Luglio 2017 - La Piazza Rimini

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Monte Cerignone - Tel. 0541.978524

ANNO 21 N.7 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

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REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - TEL. 0541.611070 www.lapiazzarimini.it - lapiazzarimini@libero.it

Pd, visto da Chicchi, Grassi e Gambini RIMINI - 5 L’OPINIONE

Costituzione senza Costituzione di Alessandro Bondi* - Si continua a scrivere di muri che dividono, di muri che proteggono, del diritto che inneggia ideali e limita il fare dei governi. Di qua e di là dei muri. Così è per il muro messicano di Trump, che individua un nemico e cancella il mito della frontiera da superare. Così è stato per il Vallo di Adriano, che fu passo indietro di un potere consapevole della sua forza e del suo costo. Così sarà per la Germania, divisa da un muro costruito sulle macerie della Guerra mondiale. Ne parlerò in due tappe, e con qualche preoccupazione, per il coinvolgimento che confonde il ricordo portandomi a scrivere in prima persona: il raglio del docente che si prende troppo sul serio e spaccia per analisi la sua psicoanalisi. È il 1989. Una borsa Erasmus mi ha portato in Germania, a Monaco di Baviera. Il compito ufficiale è scrivere la tesi di laurea; quello ufficioso, imparare una lingua e scoprire la radice materna. Ho nove mesi di tempo: una gestazione impegnativa. Corso intensivo di tedesco al mattino, per affrontare lo studio del diritto là preso sul serio; lavoro il pomeriggio, per integrare una borsa di studio molto povera in una città molto ricca. Con l’incoscienza temperata dall’abitudine, la notte è dedicata all’applicazione delle competenze acquisite: dall’im-

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LUGLIO 2017

Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27.2.2004n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini

Elezioni, capolavoro Tosi, crosta del Pd

La politica, l’ombrellone e al caval d’Scaja

Astenuti, primo partito col 41% dei suffragi

RICCIONE - 14-15

CATTOLICA - 31

MORCIANO - 47

Pd, la “strana” sconfitta? Persi altri tre comuni: Riccione, Morciano e Coriano. Lo scorso anno disarcionati a Cattolica. Il senatore Gambini cita la questione morale di Berlinguer. Da soli, a casa ovunque di Francesco Toti - La base. Che cosa pensa la base di questa decadenza da fine impero del Pd. Uno. “Questo Pd non fa più gli interessi della classi sociali più deboli. Non ci rappresenta. Sono qua [Rimini, ndr] a lavorare alla Festa dell’Unità perché è così da A pagina 2-3-5

Breve massima di saggeza “Se sogna un uomo solo, il suo resterà un sogno. Ma se molti uomini sognano la stessa cosa, diventerà realtà” Helder Camara

MADE IN ITALY MADE IN ITALY

FARE TURISMO

MR

NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE DEL PD Cecco - 2017 MISANO ADRIATICO

Via Ca’ Raffaelli Trevi: “Disposti a risolvere” FOCUS

Condomini

Eredità e comoda divisibilità

VALCONCA

San Clemente 1,5 milioni per le scuole Unione, Cecchini lascia San Giovanni Bilancio partecipato Coriano Spinelli, che vittoria Montescudo Yvonne, futuro da stilista Mondaino Vi passò Leonardo? Saludecio Lettera: curia ed incuria

Gradara, Magic Castle


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INCHIESTA

Luglio 2017

Partito rimasto senza alleati, da solo, al ballottaggio va a casa ovunque e sempre

Pd, è solo una “strana” sconfitta? Juri Magrini, segretario provinciale del Pd Alessandro Belluzzi, cattolichino, vicino a Matteo Richetti

L’INCHIESTA

Continua dalla prima sempre”. “Bisogna stare insieme e non dividersi. Invece, sia a livello nazionale, sia a livello locale ci si massacra. A chi giova? Perché”. “Andrebbe usato l’ago e il filo, invece si fa politica col macete”. “Do una mano alla sinistra da quasi trent’anni (Pci, Ds, Pds, Pd), ma vedo troppa arroganza, troppo pressapocchismo, troppo potere, anche per fini personali. Continuo per inerzia, perché convinto che le cose debbano mutare con un processo interno. Mi piacerebbe che le cose cambiassero con un confronto dentro, con tutte le sensibilità culturali ed umane”. Sono solo alcune impressioni raccolte nella base; a parte quello con l’ago ed il filo che è stato un ex sindaco. Solo che quando aveva il potere era il primo ad usare il macete. Magrini Juri Magrini è il segretario

provinciale del Pd. Dopo le sberle di Riccione, Coriano e Morciano, e la perdita di Cattolica lo scorso anno, tutti gli stanno sparando addosso, sia da Rimini, sia da Bologna, Stefano Bonaccini (presidente della Regione) e Paolo Calvano (segretario regionale del Pd). Dice Magrini: “Vorrei citare la battuta di Renzi dopo le sconfitte. Il segretario nazionale dice che è ora di smetterla di pensare che quando si vince, vincono i candidati, mentre quando si perde, perde il Pd. Capisco che do fastidio a qualcuno quando si è autonomi; fa parte del gioco”.

“La sconfitta - continua il segretario provinciale del Pd -

Giornale d’informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria

Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 12 luglio

Magrini

IL SONDAGGIO

Pd. Allearsi sì, ma non con la destra - Gli elettori del Pd bocciano l’alleanza con la destra. 1) Il Pd si deve alleare con altri partiti? SI’ 48% - NO 20% - Senza opinione 12% 2) Con chi dovrebbe allearsi il Pd? - Con la sinistra di Bersani, D’Alema, Pisapia 62% - Con Forza Italia 15% - Senza opinione 23% (Fonte sondaggio: Ipr Marketing)

Sergio Pizzolante, Patto

Stefano Giannini, Pd

è dovuta sia alle difficoltà dei gruppi dirigenti sui territori e sia nella difficoltà di dialogare con la gente. Inoltre, il Pd paga le difficoltà e le sofferenze di chi da anni governa. Così risultiamo antipatici, perché ci occupiamo più del

salvataggio delle banche che dei problemi della gente. Volgendo lo sguardo nel Riminese, a Riccione la candidatura della Vescovi è stata fatta dalla direzione locale, cioè in autonomia. Alle trattative per cercare le alleanze, alle quali

- “C’era una volta in un Paese lontano...” quante belle favole iniziano con queste parole? e quante quelle che finiscono con “e vissero felici e contenti”? Potendo scegliere chiunque le farebbe finire così, perché una favola che non finisce bene, che favola è? Già, che favola è? Che favola è stata il Partito democratico? Milioni furono gli italiani che nel 2007 credettero di poterla materializzare! E molti - soprattutto quelli orientati a sinistra - anche con sofferenza, perché idealmente legati a una storia e a una tradizione che però, nonostante la forza e la volontà, non era mai riuscita a realizzare il sogno di vedere un progetto di sinistra governare l’Italia. Ma la cifra che segnò quei giorni - che il largo consenso popolare non riuscì a risolvere - fu la disunione. Non serve immergersi in analisi approfondite dei fatti per capirlo. “In va d’acòrd!” è la sintetica espressio-

- Leggiamo: “Elezioni comunali 2017 nel Riminese: il Pd perde 3-0”. Il segretario provinciale si chiama Iury Magrini e già il nome non promette bene. Purèt, a forza d’batostie l’è dvént tut pèla e oss. non ho partecipato, c’erano anche gli altri. Voglio dire che gli accordi si fanno in due. E se non danno frutti, non sempre la colpa è del Pd. Non siamo sempre noi a rompere. A Riccione, la corsa è stata davvero all’ultimo voto; ci sono stati meno astenuti che altrove. Forse l’errore più grosso commesso è l’aver sottovalutato il valore della Tosi. Si era convinti che fosse meno forte. Invece, i sondaggi ed il voto hanno detto che lei era molto forte e che non aveva perso smalto nella città”. Belluzzi Il cattolichino Alessandro Belluzzi, vicino alle posizioni di Matteo Richetti a livello nazionale, renziano della prima ora che spera ad un ritorno dello spirito della Leopolda. “Vanno allargate le alleanze ad altre forze civiche. L’esempio è Riccione. Da soli, si perde. Da quello che mi risulta la segreteria di Riccione non ha lavorato per questo ed il segretario provinciale, Magrini, non ha lavorato per smontare questa tesi. E’ vero che le colpe della sconfitta non sono direttamen-

Pd, la disunione gode di ottima salute LA RIFLESSIONE di Teresio Spadoni ne usata ancora oggi di chi vede che la disunione nel Pd gode di ottima salute. La sempre maggior prevalenza dei personalismi ha finito per sostituire, in nulla migliorando la situazione, i romantici quanto ormai anacronistici conservatorismi ideologici. Dopo le travagliate esperienze dell’Ulivo e dell’Unione, nel 2007 vede finalmente la luce quel soggetto politico tutto nuovo che in tanti attendevamo. L’aspettativa era partito nuovo=nuova politica; ma il potere è potere e non si lascia impressionare facilmente dalle innovazioni; anzi,

come un’ameba, ha esteso la sua longa manus inquinante nel nuovo organismo fino a soffocare ogni sussulto di idealità. Questo è successo. Qualcuno ricorda Sauro Tonti, primo segretario del Pd riccionese che, invece di promuovere la fusione tra le due anime principali dell’appena nato partito, ne favorì la cristallizzazione riducendo il confronto politico alla mera conquista di posizioni chiave? E succede!.. Vedi per esempio, l’ultimo congresso, quello del 2015, che ha eletto Marco Parmeggiani alla

NUMERI

Centrosinistra centrodestra: 16 a 7 BELLARIA IGEA M. - Centrodestra CASTELDELCI - Centrosinistra CATTOLICA - M5S CORIANO - Centrodestra GEMMANO - Centrosinistra MAIOLO - Civica MISANO - Centrosinistra MONDAINO - Lista unica M.GRIDOLFO - Lista unica M.SCUDO-M.COLOMBO - Centrosinistra MONTEFIORE - Centrodestra MORCIANO - Centrodestra NOVAFELTRIA - Centrodestra PENNABILLI - Centrodestra POGGIO-TORRIANA - Centrosinistra SALUDECIO - Centrosinistra SANCLEMENTE - Centrosinistra SAN GIOVANNI - Centrosinistra SAN LEO - Centrosinistra SANT’AGATA FELTRIA - Centrosinistra SANTARCANGELO - Centrosinistra RICCIONE- Centrodestra RIMINI - Centrosinistra TALAMELLO - Centrosinistra VERUCCHIO - Centrosinistra

te di Magrini, ma c’è un dato. Il segretario si deve prendere oneri ed onori. Si deve assumere delle responsabilità. E se il tuo partito prende una linea debole, sei ancora più responsabile. Esempio. A Coriano non era possibile trovare un segretario e non mettere un commissario come Nadia Rossi? Capisco che Magrini possa sembrare il sacco delle botte, ma è così. Il nostro alleato, oltre a sinistra, deve essere il centro.

carica di segretario dove ancora una volta, a quel ruolo, non è assurta una persona mossa da un ideale forte, con un progetto politico proprio, ma più prosaicamente a seguito di accordi riservati tra i maggiorenti riccionesi, con la “benedizione” di quelli riminesi. Con buona pace per le aspettative di chi nel rinnovamento ha sempre creduto: dapprima emarginato, poi cacciato. In ogni caso il finale della favola piddina ancora non è scritto. Ma la fatica per opporsi a una triste conclusione è tanta. La strada pare essere sempre più in salita e il fiatone comincia a venire anche ai più allenati. Rispondendo a una sollecitazione di Andreotti, Achille Occhetto nell’’89 (in quei tempi era in atto la trasformazione del Pci), intervistato da l’Espresso, disse: “Cambiare? Non è un problema. Purché non sembri solo un maquillage.” Già, già!

Un mondo, della società civile e delle partite Iva, che il Pd non riesce più ad intercettare. Dobbiamo ripetere il modello Rimini, senza rivincite. La rivincita non porta da nessuna parte”. Giannini Stefano Giannini, sindaco del Pd di Misano. “A Riccione e Coriano abbiamo sbagliato due rigori a porta vuota. Coriano è culturalmente di sinistra; a Riccione la Tosi non aveva combinato nulla in tre anni, se non quel tappeto verde. Noi del Pd siamo stati dei dilettanti totali. Le elezioni bisogna saperle condurre e fare, con dirigenti adeguati al ruolo. Ci salviamo soltanto dove c’è un’organizzazione politica intelligente”. Pizzolante Sergio Pizzolante, parlamentare con Angelino Alfano, già socialista, mente del Patto civico, è l’uomo della vittoria a Rimini e quello della sconfitta a Riccione. Dice: “La dirigenza provinciale del Pd è auto-lesionista. Non ha capito che non sono più autosufficienti; non sanno leggere i fenomeni. E hanno dimenticato quanto successo a Rimini un anno fa [alleanza Pd-Patto civico, ndr]; invece, pensavano di vincere da soli. Sono autarchici e autoreferenziali; più isolati del Pds che cercava accordi e relazioni. C’è il grigiore di una combinazione tra la vecchia sinistra ed il nuovo corso renzista”.


INCHIESTA

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Ex dirigente interviene nella discussione. I giovani proiettati verso un ‘cadreghino’

“Ciao, Pd. Mi sento tradito” - Caro direttore, non so perché lo dico a la Piazza, ma ho bisogno di condividere con qualcuno quello che mi sta succedendo e il suo giornale, nel bene o nel male, è stato spesso per me un interlocutore valido, un pungolo propositivo spesso scomodo al quale personalmente ho riconosciuto una certa correttezza. E’ una serata di fine settimana e il mio Circolo di partito riaprirà lunedì. Dopo tanti anni da dirigente locale non sarò io a farlo: ho lasciato sulla scrivania le chiavi ed ho avvertito un amico (avrei tanto preferito chiamarlo ancora compagno senza imbarazzo) che la mia militanza finisce oggi dopo decenni di appartenenza onesta e puntuale. A fianco alle chiavi sulla scrivania ho lasciato la mia tessera, quella che ho proposto a tante persone, quella che è stata per me motivo di orgoglio per tanto tempo. Il PD non è e non sarà mai più il mio partito. Non condivido la direzione che ha preso, non riconosco più le persone con cui l’abbiamo costruito, mi fanno politicamente “paura” i nuovi entrati, soprattutto i giovani, tutti proiettati verso qualche cadreghino e quasi mai portatori di ideali veri. Lo so che qualcuno storcerà il naso leggendo queste righe. Lo so che molti diranno che non è questa la situazione. Vorrei avessero ragione, ma io ci ho messo il cuore nel PD e quello che è diventato non lo sopporto più. Io non ci sto in un partito piegato alle volontà di una persona, soprattutto se questa persona ha già dimostrato di non essere un leader, ma di essere solo molto attaccato alla poltrona e a un potere che non sa

Ho le lacrime agli occhi mentre scrivo, rideranno anche di me ma la mia è una decisione sofferta. Quelli che rideranno saranno gli stessi che si sbraneranno L’INTERVENTO

gestire. Attorno si è creato una orribile sequela di yes-man che in direzione gli danno la garanzia di dire quello che vuole per poi fare l’esatto contrario e comunque dare dei cretini agli altri. Questo partito ormai è fatto di promesse false in partenza e mai mantenute (l’Art.18 su tutte), di regali di facciata come fossero cose “di sinistra” (gli 80 euro e la tredicesima delle pensioni) poi vanificate di fatto dal peggioramento dei servizi e conditi con consigli tipo “se non vi basta la pensione per vivere avete adesso la possibilità di ipotecare la casa”, orrido consiglio dato, magari con parole diverse, da una parlamentare locale. Non è questo il partito per cui ho dato più del mio tempo libero per tanti anni: questa è la peggiore Dc (Democrazia cristiana) di un tempo, un Forza Italia 2.0 che non doveva essere il nostro obbiettivo perché ci siamo sempre dichiarati alternativi. I miei amici dirigenti li vedo giocare coi numeri, parlare di percentuali e dimenticarsi i numeri assoluti, cifre di gente che non rinnova la tessera, di tanti che non vanno più

a votare, di famiglie che sono al limite della soglia di povertà. Io risposte serie non ne vedo, sento slogan, vedo arroganza, vedo gente impegnata ad esaltare gli errori degli altri e mai a mettere in discussione i propri; vedo giornalisti che fanno il proprio dovere attaccati in maniera abnorme nel silenzio generale, sento il silenzio sulle chiare responsabilità dei fallimenti, vedo il gemello del Richetti di Cattolica deluso dal partito che va in TV a difendere chi gli ha ridato la visibilità politica che gli aveva tolto e questo non mi piace. Vedo “l’Unità” morire e nascere “Democratica” col condimento di scuse assurde e palesemente vigliacche. Eravamo diversi un tempo, sognavamo un mondo pieno di legalità e giustizia, la questione morale prima di tutto, quella che questa gente si è scordata prima di ogni altra cosa. Ora siamo impegnanti nell’esercizio sterile di fare tornare i conti giocando sui dati durante una interminabile campagna elettorale. Non dite la solita frase per favore, toglietevi dalla testa di cambiare questo partito da dentro: se siete minoranza più facile essere derisi che ascoltati. Ho le lacrime agli occhi mentre scrivo, rideranno anche di me. ma la mia è una decisione sofferta. Quelli che rideranno saranno gli stessi che si sbraneranno quando le cose andranno male, quando si capirà che i consensi nella direzione nazionale non corrispondono a quelli nel paese. Però magari mi sbaglio e l’Italia ripartirà davvero, per adesso ho l’impressione che nessuno abbia abbassato a leva del freno a mano e che ne siano addirittura incapaci.

ALLEGRO MA NON TROPPO

Ballata triste per Matteo Renzi e il Pd di Cecco Genova per noi (di Bruno Lauzi) Con quella faccia un po’ così quell’espressione un po’ così che abbiamo noi prima di perdere anche Genova e ben sicuri mai non siamo che in quel “posto” dove lo prendiamo non c’inghiotte e non torniamo più. Eppur parenti siamo un po’ di quella gente che c’è lì che in fondo non ci ama più, ma che paura che ci fa quel mare scuro che si muove anche di notte, l’anima di Berlinguer non sta ferma mai. Genova per noi che perdiamo ogni campagna e abbiamo il sole in piazza Pd rare volte e il resto è pioggia che ci bagna, Genova dicevo è una batosta dopo l’altra. Ma quella faccia un po’ così quell’espressione un po’ così che abbiamo noi mentre guardiamo Genova ed ogni volta l’annusiamo la disfatta, circospetti ci muoviamo e litighiamo, un po’ randagi ci sentiamo noi. Il Matteo figlio di democristiana follia, foschia, pesci in faccia, sono nausea e ipocrisia e intanto nell’ombra dei loro armadi tengono misteri e vecchi veleni, lasciaci tornare ai nostri temporali. Genova hai le sconfitte tutte uguali in un’immobile campagna con la pioggia che ci bagna e i gamberoni rossi sono ormai un sogno e il sole è un lampo giallo al parabris, con quella faccia un po’ così quell’espressione un po’ così che abbiamo noi che abbiamo perso anche Genova. Ah ah ah ah con quella faccia un po’ cosi’ quell’espressione un po’ così che abbiamo noi che ci hanno trombato Renzi anche a Genova ah ah ah ah.



INCHIESTA

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Pd in crisi. Riflessioni di Giuseppe Chicchi, Sergio Gambini e Ennio Grassi L’INTERVISTA

“Il Pd come vecchio sistema”

Sergio Gambini - Sergio Gambini, già segretario provinciale del Pci, già parlamentare. “Di ragioni che hanno concorso alla sconfitta ce ne sono diverse, accentuare i fattori nazionali, che ci sono certamente stati, però non aiuta a capire dove la sinistra qui ed ora ha sbagliato. Dopo le prime sconfitte di Coriano e Riccione, dopo la fuga dalle urne alle regionali, dopo Cattolica occorrevano una riflessione vera ed un cambio di rotta che non ci sono stati. Non dimentichiamo che 70 anni consecutivi di governo sono stati possibili solo perché, ad ogni svolta storica della società e dell’economia italiana, la sinistra nelle regioni rosse è stata capace di cambiare anche radicalmente, non solo uomini, ma prima di tutto programmi e modo di governare e ciò anche a prezzo di discussioni laceranti. Una svolta radicale, in questo frangente storico dominato da pulsioni populiste, questa volta invece non c’è stata. Ciò che non abbiamo capito è

che il PD oggi è sempre più recepito come l’erede di un vecchio sistema di potere che negli ultimi anni non è stato più in grado di garantire lo sviluppo e la coesione sociale di un tempo. E’ apparsa solo la faccia meno accettabile di quel sistema, quella di un partito insediato nelle istituzioni che sono state usate per imbrigliare la società locale, un partito autoreferenziale, spesso diviso non su scelte di programma, ma su attese di carriera e di potere. Al PD occorreva un evidente passo indietro, una scelta civica consapevole che rendesse esplicita, al di là di ogni dubbio e legittima diffidenza dell’opinione pubblica, la volontà di cambiamento e di discontinuità, prima di tutto nel modo di governare. Tocca a me citare Berlinguer e la sua lucida denuncia di 35 anni fa sulla sovrapposizione tra partiti e istituzioni. Quella denuncia era rivolta alla DC del doroteismo, siamo sicuri che non abbia nulla da insegnare a noi? Gli elettori hanno voluto liberare le comunità locali da una catena di controllo partito/istituzioni che giudicano ormai insopportabile. Poche persone in una sede di partito che decidono per tutti, non bastano nella società del web. Una scelta civica, matura e consapevole, poteva essere la chiave per rilanciare un ruolo di governo della sinistra impegnata credibilmente, attraverso il civismo, a tagliare quella catena”.

L’INTERVISTA

“Il Pd deve tornare dove la gente lavora e sopravvive”

Ennio Grassi Ennio Grassi - Ennio Grassi, professore universitario, già parlamentare, già assessore alla Cultura a Rimini. “Il Pd non è più attrattivo, perché non raccoglie idee e progetti. Per l’elettorato non è più differente rispetto agli altri partiti. Le differenze sono le persone e non nel fatto che i partiti sono cultura, valori, progetti. Qualcuno mi deve spiegare che cosa c’è di sinistra nel Pd. Oramai è un’associazione di tipo consumistico. Lo spiega benissimo nel suo ultimo libro, “Società orizzontale”, una riminese di prestigio, Nadia Urbinati. La democrazia ha bisogno di civismo e non di uomini forti. Personaggi come Renzi, Gnassi a Rimini, esercitano azioni sul territorio che mettono la gente contro, non solo da un punto di vista economico. La perdita di comuni importanti in provincia è solo l’inizio; il progetto Pd non ha né capo, né coda.

E alle elezioni non si presenta come Pd ma sotto altre sigle e questo la dice lunga sul suo stato. Dietro non c’è sostanza, non c’è cultura, non c’è niente. Bisognerebbe tornare all’origine della parola cultura, cioè coltivare. Ci vogliono gesti concreti con cui coltivi il tuo territorio. Chi non coltiva diventa cortigiano e subalterno al padrone. Il Pd ha troppi cortigiani. Per un’elezione, per un lavoretto, per un favore rinuncia al diritto/dovere di cittadinanza, che è fondamentale. Gli uomini di cultura sono degli eretici. La cultura è studio, che si deve tradurre in responsabilità rispetto a quello che accade attorno. Personalmente l’ho pagata per essere stato un po’ eretico. Senza intellettuali la politica diventa la banalità del consumo e del possedere. Suggerisco un altro bellissimo libro: “La Cassandra muta” di Tomaso Montanari. Cioè l’intellettuale che non contrasta e non dice più niente. Forse in Italia abbiamo tanti uomini di cultura e pochi intellettuali. Rimini ha anticipato il futuro. Metà della provincia è passata al centrodestra. Per farcela il Pd si dovrebbe incontrare là dove la gente lavora, discute, pratica la propria sopravvivenza. Se non hai forte questo orizzonte, le parole volano via come gabbiani. I conti tornano se hai tenuto in una qualche misura all’onestà intellettule”.

L’INTERVISTA

“Il Pd corre verso il burrone”

Giuseppe Chicchi - Giuseppe Chicchi, già assessore regionale al Turismo, già sindaco di Rimini. “Ci sono problemi locali e problemi nazionali. Sui problemi locali pesano molto i conflitti interni che, sopratutto per Riccione, sono da un po’ di tempo devastanti. A questi conflitti si risponde con la politica che però deve agire per tempo, deve costruire schieramenti, candidati, alleanze, certezze e punti di riferimento riconoscibili. E’ chiaro che un pezzo della sinistra riccionese non accettava la candidatura della Vescovi, anche se si trattava di una buona candidatura. Sento dire che a Riccione si è perso perché non si è fatta l’alleanza con Pizzolante: ecco un bel modo per non affrontare i problemi interni al PD! La situazione di Coriano la conosco ancora meno, quindi non posso dire nulla.

Poi ci sono i problemi nazionali che comunque indicano lo scenario in cui il candidato Sindaco agirà. Qui la situazione è ancora più grave perché se non si ascoltano i segnali che la gente ti lancia quando si esprime (con il voto, soprattutto), alla fine la gente vota per altri: se non ascolti, parlo con altri, almeno ci provo! Il PD di Renzi non ascolta, mi pare evidente. In politica economica continua la politica dei “bonus” (80 euro, bonus fiscali, 500 euro ai giovani, ecc.) E’ stato calcolato che i bonus di Renzi sono costati al paese oltre 20 miliardi. Se li avessimo investiti in una campagna per la sicurezza antisismica e idrogeologica, o avessimo aiutato gli investimenti privati nel turismo o nell’industria, forse avremmo ottenuto più occupazione e più competitività. Ha perso il referendum costituzionale, ha visto bocciare l’Italicum, ha perso due tornate amministrative e Renzi continua a dire: vado avanti come un treno. Verso il burrone, aggiungerei! Spero nei saggi rimasti nel PD, ancora di più spero che Pisapia e Bersani riescano a condizionare il PD dall’esterno. E’ giunto il momento che le persone di buona volontà si rimettano in campo perché tira una brutta aria per il nostro Paese”.

Non solo “dopo di noi” - La legge 112/2016, nota come legge sul “Dopo di noi”, si riferisce alla situazione di persone con disabilità prive di sostegno familiare. Entrata in vigore un anno fa, sono ancora tante le perplessità e i dubbi che si pongono le famiglie affinché la teoria si tramuti in prassi. In queste ultime settimane per l’Emilia-Romagna sono arrivate importanti novità e l’assegnazione di un fondo di 13 milioni di euro per il triennio 2016/2017. La ripartizione della prima quota di risorse è stata approvata con una delibera dalla Giunta regionale, dopo aver ottenuto dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali il via libera. Si tratta di 6 milioni e 570 mila euro, che saranno destinati quest’anno ai Comuni e Unioni di comuni di tutto il territorio regionale. Obiettivo primario della legge è quella di promuovere soluzioni alternative all’istituzionalizzazione garantendo la massima autonomia e indipendenza delle persone con disabilità. Per questo vengono

Situazione di persone con disabilità prive di sostegno familiare

promosse iniziative per favorire la permanenza nella propria casa di origine, l’accoglienza in abitazioni o gruppi appartamento o progetti di co-housing. Per usufruire del sostegno e dei fondi stanziati dalla Regione è necessaria una valutazione da parte di équipe formate da operatori sociali e sanitari dei Comuni e delle Aziende Usl, le Unità di valutazione multiprofessionale (Uvm), già istituite in Emilia-Romagna per l’accesso alle prestazioni del Fondo regionale per la non autosufficienza e incaricate di accertare gli effettivi bisogni e formulare proposte di progetti individualizzati. Su queste tematiche lo scorso 24 maggio Volontarimini ha promosso un seminario molto partecipato con il Consiglio notarile dei distretti di Forlì e Rimini, che

Il manifesto

hanno scelto l’iniziativa come evento per l’Open day dedicato alle fragilità sociali promosso dal Consiglio nazionale del notariato. Ad aprire i lavori del seminario la vicesindaco e assessore con delega alle politiche sociali del Comune di Rimini Gloria Lisi: “Come amministratore pubblico

mi pongo quotidianamente domande pensando alle persone più fragili e alle loro famiglie. Insieme a Volontarimini e al Tribunale di Rimini abbiamo intrapreso da tempo un percorso di attenzione a queste tematiche, che si è concretizzato con l’apertura di uno sportello per l’amministratore di sostegno. Le stime ci dicono

che ad oggi ci sono 5.000 persone interessate in Emilia-Romagna al tema del ‘dopo di noi’. Il Comune di Rimini ha scelto dal 2012 di utilizzare un approccio basato sul welfare delle capacità e progetti individualizzati che possano offrire maggiori opportunità e libertà di scelta. Dobbiamo ripensare le politiche con servizi deistituzionalizzanti (co-housing, case mix…). È strategico”. Astorre Mancini, avvocato,

ha evidenziato i prossimi passi dopo l’approvazione della legge: “La legge offre davvero un ampio ventaglio di possibilità. Tanti gli strumenti a disposizione: detrazioni fiscali, amministratore di sostegno, Trust. Anche i familiari hanno una responsabilità: quella di iniziare a pensare al distacco e all’autonomia con un buon anticipo: non solo ‘dopo di noi” ma anche ‘durante’. Il rischio è quello di accontentarsi di quello che già si ha, mentre il buon esito della legge dipende dall’impegno e dalla corresponsabilità di tutti. Credo che a Rimini ci siano tutte le condizioni, grazie alle associazioni e ai familiari, per pensare a un progetto pilota sull’autonomia abitativa. Non dobbiamo perdere questa opportunità”. Sul sito www.notariato.it è disponibile gratuitamente la guida: “Dopo di noi, amministratore di sostegno. Gli strumenti per sostenere le fragilità sociali”.

www.volontarimini.it

volontarimi@volantrimini.it


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Luglio 2017

RIMINI

La repubblica più antica del mondo raccontata in un nuovo progetto editoriale a cura di Gabriele Geminiani

San Marino, cuore e tecnica Gabriele Geminiani con Simone Maria Fiorani, autore del primo libro

CULTURA - “Contemporary San Marino. Tanti sguardi per raccontare la piccola Repubblica”. E’ il titolo del libro in uscita presso le principali edicole e librerie sammarinesi. E’ il primo volume di una collana di fotografia che ha come tema la San Marino. A curarla Gabriele Geminiani, che ha selezionato le sensibilità di bravi fotografi per un racconto dagli orizzonti altissimi. Edito da Seven Seas, il progetto coinvolgerà negli anni diversi fotografi la cui “somma di punti di vista andrà a formare il ritratto contemporaneo di un Paese la cui identità non può che essere molteplice e mutevole nel tempo”, come spiega l’editore nella breve premessa alla collana. Il primo volume è un progetto che vive della poesia del bianco e nero e di un approccio che non lascia nulla al compiacimento estetico. Il fotografo Simone Maria Fiorani ha uno stile asciutto e tecnicamente ineccepibile ed opera con una naturalezza che gli consente

di scardinare l’apparente non significanza del quotidiano e del già visto per ricavarne scatti incisivi, epifanie, autentiche rivelazioni. Si tratta di un progetto sviluppato a quattro mani, un dialogo serrato fra il fotografo e il curatore, Gabriele Geminiani che, a partire dagli scatti di Fiorani, costruisce una serie di racconti che ci trasportano in una dimensione altra. Dove, nell’ultimo capitolo dal titolo “Scintille di futuro”, ci si congeda dal lettore in maniera davvero originale: una breve sequenza di scatti dove una fabbrica-officina con i suoi tempi dilatati e riflessivi, diviene un invito ad un ripensamento generale

dei modi di concepire la vita e il lavoro. Un messaggio di speranza per cui “la rinascita – economica e ancor prima sociale - di una comunità non può che passare attraverso l’ingegno e la manualità, il cuore assieme alla tecnica”. Nella civiltà dell’immagine i fotografi, quelli dotati di maggior talento e sensibilità, assumono il ruolo di antropologi a tutti gli effetti. Con il loro lavoro esplorano e fissano i segni del cambiamento della società nel suo complesso. In questo senso “Contemporary San Marino” rappresenta una preziosa raccolta di umori che fornisce diversi

tipi di lettura ed è destinato a chiunque. Primi fra tutti, i sammarinesi, che hanno un rapporto di ordinaria quotidianità con lo straordinario territorio in cui vivono. Insomma, nessuno è profeta in patria, neppure il territorio. Poi, ci sono coloro che invece hanno con San Marino un rapporto o una percezione turistica, mutuata da immagini e informazioni provenienti dai media che si mescolano a narrazioni di conoscenti e amici. Un vero e proprio mix di stereotipi e foto da cartolina. Ai primi, il progetto fornirà una visione allargata e organica del loro territorio, andando al contempo a recuperare quei dettagli, quegli scorci che la quotidianità, e la sbadatezza, ha reso invisibili. Ai secondi, consentirà di affondare lo sguardo oltre la sottile e artificiosa patina turistica e di cogliere aspetti e spaccati di “normalità” del territorio e della sua comunità, assimilabili a quelle vicine.

PERSONE

Don Giuseppe, 70 anni di sacerdozio

Don Giuseppe Tonini - Giornata di grazia il 25 giugno 2017 alla chiesa parrocchiale di San Girolamo Rimini, insieme a don Giuseppe Bonini, a festeggiare i suoi 70 anni di ordinazione sacerdotale. Classe 1923, vocazione nata in una solida famiglia nella campagna di Camerano/Santarcangelo di Romagna; terzo di otto fratelli gli studi in seminario e di seguito Teologia a Bologna. Canta messa nel 1947 e poi primi anni di ministero a Misano Cella in tempi in cui la vita spirituale e pastorale si esprimeva anche nel creare e

mantenere relazioni con la propria gente, nel rendere la canonica “la casa di tutti”. Le doti e gli eventi, associate ad una brillante capacità di interazione con la società, lo porteranno a metà anni ’60 a Rimini, ove darà vita alla comunità parrocchiale di San Girolamo; qui eserciterà il ministero fino al “pensionamento”. Tanta la manifestazione di stima e gratitudine espressa in una domenica di sole, vera e bella testimonianza dell’uomo a servizio dell’uomo. Tanti auguri, don Giuseppe!


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Detrazioni del 65 per cento delle spese se finalizzate al risparmio energetico

Condomini, chi ha diritto alle agevolazioni - Alla luce del quadro normativo vigente, come emerge dalle modifiche da ultimo introdotte con la L. 11/12/2016, n. 232 (Legge di bilancio 2017), è possibile fruire delle seguenti agevolazioni su interventi effettuati sulle parti comuni degli edifici condominiali (artt. 1117 e 1117-bis del Codice civile): 1) detrazione nella misura del 65% delle spese sostenute per gli interventi finalizzati al risparmio energetico di cui all’art. 1, commi da 344 a 347, della L. 27/12/2006, n. 296, effettuati sulle parti comuni condominiali o su tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio, con il massimo di spesa previsto dai medesimi commi (art. 14, commi 1 e 2, del D.L. 04/06/2013, n. 63, attuale scadenza della misura prevista 31/12/2017); 2) detrazione nella misura del 70% delle spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica di cui all’art. 1, comma 344, della L.

Le detrazioni arrivano fino al 75-85 per cento se sostenute per le misure antisismiche; con spesa non superiore a 96mila euro per ogni unità immobiliare

Emanuele Barogi

FOCUS di Emanuele Barogi* 27/12/2006, n. 296, effettuati su parti comuni degli edifici condominiali, che interessino l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo, da calcolarsi su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 40.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio (art. 14, comma 2-quater, del

D.L. 04/06/2013, n. 63, attuale scadenza della misura prevista 31/12/2021); 3) detrazione nella misura del 75% delle spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica di cui all’art. 1, comma 344, della L. 27/12/2006, n. 296, effettuati

su parti comuni degli edifici condominiali, finalizzati a migliorare la prestazione energetica invernale ed estiva e che conseguano almeno la qualità media di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 26/06/2015, anche in questo caso da calcolarsi

su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 40.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio (art. 14, comma 2-quater, del D.L. 04/06/2013, n. 63, attuale scadenza della misura prevista 31/12/2021); 4) detrazione nella misura del 75-85% delle spese

sostenute per interventi relativi all’adozione di misure antisismiche realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali, da calcolarsi su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 96.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, ove dall’intervento derivi il passaggio dell’edificio rispettivamente ad una o due classi di rischio sismico inferiori, secondo quanto disposto dal D. Min. infrastrutture e trasporti 28/02/2017, n. 58, recante “Approvazione delle linee guida per la classificazione di rischio sismico delle costruzioni nonché delle modalità per l’attestazione dell’efficacia degli interventi effettuati” (art. 16, comma 1-quinquies, del D.L. 04/06/2013, n. 63, attuale scadenza della misura prevista 31/12/2021). *Ingegnere in Misano Adriatico



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5. Personaggi e luoghi della Divina Commedia che raccontano il nostro territorio - Francesca e Paolo, dopo essere stati traghettatti da Caronte oltre il fiume Acheronte, sono al cospetto di Minosse, il mitico re di Creta saggio legislatore. Nell’Odissea e nell’Eneide è messo negli inferi come un nobile giudice dei morti ma Dante lo trasforma come terribile e supremo giudice dell’Inferno, un vero e proprio demonio al servizio del Dio cristiano. Giunti da lui confessano le loro colpe e Minosse avvolge la sua coda con due giri attorno al proprio corpo: ciò significa che dovranno scontare la loro pena nel secondo girone, quello dei lussuriosi. Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia: essamina le colpe ne l’intrata; giudica e manda secondo ch’avvinghia. Il girone è un luogo buio, tormentato dal rumore simile a quello del mare in tempesta e con un vento impetuoso e incessante che travolge e sbatte le anime dei dannati in ogni direzione come fossero degli storni in balia del vento. La bufera infernal, che mai non resta, mena li spirti con la sua rapina; voltando e percotendo li molesta. Dante incuriosito da siffatta pena chiede a Virgilio chi siano queste anime e Virgilio dice che sono i lussuriosi e gliene indica e nomina più di mille che morirono per amore: da Semiramide a Cleopatra, da Elena ad Achille, da Paride a Tristano. ...e più di mille ombre mostrommi e nominom-

Francesca da Rimini, il libro galeotto La Divina commedia romagnola. Viene raccontata tenendo lontano la noia

Francesca da Rimini in un dipinto

CULTURA morte. Caina attende chi a vita ci spense”.

di Glauco Selva* mi a dito, ch’amor di nostra vita dipartille. A un certo punto Dante vede due di queste anime che, nonostante la bufera, restano insieme avvinghiate l’una all’altra e chiede chi siano. ….“Poeta, volntieri parlereia quei due che ‘nsieme vanno e paion sì al vento esser leggieri”. Virgilio lo invita a chiamarle quando sarebbero state più vicine e loro avrebbero accettato l’invito a fermarsi. “Vedrai quando saranno , più presso a noi; e tu allor li priega per quello amor che i mena ed ei verranno.” Sì tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce: “O anime affannate, venite a noi parlar, s’altri nol niega!” Le due anime sentono il richia-

mo e Francesca risponde con ammirazione per Dante che va per questi luoghi bui e ha compassione di loro. “O animal grazïoso e benigno che visitando vai per laere perso noi che tignemmo il mondo di sanguigno... Si presenta... Siede la terra dive nata fui su la marina dove ‘l po discende per aver pace co’ seguaci sui... ...e racconta la sua triste storia d’amore. L’Amore che prende rapidamente sede nel cuore gentile fece sì che Paolo si innamorasse della mia bella persona che mi fu tolta a tradimento

da Gianciotto in modo ancora offensivo. L’Amore che costringe a chi è amato ad amare a sua volta, mi fece innamorare di Paolo così fortemente che come vedi persisteL’Amore ci portò a morire insieme e colui che ci uccise è nella Caina, il posto infernale dedicato ai traditori dei famigliari. Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende. Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. Amor condusse noi ad una

Dante rimane profondamente turbato e china il viso fintanto che Virgilio gli chiede il motivo del suo turbamento. Quand’io intesi quell’anime offense china’ il visoe tanto il tenni basso fin che ‘l poeta mi disse: “Che pense?” Dante sta pensando a quanti e quali dolci pensieri e quanta passione li condusse alla morte. Poi si rivolge a Francesca, pietoso e triste per il dolore che sente, le chiede qual’è stata la molla che ha scatenato il loro amore fino a quel momento inespresso. “Francesca, i tuoi martìri a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri, a che e come concedette amore

ri?”

che conosceste i dubbiosi disi-

Francesca fa notare a Dante che forte dolore sia ricordare i momenti felici nello stato di dannati e gli spiega che stavano leggendo il best seller dell’epoca sull’amore di Lancillotto e Ginevra che li stava turbando, e proprio mentre Lancillotto bacia Ginevra, così Paolo bacia con ardore Francesca. La loro fine terrena è segnata dalla mano di Gianciotto che li trafigge proditoriamente con la spada. “... Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse... Quando leggemmo il disïato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante.” Dante e Francesca sono i protagonisti della scena, Paolo non interviene mai ma piange. Dante di fronte all’amore che lega le due anime in modo così forte anche dopo la morte si commuove profondamente e cade svenuto. E caddi come corpo morto cade. *Da più di 20 anni studia la Divina Commedia



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Riminesità. Manlio Benzi è tornato dopo due mesi di Stoccarda - Manlio Benzi è un direttore d’orchestra di prima categoria. Di livello internazionale. E’ stabilmente all’estero dal 2007. Nell’ultimo anno si è diviso tra Gran Bretagna, Danimarca e Germania. Gli ultimi due mesi, maggio e giugno, li ha passati a Stoccarda, dove ha diretto “I Puritani” del Bellini. Teatro, come si conviene a quelle latitudini, sempre pieno. I maggiori teatri britannici erano stati casa sua per sei mesi. Con la Welsh National Opera (Teatro nazionale d’opera gallese), secondo per importanza MUSICA soltanto al londinese Covent Garden, ha messo in piedi “la Bohème”; l’opera di Puccini ha fatto il tour della Gran Bretagna, con una stratosferica puntata a Dubai in un bellissimo teatro da 3mila posti. Pieno. Invece, a ritroso, per tre mesi aveva solcato la Danimarca, con un’opera “casalinga”, la “Cenerentola” del pesarese Rossini. Sale piene ed applausi. A metà luglio, il riminese che porta alto il genius loci, dirigerà al blasonato Maggio Musicale Fiorentino. E lo farà nel cortile capolavoro universale di Palazzo Pitti. La sua bacchetta interpreta le note della “Patetica” di Ciaikovskij.

Direttore di livello internazionale Manlio Benzi

Prima, in tournéè: tre mesi nei maggiori teatri danesi e 6 in quelli britannici. In luglio al Maggio Musicale Fiorentino. A Rimini non dirige dal 2007. Ha calcato i maggiori teatri europei In Italia, con pochissime eccezioni, non dirige da cinque anni. Lo scorso 29 febbraio, compleanno di Gioacchino Rossini, l’ammalato Alberto Zedda (sarebbe morto in marzo), chiama Benzi a sostituirlo; questo molto racconta sulla sua bontà artistica. La carriera estera è un intreccio di scelta e caso. Della serie si chiude una porta e si apre un portone. Siamo nel 2007, Manlio Benzi dal 2000 è il direttore artistico de “Le Notti Malatestiane”, rassegna estiva con musica di qualità nei borghi del Riminese. Racconta: “Dovevo ritrovare le mie motivazioni smarrite”. Motivazioni che si potrebbero rias-

sumere con i nomi dei maggiori palcoscenici europei: l’Operà di Pargini, il Lincoln Center di New York, l’Opera di Dresda e Amburgo. Ha pestato anche le sacre tavole della Scala. Dice: “L’importante non è arrivare a dirigere chissà dove, ma farlo in modo solido, leggero e bello”. Sposato con una flautista lituana (Signe), tre figlie (Mariel 17 anni, Iris 11 e Selene 9), la sua

carriera, a sentirla raccontare, non ha nulla di straordinario, tuttavia lo è. Entra in consevatorio a 18 anni; in 6 si diploma in composizione (ce ne vogliono 10). Poi c’è la direzione d’orchestra. In parallelo è universitario: laurea in lettere a Parma, dove ha studiato musica. Scopre le note a 7-8 anni; la chitarra il primo strumento. Poi arriva la tastiera e qualche anno di flauto. Da ragazzo fa i

primi concerti a Rimini. Ricorda con affetto quelli nella chiesa del Suffragio, a San Girolamo, a San Giuliano. Nel 2000 incontra l’assessore alla Cultura della Provincia di Rimini e nascono “Le Notti Malatestiane”. Cinquantadue anni, figlio dell’avvocato Franco Benzi, ha una caterva di passioni: lo sport, le letture (un paio di libri alla settimana), la natura. Della sua arte dice: “La musi-

ca è un modo di vedere il mondo e organizzare il tempo. Rendono l’uomo nobile e lo educano alla sensibilità. Studiare una partitura è ricostruire una visione del mondo”. Tra i compositori d’opera Verdi, Puccini e Wagner sono i preferiti. Nella sinfonica prevale Gustav Mahler. A chi gli chiede il rapporto con Rimini, risponde: “Sereno. Per me vuol dire casa, emozioni, respirare in modo profondo. Mi inorgoglisce; è la casa delle mie figlie, che non l’amano meno di me. Sapere che le stesse pietre che ho calpestato da bambino, sono anche sotto i loro passi mi muovono i sentimenti. Da Rimini non mi aspetto nulla, ma mi fa piacere vederla crescere bene; ogni volta che torno mi sembra di assistere ad un secondo Rinascimento”. E la sua filosofia con la bacchetta? “I modi sono molto civili. Il direttore d’orchestra fa respirare la musica a 100 orchestrali come la respira lui. Ho un’idea democratica della direzione; raramente alzo la voce, oppure mi lascio andare a gesti tirannici. So cosa voglio e non mi piacciono tanti compromessi. Chi ha autorità e mostra nervosismo, indica debolezza. Mi piace tirare fuori il meglio da coloro i quali collaborano con me in un certo modo, con certi mezzi, con un certo stile”.


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IDEE

Nasce il 19 giugno del 1417. Soldato di ventura, è passato alla storia come mecenate di intellettuali e delle arti LA RIFLESSIONE

L’economia ha ripreso a camminare... - All’85 per cento della propria capacità produttiva. Era dal 2009 che uno dei gioielli imprenditoriali della provincia non toccava tale altezza. Si tratta di un’impresa che rappresenta un po’ il polso dell’Italia. Dietro c’è un imprenditore che non ha sperperato, derubando l’azienda, in ville e doppie o triple case nelle località turistiche alla moda, ma ha sempre messo danaro nella propria bottega: innova continuamente in tecnologia e processi produttivi ed è generoso con i dipendenti. Impiega circa 120 addetti ed offre la propria capacità ad una mezza dozzina di multinazionali italiche e non solo. Dunque, se l’azienda riminese va, significa che anche i suoi committenti stanno migliorando i risultati. Nel centro della crisi era arrivato a meno 40 per cento della produzione. Nonostante questo, ha sempre mantenuto la forza

lavoro, perché ha un’idea sociale del fare impresa. Nel boom del lavoro, prima del 2007, aveva ordinativi davanti per almeno un anno. Oggi, viaggia giorno dopo giorno, a vista come si dice in gergo, ma il mercato ed il mondo stanno evolvendo velocemente, però i manufatti bisogna sempre saperli fare. Ed il riminese è un maestro. Ed è anche persona ferma. Qualche anno fa, dopo una baruffa con giovani ingegneri dei suoi committenti, verga una mail e dice: “Da oggi, vi dovete trovare un altro fornitore. Non sono più disposto a fornire un’azienda che ha personale così poco rispettoso delle persone”. Quel prestigioso marchio chiede scusa. E ancora oggi è tra i suoi clienti. Questo gentiluomo dalla passione per le moto e la montagna non vuole apparire, ma racconta orgoglioso che cosa ha costruito per la comunità.

5. L’amore che unisce - Nel nostro esame delle caratteristiche della carità, così come ce la descrive san Paolo, siamo arrivati agli ultimi due verbi. La Carità tutto spera, tutto sopporta. Non dispera del futuro, ma con spirito positivo affronta tutte le contrarietà. Questo significa che possiamo mantenerci saldi anche in mezzo a grandi difficoltà. Nell’Amoris laetitia il papa riprende le parole di Martin Luther King, quando ribadiva la necessità della scelta dell’amore fraterno anche in presenza delle peggiori persecuzioni e umiliazioni: «La persona che ti odia di più ha qualcosa di buono dentro di sé; e anche la nazione che più odia, ha qualcosa di buono in sé; anche la razza che più odia, ha qualcosa di buono in sé. E quando arrivi al punto di guardare il volto di ciascun essere umano e vedi molto dentro di lui quello che la religione chiama “immagine di Dio”,cominci ad amarlo nonostante tutto. Odio per odio intensifica solo l’esistenza dell’odio e del male nell’universo. Se io ti colpisco e tu mi colpisci, e ti restituisco il colpo e tu mi restituisci il colpo, e così di seguito, è evidente che si continua all’infinito. Semplicemente non finisce mai. Da qualche parte, qualcuno deve avere un

LA RIFLESSIONE di Gianfranco Vanzini

po’ di buon senso, e quella è la persona forte. La persona forte è la persona che è capace di spezzare la catena dell’odio, la catena del male […] Qualcuno deve avere abbastanza fede e moralità per spezzarla e iniettare dentro la stessa struttura dell’universo l’elemento forte e potente dell’amore». Il parallelo con la vita familiare è immediato, anche nella vita familiare c’è bisogno di coltivare questa forza dell’amore che permette di lottare contro il male che la minaccia. L’amore non deve lasciarsi dominare dal rancore, dal disprezzo verso le persone, dal desiderio di ferire o di far pagare qualcosa. L’inno sulla carità di san Paolo, che abbiamo percorso, ci aiuta a passare dalla carità in generale, alla carità coniugale. Carità coniugale significa: l’amore che unisce gli sposi, amore santificato, arricchito e illuminato dalla grazia del sacramento del matrimonio che produce un’unione affettiva, spirituale e oblativa, che raccoglie in sé la tenerezza dell’amicizia e la passione erotica e che è in grado di sussistere anche quando i sentimenti e la passione si dovessero

indebolire. Il matrimonio è un dono prezioso, non è una formalità, una cerimonia, una festa. Gli sposi, in forza del Sacramento del matrimonio, vengono investiti di una vera e propria missione, quella di rendere visibile, a partire dalle cose semplici e ordinarie l’amore con cui Cristo ama la sua Chiesa. Dopo l’amore che ci unisce a Dio, l’amore coniugale è la più grande amicizia. E’ una amicizia che ricerca il bene dell’altro, che comprende: reciprocità, intimità, tenerezza, stabilità e porta ad una somiglianza tra gli “amici” che si costruisce con la vita condivisa quotidianamente. Il matrimonio aggiunge a tutto questo un’esclusività indissolubile, che si esprime nel progetto stabile di condividere e costruire insieme tutta l’esistenza. Dice Papa Francesco: “Siamo sinceri e riconosciamo i segni della realtà: chi è innamorato non progetta che tale relazione possa essere solo per un periodo di tempo, chi vive intensamente la gioia di sposarsi non pensa a qualcosa di passeggero; coloro che accompagnano la ce-

lebrazione di un’unione piena d’amore, anche se fragile, sperano che possa durare nel tempo; i figli non solo desiderano che i loro genitori si amino, ma anche che siano fedeli e rimangano sempre uniti. Questi e altri segni mostrano che nella stessa natura dell’amore coniugale vi è l’apertura al definitivo” Il matrimonio, ancora, è un’amicizia che comprende le note proprie della passione, ma sempre orientata verso un’unione via via più stabile e intensa. Il matrimonio non è stato istituito soltanto per la procreazione, ma affinché l’amore reciproco abbia le sue giuste manifestazioni, si sviluppi e arrivi a maturità. Questa peculiare amicizia tra un uomo e una donna acquista un carattere totalizzante che si dà unicamente nell’unione coniugale. Proprio perché è totalizzante questa unione è anche esclusiva, fedele e aperta alla generazione. Si condivide ogni cosa, compresa la sessualità, sempre nel reciproco rispetto. Il Concilio Vaticano II lo ha affermato dicendo che: ”un tale amore, unendo assieme valori umani e divini, conduce gli sposi al libero e mutuo dono di sé stessi, che si esprime mediante sentimenti e gesti di tenerezza e pervade tutta quanta la vita dei coniugi”. (continua)


IDEE

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La Costituzione è principio di legittimità e di validità di norme

Costituzione senza Costituzione

Continua dalla prima pagina

probabile dialogo in tedesco con la malcapitata prediletta, alla lettura di manuali, giornali, fumetti. Anche in Germania, la chiamano full immersion. Ma i motivi per dubitare dei miei progressi con la lingua tedesca erano molti. Non riuscivo a capire veramente cosa stesse succedendo. I tempi della narrazione – oggi piace dire così – erano accelerati. Il film non teneva il passo con la cronaca. Cercavo una traduzione nelle immagini dei telegiornali, dove si vedevano frotte di persone accampate di fronte alle ambasciate della Repubblica Federale Tedesca a Budapest e a Praga, mentre la Germania orientale era invasa da manifestazioni dei suoi cittadini, con una sola voce impegnati a scandire una frase che, per la sua semplicità grammaticale, si sarebbe potuta trovare nella prima lezione di un corso di tedesco: w-i-r s-in-d d-a-s V-o-l-k-! Noi siamo il popolo! A furia di sentire quella frase, il primo muro che cade è quello delle mie nozioni. Sapevo di una Germania divisa in due per volontà degli alleati, e di una Berlino divisa in due per necessità di questa divisione. Su tutti campeggiavano i timori di Mitterand, della Thatcher e pure di Andreotti quando sosteneva di amare tanto la Germania da volerne due1. Ma con la Germania sbagliavano tutti. Il giurista che sbocconcella dalla storia per assillare la politica, aveva qualche indicazione in più rispetto alla politica impegnata dagli aforismi per entrare nella storia. Il giurista, infatti, poteva leggere con altra consapevolezza quel che i costituenti tedeschi, nel 1949, decisero di scrivere nella loro Grundgesetz: la Legge fondamentale2. Ma procediamo con ordine. Già la scelta del termine è significativa. Più di Costituzione, che deriva dalla medicina richiamando un corpo, una struttura, uno status; più di Constitutio che, nel diritto romano, indica la fonte superiore espressa da un atto normativo imperiale, la Grundgesetz esalta l’aspetto giuridico della legittimazione e quello politico della provvisorietà di una funzione, definendo regola su cui fondare altre regole, principio di un qualcosa in divenire. Ed un principio, nel senso di un inizio del percorso politico di uno Stato, venne chiaramente espresso dalla Grundgesetz tedesca. Costretti dalle potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale alle schizofrenie della guerra fredda; costretti a diventare Stato diviso tra Oriente e Occidente con replica nella città simbolo di Berlino, i costituenti tedesco-occidentali di una Co-

La Costituzione vive il quotidiano di uno Stato. È limite della legge al potere; è limite alla stessa legge – che pur rappresenta la sovranità popolare –

Alessandro Bondi

L’INTERVENTO di Alessandro Bondi*

stituzione da non chiamare Costituzione, dichiararono subito quale sarebbe stata la fine del percorso politico gestito dalla Legge fondamentale che andavano scrivendo: la riunificazione con i territori orientali diventati Repubblica Democratica Tedesca. Non solo lo scrissero nel Preambolo, ma vincolarono la possibile validità della stessa Grundgesetz a questo risultato e, per non far dubitare degli intendimenti, decisero che, fino alla riunificazione, la capitale non sarebbe stata la Berlino divisa in due e, nemmeno, la favorita città di Francoforte. La scelta cadde su Bonn, piccola e decentrata città natia di Ludwig van Beethoven. E fu una scelta – si disse –incoraggiata da un migliaio di marchi a deputati bavaresi. Un incoraggiamento che, in Italia avremmo chiamato voto di scambio e che, in Germania, aveva avuto come precedente l’annessione della Baviera all’impero di Prussia facilitata dalle ricche provvigioni offerte dal cancelliere prussiano Bismark per le costruzioni dei quattro castelli del re di Baviera, Ludwig II. La stessa Baviera che 78 anni dopo votò contro il testo della Grundgesetz perché non abbastanza federale, pur accettandone la vincolatività, una volta che 2/3 degli Stati federali tedeschi l’avessero ratificata. Vicende bavaresi a parte, la politica non è solo gestione del presente, scelte d’interessi che verranno giudicati dagli elettori e dalla storia. La politica è anche progetto che vive col diritto e nei limiti del diritto; che non promuove ma individua, limita, protegge ideali e programmi anche scegliendo la parola Grundgesetz per ricordare la funzione e sancire la provvisorietà di quel complesso di norme cui i costituenti tedeschi stavano affidando il compito di regolare la rinascita dello Stato. Provocando molte perplessità politiche e giuridiche, quando la Germania fu riunita,

la Grundgesetz non venne ridiscussa. Scelta pratica, favorita dall’indubbia qualità e dalle tante, avvedute, modifiche che l’avevano attualizzata. La riunificazione non ebbe così un momento costituzionale, né un referendum popolare a sancirne

il risultato3. Fu un’annessione con incorporazione dei territori della Germania orientale ricostituiti in 6 nuovi Länder, secondo il meccanismo previsto dall’art. 23 della Grundgesetz. Con questa annessione, la Grundgesetz acquistò una stabilità

costituente sebbene, anche dopo le ultime modifiche, vincoli la sua validità fino al momento in cui «il popolo tedesco, con libera scelta, non promulgherà una Costituzione» (art. 146 Grundgesetz) 4. Fino a ieri si è parlato di Costituzione anche in Italia. Forse si era più interessati alla legge elettorale, ma si è parlato di Costituzione. L’esempio tedesco, con le sue peculiarità a partire dal nome, esalta per differenza gli aspetti comuni. Come si visto, nulla è lasciato al caso, nemmeno la scelta del nome che dovrà designare il complesso di regole. La Costituzione è principio di legittimità e di validità di norme. È regola di forma dello Stato, della legislazione, del governo, della giurisdizione. È un fatto storico e giuridico. Non sempre scritta, rigida o elastica, quando deliberata da un’assemblea di rappresentanti della società, diventa un atto di consapevolezza della stessa società. La Costituzione vive il quotidiano di uno Stato. È limite della legge al potere; è limite alla stessa legge – che pur rappresenta la sovranità popolare – se la legge lede diritti fondamentali. In breve, la Costituzione è un gesto sociale e normativo che si prende sul serio. È il bigliet-

to da visita di uno Stato. In Italia lo abbiamo dimenticato, sia nell’urlo del referendum sia nel silenzio di quel che è avvenuto in seguito. Il popolo tedesco, deformato da una dittatura, si assunse senza troppi infingimenti la responsabilità politica della sua storia. Il diritto tedesco, sconfitto dall’incapacità di essere argine alla dittatura nazionalsocialista, ripensò i propri limiti, compreso il dovere di ubbidire a una norma quando manifestamente criminale (c.d. formula di Radbruch). Ma il tedesco non rinunciò all’ideale della sua unità, rafforzando il senso della Comunità con i diritti che danno un senso e una forma alla persona, come individuo e come essere sociale. All’articolo 1 della Grundgesetz si proclamò l’intangibilità della dignità dell’uomo, quella dignità che i regimi nazisti, fascisti, bolscevichi, maoisti et similia avevano annichilito. La stessa dignità su cui si forma l’identità della persona messa al centro dell’impegno civile da parte di un giurista recentemente scomparso; un giurista che ci mancherà di meno grazie alla vita che ha lasciato nei suoi libri, da leggere e rileggere ogni volta che si difenderà il diritto di avere diritti secondo norma fondamentale diventata Costituzione. Addio professore Stefano Rodotà. L’incursione in Germania non è finita. Durante la sua divisione avvenne qualcosa cui il diritto non rimase indifferente. Crollato il muro di Berlino, la politica non girò pagina, i tribunali cominciarono a parlare e il mondo delle norme inseguì i fatti riportando indietro le lancette della storia. Di questo, si scriverà nel prossimo numero. Note 1 S. Romano, Germania unita. Quel no di Thatcher e Mitterrand, Corriere della sera, 11.09.2009. 2 Cfr F. Modugno, Costituzione I, vol. X, EGT; C. Ghisalberti, Costituzione (premessa storica), vol. XI, ED, 1962, 13 e C. Mortati, Costituzione (Dottrine generali), idem, 139; H. Monhaupt/D. Grimm, M. Ascheri/S. Rossi (a cura di) Costituzione. Storia di un concetto dall’antichità a oggi, Carocci, 2008, passim. 3 Cfr H. Vorländer, Warum Deutschlands Verfassung Grundgesetz heißt, http://www.bpb. de/geschichte/(01.07.2017). 4 Cfr. Grundgesetz für die Bundesrepublik, Wikipedia (18.03.2017); Artikel 23 des Grundgesetzes für die Bundesrepublik Deutschland (1949), Wikipedia (01.07.2017). *Professore, cattedra di Diritto penale Dipartimento di giurisprudenza Università di Urbino


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RICCIONE

Il Pd ha perso tutto: la faccia, la reputazione, la fiducia. Bravissimi i suoi elettori: si sono limitati all’astensione ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

degli Scrondi

BALLOTTAGGIO-TOSI-TOSI-TOSI-VESCOVI Super assessore - Leggiamo: “Vescovi: il turismo avrà un super assessore”. Sabrina, ormai sarà per le prossime elezioni... Caserma - Leggiamo: “I carabinieri mettono d’accordo le due candidate: ‘Sì alla nuova caserma’”. Sarà meglio tenerli buoni... Sinistra Unita - Leggiamo: “Sinistra Unita: noi stiamo con la Vescovi”. Perdenti e contenti?... M5S - Leggiamo: “Delbianco (M5S): ‘Noi non stiamo con nessuno’”. L’ebrezza di perdere in solitudine... Silvio e Mariano - Leggiamo: “Berlusconi scende in campo per la Tosi”. L’invidioso, ha voluto subito copiare il sindaco di Cattolica Mariano Gennari... Tosap - Leggiamo: “Bollettini Tosap in forte ritardo con ‘aumenti fino al 600%’”. Qualcuno nel Pd ha pensato male: se fossero arrivati prima del ballottaggio la Tosi non avrebbe vinto... Ballottaggio - Leggiamo: “Ballottaggio - Vescovi (Pd) apre a Patto civico e grillini: ‘Abbiamo programmi simili’”. Non l’hanno creduta... Pericolo! - Leggiamo: “L’ex vice sindaco Tirincanti sceglie Vescovi: ‘Renata Tosi è un pericolo per la città’”. Ah la politica... prima Fata Turchina e poi Satanik... Porta a porta - Leggiamo: “Renata Tosi sceglie il porta a porta: ‘No a finti apparentamenti’”. Ma guarda un po’, come la raccolta differenziata... Tosi irae - Leggiamo: “Renata Tosi di nuovo sindaca: ‘Avevo subito una carognata’”. Adesso so’ cazzi... Vescovi sconfitta - Leggiamo: “Un’altra batosta per il Pd. La Vescovi: ‘Sconfitta pesante, serve riflessione’”. Riflessione?... Queste sono mazzate nei denti... Tosi in festa - Leggiamo: “Renata Tosi in festa, bagno di folla per il bis”. Qualche maligno vorrebbe insinuare che passasse lì la Vescovi e che abbia detto: è qui la festa?... Tavolino - Leggiamo: “Roberto Speranza (ex Pd): ‘Tracollo del Pd riccionese: le alleanze fatte a tavolino allontanano gli elettori”. Ormai troppo abituato ai tavoli del potere, il Pd...

Elezioni, il capolavoro della Tosi e la crosta del Pd - Nel tentare di fare una riflessione sul voto delle amministrative riccionesi dello scorso giugno mi sono accorto che sulle labbra tendeva a comparirmi un sorriso: una smorfia incontrollata... chissà perché! Poi la mente mi ha rimandato alcune parole per definire quello che è successo. Ovvero un trionfo di supponenza, personalismo misto a sprovvedutezza, funambolismo. Supponenza Bellissimo lavoro... non c’è che dire. Era proprio quello che la gente si aspettava che succedesse! Ma d’altra parte da una classe dirigente piena solo di se stessa, cos’altro ci si poteva aspettare! Il PD ha perso tutto: la faccia la reputazione, la fiducia… e pensare che i suoi elettori sono stati fin troppo bravi: si sono limitati ad astenersi dal voto. Ora Sabrina Vescovi dice che è preoccupata per la città (bontà sua!). Prima ancora di essere preoccupata per la città, farebbe bene a scendere dal piedistallo sul quale si è da tempo (troppo!) insediata, chinare il capo e farsi da parte. “È una sconfitta pesante per il Pd che ci obbliga ad aprire una riflessione” ha dichiarato. Ora sostiene che “C’è bisogno di una ricucitura forte, che sia territoriale, relazionale, anche sentimentale. E’ questa la grande lezione di questi mesi di campagna elettorale in

“...di ricucitura c’è un bisogno, ma prima ancora che nella città va fatta nel partito, pena il dissolvimento. E il primo segnale sarebbe quello di farsi da parte in vista del prossimo congresso: sia della Vescovi che dell’intero gruppo dirigente che ha portato il Pd a questa sconfitta” LA RIFLESSIONE di Teresio Spadoni mezzo ai cittadini.”: ma va! Certo, di ricucitura c’è un bisogno fortissimo ma prima ancora che nella città la ricucitura va fatta nel partito, pena il dissolvimento. E il primo segnale utile sarebbe quello di farsi da parte in vista del prossimo congresso: sia lei che l’intero gruppo dirigente che ha portato il PD a questa sconfitta. Infatti, i numeri non hanno consegnato agli annali una disfatta epocale solo perché una grande parte di elettori PD al primo turno, viste le alternative, ha deciso di non andare a votare, mentre molti

al ballottaggio ci sono andati solo perché la concorrente era la Tosi. Dunque, nelle dichiarazioni del dopo voto, la Vescovi e il Parmeggiani (del segretario di federazione Yuri Magrini meglio non parlare; avrebbe dovuto cospargersi il capo di cenere e dimettersi da tempo) avrebbero dovuto ringraziarli, perché la loro astensione ha limitato i danni. Ma dalle dichiarazioni, invece, non pare lo abbiano recepito il messaggio; infatti c’è poco da discutere: c’è da chiedere scusa, questo sì! Scusa per aver gestito il partito come fosse proprietà loro; scusa per la supponenza che hanno dimostrato; scusa per l’onnipotenza che si sono attribuiti. Il verdetto è stato chiaro. Sabrina Vescovi ha perso il ballottaggio e il PD ha perso l’8,9% dei voti: dai 6972 elettori (pari al 36,03% del 2014), ai 4475 (pari al 27,13% di quest’anno). Ovvero, 2497 voti bruciati. Personalismo misto a sprovvedutezza Altro grande sconfitto è stato il gruppo Patto Civico/Oltre che si è presentato con la lista “Patto Civico Carlo Conti Riccione” ottenendo 2117 voti pari al 12,84%. Perché sconfitto? Si potrebbe sostenere che per una lista che si presenta per la prima volta alle elezioni, sia una buona affermazione. Invece no: quella lista ha perso perché le aspettative erano altre e

Le sfidanti al ballottaggio: Renata Tosi (centrodestra) e Sabrina Vescovi (centrosinistra

i presupposti c’erano anche. Dopo la cacciata dal PD per le note vicende, i quattro consiglieri (Ubaldi, Casadei, Marchetti e Bonfini) che facevano riferimento alla minoranza di Maurizio Pruccoli - candidato sconfitto da Parmeggiani al congresso del 2015 - si sono costituiti in gruppo autonomo in Consiglio Comunale con il nome “Oltre”. Quel gruppo aveva tutte le carte in regola per giocarsela e affermarsi: non dico al primo turno, ma al ballottaggio sicuramente. Le possibilità c’erano tutte, ma hanno prevalso i personalismi. L’accordo con Patto Civico dell’Onorevole Pizzolante per costruire un patto per Riccione sulla falsariga di quello per Rimini era cosa buona, perché tendente a unificare le sensibilità di professionisti, imprenditori, artigiani e lavoratori per una crescita della città sia dal punto di vista economico che da quello sociale. Prima però, Oltre

MOTORI

Piloti riccionesi del passato - Piloti riccionesi del passato. La foto ritrae tre piloti romagnoli, di cui due riccionesi, in occasione della premiazione di campionati italiani di motociclismo dell’anno 1961.

Da sinistra Elio Imola (Ciqulin) riccionese, Genunzio Silvagni, romagnolo di Fiumana, quarto da sinistra Getullio Marcaccini, riccionese. Al centro, Bianchi presidente della

Federazione Motociclistica Italiana, quinto da sinistra il “mitico” presidente del Motoclub ‘Berardi Celeste’ di Riccione Amedeo Ronci ed altro dirigente della Federmoto.


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Al ballottaggio l’ex sindaco prevale sulla Vescovi, Pd. Come leggere la sconfitta? CULTURA

Nuvole, estate coi libri e non solo...

a)

I tre candidati a sindaco del primo turno Da sinistra: Carlo Conti, Morena Ripa Andrea Delbianco

avrebbe dovuto strutturarsi ed elaborare un proprio progetto, credibile, che dimostrasse ai riccionesi affidabilità e capacità di governo. Doveva partecipare alla costruzione dell’accordo con Pizzolante da soggetto alternativo valido, radicato sul territorio e in grado di conquistarne l’elettorato; soprattutto quello di centrosinistra che stava soffrendo le vicende interne del Pd e la sua inerzia. Ma così non è andata e Pizzolante ha finito per

essere lui a condurre il gioco. E lui il gioco lui l’ha condotto... a modo suo, ovviamente! È così che si è materializzata la candidatura di Carlo Conti (già assessore nella giunta Tosi) e, dulcis in fundo, la decisione di aggregare l’amico Tirincanti abbandonato da F. I. (il “traditore”, per Renata Tosi; colui che con la raccolta delle firme ne ha decretato la caduta). Funambolismo Quello di Renata Tosi che

alla cacciata (al tradimento, come lo definisce lei) si è opposta, con coraggio, riuscendo - come sopra detto, più per errori altrui che per meriti propri – a costruirsi un’immagine di coerenza agendo sulle contraddizioni e sulle debolezze degli avversari. Conclusione In buona sostanza, dopo la cacciata dei quattro consiglieri, il PD era fermo, all’angolo. Con l’iniziativa di Tirincanti – a cui

MUSICA

Concerto di arie sacre per Maria

Gian Luca Pasolini, secondo da destra (inginocchiato) - Un concerto di livello mondiale nella chiesa di San Martino in via Fratelli Cervi. L’appuntamento è per il 16 luglio, alle 20,30. Alle 20 don Sanzio celebra la messa. Il prestigioso tenore riccionese Gian Luca Pasolini interpreta per un’ora “Arie sacre dedicate a Maria”. Canta anche durante le liturgia. Ad accompagnarlo il maestro savignanese: Ludovico Buonamano. La serata è dedicata a Maria Carnaroli, scomparsa causa un incidente stradale prima del tempo lo scor-

so anno. Pasolini è appena tornato dall’Ungheria, dove ha partecipato al Bartok Plusz Opera Fesztival”. Qui ha interpretato il protagonista nella “Junior Butterfly”, opera del giapponese Shigeaki Saegusa. L’opera è stata presentato lo scorso anno in italiano a Tokyo; grande il successo. Anche lì il riccionese ne fu l’interprete. Fu accolto con affetto; addirittura gli confezionarono i cioccolatini

con il suo volto. Allievo al conservatorio Rossini di Pesaro di Robleto Merolla, tra i massimi tenori del secolo scorso per il ruolo di “Norma” del Bellini; lo stesso Pasolini è eccellente interprete belliniano. L’unica opera che non canta è proprio quella del suo maestro. Pasolini si è esibito nei maggiori teatri europei, Scala compresa. Ha calpestato le sacre tavole scaligere in un trentina di rappresentazioni. Oltre, a cantare insegna in conservatorio a Teramo ed in numerose masteclass.

va aggiunto un bilancio dell’amministrazione Tosi fino a quel momento a dir poco deludente - e conseguente fine della legislatura, il centrodestra aveva perso credibilità. L’unica alternativa poteva essere il gruppo Oltre, ma sono prevalsi i personalismi. Così Renata Tosi ha potuto costruire una campagna contro chi l’aveva tradita e Sabrina Vescovi ha potuto ergersi paladina nella difesa di un centrosinistra scevro da inquinamenti destrorsi. Risultato: il Centrodestra non ha vinto; il centrosinistra ha perso; i cittadini che speravano in un cambiamento radicale sono rimasti delusi: molto! Infatti: votanti 2014 n. 20.190 (71,15%); votanti 2017 n. 17.729 (61,81%), il 9,34% in meno. Renata Tosi è di nuovo al governo della città. I suoi detrattori possono essere fieri, non c’è che dire!

- L’associazione socio culturale Le Nuvole ci riprova. Nonostante le difficoltà ad ottenere gli spazi conseguenti alla fine anticipata della legislatura e commissariamento del Comune la terza edizione “E_VENTI D’ESTATE 2017 - FESTIVAL DELLE STORIE E DELLE ARTI NELLA PERLA VERDE” prenderà il via il 20 luglio. Il programma 1. Giovedì 20 luglio ore 21, presso la Zona balneare 67: “Gli anni d’oro di Riccione tra la realtà storica e la fantasia vivace di un autore bolognese - Immagini, canzoni, racconti” con Vittorio Costa (autore di quattro romanzi ambientati nella Perla Verde degli Anni 50-60-70 del XX Secolo) 2. Sabato 22 luglio ore 21.30, presso l’Arena del Sole di Misano Brasile: “LXVIII Festival della Canzone nostrana Perché Misano è Misano, prima serata - gara canora con Pier, Pulsatilla, Se Naoko e altre band giovanili del Territorio 3. Venerdì 28 luglio ore 21.30, Piazzale Vincenzo Ceccarini: “LXVIII Festival della Canzone nostrana - Perché Riccione è Riccione”, serata finale gara canora con Pier, Pulsatilla, Se Naoko e altre band giovanili del Territorio 4. Giovedì 10 agosto ore 21.15, Galleria B. Savioli del Palazzo dei Congressi: “Passeggiando per Riccione -

Alessandro Formilli

Impressioni di un’osservatrice romana” con Daniela Sapone 5. Martedì 22 agosto ore 21, Piazzetta San Martino: “Le Colonie Marine a Riccione - L’alba di un impero turistico” con Rodolfo Francesconi e Fosco Rocchetta Come gli altri anni i volontari dell’Associazione metteranno il massimo impegno e il loro entusiasmo per la buona riuscita degli eventi, così da offrire a turisti e cittadini iniziative che, sperano, possano replicare il calore e la grande accoglienza manifestata nelle due precedenti edizioni. Saranno cinque serate nelle quali verranno celebrati i multiformi aspetti che da sempre costituiscono l’identità di Riccione e del territorio circostante. L’obiettivo è e resta quello di coinvolgere turisti e non in un viaggio non impegnativo nel tempo cavalcando emozioni. La semplice lettura di un libro, infatti, spesso non è sufficiente a percepire il vissuto del narratore; almeno non quanto lo stesso autore possa offrire in un colloquio aperto. A presentare anche quest’anno sarà Alessandro Formilli: il suo ideatore.


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Il viaggio è la ricompensa. Troppo bello per poter esser raccontato con le parole

Assisi in Graziella, bell’avventura - Un’idea, uno strumento ed il tempo. Cosa restituisce la somma di questi fattori? Tante cose diverse per ognuno di noi. Per me ha significato un viaggio: un viaggio nella mente, un viaggio nella natura e un viaggio nel tempo. Ho sempre avuto la passione per la bicicletta, la mountain bike, ma mai per agonismo o spirito di competizione, direi più a livello filosofico e concettuale. Con il tempo ho realizzato che la bicicletta è uno strumento (il mio) e non il fine. Il fine è l’equilibrio spirituale che l’uso della bicicletta è capace di restituirmi, accompagnando la visione del tutto verso una dimensione più assoluta e trascendentale. Ed è così che è nata l’idea di fare un piccolo viaggio in bicicletta, così come si vedono quei cicloturisti tutti equipaggiati dei quali ci domandiamo quando li vediamo: “Da dove verranno? Dove andranno? Chi sono ‘sti matti?” Ho trovato il tempo nel ponte del due giugno quando si univa il venerdì festivo al fine settimana. La destinazione è stata Assisi in Umbria la città del Patrono d’Italia, il rivoluzionario San Francesco. L’itinerario è stato calcola-

“Ho sempre avuto la passione per la bicicletta, ma mai per spirito di competizione, direi più a livello filosofico e concettuale” IMPRESSIONI DI VIAGGIO

Marco Zangheri, la Graziella e Assisi

di Marco Zangheri* to dalla meravigliosa tecnologia di Google Maps, scegliendo un percorso pedonale e per buoni tratti su vie sterrate, sentieri e interpoderali. Ma forse è il mezzo la cosa più strana che ho scelto perché sono partito su una bicicletta tipo la mitica “Graziella”, pieghevole e senza rapporti con le ruote da 20 pollici che è stata un affidabile e preziosa compagna. Al di là della destinazione, del mezzo utilizzato e del tempo, mi incuriosiva affrontare questa cosa per capire fino in fondo il senso della frase: “Il Viaggio è la ricompensa”. In poche e semplici parole c’è il senso della nostra esistenza: non sappiamo da

dove veniamo (il mistero della nascita), non sappiamo dove andiamo (il mistero del destino che ci accompagna), non sappiamo quando lasceremo questa realtà (il mistero della morte), eppure affrontiamo la vita nelle sue gioie e nei suoi dolori alimentando qualcosa che non conosciamo ed è appunto misteriosa e allora godiamo del nostro viaggio che

diventa esso stesso premio della nostra esistenza. Ho avuto conferma di tutto ciò nella fatica affrontata, nella bellezza dei luoghi che ho visto, nella gentilezza delle persone incontrate. Il destino benevolo mi ha fatto incontrare ad Assisi un compagno dei militari, non ci eravamo più visti e sono passati solo 25 anni.

Ho percorso circa 200 km, partendo la mattina di venerdì alle 7 da Misano Santamonica ed arrivando ad Assisi la sera di sabato verso le 6. Venerdì sera mi sono fermato a Cantiano a riposare e rifocillarmi per la fatica che mi aspettava il giorno successivo quando ho affrontato il Passo della Contessa e il Passo del Piccione. Non ero granché allenato, ma il primo pensiero che mi ha spinto a piedi sulle salite era “forza Zago che dopo la salita c’è sempre una discesa” e devo dire che tale affermazione non è mai stata smentita e quindi gli sforzi e le avversità sono sempre state ripagati. Oltre a ciò la bellezza dei paesaggi che ho incontrato, percorrendo strade

sterrate mi sono trovato spesso sui crinali di colline dalle quali si vedevano orizzonti spettacolari e magnifiche opere e di luce che solo la natura ti può regalare. Qualsiasi descrizione non rende l’idea di quello che il cuore può tradurre; egoisticamente, rimarranno solo mie. Per il ritorno ho piegato la bici e insieme siamo saliti sul treno delle nostre Ferrovie, puntualissimo questa volta. Puntuale anche negli incontri: Davide di Roma che lavora a Cervia e Alessandro di ritorno da un viaggio in bici (da corsa ultraleggera) a Roma destinazione Cesenatico. Evviva il Viaggio e la Lentezza, virtù nella vita e in questo viaggio. Pax et bonum, alla prossima virtù. *Riccionese doc che lavora in banca



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Figura fra le più rappresentative del ‘900. Fu danzatore, pittore, scultore e agente segreto

Spadolini, genio apollineo a Parigi - Può capitare a volte che un caso fortuito ti cambi letteralmente la vita, permettendoti di assaporare stralci di romanzo di un’esistenza che mai avresti pensato potesse intersecarsi con la tua. Aiuti le zie durante un trasloco, riportando casualmente alla luce confinato in una soffitta polverosa, uno scatolone stracolmo di fotografie e manifesti: groviglio fantastico di ricordi cui il magnanimo passato ha rimandato il deteriorarsi. Ti rendi conto di avere fra le mani un tesoro di valore inestimabile. Un tuo parente, il fratello di tua madre Bice, tuo zio, che hai conosciuto quando non avevi ancora vent’anni, si rivela a te in una veste nuova, sgargiante, enigmatico nel suo apparire fuori dal tempo, ma allo stesso tempo dentro il tempo, il suo. Mentre il tuo sguardo scorre meravigliato quelle decine di scatti, fa capolino quel fisico marmoreo perfettamente scolpito che ti riporta alla mente quei busti ellenici tante volte ammirati da lontano, perfetto nelle canoniche proporzioni da divinità greca, tanto adone quanto apollineo nella rappresentazione di una bellezza ieratica oggi ormai perduta. Lo vedi sulle principali copertine di riviste di tutto il mondo, Vogue per dirne una, e immancabilmente ti si presenta davanti la Storia. Questo è quanto accaduto a Marco Travaglini, da 55 anni a Riccione, nipote e fautore del ritrovamento dell’archivio di Alberto Spadolini (1907-1972). Straordinaria figura di artista a

Finito sulla copertina di Vogue. Nulla sapevano i famigliari. Marco Travaglini trova un baule...

Alberto Spadolini

IL PERSONAGGIO di Emanuele Foschi tutto tondo, Spadolini contrassegnò con la sua poliedricità buona parte del ‘900, imponendo la sua immagine ed il suo genio creativo tra le élite culturali ed intellettuali di mezzo mondo. Danzatore di livello assoluto, ma anche scenografo, pittore, scultore, attore e regista, Spadò (cosi scelse di soprannominarsi) nacque ad Ancona, figlio di una cameriera e di un aristocratico il cui nome resta avvolto nel mistero. Sin da bambino si interessò a tutte le arti, arrivando mettere in scena spettacoli teatrali che ripercorrevano le gesta di D’Annunzio e Garibaldi. Di particolare rilevanza un aneddoto che ebbe a dire all’interno di una chiesa: “Come potevo io mettermi a danzare al suono dell’organo...”, per enfatizzare il bisogno, purtroppo respinto, di dare sfoggio della sua vena artistica in un luogo consacrato. A 14 anni è a Roma, come pitto-

re, aiuto scenografo ed attore, al Teatro degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia, oasi libertina e d’avanguardia, catalizzatrice dei più svariati germi artistici provenienti da ogni parte della penisola. L’ambiente magico della Roma anni ‘20 lo mette in contatto con i futuristi e con personalità del calibro di Giorgio De Chirico e Alberto Moravia, facendolo debuttare nel 1928 nella commedia “Scalari e Vettori” di Umberto Barbaro. Ed è di questo periodo un aneddoto che sa di leggenda, tutt’ora non suffragato da documentazione certa ma, a detta di un esperto come Giordano Bruno Guerri, presumibilmente avvenuto negli anni del pieno della magnificenza giovanile di Spadò. Parliamo dell’intrigante incontro che ebbe con Gabriele D’Annunzio presso il Vittoriale, su richiesta del

grande poeta che amava attorniarsi di giovani artisti e che, rimasto colpito dall’intelligenza e bellezza del ragazzo, riuscì a coglierne un multiforme e astuto ingegno, favorito dalla giovinezza che Venere gli aveva concesso. L’aneddoto nei giardini dell’imponente dimora popolata di statue antiche prosegue con la richiesta di spogliarsi affinché egli accetti un confronto con l’arte classica, la cui concezione di bellezza D’Annunzio ha sempre perseguito. Come l’incontro sia dato andato avanti non è dato sapere, e forse altro non sarebbe che un ulteriore tassello atto ad alimentare il mito. A Parigi nel ‘29, da aiutante decoratore scenico per Paul Colin a primadonna assoluta dello spettacolo dell’epoca il passo è breve, grazie all’effetto dirompente che fece su di un impresario del casinò di Montecarlo, mentre stava accennando qualche breve passo

di danza. Stella di prima grandezza sui palcoscenici francesi, prestò il suo fidiaco corpo alla danza, nella rappresentazione dei Balletti Russi; poi Montecarlo dove cantò con Mistinguett e attore con Jean Bagen. Diede prova del suo multiforme estro come pittore attirando l’attenzione di Jean Cocteau: “La trasfigurazione dell’anima nella danza, questa è la ricerca nella sua ispirazione pittorica!”. Esempi di arte esoterica, in particolare legata alla filosofia orientale, si ravvisano nei suoi dipinti, insieme a raffigurazioni di paesaggi marchigiani, in cui il legame affettivo lo fa da padrone, ricollegando Spadolini alle sue radici. Altre tele riportano raffigurazioni di puro stampo futurista, le cui influenze dei mastri si ravvisano nei giochi di luce ed ombre. Ben 700 articoli alla Biblioteca Nazionale di Francia testimoniano l’eclettismo di Spadò nel rivolgersi ad un grande pubblico estasiato. Valga come testimonianza la rappresentazione del celebre “Bolero” di Maurice Ravel eseguito a partire dal ‘32, in cui è lui danzatore ad affascinare un gruppo di ballerine che lo attorniano, saggio anche questo di indubbia maestria. E sempre nel ‘32 l’incontro che lo spingerà ad intraprendere un sodalizio sia artistico che sentimentale con Joséphine Baker, la prima vedette e star di colore ad imporsi sulla scena parigina. Relazione burrascosa vissuta con il peso di dover gestire insieme

l’onda di novità che si stava propagando a macchia d’olio per tutta la Francia, e naufragata -si dice- per l’eccessiva gelosia manifestata dalla Venere Nera nei confronti del suo apollineo amato. L’“Apollo della danza”, come lo definirono in uno spettacolo televisivo francese, nutrì per tutta la vita amore vero per tre persone: la madre, la Baker e Duilio Cicchi. Dopo sei mesi in Germania, dove danzò davanti ad Adolf Hitler, nel ‘41, trascorse alcune settimane a Stoccolma. Di questo periodo è opinione dell’aristocratico russo Alex Wolfson la suggestiva ipotesi che il nostro, quasi immerso nel tessuto narrativo da spystory, abbia trasportato, all’interno dei suoi quadri, codici segreti riservati alla Resistenza anti-nazista. Di stanza al Metropolitan di New York nel 1934 incide alcuni dischi oggi introvabili. Fusione perfetta nelle armonie sinuose del corpo, spesso accomunate a quello del grande Vaslaw Nijinkij, e avventurosa reincarnazione di homus latinus riscontrabile nell’altrettanto grande Rodolfo Valentino, la traccia di Spadolini arriva fino alla Romagna quando, negli anni ‘60, apre un atelier presso l’abitazione della sorella Bice e si presta alla decorazione degli interni della discoteca Grand Hotel di Rimini. Come ebbe a dire Marlène Dietrich, senza tanti complimenti: “Se fossi una ballerina è voi che avrei scelto come partner!”.


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CONDOMINI - EDILIZIA SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI Esperti rispondono

Domanda Circa sette mesi addietro ho acquistato all’asta giudiziaria un appartamento posto in un edificio condominiale. L’amministratore del condominio mi chiede il pagamento delle spese ordinarie della gestione dell’anno in corso e di quello precedente. E’ giusta la richiesta dell’amministratore? Risposta La richiesta di pagamento degli oneri condominiali da parte dell’amministratore per l’anno precedente e per quello in corso è legittima. Chi acquista all’asta giudiziaria un bene immobile deve necessariamente corrispondere all’amministratore le rate condominiali nell’anno in corso e quello precedente. L’art. 63 Disposizioni di Attuazione del codice civile così recita : “ chi subentra nei diritti di un condomino è obbligato solidamente con questo al pagamento dei contributi relativi all’anno in corso e a quello precedente”. L’amministratore non può chiedere al Tribunale l’emissione di un decreto ingiuntivo per il pagamento degli oneri condominiali in quanto l’esecutato non è più condomino.

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Acquisti asta e spese condominiali Eredità e comoda divisibilità Ed ancora la Cassazione Civile con sentenza n° 23345 del 09/09/2008 ha statuito che l’art. 63 Disposizioni Attuazione del codice civile può essere applicato solamente nei confronti di colui che ha la veste di condomino. Vincenzo Pupolizio, geometra Domanda Alla morte di mio padre io e altri due miei fratelli abbiamo ereditato un appartamento della superficie di circa 135 mq. Abbiamo interpellato un geometra per procedere alla divisione ed alla assegnazione delle rispettive quote di proprietà. Dopo sopralluoghi e rilievi, il tecnico incaricato ci ha comunicato che l’immobile non è comodamente divisibile. Cosa si intende esattamen-

te per comoda divisibilità? Risposta La Corte di Cassazione Civile con sentenza n° 406 del 10/01/2014 ha statuito che : “ in tema di divisione ereditaria ciascun coerede ha diritto ad una quota in natura dei beni mobili ed immobili dell’eredità. Tuttavia qualora nell’eredità siano inclusi immobili non comodamente divisibili e la divisione non possa effettuarsi senza il loro frazionamento, questi beni devono preferibilmente essere attribuiti dal giudice per l’intero ad uno dei coeredi, con addebito dell’eccedenza agli altri. L’alternativa è la vendita all’asta dell’immobile non comodamente divisibile.” Sempre la Cassazione Civile con sentenza del 24 marzo 2016 ha statuito che il bene è comodamente divisibile quando: - Sotto l’aspetto strutturale il frazionamento del bene sia

attuabile mediante determinazione delle quote concrete suscettibili di autonomo e libero godimento; - Che, tramite il frazionamento, possano formarsi delle parti separate del bene senza dover fronteggiare problemi tecnici eccessivamente costosi; - Che la divisione non incida sull’originaria destinazione del bene; - E che il frazionamento non comporti un sensibile deprezzamento del valore delle singole quote rapportate proporzionalmente al valore dell’intero, tenuto conto della normale utilizzazione e destinazione del bene stesso. Il contenuto del principio di comoda divisibilità può essere anche desunto indicando dei parametri negativi, sussiste non comoda divisibilità di un immobile quando : - Sotto l’aspetto strutturale è impossibile realizzare fisi-

Condominio - Certificazione energetica Successioni - Consulenza tecnica-legale Esperti rispondono - Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, mette a disposizione questa rubrica. Potete rivolgervi ai geometri: Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, di problemi tecnico-legali, già consulente del Tribunale di Rimini e al libero professionista Marco Secchi. Siete pregati di inviare le domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 348.3621675. E-mail: lapiazzarimini@libero.it; geom.pupolizio@outloook.it; secchi.marco92@gmail.com

camente il frazionamento del bene; - Oppure quando è impossibile realizzare porzioni suscettibili di formare oggetto di autonomo e libero godimento; - Oppure quando l’autonomo e libero godimento del bene derivante dal frazionamento è compromesso da pesi o limita-

zioni eccessive; - Oppure quando sono richieste opere complesse e/o di notevole costo. Il suo legale di fiducia Le fornirà certamente migliore e più esaustiva risposta alla domanda. Marco Secchi, geometra


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Gli abitanti della zona hanno raccolto 250 firme e protocollate al Comune lo scorso 12 maggio

MISANESITA’

Silvano Genga, Misano e le amate 500

Trevi: “Via Ca’ Raffaelli allagata, disposti a risolvere il problema” Tutto nascerebbe dall’ampliamento dell’autodromo di sette anni fa. Chiuso il fossato, la vasca di laminazione è piccola. “I tempi vanno concordati con l’amministrazione comunale”

Umberto Trevi, vice-presidente Santamonica

FOCUS

- Piccole piogge riescono ad allagare Ca’ Raffaelli, la strada che collega le due provinciali: via Del Carro e via Riccione Tavoleto. Gli abitanti lamentano il fatto da alcuni anni, ma finora nulla si è mosso. Hanno raccolto circa 250 firme e - Il generale dell’aeronautica in pensione, Silvano Genga, ha una caterva di passioni. Forse la principale è quella delle auto d’epoca, ma colleziona anche le moto, sa tagliare le siepi e potare le piante. Giocare a tennis. E chi ne ha, più ne metta. Da decenni vive nella campagna romana, ma Misano, la sua città, l’onora come si conviene. A casa e vi sale molte volte in un anno. Lo scorso giugno ha portato da Roma gli amici che insieme a lui animano il Club della 500. Su questo club è stato anche prodotto un bel libro. Uno spettacolo autentico vedere sfilare per le strade misanesi e del nostro entroterra questi gioiellini che ricordano l’Italia del sognante boom economico. Il rito di giugno si ripete da alcuni anni. La 500 di Silvano è color corallo. Bellissima.

L’area in rosso è quella soggetta agli allagamenti

portate il “quaderno del lamento” in Comune. Si è chiesto come la società Santamonica intenda muoversi. Risponde Umberto Trevi, da sempre vice-presidente: “Il problema c’è ed è destinato a soluzione. Da parte nostra c’è la massima col-

laborazione. In accordo con l’amministrazione comunale siamo chiamati a condividere. Voglio ribadire che non è che finora non si sia fatto niente. Mi dicono, però, che quando la pioggia è tanta via Ca’ Raffaelli si allaga. Ora siamo disponibili ad esaminare l’intervento risolutivo.

Da parte nostra non c’è nessun problema a farlo. Vorrei tranquillizzare tutti sulla nostra posizione”. A chi gli chiede quali sarebbero i tempi, risponde: “Dipendono dall’amministrazione comunale. Dipende da loro se partiamo oggi, o dopo l’estate”.

Sirio Selva, la morra L’ANGOLO DELLA POESIA

Gioco di bassa osteria, su un tavolo rustico, vecchio, gambe tremanti, bucherellato, roso dai tarli; il dì di festa si giocava sotto l’ombra d’ampie fronde. l’oste dal viso allegro, rubicondo, baffuto, paffuto, panciuto, era ravvolto nel candido zinale (grembiule).

I frequentatori, vecchi, incalliti, bazzicavano gente di bassa lega, litigiosi, sciamannoni, maneschi, ubriaconi, rozzi nell’aspetto, panciuti, l’addome cinto da una vecchia cavezzina in disuso; nauseabondi masticatori di tabacco, in bocca mozziconi sudici e bavosi, le pipe lerce e grumose, sputacchi in terra come nelle sputacchiere: uomini di non certo indole e abitudini: dignitose e rispettose. Si abbinavano e davano inizio alle sfide con il consueto rituale regolamento. Li guardavano curiosi, rivali, sfidanti; di tanto in tanto 1’oste portava vino, vino, solo vino. Ecco 1’inizio e subito le regole venivano trasgredite da un equivoco dialetto. Sbattendo sul tavolo le nocche, le dita callose, tozze, forse per le gottose falangi, ciangottava numeri e parole il baro perdente; mosse furiose, nefande parole tra 1’ira furente, baccano, schiamazzi, vociare d’insulti di bassa gente. Erano momenti di sguardo truce e di mano che prude. L‘orizzonte s’imbruniva, calava la voce, calava la sera, cessavano le urla della morra, fra i contendenti, né vincitori né perdenti: delusi, insoddisfatti, amareggiati, sbronzi, barcollavano col passo greve, un filo di voce rauca, poi rincasavano brontolando, biasimando. Allegri oggi, brilli nell’animo e negli atti, scordate tante difficoltà, angustie, penurie quotidiane. E domani? Sarà domani......un altro giorno. Sirio Selva


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MISANO

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Spettacoli per bambini, adulti, incontri letterari e sportivi 10 luglio ore 21.15 ACCHIAPPASOGNI Compagnia i Lucchettino in “Lucchettino classic”. Piazza della Repubblica 11 luglio ore 21 MUSICA SOTTO LE STELLE. Gruppo musicale “Swing Generis”. Piazza della Repubblica

21 luglio ore 20.30 MERCATINO DEI BAMBINI Misano Brasile, Parco del Sole

TURISMO

Dall’11 al 16 luglio 14° FESTIVAL DELLA PALLAMANO

Portoverde, piazzale Colombo

12 luglio ore 21 BRASILE BALLA Orchestra “Renzo Tommassini” Parco del Sole, Misano Brasile

16 luglio ore 21 BRASILE BALLA “Barbara”. Music and dancing Parco del Sole, Misano Brasile

12, 13, 14 luglio ore 20.45 BABY DANCE Piazzale Roma

17 luglio ore 21.15 ACCHIAPPASOGNI Compagnia Gli Alcuni in “Pollicino” Piazza della Repubblica

14 luglio ore 21.30 MUSICA SOTTO LE STELLE. Orchestra “Marina Damiani”. Piazza della Repubblica 14 luglio ore 21 IL SALOTTO LETTERARIO DI PORTOVERDE. Portoverde, piazzale Colombo Dal 14 al 16 luglio GRUPPO PERONI RACES. Misano World Circuit 15 luglio ore 20 GIOCHI SOTTO LE STELLE. Gare a squadre per bambini. Parco di Villaggio Argentina 15 luglio ore 21.30 DISCO MUSIC CON DJ Piazzale Roma 15 luglio ore 21 SPETTACOLO MUSICALE. Esibizione della band country rock “Shameless Reunion”.

18 luglio ore 21 MUSICA SOTTO LE STELLE. Esibizione orchestra di fiati di Colbordolo Piazza della Repubblica 19 luglio ore 21 BRASILE BALLA “La Nuova Romagna Folk” Parco del Sole, Misano Brasile 19, 20 e 21 luglio ore 20.45 BABY DANCE Piazzale Roma 21 luglio ore 21 BALLANDO SOTTO LE STELLE Piazza della Repubblica 21 luglio ore 21 IL SALOTTO LETTERARIO DI PORTOVERDE Portoverde, piazzale Colombo

Dal 21 al 23 luglio COPPA FMI Misano World Circuit

Luglio eventi

Sabato 22 luglio ore 21.15 68° FESTIVAL DELLA CANZONE NOSTRANA “PERCHÉ MISANO É MISANO” Misano Brasile, Parco del Sole Sabato 22 luglio ore 21.30 DISCO MUSIC CON DJ Piazzale Roma Domenica 23 luglio ore 21 BRASILE BALLA “Willy” Parco del Sole, Misano Brasile Lunedì 24 luglio ore 21.15 ACCHIAPPASOGNI. Compagnia dei Ciarlatani in “Hungry. Piazza della Repubblica 25 luglio ore 21 BALLANDO SOTTO LE STELLE. Orchestra “David Pacini” Piazza della Repubblica 26 luglio ore 21 BRASILE BALLA Orchestra “Roberta Cappelletti” Parco del Sole, Misano Brasile Mercoledì 26 luglio ore 21.00 SPETTACOLO COUNTRY Piazza della Repubblica Mercoledì 26, giovedì 27 e venerdì 28 luglio ore 20.45 BABY DANCE Piazzale Roma Giovedì 27 luglio ore 21 L’ESTATE DI KIRIKÚ Laboratori ludico creativi

Caffè del Corso

Piazza della Repubblica Venerdì 28 luglio ore 21.30 MUSICA E SPETTACOLO Orchestra “Roberto Polisano” Piazza della Repubblica Dal 28 al 30 luglio CAMPIONATO ITALIANO VELOCITÁ Misano World Circuit Sabato 29 luglio ore 21 MUSICA IN PIAZZA Gruppo musicale “More Age” Piazzale Roma 30 luglio ore 15 3° TORNEO DI RUBABANDIERA Gioco a squadre sulla spiaggia Spiaggia libera, zona Parco Mare Nord 30 luglio ore 21.00 BRASILE BALLA “Luciano e Dania” Parco del Sole. Misano Brasile 31 luglio ore 21.15 ACCHIAPPASOGNI Compagnia Gli Alcuni in “La voce della Sirenetta” Piazza della Repubblica


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Lettera aperta di Leonardo Deluca e Gian Luca Costa. Tolti i parcheggi per la ciclabile

Via Romagna 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO Villaggio Argentina. I lavori davanti alla Farmacia Misano

ALLEGRO MA NON TROPPO

Parole da... e “Fnil” (Il vecchio nome di Misano Mare)

brufa44@libero.it

- Quante anhherie ha subito la Farmacia Misano del Villaggio Argentina e quante altre ancora ne dovrà subire? Iniziamo con una breve cronistoria per farvi capire. Nel 1996 abbiamo acquisito la titolarità dell’allora Farmaci Crisanti cambiandone il nome in Farmacia Misano. La Farmacia Crisanti era stata trasferita dal proprietario Dr Cirano Crisanti da

go ammettendo di avere fatto una... cavolata (eufemismo) e nonostante ciò si doveva proseguire, cioè consci del misfatto si deve procedere ugualmente. Con tali amministrazioni l’Italia può decollare? Personaggi che si comportano in tal modo, finito il loro mandato, andranno via (se andranno via) a testa alta ugualmente?? E soprattutto finito il loro mandato a Misano da quale

LA LETTERA APOLOGIA - Alcuni esercenti di Misano che vendono souvenir, non hanno trovato di meglio per riempire gli scaffali del negozio se non con oggetti ricordo per i turisti che trascorrono le loro vacanze me Fnìl, con le effige di Mussolini- Hitler-Stalin. Trovo “disgustoso” che si siano dimenticati di tanti altri criminali e dittatori che hanno riempito disgraziatamente atroci pagine della storia più recente e passata. Quello che veramente non capisco, cosa centri Misano con questa vergogna. Se non sbaglio correggetemi, nell’ordinamento italiano, la Costituzione vieta l’apologia del fascismo e chiunque lo esalti. In ogni caso non mi pare che Misano meriti di essere ricordata da immagini di questo tipo! Il sole, il mare, gli ombrelloni, i mosconi, la sabbia, l’autodromo, il porto, le colline, i nostri ghetti, i borghi Malatestiani, ecc. non vi sembrano temi adatti a rappresentarci? Altroché Hitler! Per mé, à sì d’alghé! VACANZE - Tre mamme italiane con cinque bambini, che vivono e lavorano nella svizzera tedesca, innamorate di Misano, vogliono venire in vacanza in luglio. Non potendo venire in auto e in mancanza d’altro, hanno scelto la “comoda” soluzione del treno! Partenza da Coira-Belinzona 1° cambio, Belinzona-Milano 2° cambio, Milano-Rimini 3° cambio, Rimini-Misano 4° cambio. Per tornare a Coira, evidentemente, stessa storia. Per fortuna la tratta, a piedi, dalla stazione fino agli hotel è proprio corta, se non fosse per le 3 grosse valigie e quelle piccole dei bambini da trascinare. Furtuna ch’ià invént al ròde. Grazie a tutte le Licia... DISONESTA’ - Chi afferma che su questa parola non c’è neanche bisogno di mettere l’accento finale, non sbaglia! Il senso è sempre e comunque evidente. La disùnestà l’à è sémpre disùnesta! Con l’accento o senza. LE FONTANE - Sono una pregevole immagine della Misano turistica. Come da tempo, denunciato, i godibili getti della Piazza Roma vengono accesi da troppi anni a stagione inoltrata, troppo tardi. La ragione di questo ritardo pare essere il risparmio energetico. Per cui, per le famiglie, i bimbi e i turisti del mese di maggio/giugno, questi bellissimi giochi d’acqua non esistono. Gli operatori naturalmente ringraziano per questa gioia negata. E’ và bén ì sé? nà! UGUAGLIANZA - Gli 80 hotel dell’Associazione albergatori di Misano, aderiscono alla Fondazione Turistica comunale con un contributo di 3.000 euro circa, con una quota media per ogni hotel di € 37,50. Gli altri hotel, una ventina, aderenti all’Asso Hotel Confesercenti e altri, per entrare singolarmente devono contribuire con una quota di € 400. Una inspiegabile differenza. A quale altra attività toccherà la prossima volta essere sotto o sovrastimato? Daì! Fè prèst a sò curiòs.

Farmacia, quante angherie ancora? Misano Monte al Villaggio Argentina con regolare autorizzazione firmata dal sindaco Tiraferri. Come premio per avere cambiato il nome in Farmacia Misano hanno ritenuto opportuno raccogliere delle firme per aprire una nuova Farmacia a Misano Monte senza che ci fosse il numero legale di abitanti e per di più hanno rilevato il territorio per la Pianta Organica della nuova Farmacia esclusivamente dal territorio della nostra pianta organica. Non abbiamo fatto alcuna opposizione e come ulteriore premio hanno pensato

Tel. 0541.601758 - Fax 0541.602058

sono immerse nella quiete e il commercio invece è immerso nella... diciamo che va quasi a rotoli. Non è ancora finita perché è cronaca di questi giorni l’ultimo per ora intelligente progetto che stanno attuandole hanno tolto i parcheggi per effettuare venti metri di pista ciclabile proprio nella zona antistante la Farmacia., parcheggi che nel lontano 1996 erano stati effettuati a nostre spese e inoltre la suddetta Pista Ciclabile dopo altri 20 metri finisce!!!! Il sindaco, informato dell’avvenimento, ha effettuato un personale sopralluo-

altra parte pubblica andranno a fare danni? Un vecchio adagio recita che: ”al peggio non c’è mai fine”, per cui la domanda che ci poniamo a “Quante altre angherie dovrà ancora subire la Farmacia Misano?”. Se è per il fatto che si chiama Farmacia Misano cioè non ha il nome di un Santo come le altre due Farmacie siamo disposti anche a cambiare, metteremo i santi coi nomi dei nostri genitori? Con loro saremo senz’altro più protetti. Leonardo Deluca Gian Luca Costa

Addio Willy, l’ambasciatore della Romagna in Olanda Willy Rijntalder

MISANO ADRIATICO -Via Puccini 27/F

bene di affidarne la gestione ad una multinazionale che gestiva e gestisce tuttora le farmacie comunali di Rimini e, come ciliegina sulla torta, hanno pensato di affidarne la Direzione ad una Farmacista che non era disoccupata ma lavorava già nella Nostra Farmacia e, guarda caso, altro non era che la consorte dell’allora vice-sindaco. Finita Qui? Nooooo! In seguito hanno provvedutosindaco Giannini e assessore Guagneli ad effettuare una bretella sulla via Tavoleto per deviare il passaggio degli autoveicoli dalla zona Villaggio Argentina ora le abitazione

- Wihlelm (Willy per gli amici) Rijntalder se n’è andato lo scorso 25 giugno all’ospedale di Riccione. Aveva 82 anni ed un cuore ballerino. Lascia la compagna Josè, il figlio Patrik, la nuora Esther e due nipotini, Ruby e Mila. Per più di mezzo secolo è stato l’ambasciatore della Romagna in Olanda. Residenza a Portoverde, nel massimo splendore portava migliaia olandesi; con punte di 200mila presenze negli anni ‘80. Riempiva i campeggi con i giovani, gli adulti negli alberghi: da Pesaro-Gabicce Mare a Milano Marittima. Alla Romagna aveva aggiunto la Toscana e la montagna, il Trentino. In provincia di Rimini conosceva tutti e tutto; parlava un italiano

dal bell’accento. E se la cavava anche col dialetto; gli piaceva sfoggiarlo. Negli ultimi anni, il lavoro era la scusa per trascorrere almeno sei mesi a Portoverde e dintorni. Gli piaceva fare colazione all’italiana, mangiare nelle osterie le tipicità. La sua automobile era un’Alfa Romeo, il furgone un Ducato che recava sulle fiancate il mare romagnolo e i monti del Trentino. I pochi mesi olandesi gli servivano per fare promozione alla Romagna. Era generoso e sempre sorridente. Di sé diceva: “Sono uno zingaro. Ho tutto in una valigia. La bellezza della vita è saperla vivere ”. Era talmente conosciuto che i famigliari hanno affissi i pregati. Che la terra gli sia lieve.



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Per Mancuso, Principe e Crepet migliaia di appassionati nel giardino della biblioteca

‘Filosofia è spiritualità, onestà e rettitudine’ - “Una profonda crisi etica e spirituale mina la politica e l’economia”. E’ il parere del prestigioso intellettuale Vito Mancuso. E’ stato uno dei tre grandi pensatori che il 21, 22 e 23 giugno sono stati ospiti della “Biblioteca illuminata”, la rassegna estiva delle conferenze curata da Gustavo Cecchini, il direttore della biblioteca. A chi gli chiede come mai i giovani non riescono a prendere in mano la loro vita, risponde Mancuso: “Sono la cartina al tornasole della società in cui viviamo. Quando ero giovane io, si viveva un impegno politico, la generazione dei nostri padri aveva scritto la Costituzione. Oggi la gioventù non ha né meriti né colpe, è lo specchio di un mondo in cui mancano idee. L’opinione pubblica ci parla solo della crisi economica, finanziaria e politica. Non che abbia torto, ma io ritengo che al fondo ci sia una profonda crisi etica e spirituale. I giovani sentono che non ci sono ideali rasserenanti, valori sicuri. Una volta si aveva un’identità e si guardava al

Mancuso: “L’opinione pubblica ci parla solo della crisi economica, finanziaria e politica. Ritengo che al fondo ci sia una profonda crisi etica e spirituale” LA CULTURA di Tommaso Mazzuca futuro, c’erano idee-guida. Ecco, il tema dell’identità. Un giovane deve chiedersi chi è e poi diventare ciò che ha appreso di essere, come recita il detto del poeta greco antico Pindaro”. La filosofia e i giorni nostri: un matrimonio possibile? “Perché la filosofia possa avere un riconoscimento, un ruolo, un reale senso nella nostra vita e non resti pura teoria o accademia deve tornare ad essere un esercizio spirituale, deve servire alla

La serata con Vito Mancuso

vita, deve suscitare onestà e rettitudine. La vita filosofica è per sua natura vita comune, fatta di dialogo e ascolto. Nel 2017 occorre far capire alle persone che c’è qualcosa di più importante di loro stessi, perché si vive nella convinzione di essere il centro del mondo, di essere tuttologi. La filosofia dev’essere l’ideale a cui adeguarsi. Se io amo il sapere, abbraccio conoscenza, etica ed estetica. Abbiamo

bisogno di unione, di condivisione”. Perché la vediamo così spesso a Misano Adriatico? “Dove si sta bene, si torna sempre volentieri. Misano è da più di vent’anni un punto di riferimento del pensare filosofico”. Il teologo e scrittore ha inaugurato lo scorso 21 giugno le conferenze della biblioteca. Il suo argomento: “Diventa ciò che sei”. Il

giardino della Biblioteca era gremito e Mancuso ha saputo affascinare. Al centro del suo intervento l’idea che conoscere se stessi non significhi fare un test della personalità. Occorre un lavoro interiore, una ricognizione di sé, dopo aver compreso la propria essenza e aver cessato di imitare falsi modelli. “Dobbiamo guardarci dentro, giudicare noi stessi. Ius dicere, infatti significa

propriamente dire il giusto”. “Serve salire sopra di noi per tenere in mano la nostra vita, con l’ausilio della filosofia e del pensiero che devono servire a mettere ordine, ma soprattutto devono diventare vita”. Mancuso oramai è di casa a Misano, dove trova sempre un pubblico caloroso e appassionato. Lo scorso giugno, insieme al filosofo, sono arrivati il musicologo Quirino Principe (“Ho indagato me stesso”) e lo psichiatra Paolo Crepet (“Il coraggio di essere se stessi”). I tre sono stati i grandi protagonisti della decima edizione della Biblioteca Illuminata, curata da Gustavo Cecchini, direttore della Biblioteca. «Conosci te stesso» il tema di quest’anno. Scriveva Platone. «Il più grande bene per l’uomo è interrogarsi su se stesso, e indegna di essere vissuta è una vita senza tale attività» (Apologia di Socrate 28,38a). L’Occidente ha impresso il famoso “Conosci te stesso”, scolpito sul frontone del tempio di Apollo a Delfi.

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Aziende informano

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Da anni l’istituto di credito è impegnato nella prevenzione e cura della salute

Dalla BCC un plafond di 5 milioni Turista salvo grazie al defibrillatore della BCC per le aziende di Confcommercio Contributo importante anche per le attività promozionali come “Turismo in Festa” a Gabicce Mare

COMUNITA’ - La Banca di Credito Cooperativo di Gradara ha donato un defibrillatore alla città di Gradara nel 2013. Lo scorso giugno, la macchina ha salvato la vita ad un turista ottantenne ospite di un noto locale gradarese. L’istituto di credito da sempre è attento ed attivo sul territorio con progetti culturali e sociali fondamentali. Negli ultimi 5 anni ha donato oltre 50 defibrillatori ai Comuni e associazioni del territorio, compreso quello della salvezza nel Borgo di Gradara. Il dispositivo, posizionato di fronte alla sede della BCC, in caso di necessità può essere utilizzato dagli abitanti, ma anche dai numerosi turisti che ogni anno frequentano il borgo medievale.

TURISMO

2013. L’allora sindaco di Gradarta Franca Foronchi il giorno in cui venne collocato il defibrillatore Alla cerimonia erano presenti il sindaco di Gradara Franca Foronchi, il presidente della BCC di Gradara Fausto Caldari e i dottori Alberto Bernardi e Antonio Destro, direttori del 118, rispettivamente di Pesaro e di Rimini. “La BCC di Gradara – sottolinea il presidente Fausto Caldari - da sempre è vicina alla sua comunità e alla prevenzione e cura della

salute, non poteva non compiere questa donazione proprio nel Comune dove risiede. I defibrillatori sono un gesto di alto senso civico e di attenzione alla comunità, alla quale viene offerto un apparecchio che aumenta la garanzia di sicurezza per i cittadini e per i turisti. Un obbligo ribadito anche dal Ministro dello Sport per tutti i Comuni e le associazioni”.

- Cinque milioni di euro a favore delle aziende della Confcommercio di Pesaro - Urbino e un contributo importante per le attività promozionali del territorio tra Gabicce Mare e Pesaro. Così il presidente Fausto Caldari, racconta dell’iniziativa: “Ringrazio il direttore della Confcommercio Amerigo Varotti, il presidente degli albergatori Angelo Serra, per il costante impegno e, per questo dinamismo che, nonostante le tante difficoltà, anche economiche, mostrano nella loro incessante attività a favore della categoria, e della nostra comunità. Ormai tra la Banca di Credito Cooperativo di Gradara e la Confcommercio di Pesaro-Urbino è nato un certo feeling. Ci accomuna una unità di intenti ed un grande desiderio di operare a vantaggio della collettività e del territorio per la crescita sociale, culturale

ed economica. Confcommercio ci ha scelto come partner a sostegno dei suoi associati e, della loro attività imprenditoriale, abbiamo stanziato un plafond di 5 milioni di euro, proprio con questa finalità. Oltre al plafond, abbiamo previsto un contributo importante a favore dell’attività promozionale che riguarda il territorio, tra Pesaro e Gabicce Mare. Eventi organizzati a sostegno degli operatori economici e turistici di Confcommercio, tendenti alla valorizzazione dei nostri luoghi, e a far conoscere le nostre peculiarità. Tra questi eventi spicca “Turismo in festa”; nato proprio con la finalità di migliorare l’accoglienza e di offrire un prodotto di qualità ai tanti turisti che affollano la località di Gabicce, durante la stagione estiva. Giunto ormai alla sesta

edizione, è un appuntamento importante ed in costante crescita. Come banca locale, questo rapporto con la Confcommercio, rappresenta un’ulteriore occasione per intensificare la nostra attività bancaria ed extra-bancaria, che ci vede costantemente impegnati ad investire sul territorio per la sua crescita sociale, culturale, di prevenzione e cura della salute. Promuovere la salute ed il turismo, investire su chi intende intraprendere, sostenere i vari operatori economici, significa far crescere la nostra comunità, contribuire alla sua economia, operare per il “bene comune”. Come BCC di Gradara, unica vera banca locale, siamo lieti ed orgogliosi di compiere questo percorso, non sempre facile, insieme alla Confcommercio di Pesaro-Urbino, ed offrire il nostro concreto sostegno”.

Lo Sferisterio a Macerata

La Turandot nella magia dello Sferisterio - L’opera Turandot di Giacomo Puccini nella magia dello Sferisterio di Macerata. La Banca di Credito Cooperativo di Gradara, nell’ambito del progetto “Conosci il Territorio”, ha organizzato

CULTURA per venerdì 4 agosto, in esclusiva per la clientela, un’uscita a Macerata con la grande lirica. Partenza con pullman GT dal Piazzale Aldo Moro

di Gabicce Mare - ore 17,30, cena libera e Opera allo Sferisterio in platea (settore blu) - ore 21. Si rientra a Gabicce Mare attorno alle 2 circa. Quota per ogni partecipante Euro 80.


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CULTURA

Con cattiveria osteggiato dalla chiesa, ora papa Bergoglio ne ha fatto uno dei suoi simboli - Nel quint’ultimo giorno di giugno si compie esattamente il mezzo secolo dalla morte di don Lorenzo Milani, il prete di Barbiana allora oltraggiato e perseguitato e poi dimenticato dalla Chiesa di Roma. Aveva soltanto 44 anni ed era nato a Firenze da una agiata famiglia della borghesia intellettuale di un buon livello culturale e laica, di cui il padre era un professore universitario, il nonno un archeologo ed il bisnonno un filologo e poliglotta. Era una famiglia non particolarmente incline a scelte religiose, sicuramente agnostica. Dopo i Patti Lateranensi del 1929, tra il fascismo di Mussolini e il cardinale Gasparri per la Chiesa di Roma e dopo la inclinazione che stava imboccando il fascismo in Italia dal 1933 in vista di quelle che saranno poi le Leggi Razziali, la sua famiglia farà battezzare i figli ed i genitori si sposeranno in Chiesa, giacché la madre di Lorenzo era di

Dal 1942 al 1943 vari accadimenti lo orientarono verso la Chiesa. Vorrà essere cresimato ed entrerà nel seminario , il tutto con la disapprovazione della sua famiglia. Nell’estate del 1947 venne ordinato sacerdote. Quando nell’ottobre del ‘47 arriva a San Donato di Calenzano quale giovane cappellano per dare una mano al vecchio parroco Daniele Pugi, è una giornata di pioggia che intristisce il grosso borgo operaio ove il giovane prete comincerà a farsi le ossa. E’ qui che inizia il nucleo della sua “Esperienze Pastorali”. E’ qui che Lorenzo comincia ad elaborare il “suo” catechismo storico. Qui fondò la sua “scuola popolare”. Il 2 giugno 1946, nell’occasione del referendum istituzionale, Lorenzo si era schierato per la Repubblica contravvenendo alle reccomandazioni contrarie del cardinale Elia Dalla Costa ed il 18 aprile 1948 lo

Nasce a Firenze da un’agiata famiglia. Muore a 44 anni. Scopre la fede da solo, lasciando stupita la famiglia. “Cattolici e comunisti insieme dovevano portare avanti i valori della Resistenza” Ben presto si rende conto di tutto il carattere esteriore e formale della vita parrocchiale e della sua vacuità, tipo le processioni con il loro carattere folcloristico; il tutto gli risulterà un non vissuto della pratica liturgica e della formazione catechistica

Don Milani, grande italiano origine ebraica (quindi questa uscita famigliare di tipo religioso doveva servire a dare una patente di arianesimo ad una casata fiorentina della ricca borghesia che viveva bene con il fascismo, così come tante altre, quando non lo avevano addirittura finanziato e sostenuto, così come in una intervista riporta Oreste Del Buono). Don Lorenzo, con la sensibilità di cui era permeato e col dolore e vergogna che doveva provare, analizzerà poi la complicità di classe con gli orrori del fascismo. Lorenzo crescerà malaticcio e sarà circondato di cure come un “signorino” privilegiato. Avrà la fortuna di avere amicizie di persone che emergeranno poi culturalmente (vedasi Luca Pavolini compagno di giochi che diventerà giornalista dell’Unità, Bice Valori, Sergio Tofano, verranno poi Oreste Del Buono, Saverio Tutino). A scuola non sarà uno studente modello e si accosterà da solo alla fede ed alla Chiesa lasciando la famiglia nello stupore. Non andrà all’Università, come era invece normale prassi di tutta la sua famiglia. Proverà anche l’esperienza della pittura ed un giorno nel ‘43 al tempo della guerra e della fame, in Firenze presso Piazza Pitti, mentre dipingeva, si verificò un episodio che lo segnerà profondamente. Stava dipingendo e si mise a mangiare un panino. Una popolana lo apostrofò: - “Non si viene a mangiare il pane bianco nelle strade dei poveri”. Questo episodio che lui stesso racconterà in seguito alla professoressa Adele Corradi, insegnante di Barbiana, lo commenterà dicendo di essersi accorto di essere odiato e che la cosa gli importava molto. Le dirà anche il senso di colpa che provava da bambino quando l’autista di famiglia lo accompagnava a scuola con l’automobile e lui voleva scendere prima per la vergogna che provava alla vista dei compagni.

- Questo articolo doveva uscire lo scorso giugno, mese della sua morte. Per ragioni di spazio non è stato possibile. Ce ne scusiamo con i lettori e con l’autore.

Don Lorenzo Milani (27 maggio 1923 - 26 giugno 1967)

PERSONE di Silvio Di Giovanni vivrà con un tremendo contrasto interiore attenendosi però alla imposizione di far votare gli elettori, fedeli della parrocchia, per la Democrazia Cristiana. Ma chi è veramente questo prete che la Chiesa anche oggi pare non abbia gran volontà di ricordare? Ben presto don Milani si rende conto di tutto il carattere esteriore e formale della vita parrocchiale e della sua vacuità, tipo le processioni con il loro carattere folcloristico; il tutto gli risulterà un non vissuto della pratica liturgica e della formazione catechistica. Abbandonerà anche le iniziative tipo partite di calcio, tornei, ecc... che sono mezzi per attirare i giovani ma che, secondo Don Lorenzo, non li conducono da nessuna parte, che non servono per farli maturare ma anzi contribuiscono ad addormentarne le coscienze ed a intorpidirne le menti. Lorenzo intravede la strada migliore nella esperienza della scuola popolare. Una scuola serale per tutti i giovani operai. Provvederà ad invitare, ogni venerdì sera, delle personalità della politica, della cultura, del sindacato per parlare con i suoi ragazzi. Inventerà un nuovo e diverso modo di confronto e di rapporto tra i cattolici e i comunisti. E’ chiaro quindi che Lorenzo non riceverà solo grande attaccamento e stima da parte dei suoi ragazzi ed interesse da parte delle persone più illuminate, ma anche numerose antipatie,

per non dire peggio, a causa del suo comportamento anticonformista, schietto e franco. Quando nel 1954 morirà il vecchio prevosto di San Donato, don Daniele Pugi, Lorenzo non sarà nominato parroco al suo posto, ma sarà mandato via, sarà trasferito a Barbiana, in “un penitenziario ecclesiastico” come dirà lui nella sua corrispondenza. In realtà il Clero ivi relegherà una delle menti più lucide e taglienti della Chiesa Italiana. Pur mandato in una zona sperduta del Mugello, senza strada, senza acqua, senza luce, con poche case sparse, tuttavia Lorenzo capirà il senso di una vita in quel luogo. Riprenderà anche lì l’esperienza della scuola popolare. Lui è profondamente convinto che la più grande ingiustizia sia rappresentata dallo stato forzato di condizione di ignoranza in cui è tenuta la popolazione dei più poveri.

E’ fermamente convinto che la strada dell’istruzione sia la prima da percorrere e che i giovani operai vadano tolti dallo stato di semianalfabetismo culturale. Il Clero però non è d’accordo e quando nel 1958 uscirà il suo libro “Esperienze Pastorali” il Santo Uffizio, il 15 dicembre dello stesso anno ordinerà il ritiro dell’opera dal commercio e proibirà anche la ristampa e la traduzione. Oltre alle pie persone di benpensanti che perseguitarono don Milani, ci penseranno a tirare la volata al Sant’Uffizio sia la Settimana del Clero che la Civiltà Cattolica con due orribili stroncature del libro. Oggi è bene rileggerlo, questo libro. E’ un copioso volume di quasi cinquecento pagine che alla sua uscita ebbe come estimatori personaggi come Luigi Einaudi, Don Primo Mazzolari, monsignor Giulio Facibeni. Ma è chiaro che suscitò le polemiche tra i benpensanti. Il libro in realtà è una lucida

analisi sociologica dell’ingiustizia e dell’oppressione sociale, è il frutto delle riflessioni e delle scelte pastorali di questo parroco venuto a contatto di quella realtà a San Donato. E’ chiaro che è un libro scomodo, dal quale emergono da sole le crisi dei “dogmi”. Appaiono poi le differenze più grandi tra ricchi e poveri proprio in relazione al discrimine culturale. I poveri, dice Lorenzo, restano emarginati perché non possiedono gli strumenti di cultura che possono dar modo di prendere in mano il loro destino e cambiarlo. Ai poveri manca la proprietà della coscienza e della lingua. Questa disamina non va bene al clero di allora e così come Mussolini ha già fatto per Gramsci, così la chiesa di Roma vorrà bloccare questo cervello scomodo, un cervello esigente e antidogmatico, un cervello provocatore e sovvertitore dell’ordine costituito, un cervello tanto più pericoloso in quanto ortodosso ed ubbidiente alla gerarchia della Chiesa, della sua amatissima Chiesa. Quindi si penserà di relegarlo tra i monti del Mugello, a Barbiana, appunto. Don Lorenzo non si perde d’animo, qui fonda la nuova scuola postelementare con un lavoro di gruppo di ispirazione antiborghese per i suoi ragazzi, i suoi “montanini”. La scuola sarà il luogo ove i poveri potranno imparare la lingua che li potrà rendere uguali agli altri. Sarà questa un’esperienza forse irripetibile e più unica che rara nel suo genere che però saprà attirare l’attenzione di personalità del mondo

della cultura e della politica e saranno numerose le visite a Barbiana, dal teorico della non violenza Aldo Capitini a Pietro Ingrao. Sarà quella di Barbiana una scuola diversa, rivoluzionaria, una scuola di lingua e di pensiero, ma una scuola laica perché già cristiana nel suo midollo. Diventerà una meta per tanti e tutti quelli che saliranno a Barbiana saranno “usati” da Don Lorenzo come “strumenti utili” alla crescita della sua scuola e dei suoi ragazzi. La scelta dei poveri, dei non istruiti sarà il terreno di battaglia di don Milani che dirà “i poveri hanno subito inganni e tradimenti anche dai cattolici” e la cosa è bene espressa nella sua lettera ad un giovane comunista. Si lamenterà Lorenzo che i comunisti e i democristiani del dopoguerra hanno mancato l’occasione storica per realizzare in Italia una autentica società civile e di valori cristiani, così come si stava creando nella esperienza della Resistenza e della Liberazione (la lettera è meglio conosciuta come “Lettera a Pipetta”). Prima di “Esperienze Pastorali” dal 1949 al 1956 Lorenzo aveva pubblicato una serie di scritti quali lettere aperte, pubblicazioni su periodici, poi il 28 ottobre 1958 succederà un fatto eccezionale con l’avvento di Papa Giovanni XXIII che sarà una ventata nuova nella Chiesa e nei suoi rapporti con gli altri. Verrà convocato il Concilio Vaticano II che sarà una rivoluzione per la Chiesa. Don Lorenzo nell’agosto del ‘59 tenterà un passo molto ardito, scriverà a Nicola Pistilli che è il direttore di una rivista Cattolica, della sinistra Cattolica. Quella lettera è un documento di una insospettata lungimiranza che precorre i tempi ed in relazione ai rapporti interni della


CULTURA

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E’ il 50mo della morte. “I care” (io me ne occupo) il suo motto sarebbe attualissimo

La sua scuola di Barbiana, sarà diversa, rivoluzionaria, di lingua e di pensiero. Una scuola laica perché già cristiana nel suo midollo. Diventerà mèta per tanti e tutti quelli che saliranno a Barbiana saranno “usati” da don Lorenzo come “strumenti utili” alla crescita della sua scuola e dei suoi ragazzi. La sua figura dovrebbe rappresentare, per gli onesti credenti nei valori della solidarietà e della cultura, un faro da cui attingere luce di speranza Chiesa Cattolica anticipa ciò che sarà la nuova impostazione, ma il direttore Pistilli non avrà il coraggio di pubblicarlo. Io mi domando: non erano ancora maturi i tempi? Forse i tempi avevano scadenze diverse rispetto alla fulgida intelligenza e preveggenza di questo giovane prete? Don Lorenzo Milani aveva scritto anche un’opera che non ha mai pubblicato: “Università e pecore”; l’ha tenuta in archivio ma non l’ha distrutta, anche quando sapeva di dover morire. Quindi è da pensare che ambisse alla pubblicazione postuma? E’ questa un’opera scritta ad un amico magistrato, con la quale opera il sacerdote descrive in maniera cruda e reale la vita dei pecorai Adolfo e Adriano e del “Signorino”. Descrive come Adolfo abbia passato tutta la fanciullezza e la giovinezza a badare le pecore e da adulto a lavorare la terra, cioè il podere del “Signorino” e con le pecore manda il figlio Adriano, il quale, come suo padre, cresce analfabeta giacché non può andare a scuola, deve badare le pecore. Le pecore che danno la lana, il latte e gli agnellini. Poi si vende la lana, il latte e gli agnellini e la metà del ricavato basta appena per campare alla famiglia di Adolfo e Adriano, mentre la metà del “Signorino”, sommata assieme a tante altre metà di tanti altri poderi, basterà al Signorino per an-

dare a scuola fino a 30 anni e più. In questa sua opera si avverte l’autobiografia, il suo puntuale esame di confronto tra due distinti mondi dell’infanzia dei ricchi e quella dei poveri, separata da confini invalicabili. Nel 1965 prenderà una netta posizione sul problema della obiezione di coscienza rispetto al servizio militare. L’occasione gli viene dalla lettura, con i suoi ragazzi, di un comunicato stampa dei Cappellani Militari Toscani in congedo. Questo comunicato è in realtà il parto di menti cattive ed intolleranti, incapaci comunque di capire gli altri, il che è in netto contrasto con il dettato cristiano, per Lorenzo. Leggiamo assieme il passo saliente del comunicato: “Ordine del giorno dei Cappellani Militari in congedo della Toscana nell’anniversario della conciliazione tra la Chiesa e lo Stato Italiano... il seguente ordine del giorno: “ I Cappellani Militari in congedo.... considerano un insulto alla patria ed ai suoi caduti la cosiddetta obiezione di coscienza che, estranea al comandamento cristiano dell’amore, è espressione di viltà”. Ad una persona sensibile come Lorenzo non andò giù una simile cattiveria gratuita ed offensiva e provvide a rispondere agli insulti in

maniera netta. Osserviamo attentamente alcuni passi significativi della lunga epistola che va sotto il titolo di “risposta di Don Milani ai Cappellani Militari”: “...avete insultato dei cittadini che noi e molti altri ammiriamo. E nessuno che io sappia vi aveva chiamati in causa. ...Non discuterò qui l’idea di Patria in sé. Non mi piacciono queste divisioni. Se Voi però avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora io vi dirò che, nel Vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati ed oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se Voi avete il diritto, senza essere richiamati dalla Curia, di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno nella scelta dei mezzi sono migliori di Voi: le armi che Voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero ed il voto. Abbiamo dunque idee molto diverse. Posso rispettare le Vostre se le giustificherete alla luce del Vangelo o della Costituzione. Ma rispettate anche Voi le idee degli altri. Soprattutto se sono uomini che per le loro idee pagano di persona.” In verità io faccio torto ad evidenziare solo alcuni passi di questa nobilissima lettera. Andrebbe riportata tutta. Andrebbe pubblicata tutta, ma è di molte pagine. Sarebbe meritevole che “La Piazza” la pubblicasse per intero in una prossima occasione. Ritengo che, almeno ad alcuni passi espressivi, vada dato risalto. Nella sua conclusione abbiamo: “Ma in cento anni di storia italiana c’è stata anche una guerra “giusta” (se guerra giusta esiste). L’unica che non fosse offesa delle altrui Patrie,ma difesa della nostra: la guerra partigiana. Da un lato c’erano dei civili, dall’altro dei militari. Da un lato soldati che avevano obbedito, dall’altro soldati che avevano obiettato. Quali dei due contendenti erano, secondo Voi, i “ribelli” quali i “regolari”? E’ una nozione che urge chiarire quando si parla di Patria. Nel Congo per esempio quali sono i “ribelli”? Poi per grazia di Dio la nostra Patria perse l’ingiusta guerra che aveva scatenato. Le Patrie aggredite dalla nostra Patria riuscirono a ricacciare i nostri soldati. Certo dobbiamo rispettarli. Erano infelici contadini o operai trasformati in aggressori dall’obbedienza militare. Quell’obbedienza militare che Voi cappellani esaltate senza nemmeno un “distinguo” che vi riallacci alla parola di San Pietro: “Si deve obbedire agli uomini o a Dio?”. Ed intanto ingiuriate alcuni pochi coraggiosi che sono finiti in carcere per fare come ha fatto San Pietro. In molti paesi civili (in questo più civili del nostro) la legge li onora permettendo loro di servire la Patria in altra maniera. Chiedono di sacrificarsi per la Patria più degli altri, non meno. Non è colpa loro se in Italia non hanno altra scelta che di servirla oziando in prigione.” Ed ancora: “In quanto agli

obiettori, la Chiesa non si è ancora pronunziata né contro di loro, né contro di Voi. La sentenza umana che li ha condannati dice solo che hanno disobbedito alla legge degli uomini, non che sono vili. Chi vi autorizza ad rincarare la dose?” Poi ancora: “Aspettate ad insultarli. Domani forse scoprirete che sono dei profeti. Certo il luogo dei profeti è la prigione ma non è bello star dalla parte di chi ce li tiene....”. Ed infine sentiamo come sono profetiche queste conclusioni e come siano ancora attuali: “Auspichiamo che abbia termine finalmente ogni discriminazione ed ogni divisione di Patria di fronte ai soldati di tutti i fronti e di tutte le divise che morendo si sono sacrificati per i sacri ideali di Giustizia, Libertà, Verità. Rispettiamo la sofferenza e la morte, ma davanti ai giovani che ci guardano non facciamo pericolose confusioni fra il bene ed il male fra la verità e l’errore, fra la morte di un aggressore e quella della sua vittima. Se volete diciamo: preghiamo per quegli infelici che, avvelenati senza loro colpa da una propaganda d’odio, si sono sacrificati per il solo malinteso ideale di Patria calpestando senza avvedersene ogni altro nobile ideale umano.” Don Lorenzo invierà la lettera anche a tutti i parroci della diocesi e della Provincia e la farà poi pubblicare sul settimanale “Rinascita” con il titolo “Non è una viltà l’obiezione di coscienza”. A questo punto i benpensanti Combattenti, cappellani “difensori dei sacri ideali della Patria” faranno una circostanziata denuncia al Procuratore della Repubblica di Firenze, contro il reo don Lorenzo Milani e contro il direttore del settimanale, anche forti e confortati dalla allora recente pronuncia della Suprema Corte di Cassazione che aveva respinto il ricorso di padre Ernesto Balducci contro la condanna comminatagli dalla Corte di Appello di Firenze “per l’esaltazione dei cosiddetti obiettori di coscienza”. Lorenzo sarà incriminato per “Apologia di reato”. Al processo avanti al Tribunale di Roma (4° Sezione) sarà presente solo il vicedirettore del settimanale incriminato per avere pubblicato la lettera. Lorenzo è già ammalato e manderà una lettera ai giudici datata “Barbiana 18/10/1965”. E’ molto lunga la lettera, però meriterebbe di essere conosciuta per il suo contenuto: per la puntuale disamina dei fatti, la espressione della sua maturazione, la intelligente ricerca di documentazione storica e la dimostrazione di una conoscenza che non era affatto comune. Anche per questo oserei sperare, se fosse possibile in futuro, la sua integrale pubblicazione da parte del nostro mensile. Io mi accontenterò di riportare solo due brani e cioè quello di apertura e quello di chiusura: “Signori Giudici, vi metto qui per iscritto quello che avrei detto volentieri in aula. Non sarà infatti facile ch’io possa venire a Roma perché sono da tempo malato. Allego un certificato medico e vi prego di procedere in mia assenza. La malattia è l’unico motivo per cui non vengo. Ci tengo a precisarlo perché dai tempi di Porta Pia i preti italiani sono sospettati di aver poco rispetto per lo

Stato. E questa è proprio l’accusa che mi si fa in questo processo. Ma essa non è fondata per moltissimi miei confratelli e in nessun modo per me. Vi spiegherò anzi quanto mi stia a cuore imprimere nei miei ragazzi il senso della legge e il rispetto per i Tribunali degli uomini.” .... Ed alla fine della lettera: ”A più riprese gli scienziati ci hanno avvertiti che è in gioco la sopravvivenza della specie umana (per esempio Linus Pauling premio Nobel per la chimica e per la pace). E noi stiamo qui a questionare se al soldato sia lecito o no distruggere la specie umana? Spero di tutto cuore che mi assolverete, non mi diverte l’idea di andare a fare l’eroe in prigione, ma non posso fare a meno di dichiararvi esplicitamente che seguiterò a insegnare ai miei ragazzi quel che ho insegnato fino a ora cioè che se un ufficiale darà loro ordini da paranoico hanno solo il dovere di legarlo ben stretto e portarlo in una casa di cura. Spero che in tutto il mondo i miei colleghi preti e maestri d’ogni religione ed ogni scuola insegneranno come me. Poi forse qualche generale troverà ugualmente il meschino che obbedisce e così non riusciremo a salvare l’umanità. Non è un motivo per non fare fino in fondo il nostro dovere di maestri. Se non potremo salvare l’umanità ci salveremo almeno l’anima.” La sentenza di Primo Grado che verrà emessa dal Tribunale è una meditata ed intelligente analisi dello stato delle cose (nel 1966) ed in una disamina di numerosissime pagine analizza il problema dell’obiezione di coscienza e decide che il parroco incriminato con la sua lettera aperta e il giornale che l’ha pubblicata non hanno offeso le istituzioni e nemmeno hanno incitato alla ribellione, ma hanno espresso le proprie opinioni e per questo non sono punibili perché il fatto non costituisce reato. Purtroppo non finiranno le pene giudiziarie per Lorenzo e per il giornalista. Ci sarà il ricorso in appello, proposto dalle pie persone e dai Cappellani Militari, con la condanna a cinque mesi e dieci giorni per il giornalista Pavolini, ma don Lorenzo sarà già morto e sepolto a Barbiana nel Mugello, per sua volontà, nel piccolo cimitero di montagna con gli scarponi e con i paramenti, dove aveva voluto per sé un posto tra i suoi “montanini”. Questo povero sfortunato giovane ha dovuto cedere contro la grave malattia. Un linfogranuloma maligno è il suo tumore ai polmoni contro il quale lotterà fino agli ultimi giorni. Farà fatica anche a parlare alla fine dei suoi giorni e comunicherà con dei bigliettini e due giorni prima del suo triste epilogo sorretto dalla sua forza interiore riuscirà anche a scherzare borbottando con la sua consueta vena di ironia: “un grande miracolo sta per avvenire in questa stanza, un cammello che passa per la cruna di un ago”. Con tutta la grande soddisfazione dei suoi persecutori la sentenza d’appello di condanna che lo riguarderà dirà che “per il priore di Barbiana, il reato è estinto per morte del reo”. Complimenti alla memoria di quelle gentili e benpensanti persone,

complimenti alla memoria di quegli eminentissimi cappellani militari in congedo, immagino quanto abbiano potuto essere ben fieri del loro agire!!! Nonostante la grave malattia Lorenzo preparerà la sua ultima opera “Lettera ad una professoressa” che sarà tradotta poi in varie lingue. Va detto che questa sua ultima fatica, che avrà per autore la scuola di Barbiana con i suoi ragazzi, è una critica minuziosa alla scuola elitaria italiana di quegli anni, una scuola... “che boccia i figli dei poveri e promuove i figli dei ricchi”, “che fa parti uguali tra diseguali”; una scuola... “che è un ospedale che cura i sani e respinge i malati così da diventare uno strumento di differenziazione sempre più irrimediabile” e rivolgendosi agli insegnanti: “Voi dicendo di aver bocciato i cretini e gli svogliati sostenete che Dio faccia nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri; non posso pensare che Dio faccia questi dispetti ai poveri, è più facile che i dispettosi siate Voi”. Questa opera, che assorbirà gli ultimi mesi di vita di Lorenzo che sta lottando contro il male, è una minuziosa analisi delle disfunzioni della scuola italiana di quel tempo ed influenzerà non poco il “68” italiano e ciò, ad onor del vero, al di là delle intenzioni dell’autore stesso. E’ un’opera che ha il merito di sollevare in Italia in modo clamoroso e polemico il problema della organizzazione scolastica selettiva ed antipopolare. In quel periodo Lorenzo accoglierà a far scuola a Barbiana il pastore evangelico Roberto Nisbet al quale regalerà una copia di “Esperienze Pastorali” con le dediche. Questo prete evangelico resterà molto colpito da questo suo incontro e dalla lettura dell’opera milaniana e scriverà a Lorenzo una lettera nel maggio del ‘67 (il mese prima della sua morte). Eminenti personaggi si sono poi misurati attorno alle opere di Lorenzo ed attorno al suo insegnamento: Pierpaolo Pasolini nel 1973 lo ha sintetizzato come “una figura tragica e consolatrice del nostro universo disperato”. Lo storico Michele Ranchetti ha analizzato la complessa figura del giovane Milani e della sua cara amica Carla Sborgi che da giovani, prima del suo ingresso in seminario, era stata la sua “quasi fidanzatina”. Lo studioso francese Michel Foucault, uno dei protagonisti della cultura europea del ‘900, ci insegna come analizzare la complessità delle figure umane di questa levatura. Maurizio Di Giacomo con il suo volume “Don Milani tra solitudine e Vangelo” apre un nuovo orizzonte nell’analisi su don Lorenzo, getta una luce in “chiave esistenziale” su questo prete che sarà coerente ed ortodosso fino all’ultimo e,nonostante la provenienza degli attacchi alla sua persona, lui sarà nella Chiesa e mai al di fuori di essa. Io mi chiedo se sia ora, da parte di chi può avere questo compito, di chiedere scusa alla Storia e alla memoria di questo parroco. La sua figura dovrebbe rappresentare, per gli onesti credenti nei valori della solidarietà e della cultura, un faro da cui attingere luce di speranza. Cattolica, 11 giugno 2017


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Lugli: “Cattolica per la Tanzania” - Nel mondo 1,3 miliardi di esseri umani vive in condizioni di estrema povertà, di cui 100 milioni non hanno cibo ed 800 milioni sono a rischio fame. Sono dati desunti dal rapporto del 2016 sulla protezione internazionale. La FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) dichiara che nel mondo si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo a fronte di una capacità produttiva che aumenta ogni anno del 15%. Dai dati risulta evidente che non è il cibo che manca ma un equa ridistribuzione. Ultimamente il fenomeno del Land Grabbing, accaparramento della terra, sta assumendo proporzioni enormi. Europei, Coreani, Giapponesi, Cinesi, Arabi si sono appropriati di centinaia di milioni di ettari di suolo africano per garantirsi il cibo, per produrre biocombustibili utilizzando colture di mais, di soia, di canna da zucchero, jatropa e olio di palma ed anche destinare tonnellate di mais e soia, all’alimentazione animale nei processi di riproduzione intensiva del mondo occidentale. Ciò cosa ha provocato? Ha provocato l’allontanamento dalla terra dei nativi che la occupano, a fronte di una proprietà consuetudinaria e non legale. Uomini e donne che ne fanno uso per la propria sussistenza e per qualche scambio commerciale nei miseri mercati locali. Ho potuto fare una esperienza diretta di Land Grabbing in Tanzania . Vi sono implicate società europee che producono monocolture, che distruggono la biodiversità e nel tempo inaridiscono inevitabilmente il terreno. Rimarco che, ovviamente, per fare ciò si utilizzano enormi quantità di acqua.

Maurizio Lugli in Africa

“Lì vi sono implicate società europee che producono monocolture, che distruggono la biodiversità e inaridiscono inevitabilmente il terreno. Rimarco che, ovviamente, per fare ciò si utilizzano enormi quantità di acqua” VOLONTARIATO

di Maurizio Lugli I terreni vengono presi in carico con contratti di comodato gratuito per decine e decine di anni e si assiste alla guerra fra poveri, il costo di un ettaro di terra varia da zero dollari ad un massimo di un dollaro e cinquanta. I governi internazionali implicati, per non essere accusati di neocolonialismo sostengono e finanziano, per esempio con i fondi sovrani dei Paesi del Golfo, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi, società private. Le stesse Società ottengono un beneficio fiscale perché hanno firmato contratti di comodato gratuito e non risultano proprietarie. Così va il mondo. VI chiederete perché si possa dare la terra per così poco ed immagino che pensiate che la corruzione faccia la sua parte. Non c’è dubbio che esista ma, spesso, sono le evidenti carenze infrastrutturali, mancanza di porti, strade, ferrovie e via dicendo che costringono, ad esempio, la Repubblica Centroafricana che non ha sbocchi al mare, a concedere gratuitamente la propria

terra nella speranza che coloro che la utilizzeranno realizzino le necessarie opere per mantenere i costi di trasporto entro livelli adeguati.

Tutto questo per avere qualche speranza di commercio internazionale soprattutto per quei Paesi africani che non hanno materie prime e devono fare affi-

damento solo sulla agricoltura o poco più. Nel mondo globale delle derrate alimentari assistiamo alla assurdità di una agricoltura

COMUNITA’

Cena di solidarietà nel nome di Guido Paolucci - Guido Paolucci è stato un oncologo pediatra di livello mondiale, con la passione della storia locale. Se ne va a 74 anni nel luglio del 2006. Direttore del Sant’Orsola a Bologna, fonda l’Ageop per dare un sostegno ai genitori accanto ai figli ammalati. Nel suo nome di tiene la VII “Cena del mare” all’insegna della solidarietà. L’Associazione Ageop Cattolica anche quest’anno hanno organizzato per il 14 luglio alle 20.30 una cena solida-

Guido Paolucci (1932 – 2006) le nella magica cornice del Circolo Nautico di Cattolica. Serata all’insegna del divertimento, con pesce locale cucinato dal cuoco Giancarlo Binotti; poi intrattenimento musicale. L’iniziativa era finalizzata alla raccolta fondi che saranno destinati ad aiutare le famiglie dei bambini del reparto dell’oncoematologia pediatrica del S.Orsola di Bologna e alla Ricerca.

fortemente sussidiata in Europa e negli Stati Uniti che entra in competizione con quella priva di tecnologia e di fertilizzanti (non se lo possono permettere), del mondo africano. Come si può pensare che possano avere qualche possibilità di esportare i propri prodotti? Non solo, alcuni paesi, fra cui gli Stati Uniti e l’Australia, vincolano gli aiuti all’acquisto di merci da loro prodotte. Aiuti internazionali che incrementano i profitti nazionali. Ora quando la FAO e tutte le organizzazioni internazionali ci propinano le sopracitate statistiche mi arrabbio perché capisco che coloro che dovrebbero risolvere i problemi si dilettano con i numeri. Fermo qui il mio giudizio e ciascuno si faccia la sua idea. Assistiamo ogni anno a valanghe di cibo inviato dall’Occidente nell’Africa subsahariana. Dal mio punto di vista si dovrebbe fare solo in caso di calamità naturale, carestia, terremoti, innondazioni. Per sostenere tutti gli altri programmi perché non comprare il cibo in loco, facilitandone la produzione? È evidente che ciò stimolerebbe nel tempo gli autoctoni, debitamente sostenuti con la tecnologia necessaria, a darsi da fare per produrre non solo per la propria sussistenza ma anche per realizzare un surplus da utilizzare anche in programmi internazionali di aiuto. Non ritengo sia difficile ed è un modo per stimolare il commercio locale. Basta la volontà.


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I politici non riescono a risolvere i problemi...

Nu taca sla puletica! Che t’m’arvén al panorama

di Cecco - Tutti i mesi, prima dell’impaginazione del giornale ci si chiede: “E l’articolo politico? Quale articolo politico?”. Confesso che sono mesi che mi trovo in imbarazzo. “La politica cattolichina - rispondo - si è addormentata. Non ci sono più quelle belle polemiche degli anni passati. Insomma, c’è poco da scrivere”. Anche questo mese cercheremo di estrarre un po’ di “sangue” dalle rape. La sarà dura... Questo lo scenario politico-musicale: l’amministrazione Pentastellata continua a cantare baldanzosa “Andiamo a comandare” di Fabio Rovazzi, mentre il Pd mugugna la malinconica “Genova per noi” di Bruno Lauzi (“... con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che abbiamo noi che abbiamo perso anche a Genova...”). Cosa è successo a giugno e nella prima settimana di luglio? - Il dragaggio del portocanale del Ventena provoca le proteste degli hotel vicini. “Lavori in ritardo”... “Colpa della burocrazia”. Batti e ribatti poi tutto è andato liscio. Ancora ‘na volta tut i vria la bota pìna e la moj imbriéga... - Lo show pirotecnico di Ferragosto non si fa più insieme al Comune di Gabicce Mare. La scelta fa infuriare i cugini

- La onlus Omphalos, nata nelle Marche nel 2008 per opera di un gruppo di genitori di bambini in carico al Centro Autismo Età evolutiva di Fano, ha aperto una sua sede a Cattolica in via Milazzo 4, al piano terra del Palazzo del Turismo di via Mancini. Responsabili organizzative sono Wilma Galluzzi (339 - 3919889) e Paola Venanzoni Mataloni (339 – 3919889) in collaborazione con numerose altre volontarie. L’attività dell’Omphalos cattolichino si pone su due linee: da un lato, raccogliere fondi con vari tipi di iniziative secondo il calendario annuale di ricorrenze, feste, eventi stagionali, mostre, libri ecc.; dall’altro lato, finanziare con i fondi raccolti, aiuti concreti ai bambini autistici in termini di supporti educativi o altro. Una serie di operazioni fruibili nel territorio cittadino, ma anche in condivisione con i comuni vicini. Vicini geograficamente e nella sensibilità in questo campo della solidarietà sociale. Questo il primo step del progetto cattolichino. Il secondo step è più impegnativo sotto ogni punto di vista,

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L’amministrazione M5S canta “Andiamo a comandare”. Il Pd mugugna “Genova per noi...”

La politica sotto l’ombrellone l’è dvénta cume al caval d’Scaja ALLEGRO MA NON TROPPO

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Cecco 2017

marchigiani. E’ solo questione di qualche decina di metri... ma alla fine vedremo due spettacoli e, ovviamente, doppia spesa. Gli accidenti lanciati tra le due sponde del Tavollo sono stati pirotecnici. Che sia un ritorno ai vecchi pregiudizi? L’è mèj un mort in chèsa che un marchigèn sla porta... - L’architetto di “Lungamore” vincitore del concorso di idee per il nuovo lungomare si arrabbia. Burdèl, avìn lavurè pal caz?!?... Sul tema incalza Giovanna Ubalducci, ex assessore all’Urbanistica, e bacchetta la giunta: “Il lungomare è stato dimenticato”. Al séndaca la bazufiè su ‘na muliga... ma in sustènza l’è che uj vo’ ‘na carèta d’sold... - Gli albergatori lanciano l’allarme: nei primi tre mesi del 2017 crollano presenze e arrivi. In invérne l’è tut cius e a maréna al tira un svinzarlén va c’ant va... - Rimini, 5 giugno - Rosy Bindi presidente della Commissione antimafia: “Qui c’è più mafia di quella trovata”... la politica tace. Burdèl la è da stréza mal

cul... - Rifondazione lamenta la dipartita del reparto di ginecologia dell’ospedale. La riorganizzazione dell’Asl, firmata anche dal sindaco di Cattolica, ha preteso un po’ di sangue. Anche nun avìn duvù dè la nostra bèla sachèta... - Gabicce protesta per fanghi e rumori del dragaggio del porto. “Gennari: draga in ritardo la colpa è della burocrazia”. Qualche scusa e qualche scapazon, po’ la è fnì sub bicér ad vén... - Gianfranco Vanzini: “Eliminare le piste ciclabili, ingessano la città”. C’us ti vo’ dì... adès u s’è mès a fè anche al Renzo Piano dla Catolga... - Lotta all’abusivismo: il Comune arruola i cittadini “Segnalateci le irregolarità”. Iché i ci’aiuta i pruvérbie: “Chi an péssa in cumpagnia l’è un lèdre o una spia” - “Chi fa la spia an’è fiol d’Maria”... - Sui social polemiche serrate sulle casette in legno nei giardini. Gnènca cal fusa Central Park ad New York, avìn i giardén dla Barbie...

Omphalos Autismo & Famiglie è a Cattolica

Inaugurazione sede ma non immediato nella sua attuazione. Per esso ci vorrà un po’ più tempo, ma è forte del sostegno morale del sindaco Mariano Gennari e degli assessori che hanno deciso di affrontare insieme a Omphalos, il percorso di un progetto più vasto di aiuto ai bambini autistici. L’ idea di iniziare l’attuale viaggio in questo tipo di solidarietà mi venne quando nel maggio 2016 partecipai a una conferenza stampa nel comune di Gabicce dove il sindaco Domenico Pascuzzi, e Franca Foronchi per il comune di Gradara, ospitavano un gruppo rappresentativo di Omphalos Marche, genitori, bambini ed educatori, per dare il via

a una summer school a Gradara nel mese di luglio per ragazzi autistici ed educatori. Cattolica nel frattempo ha aperto la sua sede Omphalos il 20 maggio con una bella festa e cenetta di pesce, alla presenza dei rappresentanti di Omphalos Marche , dei nostri amministratori e di tanti cittadini. La “Cena BLU sotto il cielo stellato”. Perché blu è il colore internazionale che rappresenta l’autismo e il “cielo stellato” è quello di Kant che colloca l’uomo nell’infinità dei mondi, non “in una connessione semplicemente accidentale, ma universale e necessaria”. La prima Cena Blu il 14 luglio alle ore 20 nel luogo più incantevole di Cattolica, ricco di storia e suggestioni romantiche: il giardino di Villa Marconi! Una location davvero magica, sopra la mura Majani all’inizio del Lungomare, messaci a disposizione dalla benevolenza di Brunella e Cristina Vanni e della loro famiglia.

- Piccolo fuoco d’artificio tra Gennari M5S e Belluzzi (Pd) per il sostegno alla Tosi. Gennari bacchettato anche dai Pentastellati di Riccione: “Noi non ci schieriamo”, “Ingerenza inopportuna”. A la fìn la vint la Tosi. U l’ha spuntè anche stavolta, cal Mariano... - I bagnini lanciano l’allarme: “Il mare ha cancellato le scogliere”. Subito i bagnini di Misano protestano: “No a nuove scogliere, ci danneggiano”. L’è ‘na situazion da pès tal pajèr... - Giuliano Giulini, 88 anni il decano dei consiglieri comunali: “Il sindaco deve avere rispetto e boccia le casette. Vanno rimosse”. Per sintì ‘na critica al Pd al fa zcur ma un giuvnot d’88 an. Al segreterie u s’è dè ma la macia?... - Del Prete (Pd): “Strade colabrodo e impianti sportivi al palo”. Ades al fa li provie da segreterie... Puret, va tré su tot chi cocc... - Spazio Rosso boccia Gennari: “Nessun cambiamento e ambigua continuità con i precedenti governi di centrosinistra. I n’è bon o i n’à voja?”. Fa piacere a chi scrive che il dialetto stia entrando nel linguaggio politico cittadino. Alla fine dei racconti misuriamo una sostanziale povertà politica e culturale in tutti i partiti e schieramenti e l’estate non aiuta. La pulética l’è dvénta cume al caval d’Scaja... e allora s’impone una domanda: Dutor, a gli’ha fèn a cavè i zampét?...

Il menu a base di pesce, un cibo che amava molto l’ illustre ospite della villa, Guglielmo Marconi, quando, nei soggiorni cattolichini, il fidato custode della villa, Bacchini, pescatore provetto, glielo pescava e cucinava. Musica live di un gruppo di giovani musicisti della Hall of Music di Morciano diretto da Symon Soprani. Intermezzo lirico-pop con brani cantati da Daniela Bertozzi, mezzosoprano accompagnata al pianoforte da Fabrizio Di Muro. Esibizione di tango argentino e milonga dei ballerini Stefania e Oscar di Tango Coach. Parterre di ospiti legati al sostegno di aiuti all’autismo tra i quali la dottoressa Vera Stoppioni , neuropsichiatra infantile del centro autismo dell’ età evolutiva di Fano. Ospite di rilievo anche Gina Codovilli, autrice del libro “Il mio Principe”. Un breve saluto fatto dal presidente di Omphalos Gianfilippo Di Benedetto e dal segretario Massimiliano Fiorelli. Si ringrazia tutti quelli che a vario modo hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa. Wilma Galluzzi

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Palazzate

di Cecco

Il Circo - Leggiamo: “Il circo di Ambra Orfei sbarca nella Regina. In piazza 1° Maggio piantano le tende equilibristi, clown e acrobati”. L’èra pin ad pulitichènt a véda, ma i n’avéva gnint da imparè. Os-cia!... Sindaco di Gabicce - Leggiamo: “Fango e rumori dalla draga, il sindaco di Gabicce sbotta”. Gennaaariii! Iché l’è un gran casén! T’me rot al caaazz! Da fis-cé li urèc... Il ponte - Leggiamo: “Ponte bloccato dal caldo: ancora polemiche in zona porto”. Più che al pont di sospiri, l’è dvént al pont dla pasion di quajun... Fuochi d’artificio - Leggiamo: “Fuochi d’artificio: Cattolica lascia Gabicce. La polemica fa il botto”. Bim, bum, bam, sbraaang... adès al mènca sno che pri Feragost ij facia tla stèsa ora. Pora nun!... Vigili - Leggiamo: “Merce in strada, pugno di ferro dei vigili”. J’è dvént cativ cume li bissie. Vai vicin... Lungomare - Leggiamo: “L’ex assessore Ubalducci bacchetta la giunta. ‘Il lungomare è stato abbandonato. Che fine hanno fatto i progetti di riqualificazione?’”. A spirèn chi sia fnì t’un qualche casèt, an vria chi sia fnì tla mundeza... Silvio-Mariano - Leggiamo: “Ballottaggio Riccione: il sindaco di Cattolica si schiera con Renata Tosi”. Appena saputa la notizia, Silvio Berlusconi ha diramato il seguente comunicato: ‘Sto con Renata Tosi’. Che invidios cal Silvio... Gennari-Trump - Leggiamo: “Ballottaggio Riccione: Belluzzi (Pd) non ci sta: ‘Invasione di campo inopportuna. Gennari è come Trump’”. Belluzzi, nu esagera... ma Mariano uj mènca l’unica roba simpatica ad Trump: al ciuf zal... BELLUZZI: “GENNARI COME TRUMP”

Noir - Leggiamo: “Gran Giallo, i giallisti affondano la penna in piazza Primo Maggio”. L’acqua dla funtèna l’èra dvénta tuta nira da fè schiv. Stì luzos... Tavollo - Leggiamo: “Il Tavollo spaventa 200 famiglie: ‘Abbiamo paura di un’alluvione’”. Toca fè pulizia! Intènt tuchèn li pal. Pora nun... Via Fiume - Leggiamo: “Il restyling di viale Fiume slitta a dopo la MotoGp”. Al 10 d’setembre la stasòn l’è bèla che fnìda. Os-cia!... Viale Dante - Leggiamo: “Il restyling di viale Dante resta un sogno: il Comitato rinuncia e restituisce i pochi soldi raccolti”. La strèda la sarìa da asfaltè sli cozle dli puracie... Festa Pd - Leggiamo: “Dopo un anno di stop il Pd torna a fare la Festa Democratica”. Scusé, ma dop tut li batostie che avì ciap c’us ch’j’è da festègè? Da strimulì al sangue... Blu - Leggiamo: “Corso Italia si colora di blu. Arriva la sosta a pagamento, spariscono 140 parcheggi gratuiti”. Ormai tocarà paghè anche l’èria c’us respira. Caz!...



OMAGGIO AI PINK FLOYD - THE DARK SIDE OF THE SAND - Outside the Wall

Domenica 23 luglio ore 21,30 - Cattolica Piazza Primo Maggio Organizzano il Comune di Cattolica, Radio Talpa, la Piazza della provincia - RadioTalpa di Cattolica, nata nel 1977, compie 40 anni: ieri in FM oggi web radio. La Piazza della Provincia, il mensile del territorio riminese e parte del pesarese, compie 20 anni. Insieme al Comune di Cattolica, per festeggiare queste ricorrenze e per rendere omaggio alla città di Cattolica e a tutti gli ospiti, si è deciso di organizzare un evento di grande spessore musicale, culturale e artistico, nella piazza turistica simbolo della città: Piazza Primo Maggio. Domenica 23 Luglio, ore 21.30, si renderà Omaggio alla Musica dei Pink Floyd con i PINK AND US di Modena, con il loro spettacolo Unico e Originale: sarà presente come Special Guest Gabriella Compagnone, nota Sand Artist Italiana. INGRESSO LIBERO. L’evento vuole essere anche un m omento di riflessione civile e culturale, in questo periodo di passioni tristi, contro la paura, la logica dei muri, le ingiustizie e disuguaglianze sociali, le guerre, il terrorismo e razzismi vari, e i Pink Floyd, attraverso le loro opere musicali e il loro impegno pubblico, ne sono storicamente un simbolo ampiamente riconosciuto a livello mondiale. THE DARK SIDE OF THE SAND - Outside the Wall E’ uno spettacolo originale, diverso da ogni altra Tribute Band, con scelta di brani e temi che toccano la realtà: la Nascita, la Vita, il rispetto e distruzione della Natura, la Guerra, l’abbandono dei Valori Umani, la Morte. Infine, la Speranza, per ritornare un giorno a quello che realmen-

Cartolibreria Binda te siamo: Persone, che devono riabbracciare la Natura e il Rispetto, sia reciproco che per il nostro meraviglioso Mondo. PINK AND US cercheranno di farvi entrare nel mondo Pink Floyd, grazie alla maestria di Giorgio Buttazzo, chitarrista estroso ben noto nel panorama musicale italiano (Pierangelo Bertoli, Gialappas Band, Adriano Celentano, Maurizio Crozza, Tommy Emmanuel...), ma soprattutto fondatore, chitarrista e cantante dei BERMUDA ACOUSTIC TRIO e Gabriella Compagnone famosa Sand Artist Italiana, con le sue animazioni di sabbia riesce ad incantare il pubblico davanti agli schermi riscuotendo da subito un enorme successo mediatico: Canale 5, Italia’s got Talent, Telethon RAI, Teatro Ariston di San Remo, Teatro Mercadante di Napoli con Pino Insegno, C’è posta per te, Domenica in, Amici di Maria De Filippi, Pomeriggio 5, Zecchino d’Oro, Retroscena TV2000..... Oltre le collaborazioni con alcune tra le più importanti aziende italiane e straniere come: Mercedes-Benz, Ducati, Unicredit, Lindt, il Sole24ore, Benetton, Siemens, Lloyd’s, Banca Credito Padano, CNA, Borsa Italiana, Unipol... Por-

tandola ad essere indiscutibilmente riconosciuta come la più grande sand artist d’Italia e d’Europa. Pink and US - Omaggio ai Pink Floyd sono: Norman Nanetti (Voce e Chitarra Acustica), Giorgio Buttazzo (Chitarra Elettrica, Acustica, Classica e Lap Steal), Andrea Fiocchi (Chitarre Elettriche e Acustiche), Vitaliano Lusvardi (Basso), Silvio Barale (Pianofor-

te), Davide Barale (Hammond e Synth), Fabio Barale (Batteria), Luciana Buttazzo (Voce Femminile), Federica Lanna (Voce Femminile). Sand Artist Gabriella Compagnone. I Pink and US portano in scena i maggiori successi dei Pink Floyd: dall’album “The Dark Side of The Moon” a “The Wall”, da “Wish You Were Here” a “The Division Bell”, utilizzando sì gli strumenti dell’epoca, ma dando un’impronta personale ed originale allo spettacolo. BUON DIVERTIMENTO

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Consigliere comunale, assessore, sindaco mancato, lascia per la Tod’s del cugino Della Valle

“Simoncelli mi ricorda Oscar Micucci” PERSONE

di Patrizia Mascarucci - Ho visto una foto di Marco Simoncelli, che lo rappresenta in tutta la sua simpatica romagnolità. Chissà perché, mi ha fatto ricordare Oscar Micucci. Mi ha ricordato una delle sue indimenticabili espressioni, quando ti guardava con quell’aria scanzonata, un po’ divertita, un po’ sorniona, come a dirti: «Ti ascolto, ma tu sorprendimi, dimmi qualcosa davvero interessante. Lo so che non la dirai ma ti ascolto lo stesso, una possibilità te la meriti, dopo tutto sei una brava persona». La possibilità te la rinnovava immancabilmente tutte le volte che lo incontravi… e, come avrete già capito, non lo

Oscar Micucci e Marco Simoncelli

sorprendevo! Oscar era stato consigliere comunale a Cattolica dal ’75 all’80. Dall’85, assessore alla Cultura. Nell’88 chiese al PCI di poter essere candidato sindaco alla tornata elettorale

del ’90, ma gli fu negato. Si dimise dalla carica di assessore alla Cultura del Comune di Cattolica ed andò a Milano, alla Tod’s di Diego Della Valle, suo cugino, come direttore marketing e comuni-

cazione del gruppo aziendale. Il 25 agosto 2016, a 54 anni è morto d’infarto. Ciao Oscar, ti ricordo con affetto come una bella persona che vorrei incontrare ancora.

Shokotan karate, riflessione e difesa LO SPORT

di Daniela Ruggeri - ‘’Come la superficie lucidata di uno specchio riflette tutto ciò che le sta davanti e una valle silenziosa riporta ogni più piccolo suono, così chi si accinge a praticare il karate deve rendere il proprio spirito vuoto da ogni egoismo e malvagità in uno sforzo per reagire convenientemente dinanzi a tutto ciò che può incontrare’’, maestro Funakoshi Gichin. Quella del karate dove salti, pugni e calci rappresentano sì una difesa, ma anche una notevole nobiltà d’animo, visto che tale sport nasce nel monastero di Shao Lin, dove era indispensabile che gli allievi avessero la forza fisica per poter sopportare una rigida disciplina religiosa. Dalla Cina, fu poi importata ad Okinawa e successivamente a Tokyo, dove Funakoshi fondò lo stile Shotokan: shoto (fruscio della pineta) e kan (casa, dojo). Forma, equilibrio e centro di gravità, potenza e velocità, concentrazione, ritmo, scelta del tempo sono solo alcune delle caratteristiche di questa antica arte marziale ed è ispirandosi a tali principi che la scuola ‘’Shotokan karate Cattolica’’, del maestro Luigi Sabbatini, Raffaele Sabbatini, da quest’anno affiancati nell’inse-

Belle prestazioni a Novafeltria gnamento dal maestro Giovanni Ubalducci, sono riusciti a conquistare diverse posizioni sul podio della manifestazione di Novafeltria, gara dedicata esclusivamente ai kata (combattimento reale contro più avversari immaginari). L’armonia e la precisione dei gesti hanno visto la conquista delle coppe per i piccoli atleti del karate Cattolica, che sono saliti sul podio nelle seguenti categorie. Per il terzo anno consecutivo, primo posto per Sara Manias, cintura

arancio-verde, con Heian Ni-Dan; terzo classificato Nicolò Galli, cintura arancio, Heian Ni-Dan; prima classificata Matilde Cartolari, cintura gialla-arancio, Heian Sho-Dan e terzo classificato Luca Morini, cintura gialla, con Heian Sho-dan. ‘’Il karate come autodifesa - dice il maestro Sabbatini - rappresenta un valido percorso di preparazione fisica e psicologica per la propria sicurezza. Donne e bambini anche se fisicamente più

esposti con tale pratica possono comunque spiazzare un potenziale aggressore, allontanandolo. Non per niente viene usato dai servizi segreti americani, asiatici, russi, europei e da tutte le forze militari e ordine pubblico’’. Chi volesse cimentarsi in questo sport può rivolgersi ai numeri 333.6746026 e 0541.963361, ore pasti, info@karatecattolica. it, dove i tecnici saranno a disposizione degli interessati, per tutte le informazioni.

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ESPERTI RISPONDONO

Fisco. Tasse. Famiglia. Imprese Prima casa, agevolazioni - La legge di stabilità 2016 ha introdotto il leasing abitativo o leasing prima casa che permette di usufruire di importanti benefici fiscali per l’acquisto o la costruzione di immobili da adibire ad abitazione principale, a fronte della sottoscrizione al finanziamento è possibile infatti fruire di una detrazione pari al 19% delle spese sostenute per pagare i canoni di leasing abitativo, sugli importi pagati ai fini del riscatto. Il leasing immobiliare è una vera e propria alternativa al mutuo ipotecario. Alla scadenza del contratto di leasing il cliente può decidere se riscattare la casa al prezzo stabilito o di restituire l’immobile al concedente, in alternativa può anche chiedere al concedente di rinnovare il contratto con le stesse o con nuove condizioni economiche; fino ad oggi la locazione finanziaria non poteva essere destinata all’immobile principale, oggi il cliente può adibire l’immobile anche ad abitazione principale prima casa. La detrazione del 19% è applicabile ai contratti stipulati dal 01.01.16 al 31.12.2020, questo tipo di detrazione funziona similmente alla detrazione sui mutui, chi è titolare di un contratto di leasing abitativo è titolare anche dell’immobile così come avviene anche nel caso di chi compra casa tramite il mutuo; per poter fruire della detrazione vanno rispettati determinati requisiti: - Reddito complessivo non superiore a 55.000€. - l’immobile deve essere adibito ad abitazione principale - i pagamenti devono essere certificati. L’importo massimo su cui calcolare la detrazione varia a seconda dell’età del beneficiario. Presenta svariati vantaggi; non si paga imposta sostitutiva e l’imposta di registro è del 1.5%, mentre si pagano € 200 di imposta catastale e ipotecaria, con il leasing abitativo si può ot-

tenere un finanziamento pari al 100% rispetto il valore della casa e farvi rientrare anche il costo dell’arredamento, mentre con il mutuo al massimo si può arrivare all’80%.; il contratto di leasing è più flessibile rispetto al mutuo in quanto consente di modificare anche l’importo del canone e del riscatto finale. Un altro vantaggio riguarda il prezzo del riscatto finale della casa dato che il suo ammontare viene calcolato sul valore dell’immobile di molti anni prima, questo risulterà essere inferiore a quello di mercato nel momento del riscatto; i costi notarili per il leasing abitativo sono notevolmente inferiori rispetto al mutuo dato che non è prevista ipoteca, i canoni mensili non subiscono variazioni di importo, rimanendo standard ed uguali per tutta la durata contrattuale, cosa che non accade nel contratto di mutuo. Fiscalmente la rendita dell’abitazione in leasing non deve essere indicata in dichiarazione dei redditi, per cui non concorre a formare reddito imponibile fino a quando non viene riscattato l’immobile ed i canoni sono detraibili, con il contratto di mutuo la rendita va dichiarata perché l’abitazione risulta già essere di proprietà. Riguardo all’IVA, nel leasing si applica solo ai canoni ed al prezzo di riscatto, mentre nel mutuo va pagata immediatamente sul prezzo di acquisto, nel mutuo le rate sono esenti da Iva. Il contratto di leasing può essere sospeso in caso di perdita del lavoro per un periodo massimo di 12 mesi, senza aggiungere spese, questa operazione è esercitabile sono una volta, e solo nel caso di perdita di lavoro. IL contratto di leasing merita sicuramente una valutazione, chiedete un parere al Vostro professionista di riferimento. Studio commercialisti Baldassarri, Cattolica


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Cinzia Aze si avvicina alla fotografia da bambina, formazione al Mengaroni di Pesaro LABORATORI

Museo, estate con l’Iliade - Sulla scia dell’intensa attività didattica che il Museo mette in campo durante l’intero anno scolastico, anche questa estate si andranno a sperimentare gli aspetti più propriamente ludici della didattica museale in attività serali per bambini, ragazzi e adulti: dal 6 luglio al 24 agosto, il giovedì sera alle 21 nel giardino e nelle sale del Museo si incontreranno bambini, genitori, nonni, zii e chiunque vorrà unirsi per un racconto di uno dei grandi poemi greci: l’Iliade, appunto e di alcuni dei suoi libri: il primo, il terzo, l’ottavo il nono, il dodicesimo. L’Iliade è sicuramente uno dei testi base dell’intera cultura occidentale. Sotto il nome della misteriosa figura di Omero si nasconde una realtà fatta di canti tramandati di bocca in bocca, di generazione in generazione, che risalgono a un tempo lontanissimo e che solo molto tardi sono stati messi per iscritto. In quello che al lettore contemporaneo alla prima occhiata può sembrare solo un gigantesco volume, l’antichità ci ha voluto consegnare è ancora “un’opera

aperta”. Sarà per questo che uomini di cultura e creativi hanno proposto la loro personale lettura del modello omerico. Letterati come Cesare Pavese, pittori come Giorgio De Chirico, registi come Wolfgang Petersen, cantautori come Bob Dylan e gruppi musicali come i Led Zeppelin (o anche i Manowar), in tanti hanno trovato in quei versi la propria Musa ispiratrice.

Inoltre, giovedì 13 luglio e giovedì 3 agosto ci aspettano altri momenti di incontro al Museo: saranno momenti di approfondimento e di conoscenza, del mare da una parte, dei miti dall’altra, per un’estate sempre più piacevole. Per informazioni e prenotazioni: Museo della Regina - Via Pascoli, 23 - Tel. 0541 966577 e-mail: museo@cattolica.net

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MOSTRA

Santa Croce, Fotografia collage - Alla Galleria Comunale Santa Croce di Cattolica in via Pascoli 21, presso l’Osservatorio di Fotografia tra Marche e Romagna istituito dal Comune di Cattolica e dall’associazione culturale Centrale Fotografia, arriva una mostra che sorprenderà e affascinerà il pubblico: inaugurata l’8 luglio, la “Retrospettiva CollAze” con le opere di Cinzia Aze, a cura di Marcello Sparaventi. I CollAze di Cinzia Aze, che in mostra si potranno vedere nella loro evoluzione dai primi realizzati agli ultimi, nascono dal recupero di pellicole istantanee sbagliate, non pervenute o semplicemente

sbiadite; su queste polaroid di ‘scarto’ vengono applicati ritagli di riviste anni sessanta, libri d’arte, libri vintage, biglietti di spettacoli e cartine geografiche, creando imprevedibili fusioni d’immagini. Questi piccoli supporti, permettono di creare una strana magia visiva: realizzare le fotografie mai scattate. Cinzia Aze si avvicina

alla fotografia da bambina, formazione artistica maturata presso il Liceo Artistico Mengaroni di Pesaro, ama sperimentare, e la fotografia diventa il mezzo piu` congeniale per esprimersi. La mostra proseguirà fino al 30 luglio 2017: ven. sab. dom. dalle 16 alle 19. www.cattolica.net - www. centralefotografia.com



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Siamo nel dicembre 1948. Al largo, a 10 miglia, alla pesca del pesce bianco. Il tempo peggiorò... Cattolica, 1948. Equipaggio motopeschereccio “Gabbiano” Da sinistra: Gino Piemonti, Adolfo Antonioli “Ciarèn”, Elvino Lorenzi, Angelo Gessaroli “Angiulèn dal Lap”, Giuseppe Bossoli “Peppino”

- Era il 1948 quando mi imbarcai sul lancione “Gabbiano” comandato da Virgilio Donati “Dinèn” insieme ai membri dell’equipaggio, Carlo Antonioli, Elvino Graziosi e il suo socio e motorista Vincenzo Scola. Era il mese di dicembre, pescavamo con le reti sogliare da Rimini a Bellaria, abbastanza vicini alla costa per essere pronti a ritornare in un porto sicuro in caso di maltempo. Durante il giorno, quando il tempo era buo-

STORIE DI MARE

di Elvino Lorenzi* no, andavamo al largo, intorno alle dieci miglia, alla pesca del pesce bianco (merluzzo). Capitò una notte, che il tempo peggiorò, il barometro aveva dato un brutto segnale, in due ore si era abbassato di dieci linee. In quell’occasione mi ricordo che Virgilio mi disse: “Stamane andiamo a terra perché il tempo non mi piace”. La nebbia volava sopra l’acqua, in quel momento si avvicinò il suo socio Vincenzo che rispose: “Il tempo non fa nulla neanche oggi”. Virgilio mi disse: “Hai sentito, lui che ha sempre paura, oggi si sente tranquillo”. E così cambiammo programma. Salpammo le reti sogliare e mettemmo la prua a Nord-Est.

A destra, motopeschereccio “Gabbiano”

Tempesta in mare a bordo del motopeschereccio Gabbiano del Paròn “Dinèn” Dopo un’ora di navigazione, sempre con la prua verso NordEst, gettammo in mare la rete e dopo circa un’ora di pesca la nebbia sparì di colpo e ci arrivò addosso un fortunale. In poco tempo tirammo la rete e mettemmo la barca in difesa fintantoché il mare non ci offendeva. Abbiamo tenuto la vela abbassata per avere più velocità perché eravamo molto lontani da terra. Poco tempo

dopo la situazione peggiorò: il mare ci coglieva su con la prua abbassata e c’era il pericolo di non venirne più fuori. Levammo la vela, preparammo due spere (ancore di frenaggio, tipologia di ancora o di grosso peso tenuto a rimorchio che, strisciando sul fondo, frena i movimenti di un’imbarcazione), le gettammo con cento passi di cavi d’acciaio. Le spere lavoravano bene e la

barca si calmò. Contemporaneamente arrivò un altro pericolo, il mare ci rompeva sul diritto di poppa e sul timone, rischiando in questo modo di fare danni. In quei momenti drammatici, vidi Vincenzo, Elvino e Carlo piangere, tutti e tre presi dalla paura e dallo sconforto. Il comandante Virgilio Donati mi guardò e disse: “Non guardarli, dobbiamo portare a terra questa barca!”. Ordinò al suo socio di prendere a basso due bidoni d’olio. Versando l’olio in mare, le onde non ci rompevano più sul dritto di poppa a interrompevano l’energia a circa 10-12 metri dalla barca e in questo modo non imbarcammo più colpi di mare. Vedevamo molte barche passare in mezzo al fortunale, e in quel momento e con quel sistema, ci difendevamo bene tanto da poter vedere in lontananza dalla prua persino il porto di Cesenatico. A quel punto ci siamo accorti che avevamo due dragamine,

uno a destra e uno a sinistra con entrambi gli equipaggi schierati e canotti pronti al salvataggio. Erano gli americani, addetti alle operazioni di bonifica nel nostro mare dalle mine. Stavano mettendo in atto la prima regola di un marinaio la quale detta che nei momenti di difficoltà o di pericolo bisogna attuare il salvataggio. I natanti ci hanno accompagnato proteggendoci dalle onde fino a un miglio dal porto. Mi ricordo che quando arrivò il momento di lasciarci, ci salutarono togliendosi tutti i propri berretti poi puntarono le rispettive prue verso il mare e con le bandiere a stelle e strisce fecero rotta verso Venezia. Il brutto tempo ci investì verso l’una, arrivammo vicino al porto di Cesenatico alle 17-17.30, lottammo ancora un po’ con quel tempo tentando di far rientro nel canale ma oramai eravamo al sicuro. Sul porto di Cesenatico c’era tutto il paese che aveva aspetta-

to il ritorno dei propri marinai, anche di quelli di quell’ultima barchetta (la nostra) che appariva e scompariva tra le onde in lontananza. Quando abbiamo imboccato il canale, la cittadinanza ci ha applaudito a lungo facendomi commuovere. Ci siamo ormeggiati, Carlo Antonioli e Elvino Graziosi, di corsa andarono alla stazione e tornarono a casa in treno. Noi mettemmo a posto tutte le cose che erano in giro per la barca, preparai il focone per la rustica e Virgilio Donati, “Dinén”, preparò il pesce. Arrivò il comandante di Cesenatico che si complimentò con noi dicendo che avrebbe telefonato ai colleghi di Cattolica per rassicurarli che il mancante motopeschereccio “Gabbiano” era entrato sano e salvo nel porto di Cesenatico. Mangiammo tutti e tre senza fretta, Vincenzo prese il solito cucchiaio di bicarbonato e salì in cuccetta. Dopo poco, quando il fuoco si stava spegnendo e la luce era ormai fioca, il paròn mi si avvicinò e con un sussurro mi disse: “Non mi sono mai sentito così nella mia vita, senza di te non so come sarebbe finita! Buonanotte, vai in cuccetta”. Sentendo quelle parole strinsi nel pugno destro il ciondolo della Madonnina che avevo al collo sul quale dietro avevo fatto incidere la scritta “In Tempestate Sicuritas”. In quel momento sentii che Lei era lì, più presente che mai per tenermi al sicuro. Rimasi con Virgilio Donati a bordo del motopeschereccio “Gabbiano” fino alla fine del 1950. *87 anni

LA STORIA

1989. La mucillagine Sta matena sal giurnel uiera scret “Al mer al sta mel” ogni pos cred, a ne vera quel. Cum al fa al mer a ste mel? Le i se grand, le i se gros che quand al vent ul sent a dos l’arecia gli ondie e una i se una masa ca nal so miga cum al facia. Le bel al mer a gardel, le sempre pricis, e a ne mai uguel. Un onda, unenta, ancora unenta, e unenta. I ne una fila clan fnes più, a veg sno da do cli ven, an capes ando cli va. Li si spaca drimarena, li si stila su pla rena e li rid sla s-ciumarena, li arugla tot li coc-le dla marena, li sbat, li fa un fragor, li purac e i garagol, i bdoc, i calcinel, li caparoz anche i canel e per fina

i sasulen chi per fat ad zucaren. Sora in ciel ié iartinaz, chi cuntrola tot i fat, ma i cuchel i strid at leria e al per chi diga “al sta mel daver”. Mentre a guerd sta situazion, um ven in ment che da burdel... quand andemie a baganel, sla furcina ma i mursiun, sa do deda ma i canel, e la quadela la nudeva tota bela tl’acqua cera. Mentre ades anche al grancel i ma det chi po fe mel. E di fat tla bagna asciuga a vegh un acqua sbriguleda. I baganel e la fritura, arvulted a penza in so, e li purac, a boca averta, se tli toc lin squiza più cus ca vin fat!!! Al vent um fa al carez, lasa cun soffia tli urec. Mario Prioli


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Amarcord

di Dorigo Vanzolini

Se una notte d’estate un lettore... LIBRI

Massimo Vitali - La libreria Sogni e Bisogni di Gabicce in collaborazione con la trasmissione radiofonica Talpa chi legge, Il Comune di Cattolica e il sostegno di Radio Talpa organizza due serate coinvolgenti all’insegna dei libri, dal titolo Se una notte d’estate un lettore. Le serate sono un’idea dello scrittore Massimo Vitali. Il titolo del primo incontro venerdì 21 luglio è: ED E’ SU-

BITO SERA. Il contest per non dormire di poesia,in cui qualunque sia il vostro rapporto con la poesia scopriremo tanti modi per fare pace con la poesia. Poi ci chiederemo cos’è la poesia,

CENTRO SOCIALE GIOVANNINI-VICI - Via Umbria 23

Il programma di luglio Programma di luglio - Sabato 8 ore 20. “Ballo a Apericena con Doria e Lamberto - Serata in Rosa” - Contributo 10 euro. - Sabato 15 ore 20,30: “Ballo con i Saint Tropez” - Contributo 7 euro. - Domenica 23 ore 19,30: “Cena di pesce e concerto vocale con Julia Samsonova (mezzo sopra-

no), Paolo Gabellini (tenore), Daniele Girometti (baritono). Al pianoforte il Maestro Paolo Gobbi” Contributo 18 euro. - Sabato 29 ore 20,30: “Ballo con Angela e Michele” - Contributo 7 euro. Prenotazioni e informazioni: Domenico 333-9447390 - Giusy 3485309730. Centro chiuso in agosto .

senza darci una risposta, perché la poesia è una lingua che obbedisce alle sue regole, che non ci sono. Nella seconda parte dell’incontro si formeranno delle squadre con le persone partecipanti e si giocherà con la poesia. Il secondo incontro sarà l’11 agosto: PARLA COME LEGGI. Il contest di lettura ad alta voce. A quanti anni avete iniziato a leggere? Pensate di saperlo fare solo perché state leggendo queste righe? Partendo dai più scellerati esempi di letture per voce del conduttore, continueremo con incipit di romanzi ogni volta diversi in cui ognuno potrà trovare la sua strada, perché gli incipit sono come le formiche: si somigliano forse, ma portano su sentieri differenti. Tra una lettura e un’altra, il conduttore esplorerà sinteticamente ogni incipit proposto così da stimolare anche la curiosità verso nuovi romanzi e autori. L’ingresso è libero e gli incontri si svolgeranno alle 21 alla Piazza del Tramonto al Porto di Cattolica.

Good Vibrations. Storie tra musica e parole

EVENTI

Cattolica, metà anni ‘40. Zona di spiaggia nei pressi del Pontile. Da sinistra: Ugo Maltoni, Guerrino Denicolò. (Archivio: Centro culturale polivalente di Cattolica)

- GOOD VIBRATIONS torna a diffondere la sue migliori vibrazioni in versione estiva. Ogni mercoledì di luglio alle 21,30 si sprigionano energie alla Piazzetta del Tramonto, in zona porto (in caso di maltempo si terranno presso il Centro culturale polivalente, Piazza della Repubblica, 31), a Cattolica dove tra musica e storie ci troveremo dentro ai misteri, alle filosofie, ai sogni, ai ricordi in quattro appuntamenti che dire caleidoscopici è dire poco. Ad aprire la rassegna, il 5 luglio, l’eterna sfida tra BEATLES e ROLLING STONES in una declinazione quanto mai insolita: ROBERTO MORDACCI e FRANCESCA BOCCUNI hanno suonato a due chitarre e due voci alcune loro canzoni e ce raccontato i risvolti filosofici mettendoli a confronto in quella che da sempre è stata raccontata come una sfida tra le due più importanti band che diedero

i natali a tutta la musica pop e rock del Dopoguerra. LEONARD COHEN, è stato ricordato da un grande scrittore come GIORGIO FONTANA, vincitore del premio Campiello 2014 e amante da sempre del grande Maestro: a inframmezzarne il racconto, il 12 luglio, PAOLO SGALLINI,

poliedrico musicista e ‘one man band’ che rileggerà alcuni capolavori del poeta-musicista. La Buona Novella di FABRIZIO DE ANDRÉ fu un disco molto discusso quando uscì, nel 1970. Si era nel tumulto delle contestazioni giovanili, sull’orlo di una democrazia in difficoltà che lasciava intrave-

dere il baratro delle dittature, in una società giovane e profondamente spirituale che aveva conosciuto un papa ormai leggendario: Giovanni XXIII. Se gli anni Sessanta furono gli anni dello slancio con il sorriso, i Settanta che si aprivano si erano già preannunciati come anni di bombe e di paura. EMILIA-

NO VISCONTI proverà a rievocare quegli anni, tra la Storia che si svolgeva e la singolare rilettura che ne offriva il nostro più grande cantautore insieme ad alcuni suoi giovani colleghi. BANDEANDRÈ rileggerà alcuni brani che si snodano intorno a quella vicenda: saranno in otto sul palco, il 19 luglio, a farci vibrare al suono di quelle e molte altre canzoni. Infine, a cinquant’anni esatti, ripercorreremo uno degli anni più pieni di sogni in un mondo migliore che il secondo Novecento ci abbia fatto vivere: esatti perché fu proprio quella l’estate che ormai è passata alla storia come l’ESTATE DELL’AMORE, quella SUMMER OF LOVE che iniziò al suono di SGT. PEPPERS DEI BEATLES, passò per i colori e i fiori del POP FESTIVAL DI MONTEREY, dove HENDRIX incendiò la sua chitarra e la JOPLIN urlò i suoi blues dissa-

cranti, e finì con il funerale per la Morte dell’Hippie. La serata del 26 luglio verrà introdotta e poi chiusa da un sapiente dj set condotto da RADIO TALPA. I racconti sono affidati a LUCA POLLINI, che a queste storie ha dedicato anni di studio e passione, e alle immagini storiche che ha selezionato per poterci far rivivere quella indimenticabile estate. Sarà insomma una cavalcata piena di musiche e storie che possono arrivare a chiunque, da chi le ha vissute a chi oggi è bambino, da chi le avrebbe volute vivere ma è nato dopo, a chi invece non ne sa nulla e avrà solo un mondo tutto nuovo da portarsi a casa per riascoltare quelle musiche con una nuova coscienza e una sempre migliore Good Vibration. Ingresso libero. Informazioni: tel. 0541.966603 – www. cattolica.net


CATTOLICA

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Grandi sorrisi e professionalità per uno dei banchi che caratterizzano il fascino del Mercato Coperto Una cascata multicolore di frutta e verdura che potrebbero ispirare Mirò. La passione della famiglia Giovannetti

All’Ortolano, l’arte di servire il cliente

LA STORIA di Claudio Casadei - Entrando al Mercato Coperto di Cattolica dalla scalinata di via Mancini, subito sulla sinistra si trova un pezzo della storia di questa struttura: “All’Ortolano”: frutta e verdura di qualità. Lo sguardo è immediatamente rapito dalla cascata multicolore di frutta e verdura offerta sui banchi dietro ai quali lavorano alacremente i componenti della famiglia Giovannetti. Colori che hanno ispirato la genialità artistica di Mirò. Non sempre le parole però sono in grado di rendere tutto il senso della fatica, della dedizione e dell’impegno che realmente viene profuso. Tutto comincia alla fine degli anni ‘60 quando nonno Terzo e nonna Assunta decisero di

La cascata di colori

vendere i prodotti della grande fatica giocata nelle proprie campagne. Terzo è un produttore appassionato, ama la terra e ne sa ricavare il massimo. Nonna Assunta Zavoli capisce che tutti quei prodotti possono avere uno sbocco commerciale e una opportunità di guadagno in più se inseriti nel filone commerciale turistico. La Cattolica di allora

proponeva agli ospiti oltre al mare anche la sua tradizionale cucina marinara e contadina. Così la nonna Assunta cominciò, a cavallo della sua bicicletta verde, a girare negli alberghi del lungomare per prendere le ordinazioni e anticipare di decenni quella fornitura a km 0 che oggi viene spacciata quale grande novità. I pomodori, le zucchine,

le melanzane e la frutta erano tutti prodotti della terra e del lavoro di Terzo. Poi il lavoro crebbe e fu necessario appoggiarsi al mercato ortofrutticolo di Rimini. Qui la Assunta divenne talmente conosciuta che il nipote Mauro Giovannetti ancora oggi si sente spesso essere chiamato col cognome Zavoli della nonna! La seconda generazio-

ne della famiglia impiegata nell’attività è quella di Luigi e della moglie Marina. A loro da tempo si è aggiunto la terza generazione, il figlio Mauro, che ama questo lavoro tanto da avere, oltre a quello di famiglia, altri due negozi. Il lavoro è molto cambiato e i nonni non ci sono più. Dice Mauro: “Il nonno ci ha lasciati nel 2013 e la nonna qualche settimana fa. Mio padre Luigi imparò il mestiere dallo zio Vittorio Zavoli e poi ha trasmesso a me la sua conoscenza. Il negozio di un tempo ha cambiato la sua offerta adeguandosi alle nuove esigenze della clientela. Abbiamo clienti storici che coccoliamo e che sono i migliori

testimoni della qualità della nostra offerta. Col tempo abbiamo imparato a fornire consigli pratici di utilizzo dei nostri prodotti. Inoltre, alla classica offerta di frutta e verdura locale, abbiamo aggiunto la frutta esotica, e quella che viene definita quarta gamma prodotto semilavorato o pronto all’uso”. Di lavoro da fare ce n’è tanto. “Ci si alza il mattino alle cinque e si sta aperti qua fino alle quattordici. Nella pausa pranzo c’è spesso molto da fare ma alle 16 il negozio riapre e fino alle 20,30 siamo qui impegnati”. E sulla freschezza del prodotto Mauro dà una risposta chiara: “In famiglia non siamo certo cresciuti a macedonie e peperonate! Abbiamo imparato a tarare la spesa per avere ogni giorno prodotti freschi e merce con i giusti tempi di maturazione da offrire ai clienti”. Lo scarto costa e questa attenzione si riflette anche nei prezzi di vendita che esagerando dovrebbero subire aumenti importanti. All’Ortolano tre generazioni di qualità: provare per credere.

Rovelli allo Spazio°Z - Oscar Rovelli, cittadino di Cattolica, non ha alcuna referenza o curriculum da esibire. In passato ha praticato molto saltuariamente la fotografia grazie una Zenith russa e – a dirla tutta – oggi non possiede nemmeno una macchina fotografica. Essa, del resto, è per lui un semplice oggetto d’uso da usare quando serve, tecnicamente riducibile alla sua essenza: un obbiettivo, un pulsante di scatto, un supporto su cui registrare l’immagine. Punto. Possiamo definire Rovelli, in sostanza, un “fotoamatore non-evoluto”, se non addirittura un “non-fotografo”. Coerentemente, questa mostra è stata realizzata con una macchina avuta in prestito, utilizzata girando nel 2014 per la città in cui abita fotografando le cose che lo colpivano, da lui poi organizzate per temi, così come li vediamo esposti nella mostra: - La Strada - Il Tempo - Le Cose Storte - La Mundezza - la Sorte e la Morte Che motivo di interesse possono avere queste fotografie?

Una delle foto

Ecco: esse sono, per così dire, “pure”. Il massimo possibile di anti-accademismo, limite oltre il quale esiste solo l’ignoranza. Queste immagini non hanno condizionamenti legati al mondo e/o al rituale della fotografia. Non esiste il feticcio della macchina-con-l’obbiettivo-più-lungo-del-tuo. Non si cerca l’effetto facile… perché non si sa nemmeno che esiste, né si cerca un osservatore da compiacere o compiacente. La fotografia è riportata alla sua essenza primigenia: quella documentaria. «Questo è, per me. Poi, fate un po’ voi...», sembra suggerire Rovelli. Questo contesto “anarchico”, in cui l’occhio spazia libero a 360°, è sorretto tuttavia da un innato seppur inconsapevole

senso della composizione, che riporta il tutto ad una visione estetica e quindi costruita, per cui le foto appaiono comunque “inquadrate” e gli elementi appaiono in singolare bilanciamento tra di loro. Ma non è una scelta sofisticata, quanto piuttosto un gioco di incastri che va rispettato, una regola che preesiste a prescindere, una intuizione da seguire, perché dietro non c’è nessuna scuola, nessun training, nessun riferimento culturale. Inaugurata domenica 9 luglio, chiude domenica 23 luglio alle ore 23. Apertura tutti i venerdi’, sabato e domenica dalle ore 20:30 alle 23:00. Ingresso libero. “Sguardi di/storti” Spazio°Z - Via Del Prete 7 Cattolica (Rimini)


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GABICCE MARE-GRADARA-TAVULLIA GRADARA - BUONA TAVOLA

Il libro presentato il 14 luglio e l’11 agosto alle 21. Ne parlano il Gruppo Ricerche Belliche e Castelvetro

Il Fortino tra guerra e pace Tempio del Bianchello del Metauro e salumi e formaggi

- Si chiama “Bottega Malatesta”. Si trova a Gradara, sulla sinistra, poco prima di arrivare alla Torre dell’Orologio. E’ il tempio del Bianchello del Metauro (ben 10 etichette) e dei salumi e formaggi marchigiani di varie affinature. Dietro c’è la passione di Patrizio e Pietro Ciotti, babbo e figlio. Aperta solo la sera, è un viaggio nei taglieri e sapori della tipicità. Raccontano i Ciotti: “Vogliamo far conoscere un vino dai sapori e profumi unici; è un autoctono che rappresenta le Marche nel mondo. Potrebbe essere un ambasciatore gentile, dato che è unico. Il Bianchello viene servito con taglieri da scoprire; il pane è fatto con farine macinate a pietra. Eccole le famose 10 etichette: Terracruda, Fiorini, Lucarelli, Villaligi, Mariotti, Morelli, Conventino, Di Sante, Cignani e Bartolucci. Di sobria bellezza, il locale è stato ricavato al piano terra di una chiesolina del 1740 sconsacrata nel 1886. Merita un salto con gli amici. Prosit (salute, direbbero i latini).

Amarcord

Rimangono oggi visibili una parete e dei resti di mura su cui, come associazione, abbiamo appeso un pannello descrittivo della storia fino ad oggi

La copertina del libro

CULTURA

- Dopo il successo della

presentazione del libro “Il Fortino tra guerra e pace. Storia e storie del bunker spiaggiato di Gabicce Mare” che si è tenuta sabato dieci giugno nella piazza Giardini Unità d’Italia, l’associazione culturale il Fortino ha deciso di ripetere l’evento. Stesso posto nelle serate del 14 luglio e 11 agosto alle 21. Il libro, già dalla prima presentazione ha destato interesse per il contenuto che dal periodo

di Dorigo Vanzolini

bellico intreccia storie di gabiccesi protagonisti nella costruzione del fortino e di altri presenti nel territorio, con i fatti accaduti lungo la linea gotica. Racconta avvenimenti emersi dalla consultazione degli archivi storici di Firenze, Pesaro e dalla lettura delle carte IGM del 1945. Durante la Seconda guerra mondiale, tra il 1943 e il 1945,

l’impresa di costruzioni dell’ingegnere Fritz Todt ha edificato in Italia un numero impressionante di fortificazioni. Sul litorale adriatico tra Marche e Romagna si snoda una linea difensiva denominata Galla Placidia, voluta dai nazisti perché il tratto costiero tra Ravenna e Ancona è giudicato poco protetto. La costruzione di una rete di almeno 13 fortificazioni a Ga-

bicce Mare si inserisce in questo particolare contesto storico ed il Fortino, costruito sulla sommità della falesia del colle San Bartolo, è una delle opere volute dal supremo commissario a difesa del litorale adriatico. L’anno di costruzione è il 1944, di lì a poco la guerra sarebbe finita e il Fortino viene abbandonato; poi una frana nel 1951 lo fa scivolare in mare dove è rimasto fino al 1990. Rimangono oggi visibili una parete e dei resti di mura su cui, come associazione, abbiamo appeso un pannello descrittivo della storia fino ad oggi. Questi e altri racconti potrete ascoltare nelle due serate in cui abbiamo invitato il Gruppo di Ricerche Belliche 360° di Cervia (serata di luglio) e Maurizio Castelvetro nella serata di agosto come esperto della storia partigiana e del periodo bellico del nostro territorio. Oltre ai racconti verranno proiettati documenti, foto di archivio e filmati. Chi poi dal pubblico vuole dare il proprio contributo di ricordi e racconti è il benvenuto. Vi aspettiamo quindi nella piazza Giardini Unità d’Italia (davanti al mare) alle 21 del 14 luglio e 11 agosto. Per info: associazioneculturaleilfortino@gmail.com

LA STORIA

A l’inizie anche l’albergador al purteva a balé li stranierie sai su genitor

Anno 1954. Da sinistra: Elvio Fabbri, Igino Magi “Papèt”, Angelo Terenzi “Licia”. (Archivio fotografico Centro culturale polivalente Cattolica)

A l’ariv an scnusimie prignint ma dop ad qualche dì advintemie subte amich, una masa jariveva sli agenzii insen sla fameia e i steva al masime una stmena o do. Di luchel da ball uinera a stuf sora al mont, al basteva sno ad purtei su, e sli orchestre cli sunéva una sora clelta an si smitiva mai ad balé sina la matena. Spess però tal ni dingiù a simie sno in du e an gnera gnint ad più bell scindind par i sentier chi tajeva la culena, che veda qualcosa ad di più fora dli lus sora al mer cli brileva. Giorgio Terenzi (1960-2017)

Associazione culturale Il Fortino


GABICCE MARE-GRADARA-TAVULLIA

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Idea di Andrea De Crescentini. Progettazione di Alessandro Mendini e Aldo Colonetti. sarà opera di Assoposa. Entro un anno l’inaugurazione

Scalinata dell’Amore Elio Fiorucci. Sarà un capolavoro mondiale

Andrea De Crescentini e Elio Fiorucci nel 2007, per l’inaugurazione della mostra

GRADARA LA CULTURA

Il giorno della presentazione del progetto lo scorso 23 giugno

Lorenzo 10 anni, sul palco con Justin Bieber GIOVANI - Berna, il tour di Justin Bieber, ventitreenne canadese attore a cantante idolo di tutte le ragazzine e di molti giovanissimi diventa la tappa alla quale babbo Roberto Tommassetti e tutta la famiglia non possono assolutamente mancare. C’è da portare il piccolo Lorenzo a ballare sul palco assieme a quel giovane idolo che riempie stadi e palazzetti di una moltitudine di giovanissimi urlanti. Un viaggio quasi improvviso fatto col cuore in gola e la paura di qualche ritardo e degli imprevisti sempre in agguato. Lorenzo è un giovanissimo ballerino e viste le sue abilità l’insegnante Debora Busti lo propone come candidato tra i bambini che avrebbero avuto la fortuna di ballare sul palco del Purpose World Tour di Justin Bieber sulle note della splendida Children. Selezione dopo selezione, il piccolo Lorenzo, che ha ben imparato la coreografia, si fa strada e viene scelto tra migliaia e migliaia per salire sul palco a ballare con il cantante. Il viaggio, la tensione sembravano ostacoli complicati, ma i genitori si sono guardati negli occhi e si sono detti: “Ma quando ci ricapita più?”. E sono partiti alla volta di Berna. Il primo contatto col mondo dei

- Il presidente di Gradara Innova, Andrea De Crescentini era caro amico di Elio Fiorucci, uno dei nomi della moda italiana più importanti del secolo scorso. I colori come filosofia, tutto quello che faceva in quegli anni dalla moda grigia e monocromatica piaceva e faceva tendenza; forse era semplicemente la borghesia che si apriva al mondo rispettandolo. Insomma, niente puzza sotto il naso. Grazie all’amicizia con De Crescentini, si organizza una importante mostra sull’uomo della moda pop art nel 2007. Due le sedi Palazzo Rubini Vesin a Gradara e Cattolica, viale Bovio. Il “rivoluziona-

rio” della moda degli anni Settanta-Ottanta fu ospite di Cattolica e Gradara. Verso il borgo disse cose bellissime: “E’ uno dei luoghi più emozionati del mondo”. Scomparso prima del tempo due anni fa, a 80 anni, ad Andrea De Crescentini si è accesa un’intelligente lampadina. Dedicare la scalinata che porta dal parcheggio sotto le Mura Malatestiane al Monte delle Bugie e Passeggiata degli Innamorati. E chiamarla: scalinata dell’Amore Elio Fiorucci. In quel contesto l’ascesa di sessanta metri e larga quattro metri è già una magia, ma con questo tocco sarà una meraviglia. De Crescentini ha coinvolto alcune delle realtà che portano alta la bandiera del Made in Italy nel mondo. La scalinata sarà progettata da

Aldo Colonetti e Alessandro Mendini, uno dei maggiori designer italiani, nonché amico di Fiorucci e realizzata con i prodotti della Mapei. A farla ci penseranno gli artigiani di Assoposa. Il giorno della presentazione dell’idea, lo scorso giugno, era presente una delle figlie del compianto gentiluomo Fiorucci. Lo stilista che scoprì Madonna e Keith Haring, amico di Andy Warhol, prima ancora che uomo di idee che portava ai giovani attraverso la moda come messaggero, era persona educata, rispettosa non meno che curiosa. Zero arie. Dice De Crescentini: “Elio è un personaggio che rappresenta un grande patrimonio culturale”. I lavori dovrebbero essere eseguiti entro un anno. Al di là dell’incremento del flusso dei turisti, l’idea fa già promozione al territorio ed con molte probabilità ne parlerà la stampa di mezzo mondo.

Valentina, campionessa italiana LO SPORT

Bieber e Lorenzo sul palco insieme

concerti non è stato facile. A colpire è la moltitudine di ragazzini in fila per entrare e certe rigidità incomprensibili e a quel punto anche Lorenzo sembra essere un po’ preoccupato. Ma anche gli artisti in erba sanno dominare le emozioni. Chiamato per la prova della coreografia, al ritorno il piccolo Lorenzo rassicura mamma papà e il fratello Michele con un: “Mamma, ora sono più tranquillo, ce la posso fare!”, strappando a tutti un sorriso. La tensione risale, due canzoni prima dell’esibizione, ma poi è il momento di Lorenzo sul palco e Bieber agli occhi della famiglia sparisce. Una esibizione spigliata e perfetta ed alla fine Justin che va a

stringergli la mano e a parlargli. Tanto basta perché le ragazzine all’uscita lo riconoscano, lo inseguano e gli chiedano l’autografo. Lorenzo un po’ intimidito e protetto dalla famiglia sarà stato di certo comunque stato felice. “ È stato il suo momento di celebrità!”, scherza la mamma. Ma, come recita la canzone su cui Lorenzo ha ballato, “Chi ha il cuore? Chi lo ha? Chi ha il cuore più grande?”, è stata anche una questione di cuore. Lui il suo lo ha messo sul palco; ha strapazzato di gioia quello dei cari e ha seminato qualcosa di grande: se sono rose fioriranno e la speranza è, naturalmente, che siano davvero tante! Claudio Casadei

- Il Cross Country è una disciplina della Mountain Bike dura, gli atleti che la praticano hanno bisogno di allenamenti severi, costanti e ripetere risultati ottenuti a distanza di tempo è spesso esercizio impossibile. Il 25 giugno sulle splendide colline di Marradi, l’organizzazione aveva tracciato un percorso impegnativo duro e affascinante che le condizioni climatiche, umidità e caldo africano, rendevano ancora più difficile da affrontare. Circuito di 17 km da ripetere due volte, 700 metri di dislivello, discese tanto impegnative da non consentire nessun tipo di rilassamento. Valentina Mancini, atleta della Valle del Conca MTB, si è presentata alla gara con un campionato già vinto l’anno scorso e una preparazione giusta per vincere ancora. Vista la categoria e le difficoltà del percorso papà Davide timoroso la invitava a de-

Valentina Mancini in mezzo a Luca Urbinati e Marco Calise sistere senza esitazione qualora fossero sopraggiunte difficoltà importanti. Ma Valentina dopo tanti sacrifici e tanto scrupolo è partita sorridendo e alla fine si è ripetuta guadagnando la sua seconda maglia tricolore: campionessa italiana donne Junior Cross Country UISP 2017. “È una vittoria che mi ripaga dei tanti sacrifici e della tanta fatica fatta sui pedali. Ma dopo un anno adesso è il momento dei festeggiamenti”. Papà Davide dietro la scorza nasconde

un cuore d’oro e siamo sicuri che al momento del taglio del traguardo una lacrimuccia sia sfuggita anche a lui. Il gruppo sportivo Valle del Conca MTB sugli scudi porta a casa altre due maglie di campione italiano: Luca Urbinati per la categoria M1 e Marco Calise per la categoria M7. I ragazzi del Valle Del Conca sanno spingere sui pedali, imitarli e vestire la loro maglia potrebbe essere un idea da realizzare! Claudio Casadei



GRADARA

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Il borgo della magia. Non solo per bambini e ragazzi... anche per adulti. Dal 4 al 9 agosto - The Magic Castle Gradara: la fortezza della fantasia che che ha fatto del castello malatestiano lo scrigno della magia e della fiabe, con decine di spettacoli, concerti e installazioni realizzati da artisti provenienti da tutto il mondo. Tantissime le novità e le anteprime nazionali di spettacoli italiani ed esteri per la magia di un sogno in un borgo senza tempo dal 4 al 9 agosto, con centinaia di artisti da tutto il mondo e show in anteprima. C’era una volta e c’è ancora un castello magico, un luogo senza tempo, dove prende vita l’emozione. Per sei giorni, un microcosmo onirico

in cui tutto può succedere e dove la felicità scandirà ogni momento. Giganteschi draghi riposano nel bosco incantato, ninfee, fate, saltimbanco, musicanti e attori popolano i giardini e i vicoli che si rincorrono risalendo il crinale su cui si stagliano le imponenti mura del castello. The Magic Castle Gradara è un posto speciale dove alberga la fantasia, il reale cede il passo all’etereo, l’età non ha valore numerico, esistono solo emozioni, stupore e divertimento. Varcando la soglia delle mura si entra in una nuova dimensione, in cui anche i grandi torneranno ad essere bambini spensierati. Questa è la vera forza attrattiva di The Magic Castle Gradara,

giunto quest’anno alla quarta edizione. I numeri da record nel 2016 hanno suggellato l’amore del pubblico per la kermesse che in meno di una settimana ha attratto circa 60.000 visitatori, proponendo 52 spettacoli ogni sera messi in scena da 203 artisti di caratura internazionale provenienti da tutto il mondo. Anche grazie al loro fondamentale apporto culturale, professionale e d’ingegno The Magic Castle Gradara ha potuto raggiungere livelli eccellenti ed essere persino citata in programmi di eventi a prestigiosi a livello internazionale. Non meno importante al fine della crescita ed evoluzione dell’iniziativa è stato il contributo dell’intera città, quindi dei suoi abitanti e dei suoi operatori, nonché del pubblico, elemento chiave per lo sviluppo della manifestazione.

Gradara, Magic castle

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SAN GIOVANNI

Torre del Poggio. Antonio forniva le osterie della zona. Poi la passione di Elio, oggi Franco

- Fortunatamente siamo romagnoli, legati alle tradizioni e proprio le tradizioni ci salvano, permettendo ad alcune aziende di sopravvivere sul mercato mantenendo una genuinità possibile solo se chi fa il vino lo è veramente. Ecco il motivo della visita all’azienda Torre del Poggio, riscoprire quei valori agricoli che caratterizzano e arricchiscono il vino del suo produttore, Franco Galli. La famiglia Galli è legata al territorio ed alla vite da tre generazioni, il primo fu nonno Antonio che con il suo vino forniva le osterie della zona già all’inizio del ‘900. Poi il padre Elio che divideva l’impegno tra agricoltura e una ditta di trasporti. Infine, Franco che cresce con loro e apprende il mestiere del vignaiolo da entrambi. Nel ‘92’93 prende in mano l’azienda e subito cerca di dare valore al prodotto, portando una buona parte del suo vino, fino a quel momento venduto sfuso, in bottiglia. È un cambiamento importante verso la qualità che lo porta oggi, ad essere uno dei pochi produttori a coltivare, vinificare e imbottigliare tutto con mezzi propri. Parlando con Franco si ha subito l’impressione che conosca perfettamente il territorio

Tre generazioni di vignaioli Franco Galli

Il salto è dallo sfuso alla bottiglia. Ora si fa anche uno spumante rosè

AGRICOLTURA di Michele Serafini e le sue viti. Circa dieci ettari in tutto, divisi tra San Giovanni (dove troviamo la cantina) e Saludecio dove sta la Torre del Poggio, un edificio che risale al 1400 completamente restaurato. “Era il capanno di caccia del Malatesta” racconta Franco “con una torre che serviva per comunicare con Rimini attraverso i piccioni viaggiatori”. Ora è un agriturismo con tre camere, un orto e un ristorante su prenotazione con cucina rigorosamente romagnola. Da quassù in mezzo ai vigneti si può ammirare il mare in lontananza; la vista è meravigliosa ma ancora più impor-

tante è l’influenza marina sulle uve che aiuta a creare vini freschi e fruttati tipici delle nostre zone costiere. Le viti più giovani sono di 12 anni, le più vecchie risalgono agli anni Ottanta, tronchi con poca produzione ma eccellente. Essendo precoci

vengono utilizzate per fare del vino novello, tutto prodotto con macerazione carbonica (oramai cosa rara). Le tipologie di vino sono ben quattordici, imbottigliate e prodotte. Oltre al novello, abbiamo il Sangiovese, il Cabernet, la Rebola, il Biancame

(unico produttore della zona), Pagadebit, Cortese frizzante, Malvasia dolce e uno Spumante metodo classico (rifermentazione in bottiglia) dove è stato utilizzato anche del Sangiovese vinificato in bianco. Vini freschi ma anche tipologie importanti, strutturate come le piccole produzioni di “Leal” Rebola selezionata, “Barone Rosso” Cabernet riserva e il “Rivali” un Merlot e Cabernet interessante che sarà presentato al concorso a Bordeaux sui tagli bordolesi nel mondo, un modo per confrontarsi con altre realtà, conoscere e magari togliersi qualche soddisfazione. Potrebbe essere l’occasione per aprire nuove vendite oltre confine. Ampliare i mercati che sono prevalentemente locali e dare un contributo di comunicazione fatta, ad oggi, sul passaparola e su una costante presenza al Vinitaly. Costanza che è stata premiata con i primi contatti per esportare il vino di Torre del Poggio oltre le Alpi nel mercato pari-

gino e oltre Oceano, in terra giapponese. Il futuro? La domanda fa sorridere Franco, ci pensa un attimo poi risponde: “Il lavoro in campagna è duro, fare del vino buono impegnativo, ma la fatica più grande è sempre più quella di vendere. Noi piccole aziende vinicole da sole facciamo ben poco, ci manca l’unione nel proporci che come si dice fa la forza”. E poi continua dicendo che il Riminese e la Romagna hanno un’infinità di vitigni autoctoni, tipici, unici ed è un peccato non valorizzarli per lasciare spazio a colture internazionali, si pensi al Merlot, Cabernet che tutti hanno ed in molti casi danno dei vini migliori dei nostri. Parlando del presente e del futuro vengono fuori molte idee, dubbi, opinioni, ma alla fine il futuro vero della famiglia Galli è la quarta generazione: Riccardo, il figlio di Franco. Quarto anno di agraria e già una gran voglia di fare la sua parte, di imparare per poi portare quei cambiamenti che fanno sorridere positivamente pensando al futuro.

12. PORCIGLIONE

- Istantanea presa prima della siccità della seconda di giugno. Ora lì non c’è più l’acqua. Il porciglione è un piccolo uccello di palude, riservato e difficile da avvistare, nonostante i colori accesi (è tra i più colorati della sua famiglia). Ha un becco rosso, assottigliato e leggermente curvo. Dimensioni medio-piccole, vive in Europa, nord Africa e Asia occidentale. E’ nidificante, parzialmente sedentario, migratore e svernante. In Europa settentrionale la specie è tendenzialmente migratrice e risiede stabilmente nell’Europa meridionale e occidentale, con numeri in aumento per quanto riguarda la popolazione svernante. In inverno i porciglioni si possono osservare anche in luoghi con temperature vicine allo zero, ai margini dei canneti. Vive nei pressi di canneti e paludi, mentre nidifica in zone asciutte deponendo solitamente una decina di uova. I porciglioni si nutrono di insetti e animali acquatici. L’autore di questa rubrica, al X appuntamento, è Giuseppe Bucci. Da anni racconta la flora e la fauna della Valconca (e non solo) attraverso il clic di un apparecchio fotografico. Ne è un esperto sia per una naturale vicinanza all’ambiente, sia per la fotografia. Compra cibo adatto ai volatili selvatici e lo distribuisce. Dice: “Nella caccia fotografica non c’è nulla di scontato. Ci vuole pazienza ed un pizzico di fortuna, come nella vita”.


SAN GIOVANNI

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Da una quindicina d’anni si fa riabilitazione attraverso lo sport, seguendo il metodo Calamai

- Bella festa quella dei ragazzi dell’associazione di volontariato Pacassoni lo scorso 26 maggio; ha chiuso il fine corso di basket partito lo scorso autunno. In uno dei luoghi dove si è avvolti dai riccioli dell’umanità più profonda, le suorine della comunità di Monte Tauro (Coriano) hanno preparato la pizza (buonissima), la ciambella, con spumante VOLONTARIATO

Il dancing balla per i terremotati

La consegna dell’assegno

Pacassoni, aiutare gli altri con il basket VOLONTARIATO finale. Ai ragazzi sono stati consegnati i berrettini d’ordinanza e un attestato. Ora c’è la pausa estiva, poi, in ottobre, si riparte con la palla a spicchi come terapia. Si ritrovano una volta alla settimana nella pale-

stra delle Maestre Pie a San Giovanni. Alla Pacassoni da anni si segue il metodo terapeutico Marco Calamai. L’ex campione di basket ha formalizzato un percorso che aiuta i ragazzi con disabilità a migliorare giorno

dopo giorno. Già nazionale, già giocatore Fortitudo e Virtus (le due squadre di Bologna), Calamai la scorsa primavera, 6 e 7 aprile, è stato a San Giovanni per raccontare la sua “medicina”. Il primo giorno ha fat-

to teoria al teatro Massari; il giorno dopo, il mattino, è andato dalle Maestre Pie e poi alla scuola statale. Nata un quarto di secolo fa, la Pacassoni ha abbracciato il metodo Calamai una quindicina di anni fa;

il basket è lo strumento che aiuta i ragazzi nella loro psico-motricità. Grazie ad un gruppo di volontari motivati coordinati da Anna Pedoni, l’associazione marignanese riesce accoglie ragazzi da tutta la provincia, a maggioranza da Rimini Sud. Ora, si riprenderà ad ottobre.

- Il dancing balla per i terremotati. Consegnati lo scorso 8 luglio € 2.900,00 al sindaco di Arquata del Tronto raccolti in occasione del revival dancing Moderno. Laserata festante si era tenuta qualche mese fa, con il patrocinio del Comune, è stata organizzata, dai dj dell’epoca Edo e Nardi, un revival anni ‘70/’80 nella sede del vecchio Dancing Moderno, con l’idea di devolvere a scopo benefico il ricavato. Una delegazione dello staff della festa e il sindaco Daniele Morelli, hanno portato il ricavato ad Arquata del Tronto, paese che ha subito grandissimi danni a causa del terremoto di agosto, ottobre e gennaio scorsi. La delegazione marignanese racconta le devastazioni: “Quando siamo entrati la sensazione è stata molto violenta, perché ci siamo trovati catapultati, noi che non l’abbiamo mai vissuta, in uno scenario di guerra: distruzione ovunque, i militari a presidiare le strade, case sventrate con suppellettili ancora sparsi in giro, alcuni proprietari venuti a vedere i loro ruderi”


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MORCIANO

Una dozzina di amici da quasi mezzo secolo si ritrova per la colazione contadina

Quelli del Giovedì: Foro Boario quando la vita è magia ALLEGRO MA NON TROPPO

Ciotti, anno 11° -

Giorgio Ciotti è cambiato. Cambiatissimo. Almeno si spera. Chi scrive ne ha sempre apprezzato l’intelligenza e la preparazione; spesso però i risultati amministrativi, in proporzione, erano l’esatto opposto. Si vedano ad esempio gli spogliatoi “nuovi” e Piazza del Popolo pietrificata, due sue creature tristi. Il suo primo atto da sindaco è da raccontare oltre che ai morcianesi all’Italia intera. Giorgio Ciotti ha tagliato gli “stipendi” di sindaco ed assessori del 66%. Erano 145 mila. Con il risparmio, circa 90mila euro, si metterà mano al verde pubblico ed alle relative aree gioco. Cosa ammirevole. Per qualcuno potrebbe sembrare facile populismo. Per altri, la stessa cosa dovrebbero fare tutte le amministrazioni, iniziando magari dalla provincia di Rimini. Il dado oramai è stato tratto.

Palazzo comunale

ALLEGRO MA NON TROPPO

I sentimenti fanno sognare - I Sentimenti delle persone sono talmente forti che possono “smuovere anche il cielo”. Mahatma Gandhi - Vivere è una sensazione. Qualunque uomo di qualsiasi tempo, in ogni circostanza della sua esistenza, non ha potuto e non potrà esimersi dalle percezioni che la vita presuppone. In fin dei conti, ogni istante è un brivido da assaporare, una continua sfida, una perenne battaglia da affrontare a testa alta, da sostenere costi quel che costi. E senza quel sospiro esistente, si cadrebbe nella nullità, non nell’apatia e quest’ultima, nel bene o nel male, è pur sempre un sentimento. Sentita e ripetuta più volte, la medesima parola, “sentimento”, consumata e mai al termine: non cessa mai. Tu lo vivi, lo senti, lo percepisci, ma descriverlo non è così semplice. Cos’è un sentimento? Qualcosa di astratto, eppure tangibile, concreto. Un paradosso? Sì, probabile. Un paradosso che fa scontrare ragione e follia. Logica e irrazionalità. Eppure ti sfiora l’anima, l’accarezza, fino ad entrarti dentro, fino ad allacciarsi a te, formando la treccia più perfetta. Le emozioni ti cambiano la vita, la governano, la gestiscono a proprio modo per far sì che ogni istante vissuto non sia inutile, per renderlo, sempre e comunque, importante ed istruttivo. Talvolta, le decisioni che esse dettano non sono le più corrette: sono quelle che la razionalità negherebbe, ma proprio questo è il bello della vita. Ti senti come un

bambino che, da lontano, ammira un aquilone, si perde in quei colori accesi, in miriadi di sfumature. Le osserva e poi decide di corrergli incontro, seguendo l’impulso, l’istinto. L’intelletto vorrebbe bloccarlo, evitargli di cadere in un burrone, perché, si sa, seguendo i sentimenti, non sai mai quale sconfitta o vittoria dovrai o potrai assaporare. È un po’ un aut-aut continuo, una scelta che comporta delle conseguenze. È strano pensare che in questa semplice parola si racchiudano tante emozioni: sentimento è l’amore, l’amicizia, il desiderio, sì, ma anche l’odio, l’indifferenza, la paura, la solitudine, l’indignazione… Ed è assurdo che sensazioni in pieno contrasto tra di loro appartengano, poi, ad una medesima famiglia: eppure è così. È così l’amore, con la sua immensità, col suo nodo nella gola, col suo essere tutto e il contrario di tutto, col suo concederti il mondo se ricambiato o schiacciarti sotto di esso se si rivela univoco: ed ancora... è così il suo nemico, l’indifferenza, ricolma di silenzi e di rancore, ma anche l’odio, che di rabbia, imbottisce il mondo e di ira imbratta ogni gesto c’è poi il desiderio che racchiude ogni sogno, ogni speranza mai sciocca, sempre profonda e sincera; la paura racchiusa in uno sguardo pietrificato di chi teme persino la vita, soffocato dall’ansia; la solitudine che appanna ogni sfumatura dell’arcobaleno; l’indignazione e le sue offese vane. Tutti frammenti di vita che, entrano e lasciano il loro segno indelebile. Cuccumeo

AMICIZIA - Prosciutto, coppa, Parmiggiano Reggiano, insalatona impreziosita da tocchi di arance, tronchetto come dolce. Sangiovese giusto di Virgilio Del Baldo (vigneti di Montegridolfo), limoncello di Monaldi non meno accattivante. Infine, il caffè. Questo era il menù della colazione contadina dello scorso 15 giugno. La settimana prima: pesce azzurro alla griglia. A ritroso: porchetta con pane, fagioli con cotiche, agnello. I piatti si alternano in base alle stagioni ed all’uscita di qualcuno. E’ dolcissimo il pasto salato alle 9 e mezzo del mattino. Ma lo stare insieme ancora di più. Da quasi mezzo secolo una dozzina di amici si ritrovano ogni giovedì a Morciano. Arrivano da tutta la Valconca: da Gabicce Mare a Monte Calvo, da Saludecio a Montegridolfo. Pochi spostamenti in questi decenni nei “rifugi” morcianesi. L’ultimo, è in via Ronci, al Circolo. Prima era “da Pacina” in via Serrata e piazza Risorgimento. Il primo speciale covo fu in borgo Mazzini, in un locale che non esiste più. Raccontano in coro: “Noi siamo la Banda degli Sband-

- Spettabile Piazza, le motivazioni dell’accordo con Ciotti per le amministrative sono state di natura politica guardando gli interessi di Murcèn, un luogo, una comunità con almeno 5000 anni di storia che si vuole far scomparire. Come hai potuto vedere nel programma vi sono punti di grande rilevanza e chiarezza: • Verifica del P.U.A GHIGI nel rigoroso rispetto delle leggi e del P.R.G. • Confermare la deliberazione del consiglio comunale sullo stralcio dell’auditorium e sua monetizzazione. • Revoca della scellerata delibera di giunta comunale N.68/2013. ( Battazza ne negava l’esistenza)

La classica foto di gruppo

sati del Giovedì. Ci vediamo solo per lo stare insieme; è il nostro bello”. Due i fondatori: Monti e Giancarlo, 80 anni. Racconta il signor Giancarlo, forestale in pensione: “Tutto nasce una cinquantina di anni fa per puro caso. I ritrovi però erano tre: Macerata Feltria (il martedì) e Mercatino Conca (il venerdì). Poi è rimasta solo Morciano. La combriccola negli anni ha accolto nuove persone. Purtroppo, qualcuno se n’è andato”. L’ultimo arrivato è DelBaldo, da Montegridolfo. Si è aggiunto alla compagnia lo scorso maggio. Ma è come se fosse della partita da sempre. Come molti, anche lui è uno dei frequentatori del boc-

ciodromo di Montegridolfo. Vende macchine per la meccanica nel mondo; per passione coltiva 15 ettari di terra: vigneti, frutteti e animali da cortile. Ognuno ha storie bellissime da raccontare. Ad esempio Edo Mattioli da Gabicce Mare è il pluridecorato allenatore della Bocciofila Montegridolfo; da anni è stabilmente ai piani alti della serie A. Nel carniere scudetti e Coppe Italie. Giuliano Rosati, l’uomo della spesa e delle insalatone, invece arriva da Montecalvo. La sua settimana è cadenzata dagli incontri con gli amici: sempre a tavola, naturalmente, o davanti ad un banco bar.

Garattoni: “Con Ciotti solo un accordo politico” LA LETTERA • No alla previsione di una nuova scuola media unitaria a Sant’Andrea. Su l’Ape del Conca di marzo a firma dell’Architetto Oreste Diversi viene presentata una variante sostanziale al P.U.A. GHIGI che dovrebbe significare un nuovo iter procedurale. Nella relazione si riscontrano aspetti di grandissima rilevanza politica, istituzionale, economica: Auditorium. Ripresentando il progetto viene platealmente sconfessato l’operato di Battazza e del consiglio comunale unanime che aveva approvato il suo stralcio e la monetizzazione del-

la spesa prevista. Evidentemente erano sicuri che il nuovo consiglio lo avrebbe ribadito e ossequioso alle nuove proposte. Biblioteca. Morciano è in gravissima crisi finanziaria, l’attuale biblioteca è trascurata, parzialmente inutilizzata, va tutelata e valorizzata. L’auditorium a quella quota è una assurdità, o lo si monetizza, oppure se fosse un obbligo, si potrebbe fare come da progetto condiviso in “Verso Morciano 2030”: Era previsto di fronte alla biblioteca su due livelli e separato dal centro commerciale da un

Ogni lunedì sera, da 12 anni, sempre con gli amici, si ritrova per la bistecca in quel di Ca’ Gallo. Da 30, sempre anni, invece ogni mercoledì fa colazione con Pierucci il mattino. Il pomeriggio, alle 18,10 affettato con un tocco di pane con un altro amico. Prima col “vecchio”; ora con uno dei figli. La domenica sera, questa volta con la famiglia ed altre coppie, c’è il classico ritrovo con la pizza. La combriccola è amicizia pura, rispettosa, non meno che andante. Le battute irriverenti e piccanti scorrono con la baldanzosità di un ruscello di montagna. “Non esagerare, altrimenti iniziano a dire i lati negativi...”.

percorso pedonale avendo così uno spazio culturale unitario, una maggiore fruibilità e rimane intatta la possibilità di una intesa con il privato per un uso anche pubblico del Teatro. Molto probabilmente le nuove proposte sono finalizzate al desiderio di dare in carico al comune “LA PIASTRA,” il terrazzo pensile di oltre 5000 mq sopra le superfici commerciali. Approvando una relazione nel 2013 il C. C. già quella volta a respinto l’intento. Di certo le nebbie sul P.U.A. GHIGI dovranno diradarsi ed i cittadini di potersi esprimere. A disposizione per eventuali approfondimenti. Mario Garattoni


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Quali le ragioni? 2.232 elettori morcianesi (41,23%) hanno dimostrato la loro contrarietà

- L’affluenza alle urne a Morciano nelle elezioni comunali dello scorso 11 giugno, ha toccato il punto ancora più basso delle ultime tornate elettorali, è scesa al 61,59%. Nelle comunali del maggio 2014 era a 69,78%, di cui soltanto il 66,78% di voti validi. La media provinciale delle amministrative era del 70,92% e quella regionale saliva a 72,57%. 2.135 morcianesi, tra chi aveva il diritto – dovere di andare a votare, hanno preferito astenersi; il 38,41% del corpo elettorale. Nelle comunali precedenti erano il 30,22% del corpo elettorale, 1.640 elettori ed erano aumentati rispetto alle comunali del 6 e 7 giugno 2009 di 371 persone (6,54%). Questa volta altri 495 abitanti hanno disertato le urne. Le schede nulle erano 56 (1,63%), quelle bianche 41 (1,14%), di conseguenza 2.232 elettori morcianesi (41,23%) su 5.554 aventi il diritto hanno dimostrato la loro contrarietà o il totale disinteresse verso le liste ed i candidati. Risultano il primo partito di Morciano. In totale nelle comunali del 2014 gli astensionisti rispetto alle comunali del 6 e 7 giugno 2009 erano aumentati di 371 (6,54%) e nelle elezioni dell’undici giugno 2017 sono aumentati di ulteriori 495 elettori. C’è da chiedersi seriamente, in particolare agli organizzatori delle liste, quale è la ragione di questa inarrestabile disaffezione dei cittadini verso l’istituzione democratica del Comune? Il vincitore di queste elezioni, Giorgio Ciotti e la lista “Morciano viva” ha avuto 1.431 voti su 5.554 aventi diritto (25,76%), ovvero, uno su quattro morcia-

Gli astenuti primo partito Qual è la ragione di questa inarrestabile disaffezione dei cittadini verso l’istituzione democratica del Comune? LA POLITICA di Hossein Fayaz nesi, esclusi i cittadini di minore età ed i circa 800 stranieri residenti in questo Comune. Quanto è reale la maggioranza della lista “Morciano viva” e Giorgio Ciotti? Dove sono gli altri 1.024 elettori che lo avevano votato (2.455 voti) nelle comunali del 12 giugno 2004? Perché è crollato il consenso popolare alla lista “Morciano futura” di Evi Giannei da 1.712 nelle comunali del 2014 a 983 del giugno 2017? Dove sono andati gli altri 729 elettori della lista “Morciano futura” l’undici giugno 2017? Perché la lista “Movimento 5 Stelle” di Guido Ripa pur guadagnandosi 231 voti rispetto alle comunali del 2014, resta sempre l’ultima nella competizione elettorale? Se a questo dato aggiungiamo il consenso espresso dai 677 (12,47%) cittadini alla lista del Movimento 5 stelle – Daniele Arduini, che sono in totale disaccordo con le politiche

Da sinistra: Giorgio Ciotti (Morciano Viva), Evi Giannei (Morciano Futura), Guido Ripa (M5S)

delle amministrazioni Battazza e Ciotti, il dato arriva quasi a metà degli elettori, raggiungendo 2.480 cittadini, il 45,69% del corpo elettorale. Di conseguenza con l’astensione, schede nulle, schede bianche, il voto al Movimento 5 Stelle e i 1.236 (22,77%) elettori che hanno votato la lista Vive-

re Morciano – Filippo Gennari (centro destra), in cinque forme diverse, 3.716 (68,46%) elettori, in modo chiaro si sono espressi contro le politiche e scelte dell’amministrazione Battazza nei cinque anni passati. Questo accade in un momento storico per Morciano. Ex Pastificio Ghigi La nuova amministrazione dovrà dire l’ultima parola sul progetto Ghigi. Un enorme costruzione commerciale e abitativo nel centro di un piccolo Paese già soffocato dal cemento. A Morciano in cinque anni da 2796 famiglie e 6.910 abitanti del primo gennaio 2009 siamo passati ai 3.597 famiglie e 6.999 abitanti dell’inizio 2014. La densità della popolazione ha rag-

giunto 1.279,6 in un chilometro quadrato. In questo periodo, i residenti sono aumentati di soli 89 persone, ma le famiglie di 801. Questo è potuto accadere grazie alle unità abitative di 50 e 28 mq. (quasi dei loculi) approvati dalla prima amministrazione Battazza. Morciano sta diventando sempre di più un enorme quartiere dormitorio di famiglie composte spesso di una sola persona. Unione Valconca Rivitalizzare il carrozzone per la gestione più economica ed efficiente di alcuni servizi o fare la fusione con i Comuni limitrofi di Montefiore Conca, Gemmano e San Clemente. La fusione servirà per avere più poltrone da distribuire tra i dirigenti del PD e del Centro destra ed espandere le cementificazioni, o per avere servizi migliori a costi più contenuti? I debiti Abbassare i debiti e eliminare i buchi di bilancio per poter diminuire la tremenda pressione fiscale sui cittadini. I mutui sono aumentati dai 5.648.961 euro di fine 2009 ai 7.605.367 al 31 dicembre 2013. Restano intatti i buchi e gli impegni di pagamento della maggior parte del prezzo della ex scuola media, del nuovo ponte del Conca, del raddoppio del capannone fieristico e della sede dell’Asl e dell’INPS?

Centrodestra Nel centro destra sono andate: 150 preferenze a Matteo Staccoli, 105 a Marzia Ghigi e Tommaso Mazzuca, 81 a Rita Paci, 73 ad Antonella Morgani. Dopo trent’anni di costante presenza, è rimasto fuori dal consiglio comunale l’immobiliarista e costruttore Danilo Ottaviani. Centrosinistra Nel centro sinistra dopo i due assessori Evi Giannei (113) e Stefano Dradi (105), sono state premiate le nuove entrate. Sono andate 89 preferenze a Michela Morganti, 59 a Matteo Gobbi e 57 a Claudia Corsini. Sono rimasti fuori dal Consiglio l’ex assessore alla cultura Filippo Ghigi e presente nel Consiglio da molti anni, l’ex capogruppo Cesare Maria Cesarotti e l’ex consigliere comunale Stefania Gostoli. M5S Nel Movimento 5 Stelle, tutti eccetto il candidato sindaco Daniele Arduini già consigliere comunale a Rimini, erano di prima esperienza politica ed incensurati. Le maggiori preferenze sono andate: 41 a Mirco Ripa, 31 a Guido Ripa, 29 a Simona Benedetti, 23 a Giuliano Cardellini e 22 a Selene Grechi. Lo scrivente è risultato penultimo con 11 preferenze. Ora, il M5S ha un gruppo di attivisti, un consigliere in Consiglio comunale e grazie ai1.065 voti delle europee 2014, 29,55% dei voti validi, è il secondo partito a Morciano di Romagna ed è rappresentato dal riminese Marco Affronte in Parlamento Europeo.



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Convegno internazionale organizzato da Celotti alla pasticceria Garden. Anche dal Giappone LA LETTERA

E’ tornato il sereno Grazie grillini - Che fortuna: Giorgio Ciotti è tornato alla guida del comune di Morciano e già l’aria si è fatta più salubre. Abbiamo dovuto sopportare otto anni di dittatura Pd, sopportando l’onta di essere commissariati, cosa mai successa nella storia del Comune di Morciano. Senza dimenticare l’andirivieni di assessori che, in corso d’opera, si davano il cambio uno con l’altro. Cosa dire poi del capo dello staff del sindaco assunto dopo essere stato silurato a Rimini, pesando sulle tasse dei cittadini morcianesi per una cifra molto consistente. Ai morcianesi che continuano a sostenere il Pd e di conseguenza il Battazza e fargli gli elogi per quello che ha fatto per Morciano chiedo di farmi l’elenco delle sue opere, o meglio ve lo faccio io: il padiglione fieristico con annessi pannelli solari che alla prima mezza nevicata sono crollati e il costruendo Cubo

di Rubik (Ex Pastificio Ghigi), i 5.000 mq dati in cambio per le due torri che non verranno più costruite dove sono ubicati? A Morciano o fuori del Comune? Queste sono alcune cose fatte non fatte dalla Armata Brancaleone... Ai grillini cosa posso dire, solo un grazie perché ci hanno aiutato a vincere: infatti i voti che hanno preso in più sono quelli del Pd: non si scende in politica per amministrare un comune difficile come Morciano come se si partecipasse alla “corrida” dei dilettanti allo sbaraglio. Ma sono doppiamente contento; uno, perché in comune non passeggeranno più certi personaggi; due, perché sono molto confuciano: mi sono seduto sulla riva del fiume ed ho aspettato... Sono passati tutti!!!! Giordano Leardini

Capitale acque minerali Appuntamento il 24 e 25 luglio, con gli abbinamenti acque-cibo. Celotti se ne occupa da una ventina d’anni

FOCUS - Arriveranno perfino dal Giappone. Si muovono per ascoltare che cosa Mario Celotti & C. raccontano sulle acque abbinate ai vari cibi. La due giorni di seminario è in cartellone il 24 e 25 luglio alla Pasticceria Garden, dalle 10 del mattino fino alle 5 del pomeriggio. E si degusteranno 20 etichete solo italiche. Mario Celotti, Giuseppe Amati, Alessandro Zanasi (medico del Sant’Orsola di Bologna) e l’ingegner Gianni

L’eno-gastronomo Mario Celotti

Gurnari raccontano la bontà delle varie acque e come andare a combinarle con le varie pietanze. Il corso è fatto da due livelli. il 24, è in scena il primo; il giorno dopo il secondo. Chissà con quali ac-

que, vengono abbinate le due fette di prosciutto, le lasagne e tagliatelle, carni rosse (tagliata e roast beef). Infine, i dessert. Si narra di acqua giuste ma anche di quelle sconsigliate, un po’ come per i vini.

L’eno-gastronomo per antonomasia della Valconca, Mario Celotti, si occupa di acque da un ventennio. E’ stato uno dei pionieri in Italia. Per Morciano si tratta di un bell’evento di livello internazionale.

Verranno costruiti 10 km di recinzioni per proteggere le coltivazioni di foraggio

Dal Consorzio Banche Popolari, 20mila euro per Amatrice - Ventimila euro ai terremotati del Centr’Italia. Sono stati consegnati sabato 24 giugno ad Amatrice i fondi a sostegno delle imprese agricole. “E’ con piacere che vogliamo condividere con tutti i nostri soci e clienti la soddisfazione per la consegna avvenuta sabato scorso di un simbolico assegno da 20.000,00 € per consentire il ritorno alla normalità alle popolazioni del Centr’Italia colpite dal sisma il 24 agosto 2016. L’operazione di solidarietà è stata attivata fin dalle prime ore dell’emergenza e grazie al coordinamento del CoBaPo (Consorzio Banche Popolari) del quale Banca Popolare Valconca fa parte, è stato possibile convogliare l’impegno di tutte le Banche aderenti su uno dei progetti più urgenti individuati dall’Associazione RESEDA Onlus attiva nel territorio del cratere.

I fondi consegnati sabato dal presidente di CoBaPo Luigi Sartoni a Roberto Salustri di RESEDA On-lus, destinataria della donazione, alla presenza del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, presso il Centro Operativo Comunale di Amatrice, andranno a finanziare il “Progetto recinti”: grazie a questo intervento saranno installati 10 Km di recinzione a protezione delle coltivazioni di foraggio per difenderlo da cinghiali e dalla fauna locale. Questo consentirà agli allevatori della zona di nutrire con risorse del territorio gli animali delle zone terremotate e affrontare serenamente il prossimo inverno, evitando gli ingenti costi di importazione del foraggio con rischio di perdita di capi di bestiame. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno permesso di portare a compimento questo progetto di solidarietà”.

Al centro Luigi Sartoni, direttore generale della Bpv, nonché presidente del Consorzio Banche Popolari


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Laura accende 500 cuori

SAN CLEMENTE

PERSONE

Vino, sotto le stelle i giovani L’assessore Stefania Tordi

- Laura Grassi se ne va prima del tempo il 22 aprile dello scorso anno, dopo una breve malattia di 6 anni. Non aveva che 34 anni. Lascia il marito Ugo ed Alessia, che oggi ha 4 anni. Lo scorso anno i famigliari e gli amici del cuore di Montefiore, e non solo, organizzano una festa, ViviLa (Vivi Laura), al Centro parrocchiale di Serbadone di Sotto. Chiuso per “pericolo”, l’evento, lo scorso 24 giugno, si è spostato a Isola di Brescia, dove immerso nel verde c’è una situazione di civiltà assoluta. E’ talmente bella che arrivano da ovunque a sbaraccare. Quest’anno erano in 500 a ricordare la giovane mamma. Il ricavato è andato

Gli amici di Laura che hanno accesso i cuori degli amici e non solo

all’Aisla (Asociazione italiana che lotta contro la sclerosi multipla). Racconta un’amica: “Abbiamo cercato di farla rivivere e di raccontarla alle persone di cuore come era lei; eravamo impreparati alle tane adesioni, ma è stato tut-

to magico”. A lavorare una sessantina di persone ed in tanti, a modo proprio hanno dato una mano: Cema (regalato la pasta fresca), Modulitalia (le tovagliette), Ortoservice (la frutta), Asd Montefiorese (cucinato), Pro

Loco di Montefiore e Tavoleto (fornito tavoli e sedie), la Bottega del Borgo (le bombole del gas), Magnani Elettrompianti, Rovelli (le caramelle), Simon Soprani (la musica), don Luca, Parco Isola di Brescia, Coro della parrocchia di Morciano. L’amica: “La fatica che facciamo non è una fatica. Riceviamo più di quello che diamo”. Reca la lapide di Laura: “Vi è stato chiesto tanto; mi avete dato ancora di più”. Era il pensiero che rivolgeva a famigliari ed amici durante la breve malattia”.

Montefiore, invasioni di coreani MONTEFIORE - Undici affascinanti ragazze coreane, più gli accompagnatori, hanno caratterizzato la quiete montefiorese una settimana, a cavallo tra giugno e luglio. Le giovani studiano lirica; e sono giunte in Valconca grazie al tenore riccionese Gian Luca Pasolini. La comitiva ha alloggiato e pranzato nel borgo. Negli ultimi tempi il Teatro Malatesta ospita masterclass dove ragazzi che arrivano da tutto il mondo studiano musica lirica e classica. E creano economia. La classe coreana con Gian Luca Pasolini e il sindaco Vally Cipriani

- È quando arriva l’estate che San Clemente da 18 anni regala agli affezionati ospiti il fantastico happening di Note di Vino. Piazza Mazzini si riempie di luci soffuse, suoni tradizionali di terre lontane, voci armoniose e potenti e gente, tanta gente soprattutto giovane, di tutta la Romagna, delle vicine Marche e non solo che li si ritrova per l’amore per il vino buono bevuto con moderazione, il buon cibo e soprattutto per il desiderio di stare insieme in una maniera differente per una serata. Ma le ormai classiche 4 serate di Note di Vino vengono da lontano. Sono il frutto di un lavoro organizzativo partito per tempo subito dopo la fine della edizione precedente, quando oltre ai bilanci si tracciano già le linee guida della edizione che andrà a nascere. Note di Vino è sicuramente tra le manifestazioni più riuscite della Valconca e della Provincia di Rimini. Il suo consolidato “format” prevede, per ogni serata, la presenza di una regione italiana, con degustazione dei vini serviti in abbinamento ai piatti tipici allietati da musiche tradizionali. Da tre anni, con il placet di tutta l’amministrazione, la coordinatrice dell’organizzazione è l’assessore alla cultura Stefania Tordi che si avvale della smisurata conoscenza enogastronomica di Bruno Piccioni e della professionalità e conoscenza del mondo della musica di Dino Gnassi. Stefania prende le telefonate, partecipa alla preparazione dei tavoli, coordina e dà supporto a tutti. Per quanto riguarda la manifestazione la grande intuizione di questi ultimi anni è stata l’attenzione focalizzata alla ricerca del miglioramento della gestione della cucina affidata alle cure sapienti di chef professionisti. I risultati si sono sentiti e si sentono nei piatti serviti. Il grandissimo lavoro svolto dalle donne e dagli uomini della Pro Loco di San Clemente ne viene esaltato con grande soddisfazione loro, degli chef spesso stupiti dalla grande volontà di queste persone che passano i week end a lavorare in cucina a titolo completamente gratuito, e soprattutto dagli affezionati avventori della piazza. Quest’anno le regioni scelte sono state la Sicilia, la Lombardia, l’Abruzzo e infine, un tocco di internazionalità nella serata finale con protagonista l’Austria. La piazza piena ogni sera, il grande Tino (Baudo) Bugli a disintegrare congiuntivi sul palco, la poesia enogastronomica di Bruno Piccioni, i 12 camerieri giovani e bravi, gli chef i ragazzi della Pro Loco. L’assessore Stefania Tordi può sorridere soddisfatta pensando già alla Festa anni ’80 che organizzerà la Pro-Loco con il patrocinio del Comune. Poi ci sarà il cinema che si terrà ad agosto sempre in Piazza Mazzini, ingresso libero. Claudio Casadei


S. CLEMENTE-GEMMANO-MONTEFIORE 51 “Per le scuole oltre 1,5 milioni di euro” Luglio 2017

- Le estati politiche locali non vivono di sussulti e non regalano normalmente alcuna emozione. Certo la politica degli affari non va mai in vacanza; quella, come un tubero non sempre digeribile, cresce sottotraccia e non fa mai rumore. Le recenti elezioni amministrative però hanno regalato qualche emozione e qualche sorpresa. Il centro-destra locale, novella araba fenice, è risorto prepotentemente dalle sue ceneri, “la gente” continua a scegliere le stesse persone e probabilmente starà già lucidando le stesse lamentele. Di partiti e movimenti che facciano analisi pubbliche su quanto accaduto per il momento non abbiamo traccia. Alle analisi pubbliche si preferiscono le riunioni interne in cui i “dirigenti” costruiscono e si autoconvincono con le più fantasiose analisi e argomentazioni della sconfitta, destinata quasi sempre a diventare una quasi vittoria. Lo spumante aperto dai vincitori e

Mirna Cecchini, sindaco di San Clemente

“Particolare attenzione al centro storico dove nelle vecchie scuole medie sarà ospitato il Centro Famiglie per tutta la Valconca”

SAN CLEMENTE di Claudio Casadei la gazzosa che aiuta a deglutire il sapore amaro della sconfitta si mischiano e tutti restano lì al loro posto: ancora una volta infine non cambierà nulla. E così che un fatto inconsueto nel mondo della politica è passato quasi inosservato: Mirna Cecchini, Sindaco di San Clemente, ha rassegnato le sue dimissione da p’residente dell’Unione Valconca! Un politico che si dimette oggi è davvero una notizia, ed allora proviamo a chiedere alla diretta interessata qualche chiarimen-

to. “Nulla di strano - ci risponde -. Il mio era un incarico a tempo e il mio tempo era ormai scaduto. Inoltre, sono successe cose imprevedibili che hanno modificato il senso del mio impegno. Penso alla mancata fusione fra Saludecio, Mondaino e Montegridolfo, per poi finire con l’esito negativo per il mio partito delle elezioni amministrative del Comune più importante della vallata, Morciano, un esito che ha di fatto

Unione la Cecchini lascia la presidenza ile da leggere con chiarezza, ma significativa nei fatti. Lo scorso 20 giugno è balzata agli onori della cronaca la notizia delle dimissioni di Mirna Cecchini da presidente dell’Unione Valconca. La Cecchini, al vertice dell’ente da poco meno di un anno, ha rassegnato le dimissioni presentando (così come dalla stessa riferito) una propria missiva al protocollo dell’Unione in data 9 giugno, senza alcuna comunicazione pubblica. La notizia, sarebbe rimasta celata se il consigliere Alfonso Scala, ora Forza Italia reduce dalla quarta campagna elettorale in tre anni nelle vesti di candidato consigliere a Riccione, non avesse diramato una propria nota: “L’ennesimo fallimento sia dei sindaci che in questi anni avevano annunciato un rilancio dell’Unione Valconca, e sia dell’Unione stessa, che dopo venti anni dalla sua nascita non ha mai raggiunto lo scopo per cui era nata” - ha affermato Scala sottolineando le proprie speranze nell’operato del nuovo sindaco di Morciano Giorgio Ciotti. Il punto controverso di tanto silenzio sembra proprio essere questo: la data del 9 giugno, ultimo giorno utile prima della tornata elettorale che avrebbe visto trionfare Giorgio Ciotti. Lo stesso giorno in cui, in maniera mestamente ufficiosa è stata divulgata la notizia delle dimissioni del sindaco di San Clemente, è giunta puntuale la difesa d’ufficio dell’ex sindaco Christian D’Andrea, ora assessore ai Lavori pubblici: “Mirna sa ben interpretare il ruolo istituzionale che ricopre da sindaco e da Presidente dell’Unione. Perché le istituzioni si amano e si rispettano senza troppi clamori- ha scritto D’Andrea sui

SAN CLEMENTE

social media - e soprattutto vedo un profondo rispetto verso gli altri Sindaci, rispetto esercitato non sono nel merito ma anche tempi e nei modi. Peccato che qualcuno non possa dire lo stesso. Brava Mirna!”. Rispetto nei confronti dell’avvento di Giorgio Ciotti? Il Partito democratico, specie in Valconca, da tempo non raccoglie più gli storici consensi, forse a causa della politica comunicativa dei suoi componenti di spicco. Un linguaggio criptico, da addetti ai lavori, spesso autoreferenziale e rappresentativo solo del pensiero di pochi. Vediamo ora come ha rotto questo insolito silenzio la diretta interessata, l’ex presidente Mirna Cecchini. “Ho ritenuto opportuno dimettermi prima delle elezioni di Morciano, che non erano previste quando sono stata eletta - spiega Mima Cecchini il 20 giugno - il mio è stato certamente un atto politico”. Numerosi interrogativi sorgono nell’analisi di cosa ci sia di politico nelle sue dimissioni e nelle silenziose modalità nelle quali sono state rassegnate. “Mi sono dedicata in maniera particolare alla situazione del Servizio Informatica, e al contenzioso sulla Rsa di Morciano. Io e l’ex sindaco di Morciano Battazza, abbiamo impiegato alcuni mesi per cercare un accordo transattivo invece di aspettare la sentenza del Tar nel merito. – ha aggiunto Mirna Cecchini, spiegando la scelta “politica” del suo dimettersi. Quello del contrastare il noto

provvedimento emesso dal Comune di Morciano relativo alle sorti della R.s.a, è da tempo per l’Unione il più annoso dei problemi. E’ passato oltre un anno e la transazione intavolata tra Morciano e Unione (i cui contenuti sono ritenuti ignoti anche al neo sindaco Ciotti) sembra essere ancora al palo. Gli esponenti del PD, come noto, non sono avvezzi a manifestare i propri fallimenti né a dichiarare apertamente i cambi di fronte in fatto di prospettiva politica. Altro “silenzioso” atto messo in atto dal Partito democratico di vallata, passato assolutamente in sordina è stato il seguente: la rinuncia a un rappresentante del Pd al Consiglio dell’Unione Valconca eletto tra le fila del consesso morcianese. Il Pd di Morciano, infatti, ha lasciato il proprio scranno nel consiglio dell’Unione al rappresentante del Movimento cinque stelle, Mirco Ripa. Con questo ulteriore “silenzioso” atteggiamento, il Pd di vallata ha visto ridursi di due rappresentanti la rappresentanza all’Unione (prima dell’ultima tornata erano stati indicati per il Pd, Dradi e Tagliaferri). Sembra che negli ultimi tempi l’Unione Valconca, che ha visto quali padri fondatori proprio i dirigenti Pd di vallata, non sia più negli interessi del principale partito della sinistra. Chi è abile nei calcoli degli scranni ha prontamente sottolineato che ora di maggioranza Pd all’Unione non si possa certo più parlare: dovrebbero assestarsi in 13 i consiglieri in quota Pd, contro i 12 in altre quote. Un silenzioso abbandono del potere di controllo dell’ente sovra comunale che profuma tanto di fragorosa uscita di scena.

cambiato gli equilibri del consiglio e apportato cambiamenti che mi avrebbero, come presidente, messo in difficoltà. Meglio quindi che a gestire la nuova situazione fosse un presidente condiviso anche dalla nuova amministrazione morcianese e meglio per me anticipare di qualche settimana una decisione che comunque era già da tempo decisa”. Quindi adesso tutti concentrati su San Clemente? “Non ho mai smesso di lavorare per il mio Comune. Il prossimo sarà un periodo in cui si vedranno i frutti di scelte fatte da tempo. Le scuole sono al centro del nostro progetto. Sono partiti due grossi interventi che riguardano le nostre

strutture. C’è la messa in sicurezza delle scuole elementari del capoluogo per una cifra, al momento di 170.000 €, la partenza dell’ampliamento della scuola materna di Sant’Andrea, i lavori per il primo stralcio dell’ampliamento delle scuole elementari e medie con l’accensione di un mutuo da 1.400.000 € che ha richiesto i tempi biblici della pubblica amministrazione”. “Stiamo ponendo una particolare attenzione al centro storico - continua il sindaco Cecchini - dove nelle vecchie scuole medie sarà ospitato il Centro Famiglie per tutta la Valconca, una organizzazione socio sanitaria che offrirà svariati servizi richiamando numerose persone e generando un interessante indotto nelle attività economiche del capoluogo. Dopo la sistemazione degli spazi esterni potremmo partire già dal prossimo settembre. C’è poi finalmente l’inizio dei lavori per la messa in sicurezza della Riccione Tavoleto. Il progetto per il quale abbiamo ottenuto uno stanziamento di 230.000 € dalla Regione Emilia Romagna prevede di intervenire dalla Farmacia del Ponte fino alla Rotonda

Lamas con priorità, vista la necessità, del tratto compreso proprio da questo luogo alla rotonda di via Cerro. Saranno interventi soft, ma funzionali alla sicurezza dei cittadini. Inoltre, partirà la nuova urbanizzazione del quartiere di Ca’ Renzino.” Tanta carne al fuoco quindi! “È il risultato di un lungo lavoro condiviso con la mia giunta. Vorremmo anche un maggior coinvolgimento di tutti e per informare su quello che stiamo facendo per il prossimo autunno abbiamo previsto una serie di incontri con la popolazione nei vari quartieri. Vorremmo rimarcare la nostra vicinanza alla gente e sentire direttamente quello che hanno da dirci”! Ci sono poi le voci di corridoio che corrono veloci. C’è una attività informativa a sostegno dell’amministrazione di un gruppo non presente in consiglio comunale che ha cambiato verso. Critica fino qualche tempo fa e ora molto incline a pubblicizzare l’operato dell’amministrazione. Difficile capirne il motivo mentre nel corridoio corrono strane voci di assunzioni e concorsi. Ci sono poi le minoranze presenti in consiglio. Probabilmente molto impegnate risulta non pervenuta. In fondo è estate e d’estate la politica va in letargo, o quasi!

COMUNITA’

Dalla BCC di Gradara, altro defibrillatore per il territorio

Da sinistra: Mirna Cecchini, Carlo Arcaroli, Fausto Caldari e Sabrina Ticchi - A San Clemente si è tenuta la cerimonia di consegna di un defibrillatore di ultima generazione. La BCC di Gradara l’ha donato all’Associazione Nazionale Carabinieri di Morciano-San Clemente. Erano presenti il presidente dell’Associazione Carlo Arcaroli, il sindaco di San Clemente Mirna Cecchini, il presidente della BCC Fausto Caldari e la direttrice della filiale di Morciano Sabrina Ticchi.

“L’Associazione di Morciano e San Clemente - afferma Carlo Arcaroli - ha lo scopo di promuovere attività di volontariato per finalità assistenziali, sociali e culturali e di svolgere compiti di protezione civile. Il defibrillatore rappresenta uno strumento in più a sostegno delle attività dell’associazione a favore e a tutela del nostro territorio. “La BCC Gradara – sostiene il presidente Fausto Caldari - è da

sempre sensibile rispetto a temi come la sanità, la cultura, la scuola, i giovani, le associazioni, le Istituzioni. Questo di oggi è un ulteriore esempio concreto di essere vicina alle realtà del territorio, come l’Associazione Carabinieri i cui volontari ogni giorno si impegnano a fianco dei cittadini e delle Istituzioni”. La cerimonia si è conclusa con un brindisi.


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SALUDECIO-MONDAINO-MONTEGRIDOLFO

Leonardo a Mondaino nel 1502? Lo ipotizza Angelo Chiaretti

Angelo Chiaretti

LA STORIA - “Le falde del tufo o ver creta da far vasi, non passano troppo sotto le radici dei monti, ch’elle sono di terra da far vaso piena di nichi (=fossili) e ancora queste vanno poco sotto che si trova la terra comune come si vede nei fiumi che scorron la Marca e la Romagna, usciti delli monti Appennini” Così scenograficamente il grande Leonardo da Vinci (1452-1519) descrive, ben cinque secoli or sono, le sue ricerche circa la sedimentazione delle rocce ed il processo di sostituzione molecolare che sta alla base della fossilizzazione di esseri animali e vegetali, che trasferirà nei suoi celebri disegni. E ci par di vederlo (come fanno quotidianamente i paleontologi) scostare con la mano o la zappetta il sottile strato di “terra comune”, che protegge

gli strati fossiliferi, per portare alla luce questo o quel reperto! Così anche noi facciamo dal 1983, quando abbiamo allestito all’interno della Rocca Malatestiana il Museo Paleontologico, una delle più ricche collezioni di fossili mondainesi, fra i quali spiccano senza dubbio due coppie di ali fossili, una con tanto di sterno, (risalenti a circa 10 milioni di anni fa) che certamente avrebbero fatto la gioia di Leonardo da Vinci se li avesse rinvenuti nei nostri strati lui che tanto si interessava al volo degli uccelli! In effetti, Leonardo da Vinci venne nelle nostre terre nel 1502, al servizio di Cesare Borgia, il celebre e terribile

Duca Valentino, figlio di papa Alessandro VI e fratello della sfortunatissima Lucrezia Borgia, come architetto e ingegnere generale, seguendo il giovane condottiero nelle sue campagne militari in Romagna, dove con l’appoggio del padre e per mezzo delle arti della “Volpe e del Lione” aveva da poco costituito il suo “Ducato di Romagna”, di cui facevano parte le città di Ravenna, Forlì, Cesena, Cervia, Rimini, Pesaro, Urbino e Senigallia e dunque anche Mondaino. Ed ognuno sa che questo Ducato venne costruito ex-novo nelle terre fra Marche e Romagna, che secondo una celebre battuta del grande scrittore Fa-

bio Tombari andrebbero chiamate “marchignole” e di cui Mondaino è una delle capitali (non a caso Tombari sposò Angela Busetto, mondainese) ! Secondo quanto testimonia il grande Niccolò Machiavelli, suo principale biografo, Leonardo si muoveva continuamente al seguito del Duca fra Urbino e Cesena. Ecco le tappe di quei mesi di studi e ricerche - 21 Giugno: primo giorno di permanenza ad Urbino. - 30 Luglio: partenza da Urbino per trasferirsi a Pesaro. - 8 Agosto: arrivo a Rimini, dove annota, tra l’altro, l’armonia delle cadute d’acqua della Fontana della Pigna: “Fassi un’armonia colle diverse cadute d’acqua, come vede-

sti alla fonte di Rimini, come vedesti addì 8 d’agosto 1502”. Questa armonia gli avrebbe suggerito l’idea di costruire un organo idraulico utilizzando l’acqua non come pompa per comprimere l’aria, come accadeva negli organi tradizionali conosciuti, ma facendo suonare l’acqua stessa che cadeva dentro vasi di diversa forma (nei nostri anni l’idea è stata meravigliosamente realizzata dall’architetto Pier Luigi Foschi ed oggi esposta nei Musei Civici Riminesi). Di tutti questi spostamenti fra Marche e Romagna Leonardo realizzò una bellissima Carta Fisica a penna ed inchiostri diversi con tracce di matita che fa parte del Codice di Windsor, RI 12277, datata proprio1502 !!!!!!. Dunque, durante la residenza ad Urbino e nei giorni del trasferimento verso Pesaro, gli

fu naturale utilizzare i percorsi di crinale che dalla Città Ducale, attraverso la strada del Castello di Montefabbri, conducono a Mondaino, conducendo all’ampia pianura romagnola ed al Mare Adriatico. Quanto alle maioliche mondainesi, all’arenaria (“le falde del tufo” di cui parla Leonardo) ed alla sua celebre argilla colloidale (la “creta da far vasi”) sia sufficiente ricordare che proprio durante il Rinascimento le ceramiche prodotte nelle botteghe e nelle fornaci mondainesi divennero celebri su un ampio territorio e figuravano, con il proprio logo del puttino, nei corredi urbinati e faentini, pesaresi, riminesi ed umbri, come ognuno può ammirare visitando le splendide collezioni custodite nel locale Museo delle Maioliche oltre che nei maggiori Musei italiani e nei documenti d’archivio. (...)

Cervellieri, Saludec. E mi paès LA POESIA Giù dapid dia Rumagna tè bel mez dna campagna i lì sora m’nà scarpèda jè un paés che té da véda è pèr propria chè é firmamént senza ad lù, an’ éra cuntént sà te digh, tu mè da créd l’è iscì bèl, cut chèva è fiéd.

Ecco, sei rimasto stupito passando adesso stai la porta che guarda verso il mare, da Ancona verso Ravenna poi i vicoli che hanno colorato con dei fatti già accaduti e le persone con grande stupore quando li vedono gli lasciano il cuore.

Quand t’ariv me monumént mès i lì, ti prim novcént, se tut gir, l’at sbat tla front una chis, clà dà mi mont, i lì drenta, jèun Sènt1 ferme è stà, da e duscjent pensa tì, lè otcent’an che l’armédia mi malan.

Cosa dire poi del viale con le api che trovano il miele quando i tigli sono in fiore e rilasciano un grande odore con le sue mura ed i torricini per tenere lontani i paesi vicini che tramavano con i marchigiani noi invece con i veneziani.

Ech, t’ci arvénz a boca avérta pasand adès, stè la porta2 c’ià da drit, m’la màréna da Ancona, fin ma Ravena, pù i vigle c’hià culuréd3 sa di fat cujè già stèd e la gent, sun gran stupor quand ij ved, ij lascia e còr.

pòc più giù arvèn da Ciccio t’un stanzon l’ha sculpid Duccio1 e per fnì quel di Gvanèl sa di quèdre grand e bèl.

Cusa dì pù dè viel, sa tut jev chi trova e miel quand i tiglie jè in fior, e i spand, un gran udor, sai su murie e i turgin per ten dalong, i paes vicin chi tramèva si marchiscén nun invec si venezièn.

Porca vaca am séra scurdèd d’un palaz eréditèd da dia gént, di bulugnés per manténle, in bèda a spés, finalmént la piaza granda9 sun cumun che fa’ da sponda m’una chis slà spirènza che un prét i chi l’arvènza

T’cì arved, m’ià porta ad zora4, s’un intreda, guasi nira, che la jè, na masa antiga, pensa tì, ujè pas na biga d’un rumèn imperator5 chl’è arvenz per amor d’nà ragaza chiachiérèda giù ti vigle incuntreda. Stè guardand na facieda d’una chis cunsacreda c’là fa pèrt d’un cunvént6 pas ad mèn, mun pusidént adès chiapa la strèda granda7 t’sè che a mag e sòna la banda per li fèstie de Santarén tut i cur, fin da Urbén. Giù mla strèda i palazon e più bèl quél ad Marangon e più sgnor, quél d’Ialbén sal su grotiè pèr e vén

Giù ai piedi della Romagna nel bel mezzo della campagna sopra una scarpata c’è un paese che devi vedere, sembra proprio che il firmamento senza di lui non fosse contento se te lo dico mi devi credere e’ così bello da togliere il respiro. Quando arrivi al monumento inaugurato ai primi del Novecento se ti giri ti sbatte in fronte una chiesa, verso i monti, lì dentro c’è un Santo fermo sta dal Duecento pensa te, sono ottocento anni che rimedia ai malanni.

Sei arrivato alla porta di sopra con un’entrata abbastanza buia che è molto antica pensa te, c’è passata una biga di un romano imperatore che qui è rimasto per amore di una ragazza chiacchierata giù nei vicoli incontrata. Stai guardando una facciata di una chiesa consacrata che fa parte di un convento passato di mano a dei possidenti adesso prendi la strada grande sai che a maggio suona la banda per le feste del Santo tutti vengono fin da Urbino. Ai lati della strada i palazzi il più bello quello dei Marangoni il più ricco quello degli Albini con le sue grotte per il vino poco più giù arriviamo da Ciccio in una stanza ha scolpito Duccio e per finire quello dei Giovanelli con dei quadri grandi e belli. Porca miseria mi ero dimenticato di un palazzo ereditato da delle persone di Bologna per conservarlo non badano a spese finalmente la piazza grande con un comune di fronte ad una chiesa con la speranza che un prete qui rimanga. Carlo Cervellieri


SALUDECIO-MONDAINO-MONTEGRIDOLFO

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Davide Andreini

SALUDECIO - CULTURA

Andreini, il libro che guarisce l’anima - C’è un mostro dentro di noi. Un essere che si nutre di negatività, di debolezze, di pensieri negativi, destabilizzante nell’esigere il suo tributo di malessere. Quando questo mostro viene fuori ti senti demoralizzato, perso, incapace di risalire da un baratro in cui non sai perché e come tu ci sia finito. E stai male, soffri, talvolta facendo anche del male - Gentile direttore, la preghiamo di pubblicare sul suo giornale il seguente articolo. Incuria Alcuni componenti dell’Associazione Santo Amato di Saludecio, nata il 14 aprile 2016 per far conoscere la vita e la spiritualità del proprio Patrono, santificato da Papa Francesco l 23 novembre 2014, si riuniscono sul modo più opportuno con cui informare i fedeli della Diocesi e i tanti devoti immigrati all’estero in varie nazioni della grave situazione di abbandono in cui si trovano la Parrocchia di Saludecio e il suo Santo. Per ora, si è deciso di usare la stampa e scrivere un articolo. Si è pensato ad un titolo che fungesse da sintesi: INCURIA ci è parso il più indicativo per la sua duplice scrittura e per il suo duplice significato se la parola è unica o divisa. CURIA termine derivato dal diritto romano, indica ripartizione territoriale amministrativa. CURATO, termine che da essa deriva, indica il sacerdote a cui è affidata la cura spirituale di una popolazione. CURA, poi, significa premura, interessamento, sollecito e costante (vedi voc. Zanichelli). La recente esperienza di unità pastorale che vedeva 3 sacerdoti operare nella vasta zona di confine tra Romagna e Marche (Saludecio, Mondaino, Montegridolfo, Tavoleto, Casinina Auditore e Valle Avellana) dopo circa 3 anni, si è conclusa con la nomina dei nuovi parroci a Montegridolfo e a Casinina, comunicata ufficialmente dal settimanale diocesano “IL PONTE” del 2 luglio 2017. In questo periodo, per quel che riguarda Saludecio, vi è da segnalare l’incuria della Curia. La nostra parrocchia, fino ad alcuni decenni fa, Vicariato: con una chiesa monumentale chiamata la cattedrale della Valconca, con numerose chiese limitrofe, a suo tempo parrocchie; con un santuario mariano, Madonna del Monte, oggetto di fervido culto alla Madonna di Fatima; con un Museo di arte sacra, pre-

alle persone che ti stanno a fianco. Ma nella vita le negatività non si possono dirigere a comando. A tutto c’è rimedio: la cosiddetta “luce fuori dal tunnel” è li, bisogna trovare dentro noi stessi, nel profondo, quello che ci permetterà di raggiungerla. Questo è il cammino per la vita che Dennis, venticinquenne di Saludecio, ha dovuto intraprendere. Alle prese con un nemico occulto,

annidato fra le pieghe dell’anima, che si è impossessato delle sue emozioni, dei suoi pensieri, di ogni singola azione, che lo rende simile ad una marionetta. Il burattinaio oscuro che tesse le trame ha un nome che fa paura e che evoca pensieri distruttivi e malsani: la depressione. Che lo spinge ad azioni inconsulte, che lo porta a rinnegare il suo io, uno sfregio in piena regola. Ma è anche una storia di rinascita, sia fisica che spirituale, in cui la passione per l’arte giocherà un ruolo fondamentale. Si, perché Dennis è un pittore, dal multiforme talento, dalla fantasia sconfinata. Il mostro è li, sempre pronto a venir fuori, a creare sconvolgimenti ma, come un cavaliere senza macchia, lui è in grado di sconfiggerlo; e lo farà, con un pennello in mano e ritrovata fiducia in sé stesso. Non prima di essersi calato nelle viscere del suo inferno, mano nella mano con

il suo angelo personale, che lo protegge, che lo aiuta, e che lo spinge di volta in volta un passo fuori dal baratro. Questo angelo forse non esiste, forse sì, ma non è questo l’importante. La scoperta dell’amore, l’assunzione per un lavoro,

il ricovero ospedaliero, e il rapporto con il suo psichiatra che ne vedrà i miglioramenti in atto, tanto da alleggerire man mano l’assunzione di medicinali, sono tutte tappe verso la guarigione. Come nei migliori film di Frank Capra, Dennis pro-

seguirà la sua avventura, vedendolo maturare, lottare, cadere, rialzarsi, sostituendo il demone che ha dentro con un altro demone positivo, pieno d’amore per la vita e per le persone che gli vogliono bene. “Sempre alla ricerca di una sua dimensione”, Dennis è ognuno di noi, creature fragili e forti allo stesso tempo, figli forse di un Dio minore, ma per questo “speciali”. Il bellissimo romanzo di Davide Andreini, in arte Wally, (che espone le sue opere a Saludecio orientandosi verso il Surrealismo) affronta una tematica difficile e controversa srotolando, pagina dopo pagina, l’intricato filo di Arianna nella mente del protagonista che porta verso la guarigione, attraverso l’amore, prendendo la malattia per quello che è, un momento, un attimo “ Quando il cervello si prende... una vacanza”. E tutti, come Dennis, possono guarire. Emanuele Foschi

“La curia ci tiene nell’incuria” SALUDECIO LA LETTERA

zioso e prestigioso per tutta la Regione; con una chiesa che racchiude la memoria di ben 4 servi di Dio, di una Beata e del Santo Amato; con una chiesa dichiarata da Papa Francesco santuario giubilare: questa chiesa, equiparata alle tante dell’entroterra della Diocesi, da circa 3 anni è rimasta senza parroco. Amato Ronconi, dallo stesso annuario è l’unico santo della Diocesi di Rimini di cui si abbia viva memoria, culto popolare e vari libri sulla sua vita, il corpo e la casa, l’Ospitale, luogo della sua carità. E’ inoltre, da far presente che, in occasione di solenni celebrazione eucaristiche in Duomo, quali ad esempio la consacrazione di sacerdoti, quando si cantano le litanie dei santi, celebrazioni avvenute già diverse volte, non si è mai invocato il suo nome.

Il Parco dei Tigli

Saludecio, Porta Marina

Più di un libro sulla sua vita è stato scritto e diffuso fra il Clero e i fedeli della diocesi, ma su di lui ancora si diffondono notizie generiche e talora, errate; quali ad esempio, si afferma che il Santo avrebbe donato ai poveri tutte le sue sostanze, quando invece lasciò il ricco patrimonio alle bramosie del fratello trattenendosi una piccola porzione di terra dove

- “La Domenica del Riuso”. Tutte le domeniche, dal 4 giugno al 24 agosto con i Musei aperti visitabili gratuitamente. Scambia, compra e vendi a Saludecio nell’ombreggiato e fresco viale dei Tigli dalle 8,30 alle 19. Ad organizzare è l’associazione culturale e spirituale Santo Amato Ronconi con il patrocinio del Comune di Saludecio. “Ti liberi di cose che non ti servono più, divertendoti e guadagnando. Visita il mercatino del riuso, potresti trovare ciò che ti serve fa-

edificò il suo ospitale per i poveri e i pellegrini. Purtroppo la sua vita non è stata oggetto di conoscenza e di interesse. Per concludere gli esempi, il suo corpo nella zona delle mani appare chiaramente eroso da parassiti: tarli, tarme o altro? Il Clero pare non farci caso e devono essere i fedeli a rimarcarne la presenza alle Autorità

Saludecio, domeniche col riuso MERCATINO cendo l’affare della tua vita”. La partecipazione al mercatino con la propria bancarella tutte le domeniche è gratuita per i collezionisti privati. Negli anni addietro sembra che sia stato acquistato anche un bronzetto dell’artista inglese Moore; prezzo, anche trattato, 5 euro. Il mercatino è anche la

preposte. E le cure del curato? Non stiamo ad elencare i gravi disagi segnalati dal popolo di Saludecio conseguenti alla gestione della citata unità pastorale. Ricordiamo le celebrazioni riguardo al santo pressoché trascurate: poiché l’8 maggio, data di venerazione del Santo cadeva di lunedì si rimandava alla domenica 14 maggio, la giornata scelta per fare la festa, con la tradizionale processione di Tavullia e con il concorso dei fedeli del circondario e oltre. A differenza di tutto il paese, che da giorni si era adornato di insegne, in canonica e nella facciata della chiesa stessa non vi era esposto alcuno stendardo del santo, sebbene il sacerdote ne fosse sollecitato da parte di più fedeli, a farlo. All’ultimo paesano, che ne chiedeva il motivo, il sacerdote rispondeva di essersene dimenticato. Nella chiesa, poi, alla balaustra della cappella del Santo si

giusta scusa per visitare la vecchia capitale della Valconca. Il blasone si legge nella bellezza del borgo e la bontà dei suoi edifici. Sono visitabili visitabili gratuitamente molteplici bellezze: il Museo di Saludecio e di Sant’Amato (consegva due tele di Guido Cagnacci, artista di livello mondiale, il Museo di Garibaldi, i Murales dedicati all’800, le chiese di San Biagio (santuario di Sant’Amato) e quella seicentesca dei Girolomini. Giugno è anche il tempo dei tigli in fiore; essenze da non perdere.

registravano: la penuria dei santini, l’impossibilità di accendere candele per la non funzione del timer, l’impossibilità di acquistare ricordini e dare offerte per la presenza saltuaria in sacrestia degli incaricati. I curati, o il curato di turno, si mostravano palesemente non curanti. Nell’assemblea delle zone dell’unità pastorale, convocate dalla Curia, venerdì 9 giugno, nel salone del complesso dei Girolomini, a Saludecio, alcuni paesani si sono fatti portavoce di queste significative carenze: Maura Merli faceva una precisa domanda al Vescovo: “Dato che abbiamo mancanza di preti, perché la richiesta di alcuni sacerdoti, anche religiosi di venire a celebrare nella nostra chiesa è stata respinta?”. Giorgio Galvani incalzava col ricordare il silenzio delle campane della Cattedrale all’annuncio della canonizzazione. Silvia Bernardi, con un denso intervento sintetizzava i vari problemi qui esposti in un contesto di crisi del Clero, non solo locale, ma sovrannazionale; ribadiva la mala gestione della Curia e dei curati preposti a Saludecio. Trascuratezza, confermata dagli interventi che seguivano: l’intervento del direttore del Museo, arch. Marco Musmeci, delegato dalla Sovrintendenza delle Belle Arti; trascuratezza poi, riconosciuta dallo stesso vicario don Maurizio. Alla fine della riunione il Vescovo informava ufficialmente l’assemblea di mandare un nuovo sacerdote a Saludecio ed ha chiesto ai fedeli di aiutarlo perché ha qualche problema di memoria. La speranza è una virtù cristiana che ci appartiene, ma non vorremmo che, da parte della Curia, invece di risolvere il problema lo si aggravasse e lo si esasperasse riversandone, poi, la responsabilità sui fedeli che, invece, lo subiscono. Ringraziamo cordialmente.


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CORIANO-MONTECOLOMBO-MONTESCUDO LA CULTURA

La giovane si è laureata in moda lo scorso 28 giugno. Progetta e realizza solo con stoffe italiane

Baker: l’artigianato made in Italy LA MODA

La scorsa edizione

Coriano teatro, cartellone estivo - Torna per la sua terza edizione “Arancionè la notte… dei bambini”, il cartellone di eventi per tutta la famiglia ideato e diretto dalla Compagnia Fratelli di Taglia, organizzato assieme al Comune di Coriano e con il sostegno di Regione Emilia-Romagna e MIBACT. Anche quest’anno le iniziative coinvolgeranno la CorTe del Castello Malatestiano e alcuni parchi del territorio. Sabato 15 e domenica 16 luglio a Coriano è tempo di BirriAmo!, la rinnovata Festa della Birra Artigianale promossa dalla Pro-Loco di Coriano con il patrocinio del Comune e la collaborazione dei Fratelli di Taglia. Il capoluogo diventerà una grande brasserie a cielo aperto con le originali proposte dei più rinomati birrifici artigianali romagnoli e marchigiani in abbinamento al finger food locale in un’atmosfera da Luna Park d’altri tempi dal sapore felliniano. BirriAmo esalta poi il naturale connubio tra birra e musica dal vivo. Musicisti e cantanti

dell’associazione Risuona Rimini invaderanno di note piazze, anfiteatri e angoli suggestivi del centro storico in un susseguirsi di esibizioni, dal pomeriggio a tarda sera. 22 luglio, venerdì 11 agosto - ore 20,30 Seconda edizione di “Ridi per Bacco”, la rassegna estiva organizzata da Tenuta Santini e A-Tipico con la direzione artistica della Compagnia Fratelli di Taglia. Nel verde della Tenuta Santini, in via Campo 33 sui colli di Passano, tre serate aperishow. La festa dei sensi inizia alle 20,30 con la ricca cena a buffet curata da A-Tipico proponendo le ricette della tradizione rivisitate con creatività artigianale, esaltate dai vini della cantina Santini e dall’extravergine di oliva prodotto nella Tenuta. Rinfrancato il palato spazio allo spirito con le esibizioni al chiar di luna di artisti di primo piano tra comicità, musica e poesia con il sorriso sulle labbra.

- La giovane Yvonne Baker finora ha fatto cose bellissime, non meno che semplici. E nella semplicità difficilissime. Si è progettata vestiti ed accessori per la moda che ha poi realizzato con le sue mani. Attività artigianale pura: cioè il pensare ed il fare. Ora et labora (prega e fa), direbbero i benedettini tornati di gran moda in questa crisi economica, che è poi crisi delle coscienze. Forse grazie ai geni del babbo Steve, un uomo che sa fare commercio e sa cosa è il marketing, la giovane creativa di Montescudo ha steso la sua geniale mercanzia sulle bancarelle e cercato di vendere. E’ una delle protagoniste del mercatino sotto la galleria del Pala Riccione. Ha compiuto un altro passo importante della sua giovane vita. Si è laureata in fashion designer lo scorso 28 giugno a Rimini. Ha portato come esempio l’artigianato come risposta alla crisi e quindi alla nascita del proprio lavoro... sviluppando l’artigianato, riscoprendo questo settore si possono sviluppare tante nuove attività. Lei ne è l’esempio lampante, poiché nella sua tesi ha raccontato e messo in pratica

Yvonne Baker, 24 anni

ciò che era teorico, sviluppando la sua attività dalla ricerca di mercato con contatto con il pubblico facendo i mercatini, e la selezione di tessuti italiani, creazione del abiti, creazione del marchio alla produzione e lo sviluppo di social network, completando i passaggi per avere un’attività in proprio: l’artigianato Made in Italy. Potrebbe essere di esempio per tanti giovani. Ecco un attestato di stima che possa esserle di buon auspicio se non da trampolino di lancio: “Gentile signorina Baker, mi chiamo Arianna e sono

assistente presso la galleria di arte contemporanea Galleria 2432 che si trova a Venezia, a pochi passi dai Giardini della Biennale. Sui nostri canali social pubblichiamo ogni venerdì un post dedicato ad una personalità particolarmente interessante nel mondo dell’arte, della cultura e della moda e ci piacerebbe dedicarle il prossimo post di cui realizzeremo anche un articolo approfondito per il nostro blog. Sarebbe possibile, a questo scopo, avere qualche foto da utilizzare e magari una breve biografia?”. Tutto nasce, per Yvonne, dalla passione: a soli sette anni

cuciva vestiti per le Barbie e poi… Il suo essere estrosa e creativa in qualsiasi aspetto della vita le è servito in tante occasioni. Una riguarda lo studio perché ha frequentato con crescente passione il liceo artistico Federico Fellini di Riccione con indirizzo Moda, per poi iscriversi all’accademia di belle arti con indirizzo in fashion Design. Nel mentre aveva voglia di darsi da fare, di sperimentare, di mettere in atto tutto quello che aveva studiato e che stava continuando ad approfondire in accademia. Ha iniziato da cose semplici: piccole borse che poi sono diventate grandi, mantelle che a loro volta si sono trasformate in cappotti, turbanti, per arrivare a realizzare persino costumi da bagno, infine una linea completa di tutto ciò che riguarda l’abbigliamento femminile da abiti lunghi a pantaloni. Il tutto rigorosamente cucito a mano in un piccolo laboratorio ricavato nella sua casa in campagna, dov’è sono cresciuta - se si può dire - in modo un po’ solitario, nel suo mondo fatto di ispirazioni e serenità. La sua linea si basa su pezzi unici e ricerca di stoffe vintage, il vero made in Italy.

Paolucci, Pd: “Non siamo riusciti a convincere l’elettorato” - Mi permetto di definire vergognosa la gazzarra che si è scatenata attorno alla figura di Nadia Rossi, coordinatrice del PD corianese in questo ultimo anno. Nadia ha accettato con grande sacrificio personale questo ruolo dopo le mie dimissioni da segretario. Gli anni del Commissario e del primo mandato della Sindaca Spinelli non sono stati sufficienti per ricostruire una nuova classe politica di centro-sinistra in grado di riprendere in mano un percorso che la riportasse al governo della Città. La lista civica (che allora definimmo a buona ragione di centro-destra) della Spinelli nel 2012 prese 1.832 voti e Gallini (Lega) 509. L’area del centro-destra prese complessivamente dunque 2.341 voti. La lista civica (e basta, anche se il grosso dei suoi voti arrivano dall’elettorato di centro-destra) della Spinelli del 2017 ha preso 2.389 voti. La Sindaca Spinelli è stata brava a compattare i suoi elettori e a farsi votare (ma vorrei richiamare qui la sua lettera finale al voto distribuita nelle buchette delle case dei corianesi incentrata tutta non sui problemi amministrativi ma all’appello contro la sinistra: tipica mossa usata più volte anche da Berlusconi per ricompattare il suo elettorato).

L’INTERVENTO Nadia in questi mesi ha lavorato per costruire un progetto per le elezioni, condividere con altre esperienze una ipotesi di programma elettorale, selezionare un candidato Sindaco espressione civica e non di partito per la competizione (Alessandro Leonardi). Purtroppo non siamo riusciti a convincere l’elettorato corianese della validità della proposta. In particolare l’elettorato di centro-sinistra. Ricordo che nel 2012 i candidati Righetti e Tordi presero 1.449 voti e 622 voti per un totale di 2.071 voti. Ben 1.237 in meno di quelli presi dalla Matricardi nel 2009 (3.308 voti). La Lista civica Insieme per Coriano (sostenuta anche dal PD) ha preso 1.756 voti: 315 in meno del 2012, 1.552 in meno del 2009. Molti elettori del centro-sinistra non hanno creduto nella proposta della Lista civica, noi candidati del PD in quella lista non siamo riusciti a far giungere la nostra voce a questi elettori del centro-sinistra in fuga dal voto. Dunque l’astensione del 45% degli elettori corianesi è un problema per tutta la politica corianese, ma lo deve essere in maniera particolare per noi del centro-sinistra. Io ringrazio Alessandro Leonar-

di per la sua disponibilità a metterci la faccia e ad aver accettato di costruire un progetto che ricomprendesse anche noi del PD. Mi auguro che assieme riusciremo a fare una giusta opposizione a questa nuova Giunta diretta dalla Spinelli: non per partita presa ma nell’interesse dei corianesi. In questi mesi abbiamo costruito idee su cui ragionare. La Sindaca Spinelli ha detto che ha nel cassetto idee per Coriano: siamo curiosi di conoscerle e di partecipare alla discussione su queste, anche se ci piacerebbe che alcune delle nostre idee potessero essere prese in considerazione. La Sindaca deve decidere se vuole fare altri 5 anni di “scaranate” o consentire un civile e partecipato confronto di tutti. Noi ci auguriamo che sia buona la seconda, ma spetta solo a Lei deciderlo. Per quanto riguarda Nadia Rossi mi permetto di rivolgerLe un grazie sentito e spero generalizzato da parte di tutto il Partito Democratico per quanto ha fatto per Coriano in questi mesi. Fra poco andremo al Congresso Comunale dove saranno eletti i nuovi organismi dirigenti (fra cui il Segretario) che dovranno governare il Partito nei prossimi anni e lavorare per la nuova competizione elettorale del 2022. Questo è il bello della democrazia. Grazie Nadia. Cristian Paolucci


CORIANO-MONTECOLOMBO-MONTESCUDO

Spinelli, travolgente vittoria PERSONE

Spinelli rivoluzionaria, assessorati a tutti i consiglieri di maggioranza Consiglio Comunale Votanti 4.955 su 8.853 aventi diritto, pari al 55,96% degli elettori (tra cui schede bianche 38 pari allo 0,78% e nulle 78 pari all’1,57%) Per la lista Progetto Comune (2.389 voti pari al 49,37% ) sono eletti, oltre al sindaco Domenica Spinelli, 11 consiglieri: Gianluca Ugolini, Roberto Bianchi, Stefano Aluigi, Beatrice Boschetti, Gaia Cecilia Codecà, Gianluca Fabbri, Loris Mazzotti, Anna Pazzaglia, Anna Pecci, Primiano Rosa, Giulia Santoni. Per la lista Insieme per Coriano (1.756 voti pari al 36,29%) sono stati eletti 4 consiglieri: Alessandro Leonardi, Enrica Innocentini, Cristian Paolucci, Roberta Talacci. Per la lista Movimento 5 Stelle (452 voti pari al 9,34%) è stata eletta 1 consigliere: Maria Rosaria Apicella. Per la lista Sinistra Unita (241 voti pari al 4,98%) nessun consigliere. Giunta Comunale Sindaco Domenica Spinelli. Con deleghe all’Urbanistica, Cultura, Politiche del Lavoro e Attività Economiche, Industria, Artigianato e SUAP Vicesindaco Gianluca Ugolini. Protezione civile, Sanità, Sicurezza, Arredo e Decoro urbano, Trasporti, Volontariato civico e Terzo settore. Assessore Roberto Bianchi. Lavori pubblici, Patrimonio, Cimiteri Assessore Anna Pazzaglia. Turismo, Commercio, Politiche comunitarie, Bandi europei, Valorizzazione del territorio percorsi natura e sentieristica, Immagine e promozione del territorio. Assessore Beatrice Boschetti. Sociale, Affari legali, Welfare del cittadino e Politiche dell’inclusione Michele Morri. Bilancio, Personale, Ambiente e Aocietà partecipate Inoltre, la Spinelli ha conferito deleghe a tutti i consiglieri di maggioranza (con molta fantasia nella titolazione delle medesime): a Gaia Cecilia Codecà Pubblica Istruzione, Rapporti con Associazioni e Parrocchie; a Giulia Santoni Politiche Giovanili, Pari opportunità e Tutela degli Animali; a Anna Pecci Politiche della Famiglia, Edilizia Scolastica; a Gianluca Fabbri Politiche dello Sport e Promozione dell’Attività Fisica; a Stefano Aluigi Statistica, Servizi Informatici e Rapporti con il Territorio; Primiano Rosa: Tempo Libero e Diversamente Giovani.

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Da sinistra: Mariarosaria Apicella, Oreste Godi, Alessandro Leonardi e Mimma Spinelli

LA POLITICA - L’11 giugno 2017 le elezioni amministrative corianesi le ha vinte il sindaco uscente Domenica Spinelli alla guida di una lista civica: 2.389 voti (pari al 49,37%) contro la lista civica di Alessandro Leonardi (1.756 voti pari al 36,29%). Da registrare il dato che gli elettori sono calati di un altro 5% rispetto al 2012. Era Lei il candidato da battere. E Leonardi non c’è riuscito. Nel merito: la Spinelli, pur ampiamente contestata dalle opposizioni, dai movimenti ambientalisti, da ex usciti dalla sua lista, con un forte attrito con i dipendenti comunali, è riuscita nonostante tutto ad imporsi. Ha costruito una lista di persone credibili, è riuscita a serrare i suoi sostenitori civici (ma fondamentalmente di area di centro-destra), appellandosi ad un voto contro la sinistra (nella migliore tradizione berlusconiana). Il suo ‘cerchio magico’ l’ha difesa, sostenuta, ha attaccato e ribattuto sui social ogni rilievo critico nei suoi confronti. Ha usato tutti gli strumenti possibili in mano ad un Sindaco in carica (le attività di interventi pubblici negli ultimi mesi è stata massiccia). La sua campagna elettorale è stata efficace, mirata a consolidare i rapporti creati nei cinque anni di amministrazione. E’ riuscita ad imporre una visione di sé dell’amministratore impegnato, attivo, presente. Bisogna riconoscerle la costanza, la testardaggine, la capacità di stare sempre e comunque sulla scena. Il voto alla sua lista ancora una volta è stato massiccio a Coriano Paese, meno nelle frazioni. Ma a Coriano Paese questo successo è dipeso anche dall’ottimo risultato personale del vice-sindaco Gianluca Ugolini, che sempre di più si

Luglio 2017

va proponendo come il perno della nuova amministrazione (e forse guardando anche più lontano). Da notare che nella nuova giunta (nel rispetto della legge sulla presenza delle quote femminili) entrano due donne: Anna Pazzaglia (con la delega al Turismo e al Commercio) e Beatrice Boschetti (Servizi sociali). Mentre i tre assessori maschi (Ugolini, Roberto Bianchi, Michele Morri) vengono confermati (anche se Morri non essendo stato eletto diventa assessore esterno). Su Leonardi poche le cose da dire: un outsider che si è proposto e speso in poche settimane sul mercato elettorale corianese. Non lo conosceva nessuno e il tempo per farsi conoscere a sua disposizione è stato troppo poco. Un’ottima persona, che in poco tempo ha cercato di conoscere i problemi del Comune. Ma troppa è stata la differenza che si è notata con la sindaca, nei confronti diretti, di conoscenza delle questioni. La grinta del politico navigato gli è mancata. Eppoi… c’era il problema vero. Da civico ha costruito una lista destra/ sinistra che sembra non aver convinto più di tanto gli elettori corianesi. Troppo pesante l’influenza,

da una parte, di Aldo Sampaolo (ex candidato sindaco del centro-destra), e di Nadia Rossi (coordinatrice del Pd corianese). Ma il problema ancora una volta, come nel 2012, sono stati gli ex elettori del centro-sinistra: non sono andati a votare. In questo dato ci sta la difficile situazione del Pd a livello nazionale, ma ci sta anche il fatto che questo partito (pur prendendo nelle ultime elezioni europee e regionali il 45% dei voti corianesi) a livello locale è privo di una nuova leadership forte, riconoscibile. La scelta fatta di appoggiare un candidato civico in una lista, come l’ha chiamata la sindaca, “arca di Noè” non ha certamente stimolato l’elettorato di centro-sinistra ad andare a votare. E i 4 candidati del Pd presenti in lista (fatto salvo per Cristian Paolucci ex segretario del Partito e consigliere comunale uscente che infatti ha preso il maggior numero dei voti di preferenza della lista) erano privi di quella capacità di attrazione necessaria per calamitare voti. I quattro consiglieri eletti (oltre a Leonardi Paolucci, Enrica Innocentini, Monica Talacci) sono però certamente, per capacità e per esperienza, in grado di svol-

gere una opposizione seria, non necessariamente di scontro (se la Sindaca non lo cercherà a priori) ma propositiva e di controllo. Poco da dire sul risultato dei 5 Stelle: scarso, ottenuto in mezzo a litigi prima (ma anche dopo) dei due meetup corianesi, con nessuna capacità di intervenire sui temi amministrativi veri della città. Hanno eletto la loro candidata Sindaca, Maria Rosaria Apicella, che in campagna elettorale non ha certo espresso conoscenze per governare. Ancora peggio il risultato di Sinistra Unita: una campagna elettorale tutta su temi ideologici, più contro il PD che la Spinelli. Direi che un’idea giusta per aggregare una frammentazione di liste a sinistra del PD, è naufragata nel velleitarismo e nelle ‘patacate’ ideologiche. Ed ora? Bella domanda. Sarà soprattutto compito della sindaca decidere se continuare nello scontro frontale con l’opposizione o cercare una strada diversa. Sinceramente, tenendo anche conto delle dichiarazioni post elettorali, verrebbe da dire che una brutta campagna elettorale piena di scontri al limite degli insulti, soprattutto da parte della Spinelli verso il Pd, non è finita. Con le dichiarazioni della Sindaca però nel corso del Consiglio Comunale di insediamento il 29 giugno qualche segnale diverso però sembra essere stato lanciato. Nei prossimi mesi si vedrà se questo aggiustamento di rotta produrrà frutti importanti, o no, per i cittadini corianesi. Perché poi alla fine l’unica cosa che conta è questa.



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