Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
ANNO 16 N.6 Euro 1,50
Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini
REDAZIONE: VIA GARIBALDI, 30 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it
RICCIONE - 25
RIMINI - 10-11
IL PUNTO DI VISTA
Elezioni e il bisogno di onestà di Alessandro Roveri* - I ballottaggi del 20-21 maggio hanno visto confermato il declino del partito di Berlusconi e della sua ex alleata Lega Nord. La Lega Nord ha subito 7 sconfitte su 7; il centro-sinistra, rappresentato a Palermo dal dipietrista Orlando e a Genova da Doria, ha distrutto i berlusconiani nelle due grandi città, e soprattutto ha strappato a Berlusconi Como, Monza, Lucca, Alessandria, Rieti, Asti, Desenzano. Il disastro dei berlusconiani è stato completo. Sta a sé il caso di Parma, dove leghisti e berlusconiani, dopo avere riempito di ladri la precedente amministrazione dimissionaria, hanno fatto vincere il candidato di Grillo. Il movimento 5 stelle, soprattutto dopo che Grillo si è opposto al voto agli immigrati, sta prendendo il posto che fu della Lega Nord: è esposto cioè al rischio di diventare puramente e semplicemente una forza di destra. L’idiozia della Padania e del dio Po ha avuto dagli elettori quel che si meritava, indagini giudiziarie a parte. Su il Futurista del maggio 2012 si è aperta la discussione sul movimento Futuro e libertà fondato da Gianfranco Fini, del qua-
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Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.° 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”
Think, tank, turismo laboratorio di idee
Petitti , segretario Pd: “Coesione sociale e giovani”
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Lino Tonti, il Leonardo dei motori
GIUGNO 2012
Gobetti, Raschi: grande organizzatore e bella persona in pensione MORCIANO - 77
CATTOLICA - 53
Crisi mattone, ricchezza bruciata Quello che all'apparenza è una crisi privata ha ripercussioni sociali ed economiche che dovrebbero far riflettere: sprecato il risparmio per non aver alzato la testa. Ora che cosa fare?
MADE IN ITALY - La boll sa du batèch Il calcio nella tempesta, la chiesa nella burrasca, i partiti nella tormenta, l'economia nella bufera...
E adès anche la tèra l'ha ciàp la trémarèla...
MISANO - LA CULTURA
Poeti, filosofi, scienziati sotto le stelle
Da sinistra: Livia Signorini (assessore alla Cultura), Pier Luigi Celli e Gustavo Cecchini (direttore della biblioteca)
di Matteo Marini - “Nulla di nuovo sotto il sole” recita il passaggio biblico forse più intrigante ed umano dell'Ecclesiaste. Forse il direttore della biblioteca Gustavo Cecchini vi si è rifatto per la sua consueta rassegna di giugno “La biblioteca illuminata”. “Poeti, filosofi, scienziati sotto le stelle” il titolo dell'edizione 2012. Ha chiamato cinque dei maggiori intellettuali ita
- Ci vedi il cielo attraverso, dai vetri rotti tra le intelaiature rose dalla ruggine, o dagli spazi mai riempiti delle pareti incomplete, bucate, come una chiostra che manca di qualche dente. È un male, quasi un cancro, quello di cui soffrono i nostri centri industriali e artigianali, che ormai ha assunto dimensioni preoccupanti. Anche se non esiste una stima
Pagine 2-3
Cecco - Toulouse-Lautrec - 2012
EVENTI
VALCONCA
San Giovanni
San Clemente Moto, I Menghi nel mondiale Villa, Premio di valore San Giovanni Bilancio, Imu al massimo Coriano Intervista al sindaco, Montefiore Spettacolo per bambini Mondaino Con Chiaretti turismo e cultura Montegridolfo Su copertina rivista olandese
Breve massima di saggezza
Notte delle Streghe
La corruzione è un veleno e la mancanza di legalità uccide l'economia
MISANO
Giulia Bongiorno
Hotel Sole
Nicola Bordoni e il primo albergo di Misano
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TERREMOTO - REPORTAGE EMILIA
Siamo on line con il nuovo sito www.lapiazzarimini.it Giugno 2012
INCHIESTA
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Gli immobili sono preziosi risparmi della comunità, ma se non servono, uccidono sviluppo e territorio
Crisi mattone, quando l'allegra comunità si brucia la ricchezza oltre 16.000
L'INCHIESTA segue dalla prima pagina della quantità di capannoni sfitti presenti sull’intero territorio provinciale, di cattedrali che si levano dal deserto se ne contano a mazzi per volta. Cerasolo, Rimini, San Giovanni in MarignanoCattolica e Verucchio tra gli altri. Fabbricati artigianali, industriali o commerciali. E poi case. Anche qui il numero delle abitazioni sfitte non è una stima certa. Il loro esistere, il loro aver occupato, modificato e ricoperto il suolo ha conseguenze importanti sul paesaggio e sulla vivibilità di chi lo abita. Scelte politiche attuate attraverso piani regolatori, piani strutturali, piani particolareggiati e piani operativi. Il boom inarrestabile è stato arrestato alla fine da una crisi venuta da lontano. Che ha lasciato vuoto il nuovo, svuotato il vecchio e abbandonato una eredità scomoda, da gestire e da riempire. Un patrimonio che nel migliore dei casi potrà essere il guscio per una rinascita, della quale però ancora non si intravedono nemmeno i bagliori. Nel peggiore il degrado e l’incuria se li divoreranno lasciandosi alle spalle strutture pericolose, in un territorio con un rischio sismico maggiore dell’Emilia, messa in ginocchio solo poche settimane fa. Ad aprile il Comune di San
Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Via Garibaldi 30 - 47843 Misano Adriatico Redazione Via Garibaldi 30 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364
Giornale in stampa il 6 giugno
Rimini, appartamenti sfitti per un valore di circa 2,6 miliardi di euro
Giovanni in Marignano ha approvato una delibera che cambia destinazione d’uso ai terreni e ai fabbricati della zona industriale, consentendo la trasformazione degli edifici in strutture commerciali, aumentando la superficie disponibile con la realizzazione di soppalchi. L’esigenza di dare respiro e attrarre nuove possibilità di sviluppo, ma soprattutto di un patrimonio inutilizzato, ha spinto la maggioranza di Domenico Bianchi fino alle soglie di una crisi. La delibera infatti è passata grazie ai voti favorevoli dell’opposizione. E anche questo è un termometro che indica quanto possa scottare il mattone da queste parti. I numeri Uno degli indicatori della crisi nel settore è quello delle compravendite immobiliari che, in provincia di Rimini, hanno registrato una picchiata vertiginosa negli ultimi dieci anni. Sia nel settore delle abitazioni che in quello non residenziale. Dieci anni fa si sono effettuate, in totale, nei due settori 5.466 compravendite. Negli ultimi dieci anni la curva ha registrato una picchiata significativa e il 2011 rappresenta il punto più basso. Nel 2002 le transazioni del mercato immobiliare, in tota-
le, sono state in provincia di Rimini 5466. Quasi 6.000 nel 2006. I due anni in cui il mercato è stato più attivo. In mezzo una lieve flessione. Poi la caduta, vertiginosa, fino ad arrivare ai 4248 dell’anno scorso. Ultimi dati disponibili. Se guardiamo al solo settore residenziale si sono contate 4.110 compravendite nel 2002, 4.974 nel 2007. Appena 3.571 nel 2011. Una flessione, rispetto al picco massimo, di quasi il 30 per cento. Ancora peggio il mercato del non residenziale. Qui è stato il 2002 l’anno più caldo con 1.356 transazioni, delle quali 515 riguardavano magazzini e 154 industrie e capannoni. Si arriva al 2011 con
appena 677 compravendite (376 magazzini e 65 tra industrie e capannoni). Una flessione del 50 per cento. Il 2010 invece è stato l’anno in cui si sono registrate meno compravendite di industrie e capannoni: solo 46 in tutta la provincia, un calo del 70 per cento rispetto al 2002. Un ultimo dato è quello che riguarda invece i permessi di costruire. Anche qui la curva è significativa e parte proprio dalla metà degli anni ’00. L’Emilia Romagna nel 2005 era al terzo posto per numero di nuove abitazioni in rapporto alle famiglie (18 ogni 1.000 e 1229 metri quadri). Nel 2009, ultimi dati Istat disponibili, il valore è sceso a 5 nuove abitazioni per 1.000 famiglie e 424
Compravendite residenziali e non provincia di Rimini 5.466
2002
6.000
2006
4.248
2011
metri quadri. Due terzi in meno. La crisi naturalmente arriva da molto lontano ed è una voragine nella quale sono precipitati tutti quanti. Ha origine, non è un mistero, da quella economica. Capannoni industriali, commerciali, magazzini e case vuote. Sono nuovi, o almeno lo erano, ma non trovano un inquilino. E i dati contrastanti non aiutano a capire la portata del fenomeno. Che non sembra essere chiaro nemmeno agli addetti del settore: “Non riusciamo nemmeno noi a fare una stima di quanti appartamenti e quanti capannoni siano invenduti o vuoti – spiega Luciangela Paiano, presidente del Fiaip di Rimini (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) – e le poche cifre, come i 15.000 appartamenti sfitti del comune di Rimini, sembrano delle ‘sparate’. Non si capisce da dove vengano questi dati. Visto che i Comuni non li hanno messi a disposizione nemmeno a noi”. Il numero, 15.000 case sfitte, è un riferimento fatto dalla Caritas nel rapporto sulle famiglie indigenti pubblicato ad aprile. Fonte il Comune. Case sfitte che, anche se sembra un controsenso, non significa sempre case vuote: “Vorremmo sapere per esempio se si tiene conto anche di quegli appartamenti in affitto senza contratto”. Detto in parole povere: in nero. Ma davvero non esiste un modo per capire e quantificare? “Bisognerebbe effettuare una indagine presso le singole ditte. Ma le aziende sono restie a fornire questi dati.
È un gioco che assomiglia alla Borsa. Sia per quanto riguarda il numero di immobili che per il prezzo”. Insomma quando si è in difficoltà meglio tenere la bocca chiusa, altrimenti le quotazioni crollano: “E’ molto peggio della crisi negli anni ’80 – continua Luciangela Paiano – quando le ragioni del crollo erano tutte interne al settore edilizio e interessavano quello perché i prezzi erano saliti alle stelle”. Una bolla immobiliare che poi è esplosa. Ora invece è esattamente il contrario: “Siamo influenzati da una crisi globale, anche quello che succede alla borsa di Taiwan ha riflessi su di noi. Non c’è liquidità, non ci sono soldi. Le banche prestano agli imprenditori che poi non possono vendere. È come un cane che si morde la coda”. Sì perché poi, se non c’è liquidità, le banche stesse non prestano denaro per acquistare gli immobili che quindi restano sul mercato e piano piano si svalutano. “Le aziende stanno alla finestra, aspettando che i prezzi scendano per acquistare magazzini ed edifici per la produzione. Ma i prezzi a mio modo di vedere sono già calati e non credo scendano ancora più di tanto”. Mauro Bernardini Con il collasso di un sistema basato sulla edificazione massiccia e sulla speculazione con lo strumento del piano regolatore (gli oneri di urbanizzazione sono stati fino ad ora lo strumento preferito dalle amministrazioni per coprire anche una grossa fetta delle spese correnti, dal 2013 non sarà più così) sarebbe utile una riflessione: che fare di quello che abbiamo già? Tanto si è costruito e tanto ancora si costruirebbe (basta guardare i piani strutturali di comuni
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3 Morciano - Via Ca' Fabbro 130 Tel. 0541.851411 Fax 0541.987453
San Giovanni in Marignano, zona produttiva
come la stessa San Giovanni o San Clemente). Il terremoto che ha sconvolto e purtroppo sta ancora sconvolgendo l’Emilia ci insegna che l’attenzione sull’edificato non può prescindere da una manutenzione per gli edifici storici e più obsoleti in termini tecnologici. Ma anche il nuovo può scadere presto se lasciato senza manutenzione: “Gli edifici industriali sono spesso dotati di strutture caratterizzate da schemi statici che non possiedono grandi riserve di resistenza –
Giugno 2012
INCHIESTA
Tracollo sia nel residenziale sia nei capannoni produttivi. Nel residenziale 4.974 compravendite nel 2007 vs 3.571 nel 2011
spiega l’ingegner Mauro Bernardini, dell’associazione Io non tremo - usando una terminologia tecnica si tratta di cosiddetti schemi isostatici, con pilastri incastrati alla base e travature di copertura appoggiate. E’ dunque molto importante che i singoli elementi siano stati concepiti per sostenere azioni orizzontali come quelle di natura sismica. Detto questo, è evidente che per i capannoni costruiti prima del 1983 il problema delle garanzie offerte nei confronti del rischio sismico si pone seriamente anche in ragione della vetustà di questi edifici e del degrado fisiologico al quale possono essere soggetti. Riguardo a quanto costruito successivamente alla classificazione sismica del 1983, tenuto conto dell’evoluzione che le normative antisismiche hanno avuto negli ultimi trent’anni può essere ragionevole attuare alcuni controlli, eventualmente al fine di adottare quei piccolo presidi che possono consentire di garantire livelli di protezione paragonabili a quelli stabiliti dalle norme più recenti”. Ciò che è stato costruito a norma decine di anni fa può non essere più sicuro, soprattutto se degradato: “La manutenzione è un elemento fondamentale per il mantenimento delle prestazioni di un edificio – continua Bernardini – al punto che oggi le normative
vigenti hanno introdotto il concetto di vita nominale dell’opera intesa come il “numero di anni nel quale la struttura, purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è destinata”. La cultura italiana è tale per cui difficilmente, di fronte a opere che hanno sfidato i secoli come quelle che ci sono giunte dall’antica Roma, si è portati ad accettare che ciò che costruiamo ha una vita limitata. Nonostante le ingiurie del tempo, i nostri edifici continuano a sostenere, anche se con fatica sempre maggiore col passare degli anni, le azioni ordinarie derivanti dall’uso che ne facciamo e tendiamo ad ignorare che con lo trascorre il tempo si restringono i margini di sicurezza. In occasione di eventi sismici i fabbricati sono chiamati a fornire le massime prestazioni, attingendo a comportamenti e risorse mai chiamati in causa prima e quindi è importante che in quei frangenti i nostri edifici si trovino in perfetta efficienza. Un edificio in stato di abbandono degrada e si presenterà impreparato alla prova del terremoto”. Questo vale soprattutto per gli edifici storici, come per esempio i borghi antichi e i casolari costruiti nel XIX o all’inizio del XX secolo. E quelli del dopoguerra: Tenuto conto delle devastazioni portate dal secondo conflitto mondiale,
è facile capire che gran parte del patrimonio edilizio, che ha visto la luce tra gli anni ’50 e il 1983 è sorto in assenza di norme che prevedessero una progettazione secondo criteri antisismici. E’ importante dire che diversi edifici costruiti in quell’intervallo di tempo sono stati demoliti e sostituiti da nuove strutture e in diversi casi sono stati attuati interventi di ristrutturazione che hanno consentito di realizzare opere di miglioramento o addirittura adeguamento sismico. Il tema della vulnerabilità dei centri storici è delicato ed è legato alle caratteristiche degli edifici, allo stato di conservazione degli stessi e alla tipologia e qualità degli interventi di consolidamento e rinforzo che sono stati attuati nel corso dei secoli. La riviera riminese è poi caratterizzata dall’edilizia alberghiera del dopoguerra e da edifici storici particolari come i villini dei primi decenni del ‘900, in alcuni casi trasformatisi, anche fisicamente e in termini di consistenza, in strutture ricettive. E’ dunque difficile fornire una esatta stima del patrimonio a rischio elevato e sarebbe auspicabile un censimento delle opere maggiormente vulnerabili nell’ottica della predisposizione di piani di messa in sicurezza e per predisporre piani di protezione civile efficaci basati su scenari di danno realistici”.
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STRETTAMENTE PERSONALE
Mattone, nell'inferno del dopo bolla speculativa - Un piccolo palazzinaro di un paesotto seppellito nel cemento dell'entroterra della provincia di Rimini ha scomodato perfino padre Pio. E' sceso a San Giovanni Rotondo e chiesto come miracolo ad uno dei santi più misericordiosi della storia un po' di lotti per le sue terre assolate; acquistate non per la passione dell'orto ma per la misteriosa ingordigia della speculazione. Chissà se il santo di Pietralcina, per spingerlo ancor più nel fondo della sua cialtronesca tristezza, lo abbia assecondato. Poi c'era l'avvocato che aveva il suo cantierino in carico ad una srl (società a responsabilità limitata). Come dice un cervello intelligente, società non come possessori di azioni, ma come comunità. Se le cose stanno così non possono che andare male sul medio e lungo peri-
odo. La provincia di Rimini per 20 anni ha goduto della bolla mattonara; un bengodi che sembrava infinito. talmente infinito che coloro i quali sono entrati nel recinto speculativo dal 2007 ci stanno lasciando le penne. Ma questo è un loro problema. Il problema sociale del mattone è che questo da un punto di vista economico rappresenta il risparmio di una comunità. E le risorse risparmiate come ben dicono gli economisti andrebero ben allocate. Altrimenti è sciuparle. E i soldi si tengono da conto quando ci sono. Ci doveva pensare il centro, ovvero la politica, ad allocare le risorse. Ma loro, i nostri politici, sono alle prese dai loro interessucoli e non dal futuro della comunità. O tempora, o mores! (che tempi, che costumi!).
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Giugno 2012
RIMINI
Viaggio dell'Unitalsi col treno bianco degli ammalati. Con loro anche il vescovo Francesco Lambiasi
A Lourdes per fede, perplessità, curiosità, ricerca, solitudine Lourde, la grotta che accoglie Madonna
IL FATTO - Intervista con Valentino Antonelli, presidente dell'Unitalsi di Rimini, che organizza il treno bianco degli ammalati verso Lourdes dal 6 al 12 giugno. - Perché andare in pellegrinaggio a Lourdes ? “Domanda difficile, risposta non scontata: fede, dubbi, perplessità, curiosità, ricerca, solitudine e, alla fine di tutto il percorso – ma non ultimo – la voglia, il desiderio e la necessità di donarsi al prossimo. Sì, perché ciò che spinge tutti coloro che partecipano ad un pellegrinaggio, a Lourdes come in qualsiasi altro posto del mondo dedicato a Maria, la nostra Mamma Celeste, è la volontà e la necessità di donarsi agli altri, di sperimentare la possibilità di una nuova vita possibile, di donarsi al fratello in difficoltà senza riserve, senza pregiudizi, senza confini, senza orari, senza falsi atteggiamenti e contropartite”. Perché andare a Lourdes con l’U.n.i.t.a.l.s.i.? “Come ogni anno, l’U.n.i.t.a.l.s.i., organizza diversi pellegrinaggi in quel luogo che sembra così fuori dagli schemi e, a volte, dal mondo: si parte con il
treno bianco, quello dei malati! E mentre il fervore dei volontari indaffarati nell’allestimento del treno, affinchè sia tutto perfetto per accogliere i fratelli e le sorelle in difficoltà, campeggia ovunque, qualcuno si avvicina e ti chiede: “ma perché fate tutto questo? Sono ore che correte sotto al sole, non vi fermate un attimo, sembrate folli”. Chi ve lo fa fare? “La risposta è semplice, ma difficile a volte da spiegare e far comprendere: facciamo questo perché c’è più gioia nel donare che nel ricevere. E se anche potessimo solo per un istante donare una goccia di speranza, un abbraccio che consola, una parola che riscalda il cuore, una mano e una voce a chi non ne ha, avremmo già compiuto il disegno che ogni buon fratello dovrebbe porre in essere con il prossimo in difficoltà, sofferente, malato, diversamente abile, prigioniero delle barriere fisiche, psichiche o spirituali”. Gesù disse: «Ogni volta che
avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» ( Matteo 25,40) “Ciò che caratterizza ogni pellegrinaggio dell’Unitalsi è la centralità di tutte le azioni rivolte al malato, alla sua sofferenza, al suo essere su questa Terra in condizioni di disagio: nostro compito di volontari e accompagnatori, è alleviare questi suoi dolori, siano essi nella carne o nello spirito, anche fosse solo per un momento. Anche se poi, alla riflessione profonda, sono le persone apparentemente sane che giovano di questa esperienza unica di servizio, che insegna a vivere guardando oltre.
Oltre la malattia, oltre la diffidenza, oltre la diversità: solo con la conversione nel cuore, e la consapevolezza che non si torna mai da un’esperienza simile, uguali a prima. Quando si è compreso che condividendo le difficoltà, le stesse svaniscono o vengono lenite, non si può tornare alla vita sterile e fine a se stessa di tutti i giorni”. Ogni pellegrinaggio unitalsi ha un suo tema conduttore. “Quest’anno sarà ‘Pregare il Rosario con S. Bernardetta’: e quale modo migliore di pregare se non tenendo per mano un fratello malato, parlando con la sua voce, ascol-
tando i suoi dolori, facendo nostre le sue speranze e lasciandoci guidare verso la pace del cuore che solo le persone che soffrono sanno, con umiltà, insegnarci?? Quale miglior occasione per vivere come comunità tutta questo viaggio così speciale? Il treno bianco parte dalla stazione ferroviaria di Rimini il 6 giugno e vi rientra il 12. “La guida spirituale di questo viaggio sarà il nostro vescovo, Francesco Lambiasi, che ci raggiungee direttamente a Lourdes, ma che farà rientro poi sul treno bianco dell’U.ni.t.a.l.s.i.. E allora lasciamoci guidare dalla voglia di donarsi, di renderci umili al servizio quale esso sia, e partiamo insieme per una esperienza di fede e di vita che segnerà il nostro cammino cristiano, consapevoli che andare per la prima volta e avere la necessità di tornare poi a Lourdes, sarà solo l’inizio di una nuova prospettiva di vita con la consapevolezza che la carità cristiana che avremo toccato con mano e con il cuore, sarà il nuovo motore delle nostre vite”.
Con orgoglio e tristezza la povertà in mostra - Materassi sotto i ponti del Marecchia, scatole di cartone come guardaroba, coperte stese sulle barche del porto e poi bottiglie di birra, cartoni di Tavernello... Sono le immagini della povertà riminese, di quella povertà estrema di chi non sa dove passare la notte in una città che pur conta oltre 16 mila appartamenti sfitti ed è tra le più ricche d'Italia. In tutto una trentina di foto, riprese da don Renzo Gradara. La povertà scende in piazza: con orgoglio, tristezza e senso di colpa. Quello della casa, insieme con la mancanza di lavoro, è il problema principale delle decine di persone che ogni giorno bussano alle porte di via Madonna della Scala. Un problema che pare aggravarsi ogni giorno di più. Nei primi tre mesi del 2012 su 855 persone che si sono rivolte al punto di ascolto della Caritas, oltre il 69% si sono dichiarate “senza fissa dimora” (contro il 52% dello stesso periodo nell’anno precedente). Sempre rispetto ad un anno fa sono raddoppiati (dal 15 al 30%) coloro che risultano del tutto privi di abitazione. Dal 4 giugno, si può visitare al piano terra della sede della Provincia in via Campana.
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7 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Giugno 2012
RIMINI
Intervento dell'assessore provinciale ai Servizi sociali. Apre il dibattito sulla crisi dei partiti e dei valori
Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Galasso: “I partiti sono sterili comitati elettorali” - La crisi che viviamo non è solo economica ma culturale, sociale, politica, educativa, valoriale... Governo Monti è un governo classista dal freddo cinismo tecnico ha di fatto sancito la morte dei partiti diventati sempre più meri comitati elettorali lontani anni luce dai bisogni reali delle persone e dei territori. Gli esiti della crisi si vivono nelle città ed è proprio dalle città che dobbiamo ripartire. La crisi costituisce una grande sfida ma rappresenta anche una grande occasione per cambiare quello che non va: mala politica, solitudine, esclusione, violenza, ingiustizie, razzismo, intolleranza, privilegi... Questa profonda crisi di “sistema” ci impone di cercare prospettive e strategie diverse dai modelli economici e dalla speculazione finanziaria che hanno dominato in questi anni. Oggi abbiamo la consapevolezza che l’unica crescita possibile senza alcun limite è quella dell’individuo come persona, della sua consapevolezza, della sua intelligenza, della sua spiritualità, della sua capacità di costruire relazioni e società rispettosi l’uno dell’altro e dell’ambiente in cui vive. Dobbiamo costruire una nuova resistenza – insurrezione civica – rivoluzione cittadina – positiva,
Mario Galasso con signora
La crisi costituisce una grande sfida ma rappresenta anche una grande occasione per cambiare quello che non va: mala politica, solitudine, esclusione, violenza, ingiustizie, razzismo, intolleranza, privilegi... L'INTERVENTO di Mario Galasso* costruttiva, reale, che riconsegni speranza, concreta, non violenta. È urgente partire, siamo in ritardo, il percorso deve essere inclusivo. Siamo come un treno che fa fermate su richiesta. Il cambiamento parte da ognuno di noi. Ognuno di noi è tenuto a fare per quanto gli è dato, ognuno deve fare al meglio il proprio dovere nel proprio quotidiano. Solo sapendo coniugare diritti e doveri possiamo costruire la società per tutti. Sono le persone che fanno la differenza e, proprio per questo, dovremo pensare a come tutelarci nel coinvolgere più persone possibili di non imbarcare chi non perse-
gue le nostre finalità e, magari, cerca di “utilizzarci”. Partiamo perché ne sentiamo l’esigenza: non ci sono elezioni vicine. Rappresentiamo quasi tutti i 27 comuni della Provincia, dobbiamo arrivare a rappresentarli tutti. I valori aggregativi li troviamo nella Costituzione che è la carta del lavoro e della pace, della solidarietà e dell’unità nazionale. Particolare attenzione andrà posta alla non
Amare il mare, significa anche usare prudenza COMUNITA' - Lunedì 21 maggio alle ore 8:15, presso Istituto comprensivo di San Giovanni in Marignano, l’Associazione Marinai di Salvataggio Provincia di Rimini con il presidente Graziano Bardeggia, insieme con alcuni associati, anche quest’anno ha ri-iniziato il percorso educativo per ragazzi dai 6 ai 13 anni che si chiama “Amare il Mare” nelle scuole della provincia. Questa iniziativa è in atto dal 2010 e ha riscontrato un vivo interesse da parte degli alunni, degli insegnanti e soprattutto dei genitori. L’Associazione ha 145 iscritti. Il programma del percorso prevede: “Conoscenza del nostro mare: impariamo a conoscere meglio gli abitanti del nostro mare, un viaggio alla scoperta della flora e della fauna marina. Quando facciamo il bagno, possiamo vedere… Come curarsi dalle spiacevoli punture di meduse, pesce ragno ecc.
Con i bagnini percorso nelle scuole Impariamo il significato delle bandiere sulla spiaggia. Rispettiamo il mare: i bambini saranno gli adulti di domani. Non inquiniamo il mare! La rosa dei venti: nozioni su venti e correnti marine presenti sulla nostra costa. Conoscenza della tradizione marinaresca tipicamente romagnola. La storia di vecchi detti dei lupi di mare. Insidie e pericoli del mare: come comportarsi in caso di difficoltà in mare. Trovandosi a nuotare in mezzo ad un gorgo “gardone”, oppure contro la corrente che spinge a largo ovvero il vento di libeccio “garbino”, ma anche la differenza fra nuotare in piscina e nuotare al mare.” La presenza dei marinai di salvataggio che sono considera-
ti come il simbolo del nostro territorio, ha incuriosito i ragazzi e gli ha stimolato a porre tante domande che riguarda il lavoro di salvataggio. I ragazzi chiedevano ai marinai, qual è il segreto di avventurarsi nel mare burrascoso a salvare le persone in pericolo con delle piccole imbarcazioni come il moscone di salvataggio? I marinai di salvataggio hanno risposto: con la conoscenza del mare e l’esperienza e una buona dose di coraggio. Alla fine di questo incontro si era creata più familiarità tra i ragazzi e i marinai e più conoscenza e il rispetto per il mare. Grazie alla generosità dei marinai di salvataggio e il loro impegno civile del tutto volontario e gratuito, questi incontri si ripeteranno nelle scuole, per poi proseguire durante l’estate nei centri estivi della provincia di Rimini. Hossein Fayaz
violenza, anche solo nella comunicazione. Siamo quelle che comunemente vengono chiamate belle persone con capacità elaborativa e propositiva. Stiamo partecipando come persone anche se molti di noi appartengono ad associazioni, reti, liste civiche, partiti. Siamo: imprenditori, artigiani, dipendenti, giornalisti, albergatori, precari, amministratori, sindacalisti…
Tutti profondamente innamorati del nostro territorio e delle attività che facciamo. Abbiamo modi di pensare diversi, anche molto, ma la tensione al bene comune e la disponibilità a rinunciare tutti ad un pezzettino di noi per costruire un futuro per tutti è la nostra sfida. La sfida è proprio questa: mettere in rete persone e realtà attive sul territorio – anche liste civiche – in un percorso plurale sapendo promuovere la partecipazione, il protagonismo positivo, del singolo. Certo verrà un momento in cui le differenti visioni si scontreranno ma tutto dipenderà da come avremo lavorato fino a quel tempo. Dobbiamo contagiare, sapere trasmettere: buonsenso, onestà, chiarezza, trasparenza, coerenza, una passione sincera e si assuma le sue responsabilità. Insomma utilizzare il “potere” non come sostantivo ma come verbo: io, persona/ politico mi metto al vostro servizio, raccolgo le vostre esigenze i vostri bisogni perché io “posso” darvi una mano a realizzarli. Il vecchio lo dobbiamo lascia-
re alle spalle sapendo costruire il nuovo. Attenzione quindi alle facili scorciatoie: tutto ciò che nuovo (donna – giovane – …) va bene! Dobbiamo preoccuparci della formazione e della crescita delle competenze, queste si che fanno la differenza. Fondamentale visione positiva – fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce –questa è la nostra rivoluzione: sapendo mantenere i piedi per terra, diventare costruttori di speranza, di opportunità. Vitale la capacità di creare alleanze: dobbiamo costruire non distruggere. Estrema attenzione ai giovani, da subito pensiamo a come coinvolgerli. Molti problemi locali dipendono dal livello regionale, è fondamentale agganciarsi a reti nazionali in un percorso ribaltato che parte dalle esigenze locali e arriva al nazionale e viceversa. Basilare la comunicazione, saper utilizzare tutti gli strumenti che internet ci mette a disposizione ma questo non deve sostituire le relazioni personali. L’estate la viviamo con la leggerezza che le è propria cercando di vederci in occasione di iniziative, feste, che si terranno nelle nostre città. *Assessore provinciale ai Servizi sociali
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9 Infissi di prestigio dal 1967 47843 Misano - Via del Mare 16 Tel. 0541.610831 Fax 0541.471226 www.infistil.com
- Il direttore generale dell'Ausl della provincia di Rimini, Marcello Tonini, appartiene a quella categoria di persone che non si porta a casa neppure una biro. E' conscio del potere e dei privilegi che ne derivano. E' intellettualmente onesto, non meno che provveduto. Sa di ogni suo collaboratore e interviene col fioretto, senza disdegnare la clava. Sa che una buona sanità passa anche per la maturità delle persone; oltre che per le scelte tecniche e politiche che sovrintendono la sua struttura. Ecco la sua visione del lavoro.
di Marcello Tonini* - Credo che la qualità dei servizi dipenda anche dalle scelte dei cittadini e non solo da chi vive nei palazzi. L’AUSL di Rimini ha deciso anni fa d’impegnarsi in alcune scelte “forti” di politica sanitaria di cui voglio rendere conto: Grande piano di sviluppo per l’ammodernamento strutturale e tecnologico. Nel panorama regionale l’AUSL di Rimini aveva accumu-
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RIMINI
Il direttore generale dell'Ausl della provincia di Rimini. Il suo motto: “Nemmeno un euro deve andare sprecato”
Infissi di prestigio dal 1967 47843 Misano - Via del Mare 16 Tel. 0541.610831 Fax 0541.471226 www.infistil.com
Tonini: “Le scelte dipendono anche dai cittadini” Marcello Tonini, direttore generale Ausl di Rimini
L'INTERVENTO lato, per molti aspetti, un grave ritardo. Basta guardare anche solo dall’esterno il nuovo ospedale azzurro di Rimini, gli altri quattro ospedali e molte sedi territoriali, per capire quanto lavoro sia stato fatto dentro e fuori. Nel giro di qualche mese verranno inaugurati solo a Rimini i locali della nuova Rianimazione, del Day-Hospital oncologico, dell’Endoscopia Digestiva, della Senologia, del secondo Hospice e dell’Asilo aziendale. A proposito delle attrezzature un elenco è qui impossibile, ma ricordiamo solo la nuova Tac multistrato a Rimini, le Tac a Santarcangelo, a Novafeltria, la Risonanza Magnetica a Cattolica, il Camper mammografico... e così via. Grande attenzione al rapporto coi cittadini.
rapporto medico-paziente l’idea della reciprocità nella relazione di cura, perché fiducia chiama ascolto, rispetto chiama profondità e la comprensione aumenta l’efficacia. Ma più di tutto abbiamo avuto la soddisfazione della conferma della fiducia verso i nostri servizi con la progressiva riduzione del numero di chi cerca fuori dalla provincia una risposta ai propri problemi di salute. Per me nessun indicatore è più gratificante di questo. Noi esistiamo se meritiamo la fiducia delle persone che si rivolgono a noi. Siamo consapevoli che l’AUSL è a contatto diretto con i cittadini in tutti i momenti importanti della vita, specie in quelli difficili dell’incertezza e della sofferenza, quando si diventa vulnerabili e fragili, quando l’attesa è un letto di spine. Con la campagna “La cortesia è l’anima della cura” cerchiamo di mettere al centro del
Massima appropriatezza Nemmeno un euro deve andare sprecato. Questa dura regola ha caratterizzato l’AUSL di Rimini tanto che se qualcuno ci ha fatto su dell’ironia, altri l’hanno vissuta come attacco personale. In un mon-
do alla rovescia, dove il furbo sembra essere solo chi riesce a rinviare la resa dei conti scaricandone il peso su altri, abbiamo scelto, per avere i conti in regola, di agire su ogni nostro processo: dalla lotta allo spreco energetico al consumo di fotocopie, dall’utilizzo delle auto aziendali all’appropriatezza prescrittiva di visite ed esami di laboratorio, dagli accordi con le Case di Cura private al contrasto della spesa farmaceutica impropria. Non produrre debiti ha richiesto un’altissima vigilanza su tutto, ma è stata una scelta che ha ripagato ampiamente. Siamo l’unica realtà che ha stabilizzato personale precario, che dal 2008 ad oggi ha assunto 629 operatori, che è cresciuta in servizi specialistici di ottima qualità e che ha un piano di sviluppo per il futuro. Le ho voluto ricordare ciò perché nel perseguire queste politiche non ci sono stati né soggetti da privilegiare, né santuari intoccabili. Uno dei punti di forza del progetto
“Per avere i conti in regola, di agire su ogni nostro processo: dalla lotta allo spreco energetico al consumo di fotocopie, dall’utilizzo delle auto aziendali all’appropriatezza prescrittiva di visite ed esami di laboratorio, dagli accordi con le Case di Cura private al contrasto della spesa farmaceutica impropria”
complessivo è stata la possibilità di erogare direttamente i farmaci ai pazienti attraverso le nostre farmacie ospedaliere, possibilità che abbiamo legittimamente praticato con decisione, ricavandone significativi risparmi di denaro pubblico. Il compito di un’azienda pubblica è quello di mettere in atto tutte le politiche legittime, a vantaggio dell’intera collettività.Per me è vitale garantire una sanità su base solidaristica e per tutti. (...) Mi permetto un forte richiamo al senso civico di ciascuno, perché se dovessimo perdere il risparmio realizzato con la consegna diretta dei farmaci dovremo risparmiare altrove e poi perché non é finita qui. Infatti gli effetti della crisi economica sono drammatici anche per la sanità e si prevede che nei prossimi tre anni, invece di aumentare, il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale sarà ridotto: che fare per evitare di tagliare prestazioni e servizi necessari? Sono nato qui, qui vivrò con la mia famiglia anche quando non sarò più il direttore generale, e vorrei una sanità che funzioni. Scommetto su di noi, perché siamo gente che non si scoraggia facilmente. Sono sicuro che comprenderà il senso di questa lettera e che sarà un compagno di viaggio leale e sincero perché come dice il poetico personaggio del nostro Tonino Guerra alla fine del suo Viaggio “u i géva d’avai pazinza che da un momént a cl’èlt l’aròiva e’ mèr” (“le diceva di avere pazienza che da un momento all’altro arriva il mare”).
*Direttore generale Ausl Rimini
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Il suo ingresso in politica risale al 2005. Nel 2011, alle comunali di Rimini quasi 900 preferenze
Emma Petitti: “Coesione sociale e giovani” - Emma Petitti dallo scorso ottobre è segretario provinciale del Pd, la prima donna nella storia del centrosinistra riminese ad occupare simile ruolo. Laurea in filosofia, 42 anni, si è occupata di progetti di formazione prima a Bologna, poi Modena e a Rimini. Nel 2005 inizia l’impegno in politica; è nel Pd dal 2007 anno della sua fondazione. Nel 2006 e poi nel maggio 2011 è stata eletta in consiglio comunale a Rimini. Nel 2011 ottenne quasi 900 preferenze. Tra le sue passioni: il teatro, la musica, il cinema e le letture. - A San Clemente il partito di governo, il Pd, non voleva le riprese video del consiglio comunale, utilizzando labirintici ragionamenti da azzeccagarbugli, partendo dai regolamenti. Ma se una legge è sbagliata, va cambiata no?
IL PERSONAGGIO Sembra che sia intervenuta Emma Petitti e le riprese nel luogo pubblico per eccellenza possono essere documentate. Per il neo-segretario del Pd si
A Coriano cosa è successo? “Credo sia stato punito chi è stato visto come la causa del commissariamento e del debito
“La politica nel bene o nel male è lo specchio del Paese. In questi anni ha offerto la peggiore immagine di se stessa ad iniziare dai vari episodi di corruzione. Serve essere trasparenti” prospetta una stagione difficile. Il suo partito ad ogni tornata elettorale arretra. E' più un gigante litigioso e feudalizzato che gestisce il potere, che una fucina di idee di futuro e comunità. Insomma, è in profonda crisi. Come afferma con ferma e profonda riflessione uno dei dieci big provinciali: “Non siamo più un partito, ma un semplice comitato elettorale”.
del Comune. Il Pd a Coriano ha scommesso su un nuovo gruppo di giovani, che si dovrà radicare, divenendo riferimento credibile. La differenza la faremo continuando ad investire sul cambiamento per ricominciare con l’umiltà e serietà che i cittadini si attendono dal nuovo Pd. Qual è il suo politico ideale? “Non ne ho uno in particola-
re... ho sempre ammirato la passione di Benazir Bhutto, la forza di Sonia Ghandi, l’autorevolezza di Hillary Clinton, il coraggio di Ingrid Betancourt, la forza di Aung San Suu Kyi, la dignità di Rigoberta Menchu, la tenacia di Shirin Ebadi, il realismo di Isabelle Allende, la vitalità di Betty Williams. La sintesi di tante donne speciali”. E cosa le piace? “Amo la capacità degli emiliano romagnoli di ricominciare ogni giorno dal proprio lavoro e dalle proprie capacità. La loro insoddisfazione endemica li spinge e lì proietta ogni giorno al cambiamento, ad iniziare da loro stessi. Queste sono virtù uniche che troviamo solo da noi”. Perché oggi credere nella politica? “Per il bisogno di ricominciare, mettendo davanti a noi speranze e sogni ma con i piedi ben piantati per terra rispetto alla realtà drammatica che stia-
mo vivendo, costruita sulla speculazione finanziaria e non sul lavoro, sulla rendita immobiliare e non sull’impresa. Oggi la politica deve riuscire a riprendersi il ruolo di visione, di futuro e rinnovare a partire dai nostri valori”. Cosa serve fare per il Pd? “Occorre superare un modello di sviluppo ed uno stato sociale basato sulla spesa pubblica, mettendo insieme risorse e servizi, ad esempio, a partire dai nostri territori, con la gestione associata dei servizi dei comuni, superando velleità campanilistiche. Stiamo facendo così, sia in Valconca che in Valmarecchia. Inoltre, non possiamo più rincorrere il benessere consumistico del prima della crisi, non più recuperabile, ma cambiare i nostri modelli di consumo, tutelando il nostro territorio e andando in autoproduzione energetica, sfruttando il solare e le energie rinnovabili. Dobbiamo passare dal modello di be-
nessere costruito sulla quantità consumata al modello basato sulla qualità prodotta: con minori costi e maggiore sostenibilità. Quali le priorità? “L’ambiente, il turismo, i servizi alla persona, la nuova mobilità urbana, riconvertita al trasporto pubblico e ai mezzi ecologici, sono i nuovi settori su
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11 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
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RIMINI
Intervista col segretario provinciale del Pd. Saranno le linee guida della sua politica
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UOMINI
Segreteria, composta da 16 persone - La segreteria provinciale è composta da 16 persone: Barbara Bastianelli, Alessandro Belluzzi, Martina Benvenuti, Monica Bertuccioli, Marcella Bondoni, Carlo Mazzocchi, Roberta Frisoni, Roberto Vignali, Daniele Imola, Vincenzo Sebastiani. Si aggiungono gli invitati permanenti: Lino Gobbi, Marco Agosta, Paolo Zaghini, Giovanni Carghini, Sonia Alvisi.
Emma Petitti dallo scorso ottobre segretario del Pd della provincia di Rimini
cui costruire lo sviluppo economico del futuro. Una altro aspetto fondamentale è rappresentato dal rispetto delle regole, aumentando la fedeltà fiscale, la sicurezza del lavoro e sul lavoro, la tutela dell’ambiente mediante, la prevenzione sui costi ambientali e non solamente puntando su aspetti di tipo repressivo”. Esiste un problema Pd e amministratori?
Lino Gobbi, ex sgretario, invitato permanente
“Non esiste un problema tra il Pd ed i suoi amministratori, perché i risultati raggiunti per le nostre comunità sono il risultato più importante che il Pd si attende e vuole contribuire a realizzare. Siamo consapevoli delle difficoltà legate a minori risorse, ai tagli nei trasferimenti di risorse dallo Stato, al Patto di Stabilita che impone di bloccare i crediti dovuti alle imprese, all’assenza di un vero e proprio
federalismo amministrativo e fiscale e insieme vogliamo trovare risposte a questi problemi”. E a chi dice che il Pd è un comitato elettorale? “Il Pd è un associazione di cittadini che deve tenere sempre più conto dell’opinione dei suoi iscritti ed elettori e mettersi al passo con una società che pretende il cambiamento. Non è solo un problema legato al ricambio generazionale o alla scelta degli eletti ai vari livelli, attraverso la selezione mediante primarie, ma è proprio nella capacità del Pd di rispondere ogni giorno al desiderio di cambiamento atteso dai cittadini nei confronti di una politica meno costosa, meno pesante e più concreta e vicina alle comunità. E’ chiaro che oggi tutto diventa contendibile e nel Pd non devono più esserci posizioni di potere consolidate”. Quale dunque la sfida? “La vera sfida che il Pd deve lanciare al Paese è quella di una rivoluzione meritocratica contro tutte le caste italiane, rappresentative di un potere corporativo e immobile. Dobbiamo farlo liberalizzando e aprendo i mercati. Occorre una politica credibile rappresentata da persone credibili e con una nuova e più attuale visione della società”.
Come farlo? “Dobbiamo tornare a fare divenire la politica un’opportunità, puntando su una direzione di marcia che traguardi la crisi e mostri senso, per riaccendere sogni, speranze ed una visione di futuro”. Cosa le piace e cosa no del suo partito? “Mi piace la capacità di non arrendersi mai, ma critico alcune letture autoconsolatorie a fronte del coraggio che in questo momento serve se vogliamo cambiare fino in fondo e non arrenderci a difendere l’esistente. Dobbiamo cambiare tutto ad iniziare da noi stessi. Occorre consapevolezza, durezza e coraggio verso se stessi”. E rispetto ai costi della politica? “La politica nel bene o nel male è lo specchio del Paese. In questi anni ha offerto la peggiore immagine di se stessa ad iniziare dai vari episodi di corruzione. Serve essere trasparenti e continuare la lotta agli sprechi e alla corruzione con coerenza a partire dalle spese a livello centrale, a livello delle amministrazioni locali abbiamo già dati segnali importanti”. Cosa le ha dato la politica? “Permette di vivere l’umanità e la normalità delle persone nella loro quotidianità, un impegno vero fatto di volontariato, solidarietà, intreccio tra diverse generazioni, la politica è passione e io sono fortunata per tutto quello che vivo”.
STRETTAMENTE PERSONALE
Pd, prima l'educazione e poi i fatti - Educazione. Fatti. E un'idea di comunità per un progetto futuro in grado di combinare senso civico, sviluppo economico e giustizia sociale. Una ricchezza così significa società stracciona e privilegi a iosa. Tutte cose che fanno arrossire la coscienza di chicchesia. Queste dovrebbero essere le linee guida di un partito civile, prima ancora che di sinistra. Ma se la classe dirigente del Pd (e altri partiti) non riesce a disegnare simile scenario il decadente tran tran va condiviso con l'elettorato ed i tanti dirigenti che “per stufo” lo hanno abbandonato o per altri lidi, oppure per un'astensione stile Cincinnato. Essere cittadini significa stare dentro la struttura partito (partiti) con la coscienza, il coraggio e l'indignazione. La democrazia passa per l'etica della responsabilità prima personale e poi nei partiti. Senza partiti è semplice populismo. “Ahinoi, è triste quel popolo che ha bisogno di eroi” (Brecht).
ARTE
L’arte incontra il Parkinson
- ”L’Arte incontra il Parkinson”. E' stato il titolo di una mostra che ha chiuso i battenti lo scorso 20 maggio al Palazzo del Podestà a Rimini. Di valore gli artisti chiamati ad esporre: Enzo Berardi, Maria Pia Campagna, Rossano Guerra, Uberto Lunedei, Agostino Marchetti, Stefano Mina, Franco Pozzi, Fabio Rossi. Catalogo Panozzo, l'ha curata Ermes Venturini. Mostra e pubblicazione sono stati voluti dall’Associazione Italiana Parkinsoniani (Aip) di Ri-
Una delle opere in mostra. Autore Rossano Guerra
mini a dimostrazione di come l’arte possa essere usata “come vettore di dialogo e di comunicazione nonché di diffusione di socialità”. All'inaugurazione del 5 maggio, ore 17,30, sono intervenuti: Antonino Sapenza
(responsabile provinciale Aip Rimini), Massimo Pulini, (assessore alla Cultura del Comune di Rimini) e Gianni Pezzoli (presidente Nazionale AIP). L'evento è stato un momento di grande civiltà.
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RIMINI Morciano - Via Ca' Fabbro 130 Tel. 0541.851411 Fax 0541.987453
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Esposizione all'Archivio di Stato di Rimini dal 23 maggio al 10 di luglio (Notte Rosa)
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Romagna Liberty, spensieratezza in mostra - A Riccione ci sono una cinquantina di ville in stile liberty di livello assoluto. Le tre più belle, davanti alle quali in tanti si fanno immortalare: Antolini, Emilia e Pensione Florence. A Rimini invece gli edifici liberty di valore sono una trentina. Villa Solinas è la più famosa. Sulla spinta della passione e degli studi del riccionese Andrea Speziali è stata organizzata una mostra, con pubblicazione non del catalogo ma di una monografia. Titolo: “Romagna Liberty”. La mostra fotografica è un viaggio a ritroso nel tempo, capace di fare rivivere, tramite immagini ed importante documentazione, l’epoca dorata che trasmise il suo ottimismo anche in architettura, che ha visto nascere il turismo in riviera e che ha lasciato edifici di inconfondibile eleganza nelle città.
Manifesto Liberty che pubblicizzava Riccione
ARTE La mostra si colloca all'interno degli eventi legati alla Notte Rosa ed è aperta all'Archivio di stato di Rimini dal 23 maggio al 10 luglio. Il percorso espositivo inizia con le fotografie di ville del primo Novecento di: Riccione, Rimini, Cesenatico, Cervia
e Milano Marittima. Prosegue con una sezione dedicata ai progetti di fabbricati primo ‘900 contenuti presso l’Archivio di Stato di Rimini. Tra i documenti si segnalano i disegni di villa Lampo dell’architetto Mario Mirko Vucetich e della villa Piva, entrambe ubicate a Riccione. L’intento è quello di analizzare e documentare la storia dell’architettura Liberty e dei suoi protagonisti per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti della conservazione, protezione e valorizzazione delle testimonianze rimaste di questo stile architettonico sia in Romagna che nel territorio nazionale. Speziali propone di apporre davanti ad ogni edificio una targa con una sintetica biografia. Da Riccione sono già arrivate le adesioni dei proprietari. Il volume e la mostra “Ro-
magna Liberty” raccolgono contributi di grande prestigio. Il comitato tecnico-scientifico: Renato Barilli, Maurizio Calvesi, Fabio Benzi, Beatrice Buscaroli, Giorgio Di Genova, Riccardo Gresta, Paolo Portoghesi, Vittorio Sgarbi, Vincenzo Vandelli e Lara Vinca Masini. Presentato da Vittorio Sgarbi ed introdotto da Fabio Benzi,
il volume reca una serie di lavori di: Maria Cristina Sirchia (“Verso il nuovo stile), Andrea Speziali (“Romagna Liberty“, “Riccione Liberty)), Vincenzo Vandelli (“Ancora sul Liberty in Emilia Romagna”), Alessandro Catrani (“Il Liberty a Rimini e in provincia”), Simonetta Nicolini (“Santarcangelo Liberty”). E ancora: Ulisse Tramonti, Paolo Zantini,
Letizia Magnani, Franco Bertoni e Cristina Castellari. Ad arricchire le riflessioni delle 216 pagine, un corredo fotografico di prim'ordine, non meno interessante dei commenti e riflessioni scritte. La mostra è itinerante. Ha già fatto tappa all'Hotel de la Villa di Riccione lo scorso anno, a Venezia lo scorso dicembre. Invece, dopo Rimini,
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Rimini e Riccione sono disseminate di decine di villini ed edifici di livello assoluto
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PERSONE
La copertina della monografia
Andrea Speziali, 23 anni di talento e tenacia Andrea Speziali accanto alla sua scultura “Totem Riccione”
14 e dalle 14 alle 17:30; venerdì dalle 8 alle 14; sabato dalle 8:30 alle 13:30. Ingresso libero.
giugno dell'anno prossimo. L'esposizione si inserisce anche nel contesto delle celebrazioni 100 Milano Marittima e Riccione ’90.
L’evento che porta la firma dall’ABCOnlus ed è sotto l’Alto Patronato di HERITY ha i patrocini di: ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici, Fai (Fondo Ambiente Italiano), Regione Emilia Romagna, tutt'e nove le Province dell'Emilia Romagna), il Comitato Nazionale per le celebrazioni del Centenario del Movimento Liberty in Italia.
Apertura pubblico Rimini, apertura al pubblico: lunedì dalle 8 alle 14; martedì dalle 8 alle 14 e dalle 14 alle 17:30; mercoledì dalle 8 alle 14; giovedì dalle 8 alle
www.RomagnaLiberty.it Social network: www.facebook.com/ romagnaliberty www.facebook.com/ groups/romagnaliberty
1907. Una delle immagini più rare del Grand Hotel di Rimini in mostra. Appartiene all'avvocato Alessandro Catrani
sarà replicata ai Magazzini del Sale di Cervia-Milano Marittima ((23 luglio - 12 agosto di quest'anno), a Massa Lombarda (13 ottobre - 12 novembre, sempre di quest'anno), alla Biblioteca Saffi di Forlì (26 novembre - 31 dicembre 2012). Nel 2013, si va al Museo della Marineria di Cesenatico. Si chiude all'Archivio di Stato di Cesena dall'11 maggio al 30
- Altro che bamboccioni; trentenni e dintorni che bivaccano nella svogliatezza. Il curatore della mostra fotografica e della monografia “Romagna Liberty” ha soli 23 anni. Riccionese, allievo del grande professore Riccardo Gresta (tra i maggiori storici d'arte al
mondo), a sua volta allievo del grandissimo e riservatissimo Pietro Zampetti (tra i maggiori storici d'arte della storia), si chiama Andrea Speziali ed è riccionese. Nonostante la giovane età, è un lavoratore tenace. Alle doti artistiche, unisce attente capacità di relazioni. Insomma,
sa come muoversi. Con la scultura “Totem Riccione” ha appena partecipato alla Biennale di Venezia. Della sua creatività ha scritto anche Vittorio Sgarbi. Ha al suo attivo già alcuni libri e l'organizzazione di alcuni eventi culturali. La sua officina delle idee è sempre in attività. Estate La sua estate è una lunga carrellata di impegni. Una ventina di alberghi di Riccione ospitano una sua opera per tutta l'estate: ”Des Bains”, “Boemia”, “Baltic”, “Hotel de la Ville”, “Promenade”, Palazzo del Turismo”... Mentre dal 10 al 20 agosto, al Palazzo del Turismo, sempre a Riccione, ha organizzato la mostra “Italian Liberty”. Che sarà anche presente alla Biennale di Venezia tra gli eventi collaterali.
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L'artista Raffaella Vaccari di Rimini è dotata di un'operosità talentuosa che si dirama in mille rivoli di interessi Morciano - Via Ca' Fabbro 130 Tel. 0541.851411 Fax 0541.987453
Pittura e cultura orientale
Morciano - Via Ca' Fabbro 130 Tel. 0541.851411 Fax 0541.987453
SGUARDI D'ARTISTA Raffaella Vaccari
Ha sostenuto l’art direction della galleria Coppedè (2001-2006), ha avuto alcune esposizioni alle spalle, numerose collettive, l’ultima in ordine di tempo Interferenze al salone del Podestà di Rimini nel 2011 di Annamaria Bernucci
- Sorriso disarmante dalla freschezza infantile, Raffaella Vaccari è una conversatrice aperta e ospitale, come la sua casa-studio dove mi accoglie, con vista mozzafiato sulla città. Disposti in ordine, molti suoi quadri di recente produzione, le sculture, i depositi cartacei dei suoi studi e dei corsi seguiti, in un apprendimento continuo, sempre rivolto a nuove esplorazioni. Raffaella Vaccari appartiene a quella categoria di persone dotate di un’operosità talentuosa che si dirama in mille rivoli di interessi. La pittura, le discipline estetiche, ma anche la conoscenza della cultura orientale, come il tai chi, disciplina ginnica energetica studiata e approfondita negli ambienti buddisti e taoisti con lo scopo di mantenere l’organismo efficiente e favorire la longevità; o
la conoscenza della scrittura cinese (Shufa), una delle forme più antiche di rappresentazione grafica di idee, pensieri e informazioni, arrivata a noi attraverso millenni di storia e vicende. La calligrafia in Cina è considerata una forma d’arte. Raffaella spiega: “Ogni calligrafo mira ad esprimere la propria personalità attraverso l’acquisizione progressiva della tecnica di utilizzo del pennello. Si dice infatti che attraverso la scrittura l’artista esprima il proprio qi, la propria “energia”. Gli elementi essenziali nella calligrafia cinese (shufa) sono la carta, il pennello, l’inchiostro e la pietra per inchiostro noti come “i quattro tesori dello studio”. Il suo racconto si arricchisce di continue sollecitazioni: nel suo modo di dipingere, nella sua ricerca formale e
iconografica confluiscono molti elementi legati a questi suoi interessi. Firma tutti i suoi lavori con una spirale, un simbolo dall’antico significato, che indica un movimento circolare scaturito da un punto d’origine.“ La spirale -spiega Raffaella- mantiene e prolunga all’infinito questo movimento, una linea senza fine, che collega due estremità. Come dire, espansione, estensione, continuità in rotazione”. Certo una sigla che può ben rappresentare la sua curiosità e la sua ricerca. Vive a Rimini, dove è nata nel ‘64 e a Wiesen in provincia
di Bolzano. Ha seguito numerosi corsi d’arte, come la scuola di disegno di Umberto Folli, approfondendo il nudo dal vero, i corsi di raku e ceramica di Giò Urbinati, quelli di incisione di Rossano Guerra, ha seguito i corsi di D’Augusta e Izzo sull’eclettismo nella pittura contemporanea al Laba, l’Accademia di Belle Arti di Rimini, è stata di recente allieva del perugino Fausto Minestrini per la pittura polimaterica. Ha sostenuto l’art direction della galleria Coppedè (2001-2006), ha avuto alcune esposizioni alle spal-
le, numerose collettive, l’ultima in ordine di tempo Interferenze al salone del Podestà di Rimini nel 2011. “Questa è un ‘epoca di molte, troppe voci, di rumori, di eccesso di cose inutili. Vorrei cercare di cancellare i confini delle parole per ritornare alla lingua materna. Una lingua che nomi le cose prima che si imprigionino in classificazioni logiche, parole nude prive di categorizzazioni, che trasudano ancora di terra, di corpo, di madre, di preludio, della fragilità degli inizi. Tornare a quel momento in cui non si
distingue ancora tra la parola e la cosa, tra il corpo e il linguaggio, la parola raccolta alla sorgente degli inizi, il periodo legato all’infanzia e al primitivo...”. In questo tentativo l’artista Vaccari si addentra e manipola il linguaggio come forma primigenia dell’espressione umana; lo fa attraverso il mezzo pittorico e visivo in tutte le espressioni da lei praticate (video, manipolazione sonora, forme plastiche). La sottile malia della scrittura compare costante in ogni suo dipinto, una ‘cacofonia’ che combina assieme caratteri cinesi, tailandesi, occidentali (tedeschi) in un esercizio pittografico che si dispone accanto alle figure. Lungamente ha rappresentato il corpo femminile, sprigionante energia vitale, messo in relazione con le forze della natura, un modo per indagare il mistero dell’universo, irrisolto e misterioso. Solo di recente ha abbandonato la figurazione per avvicinarsi ad una ‘meditazione’ disarticolata da letture narrative e denotative, una pittura che si è fatta più astratta, luminosa, aperta, ‘terreno’ per nuove esperienze.
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Per andare avanti bisogna tornare indietro. Alle radici della nostra cultura
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Addio a Gino, amico e persona speciale - Gino Rossi (10.2.1944 - 19.5.2012) se n'è andato lo scorso maggio. Non aveva che 68 anni; lascia la moglie ed una figlia. Stava fresando l'orto con una vecchia zappatrice senza sicurezze, che ad un certo punto ha perso il suo ruolo e si è rivoltata con forza verso l'uomo che amava il profumo ed i frutti della terra.
- Gino Rossi era per me oltre che un amico una di quelle persone speciali. Far sapere a chi non ha avuto l’onore di conoscerlo e frequentarlo (in verità penso che non siano poi così tanti) con quale facilità era possibile volergli bene grazie alla sua disponibilità, simpatia e all’allegria che sapeva diffondere col suo fare di uomo onesto e sincero. La sua grande passione era la pesca sportiva e questo lo ha portato ad essere se non uno dei fondatori, sicuramente una delle colonne portanti della società a cui si era legato tanti anni fa la Lenza Club Riccione, perché dopo ogni vittoria sui campi di gara dei suoi più importanti atleti ci si riuniva da lui in campagna attorno alla tavola dove esprimeva il massimo di un’altra delle sue passioni, cioè la buona cucina. Questo dava modo a tutti i presenti di raccontare innumerevoli aneddoti e spesso Gino era la causa di risate da lacrimoni come quella volta che in una sfida tra amici sul fiume Metauro si e presentò al via con la pastura dentro una vecchia sec-
- Nell’estate dei campionati europei di calcio e delle Olimpiadi a Londra, Interazioni è riuscita a creare un suo mundialito antirazzista a Gemmano (il 2 giugno). Ma in fatto di sport promuove il primo torneo di cricket, disciplina anglosassone molto diffusa in India, Pakistan, Sri Lanka e Bangladesh, domenica 24 giugno a Riccione. Si parte alle 15, con il workshop per conoscere la storia e le regole del gioco per dare inizio, alle 16, alla sfida in campo. Alle 19, poi, le premiazioni. Per quello che riguarda i contenuti, Interazioni ha meritato e merita tanta attenzione. A partire dalle donne migranti nel processo di integrazione, contro razzismo e nuove xenofobie, con tutta l’attenzione verso le giovani generazioni, considerate il nodo cruciale in cui si possa sviluppare l’incontro interculturale. Ma anche lavoro, lotta allo sfruttamento
RIMINI
chia da muratore. Ricordo in una delle ultime gare dalla barca in cui mi era a fianco e mi mostrava con orgoglio gli ami legati la sera prima fino alla tarda notte perché prima aveva tirato giù il vino.Andò a finire che ad ogni abboccata il pesce se ne andava con esca e amo in bocca. Tutto ciò accadeva non per mancanza d’agonismo o per trascuratezza ma era la sua indole naturale. Invece di arrabbiarsi correva dall’amico più vicino per chiedere aiuto e farci sopra una grassa risata. Te ne sei andato troppo presto e in modo molto crudele, ed e per questo che mi mancherai, caro Gino. Così come mancherai a tutti quelli che hanno scoperto che dietro quell’eterno sorriso c’era una persona speciale. Ora mari, fiumi, e laghi non avranno più segreti per te e ti immagino sempre sul gradino più alto del podio. Felice. Magari con in mano una grossa carpa che ti bacia sulla fronte. Ciao Gino. Silvio Tentoni
Casa colonica e eccellenze provinciali TERRA
TERRA - TIPICITA' TRADIZIONI - Per andare avanti bisogna tornare indietro alla terra, alla tradizione, alla tipicità. La sintesi: è la forza e la civiltà che ruotava attorno alla casa colonica romagnola. E’ l’idea forte dell’architetto Massimo Bilancioni, che racchiude la sintesi del Riminese. Famiglia originaria di Saludecio -San Clemente che scende a Rimini decine di anni fa in cerca di opportunità. Sposato, due figli, Bilancioni Massimo è un esperto di bio-architettura bio-urbanistica we bio edlizia. Insieme a Fausto Faggioli è stato il docente di un corso rivolto (non è che l’inizio) a nove aziende storiche del territorio rurale del riminese, equamente suddivise tra Valmarecchia e Valconca. Un nucleo iniziale da fare esplodere per far a sua volta espandere realtà storiche e tipiche del Riminese nel indirizzo della valorizzazione del patrimonio del sistema rurale: dal mare alla montagna, passando per la collina. E così a catena... come i cerchi dell’acqua. Afferma Massimo Bilancioni: “Nel mio progetto ho diviso il territorio in tre archi: quello del mareprima collina, quello della mediacollina e quello di montagna. Quello che fatto solo è il primo passo di un percorso che vuole sviluppare il turismo da balneare a rurale legandolo al rilancio dei prodotti tipici e del valore degli imprenditori con le loro aziende: titolo del progetto
Nove aziende - Al corso della durata di un mese hanno preso parte nove aziende storiche: Pasticceria Ghigi, Fattoria del Piccione, Pazzaglini Vivai, Dolci Claudio, Il Bello e il Buono, Il Borgo, San Rocco Agriturismo, Pasta Fresca Laura, Lo Smeraldo Pasticceria.
Da sinistra: l'architetto Alberto Bilancioni (docente del corso) e Carlo Ghigi (dell'omonima pasticceria di Morciano)
“un arco di storia tra percorsi,sapori, e sensazioni rurali”. Solo così saremo in grado di promuovere lo sviluppo dell’entroterra. In questo momento storico le potenzialità di successo sono alte. Le nuove sensibilità vanno a rivedere le forme di una società basata sul consumismo. Voglio ricordare che la terra non dà frutti all’infinito”, ma la natura lavora notte e di da sempre. Terminato lo scorso 28 maggio, il corso nasce sulla spinta dei F.e.s (Fondi sociali europei ) dell’Unione europea. E’ partito dalla Regione Emilia Romagna, attivato iscom er in collaborazione con la Confcommercio dell’Emilia Romagna.
Componenti attivi: Fausto Faggioli e Matteo Amigoni, coordinatore e referente del progetto regionale. A chi fa notare che negli ultimi anni sull’altare della tipicità si sono bruciati risorse con scarsi risultati, argomenta l’architetto Bilancioni M. controcorrente: “Correremo i rischi, ma si intende voltare pagina. Il nostro è solo il primo passo. Effettueremo una serie di promozioni commerciali destinate ai mercati esteri. Presenteremo, ad esempio, come fase sperimentale, il nostro sistema di prodotti in Svizzera quale ambito di centro europa e crogiuolo di culture e relazioni internazionali . In giugno, è in cartel-
Interazioni in piazza Continua a giugno ancora sport e valori per promuovere l’intercultura tra eventi e spettacoli e diritti di cittadinanza. Ormai da 12 anni, l’evento è il luogo per il confronto festoso di diverse tradizioni tra divertimento, sport e spettacolo, per scoprire l’altra faccia dell’integrazione. Quella dell’arricchimento culturale e del dialogo. La manifestazione riunisce organizzazioni di volontariato di immigrati e Casa della Pace, Comune e Provincia di Rimini, Comune di Riccione, Regione Emilia-Romagna, al-
l’interno del progetto Popoli in dialogo, realizzato con il sostegno del Centro di Servizio Volontarimini. Si è estesa poi anche ai comuni di Novafeltria e Gemmano, compreso Fragheto, luogo simbolo del dialogo e dell’educazione su pace e convivenza. Il 20 giugno, a Rimini, la Provincia promuove insieme ad associazioni, cooperative ed enti del territorio “La giornata del rifugiato”, per ricordare la
situazione di tante persone che, fuggite dalla guerra, sono in cerca di una nuova speranza di vita, presentando i progetti e le attività che il territorio ha messo in atto. E ancora, due momenti di formazione, dedicati agli operatori del settore ma anche a chi è interessato a mettersi in gioco come volontario o semplicemente come persona sensibile alla tematica. Il primo
appuntamento è giovedì 28 giugno, dalle 9 alle 12,30 e dalle 14 alle 18, con il corso “Mediazione dei conflitti in contesti multiculturali”, a cura del Centro Alex Langer di Bolzano. L’evento si svolgerà nella Casa delle Associazioni G. Bracconi, in via IV novembre 21, a Rimini. Il secondo è il seminario residenziale su “Senza memoria non c’è storia”, a Casa Fragheto (comune di Casteldelci), dal 7 all’8 luglio. Il programma di Interazioni è consultabile su www.volontarimini.it - Per informazioni Casa della Pace, tel. 0541 50555.
volontarimini@volontarimini.it
lone una vetrina provinciale attraverso una conferenza stampa. Inoltre, daremo energia a quanto fatto con un pieghevole. Un altro obiettivo è giungere alla fiera di Morciano con un progetto più articolato, con un ambizioso pacchetto del meglio del territorio riminese. E in ogni progetto ci deve essere il forte legame con le nostre radici. Credo che la provincia abbia delle chance turistiche se costruisce il futuro sulla propria storia, forte del valore del territorio e di se stessa: della propria cultura. Senza rincorrere i modaioli modelli dozzinali o semplici momenti di effimera esternalizzazione”.
Cattolica, nuovasede Volontarimini - Cambia sede lo sportello del Centro di Servizio per il Volontariato Volontarimini a Cattolica spostandosi nel Centro Giovani in via Del Prete, 119 e lasciando il vecchio ufficio in piazza della Repubblica. Restano invariati gli orari di apertura (dalle 15 alle 18) l’ultimo mercoledì di ogni mese escluso agosto, mentre a dicembre l’apertura è per il mercoledì prima delle vacanze natalizie. Dopo anni di collaborazione con il Centro per l’Impiego, lo sportello del Csv trova nuova linfa a partire dal contatto con i giovani del territorio che frequentano la struttura.
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RIMINI - SAN MARINO LO SPORT
ArrivaloStreetball - In Romagna arriva lo Streetball. Si definisce “basket da campetto”, si gioca tre contro tre, si svolge presso i campi della Polisportiva Stella a Rimini, si utilizza la palla a spicchi: si chiama Streetball. A parlarci di questo nuovo sport, diventato famoso sulla costa della Romagna, è Erika Brancolini, responsabile del Torneo Starlight di Rimini affiliato alla Federazione Italiana Streetball, nonché responsabile Fisb e co-organizzatrice a Rimini delle FISB FINALS 2012. “L’idea di portare a Rimini il basket 3c3, Streetball, è nata lo scorso anno, con la collaborazione di Stefano Oppi e con un’affluenza di duecento presenze possiamo dire che l’idea è stata accolta con entusiasmo. L’8-9-10 giugno si svolgerà il secondo Torneo Starlight, tre giorni di gioco e divertimento presso la Polisportiva Stella a Rimini ” Femminile, maschile e under, diverse categorie, tornei e da quest’anno è stato creato anche il sito internet www.starlight3c3.it, l’account Facebook, Twitter e allo Streetball si è interessata anche Icaro Tv che ne ha realizzato un video di presentazione. “Il regolamento si basa su match di 3 giocatori contro 3, con un cambio, se si vuole, e la pre-
senza di massimo cinque giocatori per squadra.- spiega Erika -. I falli si chiamano da soli, anche se ci sarà l’arbitro a supervisionare il tutto, e l’obbiettivo è raggiungere i 21 punti. Dal 2020 ci sono buone possibilità che questo sport diventi uno dei giochi olimpici, in cui verrà decretato il vincitore mondiale non solo il team, questa è l’idea che ha la Fiba. Piazzale Fellini Dal 27-28-29 luglio nel centralissimo piazzale Fellini ci saranno le finali del 3vs3, giocheremo all’aperto ed è prevista un’affluenza di almeno seicento persone, provenienti da tutta Italia. Ci sarà la serata delle presentazione e la gara delle schiacchiate, con ospiti i Da Move Crew, professionisti del freestyle, che con le loro performance, coreografie e tricks regaleranno uno splendido spettacolo. Un grande traguardo sarebbe quello di riuscire ad organizzare un torneo della durata di una settimana, magari nel periodo estivo. Invito tutti a partecipare alla grande festa che si terrà il 9 giugno al locale Solo a Rimini e per chiunque fosse interessato a praticare lo Streetball le iscrizione sono aperte”.
Veronica Lisotti
Giugno 2012
Studio fatto da due giovani studiose
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Montefeltro, ecco i paesaggi di Piero della Francesca - Com’era questa terra di mezzo, tra Montefeltro e Malatesta, mezzo millennio fa? La risposta è immortalata nelle tele del maestro di Sansepolcro: Piero della Francesca. Il loro è uno degli studi più affascinanti degli ultimi anni. Olivia Nesci (docente di Geomorfologia applicata e telerilevamento all’università di Urbino) e l’artista e fotografa Rosetta Borchia, sono “cacciatrici di paesaggi”, un nome e un “lavoro” che destano subito curiosità. Insieme, unendo intuito e scienza, hanno individuato nella Valmarecchia e Montefeltro odierni i paesaggi dipinti più di 500 anni fa da Piero della Francesca. Lo sfondo dei quadri più celebri
ARTE
di Matteo Marini del pittore di Sansepolcro sarebbero quindi luoghi reali, riconosciuti dalle due studiose con grande precisione. E osservando i confronti tra le pennellate dell’artista rinascimentale e le foto scattate ai giorni nostri, davvero rimangono pochi dubbi. È del 2007 la divulgazione della loro prima “scoperta”, nel libro “Il paesaggio invisibile”,
in cui dimostrano come gli sfondi del celebre dittico dei duchi, nel quale sono ritratti Federico da Montefeltro e Battista Sforza, siano da ricercarsi nei domini ducali nella valle del Metauro tra Urbania (l’antica Casteldurante) e Fermignano. Non paghe di questa pur eccezionale rivelazione, la professoressa e la pittrice hanno battuto palmo a palmo i monti tra il Ducato e le rocche della Valmarecchia per scovare altri “paesaggi segreti”, da molti studiosi ancora ritenuti immaginari, frutto della fantasia del maestro e non di rappresentazioni del reale. Un lavoro che nasce dall’amore per questa terra ma
anche dalla eccezionale memoria di Rosetta Borchia, capace di fissare nella mente come un archivio e riconoscere rilievi e depressioni e ricollegare tutto alle immagini
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RIMINI - VALMARECCHIA
Da questa terra di mezzo tra le signorie di Rimini e Urbino, il grande artista di San Sepolcro attinse i paesaggi per i suoi capolavori Il “Battesimo di Cristo”, opera di Piero della Francesca datata attorno alla metà del XV secolo. Ora conservato alla Nationa Gallery di Londra. Il confronto. Il paesaggio che fa da teatro al battesimo di Gesù sarebbe quello Montefeltro. E’ evidente la somiglianza dei due rilievi sullo sfondo del quadro con quelli che sovrastano Montecopiolo, visto osservando dal monte Carpegna verso nord
immortalate secoli fa: “Ho sempre lavorato con il paesaggio – spiega – ma la prima scoperta è avvenuta per caso. In una foto al computer, ridimensionata, ho notato che il Monte Fronzoso (non lontano da Urbino) corri-
spondeva esattamente all’immagine che ricordavo dietro al profilo di Federico da Montefeltro nel Dittico”. Il confronto è andato avanti anche attraverso stampe, riproduzioni e lavori di pittori minori, che spesso
sfruttavano la fama dei grandi maestri ritraendo gli stessi soggetti. Grazie a loro sappiamo bene com’erano Montefeltro e Valmarecchia all’inizio dell’epoca Rinascimentale: “Molti particolari sono cambiati natu-
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ralmente – riprende la professoressa Nesci – anche in seguito alla piccola era glaciale che ha modificato la morfologia del territorio. Però sappiamo che Piero Della Francesca era un iperrealista, cioè dipingeva nel
minimo dettaglio ogni cosa che vedeva”. Così possiamo essere matematicamente certi che i rilievi, i fiumi e le vallate, che fanno da sfondo al “Battesimo di Cristo”, “San Girolamo e un devoto” o la “Resurrezione”
sono proprio quelli che il pittore del XV secolo vide e volle come teatro per i suoi capolavori più celebri. Da questo numero e per i prossimi su La Piazza vi accompagneremo, come in un museo, attraverso i particolari di questo studio eccezionale. Uno per uno vi mostreremo ogni quadro e una fotografia dei giorni nostri di quel luogo com’è ora a più di 500 anni di distanza.
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l'OPINIONE
Giugno 2012
E' la grande risultante delle urne di maggio. Il declino di Pdl e Lega nord. La rivincita del Pd. Il successo dei grillini
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le il Futurista è espressione. Vi ha partecipato il veneziano Paolo Tonin. Futuro e libertà faceva parte del cosiddetto Terzo Polo, di cui l’on. Casini, visto il deludente risultato del turno elettorale del 6-7 maggio, ha decretato la fine. Quel turno aveva già duramente colpito il Pdl di Berlusconi e la Lega Nord di Bossi. In misura assai minore ha diminuito anche i voti del Pd di Bersani, a causa del successo dei grillini. Ciò significa che il Pd, sconfitto a Parma nel ballottaggio, deve porsi il problema del rinnovamento e del ringiovanimento. Chi scrive intende portare questo articolo oltre il confine riminese della Piazza ed offrirlo come lettera aperta al presidente della Camera, al quale l’anno scorso ha dedicato un libro di apprezzamento della sua rottura con Berlusconi, e ciò allo scopo di intervenire nel dibattito aperto dal Futurista, una casa non sua ma necessaria all’Italia, se l’Italia vuole diventare una moderna nazione europea. Si stanno facendo strada tra gli italiani il bisogno di onestà nella cosa pubblica, e di concretezza da parte delle forze politiche. Bisogno di onestà? La corruzione e l’evasione fiscale costano ai contribuenti oltre 200 miliardi di euro all’anno, e in collaborazione con le mafie tengono lontani gli investitori stranieri dall’impegnarsi in Italia. Bisogno di concretezza? Sì, per sapere quali soluzioni ogni forza politica propone ai proble-
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Elezioni: bisogno di onestà, bisogno di concretezza IL PUNTO DI VISTA Inizia in prima pagina mi della nazione. A questo riguardo c’è un problema che vede chi scrive in contrasto con Fini: il convincimento del presidente della Camera (e di Beppe Grillo) che non si possa più parlare di una destra e di una sinistra. Fedele alla lezione di Bobbio (la sinistra quale forza politica che tende all’eguaglianza, la destra ostile a tale istanza), ritengo invece che attraversi tutta la storia, la passata e la futura,
comincia a far capolino sul Futurista, e ad opera del dottore Paolo Tonin, vicedirettore vicario della Direzione Scientifica dell’ospedale San Camillo di Venezia. Ma qui vorrei allargare il discorso al di là dell’intervento del Tonin, intitolato Lettera aperta a Futuro e libertà: non fate morire l’anima futurista. E lo faccio affermando che un grande spazio politico sta davanti al Fli, previsto dallo stesso Fini: il carattere laico dello Stato, male difeso anche dalla sinistra di oggi. Giacché il conflitto
Si stanno facendo strada tra gli italiani il bisogno di onestà nella cosa pubblica, e di concretezza da parte delle forze politiche il conflitto tra sinistra e destra. Dai Gracchi della storia romana al medievale tumulto dei Ciompi, dall’illuminismo alla rivoluzione americana, dal liberalismo dell’Ottocento ad oggi, quel conflitto ha sempre occupato un posto centrale nella storia. Con Hollande, con Obama, con la socialdemocrazia tedesca è oggi la sinistra che avanza, e combatte per un mondo più giusto. Quel che serve al Fli, ora,
non sta nella contrapposizione laici-cattolici, ma nel contrasto tra laici e clericali, giacché anche molti cattolici sono laici, nel senso della separazione tra Stato laico e Chiesa, e della forma non confessionale dello Stato. La decisione di Casini di chiudere la partita del Terzo Polo con Fini appare sotto questo profilo provvidenziale, perché Casini è, diciamo così, vicino al Vaticano, e un partito laico, pur rispettando la San-
ta Sede, non può dipendere dagli orientamenti della Segreteria di Stato. Ognuno per la sua strada, quindi, nel massimo rispetto reciproco. Proprio come Fini ha più volte ripetuto. Nel marzo 2008, in sede di fondazione del Partito delle libertà, lo stesso Fini l’aveva chiarito assai bene, all’indomani dell’approvazione, da parte del Senato, del disegno di legge sul testamento biologico, sulla scorta di quanto il vicepresidente del gruppo berlusconiano Gaetano Quagliariello, sostenitore della forma confessionale dello Stato, aveva gridato dopo la morte di Eluana Englaro: «Eluana non è morta. Eluana è stata assassinata» . In quell’occasione Fini disse: «Siamo proprio sicuri, amici del Pdl, che il disegno di legge sul testamento biologico sia davvero ispirato alla laicità? Perché una legge che impone un precetto è più da stato etico che da Stato laico. Quando dico laicità non intendo negare quello che è il magistero morale della Chiesa, il contributo che ha dato all’identità italiana. […] Laicità è separazione delle due sfere, come è ben chiaro ai cattolici più avveduti». Ma anche prima Fini aveva dimostrato la sua laicità. Quando, il 12 e 13 giugno 2005, ci fu il referendum sulla fecondazione assistita e i «sì», pur predominan-
ti, non poterono prevalere a causa del mancato raggiungimento del predicato dai vescovi italiani, Fini dichiarò che sarebbe andato a votare, e poi che avrebbe votato tre “sì”, e “no” all’abrogazione dell’ articolo che vietava l’uso di ovuli o spermatozoi appartenenti a donatori esterni alla famiglia. E andò a votare. C’è poi la questione della legalità. Una volta l’espressione «legge e ordine» era appannaggio della destra. Ma da quando Berlusconi, prima con la delegittimazione dei giudici («per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche»), affidata alla rubrica Sgarbi quotidiani, e poi, il 16 ottobre 1999, nel Security day, con il lancio della sua sfida alla magistratura allo scopo di sottrarle le indagini per affidarle alla polizia per i primi tre mesi successivi al reato, da allora, dicevo, la difesa della legalità e dell’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge è passata in Italia tra i compiti storici della sinistra. Fini è stato sempre, ed è oggi più che mai, fautore della legalità, in ciò sostenuto dall’ on. Giulia Bongiorno, sicuro presidio di tale valore nel suo lavoro di presidente della Commissione Giustizia della Camera. Ma c’è una macchia, nella storia della difesa della legalità di Fini: per il suo avallo alle leggi ad personam di
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Berlusconi, la legge 248 del 2002 (legge Cirami sul legittimo sospetto) e la legge n. 140 del 2003 (lodo Schifani), fatta per salvare dai processi le cinque più alte cariche dello Stato, poi dichiarata anticostituzionale dalla Consulta con sentenza n. 13 del 2004, il presidente della Camera dovrebbe chiedere scusa agli italiani. Non a caso oggi nella Commissione Giustizia della Camera i deputati di Fini si uniscono a quelli del Pd e di Idv (contrari l’Udc di Casini e il Pdl, sempre tenero con i corrotti) nell’aggravare le pene per i corrotti. Scrive giustamente Tonin sul Futurista: «Per quale astrusa ragione noi non collaboriamo ufficialmente o comunque regolarmente con Libera, l’associazione di Don Ciotti contro le mafie? Perché Don Ciotti è, o appare, “di sinistra”, perché è amico di Fazio, che pure lui è o appare di sinistra?». Dopo i terribili fatti di Brindisi, il ragionamento di Tonin acquista ancor maggiore forza. Hic Rhodus, hic salta, dicevano i Romani. Bisogna far sapere agli italiani come si propone di risolvere i loro problemi, a partire dalla disoccupazione giovanile. Non si preoccupi l’on Fini se nove volte su dieci gli capiterà di trovarsi d’accordo con la sinistra, o con una parte di essa. La macchina del fango, già fallita nella Montecarlo di Lavitola, riprenderà a sparargli addosso il suo immondo carico. Ma saremo in molti a difenderlo.
*Libero docente all'Università di Roma
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RICCIONE
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90 anni Comune di Riccione
La signora Edvige se n'è andata dopo due anni per essere entrata in contatto con le polveri di amianto
ALLEGRO MA NON TROPPO
Spigolature
degli Scrondi
Cena da vip - Leggiamo: "Due coppie russe: cena da vip, 323 euro. Poi via senza pagare". Dicono che il ristoratore gli gridasse dietro: figli di putin...
Bicicletta - Leggiamo: "A Riccione la moda sfila in bicicletta". Quando la fantasia pedala...
La ruota - Leggiamo: "Riccione non molla e vuole la sua ruota. Ma c'è chi tratta per un'attrazione più piccola". Insomma, ci si accontenta anche di una ruota di scorta...
Vista e udito - Leggiamo: "Scatta la sirena dell'antincendio durante l'inaugurazione del reparto Oculistica ed è un fuggi fuggi". Come a dire: ci vediamo poco, ma l'udito (e la gambe) funziona bene...
Caro equivoco - Leggiamo: "Ici non dovuta, vincono i cittadini. Possiedono terreni agricoli: il Comune aveva fatto pagare come se fossero edificabili. Ma lo scontro si annuncia lungo". Hanno confuso patate con mattoni?...
Maschietti - Leggiamo: "A otto anni firmano una petizione. I maschietti scrivono al Comune: vogliono una festa per uomini l'8 marzo". Piccoli maschilisti crescono?...
La piada - Leggiamo: "Occupazione suolo pubblico: la piada si mangia seduti, ma senza comfort". E il prosciutto si porta da casa?...
Parcometri - Leggiamo: "Ladri all'assalto dei parcometri". Furto ad orario?...
Travestimenti - Leggiamo: "Travestiti da poliziotti rapinano un turista". Il burlesque dilaga...
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Cara mamma, un abbraccio - Edvide Talacci è deceduta dopo due anni di una lunga e dolorosa malattia, il mesotelioma. Aveva contratto il male terribile per essere entrata in contatto con le polveri di amianto. L'ultimo abbraccio di Federica, la figlia. PERSONE
- Cara mamma, voglio farti un ultimo saluto, certa di interpretare il sentimento comune di tutti noi famigliari e di coloro che ti hanno voluto bene. Sei stata per me un esempio e un modello di vita sia come mamma, dolce, presente e premurosa, sia come donna che amava la vita, in cui mi sono rispecchiata. Sei stata per me l’amica del cuore. Insieme abbiamo condiviso gioie, soddisfazioni, dolori e difficoltà. Mi hai trasmesso i valori e i principi dell’onestà, della correttezza, della dedizione per la famiglia cui hai improntato la tua vita sempre, sino agli ultimi giorni quando, ancora vigile, in una sorta di definitivo congedo, mi comunicavi la tua serenità, mi raccomandavi di non piangere di pensare alla vita che sarebbe continuata e di andare d’accordo tra noi, tuoi figli, ti preoccupavi, non per te, ma per il
Edvige Talacci in Ricci (26.2.1945 - 11.5.2012) babbo che sarebbe rimasto solo e ti struggevi perchè non avresti potuto più rivedere i tuoi Gianmarco e Mariagiulia. Hai sempre affrontato con encomiabile impegno le tue responsabilità, in famiglia come sul lavoro meritandoti la stima di chi, in qualunque modo, ha beneficiato di te. Hai dovuto affrontare tante traversie, tante dure prove fisiche che con la tua inesauribile forza hai tutte superate. Poi è arrivata anche questa malattia e ancora una volta con infaticabile tenacia hai lottato speranzosa nella guarigione e accettato la condizione nuova impostati. Dilaniata nel tuo corpo ormai
esile e dolorante non hai mai perso la lucidità, la dignità e la fiducia. Ti scusavi a volte, di ciò che definivi egoismo nel volermi vicina ma quello era per me il regalo prezioso di momenti che non sarebbero più tornati. E’ stato umanamente insopportabile partecipare alla tua sofferenza quando, esanime, invocavi la fine che avevi compreso essere ineluttabile. Nello stesso tempo non avrei voluto che finissero mai certi attimi di profonda intimità ove con piccoli gesti ci trasmettevamo reciproco amore e la malattia si rivelava l’opportunità di stare ancora più vicine, in una nuova forma. In tuo nome ora cercherò di
dare il mio contributo affinchè tanta sofferenza e il prezzo della tua vita, che si aggiunge a una lunga lista, non sia stato pagato invano, sia con l’aiuto alla ricerca che possa trovare terapie adeguate per una malattia rara ma in forte crescita, sia con un gesto che è prima di tutto di civiltà sociale denunciando situazioni, troppe ancora purtroppo, in cui subdolo si annida l’amianto, responsabile. Ora sei nella casa del Padre ove prego perchè ti sia data la meritata pace, ormai lontana dalle tribolazioni vissute. So, perchè me lo hai promesso, che continuerai a starmi vicino, a proteggermi ad aiutarmi e a volermi bene. Noi cercheremo di trarre conforto in questo immenso vuoto, dallo stupendo ricordo che ci hai lasciato, consolati dalla preghiera a cui più volte insieme abbiamo affidato le tue pene. Rimarranno per sempre di te, mamma, l’amore per il sole, la musica e il verde -il tuo colore preferito-, la tua fiera schiettezza, la tua dolce ingenuità, il tuo velato pessimismo, la fiducia nelle persone, la malinconia del tuo sguardo, la spontaneità del tuo sorriso e tutto il bene che ci hai voluto. Grazie mamma Federica
Beatiful - Leggiamo: "Sfilate: moda e bellezza, il binomio è Beatiful. Gobbi sta già lavorando per riportare le ‘veline’". L'insostenibile leggerezza dell'essere...
Dirigenti comunali - Leggiamo: "Dirigenti, la paga si è ridotta. Ma le buste paga vanno da 61mila a 111mila euro". Allora i conti non tornano...
Figuracce della politica a Coriano - Leggiamo: "Gettone ai terremotati, scontro in Consiglio. Soldi agli sfollati approvati ma non all'unanimità. Il sindaco: ‘Sono amareggiato’”. E anche alquanto incazzati diciamo noi come cittadini. Anche se non siamo di Coriano...
- Edvige, Gabriella per tutti, era una donna semplice, casa e famiglia. Termina l'attività lavorativa nel 2006 quando un carcinoma allo stomaco le impedisce di dedicarsi a quello che per lei era prima di tutto un piacere, svolto con passione. Succede poi che si ammala nuovamente nel marzo 2010, quando le viene diagnosticato un: “mesotelioma”. Il nome non è nuovo ma non evoca nulla di particolare sino a che il medico chiarisce
Morire d'amianto trattarsi di una malattia da esposizione all’amianto. Per tanti è solo un nome ma la sua dolorosa esperienza conclusasi con il sacrifìcio della vita, dovrebbe essere per tutti anche lo spunto per riflettere su un tema di stretta attualità. Troppe le tettoie, troppe le discariche, troppe le vecchie fabbriche, presenti ancora sul nostro territorio, in cui si annida il perico-
loso killer. Pericoloso indiscriminatamente per tutti, per noi, per i nostri figli. Tutti possiamo accidentalmente inspirare una fibra che si deposita nel nostro organismo e rimanere latente per 20, 30 o 40 anni prima del possibile manifestarsi della malattia. I famigliari di Gabriella che hanno vissuto il terribile evolversi della malattia, la sofferenza quoti-
diana dovuta al dolore e alla dispnea sino allo suo disumano stadio terminale, non vogliono che questo sacrificio cada nel vuoto, e con il loro disperato grido per la dolorosa perdita subita si augurano che la loro testimonianza scuota le coscienze e induca i privati cittadini come le pubbliche amministrazioni ad interrogarsi e a compiere azioni concrete di bonifica del territorio, nell’interesse di ciascuno e di tutti.
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90 anni Comune di Riccione
RICCIONE
Per ragioni familiari “obbligati” ad affittarlo. “Questo albergo è il frutto del lavoro dei nonni”
Patrignani, dopo 20 anni tornano a fare gli albergatori
La famiglia Patrignani. Da sinistra: Armando, Laura, Adriana, Massimo
PERSONE di Matteo Marini - Il sole è ancora un velo opaco che attraversa un sottile strato di vapore lattiginoso e cala ombre incerte. Sono le 11 di un tiepido mattino di maggio, sul lungomare di Riccione, tra le rare auto parcheggiate e gli eserciti ordinati di tende e ombrelloni della spiaggia semideserta. La stagione non ha ancora spalancato le porte, la signora Elvira approfitta per raccogliere i primi raggi “buoni” mentre legge il giornale in costume sulle sedie del giardino dell’hotel San Marco. È il momento giusto per tirare fuori un po’ di ricordi dalle camere di questo hotel. Ricordi che abbracciano mezzo secolo. Era l’inizio degli anni ’60 quando la famiglia Patrignani, Roberto ed Esterina e con loro i figli Armando e Ivan, prese l’hotel Apollo, quello che sta subito dietro la prima linea della costa. L’Apollo e il San Marco poi, di fronte alla spiaggia. E dopo una pausa di quasi 20 anni, questa è la prima estate in cui i Patrignani tornano dietro al bancone di questo
piccolo tre stelle (38 camere) affacciato sul mare. Stesso spirito, è solo cambiata la generazione. A raccogliere la sfida, questa volta, sono i più giovani. Armando, 67 anni, albergatore con un passato calcistico e la passione per le immersioni, ora se ne sta a riposo. Si gode la pensione mentre osserva attento il lavoro dei figli: Massimo e Laura, che da questa stagione sono diventati albergatori a tutti gli effetti. Una storia lunga e piena di ricordi, quella della famiglia Patrignani. Uno dei primi, sembra strano, lo racconta proprio Laura, la più giovane. Ha 31 anni e lavora anche come addestratrice dei delfini al parco Oltremare. Il suo tempo ora lo divide tra gli amici cetacei nelle vasche cristalline e la salsedine di Alba: “Questo albergo è frutto del sudore dei miei nonni – racconta con orgoglio – mia nonna Esterina si ammazzava di lavoro. Se mio nonno Roberto usciva con gli amici, appendeva l’abito buono all’armadio, per far vedere che anche lei aveva una vita. Invece poi
tornava a lavorare. Non ha mai smesso, mangiava gli avanzi e la notte, nel letto, pensava a cosa c’era da fare l’indomani”. La signora Elvira è una delle clienti fisse dell’hotel. Con il marito, da Bolzano, torna ogni anno da almeno due decenni: “Sono tanti i turisti che ancora vengono qui da noi, qualcuno ormai son quasi 50 anni” racconta Armando. C’è tanto della passione per questo mestiere che ha riportato la sua famiglia alle redini del San Marco: “Andavo a pescare le cozze a Gabicce e la sera organizzavamo le mangiate. I reggiani portavano il lambrusco, il formaggio e i salumi. I tedeschi i wuerstel. E via a mangiare la sera, anche a tarda ora. E io facevo i conti con la matita”. I ricordi di quelle estati sono conditi da un pizzico di nostalgia per il rapporto umano, non solo professionale, che si instaurava con i clienti, che diventavano amici: “Organizzavamo partite contro altri hotel, alcuni ba-
gnanti venivano con me allo stadio per allenarsi con noi del Riccione. A maggio scommettevamo sulle finali di calcio delle coppe europee e poi svuotavamo l’albergo e ce ne andavamo a mangiare in campagna”. All’epoca la gestione famigliare era la regola. Quando ancora Armando e la moglie Adriana gestivano l’Apollo, al San Marco c’erano il fratello Ivan e la moglie Giuseppina, conosciuta da tutti come Pitti, la maestra di tutti in cucina: “Io stavo in sala, coordinavo il lavoro dei camerieri. In cucina c’erano mia madre e mia moglie assieme ad altre quattro donne. Era tutto fatto in casa. La pasta e la piadina soprattutto”. Ora a capo della cucina c’è un ottimo chef con aiuto cuoco. La qualità è sempre alta, ma tempi sono cambiati anche qui: “Per problemi famigliari siamo stati costretti a lasciare per quasi 20 anni – continua Armando – abbiamo dato in affitto l’albergo alla famiglia
Micheli, di Cattolica. E devo dire che siamo molto contenti, hanno lavorato davvero bene e ora ad affiancare i miei figli c’è Filippo, che è rimasto direttore”. Il ‘gene’ dell’albergatore (come accade sempre più raramente) si è manifestato anche nella discendenza. Laura e Massimo hanno voluto iniziare la loro avventura da dove l’avevano lasciata i genitori: “Diciamo che forse non hanno scelto l’anno migliore, vista la crisi. Una volta a maggio dovevamo mandarli via, i bagnanti, tanto eravamo pieni. Arrivavano ‘un fumo’ di tedeschi per la Pentecoste, perché a loro conveniva, con le offerte e i buoni benzina”. Si guarda attorno Armando, l’hotel conta adesso sì e no 15 clienti ma chi è stato capace di seminare bene poi i frutti li raccoglie a lungo. Il fratello Ivan, anche lui ora in pensione, passa spesso a salutare gli ospiti di vecchia data: “Il San Marco in tutti questi anni ha mantenuto una clientela affezionata.
Qualche ospite viene qui da quasi mezzo secolo – dice mentre fa scorrere il dito sul registro delle prenotazioni. Come un album di ricordi. È quasi pieno per il mese di luglio, ancora così così a giugno – per esempio la signora Castaldini, da Bologna. Che viene a luglio. O i Mohr. Loro sì, davvero, saranno 50 anni”. Ma il turismo è cambiato assieme a tutto il mondo attorno. E le abitudini dei bagnanti di conseguenza: “C’era chi faceva uno, due, anche tre mesi. Il primo cliente quando abbiamo aperto il San Marco è stato il signor Gintrowsky. Ogni anno stesso parcheggio, stessa stanza e stesso tavolo. Guai a non riservarglieli. Ora chi si ferma tanto fa al massimo un paio di settimane”. Massimo e Laura hanno bene in mente la sfida che li aspetta. Il primo passo, importante, è stato l’investimento per rimodernare l’hotel. Due piani completamente ristrutturati con uno stile pulito e moderno, i macchinari della cucina e della lavanderia. In attesa che arrivi anche qui il nuovo lungomare per sistemare anche il giardino esterno. “Sappiamo che non è più come una volta – ammette Massimo – i clienti dobbiamo andarceli a cercare e non ci piovono tra le braccia. Il San Marco non ha mai lavorato col ‘butta su’ e con le agenzie, almeno finora. Abbiamo creato un nuovo sito internet anche se preferiamo ancora gestire tutte le prenotazioni di persona”.
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RICCIONE
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Ha organizzato l'Università di Ferrara (architettura), Comune di Riccione, insieme alla Sis. Patrocinio della Regione
Think, tank, turismo: laboratorio di idee Passione. Attenzione agli altri. Innovazione nel solco della natura. E soprattuto relazioni umane belle quanto disinteressate. A ben guardare erano i talenti del boom turistico della provincia di Rimini. La sintesi di due giorni di lavori con 13 relatori
I relatori del 12 maggio
IDEE IN CIRCOLO
- Passione. Attenzione agli altri. Innovazione nel solco della natura. E soprattutto relazioni umane belle quanto disinteressate. A ben guardare erano i talenti del boom turistico della provincia di Rimini. Questa è la sintesi di due giornate sul turismo, che non si dovevano assolutamente perdere per la qualità ed il valore degli intervenuti; da paese molto aperto e consapevole che il futuro passa per l'etica della responsabilità ed il lavoro ben fatto. Ha organizzato la facoltà di architettura dell'Università di Ferrara, con il Comune di Riccione, la Sis; con il patrocinio della Regione Emilia Romagna. La due giorni si è tenuta al PalaRiccione l'11 e il 12 mag-
gio. Aveva un titolo provocatorio e dagli orizzonti tutti sul futuro, il primo giorno: “Riviera reattiva”. “Strategia per nuove visioni e canali dell'ospitalità” il tema del giorno successivo, animato da esperienze (comprese le difficoltà) vincenti di fare turismo. A coordinare i lavori del primo giorno, Luca Emanuelli, professore dell'Università di Ferrara. Massimo Pironi ha portato il saluto della città: “I territori si frequentano per le emozioni, per muovere opportunità di relazioni, per sperimentare e conoscere cose nuove. E Riccione vuole essere il luogo dove le cose avvengono prima. Dove si fanno esperimenti. E queste
sono le ragioni di questa tavola rotonda”. Ad animare l'intelligente pomeriggio da non perdere ma con poco pubblico: Eduard Bru Bistuer (professore al Politecnico della Catalogna), Stefano Da Empoli (Università Roma Tre), Mario Lapuano (storico e criti-
L'AMICIZIA
co dell'architettura), Marco Pappalardo (responsabile marketing dell'Alto Adige). “Riviera reattiva” è stata chiusa da Maurizio Melucci, assessore regionale al Turismo. Pregevole l'intervento dell'amministratore riminese già vice-sindaco di Rimini. Ha toccato prima i
punti di debolezza e poi di forza della nostra offerta e ha sottolineato che in provincia di Rimini non ci saranno più cambi di destinazione d'uso degli alberghi. Addio condomini, addio rendita immobiliare. Bisogna assolutamente ritornare al lavoro. Dello stesso livello il giorno
successivo. Questa volta gli organizzatori hanno chiamato a testimoniare casi veri di successo turistico. Coordinatore Luisa Collina (ordinario del Politecnico di Milano), hanno raccontato le proprie esperienze: Nicola Specchio, Pan Gu (esperienza di turismo cinese), Fulvio Lanzone (direttore commerciale Travelplan Italia), Bonavita (manager di Kiwi Hotel Resort). Il milanese Nicola Specchio ha compiuto un piccolo miracolo imprenditoriale nel cuore di Milano. Già regista, da sempre in giro per il mondo per ostelli, insieme a tre amici ed ad un altro manipolo di amici investitori, hanno aperto a Milano il suo ideale di ostello lo scorso settembre. Finora: 10mila presenze e in una valutazione internazionale sono stati considerati il secondo ostello più bello del mondo. Il fatto di cui essere orgogliosi delle due giornate è che tutti i relatori hanno parlato ammirati delle capacità turistiche del Riminese. Un vero e proprio modello in grado di competere e di innovare. E che tale tavola rotonda dal titolo da crisi, “Riviera reattiva”, non si poteva che tenere in queste terre.
LA CULTURA
Pio Biagini
1917: il ‘naufragio’ della nave da guerra Zeffiro a Riccione Fosco Rocchetta, l'autore del libro
“Che bèl cuntadèin” - Pio Biagini (famiglia Cantòn, originaria della Gaiofana) è stato apprezzato dirigente del Comune di Riccione: efficace e disponibile. Il Comune ha perso un grosso personaggio, imponente ed elegante. Capace di lavorare in gruppo e sempre gentile, come ben sanno collaboratori e riccionesi. In proporzione, l'agricoltura si può vantare di averlo trovato, il personaggio. Il pezzo di terra dove ci fa l'orto lo ha comperato dopo la pensione. Ci coltiva di tutto: frutta, verdura e anche qualche filo di gramigna. Sarebbe stato più credibile se da contadino fosse diventato dirigente; che l'opposto. Dove ha lavorato ha incontrato parecchi meloni; speriamo che quelli del suo orto abbiamo un colore ed un sapore diverso. Con affetto. (Lele Montanari)
- Il 26 novembre del 1917 al largo di Riccione affonda il cacciatorpediniere, lo Zeffiro. Lo studio Fosco Rocchetta, già direttore della biblioteca di Riccione, vi ha scritto un libro. Titolo: “Il ‘naufragio’ dello Zeffiro a Riccione”. Il lavoro viene presentato al Palaterme il 16 giugno, alle 17,30. Oltre all'autore, interviene Stefano Medas, presidente dell'Istituto italiano di archeologia e etnologia navale di Venezia. Il libro è stato possibile grazie al sostegno della
Libro di Fosco Rocchetta, viene presentato il 16 giugno al Palaterme, ore 17,30 Banca Popolare Valconca, l'Associazione nazionale marinai d'Italia e l'Istituto italiano di archeologia e tenologia navale. La nave da guerra
Zeffiro, classe Nembo, viene varata il 14 ottobre 1904 e demolita nel 1924. Partecipa alla guerra italo-turca del 1911 ed alla Prima guerra mondiale (1914-18).
Da molti anni, Fosco Rocchetta va per polvere degli archivi in cerca della storia di Riccione. Nel 1997, ha pubblicato “Sul nome di Riccione, in Tracce di storia”. Nel 2004, esce con “Il ponte Romano dell'antica Flaminia a Riccione”. Al 2006, risale il suo ultimo libro: “Le Fontanelle di Riccione: ambito e storia di un'area urbana tra mare e collina”. Il riccionese da anni viene invitato a giornate di studio sul medio e alto Adriatico.
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RICCIONE
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I due studenti attori vasaio. Prova ne è che altrimenti avrebbero cercato una telecamera un po’ migliore, come dice il Professor Motolo, quasi scusandosi. Ma no Professore, sta proprio lì la bellezza del tutto, è lì che l’arte trionfa. Il filmato, breve, conduce chi lo guarda fino a quel crinale strettissimo dove l’uomo è costretto a fermarsi e a pensare, perché mentre da un lato sente fortissima la tentazione di lasciarsi risucchiare dal vortice delle emozioni e vola-
Savioli, emozionante video sulla legalità re con le ali del cuore, dall’altro resta legato alla fune di sicurezza della riflessione che lo tiene vincolato alla concretezza. Emozione e razionalità, dunque, le due gambe, entrambe indispensabili, che consentono all’uomo di camminare e di farsi strada nell’impervio cammino del futuro. L’obiettivo è stato raggiunto, il messaggio è passato, chi lo guarda non può non capire. Un grazie di cuore, dunque, per l’emozione che ci è stata donata, al preside Giuseppe Ciampoli che ha appoggiato il progetto, alla professoressa Lisa Verni e al professor Antonio Motolo che hanno trovato il modo e il tempo per realizzarlo, alla studentessa Clarissa Casadei che ha scritto i testi, ai due studentiattori Luca Leardini e Federico Visentini, impagabili. Il primo posto conquistato in Regione ha consentito a tutti di partecipare alla Giornata della Legalità che si è svolta a Palermo il 23 maggio dove sono stati ammessi, previa ulteriore selezione, insieme con altre cinque Scuole d’Italia, alla manifestazione che si è tenuta nell’aula bunker alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del presidente del Consiglio Mario Monti e delle più alte cariche dello Stato. (Tereseio Spadoni)
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90 anni Comune di Riccione
Relatori: Morosini (giudice a Palermo), Giovagnoli (capo della procura di Rimini), Stefano Vitali (presidente della Provincia)
LA CULTURA
- Un emozionante video per ricordare e parlare di legalità. È quello realizzato dagli studenti dell’Istituto Alberghiero S. Savioli di Riccione. Titolo “Ricordi dal Mare”, è stato realizzato in occasione del ventesimo anniversario della strage di Capaci. Parlando col preside Giuseppe Ciampoli mi è passata tutta la sua soddisfazione per essere riusciti, attraverso uno strumento che parla il linguaggio dei giovani, a stimolare la loro voglia di sapere, di capire. È un lavoro che l’Istituto che dirige già da anni persegue, nella consapevolezza che è solo attraverso la conoscenza dei fatti che si può tornare a far capire l’importanza del principio della legalità. Il video, bellissimo, è arrivato primo alla selezione regionale per il concorso indetto dal ministero della Pubblica Istruzione “Capaci vent’anni dopo – Etica, ruolo e valore della memoria” ed è visibile al link www.youtube.com/ watch?v=An0I6JQ-Y1g oppure ricercandolo in Google digitando il titolo. Realizzato con mezzi scarsissimi, fa parte di quelle opere della cui straordinarietà si prende coscienza solo a mano a mano che si procede e che prendono forma, istante dopo istante, come creta tra le mani di un esperto
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Quella che si sta affermando qui è una mafia che si presenta con l’abito buono, come quello che veste un esperto procacciatore d’affari. La gremita sala del Volta-Fellini
Mafia in riviera, le Nuvole fanno il pieno - Posti in piedi all’Auditorium Rita Levi Montalcini di Riccione lo scorso 24 maggio. Le trecento poltrone di cui dispone la struttura non sono state sufficienti ad accogliere la moltitudine di persone che hanno voluto assistere all’incontro su “Mafia in Riviera” organizzato dall’Associazione Le Nuvole. Sul palco, sotto la regia attenta di Enea Abati (giornalista del Corriere di Romagna), erano presenti il Gip (Giudice per le indagini preliminari) antimafia presso il Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, il procuratore capo di Rimini Paolo Giovagnoli, il presidente della Provincia Stefano Vitali, il giornalista de “l’Informazione” di San Marino David Oddone. In platea, giovani... tanti giovani; giovani venuti per ascoltare, per capire. L’argomento era di quelli scottanti e, di questi tempi, tragicamente attuali. Si è discusso di mafia e per la precisione dell’occupazione mafiosa dei nostri territori. E lo si è fatto con degli ospiti il cui grande spessore, è derivato non soltanto dalla professione che svolgono, ma dall’impegno civile che met-
Può il cittadino difendersi da un siffatto tipo di attacco mafioso? Può egli rinunciare ad un “buon” affare? PERSONE di Teresio Spadoni tono nel dare valore al loro lavoro. Il 23 maggio si è celebrato il ventesimo anniversario della strage di Capaci (dove morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della scorta), ma non è di quel tipo di mafia che si è parlato durante l’incontro; non è la mafia delle stragi o degli assassinii quella presente nei nostri territori, non ancora. Quella che si sta affermando qui è una mafia che si presenta con l’abito buono, come quello che veste un esperto procacciatore d’affari. Durante i lavori di organizzazione della manifestazione mi è capitato di parlare con molte persone e sono rimasto meravigliato dalla naturalezza con la quale tanta gente mi ha detto che “si, si, fate bene a parlare di mafia... ce n’è ormai tanta anche da noi!”.
Questa cosa mi ha turbato molto; in quelle persone non ho percepito indignazione, non ho colto manifestazioni di meraviglia, di incredulità, di ribellione. Mi sono sentito circondato da apatia, fatalismo, finanche da rassegnazione; ma da dove originano siffatti sentimenti? Chi li ha importati tra la gente indomita di Romagna? Ma non ci si rende conto che è proprio questo modo di essere, questo “ma tanto si sa che è così... cosa posso farci io?” che crea l’humus adatto per consentire alla mafia di radicare nel territorio. In questo periodo di recessione economica le mafie sono le sole ad avere contante da investire e quando si presentano dai proprietari di imprese più o meno in crisi proponendogli l’affare, con i soldi in mano, possono esse-
re molto convincenti. E così rilevano attività, le rimettono a nuovo, ci mettono gente loro a gestirle; diventano concorrenziali, a volte fin troppo, mettendo in difficoltà i più onesti, quelli che ci provano a stare nel mercato rispettando le regole, quelli che tentano di appoggiarsi alle banche per contrastare la crisi. Il passaggio successivo sarà l’intimidazione; e si, perché la mafia li fa lei gli affari! e domani passerà a riscuotere con gli interessi proprio là dove oggi “investe”. E allora, può il cittadino difendersi da un siffatto tipo di attacco mafioso? Può egli rinunciare ad un “buon” affare? Le risposte uscite dal dibattito sono stati due roboanti si. Il primo è stato pronunciato per affermare che è giunto il tempo di mettere in atto quel cambiamento valoriale che ci riporti a capire che “nessuno può servire a due padroni” impunemente. Il secondo, perché nell’accettare pagamenti in contanti non si fa un buon affare ma si commette un reato, anzi due: evasione fiscale e riciclaggio.
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Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni
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90 anni Comune di Riccione
Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell.. 333.4814188
RICCIONE
Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni
Un utile di due prima delle tasse. Una macchina turistica che fa girare la ruota di Riccione e non solo
TURISMO
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record per una sola manifestazione: più di 14.000 persone hanno preso parte all’evento con il dj Paul Kalkbrenner, uno dei guru della musica elettronica: “Questo tipo di musica può essere considerato il pop del ventunesimo secolo. Anche in questo cerchiamo di interpretare le esigenze di un
anno circa mezzo milione è destinato alla manutenzione degli oltre tre chilometri di scivoli e di tutte le attrazioni. Una curva in crescita che non si ferma mai e un utile, pre-tasse, che raggiunge una quota, considerevole, del 22 per cento. “Non può essere sempre tutto una novità – continua Pierucci – gli investimenti sono anche il miglioramento dei servizi. Cose che non si vedono ma si avvertono nella fruizione. Come i parcheggi”. Paradossalmente il sistema di comunicazione del parco non prevede grandi investimenti per una campagna pubblicitaria: “Lavoriamo principalmente con il comarketing assieme ai
pubblico giovane. Un ragazzo di Düsseldorf si deve chiedere ‘cosa succede questa estate in Riviera?’ e trova noi. E allora sì che succede quello che erano gli anni ’70 e ’80. Un’altra necessità è stata quella, per esempio, di abbassare i prezzi. Per questo abbiamo dato il via alla promozione che dà diritto, per ogni biglietto acquistato, a tornare gratuitamente un altro giorno”. Grazie a un fatturato che gravita attorno ai dieci milioni gira una macchina poderosa che conta 205 addetti a pieno regime, a luglio e agosto. Ogni
nostri sponsor. Se togliamo la campagna pubblicitaria a livello nazionale che comprende tutti i parchi”. E comincia a muovere i primi passi anche la strategia social, su twitter e facebook. Sul più popolare dei social network Aquafan cnta oltre 65.000 ‘like’, mentre i suoi cinguettii sono ancora ascoltati da appena 400 utenti. In termini di investimenti, più grosso mai effettuato in 25 anni è di appena due anni fa, lo Strizzacool, un doppio percorso, vertiginoso, con gommone da provare in più persone, costato 3,5 milioni di euro.
Il fatturato che gravita attorno ai dieci milioni gira una macchina poderosa che conta 205 addetti
di Matteo Marini - “Conto con le dita appoggiate sul naso”, un po’ sovrappensiero, un po’ come si imparava la matematica da piccoli. L’importante è che i conti tornino. L’Aquafàn di Riccione sembra essere una di quelle realtà (poche ormai) che la crisi non è riuscita a toccare: un fatturato di 10 milioni con utili che superano quota due. Gli ingressi si contano a centinaia di migliaia fino a sfiorare e superare, quando gli dei della pioggia sono indulgenti, il mezzo milione. Contando gli anni
Aquafàn, 500mila presenze di emozioni “con le dita appoggiate sul naso”, il parco acquatico per eccellenza spegne 25 candeline, ventiseiesima stagione: “Fin dalla sua nascita l’Aquafan è sempre stato un ambiente, una sfera particolare: un ambito di prestigio. Non è solo un parco acquatico”. Pier Pierucci è il responsabile marketing dal 1998 e spiega la filosofia di questo ‘castello del divertimento’ arroccato sui colli riccionesi: “Quello che offriamo non sono solo attrazioni, è un rito collettivo, un ambiente giovane, di tendenza: una sfera di innovazione
- 27 maggio 2012 San Marino. Stage agonistico con il maestro Park Young Ghil 9° dan direttore sportivo della federazione italiana taekwondo. Curriculum: dal febbraio 1967 trasferito in Italia per insegnare il TAEKWONDO. Dal 19681983 risiede a Napoli e divulga il tkd in meridione e dal 1983 in poi vive a Roma. Direttore Tecnico Nazionale dal 1976-2000, dal 2001 in poi direttore sportivo della FITA. Buona parte degli atleti, sia bambini che adulti, hanno partecipato all’incontro organizzato dalla Federazione arti marziali sammarinese con la collaborazione del comitato Emilia Romagna della federazione italiana con a capo il cattolichino Davide Berti. 2-3 giugno Innsbruck Austria. OPEN INTERNAZIONALE classe A. il Taekwondo Olimpic Cattolica presente con Charles Cromwell e Ginevra Graf a
simbolica che attira i giovani. Il prezzo del biglietto non è basso, 28 euro non sono pochi, ma se ci svendessimo perderemmo quel prestigio”. Semplificando, è l’esperienza Aquafan, tutto il suo complesso che ne fanno quello che è. I numeri gli danno ragione, ma non solo quelli. Il marchio, il prodotto, nella vetrina Aquafan esplode: “E’ come mettere una bomba a Trafalgar Square piuttosto che in piazza Cavour a Rimini – continua Pierucci – di quella che scoppia a Londra parlerà tutto il mondo. Radio Deejay è
Pier Pierucci, responsabile marketing
un esempio: stanno ancora con noi dopo tanti anni. Loro ci sanno fare, ‘stanno sul pezzo’ e capiscono che cosa fa tendenza. Il giorno che non saremo più appetibili ci lasceranno. E lo stesso vale per altri sponsor, la Fanta, la Turner broadcasting con Cartoonito. È un rito di consumo”. La potenza di questo rito è ben chia-
ra anche a multinazionali come la Nestlè, un brand storico che figura dappertutto, oppure la Coca Cola. In questo senso Aquafan è uno spazio espositivo da sogno, dove il marchio è dappertutto e l’esperienza del divertimento amplifica il messaggio: il sogno di ogni pubblicitario. Il primo giugno la nuova stagione ha preso il via. Ma il botto vero si è sentito la sera successiva che ha segnato il
COMITATO PROVINCIALE FEDERAZIONE ITALIANA TAEKWONDO
Gruppo Davide Berti: Alessandro De La Rua, Ginevra Graf e il maestro Yoon direttore tecnico nazionale italiana. Con Carlo Molfetta, l’azzurro qualificato per Londra 2012.
questo importantissimo mondiale per club con 1100 iscritti. Purtroppo i nostri sono usciti al primo turno ed entrambi con prestazioni palesemente sotto il loro livello. Mentre per
Charles ha influito la frattura riportata dopo un incidente automobilistico non completamente riabilitata, per Ginevra la causa potrebbe essere riconducibile allo stato di forma non perfet-
to causa la dieta per rimanere in categoria e dei troppi impegni di questa stagione. Prossimo appuntamento agonistico il 23- 24 giugno al campionato interregionale a Fi-
renze. Altro appuntamento per tutti gli allievi di Cattolica Riccione e Rimini l’esame di graduazione provinciale il 9 giugno e quello regionale il 30 giugno presso la palestra comunale di Via Bergamo a San Lorenzo Riccione. Per info sui corsi www.tkdteam.com Davide Berti 5° dan maestro federale e presidente comitato Emilia Romagna federazione italiana taekwondo cell. 329/2286086 istruttore federale e delegato provinciale al Coni; Luigi Livi 4° dan cell 328/ 9540393 e Luciano Martelli all.fed. 3° dan federale cell. 3282848825; Mauro Merli all. fed. 2° dan 3358088916; Charles Cromwell 2° dan all. fed. e nazionale ghanese; Michele Bertuccioli
all. fed. Graf Ginevra campionessa italiana e bronzo agli europei con la nazionale italiana. SEDI CATTOLICA. Segreteria sabato dalle 14:30 alle 18, via Del Porto 17 (zona Comune), adulti lun mer h 20, bambini mar gio dalle h 16:15 alle 17:05 e dalle h 17 alle 18 sab dalle15 alle 18; Cattolica 2 via Comandini (scuola Repubblica) mer ven dalle 17:15 alle 18:15 e dalle 18:15 alle 19:30. RICCIONE - Nuova sede sopra palestra Beverly Hills, via Cella Raibano, 43, zona industriale, mart giov e sabato corsi per: bambini/e dai 4 anni, adulti, amatori, ragazzi/e, taekwondo music (attività aerobica a tempo di musica con tecniche di taekwondo) dalle 12,50, lezioni individuali, circuito funzionale di preparazione fisica. RIMINI - Via Oberdan (zona stazione) mar ven h 17. PRESENTANDOTI CON UNA COPIA AVRAI DIRITTO AD UNO SCONTO DEL 20% SUL CORSO DI TAEKWONDO MUSIC.
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MISANO
Direttamente sul mare, in pieno centro, è considerato l'albergo più vecchio di Misano MISANO MONTE
Serate sotto il Portico
Baldelli, albergatori: “Ci è stato soltanto presentato un discorso generale, però relativamente a Misano non siamo mai stati convocati. Dunque, non posso esprimere giudizi su cose che non ho mai visto
Nicola Bordoni e Maria Candiotti (della famiglia di fotografi) il giorno del matrimonio Misano Monte, i portici vista mare di Ca' Viola L'albergo “Sole” agli albori (cartolina del 1927 di Flavio Marchetti) In basso, Anna Pietroni, nipote di Nicola
“Sole”, l'albergo con l'anima del marignanese Nicola Bordoni - Nicola Bordoni nasce in una delle famiglie meno abbienti di San Giovanni. E' l'ultimo di una covata di dieci figli; i genitori fanno i mezzadri. E la terra sarà la sua fortuna; diventerà una delle persone più ricche del paese. Il ragazzo è sensibile, educato e determinato. Apre un piccolo negozio per la vendita di granaglie e prodotti per l'agricoltura, di fianco alla biblioteca, lato Cattolica. L'attività si espande; la bottega viene lasciata alla moglie. Nicola diventa commerciante di granaglie; va ad acquistare e vendere prodotti in tutt'Italia. Tra i suoi clienti Divella, uno dei re della pasta. Gli dà del tu. Oltre che spiccato senso per il commercio, il signor Bordoni ha anche lo sbuzzo degli investimenti ben fatti. Nel 1959, acquista uno degli alberghi più importanti di Misano Adriatico, il “Sole”. Direttamente sul mare, in pieno centro, fu il primo alber-
pediatra). Nadia sposa il pesarese Pietroni. Hanno due figli: Attilio (ingegnere alla Ferrari) e Anna. Siamo nel 2002. Anna studia lingue. Arriva nell'albergo del nonno gestito da Guido Galli come cameriera. Ricorda: “Mi sarebbe piaciuto fare la giornalista, ma con questo mestiere
TURISMO
go a vedere la luce a Misano. La famiglia non lo ha mai gestito direttamente; tuttavia per tutti i misanesi è l'albergo dei Bordoni, a rimarcare il carisma dell'uomo. Gli amministratori con i quali ha avuto spesso a che fare per ampliamenti e ristrutturazioni, lo ricordano così: “Era una persona rispettosa ma determinata”. Nicola Bordoni e Maria Candiotti hanno tre figli: Nadia, Maria Teresa e Pierangelo (il
scoppia la scintilla. Capisco che potrebbe essere il mio futuro, perché si incontrano vite che giungono da ogni dove; con le loro storie, i loro sentimenti, le loro esperienze”. La dipendente Anna, per imparare a fare l'albergatrice, aiuta in cucina, fa la lavapiatti, sale a fare le camere. Laurea e quattro lingue (inglese, russo, francese, tedesco), nel 2008, rileva la struttura in affitto dai
familiari. E' lei a gestire le 40 camere ed i 10 dipendenti. Porta la sua impronta. La cucina, tutti i giorni, è tipica romagnola e tutto viene fatto rigorosamente in casa con prodotti di prima scelta. Specializza l'albergo per famiglie con bambini. Dice: “Per me lavorare è un piacere ed una passione; il guadagno è solo la conseguenza”. Anna ha sempre avuto un particolare feeling con questo nonno di talento scomparso nel 2008 (la nonna ha 88 anni). Racconta: “Aveva solo la quinta elementare, ma un'intelligenza unica. Mi diceva che il lavoro doveva essere un hobby; che negli altri devi saper cogliere caratteri e animo; che per saper comandare, prima bisogna saper fare, altrimenti è impossibile capire. Per me, il nonno è stato quasi un babbo. E' stato un modello da seguire. Univa severità, intelligenza brillante e bontà”.
- Alle ore 19,30, cena conviviale con il relatore. Viveri al seguito! E chi scrive aggiunge da condividere insieme. Solo questo è un segno di alta civiltà. Lo si può leggere nel pieghevole che illustra l'edizione 2012 di “Serate sotto il Portico”. Ciclo di conferenze sull'uomo, si tengono a Misano Monte nella bella casa dei Baffoni-Rametta, per piacere trasformata anche in bed & breakfast. Insieme a Ca’ La Viola, organizza il sindacato delle famiglie, l'Associazione culturale Pantòs, con il patrocinio di: Comitato Provinciale Associazioni Turistiche Pro Loco Rimini, l'assessorato al Turismo Provincia di Rimini e il Comune di Misano Adriatico. 9 giugno - Don Gabriele Mangiarotti: “Internet: veri-
tà e inganni. Riflessioni di un educatore”. Modera: Cristina Girardi. 23 giugno - Matteo Lessi: Meeting Rimini e Meeting Cairo: la storia di un’amicizia sempre più grande”. Moderatore: Sonia Pesaresi. 30 giugno - Alberto Pascucci (dell'omonima torrefazione), monsignor Luigi Negri vescovo di San MarinoMontefeltro: “Rispondere alla crisi ripartendo dallo sviluppo umano integrale”. Moderatore: Davide Rosati. Gli incontri iniziano alle 21. Ca’ La Viola - Via Viola, 3 – Misano Monte - Cellulare 3333258757 (www.caviola.it info@caviola.it). A Ca' Viola sono passati grandi personaggi della cultura e della politica. Due nomi: Giulio Andreotti e Ciriaco De Mita
PRO TERREMOTATI
Dal Centro Del Bianco - I nonni del Centro sociale Del Bianco di Misano hanno raccolto mille euro a favore dei terremotati dell'Emilia. Molti albergatori hanno messo a disposizione delle camere gratuitamente. Nicola, a capo di strutture ricettive per giovani, è pronto ad ospitare gratuitamente 20 bambini per tutta l'estate. A disposizione anche due camere per gli anziani, sempre per tutta l'estate.
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MISANO
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Accanto alla Conad, aperto “Agina Caffè”, nome che richiama le radici e l'internazionalità COMUNITA'
L'Agina abbraccia quelli di Ridracoli
Franco, la banalità del bene - Franco, un cittadino esemplare, speriamo non venga rimproverato dalla sovrastruttura per aver bagnato il marciapiede pubblico nell'atto di pulire la fioriera, sempre pubblica. Per inciso non è l'unico misanese a farlo. Da uno di costoro giunge un suggerimento: “Poiché il Comune non si può prendere cura di tutte le aiuole pensili, perché non darle in custodia ai frontisti. Insomma, ognuno si spazzi il cosiddetto fronte dell'aia.
- “Vedi il nome Agina sta per le nostre radici. Invece, caffè sta per internazionalità, dove chi viene da lontano associa, capisce di cosa si tratta”. E' il racconto di Euro
L'assessore alla Cultura Livia Signorini e il direttore della biblioteca Gustavo Cecchini
Cella, juventini in festa - Albana così da raccontare agli amici e da mandare a memoria come le pagine più belle di un buon libro. Lo ha portato Silvio; ha comprato le uve e vinificato con la sapienza della migliore cultura romagnola. Solo questo valeva la cena. Un gruppo di appassionati e scanzonati affezionati della Juventus (Gioventù, dal latino) si è data appuntamento al ristorante-pizzeria “Due Archi” di Misano Cella per una festa non priva di battute soprattutto riferita agli amici-tifosi avversi che quest'anno devono con sofferenza ammirare la felicità degli altri. Chi se l'è cavata con classe
agli sfottò degli juventini, rispedendoli ai mittenti con un pepe figlio dell'intelligenza, è stato Diego, ragazzino tifoso del Milan (mentre il babbo Flavio è un tranquillo afecionados bianconero) e giocatore del Torconca. Con spreguidicato ciuffo biondo ha tenuto testa alle bizzarrie degli adulti; per lui dop-
pia razione di torta zebrata con tanto di scudetto della pasticceria Ghigi di Morciano; i fratelli Ghigi, Gianni e Carlo, sono due tifosissimi dello squadrone torinese. Bar e vittoria Misano Cella si è fatto un altro regalo, oltre alla festa scudetto. La locale squadre di boccette, serie C, ha vinto tutto quello che c'era da vincere alle finali interprovinciali tenutesi nel padiglione fieristico di Morciano: Coppa Campioni, Trofeo Interprovinciale e secondi nella Coppa dell'Adriatico. I trofei si possono ammirare sul lembo destro del banco-bar.
Maioli; è un bravo architetto, tale anche fuori dai confini misanesi. Non è mai banale nel segno che lascia; dietro c'è sempre un ragionamento. E' stato lui a progettare
l'“Agina Caffè”, il bar riaperto lo scorso maggio di fianco alla Conad che porta lo stesso nome. Tra la Conad ed il caffè una galleria raccorda i due corpi. L'intero comples-
so è stato denominato “Centro Agina”. Nelle intenzioni è farne un luogo di relazioni, di incontro e non solo dove si va a fare la spesa. A consumare. Qui, Giorgio Cecchini, lo scorso 31 maggio, ha invitato “Quelli di Ridracoli”. Da alcuni anni, Gianni ospita nelle casine di Ridracoli un gruppo di amici per trascorrere un fine settimana nel segno dell'amicizia e nel piacere di stare insieme. E' Gianni al fuocone per grigliate indimenticabili ed esagerate nelle quantità. Agina Caffè è anche: primi piatti, insalate, panini, aperitivi, enoteca, sala compleanni e sala riunioni climatizzate. Prosit.
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Giugno 2012
MISANO
BACCHINI ADRIANO
Cinque serate in giugno con gli autori: Boncinelli, Fois, Celli, Gualtieri e Sini
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Poeti, filosofi, scienziati sotto le stelle Continua dalla prima pagina liani, in discipline diverse. Apre la kermesse culturale il 15 giugno un genetista di fama mondiale, Edoardo Boncinelli. Presenta il suo ultimo saggio dal titolo: “La scienza non ha bisogno di Dio”. Boncinelli si interroga sulle ripercussioni teologiche che scaturiscono dalle recenti scoperte scientifiche, con particolare riferimento alla scoperta del biologo statunitense Craig Venter, che nella primavera del 2010 ha annunciato al mondo intero che per la prima volta nella storia il suo team di ricerca è stato capace di costruire artificialmente in laboratorio una cellula in grado di dividersi. Da questa recente scoperta, Boncinelli si domanda se si può parlare di vita oppure no. Cercando una risposta nella sua vasta cultura scientifica, prova a fornire una definizione di ciò che dovrebbe essere considerato vita e delle componenti fondamentali che contraddistinguono questo stato, la materia, l’energia e l’informazione. Richiamando le scoperte scientifiche a riguardo, e facendo riferimento al volume dal titolo “Che cos’è la vita?”, pubblicato nel 1944 dal premio Nobel per la fisica Edwin Schrödinger, Bonincelli cerca di fornire gli elementi per definire ciò che è naturale e ciò che è artificiale. Lo scienziato approfondisce anche tematiche relative al futuro della genetica e alle implicazioni di carattere etico, filosofico e religioso
Il campione Walter Magnifico insieme ai suoi allievi
PERSONE
I prestigiosi pensatori presentano i loro ultimi libri e rispondono alle domande del pubblico. Incontri sotto i pini del giardino della biblioteca che si aprono di fronte ai progressi della scienza. Un libro che fa riflettere molto e che pone degli interrogativi a cui è difficile poter dare una risposta univoca e completa. Lo scrittore Marcello Fois è in scena il 20 giugno con il suo ultimo romanzo: “Nel tempo di mezzo”, candidato al premio Strega 2012. In quest’opera, Fois si fa carico di qualcosa che oggi, nella vita fratta, ha le proporzioni della sfida: dare forma a un epos, prendere l•fumano e cantarlo, conferire esistenza agli individui e alla loro storia attraverso le parole. Non per gioco o per caso ma per fare, delle proprie percezioni, qualcosa di buono. Per percorrere il tempo di mezzo in cui ognuno di noi è immerso e riuscire a collegare finalmente il nome al cognome, dunque per evadere dal nulla e penetrare
nel mondo, continua a servirci quel ponte di corda che chiamiamo letteratura. Il ponte costruito da Fois con questo romanzo è una struttura salda e oscillante, integra e vibratile. Ha in sé una selvatichezza animale e una misura vitruviana: la qualità sostanziale che appartiene a chi sa pensare il mondo in forma di frasi, a chi si prende cura del vuoto e lo trasforma in trama. Celli Il 22 giugno è la volta di Pierluigi Celli che presenta la sua ultima opera: “L’impresa vista dai perdenti”. In ventisei brevissimi racconti, il grande riminese narra di manager licenziati, di accademici che rovinano un’impresa nella convinzione che la “teoria venga prima
Nonna Sina: 101 anni di belle storie
Nonna Sina (Teresa) con Fabrizio Piccioni, vice-sindaco di Misano, che le porta gli auguri della città
- E' la nostra Rita Levi Montalcini. Per tutti è Nonna Sina (al secolo Teresa Gasperini). Ha compiuto 101 anni lo scorso 8 maggio. A festeggiarla il figlio Giorgio Magnani insieme alla consorte Lidia, tre nipoti e cinque pronipoti (l'ultimo dei quali, Luca, ha 99 anni di differenza). Nonna Sina nasce all'Isola di Brescia (San Giovanni in Marignano) in una famiglia di contadini; si trasferisce a Misano nel 1959. Sarta raffinata, i genitori per comperarle i forbicioni fecero sacrifici, lontanissimi dalla realtà consumistica di oggi (un esempio da raccontare ai giovani). Carattere forte e disciplinato, da autentica “arzdora”, era l'anima in cucina della pensione di famiglia la “Stella Marina”, nata nel 1962. Refrattaria per carattere, dalla morte del marito, Pio, per vent'anni non è uscita più di casa. Oggi, sempre curiosa, la si può incontrare a spasso nel centro di Misano. Dai familiari, gli auguri più affettuosi.
della pratica”, di chi, insomma, l’impresa la sta vivendo dalla sponda dei perdenti. Quella di Pier Luigi Celli è una raccolta di situazioni amare, ironiche, incentrate sul lavoro ma che con il lavoro vero e proprio hanno poco a che fare. Celli preferisce, infatti, raccontare i condizionamenti che questo produce sui rapporti umani, della solidarietà spesso sostituita da una fredda ironia. Ma il libro è anche una raccolta di stili letterari. Dalle punte di acceso lirismo della poesia al padre, si passa ai toni comici e dialettali dello scassinatore Franchino di Torre Spaccata; dallo stile tragico e melanconico del giovane senza lavoro alla satira del manager rampante.
Il 27 giugno Marinagela Gualtieri propone il rito sonoro “Bello mondo”. La sua è una lettura pensata in tre parti: un inizio coi versi ombrosi e inquieti di Caino, ultimo suo testo teatrale (uscito per Einaudi nel gennaio 2011 e messo in scena dal Teatro Valdoca), e un finale radioso che partendo da una poesia di Borges declina una lunga litania di ‘grazie’, coinvolgendo i vari aspetti della vita e dell’umano. Fra queste due parti, un vuoto al centro, in cui i presenti potranno chiedere ‘dal vivo’ i versi che prediligono. La rassegna chiude il 28 giugno con Carlo Sini. Il filosofo che insegna agli allievi prima da dove arriva la bistecca e poi i versi
della Divina Commedia racconta il suo ultimo volume “Del viver bene”. La favola delle api di Mandeville è il punto di partenza del percorso del libro, un percorso che affronta i problemi posti dalla rivoluzione industriale, dal capitalismo moderno e dalla economia del mercato globalizzato. L’indagine va alle radici della formazione dell’individuo sociale, disegnandone la genealogia attraverso le strutture del sacrificio, del dono e dello scambio, in base alla relazione tra denaro, sapere e scrittura e alla conseguente, fatale, mercificazione dei rapporti umani. Il senso del “viver bene” (il buen vivir degli Indios) pone altres? una domanda urgente su possibili economie e politiche alternative o correttive rispetto all’oggi prevalente via del neoliberismo capitalistico: una correzione di rotta che si proponga la salvaguardia della biodiversit? e delle differenti tradizioni culturali del pianeta, e soprattutto e in generale l’affermazione dei diritti della vita “della nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa”.
Iniziativa promossa dalla Biblioteca Comunale in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità del Comune, gli incontri si tengono nell'elegante giardino della Biblioteca, via Rossini, 7, con inizio alle ore 21.30 Info: 0541.618484 website: www.misano.org
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Le racconta Paolo Gianuario in un simpatico libro dal titolo provocatorio: “Io componente della malavita” Trasimeno]. Il peccato fiscale, che peccato non è per i valori degli italiani, si chiude con un manifesto politico con il quale si potrebbe fare dell'Italia un piccolo paradiso in terra: il decalogo di don Luigi Sturzo, il fondatore del Partito Popolare. Il decalogo è talmente senza tempo ed universale che è semplicemente bello leggerlo. Eccolo. 1. E prima regola dell’attività politica essere sincero e onesto. Prometti poco e realizza
ALLEGRO MA NON TROPPO
Parole da e ‘Fnil’ (Il vecchio nome di Misano Mare)
Il tour delle piccole evasioni giornaliere ...Ghinelli -Walter e la bandiera blu. Ex vice-sindaco e assessore ai Lavori pubblici negli anni '70-'80 fu uno degli artefici del concepimento e la realizzazione delle opere pubbliche e infrastrutture così indispensabili al turismo. La politica acculturata di oggi dovrebbe prendere esempio da questo signore che litigava qualche volta coi congiuntivi, ma era, ed è, uomo di profonda sostanza ed intelligenza. Un pragmatico, si direbbe oggi.
...Voli felliniani - Sempre più voli all'aeroporto della costa romagnola... per Cefalonia, Kios, Corfù, Skiros, Zante, Lefkada... ma per il momento niente Creta e neppure Rodi. Peccato? Oltre al cosiddetto outcoming (andar fuori), avremmo bisogno anche di incoming (voli dalla Germania, Scandinavia, Svizzera e...)
Capannoni vendesi - Dieci ettari di terreno della fondazione Del Bianco saranno destinati da agricolo a zona edificabile per la costruzione di ulteriori capannoni artigianali, in zone di alto pregio ambientale. considerata la situazione di crisi, ovvero di stallo della richiesta. “A che pro? vista l’esposizione ‘ di cartelli con eloquenti scritte “capannoni chiusi, vendesi, affittasi”. Non sarebbe il caso di un qualche ripensamento? Vedremo! Iat e lucina - Il Comune sta sistemando l’esterno della palazzina vigili e Iat di via Marconi e Platani. Bravi, ne aveva bisogno! Per fare ancor meglio, non sarebbe male tenere illuminato l’esterno, in estate, almeno fino a mezzanotte. basterebbe inserire un timer. Non è una questione di costi. Statale, quale fine? - Da tempo non si parla più della Statale storta che devia nel Parco del Conca. Avremo delle sorprese o saremo informati dopo? Non ci sarebbe da stupirsi.
MISANO ADRIATICO Via Puccini 27/F Tel. 0541.101758 - Fax 0541.602058
- “Mentre aspettate vi porto uno stuzzichino...”. Poi lautamente e furbamente (ci sarà stata la fraudolenza?) messo su un salato conto al ristorante in Umbria. Gli scontrini di Gianni, l'amico barista, mai emessi. Lo scontrino fiscale di gran lunga inferiore rispetto al costo d'acquisto della stampante. Invece, per la batteria dell'auto si paga in contanti. Punto. Non ci si sottrae neppure al medico di famiglia che ti arriva in casa, ti visita e qualche volta ti chiede un obolo; senza fattura naturalmente. Fuori legge per
IL LIBRO
Una carrellata di amici che incontriamo tutti i giorni e non fanno lo scontrino: medici (compreso quello di famiglia), ristoratori, baristi, meccanici, falegnami giunta e un po' triste. Tutto questo ben di dio sotto forma di romanzo si può leggere nel libro dal titolo provocatorio nella sua crudezza: “Io componente della malavita”. Sottotitolo: “Quello che tutti conosciamo ma non vogliamo vedere”. Lo ha scritto Francesco Pa-
LA LETTERA
“Perché i 45enni non possono fare il concorso?” - Anche il Comune di Misano dopo quello di Riccione ha messo il limite di età!! Non è possibile che dopo i 40 anni non si possa lavorare!!! Eppure anche il Comune di Msano ha indetto il bando di concorso per la materna con il limite ai 45 anni (bando uscito 17 aprile 2012 e scaduto il 7 maggio 2012). Come può accadere questo? L’età pensionistica è stata prolungata fino hai 65 anni!! Dove non avvengono più assunzioni di ruolo, ma si è solo precari a vita!! Se questo è fattibile, allora ogni persona ha la possibilità di richiedere il pensionamento anticipato!!! Il limite d’età non solo va a ledere i diritti delle persone, ma è un attacco alla Costituzione che dovrebbe gestire il nostro paese, di cui è costituito il primo articolo che sancisce “L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro d’ogni perso-
na senza discrirninare l’età, la religione, ecc.. ”. Mi chiedo!! Di chi? Di quale cittadino? Un Comune può decidere tali leggi che solo io stato posso emanare, quindi in Italia i Comuni sono uno Stato nello Stato, tanto nessuno dice niente!!! L’Unione Europea ha tolto il limite d’età, questo come può accadere, in un paese che fa parte dell’Unione???? E’ sempre la solita barzelletta? L’Italia fa parte dell’Europa solo per i comodi di qualche privilegiato????? Si parla tanto di discriminazione razziale, ma quella di negare il lavoro solo perché hai superato i 40 anni, è la più alta forma di razzismo!!!!! Il lavoro è un diritto per ogni persona e non un privilegio solo per pochi!!!!!!!!!!!! Emanuela Sassi, Cattolica
olo Gianuario; origini meridionali, abita a Misano da un quarantennio. Ed è uno che se ne intende. Ha sempre lavorato in banca; per anni è stato il responsabile dell'ufficio marketing e sviluppo di un istituto di credito. Tutto quello che narra gli è effettivamente capitato. Solo che Paolo ha intrecciato queste chicche di episodi sotto forma di romanzo. Il protagonista è Stefano, professione commesso viaggiatore. E' sposato ed ha due figli, come l'autore. Scrittura avvincente, asciutta e con spunti che ti strappano il sorriso, le 116 pagine; suddivise in 24 capitoletti. Gli episodi sono intrecciati in contesti da romanzo. Una pennellata sul paesaggio umbro: “La giornata continua ad essere bella, l'aria fresca e pulita, senza troppa umidità anche se siamo vicini al lago” [il
quello che hai promesso. 2. Se ami troppo il denaro, non fare attività politica. 3. Rifìuta ogni proposta che tenda all’inosservanza della legge per un presunto vantaggio politico. 4. Non ti circondare di adulatori. L’adulazione fa male all’anima, eccita la vanità e altera la visione della realtà. 5. Non pensare di essere l’uomo indispensabile, perché da quel momento farai molti errori. 6. E' più facile dal no arrivare al sì che dal sì retrocedere al no. Spesso il no è più utile del Sì. 7. La pazienza dell’uomo politico deve imitare la pazienza che Dio ha con gli uomini. Non disperare mai. 8. Dei tuoi collaboratori al governo fai, se possibile, degli amici, mai dei favoriti. 9. Non disdegnare il parere delle donne che si interessano alla politica. Esse vedono le cose da punti di vista concreti, che possono sfuggire agli uomini. 10. Fare ogni sera l'esame di coscienza è buona abitudine anche per l’uomo politico. Insomma, ce la possiamo fare, se non per noi, per i figli.
Gabicce Mare: “Il golfo”
Il presidente degli albergatori di Gabicce Mare Angelo Serra premia l'allenatore del Manchester City Roberto Mancini. Al centro, Italo D'Angelo, questore di Pesaro-Urbino
Turismo futuro, passione per lavoro e spirito anni '60
Un abbraccio agli emiliani! La nostra Associazione ha pensato di proporre la propria solidarietà agli amici emiliani colpiti dall’emergenza del sisma. Per tanti di noi albergatori,
di Angelo Serra* - Passione per il lavoro e spirito degli anni ’60. Sono le due principali qualità che gli albergatori di Gabicce Mare possiedono. Da allora non è cambiato nulla o meglio il desiderio di ospitare, la generosità di concedere agli ospiti agevolazioni e confort sono priorità per i soci dell’Associazione Albergatori. Nell’accoglienza alberghiera gabiccese non esistono regole militari, ad esempio l’acconto al momento della prenotazione non è quasi più richiesto e così dicasi i pagamenti anticipati, non sono nel nostro” codice comportamentale”. Poi viene la riqualificazione degli alberghi che comporta importanti investimenti. Si dice che a Gabicce ancora diversi alberghi devono ristrutturare in realtà sono rimasti pochi quelli che devono terminare i lavori e tutti hanno deciso di continuare l'attività intervenendo sulle strutture. Se le nostre strutture ricettive stanno raggiungendo la qualità richiesta dai turisti stranieri e italiani cosa non rende appetibile la vacanza a Gabicce Mare? La sua bellezza, essa si sta
Si dice che a Gabicce ancora diversi alberghi devono ristrutturare in realtà sono rimasti pochi quelli che devono terminare i lavori e tutti hanno deciso di continuare l'attività intervenendo sulle strutture
Letizia Vincenzetti, responsabile marketing associazione albergatori
da anni, il turismo proveniente dal cuore dell’Emilia si è dimostrato fedelissimo alla nostra città. Ora che l’Emilia ha bisogno d’aiuto, aiutiamola. Il fenomeno del sisma ci ha fortemente coinvolto, è pertanto auspicabile un gesto di vicinanza da parte della nostra terra alle famiglie costrette a vivere questi difficili giorni di sofferenza, fuori dalle proprie abitazioni.
Vecchia cartolina di Gabicce Mare spegnendo. L’analisi è presto fatta: sono pochissimi i negozi rinnovati, diverse concessioni di spiaggia non si spingono in avanti, si percepisce il disordine. Non ci sono priorità, si vive la giornata. Il turista osserva e si fa un’opinione e poi se la location non incontra le sue aspettative cambia destinazione. Tradotto in termini economici Gabicce Mare, giudicata in discesa, perde posizione a vantaggio di altre mete che invece si sono risvegliate. Chi dorme sonni tranquilli? Non mi ripeto!
Sono mesi che la nostra organizzazione evidenzia la strada maestra, quella dell’investimento privato è già stata presa da numerosi albergatori manca come si sul dire un bel fiocco alla città. Siamo pure reduci dall’organizzazione di eventi internazionali che ci hanno fortemente motivato e nello stesso tempo permesso di testare il gradimento dei partecipanti riguardo al livello qualitativo delle strutture alberghiere, le nostre bellezze locali e paesaggistiche, la ristorazione, i negozi e così via. Conchiglia d'argento Abbiamo pensato a tutto
pure alla CONCHIGLIA IN ARGENTO per gli ospiti prestigiosi di recente donata a Roberto Mancini, Mister del Manchester City. Che altro possiamo fare? A proposito del contributo volontario versato all’Amministrazione Comunale in sostituzione dell’applicazione della tassa di soggiorno a difesa del turista ed in particolare della salvaguardia del personale impiegato negli alberghi vorrei chiarire. I denari non sono stati decisi per timore di eventuali sopralluoghi ma semplicemente per combattere il tam tam dei
- Aziende informano -
turisti che avrebbero scelto una località NO TAX apportando così un danno all’economia locale. La scelta del Sindaco di accogliere la nostra proposta è stata strategica ed ora la categoria chiede a gran voce ai negozianti, ai bagnini, ai 650 appartamenti estivi di versare anche loro il contributo a sostegno dell’attività di intrattenimento e di accoglienza del paese per la stagione 2012 a dimostrazione che per tutto il paese i villeggianti sono importanti. *Presidente degli albergatori di Gabicce Mare
La nostra idea è di offrire agli Organi di Governo della Regione Emilia Romagna, che stanno coordinando ed affrontando questa tragedia, l’ospitalità alberghiera alle famiglie emiliane, concedendo dei buoni soggiorno gratuiti da usufruire nel mese di giugno, il cui valore è a discrezione di ogni associato.
Sono mesi che la nostra organizzazione evidenzia la strada maestra, quella dell’investimento privato è già stata presa da numerosi albergatori manca come si sul dire un bel fiocco alla città
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ANEDDOTI RACCONTATI DAI PESCATORI Fabbrica Arrigoni: Veglione della Stella Rossa, anni '50 Quarta fila in alto da sinistra: Mario Vanzolini, Mario Prioli, Lucia Vanzolini, Giuliano Vanzolini, Marcella Ridolfi, Giovanni Arduini, Antonio Prioli, Pia Galli. Terza fila in alto da sinistra: Clara Vanzolini, Lino Morini, Sebastiano Palazzi, Rosa Galeazzi, Umberto Galeazzi, Graziella Gaudenzi, Sandra Filippini. Seconda fila in alto da sinistra: Artemisia Vanzolini, Livia Arcangeli, Pasquina Arcangeli, Dorina Rosa, Sandro Terenzi, Maria Franchini. Prima fila in basso da sinistra: Giuseppina Antonioli, Teresa Filippini, Libero Terenzi, Irma Barilari, Marisa Cola, Giuseppe Terenzi. (Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
Madunòn e il matrimonio in chiesa - E’ una domenica bellissima, il tempo é splendido, il pescatore “Madunòn” decide di andare a messa. La chiesa é pienissima, si deve celebrare un matrimonio. Prima dell’inizio della Santa messa arriva la sposa vestita di bianco con un lungo strascico, la gente curiosa si accalca per ammirare l’eleganza del vestito, ma “Madunon” che si trova in mezzo alla calca riceve una spinta. Per non cadere pesta pesantemente lo strascico e la sposa lo rimprovera, lui che non è responsabile se ne assume la colpa, ma gli viene spontaneo dire: “Caz, al so mé che tvén a la méssa sla tratèna calèda?”.
“la salute e il bellessere della persona sempre al primo posto”!
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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA SPORT E TURISMO
Raduno Mg, la via per fare turismo
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Qualità, ricerca e assistenza costante. Tutto made in Italy
Domingo, la garanzia della qualità ECONOMIA
Uno degli equipaggi partecipanti - La mirabile capacità organizzativa dell’Associazione Albergatori di Gabicce Mare con il suo encomiabile presidente Angelo Serra, ha dimostrato ancora una volta la valenza di questa piccola comunità, in campo turistico ed in quello delle manifestazioni nazionali ed internazionali, ai fini del far conoscere il “made in Gabicce”. L’occasione è stata quella di ospitare, per una intera settimana, dal 21 al 27 maggio, la IX edizione del MG BY THE SEA, nell’occasione del 50° anniversario della sua fondazione (Club dei soci possessori di auto d’epoca inglesi MG). Con un nutrito impegno per ciascuno dei giorni, per tutti i soci MG CAR CLUB ITALIA partecipanti: a cominciare dalla punzonatura del lunedì, l’incontro col cerimoniale di benvenuto al Teatro Astra, le visite programmate: al Castello di Belforte all’Isauro il martedì; ed il giorno dopo alla imponente Rocca degli Ubaldini edificata da Francesco di Giorgio Martini nel XV secolo; al Palazzo dei Principi di Carpegna; il giovedì al Centro Museale della Carta e della Filigrana di Fabriano; poi alla città di Fermignano, fino al clou della settimana con l’organizzazione di una memorabile cena nell’ottimo Hotel Napoleon della famiglia Silvagni, sull’inizio di Via Veneto, sul mare di Gabicce, in una splendida atmosfera con la partecipazione delle maggiori autorità della Provincia e del posto. La presenza dell’illustre questore di Pesaro Italo D’Angelo, amabilissima persona dal mirabile carattere comunicativo con tutti ed anche cultore del bel canto, così come ci ha dimostrato; del Comandante di Polizia di Pesaro Giovan Battista Cento, con alcuni dei giovani validi componenti del corpo di Polizia della città rossiniana; dell’ingegnere capo della Provincia di Pesaro Raniero De Angelis, ottimo conversatore conviviale opportunamente stimolato dal giornalista del Carlino Claudio Vincenzetti, del sindaco di Gabicce Mare Corrado Curti e di tante altre importanti presenze, quali l’allenatore Roberto Mancini, “mister” della squadra Manchester City che ha conquistato il titolo in Inghilterra. Ha magistralmente condotto Letizia Vincenzetti, pilastro dell’Associazione Albergatori, coadiuvata da validi e valide assistenti. Silvio Di Giovanni
- Garanzia è una parola che si può scrivere con diversi caratteri. Nel campo dell’arredamento e dei salotti la si può declinare attraverso la ricerca dell’eccellenza, nella selezione dei tessuti e nella lavorazione. A differenza delle grandi catene del mobile però, Domingo Factory Store assicura alla sua clientela, oltre a prodotti di qualità, un’assistenza costante e rigorosa fin dal momento della progettazione e della scelta dei materiali. Un’assistenza che si protrae oltre l’acquisto e la consegna. Il marchio Domingo è tra i leader nella produzione di mobili imbottiti per locali pubblici e case private. Un successo determinato dalla qualità dei materiali, grazie alla continua ricerca di tessuti e pelli di raffinata fattura. I mobili sono interamente made in Italy, assemblati e cuciti a mano da personale interno, esperto e qualificato, nello stabilimento di Colombarone, in provincia di Pesaro. Ed è da Pesaro che comincia la storia di Domingo, nata in un piccolo capannone di baia Flaminia. nel 1973 dai soci Pierangelo Antonelli e Giancarlo Marcantoni. Ai quali successivamente, si è aggiunto
ARTE
- Gilberto De Rossi, 80 anni, artista romano, ha vissuto in Puglia, a Rimini, ora vive a Tavullia e qui ha presentato la mostra “Vitalità e colore”, presso la Sala del Cassero, che si è chiusa a fine maggio con grande successo di pubblico. Un’individuale con 54 quadri prodotti dal 2009 al 2012, in cui l’artista unisce fiori, la “Primavera” stagione da lui preferita, i paesaggi aridi della Puglia e della Toscana, esplorando i
Savino Calcagnini nel 1980. Un’esperienza lunga quasi 40 anni dunque, che fa la differenza nello stile e nelle scelte di lavorazione. Una produzione che conta diverse serie in grado di soddisfare i gusti davvero di tutti e di adattarsi a svariate esigenze. Dal profilo classico all’arredamento country, minimal o moderno, i divani e le poltrone Domingo offrono un’ampia gamma di scelta garantendo un prodotto sempre esclusivo ed elegante. Divani e poltrone Domingo arredano gran parte degli hotel e dei locali più esclusivi della Riviera. Da Fano fino a Bologna. I modelli ‘contract’, realizzati con materiali innovativi, resistenti e di splendido impatto visivo e al tatto, fanno bella mostra di sé anche all’Eden Rock e al Paradiso. Ma il marchio ormai prestigioso della casa pesarese ha da tempo oltrepassato i confini regio-
nali tra le Marche e la Romagna. Arrivando, almeno virtualmente, nei salotti di tutte le case italiane attraverso le più importanti trasmissioni Mediaset e Rai con la serie Adrenalina, nata dalla collaborazione con il designer Simone Micheli: un catalogo di tendenza, dalle linee briose e dinamiche, scelto per impreziosire l’arredamento degli studi di programmi come il Grande fratello, Scherzi a parte, Domenica 5, La sai l’ultima e L’Isola dei famosi. A poche centinaia di metri dalla fabbrica di Colombarone, su via Emilia Romagna, Domingo Factory Store coniuga questa esperienza nel design del mobile imbottito con un vasto catalogo di elementi d’arredo delle marche più prestigiose. Con i 2.000 metri quadri di esposizione e attraverso una rete dei migliori fornitori di tutto il Paese, Alessandro,
De Rossi in mostra, grande successo a Tavullia “Fondali Marini” con più di cinquanta colori, alcune marine, “Le anime del Mare” e coralli. Estimatore di Van Gogh, una vita dedicata all’arte, collezionista di quadri, De Rossi porta alla luce la bellezza primordiale della natura e le atmosfere naturali con il suo tocco raffinato e pulito. “La vita mi sfugge -dichiara De Rossi-
Chiara ed Elisa, i ragazzi della Domingo F.S., garantiscono l’assistenza e la consulenza per arredare tutti gli ambienti di casa eccetto il bagno: cucina (Lube e Stosa), camera da letto e naturalmente il salotto. Assecondando qualsiasi tipo di esigenza. Dal mobile classico in legno massello (realizzato dagli artigiani di Bassano) agli stili più diversi: moderno, country, provenzale, shabby chic oppure eleganti modelli che richiamano design del passato, Bauhaus su tutti. Con la possibilità di personalizzare dal colore fino ai minimi dettagli delle finiture e degli intarsi, grazie alla collaborazione con i migliori ‘artisti’ del mobile. La forza del marchio Domingo, inoltre, è l’assistenza al cliente. Fin dalla progettazione dell’arredo, alla scelta dei colori e dei materiali, la reperibilità e la rapidità nell’assistenza successivamente all’acquisto e alla consegna, effettuata da personale specializzato. Domingo Factory Store inoltre propone vantaggiose occasioni di mobili in stock delle migliori marche e linee di arredamento economiche, ideali per arredare con poche migliaia di euro appartamenti al mare e seconde case.
nei mie quadri cerco di lasciare qualche cosa di mio. La mia è una pittura informale, in cui spazio, perché mi piace l’infinito, la natura, il verde, il giallo, il rosso. Dipingo da quando avevo 22 anni e nelle mie opere ho sempre cercato di rappresentare la libertà, la voglia di vivere, la mia anima. Dai colori ad olio, all’acrilico, passando per opere contenenti cementite, creo opere di arte contemporanea”. A settembre De Rossi presenterà una nuova mostra a San Giovanni in Marignano. Veronica Lisotti
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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA
Nata nel 2011 dalla passione di Vanessa Menghi. Bambina passeggiava nelle stanze del castello e fantasticava...
Sartoria specializzata in abiti medievali - Non una semplice sartoria, come tante se ne possono trovare, ma una sartoria specializzata nella realizzazione di abiti medievali, in particolare del periodo storico compreso tra il XIII ed il XV secolo. E’ la “Sartoria dei Malatesta – Atelier Medievale”. Nata nel 2011 a Gradara - capitale del Medioevo (e dove se no?), da un’idea di Vanessa Menghi che in questo modo è riuscita a coniugare la propria passione per l’arte del cucito con le radici storiche del proprio (nostro) bellissimo paese; da poco finito sulle scatole puzzle della tedesca Ravensburger. “Fin da piccola - racconta Vanessa - trascorrevo interi pomeriggi all’interno del castello di Gradara - mio zio ne era il custode - e ricordo che con la fantasia lo immaginavo ancora frequentato dalle dame e dai cavalieri del tempo, vestiti con i loro abiti eleganti e sfarzosi. Chissà, in questo modo si è forse creato una sorta di imprinting ed una volta apprese le tecniche della sartoria, quella di arrivare alla realizzazione anche di abiti medievali è stata un’evoluzione quasi naturale”.
Le sue riproduzioni seguono il rigore filologico; attinge ai dipinti. Sarta raffinata, la giovane cuce completi per sportivi (danza e ginnastica artistica) e abiti da sposa
Vanessa Menghi
GARADRA
I capi prodotti hanno nomi ai più sconosciuti come Giornea (una sorta di sopraveste), Farsetto (giacca maschile), Gamurra (veste femminile), Calzabraghe (calze maschili aderenti lungo tutta la gamba), Interula (camicia) o Capitanesca (copricapo del Condottiero). Tutti, continua Vanessa, vengono realizzati per materiali e fattura, nel più rigoroso rispetto filologico attenendomi fedelmente alle iconografie del tempo, ovviamente nei limiti del possibile non potendo più disporre dei filati e dei materiali propri del Medioevo. Non avendo inoltre, salvo qualche raro caso, la possibilità di analizzare
gli indumenti originali del tempo, risulta essere di fondamentale importanza lo studio e l’analisi dei dipinti dell’epoca, dai quali è possibile osservarne il taglio, i dettagli, i colori e le differenze, in alcuni casi anche sensibili, a seconda dei luoghi di residenza o del casato di chi li indossava. A questo riguardo ad esempio si vedono non di rado abiti, spacciati per medievali, realizzati con filati sintetici e arricchiti di passamanerie, perline, lamè e lustrini, chiusi con bottoni automatici o di pla-
stica o addirittura con cerniere. Nulla di più lontano dalla realtà storica del tempo. Numerose le collaborazioni della Sartoria dei Malatesta con le Compagnie e le Associazioni di Rievocazioni Storiche e Danze Medievali, alcune delle quali saranno presenti in occasione della manifestazione ”Assedio al Castello” (www.assedioalcastello.it ), l’evento clou dell’estate gradarese, previsto per il 20 - 21 e 22 luglio al quale Vanessa parteciperà con un proprio stand
nella via dedicata agli Antichi Mestieri per mostrare le tecniche di realizzazione dei capi medievali. Ovviamente, vi sarà anche la possibilità di acquistarli. Sarà inoltre presente con un proprio allestimento anche all’altro importante evento gradarese che grandissimo successo ha riscosso l’anno scorso nella sua prima edizione: “The Dragon Castle” (www.thedragoncastle.it ), che dal 10 al 12 agosto trasformerà il borgo di Gradara in un luogo incantato frequentato da gnomi,
fate, folletti e… draghi. Per l’occasione la Sartoria dei Malatesta realizzerà abiti, questa volta in stile Fantasy, che potranno anche essere noleggiati per immedesimarsi ancor di più, sperimentando la magia di passeggiare per le vie di un borgo fatato. La Sartoria dei Malatesta non si limita alla sola realizzazione di abiti storico-medievali, ma spazia dalla creazione di abiti per lo spettacolo e di scena, a quelli per lo sport, anche agonistico (principalmente danza e ginnastica artistica), dai costumi teatrali agli abiti da sposa oltre ovviamente ai semplici lavori di riparazione. Di recente Vanessa ha anche organizzato, con grande soddisfazione, sua e delle partecipanti, un corso di cucito con il quale sono stati trasmessi i primi rudimenti base della sartoria. Per maggiori informazioni: www.sartoriadeimalatesta.it – info@sartoriadeimalatesta.it
Anno nuovo, click nuovo! 7 giorni su 7, in tempo reale. la Piazza non lascia, raddoppia. Dal 20 gennaio 2012 la Piazza è on line con la nuova edizione totalmente aggiornata. Economia, politica, cultura, costume, sport, spettacoli, approfondimenti Fatti e idee in tempo reale dai 27 Comuni delle Provincia di Rimini, Gabicce Mare, Gradara e Tavullia. San Marino Il quotidiano on line della tua terra compie il primo passo nel futuro. Con lo spirito di sempre. Con il piglio della semplicità. Con la forza dell'indipendenza www.lapiazzarimini.it
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Riflessioni 39 IMPEGNO CIVILE bibliche E non sono più i mercanti a stazionare nel tempio, ma sono gli Giugno 2012
“Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce
LA RIFLESSIONE
di Michele Di Schiena* - «Se il movimento di Comunione e Liberazione è continuamente identificato con l’attrattiva del potere, dei soldi, di stili di vita che nulla hanno a che fare con quello che abbiamo incontrato, qualche pretesto dobbiamo averlo dato»: così si è espresso {la Repubblica, 1/5) il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, don Juliàn Carrón. Un intervento che alcuni commentatori hanno considerato un’autocritica e una sconfessione dell’inclinazione al lucroso affarismo e al gaudente modo di vivere di alcuni esponenti di Cl in vario modo coinvolti negli scandali che stanno scuotendo la Sanità e la Regione Lombardia. Non è di poco conto che il successore di
Nessuno può mettere in dubbio don Giussani e i tanti frutti positivi del suo apostolato, ma non vi è dubbio che il movimento da lui fondato abbia finito per favorire la formazione di aree sostanzialmente impermeabili agli insegnamenti del Concilio Vaticano II don Giussani abbia ammesso alcune “sconfitte” del movimento, sottolineando l’esigenza di «ricominciare» il cammino intrapreso. Non può tuttavia sfuggire che l’autocritica di Carrón appare tardiva e ridimensionata, quando egli stesso minimizza le responsabilità di Cl, affermando che gli scandali in questione sarebbero stati sollevati pretestuosamente per colpire un movimento estraneo ai fatti denunciati. Ma il discorso di don Carrón si espone anche ad altre obiezioni di fondo. E ciò sia quando cade nell’esaltazione una specie di culto della personalità in chiave religiosa - del fondatore don Giussani, sia quando, rifacendosi a una vecchia polemica, ripropone con forza la «cultura della presenza» (un’assolutizzazione dell’esperienza cristiana in tutti i campi, compresa la politica) in alternativa alla «cultura della mediazione», per la quale invece i principi cristiani ispirano l’attività sociale e politica dei credenti ma nel pieno rico-
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uomini della religione a entrare nel mercato, e non per convertirlo
Riflessioni bibliche “Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa
Don Carròn e le deboli autocritiche di Cl noscimento della «legittima autonomia delle realtà terrene» (come peraltro raccomanda la Gaudium et spes, al n. 43). Nessuno che abbia seguito la vita e il pensiero di don Giussani può mettere in dubbio la sua fede e i tanti frutti positivi del suo apostolato, ma non vi è dubbio che il movimento da lui fondato abbia finito per favorire la formazione di aree sostanzialmente impermeabili agli insegnamenti del Concilio Vaticano II. CI si è infatti caratterizzata più per l’esaltazione della sua identità
Don Giussani, fondatore di Cl
dentro e fuori la comunità cristiana che per la ricerca del confronto e del dialogo, più per la contrapposizione alla cultura laica che per la capacità di cogliere anche in essa i
“segni dei tempi”, più per le “opere” e per gli affari che per la testimonianza e la missione, più per l’inclinazione a dotare di potere l’esperienza cristiana che per la capacità di far lievi-
tare solidarietà e giustizia, più per la commistione fra religione e politica che per la necessaria distinzione delle due esperienze per tenerle a riparo da reciproche strumentalizzazioni. Si è finito così per indebolire il Concilio Vaticano II, secondo il quale la Chiesa «non pone la sua speranza nei privilegi offerti dall’autorità civile» e utilizza per la sua missione «solo quei mezzi che sono conformi al Vangelo e al bene di
LA TEOLOGIA DEL RAGIONIERE
Sacerdote per sempre
La presa dei voti in San Pietro
di Gianfranco Vanzini - Basilica di Sant’Eugenio a Roma, in fondo a via delle Belle Arti, 5 maggio 2012. La basilica è gremita di gente, certamente più di mille persone, forse duemila, tutti presenti per essere protagonisti o spettatori interessati di un evento fondamentale per la vita stessa della Chiesa Cattolica. Si tratta dell’ordinazione presbiterale (sacerdotale) di 35 diaconi dell’Opus Dei che oggi, da diaconi, diventano sacerdoti (presbiteri). In pratica da semplici fedeli diventano collaboratori e rappresentanti diretti di Nostro Signore, abilitati e autorizzati a fare cose straordinarie: assolvere dai peccati e cioè concedere il perdono di Dio, consacrare il pane e il vino, farli diventare il corpo e il sangue di Cristo e darli ai fedeli come ha fatto Cristo nell’ultima cena. Praticamente rappresentare Cristo su questa terra. Diceva san Francesco: il sacerdote è un alter Christus, cioè un altro Cristo. Penso che pochi lettori de La Piazza abbiano assistito ad una ordinazione sacerdotale e, poiché la considero una cerimonia piena di simboli e di significato, colgo l’occasione per fare una breve descrizione. In questo cerimonia possiamo dire che la forma diventa
sostanza. Le parole che vengono dette e ascoltate, i gesti che si compiono, sono la manifestazione percebibile di quello che sta avvenendo. Il vescovo consacrante, dopo il saluto iniziale recita la seguente preghiera:” Fratelli e sorelle, ac-
Una cerimonia di profondo raccoglimento cogliamo con gioia questi nostri fratelli che si presentano oggi alla Chiesa per chiedere di essere ammessi all’Ordine presbiterale. Essi, in virtù dell’unzione dello Spirito Santo, saranno segnati da uno speciale carattere, che configurandoli a Cristo Sacerdote, li abiliterà ad agire in persona Christi, capo della Chiesa, per offrire il sacrificio della nuova alleanza e perdonare i peccati……Invochiamo la divina Misericordia perché, purificati da ogni peccato, siano degni di celebrare questo santo Rito.” La Santa Messa prosegue e, dopo l’omelia, inizia la vera e propria liturgia dell’ordinazione. Si parte con la presentazione e l’interrogazione dei candidati. Chiamati per nome, uno ad uno, il vescovo consacrante rivolge agli ordinandi alcune domande: “Volete esercitare per tutta la vita il ministero sacerdotale come
fedeli cooperatori dell’Ordine dei vescovi nel servizio del popolo di Dio, sotto la guida dello Spirito Santo? Volete adempiere degnamente e sapientemente il ministero della parola nella predicazione del Vangelo e nell’insegnamento della fede cattolica? Volete celebrare con devozione e fedeltà i ministeri di Cristo secondo la tradizione della Chiesa, specialmente nel sacrificio eucaristico ( S. Messa) e nel sacramento della riconciliazione (confessione) a lode di Dio e per la santificazione del popolo cristiano? Promettete a me e ai miei successori filiale rispetto e obbedienza?” Sono poche domande, ma sono la sintesi completa della missione del sacerdote. Quando le idee sono chiare non servono molti discorsi. Dopo che ogni candidato ha dato la propria adesione, il vescovo conclude dicendo: “Dio che ha iniziato in te la sua opera, la porti a compimento”. Il rito prosegue con la recita delle litanie dei santi con gli ordinandi prostrati a terra e di altre preghiere. Si arriva alla parte centrale del rito di ordinazione: l’imposizione
delle mani da parte del vescovo sul capo di ogni candidato. Questo gesto liturgico significa la comunicazione del dono dello Spirito Santo per la santificazione e consacrazione interiore dei candidati e per la loro abilitazione al compimento della missione nel mondo come ministri della parola di Dio e dei sacramenti. Il rito prevede altri gesti simbolici: la vestizione dell’abito sacerdotale (stola e casula), l’unzione delle mani, la consegna del calice e della patena. L’unzione della mani, in particolare, vuole significare la conformità del sacerdote a Cristo, unto dal padre, e sta a confermare che le mani dei sacerdoti sono, per sempre, consacrate al servizio di Dio e dei fratelli. Alla fine della Santa Messa il vescovo, prima della benedizione, invoca la protezione di Dio sui nuovi sacerdoti affinché sappiano adempiere generosamente la loro missione di presbiteri, siano servi e testimoni della Sua verità e del Suo amore e fedeli ministri della riconciliazione, distribuiscano il pane e la parola di vita ai credenti perché crescano sempre più nell’unità del corpo di Cristo. L’assemblea dei presenti, con un caloroso applauso, prende atto dell’impegno preso dai nuovi sacerdoti e li ringrazia per la loro disponibilità. Concludo con quello che diceva san Josemària, fondatore dell’Opus dei, a proposito dei sacerdoti: “Sacerdoti, sacerdoti, sacerdoti al 100%” e li incoraggiava ad essere: “Santi, dotti, allegri e sportivi” È l’auspicio e l’augurio che faccio a tutti i nostri sacerdoti, invitandovi a pregare per loro.
tutti secondo le diversità dei tempi e delle situazioni». E si è tentato anche di accantonare un insegnamento che sottolinea la doverosità dell’impegno rivolto ad eliminare le ingenti disparità economiche e le conseguenti discriminazioni, che denuncia l’arbitrio di gruppi e nazioni che hanno in mano un eccessivo potere economico, che sollecita la promozione dei diritti umani fondamentali e che chiede alla comunità internazionale di costruire la pace facendosi carico della condizione di quelle vaste regioni del pianeta che si trovano in uno stato di intollerabile miseria. Sorgono allora alcune domande. Come è possibile vivere la fedeltà al Vangelo senza porsi in chiara posizione critica nei confronti di questo sistema economico e di questa globalizzazione che aggravano le sperequazioni economiche e sociali in tutto il mondo e affamano la maggior parte dell’umanità? Come si può essere testimoni di verità e di giustizia assecondando nel nostro Paese progetti che favoriscono ulteriormente i ceti privilegiati a danno delle fasce sociali più
Sorgono allora alcune domande. Come è possibile vivere la fedeltà al Vangelo senza porsi in chiara posizione critica nei confronti di questo sistema economico e di questa globalizzazione che aggravano le sperequazioni deboli? Come si può essere pervasi dalla “passione per Cristo” e nel contempo essere solidali con personaggi politici ossessionati dal potere e immersi in uno stile di vita incompatibile con i valori evangelici? E infine, non vale anche per tutte le esperienze cristiane l’esortazione evangelica a riconoscere i falsi profeti guardando non alle loro dichiarazioni di fede o alle loro pratiche carismatiche ma alla vita che essi in concreto conducono così come dai frutti si distinguono gli alberi buoni da quelli cattivi? *Presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione
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Gli itinerari della buona tavola
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Piadina, la storia: per Pascoli è “il pane di Enea” pane lievitato si diffuse fortemente l'uso delle piadine azzime venne riservato ai soli fini religiosi.
- Il primo documento storico conosciuto che parla della "piada", risale al 1371. Ed è opera di un prelato, del cardinale Angelico nella sua descrizione della Romagna ci inserisce anche il pane dei poveri. Racconta che tra i tributi che la città di Modigliana doveva pagare alla Camera Apostolica figuravano 2 "piade". Invece fu il poeta Giovanni Pascoli a dare dignità culturale alla piadina raccontandola. In varie sue opere Pascoli parla del "pane di Enea", del "pane rude di Roma", legando l'origine della "piada" alla latina "mensa", rinvenendola nel settimo canto dell'Eneide. In una nota di presentazione del poemetto "La Piada", pubblicata su "Vita Internazionale" nel 1900, Pascoli scriveva: “Piada, pieda, pida, pié, si chiama dai romagnoli la spianata di grano o di granoturco o mista, che è il cibo della povera gente; e si intride senza lievito; e si cuoce in una teglia di argilla, che si chiama testo, sopra il focolare, che si chiama arola...”.
L'ascendenza romana verrà poi ripresa anche nella tradizione culturale, che si andrà affermando con la rivista "La Pié", istituita nel 1920 da Aldo Spallicci. La “piada” diventava così il genius loci della Romagna: la casa, la terra natale, la terra. Max David, giornalista e scrittore, definiva la piadina come “la più romagnola delle specialità romagnole”. Ma la storia della piadina viene da molto più lonta-
na. Catone era contrario al diffondersi di questo pane azzimo fra la popolazione di Roma perché, richiedendo un companatico, avrebbe reso golosi e molli i suoi connazionali. Tuttavia le piade divennero ugualmente un elemento importante nell'alimentazione romana così che la panificazione al mattino divenne un rito austero. Era così nata una nuova tradizione ed anche Catone, alla fine, cedette all'uso del pane azzimo; quando poi il
Nel 1300, anno della peste, la classe contadina non ebbe più la possibilità di mangiare il pane lievitato e tornò al consumo di polente, di farine d'orzo e di focacce azzime fatte con cereali meno pregiati, con legumi secchi e con ghiande. L'etimologia del termine piadina è incerto e probabilmente è collegata al greco "plaukous " "focaccia " e se si accetta tale ipotesi il termine deriverebbe quindi dalla dominazione bizantina della Romagna. E la piadina, assieme alle altre specialità romagnole, iniziò a conquistare i turisti negli anni '40 e '50, quando cominciarono ad apparire lungo le strade statali che portavano al mare i primi chioschi che vendevano le piadine preparate al momento e gustate con la porchetta di maiale, le salsicce cotte alla brace, i cavoli, i pomodori e le melanzane gratinate e questa tradizione è proseguita fino ad oggi.
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REPORTAGE EMILIA
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REPORTAGE EMILIA
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SOLIDARIETA’
- Il terremoto in Emilia, oltre ad aver causato vittime e danni ad abitazioni, chiese e edifici, ha colpito i magazzini di stagionatura del Parmigiano Reggiano, rovesciando - e in alcuni casi spezzando - più di 300.000 forme del rinomato formaggio da 40kg ciascuna: sono migliaia gli italiani che si stanno mobilitando per l’acquisto dei pezzi “terremotati”. Il Consorzio non si occupa della vendita diretta, quindi è necessario contattare direttamente i caseifici che producono le forme. L’unico modo per avere l’aggiornamento in tempo reale della
situazione e i contatti con i singoli caseifici per l’acquisto è quello di consultare la pagina ufficiale di facebook oppure il sito del Parmigiano Reggiano. Stessa cosa dicasi per i tempi di consegna, che si aggirano intorno ai 20-30 giorni ma variano in base all’azienda e alle richieste. Mentre per ulteriori informazioni è sufficiente scrivere a terremoto@parmigianoreggiano.it. È attivo un servizio di sms solidale: al numero 45500 si possono donare due euro per dare un aiuto alle popolazioni delle zone colpite dal terre-
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moto. L’iniziativa è frutto di un accordo tra Regione Emilia-Romagna e Protezione Civile nazionale. * Provincia di Modena: è stato attivato un conto corrente sul quale è possibile effettuare versamenti di solidarietà per raccogliere fondi per le zone colpite dal sisma. Conto corrente presso la filiale Unicredit di Piazza Grande a Modena, codice Iban: IT52M 02008 12930 00000 3398693 EUR (causale: “terremoto maggio 2012”) * Comune di Finale Emilia - conto dedicato all’emergenza per donazioni.
Codice Iban: IT82E 06115 66750 000000 133314 * Regione Emilia-Romagna - raccolta fondi rivolta a privati che desiderano versare un contributo per far fronte ai costi del terremoto che ha colpito le province di Modena, Ferrara e Bologna: - versamento sul c/c postale n. 367409 intestato a: Regione Emilia-Romagna Presidente della Giunta Re-
gionale - Viale Aldo Moro, 52 - 40127 Bologna; - bonifico bancario alla Unicredit Banca Spa Agenzia Bologna Indipendenza Bologna, IBAN coordinate bancarie internazionali: IT – 42 - I - 02008 - 02450 – 000003010203. SUL NOSTRO TERRITORIO Provincia di Rimini e il
Comune di Rimini hanno aperto un conto corrente presso la “Banca Carim – Cassa di Risparmio di Rimini”, filiale 2 Corso d’Augusto, per raccogliere fondi da destinare all’emergenza terremoto in Emilia. Il numero di conto corrente è IT 45 V06285 24202 CC0028006630 intestato a Protezione Civile – Provincia di Rimini: causale “Terremoto Emilia”
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CATTOLICA
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Il 24 giugno 1944 venivano fucilati presso il cimitero Rasi e Spinelli
Un giorno da ricordare - Nel 1947 avevo 22 anni; poiché all’azienda Verni serviva un cantiniere, decisi di lasciare la campagna ed accettai quel lavoro. Per un periodo di tempo la cantina fu data in affitto al Comune di Cattolica e divenne una cooperativa di sinistra. Il Presidente era Lucio Filippini, mentre Giovanni Antonioli teneva la contabilità. In seguito questa cooperativa lasciò quello stabile che tornò ad essere la cantina Verni. A volte venivo chiamato nell’ufficio del ragionier Luigi e per arrivare da lui dovevo fare quella rampa di scale che mi costringeva a passare davanti a quella stanza che era stata la prigione di Domenico Rasi e Vanzio Spinelli. Lì erano stati torturati e lì avevano trascorso gli ultimi giorni della loro vita. Io che li avevo e li ho ancora nella mia mente, non potevo passare indifferente, e così per qualche istante mi fermavo a meditare... ero lì tra quella rocca e la chiesa di Santa Apollinare, era il centro di Cattolica il suo altare dove c’era Luigi Bianchi, era il jolly (il tutto fare). Voglio raccontarvi ancora di tanto tempo fa, di un giorno in cui vidi un gruppo di ragazzi vicino alla ferrovia: avevamo improvvisato un mini poligono, e avevamo messo come bersaglio una famosa fotografia.
Savio Bianchini davanti la rocca
Savio Bianchini dedica un racconto, che definisce “racconto triste” alla memoria dei due bersaglieri uccisi dai nazi-fascisti e indica il luogo di prigionia e tortura di Savio Bianchini
La zona era pressapoco quella dove oggi c’è la piscina, e dove anni più tardi, costruì la sua casa Guerrino Protti, marito di Umberta, mia sorella. Con due di quei ragazzi che conoscevo appena, avevo pescato carpe nel Ventena, in quella giornata di fine primavera... poi mi sono scomparsi come l’ombra della sera. Nel nostro cimitero ci sono buchi lì in quel muro, e c’è una lapide dove si dice: “E’ stato troncato il suo futuro... in quella giornata di giugno, quando il grano era maturo”. Io ero in quei paraggi, ma non presente, però finché avrò vita rimarrà nella mia mente, quella scarica assassina e prepotente, che poi l’eco risuonò su
La stanza dove furono incarcerati e torturati Rasi e Spinelli
Domenico Rasi
Vanzio Spinelli
quel torrente! Due famiglie disperate e tanto pianto della gente! L’acqua ne risentì tanto che cambiò colore, e oggi il Ventena emana quel cattivo odore, che passando si sente, e anche
noi dalla via Allende, non possiamo più non dire niente! Da allora tutto è cambiato, le finestre sempre chiuse, la via non è più quella di una volta: durante i week-end, provate voi a sedervi sulla porta!
Tutto quel traffico, le polveri sottili... mi viene a volte da pensare che dopo quella fucilazione in questo luogo, qualcuno abbia fatto cadere una maledizione: sul torrente, su di me, sulla strada, e mi pare che sia quasi una prigione. A volte vado al Camposanto e mi fermo a quello scritto che leggo di tanto in tanto: ripenso a quei due nuovi amici così presto persi, fucilati per gli ordini tedeschi, ordini eseguiti dagli italiani fratelli perversi. Alla mia età viene spontaneo quel dire, che non posso pretendere dal mio avvenire: so che presto partirò, con fatica e
senza sorriso, con paura di prendere una fregata su questo Paradiso! Ho scritto qualcosa anche su Don Serafino, gli ho chiesto se prima d’andar via, posso passare da lui per farmi firmare una garanzia! Mi auguro che ci sia, per trovar quei due ragazzi sulla porta e con loro scherzare un’altra volta... Penso che mi diran “Guarda che la maledizione è caduta anche sulla nostra prigione”. Ero come lor quasi ventenne, e non li ho mai dimenticati, quei due bersaglieri senza penne... Se così fosse loro mi verrebbero incontro dicendomi “Tante grazie” per aver raccontato questa storia, ed avere risvegliato la memoria. “Proprio tu che sei nato vicino a quel pagliaio, sopra quella stalla”, battendomi la mano sulla spalla, “in piazza Tre Martiri l’altro anno c’era Giorgio Napolitano; anche se tu ti chiami Savio come il nostro fiume a confronto, con lui, non sei nessuno. Questo vuol dire che a Rimini è arrivato l’arrosto mentre sul lungomare di Cattolica, per noi é rimasto solo il fumo”.
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Cerimonia in piazza Primo Maggio col sindaco Piero Cecchini Ricordata la figura di Cino Mancini per il centenario della morte
Radici di noi stessi: il 2 giugno La Scuola Media “Emilio Filippini” ha mandato sul palco otto suoi studenti per una breve lettura e commento del famoso decalogo di Mancini
PERSONE
di Silvio Di Giovanni - La ricorrenza del 66° anniversario del referendum istituzionale del 2 giugno 1946, che ha dato luogo alla Repubblica Italiana, è stato degnamente ricordato dalla nostra amministrazione comunale nel pomeriggio. Un corteo dal piazzale Franklin Delano Roosevelt, di fronte al Palazzo Comunale, preceduto dalla pregevole Banda Musicale di Gradara (dopo l’ora del vespro e prima dell’ora di compieta, così com’era menzionata nel tardo medioevo petrarchesco), ha percorso la via Cino Mancini, il piazzale Nettuno, la via Giovanni Bovio, fino alla piazza Primo Maggio. Il sindaco Piero Cecchini, alla presenza degli assessori, della polizia municipale, dei rappresentanti dell’arma, della Guardia di finanza, della Guardia costiera e delle altre rappresentanze cittadine tutte e di un ragguardevole pubblico e di già alcuni graditi ospiti villeggianti, ha ben ricordato l’importanza del 2 giugno e, dopo un minuto di silenzio per i nostri corregionali dell’alta Emilia colpiti dal terremoto, ha rimarcato la inquietante particolarità dell’attuale momento politico ed economico della nazione con la necessità di operare da parte degli amministratori che hanno a carico la gestione degli Enti Locali. Ha inoltre colto l’occasione per ricordare che fra sei giorni cade il centenario della morte del grande
Piero Cecchini, sindaco
cattolichino di adozione Vincenzo Mancini detto Cino, eletto sindaco del nostro paese nel 1907. Nel tentativo di meglio rimarcare l’importanza di questo centenario la Scuola Media Statale “Emilio Filippini” ha mandato sul palco otto suoi studenti per una breve lettura e commento del famoso decalogo di questo nostro grande umanista ed educatore (che regalò ai bambini delle scuole di Cattolica il 1° maggio 1909), allora prematuramente scomparso a meno di 36 anni nel pieno della sua lodevole attività amministrativa e politica di ardente socialista. In verità, quando io ebbi a scrivere sulla “Piazza” nel gennaio del corrente anno, alla pagina 33, un breve articolo sull’importanza di questo nostro concittadino scomparso un secolo fa, mi sarei aspettato qualcosa di più dalla nostra città. Qualcosa che avesse investito altri soggetti alfine di richiamare alla memoria collettiva un ricordo intelletualmente all’altezza del personaggio quale fu il sindaco Cino Mancini. Per capire l’importanza è forse
sufficiente por mente alle migliaia di persone che parteciparono al suo imponente funerale, in forma civile, quella domenica del 9 giugno 1912: le rappresentanze con i propri gonfaloni e bandiere dei Comuni, dei partiti politici socialisti e repubblicani, delle associazioni cooperative dei braccianti, delle società di mutuo soccorso, delle società operaie femminili, della società dei marinai, delle società del libero pensiero, delle leghe dei contadini, ecc... di Rimini, di Pesaro, di Cesenatico, Morciano, Gabicce, Riccione, Mondaino, Gemmano, Montefiore, Montegridolfo, Cattolica, San Giovanni in Marignano. Parteciparono al lutto con lettere e telegrammi eminenti personaggi di allora, come il grande socialista ravennate Nullo Baldini, che diventerà deputato nel 1919 poi antifascista ed esule in Francia durante il fascismo, come l’Avvocato Ubaldo Comandini, i deputati Genunzio Bentini e Federico Gattorno, nonché la struggente lettera di cordoglio del medico professor Augusto Murri dell’Ateneo Felsineo (che si può leggere nel
pregevole volume della nostra scrittrice concittadina Lucia Denicolò “Cattolica di Romagna” Ed. 1996) ed una miriade di persone partecipanti che solo quando si estingue un Grande la si può vedere. A chiudere l’incontro della serata sulla nostra amatissima “Piazza 1° Maggio”, una piacevole sorpresa. A Cattolica il Circolo Didattico ha allestito la lodevole attività canora di giovani, giovanissimi e genitori, denominato Coro Incanto con uno stemma rappresentato da un’idea di un insolito pentagramma con delle onde di mare, la chiave di violino e quattro note ascendenti, al cui interno della nota di pseudo minima, è racchiusa la data 2 0 0 8. Due bravi concittadini, insegnanti di musica ai quali va il merito ed il plauso (forse anche assieme ad altri) di queste iniziative didattiche, si sono alternati sul podio per la direzione delle buone esibizioni delle giovani ugole, nelle persone del maestro Giorgio Santi e della pregevole violinista Claudia Giunta. I due musicisti: Giuseppe Belemmi alla tromba e Massimo Ferri alle percussioni hanno dato supporto alla musica registrata.
Bocce, gemellaggio con Predazzo Un momento del gemellaggio
- Luigi Bucci è uno dei circa 300 soci della bocciofila cattolichina. Da anni va in vacanza a Predazzo (Trento) ed ha instaurato una serie di relazioni con la cittadina turistica della Val di Fiemme (famosa
anche per il fatto che con i suoi abeti si fanno parti di violini). A Predazzo, come a Cattolica, c'è una bocciofila dinamica. Luigi, per tenersi in allenamento, la frequenta durante le vacanze. Mette in contatto i due
presidenti (Livreo Valeri per Cattolica) e Vittorino Facchinetti (Predazzo) per un eventuale gemellaggio. Si coinvolge l'amministrazione comunale per un'amicizia che potrebbe portare benefici ad en-
trambe le località. Da Cattolica parte un pullman di 50 persone, carico anche di pesce azzurro, vongole, cozze, piadina e materiale promozionale. Il vino è rigorosamente trentino. I fuoconi si accendono il 19 maggio. Afferma Bucci: “Gli amici trentini ci hanno colpito per cortesia ed attenzioni. Insomma, ci hanno ricevuto con tutti gli onori. Un assessore ci ha fatto da Cicerone per tutta la vallata. Ora, saremo noi ad ospitarli”.
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Palazzate
di Cecco
Voti alla giunta - Leggiamo: “Giunta comunale promossa dalle associazioni di categoria: voto 6,5”. Dét da chi ad solite j'ha li sacocie a garagòl al conta come un 8. So chè!...
Cultura imprenditoriale - Leggiamo: “Piero Cecchini: ‘Nel pubblico ho portato un po' d'impresa”. Ma parte dell'opposizione ha confuso la cultura imprenditoriale con l'Umpi (la sua azienda). E così insiste con ricorsi sulla presunta incompatibilità del sindaco. Se ne riparlerà a settembre. La s fa gnèta la pulonga...
Arduini in Consiglio - Leggiamo: “Arduini vince il ricorso al Tar e torna in Consiglio. Gatta da pelare in casa Pd” - “Il Pd riabbraccia Arduini, per lui il posto di tesoriere”. L'ha vu' la su sudisfaziòn. Se u j'è rancor, tocaria sciacquès la boca margiosa... Le ‘spie’ della legalità - Leggiamo: “Lotta all'abusivismo. I commercianti schierano le ‘spie’. Un referente in ogni zona per segnalare irregolarità alle forze dell'ordine”. Iniziativa da imitare. Ora applichiamola anche sulle case affittate in nero ai turisti e a chi non emette scontrino fiscale. A fèn pèr e pata... Fibrillazioni - Leggiamo: “Qualche fibrillazione nel Pd. Il primo cittadino è un po' troppo ‘indipendente’ dal Pd” - “Il sindaco: ‘Schermaglie nel Pd, non con me e la giunta’”. Una lieve vocazione autolesionista ogni tanto affiora in qualche piddino. I partid i tira al fiéd si dént, pu dop us fa prèst andè in calòn... Punti luce - Leggiamo: “Interrogazione della Lega sui ‘non punti luce’ Umpi in via Del Prete”. Ciò, it fa murì ad pézghe... Operazione decoro - Leggiamo: “Rifiuti fuori dai cassonetti: dopo i controlli fatte 18 multe. Elevate infrazioni anche sui proprietari dei cani a passeggio”. Prighèn la Santa Dura... Salato - Leggiamo: “La mensa non sarà salata. Niente aumenti per i pasti dei bambini a scuola”. Trop sèl al fa mèl ma la salute e pu al fa incazè mai genitor... Investimenti - Leggiamo: “Rilancio del turismo con wellness e sport, urbanistica e parcheggi. Il Pd promuove la giunta che però deve ‘acellerare sugli investimenti’”. Tut d'acord. Toca dì però do is trova i sold. Li ov sa du torle li è fnidie da un pèz... La scopa in mano - Leggiamo: “Giornata ecologica, il sindaco Cecchini, assessori e consiglieri di maggioranza, scopa in mano, puliscono il Parco della Pace”. Lai stèva isé bén come un capèl mal prét. Os-cia!... Allarme - Leggiamo: “Allarme: ‘E' crollato un altro pezzo di cimitero” grida il leghista Marco Cecchini. Erano 50 centimetri quadrati di intonaco di una cappella privata. L'ha ciap 'na bèla scufia pal campsènt... Aria di crisi - Leggiamo: “Tutti in fila per fare la stagione. Centinaia di domande”. L'è fnid li nus anche ma Bacuch... Partecipazione - Leggiamo: “E' tempo di bilancio partecipato. Il Bilancio 2012 spiegato con parole semplici ai cittadini”. Basta che la génta in tira al cul indré... Report - Leggiamo: “Il contributo volontario finisce su Report come buon esempio. E' quello delle categorie per scongiurare l'imposta di soggiorno”. Basta che adès in s créda come la Bice ad Siròni... Dirigenti - Leggiamo: “C'è la crisi, cura dimagrante per gli stipendi dei dirigenti comunali”. I ché toca fè spazadura pèra... Tesoretto - Leggiamo: “Approvato il Bilancio consuntivo 2011: c'è un ‘tesoretto’ di 900mila euro”. E la madona! L'è arvat al mago Zurlì?...
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CATTOLICA
Gli obiettivi, l'attività educativa, la figura dell'educatore, l'Info-point...
Il ‘Centro Giovani’ è il futuro L'INTERVENTO
di Anna Maria Sanchi* Obiettivi e finalità Il Centro Giovani di Cattolica si rivolge a tutti i giovani del territorio dai 13 ai 25 anni di età, proponendosi come luogo di aggregazione e socializzazione alternativo ai tradizionali luoghi di incontro informali presenti sul territorio (il bar, la sala giochi, il muretto, il parco, la strada....) e si pone i seguenti obiettivi e finalità: 1) fornire ai ragazzi/e un ambiente in cui essi possano trovare ascolto e sostegno; 2) aggregare i giovani fornendo loro spazi alternativi a luoghi di incontro che, a volte, possono configurarsi come “a rischio”; 3) promuovere opportunità ed esperienze, con lo scopo di stimolare l’entusiasmo e la curiosità, al fine anche di ampliare gli interessi e gli orizzonti intellettuali dei giovani; 4) prevenire e/o tentare di ridurre eventuali comportamenti negativi attraverso la ricostruzione di nuove relazioni positive con il mondo degli adulti, tramite il ricorso alla figura degli educatori e tramite l’offerta di opportunità espressive e comunicative dove poter sperimentare modelli di comportamento diversi da quelli acquisiti; 5) collaborare con le altre agenzie educative del territorio (famiglie e scuole) al fine di ottimizzare gli interventi, cercando anche di ricostruire il rapporto affettivo e di fiducia che a volte va in crisi con il mondo adulto; 6) svolgere un lavoro di orientamento alla scuola ed al lavoro tramite attività di consulenza; 7) promuovere forme di integrazione per i giovani immigrati, in particolare quelli a maggior rischio di emarginazione sociale, favorendone l’integrazione con i ragazzi/e italiani. L’attività educativa Presso il Centro Giovani l’equipe di educatori adotta la metodologia della cogestione, a metà strada tra l’autonoma scelta dei ragazzi e la presenza degli educatori, nel comune rispetto di alcune regole fondamentali, ovvero: all’interno del centro non si può fumare, non si può far uso di alcool e ovviamente è bandito l’uso di droga, al suo interno non devono aver luogo azioni violente, non si devono esprimere comportamenti e/o forme di razzismo di alcun tipo, tutto ciò in aggiunta alle normali regole della convivenza civile ed agli impegni reciprocamente assunti tra ragazzi/e ed educatori. La vita del centro aggregativo si sviluppa all’insegna della condivisione e della gestione partecipata della struttura, sia al momento di fare scelte comuni o nell’attivarsi per la risoluzione di un problema, sia nella responsabilità dell’assunzione delle semplici mansioni. La scelta metodologica adottata prevede anche la realizzazione di alcuni momenti di confronto comuni, ai quali i ragazzi/e sono invitati a partecipare (assemblee periodiche) che si propongono come momenti deputati al confronto, alla
4-5-6 maggio 2012: campeggio a Strabatenza con gli altri centri giovani 22 aprile 2012: saggio musicale al Centro Giovani
presentazione di proposte e/o iniziative e, soprattutto, alla risoluzione degli eventuali problemi che possono sorgere tra i ragazzi. E’ infatti in questo ambito che vengono prese le decisioni inerenti la vita del Centro. La figura dell’educatore Dal 1° dicembre 2011 l’attività educativa pomeridiana è stata affidata dal Comune all’Associazione Sergio Zavatta onlus di Rimini, che può garantire la necessaria esperienza in ambito educativo giovanile, essendo da tempo impegnata in progetti a tutto campo in materia di politiche giovanili. Al Centro Giovani di Cattolica si alternano 3 pomeriggi alla settimana (il lunedìmercoledì e venerdì pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00) tre educatori che garantiscono sempre una compresenza. La compresenza si rende necessaria anche per ragioni logistiche, in quanto il Centro Giovani di Cattolica è una struttura di ampie dimensioni (circa 250 mq complessivi) organizzata su più ambienti e su 2 piani. E’ importante anche notare che oltre a due educatori maschi è presente anche una ragazza: la figura femminile è importante anche per il rapporto con le ragazze che frequentano il centro. Gli educatori si propongono come “facilitatori dei percorsi di crescita” dei ragazzi. Per riuscire a svolgere tale compito si devono sempre porre in un atteggiamento di ascolto, di accoglienza e di accompagnamento nei confronti dei ragazzi/e, guidati dalla consapevolezza che la loro figura non deve assumere il ruolo di genitore e/o di referente istituzionale. Essi divengono così per i ragazzi delle persone con cui possono condividere situazioni quotidiane, successi ed insuccessi, problemi familiari, dubbi, delusioni amorose e problemi, a volte, anche più nascosti e delicati. Gli educatori sono periodicamente supportati dai momenti di equipe e supervisione con il coordinatore e lo psicologo che permettono di discutere in maniera più approfondita sul rapporto educatore/ragazzo, ragazzo/ragazzo ed educatore/educatore. Il luogo e l’utenza Durante i primi mesi di attività si è cercato di arricchire il Centro creando una sorta di “angolo computer” con collegamento ad Internet. Attualmente le postazioni in attivo sono due e per garantire un
In via Del Prete 119, si rivolge a tutti i ragazzi del territorio dai 13 anni di età, proponendosi come punto di aggregazione e socializzazione alternativo ai tradizionali luoghi di incontro informali uso “appropriato” dei computer, dell’accesso ad Internet e favorire i momenti di socializzazione, per evitare che i ragazzi si isolino davanti ai computer, è stato concordato insieme a loro che non siano accesi prima delle 16.30. Le attività I tre pomeriggi di apertura trascorrono dividendosi tra diverse attività: il ping-pong, il biliardino, i giochi in scatola, il karaoke, la costruzione di giochi artigianali con materiale di scarto, l’abbellimento del centro tramite pittura dei muri… Dalle assemblee sono emerse tante proposte da parte dei ragazzi. Periodicamente vengono anche proposti laboratori con esperti sugli argomenti e temi richiesti dai ragazzi, e ai due educatori in compresenza si affianca la presenza dell’educatore e/o esperto che gestisce il laboratorio. Un altro momento molto importante per i ragazzi che frequentano il Centro è la possibilità di partecipare ad una uscita residenziale di 3 giorni insieme ai ragazzi dei Centri giovani RM25 e Casa Pomposa di Rimini. Quest’anno il campeggio (così viene semplicemente chiamato tra i ragazzi) è stato organizzato nei giorni 4-5 e 6 maggio a Strabatenza. Il momento dell’uscita residenziale è molto importante: ha un alto valore pedagogico in quanto facilita lo scambio tra ragazzi appartenenti a diverse realtà e che provengono da diversi centri giovani del territorio. La metodologia è sempre quella della cogestione: i ragazzi si sono gestiti nel curare le “faccende domestiche”. Le giornate sono trascorse tra giochi organizzati dagli educatori e momenti autogestiti. Il momento serale al fuoco è sicuramente quello più toccante, in cui vengono fuori le intimità dei ragazzi. Un momento “epico” è stata la partita di calcio a piedi nudi: 14 nazioni (Italia, Albania, Macedonia, Tunisia, Marocco, Santo Domingo, Colombia, Romania, Ucraina, Bangladesh, Egitto, Senegal, Kenya, Brasile) che hanno condiviso la stessa gioia, lo stesso fuoco, lo stesso tavolo per pranzare e cenare. Nessun litigio. Questo è il potere del campeggio.
Relazioni tra il Centro Giovani e altre realtà della città Per la sponsorizzazione delle attività del centro sono stati utilizzati i seguenti mezzi: Facebook, volantini, lettere con inviti al centro inviati agli studenti del Centro Zavatta che risiedono sul territorio ed infine anche un lavoro di rete con le altre realtà associative territoriali. Proprio nell’ottica della collaborazione e condivisione, è nata ad esempio la festa aperta a tutti i giovani del territorio dal titolo “The Queen’ Show – Dance, Music & Skate” organizzata al Centro Giovani il 14 aprile 2012. La realizzazione di tale evento è nato dalla collaborazione tra le Associazioni “Team Regina”, la Scuola di Danza “Marinella Capuano” e gli educatori della Cooperativa “Formula Servizi” che curano il progetto “Segnali di Strada”. L’iniziativa è stata pensata anche per proporre ai ragazzi un’alternativa sana alle serate dedicate all’uso-abuso di alcool e sostanze in discoteca. Gli altri servizi presenti Un altro servizio molto importante presente presso il Centro Giovani di Cattolica, che può vantare un’affluenza di giovani costante e significativa nel tempo, è il Servizio di Sala Prove per gruppi musicali giovanili. Il servizio è disponibile su prenotazione telefonica in orario pomeridiano e/o serale. La Sala Prove di Cattolica riuscirà a garantire l’apertura del servizio anche per il periodo estivo, durante i mesi di luglio/agosto, per un massimo di 3 turni settimanali e ciò per cercare di soddisfare l'alta richiesta del servizio che proviene dalle band musicali giovanili del territorio. Settimanalmente durante l’anno riusciamo a garantire una media di circa 3-4 aperture del servizio (ogni turno di prova dura in media 2 ore). Per scelta, a differenza di altri Centri Giovani del territorio, abbiamo deciso di garantire sempre la presenza di un operatore presso il Centro. Nel periodo compreso tra gennaio ed aprile 2012 sono già state erogate ben 131 ore di apertura della Sala e sono 23 le band che hanno usufruito del servizio, alcune provenienti anche da
fuori Comune. I giovani che utilizzano il servizio di Sala Prove si attestano nella fascia di età compresa tra i 17 ed i 32 anni. I seminari ed i corsi di canto con Michele Luppi Sempre presso il Centro Giovani già da alcuni anni trova ampio spazio anche l’organizzazione dei seminari e corsi di canto con il cantante e docente Michele Luppi a cura dell’Associazione di promozione sociale cattolichina “Music Machine”. A partire da novembre 2011 e per tutto il 2012 al tradizionale corso di canto collettivo ed individuale “Visione globale della Musica”, è stato affiancato il nuovo corso specialistico “Canto in studio”, entrambi organizzati con la supervisione e a partecipazione del docente/cantante Michele Luppi. Si tratta di seminari e corsi che vedono ormai tradizionalmente una partecipazione assidua e costante di partecipanti di età compresa tra i 18 ed i 26 anni. Ogni anno il corso si conclude con un Saggio finale sempre molto seguito. Quest’anno il saggio si è tenuto il 22 aprile e hanno partecipato circa 200 persone. Per quanto riguarda “Canto in studio” si tratta di un progetto musicale nuovo ed avviato in via sperimentale presso il Centro, articolato in lezioni a carattere individuale (mattina e pomeriggio) ed in un corso collettivo serale con numero chiuso di partecipanti. Altre attività periodiche Il Centro ospita periodicamente anche attività diverse che vedono sempre la partecipazione di giovani artisti e gruppi locali, come lo spettacolo di Teatro sperimentale e musicale del gruppo “Le Baobab” supportato dal Duo Luca Casali e Stefano Cristofanelli si è svolto il 19 maggio 2012. Giovani e mondo del lavoro A partire dall’anno 2012 un nuovo ambito importante che il Centro Giovani intende esplorare è quello del rapporto dei giovani con il mondo del lavoro. Abbiamo infatti aderito a progetti e servizi che si pongono come finalità quella di favorire l’accesso dei giovani al mondo del lavoro. Siamo partiti con l’adesione al nuovo vasto progetto sovracomunale “I giovani centrano il lavoro”, promosso in qualità di capofila dalla Provincia di Rimini-Servizio Politiche Giovanili in collaborazione con il Centro per l’Impiego e sostenuto da un’ampia rete di Associazioni di
categoria, associazioni giovanili e cooperative attive nella gestione dei Centri di aggregazione giovanile. Il progetto si rivolge ai giovani del territorio nella fascia di età compresa tra i 16 ed i 20 anni che hanno interrotto il loro percorso formativo e/o scolastico senza ottenere una qualifica o che hanno una bassa scolarità e che frequentano stabilmente i Centri di aggregazione giovanile della provincia. Info-point giovani Un altro servizio molto importante in tema di lavoro che trova ora spazio al Centro Giovani di Cattolica è l’Info-point giovani, gestito in collaborazione con l'associazione Alternoteca di Cattolica, aperto tutti i venerdì pomeriggio dalle ore 15.00 alle 18.00 è partito il 18 maggio. L’idea dell’apertura di un servizio informativo dedicato all’utenza giovanile nasce in un momento di forte crisi come quello attuale destinato a colpire con maggiore severità soprattutto le fasce giovanili della popolazione. Tale servizio si rivela ancora più prezioso per il territorio di Cattolica dove, già da alcuni anni, non è più presente uno sportello informativo rivolto all’utenza giovanile in seguito alla chiusura del Centro per l’Impiego della Provincia di Rimini. Si rivolge a tutti i giovani di età compresa tra i 14 ed i 34 anni. I servizi disponibili presso lo sportello sono: 1) supporto alla stesura di curriculum vitae mirati; 2) informativa sulle offerte di lavoro stagionali ed annuali; 3) orientamento alla scelta post-medie e postdiploma; 4) possibilità di viaggistudio all’estero; 5) esperienze di tirocinio all’estero; 6) presa visione dei corsi di formazione professionale in provincia e nelle province limitrofe; 7) informazione e supporto alla preparazione dei test d’ingresso universitari; 8) presenza di materiale in auto consultazione: guida sulle professioni e gli sbocchi occupazionali, gli ostelli in Italia ed all’estero, corsi di musica, cinema, teatro ed arti visive. Il servizio osserverà un periodo di chiusura estiva dal 29 giugno al 31 agosto. L’amministrazione comunale tutta ritiene fondamentale mantenere il servizio del Centro Giovani, e anche se le risorse economiche sono sempre minori, si impegna ad offrire e ad incentivare i servizi attualmente presenti. *Assessore alle Politiche giovanili
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Con la testata “Specchio”, l'istituto ha partecipato ad un concorso di giornalismo scolastico a Chianciano
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Scuola, Napolitano premia la Filippini con una targa di argento L'insegnate Simona Donati e l'alunna Laura Piserà ritirano il premio
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Da sinistra: Il prof. Stefano Annibalini, Bruno Amati, Eleonora Lotti, Veronica Tamburini, Valeria Cecchini, Arianna Stucchi, Anna Maria Russarollo, Francesca Semprini e il prof. Silvio Carabini
- La scuola media di Cattolica ha partecipato ai campionati regionali studenteschi di atletica leggera , che si sono svolti a Bologna presso il campo scuola “E.Baumann” il 15 maggio 2012, con la categoria “Cadette” che comprende le alunne di seconda e terza media. La classifica finale a squadre ha visto la scuola piazzarsi al 4° posto, a soli 5 punti dalla prima classificata, nonostante alcuni risultati non all’altezza delle ragazze, forse un po' troppo emozionate. Un vero peccato, perché con risultati in linea con il normale rendimento avrebbero potuto trionfare. Insieme alle ragazze, vincitrici della fase provinciale, c'era anche l’alunno Bruno Amati, vincitore della fase provinciale nella corsa degli 80 metri ad ostacoli.
- Giornalisti allo “Specchio” con targa d’argento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La Scuola Secondaria di I grado “Emilio Filippini” di Cattolica con la classe III F (dell’anno scolastico 2010/11) ha partecipato al Meeting Nazionale organizzato dall’Associazione Nazionale di Giornalismo Scolastico Alboscuole svolto a Chianciano Terme lo scorso 4 maggio, ottenendo, per il giornalino scolastico “Specchio”, il Diploma di Merito rilasciato in forma ufficiale alla redazione studentesca posizionata tra le prime 100 a livello nazionale tra gli oltre 2000 giornali scolastici selezionati in tutte le scuole di ogni ordine e grado. A ritirare il riconoscimento una rappresentante della redazione, l’alunna Laura Piserà, che ora frequenta il liceo linguistico e la professoressa Simona
Donati, che ha sempre creduto in questo progetto e ha dato voce ai ragazzi con il giornalino “Specchio” . La scuola ha accolto con soddisfazione e gioia tale, perché è convinta che comunicare significhi costruire una comunità. La scrittura è un processo aperto di relazione, di condivi-
sione della parola, strumento essenziale di conoscenza profonda di sé e del mondo. Si impara a leggere con spirito critico e a parlare e scrivere più con amore e passione che per forza. Scrivere un giornalino è motivante e richiede di saper guardare con attenzione le cose del mondo per coglierle nella loro
essenza ed essenzialità (cronaca); richiede di saper ascoltare, accogliere la visione degli altri, accostando, allineando o contrastando la propria. La scuola è il luogo delle competenze. Scrivere un giornalino può essere una finestra aperta tra la scuola stessa e un’esperienza altra e può aiutare i ragazzi a compiere la scelta del futuro indirizzo. La ricerca della propria identità si compie attraverso la costruzione dei saperi e tanto più tramite la comunicazione che è di natura relazionale. Questi preadolescenti che prediligono il gruppo e l’aspetto relazionale di ogni attività, quando si cimentano in una scrittura destinata ad essere pubblicata, si mettono in una prospettiva dialogica, di relazione. La parola è sinonimo di libertà e la scuola vuole contribuire a creare cittadini liberi.
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CATTOLICA
Nuovo libro di Magi. “Rende legittima una cosa che non trova espressione nella rigida routine: l’Immaginazione”
Il Gioco dell'Eroe è spirituale CULTURA
Il cattolichino letto in 33 Paesi. “E' il libro più importante della mia carriera”. L’ultimo sodalizio di Magi e Battiato. Le porte della percezione per essere straordinario in un mondo ordinario - Gianluca Magi, scrittore di rilievo internazionale (i suoi libri sono tradotti in 33 Paesi), uno dei massimi esperti italiani di filosofie e psicologie orientali, fondatore e direttore scientifico della Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini ci parla del suo ultimo lavoro, Il Gioco dell’Eroe (Edizioni Il Punto d’Incontro). Franco Battiato lo definisce “Straordinario!”. Parlaci un po’ del “Gioco dell’Eroe” “È il libro più importante della mia carriera!, che quest’anno compie quindici anni. La gestazione è stata molto lunga. È il punto di svolta, per il quale ho atteso l’ingresso nella seconda parte della mia esistenza. È un testo/cd magico. Un tempo si sarebbe detto ‘teurgico’”. Come è nato? “Per diversi anni sono stato molto reticente nel divulgare a livello pratico il Gioco dell’Eroe: temevo sembrasse stravagante e ben poco ‘scientifico’ l’invito ad attraversare le Colonne d’Ercole di ciò che ci hanno fatto credere impossibile o irraggiungibile, per avventurarci in quella che chiamo ‘Mitosfera’, sublime continente invisibile ai più, ed esplorato da sciamani, maghi ed eroi. Neanche
di Enzo Cecchini le esortazioni del caro amico Alejandro Jodorowsky – che, nell’autunno del 2006, mi lesse i tarocchi in una delle ultime scene del film di Franco Battiato “Niente è come sembra” – riuscirono a sollecitarmi ad abbandonare i miei «timori di professore universitario». Nell’autunno del 2009 mi sono letto i tarocchi nella “disposizione dell’Eroe” e i cinque Arcani che fecero capolino “parlarono chiaro”: «Abbandona fiducioso ogni tua reticenza!». Ma la spinta decisiva fu il commento naif alla lettura di mio figlio Cristoforo, che non aveva ancora 8 anni (ma era nato sotto una montagna di mazzi di tarocchi). Mi disse: «Il cavolo giunto a maturazione, se non viene raccolto, marcisce». Tam! Capii che se non lo avessi trasmesso, questo sapere mi avrebbe soffocato. Da quel momento ho guadagnato il mare aperto e la realtà ha preso magicamente a danzare. E sono giunte richieste di seminari del “Gioco dell’Eroe” da ogni parte dell’Italia e dall’estero. Che meraviglia!”. Per addentrarci più nel vivo? “Il Gioco dell’Eroe rende legittima una cosa che non trova espres-
sione nella rigida routine: l’Immaginazione. L’immaginazione, come la intendevano i Magi rinascimentali, gli alchimisti o gli yogin bhavana, ti può spingere nel mare immenso dell’anima o mente cosmica e rientrare in possesso di poteri che ci sono stati ingiustamente confiscati nel corso della storia del pensiero. La magia scocca e manda in frantumi la faccia pietrosa della realtà ordinaria, banale”. E l’audio CD nel libro che cosa contiene? “Contiene il primo livello esoterico del Gioco, in cui, in stato di piacevole rilassamento meditativo, raccolto, privo di tensioni, sforzo o affanni, puoi spalancarti all’afflusso d’immagini sussurranti. Che non appartengono né alla memoria né all’inconscio: i
tardi platonici lo chiamarono “Anima del mondo”. Prendi consapevolezza che in te giacciono facoltà assopite attraverso le quali puoi acquisire una conoscenza dei mondi superiori. Via via che ti alleni nell’ascolto del CD la tua realtà quotidiana si modifica positivamente. Non credere che non sia conscio che ciò che sto dicendo possa suonare “strambo” all’orecchio dell’uomo urbanizzato che vive tutto il giorno circondato dal cemento armato. Ci fu un tempo in cui queste erano verità tangibili, per non dire ovvie. In certe scuole di arti marziali degne di questo nome ancora oggi ci si sintonizza su questa lunghezza d’onda. Per non parlare di certe confraternite sufi, o di reale yoga, o di scuole tantriche, o dei Pellerossa, o, nella nostra antichità
greco-latina, delle scuole teurgiche. Siamo insomma nell’esoterismo puro. O, se preferisci, in un gioco spirituale. Un gioco che, una volta instauratosi, via via sviluppa in te una vita distinta, più lieve, più felice. Vieni ad apprendere potenze intellettive prima ignote, capacità ignorate dianzi. Ti scopri differente da quale prima ti pareva di essere”. C’è un atteggiamento fideistico ne “Il Gioco dell’Eroe”? “Assolutamente no! Sperimenti concretamente un’estensione della tua facoltà percettiva. Sono stato fin da bambino attratto dalla gamma percettiva animale – pensa alla vista dell’aquila, alla sensibilità radar dei pipistrelli, alla bussola magnetica della tartaruga o del beccafico, all’olfatto di colombi e cani. L’estensione della facoltà percettiva umana è modesta,
rinserrata in una frazioncina di raggi che permeano lo spazio. I limiti di questa frazioncina, i limiti del nostro campo visivo li scambiamo per i limiti del mondo. Uno degli scopi del Gioco dell’Eroe è ampliare la tua gamma percettiva, riattivando l’emisfero destro del cervello (quello intuitivo-creativo), che nella nostra storia del pensiero occidentale è stato aggiogato come uno stolido bue all’emisfero sinistro (quello logico-razionale). E questo che sto affermando lo verifichi per via experimentalis allenandoti con il Gioco dell’Eroe. Chi vede non ha bisogno di credere! «Chi assaggia conosce!», recita un’antica massima sufi. Cosa che potrebbero tranquillamente confermarti i tanti partecipanti ai miei seminari del “Gioco dell’Eroe” che sto portando in tour in varie città italiane. Lì, per dirla con il biologo Rupert Sheldrake, si animano risonanze morfiche, perciò collettive. La corrente mentale propositiva sinergica è un campo magnetico, un catalizzatore di forza…”. E Battiato che ne pensa? “Dopo che ha letto il manoscritto, mi ha mandato un sms: «Gianluca, è straordinario!». Poi, ha scritto una gran bella Presentazione al libro, che inizia così: «Il Gioco dell’Eroe è un invito diretto alla vita interiore e alla sua inevitabile trasmutazione evolutiva». Io e Franco siamo molto sintonizzati su questi mondi. Lui è un maestro in sensibilità acuita. Anche l’emisfero destro del cervello gli funziona alla grande! È un esploratore veterano dei piani di realtà superiori”. Per approfondimenti: www.giocodelleroe.it www.gianlucamagi.it
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Giugno 2012
CATTOLICA
E' Lino Tonti, scomparso dieci anni fa (8 giugno 2002). Ha fatto la storia della moto. Nato a Cattolica nel 1920. Riposa nella tomba di famiglia a Cattolica Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Il Leonardo dei motori
Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
IL PERSONAGGIO
La mitica 500 Linto (iniziali di Lino Tonti) del 1967
di Enzo Cecchini
per la Guzzi realizza la celebre moto automatica V 1.000 IdroConvert, nonché il sistema frenante integrale, un passo gigantesco nella sicurezza in frenata, che sarà applicato su tutte le Guzzi e benelli. Siamo nel 1993, Tonti ha 73 anni e decide che è venuto il momento di concedersi il meritato riposo. Lascia la Moto Guzzi pur proseguendo un'attività proficua di collaborazione. Una rivista specializzata sintetizza efficacemente così la sua figura: “Volendo tracciare un profilo della sua intensa attività professionale, Lino Tonti si può classificare come un perfetto ‘factotum’ anche un po' autodidatta, con capacità notevoli e impennate geniali tanto in campo motoristico quanto nella ciclistica, e dotato comunque di una spessa infarinatura tecnica. Uno status che gli consentiva di vedere i problemi progettuali sotto una luce assai diversa da quella a volte fin troppo rigorosa di un ingegnere meccanico puro, e contemporaneamente di risolverli in modo molto pratico e immediato, spesso basandosi su intuizioni quasi leonardesche”.
- “Lino Tonti l'artista della moto” - “Il papà della Guzzi V7 Sport” - “Un talento creativo” - “Il più ‘leonardesco’ tra i progettisti dell'Era motociclistica”... questi sono solo alcuni, tra i tanti, titoli e commenti che hanno raccontato il personaggio cattolichino Lino Tonti. Nato a Cattolica il 16 settembre 1920, è il maggiore di tre fratelli: Pio e Rosita. Per raccogliere tutti gli articoli di stampa della sua lunga e appassionante carriera, della cronaca degli innumerevoli successi, i ricordi e i commenti dopo la sua scomparsa... ci vorrebbe una biblioteca. Questo articolo vuole celebrare il decennale della sua morte avvenuta l'8 giugno 2002 a Varese-Campo dei Fiori dove ha vissuto gli ultimi anni della sua vita con la moglie e il figlio Simone. Lino Tonti, come da sua volontà, riposa nella tomba di famiglia nel cimitero di Cattolica. La passione molto romagnola per “i mutor” lo contagia già in giovane età, ma il lui trova un fertile talento. Nel
Lino Tonti con alcune immagini del suo capolavoro, la Moto Guzzi V7 Sport 750 del 1971 (Foto tratte dalla rivista Motociclismo d'epoca - n° 8/9 agosto/ settembre 2002)
1937, già a 17 anni, entra come disegnatore alla Benelli. Nel 1941 durante la Seconda guerra mondiale viene arruolato nel Genio Aeronautico dove coglie l'opportunità per approfondire le sue competenze sia in campo motoristico sia sui telai in tubi di lega leggera usati dai velivoli. Subito dopo la guerra si arrangia modificando motociclette ex militari, rendendo molleggiati i telai ed elaborandone i motori. Il suo lavoro piace ed i corridori che utiliz-
zano le sue moto ottengono buoni risultati. Nel 1949 disegna la prima motocicletta in collaborazione con Massimo Pasolini, padre del campione Renzo. E' uno scooter di 125 cc battezzato Cigno che verrà costruito in serie dall'Aermacchi dal 1951. Qui viene assunto, e Tonti si trasferisce a Varese dove si sposa nel 1954 con Tommasina Donaggio, impiegata Aermacchi. Nel 1957 entra alla Mondial, l'anno dopo alla Bian-
Inizia a 17 anni alla Benelli. Poi Aermacchi, Mondial, Gilera, Bianchi. Nel 1967 l'approdo definitivo alla Moto Guzzi. Un grande progettista consacrato nell'Olimpo dei geni del motore chi. Qui progetta di tutto, ma soprattutto le potenti bicilindriche bialbero da Gran Premio 350/500 con cui corrono e vincono Tino Brambilla e Remo Venturi. Nel 1964 è chiamato alla Gilera. Nel 1967 l'approdo alla Moto Guzzi dove fonda la Linto (contrazione del suo nome) e sfoga la sua grande passione nel costruire moto da corsa. Grande soddisfazione nel ve-
dere affermarsi la sua moto a Imola nel Campionato mondiale 500 guidata da Alberto Pagani. Con la Guzzi realizza la mitica V7 Special Sport, ma pure il Nuovo Falcone e la serie dei bicilindrici V35/50. Con il passaggio sotto De Tommaso e la joint-venture con la Benelli lo porta al trasferimento presso il centro direzionale di Modena dove ha sede il comando generale. Nel 1973
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CATTOLICA Morciano - Via Ca' Fabbro 130 Tel. 0541.851411 Fax 0541.987453
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Cartolibreria Binda Cattolica
Organizzata dai comitati Ventena e Macanno. Volontari, bambini, amministratori, consiglieri
S. Giovanni M.
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COMUNITA'
Dopo l’impegno e la fatica per la pulizia, c’è stato spazio anche per riposarsi e gustare in compagnia una fetta di dolce fatto in casa, grazie ad un punto di ristoro preparato dai due comitati
di Alessandro Fiocca
- L’hanno chiamata “Giornata Ecologica”, l’iniziativa che i comitati Ventena e Macanno, hanno organizzato, lo scorso sabato 19 maggio, al Parco della Pace di Cattolica. Già dalla mattina, diversi volontari si sono rimboccate le maniche per svolgere lavori di piccola potatura di piante e arbusti presenti nel parco. L’attività era stata preventivamente annunciata all’amministrazione comunale, tanto che anche il sindaco Piero Cecchini, diversi assessori e consiglieri comunali di maggioranza, nel corso della giornata, hanno partecipato alle attività organizzate. Il sindaco Cecchini, in particolare, si è dato molto da fare con forbici da potatura e rastrello, aiutando concretamen-
Volontari, amministratori e consiglieri comunali (Foto Giuseppe Badioli)
La felice presenza dei bambini (Foto Giuseppe Badioli)
Giornata ecologica, pulizia del parco te il lavoro dei volontari. Nel pomeriggio alla pulizia si sono aggiunti anche momenti di aggregazione e sensibilizzazione con il coinvolgimento delle famiglie e dei bambini, che hanno aiutato, insieme alle guardie ecologiche, i volontari dei comitati nella pulizia del parco. Pezzi di carta, plastica, mozziconi di sigarette e altra immondizia presente tra le piante e l’erba, sono finite nei sacchi della spazzatura. Nel corso della mattinata poi, in collaborazione con l’amministrazione comunale, è stato al-
lestito un banchetto per informare i presenti sulle azioni da compiere per contrastare il proliferare della zanzara tigre e sono state distribuite le boccette per la disinfestazione, da utilizzare in particolare nelle caditoie e nei luoghi dove persistono dei ristagni d’acqua. Dopo l’impegno e la fatica c’è stato spazio anche per riposarsi e gustare in compagnia una fetta di dolce fatto in casa, grazie ad un punto di ristoro preparato dai comitati. La “Giornata Ecologica” si è rivelata un bel momento durante il quale i cittadini si sono
presi cura del parco della Pace, il più importante polmone verde della città, mettendosi quindi a disposizione di tutta la collettività. Ma alcuni aspetti di questa iniziativa la rendono ancora più meritevole. Infatti si è concretizzata grazie alla collaborazione tra due comitati, superando (se mai ce ne fossero stati), campanilismi “di quartiere”. Inoltre, come accaduto in precedenza, gli amministratori comunali hanno fatto la loro parte, seguendo da vicino l’iniziativa collaborando “pianta a pianta” con i volontari.
Alcuni volontari armati di scopa (Foto Giuseppe Badioli)
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CATTOLICA
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CATTOLICA
Amarcord
di Dorigo Vanzolini
CATTOLICA
Via Verdi 22 - Tel. 0541.960772 Via Dante 79 - Tel. 0541.968163 Via Cabral 24/A - Tel. 0541.968017 Veglione dei Marinai, 1939 circa. Da sinistra: Silvio Antonioli, Mario Cecchini, Salvatore Torriani, On. Giuseppe Ricci, Giovanni Gentilini. (Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI
Giugno, programma - Venerdì 15 ore 20,30: serata eno-gastronomica e ballo con l'orchestra “I Teorema”. Contributo 6 euro. - Sabato 30 ore 20: cena e ballo con i “Palazzi Boys”. Contributo 16 euro. Per chi ha problemi a raggiungere il Centro sociale, funziona come sempre il nostro trasporto. Informazioni e prenotazioni: 347-9752583 339-4995417
LO SPORT
Calcio, la crisi delle milanesi - San Siro e la malinconia. Milano, ovvero la capitale del calcio che conta. Un paio d'anni or sono un allenatore d'origine lusitana, bravo ma indiscreto, dileggiava diversi suoi colleghi dicendo loro: tu vincere zero tituli! Inter e Milan, sono squadre da favola, ma quest'anno però la champions, lo scudetto e la coppa Italia vede una Milano che va a vuoto, cioè zero tituli. Incidenti di percorso per entrambe? Sì, forse c'entra anche la sfiga. Già, perché avere nelle proprie squadre un potenziale di almeno una dozzina di atleti a livello mondiale e raccogliere le briciole, ogni auspicio di futuro radioso diventa imbarazzante. Almeno per quello che concerne le tifoserie.
Quest'anno hanno vinto ‘zero tituli’. Rimboccarsi le maniche!
Anni '90. Giuseppe Prisco, storico e ironico vice-presidente dell'Inter quando fu ospite della Civica università a Cattolica. Da sinistra: Maurizio Semprini, Prisco e il compianto Atos Lazzari
Sì, qualche torto arbitrale, qualche bella giocata finita su pali o traverse... ma signori pure le altre squadre registrano tante contrarietà. Sarà per le milanesi del calcio l'inizio di un
irrefrenabile declino? Che ne sarebbe dell'ambiente milanese? Può lo sportivo accettare campionati con poche luci e molte ombre? No, credo che neanche un
calo di tensione verrebbe accettato. Milano città industriale per antonomasia non può adeguarsi ad un calcio bracciantile. Penso ai grandi del recente passato: i Rocco, i Facchetti, i Prisco, Fraizzoli... e poi Liedolm, Lorenzi, Nordhal... Costoro si rivolterebbero nelle loro tombe. Io non ho tifo per le milanesi, ma per tutto il calcio di casa nostra per la grande tradizione portata avanti negli anni. Allora dico: rimboccatevi le maniche e coraggio. I successi poi verranno di sicuro. E allora: dai Milan, vai Inter. Ritornate grandi. Rambo
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Insieme al marito, Tonino, scomparso 13 anni fa, hanno rappresentato la grandezza della normalità nel mestiere PERSONE - Quella che segue è l'orazione funebre che Silvio Di Giovanni per i funerali dell'amica Luisa del Forne (Luisa del forno).
Addio Luisa del forne, ora la tua finestra ‘non luce più’
di Silvio Di Giovanni
- “Fenesta ca lucive e mo non luce”. Lo scorso anno, in settembre, il mese prima che la Luisa compisse i suoi 99 anni, abbiamo parlato di lei sulla “Piazza”. Abbiamo scritto della Luisa del Forno, la cui finestra è dirimpetto alla mia, al di là della strada, alla stessa altezza di piano. In questa primavera aspettavamo che il tempo passasse alla svelta per festeggiare degnamente il secolo di vita della Luisa nel prossimo ottobre. Ma la natura ha fatto il suo corso cinque mesi prima. Ora la finestra della Luisa “non luce” più, è buia, la luce è spenta, le stanze sono vuote e nella strada aleggiano le note colme di tristezza dall’aria belliniana dell’illustre catanese. Questa notte non avrei voluto sospendere le mie consuete letture notturne per appuntarmi un necrologio in morte della cara Luisa. Mi sarebbe piaciuto farlo fra qualche anno, quando il suo traguardo del secolo di vita fosse già stato ed anche abbondantemente, superato. Ma tant’è, la campana per la Luisa ha
Luisa Antonioli in Gabellini (Luisa del Forne) (5.10.1912 - 24.5.2012)
suonato due giorni fa, il 24 maggio. E’ una data triste il 24 maggio che ci ricorda una infausta entrata in guerra del nostro Governo di 97 anni fa che ha causato all’Italia lutti, rovine e destabilizzazioni, con seicentomila giovani morti, per una “inutile strage”, come la definì il pontefice di allora Benedetto XV. Oggi noi compiamo il pietoso compito della sepoltura della Luisa. La Luisa del Forno, così era conosciuta dalla nostra gente cattolichina, la moglie e la compagna di vita del fornaio Antonio Gabellini, per tutti nel
nostro dialetto “Tunen dal Forne”, che ci ha lasciati 13 anni fa. Pur nella loro semplicità e normalità di vita di una coppia di lavoratori in proprio, o artigiani fornai, che dir si voglia, Tunen e la Luisa con il loro mestiere, con il loro lavoro, la loro bontà e disponibilità verso il prossimo, hanno lasciato un piacevole ed edificante ricordo. Durante la guerra, quando la penuria del pane causava la fame in parecchie famiglie, loro, e questo lo sappiamo, hanno sfamato un certo numero di queste famiglie con la loro generosità e
ci sono ancora alcune persone che lo ricordano. Ora la Luisa non c’è più. Quando tre giorni fa sono andato a trovarla alla casa di cura e lei, (pur nella sua ridotta condizione della vita che volgeva al suo epilogo) mi ha festosamente riconosciuto, ho appreso dal suo sorriso e dalle sue parole, la mestizia che accompagna l’abbandono della vita. Non possiamo certo dire che sia una morte prematura, il prossimo 5 ottobre avrebbe compiuto i fatidici cento anni. La sua è
Durante la guerra, quando la penuria del pane causava la fame in parecchie famiglie, hanno sfamato un certo numero di queste famiglie con la loro generosità e ci sono ancora alcune persone che lo ricordano stata una vita ben spesa che ha percorso tutte le tappe della normalità di una esistenza, quindi anche la fine è nella regola della normalità. Tuttavia l’estremo passo è sempre doloroso, anche alla soglia del secolo di vita. Ma è naturale che sia così. E’ naturale che la vita si concluda, così come è naturale che si concluda la vita di tutti gli esseri viventi, ma ne nasceranno ancora, ne sono nati ieri e ne nasceranno domani, nasceranno altri pronipoti della Luisa e i loro discendenti, perchè la vita insegue la morte nel mirabile equilibrio della natura. Io penso e molti di noi lo pensano, lo pensava anche la Luisa, che non ci siano cieli che
ci possano attendere. Il vivere eternamente, anche dopo la morte, è una pura illusione dell’uomo alimentata dalle religioni. Di noi resterà il ricordo, il ricordo di quel che siamo stati, dell’esempio che abbiamo dato, della nostra condotta di vita, di quel poco di buono che avremo saputo produrre verso gli altri e il ricordo vivrà nei nostri figli, nei nostri nipoti, nei nostri pronipoti e discendenti, nei nostri amici, nei compagni e conoscenti. Ora io voglio unirmi alle espressioni di cordoglio verso i vostri figli Luisa, verso i vostri nipoti, verso vostro fratello e vostra sorella. Voglio dire a “Checco” e alla “Maghi”, ma già loro lo sanno, che hanno perduto una grande mamma e
una mirabile nonna per i nipoti. E, nell’unirmi al saluto di tutti quanti vi volevano bene, Luisa, vorrei offrirvi e dedicarvi, come saluto personale, la saggezza dei versi di Lucrezio, il più grande poeta latino, di oltre duemila anni fa, che con la sua opera, il “De Rerum Natura”, poema in sei libri che costituisce un capolavoro della letteratura latina e universale, fece un monumento alla dignità dell’uomo per liberarlo dalla paura della morte, dalla superstizione, dal pregiudizio, dalla paura degli dei, dal peso delle religioni. Sono questi, versi mirabilmente tradotti dal professor Luca Canali, ancora attuali ed hanno molto da insegnare a questa nostra civiltà i cui mass media giornalmente prospettano ancora l’oroscopo.
(I / 248 - 264) E dunque nessuna sostanza ritorna nel nulla, ma tutte dissolte ritornano alle particelle elementari della materia. Si perdono infine le piogge quando l’etere padre le effonde a rovesci nel grembo della madre terra; ma sorgono le splendide messi e verdeggiano i rami agli alberi, questi si accrescono e piegano al peso dei frutti; di qui si alimenta la specie degli uomini e delle fiere, di qui vediamo rigogliose città fiorire di fanciulli, e selve frondose echeggiare delle recenti nidiate; di qui stanche le pingui pecore distendono i corpi, per i floridi pascoli, e il candido umore del latte stilla dagli uneri colmi; di qui nuova prole di agnelli, sulle tremule membra ruzzanti per le tenere erbe, si trastulla, le giovani menti inebriate da purissimo latte. Dunque ogni cosa visibile non perisce del tutto, poiché una cosa dall’altra la natura ricrea, e non lascia che alcuna ne nasca se non dalla morte di un’altra. (II / 67 - 79) Infatti certamente la materia non si stringe in un unico blocco, poiché tutti vediamo che ogni corpo si estenua, e quasi scorgiamo il suo lento disfarsi nel tempo, e la lunga durata sottrarlo alla nostra visione, mentre la somma dell’universo rimane invariata, poiché le particelle elementari, infatti, che sfuggono a ciascuno dei corpi, riducono quello che lasciano, o accrescono quello cui approdano, quello fanno invecchiare, questo al contrario fiorire, né indugiano ivi: così l’universo si rinnova senza posa, e le creature mortali vivono scambievoli vite. Certe specie si accrescono, altre a vicenda declinano, in breve tempo mutano le stirpi animali, e come staffette si passano la fiaccola della vita. (III / 967 - 971) Occorre materia perché crescano le stirpi future, che pure, trascorsa la vita, seguiranno la stessa nostra sorte, Luisa e, non meno di quelle perite già prima di noi, periranno. Così mai cesserà di prodursi una cosa dall’altra: una vita dall'altra la vita stessa non è data in possesso ad alcuno, ma in uso a noi tutti.
Ora voi Luisa avete restituito alla natura l’uso della vostra vita, così come fanno e faranno tutti i viventi e come noi stessi faremo, nell'universale equilibrio del mondo. Ed oggi nel porgervi l’estremo saluto Luisa, noi esprimiamo l’immensa gratitudine alla natura per il dono della vita che ci ha dato da vivere; perchè la vita è bella e voi Luisa l’avete interamente percorsa. Ciao Luisa.
Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Macchina per cucire, latte in polvere, motore a scoppio in un mezzo più denso avrebbe, al contrario, una velocità maggiore. In realtà, nel ‘900 si giungerà alla conclusione che la luce possiede una doppia natura, corpuscolare (fotone) e ondulatoria.
La Città ideale (particolare) attribuita al Laurana. Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale
Le scoperte che hanno fatto crescere l'uomo 1851 - Macchina per cucire Come avvenne per il motore a vapore di Newcomen nell’officina di Watt che lo perfezionò, così la macchina per cucire trova il suo perfezionamento definitivo quando un cliente porta un esemplare dell’apparecchio di Howe nell’officina del meccanico americano (1811-1875) perché aveva bisogno di una riparazione. Semianalfabeta e autodidatta, Singer lo studia e risolve tutti i problemi che affliggevano la macchina di Howe: migliora il meccanismo con cui l’ago dà i punti, inventa il siste-ma per il trasporto automatico del tessuto (prima avveniva a mano) ed escogita il movimento a pedaliera. In undici giorni costruisce il suo prototipo, che brevetta nel 1851. Poi inventa un innovativo sistema di marketing con la vendita della sua macchina a rate senza interessi, e facilitandone la penetrazione anche nelle famiglie più modeste. Da questo momento in poi la macchina per cucire rimarrà sostanzialmente inalterata e Singer metterà insieme una colossale fortuna (13 milioni di dollari) che lascerà alle due mogli e ai 24 figli. 1851 - Telegrafo sottomarino L’invenzione del telegrafo (Morse) permette di realizzare nel 1851 il primo collegamento sottomarino delia storia, che unisce la Gran Bretagna con la Francia. Il collegamento è reso possibile da Siemens, che realizza i cavi telegrafici rivestiti di guttaperca per mantenere l’isolamento sott’acqua. 1853 - Latte in polvere L’inventore americano Gail
Borden (1801-1874), pioniere del West e consapevole del problema degli approvvigionamenti alimentari durante le migrazioni, le esplorazioni e le guerre, inventa il metodo per disidratare il latte ottenendo questo alimento in polvere. Con Borden nasce l’industria dei cibi disidratati e liofilizzati.
1853 - Velocità della luce in acqua Il fisico francese Leon Foucault calcola per la prima volta la velocità della luce nell’acqua e dimostra che è più bassa rispetto a quella nell’aria. L’esperimento offre la prima conferma sperimentale della natura ondulatoria della luce, poiché se questa fosse formata soltanto da corpuscoli,
1853 - Motore a scoppio Non si tratta di sciovinismo. Il primo motore a scoppio, che utilizza una miscela detonante di aria e combustibile, viene progettato e sperimentato in Italia, dal fisico toscano padre Eugenio (Nicolò) Barsanti (1821-1864) e dal fisico toscano Felice Matteucci (1808-1887). Non è la prima idea di un motore a scoppio, ma il primo progetto per rendere praticabile il principio attraverso valvole di aspirazione e di scarico e un volano. Il 5 giugno 1853 i due inventori lasciano un plico sigillato all’Accademia dei Georgo-fili a Firenze con i risultati delle loro esperienze, e la richiesta che questi vengano diffusi dieci anni dopo. Nel 1854 ottengono il brevetto inglese. Poi danno inizio a Firenze a un’attività industriale per lo sviluppo del motore, ma la morte prematura di Barsanti mette fine alle esperienze. II motore a scoppio sarà poi perfezionato nel 1860 dal francese Jean-Jacques Lenoir (18221900) e migliorato.
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DopoilterremotoinEmiliaèancorapiùattuale. Una forte scossa cosa provocherebbe da noi?
Urgente il Centro di Protezione civile LA LETTERA
- Avevo letto con molto interesse l'articolo sulla Piazza del mese scorso dal titolo “Primo: prevenzione!” sul progetto in corso di un Centro polifunzionale di Protezione civile della Valconca con sede a Cattolica. Dopo il devastante terremoto in Emilia lo sono andato a rileggere più preoccupato. Penso che l'urgenza di questo Centro sia più che mai vitale. Viviamo in un territorio che ha già subito esperienze di calamità tra le più svariate: alluvioni, terremoti, frane nelle colline della Valconca, e quest'inverno anche il nevone. Ho letto che il Comune
“Sul nostro territorio è capitato di tutto: terremoti, alluvioni, frane e quest'inverno anche il nevone” di Cattolica ha già messo a disposizione il terreno e che ora mancano i finanziamenti della metà del costo dell'opera da parte di Provincia e degli altri comuni della Valconca. Ho letto che l'altra metà del costo dovrebbe essere a carico del ministero dell'Interno. Le istituzioni e la politica devono acellerare i tempi. Il nostro territorio è a rischio sismico, l'entroterra
è franoso, ci sono tre fiumi. La cementificazione selvaggia spalmata ovunque può solo peggiorare le calamità più o meno naturali. La prevenzione deve stare al centro dell'attenzione di chi governa. Dopo, a disgrazia avvenuta, è sempre troppo tardi. Basta di versare lacrime tardive e inutili. Faccio (anche a me stesso) una domanda che non vuole essere terroristica, ma solo di buon senso: quali conseguenze avrebbe sulla nostra costa una forte scossa di terremoto in piena estate? Lettera firmata
LA MUSICA
Le arie più belle col Coro della Regina
- Tra le più belle arie liriche in concerto col Coro della Regina. Sono tratte dal “Nabucco”, “Traviata”, “Jris”, “Lucia di Lammermoor”, “Elisir d'amore”, “Sonnambula” e “Forza del destino”. L'appuntamento è al Teatro Snaporaz il 21 giugno con inizio alle 21,15. Insieme al “tonante” coro diretto da Gilberto Del Chierico, Giusy La Rota (soprano), Paolo Gabellini (tenore), Romana Angeli (mezzosoprano), Nicolò Secondini (pianoforte), Carla Perazzini (flauto) e Giusy Pagnini (percussioni).
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61 Da 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
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Aziende informano
Indicatori economici tutti positivi; il 101° bilancio approvato dai soci il 13 maggio a Cattolica
Da 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
BCC Gradara, 190 interventi a favore del territorio Fausto Caldari, presidente della BCC di Gradara, con i due nuovi consiglieri: Francesca Bacchini e Andrea Baldassarri
Il presidente Caldari: “Il 2011, a livello nazionale, è da ricordare come uno degli anni più difficili e sofferti della storia economica recente. La BCC ha dimostrato di avere solide radici, continuando a raccogliere crediti dai soci e dai clienti e contemporaneamente accordare fiducia alle imprese e alle famiglie. Due nuovi consiglieri: Francesca Bacchini e Andrea Baldassarri BCCG - ECONOMIA - E’ positivo il bilancio dell’esercizio 2011 che lo scorso 13 maggio è stato sottoposto all’approvazione dei soci della Banca di Credito Cooperativo di Gradara. L’assemblea, che si è tenuta presso il Teatro Snaporaz di Cattolica, ha ascoltato la relazione degli amministratori sull’andamento della gestione e della situazione aziendale e ha approvato il Bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2011; si è poi proceduto all’elezione per la nomina di due componenti del Consiglio di Amministrazione. Sono stati eletti: la dottoressa Francesca
Bacchini e l'ingegner Andrea Baldassarri. Al termine dei lavori si è tenuto il consueto pranzo sociale presso il ristorante “Hostaria del Castello” di Gradara, con la partecipazione di quasi un migliaio di soci. Indicatori positivi Tutti positivi sono gli indicatori economici del 2011: raccolta diretta: 580 milioni di euro; raccolta indiretta: 133 milioni; impieghi: 486 milioni; utile: 3,227 milioni; patrimonio: 58 milioni; soci: 2.472; filiali: 20; personale: 108. Nel 2011 sono stati 191 gli interventi a favore
del territorio, per un totale di quasi un milione di euro, così ripartiti: 598.765.350 a favore della salute, 207.644 per arte, cultura, istruzione e formazione, 129.516 a favore del tempo libero, culto, famiglia, sport e am-
BCCG - CULTURA
Colbordolo in un libro - Recuperare il passato, significa guardare con maggior attenzione al futuro; significa presenza ed impegno nel processo di sviluppo e rilancio dell’economia locale, a cui sono tenute a partecipare anche le varie Istituzioni cittadine. Significa confermare il nostro carattere di banca prossima al territorio, al servizio dell’uomo e della sua famiglia, dell’impresa e della società. Abbiamo aderito con piacere a questa iniziativa proposta dal signor Bruno Olivi e promossa dall’Amministrazione Comunale di Colbordolo certi di fare cosa gradita alla comunità locale e al nostro territorio. Ci è sembrata un’occasione importante per trattare un tema così delicato, come quello della Seconda guerra mondiale, dove molte persone, tra militari e civili, hanno speso il loro tempo e perso la loro vita, per un forte spirito di appartenenza alla Patria e per difendere quei principi ereditati dal passato. Con queste parole il presidente della BCC di Gradara si esprime in merito alla presentazione del libro “Piccolo riassunto del tempo passato. Antonio Olivi diari di guerra 1940-1945” il 9 giugno a Colbordolo.
BCCG - USCITA CULTURALE A URBINO
“Non pensavo fosse così bella”
- “Non pensavamo fosse così bella. L'avevamo a due passi, ma senza l'input e la sensibilità della Banca di Credito Cooperativo di Gradara forse non avremmo trovato il tempo per visitarla. Le parole sono di uno dei partecipanti all'escursione culturale che la BCC di Gradara ha organizzato lo scorso 19 maggio a Urbino. Hanno visitato la mostra “Città ideale. L'utopia del Rinascimento a Urbino: tra Piero della Francesca e Raffaello” allestita nel Palazzo Ducale, il palazzo a forma di città così descritto ne “Il Cortegiano” di Baldassare Castiglione.
biente. Esprime soddisfazione il presidente Fausto Caldari: “Il 2011, a livello nazionale, è da ricordare come uno degli anni più difficili e sofferti della storia economica recente. Anche in queste circostanze, la BCC di Gradara, ha dimostrato di avere solide radici, continuando a raccogliere crediti dai soci e dai clienti e contemporaneamente accordare fiducia alle imprese e alle famiglie. Se qualcuno ci chiede cosa fa la BCC di Gradara per
superare una crisi economica così intensa e prolungata, possiamo rispondere con la concretezza dei numeri che parlano di investimenti sociali e mutualistici per oltre Euro 2.300.000 in 3 anni; del pagamento di oltre 200 mila Euro nel 2010 e 2011 per ticket sanitari ai soci; di concessione di credito all’imprese ed alle famiglie per Euro 380.000.000 negli ultimi due anni; questo naturalmente oltre alla concessione di moratorie o consolidamento di debiti per oltre 10.000.000 Euro
e dell’apertura di una nuova filiale a Riccione per essere ancor più vicini alla gente. Fra le varie attività mutualistiche e sociali che stiamo portando avanti con tanto impegno, quella sulla sanità costituisce un grande progetto, ampiamente condiviso, un progetto che riguarda un territorio, una comunità, che ha come obiettivo la prevenzione e cura della salute, di tanti uomini e tante donne che operano, lavorano, vivono, si impegnano ogni giorno per la promozione e la crescita di questa società. Riteniamo la salute una priorità essenziale, perché significa benessere, ricchezza, fonte di energia, capacità di trovare un proprio equilibrio, nuovi stimoli; avere entusiasmo, volontà di fare, di operare per il futuro proprio e quello degli altri. Dopo la risonanza magnetica, la TAC, il mammografo, l’ecocardiografo, che hanno comportato investimenti nella sanità per oltre 1,5 milioni complessivamente, solo nel 2011 in mutualità e solidarietà abbiamo investito quasi un milione di Euro”.
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SAN GIOVANNI
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Agevolazioni per le case invendute dei costruttori Roma ha calcolato male il gettito marignaese, più NATURA
Cappuccino al profumo di tiglio
- Il Parco dei Tigli di San Giovanni è un vero e proprio monumento verde. Ai primi di luglio le nobili piante sono in fiore e diffondono nell'aria un profumo unico. E' una delle tante ragioni per fare un salto a San Giovanni e sorseggiare un cappuccino il mattino, un bicchiere di vino nelle altre ore, o semplicemente sedere su una panca e danzare con la bellezza della vita.
Bilancio, Imu al massimo per prime case e il resto - Vallo a spiegare che sono quelli del Ministero che hanno sbagliato i conti. E che quindi il resto ce lo devono mettere loro, i cittadini. E ci sono andati a spiegarlo, ai cittadini delle tre frazioni. Il soggetto sono gli assessori della giunta Bianchi. L’oggetto, vuoto, sono le tasche di quelli di fronte. E infatti le facce della decina di persone presenti all’incontro con la frazione di Santa Maria in Pietrafitta non erano delle più convinte. Anche se il bersaglio delle lamentele, quelle di pancia, sono per fortuna di Bianchi, Morelli, Tasini e Gabellini, le sagome di cartone della politica romana. Le cifre scivolavano veloci fuori dai denti dell’assessore Maura Tasini, che si occupa di bilancio. Il bilancio dice che bisogna alzare le tasse. È lo scotto della crisi e, a detta dei contabili del palazzo di via Roma, anche quello delle som-
PERSONE di Matteo Marini me che non tornano. Secondo i conti della ragioneria i palazzi di Roma, invece, hanno calcolato male il gettito Imu: una sovrastima di 392.000 euro. E allora vallo a spiegare a via XX Settembre (quella di Roma, dove ha sede il ministero dell’Economia). Lo Stato quei soldi li vuole e vanno recuperati in qualche modo, attraverso le addizionali, perché a rimetterci non siano le casse municipali. E le aliquote per il comune di San Giovanni sono tutte, con poche, controverse eccezioni, spinte al massimo. Il bilancio di previsione 2012 è stato approvato il 28 maggio in Consiglio comunale. Nella riga dedicata alle imposte la differenza con il 2011 è quasi allarmante: l’ammontare era 2 milioni 844.000 l’an-
no scorso. Quest’anno schizza a 4 milioni 144.000 e spicci. L’aumento è di un milione e 300.000 mila euro, più 45 per cento. L’Imu è la voce che pesa di più: oltre tre milioni e 200.000 mila euro con un’aliquota base per la seconda casa del 7,6 per mille (divisa a metà tra Comune e Stato) alla quale va aggiunto il 3 per mille che porta l’aliquota al 10,6 per mille. Anche l’Imu sulla prima casa, che resta tutta quanta al Comune, è maggiorata, pure in questo caso del massimo applicabile: il due per mille che più quattro fa sei. La maggiorazione sulla casa porterà in cassa 737.000 euro. Le uniche agevolazioni previste sono quelle per le case invendute delle ditte costruttrici (che godranno di una riduzione del 3,8 per mille) ma nulla per le fasce più deboli e per le seconde case abitate da figli o genitori. E dei fabbricati rurali
Mauraa Tasini, assessore al Bilancio
a uso strumentale (dal 2 all’1 per mille). L’addizionale Irpef raddoppia, passando dal quattro all’otto per mille, da 310.000 a 620.000 euro: Ma non finisce qui, perché sono tanti soldi in più. C’è da far fronte anche alla diminuzione, drastica, dell’utilizzo degli oneri di urbanizzazione. Se fino all’anno scorso queste, che sono entrate straordinarie, erano usate per il 75 per cento a coprire la spesa corrente, dal 2013 dovranno essere utilizzate solo per gli investimenti. Nel 2012 la quo-
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Giugno 2012
SAN GIOVANNI
Bilancio di previsione approvato il 28 maggio. Prima casa al 6 per mille; 10,6 per mille seconde case e stabilimenti
Luca Vannoni, Mentelocale Luciano Bordoni, Pdl
Nulla per le fasce più deboli e per le seconde case abitate da figli o genitori. E dei fabbricati rurali a uso strumentale (dal 2 all’1 per mille) ta per le spese correnti subirà una prima riduzione al 32 per cento. Ma nel contempo calerà sensibilmente anche il gettito, visto che si edifica sempre meno a causa della crisi. Così dal 75 per cento di un milione che era l’anno scorso (più o meno 750.000 euro) si passa al 32 per cento di 700.000 previsti quest’anno (circa 220.000).
Alla secca si aggiunge anche l’incertezza che questi fondi arrivino davvero, visto che è solo una previsione. E poi, per l’anno venturo, questi oneri non saranno più disponibili affatto per la parte corrente. Una mancanza per la quale il bilancio dovrà trovare nuove caselle di approvvigionamento. Alienazioni
Tra le entrate previste ma ancora meno sicure, ci sono poi le alienazioni. Quegli immobili che il Comune intende vendere per fare cassa. Un ufficio al all’interno del complesso Centro Civico per 463.000 euro, due Box Auto al parcheggio interrato (40.000) una casa al “Ghetto Tombaccia” per 19.100 e azioni Geat per 20.000 euro. Nel 2013 l’ormai famigerato lascito Bacchini andrà all’asta (finora mai andata a buon fine) per 953.000 euro. Fino al 2014 San Giovanni
non potrà più accendere mutui. Ogni cittadino marignanese porta con sé 2.200 euro di debito. In tutto circa 20 milioni. La ‘generosità’ del passato in un certo senso la paghiamo ora. Gli investimenti saranno quindi ridimensionati e le spese straordinarie incideranno in maniera molto minore. A essere tagliati saranno gli interventi pubblici di manutenzione straordinaria che possono aspettare. Non può aspettare invece il tetto del teatro Massari che sta per crollare e con lui, puntuale come un orologio, arriva an-
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
che lo stanziamento annuale per la Sp58: 100.000 euro per un progetto fantasma che probabilmente non vedremo mai. “La tassazione sui cittadini è sempre più gravosa e soprattutto e va ad incidere sempre sulle stesse fasce – ammette Maura Tasini, assessore al Bilancio – tuttavia senza tale imposizione non è possibile garantire l’attuale livello di servizi offerti dal Comune. Per i fabbricati destinati alla vendita, si è tenuto conto della situazione di crisi in cui si trova il mercato immobiliare”. Per quanto riguarda le difficoltà dovute all’utilizzo degli oneri di urbanizzazione, sempre la Tasini conferma che “è condivisibile che le entrate straordinarie non siano utilizzate per la spesa corrente. Ma finora sono stati necessari per coprire i costi dei servizi, che altrimenti avremmo dovuto tagliare”. “Dal nostro punto di vista sarebbe servita più prudenza nelle spese prima di aumentare le aliquote fino al massimo – è l’apppunto di Luca Vannoni, consigliere del gruppo
Mentelocale, all’opposizione – perché San Giovanni è uno dei pochi comuni ad aver fatto questa scelta. Alcuni comuni poi hanno modulato le aliquote per venire incontro alle esigenze di chi fa più fatica. Invece noi diamo agevolazioni ai costruttori. E il fatto che i sindacati non abbiano ratificato l’accordo con il loro ex collega Bianchi la dice lunga”. Vannoni poi punta il dito sulla gestione degli anni passati:”C’è stata leggerezza nella spesa e i flussi di cassa vanno monitorati perché il rischio serio, con i debiti contratti e i pagamenti da effettuare, è che si sfori il patto di stabilità. E quelli sono soldi che poi dovremo restituire”. Luciano Bordoni, centrodestra, lo chiama “Bilancio dei poveri, fatto solo sulle tasse. Mentre il piano degli investimenti è fatto sulle alienazioni con prezzi fuori mercato. I bilanci vanno fatti tenendo i piedi per terra, con incassi più veritieri e tagliando le spese correnti. Non con delle previsioni che alla fine si rivelano sballate come quelle degli sponsor. Il risultato è che non ci sono nemmeno i soldi per rifare l’asfalto delle strade. Una volta bastava bussare dagli imprenditori e adesso che c’è la crisi gli investimenti stanno a zero”.
Grazie ai: collaboratori, agenti, rivenditori, applicatori tecnici, architetti, designer, e a tutti quelli che ci danno la forza e la voglia di fare ricerca qualità e VALORE con O L T R E M A T E R I A. GRAZIE a VOI quest’anno il premio GrandesignEtico International Award 2012
Casina dell'acqua, belle code - L'acqua naturale è gratis. Mentre la gassata costa 5 centesimi al litro. Da quando è stata installata la casina dell'acqua crea delle belle code, come una volta i fontanili. Si trova appena fuori le mura malatestiane, di fronte al Parco dei Tigli. Sono contenti gli amministratori marignanesi per aver portato qualcosa di utile alla comunità. Diventa anche un risparmio economico per le famiglie, di circa 500 euro l'anno (il signore sorridente in primo piano, in arancione, è Pasquale Rossi).
GLI SPECIALI
Dal 20 al 24 giugno spettacoli di strada, musiche, scenografie, come antidoto della paura e riflettere sulle domande eterne dell’uomo. Organizza l'amministrazione comunale
San Giovanni
Piazza Silvagni
Notte delle Streghe
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Notte delle Streghe - 23^ Giugno 2012 66
RTE
Uno degli eventi più coinvolgenti e affascinanti del Riminese. Attese 35-40.000 persone
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Streghe, notti Nella notte di San
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Giovanni riti propiziatori legati al raccolto agricolo, alla salute, all’amore. Era anche la notte delle streghe. La credenza era che le megere si riunissero per propiziare la cattiva sorte. Tra gli espedienti difensivi: la scopa di saggina dietro la porta. L’appuntamento marignanese, al 23° anno, è di grande successo
Letto del Ventena, suggestivo teatro naturale all’aperto
Per San Giovanni si usava favorire gli incontri ed i fidanzamenti. Di buon augurio si ritenevano le infiorate che i giovani facevano sui davanzali ed alle porte della casa dell'amata con rami, fiori e frutti. Diversi comunque erano i rituali propiziatori ed anche quelli da cui trarre presagi. Il più diffuso era fatto con la chiara dell'uovo messa in una bottiglia d'acqua e lasciata tutta la notte fuori sul davanzale. A seconda della forma che la chiara avrebbe assunto al mattino seguente, si cercava di pronosticare il futuro.
San Giovanni e fidanzamenti
Cinque serate nel segno delle tradizioni pagane e non solo: spettacoli, mercatino magico, curiosità, divertimento
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67 BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Giugno 2012
Notte delle Streghe - 23^
In prima serata spettacoli per i bambini. Si chiude con gli intrattenimenti per i giovani
magiche La magia del borgo Il borgo malatestiano allestito con scenografie belle ed intelligenti, diventa il palcoscenico naturale per spettacoli e musica di strada. I “teatri”: Arena Spettacoli, Piazza Silvagni, Alveo del Ventena, Corso XX Settembre, Giardino Teatro, Piazzetta Artemisia. Artisti provenienti dall’estero. Osterie dove mangiare, col giusto rapporto qualità prezzo
- Tutti in uno dei borghi malatestiani più belli del Riminese dal 20 al 24 giugno, per la XXIV edizione della Notte delle Streghe. Ingresso libero. Nata sull'onda di Ottocento Festival a Saludecio e il Palio del Daino a Mondiano, trae le origini dalle superstizioni e
Notte di San Giovanni - Universalmente la notte di San Giovanni è anche ritenuta la notte delle streghe che, in questo particolare momento astrale, si radunavano per espletare i loro sortilegi. Per difendersi dai loro influssi malefici si ricorreva a vari espedienti. Prima di andare a coricarsi si ponevano dietro la porta di casa delle scope per far fuggire la strega. Che infatti teme la scopa perché, vedendola, è costretta a contare tutti i fili di saggina da cui è formata e, siccome la strega teme il giorno, le luci dell'alba, sorprendendola, la costringono a fuggire prima di essere riuscita a nuocere.
Artemisia, la maga buona della Valconca idea di Mario Magnenelli Uno spettacolo E rogo della strega alla mezzanotte dell'ultima serata
dalle ritualità popolari in occasione della Notte di San Giovanni, legata sia alla celebrazione religiosa del patrono del paese, che alla festa pagana del solstizio d´estate. Era in quella magica notte che tutto poteva accadere ed era a mezzanotte che si raduna-
vano le streghe... E agli inizi dell'evento venne data molta importanza ai riti storici del solstizio. Le serate scivola nel solco di eventi e tantissimi spettacoli! Il tutto con una veste completamente rinnovata, a partire dall´immagine e con una gran-
de voglia di gioco e ironia. Per i piccoli I più piccoli avranno un “Parco stregato” (Parco dei Tigli) interamente dedicato in cui potersi sbizzarrire con animazioni, trucchi, spettacoli e intrattenimenti... spaventosi! Per i grandi Lungo le vie, slarghi, piazzette, vicoli e gli angoli bui del centro storico si alterneranno artisti itineranti con tantissimi spettacoli. Come ogni anno la conclusione della festa è alla mezzanotte dell´ultimo giorno, il 26 giugno. Nel letto del fiume Ventena si dà fuoco alla strega. Inizia l'estate. www.lanottedellestreghe.net
- La leggenda vuole che la notte di San Giovanni tra il 23 e il 24 giugno sia magica, misteriosa e abbia influenza sulle cose, gli animali e, soprattutto, sugli uomini, tanto che da sempre essa è anche chiamata La Notte delle Streghe. In questa notte, un tempo, si viveva un momento magico perché essa cade nei giorni solstiziali quando, secondo un’antica credenza, il sole si sposa con la luna e dal suo sposalizio si riversano energie benefiche sulla terra e specialmente sulle erbe bagnate dalla rugiada, che si trasforma in un farmaco potente “a guarire ogni guisa di malattie cutanee”. La saga della notte di San Giovanni narra che proprio in questo particolare momento astrale le streghe si radunassero per espletare i loro sortilegi. I più prudenti per proteggersi si infilavano sotto gli abiti qualche erba di San Giovanni, dall’iperico alla lavanda, allo spicchio d’aglio da raccogliersi prima dell’alba, la verbena simbolo di pace e prosperità, il ribes i cui frutti rossi sono chiamati anche bacche di San Giovanni, l’artemisia… Queste streghe altre non erano che giovani donne le quali, per aiutare il sole a nascere, si riunivano nei campi e accendevano dei fuochi, oppure spinte da passione amorosa raccoglievano le erbe bagnate di rugiada, simbolo della protezione del Battista. La manifestazione marignanese intende recuperare un tessuto storico-popolare di tradizioni attraverso una serie di spettacoli: teatro popolare di strada, il mercatino con esposizione e vendita di oggetti, le erbe officinali, le pietre magiche, i prodotti naturali. Info: www.marignano.net
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CONDOMINI
Esperti rispondano Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Condomini, diritti e doveri
Delibere condominiali: nulle ed annullabili Domanda Geometra Pupolizio, non mi è chiaro il significato di delibera annullabile e delibera nulla. Avrei piacere di ricevere da lei chiarimenti. Grazie – Giuseppe Risposta Soddisfo la sua richiesta riportando integralmente quanto il noto ed apprezzato avvocato Silvio Rezzonico (autore di diverse pubblicazioni immobiliari nonché autore del “Manuale del condominio”) inviò ad un condomino con un problema simile al suo: “Pochi lo sanno, però: non è proprio detto che una decisione presa in un’assemblea invalida o con maggioranze insufficienti non sia applicabile. Infatti le delibere si distinguono in “nulle” ed “annullabili”. Le prime è come se non fossero mai state prese: proprio per questo sono impugnabili in qualsiasi momento, senza limiti di tempo. Viceversa le delibere annullabili divengono valide se non impugnate entro 30 giorni. Tale periodo decorre, per i presenti all’assemblea, dal momento della delibera. Viceversa, per gli assenti, dal giorno in cui hanno ricevuto il verbale d’assemblea. Un mese non è molto: spesso non basta per rendersi conto di quanto si è deciso, arrabbiarsi, mettersi in contatto con un avvocato per farsi consigliare e infine promuovere la causa. Di conseguenza capita spesso che un condomino, pur avendo formalmente ragione, si vede preclusa la strada di far valere quelli che, fino a pochi giorni fa, erano suoi sacrosanti diritti. C’è stato un tempo in cui la Cassazione riteneva che fossero nulle buona parte delle delibere illegittime: per esempio quelle prese in un assemblea considerata per sé stessa nulla, perché non tutti avevano ricevuto l’avviso di convoca-
zione o perché mancava il numero legale per tenerla. Oppure quelle prese con maggioranze insufficienti. Ora non più: l’ambito delle delibere considerate comunque e in ogni tempo invalide è stato radicalmente ristretto dai giudici. Forse ha influito il proposito di dare un taglio alla rissosa conflittualità condominiale, che intasa le aule dei tribunali. Delibere nulle. Sono ancora considerate nulle quelle delibere che: sono fuori dai poteri dell’assemblea; sono contrarie a norme imperative di legge, o comunque a norme costituzionali. Le prime potrebbero essere ricondotte da due tipi - delibere che prevedono il voto favorevole dell’unanimità dei condomini, previsto o dal codice civile o da norme contrattuali del regolamento condominiale approvato da tutti (in genere al momento dell’acquisto dell’appartamento). - delibere che non riguardano la proprietà o le parti comuni e la loro regolamentazione, ma sconfinano nei diritti del singolo proprietario. Quanto alle seconde, l’elenco potrebbe essere infinito: pensiamo alla decisione di mettere in opera un abuso edilizio o a quella di vietare l’acquisto di appartamenti a persone di razza o colore della pelle diverso dal nostro. Le delibere nulle sono impugnabili da tutti i condomini, perfino da chi ha votato a favore, e in qualsiasi momento. Delibere annullabili. Sono invece, annullabili tutto il resto delle delibere. Quindi quelle prese in assemblee illegittimamente convocate e con maggioranze non qualificate, oppure che riguardano argomenti non compresi nell’ordine del giorno. L’impugnativa può essere proposta unicamente con atto di citazione, entro il termine tassati-
vo di trenta giorni. Non basta quindi una semplice lettera raccomandata all’amministratore o al condominio. A impugnarla possono essere i condomini dissenzienti e quelli astenuti, che sono loro equiparati. Anche i condomini assenti possono impugnare le delibere e i 30 giorni scattano quando hanno avuto comunicazione della delibera. Naturalmente, se un condomino assente è stato rappresentato da un delegato, che ha votato a favore o contro, è come se avesse votato a favore o contro lui. Ciò vale per le delibere annullabili: come abbiamo chiarito precedentemente, quelle nulle possono invece essere impugnate anche da chi votato a favore. L’impugnazione può essere fatta anche da un solo comproprietario del medesimo appartamento. L’usufruttuario può impugnare le delibere riguardanti l’ordinaria amministrazione, mentre il nudo proprietario quelle inerenti innovazioni e opere di manutenzione straordinaria. L’azione dell’inquilino è limitata alle delibere in cui ha diritto di voto, quali ad esempio quelle riguardanti il servizio di riscaldam e n t o . Va aggiunto che anche i provvedimenti dell’amministratore presi senza il necessario assenso dell’assemblea, se impugnati in giudizio e non nell’assemblea stessa, hanno lo stesso termine per l’impugnazione. Modi dell’impugnazione. L’impugnazione deve essere formulata con un atto legale da notificare a mezzo di ufficiale giudiziario al condominio, nella persona e presso l’ufficio dell’amministratore. Si tratta di un atto di citazione a comparire davanti al giudice per una determinata udienza, con l’invito al condominio a costituirsi in giudizio per svolgere le proprie difese. Deve
essere predisposto da un avvocato e non direttamente dal singolo condomino, salvo nell’ipotesi di contenziosi davanti al giudice di pace per un modesto valore (non superiore a 516,46 euro), nel qual caso anche il condomino può stare in giudizio personalmente. Le delibere assembleari annullabili sono immediatamente esecutive e l’esecutività non è sospesa dalla proposizione dell’impugnazione. È il giudice che, su espressa domanda del condomino che ha impugnato, può disporne la sospensione qualora ritenga che la durata del giudizio possa comportare un danno per il condomino impugnante e che il suo diritto possa essere leso o pregiudicato dall’esecuzione della delibera impugnata. La sospensione è diretta a impedire che l’esecuzione della delibera che si asserisce essere invalida possa vanificare il giudizio diretto ad accertare l’illegittimità. Nel caso in cui l’assemblea decida di cancellare o modificare la delibera contestata, il giudice dichiara cessata la materia del contendere e si limita a decidere sulle spese della causa. E’ una prassi diffusa dei giudici spartire equamente le spese tra i contendenti (anche se chi aveva impugnato la delibera aveva ragione). Il risultato è che l’impugnazione può trasformarsi comunque in un esborso di denaro. Nullità, annullabilità e regolamento condominiale contrattuale. In linea di principio le disposizioni contenute in un regolamento contrattuale approvato da tutti i condomini sono modificabili solo all’unanimità: quindi, se vengono infrante da una delibera, essa è radicalmente nulla. Tuttavia la Cassazione ha voluto ribadire che una norma contenuta o allegata al regolamento può non essere “contrattuale” essa stessa, perché non pone limiti all’uso della proprie-
SERVIZIO
Condominio: diritti-doveri. Pool di esperti risponde - Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, apre una rubrica sulle colonne del giornale; potete rivolgervi ad un pool di esperti. Li coordina il geometra Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, esperto di problemi tecnicolegali, consulente del Tribunale di Rimini, mediatore della conciliazione, risponde alle domande dei lettori. Siete pregati di inviare le vostre domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 0541.611070 - 348-3621675. E-mail: la piazzarimini@libero.it. geom.pupolizio@libero.it
tà esclusiva di ciascuno, o di quella collettiva, o stabilisce la ripartizione dei millesimi di proprietà. Una norma del genere va considerata come una semplice regolamentazione dell’uso delle parti comuni, modificabile a maggioranza dei partecipanti all’assemblea e dei millesimi. Se ne deduce che una delibera che sia in contraddizione a questo tipo di disposizioni, anche se contenute nel regolamento contrattuale,non è nulla, ma è semplicemente annullabile. E il caso, per esempio, dell’atto contrattuale in cui si vieta di installare tende sui balconi, di far giocare i bambini nel cortile o si definiscono i compiti dell’amministratore. Nullità relativa delle delibere. Vi è però un altro, particolare caso in cui, a detta di alcuni giudici, una delibera in contrasto con il regolamento contrattuale può trasformarsi in una decisione valida. Si tratta dell’errata ripartizione delle spese in violazione delle apposite tabelle millesimali. Nel caso in cui i condomini tengano un comportamento costante ed inequivoco pagando, senza riserve, le spese di gestione per un certo periodo di tempo, i giudici parlano di “nullità relativa” della delibera
e di accettazione della ripartizione “per facta concludentia”. E indispensabile, a questo proposito, chiarire che la violazione non deve riguardare le tabelle dei millesimi di proprietà (che hanno come scopo di determinare i diritti e i doveri di ogni condomino sulle cose comuni e che sono in genere proporzionali al piano, o alla parte di piano posseduto) bensì le tabelle di quelli di gestione, che hanno un fine molto più limitato, stabilire la ripartizione delle spese condominiali. Per esempio le tabelle relative alle spese per l’ascensore, per il riscaldamento, per l’acqua per l’immondizia. Evitare i “facta concludentia” non è facilissimo. E’ prudente non solo pretendere di fare trascrivere nel verbale dell’assemblea il proprio dissenso, ma anche non pagare le spese con i bollettini o i Mav (conti correnti postali) inviati dall’amministratore, ma con bonifici bancari a parte nella cui causale (lo spazio lasciato per le annotazioni) si scriva una frase del tipo “salvo conguaglio, per inesatta ripartizione delle spese”. Geometra Vincenzo Pupolizio, amministratore condominiale
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Giugno 2012
MORCIANO
Opere costruite con una finanza poco accorta alle capacità. E i cittadini affamati di opere senza colpe?
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Morciano barcolla su 5,7 milioni di debiti
giore diffusione e trasparenza sui conti, che le risposte venissero pubblicate sul sito Internet del Comune; affinché tutti i cittadini possano facilmente prenderne visione.
IL PUNTO di Hossein Fayaz - Il Comune ha ereditato debiti e buchi di bilancio dalla decennale amministrazione allegra e finanziariamente fantasiosa di Giorgio Ciotti. Talvolta, come il caso dei lavori di risistemazione della piazza del monumento ai caduti, realizzati nel 2008, è stato svolto ai limiti della legalità. Senza alcuna gara per i lavori pubblici, trasparenza e pubblicità, i lavori sono stati affidati in forma di bonus edificatorio ad uno dei costruttori più introdotti della Valconca, in cambio di una lottizzazione non in regola con il Piano regolatore comunale e provinciale e di conseguenza clamorosamente bocciata dalla Provincia. La ditta inoltre, ha eseguito lavori che si potevano anche evitare. È stato estirpato un patrimonio di bellissimi pini secolari mediterranei. Il restauro del monumento ai caduti è stato lasciato incompiuto. Risultato di questa operazione un debito di 681mila euro per il Comune di Morciano. La cosa incredibile è, che gli attuali amministratori della giunta Battazza, sostengono che ci sono voluti più di trenta mesi per venire a conoscenza di questo buco. Il nuovo ponte Conca Un’altra eredità irragionevole della giunta Ciotti è il caso del nuovo ponte Conca. Nel maggio 2009, pochi giorni prima che terminasse il loro mandato, senza avere alcuna copertura finanziaria, con una delibera, presero l’impegno di contribuire con 1.780.000 euro alla costruzione del ponte, circa 300mila euro in più rispetto al Comune di San Clemente, mentre di sicuro sotto ogni aspetto, sarà quest’ultimo a beneficiare maggiormente di quest’opera. Infatti, sui 2.840 metri di bretella, solamente 190 metri percorrono i terreni vincolati del Comune di Morciano ed il restante, i terreni già svincolati e pianificati del Comune di San Clemente. L’illogicità di questo progetto e di questa delibera, sta nel fatto che i morcianesi con la precaria situazione finanziaria del loro Comune, debbono pagare una ingente somma, per un
ponte ed una bretella privi di pista ciclabile. Un’opera identica al ponte costruito più di 130 anni fa. Morciano e San Clemente hanno chiesto alla Provincia di poter mettere sul piatto del nuovo ponte meno soldi. Scuola media I circa 3 milioni di debito relativo alla costruzione della nuova scuola media, da parte dell’amministrazione Ciotti, più gli interessi ed eventuali diritti edificatori, dopo il fallimento della tentata vendita dell’area dell’ex Scuola Media da parte della Giunta Battazza all’Unione Valconca, sono rimasti a tutt'oggi sospesi. Il debito di circa 200mila euro di affitti della vecchia sede
Inps presso il Palazzo del Melograno, pagati ingiustamente solo dal Comune di Morciano durante l’amministrazione di Stefano Dradi e contestati dalla Corte dei Conti, è ancora irrisolto. Sono da onorare i contributi dovuti dal Comune di Morciano all’agenzia di mobilità per il trasporto pubblico di diversi anni durante l’amministrazione Ciotti. Per il contratto della costruzione del nuovo asilo firmato dalla giunta Ciotti: per 21 anni il Comune di Morciano, indipendentemente dal numero degli iscritti, deve pagare 300mila euro di rata annuale. Per il contratto della nuova Caserma dei Carabinieri, sempre firmati dalla giunta Ciotti, il
Il monumento ai Caduti (Foto Polverelli)
Comune deve pagare 120mila euro all’anno. Dubito che vendendo a circa 1 milione di euro la sede dell’Ausl, abbiano saldato il costruttore dell’edificio e salvato la zona verde del quartiere Montealdosso dalla costruzione dei casermoni. Non c’è alcuna notizia dei restanti debiti della Bretella e del nuovo Palazzetto dello Sport. I mutui comunali al 31 dicembre 2012 sono cresciuti a
5.743.000 euro. I tre anni passati dell’amministrazione Claudio Battazza, non hanno attenuato la precarietà della situazione finanziaria del Comune. Il commissariamento del Comune di Morciano è un fatto del tutto probabile? La giunta Battazza continua a tacere sulle spese sostenute per l’organizzazione di feste e di eventi come la “Fiera di San Gregorio” e “Fu.Mo”. Sarebbe opportuno per mag-
Morciano, omaggio a Tonino Guerra La Bpv presenta il libro “La casa dei mandorli”, a cura di Rita Giannini, con immagini di Luciano Liuzzi. Il poeta tra le mura di casa PERSONE di Pierfrancesco Gasperi
- Lodevole omaggio al grande pittore, poeta, maestro e scenografo romagnolo Tonino Guerra, della Banca Popolare Valcona. Il 4 maggio scorso a Morciano ha presentato l’ultimo libro dell’artista “La Casa dei Mandorli” che descrive la Sua amata casa di Pennabilli. Erano presenti la curatrice del libro Rita Giannini molto legata al poeta che ha raccontato dei lunghi dialoghi con il maestro il quale ha fortemente voluto questo libro che è stato pubblicato ufficialmente il giorno del Suo 92 compleanno,
Luigi Sartoni (direttore generale Bpv) con Rita Giannini, la curatrice
una sorta di omaggio, poco prima dell’ultimo viaggio. Insieme a Rita l’amico fotografo Luciano Liuzzi, che ha documentato la casa di Tonino con immagini suggestive, in ogni angolo della casa ed esternamente in ogni stagione. A fare da cornice alla serata l’attore Giorgio Borghetti che in italiano ha letto alcune poesie di Tonino e la poetessa Anna Lisa Teodorani le ha rilette in dialetto originale
santarcangiolese. La Casa di Guerra si trova sul punto più alto di Pennabilli e lui stesso così la descrive: “ in alto dove si sente la tosse di Dio” addossata al castello di Penna che fù dei Malatesti. Continua il poeta “l’aria è calda e i mandorli in fiore fanno luce anche di notte”. Il libro è veramente gradevole documenta e descrive minuziosamente la casa di Tonino e dei numerosissimi og-
getti contenuti raccolti durante i suoi viaggi, soprattutto in Russia, patria della moglie. A tutti gli intervenuti è stata regalata una copia. Lo si può trovare in vendita in tutte le librerie della Romagna, la Banca non dispone di altre copie trattandosi di un libro realizzato direttamente dall’editrice Minerva ma non per conto della Valconca come invece accade per i libri strenna di Natale.
Il caso del PRU Ghigi e l’intervento di Luca Panzavolta della Conad L’incasso anticipato di più di un milione di euro degli oneri d’Urbanizzazione dalla Società Rinnovamento Ghigi S.r.l., per la costruzione di un centro commerciale e due/quattro casermoni nel centro del Paese, completamente al di fuori delle regole del Piano regolatore generale, senza neanche avere un progetto approvato, metterà a dura prova la futura vivibilità di Morciano e la prosperità degli operatori economici del nostro Comune. È una operazione di pura speculazione edilizia. Luca Panzavolta, Amministratore delegato di una cooperativa con la sede in Forlì “Commercianti Indipendenti Associati” del gruppo Conad, che vorrebbe costruire e gestire l’Ipermercato nel centro di Morciano, è stato intervistato da Atos Berardi, direttore del periodico l’Ape del Conca nel numero di giugno 2012. Il dirigente della Conad dichiara: “Crediamo di dare un contributo a far crescere Morciano, anche se tutti sanno che l’operazione immobiliare Ghigi da sola è in perdita.”. Panzavolta dimentica che Morciano è già una città mercato con un tessuto commerciale robusto e in stretto contatto e armonia con quello che è sopravvissuto alla cementificazione delle aziende agricole e zootecniche della vallata del Conca e non ha bisogno di congestionare il suo centro con un Ipermercato e due torri abitative. Negli ultimi vent’anni l’esiguo territorio comunale – 5,3 kmq – ha subìto una cementificazione selvaggia ed è uno dei Comuni a maggiore densità di popolazione a livello regionale. Non spiega perché la sua società e gli azionisti forlivesi del Rinnovamento Ghigi S.r.l. che non hanno rispettato gli accordi del 2003, devono avere degli enormi privilegi rispetto ad altri cittadini? Perché devono derogare alle norme del Piano regolatore costruendo il doppio di quello previsto e superando l’altezza consentita di ben quattro volte e mezzo? Se è vero quello che dice nell’intervista: “Quando vengo a Morciano, già adesso, non so dove mettere la macchina?”, perché vuole monetizzare gli standard dei parcheggi pubblici? info@fayaz.it
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MORCIANO Assistenza autorizzata Fiat NOLEGGIO AUTO MORCIANO DI ROMAGNA Officina - Via Leopardi Tel. 0541.989166 (ELETTRONICA - GOMMISTA - ASSETTO RUOTE)
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Annata trionfale per la società di Massimo Tonini. Il brutto anatroccolo che diventa cigno
ALLEGRO MA NON TROPPO
Foro Boario
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Morciano, è Prima categoria
Forza Toto... - Pacina (al secolo Enrico Mancini), Mario Polverelli, Bruno Magnani e almeno altri 50 morcianesi tifano Toro... Erano ragazzi quando quella squadra capitanata da Valentino Mazzola era invincibile e faceva sognare l'Italia del dopoguerra che usciva dalla guerra e dalla mseria. Quella meraviglia di gioventù fu annientata nello schianto dell'aeroplano a pochi metri dalla basilica di Superga dei servi di Maria. Hanno brindato, i morcianesi, al ritorno in A.
Festa Juve ... - Centinaia di afecionados hanno festeggiato lo scudetto in via Colombari di fronte al Bar Bina. Qualche funambolo senza paura sulla facciata della Banca Popolare Valconca vi ha affisso trenta tricolori. A coronare il “trentesimo” anche tre stelle. E la goliardica polemica continua...
LO SPORT - Il brutto anatroccolo che diventa un cigno. La Sr Morciano ha conquistato la Prima categoria con un campionato da crescendo rossiniano. Alla fine 9 punti di lunghezze dalla seconda, il San Patrignano (60 a 51). E' partita piano (3-4 pareggi) ed è arrivata fortissima (solo vittorie interrotte da 2 sconfitte, entrambe col Bellariva). Affermano con orgoglio i dirigenti: “Abbiamo orchestrato un calcio bellissimo con tutti ragazzi del nostro paese. La nostra forza è stato il gruppo”. Per festeggiare, la società presieduta da Massimo Tonini, ha organizzato una serata sotto i portici lo scorso 13 maggio; e come ben sanno le uscite della Sr Morciano non possono essere meno spettacolari delle geometrie in campo. Si diceva calcio-spettacolo. E' riduttivo attribuire dei meriti singoli alla squadra che vince;
La squadra vittoriosa
ma a sintetizzare l'annata, si potrebbe dire che il perno della difesa è stato Andrea Santoni; Matteo Stanco l'affidabile regista del centrocampo, con Denis Mussoni affidabile e terribile uomo d'area. Idee chiare sul futuro. I dirigenti: “Vogliamo lasciare la squadra così com'è, aggiungendovi un paio di innesti. Non abbiamo ambizioni particolari, se non cercare di dare il nostro meglio e arrivare il più in alto possibile. Il vero obiettivo è ri-
portare i morcianesi allo stadio. I sacrifici valgono solo per loro. L'altro nostro obiettivo è allargare al settore giovanile e magari, nel tempo, fare un'unica società. Con la fusione saremmo forti in tutto”. “Infine - continuano i dirigenti - al Comune chiediamo il campo nuovo in sintetico di ultima generazione e nuovi spogliatoi”. Il brutto anatroccolo che diventa cigno, si diceva. E' la Stella Rossa (Sr le iniziali, è il lega-
me con gli anni '70, quando nacque per cimentarsi coi tornei dei bar). Poi tanta terza categoria, tante sbaraccate, tanta amicizia, cene indimenticabili, sia per il buon mangiare, sia per il piacere di stare insieme. C'è una bellissima foto della prima squadra; le divise sono raccogliticce, con pantaloncini diversi. A vestire le mitiche casacche: giovani impossibilitati a giocare nel Morciano Calcio e vecchie glorie. Insomma, tutti i morcianesi hanno calzato i suoi colori.
Le colonne in pietra del Mercurio abbandonate: che tristezza
Emilio Cavalli (Foto Bruno Baffoni)
Le colonne abbandonate vicino allo stadio e quando difendevano la fontana del Mercurio, nel 1929 (tratta dal libro “Morciano in posa” di Mario Polverelli)
- Chissà quali pensieri in quella mente beffarda del Mercurio morcianese che dal centro di piazza del Popolo da decenni ne racconta il dinamismo economico e caratteriale. Fino a quando c'erano i giardini era circondato da colonne di pietra (d'Istria?) che reggevano una pesante catena. Pavimentati i giardini dalla prima amministrazione Ciotti, le colonne sparirono. Si rincorsero tante voci sulla fine delle famose colonne. Oggi sono abbandonate lungo la recinzione dello stadio di calcio, lato Morciano. Idea: perché non farne un altro uso d'arredo urbano? Tanto per tenere vivo il bello del passato.
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73 Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836
- L’attenzione che la comunità morcianese sta riservando al tema del progetto di riqualificazione dell’ex opificio Ghigi ci restituisce la portata dell’operazione che si sta delinenado: una ristrutturazione urbanistica tale da condizionare l’immagine della città sul lungo periodo, che per di più procede in parallelo con la messa in cantiere di un’opera, il nuovo Ponte sul Conca, capace di incidere radicalmente sui ruoli gerarchici e sulle interazioni funzionali tra i centri di vallata, escludendo Morciano dal traffico di attraversamento, e privandola, quindi, di quel ruolo di crocevia obbligato che l’aveva trasformata nella polarità attrattiva che conosciamo, e forse rischiamo, di considerare come un dato acquisito. E’ dunque tempo di “ripensare” il ruolo di Morciano su scala territoriale, ponendosi obiettivi ambiziosi e tenendo presente che le scelte di oggi possono creare o precludere opportunità future. Il progetto di trasformazione della città è sotto i riflettori, ed ottenere un buon risultato significherà attrarre segmenti di popolazione che gravitavano su altre realtà; far trovare ai nuovi visitatori un centro bello, innovativo e piacevole, equivale ad acquisire nuovi potenziali “clienti” del sistema paese. In questo frangente ogni contributo costruttivo va attentamente ponderato per far sì che il “contenitore” che si va a realizzare sull’area ex Ghigi, sia il frutto di un indovinato mix funzionale, correttamente dimensionato e rapportato alla città esistente, con la sua stratificazione di costruito, attività ed episodi urbani, che in questa occasione, è possibile ricucire in una passeggiata urbana densa ed interessante. I manufatti produttivi esistenti, con le dimensioni e le altezze “fuori scala” rispetto al tessuto urbano circostante, sono diventati il simbolo e l’identità del paese, ed è pertanto con la sostituzione di un simbolo, con la creazione di una nuova “veduta di Morciano” che il progetto del nuovo si deve confrontare. La chiave per vincere questa sfida è la ricerca di eccellenza nella qualità, intesa sotto tutti i profili: qualità architettonica degli edifici e dei vuoti urbani; qualità della mobilità, in termini di sicurezza e pia-
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MORCIANO
Gli architetti Masini-Mancini raccontano la propria visione del “Problema Ghigi”
Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836
“Risposte concrete alla criticità attuale” Del vecchio stabilimento Ghigi non resterà neppure un mattone come memoria di archeologia industriale
ECONOMIA
di Claudio Masini e Adele Mancini*
cevolezza dei percorsi; qualità dell’offerta commerciale e di servizi. Questo è ciò che la collettività si aspetta, ed è l’obiettivo del contributo che in qualità di progettisti, cittadini e fruitori del territorio, desideriamo offrire al percorso di trasformazione intrapreso, che auspichiamo essere il più possibile condiviso. Ecco perché individuiamo nel Laboratorio di Urbanistica partecipata “Verso Morciano 2030” il punto di partenza delle nostre riflessioni: le indicazioni emerse in quella sede, sono espressione di una volontà politica e frutto di una proficua esperienza di dialogo, che auspichiamo possa divenire la prassi nella definizione delle trasformazioni dei territori. E come si ricerca la qualità di una trasformazione urbanistica? Nella sua capacità di generare risposte concrete alle criticità attuali, traducendole in forme architettoniche ed episodi urbani. È alla luce di queste considerazioni che ci poniamo come sostenitori di una trasformazione, anche radicale; ma crediamo fermamente che questo non possa prescindere da alcune fondamentali linee guida che vorremo rintracciare nel progetto del nuovo e che di seguito esponiamo secondo la struttura del documento di indirizzi citato.
Viabilità e sosta – Attività di carico-scarico - sistema degli accessi Il tema dell’impatto del nuovo sul sistema infrastrutturale esistente è uno degli elementi di garanzia di qualità del progetto. Dall’esame della documentazione depositata, tale impatto appare sottostimato e non adeguatamente approfondito. L’attività di carico-scarico merci al servizio delle nuove attività commerciali genera impatti incrementali sia sui livelli sonori, sia sul traffico veicolare pesante in accesso al centro urbano. A questo si aggiunge il carattere di “retro” dell’urbanizzato che solitamente connota questa tipologia di spazi, difficilmente accettabile in un contesto come quello di intervento. Per questo sollecitiamo il ripensamento di alcuni aspetti dell’impianto progettuale, proponendo lo spostamento dell’accesso al carico e scarico merci sul lato monte del comparto, in collegamento con il parcheggio esistente di via Forlì; l’adeguata mitigazione acustica e schermatura visiva degli spazi deputati a queste funzioni; l’alleggerimento del carico viabilistico su via Roma, coerentemente con la sua funzione di asse urbano-commerciale attraverso il ripensamento dell’accesso al parcheggio interra-
to di progetto. Cerniera Verde La configurazione proposta dal progetto, con la galleria Crispi ed il tratto di via Colombari completamente coperte, appaiono in contrasto con le linee di indirizzo che individuano in tale asse l’elemento strutturante di un percorso verde, aperto ed accessibile nelle 24 ore, che attraversa il paese, ricucendo i due elementi naturali “collina e fiume”. Si propone pertanto uno sfondamento del solaio della galleria in questi punti, e la sua sostituzione con una pensilina vetrata posta alla quota del giardino pensile, creando così uno spazio aperto a doppia
altezza, che alleggerirebbe notevolmente l’impatto dell’intervento, restituendo luce ed importanza allo spazio sottostante. In generale il progetto dovrà privilegiare la mobilità lenta facendo prevalere i percorsi pedonali su quelli carrabili in corrispondenza delle intersezioni. L’istituzione di una “zona 30” in corrispondenza del “Centro Commerciale naturale”, infatti, passa per un ribaltamento di prospettiva: la ricerca di qualità urbana pensata dal punto di vista del pedone piuttosto che dell’automobilista. La continuità dell’elemento naturale nella passeggiata, poi, non è garantita semplicemente da un insieme di aiuole fiorite o un filare alberato, ma va intesa come un tema progettuale tutto da indagare, di cui ci limitiamo a darne una suggestione formale. Nuove centralità Il cortile della Biblioteca deve essere collegato alla galleria di via Crispi attraverso un ripensamento delle aree che si vengono a generare dall’arretramento dai confini, dando importanza al tema delle corti interne come possibile elemento di dialogo del nuovo complesso con il
Ecco cosa viene costruito al posto della Ghigi
tessuto urbano del centro, che si sviluppa secondo questa tipologia insediativa. Spazi pubblici Il verde pensile della piastra sopralevata, che racchiuderà funzioni prevalentemente collettive, appare scarsamente fruibile, posto “in fioriera”, ad una quota in rilevato rispetto al piano di calpestio. Inoltre, sembra essere utilizzato come espediente formale per l’inserimento di lucernai all’interno della piastra. I collegamenti verticali di accesso al primo livello vanno sviluppati con una maggiore attenzione: le scalinate di accesso alla piastra, infatti, sono a tutti gli effetti delle “porte” di ingresso ad uno spazio pubblico, che, per la conformazione e l’ubicazione ipotizzate nel progetto, sempre in spazi marginali ed interni, non sembrano comunicare adeguatamente la loro importanza. Qualità architettonica Si propone di traslare il volume della torre su via Roma portandolo a filo con il sottostante prospetto del supermercato e spostandolo in basso verso il centro del paese, in maniera da configurare una vista dal centro città caratterizzata da un elemento di verticalità generato da un pieno. Contemporaneamente, il volume del piano ristorante potrebbe ruotare di 90 gradi e collegarsi con l’Auditorium, semplificando così i percorsi e liberando ampi spazi ad uso pubblico sull’estradosso della piastra, e contribuendo a creare un gioco di pieni e vuoti che dia movimento al fronte su via Roma. *Architetti in Morciano
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75 Morciano - Via Ca' Fabbro 130 Tel. 0541.851411 Fax 0541.987453
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I coniugi Tamburini, Amedeo e Teresa, quattro volte tricolori, maestri di ballo parrocchiali
CIVILTA'
Multato chi abbandona l'immondizia vicino ai cassonetti - Pugno duro con chi abbandona i rifiuti nei pressid ei cassonetti. Già emesse 10 sanzioni. Controlli in tutte le frazioni una volta ogni due settimane durante l'estate. Morciano sta effettuando controlli a tappeto per contrastare l’errato conferimento dei materiali riciclabili. L’attenzione dell’amministrazione nei confronti del decoro pubblico si fa sentire anche attraverso il sanzionamento. Dopo le multe dello scorso anno, i vigili dell’Unione Valconca coadiuvati dal personale Hera hanno ricominciato a controllare i cassonetti e a multare coloro che sporcano l'ambiente e deturpano l'immagine della città. A fine maggio sono stati individuati e sanzionati 10 cittadini indisciplinati. A tutti è stata
MORCIANO
elevata una ammenda che varia dai 25 ai 500 euro. I controlli proseguiranno durante tutta l’estate con interventi a campione una volta ogni due settimana in tutte le frazioni cittadine. Qualora i trasgressori non vengano colti in flagrante, gli agenti e gli uomini di Hera provvederanno ad ispezionare i contenuti dei sacchetti abbandonati per risalire al leggerotto. Morciano da anni ha adottato l’utilizzo del sistema di conferimento a calotta, sensibilizzando l’opinione pubblica sull’importanza della raccolta differenziata e segnalando le aree ecologiche per la raccolta di rifiuti ingombranti, troppo spesso abbandonati dietro e di fianco ai cassonetti per negligenza.
Sotto le stelle con i campioni Al Centro parrocchiale una caterva di attività: la prova del cuoco, laboratorio di creatività, basket per ragazzi, basket, pattinaggio, pallavolo, teatro, chitarra, tombolo, karate gioco, ceramica
Michele Costa (Enko, nome d'arte)
IL PERSONAGGIO
A - I coniugi Tamburini sono stati quattro volte campioni italiani di ballo. Lui è un fotografo di valore; lei invece insegna Tecnica della comunicazione al Gobetti. Hanno iniziato a ballare a 38 anni nelle competizioni; si sono scoperti campioni e mietuto allori. Dice col sorriso largo Amedeo: “Il ballo di coppia è l'unico animale che ha quattro gambe e un corpo e due teste. Quest'ultime devono andare d'accordo per fare un unico corpo”. I Tamburini sono i maestrianimatori di “Ballando sotto le stelle -ritmo e swing” che va ad iniziare dal primo luglio al Cen-
tro parrocchiale. Portano in pedana balli di coppia, folcloristici, di gruppo e gli americani anni Cinquanta (come il boogie woogie). Per gli appassionati delle danze, l'appuntamento con Teresa e Amedeo è ogni martedì, dalle 21. Hanno proposto un progetto per i giovani, “Ritmo e swing”, sempre il martedì, sempre al Centro parrrocchiale, ma dalle 18.
Data la loro disponibilità, c'è la previsione di proseguire anche d'inverno con due serate settimanali: una per i balli di gruppo e l'altra di coppia. Si continuerà, sempre il pomeriggio, anche con i ragazzi dalla quarta elementare alla prima superiore. Amedeo: “Il ballo è una vera e propria attività sportiva, cher aggrazia il corpo e disciplina la mente. Educa alla pazienza ed al rispetto per l'al-
tro, nel confronto. Diciamo che aiuta la psicomotricità”. Centro parrocchiale Il Centro parrocchiale è la speciale “cantera” morcianese. Si producono una caterva di attività, grazie alla collaborazione con i volontari: la prova del cuoco, laboratorio di creatività, basket per ragazzi speciali, basket, pattinaggio, pallavolo, teatro, chitarra, tombolo, karate gioco, ceramica.
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MORCIANO Via Cà Bacchino 2 San Clemente
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Al Parco del Conca il 9 giugno, dalle 15 a sera. Offre la Mec3. Band in concerto
Fine anno scolastico con gelato party per studenti e famiglie
PERSONE
Giornalino Gobetti-De Gasperi, primo tra 600 testate Gobetti-De Gasperi, la redazione
Il logo del gelato party
GIOVANI
- Party gelato per studenti e famiglia delle scuole morcianesi. Una festa di arrivederci dedicata a grandi e piccini, per concludere in allegria l’anno scolastico. L'pppuntamento è il 9 giugno al Parco del Conca di Morciano. Dire gelato equivale a dire gioia, divertimento, gusto e voglia di un momento di piacere. Così la giornata diventa anche il 1° I Love Gelato Day. Grazie alla sensibilità della Mec3, l'azienda leader mondiale nella produzione di ingredienti per gelateria e pasticceria artigianale, in collaborazione con il Comune. Sipario su alle tre del pomeriggio fino a sera; il parco si trasforma in una grande area giochi dove i bambini potranno divertirsi scivolando sui gonfiabili, trattenere il fiato guardando evoluzioni di abili giocolieri, avvicinarsi alla lingua inglese sotto la guida di una vera ‘teacher’, o ancora stupirsi osservando le performance dal vivo di abili writers. Il gelato è quello buono, arti-
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gianale e sano, preparato dai maestri gelatieri di Mec3. Sedici gusti per ogni palato e rendere l’atmosfera ancora più magica e speciale. In serata, per i più grandi, due band del territorio ed una internazionale, in arrivo direttamente da New York, si esibiscono in con-
certo per chiudere in bellezza. “La festa che la Mce3 ha scelto di organizzare insieme all’amministrazione comunale - racconta l'assessore all'Istruzione Filippo ghigi - chiude nel migliore dei modi l’anno scolastico ed è una bellissima occasione per i ragazzi per festeggiare insieme all’aria
aperta, nel verde, tra giochi, musica e gelati, l’inizio delle loro vacanze ”. “Questo è stato - continua Ghigi - un anno impegnativo per tutti, ma anche ricco di gratificazioni visti i tanti bellissimi risultati raggiunti nelle diverse discipline e le tante iniziative portate avanti dalla nostra scuola in collaborazione con il Comune. Penso al progetto futurista, al teatro delle ombre, al progetto di attività motoria, o a quello con Ca’ Santino e la Pasticceria Garden legato ai dolci, solo per citarne alcuni… Desidero ringraziare la Mec3 per la disponibilità che ha dimostrato in questa occasione nella quale si è prodigata con entusiasmo, rivolgendo particolare attenzione alla nostra scuola e ai giovani del territorio”.
- Primo tra 600. L’Ape dell’Isiss, il magazine del Gobetti-De Gasperi, ha vinto per il secondo anno consecutivo uno dei premi del concorso nazionale per il miglior giornalino scolastico, sezione scuole medie superiori, organizzato dall’istituto comprensivo di Manocalzati (Avellino), per ricordare il dirigente didattico Carmine Scianguetta. Sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica, il concorso ha anche il patrocinio del ministero della Pubblica istruzione, dell’Ordine nazionale dei giornalisti, della regione Campania, del quotidiano “il Mattino” e di altre testate. La valutazione è stata effettuata da una commissione preposta ad un primo livello di selezione; successivamente, da
una giuria composta da giornalisti della stampa locale e nazionale e da alcuni alunni della scuola organizzatrice. Hanno partecipato circa seicento scuole da tutt'Italia (trecento per le medie superiori). Vista la concorrenza, quello conseguito dal foglio del GobettiDe Gasperi è senz’altro un risultato di prestigio. Il Coordinatore è il prof. Giuseppe Vanni. La redazione: Elia Pari, Matteo Serafini, Luca Pronti, Linda Pangrazi, Giulia Costa, Giulia Tasini, Erika Santochirico, Alessio Della Chiara, Debora Sabba, Serena Montrucchio, Alessio Carcaiso, Valbona Ionuzzi, Alessia Masini. Alessio Della Chiara
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MORCIANO
Franco Raschi preside del Gobetti-De Gasperi, la “cultura” dello Stato al “potere”
Il grande organizzatore in pensione Ha l'eleganza del riccio. La sua scuola una miniera: fatto convegni (il giudice Morosini a parlare di mafia), costruito scuole in Africa, gemellaggio con ragazzi tedeschi e turchi, band di studenti per spettacoli di beneficenza. Il Totem della Pace di Canducci nel campus
Il preside Franco Raschi al centro
PERSONE - Un giorno incontra una bella fanciulla. Lei lo avvolge in un abbraccio affettuoso con la presenza della moglie e gli dice: “Preside quando mi diede i 15 giorni di sospensione ebbe ragione. Mi fecero bene; mi aiutarono a maturare”. E' il primo aneddoto che affiora nella mente di Franco Raschi, da quattro anni preside del Gobetti-De Gasperi, una paese di mille studenti, con circa 130 professori ed una tren-
tina di altri collaboratori. Prima, per altri quattro anni, era stato preside al Fellini di Riccione. La sua scuola però è stata il Malatesta: per 7 anni supplente e per 17 professore. La sua prima presidenza però fu nel '99, al De Gasperi. Il prossimo primo settembre va in pensione; più che i libri al fatidico chiodo ci appende il gusto dell'organizzazione, che è un po' il marchio di fabbrica della sua storia umana
Luigi Signorotti, l'autore
prima ancora che politica. Ai tempi dell'Università (laurea in Scienze politiche, indirizzo giuridico-economico) militava in Lotta continua, un movimento all'avanguardia negli anni '70-'80, che aveva in quel genio di Adriano Sofri uno dei punti di riferimento. Al primo impatto, non diresti mai che Raschi abbia avuto un simile passato. Insomma, si potrebbe citare il famoso libro “L'eleganza del riccio” della francese Muriel Barbery. Il fuori non rappresenta quello che c'è dentro; oppure il suo contrario. Raschi ha fatto del suo campus (un grande parco sul quale si affacciano i suoi quattro edifici, di gran lunga il più bello della provincia di Rimini) una miniera di esperienze. Le principali negli anni: collocato la scultura di Canducci “Il Totem della Pace”, portato relatori di prestigio (tra cui Piergiorgio Morosini, magistrato a Palermo), attivato il progetto Comenius cultural bridge (gemellaggio con una
scuola tedesca e turca), aiutato a costruire scuole in Africa. L'ultimo progetto è un laboratorio musicale, “con il quale i ragazzi sono riusciti a tirare fuori talenti che altrimenti sarebbero rimasti nel chiuso”. Quest'anno il suo istituto ha ricevuto un altro riconoscimento di cui essere orgogliosi. La Fondazione Agnelli lo ha piazzato al 22° posto in Emilia Romagna. Con il giornalino scolastico, l'“Ape dell'Isiss” non c'è anno che Raschi non metta in cascina qualche riconoscimento. Peccato il pensionamento. Perché è ancora “giovane”, ha 62 anni, ed alle 7,45 è già a scuola (un bell'indizio sull'uomo), la con forza del senso dello Stato, lui che da giovane lo voleva rovesciare quell'ordinamento ingiusto, ma con un'idea forte, egualitaria e piena di umanità. Del suo passato politico dice: “Eravamo dei rivoluzionari contro lo Stato, ma col senso dello Stato. Credevamo di poter costruirne uno miglio-
re. Purtroppo, il nostro Stato non premia l'impegno ma il titolo. Ci sono dei professori che vanno nelle classi a combinare il nulla. Una volta venni denunciato da un'insegnante per mobbing; volevo soltanto che facesse il suo dovere. Il giudice mi diede ragione”. A chi gli chiede quale insegnamento dare agli allievi, racconta: ”Cari ragazzi, cercate di fare un lavoro che vi piaccia. Questa è la ricetta, altrimenti sarete frustrati e demotivati. Solo che non tutti potranno avere questa fortuna. E non preoccupatevi se non ottenete risultati a scuola, tuttavia impegnatevi. Mentre ai genitori dico di lasciare che i figli facciano le cose che più amano”. E il bravo insegnante chi è? “Quello che gli studenti riconoscono come maestro, indipendentemente dal metodo che utilizzano. Il concetto non è mio, ma del pedagogista Lombardo Radice. Mentre per me gli insegnanti sono dei colleghi con i quali ci diamo del tu”. Nato e vissuto a Riccione, il preside organizzatore che apre le finestre della scuola sul mondo, ha una caterva di passioni: va in bici (14mila chilometri l'anno), scia, gli piace viaggiare (almeno tre grandi uscite l'anno e altre più brevi). Dice: “Mi fa piacere ricordare che una volta sulla Panoramica, un giovane mi affianca e mi dice: ‘Benvenuto, nonno campione’. La mia uscita del cuore prevede di aggredire, una dopo l'altra, le salite di Marazzano (18 per cento), Gemmnao (15), Pedrosa (15), Cevolabbate (13). Da giovane è stato un valente surfista ed un valido maestro della tavola. Nei quattro anni morcianesi tra le tante vittorie, annovera anche sconfitte, naturalmente. La più grande è che il suo collegio dei professori gli ha bocciato il corso di Agraria dopo che si era battuto per anni. Afferma: “Potevamo avviare due classi di una disciplina che nella provincia di Rimini manca. Farò di tutto affinché il collegio lo possa votare l'anno prossimo”.
Il giorno in cui fu scoperto il Totem della Pace di Canducci nel giardino del Gobetti-De Gasperi
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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE LA CULTURA
Se ritornasse Villa (di Mario Tonini, Riccione) S'l'arturnesa at ste mument chisà s’t’arfesa al “zirudele” cum cTha fat a San Ciiment tint an fa prima ad purtele
Se ritornasse in questo momento chissà se rifarebbe le “zirudelle” come ha fatto a San Clemente tanti anni fa prima di portarle
in gir per tuta la Rumagna a racuntè e uj n’era a mela, tut i problemi dia campagna, che talent che l’è stè velia?
in giro per tutta la Romagna a raccontare e ce n’erano a mille, tutti i problemi della campagna, quel talento che è stato Villa?
U l’ha fat sa che linguagg che il capiva i por sgraziid, e giva ad Lor, ad chi disag ch’jera ad Quej gnint istruid.
Lo ha fatto con quel linguaggio che io capivano i poveri disgraziati, diceva di Loro,di quei disagi che erano di Quelli niente istruiti.
U l’ha dett su n’eleghenza che e temp un porta via, in dialet,la Su eloauenza u la ha espresa in poesia.
Lo ha detto con un’eleganza che il tempo non porta via, in dialetto, la Sua eloquenza l’ha espressa in poesia.
La parola la ha ste don, tan si toca mo las sent, senza scumdè l’ispirazion la viagia un po’ cumè e vent.
La parola ha questo dono, non si tocca ma si sente, senza scomodare l’ispirazione viaggia un poco come il vento.
Una volta screta, ste puter, insen s’una gren umanità, u gl’ha dè Vella e un è mister che al robe ul giva s’l’onestà.
Una volta scritta, questo potere, insieme con una grande umanità, glielo ha dato Villa e non è un mistero che le cose le diceva con l’onestà.
Da che banchetta che fujet, cli Su parole al vola ancora senza temp, agl’ha l’efet da fé riviv e mond d’alora e al “Zirudeie’’ Sue ad cloa volta agl’avrebb ancora e stes dìsten? e Mond l’ha ciap un’enta svolta, un gnè più e padron se cuntaden mo l’Om parò l’è sempre e stes per cui se Vella l'ardà fora l'avrebb sigur sol d’agiurnes per arfè quel c’l’ha fat alora.
Da quel banchetto, con quel foglietto, quelle sue parole volano ancora senza tempo, hanno l’effetto di fare rivivere il mondo di allora e le “zirudelle” Sue di quella volta avrebbero ancora lo stesso destino? Il mondo ha preso un’altra svolta (strada) non c’è più il padrone con il contadino ma l’uomo però è sempre lo stesso per cui se Villa rida fuori avrebbe di sicuro solo d’aggiornarsi per rifare quello che ha fatto allora.
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Grazie al premio di poesia dialettale intitolato al poeta-ciabattino
Con Villa capitale della Romagna SAN CLEMENTE
I vincitori 2012
SAN CLEMENTE
- Il riminese Piero Meldini è tra i maggiori scrittori italiani. E' il presidente della giuria del premio di poesia dialettale Giustiniano Villa di San Clemente; con lui a decidere le liriche altri fuoriclasse: Grazia Bravetti, Luciano Guidi, Maria Pia Rinaldi, Angelo Chiaretti, Oreste Pecci, Maurizio Casadei, Rita Gennari, Giuliano Volpinari, Claudio Casadei. E sono gli uomini, naturalmente, a dare nobilità e prestigio alle istituzioni. Nato dal tandem Claudio Casadei-Pierino Falcinelli, quest'anno è stata celebrata la 20^ edizione. La manifestazione ha raggiunto numeri di cui essere orgogliosi e pone San Clemente al centro della Romagna: in una piccola comunità, un grande premio alle radici. I partecipanti giungono da ogni dove; perfino da Ferrara. Mentre una signora spedisce dalla Lombardia. Ma forse l'inizio vero è tutto legato alla professoressa Grazia Bravetti. Ecco come ricorda il suo incontro con il poeta sanclementese. “Ebbi occasione di conoscere Giustiniano Villa da poco entrata nel mondo poetico dialettale con una tesina datami dal professore di Letteratura Italiana nell’Università di Bologna, Francesco Flora. Si trattava di “Contrasti poetici e linguistici tra G.C. Croce, C.M.Maggi, C. Boschini”, poeti minori del ‘600 che si divertivano col vernacolo. Commentata la tesina, il Professore, saputo da dove venivo, mi disse, come fossi stata libera di ideare e decidere, “Ma perché non ha lavorato sul Villa, riminese anche lui?”. Poi le pa-
- I vincitori 2012 Poesia: 1° Enzo Fiorentini (Us fa sera), 2° Speranza Ghini (Vent), 3° Giorgio Balestra (Cume par cuntè una fola). Segnalate: Vincenzo Baietta (Turment), Antonio Gasperini (La lota), Lorenzo Scarponi (Tempesta) Zirudele: Franco Ponseggi (E poeta). Segnalate: Antonio Gasperini (E non e la recession), Ivano Aurelio Muratori (E pensiuned).
Giustiniano Villa (21.9.1842 - 23.4.1919)
role svaporarono per via di altri studi di altri impegni, fino al momento, qualche anno dopo, dell’argomento della tesi che, indiscutibilmente, fu “Poesia e Letteratura in G.G. Belli”, tre buoni volumi di sonetti in dialetto romanesco, oltre ai nessi e connessi. Dopo un anno d’intenso impegno, quando presentai il lavoro Flora era appena partito con un gruppo di studiosi europei alla volta della Università di Pechino, per cui il relatore della tesi fu il suo assistente professor Ettore Mazzali. Assai più modestamente docile e malleabile, mi sentii di potergli chiedere di quel Villa in precedenza citatomi da Flora. Mi parve che il giovane Mazzali ne sapesse ben poco o non ne fosse interessato, se mi dette solo consigli e indirizzi di un Preside di Rimini, il professor Antonio Piromalli. E fu così che Villa
rimase un’altra volta a sonnecchiare nel cassetto dei sogni, fino a che, in un convegno letterario a Ferrara non mi capitò di conoscere di persona il professor Piromalli. Fu d’obbligo allora, dopo tanta inerzia, far riemergere Villa, e proprio in quel momento il Piromalli cercava un collaboratore disposto a trascrivere in lingua alcune delle zirudele villiane. Si aprì così la via, non rapida né semplice, ma eccitante, per San Clemente, dal momento che capii mi fosse impossibile penetrare nell’animo del Poeta senza conoscerne almeno il Paese, così vicino com’era a Rimini, la sua gente, il suo cielo, le sue nuvole, la sua campagna. E ci venni, a San Clemente, non ne ricordo le volte, ma determinante fu la prima, quando entrai nella casa ove aveva abitato fino a pochi anni prima la pronipote di
Giustiniano, la signora Emma Bagli Forlani, il cui marito Francesco Cortellini volle offrirmi il caffè mentre mi raccontava che quand’era ragazzino insieme al giovane Cappellano don Mario Rinaldi andavano al mercato di Morciano per sentire, verso le dieci del mattino, su un lato della Piazza, Villa a recitare. E, finito il caffè, ancora mi raccontava della moglie Emma che, per far star buoni nelle sere d’Inverno i due figli, Ulderico e Settimio, gli recitava frammenti delle zirudele di Villa, solo quelle che lei sapeva a memoria. Intitolato il teatro Nell'affollata serata delle premiazioni dello scorso 26 maggio, il sindaco Christian D'Andrea ha scoperto la targa che intitola la sala alla figura del raffinato cantore dei travagli dell'uomo. La denominazione ufficiale: Teatro Comunale “Giustinaino Villa”.
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CENTRO ABBRONZATURA MONTEFIORE - EVENTI
Montefiore, serata per bambini da non perdere
S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE Col team Vft, schierano due moto nel mondiale 600 SP. Col sanclementese Fabio Menghi e Luca Marconi
La magica ‘follia’ dei Menghi
I fratelli Menghi, Fabio (a sinistra) e Omar
- Giovani di talento in spettacolo al Teatro Malatesta di Montefiore nella serata “Anima l'Estate”, idea e soggetto di Maggie Van Der Toorn (montefiorese di origine olandese; sa fare tagliatelle e piada). L'appuntamento è il 23 giugno, ore 21. E' una storia fatta di musica e parole: la voce narrante di Mirco Gennari, le canzoni di Samantha Faina, le coreografie di Tomas Betti. Vuole essere semplicemente una serata incantata sotto le stelle di giugno. Dopo lo spettacolo, nella piazzzetta, laboratorio creativo per bambini a cura di Chiara Teloni. L'organizzazione dell'evento è a cura dell'associazione culturale “Maggieplanning”.
- La bella follia e la fame erano gli ingredienti della vita del fondatore di Apple Steve Jobs. Si possono cucire addosso a Valerio Menghi, titolare di Elettroimpianti Menghi (l'elettricista della catena Marco Polo). Fin da bambino ha coltivato la passione delle moto; era un esuberante tifoso di Renzo Pasolini,
PERSONE - SAN CLEMENTE
Salvatore Borsellino per ricordare il fratello Paolo trucidato dalla mafia 20 anni fa - Il giudice Paolo Borsellino venne trucidato dalla mafia 20 anni fa. San Clemente lo ricorda col fratello Salvatore e Giulio Cavalli in un incontro il 22 giugno, ore 21, in piazza Mazzini. Hanno organizzato i giovanni dell'associazione “Il Caffè”. Il titolo: “Le loro idee camminano sulle nostre gambe - 1992-2012: vent'anni di antimafia". L’occasione è la celebrazione del ventennale delle stragi mafiose di Capaci e via d’Amelio, in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme alle loro scorte e a Francesca Morvillo, moglie di Falcone. L’evento rappresenta un omaggio alla memoria dei due più grandi eroi e martiri di Stato: verranno ripercorsi i fatti di quella maledetta estate del 1992, non rinunciando a rileggerli alla luce dei recenti sviluppi delle indagini delle procure di Caltanissetta, Palermo e Firenze sulla presunta trattativa tra Stato e mafia. Ad offrire il ricordo di Paolo sarà il fratello, Salvatore Borsellino, da anni impegnato intensamente nella ricerca della verità sulle stragi con il supporto dei giovani del
Paolo Borsellino (a destra) e Giovanni Falcone
A San Clemente, piazza Mazzini, il 22 giugno. Organizzano i ragazzi de “Il Caffè” Movimento delle Agende Rosse, di cui è fondatore. Non si rinuncerà nemmeno a proiettarsi sulla stretta attualità e sui nuovi obiettivi dei tentacoli delle mafie al nord, che verranno discussi con Giulio Cavalli, attore e regista teatrale nonché consigliere regionale della Lombardia impegnato nel monitoraggio degli appalti per l’Expo di Milano 2015, dall’aprile 2006 sotto scorta per la sua attività culturale e artistica di contrasto alle mafie (regista dello spettacolo “Do ut Des” e “L’innocenza di Giulio”).
La serata si svolgerà nella suggestiva Piazza del capoluogo di San Clemente (in caso di pioggia sarà trasferita al Teatro Polivalente), sarà offerto del vino della Cooperativa “Lavoro e non solo” di Corleone (prodotto nei terreni confiscati a cosa nostra) ed un buffet a cura del Gruppo Culturale “Il Caffè”. Gruppo che prosegue, dopo aver ospitato il Giudice Piergiorgio Morisini a marzo, nel suo impegno per la diffusione della cultura dell’antimafia, e lo fa rinnovando la sua collaborazione con gli amici del Gruppo Antimafia “Pio La Torre” di Rimini. A margine della serata sarà esposta una piccola mostra a cura del G.A.P., insieme a del materiale realizzato dagli alunni della Scuola Media di San Clemente. Ad introduzione della serata saranno proiettati dei documenti audiovisivi, la conferenza sarà accompagnata dalla proiezione di fotografie inerenti al tema dell’evento. Claudio Casadei
Valerio Menghi (a destra), fondatore del team Vft, con Daniele
Quest'anno il team compie 20 anni. Nasce nello scantinato di casa. Faceva tutto Valerio: meccanico, telemetrista, cuoco. Piano, piano si è strutturato. Ora il mondiale contrapposto a Giacomo Agostini. Ha cercato, Valerio, di trasmettere la passione ai figli Omar e Fabio. C'è riuscito. Vent'anni fa crea il Valerio Family Team (Vft Racing) per far correre il figlio Omar nell'italiano 125. Fa tutto Valerio: il meccanico, il telemetrista, il cuoco (qualche volto sollevato dalla moglie Gabriella). Nello scantinato di casa allestisce uno
gioiello di officina. E' il cantuccio delle loro veglie. Passano ore e ore senza annoiarsi. Artigiano di razza, cioè dotato di raffinate capacità, si autocostruisce il camion caravan-officina che è uno scrigno di precisione e comfort. Il team piano piano si struttura. Omar ottiene buoni risultati; gli sfugge un italiano, ma ha l'onore di portare San Clemente in 4
tappe del moto-mondiale. In una, al Mugello, solo la sfortuna lo tiene lontano dalla zona punti. Quest'anno il grande salto. Faranno tutto il mondiale 600 Super Sport con la Yamaha. Due i driver: il giovane figlio Fabio (iscritto ad ingegneria meccanica) e il giovane savignanese Luca Marconi. Fabio è soddisfatto delle prime gare; è sempre in zona punti. E quando è fuori, è solo per le congiunzioni astrali negative. Marconi è sempre andato a punti. Il 9 e 10 giugno sono alla Santamonica, nella prova mondiale Superbike, con il loro folle ed affamato entusiasmo per far fare bella figura a San Clemente e alla Romagna.
SAN CLEMENTE - LA LETTERA
Riprese consiglio comunale, ci sono dei nostri meriti - A seguito dell’articolo sull’ultimo numero della Piazza in merito alle riprese video durante le sedute del Consiglio Comunale, chiediamo di poter intervenire per precisare e definire alcuni dettagli significativi. - Nelle riunioni dei Capigruppo, e fino all’ultima, la Maggioranza ha tenuto con il consigliere Flacco una netta posizione di diniego ed intransigenza e non vi è stata nessuna “zampata” del sindaco ma una bella “tirata di orecchie” (almeno si vocifera negli ambienti del PD!) da parte dei diretti superiori politici riminesi (vedi Petitti, segretario provinciale Pd). - Senza nulla togliere ai comitati che hanno contribuito a raggiungere il risultato prefissato è altrettanto innegabile e “certificato” da varie nostre interrogazioni e mozioni presentate proprio su questa tematica ed il capogruppo Vescovelli non hà fatto altro che ribadirlo. Definire
questo come “fare rapace” è totalmente infondato è fuori luogo. L’assenza del medesimo all’ultima riunione dei capigruppo è giustificata da impegni di lavoro ed in quella sede era stata riconfermata la bozza “filo-Flacco”, ovvero un mix di divieti e censure. Noi, da almeno dieci mesi avevamo fatto una proposta seria e funzionale, ma prontamente bocciata dai Flacco-boys; e poi i medesimi ci invitano tramite volantini a fare proposte! - Si vuole anche informare che non sempre nei tempi tecnici a disposizione delle minoranze si riesce a visionare tutto e cogliere a fondo tutti gli aspetti tecnici di faldoni di delibere, per questo riteniamo che non vi sia nulla di male nel dire che alla luce dell’attuazione del regolamento si valuterà se chiedere alcuni piccoli ma significativi aggiornamenti. - Dichiarare poi “l’assuluzione”
di chi è rimasto “nel silenzio” è alquanto inusuale e incomprensibile, noi abbiamo preferito a fronte di qualche antipatia per “avere fatto rumore”, ottenere un risultato a servizio della comunità. Fatte le succitate precisazioni, riteniamo di aver contribuito significatamente al conseguimento di un obiettivo che aiuterà i cittadini a partecipare alla vita democratica sanclementese, questo grazie anche a chi hà “tirato e le orecchie” ad una maggioranza (centrosinistra!) sorda e soprattutto sconfessando il capogruppo Flacco, che meglio avrebbe fatto a lasciare l’aula invece che votare contro se stesso!!! P.S.: sempre il medesimo (Flacco) invece che inventarsi le divisioni delle minoranze faccia un bel volantino sui litigi della sua Maggioranza oramai a pezzi!!! Pierino Falcinelli Marco Vescovelli
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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO
Difficile visitare il Museo di Saludecio e del Beato Amato? Luigi Calesini da anni custode delle chiavi dell'istituzione culturale e cicerone per i turisti non ha più le chiavi. Non rilascia commenti. La rivoluzione portata dal nuovo parroco, il mondainese don Mauro. Pierpaolini, scherzando: “Ci hanno mandato un mondainese per chiudere la chiesa”
80 F.LLI DEL MAGNO MORCIANO - Piazza Boccioni - Tel. 0541.988104 Orario continuato tutti i giorni dalle 7.30 alle 19.30 Aperto la domenica dalle 8.30 alle 12.30
SALUDECIO MONDAINO
I due borghi, Saludecio e Mondaino, sono due fusi sdraiati sulla collina
Saludecio-Mondaino, secoli di lotte all'ombra dei campanili - Secoli di lotte, e quando la storia era un mattatoio (è finita?) anche di sangue tra Mondaino e Saludecio. Qualche episodio. Nel 1400, un ricco e attempato saludecese, Giuliano Diamanti, sposa una graziosa fanciulla mondainese promessa ad un giovane compaesano. La donna sarà uccisa dal consorte. La leggenda vuole che quando nevicava sulla sua tomba sbocciasse una rosa scarlatta. Questa volta il sangue lo versano i saludecesi. La potente famiglia Ondedei di Saludecio rivaleggiava con i Malatesta. I riminesi, per mano dei mondainesi, streminarono i rivali. Nell'800, il senatore Albini, discendente della blasonata famiglia saludecese, impoverisce la comunità avversaria. Allora le ricche Meleto e Cerreto erano mondainesi. Grazie al potere del politico diventano saludecesi. Tutti buoni motivi per continuare nella lotta all'ombra dei campanili?
SALUDECIO - “E' diventato più difficile visitare il Museo di Saludecio e del Beato Amato da quando c'è il nuovo parroco”. Questa è la voce del popolo, da verificare. Don Mauro, da Mondaino, ha rivoluzionato i vecchi equilibri della parrocchia. Dice Massimo Pierpaolini, scherzando: “I mondainesi, invidiosi, vogliono chiudere la nostra cattedrale”. La voce mondainese: “Il vescovo Lambiasi non poteva mandare uno di Mondaino a fare il parroco a Saludecio. Forse non lui, ma i consiglieri lo dovevano sapere delle nostre ataviche beghe”. Per inciso, la raccolta d'arte saludecese, dopo il Museo della Città di Rimini, è la più importante della provincia ed è uno dei maggiori della Romagna. Come dicono fonti autorevoli la “Processione del santissimo sacramento” di Guido Cagnacci vale come unica visita in Italia, perfino dall'Australia. Opera giovanile, poi il santarcangiolese volò a Vienna alla corte degli Asburgo. Uno dei suoi quadri, “La morte di Cleopatra” (uno dei seni più avvolgenti dells storia dell'ar-
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Guido Cagnacci “La Processione del Santissimo Sacramento” (1628, particolare)
te), è il dipinto più importante del Kunsthistorisches Museum di Vienna, tra i più blasonati al mondo. Forse non sarà proprio così, ma con l'arrivo di don Mauro Angelini al posto di don Daniele un annetto fa ha modificato i rapporti tra la parrocchia e le istituzioni saludecesi. Don Mauro ha “tolto” le chiavi del Museo a Luigi Calesini per affidarle ad altri. Già ex sindaco, insieme al prestigioso professor riminese Piergiorgo Pasini, salvarono decine di opere d'arte in stato di abbandono negli anni Settanta. Insomma, un be-
nemerito della città. Luigi Calesini è anche un uomo appassionato. Oltre ad aprire il portone della Torre civica che custodisce la preziosa raccolta, era anche il cicerone. Abbiamo cercato di chiedere il punto di vista del signor Luigi ma ha declinato l'invito. Il Museo Ma cosa visitare nel Museo del Beato Amato e di Saludecio? Oltre ai Cagnacci, ci sono tele importanti del Centino, di Sante Braschi (pittore saludecese), ori e argenti sacri che danno il senso della ricchezza economica raggiunta.
TREBBIO DI MONTEGRIDOLFO - Via Botteghino 61 - Tel. e Fax 0541/855134
VALCONCA
Montetgridolfo su copertina olandese - Il borgo di Montegridolfo sulla copertina della rivista olandese “Italie Magazine” dello scorso maggio. Fondata 22 anni fa, ha tantissimi affezionati. Sull'istantanea il titolo del reportage: “Il gioielli verdi di Rimini”. Le 10 pagine del Riminese ad aprire il numero; a corredo numerose fotografie di Samuel Restrepo Hernàndez : San Leo, Pennabilli, Mondaino, Montefiore, Verucchio, Coriano.
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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO
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81 F.LLI DEL MAGNO
Lo scorso anno fece da Cicerone a 200 pullman di turisti. Molti di più rispetto al 2011 in questi primi mesi del 2012. Quando la cultura fa economia
FRATTE - Piazza Garibaldi - Tel. 0541.974135 Apertura 7.30-13 15.30-19.30 Giovedì pomeriggio aperto - Aperto la domenica dalle 8,30 alle 12,30
Rinascimento mondainese grazie a Chiaretti-Dante - Due pullman di russi il 31 maggio. Quattro gruppi di turisti il primo giugno. Due pullman di russi il 7 giugno. Lo scorso anno i pullman che salirono a Mondaino furono oltre 200; più o meno 10mila persone. Di molte nazionalità: tedeschi, scandinavi, russi, polacchi, olandesi, indonesiani, italiani. E non è la solita toccata e fuga, ma uno “spettacolo” di un paio di orette in cui si fa cultura e si presentano i prodotti eccellenti eno-gastronomici di Mondaino: formaggio di fossa, miele, vino, farine integrali. In primavera sono saliti più torpedoni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I turisti non si trovano la solita visita, ma c'è un cerimoniale ed un intreccio leggero non meno che intelligente. A fare loro da anfitrione è Angelo Chiaretti; sua l'idea di riportare a Mondaino la tradizione del Formaggio di Fossa. Già professore di italiano del Gobetti di Morciano, dantista raffinato
LA CULTURA
quanto ardito, cervello d'oro, alle spalle decine di libri (tutti di storia locale), li accoglie in abito rosso vestito da Dante all'ingresso del borgo. Sceglie la fanciulla più avvenente della comitiva e la veste da Beatrice, porgendole una rosa. Accolti dalla musica del 1500, la prima tappa è in piazza Maggiore, per i mondainesi, data la forma, affettuosamente, la Padella. Chiaretti avvolge gli ospiti proprio da qua. Della serie: una piazza che si porta questa nome sta a significare che qui c'è il culto delle cose buone; dei cibi genuini. Poi la comitiva scende nella parrocchiale per ammirare il Crocifisso; qui Angelo declama il 21° canto del Paradiso (spiriti contemplativi).
L'ultima tappa è al Mulino della Porta di Sotto-Casa Chiaretti dove da anni si infossa il formaggio, come nei tempi andati. Il Mulino funge anche da spaccio per i prodotti di cui sopra. Agli ospiti, si legge il canto del conte Ugolino (il XXXIII dell'Inferno). C'è un altro canto per emozionare gli avventori, il V del Purgatorio (i morti violenti). Questo Rinascimento mondainese e della Valconca che passa attraverso il turismo che ti offre “saperi & sapori” non nasce per caso. Chiaretti ha intrecciato una serie di accordi con i tour operator della costa e stranieri: Italcamel, Montanari Tour... Soprattutto, il successo è dovuto al professore, alla sua cultura, alla sua sensibilità. Egli, Chiaretti, dovrebbe essere un esempio per le altre cittadine che hanno un passato ricco e importante, che si può leggere ancora oggi nell'urbanistica e nei monumenti.
Giuseppe (Pino) Sanchini, sindaco dal 2004
Angelo Chiaretti vestito da Dante con Beatrice
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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO COMUNITA'
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La Settimana della Famiglia fa tappa ai Muretti di Montecolombo
Famiglia, mani in pasta e figli PERSONE
Valliano, il santuario
Roseto di rose antiche al santuario di Valliano - La rosa antica è bellissima nella forma, nei colori e nel profumo. Fiorisce solo in primavera, a differenza delle ibride, nate dall'intelligenza dell'uomo. Che fa cose meravigliose, ma sempre un passo indietro rispetto al mistero e grandiosità della natura. Se qualcuno volesse ammirare le rose antiche può salire al santuario di Valliano, uno dei luoghi più armoniosi ed incontaminati della provincia di Rimini. Lungo la scarpata che porta alla chiesa in mattoni a vista ci sono molte varietà. Tutto nasce quasi per caso alcuni anni fa; con gli anni sono aumentate di numero. Le rose antiche sono state rinvenute in antichi cimiteri, case coloniche, anfratti. A Misano Monte, presso i Cecchini, c'è un parco di rose antiche tra i maggiori d'Italia.
- In maggio c’è il Giro d’Italia, è risaputo, e proprio come i campioni delle due ruote, i campioni di domani si sono cimentati nell’ottava “tappa” della Settimana della Famiglia. Dal 5 al 13 maggio, l’iniziativa è stata promossa dal Centro delle Famiglie di Cattolica che ha avuto come protagonisti i bambini e le famiglie di tutta la Valconca, attraverso letture animate, convegni, laboratori e momenti di convivialità dislocate fra Cattolica e comuni limitrofi. Sabato 12 maggio, Osteria Nuova di Montecolombo, presso la fattoria didattica “I Muretti”, immersi nel verde delle colline appena fuori Morciano. Lasciati a casa Game-boy, Playstation e ogni altro congegno di sorta, è successa una cosa che, ad oggi, sta diventando un
evento più unico che raro: bambini che si divertono con poco, all’aperto e sporcandosi le mani (nel suo senso letterale). “Le mani in pasta”, titolo dato alla giornata a tema, riassume concettualmente quello che i bimbi sono andati a fare nel pomeriggio: il pane! Niente di meglio di questo alimento basico per l’alimentazione poteva racchiudere in sé un vasta gamma di temi come la genuinità, il momento di convivio dove si sta tutti assieme, i bambini infatti hanno passato la giornata sì in
compagnia dei loro coetanei ma anche delle rispettive famiglie, e un ritorno a quello che ormai è solo il racconto di qualche nonna o bisnonna. Quello che è stato per quei fortunati bambini oggetto di divertimento e svago, era per i nostri predecessori, spesso e volentieri già in tenera età, un lavoro. Grazie alla calda accoglienza della proprietaria dell’agriturismo, dottoressa Ilia Varo (tra l’altro assessore al Bilancio ed alla Promozione delle politiche sociali di Riccione) e alla pa-
ziente disponibilità di sua sorella, si sono potute rivivere l’atmosfera di tempi andati e la quiete di un ambiente lontano dal caos cittadino e a misura di famiglia. Ma con “Le mani in pasta” non si è voluto solo riempire un pomeriggio o più semplicemente dare un motivo per ritrovarsi tra amici: è stato qualcosa in più, è stato vedere la fierezza negli occhi di quei bambini, quando realizzati sia nel morale che nell’intento, hanno portato come un trofeo di guerra le pagnottine appena sfornate al cospetto dei genitori come a dire: “Avete visto cosa sono stato capace di fare? Sono stato bravo?” Ed ancora più bello è stato vedere che quelle pagnotte non sono state mangiate, almeno al momento, ma venivano mostrate a destra e a manca come oggetto di vanto, ed oggetto di vanto erano a loro volta quei bambini per i rispettivi genitori, che li hanno visto felici, che li hanno visti diversi. Alessio Della Chiara
PERSONE - MONTECOLOMBO
dialettale in una giovane compagnia locale. Assiste gli anziani nel circolo, nelle attività artigianali, in visite domiciliare dando loro conforto morale e religioso. Organizza campeggi con le famiglie e ragazzi delle scuole medie. Queste miriade di at-
Don Massimo Zonzini, 25 anni di sacerdozio
Nozzed'argentoconl'abitotalare di Piefrancesco Gasperi - Don Massimo Zonzini, ha compiuto 25 anni di sacerdozio, tutto dedito al servizio della chiesa e dei suoi devoti fedeli. Don Massimo nato a San Marino ove ancora risiedono i genitori, da oltre dieci anni è parroco di Montecolombo, un intero comune costituito da quattro frazioni e quattro chiese (già parrocchie) di Montecolombo, capoluogo, Taverna, San Savinio e Croce. Insomma un gran lavoro da svolgere, fortunatamente da tre anni insieme al collega co-parroco don Massimo Sarti. Oltre a tutte le funzioni religiose si occupa dei Cir-
coli Parrocchiali di Croce e Taverna, svolge tutte le attività parrocchiali, aiuta con molto calore gli anziani portando loro un valido aiuto psicologico. Contribuisce fattivamente all’integrazione dei nuovi abitanti che in questi ultimi otto anni sono raddoppiati, favorendo le relazioni tra la popolazione vecchia e nuova. Svolge attività formativa e di aggregazione tra i giovani, di evangelizzazione. Collabora alle varie iniziative quali gli spettacoli teatrali, e recentemente ha partecipato come attore in una brillante commedia
tività naturalmente sono svolte in stretta collaborazione con il collega (l’altro) don Massimo. Don Zonzini è sempre pronto a regalarti un sorriso, sta alla battuta e la simpatia è il suo forte, quando lo incontri ti mette buonumore. Tutti i parrocchiani unitamente ai suoi familiari lo hanno festeggiato, partecipando numerosissimi alla cerimonia religiosa ed al pranzo organizzato nel salone parrocchiale a Croce. Hanno ringraziato il loro amato parroco con l’augurio di un lungo cammino pastorale.
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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO
Intervista col neo-sindaco di Coriano. Origine pugliese. “Faremo il bilancio insieme ai cittadini”
Spinelli: “Ho incontrato più il mio legale che altro” CORIANO - Stava per entrare al bar per il pranzo, uno spuntino. Marcia indietro, salendo le scale del palazzo comunale, Mimma Spinelli, sindaco di Coriano, racconta che le mattinate sono piene zeppe di briefing, appuntamenti, riunioni e, naturalmente, incontri con i cittadini. E poi ci sono le interviste. Il pranzo dovrà aspettare quindi. La giornata comincia presto per un neo sindaco, il primo di un colore diverso da quello rosso-rosa degli ultimi 67 anni, dopo un anno di commissariamento e conti allo sfascio. C’è ancora da capire come funziona la macchina comunale e registrare tutti gli ingranaggi: “Io sono una positiva di carattere e costruttiva. Ma è più complicato del previsto perché la logica dei meccanismi appartiene a un modo di fare obsoleto”. Qualche esempio? “Tra le alienazioni da attuare c’è quella della sede della Asl, che in teoria è già definita ma per la quale non esiste un accordo scritto ma solo verbale. Oppure l’affidamento dei servizi di cura del verde pubblico a incarico diretto. Così si faceva prima. Sarebbe bastata una mia firma per continuare, invece ho preferito chiedere tre preventivi e così abbiamo risparmiato il 50 per cento ottenendo gli stessi servizi”.
CORIANO
di Matteo Marini Domenica Spinelli (per tutti Mimma), 43 anni, è in forma e sembra bella determinata: pratica sport nella personale palestra a casa, oltre a fare il sindaco fa la mamma, la sposa e lavora nell’ufficio ragioneria dell’azienda di famiglia. Nel suo curriculum anche un libro di poesie: “Sento che”. È nata in Puglia, a San Michele di Bari: “Vent’anni fa ero una idealista – ricorda con un sorriso – facevo parte di una cooperativa sociale, ‘Futura’, ci occupavamo di disabili. A 20 anni la mia prima esperienza politica, mi candidai in una lista del Psi e fui la prima dei non eletti”. Ora ha in tasca la tessera del Pdl, ma questo, ci tiene a precisarlo, non fa della sua giunta un governo di centrodestra: “Allora, a San Michele, presi in considerazione tutti e tre i maggiori partiti: Pci, Dc e Psi. Scelsi il riformismo socialista perché incarnava i miei ideali meglio degli altri. Così questa volta la mia squadra è formata da rappresentanti di diverse estrazioni. Il vice sindaco, Giuseppe Arangio, è un ex Pd, Gilberto Renzi viene dall’Udc”. È arrivata a Riccione in vacanza, e qui ha conosciuto suo marito. Dopo tanti anni,
Mimma Spinelli
nel 2009 Domenica è tornata a far politica. Prima l’attivismo nel comitato dei genitori della scuola, poi il Progetto Comune, che l’ha portata sulla poltrona del primo cittadino: “Sono abituata a parlare al plurale, perché io sono il sindaco ma il nostro è un lavoro di squadra. Un lavoro che inizia presto al mattino con un briefing di un paio d’ore, perché abbiamo notato che non esiste un metodo di lavoro. Per ora ho confermato per 60 giorni i responsabili degli uffici, in attesa di capire se c’è l’intesa per lavorare”. E poi ci sono le questioni economiche, quelle che hanno affondato la giunta di Luigina Matricardi.
“Il lavoro del commissario ha portato al pareggio di bilancio ma anche al taglio di numerosi servizi. Servizi che non sappiamo se potremo mantenere in futuro. Ora stiamo lavorando per ridurre gli sprechi e tagliare tutto ciò che non è strettamente necessario. Coriano ha mutui contratti per 18 milioni di euro. Fino al 2032, significa che non potremo più contrarne e che ogni cittadino ha 1.800 euro di debito, anche se c’è chi sta messo peggio. Vogliamo introdurre un metodo di gestione organizzato per budget. L’Apea ci è costata 500.000 euro in tre anni. Anche sul CorTe stiamo cercando un soluzione. Ci dispiace perché sappiamo che è una scelta impopolare, ma se devo decidere tra dare 50.000 euro alla fondazione o accendere la luce... la scelta è fatta”. E così anche per le alienazioni. Tra le altre ancora da ultimare c’è quella del vecchio campo sportivo, per il quale manca solo il rogito: “La vendita all’asta del campo porterà in cassa 730.000 euro. Faremo in modo che nel progetto di edificazione del lotto trovi posto più verde possibile e controlleremo che sia fatto tutto in regola. Ormai ho incontrato più il nostro legale che tutti gli altri”. L’intenzione è quella, dopo il
Arangio vice-sindaco Mimma Spinelli (sindaco), Pubblica istruzione, Urbanistica, Edilizia privata e convenzionata. Giuseppe Arangio. Vicesindaco, assessore Personale, Ambiente, Cultura, Sanità, Politiche Sociale. Gianluca Ugolini. Polizia municipale, Politiche per la famiglia, Sicurezza, Trasporti, Attività economiche. Jari Forte. Lavori pubblici, Protezione civile, Sport e politiche giovanili, Informatizzazione, Turismo e tempo libero. Salvatore Guarino. Assessore esterno Bilancio. trauma di una gestione scellerata, di lavorare “con trasparenza” e condividere con i cittadini le scelte del Comune: “Vogliamo avviare una gestione condivisa e partecipata del bilancio. Prima di ogni Consiglio organizziamo un incontro con la popolazione per spiegare le nostre scelte senza un partito politico die-
tro”. Nemmeno il Pdl? “Siamo disposti a incontrare tutti. Se Errani volesse venire ad aiutarci e ci trovasse i soldi per non essere costretti a costruire sul vecchio campo da calcio saremmo contentissimi. E sono stata molto felice della lettera di augurio che mi ha scritto il presidente della Provincia, Stefano Vitali”. Anche perché il Pdl non sembra esattamente il cavallo vincente in questo periodo. Mimma Spinelli è stata eletta con il 36 per cento delle preferenze, 1832 voti. Alle urne è andato a votare però solo il 60 per cento degli aventi diritto: “La diffidenza verso la politica e i partiti, in particolare qui dopo l’onta del commissariamento, ha generato l’astensione. Il nostro compito è anche convincere quel 60 per cento a tornare a votare, attraverso la politica del fare: mettendoci quell’entusiasmo che altri non ci hanno messo”. La prima mossa del nuovo sindaco, appena eletta, è stata quella di incontrarsi con Paolo Simoncelli per risolvere una volta per tutte la questione del museo dedicato a Marco. Si farà a Coriano: “Anche Paolo Simoncelli è convinto che il museo sia un’occasione che Coriano e i corianesi non possono perdere”.
DALLO SCORSO GENNAIO ADRIALEGNO SI E' TRASFERITA A SAN CLEMENTE (ZONA INDUSTRIALE CASAROLA) VIA GALVANI 7/A (invariati i numeri di telefono)
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