FEBBRAIO 2016 - La Piazza Rimini

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Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

ANNO 20 N.2 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it

RICCIONE - 17

RIMINI - 5

IL PUNTO DI VISTA

Renzi, è cambiata la maggioranza di Alessandro Roveri* - E’ cambiata la maggioranza di governo. Al Senato sono state rinnovate le presidenze e le vicepresidenze delle quattordici commissioni. A sorpresa il forzista Attero Matteo (opposizione) viene confermato ai Trasporti. Ma soprattutto tre vicepresidenze vanno appunto ai verdinani; Eva Longo alle Finanze, Pietro Langella alla commissione Bilancio e Giuseppe Compagnoni alla Difesa. Poco prima delle votazioni, Denis Verdini, accompagnato da Lucio Barani, aveva raggiunto il capogruppo democratico Luigi Zanda per denunciare il blitz con cui i forzisti e i grillini si sarebbero accordati per eleggere tra loro i ventotto vicepresidenti escludendo appunto Ala. Al Partito democratico il senatore toscano chiede aiuto e lo ottiene: i tre vengono eletti anche con i voti di maggioranza. “Nessuna fantomatica nuova maggioranza” mette però in chiaro Zanda. Ma nel partito democratico la sinistra alza subito il tiro, anche perché il colpo di scena segue di poche ore il via libera alla riforma costituzionale con i voti determinanti dei Segue a pagina 8

www.lapiazzarimini.it

FEBBRAIO 2016

Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”

Le Nuvole celebrano i 100 anni di Adriano Olivetti

Marzio Pecci, è il candidato a sindaco per la Lega Nord

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Primarie. Gambini e Piva chi chi vincerà? CATTOLICA - 27

Ghigi, variante in agguato? MORCIANO - 49

Regione, i colori dell'ndrangheta La più recente indagine (Aemilia) offre altri dettagli al quadro dell’ndrangheta emiliano-romagnola. Un’impresa criminale che qui non usa colori forti, abbonda di sfumature, cerca il consenso, è attenta alla stampa

Dio, se ci sei batti un colpo...

MADE IN ITALY Renzi sta stravolgendo tutto. Anche la bandiera...

Una bèla martlèda L'è dvénta rossa, tla testa bianca ediVerdini... priputént Os-cia! e disunèst

di Alessandro Bondi* - Si è scritto di personaggi e fatti legati a quella forma di criminalità organizzata chiamata ‘ndrangheta. Radicamento, caratteristiche, indagini giudiziarie e cenni della sua storia hanno offerto la cornice di un quadro complesso. Ora ci si soffermerà su qualche dettaglio, aggiungendo altre fonti a quelle citate. Pagina 2

MISANO ADRIATICO

VALCONCA

Breve massima di saggezza

Pieghevole Turismo Albergatori e bagnini dentro è fuori: è polemica

San Clemente Menghi, alfiere da Superbike Unione, Cecchini frena San Giovanni Museo con l'anima della Romagna Coriano Prodotti a Km 0 Montegridolfo Ricorda la guerra per non ripeterla Mondaino Saioni, ricorda i Galanti Saludecio Sant'Amato degli Ulivi?

Gli uomini scelgono le tenebre, i grandi leader accendono la luce

Marilynne Robinson (scrittrice americana)

Sta bona! Per li ruberie i fa già anche trop... Cecco - Pablo Picasso - 2016

FOCUS

Condomini

Acquisti immboli alle aste Che fare per tutelarsi Pagina 19

CULTURA

Dal 4 marzo all'8 aprile

Umberto Galimberti e Gustavo Cecchini

Misano, sei filosofi in conferenza - Sini. Veneziani Curi. Galimberti. Paris. Fusaro. Sei prestigiosi intellettuali viventi scrutano l'attualità di Giordano Bruno, Pessoa, Euripede, Nietzsche, Pasolini e Junger. Il sipario della nona edizione di “Ritratti d'autore” si apre il 4 marzo per chiudersi in aprile. Il direttore della biblioteca, Gustavo Cecchini, quasi ovvio dopo un trentennio di

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Febbraio 2016

INCHIESTA

Analisi del dossier dell'Osservatorio provinciale contro le mafie e per la cultura della legalità

Regione, i colori dell'ndrangheta Autonomia rispetto alle cosche di origine, dalla vicinanza alla politica e imprenditoria locale, dalle linee guida del vertice unita a libertà d’azione delle ‘ndrine

Enzo Ciconte, il massimo esperto di 'ndrangheta (a Cattolica nel 2005 e 2011 invitato dall'Arcobaleno)

L'INCHIESTA segue dalla prima pagina

L’ndrangheta è rimasta in parte originale nello spirito, ma diversa nelle forme, negli affari, nella spregiudicatezza geografica delle sue infiltrazioni e radicamenti. C’è chi la chiama Cosa nuova con riferimento al tentativo, nell’estate del 1991, di creare un coordinamento verticistico dell’organizzazione dopo i 5 anni di guerra di mafia che avevano insanguinato Reggio Calabria (Garullo, 2016; Apollonio, 2012). L’ndrangheta è un’organizzazione-holding con almeno una sede storica nella provincia di Reggio Calabria, una società gemella nel catanzarese, una finanziaria nel milanese, e società figlie sparse per tre continenti. La sua attività segue un copione che unisce qualche iniziazione sotto l’immagine di San Michele Arcangelo, molta attività in franchising col marchio di origine controllata calabrese, costante attenzione per l’affare del momento: si sospetta che il 70% delle 60 imprese colpite da misure di prevenzione per i lavori per l’Expo sia legato all’ndrangheta (Pignedoli, 2015). La sede emiliano-romagnola inverte in parte la geografia mafiosa e rappresenta efficacemente l’immagine manageriale di questa impresa crimi-

Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 10 febbraio

La sede emiliano-romagnola inverte in parte la geografia mafiosa e rappresenta efficacemente l’immagine manageriale di questa impresa criminale. Reggio Emilia è la città di riferimento nale. Reggio Emilia è la città di riferimento. Dal 1983, vi risiede in soggiorno obbligato Antonio Dragone, un bidello, capo cosca di Cutro in provincia di Crotone. Gli inizi sono turbolenti. Scorre il sangue con la faida tutta cutrese tra Antonio Dragone e il suo braccio destro Nicolino Grande Aracri. L’uccisione del figlio di Antonio Dragone definisce infine il nuovo assetto societario ‘ndranghetista in EmiliaRomagna, sotto Nicolino Grande Aracri e suo fratello Francesco. La più recente indagine (Aemilia) offre altri dettagli al quadro dell’ndrangheta emiliano-romagnola. Un’impresa criminale che qui non usa colori forti, abbonda di sfumature, cerca il consenso, è attenta alla stampa. I suoi tratti sono disegnati dall’autonomia rispetto alle cosche di origine, dalla vicinanza alla politica e imprenditoria locale, dalle linee guida del vertice unita a libertà d’azione delle ‘ndrine. La paura dell’ndrangheta è, come sempre, il miglior marchio di fabbrica; ma la violenza alle persone ora è limitata. In genere, basta qualche incendio o danneggiamento per superare le titubanze di certi politici e imprenditori (Pignedoli, 2015).

Le immense disponibilità di denaro proveniente dal traffico di droga e dalla complessa holding ‘ndranghetista cercano occasioni per il riciclaggio e il reimpiego di capitali illeciti. Insospettabili imprese emiliano-romagnole trovano

nell’ndrangheta un’opportunità finanziaria, industriale, commerciale rara: solvibilità garantita, fornitori disponibili, recupero crediti assicurato, burocrazia veloce e comprensiva, forza lavoro flessibile e senza tentazioni sindacali. La ricchezza della regione, inoltre, nasconde bene la nuova ricchezza criminale. Le false fatturazioni richieste dall’ndrangheta per trasformare l’imprenditore in un complice non sono mai state veramente estranee al mercato im-

L'INCHIESTA

Il dossier dell'Osservatorio provinciale sulla criminalità organizzata: 'ndrangheta, camorra e mafia siciliana in Emilia Romagna (2010-2015) - “Dopo essere stato un fenomeno a lungo sottovalutato da un punto di vista sociale, economico e politico, negli ultimi anni si è cominciato a parlare di penetrazione della criminalità organizzata in Emilia Romagna anche nei social e mass media. I fatti di cronaca più recenti, difatti, hanno portato alla luce un sistema la cui pervasività è aumentata nel tempo, sino al punto per cui non è stato più possibile far finta di non vedere. Uno degli ultimi esempi in ordine cronologico è l'indagine denominata Aemilia. Oltre al lavoro, svolto dagli inquirenti, di ricostruzione di un trentennio, di vicende criminali che hanno contrassegnato la presenza e l'espansione 'ndranghetista in Emilia Romagna, tale indagine ha portato alla luce uno spaccato sulle dina-

La copertina del dossier miche di matrice mafiosa che hanno contraddistinto la regione. Per questo motivo, ossia per comprendere i nuovi equilibri delle tre principali organizzazioni mafiose, questa ricerca si pone l'obiettivo di ricostruire le vicende di 'ndrangheta, camorra e mafia siciliana nell'ultimo quinquennio”.

prenditoriale del Nord. Poi c’è la politica dei miti, dove la forza dell’immagine diventa la debolezza dei fatti. Chi può pensare che Brescello, il Paese di Don Camillo e Peppone, la terra dei comunisti rispettati anche dal monarchico Guareschi, possa avere a che fare con la mafia: questione di Meridione, latifondi, briganti. La politica è impegnata con temi più importanti e moderni: guarda a chi riscrive la geografia, inventa la Padania, si battezza nel Po (Ciconte, 2010). Infine, questa politica si trova l’ndrangheta in casa, con paura in calabrese e affari in inglese. Se un prefetto infastidisce, si crea un comitato di elettori e il voto di scambio è alle porte: per essere votati a Reggio Emilia, si fa campagna elettorale nella città di Cutro (cfr Pignedoli, 2015). Certo, la distrazione mafiosa non è solo padana, emiliano romagnola, italiana; questione di orgoglio politico o d’immagine turistica da preservare con la superficialità dell’arroganza o la convenienza del colluso. I sei calabresi uccisi a Duisburg, nel Ferragosto del 2007, fanno conoscere alla Germania l’ndrangheta. I tedeschi sono colpiti dalla varietà e fantasia delle nostre imprese criminali; dalle ‘ndrine dei Nirta, degli Strangio, dei Pelle Vottari; dai 16 anni della faida di San Luca; dall’impreparazione della propria intelligence che del radicamento dell’ndrangheta ignorava praticamente tutto. Questione grave, per la Germania che non conosce il reato di associazione criminosa di tipo mafioso. Questione ugualmente grave per l’Emilia-Romagna e il Nord in genere, se si pensa che per configurare il reato di associazione mafiosa e, soprattutto, per applicare le misure di prevenzione previste dalla legge Rognoni-La Torre c’è bisogno di un radicamento, di una struttura: quasi mai è sufficiente la sola attività mafiosa registrata nel Nord dalle prime indagini dei giudici (Ciconte, 2010). Ma è un problema passato da tempo. Nelle 1301 pagine

del Gip di Bologna Ziroldi che, il 28 gennaio del 2015, ordina l’arresto di 117 persone tra la Calabria e l’Emilia si trova una struttura articolata e devota al malaffare: gli uomini della cosca Grande Aracri di Nicolino in compagnia di politici locali, giornalisti, professionisti, usurai di Modena e Piacenza. Le intercettazioni registrano anche le risate e gli apprezzamenti degli ’ndranghetisti per il terremoto che ha colpito l’Emilia nel 2012. In effetti, saranno importanti i lotti aggiudicati alla Bianchini srl: impresa tanto attiva nella ricostruzione delle zone colpite dal sisma, quanto vicina alla cosca Grande Aracri. E siccome l’affare si fa sull’affare ottimizzando le risorse, la Bianchini srl miscelerà la terra da scavo con rifiuti di amianto per costruire gli edifici scolastici temporanei del suo lotto (AA VV, 2015). L’edilizia, d’altronde è sempre nel cuore dell’ndrangheta. All’edilizia non manca mai l’uomo giusto al posto giusto, un politico per approvare e un tecnico comunale per gestire. La legge aiuta, premia il merito: un tecnico ha diritto a un incentivo del 2% per ogni opera di cui si occupa. Può accadere che un dirigente segnali anomalie, che il sindaco le ignori, che il tecnico sia accusato di abuso d’ufficio. Ma è il rischio dell’impresa criminale, una voce di bilancio facile d’ammortizzare (cfr Pignedoli, 2015). (terza parte) Nuove fonti citate: AA. VV.‘Ndrangheta all’emiliana, Repubblica, 2015; Apollonio, A., Cosa nuova, Pellegrini, 2012; Ciconte, E., ‘Ndrangheta padana, Rubettino, 2010; Garullo, R., Guardie e ladri, Super cosa nostra e cosa nuova: le indagini sulle mafie in Sicilia e Calabria, all’epoca di “riservati” e “invisibili”, Sole 24 Ore, 2.2.2016; Pignedoli, S., Operazione Emilia. Come una cosca di ’ndrangheta si è insediata nel nord, RCS, 2015. *Professore, Cattedra di Diritto penale Dipartimento di giurisprudenza Università di Urbino


RIMINI

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Addio a Stefano Servadei. Il parlamentare socialista forlivese scomparso lo scorso febbraio

“Dopo la morte ricordatemi come un gentiluomo” - Stefano Servadei è scomparso lo scorso 1 febbraio. Aveva 96 anni. Parlamentare socialista per 20 anni, per due legislature sottosegretario (Industria e Commercio estero) fondatore del Mar (Movimento per l'autonomia della Romagna). Disse in una intervista che voleva essere ricordato come un gentiluomo. Riportiamo l'intervista concessa al nostro giornale nel 2013. Quando scendeva nella provincia di Rimini per comizi, alla fine “brindava” col tè. Forse, in questa tazza sta il senso della vita di Stefano Servadei e di un sobrio modo di impegnarsi in politica: fare il bene pubblico e lottare per la giustizia sociale. Ha conosciuto gli uomini che hanno fatto la storia d’Italia: Luigi Einaudi (economista e presidente della Repubblica), Amintore Fanfani (economista, esponente di spicco della Dc), Pietro Nenni (carismatico capo del Psi), Sandro Pertini (socialista, presidente della Repubblica), Riccardo Lombardi (grande capo della sinistra socialista), Lelio Basso (altra testa politica raffinata, uno degli estensori dell’articolo 3 della Costituzione), Bettino Craxi (il segretario socialista che nell’83 lo sbianchettò dalle liste parlamen-

E' stato il fondatore del Mar (Movimento per l'autonomia della Romagna). Partigiano, esule in Svizzera, è stato amico degli uomini che hanno costruito l'Italia dopo 20 anni di dittatura fascista AMACORD tari per essere stato critico col suo modo di interpretare la politica). La politica e la sobrietà. Queste le stelle polari di Stefano Servadei. Potrebbe raccontare qualcosa della sua famiglia? “Vengo da una famiglia operaia. Mi dovevo fernare alle scuole elementari, ma il maestro convinse i miei genitori a proseguire. Partecipo alla Resistenza in Romagna e in Lombardia. Pressato da un rastrellamento, trovo rifugio in Svizzera. Vengo internato e passo in tre campi. Sono molto

fortunato. Ci sono una ventina di professori universitari. Tra loro Luigi Einaudi, Amintore Fanfani, Lanzillo. Si crea un corso di laurea in Economia e commercio; preside Lanzillo. Io do anche un esame con Einaudi. A fine guerra, quando riprendo l’Università a Bologna, mi abbuonano una decina di esami”. Com’era Einaudi? “Era un uomo di una modestia estrema, con comportamenti di grande rispetto nei rapporti con gli altri. Ci diceva che avremmo rimpianto questo periodo di esilio; aveva ragione. Era lì con la moglie ed il figlio Giulio, il fondatore dell’omonima casa editrice. Giulio era l’esatto contrario del babbo”. Quale ricordo di Fanfani? “Era attivissimo. Il merito del corso di laurea era in gran parte suo”. Come nacque il suo rapporto con la politica? “Durante l’anno svizzero, dal luglio del ’44 al luglio del ’45, mantenni i rapporti con gli antifascisti forlivesi. Li ripresi nel dopoguerra col Partito socialista. Diventai subito segretario della federazione di Forlì. Nel 1952, diventai consigliere comunale (ruolo che mantenni per 30 anni). Fui

Stefano Servadei (21.1.1923 - 1.2.2016)

anche consigliere provinciale e vice-presidente della Provincia di Forlì. Nel 1963, venni eletto deputato; scranno che conservai fino al 1983”. Con chi stava all’interno delle varia anime socialiste? “Ero un autonomista con Pietro Nenni, il patriarca del partito. Aveva idee social-democratiche simili ai laburisti inglesi o ai socialisti tedeschi. Poi divenni amico di Nenni e della sua famiglia”. Quale giudizio su Riccardo Lombardi, il capo della sinistra socialista? “Un intellettuale di valore, con idee valide. Ma in certe cose era fuori dalla realtà. Un uomo astratto che aveva intorno a sé un bel gruppo di giovani. Tra loro anche Fabrizio Cicchitto; che per stare a galla ha abbracciato il berlusconismo”. E Lelio Basso? “Era un ‘criminale’ delle idee. Affascinava quando spiegava, ma

molto poco pratico. Tuttavia era giusto così; in quel partito socialista c’era di tutto”. E Antonio De Martino? “Era un non partito. Aveva un complesso nei confronti del Partito comunista. Era un uomo pacifico che dilagava da tutte le parti”. Dire Partito socialista, significa dire la nascita del centro-sinistra negli anni Sessanta, come giudica quel patto con la Democrazia cristiana? “Il centro-sinistra è stato l’esperimento politico e sociale più alto della storia unitaria italiana. Da reggere il confronto con i governi di inizio secolo di Giovanni Giolitti. Fu il periodo delle nazionalizzazioni delle reti. Ci fu un grosso sforzo per dare coesione sociale agli italiani. Un periodo di grinta ed effetti positivi”. Nel suo partito c’era anche Antonio Giolitti, il nipote di Giovanni, quale ricordo? “Galantuomo dalla bella mente, tuttavia poco concreto”. Come vede la politica di oggi? “Non ci sono più i partiti, con le loro grandi correnti, che erano grandi dibattiti di democrazia. Ognuno è diventato un piccolo centro di potere; ed è difficile trovare una sintesi. Così i conflitti esplodono per il potere. La politica costa; si ruba”. Corruzione politica lei dice. Perché gli italiani sopportano? “Anche loro hanno le stesse

tendenze nella vita familiare e sociale. Essere così è più facile che essere e fare le battaglie per le proprie idee. Ho conosciuto qualche ministro di oggi; sono dei poveri analfabeti. Questa è la classe dirigente venuta a galla dopo la caduta di Bettino Craxi”. Che cosa dice di Craxi? “La sua politica di autonomia socialista era giusta. Il modo di perseguirla era inaccettabile. Lo dicevo anche allora; fu così che Craxi mi cancellò dalle liste elettorali per il Parlamento”. Chi erano i suoi amici riminesi? “Ercole Tiboni, che meritava un diverso destino e Liliano Faenza”. Lei ha conosciuto anche Sandro Pertini, il presidente più amato dagli italiani, quale ricordo? “Uomo simpaticissismo; dentro il partito era indipendente da tutti, forse non dalla sola moglie. Aveva una sua piccola parrocchia. Positivo perché aveva il coraggio di rompere con tutti, anteponendo ad ogni cosa la coerenza. Era elegantissimo e, permaloso, sulla sua eleganza non accettava neppure le battute, che pur si facevano”. A suo parere quando è morto il glorioso Partito socialista? “Con Nenni. Dopo è stato altra cosa. E’ diventato un centro di potere e va bene per un partito, solo che deve tradurre in fatti le speranze. Naturalmente il fatto umano di Craxi mi ha profondamente turbato. Doveva restare in Italia e non scappare. Doveva magari andare in galera e difendersi”.



RIMINI

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“Aspettiamo gli altri partiti del centro-destra se davvero vogliono cambiare la città”

Pecci: “La lega andrà al ballottaggio” - Mentre il centro-destra ed i grillini sono in alto mare per il candidato a prossimo sindaco di Rimini, forse Marzio Pecci e la Lega Nord hanno pensato ad un vecchio adagio: chi mena per primo, mena due volte. In larghissimo anticipo lo scorso gennaio si sono presentati alla città: l'avvocato Marzio Pecci rappresenterà la Lega Nord per la conquista di Palazzo Garampi. “Il mio primo atto da primo cittadino sarà un volo a Lauderdale; in quanto sanno che è la città della Florida gemellata con Rimini? E' mai possibile? Il secondo, e così mi correggo, sarà dare a Rimini un presente di rappresen-

Regionali

Il 12 giugno prossimo i riminesi sono chiamati a votare per scegliere il successore di Andrea Gnassi. Alla fine dl febbraio arriverà Salvini

17,3% - La Lega Nord parte dal 17,3% dei suffragi conquistati alle regionali del 2015 Marzio Pecci

LA POLITICA tanza che ne possa sintetizzare la storia e non più il banalissimo gagliardetto”. Sicure ed in attacco le parole del candidato leghista. Già socialista craxiano, già Forza Italia (nel 2004 fu candidato a sindaco di Riccione per il centro-destra), nel 2009 lascia la politica e si occupa solo del suo lavoro e della politica forense. Viene nominato delegato Oua (Organismo unitario dell'avvocatura) a Roma in rappresentanza del distretto della Corte di appello dell'Emilia Romagna. Nel secondo mandato è tesoriere. La sua attività politica inizia a 16 anni nelle file del Circolo Maritain di Rimini con Sergio Zavoli referente. Nel 1976 entra nel Partito socialista. Nel 2000 l'ingresso in Forza Italia; il mentore è Domenico Susi. Una figlia di 26 anni farmacista, l'eno-gastronomia come passione, penna elegante e pungente, Marzio Pecci è riccione-

se. Il babbo era un simpatizzante comunista; democristiana la madre. Psi, Forza Italia, perché ha accettato la candidatura della Lega? “Nasce come richiesta di disponibilità da parte degli esponenti regionali della Lega Nord. Avevano bisogno di un civico, con un minimo di esperienza politica e che fosse conosciuto in città”. Non stride col suo passato? “Ho un passato fatto di esperienze interessanti e formative che possono essere messe a disposizione di una coalizione di partiti e civiche per cambiare Rimini. La Lega non è più il partito delle corna ma fatta di gente onesta, di giovani, di professionisti, di un tessuto economico positivo, di gente normalissima, che hanno voglia di rinnovare. Il gruppo riminese è fortemente giovane, con un'età media sotto i trent'anni”.

Senza gli altri partiti di centro-destra è dura... “Siamo in attesa delle loro decisioni. Se davvero come dicono, penso a Forza Italia e Fratelli d'Italia, vogliono cambiare la città bisogna presentarsi all'elettorato uniti. Sono certo però che il partito che andrà al ballottaggio sarà la Lega. Ad oggi, non ho sentito nessuno degli altri partiti, né le civiche. I rapporti li tiene Jacopo Morrone segretario nazionale della Lega. Da parte mia c'è la volontà di ascoltarli e di stipulare accordi per andare avanti”. Come ha governato Gnassi?

“Sicuramente avrebbe potuto fare meglio: ha trovato una città imbalsamata agli anni '70; facile fare meglio. Gli riconosco il merito di aver avviato delle opere e la ricostruzione del Galli, promesso però entro il 2014. Fortunatamente lo inaugurerò io. E' struttura fondamentale per la Rimini della cultura e del turismo. E' assurdo che Rimini non abbia un sistema fognario che permetta la balneazione. Il fila dritto è un progetto fatto di rotatorie che non risolvono il caos traffico. Grazie a Gnassi abbiamo il problema dell'ordine pubblico. Rimini è al primo posto per la criminalità; è

COMUNITA'

- Il seminario “Danze Sacre e Movimenti” è un percorso completo di attività motorie, letture, condivisioni, rilassamento e meditazioni. Si svolge in due giornate con la musica dal vivo al pianoforte suonata da un maestro musicista e con insegnanti di Danze Sacre e Movimenti della School of Self Awareness ed è rivolto a tutti coloro i quali sono interessati a conoscersi meglio, vogliono conoscere i desideri più intimi e profondi che li muovono, a coloro che cercano un tempo per ascoltarsi. Grazie all’intensità prodotta dal seminario, scoprirai il valore dello straordinario senso del ritmo, la pre-

“Danze sacre e movimenti” per il benessere Seminario a Rimini il 12 e 13 marzo. Un'antica disciplina per conoscersi meglio cisione del movimento, la sua agilità e la sua inventiva, studierai movimenti e posture non abituali che sono in stretta relazione alle tue forme di pensiero e di sentimento, eseguirai esercizi che aiutano la connessione tra la tua mente, le tue emozioni e il tuo corpo per favorirne la comunicazione. Tutto questo con un unico scopo: quello di risve-

gliare le tue capacità e i tuoi talenti nascosti, di percepirti realmente in armonia con te stesso. Non sono richiesti particolari requisiti fisici, né una preparazione atletica specifica, in quanto il corpo è solo uno degli aspetti interessati,

un disonore per il sindaco e per chi lo sostiene. Questa giunta non riesce a far fare il salto di qualità alla città”. Qualcosa di buono fatto da Gnassi? “Un vuoto. Non c'è nulla”. Le viene contestato che lei non è di Rimini... “Lo sono d'adozione. Ho un certo pedigree di riminesità. Lo era mio babbo, lo erano i miei nonni. Qui ho vissuto la mia gioventù. Qui svolgo la professione da 30 anni. Professione e amicizie che mi danno un forte spaccato della comunità ed una conoscenza profonda”.

I primi tre provvedimenti della sua eventuale giunta? “La sicurezza. La rivalutazione del patrimonio storico-culturale e attenzione alle periferie. Rimini non può avere una stazione e le zone del mare in queste condizioni. Rimini ha monumenti di valore assoluto poco valorizzati. E' da spostare l'asilo svizzero e aprire gli scavi per portare alla luce tutto l'anfiteatro. Tutte cose che aprirebbero un turismo nuovo mai valorizzato. Per il Pd è più importante il lungomare della cultura. Non è un caso che riminizzazione è sinonimo di brutto. Vanno riguardate le porte che accedono alla città. Gnassi ha pensato solo al centro storico, trascurando le periferie, quando hanno gli stessi diritti. Se vincerò dopo aver portato il congresso forense come presidente di Oua, spero di accoglierli come sindaco della città”. Alla fine di febbraio, inizio marzo, Matteo Salvini sarà a Rimini a presentare la candidatura di Marzio Pecci.

l’affondo giunto alla fin della licenza… 6.

infatti attraverso i movimenti e le danze si ha infatti la possibilità di far lavorare in armonia con il corpo anche la parte emotiva, le nostre emozioni e la parte razionale, i nostri pensieri , ecco perché è rivolto a tutti, senza limiti di età. I Movimenti e le Danze Sacre sono un’antica disciplina per conoscerti meglio, contattare ed esplorare il tuo mondo interiore, armonizzando corpo, emozioni e pensieri. Questo percorso studiato appositamente per scoprire questa meravigliosa disciplina ti permetterà di acquisire strumenti pratici per vivere con più armonia ed equilibrio con te stesso e con gli altri nel mondo che ti circonda.

Chi ha paura di Beppe Grillo di Gabriele Della Rovere - Continua la tragedia di un Paese, ed anche di qualche paese qui nei dintorni, ridicolo. Così come la storia deprimente di quanti vivendoci e rendendosene conto continuano indebitamente a prenderne i riciclati protagonisti sul serio. E poiché la bestia nera rimangono comunque Beppe Grillo e la sua creatura, il ‘Movimento Cinque Stelle’, approfittando del nuovo minitour teatrale ‘Grillo vs Grillo’ si può riparlare di addio alla politica, rottura interna, abbandono di tutto e tutti... La tiritera del «Grillo stan-

co», «Grillo defilato», insomma del «Grillo finito», è stata composta e riproposta, invano e molte volte, da almeno dieci anni a questa parte. A futura memoria («Se la memoria ha un futuro», come ammoniva Leonardo Sciascia), con ogni probabilità potremmo riformulare queste considerazioni l’anno prossimo, più o meno di questi tempi, giusto operando qualche limitatissimo aggiustamento ed integrazione in attesa dell’aggiornamento ancora successivo. Basta, poi, non lamentarsi.


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Febbraio 2016

RIMINI

S... parliamo di vini. Non è solo questione di campanili ma di opportuinità commerciali

Vini, addio Doc Colli di Rimini? - L’occasione ci viene dall’assegnazione del gran premio Gino Friedmann 2015 per il vino cooperativo all’etichetta I Diavoli, Romagna DOC Sangiovese Superiore, a marchio Le Rocche Malatestiane. Lo stesso vino, con altri due sangiovesi del territorio Riminese i Tre Miracoli e il Sigismondo, appartenenti alla stessa categoria superiore, sono stati presentati a Rimini lunedì 11 maggio 2015, presso la sala mostre del palazzo dell’Arengo in piazza Cavour. L’interessante iniziativa promossa dalle Rocche Malatestiane, un marchio importante di vini della provincia di Rimini, che alcuni anni addietro erano dell’omonima cantina, ora chiusa; oggi i vini sono prodotti nello stabilimento dei Colli Romagnoli (ex Terre Riminesi) di Ospedaletto di Coriano, che a sua volta fa parte del gruppo CEVICO di Lugo di Romagna. I vini presentati erano rappresentativi di tre areali di produzione: I Diavoli per la Valconca; i Tre Miracoli per l’alta val Marecchia e il Sigismondo per il Corianese e San Clemente. La suddivisione in tre macro aree, descritta dal relatore

Intanto premiato il rosso delle Rocche Malatestiane con il Gino Friedmann. Utilizzare una denominazione locale aiuta il turismo

Vigneti nel Riminese

ECONOMIA

Francesco Bordini, che ha coordinato il lavoro, sottolineata poi dall’agronomo del CEVICO Riccardo Castaldi e confermata dall’enologo Pierluigi Zama è stato il risultato di un lavoro di studio e conoscenza delle curve termiche tipiche del Riminese, dei suoli, delle caratteristiche delle uve e della sperimentazione nelle vinificazioni. Tutti i relatori, compresi Enrico Salvadori e Alessandro Rossi, hanno sottolineato la peculiarità del territorio Riminese mettendo in risalto le caratteristiche di ogni

singolo vino presentato rispetto al territorio da dove provenivano le uve. Sono state anche rimarcate le differenze qualitativo/gustative con i vini degli altri territori romagnoli. Obiettivo fondamentale di questo lavoro, hanno ripetutamente sottolineato, gli organizzatori e i relatori, è la valorizzazione dei vini del territorio attraverso una accurata selezione delle uve con caratteristiche di omogeneità utilizzando il

marchio “Le Rocche Malatestiane”. Lodevole iniziativa (anche se tardiva) per il territorio di cui va dato merito ai promotori; comprensibile e corretto che in una prima fase di studio e lavoro si siano utilizzate poche centinaia di quintali di uve rispetto alla media di centomila quintali di raccolta della cantina, ma non comprendiamo perché dopo tanto parlare di qualità delle uve, di caratteri-

stiche peculiari del territorio Riminese si sia scelto di presentarli come Romagna DOC Sangiovese e non come Colli di Rimini Sangiovese DOC. La DOC Riminese uscirebbe dal mare magnum dei vini omonimi prodotti in Romagna e il marchio stesso Le Rocche Malatestiane è espressione solo della provincia di Rimini. Non è una questione di campanile ma di opportunità commerciale, vuoi verso i clienti esteri

così come per una maggiore visibilità e spendibilità sul grande potenziale turistico della riviera. Cresce continuamente l’interesse per i prodotti dei luoghi in cui si soggiorna. Oltretutto usare una denominazione locale, serve a valorizzare le basse produzioni di uva che caratterizzano i vigneti della provincia di Rimini, che per caratteristiche pedoclimatiche e l’assenza di irrigazione hanno produzioni mediamente non superiori a 100/110 quintali per ettaro (spesso al di sotto del disciplinare di produzione della DOC). E’ anche per le basse rese, oltre all’anonimato dei vini prodotti che i viticoltori della zona Riminese hanno quasi sempre avuto una non adeguata remunerazione delle uve conferite alla cantina cooperativa. La domanda la rivolgiamo anche ai rappresentanti di zona della cooperativa! Il Tarlo


RIMINI Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Santarcangelo sceglie la città come centro comerciale naturale

“Outlet? No, grazie” In questo senso l’ingresso nel prestigioso circuito di Cittaslow, lo sviluppo di un’offerta enogastronomica e ricettiva di eccellenza legate al contesto e alle tradizioni locali

Questa scelta compiuta diversi anni fa è confermata sia dai vigenti strumenti urbanistici che non consentono l’apertura di grandi strutture di distribuzione riferibili alla tipologia del centro commerciale, sia dalla volontà dell’attuale Giunta comunale di continuare a promuovere un tessuto com-

7 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 FOCUS

Santarcangelo

FOCUS - Santarcangelo dice no al centro commerciale. La giunta conferma che la scelta dell’amministrazione comunale va in un’altra direzione, cioè quella di favorire e promuovere il proprio centro commerciale naturale.

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merciale di qualità inserito in un contesto storico-architettonico di grande valore, diversificando le categorie merceologiche per ravvivare il commercio nel centro e nelle frazioni. In questo senso l’ingresso nel prestigioso circuito di Cittaslow, lo sviluppo di un’offerta eno-gastronomica e ricettiva di eccellenza legate al contesto e alle tradizioni locali, il fatto di essere riusciti a mantenere nel tempo manifestazioni culturali di grande spessore, la presenza di un’imprenditoria

Garden

dinamica e di un associazionismo fortemente motivato, sono elementi che confermano la capacità di coniugare una spiccata identità locale con innovazione e sviluppo. Vanno in questa direzione anche le novità introdotte dalla Variante al Regolamento urbanistico edilizio recentemente adottata dal Consiglio comunale: grazie alla semplificazione delle procedure e a una riduzione dei vincoli, senza mettere in discussione la tutela del patrimonio storico, lavorare e vivere nella parte

antica della città sarà più facile. Norme, queste ultime, che hanno trovato un’ampia condivisione sia presso le associazioni di categoria che fra i tecnici-professionisti. D’altra parte il forte interesse che il centro commerciale naturale continua a riscuotere nei confronti di imprenditori disposti ad investire per l’apertura di nuove attività conferma il buon livello di attrattività di Santarcangelo nonostante la crisi economica di questi ultimi anni. Ed è proprio per far fronte a quest’ultima che la Giunta comunale ha voluto mettere in campo, in tempi sostanzialmente contenuti, una serie di provvedimenti urbanistici a partire dal Rue e dal Poc (Piano operativo comunale), che punta a stimolare un nuovo sviluppo del territorio attraverso un rapporto di fiducia fra pubblico e privato. Le oltre 60 manifestazioni di interesse pervenute all’Amministrazione comunale – fra le quali peraltro non figura nessuna richiesta di apertura di outlet.

Il Risveglio interiore - “Il risveglio interiore. Vedute sul mondo reale”. E' il titolo della conferenza che si tiene il 16 febbraio, alle 21, al Palazzo del Podestà a Rimini. Organizza l'Isa (Istituto superiore di apprendimento). L'incontro intende mettere al centro le relazioni umane: tornare a parlarsi ed a fare le cose insieme. Autoguidarsi e non essere eteroguidati come avviene negli ultimi decenni. Sembra che si sia perso la bussola della vita. “Osservare è superare il bisogno. Superare il bisogno è rivegliarsi. Risvegliarsi è vivere pienamente”.


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l'OPINIONE

Per un nuovo ‘Risorgimento italiano’ che 2016 che fa. 2 IL PUNTO DI VISTA

Renzi, cambia maggioranza

Il professor Alessandro Roveri

Inizia in prima pagina verdiniani e delle tre senatrici del gruppo Fare di Flavio Tosi. “Forse è il caso che Renzi ci dica se esiste una nuova maggioranza politica che sostiene il governo e che comprende anche Verdini”, dice il deputato del Partito democratico Roberto Speranza. Se è così si deve aprire un dibattito pubblico in Parlamento”.

*Libero docente all'Università di Roma

Viva V.E.R.D.I.N.I. - Abbiamo iniziato da gennaio a raccontare ‘che 2016 che fa’. Prima anticipandolo con la chiave del paradosso grottesco (‘L’anno del Presidente Trump. Ma non è che noi si stia molto meglio…’), continuando con quanto realmente avviene in questo nostro improbabile strapaese delle meraviglie, una realtà ancor più paradossale e grottesca dell’invenzione. ‘Viva V.E.R.D.I.’ scrivevano sui muri, specie di Milano e Venezia, i patrioti risorgimentali ottocenteschi, ricavando dal nome del grande compositore Giuseppe Verdi l’acronimo che in realtà stava per ‘Viva Vittorio Emanuele Re D’Italia’. Similmente si configura l’ormai trionfalmente avvenuto pubblico riconoscimento del ruolo rivestito nel nostro felice strapaese delle meraviglie dal secondo (per ora) più importante Statista toscano vivente, Denis Verdini. E già stanno comparendo sui muri delle amate città di strapaese, da Bolzano a Palermo, da Genova a Bari, le analoghe scritte ‘Viva V.E.R.D.I.N.I.’: che oggi stanno per ‘Viva Virile Eroe Romantico Dell’Indipendenza Nazionale Italica’. ‘Indipenden-

Denis Verdini... se la ride...

LA POLITICA di Gabriele Paci za’ anzitutto da vieti, superati criteri come l’appartenenza. Indipendenza da concetti antiquati come pudore e coerenza. Indipendenza da quel velo di ipocrisia, omaggio che il vizio rende alla virtù, con cui il pur disinvolto Silvio Berlusconi aveva ricoperto lo sdoganamento del carattere degli italiani, sancendo che quasi tutto è permesso. Ma così come in politica bisogna stare attenti ad invocare la purezza, perché «c’è sempre uno più puro che ti epura», anche con la spregiudicatezza occorre andarci cauti, ci può sempre essere qualcuno, nano sulle spalle di gigante, che si mostra più spregiudicato di te. Altro che ‘quasi’: tutto, davvero tutto, è ormai permesso. E se i compensi berlusconiani avvenivano in maniera differita e silenziosa, quelli verdiniani sono clamorosi, patenti, immediati. E perciò il sanguigno Denis è anche ‘Virile’, ‘Eroe’ e ‘Romantico’, ché c’è in lui un che di teutonico ‘sturm und drang’, ‘tempesta e assalto’, che si incarna nella sua sovrumana irrisione e demolizione di

regole e cliché consolidati. Visto che alla maggioranza di Governo di Matteo Renzi non era sufficiente ricorrere al voto di Senatori a vita e Senatori moribondi per l’approvazione della Riforma istituzionale e costituzionale di fine Gennaio 2016, è venuto in soccorso, come programmato, il decisivo voto dei 18 Senatori e Senatrici di Verdini e della sua ALA, Alleanza Liberalpopolare-Autonomie, ora di già aumentati. A tamponare, integrare, provvedere, come ormai già da tempo avveniva decisivamente per il mantenimento del numero legale dell’Aula ed altro. Subito, giustamente, ricompensato dopo meno di ventiquattro ore con l’erogazione di tre Vicepresidenze di Commissioni senatoriali sottoposte a rinnovo (e mica da poco: Finanze, Bilancio e Difesa), più qualche Segreteria delle stesse. Intanto, poi… Verdini è stato o tuttora è, prima che Senatore, macellaio

(per la verità proprietario di macelleria, che è altra cosa, anche metaforicamente), commercialista, docente universitario (fuggevolmente), banchiere, editore, massone (ufficialmente), commercialista, imputato (anche questo ormai in veste quasi professionale): un vero ‘eroe dei nostri tempi’, ben più coerente, smaliziato, e soprattutto produttivo degli Alberto Menichetti di Alberto Sordi o dei Cetto La Qualunque di Antonio Albanese. Mica è un ‘mollo’ come quell’altro ameno politico della stessa Fivizzano che gli ha dato i natali, Sandro Bondi, pateticamente a rimorchio della fidanzata senatrice Manuela Repetti: che comunque il buon concittadino Denis ha nell’occasione fatto eleggere Segretaria della fondamentale Commissione Affari Costituzionali. Mica è uno inesistente come il sedicente Ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Mica… Mica storie, Verdini è Verdini,

cioè anzitutto un prototipo. E, bisogna riconoscerglielo, ben fatto, resistente e affidabile. Capace pure di infilare alla Commissione Politiche dell’Unione Europea, sempre nell’ambìto ruolo da Segretaria, la fuoriuscita grillina Adele Gambaro, che sul carro verdiniano era ufficialmente saltata solo la mattina precedente, quella del voto sulla Riforma appunto. A dimostrazione che con Denis nulla è impossibile. Più di uno storico si è chiesto se ci sarebbe stato Risorgimento senza Verdi e la sua musica, similmente oggi noi siamo obbligati a chiederci se potrebbe essere in corso, e svilupparsi, questa stagione di ‘magnifiche sorti e progressive’ senza Verdini. Oggi in Parlamento, domani, un domani imminentissimo, in tutta Italia. A tempo e luogo con nomi diversi, procedimenti identici. Non possiamo che rispondere, serenamente, fermamente, incrollabilmente, no. Non potrebbe. E quindi, conseguentemente, finalmente, gridare con orgoglio ed a pieni polmoni viva, e lungamente viva, il nuovo architetto della politica italiana, viva il nuovo sdoganatore, viva il ‘liberatore’: «Viva Verdini».


RIMINI

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Ha educato migliaia di giovani. Tra loro Federico Fellini e Sergio Zavoli

Arduino Olivieri, il mitico preside del liceo classico Giulio Cesare - “Di lui serbo un bellissimo ricordo”. Con questo tocco elegante il prestigioso giornalista riminese Sergio Zavoli ricorda il suo prof Arduino Oliveri quando incontra per puro caso in un convegno il figlio Paolo. Gli chiede: “Lei ha per caso a che fare con il preside del Giulio Cesare?”. Olivieri è stato un mito per migliaia di studenti del Riminese. Ecco come l'allievo Giovanni Salvadori, ufficiale dell'aeronautica in pensione, lo tratteggia.

Arrivava improvvisamente in aula ed iniziava ad interrogare gli allievi. Uomo amatissimo

Arduino Olivieri (a destra) con un suo vecchio allievo il regista Federico Fellini

PERSONE

di Giovanni Salvadori - Ho conosciuto Giovanni Olivieri noto nel campo della medicina legale quale illustre anatomo-patologo in occasione del Premio Paul Harris Fellow conferitomi dal Rotary Club di Riccione-Cattolica per il mio impegno umanitario. L'ho poi incontrato in diverse cene di beneficenza; ultimamente ci siamo intrattenuti a parlare del mio libro “Quando una stretta di mano ti cambia la vita”. Come sono riuscito a scriverlo, dei miei studi al liceo classico di Rimini, del suo preside eccezionale, grande

- Aperto il bando di concorso “Premio Teresa Sarti Strada”, per le scuole primarie e secondarie di I grado promosso dall’associazione Emergency per l’anno scolastico 2015-2016. La sfida rivolta agli studenti è di produrre un elaborato sul tema del viaggio a partire dalle seguenti citazioni: “Le radici sono importanti, nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici, e le gambe sono fatte per andare altrove” (Pino Cacucci). “Il viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (Marcel Proust). Si chiede agli studenti di illustrare il tema o produrre elaborati scritti o multimediali che riflettano anche sul significato meno apparente e più profondo del viaggio, quale può essere una ricerca

guida per tutti noi studenti, ma anche amico e padre sempre pornto a dare lo stimolo giusto per ben fare nella sua scuola a queste mie parole il prof Giovanni, con un sorriso di soddisfazione, mi dice che il preside era suo padre. Il prof Arduino Olivieri, molisano, con un padre docente di studi umanistici a Napoli, una dolcissima moglie, Lucia, mia insegnante di latino al ginnasio. Prefessore di latino e greco a Bari, trasferito aRimini, si è sempre prodigato con una

passione fuori dal comune nella sua mission educativa. Amante della civiltà latina di Orazio e Virgilio, ma era anche al corrente dei fatti del momento, commentando, ad esempio, in una intervista di Sergio Zavoli, il film “La docle vita” del suo ex allievo Federico Fellini, attribuendolgli la frivolezza di Giovenale e Marziale. Per le sue qualità fu nominato provveditore agli studi di

Forlì, della nostra provincia, ispettore in campo nazionale e gli fu conferita la cittadinanza onoraria della città di Rimini. Ancora oggi, quando passo davanti al Palazzo Buonadrata in corso d'Augusto, dove attualmente c'è una banca, mi assalgono i ricordi forti ma anche belli dei cinque anni. Entrare in quel tempio di saggezza e di cultura, sapevamop noi studenti di far parte di un'èlite di una scuola fiore al-

l'occhiello per l'impegno e la serietà di tutti. Non ricordo di scioperi. Soltanto due volte ci fu consentito di partecipare con la cittadinanza per la tragica rivolta in Ungheria. I professori della mia sezione, la “B”, li ricordo bene tutti nei visi e negli atteggiamenti che erano loro usuali: Zennari, Magnani, Manduchi, Carboni, Carletti. Molti degli studenti alla fine della maturità hanno intraperso varie strade, diventando ottimi

“Premio Teresa Sarti Strada” per le scuole primarie e secondarie Teresa Sarti Strada col marito Gino

Scadenza il 10 aprile 2016 di sé, in particolare: alle scuole primarie: lavori di singoli, di gruppo, di classe o di interclasse costituiti da disegni o elaborati grafici altrimenti realizzati (anche con tecniche miste), ispirati al tema del Premio. Gli elaborati cartacei dovranno essere di dimensioni max 21x29,7 cm (A4). Dovranno essere convertiti in formato digitale e inviati via mail, come specificato nel testo integrale del bando. Alle scuole secondarie di

altri formati non saranno considerati. Entrambe le scuole primarie e secondarie di primo grado potranno partecipare presentando un elaborato audio/ video della lunghezza massima di 3 minuti.

primo grado: composizioni scritte di singoli, di gruppo o di classe, di max 2.500 caratteri (spazi esclusi), ispirati al tema del Premio. Saranno ammesse composizioni esclusivamente in formato elettronico Pdf. Gli

Come partecipare al “Premio Teresa Sarti Strada” Gli elaborati (disegni per le scuole primarie, composizioni scritte per le scuole secondarie e elaborati audio/video per entrambe) dovranno essere spediti inderogabilmen-

te entro il 10 aprile 2016. E dovranno essere spediti via mail a Fondazione Prosolidar con oggetto Premio Teresa Sarti Strada 2015-2016 all’ind i r i z z o premioteresa@prosolidar.eu Farà fede la data di invio della mail. Per le modalità di invio fare riferimento al testo inte-

volontarimini@volontarimini.it

professionisti in campo medico, letterario, in scienze matematiche e fisiche. Qualcuno si è applicato con successo alla musica classica; quaklcuno ha abbracciato una carriera militare. Il merito di tutto ciò lo si deve al pro Arduino Olivieri che ha voluto attorno a sé validi docenti e ha preteso da noi studenti la passione per lo studio. Ricordo che spesso usava entrare silenzioso nella nostra aula per capire l'argomento trattato e l'autore studiato e allora si trasfigurava, con un lieve sorriso a declamare, beato lui, emulo di Pico della Mirandola, versi latini, greci e la Divina comemdia che conosceva quasi tuttta a memoria. oltre alle sue grandi doti di letterato, era anche un maestro di vita, tutelando con fervore il diritto alla dignità personale dei suoi giovani studenti, quasi fossero figli. Grande prof Arduino Olivieri. Grazie per quanto ci hai dato e ci hai lasciato in eredità. Un tuo allievo che non ti dimentica.

grale del bando presente sui siti dei soggetti promotori. Il Comitato Promotore del Premio nominerà una giuria composta da rappresentanti degli enti promotori che, coadiuvata da esperti del campo, sceglierà gli elaborati che meglio colgano lo spirito dell’iniziativa. Saranno premiati i primi tre di ogni categoria (primarie, secondarie di primo grado ed elaborati audio/video). La giuria potrà inoltre proporre al Comitato Promotore del Premio, che deciderà in merito, di assegnare un “Premio speciale della giuria”. L’elenco dei vincitori verrà pubblicato entro il 13 maggio 2016. La premiazione si svolgerà il 28 maggio 2016 luogo e orari saranno specificati in seguito. Ulteriori informazioni su www.emergency.it -


Aziende infomano

Dalla Birra dell’Anno alla presentazione del nuovo libro di Kuaska. Tra le novità l’area cibo con show cooking e chef stellati.La seconda edizione nel quartiere fieristico riminese dal 20 al 23 febbraio

Beer Attraction,

Il 20 e 21 aperto anche ad appassionati e degustatori

- Fiumi di eventi a “Beer Attraction” 2016: dalla Birra dell’Anno alla presentazione del nuovo libro di Kuaska, l’area food (cibo) con show cooking e chef stellati. La seconda edizione in cartellone nel quartiere fieristico di Rimini dal 20 al 23 febbraio. L'edizione di quest'anno è ancora più orientata all’operatore professionale e, proprio per questo motivo, il B2B (incontri di affari) è il target di riferimento dei quattro giorni di manifestazione. Importatori, distributori e grossisti nazionali ed esteri, titolari di birrifici e mastri birrai, ristoratori, gestori di pub, bar e

Alcuni momenti dello scorso anno

Una marea di eventi hotel nelle giornate di sabato, domenica, lunedì e martedì hanno modo di conoscere e assaggiare le ultime novità dell’anno e confrontarsi nei diversi momenti a loro dedicati. Sabato e domenica BEER ATTRACTION diventerà inoltre “evento” con l’ingresso aperto anche ad appassionati e degustatori. La novità di questa edizione è rappresentata dall’abbinamento alle sezioni birra e tecnologia dell’area cibo, con aziende produttrici di specialità alimentari abbinabili con le specialità birrarie e la presenza

di chef di prestigio e beer specialist, presenza che ha portato alla realizzazione di un’area show cooking. Annunciata la presenza di Theo Penati (stella Michelin) del Ristorante Pierino Penati di Viganò Brianza, Felice Lo Basso (stella Michelin) di Unico Restaurant Milano, Gian Paolo Raschi (stella Michelin) del ristorante Guido di Rimini, Cristina Lunardini (chef e volto noto della tv), Silver Succi del Quarto Piano Restaurant di Rimini, Claudio Di Bernardo del Grand Hotel Rimini, Alessandro Trovato del Grand Hotel Da

Vinci di Cesenatico, Roberto Scarpelli del Palace Hotel di Milano Marittima, Marco di Lorenzi dell’Alexander Museum Palace di Pesaro. Ricco il programma di appuntamenti dedicati alle birre. Nella BEER ARENA – la piazza degli eventi – si svolgono premiazioni, corsi e approfondimenti. Il BEER LAB sarà invece il punto di riferimento per i laboratori di degustazione promossi da Unionbirrai. Tra gli eventi di maggior prestigio spicca sabato 20 febbraio la cerimonia di premiazione de “La birra dell’anno 2016”

(Beer Arena), il tradizionale evento organizzato da Unionbirrai che vede la presenza di una giuria internazionale che avrà il compito di selezionare le cinque birre per ciascuna delle 26 categorie ammesse al concorso, riservando la premiazione sul palco alle prime tre classificate. Nell’occasione c'è anche l’assegnazione del premio speciale BIRRIFICIO DELL’ANNO: la targa andrà al produttore che, con tre birre iscritte al concorso, avrà ottenuto la migliore sommatoria di punteggi. Nella stessa giornata Loren-

zo Dabove in arte Kuaska, uno dei più grandi esperti e beer tester al mondo, presenterà il suo libro dal titolo “La birra non esiste”. Nella giornata di lunedì 22 febbraio, inoltre, la rivista Il Mondo della Birra, con il coinvolgimento di Assobirra e di operatori del settore, organizzerà un convegno dedicato all’export con l’obiettivo di informare e aggiornare i microbirrifici sulle modalità di esportazione nei singoli mercati esteri. Domenica 21 febbraio si svolgerà la premiazione dell’HomeBrewing Contest, il concorso organizzato da Rimini Fiera in collaborazione con Unionbirrai, dedicato agli homebrewers. In palio un im-

pianto high performance da 300 litri dell’azienda Simatec per l’avvio di una vera e propria attività artigianale. Non mancheranno i corsi organizzati da UNIONBIRRAI finalizzati a intraprendere una nuova attività e a diffondere nozioni di marketing legato alle vendite. Infine, dopo la positiva esperienza della prima edizione, ritornerà anche quest’anno il BEER ATTRACTION OFF con la riviera che si accenderà grazie agli eventi fuori salone, organizzati nei locali più di tendenza in collaborazione con i birrifici presenti in fiera, occasione per esaltare tutte le specialità birrarie. L’evento è internazionale ed organizzato da Rimini Fiera in collaborazione con Unionbirrai e il patrocinio di Italgrob, dedicato alle specialità birrarie, birre artigianali, tecnologie, attrezzature e materie prime


RIMINI

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Artista romagnolo. Appena chiusa la sua mostra a Rimini con Mattia Moreni

Samorì, il gran teatro della pittura - Nicola Samorì, nato a Forlì nel 1977, viene dalla provincia romagnola, da Bagnacavallo e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna. E' l’artista più interessante di queste ultime generazioni. Si è imposto sulla scena nazionale con una evidenza che contrasta visibilmente con la sua riservatezza, anzi tanto accresce il peso della sua notorietà, maggiormente si scontra con la sua morfologica discrezione. Impressiona la sua crescita costante, la sincerità intellettiva e colta con cui si avvicina e pratica i mezzi artistici, la capacità di parlare un linguaggio forte, dall’accento globale, che varca i confini del tempo e che scardina le regole. Pittura fatta di furia e assalti, di tenebra e luce, di materia grondante e di razionalissimo controllo. Al talento innegabile Samorì unisce una adesione acuta, totale al suo fare pittura, ma anche a sperimentare e contaminare le forme e le materie.

E' l’artista più interessante di queste ultime generazioni. Si è imposto sulla scena nazionale con una evidenza che contrasta visibilmente con la sua riservatezza, anzi tanto accresce il peso della sua notorietà

Nicola Samorì

SGUARDI D'ARTISTA

di Annamaria Bernucci Si cimenta da anni in un impervio corpo a corpo con la pittura, in particolare rivissuta nei profondi legami con la storia e con la sedimentazione delle immagini e delle iconografie nella memoria e nell’immaginario. Ha esposto a Copenaghen, Berlino, Stettino, Stoccarda, Dessau, Francoforte, Tubing, prima di approdare alla “storica” Galleria di Emilio Mazzoli a Modena, già scopritore negli anni ’80 della Transavanguardia. Samorì si

segnala anche per la fosca titolistica delle sue mostre, come Lo spopolatore, Pandemie, La dialettica del mostro, Guarigione dell’ossesso, Il venerabile abietto, sino all’ultima La disciplina della carne che si è chiusa nelle due sedi di Rimini e Cotignola in provincia di Ravenna il 24 gennaio scorso. E che ha messo in dialogo l’opera di Samorì con l’ingombrante e aspra pittura di Mattia Moreni. Samorì partecipa in questo periodo al progetto itinerante

Gare du Sud a cura di Chiara Ianeselli al Teatro Anatomico dell’Archiginnasio di Bologna (chiusa il 1° febbraio), secondo appuntamento del progetto Les Gares inteso a sviluppare in maniera continuativa uno studio storico-artistico dei teatri anatomici in Europa, progetto che non poteva non partire se non dal Theatrum Anatomicum di Amsterdam reso celebre dalla Lezione di anatomia del dottor Tulp di Rembrandt. E Samorì notoriamente si

sa muovere bene tra tormenti della carne, apparenti truculenze e attenzioni ‘splatter’, lacerazioni e scarnificazioni, temi non facili che rivelano una adesione sofferta alla materia e ai soggetti ma vissuti con la piena consapevolezza dei linguaggi contemporanei. Tutte le forme di citazione dall’antico da lui adottate sono attualizzate in un linguaggio scabro e nuovo. Scrive Luca Beatrice “...Samorì è denso, urticante, alchemico, gran conoscitore dei materiali e delle sue reazioni al cospetto delle immagini... Ma il suo lavoro più tipico sta nel prendere icone della tradizione pittorica, dal manierismo al barocco, e intervenirci sopra con contaminazioni segniche e prepotenti spostamenti di senso: qui la pittura soffre, si piega, si lacera senza retorica e con grande asciuttezza”.... Le

sue opere esigono concentrazione, acuta osservazione tra le pieghe, sia che si tratti di lavori ad olio su superfici bidimensionali sia che si tratti di sculture, icone innesti, scalfitture, sovrapposizioni che scavano indagano il corpo e ciò che il corpo nasconde o tradisce della nostra comune esistenza, travaso ulcerante di fluidi e carne, di vita e pulsioni. Anche nella mostra riminese recentemente conclusasi formulata nel grande confronto-dialogo con Mattia Moreni, Nicola Samorì, pur partendo da una diversa formazione e generazione, si rende complice della medesima pittura intesa “come luogo di attrito e scontro fertile tra le ragioni romantiche del gesto e una lucida riflessione intellettuale, spietata e incessante, sui limiti e possibilità della pittura stessa, linguaggio antichissimo che i due forzano e mettono costantemente alla prova alla scoperta di nuovi modi di vedere, a far scaturire altre immagini ancora potenti e violente, capaci di scardinare e far saltare le nostre abitudini visive”.

Valenti, spada riminese d'argento Sara Valenti, seconda da sinistra

- A Busto Arsizio in occasione della Seconda Prova Nazionale di scherma paralimpica nell’intensa giornata di gare, seconda tappa del percorso che condurrà sino ai campionati italiani in programma in giugno a Roma, Rimini c’era ed aveva la faccia sorridente di Sara Valenti. L’atleta del Circolo della Spada Rimini ha tirato sia di fioretto che di

spada collezionando una medaglia d’argento e una di bronzo per la sua categoria che, in base alla disabiltà, è la B. Sara è sportiva di razza, oltre alla scherma si dedica all’handbike, ed ama il teatro dove spesso recita e frequenta i laboratori teatrali di Città Teatro. Orgogliosa della sua giornata bustese ci tiene a sottolineare e a ringraziare la

sua società, senza la quale per lei sarebbe praticamente impossibile essere una schermitrice di valore. Per chi fosse interessato a praticare la scherma la società riminese ha sede al Palasport Flaminio e mette a disposizione i numeri 338 96 81 790 e 331 80 90 700 oppure visitare il sito www.circolodellaspada.it. Claudio Casadei



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Non porta la 42. Selezionata dal calendario Beautiful Curvy 2016. Percorso da modella

MUSICA

Gian Luca Pasolini

oltre a quella nella capitale (23 gennaio), ha cantato il 27 gennaio a Toyama (2mila posti andati a ruba), la Rimini del Giappone. Una sua collega giapponese si è

Gian Luca Pasolini, cioccolatiniconlasua immagine a Tokyo complimentata con queste parole: “Bravissimi i cantanti, ma tu sei di un altro livello”. Pasolini ha portato in scena “Junior Butterfly” opera di Saegusa, forse il maggiore compositore contemporaneo giapponese. La scrisse nel 2004, un secolo dopo la creazione della celebre opera di Puccini. Protagonista è il bimbo nato tra Butterfly e Pinkerton, che, ormai 25enne, ritorna alla sua terra natale. Lui, che non ha mai trovato la propria piena identità in America...

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Bergonzoni, la bellezza da taglia forte M i c h e l a Bergonzoni

COSTUME

di Daniela Ruggeri

- Tokyo regala al tenore riccionese Gian Luca Pasolini i cioccolatini con la sua immagine e 15 minuti di applausi. Tra i 5mila spettatori anche alcuni componenti della famiglia imperiale, la proprietà della Toyota (Toyoda), la consorte dell'ambasciatore italiano (che è andata a complimentarsi). L'esibizione giapponese del cantante romagnolo che si è esibito alla Scala, Fenice, Comunale di Bologna, San Pietroburgo, Astana, Ekaterinburg, Tel Aviv, è stata un trionfo. Due le date,

Febbraio 2016

- Michela Bergonzoni, riccionese ventitreenne, è stata selezionata per il nuovo Calendario Beautiful Curvy 2016. Sorriso magnetico, un viso fresco e carismatico, Michela partecipa a diversi casting, finché la giornalista di moda Barbara Christmann la sceglie per il suo progetto, sull'importanza della valorizzazione della diversità e unicità di ogni donna. La bellezza non è data da una taglia, ma dalla voglia di sentirsi bene nel proprio corpo, ed il calendario rappresenta un momento di riflessione sul condizionamento dato dalla società, all'immagine femminile. ''Ho iniziato questo percorso da modella, per caso - dice Michela -. Anche, direi, per una rivincita personale e tramite la pagina facebook beautiful-curvy, mi sono can-

didata ed è andata bene. Sono sempre stata un po' robusta nonostante i numerosi sport praticati, in particolare la danza, mia grande passione, e ho sempre avuto un rapporto contrastante con la mia fisicità. Il periodo più duro, durante questo percorso di accettazione, è stato quello dell'adolescenza, quando tendevo a

nascondermi perchè mi sentivo a disagio. Le ho provate tutte, diete comprese. Poi, come tutte le cose quando devono succedere, sul mio cammino ho incontrato Alfredo De Bernardis, personal trainer e sicuramente amico, che mi ha sempre incoraggiata e ha creduto in me e nelle mie potenzialità''. Michela non lo dice, e oltre ad insegnarci che nella vita è importante lottare e credere nella realizzazione di un sogno, è molto bella! ''Amarsi, accettarsi e trasformare in positivo le nostre debolezze, sono sicuramente strumenti che permettono di raggiungere un obiettivo. I nostri limiti ed i nostri

difetti sono i nostri migliori amici e con il coraggio diventano un magnifico successo.'' Ed il successo è arrivato, accompagnato da una serie di scatti firmati dal fotografo di moda Stefano Bidini per una Curvy Revolution, che possa supportare l'intero emisfero femminile e non solo la taglia 42. Cosa c'è nel futuro di Michela Bergonzoni? “Mi sono diplomata al liceo psico pedagogico perché un lato dominante della mia personalità è sempre stato quello di essere protettiva e materna. Non solo con i bambini. Amico o sconosciuto che sia, categorie deboli della società, disabili e anziani, io non riesco a fargli mancare un sorriso o un aiuto. Quindi con questo mio ‘bagaglio’, anche se come tutti i giovani, sono spaventata dal futuro e dai problemi che affliggono il nostro tempo, un mio desiderio è quello di avere un giorno una grande famiglia”.


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RICCIONE

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Con il sindaco buoni rapporti, ma abbiamo due caratteri forti e qualche volta divergiamo

ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

degli Scrondi

VIGILI-MULTE.AUTOVELOX-MATTONE-PD ‘Tosi dimettiti’ - Leggiamo: “Torcolacci, presidente del Pd di Riccione centro boccia l'operato del sindaco: ‘Tosi dimettiti’”. Pare che la Tosi per niente intimorita abbia risposto addirittura in romanesco: ‘A li torcolacci vostri!’... Vigili? Marines! - Leggiamo: “Pd: Fontanelle, vogliamo i vigili. Furti, rapine e vandali sono la spia dell'abbandono”. Tosi, chiama i marines!... Autovelox - Leggiamo: “Gli autovelox spuntano come funghi”. Troppo indigesti per il sugo con le tagliatelle... Torna il mattone - Leggiamo: “Il crac delle banche rilancia il mattone”. Ecco spiegata la moltitudine di Geometri & Affini scodinzolanti attorno ai partiti e le elezioni... Platani - Leggiamo: “Via Malta, saranno abbattuti 60 platani”. La civiltà della sega avanza senza pietà... Multe doppie - Leggiamo: “Multe doppie che pasticcio. Il Pd all'attacco: ‘Amministrazione di dilettanti’”. Multa doppia? Doppia incazzatura... Ausl - Leggiamo: “Il paziente chiama, l'Ausl non risponde”. L'Ausl ha bisogno di medici e di telefonisti... Eau du Fògne - Leggiamo: “Tosi: ‘Depuratore, addio cattivi odori’”. Sarà una spruzzatina di deodorante?... Palas - Leggiamo: “Palas 2015, boom dei congressi: hotel soddisfatti”. Ssst! Non dite niente al Pd, potrebbe venirgli un attacco di bile... Multe - Leggiamo: “Parcheggio selvaggio, raffica di multe allo Stadio del nuoto”. Si nuotava tra le multe... El Chapomania - Leggiamo: “Alba, rapinatore solitario assalta la Carim. Bottino di 6mila euro”. Dicono che poi abbia chiamato il regista Sean Penn per un'intervista... Il matrimonio - Leggiamo: “Impennata di divorzi e separazioni. Don Giorgio: ‘Si crede sempre meno nel matrimonio’”. Caro don, come dice il proverbio? ‘Il matrimonio è la tomba dell'amore’... Masterchef - Leggiamo: “I conti non tornano. Il M5S: ‘Masterchef gratis? E' costato 20mila euro’”. Palati raffinati, eh?...

Tirincanti, la sinistra sempre al potere L'INTERVISTA - Lei fa politica per passione, suppongo; quali le sue esperienze di lavoro? A dieci anni facevo il lift; davo la buona notte alla gente che usciva dal locale di mio padre, la mitica Baita che ho gestito dopo la sua prematura dipartita. Nell’ottanta feci la prima discoteca d’Italia sui pattini: la Discorolley. La tenni cinque anni; la vendetti per partecipare con altri riccionesi alla realizzazione di Aquafan. Allora, a credere in quel progetto c’erano solo altre tre persone: mio suocero, mia moglie e mia mamma. La città era contraria. Tutta la Giunta era contraria; l’unico a sostenermi fu Terzo Pierani, l’acerrimo nemico, che ingaggiò una battaglia terribile. Ho venduto tutto quando sono stato chiamato a dirigere Mirabilandia, perché non avrei potevo accettare l’incarico rimanendo azionista di un parco concorrente. A Roma ho collaborato col gruppo Caltagirone dirigendo il parco Leonardo. Poi ho fatto consulenze: in meridione, in Cina… Adesso ho lasciato tutto e conto di andare in pensione fra poco. Renzi permettendo! Come sono i suoi rapporti con la Tosi? Buoni. Abbiamo due personalità forti e credo che, come in una buona famiglia, qualche discussione sia normale. Siamo una coali-

ta.

di Teresio Spadoni zione di centrodestra con anche una parte di riformismo; Giovanni Bezzi è socialista, io sono socialista: credo che questo aiuti molto. In una coalizione dove c’è molta lista civica credo che sia importante uno spazio di area riformista, perché questa città è stata, bene o male, amministrata dalla sinistra per settant’anni. Verrebbe da dire cambiare tutto per non cambiare niente. La sinistra ha governato settant’anni… adesso è governata da un socialista e un ex comunista! Chi è l’ex comunista? Natale Arcuri. No, quello è ancora comunista. Riccione è proprio di sinistra! Com’è fare il Vicesindaco oggi? Faccio una vita che… ero già stato vicesindaco, per sei mesi, con Terzo Pierani, l’“Imperatore”: tutta un’altra cosa. Oggi c’è una burocrazia impossibile. Fare una pratica, adesso è un inferno; e la cosa più grave è che non ci sono le risorse, non ci sono soldi. Ma quello che è per me più devastante, che mi pesa particolarmente è la fila continua di persone disperate davanti alla por-

Si? Quante in una settimana? Una marea... una marea. Tipo? Io ricevo cinque, sei persone al giorno in condizioni pessime. Riccionesi o gente di fuori? Riccionesi e non; il dramma è che ci sono anche riccionesi. Quanti sono? Molti? Il venti/trenta percento della gente che bussa a quella porta sono riccionesi; tutta gente in difficoltà economica. Anziani, soli. E anche famiglie con uno o due bambini; la stragrande maggioranza vive in affitto e se uno dei due viene licenziato, con uno stipendio non campano. Il Comune cosa fa per aiutarle? Poco, troppo poco! Non abbiamo le risorse. Gli diamo una mano attraverso il sociale: un contributo per l’affitto, per la luce, per il gas; poi interviene la Caritas; telefoniamo ai preti, Don Giorgio è molto bravo in queste cose. Come Don Concetto quando era alle Fontanelle… era bravissimo, io lo chiamavo… mi diceva “mandalo da me”… Quando ti trovi con la gente che ti si mette a piangere qui, cosa fai? Posso dargli un contributo di cento/duecento Euro, per mangiare.

Posso chiamare un supermercato: “ho bisogno di mandarti uno per fare la spesa”. “Va bene, mandami un biglietto”. Questo io posso fare. E invece cosa bisognerebbe fare? Ci vogliono le case per farceli star dentro, che non le abbiamo… prima di tutto ci vogliono le case. E quindi bisognerebbe che si riformassero gli IACP e/o altri istituti del genere, che adesso… Già, le case popolari... ma lì ci vuole il Governo, con i soldi… Si, con i soldi e con la volontà. Io credo che negli ultimi venti/ trent’anni ci siamo raccontati una favola: che si poteva stare sempre meglio. E oggi è difficile tornare indietro.

LO SPORT

Taekwondo, pioggia di medaglie

- Si è svolto il 30 e 31 gennaio Brescia L’Open internazionale Insubria cup 2016 organizzato dal comitato Lombardia della federazione italiana taekwondo con oltre 1500 iscritti. Per le società TAEKWONDO OLIMPIC CATTOLICA 3 ORI con Martina Semprini, 12 anni,

Moustaph Fall, 18 anni, Douda Fall (21 anni), 2 argento con Alex semprini (13), Ibrahima Fall (21), 1 bronzo con Ciro Caputo (13 anni). TAEKWONDO RICCIONE. 1 oro con Giulia Ricci, 1

argento con Rebecca Berarducci, 1 bronzo con Mattia Cirillo. E TAEKWONDO BM TEAM RIMINI. Due ori con Isabella Gobbi (18), Davide Evangelisti (21), 1 argento con Danilo Dmytrenco (8 anni), 2 bronzi con Cristopher Mingolla (10) Linda Cecchi (10 anni) .


RICCIONE

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Il vice-sindaco rappresenta Forza Italia. Proviene dal Partito socialista Ora il lavoro passa nelle mani degli albergatori e operatori del turismo della città. Si possono fare direttamente anche le prenotazioni senza passare per i mediatori. La sua azienda è leader nel software per gli Stefano Rossi, alberghi fondatore della Ericsoft

Beh certo, mandiamo in giro bambini di dieci/dodici anni con in tasca telefonini da tre/quattrocento Euro… mi chiedo, ma lei le metterebbe tre/quattro carte da cento Euro in tasca a suo figlio/ nipote di dieci anni? È vero, siamo andati troppo oltre. E il dramma è che ci stiamo dicendo un’altra bugia; i nostri governanti a Roma, tutti - rossi, verdi, gialli, neri - stanno dicendo che la crisi sta passando. Non è vero. Con queste difficoltà dovremo farci i conti per altri vent’anni almeno. La pista del ghiaccio è un’idea di Luciano Tirincanti? L’idea è stata mia e di Gabriele Piemonti: “sposata” dalla Giunta. Avere l’idea non è difficile; tutti la possono avere, ma poi bisogna portarla avanti e gestirla. Oggi tutti

fanno le piste del ghiaccio, ma a Riccione, l’idea vincente, è stata farla nel mezzo di Viale Ceccarini. Lì, in mezzo alle piante, si respira un’atmosfera di normalità; intanto che la mamma guarda la vetrina, il babbo prende il caffè e il figlio pattina, magari guardato dal nonno. Prova ne è che la gente è tornata a passare il weekend a Riccione. Tutto merito della pista del ghiaccio? No, in montagna la neve non c’è stata; ci hanno aiutato anche la crisi economica e l’instabilità politica mondiale. Ma noi abbiamo costruito un progetto. Abbiamo stimolato la gente a venire. I dati parlano chiaro: più trentadue/ trentatrè per cento e più vent’un per cento l’autostrada. Siamo riusciti a stimolare gli imprenditori a inve-

Luciano Tirincanti (a destra) intervistato da Teresio Spadoni

stire e, cosa importantissima, a mettere in moto un meccanismo sulle sponsorizzazioni. Quest’anno hanno aperto centotrenta alberghi: mai successo! L’anno scorso quanti erano? Una novantina. Ma la cosa importante è che sono tornati quelli delle seconde case. Abbiamo offerto un prodotto che la gente ha gradito. Poi, che il progetto sia bello e che si siano trovati gli sponsor, lì è stata brava la Giunta a muoversi. Abbiamo convinto l’imprenditoria riccionese ha mettere le mani al portafoglio: chioschisti e bagnini compresi. Mai successo in settant’anni! L’evento con il bagno del primo dell’anno lo hanno organizzato insieme bar di spiaggia e bagnini. C’era una marea di gente; hanno dato in beneficenza più di duemila Euro. Quanto è costato al Comune quest’anno? Dobbiamo ancora finire di fare i conti, perché l’organizzazione è in capo ai Comitati di Viale Ceccarini e Viale Dante. Il contributo che gli diamo è flessibile; dipende dalle entrate che si hanno dagli sponsor, dall’affitto dei pattini… Ma credo che non si discosterà molto dai settanta/ottantamila Euro dello scorso anno. Qual è la cifra complessiva che movimenta? A parte i grandi eventi (vedi Capodanno) già preventivati come costo, la pista del ghiaccio con il villaggio fino all’Alba... direi circa trecentomila Euro. Le casine hanno lavorato? La maggior parte si. Un po’ meno quelle che erano nei viali un po’ fuori, ma l’allargamento è stato un passaggio che doveva essere

fatto. Mentre l’anno scorso abbiamo faticato a trovarli, quest’anno, a fronte di una disponibilità di venti/ venticinque postazioni, abbiamo avuto più di trecento richieste. E il palacongressi, avete delle idee per farlo funzionare? Il palacongressi ha un vizio di fondo; è costato molto di più di quello che doveva costare; si è fatta una cosa ibrida dove c’è di tutto. Ha dei costi di gestione assurdi e ci ha indebitato tantissimo. Se è ancora in piedi è stato per Pironi. Adesso stiamo contrattando l’allungamento dei mutui per avere liquidità e fare interventi di ristrutturazione che lo rendano dignitoso, se no va fuori mercato. Per dirla col presidente dell’Associazione Albergatori, quest’anno abbiamo fatto più presenze. Ma si può ancora fare meglio; bisogna, però, tenere conto che oggi la prima cosa che tagliano nelle aziende sono i convegni. Sull’aeroporto qual è la vostra linea? L’aeroporto di Rimini deve essere sviluppato ad ogni costo. Se poi dovremo andare a prendere la gente a Ancona la andremo a prendere, ma il nostro aeroporto è Rimini. Avete lavorato molto dal punto di vista dell’immagine. Ora ci si attende il ritorno... Il marketing ha tempi lunghi; il ritorno non è mai immediato. L’anno scorso sono aumentati in modo esponenziale i contatti; così dicono gli albergatori. Si sono messi in moto nuovi meccanismi, specialmente su internet e su facebook; c’è un tam tam nuovo sulla città di Riccione. Negli ultimi anni ha sofferto molto, troppo, di stanchezza. D’altra parte se non ti rinnovi… Settant’anni… Forse se aves-

simo amministrato noi sarebbe stato anche peggio! È importante il ricambio. Una Giunta deve stare su due legislature... tre al massimo. Io sono convinto che quando il PD tornerà amministrerà molto meglio. Si. Ma non si capisce quando, però… Questo è un altro problema. Di gente in gamba ne hanno… se non li “ammazzano”! Ubaldi ha perso; ha un caratteraccio, però ha le capacità di base; è un buon imprenditore, ed è anche bravo. A me piace molto Venerandi, Omar, bravissimo ragazzo... mi piace come persona. Pazzaglini è nuovo ed è uno che si dà da fare. E poi c’è la Marchetti: è bravissima quella ragazza; lavora, chiede, chiama… E Parmegiani? È mio amico. È un socialista, come me. Marco è persona seria, ma forse non adatta per affrontare il travaglio che sta attraversando il suo partito. Lei come c’è finito in Forza Italia? In conseguenza dei fatti di tangentopoli (1992/93), dopo l’ennesima spaccatura del PSI; con me vennero Giovanni Bezzi e altri. Quali sono le sue passioni? Mi piace lo sport, giocavo a calcio; sono un milanista sfegatato; mi piace sciare. Sono un grande collezionista di francobolli. Forza Italia va perdendo pezzi; Verdini si sta candidando a sostenere il PD; a Riccione come vanno le cose? A livello nazionale siamo molto uniti sulla posizione politica: siamo tutti berlusconiani. Io mi auguro che Berlusconi abbia la forza di individuare un successore; ma la vedo dura. A Riccione la Giunta lavora bene e cambiare sarebbe da stupidi. Nel caso, tra un commissa-

riamento e le elezioni? Nuove elezioni. La sua famiglia politicamente da che parte stava? Mio padre era comunista, partigiano. Votava PCI, poi rimase traumatizzato dalle immagini dell’invasione dell’Ungheria (1956) e diventò socialista. Lei perché fa politica? Perché sono innamorato di Riccione. Qual è il difetto più frequente in politica? Chiacchierare molto e fare poco. Troppo spesso il politico parla per quelli che ha davanti, e questo è un errore madornale. Ci vuole concretezza, perché oggi tutti i sogni sono finiti. La gente deve ritornare ad avere fiducia in se stessa. Questa Giunta ha detto ai riccionesi che ce la si può fare; troppi erano ormai gli sfiduciati. Anche per Riccione arriverà il momento fondersi. Gambini, che mira ad essere candidato sindaco a Cattolica, ha detto che la Regina non può fare la damigella di Riccione. Lui vede Cattolica con San Giovanni e Riccione con Misano. E lei? Quelle di Gambini credo che siano buttate di campagna elettorale. Innanzi tutto bisogna cominciare a razionalizzare i servizi, se no non ce la faremo mai. Comunque, io vedrei Riccione con Misano e Cattolica, certamente. E San Giovanni? Anche. E San Clemente? E Coriano? Coriano e San Clemente ci possono stare. Sarebbe un accorpamento perfetto; noi stiamo lavorando per questo. Cioè, mi faccia capire… da sei comuni un comune unico? Perché no? Nel giro di dieci anni per me ci si arriva.

LA LETTERA

- Cara Piazza ti scrivo, così mi sfoghicchio un po’. Ne ho bisogno sai? Perché a volte mi sento un pungiball da colpire senza motivo alcuno e soprattutto senza che mi possa difendere (stavolta spero che almeno mi venga concessa la difesa). Estate 2013. In quel tempo ebbi la malaugurata idea di andare a trovare amici, che l’estate mi negava, in quel di Riccione. Parcheggiare in città una grande avventura e gira che ti rigira alla fine trovai il mio parcheggio segnato da fresche e ben visibili righe blu e anche piuttosto vicino ad una edicola e rivendita d’ altro come d’obbligo per ogni bazar estivo dalla mia Riviera. Li, di certo, avrei trovato i famigerati “grattini” che io, non residente, non avevo in quel momento in macchina. Scendo e mi appresto a farmi gabellare ulteriormente per il fatto di essere presente nella Perla Verde che adoro da sempre e che, comunque è il luogo dove passo la maggior parte delle giornate delle

Multe, quel pasticciaccio che mette lo ‘strano’ amore mie estati e quasi tutta la parte goliardica della mia vita. L’educazione Svizzera mi ha fregato ancora una volta. Lo fa spesso, le file alla posta, al bar , alle pompe della benzina, il pagamento del canone di ogni tassa che mi viene richiesta. Rispetto i semafori rossi, mi fermo agli stop e se non trovo parcheggio vicino consumo km di strada finché non trovo il posto dove parcheggiare sia consentito. Quella volta volli essere zelante, feci anche due battute col giornalaio sulla comodità di grattare in sua presenza lo strumento di gabella appena consegnatomi assieme agli altri quattro che avrei tenuto, vergini, in macchina. Felice di tanta precisione uscii con quel biglietto in mano “giàgrattato”, erano passati si e

no tre minuti cosa volevi che potesse essere già successo, e nella condizione di “giàgrattato” tornai al mio mezzo di trasporto, sereno per essere ancora una volta uomo ligio al proprio dovere e che si faceva gabellare sorridendo. Ma nella vita trovi sempre un vigile urbano o un ausiliario del traffico più zelante di te. D’estate poi è pieno. Credo che ogni cespuglio, ogni vaso di fiori ne nasconda uno pronto a colpire quando meno te lo aspetti. Però la sfiga è la sfiga e quella volta andò così. La multa sul vetro ancora “calda” e la signora che stava controllando la macchina di fianco alla mia. Rispettoso del suo ruolo ed educato come si conviene con una signora la chiamai gentilmente per fare presente l’as-

surdità della situazione. La invitai a sentire il cofano della macchina ancora caldo ma “ausiliariaintegerrimadeltraffico” disse che lei non poteva sapere quando io fossi arrivato e nei tre minuti necessari all’acquisto del diritto di sosta sarebbero anche potute cambiare le sorti del mondo. Comprese, gentile, la condizione fantozziana della situazione e mi consigliò di recarmi al comando per farla presente promettendo in caso di necessità la sua testimonianza sui fatti. Su come fui trattato negli uffici della polizia municipale sorvolo non potendo nulla dimostrare, per cui scelsi e chiesi di poter pagare. Non fu possibile negli uffici e fui invitato a farlo con l’apposito bollettino postale precompilato,

cosa che feci in data ampiamente compresa nei tempi concessimi vista la data della notifica. Ora, mi trovo nuovamente questa multa tra le mani, uno dei 9000 fortunati a ricominciare il gioco. Nuovo sale da spargere sulla piccola ferita inferta alla serietà di un cittadino perché l’incarico di riscossione delle gabelle non è stato ben assolto dalle società deputate e pagate per questo e quindi io dovrò ancora cercare documenti, spedirli, informarmi perdere lavoro e un po’ di denaro comunque perché sparare nel mucchio è sempre più facile, fin troppo facile. Questo mi fa sentire un suddito coglione che non avrà mai certezza del diritto. Se in un attimo di comprensibile rabbia avessi stracciato tutti quei do-

cumenti e non potessi dimostrare che ho già dato pagherei ancora “centoquaranta •uri” per la dabbenaggine di un servizio e la paura di dovere poi sborsare ancora di più. Vorrei davvero dire ai nostri cari amici in divisa e alle loro propaggini estive, che sono ironicamente e fermamente incazzato come un riccio. E anche di stare tranquilli, so perfettamente che a loro non interessa nulla e che ogni cittadino da solo, è solo uno dei tanti. Ecco cara Piazza, volevo comunicarti il disagio della triste ironia necessaria ad accettare tutto questo in silenzio, solo una pacata forma di protesta nei confronti dell’assurdità di un sistema che sceglie sempre la via più breve, forse nemmeno la più economica ma probabilmente la più redditizia per fare male il proprio dovere. E adesso che ci siam fatti due risate amare vado a cercare le prove di avere già pagato… o i “140maledetti •uri”. Che posso fare diversamente? Causa a Riccione? No, niente causa… io Riccione la amo!



RICCIONE Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 - Imprenditore sociale, imprenditore illuminato, imprenditore rosso sono alcune delle definizioni utilizzate per descrivere l’azione di uno dei più suggestivi e poliedrici imprenditori del diciannovesimo secolo: Adriano Olivetti. L’Associazione Socio-Culturale “Le Nuvole” di Riccione organizza una serie di incontri per far conoscere l’imprenditore e l’uomo Adriano Olivetti. Lo scopo che l’Associazione si prefigge è quello di sollecitare la curiosità di tutti coloro che parteciperanno agli incontri al fine di poter approfondire l’azione promossa da Adriano Olivetti, azione incentrata alla ricerca di uno sviluppo dell’impresa non fine a se stessa ma integrata nel territorio, per il territorio, nei suoi abitanti per i suoi abitanti.

COMUNITA' di Marco Zangheri L’esperienza Olivettiana è a tutt’oggi affascinante e assolutamente moderna. E’ luogo comune associare il nome Olivetti alle macchine per scrivere e da calcolo, almeno per coloro che sono nati sino agli anni ‘70, le ultime generazioni probabilmente non sanno neppure questo ma Olivetti è stato molto, ma molto di più. Adriano Olivetti, primo figlio di Camillo, ebreo, e Luisa Revel, valdese, nasce ad Ivrea nel 1901. Il padre è tra i fondatori del Partito Socialista Italiano ed un’importante industriale del Canavese, prima producendo strumenti di misurazione dell’elettricità poi dal 1908 con la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere. Adriano, laureatosi in ingegneria chimica nel 1924, inizierà la sua

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Il grande imprenditore in un convegno organizzato dall'associazione culturale “le Nuvole” Alla ricerca di un sogno possibile. Relatori: l'economista Stefano Zamagni, Beniamino Carino Dè Liguori (nipote di Adriano), Roberto Nori (dipendente Olivetti). Appuntamento l'1 marzo al Liceo Volta-Fellini e allo Spazio Tondelli

Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

realizzando quella che fu una tra le più grandi avventure industriali, sociali ed umane del XIX secolo. Ricordiamo, tra gli altri, gli scrittori Paolo Volponi e Renzo Zorzi rispettivamente direttore del personale e direttore di Edizioni di Comunità, l’operaio Natale Capellaro che poi divenne amministratore delegato dell’Olivetti, gli architetti Figini Pollini Zanuso Vittoria Gardella Fiocchi Cosenza, i designer Nizzoli Pintori Bonfante Sottsass, l’ingegnere italo/cinese Mario Tchou, l’ingegnere Pier Giorgio Perotto che realizzo la Programma 101 nel 1965 (considerato

Olivetti, l'uomo oltre... avventura con una prima esperienza di lavoro in fabbrica per poi compiere un’importante viaggio studio negli Stati Uniti, viaggio durante il quale andrà assimilando tutta una serie di nozioni ed una formazione che poi ritorneranno sotto molteplici aspetti sia nell’organizzazione del lavoro di fabbrica, nei prodotti e nelle molteplici iniziative cui darà vita. Diventerà Direttore dell’Olivetti nel 1932 e Presidente nel 1938 subentrando al padre Camillo. Fu un forte oppositore del regime fascista e per questo, nel 1944, fu costretto all’esilio in Svizzera da dove comunque mantenne i contatti con la Resistenza in Italia e dove scrisse “L’Ordine Politico delle Comunità” documento fondamentale della sua idea di come lo Stato Italiano doveva riorganizzarsi alla fine della guerra. Adriano Olivetti si distinse fortemente tra gli imprenditori di quell’epoca, gli anni ‘50, in quanto

profondamente illuminato sullo scopo della fabbrica la quale non deve produrre ricchezza solo per pochi ma deve produrre una ricchezza che va poi ridistribuita sul territorio e per il territorio ed è allora che nascono i servizi sociali in Olivetti, gli asili, le scuole di formazione, le colonie marine e in montagna, le associazioni per il dopolavoro, le biblioteche, l’assistenza sanitaria, i trasporti, le ristrutturazioni delle case degli operai del Canavese, i nuovi quartieri residenziali per ospitare i lavoratori. Al centro della sua attenzione c’è sempre l’uomo, le sue condizioni di lavoro, la sua educazione, le sue relazioni nell’ambito della Comunità in cui l’uomo vive. La fabbrica viene posta da Adriano Olivetti al servizio della verità, della giustizia, della bellezza e dell’amore. Verità come libertà di ricerca e di progresso scientifico, giustizia come equa distribuzione a chi lavora della ricchezza

da lui prodotta, bellezza espressione visibile della raggiunta armonia tra esigenze materiali e spirituali, amore rivolto all’essere umano. Un pensiero ed un’azione trasversale che coinvolgono aspetti anche apparentemente diversi tra loro ma tutti ascrivibili al cosidetto “Stile Olivetti”, dall’organizzazione del lavoro in fabbrica, agli studi urbanistici, al design del prodotto, all’architettura, all’azione politica del Movimento di Comunità, alla comunicazione tramite le Edizioni di Comunità, alle tecniche di marketing e di vendita oltre che all’offerta di servizi sociali aziendali avanzati, evoluti e fino ad allora mai destinati alla classe degli operai. Da ricordare infine la grande capacità di Adriano Olivetti di vedere oltre al presente, essere un precursore ed un visionario in tante attività e arti dell’uomo. Per intraprendere queste azioni scelse, tra i giovani soprattutto, grandi personalità che condivisero le sue idee e furono capaci di metterle in pratica

il primo personal computer al mondo), l’artista Leo Lionni, il sociologo Franco Ferrarotti (ancora in vita). Tiziano Terzani, il famoso giornalista/scrittore, fu assunto all’Olivetti nel 1962 dopo la morte prematura di Adriano avvenuta nel 1960, ma ricorda con queste belle parole quell’esperienza: “Per cinque anni ho fatto il manager all’Olivetti; vi ero entrato come giovane laureato con lode alla Normale di Pisa. Avevo scelto l’Olivetti, perché a quel tempo un giovane come me, che veniva da una famiglia povera e che voleva impegnarsi socialmente aveva la scelta tra l’Olivetti e il Partito Comunista. Io scelsi l’Olivetti perché rappresentava la modernità. Perché era moderna l’Olivetti di Adriano? Cosa c’era di grandioso e che oggi non riesco più a vedere in questo sistema economico, esclusivamente fondato sul concetto di crescita? Certo, anche allora bisognava produrre macchine da scrivere e ven-

derle, ma il processo non era fine a se stesso o funzionale alla crescita; era funzionale a qualcos’altro, un qualcosa che Adriano Olivetti chiamava comunità, che, attraverso l’azienda cresceva in cultura, in comunicazione in senso di fratellanza; era cioè un progetto culturale e sociale e questo secondo me era un grande aspetto positivo dell’economia.” Saranno ospiti dell’Associazione “Le Nuvole”: il professor Stefano Zamagni (martedì 1 Marzo alle ore 20.45 presso l’Auditorium Liceo Volta/Fellini) che ci illustrerà l’opera di Adriano Olivetti da un punto di vista più tecnico; il dottor Beniamino Carino Dè Liguori direttore di Edizioni di Comunità e nipote di Adriano Olivetti assieme a Roberto Nori eporediese di nascita e dipendente Olivetti fino agli inizi del 1990 (giovedì 3 Marzo alle ore 11 presso l’Auditorium Liceo Volta/Fellini). A conclusione, presso il Teatro “Spazio Tondelli” di Riccione avremo ospiti il gruppo musicale di Ivrea “Le Voci del Tempo” con lo spettacolo “Direction Home - Viaggio nell’Italia di Adriano Olivetti”. Giovedì 3 Marzo si terrà lo spettacolo per tutta la cittadinanza (costo del biglietto euro 5) mentre la mattina di venerdì 4 Marzo il teatro sarà riservato alle scolaresche dell’istituto tecnico di Morciano e del Liceo Volta/Fellini di Riccione. Marco Peroni, Mario Congiu, Mao Gurlino ci racconteranno la storia di Adriano Olivetti e della sua fabbrica attraverso uno spettacolo che utilizza il linguaggio altrettanto visionario e senza tempo di Bob Dylan, dando vita ad un suggestivo gioco di rimandi in cui la campana olivettiana (simbolo del Movimento Comunità) e quella dylaniana (metaforà di libertà) paiono cantare assieme e sotto lo stesso cielo.


“Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi, è come se fermasse l'orologio per risparmiare tempo”

Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Turbina, mitragliatrice, dirtigibile, bicicletta, antirabbica

Henry Ford

1886. Lavastoviglie La nobildonna americana Josephine Cochrane realizza la prima lavastoviglie della storia: una ruota con scansie di fil di ferro in cui trovano posto i piatti e i bicchieri; questa viene immersa in una tinozza e fatta girare da un motore a vapore sotto un getto d'acqua calda. L'invenzione non riscuote grande successo e solo dopo gli anni '40 del nostro secolo la lavastoviglie comincerà a entrare nelle case. La di autore ignoto, vieneSiattribuita Piero della Francesca, La Città Città ideale ideale (particolare), (particolare) attribuita al Laurana. trova ad aUrbino, Palazzo Ducale Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Leon Batista Alberti... Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale

Le scoperte che hanno fatto ‘crescere’ l'uomo 1886. L'alluminio Scoperto nel 1807 da Davy e isolato per la prima volta nel 1823 da Oersted, l'alluminio (che non esiste allo stato libero in natura) veniva prodotto con procedimenti costosissimi. In questo giorno due scienziati, il francese Paul Louis Hèroult e l'americano Charles Martin Hall, sviluppano contemporaneamente e indipendentemente il metodo elettrolitico che renderà estremamente economica la produzione di alluminio preparando la strada alle grandi applicazioni (specie in aeronautica) del Ventesimo secolo. Hall e Hèroult non si conobbero mai eppure ebbero la vita segnata da coincidenze incredibili. Hèroult era nato il 10 aprile 1863, Hall il 6 dicembre 1863, otto mesi più tardi. Entrambi scoprirono lo stesso identico metodo nello stesso giorno. Infine, tutti e due morirono molto giovani, a cinquantun anni, nel 1914, a otto mesi di distanza. 1886. Onde elettromagnetiche In questo giorno il fisico tedesco Heinrich Rudolph Hertz (18571894) dimostra la possibilità di trasmettere energia da un circuito all'altro attraverso lo spazio, via onde elettromagnetiche. È la nascita della tecnica che rivoluzionerà le telecomunicazioni e che sarà sviluppata con il telegrafo senza fili (Marconi), la radio, la televisione, il radar e in mille altre applicazioni. Fino a questo giorno era nota la possibilità di indurre una corrente elettrica in un circuito attraverso variazioni di un campo elettromagnetico, ma non si riteneva possibile l'induzione a distanza, cioè una vera e propria trasmissione. Maxwell nelle equazioni del campo elettromagnetico aveva postulato che la grandezza del campo magnetico indotto fosse proporzionale alla frequenza di oscillazione del campo inducente, ma fino a questo mo-

mento non esistevano oscillatori a frequenza talmente elevata da dimostrare questa asserzione. Hertz, invece, proprio nel tentativo di dimostrare la teoria di Maxwell, ci riesce con un oscillatore di sua invenzione; il 13 novembre trasmette onde elettromagnetiche a un metro e mezzo di distanza tra due circuiti e il 2 dicembre ottiene la «risonanza» tra loro, cioè riesce ad «accordare» il secondo circuito sulla fre-

quenza del primo (fondamento della sintonia della futura radio). Hertz dimostra così anche l'esistenza delle onde elettromagnetiche. Il grande fisico muore prematuramente di setticemia nel 1894, a 37 anni, ma il suo «testimone» viene passato a Marconi, il quale proprio in quell'anno inizia a compiere gli esperimenti che pochi mesi dopo porteranno alla telegrafia senza fili (1895).

1887. Velocità terra Il fisico tedesco-americano Albert Michelson (1852-1931) e il chimico americano Edward Morley (1838-1923) rendono noti in questo giorno i risultati del famoso esperimento concepito per stabilire in che modo la velocità della Terra influisce sulla velocità della luce che la raggiunge. Nell'esperimento viene impiegato un interferometro, strumento inventato da Michelson nel 1881 e col quale è possibile suddividere un raggio di luce in due parti e inviare ciascuna lungo diversi cammini per poi ricongiungerle alla fine e stabilire se si sono verificate variazioni di fase, legate allo spazio percorso o alla velocità. I due scienziati dirigono i due fasci nella direzione del moto della Terra e in quella perpendicolare a essa. Sorprendentemente, ricongiungendo poi i due fasci non notano alcuna interferenza,


CONDOMINI-EDILIZIA SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI

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Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 Domanda Un commercialista ci ha consigliato di investire i nostri piccoli risparmi nell’acquisto di qualche immobile partecipando alle aste giudiziarie. Alcuni amici e parenti ci stanno dissuadendo. Desidereremmo, per poter decidere, ricevere vostri consigli, suggerimenti e tipologie aste. Grazie. Risposta I nostri consigli. - Non dare mai per certa la convenienza del prezzo; - E’ molto importante visionare planimetrie, documentazione fotografica e relazione peritale redatta dal consulente nominato dal tribunale; - Leggere dettagliatamente la perizia di stima che specifica i vincoli e gli oneri che saranno cancellati e quelli che resteranno a carico dell’aggiudicatario; - Prima dell’asta è essenziale visitare l’immobile unitamente ad un vostro professionista di fiducia esperto valutatore immobiliare per rendersi conto degli aspetti eventualmente non citati nella perizia; - Attenzione agli immobili occupati. Ad esempio : se l’im-

Esperti rispondono

Acquisto immobili alle aste giudiziarie Che cosa fare per tutelarsi FOCUS

mobile è occupato senza regolare contratto d’affitto è l’aggiudicatario che dovrà provvedere a proprie spese ad eseguire lo sfratto rivolgendosi ad un legale; - Altro aspetto molto importante da considerare riguarda l’effettiva regolarità degli immobili che si vuole acquistare all’asta; - Controllare i precedenti edilizi e la presenza di abusi anche parziali al fine di valutare tutti gli interventi necessari per sanare eventuali irregolarità e le relative spese che saranno sempre a carico dell’aggiudicatario; - Per un immobile acquistato all’asta non è prevista alcuna indennità nel caso presenti vizi o difetti, presenza di umidità, pavimento sollevato ecc;

- Se il prezzo a base d’asta è molto basso è anche possibile che la perizia sia stata fatta parecchi anni prima e l’immobile non corrisponde più alla sua descrizione originale. TIPOLOGIA ASTE: asta senza incanto e asta con incanto. a) Asta senza incanto. Per questo tipo di asta le offerte vengono consegnate in busta chiusa al cancelliere del tribunale. Se vi è un sola offerta aumentata del 20% rispetto al prezzo base d’asta, il giudice provvede immediatamente all’aggiudicazione dell’immobile. Nel caso invece di più offerte l’immobile non viene aggiudicato a colui che ha presentato l’offerta più alta bensì si indice una gara tra tutti i partecipanti a partire dal prezzo più alto. Il partecipante, una volta

depositata l’offerta, non può più ritirarla pena la perdita dell’assegno di cauzione del 10% del prezzo base d’asta. b) Asta con incanto Ogni partecipante propone offerte in aumento rispetto al prezzo base d’asta. Ogni rialzo deve essere effettuato entro tre minuti dall’ultima offerta. Ultimata la gara l’immobile viene aggiudicato (provvisoriamente) al maggior offerente. Perché provvisoriamente !? Perché nei dieci giorni successivi all’asta chiunque può presentare un’offerta di aumento del 20% superiore al prezzo di aggiudicazione. A questa nuova asta possono aderire sia i partecipanti alla prima gara che il nuovo offerente. Ad aggiudicazione avvenuta, l’aggiudicatario dovrà necessariamente saldare il prez-

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MISANO

Quelli dentro l'associazione non hanno pagato. I fuori potevano esserci con 400 euro

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Turismo, il nuovo fascicolo Parole da e ‘Fnil’ fa litigare gli albergatori ALLEGRO MA NON TROPPO

(Il vecchio nome di Misano Mare)

INAPPLICABILI - I barattoli di latta arancione posizionati, lungo le strade pericolose, acquistati con ottime referenze, non solo non svolgono l’azione dissuasiva per rallentare cosi gli automobilisti indisciplinati che non rispettano i limiti di velocità, ma sarebbero essi stessi irregolari, perché non previsti dal codice della strada. Soldi buttati ? Forse! Però un pisria ad cnòss e referent. LA FONDAZIONE - Sta rivoluzionando il modo di fare” Marketing” turistico. Con i proventi della tassa di soggiorno ha trasformato per ora, le strutture ricettive misanesi, da Stellate a Gold o Silver, Sgnur e Puret, serie A e serie B, per essere più chiari. Una rivoluzione copernicana! Sarà sufficiente il supplemento da pagare ( non per tutti) per vederne i risultati? Avrà i suoi effetti positivi? A starem da veda, sla sperenza, ovviamente, che funzioni. AUTUNO/INVERNO/PRIMAVERA - Come si sa, ormai da lungo tempo. in questo periodo Misano ed i commercianti in particolare, sono in grande difficoltà e a rischio altre chiusure. Ci sono momenti però, nei quali anche il centro di Misano alza la testa e vive, allorquando si organizzano manifestazioni culturali o feste popolari che siano. Ne cito alcune, senza far torto ad altre: la Segavecchia, le Rappresentazioni Teatrali, le Conferenze della Biblioteca, le Sfilate, Raduni sportivi e non, Mostre, il Mercato, i Mercatini, ecc. Tutto quello che si è fatto in questi anni (anche nelle altre Frazioni) pur con il gradimento delle persone, non è stato però sufficiente a far decollare il centro. Presumo che senza il necessario rilievo pubblicitario, anche le manifestazioni più importanti, finiscono per non esistere. Tutto questo dovrà essere presumibilmente calendarizzato e preventivamente collocato in un organico e sistematico programma. Non Last Minute. I soldi ? Certo! Sarà necessario naturalmente qualche investimento. Sono convinto che i week end con attrattive settimanali daranno prima o poi i frutti. Non dimentichiamo che, da ottobre ad aprile, il mare d’inverno a Misano non è appetibile e va surrogato con l’aiuto, per esempio, dei comitati che aspettano solo di essere motivati e gratificati per il loro meritorio lavoro volontario. L’AEROPORTO - Le città europee sono l’utenza più importante della Riviera Adriatica. Sono peraltro i bacini turistici ai quali rivolgiamo i nostri appelli pubblicitari. Sarà sufficiente la nostra riconosciuta e cortese accoglienza, la Piadina, la Saraghina e i Scarpegn per attirare e convincere a prendere al “VOLO” la nostra offerta? Per st’an ho i mi dubie!

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Luigi Bellettini, presidente della Fondazione e Antonio Gaia, presidente della Confesercenti

Confesercenti: “Faremo una chiacchierata col sindaco. Stiamo pensando di entrare nella Fondazione”. Bellettini, presidente della Fondazione: “Da parte nostra c'è stato prima un percorso lineare e trasparenza dopo” IL PUNTO

- Un putiferio che sta mettendo in agitazione decine di albergatori (e bagnini). I fatti. La neonata Fondazione per il turismo dovrebbe orchestrare tutta la promozione misanese fuori e dentro la città. Ha iniziato con un fascicolo che raccoglie tutti gli alberghi ed i bagni di Misano. Gli iscritti all'Associazione albergatori (un'ottantina) hanno potuto raccontarsi gratis con un'immagine; agli esterni invece è stato riservato solo nome, cognome e indirizzo. Infine, c'è una terza categoria. A pagamento (400 euro), sempre coloro i quali stanno fuori, potevano

promozionarsi con una immagine nel pieghevole. Pieghevole che va per fiere e momenti pubblicitari. La Confesercenti accoglie buona parte degli alberghi che sono usciti dall'Associazione guidata da Iliana Baldelli. Tirata in ballo, la Confesercenti con un pensiero scarno argomenta: “Stiamo cercando di chiarire alcune cose per eventualmente entrare nella Fondazione. Invece, su tutta questa faccenda vorremmo fare una chiacchierata con il sindaco Stefano Giannini, oppure con l'assessore al Turismo Manuela Tonini”. “Mi sono stufato di stare dietro a queste cose”. E' la replica secca di Luigi Bellettini, il presidente della Fondazione.

“Da parte nostra - continua Bellettini - c'è stato prima un percorso lineare e trasparenza dopo. Vorrei ricordare che la Fondazione è un ente privato anche se il socio di riferimento è il Comune di Misano. Noi abbiamo presentato in bozza la brochure e Internet come strumenti promozionali. Abbiamo spedito una e-mail a tutti gli albergatori e abbiamo illustrato loro i due profili del pieghevole: il silver ed il gold. Il silver era per tutti uguale; invece il gold era gratuito per i soci dell'Associazione albergatori poiché fanno parte della Fondazione; mentre gli altri avevano la possibilità di essere presenti con la foto pagando 400 euro. Abbiamo fatto tutto questo sulla base del nostro statuto su

mandato dei soci. Le risposte a chi contesta devono arrivare dal Comune e non da noi”. “Coloro i quali fanno casino - affonda l'architetto Bellettini - si devono rivolgere all'amministrazione comunale e non alla Fondazione. Chi è fuori ha solo voglia di far rumore. Con la sfida che abbiamo di fronte la divisione non aiuta. Quando andiamo all'estero non conoscono la provincia di Rimini e noi andiamo a discutere su una fotina. A chi contesta ho sempre dato la massima disponibilità in qualsiasi momento; ora dico basta. Se loro continuano con questo profilo non ho più voglia di perdere tempo”. Alla Fondazione rilevano che gran parte del bilancio viene fatto con la tassa di soggiorno. “E' una barzelletta - argomenta Bellettini -. Nel 2016 il comune non ci ha girato la tassa ma soltanto un contributo. Forse nel 2016-2017 avremo la tassa nel nostro bilancio”. Chi conosce la storia di Misano ricorda che queste evitabili divsioni ci sono sempre state.

Fare di Misano la città-giardino - Due amici (si frequentano poco ma forse sono molto amici) si incontrano per caso. “Che cosa faresti per la Misano turistica?”. Ho poche idee e per concretizzarle costano anche meno. Sono sufficienti poche decine di miglia di euro e molta passione. Sono del parere che l'ambiente, legato alla passione e capacità degli operatori, debba caratterizzare la nostra offerta turistica. E' impensabile fare concorrenza a Riccione o Cattolica. Primo passo. Partirei dal giardinetto di via Platani. E' in abbandono da almeno un paio di decenni. Ci installerei una ventina di giochi a molla e lo farei diventare il parchetto per i bambini da zero a tre anni. Secondo. Facciamo un piccolo salto e ci spostiamo al Parco Mare Nord. In questo stato serve a poco; è poco più

L'abbandonato giardino di via Platani. Da un paio di decenni non si interviene. Al centro la cabina dell'Enel

che ornamentale. E' slegato dalla vita della comunità. Ci costruirei un percorso vita ed un'area gioco per bambini e ragazzi. Area gioco che è luogo di motricità per il corpo e la mente e non spargere un po' di strutture che ammiccano gli animi profani. Terzo passo. Mapperei le strade interpoderali del territorio. Ci farei una piantina

capace di esaltare l'intreccio tra il Rio Agina e il fiume Conca da guida per i ciclocrossisti. Quarto. Affiderei ad un prestigioso architetto del paesaggio un Piano regolatore ambientale che possa poi essere la guida per la Misano di almeno mezzo secolo; dopo tutto l'orizzonte della famiglia è trentennale, quello di

una comunità può che essere più ampio e di lunga gittata. Ho un'altra idea. Mentre le prima quattro da realizzare sono quasi banali, questa è un po' più complessa ma ci si potrebbe almeno provare. Cercherei di fare di Misano Adriatico una postazione del Fai (Fondo ambiente italiano). L'associazione ha circa 50mila soci che hanno a cuore le sorti del patrimonio artistico ed ambientale dell'Italia. Insieme a loro, organizzerei in primavera un evento legato ai giardini”. Quanto sopra deve essere portato alle fiere; solo chi comunica ha le opportunità di vendere il proprio prodotto”.


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L'associazione interviene sul progetto di 30mila metri quadrati di commercio

Cna: “Sì ai centri commerciali naturali” - Cna è a fianco delle microimprese e del buon vivere quotidiano che negli anni hanno saputo creare la qualità delle relazioni che si sono formate tra le persone ed i luoghi del loro vivere. La nostra economia è fatta di tutto ciò e non c’è prezzo che valga la pena di

LA LETTERA pagare in cambio della qualità di queste relazioni. Tra la vita e la morte dei centri commerciali naturali CNA sceglie la vita. Dopo il confronto con il sindaco di Misano sull’intenzione di quell’Amministrazione di procedere con il nuovo insediamento commerciale nell’area Bandieri, a cui fa seguito l’annuncio del sindaco di Ric-

Si chiede agli amministratori di fermarsi e valutare attentamente gli impatti che, anche nel lungo periodo, tali interventi possono avere cione Renata Tosi di voler convertire al commercio 30.000 mq dell’area artigianale di Via Empoli, CNA manifesta forte preoccupazione sui risvolti di questi interventi. Certo il presupposto di partenza non è uguale: a Misano è risultato di una programmazio-

Il Palazzo comunale

ne provinciale fin dal 2007, al contrario di Riccione che non ha nessuna indicazione superiore, dunque è pura improvvisazione politica utile solo a far cassa per il Comune. Ma la sostanza non cambia, l’avvilente quadro è il sacrificio di artigiani e commercianti

che da molti anni investono e contribuiscono alla vita di quei territori. Il rischio vero non è tanto per la concorrenza sulle merci o sui marchi, ma è la capacità di attrazione che questi grandi complessi commerciali sanno mettere in campo. Cambieran-

no le abitudini delle persone con conseguenti stravolgimenti del tessuto socio-economico e naturale impoverimento dei centri e del piccolo commercio, non solo dei comuni coinvolti. Le giuste obiezioni mosse rispetto all’outlet del territorio sanmarinese devono avere seguito anche quando queste situazioni si ripresentano nei nostri comuni perché il bacino provinciale è quello ed ha già fatto il pieno di ipermercati ed outlet. La nostra economia è fatta di microimprese che la politica dovrebbe sostenere

non certo metterne in discussione la sopravvivenza. CNA chiede quindi agli amministratori di fermarsi e valutare attentamente gli impatti che, anche nel lungo periodo, tali interventi possono avere. D’altronde è quanto ci si aspetta dai politici ovvero la lungimiranza di guardare dieci anni avanti non certo quella di prendere provvedimenti con l’obiettivo di dare ossigeno alle casse, come ha dichiarato candidamente Riccione. Gianni Conti, Davide Galvani, Secondo De Angelis, Manlio Amaducci, presidenti di Cna Morciano, Riccione, Misano e San Giovanni

ISTANTANEE

LO SPORT

1965, quella meglio gioventù Da sinistra, in piedi: Umberto Saponi, Giorgio Saponi, Alfonso Giannini, Giorgio Torsani, Adriano Torsani, Giancarlo Moroncelli, (Pedro) Cecchini Accosciati da sinistra: Claudio Muratori, Giorgio Semprini, Eraldo Andreani, Tiziano Biagini, Elso Santini

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- Il letto dell'Agina tra la ferrovia e la Strada Statale ha bisogno di pulizie. Si presenta in uno stato che è pessima immagine per i misanesi e per i turisti. Basterebbe una giornata di lavoro con il bobcat. Ci sono misanesi che lo farebbero gratis. Si veda Roberto.

Ripulire il letto dell'Agina



MISANO Via Romagna, 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO (Rn)

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Presentato a Bologna lo scorso gennaio in una sala affollata. Da decenni abita a Portoverde

FOCUS

Stazione, tagliato il tiglio di Doriano - “Allora ti hanno abbattuto il tiglio che ti faceva ombra?!?”. E' la battuta con cui cercano di far arrabbiare Doriano Camiolo, il barbiere ad angolo tra via Repubblica e via della Ferrovia. La pianta è stata tagliata lo scorso gennaio. Nobilitava l'ingresso della stazione ferroviaria versante mare, quello principale. La colpa è delle radici; avevano alzato di 20-30 centimetri il marciapiede, rendendolo pericoloso. Ora tutto è stata sistemato. La pianta gemella di fianco invece ha subìto un intervento gentile. Risparmiata, è stata ampliata l'area attorno al fusto che permette alle radici di respirare; sistemato il marciapiede sollevato. Doriano, barbiere dal 1973, con quella sua aria scanzonata da monello al quale non gli va bene mai niente è su tutte le furie. Dice:

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Laganà, la sua vita in un libro scanzonato E' stato anche consigliere comunale. Ora è presidente di quartiere a Bologna

Michele Laganà

L'UOMO

“Non potevano fare la stessa cosa invece di tagliarla. Queste cose proprio non si possono fare. Così non va proprio bene”. La bottega di Doriano è uno dei luoghi dove i misanesi si ritrovano per discutere di questioni di paese. Doriano l'anima da par suo: con una vena polemica sfrontata che ti fa sorridere e riflettere”. Afferma che se fosse sindaco lui sistemerebbe Misano. Lavorerebbe per il bene comune.

- “Prima o poi scrivo un libro dove racconto la mia vita”. Quel poi è arrivato. Michele Laganà ha presentato la sua autobiografia lo scorso gennaio a Bologna, la sua città. Ma da decenni abita a Portoverde; nel 2004, è stato candidato a sindaco di Misano per il centro-destra. Ora, è presidente di quartiere a Bologna. Laganà ha lasciato di stucco la sala piena. I tre figli, Rosita Silvia, Massimiliano e Alessandro, gli hanno preparato una torta che recava: “Pit-

tore, cestista, velista, ciclista, scultore, geometra, muratore, dottore, professore, paracadutista, motociclista, poeta, play boy, scrittore... ma pasticcere?!? tanti auguri supermichele presidente!!!!”. In questa didascalia c'è tutta la vita del babbo. Insomma, il misanese-bolognese le ha fatte tutte, o quasi. La pasticce-

ria, come sanno quasi tutti i bolognesi, e non solo, è l'attività di famiglia. Anzi, è uno dei marchi più blasonati d'Italia. Il libro si intitola “Sprazzi di vita” (Edizioni la Piazza, 128 pagine). Sono frammenti della sua vita raccontata in decine di episodi che sono una storia. Fotogrammi che cercano di tenere lontana la noia.

Anni avventurosi quelli di Michele Laganà. Inizia, il volume, con “Una infanzia decisamente dolce”, passando per “Una vita amorosa un po' movimentata”, “Scherzi memorabili” e termina con “Fine del primo tempo”. E' intenzione del pasticcere mancato (ma non è mai troppo tardi per iniziare) produrre un secondo volume. Libro scanzonato e penna allegra. Laganà narra col sorriso sulle labbra ed un'autorinonia pungente e garbata. Le sue numerose fanciulle sono state tratteggiate con pennellate da gentiluomo di campagna di altri tempi. A Misano e Bologna è stato sempre attivo nelle associazioni: partiti, sport, volontariato. Per anni è stato il presidente dello Yachting Club Portoverde. Si è cimentato con la politica con i partiti di centro-destra.



MISANO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

lavoro ben fatto, ha confezionato sei imperdibili appuntamenti dove protagonisti sono i personaggi, le storie, gli intrecci, le parole, le frasi, le emozioni. Cioè l'uomo nelle sue altezze e nelle meschinità. Carlo Sini Apre, venerdì 4 marzo, il filosofo Carlo Sini con “Infiniti universi e mondi” di Giordano Bruno. Quando nel 1543 apparve il “De revolutionibus orbium coelestium” la rivoluzione cosmologica copernicana iniziava il suo cammino, dapprima controverso e anche drammatico, vincente e trionfale poi. Questa tuttavia è solo metà della complessiva storia

L'UOMO “copernicana”. L’altra metà la incarnò, la visse e la scrisse Giordano Bruno. Essa, iniziata al prezzo di una vita, non si può dire affatto conclusa; per molti versi può anzi dirsi nostra contemporanea e persino futura. Proprio Bruno, infatti, si rese conto per primo della reale portata morale e sociale del “nuovo infinito” che veniva a fecondare tutti gli umani saperi, le umane convinzioni e le profane istituzioni. Di questa grandiosa rivoluzione, ancora in cammino, le opere scritte a Oxford e a Londra da Bruno, e in particolare “De l’infinito, universo e mondi” (1584), sono tuttora un documento entusiasmante e profetico. Marcello Veneziani Il venerdì successivo, 11 marzo, sale in scena Marcello Veneziani con “Il libro dell’inquietudine” di F. Pessoa. L’opera contiene le centinaia di riflessioni del più celebre eteronimo dell’autore,

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Sei prestigiosi intellettuali raccontano: Bruno, Pessoa, Euripide, Nietzsche, Junger e Pasolini Da sinistra: Umberto Galimberti e Gustavo Cecchini. Dietro il pubblico che non trovavo posto in platea

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rito indagatore, a cui già si dovevano “Umano, troppo umano e Aurora”, si associa ora quello spirito della danza che attendeva di presentarsi nella figura di Zarathustra. Così la scienza diventa «gaia», e già nel titolo si offre il richiamo a «quella unità di ‘cantore’, ‘cavaliere’ e ‘spirito libero’ che differenzia quella meravigliosa e precoce civiltà dei Provenzali da tutte le civiltà equivoche». E insieme ora si afferma

Sini, Veneziani, Curi, Galimberti, Fusaro, Paris in conferenza Bernardo Soares, raccolte in maniera disordinata e “aperta”, in una sorta di “zibaldone”. Tragico, ironico, profondo e irrequieto, Soares riflette sulla vita, sulla morte e sull’anima, ma anche sulle sue memorie più intime e sullo scorrere del tempo, sui colori e le emozioni che egli osserva intorno e dentro di sé. Figura tragica e imprescindibile del Novecento, Soares alias Pessoa scrive del proprio dolore con onestà e con una forza comunicativa che, nonostante l’incredibile delicatezza, riesce a tratti violenta e struggente. Soares il fragile, l’acuto, il silenzioso, abita la vita nei suoi toni più grigi, eppure l’ama come un vizio, come una droga, come una passione a cui non ci si

può sottrarre, alla ricerca di un equilibrio perduto che, suo malgrado, non troverà. Umberto Curi Venerdì 18 marzo arriva sul palco dell’Astra il filosofo Uumberto Curi con “Alcesti” di Euripide. Rappresentata nel 438 a.C., Alcesti è la più antica fra le tragedie di Euripide a noi pervenute. Ispirata a un mito di cui si narra anche nel Simposio di Platone, essa mette in teatro una storia d’amore che ha per protagonisti il re di Tessaglia Admeto e la sua sposa Alcesti. Admeto ottiene da Apollo la possibilità di sfuggire alla morte, a patto che un altro si sacrifichi in sua vece. E a dare la vita per lui non sono i vecchi genitori, né gli amici

MOTORI

Niccolò Antonelli con il direttivo del Moto Club Misano (Foto Marzio Bondi)

Antonelli, alfiere del Moto Club Misano - Il Moto club Misano ha un nuovo giovane. Si chiama Niccolò Antonelli e partecipa al mondiale Moto3. Lo annuncia con grande soddisfazione ed euforia il presidente Giancarlo Deluca. L’ingresso al club del giovane pilota Niccolò porta in alto i colori misanesi. Il giovane quest’anno parte tra i favoriti alla scalata del titolo mondiale. Al Moto Club Misano troverà tanti sostenitori a partire dai dirigenti, gli altri piloti che indossano la sua stessa casacca e i soci. “Vogliamo ringraziare - dice il presidente Deluca - sin da ora coloro che hanno scelto il nostro club, a partire dal padre Igor. Nel 2016 schieriamo una squadra corse veramente forte, partendo dalle minimoto, alle moto d'epoca, alle classiche, alle Supermotard e Endurance nel campionato Italiano ed Europeo. Senza dimenticare i collezionisti del club che hanno moto uniche al mondo. Marzio Bondi

fidati, ma la giovane moglie. La tragedia, poi conclusa dall’intervento benefico di Eracle che strappa la donna alle divinità infernali, dà la misura del talento creativo di Euripide, capace di penetrare zone inesplorate dell’emotività umana. L’incontro sarà preceduto da una introduzione in versi di e con Mariangela Gualtieri. Umberto Galimberti Sarà il filosofo Umberto Galimberti ad introdurre, venerdì 25 marzo, “La Gaia scienza” di F. Nietzsche. Nell’agosto del 1881, in Engadina, «6000 piedi al di là dell’uomo e del tempo», Nietzsche ebbe la folgorazione dell’«eterno ritorno», il vero mistero filosofico della sua vita. Ed è di questo periodo l’elaborazione della “Gaia scienza”, libro che «rivela da cento segni la prossimità di qualcosa di incomparabile». Qui lo stile di Nietzsche sembra raggiungere la sua perfezione: all’implacabile spi-

definitivamente in Nietzsche quella «riabilitazione dell’apparenza» che segnerà l’ultima fase del suo pensiero.Tutte le tensioni laceranti che sfoceranno nella follia sono già presenti in queste pagine, ma ancora sovranamente dominate. Opera fra le più brillati ed amate del pensatore tedesco, la Gaia Scienza è una raccolta di aforismi divisa in cinque libri, precedutida un prologo e seguita da un epilogo. Fra i temi trattati, l’aspirazione alla vittoria spirituale contro la tirannia del male e il prevalere del pessimismo insieme ad una forza interiore che permette di affrontare la vita nella sua globalità. Diego Fusaro Chiude il ciclo, venerdì 1 aprile il filosofo Diego Fusaro con “Il trattato del ribellle di Ernst Junger? Che cosa significa essere ribelli? A questa domanda risponde ‘Il trattato del ribelle’ di Ernst Jünger, vero manuale del pensiero

non omologato e dell’indocilità riflessa. Rileggere e rimeditare quelle pagine che non fanno pace col mondo può, forse, aiutare l’uomo odierno a reagire al fatalismo depressivo della prima società della storia umana che non pretende di essere perfetta, ma che semplicemente nega la possibilità di futuri alternativi. Venerdì 8 Aprile lo scrittore Renzo Paris traccerà un ritratto inedito di Pier Paolo Pasolini attraverso una sua famosa opera teatrale: “Affabulazione”. Dice Paris : “Sono stato amico di Pasolini dal 1966 al 1975. Pasolini mi regalò una versione di ‘Affabulazione’ dove aveva cassato piu di seicento versi, parte dei quali li ho dati a Walter Siti e sono nel meridiano Mondadori dedicato al teatro pasoliniano. Nel mio libro “Pasolini ragazzo a vita” - edito dalla Elliot racconto gli alti e bassi dell’amicizia, comprese le incomprensioni sulla sua poesia contro gli studenti del 1968 e poi racconto il Pasolini piccolo borghese, non il borgataro, quello deluso di tutto, ripercorrendo i luoghi romani ma anche quelli del primo archivio Pasolini che Laura Betti e io mettemmo insieme, raccontando le estati al Circeo con i grandi del cinema e della letteratura, da Moravia a Bertolucci. Ci sono poi i viaggi a Nuova Delhi e in Kenia. Certo Pasolini è un gigante amato in tutto il mondo. Inframmezzerò notizie sulla sua vasta opera con i ricordi personali, come l’ultimo qualche mese prima della morte, in cui trasportammo insieme una poltrona d’epoca per il film Salo”.

Gli incontri si tengono presso il Cinema - Teatro Astra con inizio alle 21. Ingresso libero sino ad esaurimento posti. Info. 0541618484. website: www.misano.org


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CATTOLICA

Tre cattolichini in scena: Cristiano Olivieri, Laura Palma, Daniele Girometti. L'attualità della trama: giovani in difficoltà

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Bohéme, grande lirica al Regina Bella interpretazione IL PUNTO

LA MUSICA - Grande successo per l’opera lirica “la Bohéme” di Giacomo Puccini al Teatro della Regina di Cattolica, andata in scena sabato 30 gennaio. L’immortale capolavoro ha visto l’interpretazione di tre cantanti cattolichini: Laura Palma, Cristiano Olivieri, Daniele Girometti, finalmente insieme e giustamente applauditi dal folto pubblico con ripetute ovazioni. Il cast ben affiatato e complice ha evidenziato quanto sia fondamentale, in un’opera come Bohéme, il gioco di squadra degli interpreti. Strepitosa interpretazione, nel ruolo di Mimì, della giovane soprano Laura Palma, al suo debutto nel ruolo. Ha dato prova di grande padronanza scenica e uso molto appropriato della sua splendida voce che ha raggiunto ora la sua piena potenzialità. Una Mimì che trova la propria ragion d’essere nel lirismo e nella comunicativa immediata, spontanea; il fraseggio pucciniano ben espresso con freschezza e assenza di retorica. Timbro compatto e luminoso, appoggiato ad una sicura emissione e gusto esemplare. Ottimo il Rodolfo di Cristiano Olivieri, tenore che da anni porta il nome di Cattolica nei più prestigiosi teatri lirici d’Italia e non solo (Arena di Verona, Fenice di Venezia, San Carlo di Napoli, Comunale di Bologna, Massimo di Palermo, per citare solo le ultime esibizioni). Olivieri, nonostante fosse impegnato lo stesso pomeriggio nella recita dello Stiffelio di Verdi al teatro La Fenice di Venezia, non ha voluto mancare a questa esibizione nella sua città, in un ruolo a lui molto caro e congeniale. Per la cronaca, dopo la recita veneziana, finita alle ore 18, la partenza per Cattolica con arrivo alle 20,50 giusto in tempo per il cambio d’abiti e

l’entrata in scena immediata. Grande prova di professionalità e generosità artistica! Il baritono Daniele Girometti, nel ruolo del pittore Marcello, ha mostrato sicurezza, bel timbro e forte senso dei tempi teatrali, segno della sua esperienza. Spiritosa ed esuberante Musetta interpretata dal soprano statunitense Kelly Mc Clendon. Completano la valida compagnia di canto: Roberto Ripesi nel ruolo di Colline, Giuseppe Lamicela in Schaunard, Andrea Gamberini in Alcindoro, Michele Bocchini in Benoit, Fabio Luzi in Parpignol e Guglielmo Ugolini nel Sergente. Bella prova dell’Orchestra “I Cameristi del Montefeltro” diretta dall’esperto Massimo Sabbatini. Regia essenziale ma efficace, in chiave moderna, ambientata ai giorni nostri, di Roberto Ripesi, nella duplice veste di regista e cantante. Bozzetto scenico di Giada Pachiega. Un plauso ai tre cori che hanno reso effervescente il secondo atto, così vivace e variopinto. Il Coro “Le allegre note” dei bambini e ragazzi, che ha dimostrato precisione e naturalezza, diretto da Fabio Pecci. Il Coro del Teatro la Regina di Cattolica, diretto da Gilberto Del Chierico e il Coro “I cantori della città futura” diretto da Stefano Bartolucci, si sono uniti in una convincente prova. Bella la risposta della città di Cattolica che ha apprezzato l’opera lirica, nata e sviluppatasi soprattutto in Italia, dimostrando la vitalità di questo genere, così impegnativo ma così ricco di contenuti, di storia e di profonde emozioni condivise. Davide Giuliani

di Silvio Di Giovanni - Sabato sera, 30 gennaio, al Teatro della Regina di Cattolica, abbiamo assistito ad una piacevole rappresentazione teatrale di una compagnia di artisti nostrani a cui va tutto il nostro plauso per la loro dedizione e la loro bravura. I tre interpreti principali sono tutti e tre di Cattolica. Il nostro carissimo Cristiano Olivieri affermato interprete in vari teatri italiani, da vent’anni a questa parte, in tutti i personaggi del melodramma dei vari compositori, nella sua veste di tenore completo, per l’attività operistica, concertistica e cameristica, ci ha deliziati nei panni del poeta “Rodolfo” della “Bohéme” di Puccini, che tutto l’entourage organizzativo ha messo in scena con una piacevole rappresentazione nel bel palco del nostro teatro con l’apporto anche di una scolaresca di alunni in supporto corale, con i maestri Stefano Bartolucci, Fabio Pecci e Gilberto Del Chierico. Buona sia la sceneggiatura che la regia. Nella veste di “Mimì”, una giovanissima scoperta con un buon timbro di voce nella persona di Laura Palma, anche lei di Cattolica, come abbiamo detto. Bravissimo il nostro Daniele Girometti, baritono dalla voce piena e potente, diplomato anche lui al Conservatorio G. Rossini di Pesaro come Cristiano Olivieri, ha ricoperto il ruolo del pittore “Marcello” in quella brigata di quattro artisti ed “amici squattrinati” di questa opera ottocentesca “fin de siècle” che è stata rappresentata la prima volta al Teatro Regio di Torino, esattamente 120 anni fa, la sera del primo febbraio 1896, con la direzione del grande Maestro Arturo Toscanini. Solo due giorni di scarto, per puro caso, con la nostra serata del 30 gennaio 2016, per i centovent’anni esatti. In quel tempo ed in quel mese di febbraio 1896, entrava in vigore il decreto che la nostra Cattolica diventava un comune autonomo, dopo la firma, dell’allora Re Umberto, del decreto per la “costi-

Cristiano Olivieri, Laura Palma e Daniele Girometti

tuzione di Cattolica in comune autonomo” firmato a Roma in data 5 dicembre 1895. Quale piacevole sorprendente evoluzione nella storia sociale, civile e tecnica di oggi, ci scopriamo a lavorare il terreno per preparare la strada onde ottenere il contrario di ciò che fecero i nostri avi 120 anni

or sono. Si sta lavorando infatti per raggiungere la fusione di Cattolica con San Giovanni in Marignano, quale unico comune, così com’era nell’ottocento. Ma nel ritornare alla lirica e al nostro Teatro della Regina, occorre menzionare di un plauso oltre al Direttore maestro Massimo Sabbatini, all’orchestra ed a tutti gli artisti che vi hanno preso parte, in particolare il basso, tale maestro Roberto Ripesi che, con un capo canuto e senesco, faceva bella mostra una voce possente ed una capacità scenica e di recitazione

La collettiva “Anima e Corpo del nostro Mare” con Cinzia Bartolini (sassi artistici di Vallugola), Dorigo Vanzolini (illustruzione fotografica), Enzo Gaudenzi (modellini di barche) prorogata fino a domenica 14 febbraio

Anima e Corpo del nostro Mare LA MOSTRA - Inaugurata il 16 gennaio scorso, la mostra collettiva “Anima e Corpo del nostro Mare” è stata prorogata fino a domenica 14 febbraio. Alcune centinaia di visitatori, tra cui tante persone legate al mondo del mare e della pesca, hanno apprezzato i lavori esposti e l'idea complessiva di unire diversi aspetti riconducibile al mare. Cinzia Bartolini espone opere e allestimenti dove la materia artistica sono i sassi della Valugola, i legni spiaggiati, la sabbia e parole di poesia. Dorigo Vanzolini cura la parte dell'illustrazione fotografica del mare, dei modellini delle barche storiche

Una delle foto di Dorigo Vanzolini in esposizione con tutti i nomi anche in dialetto. Enzo Gaudenzi, vecchio marinaio, si cimenta da tempo e con successo in un meticoloso artigianato artistico che riproduce modellini in scala le vecchie barche: trabaccoli, lance e lancioni.

ammirevoli, nei panni del filosofo “Colline”. Bene anche la “Musetta” interpretata dalla mezzosoprano Kelly Mc Clendon e così anche, nella parte di “Schaunard”, Giuseppe Lamicela. Mi preme evidenziare con quanta spontanea duttilità hanno ambientato il periodo “bohémien”, di quella Parigi del 1830, ai tempi nostri dell’oggi con quattro artisti senza un soldo, disoccupati e pieni di sogni, in una casa occupata con un unico letto e una stufa senza legna da ardere, nel freddo inverno. Questa “Bohéme” di Puccini che è una delle opere più rappresentate e replicate, è un dramma in quattro quadri, con l’apoteosi dell’amore nel secondo quadro, che poi, nella malattia, nella miseria e nel freddo si apre alla tragedia nella morte prematura della giovane “Mimì” consumata dalla tisi. Il mal sottile che un tempo mieteva le giovani vite. E’ un’opera la “Bohéme” che si situa in un contesto sociale e civile del tempo di fine ottocento che vuole evidenziare una situazione di incertezza e di disagio, cui la classe media italiana del suo tempo, tendeva a sfuggire alle proprie responsabilità reali. Vagheggiavano residui di remoti affetti assieme al simbolo della fragilità femminile ed alla pietà. Ovviamente i bravi librettisti Giuseppe Giacosa e Luigi Illica hanno sfoderato il meglio del componimento poetico. La musica di Puccini nella “Bohéme”; come osserva il Professor Massimo Mila nella sua opera “Breve storia della musica” edita nel 1946 da Einaudi; esternava una novità che poco somigliava a ciò che fino allora si era generalmente sentito e somigliava invece ad una musica che per allora era ancora di lì a venire. A proposito di date e di ricorrenze, mi piace ricordare che il grande maestro Toscanini, cinquant’anni dopo quel primo febbraio 1896 a Torino, con la prima rappresentazione della “Bohéme” da lui diretta, la rimise in scena a New York nel 1946, quando il mondo ricominciava a riprendersi e rivivere dopo la grande ed immane tragedia della seconda guerra mondiale del 1939-1945.


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Pd. Duello Piva-Gambini tra effetti speciali, dispetti e promesse grossolane

Primarie visioni: l'abbiamo detta grossa

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di Cecco

S. Giovanni M.

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Palazzate

ALLEGRO... MA NON TROPPO

- “Rottamatori” contro “rottamatori”, bande più o meno “armate” che si fronteggiano e si denigrano, bordate pubbliche e veleni in privato, promesse mirabolanti, critiche alla gestione politica di una città ormai obsoleta nella sua immagine e nella sua offerta e marginale nella geopolitica provinciale e regionale... Insomma, una resa dei conti targata Pd. Signori attenti, non parliamo di attacchi di partiti e politici da sempre all'opposizione, ma di esponenti dello stesso partito, da sempre lì, che senza pudore criticano il loro stesso partito, le loro amministrazioni e tutta la cosa “loro” da sempre. Insomma sarebbe, come si dice, come sputare nel piatto dove si è sempre, e si vuole ancora mangiare. Una pantomima. Così senza vergogna, come se questi signori arrivassero freschi freschi dalla luna o da altre esperienze politiche. Non c'ero e se c'ero dormivo. Che fegato! Questi se le suonano e se le cantano in una lotta pubblica ma con interessi tutti interni alla loro ditta-partito. Il pensiero è questo: conquistato il partito è come conquistare la città. L'idea è che partito e città siano sempre la stessa cosa “loro”. Ora la percezione in sintesi che si vive tra i cittadini elettori è questa: qual è il male minore? Badate bene, parlano di male minore-maggiore, non di chi è il più bravo e il più credibile. Ma se dopo tanti decenni di dominio assoluto del potere, si arriva a proporre due “vecchi” politici, uno locale e uno importato, qualche riflessione in quel partito e tra i cittadini andrebbe fatta, ribaltando la domanda sul male peggiore. E se non fosse i Piva e i Gambini di turno il male peggiore, ma un partito ormai senza identità attaccato solo alla logica del potere per il potere che può attrarre solo cortigiani interessati ormai lontani da ogni sentimento ideale? Non bastavano i verdiniani, cosentiniani, cuffariani e znia varia... adesso pure i cinesi... Strutture, infrastrutture, servizi... hanno criticato e promesso di tutto e di più in una logica povera amministrativa senza respiro ideale e di conoscenze di tematiche vitali. Va bene che sono amministrative locali, ma si pensava che un politico vero avesse quella sensibilità e competenza di riuscire a parlare ai propri cittadini legando i i problemi locali con quelli dei tempi in cui viviamo e che il cittadino sente, impotente, sulla testa. Ma qui sono rimasti solo a contare le buche nelle strade. Cattolica non è un mondo a parte, ad esempio, le mafie non guardano ai confini del Tavollo e del Conca, così come le ingiustizie sociali. Alla fine insistendo solo sulle buche nelle strade e marciapiedi scassati, viene da pensare ad una politica mediocre e che i politici che la professano potrebbero essere tacciati (mi si passi la citazione ardita) politici da marciapiede...

Febbraio 2016

di Cecco

Malapolitica - Leggiamo: “24 gennaio, Snaporaz: il Teatro per le famiglie presenta ‘Alì Babà e i 40 ladroni’”. Burdèl, nu fè i pataca! A n'è roba da dè propria adès cu j'è li elezion. Dop al va a fnì che j'eletor i pénsa mèl. Os-cia!... Barricate - Leggiamo: “Commercianti sulle barricate. ‘No alla pista ciclabile in via Fiume’”. Però i risturènt dla via j'ha subte dét che i su tèvle in s'toca. Va pu là!... Lungomare - Leggiamo: “Sindaco Cecchini: “Il lungomare? Costerà dai 3 ai 5 milioni’”. Al vu dì che un s'farà mai. J'ha fat sno un po' ad spetacle? Jezza Maria... Arcobaleno - Leggiamo: “L'Arcobaleno dopo 12 anni svanisce, fine d'avventura politica”. J'avéva fni i culor. Purèt, l'è sempre i miglior ch'is ni va.... Multe - Leggiamo: “I vigili collezionano 12mila multe”. U j'è poch da stimés! Caz!... Pressing - Leggiamo: “Bagnini in pressing sui candidati Pd: ‘Abbiamo bisogno di nuove scogliere’”. Scusé, mé avrìa bsogn da fè la machina nova... Promesse - Leggiamo: “Cibelli: ‘Nuovi lavori per lo stop all'emergenza allagamenti sul lungomare’”. Leo, lasa pérd sli prumèsie, Piva e Gambini ormai it dà du gir. Os-cia!... Loculi cimiteriali - Leggiamo: “Ultima opera del sindaco Cecchini: in arrivo 400 nuovi loculi”. Anche mé a dirìa che più ultma di sé us mor... Arrivano i cinesi - Leggiamo: “Gambini con i cinesi per sviluppare il turismo del golf”. Vést li primèrie dal Pd ad Milèn l'arivarà a vutèl tut i cinés dla zona?...

Gli slogan dei due candidati

Palazzate

di Cecco

PIVA - GAMBINI & PD - Ridiamoci sopra Continuità - Leggiamo: “Pd, Belluzzi scende in campo dalla parte di Corrado Piva”. Al dis che al rapresénta la continuità. Ai créd, l'è tal partid dai témp dla Rivoluziòn Bolscevica (1917)... Compagni (1) - Leggiamo: “Russomanno (Pd) contro Belluzzi (Pd) per la dichiarazione pro Piva (Pd)”. I va propria d'acord tal partid. I s'vo un bén da murì... Compagni (2) - Leggiamo: “Ercolessi (Pd) bacchetta Piva (Pd): ‘Studi meglio il bilancio’”. Ma cus't dis? L'è stè al vost asesor mal Bilènc per un sach ad an... Compagni (3) - Leggiamo: “Ubalducci (Pd) bacchetta Gambini (Pd) sul VGS (opera sostenuta dal Pd)”. Questa l'è una vergogna ad tut al partid, nisùn esclus!... Giovanilismo - Leggiamo: “Piva ai giovani: “Pista da skate per gare mondiali’”. Corrado, smètla da fè al burdèl... Trasparenza - Leggiamo: “Gambini senza segreti. Dopo i redditi pubblica il certificato penale”. Corrado, adès al toca anche ma té... I lunari - Leggiamo: “Franco Tura: ‘Piva e Gambini che fate tanto i criticoni alla giunta Pd, dove eravate in questi anni?’”. Franco, an tal sè? J'èra

sempre tal Pd, ma dla sezion sora la Luna... Marchigiani - Leggiamo: “Gambini corteggia i vicini marchigiani: ‘Un asse con Gradara e Gabicce’”. Dal lato marchigiano gli hanno risposto in dialetto: ‘Co t'ha j'acid? A t'la dam ti dènt l'asse. Lasa gì che ma qua c'è la gènt’... 18 milioni - Leggiamo: “Piva ‘trova’ 18 milioni nel bilancio da spendere per la Regina”. Zdot milion d'euro o d'fusaia? Burdèl, l'ariva al Mago Zurlì... Case - Leggiamo: “Gambini: ‘Casa delle associazioni. Casa per chi ha handicap fisici, sgravi affitti ed equometro’”. Sergio, a capés che per té la chèsa la n'è un prublema, ma nu esagera, sno t'zé té che t'arvènz fora chèsa... Vitalizio - Leggiamo: “Gambini: ‘Farò il sindaco a costo zero. Ho già il vitalizio da parlamentare’”. Cum l'è bon! Purèt, an'è che dop tocarà purtei ogni tènt un panén e una méla per sfamèl?... Pescatori - Leggiamo: “Piva incontra i pescatori: ‘Il prolungamento del molo di Levante è una priorità’”. Corrado, dato che ti séra t'pudéva pruvè anche sla multiplicaziòn di pès... Il film - Leggiamo: “Piva

fa il censimento delle buche, Gambini prepara le telecamere”. Insèn i pudrìa fè un bèl film: ‘Io amo Cattolica ma i cattolichini sono incazzati neri’... Fotografia - Leggiamo: “La proposta dei giovani con Gambini: due fotografie per cambiare la città”. I s'acunténta ad poch sti ragaz... Duello - Leggiamo: “PivaGambini, duello sul lungomare”. Burdèl, come èrma a prupong al curtlac dal mac-lèr. Isé ac divirtìn ad più... Buchi neri - Leggiamo: “Gambini: ‘Nei primi cento giorni una delibera per chiudere i buchi neri della città’”. Ech, l'è arvat al bravòn da Rémne. Al fa anche l'astrologo... Consensi - Leggiamo: “Del Corso (Pdl): ‘Abolizione dell'addizionale Irpef, bravo Piva’”. Corrado, cunténua isé: chèva li tas e aumenta li spésie... tè voja i cunséns che t'trov... Il simbolo - Leggiamo: “Gambini: ‘Mai pensato di rinunciare al simbolo del Pd’”. Miga a so pataca, senza ad quèl roba che adès al distìn um vléva a magnè ma la Caritas... Tarallucci & vino - Leggiamo: “Gambini e Piva pronti a darsi una mano. Dopo le primarie il perdente aiuterà comunque il vincitore”. Caz, i lavora per la stèsa détta...

Piva - “... dal mare a via Luciona, dal Tavollo al Conca...”. Quasi come il Manzoni tla poesia ‘Il Cinque Maggio’: ‘Dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno; scoppiò da Scilla al Tanai, dall’uno all’altro mar’. Corrado, Manzoni al parlèva ad Napoleone Bonaparte... Nu monte la testa, dai!... Piva - “Sono cattolichino”. Dis isé perché ut fa comde dì che Gambini l'è un ‘furis-ciér’ tra Rémne e Roma... Piva - “Il mio ufficio è la strada, la mia scrivania è tra i cittadini”. Corrado, però a caghè t'vè ma chèsa tua!... Piva - “Camminiamo assieme ... e facciamo rifiorire la nostra Regina”. Corrado, an savéva che oltre al geometra t'fèva anche al giardiniér... Gambini - “Cambia pagina”. Sergio, l'è tut la vita (63 an) che t'zé drenta cal libre dla pulética. Più che cambiè pagina sarìa mei a butè via cal libre che al puza ad mufa... Gambini - “Il Comune sarà una casa di vetro...”. E dop chi pèga quij dli pulizie?... Gambini - “Cattolica è la città che ho scelto... Il suo futuro è anche il mio futuro”. Scusa Sergio, ma u t'la ordinè al dutor?... Gambini - “Conosci Sergio” - Contatta Sergio” - Incontra Sergio”. Scusa Sergio, t'mi paréva un ragaz série... Isé um pér da leg j'anunc ad cli dunacie...

L'arbitro - I seguaci di Piva lamentano la scarsa equidistanza del segretario del Pd Montanari. Lo accusano di essere un evidente sostenitore di Gambini. Tanto che lo hanno soprannominato ‘Arbitro Moreno’. Esagerati?... - (AVVISO per Montanari: i partecipanti alle primarie del 2011, Cecchini-Bondi, sono stati 1.780 e non 1.200)...

Da sinistra: l'arbitro equadoriano Byron Moreno (Mondiali di Calcio 2002) travestito da segretario del Pd di Cattolica Alessandro Montanari, accanto a Sergio Gambini



CATTOLICA

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“Il primo obiettivo è sicuramente quello di fare venire a scuola i bambini con serenità, in un ambiente che devono considerare la seconda casa e la seconda famiglia” LA MOSTRA

Talevi, fotogrammi 2003-2015

Filippini, una scuola con l'anima Progetti volti a sensibilizzare alla cura della salute e della prevenzione, all’educazione alla legalità, contro il bullismo e la corruzione, alla gioia genuina della tradizione con il concerto di Natale e la festa di fine anno” GIOVANI

La cartolina della mostra - Il 6 febbraio nella Galleria Comunale Santa Croce si è inaugurata la mostra Fotogrammi 2003-2015 di Paolo Talevi, dove sono ospitate anche le sculture dell’artista Sandro Rivelli ed i testi dello storico dell’arte Claudio Cesarini, a cura di Marcello Sparaventi presidente di Centrale Fotografia. Per l’occasione è stata esposta la serie completa “Fotogrammi 2003-2015” del fotografo Paolo Talevi (Fano, 1947), iniziata nel 2003 con la pubblicazione a cadenza mensile di una piccola stampa fotografica montata su cartoncino, a tiratura limitata e numerata. Le fotografie così realizza-

te, nel tempo hanno acquisito una impronta autobiografica, per far parte della raccolta “Fotogrammi”, ormai giunta alla settima edizione. Al pubblico romagnolo, verranno presentate anche delle sorprendenti sculture lignee dell’artista Sandro Rivelli (Fano 1949), allievo del maestro Pericle Fazzini e con una formazione artistica all’Accademia di Belle Arti di Roma. La mostra resterà aperta fino al 28 febbraio. Orario di apertura: venerdì, sabato, domenica dalle 16 alle 19. Info su: www.cattolica.net tel. 0541.966603 www.centralefotografia.com

- Una scuola che sa rinnovarsi la Scuola Media Emilio Filippini. In un momento storico in cui i valori umani sembrano vacillare, mentre l’orizzonte sociale appare sempre più mutevole, la Filippini si mostra sempre più attenta e aperta alle esigenze dei suoi ragazzi. In ballo è il futuro educativo oltre che didattico dei giovanissimi, per questo gli Insegnanti della scuola media hanno condiviso una programmazione che si arricchisce di progetti volti a sensibilizzare alla cura della salute e della prevenzione, all’educazione alla legalità contro il bullismo e la corruzione, alla gioia genuina della tradizione con il concerto di Natale e la festa di fine anno, in un percorso di continuità che segue ed accompagna con cura il bambino dalla scuola

Laboratorio innovativo di lingue. Le lingue stanno diventando un ambito d’eccellenza alla Filippini, con la proposta didattica di un potenziamento in inglese e il doppiaggio di un cartone animato in spagnolo dell’infanzia alla primaria, alla secondaria di primo grado, ed infine crea un ponte con le scuole superiori, attraverso un prezioso e trasversale progetto di Orientamento e di Specchio sulla propria identità. “Una scuola con l’anima – dice la professoressa Simona Denicolò, vicepreside –. Noi insegnanti ci adoperiamo per realizzare una scuola in cui l’alunno si senta accolto e curato, in cui l’apprendimento si svolga non solo sui banchi, ma anche attraverso esperienze vive, sperimentando metodologie innovative che tengano conto delle risorse varie del territorio e attraverso il rapporto diretto con le Istituzioni” .

La Scuola va incontro alle famiglie, grazie alla disponibilità della preside Filomena Liberti, che ha già conquistato tanti genitori con la sua umanità, l’attenzione premurosa verso il singolo alunno e la determinazione a fare della scuola Filippini un ambiente educativo di eccellenza. - Prof.ssa Liberti, quali sono gli obiettivi che si pongono con la vostra nuova Dirigenza? “Il primo obiettivo è sicuramente quello di fare venire a scuola i bambini con serenità, in un ambiente che devono considerare la seconda casa e la seconda famiglia. Come dice Daniel Pennac, il periodo dell’adolescenza e della

frequenza scolastica deve essere ricordato con gioia e non come un incubo da dimenticare. Il secondo obiettivo è non solo quello di formare alunni da un punto di vista culturale, ma anche di tendere ad una formazione completa della persona umana in grado di esercitare pienamente il suo diritto di cittadinanza. Forse può sembrare utopistico il mio pensiero in un mondo dove i valori e la passione per il lavoro vengono sempre più sostituiti dall’importanza della remunerazione economica. Tuttavia un dirigente deve avere una vision di lungo raggio, e avere una vision significa anche ‘saper sognare‘”.



CATTOLICA

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12 anni di battaglie. Sofferta e coraggiosa scelta: autoscioglimento

C'era un Arcobaleno in città... SOCIETA' CIVILE - POLITICA - PARTITOCRAZIA

L'ARCOBALENO DI CATTOLICA DOPO 12 ANNI ABBANDONA QUESTO “TEATRINO” DELLA POLITICA Domenica 17 gennaio 2016 si è riunita l'assemblea dell'Arcobaleno di Cattolica per decidere il futuro del movimento-lista civica. Dopo un pacato e approfondito confronto si è votato unanimamente per l'autoscioglimento. I presenti (20 arcobalenisti) hanno così deciso di interrompere una esperienza collettiva politica e umana di grande spessore. L'assemblea ha deciso comunque di mantenere in attività l'Associazione Culturale Arcobaleno, pronta a promuovere altre iniziative a Cattolica. La storica e più longeva lista civica-movimento del territorio, lascia così il campo dell'agone politico cittadino. E' una scelta controtendenza, proprio alla vigilia di una competizione elettorale dove da più parti si assiste allo sgomitamento, al posizionamento di interessi più o meno personali, narcisismi e cazzeggi vari. L'Arcobaleno, pur essendo potenzialmente e numericamente ancora un interlocutore credibile e serio, abbandona questo “teatrino della politica”, sia per la propria stanchezza fisiologica dopo 12 anni di battaglie in prima fila, sia per la povertà che esprime la politica locale (e nazionale). La storia dell'Arcobaleno vede i primi incontri nel lontano novembre 2003, quando un gruppo di persone comincia ad aggregare altri cittadini di varie esperienze e sensibilità (laici, cattolici, sinistra, ambientalisti...), comunque cittadini senza tessera di partito, indignati e volenterosi di fare qualcosa per la propria città. A conti fatti sono oltre 12 anni d'impegno molto intenso, che alla lunga hanno pesato sulle spalle di un soggetto politico fatto di persone slegate da intruppamenti e simboli partitici nazionali. E' stato un lungo laboratorio politico collettivo, sociale e culturale aperto e aggregante: la “Coalizione Arcobaleno”, il “Nuovo centrosinistra”, il “Centrosinistra che unisce”, il “Centrosinistra unito”. Nel 2004 attorno alla lista civica “Cattolica per la Pace” nasce l'aggregazione Coalizione Arcobaleno che nelle comunali candida il professore universitario Alessandro Bondi ottenendo circa il 24% dei voti e 3 consiglieri. Per un pugno di voti (132) non riesce ad andare al ballottaggio. Sicuramente la storia del governo cittadino, se capita in tempo, poteva cambiare già nel 2004. Da quel momento per circa 10 anni è stato un susseguirsi quasi frenetico di iniziative politiche, sociali e culturali sempre molto partecipate. Cultura della pace, difesa dell'ambiente, cultura della legalità, contro le mafie... cercando sempre di unire la dimensione locale delle problematiche con quelle nazionali. Un'opposizione, dentro e fuori le istituzioni, esemplare: de-

cisa e dialogante, radicale e competente, idealista ma mai ideologica, laica e rispettosa. Nel 2009 la Coalizione Arcobaleno ripresenta Bondi e ottiene circa il 20% dei voti e 2 consiglieri. La musica in città e nel Consiglio comunale non cambia. Ancora tante iniziative sempre cercando la massima partecipazione dei cittadini. Ma continua anche la cecità politica, l'ostruzionismo e l'arroganza da parte di un partito e di una classe dirigente da sempre al potere a Cattolica. Sono sempre quelli che, sordi alle proteste, hanno voluto quella devastante opera che è il V.G.S. (zona Macanno). Nel 2011 l'Arcobaleno e i suoi alleati sfidano nelle primarie del centrosinistra il candidato a sindaco del Pd. Il controllo di questo partito in alcuni quartieri è ancora forte. Bondi, pur sconfitto, ottiene il 40% dei consensi. Ma la novità è che il programma viene condiviso da tutto il centrosinistra unito che vince le elezioni (decisivo l'Arcobaleno!). L'impegno comune è di caratterizzare l'attività amministrativa nella massima trasparenza e partecipazione, a partire dal Bilancio partecipativo. La cosa funziona per circa 18 mesi. Poi iniziano le frizioni, i giochi e giochetti... insomma la lealtà degli uomini del Pd viene a meno, fino alla decisione di estromettere (con argomenti pretestuosi e umilianti) il vicesindaco Bondi e di conseguenza tutto l'Arcobaleno. La spinta politica va avanti col consigliere dell'Arcobaleno passato subito all'opposizione e con le iniziative in città. Ma dalla fine del 2014 la delusione svuota gran parte del senso del progetto inizia-

L'ARCOBALENO AFFRONTA LA LOTTA ALLE MAFIE CON GRANDI PROTAGONISTI

Da sinistra: Enzo Ciconte (esperto mafie), Alessandro Bondi, Piergiorgio Morosini-magistrato (Hotel Kursaal 23-10-2005)

Da sinistra: Enzo Cecchini, fra Benito Fusco, Marco Travaglio (Piazzetta della Gina 14-6-2005)

Da sinistra: Massimo Russo (magistrato), Alessandro Bondi, Piergiorgio Morosini (Hotel Kursaal 9-7-2005)

le. Come a dire: cari cittadini, le abbiamo provate tutte, se ci siete battete un colpo. Ovviamente era una richiesta di aiuto per rivitalizzare quelle persone che da oltre un decennio si erano spese senza risparmio. Ma, anche per nostra responsabilità, questo aiuto non è arrivato. La rassegnazione e la sfiducia diffusa tra i cittadini stanchi del teatrino della politica nazionale e locale, hanno inesorabilmente coinvolto anche noi. Per le elezioni 2016 abbiamo cercato di ripartire, ma negli incontri con alcune forze politiche e candidati che si fronteggeranno nelle comunali, abbiano solo ascol-

tato e visto atteggiamenti autoreferenziali che in pratica chiedevano solo strumentalmente il “sangue” dell'Arcobaleno per la loro corsa elettorale. Noi sempre aperti al dialogo con tutti e sostanzialmente schivi a giochi di potere e poltrone, non ci siamo adattati a scendere a questi livelli. Ci siamo guardati in faccia con franchezza e accertata l'indisponibilità del prof. Bondi a qualsiasi ricandidatura, abbiamo voluto prendere una decisione coraggiosa, seria e intellettualmente onesta verso noi stessi e soprattutto verso i cittadini. Non eravamo e non siamo le persone dell'inganno

Marco Travaglio (Hotel Kursaal 12-3-2008)

e della menzogna politica. Avremmo potuto vivacchiare e narcisisticamente restare a pieno titolo nello "spettacolo" politico elettorale. Ma abbiamo sempre creduto che la politica fosse una cosa seria perché incide sulla vita dei cittadini. Per questo, verificando che nostra spinta propulsiva era sostanzialmente esaurita (almeno rispetto all'ambizioso progetto iniziale), abbiamo preso questa amara decisione. L'Arcobaleno di Cattolica come soggetto politico, dopo oltre 12 anni di iniziative e battaglie importanti a Cattolica, si scioglie e si fa da parte. Questo gesto, che noi riteniamo dignitoso e responsabile, forse per qualcuno risulterà incomprensibile. Ce ne dispiace. Altri invece (i partiti), si sfregheranno le mani perché vedranno un concorrente in meno e qualche potenziale voto in più da carpire. Una visione della politica, questa, capace solo di accentuare il distacco dei cittadini dai partiti, logorando non solo la loro rappresentatività (ridotta ai minimi termini), ma anche verso le istituzioni democratiche. E' un

brutto segnale quando un soggetto politico impegnato della società civile si scioglie. Sul piano politico qualcuno potrà chiamarla sconfitta, forse sì, ma sul piano personale c'è la consapevolezza e l'orgoglio in ognuno di noi di avere dato tanto, pur tra tanti errori, ma anche di avere ottenuto delle conquiste per la nostra comunità. Tra le tante: avere salvato la Piazzetta del Tramonto al porto da sicura cementificazione e avere evitato la vendita delle farmacie comunali... Come ultimo gesto propositivo vogliamo rilanciare alla politica, ma soprattutto ai cittadini le parole d'ordine che ci hanno caratterizzato e guidato sin dal primo giorno: sostegno alla PARTECIPAZIONE, TRASPARENZA effettiva, LEGALITA', SOLIDARIETA' civile, GIUSTIZIA SOCIALE, SVILUPPO ECO-SOSTENIBILE, CULTURA, difesa dei BENI COMUNI... Crediamo che siano le risposte e il percorso migliore e necessario per aiutare questo nostro disgraziato Paese e la nostra città. Ringraziamo di cuore tutti i consiglieri comunali della Coalizione Arcobaleno che si sono succeduti in questi anni (Valeria Antonioli, Marino Ercoles, Enrico Del Prete, Alessandro Bondi), le centinaia di simpatizzanti che hanno partecipato con passione alle nostre battaglie e iniziative, le forze politiche, comitati e associazioni che hanno condiviso il nostro percorso e, in particolare, le migliaia di persone che con il loro voto e la loro presenza attiva ci hanno fatto sognare e sperare in un vero cambiamento possibile. Non è bastato. La bandiera dell'Arcobaleno viene tristemente ammainata con rassegnata indignazione. Da oggi ognuno degli arcobalenisti è libero di prendere le scelte che pensa più giuste, ma solo a titolo personale. All'indomani dello splendido successo del 2004 (24% dei voti) uscimmo con un manifesto che titolava: “L'Arcobaleno ai cittadini: Grazie... ma non perdiamoci di vista”. Abbiamo cercato di farlo con passione e serietà per 12 anni. Il soggetto politico muore, ma lo spirito dell'Arcobaleno resta ancora vivo. Ancora grazie a tutti. L'assemblea dell'Arcobaleno di Cattolica


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Con la cultura si sviluppa l'economia del territorio come dimostrato già altrove

FOCUS Silvia Vico

di Silvia Vico - Qualche mese fa, proprio su queste pagine, si è “lanciato un sasso”: ci si augurava la possibilità di realizzare un “museo aperto” per Cattolica (e perché no, per il territorio che la circonda)...coinvolgendo il nostro patrimonio culturale ed economico (per esempio il mondo della moda); con piacere abbiamo visto l’argomento percepito e ridiscusso da personaggi che lo hanno fatto con cognizione di causa; chi meglio di un professore, un critico ed uno studente d’arte della principale scuola del settore sul territorio nazionale?? Potremmo oggi portare altri

Con la nuova legge, la Casa cantoniera potrebbe essere lo spazio nel quale concretizzare idee e progetti

to”: sarebbe di fatto una gestione partecipata da tutta la collettività. (altro esempio? la tassa di soggiorno ..) Mi sembra chiaro quindi che le premesse, anche in senso pratico di reale possibilità di realizzazione ci siano. Ma quello che ci preme, per ora, è trovare un interlocutore (o più di uno) che condivida con noi questa idea, e che in questa idea ci creda. Senza farci abbattere dagli ormai noiosi discorsi sulla crisi... quello che ci contraddistingue, come italiani e come romagnoli in particolare, e che crea il nostro valore, è la forza della nostra creatività. Questa capacità di produrre idee e visioni e di tradurle in realtà ori-

Cattolica e Valconca, un museo aperto contributi: - potremmo dire che esistono incentivi statali per lo sviluppo di progetti di carattere culturale (art bonus) che attraverso cospicue detrazioni fiscali su erogazioni volontarie (fino al 65%) mirano a trasformare privati ed aziende in “generous donors”: quel genere di “benefattore” che va tanto in America che contribuisce o concorre al mantenimento delle istituzioni culturali, una sorta di moderno mecenatismo; si tratta quindi di uno strumento importante per favorire una partnership pubblicoprivata che mira al recupero dei beni artistici da mettere a valore. - che gli investimenti nel settore dell’urbanistica legati alla cultura hanno già dimostrato (in altri

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territori) la loro valenza economica generando ampie ricadute nei settori del turismo e del commercio; - Potremmo accennare al fatto che diverrà presto operativo un progetto a livello nazionale che coinvolge il recupero delle ex case cantoniere per finalità di pubblica utilità. Il progetto ha avuto l’ok del ministero delle Infrastrutture ed è in fase avanzata: si sta p r o c e dendo allo studio di fattibilità economica ed è stato già avviato il monitoraggio delle c a s e cantoniere che potrebbero essere dismesse e riconvertite. Queste “case rosse” potrebbero diventare elementi fondamentali nel nostro territorio attraverso una riconversione a nuovi fini sociali

culturali. - E oltre a queste, sul nostro territorio potremmo facilmente individuare più di uno spazio adeguato, riconvertendo strutture esistenti che fanno esse stesse parte del nostro retaggio socio-culturale: un paio di esempi? l’area dell’ex colonia di monte Vici e la ex fabbrica Gerani lungo la via Romagna - Un ultimo appunto attiene l’argomento economico: esiste la possibilità di dirottare contributi che tutti noi versiamo e finalizzarli al finanziamento di opere di interesse collettivo, come il 5 per mille, con il quale creare una sorta di accantonamento annuale da utilizzare come base per la realizzazione o la gestione di questo “museo aper-

ginali è ciò che determina l’eccellenza del nostro sistema culturale; tale eccellenza va protetta, conservata e resa fruibile a tutti nel tempo e nello spazio, ed in questa ottica le azioni del conservare e del diffondere non sono meno importanti del creare stesso. Vorrei anche aggiungere una riflessione : qualcuno potrebbe pensare che un museo sia un modo di proporre la nostra società un po’ di vecchio stampo: si dovrebbe forse considerare questo punto di vista: cosa c’è di più moderno della condivisione (share it!)? E quale condivisione può essere più profonda di quella che in un colpo solo lega pensieri, conoscenze, opere e spazio?? *Architetto in Cattolica

Via Verdi 2 - Tel. 0541.960772 LA STORIA

Morganti, il ‘Giusto’ Da sinistra: Piero Cecchini, B r u n a Morganti,Anna Sanchi, Maurizio Castelvetro

- Pubblichiamo l'intervento di Bruna Morganti tenuto il 27 gennaio scorso in occasione della cerimonia celebrativa della Giornata della Memoria. “Ringrazio le autorità di Cattolica per avermi invitata anche quest'anno a onorare la memoria di mio padre Guido Morganti, il sarto di Cattolica che diede un esempio di generosità, eroismo e sprezzo del pericolo in un tristissimo periodo storico della nostra vita. Io sono la figlia Bruna, che nella sede del palazzo comunale di Cattolica ho avuto l'onore di ricevere la medaglia al valore e una pergamena, in ricordo dell'azione compiuta da mio padre salvando 13 vite umane. Si trattava delle famiglie ebraiche Finzi di Rimini che egli aiutò a salvarsi dalle persecuzioni naziste nei confronti degli ebrei. Nel 2008 gli è stata intitolata una via nel territorio comunale, e nel marzo del 2015 a Rimini, nel

Giardino dei Giusti, alla presenza del sindaco di Cattolica Piero Cecchini, delle autorità riminesi, del rabbino e del dott. Finzi (uno dei superstiti e le forze dell'ordine, è stata deposta una targa a ricordo perenne. Lo Stato d'Israele ha attribuito a mio padre il titolo di Giusto tra le nazioni, il suo nome si trova inciso a Gerusalemme insieme con quello di chi, come lui, ha messo a rischio la propria vita per salavre gli ebrei perseguitati. Io sono grata per tutte queste onorificenze che mi rendono sempre più orgogliosa della persona di mio padre, un uomo semplici ma tanto ricco di cuore; e mi rivolgo a voi giovani: siate comprensivi e generosi e non dimenticate questo esempio di vita vissuta, che ha portato alla luce il nome di Guido Morganti, il modesto sarto di Cattolica, che certamente non pensava che quel suo gesto avrebbe portato tanto onore al suo nome. Bruna Morganti

Giuliano Piccioni porta la solidarietà

Rotary, colletta alimentare - Agli inizi di dicembre, i rotariani del club Riccione Cattolica, coordinati dal presidente Giuliano Piccioni, anch’ egli impegnato personalmente ”sul campo”, si sono adoperati ad organizzare la raccolta della colletta alimentare a favore dei piu’ bisognosi. In considerazione di ciò anche il comitato delle signore ha indirizzato tutto lo sforzo per dare un aiuto tangibile ai meno fortunati. Sono stati indirizzati alla raccolta: il ricavato della tombola del 13 dicembre, il ricavato della lotteria della cena degli auguri, il contributo Natalizio individuale che da

qualche anno come rotariani del Riccione Cattolica mettiamo a disposizione, il ricavato dell’ attivita’ del ricamo, il contributo fornito dai giovani del Rotaract (anche loro si erano attivati verso questo tipo di iniziativa). Sono stati utilizzati per garantire 2000 buoni pasto per le festivita’ natalizie e per i periodi successivi. Sono stati consegnati alle Caritas delle parrocchie San Benedetto d’Europa di don Biagio a Cattolica, di don Marzio a Misano Adriatico e di Don Giorgio a Riccione. “Grazie all’aiuto ricevuto dai preziosi Soci Riccardo Angelini e

Renzo Guidi . dice Giuliano Piccioni, il presidente - siamo riusciti a realizzare una cosa che mi stava tanto a cuore da tanto tempo. Abbiamo portato una stretta di mano, una carezza, un augurio ed un panettone agli ospiti delle case di riposo Pullè, Quick e Primavera di Riccione e alle Case di riposo La Quiete e Giuseppina Galli a Cattolica, per un totale di 220 panettoni che speriamo abbiano regalato un sorriso di buon Natale a queste persone. Mi auguro di trovare altri amici disponibili per promuovere e magari potenziare una iniziativa analoga anche il prossimo anno”.



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Seconda e ultima parte. La storia dei PalotaClementoni. Storie contadine e non solo... AMARCORD di Savio Bianchini - Dopo avervi detto nel precedente racconto di Luigi e Annunziata, ora mi sento obbligato a parlarvi delle loro due figlie, Filotea ed Eugenia Clementoni, ma per tutti erano la “Tina e l’Eugenia d’Palota”. Erano due belle ragazze poco più che ventenni e il caso o il destino volle, come me, che nacquero in campagna. Era l’anno 1945, la guerra l’avevamo alle spalle; io lavoravo come vivaista e conoscevo tutti i ferri del mestiere, come la zappa, il badile, la vanga, ecc. e avevo 4-5 anni in meno di loro. Le sorelle Clementoni non le ho mai viste con in mano degli attrezzi agricoli. Sapevo che erano legate alla moda femminile, al cucito, per qualche anno lavorarono al piano superiore di quella casa, ma ben presto si fecero un bel nome, tanto che le loro “lavoranti” erano una decina: tre venivano da San Giovanni e tra quelle di Cattolica due erano le mie sorelle. Ad un certo punto si resero conto che la moda e l’agricoltura non stavano bene insieme, così senza badare a spese si trasferirono in via Corridoni, al centro del paese. Fu così che in quel casermone rimasero i genitori ed il loro cane. Quasi tutti i giorni vedevo il padre “Gigin” passare davanti a casa mia col fazzoletto al collo e in spalla quel fucile. Questo succedeva a marzo e in aprile, per la caccia all’allodola (la primaverile). Ormai era arrivato ad una certa età e non amava tanto camminare, così nel bosco dove trovava un varco dava l’ordine al suo cane: “Tell, valli a cercare!”. Una volta trovate le allodole anche “Tell” lo sapeva, succedeva un po’ di confusione, “Tell” dietro e “Gigìn”

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Palota e il maschio in casa... Cattolica, Chiesa di San Pio V (aprile 1942). A sinistra il matrimonio di Filotea Clementoni e Serafino Del Prete. A destra: Matrimonio di Eugenia Clementoni e Enrico Del Prete

entrava in azione. Ma anche io collaboravo perché in quella zona dove oggi c’è via Mammole prima di arrivare alla scuola c’era un grosso pero, isolato dalle case, una zona amata dallo storno e per questo “Gigìn” mi chiedeva di chiamarlo quando gli uccelli erano a terra a cercare da mangiare. Dei giorni andavo due e anche tre volte, lui mi chiamava il “Turco” essendo io scuro di pelle e chiamava mio fratello Lino “il Radicchio”, in quanto alto e sottile. Stavamo bene insieme. C’ erano tanti frutti, soprattutto mandorli, “Palota” era la nostra “oasi”, finivamo a settembre con le nespole iniziando con le prime mele che maturavano a maggio. Gigìn ci conosceva bene, lo sapeva quanto eravamo audaci e quando andava a raccogliere i suoi frut-

ti che prima c’erano e poi mancavano, più volte esclamava: sono arrivati prima quei rapaci! Con quel soprannome ci aveva battezzato, conosceva le nostre bravate. Una sera abbiamo portato via le nespole sulla stessa pianta dove dormivano le sue galline. Era una sera buia e in quell’orario i ladri veri avrebbero fatto il contrario. Mai ci ha sgridati, sempre gentile con noi “Gigìn” il mio vicino, ora che ci penso, poteva essere così con noi maschi perché avendo solo femmine sentiva la mancanza di un bambino. Non volendo sembrare maschilista, adesso vi spiego la motivazione di questa mia affermazione. La storia incominciò circa cento anni fa quando gli fu lasciata una grossa eredità. In quei tempi infatti c’era gente che ci teneva ai cognomi, per l’eredità ci doveva

essere un maschio, un Clementoni. Mentre in quella casa di pietra a Luigi e Annunziata nacquero due stupende femmine, un suo parente prese un figlio maschio in adozione, con tanta fretta, cercando di sfruttare l’occasione; era partito in quarta scrivendo Clementoni sulla carta. A questo punto Tina e Eugenia, le Clementoni vere, hanno visto portarsi via il proprio podere. Durò molto il parlare della gente, perché quel ragazzo, si diceva, che Clementoni non lo fosse per niente. La casa “Palota” era frequentata anche dai fratelli e sorelle Giulianelli: Maria aveva più o meno l’età di Tina così si dava da fare affinché le “Palota” imparassero a ballare. L’orchestra era formata da Mario Giulianelli e Giuseppe Pritelli, uno all’organino ed uno al clarino.

CULTURA - Presentazione di libri con l'autore - “Un autore con tè”. Rassegna di chiacchiere con l’autore davanti ad una tazza di tè. Organizza la Libreria Sogni e Bisogni di Gabicce Mare. Domenica 14 febbraio ore 17 Elisabetta Bucciarelli, La resistenza del maschio, NN edizioni. L’uomo, architetto di successo è felicemente sposato ma non vuole figli. Una sera assiste ad un incidente in cui è coinvolta una donna che diventa la sua ossessione. “Aveva fatto in tempo a guardare, vedere, rallentare, inchiodare. Misura perfetta. L’unica variabile era dentro la macchina. E’ una donna”. Nello stesso tempo, tre donne si incontrano in uno studio medico e iniziano a parlare dei loro uomini, che si negano, che non si concedono. La storia parte da un vizio o da una virtù e arriva nel punto in cui la narrazione la conduce. Milanese, è scrittrice e sceneggiatrice, collabora con testate di cinema, arte e psicologia. Tra i suoi romanzi: Io ti perdono (Kowalski, 2009) e Io ti voglio credere (Kowalski, premio Scerbanenco 2010 per il miglior noir italiano), Corpi di scarto (VerdeNero Edi-

CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334

Un autore con tè Nello SPAZIO.Z di Radio Talpa alle ore 17. Incontri trasmessi in diretta su www.radiotalpa.it

Elisabetta Bucciarelli

Grazia Verasani

zioni A m biente, 2011), L’etica del parGiampaolo Simi cheggio abusivo (Feltrinelli, 2013), Dritto al cuore (edizioni E/O, 2013). Ha pubblicato anche i saggi: Le professioni della scrittura (Il Sole 24 Ore, 2001) e Scrivo dunque sono (Ponte alle Grazie, 2014). Domenica 6 marzo ore 17

Grazia Verasani, Senza ragione apparente, Feltrinelli editore. Torna un nuovo caso per l’investigatrice Giorgia Cantini, conosciuta anche grazie al cinema, per il film omonimo di Salvatores tratto da Quo vadis, baby? E una serie TV. In una umida Bologna autunnale il suicidio di un diciassettenne che senza ragione apparente si è tolto la vita è il rompicapo dell’ispettrice che si deve muovere con disagio in un mondo sempre più in crisi.

L’autrice. Bolognese, è scrittrice, autrice teatrale e cantautrice. Ha pubblicato numerosi romanzi, tra gli ultimi Tutto il freddo che ho preso (Feltrinelli, 2008) e Mare d’inverno (Giunti, 2014). Domenica 13 marzo ore 17 Giampaolo Simi, Cosa resta di noi, Sellerio editore. In una coppia con tutte le carte in regola per essere felice, si insinua fino ad esplodere il “lutto al contrario”, rappresentato dalla incapacità di avere un figlio. Il Narratore, che è il marito, Edo, segue il disfacimento nel matrimonio durante l’inverno letargico della Versilia, ma la fugace conoscenza di una donna che sparisce, sovverte ogni sistema di normalità e i personaggi sono costretti ad affrontare la crisi taciuta. L’autore. Di Viareggio, è scrittore, sceneggiatore e giornalista. Con Cosa resta di noi ha recentemente vinto a Courmayeur, il più prestigioso riconoscimento per un noir italiano, il premio Scerbanenco 2015. Tra i suoi libri Il corpo dell’inglese (Einaudi, 2004), Rosa elettrica (Einaudi 2007), La notte alle mie spalle (edizioni E/O, 2012).

Nella foto grande, assieme agli sposi, Ebe Bianchini, figlia del marmista Dino Bianchini, la quindicenne era una cliente della sartoria ed anche la mascotte ed era un simbolo del legame tra le famiglie Bianchini (Pus-cion) e Clementoni (Palota). 68 anni sono passati da quel matrimonio, tanto tempo, e quando i nipoti di Annunziata e Luigi mi hanno dato quella foto mi sono sentito molto contento, vedo quella bambina come un seme portato al posto giusto dal vento.

La prima festa organizzata da gente del posto legata all’agricoltura, non adatta per le note Clementoni, però da tutti raccontata, fece la sua figura, ma l’allegria durò poco a causa di ciò che successe l’anno dopo. Senza fare tanti nomi vi dico che fu organizzata una festa dai ragazzi del paese che erano più di noi di campagna adatti alle sorelle Clementoni. Quella volta le feste erano pubbliche e tutti potevano entrare per un ballo o due, bere qualcosa e poi andare via. Questi ragazzi del centro di Cattolica, affinché nessuno li disturbasse, erano stati in caserma e avevano preso il permesso dal maresciallo, per fare di quell’adunata una festa tutta privata. La cosa è andata storta quando gli amici della festa dell'anno prima, andarono e bussarono a quella porta; li rifiutarono, questi persero il controllo e volevano guastare la festa. Si arrabbiarono molto e fecero i più grossi dispetti: “prima i a butt la nafta nira drenta te pozz ad Palota, e pu i vleva to la curenta, lasei t’è boj, ma i a fat tènta confusion che te scur invece ad tajé i fil ad Palota

i a tajè i fil ad nun Pus-cion”. Il tempo passa e dopo i dispetti per il ballo anche la guerra del 1944 lascia il segno dai “Palota” con quella grossa buca a pochi metri dal porcile del maiale. La bella sorpresa è invece dentro casa perché è arrivato Serafino Del Prete, romano e fidanzato di Tina. Molto soddisfatta anche la mamma Annunziata che un giorno sento dialogare con le sue amiche: una di loro, Caterina, le fa presente che Tina è molto dimagrita e lei gli risponde: “guardate che saracca, che pezzo d’uomo ha per le mani... è proprio un grande amore!”. Serafino era bravo a fare tante cose e ha aiutato tante persone. Qualche anno dopo anche Eugenia si fidanza con Enrico, fratello di Serafino. Con quei due romani in casa si vedono tante facce nuove in giro ed Enrico è generoso come il fratello; aiutò molto i Pritelli e i Fabbri, tanto che riuscì a portare l’acqua “mal Ghèt ad Silvestre”, mettendo una fontana a pochi passi. Con l’andar del tempo, non so come chiamarlo se caso o destino, le sorelle Clementoni lasciano il loro lavoro, la loro casa, il loro contadino. Anche Annunziata come tanti di noi è rimasta male, le sorelle avevano fatto quella scelta di andare a vivere a Roma, nella capitale. Oggi con l’amico Delio Simonetti, di Palota l’imbianchino, abbiam fatto una chiacchierata e mi ha raccontato molto sugli ultimi anni di Annunziata. La sua camera doveva essere imbiancata ma lei, ferma e decisa nel suo letto, gli diceva: “Da qui non mi muovo neanche se cade il tetto”. Tante cose succedono sotto questo cielo ma questa sembrò davvero strana... Tanto lei era decisa che alla fine, mentre imbiancava, Delio e la figlia di lei, l’hanno lasciata lì coprendola con un telo. Col tempo poi venni a sapere le ragioni vere. C’era un mattone mobile sotto il piede di quel letto, e lì Annunziata nascondeva il suo tesoretto. Oggi dopo quello che è successo ad alcune banche italiane ma non solo, tutto questo mi fa pensare a quello che diceva l’amico Quinto Dina, per tutti “Bilon”: “ Mé an mi fid dla benca, i sold ai met sot un madon”. (FINE)


Piva



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Amarcord

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di Dorigo Vanzolini

Cattolica, 1963. Da sinistra, alla guida dell'auto, Franco Clementi (proprietario del Dancing Esedra), Walter Pettinari (seminascosto), Angelo Lorenzi. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

TEATRO DELLA REGINA

Programma di febbraio

- Il 31 ottobre per Aperitivo letterario/9, Marcello Fois ha presentato Luce perfetta, il terzo libro della trilogia iniziata con Stirpe e proseguita con Nel tempo di mezzo (finalista sia al Premio Campiello sia al Premio Strega 2012). Luce perfetta è l’ultimo nato di un autore insignito di prestigiosi premi letterari (Premio Italo Calvino, Premio Scerbanenco, Premio UBU e altri), un libro molto atteso, la cui stesura e una trama ripetitiva rispetto agli altri due romanzi, ci lasciano perplessi sul risultato finale e complessivo. Esso è il terzo di una trilogia dedicata alla saga della stirpe Chironi la cui narrazione inizia nel 1889 e culmina alla fine del XX secolo. L’autore descrive l’ambiente, la storia e l’evoluzione sociale non solo sarda ma anche del “continente” - così è definita l’Italia dai Sardi (mi è capitato di sentirli dire: «Saliamo in continente»). Descrive le derive sociali degli anni ’80/85 sfociate negli anni 2000, «anni di revisione, anni luttuosi, i quindici anni meno gioiosi della nostra società» - afferma Fois. (I Chironi sono dentro questo frame: Maddalena e Marianna sono le protagoniste, la prima come una versione 2.0 dell’altra, a raccogliere il testimone dall’anziana superstite della falcidiata famiglia. Le due donne si riconoscono immediatamente e si affrontano, la vera battaglia si gioca tra loro due, prendono in mano la situazione scavalcando tutti gli uomini che ruotano attorno a loro). Marianna vede l’impossibilità di felicità, Maddalena invece ci crede e la persegue e farà di tutto

Fois, una ‘Luce perfetta’ Locandina di “Miticotango”

APERITIVO LETTERARIO

Aperitivo letterario/9 Marcello Fois: ‘Luce perfetta’ l'ultimo libro di una trilogia

di Patrizia Mascarucci per sostenere la continuità della stirpe. L’epopea dei Chironi si svolge in una reiterata tragedia: sopravvivono all’accanimento del fato, non confessando mai a se stessi che il fato lo scriviamo noi, anzi lo negano per non soccombervi. Luce perfetta, un libro in cui protagonista è la Sardegna e la sardità da Fois giustamente rivendicata come una caratteristica di pregio, con la sua storia, i suoi valori e disvalori dettati da una necessità atavica di sopravvivenza che, in modo inquietante, spiega la storia di sequestri, di Mani Pulite, della speculazione edilizia e il conseguente snaturamento dei luoghi causato per costruire stravolgendo selvaggiamente i paesi, per edificare villaggi turistici sulla costa, porti turistici; spiega gli incendi boschivi per poter edificare cambiando i Piani Regolatori. E ancora Berlinguer, il Partito comunista, la strage di Bologna, il crollo del muro di Berlino... Fois così descrive «che cosa siamo diventati», gente superficiale con pochi ancoraggi, distratta fino ad accettare come normale l’illegalità, che non vuole fare i conti con il passato, senza alcun interesse per le proprie origini. Nel libro si accalcano molte coincidenze - e dato il numero delle stesse - direi poco verosimili;

Marcello Fois

rimandi quasi per associazioni d’idee; poco verosimile anche il fatto che tutti i personaggi abbiano sogni premonitori, dai quali apprendono la verità dei fatti. La realtà appare dominata dal fato, da un destino beffardo che perpetua suicidi: «E che il destino si fosse divertito al punto da fare in modo che fosse proprio lui, Mimmíu, a trovare Vincenzo impiccato la dice lunga sulle connessioni segrete che sottendono a quanto noi riteniamo, spesso a torto, imponderabile». La crudeltà del destino risiede nel nascere Chironi e non Guiso ma i Guiso si ribellano passando alle vie di fatto, senza farsi scrupoli, per difendersi da quella malvagità: «Aveva fatto cose terribili, ma le aveva fatte per difendere la roba

sua». La difesa della “roba” trova illustre precedente in Malavoglia, dove rappresenta le radici dell’esistenza, del legame con il passato, degli affetti, della memoria. Senza la roba la famiglia non sopravvive: i Malavoglia lottano per la sopravvivenza con il lavoro onesto seppur sfiancante. Invece i maschi Guiso accettano come naturale il reato, fin l’omicidio, per difendere il patrimonio e lo status sociale acquisito. Vi sono affermazioni incongrue quanto impossibili, come nella lunga pagina, una delle tante lunghe pagine, di “riempimento/ allungamento” del libro, per descrivere il volo in aereo con cui Cristian ritorna in Sardegna: «Come l’arcangelo Gabriele, l’hostess annunciante per bocca di Dio spiegò che occorreva riallacciare le cinture di sicurezza, raddrizzare gli schienali, chiudere i tavolini...». Scomodare Dio e l’arcangelo Gabriele per riempire una pagina e fare dell’ironia ci è sembrato troppo sopra le righe anche per un ateo, un diversamente credente o un “mangiapreti”, per usare un termine continentale romagnolo.

Una ridondanza di pagine, un pot-pourri, in cui l’autore si attarda in esercizi di sfoggio “sapienziale” con descrizioni di una quantità di piante quali convolvoli, schlumbergere truncate, passiflora... una serie di citazioni musicali (con parti di testi riportati integralmente) di artisti tra cui Renato Zero, Pink Floyd, Lionel Richie, Bronski Beat, la moda degli anni ’70, la partita di scacchi tra Fischer e Spasskij descritta nei dettagli, citazioni di personaggi della grande letteratura quali Anna Karenina ed Edmond Dantès e... persino la Carica dei 101! Insomma, profusioni letterarie che appesantiscono la qualità stilistica di Fois, ricca di metafore e similitudini, paragoni circostanziali di assoluta originalità che invogliano il lettore a perseverare fino in fondo per arrivare al finale presumibile, prevedibile.

Luce perfetta ovvero l’ostinata luminosità di un foglio bianco, su cui scrivere la genealogia di una stirpe od una storia qualsiasi, dove la parola trova il suo naturale alloggiamento per dar vita alla fantasia piuttosto che ai fantasmi dell’esistenza: «La parola è profonda […] Come un sasso che raggiunge il fondo della pozza smuovendone la melma. La Parola è fiato che si compone, l’ostinato mistero di dare corpo all’incorporeo. […] La Parola santifica tutto quello che

- 16: “Teatro naturale? Io, il cous cous e Camus” SALONE SNAPORAZ (teatro contemporaneo). - 18: “Don Q. - Don Quixote de La Mancia” - (danza) - di Eugenio Scigliano. - 1 marzo: “Orchidee” - (prosa) - di e con Pippo Del Bono. 5 marzo: “Miticotango” - (danza) - coreografie di Adrian Aragon e Erica Boaglio. Spettacolo unico, ore 21,15 - Informazioni: tel. 0541-966778.

rappresenta». Per l’acquisto: Luce perfetta, Einaudi 2015: http://www.ibs.it/code/ 9788806216504/foismarcello/luce-perfetta.html Nel tempo di mezzo, Einau di 2012: http://www.ibs.it/ code/9788806202651/foismarcello/nel-tempomezzo.html Stirpe, Einaudi 2009: http:/ /www.ibs.it/code/ 9788806157739/foismarcello/stirpe.html


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Gli itinerari della buona tavola

La semplicità come eleganza, terra, tradizione, tipicità. Veniva fatta in casa

Stampa ruggine, non può mancare sulla tavola romagnola - Su una tavola romagnola non può mancare la tovaglia con la stampa ruggine: la semplicità come eleganza. Fatte in casa sul telaio della dote, le pezze di lino e canapa assunsero un’importanza nella vita domestica della casa colonica: vennero utilizzate per la stampa a ruggine nella confezione di tovaglie disegnate, seguendo un’antica tradizione nella preparazione delle coperte dei buoi sulle quali venivano stampate quadrettature geometriche con i simboli dei santi protettori. Popolare per la semplicità della tecnica, la xilografia, e il colore ruggine, gli elementi richiamano a quelli di

L'ingresso dei Murè

Tovaglie con stampa ruggine

una cucina povera e rurale: il legno di pero per gli stampi, la farina e l’aceto per il colore. La pratica artigianale ha origini assai antiche; si sa solo che quest’arte si è diffusa in tutta Europa fin dal VI seco-

lo dopo Cristo. La presenza di stamperie nella Roma pontificia, fa pensare che le romagnole e le marchigiane siano gli esempi di una diffusione periferica di un’arte esercitata nella capita-

le sino alla fine del XVIII secolo. Scomparsa nei grossi centri, per la concorrenza di altre manifatture e per motivi culturali, la tecnica della stampa ruggine è sopravissuta in Romagna.


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L'ultimo libro di Anna Cecchini, è un percorso autobiografico - “Prime stanze del mio io”, è un percorso autobiografico che, come uno specchio, riflette scenari, sfondi, emozioni del passato di una bambina nata contadina e cresciuta negli anni ’50 -’60 “tra terra e mare”, nel rispetto di quei valori e quelle tradizioni che oggi, ormai lontani, sono già storia. In queste pagine si racconta l’esperienza di quella vita quotidiana, fatta di immagini di piccole cose, vissuta nel rispetto, nel dovere, nel lavoro, nei sacrifici... princìpi che orientavano alla vita, nell’attesa della metamorfosi. Ci sono “l’io e il noi”: luoghi, stanze... incontri, persone, oggetti, in un susseguirsi di intrecci, avvenimenti, circostanze, entro cui lo sguardo ormai consapevole della bambina si posava e imparava con semplicità ad ascoltare, a desiderare, a saper aspettare, a porsi i tanti perché della vita ... a diventare grande. Carmen Ferrari (Componente del Consiglio Didattico 2015 della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari) nella presentazione , riesce ad entrare nello spirito del libro e nelle emozioni che l'autrice ha cercato di trasmettere. “I ‘Gisuit’, così come veniva chiamata la famiglia Cecchini nell’ultimo lembo di terra romagno-

Le stanze dei ricordi “Prime stanze del mio io”. Come uno specchio, riflette scenari, sfondi, emozioni del passato di una bambina nata contadina e cresciuta negli anni ’50 -’60 “tra terra e mare”, nel rispetto di quei valori e quelle tradizioni che oggi, ormai lontani, sono già storia

la della costa adriatica a Cattolica, tra terra e mare, sono l’incipit e il filo conduttore del racconto che l’autrice intitola: Prime stanze del mio io. Le stanze, in questo percorso autobiografico, diventano luoghi metaforici dei ricordi infantili che Anna, l’autrice e protagonista, attraversa nei suoi racconti. Stanze

La copertina del libro

che fungono da ri-visitazione di un’infanzia vissuta in campagna con i rituali della famiglia contadina degli anni Cinquanta del se-

colo scorso. L’evoluzione economica e sociale di quel territorio tra contadini, pescatori e artisti, gli artest, così come erano chia-

mati gli artigiani che producevano ‘l’arte con le loro mani’; in casa dei Gesuit c’erano alcuni artest: falegname, sarta e magliettaia. Le stanze sono anche quelle dell’IO, dove l’autrice affonda i ricordi per farli riemergere, depositando nel presente le sue emozioni, i sentimenti, i significati, in quest’osservare lo svolgersi degli anni fino all’adolescenza. ... Molte le chiavi di lettura che aprono queste stanze, come le possibili interpretazioni che escono dal disegno di una chiave all’inizio di ogni capitolo: chiave semplice, essenziale, come lo è questo scritto. Sono gli odori, i suoni, le luci,il paesaggio, le persone, uomini e donne che entrano nel racconto e si presentano allo scenario autobiografico con la limpidezza dell’infanzia dell’autrice e il suo mondo reale e immaginifico, e poi nell’adolescenza laboriosa

e diligente ai doveri con cui si cresce nella famiglia, dove l’imperativo era il lavoro, la fatica, il risparmio, l’oculatezza nelle decisioni. ... La natura è onnipresente, nei suoi aspetti e nelle stagioni, ed è compagna dei suoi sensi, dei giochi e del lavoro, dalla casa di campagna a quella del magazzino, da cui scorgere, la notte, dalla finestra in alto, le sagome fluttuanti delle tamerici, proiettate sul muro a ridosso dei bastioni della ferrovia. E poi il mare, con poche trasferte estive per chi abitava ‘sopra le sbarre’, come i Gesuit, raggiunto dal Macanno in certi pomeriggi assolati, insieme alle amiche e alla nonna Maria. Il racconto è come un viaggio, nella durezza in cui si viveva e nei modi in cui ci si salvava dalle fatiche quotidiane lavorando per un futuro meno gravoso, per se stessi, per la famiglia e i figli: una lotta per conquistare una vita migliore. ... Le stanze del suo IO di cui Anna scrive, paragonandole e osservandole come ruderi, solide pietre, che contengono i suoi ricordi, sono aperte da fenditure, passaggi che le permettono di uscire per errare verso altre scoperte e tornare più leggera”.


Riflessioni bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce

IMPEGNO CIVILE

E, tuttavia, ogni corruzione sociale non è altro che la conseguenza di un cuore corrotto... le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo» (Me 7,20-23). Un cuore corrotto: qui sta il punto. Perché un cuore si corrompe? Il cuore non è uriultima istanza dell’uomo, chiusa in sé stessa; non finisce lì la relazione (e quindi nemmeno la relazione morale). Il cuore umano è cuore nella misura in cui è in grado di riferirsi a un’altra cosa: nella misura in cui è capace di aderire, nella misura in cui è capace di amare o di negare l’amore (odiare). Per questo Gesù, quando invita a conoscere il cuore come fonte delle nostre azioni, richiama la nostra attenzione su questa adesione finalistica del nostro cuore inquieto: «Là dove il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21). Conoscere il cuore dell’uomo, il suo stato, comporta necessariamente conoscere il

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Papa Bergoglio parla della corruzione

LA RIFLESSIONE Oggi si parla spesso di corruzione, soprattutto per ciò che riguarda Fattività politica.2 Viene denunciata in diversi ambienti sociali. Vari vescovi hanno segnalato la «crisi morale» che attraversa molte istituzioni. Intanto la reazione generale di fronte a certi fatti che sono indice di corruzione è andata crescendo e, in alcuni casi, come in quello di Catamarca, dinanzi all’impotenza nel generare soluzioni ai problemi, l’agire del popolo ha prodotto manifestazioni che rasentano una nuova Fuenteovejuna.3 Si tratta di un momento in cui emerge in modo speciale la realtà della corruzione. E, tuttavia, ogni corruzione sociale non è altro che la conseguenza di un cuore corrotto... Non ci sarebbe corruzione sociale senza cuori corrotti: «Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono

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Riflessioni bibliche “Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa

Papa Giovanni XXIII

una parola in più tra quelle che si usano nel meccanismo nominalista della cultura gnostica e dei valori trasversali, quella cultura che tende a soffocare la forza dell’Unica parola. In primo luogo, può essere utile addentrarsi nella struttura interna dello stato di corruzione «soppesando la disonestà e malizia che... porta in sé»;4 sapendo che, sebbene la corruzione sia una condi-

corruzione con le quali Gesù ebbe a scontrarsi nel suo tempo. Infine, sarà utile interrogarsi sulla forma di corruzione che potrebbe essere più tipica di una persona religiosa. È chiaro che può portare in sé una corruzione simile a quella del resto dei mortali, però qui mi interessa indagare ciò che io chiamerei corruzione minore, cioè la possibilità che un religioso abbia il cuore corrotto ma (mi si permetta l’espres-

Quei cuori corrotti tesoro al quale questo cuore si riferisce, il tesoro che lo libera e lo riempie o che lo distrugge e lo riduce in schiavitù; in quest’ultimo caso, il tesoro che corrompe. Di modo che dal fatto della corruzione (personale o sociale) si passa al cuore come autore e preservatore

di questa corruzione, e dal cuore si passa al tesoro al quale è attaccato questo cuore. Vorrei riflettere su questo fatto, per poterlo comprendere meglio e anche per essere d’aiuto nell’evitare che la corruzione si converta in un luogo comune di riferimento o in

zione intrinsecamente legata al peccato, si distingue in alcuni punti da esso. In secondo luogo, è pure utile descrivere il modo di procedere di una persona, di un cuore corrotto (che è diverso da quello di un peccatore). In terzo luogo, considerare alcune delle forme di

sione) venialmente, cioè che la sua lealtà nei confronti di Gesù Cristo sia indolenzita da un certo grado di paralisi. Può essere che un religioso partecipi di un ambiente corrotto? È possibile che un religioso sia -in qualche modo - parzialmente o venialmente corrotto?

Piazzapiena,pacifica,allegra... La creazione dell'uomo di Michelangelo riletto dal montescudese Giancarlo Frisoni

di Gianfranco Vanzini - Sabato 30 gennaio 2016 a Roma, al Circo Massimo c’ero anch’io. Eravamo in molti, non mi interessa la polemica sul numero esatto dei presenti, mi interessa solo dire che eravamo molti. Il Circo Massimo era pieno, in ogni ordine di posti e di disponibilità e c’era gente fuori, quanta non l’ho contata, ma ho visto che c’era. Era una piazza bella, colorata, piena di famiglie e di bambini, gente tranquilla, come era tranquillo e chiaro quello che erano venuti a dire: “Vogliamo che i bambini abbiano sempre una mamma e un babbo”. Sembra la scoperta dell’acqua calda. Eppure per qualcuno la cosa non è così lampante. Il messaggio più volte ribadito dal palco era sempre e solo questo. Non era contro nessuno. Non negava diritti a nessuno. Voleva solo che fosse riconosciuto ai bambini, a tutti i bambini del mondo, il DIRITTO di avere una mamma e un papà. Per poter assicurare e garantire ai bambini questo loro sacrosanto diritto occorre però salvare una istituzione, oggi in grave crisi e pericolo: LA FAMIGLIA. Quella famiglia che è, inequivocabilmente e PER NATURA, composta, da un uomo e da una donna. Alle mie spalle due ragazzi sostenevano un cartello con la scritta: “Svegliatevi voi! La famiglia siamo noi: un padre una madre e i figli”. Era ovviamente

indirizzato ai manifestanti della settimana prima, che avevano agitato le sveglie. Era perfetto nella sua semplicità. Che cosa sta succedendo al cervello di molti? Si è addormentato? Allora è ora di svegliarlo. La famiglia è sempre stata così, tutti siamo nati in un famiglia… e… adesso? Vogliamo stravolgere anche l’evidenza? Abbiamo ascoltato diverse esperienze e testimonianze, alcune particolarmente significative sui danni provocati dalla abominevole pratica dell’utero in affitto. Ne cito una soltanto. In California si comprano i bambini come si compra la frutta al supermercato; puoi scegliere il colore: bianco, nero, ecc. l’etnia e la zona di provenienza: americano, europeo, asiatico, ecc. Te lo confezionano come vuoi, basta pagare. Poi, però, può succedere, come sta succedendo in questi giorni, che due donne, stiamo portando avanti due gravidanze con tre bambini ciascuna. Ma i compratori-committenti, ne vogliono soltanto due. Il terzo non lo vogliono. Come si fa? Come faranno? Io non lo so.

Visto il livello morale ed etico dei soggetti interessati, posso solo immaginarlo… spero che non sia questa la soluzione. Però? Alle mamme che partoriscono per “conto terzi”, i figli vengono portati via subito dopo la nascita, e, come conseguenza, anche il figlio appena nato viene privato della vicinanza, del calore, e dell’affetto della sua mamma. Quella mamma che lo ha tenuto nel suo grembo per 9 mesi e della quale sente ancora la necessità e il bisogno. Non possono più stare insieme. Le leggi del mercato non lo consentono. Business is business. Forse anche qualche lettore de la Piazza non lo sa, come non lo sapevo io prima del 30 gennaio, ma in Italia esiste una legge che dispone che quando una cagnetta partorisce, non le si possono portare via i cuccioli prima di alcuni mesi, perché sia la mamma che i cuccioli hanno bisogno l’uno dell’altro. Bella legge, figlia di un paese civile e all’avanguardia. Peccato che, sempre in questo paese così sensibile ai bisogni della cagnetta e dei suoi cuccioli, questa stessa esigenza SE RIFERITA AD UNA MAMMA E AL SUO BAMBINO/A potrebbe essere totalmente disattesa e ignorata. Oggi questo in Italia ancora non è possibile, ma se andiamo avanti di questo passo... Forse per qualcuno i bambini valgono poco e si possono vendere e comprare a piacimento come dei giocattoli. Per la piazza del Circo

Massimo NO. Valgono molto anzi moltissimo e vanno rispettati. Ecco cosa voleva e vuole la piazza del Circo Massimo. Veniamo ora al disegno di legge (ddl) Cirinnà. E’ un progetto da fare “abortire”. Prevede la parificazione di qualsiasi convivenza con quella dalla famiglia e la cosa non ha senso. La famiglia è qualcosa di ben definito nella sua costituzione: un maschio e una femmina e nei suoi fini: il mutuo amore al quale si accompagna la possibilità di trasmettere la vita. Le convivenze omosessuali sono un’altra cosa totalmente diversa dalla famiglia. I continui rimandi che il ddl fa alla legislazione sulla famiglia e sul matrimonio sono fuorvianti, senza senso e pericolosi. Esiste in Parlamento una proposta di legge (Sacconi) che prevede la raccolta di tutti i diritti delle persone omosessuali conviventi già presenti nella nostra legislazione. E questi diritti sono gli stessi che rivendicano i sostenitori del ddl Cirinnà, esclusi i riferimenti al matrimonio e all’adozione dei figli. Se fosse vero (ma il problema è che non è vero…) che lo scopo del ddl è solo quello di concedere diritti ai conviventi omosessuali e non quello di istituire un “matrimonio gay” con conseguente accesso ai “figli”, la proposta potrebbe essere approvata all’unanimità. Ne deriverebbe una legge seria, rispettosa dei diritti di tutti, secondo giustizia, coerente con i principi morali e con la Costituzione italiana.

Tutte queste cose portano metodologicamente - a posizionarsi in vari punti di vista distinti per poter, da essi, prendere di mira la tematica della corruzione. Inoltre bisogna notare che corruzione è una «parola carica»5 di significati contemporanei, e si corre il rischio di forzare la riflessione perché sia calzante. L’immanenza Non bisogna confondere peccato con corruzione. Il peccato, soprattutto se reiterato, conduce alla corruzione, non però quantitativamente (tanti peccati fanno un corrotto) ma piuttosto qualitativamente, con il generarsi di abitudini che vanno deteriorando e limitando la capacità di amare, ripiegando ogni volta di più i riferimenti del cuore su orizzonti più vicini alla sua immanenza, al suo egoismo. Così lo esprime san Paolo: «Poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro

Non bisogna confondere peccato con corruzione. Il peccato, soprattutto se reiterato, conduce alla corruzione manifesto (agli uomini ingiusti): Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili - il suo potere eterno e la sua divinità - possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute. Essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell’incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili» (Rm 1,19-23). Qui si vede chiaramente il processo che porta dal peccato alla corruzione, ciò che comporta in termini di cecità, di sostituzione di Dio con le proprie forze ecc. (...). (Tratto da “Guarire dalla corruzione”, Jorge Mario Bergoglio)



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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA

- Gradara è il luogo d'arte più visitato delle Marche. Nel 2015 sono stati staccati 205.536 ingressi per 422 mila euro di ricavi, un balco del 2% rispetto all’anno prima. Sul gradino del podio c'è uno dei maggiori musei del mondo, la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino è il museo che incassa di più in regione dai biglietti con 191.829 con un introito pari a 498 mila euro (+22% rispetto al 2014). Sul podio, ad abissale distanza, la Rocca Roveresca di Senigallia con 46.090 biglietti. Seguono il Museo Archeologico nazionale di Ancona con 13.195 visitatori e il Museo Archeologi-

PRESENZE

Presenze, picco in aprile - Gradara aumenta le presene annue da tre anni. I mesi di punta sono aprile (gite) e agosto con circa 35mila arrivi in un mese. Il crescendo. 2015 - 205,6mila 2014 - 201,9 2013 - 171,3 2012 - 166,1 2009 - 195,7mila

Carabinieri, a quando la caserma? I lavori dovevano iniziare nel 2015; solo non sono ancora partiti causa la burocrazia

Il sindaco Franca Foronchi e l'assessore De Crescentini

IL FATTO

Gradara, primo museo delle Marche co di Ascoli Piceno con 7.679 ticket. Quello di Gradara è uno dei risultati migliori di sempre, in controtendenza rispetto al periodo di crisi che stiamo attraversando ormai da diversi anni. Ma non è l’unico record registrato nel 2015, decisamente al di sopra di ogni aspettativa sono state le presenze relative al mese di dicembre che con 13.276 ingressi risulta essere il dicembre con più visitatori da 15 anni a questa parte. “Ci aspettavamo dei buoni risultati – afferma il dindaco di Gradara, Franca Foronchi – poiché in tantissimi hanno partecipato alle iniziative in pro-

Deve essere costruita sulla vecchia centrale Enel

gramma per Castello di Natale, ma non potevamo immaginare un simile numero di turisti per un mese invernale. L’ennesimo segnale che le nostre politiche di destagionalizzazione dei flussi turistici stanno funzionando!”. Parallelamente alla presenze turistiche sono cresciuti anche gli incassi dei parcheggi, arrivati alla cifra record di 240.000 euro. “Vorrei fare presente che questi numeri indicano soltanto i biglietti di ingresso alla rocca demaniale di Gradara – precisa l’assessore al Turismo, Andrea De Crescentini – quindi per avere un’idea delle presenze effettive di Gradara nel suo comples-

so dovremmo moltiplicare queste cifre almeno per 4. I risultati del nostro lavoro, supportato da Gradara Innova e Pro Loco, gli altri due soggetti che assieme al Comune lavorano per il turismo gradarese, sono evidenti anche dal numero di esercizi che restano aperti anche nel periodo invernale: sempre più negozi, bar e ristoranti scelgono di proseguire la loro attività durante tutto l’anno, contribuendo a mantenere vivo il centro storico e incrementando i posti di lavoro. Siamo dunque molto soddisfatti dell’anno appena trascorso e stiamo già lavorando affinché il 2016 possa raggiungere risultati ancora migliori”.

di Gian Franco Traina - In aprile dello scorso anno 2015 il sindaco di Gabicce Mare, Domenico Pascuzzi dichiarò in una intervista rilasciata sulla ubicazione della nuova caserma dei Carabinieri: “Sono soddisfatto che il nuovo presidio dei Carabinieri venga collocato in un punto strategico del nostro territorio come l’ex centrale Enel di via Cardellino, proprio al confine dei comuni di Gabicce e di Gradara. Questo assicurerà una maggiore flessibilità per i cittadini dei due paesi, visto anche il crescente numero di furti che sono avvenuti negli ultimi anni. Entro la fine di quest’anno si dovrebbe risolvere questo grosso problema permettendoci di avere un maggior controllo del territorio.” Oggi, gennaio 2016, i lavori di ristrutturazione ed ampliamento dell’ex centrale Enel non sono ancora iniziati. Anzi tutta la struttura sta correndo il pericolo di andare in decadimento.

Gabicce Mare, ex centrale Enel Il motivo di questo ritardo è dovuto al fatto che ci troviamo in Italia dove la “burocrazia”, nonostante il si dice, regna incontrastata. Per iniziare i lavori di ristrutturazione mancherebbero ancora dei documenti importanti come l’istruttoria del Comando Provinciale dei Carabinieri per l’adeguamento degli spazi (oltre 500 metri quadrati di coperto più diversi metri di scoperto) ed il parere della Prefettura e quello del ministero dell’Interno. Documentazioni che sarebbero già dovute essere consegnate per l’inizio dei lavori anche perché c’è da considerare che la proprietà del terreno e quindi degli edifici aveva già concordato la parte finanziaria. Nel contempo anche la Prefettura ed il ministero dell’Interno avevano accettato verbalmente il canone di locazione, circa 22.000 euro per il

primo anno e con un adeguamento di 7.000 euro a partire dal secondo. Quasi tutto in ordine ma allora perché questo ritardo? Per rispondere a questa domanda bisogna conoscere l’iter della burocrazia, lenta, spietatamente lenta che intralcia i fattori economici, gli interessi personali, delle amministrazioni e si disinteressa di ciò che viene concertato nelle sedi predisposte. Nel frattempo passando per via Cardellino si gode lo spettacolo di tralicci mastodontici inutilizzati, conduttori elettrici senza corrente, isolatori abbandonati e quant’altro. Chieste notizie al sindaco, Domenico Pascuzzi ha risposto: “Siamo in attesa che arrivino i documenti necessari per poter iniziare i lavori. Speriamo entro il 2016.” Ai posteri l’ardua sentenza!


GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA Stefano Mariani replicaAmarcord a Vallugola terra Nostra che contesta il suo nome

Gabicce

“San Bartolo, è giusto Dorigo Vanzolini che il presidente sia uno del Parco” “Istituito 20 anni fa chi vi abita non ha mai espresso la presidenza”

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GIOVANI

di

Stefano Mariani Foto di gruppo con giovani

LA REPLICA - “Non contesto coloro i quali non mi vogliono alla presidenza del Parco del San Bartolo. E' un loro diritto sacrosanto, ma vorrei portare un principio: l'ente deve essere guidato da uno del parco. Vorrei ricordare che l'85 per cento del territorio, quello che va dal faro di Pesaro a Vallugola, è nel nostro quartiere”. Stefano Mariani risponde al Comitato Vallugola Terra Nostra che lo scorso novembre su queste pagine aveva contestato il suo nome quale nuovo presidente del Parco al posto di Domenico Balducci. “Mi si accusa di giochini politici - argomenta l'avvocato Mariani residente a Colombarone - le cose non stanno affatto così. E' da 20 anni che

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c'è l'ente parco e chi vi vive non ha mai espresso la presidenza. E' sempre stata ad appannaggio dei pesaresi. Vi pare possibile? Vorrei ricordare che la costituzione del Parco è stata decisa fuori e non dentro. Le firme state raccolte a Pesaro e dintorni; chi vi risiedeva in un primo tempo non lo voleva. Aveva paura. Si chiedeva quali potessero essere i benefici ed i danni. In quel periodo, siano a metà

anni '80, si fecero le scogliere sommerse che non funzionarono nonostante i tanti soldi spesi. Nel frattempo le frane continuarono. Per funzionare le barriere dovevano essere fuori mare almeno un paio di metri”. Dello stesso parere di Mariani è anche Massimo d'Angeli, presidente del quartiere San Bartolo, nonché storica famiglia di Fiorenzuola (è nato nel borgo): “Credo che sia giunto il

tempo che uno di noi guidi il Parco. Mi piacerebbe che Mariani fosse contestato sui fatti e non ideologicamente. Noi abbiamo sempre fatto le battaglie per il bene del territorio e di chi vi abita. L'idea del Parco fu del sindaco di Pesaro Marcello Stefanini che negli anni '80 incarica un gruppo di giovani architetti di lavorare sullo sviluppo e la salvaguardia del Parco”. “Il Parco del San bartolo continua D'Angeli - gravita sulla Romagna più che su Pesaro e noi abbiamo sempre guardato allo sviluppo della Romagna. Il nostro territorio è più conosciuto dai riminesi che dai pesaresi. Noi siamo con i piedi a Pesaro ed il cuore in Romagna”. Gli abitanti del Parco hanno un rapporto ombelicale con la loro terra. Alle elezioni comunali una lista civica nata in loco, il Faro, acquisiva più del 70 per cento dei suffragi. Insomma, andava oltre gli schieramenti. Mariani e D'Angeli sono gli esponenti forti di questa civica. Alle ultime comunali hanno portato un consigliere a Pesaro, Davide Manenti.

Bella gioventù: 18 anni - Per un giovane il primo traguardo da raggiungere sono i diciotto anni, cioè diventare maggiorenni e responsabili di se stessi, con autonomia nel gestirsi sentendosi liberi di decidere al di là delle risoluzioni prese dai genitori. Il Comune di Gabicce Mare, sensibile a questa importante fase dei ragazzi, ha organizzato, presso il Centro Civico Creobicce, una festa per i giovani che avevano compiuto i diciotto anni nel 2015. Promossa ed organizzata dall’assessorato alle Politiche giovanili, aveva il titolo “18 anni. Sogna. Puoi” titolo che voleva essere un messaggio volutamente dato a coloro che hanno raggiunto la maggiore età. Alla riunione sono intervenuti con testimonianze personali l’ex pugile Giorgio Campanella e la giornalista Veronica Lisotti. Campione italiano e campione olimpico dei pesi superpiuma, Campanella ha detto: “I giovani per emergere devono puntare ad

Amarcord Gabicce

un obiettivo, credendoci veramente per arrivare così al raggiungimento. Proprio come accade ai campioni dello sport che, pur incontrando sconfitte, avendo un loro credere forte, riescono a raggiungere la mèta della vittoria”. Ad allietare la festa, gli Akma (uno dei gruppi che frequentano la Scuola di Musica nella sala prove del Creobicce), ed il Dj Pierfe con la sua particolarissima musica. Per l’amministrazione comunale: il sindaco Domenico Pascuzzi, l’assessore Marila Girolimoni che ha detto: “Per la prima volta questa amministrazione festeggia i giovani gabiccesi che hanno appena raggiunto il primo traguardo della loro vita. In essi si trova la principale risorsa per il futuro”. Al termine della serata ai ragazzi è stata consegnata una copia della Costituzione Italiana ed un 45 giri informativo e dimostrativo. Gian Franco Traina

di Dorigo Vanzolini

1959. Da sinistra: Mario Balestrieri, Sergio Terenzi, Vittorio Fabbri "Alder", Solindo Semprini. Accosciato: Luigi Cavalieri. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)



SAN GIOVANNI BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

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Dopo un mese dallo sciocco furto del 30 dicembre. Dotato di sofisticato sistema d'allarme

BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

“Come eravamo”, riapre il museo con l'anima della Romagna

LA POLITICA simo per la macnaza di risorse. Non capisco come mai abbia fatto marcia indietro sia sul Riviera Golf, sia sul Riviera Horses. Sono imprenditori che hanno fatto molto per San Giovanni. Hanno investito decine di milioni di euro e danno lavoro a decine di persone. Le

Il gruppo che anima il museo GENIUS LOCI - “In quel ritratto si leggono tre cose: l'onestà, il rispetto della gerarchia ed il rispetto della tradizione”. L'austero uomo incorniciato si chiama Leardini; la foto è degli anni Trenta e reca la firma Candiotti, il fotografo marignanese che ha caratterizzato lo scorso secolo. Le guide del museo etnografico marignanese “Come eravamo“, Mauro (Mimmo) Landi, Corrado Cerni, Barbara Mariani, Silvano Galli, Mansueto Urbinati, Laura Pontellini e Silvio Renzoni, terminano il lungo percorso nella cucina della civiltà contadina. Di fianco alla finestra quel ritratto simbolo dei valori che hanno fatto di queste terre in poco più di mezzo secolo, da uno dei luoghi più poveri d'Italia, uno dei più ricchi d'Europa. Una delle prime dieci regioni raccontano gli indicatori economici. Il Museo di San Giovanni si trova a piano terra del nobile Palazzo Corbucci, l'edificio del centro storico con affaccio sul Ventena, lato Cattolica. Ospita circa 4mila oggetti della civiltà contadina. Percorrere le stanze significa immergersi nell'anima dei nostri nonni e nelle ristrettezze di

quella vita legata alla coltivazione della terra. Bravissime le guide che prendono spunto dagli oggetti per intrecciarli alla storia degli altri popoli. Ad esempio, nella nostra mente la ”caveja” è il simbolo della Romagna, ma la più antica è stata rinvenuta in Mesopotamia. E' un amuleto che

teneva lontano spiriti negativi e sfortune; la tradizione vuole che quando le donne sentivano il suono dei cinque anelli iniziavano a fare la piada. Ancora poco e gli uomini avrebbero finito la lunga e dura giornata nei campi. Lo spirito di San Giovanni, lo spirito della Romagna nel Mu-

seo, ma anche la generosità. In tantissimi hanno donato i propri reperti: dalle suore delle Maestre Pie di San Giovanni, ai marignanesi, passando per un signore da Montecolombo (la cardatrice), aTonti (regalato il bel portone di legno), fino alla Rottam Ittica (un cancello in ferro battuto). Il percorso è un viaggio nel passato che ti permette di affrontare il futuro. Alcuni degli oggetti più importanti: lo Spallone del 1880 (era il calesse tipico della Valconca) costruito alla Falda di Montefiore, tre telai (quello del 1962 è funzionante e la donatrice Anna Maria Leardini ci tiene dei corsi), la carrozzina verde (il colore dei Corbucci stile Tiffany) per bambini del 1900, ferri da stiro a carbone e gas, falciatice americana del 1912 per il grano ed il fieno. Il suo arrivo nei campi distruggeva i nidi delle quaglie e delle starne. Insomma, quando la tecnologia porta con sé danni collaterali. Dotato di due sistemi di allarme (sensori e video-sorveglianza), il Museo “Come eravamo” riapre, su appuntamento, il 7 febbraio. Fa 30mila visitatori l'anno.

Domenico Bianchi, sindaco dal 2004 al 2014

Bianchi: “Palmetti si sbaglia sulla giunta. Non capisco questa amministrazione” - “Corrado Palmetti si sbaglia; all'interno della giunta non ci sono mai stati problemi. I dissapori non abbiamo mai saputo cosa fossero. Devo dire che sono rimasto male quando ho letto sulla Piazza il pensiero del segretario del Pd, da me fortemente voluto. Penso che Palmetti piuttosto che portare avanti le sue idee sia stato condizionato dal Palazzo. Il Palmetti che ha lavorato non è stato il Palmetti che è stato eletto: gli ha fatto difetto l'autonomia; non ha portato avanti le cose con la sua testa”. Sindaco dal 2004 al 2014, Bianchi riflette anche sull'amministrazione guidata da Daniele Morelli. Dice: “Capisco che fare il sindaco oggi rispetto ai miei tempoi sia difficilis-

due strutture non sono agglomerati di cemento ma delle strutture turistiche. Gli dovremmo andare incontro a bracce aperte. Sul Golf Club erano d'accordo Comune, Provincia e Regione, poi questa amministrazione ha bocciato tutto. Non capisco neppure la bocciatura dell'albergo (4 stelle lusso con più di 40 camere) di Ferretti, al Riviera Horses. Glielo avevamo concesso con piscina da 25 metri. Per togliere il vincolo a quest'ultima (i nostri ragazzi delle scuole avevano diritto ad utilizzarla il mattino), Ferretti ci ha comprato Palazzo Corbucci per 1,8 milioni di euro. Penso che Norberto Ferretti abbia fatto del gran bene per i marignanesi”.

Pacassoni, un anno di volontariato

- Il gruppo di volontari per l'handicap “Davide Pacassoni’ nato 26 anni fa svolge due attività. La prima, sostiene una decina di famiglie che con difficoltà arrivano a fine mese. La seconda, l'opportunità di praticare pallacanestro a ragazzi disabili. In tutto circa 25 giovani che arrivano dalla Valconca, da Riccione e da Rimini. L'associazione ha chiuso l'annata lo scorso 18 dicembre al ristorante pizzeria

COMUNITA' “L'Usignolo” con la classica cena tra ragazzi, volontari, genitori ed istruttori. E' composto da una ventina di volontari coordinati da Anna Pedoni e da Lino Pacassoni, il babbo di Davide, nel cui nome nacque. Il piccolo cerebro-leso scompare prima del tempo nel 1995; non aveva che 12 anni. Tutto parte per aiutare Davide. I primi volontari lo seguivano in-

sieme ad Anna. Il bilancio 2015 reca un fondo di 18mila euro; 15mila euro sono stati spesi per il sostegno alle famiglie e l'attività del basket. Il basket come fattore di psico-motricità è stato fondato da Calamai, uno dei migliori italiani. Già campione, già nazionale, già allenatore, ha lasciato l'agio per dedicarsi ai meno fortunati. Ha fondato decine di scuole riabilitative in tutt'Italia.


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SAN GIOVANNI

Angelo e Alex hanno costituito l'associazione “Avventure in natura”. Fanno da guida

Scoprire la natura a passo d'uomo Scarpinate accompagnate in luoghi unici tutti da scoprire

SPETTACOLI

Massari, la rassegna Il Massari uno dei teatri più belli della provincia

Da sinistra: Alex Bruscaglia e Angelo Zanforlin

PERSONE

“A San Giovanni si cammina, e non poco!!!”. Così esorta Angelo Zanforlin, presidente dell’Associazione Avventure in Natura iscritta nell’albo di San Giovanni. Angelo spiega che la sua passione per la natura e le camminate in montagna è una cosa che lo accompagna fin da piccolo e quando ha conosciuto Alex Bruscaglia, vice-presidente dell’associazione, non ci è voluto molto per mettere insieme un binomio esplosivo. Entrambi amanti della natura e degli animali, si sono specializzati in quelli che possono essere le necessità del caso. Per esempio Angelo è un esperto di orme e tracce, Alex è un addestratore cinofilo ed esperto di sopravvivenza, entrambi hanno preso attestati di

pronto soccorso e bls-d. Insomma, tutte le carte in regola per accompagnare quante più persone vogliano godersi una bella passeggiata e perché no escursione in completa sicurezza ed accompagnati dai propri pelosi. “Il nostro intento - aggiunge Alex - è di poter trasmettere un poco del nostro amore per la natura e rispetto per essa

anche ai più giovani; il sogno sarebbe quello di vedere i ragazzi dei nostri comuni preferire una delle nostre attività ad un video gioco o ad un pomeriggio al bar”. Le attività già svolte da questi due giovani sono tante e varie ed hanno avuto un gran successo: si va dalle camminate di cultura e storia, alla ciaspolata sulla neve, alle pas-

seggiate serali svolte tutti i giovedì sera. In programma hanno tante belle esperienze immersi nel verde delle nostre colline, degna di nota è l’uscita del primo weekend di aprile con pernottamento in tenda. Si possono trovare sulla loro Pagina Facebook Avventure in Natura o al sito www.avventureinnatura.it

- Si rialza il sipario sul palcoscenico del teatro Massari grazie alla collaborazione tra Teatro Cinquequattrini, l’Associazione InContraMusica e la Pro Loco di San Giovanni in Marignano. Saranno 19 gli appuntamenti dal 22 gennaio fino al 3 giugno che uniranno la musica, l’arte teatrale e il cinema FEBBRAIO - martedì 2 inizio C O R S O

PROPEDEUTICA TEATRALE condotto dal Teatro dei Cinquequattrini (tutti i martedì dalle 20:30 alle 22:30) - Giovedì 18 ore 21TEATRO VARIETA’. “C’è Posta per il teatro Massari” a grande richiesta tornano “Quelle della tv” il meglio del meglio con tante novità...varietà con parodie, ospiti, balletti, sigle, giochi, pubblicità e tanto altro...con marcimarcela, janinastars e layla. - Sabato 20 ore 21 TEATRO Dialettale. Compagnia Amici della Corte Montegridolfo “La fiòla d’ Gasparon” di Massimo Renzi tradotta da Terzo Maffei - Domenica 21 ore 16 e 18 CINEMA Ragazzi “IQBAL, bambini senza paura” , in collaborazione col Circolo cinema Toby Dammit.



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MORCIANO DI ROMAGNA

MORCIANO

Due mostre. La prima per i 100 anni dalla morte. La seconda per i 90 anni di vita

Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica) ture dell’artista, ma anche dei principali protagonisti della cultura a lui contemporanea, insieme ad un’ eccezionale selezione di 61 disegni di Boccioni provenienti dal Castello Sforzesco di Milano”.

ALLEGRO MA NON TROPPO

Foro Boario Lavatoio, la lavatrice delle nonne

Pomodoro “Milano festeggia i 90 anni di Arnaldo Pomodoro raccontando il percorso artistico del grande scultore dal 1955 ad oggi in mostra a Palazzo Reale, con una selezione dei suoi lavori più significativi, un itinerario in città che collega le sue opere nei musei e negli spazi pubblici e privati e, per la prima volta nella sua totalità, il complesso sculto-

- Morciano continua a chiamarla la Sala ex Lavatoio. E' così da decenni, da tutte le amministrazioni che si sono succedute. Cosa che ha fatto anche opinione nei morcianesi. Quella parolina “ex” andrebbe tolta lasciare soltanto la deonominazione “Lavatoio” che rievoca la lavatrice delle nonne. In questo modo si va a rendere forti le radici di Morciano. In quel nome c'è l'associazione di idee del suo passato. Reca dentro di sé parte della sua storia. Di come si era. A Riccione, ad esempio, il Centro della Pesa non ha l'ex. Qualcuno addirittura si allunga ad affermare che se Riccione è Riccione è perché non ha mai aggiunto alla Pesa la parolina l'ex. Sembrerebbe banale, ma non lo è. Chi ha radici forti raggiunge vette alte.

Anni '90. Il Lavatoio in ristrutturazione (Foto Mario Polverelli)

Un'epoca (quasi) senza senso - Il paradosso della nostra epoca storica è che abbiamo edifici più alti ma temperamenti più corti, strade più larghe ma punti di vista più ristretti. Spendiamo di più, ma abbiamo di meno; compriamo di più, ma gustiamo di meno. Abbiamo case più grandi ma famiglie piccole, più comodità, ma meno tempo; abbiamo più lauree e poco buon senso. Abbiamo più conoscenze, ma meno criterio; più specialisti, ma ancora più problemi, più medicine, ma meno benessere. Beviamo troppo, fumiamo troppo, spendiamo troppo incautamente, ridiamo troppo poco, guidiamo in maniera spericolata, ci arrabbiamo troppo, rimaniamo alzati fino a tardi, ci svegliamo troppo stanchi, leggiamo troppo poco, guardiamo troppo la Televisione e preghiamo raramente. Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà, ma ridotto i nostri valori. Parliamo troppo, amiamo troppo poco, e odiamo troppo spesso. Abbiamo imparato a condurre un’esistenza, non una vita, abbiamo aggiunto anni alla vita, non vita agli anni. Abbiamo raggiunto la luna e ne siamo tornati, ma abbiamo problemi ad attraversare la strada per incontrare un nuovo vicino. Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non quello interiore. Abbiamo fatto cose più eclatanti, ma non cose migliori. Abbiamo pulito l’aria, ma inquinato l’anima.

Abbiamo conquistato l’atomo, ma non il nostro pregiudizio. Scriviamo di più, ma impariamo di meno. Progettiamo di più, ma completiamo di meno. Abbiamo imparato ad affrettarci, ma non ad aspettare. Costruiamo più computer per contenere più informazioni e produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno. Questi sono i tempi dei fast food e della digestione lenta; grandi uomini con deboli caratteri; profitti esorbitanti e relazioni poco profonde. Questi sono i giorni in cui nelle case entrano due stipendi, ma aumentano i divorzi. Ricordati di passare un po’ di tempo con i tuoi cari, perché non ci saranno per sempre. Ricordati di dare un caloroso abbraccio a chi ti sta accanto, perché è l’unico tesoro che puoi dare con il tuo cuore e non costa un centesimo. Ricordati di dire “Ti Voglio Bene” al tuo partner e ai tuoi cari, ma soprattutto sentilo. Un bacio e un abbraccio sanano una ferita se provengono dal profondo del cuore. Ricordati di stringere le mani e conservare nell’anima ogni istante, perché un giorno quella persona non sarà lì ancora. Dai tempo all’Amore, dai tempo al parlare, dai tempo al condividere i preziosi pensieri che nutri nella tua mente. Cuccumeo

Arnaldo Pomodoro con l'ex sindaco Giorgio Ciotti

Boccioni-Pomodoro, due morcianesi a Milano - Umberto Boccioni e Arnaldo Pomodoro da Milano portano nel mondo Morciano. Per celebrare i 100 anni della morte di uno delle menti del Futurismo, al Palazzo Reale (affaccio Duomo) di Milano si tiene una personale in calendario dal 23 marzo al 10 luglio. Si smonta Boccioni e si monta Arnaldo Pomodoro, onorato per i suoi 90 anni. La mostra si tiene sempre al Palazzo Reale ma pochi mesi dopo. I due grandi artisti hanno legami strettissimi con Morciano. Boccioni nasce a Reggio Calabria da genitori morciane-

si; il babbo era là quale impiegato dello stato. Ad onor del vero il legame tra Boccioni e Morciano è solo la famiglia d'origine. Molto più stretto, da amore e odio, invece il rapporto tra Arnaldo Pomodoro e Morciano. Causa il disastro di piazza Boccioni, il luogo è ancora oggi incompiuto e mai inaugurato anche se risale a decenni fa, il prestigioso artista nelle interviste asseriva di essere nato ad Orciano di Pesaro. Solo negli ultimi tempi racconta di Morciano quale suo paese natale e il Conca come musa ispiratrice. E' qui, con la creta del fiume, che

inizia a pastrocchiare con la creta e creare le prime opere. Boccioni “A cento anni dalla morte di Umberto Boccioni, Milano celebra il grande artista del Futurismo, indiscusso protagonista dell’Avanguardia italiana. La sua geniale soluzione nel rappresentare visivamente il movimento e le sua ricerca sul rapporto tra oggetto e spazio hanno influenzato fortemente le sorti della pittura e della scultura del XXI secolo. La mostra è un’occasione unica per scoprire i più importanti dipinti e scul-

reo The Pietrarubbia Group (1975 – 2013) esposto in Piazzetta Reale”. Morciano mostra? Morciano, tirando fuori dal cilindro qualche idea, potrebbe onorare le due figure con una propria mostra. Alcuni pezzi dei due artisti sono in possesso di alcune famiglie morcianesi. Inoltre, Pomodoro ha amici in paese; uno è Fiorenzo Mancini, ad esempio. Se non un evento espositivo, si potrebbero organizzare delle conferenze. Comune (e morcianesi), se ci sei batti un colpo.

Itininerari letterari con 4 prestigiosi scrittori - Quattro prestigiosi giovani scrittori animano l'edizione 2016 di “Itinerari letterari”. “Tratti e ritratti a segni d’alfabeto” è il tema della nuova edizione al via domenica 7 febbraio. Ci fosse un filo di Arianna a legare insieme i quattro che si avvicendano sono i ritratti, quasi schizzi, a matita grossa sottratta al foglio. Apre la rassegna Andrea Bajani, che nel suo personalissimo sillabario di nobile tradizione assicura l’incanto del non finito. Più marcato invece è il ritratto che Michela Murgia (14 febbraio) fa di “Chirù”, allievo di Eleonora, un’attrice in carriera che parla in prima persona e finisce per fare il ritratto di se stessa e delle proprio debolezze, quasi Chirù fosse solo uno specchio deforme in cui osservarsi. A seguire, domenica 21 feb-

In senso orario, da sinistra: Andrea Bajani, Michela Murgia, Fabio Stassi e Tiziano Scarpa

braio, Fabio Stassi: una miriade di ritratti di personaggi letterari, riempiendo a modo suo i vuoti che i vari creatori hanno lasciato intorno ai loro personaggi, proprio perché il lettore, soprattutto un lettore come

Stassi, potesse metterci di suo ciò che mancava, lasciando altri vuoti proprio perché altri lettori ci mettano i loro. Infine, a chiudere la rassegna, domenica 28 febbraio, il ritratto più ambizioso, in

chiaroscuro, quello della nostra epoca, tra cristiani sovversivi e voci fuori campo, dubbi e rivelazioni, in un titolo che lascia tutto aperto, come la magnifica copertina del nuovo libro di Tiziano Scarpa, “Il brevetto del Geco”. Le lettere dell’alfabeto vengono mischiate dal maestro che apre il libro di Bajani e ricombinate in modo inatteso per raccontare la contemporaneità nella lingua che Tiziano Scarpa ha tessuto per quattro anni, affilandola per raccontare ciò che ancora forse non c’è. Gli appuntamenti si tengono nella sala del Lavatoio alle 16.30 con ingresso libero.


MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

Uno dei grandi benefici per Morciano è l'auditorium da 400 posti

Ghigi, varianti in arrivo?

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49 Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

L'ANGOLO DEL DIALETTO

Pagate fratelli

Il cantiere della Ghigi

L'INTERVENTO di Hossein Fayaz - Pua (Piani urbanistici attuativi) Ghigi: attenzione all’agguato della varianti in arrivo. Il progetto del Pua Ghigi è stato approvato dal Consiglio comunale di Morciano il 18 luglio 2013. Il problema del Pua Ghigi è semplice da risolvere. I proprietari (i partecipanti) sono: Conad Forlì, cooperative riminesi e forlivesi e diciotto politici, imprenditori e professionisti locali. Questi signori sono proprietari di tre lotti di terreno (meno di 15.000 mq), e come tutti i cittadini devono accontentarsi di quello che spetta secondo le norme del Prg (Piano regolatore geenerale) di Morciano: 7.500 mq anziché 10.220 mq nell’area dell’ex Pastificio e 5.000 mq. altrove nell’ambito del territorio Comunale. Non più di 4.000 mq di commerciale invece dei 6.458,50 mq

(4.000 mq di negozi e 2.458,5 mq di magazzini) approvati. Non più di 10 metri d’altezza al posto delle due torri da 22 e 23 metri approvati. Gli standard di parcheggi pertinenziali e pubblici riguardante l’auditorium da 400 posti a sedere devono essere rispettate e realizzate. Inoltre, devono essere realizzate 4.000 mq di verde pubblico e rispettate le norme acustiche e geologiche. Il centro di Morciano già ora senza quest’abnorme quantità di cemento è congestionato e spesso mancano i parcheggi; questo è un problema rivendicato da un numero sempre mag-

giore di abitanti. In loro rappresentanza i comitati cittadini morcianesi hanno fatto tre ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale. Auspichiamo che il Tar di Bologna al più presto blocchi la crescita di questa cementificazione nel cuore di Morciano voluta dall’amministrazione di centro sinistra di Claudio Battazza. La sala polivalente (auditorium), poiché per il momento il necessario restauro della biblioteca è stato rimandato, è l’unico vantaggio effettivo per la comunità che dovrà sopportare tanti disagi per la costruzione. Dovrà essere costruita e consegnata con i suoi reali posti auto, moto e

bici. Stabilire l’esatto numero di questi parcheggi, è responsabilità diretta dei tecnici del Comune ed ora al vaglio dei giudici del Tar. I posti a sedere dell’auditorium sono 400, i mq 700 e l’altezza è di 6,8 metri. Per la sua realizzazione, e arredo, il Comune non deve pagare nulla. Il Rinnovamento Ghigi Srl deve al Comune un milione di euro per la riduzione dell’altezza dell’auditorium da 12 metri originali ai 6,8 mt attuali. I cittadini morcianesi chiedono ai quattro consiglieri comunali delle opposizioni la massima vigilanza sull’attuazione del Pua Ghigi ed il rispetto dei tempi per la realizzazione. Attenzione all’“agguato” delle varianti, e che le minoranze seguano attivamente questo progetto. *Coordinatore del Comitato per la difesa dei diritti del cittadino.

Una screta sora una stagiuneda dificilment la pasa inuserveda specialment sla tira in bal i pagament d'un ormai famos rinnuvament. Su j'antressa anche al benchie at sta faccenda per qualch d'un e pranz e dvantaria una merenda. E persina l'auditorium e dvantaria un mortorium. Ormai l'è piò d'un mees che i lavur jè stè suspees sl'è andè via j'operai e vra dì cu j'è qualch guai. Purtrop d'arnov sotta e ciel dla ex Ghigi us prisenta di nuvlun grigi. Spirema che Eolo ui sofia via a la svelta cume d'una liggera turmenta. Chi a da paghè e chi a da vè l'è i nost fradel, ognun ad num e careggia i su fardel. Mo uns po' fè lavurè la genta senza dei la pega per cumprè la smenta. Ogni lavuradur l'a diret ad ricev la su mercede non sol i dirigent che all'improvvisa i cambia fede. Se i lavur is bolca in cuntinuazion l'è un bel dan sia per Murcèn sia per la nazion. E cume sempre la colpa la è ad tòt e ad nisun. Chi sla ciapa te fioch però a sem sempre num. S'andem aventi ad ste pasa e sarà fadiga a sbrugliè la matasa. Um sa che chi in via Roma e vrà andè a fè la spesa ui cunvenga già da ades a metse in lista d'attesa. E per che sia in at una cosa seria che guerda ches l'a fa rima sla parola miseria. Cal culonie che ades al grata e ciel al n'aveva d'affruntè e gel. Che bel cantier tent decanted un la smitrà mai da es ciacared e fin quand uns arà fnid ui sarà da piegn e da rid. (Emilio Cavalli)


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Aziende informano

Indicazione di Bankitalia. Coprono il 56,3% delle ipotetiche sofferenze. Negli ultimi 10 anni distribuito 21 milioni di utili

Sartoni: “Accontonato 100 milioni di euro che un giorno restituiremo ai soci” - “Abbiamo chiuso il 2015 con numeri positivi. L'utile lordo si è attestato a 22,075 milioni di euro (più 7,25 per cento rispetto all'anno precedente). Anche quest'anno avremo tanti accantonamenti e pagheremo tante tasse. Il 2015, è nostra convinzione, è l'ultimo anno degli accantonamenti. In tre anni abbiamo messo a riserva circa 100 milioni di euro. Nel 2016 usciremo da questo periodo di quaresima”. Luigi Sartoni, direttore generale della Banca Popolare Valconca, sintetizza l'anno economico del suo istituto di credito. “Un fatto importante, se non fondamentale, è che la Banca ha un'elevata liquidi-

In linea con le migliori banche italiane il Tier1 e il Total Capital Ratio. Nel 2016 ritorno agli utili LA BANCA

tà: oltre 200 milioni di euro. Abbiamo incrementato la raccolta, giunta a 1,1 miliardi; gli impieghi, 970 milioni di euro, sono stazionari. Un dato importante, per noi e per il territorio, è che c'è una ripresa dei mutui casa. Rispetto allo scorso anno ne abbiamo stipulato 200 in più, passati da 1.200 a 1.400. Con un balzo di oltre il 20 per cento.

Va specificato però che le nuove costruzioni sono ferme; si vende il già costruito. Negli anni del boom l'edilizia assorbiva il 30 per cento degli impieghi”. “Tale liquidità - continua Sartoni, un appassionato di storia politica e sociale - vuol dire che la Banca ha tanti mezzi da investire. Il 2016 sarà il primo anno positivo. A livello nazionale il Pil (Prodotto interno lordo) salirà tra l'1,6-1,8 per cento) e questo è un segnale positivo che fa ben sperare”. “Vorrei gettare luce anche sulla Banca Popolare Valconca - riflette il direttore generale, uomo di scuola

SOLIDARIETA'

Bukina Faso, aperti due pozzi - Sono le 10,30 del mattino di quasi metà gennaio 2016, siamo al pozzo che dopo un anno di fermo abbiamo riattivato per una popolazione stanziale di 730 abitanti oltre a circa un migliaio di animali domestici (zebù e capre in primis) che a questo pozzo attingono. Siamo a sud di Koupela, nel villaggio di Wacko (Lat. 12,277596 - Long. 0,276979). Verifichiamo con i tecnici che il lavoro di recupero sia stato fatto a dovere e che per almeno altri 7/ 8 anni possa non avere problemi. L’acqua che sgorga da 55 mt sotto terra è cristallina e fresca. Alle 12,30 ci troviamo invece al secondo pozzo, come il primo finanziati grazie anche al contributo della nostra Banca Popolare Valconca, sempre nel sud di Koupela, parte Ovest, al villaggio di Nimpougo (quartiere Bissiga) (Lat. 12,216136 – Long. – 0,481478) il cui pozzo era fermo da 8 mesi e gli abitanti che vi attingono sono stanziali censiti in 560, più le greggi di proprietà: zebù, asini e capre. Ci accoglie anche qui il comitato addetto alla gestione del pozzo assieme ad un bel numero di animali che attende che l’acqua fuoriuscita dai bidoni gialli e verdi delle donne vada a riempire l’abbeveratoio rettangolare giungendo da una canalina in cemento a 5/6 mt dal pozzo. La gente ci fa festa e terminate le foto e i saluti reciproci ci

Da sinistra: Massimo Lazzarini e Luigi Sartoni, rispettivamente presidente e direttore generale della Banca Popolare Valconca

Comit (Banca Commerciale Italiana, tra il meglio del Belpaese) -. Il Tier 1 della Bpv è al 12,36; il Total Capital Ratio è al 13,6. Sono numeri che raccontano che siamo in linea con le migliori banche italiane. Tradotto, questi valori affermano che siamo una Banca solida. Se caliamo questi indicatori con le altre popolari e le società per azioni noi andiamo bene; non possiamo paragonarci alle BCC che non distribuiscono dividendi ai soci e che mettono a patrimonio più sol-

di. Negli ultimi 10 anni, la nostra banca ha distribuito 21 milioni di utili e pagato 26,5 milioni di Ires. Un altro dato fondamentale è il capitolo delle sofferenze. Abbiamo una copertura del 56,3%, francamente una cifra altissima. Dato che abbiamo accantonato, a difesa delle ipotetiche sofferenze, tanto, si spera che questi soldi un giorno se li ritroveranno i soci più avanti. In futuro saranno utili da distribuire; anche perché a garanzia dei prestiti ci sono le ipoteche sugli immo-

bili”. “Il 2016 - chiude la sua riflessione Sartoni - , dopo un periodo di lunga crisi economica, è l'anno del ritorno alla normalità: cresce il Pil, la Banca guadagna e ci sarà la distribuzione dei dividendi. Voglio anche rimarcare che per le famose quattro banche in crisi, noi siamo stati costretti a mettere 1,3 milioni a fondo perduto; furono 350mila euro nel 2014. Il danno psicologico causato dalle quattro banche è anche peggio del loro andamento negativo”. Cse La Banca Popolare Valconca è uno dei primi soci del Cse, un centro elaborazione dati con sede a Bologna che macina ricavi e sforna utili come una gallina dalle uova d'oro.

GIOVANI

Cerimonia lo scorso 5 febbraio

Bpv, assegnate le borse di studio a tre allievi del Rossini

dona due polli, così come successo anche per l’inaugurazione dell’altro pozzo, con in più una faraona! Le donne giunte in bicicletta al pozzo con un piccolo portapacchi sul quale legano i bidoni da 10 lt, anche più di uno, li riempiono e via via si allontanano, lasciando liberi i bambini di “smanettare” con la pompa “India Mark II” che butta continui fiotti di acqua fresca, molto buona e leggerissima al gusto. Rientriamo alla missione cristiana di appoggio verso le 15, un po’ intontiti dal caldo, solo i 5 volatili nel cassone del vecchio pick up, come i “capponi di Renzo” starnazzano e si beccano tra loro, ignari dello spiedo che a giorni li sta aspettando. E’ stato un mese difficile per il Burkina con i tre feroci attentati terroristici del 15 gennaio che oltre

a vittime e dolore, hanno aumentato le difficoltà di vita in un Paese già povero. Al nostro rientro, il 24 gennaio, già molti operatori umanitari erano usciti dal paese e, fatto ancora più grave, gli investimenti economici stranieri si sono congelati: uno su tutti il nuovo aeroporto internazionale di Ougadougou, già in progetto a 30 km dalla città, ha sospeso i suoi lavori, così come tutta la rete di infrastrutture che stavano sorgendo in zona. Vieppiù, molte compagnie aeree hanno sospeso i voli per il Burkina e altre compagnie più strutturate li hanno dirottati. Questo però, ci stimola da parte nostra a non sospendere assolutamente i nostri progetti di acqua potabile per la gente più bisognosa. W. V.

La cerimonia di premiazione nell'auditorium Pedrotti, una delle sale più belle del mondo - Raffale Damen (diploma Accademico di II Livello di Fisarmonica), Stefano Guiducci (diploma Accademico di I Livello di Strumenti a Percussione) e Francesco Grelli (diploma Accademico di I Livello di Pianoforte) hanno vinto la sesta edizione delle borse di studio della Banca Popolare Valconca riservate ai giovani musicisti di talento che frequentano il conservatorio Rossini di Pesaro e che risiedono nell'area di competenza dell'istituto di credito. Alla presenza di un centinaio di persone, la cerimonia di premiazione si è tenuta lo scorso 5 febbraio all'auditorium Pedrotti; la sala si trova all'interno del conservatorio ed è una delle più belle del mondo. Prima della consegna i tre giovani musicisti si sono esibiti in brevi saggi. La serata si è chiuso con un rinfresco.


MORCIANO

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Cena sociale lo scorso gennaio. Archiviata una grande annata: terzi nell'italiano

COMUNITA'

- La cena sociale del Gs Valconca-Ottica Biondi è la festa della morcianesità: il piacere di stare insieme, la buona tavola, il fare. Come da classico copione: si mangia da Dio. Aiutato da una manciata di appassionati, ai fornelli Nicola Simoncini, vecchio del gruppo, uno dei maggiori cuochi della nostra provincia, ha preparato un menù semplice e da mandare a memoria: antipasto di affettati con insalata di funghi, ravioli al ripieno di ricotta e funghi, tagliata su un letto di grana e rucola, fior di latte con zabaione caldo. Come da copione, ci sono stati anche ospiti. Due su tutti: il forlivese Aviero Casalboni (già responsabile nazionale Acsi attività di fondo), fino allo scorso novembre grande dirigente del ciclismo. Questa volta è intervenuto come amico di Morciano. Il secondo è una donna, una ragazza di 18 anni. Riccionese, si chiama Martina Michelotti ed è nel giro della nazionale guidata da Davide Cassani. L'annata 2015 del sodalizio della Valconca si è chiuso benissimo. Tre prestigiosi risultati: terzi nel campionato ita-

Gs Valconca-Ottica Biondi, la morcianesità in festa

La sala piena. Quelli della cucina

liano ciclo-turismo, terzi anche nella Gran Fondo cicloturistico e quarti con la squadra femminile, sempre nel ciclo-turismo. Di successo anche le due gare organizzate a Morciano. Nella classica Gran Fondo di giugno si sono contati più di 300 iscritti. Un autentico boom invece per l'appuntamento con la mountain bike. Partenza dal Parco del Conca, sali e scendi per le colline (San Giovanni, Saludecio-Mondaino) si sono contati quasi 500 iscritti. Questa disciplina attira sempre più appassionati rispetto alle clas-

siche da strada. Il 2016 si presenta con orizzonti non meno alti. Il 3 maggio è l'appuntamento con i patiti dello sterrato. Come sempre il ritrovo è nel magnifico Parco del Conca, di granlunga uno dei migliori lasciti delle amministrazioni guidate da Giorgio Ciotti. In giugno, secondo domenica, si tiene la Gran Fondo del Gs Valconca-Ottica Biondi. E' in questo evento che nasce il pasta party, poi imitato anche da altri. Intenso, il calendario degli appuntamenti riservati a chi in-

Vera Biondi e Ugo Gaia, patron e presidente

dossa i colori morcianesi. Sono 7-8 le prove (tutte impegnative) del Prestigino. Anche quest'anno, in luglio, si va sulle Alpi francesi per le mitiche salite del Tour de France. La grande novità del 2016 sono tre uscite lunghissime, maratone in bici, nel segno del Giubileo. Nella prima si va a Roma, San Giovanni Rotondo è la tappa sulle orme di Padre Pio. Sant'Antonio, a Padova, chiude il trittico. Per farlo ci vogliono gambe e soprattutto la

testa. Buona strada. Il Gs Valconca da decenni è legato alla figura dei Biondi, prima il babbo Luigi, ora Vera. La signora degli occhiali è solita dire: “Vedere quei colori partire da Morciano per me è motivo non di una grande ma di una grandissima emozione. L'ultima è come fosse la prima volta”. Ugo Gaia, il presidente: “Il Gruppo è sempre più unito, è sempre coinvolgente, è sempre più in forma”.


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MORCIANO

Massimo Tonini, presidente della Morciano Calcio, racconta una stagione vicina al vertice PASSIONI

“Sognare una nuova promozione” Danneggia l'auto. PERSONE

Fotografia in concorso Lascia il telefono

In alto, Dionigi e Ghigi

LO SPORT A sinistra, Dionigi, Santini e Gabrielli

Giancarlo Pari, presidente Circolo fotografico Morciano - Il circolo fotografico Morciano di Romagna organizza il 21.mo concorso Fotografico Nazionale “Città Morciano di Romagna” valido per la statistica FIAF –Patrocinio n. 2016/H4 – per immagini digitali o digitalizzate- Tema Libero e tema Fisso: Vita degli animali e foto Sub. Le iscrizioni scadono l'11 maggio. La giuria: Albano Sgarbi, Veniero Rubboli, Lino Ghidoni, Conrad Mularoni, Ezio Angelini, Omero Rossi, Giancarlo Pari Per maggiori informAzioni sul bando di concorso e informazioni – giancarlopari50@gmail.com o p p u r e www.circolofotograficomorciano.it

- Davide parcheggia l'automobile alle 8,30 prima di andare a lavorare. Torna per l'ora di pranzo e trova il mezzo danneggiato; a farlo un automobilista al momento della manovra. Davide è contrariato per non dire arrabbiato. Gli si associano cattivi pensieri sul senso di civiltà dei suoi concittadini. Si avvia verso casa per mangiare. Mentre va si accorge che un pezzo di carta farfalleggia causa l'aria. Arriva, scende e va a controllare che cosa è. Lo legge e scopre che reca le coordinate della donna che ha danneggiato la sua automobile. Si tratta di una persona molto nota a Morciano che insieme al marito e ai figli gestisce una delle storiche attività della Valconca. Lei ed il consorte sono impegnati sia nella cultura, sia nel sociale. Davide ha telefonato alla signora... La bellezza della vita.

- Non troppo distanti dalla vetta e tutto potrebbe succedere. Il quarto anno del Morciano calcio in Prima categoria veleggia nelle belle acque di sogni non prorpio impossibili. Una breve chiaccherata con il presidente Massimo Tonini. A chi gli chiede il suo umore, risponde: “E' un'annata, al momento, archiviabile in abbastanza bene, al momento (7 febbraio) siamo quinti in classifica, non troppo distanti dalla vetta, solo 5 punti di lunghezze. Purtoppo abbiamo avuto alcuni infortuni di giocatori (Alberto Bacchini, Francesco Rotondi, Lorenzo Ricciatti) che stavano offrendo ottimi rendimenti; stagione fi-

La squadra 2015-2016

nita per il primo, speriamo di recuperare a breve gli altri due. Stiamo portando in prima squadra alcuni ragazzi della Juniores (Calesini, Colombari, Geri ) e siamo soddisfatti del loro inserimento. Speriamo di tornare a breve a ranghi completi per affrontare la parte finale del campionato che si preannuncia avvincente con 7 suadre in fuga, copresse in 7 punti”. “Siamo partiti - continua il presidente,

passionoccia per i vini con l'obbiettivo di migliorare il risultato della scorsa stagione quando siamo arrivati sesti appena fuori dalla zona play off; speriamo di entrarci quest'anno. E' cambiata la conduzione tecnica della squadra , il nuovo allenatore è Marco Bucci Marco, che noi conoscevamo già come giocatore. E' alla prima esperienza in panchina, ma sta dimostrando buone capacità nella gestione tecnica e del gruppo nello spoglia-

toio”. “Siamo una società chiude Tonini, professione bancario - che cerca di mantenere un buon equilibrio economico e così continueremo a fare. Da tre anni abbiamo una squadra Juniores che partecipa con buoni risultati al campionato provinciale. Puntiamo a far crescere i calciatori del paese per alimentare la squadra adulti e, perché no, sognare un'altra vittoria di campionato e una nuova promozione.



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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO

Unione, San Clemente frena - C’è un fantasma che si aggira per la Valconca: è il fantasma della Fusione dei Comuni. L’unico accenno di discussione politica vera nella vallata si è visto proprio su un argomento ancora inatteso perché apparentemente ancora tutto in gestazione, poi una sollecitazione forte dei sindaci di Morciano e Gemmano e la frenata decisa e convinta del sindaco di San Clemente. Le fusioni dei comuni, previste in un obiettivo generale di riordino istituzionale, nascono da un’esigenza di tagli della spesa pubblica. Ma sono anche atti definitivi che vanno ponderati e ben programmati perché in questi casi la fretta, la storia insegna, fa solo danni. In teoria non dovrebbe essere difficile portare a termine questo progetto che ha le sue radici nell’ormai vecchia Unione Valconca nata nel lontano novembre 1996 con l’obbiettivo di traghettare i comuni della vallata alla loro fusione. Negli anni il progetto non si è evoluto e le crepe sono oggi evidenti come evidenti sono i modesti risultati ottenuti. Quindi che fare? Da una parte un presidente dell’Unione con alla mano cifre e prospetti di futuri rosei a seguito della fusione. Milioni di euro in arrivo nel tempo, riduzione sensibile degli amministratori e forti risparmi per l’accorpamento dei servizi. Tutto bello ma proposto con una fretta sospetta e soprattutto tutto apparentemente già deciso senza alcun coinvolgimento dei

Morciano e Gemmano fusione a due? Critico Alfonso Scala. Positiva la posizione del M5S

Cecchini Mirna, sindaco di San Clemente

SAN CLEMENTE di Claudio Casadei cittadini. È vero che la politica attuale ritiene gli stessi importanti solo quando diventano elettori, ma una fusione di comuni non dovrebbe essere decisa solo da referendum senza quorum e soprattutto da una fetta minoritaria di votanti come già successo per la fusione fra Montescudo e Montecolombo. La fusione 2.0, non prevede Montefiore, San Clemente frena e allora Morciano e Gemmano decidono di fare da soli. Battazza e Santi sono due politici esperti, avranno fatto bene i loro conti,. Mirna Cecchini, sindaco di San Clemente, pur non essendo contraria alla fusione ha meno fretta. “Come sindaco di un comune di quasi 6000 mila abitanti, quindi di media dimensione, con alcuni problemi e criticità ma anche con potenzialità di sviluppo ed espansione sia demografica che occupazionale, con un bilancio

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sano grazie alla gestione oculata e virtuosa di questa e delle passate amministrazioni, penso di avere il dovere e la responsabilità di riflettere, analizzare e valutare con attenzione nell’interesse della comunità che amministro, se la fusione può essere un’opportunità di crescita economica ma anche sociale e istituzionale. Che garantisca ai cittadini il miglioramento dei servizi che un’amministrazione deve garantire al minor costo possibile senza che però venga a diminuire il peso politico, istituzionale della nostra realtà.” E poi ancora: “ E’ un passo epocale, di natura straordinaria e definitiva e per verificare la futura ed eventuale funzionalità del progetto “fusioni”, è assolutamente necessario a mio parere, provare a raggiungere i risultati auspicati procedendo con la gestione associata dei servizi fra i

comuni. Il mio pensiero è rivolto in questa direzione perché dobbiamo così dimostrare ai nostri cittadini che si possono diminuire le spese di gestione ma che a questo però corrisponde il mantenimento e la qualità dei servizi erogati. Gli studi che sono a favore o contrari alle fusioni sono ad oggi tutti teorici e difficilmente verificabili. In una realtà come la nostra, penso che sia compito di un sindaco intraprendere un percorso di verifica fattuale dei supposti vantaggi di questo riordino istituzionale. Certo, la legge sulle fusioni al momento, prevede dei contributi all’ente che nascerebbe, e sono contributi di tutto rispetto ma legati annualmente a quello che stabilisce la legge di stabilità.” “A me dispiace che queste riflessioni che sto facendo insieme alla mia maggioranza siano state scambiate da qualcuno, per una becera difesa della “poltrona”; la poltrona non è mia e ne sono ben cosciente perché nel 2019 il mio mandato scadrà. Io cerco di capire cosa è meglio fare per la mia comunità, lo voglio fare adesso e non quando il comune non esisterà più così come lo conosciamo ora. So che intorno a questo argomento sono in atto discussioni che manifestano interesse e vivacità culturale che non può che farmi piacere perché arricchisce il senso civico e la par-

tecipazione dei miei cittadini ad una scelta che ci riguarda tutti. Per questo motivo, i risultati ( in un senso o nell’altro) di una gestione associata dei servizi che va intrapresa con gli altri comuni, devono essere condivisi con i cittadini che vanno informati adeguatamente in modo tale che prendano coscienza, sia dal punto di vista culturale ed istituzionale del passo che si potrebbe compiere. Spetta alla fine a loro decidere tramite gli strumenti messi a disposizione dalla legge.” In Consiglio Comunale dura la presa di posizione della minoranza della Lista Civica San Clemente che ha sintetizzato il suo pensiero in un piccante comunicato stampa in cui si recita “Valconca. Il “posto fisso” in luogo dei pluriennali vantaggi economici e territoriali offerti dalla Regione e dallo Stato in caso di fusione con altri comuni. A denunciare l’autonoma decisione della sindaca e di tutta la giunta sanclementese, è il consigliere di minoranza, Alfonso Scala, secondo il quale, non offrendo ai cittadini la possibilità di scegliere, tramite referendum, in merito alle fusioni di comuni, l’attuale amministrazione non solo non sta facendo gli interessi del territorio, ma si sta anche assumendo una responsabilità che inciderà pesantemente sul futuro di San Clemente e dei nostri figli.” Il pensiero della minoranza:

Bacchini, premiato al Sana come

“…Stupore oggi nell’apprendere online che solo 2 comuni targati Pd, Morciano di Romagna e Gemmano avrebbero chiesto una deroga alla regione, vista la non contiguità territoriale, per potere portare a termine la fusione... E San Clemente? San Clemente che fine ha fatto? e soprattutto che fine farà??? È vero non è obbligata per legge a fondersi perché ha una popolazione superiore ai 5000 abitanti, ma cosa farà circondata da comuni fusi in un Unione di carta? Come potrà attingere ai contributi nazionali, ai contributi regionali, incentivi, superamento del patto di stabilità e possibilità di turn-over possibili solo con la fusione?E soprattutto dove andranno a finire i progetti tanto sognati e sbandierati? E la scuola di vallata???È la prima volta che il Pd è contro il Pd...Per anni si è detto che era il Comune di Montefiore che remava contro, che tarpava le ali ai progetti faraonici dell’Unione e poi esce fuori che in seno al partito di maggioranza presente in Unione si nascondono campanilismi e giochi di potere”. Poi recentemente al Consiglio dell’ Unione Valconca i rappresentanti del movimento, che quasi un anno fa avevano presentato il progetto “La Valconca che vorrei” sottolineano come le decisioni prese e proposte in Consiglio vadano ver Una votazione per cui il gruppo Cinque Stelle ha scelto l’astensione su un documento su cui hanno espresso motivate critiche e alcune considerazioni”.


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E' il figlio di Valerio, il fondatore del Vft (Valerio Family Team) Racing che ha stupito gli appassionati in tutto il mondo

Fabio Menghi inizia l'avventura nel mondiale Superbike con la Ducati - “Basta. Non mi diverto più a guidare una moto che è troppo piccola per me che sono troppo alto. O faccio la superbike, o smetto”. Con queste parole secche Fabio Menghi si rivolge al babbo Valerio, ma dentro di sé c'è qualcosa di scherzoso. Gli risponde il genitore dai capelli bianchi con la civiltà dei motori nell'anima: “Ora siamo grandi; abbiamo esperienza, abbiamo maturato competenze: facciamo il mondiale”. Fabio dice oggi: “Onestamente pensavo alla superbike come campionato italiano e non ad altro”. Tutto questo avviene alla fine dello scorso ottobre. Siamo in Qatar. Il sanclementese partecipa al mondiale nella classe 600 Super Sport con una Yamaha. Nel suo personale palmarès è una buona annata: quindicesimo con quattro gare smarrite (tre rotture ed una caduta provocata da dietro). In quel fine settimana in men che non si dica la voce si sparge nei box; non appena si inizia a chiedere in giro per la moto le case produttrici si propongono. Si fa avanti la squadra romana Althea guidata da Genesio Bevilacqua. Il team manager ha un accordo con la Bmw per il 2016; lascia la Ducati per il marchio tedesco. Ha in vendita una moto di Borgo Panigale. Il passo successivo è incontrare Paolo Ciabatti, il responsabile corse Ducati. Trovano l'accordo. Il debutto è previsto nel fine settimana dal 26 al 28 febbraio a Phillip Island in Australia. “La nostra ambizione - racconta Fabio, in tasca una laurea da ingegnere meccanico - è prendere punti. Stare con i primi 15. Guidare questa moto è bellissimo. Nulla a che vedere con quelle con le quali ho corso fino ad oggi. E' come passare da un'auto gran turismo alla Formula 1. C'è la stessa elettronica della MotoGp. Il comando gas, ad esempio, è senza fili, gestisce l'elettronica”. “Siamo partiti - continua Fabio, parla inglese e spagnolo - per starci almeno tre anni. Tutto dipenderà però dai risultati e dagli sponsor. Diciamo che il nostro è il team artigianale del paddock, con un bilancio di un milione in meno rispetto agli altri”. Il Davide che affronta Golia, si potrebbe dire.

L'obiettivo è andare a punti. Starci almeno tre anni. E' il sogno realizzato da Valerio che da sempre è molto di più di un appassionato

Il Family Team dei Menghi attorno alla Ducati. Da sinistra: Gabriella (consorte di Valerio), Sara (compagna di Fabio), Fabio, Valerio, Federica (moglie di Omar), Omar ed i piccoli Matteo e Maria (figli di Omar)

LO SPORT

L'avventura motoristica di Fabio inizia tardi; l'esempio è il fratello Omar che lo ha preceduto sulle piste. Fino a 15 anni gioca a calcio nel Riccione, ala. Gli appassionati dicono che potesse ambire ad una brillante carriera, ma lui sente il richiamo delle due ruote. Solo che ci impiega un paio d'anni a convincere la madre Gabriella ad apporre la sua firma sulla licenza. Finora ha ottenuto buoni risultati, con l'aiuto della fortuna poteva cogliere frutti più alti. Lo scorso anno è arrivato due volte sesto (Santamonica ed Aragon, Spagna). Negli anni precedenti, nei campionati italiani si è sempre battuto per le prime posizioni. Da 4 anni si cimenta nel mon-

diale 600 Super Sport. “Con le forze del nostro team - dice con un sorriso ampio ogni soddisfazione vale il triplo. Ogni risultato è una vittoria. L'esperienza la fai su te stesso: cadi e ti chiedi il perché, si rompe un pezzo e rifletti sulle ragioni. Facciamo tutto noi: dall'organizzare le trasferte, la ricerca degli sponsor, le fatture, la co-

struzione del sito. Siamo una squadra dalla sobrietà francescana”. Fabio Menghi, 1,86 metri di altezza, una figlioletta in arrivo (Christel), affronta la prestigiosa competizione con una squadra che è uno spaccato del miglior made in Italy. Tutto è già scritto nel nome: Vft Racing. Le tre lettere sono le iniziali di

Valerio Family Team; dietro c'è la passione di Valerio Menghi, che è molto di più del team manager. Da ragazzo supertifoso di Renzo Pasolini, non appena ha le possibilità economiche si regala un'Honda 750 con la quale si cimenta in alcune garette con gli amatori. Trasmette la passione ai figli. L'avventura nel circo dei

SAN CLEMENTE

- Dopo l’edizione da record dello scorso anno del premio di Poesia dialettale e Zirudela Romagnola intitolato a Giustiniano Villa, che ha visto in concorso ben 43 poesie e 29 zirudele, si intensifica l’attività per l’organizzazione della XXIV edizione. L’inverno che volge al termine è il periodo in cui da quasi un quarto di secolo San Clemente ricorda agli amanti della scrittura in dialetto romagnolo che è giunta l’ora di aprire i cassetti, spolverare i taccuini, riaprire foglietti e tovaglioli di carta, scaldare la penna e scrivere! Date e regolamento saranno messi presto a disposizione dei partecipanti delle scorse edizioni, mentre a chi si accinge a partecipare per la prima volta dico che sono a sua disposizione all’indirizzo mail premiovilla.casadei@libero.it ed, esclusivamente dalle 12,30 alle 13,45 e dopo le 19,00 al numero 339 485903. Al premio Villa possono partecipare tutti. Non im-

Premio Villa: XXIV edizione di poesia dialettale e zirudele, si parte

Un momento del Premio dello scorso anno portano metriche o titoli, non importa se non avete mai scritto, basta conoscere il romagnolo ed avere voglia di scrivere il proprio dialetto. Ecco, fae attenzione, pensare e scrivere in dialetto è fondamentale per la bellezza delle vostre opere. Il

tema è libero sia per le poesie che per le zirudele; i partecipanti vengono da tutta la Romagna, dall’Emilia e dalle vicine Marche e, siccome le opere di ogni edizione vengono raccolte in un prezioso volumetto, l’unica attenzione da

avere sta nella “lunghezza” della propria opera che in caso di eccesso potrebbe, a discrezione insindacabile della giuria, essere esclusa dalla stampa. Stessa sorte per opere che offendano religione e pensiero diverso dal proprio: è un concorso libero, non uno strumento di propaganda. Ci saranno anche le scuole, quest’anno sembra saranno più di una a seguire l’esempio virtuoso ed importante dell’ Istituto Favini di Coriano. Vedremo. Di certo la ospitale San Clemente saprà accogliere tutti come sempre, nel frattempo per favore iniziate a scrivere e a seguire i soliti canali, mica vorrete mancare? Che

cuncòrs e sarìa senza la tu povesia!? Claudio Casadei

motori inizia nel 1992 con Omar, il primogenito di casa Menghi, oggi quarantenne. Omar ha messo in cascina risultati da raccontare ai nipotini; il fiore all'occhiello sono le wild card al mondiale (Mugello e Santamonica). Tanti i podi nelle altre competizioni. Il primo reparto corse fu il garage di casa, dove fu allestita una piccola officina in ogni sua parte. La sede odierna è nella zona artigianale di Casarola (San Clemente): 500 metri quadrati che sembrano una gioielleria: ordinata, pulita, non meno che bella. Dotata di tecnologia all'avanguardia per spremere cavalli e armonie, compreso un banco prova. Qui si pensano e realizzano cose che lasciano ammirati. E' stato realizzato anche un piccolo museo con quasi tutti gli esemplari utilizzati in gara in questo quarto di secolo. E' in questi spazi che Valerio Menghi fa cose fuori dall'ordinario non solo sulle moto. Ad esempio, ha allestito con le sue mani l'interno del bilico con la stessa abilità di un raffinato ebanista. Ci ha ricavato ogni comfort per far star bene i 10 posti letto. Quasi quasi potrebbe cambiare mestiere: da elettricista a certosino falegname: le aziende vincenti spesso nascono dagli hobby. Siccome il lavoro lo ha fatto nei fine settimana (più di un anno di impegno), quando gli mancava una vite la realizzava al tornio. Tre volte miglior debuttante, Fabio col 61 sfida campioni che hanno fatto la storia di qeusto sport negli ultimi 10 anni. L'avventura di Fabio Menghi è possibile grazie alla sensibilità di un manipolo di sponsor: Menghi Elettroimpianti, Genea Sistemi, Silectra, AEB, CMA, Termignoni.


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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO ALTA VALCONCA

Sant'Amato degli Ulivi, un nome per Saludecio Mondaino e Montegridolfo? - Il saludecese Carlo Cervellieri interviene nel dibattito su quale nuovo nome dalla fusione tra Saludecio, Mondaino e Montegridolfo. “A proposito di fusioneracconta Cervellieri - tra i Comuni di Saludecio, Mondaino e Montegridolfo (avrei preferito anche qualche Comune della riviera ma questo è un'altra storia) e del nuovo nome che si dovrà istituire. Considerando i nomi proposti, Trecastelli, Cinquecastelli, Terre Malatestiane, Belvedere di Romagna, Colline Adriatiche, Alto Tavollo, ecc. Secondo me nomi che non danno la memoria dei luoghi; alcuni sono adatti più a ristoranti e agriturismi. I più caldeggiati, Trecastelli e Cinquecastelli, per quanto suggestivi sono anacronistici;

nomi che non rispecchiano la realtà. Oggi, chi viene in questi luoghi non trova tre castelli ma tre borghi semi-vuoti, purtroppo. Per cui mi meraviglio che non si sia preso in considerazione uno dei personaggi più radicati della nostra provincia: il Sant'Amato Ronconi, santificato il 23 novembre del 2014. Cosa epocale per queste terre. Terre in cui fioriscono migliaia di ulivi, luoghi in cui Amato Ronconi ha camminato. Dunque perché non fare un connubbio tra Sant'Amato e Ulivi? Sant'Amato sinonimo di bontà; Ulivi sinonimo di pace. Dunque l'associazione è: Sant'Amato degli Ulivi. Oppure: Sant'Amato dei Tre Borghi. Una denominazione che racchiude l'essenza dell'armonia.

E' per antonomasia l'artista di Mondaino. Ansia da ricerca

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Polidori, quel grande pittore Il murales che reca il santo dipinto sulla facciata della casa di riposo che ne porta il nome

Saludecio dipinto dal mondainese Caio Galliano Polidori

- Sul finire degli anni Venti Caio Galliano Polidori, docente di disegno a Sassocorvaro, ma residente a Mondaino, si distaccava completamente dalla politica e dagli amici dell’immediato dopoguerra per dedicarsi totalmente alla pittura e nei momenti liberi dall’insegnamento iniziava a vagare col cavalletto

ARTE di Manlio Masini in aperta campagna per fissare con i colori della tavolozza gli scorci più suggestivi. A Mondaino Polidori godeva di particolare stima: tutti riconoscevano in lui la persona colta, gentile, affabile; tutti apprezzavano il suo modo di parlare, la sua padronanza dialettica, le sue doti di moderazione, addirittura il carisma che sprigionava dalla sua persona. Gratificato nella sfera intellettuale Polidori avrebbe potuto sentirsi appagato del clima di simpatia che lo circondava, invece manifestava insofferenza: la sua ambizione era la pittura e il paese, in questo settore, non solo continuava a non concedergli la dovuta attenzione, ma lo relegava anche fuori da ogni problematica di rinnovamento. Il giovane sentiva l’esigenza di uscire dal guscio del suo accademismo, ambiva stringere amicizie significative, frequentare artisti, aprirsi a nuove esperienze. Per appagare questa ansia di ricerca e spezzare il proprio sterile isolamento, Caio Galliano aveva iniziato a uscire da Mondaino. A Sassocorvaro con una piccola cerchia di docenti e studenti dava vita ad un “gruppo artistico” e si inseriva nel dibattito culturale della cittadina. A Cattolica, nello studio di Emilio Filippini era di casa il sabato pomeriggio. Di Filippini, che lui chiamava “maestro”, apprez-

zava la poesia dei colori sfumati nei toni del pastello e i racconti delle sue esperienze veneziane3. Dal 1928 la meta preferita di Polidori diventava Rimini. Quell’anno, dopo aver visionato nei locali dell’asilo Baldini la mostra degli artisti riminesi, aveva allacciato contatti con Emo Curugnani e con i coetanei Gino Ravaioli e Luigi Pasquini. La città nonostante l’arida impronta di provincia che si portava addosso, sembrava offrirgli quella vivacità culturale di cui aveva bisogno; non a caso in quel periodo alcuni intellettuali impegnati in politica, stavano dando vita ad una felice stagione artistica. Curugnani lo affascinava per la sua ansia di ricerca e di rinnovamento e per quel suo colore tormentato e pastoso di derivazione secessionista; Ravaioli per gli impasti caldi della sua tavolozza. La vicinanza con questi due artisti è tangibile nell’autoritratto che Caio Galliano avrebbe eseguito nel 1934. Con l’ “amico” Pasquini le lunghe discussioni si protraevano per il Corso d’Augusto e naturalmente non potevano non vertere che sull’acquerello e sulle tecniche dell’incisione. La morte, nel 1934, dava tregua alla sua ansia di artista. Quel poco che ci ha lasciato e che abbiamo potuto visionare, opere per lo più di modeste dimensioni, non ci consente di

formulare un giudizio sull’artista, ma solo di esprimere qualche considerazione. Per esempio ci sembra che i moduli pittorici risentano ancora di “accademia” e soprattutto che non si scollino dagli schemi convenzionali della “liturgia riminese”, vale a dire da quella pittura dolce, silenziosa, non problematica della realtà; un linguaggio espressivo che riflette la poetica dei sentimenti, quella ingenua, candida, serena del tardo espressionismo. Nel paesaggio, Caio Galliano è fedele alla pittura “di cavalletto”. La disincantata contemplazione della natura lo porta a ricercare accuratamente lo scorcio, a descrivere il particolare, a sostanziare di luce le vibrazioni dell’atmosfera, i bagliori del cielo, i chiarori dei tramonti, i riverberi dei torrenti. Sono più che altro “impressioni” cromatiche; tentazioni “espressioniste”, come nel bozzetto delle fratte di Mondaino, in alcuni casi rese con spigliatezza ed equilibrio compositivo. Nell’opera grafica (schizzi e disegni) Caio Galliano denota di possedere un discreto bagaglio di nozioni tecniche, una mano scrupolosa e diligente capace di riproporre fedelmente le indicazioni scolastiche. Nel ritratto (a carboncino e a matita) usa con molta abilità il chiaroscuro confermando una propensione allo scavo introspettivo. In questo settore non manca qualche buon esito; il ritratto di Teresina, eseguito nel 1929, si fa apprezzare per la delicatezza del tocco e la forza che scaturisce dalle sue trasparenze chiaroscurali.

Mondaino, le Fratte


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Entra a 9 anni nel 1937. Vi resta fino al 1960. “Arrivava gente da tutto il mondo”

Edmondo Saioni, l'ultimo dei dipendenti Galanti - Siamo nel 1937, Edmondo Saioni ha 9 anni e frequenta la quarta elementare. Lo zio paterno, Biagio, è falegname presso le Industrie Galanti, allora leader nella costruzione ed esportazioni di fisarmoniche. “Fisarmoniche Galanti. MondainoForlì. Esportazione mondiale” recitava un manifesto pubblicitario di fine anni '40. Il famigliare prende a cottimo la produzione della due bassi (uno strumento grande poco più di una scatola di Ferrero Rocher, un giocattolo). Il piccolo Mondo inizia ad assemblare le cassettine di legno ed a fare i regoli (una specie di chiodini) di legno di 1,5 centimetri per fissare le scatole. Di quel primo lavoro, Mondo Saioni, un gentiluomo d'altri tempi, si potrebbe dire, ricorda: “Usavamo una colla fatta con le ossa degli animali. Per stenderla doveva essere bollente. Era molto buona ed è stata usata fino agli anni '60. L'ha sostituita il vinavil. Il tecnico Francesco Maioli, di Belvedere, bravissimo, progettista della Galanti, faceva le prove perché non si fidava. Quelle piccole fisarmoniche si facevano saltuariamente e fu messa in palio per la lotteria che celebrava l'Impero dopo la conquista dell'Etiopia. Ne vinsi una anch'io”. Saioni forse è il più anziano dipendente delle Officine Galanti. La storica azienda che ha portato Mondaino nel mondo è stata appena raccontata nel libro strenna 2015 della Banca Popolare Valconca. Titolo “Imprese storiche. Racconti di aziende centenarie del Riminese”. Il volume, scritto da Alessandro Sistri, ne raccoglie cinque. L'ultima è quella mondainese. A firmare il bel ritratto Alberto Giorgi. Mondainese, cultore della storia di Mondaino e non solo, Giorgi ha raccolto una caterva di materiale sul suo paese e grazie anche all'aiuto della Pro Loco negli anni ha acquistato numerose fisarmoniche Galanti che non aspettano che un museo. “Finite le scuole - rammenta Saioni che negli anni '90 fu anche assessore a Mondaino, sindaco Rosanna Mastrogiuseppe - entro alla Galanti. Ero addetto al mobile dell'affascinante strumento musicale. Usavamo di-

La sirena di mezzogiorno e di fine lavoro COMUNITA' versi legni: abete (portavoci), pioppo. Per i fianchi adoperavamo legni che non si sfilacciassero. Finito il nostro lavoro lo strumento passava di sopra al reparto intonatori, dove venivano montate le tastiere, la meccanica, registro e mantice. A lavorare, all'interno, eravamo in circa 150 dipendenti; molti facevano i terzisti fuori. Eravamo più uomini che donne. E qui lavorava quella che sarebbe diventata mia moglie, Lina Sanchi, montava le voci. Sopra ogni voce c'era una linguetta d'acciao ricoperta da pelli. Al tatto le 20

Edmondo (Mondo) Saioni oggi e da ragazzo (al centro) da Galanti donne dovevano riconoscere se era di qualità oppure no. Ogni passaggio era fondamentale per avere uno strumento capace di suonare al meglio”. Lo splendore dei colori come si preparavano? Saioni: “Quel rivestimento sgargiante ed am-

Partendo dal drammatico passato, il Giorno della Memoria ha dato una cruda riflessione sull'attualità Montegridolfo, il museo

- “Antisemitismo e fascismi tra passato e presente” era il titolo della conferenza tenutasi a Montegridolfo, domenica 31 gennaio , per celebrare il Giorno della Memoria. Il Museo della Linea dei Goti Montegridolfo quest'anno ha dato un occhio, parten-

Mentre l’Europa fatica a darsi un’identità ed una missione condivise, che vadano al di là di un semplice spazio economico e finanziario comune, ed il nazionalismo più acceso torna a riaffacciarsi qua e là nel vecchio Continente, movimenti ed idee di

Montegridolfo ricorda le miserie della guerra do dal drammatico passato, all’attualità. Nell'introduzione Terzo Maffei, il fondatore del Museo, ha anche ricordato le violenze, la fame e le sofferenze testimoniate dai reduci di Montegridolfo: Fraternali Giuseppe e Boschi Inno nei lager tedeschi, Tonni Guerrino e Ceci Giuseppe nei gulag sovietici. Qualche domanda “scomoda” sull’antisemitismo con uno sguardo all’oggi Daniele Diotallevi pone, e

LA STORIA

rivolge a se stesso, alcune domande “scomode” su come e perché l’anti-semitismo abbia portato alle tanto drammatiche conseguenze durante la Seconda guerra mondiale, ripensando all’intreccio di motivazioni che, in vari Paesi e in tutti gli strati della popolazione, produssero convinzioni e connivenze per molti osservatori ancora oggi quasi impen-

sabili. Gli avvenimenti terroristici del gennaio e novembre 2015 in Francia invitano inoltre ad una meditata riflessione sull’attuale modo di porsi della società di fronte al nuovo antisemitismo. La nuova galassia “nera” in Europa, vecchi e nuovi fascismi Quali “nuovi fascismi” oggi e quale la loro azione?

estrema destra estendono la propria influenza e raccolgono nuovo consenso. Crisi economica e continue ondate migratorie rischiano di alimentare nelle masse un pericoloso concentrato di paure e bisogno di certezze, che richiama alla memoria i peggiori incubi del ventesimo secolo, come il razzismo più estremo e l’antisemitismo. Alessandro Agnoletti, con la sua relazione, ha indagato sul risorgente fenomeno di nuovi fascismi e del loro retroterra culturale.

miccante era un liquido di acqua e acetone che si spandeva con un pennello. Diventata bianca, la sagomavamo con le mani e qui ci voleva una grande sveltezza. Essiccata, si passava prima la carta vetrata fine e poi la pulitrice che la faceva splendere e la rendeva preziosa”. “Galanti - afferma compiaciuto Saioni - attirava dipendenti da tutta la nostra zona. Allora da Saludecio al Foglia non c'era niente. Era l'unica attività economica fiorente. I mondainesi avevano un grande fascino, compreso sulle fanciulle. Si era solito dire con ammirazione: ‘Jè quei ad Mundain’. Per le nostre feste (veglione Shangai, Carnevale...) salivano anche dal mare quando laggiù ancora non c'era niente. Ci pagavano ogni 15 giorni; io davo tutto a casa. Per me trattenevo soltanto 500 lire. Si lavorano 10 ore al giorno, che si riducevano a 8 il sabato. Nel quel massimo splendore venivano da tutto il mondo a Mondaino: inglesi, americani. A modo nostro eravamo un grande centro”. Edmondo Saioni lavora in casa Galanti fino al 1960. Si licenzia dopo alcuni anni di crisi. Si mette in proprio ed inizia a costruire camere da letto. Arriva ad avere fino a 18 dipendenti. Nel 1965, Saioni, insieme a Primo Sanchini e i fratelli Galanti, Matteo e Marcello (i due storici titolari), danno vita alla Scs (Società costruttori specializzati). Grazie “ai suoni Galanti” sono nate altre imprese che ancora oggi sono sul mercato: Marisystem (cordoni di alimentazione), Geba (apparecchiature elettroniche), Bartolucci (giocattoli di legno).


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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO

CORIANO - IL TEATRO

Coriano teatro, belle serate - Belle serate a Cor.Te teatro. Cartellone vario e di qualità. Teatro Comico d’Autore Sabato 13 febbraio 2016 ore 21,15. Paola Minaccioni. La Ragazza con la valigia San Valentino Jazz Club 14 febbraio 2 ore 21,30. I Musicanti di Croma. Love Song. Stefano Nanni - pianoforte, Gianluca Nanni - batteria, Giorgio Fabbri - basso elettrico, Lele Saraceno - chitarra e voce. Dalle ore 20,30 degustazione afrodisiaca by La Cantinetta della CorTe. Danza Sabato 27 febbraio - ore 21,15. Stati di veglia Concerti Giovedì 25 febbraio ore 21,15. Alessandro Fariselli 4et feat. Fabrizio Bosso. Let’s go. Fabrizio Bosso - tromba, Alessandro Fariselli - sax tenore, Massimiliano Rocchetta - pianoforte e piano elettrico, Mauro Mussoni - contrabbasso, Fabio Nobile - batteria Poesia

Coriano teatro Sabato 5 marzo ore 21,15. Guido Catalano. Poesie curative per anime giulive. Da un'idea di Barbara Martinini con Gisela Boschi, Valeria Fiorini, Eleonora Gennari, Barbara Martinini e la partecipazione di Elena Tenti e Gianni Donati. Teatro Donna Martedì 8 marzo ore 21,15. Donna, Soggetto Alexia Bianchi e Sonia Mariotti – recitazione, ideazione e regia Fabrizio Flisi e Tiziano Paganelli fisarmoniche, Massimo Modula – video painting. Prosa Sabato 12 marzo ore 21,15. Vinicio Marchioni. La più lunga ora. Memoria di Dino Campana. Musiche di Ruben Rigillo in collaborazione con ATER Info e prenotazioni: CorTe tel 0541/658667 329/9461660.

Al Rosaspina, una stagione che fa il pieno da anni

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Teatro dialettale, Montescudo capitale Il teatro Rosapina

CULTURA

gnia “Del gallo” di Pesaro-Urbino. “QUESTA DO LA METEM?”

18. - “E’ datato genericamente dagli storici all’inizio del 1800, ma già alla fine del 1700, precisamente nel 1780, nelle lettere inviate dal cardinale legato al governatore di Montescudo, si parla di uno spazio utilizzato per le rappresentazioni teatrali. Ha la tipica struttura dei teatri all’italiana dell’epoca, con forma a ferro di cavallo, platea, un ordine di palchetti e il loggione. La commedia dialettale resta elemento trainante dei sabato sera al Rosaspina, offrendo anche quest’anno, un cartellone all’insegna del divertimento per gli appassionati del genere, con le migliori compagnie locali. E’ la più vecchia e importante rassegna dialettale della provincia

di Rimini, giunta al 23.ma edizione. Il cartellone Sabato 13 Febbraio ore 21. Compagnia “Mej Ch’ne Gnint” diBellariva “CHI EL È PAPAGAL.............? Domenica 14 Febbraio ore

Compagnia Teatrale “Gli Omini” di Montale (Pistoia) “LA FAMIGLIA CAMPIONE”

Domenica 6 Marzo ore 18. Piccola Compagnia Dammacco di Modena. “L’INFERNO E LA FANCIULLA”.

Sabato 20 Febbraio ore 21. Commedia dialettale Compagnia “Quei chi n’ha ben e chi’n lasciaVe ben” di Casinina e Auditore. “I COMPROMESSI SPOSI”

Martedì 8 Marzo ore 21. Montescudo Festeggia La DONNA Pier Paolo Paolizzi “LA FONDAZIONE”

Sabato 27 Febbraio ore 21. Commedia dialettale Compagnia “Il castello dei sogni” di M o n t e l a b b a t e “FRETDESERABEL COLP SE SPERA” Sabato 5 Marzo ore 21. Commedia dialettale Compa-

Mercoledì 9 Marzo Ore 21. CabaretBuon Compleanno Manu (a ricordo del piccolo Manuel) “LA TRIBÙ DEL VILLAGGIO” Sabato 12 Marzo ore 21. Commedia dialettale Compagnia “Sol per una volta” di San Salvatore. “LA CAMERA AD PASAG”.

Montecolombo, il borgo

Montecolombo, alternative al carcere FOCUS - Visita alla Casa Madre del Perdono di Montecolombo dei rappresentanti del Dipartimento della Giustizia Martedi 12 gennaio, sono stati ospiti della Casa Madre del Perdono di Montecolombo Francesco Cascini (Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di comunità del Ministero della Giustizia) e Vincenzo Petralla (Di-

rigente dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna). La Casa Madre del Perdono è una realtà di accoglienza per detenuti della Comunità Papa Giovanni XXIII. L’obiettivo della visita dei rappresentanti del Dipartimento della Giustizia è conoscere e discutere il sistema Comunità Educante con i Carcerati (Cec), con

la speranza di creare le basi per future proposte progettuali, al fine di un maggiore riconoscimento istituzionale. I rappresentanti delle istituzioni hanno parlato con i detenuti e – dopo una prima parte della mattinata dedicata alla condivisione – hanno discusso degli sviluppi del progetto Cec con gli operatori.


CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO

Febbraio 2016

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La serietà dei produttori, la garanzia sanitaria dei prodotti, il prezzo come ultimo requisito

Prodotti a km 0. Serietà dei produttori - Questo mese vogliamo spendere qualche parola sui prodotti agricoli a Km zero. Gli aspetti che prenderemo in considerazione sostanzialmente sono: la serietà dei produttori, la garanzia sanitaria dei prodotti, il prezzo come ultimo requisito (diciamo il meno importante anche se alle volte è eccessivo). Esiste poi un problema tutto legato al mondo dell’agricoltura/agricoltore che riguarda la quantità di prodotto che questa politica è in grado di commercializzare. E’ anche importante sottolineare che il consumatore, anche se spesso è poco attento a ciò che acquista, in termini di salubrità e stagionalità, è comunque più evoluto, sopratutto se giovane, alla qualità e provenienza delle produzioni. Provenienza molto spesso generica, tipo “prodotto in Italia” (da dove viene la materia prima?) in quanto la legislazione non aiuta a identificare il luogo di produzione.

L'attore Kevin Costner, negli anni degli splendori, è stato testimonial della Valleverde

La serietà dei produttori che vendono sui mercati cittadini i loro articoli: il consumatore generalmente non conosce l’azienda agricola e le produzioni FOCUS

Tra l’altro la decantata tracciabilità del prodotto è spesso legata a controlli sulla documentazione cartacea, facilmente artefatta, e non su controlli reali alla produzione. Così è possibile acquistare patate francesi per italiane, farine dell’Est Europa e/o canadesi per italiane... e tanto altro. Qui si innesta il discorso sulla serietà dei produttori che vendono sui mercati cittadini i loro articoli: il consumatore generalmente non conosce l’azienda agricola e le produzioni

L'armonia della campagna corianese

orticole e/o frutticole o altro attuate e, spesso, non conosce neppure la stagionalità delle produzioni, per cui ogni singolo agricoltore dovrebbe evidenziare sul banco di vendita questi aspetti: non è raro vedere sui banchi di vendita prodotti non esistenti in azienda o la cui produzione necessita, non della bicicletta ma del trasporto con camion. Per fare un parallelo vero che la distribuzione organizzata, piccola o grande che sia, non brilla per informazioni sulla provenienza (se la cava con prodotto in Italia o altro paese ), ma dal produttore a Km 0 ci si aspetta una maggiore trasparenza. Parliamo ora di garanzie sanitarie dei prodotti: le coltivazioni agricole sono soggette a malattie causate da funghi e attacchi di insetti, in misura diversa in funzione del tipo di coltivazione (biologica, biodinamica, tradizionale) e spesso necessitano di trattamenti antiparassitari. L’uso maggiore di questi prodotti è sicuramente nella normale coltivazione che può im-

piegare anche molecole di sintesi, questo però non significa che le produzioni per questo siano scadenti se il loro impiego è mirato. Le regole per l’utilizzo di tutti i prodotti impiegati per la difesa delle coltivazioni (bio e non bio) sono regole certe e tassative sia nei dosaggi, nelle specificità (possono essere utilizzati solo per quanto descritto in etichetta e non in modo generico) e sopratutto richiedono il rispetto della carenza (tempo che intercorre tra il trattamento e la commercializzazione del prodotto) per garantire o l’assenza del medesimo o percentuali molto basse non nocive per l’uomo. Nella grande distribuzione sono sempre più i prodotti che garantiscono il rispetto di queste regole, riteniamo corretto e giusto che anche gli agricoltori del Km 0 facciano altrettanto o meglio rendendo evidente per ogni prodotto il processo utilizzato per la difesa (andrebbe bene anche un cartello riepilogativo).



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