Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
ANNO 20 N.8 Euro 1,50
Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini
REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it
Addio a Tadei, i talenti che hanno lasciato traccia RIMINI - 10-11
PUNTO DI VISTA
La prevalenza del cretino di Gabriele Paci - Essendo fondamentale requisito dei cretini che allignano, occupano, ammorbano spazi e tempi, e affetti e lavoro, della gente normale, di noi che magari non saremo sveglissimi (tanto che dei cretini continuiamo a cadere vittime) ma cretini non siamo, e dunque, come dicevamo, essendo essenza fondamentale dei cretini non accorgersi di esserlo, e ugualmente procedere tronfi nelle proprie miserabili e ridicole vite e attività, la più grande opera di misericordia che si possa compiere è di farlo sapere. Far sapere anzitutto a loro, esattamente, precisamente, personalmente, inequivocabilmente che sono dei cretini. «Lei è un cretino, si informi» suggeriva spietato Antonio De Curtis, Totò. Spietato e cioè, nella fattispecie, con il massimo della pietà possibile. Per loro e per noi, per tutti noi, presumibilmente non cretini, che non ne possiamo più. Per quanto i cretini siano in genere talmente cretini da venire spesso rapidamente in uggia anche agli altri cretini. Ingrati e maleducati, e dolosamente dannosi quando vi si abbia a che fare per qualsiasi ideale o pratico motivo, dominano ormai l’intero panorama politico, economico, informativo, gli ‘affari’ e la sfera dell’affettività. Lo sfruttamento pervicace ed ostinato degli altri è loro caratteristica specifica di cui, essendo cretini, a volte non si rendono neppure conto, coniugandosi con specifica incapacità e presunzione professionale priva di espiazione. A volte, quando sono cretini ma non stupidi, invece sì, difendendosi da sé e dagli altri con il fare orecchie da
continua a pagina 12
Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
www.lapiazzarimini.it
AGOSTO 2016
Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”
Renata Tosi, quel patrocinio negato alla cultura
Ubalducci: “Ecco come si è suicidato il Pd cattolichino”
RICCIONE - 16
CATTOLICA - 30
Morciano. Città mercato e culla di Boccioni e Pomodoro MORCIANO - 55
Riminese: non solo mare, terra di gioielli d'arte Ignorati: borghi malatestiani di una bellezza mozzafiato, vestigia romane di livello assoluto, una decina di dipinti di Guido Cagnacci, tra i massimi pittori del '600 e...
PAPA FRANCESCO IN VISITA AD AUSCHWITZ: “DIO DOVE SEI?”
TRADIZIONE
Mondaino, Saludecio
Palio del Daino '800, di ballo in ballo
Ba, fa qualchicò che i quagiù a pirdin tuta la reputazion
Mondaino, Palio del Daino 2015
di Francesco Toti
- Agosto mese del Palio nel Riminese. Il primo (nato nel 1988) si tiene a Mondaino ed è una rievocazione medievale di raffinata filologia. Il secondo, giovanissimo (dal) è a Misano Monte. Entrambi da non perdere.
- I castelli malatestiani (a decine, in ogni comune almeno uno), la Rimini Romana (Arco d'Augusto, Ponte di Tiberio, Domus del Chirurgo, anfiteatro...), i dipinti di Guido Cagnacci, un grande, se non grandissimo, pittore del 1600 che nativo di Santarcangelo troPagina 2-7
Breve massima di saggezza “I partiti hanno occupato lo Stato e le istituzioni, servendo interessi di parte, spesso loschi”
Enrico Berlinguer (politico)
Cecco - Botero - 2016
Pagine interne
MISANO ADRIATICO
VALCONCA
La strana edilizia L'eco-mostro del Brasile, il Prg e il misanese medio
San Clemente Politica, estate calda Banci, sanclementese in nazionale San Giovanni Il paese dei 100 eventi l'anno Coriano Santini, veglia nell'aia Montecolombo Leo Amici raccontato da Carlo Tedeschi Mondaino Chiaretti: “Unione, avanti” Saludecio Sanchini: ‘Fusione no, unione sì’
FOCUS
Condomini
Affiti: tassa rifiuti, chi paga? Planimetria e realtà Pagina 20
2
INCHIESTA
Agosto 2016
La pittura riminese del 1300 viene subito dopo Firenze e Siena, ma i divulgatori non lo raccontano Montegridolfo
San Leo
Riminese: non solo mare, terra di gioielli d'arte L'INCHIESTA
segue dalla prima pagina
vò fortuna e gloria a Vienna alla corte degli Asburgo. La provincia ne conserva una decina. E ancora il Tempio Malatestiano. I villini di inizio '900. E ognuno vada alla propria scoperta girovagando per il territorio. A monte della ferrovia c'è uno scrigno d'arte mondiale ma lo ignorano i riminesi (intesi come abitanti della provincia) e ancor di più i turisti. Se gli indigeni fossero coscienti, potrebbero trasmettere storie meravigliose. E forse non è un caso che il raffinatissimo scrittore scomparso pochi mesi fa, Umberto Eco, acquistò la casa di campagna nella Valconca, la vallata di Rimini Sud. “Una meraviglia!”. “Non l'avrei mai detto”. “Non pensavo che Rimini fosse così bella”. Queste pennellate di una turista francese in bici danno il senso del Riminese che c'è e che i bagnanti ignorano. Pochi, se non pochissimi, dei tre milioni e passa di ospiti annuali hanno mai
Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364
Giornale in stampa il 5 agosto
varcato il confine dei binari della ferrovia. Insomma, dove ti allunghi rischi di trovarti davanti ad una meraviglia. Oreste Delucca è tra i massimi storici della provincia; ha passato più tempo nel polveroso archivio di Stato che a casa. A chi gli chiede come mai Rimini non venga associata all'arte risponde: “Non è nei pensieri dei turisti perché le cose non nascono tic tac. La tradizione nell'immaginario collettivo conta molto e noi scontiamo la mancanza di tradizione. Andrebbe fatto un bombardamento sulle persone ma non c'è l'impegno in questa direzione. E' sufficiente pensare alla Pittura del Trecento, fondamento per i secoli successivi e non solo in Italia. Se chiedi agli studiosi quali sono le scuole per antonomasia del periodo, rispondono tre: Firenze, Siena e Rimini. Se fai la stessa domanda al divulgatore si ferma a due: Rimini non la nomina. Non esiste. Ma quanti riminesi lo sanno? Il valore della Pittura Riminese del 1300 è stata riscoperta dopo il terremoto del 1916; alcuni intonaci si scrostarono e sotto rinvennero le meraviglie. Negli anni '20, a Rimini, venne allestita una grossa mostra. L'avvio è stato episodico, ma ancora oggi non si riesce a comunicarla ai divulgatori. Beh, il tempo un giorno ci darà ragione”. “E' così - continua Delucca, alle spalle decine di libri e nei cassetti pronti per la stampa molti di più - anche per il nostro entroterra; dovremmo essere bravi e capaci a valorizzarlo. Sono tanti i borghi ai quali sono legato. Come piccolo gioiello penso a Montegridolfo, sul confine con le Marche. Montefiore, all'opposto, per la sua grandiosità, non si può tralasciare. Se si passa alla Valmarecchia, cito Verucchio,
I luoghi del cuore degli storici Oreste Deluccca, Anna Maria Bernucci e Luisa Stoppioni Montefiore. Sembra che la rocca abbia ipsirato Umberto Eco nellaa costruzione della Biblioteca del Nome della Rosa. Il raffinaato intellettuale ci passava sotto quando andava nel suo buon ritiro di Montecerignone
Montebello. Ma quanto colore e suggestione è possibile trovare nella rupe di Saiano? Stavo per scartare, e chiedo scusa, la bellezza di San Leo”. Siamo nel Riminese, Gradara è in provincia di Pesaro e non va dimenticata: conserva un borgo Malatestiano che ha un valore altissimo in Europa. E' il borgo di Dante, del canto quinto dell'Inferno, quello che tratteggia dell'amore tragico tra Paolo Malatesta e Francesca da Polenta. Annamaria Bernucci è una prestigiosa storica dell'arte. Conosce Rimini ed il suo territorio
come pochi. Consiglia: “Senza dubbio bisogna partire dal Tempio Malatestiano. E' un capolavoro anche la cappella Petrangolini. Privata, si trova in corso d'Augusto e non diresti mai, perché è nascosta nel cortile di un palazzo moderno ricostruito nel dopoguerra. Se sai e suoni il campanello, corri anche il rischio che qualcuno ti apra e te la faccia visitare”. “E - continua la studiosa come perdersi il tramonto sul Ponte di Tiberio? Quanto alla pittura ne propongo solo due. Due capolavori: la santa Teresa d'Avila del Cagnacci nella chie-
sa di San Giovanni, nell'omonimo borgo a Rimini e il Bellini del Museo della Città. In una passeggiata a piedi consiglierei una scarpinata nel borgo San Giuliano, compresa la chiesa: un gioiellino. Più vicino a noi come costruzione, con arrivo nella magnificenza del Grand Hotel caro a Federico Fellini, non perdersi quattro villini: il Recordati, l'Embassy, il Baldini e il Solinas. Infine, una toccata alla Rimini rinata, quella che sta a simboleggiare che dalla sciatteria urbana si può anche uscire. Penso alla piazzetta Zavagli”. Verucchio ed il suo museo è
al primo posto nel cuore di Luisa Stoppioni. Fu l'archeologa che nel 1989, dopo l'espianto di una pianta in piazza Ferrari, diede la prima vangata a quelle che sarebbe poi diventato un gioiello dell'arte riminese: la Domus del Chirurgo. Dice: “Verucchio e il suo museo etrusco non lo sostituirei mai. Gioiello pieno di sorprese, si possono ammirare ambra, ori e legni funerari di una fattura straordinaria. Altri luoghi che amo sono i resti di Santa Colomba in piazza Malatesta. Quella che fu la prima cattedrale di Rimini, oggi sono negli scantinati di un anonimo condominio. Degradati e poco visti anche i resti di un'abitazione romana che ha sopra la sede della Camera di commercio in via Sigismondo. Quando, alcuni anni fa, nei due siti, come Fai (Fondo per l'ambiente italiano) facemmo una visita guidata, accorsero un migliaio di appassionati. Invece, l'erba del green di Villa Verucchio nasconde una casa di campagna romana rimasta negli ambienti intatta. E' lì, pacifica, che aspetta di essere un giorno ammirata”.
INCHIESTA
Agosto 2016
3
Quattro monumenti di gran valore: Ponte di Tiberio, Arco d'Augusto, Domus del Chirurgo e anfiteatro
Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
L'INCHIESTA
La Rimini Romana Ponte di Tiberio
Domus del Chirurgo
Arco di Augusto
- Rimini venne fondata dai Romani nel 268 avaanti Cristo. Chiamata Ariminum, dal nome del fiume, Ariminus. La colonia diventa uno snodo fondamentale. Lo snodo di quattro strade: la Flaminia (220 a. C.), l'Emilia (187 a. C.), la Popilia (132 a. C.) e l'Aretina. La quinta strada è quella del mare. Augusto è innamorato di Rimini forse più per un punto di vista strategico. Di quel periodo sono rimasti ampie e fondamentali tracce. Quattro su tutte: l'Arco di Augusto, il ponte di Tiberio, la Domus del Chirurgo e l'anfiteatro. L'Arco di Augusto è il simbolo della forza e pace romana. Ricostruita nel 29 a. C., ha un'apertura di 9 metri e non venne mai chiusa. Fino al 538, era soromontato da una statua che recava l'imperatore su una quadriga. Le merlatura attuale risale al Medio Evo. L'arco e il ponte ispirarono Leon Battista Alberti nella progettazione della facciata del Tempio. Il Ponte di Tiberio fu costruito tra il 14 ed il 21 d. C. Iniziato da Augusto, venne terminato da Tiberio, del quale ne porta il nome. In pietra d'Istria,
Rimini, piazza Tre Martiri, il cippo di Cesare
cinque arcate, è lungo 62 metri. Il fatto curioso è che la struttura ha un unico basamento e poggia su pali di legno. I pilone sono posizionati obligui per tagliare l'impeto dell'acqua durante le forti piogge. Sul lato a mare ci sono le decorazioni, segno d'importanza della via del mare. I due sono considerati due dei monumenti più importanti della romanità. Sempre d'epoca Romana, sono Porta Montanara e l'anfiteatro (entrambi del primo secolo dopo Cristo). Dell'anfitetaro resta ben poco; riusciva ad ospitare circa 12mila spettatori. Scoperta nel 1989, la Domus del Chirurgo è un'abitazione romana della seconda metà del II secolo. Si trova in piazza Luigi Ferrari ed è stata aperta al pubblico il 7 dicembre 2007. “Conserva una delle serie più complete di strumenti chirurgici di età romana”.
RIMINI
Agosto 2016
5
Da piazzale Tripoli al centro storico giro di un'ora in tre lingue. Migliaia di visitatori
Discover Rimini GENIUS LOCI - Agosto con passeggiate culturali nella Rimini che non ti aspetti e che ti sorprende. Il progetto si chiama “Discover Rimini” ha in programma diverse passeggiate culturali, che svelano peculiarità artistiche degli antichi edifici e momenti salienti della millenaria storia di Rimini. Appuntametni tutti i giovedì sera: 4, 11, 18 e 25 agosto. Un notturno d'arte: tra luci e notturni fascinosi, una passeggiata culturale in compagnia di una guida esperta e dalla narrazione accattivante per godere della bellezza dei più importanti edifici riminesi: l’Arco d’Augusto, il Tempio Malatestiano, i Palazzi Comunali, la Vecchia Pescheria e il Ponte di Tiberio. Vengono,inoltre, ricordate le vicende di personaggi illustri legati alla città: da Giulio Cesare a Francesca da Rimini, da Sigismondo Pandolfo Malatesta a Palladio, fino a Federico Fellini. Costo di partecipazione: 8 Euro a persona. Incontro all’Arco d’Augusto alle 21. Domenica 14 agosto:
Michela Cesarinii
Giancarlo Frisoni
Augusto e l'aquila imperiale. Nel giorno che precede il ferragosto, festività istituita da Augusto, una passeggiata per scoprire la Rimini augustea e la figura del primo imperatore unitamente a uno dei simboli da lui più usati, l’aquila, divenuta nei secoli emblema di forza e di potere assoluto. Costo di partecipazione: 10 Euro a persona (comprensivo di biglietto per il Museo della Città). Incontro all’ Arco d’Augusto alle ore 17.30.
Martedì 30 agosto. L'alba racconta. Passeggiata “chiacchierina” in spiaggia al sorgere del sole. Una visita guidata inconsueta per scoprire Rimini con una luce affascinante e magica, insieme alla storia della nascita del turismo balneare. A cura di Michela Cesarini (storica dell’arte). Costo di partecipazione: 8 Euro a persona. Incontro alle ore 5.30 al Porto (piazzale Boscovich, al monumento con l’ancora). Le visite guidate, della durata di circa 2 ore, sono ideate e condotte da Michela Cesarini, storica dell’arte, specializzata nella narrazione dell’arte e della storia del territorio riminese. Per maggiori info consultare il sito www.discoverrimini.it; per motivi organizzativi è gradita prenotazione al 333.7352877 o a michela.cesarini@discoverrimini.it
La passione per la vigna da 600 anni Bacchini vignaioli dal 1400. A San Giovanni in Marignano dal 1500. “Con solo la poesia, il vino diventa aceto. Vanno affiancate tecnica e saperi. Ma il buon vino si inizia a produrre sulle viti, con una potatura corta, naturalmente. E la passione. La Tenuta del Monsignore è una delle eccellenze viti-vinicole della provincia di Rimini. La cantina è pulita come una sala operatoria. Sempre all’avanguardia nei decenni. Nel 1938, come regalo di nozze, una macchina per sterilizzare le botti. Il primo enologo giunge nel dopoguerra. L'imbottigliamento arriva negli anni Cinquanta. Oltre 100 ettari di terra, 85 dei quali a vigneti; col resto olio extravergine di oliva, miele. L’azienda è un balcone sul mare, sopra Santa Maria in Pietrafitta, a pochi metri dall’elegante chiesolina restaurata da don Piero. In mezzo ad un parco ben tenuto di circa tre ettari, c’è la casa padronale. Accanto una sala da cerimonie porticata che ti fa abbracciare il mare e la cantina; con otto metri sottoterra. Nome in memoria di un avo vescovo, i Bacchini sono vignaioli da circa 600 anni. Prima in Toscana, attorno al 1400 si trasferirono a San Clemente. Un secolo e mezzo dopo si trovano a San Giovanni. Sono alla XVIII generazione di viticoltori. SAN GIOVANNI IN MARIGNANO - Via Patarino 154 - Tel. 0541.955128 - Fax 0541.95787949 www.tenutadelmonsignore.it
Centro, tour in trenino - “Visita Rimini in trenino”. Durante l'estate sono migliaia i turisti che portiamo in giro per i maggiori monumenti del centro storico; il racconto è in più lingue per poterne far cogliere i fondamenti a tutti. La partenza avviene da piazza Tripoli. Sei le soste: Porto, San Giuliano, piazza Cavour, piazza Tre Martiri e Arco d'Augusto. Le corse sono tre (16,30, 17,30 e 18,30) e durano un'ora. La pausa lunga, 15 minuti, è in piazza Tre Martiri. Racconta Giancarlo Frisoni, il titolare del trenino: “Più dell'80 per cento delle persone restano stupite
INTELLIGENZA DEI LUOGHI
per la bellezza che mai avrebbero pensato di trovare. E la stragrande maggioranza di loro non erano mai stati nel centro storico. Questi tour avvengono anche grazie alla nostra promozione. Distribuiamo un pieghevole che in copertina ha: il Tempio Malatestiano, i murales del Borgo, Castelsismondo, l'Arco di Augusto e il Ponte di Tiberio. Dopo, diciamo, il nostro assaggio, in tanti e da soli, nei giorni successivi, il
giro per le bellezze artistiche se lo fanno da soli, sempre arrivandoci con il nostro trenino”. Giancarlo Frisoni è il principe dei trenini della provincia di Rimini. Ne ha ben sei che girano da Miramare fino a Milano Marittima. I mezzi sono ecologici e nuovi: euro 4, euro 5 e Gpl. Quattro stanziano a Rimini. La sua avventura imprenditoriale nasce quasi per caso 25 anni fa. Va a Ginevra, vede i trenini. Gli si accende la lampadina dell'imprenditore. Chiede chi li fa e li vende. E' un'azienda italiana di Castelfranco Veneto.
RIMINI
Agosto 2016
7
E' il monumento dei monumenti del Riminese Sull'altare il Crocifisso di Giottto
Tempio Malatestiano, capolavoro mondiale di Leon Battista Alberti - Il tempio Malatestiano è il monumento dei monumenti del Riminese. Uno dei capolavori del Rinascimento, è l'opera suprema di Leon Battista Alberti, una delle pietre miliari dell'architettura mondiale. “Nasce per condensare in sé tutto il sapere e la fede dell'epoca... Nacque come rappresentazione della gloria sua [Sigismondo, ndr] e della sua famiglia”. La struttura originale risale al XII secolo. I francescani la tirarono su in stile romanico-
La pietra d'Istria arriva dal porto romano di Rimini. Gli inserti rossi e verdi della facciata dall'Egitto dei faraoni. L'interno è un inno a Isotta, la preferita di Sigismondo
La facciata del Tempio Malatestiano
materia prima dall'Istria e dal Veronese. Da Ravenna, “arrivarono”, non proprio amichevolmente, le pietre verdi e rosse che impreziosiscono la facciata. La provenienza è nobile: dall'Egitto dei Faraoni. Le alterne fortune di Sigismondo incisero sul cantiere. Nel 1561 i lavori cessarono. Il signore di Rimini venne scomunicato; uno dei motivi fu anche il Tempio Malatestiano: un mausoleo alla preferita Isotta. Fu definito: “Opere gentilesche e tempio di infedeli adoratori di demoni”. Tradendo il progetto originale, i lavori terminarono agli inizi del 1500. L'abside venne distrutta durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Segni che si vedono ancora oggi. E' un capolavoro l'esterno, non meno l'interno che custodisce opere d'arte di gran pregio: il Crocifisso su tavola di Giotto, l'affresco di Pier della Francesca, statue e bassorilievi di Agostino di Duccio e Matteo de' Pasti, una tela del Vasari (San Francesco che riceve le stimmate).
LA STORIA gotico. Nel 1447, il papa Niccolò V dà il benestare alla ristrutturazione di una cappella medievale. Detta degli Angeli, viene dedicata a Isotta, la terza moglie di Sigismondo. Si costruisce una nuova cappella dedicata a San Sigismondo di Borgogna; la progetta Matteo de' Pasti, un altro delle grandi menti che molto hanno lasciato a Rimini. Ancora oggi, si può ammirare un affresco di Piero della Francesca che reca San Sigismondo davanti, inginocchiato, il signore di Rimini suo omonimo gli rende omaggio. Nel 1450, “per voto di Dio immortale e alla città”, Sigismondo “dette vita ai lavori
con la volontà di rifare la duecentesca chiesa di San Francesco, mantenendo all'interno le forme gotiche, su cui si erano confermati i lavori delle due cappelle”. Commissiona a Leon Battista Alberti il progetto “moderno”. Con tale opera diventano immortali Sigismondo e l'Alberti. Insomma, si tramanda ai posteri la propria grandezza più con la cultura che con le imprese militari, che pure esaltarono la vita del condottiero di ventura al soldo del papato e non solo. I lavori partirono speditissimi. Furono usate le pietre dell'antico porto romano di Rimini. Insufficienti, fu acquistata altra
“Looping Hope - Grandi visioni per buone pratiche umanitarie” - Un video, un messaggio solidale, un’associazione: la sfida è quella di convincere in pochi minuti il pubblico a compiere un’azione di cittadinanza attiva. Al via il concorso “Looping Hope - Grandi visioni per buone pratiche quotidiane” promosso dalla Società De Borg in collaborazione con Volontarimini, per la realizzazione di brevi spot inediti (100 secondi totali compresi titoli di inizio e di coda) su temi sociali. C’è tempo fino al 26 agosto per presentare la propria opera, aderendo al bando pubblicato sui siti www.societadeborg.it e www.volontarimini.it Spesso basta poco per compiere un gesto di solidarietà, un’azione semplice e inaspettata, a cui, a volte, non si presta la dovuta attenzione. Le associa-
Al via il concorso per la realizzazione di spot video su temi sociali dedicato al mondo del volontariato riminese zioni di volontariato Onlus e di promozione sociale riminesi, a cui è rivolta l’iniziativa, compiono tutti i giorni piccole ma importanti azioni per aiutare chi ha bisogno o sensibilizzare al rispetto dell’ambiente, all’inclusione, al dialogo interculturale, all’accoglienza, agli stili di vita salutari solo per citare alcuni temi. Looping Hope è quindi un’importante occasione per mostrare quello che si fa e diffondere buone pratiche, semplici ma efficaci, in un contesto di grande visibilità. Non solo. Rappresenta anche un’opportunità per rea-
Rimini, piazza Cavour
lizzare un filmato utile anche in futuro all’associazione per divulgare le proprie tematiche. Dalla proposta non sono esclusi nemmeno videomaker intenzionati a cogliere la sfida. Volontarimini, infatti, fino al 15 luglio facilita il contatto tra registi stimolati dalla proposta che mettono a disposizione gratuitamente la propria professionalità e associazioni che
hanno bisogno di aiuto perché prive di competenze tecniche (per i n f o r m a z i o n i concorsovideo@volontarimini.it). I video saranno presentati il 3 e il 4 settembre 2016, durante “Perfect Day”, ventesima edizione della Festa De Borg, ormai un appuntamento tradizionale nel borgo San Giuliano di Rimini che conta numerosis-
sime presenze. Il pubblico potrà votare nei due giorni (fino alle 23 del 4 settembre) il video che più gli piace, esprimendo la propria preferenza attraverso coupon abbinati alla lotteria della Festa, raccolti in un’apposita urna allestita nello stand informativo della Società de Borg, nei pressi di piazzale Tiberio (dal 31 agosto i video saranno visionabili anche
volontarimini@volontarimini.it
sui canali social di Volontarimini e Società de Borg). Premiazioni il 5 settembre, alle 21, nel cinema Tiberio di Rimini (via S. Giuliano, 16). Il primo classificato si aggiudicherà mille euro, mentre il secondo e il terzo, rispettivamente, 500 euro e 350 euro. Partecipare è semplice, basta inviare l’apposito modulo debitamente firmato e compilato in ogni sua parte e copia del proprio video ai seguenti recapiti: con supporto digitale a Concorso Looping Hope - C/o Volontarimini, via Covignano 238 - Rimini (per invio via posta farà fede il timbro postale); con trasferimento digitale all’indirizzo mail concorsovideo@volontarimini.it Per informazioni: Volontarimini, tel. 0541 709888 (dal 6 agosto contattare il numero 329 9038088).
VALMARECCHIA
Agosto 2016
9
Rocca di Maiolo, la sua esistenza è documentata già dal 962 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Maiolo, Lucia e la forza di una madre
CULTURA E TERRITORIO
Maioletto e il suo contesto, la Valmarecchia
Questo è il quarto di cinque appuntamenti: un racconto al mese, ambientato in uno dei Borghi della Valmarecchia, e una scheda del Borgo che fà da cornice al racconto, all'interno di un progetto di Promozione Turistica portato avanti da Gianloris Cresti. di Gianloris Cresti - Svegliarsi e ritrovarsi finalmente fra gli oggetti familiari e personali, era stato davvero bello, pensò Lucia . Dopo tre giorni di cammino e con un tenpo che davvero ha dato, a lei e al suo mulo, poca tregua, fra pioggia e neve, vento e ghiaccio, era arrivata finalmente a Borgo S. Maria, nella casa che fu di sua sorella, buonanima, e dove i suoi tre figli avevano trovato dimora, dopo essere stati assunti nel corpo di guardia della Rocca di Maioletto. A proposito, doveva preparare la colazione a Biagio, mentre Ugo e Bastiano erano già su alla Rocca perché avevano fatto il turno della notte e ancora non era riuscita a vederli. Che fortuna avevano avuto, e fortunata lei, che dopo la partenza della figlia Margherita, andata in sposa ad un Notaio di Forlimpopoli, la malattia e la morte di suo marito Nicodemo, era stata destinataria delle ultime volontà della sorella, da anni qui a Maioletto, sposa del Medico locale, che le lasciava la casa, a lei ai tre nipoti, i quali già da qualche anno abitavano con lei e il marito. Ancilla e suo marito Venanzio, se ne erano andati abbracciati, nel sonno, e a trovarli fu Ugo al ritorno dal turno di notte, se ne erano andati così come avevano vissuto, uniti. Mentre le uova friggevano in padella e i primi raggi del sole facevano capolino alla finestra, le venne in mente che a giorni sarebbe stato il compleanno di Bastiano, il più grande dei suoi tre figli, avrebbe compiuto 27 anni, e ancora non era sposato, a dirla tutta, nessuno dei tre lo era. “Se questo buon profumo lo posso trovare tutte le mattine, madre, vi compro una padella nuova, domenica, alla fiera” e con un abbraccio la strinse a sé, come se volesse diventare una sola persona con lei. “Sciocco, non devi abbracciare tua madre, sei un militare ora, che penserebbe il tuo capitano se ti vedesse abbracciare questa vecchia?” gli disse sorridendo e stringendolo più forte a sé. Biagio era il suo figlio più piccolo, quello che le aveva sempre dato le soddisfazioni maggiori. Il caldo del fuoco acceso nel grande camino, ancora non era riuscito a riscaldare le stanze della casa, e sui vetri delle poche finestre, la brina notturna, ancora la faceva da padrona. Nonostante ci si avvicinasse al periodo quaresimale, e di conseguenza alla Pasqua, nella speranza che il bel tempo ormai prendesse sempre più piede, le giornate erano ancora fredde, corte e buie. Lucia stava sisitemando un
pollo sul vecchio lavandino di pietra della piccola cucina, quando, annunciati dall’abbaiare del Nero, il cane del Borgo, arrivarono stanchi e assonnati Bastiano e Ugo, che dopo averla salutata e abbracciata, si diressero verso la loro camera al piano di sopra. “Credo ne avremo fino a sera madre, per cui, ci rivedremo per cena, sempre che Bastiano non russi più forte degli spari del cannone di mezzodì della Rocca di San Leone” - disse ridendo Ugo salendo le scale, “o che la puzza dei piedi di mio fratello non mi uccida prima” ribadì il fratello maggiore. Aveva davvero tre bravi figlioli. Chissà quando sarebbero stati pronti per prendere moglie. Come chi non ne potesse più di dormire, e volesse correre subito fuori a correre e giocare, anche la natura mostra un risveglio dal torpore invernale davvero prodigioso. Molti alberi avevano già le prime gemme e nei campi l’erba era ormai di un colore verde brillante, abbandonando una volta per tutte quel colore giallo paglierino tipico dei giorni invernali. “Mi ha detto la figlia della Esterina, che alla Rocca, su a Maioletto, a Pasqua faranno una festa per maritare le ragazze del posto, ma mi diceva anche che era una cosa che non si doveva sapere in giro, perché il Priore favorevole ai festeggiamenti, tanto meno il Vescovo” disse Lucia, rivolta a Bastiano, mentre rigirava nel vecchio paiolo la polenta ormai pronta, “....al Corpo di Guardia non hanno detto ancora niente, oggi provo a chiedere al mio Capitano” rispose il figlio guardando la sco-
- L’attuale posizione di Maiolo si deve a due spostamenti del nucleo comunale. Il primo nucleo di Maiolum (dal latino, grandicello, forse rispetto al vicino San Leo) era stato stabilito in cima all’attuale Rocca di Maiolo. La sua esistenza è testimoniata da documenti già nel 962. In epoca medievale la città assunse notevole importanza commerciale e politica. Il Comune di Maiolo ed il suo Sindaco, Homodeus de Giungis, figurano quali primi firmatari per la parte guelfa, immediatamente dopo il vescovo di Urbino, nella pace tra quest’ultimo ed i conti del Montefeltro siglata presso il monastero di Sant’Igne il 17 maggio 1300. Tra il 29 e 30 maggio 1700,
della di legno davanti a sé sul tavolo, “dai che forse qualche bella ragazza si potrà innamorare anche dei tuoi occhi azzurri, e finalmente potrò andare da un padre a chiedere sua figlia come sposa per te” disse fra lo scherzoso e il serio, assaggiando la polenta che ormai doveva esser cotta a puntino, “e magari anche per i tuoi fratelli” questa volta rise di gusto. Le giornate a Borgo Santa Maria andavano avanti al ritrmo dei turni di guardia dei suoi tre figli, tre ragazzi, tre uomini, che andavano molto d’accordo, uomini complici fra loro, talmente complici che nessuno dei tre ave-
MAIOLO il paese venne distrutto da una gigantesca frana, alimentata da un diluvio durato quasi 48 ore, che cancellò quasi completamente il borgo fortificato. La stessa interessò la parte superiore e inferiore del monte con crollo di massi e smottamenti. La leggenda attribuisce il tragico evento alla punizione divina causata dagli orgiastici “balli angelici” che vi si tenevano in tempo di quaresima. Si narra che il paese fosse stato inizialmente distrutto da un fulmine, ma in realtà tale diceria risulta infondata poiché è una travisazione del fatto documentato che un fulmine nel 1647 (ovvero 53 anni prima
va detto alla madre che, la festa di cui le avevano parlato, era per il primo giorno di Quaresima e che il Vescovo, seguito dal Priore di Santa Maria, non si sa bene informati da chi, erano già stati in visita alla Rocca, minacciando scomuniche e anatemi vari, verso tutti coloro che vi avessero partecipato, perché mai era stata fatta una festa in periodo di penitenza nel Comune di Maioletto o di San Leone, e che qualora non fosse bastata la loro scomuniuca, sarebbero andati fino a Roma dal Papa. Su alla Rocca i preparativi fervevano, e nel Borgo qualcuno
della sciagura) mandò per aria la polveriera distruggendo parte della muraglia posta sulla strada che conduceva al forte. Nel mese di giugno vengono riattivati per alcuni giorni gli antichi forni in pietra per la pittoresca “Festa del Pane”, durante la quale si possono degustare le specialità della zona accompagnate dal pane appena sfornato. I forni, una cinquantina sul territorio, fanno parte del cosiddetto “museo del pane”, una rete di strutture che risalgono ai primi anni del secolo XIX. Tutta la popolazione partecipa attivamente all’organizzazione e allo svolgimento di questo evento che richiama migliaia di visitatori da tutto il circondario.
iniziava ad avere dei sospetti, anche perché, pressoché tutte le ragazze, avevano comunicato alle loro famiglie che sarebbero andate alla Rocca a fare le pulizie, per renderla presentabile al Principe della Città, quando sarebbe venuto su per la festa Pasquale, dedicata appunto alle “Ragazze da marito”. “Mia figlia sta alzata fino a tardi a cucire un vestito per la cugina, ma mia sorella non ne sa niente, né della festa, né del vestito nuovo, mia nipote non le ha detto niente” disse rivolta a Lucia, la Marta, moglie del contadino della tenuta del Priore, “le ragazze del Borgo sembrano tutte in preda a un maleficio che le costringe a lavorare fino a notte” continuò “....i tuoi soldati ti hanno detto forse qualcosa a riguardo della festa di Pasqua su alla Rocca?”. Lucia negò con un semplice mossa del capo, rimanendo fissa con gli occhi sul lavoro che voleva finire prima di Pasqua, una bella stola per l’altare della chiesa, che stava ricamando come ringraziamento alla Madonna per la salute dei suoi tre figli. Nonostante la Primavera fosse in pieno vigore, il cielo spesso era ancora grigio e le nuvole cariche di pioggia, ma la gente ne era quasi felice, perché le sorgenti erano ancora povere d’acqua e qualche bel temporale le avrebbe aiutate a riempirsi più in fretta. Ieri, poi, Basacco, il suo mulo, aveva iniziato a zoppicare, e Lucia non vedeva l’ora che arrivasse uno dei suoi figli giù dalla Rocca, per mandarlo dal figlio della Pandolfa , su a Pugliano, per sentire quando sarebbe potuto venire a guardare il povero animale, che sembrava soffrire un bel po', ma soprattutto perché senza il mulo, per Pasqua, non sarebbe potuta andare a Mercatino a trovare la cugina, appena diventata nonna, per la seconda volta. Sperava anche che, i ragazzi, questa sera arrivassero insieme, cosi avrebbero fatto insieme la cena prima della Quaresima, aveva cotto per loro i cavoli neri che tanto piacevano a Ugo, le patate con due
cotiche, che erano rimaste nella madia, e ci avava aggiunto un pugno di fagioli, e dalla Marta, si era fatta regalare mezzo fiasco di vino rosso, ma aveva dovuto prometterle i ricami per la dote della figlia. Ugo e Biagio entrarono in casa, giusto qualche minuto prima che un grosso temporale scoppiasse sopra le case del Borgo, e quando anche Bastiano entrò in casa, zuppo fradicio, con la mantella sgocciolante, sua madre aveva appena servito in tavola i cavoli. “Và bene che poi inizia la Quaresima ma questo temporale questa sera se lo poteva risparmiare il buon Dio” disse la donna mettendo la mantella del figlio sul gancio accanto al camino ad asciugare. Dal canto loro, gli uomini della famiglia, sembravano molto allegri e di buon umore, nonostante il brontolare del temporale fuori dalla porta, e dissero alla madre che sarebbero andati a coricarsi presto perché l’indomani li attendeva un doppio turno di guardia, e che non sarebbero scesi dalla Rocca se non al mezzogiorno del giorno dopo. A quelle parole Lucia riempì le loro scodelle fino al bordo, dovevano mangiare bene se poi dovevano lavorare così tanto, nel giorno a venire. Mangiò di buon gusto anche lei, perché visto il doppio turno che toccava ai suoi militari, sarebbe toccato a lei salire fino a Pugliano per chiamare il figlio della Pandolfa, per il suo Basacco. Grossi nuvoloni neri, continuavano a far scendere pioggia, mentre i tre ragazzi e la loro madre si salutrarono al bivio per Pugliano, dandosi appuntamento al giorno dopo, dicendo alla donna di coprirsi bene perché non sembrava voler smettere. Era rientrata da poco quando un grosso fulmine cadde dal cielo, ma più della luce che emise, fù il forte rumore che ne seguì, la casa sembrava tremare come Basacco nei giorni invernali, anche il paiolo nel camino dondolava come spinto da un forte vento. Sembrava fosse arrivato un terremoto all’improvviso. Senti anche delle voci arrivare dalla casa dello “Spagnolo”, erano grida, che fosse successo qualcosa? “Venite, correte, suonate le campane della chiesa, è crollata la Rocca di Maioletto!!” “Correte, correte!!”. “La Rocca crollata? Quale scherzo era mai questo” penso Lucia fra sé, mentre si metteva sulle spalle lo scialle e la mantella, per coprirsi dalla pioggia. Purtroppo non era uno scherzo. Lucia ebbe un brivido profondo e il suo pensiero corse ai tre figli di guardia alla Rocca, quella Rocca che non c’era più. Ai piedi della roccia sulla quale si ergeva una volta la Rocca di Maioletto, un cumolo di macerie, fumo, e null’altro. Lucia rabbrividì una volta ancora, e iniziò a piangere.
10
RIMINI
Agosto 2016
Scomparso lo scorso 13 luglio a 82 anni. “Il lavoro è il più grande gesto di solidarietà che una generazione fa all’altra”
Addio a Tadei, i talenti che hanno lasciato traccia - L’amico Vittorio Tadei ha raggiunto la Casa del Padre lo scorso 13 luglio. E’ andato a rendere conto della sua amministrazione al suo “Socio di maggioranza”, come lui amava chiamare Nostro Signore. Aveva 82 anni. Lascia tre figlie: Emma, Cristiana e Dal negozio di famiglia di Riccione, dal 1961, ha creato un impero nel tessile-abbigliamento con i marchi Terranova, Miss Miss, Rinascimento, Calliope. Da ragioniere a ragioniere, caro Vittorio, io sono certo che il “Capo” è stato contento della tua gestione dei talenti ricevuti. Non sei passato inosservato. San Josemaria Escrivà de Balaguer - il fondatore dell’Opus Dei - raccomandava sempre ai suoi ragazzi: “Lascia traccia, cioè fa in modo che si veda dove sei passato e il bene che hai fatto.” Tu hai lasciato “traccia”. Una traccia profonda e feconda, fatta di opere e di persone, di tutte quelle persone cha hai incon-
AMARCORD
di Gianfranco Vanzini trato e per le quali hai sempre avuto attenzione e, dove non potevi fare altro, c’era una parola di conforto e di incoraggiamento. Sei stato un esempio per tutti. Grazie. Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa per ricordarti. Mi è subito venuta alla mente la storia di Benedetta che interrogava il nonno, raccontata da Vittorio nella sua veste di primo presidente di Eticredito. Credo, però, che il modo migliore per ricordarlo sia riportare quello che lui stesso ha detto in occasione del 50.mo anniversario della nascita della Teddy, la sua azienda, fondata nel 1961. In quell’occasione Vittorio tenne questo discorso che è una sorta di testamento spirituale che aiuta a conoscere questa straordinaria fi-
gura di uomo e di imprenditore. “ Innanzitutto grazie a tutti per essere venuti fin qua da tutto il mondo. Siete tanti, quasi mille, ed io guardandovi mi rendo conto che la Teddy è diventata qualcosa di ancora più importante di quello che io potevo immaginare, qualcosa di più grande anche dei miei desideri. Sono contento perché questo significa che il Signore ci ha veramente sostenuto e fatto crescere, accompagnandoci giorno dopo giorno, in mezzo a tante difficoltà. E la grandezza di quest’azienda per me è una prova non solo della Sua esistenza, ma anche del Suo sguardo pieno di attenzione e di amore nei confronti della Teddy e della mia famiglia. Ed è per questo che vale la
pena fare festa: perché non siamo soli, perché abbiamo veramente un “socio di maggioranza” con cui tutto è possibile. Fin da quando ero piccolo, ci sono due frasi che mi hanno sempre accompagnato, aiutandomi ad affrontare le circostanze che la vita mi ha messo davanti. La prima l’ho letta quando avevo 13 anni, nella mia casa bombardata di via Abruzzo, a 300 metri da qui, quando un pomeriggio del 1948, camminando tra le macerie, ho trovato un libro aperto dove ho letto queste parole: “L’uomo è amministratore dei beni che dispone e non padrone.” Questa è la dottrina sociale della chiesa ed io, che ai tempi non possedevo nulla se non una bicicletta, ho sentito risuonare queste parole nell’intimo del mio cuore, tanto che anche oggi che sono passati 63 anni - ne sento ancora più intensamente la profonda verità.
Magari adesso voi non lo capite, ma sentirmi amministratore e non padrone della Teddy mi ha regalato tutta la libertà, la forza e il coraggio di cui avevo bisogno per affrontare il business e tutti i suoi problemi. Un “padrone” ragiona solo per il proprio tornaconto e per il proprio interesse personale, quindi fa scelte di tipo speculativo e non ha preoccupazioni se non per il proprio business. Un “padrone”, se gli conviene, chiude senza preoccuparsi delle persone. Un amministratore, invece, deve rendere conto al suo “socio di maggioranza” che gli ha dato i talenti e la forza, quindi non tratta le persone come numeri o oggetti… e non chiude, ma cerca di far crescere l’azienda nell’interesse del bene di tutti, comprese le generazioni future. Non pensate quindi che io sia speciale, perché in verità mi sono solo giocato i talenti che il Signore mi ha dato, rischiando e mettendomi alla prova, senza la preoccupazione del successo, divertendomi lavorando come un ragazzino. Quindi se siete qua - coinvolti in quest’avventura che si chiama
Teddy - è grazie alla forza che il Signore mi ha dato. E la cosa bella è che non mi ha tenuto compagnia in modo astratto e intangibile, ma attraverso la compagnia e l’amicizia di tanti amici e tante persone, persone sante come Gigi e don Oreste. Senza di loro, che insieme a mia moglie sono stati lo strumento privilegiato di questa compagnia del Signore alla mia vita, adesso noi non saremmo qua. E sicuramente non smetterà di esercitare il suo ruolo di “socio di
RIMINI
Agosto 2016
11
Ha creato un impero economico nel settore tessile con marchi come Terranova, Calliope... Vittorio Tadei e quel monello di don Oreste Benzi
Vittorio Tadei (6.4.1935 - 13.7.2016)
Fatturato
549 Fondato nel 1961, presente in una cinquantina di nazioni, il Gruppo Teddy fattura 549 milioni di euro, con un Mol (Margine operativo lordo) di 66,1 milioni di euro. L'incremento medio annuo dei ricavi dal 1988 al 2014 è stato del 17,7%. Ha oltre 2.300 dipendenti, più 4mila collaboratori
maggioranza”, visto che chi adesso porta avanti l’azienda ha una fede autentica, spero più grande anche della mia! La seconda frase che mi ha guidato in questi 50 anni l’ho letta sul muro di un convento vicino a Pistoia, dove mi ero fermato per cambiarmi prima di una gara di ciclismo. Ce l’ho ancora stampata negli occhi: “A cosa ti giova guadagnare il mondo intero se poi perdi l’anima? Io, che ancora non guadagnavo il becco di un quattrino, non sapevo bene cosa volesse dire Gesù con questa frase, ma subito ne ho intuito il fascino: nella mia vita non mi sarei preoccupato di guadagnare, ma solamente di essere me stesso, di essere felice.
E così è stato, perché non ho mai avuto la preoccupazione di fare i soldi, ma solo di costruire qualcosa di bello e grande, qualcosa che desse lavoro alle persone e aiutasse chi vive in difficoltà questo l’ho capito grazie a Gigi fuori e dentro la Teddy. Ho costruito la Teddy perché capivo che questa era la missione della mia vita, che solo lavorando così sarei potuto essere felice… e chi nella vita non vuole essere felice? E oggi, anche se ho guadagnato un pezzettino di mondo, mi sento me stesso. Perché l’importante è trovare la propria strada, la propria missione, qualcosa che “dia un significato alla propria vita”, come dice il secondo punto del Sogno. E io spero con tutto il mio
cuore che il lavoro vi aiuti a trovare, oltre una stabilità economica, anche la vostra strada e la vostra vocazione. Se mi dovessi mettere a fare i nomi di tutte le persone che devo ringraziare per la passione e il coraggio con cui hanno lavorato per la Teddy non smetterei più, perché fortunatamente sono tante. Voi che in questo momento dite: “Io, io sono una di quelle persone!” sappiate che, oltre alla vostra felicità, avete fatto anche la felicità dei più giovani qui tra noi… giovani che adesso grazie al vostro impegno possono lavorare qua… giovani che hanno il compito di innovare e guidare l’azienda nel futuro. Dovete essere fieri di voi stessi, perché siete riusciti in un’impresa che tutti dicevano impossibile: noi, senza mezzi e senza troppi studi, siamo arrivati dove nessuno im-
maginava. E adesso ai giovani il compito di guidare i prossimi 50 anni… 50 anni che speriamo siano ancora più belli di quelli che abbiamo vissuto noi. Perché è proprio vero che “il lavoro è il più grande gesto di solidarietà che una generazione fa all’altra”. Ultimo punto. La mia famiglia, Gigi compreso, non lascerà mai la Teddy. Abbiamo organizzato il futuro in modo molto chiaro e tutti desideriamo che quest’azienda cresca per almeno altri 500 anni. Abbiamo sistemato tutto anche a livello societario: rimarremo sempre un’azienda famigliare perché la Teddy non è un’azienda come le altre, perché il suo motore non sono le strategie finanziarie o commerciali, ma la passione di chi ogni giorno arriva al lavoro con il desiderio di costruire qualcosa di grande che rimanga nella storia. Poi vi lascio il mio Sogno, che non è altro se non quello che io ho sempre desiderato vedere realizzato, affinché lo possiate fare vostro e - con tutta la vostra personalità e la vostra sensibilità possiate renderlo concreto ogni giorno di più. Io quello che dovevo fare l’ho fatto: adesso mi divertirò a guardarvi crescere aspettando di abbracciare quel Signore che ho sempre pregato e cercato ovunque. Nel frattempo non penso proprio di andare in pensione, ma di continuare a dare il mio contributo
lì dove serve. Mi dedicherò con passione alla Fondazione che abbiamo creato per Gigi - la Fondazione Gigi Tadei - per renderla operativa e condividere tutti i progetti legati al sociale con la mia famiglia. Sono sicuro che la Fondazione sarà un richiamo continuo per l’azienda Teddy a non dimenticare mai quell’attenzione agli ultimi, a chi ha bisogno a chi chiede che Gigi ci ha insegnato. Comunque, sappiate che la gioia di vedere la Teddy andare avanti con le sue gambe, per un amministratore, è la felicità più grande, perché significa che tutto quello che ci siamo detti è veramente vero: “Beato l’uomo che crede nel Signore”. Ecco, dopo 50 anni di Teddy questo è tutto quello che posso dirvi: “Beato l’uomo che crede nel Signore”. Cari lettori, beato l’uomo che crede nel Signore. Vittorio è stato uno che ha creduto nel Signore. Imprenditore intelligente e illuminato che, guidato dalla Fede e alla luce dei principi della Dottrina Sociale della Chiesa, ha saputo realizzare opere efficienti e umane, che hanno reso concrete la carità e la solidarietà fra tutti e con tutti. Ha realizzato cose belle e grandi ed è morto sereno e in pace, felice di andare a incontrare il suo “Socio di maggioranza”. Per tutti i soci della sezione di Rimini dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) è stato un privilegio e un onore averlo avuto come collega e amico. Grazie Vittorio.
12
l'OPINIONE
Agosto 2016
Una figura mai più che attuale
La prevalenza del cretino Continua dalla prima
mercante. Il che, naturalmente, è non secondaria aggravante. Così in ogni campo sociale, imprenditoriale e non ultimo della comunicazione e del giornalismo, nazionale o locale che sia, i cretini sfruttano senza rispetto lavoro e disponibilità altrui, essendo sostanzialmente riuniti in genìe e drappelli di ingrati maleducati. Immonde ‘qualità’ che possono degenerare in cretinaggine, ché ‘la sindrome del cretino’ può anche essere il ‘derivato’ di altre malattie come quelle appena indicate, sorta di ‘Aids intellettuale e morale’, non morbo in sé ma abbassamento delle ‘difese immunitarie’ che rende vulnerabili a tutti gli altri morbi. Che divengono così mortali. Per loro, i cretini, ma coinvolgendo nei danni di riflesso tutti, tutti, ma proprio tutti gli altri. A cominciare dai più prossimi, i ’vicini’ della cui benevolenza usano e abusano finché non si pone finalmente loro freno. Ma stiano attenti, ché la rabbia dei miti umiliati e offesi può essere furibondo maglio, anche se dovrebbe essere in primo luogo quanto rimanga delle loro coscienze a rimordere, facendo passare le pene dell’inferno cui sono comunque destinati, rodendone quanto rimanga delle loro anime di felloni, e del caso pure delle flaccide carni. Possiamo utilmente far nostre, indirizzandole a quei cretini, le parole dell’Ispettore Callaghan di Clint Eastwood «La mia benevolenza è una condizione transitoria. Quindi, ringrazia il mio buoncuore e non tirare troppo la corda!». Intanto non se ne curano, e così finché finalmente non li si ferma procedono avidi quando non di denaro almeno della propria onanistica auto-
sufficienza, incapaci di grandezza e di scuse. Cioè del saper chiedere scusa, ché quanto a ‘scuse’ per i propri comportamenti abbondano. Lamentandosene e denunciandolo scriveva Goffredo Parise a Carlo Emilio Gadda addirittura nel 1963: «In ognuno dei nostrani alberga il megalomane, l’uomo-idea o l’uomo centro, intellettuale transfert, sul piano della pseudo cultura, del gallo, del cazzone… Di scempi, di scemi, prole e prole e prole di cretini e di somari, cioè del connubio di infinite realtà volgari, di ambizioni smisurate, di cazzoritteria impotente». A queste alate parole fa da degno compimento intellettuale ‘La prevalenza del cretino’, fondamentale ‘summa’ di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, nostra presente fonte di ispirazione. La coppia di intelligenti scrittori (c’è profonda, ontologica differenza tra scrittori e scriventi) propose quell’opera (forse quell”Opera’) come individuazione di questa tipica sindrome italiana, e viaggio alla sua scoperta. Spiegano icasticamente nella prefazione a ‘Il cretino in sintesi’: «Il cretino è imperturbabile, la sua forza vincente sta nel fatto di non sapere di essere tale, di non vedersi né mai dubitare di sé. Colpito dalle lance nostre o dei pochi altri ostinati partecipanti alla giostra, non cadrà mai dal palo, girerà su se stesso all’infinito svelando per un istante rotatorio il ghigno del delirio, della follia». Confidiamo comunque che i cretini «Non praevalebunt», «Non prevarranno», sostanzialmente non ci sottometteranno come ci ripetiamo fiduciosi con le parole che Matteo attribuisce al protagonista del suo racconto (Mt 16,18). E non casualmente l’attuale ‘house organ’ della ditta, ‘L’Osservatore Romano’, ne riporta il motto a compimento della testata. ‘Prevalere’, cioè letteralmente ottenere una posi-
Lei è un cretino!
Grazie! Pensavo di essere solo un idiota...
zione di supremazia, imponendosi. I cretini non prevarranno. Almeno speriamo, anche se per numero, qualità e livello di dannosità vanno esponenzialmente crescendo. Quanto alle bimillenarie parole in questione, si riferiscono al non prevalere delle ‘forze degli inferi’, le forze del male, ma probabilmente e direttamente già allora anche alle non indifferenti forze e schiere di cretini. Che comunque portatori di profondo, quasi inestirpabile male sono. Giusto per dire quanto il problema sia antico, e colpisca a tutte le latitudini, geografiche, terrestri e persino celesti. Quanto all’oggi, e a terrene occupazioni, se da un lato tra disastri politici, sportivi ed organizzativi è il turno globale delle ‘XXXI Olimpiadi’ di Rio de Janeiro, Brasile, sono in permanente svolgimento le neverending ‘Olimpiadi dei cretini’ italiani. Non solo queste, certo, ma di queste e di questi, stando qua, ovunque effettivamente stiamo, grandi o piccoli centri o entrambi, sono proprio ‘i nostri cretini’ causa prossimità e perniciosità i più infidi e dannosi. Anche per questo abbiamo inteso fornire il presente servizio di pubblica utilità, segnalando le principali caratteristiche di concorrenti, ambiti di appartenenza e discipline. Ché la ignobile sfida tra cretini a superarsi (ovviamente in cretinaggine) sta raggiungendo vette in precedenza neppure sfiorate. Forse ormai ricorrono anche loro al doping per essere ancora più cretini, anche se in una gara ad alto livello tra cretini in ogni caso nessuno riesce ad
arrivare primo, essendo troppo cretino per vincere. Vanno poi segnalate due ‘sottocategorie’ particolarmente perniciose. In primo luogo i ‘cretini intelligenti’, tipologia perfettamente descritta da Leonardo Sciascia. Che anzitutto rimpiangeva come non ci fossero più i cretini di una volta, quei bei cretini genuini, integrali, come il pane di casa, come l’olio e il vino dei contadini. La loro scomparsa seguì a breve giro quella delle lucciole, denunciata da Pier Paolo Pasolini, e forse tra i due fenomeni c’era un nesso misterioso. Seguì l’epoca della sofisticazione, per gli alimenti come per gli imbecilli. «E’ ormai difficile incontrare un cretino che non sia intelligente e un intelligente che non sia cretino» annotava nel suo ‘Nero su nero’ il Maestro di Racalmuto, individuandone il fulcro nell’ascesa a sinistra di un tipo nuovo di cretino, il cretino «mimetizzato nel discorso intelligente, nel discorso problematico e capillare». Si annunciava la stagione d’oro del cretino dialettico, operaista, strutturalista, althusseriano, lottacontinuista… Sciascia era persuaso che il più insidioso mascheramento della stupidità fosse la complicazione non necessaria. Il converso, passati decenni e mutati tempi e collocazioni, è pure il suo esatto opposto, il semplificatore ad ogni costo. Il dare risposte semplici, ancor di più semplicistiche, a questioni complesse, il trionfo dello ‘spicciatismo’ populista, rimedi spicci e promesse di mirabolanti,
ineluttabili, imminenti e naturalmente irrealistiche e irrealizzabili soluzioni per i problemi di ogni campo. Ci sono inoltre, sempre secondo l’anamnesi sciasciana, gli ‘intelligenti cretini’. Che sono altra cosa, e proprio perciò più pericolosa, e loro i più pericolosi. Ché mentre i cretini intelligenti non si rendono conto di cosa succede d’attorno, e di cosa succeda loro, gli intelligenti cretini lo sanno, essendo a volte anche più intelligenti della media. Ma tranquillamente ne prescindono. Prendiamo tra l’altro atto come in ogni caso gli intelligenti cretini, più facilmente recuperabili, stiano ormai scomparendo. Certo ci sono anche gli antidoti contro i cretini, di qualunque genere siano, e qualche rimedio intellettuale all’epidemia di cretinismo si può provare a fornirlo. Ma il male è tenace, si annida, e ripresenta, ed esplode. A volte contagiando. E dunque torniamo al cretino ‘basico’, originale anche se non più Doc. Individuarlo e provare a riflettere su di lui, sul cretino, o su di loro ché in genere i cretini preferiscono muoversi ed agire almeno in coppia visto che Dio o chi per lui li fa e poi purtroppo non li accoppa, può rappresentare quel necessario antidoto di cui dicevamo. O ancor di più opportuna profilassi. Prassi che si potrebbe opportunamente rendere comportamento di massa, magari recuperando il sano «Vieni avanti, cretino!» che si intimava un tempo sulle tavole del palcoscenico. Un «Vieni avanti» che diviene al contempo concretissimo «Vade retro», Satana o cretini che siano: portandoli allo scoperto, evidenziandone la reale natura, già la capacità di nuocere dei cretini viene almeno parzialmente depotenziata. Ché il grave, davvero soggettivamente grave e foriero di tremendi danni e personali delusioni, soggettive e proprio perciò massimamente oggettive, è quando lungamente ci si tengano affianco quei cretini, non riconoscendoli
come tali. Mostrandosi poi detti cretini ferocemente iracondi e violenti, altra faccia della personale impotenza, al momento opportuno, cioè naturalmente il più inopportuno di tutti. Dopo che li si è indebitamente trattati come fossero stati altro e altri, magari con amicizia e persino affetto, sino a quando inevitabilmente non si rivelino per quello che in realtà sono sempre stati. Un cretino. Due, o più, cretini. Anche se come in ogni umano sodalizio, ma particolarmente nei sodalizi tra cretini, c’è sempre un cretino più cretino che ‘guida’, e che quindi domina, prevale, indirizza. A ciascuno, del caso, riconoscersi nella soggettiva e oggettiva prevalenza del cretino tra i prevalenti cretini. In ogni caso cretinicretini, sì proprio indefettibilmente, irrimediabilmente, definitivamente cretini. Quanto al valore reale da dare al termine ‘cretino’, ciascuno faccia come meglio crede. La rapida evoluzione semantica ha portato a perdere memoria del senso originale, quindi ognuno gli dia il significato effettivo che ritiene più calzante. Con gli opportuni riferimenti specifici e personali. E con una fondamentale, salutare, attenzione: per il cretino, e gli ingrati, «il cretino è sempre ‘un altro’» e non sente mai «il vento dell’ala dell’imbecillità» passare su di sé, quindi ognuno consideri come parlandosi di cretino e cretini proprio di lui e di loro, sì esattamente di lui e di loro, si potrebbe anche stare trattando. In ogni caso pur solo indicare l’esistenza e decrittare i comportamenti del cretino e dei cretini aiuta intanto a farci fare qualche passo avanti. E, ai cretini, magari qualcuno indietro. Considerato che, come esposto, per il cretino «il cretino è sempre ‘un altro’», l’autore della presente ‘Invettiva contro i cretini’ mette pure in conto che descrivendo il cretino possa avere parlato anche di sé stesso.
RIMINI
Agosto 2016
13
VIII. Cosa nostra, 'Ndrangheta, Camorra, Casalesi. Le diverse sfumature della criminalità organizzata
Raccontare il male MAFIE
Alessandro Bondi
di Alessandro Bondi* - Teorie e fatti. La teoria senza fatti è inutile, i fatti senza la teoria sono pericolosi (Lao Tse ). Non è un caso se l’uomo tende a ricordare i racconti e a dimenticare i saggi. Nei racconti si trovano fatti e spiegazioni che si sviluppano nel tempo. L’uomo può seguire una storia, emozionarsi, elucubrare: aumentare la sua consapevolezza. La natura trova in questo modo un’utilità che ricompensa con interesse, ricordo, leggerezza. Interpretazioni.Ma si può raccontare la criminalità organizzata? Offrire fatti, collegamenti, spiegazioni senza l’uso della fantasia, con la sola didascalica della comunicazione? Se è un dubbio viene tardi, questa è la scommessa che si rinnova ogni mese sulle colonne pazienti di questo giornale: consapevoli di offrire spaccati di un fenomeno criminale complesso, ancora lontano da vera conoscenza e comprensione. Aspettare anziché inseguire. Appunto perché la conoscenza è parziale – e spesso superficiale – non si possono inseguire i fenomeni criminali. In qualche modo bisogna anticiparli, attenderli al varco. Così si è fatto ragionando per principi, seguendo l’ipotesi che i soldi uniformano i comportamenti; che il contesto sociale e geografico di un territorio impone o facilita dei percorsi; che i pregiudizi sono utili per nascondere; che la storia tende al meretricio; che il potere politicoeconomico-finanziario ha il colore dominante del grigio. Con la solita
metafora della piramide si sono mostrate differenze nella base e somiglianze nel vertice delle organizzazioni criminali: pur sempre imprese con caratteristiche comuni alle imprese commerciali. Questa è stata l’interpretazione offerta a più riprese. Questo è il varco in cui si aspetta di veder passare anche l’impresa camorristica. Settori d’interesse. Date perciò coordinate generali su origine e caratteristiche della Camorra , si prosegue con tratti del suo radicamento in Emilia Romagna. Alla Camorra piace il gioco d’azzardo, legale e illegale; l’usura, l’estorsione, l’edilizia, il traffico di stupefacenti e tant’altro. Il clan dei Casalesi, in particolare, è attivo nel «settore edile, turistico-alberghiero, commerciale, aste fallimentari, ciclo smaltimento dei rifiuti, condizionamento di appalti pubblici e nel settore dei trasporti» (DIA 2012). Malaugurati soggiorni. Le ricchezze della regione, la sua laboriosità, il suo orgoglio politico hanno alimentato la presunzione istituzionale e nascosto il radicamento criminale. Il soggiorno obbligato non è stata forse la sola causa, ma ha certo facilitato pure il radicamento della Camorra. Dei 2.305 soggiornanti obbligati, 367 provenivano dalla Campania e, di questi, 152 dalla Provincia di Napoli. Finito il soggiorno obbligato, molti camorristi si sono però trasferiti in regione dove hanno trovato logistica e conoscenze utili tra professio-
più difficile trovar pace in “famiglia” che fuori. Il traffico di eroina in regione, per esempio, è stato gestito negli anni ’80 da Salvatore Barbarossa e Roberto Gargiulo in nome di Michele Zaza: al vertice dell’organizzazione camorristica della Nuova Famiglia e affiliato anche di Cosa nostra. La Nuova famiglia si è prò contrapposta alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Le vicende na-
La Camorra è sfacciata, parassita, istituzionale, longeva. Ed è pure anarchica, polverizzata, acefala nel lungo periodo. La violenza è il mezzo che senza troppe remore usa anche contro sé stessa: ovunque si trovi. Dal 1991 ad oggi, 86 Comuni campani sono stati sciolti per infiltrazioni camorristiche. nisti e imprenditori locali. Schema ormai noto (cfr Pio La Torre, 2015). Inquietudini familiari. Con l’eccezione del clan dei Casalesi, in Emilia Romagna la Camorra si caratterizza per la presenza di piccoli clan, spesso in lotta tra loro. Ciò non ha impedito alla Camorra – si è visto – di collaborare con altre organizzazioni criminali grazie a uomini chiave come Giovanni Frongia: sardo che avvicina il clan camorristico di Aldo Verde con quello ‘ndranghetistico di Marcello Pesce (Pio La Torre, 2015). Alla Camorra sembra invero
zionali si sono così intrecciate con le vicende regionali. Il carattere anarchico della camorra , e la sua predisposizione alla violenza eclatante, hanno infine dato inusuale visibilità ad alcune vicende emiliano-romagnole. I pestaggi d’imprenditori di fronte ad altri imprenditori coinvolti con i clan camorristici sono diventati un marchio di fabbrica e una testimonianza imbarazzante sulla presunta impermeabilità emiliano romagnola ai radicamenti delinquenziali della criminalità organizzata. Distribuzione uniforme. La
geografia camorristica registra i Casalesi di Casal di Principe (Bidognetti, Schiavone, Zagaria, Iovine, Diana, Landolfo) in ogni provincia della regione – esclusa quella di Piacenza – compresa la Repubblica di San Marino; i Moccia nelle provincie di Parma e di Bologna; i D’Alessandro - Di Martino nelle provincie di Parma, Bologna, Rimini; i Vallefuoco nelle provincie di Modena, Rimini, Repubblica di San Marino; i Mallardo, i Moccia nelle provincie di Bologna e Ferrara; i Lorusso (capitoni) a Bologna; i Mariniello a Rimini e nella Repubblica di San Marino. Faccende di famiglia. A conferma di schemi criminali noti, ecco qualche esempio provinciale dell’attività criminale camorristica. Fin dagli anni ’90 il modenese diventa uno snodo centrale per il traffico di stupefacenti. L’operazione Pressing del 2010 scopre un giro di estorsioni violente nei confronti di piccoli e medi imprenditori. Conflitti a fuoco tra i De Falco e gli Schiavone riguardano piuttosto la gestione del gioco d’azzardo con corollari inediti. Due agenti del penitenziario permettono ad affiliati degli Schiavone di mantenere i contatti con l’esterno, nonostante la sottoposizione al regime di carcere duro (art. 41-bis Ord. Pen.). In cambio, gli agenti ricevono tessere del circolo Matrix II e quote del circolo Royal dove si pratica gioco d’azzardo. L’operazione Rischiatutto del 2013 mette bene in luce il forte interesse per slot machine, casinò online, scommesse sportive e sale bingo collegato a
riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti gestiti da Nicola Schiavone, detto Sandokan. Rimini e San Marino annotano, invece, il particolare caso del tentato omicidio dell’ndranghetista Giovanni Lentini, troppo interessato a un intermediario finanziario sammarinese, già sottoposto a estorsione da campani di cui non si è però provata l’appartenenza alla Camorra. Dalla sua, Parma conosce la fazione casalese di Pasquale Zagaria, soprannominato Bin Laden, capace d’instaurare stretti legami con l’imprenditoria locale secondo il meccanismo vittimacomplice, usura-reimpiego di capitali illeciti-riciclaggio. Non manca, infine, il solito mercimonio sul terremoto. Sia il sisma abruzzese, con la partecipazione alla ricostruzione di ditte emiliane legate a Michele Zagheria, sia il sisma emiliano gestito da joint venture’ndranghetiste e camorriste riconducibili ai Diana e ai Landolfo dei casalesi (Pio La Torre, 2015). In breve: soggetti nuovi, per traffici vecchi con modalità sperimentate. Nel prossimo numero: la camorra in Romagna e a San Marino. Alle fonti citate negli articoli precedenti, si aggiungono le notizie specifiche ricavate dai rapporti DIA (2010-2014); Pio La Torre (2015); Giovanni Tizian in Gotica: ’ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea, Round Robin, 2011. *Professore, Cattedra di Diritto penale Dipartimento di giurisprudenza Università di Urbino
www.avvocatomarziopecci.com avvocatomarziopecci.wordpress.com
RICCIONE
15
Agosto 2016
Massimo Pierpaolini, ex segretario del Pri, lancia un'idea provocatoria ma non assurda
ALLEGRO MA NON TROPPO
Spigolature
degli Scrondi
FAR WEST - PASTASCIUTTA-VIP DEL CINEMA
Far West - Leggiamo: “Bordate del Pd contro la Tosi: ‘Far West Riccione, villaggio osceno’”. Qualcuno assicura di avere sentito la Tosi dire: questa è solo finzione, invece il Far West nel Pd è realtà... Scivoli d'acqua - Leggiamo: “Scivoli d'acqua in viale Ceccarini”. Povero viale, quante ne ha dovuto vedere... Pastasciutta - Leggiamo: “Pastasciutta antifascista, l'Anpi ricorda Casa Cervi”. Qualche nostalgico l'ha ritenuta un po' indigesta... Le belle e le bruttine - Leggiamo: “Le belle dello sport domenica in passerella”. E quelle bruttine che fanno sport dove le fanno sfilare?... Clic - Leggiamo: “Unione civica Riccione, esordio in Consiglio comunale. Niente tessere, ma password e voto online”. E' la politica del clic!... Multe per stupidi - Leggiamo: “Sosta selvaggia davanti alla polizia: 20 multe”. Quando uno se la va a cercare... Equivoci - Leggiamo: “Il sindaco sotto osservazione per 24 ore”. Avviso al Pd: la Tosi non si è ammalata... è solo un test nella casa Biosphera 2.0... Samurai volanti - Leggiamo: “Da Tokyo arrivano i ‘samurai volanti’: campioni di ritmica e acrobatica”. Stranezze e pazzoidi mondiali si ritrovano tutti a Riccione...
Vip del cinema - Leggiamo: “La Perla diventa capitale del cinema. Parata di vip”. Dicono che Ubaldi (Pd) si sia intruffolato travestito da Leonardo di Caprio... Schedatura - Leggiamo: “Schedate tutte le auto in arrivo dall'A14”. Mettiamoci nei panni di chi viene al mare con l'amante... usciranno tutti al casello di Cattolica...
www.avvocatomarziopecci.com avvocatomarziopecci.wordpress.com
“Facciamo la grande Riccione” Un solo Comune a Rimini Sud. In alternativa tre Comuni mareMonte. Il sogno: un solo Comune nella provincia di Rimini
Massimo Pierpaolini, già consigliere provinciale, già segretario del Pri di Riccione
FOCUS
- “Propongo un solo Comune a Rimini Sud che abbia Riccione come centro. Qualcuno obietta che sarebbe troppo grande; mi piace rispondere che sarebbe sempre la metà di Rimini.”. Provocatorio e col sorriso stampigliato in volto Massimo Pierpaolini. E' uno che tira il sasso nello stagno per accendere ad arte la discussione ma non nasconde la mano. Anzi. Ha alle spalle una storia politica, e non solo, nobile che ti fa notare con orgoglio. E' stato repubblicano, in Forza Italia. Soprattutto: massone. Nel partito dell'Edera ha ricoperto il ruolo di segretario di Riccione ed esprimevano anche alcuni assessori: Clara Ermeti, Gianni Mariani. Per due legislasture, dopo la scomparsa dei cosiddetti partiti tradizionali
nei primi anni '90 travolti da Tangentopoli, con le casacche di Forza Italia è stato consigliere provinciale. In tale ruolo non si è mai tirato indietro. Una volta contestò una pedana sulla quale venne collocata la sedia del vescovo; un'altra volta “contrattò” il suo voto in cambio di robusti contributi provinciali per Saludecio, la sua città natale. Gli avversari politici affermano che è un provocatore nato. Gli amici che è uomo coraggioso e che sa rompere gli schemi. Di sé ama dire: “Oggi, sono rattristato dall'ira del beneficiato”. Tratteggia così le tante pesone che gli hanno chiesto cortesie fattibili quando era uomo di potere. Ora,
privo di scettro (è proprio così), si girano dall'altra parte fino a far finta di non conoscerlo. Pierpaolini è stato tra i primi, un ventennio fa, a lanciare l'idea di accorpare i comuni. “C'è chi mi rinfaccia il fatto afferma Paolini - che quello che io propongo possa essere funzionale al fatto che il mare comandi. Per mia esperienza personale dico che quando sono stato segretario del Pri riccionese mai nessuno mi ha chiesto da dove venivo, ma se avevo qualcosa da dire. La rivoluzione vera è fare di Riccione un unico grande Comune e in pericolo non sono le tradizioni, che sono le stesse ovunque, ma la tenuta sociale. Se nell'entroterra
si procede con queste piccole fusioni, Montescudo-Montecolombo e Saludecio-Mondaino-Montegridolfo si corre il rischio che i territori possano assurgere a riserva indiana per andare a vedere come si viveva un tempo. Paesi imbalsamati e senza dinamismo economico e sociale”. “Uno studio della Cgia di Mestre - continua Pierpaolini afferma che minimo una cittadina debba avere almeno 30mila abitanti per difendere le categorie più deboli: bambini e anziani. Aspettando la grande fusione, penso che il passsaggio giusto siano le unioni dei servizi in attesa che lo Stato colmi le lacune. Pensare di abolire le province e non organizzare il riordino comunale è una follia amministrativa”. “In alternativa al grande Comune - chiude la sua riflessione Massimo Pierpaolini - il passso giusto sarebbe una fusione maremonte. Da anni ho proposto: Cattolica-San Giovanni-SaludecioMondaino e Montegridolfo; Misano-San Clemente-MorcianoMontefiore-Gemmano e Riccione-Coriano-Montescudo-Montecolombo. Il sogno sarebbe di fare della provincia un solo Comune: una città di poco più di 300mila abitanti. Un quartierino di Roma”.
Rex Iuba, affascinante romanzo del riccionese Medas Stefano Medas
LA CULTURA
- Lo scorso giugno, la casa editrice Mondadori ha pubblicato “Rex Iuba”, primo romanzo del riccionese Stefano Medas, uno dei principali esperti di storia della navigazione e di archeologia subacquea, nonché presidente dell’Istituto di Archeologia e Etnologia Navale (ISTIAEN). Il libro, definito “Un’avventura ai confini del mondo, un romanzo emozionante”, dal celebre scrittore e storico Valerio Massimo Manfredi, narra l’avventuroso viaggio di Giuba oltre le colonne d’Ercole. Il padre di Giuba, alleato di Pompeo, è stato uno dei più fieri nemici di Cesare: quando questi ha vinto, Giuba, giovanissimo, è stato strappato alla terra natia, e condotto a
Roma come un trofeo di guerra. Qui trova una nuova patria e un amico fraterno, Ottaviano, che nel 25 a.C., gli affiderà il Regno di Mauretania, e gli darà in sposa Cleopatra Selene, figlia di Cleopatra e Marco Antonio. In tal modo, i figli di grandi sconfitti di Roma trovano l’amore e giurano fedeltà all’Impero Romano. Giuba, uomo di straordinaria cultura,
obbedisce alle richieste di Augusto e, spinto dalla sua inesauribile sete di conoscenza, intraprende un’autentica avventura esplorativa alle favolose Isole Fortunate, identificabili con le odierne Isole Canarie. L’autore, già docente a contratto di Storia della navigazione antica all’Università di Bologna, ha condotto numerose campagne di scavo su relitti e siti sommersi. Ha scritto oltre cento articoli su riviste nazionali ed internazionali, oltre a diverse monografie, tra cui “La marineria cartaginese Le navi, gli uomini, la navigazione”, De rebus nauticis-L’arte della navigazione nel mondo antico, Lo Stadiasmo o Periplo del Mare Grande e la navigazione antica”. Fosco Rocchetta
16 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Agosto 2016
RICCIONE
Quest'anno festeggia i 30 anni di vita. Fu la “strana” e vincente idea di Luciano Tirincanti
Aquafàn, 12 milioni di ospiti Sei punti da raggiungere in 4 anni. Uno è ristrutturare la sede e condividerla con la citttà come punto di incontro
Il Parco e Luciano Tirincanti, l'ideatore. Riuscì a trovare gli imprenditori (Valdadige) per la costruzione e convinse il sindaco Terzo Pierani della bontà dell'iniziativa
- Aquafàn quest'anno compie 30 anni. In piena emergenza mucillaggini, fu la pazza e vincente idea di Luciano Tirincanti, uomo che viene dallo spettacolo. Le due fatiche: trovare gli imprenditori e convincere il sindaco Terzo Pierani. Gallina dalle uova d'oro, ecco il parco in numeri. - Oltre 12 milioni di ospiti in questi 30 anni - 65 i giorni di eventi in programma per questa stagione n. 30 - 500 gli eventi in programma (contest, esibizioni, sport, dance, music, giochi, ecc) - 350.000le presenze al 2015 (8% stranieri, il restante italiani - 50% under 18, 30% adulti, 20% bambini) - 3 km la lunghezza totale degli scivoli presenti su 90 mila mq di superficie - 90 km di tubazioni - 8000 mc di acqua in continuo movimento - 2000 mc di schiuma al minuto nei Maxi Schiuma Party - 210 le persone addette al funzionamento del Parco - 700 gli ombrelloni - 3.000 i lettini
Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
ALLEGRO MA NON TROPPO Renata Tosi, sindaco di Riccione, di centro-destra
Associazione Nuvole, patrocinio negato - Il cartellone con gli eventi culturali dovrebbe essere la notizia a caratterizzare l'associazione socio-culturale “Le Nuvole”. Invece, il fatto è che il Comune ha negato il patrocinio al cartellone e che, almeno finora, nessuno dell'amministrazione abbia portato il saluto della città. Segnaliamo i due appuntamenti di agosto (ad ingresso gratuito) del Festival delle Storie e delle Arti nella Perla Verde. - Martedì 9 (ore 21.45) in Piazzale Ceccarini “Ultime fermate in… Via di Scampo”, concerto-spettacolo del can-
Far west, addio Romagna solatia
tautore Andrea Amati; - Venerdì 26 (ore 21.15) nella Galleria del Palazzo dei Congressi “Cuore, sogni, vita - Riflessioni poetiche al femminile”. Interviene Roberta Tota, affetta da tetraparesi semispastica e autrice su Fb della pagina “Diciamo NO ad ogni tipo di barriera”. Le serate di luglio hanno portato valide soddisfazioni all’Associazione socio-culturale “Le Nuvole” (che ne ha curato l’organizzazione), sia per l’entusiasmo del pubblico, sia per la soddisfazione degli ospiti.
RICCIONE
Agosto 2016
17
Idee per rilanciare il nostro turismo. Riportare il mare al centro. No alle piscinette in spiaggia - Mare d'inverno... in estate. Non è un’eufemismo, ovvero un giro di parole, ma è la constatazione di un immobilismo imprenditoriale dei nostri operatori economici e se volete di scarso slancio e visione prospettica da parte delle amministrazioni cittadine della riviera. Dopo avere visto e letto che sulla passerella arancione sul Lago d’Iseo sono transitate, nell’arco di pochi giorni, almeno un milione e duecentomila persone, ci sentiamo di fare qualche considerazione sulla risorsa mare. Appunto il Mare, la Nostra “fabbrica” principale. Dato per scontato che gli interventi a “ terra “ dalle fognature ai parcheggi alla viabilità (problemi questi non ancora risolti in modo efficace e definitivo) sono importanti e necessari, abbiamo trascurato per troppi anni il Mare come se non dipendessimo in modo determinante dalle attività connesse. Non avendo da offrire acque cristalline, fondali mozzafiato, in una cornice fatta di cemento e affollamento urbano consistente, ci stiamo limitando a costruire in spiaggia (sich) micropiscine pensando di risolvere il problema della balneazione. Capiremmo altri servizi tipo idromassaggi o saune ma avere piccole vasche con acque iper clorate non ci sembra una soluzione. I prezzi contenuti nel settore alberghiero, in mancanza di una offerta turistica artico-
In estate mare d'inverno... C'era una volta il Grand Hotel
Operatori e bagnini alleggerisi (non di tanto in un progetto condiviso) le tasche con investimenti sopratutto in un momento di incertezza normativa sulla destinazione delle zone balneari FOCUS
lata e interessante, non aiuta a mantenere un buon livello di presenze e anche di un turismo qualificato. Torniamo allora alla nostra risorsa principale: i non più giovanissimi ricorderanno che nel mare esistevano i trampolini a circa 150/200 metri dalla spiaggia e anche piattaforme intermedie che erano mèta abituale di nuotatori più o meno esperti. Furono ambedue eliminate per problemi di sicurezza in quanto molti curiosi si avvicinavano con i mosconi creando situazioni di oggettivo pericolo sopratutto per i tuffatori e, in altri casi, diverse persone incuranti della poca familiarità con
l’acqua marina dovevano essere aiutati o soccorsi essendo in difficoltà. I tempi sono cambiati, le persone sono più mature ma sopratutto vi sono mezzi, e soluzioni tecniche e tecnologiche che aiutano a ripensare una diversa attrattività del nostro mare in estate anche in quella direzione; è anche vero che una “rivitalizzazione del mare richiederà un maggiore sforzo economico e di personale per il controllo e la sicurezza in acqua. E’ questo secondo noi il punto do-
lente sul quale si dimostra la vera capacità imprenditoriale degli operatori turistici e dei bagnini! Sostituire gradualmente le cabine di legno con altre in cemento, cambiare I lettini di legno sostituendoli con altri in allumunio è stato positivo ma non denota vere capacità da imprenditore con uno sguardo al futuro e non al giorno successivo. E’ anche importante sottolineare come queste o altre iniziative, tese a dare maggiore
vitalità alla riviera e portare nuovi clienti debba necessariamente essere un progetto condiviso, serio, con adeguate sicurezze con un sistema di controllo più consistente e veloce (via i mosconi al salvataggio e ingresso delle moto di’acqua) con due livelli di salvaguardia uno a ridosso della costa e uno più lontano. Abbiamo parlato di superfice ma esiste anche il fondale sul quale sarebbbe interessante intervenire, ma non ogni 20 anni con una sperimentazione. Esistono tanti esempi interessanti per il ripopolamento di pesci, crostacei e molluschi e di poseidonia, oltre quello già esistente sull nostra costa dove sono stati posizionati i sacconi anti erosione. Il vantaggio competitivo, rispetto a aree famose, sarebbe molto grande perché la bassa profondità delle acque il fondo sabbioso e uniforme permetterebbero, anche ai non professionisti del subaqueo, e ai giovanissimi, armati solo con maschera tubo per respirare e pinne di gogersi il fondale in tutta sicurezza e tranquillità. Naturalmente si devono superare
anche problemi normativi, rispettare le indicazioni sulla sicurezza e, come abbiamo già detto con maggiore vigilanza, tenendo conto che in mare come in strada non è possibile aspettarsi che tutti seguano le regole ma non per questo la gente non va in moto o in macchina, ragione per la quale l’indisciplina di alcuni non può essere pretesto per bloccare o impedire iniziative come quelle citate o altre tese sempre a migliorare l’offerta turistica della nostra riviera. Il maggiore numero di personale qualificato non può essere considerato un costo, ma come in tutte le aziende che si aggiornano, un investimento produttivo. Riusciranno i nostri poco eroici operatori e bagnini ad alleggerisi (non di tanto in un progetto condiviso) le tasche sopratutto in un momento di incertezza normativa sulla destinazione delle zone balneari o aspettereanno che siano le mministrazioni dei comuni rivieraschi a risolvergli il problema? Ai posteri l’ardua sentenza, ma confidiamo che il tempo necessario a elaborare un progetto sia il più breve possibile. Viva il Mare. Il Tarlo Acquatico
RICCIONE
Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell. 333.4814188
Agosto 2016
19
Un gruppo di pensionati si ritrova, tutti i giorni, inverno e estate in piazzale San Martino
Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell.. 333.4814188
Riccionesità: quelli della Boa Bianca - Qualche anno fa, un gruppo di amici, nel più classico stile della cultura romagnola (che è vivere per addizione, cioè fare ogni giorno sempre qualcosa di più fino alla morte, racconta quella mente raffinata inferiore soltanto all'ironia di Rodolfo Francesconi), sulla spiaggia libera antistante piazzale San Martino, a pochi metri dal mare, montano un gazebino in maggio e lo smontano in settembre. Che noia portarsi dietro sempre l'ombrellone. Data l'ombra della tenda, è sempre occupato. Allora uno dice: “Dobbiamo fare qualcosa”. Un po' per scherzo, un po' per gioco, uno verga questo semplice ed efficace messaggio: “Riservato a quelli della Boa Bianca”. E' la nascita ufficiale di una combriccola di amici dai capelli bianchi che può sintetizzare la riccionesità. La combriccola viene scandita dai tempi di due giornate tipo: quella estiva e quella invernale. Nella bella stagione, iniziano ad incontrarsi alle 9,30. Partono, con pinne, tubo e fiato, per un'oretta e mezza di nuotata; sbracciano normalmente all'altezza dell'hotel Vienna e ritorno. I campioni, qualcuno affer-
Nuotano, passeggiano, discutono, recitano poesie. Parlano del più e del meno. La sede-gabbiotto reca centinaia di cartigli con brevi massime di saggezza.. Autore Vincenzo
Il gruppo L'esterno della loro sede
CIVILTA' DEL MARE
ma con un sorriso beffardo non meno che sornione, conquistano il porto. Ossigenati dal mare, fanno vita di spiaggia sotto il mitico gazebo fino alla sera. I “soci” di quest'affascinante esclusivo club all'aperto arrivano e vanno; i ritmi vengono scanditi dalla disponibilità di tempo. D'inverno cambia lo spartito ma non la musica. Si ritrovano attorno alle 11 (fino alle 14), in quel gabbiotto nell'angolo di piazzale San Martino lato Cat-
Quelli della Boa Bianca e la loro creativa sede
tolica, a ridosso della spiaggia. Il luogo non passa inosservato; foderato da centinaia di colorati cartigli vergati a mano con brevi massime di saggezza, è un inno alla creatività. Vincenzo ne è
l'autore e il nume tutelare. Da qui partono in passeggiata: verso il porto, o verso Misano. Sono sgambate di chiacchiere, dove si affronta ogni cosa. Come la vita. Il gruppo annovera una se-
rie di eccellenze. Maurizio 20 anni fa, a rana, giungeva alla boa con i liberisti. “E' il miglior rospo”, sintetizzano. Albertino Baldi invece è un ciclista fortissimo. Categoria Supergentleman, ha messo in cascina: il mondiale (2013), l'europeo (2015) e l'italiano (2014. Fa la guida ciclistica per alcuni alberghi di Riccione. Terra di navigatori, pittori e poeti il Belpaese. Gilberto Galluzi e Arnaldo Grossi scrivono e declamano poesie.
Galluzi ha pubblicato un libro per Mondadori. Di Grossi usciranno delle liriche su Famija Arciunesa. Una l'ha intitolata “Riccione”; dentro c'è l'intelligenza della città. Alcuni della Boa Bianca sono coloro i quali fanno il bagno il primo gennaio: Maurizio, Sergio... Se il tuffo di gennaio fa clamore, quelli, da abitudine, di ogni mese, no. Naturalmente, ogni tanto piadinata e Sangiovese in spiaggia. L'ultima lo scorso 20 luglio.
CONDOMINI-EDILIZIA SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI
20
Agosto 2016
Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 Domanda Dovendo locare un immobile di mia proprietà vorrei sapere chi è obbligato al pagamento della tassa rifiuti. E’ obbligato il conduttore che in effetti è colui che produce i rifiuti o il locatore? Mi sono rivolto ad alcune associazioni ed ho avuto risposte contrastanti. Risposta Effettivamente quanto da Lei richiesto è stato oggetto di dibattito tra le varie associazioni inquilini – proprietari e finalmente, recentemente, vi è stata una pronuncia di merito da parte del Tribunale di Firenze che in un modo chiaro ed inequivocabile ha stabilito che il locatore dell’ immobile ha “ il pieno diritto di trattenere dal deposito cauzionale le spese sostenute tanto per la manutenzione degl’impianti quanto per il pagamento della tassa rifiuti poiché chi è obbligato a pagare la tassa è colui che effettivamente produce il rifiuto a prescindere quindi da
Esperti rispondono
Affitti, chi deve pagare la tassa rifiuti e... Planimetria e realtà, quando divergono FOCUS
qualsiasi previsione contrattuale.” Vincenzo Pupolizio, geometra
Domanda Ho in affitto un locale commerciale ed in questi giorni ho riscontrato fuoriuscita d’acqua proveniente da un pozzetto di decantazione del condominio. Devo chiedere il risarcimento danni al locatore o al condominio? Risposta Se Lei ha potuto accertare con l’aiuto di un tecnico di Sua fiducia che la fuoriuscita d’acqua proviene da un pozzetto di decantazione
di proprietà condominiale si tratta quindi di una parte comune soggetta alla custodia dell’ente condominiale e, pertanto, la richiesta di risarcimento danno da Lei subito dev’essere inoltrata esclusivamente al condominio che è venuto meno ai suoi obblighi di custodia e manutenzione delle parti comuni – art. 2051 c.c. Vincenzo Pupolizio, geometra Domanda Ho acquistato una casa con regolare rogito notarile con allegata planimetria corrispondente allo stato attuale. Dovendo inviare al Comune richiesta per effettuare alcuni lavori il mio tecnico ha scoperto che esiste una planimetria diversa perché sono stati ef-
fettuati dei lavori a suo tempo non denunciati. Che fare? Risposta Prima della stipula di un rogito notarile, il notaio ha l’obbligo di verificare se lo stato di fatto è conforme ai dati catastali. La verifica riguarda principalmente: gli intestatari, la toponomastica e la planimetria. La conformità dev’essere specificatamente dichiarata nell’atto d’acquisto e la planimetria allegata al rogito; per cui se la pianta attuale dell’immobile da Lei acquistato non è identica allo stato attuale o il notaio non ha eseguito i controlli o il tecnico ha dichiarato il falso, per cui dovrà rivolgersi agli interessati per il risarcimento del danno. Se però Lei ha acquista-
AL SERVIZIO DEI LETTORI
Condominio - Certificazione energetica Successioni - Consulenza tecnica-legale Esperti rispondono - Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, apre una rubrica sulle colonne del giornale; potete rivolgervi ai geometri Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, esperto di problemi tecnico-legali, già consulente del Tribunale di Rimini e al libero professionista Marco Secchi. Siete pregati di inviare le vostre domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 348-3621675. E-mail: lapiazzarimini@libero.it geom.pupolizio@outlook.it secchi.marco92@gmail.com
to senza richiedere i controlli ovvero presentando una pianta non aggiornata e dichiarando in atto che avrebbe accettato l’immobile nello stato in cui era, spetta a Lei sanare la situazione.
Lo stesso nel caso in cui avesse acquistato senza prima prendere visione dell’immobile. Consulti, senza indugio, un legale di Sua fiducia. Marco Secchi geometra
RICCIONE. IL FASCINO MISANO. LA NATURA SANGIOVANNI. LA STORIA Misano. Gelateria di Mezzanotte
San Giovanni in Marignano. Centro storico
chiosco, la Gelateria Posillipo (proprio di fronte all'Osteria Posillipo) propone pochi gusti all'insegna della natura. Tutto viene fatto con materie prime eccellenti e con il sorriso. Gli stecchi vengono finiti davanti al cliente.
- Sinventa progetta e coordina la realizzazione di gelaterie. E' una delle eccellenze del Riminese, che ha portato cultura e design in tutt'Europa. Sede a Morciano di Romagna, la funzionalità e la bellezza sono i principi con cui si fanno le cose. Lo staff tecnico si sono potuti sbizzarrire con tre soluzioni in ambienti diversi e, a loro modo, stimolanti. Iniziamo a raccontarli, con la storia come ordine. San Giovanni in Marignano In quello che ai tempi dei Malatesta fu il granaio di una delle signorie più raffinate d'Italia, è stata progettata una cremeria dove si prepara un gelato bio certificato al cento per cento. Ambienti che richiamano la gelateria di un tempo, si trova in via Veneto, nella San Giovanni antica, con affaccio sul Parco dei Tigli. Propone una ventina di gusti, torte e crepes. Riccione. Una sfida il nuovo lungomare riccionese. In un piccolo ed elegante
Riccione. Lungomare
Misano. Sinventa ha riprogettato un marchio-istituzione a Misano: la Gelateria di Mezzanotte. La forza è la classicità ed una scelta tra 48 gusti. Da assaggiarli tutti. Ha ampliato l'offerta con gli stecchi (a vista), lo yoghurt, frutta e crepes. Colori naturali, laboratorio a vista, il locale è illuminato e fresco. Sinventa progetta con l'attenzione e meticolosità di un sarto: ad ognuno la propria caratteristica che tiene in conto il luogo dove è posizionato, la storia e personalità per offrire un prodotto di alta qualità in un'oasi di bellezza. Il gelato buono e naturale, come la vita, è un'emozione.
22
MISANO
Agosto 2016
Acqua e fango in casa nel temporale dello scorso 15 luglio. Sottopassi allagati quasi fino al soffitto
CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it
ALLEGRO MA NON TROPPO
‘Fnil‘, parole da... (Il vecchio nome di Misano Mare)
Via Scuole
I PARTITI - I Partiti viaggiano ormai attraverso
il Web. Non è più necessario iscriversi? No! basta un clic “Mi Piace” o dialogare a manetta con i Twitt... Ehm! an do che stà stè sgnor Twitt ? LA CITTA’ GIARDINO - Misano ha un grande futuro assicurato. Sono ancora tanti i parcheggi da trasformare... in Lotti Edificabili. Una variante al giorno e togli le norme di torno. LA CORRIDA - Le critiche vanno interpretate e per farlo, è necessario avere prim’attori protagonisti e non istrionici dilettanti allo sbaraglio, Ma ci sono o ci fanno? Pori nun! L’OLEANDRO - E’ una pianta che non chiede nulla per crescere e produce fiori meravigliosi durante tutta l'estate: da maggio a settembre. Anche le mimose e le palme sono piante molto belle, ma anche delicate e richiedono tanta manutenzione e cure amorose. Propia quel c’an fèm. CONSIGLI - Una opinione data diventano due per chi le riceve, ma potrebbero essere molte di più per chi le ascolta. Capì? LAVORI PUBBLICI - Spesso è necessario rompere marciapiedi e strade per le rotture nei sottoservizi. Purtroppo il ripristino dell’arredo, non è sempre fatto a regola d’arte. Chi cuntrola i cuntrulor? LE VELE del COMITATO - Davanti a molte strutture turistiche de Fnil, si notano quest’anno belle vele variopinte che pubblicizzano gli eventi per i turisti. Molti si chiedono: come mai non tutte le imprese di Misano le espongono? La verità è che purtroppo non tutti pagano quello che il comitato “Amare Misano” propone gratuitamente per tutti. Se tutti pagassero, ovviamente costerebbe per tutti molto meno e con più qualità. La matematica, che non è un’opinione, chiede solo una mano benevola sul cuore e una al portafoglio, e un’ è e portafoi cl’amenca.
FIORI RUBATI -Appena messi a dimora, dalla Geat, nelle fioriere delle aree pedonali, qualcuno ha pensato bene di servirsene per abbellire il proprio giardino privato. Bravi! Perchè non vi servite anche dei cubetti di porfido? Anche quei iè ad tòtt.
Via Scuole e sottopassi, sempre allagati sotto i forti temporali Sottopasso della stazione (Foto Felicia) - Le famiglie di via Scuole, forse la strada più antica di Misano Mare, vivono la pioggia come un incubo; bastano poche gocce e l'acqua sale. In caso di temporali si ritrovano centimetri di liquami in casa. Le famiglie si sono attrezzate con delle tavole da mettere davanti gli ingressi, ma l'accorgimento funziona con piccole quantità. Quello dello scorso 15 luglio appartiene alla categoria degli acquazzoni una volta ogni 10 anni. Gli abitanti della strada sono andati numerose volte in Comune a raccontare il problema. Han-
no raccolto firme e ricevuto promesse. Forse per capire meglio, ognuno si dovrebbe mettere nei panni delle decine di misanesi che abitano lì.
E' facile parlare, e costa nulla, però bastava fare una rotonda o un giardino in meno e si risolveva il problema, almeno per i temporaloni. Nel-
la stessa situazione di via Scuole, ci sono anche tantissimi scantinati a Misano Mare. Senza dimenticare i sottopassi della ferrovia. E coloro i quali devono prendere il treno? Uno degli allagamenti più gravi è avvenuto negli scantinati della scuola media. C'erano mezzi comunali e non solo. L'acqua ha arrecato danni per alcune migliaia di euro.
Chiara, specializzazione in medicina interna con il massimo dei voti
MISANO ADRIATICO Via Puccini 27/F Tel. 0541.601758 - Fax 0541.602058
Chiara Frisoni
- Chiara Frisoni voleva fare il medico fin da bambina. La laurea è arrivata cinque anni fa con il massimo dei voti; aveva trovato lavoro all'ospedale Sant'Orsola di Bologna. Lo scorso 5 luglio ha preso la specializzazione di medicina interna, con il massimo dei voti ed i complimenti della commissione. Orgogliosi i genitori Giancarlo Frisoni, la mamma Manuela Bertuccioli ed il fratello Alessandro.
Racconta il babbo Giancarlo: “Siamo orgogliosi di quello che sta facendo, soprattutto di come. E' un medico che mette al centro il paziente. A scuola è sempre stata molto brava. Oltre allo studio, l'altra passione è viaggiare. Io, la madre ed il fratello, le auguriamo una vita serena e sul lavoro ricca di soddisfazioni”. Gentile Chiara, complimenti e che il cammino sia secondo il tuo cuore.
MISANO RICCIONE - Via B. Buozzi 8 Tel. 0541 - 604409 Fax 0541 - 601556 www.adriaexpress.it e-mail: primosole@adriaexpress.it - Stefano Giannini, sindaco di Misano, replica a Luigi Guagneli, ex assessore. La questione riguarda l'eco-mostro di Misano Brasile. Una costruzione sul mare al confine con Riccione. Al posto di due piccoli piani, è stato tirato su uno strettissimo e altissimo edificio. Il Comune è andato in deroga alle distanze dal rio Alberello e considerato lo scantinato che fuoriusciva di 80 centimetri come superficie che si poteva portare fuori terra.
- Con la pagina riguardante la ristrutturazione della ex casa di Balbo si è passato il segno giungendo alla calunnia Poi affidi a Luigi Guagneli, uno dei personaggi più inaffidabili che io abbia mai conosciuto, il compito di di dimostrare il malaffare mio e dell’attuale amministrazione comunale: “Fino a quando ci sono stato io ho sempre detto no a quel progetto ed in effetti vennero un paio di tecnici a chiedere di fare quel che è stato poi costruito” ma l’inflessibile e giusto Guagneli: sempre no. Poi è arrivata la nuova amministrazione è poi è giunta questa nuova
23
Agosto 2016
Il sindaco Stefano Giannini risponde a Luigi Guagneli su una costruzione al centro della discussione della città
Eco-mostro del Brasile “Tutto in regola” proprietà ed è stata rilasciata quella licenza edilizia. Il combinato disposto che si vuole fare intendere è che la nuova amministrazione, per clientelismo o peggio ancora ha concesso ciò che non era concedibile. La questione è questa: da oltreuna ventina d’anni ci sono delle regole nella pubblica amministrazione: le licenze edilizie o quelle commerciali non le firma il sindaco o l’assessore bensì il funzionario pubblico il quale lo fa nel rispetto di regole generali e precise stabilite dal Consiglio Comunale. Il Sindaco non è più neppure nelle commissioni per gare d’appalto o in quelle dei concorsi pubblici. Il Sindaco che solo si intromettesse in una pratica edilizia o di concorso commetterebbe un reato. A ciò io mi attengo scrupolosamente perché questa è la cosa
LA LETTERA
giusta, cioè quella che prescrive la legge Venendo a Guagneli ed alla concessione edilizia dell’ex casa di Balbo. Potremmo chiamare Guagneli lo “smemorato del Villaggio” ma non è così, in realtà egli si è mostrato falso è inaffidabile. Lui dice che fino a quando c’era lui assessore (Aprile 2014) a quel progetto ha detto sempre di no e che non conosceva neppure la proprietà. In realtà nel settembre 2013 la proprietà che poi ha acquistato dagli eredi di Balbo, che lui conosceva bene, perché aveva appena ristrutturato un altro immobile a Misano, prima di procedere all’acquisto, aveva chiesto un formale parere preventivo
all’Ufficio diretto da Guagneli per chiedere se si poteva fare esattamente quello che oggi è in corso di costruzione. Il parere preventivo è datato 29.11.2013 e la proprietà attuale ha completato l’acquisto proprio perché garantita da tale parere rilasciato dall’Ufficio diretto proprio da Guagnelli, il quale, con tale parere, ha dato rassicurazioni a coloro che dovevano operare. In realtà il progetto è venuto nel novembre 2013 anche all’esame della Giunta, ma non per decidere cosa e quanto si può fare, che è responsabilità, come ho detto, del funzionario, ma per acquisire una parte della proprietà al fine di allargare la strada ed il marciapiede. In quella
sede Sindaco e Vicesindaco colsero l’occasione di chiedere a Guagneli chiarimenti sulle modalità di calcolo della ristrutturazione, ricevendo da Guagneli ampie rassicurazioni che il suo ’Ufficio aveva interpretato correttamente le norme, cosa peraltro di cui non dubito neppure ora, né avrei legittimità per farlo. In quella occasione feci presente, visto che faccio l’avvocato, che se il calcolo delle superfici da recuperare e quello delle altezze è compito del funzionario, sarebbe però stato opportuna una migliore valutazione delle distanze dal fabbricato confinante e di acquisire un parere favorevole del Consorzio di bonifica del Rio Alberello. Entrambi i mie consigli sono stati seguiti. In conclusione Guagneli dice il falso quando sostiene che disse
sempre di no a quel progetto di ristrutturazione, perché dagli atti risulta esattamente il contrario ed anzi la proprietà acquistò l’immobile proprio perché garantito sulla possibilità dell’intervento rilasciata il 29.11.2013 prot. 21299 dall’Ufficio diretto da Guagneli. Sul funzionario che ha firmato la concessione edilizia non ho dubbi sulla sua massima onestà ed imparzialità ed anzi qui voglio tutelare anche la sua onorabilità.. Suo è il compito di applicare le norme che sono complesse e si può anche sbagliare ma l’onestà è fuori discussione. Io continuerò, come è giusto secondo lo stato di diritto, a non occuparmi di come si misurano le superficie da recuperare o le altezze interne, che è compito del funzionario, perché sono onesto e non faccio le cose che la legge mi preclude. Per il resto la chiudo come direbbe Sciascia “tengono le facce feroci, ma sono solo pupi” Stefano Giannini, sindaco di Misano
PERSONE
Gianni, in pensione dopo 36 anni di Bpv - Gianni Marchini ti accoglieva sempre con un sorriso. E' andato in pensione lo scorso 30 giugno dopo 36 anni di servizio nella Banca Popolare Valconca. Era arrivato a Misano Adriatico nel 2003, proveniente dalla filiale di Montecchio. Racconta: “A Misano sono stato benissimo. Ho trovato un bel rapporto con i colleghi; ho sempre cercato di soddisfare le esigenze dei clienti e ho svolto il ruolo nell'interesse del mio istituto bancario”. “Pochi giorni dopo essere andato in pensione - continua Marchini, marignanese doc che abita nella casa dei
Gianni Marchini
nonni, una dinastia di fabbri e falegnami - ho pensato spesso ai colleghi e mi chiedevo: ‘Che cosa staranno facendo ora?”. Lo scorso 22 luglio, a casa, come è prassi per chi lascia il lavoro, Gianni li ha ospitati
UFFICIO Tel. 0541.610055 GIOVANNI Cell. 335. 20.88.13 ESMERALDA Cell. 335. 60.70.990
sito internet www.immobiliarepiccioni.com e-m@il info@immobiliarepiccioni.com
Via Romagna, 25 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rn)
con tutti gli onori. Sposato, un figlio, tante le passioni dell'ex vice-direttore misanese: il relax, la vacanza (“il mare, basta che sia mare”), il giardino e l'orto. Causa due incidenti è da due estati che
delega alla consorte. Prima di vestire i colori della Bpv, Gianni ha lavorato presso un'azienda privata a Cattolica. Il 27 settembre del 1979 è il suo primo giorno di banca: direzione generale a Morciano, ufficio portafogli. Il marignanese, famiglia soprannominata “Traverten”, ricorda le date esatte di ogni tappa. Nel dicembre dell'80, viene trasferito a Mondaino. Altro salto il 15 maggio del '91, a Montecchio. Nel 2003 mèta finale: Misano.
La malattia di Paolo e la bellezza degli amici Paolo Guagneli
- “La cura degli amici” è più forte della malattia: un pranzo tutto dedicato a Paolo. Si sa, le sfide personali, le deve portare avanti la persona, ma certe volte, e queste “volte”, al giorno d’oggi, sono sempre più rare. Possono essere rese meno cupe e buie se oltre ai famigliari stretti, hai persone al tuo fianco che rendono le giornate più “colorate”. Il destino ci pone davanti a sfide. Alcune più impervie di altre, alcune messe in conto, altre meno. Questa è la storia, o permeglio dire, la “sfida” che la vita ha riservato a Paolo Guagneli che ha incrociato la
sua strada con quella di un male subdolo: un male che con tenacia e i giusti strumenti si riesce a domare. Oltretutto, Paolo, è un ragazzo fortunato perché oltre che alle cure dell’ospedale Cervesi di Cattolica (che si sente di ringraziare sentitamente ed in particolare tutta l’équipe dei reparti di Medicina e di Oncologia), è in “cura” anche ad una squadra che medica non è, ma che cura assai bene l’umore e l'anima; è risaputo... anche un sorriso è un passo verso lo star bene. E' questa infatti l’occasione per raccontare del pranzo organizzato, nella frazione Santamonica, appositamente in suo onore dagli amici di sempre, quelli veri (che ognuno vorrebbe avere): il Bar “Le Tre Rose” e Tabaccheria ‘Santamonica”. Pranzo con menù ideato sulla base dei suoi gusti ed esigenze: medicina naturale per lo stare bene. Insieme. Alessio Della Chiara
MISANO Via Romagna, 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO (Rn)
Agosto 2016
25
A Portoverde sulla darsena : Mauro Drudi, Roberto Fracasso, Francesco Gambuti, Nello Pari e Tiziano Scola
Via Romagna, 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO (Rn)
Mostra 45, opere levigate dal mare e dal vento
FOCUS
Il cassonetto marrone aspetta di essere svuotato
Portoverde: tra cielo, mare e dentro il piacere di incontrarsi - C’è un luogo tra mare e cielo dove camminare sulla sabbia è come avere i piedi su di un tappeto di velluto; c’è un luogo tra verdi tamerici e fresche e verdi acque di fiume dove è come esser su un'isola selvaggia, distanti dalla gente che vedi ma che non senti; c’è un luogo dove ti asso-
pisci dolcemente guardando i colori tersi del mare e ascoltando le tenere voci, come cinguettii, di bimbi che giocano; c’è un luogo dove un mondo di persone si divertono attorno a te, che già conosci anche senza averle viste prima; c’è un luogo dove il tempo passa e solo il sole ti avverte che è giunta sera;
c’è un luogo tinto dai diversi colori del cielo che piano passano dall’azzurro, celeste a blu fino ad un rosso e arancio: è il tramonto che ti avverte che il sole che lento e timidamente si nasconde dietro alle case a ponente, quasi a chiederti scusa per dover riposare fino all’alba. Marcello Bartolini
Tre dei cinque artisti
- Forse l'arte non si racconta, non si guarda, ma si vede e si sente. Una delle occasioni è scoprire cinque artisti locali: Mauro Drudi (Cattolica), Roberto Fracasso (cortinese da 25 anni a Cattolica), Francesco Gambuti (San Giovanni), Nello Pari (Rimini) e Tiziano Scola (Saludecio). Si possono ammirare a Portoverde fino alla metà di settembre. La mostra è aperta tutte le sere (dall'aperitivo all'alba, come ama dire Mauro Drudi) in uno spazio sotto i portici, lato Misano Mare. Drudi. Presenta “Lei. Una riflessione pittorica sulla donna”. Il suo è un esperimento artistico seriale che si basa sul bellissimo volto dell'Annunziata di Antonello da Messina. Fracasso. Dipinge nello sti-
ARTE
le naif con un'accesa punta di cubismo. I suoi colori sono diventano delle passseggiate immaginarie per viuzze, slarghi, piazzette, piazze. E tetti, naturalmente. Rappresenta una serie di borghi del Centr'Italia: Gradara, Spello, Assisi, Scanno, San Gimignano... Gambuti. Ha chiamato le sue opere “Naufraghi”. Il marignanese va in spiaggia dopo le mareggiate, cernisce i legni portati dal mare e li fa diventare opere d'arte. Pari. L'ottanduenne scultore riminese presenta delle terre-
cotte che sanno raccontare storie. Due gli stili: quelli classici ma profondi di indubbia personalità. Ed uno moderno, dove anche il colore ha un ruolo forte: bianchi, rossi, blu. Scola. Le sue opere sono pezzi che denunciano la ceementificazione della spiaggia. Come il collega Gambuti è sulla spiaggia che raccoglie il riversato e poi ci ricava opere d'arte che sono un inno alla salvaguardia della natura: la grande madre degli esseri viventi. Vetriolarla, significa togliere il futuro ai figli ed ai nipoti. Significa costruire il male oscuro che ingabbia e fa decadere l'uomo. I cinque artisti possono essere il richiamo forte per una passeggiata sotto i portici con affaccio sulla darsena.
“Portoverde, i lavori non si possono fare durante l'estate. Danneggiano le attività” Portoverde
IL FATTO
- “In piena stagione non si possono fare lavori che richiedono mesi. Il tecnico che ha seguito il cantiere dovrebbe mettere una targa con il proprio nome e cognome. Dove sta la ragione di tutto questo?”. L'ironica-denuncia-segnalazione è di Leonardo De Luca, titolare della farmacia di Portoverde (nonché di quella del Villaggio Argentina) sul curvone che porta a Cattolica. “I lavori continua - De Luca, famiglia originaria di
Misano Monte scesa a Misano Mare nel dopoguerra - non sono solo una problema della farmacia, i cui incassi sono diminuiti e non poco. Siamo chiusi otto mesi l'anno, santo dio, devi aprire il cantiere proprio durante l'estate? Penso che il Co-
mune ci dovesse interessare. C'era una soluzione, tra l'altro pessima da 4-5 anni, potevamo resistere ancora per qualche mese. Delle 100 persone che entrano, 120 dicono che non era il caso di attivare un cantiere così lungo. Mi sarebbe piaciuto prendere quelle transenne e metterle davanti all'albergo del sindaco, o alle attività degli assessori. Nell'interesse della collettività non c'è stata nessuna reazione neppure dalle opposizioni”.
20
Agosto 2016
Giornale di Misano A tale anno risale il primo documento che racconta dell'edificio religioso. Dominava un ampio territorio - Il primo documento che parla della chiesa di Misano Monte risale al 997 e ci si rivolge al vescovo di Ravenna. Bisogna aspettare al XII secolo per avere numerose pezze scritte che testimoniano dell’esistenza di un edificio religioso. Scrive Egidio Brigliadori, un attento storico di cose religiose nel libro “Religiosità in Valconca”, edito dalla Banca Popolare Valconca alcuni: “...risulta evidente che già prima del Mille il territorio plebale di Sant’Erasmo (la chiesa un tempo era intitolata a San Biagio e Sant’Erasmo) si estendeva fino a Sant’Andrea in Casale e oltre a Morciano al fondo di Casarola. Ma quali altre chiese appartenevano al territorio e alla giurisdizione ecclesiastica di Misano? Dovremo tenere conto in primo luogo che il territorio e la sua giurisdizione ha subito diverse variazioni lungo i secoli... Purtroppo il documento più importante e più antico che per-
mette la ricostruzione, la bolla di papa Lucio II del 1144, risulta solamente la chiesa di Sant’Andrea in Casale dipendente da Sant’Erasmo. Alla fine del 1200, orbitano sotto Misano Monte le chiese di Sant’Andrea in Casale, San Clemente, Cevolabbate, Scacciano. Nel 1577, si ha che la chiesa di Sant’Erasmo è detta anche di San Biagio. L’attuale chiesa venne costruita a metà ‘800 su quelle antiche fondamenta. Un prete, Mauro Amati, scrive nel 1863 della nuova costruzione ricordando la vecchia: “...vi ha diffe-
Chiesa Misano Monte, il 997 la prima volta
energia
automazioni
comunicazione
sicurezza
dal 1964
da più di 40 anni insieme al cliente
RICCIONE Via Parini 3 - Tel. e Fax 0541.605716
Misano Adriatico Via Castellaro 11 Tel. e fax 0541.690597
www.livimpianti.com info@livimpianti.com
Giornale di Misano
Agosto 2016
27
Il 26, 27 e 28 agosto, alla 138ma edizione. Dopo 5 edizioni, quest'anno annullato il Palio del Capitano
La restaurata canonica di Misano Monte
IL PROGRAMMA
Tre giorni di eventi Il Crocifisso ligneo renza solo in questo, che la sua facciata di prospetto era volta all’oriente, a ponente il presbiterio, al lato destro gli ingressi. Inoltre la sua struttura alla maniera delle chiese primitive mancava di ogni architettura. Vi scorgevi quattro mura, le quali formavano un vasto ambiente a cavalcatura e così basso, che in estate per il soffoco era insalubre”. Queste antiche mura sono quelle della nuova cappellina ricavata in un vano della vecchia cantina.
VENERDÌ 26 21 - Processione con il Crocifisso SABATO 27 Ore 17.30 - Santa Messa Ore 15.30 Automotoraduno con mezzi d'epoca Ore 21 - Dj Enrico il Pazzo Show DOMENICA 28 Festa del Crocifisso 11 - Messa
12.30 - Pranzo comunitario con menù tradizionale (euro 20) aperto a tutti. Per prenotazioni: tel. 0541.690561 ore pasti 690793 17 - Grande festa conl’Orchestra Spettacolo “Fabrizio e gli Accademia” 23 - Spettacolo pirotecnico Sabato e domenica: stand gastronomici, mercatino dell'usato, pesca di beneficenza.
CATTOLICA
Amarcord
Agosto 2016
29
di Dorigo Vanzolini
Anno scolastico 1958/1959. Foto ricordo di alunni della II Media E. Filippini (via Marconi), nella palestra (poi Pensione Ondulna) di Via Rossini. In piedi da sinistra: Adolfo Michelini, Corrado Nicolini, Fausto Caldari, Mario “Mamo” Vanzolini, Vincenzo “Enzo” Bellini, Paolo Vanzolini, Mario Grilli, Enzo Marcolini, Pietro Iacubino, Quinto Bragagna, Domenico Casicci, Walter Romani. Accosciati da sinistra: Domenico Paci, Alberto Semprini, Flaviano Clementi, Fosco Gasperi, Corrado Bacchini, Augusto Mulazzani. (Didascalia realizzata da Fosco Gasperi in collaborazione con gli amici del circolo A.N.M.I. di Gabicce Mare). (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
Piazzetta del Tramonto, tutti i mercoledì di agosto
MITI sotto le stelle MITOLOGIA - Dal 3 agosto, alle ore 21.00, presso la splendida "Piazza del Tramonto" di Cattolica, ha luogo la rassegna "MITI SOTTO LE STELLE", giunta quest'anno alla IV Edizione. Il fortunato ciclo di incontri è patrocinato e promosso dall'Assessorato alla Cultura e dalla Biblioteca Comunale di Cattolica. Il relatore delle quattro serate mitologiche, che oltre a narrare i suggestivi miti scelti quest'anno, si interrogherà anche sui temi di stringente attualità già presenti "in nuce" in questi stessi miti, è come sempre il filosofo, counselor, ipnologo e ipnotistaLoris Falconi. Questo è il programma: 3 agosto: Teseo e Arianna - Dell'Enigma; 10 agosto: Eros e Afrodite - Del Desiderio; 17 agosto: Apollo e Atena - Della Ragione; 24 agosto: Pan e Artemide - Della Natura. In caso di maltempo gli incontri si terranno presso il Palazzo del Turismo di Cattolica (via Mancini, 24). Info: 0541.966603 www.cattolica.net
Loris Falconi
Del Corso: “Ecco perché abbiamo sostenuto Gambini” LA LETTERA - Gent.mo direttore, ho letto l’articolo pubblicato sul numero di luglio dal titolo: Gambini-PD, schiaffone a 5 Stelle, a firma di Cecco. Dal momento che sono stato citato, vorrei che venissero pubblicate queste mie precisazioni. Passato il primo turno elettorale, il ballottaggio prevedeva una scelta fra i due candidati, a tal fine ho inviato una nota ai quotidiani locali in cui fra l’altro ho precisato che occorreva “lasciare libertà di voto ai nostri elettori di centrodestra, tenendo presente due fattori: il primo che Sergio Gambini ha di fatto segnato una svolta positiva di cambiamento nel PD locale (e questo mi sembra indubbio), il secondo che il suo programma mi sembra più adatto a permettere un rilancio di Cattolica (naturalmente una speranza)”. Da queste affermazioni di un
libero cittadino a dire che “Pierangelo Del Corso ha cercato di portare armi e bagagli (con poca coerenza e poca lungimiranza) con dichiarazioni pubbliche a sostegno dell’ex avversario Gambini“ ce ne corre. Non condivido assolutamente l’interpretazione di parte indicata dal giornalista in questione. Infatti per quanto riguarda la coerenza, non abbiamo siglato un’alleanza e per quanto riguarda
CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI - via Umbria, 23
Il programma di agosto - Sabato 13 ore 20: Apericena Ballo con Doria. Contributo 10 euro. - Sabato 27 ore 20: Apericena e Ballo con M° Gerboni e Vivi. Contributo 10 euro. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 333-9447390 348-5309730
la lungimiranza, proprio perché non avevamo nessun interesse se non quello di portare avanti il nostro programma, non vedo perché liberamente non possa esprimere un’opinione diversa dalla maggioranza degli amici di centrodestra e non solo. Comunque sono stato contento del fatto che diversi cittadini, nostri elettori, abbiano espresso adesione al mio invito sia con telefonate che incontrandomi in città (alcuni anche in spiaggia). Colgo l’occasione per rammaricarmi del fatto che in questi ultimi cinque anni, in cui sono stato capogruppo del Pdl in Consiglio comunale, non ci abbiate considerato. Non dico con un’intervista (troppa grazia) ma neanche con resoconti dettagliati sui contenuti del nostro lavoro e delle iniziative e proposte del Pdl. Ma questa è un’altra storia. Un saluto ed un augurio di buon lavoro Pierangelo Del Corso
CARTOLERIA EDICOLA
Carla e Franca
30
Agosto 2016
CATTOLICA
Ubalducci, ex Pd, racconta i retroscena che hanno portato il partito dalla frattura al collasso
ARTICOLI DA REGALO Cattolica - Piazza Mercato 11 Tel. 0541 - 967792
Ecco come si è suicidato il Pd...
di Giovanna Ubalducci* la vittoria di Andrea Gnassi a Rimini riconoscendola come effettiva, ma rispetto a Cattolica con una diversità fondamentale: il Pd di Cattolica non è riuscito a produrre alleanze come a Rimini e, sostanzialmente, è rimasto isolato… Da queste due importanti affermazioni, Gambini dovrebbe non solo reiterare il mea culpa, ma cominciare ad attribuire delle responsabilità a coloro i quali (Segretario? Segreteria?) hanno voluto impostare una campagna elettorale che ben prima dell’inizio delle primarie, ha visto i suoi sodali essere sempre più protesi ed ammiccanti verso il civismo rappresentato dal Tavolo civico, che altro non era che quella forza di opposizione in Consiglio comunale, nominata Officina Civica, con la quale quegli stessi suoi sodali nella maggioranza consiliare, avevano perpetrato alleanze di sottobosco, di cui si erano colte le avvisaglie già da oltre un anno a questa parte. L’alleanza col cd. Tavolo civico (diventato durante le elezioni amministrative Energia Civica), ha reso evidente all’esito della competizione elettorale, che l’investimento che il Pd aveva fatto sul quella tipologia di civismo, era assolutamente irrisorio e certamente non esaustivo di tutto il reale e pulsante mondo civico, che aspettava solo di essere intercettato e valorizzato dagli esponenti della dirigenza del Pd. E’apparsa subito mistificatoria l’interpretazione data da Gambini circa la vittoria nelle primarie, vista come una già decretata vittoria definitiva, quando al contrario 1.200 elettori che avevano votato Gambini tra i due candidati del Pd, non rappresentavano certo un campione sufficiente per consacrare un esito, che appariva alla Dirigenza locale Pd, scontato. Ed è stata questa visione miope ed irrealistica, questa sopravvalutazione delle potenzialità del candidato e delle sue alle-
Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
“Un cambiamento finto, che altro non era che una svolta a destra, malamente costruita e proposta, con alleanze mai condivise, né all’interno della Direzione, né con gli iscritti”
L'INTERVENTO
- Dopo le molte dichiarazioni che mi hanno preceduto sulla stampa locale da parte di Sergio Gambini, Alessandro Montanari (segretario del Pd di Cattolica), Juri Magrini (segretario della Federazione Provinciale Pd) e Alessandro Belluzzi, provo ad azzardare alcune riflessioni di commento sulle recenti elezioni amministrative di Cattolica, che mi consentiranno anche di fornire qualche chiarimento ulteriore sulla mia discesa in campo “al di fuori del Pd”, nella competizione elettorale. I motivi della sconfitta del Pd a Cattolica sono molteplici ed anche complessi ed ognuno può interpretare il medesimo fatto con punti di vista opposti: in effetti le quattro interviste citate ne sono un esempio. Partendo da quella di Gambini (Resto del Carlino del 24 giugno), gli va dato atto di aver iniziato l’articolo con unmea culpa condivisibile rispetto alla sua candidatura, secondo lui interpretata dagli elettori come “una operazione trasformistica per mantenere in piedi un vecchio sistema di potere”. Posso personalmente aggiungere che una figura come quella di Sergio Gambini, di assoluta compenetrazione passata e odierna con quelli che sono considerati gli incarichi più alti e rappresentativi di Partito a livello nazionale e locale, non ha certamente contribuito a dare un’immagine coerente del tanto reclamato cambiamento durante la campagna elettorale. Sergio Gambini si è a tal proposito autodefinito un eretico, un outsider all’interno del suo partito, definizioni che, tuttavia, non sono state sufficienti per convincere gli elettori sull’effettivo e autentico cambiamento di pagina per Cattolica. Lui stesso ha anche sottolineato che a suo parere le divisioni interne del passato all’interno del Pd cattolichino, i vecchi rancori, hanno determinato la sconfitta del suo partito; ha analizzato
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO
Giovanna Ubalducci
anze ed anche una certa dose di supponenza, che hanno portato il Partito alla sconfitta; non mi soffermo sulla sbandierata vittoria al primo turno con percentuali bulgare e sui sondaggi completamente sballati, quanto piuttosto sulla circostanza che quell'operazione costruita a tavolino, con pochi “intimi” ha minato l’unità del Partito quando, con deliberata scienza, come conseguenza di quella alleanza mai condivisa dalla Direzione, si è deciso di estromettere la parte del Partito che aveva perso “le primarie”. Il Pd dunque ha perso le elezioni poiché gli errori sono stati duplici ed irrimediabili: subito dopo la vittoria delle primarie, nonostante vi fosse stato un accordo tra il candidato Gambini e il candidato Corrado Piva, alla presenza di testimoni quali Alesandro Belluzzi e Luca Ercolessi, per mantenere una giusta ed equa rappresentanza in Consiglio comunale tra i due schieramenti, si è deciso da qualcuno (non dalla Direzione), in modo autoritario e sprezzante, l’assoluta chiusura ed intolleranza per quella parte del partito che aveva perso. Questa parte, che rappresentava comunque oltre il 38% dell’elettorato, è stata liquidata, sommariamente processata e giudicata come la parte conservatrice
e da rottamare, la parte che bisognava abbandonare come merce spuria, di cui vergognarsi, senza considerare che in quella parte vi sono molti soggetti che facevano parte della Direzione del Partito, che è l’espressione di tutte le sensibilità della classe Dirigente del Circolo; molti iscritti e simpatizzati che hanno fondato lo stesso Partito Democratico, che hanno lavorato nel tempo con passione perché credevano negli ideali espressi dal Pd, nonché gli stessi amministratori comunali uscenti. Quella parte non ha assolutamente accettato, né condiviso l’orientamento del “ voltare pagina” senza alcun simbolo di Partito, né ha compreso il percorso che si voleva intraprendere attraverso quel messaggio. Il Pd di Cattolica ha perso perché ha smarrito il senso della sua vera identità: ha rottamato all’interno in modo superficiale coloro i quali ne rappresentavano una parte fondamentale della sua storia e finendo per rottamare così anche una parte dei suoi elettori, quelli che non si sono riconosciuti in un cambiamento finto, che altro non era che una svolta a destra, malamente costruita e proposta, con alleanze mai condivise, né all’interno della Direzione, né con gli iscritti. Stare uniti in un Partito è una
fatica, ma vuole dire in primis reclamare con orgoglio le proprie origini, il proprio simbolo di Partito, i propri ideali (in questo caso quelli di un grande partito popolare di centro-sinistra); non vergognarsene: un simbolo è anche una storia e non può scomparire dai manifesti elettorali e poi ricomparire a seconda di come “tira il vento elettorale”. Infine qualche piccolo commento sugli articoli del segretario Montanari del 26 giugno e 17 luglio apparsi sul Carlino. Montanari riferisce che dall’ultima Direzione (nella quale sono stati invitati solo alcuni ed altri no), sarebbe uscito un Pd coeso e che all’unanimità si è deciso per revocare le sue dimissioni, visto che si vuole cambiare pagina rispetto alle liti ed ai personalismi. Continua il Segretario: “si deve parlare alla Città, non tra di noi”. Giusta riflessione. Peccato che sia arrivata troppo tardi per il Pd di Cattolica! Un Pd che ora, invece di analizzare con serietà i motivi della sconfitta, continua ad addossare colpe ad altri, e a sottolineare che i “traditori” verranno puniti ed espulsi e che si ricomincerà a lavorare con chi rimane, senza guardarsi indietro. Queste affermazioni rispecchiano la linea di condotta dell’attuale segretario e della sua segreteria che non sono in grado di riconoscere le loro responsabilità: Cattolica ha scelto un cambiamento reale e radicale, dando una risposta netta ed inequivocabile contro operazioni trasformistiche di dubbia trasparenza che non hanno convinto gli elettori. Così come è assoluta-
mente contestabile e pretestuosa la motivazione addotta da Juri Magrini rispetto alla mia uscita dal Pd, che ho trovato scritta nel Corriere di Rimini del 28 luglio: troppo facile sostenere che Il Pd ha perso perché “chi non è stato soddisfatto dalle primarie ha fatto una lista contro”. In realtà ho deciso di abbandonare il Pd attuale, con molto rammarico, consapevole delle conseguenze che il dar vita a due liste civiche avrebbe comportato, nella convinzione che quanto proposto dal mio ex partito, sia nei metodi che nei contenuti, durante questa campagna elettorale, non rappresentava più i miei valori e i miei ideali, discostandosi con inutile cinismo, dal concetto di pluralismo, inclusione e condivisione delle scelte politiche. Ho deciso di allontanarmi, così come coloro i quali mi hanno seguita nella stessa scelta, non rinnovando la tessera di partito: l’espulsione sbandierata oggi dal Segretario Montanari nei nostri confronti, non merita alcun commento, parla da sé, e fa persino sorridere... Il risultato più che egregio ottenuto nella competizione elettorale amministrativa con le due liste che mi sostenevano, che ha sfiorato il 10%, (che non è un risultato irrisorio, in considerazione della mia discesa in campo avvenuta solo il 5 maggio, con una campagna elettorale veloce e forse poco organizzata), mi induce a ritenere che gli elettori abbiano capito il significato del mio gesto e l’errore che si stava compiendo dal Pd locale, sia rispetto al percorso elettorale intrapreso, sia alla candidatura proposta. La forza politica nuova che ne è scaturita, rappresentata dal valore di un civismo autentico ed operoso, non scomparirà dalla scena politica cittadina, ma lavorerà ancora con proposte e progetti per la Città, coinvolgendo quanto più possibile tutti coloro i quali vorranno sostenerla e ne vorranno far parte, con le loro idee e la loro competenza. *Candidata a sindaco sostenuta dalle liste civiche “Insieme per Cattolica” e “Amare Cattolica”
CATTOLICA Copisteria - Plottaggio Timbri - Rilegature Tesi CATTOLICA - Via Dottor Ferri 23 Tel. 0541 - 953300 Fax 953742
ALLEGRO... MA NON TROPPO di Cecco
Novembre: si vota per il referendum In novembre (ma potrebbe essere anche dicembre... in attesa di annunci mirabolanti di Renzi per recuperare un po' di credibilità...) i cittadini italiani saranno chiamati a votare per il referendum sulla riforma costituzionale. Una partita politica, istituzionale e democratica molto importante. Per tutti! Matteo Renzi e il suo governo ne hanno fatto una sorta di ultima spiaggia, usando tutti i mezzi e mezzucci. Chi voterà SI' darà il via ad una riforma che scardinerà l'attuale Carta costituzionale (non solo nella Parte Seconda), chi voterà NO la salverà, creando le condizione più ottimali per quelle modifiche necessarie, cercando un consenso molto più largo, una partecipazione più democratica e fuori dai ricatti sovranazionali, di lobby e di cricche varie. Gustavo Zagrebelsky e Alessandro Pace (costituzionalisti del comitato del NO) hanno dovuto scrivere al Quirinale per spezzare il bavaglio e il silenzio radiotelevisivo ai sostenitori del NO. Le ragioni del NO In estrema sintesi ecco le ragioni del NO (con l'aiuto di Marco Travaglio e Silvia Truzzi col libro “Perché NO”). “1) La “nuova” Costituzione Renzi-Boschi-Verdini è scritta coi piedi: prolissa e incomprensibile. L'articolo 70, per esempio, passa da 9 a 439 parole. 2) La Camera avrà deputati per 2/3 non eletti, ma nominati dai capipartito. Il Senato 100 senatori nominati da Consigli regionali e sindaci, protetti dall'immunità. 3) Il primo partito, anche se rappresenta solo il 20-25% dei votanti, avrà il 54% dei deputati e il suo capo sarà padrone del governo, del Parlamento, del Quirinale, delle Authority e della Rai. 4) Il bicameralismo non è affatto superato: il ping pong delle leggi Camera-Senato rimane e i sistemi di approvazione passano da 2 a 10. Dal bicameralismo perfetto si passa al bicameralismo confuso. 5) Per le leggi di iniziativa popolare, le firme da raccogliere passano da 50 a 150 mila. Per i referendum da 500 a 800 mila”. Porre e porsi domande di più ampio respiro Per capire la portata e il senso più generale di questa riforma, in chiave politica, isti-
Agosto 2016
31
Cartolibreria Binda Cattolica
S. Giovanni M.
Riforma costituzionale: è sempre la stessa cattiva minestra, ma oggi il Pd, giornaloni e intellettuali di scuderia stanno acriticamente col governo
Soluzioni per l'Ufficio - Libri tecnici Regalistica - Penne di prestigio
2006 a Berlusconi NO, 2016 a Renzi SI'. Perché?
CATTOLICA - Via XXIV Maggio 7 Tel. 0541 - 967829 Fax 962386 e-mail: cartolibreriabinda@libero.it
Palazzate
MASOCHISMO PIDDINO I Renziani del Pd cattolichino sperano di rifarsi col SI' al referendum costituzionale
Ma alora i god a ciapè li bastunèdie ti dént...
PER NON DIMENTICARE...
Referendum costituzionale e farmacie 2006: il comunicato della Coalizione Arcobaleno
Ha vinto la Costituzione - L'Italia ha votato in massa e ha detto NO. Il Nord del Paese ha detto NO. La nostra regione ha detto NO. La provincia ha detto NO. Cattolica ha detto NO. Un voto forte e partecipato che non lascia ombra di dubbi: è stata bocciata una riforma costituzionale confusa e pasticciata, che sarebbe stata pericolosa per il Paese. Ha vinto la Costituzione italiana, quella del suo disegno istituzionale. Cattolica si è ancora distinta nella sua vocazione democratica segnando percentuali di votanti (60,18%) e del NO (69,37%) ben ad sopra della media nazionale e di quella provinciale. Una città dove la forte dialettica politica è diventata stimolo e garanzia della consapevole partecipazione dei cittadini. L'invito della Coalizione Arcobaleno (insieme alle altre forze di centrosinistra) di andare alle urne e votare NO, è stato ampiamente
raccolto. Pertanto è doveroso un ringraziamento a tutti i cittadini. Resta il rammarico di non avere potuto svolgere contemporaneamente il referendum consultivo cittadino sulla vendita delle farmacie comunali (*). Lo richiedevano 1.756 cittadini con la loro firma. Il Regolamento comunale lo stabiliva e il Prefetto ne aveva dato parere favorevole. L'amministrazione comunale lo ha voluto spostare a ottobre. Evidentemente ha avuto paura del sicuro raggiungimento del quorum.
tuzionale ed etica, è necessario porre e porsi alcune domande di più ampio respiro. Allora perché questa riforma (o “schiforma” come l'ha definita qualche cosituzionalista)? Perché, prima Berlusconi nel 2006 e oggi Renzi (o chi per loro) vogliono “inchiappettare” la Carta fondamentale del nostro Paese? Perché in Italia governa un premier non eletto? Perché gli ultimi tre governi, dopo Berlusconi, non sono passati al vaglio del voto popolare? Perché questo Parlamento votato da una legge dichiarata illegit-
tima (Porcellum) dalla Corte, ha eletto due Presidenti della Repubblica e sostiene di fatto un governo trasversale “abusivo”? Perché questa concentrazione di parlamentari “abusivi” va a modificare la Carta Costituzionale a colpi di maggioranze risicate? Perché si va sempre più a passi spediti verso forme di democrazia autoritaria che concentra nelle mani di pochi (spesso in un solo capo) il potere? Perché i Parlamenti nazionali sono sempre più considerati un intralcio? Chi comanda veramente in Italia, in Euro-
Coalizione Arcobaleno di Cattolica - 27/6/2006 (*) Il referendum cittadino si svolse nel mese di ottobre 2006. Non raggiunse il quorum (votarono circa il 20%), ma l'esito fu schiacciante: il 92% disse NO alla vendita e privatizzazione della farmacie comunali di Cattolica.
pa e nel mondo intero? Perché la Troika, i grandi poteri finanziari transnazionali, i grandi centri del potere economico, le grandi massonerie... vedono da tempo (ricordate Licio Gelli e la P2?...) la Costituzione italiana (la più bella e sociale del mondo!) come un macigno indigesto da rimuovere? Perché in un periodo storico di grande crisi di rappresentanza dei partiti e delle istituzioni, invece di rafforzarla, si affossa la democrazia partecipata vista come un intralcio e perdita di tempo? Il SI' rafforza la Casta Forse sono domande retoriche, dove si può già leggere la risposta. Ma è l'unico modo per non perdersi nei tecnicismi, demagogie pupuliste e fintamente anticasta. Questa riforma, se approvata, segnerà non solo la sopravvivenza della casta con tutti i suoi privilegi e impunità, ma ne uscirà ulteriormente rafforzata nel suo potere e nella sua arroganza. Novembre/dicembre 2016 gli italiani saranno chiamati ad esprimere un SI' confermativo o un NO per bocciare questa riforma costituzionale. Passo indietro (2006), per capire meglio Nel 2006 (25-26 giugno) gli italiani avevano già bocciato un'idea simile di riforma (ben il 61,29% disse NO). Ma allora partorì dalla mente del governo Berlusconi... e il Berlusca allora veniva considerato, anche dal Pd, come il male assoluto. Pertanto oggi sarà divertente vedere, leggere (e rileggere quello che scrivevano nel 2006) quelli del Pd, i giornaloni, giornalisti e intellettuali di scuderia. Matteo Renzi va a casa? Matteo Renzi (e Maria Elena Boschi a ruota) dopo avere scorrettamente personalizzato questa scadenza per farne un plebiscito pro o contro il loro governo, sono arrivati ad affermazioni grottesche: “Se vince il NO vado a Casa”. Prendiamoli in parola. Magari vedremo per la prima volta alcuni big della politica che vanno veramente a lavorare... E Denis Verdini? Tranquilli, come al solito saprà riciclarsi da qualche parte dove la politica fa rima con affari... Ennio Flaiano Lo scrittore Ennio Flaiano (1910-1972), bella penna sarcastica, illumina con i suoi aforismi anche questi nostri tempi: “Si battono per l'Idea, non avendone” - “Oggi il cretino è pieno di idee” - “La situazione politica in Italia è grave ma non è seria”...
di Cecco
Torte e schiaffoni - Leggiamo: “Il gioco ‘Torte in faccia’ alla spiaggia Oasis”. Ospite d'onore la segreteria del Pd?. J'ha fat 'na roba più dolcia... tli elezion j'ha tiré sno di gran s-ciafun. Da strimulì al sangue... Belluzzate - Leggiamo: “Scontro nella direzione del Pd provinciale. Belluzzi molto critico: ‘Abbiamo perso perché il partito non ha voluto fare l'accordo con la Ubalducci’”. Ma l'Ubalducci la vléva fè l'acord sa Gambini? I bov j'èra scap da la stala già da un bèl po'... Appello - Leggiamo: “CNA: ‘I tedeschi? Sono scomparsi dai radar’”. Tedeschen, andò cazzen sieten andaten? Tornaren bitte! Noin regalaren piadinen con parsutten. Se non contenten noi mettercen anchen a culen ritten... L'ammucchiata - Leggiamo: “‘Nozze a tre con Gradara e Gabicce’. Gennari spinge sulla fusione. Sì anche all'unione dei servizi con San Giovanni”. Ma stal séndaca uj piés l'amucéda. Dai che a fèn giuvaca!...
Traditori - Leggiamo: “Crisi del Pd, il diktat dei vertici: espulsione per tutti i ‘traditori’ - Alessandro Montanari (segretario Pd): ‘Chi è uscito dalla porta non rientrerà dalla finestra’”. Sandro, guèrda che un gnè nisun ma cla fnèstra, j'èra andè via già da prima dli eleziòn. L'è un svélton... Dimissioni - Leggiamo: “Lista ‘Insieme per Cattolica’: ‘Montanari ha tradito gli accordi, doverose le dimissioni del segretario Pd’”. Ma l'è dvént sord ma cl'urècia. Os-cia!... Gianna Nannini - Leggiamo: “Gianna Nannini dedica a Cattolica la sua canzone preferita: ‘Meravigliosa creatura’”. Sindaco e nuovi amministratori in brodo di giuggiole. Quej dal Pd i fèva un capan... Solidarietà e decoro - Leggiamo: “Ordinanza del sindaco. Via gli accattoni dalla Regina! I vigili potranno sequestrare l'elemosina”. Mariano, t'è rason! I purèt bsognaria mazèi subte da znén. Isé lor in patés e i sgnur is pu god la vita senza avé i séns ad colpa. Caz!...
Il sindaco ci ha vietato di chiedere l'elemosina...
Um dispiés. Us véd cl'è d'acord sa chi i dis che i purèt bsognaria mazèi subte da znén...
Cecco-Botero 2016
La crisi - Leggiamo: “Allarme dalla parrocchia S. Pio V: ‘Più di cento famiglie soffocate dalla crisi’”. Avì infurmè ma Renzi?... L'è du an cal dis che a sin fora dla crisi. Caz!... Circoli e circhi - Leggiamo: “Guerra nel Pd, i ‘compagni’ pronti a fondare un nuovo circolo”. Me a fundaria un circh a tré péstie cume quel ad Togni. Os-cia!... Concerto per il Pd - Leggiamo: “Il Pd fa piazza pulita: fuori i ‘traditori’ - Festa Unità no in estate. Cambierà format e si svolgerà in inverno”. Indisponibili i Negramaro, previsto un concerto con i Cazzamaro? Da sblighés dal rid... 800 pini - Leggiamo: “Pini da abbattere: a Cattolica sono ottocento”. Per l'asesor ma l'Ambiente Amedeo Olivieri l'è cume dèi otcént curtlèdie tla schina. Jezza Maria!... Gennari-Celentano - Leggiamo: “Macanno Romantico, cena a lume di candela. Il sindaco Gennari canta ‘Il ragazzo della via Gluck’ di Celentano”. Uc manchèva sno un séndaca cantarén. Pora nun... Tifo - Leggiamo: “Insediamento Consiglio, per Gennari tifo da stadio”. Le fan più scatenate urlavano ‘nudo-nudo’... Sex symbol - Il sindaco Mariano Gennari fotografato come una star: dal 10 al 31 luglio oltre trenta scatti sui quotidiani. Sarà anche un bèl ragaz, ma al trop al strupia...
CATTOLICA
CATTOLICA
Via Verdi 2 - Tel. 0541.960772
CATTOLICA
Via Verdi 2 - Tel. 0541.960772
Da sinistra: il dirigente cattolichino del Pd Alessandro Belluzzi e il parlamentare del Pd Matteo Richetti, già presidente dell'assemblea regionale dell'Emilia Romagna
di Teresio Spadoni
Già segretario della Margherita a Modena, è tra i fondatori della sezione modenese del Partito Democratico. Era in corsa alle primarie del 2014 per la scelta del candidato alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna quando i giornali dettero la notizia che era stato indagato dalla Procura di Bologna per peculato nell’inchiesta “Spese pazze” del Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna di cui era stato presidente. Si ritira dalla competizione e chiede di essere giudicato tramite rito abbreviato. Il 17 ottobre 2015 i pubblici ministeri Morena Plazzi e Antonella Scandellari chiedono l’assoluzione dall’accusa a lui contestata. Partiamo dal titolo del libro: perché Harambee? Harambee è un’immagine a me molto cara perché viene dallo zio missionario impegnato in Kenya, che oggi non c’è più. Lo zio scriveva per chiedere aiuti e questa lettera dell’harambee era una chiamata perché tutti contribuissero come potevano per costruire un pozzo, un asilo, una scuola. Harambee è una parola swahili, intraducibile in italiano, usata quando serve uno sforzo coordinato e contestuale; come, per esempio, nel rimettere il matato (vecchio autobus) andato fuori strada per la pioggia: tutti che scendono e allo scandire della parola harambee tutti spingono per rimetterlo in carreggiata. È come il nostro oh-issa. Lei è uno dei pochi politici, se non l’unico, ad aver rinunciato al vitalizio derivato dall’essere stato Consigliere Regionale: perché lo ha fatto? Chi fa politica riceve un mandato e deve costruire delle regole per conto di tutti, che riguardano tutti. Le regole non devono valere per lui in una maniera e per gli altri in un’altra maniera; non è accettabile un sistema pensionistico per lui e uno per gli altri, quindi io devo stare dentro la dinamica pensionistica come tutti, ovvero ricevere la pensione per i contributi che avrò versato.
33
A Cattolica a presentare il suo libro-manifesto prima che politico di vita. Non c'era un sindaco del Pd
L'INTER VISTA
- Matteo Richetti ha rinunciato al vitalizio maturato come consigliere della Regione Emilia Romagna. Una cifretta di 2.400 euro allo scoccare del sessantesimo anno di età. In qualità di presidente dell'assemblea della Regione Emilia Romagna aveva tagliato una serie di benefici. Parlamentare dal 2013, renziano della prima ora, a Renzi contesta una leadership che cerca fedeltà piuttosto che lealtà. Emiliano di Sassuolo, figlio un elettricista, lo scorso 22 luglio è venuto a Cattolica a presentare il suo manifesto politico raccolto nel libro “Harambee” (una parola keniana che in italiano si potrebbe tradurre con oissa, ovvero facciamo le cose insieme). Ha del coraggio in politica, e nella vita. Racconta le cose con chiarezza e forza. Una rarità per chi fa politica; in genere sempre portato ad argomentare molto per non dire nulla di concreto.
Agosto 2016
si sa; ma ci si mette quello che si è. Ho sempre fatto volontariato e una sera, mentre andavo in parrocchia si parlava di impegno sociale e politico - incontro un sacerdote che mi dice: “fare volontariato è straordinario, ma una buona legge può
Richetti, il politico che ha rinunciato al vitalizo I numeri dicono che l’Italia è il paese più corrotto e iniquo dell’Occidente e dunque, dopo aver letto il suo libro, uno si chiede: ma cosa ci fa Richetti con questi politici? In politica ci si va per tentare di dare contributo a porre rimedio ai problemi, proprio a fronte di questa condizione; non è che uno nel proprio mestiere interviene solo nelle situazioni che non hanno bisogno del massimo degli sforzi. Aggiungo che Matteo Richetti in politica, come tanti, ci sta anche perché pensa che non si possa fare vita da spettatori di questo tempo. Premesso ciò, io comincio a temere queste istantanee che ci vogliono un po-
polo di poco di buono, di evasori, di imprenditori che appena possono fregano lo Stato; e dico attenzione, perché andando avanti con l’idea che in questo Paese non c’è nulla di buono, il risultato sarà che ci vorranno ulteriori controlli, ulteriori certificazioni: ovvero, più burocrazia. Come se ne esce? Tu, imprenditore, mi certifichi che fai le cose in regola e io, Stato, mi tengo la facoltà di controllarti e se ti trovo non in regola arrivo anche a farti chiudere; ma non funziona che ti faccio chiudere perché non ti dò la risposta per tempo al se puoi fare o non fare la cosa. Non si può fare vita da spetta-
tori; dunque, bisogna fare politica? Dico ai giovani, ai tanti che credono che la politica sia una roba che si fa per sistemarsi o per cedere alla corruzione e al malaffare: “Ha un futuro un Paese che ritiene che la politica sia questa roba qua?” Dobbiamo recuperare l’idea che la politica è una forma di servizio agli altri; e non c’è servizio più utile che impegnarsi per un Paese con queste patologie. Cos’è la politica se non un grande atto di amore, un prendersi cura di ciò che non ti appartiene, che è di interesse generale? E lei come ha cominciato? Nel libro parto dall’idea che in politica non ci si mette solo ciò che
far diventare quel sollievo, quella carezza che porti alle persone un loro diritto”. La politica raccontata così è un joystick potentissimo! E allora quest’idea di una tensione verso gli altri - dopo un’esperienza educativa che passa dalla famiglia, dall’amicizia, dal rileggere tutto quello che è accaduto - a un certo punto ha preso forma. Ci può raccontare qualcosa della tua storia umana e familiare? Sono cresciuto in un ambiente dove lo scontro ideologico era all’ordine del giorno, con un padre democristiano e uno zio, suo cognato, comunista. Alla domenica a tavola erano scontri furibondi, ma non si sono mai mancati di rispetto. Oggi assisto a una politica nella quale l’insulto si spreca. Sono scomparsi la diversa visione del progetto e delle idee. Ci sono solo il conflitto e lo scontro, senza una visione politica. Socialista, comunista, democristiano, sono diventati i peggiori insulti che uno possa rivolgere all’altro. Il ladro è un socialista sicuro; il comunista è quello col paraocchi, che ragiona con la testa di altri; il democristiano è quello che tiene i piedi in più scarpe. Oggi si sorride di questo, ma che Paese è quello che ha una simile considerazione dalle culture politiche che lo hanno fondato? Io ci rifletterei un attimo, perché vuol dire aver perso identità e memoria. La politica, potere dei poteri: nel libro scrive che molti del PD non hanno sostenuto la sua candidatura… In settembre sarò a Milano e a Torino; la prossima settimana faccio un bellissimo tour in Veneto; intanto il Partito Democratico di Modena ha cancellato la mia partecipazione in una piccola festa in città. Venire a Cattolica a discutere di cosa può produrre in termini politici l’arroganza e la divisione
forse sarà anche ridondante e vorrei evitarlo, ma non c’è dubbio che la politica oggi vive di supponenza, di un considerare altro da lei tutto ciò che non nasce dentro lo stretto ventre del partito. Dove e come chiamiamo le persone all’impegno politico? La politica nel serbatoio pensa di metterci se stessa? Non dovrebbe metterci il vissuto, le storie, la realtà? Oggi la politica si fa da Roma, con l’hashtag, i tweett… Renzi va sostenuto? Chiaro che deve essere sostenuto. Abbiamo cercato per vent’anni un leader: ma siamo così matti a giocarcelo dopo solo due anni? Vuoi per la debolezza europea o per la sua forza sua, Renzi va in Europa e cambia l’agenda. Draghi oggi pomeriggio (22 luglio – n.d.r.) ha detto che si può procedere col salvataggio delle banche italiane. Se non c’era la riapertura di questo capitolo l’Europa aveva già deciso, nel 2012, quando abbiamo aderito all’unione bancaria, che il metodo di salvataggio era il Bail-in. Oggi l’Europa cambia quella regola e dice che è possibile salvare non solo i risparmi ma anche le sofferenze di famiglie e imprese. L’immigrazione oggi è un tema di frontiera europea. Come si fa a non vedere il dato macroeconomico di un’Italia che conta quattrocentocinquantamila nuovi contratti di lavoro? Queste cose sono segni più per l’azione del governo Renzi. Ma bisogna dire anche quello che manca; se fai il jobs act non puoi pensare che siamo a posto, perché per le imprese il problema si chiama mercato, si chiama domanda; bisogna dirlo che c’è un pezzo di economia che ha beneficiato di quel provvedimento, ma anche che c’è un formicaio di piccole imprese che ha bisogno di investimenti. Cosa sta succedendo dentro al PD ? Dove sbaglia Renzi? Renzi diceva che le battaglie si fanno in faccia non dietro, e io sto al detto; che gli piacciono quelli leali non quelli fedeli, e io sto al detto. Quando Renzi dice che finché c’è lui nel PD le correnti non ci sono… beh! Dire che nel PD non ci sono le correnti è come dire che a Cattolica non c’è il mare. Queste cose non gli fanno bene, e io glielo dico. Gli elettori si aspettavano che noi la sganasciassimo questa logica, che dicessimo “dove sono i più bravi? avanti che c’è da fare”, e non che candidassimo a Napoli una di una corrente, perché così quella corrente sostiene Giacchetti a Roma, e il candidato che doveva andare a Napoli lo mettiamo a fare il sottosegretario perché se no ci fa una civica contro. Da noi non se le aspettavano queste cose; perché le bevute andassero pari, andavano bene gli altri.
“Chi fa politica riceve un mandato e deve costruire delle regole per conto di tutti, che riguardano tutti. Le regole non devono valere per lui in una maniera e per gli altri in un’altra maniera; non è accettabile un sistema pensionistico per lui e uno per gli altri”
CATTOLICA
Agosto 2016
35
Guido Paolucci muore nel luglio del 2006 a 74 anni . Oncologo pediatra di fama mondiale - Guido Paolucci, oncologo pediatrico di prestigio mondiale, è morto, prima del tempo lo scorso 19 luglio, attorno alle 8 di sera. Aveva 74 anni. Sposato con la signora Rosetta, aveva tre figli. Professore universitario, oncologo dei bambini di livello mondiale, direttore della clinica pediatrica del Sant’Orsola di Bologna, aveva due grandi passioni: la storia locale (raccontata su queste pagine e in tre eleganti volumi editi dalla Banca di credito Cooperativo di Gradara) e la tecnologia. Le riservava la stessa attenzione degli adolescenti. Quella che segue è un’intervista uscita sul nostro giornale nel 2005; fu raccolta nella Cattolica del porto: prima un tuffo con i marinai al bar Anmi e poi ospiti dei signori Giancarlo e Valeria Venturini, al ristorante “Oh capitano, mio capitano”. A quel tavolo, oltre a chi scrive, c’erano Pierluigi Morosini (scomparso pochi mesi fa e amico fraterno del professore) e Franco Galari. I genitori hanno fatto molto per lui: due occhi azzurri, un bel cuore e la passione per la vita. Il babbo era pediatra; gli avi farmacisti ed il nonno, Cino Mancini (al quale è dedicata una delle strade principali della città), fu il primo sindaco di Cattolica ed autore di un decalogo per bambini. Liceo a Rimini, con bei ricordi legati ai viaggi in treno ed a qualche giovane turista a prendere il sole lungo i binari nella primavera avanzata. Non è diventato ricco con la professione, perché prima c'erano gli ammalati. Perché ha fatto il medico? “Mio padre era medico; mio nonno farmacista. Forse oltre alle
Addio a un grande medico dei bambini “Un uomo di scienze non si dà risposte. Quello di fede si fa meno domande che può. Si concilia male con Galileo il quale diceva che una cosa è vera se si riproduce”
Guido Paoluccci
AMARCORD ragioni familiari ce n’erano altre meno evidenti che vedo adesso, a distanza di anni. Ragioni che avevano a che fare con l’umanità della professione: fare qualcosa per aiutare il prossimo. Fare il professore universitario significa essenzialmente insegnare qualcosa agli altri”. Perché ha scelto i bambini? “Mio padre era pediatra, forse era logico. In realtà era per aiutare gli esseri più deboli, come lo sono i bambini ammalati”. Che cosa significa avere a che fare con il male? “Ti rende sicuramente più forte. Ed aiuta il medico ad eliminare il disturbo, a riportare il paziente alla normalità. Se non ci fosse il male verrebbero meno la maggior parte delle motivazioni dietro le scelte”. Qual è il momento più drammatico in un intervento? “Di chirurgo non ho esperienze dirette. Nelle procedure è quando devi fare un intervento cardiaco.
In caso di arresto del cuore, lo trafiggi con un ago. Ricordo quando il figlio di un amico medico ebbe un arresto cardiaco dopo un intervento banale di tonsille. Io ed il babbo dopo l’operazione siamo in camera. Gli anestesisti non c’erano più; il babbo che mi dice di fare qualcosa. Avevo solo la siringa. Ci metto l’adrenalina, la infilo nel cuore e veder riprendere la vita con un gesto semplice ha del miracoloso. Il ragazzo aveva 15 anni; ora quando viene a Bologna passa per un saluto. Invece, come atto medico ci sono le cure, non vedi nell’immediato il risultato”. Chi è il bravo dottore? “E’ colui che riesce a mettersi nei panni del paziente. Tutto il resto è nulla. E più c’è empatia, consapevolezza del problema dell’altro e più riesci a capire ed a guarire. Si
cura il fisico e la psiche. E se non aiuti la mente, non serve”. Qual è la sua statistica? “Dieci anni fa tagliammo il traguardo dei mille ammalati guariti. Si dice guarito quando non ricade più nella malattia 5 anni dopo le cure. Quello fu un traguardo importante per il mio gruppo. Nel ’67, quando ho iniziato a curare i bambini, morivano il 95 per cento dei pazienti; oggi, guariscono l’85 per cento”. Che cosa manca alla medicina italiana? “I soldi e li abbiamo anche male investiti. E poi, secondo me, in molte specializzazioni manca l’empatia tra medico e paziente. C’è poca consapevolezza che la malattia è un prodotto di un equilibrio psicologico. La fortuna della medicina alternativa, naturale, dei
guaritori è dovuta al fatto che al centro viene messo l’uomo”. Qual è stato il gesto più commovente che ha ricevuto? “L’anno scorso, in novembre, dal presidente della Repubblica Ciampi. Ci sono andato con un malato guarito. Durante il viaggio mi ha raccontato com’era nata la malattia. Ricordava le mie frasi, i miei atteggiamenti. Per me naturali, ma per lui importanti. Aveva 37 anni, al momento del male 15: gli avevo lasciato una traccia indelebile nella sua mente”. Che cosa fa per aggiornarsi? “Leggo. Internet è una miniera semplice, esaustiva a Cattolica ho una enorme biblioteca, con gran parte dei libri. Con le parole chiave su Internet si trova tutto. Per il medico è un bene ed anche un male. Per il fatto che le informazioni sono a disposizione, c’è bisogno che il medico sia più esperto. Spesso il paziente del proprio male sa molto. Quando non sapevo, non baravo. Dicevo che la medicina era arrivata fino a qui ed che io non ero un mago e che insieme si poteva cercare la strada migliore. Bisogna saper smontare dall’aurea di superiorità”. Che cosa si aspetta dal futu-
ro? “Una medicina migliore, più a misura d’uomo: che raccolga quello che molti seminano”. Qual è il suo rapporto con Cattolica? “Le voglio bene; voglio che accolga il mio nuovo libro sulla storia della città come un regalo. La amo al punto di non vederne i difetti. Come in tutti gli innamorati, c’è una punta di follia”. Qual è la sua idea di esistenza? “Non credo che tutto finisca. L’estrazione cattolica mi dà una ragione per pensare che ci sia un qualcosa che continua: non so dove, non so come. E’ un atto di fede, ma come uomo di scienza mi tutelo. Con le opere voglio lasciare qualcosa che mi ricordi: il metodo, gli allievi, i pazienti guariti, le lezioni. Nel campo locale ci sono i libri. Quindi due motivi: fideistico e quello che ho lasciato”. Come si concilia la conoscenza scientifica con la fede? “Un uomo di scienze non si dà risposte. Quello di fede si fa meno domande che può. Si concilia male con Galileo il quale diceva che una cosa è vera se si riproduce”. La fede può essere dovuta alla debolezza umana? “Non c’è dubbio. Chi ce l’ha, è fortunato”. Come vorrebbe essere ricordato? “Ha vissuto come voleva”.
Franco Gabellini, fatto cose belle Franco Gabellini IN RICORDO - “Te magnè? At fac un piat ad pasta?” (Hai mangiato! Ti preparo un primo?). Franco Gabellini, in tarda mattinata, accoglieva gli amici che passavano a trovarlo " Al Dollaro” con la frase di una volta; la sua era (ed è) una delle istituzioni eno-gastronomiche di Cattolica e non solo. Se n'è andato prima del tempo nell'agosto del 2014 . Ha lasciato moglie e due figli, Giuseppe e Debora. L'uomo esprimeva al meglio quella imprenditorialità turistica cattolichina che con il lavoro, la passione ed il sacrificio (tanto sacrificio) ha costruito una città ricca ed intelligente. In ricordo dei tanti sacrifici, ha incorniciato una cambiale. “Prima di tutto viene la famiglia - amava confidare agli amici -. Non le deve mancare niente; neppure la vacanza. Anzi, si deve andarci anche facendo un piccolo debito perché dopo si sta meglio. Si lavora meglio. Poi viene tutto il resto”. E quel tutto il resto, in casa Gabellini ha sempre significato fare gli osti con un certo stile.
Con personalità. In mezzo secolo ha costruito tre locali di successo. Inizia l'avventura piccolissimo in un albergo come lift (cioè il ragazzo addetto all'ascensore). Con sacrifici rileva il ristorante pizzeria “Al Dollaro” in via Verdi, nel 1980 lo trasferisce in via Fiume, dove si trova ancora oggi. Poi, sopra il locale, con grande orgoglio ricava un hotel, perché come ci teneva a dire lui “sono un ristoratore con camere”. Dopo il “Dollaro” apre un residence; che chiamerà "Euro”. Nel 2012 , inaugura, in via Pascoli, Cattolica Vecchia, la terza at-
tività, “Alla Vecchia Lira”. A quest'ultima si era dedicato con viscerale passione. Teneva alle cose ben fatte; il risultato è stato un residence di sobria bellezza intriso di storia cattolichina. Nel piccolo atrio al piano terra una serie di fotografie della Cattolica in bianco e nero. Appena a destra, una gigantografia di via Pascoli, quando ancora si chiamava Principe di Napoli. Nell'ingresso esterno, sulla sinistra, c'è un'installazione artistica che è, a suo modo, un capolavoro: una serie di pietre levigate dal tempo che raccontano storie uniche. Quei massi scolpiti dalla natura furono rinvenuti durante i lavori di ristrutturazione. Un amico di gioventù, Franco Vanzini, lo ricorda così: “Una persona seria, genuina, Franco, che ha sempre voluto bene a Cattolica; con una certa sensibilità anche sul fronte del sociale. Sommelier, ha sempre fatto il ristoratore, gestendo, anzi costruendo un piccolo impero. Insomma, è stato un cattolichino che ha fatto delle cose belle”.
CATTOLICA
Agosto 2016
37
Tra i fondatori Enrico Mariani: “Siamo un centro di informazioni, abbiamo una moto modificata, aiutiamo a vedere la luce in fondo al tunnel” LA LETTERA
Casa di riposo Vici, umanità e professionalità
DD, l'associazione che “rialza” i ragazzi caduti in moto
La casa di riposo di Cattolica
Egregio direttore, le scrivo questa lettera sperando che possa trovare spazio sul suo giornale. Il motivo nasce da un’esperienza personale che vorrei condividere con i miei concittadini. Il 16 giugno mia sorella Tina Casadei è stata dimessa dall’ospedale ‘Cervesi’ di Cattolica e ricoverata presso la RSA ‘Vici Giovannini’ di via Beethoven, 9. Le sue condizioni fisiche erano davvero precarie: da oltre un mese si nutriva solo tramite flebo e non riusciva più a camminare. Non le nascondo che la mia preoccupazione era grande, soprattutto perché non conoscevo la struttura che l’avrebbe accolta e le poche informazioni che avevo raccolto, purtroppo, non erano rassicuranti… Se il primo impatto è stato piuttosto formale, poiché il personale tiene molto al rispetto delle regole, dopo pochi giorni il mio giudizio è completamente cambiato: ho visto
persone professionalmente preparate prendersi cura di lei con dolcezza, riuscendo a farla mangiare e a rimetterla in piedi. Ma ciò che più di tutto mi ha colpito è l’approccio umano nei confronti del paziente che non è considerato un numero, ma viene chiamato per nome sia dal personale che dal medico. Il supporto si estende poi ai famigliari, che vengono confortati e tranquillizzati anche quando non sono fisicamente presenti. Con questa mia lettera vorrei quindi ringraziare il dottor Vittorio Gemmellaro per le sue qualità umane e professionali, e per il modo impeccabile con il quale gestisce questa struttura. Il ringraziamento si estende poi a tutto il personale, che con cure amorevoli, dolcezza e disponibilità si occupa dei pazienti. Infine, vorrei dire che sono orgogliosa che a Cattolica vi sia una realtà di questo tipo e desidero che anche i miei concittadini ne siano a conoscenza affinché affrontino in maniera serena, qualora dovessero usufruirne, il periodo di degenza dei loro cari. Mia sorella è deceduta il 17 luglio, a 92 anni, e posso dire che il suo ultimo mese di vita è trascorso serenamente, circondata da cure e assistenza. Un grazie di cuore a tutto lo staff medico della RSA di Cattolica. Maria Teresa Casadei
Hanno un loro campionato e non solo
Enrico Mariani sul podio del Mugello lo scorso giugno
MOTO - “C'è sempre chi ti chiama per cercare la propria luce in fondo al proprio tunnel. L'ultima è di un ragazzo di Rimini sui trent'anni, che ha perso una gamba dopo una caduta in moto. Dopo il nostro aiuto mi ha detto che grazie a noi la lampadina della sua esistenza si è riaccesa. Che gli abbiamo riaperto il mondo”. A parlare così è Enrico Mariani. Professione dentista, dopo una rovinosa scivolata in moto, gli amputano una gamba. C'è chi si abbatte e c'è che cerca, come il cattolichino, un nuovo senso alla propria esistenza. Sposato, due figlie, Enrico ha ripreso le due ruote non solo nel tempo libero, ma anche in pista. Partecipa al campionato riservato ai disabili, però si cimenta anche con i normali, che, naturalmente, non gli fanno sconti. Lo scorso giugno, come wild card, con gli “spietati” del-
la pista, è giunto sul secondo gradino del podio al Mugello. Invece, in luglio, nella gara di casa a Misano, ha avuto il buon senso di disertare la pista: “Dopo la pioggia era diventata troppo scivolosa; ho optato per gli spalti. Cosa suggerita dalla paura e da una dose di buon senso”. Il 22 luglio, venerdì sera alle 20,30, due giorni prima della gara, ha organizzato qualcosa di straordinario: una grigliata all'interno dell'hospitality della Bridgestone. La sua serata è diventata un piccolo classico. Gli hanno dato un supporto gli amici-sponsor: vini della Fattoria
del Piccione (Montecolombo), olio d'oliva Bigucci (San Giovanni), Ortofrutta Fabi (Misano Adriatico), Poliambulatorio Punto Salute (Riccione) e Assicurazioni UnipoSai di Andrea Mancini (Cattolica). Oltre ad avergli forniti la materia prima, gli hanno dato un mano materiale per tutta la festa. Insomma, gli amici-sponsor sono soprattutto lì per lavorare. Ai fuoconi i marinai di Cattolica. Enrico Mariani è tra i fondatori di DD (Diversamente Disabili). L'associazione ha un suo campionato in pista; è alla quarta edizione. Le corse sono soltanto la
scusa per far conoscere una realtà che aiuta coloro i quali hanno patito gravi incidenti in moto. Enrico: “Purtroppo nella disgrazia, che a volte capita, la vita ti cambia. C'è il rischio di abbattersi e di rinunciare al futuro risucchiati dal male oscuro. Il nostro obiettivo è ridare una prospettiva a questi ragazzi. E' un impegno sociale prima ancora che sportivo. Non siamo dei pazzi che corrono, ma un gruppo di amici che vogliono trasmettere questo messaggio: la vita è coraggio. Inoltre, siamo in grado di fornire una serie di informazioni fondamentali per le protesi, per l'iter delle patenti, come affrontare la burocrazia e molto altro. Mettiamo a disposizione delle moto già modificate per poter dare l'esame per la nuova patente. Il nostro impegno in pista è una vetrina per farci conoscere ed essere utili agli altri: a coloro che potrebbero abbattersi”. Il loro impegno è così bello che hanno trovato per strada grandi marchi che danno loro una mano: la Yamaha, la Dainese e Arai.
CATTOLICA
Agosto 2016
39
Stefania Terenzi. Dal dialogo interiore libro di poesie Fin dall'adolescenza si è rivolta alla scrittura - Il tranello: ''Dietro un angolo dismesso/è rimasto il tuo diploma/ che tenevi stretto in mano/là sui sassi, dove il mondo/non ha chiesto il tuo permesso/Canticchiavi ritornelli/sulla strada del ritorno/con un sogno nelle tasche,/un futuro da dottore/ed il vento tra i capelli/(...) Non esistono tranelli/ sopra il manto del creato,/quando Dio ti ascolterà/digli che tu avevi un sogno/ed il vento tra i capelli. La vita l'ha strapazzata più volte, ma lei è una guerriera. Intelligente, seduttiva, quella seduzione che viene dall'avere vissuto una vita piena, a volte dolorosa; l'intelligenza d'amore e di amare. Sempre in lotta per i suoi ideali, si è battuta per l'introduzione dello studio delle lingue nelle scuole superiori, quando frequentava l'istituto d'arte e quando la chiamavano Calamity Jane. Stefania Terenzi, cattolichina, del suo dialogo interiore ne ha fatto un libro di poesie, dal titolo ''Versi di-versi'' (Irda edizioni, 2013), attraverso il quale il lettore può perdersi ed immedesimarsi. Un intreccio di lirica ed aforismi che le sono valsi diversi premi e riconoscimenti: targa di merito, terzo Premio letterario internazionale di Montefiore; segnalazione dell'intero libro alla nona edizione Premio Letterario Internazionale 2014 ''Gaetano Cingari''; segnalazione speciale della giuria al Concorso Nazionale di Poesia ''Fiori d'inverno'' 2014 con la lirica ''Fine''. Cominciamo con il voler sape-
- La Festa delle Streghe, il vecchio e la badante. Dopo l’incidente avuto lo scorso dicembre, il mio destino mi ha fatto incontrare una ragazza marchigiana nata a Camerino. Sto parlando della mia “badante” che da più anni vive a San Giovanni. Lei mi fa tante domande, sempre le stesse: “Hai preso le medicine? La maglia è pulita?”. Il guaio è, le dico, che vuoi sempre aver ragione, ma so che non è cattiveria, è solo un po’ d'incomprensione! A proposito di San Giovanni, voglio dirvi del Ventena, della Festa delle Streghe, di quel torrente di cui più volte vi ho parlato; oggi va tutto bene, ma l’anno scorso col sindaco Morelli ho parlato, perché l’acqua non scorreva, il torrente si era asciugato. Io, fin da bambino, venivo a San Giovanni, sotto il vostro tetto, al Veglione delle Lucciole e a quello dell’Elmetto. Ho 91 anni adesso, e qualche difficoltà a camminare, ma questa storia la voglio raccontare. Un giorno del lontano 1936 (avevo circa 10 anni ), da casa mia si vedeva salire una gran colonna di fumo... la gente si domandava impaurita cosa fosse successo. Venimmo poi a sapere che era stato bruciato un grosso pupazzo di paglia raffigurante il Negus, Hailè Salassiè. Per fortuna solo fumo, il danno poco, questo per dirvi che in quel paese, già da molto tempo, si scherza con il fuoco! Ancora scendo nel greto del fiume... oggi il paese è in festa, io lì ho tanti amici e chiedo loro se mi possono liberare dalla badante, metterla in quel posto dove le stre-
Nella vita con la scrittura Sta lavorando ad un nuovo progetto un romanzo
Stefania Terenzi
FOCUS di Daniela Ruggeri re in quale momento si è fatto strada dentro di lei questa passione per la scrittura. “Fin dall'adolescenza mi sono rivolta alla scrittura. Dal dolore si imparano molte cose e l'approccio con la morte, che ho avuto da giovane, a me ha cambiato la vita. Ho lasciato gli amici della mia età, che in quel momento non potevano condividere la mia profondità perché per essere compresi bisogna comprendere, e, devo dire che per un po' non mi riconoscevo neppure io, mi sono avvicinata a persone più grandi di me, con un vissuto più maturo. Con la poesia sento di essere nel posto giusto, sono io. La parola, molto spesso è fraintesa perché è associata alla vista, le persone guardano le espressioni che non sempre corrispondono al sentire, insomma la parola è un equi-
voco delle... parole, invece la scrittura non ha volto, non ha facce da guardare. Le odi che scrivo celebrano i miei sentimenti, le mie esperienze, il mio gettare la maschera e presentarmi per quello che sono. Ho svuotato gli spazi attorno a me nel momento in cui ho elimina-
to l'etichetta di signora per bene e ho detto delle verità, in quel momento, anche la mia scrittura ha trovato un nuovo vigore”. Come si fa a non cadere nella disperazione quando c'è sofferenza? “Ma... ci si lascia andare. Nella disperazione ci sono caduta e mi
sono risollevata. Dentro alla mia vita c'era del coraggio, l'ho visto. Mi ci sono attaccata e da lì sono ripartita, godendo anche dei momenti di felicità offerti da questa esistenza. C'era un tempo in cui mi faceva accapponare la pelle l'idea della morte, oggi l'accetto come un fatto naturale e anche se la scomparsa che ha segnato la mia vita mi ha riempita di tristezza ed il vuoto lasciato me lo sento sempre, non mi faccio più trasportare dal dolore”. Tanti cambiamenti a causa di un vissuto pesante ed uno di questi ho toccato anche il mondo del lavoro, la carriera. “Beh, sì! Il mio destino lavorativo ha cambiato orizzonte. Avevo in programma di spiccare il volo verso Milano, nel mondo della moda. Avevo 23 anni ed un diploma in modelleria, ma dovevo stare al fianco della mia famiglia per cui ho realizzato comunque il mio sogno, anche se un po' più in piccolo. Per diversi anni, insieme ad altre tre amiche, mi sono divertita a confezionare abiti da carnevale”. Torna il tema della maschera, (sorride), ma per fortuna questa dura solo per pochi giorni all'anno.
Come si dice: ‘l'abito non fa il monaco'’, può servire per nascondere o mettere in evidenza lati della personalità e il sarto deve saper fare un po' di tutto. L'arte e le sue sfumature, da sempre mi hanno rubato anima e cuore, e ho lavorato con marchi prestigiosi quali: Fendi, Francoise Girbau, Marithe, Romeo Gigli, Alberta Ferretti, Moschino, Ugo Boss, Jean Paul Gaultier, Dean e Dan. E' un lavoro creativo, è come ‘dipingere’ emozioni sul corpo della gente, però nel momento in cui il ‘cartellino’ della fabbrica mi è andato stretto, ho mollato tutto e ho aperto un negozio a Cattolica che mi ha dato tante soddisfazioni. Un'idea semplice e geniale: ‘costruivo’ quadri floreali e cere artistiche”. Questo era prima del 2013 quando Stefania aveva un certo pudore nel mettere in piazza i suoi sentimenti. Stefania Terenzi, non si ferma alle poesie, va oltre e, dopo le liriche messe in musica dal cantante Danilo Zambon, si dedica ad un nuovo progetto: “Celeste”. Il romanzo racconta la vita di una donna dalla fanciullezza alla morte. Celeste ha perplessità sui fatti della vita, ma anche forza di carattere. Ha paura di amare, tiene in modo particolare al valore dell'amicizia, conosce precocemente la morte e alla fine troverà...! E' un romanzo drammatico-romantico, è un inno alla vita.
Le streghe, il vecchio, la badante Da Saludecio veniva quella comitiva che nel 1960 due macchine parcheggiò in Piazza Silvagni, di fronte alla chiesa di Santa Lucia. Alcuni amici col bere avevano proprio esagerato, avevano delle sbornie che definirei proprio “belle”; oltre al vino, infatti, avevano bevuto un cognac allora molto diffuso, che si chiamava “3 Stelle”. Cercando acqua per ripulirsi un po’, l’allegra compagnia entrò nella vecchia leggendaria pescheria. (locale situato sulla piazza di cui sopra, che oggi viene utilizzato per mostre ed esposizioni).
I ricordi di ieri s'intrecciano con nuove realtà. I pensieri di un anziano che non molla MEMORIE DI VITA di Savio Bianchini ghe vengono cotte arrosto. Guardo quel grosso caldaio e gli dico: “Se avete poca legna, non fa differenza, per me e va ben li stes, mitila tel calder, cusila a les! ”. Avrete già capito che sto scherzando, anzi, con lei trascorro volentieri alcune ore. Quando mi chiede di fare qualcosa, le rispondo con la parola di Olmeda, telegrafista di Giuseppe Garibaldi: “Obbedisco!”. Su quel marmo l'ho letta tante volte nella vita mia, rimane sulla destra della chiesa di Santa Lucia; lì dove un tempo di Ludvig (Ludovico) vi era la famosa trattoria. L’anno scorso è accaduta a San Giovanni una cosa che mi ha reso molto felice. Davanti a Palazzo Corbucci incontrai 3 uomini che tiravano a mano una secolare falciatrice. Essa aveva due sedili. Con loro nel museo di palazzo Corbucci sono entrato, e di quell’attrezzo da lavoro abbiamo parlato. Ho detto loro: “Questo attrezzo con un solo sedile era nato, ma con
l’andar del tempo, fu modificato. Venne aggiunto un secondo sedile; su quello al centro sedeva l’uomo che guidava le vacche e teneva i comandi della sega, regolandola più alta o più bassa, a seconda della necessità. Col tempo la falciatrice fu trasformata in mietitrice, in modo tale che l’uomo facesse meno fatica, quando sedeva di fianco sulla ruota destra. Gliel'ho spiegato: “I le’ da seda, u iera quel che feva i manciadel” (5 o 6 manciate di grano che venivano legate e prendevano il nome di “cova”). Più cove venivano ammucchiate nel campo, e questo ammasso veniva denominato “e cavaiòn”. Dopo circa due settimane utilizzando il biroccio trainato dalle vacche, quel grano
veniva ammassato nell aia davanti a casa e veniva chiamato “e berc”. Spesso sulla sommità veniva posta una croce fatta quasi sempre con due canne incrociate, per chiedere al cielo di proteggere quel grano che per noi significava il cibo, il nostro pane; chiedevamo al cielo di proteggere giorni e giorni di duro lavoro. Allo stesso modo, per esempio, veniva messo nei campi un ramo di ulivo benedetto, affinché fossero, così speravamo, protetti dalle tempeste. Qualche giorno dopo avveniva la trebbiatura, che era un evento importante dell’anno. Parte del grano che rimaneva nel campo veniva raccolto dalle spigolatrici; restava solo lo strame (e strem)che, prima dell’avvento della falciatrice, doveva es-
sere tagliato a mano. Uno di quegli uomini, anche se era trascorso tanto tempo, mi ha riconosciuto; mi ha detto: “Tu sei Bianchini! Io lavoravo a Cattolica, al bar ristorante di Billy e Renato, quanto tempo è passato! Facevo un po’ di tutto, per questo mi chiamavano Jolly, io ero quel bambino, e tu venivi e scaricavi il vino! “Ricordo quel locale, perché di fronte c’era l’hotel Corallo; questo lo dico perché era gestito da Cerri Ivano, mio migliore amico. Torno ora alla festa e ad una delle mie passeggiate preferite. Amo camminare sapendo che sotto i miei piedi ci sono quelle vasche vuote che furono il granaio dei Malatesta. Ho scoperto un sentiero ed un volo di piccioni... cammino solo sulla
sponda del Ventena, dove intorno tutto tace..., entro da Palazzo Corbucci ed esco al Ponte della Pace. Entro in quel parcheggio di cui non conosco il nome: un tempo lì c’era il campo sportivo ed io mi fermavo a guardare chi giocava a pallone. Vi ho detto delle streghe e del granaio dei Malatesta, ed anche per quest’anno è finita la festa. Di storie in testa ne ho tante, mentre è di là che stira, non me l’hanno bruciata la badante! A dir la verità, mi sono abituato, mi piace avere in casa questa signora chiacchierona e capace. Lei è la chioccia ed io ormai vecchio mi sento come un pulcino, che ha bisogno di protezione e compagnia, per questo ho imparato a camminare dietro di lei, nella sua scia.
GRADARA Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
- The Magic Castle Gradara: la fortezza della fantasia che che ha fatto del castello malatestiano lo scrigno della magia e della fiabe, con decine di spettacoli, concerti e installazioni realizzati da artisti provenienti da tutto il mondo. Tantissime le novità e le anteprime nazionali di spettacoli italiani ed esteri per la magia di un sogno in un borgo senza tempo dal 5 al 10 agosto, con centinaia di artisti da tutto il mondo e show in anteprima. C’era una volta e c’è ancora un castello magico, un luogo senza tempo, dove prende vita l’emozione. Per sei giorni, un microcosmo onirico in cui tutto può succedere e dove la felicità scandirà ogni momento. Giganteschi draghi riposano nel bosco incantato, ninfee, fate, saltimbanco, musicanti e attori popolano i giardini e i vicoli che si rincorrono risalendo il crinale su cui si stagliano le imponenti mura del castello. The Magic
Agosto 2016
41
La fortezza della fantasia. Non solo per bambini e ragazzi... dal 5 al 10 agosto
Castle Gradara è un posto speciale dove alberga la fantasia, il reale cede il passo all’etereo, l’età non ha valore numerico, esistono solo emozioni, stupore e divertimento. Varcando la soglia delle mura si entra in una nuova dimensione, in cui anche i grandi torneranno ad essere bambini spensierati. Questa è la vera forza attrattiva di The Magic Castle Gradara, giunto quest’anno alla terza edizione. I numeri da re-
Gradara, Magic castle
cord nel 2015 hanno suggellato l’amore del pubblico per la kermesse che in meno di una settimana ha attratto circa 60.000 visitatori, proponendo 52 spettacoli ogni sera messi in scena da 203 artisti di caratura internazionale provenienti da tutto il mondo. Anche grazie al loro fondamentale apporto culturale, professionale e d’ingegno The Magic Castle Gradara ha potuto raggiungere livelli eccellenti ed essere persino citata in programmi di eventi a prestigiosi a livello internazionale. Non meno importante al fine della crescita ed evoluzione dell’iniziativa è stato il contributo dell’intera città, quindi dei suoi abitanti e dei suoi operatori, nonché del pubblico, elemento chiave per lo sviluppo della manifestazione.
Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
42
Agosto 2016
GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA
CULTURA
ERRATA CORRIGE
Libri e autori ‘Signorina, sotto le stelle balla?’, precisazione Marcello Fois
- Appuntamenti estivi con la cultura e lo spirito d'evasione. Incontri con gli autori, anteprime di lettura: le proposte della Libreria Sogni e Bisogni, via Cesare Battisti, 16 - Gabicce Mare - 4 agosto Marcello Fois: Manuale di lettura creativa, Einaudi ore 21 Piazza Giardini Unità d'Italia. - 19 agosto Mirko Zilahy: E' così che si uccide, Longanesi ore 21 Piazza Giardini Unità. - 28 agosto Marilù Oliva: Questo libro non esiste, Elliot edizioni ore 21 Piazza Giardini Unità Gli incontri hanno il patrocinio del Comune di Gabicce Mare e sono presentati dallo scrittore Romano De Marco. Gli incontri sono trasmessi in diretta web radio su www.radiotalpa.it. Dal sito si possono riascoltare e scaricare i podcast di tutti gli incontri.
- Ci scusiamo con i lettori e gli interessati. Nel numero di luglio, l'articolo che raccontava la mostra al Mississippi, “Signorina, balla?”, conteneva due errori: un'inesattezza ed una dimenticanza. Abbiamo sbagliato il nome di uno sponsor e non inserito uno. Quelli esatti sono: A1 Arredamenti di Gradara e il Residence Rosa di Franco Palazzi di Gabicce Mare. Ci spiace per la svista, ma come si diceva un tempo: solo chi lavora sbaglia. Il grandissimo premio Nobel per la medicina, Rita Levi Montalcini,, intitolò l'autobiografia: “L'elogio dell'imperfezione”. Un grande libro da regalare ai nipotini.
Amarcord Gabicce
A Gabicce Monte dal 12 al 30 agosto in piazza Valbruna. Gabicce Mare e i suoi dancing dal 1920 al 1970
Mostra, inaugurazione con concerto Coordinata dall'associazione culturale “Il Fortino” e il sostegno del Comune, il prezioso materiale dei ricordi e fotografico fornito da un cantinaio di gabiccesi
La copertina del catalogo della mostra “Signorina, balla?”. Ragazze per un concorso di bellezza al Mississippi
CULTURA
- Per tentare di rilanciare il turismo gabiccese, albergatori e ristoratori si potrebbero ispirare a nonni e genitori. Le loro imprese, un misto di sacrifici e passione, perché di questo si tratta, sono raccontate in una mostra raffinata che sembra mettere a fuoco i costumi del tempo libero invece è impegno, impegno e impegno. E' economia.
Queste vecchie e salde radici che potrebbero generare frutti nuovi, si possono leggere nella mostra “Signorina, balla? Gabicce Mare e i suoi locali dal 1920 al 1970”. Dopo un mese e passa sulle palafitte del Mississippi, il 12 agosto trasloca a Gabicce Monte in piazza Valbruna. Una cerimonia d'apertura con la Gnassi Band, una serata che replica quelle del passato: quelle che resero mitico il
Marechiaro e l'Eden Rock. Curata dall'associazione cultura “Il Fortino”, con il sostegno dell'amministrazione comunale, reca il contributo, con istantanee e ricordi, di un centinaio di gabiccesi. Per non disperdere il patrimonio, è stato realizzato un catalogo impreziosito da centinaia di fotografie e contributi letterari che aiutano a riflettere. Le autrici: Simonetta Tassinari, Giovanna e Marina Mulazzani, Sara Ninni, Ivana e Paola Giunta, Fiorella Santi, Anna Valentini, Valeria Caldari, Simonetta Bastianelli, Sabrina Striglio, Metella Orazi e Catia Corradi.
di Dorigo Vanzolini
Di viva intelligenza, il volume potrebbe essere un presente degli albergatori gabiccesi ai loro ospiti. Forse le epoche d'oro non sono mai esistite, ma pensarle aiuta a far star bene. Un pensiero collettivo è che a Gabicce Mare, grazie ai suoi locali da ballo, i mitici dancing, qualche decennio dorato ci sia stato. Decenni finiti nel nulla, o se si vuole in un'inutile colata di cemento sul monte. Questo lavoro dovrebbe essere da sprono per gli imprenditori del turismo gabiccese; hanno la fortuna di vivere in un angolo di una bellezza straordinario, dove spesso gli uomini non fanno bene la propria parte. Hanno trascurato, molti, investimenti e passione. Passione e investimenti per ripartire.
MODA
Mila Gioie, l'artigianato in sfilata Isabella con le sue creazioni
Foto ricordo di bambini frequentanti l'ultimo anno dell'Asilo comunale di Gabicce Mare, 1951. 1) Giampaolo Badioli, 2) Antonio Prioli, 3) ?, 4) ?, 5) Fosco Gasperi, 6) Claudio Gabellini, 7) Cesarina Arduini, 8) Franca Benvenuti, 9) Alessandra Della Biancia, 10) Giuseppina Sarra (la maestra), 11) Silvia Terenzi, 12) Cristina Gaudenzi, 13) Rosalba Terenzi, 14) Adolfo Michelini, 15) Paola Tonti, 16) Edo Ubalducci. (Didascalia realizzata da Fosco Gasperi in collaborazione con gli amici del Circolo A.N.M.I. di Gabicce Mare) (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
- Vere e proprie sculture da indossare realizzate con fili di alluminio, pietre dure, cristalli, vetri levigati restituiti dal mare, meccanismi di orologi e altri materiali che insieme alla creatività e alla fantasia rendono ogni pezzo unico e irripetibile. Le creazioni di bigiotteria artistica Mila Gioie sono state presentate in sfilata nella splendida location del Miramare Spa Hotel di Gabicce Mare lo scorso venerdì 22 luglio. Mila Gioie è un marchio che nasce nel 2013 e in poco tempo si è caratterizzato per l’originalità del disegno, per il carattere dei materiali e per gli accostamenti di forme e colori; lo stile è stato definito da alcuni esperti d’arte in occasione di un’esposizione fatta a Pesaro: “barocco high-tech”, un
accostamento tra forme d’ispirazione classica e uso di materiali moderni e razionali. Dietro tutto questo c’è Isabella, di Pesaro, in arte Mila Gioie; come altre storie di successo anche questa è nata un po’ per caso. Durante un viaggio, incuriosita da alcune realizzazioni di altri artisti.
Lista M5S guidata da Luis Miguel Guerrini
Dal 2013 a oggi le creazioni di Mila Gioie hanno sfilato a Milano, Roma e impreziosito abiti da Pesaro fino all’Inghilterra. Per la sfilata di Gabicce Mare le “opere” di Mila Gioie sono state indossate da “modelle per una sera”, amiche di Isabella che con charme e femminilità hanno giocato con bijoux e abiti forniti da Tina Mode e Paprika, entrambi negozi di abbigliamento di Gabicce Mare. Le creazioni Mila Gioie si possono ammirare sulla pagina facebook.com/milagioie.
GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA
Agosto 2016
43
Così Marisa Della BianciaAmarcord definisce l'albergo che gestisce con la sorella. Ingresso in piazza Giardini Unità d'Italia si sviluppa fino alla spiaggia
Gabicce
E' una delle eccellenze italiche. Villettina dei primi del '900, diventata casa delle vaacanze nel 1929. “Una cucina matta”, nel segno della tradizione, terra e tipicità - “Una casa con amore”. Con questa pennellata Marisa Della Biancia racconta l'albergo di famiglia “Giovanna Regina Hotel”, una delle eccellenze italiche. Dove ti giri è una meraviglia: la terrazza al quarto piano con sullo sfondo la bellezza mozzafiato di Gabicce Monte, piante e opere d'arte ovunque, poltrone Thonet, all'ingresso due anfore alte più di un metro invetriate, un mega cilindro di pietra base di una colonna, sauna e centro benesssere. Una cucina pazza fatta in casa nel segno della terra, tradizione e tipicità. A tutto questo va aggiunta la passione delle sorelle Marisa e Alessandra. Da poco è arrivata Giovanna, figlia di Alessandra. Agli altri quattro figli poca importa di portare avanti il testimone di famiglia. Quest'eccellenza italica, nasce ai primi del '90, quando Gabicce Mare era deserta e l'abitato di Gabicce Monte era caratterizzato da poche casupole ed il monte pettinato dai filari delle viti con attorno pecore al pascolo come racconta
di
Hotel Giovanna Regina: “Una casa gestita e arredata con amore” Dorigo Vanzolini
La terrazza al quarto piano dove si cena con un panorama mozzzafiato La facciata caratterizzata dalla vite americana e edera
un'istantanea di inizio del secolo scorso. La famiglia Francesco Della Biancia- Giovanna Franchini si costruisce un villino sulla falesia ai margini del podere. Sarà la loro casa fino al 1929; anno in cui viene affittato ad una signora milanese che lo trasforma in una pensioncina. La famiglia va ad abitare dove c'è ora l'hotel “Bellavista”, di fronte. Nel 1956, il villino-albergo viene gestito direttamente dai Del-
la Biancia. Iniziano anche i lavori di ampliamento; termineranno nella metà degli anni '60. Oggi, la struttura è a forma di “C”; la facciata lato mare è caratterizzata dal verde della vite selvatica, dagli ailanti e altre varietà di piante e fiori. Fiori e piante sono alcune delle molteplici passioni della signora Marisa. Altre:la ceramica, la letteratura, il cinema, la poesia. “Quan-
do parla un poeta - racconta la signora, beve sempre in una tazza grande con rose antiche e filetto d'oro - un poeta ho paura: dice delle verità perché ha antenne nascoste altissime”. L'albergo è uno scrigno di opere d'arte, di libri, di oggetti di gusto collocati con non meno sensibilità. Tuttavia il centro è sempre la bontà della cucina. “Una cucina matta”, per la signora Marisa, sorridendo. Dice: “E' una roba che non si fa più. Una cucina fatta in casa. Oggi, ad esempio, lo chfe ha preparato tortelli ripieni col pesce. Ogni tanto ripren-
Santa Lucia, la celletta dei pellegrini - In una piccola celletta posta ai bordi della strada che conduce al borgo di Gradara, si venera Santa Lucia, patrona della vista, martire cristiana uccisa a Siracusa su persecuzione di Diocleziano quando era ancora molto giovane. L’anno di costruzione della celletta non si conosce con esattezza, c’è chi dice che è stata tirata su quel terreno intorno al 1700 e chi dice dopo; sta di fatto che è stata posta sulla vecchia strada demaniale sulla quale passavano i pellegrini, i quali la percorrevano per avere la possibilità di dissetarsi presso la fonte e per chiedere la grazia della vista. I pellegrini si accampavano per qualche giorno per pregare e poi riprendere il cammino verso le loro mète. Sotto la celletta esiste una grande vasca con due pietre miliari ed in quella vasca la leggenda racconta che un ex garibaldino, nel 1910, mentre si sporgeva per chiedere un voto, cadde e annegò. Il corpo però non si riuscì mai a trovare. Le acque che dalla fonte sgorgano nella
La Celletta di santa Lucia Angelo Cucchiarini, uno degli organizzatori delle festa. Fu sua l'idea di restaurarla alcuni anni fa
vasca poi scendono fino ad entrare nei lavatoi posti nella vicina via Della Fontana. La giovane Lucia si era avvicinata alla fede a seguito di un fatto per Lei straordinario: sua madre, ammalata da tempo, durante un pellegrinaggio alla chie-
sa di Santa Agata a Venezia, guarì per la volontà di Lucia alla quale le era stato rivelato che non doveva chiedere l’intercessione di alcun santo ma lei stessa poteva aiutarla: le erano state date le facoltà dal cielo. La rivelazione che sconvolse la vita le
era stata fatta durante un sogno mentre era in preghiera. Le spoglie di Santa Lucia sono conservate in un’urna nella chiesa di Sant'Agata, a Venezia. La festa della cellettta, con addobbi intorno a tutto il prato, si tiene in giugno con la partecipazione di molta gente a cui, dopo una breve lettura di un brano del Vangelo, viene data la benedizione da don Germano, parroco di Gradara. Gli organizzatori volontari, guidati da Angelo Cucchiarini, alla fine del rito offrono un buffet ai presenti. Gian Franco Traina
do il lavoro i piatti e li metto in rete”. Grazie alla struttura, i clienti vengono emozionati con delle varianti. Ad esempio, ogni tanto il dessert viene servito sulla terrazza. Stesso discorso, ogni 10 giorni per gli aperitivi: sempre su questo spazio da cartolina reso magico dal promontorio di Gabicce Monte. Ogni tanto, gli ospiti invitano gli amici che alloggiano altrove a cena sulla terrazza. Per raccontare la bontà della cucina, basta pensare che l'ultimo chef, Gerardo, è con loro da 5 anni; chi lo aveva preceduto era stato loro collaboratore per 23, fino alla pensione. Per le sorelle Marisa e Alessandra i clienti sono tutti importan-
ti; negli anni sono passati molti nomi. Ricorda con affetto i prestigiosi intellettuali Oreste del Buono e Lietta Tornabuoni, Fruttero & Lucentini, la coppia di scrittori più bella del mondo. Sono stati ospiti del babbo bagnino, Francesco, Benito Mussolini e il conte Matarazzo negli anni Trenta. Marisa Della Biancia è impegnata anche nel sociale. E' la presidentessa dell'associazione culturale “Il Fortino”. “Se non si fa un sogno al giorno - riflette, sei già morto. Credo che sia giusto e doveroso fare volontariato per il proprio paese. Gabicce va amata. Mi rende triste assistere alla poca moralità e ad altre malattie morali degli italiani”.
Gennari, retrospettiva - Augusto Gennari - Viaggiatori di mare , è il titolo della mostra retrospettiva dell'artista scomparso nel 2013.Inaugurata il 4 agosto, la mostra rimarrà aperta fino al 4 settembre. Aperta dal giovedì alla domenica dalle 20 alle 23. Il luogo è quello suggestivo della sala del Mississippi di Gabicce Mare. “Gennari ha metabolizzato luoghi, persone, eventi casuali che, percepiti ed elaborati con sensibilità, hanno contribuito a definire la propria linea interpretativa all'interno del flusso della vita. E tra i luoghi prediletti tra le sue soste e le riprese dal vero c'è questo tratto di costa tra la falesia
Augusto Gennari (1943 - 2013) sabbiosa del promontorio di Gabicce e le spiagge gremite di turisti d'estate. Ne fanno fede anche alcune vedute degli anni '60 chiamate ‘le vallugole’”.
GRADARA - LA MOSTRA
Espone Luciano Crostella - I dipinti di Luciano Crostella in esposizione nella Bottega dell'Arte - Palazzo BCC Gradara - Via Mancini, Gradara. Dal 16 al 31 agosto Orario: tutti i giorni 10-12, 17-18,30, 21-24. Info: luoghi.art@gmail.com
Gradara
Aziende informano Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
- “Chi mangia bene, vive meglio”. “In un ambiente semplicemente bello, il cliente deve avere qualcosa da raccontare quando va via”. E' la filosofia con la quale fa ristorazione la nuova gestione del “Riviera Wellness Restaurant”, il ristorante del “Riviera Golf” a San Giovanni in Marignano. E' aperto ai soci e agli amanti della cucina ben fatta. Se il buon vino si fa in vigna, la buona cucina si
Due menù. Il primo si chiama “Wellness” ed è rivolto a chi necessita di una cucina leggera non meno che gustosa. Il secondo, “Dolce Vita”, è puro piacere e cultura delle prelibatezze della tavola fa con gli ingredienti di qualità. Ad esempio, non si serve il pesce d'allevamento, ma solo il pescato di giornata e prodotti, di terra e di mare, a chilometro zero. E' il luogo dove si cerca di fare cultura del territorio attraverso l'eno-gastronomia e l'ospitalità. Il poeta Tonino Guerra affermava che la cultura non è fatto solo di monumenti e paesaggi ma anche dalle tradizioni culinarie. Tradizioni più che riviste, impreziosite da uno staff composto da chef, nutrizionisti ed esperti di alimentazione sportiva. Insieme, con passione,
Agosto 2016
45
A San Giovanni in Marignano. A tavola una cucina piena, leggera e vera. Di terra e di mare
Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
La nuova gestione ha creato un format culturale prima ancora che eno-gastronomico con l'ambizione di essere esportato fuori dal Riminese
Il ristorante con piscina
Wellness Restaurant, al Riviera Golf la cultura della terra, tradizione, tipicità e non solo...
La sala conferenze
In tavola solo il pescato del giorno. Puntato al chilometro zero. Quel tagliere dai sapori antichi. Spaghetto Turanico, un grano antico, il coniglio
Uno dei piatti
propongono due menù. Il primo si chiama “Wellness” ed è rivolto a chi necessita di una cucina leggera non meno che gustosa. Il secondo, “Dolce Vita”, è puro piacere e cultura delle prelibatez-
ze della tavola. Tutto avviene nel rispetto della stagionalità e con una ricerca oltre che negli ingredienti di oggi anche in quelli del passato. Un esempio è lo Spaghetto Turanico. E' fatto con un grano antico e re-
sistente. Ti alzi sazio con la leggerezza di non aver mangiato. E che cosa dire della ricciola affumicata agli aghi di pino? E la tagliatella al mattarello alle doppie more: la carne di maiale di mora romagnola e del nobile frutto
dei rovi. Altre pennellate eccellenti di queste terre: il coniglio (da assaggiare), il tortino di cioccolato (una delizia), formaggi del Buon Pastore (sapori antichi), tagliere di salumi dell'azienda Zavoli
(profumi dei nonni). Il menù è particolare. Vicino ad ogni piatto viene raccontata una storia: le origini, i valori nutrizionali e quelli del benessere. Tutta quanto sopra, ricerca e cultura, è stata codificata in un format denominato “Wellness restaurant”. E registrato. L'idea è cercare di aprire altri locali in franchising fuori dalla provincia. Insomma, è una Rimini che elabora idee che riannodano l'intelligenza dei luoghi e che vuole creare economia e ricchezza. Come diceva il romanziere russo Tolstoj: “Chi sa raccontare il proprio paese, parla al mondo”. “Wellness Restaurant” nasce dall’idea imprenditoriale dei suoi fondatori da sempre abituati a viaggiare. Dice Paolo: “Costretti dai continui spostamenti a mangiare al ristorante più spesso di quanto avremmo desiderato, negli anni siamo arrivati a distinguere le proposte esistenti in due diverse categorie. Da una parte, ci sono i ristoranti dove ‘si mangia sano’, che raggruppano le varie proposte vegane, vegetariane e bio, che offrono cibo leggero e facilmente digeribile, ma lasciano poco spazio al gusto.; Dall’altra i ristoranti tipici, i fast food e le classiche trattorie che offrono cibo dal sapore appagante ma decisamente complesso da digerire e poco indicato per chi vuole mantenersi in forma sia fisicamente che mentalmente. “Riviera Wellness Restaurant” è l’unico ristorante che propone un menù progettato per essere allo stesso tempo di estremo gusto e realmente funzionale allo star bene”. Per raggiungere l’obiettivo, un team di professionisti
46
Agosto 2016
SAN GIOVANNI
In un anno oltre cento, un numero che racconta del dinamismo delle associazioni
Agosto, un mese di eventi per ogni gusto
LA STORIA Respicio Olmeda in Bilancioni
COMUNITA'
- Un evento ogni tre giorni; oltre cento nell'arco dei 12 mesi. Questo è San Giovanni, uno dei borghi più attraenti del Riminese. Dietro c'è un progetto decennale. Dimostrano, le feste, la grande sinergia tra l'amministarzione comunale, le realtà marignanesi ed il dinamico impegno dell’associazionismo, portavoce di eventi intelligenti, frizzanti e di qualità. Si conferma sempre più come un borgo vivo tutto l’anno e ricco di proposte inedite e adatte a tutti! Agosto è infarcito di un cartellone per bambini, concerti per adulti, cene-degustazione e notti sotto le stelle. Si parte con la Pro Loco che, in collaborazione con altre realtà marignanesi propone “E… State sotto la Luna”; ogni giovedì e venerdì a partire dalle ore 21 in Piazza Silvagni. Ogni giove-
San Giovanni. Il 9 agosto di quest'anno cade il 150° anniversario della battaglia garibaldina di Bezzecca e del famoso telegramma “Obbedisco” di Giuseppe Garibaldi. Per l'occasione il "Museo
Piazza Silvagni durante un evento
dì, dal 21 luglio, serata bambini con mercatino e animazione: letture, spettacoli, laboratori. Prossima data: il 25 agosto. Ogni venerdì invece rassegna musicale con i concerti live di giovani band marignanesi e non solo! Il 26 agosto, cena Circolo Arci con musica. Si continua poi con l’ormai tradizionale Cena sotto le Stelle a cura del Comitato Frazione Pianventena, in programma domenica 7 agosto con menu di
pesce e risate con il comico Agostino. Grande ed imperdibile appuntamento con la musica è la sesta edizione del Festival della Musica d’Autore italiana. Quest’anno l’evento sarà eccezionalmente ad ingresso libero e si svolgerà il 6 e 7 agosto al parco Isola di Brescia, dove nella chiesolina si può visitare uno dei maggiori musei d'arte sacra della seconda metà dell'800 della Romagna. Sabato 6 agosto, con
le “Orme” in concerto alle ore 21.30 e si conclude alla grande domenica 7 agosto alle 21.30 con Chicago Tribute Anthology. In funzione stand gastronomici Grande appuntamento poi con le stelle: l’Associazione Avventure in Natura invita tutti giovedì 11 agosto per una serata a caccia di stelle cadenti. Ritrovo alla casina zona Asmara (via Santa Lucia) dalle ore 22. Per maggiori informazioni: Ufficio Eventi 0541.828165
“Obbedisco”, la parola che ha cambiato la storia d'Italia è un po' marignanese - “Obbedisco”, una delle parole che hanno fatto la storia d'Italia è un po' marignanese. Venne pronunciata il 9 agosto di 150 anni fa da Giuseppe Garibaldi nel telegramma che spedì al generale dei Savoia Alfonso Lamarmora. L'eroe dei due mondi la dettò al suo telegrafista, Respicio Olmeda in Bilancioni. Il volontario garibaldino era di
Garibaldino e della Grande Guerra" di Bezzecca nel comune di Ledro (Trento) ha fatto una manifestazione dedicata all'evento chiamata "Bezzecca15Obbedisco" per ricordare l'importante fatto storico. Olmeda è ricordato con una lapide apposta sulla facciata della casa nativa di San Giovanni in piazza Silvagni.
SAN GIOVANNI
Agosto 2016
47
La famiglia Magnanelli lo gestisce da 60 anni Il covo di generazioni di marignanesi CULTURA
La Pro Loco semina libri
‘Turismo’: stessa famiglia, stesso bar COMUNITA' di Matteo Marini
Il Massari uno dei teatri più belli della provincia
Questa scaffalatura si trova sotto il bel portico dell'ex palazzo comunale con affaccio su piazza Silvagni
- “Seminar libri...”. E' una delle molteplici belle e semplici idee della Pro Loco di San Giovanni, al centro di una caterva di attività: dalla gestione del Museo della civiltà contadina nella cornice del raffinato Palazzo Corbucci, alle cene ed altro ancora. Sulla scaffalatura si legge: “Qua puoi trovare libri per adulti o bambini, saggi, romanzi... che la biblioteca ha deciso disponibili. E' infatti possibile prendere, leggere, scambiare, tenere i riportare libri da questo scaffale e da tutti gli scaffali di Seminar libri presenti sul territorio (...). Ma anche di lasciar qua dei libri che altri vorranno leggere”. E' una piccola cosa di grande civiltà.
- Il bar Turismo di San Giovanni spegne 60 candeline e a festeggiare, come dieci anni fa quando ha passato il giro di boa del mezzo secolo, c’era la famiglia Magnanelli al completo. Sì perché a parte una brevissima parentesi, l’ormai storico locale su via Roma è sempre stato gestito dai Magnanelli, dall’apertura in quel lontano maggio del 1956. In quei due lotti di terra, proprio accanto al campo da pallone, Giuseppe Magnanelli, imprenditore edile, edificò quello che sarebbe diventato uno dei punti di ritrovo più frequentati del paese, e le case per la sua famiglia, ai piani superiori. Ad acquisire la licenza e ad aprire i battenti del bar fu il figlio, Piergiorgio: “Era la sua vita – racconta la figlia Roberta, che ora lo gestisce assieme a Elisa – quando aprì aveva appena 20 anni”. Per lui era come una seconda casa: “Si fermava fino a tardi, la domenica, a fare i conti e guardare 90esimo minuto”. Fino al 1980 le famiglie dei due fratelli lo hanno gestito insieme: Piergiorgio assieme alla moglie, Annamaria Leardini e al fratello Gianni con la moglie Italia (che continuerà a lavorarci fino all’inizio degli anni 2000). Poi nella conduzione si sono mano a mano affiancati Massimo Luppoli e Giampietro Pensalfini (i mariti di Elisa e Roberta) e la figlia Giulia.
I Magnanelli, storici gestori. Da sinistra: Giampietro Pensalfini, Roberta Magnanelli, Annamaria Leardini, Giulia Pensalfini, Elisa Magnanelli e Massimo Luppoli (“quello bello”) Nel corso di sei decenni sono stati decine i marignanesi che si sono avvicendati per lavorare come baristi e camerieri dietro al bancone del Turismo (o “da Magnanèl” come si usa dire tra i frequentatori), accanto ai primi gestori e poi, con gli anni, ai figli e ai nipoti di Piergiorgio. All’inizio, oltre all’attività di semplice bar, il Turismo lavorava molto con rinfreschi per cerimonie e matrimoni. Poi, soprattutto negli anni ’80, il boom turistico è arrivato fino a qui, portando soprattutto i tedeschi che vi facevano prima di andare in visita nell’entroterra o al ritorno verso la Riviera.
Ma come ogni bar romagnolo che si rispetti, la sua vita è da sempre legata al gioco, quelli da tavolo, briscole e tressette o la tombola. E poi, sopra tutti, il calcio. Complice la vicinanza del “campo Vecchio” (ora sostituito dai condomini) ogni domenica l’attività era febbrile e le grida si levavano alte: “Durante l’intervallo preparavamo il te per i giocatori – ricorda ancora Roberta Magnanelli – e alla fine il bar si riempiva per vedere l’unica partita in differita della serie A che trasmetteva la Rai e 90esimo minuto”. Anche se il mitico rettangolo polveroso dove si sono sbucciate le ginocchia di generazioni di mari-
gnanesi non c’è più, il Turismo continua ad accogliere i tifosi di ogni squadra per turni di campionato, anticipi, posticipi, coppe e preliminari di Champions. Con un cuore che, da granata che era all’inizio, è diventato di solida fede bianconera: “Pensa – conclude Roberta – mio padre e mio zio tifavano Torino, ora invece è diventato un bar juventino”. Piergiorgio se ne è andato nel 1993. La sua creatura, dopo una breve parentesi, è tornata di nuovo nelle mani della solida e allegra conduzione della famiglia Magnanelli. Perché “squadra che vince non si cambia”.
(Foto Giuseppe Bucci)
2. Fiume Conca, i gruccioni ne sono i re - Giuseppe Bucci, macchina fotografica a tracolla, esce di casa attorno alle quattro del mattino, quando è ancora buio, altrimenti l'intelligenza, voglia e istinto di sopravvivenza della bellissima fauna che arricchisce la Valconca (e sorprende coloro i quali lo ignorano) non si farebbe fotografare neppure ad una distanza di 30 metri. Giunto nel suo posto, crea un “capanno” angusto, appena lo spazio di una persona e si apposta su una seduta di fortuna; spesso basta una pietra. Ci resta un paio d'ore; le gambe diventano di legno. Un amico morcianese di avventura riesce a soffrire anche per 4-5 ore. Ha sempre la speranza che gli amati animali, soprattutto uccelli, possano avvicinarsi il più possibile. Per poter fotografare il martin pescatore ha fatto 6-7 appostamenti. Le istantanee vengono scattate tra i due ed i tre metri. La foto in alto è stata scattata a San Giovanni in un generoso tratto di fiume. La natura (il poeta) è una fiaba infinita di un amore interminabile, parafrasando la poetessa Alda Merini. Lì c'è una colonia di un centinaio di crocioni che nidificano nel tufo a picco sul corso d'acqua.
MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836
Menù all'italiana - Dante Semprini ha un nome impegnativo ed ha qualcosa di fatidico. Ha 82 anni; da sempre scrive poesie. Ne pubblichiamo una a lui particolarmente cara.
Quadretti o quadrettini passatelli e tagliolini riso o risotto o zuppa di pancotto. Nelle Marche si usa fare una pasta chiamata millefoglie che di mangiarla ti fa venire le mille voglie. Mangiare genuino qualche volta un buon brodino di cappone o di tacchino, pasta gratuggiata, penne all'arrabbiata. Pappardelle o buconotti con i ceci ma ben cotti Gnocchi oppur ravioli minestrone o pasta e fagioli. Quei benedetti fagioli che una volta si mangiavano per povertà mentre oggi sono così ricercati anche dai figli di papà. I fagioli fanno bene anche se provocono scariche di rumore certo se ne mangiamo troppi, dovremo indossare il catalizzatore.
49
Richiesta durante l'incontro con il presidente della Regione Bonaccini lo scorso maggio
ANGOLO DELLA POESIA
Noi italiani non cuciniamo solo i tradizionali spaghetti ma anche tortelli, tortellini e cappelletti, lasagne e cannelloni tagliatelle o maccheroni
Agosto 2016
Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836
“Sanità in Valconca, istituire un puntodi primo soccorso” Palazzo comunale
- Hossein Fayaz come coordinatore del Comitato per la difesa dei diritti del cittadino chiede scrive alla Regione Emilia Romagna e cheide di istituire a Morciano un punto di Primo socccorso pubblico sanitario.
- “Nella Regione Emilia Romagna, in questi ultimi decenni, la presenza della sanità privata è enormemente cresciuta. I cittadini chiedono il potenziamento delle strutture pubbliche e delle Case della Salute. A Morciano ne è già operativa una da tre anni, però, a fronte dei casi di necessità dei circa 31.000 abitanti della Valconca nei giorni feriali e soprattutto in quelli festivi, è priva del servizio essenziale attrezzato per lo meno con gli apparecchi di elettrocardiogramma ed ecografia in “guardia medica” nella sede o di visita medica nelle abitazioni. I cittadini che sono immobilizzati a letto, chiamando il servizio notturno e festivo di “guardia medica” o recandosi direttamente alla Casa della
Salute di Morciano, vengono visitati da un medico generico senza la strumentazione che serve per una diagnosi efficace. Implicazioni di questa situazione, sono frequenti errate diagnosi e conseguente lunga degenza di sfortunati cittadini, a casa o negli ospedali. I cittadini che chiamano il “Servizio Ambulanza di 118” o si recano nei “Pronto Soccorso” di Riccione o Cattolica, vanno spesso incontro a una lunga attesa nella sala di accettazione e nei corridoi del “Pronto Soccorso”, prima di essere visitati da un medico attrezzato e, salvo rari casi, sono poi rispediti a casa. Durante l’assemblea pub-
blica “Sanità in Valconca, prospettive per il futuro”, dello scorso 24 maggio, il Direttore Generale dell’AUSL Romagna Marcello Tonini ha liquidato la richiesta sensata della Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle e Vice Presidente della Commissione Sanità Raffaella Sensoli “di istituire un Punto di Primo Soccorso Pubblico Sanitario in Valconca” con un secco no, mentre il Presidente Bonaccini ha replicato: “Parliamone in Regione”. I cittadini residenti in Valconca attendono il risultato delle decisioni dell’Amministrazione Regionale al riguardo. Il servizio Pronto Soccor-
so in Valconca corrisponde a un’esigenza sentita dai cittadini. Se l’AUSL Romagna non ritiene fattibile la sua attivazione all’interno della Casa della Salute di Morciano, che pure ha gli spazi necessari, visto il rilevante volume di attività che ogni anno l’AUSL Romagna commissiona alla Casa di Cura Montanari e considerando la capacità operativa (personale e struttura) di questa realtà sanitaria locale, l’Amministrazione Regionale potrebbe intavolare una trattativa con gli azionisti per la realizzazione, al suo interno, di un Punto di Primo Soccorso Pubblico Sanitario di vallata che, oltretutto, gestendo i casi meno gravi, potrebbe alleggerire la pressione sull’ospedale di Riccione. Comunque, indipendentemente da chi produce il servizio, la questione fondamentale è l’efficace assolvimento della funzione pubblica di indirizzo e controllo.
MORCIANO
Agosto 2016
51
MORCIANO DI ROMAGNA
Diomede Forlani è stato l'urbanista della città modera Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica) ALLEGRO MA NON TROPPO
Foro Boario Ammiraglio Bigi e... -
Il compianto Luigi Ghigi, dell'omonima pasticceria, morcianese di rilievo, raccomanda il figlio Tommaso che doveva partire militare all'ammiraglio Luciano Bigi (1898 - 1988), allora consigliere militare del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Uno degli uomini più influenti del Belpaese, il militare, nonché parente di Luigi, gli risponde: “Mi puoi chiedere tutto, ma non questo”. L'ammiraglio è stata una delle figure più importanti espresse dal Riminese. Era legatissimo al suo paese al quale ha lasciato: denari, la collezione di francobolli, il suo studiolo (sarebbe bello se i mobili venissero portati nell'ufficio del sindaco), le sue spade, i quadri con i castelli malatestiani. Morciano gli ha intitolato il Parco sulla collina.
Luciano Bigi (a sinistra) con lo scià di Persia
ARTE
I segnali della vita - Per la maggior parte, le persone vi racconteranno tutto quello che avete bisogno di sapere sul loro conto, senza che dobbiate nemmeno chiedere … se solo presterete sufficiente attenzione al modo in cui usano il corpo, la voce e al tipo di linguaggio che utilizzano, prendendolo alla lettera. Un magnifico esempio di persone abilissime nel leggere gli altri sono i giocatori di poker professionisti. Prestano attenzione a quei gesti impercettibili che fanno i loro avversari e che indicano se hanno una buona mano oppure no. Chiamiamoli “segnali”. Anche nella vita quotidiana ci sono dei “segnali” in grado di fornirvi alcuni indizi in merito a quello che sta accadendo nella testa di una persona. Spesso quello che accade là dentro è estremamente stupido. Quando si pensa al genere umano e ai progressi raggiunti nel corso dei millenni in cui abbiamo popolato questo pianeta, è davvero spassoso pensare al fatto che, talvolta, riusciamo a formulare dei pensieri tanto ridicoli. A quanto sembra, a un certo punto c’è stato un botto e poi acqua e alberi. Poi dei grandi orsi e mostri enormi, e infine noi. Il genere umano. Si suppone che l’uomo sia il più intelligente di tutti gli animali. Siamo arrivati noi e alla fine abbiamo portato la “civiltà”. Noi sì che capiamo il mondo, non come gli altri animali. Noi lavoriamo, mentre i nostri cani stanno a casa, in pantofole, a poltrire tutto il giorno. Gli uccelli
esistono senza doversi deprimere e persino i pipistrelli riescono a dormire per la maggior parte dell’anno. E così, eccoci qua: la specie intelligente. Fantastico, assolutamente fantastico! Noi siamo diversi dagli altri animali, anche i più intelligenti, grazie al vantaggio datoci dal nostro “cervello”. Abbiamo un cervello che ci consente di pensare in astratto e di fare progetti. Siamo capaci di formulare pensieri in merito al pensare. Avete mai visto una formica che va in terapia? Mai conosciuto un cane con problemi di stress? Mai sentito parlare di un gatto con problemi di bassa autostima? Dico sul serio, vi è mai capitato? Va bene, a meno che non siate il dottor Doolittle, ritengo che la risposta sia no. Ora, partendo dal presupposto che la mia risposta sia valida, chiediamoci il perché. Io credo di saperlo. Ci sono tre principali motivi per cui gli animali non soffrono, come noi, di problemi di natura psicologica. Per la maggior parte, gli animali non fanno mai test psicologici e non sanno dell’esistenza dei suddetti problemi. Per la maggior parte, gli animali non pensano a sé o ai propri problemi in continuazione, si limitano a vivere la vita. Per la maggior parte, gli animali imparano dai propri errori, prima o poi… e fanno qualcos’altro. Ehi, è solo una teoria, ma ho la sensazione che contenga un fondo di verità. Cuccumeo
Il reticolo ortogonale di Morciano è opera di Diomede Forlani
- Diomede Forlani nasce il 19 marzo 1846 a San Marino dove la famiglia si era recata per pochi mesi. Egli trascorre l'infanzia a Morciano e più tardi, per proseguire gli studi, si trasferisce con la madre a Forlì dove consegue il diploma di perito agrimensore. Allevato e cresciuto nel clima ardente del Risorgimento, si arruola volontario nella terza guerra d'indipendenza, partecipando con valore alla sanguinosa battaglia di Bezzecca dl 1866 dove le truppe di Garibaldi riescono, con molte perdite, a ricacciare gli austriaci. Ritornato a Morciano, assume il posto di Geometra del Comune ed a tale attività dedica il suo entu-
banda musicale si unì per lungo tratto al mesto corteo. Lungo il percorso, centinaia di agricoltori, di contadini, di operai, che avevano conosciuto in vita Diomede Forlani, scesero dalle colline, assiepandosi lungo la strada per rendere l'ultimo omaggio all'uomo che per loro era stato un amico ed un consigliere disinteressato. Il feretro giunge a Montefiore, atteso da tutta la cittadinanza e dal
L'uomo che inventò Morciano UOMINI siasmo e la sua intelligenza. E' gentile e buono con tutti, specie con i più umili; non rifiuta ad alcuno il suo aiuto ed il suo consiglio; quando in alcune famiglie sorgono divergenze per divisioni di piccole e grandi eredità, viene chiamato Diomede Forlani ed egli porta la sua parola di saggezza, raccomanda pazienza e buon senso, cercando sempre di eliminare quegli egoismi ed incomprensioni che molto spesso avvelenano l'esistenza degli uomini. Frequentando i paesi vicini, si convince che Morciano può e deve essere il centro naturale di attrazione della valle del Conca: ma il paese ha bisogno di spazio, di vita, di strade. Nasce così nella sua mente moderna il piano regolatore di Morciano, un progetto che sarebbe ardito persino ai nostri giorni. Ottanta anni fa, quando le strade servivano solo al passaggio di qualche lento carro di buoi, ideare un pro-
getto così grandioso e così “illuminato”, significava mettersi contro l'opinione pubblica, perché non tutte le menti dell'epoca erano all'altezza di comprendere un disegno totalmente proiettato nel futuro. Per fortuna, dopo infinite discussioni, contrasti e pareri discordi, il progetto viene approvato. Diomede Forlani non dimentica nulla: disegna, oltre le strade, anche lo stadio, i giardini, la stazione ferroviaria, l'ampliamento del cimitero, una fontana in piazza Risorgimento (che ancora l'aspetta) ed i portici in via XXV luglio (che non sono stati costruiti e non lo saranno mai più). Purtroppo la vita di Forlani è breve; se fosse vissuto ancora più a lungo, probabilmente il nostro paese e noi tutti avremmo beneficiato di altre idee che potevano scaturire dal suo pensiero chiaroveggente. Muore infatti ad Auditore (Pesaro) il 27 novembre 1902 a soli 56
anni. Sua figlia, la signora Ede, con gli occhi lucidi di pianto per le dolorose reminiscenze, ci dice che suo padre è morto d'angina pectoris perché fumava troppo: “Io gli nascondevo la pipa” singhiozza “ma mio padre era più bravo di me e la trovava sempre”. I giornali di quei tempi riportarono con ampi particolari i funerali dell'uomo che era amato e stimato da tutti. La morte improvvisa produsse la più viva costernazione in quanti lo conobbero ed i suoi funerali riuscirono un solenne plebiscito di onore che tutta la Romagna tributò all'uomo integerrimo, scomparso dopo una vita esemplare vissuta per la sua fede e per il suo paese. Il trasporto funebre partì da Auditore accompagnato da tutte le rappresentanze dei comuni vicini e da decine di bandiere: a Tavoleto la
corpo bandistico, mentre nell'aria si innalzavano le note gravi della marcia funebre. A Morciano il corteo funebre diventò una processione imponente che attraversò il paese in mezzo al lutto generale di due ali di folla piangente. Abbiamo voluto ricordare i funerali di Diomede Forlani perché anche i giovani sappiano gli onori e gli affetti che accompagnarono il nostro concittadino; egli è stato uno dei nostri nonni: il primo nonno che vide Morciano con gli occhi del futuro e la vide grande, operosa, vitale. Alla signora Ede Forlani, figlia del generoso morcianese, vada tutto il nostro affetto ed il nostro augurio più fervido. Sia certa, cara signora Ede, che la memoria di Suo padre sarà sempre viva in noi per darci quel coraggio, quella fede, quella generosità di cui abbiamo bisogno per operare bene nella vita e di ci Suo padre ci fu grande maestro.
Big del pattinaggio a Morciano CULTURA
- Big italiani del pattinaggi a Morciano. Per la prima volta da tanti anni il padiglione fieristico di Morciano si è animato. Li ha ospitati la Roller Morciano; gli atleti stanno preparando i prossimi campionati assoluti. Sotto la guida di Sara Locandro e di Andrea Aracu stanno perfezionando la loro preparazione Debora Sbei, campionessa del mondo senior femminile in carica, Andrea Girotto (campione del mondo senior maschile in carica), gli atleti azzurri Annalisa Graziosi e Marco Giustino; presenti anche le atlete di casa Michela Troiani e Alessia Barbatosta, azzurre di singolo e coppia artistico
Gli stagisti
(Alessia) anche loro. Una bella iniziativa che ha riportato l’impianto di Morciano ( la cui ampiezza è stata delimitata a metri 25 per 50 metri, la stessa dove si svolgeranno i campionati italiani assoluti) ai fasti di un
tempo grazie anche alla collaborazione dell'amministrazione comunale di Morciano e del suo sindaco Claudio Battazza La Valconca vanta anche tra gli impianti la tensostruttura di Sant'Andrea in Casa-
le sempre utilizzata per il pattinaggio a rotelle grazie alla grande collaborazione con l’amministrazione comunale di San Clemente e del suo sindaco la dottoressa Mirna Cecchini”. Marzio Bondi
MORCIANO
Agosto 2016
53
Origini siciliane, è stato il primo in Italia a sostituire le vecchie con una tecnica innovativa svizzera
- “Con qualsiasi mestiere la fame arriva davanti alla porta ma non entra mai”. Orazio Conti, re delle vasche da bagno, sentì questa breve massima di saggezza popolare quando aveva 10 anni da Francesco Orefice, il vecchio calzolaio del suo paese, Nissoria (provincia di Enna). Ama ripetere il detto e ne ha fatto la bandiera della sua esistenza. Lo condisce con altre due riflessioni: “Mi sono trovato fortunato ed ho avuto lo sbuzzo”. Sessantino, direbbe il suo corregionale raffinato e disincantato letterato Andrea Camilleri, sposato, cinque figli e già sette nipotini, Orazio Conti è stato tra i primi in Italia a sostituire la vasca da bagno al posto della vecchia con una tecnica chirurgica, senza neppure un'ombra di graffio, imparata in Svizzera nel 2002. In 10 anni di attività ha reso felici oltre duemila clienti. Il primo a Morciano a cambiare la vecchia vasca fu la famiglia Casadei, dell'omonima tipografia. Partì in un garage di 20 metri quadrati per arrivare in un magazzino di 400 metri quadrati. Il 2007 è un altro anno di svolta per la sua impresa. Inizia a trasformare la vasca in un box doccia. Oggi, si fanno più docce che vasche; sempre però senza lasciare segni. Imparare la tecnica della sostituzione della vasca fu il caso. Conti nel 2002 è a Milano per una fiera riservata agli idraulici, il suo mestiere. Incontra un signore italiano che ha l'attività
Orazio Conti, il signore delle vasche da bagno A Morciano dal 2003. Un vecchio artigiano gli diceva: “Chi impara un mestiere, lascia la miseria davanti la porta di casa”
in Svizzera e che vende la neoPERSONE nata tecnica; sostituisce la malandata vasca con una nuova senza danneggiare il bagno. Qualcosa di fantastico, insomma. Mente viva, Conti capisce che c'è del buono. Che c'è la possibilità di intraprendere una nuova attività. L'imprenditore gli chiede 5 milioni per un corso-lavoro in Svizzera. Conti accetta. Il 13 gennaio del 2003 è a Bellinzona (Ticino) per il corso. Trattativa fatta in lire, con il passaggio all'euro, la cifra lievita a 5mila euro. Ricorda Conti: “Gli dico che non li ho e gli propongo di scontarli col lavoro. Seguo per 2-3 settimane un suo dipendente. Si andava in tutta la Svizzera a cambiare vasche. L'esperienza più importante la faccio al Grand Hotel di Ginevra. Visto la mia abilità, mi attrezzano un furgone e da solo sostituisco un paio di vasche al giorno”. Conti torna a casa, a Pesaro, ed inizia l'avventura. Il primo
Orazio Conti con il figlio
coraggioso a fidarsi fu un signore anziano di Pesaro. Da allora, è stato un successo continuo. L'arrivo a Morciano della famiglia Conti è figlio del caso; stava cercando un appartamento a Pesaro e dintorni. Un amico, gli segnala quello di Morciano; siamo nel 2003. L'iter lavorativo di Orazio Conti è un intreccio della scuola di arte e mestieri e apparendistato in una bottega di fabbro-maniscalco, come si diceva, a
Nissoria. A 19 anni, si mette in proprio. Parte in 24 metri quadrati. Conti: “Nel paese mi dicevano che se volevo fare le ringhiere dovevo provvedere anche per l'impianto dell'acqua. Mi buttai; dentro di me ho sempre avuto la febbre dell'innovazione. Delle cose nuove. Della tecnologia che ti agevola nel lavoro e ti fa risparmiare tempo. In quel periodo arriva un industriale da Monza che apre una fonderia; collaboro come arti-
giano. Fu una piccola miniera d'oro. Abbino al ferro e all'idrualica, gli impianti termici. Il lavoro va di bene in meglio; ma non avevo orari. Nell'88, vinco l'appalto degli impianti termici comunali. Nell'86, lascio i tubi in metallo ed inizio ad usare il polipropilene. Sono il primo del mio paese; iniziano a chiamarmi solo per i tubi. Divento primo installatore della provincia di Enna per una delle maggiori aziende italiane del
settore”. Nel 1990, tira su un capannone; nel 1994, grazie alla metanizzzazione della sua cittadina, inizia un piccolo boom. Dura fino al 1998. Nello stesso anno, dopo aver visitato la Giacomini, azienda di rubinetti e dei primi riscaldamenti a pavimento. Torna a Nissoria entusiasta. Il primo lo installa nella chiesa; funziona ancora oggi. La svolta della sua vita è nel 2002; va a Milano per una fiera. Quando scende in treno fa tappa a Pesaro per salutare una zia. Conti: “Mi dice che a Pesaro c'è tanto lavoro per gli idrualici. Decido di trasferirmi. mia moglie che lavora in una scuola, fa domanda di trasferimento, che accolgono. Nei primi tempi, sempre come artigiano, a me piace l'indipendenza, lavoro con più imprese”. Poi l'incontro con l'installatore di vasche da bagno. Conti è il classico artigiano italiano: sa fare le cose, è attento al nuovo, inoltre sa comunicare. Gli piace la musica e scrivere. Nel 2009 si toglie una soddisfazione; dopo aver preso i contatti con l'allora sindaco di Morciano Giorgio Ciotti porta a Morciano per un concerto la banda del suo paese, Nissoria. Conti: “Fu un sogno veder suonare la banda del mio paese a Morciano”.
LO SPORT
Grassi, quanti successi - Uno dei protagonisti del biliardo è morcianese. Si chiama Stefano Grassi; dopo aver vinto la medaglia d'oro col bravissimo misanese Alberto Quieti del bar “Incontro” di Riccione, si è ripetuto vincendo una gara di prima e seconda categoria a coppie. Suo compagno il fortissimo Fabio Sensolini del bar “Acli” di Sant'Andrea in Casale. Alla fine, nella finalissima, persa, con onore, con la fortissima “Birra Paolino” di Misano Adriatico.
Fabio Sensolini e Stefano Grassi
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Morciano di Romagna La piccola Parigi
Culla di Umberto Boccioni e natali a Arnaldo Pomodoro
Città del Commercio
Speciale Morciano
Agosto 2016
57
Figlio di morcianesi, Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria. Pomodoro invece ha natali a Morciano Umberto Bocccioni
Milano li celebra con due mostre staffetta. Si tengono a Palazzo Reale
Fiorenzo Mancini con Arnaldo Pomodoro a Morciano in piazza Boccioni. Alle loro spalle “Colpo d'ala”, una delle maggiori opere di Pomodoro
FOCUS
- Morciano di Romagna è uno dei centri del Riminese. Fino a metà anni Ottanta era nota per almeno due ragioni: era uno dei cardini economici del territorio e per un sorprendente reticolo di strade ad angolo retto, da accampamento romano. Aveva, ed ha, marciapiedi larghi 4 metri (gli urbanisti potrebbero prenderli a modello). Da record. Questo perché agli inizi del 1900, Arnaldo Forlani, l'ideatore della Morciano nuova (allora era
L'elegante borgo di Morciano
Boccioni-Pomodoro, il 2016 è il loro anno
completamente concentrata in via Ronci) si ispirò a Torino, dove era stato a lavorare prima di far ritorno a casa. Torino si sipira a Parigi. Dunque, Morciano
una piccolissima Parigi. Aveva, Forlani, addirittura ipotizzato l'arrivo del treno da Cattolica-San Giovanni. Il piazzale della stazione doveva essere l'odierna piazza Risorgimento. Una comunità simile ha dato i natali a due pesi massimi dell'arte italiana: Umberto Boccioni e Arnaldo Pomodoro. Dei due artisti, ci sono alcune opere d'arte. Di uno dei padri del Futurismo, c'è “Bottiglia nello spazio”. Mentre di Pomodoro si ha Colpo d'ala in piazza Boccioni. Insomma, per gli appassionati d'arte contemporanea, la capitale della Valconca potrebbe essere una scoperta. Merita una visita. Visita completata dai negozi (un centinaio), da bar e osterie che strizzano l'occhio.
58
Agosto 2016
S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE
Ottaviani Vini, nell'aia la Romagna in tavola - Lo spirito della Romagna che fu nell'aia di Ottaviani Vini, a Sant'Andrea di San Clemente. Gli amici-clienti ospiti sono arrivati da Singapore, Germania, Austria, Tailandia, Brasile, Stati Uniti e da Bologna in giù. Alcuni osti mettono un cartiglio sui vetri che reca: “Chiuso per festa da Ottaviani Vini”. Da alcuni anni, i quattro cugini (figli di due sorelle) che hanno ereditato dal nonno Enio passione e romagnolità, segnano la loro estate con questo lungo pomeriggio che non ha ancora un nome ma che è diventato un piccolo classico. Lo scorso 18 luglio hanno messo in tavola cir-
ca 300 amici. Amici che propongono le loro etichette nei loro ristoranti e alberghi. Racconta Massimo, l'anima commerciale dell'azienda: “E' un momento per ringraziare i nostri clienti e se questa festa la facciamo è grazie a loro: vendono i nostri vini, ma soprattutto raccontano la nostra famiglia ed il nostro
Cimiteri? Facciamone uno solo C’è chi immagina un municipio unico, chi una grande scuola di vallata e chi come il consigliere Alfonso Scala immagina che i processi di riorganizzazione territoriale possano portare anche alla fusione dei camposanti. Il consigliere della lista civica San Clemente, che nell' ultima tornata elettorale si è candidato al comune di Rimini con Forza Italia, ha manifestato questa originale ed innovativa proposta nel corso dell’ultimo consiglio comunale del 25 luglio. Esprimendo il suo voto contrario alla delibera nella quale l’Amministrazione di San Clemente ha dato il via libera al progetto di ampliamento del cimitero di Sant’Andrea in Casale, il consigliere di minoranza Scala, rilevando in prima battuta la necessità di far partecipare i cittadini alle scelte che comportano per il comune l’apertura di un mutuo, ha poi fermamente dichiarato che, secondo lui, tre cimiteri a San Clemente sono troppi. Secondo Scala, un cimitero unico per i comuni che in futuro potrebbero essere interessati da un progetto di fusione (da tempo si parla appunto di Morciano, San Clemente e Gemmano) è cosa più che buona e giusta. Rimarcando la contrarietà del
Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Tre momenti della festa
TERRA
- L'anima vera dei luoghi forse è racchiusa nella quiete bellezza dei cimiteri. San Clemente ne ha tre e sono uno più bello dell'altro. E andrebbero, forse assolutamente, preservati e da tramandare alle future generazioni come testimoni.
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO
territorio”. Circondata da vigneti curati con affetto, dall'orto, impreziosita da vecchi torchi, balle di paglia col profumo del grano appena mietuto, l'aia è stato un pal-
coscenico colorato di sentimenti, cultura e profumi autentici. Della Romagna dei nostri nonni; perché possiamo andare lontanissimo solo se si è consapevoli di radici che giungono
da non meno lontano. Davide, uno dei quattro cugini, insieme al grande chef Luca Angelini, sulle allegre tavolate ha fatto degustare i sapori di una volta: maltagliati in brodo con vongole e ceci, pesce azzurro a volontà (sardoncini, sarde, moletti)... fritto misto. Il tutto annaffiato dai loro vini, compreso il Sangiovese messo in fresco. Massimo: “Una volta da noi il pesce azzurro veniva accompagnato con i rossi e noi vogliamo riproporre la tradizione e la tipicità delle nostre terre. Insomma, coniugare le nostre due cultu-
Banci, sanclementese in nazionale
L'elegante tempietto all'ingresso del cimitero di San Clemente suo voto al progetto di ampliamento, Scala ha dichiarato che sarebbe opportuno portare al vaglio dello studio di fattibilità della fusione dei comuni, anche l’opportunità di accorpare i cimiteri dei comuni interessati dal progetto di fusione. Scala propone quindi di portare al vaglio del comitato di studio per la riorganizzazione della funzione amministrativa anche il taglio dei cimiteri in eccesso, per poter così destinare le risorse pubbliche alla futura costituzione di una grande necropoli di vallata. Se si pensa alla futura razionalizzazione della macchina pubblica perché non procedere anche alla fusione dei campisanti? Per qualche politico di vallata la fusione dei comuni si tratterebbe di un vero e proprio matrimonio tra le amministrazioni comunali. In questa prospettiva, nulla osta immaginare che questo processo possa interessare anche i funerali.
re: un piede nelle vigne ed uno nell'Adriatico. In questa festa c'è il valore umano che è la risorsa più importante che abbiamo”. Un ospite: “Mi porto con me una sensazione unica: l'armonia incontrata nell'aia”. Le posate erano avvolte in un tovagliolo stretto da un nastro rosso appeso al quale pendeva un cartoncino con la scritta in inglese: “We make wine for friends” (Facciamo il vino per gli amici). E non era uno slogan. La festa si replica nel 2017.
- Andrea lo vedevi fin da piccolo che perdere non gli piaceva. Uno spirito fortemente competitivo, voglia di misurarsi con lo sport e soprattutto un sorriso speciale che il tempo non ha cambiato. Classe 1998, riminese di nascita ma
sanclementese da sempre, dal 2009 ha abbandonato calcio e pallavolo per abbracciare il Beach Tennis. Oggi ha incamerato un discreto palmarès di vittorie e piazzamenti in giro per tutt'Italia. Da otto anni partecipa ai campionati italiani e
il podio lo aveva accolto una volta sul secondo gradino e ben quattro sul terzo. Mancava quel gradino più alto di tutti, ma la lacuna è stata finalmente colmata. In coppia con il barese Giuseppe Attolino Andrea quest’anno ha vinto il
campionato italiano FIT under 18 mettendo in fila tutti. E com’è giusto che sia l’ottima annata sportiva di Andrea si completa con la convocazione sua e del suo compagno nella nazionale UNDER 18 che giocherà i Campionati Europei dal 9 all’ 11 settembre a Sozopol in Bulgaria. Complimenti e in bocca al lupo Banci Jumping , torna vincitore e mi raccomando: mantieni il tuo speciale sorriso! Claudio Casadei
S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Botta e riposta piccanti tra maggioranza e minoranze
Vacanze calde per la politica sanclemenetse: cimiteri e fusioni - Normalmente agosto è un mese di rilassamento totale per la politica locale. Quest’anno però qualche scaramuccia tra i sindaci locali e le minoranze Consigliari c’è scappata e non certo su argomenti di secondaria importanza. È garbatamente Polemico Alfonso Scala, capogruppo di “San Clemente Lista Civica” sull’ampliamento dei cimiteri programmato dalla Giunta Cecchini. “Un’amministrazione che antepone loculi cimiteriali, non urgenti né necessari, ai problemi reali e concreti dei cittadini”. Esordisce Scala in un volantino del suo gruppo e prosegue : “Nonostante l’attuale disponibilità complessiva delle nicchie in questione sia più che sufficiente a soddisfare le esigenze del prossimo futuro, quest’amministrazione ha scelto di finanziare, tramite l’ennesimo mutuo, lavori per un importo pari a 230.000 euro, oltre ai costi dei terreni da espropriare. Chissà, qualora i cittadini avessero avuto la possibilità di scegliere, se, di fronte alle criticità connesse agli altri servizi, avrebbero considerato quest’ampliamento la vera priorità del nostro comune”. Come minimo sgradevole è l’episodio che ha visto protagonisti la minoranza Cinque Stelle di San Clemente e i protagonisti di una riunione organizzata per iniziare (ma meglio sarebbe dire proseguire) la discussione sulla fusione fra i comuni di Gemmano, Morciano e San Clemente. In un comunicato denominato
Mirna Cecchini (sindaco), Fulvia Roselli-Sabrina Casamenti (M5S) e Alfonso Scala (lista civica)
Fusione a Freddo i Cinque Stelle riassumono l’accaduto tra ironia e preoccupazione. Sabrina Casamenti, correttamente convocata quale rappresentante delle minoranze (perché poi una sola minoranza? ndr) sanclementese dal sindaco Mirna Cecchini si è presentata all’incontro “per ascoltare e proporre a propria volta le linee guida e le priorità che sarebbero da analizzare nello studio di fattibilità della possibile fusione” ma gli viene negato l’ingresso all’incontro perché i sindaci di Gemmano e Morciano non avevano coinvolto le proprie
rispettive minoranze. Per i Cinque Stelle: “Un approccio inaccettabile che dimostra tutta l’arroganza delle persone che dovrebbero invece dimostrare trasparenza, collaborazione e ricerca di coesione rispetto ad un tema che condizionerà in modo importante la vita dei cittadini della Valconca”. Continua poi il comunicato: “Nel processo di fusione non ci deve essere chi vuole farla da padrone per garantirsi un feudo più grande ma al contrario massima apertura e senso civico nell’ascolto delle idee, proposte, critiche e perplessità poste da tutti... Quindi occorre un atteggiamento aperto e costruttivo. Di certo l’incontro preliminare a porte chiuse non fa ben pensare: per caso nelle segrete stanze si dovevano dare indirizzi ai tecnici per evidenziare qualcosa nel
futuro studio che influenzasse l’opinione futura dei cittadini che dovranno votare al referendum? Non è che i nostri amministratori ancora prima dello studio abbiano già deciso se spingere o affossare la fusione?”. Domande a cui chi viene da una tradizione di richiesta democratica in Italia e nel Mondo non mancherà di dare chiara risposta. Anche perché sono le domande che migliaia di cittadini non necessariamente inquadrati in forze politiche di sorta si fanno e si faranno sperando in coinvolgimenti reali e non in un paio di riunioni poco più che informali e prima del voto di un referendum la cui decisione cambierà per sempre la vita (speriamo in meglio) dei cittadini dei tre comuni. Dare un indirizzo e chi sta già studiando la fusione per conto di qualcuno senza avere mai interpellato gli abitanti dei tre comuni coinvolti (non basta l’alibi di un paio di riunioni), anche in forza dell’esperienza pregressa nelle “grandi decisioni” prese e dei risultati ottenuti da certa politica o da certi politici, non lascia tranquilli. C’è tempo per rimediare e per discutere. Coinvolgere i cittadini resta l’unico modo per una loro futura scelta consapevole e non di contrapposizione emotiva, riconoscimento ad una politica autorevole e non autoritaria. È un invito su cui riflettere da subito o le conseguenze potrebbero essere risultati contrari a quelli desiderati e dati per certi. Torino insegna!
Claudio Casadei
GEMMANO
Nozze, Gemmano più fascino di Riccione? Domenico, Riziero Santi e Maria
Centro Del Bianco
- Il luogo del fatidico sì è più affascinante sul balcone della Valconca o sulla spiaggia di Riccione? Insomma, il
sindaco Riziero Santi che cerca di sottrarre i clienti alla collega Renata Tosi. La piacevole competizione l'ha lancia-
ta il primo cittadino di Gemmano; ironia della sorte Santi è originario della collina ma trasferitosi adolescente con la
famiglia sul mare riccionese. La maestosità e grandezza della collina che si prende la rivincita sul fascino del “nastro lungo e blu”. Oltre alla bellezza dominante di Gemmano, il giorno più bello si può celebrare anche nella grotta di Onferno, dove vivono migliaia di pipistrelli. Silvano, appassionato di auto e moto d'epoca, uno degli invitati al matrimonio di Domenico e Maria, afferma: “Gemmano mi ha affascinato; è talmente bella che sarebbe il posto ideale per fare un raduno delle 500”. Celebrato il matrimonio in Comune, la piazza è il teatro naturale per il buffet ed i festeggiamenti. All'orizzonte un panorama da raccontare al mondo.
Agosto 2016
59
Accademia Valconca, sport e spettacolo - L’estate si sa porta con sé cieli stellati e serate speciali. Quest’anno non poteva mancare un Ring sotto il cielo dell’ultimo brandello della nostra Romagna. Così l’Accademia Pugilistica Valconca ed i Ricoboysandgirls si sono impegnati nell’ organizzazione de “La Boxe Nella Rocca” tenutasi sabato 30 luglio a Mondaino in Piazza Maggiore. La manifestazione è stata organizzata grazie all’impegno della locale amministrazione comunale ed in particolare del consigliere Mauro Pintus, della associazione sammarinese Musamelica presenziata da Fabio Chiaruzzi, e per la gestione sportiva del team dell’Accademia Pugilistica Valconca ASD capitanata dal Maestro Rico Maestri. Serata iniziata con la serie Cuccioli della Accademia Pugilistica Valconca seguiti nel corso dell’ anno dal tecnico Sebastiano Manca che ha inanellato durante l’anno partecipazioni ai campionati regionali e nazionali. Poi dimostrazioni della tecnica pugilistica di Gim Boxe coi tecnici Beppe Volpe e Davide Ceccaroni. E infine Il Ring con i Pugili dell’Accademia Pugilistica Valconca che hanno ottenuto risultati e vittorie importanti. In particolare Popica Bogdan (APV) Serie élite Kg 69 ha vinto ai Punti contro Gistani Giovanni (Quero-Chiloiro), l’atteso ritorno di Guillaume Stolfi (APV), Serie élite Kg 91 Vince per KO alla seconda ripresa contro Angiulli Giovanni (APV), Harpula Tomas (APV) Serie Senior Kg 75 aggiudicatosi l’incontro alla seconda ripresa controVillani Salvatore(Quero-Chiloiro) per ferita; Morulli Lorenzo (APV) Serie Youth Kg 64 Vince per intervento medico alla prima ripresa contro
Tassiello Armando (QueroChiloiro); Ivana Balducci (APV) Serie élite Kg 54 pareggia l’incontro con Caterina Matarrese (Quero-Chiloiro), mentre Matteo D’Angeli (APV) Serie Senior Kg 75 Vince ai punti contro Giuliano Galleone (Quero-Chiloiro) nel combattuto incontro giudicato e premiato come il migliore di tutta la seduta. Matteo Pala (APV) Serie Senior Kg 69 viene sconfitto per ferita alla seconda ripresa da Vincenzo Maggio(Quero-Chiloiro); Grace Rigoni (Team Musella) Serie Junior Kg 60 vince per intervento medico alla seconda ripresa l’incontro con Greta Fantini (Boxing Club Medicina). In conclusione un’altra bella serata di boxe per gli amanti di questa sempre nobile arte, un antipasto per le Olimpiadi di Rio e chissà che un giorno anche qualche ragazzo che ha calpestato questi nostri ring non riesca a combattere sotto i cinque cerchi della bandiera olimpica. Per adesso non c’è che da ringraziare per il lavoro fatto l’Accademia Pugilistica Valconca, il Maestro Rico Maestri ed il Presidente Dott. Alberto Tasini. Appuntamento a presto, naturalmente! Claudio Casadei
60
Agosto 2016
SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO
l'unione di Saludecio, Mondaino e Montegridolfo vista da Angelo Chiaretti
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
“Tre castelli, un solo futuro” - Si è svolto nei giorni scorsi un ulteriore incontro fra i cittadini di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio con le Autorità Regionali e Comunali al fine di chiarire e mettere a punto le posizioni da assumere in occasione del Referendum consultivo che si terrà nel prossimo mese di Ottobre nell’intento di procedere alla fusione dei tre Comuni e di assegnare un nuovo nome alla neonata realtà ( Tre Castelli, Cinque Castelli, Valtavollo ecc. ecc). L’assemblea, coordinata da un esperto in comunicazione inviato appositamente dalla Regione Emilia-Romagna, ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, invitati a partecipare ad una interessante simulazione: immaginare di trovarsi già nel 2021 e fare un bilancio del primo quinquennio di nuova vita istituzionale, immaginando le positività e gli elementi negativi emersi nel frattempo. Dopo una prima fase di sorpresa circa la curiosa propo-
I tre comuni sono giù uniti nella scuola, sport e parrocchie. Insomma, la realtà è arrivata prima della politica LA RIFLESSIONE
Angelo Chiaretti sta, la discussione ha preso avvio con decisione, consentendo ad ogni partecipante di esprimere serenamente ed obiettivamente la propria opinione. Naturalmente sono subito emerse diffidenze circa gli effettivi vantaggi della fusione all’indo-
Angelo Chiaretti mani del 31 dicembre 2016, quando i tre Consigli Comunali verranno sciolti per affidare ad un Commissario ad acta le procedure necessarie ad eleggere il nuovo Sindaco ed i nuovi Consiglieri. Le maggiori obiezioni hanno riguardato l’effettiva disponibilità ed il miglior impiego delle consistenti somme che la Regione promette di erogare al nuovo Comune (circa 10
milioni di euro in 10 anni), che attraverso un utilizzo più efficiente delle risorse dovrebbero consentire di offrire servizi migliori con pari o minori costi di quelli attuali. Qualche perplessità è stata sottolineata circa la reale possibilità di riuscire a rendere omogenea la nuova Comunità alla luce delle forti spinte campanilistiche attualmente in atto. Quando poi si è passati ad
elencare gli aspetti nuovi e positivi raggiunti nel 2021, è emerso un lungo e proficuo elenco, che al primo punto presenta il superamento dello stato di blocco in cui si trovano oggi i tre Comuni, a causa della esiguità di risorse economiche, della mancanza di personale interno ed esterno che provveda con efficienza agli Uffici Burocratici, ai Servizi, alla Sicurezza ed alla manutenzione delle strade. E’ stato anche detto che, grazie a quanto già operativo nel 2016 a livello parrocchiale e sportivo, finalmente nel 2021 si è realizzato un Polo Scolastico Unico, didatticamente avanzato, superando situazioni estreme ed obsolete come le Pluriclassi (ancora esistenti in un Comune!), mentre sul piano edilizio è stato rilanciato il valore degli immobili e dei terreni agricoli, poiché nel frattempo, con il fattivo sostegno pubblico, sono state aperte nuove Aziende Industriali ed Artigianali, fondamentali per frenare l’emorragia di abitanti, soprattutto giovani, tendenti a trasferirsi nei vicini Comuni della Riviera Romagnola. Questa forte spinta in avanti
ha riguardato anche il settore turistico e culturale, poiché il nuovo Comune, avente sede a Saludecio, con i suoi 6.000 abitanti, è diventato un valido interlocutore all’interno dell’Area Vasta Riminese (ex Provincia). Anche l’Assistenza Sociale e Sanitaria è stata potenziata, offrendo ai bisognosi (soprattutto agli Anziani) quei supporti di cui non possono essere privati sul piano fisico e psicologico. E’ stato possibile raggiungere tale brillante e meraviglioso risultato grazie all’impegno ed all’entusiasmo dei nuovi Amministratori Comunali, che si sono sentiti maggiormente motivati ad operare scelte strategiche e vincenti dalle maggiori risorse finanziarie disponibili nel Bilancio Comunale e dalle conseguenti gratificazioni provenienti dai risultati raggiunti. Determinante in tutto ciò è risultata la costituzione di un “ Comitato Permanente di Cittadini di Buona Volontà “, impegnato a vigilare affinché tutto procedesse per il meglio. Infine, in questo sforzo quinquennale enorme, storico ed epocale, a molti cittadini è parsa di sentire su di sé la benedicente mano di Sant’Amato Ronconi, che nella sua vita ha sempre operato affinché gli abitanti di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio unissero le proprie forze al fine di costruire una società migliore, fondata sulla fede religiosa e sul progresso sociale e civile!
Salusequus, quintana e storie di cavalli La tre giorni è nel segno della civiltà del cavallo ed il mondo che gli ruota attorno: cultura, storia, arte, sport, spettacolo, commercio, terapia, divertimento, didattica, sono solo alcuni dei risvolti sociali e culturali legati indissolubilmente a questo nobile animale. Spettacoli per bambini EVENTI -“Salusequus”: storie di cavalli, quintana e cultura. Il 5, 6 e 7 agosto, seconda edizione. La tre giorni è nel segno della civiltà del cavallo ed il mondo che gli ruota attorno: cultura, storia, arte, sport, spettacolo, commercio, terapia, divertimento, didattica. Sono solo alcuni dei risvolti legati indissolubilmente a questo nobile animale e all'evento saludecese. Sono queste le “STORIE DI CAVALLI” all’interno del “SALUSEQUUS”: spettacoli equestri, gare e dimostrazioni ippiche, quintana, rievocazioni storiche, mercato, mostre, locande, scuderia, didattica, giro con i pony per i piùpiccoli , arte, cultura, sport. Forte l’attesa e la curiosità per il nuovo appuntamento che pur mantenendo la validità dello schema precedente, propone grandi innovazioni e perfezio-
namenti. Viene presentato per la prima volta “Il Palio delle Terre Malatestiane e del Montefeltro”. L'appuntamento è il 7 Agosto, e intende promuovere e coinvolgere i Comuni delle antiche “Terre”, appartenenti alle signorie dei Malatesta e Montefeltro nellla collaborazione e reciprocità. Il Palio. Dodici cavalieri sui loro destrieri si sfidano. Ogni binomio, cavaliere e cavallo, sarà abbinato ad un Comune o “Terra” attraverso sorteggio. Alla “Terra” vincitrice viene’ consegnato il Palio che sarà custodito e mantenuto per un anno, sino alla prossima edizione. Cavalli scalpitanti e cavalieri devono inforcare l’anello dal diametro sempre più ridotto. La giornata della quintana, dedicata al CAVALLO ED IL XV SECOLO, inizia alle 17 con
La passata edizione
la partenza del corteo da Porta Montanara (qui è allestito un accampamento militare del 1400). Cavalli bardati da guerra e cavalieri con armature guidano la sfilata che scendendo dal Corso principale ed uscendo dall’arco di Porta Marina, si dirige lungo il Viale dei Tigli. Iniziano, in questo luogo, i giochi d’Arme a cavallo in attesa del Palio. E' importante considerare l’aspetto STORICO, RIEVOCATIVO, CULTURALE, PROMOZIONALE della kermesse, ma anche quello di INTERSCAMBIO e COLLABORAZIONE per promuovere un territorio unico, tra i più importanti della nostra magnifica Italia. Dodici terre, antichi territori con accese rivalità, appartenenti nel 1400 alla Signoria dei Malatesta e al Ducato del Montefeltro. Dodici cavalieri e dodici cavalli danno vita ad uno tra i più importanti connubi culturali ed artistici. Orgamizzato da ViviSaludecio, l'evento è patrocinato dal Comune di Saludecio e dalla Federazione Fite Trec Ante.
SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Agosto 2016
61
Raccontata in un libro di antropologia scritto negli anni '20 dallo svizzero Paul Scheurmeir. Titolo: “La Romagna dei contadini 1923-1931”
Quella geniale civiltà contadina - Dal passsato una conferma: noi romagnoli eravamo geniali anche quando eravamo dentro la civiltà contadina. Lo racconta lo Paul Scheuermeier nel libro “La Romagna dei contadini 1923-1931” (224 pagine di grande formato). Pubblicato dall'editrice La Mandragora, grazie alla sensibilità dall'Istituto dei musei comunali e il Museo degli usi e costumi della gente di Romagna di Santarcangelo. Il ricercatore svizzero riporta alla luce una memorabile e lontana testimonianze della nostra terra. Sono scene di ordinaria vita contadina. Scatti che l’inesorabile incedere del tempo non riesce a scalfire, nello splendore di un bianco e nero che restituisce intatto il sapore di un tempo che fu, quando un gesto, un sapore, un odore avevano un significato diverso da quello che si è soliti dare oggi. Non si può fare a meno di restare meravigliati e sbalorditi di fronte alle immagini che ci scorrono, desiderose di raccontarci ciò che era la nostra terra durante un periodo storico e politico delicato come quello dell’ascesa al potere di Mussolini. Soprattutto di un territorio poverissimo e vocato all'emigrazione. E' grazie al Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna di Santarcangelo se oggi è possibile per noi rivivere quell’epoca ormai dimenticata.
Una delle foto del libro. Siamo nel 1923
Dal passsato una conferma: noi romagnoli eravamo geniali anche quando eravamo dentro la civiltà contadina INTELLIGENZE DEI LUOGHI di Emanuele Foschi Nel 1995 l’istituto chiese al Romanischer Seminar di Berna la possibilità di acquisire copia dei documenti in loro possesso sul lavoro di ricerca effettuato dal professore svizzero Paul Scheuermeier, proprio durante gli anni '20 e '30. Il materiale è stato poi certosinamente raccolto in uno splendido volume, per la casa editrice La Mandragora, testimonianza intensa ed unica di un periodo ricco di mutamenti culturali. I 28 scatti realizzati da Scheuermeier a Saludecio danno il ritratto ad un’umanità contadina non meno che ben organizzata. Uno di questi, in copertina, raffigura l’informatore scelto nell’affiancare il ricercatore durante la sua personale “full immersion” (immer-
sione piene) romagnola. Affiancato alla sorridente moglie, quest'istantanea pennella piu di mille parole il significato e l’atmosfera che si respirava in quei giorni. Sono davanti alla porta di casa, la coppia è intenti a sgranare il granotuco: con le mani lei e lui con un attrezzo. Semplice e operosa tranquillità si legge nei loro occhi. Come serena e pacata soddisfazione, appare anche in un altro
scatto che vede il solo saludecese in posa con le sue attrezzature da falegname. Particolari utensili fanno capolino dalle memorie del tempo. Oltre ai classici attrezzi per il campo, ( zappa, falcetto e forca ), recipienti in terracotta con manico venivano usati come scaldaletto (i mitici prete e suora). Altre immagini. Nel granaio di una grande casa colonica una particolare macchina azionata a mano
Pino Sanchini: “Meglio l'unione che la fusione” - “E' deleterio cancellare secoli di storia. Sono decisioni che poi si rivelano sbagliate”. Giuseppe (Pino) Sanchini, sindaco di Saludecio dal 2004 al 2014 è contrario alla fusione tra Saludecio, Mondaino e Montegridolfo. “Credo - attacca l'ex sindaco - che gli amministratori di Saludecio, Mondaino e Montegridolfo siano degli incapaci quando dicono che non si può più gestire la cosa pubblica e che non è più possibile fare
questo e quest'altro. Ad esempio, Polidori dice di non avere un soldo ma non è affatto così. Gli abbiamo lasciato una pratica di 1,4 milioni di euro per restaurare il palazzo comunale. Pratica partita nel 2009 e grazie ai fondi regionali si è concretizzata. Altri 200mila euro per il marciapiede Saludecio-Sant'Ansovino che lui, Polidori, ha dirottato in una piazza. E ancora, altri 350mila euro per la scuola; per la quale
il Comune ne deve tirar fuori soltanto 18mila”. “Il problema di fondo - continua Sanchini - è che bisogna saper accedere ai finanziamenti pubblici degli enti superiori. Sono del parere che se si fanno delle buone pratiche con richieste di contributi, i soldi per le opere pubbliche si riescono a portare a casa. Ma queste pratiche vanno fatte. La lotta vera deve essere fatta per andare a raccogliere risorse mes-
TREBBIO DI MONTEGRIDOLFO - Via Botteghino 61 - Tel. e Fax 0541/855134
se a disposizione. Tornando all'Unione, penso che dietro ci siano gli ordini di partito, altrimenti è difficile spiegarlo. Tuttavia, mi sembra che anche nel Pd ci siano molti dubbi sugli accorpamenti totali. Accorpamenti che ci vorrebbero per i servizi. Tagliando due sindaci e due consigli comunali, il risparmio è quasi inconsistente”. “L'altro problema forte chiude la riflessione Sanchini -
serviva per cernere il grano. Questa rappresentava anche un moderno sistema per separere i diversi tipi di semi. Probabilmente il fiore all’occhiello dell’ingegnosa attività contadina si trovava nel frantoio: un’antica macina la cui pietra risaliva al 1740, purtroppo non piu in funzione per l’avvento del motore a vapore. Tutto questo, e molto altro, nel libro viene minuziosamente tratta-
to, tenendo conto degli appunti che il professore riportava quotidianamente, incluse le sue particolari impressioni e l’incontro con il dialetto tipico della zona. Dialetto che richiese da parte sua un profiquo e costante impegno nel coglierne gli aspetti anche piu ostici, tipici di una vera lingua di confine tra due regioni. Da quello che emerge dagli appunti e dai documenti Scheuermeier vedeva nei saludecesi del tempo una grandissima passione nelle piccole e grandi cose affiancata ad una rara capacità d’ingegno che li rendeva capaci di superare agilmente gli ostacoli ed i problemi nell’organizzarsi in tempo di crisi. Scrive: “ Un magistrale connubbio tra vecchio e nuovo. Arretratezza e modernità fuse insieme. In poche parole, grandi innovatori della loro epoca. Gli studiosi fanno afffondare lo sviluppo economico della Romagna e del Nord'Italia nelle competenze che c'erano nella casa colonica: un microcosmo che racchiudeva molteplici mestieri artigianali: fabbro, falegname, tessitori.. E' un volume che dovrebbe trovarsi in ogni casa dei romagnoli. Oltre a Saludecio, tratteggia decine di paesi; tra cui Santarcangelo, Ravenna, Ravenna, Fusignano.
Pino Sanchini, sindaco di Saludecio dal 2004 al 2014
è che i grandi Comuni della costa riescono ad usare risorse straordinarie che andrebbero utilizzate per le zone più svantaggiate del territorio. Ad esempio, sulla costa sono stati spesi 12 milioni di euro quando all'entroterra non è andato niente. Capisco che le città grandi siano più forti politicamente ma è un'ingiustizia. E' assurdo che il grosso delle risorse vadano ai centri e non alle periferie. Purtroppo negli ultimi anni chi fa le leggi pensa ai ceti sociali benestanti e ai centri storici”.
Mondaino
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
L’ALBO D’ORO
Palio, disfida tra quattro contrade
1988 - Montebello 1989 - Borgo 1990 - Castello 1991 - Montebello 1992 - Borgo 1993 - Contado 1994 - Borgo 1995 - Montebello 1996 - Contado 1997 - Castello 1998 - Castello 1999 - Castello 2000 - Castello 2001 - Montebello 2002 - Castello 2003 - Castello
Palio del Daino dal 18 al 21 agosto rievocazione storica
Il Palio
Palio del Daino, all'assalto del Contado 2004 - Castello 2005 - Castello 2006 - Borgo 2007 - Castello 2008 - Montebello 2009 - Montebello
2010 - Montebello 2011 - Montebello 2012 - Montebello 2013 - Castello 2014 - Montebello 2015 - Contado
rinascimentale di raffinato rigore filologico - Spettacoli fino a notte fonda (l'ultimo è alle 24). Dal 18 al 21 agosto, raffinate sfilate in costume del Gruppo mondainese insieme alla Corte di Federico da Montefeltro di Urbino (un simbolico momento di riappacificazione tra le acerrime nemiche delle signorie di Rimini e Urbino), scenografie rinnovate, maxi-schermo all'ingresso con le immagini delle passate edizioni e nuovi mestieri. Il Palio de lo Daino è uno dei momenti più alti tra gli eventi che si tengono nel Riminese. Rappresenta un momento di festa nel quale le contrade di Mondaino (Borgo, Castello, Contado e Montebello) si
sfidano per aggiudicarsi l’ambito titolo. In programma nel pomeriggio domenica, è divisa in due parti. La prima è la “corsa delle oche”, a cui segue il torneo vero e proprio: una sorta di “quattro cantoni” in cui ogni volta viene escluso un giocatore. La notevole accuratezza filologica e la cura dei particolari, hanno fatto del Palio de lo Daino tra le più affermate manifestazioni a livello nazionale, riconosciuta dal Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche. E' un tuffo nel Rinascimento con una ricostruzione attenta, di profondo significato culturale: an-
tichi mestieri, artigiani, arti, botteghe, musici, cantori e giocolieri, spettacoli, oltre che le emozionanti sfide delle contrade, saranno dunque i protagonisti delle quattro serate mondainesi. Per le vie del paese si troveranno più di 100 selezionati artigiani, che daranno dimostrazione della lavorazione dei metalli, dei tessuti, del vetro, della carta e delle pelli per riscoprire manualità ormai divenute rare o perdute. All’interno delle botteghe e lungo le vie del borgo si potranno ammirare all’opera maiolicari, pittori, armaioli, liutai, amanuensi, miniatori e intarsiatori, mentre le melodie rinascimentali
verranno riproposte per le strade e le piazze. Il Palio prende spunto dal signorotto-despota Giovanni Muzzarelli che nel 1514 riceve il governo della città... Viene ucciso... Mondaino diventa un teatro naturale sotto le stelle di agosto con raffinati momenti di spettacoli ovunque: sbandieratori, danze, balestrieri, e... molto altro ancora. Osterie in piazzette, angoli, cortili di conventi con specialità ottime al giusto prezzo. Un lungo fine settimana da annotarsi. Si chiude la domenica con grandiosi fuochi d'artificio al ritmo della musica (Fonti Pirotecnica, Saludecio).
Aziende informano
Agosto 2016
63
La romagnolità di Umberto Boccioni è un dato di fatto, assodato e pacifico. Raccontata nel libro di Fiorenzo Mancini. Edito dalla Bpv, è stato presentato lo scorso 14 luglio a Morciano CULTURA
di Massimo Lazzarini* - I genitori di Umberto, Raffaele Boccioni e Cecilia Forlani, sono originari di Mordano di Romagna (allora in provincia di Forlì, oggi in provìncia di Rimini). Ma il padre, che lavora come usciere di prefettura, è costretto a spostarsi lungo il territorio nazionale in base alle esigenze di servizio. Umberto nasce il 19 ottobre 1882 a Reggio Calabria. Così l’enciclopedia on line Wikipedia alla voce Umberto Boccioni. Sono tanti i siti web (ed i libri) che sottolineano le origini romagnole del nostro pittore/grafico/scultore/polemista. D’altra parte anche il poeta Aldo Palazzeschi così lo descriveva: Un purosangue romagnolo, vulcanico, esplosivo e al tempo stesso incapace di rancore, di nutrire risentimento per chicchessia qualunque cosa gli avesse fatto. La romagnolità di Umberto Boccioni è un dato di fatto, assodato e pacifico. Per tanti, troppi anni, però, proprio a Morciano di Romagna era caduto l’oblio sul figlio della nostra terra. Ma c’è un morcianese che ha insistito e lavorato a lungo su questo tema: Fiorenzo Mancini. Con tenacia e caparbietà
Beatrice Buscaroli, critico d'arte Il presidente della Banca Popolare Valconca Massimo Lazzarini e l'autore del libro Fiorenzo Mancini
Umberto Boccioni e quei genitori morcianesi - Il 14 luglio, alle 21 presso la sala conferenze “Valconca”, la professoressa Beatrice Buscaroli ha presentato il libro “Umberto Boccioni e Morciano di Romagna (i rapporti con i familiari)” di Fiorenzo Mancini, edito dalla Banca Popolare Valconca in occasione del centenario dalla morte di Boccioni. Riportiamo la prefazione di Massimo Lazzarini, presidente dell'istituto di credito.
Fiorenzo ha raccolto certificati anagrafici, foto e documenti, ha rintracciato parenti. Nella smemoratezza della maggior parte dei morcianesi ha insistito con le Amministrazioni Comunali che si sono succedute nel tempo, affinché la memoria di Boccioni restasse viva. Ha insistito con la Banca Popolare Valconca affinché affiancasse il Comune o agisse in proprio. Questo libro su Umberto Boccioni è, di fatto, il fìl rouge della vita di Fiorenzo che ha ritagliato tempo al lavo-
ro, alla famiglia, agli articoli sull'Ape del Conca, alla scrittura di altri libri per dedicarsi corpo ed anima a questa nobile impresa. È quindi un piacere, oltre che un onore, per la Banca Popolare Valconca fare sì che il libro venga alla luce, un volume, unico in Italia quanto a completezza ed accuratezza nella ricostruzione della vita del nostro concittadino. Vita brevissima ma irrequieta, arrembante, mai doma. Vita che si snoda fra Genova, Padova, Catania, Roma, Parigi, Russia, Venezia, Milano in un turbine irresistibi-
le. Scrive lo stesso Boccioni: Nascere, crescere e morire, ecco la fatalità che ci guida. [...] Tutto si incammina verso la catastrofe! Bisogna dunque avere il coraggio di superarsi fino alla morte, e l’entusiasmo, il fervore, l’intensità, l'estasi sono tutte aspirazioni alla perfezione, cioè alla consumazione. Umberto Boccioni muore il 17 agosto 1916. Credo che il modo migliore per celebrarne il centenario sia la pubblicazione di questo volume. *Presidente della Banca Popolare Valconca
Bpv, la banca vicino al futuro dei giovani
Le vincitrici delle borse di studio “Alida Epremian” con il Presidente ed il Direttore Generale Banca Popolare Valconca
I vincitori delle borse di studio Banca Popolare Valconca - La Banca Popolare Valconca è da sempre vicino ai giovani. Al loro futuro. Il 14 luglio, alla presentazione del libro che racconta i legami di Boccioni con Morciano, sono state assegnate le borse di studio per giovani pittrici dedicate a “Alida Epremian”. Alla diciannovesima
edizione, vincitrici, ex aequo, Alice Natali (Padova) con l’opera dal titolo “Anima Nuda” e Gaia Petra Sana (Pontida) con “Macrocosmo”. Inoltre, sono state assegnate le borse di studio Banca Popolare Valconca, giunte alla venticinquesima edizione.
Per la categoria “Studi e ricerche sugli aspetti naturalistici, ambientali e scientifici del nostro territorio”, borsa di studio prof. Ernesto Montanari, assegnata al dottor Tommaso Onori (residente a Marotta), con la tesi “Il paesaggio dell’apprendimento: una
nuova scuola primaria a Rimini, Villaggio Primo Maggio”. Lavoro discusso presso la facoltà di Architettura e Ingegneria edile dell’Università di Bologna. Per la sezione “Studi e ricerche sugli aspetti economici, turistici e sociologici del nostro terri-
torio”, borsa di studio ragionier Giorgio Vanni, ex aequo, riconoscimenti ai dottor Nicola Pasquini(Rimini) con la tesi “Dal vantaggio di differenziazione all’analisi dei costi: il Pidburger, incontro tra tradizione e innovazione nel settore della ristorazione”, discussa presso la facoltà di
Economia, Management e Statistica dell’Università di Bologna e la dottoressa Julia Gjuraj (Savignano) per la tesi: “Lo sviluppo della responsabilità sociale in tempi di crisi: teoria e prassi” discussa presso la facoltà di Economia del Turismo dell’Università degli Studi di Bologna.
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO
Montescudo
Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
L’ALBO D’ORO
Quel “libricino” da conservare: il 16mo - Un classico della Sagra della Patata è l'opuscolo annuale con storia e storie di Montescudo a cura di Gilberto Arcangeli, un appassionato dei fatti della sua comunità e non solo. È un raro caso di piacevole longevità. Siamo arrivati al 16.mo anno, di rivista annuale “Montescudo storia e storie”, uno spazio prezioso offerto alla cultura del nostro territorio che raccoglie contributi altrimenti dispersi, che possa invogliare soprattutto i giovani ad interessarsi alla storia della loro terra. Quest'anno racconta più quadri di Montescudo nei secoli passati: la storia con le tappe fondamentali, dai Romani fino oggi. Poi il libriccino reca una serie di foto vecchie. E ancora, la storia dei co-
Gilberto Arcangeli
gnomi ed alcune testimonianze legate ai neonati abbandonati. I ricordi raccolti dalle memorie degli anziani, sono, come sempre una delle parti più interessanti del lavoro di Gilberto Arcangeli, che ama dire: “Un paese senza memoria, non è un paese”. Infine, assistere al giro d'Italia che passava per Riccione; partenza al mattino a piedi e giù fino al mare.
Sagra della Patata e Festa degli Gnocchi Appuntamento il 13 e 14 agosto. Ingresso libero; 44^ edizione
- Nel caratteristico borgo di Montescudo, sabato 13 e domenica 14 agosto, la 44^ Sagra della Patata. Protagonista è la “patata montescudese”, il prodotto utilizzato nei ricchi menù, proposti dai vari stand gastronomici: gnocchi al ragù, baccalà con patate, piadina e ricette particolari come i dolci ed il gelato di patate. In concomitanza alla Sagra della Patata si tiene anche la Fiera Dei Prodotti Agricoli e Artigianali locali. Vi si può trovare, il vino locale “Monte dello Scudo”, un sangiovese superiore d.o.c, l’Olio delle colline riminesi, unico nella nostra regione con l’etichetta “Arimolio”, prodotto dalla Cooperativa degli Olivicoltori dei Colli Riminesi, le terracotte, poi il
Montescudo
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
ARTE E STORIA
Borgo malatestiano con panorama sontuoso - Montescudo e territorio è uno degli angoli del rimninese assolutamente da scoprire. Fuori dal giro turistico ma di bel valore, sia storico-artistico, sia ambientale. Ecco cosa non perdersi.
Il tubero montescudese ha proprietà e mercatino degli artigiani con creazioni particolari ed interessanti.
Montescudo - patata A Montescudo la patata si è diffusa già dai secoli scorsi avendo un terreno sabbioso e collinare, particolarmente idoneo alla coltivazione, ove la patata trova il suo habitat ideale, ha un ottimo sviluppo e le particolari caratteristiche del terreno rendono il prodotto eccellente, in assoluto
bontà assolute. Il delizioso cibo protagonista genuino e fantastico: gnocchi, patate fritte, gelato alla patata. Organizzata dalla Pro Loco, dal Comune e dalla Coldiretti, è la Sagra più importante della provincia di Rimini. Montescudo conserva un borgo dal fascino certo, con un panorama capolavoro tra i migliori d’Italia molto adatto per gli gnocchi, per arrosti, lessate e gustosissime fritte. La Festa è organizzata dalla Pro Loco di Montescu-
do in stretta collaborazione con il Comune, con la collaborazione dell’Associazione Coldiretti e con il contributo della Provincia e Camera di Commercio.
MONTESCUDO TORRE CIVICA Risale al XIII secolo; seppur rivisitata ha mantenuto la struttura medievale GHIACCIAIA Di epoca malatestiana, si trova sul lato mare della piazza sulla quale si affaccia il palazzo comunale. Di pregio la sua tecnica costruttiva
CUNICOLI SOTTERRANEI Congiungevano la rocca con la torre di avvistamento MURA Sono i resti delle fortificazioni malatestiane, erette sotto il governo di Sigismondo, che ebbe come consigliere anche Filippo Brunelleschi. Caratteristiche: alte ed inclinate
CHIESA TRARIVI Un’antica pieve. Distrutta dalla ferocia della Seconda guerra mondiale. A suo modo è stata recuperata ed è stata denominata la Chiesa della Pace. A ricordo del passaggio del fronte, è stato creato il Museo della Linea Gotica Orientale; raccoglie reperti e materiale delle battaglie avvenute nella zona VALLIANO SANTUARIO Appena restaurato, il pezzo notevole sono gli affreschi del Quattrocento della scuola del Ghirlandaio. Bella la posizione, bello l’edificio. Nella canonica alloggia il Museo della Civiltà contadina CASTELLO DI ALBERETO Bel borgo fortificato di epoca medievale. Vista sontuosa sull’Adriatico e sull’Appennino
66
Agosto 2016
CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO
Le cantine della Fattoria del Piccione nel Castello Malatestiano di San Savino. Da quest'anno vini bio e vegani
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Vini a dimora in uno scrigno d'arte e natura - “Babbo, ma i nostri vini sono bio?”. Un imbarazzante silenzio avvolge la tavola della famiglia Pasini, dopo la domanda che l'adolescente rivolge al babbo e alla mamma. Siamo lo scorso inverno. Stefano Pasini ricorda: “Mi sento un po' in difficoltà. Ho un po' di vergogna, non perché sono perito agrario ed erborista, ma perché ho sempre cercato di gestire la produzione con il rame e lo zolfo, come si fa per il biologico. Sbofonchio che no, i nostri vini non sono bio, ma che sono fatti con passione, nel rispetto della natura e che si è sempre cercato di usare meno prodotti chimici possibile e di osservare il loro decadimento per offrire un prodotto migliore possibile. Che abbiamo sempre cercato di lavorare con semplicità le uve”. “Ad esempio - continua il giovane vignaiolo - facciamo un giusto diradamento, la sfogliatura in pre-fioritura per
AGRICOLTURA
La cantina
avere un grappolo meno compatto con più luce e aria, affinché la pianta abbia più forza per l'apparato fogliare. Anche in cantina usiamo la forza del tempo per una maturazione naturale: raccogliamo l'uva alla giusta maturazione per estrarre la parte più nobile dai chicchi. In cantina i tannini si devono ammorbidire col passare delle lune. Per la maturazione in cantina nessun trattamento affrettato. Inoltre, il vino resta vivo perché non viene micro-filtrato. Come si dice in gergo: nessun massacro”. Dopo la domanda del fi-
I coniugi Pasini, titolari della Fattoria del Piccione
glio, inizia l'iter per certificare l'azienda agricola in chiave bio e vegana. La Fattoria del Piccione ha vigneti per una quindicina di ettari, sparsi tra le colline di San Savino, Passano e San Clemente. La sua produzione: Sangiovese (dal base fino al superiore riserva), Pagadebit, Rebola,
Sauvignon Blanc, il taglio bordolese, il Villa Massani (in onore dell'antica proprietà della cantina), Passito di Malvasia e due spumanti. Il mercato è quasi tutto locale, con molte punte fuori provincia e anche all'estero. Ha sede in uno dei posti più belli del Riminese; dal crinale di Croce, lo sguardo si perde su colline che inanellano l'infinito; dal nobile cortile-aia c'è una veduta sulla rupe di San Marino che è una pennellata che ti fa pensare alla natura come miracolo del creato. La cantina non è meno bella del paesaggio. Addossata al ca-
stello Malatestiano di Croce, costruita nel 1700, si snoda su tre livelli che seguono il profilo della collina; ognuno è un capolavoro dell'uomo. Nell'interrato avviene la pigiatura delle uve. Movimentato da tre bastioni rotondeggianti della fortificazione malatestiana, è un lungo rettangolo di volte di mattoni a vista che lasciano ammirati. Da qui, attraverso un piccolo e basso cunicolo incamiciato dai mattoni, si entra nella barricaia a sezione circolare. Un tempo, questo luogo, era la cisterna che raccoglieva le acque piovane. Si sale alla parte nobile della cantina attraverso un'angusta e
avvolgente scalinata a chiocciola: sempre foderata di mattoni. A percorrerla ci si fa dei viaggi nel fascino della bellezza; come disse lo scrittore russo Dostojevski: sarà la bellezza a salvare il mondo. Il piano terra è un altro ambiente che ti entra dentro: rettangolare, in mattoni, è impreziosito da alcune colonne cilindriche, sempre di laterizio. Il soffitto è di travi e travetti ingentilito dalla classica tavella romagnola. Qui fanno bella mostra di sé le botti e lo spaccio. Una scalinata moderna ti porta nella sala assaggi al primo piano, che raccoglie una notevole collezione di pentole di rame della tradizione romagnola.
Valliano, festa della Madonna con sagra A Valliano 15 agosto. Santuario incontaminato, autentico, genuino, - 15 agosto. Festa della Madonna: al mattino il programma è prettamente religioso con varie celebrazioni nella chiesa, nel pomeriggio, alle ore 15, una tradizionale e storica processione per le strade del paese alla quale vale veramente la pena parteciparvi. In concomitanza una ricca pesca di beneficenza e soprattutto stand gastronomici con i piatti della migliore tradizione e cucina di Valliano, dalle tagliatelle, agli strozzapreti, arrostite di carne, ottimi prosciutti e salami, pomodori e melanzane e peperoni gratinati, porchetta di maiale ed alte leccornie, sempre rigorosamente con la piadina preparata e cotto sotto gli occhi curiosi degli ospiti con i migliori vini locali (Sangiovese e Trebbiano) ed un olio veramente al top. Valliano merita una sosta per visitare il Santuario della Madonna del Soccorso, i cui lavori di restau-
Il santuario di Valliano
ro sono durati 15 anni. La prima chiesa è stata originariamente costruita nel 1200, a forma di piccola cappella, poi ampliata nel 1400 a forma di croce greca ed ulteriormente ampliata all’inizio del 1700 nell’attuale tipologia a croce latina. Imponente la torre campanaria ancora integra ed anch’essa consolidata con un accurato restauro scientifico. Valliano ha subito i bombardamenti della guerra del '44 trovantosi in piena linea gotica e nell’occasione la chiesa ha subito il
crollo del tetto e di alcune strutture. Il tetto è stato ricostruito, dopo una sopraelevazione di circa un metro e mezzo di tutti muri perimetrali nell’immediato dopoguerra. All’interno si trovano interessanti affreschi del 1400-500, raro esempio in tutta la Provincia di Rimini, attribuiti alla scuola del Ghirlandaio. Sorprende la Madonna del Soccorso, una Madonna nera, costruita in legno (uno dei rari esemplari rimasti in Italia), e vestita con abiti confezionati dalle donne del luogo. Altra particolarità sono i capelli che sono costruititi da lunghe trecce di capelli veri donate dalle giovani ragazze del luogo affinché la Madonna facesse loro il dono di trovare un bel giovanotto da sposare. Cultura e tradizioni popolari del luoghi che si sono tramandate fino ai giorni nostri.
CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO
Agosto 2016
67
La storia del fondatore dell'associazione “Dare” per riscrivere l’amara verità classica sulla natura dell’uomo AGRICOLTURA
PERSONE
Aia Santini, Pelagalli, serate merito con vino e spettacoli la Bacchelli
LeoAmici,homohominiamicus La copertina del libro
PERSONE
di Luca Maria De Nardo
Rossano Pelagalli
- “Ridi per Bacco!”. Risate di gusto a Coriano per la nuova rassegna nell'aia della Tenuta Santini; un connubio di vino e spettacoli. Dall’11 giugno al 26 agosto presentano sei serate “enogastroComiche”. Il grande giardino dell’azienda agricola sui colli di Passano diventa teatro al chiaro di luna per le cene abbinate agli spettacoli dei protagonisti del teatro comico nazionale coordinati dai Fratelli di Taglia. Venerdì 26 agosto serata finale con Sergio Sgrilli e la sua inseparabile chitarra per raccontare, cantare e ridere tutti insieme della quotidianità e le sue contraddizioni, evitando stereotipi e banalità.
- Rossano Aquilanti Pelagalli ha appena scritto al senatore Luigi Manconi. Chiede la possibilità di ricevere un sussidio dalla Stato nel nome della Legge Bacchelli; si applica per gli italiani che haddo dato lustro al Paese attraverso la cultura. Scrive il montescudese d'adozione: “Sto raccogliendo ulteriore documentazione che testimoni il mio passato come operato artistico. Entro l'estate inoltrerò nuova domanda Bacchelli alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. La terrò informata. Cordiali saluti!”. Pelagalli ha raccontato e venduto liuteria e mezzo mondi pe alcuni decenni.
- Tutti noi abbiamo nel cuore l’elenco delle persone importanti, quelle che hanno ‘fatto’ la nostra vita, che le hanno impresso velocità, forza, energia e direzione: i genitori, i nonni o i fratelli, oppure un prete, un insegnante, un amico. Ne teniamo una foto sul comò, o una diapositiva d’affetto nell’anima, accompagnata da gratitudine mista a nostalgia. Sono come gli angeli custodi, di cui vorremmo credere l’esistenza. Esiste però un’altra categoria di persone che vanno ‘oltre’: Gesù, Ghandi, Madre Teresa, padre Pio, uno sciamano, un guaritore che sa leggerci dentro e aiutarci. Non è frequente incontrare questo tipo di uomini e donne, che hanno tutti in comune una caratteristica: sono finestre sul cielo. Leo Amici di Monte Colombo è stato uno di questi. Anche se non sono più tra di noi, ascoltare il racconto della
loro vita significa ricevere un messaggio capace di generare un cambiamento anche piccolo nella nostra vita. Quello di Leo, nel racconto di Carlo Tedeschi, è la possibilità concreta di trovare la serenità del cuore attraverso l’amore per l’altro: per chi crede, lo accompagna a Dio, per chi non crede dona la pace. Il racconto fatto da Tedeschi, suo attuale testimone, è in stile pittorico: frasi brevi, come pennellate di un acquerello. Il tempo verbale
prevalente è l’imperfetto, tipico della narrazione che non dipinge fatti conclusi e persone scomparse, ma vive e vivide nella memoria venata di nostalgia del narratore. Di Leo emerge un ritratto che appare come lo svolgimento del suo cognome, quasi una profezia della sua vita. In questo romanzo breve, l’autore affronta e supera incomprensioni, maldicenze ed equivoci che spesso hanno steso ombre sulle opere di Leo, opere che
sono inevitabilmente andati contro interessi, miserie umane, interessi economici e politici che nulla hanno a che vedere con la centralità dell’uomo. Leggere ‘Leo-L’uomo senza tempo’ di Tedeschi è un po’ come incontrarlo e scoprire la componente divina, d’amore, positiva dell’essere umano; dal suo racconto traspare uno dei punti fermi del suo pensiero e delle sue azioni: “L’uomo vero è colui che ha scartato tutto il falso dentro di sé, che non tradisce, non mortifica, non mente, non giudica, non è freddo verso il suo prossimo, ma che è leale, amico, compagno, fratello sincero, giusto. Questo è l’uomo vero.” Edizioni Del Faro, 260 pagine: si legge in due sere e lascia il dolce in bocca, ideale rimedio al dolore e all’odio di queste ultime settimane.