MARZO 2016 - La Piazza Rimini

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Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

ANNO 20 N.3 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it

RICCIONE - 14-15

RIMINI - 5

IL PUNTO DI VISTA

Renzi, Verdini e la strana Italia

Alessandro Roveri

di Alessandro Roveri*

- Per la sinistra del Partito democratico il voto di fiducia del gruppo di Denis Verdini è l'invasione dei barbari: un ”fatto politico grave, enorme, indigeribile”: un fatto che cambia la maggioranza e motiva la richiesta di un Congresso anticipato. Roberto Speranza è in campo e sfida Matteo Renzi, gli rinfaccia la ”rottamazione mancata” e lo accusa di trasformismo, mettendogli nel conto i voti dei verdiniani e le tessere dei cuffariani. Stando così le cose, noi che ci siamo sempre battuti per la sinistra dell Partito demoratico, ci arrendiamo. O si andrà al Congresso, o si spezzerà il Partito democratico. *Libero docente all'Università di Roma

www.lapiazzarimini.it

MARZO 2016

Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”

Montanari: “La Tosi ci deve coinvolgere, altrimenti...”

Come diventare legionario. Ordini in latino

Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

Primarie Pd. Stravince Gambini (63%) tra cocci e veleni CATTOLICA - 27

Ricordo di Umberto Eco: a Cattolica e Valconca PAGINE 31 - 47

Il mattone ha ucciso edilizia e paesaggio Negli ultimi 20 MADE IN ITALY anni è stata in Craxi era cinico, Quest ut ciapa anche pal cul... Berlusconi populista... e Renzi? gran parte spe- Dio, culativa, lonta- se ci sei na dagli inte- batti ressi dei cittadi- un colpo... Una bèla ni e degli immartlèda L'è dvénta rossa, tla testa prenditori. bianca ediVerdini... priputént Settore fermo. Os-cia! e disunèst Che fare?

MORCIANO - TRADIZIONE

di Francesco Toti San Grgeorio, anni '30 - “Dagli pure 1,3 milioni di euro”. “Ne sei sicuro? Sul tavolo hanno un'offerta di 900mila euro”. Il dialogo è avvenuto tra uno dei massimi costruttori edili della provincia di Rimini ed il suo ragioniere. Siamo nel 2008, anno di inizio di questa “strana” crisi economica direbbe il filosofo francese Jean Paul Sartre; Pagina 2

Breve massima di saggezza ...e la democrazia arriverà all'assurdo rimettendo ai più incapaci la decisione intorno alle cose più grandi Henri-Frédéric Amiel (Filosofo 1821 - 1881 )

Sta bona! Per li ruberie i fa già anche trop... Cecco - Piero della Francesca (scusandoci) - 2016

MISANO ADRIATICO

VALCONCA

Nicola Schivardi “Costruiamo case popolari. E' segnale di civiltà”

San Clemente Sant'Andrea, strano lunedì Menghi, il sogno continua San Giovanni Pieraccini: “Bianchi, sbaglia” Coriano Spinelli, candida del Pd? Montefiore Venerdì Santo, la processione Mondaino Chiaretti: “Benvenuta fusione” Saludecio Sant'Amato degli Ulivi?

FOCUS

Condomini

Amministratore, quando? Confine, chi ha ragione? Pagina 18

San Gregorio Fiera millenaria Inserto nelle pagine interne 51 - 65


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Marzo 2016

INCHIESTA

Nel boom gli appartamenti a Montefiore valevano poco meno che alla periferia di Riccione

Il mattone ha ucciso edilizia e paesaggio La crisi ha fatto saltare alcune delle imprese edili che sembravano solidissime. Trascinate le banche

Il crollo 2000

L'INCHIESTA

A Cattolica, gli appartamenti di pregio oggi si vendono a 2mila euro il metro quadro. Prima del 2008 andavano tra i 4-6mila euro.

segue dalla prima pagina

anche se lui si riferiva agli stanchi primi mesi della Seconda guerra mondiale. Sembrava che i soldi siano noccioline, con poco valore. sembrava che tutta andasse, che tutto fosse slegato dall'economia vera che è tensione morale, conoscenze, serietà. E non superficialità, approssimazione, malaffare. E che per farcela un po' di fortuna non guasta. Negli anni tra il 2000 ed il 2008, quelli del falso boom economico, già passati alla storia come bolla speculativa, si è giunti all'assurdo che un appartamento sulle rampe di Montefiore costasse come alla periferia di Riccione. C'è il caso di un giovane che ha acquistato, sempre a Montefiore, un piccolo appartamento con il soggiorno senza finestre. A dar luce un muro a vetri. Quando la giostra del mattone ha finito la corsa, sono saltate aziende della provincia che sembravano eterne: sia cooperative, sia private. Le grandi hanno trascinato nel baratro anche i conti delle banche. Nel 2009 si è gettata nel parapiglia anche un'associazione di categoria, mettendo sul piatto per una mega lottizzazione di periferia quasi 25 milioni di euro. Trascinati nel fondo anche una lunga serie di artigiani che speravano di partecipare

Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 4 marzo

Marino Bonizzato, il decano degli architetti della provincia di Rimini

Bonizzato: “La gente ha voglia di bellezza, invece gli abbiamo date le brutture. Il costruito, l'edificato è l'hardware di una comunità. Alimenta il sistema dei poteri e non dei valori. C'è la spinta a costruire per ragioni economiche e non di necessità e benessere psichico e sociale” al cantiere con il proprio lavoro. Oggi, tutto è fermo ad a prezzi di saldo. Neppure il saldo però muove i denari. A Cattolica, fa sapere un'agenzia in pieno centro, quello che prima del 2008 si vendeva a 4-6mila euro al metro quadrato, oggi non si

piazza neppure a 2mila. Penso ad un appartamento di 130 metri vista mare in una delle posizioni più blasonate della città. L'architetto riminese Marino Bonizzato è persona perbene e uomo saggio. Decano dei progettisti della città (sua la nuova

darsena) ha una visione sociale, educativa e culturale dello sviluppo urbanistico. Argomenta: “La gente ha voglia di bellezza, invece gli abbiamo date le brutture. Il costruito, l'edificato è l'hardware di una comunità. Alimenta il sistema dei poteri e non dei valori. C'è la spinta a costruire per ragioni economiche e non di necessità e benessere psichico e sociale. E' la maledizione del nostro sistema. Dobbiamo rompere questa catena che distrugge ambiente e territorio. E' possibile abitare in

modo diverso da quanto stabilito da un potere brutto? Credo proprio di sì. Per farlo dobbiamo lavorare sulla civitas, sul cittadino, sui valori. Quanto fatto non si può distruggere dato che è un patrimonio. Ora va fatto un investimento per attivare una città diversa, che renda migliore i cittadini. Questo è il grosso interesse della politica. Politica e cittadini dovrebbero generare bellezza. Bellezza che può far esplodere luce in qualsiasi cosa che si fa”. “Fare le fogne - chiude Bonizzato - non è scelta politica. Il bello è scelta politica”

“Mercato disgiunto dall'economia reale” Intervista col professore bocconiano Giacomo Morri - Il sanclementese Giacomo Morri si occupa di edilizia e mercato immobiliare alla prestigiosa università Bocconi di Milano. Che cosa è avvenuto nel comparto del mattone? “In provincia di Rimini, nello specifico, non saprei. Le ragioni economiche del crollo sono due: la crisi economica con la minor capacità di acquisto delle famiglie dal 2008-2009 ad oggi. La seconda ragione è che si sono costruite abitazioni che non rispondono alle esigenze delle persone; sono troppe e anche malcostruite”. A chi dare la responsabilità? “Non soltanto alla politica che è una delle respon-

sabili maggiori. Molti Comuni hanno concesso troppi permessi. Gli sviluppatori [imprenditori non del settore edilizio, ndr] da parte loro hanno costruito senza logica. Si sono lasciati influenzare da un mercato che vedeva valori in crescita disgiunti dall'economia reale. Inoltre, molte banche hanno finanziato imprenditori senza comprendere il valore economico. Hanno finanziato allo stesso modo imprenditori veri e coloro che facevano realizzare ad altri i manufatti. Dall'altro lato hanno incentivato gli acquisti anche dove non c'era una base reddituale solida. Al contrario oggi non finanziano più niente”.

Il sanclementese Giacomo Morri (a sinistra) con Matteo Bonetti. Insegna alla Bocconi di Milano

STRETTAMENTE PERSONALE

Quei piani regolatori che servono agli speculatori - Prg (Piano regolatore generale) prima e Psc (Piano strutturale comunale) oggi. Sono gli acronimi delle leggi comunali che sovrintendono allo sviluppo sociale ed economico del territorio. Dovrebbero aiutare le famiglie, gli imprenditori, la comunità a non sciupare risorse. Invece, è diventata un'arma nelle mani dei palazzinari, degli speculatori, degli affaristi. Costoro, i soliti noti, era solito affermare con solide argomentazioni il misanese Adriano Torsani possono fare. Agli altri, la quasi totalità delle famiglie e degli imprenditori nel nome della legge e di un armonico sviluppo era (ed è vietato) anche spostare un mattone. Alla rinfusa qualche perla avvenuta negli ultimi anni. Sono stati tolti diritti acquisiti a centinaia di famiglie per convogliare la sforbiciate nelle tasche dei palazzinari. Chi l'ha fatto non l'ha mai raccontato ai cittadini. Ci sono stati politici che su fazzoletti di terra hanno tirato su il mondo mentre il lotto di fianco (anche gli ettari) dovevano restare doverosamente agricoli. Terre agricole che devono fungere da verde per gli altri. Insomma, i Piani regolatori che dovevano dare ottima prova di democrazia ed incontrare i bisogni reali dei cittadini sono diventate fonte di iniquità e di “mediazione” direbbe il prestigioso avvocato nonché politico Veniero Accreman. Ad accrescere la malattia del mattone facile ai soliti noti ci si è inventati il rapporto pubblico-privato ed i project financing. Ovvero, il privato che riceve elargizioni mattonare deve costruire le opere pubbliche. Solo che quelle opere pubbliche le pagano famiglie ed imprenditori acquirenti di quei manufatti. Questi tempi.


INCHIESTA Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

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Professionisti, notabilato, inclinazioni massoni che si prestano alle bisogna. La zona grigia avanza

Da più di 100 anni sul territorio

IV. Romagna calabrese

DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

MAFIE

Da sinistra: Enzo Ciconte (il massimo esperto di 'Ndrangheta), Alessandro Bondi, Piergiorgio Morosini (magistrato). Convegno: “Crisi economica e pericolo criminalità organizzata” organizzata dall'Arcobaleno (Cattolica, 23/10/2005 - Hotel Kursaal)

di Alessandro Bondi* - Si è scritto della criminalità organizzata, della politica criminale e delle norme chiamate a contenerla. L’attenzione è caduta sulla mafia siciliana (Cosa nostra), su quella napoletana (Camorra) e su quella calabrese (‘Ndrangheta). L’ultima è stata affrontata per prima. Poco nota, potente, di successo, l’Ndrangheta vanta tradizione, modernità, struttura federale. Legami di sangue, omertà, vocazione sovranazionale, affari differenziati con specializzazioni nel traffico di stupefacenti, edilizia, appalti, corruzione. La notorietà europea arriva nel 2007, con la strage di Duisburg; quella internazionale nel 2008, con l’inserimento dell’Ndrangheta nella black list dellenarcotics kingpin organisations. In Italia ha un passato antico, forse più antico della stessa Camorra; e un presente in espansione, con colonie nel Nord e delocalizzazione di cosche autonome in Emilia Romagna (GratteriNicaso, 2013). Discreta e attenta al consenso, l’Ndrangheta viene scoperta da inchieste importanti. Nella seconda puntata, si è riportato elenco e date. Edilpiovra, Croton, Amelia e tanti altri nomi di fantasia per una criminalità fin troppo reale. Molto si è detto dei suoi affari in Emilia, poco di quelli in Romagna. Ma i meccanismi criminali utilizzati sono simili. La regione nel suo complesso presenta un mix ideale di ricchezza, imprenditoria,

orgoglio istituzionale, staticità politica. La sua forza diventa la sua debolezza: sembrano altre le aree fragili d’Italia. Tuttavia, la crisi colpisce anche l’Emilia Romagna. L’evasione fiscale non è ignota. L’imprenditore è vittima finché non diventa colluso, complice, autore. Professionisti, notabilato, inclinazioni massoniche si prestano alle bisogna. La zona grigia avanza. Certo c’è ancora molta luce, imprenditoria sana, istituzioni reattive, ordini professionali sensibili, società e politica in grado di rispondere alla sfida criminale. Ma la Romagna parte in ritardo. Soprattutto in Riviera c’è preoccupazione per l’immagine; c’è una struttura istituzionale debole; c’è il sentore che alcuni affari non devono essere contestati, magari perché vicini alle innervature del partito di riferimento. Rimini diventa provincia tardi e ne esce prima. Le 22 milioni di presenze portate dal turismo sono ignorate dal Governo, quando decide il taglio delle provincie. Ora sono area vasta, enti di secondo livello, con eletti tra i sindaci. Si può non credere all’utilità di una provincia, ma di una struttura di controllo che possa garantire un presidio di legalità c’è bisogno. E poi c’è la Repubblica di San Marino. Nella prima puntata si era accennato qualcosa. Repubblica antica, San Marino sovrasta la metropoli riminese, sviluppa imprenditoria interessante, sfrutta imposi-

In Emilia Romagna è discreta e attenta al consenso. l’Ndrangheta viene scoperta da inchieste importanti: Edilpiovra, Croton, Amelia e tanti altri nomi di fantasia per una criminalità reale. E poi c’è la Repubblica di San Marino... zione fiscale generosa e strutture societarie discrete, nel caso, anonime. Diventa la cassaforte della Riviera finché i controlli fiscali, la crisi, l’Europa unita, e la geopolitica sconvolta dal terrorismo, cambiano le carte in tavola. I flussi di denaro, il riciclaggio, diventa affare di Stato. San Marino non è la Svizzera, non è il Vaticano, non è il Lichtenstein. Non è abbastanza forte: né per essere isola in Europa, né per essere integrata con l’Europa. Tergiversa, ha una struttura pubblica pesante, non è preparata per una vera concorrenza, è l’alibi ideale per le magagne italiane. E vuole

soldi. I minori flussi dell’evasione fiscale, del nero utile al privato e alla corruttela pubblica italiana, viene compensato da altro denaro: quello della criminalità che le banche accettano senza troppo discutere. Ora molto è cambiato, anche a San Marino. Se è cambiato a sufficienza saranno i fatti a dirlo. Le verifiche sono a scadenze sempre più ravvicinate. Alcuni esempi di un passato vicino, tra Romagna e San Marino, ripresi dal rapporto Pio La Torre 2015. Saverio Massellis è il mandante dell’omicidio di Gabriele Guerra, ucciso nel 2003 perché

non aveva accettato il monopolio dei ‘Calabresi di Riccione’ sulle bische clandestine in Romagna. La giustizia ha accertato fatti e responsabili. Per la prima volta, è stata riconosciuta in via definitiva dalla Cassazione il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso in Emilia Romagna (art. 416-bis). Nel 2008, l’operazione Omnia 2 scopre un giro di usura nel forlivese. Nello stesso anno, le operazioni Dominus e Dominus 2 rivelano intrecci nel riminese col traffico di stupefacenti, mentre l’operazione Cartesio porta alla confisca di beni per 70 milioni frutto del reimpiego di capitali illeciti di imprenditori che avevano agevolato la cosca cosentina dei ‘Muto’per fatti di usura e di estorsione. Nel 2011, l’indagine Easy money 2 riporta l’attenzione degli inquirenti su San Marino. La Repubblica è il luogo

per il riciclaggio di denaro proveniente da un giro di affari usurai gestito dalle cosche degli AnelloFruci, Mancuso, Fiarè. Nel 2014, l’operazione Black monkey colpisce il gioco d’azzardo nel ravennate e altri 57 siti. Sono imputati Nicola Femia e altre 22 persone, 13 di loro anche per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Un’ultima osservazione. In Emilia Romagna non vi è un egemonia di una organizzazione criminale, ma spartizione di fette del mercato, con una forte integrazione verticale e orizzontale. Le organizzazioni hanno infatti imparato sia a convivere, spartendosi il territorio (solo le bische clandestine sarebbero passate da Cosa nostra all’Ndrangheta), sia a differenziare ruoli e rapporto gerarchico in un certo mercato criminale. In tal senso, posizioni apicali nel traffico di stupefacenti sono riservate ai calabresi, ma spaccio e rischi vengono lasciate a organizzazioni malavitose extraeuropee. Nulla da dire: l’impresa criminale è un modello di rara efficienza ed efficacia. (quarta parte) *Professore, Cattedra di Diritto penale Dipartimento di giurisprudenza Università di Urbino



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Associazione che rivive i fasti di Roma. Fondata nel 2010 da Marco Baiocchi e Denis Pasini

Gemina, come diventare legionario - L’antica Roma e la romanità di Rimini, la voglia di cultura e di ricordare chi eravamo fa nascere a Marco Baiocchi e Denis Pasini una notte di Dicembre 2010 l’dea di una associazione che potesse ricordare i fasti dell’antica Roma nella Rimini di oggi. Forti di una decennale esperienza in ambito rievocativo medievale i due presero la decisone di fondare una associazione che ricostruisse e riproponesse la Rimini romana. La scelta della Legione fu semplice, in quanto la Tredicesima, come è scritto sul Del Bello Civile di Cesare, era la Legione che con l’imperatore passò il Rubicone per dare il via a un lungo periodo di conquiste. Scelta facile quindi per caratterizzare per una associazione che ancora oggi è molto legata al territorio come dimostra la provenienza romagnola degli iscritti. Chiediamo: Quanti sono gli appassionati che la compongono? Baiocchi risponde: “All’inizio eravamo in due, ma l’entusiasmo e la passione ci hanno permesso di arrivare oggi a più di 40. Naturalmente siamo sempre alla ricerca di nuovi soci anche perché una Coorte Romana era composta da 480 Legionari!!! Com’è organizzata? C’è un organigramma? “Certo! Abbiamo cercato di essere filologici anche in questo ed internamente,

- Aperto il bando di concorso “Premio Teresa Sarti Strada”, per le scuole primarie e secondarie di I grado promosso dall’associazione Emergency per l’anno scolastico 2015-2016. La sfida rivolta agli studenti è di produrre un elaborato sul tema del viaggio a partire dalle seguenti citazioni: “Le radici sono importanti, nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici, e le gambe sono fatte per andare altrove” (Pino Cacucci). “Il viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (Marcel Proust). Si chiede agli studenti di illustrare il tema o produrre elaborati scritti o multimediali che riflettano anche sul significato meno apparente e più profondo del viaggio, quale può essere una ricerca

Ogni martedì sera a Viserba ci si addestra da legionario. Ordini in latino. Il 13 marzo rievocazione in piazza Ferrari

Una rievocazione storica sotto l'Arco di Augusto

CULTURA

di Claudio Casadei siamo organizzati come una Legione Romana, in base alle capacità, impegno, dedizione di ogni socio. cerchiamo di dare spazio a tutti e cerchiamo di alimentare la curiosità e l’interesse verso la storia di Roma.” Gli stupendi costumi, le armi sono fedeli ricostruzioni? Dove si acquistano? È un hobby costoso? “È certamente un hobby costoso, ma non uno dei più costosi. Quasi tutti i nostri equipaggiamenti vengono riprodotti internamente per merito dei nostri soci che si sono specializzati nella riproduzione di diversi oggetti seguendo la filosofia della nostra associazione, che riproduce costumi e addestramenti seguendo lo studio dell’archeologia.

Tutto ciò che non riusciamo a riprodurre lo acquistiamo da artigiani specializzati nella rievocazione storica”. Come si fa a diventare un soldato della XIII Gemina? Quanto tempo occorre per allenarsi? “Noi ci alleniamo tutti i martedì sera, a Viserba. Un allenamento fatto secondo le antiche abitudini cercando di riprodurre l’addestramento di una recluta che voleva entrare in una Legione Romana del primo se-

colo dopo Cristo. Combattimento individuale e di schiera utilizzando protezioni e armi innocue ed utilizziamo il Latino per gli ordini. Studiamo un libro sull’esercito Romano e dopo quattro mesi di pratica fisica, addestrativa e teorica, il socio supera un piccolo esame di pratica e teoria, con domande sull’esercito Romano per diventare Legionario a tutti gli effetti. Facciamo tutto questo perché è importante che chi indossa gli

abiti, gli equipaggiamenti, le armature e le armi di un Legionario Romano sappia soddisfare la curiosità di tutte le persone che si avvicinano al nostro mondo. In questa maniera il Rievocatore Storico diventa uno strumento, ad esempio molto utilizzato all’estero, per far conoscere con divertimento e con cognizione di causa la nostra storia”. Come si possono seguire le

“Premio Teresa Sarti Strada” per le scuole primarie e secondarie Teresa Sarti Strada col marito Gino

Scadenza il 10 aprile 2016 di sé, in particolare: alle scuole primarie: lavori di singoli, di gruppo, di classe o di interclasse costituiti da disegni o elaborati grafici altrimenti realizzati (anche con tecniche miste), ispirati al tema del Premio. Gli elaborati cartacei dovranno essere di dimensioni max 21x29,7 cm (A4). Dovranno essere convertiti in formato digitale e inviati via mail, come specificato nel testo integrale del bando. Alle scuole secondarie di

altri formati non saranno considerati. Entrambe le scuole primarie e secondarie di primo grado potranno partecipare presentando un elaborato audio/ video della lunghezza massima di 3 minuti.

primo grado: composizioni scritte di singoli, di gruppo o di classe, di max 2.500 caratteri (spazi esclusi), ispirati al tema del Premio. Saranno ammesse composizioni esclusivamente in formato elettronico Pdf. Gli

Come partecipare al “Premio Teresa Sarti Strada” Gli elaborati (disegni per le scuole primarie, composizioni scritte per le scuole secondarie e elaborati audio/video per entrambe) dovranno essere spediti inderogabilmen-

te entro il 10 aprile 2016. E dovranno essere spediti via mail a Fondazione Prosolidar con oggetto Premio Teresa Sarti Strada 2015-2016 all’ind i r i z z o premioteresa@prosolidar.eu Farà fede la data di invio della mail. Per le modalità di invio fare riferimento al testo inte-

volontarimini@volontarimini.it

attività dell’Associazione? Attraverso il nostro sito www.legioxiiigemina.it, oppure la nostra pagina ufficiale di Facebook “ Legio XIII Gemina - Ariminum” dove pubblichiamo gli eventi che facciamo in zona. Ad esempio domenica 13 marzo in Piazza Ferrari a Rimini, accanto alla Domus del Chirurgo, un importante evento che consiglio a chi fosse interessato di seguirci o meglio ancora, a iscriversi nella nostra associazione, che fra le altre cose ha appena costituito una sezione dedicata alla vita civile della Rimini Romana. Unico requisito per far parte dell'associazione è la passione per la Storia, tutto il resto si supera se c’è la giusta volontà”. Come saluterebbe un uomo della Gemina questa parte di Romagna tanto vicina al Rubicone? “Traendo spunto dal Giulio Cesare di Shakespeare: ‘Non occorre che un uomo sappia cosa avverrà alla fine del giorno dopo, è sufficiente che il giorno finisca e la conclusione sarà nota; se ci rincontreremo allora sorrideremo, sennò, sarà stato lo stesso un bell’addio’”.

grale del bando presente sui siti dei soggetti promotori. Il Comitato Promotore del Premio nominerà una giuria composta da rappresentanti degli enti promotori che, coadiuvata da esperti del campo, sceglierà gli elaborati che meglio colgano lo spirito dell’iniziativa. Saranno premiati i primi tre di ogni categoria (primarie, secondarie di primo grado ed elaborati audio/video). La giuria potrà inoltre proporre al Comitato Promotore del Premio, che deciderà in merito, di assegnare un “Premio speciale della giuria”. L’elenco dei vincitori verrà pubblicato entro il 13 maggio 2016. La premiazione si svolgerà il 28 maggio 2016 luogo e orari saranno specificati in seguito. Ulteriori informazioni su www.emergency.it -


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Marzo 2016

RIMINI

1. Non solo economia, ma cultura e salvaguardia del territoio. Coltivazioni erbacee

Agricoltura, una diversa prospettiva - Dagli anni 30/40 dello scorso secolo l’evoluzione della società industriale è stata progressiva e costante, anche per il settore agricolo seppur con maggiore lentezza vista la grande disponibilità di manodopera a basso costo di quegli anni. Oggi la situazione del mondo agricolo è notevolmente cambiata e si lavora per industrializzarla, grazie alle nuove tecnologie (collegamenti satellitari, droni, elettronica sofisticata, robotica…) per rendere il lavoro umano fisicamente meno gravoso e più qualificato. Bene, come ricordava sempre il caro amico Dante Belletti, filosofo, più il lavoro si avvicina a quello del somaro, più le persone dovrebbero lavorare meno ed essere retribuite! I vecchi agricoltori sanno bene di cosa si parla perchè per loro la vita dei campi era durissima, fatta di lavoro manuale che cominciava al primo albeggiare e finiva nelle stalle a tarda sera. Dopo questa piccola divagazione riprendiamo il discorso sull’agricoltura ricordando che anche questo settore è economia, ragione per la quale i conti devono tornare sia che si parli di coltivazioni erbaccee , frutticole, industriali o di allevamenti di animali o volatili. Ecco sorgere l’aspetto più deleterio della “industrializzazione” dell’agricoltura: per fare fronte a costi di produzione più significativi, dall’ammortamento delle macchine

In provincia vale poco pèiù di 100 milioni di euro di ricavi

La Valmarecchia

ECONOMIA

operatrici all’elevato costo della manodopera e ai mezzi di produzione, alle strutture necessaie alle produzioni, si ricerca in continuazione la massima produttività nella coltivazione o nell’allevamento forzando, spesso in modo eccessivo, gli equilibri di madre natura. Questo è il grande problema del nostro tempo, secondo noi irrisolvibile forzando le rese per compensare la bassa remunerazione dei prodotti. Il suolo agricolo sempre più povero di sostanza organica (per le mancate integrazioni, le scarse rotazioni e lo sfruttamento eccessivo) va perdendo progressivamente la sua fertilità. Le lavorazioni meccaniche profonde “ossidano” oltre la parte organica anche i minerali, che nel tempo diventano meno disponibili e le solo integrazioni chimiche non migliorano la situazione generale. Possiamo ancora aggiungere che le lavorazioni al suolo per prepararlo a nuove coltivazioni non sempre sono ese-

guite nelle condizioni ottimali del terreno perchè non è dato avere tempi morti nell’uso delle macchine (esiste anche un problema di conoscenza dei principi di agricoltura). La mancanza di lunghe rotazioni tra le coltivazioni fra specie diverse aumenta il rischio di malattie in quanto i residui vegetali della coltura non vengono completamente degradati. Si cerca con la Trans genetica (O.G.M. ovvero trasferimento di geni in specie diverse) di saltare i meccanismi naturali di incrocio tra piante appartenenti alla

stessa famiglia come avviene con la Cis genetica (ovvero trasferimento di geni all’interno della stessa specie, recentemente autorizzata dal ministero dell’Agricoltura). Esiste un limite fisiologico alla capacità del terreno agricolo, di buona fertilità, nel produrre derrate, capacità che diminuisce impoverendolo, e se stressato può subire evoluzioni di tipo canceroso. Riportiamo come semplice esempio la coltivazione del grano ( il concetto vale per tutte le coltivazioni ): in condizioni ottimali del suolo e del-

l’ambiente esterno ( piovosità regolare e temperature adatte ) si può arrivare a rese anche di 70/80 q.li di granella per ettaro di superfice, che oggi per quanto detto sono spesso un miraggio. Il valore economico della produzione è legato a mercati internazionali e la media oscilla intorno ai 20 euro q.le con un valore complessivo che mediamente si aggira sugli 800/900 euro ha. Facciamo presente che i costi per la produzione, dalla preparazione del terreno al seme certificato alle concimazioni, al diserbo, ai trattamenti fino alla trebbiatura e al trasporto sono una cifra di poco inferiore al realizzo. E’ impensabile ottenere produzioni raddoppiate, anche facendo ricorso a varietà selezionate o ingegnerizzate (incroci, ibridi) a forzature nelle concimazioni chimiche, in particolare quelle azotate che sono il principale fattore di crescita delle piante, ma comportano un significativo aumento dei costi per la difesa dalle malattie fungine, conseguenti alla maggiore vigoria che determina una maggiore suscettibilità delle piante ai parassiti fungini. E’ impensabile che un prodotto internazionale come il grano possa avere una valutazione più alta a livelllo locale: E’

il cane che si morde la coda. Il problema non è allora solo di economia ma riguarda aspetti diversi che comprendono anche il valore del prodotto per una alimentazione sana, ricca di nutrienti e senza residui di pesticidi. Il continuo aumento di prodotti biologici e biodinamici, sopratutto dove vi è un elevata scolarizzazione e un tenore divita medio alto, lo testimonia. E’ culturale perchè dovremmo fare un passo indietro e riabituare il palato a gusti più decisi con prodotti meno raffinati, lo è anche perche è necessario che sia data la possibilità a tutti di potere consumare prodotti più sani. E’ culturale perchè anche il coltivatore che sceglie di produrre in modo non esaperato deve avere una remunerazione sufficente a garantirsi un reddito dignitoso. Potremmo continuare, ma confidiamo di avere trasmesso il nostro pensiero sottolineando che è assolutamente necessario perseguire una pratica agricola di prodotti di qualità elevata, utilizzando al meglio le innovazioni con un diverso obiettivo. Ricordiamoci sempre che il genere umano è l’ultimo anello della catena alimentare! Il Tarlo


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Oggetto da collezione. E' il Pirelli della provincia di Rimini. Di grandissimo formato - “Sono delle rarità. Roba da collezionisti. Un'esibizione di intelligenza e creatività. Non sarà mica un calendario”. Invece, è un calendario che racchiude creatività, intelligenza e segni che sanno raccontare concetti di profonda umanità. E' il classico segna mesi della tipografia “Pieve” di Villa Verucchio, una delle aziende leader del settore nella provincia di Rimini e non solo “Melting pot”. Se la traduzione letterale è crogiolo, quella vera che dà il senso è mischiare generi culturali di disparate provenienze, di diversa religione, di diverse passioni. Si potrebbe citare il fisico Albert Einstein che una volta disse a chi gli chiedeva a quale razza appartenesse: “L'unica razza che conosco è quella umana”. Dopo aver sfogliato le pagine dei mesi, in fondo si legge: “L'espressione è utilizzata soprattutto per descrivere il popolo degli Stati Uniti d'America, una nazione formata prevalentemente da immigrati. L'immagine del ‘crogiolo’ associata agli statunitensi fu impiegata per la prima volta dal drammaturgo Israel Zangwill nell'opera ‘The melting pot’ pubblicata nel 1908”. “Melting pot - continua la riflessione - è anche uno dei nomignoli della città di New York, in ragione del fatto che una caratteristica della metro-

“Melting pot”, l'umanità nelcalendario2016dellaPieve E' una delle principali tipografie della provincia di Rimini. Fondata da Silvano Pedrosi, che aveva impaarato il mestiere dai salesiani, viene portata avanti dai figli Filippo e Giuseppe FOCUS

poli è la convivenza, seppur spesso in condizioni e luoghi diversi, di persone di culture tra loro molto diverse, come in un grande calderone”. Di grandissime dimensioni (altezza cm 100 per base cm 30), dato lo sviluppo sulla verticale, oggetto da appendere sulle colonne, è un capolavoro di carta che rientra nel solco più vero del made in Italy. Ti fa pensare ai campioni-capolavori delle cartiere Fabriano e Binda di qualche decennio fa. A distan-

I Pedrosi. La signora insieme ai tre figli

za, il tempo le ha fatto diventare pagine da incorniciare che segnano i costumi di un'epoca. Sarà così anche per il “must” della Pieve? Qualcuno, non un'uscita ardita, lo definisce anche il Pirelli in salsa riminese. In ogni caso, dietro ci sono due elementi della cultura di

questo territorio. L'idea è della tipografia “la Pieve” di Villa Verucchio, una delle eccellenze. Da sempre investe in tecnologia e competenze. L'azienda venne fondata da Silvano Pedrosi. Imparò il mestiere dai salesioni; poi un lungo apprendistato per le tipografie del

Il mese di luglio

Ravennate e del Riminese. Infine, si mise in proprio; ed un crescendo. Oggi, a guidare, i due figli, Filippo e Giuseppe. Che hanno dato nuovo impulso e progettualità. L'altro elemento è il grafico. A firmare le 15 pagine, da sempre, è Jader Bonfiglioli: un talento. Ogni pagina, ogni mese, è una riflessione da contaminazione culturale. Come si dice: due è meglio di uno e tre teste di gran lunga di due. E così all'infinito. Le culture insieme possono costruire mondi meravigliosi. Nel caso contrario: macerie. Gennaio reca una serie di elementi di scrittura: da quella più colta per finire alla Supergirl, passando per i volumi di Batman. Febbraio è dedicato allo scrittore e disegnatore Mark Kidwell. Aprile, maggio, giugno rappresentano le mode come segni delle culture del proprio tempo: abbigliamento e calzature femminili. A luglio la tavola screpolata della Gioconda intreccia i tratti forti e veloci del fumetto. Ogni pagina è un viaggio nei giardini della mente e delle culture. Ultimo, ma non per questo meno importante, ogni calendario è numerato ed è pezzo unico: uno diverso dall'altro. Da collezionare e lasciare ai nipoti. Anche con un calendario si fa cultura d'impresa.

TERRA - TRADIZIONE - TIPICITA'

La stampa ruggine di Marchi sbarca in Giappone Gian Luca Pasolini regala al governatore di Toyama (città che vive di turismo, da farci un gemellaggio), la stampa ruggine della bottega Marchi di Santarcangelo; è stata apprezzatissima

- La stampa ruggine dell'antica stamperia Marchi (Santarcangelo), con la poesia da pelle d'oca “la Farfalla” di Tonino Guerra, è arrivata in Giappone. Le ha regalate come cultura della propria terra il prestigioso tenore riccionese Gian Luca Pasolini. Oltre che al governatore di Toyama, Pasolini le ha donate ad alcuni suoi colleghi con i quali ha interpretato la moderna opera “Junior Butterfly” lo scorso gennnaio. Pasolini, oltre alle stampe di Marchi, regala anche le non meno autentiche ceramiche Elettra di Cattolica.



RIMINI Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

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Alla sesta edizione, ha aperto Pier Giorgio Pasini. Molti temi attengono alla storia di Rimini

Arte, le donne nel ciclo “I Maestri e il Tempo” Cagnacci, Fellini, Tempio Malatestianmo, Gruau

Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 WORKSHOP

“Danze sacre e movimenti” per il benessere Seminario a Rimini il 12 e 13 marzo. Antica disciplina per conoscersi

Pier Giorgio Pasini e Massimo Pulini, due dei relatori

FOCUS - “Racconti di Donna: Simboli, Radici, Destini”. E' il tema della sesta edizione del ciclo di appuntamenti con “I Maestri e il Tempo”. A cura di Alessandro Giovanardi, il sipario si è alzato il 26 Febbraio alle ore 17,30, Salone di Palazzo Buonadrata, Corso d’Augusto, 62 con “Le donne di Guido Cagnacci”. Relatore: Pier Giorgio Pasini (storico dell’arte, Sigismondo d’Oro 2001). Nell’occasione è stata esposta al pubblico la tela del San Giovanni Battista fanciullo, opera del Cagnacci. Il 4 marzo, Monika Bulaj, fotografa, documentarista e scrittrice, con “Dove gli Dèi si

parlano”. L'11 marzo, Alessandro Giovanardi (storico e critico d'arte): “La tela di Aracne e i fili della Vergine. Simboli e arcani della tessitura nella pittura sacra”. “Concordia discorsi”: il ‘Tempio Malatestiano di Rimini crocevia di umanesimi’ è l'argomento che tratta Elena Filippi, storica dell'arte e filosofa. Lo psicologo Donato Piegari, il 1 aprile, racconta di

“La città delle madri. Figure e archetipi del femminile in Federico Fellini”. La scrittrice e critica d'arte Sabrina Foschini affronta “René Gruau, un riminese alla corte di Dior. Il disegno di moda e la grafica del fascino” l'8 aprile. Il 21 aprile si prosegue con una puntata fuori dalla cultura riminese, con Grazia Marchianò, estetologa e orientalista. “Serietà e gioco, ferocia e soavità del mondo

nella visione di Elémire Zolla”. Il penultimo atto è il 6 maggio. Massimo Pulini, storico e critico d'arte, nonché assessore del Comune di Rimini, porta in scena “Disegno di una breve vita. Elisabetta Sirani e Ginevra Cantofoli”. “Lorenzo Bartolini nel laboratorio culturale della Firenze ottocentesca. Note sulle eredità riminesi” è il tema con cui si chiude il sipario. In cattedra: Maria Virginia Cardi, sociologa dell'arte. Le conferenze si tengono a Palazzo Buonadrata, corso di Augusto 62, con inizio alle 17,30.

- Il seminario “Danze Sacre e Movimenti” è un percorso completo di attività motorie, letture, condivisioni, rilassamento e meditazioni. Due giornate con la musica dal vivo al pianoforte e con insegnanti di Danze Sacre e Movimenti della School of Self Awareness; è rivolto a tutti coloro i quali sono interessati a conoscersi meglio, a conoscere i desideri più intimi e profondi che li muovono, che cercano un tempo per ascoltarsi. Grazie all’intensità prodotta dal seminario, si scoprirà il valore dello straordinario senso del ritmo, la precisione del movimento, la sua agilità e la sua inventiva, studierai movimenti e posture non abituali che sono in stretta relazione alle tue forme di pensiero e di sentimento, eseguirai esercizi che aiutano la connessione tra la

tua mente, le tue emozioni e il tuo corpo per favorirne la comunicazione. Tutto questo con un unico scopo: risvegliare le capacità e i talenti nascosti, di percepirsi realmente in armonia con se stesso. Non sono richiesti particolari requisiti fisici, né una preparazione atletica specifica, in quanto il corpo è solo uno degli aspetti interessati, infatti attraverso i movimenti e le danze si ha la possibilità di far lavorare in armonia con il corpo anche la parte emotiva, le emozioni e la parte razionale, i pensieri. Ecco perché è rivolto a tutti, senza limiti di età. I Movimenti e le Danze Sacre sono un’antica disciplina per conoscersi meglio, contattare ed esplorare il mondo interiore, armonizzando corpo, emozioni e pensieri. Permetterà di acquisire strumenti pratici per vivere con più armonia ed equilibrio con se stesso e con gli altri nel mondo. I posti disponibikli sono 30. Per iscriversi andare sul sito: www.danzesacreemovimenti.org. O telefonare: 345.0004955



l'OPINIONE

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In che mani ci mettiamo... che 2016 che fa. 3

UNIONI CONTRONATURA - Ménage à trois

INI - Siamo ormai ovunque nelle mani degli ‘ini’. A simboleggiare il cambiamento epocale il fatto che lo stesso giorno, a centocinquanta anni di distanza, si sia festeggiata la nascita di Benedetto Croce avvenuta a Pescasseroli in Abruzzo, nel cuore dell’attuale Parco Nazionale, il 25 Febbraio 1866 e l’ingresso nella maggioranza di Governo italiana di Denis Verdini avvenuta a Roma nel Lazio, nell’Aula del Senato, il 25 Febbraio 2016. Quale sia il reale rapporto tra i due eventi non siamo al momento in grado di determinarlo, ma certamente in qualche parte della sfera sincronica ci deve pur essere. E dunque il filosofo liberale lanciava allora i primi vagiti approfittando dell’aria salubre della zona, mentre il politico tuttofare ha lanciato i propri stentorei ‘hurrà’ facendo ben pesare i suoi ormai corposi diciannove (ufficiali, più gli altri…) senatori nella votazione per la fiducia all’esecutivo di Matteo Renzi in materia di Unioni civili. E’ il felice approdo, anzi il felice ulteriore passaggio, di un lungo cammino. Suo e di tutti gli ‘ini’ di qualunque provenienza siano e qualunque approdo abbiano, di questo povero Paese e paese. Non l’esanime e furbesco

di «autobiografia di una nazione». E prima di morire per le conseguenze di un attacco squadristico individuò i tratti salienti degli eventi in corso rappresentando quei fatti come una ‘modernizzazione reazionaria’. Era il 1926 e la definì una micidiale miscela di populismo, antiparlamentarismo e tradizionalismo retrivo, rassodata da un nuovo ceto medio risentito ed estraneo alle istituzioni percepite come nemiche. Così i più acuti intellettuali dell’epoca loro cercavano di interpretare quanto stava avve-

di Gabriele Paci Angelino Alfano senza quid, ma lo scaltro (che è tutt’altra categoria) Verdini. Da un lato Alfano si dichiara felice di «avere impedito una rivoluzione contronatura» e si bea di quello che Benedetto Della Vedova, Sottosegretario agli Esteri di obbedienza montiana, giustamente bolla come «una specie di calcio dell’asino inferto all’ultimo minuto». L’aver fatto togliere dal testo delle legge per le unioni egualitarie l’impegno alla fedeltà non ha altra ragione se non quella di segnare con uno stigma ideologico negativo il riconoscimento giuridico delle coppie, che comunque secondo la nuova legge ‘concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune’ assumendo ‘l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione’. Se l’ex delfino di Silvio Berlusconi si intesta il miserabile successo, il ben più pratico Denis non ha paura di nessun connubio politico. Per lui e per tutti gli ‘ini’ il termine ‘contronatura’ politicamente non esiste: anche per Angelino, ma per quanto lo riguarda ancora un po’ se ne vergogna. L’esuberante toscano sarebbe invece

nendo. Venendo all’oggi anche quella di Renzi e Verdini, e degli altri ‘ini’, è senza dubbio una modernizzazione. Ma di che genere, con quali caratteristiche e quali prospettive? Per quanto riguarda l’epoca nostra possiamo dire che ci sono ormai documenti e documentazione in abbondanza, e comportamenti, e fatti da cui partire e su cui riflettere. Tali e tanti da poter compitamente definire il montante successo dei renziverdini, e tutti gli ‘ini’ connessi. Da qualunque parte provengano ed ovunque si ripropongano.

LA POLITICA

l’affondo Cecco 2016 pronto anche ad esaminare l’eventuale alleanza con un Marco Rizzo, quello del nuovo ‘Partito Comunista’, quello che «non rinnega l’esperienza sovietica sotto Stalin» ed ha non dissimulate simpatie pure per la Repubblica Democratica Popolare di Korea (Corea del Nord). Hai visto mai che un domani prendesse la maggioranza… Se ne potrebbe comunque discutere. Come fa ogni buon ‘ini’ che si rispetti. A noi in realtà Verdini piace, e piace molto. Però solo come personaggio letterario, come topos, come archetipo, come figura mitologica... Anzi, sulle pagine di un romanzo fa-

remmo il tifo per lui come per un antieroe di Patricia Highsmith. Ma quando dobbiamo considerarlo come soggetto del mondo reale, lui come tutti gli ‘ini’ che lo occupano e vincono, capaci di influenzare, anzi determinare nel grande e nel piccolo le vicende italiane, le cose cambiano. Croce parlò a suo tempo del fascismo come di una «malattia morale». Riteneva anche, quanto erroneamente lo si è visto, che il morbo «sarebbe stato inevitabilmente superato dal progresso della storia». Il suo ‘diversamente allievo’ Piero Gobetti negli anni Venti coniò invece il concetto

giunto alla fin della licenza… 7

Contro Montfleury di Gabriele Della Rovere - Ma il disprezzo che ho in seno per Montfleury, la cagione ora vi dico. Quel tipo sì schiacciato che il suo viso non arriva all’ombelico lo avverso da quando ha osato ripresentarsi come seduttore e salvatore del popolo, recitando a farfugliate e facendo lo sguardo da carpa con quei suoi occhi da rospone. Ma ancor più odio quelli che gli tengon bordone, quanto a loro più

che senilità, temporale e politica, più che opportunismo, più che altro portano meschinità morale, servilismo a prescindere ed horror vacui... E sono sempre più il simbolo della tragedia, loro che continuano indebitamente a prendere sul serio tutti i Montfleury di questo Paese e di questi paesi. Basta, poi, non lamentarsi.



RICCIONE

Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni

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Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni

Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali

Nel nome di Michele Pulici. “Islam, democrazie e diritti nel mondo Arabo-Mediterraneo”

Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali

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Mediterraneo, civiltà in dialogo

CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell.. 333.4814188

CONFERENZE PER CAPIRE

INCONTRI DEL MEDITERRANEO XIV. L'edizione 2016 è incentrata su: Islam, democrazia e diritti nel mondo Arabo-Mediterraneo. Gli Incontri del Mediterraneo sono nati all’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle di New York del settembre 2001 come risposta di DIALOGO E INCONTRO a chi cominciò a predicare come inevitabile lo scontro di civiltà. In tutti questi anni i temi trattati, con conferenze, presentazione di libri, documentari, film, musica, e molto altro, sono stati tanti: dal conflitto israelopalestinese, al rapporto islam/ democrazia, dalla primavera iraniana a quella araba, passando per i Balcani, la crisi greca e l’ultima edizione interamente dedicata al tema dei migranti, che riprendiamo anche quest’anno. Molto coinvolte sono pure le scuole, dove gli ospiti sono invitati a testimoniare la loro esperienza, riscuotendo sempre notevole attenzione ed interesse. Il tema della XIV edizione 2016 Sull’onda delle manifestazioni che vedevano tanti gio-

vani chiedere libertà e giustizia, nella edizione degli Incontri del Mediterraneo 2011 avevamo scelto per tema: La primavera araba e i giovani nel futuro del Mediterraneo. Sono passati cinque anni e non sempre i fatti che sono seguiti hanno rispettato gli entusiasmi e le attese del momento. Ci sono paesi, come la Tunisia, dove il processo democratico ha fatto passi avanti, ma ce ne sono anche altri, vedi Egitto, dove di fatto si è tornati ad una nuova forma di dittatura, che incarcera e fa sparire centinaia di oppositori, veri o presunti, come il tragico assassinio del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni, avvenuto all’inizio di febbraio scorso, conferma. Se vogliamo è andata anche peggio negli altri paesi, come Libia e Siria, dove scontri etnico-religiosi e guerre senza fine costringono milioni di persone, tra cui tanti bambini, a cercare un rifugio sicuro in paesi vicini (Libano e Turchia), ma anche in Europa, sbarcando in Italia e Grecia prima di dirigersi verso il Nord. Alla luce di questi eventi abbiamo deciso di riprendere il filo della Primavera araba,

Manifestazioni per Giulio Regeni, ucciso in Egitto. Michele Pulici

per chiederci dove siamo arrivati, soprattutto in termini di libertà, democrazia e diritti. IL PROGRAMMA MORCIANO DI ROMAGNA: 9-13 MARZO 2016 Sala ex Lavatoio 9-13 marzo: Mostra Storie di Migranti, del fotoreporter Livio Senigalliesi. 11 marzo: ore11.00-13.00 Proiezione per studenti del documentario “Quando Yousef si mise in Cammino”: una storia di migrazione a piedi dall’Afghanistan all’Europa, del regista Valerio Cataldi. RICCIONE: 17-19 MARZO 2016 - Palazzo del Turismo

17 marzo: ore 17.00 inaugurazione Mostra Storie di Migranti, di e con la presenza del fotoreporter Livio Senigalliesi. 18.30: proiezione del documentario: “LA PRIMAVERA DI MOHAMED BOUAZIZI”, inizio della primavera araba, co-finanziato da Incontri del Mediterraneo, premio Sakharov 2011 per la difesa dei diritti umani. 20.00 Concerto di musiche del Mediterraneo con il Duo Despina. 21.00: conferenza su: “Donne e diritti civili nei Paesi arabi del Mediterraneo” con: Emma Bonino, in collegamento da Roma Lina Ben

Mhenni, tunisina, attivista per i diritti umani, giornalista e blogger, censurata durante il passato regime di Ben Ali, assistente di linguistica all’Università di Tunisi e Jamila Hassoune, marocchina, fondatrice del Club del Libro e della Lettura e della Carovana Civica, autrice di “La Libraia di Marrakech”. 18 marzo: ore 17,30 proiezione del documentario sulla rivoluzione tunisina “Plus jamais peur”, del regista Mourad Ben Cheikh. 18,30: presentazione del libro “La Libraia di Marrakech” con la partecipazione dell’autrice Jamila Hassoune. 20.00: concerto di musiche del Mediterraneo con il Trio La Rosa. 21.00: conferenza su “Pri-

mavere arabe a confronto: Tunisia ed Egitto” con: Lina Ben Mhenni, giornalista e blogger tunisina, Kalthoun Ben Soltane, tunisina, lettrice di lingua araba presso Università degli Studi di Urbino e Azzurra Meringolo, c a p o r e d a t t r i c e di Affarinternazionali, coordinatrice scientifica di Arab Media Report e autrice de I Ragazzi di Piazza Tahrir, sulla rivolta del Cairo del 2011. 19 marzo: ore 17,30 dal programma Radici di Rai3, storia di un migrante in Italia che torna al suo Paese di Davide Demichelis. 18,30: presentazione del libro “L'Islam è compatibile con la democrazia?” di Renzo Guolo, con la paretecipazione dell'autore. 20,00: concerto di musiche del Mediterraneo con Frida Neri & Antonio Nasone. 21,00: conferenza su “Perché il Cristianesimo sarebbe compatibile con la democrazia e l'Islam no?”. Con Renzo Guolo, Mourad Ayadi, Arrigo Chieregatti.


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RICCIONE

“Lei pende solo dalle labbra di Arcuri” Confronto-scontro lo scorso 23 febbraio

ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

degli Scrondi

TOSI-IMOLA-EVASORI-SPOSI-FANTASMI-PD.. Scaricatore - Leggiamo: “Ubaldi (Pd): ‘Il sindaco scarica tutti, anche i suoi uomini’”. Se la Tosi bestemmiasse anche, potrebbe essere definita ‘scaricatore di porto’... Costituzione - Leggiamo: “Pazzaglini (Pd): ‘Che fine ha fatto la consegna della Costituzione ai 18enni?’”. Giusto! Noi chiediamo anche: ‘Che fine ha fatto la Costituzione in Italia?’. Matteo Renzi vuole rispondere?... Evasori - Leggiamo: “L’assessore ai Tributi ‘Chi paga non si senta solo, staneremo tutti gli evasori’”. Ci ridiamo su o ci dobbiamo credere?!?... 400mila euro - Leggiamo: “Il Cocoricò deve pagare 400mila euro di Tari al Comune”. Questo è intenzionato a ballare il pagapaga cha-cha-cha... Buchi neri? - Leggiamo: “Sono tante le aziende che hanno scordato i pagamenti. Il Comune vuole stanare tutti i ‘buchi neri’”. Noi li chiameremmo furbastri evasori... Imola - Leggiamo: “Imola: ‘Uscire da UniRimini, una idiozia’”. Imola? Imola chi? Città in provincia di Bologna? Caro Imola, come passa il tempo... Sposi - Leggiamo: “Matrimoni, Riccione chiama gli sposi. Vetrina alla Bit”. Nel pacchetto è prevista anche la consulenza per separazione e divorzio?... Emergenza casa - Leggiamo: “Emergenza casa, è allarme: in aumento la fila per gli aiuti su affitti da pagare e sfratti”. Sicuramente la notizia è una bufala! il premier Renzi ha rassicurato tutti gli italiani più volte: la crisi è superata e siamo in piena ripresa... Imu - Leggiamo: “Imu arretrata, i bagnini vogliono vederci chiaro”. Quando è ora di pagare passa la miopia?... Uccelli - Leggiamo: “Cicchetti (M5S): ‘Marano, ruspe contro uccelli’”. Vincenzo, da uccel di bosco a difensore degli uccellini... Poli... - Leggiamo: “Casadei contro Solfrini: ‘Da Polisportiva è diventata Poldebiti’”. Apprezziamo lo sforzo per il neologismo, ma sarebbe stato meglio Polidebiti... Capannoni - Leggiamo: “Tosi: ‘Mai dai capannoni a centri commerciali. Il consumo del territorio deve essere ai minimi termini’”. La Tosi è diventata comunista?...

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Lele Montanari: ‘O il sindaco ci ascolta, oppure fondiamo un nostro gruppo consiliare’ - Forse la serata del 23 febbraio non è stato il 25 luglio del sindaco Renata Tosi, ma di certo le resterà scolpita: la sua maggioranza è a rischio. Ci sono tre consiglieri eletti nella sua lista, “Noi riccionesi”, più due usciti nelle schiere di Forza Italia, che minacciano di creare un nuovo gruppo consiliare di maggioranza, almeno al momento. Il capitano, loro capitano, è Emanuele (Lele per gli amici) Montanari, l'amabile monello della politica riccionese, come ama definirlo un amico. La serata da lunghi coltelli con tutti i partiti della maggioranza l'ha organizzata lui, già Pci che ha ancora al collo la medaglietta d'oro con falce e martello. Aggiunge l'amico: “Buono come un pezzo di pane, ma sempre un monello resta”. Tuona Lele, oramai tra i pcohi riccionesi che possono dire al mondo di essere nati lungo il nobile

FOCUS

canale della sua città, in casa, come si usava ai tempi: “E' stato un fatto gravissimo che alla riunione sia mancato il segretario di Noi riccionesi. La sua compagna, Lucia Baleani, c'era e lo ha giustificato per via del lavoro, ma si poteva trovare un'altra serata, un altro orario. Lei [il sindaco Renata Tosi, ndr] pende dalle labbra di Arcuri, ma deve dipendere anche dalle nostre. Chi è in mezzo alla gente come noi deve contare pur qualcosa, o no? Lei, la Tosi, non accetta ricatti, ma neppure noi. Vedremo se da qui

a lunedì [29 febbraio, votazione della variante al Rue, Regolamento urbanistico ed edilizio, ndr] le cose cambierano. Io ho un rapporto ottimo con i cittadini, se devo spingere quel bottone come una scimmietta senza essere coinvolto dico di no”. Quella dello scorso 23 fabbraio, nella sala consiliare, è stata una serata lunghissima: dalle 21 alle 0,30. C'erano quasi tutti gli uomini forti della maggioranza. Hanno fatto rumore soprattutto coloro i quali non si sono presentati: un assessore (Roberto Monaco), tre consiglieri comunali (Luigi Santi, Samuele Stefanacci e Elena Raffaelli), l'ammalata Licia Fabbri (segretario di Forza Italia). Il grande assente (presentissimo tuttavia) era Natale (Nanà per la madre e gli amici) Arcuri, il segretario di Noi riccionesi (la lista del sindaco Tosi e di Montanari). “L'ho chiesto io l'incontro affonda Montanari, sulla sua casa

campeggia la vela con i colori della barca da pesca dei nonni - per eliminare fastidiose chiacchiere all'interno della maggioranza. Vengono dette cose da Forza Italia contro Noi riccionesi e viceversa. Alla fine però abbiamo fatto benissimo a fare l'incontro”. “A Riccione - riflette Montanari, in quota Pci già presidente delle farmacie che dava in beneficenza il compenso - stiamo andando molto bene e quando le cose vanno bene si possono far andare meglio se si accolgono le critiche costruttive. E' mai possibile che in quasi due anni di governo della città non ci sia mai stato un incontro della maggioranza? Lo avevo chiesto anche lo scorso anno. Ma nulla.

UOMINI

L'ospedale con la rotondina

Ospedale, quella rotonda intitolata al dottor Gino Moro è cosa bellissima - Leggendo il Suo giornale ho visto che la piccola rotonda dell’Ospedale Maria e Giovanni Ceccarini sarà intestata al Prof Gino Moro. Ne sono rimasto molto contento. Non so se può essere utile ma, nel 1944, durante il passaggio del fronte, le granate tedesche, provenienti dalla zona “Alba”

verso “l’Abissinia” piovevano tutti i giorni. Il Prof. Moro mi operò di appendicite proprio in quei terribili giorni e ricordo anche una suora molto bella e gentile che mi dette, dopo qualche giorno, un risotto... Ricordo ancora sempre del professore, quando nel 1951 andai ad abitare

all’”Alba” in viale Catalani, nella strada dove abitava lui, angolo viale Tasso. Tutte le sere, assieme ai ragazzi del viale ci si trovava a giocare... e fra noi c’erano pure le sue due figliole; era un viale molto vivace con diversi nomi poi diventati noti a Riccione. Gian Luigi Dondi


RICCIONE

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Il consigliere-monello minaccia la giunta: “Non sono qua per spingere il bottone” NUMERI Renata Tosi

Renata Tosi, maggioranza appesa ad un filo? Natale (Nanà) Arcuri, segretario di Noi riccionesi, iscritto al Pd

Lele Montanari, consigliere comunale eletttop con Noi riccionesi

All'interno dei gruppi della maggioranza ci sono dei malumori. A me questa gestione non piace, soprattutto per una lista civica come la nostra, che ha un'anima politica forte ed innovativa. E' apartitica a livello locale, solo che è venuto fuori che Arcuri è renziano e tesserato del Pd, che in 3-4 della maggioranza votano Udc (sindaco com-

Una serata organizzata dall’Associazione Ex Dipendenti Enti Pubblici di Riccione Scuola di Musica e Banda Municipale UN SECOLO DI MUSICA A RICCIONE Ricordato il grande musicista cittadino GASPARE TIRINCANTI Organizzata dall’ Associazione Ex Dipendenti Enti Pubblici di Riccione, si è svolta, il 30 novembre scorso, nei locali del Centro Sociale Tre Villaggi, una serata dal titolo:” Scuola di Musica e Banda Municipale - Un secolo di musica a Riccione”. Alla presenza del Vice-Sindaco Luciano Tirincanti, sono intervenuti: lo storico Insegnante di Musica, Saverio Gallucci, detto Nafta; Enzo Righetti, Marco Masi, Presidente dell’attuale Istituto Musicale (140 gli allievi nelle diverse discipline musicali), il Direttore-Insegnante dell’Istituto Gianmarco Mulazzani,(che ha presentato il primo numero del Giornalino Interno); Filippo Dionigi attuale Presidente della Banda Comunale (ha ricordato tra l’altro il “Custode-tuttofare” Maestri Leo), e il veterano della Banda nonchè poeta dialettale Mario Tonini. Ha condotto la serata Edmo Vandi, il quale ha ricordato le sue personali esperien-

preso, Roberto Cesarini, Galassi...), A livello nazionale ognuno può fare come vuole; forse io voterò Lega nord, oppure i grillini. Tutte 'ste anime creano degli scompensi. E' mai possibile che noi combattiamo a livello locale il Pd, che ha fatto enormi danni a Riccione, mentre il nostro segretario è del Pd e anche renziano. A me queste contraddi-

ze agli albori delle due Istituzioni nonchè, anche con un proprio filmato, un protagonista della vita musicale riccionese: l’indimenticato Bruno Ronci. Ma il tema che ha illuminato l’intera serata, è stato senz’altro il ricordo di Gaspare Tirincanti, per tutti “Gasperino”. Di Lui è stato illustrato l’intenso e prestigioso percorso musicale che l’ha portato a far parte delle orchestre di Santa Cecilia di Roma e della Scala di Milano, nei ruoli di Primo Clarino e di Percussionista. Edmo Vandi ha ricordato quando, nella prima giovinezza, Gasperino si esercitava nei caldi pomeriggi estivi, negli angoli della Baita, il Dancing del padre Nello (del quale Edmo è stato per anni Direttore-Animatore) e quando alla sera si esibiva con le orchestre di turno fra la meraviglia del pubblico che smetteva di ballare per assieparsi davanti al palco e applaudire freneticamente quel ragazzo “vero fenomeno musicale”. Edmo ha raccontato che spesso arrivava in quei pomeriggi estivi un signore piuttosto robusto, con gli occhiali e con un clarino in mano per duettare con Gaspare: si chiamava Hengel Gualdi. Edmo ricorda che un giorno Hengel si scusò con il personale del locale per il “disturbo

- La maggioranza del sindaco Renato Tosi con l'operazione Lele Montanari è a rischio. La maggioranza può contare su 15 consiglieri: 7 di Noi riccionesi, 6 di Forza Italia, 1 della Lega per Riccione e 1 della Destra per Riccione. In totale i consiglieri sono 24. Con i 5 sulle posizioni di Montanari, mancherebbe la maggioranza.

zioni politiche non piacciono”. “Nella serata abbiamo chiesto alla Tosi - rimarca Montanari, una passionaccia per la bicicletta - di dare maggiore spazio ai consiglieri comunali; il sindaco dovrebbe distribuire alcune deleghe anche a loro. Soprattutto, li dovrebbe tenere in maggiore considerazione. Tra i consiglieri e gli assessori non esi-

che arrecava”. Edmo gli disse:”Per noi è un onore avere un grande personaggio come Lei che viene quì a suonare”. Hengel rispose: “Guardi che io non vengo quì per suonare, vengo quì per imparare !”. Il Direttore dell’Istituto Musicale Gianmarco Mulazzani ha poi letto una frase di Gasperino pubblicata sul suo giornale che recita:”... con uno strumento musicale si compie qualcosa di straordinario e misterioso:Attraverso alcuni elementi assolutamente materiali come un pezzo di legno e una canna che vibra per mezzo del fiato di un uomo, si compie una magia: si comunicano e si fondono due anime, quella del compositore e quella dell’esecutore”. La Presidente dell’Associazione, Maddalena Piccari, ha concluso la serata ringraziando gli intervenuti e, in particolare, Enzo Romagna e i soci della Tre Villaggi per la concessione della sala e la squisita ospitalità.

A rischio la maggioranza della Tosi. “E' assurdo che Arcuri abbia la tessera del Pd e sia un renziano” stono rapporti. Noi vogliamo essere più informati. Chiediamo che si cambi linea: ci debbono coinvolgere. Ci tengono all'oscuro di ogni cosa”. “La serata - afferma Montanari, cuore e istinto - è stata proficua, si sono smussati parecchi angoli. Utile sia per il sindaco, sia per gli assessori. Tuttavia restiamo in attesa di fatti concreti, anche se mi sembra che il sindaco abbia condiviso parecchie cose. Abbiamo chiesto di fare una riunione di maggioranza ogni 15 giorni. Oggi, si fanno prima di ogni consiglio comunale, solo che la metà degli assessori le desertano; spesso mancano anche i consiglieri. Queste cose vanno appianate. A pensarla così siamo in 45. Spero che il chiarimento abbia lasciato il segno, almeno me lo auguro. Nel caso contrario, il sottoscritto, insieme a qualcun altro, formerà un gruppo misto all'interno dalla maggioranza, beninteso. Un gruppo che si vuol far sentire. Continuare a fare numero per spingere il bottone non ci stiamo più. Personalmente non vorrei arrivare a questa pericolosa situazione”.

CULTURA

Crescere con i libri Incontri per genitori

- Chi legge i libri è come se campasse 7.000 anni. E' come se si appropriasse il meglio dagli altri. Erano alcune delle battute, ma neppure troppo, di Umberto Eco, il raffinatissimo semiologo scomparso lo scorso febbraio. “Crescere con i libri” è una serie di incontri che si tengono presso la Libreria Bianca&Volta, a Riccione. Un ciclo di incontri rivolto a genitori, insegnanti e a tutti coloro che sono interessati alla letteratura per bambini: tre serate in cui ritrovarsi per affrontare temi riguardanti l'infanzia, accompagnati dalla migliore produzione editoriale dedicata ai più piccoli.

Martedì 5 aprile, ore 20,30 Libri per bimbe, libri per bimbi? Un approfondimento sul tema degli stereotipi di genere. A cura di Laura Oppioli Berilli, insegnante, narratrice e scrittrice per l'infanzia. Giovedì 5 maggio ore 20,30 Fiabe che curano: le carezze delle parole e il loro valore terapeutico. A cura della dottoressa Melina Perrina, psicologa e psicoterapeuta familiare. A ogni incontro sarà consegnata una bibliografia sul tema. Per informazioni e iscrizioni: Libreria Bianca&Volta, via Cilea, 16 - Riccione, 0541645918, giulia@libreriabiancaevolta.it

VOLONTARIATO

Centro 21, obiettivo centrato - Quando il 6 aprile 2014 è stata inaugurata la “Casa di Via Limentani 15” affidato in concessione all’associazione Amici del Centro 21. La struttura è composta da un grande salone/ laboratorio al pianoterra, una sala da pranzo, una cucina, cinque camere con servizi al primo piano, per un totale di 8-9 posti letto, una grande terrazzo, per un totale di 230 metri quadrati. Nel verde di quell’angolo un po’ nascosto di Riccione vivono il loro sogno i ragazzi per cui il centro è nato, persone con Sindrome di Down e problemi mentali in età post scolastica, gli educatori e le educatrici, madri e padri in cerca di brandelli di vita più “uguale” per i loro ragazzi. È una invidiabile e fantasiosa fucina di iniziative quella splendida costruzione. La Casa di via Limetani non è luogo di una pace paciosa. È un formicaio effervescente di mille attività nelle quali tutti trovano modo di fare qualcosa e di dare molto di più. Dai Cesti natalizi, alle bomboniere solidali, al teatro, al musical, ad attività di educazione fisica e ludiche; dai mercatini vintage, in linea con la moda di un forte rilancio degli usi, costu-

mi e balli degli anni cinquanta e la cucina. Poi percorsi di lezioni sull’agricoltura e chissà quante altre cose. La presidente, Maria Cristina Codicè può essere contenta per il raggiungimento di tanti obbiettivi centrati anche per l’aiuto di tante realtà produttive, della generosità dei riccionesi. Di certo, soprattutto da parte delle istituzioni, si potrebbe fare di più ma molti obbiettivi sono raggiunti e questo è di certo motivo di soddisfazione. E più che al passato l’invito è a guardare al presente con il programma “C’era una svolta” , “una ludoteca dedicata ai bambini e alle famiglie una casa dove trascorrere

il proprio tempo libero in maniera creativa assistendo a letture animate e dedicandosi ai molteplici artistici o espressivi corporei proposti dagli educatori e dai ragazzi del Centro 21. Il Centro 21 si aiuta così, aderendo alle sue iniziative, con donazioni o destinando il 5/ 1000.Per informazioni rivolgersi al cellulare 389 2707022 o alla mail info@cuore21.org, dove finiranno i vostri soldi ,o vedrete nei progressi dei ragazzi che, con il vostro aiuto, raggiungeranno una vita prossima all’ indipendenza. Claudio Casadei



RICCIONE Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 - “Verso l’uguaglianza” è il titolo dell’incontro che le associazioni LE NUVOLE e OLTR3 hanno organizzato il 21 di febbraio presso l’Hotel Mediterraneo di Riccione, sul tema delle Unioni Civili. Relatori ELLY SCHLEIN (Europarlamentare, eletta nel 2014 nelle liste del Partito democratico dal quale è uscita in dissenso con la nuova linea politica impressa da Matteo Renzi, ha aderito a “Possibile” l’associazione creata da Giuseppe Civati) e MARCO TONTI (presidente del circolo “Alan Turing” di Rimini e membro del Consiglio Nazionale Arcigay è dottore di ricerca in Psicologia psicodinamica e svolge attività di ricerca in Psicoanalisi computazionale e modelli logico/ matematici del pensiero). A “passare il microfono” come qualcuno ama dire, il Consigliere comunale William Casadei. È un tema di stringente attualità quello delle Unioni Civili, che percorre in modo trasversale tutti gli schieramenti politici, che investe le coscienze e che ha generato un animato dibattito nel Paese. Nelle due ore i relatori hanno affrontato il tema della genitorialità; hanno parlato di sentimenti, di amore, di etero e omosessualità. Hanno dato ai convenuti la possibilità di comprendere meglio lo spirito della proposta di legge; hanno detto dell’arretratezza culturale della nostra classe dirigente, mascherata con tensioni politiche spesso generate ad arte, che rendono il clima nel Paese alquanto contrapposto. Si è parlato di diritti; si è entrati nel merito dei punti focali del provvedimento e, naturalmente, si è parlato del punto dirimente intorno al

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Tenutasi al Mediterraneo lo scorso 21 febbraio. Il cammino è ancora lungo... molto lungo

Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Nuvole-Oltr3, uguaglianza in conferenza Momento della serata

LA RIFLESSIONE

di Teresio Spadoni quale è focalizzato il contrasto, ovvero l’adozione del figlio del partner (oggi stralciato dal testo per la decisione di Renzi, furbesca secondo l’opinione di molti, di porvi la fiducia). Quello dell’adozione del figliastro è anche il punto più trattato dai media, sempre solerti a prediligere la polemica a discapito dell’informazione. Come è stato ricordato, invece, il D.d.L Cirinnà riguarda tutte le unioni civili; regolamenta tutte le coppie di fatto, non solo quelle omosessuali; tocca tutti gli aspetti della vita in comune (tutele, privacy, pensioni, interessi economici, successioni…). È certo che approvare modificare o bocciare una la legge è compito esclusivo del Parlamento; ma al cittadino quella legge sarà dato di utilizzarla. Ed è qui nasce il problema, perché quella sulle Unioni Civili è una legge che riguarda i diritti. Riconoscere un diritto è semplicemente non impedire a qualcuno di esercitare una intenzione senza che ciò comporti la necessità di intervenire sui diritti di altri. Quindi, avere la possibilità di prendersi cura giuridicamente del figlio del

partner, cioè adottarlo, non significa agire sulle norme che regolano lo status degli altri. L’articolo 2 della Costituzione dice che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo [...]”. Dopo aver valutato un ampio ventaglio di alternative il verbo che hanno scelto i Costituenti è ‘riconoscere’. Riconoscere significa assumere che i diritti sono originari dell’uomo, che stanno nell’uomo; e che per essere affermati non abbisognano di essere scoperti e/o appresi. E men che meno concessi. La differenza non è una questine semantica, perché ‘conce-

dere’ è proprio di chi si arroga l’autorità di dare o lasciare agli altri ciò che egli ritiene essere buono o cattivo, giusto o ingiusto. Il punto è che ogni volta che in questo Paese si cerca di riconoscere diritti non corrispondenti all’ortodossia cattolica, ecco manifestarsi l’ostracismo di quanti, non avendo ancora realizzato che Città del Vaticano è uno Stato indipendente, con confini ben definiti e che i Patti Lateranensi certificano la laicità dello Stato Italiano, si arrogano il diritto di sapere ciò che è giusto per l’umanità. E siccome sui diritti la Costituzione è chiara, per aggirarla, si ricorre alla scappatoia del ‘voto secondo coscienza’. Ma quale coscienza? Quella del parlamentare che deve stabilire secondo la sua di coscienze se io, che magari non ho neanche il suo Credo, posso adottare il figlio della persona che amo? Bravo Renzi! Pilatesco come altri suoi predecessori, ma bravo; istruito bene, non c’è che dire! Sull’aereo, durante il viaggio di ritorno dal Messico, a un giornalista che gli ha chiesto “Ha ancora valore il Documento della Congregazione per la Dottrina della Fede che dà indicazioni precise relativamente al comportamento che devono tenere i parlamentari cattolici, affermando che essi sono tenuti a non votare leggi contrarie alla Dottrina cattolica?”

Papa Francesco ha risposto che “Ciascun parlamentare deve votare secondo la propria coscienza ben formata. Ben formata non è la coscienza di quello che mi sembra meglio in quel momento.” Cosa significa votare secondo la propria coscienza ben formata? Lungi da me il voler dare un’interpretazione alle parole del Papa; ma certamente mi piacerebbe pensare che avesse voluto bandire l’ipocrisia di cui molti cattolici sono ridondanti. Chi è cattolico, chi è credente, chi fa della Verità una missione di vita, non può permettersi di essere ipocrita; e visto che comunque non gli è possibile vietare all’uno di crescere ed educare i figli del partner, non può brandire l’etica come un’arma contro l’adozione; non può votare per impedirla, basandosi sul fatto che c’è il rischio che quel figlio sia o sia stato generato utilizzando il cosiddetto utero in affitto, ovvero facendo compiere la gestazione a una persona terza. Chi scrive è dell’idea che un figlio debba essere originato dall’unione di un uomo con una donna e non è per niente favorevole a che si ricorra a strumenti altri per soddisfare il desiderio di averne. Ma la scienza li ha inventati. E allora qui si riapre l’antico conflitto tra scienza e fede. Può la fede soggiogare la scienza? La risposta è chiaramente no. È eticamente da censurare l’inventore della polvere

da sparo? La polvere da sparo fu inventata da alchimisti cinesi alla ricerca di un composto che procurasse l’immortalità e in seguito utilizzata nelle feste religiose per scacciare gli spiriti maligni. No, non è chi inventa lo strumento che sbaglia; sono i fini per i quali viene usato che gli uomini di fede devono contrastare. Per le ricadute che ha negli usi civili la tecnologia che sottostà agli armamenti la definiamo progresso, o no? E ancora: per quale motivo una persona di fede deve privare un’altra persona di una possibilità quando l’utilizzo di quella possibilità nulla toglie ad altri? Quale se non l’antica dizione del pastore chiamato a governare le pecore di biblica memoria? Quel “non è la coscienza di quello che mi sembra meglio in quel momento” mi piace pensare racchiuda l’invito all’esercizio dell’umiltà. Perché il credente, che ha fede, è bene che capisca che il Pastore (Dio) non potendo Egli materialmente governare il gregge (sempre biblicamente parlando), ha delegato all’uomo la funzione di pastore. Ma l’uomo Dio lo ha creato a sua immagine e somiglianza, non ha prodotto un clone di se stesso: lo ha creato imperfetto. Pertanto, quando si arrocca in difesa di posizioni che lui sente come Verità, se è veramente credente, se è veramente uomo di fede, è con umiltà che deve condurre la battaglia per far valere i suoi principi e i suoi valori; ma deve fermarsi sulla soglia della tentazione di imporre quei valori a chi la pensa diversamente da lui. Se non altro perché è proprio quel Dio nel quale crede che ha generato il diverso.


CONDOMINI-EDILIZIA SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI

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Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 Domanda Un condominio con 8 appartamenti deve avere un amministratore? Qualora non fosse necessario che obblighi fiscali ha, comunque, da ottemperare tenendo presente che gli unici costi sono assicurativi ed utenze varie? Risposta A partire dal 12 giugno 2013, data dell’entrata in vigore della legge n. 220 dell’11/12/2012 (modifica alla disciplina nel condominio negli edifici) la nomina dell’amministratore è obbligatoria quando i condomini sono più di otto (attenzione: vale il numero dei proprietari non degli alloggi). Il precedente limite era più di quattro (quindi l’obbligo scattava dal quinto condomino; ora invece l’obbligo scatta dal nono condomino). La mancanza dell’amministratore non significa che non sussistono gli obblighi anche fiscali e le responsabilità civili e penali connesse all’amministrazione del condominio. Il condominio con o senza amministratore è tenuto a presentare il modello 770, richiedere il codice fiscale che va comunicato al fornitore dell’energia elettrica e a chiunque vende un bene o esegua una prestazione per il condominio e deve emettere fattura come per legge.

Esperti rispondono

Condominio, quando l'amministratore? Piantare alberi sul confine, come fare? FOCUS

Ma come fare se l’amministratore non c’è? Chi deve adempiere gli obblighi fiscali? La risposta è semplice: un condomino qualsiasi che si impegni a farlo volontariamente a nome di tutti. Nel caso in cui non venga nominato un rappresentante interno la responsabilità civile e penale sarà divisa equamente tra tutti i condomini. E’ bene precisare che la responsabilità del condominio è sempre in solido il che significa che se c’è un problema con un fornitore o altro che riguardi le parti comuni sono tutti responsabili. E se uno solo non paga per i servizi comuni ci si può valere su tutti gli altri. Pertanto rischiano tutti se si trascurano i pagamenti comuni. Vincenzo Pupolizio, geometra

AL SERVIZIO DEI LETTORI

Domanda Lungo il confine del mio terreno agricolo vorrei piantare degli alberi. Per non incorrere in spiacevoli discussioni con il mio confinante vorrei sapere quali sono le distanze da rispettare. Grazie. Risposta Le distanze che il proprietario di un fondo è tenuto a rispettare tra gli alberi piantati nel suo terreno e il proprio confine sono disciplinate dall’art. 892 del codice civile che così recita : - Tre metri per alberi di alto fusto; - Un metro e mezzo per gli alberi di non alto fusto; - Mezzo metro per le viti, gli arbusti, le siepi vive, le piante da frutto d’altezza non maggiore di due metri. La distanza si misura dalla linea del confine alla base esterna del tronco dell’albero.

In presenza, sul confine, di un muro divisorio proprio o in comune con l’altro proprietario, non si devono rispettare le distanza minime tra l’albero e il confine purchè l’albero non superi in altezza l’altezza del muro. Questa eccezione vale perché in questo caso il confinante non subisce diminuzione di area, luce e veduta. Nel caso in cui non si rispettano le distanze di cui all’art.892 del codice civile, il vicino ai sensi dell’art. 894 sempre del codice civile può chiedere ed ottenere che si estirpino alberi e siepi. Se rami e radici degl’alberi sconfinano nel terreno altrui pur se sono state rispettate le distanze previste dal codice civile, il vicino può chiedere ed ottenere la potatura dei rami che si protendono nella sua proprietà nonché di tagliare egli stesso le radici. Può anche accadere che se i frutti dell’albero cadono naturalmente nel terreno confinante questi appartengono al proprietario del fondo in cui sono caduti.

Condominio - Certificazione energetica Successioni - Consulenza tecnica-legale Esperti rispondono - Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, apre una rubrica sulle colonne del giornale; potete rivolgervi ai geometri Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, esperto di problemi tecnico-legali, già consulente del Tribunale di Rimini e al libero professionista Marco Secchi. Siete pregati di inviare le vostre domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 348-3621675. E-mail: lapiazzarimini@libero.it geom.pupolizio@libero.it secchi.marco92@gmail.com

Ciò significa che questi non ha diritto di raccogliere i frutti ma deve attendere che i frutti stessi cadono per cause naturali. Se gli usi locali stabiliscono diversamente (cioè che i frutti caduti sul terreno altrui rimangono di proprietà del titolare del-

l’albero) il codice richiede l’applicazione relativa all’accesso al fondo (art. 843 codice civile) secondo la quale il proprietario deve permettere l’accesso al suo fondo per il recupere della cosa altrui. Marco Secchi, geometra



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MISANO

A Misano Cella. Altissimi e fragili. Vicino ai cassonetti e alla fermata dell'autobus

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ALLEGRO MA NON TROPPO

Parole da e ‘Fnil’ (Il vecchio nome di Misano Mare)

Il cipresso argentato caduto la notte del 4 febbraio causa una tempesta

Piazza Repubblica, la fontana - Dopo più di 20 anni d’agonia, è deceduta la bella fontana dai getti tricolore ed il mosaico arcobaleno con la storica dicitura ondulata MISANO ADRIATICO mare e sport. Ricordate? Ridotta da tempo ad un catorcio, sono iniziati i lavori di “cancellazione” di questa preziosa cartolina de Fnil. Per quello che ci è dato di sapere del progetto, verrebbe da dire, per quel che si vede “Giù le mani dalla fontana”! Sappiamo già che saremo inascoltati ma, non tutti i mali vengono per nuocere. I possessori delle storiche cartoline dovrebbero conservarle a futura memoria. Al putria valé na furtuna. Comparto C2- 4 - Cus che vò dì? Significa che avremo il Parco di via Platani riprogettato e tanti nuovi parcheggi qualificanti e non solo. Mò! ste C, un s’puteva ciamel, se su ver nom ??? C2- 2 - Non è quello di cui sopra, ma pur sempre utile moneta di scambio con i privati investitori... e comunque stè tranquel, us s’armeia ma cl’elt. C2-...:- Ancora? Ma quanti giardini e nuovi parcheggi avremo? ...e quanti condomini? Sti C... i cress propia cum’è i fòng. Sono tanti ed anche piuttosto alti. La sarà dura inguzei tòtt. Ora pro nobis - Il piano triennale è una lunga lista di opere ed investimenti pubblici. Un libro che tutti dovremmo conoscere a memoria, come le litanie di maggio. Non vediamo l’ora di conoscerne tangibilmente i risultati. Amen! A... mare Misano - L’incauta dichiarazione sulla stampa locale di un esponente di questo storico comitato, con la quale bisognerebbe negare l’accesso alle feste ai turisti-clienti che non contribuiscono, ha prodotto la piccante reazione di un autorevole amministratore, il quale ha replicato, sul medesimo quotidiano, minacciando di non finanziare gli eventi che prevedono i tornelli agli ingressi delle feste pubbliche. I comitati che organizzano da sempre volontariamente, ed economicamente, le feste sono avvisati: dovranno garantire l’accesso a tutti i turisti... senza distinzion d’ età, gred e residenza. Boh! Banalità

Rio Agina - Il nuovo look del canale, appena ristrutturato, finalmente bello fuori; purtroppo sporco e brutto dentro. Ohi, Pacenza! un s’pò avé sempre tòt e tòt t’una volta. Portoverde - Il pericoloso spartitraffico di Portoverde pare sia convenzionato con i gommisti? Per cum l’è mes, anche si caruzier!

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I due pericolosissimi pini

“Pini troppo alti, pericolo per le persone. Abbatteteli” IL FATTO - “Abbattete quei due pini. Sono pericolosissimi”. Siamo a Misano Cella, nella piazza parcheggio di fronte al bar “Biliardo”. L'esortazione arriva da alcuni componenti del Comitato cittadino. La goccia che ha messo in allarme la comunità è stato lo scorso 4 febbraio. Durante la notte tempestata da acqua e vento forte è caduto lo stanco cipresso argentato sulla proprietà di Sirio Selva, un mito nella piccola frazione per via delle sue poesie e della sua sapienza sul verde. E' sua abitudine regalare agli amici soprattutto piante di fichi, il suo preferito.

La frazione ha protocollato lettere in Comune e sensibilizzzato i suoi rappresentanti in Consiglio comunale. Ma finora non sono riusciti a farsi ascoltare. Le due piante sono diventate pericolose. Negli anni sono sempre state potate e portate verso l'alto. Oggi, sono talmente grande che la chioma farebbe loro da vela col pericolo di scarvanterli per terra. Nel loro raggio di caduta ci sono i cassonetti e la fernmata dell'autobus che porta gli studenti a Morcia-

no. Fanno sapere gli abitani: “Se dovesse succedere qualcosa, potrebbero esserci conseguenze anche sulle persone”. Negli ultimi due anni, in quel parcheggio sono già cadute quattro alberi. Le piante facevano ombra al cortile dell'ex scuola elementare. Gli abitanti di Misano Cella si lamentano non proprio a torto. L'unica grande visibilità della mano pubblica è la scuola elementare. Negli ultimi anni sono sorti nmezza dozzina di giardini ma legati all'urbanizza-

zione e non ad una visione organica. Alla fine degli anni '80, il Comune, in quello che è oggi, il giardino della scuola elementare costruirono un campo da basket. Bellissimo. Solo che i tabelloni erano di truciolare. Dopo pochi mesi causa le intemperie si staccano dal traliccio. A nulla valsero le richieste dei giovani: “Montateli di plexiglass”. Un errore lo fecero anche gli abitanti; avrebbero potuto tirar fuori qualche spicciolo e fare in proprio. Gli abitanti si danno anche una risposta a tale abbandono pubblico: “Siamo la roccaforte della sinistra e come tale i voti sono sicuri”.

Fare di Misano la città-giardino? “Disposto a metterci dei soldi” - “Sono disposto sa metterci dei soldi per dare una mano a Misano. Credo nel verde. Credo nei giardini. Credo nella Misano legato alla bicicletta. Soprattutto credo in una città giardino”. Il pensiero è di uno dei migliori imprenditori misanesi. Imprenditore e non affarista. Ha telefonato al nostro giornale qualche giorno dopo l'uscita del numero di febbraio. “Mi è molto piaciuto il pezzo. Chi lo ha scritto? Chi sono quelle due persone che hanno tali idee sul futuro della cit-

L'abbandonato giardino di via Platani. Da un paio di decenni non si interviene. Al centro la cabina dell'Enel

tà?”. Quel dialogo è di due cari amici. Uno è legato alla pubblica amministrazione, l'altro da anni si occupa di verde e parchi pubblici. Si può affermare che in Italia è un primo della classe.

“Guarda, quelle idee mi sembrano buone. Bastano pochi soldi ed una grande passione per il proprio paese”. In quelle poche righe ci si chiedeva se non è il caso di puntare su quello che c'è già a Misano Mare: il verde (giar-

dinetto di via Platani e Parco Mare Nord, belli ma non proprio in buono stato) e sulle interpoderali che caratterizzano il paesaggio agricolo dei nostri 20 chilometri quadrati. Si aggiungano le sponde del Conca e del Rio Agina.


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Il referente del Sel (oggi Sinistra italiana). Le giunte sono finite diamo deleghe a tutti i consiglieri

Schivardi: “Facciamo le case popolari” - “In questo momento storico dico di no ad accordi a livello nazionale con il Pd. A scendere nel locale dipende dai programmi. Noi credevamo nell'amministrazione Giannini. Abbiamo contribuito al suo successo, ma senza consiglieri ci hanno sempre emarginato. Il programma di due anni fa è ancora

L'INTERVISTA

lontanissimo. Sul turismo ci vogliono competenze ed idee. Uscire dalla vecchia politica”. Il bresciano Nicola Schivardi, a Misano per matrimonio (sposato una brasiliana), è il responsabile del Sel, uno dei partiti che il prossimo dicembre darà vita a Sinistra italiana. Imprenditore del turismo che gestisce una manciata di strutture in mezz'Italia, una anche a Misano. Due figli, sempre educato, le 60 preferenze di Massimiliano Cecchini, il suo candidato in consiglio comunale, non gli permisero di farcela. “Troppo bravi ed agguerriti quelli del Pd nella raccolta preferenze”. Come giudica questa giunta? “Noi credevamo molto nella coalizione. Ci credevamo e pensavamo di poter incidere. Non avendo eletto un consigliere, in un primo momento ci hanno sempre invitato alle riunioni della maggioranza. Dopo il nostro dissenso alle dimissioni dei consiglieri-assessori Elena Malpassi e Manuela Tonini, non più. Noi crediamo che con le dimissioni hanno tradito la volontà dei cittadini”. Dove partirebbe se amministrasse? “Dalle case popolari; se ne discute da un paio di legislature, ma non si è mai fatto nulla. La stessa cosa è successa anche nelle precedenti legislature. E' vero non si risolve il problema casa, tuttavia sarebbe un segnale. Fortissimo. Misano ha 18 appartamenti, Riccione più di 100. So che il Comune ha preso in affitto delle unità per

“Credevo in questo progetto amministrativo. Oggi devo dire che mi ha deluso. Abbiamo contribuito al successo, ma senza consigliere non ci hanno mai coinvolto”

Nicola Schivardi pensare a come far ripartire questo territorio. So che non è facile; però intervenire dove è possibile con un po' di volontà sì”. Lei fa turismo. Che cosa fare? “Misano non può essere la città di tutto: famiglie, sport, giovani, anziani. Va scelta una strada. E' nata la Fondazione che dovrebbe gestire il turismo, ma ha idee? Ha obiettivi? Come raggiungerli? Vorrei delle risposte. Fare cinque fiere all'estero serve? Non credo. Non si può portare un turismo con 20, 25 euro al giorno. Misano offre tanto. Ha bei bagni, begli alberghi, oramai quasi tutti ristrutturati. Ha la fortuna di avere un circuito conosciuto in tutto il mondo. Vorrei una Fondazione aperta, preparata, appassionata, in grado di coinvolgere tutte le attività non solo quelle turistiche. Dobbiamo avere, tutti, un brand, come succede in Val di Fassa: insomma, essere uniti e lavorare insieme”. Qual è il suo pensiero sul mega

assegnarle poi ai nuclei più in difficoltà. ”. Quanto è stato realizzato del vostro programma elettorale? “Al momento è stato fatto solo il campo di calcio e questo non mi sembra fondamentale. Il segretario del Pd Davide Siliquini dice che da qui a fine mandato sarà portato avanti quanto promesso. Capisco che le casse comunali siano vuote, tuttavia il Comune deve iniziare a

centro commerciale nei pressi della pista di go-kart? “Personalmente non lo farei perché non c'è il bisogno. Non so però se il grande centro ostacoli il piccolo negozio. Se i piccoli offrono qualità e attrattività forse no”. Qual è il futuro della politica? “Uno, le giunte così come sono concepite sono finite. Credo che vadano date le deleghe ad ogni componente della maggioranza. Durante la campagna elettorale avevamo detto che i consiglieri sarebbero state le cinghie tra le frazioni ed il governo della città: non mi sembra proprio. Due, i servizi tra i vari comuni vanno accorpati sulla scia dell'unificazione del servizio di polizia urbana. Si possono consorziare anche altri servizi come quelli sanitari, alla persona, al sociale. Se siamo riusciti a trovare un accordo sui vigili, si può trovare anche sul resto. La politica deve assolutamente battere altre strade per far star meglio il cittadino”.

COMUNITA'

A cena con Valentina per aiutare chi combatte la leucemia - Davanti al sole dell'adolescente Valentina arriva una grande ombra. La giovane misanese viene ricoverata al San Gerardo di Monza, un ospedale eccellente per la cura la leucemia. Valentina guarisce: il sole torna ad abbracciare. Oggi, Valentina ha 21 anni e sta facendo la specialistica in lingue. Da alcuni anni, insieme ai genitori Tullia e Nicola organizzano una cena di beneficenza per la lotta contro la leucemia infantile: “per guarire un bambino in più”. Aiutati nel lavoro e nell'organizzazione da una marea di amici, i Simoncini organizzano quella che oramai è diventata la loro classica cena di beneficenza. L'appuntamento è per sabato 12 marzo, ore 20, presso il tendone della Chiesa di San Martino in viale Diaz, a Riccione. L'intero ricavato viene devoluto per la ricerca all'associazione benefica “Quelli con Luca”. Chi volesse aderire alla serata può telefonare ai numeri: 331.458186 (Vale), 328.0318803 (Tullia), 339.7899544 (Nicola).

Lo staff. Al centro in rosso Valentina

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Ufficiale dell'aeronautica in pensione, abita a Misano Monte. Cervello e mani d'oro, sa fare tutto

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CULTURA

Pensatori, serate misanesi

Salvadori, quell'artista di icone Nella chiesa di San Biagio molte sue opere ARTE

Il filosofo Carlo Sini con Gustavo Cecchini

- Sini. Veneziani Curi. Galimberti. Paris. Fusaro. Sei prestigiosi intellettuali tratteggiano l'attualità di Giordano Bruno, Pessoa, Euripede, Nietzsche, Pasolini e Junger. Il sipario della nona edizione di “Ritratti d'autore” si apre il 4 marzo per chiudersi in aprile. Carlo Sini Apre, venerdì 4 marzo, il filosofo Carlo Sini con “Infiniti universi e mondi” di Giordano Bruno. Marcello Veneziani Il venerdì successivo, 11 marzo, sale in scena Marcello Veneziani con “Il libro dell’inquietudine” di F. Pessoa. Umberto Curi Venerdì 18 marzo arriva sul palco dell’Astra il filosofo Uumberto Curi con

“Alcesti” di Euripide. Umberto Galimberti Sarà il filosofo Umberto Galimberti ad introdurre, venerdì 25 marzo, “La Gaia scienza” di F. Nietzsche. Diego Fusaro Chiude il ciclo, venerdì 1 aprile il filosofo Diego Fusaro con “Il trattato del ribellle di Ernst Junger? Venerdì 8 Aprile lo scrittore Renzo Paris traccerà un ritratto inedito di Pier Paolo Pasolini attraverso una sua famosa opera teatrale: “Affabulazione”. Gli incontri si tengono presso il Cinema - Teatro Astra con inizio alle 21. Ingresso libero sino ad esaurimento posti. Info. 0541618484. website: www.misano.org

- Forlivese di nascita, misanese d'adozione, già capitano dell'Aeronautica, pittore autodidatta, amante della natura e della buona musica, da sempre con il pennello in mano. Schivo, gode quando una tela riesce come da suo desiderio; la natura lo ha felicemente dotato nel trattare prospettive e colori. E' sempre allo studio di nuove tecniche che gli fanno scoprire il gusto del dipingere su quasi tutto: tela, legno, vetro, mattoni... I consensi della critica sono favorevoli nelle poche occasioni in cui si è voluto esporre al pubblico. Una riuscita personale al Centro arti figurative di Riccione, una collettiva al Palazzo del turismo, sempre a Riccione. L'avvocato Giorgio Villa disse di essere stato profondamente coinvolto dall'estro di Salvadori che definì: “Pittore e poeta contadino”. Un forte plauso lo ebbe nell'incontro con Ugo Ugolini,

un grande pennello, allievo prediletto di Pietro Annigoni. Che dopo aver attentamente ammirato alcune sue tele, gli disse di non farsi deviare dalle nuove e facili rotte della moda e di continuare con le tecniche antiche degli autori classici, con le “velature” ed i colori più appropriati. Nella chiesa dei santissimi Biagio ed Erasmo, a Misano Monte, si può ammirare la Via Crucis ed altre sue opere nella cappellina dedicata alla Modanna. Anche il filosofo riccionese Orio Rossetti ebbe a complimentarsi per i dipinti che ho volutamente inserito nel volume di poesie ‘Per te’ (Edizioni la Sfera Celeste). Mentre stava finendo il restauro interno-esterno della cappella a lato della chiesa di Misa-

Paolo Salvadori nello studio Due sue icone

no Monte, con pazienza certosina e determinazione gli fu chiesto di fare una copia della famosa “Trinità” di Andrej Rublev; ora la si può ammirare riprodotta con le identiche dimensioni dell'originale. L'icona è riuscita con grande efficace; c'è una mostra permanente di alcune sue tele presso la filiale della Banca Popolare dell'Emilia Romagna

di viale Ceccarini a Riccione. Le sue opere, di certo, suscitano attenta curiosità ed appagamento degli occhi fino ad entrare nell'anima dove soffiano i venti della vita. Da un po' di tempo si dedica con passione alle icone; dipinte su legno dopo aver alungo studiato tecniche e materiali; di grande impatto: suscitano raffinata ammirazione. Una tra le più belle, Paolo Salvadori l'ha donata al vescovo Francesco Lambiasi che ha molto gradito. Bravo Paolo, continua così. Chi volesse ammirare le sue opere lo può contattare al 0541.604290. Tuo fratello Giovanni

Avis, bella festa - L'Avis di Misano ha festeggiato il suo 34.mo compleanno lo scorso 14 febbraio al ristorante “Il Mulino” di Misano. Presenti oltre 150 persone. Premiati una quarantina di donatori; in tutto sono circa 370. Prima della cerimonia, don Marzio ha celebrato la messa. L'associazione misanese è aperta a coloro i quali vorrebbero dare un contributo.

Giuliano Cesaroni con lo scrittore dialettale pesarese Emilio Melchiorri

Avis della provincia di Rimini

Cesaroni con Marco Stramigioli, presidente Avis Gradara. I due si sono incontrati dopo 57 anni. Insieme in prima e seconda elementare a Gradara

Da sinistra: Giuliano Cesaroni (vice-presidente Avis Misano), Rosanna Calbucci (infermiera), Antonio Ceccaroli (oltre 110 donazioni, nonché unod ei fondatori delll'Avis di Misano), Paola Piccioni (dottoressa), Samuele Savoretti (presidente Avis Misano), Ortensio Monticelli


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Un manipolo di 65enni si ritrova il primo di ogni mese. Solo amicizia, nessun interesse

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La chiesolina di San Michele ed il Cristo dell'Agina, la tavola più antica della Scuola Riminese del Trecento fondata da Giotto Lungo la stradina che porta all'elegante chiesa dell'Agina, partendo dalla Strada Nazionale, il Venerdì Santo, si celebra la Via Crucis. Appuntamento alle 21. Cristo dell'Agina La chiesa dell'Agina è uno dei monumenti più antichi, eleganti e sentiti di Misano. Si trova sul poggio dell'omonimo Rio a un centina-

Agina, festa del Cristo - Festa dell'Agina il Lunedì dell'Angelo, il prossimo 28 marzo. Un appuntamento che va ben oltre i confini di misanesi. Fino agli anni Cinquanta raccoglieva fedeli per un raggio di almeno dieci chilometri. L'appuntamento è rimasto uguale a se stesso con una piccola variante. Per ragioni organizzative non c'è più il pranzo di mezzogiorno sotto la tenso-struttura. Il pro-

gramma. Due messe alle 8 e alle 11 del mattino. Dopo la seconda messa, si distribuisce l'uovo benedetto insieme ad un piccolo buffet Il pomeriggio, inizio alle tre, si tiene la festa popolare. A disposizione anche la piadina. Si chiude attorno alle 20. Dietro la Festa c'è un gruppo di amici che da anni si rimbocca le mani per tenere viva la tradizione. Via Crucis

io di metri dalla strada nazionale, immerso in un silenzio avvolgente, da chiostro, che racconta pensieri di profonda umanità. L'edificio religioso per secoli, fino a pochi anni fa, ha ospitato il Crocifisso dell'Agina, la più antica opera d'arte della scuola riminese del 1300, fondata da Giotto. Si ignora il nome dell'autore, ma le sue opere sono sparse nei maggiori musei del mondo.

Quelli del mercoledì - “Quelli ormai vecchi, altro che quelli degli anni ruggenti”. Guglielmo (Nino, per gli amici) Guerra tratteggia con questa pennellata il drappello di amici che si ritrova a tavola il primo mercoledì di ogni santissimo mese. L'ultimo appuntamento: lo scorso 2 marzo presso il ristorante “la Mina”, nelle sacre mura delle Casacce. Un locale da tenere in considerazione. “Ci ritroviamo, tutti, col cuore aperto - continua nella scanzonata riflessione l'avvocato Guerra -. In noi non c'è nessun interesse economico, ma soltanto umanità. Soltanto il piacere di stare insieme. Nessuno chiede favori o specula”.

La sede, se così si può definire, è il ristorante “il Piccolo Bar” (anche questo da appuntarsi) di Sanzio Moroncelli, anch'egli della combriccola. Negli anni '60, fu lo spazio dell'“Engine Club”, un mito per i misanesi di una certa età. Quelli del Mercoledì hanno tra i 60 ed i 65 anni. E rappresentano la misanesità di quando si parlava il dialetto: ci sono tutte le professioni e tutte le fedi politiche. Guerra: “Per via della politica Sandro Pizzagalli [Sinistra critica, ndr] lo prendiamo in giro. Simpaticamente, naturale capacità di farsi voler bene come pochi, è il nostro bersaglio. E' l'oggetto dei nostri sfottò.

Tra l'altro è proprio Sandro a prendersi la briga di telefonare ed organizzare”. “Ci ritroviamo - chiude Guerra - per via dell'amicizia di gioventù e dell'età. Rivedi un amico vero e ti fa piacere. Si ricordano episodi di 4030-20 anni fa. Ma anche cose dell'altro ieri. Si affrontano argomenti divertenti, piacevoli ma anche serissimi. Insomma, la vita”. Quelli del Mercoledì iniziarono spinti da Beppe Pascale, un coetaneo scomparso prima del tempo nel 2007. Qualche anno prima si ammala ed è a lui che viene in mente di ritrovare i volti dell'adolescenza.


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(2) Il racconto di 12 anni d'impegno: il locale guardando il globale

C'era un Arcobaleno in città...

SOCIETA' CIVILE - POLITICA - PARTITOCRAZIA - La storia politica dell'Arcobaleno di Cattolica è stata sempre caratterizzata da un'azione di largo respiro: non solo le problematiche locali, ma portatore e promotore di riflessioni e conoscenze su tematiche globali. Il pacifismo, contro la guerra (articolo 11 della Costituzione) e la violenza. Il rispetto e tolleranza per tutte le sensibilità religiose, pur in una visione laica, unica garanzia istituzionale, giuridica e culturale per la libera manifestazione e pratica della fede di ogni cittadino. Non a caso la prima iniziativa “elettorale” della Coalizione Arcobaleno (17 maggio 2004) fu una conferenza pubblica dal titolo: “La pace e la guerra - Una cultura di pace come valore del governo locale”. Relatori: fra Benito Fusco, Alessandro Roveri, Mauro Bulgarelli e Alessandro Bondi (il candidato a sindaco della Coalizione Arcobaleno). Era una fase politica con iniziative e manifestazioni in tutta Italia contro il berlusconismo, una critica severa ad un Ds (ormai ‘inglobato’ nella Margherita democristiana) in una condizione statica e inciucista, la carica dei movimenti pacifisti, i girotondi, la proposta di Prodi (2004) ‘Uniti nell'Ulivo’, che lo portò di nuovo al governo nel 2006. Poi arrivò Veltroni nel 2007 con la logica dell'auosufficiena del Pd... e fu vero disatro per una proposta di sinistra unita e plurale. Come di consueto i vecchi e “giovani” militanti del Pd cattolichino e del territorio stentavano a capire la portata di questo nuovo movimento e delle potenzialità di rinnovamento. L'Arcobaleno ave-

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va lanciato lo slogan-proposta ‘Il Nuovo Centrosinistra’. Anzi, lo vivevano tra il timore politico simulando indifferenza e il boicottaggio ‘passivo’partendo dall'assoluta e inspiegabile assenza fisica nelle varie iniziative dell'Arcobaleno, spesso di spessore e con grandi personaggi. E' il vecchio vizio di questo partito: annessione o indifferenza attiva, per negare una legittimità politica a tutto quello che si muove sul suo ‘territorio’ del consenso sociale e elettorale. Come se per una sorta d'investitura divina dovesse solo lui rappresentare, presidiare. Nel 2004 il micuccismo stava tramontando, e l'investitura nel delfino Pietro Pazzaglini (che ebbe la meglio sull'eterno secondo Leo Cibelli) creò più rotture e malumori che unità. Entrambi della Margherita e di provenienza democristiana. Nella campagna elettorale avvenne una cosa comica. Vista la debolezza politica di Pazzaglini, nel materiale elettorale i Ds dovettero affiancare il “faccione” di Massimo Gottifredi per non perdere da subito le elezioni. Le elezioni del 2004 videro per la prima volta il partito da sempre al potere costretto al ballottaggio. Per un pugno di voti l'Arcobaleno non riesce. Il Pd tra voti di lista persi e voto disgiunto a favore di Bondi perde circa un terzo del suo elettorato. Ma l'amarezza degli arcobalenisti si trasforma presto in spinta propulsiva politica, sociale e culturale a 360° che per un decennio si pone come punto riferimento della città. Nel Consiglio comunale conta ben 3 conssiglieri. (2 - continua)

Da sinistra: Magda Gaetani, Emma Nuri Pavoni, don Alberto Vitali, Mauro Bulgarelli: “Monsignor Romero, frammenti di un ritratto” (3/2/2006 Hotel Kursaal)

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L'ARCOBALENO PER LA SOLIDARIETA', L'INTEGRAZIONE, IL VALORE DELLA MULTICULTURALITA', IL RISPETTO PER LE VARIE SENSIBILITA' RELIGIOSE

Hossein Fayaz (nella foto) e fra Benito Fusco: “Occidente Cristiano e Islam: quale dialogo” (23/1/2005 Hotel Kursaal)

Giulio Albanese (giornalista e frate comboniano): “I bambini soldato nelle guerre dimenticate in Africa” (24/8/2005 Piazzetta della Gina)

Marcelo Barros (teologo): “Leggere la Bibbia e dire Dio dalle periferie della storia” (28/9/2005 Istituto San Pellegrino, Misano organizzata con le comunità di base)

Alberto Maggi (biblista), Frei Betto (filosofo), Antonio Vermigli (giornalista), Giuseppe Stoppiglia (giornalista), Massimo Russo (magistrato), Piergiorgio Morosini (magistrato), Arrigo Chieregatti (docente), fra Patrick Carrol (commissione giustizia e pace), Alex Zanotelli (missionario comboniano) - nella foto - (Palaterme di Riccione): “Cercate la Giustizia Forum per un Convivio tra i Popoli” (Istituto San Pellegrino, Misano 21/4 - 11/5/2006 - Iniziativa organizzata con le comunità di base della zona e coordinata da fra Benito Fusco)

Mostra fotografica nello SPAZIO.Z di Radio Talpa dal domenica 20 marzo al 3 aprile. Aperta il venerdì, sabato e domenica ore 16-19

‘In religioso silenzio’, meraviglie naturali e mistiche Una delle fotografie esposte

LA MOSTRA

IN RELIGIOSO SILENZIO “Questa è la modalità migliore, che ho scoperto negli anni, per poter apprezzare in pieno le meraviglie paesaggistiche di un territorio a prima vista brullo, arido, freddo, ma che invece riserva angoli panoramici davvero emozionanti, che ho ritratto in bianco e nero per non stravolgerne l'anima, e far risaltarne al meglio l'imponente bellezza. La stessa mistica bellezza che si respira all'interno di un Chiostro del trecento o di una Pieve del mille, edifici storici di cui la nostra valle, la Valmarecchia è costellata, ma anche davanti ad una chiesetta nascosta fra i calanchi, come a preservarne l'intima fede, o davanti a dipinti e opere d'arte di cui questi

edifici religiosi sono custodi, e che solo in religioso silenzio si possono ammirare appieno”. GIANLORIS CRESTI Fotografo amatoriale e Promotore turistico emozionale. “Sarà per

il fatto di essere vissuto per cinquanta anni in un'angolo di Mondo, dove la bellezza naturalistica e storica non manca, Casteldelci, che da sempre sono rimasto affascinato da panorami e colpi d'occhio, che

mi rilassavano, come fossi prigioniero di una bellezza terapeutica, che con il tempo ho voluto condividere, attraverso la fotografia, con il resto del Mondo. Negli anni ho cercato quindi, di utilizzare la fotografia come mezzo per emozionare, condividere, e infine promuovere, il mio territorio e i suoi tesori,sperando di trasmettere le sensazioni che si manifestavano dentro di me”. Crespi ha già esposto a Bologna, Rimini, Verucchio, Sant’Agata Feltria e Casteldelci e ha collaborato con l’Associazione “La Rimini sparita” Onlus, la “Società de Borg” e Conad Tiberio, di Rimini, per il Calendario 2016 “Le Stagioni del Borgo San Giuliano”.


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Primarie del Pd. Gambini (63%) asfalta Piva. Vendette... o la pax partitica?

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Vince Gambini tra cocci e veleni

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PD-ARTE: LA NATURA MORTA PD-ARTE: LA NATURA MORTA

di Cecco - “Passata è la tempesta, odo Gambini far festa, e Montanari in su la via che ripete il suo verso: Pd-Pd-Pd...”... grazie Giacomo (Leopardi). Ora si tratta di capire se arriva veramente il sereno, ma quei nuvoloni neri che si vedono al largo promettono nuove tempeste. Forse non se ne sono accorti, ma da questo scontro “fratricida” la macchina del Pd ne esce indebolita, sfiaccata e lacerata. Sergio Gambini col suo “Tavolo” più o meno “cinico” ha stravinto le primarie (63%). Corrado Piva, considerato da una parte del partito alla stregua dal “fiol dal sugamèn”, è stato asfaltato e si sta leccando le ferite. La sua proposta di continuità col passato e il sostegno sostanziale a questa giunta la fatto schiantare contro il muro. Lui e il suo largo seguito cercheranno di trattare uno spazio che conta (se verranno ancora presi in considerazione...), o cercheranno di contarsi al primo turno con una propria lista per farla “pesare” al ballottaggio? Nel Pd nessuno lo vuole ammettere, ma chi ha vissuto dall'esterno queste primarie roboanti e un po' penose, sa bene che il vincitore che ne sarebbe uscito sarebbe stato solo il frutto di una sommatoria incrociata di ripicche e veleni e solo in parte del frutto del valore del candidato. Insomma, i cittadini venivano invitati a votare non tanto per Piva o Gambini, ma

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Palazzate

di Cecco

Il Piva sfuggente - Leggiamo: “Primarie, il Pd infuriato con Piva: ‘Fugge dal dibattito con Gambini’”. Al fèva: cu! cu! senza dì né àra né sumàra... Va pulà!... Rottamazione - Leggiamo: “Gambini ‘rottama’ la squadra di Piva”. Ecch perché cal camion pin ad fèr vèc mal Mont di Strac. Adès Piva al sta préparando un'ènt camion... Pestato - Leggiamo: “Piva-Gambini, gli elettori salgono sul ring”. Corrado, i t'ha mnè cume per tèra. Purèt... Cambio di passo - Leggiamo: “Piva: ‘Cambiamo passo, non pagina’”. Corrado, t'è subte inciampè e tz'é andè a ruglòn cume un quajon...

Anziani - Leggiamo: “Gambini pressing su Piva: ‘Sfidiamoci davanti agli anziani’”. L'è al post giust! A si du vicèt, anche se a vlì fè i zuvnot. A si vèc cum al cuch. Os-cia!...

Partigianeria - Leggiamo: “I big nazionali del Pd scendono in campo per sostenere Gambini”. Scusé, ma Piva ad che partid l'è? Il cunsedera cume al fiol dal pòra sugamèn... Cattolica cambia pagina - Leggiamo: “Primarie Pd, Gambini stravince. ‘Ora Cattolica cambia pagina’”. Tocarà cerchèla tla pagina dla G: Gambittolica. Pora nun... Cecco - Paul Césanne (chiedendo scusa) - 2016 paradossalmente per votare contro Piva o Gambini. Immaginate che sfascio ideale e morale hanno ceato queste primarie. Da strimulì al sangue... Chiunque avesse vinto la domanda sarebbe stata la stessa: e adesso? Chi gestirà i veleni e i cocci sparsi? I cosiddetti cerchi magici e cortigianerie varie assetate di “vendetta” dei due fronti contrapposti, come si muoveranno? Di solito questi “non fanno prigionieri”. C'erano già dei piani B, in caso di sconfitta, ovvero liste civiche di disturbo per indebolire il vincitore per costringerlo al ballottaggio. E lì la vendetta si

sarebbe consumata lenta: fare pesare il proprio apparentamento col vincitore per fèl caghè dur... Nel Pd Gambinesco si esulta e pensano già di avere il sindaco in tasca. Sperano che la proposta di un'anticipazione in formato osè del Partito della nazione di ispirazione renziana, possa fare breccia nell'elettorato moderato e di centrodestra. In parte è già accaduto. Infatti il sostegno di tanti elettori del centrodestra hanno determinato il successo di Gambini. Domanda: è rimasto qualcosa di sinistra in questo partito? Ma questo ha lasciato una ferita sanguinante e un gran-

“Nella vecchia fattoria” (del Pd-Pd-Pd) Nella vecchia fattoria ia-ia-o Quante bestie ha zio Tobia ia-ia-o C’è la capra-capra-ca-ca-capra Nella vecchia fattoria ia-ia-o. Attaccato a un carrettino ia-ia-o C’è un quadrupede piccino ia-ia-o L’asinel-nel-nè-nè-nel C’è la capra-capra-ca-ca-capra Nella vecchia fattoria ia-ia-o. Tra le casse e i ferri rotti ia-ia-o Dove i topi son grassotti ia-ia-o C’è un bel gatto-gatto-ga-ga-gatto L’asinel-nel-nè-nè-nel C’è la capra-capra-ca-ca-capra Nella vecchia fattoria ia-ia-o. Tanto grasso e tanto grosso ia-ia-o Sempre sporco a più non posso ia-ia-o C’è il maiale-iale-ia-ia-iale C’è un bel gatto-gatto-ga-ga-gatto

L’asinel-nel-nè-nè-nel C’è la capra-capra-ca-ca-capra Nella vecchia fattoria ia-ia-o. Poi sull’argine del fosso ia-ia-o Alle prese con un osso ia-ia-o C’è un bel cane-cane-ca-ca-cane C’è il maiale-iale-ia-ia-iale C’è un bel gatto-gatto-ga-ga-gatto L’asinel-nel-nè-nè-nel C’è la capra-capra-ca-ca-capra Nella vecchia fattoria ia-ia-o. Nella stalla silenziosa ia-ia-o Dopo aver mangiato a iosa ia-ia-o Dorme il bue-bue-bu-bu-bue C’è un bel cane-cane-ca-ca-cane C’è il maiale-iale-ia-ia-iale C’è un bel gatto-gatto-ga-ga-gatto L’asinel-nel-nè-nè-nel C’è la capra-capra-ca-ca-capra Nella vecchia fattoria ia-ia-o.

de spazio a sinistra che difficilmente quella proposta riuscirà a colmare. A Cattolica possiamo dirlo: è ri-nata la Democrazia Renziana! Come dicevano una volta i furbastri democristiani? “Avanti al centro con la Dc!”. Oggi sostituito con “Pd”. I cerchi magici di entrambi hanno giurato e promesso disimpegno e dispetti in caso di vittoria dell'altro: “a vagh drémaréna”... “An voi savé più un caz!”... “I s'arangiarà lor”... Questi in sintesi i commenti. Qualcuno sarà sicuramente recuperato quando si farà leva sull'amor di partito, sugli interessi di bottega e personali... ma si dovrà insistere molto su un qualche nemico cattivo dell'opposizione pronto a profanare il Sacro Palazzo dove da sempre il Pci-Pds-Ds-Pd è padrone assoluto da sempre. Adesso aspettiamoci tante liste civiche e ciniche e tanti nuovi e vecchi cortigiani e voltagabbana pronti a salire sul carretto (o shopping cart) del vincitore. Ma sono già in tanti e di “pagnotta” non ce n'è per tutti. U j'è 'na fila longa... Comunque onore ai due “duellanti”. Chi più e chi meno sono stati degni interpreti del P.D. (Partito Democristiano)... E le opposizioni? Siamo in periodo pasquale, se non si svegliano già il 20 marzo dovranno celebrare penosamente la “Domenica delle Salme”... PS: quando si comincia seriamente a parlare di conflitti d'interessi?...

Veleni - Leggiamo: “Primarie Pd, Montanari: ‘Adesso basta polemiche’”. T'è voja ancora! U j'è divérs buciòn ad vlén da smaltì. Um vén la cherna pulastréna... Nel nome del Pd - Leggiamo: “Piero Cecchini (Pd): ‘Passate le primarie ora si deve parlare a nome del partito’”. Piero, va bén che la détta la va salvéda, ma tut quij ad destra e voltagabéna assortìd che j'ha fat vinc ma Gambini, cum i fa a parlè per al partid? Os-cia!... Contro il Pd - Leggiamo: “Fabrizio Signorini: ‘La nostra lista Insieme per Cattolica sarà contro il Pd’”. J'è arvènz scurnèd. Mal Pd uj s'è arvolt la béssa mal sunadòr...

Nozze - Leggiamo: “Gambini: ‘La città ha sposato la mia proposta politica”. Sergio, dai un taj! T'zé già spusèd sun bon partid. T'è già mès al cul tal lèrd, nu fa di'èlt casén... Arriva il centrodestra - Leggiamo: “Il centrodestra: sul nostro candidato siamo tutti uniti”. Toh! A Catolga u j'è anche al centrodestra. An paréva propria. Os-cia!... Galvani si dimette - Leggiamo: “Giampietro Galvani si dimette da assessore”. Ancora? L'è la térza volta c'ul dis. Sperèna cal sia la volta bona. Caz!... Voltagabbana -

Leggiamo: “Primarie. Filippo Casanti: ‘Gambini ha trovato tanti consensi a destra e sinistra’”. Anche tra i voltagabéna. Caz! E ancora Caz!...

Il Tavolo - Leggiamo: “Enrico Del Prete (ex Arcobaleno) abbraccia il Tavolo civico”. L'è ilé perché sora cal tavlén la roba da magnè l'è bona o perché l'è andè a fè al cameriér? Os-cia!...



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Lo SPAZIO.Z di Radio Talpa è un contenitore culturale a disposizione delle associazioni e giovani creativi. Radio-Tv-Editoria-Internet-Arte-Sociale... Cattolica, via Del Prete, 7/A Via Verdi 2 - Tel. 0541.960772

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SUGGESTIONI DI SPAGNA - MATERIA E COLORE Espongono: Lucia HOMEDES LOPEZ ceramista e TITO (Tiziano Tenti) pittore. Inaugurazione domenica 28 febbraio ore 17 SPAZIO°Z di Radio Talpa via Del Prete, 7/A - Cattolica. Aperta fino a domenica 13 marzo orario: 16-19 (venerdìsabato-domenica). Ingresso libero. LUCIA HOMEDES LOPEZ (Madrid) - Ceramista “Entrai in contatto con l'argilla quando ero molto piccola. All'età di 8 anni, essendo una ragazzina molto attiva e dinamica, i miei genitori mi iscrissero a lezioni di ceramica nella scuola municipale e dal momento in cui le mie mani entrarono in contatto con l'argilla sperimentai, attraverso il tatto, sensazioni di calma, sollievo e creatività ponendo tutta la mia attenzione in quella fusione. All'età di 20 anni, dopo che il mio percorso di studi non era riuscito a darmi stimoli che mi realizzassero completamente, il destino mi portò alla Escuela de Artes y oficios de Toledo (Spagna) dove passai 3 magnifici anni studiando ceramica.

Suggestioni di Spagna, materia e colore Mostra collettiva “Suggestioni di Spagna - Materia e colore” con Lucia Homedes Lopez (ceramista) e TITO (Tiziano Tenti) pittore. Aperta fino al 13 marzo LA MOSTRA

Grazie a questa scuola ebbi l'opportunità di fare uno stage della durata di un mese e mezzo a Faenza. Tornai in Spagna entusiasta, felice per tutto quello che avevo imparato e convinta che sarei ritornata più avanti per approffondire ulteriormente i miei studi nel mondo della ceramica. Un anno dopo la mia idea si realizzò e tornai a Faenza per continuare con la mia formazione frequentando la scuola di ceramica "Gaetano Ballardini" e lavorando con affermate ceramiste, questo mi

Scultura in ceramica (particolare) di Lucia Homedes Lopez Asinistra un dipinto di Tito

apportò esperienza e ulteriore perfezionamento di tecnica e abilità. Da 3 anni abito a Morciano di Romagna dove ho aperto il mio laboratorio, realizzo le mie opere e i miei lavori in modo artigianale, opere che espongo anche in vari concorsi. Attualmente collaboro con l'associazione culturale "CreatiValconca" con la quale tengo corsi di ceramica per adulti e bambini". TITO (Tiziano Tenti) Pittore Morcianese, nato nel 1961 - Autodidatta “I miei toreri non sono un inno alla tauromachia o alla corrida come spettacolo fine a se stesso, ma una metafora della vita.

I miei quadri ‘parlano’ della mia vita, ma dove si possono rispecchiare anche quella di altre persone. La vita vera, fatta di mo-

menti belli e brutti, spesso inaspettati come possono essere i trionfi o le incornate. La vita che ti devi giocare momento per momento e quan-

do vieni buttato a terra devi essere capace di rialzarti e ricominciare a ‘combattere’. La vita dove non è più bravo chi è più abile a scaricare le proprie responsabilità o a vivere di virtuale, ma lo è chi sa guardare il ‘toro’ o la ‘vita’ e di conseguenza anche la ‘morte’. Intesa non solo come morte fisica, ma come morte della mente, del cuore, dell'anima. Chi imparerà a guardarla dritto negli occhi avrà il privilegio di fare l'amore con la vita”.

CULTURA - Presentazione di libri con l'autore

Nello SPAZIO.Z di Radio Talpa alle ore 17. Incontri trasmessi in diretta su www.radiotalpa.it

Un autore con tè

Grazia Verasani

Giampaolo Simi

Elisabetta Bucciarelli

UN AUTORE CON TE’ Rassegna di chiacchiere con l’autore davanti ad una tazza di tè. Organizza la Libreria Sogni e Bisogni di Gabicce Mare. Domenica 6 marzo ore 17.00 Grazia Verasani, Senza ragione apparente, Feltrinelli editore. Torna un nuovo caso per l’investigatrice Giorgia Cantini, conosciuta anche grazie al cinema, per il film omonimo di Salvatores tratto da Quo vadis, baby? E una serie TV. In una umida Bologna autunnale il suicidio di un diciassettenne che senza ragione apparente si è tolto la vita è il rompicapo dell’ispettrice che si deve muovere con disagio in un mondo sempre più in crisi. L’autrice: Grazia Verasani, bolognese, è scrittrice, autrice teatrale e cantautrice. Ha pubblicato numerosi romanzi, tra gli ultimi Tutto il freddo che ho preso (Feltrinelli, 2008) e Mare d’inverno (Giunti, 2014). Domenica 13 marzo ore 17.00 Giampaolo Simi, Cosa resta di noi, Sellerio editore.

In una coppia con tutte le carte in regola per essere felice, si insinua fino ad esplodere il “lutto al contrario”, rappresentato dalla incapacità di avere un figlio. Il Narratore, che è il marito, Edo, segue il disfacimento nel matrimonio durante l’inverno letargico della Versilia, ma la fugace conoscenza di una donna che sparisce, sovverte ogni sistema di normalità e i personaggi sono costretti ad affrontare la crisi taciuta. L’autore: Giampaolo Simi, di Viareggio, è scrittore, sceneggiatore e giornalista. Con Cosa resta di noi ha recentemente vinto a Courmayeur, il più prestigioso riconoscimento per un noir italiano, il premio Scerbanenco 2015. Tra i suoi libri Il corpo dell’inglese (Einaudi, 2004), Rosa elettrica (Einaudi 2007), La notte alle mie spalle (edizioni E/O, 2012). Sabato 9 aprile ore 17.00 Elisabetta Bucciarelli, La resistenza del maschio, NN edizioni. Sarà presentata dallo scrittore Sebastiano Mondadori. L’uomo, architetto di successo è felicemente sposato ma non vuole figli. Una sera assiste

ad un incidente in cui è coinvolta una donna che diventa la sua ossessione. “Aveva fatto in tempo a guardare, vedere, rallentare, inchiodare. Misura perfetta. L’unica variabile era dentro la macchina. E’ una donna”. Nello stesso tempo, tre donne si incontrano in uno studio medico e iniziano a parlare dei loro uomini, che si negano, che non si concedono. La storia parte da un vizio o da una virtù e arriva nel punto in cui la narrazione la conduce. L’autrice: Elisabetta Bucciarelli, milanese, è scrittrice e sceneggiatrice, collabora con testate di cinema, arte e psicologia. Tra i suoi romanzi: Io ti perdono (Kowalski, 2009) e Io ti voglio credere (Kowalski, premio Scerbanenco 2010 per il miglior noir italiano), Corpi di scarto (VerdeNero Edizioni Ambiente, 2011), L’etica del parcheggio abusivo (Feltrinelli, 2013), Dritto al cuore (edizioni E/O, 2013). Ha pubblicato anche i saggi: Le professioni della scrittura (Il Sole 24 Ore, 2001) e Scrivo dunque sono (Ponte alle Grazie, 2014).


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CATTOLICA

Il Museo narra la storia - A conclusione della piccola trilogia dedicata alle azioni che competono all’attività, ordinaria e/o straordinaria, del Museo, il 20 febbraio è iniziato il terzo ed ultimo ciclo dal titolo generale “Il Museo narra”. L’iniziativa prevede in tutto cinque conferenze dedicate al racconto della storia, intesa sia come narrazione storica quale si è venuta delineando nei dibattiti di inizi Novecento, spesso tuttavia affidata ad una storiografia che enfatizzava il ruolo delle grandi personalità, sia in quanto “modo di scrivere la storia, ma modo che coinvolge ed è coinvolto dal contenuto e dal metodo”. Fare storia significa sempre e comunque, innanzitutto, raccontare una storia, vera anziché inventata, ma pur sempre storia. E allora, dopo la storia come ricerca de il “Museo studia”, dopo la storia immaginata e quasi mitica, ma ormai storicizzata nella memoria locale de il “Museo immagina”, ora con il “Museo narra” si propone la narrazione in quan-

Cinque conferenze dedicate al racconto della storia, intesa sia come narrazione storica quale si è venuta delineando nei dibattiti di inizi Novecento, sia in quanto ‘modo di scrivere la storia’

CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it

Locandina dell'iniziativa

LA STORIA

to punto più intenso di racconto e di lettura degli accadimenti, che finalmente entrano in una interpretazione che è anche sequenza. Seguendo lo schema già inaugurato l’anno scorso, il ciclo include tre blocchi tematici, intorno a cui si svilupperà la ricerca: La romanità; L’alto medioevo / il medioevo; Il mare. Il primo gruppo di incontri, dedicato alla romanità, si è aperto il 20 febbraio con l’intervento del Prof. Aldo Schiavone, giurista e storico del Diritto romano, il quale insegna a Firenze, dove dirige il Dipartimento di Storia del

Diritto. Schiavone ha parlato con Federicomaria Muccioli, professore di Storia Ellenistica e di Storia Greca presso l’Università degli Studi di Bologna, del libro di recentissima uscita: Ponzio Pilato. Un enigma

tra storia e memoria. Il 28 febbraio è sata la volta del prof. Giovanni Brizzi, docente di Storia Romana presso l’Ateneo bolognese, che ha conversato a proposito di Giuseppe Flavio tra Ebrei e Ro-

mani. E' suo il libro 70 D.C. La conquista di Gerusalemme, che racconta della guerra tra ebrei e romani, di cui la crudeltà e lo scempio risuonarono a lungo in Oriente e in Occidente. Domenica 6 marzo (ore 17) Lidia Capo, che insegna Storia Medievale presso l’Università di Roma La Sapienza e grande studiosa e traduttrice di Paolo Diacono, ci introduce ad una narrazione dedicata ad una popolazione che ci tocca da vicino, anche se per questa area restò sempre contermine. Il mare e le sue narrazioni, di vela, di navigazione, di uomini e di pesci, di barche e di

reti, di silenzio e talora di pericolo sarà al centro di una conversazione a due voci: Fabio Fiori, scrittore e giornalista e Stefano Medas, archeologo navale e storico della marineria, percorreranno alcuni tra i più interessanti racconti di mare: da Conrad e il suo Lo specchio del mare a Riccardo Brizzi, amato collaboratore del Museo della Regina recentemente scomparso, che ci piace ricordare nel modo in cui si ricordano e si raccontano i “maestri”. Infine, a chiusura di questo ciclo (domenica 20 marzo ore 17), una narrazione lunga 500 anni: quella dei Malatesti e della loro genealogia: condurrà il percorso Fabio Severi, ricercatore indipendente, che compirà un lungo excursus utilizzando una Tavola unica nel suo genere, fondamentale per conoscere la genealogia della grande famiglia che ha caratterizzato la storia della Romagna e non solo. Gli incontri si svolgono presso il Museo della Regina. Info: tel. 0541 966577 museo@cattolica.net


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Ricordo dell'ex direttore dei Servizi culturali di Cattolica, artefice di grandi eventi

Eco a Cattolica. L'età dei Maestri CULTURA di Marcello Di Bella - Credo si possa dire oggettivamente che il periodo compreso tra la fine degli anni Settanta e la metà dei Novanta fu caratterizzato a Cattolica da una attività e da realizzazioni culturali fuori dell’ordinario. Perciò nulla vieta che si possa ancora proseguire oggi lungo quel sentiero, anche se i tempi sono cambiati da quasi ogni punto di vista, a Cattolica, nel Paese, in Europa, nel mondo. Quegli anni sembravano, da queste parti, per usare una locuzione diventata allora d’uso comune, lo “stato nascente” di una città ideale diffusa, dove cultura e politica parevano vicine a realizzare effetti più che promettenti. Le nuove Regioni, un agguerrito ceto politico amministrativo e tecnico, specie nella neo nata Regione Emilia-Romagna, una politica nazionale in fermento contrastavano un ribollire di spiriti antagonisti in cui l’utopia si poteva confondere con il delitto orchestrato forse da molto lontano. D’altro canto le forme dell’autonomia, le vocazioni libertarie e anarchiche sfociarono nel delitto di massa, negli attentati, nelle stragi, nella rivolta violenta, peraltro contro un mondo certo non delicato. In campo culturale sembrava dominante un pensiero decostruttivo, ma certo non in senso analitico. La risposta da parte delle istituzioni presenti in terre di antica sperimentazione socialista fu allora quella di affermare il primato di ciò che è pubblico, del soddisfacimento concreto dei diritti civili e sociali, del primato della politica ma nel contempo nella difesa dell’autonomia della cultura. Insomma, una linea costituzionalista, perseguita nei luoghi in cui un Partito comunista italiano in trasformazione ed egemone nelle Romagne poteva ritagliarsi uno spazio operativo, ad esempio nelle province e nei comuni amministrati, specie attraverso gli strumenti culturali quali le biblioteche, i teatri, i musei. A Cattolica si concretizzò in piccolo quello che filosofi della storia poco scientificamente ma icasticamente definirono una sorta di “periodo assiale”, cioè un tempo in cui si compiono cose che rappresenteranno l’apice (ovviamente relativo) di un comunità. Con il pungolo antagonista di una piccola radio urticante e acuta, Radio Talpa,

Umberto Eco con Marcello Di Bella Il disegno La Valle dell'Eco è un lieve omaggio di un grafico di Olbia, Pasquale Derudas

“Anche grazie a Eco, penso, Cattolica fu talora qualificata, un po’ scherzosamente, la piccola Atene dell’Adriatico” nata nel ’77, anno terribile per molti aspetti. Furono testimonianza di quel tempo il progetto urbanistico e architettonico (di Pier Luigi Cervellati), il finanziamento e la realizzazione (direttore dei complessi lavori Attilio Filippini) del Centro culturale polivalente, cioè di quel complesso edilizio e istituzionale che raccordava intorno a una piazza una biblioteca, un museo, un teatro, una arena all’aperto e altri esercizi privati: una “piazza del sapere” di cui oggi si continua a teorizzare la necessità ignorando questo singolare antecedente. Non posso non ricordare che lo spunto, raccolto da amministratori coraggiosi, fu dato da una legge regionale del 1977 che finanziava servizi di questo tipo. La nascita dell’Istituto per i beni culturali, naturali e artistici della Regione Emilia-Romagna con la contestuale creazione, al suo interno, di una Soprintendenza per i beni librari e documentari rappresentava un ulteriore segno di civiltà: direttore un battagliero e abilissimo bibliotecario come Nazzareno Pisauri e segretario generale e fondatore Giuseppe Guglielmi anche lui bibliotecario ma soprattutto raffinato letterato. In città agiva come Assessore alla cultura Attilio Giacchini Bigagli, con cui iniziò una stagione

di apertura non localistica della vita culturale, che chiamerei, forse un po’ enfaticamente, l’età dei Maestri. Con ricchi corollari in ogni ambito “delle lettere, delle scienze, delle arti”. Tra le tante iniziative spiccava il MystFest, un festival internazionale del cinema ricco di incontri non solo con registi e attori, ma anche con personalità di notevole rilievo del mondo culturale italiano e straniero, tra i quali Umberto Eco, Oreste Del Buono, Beniamino Placido, Giorgio Celli e tantissimi altri. Siamo nel 1980, stesso anno in cui si realizza anche la prima rassegna di “Che cosa fanno oggi i filosofi?”: un primo ciclo cui ne seguiranno altri 19, diventati 20 proprio quest’anno dopo quindici di interruzione grazie all’esperimento azzardato ma riuscito dell’Assessore Anna Sanchi: l’idea, in controtendenza rispetto al diffuso prevalere di attività spettacolari, era quella di condividere con un vasto pubblico il gusto per il sapere critico, per un’idea di filosofia come spirito indagatore. Fortunatamente, oltre a diverse pubblicazioni, di tutte le conferenze della rassegna e di altre sono conservate in Biblioteca le videoregistrazioni: centinaia, che forse qualcuno si potrebbe incaricare di rendere fruibili in rete. Sottolineo, per restare nell’am-

bito della filosofica rassegna, i considerevoli i profili di personalità allora convocate come maestri dispensatori di sintesi originali, filosofi in senso originario, cioè di scienziati e pensatori oltre il proprio orto ristretto: rinvierei, per il non breve elenco, al volume riccamente illustrato curato da Annamaria Bernucci, Orlando Piraccini e Andrea Toscani che fu pubblicato nel 2008 per i 25 anni del Centro Culturale Polivalente: si intitola Biblioteamus, nome attribuitogli da Giuseppe Guglielmi come acronimo di Biblioteca, Museo,Teatro promosso dall’Istituto per i Beni Culturali dell’Emilia-Romagna, edito da Bononia University Press. Il repertorio finale delle iniziative è imponente e, credo, molto istruttivo. A pochi giorni dalla scomparsa di Umberto Eco penso che anche a Cattolica, il grande ed enciclopedico maestro della sagacia e dell’ironia abbia lasciato molto, proprio con il suo sostegno anche organizzativo concesso alla manifestazione, della quale poi favorì la pubblicazione degli atti presso Bompiani (1982) arricchiti della sua presentazione e che auspicabilmente oggi andrebbero ripubblicati. Una manifestazione che, forse la più autorevole tra le tante, aiutò la credibilità dell'Amministrazione nel richiedere e ottenere finanziamenti e soprattutto nel contribuire alla formazione e all’aggiornamento di tante persone, giovani e no. Eco non fu attivo solo all’inizio dell’impresa, quando mi ricevette nel suo studio al Centro internazionale di studi semiotici della Università di Bologna per discutere il progetto, o quando si entrò nei dettagli operativi in una bella serata

d’autunno nella sua casa di Monte Cerignone in compagnia di Attilio Bigagli, anche lui, come il sottoscritto, ancora fresco di studi filosofici. Nel corso degli anni intervenne in vari cicli, come quello del 1985 dedicato alla retorica di ieri e di oggi. Anche in questo caso aiutò a far pubblicare presso Mucchi gli atti del convegno: un testo che si apre con l’intervento di Eco dal titolo Il messaggio persuasivo, da rileggere oggi con molta attenzione come antidoto, per ripararsi dai suasori di varie risme. Eco si dichiarava ed era filosofo nel senso più classico del termine e tale amava essere considerato, anche quando si occupava di temi popolari, come la letteratura poliziesca, o il fumetto: ricordo un suo intervento al Mystfest in cui parlò dottamente di “abduzione” a proposito del metodo di Sherlock Holmes; anche qui non mescolava come si usa dire “alto e basso”, ma continuava ad applicare la sua vasta dottrina qualunque fosse l’oggetto d’indagine. Come era avvenuto per la “fenomenologia di Mike Bongiorno”. Questo spiega la sua curiosità senza limiti, tipicamente filosofica, per ogni aspetto dell’esperienza, con particolare riguardo alle questioni essenziali, quelle che si usa chiamare ultime Ed era anche generoso, come quando anticipò a Cattolica un suo saggio sul mito di una lingua perfetta, universale, nel 1992, anno critico per la rassegna, non finanziata ufficialmente per rigurgito di una delle tante crisi economiche di matrice reaganistico-thatcheriane. L’ultima volta che intervenne a Cattolica fu nel 1994, all’interno di un ciclo intitolato “Metafisica”,

piuttosto fuori dell’ordinario, che sarà poi pubblicato nel 1997 da Laterza nella sua “Universale”. La sua conferenza si intitolava con luminosa ironia Brevi cenni sull’essere, locuzione dichiaratamente ispirata da una boutade di Antonio Gramsci che così definiva un libro certo non amato; qui la posizione del problema cominciava nel più classico dei modi con la domanda “perchè c’è qualcosa piuttosto che niente?”. Tanto ci sarebbe da dire, ma mi piace concludere con la risposta piena di spirito data a una domanda sul senso della morte posta durante il suo intervento nella prima edizione: “Per il filosofo è un’occasione […] la morte di Zenone. Costui cospira contro il tiranno; il tiranno lo fa arrestare, torturare e ci sono due versioni: una che Zenone ha paura di confessare per il troppo dolore e allora chiama il tiranno e gli dice: vieni, che ti dico il nome dei complici nell’orecchio. Il tiranno accosta l’orecchio e lui glielo mangia, così il tiranno lo uccide subito con la spada e Zenone è salvo: non soffre e non denuncia. L’altra è più bella ancora: Zenone denuncia al tiranno i complici: solo che invece di dire i nomi dei suoi amici, dice i nomi degli amici del tiranno e questi, stupido come tutti i tiranni, fa subito uccidere anche costoro, così rimane sguarnito di tutti gli amici. Questo mi pare un bel modo per trarre partito dalla propria morte”. Tema ripreso anche in seguito, sempre con sorriso e arguzia. Ho continuato per anni, a Rimini e a Pesaro ad avere la fortuna di presentare Eco in iniziative consimili, ma soprattutto mi piace ricordarlo la scorsa primavera, ospiti entrambi di Franca Mancini, la sua amica gallerista. Mi aveva concesso una breve intervista video in vista della ripresa a Cattolica di “Che cosa fanno oggi i filosofi?”; rispondendo alla antica domanda con un riferimento alla cosi detta svolta cognitiva, cioè a quel genere di problemi di varia natura, scientifica, tecnica, politica, economica, etica, e certo anche filosofica suscitati dalla pervasività delle neuroscienze, del controllo digitale, dell’intelligenza artificiale, etc. Non escludeva di aprire un ciclo eventualmente a ciò dedicato, sempreché in vita, aggiungeva sottovoce. Anche grazie a Eco, penso, Cattolica fu talora qualificata, un po’ scherzosamente, la piccola Atene dell’Adriatico.



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Con la cultura si sviluppa l'economia del territorio come dimostrato già altrove FOCUS di Giovanna Mulazzani - Il dibattito aperto dallo studio Vico sulla cultura legata all’economia di un territorio e quindi al valore da attribuire alle preesistenze per creare, in questo caso, un museo all’aperto, mi rimanda alle parole di un “libro guida” per la mia generazione scritto da Aldo Rossi, e di una attualità illuminante e mi fa riflettere sul concetto del recupero. Aldo Rossi scrive che “per architettura della città si possono intendere due aspetti di-

loro architettura e quindi da una loro forma.” Dare valore etico alla storia della città e alle sue architetture significa quindi attribuire un significato di persistenza ai manufatti attraverso il tempo: ai monumenti, alle piazze, agli edifici in cui viviamo e che diventano la scena fissa delle nostre vicende umane; e ancora significa valutare le architetture di un pas-

esistenza a manufatti che nel tempo hanno perso qualsiasi realtà con il contorno: guarda a parti di città che nel collasso generale delle nostre periferie, possono diventare cerniere e motori per nuove sperimentazioni. Nuove fonti di interesse per i moderni investitori consapevoli che il recupero, il riuso e lo spazio per la memoria dei nostri luoghi salverà i nostri territori e soprattutto ci salverà dalla disintegrazione dell’identità di appartenenza. La politica ha sempre le-

La cultura del recupero salverà i nostri territori versi; nel primo caso è possibile assimilare la città a un grande manufatto, un’opera di ingegneria e di architettura, più o meno grande più o meno

complessa, che cresce nel tempo; nel secondo caso possiamo riferirci a degli intorni più limitati della città, a dei fatti urbani caratterizzati da una

sato come elementi che sperimentiamo ancora e non esaurite nel loro “valore storico artistico”. Ne viene di conseguenza che il progetto del recupero del grande patrimonio dell’architettura moderna, nell’articolo dell’architetto Silvia Vico si parlava del riutilizzo delle “case rosse” a mio avviso si pone questo obiettivo; la “ permanenza” come architettura da vivere e sperimentare in modo tale che possa essere teatro di nuove economie. L’individuazione di cosa mantenere, cosa riscoprire dei caratteri originari e cosa è superfluo o indifferente per un progetto di riconversione, non è un processo progettuale semplice sia che si tratti di scala urbana o del singolo manufatto. Infatti, a differenza dell’apparato normativo proprio della cultura del restauro, il recupero guarda direttamente al riuso e alla possibilità di dare nuova

gato le scelte urbanistiche agli interessi delle lobby del mattone attuando una gestione del territorio rivolta allo spreco, alla demolizione dell’esistente, consentendo la realizzazione di grandi lottizzazioni, di enormi centri commerciali, sfruttando le coste ed in generale tutto il paesaggio come banca per grandi profitti economici, invece di educare i cittadini a vivere le nostre città come bene comune e a comprendere che la salvaguardia dei luoghi è strettamente collegata all’importanza che la nostra società riesce ad attribuire alla memoria storica . Respirando la nuova onda che arriva dal mondo dell’arte, del design e da un nuovo pensiero filosofico che considera la contemporaneità come sintesi culturale della storia del novecento, la tendenza nelle scelte delle politiche urbanistiche sta cambiando. *Architetto in Gabicce Mare

TEATRO DELLA REGINA

Programma di marzo - 12: “La regina Dada” (prosa) Valentina Cenni e Stefano Bollani. - 18: “EletriCity” (danza). 22 SALONE SNAPORAZ: “Fibre parallele 2. (Due)” - (teatro contemporaneo). - 23: “I duellanti” (prosa) - di Joseph Conrad. Spettacolo unico, ore 21,15 - Informazioni: tel. 0541-966778.

Stefano Bollani e Valentina Cenni in “La regina Dada”

I Tangerine Stoned sono tornati! La copertina del nuovo disco LA MUSICA “Delitti Scoperti” l'ultimo disco della band romagnola - I Tangerine Stoned sono tornati! La band romagnola composta da Chris Jei Gasperini, Daniél Gasperini, Francesco "Captain J." Bartowski e Francesco "Checco" Guerra ha appena sfornato un nuovo disco, “Delitti Scoperti”. Dopo un'attesa di 3 anni dal precedente lavoro, l'omonimo EP “Tangerine Stoned”, la band è matura e presenta il suo primo intero album autoprodotto, avvalendosi della partecipazione di Luca Pasini alle tastiere, registrando i brani che avevano co-

minciato a portare in giro in concerti come a Parma o Viterbo. Il sound del disco si discosta un po' dal precedente lavoro in quanto più ampio, pur mantenedo la linea acid-rock che li caratterizza, riescono a spaziare in vari generi quali alternative-rock, doom, blues-stoner o jazz. Ma la vera novità di questo disco sono i testi, ora (quasi) completamente in italiano, onirici e poetici riescono ad evocare per ogni brano la perfetta atmosfera e il giusto ambiente. “Delitti Scoperti” è disponibile su tutti gli estore digitali dal 29 Febbraio e in CD dalla settimana seguente presso il sito o la pagina Facebook dei Tangerine Stoned.



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Amarcord

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di Dorigo Vanzolini

Cattolica, primi anni '60. Da sinistra: Mario Clementi, Luigino Spadoni, Dino Rossetti, Angelo Lorenzi, Mario Procuzzi, Eugenio Franchi "Baròn". (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI

Programma di marzo - Sabato 5 ore 15: Conferenza mondiale sul clima. Il miglior compromesso possibile. Fausto Bersani. - Ore 20 ballo con ‘Amarcord’. (7 euro). - Martedì 8 ore 15: Giornata della donna. Giovanna Ubalducci e musica e ballo con Paolo Lanci. - Sabato 12 ore 14: Gara di briscola. - Ore 20 ballo con Angela e Michele (7 euro). - Domenica 20 ore 12,30: Pranzo di pesce - Contributo 17 euro. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 333-9447390.

URBANISTICA L'INTERVENTO - È ormai evidente come la nostra società e il nostro modo di vivere stiano cambiando rapidamente. Questo, oltre al difficile momento economico che stiamo attraversando, ci impone un cambiamento radicale nel modo di pensare affinché l’innovazione, la modernità, il rispetto dell’ambiente, diventino il linguaggio comune del cambiamento. Purtroppo però sembra che alcune scelte politiche vadano nella direzione opposta, come per esempio i bonus di superficie in deroga ai limiti dimensionali, concessi ad alcune categorie. Lascia perplessi constatare come ancora oggi non vi sia la consapevolezza che i parametri urbanistici essenziali sono uno strumento fondamentale per la costruzione di una città di qualità e che così facendo si continua a costruire senza visione stratificando, pezzo dopo pezzo, un costruito che non concorre in alcun modo alla formazione di una città bella e piacevole, ma che asseconda solo profitti individuali. Per questo motivo l’ing. Terenzio Bernardi, assieme all’arch. Claudio Masini e ad altri colleghi, hanno sottoscritto e presentato all’amministrazione comunale di Cattolica un’osservazione alle norme del Regolamento Urbanistico Edilizio in fase di approvazione, nella speranza che le loro riflessioni vengano recepite e in qualche modo possano dare un contributo per il bene della Città. A questo punto è bene ricordare che la nostra Riviera si è sviluppata grazie ad una rapida crescita edilizia a sfondo speculativo e con una scarsa attenzione ambientale,

‘Si continua a costruire senza una visione’ in un contesto privo di una cultura architettonica che potesse garantire lo sviluppo di luoghi di qualità. E’ a partire dal secondo dopoguerra che la Riviera Romagnola comincia ad affermarsi come luogo balneare, ma è negli anni ’60 che si consacra come la meta europea del turismo estivo. In quegli anni vi è stato un vero e proprio boom edilizio che ha visto sorgere in pochissimo tempo tantissimi alberghi. Questi venivano costruiti su piccoli lotti delle dimensioni di circa 300/400 metri quadrati. La richiesta di camere era altissima, in un inverno venivano tirate su le strutture sfruttando quasi completamente la superficie a terra. I materiali utilizzati e le tecniche costruttive erano scadenti, le distanze dai confini quasi sempre ridotte al minimo, l’impatto ambientale altissimo. A partire dagli anni ’80 inizia una fase involutiva, l’offerta turistica non si rinnova, inizia la stagione dei condoni edilizi, il primo nel 1986, quello del 1995, poi quello del 2004 e a seguire anni di deroghe e quant’altro che non hanno fatto altro generare “spazzatura” edilizia su un tessuto urbano denso e privo di spazzi per la città (assenza di parcheggi, spazzi urbani indefiniti, percorsi pedonali non qualificabili come tali, ecc…), tanto che oggi paghiamo un prezzo altissimo per tutto questo. Ci si chiede allora come sia possibile continuare con una logica simile a quella del passato che appare “ripulita” solo nella forma, perché concessa, ma che nulla porta a quello di cui tutti abbiamo bisogno, la costruzione di città migliori rispetto a quelle che ci trovia-

“Alcune scelte politiche vanno nella direzione opposta alle esigenze di cambiamento necessarie”. Presentata osservazione all'Amministrazione sul Regolamento Urbanistico Edilizio

Terenzio Bernardi mo a vivere oggi. Per di più in questo desolante quadro, non abbiamo più spazzi per costruire. L’unica alternativa disponibile allo stato attuale e salire in altezza, opzione questa non da negare in termini assoluti, ma da considerare in relazione al patrimonio edilizio esistente. Soprelevare una struttura vecchia, che non risponde alle normative attuali ed in particolare alla normativa sismica, significa andare incontro ad un adeguamento strutturale dell’intera struttura e questo risulta quasi sempre antieconomico, rendendo vana qualsiasi opzione. È quindi fondamentale comprendere che dobbiamo smettere di concedere indici come merce di scambio, senza che questi producano qualità. Crediamo invece sia indispensabile e urgente avviare una attenta pianificazione a partire dalla criticità esistenti e dotarsi di una visione complessiva del nostro territorio e di quelli che sono i suoi bisogni.

Da qui si deve costruire un progetto condiviso di città pubblica che diventi linea di indirizzo delle future trasformazioni, le quali dovranno indubbiamente dare il loro contributo per la sua attuazione. Solo così facendo sarà possibile sedersi nei tavoli del confronto, dialogando in una posizione di “forza” con gli attori della trasformazione, ed intercettare linee di finanziamento dagli Enti superiori, indispensabili per l’attuazione dei progetti. Per fare tutto questo dovremo fare un grande passo in avanti, guardando con occhi diversi il mondo in cui viviamo. Dobbiamo renderci conto che sarà necessario avviare una stagione di rinnovamento che, oltre alla necessità di riqualificazione dell’esistente per come la intendiamo oggi, dovrà guardare sempre di più alla necessità di avviare processi di rigenerazione urbana che prevedano la sottrazione di pezzi di città costruita per riconsegnare ad essa spazi pubblici, piazze, giardini, luoghi della socialità,

che ci portino nuovamente a viverla come luogo (non a caso il progetto vincitore del concorso Cattolica promenade prevede l’abbattimento di una porzione del Kursal per generare nuovi spazi pubblici); altrimenti le nostre amate città saranno destinate a “morire”. Questo oltretutto ci permetterà di aprire le porte verso nuovi scenari, abbandonando finalmente la cultura del consumo di suolo, per abbracciare il principio di “ricucitura” di quelle periferie, presenti anche nelle nostre realtà, che sono nate negli anni della speculazione edilizia. Sarà quindi necessario utilizzare lo “spostamento” degli indici come sistema di ridistribuzione della densità edilizia sul territorio, evitando così nuovo consumo di suolo. Appare quindi evidente quanto oggi siano necessari strumenti flessibili che permettano di premiare e agevolare dal punto di vista procedurale, chi fa davvero scelte innovative come, per esempio, adeguamenti strutturali, ricostruzioni totali, accorpamenti di strutture, delocalizzazione delle volumetrie e non limitarsi a concedere piccoli benefici, che contribuiscono solamente a fare gli interessi dei singoli, senza rendersi conto

che questi tendono a bloccare la città allo stato in cui si trova per molti anni ancora a venire. Volendo fare una provocazione, sarebbe meglio mettere a disposizione un “plafond” di superficie, assieme ad un incentivo economico, consistente nell’abbassamento degli oneri e delle tasse, da utilizzare in base alle proposte che vengono avanzate dai privati e al contributo che queste possono dare per concorrere alla realizzazione di quel progetto di città pubblica di cui si parlava in precedenza. Questo vorrebbe dire assumersi delle responsabilità di fronte ai cittadini, cosa che deve fare una buona politica. Infine crediamo sia fondamentale ascoltare e portare nel il dibattito i cittadini. Aprire tavoli di confronto sulle varie tematiche strategiche, urbanistica, commercio, turismo, ambiente, dovrebbe essere la strada per avviare un dialogo costruttivo e per cominciare a cambiare la nostra città. Dovremmo dare più spazio alle menti giovani, che sono presenti sul nostro territorio. Un territorio ricco e pieno di potenzialità, che con il suo mare e i suoi parchi, Il San Bartolo e la Valconca, può offrire un prodotto vincente per molti anni ancora a venire, soprattutto se pensiamo a ciò che avviene in altre parti del mondo. Restando legati al passato, soli e senza fare sistema, si “muore”. Dobbiamo invece voltare pagina, andare avanti, percorrere strade nuove. Osare! Ing. Terenzio Bernardi Arch. Claudio Masini





GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA Siamo nella piazza principale Amarcord di Urbania il 23 gennaio del 1944

Gabicce

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TRADIZIONE

di

Cucchiarini ricorda l'eccidio diDorigo 250 Vanzolini civili all'uscita della messa delle 11 Perché tale barbarie? E' uno dei misteri dell'uomo: fa cose meravigliose e il contrario

L'UOMO

- Fu un eccidio. Una barbarie. Punto. A compierlo uno squadrone di aeroplani statunitensi. Giovani presi dalla follia, dalla banalità, dalla superficialità della guerra massacrarono 250 persone radunate in piazza appena dopo l'uscita della messa delle 11. Era il 23 gennaio del 1943, ore 12,15 circa. Quell'istantanea è rimasta scolpita nella mente di Angelo Cucchiarini, il gabiccese originario del Peglio. Allora aveva 9 anni. I suoi ricordi: “Non c'erano obiettivi militari ad Urbania e nessuno si aspettava

una cosa del genere. Io abitavo al Peglio e ricordo i bombardieri che sono scesi di quota, gli scoppi delle bombe e la polvere che si alzava dal paese. Ben 17 i capi di famiglia di Peglio morti a Urbania perché la domenica erano soliti scendere in paese per vendere gli

animali e per il mercatino della domenica”. Giornata limpida, i morti furono oltre 250, i feriti più di 500, le abitazioni distrutte 284, le danneggiate 1.500. La cittadina contava circa 2.500 abitanti; il 10 per cento della popolazione decimata.

Ciao Enzo, il mare ti accoglie - Da un racconto di Enzo Gaudenzi “Una barca un capitano. Storia del Rex”. <Mi raccontava il maestro d’ascia Riziero Cola che, al momento di costruire la barca, Giuseppe Michelini e, soprattutto, suo fratello Eracleano detto “Enrico”, erano costantemente presenti nel cantiere per controllare che il lavoro fosse eseguito a regola d’arte. Sempre pronti per la stuccatura e la verniciatura. La barca doveva essere perfetta>. Prudenza e capacità furono virtù di questi lavoratori del mare, gli antenati di Enzo Gaudenzi. Enzo ha realizzato per oltre un quarto di secolo modellini di barche di rara bellezza mostrati nel corso degli anni nelle scuole e nei musei per gli appassionati del settore e semplici curiosi, i suoi lavori sono frutto della sua esperienza di lavoratore del mare, Enzo amava il mare, così come Gabicce e la sua gente. Enzo è stato per tanto tempo il mio prezioso collaboratore presso l’archivio fotografico del Centro Cuturale. Si divideva

Foto di gruppo attrono al fuocone

Angelo Cucchiarini con il tricolore al collo

IN RICORDO di Dorigo Vanzolini

volentieri con pazienza e disponibilità anche verso il Museo della Regina, più volte chiamato per la sua esperienza nel settore della marineria locale. Quando Enzo si ammalò e col tempo dovette cedere al progredire del suo male, continuavo regolarmente a frequentare la sua casa per condividere nella gioia della scoperta le “nuove” fotografie che ogni giorno mi venivano consegnate. Al proposito ricordo che in alcune occasioni avvicinandomi all’ingresso della sua abitazione ascoltavo quel suono che proveniva dall’interno della casa, da quell’angolo di pace dove gli arnesi si piegavano e si dirigevano alla volontà della mente e della fantasia di quel uomo tornato bambino. Enzo stava realizzando un nuovo modellino. Così il male per un po’ di tempo veniva messo all’angolo e l’energia e la vitalità prendeva il sopravvento. Negli ultimi mesi speravo

che tutto questo potesse ripetersi, che Enzo riprendesse di nuovo forze e motivazione per un nuovo lavoro. Considero il modellino “Relitto” l’opera perfetta di Enzo come metafora della nostra vita. Non si può rendere in parole umane la sensazione di un’anima che, libera dalla prigione del corpo, passa da questa all’altra vita, dal tempo all’eternità dal finito all’infinito, come può esserlo la farfalla dalla crisalide spoglie e informe del guscio vuoto che si abbandona per aprire le giovani ali alla nuova luce dischiusasi all’improvviso. Ciò che dal mare più l’affascinava era il vasto isolamento, il cerchio dell’orizzonte sempre uguale e sempre mutevole, l’essenza di ogni traccia di civiltà. l’onda che sollevava il battello nel suo ampio rollio, era la stessa, l’acqua aveva la stessa tonalità, la stessa colorazione dei tempi in cui la solcava la flotta greca: perché il mare è fiero e non conserva come la terra le cicatrici del passaggio dell’uomo. E’ vago, immenso, profondo come l’infinito.

Si ipotizza, nella migliore delle giustificazioni, che il bombardamento avesse come obiettivo il tendone di un circo scambiato per accampamento. Alle vittime innocenti vanno aggiunti gli edifici; quasi tutto il centro storico venne raso al suolo.

San Giuseppe, falò in spiaggia - ”Al merz dre marena”. Venerdì 18 marzo, dalle 20, bagno numero 28, si rinnova il rito dei fuochi di San Giuseppe. Organizzano i componenti dell'associazione culturale il Fortino. Dicono: “Aspettiamo insieme l’arrivo della primavera tra ricordi, racconti, canti, dolcetti e tante cose buone. E' un bel modo di tornare a vivere la spiaggia come uno dei centri della nostra comunità”. Il Fortino è al centro di una miriade di attività culturali volti al recupero del meglio di Gabicce Mare. associazioneculturaleilfortino@gmail.com Il Fortino

Amarcord Gabicce

di Dorigo Vanzolini

Gabicce Mare, metà anni '60. Enzo Gaudenzi (a destra) con il nonno Giuseppe Michelini “Muròt” (a sinistra) e Paolo Berti (al centro) (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)


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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA LA SCUOLA

La partecipazione dell'Istituto Comprensivo ‘G. Lanfranco’ di Gabicce Mare

Imparare i valori cooperativi

Scomparso pochi giorni dopo aver compiuto i 100

Addio zio Fausto, uomo giusto Era, per antonomasia, il fabbro di Gabicce. Il suo ferro battuto erano dei merletti

Fausto Andreatini (22.2.1916 24.2.2016), el fabre dal Gabicc

AMARCORD

La 5^ classe della scuola primaria ‘Don Milani’ di Case Badioli con le insegnanti e Nadia Vandi, Fausto Caldari e Rossana Biagioni

- Il progetto regionale della Federazione Marchigiana delle Banche di Credito Cooperativo denominato crescere nella cooperazione è giunto alla sua decima edizione ed è ormai a far parte della tradizione didattica dell’Istituto Comprensivo “G. Lanfranco” di Gabicce Mare che vi partecipa da sette

anni. Si è infatti da poco costituita la cooperativa scolastica “S’cateniamoci” dei bambini della classe quinta della scuola primaria “Don Milani” di Case Badioli, alla presenza della Preside Nadia Vandi, del Presidente della BCC di Gradara

Fausto Caldari, dell’assessore della Pubblica Istruzione Rossana Biagioni. Per il secondo anno consecutivo questi bambini hanno avuto modo di sperimentare in prima persona la condivisione, la collaborazione, i valori cooperativi basandosi sul rispetto delle diversità.

- Quando perdiamo una persona a noi molto cara, siamo portati a chiederci quanti anni aveva (era troppo giovane o la rassegnazione perchè aveva una certa età). In un caso o l’altro proviamo sempre dolore e una certa emozione che ognuno di noi, a modo suo, prova in questi tristi momenti. Oggi è venuto a mancare mio zio Fausto (el fabre dal Gabicc); aveva passato di tre giorni i cento anni di vita. Vorrei parafrasare Vittorio Sgarbi quando parla della bellezza delle cose, di un monumento, un dipinto, oppure una donna, oppure un oggetto. La bellezza culturale che non è solo voler essere al di sopra di tutto e tutti ma saper trasmettere e insegnare il proprio sapere, il proprio lavoro e

a volte saper ascoltare. Tu, caro zio, sei stato tutto questo, il precursore della bellezza e della cultura della Gabicce di oggi. Mi ricordo quando da bambino venivo in via Cardellino a trovare nonna Ida e nonno Andrea e passavo davanti alla tua bottega sotto casa, e tu che battevi il ferro su quella forgia rovente nel fare le tue ringhiere fantasiose con qua-

dri, triangoli, e cuori per quella Gabicce che stava rinascendo. Hai ricevuto in dono un secolo e passa di vita, ma hai dato anche tanto alla tua Gabicce, alla tua famiglia, a noi tutti. Ma come in tutte le cose c’è un inizio e una fine. Ora stai per intraprendere l’ultimo viaggio. Ed io non so più cosa dirti, se non un grande ciao. Giorgio Pizzagalli



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SAN GIOVANNI

I sette fratelli con la rispettiva discendenza. Arrivarono nel 1937 in via Case Nuove

Schiatta Palmetti, emozionante rimpatriata PERSONE - Palmetti: una grande schiatta di marignanesi di origine riminese, passando per i poderi a Misano, San Clemente e Gemmano. Giunsero a San Giovanni nel 1937 (in via Case Nuove), mezzadri della famiglia Battista Cerri, proprietaria di una cinquantina di poderi. Focosi, poca acqua nel vino, grandi lavoratori, dice Umberto, uno dei sette fratelli maschi (tre, sempre maschi, morirono giovani, Riccardo a 2 anni e mezzo, Settimio a 11 e Mario a 20). Negli anni, 6 fratelli si sono comprati la terra a mezzadria; oggi ogni capostipite ha un podere tra via Case Nuove e via Cassandro. Dei sette fratelli, cinque vivono ancora lì (Cassandro). Due fuori, Umberto a Gabicce, Benito a Riccione. Famiglia innovativa sulla terra; furono i primi a dotarsi dei cavalli da tiro; più veloci dei buoi. Una rivoluzione. Furono, sempre tra i primi (inizio anni ’50) ad acquistare i trattori. Facevano anche i terzisti per agricoltori meno propensi alla modernità. Cosa che continua ancora oggi. Aprirono, nel 1943, una stazione di monta (travaglio), equina, bovina e suina con tanto di cartello pubblicitario.

Da sinistra, i sette fratelli viventi (erano 10 maschi): Umberto, Pierino, Aldo, Alfredo, Benito, Settimio e Tino In alto, i giovani

Aldo, uno dei sette, è specialista della cura delle unghie di cavalli e buoi. Il figlio Roberto fa il maniscalco in giro per l’Italia. Sandro e Stefano, (figli di Alfredo) curano il circolo ippico Marignano. Il cugino Danilo (figlio di Aldo) anima il centro ippico Tavollo,

anche Andrea figlio di Settimio, si dedica all’equitazione e all’allevamento di cavalli. Altri cugini fanno gli imprenditori in altri settori. Si diceva che la famiglia è originaria di Rimini. Lì nacque il 21 aprile del 1899 Primo. La ma-

dre si chiamava Virginia Ronchi; per ignote ragioni partorì presso l'Istituto della Congregazione della Carità. Il piccolo dopo pochi mesi venne affidato alla famiglia saludecese Eugenio D'Andrea e Maria Antonia Di Giovanni. Davanti alla tavola imbandita si sono ritrovate quattro generazioni di Palmetti domenica 7 febbraio, al ristorante “Il Mulino” di Misano Adriatico. In tutto una cinquantina. La dinastia è formata da sette fratelli viventi: Umberto (classe 1923), Pierino (1924), Aldo (1928), Alfredo (1931), Benito (1937), Settimio (1942) e Tino (1944). Il più grande, Umberto (già sindacalista, profondo conoscitore della storia locale, autore anche di libri) ha 93 anni; l’ultimo arrivato, Leonardo, ha soltanto 40 giorni. Una giornata dalle irraccontabili emozioni la prima rimpatriata della dinastia Palmetti. Realizzata grazie all’impegno dei cugini Corrado e Roberto e la collaborazione di tutti. “Siamo tutti convinti - dicono i Palmetti - che un grande aiuto sia venuto dai nonni, Primo ed Augusta, sposi nel 1922, che dal cielo hanno fatto sì che tutto questo potesse avverarsi: con la gioia immensa di ognuno di noi”.

SPETTACOLI

Massari, la rassegna Il Massari uno dei teatri più belli della provincia

- Si rialza il sipario sul palcoscenico del teatro Massari grazie alla collaborazione tra Teatro Cinquequattrini, l’Associazione InContraMusica e la Pro Loco di San Giovanni in Marignano. Saranno 19 gli appuntamenti dal 22 gennaio fino al 3 giugno che uniranno la musica, l’arte teatrale e il cinema. Il cartellone di marzo. Mercoledì 9, ore 21. Cinema. Cortometraggi in occasione della giornata Internazionale della Donna, promossi da Amnesty International. in collaborazione col Circolo cinema

Toby Dammit Sabato 12, ore 21. Teatro. “Non tutto al Femminile”. Spettacolo in occasione della Giornata Internazionale della Donna. Regia Teatro dei Cinquequattrini. Giovedì 17, ore 21. Teatro varietà. “C’è Posta per il teatro Massari” a grande richiesta tornano “Quelle della tv” il meglio del meglio con tante novità... varietà con parodie, ospiti, balletti, sigle, giochi, pubblicità e tanto altro...con marcimarcela, janinastars e layla. Domenica 20, ore 21. Musica. “Requiem” di Augusto Massari Aprile Sabato 9, ore 15 e 21. Evento in occasione dell’Open Day Nazionale dei Teatri Storici con il sostegno del “MIBACT-Regione Emilia Romagna”. Visita guidata pomeridiana a cura della Proloco di S.G. Evento serale regia del Teatro dei Cinquequattrini


SAN GIOVANNI BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

“Non abbiamo fatto un passo indietro come dice l'ex sindaco Domenico Bianchi. Non è vero che abbiamo bocciato il piano di sviluppo del Riviera Horses e del Riviera Golf. Ben vengano imprenditori che investano. Il nostro partito si deve aprire ai cittadini”. Francesca Pieraccini dallo scorso 4 dicembre è il nuovo segretario del Pd marignanese. Riveste anche il ruolo di capogruppo consigliare della maggioranza di centro-sinistra. Professione avvocato, sposata, un figlio, originaria di Montelabbate, abita a San Giovanni da una ventina d'anni. Il lavoro, la famiglia e la politica le assorbono il tempo. Addio hobby. Che cosa non concorda dell'intervista rilasciata da Domenico Bianchi a questo giornale nel numero di febbraio? “Non è vero che questa amministrazione abbia fatto un passo indietro sulle questioni Riviera Horses e Riviera Golf. Abbiamo semplicemente tracciato una nuova strada. Non abbiamo bocciato i due ampliamenti. E' stata la stessa proprietà di Riviera Horses a rinunciare alla costruzione dell'albergo [una cinquantina di stanze, ndr], richiedendo indietro parte degli oneri d'urbanizzazione già anticipati. Tenuto anche conto delle

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Francesca Pieraccini, capo-gruppo consigliare del Pd risponde all'ex sindaco Bianchi

BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

“Non abbiamo bocciato Riviera Horses e Riviera Golf” UOMINI

Segreteria Pd, “comandano” le donne - La nuova segreteria del Pd marignanese è al femminile. Il segretario Francesca Piraccini è affiancata da: Maura Tasini, Federica Cioppi, Katia Bartolini, Diego Nobili (vice), Gian Marco Della Biancia e Simone Gamboni.

L'INTERVISTA

nostre casse non ci ha fatto assolutamente piacere. Avrebbero potuto vendere la capacità edificatoria ma non è stata fatta. Vorrei ricordare che il complesso ha ancora 800 metri quadrati di capacità edificatoria. Invece, sul golf [la proprietà a chiesto ulteriori 6mila metri quadrati, ndr] non abbiamo detto che non possono costruire. Abbiamo detto loro: prima finite quanto previsto (circa altri 500 metri quadrati) dal Prg (Piano regolatore generale) e poi apriamo la discussione in base alle vostre proposte. Per San Giovanni le strutture sono due fiori all'occhiello. Non siamo affatto contro gli imprenditori; ben vengano coloro i quali hanno voglia di fare e di investire. Diciamo che in questa fase la politica si è ripreso il ruolo di indirizzo. Abbiamo solo cercato di evitare ogni tipo di speculazione edilizia”. Lei è appena diventata se-

Francesca Pieraccini gretario del Pd. Come imposterà il suo lavoro? “Un partito aperto. Non chiuso su se stesso; le stanze segrete non devono esistere. In questo momento i partiti sono in crisi, ma non sono alieni, la comunità ne ha la necessità. Solo che devono riacquistare la fiducia della gente. Chi fa politica non lo deve fare per convenienze personali ma per essere utile agli altri. Abbiamo cercato giovani che come me sono alla prima esperienza. Penso che tutto questo sia già un sintomo di rinnovamento”. Che cosa intende per par-

tito aperto, in concreto? “In questo momento stiamo incontrando tutte le forze politiche. Stiamo facendo incontri rivolti a tutta la cittadinanza. Ad esempio, sui diritti civili vogliamo organizzare momenti pub-

blici, la stessa cosa sulla fusione dei comuni, sulla giustizia. Vogliamo aprire il dibattito, ma il Partito sulle questioni deve avere una sua idea, un suo progetto, un suo punto di vista. Partendo però dal presupposto che ogni

cosa possa essere modificata e si possa migliorare nel solco dei valori della sinistra. Del Pd”. Come è arrivata a far politica? “Per puro caso. Ero amico dell'assessore Maura Tasini e la sua amicizia mi ha convinto. Ho poi conosciuto Daniele Morelli e l'ho aiutato nella fase delle primarie. E sono rimasta con lui fino ad ora”. E prima? “Mai fatto politica. Diciamo che al liceo e all'università avevo un orientamento di sinistra”. Che cos'è per lei la politica? “Mettersi al servizio della collettività. E' dare un contributo al paese in cui si vive. E' una forma di volontariato”. E com'è la politica da dentro? “Non me l'aspettavo così passionale; credevo fosse più fredda e distaccata. Si gioca sulla voglia di fare qualcosa di positivo”. Nessuna delusione? “Ad oggi ancora no. Facendola mi ha appassionato ancora di più”.

Aeffe, affaccio piazza Duomo Allestite le 8 vetrine della Rinascente. Articolo sulle pagine del prestigioso quotidiano Repubblica ECONOMIA

- San Giovanni-Milano-San Giovanni. Il viaggio lo sta facendo l'Aeffe, l'azienda creata da Alberta Ferretti e Tullio Badioli qualche decennio fa. Con il marchio Philosophy di Lorenzo Serafini hanno “allestito” le otto vetrine della Rinascente di Milano con affaccio sul lato sinistro del Duomo. L'edificio è fatto con la stessa pietra rosa della celebre cattedrale gotica. Philosophy dell'Aeffe è il nuovo marchio creato per lo stilista misanese Lorenzo Serafini, un creativo di profonda umanità, non meno che instancabile lavoratore. Ovunque è andato lo ricordano come persona perbene, disponibile ed educato. Uno che non si dà le arie e sa che cos'è l'umiltà. Prima di approdare in Aeffe, dopo una lunga gavetta e molti no iniziali nella

Alberta Ferretti e Lorenzo Serafini

provincia di Rimini, ha firmato capi da Mariella Burani, Roberto Cavalli e Dolce & Gabbana. Poi il ritono a casa con la proposta di Alberta Ferretti di una propria linea, Philosophy Il giudizio del bravo ragazzo, prima ancora che talento purissimo, arriva sia da Dolce & Gabbana, dove un riminese ha un ruolo importante, sia in casa Aeffe, dove lavora da pochi mesi. Il prestigioso sbarco in una delle piazze più famose del mondo, forse nel campo della moda la più famosa, è stata raccontata in un box sul prestigioso quotidiano “Repubblica” lo scorso 24 febbraio. Si legge: “Le otto vetrine della Rinascente

di milano sono dedicate allla collezione primavera-esrtate di Philosophy. Il marchio che da un anno è disegnato dal giovane creativo Lorenzo serafini. Il tema della vetrina è ‘Garden romance’, un allestimento immaginato dallo stilista che ricrea le atmosfere di un party, molto romantico, all'aria aperta, ‘interpretao’ da 19 manichini che celebrano la femminilità etera e delicatas con tutte le micro fantasie floreali degli abiti estivi. Ogni vetrina ha come sfondo un giardinio, una cornice ideale per l'estetica sofisticata di Lorenzo Serafini per Philosophy. Le vetrine sono rimaste allestite fino al 2 marzo”. San GiovanniMilano-SanGiovanni.


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Aziende informano

Sartoni, direttore generale Bpv: “La nostra azione rappresenta un modo per dare il nostro semplice contributo alla vita sociale“

Bpv dona defibrillatore alla società amatori San Silvestro di Fermignano – La Banca Popolare Valconca dona un defibrillatore alla Società Calcio Amatori San Silvestro di Fermignano dimostrando grande sensibilità nei confronti dello sport e di chi lo pratica anche a livello amatoriale. Un’importantissima elargizione in una splendida giornata che la Società San Silvestro ha voluto organizzare con i propri iscritti e con le famiglie, con gli amici della Società “Gnano Bulls” e con le maggiori cariche sociali bancarie, il direttore generale Luigi Sartoni e il responsabile servizi affari e filiali, Daniele Morganti e, infine, le istituzioni civili, il primo cittadino Giorgio Cancellieri, e religiose, don Pippo Tabarini, del centro metaurense. L’appuntamento si è tenuto presso gli impianti sportivi di San Silvestro, rione in continuo sviluppo, di Fermignano.

LA BANCA

La struttura, nel cuore della contrada, è un gioiellino che offre calcio e tennis ma è anche un centro di aggregamento per i residenti della frazione e per gli ospiti della struttura di accoglienza “Casa del Sole”. “Con estremo piacere - ha dichiarato il Direttore Generale della Banca Popolare Valconca Luigi Sartoni - vogliamo fare questo dono alla Società amatoriale San Silvestro Calcio che gestisce questo com-

plesso sportivo. Vogliamo creare diverse sinergie per il sostegno in favore degli appassionati che fanno sport. La nostra azione rappresenta un modo per dare il nostro semplice contributo alla vita sociale della frazione San Silvestro e della città di Fermignano, stando vicino a quei punti operativi frequentati e che meritano attenzione e supporto per l’importante azione che mettono in atto. Avere un defibrillatore in un centro così importante può significare avere a disposizione una strumentazione in grado di salvare una vita umana anche se ci auguriamo che non ce ne sia mai necessità”. “Il nostro aiuto alle associazioni ed alle realtà della provincia che operano in ambito sportivo non verrà mai meno conclude il direttore generale dell’istituto di credito -. L’au-

Da sinistra: Massimo Lazzarini e Luigi Sartoni, rispettivamente presidente e direttore generale della Banca Popolare Valconca

Il momento della consegna spicio è che il defibrillatore non debba mai servire. Averlo a disposizione può rilevarsi vitale. La solidarietà e la beneficenza fanno parte della mission della Banca Popolare Valconca, l’unica banca autenticamente legata al territorio”. Il sindaco Giorgio Cancellieri ha dichiarato che “lo strumento è indispensabile e obbligatorio. Davvero un sentito ringraziamento alla Banca Po-

COMUNITA'

polare Valconca per questo gesto coscienzioso, per l’importante dono ricevuto. Ora possiamo disporre di uno strumento che ci permette, non solo di essere allineati alle disposizioni di legge, ma anche di aumentare il livello di sicurezza nel nostro centro sportivo”. “Un regalo di ‘cuore’ quello che la Banca Popolare Valconca ci ha fatto - ha sostenuto il dirigente del San Silvestro

Luigi Paoloni -. L’Istituto, grazie anche alle sollecitazioni del loro dipendente e nostro giocatore Matteo Bindelli, si è posto al servizio dell’intera comunità per la quale opera. Ha dimostrato che essere presenti sul territorio vuol dire favorirne non solo la crescita economica, ma anche quella sportiva, culturale e sociale”. Applausi a scena aperta per tutti. Chapeau.

CULTURA

Cattolica, “Donne in ...canto” Montefiore, musica Appuntamento l'8 marzo al Teatro della Regina di Cattolica. Ingresso libero - “Donne in ...canto”. E' il concerto che si tiene al Teatro della Regina di Cattolica Martedì 8 Marzo, ore 21, in occasione della Giornata Internazionale della Donna. E un concerto unico delle donne per le donne Vengono cantate arie tratte da famose opere: Lakmè, Il Trovatore, Bohème, Madama Butterfly, Carmen, Le contes d’Hoffmann. Ad interpretarle, naturalmente, donne: Valentina Corradetti (soprano), Anna Malavasi (mezzosoprano), Franca Moschini (pianoforte), Margherita Scafidi (arpa). Intervengono: l'avvocato Massimo Lazzarini (Presidente della Banca Popolare Valconca), la dottoressa Anna Maria Sanchi (assessore alla Cultura), l'avvocato Giovanna Ubalducci (assessore alle Pari Opportunità). Conduce la serata Antonella Bianchi A segue buffet ed un omaggio alle signore. Ingresso libero

tardo-rinascimentale e barocca

- “Qualcosa di nuovo, anzi d’antico”. Un nome preso in prestito dall’inizio di una famosa poesia di un poeta delle nostre terre (“L’aquilone”, Giovanni Pascoli): lui parlava di tutt’altra cosa, ma questa espressione, già adatta solo per la sua musicalità, comunica perfettamente l’intenzione di questi incontri. Dedicata alla musica del periodo Tardo-Rinascimentale e Barocco, la rassegna presenterà infatti musiche e strumenti inconsueti e affascinanti, parte di un repertorio di cui, per secoli, è stata interrotta la tradizione esecutiva. Nonostante durante il ‘900 grande attenzione sia stata rivolta al recupero di questo pa-

trimonio, ancora oggi la musica antica si ascolta raramente nelle stagioni concertistiche dei nostri teatri, come per paura che sia difficile perché lontana al nostro tempo. In realtà la musica Tardo-Rinascimentale e Barocca è di grande immediatezza, è musica d’uso, concepita per l’intrattenimento, che perlopiù si basa su un linguaggio musicale semplice e diretto. Appuntamento, domenica 3 aprile alle 17.30. Maria Luisa Baldassari e Laura Valentini al clavicembalo, assieme ad un quintetto di archi (Alessandra Bottai ed Angela Benelli al violino, Malgorzata Maria Bartman alla viola, Perikli Pite al violoncello e Filippo Angeloni al contrabbas-

so), eseguono un programma interamente dedicato a Johann Sebastian Bach, tuttavia in un repertorio inconsueto: i “Concerti per uno e due clavicembali”. Scritti probabilmente per i momenti di svago in famiglia (molti dei figli di Bach erano abili musicisti) e delle corti nobiliari, i concerti alternano frizzanti allegri in stile italiano a fughe più rigorose e adagi cantabili. Ai tre concerti per due cembali si alterneranno due concerti per cembalo solo, eseguiti rispettivamente dalle due soliste. L’ultimo appuntamento, domenica 17 aprile sempre alle 17.30, è con un duo di strumenti di raro ascolto: due viole da gamba (Irene Caraba e Teresa Peruzzi) ci condurranno nel regno meditativo e giocoso della musica inglese e francese del periodo Barocco. La rassegna, ideata da Laura Valentini, si realizza grazie alla Banca Popolare Valconca, al Comune di Montefiore, al costruttore di clavicembali Roberto Livi, all’Associazione di musica antica Collegium Musicum Classense e grazie al contributo grafico di Sabina Monte.


MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

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La Querzoli è in liquidazione coatta. Cantiere fermo da mesi.Non si sa quando riapre

Ghigi, affossata per la seconda volta dalle cooperative verdi - C'è qualcosa di fatidico tra la Ghigi e le cooperative verdi legate a quello che fu il Partito repubblicano italiano, una storia nobile dissolta dal tempo e dall'impazienza degli uomini. Il Pri aveva la sua roccaforte elettorale nel Forlivese. Il consorzio di cooperative repubblicane Querzoli stava costruendo il centro commerciale sulle ceneri della Ghigi. Un fardello di 50 milioni di debiti ha chiuso la sua storia ed il cantiere morcianese. La società è in liquidazione coatta amministrativa; sarà il liquidatore a valutare quale cantiere vale la pena portare a compimento. Si spera che uno di questi sia quello morcianese, altrimenti i tempi del fine lavori si allungheranno all'infinito. Un danno per Morciano, per la Valconca e per la Conad di Forlì, proprietaria del nuovo

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FOCUS progetto Ghigi. Sulla fine della Querzoli interviene Walter Rusticali, 63 anni, dal 2000 presidente dell'Agc (Associazione generale cooperative italiane): “Con la fine della Querzoli non finisce solo l'azienda, ma termina un percorso cooperativo legato alla cultura repubblicana iniziato nell'800. Ne sono triste e rammaricato”. Le cooperative verdi è la seconda volta che interrompono la corsa della Ghgi e che arrecano danno a Morciano e dintorni. La prima volta va dagli anni Settanta fino a pochi anni fa quando Consvagri (Consorzio verde) ha gestito con poca fortuna ed un management non all'altezza quasi 30 anni dello storico pastificio morcianese.

Quando per quell'area sembrava giunta la soluzione, ecco il secondo tonfo verde; quello di oggi. Querzoli è stata una grande cooperativa. Fondata nel 1951, nel massimo splendore fatturava 45 milioni di euro. Con cantieri sparsi in tutt'Italia. Aveva brevettato due tecniche costruttive all'avanguardia. I suoi 7-8 capannoni non caddero sotto la furia del terremoto in Emilia, ad esempio. Lo scorso anno ha registrato ricavi per 18 milioni di euro. Ha in portafoglio 18 milioni di lavori; insufficienti a far fronte ad un debito bancario di 50 milioni. Debito contratto per costruire una sede, a Forlì, da 50 milioni di euro. L'azienda paga un'edilizia in ginocchio e quel passo poco fortunato e forse anche più lungo della gamba. I morcianesi sperano ed aspettano.

Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

L'ANGOLO DEL DIALETTO

Pagate fratelli

Il cantiere della Ghigi

Il cantiere abbandonato


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MORCIANO DI ROMAGNA

MORCIANO

Casa a Montecerignone, amico del professore Geo Masi, per anni ha frequentato la cittadina

Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)

ALLEGRO MA NON TROPPO

Umberto Eco

Foro Boario

ginale della Divina commedia, sembra che sia stato scritto a Montecerignone nel periodo in cui il sommo poeta era ospitato da Uguccione della Faggiola, signore dell'epoca. Venne ritrovato da padre Ernesto Fabbrini quando era bibliotecario in Vaticano. Suonatore di flauto traverso, Eco giungeva a Morciano su una “banale” Ritmo rossa; allora era più prestigioso che famoso. Da Guagneli aveva

Morcianesità - Si definisce un affittacamere e lo fa con lo spirito che si potrebbe definire “morcianesità”. Un cliente che giungeva da Benevento in treno gli telefona che, data l'ora tarda, è impossibilitato a raggiungere Morciano (andava alla clinica Montanari). L'oste prende l'auto e lo va a prendere alla stazione di Rimini. Lo riaccompagna anche per il ritorno a casa. Passano alcuni giorni e dal capoluogo campano giunge un pacco. Lo aprono; contiene i classici croccantini di Benevento ricoperti di cioccolato fondente. Il loro speciale grazie.

Morcianesità 1 - Fino a pochi anni fa un oste morcianese chiudeva l'anno con dei fuochi d'artificio degni di un grande abitato. Era un gesto di affetto verso il proprio paese. A dargli una robusta mano nel far fronte alle spese anche alcuni imprenditori amici che amavano (e amano) Morciano. Gli davano un sostegno nell'anonimato nel segno del doppio affetto: verso l'amico e verso la comunità.

Eco, passeggiate morcianesi

Morcianesità 2 - Presto, si mormora, entro il prossimo giugno, aprirà a Morciano un albergo di 10 camere in pieno centro. Si vocifera che sarà una struttura di sobria bellezza degno di una raffinata città. Un'altra struttura in grado di produrre ricchezza e portare alto la capitale economica della Valconca. In questi giorni (e nei prossimi) apriranno una mezza dozzina di attività con l'ambizione di ridare slancio al centro. Buon lavoro ed in bocca al lupo.

Morcianesità 3 - “Un è ad Murcèn!” (Non è di Morciano). In questa sferzante esclamazione c'è disprezzo e malcelata rassegnazione quando qualcuno non si comporta bene. Al contrario: “Non è di Morciano, ma hai visto quanto è bravo. Si è ambientato benissimo. Sembra uno di noi”. Anche questa si potrebbe scrivere come cultura morcianese ma si declina così in tutt'Italia. Forse in tutto il mondo. Come dice Werner, un morcianese direttore commerciale per la Svizzera di un'azienda elvetica da 1,5 miliardi di euro: “Mondo è paese, ma in Svizzera va un po' meglio da un punto di vista civico”. Morcianesità altissima..

Il Comune semina libri...

AMARCORD - La notizia della morte di un grandissimo della cultura mondiale, ha colto tutti di sorpresa. Umberto Eco, intellettuale, semiologo, scrittore, filosofo, studioso dalla curiosità rinascimentale, per anni ha passeggiato per gli ampi marciapierdi di Morciano insieme al professor Geo Masi che lo informava sull'abbazia di San Gregorio in Conca. Ebbe a dire: “Ho scelto la valle del Conca perché non c'è al mondo posto migliore per approfondire le mie ricerche sul Medio Evo”. Infatti, sia la Valconca, sia la Valmarecchia strategicamente parlando sono ricche di storie e di conventi. Tra Gra-

dara e San Leo, tra Marche e Romagna, ogni paesino ha le sue mura di cinta quasi intatte e i suoi castelli sono stati quasi tutti restaurati e frubili agli appassionati. Non è stato dunque il caso a fare innamorare Umberto Eco ad acquistare un convento in quel di Montecerignone. Il famoso libro “Il nome della Rosa” che poi diventò un film di non meno successo interpratato da Sean Connery è ambientato guarda caso proprio in un monastero. Se fosse vero il detto che nulla avviene per caso, vuol dire che l'ex convento di Montecerignone è stato forse anche una comoda fonte di ispi-

razione per scrivere quei dialoghi così pieno di misteri, segni e magia letteraria che l'illustre studioso piemontese ha stupito il mondo. I suoi libri sono stati tradotti in decine di lingue. Qualche malizioso insinuò che “Il nome della rosa” venne trovato in qualche interstizio del convento di Montecerignone. E produceva come prova il fatto che negli anni successivi non ha più ripetuto lo stesso sucesso popolare. L'amico morcianese Masi, appassionato ed eccellente esperto di Dante, lo coinvolse a fare delle richerche sul Dante in Valconca. Il manoscritto ori-

comprato le fodere per i sedili; era stato per giacche e pantaloni anche da Lino Pironi, uno degli ultimi sarti. L'apice del successo lo raggiunse col romanzo divenuto best seller mondiale: “Il nome della rossa”. Sembra, ed è piacevole pensarlo, che la biblioteca descitta nel famoso thriller ambientato nel Medio Evo gliel'ha ispirata la Rocca di Montefiore. Di tanto in tanto saliva a Montefiore; andava a bere un bicchiere di vino e mangiare all'enoteca Belfiore. Le sue passioni erano: il sigaro, il cibo e le parite a briscola e tressette al bar di Montecerigone. Che la terra gli sia lieve. Emilio Cavalli

Addio Angelo Mondello, generoso sax della banda AMARCORD di Emilio Cavalli

- Il bene ti ritorna, dice un vecchio adagio. E chi semina libri che cosa raccoglie? Frutti meravigliosi non ci sono dubbi, almeno così si spera, magari con un pizzico di fortuna. Il Comune di Morciano sta attuando un signor progetto civile. Si chiama “Seminar libri”. Tale mercanzia si trova in scaffalature gialle sparse in paese. Chi ha scelto, ha selezionato libri di pregio. Sapere è saggezza, diceva Tommaso Moro. Per l'altro filosofo Hobbes invece era potere. Tutt'e due sarebbe meglio.

- Addio a Angelo Mondello, il sax della banda di Morciano. Se n'è andato lo scorso 15 febbraio; aveva 95 anni. Sposato, senza figli, nasce a Palermo nel 1921, vicino ad una delle spiagge più belle del mondo richiamata nel suo cognome. Nel 1944, diventa motorista militare all'aeroporto di Miramare; nell'immediato dopoguerra durante una veglia danzante al teatro Ronci di Morciano, dove Angelo si esibiva con un complessino, nota tra il pubblico una ragazza bella e riservata. Quella sera il suo sax dorato brillava di luce riflessa. Le note diventavano sempre più nitide e sensuali. A volte la musica può essere galeotta; da quella sera Angelo non smise più di tornare a Morciano, dove tutti

A n g e l o Mondello, scomparso il 15 febbraio a 94 anni

iniziarono a chiamarlo soltanto col cognome: Mondello. Venne notato dal maestro Giunchi, il mitico direttore del corpo bandistico Santa Cecilia morcianese. Lo affiancò ad un altro mito, Francesco Imola (per tutti Chicchin), virtuoso di clarinetto e sax. Per oltre 60 anni i due musicisti hanno deliziato con le loro funambolesche esibizioni alla Casadei. Mondello ha amato la musica come la vita, il mare siciliano come l'Adriatico, la spiaggia di Mondello come quella di Miramare. Ha amato i suoi nipoti, Giuseppe, Giovanna e Luciana, come fossero i figli. L'uomo è stato per molti un angelo venuto dal mare per amare. Persona dinamica, allegra, positiva non meno che altruista. Sempre pronto e disponibile ad aiutare i meno fortunati. Che la terra gli sia lieve.


MORCIANO

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Scomparso lo scorso 20 febbraio. Casa a Montecerignone. Spesso era a Morciano - Il professore. scrittore, semiologo, ci ha lasciati lo scorso 20 febbraio. Aveva 84 anni. E’ stato anche filosofo e grande esperto della comunicazione. Non ha mai perso la voglia di osservare la politica. Aveva appena lanciato una nuova casa editrice “La Nave di Teseo”, dopo aver rifiutato di restare in quella che lui chiamò “La Mondazzoli”, la fusione Mondadori-Rcs.

Addio a Eco, piemontese molto romagnolo Umberto Eco

Ho avuto la fortuna di conoscere Umberto Eco, per me “il professore”, durante gli studi universitari a Firenze nella prima metà degli anni Settanta. Insegnava “semiotica” attinente all’architettura per lo studio del linguaggio e soprattutto la comunicazione dei simboli e dei messaggi pubblicitari nel contesto urbano delle città. Un prof molto fuori dalle righe e dagli schemi, molto apprezzato dagli studenti, per il suo grande spessore culturale, per il modo chiaro di comunicare, nonostante la particolarità degli argomenti trattati. Più che un professore il suo modo di porsi, cordiale e diretto, si percepiva come un amico. In effetti con il prof Umberto è nata una grande simpatia subito ed anche una spontanea amicizia. Appena ha saputo che ero della zona di Rimini, si è congratulato con me dicendomi che frequentava da tempo la Romagna, il mare di Rimini e le campagne circostanti e che era in procinto di acquistare un antico palazzo a Monte Cerignone. In effetti nel 1976 acquistò quello che viene chiamato da tutti “il conventino” su una collina alle porte del paese. In realtà si tratta di un palazzo appartenuto alla famiglia Fabbrini, che ebbe tra i suoi discendenti un gesuita. All’apparenza in

AMARCORD

di Pier Francesco Gasperi effetti sembra un antico convento. Alla morte del gesuita, la struttura ospitò un luogo di studio di cui fu rettore anche padre Alfonso Bachelet, gesuita e fratello di Vittorio, docente dell’Università La Sapienza di Roma freddato nel 1980 dalle Br. Umberto Eco passava le sue vacanze a Montecerignone per non essere il semiologo e lo scrittore conosciuto in tutto il mondo, ma da semplice persona ed ospite, amico di tutti gli abitanti, con i quali condivideva ogni giorno al Bar Sport del paese l’aperitivo, ove parlava di politica e giocava a carte. Era la sua quotidianità. Buona parte del suo libro “Il nome della Rosa” è stato scritto proprio a Monte Cerignone. Trascorreva anche le vacane di Natale e Pasqua e rigorosamente festeggiava il suo compleanno il 5 gennaio di ogni anno, recandosi al bar per festeggiare insieme ad amici e conoscenti. L’estate la passava quasi interamente a Monte Cerignone e andava spesso al mare

a Rimini, Bagno 11, ove aveva molti amici. Purtroppo quest’anno non è mai andato al bar, nemmeno per festeggiare il suo compleanno, il 5 gennaio. Ad Umberto Eco era stata la cittadinanza onoraria dal Comune dal 1982, e lo stesso ha donato tanto a Monte Cerignone offrendo molti libri e riorganizzando la locale biblioteca. Il giardino pensile della rocca è stato progettato dalla moglie Renate e fatto realizzare anche con il contributo di alcuni imprenditori. A detta del sindaco e di tutti i cittadini di Monte Cerignone la morte di Eco è stata una perdita

grande, un grande dolore ed un grande amico. Era un affezionato amico della Romagna e un grande conoscitore di queste zone e di questi paesi. Qualche anno fa definì San Leo la città più bella d’Italia, spesso protagonista delle visite sue e dei suoi ospiti. Nel 2011, all’atto di ricevere la cittadinanza onoraria leontina, commentò scherzosamente: “Da 36 anni abito qui vicino e porto gli amici a visitarla: non ne posso più di far vedere la cella di Cagliostro”. Era nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932; è stato un semiologo, filosofo e prolifico scrittore. Nel 1988 aveva fondato il Dipartimento della Comunicazione dell’Università di San Marino. Dal 2008 era professore emerito e presidente della Scuola Superiore di

Studi Umanistici dell’Università di Bologna. Ha scritto numerosi saggi di estetica medievale, linguistica e filosofia, oltre a romanzi di successo. Tra questi il già citato “Il nome della Rosa”, uscito nel 1980 e diventato in brevissimo tempo un bestseller internazionale con 50 milioni di copie vendute in tutto il mondo in oltre cento lingue; il film vinse 4 David di Donatello. Eco avrebbe voluto girare il film a San Leo, ma l’assenza di adeguate strutture ricettive ed organizzative per l’enorme cast, le riprese le girarono vicino a Roma. Altro romanzi di grande successo “Il Pendolo di Foucault”, del 1988. Dal 12 novembre 2010 era socio dell’Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche. L’ultimo suo libro, 2015, proprio il giorno del suo compleanno, è stato “Numero Zero”. Ambientato nel 1992, parla di una immaginaria redazione di un giornale, con forti riferimenti alla storia politica, giornalistica, giudiziaria e complottistica italiana, da Tangentopoli a Gladio, passando per la P2 e il terrorismo rosso. Uscirà postumo il suo ultimo libro, “Pape Satan Aleppe”. La pubblicazione inizialmente prevista a maggio è stata anticipata al 27 febbraio. Lo ha annunciato Elisabetta Sgarbi: “Il libro lo aveva fini-

to, consegnato e corretto. La copertina è disegnata dal suo amico Cerri. È un volume di saggistica, di interventi su temi di attualità e lo pubblicheremo insieme ai suoi precedenti dieci titoli di saggistica”. Sarà il suo contributo alla neonata casa editrice “La Nave di Teseo” costituita insieme ad Elisabetta Sgarbi. Figlio di un negoziante di ferramenta, in gioventù fu impegnato nella Giac (l’allora ramo giovanile dell’Azione Cattolica) e nei primi anni Cinquanta fu chiamato tra i responsabili nazionali del movimento studentesco dell’AC (progenitore dell’attuale MSAC). Nel 1954 abbandonò l’incarico (così come avevano fatto Carlo Carretto e Mario Rossi) in polemica con Luigi Gedda. Durante gli studi universitari su Tommaso d’Aquino, smise di credere in Dio e lasciò definitivamente la Chiesa cattolica; in una nota ironica, in seguito commentò: “Si può dire che lui, Tommaso d’Aquino, mi abbia miracolosamente curato dalla fede”. Laureatosi in filosofia nel 1954 all’Università di Torino con Luigi Pareyson con una tesi sull’estetica di San Tommaso, iniziò a interessarsi di filosofia e cultura medievale, campo d’indagine mai più abbandonato, anche se successivamente si dedicò allo studio semiotico della cultura popolare contemporanea e all’indagine critica sullo sperimentalismo letterario e artistico. Nel 1956 pubblicò il suo primo libro, un’estensione della sua tesi di laurea dal titolo Il problema estetico in San Tommaso. Il mio professore Umberto mi mancherà, come certamente mancherà a tutti gli italiani e non solo. Una persona straordinaria ed insostituibile. Un vero “grande” della storia, della filosofia, della cultura in generale e grande “semiologo” internazionale.



MORCIANO

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Animato dall'associazione CreatiValconca. All'attivo un'intensa attività culturale e didattica PENNELLATE

Spezzare il male - Sai che significa spezzare le catene? Vuol dire rompere il circolo vizioso del male che chiama il male. Ho sempre pensato che le persone si attraggano per la loro similitudine, ho sempre pensato che agire nel bene e in buona coscienza alla lunga possa portare bene, sostenuto dalla pulizia totale di una coscienza che permette alla sera di sprofondare sul cuscino e dormire di un sonno profondo e tranquillo. Ho sempre creduto che non serva rispondere alla calunnia con la maldicenza, alla cattiveria gratuita col dispetto, al silenzio indifferente con un muro di ghiaccio. Sono una persona onesta, provo ad essere moralmente integra, o almeno cerco di seguire dei principi sani e non perversi, provo a ragionare con la mia mente senza sentirmi troppo condizionato dal luogo in cui vivo, la gente che frequento, la famiglia che mi ha visto nascere. Condizionamenti ce ne sono, è la nostra natura di animale sociale, condizionarci a vicenda facendo saltare qualsiasi tipo di previsione o programma fatto analizzando solo la nostra persona, le nostre intenzioni. Le interazioni invece fanno sì che la strada trovi delle deviazioni, che diventi impervia, a volte ci da l’impressione di sembrare impraticabile, impercorribile. Ma questo non deve fermare il nostro camminare. Non posso evitarla l’influenza delle persone, non totalmente, non esiste chi può. Ma non sarò mai un burattino, nelle mani di nessuno. Se ti senti a posto con la coscienza anche con la polvere negli occhi, cammina, non

fermarti. Quando diranno di te cose che neanche te hai pensato, non ascoltare, prosegui. Quando quel poco di vita che rimane da vivere ( è sempre poca rispetto all’immenso) è inquinata da cibo velenoso, aria impura, malattia, mancanza di forza, tu considerale prove da superare e non mollare. Sii Forza e Sostegno per le persone che ami. Costruisci la tua casa mattone dopo mattone e imbianca le pareti con amore, quell’amore che protegge dalle intemperie provocate da gelosia, invidia, incomprensione, paura, malcontento. Non fermarti, passo dopo passo, procedi il tuo viaggio senza rimanere fermo, arenato tra le radici spesse del pregiudizio, della chiacchiera, dell’ignoranza. Questa è la tua vita e nessuno può stringerla in un pugno facendoti mancare il respiro. Nessuno, neanche (soprattutto) lo specchio può sapere chi sei e che universo hai dentro. Spezza il male con il bene. All’offesa reagisci con amore, contrasta la bugia con la verità e la scortesia con azioni gentili. Vomita tutto il veleno ingurgitato e tira fuori tutta l’aria pesante che ti è toccato respirare. Rimboccati le maniche e prendi in mano la tua vita, il tuo bagaglio di esperienza. Le persone che ti amano sanno stare al tuo passo, sanno starti vicine anche quando il passo diventa troppo veloce per l’entusiasmo o lento per uno straziante trascinarsi. Proteggi la tua famiglia. Sostienila sempre, per mano controvento tutti insieme si cammina meglio. Non rispondere al male con il male. Ignoralo e segui il tuo retto cammino. (Cuccumeo)

-Buon compleanno, Polo Giovani! A Morciano si festeggia il primo anno di attività e progetti. Ad un anno dalla sua inaugurazione, è diventato uno spazio vivo e polifunzionale, gestito dall’associazione CreatiValconca, che ha già all’attivo un’intensa attività didattica e ricreativa per tutti i giovani della Valconca. Ospitato all’interno di tre strutture contigue, da cui il nome Polo (il Centro Giovani, la Sala Ex-Pescheria e la Sala Ex-Lavatoio), si è subito imposto come luogo vivo e stimolante, in grado di valorizzare Morciano e la Valconca, con l’obiettivo principale di fornire ai giovani (e non solo) un punto di ritrovo sano e culturalmente stimolante. Molteplici le iniziative già messe in campo per trasformare in realtà queste ambizioni. Innanzitutto, i corsi e le attività didattiche: partiti lo scorso ottobre, le proposte, rivolte a tutte le età, spaziano dallo yoga alle arti marziali, dalle danze africane alla ceramica, passando per la lingua inglese e i balli di gruppo, affiancandosi e completando l’offerta alla scuola di musica Hall of Music, giunta al suo terzo anno di attività all’interno del Polo Giovani. Interessante anche il Festival della Creatività in Valconca: nato dalla volontà di valorizzare giovani artisti e produttori

Il Polo Giovani compie un anno GIOVANI

Un momento delle varie iniziative del Polo Giovani

locali, creativi in svariati ambiti e discipline, il festival ha fatto registrare cinque appuntamenti variegati fra giugno e dicembre dello scorso anno, fra cui due belle serate nella splendida cornice del Teatro Ronci e l’evento Motorock, festa a base di rock’n roll d’annata, con un ospite d’eccezione, il giovane e promettente motociclista Andrea Migno del team VR46. Nuove tappe del festival sono in programma per i prossimi mesi, per quella che si prospetta essere l’edizione 2016.

Infine, l’impegno costante con i giovani, in particolare i ragazzi dagli 11 ai 34 anni, grazie ad un serie di attività continuative negli spazi del Polo Giovani: le aperture pomeridiane del giovedì e venerdì pomeriggio, per dare modo a tutti i ragazzi interessati di frequentare liberamente il centro e usufruire delle sue attrezzature; il G.E.T., che accoglie i ragazzi della scuola media in un percorso educativo e formativo tre pomeriggi a settimana presso l’ex Pescheria; il progetto speciale dedicato

ai ragazzi diversamente abili, anch’esso ospitato presso l’ex Pescheria. Parlando di giovani, non mancano attività creative e didattiche rivolte a loro, libere e gratuite: nel mese di febbraio, sono partiti i corsi di teatro e di didattica musicale per giovani band, e presto avranno inizio anche i corsi di propedeutica musicale per tutti i giovani alle primi armi con la musica. Un’attività intensa e senza sosta quella del Polo Giovani, che riunisce ogni settimana fino a quattrocento persone, fra giovani, bambini e adulti. Ma le novità non sono finite, annunciano i soci di CreatiValconca, e una nuova iniziativa è già alle porte: Morciano, l’incontro. Nel desiderio di creare incontri stimolanti fra le persone facendo di Morciano il punto nevralgico della vallata, l’iniziativa prevede una serie di appuntamenti con protagonisti dell’arte e della cultura: domenica 20 marzo sarà la volta di Carlo Pagnini, poeta pesarese, erede del mitico Pasqualon, che incontrerà pubblico e amici del Polo Giovani presso la sala Ex Lavatoio. Per essere sempre aggiornati sulle iniziative e sulle proposte del Polo Giovani, visitate le pagine facebook: CreatiValconca Associazione Culturale e Polo Giovani Morciano di Romagna.



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San Gregorio Millenaria Fiera

Dal 5 al 13 marzo Morciano capitale delle province di Rimini e Pesaro InauguraBonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna

La Fiera di primavera Preannuncia la primavera. Una tra le piÚ sentite in Romagna ed Alte Marche. Attese almeno 150-200 mila persone. Nacque come scambio di bestiame attorno all'abbazia nel Medio Evo; oggi è la vetrina delle aziende artigianali della Valconca e non solo. E ancora: piante, fiori, attrezzi agricoli. Spettacoli, concerti. Eventi sportivi


Quel che resta dell'abbazia di San Gregorio dal versante sul Conca

San Grigorie 2016 San Grigorie San Grigorie ogni an te dal nov storie Anche st'an a primavera jè chi ansugna e u jè chi spera cui sia una bela Fiera Nonostent la carestia la tu festa la porta allegria perché gnint e ven per ches e i problema jè stè invent per es scansed dai divertiment e tu comde padajon e selva sempre la situazion perché porta sempre al novità cal nutres la menta e la società al tu stredie lerghie e culuredie ad mel culur agl'jè stè illumined e cume sempra un pachet ad fig a purtem a chesa per parent e amig l'è una sorta d'indulgenza cl'aiuta a purtè pacienza l'è una antiga tradizion cla à mella e una rason I burdel in stà piò ti pan per pruvè la nova giostra dl'an per chi fa i lavor più dur u iè al pientie e i tratur e per chi puch cuntadèn cl'è arvenz e bel l'è appena cmenz i prim fiur is cmenza a veda dentra i ves e long la streda e se tut j'an la folla l'an s'arresta e vò dì che San Grigorie l'è una gran Festa Emilio Cavalli

San Gregorio - L'abbazia di San Gregorio di Morciano controllava un vastissimo territorio. Nel XII secolo, nel suo massimo splendore, i possedimenti andavano da Urbania a San Marino (Faetano, Fiorentino, Chiesanuova), fino a

LA STORIA

Pesaro e Rimini, senza tralasciare terre e chiese della zona di San Leo. La forza la si può leggere anche da quello che resta dell'antico impianto architettonico: un immenso chiostro sul quale si affacciavano tutti gli ambienti monastici; tra cui una chiesa a tre navate che dominava il fiume Conca e che forse non fu mai ultimata. Ed è molto probabile che attorno all'abbazia si svolgesse San Gregorio, la fiera di primavera dove i contadini si trovavano per vendere ed acquistare bestiame, mercanzia

varia e fare affari. Potente e nobile nelle origini San Gregorio. Dietro ci sono San Pier Damiani, frate benedettino di Fonte Avellana (bellissimo eremo alle pendici del Monte Catria), che predicava contro i facili costumi della chiesa di allora e Pietro Bennone e la moglie, ricchissima famiglia riminese senza eredi che lasciarono tutto, in più donazioni (1061, 1064 e 1069), al prestigioso frate. Scrive Emiliano Bianchi nel libro “Il monastero di San Gregorio in Conca”: “Ma la prima testimonianza

dell'esistenza del monastero di San Gregorio in Conca risale all'anno 1061... Considerando che non esiste altro documento in grado di fare chiarezza al riguardo, è possibile congetturare che la fondazione del cenobio sia avvenuta nel 1061, o forse nel 1069, poiché in quel periodo Pier Damiani era in Romagna in veste di promotore e divulgatore dell'opera di rinnovamento monastico e di sviluppo della Congregazione di Fonte Avellana”. Così in contemporanea con la fondazione del monastero, la madre di Pietro, Ermengarda, fece la prima donazione: terre (almeno di 400 ettari e due chiese) nel-


Vista dal Conca. Cosa resta della monumentale chiesa dell'abbazia

L'inizio fu l'abbazia benedettina Controllava un vastissimo territorio: Pesaro, Rimini, Verucchio, Corpolò, Faetano, San Vito, Bordonchio, Misano Monte, San Savino, Mondaino, Montecchio, Fiorentino, Chiesanuova

l'Urbinate. Tre anni dopo, il 25 maggio del 1064, la gentildonna, effettuò un altro lascito. I beni si trovavano nei dintorni di Rimini; non si hanno notizie sull'estensione. Invece, sulla terza e più importante donazione, quella del 17 giugno del 1069, fornisce al monastero morcianese beni immensi: terre ed immobili a Pesaro, Rimini, Verucchio, Corpolò, Faetano, San Vito, Bordonchio, Misano Monte,

San Savino, Mondaino, Montecchio, Fiorentino, Chiesanuova. Forse per la protezione degli averi, Pier Damiani li sottopose al vescovo di Rimini. Tali atti giuridici crearono degli atriti tra il vescovo ed i benedettini di San Gregorio. In parte dissolti, quando l'alto prelato riminese restituì i beni in enfiteusi, proprietà perpetua. Nel secolo seguente, il convento, grazie a donazioni, acquisti ed enfiteusi con-

tinuò ad ampliarsi. Tra i maggiori fu il possedimento di Saludecio che giungeva fino al fiume Foglia. Dopo lo splendore, inizia una lenta decadenza. Scrive il professor Pier Giorgio Pasini nel libro “Arte in Valconca: “All’inizio del XV secolo l’abbazia di San Gregorio - che doveva essere in piena decadenza come tutte le altre fondazioni monastiche - fu unita a quella riminese di San Paolo eremita e poi a quella degli Olivetani di

Scolca, di cui seguì le vicende fino alle soppressioni napoleoniche, conservando solo una piccola parte del suo patrimonio, ma mantenendo il possesso della chiesa di San Michele Arcangelo di Morciano. Nel XIX secolo fra i ruderi dell’abbazia venne costruita una chiesuola che sulla fronte del suo piccolo altare conserva ancora uno stemma cinquecentesco degli Olivetani, ormai l’unica memoria superstite degli antichi ‘monaci bianchi’. Nel 1798 “fu per disposizione governativa trasportata in Morciano la fiera che si teneva al convento nel giorno del Santo titolare: e così Morciano, come ebbe il principio della sua vita commerciale da questa Abbazia, ne raccolse pure la eredità, perché la fiera di San Gregorio è la piü frequentata e celebre di tutte le sue fiere”.

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Il 12 marzo, mostra nazionale bovini (razza romagnola). Cavalli e ovini il 12 e il 13

La nobile razza romagnola in sfilata LA STORIA

- Fino a cinquant’anni fa il viaggiatore che si fosse incamminato per la campagna romagnola avrebbe scorto, ovunque egli si fosse trovato, i bianchi bovini cantati dal Pascoli, che con fatica, incitati con un pungolo dalla zarladora, trainavano il pesante aratro lungo i campi. Il bovino romagnolo, che negli ultimi decenni ha purtroppo subito un lento ma costante declino, ha origini antiche. La razza romagnola discende infatti da bovini provenienti dalla Podolia, una regione attualmente in Ucraina, giunti probabilmente in Italia in seguito alle invasioni di popolazioni dell’est. Lungo la penisola italiana questi bovini si incrociarono con quelli che già abitavano il territorio, dando origine a varie raz-

ze dal caratteristico mantello più o meno bianco: la Maremmana, la Chianina, la Romagnola, la Marchigiana e la Podolica. Quest’ultima, allevata prevalentemente in Puglia, conserva insieme alla Romagnola e alla Maremmana molte delle caratteristiche di rusticità ed adattabilità del ceppo originario. Fino alla metà del XIX secolo ogni provincia romagnola allevava

una varietà di questa razza, e così il bovino romagnolo riminese era leggermente diverso da quello cesenate, ed entrambi differivano da quelli faentino e ravennate. Fu solo verso la fine del XIX secolo che si iniziò un serio lavoro di incrocio e selezione per fissare i caratteri della razza, allora considerata a duplice attitudine, ovvero da lavoro e da carne. È grazie all’illuminata intraprendenza di Leopoldo Tosi, amministratore della tenuta Torlonia a San Mauro Pascoli, se il miglioramento del bovino romagnolo poté muovere i primi passi: egli infatti seppe impostare uno schema di riproduzioni tale da incrociare i soggetti che più rispondevano al tipo ideale della razza romagnola gentile del piano, così chiamata per distinguerla da quella montanara che, ancor più rustica e incrociata spesso con la razza Maremmana, abitava l’appennino tosco-romagnolo. Il 1900 è un anno importante:

Il Campone. Fiera d'altri tempi In basso, l'allevatore vincitore con il sindaco Claudio Battazza (Archivio Mario Polverelli)

all’Exposition Universelle di Parigi la razza vince il primo premio a pari merito con una razza inglese, la Hereford, ben più blasonata ed antica rispetto ai nostri bovini romagnoli. Negli anni a venire la razza conobbe una sempre maggior diffusione, grazie soprattutto ai già accennati caratteri di rusticità e adattabilità, che ne facevano un ottimo bovino da lavoro, riuscendo ad ottenere ottime rese lavorative anche quando la qualità della razione non era delle migliori. Quando poi il bovino non era più adatto al lavoro nei campi, veniva tenuto in stalla ed ingrassato per essere in seguito

condotto al macello. Le due guerre mondiali causarono un notevole decremento del numero di capi, requisiti dagli eserciti a scopo prevalentemente alimentare, e spesso anche per il trasporto dell’artiglieria pesante. Ma è con l’avvento della meccanizzazione agricola che iniziò, verso gli anni ’50 del secolo scorso, quel lento declino di cui abbiamo parlato in apertura: non più utili sul piano lavorativo, essendo stati sostituiti dal trattore, vennero allevati al solo scopo alimentare ma, nonostante la qualità della carne assai pregevole, sono stati ulteriormente soppiantati da razze

bovine più produttive, spesso di origine estera (tra le tante, Charolaise e Limousine, entrambe francesi). Concludiamo con un’amara poesia di Tonino Guerra, che riassume in modo particolarmente efficace quanto abbiamo scritto: Andè a di acsè mi bu ch’ i vaga véa, / che quèl chi à fat i à fat, / che adèss u s’èra préima se tratòur. // E’ pianz e’ cór ma tótt, ènca mu mè, / avdài ch’i à lavurè dal mièri d’an / e adès i à d’andè véa a tèsta basa / dri ma la córda lònga de mazèl.

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Serata inaugurale con ““In,,,canto a Morciano” Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

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Musica, concorso in ricordo di Silvano Soprani Silvano Soprani

PERSONE

di Pier Francesco Gasperi

- Inaugurazione alla grande per la prima serata delle manifestazioni della Fiera di San Gregorio. Anche quest’anno Symon Soprani e tutto il suo staff da molti mesi sono al lavoro per regalare a Morciano il prestigioso festival canoro. Apertura di prestigio quindi al Teatro Fiera di Morciano per il 5 marzo alle ore 21. Il Festival In... Canto Morciano, premio canoro nazionale Silvano Soprani, ha come finalità quella di scoprire e promuovere voci e volti nuovi nell’ambito della musica leggera italiana e porli all’attenzione del mercato discografico. Il concorso, realizzato in collaborazione con il Comune di Morciano di Romagna, è riservato a cantanti, cantautori e interpreti siano essi singoli o gruppi vocali. Giunto alla sua VI edizione, In...canto Morciano ha ottenuto un interesse di portata nazionale e la concreta collaborazione con artisti ed ospiti di chiara fama sul panorama della musi-

ca e della canzone. Dopo la fase di iscrizione nella quale ogni partecipante ha presentato una performance audio e video, i candidati i sono stati valutati da una commissione arti-

stica di esperti, la quale ha avuto il difficile compito di selezionare tra gli iscritti le 50 personalità più spiccate che si sono esibiti, in preselezione, nella successiva tappa del Festival. I 50 scelti si sono poi esibiti dal vivo davanti ad un pubblico di uditori e davanti alla giuria che ha scelto solamente 16 candidati che si esibiranno per la serata finale (8 per la categoria editi e 8 per gli inediti). Le esibizioni della serata finale del 5 marzo sono rigorosamente dal vivo ed accompagnate dall’Orchestra del Festival diretta dal maestro Daniele Rossi. La giuria è composta da produttori televisivi e discografici, ed anche quest’anno continua ad avvalersi di eccellenze e figure di prestigio nel mondo della canzone. Presidente di giuria è Massimo Cotto; in Italia il più grande conoscitore della musica pop e rock, giornalista e scrittore, conduttore di programmi radiofonici e televisivi, componente della giuria di qualità del Festival di

Sanremo e presidente della commissione artistica che ha scelto per la Rai i giovani per il festival. Ospite della serata il cantante di fama internazionale Francesco Saracina, per dieci anni leader del gruppo La Vibrazioni; poi ha proseguito la propria carriera come cantautore. Il 24 aprile 2015 Sarcina ha pubblicato il singolo Femmina. Nel giugno 2015 ha partecipato alla terza edizione del Coca-Cola Summer Festival con Femmina, ottenendo una nomination per il Premio RTL 102.5 Canzone dell’estate. In agosto 2015 ha pubblicato un’altro singolo dal titolo Parte di me. Presenta la serata Daniele Battaglia, ben noto a Morciano per essersi più volte esibito. L’evento è stato organizzato dall’associazione Musicale “On Broadway” di Morciano presieduta da Symon Soprani (anche direttore artistico del festival), in collaborazione con il Comune di Morciano. L'iniziativa è nata e prosegue per ricordare Silvano Soprani, prematuramente scomparso; un galantuomo con la passione del canto e della buona musica. Un modo bello per ricordare un amico che è rimasto nel cuore di tutti i morcianesi.

Andare per piante, alberi da frutto e fiori - Tra le grandi attrazioni della Fiera di San Gregorio ci sono le piante, i fiori, gli alberi da frutto. Da anni i vivaisti costruiscono dei “giardini” in alcune strade del paese. C'è anche qualcuno che vende un albero da frutto per un altro, ma poco importa. C'è la sorpresa. L'importante è mettere a dimora qualcosa. Soprattutto se nobile, magari a foglia caduca.


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Il 10 marzo alla Pasticceria “Garden”. Ore 20,30. La poesia, la saggistica, il romanzo, la biografia

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Libri, serata con gli autori - Nove autori e cinque artisti per li'incontro con l'autore. L'appuntamento è il 10 marzo, ore 20,30, alla Pasticceria Garden. Gli autori: CARDELLINI GIULIANO “nel godere dell’amore” (2007) Raffaelli editore, poesia; biografia; CHIARETTI ANGELO “Dante erborista” (2016) Saggistica; DE MARCHI LELLA “Tutte le cose sono uno” (2015) poesia; biografia; DI GIOVANNI SILVIO “Giano bifronte secondo volume” (2016) Edizioni la Piazza, saggistica; FAYAZ HOSSEIN “Potere dei cittadini” (2015) FaYaz Editore, saggistica,; biografia SI LUNEDEI CARLA E D’ALESSIO PASQUALE “Conversazione di acqua e di luce” (2015) Raffaelli editore, presentazione di Ennio Grassi, fotografie; MATTEONI ROBERTO “Miti leggende storia dei popoli del suolo italico” (2015) Edizioni la Piazza, saggistica;

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Circa trecento espositori

Da sinistra: Hossein Fayaz, Silvio Di Giovanni

Da sinistra: Giuliano Cardellini e Angelo Chiaretti

PASQUALE LORO CRISTINA “Il Codice Amazons” (2016) Armando Curcio Editore, romanzo; SEMPRINI CESARI CRISTINA “Anima nuda” (2015) Campi di carta, poesia; biogra-

fia. INTERVENTI: Simona Tebaldi (attrice), Barbara Pecci (attrice), Martina Deluigi (ballerina), Marco Colombari (violino). Simona Tebaldi legge poesie di Giulia-

no Cardellini e di Semprini Cesari Cristina. Barbara Pecci legge un brano del romanzo di Cristina Pasquale Loro e altri. Giuliano Cardellini conduce la serata leggenda alcuni sonetti di William Shakespeare.

- La fiera si è sviluppata su una superficie di circa 160.000 metri quadrati a cui si aggiungono i 20.000 del Foro Boario. Una cinquantina gli espositori che hanno occupato i circa 80 stand allestiti all’interno di Morciano Fiere, mente sono circa 250 gli ambulanti presenti, insieme alle aziende esposto mezzi agricoli, autovetture e veicoli commerciali, vivaisti e tanti altri.

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Negli anni d'oro se ne vendevano attorno ai 300 quintali. Oggi, poche decine CURIOSITA'

Il 12 marzo non è San Gregorio San Magno

Fichi, il classico regalo della fiera

Gregorio

La famiglia Riceci (Archivio Mario Polverelli)

- Non è San Gregorio Magno (Roma 540 Roma 6004) il 12 marzo. E non è uno scherzo di Carnevale, o da pesce d'aprile. Sul calendario cristiano si legge: San Massimiliano. Non sarà prestigioso come Gregorio che è anche uno dei dottori ma sempre un santo è. San Gregorio si festeggia il 3 settembre. - Il fico secco è (soprattutto era) una delle caratteristiche di SanGregorio, detta anche Fiera dei Fichi. Un tempo tutti i visitatori li acquistavano; oggi la stragrande maggioranza degli avventori ne mangia almeno uno ed una confezione la porta a casa. Negli anni d'oro se ne vendevano circa 300 quintali. Una cifra che potrebbe

sembrare alta, ma si era arrivati anche a oltre 500 quintali. Oggi, probabilmente se ne vendono alcune decine di quintali. Originario dell'Asia Minore, Persia, il fico fu introdotto in Italia in tempi remoti; è ampiamente coltivato ma cresce anche spontaneamen-

te sulle rupi e sui muri nelle zone calde. Il lattice ha azione vermifuga e purgativa molto violenta e pericolosa. Esternamente invece è adoperato per far sparire le verruche e i porri. Le foglie di forma ovale cuoriforme hanno un lungo picciolo e sono divise in lobi con il margine dentato. Ottimo lassativo e digestivo.


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Speciale San Gregorio

Idea e finanziamento del Lions Club Valle del Conca. Partecipano decine di studenti

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Manifesto Fiera, da sette anni esce dal Fellini Foto di gruppo con il vincitore Michele Nicolini (al centro) insieme (da sinistra) a Claudia Corsini (assessore al Commercio ed Eventi), Gianfranco Sanchi (presidente Lions Club), Claudio Battazza (sindaco di Morciano) e Federica Giannei (assessore alla Pubblica istruzione)

GIOVANI

- Il manifesto della Fiera di San Gregorio nasce nei giovani dell'istituto d'arte Fellini. Quest’anno hanno partecipato gli studenti delle classi 5C, 4E e 4C, con i docenti di progettazione e laboratorio Loredana Maggini, Diana Sorini e Roberto Caldari, con la collaborazione del tecnico grafico Davide Fraternali e con il coordinamento di Ileana Belluzzi; il tutto con la supervisione del preside Paride Principi. Il progetto, sponsorizzato per il settimo anno consecutivo dal Lions Club “Valle del Conca”, offre l’opportunità agli studenti di seguire un percorso che li prepara al mondo del lavoro e che richiede conoscenze

precise: rispetto delle richieI riconoscimenti sono anste della committenza, ca- dati ai primi tre classificati, pacità di raccolta dati, ana- che sono nell’ordine: lisi e sintesi, rielaborazione 1. Nicolini Michele dati in modo personale e (4C) creativo. 2. Sula Milano Melani

(4C) 3. Limongello Claudia (5C) I lavori sono stati giudicati e scelti da una commissione presieduta dal maestro d’arte Angelo Andreini. La breve relazione di Michele Nicolini che motiva il suo lavoro. “L’immagine rappresen-

ta chiaramente la città di Morciano con i suoi simboli: la Torre Civica e la Torre dell’Orologio. La stilizzazione di questi elementi rimanda alla Pop Art, così come la scelta dei colori, vivaci, forti e intensi. La giostra, in particolare, ci ricorda l’allegra atmosfera della festa di paese. L’immagine è di forte impatto visivo ed estremamente comunicativa, in linea con le indicazioni di questa Avan-

guardia. “La collaborazione tra amministrazione comunale, Liceo Artistico Fellini e Lions Club Valle del Conca – dichiarano il sindaco Claudio Battazza e il presidente del Lions Club Valle del Conca Gianfranco Sanchi – rappresenta una sinergia virtuosa per il nostro territorio che porta gli studenti a partecipare concretamente al lavoro dell’amministrazione per quello che è il suo appuntamento annuale più importante: la Fiera di san Gregorio; e su questa strada vogliamo proseguire anche nei prossimi anni”.


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San Gregorio è anche un grande contenitore di attività varie per famiglie e ragazzi

L'altra Fiera: cucina, creatività, mostre... - La Fiera è anche molto altro: creatività, mostre, curiosità. Laboratori Laboratori e incontri dedicati agli appassionati del fai da te, di arte e di cucina. “La fiera di … Gregorio” ore 16-18. Laboratori per bambini e adulti a cura dell’Associazione “Il Giardino delle Idee” Martedì 8 – “W la giostra!” (per bambini) Mercoledì 9 – “Bubu…settete!” (per bambini) Giovedì 10 – “Portafortuna” (per adulti) Scuola in…cucina Dalle ore 16,30 alle ore 19,30 – Area incontri a cura di IPSSAR Severo Savioli di Riccione. Per gli amanti della cucina, grandi e piccoli, le attività e i laboratori proposti dalla scuola alberghiera di Riccione, coordinati dal Prof. Massimo Corvino Domenica 6 – Corso di pa-

sticceria per la prima colazione Lunedì 7 - La gara dei tortelli tra alunni del primo anno di scuola alberghiera Martedì 8 - Impariamo a fare i primi piatti - corso per tutti con degustazione Venerdì 11 - la gara degli strozzapreti per ragazzi di prima media Sabato 12 - La torta del mio compleanno la faccio io – corso per tutti Paola Ceccarelli, scultrice. Mostra d’arte: “Donna, Acqua, Terra”. Preso le antiche scuderie della Residenza La Madonnina, e in Via Borgo Mazzini 23. Degustazioni guidate Il 5, 12 e 13 marzo dalle 11 alle 12, i ristoranti della Valconca propongono una rassegna di degustazioni gastronomiche guidate accompagnate da una selezione di vini a cura del Presidente dell’Associazione Ristoratori Valconca Mario Celotti:

- sabato 5 marzo ristorante “Il Ciccio” - sabato 12 marzo ristorante “Di Paoli” - domenica 13 marzo ristorante “Locanda di San Pietro” Radio Sabbia Live – Area Morciano Fiere Un vero e proprio studio radiofonico, allestito da Radio Sabbia, per vivere e raccontare in diretta le emozioni dell’antica Fiera di San Gregorio Tutti in giostra Le vecchie giostre quando c'erano ancora i filari delle viti Un vero e proprio paese dei balocchi per divertimento di grandi e piccini, con nuove e animazioni, musica e spetta- riera si è sempre occupato di coli da scoprire in ogni angolo temi ed emozionanti attrazioni sociali. della fiera-mercato e del cen- Dal 1991 ad oggi ha seguito Il Villaggio Fantasia Una varietà infinita di og- tro della città con occhio critico e grande getti creati dalle abili mani delimpegno le continue ondate Mostra ‘Storie di migran- migratorie che hanno interesle creatrici d’opera morcianesi e di tutta la Valconca, è ti’ sato il Mediterraneo. Dal 9 al 13 marzo dalle In questi due ultimi decenni ha protagonista di un ampio spazio riservato a chi si dedica 10,30 alle 13,00 - ingresso gra- documentato gli sbarchi e le con passione all’arte del tuito - Sala Lavatoio tragedie umane, raccontato lo Livio Senigalliesi è uno dei sfruttamento dei migranti nelle découpage, dello stencil, dell’uncinetto, del fare a maglia, più noti fotoreporter italiani. campagne dei sud Italia ma della pittura, della ceramica… Nel corso della sua lunga car- anche il positivo inserimento

dei rifugiati nelle nostre città. Le migrazioni sono divenute un fenomeno di portata storica che Senigalliesi porta anche nelle scuole con adeguati progetti didattici. Le mostre, i libri e i dibattiti pubblici sono diventati un modo per fare cultura e sensibilizzare giovani ed adulti ai temi dell’attualità. Ulteriori informazioni tramite il sito web www.liviosenigalliesi.com.


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Presso la residenza “La Madonnina” (vicino suore di don Masi), casa padronale costruita nel 1746 e da poco divenuta struttura ricettiva con appartamenti d’epoca

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“Donna, acqua, terra”: le sculture della Ceccarelli in mostra - Paola Ceccarelli, rinomata scultrice riminese, in mostra per tutta la durata della Fiera di San Gregorio all’interno delle antiche e suggestive scuderie della Residenza “La Madonnina”, casa padronale costruita nel 1746 e da poco divenuta struttura ricettiva con appartamenti d’epoca. Già palcoscenico nel 2015 delle opere di Umberto Corsucci, quest’anno avrà il privilegio di custodire le sculture della Ceccarelli, famosa per le numerose opere in piazze e chiese di tutta Italia. Dopo Castel Sismondo a Rimini, e le Cantine del Bramante a Loreto, la scultrice porta la sua mostra, “Donna, Acqua, Terra”, all’interno della fiera più antica della Valconca. I muri in cotto e pietra e la pavimentazione in acciottolato di fiume delle scuderie ben si prestano con i soggetti dell'artista. I visi scavati dai chiaroscuri, le atmosfere tra il sacro e il rurale delle creazioni

DIALETTO

Il manifesto della mostra

Momento della commedia

re a casa: un ritorno in se stessi. Messaggio anche al centro della Residenza “La Madonnina, visibile nell’arredamento tra fine ‘700 e inizi ‘900 e nella struttura interna perfettamente conservata. E' una mostra piena di emozioni e sensazioni che non perderà occasione per lasciare a cuore aperto.

della Ceccarelli, ricordano un’umanità che ha messo da parte e dimenticato le radici della propria cultura. “Donna, Acqua, Terra”, racconta l'artista: “Nasce dal-

l’urgenza di riprendere in mano la propria ‘materia’ del nostro essere uomini, ciò che ci costituisce”. Più che una mostra quindi, è un cammino che ti fa rientra-

Residenza La Madonnina si trova in Via Borgo Mazzini, 23 a Morciano (affianco le Suore di Don Masi). La mostra, a ingresso libero, è aperta dal 5 al 13 marzo, dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19.30, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.

Noi ci proviamo, dialetto in scena - Ormai è una tradizione per Morciano che in Febbraio l’Associazione Culturale “Noi ci Proviamo ...” porta in scena una commedia dialettale sempre nuova, così e stato anche quest’anno. Il Titolo della Commedia è “ Te da capì”, due atti scritti da Giordano Leardini e diretti da Giuseppe Cavalli (detto Pedro) e Giordano Leardini. E' una compagnia anomala perché non porta in scena la solita commedia dialettale romagnola vecchia maniera, ma cerca di portare sul palcoscenico temi attuali, della vita di tutti i giorni, di famiglie normali se si passa l’espressione.

Quella di quest’anno tratta due temi forti e scottanti in cui molte famiglie si potrebbero identificare. Non si può raccontare la trama perché svelerebbe tutto. La prima rappresentazione è stata fatta a Morciano al Centro Parrocchiale il 27Febbraio, a Montefiore. Il 6 Marzo appuntamento al Padiglione Fieristico per la Fiera di San Gregorio. Gli interpreti: Giuseppe Cavalli (Pedro), Giordana Amadei, Marco Pratelli, Daniele Ravaioli, Cristiano Biondini, Paolo Scaramucci, Laura Leurini, Umberto Piccioni. Suggeritrici: Nives Palazzi, Marinella Leardini.


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Questa pagina ricorda Tullio Becci scomparso prima del tempo nel dicembre 2004 in un banale incidente

‘Nella natura le fiabe della terra’ - Tullio Becci è morto il 24 dicembre del 2004 per le conseguenze di un banale incidente stradale; venne urtato da uno specchietto a bassa velocità. Aveva 80 anni. Originario di Sestino (Arezzo), giunse a Morciano come operaio alla Ghigi. Per diletto cantava (faceva parte del Coro Città di Morciano), scriveva (pubblicato due libri). Persona buona, per molti anni per la Fiera di San Gregorio era solito regalare ai lettori della Piazza una delle sue poesie che raccontano la natura con i colori del cuore: semplici, avvolgenti e dirompenti pennellate. Capisci che le devi stare dentro: madre terra è la culla. Per ricordarne la figura, dalla scomparsa, pubblichiamo una delle sue poesie per San Gregorio. L’articolo con il quale Carla Chiara presentava il libro di Becci appena uscito nel febbraio 2004.

di Carla Chiara

sono particolari che sfuggono, o sembrano irrilevanti, e invece valgono la pena di essere sottolineati. Pagina novantasei: "Le mani" - Pietra su pietra i versi "ri-costruiscono" le sette meraviglie del mondo antico come conforto e testimonianza dell'incessante lavorare dell'uomo. Pagina ventotto: "Lo scricciolo" Malizioso e curioso nel suo coraggio di "vo-

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LA POESIA - SCELTA DA KADIM

Tullio Becci

IN RICORDO

- I colori sono pastello, il tratto gentile. Un'attenzione genuina e rispettosa alla vita con parole per le storie, i sentimenti, le cose. Due “dee”: flora e fauna. Il ritmo interiore è offerto con semplicità affettuosa. Come a dire:- Non ho nulla da insegnare se non la bellezza dell'“accorgersi”. L'invito è generoso: a non distrarsi, a rileggere quel che succede, perché ci

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lare alto", più alto dell'aquila: in vedetta, acquattato sulla schiena dell'ardito rapace. Pagina ventidue: il martello pneumatico e il Picchio! Una identica ostinazione sonora. Nella simile reciproca fatica sta l'orgoglio di iniziare tutto dalle fondamenta.Così, è abbastanza chiaro, che non avrà mai le ali chi dimentica le radici.

Le radici, per Tullio Becci, sono nella Madre Terra - violentata, prosciugata, certamente, ma che sa esprimere ancora tutta la sua solennità religiosa Il passato porta al futuro: siamo in un laboratorio dove le generazioni, come i mesi dell'anno, possono e devono impegnarsi ad offrire autentici frutti di stagione. L'occhio, che sa vedere il quotidiano, avrà sempre l'orizzonte più vasto, nel quale, anziché perdersi, cercherà l'infinito del piccolo. Il libro ha il profumo d'inchiostro del quaderno di "bella copia" e in calligrafia...

Illustrazione di Angelo Leoni

Aprile Io sono aprile: è dolce il mio tepore, essendo il meglio della primavera. Con la Resurrezione del Signore germoglia lieta la natura intera. Risplendono i giardini tutti in fiore con l’usignol che canta a tarda sera; quando ti sveglierai da un buon riposo tutto sarà per te meraviglioso.


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Boccioni, Pomodoro, il russo Tsereteli, Bardeggia, Corsucci, il Mercurio copia del Giambologna

Morciano, città d'arte di valore assoluto - Scoprire le bellezze di Morciano per San Gregorio: non andare solo per giostre e bancarelle ma alzare gli occhi ed osservare. Questo tour storico-artistico non può che partire dall’abbazia di San Gregorio (informazioni a pagina 3 di questo inserto), all’ingresso del paese, da Cattolica verso Monte. Dentro il paese, dopo la pasticceria “Garden” si trova un gruppo di case del ‘700: eleganti, belle. Borgo Mazzini: una testimonianza di valore. Qualche metro dopo, sempre sulla destra, si trova l’oratorio del Sacro Cuore delle suore di don Masi. Di svettante bellezza il campanile fu costruito nel 1928. E’ solo, la chiesa, per mancanza di fondi, non venne mai costruita. Qualche metro dopo l’oratorio, sulla sinistra si apre piazza del Popolo. Da ammirare: la statua del Mercurio, copia del Gianbologna. Davanti alla quale stanno il palazzo comunale: linee classiche. Accanto si trova quella che fu

Il monumento, “Sviluppo di una bottiglia nello spazio” (cm 32,3 cm, 1913) di Umberto Boccioni davanti alle poste di Morciano. L'originale si trova al Museo del Novecento a Milano. E' uno dei maggiori monumenti del paese. Fu colato da Umberto Corsucci, oltre che scultore raffinato artigiano

NUMERI

la casa del fascio. Costruita durante il ventennio, forme metafisiche, la facciata è impreziosita da un balcone il cui parapetto è un altorilievo di valore che racconta la civiltà contadina. Dalla piazza si entra nella Morciano vecchia. Oggi, le abitazioni sono state ristrutturate quasi tutte. Il gioco dei colori e l’elegante semplicità fanno bene all’anima. L’edificio privato più importante è l’ex pastificio Ghigi, sui muri porta ancora le scritte aziendali. Qui, da visitare: la parrocchiale di San Michele (ultimo ampliamento del 1840), la torre civica, l’oratorio della Beata Vergine delle Grazie, detta chiesina di don Ferrante

(XVII secolo). Si lascia la Morciano vecchia attraverso un grande arco con sopra le abitazioni, dove è posta una targa a ricordo del passaggio morcianese di Garibaldi. Fuori c’è la Morciano dalle strade larghe,

simmetriche, di pianta romana. Sono nate dagli orizzonti alti di Diomede Forlani (vissuto a cavallo tra l’800 ed il ‘900), un geometra morcianese che prestò servizio a Torino, prima di ritornare a casa. E furono proprio le arterie tori-

nesi, che si rifacevano a Parigi, ad essere catapultate a Morciano. Sullo scacchiere forlaniano c’è Morciano: con tante abitazioni a due piani di notevole fattura, interrotte qua e là da un po’ di vetriolo negli

anni Settanta ed Ottanta. L’edificio principe è la facciata ad angolo della filiale della Banca Popolare Valconca. In via Diomede Forlani, si apre piazza Boccioni. Dove si trova un monumento di bronzo di Arnaldo Pomodoro. Davanti alle Poste il monumento di Umberto Boccioni (colata da Umberto Corsucci). Altra tappa potrebbe essere il parco pubblico della Panoramica. Qui è collocata una statua di bronzo di padre Pio. Opera a cera persa di Umberto Corsucci. Infine, si potrebbe chiudere il tour davanti alla Ghigi, dove lo scorso anno è stato collocato il bronzo del russo Zurab Tsereteli.


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Cartellone Eventi

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Sabato 5 marzo Ore 21 – Morciano Fiere – Area spettacoli In…canto a Morciano 2016 – concorso nazionale per voci soliste e gruppi vocali. VI edizione – Premio canoro Silvano Soprani La serata è condotta da Daniele Battaglia, ospite d’eccezione Francesco Sarcina (leader “Le Vibrazioni”) ed una giuria composta da importanti esponenti della musica e della canzone, presieduta da Massimo Cotto. Direttore d’orchestra Daniele Rossi, Direttore Artistico Symon Soprani.

Anni '50. Il compianto Gianni Romani mascherato per attirare i clienti alle bancarelle di fichi

Giovedì 10 marzo Ore 9,30 – Morciano Fiere Le voci del Gobetti – De Gasperi Spettacolo musicale, dei ragazzi dell’istituto superiore Dalle 16 alle 18 – Morciano Fiere Il biologico oggi nella filiera agroalimentare del nostro territorio Convegno organizzato dall’ISISS “Gobetti – De Gasperi” di Morciano di Romagna Ore 18 – Chiesa Parrocchiale. Santa Messa Ore 21 – Morciano Fiere – Area Spettacoli Yes! Pazzi matrimoni a New York

Domenica 6 marzo Ore 10 – Piazza del Popolo Inaugurazione Fiera di San Gregorio Il corteo delle autorità politiche, civili e militari, accompagnato dal corpo bandistico ‘Amarcord Concert band’ di Morciano, percorrerà le vie della città per presenziare al taglio del nastro che darà il via ufficiale all’antica Fiera di San Gregorio. Dalle 9 – Parco Conca Dimostrazione di raccolta del tartufo con cani addestrati Ore 9,30 – Parco del Conca Via Stadio ‘Morciano e i suoi mulini, storia di una città e del suo fiume’. L’associazione ‘A passo d’uomo’ guiderà i partecipanti alla scoperta del territorio seguendo le tracce dei vecchi mulini. INFO-ISCRIZIONI info@apassoduomo.org www.apassoduomo.org

Venerdì 11 marzo Ore 16,30 – Biblioteca comunale Un giro al luna park Letture e laboratori per bambini dai cinque anni Ore 20,45 – Morciano Fiere 7.ma Rassegna Corale Nazionale “Antica Fiera di San Gregorio”

Lunedì 7 marzo Dalle 10 alle 12 giostre gratis per i disabili Ore 15,30 – Morciano fiere A scuola con Simone Finetti (concorrente di Masterchef 4) Conferenza sulle specialità enogastronomiche della Valconca ed il fantastico show coking diretto da Simone Finetti, concorrente della 4^ edizione di Masterchef Italia, in sinergia con l’Istituto comprensivo “Gobetti – De Gasperi” di Morciano e l’Istituto alberghiero ‘Savioli’ di Riccione. Ore 21 – Morciano Fiere – Area spettacoli Ladri di carrozzelle. Spettacolo musicale proposto da un gruppo di amici costretti in carrozzina da una malattia genetica che esprimono il proprio talento esibendosi sui palcoscenici di tutta Italia.

Martedì 8 marzo Ore 17 – Biblioteca comunale Donne tra le pagine. Piccola maratona di lettura dedicata alla donna; al termine, alle ore 18,30 ‘aperitivo in rosa’ preslo lo stand dell’isti-

Sabato 12 marzo Dalle 9 alle 17,30 – Foro Boario XIV Mostra provinciale bovini di Razza Romagnola iscritti L.G. tuto alberghiero al padiglione fieristico. XXIV Mostra Mercato del Cavallo e Mostra Ovini Ore 21 – Morciano Fiere – area spettacoli Dalle ore 16 alle 19 – Morciano Fiere – stand Comune di Morciano Viaggio nel tempo. Saggio-spettacolo di danza degli allievi e allieve Annullo Postale da collezione del Centro Danza La Plume di Morciano Ore 20,30 - Morciano Fiere La Notte del Ring – Memorial Pandolfini

Mercoledì 9 marzo Dalle 16 alle 18 – Morciano Fiere Caratteri sensoriali dei principali vini locali Convegno sul tema del vino organizzato dall’ISISS “Gobetti – De Gasperi” di Morciano di Romagna Ore 21 – Morciano Fiere Divertimento assicurato Spettacolo di comici di Colorado e Zelig, Steve Vogogna e Francesco Rizzuto

Domenica 13 marzo Dalle ore 9 alle ore 17,30 – Foro Boario XXIV Mostra Mercato del Cavallo, Mostra Ovini e fattoria didattica Dalle 9 alle 19 – Palasport Pedriali. 7 Memorial Conteduca – Karate Dalle ore 9 – Palestra comunale Torneo di badminton organizzato dalla Palestra Ricci Ore 21 - Morciano Fiere Orchestra Spettacolo Frank David


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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE

Da secoli di padre in figlio: i Cipriani, i Ghironzi (con un vestito confezionato un centinaio d'anni fa), i Piccari, i Forlani...

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MONTEFIORE

Venerdì Santo, il funerale di Cristo MONTEFIORE

- Centinaia di persone che nel silenzio di se stessi si inchinano e baciano il Cristo Morto di legno che il mattino prima, da tradizione, viene lavato col latte appena munto. E' un rito che si ripete da secoli. Che non si è mai interrotto; neppure durante gli anni più bui della Seconda guerra mondiale. La processione si teneva di giorno per via delle luci, facile richiamo per i bombardieri. Così si chiude l'antichissima processione montefiorese che narra il “funerale di Cristo”. Un rituale che, pur con qualche difficoltà, le vecchie famiglie (Cipriani, Ghironzi, Piccari, Forlani...) con nobile orgoglio, continuano a riproporre da quasi quattrocento anni. L'appuntamento è la sera del Venerdì Santo, il 25 marzo, dalle 21,30. Sale, a Montefiore, il classico bagno di folla per la suggestiva rievocazione della discesa dalla vetta del Monte Golgota, identificato sulla collina montefiorese dove troneggia semplice non meno che elegantissima chiesa dei cappuccini. La salma di Cristo viene portata verso il Santo Sepolcro; ricostruito all’interno della chiesetta dell’Ospitale. La cerimonia della Passione, le cui confraternite richiamano i rituali andalusi della Settimana Santa, è mantenuta viva grazie all’atti-

Un momento della rappresentazione (Foto Mario Polverelli)

va partecipazione delle famiglie che si passano il testimone da generazioni. Una tradizione nella tradizione quella, che si tramandano i panni delle confraternite della Buona Morte: le cappe nere, della Santissima, le cappe bianche... Di indubbia suggestione la partecipazione di un componente della famiglia Cipriani, colui che calza i panni del Cireneo, il portatore della pesante Croce di legno e che procede scalzo lungo la via in pietra. La Croce, da tempi lontanissimi, la portano i Cipriani. Nell'ultimo quindicennio l'onore è toccato a Roberto, subentrato al padre nell’indossare la tunica rossa della fi-

gura più drammatica della Via Crucis. Quest'anno tocca al cugino Giacomo. Altra saga familiare, è quella dei Ghironzi. Non abitano più a Montefiore, ma ci fanno ritorno per la Processione. Il capo della Confraternita della buona morte è affidato ad un giovane componente della famiglia che indossa una tunica, impreziosita dall’antica cintura con un teschio dipinto, confezionata circa cento anni fa. Aperto dalle tarabaccole (strumento musicale al posto delle campane legate per il lutto), il corteo con gli angeli, i soldati romani, le Tre Marie, i tre apostoli (Pietro, Giovanni e Giacomo), cappe nere, cappe bianche, parte dalla chiesa

dei Cappuccini alle 21,30. Scende verso la parrocchiale di San Pietro, dove arriva dopo circa un'ora e mezza. Qui una breve benedizione; poi il Cristo viene condotto al Sepolcro (la chiesetta dell'Ospitale). La cerimonia inizia il giorno prima, quando nella chiesa dei cappuccini vengono portati i cosiddetti Misteri (i dai, la corona di spine, il panno con cui Veronica asciugò il Corpo insanguinato, la lancia con cui fu trafitto, la spugna imbevuta nell'aceto, il gallo che cantò tre volte, la mano con cui venne schiaffeggiato, i bastone della fustigazione, i chiodi della crocifissione, la scala per deporlo dalla Croce...) La manifestazione religiosa di Montefiore, il cui significato “popolare” è “legato ai riti della tradizione”, veniva sottolineato anche da quella mente raffinatissima di don Giorgio Terenzi, il prete intellettuale, che da qualche anno è ospitato alla Casa del clero a Rimini. Una rappresentazione dal fascino antico che vede ricompensati i partecipanti con un gesto assolutamente arcaico: un tozzo di pane benedetto.

La grande lirica a Montefiore. La giapponese Suzuki e il riccionese Pasolini

Tomoe Suzuki e Gian Luca Pasolini

- La grande lirica al teatro Malatesta di Montefiore. Continua la collaborazione dell'Accademia dell'Arcangelo, associazione culturale di divulgazione musicale e lirica, con il comune di Montefiore iniziata proprio un anno fa con l'evento “Femminea Immago”, giunto quindi alla seconda edizione. Anche quest'anno L'accademia si pregia della presenza del soprano giapponese, docente associato di canto presso la prestigiosa università di Showa di Kawasaki in Giappone, Tomoe Suzuki. L'artista si esibirà in un concerto con la partecipazione del prestigioso tenore Gian Luca Pasolini l'8 Marzo in occasione della

Bacchini, premiato al Sana come

festa delle donne. La serata è gratuita ed è in cartellone alle 21 presso il bellissimo teatro comunale Malatesta. Pasolini è appena tornato dal Giappone; a Tokyo e Toyama ha cantato Junior Butterfly Domenica 6 marzo, alle 17.30, sempre nello stesso luogo, è previsto lo spettacolo concerto “I Deliqui Musicali” (rimembranze della signorina Adelaide di suo fratello e strane evocazioni liriche). Una serata dedicata alle grandi arie della lirica eseguite dagli allievi accademici e supportate dalla verve comica della attrice Della Del Cherico. Concerto sottolineato (e non solo musicalmente) dal pianista Ludovico Buonamano.


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Passi al bar per il classico caffè. Gli sfottò degli juventini vincenti e la signora che perde la pazienza e spruzza candeggina

MONTEFIORE

I borghi più belli d'Italia, l'Italia delle mille sfumature - Il sindaco di Montefiore Wally Cipriani ha scritto al presidente dei Borghi più belli d'Italia (l'associazione reca anche Montefiore). Il presidente ha scritto una lettera a Piero Fassino, sindaco di Torino, nonché presidente nazionale dei comuni italiani. Ecco la lettera.

- Caro Presidente (onorevole Piero Fassino, presidente Anci, Associazione comuni italiani), il successo turistico nazionale e internazionale e la elevata valenza culturale raggiunta dal Club de “I Borghi Più Belli d’Italia”, promosso nel 2001 dalla Consulta del Turismo dell’ANCI, dimostra quanto sia alta nel nostro Paese, la capacità di competere basata sulla bellezza delle proprie identità uniche ed irriproducibili. I comuni certificati nel “Club”, attraverso una rigida e rigorosa selezione, rappresentano oggi la nuova frontiera dell’offerta turistica nazionale di cui il Ministero dei Beni e le Attività Culturali e del Turismo e l’ENIT, il Ministero dello Sviluppo Economico e l’ICE, molte Ambasciate ed anche il sistema delle Regioni ne hanno preso piena consapevolezza sulla base dei positivi risultati acquisiti durante questi 15 anni di intensa attività di valorizzazione e promozione della rete di questi piccoli comuni. Questa realtà, caro Presidente, si è plasmata grazie ai piccoli comuni di cui è composta, attraverso slanci di vitalità progettuali voluti di volta in volta dai rispettivi Amministratori, ovvero dalle classi dirigenti componenti le Assemblee Elettive dei singoli territori e dal volontariato. Non sarebbe stato possibile costruire la bella realtà dei “Borghi” senza l’impegno profuso dai Sindaci, dagli amministratori e dai cittadini fortemente ancorati alle

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loro tradizioni e all’essere “Comune”. Questa è la nostra Italia. Questa e l’Italia delle mille sfumature, delle peculiarità e delle identità che, in ogni campo, si trovano intatte soprattutto nei piccoli centri. Ecco perchè, caro Presidente, mi permetto di chiederLe di svolgere ogni possibile azione tesa alla salvaguardia di questo grande patrimonio che viene messo in pericolo per effetto di annunciate iniziative legislative, influenzate prevalentemente da valutazioni economicistiche presuntivamente efficienti, finalizzate a cancellare, per legge, queste preziose identità. Caro Presidente, se si deprimono le élite locali, una volta non più responsabili dell’interesse pubblico delle piccole ma preziose realtà locali privilegiando il processo di razionalizzazione amministrativa, si rischia non solo di non ottenere significative riduzioni di spesa pubblica (vedasi la recente relazione del Presidente della Corte dei Conti), ma si andrà certamente a depotenziare la competitività del Paese che, lo ripeto, è unica nel mondo per originali profili identitari supportata dall’autonomismo territoriale. Confidando nell’attenzione che vorrà riservare a queste schematiche considerazioni La ringrazio e La saluto con stima. Fiorello Primi, presidente I Borghi Più Belli d’Italia

‘Tranquilla’ mattina di lunedì - È un tranquillo lunedì mattina, passi al Bar per il primo caffè della settimana pronto al primo sfottò dello juventino che naturalmente ha vinto anche ieri mentre a te che tifi Inter è andata al solito. Ti stupisci quando scopri che per una volta il calcio non è l’argomento principale. La stampa locale riporta l’ultimo fatto accaduto proprio li dove abiti. Oddio, speranzoso accendi il dubbio; che il cogeneratore sia finalmente partito e i benefici derivanti dalla sua installazione siano solo con qualche mese di ritardo finalmente appannaggio clementino? Oppure chissà, è stato trovato il sistema per coprire i cumuli di inerti della immensa discarica vicina al centro sportivo, regalata al paese da ignoti amici consci degli immensi vantaggi economici derivanti per la collettività di questa installazione (prima o poi ce li spiegheranno speriamo). Quindi la polvere non si solleverà più da quella attività così vicina al centro abitato? O anche molto meno: il nostro paese è preso ad esempio perché gli idioti del “solo per un minutino” non occupano più il parcheggio riservato ai disabili lasciando liberi quelli per i “normali” a pochi metri di distanza? Ma va laaaa!!! Niente illusioni. L’attenzione per il nostro comune oggi deriva da una piccola quanto incresciosa bega condominiale: qualcuno per liberarsi dalla chiassosa presenza di un gruppo di ragazzi che, chissà, forse esageravano in esuberanza, ha pensato bene di riempire un secchio di candeggina, però profumata, e tirarglielo. Urla, Carabinieri, minacce, il tutto era ora diventato chiacchiericcio da bar e surclassava tutto il resto dell’accaduto nel mondo. Sull’atto non vogliamo assolu-

tamente disquisire non conoscendo né la situazione, né i pregressi. Però ci piacerebbe leggere questo piccolo fatto di cronaca come un campanellino d’allarme lanciato ad un paese e ad un tessuto sociale che non sanno crescere. San Clemente per ora ha recuperato un certo decoro nel solo capoluogo, ma per le sue frazioni non sembra ancora avere una crescita derivante da un progetto ben definito, da una idea chiara di sviluppo sociale ed urbanistico. Qui vivono la loro vita adolescenti che non hanno un punto d’ incontro dove ridere, scherzare; ascoltare musica possa non dare fastidio. Né forme di associazione che possano aiutare a fare capire ai più irrequieti che quando Martin Luther King disse: “La mia libertà finisce dove comincia la vostra”. Del resto gli adolescenti di oggi stanno vivendo l’unica adolescenza della propria vita, non li si può ingabbiare in una visione troppo personale, del giusto o sbagliato, o in regole troppo rigide. Ma questo episodio è sintomatico di un tessuto sociale debole, di una realtà divisa che non si amalgama, non si integra e non si ama. È davvero fastidioso continuare a sentire quel

noi/voi tra i vecchi abitanti e i nuovi venuti, quella continua lamentela su quello che manca spesso fatto da chi in realtà è scappato da dove aveva ancora meno contrapposto alla melanconica tardo nostalgica frase dell’”Una volta si stava meglio”! Difficile che questo lungo paesone sviluppatosi lungo la Riccione Tavoleto, pensato più per i costruttori che per gli abitanti, dove scarseggiano i parcheggi, dove i parchi vengono visti come latrine per il proprio cagnolino di razza, o per luoghi di sfogo per ragazzi ritenuti liberi di rompere i giochi per i bimbi, deturpare panchine, sporcare in vario modo e agevolare il degrado di fontane peraltro non funzionanti, possa cambiare se non cambiano le persone che ci abitano. Ciascuno dovrebbe sentirsi coinvolto in senso positivo e non sentirsi solo giudice perché credo che non ci sia peggior giudice di chi giudica se stesso. Un esempio lo si può trovare facilmente sui gruppi Facebook dedicati al luogo abitato che fioccano in rete: leggere certe cose dimostra quanta ignoranza ci sia nella conoscenza delle normali regole di convivenza, ma chi le posta, spesso carnefice, si sente addirittura la vittima. Il bar, Facebook, il social di un

tempo e quello di oggi. Visto che il dialogo aiuta a crescere sarà possibile trovare una via di mezzo che aiuti tutti a sentirsi cittadini e provi (lasciate stare le percentuali di speranza) a fare sembrare ogni modesta frazione di periferia un paese con gente che ha interessi comuni? Qualcosa che giri al di fuori della politica (per carità, non mi azzardo) ma dentro la società, qualcosa di propositivo che faccia sentire i cittadini parte di qualcosa e non destinatari di modeste elemosine, qualcosa da cui possano nascere idee per lo sviluppo del paese, idee per motivi d’incontro, idee per imparare a sopportarci. Qualcosa per cui alla fine la candeggina non finisce nei secchi e sugli abiti dei ragazzi, ma che possa portare anche tra loro a qualcuno che dica ascoltato: “Dai, diamo fastidio, spostiamoci!”. Qualcosa per cui i giornali locali si ricordino dei luoghi anche in positivo o non edulcorino l’evidentemente negativo in ossequio al solito amico. Dura, vero? Ma per dirla con Jovanotti, “non c'è montagna più alta di quella che non scalerò, non c'è scommessa più persa di quella che non giocherò” e ognuno nel suo piccolo luogo e per quello che può dovrebbe provare a fare qualcosa. Sempre per dirla col titolo della canzone bisogna farlo. “Ora”! Claudio Casadei

SAN CLEMENTE

Fabio Menghi

SAN CLEMENTE

- Prima l'intrattenimento con la maga Gina. Poi un buffet degno del Paese della Cuccagna. Un pomeriggio da mandare a memoria per gli oltre 150 bambini, i genitori e qualche nonno lo scorso 31 gennaio al Centro sociale Valconca. Gli associati della struttura hanno regalato un Carnevale magico alla comunità. Era la terza edizione. Tutto è iniziato alle 14,30 con le magie “spensierate”; poi via ad assaggiare le prelibatezze: pizzette, palline di cioccolato con dentro le nocciole, riso soffiato, spianata, patatine... Hanno preparato le delizie le signore del Centro. Forte di circa 200 associati, il Centro è una fucina di attività. Appuntamento fisso ogni sabato sera, punteggiano l'anno con una marea di eventi. I prossimi: 8 marzo Festa della Donna, Festa del papà, Festa

Centro sociale Valconca, Carnevale con oltre 150 bambini

Un momento del Premio dello scorso anno

I nonni del Centro sociale Valconca attivissimi nel sociale della mamma, Festa della famiglia. Organizzano anche corsi a tema. In questo momento sono con le “Mani in pasta”. Tre sera-

te per conoscere le proprietà e le lavorazioni delle farine. Lo scorso anno hanno parlato di erbe di campagna. Il Centro è un calei-

doscopio di umanità, che richiama in chiave moderna le atmosfere delle aie della casa colonica.

Menghi, il sogno continua nonostante la caduta - “Visto. Sono più duro dell'asfalto”. Con questo stato d'animo l'ingegnere meccanico Fabio Menghi, debuttante nel mondiale Superbike, si è rialzato dalla pista dopo una caduta ad oltre 200 chilometri l'ora. Si è rotto il bacino, una clavicola e sente male un po' ovunque, come se gli fosse passsato sopra un cingolato d'assalto. Aveva girato sul circuito australiano di Phillip Island con incoraggianti tempi (18.mo). Poi la caduta lo scorso 23 febbraio. Salterà qualche gara, ma ha coraggio e spirito per vedere davvero quanto vale in sella alla Ducati. Da contratto il Vft (Valerio Family Team) deve portare in pista la moto magari con un altro pilota. Caro Fabio, abbiamo ammirato il tuo spirito da cavaliere, che attiene un po' a tutti i centauri ed a molte persone. Per dare agli appassionati, e non solo, certe emozioni ci vuole uno spessore di profonda umanità. Ecco perché gli eroi moderni, in qualsiasi categoria, sono da ammirare. Prima del risultato ci sono le prove di coraggio. Per spostare in là la misteriosa paura dell'uomo.


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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO

Dietro un'associazione che fa cultura e educazione

MONTEGRIDOLFO

Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

Osservatorio Copernico, la Valconca capitale

Via Crucis dalla chiesa di San Rocco al borgo - Montegridolfo, il Venerdì Santo, 25 marzo, alle 21, aspetta i fedeli per la Via Crucis. Le vie, illuminate dalle torce, sono animate da un centinaio di figuranti che mettono in scena la Passione del Cristo sofferente che porta la Croce sino al Calvario. La processione, guidata dal parroco, parte dalla

Chiesa di San Rocco, appena fuori dalla cinta muraria dell’abitato, per terminare nelle vie del centro. La celebrazione di Montegridolfo si rifà ad una tradizione del XVI secolo. La ricorrenza è anche l’occasione per visitare la chiesa di San Rocco. Situata davanti

alla porta del borgo, risale al XIV secolo e conserva opere d’arte di assoluto valore artistico. Tra cui una tela giovanile del santarcangiolese Guido Cagnacci, tra i massimi pittori della storia. In origine, la chiesa di San Rocco si chiamava di Santa Maria, o dell’Ospedale per via del lazzaretto nei pressi.

- Piazza Santo Amato a Saludecio è stata scelta da Radio2 per il collegamento venerdì 19 febbraio durante la diretta di Caterpillar, la trasmissione in onda dalle 17,30 fino alle 19 in occasione di “M’Illumino di Meno”. Lo storico programma ha condotto la dodicesima edizione della più grande campagna radiofonica di sensibilizzazione sul risparmio energetico e la mobilità sostenibile. Per l'ocacsione l’Associazione Gruppo Astrofili “Niccolò Copernico” ha installato in piazza un telescopio a disposizione di studenti e cit-

tadini, e allestito un pannello con la rappresentazione del cielo stellato alimentato con una dinamo della bicicletta “Starbike”. Nella diretta radiofonica i conduttori di Caterpillar hanno intervistato il sindaco Dilvo Polidori. A chiusura della serata, in concomitanza dello spegnimento delle luci, nella suggestione creata in piazza dal lume delle candele, l’associazione culturale “L’Armonda”, ha dato un piccolo omaggio di “letture ad alta voce” di poesie e parole dedicate alla notte e al cielo stellato. Tutto questo

grazie all’osservatorio Copernico di via Pulzona 1708. Scuole L’Associazione Gruppo Astrofili “Niccolò Copernico”, attiva dal 1978, organizza con la collaborazione dell’Associazione “L’Armonda” di Saludecio, un percorso didattico-informativo sull’inquinamento luminoso e sul risparmio energetico, coinvolge tutte le scuole di Saludecio, Mondaino e Montegridolfo. Non sono molti in Italia a vantare un osservatorio in un luogo che è un autentico paradiso senza inquinamenti luminosi.

SALUDECIO

Saludecio, serate col teatro dialettale Saludecio, teatro Verdi

- Cartellone teatrale di Saludecio. Sabato 5 marzo sul palco la Compagnia “Il guitto” di Fano con “A un tir de schiop”, commedia in dialetto fanese di Stefano Guidi per la regia di Alice Guidi. Lo spettacolo è come una gustosa ricetta, con ogni ingrediente al posto giusto: prendete un’antica magione con passaggi segreti e misteriose presenze e aggiungete un castellano pazzo con l’hobby della caccia (all’uo-

mo) e una coppia di violenti criminali appena usciti di prigione. Cuocete il tutto insieme ad una padrona di casa con la memoria a breve termine, moglie e marito alle prese con problemi “coniugali”, una donna di servizio molto “amorevole”, una guida turistica un po’ svanita e una coppia di ignari visitatori. Servite a tavola con una spruzzata di cinquanta... anzi no, cinquantuno boyscout. Et voilà! Ecco pronto uno spettacolo succulento, origi-

nale, pieno di ritmo e colpi di scena. Sabato 12 marzo il sipario si apre su “Una fameja impurtenta”, commedia in tre atti della Compagnia “La Carovana” di Ospedaletto di Coriano, scritta e diretta da Pier Paolo Gabrielli. Questo lavoro trae spunto da alcuni proverbi; “chi troppo vuole nulla stringe” oppure “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” e vuole essere un comico monito a chi per far soldi in fretta e con poca fatica, non guarda in faccia a nessuno, calpestando tutto e tutti pur di raggiungere il suo obiettivo. A chi infatti non piacerebbe fare la bella vita? Ultimo appuntamento sabato 19 marzo con il Teatro “La piccola ribalta” di Pesaro in “Quand el gatt an c’è...”, commedia in dialetto pesarese scritta e diretta da Franco Ferri. Il sipario si alza alle 21.


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La fusione a tre è in dirittura di arrivo. Grandi opportunità di crescere culturalmente ed economicamente

Saludecio-Mondaino-Montegridolfo, tutti assieme appassionatamente - Si avvicina il momento dello scioglimento dei rispettivi Consigli Comunali per procedere alla fusione di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio in unico Comune e così, in preparazione del referendum popolare consultivo fra i loro cittadini per deciderne la fattibilità e la denominazione da assegnare al nuovo Ente Locale (che sarà tale a partire da Gennaio 2017), sulle nostre luminose colline si scaldano i motori! Infatti tra i cittadini c’è un bel vociare sugli storici orientamenti da tenere: i nomi dei candidati-sindaco e dei relativi consiglieri sono custoditi nelle sacre stanze dei partiti politici e dei gruppi di pressione, mentre per quanto riguarda il nome da assegnare al nuovo Comune una prima scrematura è già stata fatta e si profila un interessante ballottaggio fra “Castelli Malatestiani”, “Colline Malatestiane “, “Tre Castelli”, “Cinque Castelli” includendo anche Meleto e Cerreto, oggi frazioni di Saludecio) e “Valtavollo”. Già qualche tempo fa, ho motivato pubblicamente il mio voto favorevole alla fusione come appuntamento irripetibil1e e storico nella vita delle tre Comunità: si tratterà di aria nuova capace di assicurare entusiasmo morale e risorse finanziarie, cioè un vero e proprio trampolino di lancio per fare delle nostre terre una realtà forte e vincente nelle strategie economiche, politiche e culturali da giocare nell’immediato futuro fra Riviera di Romagna ed il cosidetto entroterra. A tal proposito va sottolineato che questa partita non è sfuggita a chi si occupa, a livello superiore, di progetti a medio e lungo termine se, ad esempio, nell’immaginee turistica diffusa alla Borsa Internazionale del Turismo (B:I:T:) di Milano è già scomparsa la separazione fra la

Complimenti ai sindaci che hanno creduto a questo progetto che va oltre il proprio interesse personale COMUNITA' di Angelo Chiaretti Rimini metropolitana ed il suo territorio comunale: l’asso nella manica da giocare nelle avventure per far conoscere la nostra provincia (sic!) si chiamerà unicamente “ bnRimini “ (finalmente! ). Dunque, ora che la fusione è stata deliberata ufficialmente dai tre sindaci (Gnaccolini, Grilli, Polidori ai quali vanno i miei complimenti) e dai loro Consigli, mi piace prendere posizione

Dilvo Polidori, Matteo Gnaccolini e Lorenzo Grilli, rispettivamente sindaci di Saludecio, Mondaino e Montegridolfo circa la denominazione da assegnare al nuovo Comune: ebbene, la denominazione “Valtavollo” mi sembra ottima e la più plausibile sotto diversi punti di vista: - Il fiume Tavollo nasce a

Mondaino, poi scende a valle attraversando il territorio saludecese e lambendo quello di Montegridolfo, per formare infine il porto di Cattolica. - Il toponimo Valtavollo possiede un’immagine

iconografica in grado di fotografare la conformazione del nuovo territorio comunale: una valle luminosissima, incastonata fra morbidee colline verdeggianti e popolate d’olivi (U. Foscolo), che si affacciano sul Mare Adria-

L'INTERVISTA

“Dai sindaci un nobile gesto” - “Il gesto dei sindaci è stato nobile; molto nobile. Dopo un anno dal proprio mandato lasciano per il bene comune. E' un gesto bellissimo, di alta politica”. Luigino Casadei, già sindaco di Mondaino dal 2004 al 2014, è uno dei fautori della fusione a tre e oltre. Racconta: “La fusione è fatta. Ora la parola spetta ai cittadini; speriamo di raggiungere almeno il 60 per cento dei sì. Mi aspetto anche qualcosa di sorprendente. Dobbiamo essere anche bravi noi politici a argomentare. Non partendo

però dai 15 milioni di trasferimenti straordinari che arriveranno nelle tre comunità in un decennio, ma dal fatto che insieme si riusciranno a dare ai cittadini servizi fondamentali che latitano. Ad esempio, oggi a Mondaino la segreteria e l'anagrafe, per una serie di vicissitudini, sono aperti due volte la settimana”. “In questo momento - continua Casadei - da anni volontario nella Croce Rossa - i comuni non sono mai autosufficienti. I futuri amministratori dovranno sottoscrivere una convenzione con altri enti per una serie di servizi come

TREBBIO DI MONTEGRIDOLFO - Via Botteghino 61 - Tel. e Fax 0541/855134

Luigino Casadei, ex sindaco di Mondaino

il sociale, ad esempio. Neppure Morciano e San Clemente, sul sociale, possono fare da sole. La Valconca dovrebbe consorziare molteplici attività con un piano serio di vallata. Insomma, la fusione non è un punto di arrivo ma solo la linea di partenza”. “Vorrei fare un plauso, chiude l'ex sindaco, saludecese giunto a Mondaino per matrimonio ai tre sindaci. Sono andati oltre le loro poltrone. I due ragazzi, Matteo e Lorenzo, più Dilvo hanno fatto qualcosa di meraviglioso. Un gesto nobile, di alta politica. Gesto che va colto e ringraziato”.

tico di Romagna. - La conformazione idrogeologica della Valle consentirebbe la costruzione di una nuova arteria stradale (da affiancare a quella attuale) che, diritta come una spada, collegherebbe Cattolica direttamente con i tre Comuni, evitando curve e controcurve (pericolosamente ghiacciate in inverno!) che oggi scoraggiano più di un automobilista, imprenditore turistico ed artigianale (anche a causa dei maggiori costi di trasporto da sostenere in termini di parco macchine e tempo impiegato). - Finalmente i tre Comuni avrebbero una propria identità unica, invece di essere collocati forzatamente ed innaturalmente fra i toponimi Valconca e Valfoglia: Mondaino, Montegridolfo e Saludecio, infatti, non appartengono né all’una né all’altra! - Il toponimo “Valtavollo” suona bene nel pronunciarlo, è breve e facilmente declinabile. Infine possiede una propria identità storica che rimanda all’età romana e medioevale: a Mondaino esiste ab antiquo la Chiesa di Santa Maria del Tavollo. Naturalmente, saranno le urne a stabilire quale nome verrà iscritto nel gran libro della storia dei tre gloriosi Comuni e sono sicuro che tutti i loro cittadini sapranno amarlo ed onorarlo come proprio con quell’impegno, nuovo e suggestivo, che una realtà territoriale fatta di oltre cinquemila abitanti e ricca di mille e mille risorse economiche, politiche e culturali offre meravigliosamente e quotidianamente. Sarà compito di tutti noi, dunque, fare in modo che il rombo di quei motori che si stanno scaldando significhi progettualità verso un futuro radioso, posti di lavoro, approfondimenti culturali e patrimonio morale e civile da consegnare come eredità alle nuove generazioni!


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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO CORIANO - IL TEATRO

Coriano teatro, belle serate

Attività dell'associazione Spazio fotografico. Dipingere con la luce

BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

- Belle serate a Cor.Te teatro. Cartellone vario e di qualità. Poesia 5 marzo, ore 21,15. Guido Catalano. Poesie curative per anime giulive Teatro Donna. Martedì 8 marzo, ore 21,15. Donna. Soggetto Alexia Bianchi e Sonia Mariotti (recitazione, ideazione e regia), Fabrizio Flisi e Tiziano Paganelli (fisarmoniche), Massimo Modula (video painting). Prosa 12 marzo ore 21,15. Vinicio Marchioni. La più lunga ora. Memoria di Dino Campana. Musiche di Ruben Rigillo in collaborazione con Ater. Favole a CorTe 13 marzo, ore 16,30. Compagnia La Contrada Biancaneve (non aprite quella porta) in collaborazione con Arcipelago Ragazzi. Prosa 12 marzo, ore 21,15. Vinicio Marchioni. La più lunga ora. Memoria di Dino Campana. Musiche di Ruben Rigillo in col-

CULTURA Fratelli di Taglia, loro la direzione artistica

laborazione con ATER. Favole a CorTe 13 marzo, ore 16,30. Compagnia La Contrada Biancaneve (non aprite quella porta) in collaborazione con Arcipelago Ragazzi.

Dal 1995 viaggia per il mondo: Tanzania, Cina, Russia, Nord'Europa

Il teatro Rosapina

Prosa 19 marzo 2016 ore 21,15. Arianna Scommegna. Potevo essere io di Renata Ciaravino, regia di Serena Sinigaglia. Cabaret 2 e sabato 9 aprile, ore 21,15. LoComix 2016. Selezioni del Festival per Comici Emergenti. In collaborazione con Associazione Culturale Locomotiva della Repubblica di San Marino. Info e prenotazioni: CorTe tel 0541/658667 329/9461660.

Orpelli, fotografia in cattedra - La natuira dipinge quadri meravigliosi. E c'è qualcuno che ne sa cogliere l'attimo. Uno di costoo è Massimiliano

Orpelli. E' stato l'ospite della serata dello scorso 4 marzo a Coriano, Teatro CorTe. L'amore per la natura incontra quello per la fotografia e dal 1995 Massimiliano inizia a viaggiare per il mondo e non si ferma più... Con oltre 20 viaggi in Tanzania e tantissimi altri viaggi in Cina, Russia, Nord Europa, India ecc.

l'autore ha accumulato un archivio di immagini ma soprattutto un bagaglio culturale da sogno. Tra i suoi obiettivi c'è quello di andare a scovare le aree più incontaminate del pianeta dove fotografare gli animali e le tribù che meglio conservano gli usi e i costumi tradizionali prima che vengano cancellate dal “progresso”.

Attraverso le foto, Massimiliano, cerca di proporre la sua visione del mondo che si tratti del fascino della natura, degli occhi incantati di un bambino o delle mille storie di vita vissuta che si leggono tra le rughe di un volto anziano.

Per informazioni: info@spaziofotograficocoriano.org

Teatro dialettale, Montescudo capitale - “E’ datato genericamente dagli storici all’inizio del 1800, ma già alla fine del 1700, precisamente nel 1780, nelle lettere inviate dal cardinale legato al governatore di Montescudo, si parla di uno spazio utilizzato per le rappresentazioni teatrali. Ha la tipica struttura dei teatri all’italiana dell’epoca, con forma a ferro di cavallo, platea, un ordine di palchetti e il loggione. La commedia dialettale resta elemento trainante dei sabato sera al Rosaspina, offrendo anche quest’anno, un cartellone all’insegna del divertimento per gli appassionati del genere, con le migliori compagnie locali. E’ la più vecchia e importante rassegna dialettale della provincia di Rimini, giunta al 23.ma edizione. Il cartellone 5 Marzo, ore 21, Commedia

dialettale, Compagnia “Del gallo” di Pesaro-Urbino “QUESTA DO LA METEM?” 6 Marzo, ore 18 . Piccola Compagnia Dammacco di Modena. Teatro. “L'NFERNO E LA FANCIULLA4 8 Marzo, ore 21. Teatro. Montescudo Festeggia La DONNA. Pier Paolo Paolizzi “LA

FONDAZIONE” 9 Marzo, Ore 21. Cabaret. Buon Compleanno Manu (a ricordo del piccolo Manuel) “LA TRIBÙ DEL VILLAGGIO” 12 Marzo, ore 21. Commedia dialettale. Compagnia “Sol per una volta” di San Salvatore. “LA CAMERA AD PASAG”. 19 Marzo, ore 21. Teatro. Commedia dialettale. Compagnia “La broza” di Cesena. “LA PERDITA” 20 Marzo, ore 18. Mara di Maio - Gianluca Reggiani Produzione Banyan Teatro “SEQUESTRO SCUOLA” 2 Aprile, ore 21. Teatro. Compagnia “I Quattroguitti” FOOLS di Neil Simon. 3 Aprile, ore 18. Teatro. Compagnia “Fratelli Dalla Via” di e con: Marta Dalla Via e Diego Dalla Via. “DRAMMATICA ELEMENTARE”.


CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO

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Incontro tra i rappresentanti dello Stato, della Regione e di Coriano Indennità di disagio per i cittadini dei territori interessati CORIANO

Spinelli, candidata del Pd alle prossime elezioni?

San Marino, continuerà a conferire all'inceneritore Vigneti nel Corianese

Raibano, l'inceneritore

FOCUS

- Voce di popolo, voce di Dio. E' un vecchio adagio. Corrono notizie che l'attuale sindaco, Mimma Spineli, eletta in una lista civica di centro-destra, possa rappresentare il Pd alle prossime elezioni comunali. Le argomentazioni sono varie: culturalmente è di sinistra e vanta amicizie importanti, a sinistra, ovvio, sia nel Riminese, sia a Bologna. Che cosa ne pensa il Pd di Coriano?

L'attore Kevin Costner, negli anni degli splendori, è stato testimonial della Valleverde

- San Marino continuerà a conferire i rifiuti all'inceneritore di Coriano. In tutto 140mila tonnellate l'anno. Lo scorso 17 febbraio si è tenuto un incontro a Bologna, con San Marino (sottosegretario di Stato, Antonella Mularoni), la Regione Emilia Romagna (assessore Paola Gazzolo) e il sindaco di Coriano, Mimma Spinelli. Insieme a lei anche l'assessore Michele Morri Al centro della riunione il Piano regionale dei rifiuti approvato dalla

giunta l'8 gennaio scorso e la destinazione dei rifiuti di San Marino al termovalorizzatore di Raibano. Sono in corso gli incontri per l'aggiornamento del Protocollo del 24 novembre 2011 in scadenza il prossimo novembre.

“Si conferma che i rifiuti di San Marino entreranno nel rispetto dell'attuale capacità autorizzata di 140.000 tonnellate dice il sindaco di Coriano esprimendo soddisfazione per l'esito dell'incontro - e i cittadini dei territori interessati

beneficeranno dell'indennità di disagio ambientale per i rifiuti conferiti al termovalorizzatore”. “Si conferma che il Piano regionale dei rifiuti rappresenta un grande lavoro di condivisione e protagonismo dei territori - racconta Gazzolo - a cui il Comune di Coriano non ha fatto mancare il suo prezioso contributo”.



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