. 6 marzo - Femmine contro maschi, letture “di genere femminile/maschile”. 13 marzo - Ascolta la natura, letture sul tempo e sulle stagioni. 20 marzo - Sei forte papà, letture sui papà e sulla famiglia. 27 marzo - Oh che uovo! Lettura “pasqualina”
AMARCORD
Mario Ceccarelli (17.5.1939 - 3.2.2013) per anni è stato falconiere (Foto Mario Campagna)
ribili scorte per i gusti di ognuno di noi. Nella Sua “scuola di Atene” non si parla di malanni o di crisi... volano pesanti sberleffi, omeriche risate, battibecchi furiosi. E tutto a manetta - per dirla alla maniera dei raga. E beh, a casa di Mario, eterno ragazzo, nessuno è matusa, niente tristezze! Però qualche volta si esce dalla calda tana. O per fare due passi “Ragazzi il popolo ha bisogno di certezze, bisogna farsi vedere di tanto in tanto...” O per scendere nella polverosa cantina, piena zep-
Addio Mario, monello gentiluomo - Mario ...unicamente Mario Il manifesto funebre degli amici, dipinge con puntuale commovente grazia il Marione nostro! Queste brevi personali note, che aggiungiamo allo splendido “tweet” sono dedicate soprattutto a loro, ai fans. Tutti gli altri potrebbero non reggere! Eh sì, per descrivere il versatile, eccentrico, esagerato mondo di Mario, dobbiamo abbondare in cazzate ...o puttanate come le definisce Lui. Definisce? Sì amici, tutto al presente, come se niente fosse! A dire la verità il “Legionario” (legione straniera o amore per Roma?) largheggia in tutto: cordialità, birra, simpatia, vino entusiasmo, zuppa! Accostamenti bizzarri, è vero, ma siamo o no affini al maestro? Maestro già, una tradizione di famiglia, ma titolo di cui il Nostro, non ama tanto fregiarsi: troppe le sofferenze per conseguirlo! “Ke
patiment sa ki compiti” La zuppa! Una sorta di minestrone sui generis, che noi per farLo imbufalire chiamiamo brodaglia. Mario se la cucina con amorevole impegno, nelle poche sere in cui non è fuori a cena col solito folto stuolo di amici, gli aficionados di pastasciutta e ...bottiglia. Prima di affondare il cucchiaio, però, la offre riverente a padre Giove. “Speriamo che Giunone glieLa nasconda ahah, punzecchiamo ancora. “Ragazzi non ho mica la vita facile come voi. Mi ha dato un incarico pesante, sono il Suo plenipotenziario e devo risolvere i problemi dell’Umanità... nu fè i pataca burdèl”. La mitologia greca, la storia di Roma... il salotto di Mario, sempre spalancata la porta, è una tappa obbligata, un rilassante gradevole approdo. “Che bella gente” - ripete ogni volta il nostro splendido anfitrione -. “Cosa bevete?”. Anche se lo sa benissimo. Ha inesau-
pa di rossi e di bianchi. Forse Mario prova più gusto ad imbottigliare che a berlo, il vino. Forse! O infine per salire in terrazza dove c’è un altrettanto fornitissimo giardino pensile. In entrambi i casi ci rallegra vedere l’intima gioia, il legittimo orgoglio, con cui Seneca si trasforma in Cincinnato. “Mario vediamo da giorni la serranda chiusa che succede? “Sto facendo le prove per salire in Olimpo, a presto”. Wow signori! Mentre scriviamo ci giunge un email: ‘Mario mio questa scellerata Umanità non merita oltre i Tuoi sforzi. Ho deciso allora di chiamarTi su in Olimpo. Gusteremo insieme nettare e ambrosia. Non siano tristi i Tuoi amici, sarai felice quassù’, padre Giove. Ci rimbomba nelle orecchie il vocione baritonale di Mario: “Guidone non la smetti di scrivere puttanate?“.
Guido Calbi
La luce e la funzionalità creano bellezza. Per emozionare. Insieme agli altri. Un luogo semplicemente accogliente. Come essere a casa con amici. Poi ci metti la familiarità, la cortesia naturale di Adler e delle sue nuove tre socie. Da decenni, famoso per il gelato, fatto con ingredienti di qualità assoluta. Con lo stesso spirito si fa caffetteria e spuntino (pizzette, panini, hamburger, crostini). Per questo ricominciare è stato scelto Sinventa di Morciano di Romagna. Lo studio di arredamento di locali pubblici è composto da uno staff di architetti e arredatori, con un
Sinventa.Un restyling di luce, funzionalità ed emozioni
solido legame con Ifi Industrie. Alle spalle 20 anni di storie e lavoro nel contract, alberghi, format, locali pubblici. Il Nuovo Adler è restyling nel solco del design: costruire il bello attraverso la riflessione, i saperi, l'esperienza. “E' stato un po' come rivisitare la ciambella della nonna”, racconta Sinventa. “Quando ci sono gli ingredienti è facile”. Partendo da un ottimo gelato, un'ottimo caffè, un ottimo mangiare veloce abbiamo cucito addosso al locale una nuova veste: sempre di accattivante eleganza. Col passo della gioventù”.
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Poesia politica e l'uomo pollo che vuole cambiare il mondo
Da ‘resilienza’ a ‘Cervantes’ Da sinistra: Giuseppe Prosperi, Claudio Roncarati, Anna Sanchi, Alex Celli
di Patrizia Mascarucci
- Claudio Roncarati inaugura un poetico ed interessante gioco di parole e versi nell’ultimo libro Per/le rime, edito da CFR. Dalla psicopoesia con la quale ci aveva sollecitati ad una visione del mondo disincantata, passa alla poesia politica nettamente connotata: “Faccio rime per gioco e per protesta / affabulando politica e inchieste / stando dentro la realtà, l’unica, questa. /, pur mantenendo lo stile ironico e punte irriverenti e provocatorie rivolte a quella pruderie borghese sessuofobica che tutt’oggi caratterizza il ceto medio vicino ad un certo cattolicesimo conservatore ostile all’evoluzione del tempo. Roncarati denuncia a tutto tondo il mondo attuale caratterizzato da una diffusa amoralità sia nel comportamento civico che civile, sulla mala politica che distrugge gli ideali giovanili e l’ambiente, sul malgoverno che crea disoccupazione ed esodati, su un’economia malata che spinge gli operai sulle gru se non al suicidio. “È la storia che gira ma per sbaglio / o per perfidia gira all’incontrario” scrive il poeta che con l’occhio del cuore vede un mondo che invece di mantenere la promessa di solidarietà oggi sembra vieppiù spingerci nel baratro della povertà, non solo economica, ma in quella peggiore dell’indifferenza e dell’amoralità, anticamera della morte dell’etica. Il messaggio di questo libro può essere sintetizzato in una parola:
Terza edizione di Aperitivo letterario. Il 24 novembre scorso hanno presentare i loro libri Claudio Roncarati (Per/le rime) e Alex Celli (Chicken Breast) resilienza. Resilire in latino significa rimbalzare, dunque contiene un significato che rinvia all’elasticità. In alcune discipline scientifiche (dalle quali la parola è mutuata) indica resistenza alla rottura e capacità di resistere alle sollecitazioni meccaniche. In psicoanalisi indica la capacità di riorganizzarsi, di non rinunciare agli obiettivi prefissati, non perdere di vista l’ottimistica visione anche nelle situazioni negative: ma facciamocelo spiegare dal dottore e dal
EVENTI
La valle delle donne lupo - Riprenderà in marzo la rassegna “Aperitivo Letterario”. Il programma prevede 4 appuntamenti . 9 marzo, ore 18, con Laura Pariani, giornalista e scrittrice, autrice del libro “La valle delle donne lupo”. E' per celebrare la giornata della donna, attraverso le pagine di questo bellissimo libro, si percorrerà una lunga storia di donne fatta di ribellione, antiche sapienze e rapporto con la natura.
poeta. Roncarati crede nella capacità dell’uomo di “appigliarsi” alle proprie risorse per risalire la china, per riorganizzare la propria vita, insomma alla capacità propria di ogni essere vivente di sopravvivere. Ed è proprio il gioco di parole RIMEmbranze, Per/le rime, smarRIMEnti, a svelarci questa chiave di lettura: la poesia
Copertina del libro di Claudio Roncarati
Copertina del libro di A l e x Celli
come dimensione umana, come visione del mondo ci può salvare dalla disperazione, ci può aiutare a trovare le forze e le energie necessarie per rovesciare questa storia che per sbaglio (lo sbaglio di qualcuno o di una categoria di persone o di enti) o per perfidia (dei male intenzionati, degli squali, degli arrivisti) sta girando contro
l’uomo stesso. Alex Celli è un riminese del 1979, giovane insegnante esuberante e di belle speranze. Ambisce a cambiare il mondo “almeno un pochino” nei panni del maldestro uomo pollo, il supereroe che è scaturito dalla sua penna per raccontare anche un po’ di se stesso. Chicken Breast, questo il nome del protagonista descritto in Chicken Breast e Il ritorno di Chicken Breast (Fara Editore, Rimini), si ispira a Don Chisciotte e con il personaggio di Cervantes troviamo parallelismi interessanti. Alex-Chicken inventa una scrittura scoppiettante quant’egli è nella realtà, maldestramente vive diverse avventure tra gli sguardi beffardi dei passanti e proprio come l’Hidalgo cerca di svincolarsi dalla realtà in cui vive. Cervantes inventò il personaggio per mettere in ridicolo una letteratura che celebrava cavalieri impossibili e non era in grado di descrivere i tempi che stavano cambiando non solo nella Spagna seicentesca. Celli non inventa, descrive se stesso, descrive l’uomo contemporaneo cui la realtà limita l’immaginazione e spegne la fantasia. L’uomo comune è impossibilitato a realizzare le proprie aspettative soffocato com’è dai condizionamenti sociali e da una
quotidianità appiattente. Lo sguardo allegro ed ottimista di Alex ci narra storie fantastiche che si posizionano tra le fiabe, la mitologia ed il racconto di una serata in discoteca “criptata” sotto forma di fumetto, per cui invece dei normali avventori troviamo Thor, il troll, e l’incredibile Ulk, mentre Chicken nella sua donchisciottesca follia a volte è l’ubriaco che al posto dello scudo lancia il coperchio della spazzatura, altre volte è l’impiegato di un commercialista impietoso che va a soccorrere il povero cliente sull’orlo del fallimento: la fantasia, la pazzia, il gioco come l’irrazionalità irrompono nelle scene della vita quotidiana del nostro pollo per trasformarla in sogno. Una scrittura che non annoia mai, veloce, ritmata riesce a tenere il lettore col fiato sospeso per sapere “come va a finire”. Celli, filosofo al naturale, denso di folle saggezza, punta l’indice sulla nostra realtà compressa tra consumismo e video giochi, realtà che inevitabilmente schiaccia l’uomo quando, divenuto adulto, si accorge che i suoi sogni sono svaniti in una frustrante realtà che non lascia più intravedere né sorprese né cambiamenti. La lotta contro le ingiustizie tiene in vita il nostro pollo e più sembrano insignificanti le sue vittorie più grande invece è la grandezza dell’impresa: portare un piccolo cambiamento o raddrizzare un piccolo torto in questo mondo dedito alla corsa folle, è di per sé una impresa grandiosa ed i sogni non sono mai banali.
Gli itinerari della buona tavola - Si potrebbe partire con: le migliori macchine, la migliore qualità, la miglior assistenza post-vendita. E arrivare al fatto che sanno spiegarti per filo e per segno come funziona e quali sono i vantaggi oltre che al momento dell'acquisto sulla durata. Cioè al risparmio di acqua, energia e tempo sul lungo periodo. E questo senza guardare al soldo come speculazione, ma come divertimento. E dopo trent'anni, per
dare un senso alla vita, si ricompera la casa colonica di famiglia a San Lorenzo in Correggiano. Si legge Gifar (acronimo di Grandi impianti forniture alberghieri Rimini) e si coniuga con lo stile del fondatore, Giuseppe (Pino) Di Ghionno. Alle 7 del mattino è già in bottega a dare il meglio di sé. Nell'ambiente lo hanno pennellato così: “L'enciclopedia vivente della risto-
Gifar: migliori macchine, migliore qualità, miglior post-vendita razione grandi impianti”. A sentirlo parlare sa tutto. Ti porta per mano sulla cucina per induzione, una tecnica che sarà popolare, e a buon prezzo, tra vent'anni. Ed è stato lui ad aver portato in Italia la tostiera a nastro, il forno americano, la lavastoviglie asciugatrice per posate. Ha la curiosità di un bambino e la sagacia e l'umiltà di coloro i quali nascono dal commerciale. Vendere apparentemente è facile, sul campo invece la musica cambia. Va ancora per fiere, anche apparentemente lontane dal suo settore, come Macfrutta a Cesena, o Ricicla a Rimini. Lo fa per attingere e porta idee; per poi divulgarle ai clienti. Verso i quali ha un forte spirito di servizio. Racconta: “Il bravo venditore è colui che comprerebbe quello che vende. E' colui che sa e che ha un'esperienza e delle conoscenze da trasferire agli altri”. Di Ghionno quando faceva oltre 100.000 chilometri l'anno non ha mai comprato l'auto che costava meno, ma quella che gli dava più garanzie di qualità e maggior risparmio durante la vita dello strumento. Figlio di un abruzzese di Tollo che giunge a San Lorenzo in Correggiano nel 1955, dove inizia a produrre l'uva da tavola a pergolato, la sua avventura da romanzo inizia quasi per caso al ritorno dal militare. Siamo nel dicembre del '66. Moglie incinta che lavora alla Standa, una persona gli dice che Sirio Tonini (un distributore che ha fatto la storia dei detersivi per la ristorazione nella provincia di Rimini e non solo) sta cercando un giovane per il Sia (Salone industria alberghiera, oggi Sia Guest). Allora si teneva nel campo dei ferrovieri di via Roma, si faceva in dicembre e durava 10 giorni. Quando pioveva mettevano le tavole per terra per non sporcarsi; altro che le comodi-
Giuseppe (Pino) Di Ghionno fondatore di un'azienda modello
tà di Rimini Fiera. Il giovane Di Ghionno inizia a lavorare alla Shell Chimica. Ha come zone mezza Cattolica e tutta la Valconca. Dopo sei mesi, gli danno anche Riccione. Raggiunge tutti gli incentivi legati al budget. Passa alla Diversey, sempre detersivi. Nel '69, è il miglior venditore europeo della multinazionale. Nel '70, entra nell'impiantistica alberghiera con l'Oma (lavastoviglie). Diventa ispettore per il Centro Sud. Nel '71 durante una fiera stringe la mano a Luciano Berti, un uomo fatidico nella sua vita, fondatore della Comenda, oggi un gruppo da 1,5 miliardi di euro, 130 marchi e uno degli indiscussi leader mondiali del settore. Ma la stretta di mano si concretizzerà soltanto nel '73; diventa ispettore vendite per l'Italia. Si trasferisce a Milano con moglie e tre figli. Nel '77, lascia Comenda e Berti per la Hobart, una multinazionale che ha aperto in Italia con poca fortuna e che è alla ricerca dell'uomo giusto. L'anno dopo, durante una fiera a Bolzano, incontra Schoenhuber Franchi, porcellana di qualità per la ristorazione. Cercano un rivenditore per Rimini. Di Ghionno si mette in proprio. Insieme al tecnico comasco Eugenio Cappelli (anche lui in Hobart) fondano la Gifar. Oltre ai piatti, sono anche rivenditori Comenda e Hobart. L'azienda cresce; diventa leader di mercato, grazie ai marchi ed alla serietà. Tutte le volte che Di Ghionno ha proposto nuove aziende ai clienti, ne ha sempre prima visitato lo stabilimento. Nel '92, liquida il socio. Nel '93 iniziano a collaborare i tre figli, Andrea, Vincenzo, Angela. Nel 2005, con 4 milioni di euro di fatturato cede l'azienda col vento in poppa al signore della stretta di mano, Luciano Berti. Pino e familiari ne continuano la gestione e lo stile.
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CATTOLICA
La situazione contabile del Comune in attesa del Bilancio di previsione 2013 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Soluzioni strutturali. Siamo in periodo elettorale. Le parole sembrano pesare meno del solito, anche se il solito è già anoressico. Tra promesse da avanspettacolo e amnesie, se il cittadino vuol sapere se il suo Comune sarà in grado di fornire servizi, se l’impresa vuol sapere se le funzioni comunali sosterranno la sua attività, ebbene, cittadino e impresa dovranno sapere almeno un po’ di norme e di economia. Niente urla, polemiche, accuse. Tutt’al più qualche dato oggettivo, per quanto possano essere oggettivi i fatti gestiti dall’uomo, guardando i problemi al fine di trovare soluzioni ambiziosamente strutturali. Bilanci e programmi. Il bilancio comunale è uno strumento di programmazione. Serve ad orientare la politica economica dell’ente e a valutare gli effetti delle scelte finanziarie. Il bilancio è anche un atto giuridico. Solo il consiglio comunale può autorizzare la spesa e le entrate dell’ente, definendo così i limiti della gestione amministrativa. Il bilancio può essere di previsione o consuntivo. Il primo prevede la gestione economico-patrimoniale dell’anno a venire, il secondo verifica la previsione dell’anno passato. Lo schema del bilancio annuale di previsione, della relazione previsionale e programmatica e del bilancio pluriennale sono predisposti dalla giunta e presentati al consiglio comunale insieme agli allegati ed alla relazione dell’organo di revisione. Fin qui le regole, ora le questioni economiche nazionali. Investimenti e pagamenti. In questi ultimi anni lo Stato ha chiesto ai Comuni di contribuire ai conti pubblici in misura del tutto sproporzionata rispetto alla loro spesa. Il patto di stabilità fissa il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo al 3%. In pratica, gli enti locali non possono spendere, se ciò significa superare la percentuale di riduzione della spesa media corrente loro attribuita. Le difficoltà sono aumentate in maniera esponenziale dopo che, con recentissima circolare ministeriale, si sono inclusi i lavori pubblici nell’obbligo di pagamento entro 30 giorni. A regime, i cronoprogrammi dei lavori pubblici dovranno perciò essere tarati sulle reali possibilità di spesa dell’ente nei limiti del patto di stabilità certificabili dai dirigenti delle ragionerie. Al momento, il tutto si traduce in un pesante freno agli investimenti. Forse un nuovo governo cambierà le regole. Ma bisognerà aspettare i risultati elettorali, valutando congiuntura economica, credibilità e capacità di contrattazione dell’esecutivo italiano in ambito europeo. Ben che vada sarà giugno. Fin qui le questioni economiche nazionali, ora quelle di Cattolica. Indebitamento e contenzioso. Il debito pubblico italiano detta la misura delle possibilità della pubblica amministrazione. Per
Bilancio, conti in trasparenza Alessandro Bondi, vice-sindaco, assessore al Bilancio
L'INTERVENTO di Alessandro Bondi*
quanto anomalo, occorre seguire questa strada anche parlando del nostro Comune. In altri termini: illustrare nell’ordine l’indebitamento, le spese, le entrate. La Corte dei conti ha messo in guardia circa l’indebitamento del nostro ente. Il debito, in gran parte rinegoziato nel 2007, nel 2012 ha raggiunto i 33.283.000 • (pari a 1.947 • per abitante) con 1.409.726 • d’interessi passivi, esclusi i debiti legati alla Fondazione Regina Maris che ha gestito l’ospedale di Cattolica. Solo negli ultimi due anni, il Comune ha dovuto accantonare 1.700.000 • per potenziali perdite dei contratti di finanza derivata stipulati in pas-
sato. Nei confronti di questi contratti il Comune ha agito in autotutela, rafforzando le azioni giudiziarie con la predisposizione di analisi economico-finanziarie a sostegno di azioni civili e penali nei confronti degli istituti di credito. Analogo rafforzamento giudiziario si è attuato per le pendenze legate alla Fondazione Regina Maris. In parallelo, si sono aperte difficili trattative per trovare una soluzione transattiva che non si traduca in un danno erariale per le casse dell’ ente. Difese d’ufficio. La spesa cre-
“Se il cittadino vuol sapere se il suo Comune sarà in grado di fornire servizi, se l’impresa vuol sapere se le funzioni comunali sosterranno la sua attività, ebbene, cittadino e impresa dovranno sapere almeno un po’ di norme e di economia. Qualche dato oggettivo guardando i problemi al fine di trovare soluzioni ambiziosamente strutturali”
sce per via di maggiori bisogni, ma anche per una sorta di atteggiamento difensivo da parte dei servizi comunali. Non deve meravigliare se anche nel nostro Comune sono state chieste risorse che comportano un disavanzo pari a un decimo dell’intera spesa. Se da un lato si deve sollecitare la responsabilità di tutti, dall’altro, si trova aiuto nell’adozione sperimentale del nuovo sistema di contabilità pubblica che, definendo una sorta di competenza finanziaria rafforzata, offre gli strumenti per eliminare comprensibili quanto improprie forme di accantonamenti: “tesoretti” che sottraggono risorse ad altri servizi minando la trasparenza del bilancio. Parte di questo lavoro, tra l’altro, aiuta a collocare nel fondo pluriennale gli evanescenti residui attivi (crediti accertati ma non riscossi) e passivi (somme impegnate ma non pagate). In breve,
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“Nel 2012, la spesa per il personale è stata di 8.071.580 • (pari al 33.5% della spesa corrente); per la “macchina comunale” di 6.900.617 •; per il territorio e ambiente di 6.637.320 •; per il sociale di 3.802.248 •; per la polizia locale di 1.175.128 •; per cultura e teatri di 1.092.043 •; per lo sport di 292.810 •” l’essere tra i comuni sperimentatori ha offerto a Cattolica credibilità presso gli interlocutori istituzionali circa la volontà di risanamento dell’ente, un sostegno economico, due anni di vantaggio rispetto agli altri Comuni in una situazione normativamente protetta. Nondimeno, il confronto con i servizi è ancora aperto. Spesa corrente. Nel 2012, la spesa per il personale è stata di 8.071.580 • (pari al 33.5% della spesa corrente); per la “macchina comunale”, di 6.900.617 •; per il territorio e ambiente, di 6.637.320 •; per il sociale, di 3.802.248 •; per la polizia locale, di 1.175.128 •; per cultura e teatri, di 1.092.043 •; per lo sport, di 292.810 •. Per legge, la spesa corrente non potrà più essere finanziata con oneri di urbanizzazione né, d’altra parte, l’urbanizzazione di Cattolica permette di consumare altro territorio. In altri termini, occorre trovare una forma di finanziamento strutturale che lasci all’urbanistica morigerati spazi legati alla riqualificazione dell’esistente. Turismo e attività economiche. Un discorso a parte meritano le spese per il turismo. Non sono sempre facilmente identificabili, ma rimane un dato: in proporzione, Cattolica è il 17° Comune italiano che più soffre il taglio di trasferimenti in relazione ai servizi offerti. Prima e dopo di Cattolica ci sono solo Comuni turistici. L’anno scorso il Comune ha ricevuto un contributo volontario di 350.000 • da albergatori, 60.000 • dai concessionari di stabilimenti balneari, 10.000 • dalla cooperativa dei pescatori. La differenza col 1.200.000 • di spese previste a bilancio per il turismo si è ricavata incidendo sulle aliquote IMU che, tuttavia, insieme alle aliquote IRPEF, sono rimaste tra le più basse in provincia grazie a un forte taglio di altre spese e al minore indebitamento acceso, che ha permesso di ottenere benefici importanti dal patto regionale di stabilità. Ma la spesa in sostegno delle attività economiche deve trovare una definizione, ancora una volta, strutturale. Non essendo tra le funzioni fondamentali di un Comune, non trova corrispondenza nei trasferimenti dello Stato o in una sua fiscalizzazione. Pur nelle ristrettezze normative, l’amministrazione sta facendo la sua parte, tra l’altro, cercando di favorire una soluzione che renda PromoCattolica uno strumento
operativo per le imprese turistiche cittadine in grado di operare con risorse proprie senza i necessari limiti che vincolano l’uso di risorse pubbliche. Alienazioni, entrate tributarie, trasferimenti. Il depauperamento del patrimonio comunale, e la crisi economica, non favoriscono alienazioni di beni pubblici. Sempre più l’attenzione si sposta sulla fiscalizzazione dei trasferimenti. Vale a dire, per le sole funzioni riconosciute ai Comuni, lo Stato compensa la riduzione dei suoi trasferimenti con la possibilità del Comune d’incamerare entrate tributarie proprie definite dalla Stato. Questo sulla carta. In realtà, l’IMU è una sorta di patrimoniale che incide sul risparmio divisa tra Stato e Comuni con vincolate possibilità di modulazione da parte dell’ente locale. Nel 2013, lo Stato incasserà le entrate IMU legate a immobili di categoria D (alberghi, capannoni, ecc.). Su questi immobili i Comuni potranno applicare solo un incremento pari allo 0,30%. In forza dell’ennesima circolare ministeriale, il Comune potrà però modulare le aliquote IMU in base alla categorie catastali. L’opportunità trova limiti sia nella possibile riduzione dei trasferimenti statali, sia nell’incertezza del gettito di poste legate ad agevolazioni o ai terreni edificabili che, nel nostro territorio, hanno registrato un significativo calo. Sono previsti aumenti legati alla Tares, imposta che sostituisce in parte la Tarsu che copriva il 98% dei costi per la raccolta e smalitimento dei rifiuti. La Tares dovrà invece essere pari al 100% del costo del servizio cui si sommerà sia uno 0,30% che andrà direttamente allo Stato per il pagamento dei c.d. servizi indivisibili, sia gli aumenti del costo per l’estensione delle zone dove si effettua la raccolta differenziata “porta a porta”. Rimane ancora in piedi la questione dell’imposta di soggiorno, congelata l’anno scorso dal ricordato contributo volontario di alcune categorie economiche. Nonostante la sua adozione in importanti città, permangono molte criticità, solo in parte risolte dalla giurisprudenza circa la possibilità d’individuare in regolamento la figura di un sostituto d’imposta. Grave è infine il dato dell’evasione fiscale. La provincia di Rimini è al quarto posto come tenore di vita e al 98° come reddito dichiarato: il 93% del gettito Irpef proviene dal lavoro dipendente e dalle pensioni. In parallelo allo sviluppo su base provinciale e regionale degli strumenti volti alla sicurezza da infiltrazioni della criminalità organizzata, la lotta all’evasione fiscale è stata individuata dall’amministrazione cattolichina tra gli obiettivi da rendere pienamente operativi entro il 2013. * Vicesindaco e assessore al Bilancio del Comune di Cattolica
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Cattolica, 1941 Da sinistra: Gioconda Barulli, Alba Torriani, Maria Bartoli, Livia Medri. (Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
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Il programma di febbraio - Martedì 12 ore 15 Festa di Carnevale col Trio Nostalgia. Con la partecipazione di Bartolino (barzalettiere birichino). Offerta libera. - Sabato 16 ore 15 - La salute al naturale, conferenza tenuta da Danila Callarelli. - Domenica 24 ore 12,30 - Pranzo sociale. Contributo 15 euro. - Giovedì 28 ore 14,30 Gara di briscola con premi
Un momento dello scorso 2 febbraio
di natura alimentare. Contributo 3 euro a persona. Informazioni e prenotazioni: 347-9752583 3394995417
NUOVE IMPRESE
Hanno aperto un piccolo labortatorio di pasta fresca. Una sfida alla crisi
Il coraggio delle due ‘sfogline’
Il Sic aveva 24 anni quando morì nel MotoGp della Malesia. Era il 23 ottobre 2011
Marco Simoncelli, la breve eternità LO SPORT
- Ricordi di sport, di moto, di auto. Già, lo sport forse più avvincente, Enzo Ferrari, il pilota, l'ingegnere, il “grande” per antnomasia. Definiva le sue Ferrari da gara le mie gioie terribili. E' vero se penso che il nostro Marco Simoncelli era tra noi tutti poco più di un anno fa. Lo era con la fiducia nei propri mezzi, con il fervore di dimostrare a tutti, ma anche a se stesso, di migliorarsi gara dopo gara. Chi l'avrebbe mai detto che nel penultimo MotoGP della stagione (Kuala Lampur - Malesia) il Marco da Coriano potesse trovare la fine dei suoi sogni. Là sotto un cielo lonta-
Marco Simoncelli
no, l'inaspettata crudele fatalità. A questo punto si sta con le mani in mano a piangere continuamente? No, è giusto reagire. Infatti leggo del monumento allestito nel centro di Coria-
no. Leggo della Fondazione Marco Simoncelli sostenuta e ben cordinata dal sindaco di Misano Adriatico Stefano Giannini. Penso al grande evento al 105 Stadium di Rimini con oltre seimila ammiratori del Sic. A scherzare, ma anche piangere di commozione ricordando i vari aneddoti su Marco: quel suo agitare le braccia davanti ai cronisti e fotografi, quel suo frasario un po' sgrammaticato... ma lo amavamo tutti proprio per questo, per la sua spontaneità. In chiusura vorrei consigliare papà Paolo e la mamma signora Rossella di non farsi “lusingare” più di tanto da troppe manifestazioni furvianti, magari alcune anche un po' “rozze”. Diciamolo,
verso atteggiamenti robanti all'insegna del business, Marco col suo candore avrebbe detto grazie a tutti, però adesso può bastare. “L'amore quello vero va cercato nei meandri del cuore e della mente” (Confucio). L'organizzazione mondiale ha già presentato la lista delle gare del 2013 e ho notato che i re del petrolio fanno la voce sempre più grossa. L'ex sultano di Tavullia ha mollato Borgo Panigale per il Sol Levante. Caro Marco, forse conta poco se col tuo 58 potevi migliorarti fino ad offuscare le imprese del grande Agostini. No, l'amarcord vero è nella tua breve eternità. Sì Marco, avrei voluto chiederti che cosa volevi fare da grande, ma il destino me lo ha impedito. (Rambo)
Sabrina e Raffaella Olivieri
- Sabrina e Raffaella Olivieri hanno voluto dare un calcio a tristi storie di licenziamenti e precariato: una sfida alla crisi. Da pochi mesi si sono messe in proprio aprendo un piccolo laboratorio di pasta fresca in via Allende 27. E' la ricerca di un futuro stabile che parte dal passato, da quella tradizione che più caratterizza la Romagna e risplende tra le eccellenze del Made in Italy nel mondo: la pasta. Insomma: le due ‘Sfogline’ (come hanno nominato il negozio) vogliono prendere i clienti per la gola. “Abbiamo voluto con grande coraggio aprire questa attività anche contro chi ci dava delle pazze visto il momento di crisi - racconta Sabrina -. Ma ci abbiamo creduto e ci cre-
diamo tanto! Se poi ci facciamo prendere dalla crisi, a noi chi ci salva?”. Raffaella che ha una lunga esperienza nel settore elenca le prelibatezze fatte tutte a mano. “Ogni giorno produciamo pasta fresca: ravioli cappelletti, tagliatelle, gnocchi strozzapreti. Per avere sempre un prodotto fresco e di qualità, utilizziamo ingredienti a km zero per garantire la provenienza di ogni cosa che produciamo”. Conclude Sabrina: “Vogliamo fare una politica di qualità e diversa dalla solita pasta che trovi nel supermercato. Ogni week-end prepariamo lasagne e cannelloni di diverse farciture pronti solo da cuocere”. Buona fortuna alle due coraggiose “Sfogline” e buon appetito a tutti.
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Riflessioni 47 bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce
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IMPEGNO CIVILE
Per i credenti è la parte del corpo che dopo la morte va altrove. Per i non credenti è la mente
Che cos'è l'anima? - Che cosa è l’anima? E’ una bella domanda, ma è anche l’oggetto di riflessione che io con due miei cari amici, sufficientemente credenti, ci si vien ponendo, nelle occasioni di alcune ore serali della settimana di piacevole convivio. Dalla riflessione scaturiscono anche le risposte, che ovviamente, possono essere diverse a seconda del pensiero di chi le esprime. Il maggior numero delle persone della civiltà occidentale, appartiene, sotto l’aspetto religioso, al cristianesimo e sono quindi convinte, quali persone di fede, che l’anima sia quella parte dell’uomo di origine divina che, dopo la morte del corpo, esce da questo per andare a ricevere, in eterno, una ricompensa od una condanna, a seconda del comportamento durante la vita terrena. Ovvero, l’eventualità purgatoriale assunta dal Concilio di Lione del 1274, dopo anni di accese dispute. Veramente, secondo Paolo di Tarso, l’anima umana che continua ad esistere dopo la disgregazione del corpo, è però destinata ad andarlo a riprendere di nuovo e definitivamente come corpo risorto ed a vivificarlo e così soltanto, l’uomo, potrà essere veramente salvato nella sua integrale umanità, ricevendo il dono sopranaturale della incorruttibilità dei corpi.
E' anche l’oggetto di riflessione che io con due miei cari amici, sufficientemente credenti, ci si vien ponendo, nelle occasioni di alcune ore serali di convivio La cosa avrebbe dovuto avverarsi nel momento escatologico, con la parusia, cioè con la fine del mondo ed il ritorno di Gesù sulla terra. ma gli anni passavano, la gente moriva ed il momento non arrivava, cosicchè Paolo elaborò il concetto che all’arrivo dell’atteso momento, “noi che siamo ancora vivi, con i nostri morti che risorgeranno, saliremo tutti quanti in cielo”. Il pensiero cristiano successivo però da allora, si è progressivamente e lentamente rielaborato ed ancora viene rivisto l’inesauribile contenuto con tutti i problemi che di volta in volta si presentano per le opportune soluzioni, già intraprese e da intraprendere. Altre persone che, pur vivendo nel mondo occidentale, come lo scivente, hanno maturato un pensiero razionale con una visione del tutto laica e senza coinvolgimenti di fede, ha, di questo problema, una idea ed un atteggiamento diverso, che può scaturire da una ricerca e da uno studio che la vita e l’esperienza possono offrire illuminando in proposito il cammino (vedasi ad esempio il pensiero di Thomas
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LA RIFLESSIONE di Silvio Di Giovanni Hobbes). Penso però, che si possa concordemente postulare che, per “anima” sia assimilabile il concetto di “mente”, di “spirito”, cioè quella parte del corpo umano la cui sede preminente sia collocabile in un’area del cervello. Quella parte dell’encefalo con miliardi di cellule contenute nella cavità cranica, i cui centri nervosi presiedono alle percezioni sensoriali e a tutte le funzioni superiori predisposte ad operare la capacità di conoscere, di apprendere, di ricordare, di operare delle scelte, di produrre l’imprevedibile, di costruire la memoria e creare nuove emozioni e nuovi pensieri. Penso sia un qualcosa di immateriale e di animato al contempo. Un qualcosa che per manifestare la sua attività ha tuttavia bisogno del corpo giacchè è solo per mezzo di
L'intellettuale Vito Mancuso esso che può esprimersi. La parola “anima”, con la stessa radice dal latino e dal greco “anemos” vuol dire vento, spirito, “pneyma” (cioè soffio, respiro) che potrebbe anche dirsi il principio dell’attività cosciente, è più in generale, il principio della vita in ogni essere vivente. Si potrebbe definire l’anima, come un condensato di intenzioni consce ma anche inconsce, come delle percezioni, il tutto formanti la caratterizzazione della vita interiore di ciascuno di noi, che possono avere la facoltà anche di emergere talvolta, se non sempre, a livello di coscienza.
Nella vita pratica di tutti i giorni il concetto di mente, di spirito, di anima, assume un aspetto piuttosto sfuggente se non addirittura inafferrabile, però è certo che, questi sostantivi, definiscono un elemento che risiede nel nostro cervello e che è potenzialmente coincidente con una parte rilevante del nostro corpo. Tra i popoli primitivi, l’anima era concepita infatti quale principio vitale che veniva materializzato ed identificato con specifiche parti del corpo umano. Molte delle dottrine religiose antiche avevano la concezione dell’anima quale parte distinta dal corpo e ad esso sopravvivente: l’orfismo, la civiltà babilonese, egiziana, iranica, il brahmanesimo, il buddismo, queste ultime ammettevano anche la metempsicosi, cioè la trasmigrazione delle anime da un corpo morto ad un altro vivente. Le conquiste scientifiche dei nostri tempi ed in particolare quelle della biologia molecolare degli ultimi due - tre decenni, hanno permesso di raggiungere risultati sulle conoscenze delle funzioni cerebrali molto più di tutto quanto appreso nei millenni precedenti e tali da poter superare e poter anche sfatare tante vecchie inconsistenti affermazioni. La spiritualità dell’uomo, il suo pensiero, la sua mente, o se si pre-
Riflessioni bibliche “Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa
ferisce: la sua anima, sussistono in relazione a quella grande prerogrativa che è l’intelligenza e la memoria che hanno sicuramente sede nel cervello. (In proposito Julien Offray de La Mettrie, in uno dei suoi libri: “Storia dell’Amina”, scritto 267 anni fa, asserriva “l’anima è quella parte dell’uomo pensante che sta nel cervello”. E’ provato infatti che, in una determinata parte del cervello, una lesione od una malattia degenerativa, può produrre la perdita parziale o addirittura totale della memoria e della conseguente capacità del pensiero e della mente. Basti osserevare l’ossessionante spettro dell’Alzheimer. Questa malattia degenerativa, inizia molti anni prima che si manifesti, distruggendo delle cellule cerebrali, corrodendo la memoria con una continua progressione, che all’inizio appare come solo un inciampo, ma un inciampo che non può essere paragonabile a qualsiasi altro inconveniente (malattia o incidente quale ad esempio la perdita dell’udito o di una gamba). Se aumenta diventa fatale e con la memoria si perde tutto, anche il pensiero, anche lo spirito, anche la mente. E qui la domada sorge spontanea: dopo anni di una vita a livello di vegetale, che tipo di anima potrebbe essere quella che ne uscirà
RELIGIOSITA' E POLITICA
Chiesa, ripartire dal Concilio Vaticano II - «Il rischio è che la frammentazione porti a un’irrilevanza della presenza dei cattolici» in politica. Mi pare che, con questa frase, monsignor Fisichella esprima bene la preoccupazione delle gerarchie nell’ultimo ventennio di vita politica italiana, da Ruini in poi. 20 anni, a mio giudizio, di clericalismo che ha cancellato le acquisizioni del Vaticano II: «La Chiesa non pone la sua speranza nei privilegi offertigli dall’autorità civile. Anzi essa rinunzierà all’esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro uso può far dubitare della sincerità della sua testimonianza» (Gaudium et spes, 76). L’autonomia e la libertà di coscienza erano affermate con decisione; nelle scelte morali individuali, nella politica, nella professione, gli esperti sono i “laici”, inseriti nel mondo. «Spetta alla loro coscienza iscrivere la legge divina nella vita della città terrena» (GS 36; 43). Questa messa tra parentesi dei principi conciliari ha portato ad un’afasia del laicato cattolico “adulto” in particolare. I “cattolici adulti”, al massimo, possono ritrovarsi a Todi o altrove. E, più che a dialogare, ad ascoltare la tonaca di turno. E così, il “mondo cattolico” ha tanti attori e pochi registi, per lo più in abito talare, ai quali i media si rivolgono ormai direttamente, per trarne indicazioni pregnanti di indirizzi, veti,
Cattolici in politica. “Non esiste il centro tra giustizia e ingiustizia”. Il Maestro è nato tra gli ultimi, tra gli emarginati di Walter Fiocchi
obiettivi. Una supplenza quantomeno imbarazzante, per chi la esercita e per chi la subisce, con passiva accettazione di una endemica minorità di pensiero politico. Sembra tornata d’attualità la massima latina «la virtù (e la Verità) sta nel centro». Così si guarda, da Monti in poi, ad un centro che ha come approdo il Partito Popolare Europeo conservatore; e all’appoggio di parte della gerarchia per fare un’ammucchiata di movimenti e sigle cattoliche con referente un liberale come Montezemolo. Con l’autorevolezza e la sobrietà di Monti, il neonato centro non offre che un’agenda: mancano però anima, prospettiva, valori, progetto. Si continua a navigare, con più competenza e autorevolezza internazionale, nel mare capitalistico
Il cardinale Carlo Maria Martini, bella figura di prete
senza indicare se, come e cosa cambiare del modello che ci ha portati a questi livelli di disoccupazione e all’impoverimento di troppe famiglie e imprese. Diceva il cileno Tomic: «Non esiste il centro tra giustizia e ingiustizia». Basterebbe semplicemente riconoscere: «È il capitalismo, bellezza!». È contro un sistema ingiusto che bisogna schierarsi e non fare del mercato un dogma, secondo lo spirito bocconiano. Io non credo che il Vangelo stia al centro! Il Maestro è nato tra gli ultimi, tra gli emarginati, straniero seppur in patria, nato “nel verso della storia”; ha frequentato le “mele marce” e gli “scomunicati” del suo mondo religioso e politico; morto sulla croce, come la “feccia” dell’umanità. Prima di tutto l’Essere umano: principio da tradurre in scelte della sua Chiesa, senza farla diventare “crocerossina dell’umanità”, ma “Chiesa del grembiule”, Chiesa che lava i piedi, Chiesa che non ha paura di macchiarsi gli abiti di sangue, soccorrendo l’uomo ferito sulla strada da Gerusalemme a Gerico, rendendosi “impura” per il culto, Chiesa che
cammina nel fango, Chiesa che ha il coraggio di prendere posizione per l’accoglienza, il rispetto di ogni fede, della pace, della giustizia... Pena l’insignificanza e la vacuità di una Chiesa rinchiusa nel culto, nelle devozioni o nei devozionismi, nei cerimoniali che non trovano poi “incarnazione” nei fatti e nelle scelte. Come ha scritto Raniero La Valle, siamo usciti sì dalle ideologie, ma siamo caduti in idolatrie suicide, in «un mondo modellato sul danaro dove i tagli alle spese sociali e l’aumento delle tasse ai poveri scattano per meccanismi automatici senza nemmeno intervento di mani d’uomo; un mondo dove la politica è licenziata, le leggi del mercato sono promosse a leggi di natura, il divario tra ricchi e poveri aumenta e la disperazione prende alla gola milioni di persone». Anche questi sono “valori non negoziabili”. Da difendere non con prostituzioni politiche della Chiesa, ma cercando meno di egemonizzare culture, influenzare politiche e regolamentare la vita dei cittadini, e più di raccontare di Dio, il Dio del Vangelo. Si testimonia anche con la vita: i cattolici lo facciano allora con l’esempio personale e non con il tentativo di rendere egemoni le proprie convinzioni, limitando i diritti e le libertà di chi queste convinzioni non condivide.
alla morte di quel corpo per affrontare il giudizio divino? La fede nella religione cattolica, insegna che l’anima della persona brava, buona e senza macchia e che così giungerà all’estremo passo, sarà di conseguenza premiata, nella sua entità intellettiva, con il godimento della eterna visione di Dio. Così pure potrà essere trattata, dalla incommensurabile bontà divina, anche l’anima di un reo di tremendi delitti, purchè prima della morte del suo corpo vi sia stato un vero pentimento ed una redenzione. Ciò in quanto deve presumersi che l’anima che si presenterà al cospetto di Dio non è più l’anima precedente di nefando peccatore, ma un’anima cambiata, diversa e migliorata, così come viene liberata nel momento della morte del suo corpo. Ma, la domanda particolare che ci si pone è quella dell’anima di una persona che muore dopo anni che ha perduto la capacità dell’intelletto, che non ha più né memoria, né pensiero, che non possiede più uno spirito pensante né una coscienza, in che modo potrà essere giudicata? Ed in che posizione intellettiva verrà a trovarsi per l’eternità del tempo a venire? A cosa potrà servirgli la visione di Dio se è incapace del tutto di capire, di pensare e di avere conoscenza e coscienza di sé? E se non avrà il godimento della
La spiritualità dell’uomo, il suo pensiero, la sua mente, o se si preferisce: la sua anima, sussistono in relazione a quella grande prerogrativa che è l’intelligenza... visione di Dio, quale altro tipo di trattamento gli spetterà? E perché? Il professor Vito Mancuso, giovane intellettuale docente di teologia, dotato di spiccata apertura ad interpretare l’arduo problema per un credente, vede l’origine dell’anima con una propria costante maturazione, in modo diverso dalla Chiesa Cattolica ufficiale. Ha cercato, Mancuso, di dare risposta ponendosi la domanda in una chiave però diversa e cioè: non assumendo quale esempio l’anima di un anziano morente, già da tempo colpito da devastante Alzheimer, ma l’anima di uno dei tantissimi bambini che nascono senza la possibilità di sviluppo dell’intelletto (8.000 al giorno nel mondo, 76 in Italia). La risposta in questo caso (nel suo volume “L’anima e il suo destino” ed. R. Cortina 2007) ha percorso la strada più ovvia e più incline al suo pensiero. Infatti Mancuso pone lo sdoppiamento di anima razionale ed anima spirituale, alle quali mai potrà giungere questo sfortunato bambino, di conseguenza indica la strada della condivisione familiare del dolore e della propria anima con quella e per quella dell’incapace, con l’assunzione del sacrificio visto non come un fardello. Ma non è il caso che io ho posto e la domanda non sarebbe per me. Infatti per un non credente il caso è risolto in partenza e i miei due amici aspettano ovviamente da altri una risposta ai loro interrogativi.
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Febbraio 2013
SANVALENTINO
La giornata degli innamorati nelle atmosfere di Paolo e Francesca
San Valentino, pensieri in cerca di cuori
AFORISMI
Botero. Una coppia (1999)
Gradara d'amare. ‘Sentimenti con Paolo e Francesca’. Ogni sera il borgo si spegne e si illumina d'amore - San Valentino nel borgo di Paolo e Francesca cantato da Dante nel V Canto dell'Inferno. A due passi da casa una delle atmosfere più romantiche del mondo
Gradara, borgo di grande romanticismo
Giovedì 14 febbraio ore 11 e 18. Itinerario romantico nel borgo e nella Rocca ore 19,30. Poesie d'amore lette dell'autore Simone Facenda dalle ore 20. "dolci serenate" itineranti nel borgo alle 20,30. Taverna medievale "Le parole, il cibo e l' amore" con animazione "A scuola di baci "a cura dell'Accademia del Bacio Casa del Gufo - Solo su prenotazione venerdì 15 febbraio ore 18. Itinerario romantico
nel borgo e nella Rocca ore 20. Taverna medievale Incontri... d'amore con un cupido dispettoso che cercherà di farvi innamorare. Casa del Gufo - Solo su prenotazione dalle 20,30 - M'illumino di meno .... e ti amo di più. Il Borgo di Gradara vi aspetta per accendere 1000 candele!!! ore 21. Concerto musica jazz teatro comunale Sabato 16 febbraio ore 11 - 16 - 18. Itinerario romantico nel borgo e nella
Rocca ore 19,30. Poesie d'amore lette dall'autore Simone Facenda alle 20. "Ristoro del Cavaliere" una autentica taverna medioevale allestita all'interno delle mura del borgo fortificato di Gradara . Casa del Gufo - Solo su prenotazione domenica 17 febbraio ore 11. Itinerario romantico nel borgo e nella Rocca ore 12. "A scuola di baci "un corso insolito per studiare i più bei baci d'amore a cura dell'Accademia del Bacio di Mondaino ore 16. "Dialoghi d'Amor Cortese" a cura dell' associazione ADA Danze Antiche in collaborazione con il gruppo di Danza Storica Guglielmo
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l'Ebreo- Teatro comunale ore 17. "A spasso con Paolo e Francesca" Corte Malatestiana e spettacolo mangiafuoco ore 19,30. "Ristoro del Cavaliere" una autentica taverna medioevale allestita all'interno delle mura del borgo fortificato di Gradara. Casa del Gufo - su prenotazione cene a lume di candela in tutti i ristoranti "Fai la tua dedica..." 7^ edizione del concorso "la più bella dedica d'amore" Cerca il falò di San Valentino per gettare nel fuoco le negatività e esprimere nuovi desideri Per un San Valentino indimenticabile informazioni e prenotazioni: Pro Loco di Gradara Tel 0541 964115 - 3401436396 sito web : www.gradara.org
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sono pazzi" (Adagio latino) - "Chi ama ha sempre paura" (Codice d'Amore provenzale) - "L'amore è l'attesa di una gioia che quando arriva annoia" (Leo Longanesi) - "L'amore è come la fortuna: non gli piace che gli si corra dietro" (Théophile Gautier) - "In amore si comincia con la retorica e si finisce con la filosofia" (Jacques Dyssord) - "Dovevamo saperlo che l'amore brucia la vita e fa volare il tempo" (Vincenzo Cardarelli)
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Febbraio 2013
Aziende informano
Positivi gli indicatori economici 2012. Risultati radicati nella sana gestione del decennio passato
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BCCG - COMUNITA'
BCC Gradara, un monumento per la città - La Banca di Credito Cooperativo di Gradara ritorna a far splendere il busto di Felice Cavallotti. Ne ha finanziato il restauro, dopo anni di abbandono. Collocato a Pesaro, in via Cialdini, la cerimonia si è tenuta il 26 gennaio, alle 11. Sono intervenuti il sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli, l'assessore Rino Briglia e il presidente della BCC di Gradara Fausto Caldari. “Noi - ha detto Caldari siamo al servizio di una popolazione, compresa tra le province di Rimini e Pesaro-Urbino, di circa 500 mila abitanti. Affianchiamo alla tradizionale attività bancaria, un’intensa attività culturale, di valorizzazione del territorio, con la riscoperta di vecchie storie ed antiche memorie”. “Abbiamo aderito all’iniziativa - continua Caldari - per il recupero ed il restauro del monumento raffigurante Felice Cavallotti, poeta, drammaturgo, politico e patriota di importanza nazionale, proprio perché queste iniziative con-
Il monumento restaurato
tribuiscono a far conoscere la nostra storia, a far crescere e maturare i nostri giovani. La BCC di Gradara, con quest’opera, dimostra ancora una volta la sua sensibilità ed il suo interesse verso le amministrazioni locali, in un periodo di particolare difficoltà economica. Già alcuni mesi fa, abbiamo presentato, a Pesaro, un importante volume del Montani, sulla storia di questa città e dei territori circostanti, mentre nella seconda parte del 2013 presenteremo sempre a Pesaro un volume su Vittoria Mosca Toschi, ad opera di una giovane ricercatrice”.
- Numeri in ordine quelli della BCC di Gradara. Una banca differente che continua a fare semplicemente il suo mestiere: prestare e raccogliere denaro per accrescere lo sviluppo delle famiglie e della piccola e media impresa dove opera. Il bilancio 2012 si attesta su un utile di 4,3 milioni di euro, in grado di contribuire in maniera determinante a quell’incremento patrimoniale indispensabile a qualificare l'attività. “Chiudiamo - rimarca il presidente Fausto Caldari - un
Fausto Caldari, presidente della BCCG
- Il personale è aumentato da 52 a 107. - La compagine sociale è passata da 1.185 a 2.547 unità. - La raccolta è aumentata da 197 a 589 milioni di euro. - Gli impieghi sono cresciuti da 141 a 479 milioni di euro. - Il montante complessivo di 338 milioni di euro nel 2001, oggi raggiunge 1.068 milioni di euro. Da tutto ciò emerge che l’impetuosa crescita nell’ultimo decennio, ha consentito alla BCC di Gradara: - di diventare uno fra i sog-
BCC Gradara, numeri orgogliosi esercizio che nonostante le difficoltà economiche e sociali affrontate, evidenzia un risultato positivo per la nostra banca, frutto soprattutto della riduzione del costo del credito, di una oculata azione di contenimento dei costi gestionali, e da una attività finanziaria favorevole. Il tutto è avvenuto garantendo il necessario supporto finanziario alle famiglie ed alle imprese. Un’annata comunque significativa nel corso della quale la BCC di Gradara si è confermata grande realtà di questo territorio e risorsa importante per la nostra comunità”. “Il 2012 si è rivelato diffici-
BCCG - NUMERI
le, caratterizzato anche dal grave blocco degli investimenti immobiliari e dalla scarsa liquidità. Stiamo attraversando, una crisi finanziaria grave e persistente, caratterizzata da instabilità e dal rallentamento dell’economia mondiale, che nel nostro paese si è tradotta in una nuova fase di recessione con elevati costi sociali ed umani. Nonostante ciò, la BCC di Gradara è riuscita a raggiungere il livello di solidità economica e patrimoniale che si era prefissato col Piano strategico 2011/2013, seppur con dinamiche diverse da quanto pre-
BCCG - CULTURA
ventivato. Il presidente Caldari rileva nel passato la solidità di oggi: “La nostra banca, come tante altre, ha seguito un percorso di progressiva crescita negli anni 90, che ha registrato una rapida accelerazione nel primo decennio del secolo in corso. Con riferimento al periodo 2001/2012 l’effetto di questa tumultuosa espansione può essere sintetizzato e riassunto come segue: - Gli sportelli sono passati da 7 a 20.
getti creditizi locali più competitivi; - di essere considerato un punto di riferimento, per la struttura produttiva locale ed in particolare per la piccola impresa; - di disporre di una rete di sportelli, che assicura un forte radicamento sul territorio; - di vivacizzare questo radicamento con un significativo ampliamento della compagine sociale che prosegue anche in questo periodo di difficoltà. La compagine sociale nel 2012 è aumentata di 117 soci. - Di aver affrontato le crescenti complessità normative e di mercato, mantenendo un buon grado di efficienza operativa”.
BCCG - COMUNITA' Il debifrillatore
- Primo, il piacere di stare insieme. Secondo, approfondire. Dopo la toccata in occasione dell'Unità d'Italia nel 2011, la Banca di Credito Cooperativo di Gradara ha organizzato un'altra uscita a Torino e d'intorni il 9 e 10 febbraio. Come sempre le gite dei soci dell'istituto di credito sono un racconto di emozioni e conoscenze, di organizzazione e libertà. La sistemazione alberghiera è sempre in centro; così ogni cosa è a portata di gambe. La due giorni piemontese. Alle 12 ritrovo per la visita dello stadio attraverso un percorso emozionante che dà la possibilità di “passeggiare a bordo campo”, vedere lo spogliatoio allestito e respirare cosi l’atmosfera della preparazione del match. La durata del tour è di circa 60 - 70 minuti. Pomeriggio libero per una passeggiata nel centro stori-
Nove defibrillatori tra Pesaro e Cattolica La Sacra di San Michele, la chiea-fortezza sulle montagne torinesi. Era la sentinella della Valsusa
BCC, ritorno a Torino co di Torino e, per chi lo desidera, è l'occasione per dedicarsi allo shopping o frequentare i tanti celebri caffè torinesi, e magari assaggiare il famoso “Bicerin”.
Bellissima domenica 10. Visita a Palazzo Carignano, sede del Museo del Risorgimento. Nel primo pomeriggio partenza in bus per la visita alla Sacra di San Michele. Prose-
cuzione della massiccia montagna, la Sacra è una chiesafortezza che era a guardia della Valsusa. E' mèta turistica molto ambita e dal fascino unico.
- Ancora la salute nell'azione sociale della Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Il 6 febbraio, il presidente Fausto Caldari, a nome dell'Istituto di credito, ha consegnato otto defibrillatori al Comune di Pesaro. Le “macchine” saranno poi distribuite alle società sportive della città e alla Protezione civile. Il 13 febbraio, un altro defibrillatore viene donato al Cattolica Calcio. La salute è da sempre al centro dell'avvità della Banca di Credito Cooperativo di Gradara, sia per la comunità, sia per i soci. Negli ultimi anni ha donato attrezzature (dalla Tac alla risonanza magnetica) del valore di svariate centinaia di migliaia di euro. “La BCC di Gradara - sottolinea il presidente Caldari - è una vera banca locale che affianca, alla tradizionale attività economica, una importante attività sociale, culturale, di prevenzione e cura della salute, di valorizzazione del territorio e, con questa donazione, dimostra ancora una volta la sua sensibilità ed il suo interesse verso le amministrazioni locali, specialmente in questo periodo di particolare difficoltà economica”.
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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA LA LETTERA - GRADARA
Vigili, era meglio la convenzione con Gabicce che con Pesaro - Nel comune di Gradara la musica non cambia. Noi di “Il Futuro per Gradara”, gruppo consiliare di minoranza, non vogliamo andare contro la maggioranza solo per far parlare di noi ma vorremmo che almeno una volta si agisca a vantaggio dei cittadini. Nel 2012 ci siamo adoperati per promuovere una convenzione, con il comune di Gabicce Mare, per potenziare il servizio di polizia municipale attraverso una gestione associata. Erano stati presi accordi con la giunta di Gradara e con il sindaco Foronchi e con il loro benestare ci siamo resi promotori di formare un accordo per potenziare il servizio di polizia municipale intraprendendo un cammino che ci ha portato ad incontri con i responsabili dei due comuni ed alla stesura di una bozza di convenzione. Nella bozza si ribadiva che i due comuni avrebbero ripartito i costi di gestione, informatizzando gli uffici verbali
e, ad ogni comune, sarebbero rientrati gli importi delle sanzioni elevate nei rispettivi territori. Ma senza alcun avviso da parte del sindaco Foronchi, noi abbiamo appreso dalla stampa che tutto il nostro lavoro di diplomazia è stato letteralmente gettato a mare perché lo stesso sindaco ha deciso di associare il servizio con Pesaro. Da ciò chiediamo come mai è stata presa questa decisione senza fornire al nostro gruppo alcuna informazione? Ha avuto paura che saremmo intervenuti per eliminare resistenze politiche? Ma il sindaco Foronchi è al corrente che Pesaro non riesce a gestire il servizio sul proprio territorio perché è molto vasto? E poi il sindaco è a conoscenza che tra Gradara e Gabicce si sta instaurando un rapporto non proprio idilliaco proprio per questa problematica che ha volutamente reso intrigata?
Il Futuro per Gradara
ANEDDOTI RACCONTATI DAI PESCATORI
L'ha vindù al pès sal bricìn di Enzo Gaudenzi - Il mezzo di trasporto del pesce dalla barca alla pescheria per i piccoli natanti che non ne pescavano una quantità notevole, veniva effettuato con il carretto a mano. Una mattina i pescatori arrivati in porto da una mezz’ora, avevano già caricato il pescato sul carretto e stavano partendo per la pescheria, quando sentirono in lontananza la voce di Nino che urlava: “Aspitè che a chèrgh al pès anche mé”.
Il pescatore ormeggiata la sua barca in fretta, mise il pesce sul carretto, tre o quattro cassette tutte sulla parte retrostante tant’è che il piano perse l’equilibrio e il pesce cadde sulla ghiaia della strada. Nino raccolse a due mani il pesce, lo rimise nelle cassette e andammo a vendere. Dopo la vendita disse che era andato tutto benissimo, il pesce pesava molto e aveva guadagnato più di tutti gli altri. Insomma: era riuscito a vendere pesci e ghiaia.
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Al Mississippi lo scorso 25 gennaio. Presente anche il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca
Turismo, nuovi scenari: sorpresa, natura e cultura IL PUNTO - La sorpresa. La natura. E la cultura. Queste sono le desiderate che vuole il turista a leggere un sondaggio commissionato dalla Regione Marche. E' stato detto nel seminario organizzato dal Comune di Gabicce Mare, Sis e Università di Ferrara. Sala piena, si è tenuto lo scorso 25 gennaio, al Mississippi, il locale sulle palafitte, che il Comune vorrebbe acquisire (è del demanio). Alla giornata con l'ambizione di raccogliere idee verso nuovi modelli di turismo costiero per pensare nuovi scenari e possibili strategie di sviluppo, c'era una sala attenta e di valore. Tante Marche (dal presidente della Regione, Gian Mario Spacca, al presidente della Comunità Montana del Montefeltro, Michele Maiani, passando per la signora degli alberghi, Paola Michelacci), con ottime pennellate di Romagna (in sala Piero Cecchini, sindaco di Cattolica) e Tullio Badioli. Il sindaco di Gabicce Mare, Corrado Curti, ha fatto gli onori di casa ed aperto la mattinata. “E' dal 2004 - ha solcato Curti - che progettiamo il turismo con propo-
Più che il nuovo, è reinterpretare le carettistiche della propria cultura. Cenci, presidente della Sis: “Un isola di 6 ettari tra Misano e Riccione” ste nuove e tre obiettivi forti: il lungoporto, il borgo di Gabicce Mare ed il Piano di spiaggia. Per raggiungere la meta, istituzioni e privati ci devono credere e collaborare. Dobbiamo investire e non vedere le cose con iniziative singole”. Gianfranco Cenci, presidente della Sis, è partito dal momento economico attuale per affrontare il futuro: “Oggi, il sistema registra
una fase di involuzione. Il turismo passa per la riqualificazione ambientale e la sicurezza. Va integrata l'offerta del mare con quella dell'entroterra. Ma anche offrire qualcosa fuori dai canoni, come potrebbe essere un'isola artificiale di 6 ettari tra Misano e Riccione. Come società pubblica, da anni abbiamo aperto una collaborazione con l'Università di Ferrara per ripensare la linea di costa e gli alberghi che vi si affacciano da Gabicce Mare a Riccione”. Il provocatorio Cenci, ha lasciato il testimone proprio all'Università di Ferrara che da tre anni sta elaborando idee e progetti urbanistici con Sis. Al professore Luca Emanueli, che è il direttore di quest'onda culturale denominata Sealine: “La nostra facoltà, con gli studenti, con altre figure come economisti, geologi e ingegneri marini, elabora idee fattibili, realizzabili. Si cerca di mettere a fuoco le risorse e successivamente si cerca di valorizzarle e implementarle. Le nostre sono tutte proposte credibili, e soprattutto fattibili. Sono pro-
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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA
Vie del futuro. Seminario organizzato dal Comune di Gabicce Mare, Sis e Università di Ferrara
Da sinistra: Fabrizio Schiavoni (Camera di commercio), Gian Mario Spacca (presidente Regione Marche), Corrado Curti (sindaco di Gabicce Mare), Gianfranco Cenci (presidente della Sis), Luca Emanueli (professore dell' Università di Ferara)
getti strategici, cioè propongono idee, tralasciando i particolari, come disegnare le camere d'albergo, ad esempio. Sulle quali hanno lavorato in tanti. Vogliamo guardare il futuro, sotto l'ombrello di quello che abbiamo chiamato ‘Riviera reattiva’. Ovvero, gli operatori economici di questa zona nei momenti no hanno sempre cercato di proporre idee alle crisi”. Emanueli ed i suoi allievi e collaboratori hanno messo in fila una serie di interventi strategici per Gabicce Mare. “La linea di fondo è costruire servizi comuni per il turista per liberare spazi privati. Penso ad un luogo dove accogliere i servizi per le biciclette (dall'officina ad uno show room), un centro benessere di livello. Stesso discorso per la spiaggia; non è più possibile pensare che ogni bagnino offra le stesse cose in piccolo. Un'idea potrebbe essere di fare del Mississippi un centro di servizi: attracco, piscine in acqua, piattaforme per solarium... In questo il lungomare avrebbe più forza e più spazi per attirare altre attività. E sarebbe anche più libero da un punto di vista urbanistico se si concentrassero le cabine in tre punti. Si potrebbe costruire una linea metropolitana in mare: da Rimini a Portonovo, Ancona”.
Dopo Emanueli, microfono al presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca: “Il turismo ha potenzialità non sfruttate nel passato; Gabicce è qualificante nella strategia turistica regionale. Questa crisi economica ce ne fa riscoprire le potenzialità. Il manifatturiero regionale che fatica, significa rivolgere il motore nelle bellezze della nostra regione, al suo mare, ai suoi beni-culturali, al suo patrimonio eno-gastronomico. Quest'ultimo è una madre per il turismo. La carta con la quale procedere deve essere ispirata alla grandissima qualità. La qualità deve essere la nostra strategia”. Fabrizio Schiavoni, Camera di commercio, ha chiuso il giro dei relatori con una serie di indicatori economici sul turismo. Poi il dibattito, aperto da Paola Michelacci, dell'omonimo albergo: “Dobbiamo essere professionali; abbiamo degli operatori che non sanno raccontare la propria terra. Dobbiamo fargli trovare, al turista, ciò che vuole e cose nuove”. Filippo Borioni, presidente di Oasi (Operatori associati spiagge italiane) per le Marche: “Alle istituzioni non chiediamo soldi; siamo disposti ad investire noi”. Influenzato Angelo Serra, presidente degli albergatori di Gabicce, Letizia Vincenzetti, funzionario dell'Associazione, in sostituzione, è stata lapidaria: “Nel turismo, come in altri settori, occorre avere una conoscenza delle cose che si fanno; iniziando da saper raccontare...”. Ha chiuso Renato Claudio Minardi, assessore provinciale al Turismo: “Il turismo non è delocalizzabile”. Dopo il progetto, di cui sopra, realizzare l'edificio turismo. Ce la si può fare. Senza paure e con passione. Come i ragazzi della neonata associazione della provincia di Pesaro che curano le eccellenze: terra, tradizione, tipicità. Hanno offerta uno spuntino e portato cose bellissime come le ceramiche. Pura cultura made in Italy, difficilmente clonabile.
STORIE DELLA MARINERIA Quadro ex voto raffigurante il naufragio
‘Maria Bruna’ nella tempesta di Luciano Bertuccioli
- Correva l’anno 1931 quando la barca dei fratelli Bertuccioli “Barbarèl” uscì dal porto di Cattolica per la pesca delle sardine. La giornata non era bella, prometteva tempo cattivo anche se era impossibile immaginare quello che sarebbe avvenuto. L’equipaggio era composto da quattro marinai, Salvatore Bertuccioli “paròn” e dai suoi fratelli Ivo (mio padre che allora aveva sedici anni) Adamo, e dal loro cognato Giuseppe Campanelli “Gambrèn”. La loro barca denominata “Maria Bruna” di circa 11 metri di lunghezza, era armata con vele al terzo a due alberi. I marinai erano intenti alla pesca quando all’improvviso spuntò una grossa nuvola nera portatrice di un forte temporale. Improvvisamente le onde si fecero alte e minacciose e la barca cominciò a beccheggiare e a rollare paurosamente, tanto che a fatica riuscirono ad arrivare davanti alla “Punta del Gesso” dove furono gettate due ancore che riuscirono data la fortissima corrente ad arrestare la corsa del peschereccio a Casteldimezzo. A questo punto mio zio “Tori” che era il capobarca
ordinò all’equipaggio di demolire l’opera morta fino al trincherino e tagliò immediatamente l’albero di poppa o di maestro, in modo che le onde potessero passare più agevolmente sopra la barca da un capo all’altro. Proseguendo poi nel racconto che mi fece mio padre, suo fratello “Tori” si rivolse a lui dicendogli: Ivo, vai sotto coperta (essendo il marinaio più giovane) e prega la Madonna. Trascorsa una mezz’ora di paura e di disperazione in seguito alla violenza della tempesta per i marinai che erano in coperta, mio zio Tori cercò Ivo affannosamente, lo trovò e lui gli rispose: la Madonna mi ha detto che non ci accadrà nulla, rassicura l’equipaggio che avranno la sua certa e Santa protezione. Mio padre ebbe la visione della Madonna che gli apparve in un candido colore celestiale con una luminosa aureola, quando mi raccontava questa esperienza osservavo in lui una profonda commozione. Dopo cinque giorni tutti i marinai tornarono a casa incolumi e per ringraziare la Madonna del miracolo ricevuto donarono alla chiesa di Casteldimezzo che si trovava di fronte alla loro imbarcazione. un omaggio di ex voto.
Amarcord Gabicce di Dorigo Vanzolini
Febbraio 1960, giovani gabiccesi a Saludecio durante una festa di Carnevale. Da sinistra: Adriano Lorenzi, Rino Arduini, Franco Mini, ?(semi-nascosto), Enrico Biondi (con maschera), Vittorio Renzi, Otello Gennari. In basso da sinistra: Elvino Cecchini, Franco Palazzi. (Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
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SAN GIOVANNI
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Elio Fratenali in una bella biografia: dalla miseria al benessere con sacrificio e costanza EVENTI
Il Massari
Una vita semplice e una storia da raccontare PERSONE
Elio Fraternali
di Matteo Marini
Massari, il cartellone - Torna Intermittenze, la rassegna curata dal Teatro dei Cinquequattrini, che animerà anche nei prossimi mesi il Massari. Dalle 21. 9 febbraio - “La Ballata dei Lenna”, una fiaba italiana. 16 febbraio - Compagnia Dialettale dei Rimediati di Borgo Massano (“El prim fiol”. 23 febbraio - Spettacolo finalista del festival “Vd'A”. 28 febbraio - Appuntamento al cinema con “Marina Abramovic” 2 marzo - Gruppo Teatro Accua (Urbino) “Cirko” 8 marzo - Giornata internazionale della Donna. Spettacolo degli allievi del laboratorio permanente “Pane e Rose”.
- “Acsé”, “così”, è il modo di fare di Elio Fraternali. Un po’ come gli viene, con talento e tenacia. E di solito gli viene bene. Non sarebbe una notizia, non per i suoi parenti e in figli che lo conoscono molto bene. Se non fosse che questo muratore che ha fatto di tutto nella vita, quasi ottantenne, ha deciso, più o meno un anno fa, di scrivere un libro. Un libro che nessun altro avrebbe potuto scrivere meglio, la sua autobiografia. Quella di Elio Fraternali è stata una vita in salita, spesso scalata con rapporti troppo duri, quasi da velocista. Lui al valico, in un modo o nell’altro, è sempre arrivato. A volte stringendo i denti e pedalando più forte, altre caricandosi la bici in spalla e tirando a piedi fino al traguardo. La metafora del ciclismo non è un caso, se si legge la sua storia. Un libriccino rilegato col dorso in colla, stampato in poche copie per parenti e amici. Elio Fraternali ha solamente la quinta elementare ma, con uno sforzo compiaciuto, come sono stati tutti quelli
che ha affrontato in 80 anni, è riuscito a terminare anche questa impresa. Scrivere la sua storia. Il risultato è delizioso. Nato nel 1933 a Case Bernardi, una frazione di Tavullia, Elio ha conosciuto la miseria sin dai primi anni. Il padre era in Africa per lavoro, vi rimase anche durante la guerra, e tre bocche da sfamare erano tante. Le sconfitte di una capofamiglia sono tutte riflesse nelle lacrime di una madre, mentre vede i propri figli costretti a elemosinare le bucce del cocomero destinate ai maiali. “La pecora e il gattino” è il titolo dell’opera. Richiama un episodio della sua infanzia. Uno dei primi ricordi di suo padre, che con i soldi di caparra
recuperati dopo l’acquisto di una casa non andato a buon fine, comprò una pecora e portò assieme a lei a casa anche un gattino. Il primo animale domestico, oggetto di amore e attenzione. Il gattino si perdette durante la guerra, un dolore che è rimasto nitido nella memoria, assieme all’orrore e agli stenti patiti, alla paura dei bombardamenti e ai tedeschi sulla Linea gotica. Fino all’arrivo degli americani e alla cioccolata in barrette. Non aveva compiuto ancora 14 anni Elio Fraternali quando cominciò a lavorare. La voglia non gli è mancata mai per tutta la vita. La sua è stata un’esistenza a suo modo eroica. Sempre nonostante. Bella per questo. Fece il pastore per aiutare la famiglia,
ospite da contadini dopo che la loro casa fu distrutta durante la guerra. Poi lo sminuzzatore di pietre per farne calce. E finalmente muratore in regola nella ricostruzione di un ponte sulla Pesaro-Urbino. Prima busta: 3390 lire più una mancia e una pacca sulla spalla “te li meriti, sei un bravo bocia”. La vita di Elio attraversa tutto il ‘900, quello che chiama, citando Hobsbawm, “il secolo breve”. In effetti a lui sembra essere passato in un lampo, sempre indaffarato a costruire, pensare, progettare. La casa dove vive ora, sotto Montalbano, è quella che ha tirato su lui con le sue mani. Prendendo in prestito tutto il materiale e impegnandosi a restituire tutto piano piano. Perché non aveva niente. La prima moglie morì in un incidente stradale ad appena 22 anni. Era il 1962. Anche qui, quello che è crollato è stato poi ricostruito. Ha messo su una bella famiglia, si guarda indietro ed è felice. Leggere la sua storia è capire anche questo. È un insegnamento di valori, quelli in cui ha creduto e continua a credere tuttora,
il sacrificio e la costanza. Per ottenere quello che si vuole. Gli ultimi anni li ha dedicati al ciclismo, una passione che è diventata uno sport solo quando ha cominciato a poterselo permettere. Quando era giovane il padre gli rimediava le gomme piene dai copertoni dismessi dei camion. E lui pedalava più di 20 chilometri per arrivare fino a Pesaro al lavoro. A 50 anni Elio ha cominciato invece a fare sul serio, partecipando a gare per gli over, campionati europei e mondiali. Con risultati eccellenti. Primo degli italiani in Austria nel 2000. Il suo libriccino, che ha scritto a penna, aiutato dai parenti per la battitura al computer, è un racconto che si legge in un paio d’ore ma è ricco di aneddoti. Che condensano la sua esperienza in una serie di flash e di vividi ricordi. L’ha voluta raccontare perché ne sentiva il bisogno, come per fare un bilancio. Tergendosi il sudore dopo 80 anni di fatica, sedendosi e dicendo “non so se vi interessa, ma questa è la mia vita”. Potete cercare di averlo bussando alla sua porta, magari vi farà sedere e vorrà raccontarvela lui di persona.
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Febbraio 2013
SAN GIOVANNI
Le ragioni della politica secondo Gianfranco Cenci, sindaco di San Giovanni negli anni '90
Privilegi, sprechi, giustizia sociale
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Gianfranco Cenci, sindaco di San Giovanni negli anni Novanta
L'INTERVISTA
- L'economia del buon senso. L'economia che affonda nella saldezza della terra. L'economia lontana anni luce dai bagliori della finanza (in giro per il mondo, nei cassetti dei risparmiatori, grandi e piccoli, ci sono titoli otto volte la grandezza del Pil, Prodotto interno lordo, mondiale). Se in una famiglia entrano 100 euro al giorno, ne vanno spesi 99; e una tantum 120. Insomma, non si possono fare debiti per spese oltre la propria portata. Gianfranco Cenci, sindaco di San Giovanni per un decennio a cavallo tra gli anni '80 e '90, già assessore provinciale all'Agricoltura, racconta la sua visione della politica. La sua cosa pubblica. E quella privata. “Come uscire da queste crisi economica è la grande do-
manda. Credo che non ci siano scorciatoie. E' facile come sento raccontare da qualche politico che bisogna puntare sulla crescita, sull'occupazione. In via di principio siamo tutti d'accordo. Chi è contro l'occupazione, contro il lavoro, contro la crescita? Ma è il come raggiungere l'obiettivo che diventa arduo. La penso come tanti: la crisi economica italiana è prima di tutto una crisi di valori che passa ovunque: per la cosiddetta società civile, per quella politica. Però dentro ci metterei anche il potere intellettuale e quello religioso. Abbiamo perso i paletti della ragione. Soprattutto abbiamo perso il paletto della giustizia sociale come obiettivo. Sono in pochi a mettere al centro la giustizia. Come dice Zanotelli: ci vogliono non opere di carità,
“Abbiamo perso il pudore per collocare nella nicchia giusta quello che si può fare e quello che non si può fare. Tutti noi, ci dobbiamo riappropriare della sobrietà” ma opere di giustizia. Senza giustizia non c'è libertà, non c'è condivisione sociale. Non c'è comunità. Il senso di appartenenza. Abbiamo perso il pudore per collocare nella nicchia giusta quello che si può fare e quello che non si può fare. Tutti noi, ci dobbiamo riappropriare
della sobrietà. Sulle pagine dei giornali si leggono tristezze politiche che ci dovrebbero far imbufalire. In Lombardia i consiglieri regionali, di maggioranza e minoranza, con l'autocertificazione, si sono fatti rimborsare Nutella e carta igienica, bibite energetiche e libri. C'è qualcosa che non torna. E'
la sconfitta di oguno di noi. Sono privilegi inamissibili”. “Ecco - continua Cenci dobbiamo iniziare dal taglio dei privilegi. Vanno tolti a chi se li è dati in nome del bene comune. Che stanno lavorando per noi. Quando sento dire da alcuni politici che si sacrificano per noi... Costoro potrebbero lasciare la mansione per altri compiti. Non gliel'ha mica
ordinato il dottore”. “L'altra faccia degli sprechi - affonda Cenci, che con le sue mani si sta sistemando una vecchia abitazione nel Montefeltro - sono gli sprechi della cosa pubblica. C'è qualcuno che a casa è attentissimo; poi, stranamente, quando mette piede nel luogo pubblico diventa disattento: per le piccole e per le grandi questioni. Un piccolo esempio: tenere aperte le finestre d'inverno col riscaldamento a tutta. Non si fa a casa, a maggior ragione non si dovrebbe nei luoghi pubblici. Ecco, ci si dovrebbe riappropriare del semplice buon senso. Dovremmo agire da buon padre di famiglia, sia in politica, sia sul lavoro, sia nei rapporti interpersonali. Il Paese ha tanti esempi lungimiranti a cui rifarsi. Due nomi di donne: Rita Levi Montalcini, recentemente scomparsa e la scienziata Margherita Hack”. “Credo - conclude Cenci che tagliando i privilegi, combattendo gli sprechi e battersi per la giustizia, l'Italia possa uscire dalle secche economiche. Naturalmente mettendo il lavo al centro. Le scorciatoie finanziare hanno le gambe corte”.
COMUNITA'
Pacassoni, salgono gli aiuti alle famiglie in difficoltà - “Ci vorrebbero 100mila euro al mese per aiutare le tante famiglie bisognose di San Giovanni e della Valconca”. Lino Pacassoni è il presidente del gruppo volontariato per handicap che porta il nome del figlio, Davide, morto a 12 anni nel 1995. Fin dalla nascita, fu afflitto da tetraparesi. “Negli ultimi anni - continua il signor Pacassoni - stiamo sempre più aiutando le famiglie in difficoltà di San Giovanni, Misano, Riccione, Morciano, Carpegna... Diamo loro un contributo nell'affitto, nelle bollette, nella spesa. Sono una ventina le famiglie...”.
La “Davide Pacassoni” nacque nel '90 su iniziativa di Anna Pedoni. L'insegnante ancora oggi è la coordinatrice dell'associazione. All'inizio, si aiutavano bambini e ragazzi con handicap. Tra i tanti casi, un bambino portato all'estero, un polacco colpito da leucemia e curato a Pesaro. Guarito, ancora oggi, ogni 2-3 anni, quando viene in Italia per controlli, passa per un saluto a San Giovanni. La vocazione originaria della “Pacassoni” è rimasta. Sostiene una squadra di basket per disabili della Valconca che si allena nella palestra delle Maestre Pie e che applica
il cosiddetto Calamai, il metodo “inventato” dall'ex giocatore ed allenatore professionista. Grazie alla Pacassoni, grazie alla professoressa milanese Pedrazzi ogni anno vengono visitati gratuitamente molti ragazzi con problemi di handicap. La signora Pedrazzi ne visita 7-800 l'anno e indica il programma fisio-terapico. Gratis. Bilancio 2012. Entrate più fondo cassa: 20.933 euro. Uscite. Basket per disabili: 4.740 euro. Sostegno alle famiglie in difficoltà: 11.209 euro. Spese per assicurazione: 802 euro. Saldo al 31 dicembre 2012: 4.181 euro.
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Febbraio 2013
56
In crescendo le presenze e gli iscritti. Inaugurata cinque anni fa
ALLEGRO MA NON TROPPO
Foro Boario I libri fanno volare Monologo taciturno - Il padiglione fieristico, il 27 gennaio, proponeva la fiera Affari vostri. Un signore entra per fare qualche acquisto (camicie di brand a tre euro, un affarone!!!). Costui fa un giro, nota, in fondo, vicino al bar, sulla destra, orgogliosamente da solo, un distinto signore col cappotto di buon taglio con in testa un provocatorio caschetto da cantiere. I due si salutano; finalmente il signore degli acquisti associa le idee: monologo taciturno quanto intelligente. Il padiglione è stato “destabilizzato” dopo la nevicata dello scorso anno. “Questa volta l'ha studiata bella”. Quanto sopra, è stato raccontato ai morcianesi in chiacchiere sui crocicchi. E giù risate.
Lavatoio o ex... - Il Lavatoio è una delle sale più belle della Valconca. Come dice il nome, prima dell'acqua in casa, era il luogo dove le donne morcianesi andavano a lavare. Recuperato, è stata adibito a spazio polivalente. Ci si ostina a chiamarlo, negli atti ufficiali, ex Lavatoio. Quell'ex suona male ed è di troppo. La dicitura Sala del Lavatoio sa di bucato pulito.
Lavatoio durante i lavori (Foto Polverelli)
LA CULTURA
- Aumentano le presenze. Un quarto sono giovani dai 14 anni a pochi mesi. Quasi 400 i nuovi iscritti. Più ore settimanali. Più atttività agli adulti, ragazzi e bambini. Partiamo dai ‘numeri’ che, pur nell'essenzialità, danno un’idea di come anche per il 2012 i risultati conseguiti caratterizzino la biblioteca come un punto di riferimento non solo per i lettori morcianesi ma anche per quelli provenienti dalla Valconca. Significativo è il progressivo aumento delle presenze (dal prestito al servizio informativo, all’utilizzo dei PC e degli spazi): ben 20.577, contro le 17.313 dell’anno precedente (16.338 nel 2010). Di questi, 4.985 sono bambini e ragazzi di età compresa fra 0 e 14 anni. I nuovi iscritti sono stati 374 (78 residenti nei comuni limitrofi), di cui 206 bambini e ragazzi. Questi dati possono sicuramente essere letti anche come una più che positiva risposta all’ampliamento dell’orario settimanale di apertura, passato da 32,5 a 44 ore, prevedendo non
I vincitori delle borse di studio
solo un prolungamento giornaliero ma anche l’apertura del sabato pomeriggio. Dunque un ampliamento del servizio importante, voluto dall’amministrazione comunale per dare una risposta alle necessità sia degli studenti sia di chi poteva avere difficoltà di orario. E’ possibile fare un bilancio positivo anche per le iniziative organizzate dalla biblioteca, rivolte sia ai ragazzi che agli adulti: da quelle in collaborazione con le scuole a ‘Un pomeriggio da favola’ che nel 2012 ha registrato
oltre 500 presenze. Un dato che conferma la biblioteca come spazio di benessere, da vivere con i genitori e in compagnia. Le attività rivolte a bambini e ragazzi sono proseguite anche in estate, nell’orario di apertura serale, con un progetto ispirato al cinema e al film, tema portante dell’edizione 2012 di FU.MO.: “Storie a manovella”, un laboratorio pratico di cinema di animazione. Rivolte invece all’utenza adulta le proposte degli “Itinerari culturali” promosse dall’assesso-
rato alla Cultura e riferite a visite guidate ad importanti mostre d’arte. Nel corso del 2012 sono state organizzate ben quattro uscite con un numero di partecipanti di circa 40 persone in media. La biblioteca ha infine ospitato in più di un’occasione attività proposte dalle associazioni del territorio, quali mostre, presentazioni di libri, corsi rivolti agli adulti, assumendo così, nel paese e non solo, un ruolo centrale nelle azioni di politica culturale e come luogo di aggregazione e di incontro.
LA POLITICA LA STORIA
Storia, la Valconca in conferenza al circolo cittadino di Ezio Angelini Il 19 febbraio. Tre relatori: Maria Luisa Stoppioni, Mario Garattoni, Erika Valli - Tra le caterve di passioni di Mario Garattoni c'è anche la storia della Valconca. Forse ha scandagliato tutte le pubblicazioni sull'argomento. Ha organizzato una serata il 19 febbraio, ore 21. Ci si incontra al Circolo cittadino coordinato da Ezio Angelini. Sede: primo piano del Palazzo Mofa. Tre argomenti, tre relatori. Maria Luisa Stoppioni, direttrice del
Mario Garattoni
Museo della Regina di Cattolica, parla delle anfore del terzo secolo avanti Cristo rinvenute sul greto del Tavollo. La complessa idrografia del Conca è il tema di Mario Garattoni, il custode di uno dei giardini-orti più belli del Riminese (fatto oggetto di visite di
amici e qualche volta delle scolaresche. Mario è generoso, regala talee agli amici. L'ultimo argomento è di Erika Valli; riguarda la stele Daunia, rinvenuto a Cattolica durante gli scavi per il Vgs (il centro edilizio in abbandono).
La minoranza porta il padiglione in consiglio - Sei firme di una compatta minoranza per un ordine del giorno che scotta: il padiglione fieristico dopo la nevicata dello scorso febbraio che tirò giù le pensiline con fotovoltaico a copertura del parcheggio e minò la saldezza dell'edificio. Lo hanno vergato in sei: Mario Garattoni, Enzo
Montani, Danilo, Ottaviani, Filippo Gennari, Matteo Staccoli, Giuseppe Lopalco. un quinto dei consiglieri, o 4 firme, 16 consuiglieri più il sindaco. Protocollato il 24 gennaio, ora, per Statuto il sindaco Claudio Battazza, ci sono 20 giorni per convocare il consiglio comunale
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Febbraio 2013
MORCIANO
Il giudice anti-mafia cattolichino Piergiorgio Morosini ospite del Gobetti-De Gasperi
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Legalità, i giovani devono credere nelle istituzioni - Per cosa vuole essere ricordato? - “Vorrei essere ricordato come una persona che ancora crede nelle istituzioni”. Così ha terminato il suo intervento Piergiorgio Morosini, Giudice per le udienze preliminari (Gup) di Palermo. E' a capo di innumerevoli indagini che hanno portato poi alla cattura dei più grandi boss della mafia e per aver scritto molteplici libri, tra cui “Attentato alla giustizia”. Il giudice ha tenuto una conferenza sul tema della legalità e della libertà nell’I.S.I.S.S. Piero Gobetti – Alcide de Gasperi lo scorso 15 dicembre. Durante la conferenza non ha parlato solo della sua lotta contro la mafia, ma ha anche espresso la sua totale fiducia nelle istituzioni. “Io non accetto che molti spesso affermino di non credere nella giustizia, che la politica è un completo disastro o che ogni singolo individuo al governo sia lì per rubare i soldi,
Ha entusiasmato i ragazzi che lo hanno interrotto con lunghi applausi
Piergiorgio Morosini
PERSONE
di Marialuisa Sgaramella* perché non è così”. Ha poi continuato rivolgendosi ai ragazzi: “Voi dovete credere nelle istituzioni. Le persone possono sbagliare, ma non è giusto che lo sbaglio di pochi si ritorca contro tutti gli altri, perché su quelle poltrone c’è davvero chi vuole darci una mano e chi crede in quello che fa. E voi giovani siete il nostro futuro, il futuro dell’Italia e del mondo”. Successivamente, ha precisato: “Non potremo mai ringraziare abbastanza chi ha versato il proprio sangue per garantirci la Costituzione, perché ci regala ogni giorno una vita dignitosa. Ma legalità non vuol dire accettare qualsiasi
cosa venga decisa per noi, legalità vuol dire confrontarsi, esprimere le proprie idee e i propri dissensi, così da offrire un’opportunità per migliorare, perché in una repubblica de-
mocratica come la nostra io non posso concepire che qualcuno possa dire ad un altro che non la pensa come lui ‘va via dalle palle!’. È il rispetto della persona che rende lo stato de-
mocratico superiore rispetto agli altri: non si dovrebbe chiedere la morte di un assassino nonostante il male che ha fatto, non si dovrebbe rispondere con la stessa carta a chi ci ha fatto soffrire perché non si può a forza di guardar negli occhi il mostro, diventare come il mostro”. E sul luogo comune della mafia intesa come puramente meridionale, lui che vive a Palermo dal 1993, ma cattolichino di nascita spiega: “Non pensate che la mafia non operi al settentrione, perché il suo potere nel nord non è certo inferiore a quello nel sud, soprattutto perché molti imprenditori del settentrione si rivolgono alla mafia di loro spontanea volontà per operazioni come la riscossione di crediti o lo smaltimento di rifiuti tossici o pericolosi senza nemmeno curarsi degli abitanti delle cittadine e dei comuni casertani dove questi rifiuti saranno poi scaricati.
È questo il potere della mafia, e nell’attuale periodo di crisi si sta rafforzando ulteriormente per le sue ‘prestazioni a basso costo’ o anche per gli ingaggi che offre grazie al pizzo preteso dalle imprese che da somma di denaro è passato a posti di lavoro, e la difficoltà nel denunciare non fa altro che accrescerne la forza”. Gli studenti delle classi 4 e 5E, rimasti attenti per tutta la durata della conferenza, rapiti dalle parole sincere e semplici di Morosini, lo hanno applaudito diverse volte, dimostrandogli il loro apprezzamento per la sua lotta a favore della giustizia ed hanno poi partecipato al dibattito conclusivo confrontando i loro punti di vista con quelli del giudice. Probabilmente, se ci fossero più eventi destinati alla sensibilizzazione dei giovani riguardo a questi argomenti, potremmo sperare, in futuro, di contrastare anche molte altre organizzazioni illegali e salvaguardare il futuro dell’Italia. *Alunna della IVC
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MORCIANO DI ROMAGNA
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61
Febbraio 2013
MORCIANO
La Moca porta Luisèn (forno), Murcen (panineria) e Olga (osteria) nel mondo al Sigep
Morciano ricostruita a ‘Brooklin’
Stefano Ciotti, classe '63
Morciano ricostruita Mirco Morotti vestito da anni Trenta. Insieme a Giuseppe (“Fafo”) Casadei è titolare della Moca, prodotti per panetteria, pssticceria e gelateria (Foto Roberto Bronzetti)
PERSONE
- Chi sa raccontare il proprio borgo, parla al mondo”. Lo ha detto il russo Leone Tolstoj, tra i massimi scrittori prodotti dall'umanità. Chissà se la Moca (ingredienti per forni, pasticceria e gelateria) si è ispirata a questo bell'adagio. Al Sigep (Salone internazionale del gelato e prodotti da forno), tenutosi alla Fiera di Rimini dal 19 al 23 gennaio scorso, ha ricostruito Morciano a “Brooklin”, il quartiere di New York che accoglieva gli italiani in cerca di opportu-
nità. La trasposizione forse è anche un modo per esorcizzare il presente. Addossate le une alle altre, cinque abitazioni, in ognuna un prodotto dell'azienda. Sui due piani delle case, scritte in dialetto con vecchie attività di Morciano davvero esistite. Da sinistra:
SCUSATE
Errata corrige - Sul numero di gennaio ci sono state due imprecisioni; entrambi gli artiocoli portano la firma di Hosein Fayaz. Chiediamo scusa ai lettori e all'autore. A pagina 45, pezzo sul lilancio, decimo paragrafo. Le previsioni del totale della spesa per tutto l’edificio dell’ex scuola media è di circa 2 milioni di euro (la superficie è di 1.420 metri quadrati). A pagina 47, sulla politica. Ultimo paragrafo: perché la nuova lottizzazione C1 (M9) su 12.094 metri quadrati di terreno ex agricolo paesaggistico situato sul crinale della collina di Via Panoramica, versante Ventena appartiene alla famiglia della sua consorte (del vice-sindaco Stefano Dradi, ndr) e nel 2008, durante l’amministrazione Ciotti, fu prevista la sua urbanizzazione.
Luisèn (Luigi Ghigi, babbo di Gianni e Carlo dell'omonima pasticceria), Murcen (come panetteria), infine l'“Olga”, la mitica osteria che si trovava in via Bucci, di fronte alla filiale della Banca Popolare Valconca (dovrebbe riaprire a breve). Tutte le diciture in dialetto sono state registrate; insomma, sono diventate potenzialmente dei marchi. Per la cronaca, nei cinque edifici, facevano bella mostra di sé i prodotti della Moca. A firmare lo stand Giovanni Cenni, un progettista morcianese che da anni si fa apprezzare per l'efficacia e la creatività delle sue associazioni di idee. Il quartiere di Morciano riportato a “Brooklin” era ambientato negli anni Trenta del Novecento. Tutto il personale era vestito come in quel decennio. In primis i due soci: Mirco Morotti e Giuseppe (Fafo, per gli amici) Casadei.
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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE Premio dialettale Villa, aperte le iscrizioni Giustiniano Villa (1842 - 1919) il poeta ciabattino
Febbraio 2013
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Proposte dei giovani del Caffè il 15 febbraio
MORCIANO DI ROMAGNA
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Sviluppo, la cultura per valorizzare il territorio Centro Del Bianco, sede dell'incontro
- Messaggio per gli amanti della poesia e della Romagna. A San Clemente si sta lavorando per la XXI edizione del premio di poesia e zirudela dialettale Giustiniano Villa. A breve sarà messo a disposizione degli interessati il regolamento per partecipare. Ma ricordiamo che partecipare è facilissimo: basta rimanere nei limiti dell’educazione e non inviare opere troppo lunghe per essere inseriti nel libro che ogni anno raccoglie le opere di tutti i partecipanti. Per ulteriori informazioni si può utilizzare l’indirizzo email casadei.claudio@gmail.com, o telefonare dopo le 19 al 3394858903.
- Il gruppo culturale giovanile della Valconca “Il Caffè” prosegue la sua stagione invernale ricca di eventi. Dopo aver proposto una serata di approfondimento su un tema di stretta attualità come il conflitto israelo- palestinese, ora la loro attenzione si sposta su un tema di altrettanto interesse. “Cultura è Sviluppo – Dal Colosseo alle Rocche Malatestiane idee per la valorizzazione del territorio” è il titolo della loro prossima iniziativa, che si tiene il 15 febbraio, ore 21 presso il teatro Villa di S. Andrea in Casale (sala polivalente). “Cultura”, questa la parola chiave della serata. Cultura come conoscenza in generale, del territorio e di tutto il patrimonio storico-artistico di cui l’Italia e la Romagna possono
andare fiere. L’idea è quella di capire qual è il modo migliore per valorizzare il nostro patrimonio culturale, nazionale e locale, e quale ruolo questo possa assumere nell’economia. I relatori cui è demandato questo compito sono: l’assessore al Turismo della provincia di Rimini, Fabio Galli, che ci parlerà del suo impegno nella promozione turistica dell’entroter-
ra attraverso il progetto “Malatesta e Montefeltro”; la dottoressa Sabrina Pedrini, docente di Economia della Cultura presso l’Università di Bologna che analizzerà con noi le relazioni tra la cultura e l’economia, partendo dall’importanza della conoscenza in senso lato fino alla conoscenza del proprio territorio; e la dottoressa Daniela Grossi, responsabile del sistema museale del comune di Riccione, che racconta l’esperienza di “Cultura on the road”, manifestazione organizzata la scorsa estate nella Valconca. Al termine della serata a tutti gli intervenuti viene offerto un piccolo buffet a cura del gruppo culturale “Il Caffè”. Per rimanere informati sulle prossime ini-
ziative è possibile seguire il gruppo sul blog gruppoculturaleilcaffe.blogspot.com, pagina facebook “Il Caffè – Gruppo Culturale” e su twitter @gccaffè. I Ragazzi de “Il Caffè” sono orgogliosi di presentare questa iniziativa e attendono con fiducia un sostegno e una partecipazione numerosa. Laura Perilli per il Gruppo Culturale “Il Caffè”. Un pensiero personale: Laura e i ragazzi del caffè mi autorizzavano a modificare questa presentazione. Ma quando i giovani insegnano ai meno giovani la via, bisogna percorrerla in silenzio. Io sono un grande estimatore del caffè, quindi sarò presente e spero di rimanere in piedi perché tanti miei concittadini avranno avuto la mia stessa idea. Claudio Casadei
SAN CLEMENTE - UOMINI
Biliardo, Memorial Stramèda
- Il 21 gennaio 2013 a San Clemente, nella saletta del Circolo Arci, si è svolto e concluso il primo Memorial Armando Ricci, appassionato di biliardo boccette prematuramente scomparso qualche tempo fa. Stramèda, soprannome di famiglia di Armando, aveva per il biliardo e le boccette una vera passione ed è per commemorarlo degnamente che a San Clemente si è pensato di organizzare in suo onore una gara di boccette ufficiale a cui hanno partecipato molti appassionati delle più importanti squadre locali. Dopo quattro serate e partite tirate all’ultimo birillo ha vinto Paolo Piselli del G.S. Euro di Cattolica, che ha battuto in finale Alessandro Gasperini Alessandro G.S Turismo di Misano. Sui gradini più bassi del podio si sono accomodati gli sconfitti delle semifinali: Patrick Martini del G.S. Acli Sant’Andrea in Casale e Michele
I vincitori Armando Ricci (Stramèda)
Muratori del GS Concordia di Pesaro. La gara si è svolta col coordinamento di Sandro Ricci, figlio di Armando, e la supervisione dell’arbitro Mario Eusebi di Morciano di Romagna. Direttore di gara il santandreese Fabrizio Salva-
tori. Il tutto è stato possibile grazie alla collaborazione del presidente del Circolo Arci Antonio Perrilli e della gestrice dello stesso, la signora Giusy. Appuntamento al prossimo anno per la seconda edizione, ma nel frattempo occhio al colle: buche e birilli sono sempre pronti a nuove sfide. Claudio Casadei
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Febbraio 2013
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Ponte Conca, quel pasticciaccio
S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE - La Romagna è stata un tempo una regione di emigranti. Il loro lavoro, la presenza del mare in tanti decenni ha fatto di essa oggi una terra d’immigrazione. Anche San Clemente non si sottrae al flusso di persone che a vario titolo, ma soprattutto per migliorare la propria condizione di vita, arrivano nelle nostre terre in cerca di lavoro, benessere o per una scelta di vita.
San Clemente, il borgo, bello quanto sconosciuto
tiva a causa della quale sono in forte aumento le richieste di aiuto ai servizi sociali. Le concentrazioni principali delle varie etnie presenti sono in via Trado nella frazione Fornace, in via dell’Industria, Casarola e in via Diaz, nel capoluogo. Rumene, russe ed altre signore provenienti dall’Est sono prevalentemente impiegate come badanti. L’edilizia invece è la fonte principale d’impiego per marocchini e albanesi. I cinesi sono naturalmente impegnati principalmente nella
Gli stranieri sono il 10% della popolazione SAN CLEMENTE
Rendering del ponte
- Che strano paese è l’Italia! E la Romagna, sempre più lontana dalla sua condizione di isola felice, le somiglia sempre di più e non certo per le sue bellezze naturali o i suoi monumenti, ma per una politica inconcludente, deludente e sempre più lontana dalla gente. Lo sviluppo della vicenda del Ponte sul fiume Conca sta assumendo toni che mai si sarebbero potuti immaginare. Anni di chiacchiere, espropri, promesse, presidenti di provincia passati che facevano dono alla gente del Conca della loro illuminata e superiore, presenza per spiegare che il tutto era indispensabile, che nessuno ci avrebbe perso nulla che il ponte sarebbe stato strumento di sviluppo indispensa-
bile alla soluzione di tutti i problemi della viabilità locale. Passano amministrazioni e anni, la sequela di assessori provinciali prodighi di rassicurazioni, di tecnici che in consigli comunali straordinari tenuti in calde giornate estive e in fredde giornate invernali spiegavano l’ineluttabilità di certe scelte tecniche, di nuovi incauti presidenti pronti a promesse di dimissioni dimettersi il ponte non venisse costruito. Sono passate decisioni prese sulle spalle della gente con la promessa che col ponte in Valconca prima e a San Clemente in particolare, quel ponte avrebbe portato un miglioramento della viabilità e della qualità della vita. Claudio Casadei
San Clemente, paese del mondo Facile quindi percorrendo le vie sanclementesi incrociare volti e colori di un mondo che si ritrova in un paese ancora accogliente, dove gli affitti sono meno onerosi che sulla costa e la gente è ancora aperta e disposta al dialogo. I fatti e i dati reperibili dall’ultimo censimento danno per il Comune in data 31 dicembre una popolazione residente di 5.200 abitanti; con una presenza di 567 cittadini stranieri: il 10,9 per cento della popolazione. Percentuale che è poco più della metà della media regionale, al 19,2% nell’ottobre 2012. In ogni caso a San Clemente c’è ormai la presenza di tutti i continenti del mondo esclusa l’Oceania. Est Europa, Africa, America Latina, Asia, tutti hanno qualche
di Claudio Casadei portabandiera a San Clemente. La comunità più numerosa è quella proveniente dall’Albania, forte di 146 presenze ufficiali. Per rimanere in ambito est europeo i rumeni presenti sono 61 (di cui 53 donne), gli Ucraini 25, i macedoni e moldavi 16. Ci sono poi le presenze dei russi, lettoni, lituani e turchi asiatici. L’Africa ha una nutrita pattuglia di marocchini, 53. Ma sono presenti anche 44 senegalesi, 13 tunisini e poi etiopi, nigeriani e kenioti. Dal Sud America alla nostre terre sono emigrati 16 ecuadoregni, 15 peruviani, 7 cubani e poi brasiliani e colombiani. L’Asia ha la sua
importante rappresentanza cinese, forte di una settantina di persone, ma sono presenti anche vietnamiti, thailandesi, e iraniani. Anche dall’Europa Occidentale è presente un più modesto flusso d’emigrazione: 7 francesi, 5 tedeschi, 3 inglesi e austriaci, belgi, olandesi. E dulcis in fundo, qualche sammarinese! Contrariamente che in altri luoghi la presenza di stranieri sul territorio sanclementese non ha portato a nessun eclatante problema di ordine pubblico; si tratta normalmente di gente che lavora e che, economicamente più indifesa, purtroppo sta subendo ultimamente una congiuntura generale del lavoro nega-
produzione tessile e il numero di 67 componenti di questa piccola enclave appare stimato in forte difetto rispetto alla realtà; i senegalesi invece sembrano amare particolarmente la cucina: tra loro ci sono in preminenza cuochi Ma anche commercianti! Il Comune di San Clemente per favorire l’integrazione dei nuovi arrivati ha organizzato un corso di lingua italiana per stranieri. Al momento, non ci sono manifestazioni pubbliche né del comune, né di altre realtà sociali presenti sul territorio (associazioni., parrocchie, pro loco, sindacati…) che abbiano come scopo principale l’integrazione dei nuovi residenti. Potrebbe essere un idea per il futuro, fondi permettendo per carità!
di Claudio Casadei
Sant'Antonio, animali in benedizione - Lo scorso 20 gennaio don Luca, parroco della comunità sanclementese, ha onorato Sant’Antonio abate, il protettore degli animali rinnovando un’antica tradizione che vuole benedetti proprio questi senza trascurare anche i bipedi a corredo. Nella piazza di fronte alla chiesa sono convenuti alcuni parrocchiani e i loro amati animali; cavalli cani, gatti ed altri animali hanno ricevuto una benedizione che li accompagnerà fino all’anno prossimo quando, si spera, aumenteranno i presenti.
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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO
Febbraio 2013
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MORCIANO DI ROMAGNA
Storia vera raccontata da Oreste Delucca. Con un italiano degno di un romanzo
Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)
La fèmina del prete, storia d'amore tra la fine del 1400 inizio del 1500 PERSONE
Mondaino fotografata da Luciano Liuzzi
- La vita di un prete buono - tutta spesa al servizio della sua gente - è travolta da un amore sbocciato per volere del destino e vissuto rifiutando compromessi o ipocrisie. Una vicenda realmente accaduta a Mondaino, tra la fine del Quattrocento e il primo Cinquecento. La storia vera l'ha raccontata in un signor libro il riminese Oreste Delucca, il principe degli archivi. Uno storico che sa leggere tutte le calligrafie manoscritte come se fossero nitide stampe moderne. Tonino è figlia di una signora vedova di Mondaino che va in sposa ad un forlivese. Dopo la morte del marito fa ritorno a casa. Il piccolo è chiamato con scherno il forlivese. Quando salva un amichetto, grazie al fatto che sa nuotare, viene accolto dal
gruppo. A sei anni scopre la cultura in un rimbrotto tra i giovani mondainesi ed il prete. Ragazzi sapete, qual è l'arma più forte?”. “La balestra”, “Lo schioppetto”, “La bombarda”. “Nossignori, è l'istruzione!”. Tonino viene colpito. Ha sei anni. Grazie al don, inizia ad imparare a leggere e scrivere. Entra in seminario, ancora giovane viene nominato parroco di San Michele. Una povera vedova di Montelevecchie (l'odierna Belvedere) affida la figlia ad una coppia di mondainesi. I due muoiono; la giovane si trova senza nulla. I parrocchiani chiedono aiuto al generoso don Tonino. Scocca l'amore... Il libro si legge come un romanzo. Corre via veloce ed è uno spaccato di storia delle nostre terre. Delucca è un affabulatore semplice, preciso, elegante. Storia ricostruita attraverso le carte, Il libro è stato pubblicato dall'editore riminese Massimo Panozzo. La madre era un'Albini di Saludecio.
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MORCIANO DI ROMAGNA
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Febbraio 2013
Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica) RACCONTI
La piazza e la polenta nel pozzo - Tre storie di Cerreto raccolte nel libro “La polenta nel pozzo” di Vincenzo Sanchini. Raffinato umorismo
La piazza Per allargare un po’ più la piazza, giù a Cerreto è già da molto, che hanno deciso di spostare la chiesa. Un giorno di festa che si ritrovano, sotto il muro che li intralciava, mettono l’olio perchè scivolasse. Urlano, puntano i piedi, hanno il fiatone, si bagnano le mani, si vede che ricominciano a spingere insieme. Si ingobbiscono, sentono che va; la smettono quando sono stesi, che bastava un uomo più in là. La Piazza Contro quella chiesa che ridava impiccio, quelli che ormai conosciamo bene, decidono di spingere di nuovo insieme. Col sudore che gli cola giù, le loro giacche che li ostacolano, fanno presto a finire in terra. Uno straccivendolo che andava in giro, di quelli che passano nelle campagne, prende su quel mucchio di stracci. Dopo un po’ che non ne possono più, uno che si gira a guardare indietro, tutto contento dice agli altri, di smettere ormai di fare fatica, che erano arrivati già tanto in là, che non si vedevano neanche più le giacche. La polenta nel pozzo Per la festa della parrocchia, giù a Cerreto che ci tengono molto, sono d’accordo per una polentata, di mangiare insieme in quella occasione. Subito dopo la benedizione, si ritrovano nel «pianlón» tutti attorno a quel pozzo, che era adatto come paiolo. Ci sono i Putèna, i Paultn, t Zanèta, i Zifirìn, i Furìn, i Quaiarìn, ci sono tutti quei contadini. Col sole rosso che fa l’occhiolino, dietro alle punte di San Marino, si aiutano a vuotare insieme, i sacchi quei parrocchiani. Uno di quei giovani, un intelligentone, di quelli che studiano giù in pianura, non si tiene, vuole andare a vedere, che non passasse di cottura. Gorgoglia, si sente che gli piace, non si decide a ritornare su. Per paura che la finisse, anche gli altri si sono buttati giù.
SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO Vincenzo Sanchini ha scritto un altro libro che racconta gli abitanti di Cerreto. Titolo ”“Li pedghe”
Cerreto, l'arte di sorridere con se stessi Viene presentato il 10 febbraio nella biblioteca di Saludecio, con inizio alle 16. Con l'autore, anche Gabriele Bianchini, Ennio Grassi e Oreste Delucca PERSONE
- Tutti noi vorremmo essere come Vincenzo Sanchini. L'età no, però. E' un uomo longilineo, intelligente, colto (si schermisce sempre). E aspetta gli amici coi quali ha appuntamento sulla scalinata di piazza Cavour ad osservare quel mondo riminese con gli occhi della curiostà. E' nato a Cerreto, ma fin da ragazzo si è trasferito a Rimini. Ha sintetizzato il meglio delle due comunità. La sua
Vincenzo Sanchini e il suo libro
vita è stata attraversata da fatti belli e un'ombra. Grande per chiunque. Ha sempre insegnato italiano. E' profondo conoscitore del dialetto. Cerreto lo ha reso immortale. Su questa
piccola comunità ha scritto alcuni libri. Il primo fu il mitico “La pulenta t'è pèz”. L'ultimo è sempre su Cerreto ed i suoi abitanti, che poi sarebbero i suoi amici. Si intitola “Li pèdghe” (Le orme). In dialetto, con traduzione a fronte, racconta le parole, la gente, i luoghi, le storie e le tradizioni di Cerreto. In fondo al volume i contributi di due big della cultura della provincia di Rimini, Ennio Grassi e
Oreste Delucca. Viene presentato il 10 febbraio, nella biblioteca di Saludecio, con inizio alle 16,30. Coi lui altri amici che hanno contribuito ad arricchire il volume pubblicato dal Comune di Saludecio: Gabriele Bianchini, Ennio Grassi, Oreste Delucca. La presentazione si inserisce in un progetto dell'assessorato alla Cultura dal titolo “Parole tra cielo e terra, tra storia e tradizioni”. Altri appuntamenti saludecesi, sempre in biblioteca, sempre alle 16,30. 24 febbraio - “Un lupo da comprendere e amare”. Presentazione del libro “Il Cane lupo cecoslovacco” di Daniela Ciotti. 3 marzo. Luigi Gualtieri, scrittore e drammaturgo. Giacinta Pezzana, attrice. Due personaggi della cultura dell’800. Un progetto culturale comunale per far conoscere e valorizzare, attraverso studi e ricerche, la figura di Gualtieri, nato a Saludecio, e della moglie Giacinta.
Cerreto, antico castello
RILASCIO BOLLINO BLU - PLAKETTE PER LA GERMANIA
- Le origini di Cerreto si perdono indietro nel tempo. Una delle prime notizie certe riguardanti il Castrum Cereri Abatis risale al 1231, quando il castello abitato da una cinquantina di persone fu sottomesso dal comune di Rimini. In seguito conobbe la dominazione di Sigismondo Malatesra e alla sua morre (1461) del figlio Roberto. In Romagna avanzarono poi i Veneziani ed anche Cerreto fini sotro di loro (1505). Sconfitti i Veneziani, il papa ritornò in possesso dei territori di Romagna e il piccolo centro segui le sorti dello stato pontificio fino al 1860, quando si uni al Regno di Sardegna. Comune per qualche decennio, è ora frazione di Saludecio. Con una deviazione di un km a metà strada sulla provinciale che da Mondaino porta a Tavoleto, è ancor oggi possibile vedere le mura in parte restaurate del vecchio castello e prima dell’ingresso rimesso a nuovo...
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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO TEATRO
Montescudo, bella stagione dialettale e non solo - Il cartellone del Rosaspina di Montescudo si caratterizza per una stagione teatrale all'insegna del dialetto (alla XX edizione) e non solo. Il calendario. Sabato 9 febbraio ore 21 compagnia. “La Burla” (Rimini) commedia: “Tl’uffizi ad san pitri” (Nell’ufficio di san pietro). Sabato 16 febbraio ore 21 - compagnia: “Mej che gnint” di bellariva (Rimini): “Ogni frot la su stagion” (Ogni frutto la sua stagione). Regia: Giuseppe Ciavatta. Sabato 23 febbraio ore 21 - La compagnia teatrale “Del Gallo” di pesaro presenta lo spettacolo dialettale: “Per me’ e’ fa rida” (Per me fa ridere). Regia: Paolo Cioppi. Sabato 2 marzo ore 21 Compagnia. “La mulnela” di Santarcangelo: “Che bel mistier fe’ e giardinier” (Che bel mestiere fare il giardiniere). Fuori rassegna - Venerdì 8
marzo ore 21 - “Montescudo festeggia la donna”. Sono diventati ormai una tradizione i festeggiamenti che il comune di montescudo dedica alla giornata della donna anche quest’anno verrà premiata una o piu’ donne residenti nel comune stesso o in qualche modo a questo legate e a seguire un piacevole spettacolo. Ore 21,15 premiazione; ore 21,30 spettacolo (ingresso libero). Sabato 9 marzo ore 21 “La tribù del villaggio” presenta: “Buon compleanno manu” (a ricordo del piccolo Manuel) spettacolo di cabaret. ingresso ad offerta libera. L’incasso sarà devoluto alla pediatria dell’ospedale.
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Stampate 6mila copie. Andate a ruba. Era di Croce di Montecolombo
Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Checco, libro best seller sul girovago che voleva solo 10 lire Le testimonianze le ha raccolte Emilio Cavalli. Una vita raccontata come un romanzo. Dietro il successo, quale significato di valori?
Emilio Cavalli vicino al manifesto che pubblicizzava il libro su Francesco (Checco) Andreini (1932 - 1982)
CULTURA - L'ultimo della Valconca diventato immortale grazie al libro che ne racconta vita e gesta. Tra un secolo, forse un millennio, i nostri discendenti leggeranno la vita di Francesco (Checco) Andreini, un viandante di Montecolombo che veniva accolto in ogni casa. La sua vita è stata raccolta
e narrata da Emilio Cavalli, un morcianese che ha all'attivo una decina di libri sulla Valconca ed i suoi personaggi. “Pane, vino e mortadela”, il titolo, è stato distribuito in 6 mila copie; forse solo la Bibbia è più presente nelle case delle famiglie della provincia di Rimini. Lo scorso Natale la Conad di Riccione Boschetto e Misano Rio Agina lo ha distribuito come regalo-strenna. In tanti volevano il libro, ma sono rimasti senza. Una vita errante ma precisa. Checco aveva le famiglie che lo ospitavano in quel dato giorno della settimana, oppure in quel dato giorno del mese, per finire in quella ricorrenza dell'anno. Vagabondava, ma aveva i suoi paesi preferiti: Montecolombo, Coriano, Montescudo, Riccione, Morciano.
Il libro reca anche testimonianze. Riportiamo una parte di Pier Francesco Gasperi che daà l'idea del rapporto tra Checco e chi lo ospitava. “Anch’io, come tante altre persone ho conosciuto Checco da vicino, lo ricordo fin da quando ero bambino che ogni mercoledì a pranzo si fermava da mia nonna Ancella (Maria Vittoria Bucci, famiglia “Guaitèn”) a Trebbio di Croce, sopra il lago, ed arrivava con la corriera della Sapum da Rimini dopo essere stato al mercato settimanale. La corriera faceva un’apposita fermata per fare scendere Checco che imboccava un sentiero per raggiungere la casa di mia nonna. A Checco gli piacevano molto i maccheroni che cucinava mia nonna ed appena arrivava, essendo Checco di poche parole, ed io bambino mi stupivo, per-
ché poneva sempre la domanda all’incontrario e rivolgendosi a mia nonna gli diceva in dialetto “ti piacciono i maccheroni”, con ciò intendeva chiedere se aveva un piatto di maccheroni da offrirgli, che naturalmente erano sempre pronti. Dopo aver mangiato faceva una pennichella sul ‘sofà’ una sorta di divanetto autocostruito con tavole di legno ma reso morbido perché imbottito di lana e si trovava sotto il portico aperto, ove Checco in diverse occasioni ha dormito anche di notte perché su quel ‘sofà’ si trovava a suo agio e lo riteneva molto comodo (...)”. Checco accettava solo le 10 lire, forse perché sopra era incisa una spiga? Ma perché il successo di questo libro che racconta la vita dell'ultimo?
LO SPORT
Un team nel nome di Marco Simoncelli
Un momento della cerimonia di presentazione del team nel nome di Marco Simoncelli (Foto Marzio Bondi)
- Fare felici due ragazzini sulle due ruote nel sorriso di Marco Simoncelli, il campione umile (richiamava al telefono gli sconociuti) scomparso prima del tempo in pista un anno e mezzo fa. Il team che ne porta nome e ricordo è stato presentato lo scorso gennaio in una cerimonia commovente e profonda. Lo guiderà Paolo Simoncelli, il babbo. Sul palco anche Guido Meda, la voce dei motori di Italia1 e Fausto Gresini, team manager di Marco.
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Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Teatro e cibi a CorTe - Rappresentazioni teatrali e eno-gastronomiche a CorTe in febbraio. 23 febbraio, ore 21,15 - “La Mulnela” in “Ognèun a su mistir... e i’ignurènt ma la cariola”. Commedia comica in due atti liberamente tratta dal racconto La fameja ad Murdecia di Giovanni Spagnoli. In scena la compagnia dialettale amatoriale fondata negli anni ’90 a Poggio Berni da un gruppo di amici che condivide la medesima passione per le tradizioni legate al territorio. L’origine del nome deriva da una piccola macina di molino, oggi scomparsa, situata nel piccolo paese della Valmarecchia, che serviva a macinare piccole quantità di grano. (Ingresso • 10). DegustiAmo Il 19 febbraio – ore 20, a CorTe con L’arte dei sensi... a km zero. Il luogo diventa un Teatro Bistrot, offrendo agli avventori un’esperienza sensoriale nel gusto dei prodotti di eccellenza del territorio e momenti di spettacolo a tema. In programma degustazioni guidate da esperti e coordinate dall’osteria
CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO Scomparso a fine gennaio. Aveva 90 anni. Trascinatore di ogni iniziativa della frazione
Addio Faitanini. Istituzione a Valliano di Pier Francesco Gasperi
Coriano, l'elegante porticato del teatro
La Cantinetta della Corte e il ristorante La Greppia di Coriano in collaborazione con la Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini e il patrocinio del Comune di Coriano. Ad arricchire gli assaggi le performance musicali, coreografiche, comiche e poetiche di formazioni della provincia riminese a cura della direzione artistica Fratelli di Taglia. Appuntamento il martedì sera, ogni quindici giorni, fino al 2 aprile 2013. Info e prenotazioni: 0541 658117 – 347 4835584 cavolafabio@alice.it
- A Valliano era un’istituzione. Quando arrivavi a Valliano di Montescudo trovavi sempre Pietro Faitanini ad accoglierti, una vera e propria istituzione. Pietro a fine gennaio ci ha lasciati, all’età di novantanni. L’intera comunità e molti amici e conoscenti accorsi dall’intera provincia si sono raccolti in preghiera per l’ultimo saluto ed onorare una persona o meglio un amico che è stato a Valliano ed a Montescudo un vero “grande”. Faitanini è stato un trascinatore di ogni iniziativa che si è svolta a Valliano è stato l’animatore del comitato parrocchiale che ha raccolto attorno a se un bel gruppo di giovani, motore delle feste, si ricorda quella tradizionale di ferragosto che si celebra da oltre trentanni. E’ stato uno dei grandi protagonisti che a tutti i costi ha traghettato il restauro del Santuario. Pietro
Pietro Faitanini
faceva da guida, Ti spiegava con parole semplici,mla storia della chiesa e della venerata Madonna del Soccorso, dei suoi miracoli, ti spiegava i lavori agricoli, la cultura del luogo e poi tutto si concludeva con una fetta di ciambella e un bel bicchiere di vino. Uomo sempre calmo e pacato, mai una parola fuori posto e ciò che colpiva e che ti accoglieva con un sorriso che ti metteva il buon umore, goliardico e molto simpatico allo stesso tempo, pronto alla battuta ed allo scherzo da buon romagnolo, Ti faceva sentire uno di casa. Era veramente coinvolgente, quando si arrivava a Valliano si chiedeva sempre di Faitanini. Pietro era stato nominato per veri meriti “Cavaliere del Lavoro”. La vita certamente ha il suo corso ma Pietro ha lasciato un vuoto veramente incolmabile perché era un personaggio veramente unico ed insostituibile.