Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
ANNO 20 N.9 Euro 1,50
Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini
REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it
RICCIONE - 16
RIMINI - 8-9
EDITORIALE
E adesso pedala di Gabriele Paci - L’hai voluta tu la bicicletta» e allora adesso pedala. Così Frankie Hi-Nrg Mc nel suo rap. Precetto assoluto, ora, per chi guida un Governo, nazionale o locale che sia. A maggior ragione obbligatorio visto che dopo la ‘Questione morale’ di berlingueriana memoria, in Italia domina la ‘Questione viscerale’. Il rifiuto cioè di questa politica e di questi politici, causa fondante dell’affermazione del Movimento Cinque Stelle alle Elezioni politiche prima, a quelle amministrative di pochi mesi fa poi. Patetico il tentativo del Partito Democratico di attaccare i ‘ragazzi di Beppe Grillo’ giunti al vertice dei Comuni, rei di non avere fatto in una manciata di settimane quello che loro non sono stati in grado di realizzare in anni e anni, anzi spesso recando danno. A livello nazionale e locale. Al di là della contingenza politica sta la presenza ‘sulla strada’ di soggetti che hanno fortemente voluto il ruolo di protagonismo politico e di governo in cui si trovano, e adesso devono fare i conti con il difficile compito di portare a compimento quanto hanno promesso. E hanno, tutti, promesso molto. Qualcuno troppo. Risanare l’economia, assicurare la giustizia, aumentare la ricchezza, eliminare la povertà,
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Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”
Pd: all'opposizione, litigioso e in frantumi
“Pd, il problema è costruire il corpo dirigente”
Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
Gennari, l'alfiere dell'epopea grillina? CATTOLICA - 27
SETTEMBRE 2016
Unione comuni, Mirna Cecchini nuovo presidente MORCIANO - 47
Economia, ripresa lenta ma meglio di 2 anni fa Si affaccia un autunno contraddittorio. Nel Riminese aziende che vanno (quelle che esportano), in difficoltà quelle da mercato interno. Che fare?
MADE IN ITALY L'Italia del malaffare divora i propri figli
CULTURA - MISANO
Otto serate con prestigiosi intellettuali In settembre il magistrato Colombo
I falsi miti in conferenza
Umberto Galimberti e Gustavo Cecchini - Di fronte alle proprie incertezze, alle proprie inquietudini l’uomo si è da sempre affidato a qualcosa di mitico in grado di rendere ragione di quanto gli sfugge, capace di dare senso alla sua esistenza e di rassicurarlo. Il bisogno di credere appartiene alla natura umana, nel cui limite affonda le proprie radici. Ed è ciò che sta alla base dell’idolatria. L’idolo non rappresenta altro che un’entità elevata a
di Francesco Toti - Mentre la politica ed una parte sprovveduta del Belpasese poco si preoccupa del futuro dei figli, una miriade di imprenditori hanno realizzato che la sopravvivenza passa per i mercati esteri. L'indicatore economico che lo racconta è quello degli ultimi anni: quelli della crisi.
Pagina 2-3
Breve massima di saggezza “Non esistono testimoni tanto terribili o accusatori tanto implacabili quanto la coscienza che abita nell'animo di ciascuno”
Polibio
Cecco - Francisco Goya - 2016
Pagina 22
MISANO ADRIATICO
VALCONCA
Guagneli replica a Giannini
San Clemente Falcinelli: ‘Maggio, soldi sprecati’ Addio a Mularoni, re della ceramica San Giovanni Tre unioni civili gay in un giorno Coriano Settembre '44, distrutta e liberata Montegridolfo Grilli: “Fusione, Sanchini sbaglia” Mondaino Palio, vince Montebello Saludecio Grazia a S. Amato, scuola di conio
“Brasile, l'altissimo edificio non è opera mia ma di questa giunta” FOCUS
Condomini
Infiltrazioni acqua dal tetto Divisione spese e incentivi Pagina 20
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INCHIESTA
Settembre 2016
Nel primo trimestre l'export è aumentato del 12 per cento rispetto al 2015. Pesa INDICATORI
Esportazioni, in calo dello 0,5%
2015
2015
1,4 primi 9 mesi
1,1 923 miliardi milioni
2009
Esportazioni: Usa primo mercato
1,853 12 mesi
1,904 miliardi 1,895 miliardi 1,858
2013 2014 2015
11,1% 156 milioni
9,1 129 milioni
2012
6,8% 96 milioni
5,4% 75 milioni
5,2%
2011
2010
Usa
Francia Germania Regno Unito
73 milioni
Russia
Europa, decadenza dorata Pil sceso dal 31,4 al 23,8% - Una decadenza dorata quella dell'Europa; l'italiana anche triste con qualche lampo di straccioneria, come si conviene ai paesi arretratti da un punto di vista civico. Lo affermano i numeri che ben si sottraggono alle parole vuote dei politicanti e alle false speranze delle persone. Nel 2004 valeva il 31,4% del Pil (ricchezza prodotta) del mondo; nel 2014 si è attestato al 23,8%. Nello stesso arco temporale, il Pil cinese è salito al 13,4% (era al 4,5%). (Fonte: Eurostat)
Economia, ripresa lenta ma meglio di 2 anni fa L'INCHIESTA
segue dalla prima pagina
Dal 2009 ad oggi, il peso dell'export è più che raddoppiato: da 900 milioni a quasi due miliardi di euro l'anno. Dato confermato dall'export del primo trimestre della provincia di Rimini: più 12, 6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015. Ammonta a 506,1 milioni di euro (ultimo dato disponibile ed è largamente indicativo). Le importazioni sono pari a 200,8 milioni di euro, in crescita del 5,2% sullo stesso periodo del 2015. Dunque: il saldo della bilancia commerciale provinciale è largamente positivo (più 305,3 milioni di euro). Se a questo, ci aggiungiamo il turismo, gli indicatori sono rosei. Tuttavia il futuro preoccupa gli imprenditori veri pensando al male oscuro che toglie orizzonti e prospettive: la mancanza di una strategia politica, industriale e sociale di lungo periodo. “Inventarsi strade strane. Nuove. Non si può proseguire per la solita. Ce la si fa insieme; è con tutta l'orchestra che si vin-
Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364
Giornale in stampa il 7 settembre
Moretti, presidente Camera di Commercio: “Per farcela: innovazionee, sostegno start up innovative e produzione classica, fare reti, valore dai giovani andati all'estero” ce. Va detto che è meglio oggi rispetto a due anni fa. Sono in azienda anche il sabato”. A parlare così è uno tra i massimi imprenditori del Riminese; azienda sana, patrimonializzata e conti in ordine. Da circa 500 dipendenti. Hanno una dozzina di ettari di terra sulla quale costruire la loro cittadella produttiva, ma è in attesa della prima pietra da quasi un decennio. Insomma, mai fare mosse avventate. Un altro indicatore che aiuta a riflettere sullo stato reale dell'economia del Riminese, e di quella italica, è il polso di un'impresa metalmeccanica terzista. Però con 120 dipendenti, forse la
DATI
Export, neanche l'1 per cento - Le imprese riminesi che esportano sono meno dell'1 per cento (lo 0,7) contro una media regionale dell'1,6%. Il valore procapite è di 5.680 euro contro i quasi 12mila della regione Emilia Romagna. Mentre la media dell'import pro-capite è di 2,200 euro. Il valore medio dell'export per l'impresa è di 55mila euro.
Pil
8,5 La ricchezza prodotta dalla provicnia di Rimini nel 2013 è stata stimata in 8,5 miliardi di eruo; era di 8,3 nel 2009 più grande del territorio. I centri di lavoro computerizzati, avanguardia assoluta, stantuffano al 60 per cento della capacità. Offre servigi a cinque multinazionali: tre italiane e due straniere. Negli anni prima del 2008, aveva ordinativi in cascina per nove mesi. Davanti agli imprenditori della nostra provincia si prospettano mesi durissimi. Quelli dinamici e dalle antenne alte sanno che la sopravvivenza, perché è di questo che si tratta, passa per la strada dell'estero. Naturalmente, non è assolutamente facile concorrere con nazioni più ordinate ed organizzate della nostra. Fabrizio Moretti è il presidente della Camera di commercio, nonché titolare della Mp (colorificio di famiglia a Viserba). Argomenta: “La famosa luce in fondo al famoso tunnel ancora non si vede; lo scorso aprile si
DATI
Export: tessile, meccanica e nautica - Lì'abbigliamento, la meccnica e la nautica sobno i tre comprati della voce esportazioni. Il tessile pesa per il 25,1% (-7% nel 2015), la meccanica vale il 14,9% (+17,2%), sul terzo gradino la nautica con 6,5% (22,4).
LE STORIE
Top Automazioni, giù superato il fatturato record 2015. In tre anni più 150 per cento Piero Bargellini
ipotizzava ottimismo che i fatti hanno smentito. La crescita del Pil (Prodotto interno lordo) previsto oltre l'1% si è fermato poco sopra lo zero. Se la cavano, come sappiamo, le imprese legate ai mercati internazionali e che hanno fatto investimenti in innovazione, sviluppo e nuovi mercati. Purtroppo sono sempre troppo poche e non sono rappresentative di un territorio”. “Quali strumenti utilizzare continua Moretti - li sappiamo. Uno, vanno effettuati investimenti nella ricerca. Due, favorire le start up innovative, come sostiene la Camera di Commercio, senza però tralasciare la vecchia capacità manifatturiera. Terzo, l'impresa deve puntare alla qualità. Quarto, bisognerebbe fare rete fra gli imprenditori. Coloro i quali sanno esportare potrebbero insegnare gli altri a farlo. Gli imprenditori italiani sono bravi nel fare tuttavia un po' meno nello stare insieme. Un fattore negativo sono le dimensioni delle imprese: troppo piccole per reggere il peso degli investimenti. Insieme, i mercati e gli investimenti si affronterebbero con più incisività. Per fortuna nel mondo il made in Italy gode di fascino e richiamo. Mi piace pensare che una mano agli imprenditori possa giungere dai tanti giovani che sono stati fuori a fare esperienza e ad imparare. Rappresentano un capitale umano che ancora non siamo riusciti a valorizzare”.
- Più 12 per cento di ricavi alla fine di agosto; dopo che in quattro anni era rimbalzata in alto del 200 per cento. Si sta parlando della Top Automazioni di Poggio Berni, uno dei gioielli imprenditoriali del made in Italy. Secondo al mondo dietro un marchio svizzero, per ricavi è la prima in Europa (gli elvetici il fatturato lo raccolgono soprattutto in Asia). L'export dell'azienda riminese balla attorno al 40-45 per cento. I mercati principali: Germania, Scandinavia e Turchia. Leader nella produzione di caricatori e scaricatori di torni, la sua storia è curiosa. Inizia per caso. Il fondatore Piero Bargellini è giovane terzista nel settore della metalmeccanica. Ha bisogno di un caricatore, ma non riescono a consegnarglielo in tempi brevi. Così se lo costruisce da solo. Il fatto in casa è un gioiellino. I rappresentanti lo vedono e chiedono di venderlo. Afferma Bargellini: “La nostra azienda cerca di portare sul mercato una novità l'anno; è solo con la qualità e la
tecnica che si riesce a competere. Non ci sono altre scorciatoie”. Bargellini conosce anche il valore della valigetta. Non lesina investimenti nelle fiere. In ottobre, è a Milano per la Bimu, la più importante del settore. Altri indicatori che raccontano il futuro sul medio e lungo periodo sono i 14 milioni di fatturato, una settantina di dipendenti, il nuovo capannone di 6mila metri quadrati di coperto è già piccolo; previsto un ampliamento a 15mila. I suoi robot lavorano barrette lunghe un metro fino ad 8 metri, dal diametro di 3 millimetri fino a 100 millimetri. Con queste barrette si fanno viti, perni per occhiali; si montano nell'elettronica, automobili, aeroplani, carri armati. Tra i suoi clienti: Luxottica, Mercedes, Audi, Fiat... Bargellini: “Credo molto nel mio futuro; ne sono prova gli investimenti che sto facendo”. Con lui in azienda, la moglie (amministrazione) ed figli (Gian Maria, 36 anni, commerciale; Nicola, 38, produzione).
INCHIESTA
Settembre 2016
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Intervista con uno dei massimi economisti italiani. Riminese, è consigliere economico di papa Bergoglio - “Per uscire dalla crisi bisogna trasformare il Paese e non riformarlo in piccoli blocchi. E ritengo che non ci voglia molto prima che avvenga. Se si mettono le pezze o si va avanti con la flessibilità di Matteo Renzi abbiamo un anno, un anno e mezzo di sopravvivenza. Le riforme vanno bene su strutture che reggono: non sono le nostre. Il Paese si deve rifare le fondamenta”. L'economista riminese Stefano Zamagni è una delle menti più lucide d'Italia. Giù preside della facoltà di Economia e commercio all'Università di Bologna, consigliere di papa Begroglio su questioni economiche e sociali, autore di saggi travolgenti (l'ultimo si intitola “Prudenza”, edizioni il Mulino) ha forza, competenza e incantevole ironia. Soprattutto, è un esempio per migliaia di allievi ed estimatori. Professore quali politiche utilizzare per rilanciare la produzione e l'occupazione? “La mancata produzione ed occupazione è un deficit di produttività. E' in calo da 20 anni; siamo al penultimo posto in Europa; peggio di noi fanno solo i greci. Tre i fattori che concorrono ad alimentarla”. Qual è il primo? “E' legato al ritardo del sistema scolastico e all'Università. Da 10 anni siamo nell'era della meccatronica, che sarebbe la quarta rivoluzione industriale quella legata alla robotica e alla meccanica. Durante la terza, la meccanica, eravamo altamente competitivi. Siamo entrati deboli in questa fase per un bilancio pubblico pesante. Quindi non sono stati fatti investi-
Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
Zamagni: “O trasformiamo il Paese, o affondiamo tutti” “La nostra bassa produttività non è figlia della mancanza di intelligenze, ma per difetti della politica, della leadership e della finanza. Poi vengono la corruzione, la tassazione, l'evasione fiscale; tutti malesseri che c'erano anche prima, durante la crescita” L'INTERVISTA
menti in ambito accademico e privato. Non perché difettiamo di capitale umano, ma per mancanza di risorse nella ricerca. Nelle Università non si fa ricerca, così i nostri giovani sono costretti a prendere la via dell'estero. Inoltre, il passaggio dalla terza alla quarta rivoluzione è stato troppo veloce. Ci mettiamo che negli ultimi 10 anni, abbiamo avuto 5 governi diversi e nessuno ha messo in campo un progetto”. “C'è una crisi di leadership. In Italia abbiamo troppi manager e pochi imprenditori. Se diminuiscono gli imprenditori, diminuiscono
Il riminese Stefano Zamagni è tra i massimi economisti al mondo. Già preside di Economia all'Università di Bologna. Impegnato nel sociale, ha migliaia di allievi che ne seguono l'esempio
anche le imprese; molti poi hanno venduto ai forestieri. Non proprio un gran segnale. Il manager è come un “mercenario” nel Medio Evo; mentre l'imprenditore è come il vecchio capitano della nave: sta sul proprio vascello fino alla fine. Fino ad affondare con essa. Nel dopoguerra, per trent'anni abbiamo prodotti grandissimi imprenditori, sia nel privato, sia nel pubblico: Olivetti, Rossi, Mattei. Le nostre scuole sfornano decine di bravi manager che prendono la via dell'estero”. E il terzo fattore che frena la produttività? “E' il fattore finanziario e bancario. Se vuoi decollare con il processo di crescita devi essere sostenuto dai finanziamenti che li trovi o sui mercati, o nelle banche. Le nostre imprese sono troppo piccole
per reperirli sui mercati: l'80 per cento ha meno di 10 addetti. La crisi del sistema bancario ha decretato la fine delle banche del territorio a favore dei grandi gruppi nazionali e internazionali. Così le decisioni strategiche vengono prese da un altro livello. La banca del territorio per la sua speciale azione ha sempre dato fastidio”. Che cosa fare? “La nostra bassa produttività non è figlia della mancanza di intelligenze, ma per difetti della politica, della leadership e della finanza. Poi vengono la corruzione, la tassazione, l'evasione fiscale; tutti malesseri che c'erano anche prima, durante la crescita; tali tristezze sono più gli effetti che le cause delle attuali difficoltà. Per uscirne bisogna trasformare il Paese. Le riforme giunte a questo punto sono pannicelli caldi. Per trasformare ci vuole la volontà politica. Ritengo che non ci voglia molto prima che avvenga. Vedo i segnali nelle nuove generazioni. Queste sono state all'estero e hanno visto e imparato. Si stufano vogliono tornare per il capitale sociale e lo star bene che c'è in Italia. Saranno queste giovani leve ad accelerare il processo, insieme al fatto che gli italiani hanno maturato la coscienza che così non è più possibile andare avanti. Aggiungo che le società cambiano per tre ragioni: le rivoluzioni (improbabile oggi in Italia), la strategia delle riforme (poco efficaci dato lo stato) e la strategia della trasformazione. Vorrei ricordare che fino alla metà degli anni '80, la produttività in Italia era superiore a quella tedesca” .
ECONOMIA
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Creato uno dei primi dieci gruppi italiani. Aperto stabilimento negli Stati Uniti nel 2014 Fatturato AMARCORD - Il sammarinese-americano Enzo Donald Mularoni se n'è andato lo scorso 26 agosto dopo una brevissima malattia, prima del tempo. Aveva 64 anni. Lascia la moglie Stefania e tre figli, Paolo, Davide e Mirco. Tutt'e tre in azienda. Paolo dovrebbe prendere le redini della capogruppo Faetano, nome in onore del castello sammarinese d'origine della famiglia. E' stato, l'ingegner Enzo Donalld, l'artefice del successo mondiale della Ceramica del Conca-Faetano. Oggi, Del Conca. Amava dire: “Trent'anni fa in Italia c'erano 400 aziende che producevano piastrelle e noi eravamo la duecentesima; oggi ce ne sono duecento e noi siamo tra le prime dieci. Qualche merito lo abbiamo avuto”. Tanti i meriti quelli di Enzo Donald Mularoni. Era nato negli Stati Uniti, dove il babbo Cino era emigrato dopo la Seconda guerra mondiale. Ritornato in Italia nel 1960, Cino, aveva fatto cose straordinarie, portando quanto di più avanzato c'era negli Usa, tra cui il calcestruzzo industriale. Prodotto che sarà la leva del suo successo imprenditoriale. Uno dei principali talenti di Enzo Donald era una raffinata visione industriale, l'organizzazione e la prudenza. Attento al cosiddetto passo più lungo della gamba. Fare gli investimenti ma ponderarli. Sapeva di tecnologia, ma soprattutto aveva il polso e le conoscenze dei mercati e sapeva come bucarli. A metà degli anni 2000, gli ispettori di Bankitalia sono nel Riminese per un'ispezione. Chiedono all'istituto di credito di poter
150 Il Gruppo Faetano fattura quasi 150 milioni di euro (l'80% il peso dei mercati esteri, Usa, Germania e Francia). Tre i marchi: Ceramica Faetano (fondata nel 1962), Del Conca (nata nel 1979) e Pastorelli (emiliana, fondata nel 1966 e acquisita una quindicina di anni fa). Impiega circa 580 persone. Dal 2014 aperto uno stabilimento americano, in Tennesee. Quest'anno raddoppiata la produzione: da 3 a 6 milioni metri quadrati piastrelle l'anno.
Enzo Donald Mularoni (9.9.1952- 26.8.2016))
Addio a Mularoni, il re della ceramica visitare una delle loro aziende affidatarie più importanti. Visitano la Ceramica del Conca, a San Clemente. L'ingegnere li porta in ogni reparto che racconta con precisione e competenza. Lascia impressionati gli ispettori: “Mai trovato un imprenditore così preoparato”. L'uomo era attento ma lontano dai canoni. Una ventina di anni fa, quando l'azienda era ancora piccola, lo chiama un signore per una proposta commerciale. La prima volta gli risponde di no. Dopo un mese altro no. Quel-
le telefonate da appuntamento continuano mese dopo mese senza tregua e per gioco per quasi un anno. Alla fine Enzo Donald Mularoni, gli dice: “Senta, lei è un gran rompiscatole. Sono curioso di conoscerla. Voglio vederla negli occhi”. I due si incontrano e Mularoni accetta la proposta. Sarà simpatia per anni. Chi scrive lo ha intervistato più volte. Mularoni è stato sempre disponibile; se fuori, quando rientrava richiamava: “Sono Mularoni, che cosa possiamo
fare?”. La stessa cosa continuano a fare i figli. “Sto cercando il dottor Paolo Mularoni...”. “Non c'è. Mio lasci il numero che quando rientra, la richiamiamo”. Insomma, la matrice è quella del babbo. Si diceva gruppo con una visione ma governato da buon padre di famiglia. Ad esempio il centralino, chiude alle 18,30, ma le risposte continuano anche dopo. Il fiore all'occhiello del gruppo è la Del Conca: 100 milioni di fatturato su 150. Venne fondata a
Sant'Andrea in Casale da Facondini con il nome di Ceramica San Clemente. Solo più tardi arriverà il gruppo sammarinese nel ruolo di salvatore della patria. La stessa cosa avvenne con la Pastorelli. Aziendona dell'Emilia che negli anni d'oro impiegava 600 addetti. Va in crisi e Mularoni l'acquisisce una quindicina di anni fa. Poi la rilancia.. Famiglia di Faetano, oltre alla bontà della produzione, alla visione commerciale ed a questo forte legame con la seconda pa-
tria, gli Usa, Mularoni era impegnato anche nella cultura. Aveva creato una Fondazione nel nome del babbo, Cino. Si occupa della ceramica come cultura ed espressione artistica. Negli anni, organizzato mostre, concorsi e pubblicato libri. Una delle passioni forti era lo sport. Si potrebbe dire che li praticava tutti: sci, tennis, calcio, montagna... L'ultimo era il crossfit, attività ginnica da palestra scoperta negli Usa. Lo sport è stato una delle vetrine delle sponsorizzazioni della Del Conca. Il 14 agosto, era in Austria per la MotoGp a seguire il Team Gresini che porta il suo marchio in Moto3. Che la terra gli sia lieve.
Cerca finanziamenti con Eticarim.it - A.a.a. cercasi finanziamenti per i propri progetti di utilità sociale? Le associazioni, ma anche altre realtà del Terzo settore, ormai da un anno possono trovare una risposta grazie a Eticarim.it. Si tratta nello specifico di un portale on line di raccolta fondi promosso dalla banca Carim, in partnership con Volontarimini, a sostegno di attività che rispondono a bisogni sociali realizzate in Romagna. Il meccanismo è quello del crowdfunding (finanziamento dalla folla), ormai molto diffuso, in cui ognuno, anche con piccole cifre, può decidere di fare una donazione per il progetto in cui crede o a favore dell’organizzazione in cui ha più fiducia. La banca fa la sua parte
Una piattaforma di raccolta fondi on line dedicata alle associazioni e al mondo del Terzo settore mettendo a disposizione di tutte le realtà sociali del territorio la piattaforma gratuitamente e garantendo la sicurezza e il buon fine della donazione online. Volontarimini, dal suo lato, si adopera per far conoscere in maniera sempre più diffusa questo strumento. Compito dell’associazione, oltre a presentare il progetto, è promuovere una campagna di sensibilizzazione tra i propri uten-
Rimini, il tempio Malatestiano
ti, per stimolare la conoscenza dell’iniziativa e, quindi, con le donazioni, raggiungere il budget prefissato. Si tratta di un’opportunità affinché azioni sociali che partono dalla cittadinanza possano trovare il consenso di altri. Una modalità per scegliere di attivarsi in maniera autonoma
ma anche concreta sostenendo quei progetti che si ritengono più utili nel contesto in cui si vive. Come funziona. Caricare un progetto su Eticarim è semplicissimo, basta un indirizzo email per eseguire la registrazione al portale, lo statuto dell’organizzazione in formato di-
gitale, un conto corrente di appoggio su cui saranno accreditate le donazioni, qualche foto e/o un video sul progetto. Prima di iniziare a scrivere il progetto, è importante pianificare la raccolta, le azioni di comunicazione e gli strumenti che si intendono utilizzare. Dopo essersi registrato (dalla
volontarimini@volontarimini.it
home tasto in alto a destra), basta cliccare su “Avvia il tuo progetto” e seguire le istruzioni di inserimento. Prima della pubblicazione on-line il progetto sarà valutato da un’apposita commissione della banca. Lo stile con cui si scrive deve essere semplice: raccontare una storia; non scrivere quello che si fa, ma perché lo si fa; essere brevi. La donazione può essere fatta da chiunque. Basta accedere al portale, scegliere il progetto e cliccare su “dona”. Responsabilità dell’organizzazione proponente è occuparsi della sensibilizzazione e della promozione del progetto attraverso la propria rete relazionale.
VALMARECCHIA
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Verucchio, la sua esistenza risale a tempi molto antichi Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 CULTURA E TERRITORIO Questo è l'ultimo di cinque appuntamenti: un racconto al mese, ambientato in uno dei Borghi della Valmarecchia, e una scheda del Borgo che fà da cornice al racconto, all'interno di un progetto di Promozione Turistica portato avanti da Gianloris Cresti. di Gianloris Cresti - Quattro scudi dentro il piatto di legno sullo sgabello, ecco cosa le rimaneva “dell’amor suo”, un altro paio di braghe che parlava, parlava, parlava e beveva, e si addormentava senza nemmeno calar le braghe appunto. Matilde mise dentro la tasca della gonna quei quattro miseri scudi, si passò una mano fra i capelli, e si mise di nuovo seduta fuori dalla porta, uno di questi giorni dovevano rientrare i soldati della Rocca, magari qualche altro scudo lo avrebbe rimediato. “Per San Michele, giuro, il prossimo lo sposo e metto su famiglia” disse a voce alta rivolgendosi al proprio cane, accucciato a pochi passi da lei, “mica voglio finire come te, io una famiglia la voglio, e un marito prima o poi...” ma non finì la frase perché il cane si alzo e andò via “...nemmeno i cani riesco a tenere, figuriamoci gli uomini” pensò “anche se un cane è sicuramente meglio di un marito, che puzza e russa”. Il sole stava calando dietro la Rocca di Montebello, e a lei questi momenti della giornata non piacevano, per Matilde le giornate non dovevano mai finire, erano troppo belle per terminare con il buio della sera, pensava. Il vecchio Menico le passò davanti con la sua gobba, e buttò la solita occhiata bavosa, non aveva uno scudo in tasca, il vecchio, che pretendeva da lei, la carità forse? Magari una volta, anni fa, sul pagliericcio con lui ....no no... era sempre stato gobbo e brutto, anche da giovane, no con Menico non ci sarebbe andata a letto comunque. “Matilde un piatto di zuppa la vuoi?” le urlò Albina dalla finestra della casa sopra l’Osteria del Passerello “Ceci e verza... dai che ti fanno bene e poi ti piacciono no i ceci? Ho anche una fetta di lardo che mio marito mi ha portato dalla Francia” le disse “che fai allora? Vieni?”. Albina, ecco, lei si che era riuscita a farsi una famiglia... “Si vengo, ma solo se tuo marito non è in casa, non mi piace sentire parlare il franzese, mi fa venire il sonno” rispose ridendo, si alzo e si diresse verso casa dell’amica. Erano giorni quelli, in cui, su alla Rocca, “I Fiorentini”, nuovi signori di Verucchio, amavano festeggiare... chi o cosa non si era mai capito, ma facevano venire tutti i loro amici, bevevano, mangiavano, era tutta gente allegra, e Matilde, non sempre ma spesso, riusciva ad entrare nella Rocca, o giù nel giardino, e trovava qualcuno pronto a prometterle una vita migliore, da contessa o duchessa, che le prometteva di portarla a Roma o in Francia, una volta aveva parlato tutta la sera con uno che le disse esser figlio del Papa, e che se avesse accettato di sposarlo, l’avrebbe portata a Roma e fatta diventare Papessa... “gli uomini, che cose strane, gli basta una coppa di vino e una coscia, che
subito fanno promesse” aveva pensato “poi al mattino, dimenticano cosce e vino e tornano dalle mogli e dai propri cavalli”. I suoi pensieri furono interrotti dal rumore degli zoccoli sul selciato, rumore forte, “Eccoli!, devono esser molti oggi a rientrare alla
Verucchio Matilde, una vita ai margini della vita Guardia su alla Rocca” pensò, aggiustandosi la sottana e passandosi le mani fra i lunghi capelli color della pece, sbucarono come sempre dall’arco della Porta che guarda il mare, e la luce del mezzodì li faceva sembrare belli e imponenti, poi però le passavano davanti e all’ombra della Rocca eccoli rivelarsi solo stracci a cavallo di un mulo o poco più. “Tilde dopo passo che ti racconto di tutti i mori che ho ucciso per te” le disse uno dei soldati. “Aspettami Tilde che ti ho portato una corona dalla Bononia, questa notte sarai la mia Regina” le disse un altro. “Questa notte sarai mia invece” le disse un terzo “solo io ho gli scudi da darti, scudi e pane per i tuoi denti” finì la frase ridendo “La Tilde è qui per esser vostra signora, e più scudi portate più stelle vedrete nella vostra notte signori...” fece eco lei, guardandoli
- L’origine di Verucchio risale a tempi molto antichi. Le campagne di scavo effettuate fra il 1893 e il 1894, poi negli anni Settanta, e infine riprese nel 2005, hanno restituito oltre 600 sepolture databili tra il X e il VII secolo a.C. I ricchi corredi funerari, (monili, fibule, vestiario, vasellame, armi, finimenti per cavalli) e le complesse attività rituali, consentono di riconoscere nelle tombe una manifestazione della Civiltà Villanoviana, (da alcuni studiosi attribuita agli Etruschi, da altri considerata una realtà talvolta distinta e legata a situazioni locali diverse e specifiche).Il centro del paese si sviluppò ai piedi dello sperone su cui oggi sorge il centro abitato in quanto i Romani erano interessati a controllare le vie di comunicazione verso l’interno. Il nome del sito deriva dal latino “verrucula-verruculus” “piccola verruca” che ne indica la capacità di godere di una vista privilegiata sulla campagna circostante, su Rimini, data la posizione rialzata (330 s.l.m.). Nel periodo delle Invasioni barbariche, tutta la zona di Rimini passò prima sotto il controllo dei Goti poi di nuovo sotto il dominio
salire con i loro stracci e le loro pulci. Rientrò in casa, decise di accendere il piccolo camino, magari se offriva ai soldati anche un piatto di zuppa di cipolle, qualche mezzo scudo in più nel piatto di legno al mattino seguente lo avrebbe trovato, e comunque anche lei doveva
mangiare e insieme alle cipolle mise a bollire della verza e un osso di maiale che le aveva portato Cecco, il garzone della Rocca, come pegno d’amore eterno, la sera prima. Dopo le piogge del mese scorso, il fiume giù nella valle, sembrava di nuovo un sottile filo d’argento, soprattutto al finir del giorno, e
VERUCCHIO bizantino dopo la “restaurazione” di Giustiniano rimanendo sotto il controllo dell’Impero Bizantino, assieme alle altre città (Esarcato e Pentapoli) che costituirono il primo nucleo della Romania (o terra di Roma) divenuta poi Romagna. Fu in quest’epoca che il centro abitato di Verucchio lentamente tornò a spostarsi in cima alla collina per ragioni difensive. Il paese nel 962 sarebbe stato donato dall’imperatore Ottone I ai duchi di Carpegna, una delle prime grandi casate che, insieme ai duchi del Montefeltro, riuscirono a stabilire un controllo stabile sul territorio di Rimini e delle vallate dell’entroterra.Il periodo di decadenza del territorio durò fino al XII secolo: nel 1114 Verucchio era già un castrum (ovvero un centro fortificato) e di quell’epoca sono le tracce dell’avvento della famiglia dei Malatesta, che diede nuovo impulso alla Romagna e quindi anche a Verucchio. Nella Seconda guerra mondiale Verucchio subì il peso dell’occupazione e delle rappresaglie nazi-fasciste. L’episodio più grave fu l’eccidio dei “Nove martiri di Verucchio”, nove cittadini verucchiesi fucilati per rappresaglia da soldati
tedeschi in ritirata il 21 settembre 1944. Durante i drammatici giorni del passaggio della Linea Gotica si assistette ad un durissimo scontro tra le forze Alleate e i Tedeschi in ritirata. Numerosi sfollati riminesi trovarono rifugio in paese e, soprattutto, nella frazione di Villa Verucchio. Il paese attualmente è diviso in due parti, al centro storico di antica costituzione e di grande interesse storico culturale, si aggiunge la frazione di Villa Verucchio, che oltre ad ospitare la maggior parte degli abitanti è centro dell’attività economico-industriale del paese. Luoghi di interesse sono: La Chiesa Collegiata di San Martino è stata costruita nel 1863 su progetto degli architetti Antonio Tondini e Filippo Morolli. Di pregio le opere all’interno, tra le quali due Crocifissi di legno del XIV, XV secolo (il primo attribuito al Maestro di Verucchio), e una tela del pittore Francesco Nagli (1600 circa) raffigurante San Martino dona il mantello al povero. •Il Monastero di Santa Chiara •La Chiesa del Suffragio •La Pieve Romanica di Sant’Antonio è una
non un bel nastro luccicante, come in inverno quando si scioglie la neve sopra la Rocca di San Leone o su nel Monte Feltro, un giorno mi faccio portare giù al fiume, non l’ho mai visto un fiume pensò. Suo nonno le dissero, era morto attraversando quelle acque, e per lei, da bambina, come ora, il fiume rappresentava un pericolo da evitare, come il Capitano delle Guardie della Rocca, il fiorentino guercio, che non aveva simpatia per le signore come lei e che una volta l’aveva addirittura rinchiusa giù nella segreta fra i topi, anche lui come il fiume, freddo e da tenere lontano. Un rumore di ferri e urla, arrivò ad un certo punto dalla vicina osteria, “sarà il solito soldato di ventura ubriaco che ha guardato l’Albina e che l’Ulderico, suo marito, sfida a duello”, pensò fra sé, mentre qualcuno bussò agli scuri della sua finestra, “Madonna Tilde è possibile esser ricevuto da sua signoria?” disse l’uomo affacciandosi, “ecco il primo soldato ubriaco” pensò, lo fece entrare porgendogli subito una coppa di vino, annacquato e con il sapor dell’aceto, che
delle costruzioni più antiche di Verucchio. Si pensa sia databile al 990 e si raggiunge prendendo la strada che dal Paese di Verucchio scende a valle fino alla frazione di Villa Verucchio. •Il Convento di San Francesco a Villa Verucchio, con al centro del chiostro un monumentale cipresso, la cui età è stimata attorno ai settecento anni, piantato secondo la tradizione da Francesco stesso. •La Rocca Malatestiana o “Rocca del Sasso” (data la sua posizione sullo sperone del monte che ospita l’abitato di Verucchio) è una delle più grandi e meglio conservate della Signoria. Costruita intorno al secolo XII, ha visto il sovrapporsi di successive e sempre più complesse opere di fortificazione ed ampliamento; è la parte più antica che desta maggior attenzione, il borgo medioevale ben conservato riporta all’atmosfera del tempo. La Rocca cade sotto il dominio dei Malatesta che la conservano per circa 300 anni e la fanno divenire il baluardo del loro regno ponendo a Verucchio un’attenzione degna di nota. Nel 1450 la Rocca subì un ulteriore ampliamento grazie a Sigismondo Malatesta. Di notevole interesse la visita alla Sala Grande, il maschio e le segrete.
però tanto nessuno beveva mai, bramosi di mettere subito le mani su quelle curve generose, coperte appena da un po' di stoffa unta e ormai logora. Anche quella notte, conobbe Re, Regine, Maghi e Draghi, storie di favole raccontate e inventate, solo per un attimo di felicità, e Matilde ormai non le ascoltava neppure più, erano sempre le stesse, e dopo quelle parole i sogni finivano sul piatto di legno, prendendo la forma di scudi, o centesimi, a secondo di cosa avevano lasciato all’Osteria. A 32 anni, ormai di favole ne aveva ascoltate molte, dopo la morte di sua madre aveva dovuto badare al fratello, che anche lui però l’aveva lasciata presto a causa della cancrena che gli aveva divorato prima il piede, poi la gamba. Era un brav’uomo suo fratello Pietro, ma durante una battaglia contro i Duchi D’Urbino giù nella spianata del fiume, lo avevano colpito al piede destro con una lancia e dopo poche settimane la cancrena se lo era portato via, lasciando lei sola, senza un parente o un marito, senza una dote e con solo un pagliericcio nella piccola casa accanto all’Osteria. Quelle due stanze erano il suo regno, non c’era Castello o Rocca che le potesse sembrare più bello, non c’era avventura che le potesse sembrare più importante da vivere, se non quella che già stava vivendo, vendendo per pochi scudi l’unica cosa che aveva, il suo corpo, il suo unico vero tesoro, finché almeno fosse stata ancora piacente, e finché occhi e mani di soldato, l’avessero ancora cercata, anche solo per una sera. Intenta a pensare alla sua misera vita, non si accorse delle due guardie che stavano bussando al suo portone, accompagnate da... da... era l’uomo dei tre scudi d’oro della sera prima quello, ma che ci faceva con le guardie della Rocca? e soprattutto perchè cercavano lei? “Si è questa donna che mi ha rubato gli scudi ieri notte, facendomi ubriacare con un vino che sapeva di aceto”... “si è proprio lei”... e in men che non si dica Matilde si trovò con i ferri ai polsi sulla strada della segreta della Rocca, accusata di furto da un soldato,uno di quei sogni che russavano e puzzavano, che raccontavano storie impossibili, e affondando le mani fra i sui seni. La campana del Convento suonava il mezzodì, e por molti giorni la luce di quel sole che splendeva sopra il campanile, non l’avrebbe più vista, se non dalle feritoie del muro della segreta, e quando sarebbe uscita poi, più vecchia e meno piacente, sarebbe comunque tornata a sognare un soldato che storia dopo storia, avrebbe portato i suoi stracci sul pagliericcio della sua camera in cambio di qualche scudo d’argento, perchè quella era la sua vita, l’unica che conosceva, l’unica che voleva, all’ombra della Rocca di Verucchio.
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“Quando provi a fare una riforma, e aggredisci gli interessi corporativi le forze contro sono fortissime”
“Il Pd non ha ancora trovato un modo per costruire un corpo dirigente vero” Matteo Orfini, quarantadue anni il 30 Agosto, deputato al primo mandato, è uno dei massimi esponenti di “Rifare l’Italia” - associazione fondata insieme a Andrea Orlando - espressione di una delle aree del Partito democratico. Attuale presidente del Partito democratico, è in questa veste che è stato ospite dell’iniziativa “Prima l'Italia - il governo del Pd e le riforme istituzionali” organizzata dal Pd riminese. Ad ascoltarlo una folta schiera di amministratori locali, dirigenti, militanti. Presidente, alle ultime amministrative il Pd le ha prese: qual è la sua chiave di lettura? “È difficile definire una responsabilità precisa, perché quando si vota alle amministrative si vota per un sindaco. Un dato sostanzialmente simile in tutte le città è la grande frattura sociale raccontata da
L'INTERVISTA
di Teresio Spadoni questo voto. Un pezzo del Paese, soprattutto nelle grandi città, ha scelto di non votarci; a Roma come a Torino, ma anche a Milano dove abbiamo vinto, i nostri candidati hanno fatto più fatica tra i ceti popolari: nelle grandi periferie metropolitane dove la qualità della vita è inferiore, dove il reddito pro capite è inferiore, dove spesso la qualità dei servizi è inferiore”. Come se lo spiega? “C’è un pezzo di quello che una volta era il ceto medio del Paese, che oggi per effetto della crisi si è impoverito, che ha deciso di non votare per il Pd perfino a prescindere dalla qualità dell’amministrazione uscente; in più ci sono delle cose che anche simbolicamen-
te sono insopportabili. È sui giornali di oggi (25 luglio – n.d.r.), per esempio, la questione dei maxi stipendi dei dirigenti Rai: cosa oggettivamente inaccettabile”. Quali le azioni per porvi rimedio? “Abbiamo in discussione in Parlamento un primo provvedimento organico che affronta il tema della povertà. Certo non risolverà tutti i problemi, però offrirà un sostegno economico, un’assistenza, a chi si trova in una situazione di povertà. Ma non basta. Se vivi in una periferia degradata di una qualunque grande città del nostro Paese non hai solo bisogno di un’amministrazione che ti aggiusti le strade e ti porti dei servizi, che sono comunque un
pezzo del problema, ma hai anche bisogno di sentirti coinvolto nel progetto di cambiamento del Paese; hai bisogno di sentirti un pezzo di quell’Italia che riparte. Un grande partito popolare di sinistra, quale noi vogliamo essere, deve occuparsi meno delle discussioni interne e parlare un po’ più con quelli che hanno smesso di crederci. Se li vuoi riconquistare devi fargli vedere che quello che pensano è quello che ti interessa”. La critica che viene mossa a Renzi è di amare i fedeli e meno le persone leali. Qual è il suo punto di vista? “Non penso che questi problemi siano responsabilità di Renzi; ce li avevamo pure prima. Credo però, che un partito sia un partito e non il comitato elettorale di un leader; io lo presiedo e quindi mi assumo una quota di responsabilità. Il
punto è che questo partito non ha ancora trovato il modo per costruire un gruppo dirigente vero”. La crisi in Italia, non solo economica, ha ormai raggiunto livelli endemici; di riforme da fare ce ne sono a iosa: con quali strumenti? “Modernizzare e riformare il Paese è l’obiettivo del governo Renzi; e tutto si può dire che in questi due anni non siamo andati di corsa; qualcuno ci critica perché avremmo dovuto discuterle di più e forse in alcuni casi ha ragione. Fare le riforme da noi è difficile. Intanto, nel momento in cui ci provi ti scontri con un sistema istituzionale complesso: bicameralismo perfetto, attuazione del processo legislativo molto complicato. Poi con la rendita: quando provi a fare una riforma - soprattutto se la fai bene, cioè se vai ad aggredire i grumi degli interessi corporativi - le forze che si coalizzano contro sono fortissime. Nonostante le difficoltà, comunque, credo che qualche risultato siamo riusciti a portarlo a casa. Ma i dati che cer-
tificano la crisi sono anche figli di risposte sbagliate; questo vale per buona parte d’Europa anche se noi stiamo peggio di tutti, o quasi. La crisi è arrivata alla stesso tempo per gli Stati Uniti e per l’Europa, ma gli Stati Uniti oggi hanno degli indicatori economici enormemente più positivi”. Sono stati più bravi? “Non so, forse si. Fatto sta che loro hanno investito e noi abbiamo tagliato; loro hanno messo in campo politiche pubbliche di sostegno all’economia, investimenti pubblici che hanno stimolato investimenti
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Matteo Orfini, presidente nazionale del Pd, a Rimini per raccontare un partito in difficoltà L'ANGOLO DEL DIALETTO Matteo Orfini, presidente nazionale del Pd
privati e noi abbiamo scelto le politiche di austerità che hanno strozzato il Paese. Adesso stiamo cercando di invertire questo meccanismo con una battaglia durissima in Europa contro le politiche di austerità; oggi intorno all’Italia si sono aggregati una serie di Paesi che hanno trovato il coraggio di aprire un fronte contro i conservatori europei. E questo io ritengo sia un merito storico del governo Renzi. Abbiamo cambiato la posizione del Paese portandolo alla guida di un fronte di sinistra che sta provando a cambiare l’Europa.
Dopo la Brexit anche molti di quelli che non erano d’accordo con noi si sono spaventati perché hanno capito che se l’Europa non cambia alla fine vincono i populisti. E il rischio che accada in altri Paesi quello che è accaduto in Gran Bretagna, c’è”. Riforme: norme scritte su un pezzo di carta. La Costituzione è del ’48, scritta in nove mesi da italiani eccellenti, quasi completamente disattesa; il problema è che abbiamo avuto cento italiani troppo avanti, troppo intelligenti, troppo per bene, mentre gli italiani sono troppo arretrati per delle tavole così civili? “Vero! Le riforme sono solo norme scritte su un foglio
di carta; le Costituzioni non sono solo quello. Una Costituzione non è un testo giuridico: è prima di tutto un atto storico. La Costituzione non la scrissero i costituzionalisti, la scrissero i partigiani che avevano sconfitto il nazi-fascismo e come effetto di quella grande vittoria diedero una Costituzione democratica al nostro Paese. Ma se tu decidi di cambiarla è perché c’è la necessità storica di farlo, e non per un capriccio da costituzionalista. Viviamo in un Paese in cui metà della popolazione non crede più nella politica e nelle istituzioni, e non va più a votare. E perché non ci credono più? Probabilmente perché di fronte a una crisi che li ha espulsi dai processi produttivi e a una politica che non gli ha dato risposte hanno preferito escludersi dai processi di rappresentanza. Il non voto oggi è una scelta politica, almeno in larga parte. E allora riformare la Costituzione serve a cercare di risolvere alcune delle ragioni strutturali per cui quelle Istituzioni non sono più credibili. Per renderle credibili c’è biso-
gno di sveltire gli iter legislativi; l’eliminazione del bicameralismo perfetto e del voto a data certa sui provvedimenti del Governo, per esempio, vanno in questo senso. Molti di quelli che la criticano dicono di temere una svolta autoritaria anche per effetto della legge elettorale. Io non sono d’accordo, e ricordo che molti di coloro - anche del nostro partito - che oggi promuovono i comitati per il no, in altri tempi sostenevano il presidenzialismo. Il prodotto della bicamerale era quello. Noi abbiamo scelto di mantenere la forma parlamentare, anche perché crediamo fortemente nella rappresentanza. Sulla legge elettorale si è riaperto il dibattito e lo stesso Renzi ha detto che se emergono proposte di modifica valide, che non intacchino il principio della governabilità, è disposto ad accoglierle. In ogni caso, però, voglio ricordare che il referendum è sulla riforma costituzionale, non sulla legge elettorale che è una legge ordinaria. E alla domanda se con la vittoria del “si” il Paese sarà migliore o peggiore, io rispondo che sarà migliore”.
Quando la campagna veniva abbandonata... - Lidiana Fabbri da anni scrive poesie in dialetto raccontando la civiltà contadina e quello che è avvenuto dopo, mettendo a fuoco le contraddizioni per cercar di far riflettere. Ha pubblicato alcuni libri.
La famèja nòva Al famèi grandi di’ mizèdri queli dnà volta l i s’è smanè. I nónn i è arvènz tla ché? a vécia so’ti’ grép i spús fresch i ha còmpri ad Arciùn la pensiòn i zèi, i cusèin i pèga l’afét zó in zità t’un palazòun… La famiglia nuova Le famiglie numerose dei mezzadri quelle di una volta si sono divise. I nonni sono rimasti nella casa di campagna sulle colline i giovani sposi hanno comperato a Riccione una pensione gli zii e i cugini pagano l’affitto giù in città in un condominio.
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Avvocato, poeta, artista. Il morcianese non finisce mai distupire.AdottobremostraaPesaro,palazzoGradari - Avvocato. Poeta. Artista. Da quel lontano e indimenticabile 10 dicembre 2004, quanto presenta il suo primo libro di poesie, “Diciannove versi d’amore e una rosa” a Morciano sotto forma di spettacolo teatrale con la regia di Thomas Otto Zinzi (tutto esaurito con 180 spettatori), ha organizzato molteplici eventi. Non meno bella la presentazione (26 ottobre 2007) del secondo libro di poesie “nel godere dell’amore” a San Giovanni in Marignano sotto forma di spettacolo teatrale, sempre con regia di Thomas Otto Zinzi (tutto esaurito con 400 spettatori). Coinvolgente la presentazione dello spettacolo teatrale “in te, luminosamente completi” del 27/ novembre 2008 al Teatro degli Atti a Rimini, con 15 artisti in scena, con ideazione, partecipazione e regia dello stesso Cardellini. La sua attività artistica è descritta nella pubblicazione di 18 video sul suo canale di Youtube. Ora, in quello che lui definisce il suo Quinto Periodo artistico, ha avuto un giugno fantastico: mostre a Londra, Verona e Osaka. L’avevamo lasciato che insieme a Franco Bastianelli stava compiendo, con l’Opera “Resurrezione” un viaggio da Assisi a Roma. Lo ritroviamo che, in solitario, presenta opere nuove ed inedite. Lo scorso Agosto ha partecipato ad una video esposizione a Rio de Janeiro, poi è stato a Gubbio per una mostra internazionale con artisti russi, fino ad esporre a settembre a Monte Carlo (Monaco). Cosa le dà questa forza ed energia per proporre sempre nuove iniziative? “L’amore è la struttura por-
Cardellini: “Nell'arte e nella vita l'amore per me e il prossimo” GENIUS LOCI tante di ogni mio evento. Solo questa forza magica ti consente di creare e, comunque, poi, c’è tanto, ma tanto lavoro. Ho maturato la consapevolezza per quello che sto facendo; mi sento la responsabilità come poeta e come artista, come dice Neruda, di tenere vigili le coscienze delle persone. Ho tante cose da dire e con le mie opere cerco di farlo, e forse le persone potranno ascoltarlo”. Come descrivere la sua attuale attività che chiama del Quinto Periodo ? “Per una descrizione dei miei antecedenti quattro periodi artistici si può visitare il mio nuovissimo sito: giulianocardellini.com Ora, sto ponendo in inscindibile sinergia la pittura, la scultura, e l'installazione con la poesia. Cioè ogni mia opera presenta una componente materica ed una poetica: entrambe si fondono per una unica espressione artistica. Sono alla ricerca di una sempre più intima compenetrazione tra le due forme espressive. Qualcuno dice che sono l’uni-
Giuliano Cardellini con il prestigioso critico Levi e all'opera
Vittorio Sgarbi visita la sua mostra
co artista al mondo che sta battendo questa strada artistica. Non so se sia vero, comunque in visita alle più importanti mostre in Italia ed all’estero, non ho mai riscontrato qualcosa di simile. Alcuni titoli delle mie opere: ‘Gialli serpenti’, ‘Nero silenzio’, ‘Vive fiamme’, ‘Crude tenebre’, ‘Insinuanti batteri’ e ‘Implacabile
marea’”. Come valuta l’essere tornato da solo, dopo la esperienza del sodalizio artistico con Franco Bastianelli ? “Con Bastianelli abbiamo collaborato per tre anni, prodotto 42 opere, partecipato a 15 mostre, tra personali e collettive (Venezia, Rimini, Palermo, Cattolica, Campobasso, Spoleto, Fiorenzuola di Focara, Assisi, Foligno ed ancora Spoleto), e pubblicato 15 video su Youtube. Poi ho sentito la necessità di creare da solo, con le mille idee in testa che chiedevano di essere concretizzate in fretta, libere fin
dalla fonte e senza condizionamenti. Un artista deve essere libero di esprimersi senza l’imposizione delle presunte regole della società. Si deve ispirare al mistero, alla forza e ai colori di madre natura. Sono felice di questo mio nuovo stato, mi sento come una sorgente viva e pulsante. Quello che chiedo è di parlare attraverso le mie opere, poi qualcuno spero possa ascoltare e a sua volta elaborare altri idee”. Qual è il messaggio delle sue opere? “Trattano principalmente della difficile esistenza dell’essere umano in mezzo alla vita che è un vero miracolo, Nella crisi delle coscienze e dell'economia, le persone cercano il miracolo, quando tutto attorno all'uomo lo è: mari, monti, fiumi, animali, piante, per-
sone... Del suo essere soffocato da inquinamento, mala gestione politica, indifferenza e falsi valori della società. Questo per cercare di far sì che le cose possano cambiare, nel rispetto del singolo individuo e della sua dignità. Con le mie opere denuncio queste situazioni che ci porteranno alla autodistruzione”. Quali sono i progetti più imminenti? “Ho tre grandi progetti: tre diverse mostre formate ciascuna da numerose opere; finora ho già eseguito solo le prime. A Pesaro l’8 e 9 Ottobre esporrò a Palazzo Gradari in una personale. Alcune di queste opere, in una mostra dal titolo “Prefazione”. Titolo strano, ma così l’ho pensato e si capirà il perché. Se riuscirò come tempistica, verrà presentata ed inaugurata una opera singola dal titolo “Madonna con il Bambino”. Posso dirvi solo questo, poichè tutto deve rimanere riservato fino all’8 Ottobre”. - Che cos'è per lei l'arte? “Ho ideato un aforismo: ‘L’arte ci fa crescere tutti migliori’ . E’ importante che ognuno possa accostarsi all’arte, come spettatore o come persona che ricerca un'esperienza, una esperienza anche pratica: passeggiate che ci possono dare tanto beneficio interiore. L’arte non è solo bellezza estetica, ma bellezza dei sentimenti e delle idee. Ricerchiamo, tutti, queste forme di differenti bellezze, ci faranno crescere come persone e come sensibilità e quindi saremo migliori nella solidarietà e nella convivenza”.
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l'OPINIONE
Pensiero cardine di Rafffaele Mattioli, mitico presidente della Comit (Banca Commerciale Italiana) LA LETTERA
“Testimoni di Geova, in Russia sono estremisti” - In qualità di rappresentante stampa dei Testimoni di Geova in Italia, ho letto con piacere sulla vostra testata l’attenzione con cui trattate i temi della Corte di Giustizia europea (ad esempio circa il divieto al 2020 della proroga sulle attività balneari). A questo riguardo desidero mettervi al corrente di una questione relativa ai Testimoni di Geova in Russia che si sta sviluppando rapidamente e rischia di avere pesanti ripercussioni su tutta la comunità russa e che coinvolge una diretta violazione delle decisioni della Corte Europea per i Diritti Umani. Recentemente l’ufficio del procuratore generale della Federazione Russa ha inviato alla nostra organizzazione in Russia una lettera formale che annuncia la proscrizione del nostro culto, sebbene in Russia ci siano quasi 180.000 Testimoni di Geova. La lettera minaccia lo scioglimento del nostro ente giuridico in Russia a meno che i Testimoni di Geova cessino quelle che il governo definisce attività
“estremiste”. Questo ultimatum ha implicazioni molto estese e preoccupanti. Ingiunzioni del genere, infatti, spesso preludono a una escalation di violazioni di diritti umani verso molti altri cittadini e organizzazioni. Lo conferma il fatto che il 20 luglio scorso sia entrata in vigore in Russia una nuova legge che criminalizza qualsiasi individuo o associazione religiosa “diffonda informazioni sulle proprie credenze” senza il permesso del governo. Alcuni considerano questa nuova legge più dannosa per la libertà di espressione e di culto rispetto alle leggi in vigore nell’ex Unione Sovietica. Tra Cattolica, Misano, Riccione, San Giovanni in Marignano, Morciano e Saludecio vivono circa 9.217 cittadini stranieri, di cui moltissimi provenienti dalla Russia o dalle sue ex provincie, che sono preoccupati per quello che sta succedendo in Russia e per i pericoli a cui questi sviluppi espongono i loro familiari e amici che vivono ancora lì.
Continua dalla prima consolare gli afflitti e forsanche resuscitare i morti. Purché relativamente recenti. Lo hanno fatto in primo luogo Matteo Renzi e i Cinque Stelle, al momento i due principali protagonisti su piazza. Il Presidente del Consiglio ha sottratto al suo compagnuccio di giochi Enrico ‘staisereno’ Letta la ‘bicicletta’ del Governo. Governando con modalità e compagine totalmente a propria immagine e somiglianza. Incardinando immediatamente la Riforma Costituzionale ed istituzionale, con annesso Referendum confermativo giocato (almeno sino a pochissimo tempo fa) sui toni da «o me o il diluvio» che sappiamo. Nel caso dei ‘ragazzi di Beppe
Su due ruote o alla guida di Governi nazionali o locali, chiunque e ovunque tu sia «pedala», intima l’istruttivo, ed evocativo, rap di Frankie Hi-Nrg Mc (al secolo Francesco Di Gesù). Poi giudicheremo all’arrivo. «Scriviam la nostra storia usando biciclette, inseguendo la memoria su strade molto strette, su per le salite senza avere una borraccia, giù per le discese con il vento sulla faccia. Perché la bicicletta non importa dove porti, è tutto un equilibrio di periodi e di rapporti, è tutta una questione di catene e di corone, di grasso che lubrifica la vita alle persone. Come nella vita c’è una ruota che gira, una ruota che spinge e con quest’aria che tira se una ruota si fora la caduta è sicura: una toppa ripara, una ferita si
E adesso pedala di Gabriele Paci Grillo’ la considerazione vale principalmente per gli amministratori locali dopo il successo di diciannove candidati Sindaco lo scorso giugno in diciannove ballottaggi contro il Partito Democratico. Il ventesimo, l’unico contro una Lista civica, lo hanno perso. (Il che significa qualcosa. Molto. Lo analizzeremo in altra, successiva occasione). Comunque anche i ‘grillini’ hanno fortemente voluto la bicicletta, e dunque tocca loro pedalare. La ‘bicicletta’ del Governo locale, le ‘biciclette’ dei Governi locali, sono state conquistate sopra tutto per
la consonanza della gente al loro «dopo il diluvio, noi», dove per diluvio sta la lo sfascio reale cui il Paese è stato portato. Ma pur nelle diverse e in questo caso opposte condizioni, sta sempre a quanti hanno voluto la bicicletta spingerla in salita. Senza alibi. Vale, per quanto direttamente riguarda le zone di più autorevole diffusione de ‘La Piazza’, in primo luogo per la felice elezione di Mariano Gennari del Movimento Cinque Stelle alla guida di Cattolica. Unico Sindaco ‘a Cinque Stelle’ dell’Emilia Romagna dopo la sospensione in attesa di
L’hai voluta tu la bicicletta… l’affondo giunto alla fin della licenza…. 11 di Gabriele Della Rovere cura. Non avere paura che sennò ti deconcentri, devi far coincidere i pesi e i baricentri. L’impegno di coppia per un singolo momento: due le forze in gioco, un solo movimento. Pedala - insegui la tua storia ovunque vada. Pedala - macina chilometri di strada. Pedala - l’hai voluta tu la bicicletta. Pedala - più in fretta. Pedala - più in fretta… Se è libero il pignone lo sceglie la corona, che attraverso una catena condiziona il moto del sistema: monarchia meccanica che ha giurato fede eterna alle leggi della fisica. Statica, termodinamica, quasi democratica se quando si ferma si va a ruota libera, o tirannica, con la
fissa dello scatto, senza i freni che difendon dall’impatto. È mansione del pignone fare la rivoluzione, portare il movimento in ogni direzione, in costante acrobazia irradia l’energia dal centro fino alla periferia. È solo una questione di rapporto tra ingranaggi e tutto gira liscio fino a che non ti scoraggi, che l’unico motore qui sei tu con il fiatone a spingere in salita per la vita il carrozzone. Pedala - insegui la tua storia ovunque vada. Pedala - macina chilometri di strada. Pedala - l’hai voluta tu la bicicletta. Pedala - più in fretta. Pedala - più in fretta… Sai bene che la storia è ciclica, come la pazienza è biblica e
risoluzione di Federico Pizzarotti a Parma e l’espulsione già a fine 2014 di Marco Fabbri a Comacchio. Così come su altra sponda vale per Andrea Gnassi del Partito Democratico, trionfalmente rieletto al primo turno a Rimini a questo giro grazie al lavoro svolto nei cinque anni di primo mandato, ma anche grazie all’‘autodissoluzione’ dei pur forti grillini locali che ha portato alla non presentazione della lista. E vale per Renata Tosi, il Sindaco (o la Sindaca) di Riccione eletta nel giugno 2014, rappresentante non succube del centrodestra. Tre soggetti, ciascuno nel proprio ambito, atipici e capaci. Che devono dimostrare di saper effettivamente pedalare. Come anche tutti gli altri Sindaci, a volte capaci, spesso più che altro capaci di tutto.
la peggior salita è una discesa ripida, repentina, tutta tornanti, serpentina, peso in avanti, giù dalla china. Come una valanga controllata precipiti in picchiata, il paesaggio vola dentro a una zoomata. Guardi dove vai, vai dove vuoi, occhi aperti e sai come stai, fai come puoi. Il traguardo arriva quando meno te lo aspetti: è un parcheggio di bici appoggiate ai cavalletti, bici abbandonate là, senza controparte, pronte a ripartire se qualcuno parte. Pronte per andare lontano, cambiando i rapporti, andandoci piano. Pensa che una volta una bici fece piangere un uomo: diventarono amici. Lei gli chiese perdono. Pedala - insegui la tua storia ovunque vada. Pedala - macina chilometri di strada. Pedala - l’hai voluta tu la bicicletta. Pedala - più in fretta. Pedala - più in fretta…».
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Cosa nostra, 'Ndrangheta, Camorra, Casalesi. Le diverse sfumature della criminalità organizzata
IX.
Camorra in Riviera
MAFIE Alessandro Bondi
di Alessandro Bondi* - Rimini, 1 marzo 2016. Senza rivelarne il nome, un giornale descrive storia e arresto di un «capo in pectore di uno dei più potenti clan camorristici del Rione Sanità, ex collaboratore di giustizia che, per sbarcare il lunario, si era messo a ripulire slot machine e cassaforte di un bar sala scommesse» (Corriere di Romagna, 1 marzo 2016). Tutta qui la Camorra in Riviera? No, c’è altro. E va indietro nel tempo. Sindaci preoccupati. «Nel 1993 L’allora sindaco di Cattolica, Gian Franco Micucci, lamentava la presenza nel suo territorio di Ciro Mariano (conosciuto per la strage dei quartieri spagnoli), Domenico Lo Russo (della famiglia dei Capitoni), Armando e Domenico Esposito. Quest’ultimo ha affermato che Ciro Mariano aveva deciso di prendere il controllo del traffico di cocaina in Romagna servendosi dei fratelli Esposito per gestire la zona di Cattolica, Misano Adriatico, Riccione e Rimini (Relaz. Pio La Torre 2015). Nello stesso anno, l’indagine Romagna pulita, colpiva un altro vasto traffico di stupefacenti gestito da Pero O Sarturiello, anche lui legato alla Camorra. Vacanze. Nel frattempo? Umberto Falanga, dopo l’arresto di Eduardo Contini, aveva assunto il controllo del clan ContiniMazzarella. Un’attività certo impegnativa. Viene arrestato a Cat-
tolica il 12 agosto del 2013: era in vacanza con la famiglia e, Cattolica, è un luogo tranquillo per le famiglie. Qualcosa di più di vacanze. Ci sono attività, residenze e un florilegio di nomi esotici per designare le operazioni di contrasto alla criminalità organizzata, testimonianza della predilezione di figli e padri della camorra per divertimenti e affari rivieraschi – con puntate all’estero italiano di San Marino – nonché della rara sensibilità per toponomastica, mitologia, psicologia mostrata dai tutori dell’ordine nel battezzare le proprie operazioni di contrasto. Nel 2011, dopo tre anni d’indagini, l’operazione Vulcano I fa spola tra Napoli, San Marino e la Riviera; individua tre diversi clan della camorra coinvolti in “maniera fluida”, una finanziaria sammarinese (Fincapital), società di recupero crediti, finti mediatori e una folla d’imprenditori vittime di usura, estorsioni, riciclaggio, reimpiego di capitali illeciti. I carabinieri del ROS arrestano 10 persone residenti a Napoli, Caserta, Acerra, Montevarchi, Rimini, Cattolica. Nello stesso anno, l’indagine Golden gol individua nel clan D’Alessandro e Di Martino i gestori di un giro di scommesse clandestine e riciclaggio di denaro. Nel 2012 l’indagine Criminal mind mostra che all’origine del coinvolgimento di esponenti sem-
Nel 2013, l’operazione Idra, costola dell’operazione Mirror, fa emergere altri contatti tra residenti romagnoli, autoctoni e non, con alcuni clan camorristici. Capo dell’organizzazione criminale è Rosario De Sisto, detto ‘zio Pio’, persona rispettata in certi ambienti, capace di far sedere allo stesso tavolo, in quel di Bellaria, i fratelli Antonio e Pasquale Nuvoletta del clan camorristico del Marano e Michele Senese, esponente della criminalità romana pre più importanti della camorra vi sia una disputa, nel sammarinese, tra due imprenditori per un recupero crediti affidato ai servizi della criminalità anziché a quelli – indubbiamente malmessi – della giustizia ufficiale. Nel 2013, l’operazione Idra, costola dell’operazione Mirror, fa emergere altri contatti tra residenti romagnoli, autoctoni e non, con alcuni clan camorristici. Capo dell’organizzazione criminale è Rosario De Sisto, detto ‘zio Pio’, persona rispettata in certi ambien-
IL LIBRO
- ‘Quanto costa?’ ‘Nulla, è gratuita, ma non lo dica agli altri visitatori…le abbiamo finite’ ‘Bella! E quando la ristampate?’ ‘Non la ristampano, non ci sono più soldi’ Frammenti di un dialogo recente al Visitor Center di Rimini, frutto della collaborazione tra Comune di Rimini e la cooperativa d’iniziativa privata Rimini Reservation iniziata 10 anni fa. La guida è ‘Malatesta e Montefeltro-In viaggio nelle colline riminesi’, una pubblicazione curata dalla Provincia di Rimini e la Camera di Commercio. Quindi, un’opera che non rientra nelle guide e negli strumenti del Visitor Center, ma…alla fine del dialogo inizia la visita guidata alle antichità romane della città, che si concluderà davanti al Tempio Malatestiano, simbolo del Rinascimento! 25 persone coccolate dai responsabili del Visitor Center gratis. Sì, gratis. Perché? Se m’avessero chiesto due euro, glieli avrei dati più che volentieri. E con
“Finito le guide turistiche. Non lo dica agli altri visitatori”
Piazza Cavour, fontana della Pigna
50 euro si sarebbero stampate almeno 15 copie di una guida, magari quella della Provincia che non ristampano perché non ci sono soldi. Vi racconto che cosa ho fatto poi con quella guida? Ho
La vincerà il primo che si lamenta della crisi turistica nella nostra provincia
ti, capace di far sedere allo stesso tavolo, in quel di Bellaria, i fratelli Antonio e Pasquale Nuvoletta del clan camorristico del Marano e Michele Senese, esponente della criminalità romana. Amicizie che contano. Le aderenze con la casa madre a volte sono reali a volte millantate. San Marino diviene il centro di molti interessi e non meno contrasti; la Riviera pompa denaro e attività. Giuseppe Mariniello detto ‘zio Peppe’ è la figura chiamata a dirimere le controversie rivierasche, quando l’imprenditore Michel Burgagni contrae debi-
ti sia con i Mariniello sia con Francesco Vallefuoco, sponsorizzato dal boss di Forcella, Raffaele Stolder. Autoctoni o quasi, come l’urbinate Francesco Agostinelli, si specializzano in estorsioni sul Titano e possono vantare amicizie, se non affiliazioni, con i Casalesi e personaggi della Camorra pronti a investire. Violenza e calcolo. La camorra è violenta con sé stessa. Le faide fanno parte della sua tradizione. Ma, in Emilia Romagna, è meno violenta, più calcolatrice, anche se rimane sovraesposta rispetto ad altra criminalità con cui convive. Gli affari non vogliono rumore, bisogna convivere con Cosa nostra, ‘Ndrangheta, mafie allogene come quella albanese o nigeriana. I maneggi con collusi delle istituzioni si fermano se la stampa avvisa e la società si allarma. Una lezione che la criminalità in loco ha bene imparato. Nel 2014, sono stati censiti 7 casi di intimidazione e di minaccia, che hanno interessato Bologna, Modena, Reggio Emilia e Rimini. Sono stati invece 52 i casi noti in Campania, con un incremento del 79% rispetto al 2013 (Avviso pubblico, Rel. 2014). Il denaro c’è. Gli investimenti in Riviera possono essere proficui, ma devono essere costanti. La crisi ha morso. Boutique vanno "riarredate", discoteche rinnovate, alberghi adeguati alle norme antincendio. Il credito bancario è scomparso. Ma il denaro circola e l’evasione è forte. Dei passaggi di
proprietà, locazioni, affitti di strutture alberghieri segnalati alla prefettura di Rimini, nell’ambito di un protocollo di collaborazione con i Comuni rivieraschi, un 10% è oggetto di approfondimenti. Mentre i concessionari degli stabilimenti balneari litigano con la Bolkestein, dei 3 miliardi di giro d’affari, 1 miliardo è sommerso del lavoro nero e, dei 285 milioni di concessioni demaniali dovuti, lo Stato ne incassa 185. La DIA segnale che sono 110 gli stabilimenti balneari e i chioschi sequestrati in tutta Italia alle organizzazioni criminali negli ultimi 5 anni. Presenze e Istituzioni. Pochi anni fa Rimini fu “sprovincializzata”, non arrivava ai 350.000 residenti richiesti per essere provincia. Si erano dimenticati delle presenze turistiche e delle forze di polizia e di giustizia necessari per gestirle. Dei 46 milioni di presenze in Emilia Romagna, 37.510.000 sono nella Riviera romagnola: il più importante centro turistico italiano (Rel. UCER 2015). I 110 chilometri tra Comacchio e Cattolica sommano ai 1.600 stabilimenti balneari, 3.445 alberghi per oltre 110.000 camere, 300.000 posti letto in strutture private e 83.000 in campeggi e villaggi turistici, con un volume d’affari di 8 miliardi di euro (dati Sole 24 Ore, 2014). In Riviera, il controllo del territorio è difficile; il presidio di legalità, complicato. Qualche affare si può fare. *Professore, Cattedra di Diritto penale Dipartimento di giurisprudenza
Università di Urbino
“Le radici di Fellini - Romagnolo nel mondo” - Il Ponte Vecchio Edizioni portato tre volte il mio amico Roberto di Bologna e sua moglie a vedere rocche quattrocentesche. Si è vergognato, lui emiliano, che un milanese lo abbia portato a spasso per la Romagna con una guida che lui non conosceva, prodotta da una provincia della sua regione. Queste 3 gite hanno prodotto in ordine: 3 pieni di benzina, tre pasti a ristoranti della zona per 4 persone, 16 ingressi a musei vari, 12 aperitivi,... però non ci sono i soldi per ristampare la guida? C’è qualcosa che non funziona nella mente di qualche amministratore pubblico. Forse è giunto il momento di mandarli a corsi di formazione sull’economia del territorio, sul marketing e la comunicazione. E a fargli compagnia, dovremmo mandare gli albergatori. Una delle provincie più ricche d’Europa non ha i soldi per ristampare una guida di 200 pagine? Il primo albergatore che parla di crisi di visitatori si merita una visita sì, ma della Guardia di Finanza.
Miro Gori racconta Fellini IL LIBRO - “Federico Fellini, l’artista italiano del Novecento, se non più importante più famoso nel mondo, lascia la piccola patria (Rimini e più in generale la Romagna) alla fine degli anni Trenta, quando non ha ancora compiuto vent’annì. Intende dedicarsi al giornalismo, alla scrittura. Diventa, invece, il favoloso regista amato dai critici più sofisticati e dal pubblico comune. Allo stesso tempo la partenza insinua in lui un invincibile desiderio di ritornare. Non tanto nella realtà quanto nella finzione cinematografica che rappresenta la sua ‘verità’ più intima e profonda. Per questo assai spesso viene definito ‘regista di Rimini’ o ‘romagnolo’. Non banalmente per la casualità di una nascita. Ma perché i suoi film intrattengono stretti legami con la terra natia che, come un fiume carsico, a volte splende, altre volte si cela. Nondimeno, anche quando essa non si mostra, lo spettatore attento non mancherà di ritrovarne le tracce indirette. Fellini fonda sul ricordo dell’infanzia e della giovinezza buona parte del suo cinema. Questo libro racconta le immagini e i suoni (sì,
La copertina del libro Gianfranco Miro Gori anche i suoni, essendone egli un fastoso creatore) di questa storia che trova il suo apice in Amarcord, scritto con un altro romagnolo Tonino Guerra, ma si spande in tutta, o quasi, la filmografia del regista. Gianfranco Miro Gori Nato a San Mauro Pascoli nel 1951 e dove vive. Ha diretto la cineteca del comune di Rimini e l’Associazione Cinema dell’Adriatico. Dopo gli studi classici si è laureato in filosofia all’Università degli Studi di Bologna e ha conseguito il dottorato di ricerca in storia e filologia del cinema nello stesso ateneo. Ha fondato la Cineteca del comune di Rimini nel 1986, dirigendola fino al 2012. Si è occupato
del regista Federico Fellini, dello sceneggiatore e poeta dialettale Tonino Guerra, del musicista Secondo Casadei e del poeta Giovanni Pascoli. Nel 2004 è stato eletto sindaco di San Mauro Pascoli (FC), carica che ha mantenuto fino al 2014. Tra l'altro, ha pubblicato un romanzo Senza Movente e tre raccolte di poesie in dialetto (Strafócc, Chiamami Città, Rimini, 1995; Gnént, Pazzini, Verucchio, 1998; Cantèdi, Mobydick, Faenza, 2008); E’ cino, la gran bòta, la s-ciuptèda, Fara Editore, Rimini, 2014. I suoi testi poetici in romagnolo appaiono anche in: AA.VV., D’un sangue più vivo. Poeti romagnoli del Novecento, a cura di Gianfranco Lauretano e Nevio Spadoni, Il Vicolo, Cesena 2013.
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L'uomo faceva il postino. Riccione il 21 e 22 agosto sulle pagine rievocative del Corriere della sera
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1947, una famiglia di Zurigo soggiornava 14 giorni con mezzo stipendio tutto incluso - Riccione in due articoli sul mitico Corriere della sera in una rubrica estiva, “La nostra storia”, che rievoca le estati in bianco e nero. Sul mitico giornale milanese vengono riproposti pezzi di prestigiosi giornalisti: Arnaldo Fraccaroli e Egisto Corradi. Le due storie sono apparse lo scorso 21 e 22 agosto. Il primo, è a firma di Arnaldo Fraccaroli (1882 - 1956) e comparve nel 1926 dal titolo: “Una Babele di lingue. Le origini di Riccione”. Una pagina intera corredate da cinque immagini: 4 d'epoca ed una con i delfini di oggi ad Oltremare. Sintetizza Fraccaroli: “Molti italiani, molti cecoslovacchi, molti austriaci, molti ungheresi. Una piacevole carriera questa della città che fino a pochi anni addietro era unaa spiaggetta (...). Centro balneare nel quale accanto a preludi di vita elegante e a buoni alberghi con idee di grandezza si trova ancora la grazia rustica di negozietti campestri”. Un'altra pennellata di
Due articoli riproposti lo scorso 21 e 22 agosto e usciti nel 1926 e nel 1947. Il ritratto di una città bellisima non meno che attuale
Riccione con gli eleganti villini in viali di terra battuta Un manifesto promozionale
PIONIERI
Fraccaroli: “(...) è una amabile cittadina che ingrandisce a vista d'occhio, si spuntano nuove villette di continuo come funghi, umidità in meno, da un anno alll'altra la si trova mutata, sviluppata, abbellita. Era un villaggetto, da tree anni è sede di un municipio (...) con bei viali lunghissimi e larghi er ombrosi...”. Nel lungo servizio, non si parla della presenza di
Mussolini. Egisto Corradi “Stamane è passato di qui il postino H. Y. di Zurigo: quattorici giorni di vacanza a Riccione, alles inbegriffen, cioè tutto compreso da Zurigo a Zurigo, franchi 252,50: metà esatta del suo stipendio mensile (...)”.
Siamo nel 1947 e lo racconta il Corriere della sera a firma di Egisto Corradi (1914 - 1990), uno dei giornalisti più in voga ai tempi. Siamo, scrive Corradi, un bel paese a buon mercato”. Seppur con delle differenze, un po' come oggi, tra la costa tirrenica e quella adriatica. Di là offrono pasti meglio confezionati ma più scarsi...”. Come oggi? Il fascino del made in Italy, come si dice, era altissimo anche allora. Scrive il mitico Corradi che nel 1974 fonda con Indro Montanelli “il Giornale”: “In Italia gli uomini si faranno fare abiti di cui molto apprezzano il taglio e le camicie di cui ammirano la foggia e il colletto, le donne acquisteranno borsette e scarpe; ma sempre in misura limitata perché la dogana (...)”.
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Il capo-gruppo consiliare Fabio Ubaldi contro il segretario Marco Parmeggiani
ALLEGRO MA NON TROPPO
Spigolature
degli Scrondi
UBALDI SI'-UBALDI NO-AUTOSOSPESI-L'UNITA'...
Lotta all'evasione - Leggiamo: “Lotta all'evasione fiscale, nuove attività economiche solo se in regola con i tributi”. Sembrerebbe una banalità... o no?... Ubaldi (1) - Leggiamo: “Spacatura nel Pd, le segreterie provinciale e regionale: ‘Tutta colpa di Ubaldi’”. Un pungiball di nome Ubaldi?... Ubaldi (2) - Leggiamo: “Fabio Ubaldi non ci sta: ‘Dal Pd solo dei no’”. Non ci sto! La colpa cercatela tra di voi! Povero partito... se ne è partito... Dentro o fuori - Leggiamo: “Pd, scade oggi l'ultimatum per i 26 autosospesi”. Siete fuori o siete dentro??? Siamo sul pianerottolo... Avanti da soli - Leggiamo: “Gli autosospesi del Pd non ci stanno: Democratica va avanti senza il Pd”. Pd, ci hai rotto! Andiamo avanti per i cazzi nostri!... Furbastri - Leggiamo: “Vendita alcolici dopo l'orario consentito, multe a due minimarket per oltre 6mila euro”. I furbasti hanno fatto il guadagno del ‘castagnaro’... Hera-Polisportiva - Leggiamo: “Acqua a sbafo, Hera presenta il conto. Chiede alla Polisportiva il pagamento di cinque anni di arretrati”. E se lo avesse fatto una famiglia normale? Cinque anni?... L'Unità - Leggiamo: “Da venerdì per il Pd è Festa dell'Unità”. Unità?!? Ma sicuramente è uno scherzo... Suolo pubblico - Leggiamo: “Suolo pubblico: multe in viale Dante, chiusi due negozi”. Large può andare ma XL e XXL non va bene... Turismo e lutto - Leggiamo: “Galassi (Noi Riccionesi) al Pd: a Riccione il turismo vola. Fatevene una ragione”. Il Pd ancora non ha elaborato il lutto?... Il Pd ha un problema - Leggiamo: “Lotta nel Pd, l'ex segretario Angelini: ‘Il problema esiste e non è Ubaldi’”. Ormai si sono inquinate anche le radici... altroché Ubaldi...
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Pd in frantumi e la volpe e l'uva Piange anche il partito della Tosi I fatti
Maurizio Pruccoli, candidato-sconfitto alla segreteria si è defilato. “Con questi non ci stiamo più”. Lista civica in vista?
Marzo 2016 La minoranza del Pd presenta un documento non proprio benevolo sulla segreteria Parmeggiani. In agosto, Parmeggiani chiede che i 26 firmatari vengano sottoposti a speigazioni davanti ad garante Marco Parneggiani e Fabio Ubakldi, rispettivamante Segretario e capo-gruppo del Pd
FOCUS - Il Pd riccionese è andato in frantumi. E' un tutto contro tutti, della serie si salvi chi può. Non sta bene neanche il “partito” del sindaco Renata Tosi, Noi Riccionesi”. Insomma, le logiche della politica hanno le stesse dinamiche, nel bene e nel male: annientare il “dissenso” interno. Il Pd dopo la sconfitta elettorale che ha incoronato il centrodestra con Tosi come alfiere è entrato in confusione. Nessuna autocritica, lontanissima la riflessione. Nessun ragionamento. Neppure dovessero gestire fette di potere che equivale a fette di ricchezza. Una delle ultime gocce dei tanti veleni risale allo scor-
so marzo. La minoranza interna, che ha in Fabio Ubaldi (capogruppo consiliare e candidato a sindaco nel 2014), il leader (Ubaldi è un leader elefantiaco, ma leader lo è) lo scorso marzo fa uscire un documento non proprio tenero con l'attuale maggioranza di partito. Maggioranza che ai cosiddetti avversari interni non ha lasciato mezza rappresentanza. Il documento doveva servire da stimolo e confronto invece accende gli animi di entrambi gli
schieramenti. Sarebbe piacevole sapere chi ha avuto la dabbenaggine di incendiare il proprio pagliaio... Ai firmatari vengono chiesti chiarimenti, pena l'espulsione dal partito, dopo un passaggio davanti ai garanti. La minoranza attorno a Ubaldi e Pruccoli perde seraficità. Pensano di essere stati presi a calci in faccia e minacciano di tutto. Alla rinfusa: ”Dimettiamoci in massa... Facciamo un falò delle tessere... Raccogliamole e spediamole a Roma...”.
Qualcuno di buon senso all'interno del Pd, che pure vanta forti legami con la città, frazioni e i riccionesi, si è fermato a riflettere: “Dai ragazzi non facciamo gli avventati. La battaglia vera si fa con le idee e dentro il partito. Se la minoranza ha idee ed energie, può anche competere per spostare gli equilibri, altrimenti è come la volpe e l'uva”. Siccome non si ha la capacità di raccoglierla è acerba... La paura che un Pd in frantumi possa anche presentarsi alle elezioni con almeno due liste non è ipotesi azzardata. Roba da avanspettacolo puro. E sconfitta certa. Ma anche quelli della Tosi non scherzano quanto a duelli rusticani interni.
Viale Venezia, limite a 30 Km all'ora Multa di 44,70 euro per 36 all'ora Renata Tosi, sindaco di Riccione
COSTUMI
- “Come si fa ad andare in macchina a trenta all'ora?”. “Non sarà facile, però... la legge dice che...”. Due amici commentano la multa comminata lo scorso 28 giugno dal Comando Intercomunale di Polizia Municipale Riccione e Coriano; direzione di marcia mare-monte tramite, come si dice in gergo, rilevatore autovelox. Il veicolo percorreva il tratto di viale Venenzia superando di non oltre 10 km/h il limite. Si legge nel verbale: “Il conducente circolava alla velocità rilevata di Km/h 36 alla quale è stata successivamente applicata la percentuale di tolleranza del 5% (con un minimo di Km/ h 5 ai sensi...), eccedendo così di Km/h 1 il limite di velocità
consentito per la strada percorsa (Km/h 30). L'automobilista ha dovuto pagare, entro i 5 giorni dalla notifica, 44,70 euro (28,70 più 16 di notifica). La notifica non è un'esagerazione? Dopo cinque giorni, la multa sale a 57 euro (41, più 16, spese uniche di procedimento). Che cosa sono le spese uniche di procedimento? Lex sed lex (dura legge è legge) dicevano i latini. Il Codice della strada ha le sue regole, le discussioni affermano ben altro e altro ancora. Ci sono almeno due chiavi di lettura.
La prima, è che la segnalazione è chiara ed intransigente. Punto. La seconda, è massimalista: il Comune con gli autovelox fa cassa prima ancora che prevenzione. Ad essere salomonici si potrebbe dire che entrambe le valutazioni siano giuste. Molti affermano che va cambiato assolutamente il Codice e qui deve intervenire il legislatore. Intanto, il signore dei 44,70 all'ora in viale Venezia ha pagato col sorriso in bocca e raccontato la storia agli amici. Compreso questo giornale.
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ATonina Croci Amati.- Donna che ha portaato a Milano lo spirito romaagolo - - Per quale motivo una riccionese puro sangue (anche se nata nel 1906 quando ancora Riccione era una piccola frazione e non ancora comune autonomo) avrebbe dovuto “ben meritare” da un grande comune come quello di Milano ed essere per questo premiata proprio il 7 dicembre, il giorno della festa del Patrono Sant'Ambrogio? In questa data infatti viene attribuito a quei milanesi (di nascita o d’adozione) che si sono distinti nelle professioni o si sono resi protagonisti di gesti importanti un riconoscimento del Comune, il famoso Ambrogino. Questo premio, che venne istituito nel 1925 dall’allora primo cittadino Luigi Mangiagalli, deve il suo nome alla moneta d‘oro coniata a Milano in epoca comunale, e si divide tra Medaglia d‘Oro e Attestato di Civica Benemerenza ed è consegnato dal Sindaco durante un’apposita cerimonia ufficiale, appunto il 7 dicembre. Nel 1980 l’attestato venne attribuito ad una Amati, figlia di Amato e nipote di Sebastiano e di Lucio, i creatori e i gestori dell’Hotel Amati di Riccione, dell’Ospizio Marino De Orchi di Bellariva di Rimini, dell’Ospizio Marino Nettuno di Riccione e della Colonia Piacentina di Misano Mare. La motivazione? Eccola! “A Tonina Croci Amati. Titolare di uno dei più antichi e conosciuti negozi milanesi di filati in via Torino. Animatrice di iniziative culturali, la sua casa è stata per decenni e continua a essere punto di incontro di intellettuali e artisti. Milano, 7 dicembre 1980. Il Sindaco Carlo Tognoli”. Proviamo a leggere non fra le righe, ma proprio nelle righe per comprendere appieno il motore del riconoscimento, per scoprire come l’Amati si era “distinta nella professione” di bottegaia oppure di quale “gesta importante” si era resa protagonista. Quale rapporto poteva esistere fra l’essere “titolare” di un negozio, che nella motivazione viene citato all’inizio, ed “animatrice” di iniziative culturali? E quale poteva essere il “punto di incontro” fra queste due funzioni? Nella Milano del dopoguerra il negoziante, quello di certi quartieri, era la figura professionale deputata nella pratica all’accoglienza degli immigrati, l’accompagnatore alle abitudini della città, la guida turistica adatta a instradarli entro i meandri di un diverso tessuto sociale, a rincuorarli per tutte le frustrazioni, tentativi a vuoto, attese su cui erano costruiti i giorni spaesati dei nuovi arrivati. Il mercaio, il barista, il salumaio, il droghiere, il collega di lavoro, i primi due amici, erano i salvagente gettati, giorno dopo giorno, per galleggiare negli spazi
Riccione con l'Ambrogino d'Oro FOCUS
sconosciuti e che dovevano essere piano piano imbrigliati. I negozianti si informavano dei loro paesi di origine, ne magnificavano le caratteristiche anche se non li avevano mai sentiti nominare prima di allora. La necessità di apparire ospitali, comprensivi, era tangibile, mai però ostentata o involgarita, quasi ci si vergognasse di innescare meccanismi di confronto, di paragone fra la grande città e le lontane provincie. Anche l’uso del dialetto con i clienti non lombardi aveva un che di rassicurante: “Anche noi, vedete, parliamo in dialetto, come voi, anche se diverso. In fondo siamo tutti uguali”, di complicità, e disponibilità ad assicurare tutto l’appoggio nel fervore di rifondazione della città che permeava questi nuovi arrivati. Il negozio della Tonina, nel centro di Milano, era frequentato sia dai popolani di Porta Genova e Porta Ticinese sia dagli aristocratici di Via Cappuccio e Corso Magenta e questa commistione sociale favoriva il dialogo fra loro e l’integrazione degli immigrati. Carlo Emilio Gadda aveva preceduto già dal 1944 il Comune di Milano nel tratteggiare l’ambiente di quel negozio scrivendo poi di lei: “L’eva, dopo tutt, una donna degna del massi-
Tonina Croci Amati
mo rispetto...” (1) Il negozio era la sua casa e la casa come il suo negozio, perchè anche questa fu utilizzata per l’accoglienza e l’ospitalità. “Quando ero bambina mia madre a Riccione, durante la guerra, la prima, accolse in casa per parecchi anni due fanciulle albanesi o slave, profughe dalla ritirata dai balcani; non fu un esempio molto seguito da altri
nel paese, ma lo fù per me perchè mi inculcò lo spirito dell’ospitalità!” così amava ripetere spesso l’Amati che, affascinata dagli uomini di cultura (lei, autodidatta come il padre, imparò da questo il piacere della lettura giungendo a leggere, quando all’età di 17 si sposò e andò ad abitare a Milano, quasi un libro al giorno), iniziò a frequentarli ed a invitarli a cena.
E mes ad sitembre L’insteda las nun va sa tut e su calor, us è sec e arcolt e gren e tent’elta fruta, parò un è che las matura propia tuta, uj n’arman sempre dla bona pina ad sapor. Uj pensa alfen Sitembre a ciudla sta stason, tut e manda a ripos pricis l’Om in pension.
L’estate se ne va con tutto il suo calore, si è seccato e raccolto il grano e tant’altra frutta, però non è che si maturi proprio tutta, gliene rimane sempre della buona piena di sapore. Ci pensa alfine Settembre a chiuderla questa stagione, tutto manda a riposo uguale l’Uomo in pensione.
Per ultma us è tnù l’uva,un frutt isè gulos, us magna mo più us bè, e ven us fa, che bleza, e rend sigur alegre, ste frutt e dà l’ebreza, da sempre l’Om ul sa, un frutt tent misterios. E Nost Signor soltent da l’aqua l’ha fat ven mo quej chi s’è prov dop un gnè mai avnù ben.
Per ultima si è tenuto l’uva, un frutto così goloso, si mangia ma più si beve, il vino si fa, che bellezza, rende di sicuro allegri, questo frutto dà l’ebbrezza, da sempre l’Uomo lo sa, un frutto tanto misterioso. Il Nostro Signore soltanto dall’acqua ha fatto il vino ma quelli che si sono provati dopo non gli è mai venuto bene.
Un mes che va via tranquel, in campagna li s’urganeza al Parochie e fate al Purcizion, isè us ringrezia e us festegia e Sent Patron, insen s’li Preghiere un po’ us bè, us magna. Il ha mes sota la Vergine, alora ujè la Dona quasi tutt Sitembre, l’ot l’è neda la Madona.
Un mese che va via tranquillo, in campagna si organizzano le Parrocchie e fatte le Processioni, così si ringrazia e si festeggia il Santo Patrono, insieme con le Preghiere un poco si beve, si mangia. Lo hanno messo sotto la Vergine, allora c’è la Donna quasi tutto Settembre, l’otto è nata la Madonna.
Na sol in campagna ste mes e ciud l’insteda, enchè in muntagna e per Quej dla marena, Chi riposa, Chi lavora in cità, culena e piena, e pasa via pien pien, us pripera l’invarneda. Prima che sia utobre e pu fred a novembre, a dè l’ultme calor uj pensa e mes ad Sitembre.
Non solo in campagna questo mese chiude l’estate, anche in montagna e per Quelli della marina, Chi riposa, Chi lavora in città, collina e piana, passa via piano piano, si prepara l’invernata. Prima che sia ottobre e poi freddo a novembre, a dare l’ultimo calore ci pensa il mese di Settembre.
Ma come nacque il “punto di incontro di intellettuali e artisti”? L’inizio si sviluppò attraverso l’amicizia con il figlio del macellaio di fronte a casa, Renato Arienta. che la incuriosì leggendole, ma mano che la preparava, la sua tesi di laurea sul Manzoni e sul giansenismo, che le prestava riviste e libri (proprio quelli che Enzo Ferrieri aveva iniziato a commentare alla radio fin dal 1929) che, divenuto poi il grande traduttore di Marivaux e di Gide (2), la incantò con la letteratura francese, ma sopratutto che le presentò, portandoglielo a cena, Carlo Bo non ancora rettore di Urbino e che poi divenne, come scrisse Guido Vergani sul Corriere della Sera , suo “compagno di strada”. Lungo questo percorso, che si snodò negli anni, le frequentazioni furono numerose: con gli urbinati intellettuali Arturo Massolo, Leone Traverso, Pino Paioni, e l’artista Ausonio Colorni, con la scrittrice Marise Ferro, già moglie di Guido Piovene. Un amico tira l’altro e molti passavano a trovarla in negozio o a cena nella sua casa ospitale, come negli ultimi anni di guerra faceva Elio Vittorini che arrivava di nascosto in bicicletta a racimolare qualche uovo o un poco di burro che la Tonina riusciva a procurargli senza sapere che in tal modo nutriva la Resistenza e che lo scrittore ricambiò poi con numerosi altri incontri facendole conoscere ed apprezzare Politecnico. L’accoglienza si era riproposta (il ricordo dell’esperienza materna!) accettando in casa, nello stesso periodo e per parecchio tempo, un giovane universitario olandese, ebreo, nipote di un famoso scrittore; lo aiutò poi ad espatriare e solo dopo la guerra seppe, dalla madre che venne a trovarla in bicicletta dall’Olanda, che il ragazzo era stato ucciso in un campo di sterminio. Tutto il mondo intellettuale milanese covava sotto la cenere in quel periodo e poi esplose, quasi dal nulla subito dopo, preso dalla frenesia del fare e dell’inventare e fu questo l’ambiente stimolante ed eccitante che incitava a sempre maggiori co-
noscenze e che indusse anche molti romagnoli a trasmigrare per lungo tempo o brevi periodi e a frequentare il negozio e la sua casa ospitale. Lello (Baldini), Tonino (Guerra), Nino (Pedretti), Flavio (Nicolini), Gianni (Fucci) si mescolarono così con politici, artisti, attori, scrittori come Alberto (Arbasino) , Livio (Zanetti), Elvio (Fachinelli), Ramon (De Soto), Bartolo (Cattafi), Gianpiero (Dell’Acqua), Gabriella (Giacobbe), Giulio (Chazalettes), Elio (Quercioli), Mimma (Paulesu Gramsci), Arturo (Lazzari), Nina (Vinchi), Giorgio (Strehler), Paolo (Grassi), Edmonda (Aldini), Ernesto (Treccani), Lidia (Ravera), Gianni (Cervetti), Ornella (Vanoni), Giovanni (Arpino), Vittorio (Sereni), Enrico (Emanuelli), Camilla (Cederna), Franco (Parenti), Carlo (Mezzadri), Lucilla (Morlacchi), Giovanni (Arpino), Sergio (Cofferati), Giorgio (Zampa), Guido (Vergani), Sergio (Ferrero), Berno (Gutzeit), Gabriele (Mucchi), Enrico (Job) e altri e altri ancora. I frequentatori della sua casa erano sempre citati con il nome di battesimo, a sottolineare che il rapporto con questi era impostato sull’amicizia e stima reciproca e non sul ruolo che gli invitati rivestivano in società. Un’unica eccezione all’uso dei nomi: i cognomi erano riservati ai grandi direttori d’orchestra (Abbado, Muti), anche se alcuni di essi appartenevano alla schiera dei suoi frequentatori, perchè la musica, sua grande passione, doveva stare sempre sul podio. La Tonina Amati non era un’”animatrice di iniziative culturali”, ma persona che esercitava il controllo sulle cose, sui fatti, sugli avvenimenti che la interessavano “toccandoli”: a teatro., al cinema, alla Scala, nelle presentazioni di libri, durante le prediche in Duomo di Davide Maria Turoldo. La sua casa, come scrisse Paolo Grassi (3), “non era un “salotto” ma un luogo nel quale ci si trovava fra amici, dove non c’erano etichette o gerarchie, non ci si metteva in vetrina, non si pontificava. Si era amici e si parlava di tutto. Era un luogo affettuoso, morbido, tranquillo, ospitale, tenero, nel quale si trovavano creature umane, per qualche ora. Con in premio anche una splendida cucina alla quale sovrintende personalmente la padrona di casa.” Rodolfo Francesconi 1- Carlo Emilio Gadda, L’Adalgisa. Disegni milanesi, Le Monnier, Firenze, 1944 2- Vedi Alias, inserto settimanale del Manifesto del 1° luglio 2016. 3- Paolo Grassi . Quarant’anni di palcoscenico, Mursia, Milano, 1977
RICCIONE
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Un gruppo di pensionati si ritrova, tutti i giorni, inverno e estate in piazzale San Martino
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Sebastiano Amati: chi era costui? - Ho assistito, alcuni giorni addietro nei locali del Palazzo del Turismo di Riccione, alla presentazione del libro “Sebastiano Amati. Genesi di una famiglia e di una città”. Mi aveva incuriosito la locandina esposta all’ingresso del Palazzo con la foto di questo signore in maglietta da marinaio e con i baffetti all’ingiù ed ho pensato che poichè eravamo appunto a Riccione, “la genesi” fosse proprio quella di questa città. Il nome di Sebastiano non mi era nuovo, perchè in tutti i libri che avevo letto sulla storia locale questo personaggio era quasi sempre citato, anche se brevemente, fra coloro che erano stati definiti “I pionieri” della ormai famosa località di villeggiatura. Mi ricordai che Carlo Emilio Gadda aveva scritto che quando una persona importante muore, essa si riproduce, attraverso i necrologi pubblicati sui quotidiani, per scissioni plurime come le amebe; il fatto allora che il nome di Sebastiano fosse sempre presente nei resoconti riccionesi mi aveva fatto sospettare che questo personaggio fosse stato appunto considerevole e il collegamento dello sviluppo della sua esistenza con quella addirittura di una città si sarebbe mostrato intrigante. Entrai allora non solo nella sala ove si svolgeva la presentazione, ma proprio dentro il libro. Mi meravigliai subito, perchè cosa c’entravano l’isola di
Nuotano, passeggiano, discutono, recitano poesie. Parlano del più e del meno. La sede-gabbiotto reca centinaia di cartigli con brevi massime di saggezza.. Autore Vincenzo PIONIERI Terranova nel 1815 e la pesca alle balene con le quali iniziava la storia e poi ancora quel che era successo a Ferrara negli anni intorno al 1830 quando un certo MacAlister era divenuto non solo vice-console inglese del Regno Pontificio, ma anche simpatizzante dei patrioti italiani del Risorgimento? Avevo sbagliato sala o libro? Sì! E’ vero! Aveva sposato in prime nozze una triestina che gli diede una figlia poi maritata con un certo Napoleone Raspi, anche lui patriota ferrrrese. Ma non era esistita fino poco tempo fa’ a Riccione proprio una Pensione Raspi? E questi Raspi, padre e figlio, non avevano anche parteci-
La copertina del libro che racconta Sebastiano Amati
pato a Rimini alla famosa Battaglia delle Celle nel 1831 combattuta contro gli austriaci? Allora pian piano dalla Scozia ci stavamo avvicinando a Riccione o meglio ad una piccola borgata di pochissime case con questo nome, ma il Sebastiano del libro come c’entrava? Ma improvvisamente Verucchio irrompe nella presentazione o meglio un certo Amati, cordaio di questo paese, di nome Sebastiano che, negli stessi anni dei personaggi precedenti, ebbe numerosi figli fra i quali quattro maschi di cui ben tre intrapresero la carriera ecclesiastica, mentre il quarto, il più giovane, ne combinò una bella! Si arrischiò a suonare in segno di giubilo le campane della chiesa per festeggiare nel 1849 la nascita della Repubblica Romana mettendo a ri-
schio le ambizioni dei fratelli. Questo Amati, che aveva nome Emilio e che si industriava come apprendista falegname fù punito con la cacciata da casa; raccolti i panni e gli attrezzi , si incamminò verso sud e decise di fermarsi a lavorare come carraio in una piccola borgata, abitata solo da 400 anime, dislocata subito dopo Rimini. Finalmente inizia, pian piano, lo sviluppo del paese, in quanto l’Emilio si rivela anche abile imprenditore: progetta e costruisce il primo Ospizio Marino, l’AmatiMartinelli appunto, si associa subito ad altri per far “confezionare” dal Comune di Rimini una strada che porti dal paese al mare (la Viola), si associa sempre con altri per ottenere la fermata del treno, crea un gruppo di cittadini per “assumere commissioni per l’affitto di appartamenti in paese”, si trasforma da abile carraio in imprenditore turistico, si azzarda anche a finanziare il Comitato Nazionale Italiano di Mazzini. E poi diviene padre di un’altra selva di figli, ridando al primo il nome di suo padre, Sebastiano, appunto. Lo spettacolo entra allora nel vivo. Questo primogenito, come fece allora lo scozzese MacAlister, abbandona la famiglia, si iscrive e
frequenta la scuola marittima di Ravenna, si imbarca su velieri da trasporto romagnoli, poi si trasferisce a Camogli per navigare negli oceani, infine completa la sua carriera navale con tre anni di servizio militare in marina. Così conosce il mondo, assorbe le lingue e impara a dirigere qualsiasi veliero anche di terraferma. E poi si sposa; con chi? Nientemeno che con una delle figlie di Napoleone Raspi. Il cerchio fra Scozia, Ferrara, Verucchio alfine si chiude. Ma subito dopo si riapre, per far uscire dalla sua circonferenza numerosi spiragli: l’indomito pacifismo poi il sodalizio con l’angelo tutelare Maria Boormann Ceccarini per un sistema sanitario pubblico con la costruzione dell’Ospedale, per l’illuminazione elettrica del paese, per il porto, per l’assistenza alla povera gente della borgata poi la battaglia per la costruzione della strada litoranea e per il tram poi il diritto all’assistenza sanitaria ai contadini poi la battaglia perchè i cimiteri divengano non più parrocchiali poi per la creazione di un forno crematorio poi ancora l’adesione alla richiesta di una legge sul divorzio. Il cerchio si sta quasi frantumando in quanto, oltre ai numerosi spiragli umanitari e politici già apertisi, si manifestano due altre grandi breccie: la creazione del
primo vero albergo di Riccione, il famoso Hotel Amati e il coinvolgimente dell’amico De Orchi, affinchè la Provincia di Como decidesse la costruzione di un grande Ospizio marino a Bellariva, il Comasco appunto, da lui poi fatto progettare e gestito. Uomo politico, amministratore pubblico, imprenditore lungimirante. Ebbe poi a scontare i suoi successi perchè durante il fascismo fu costretto alle dimissioni da Assessore del Comune di Rimini per aver ospitato nel suo albergo, subito dopo la fine della guerra, alcuni ufficiali austriaci ex prigionieri; più avanti le camere dello stesso albergo, l’Hotel Amati che davano sul mare e cioè sulla costruenda Villa Mussolini furono murate e l’albergo dovette chiudere i battenti; la direzione dell’Ospizio De Orchi gli venne revocata perchè non era possibile lasciarne la conduzione a chi non si era adeguato al nuovo regime. Lo spettacolo è alla fine, ma la curiosità di conoscere i dettagli e l’ambientazione storica delle varie epoche che spiegano le azioni dei personaggi aumenta; bisognerà allora proprio leggere questo vero romanzo storico! Dimenticavo: ma chi è o chi sono i suoi autori? Forse lontani parenti, per conoscere tutte queste cose! Uno spettatore
CONDOMINI-EDILIZIA SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI
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Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 DOMANDA Abbiamo verificato infiltrazioni di acqua proveniente dal tetto di copertura del nostro condominio. Il geometra da noi incaricato per accertare lo stato di fatto del tetto ci ha raccomandato di avviare dei lavori di rifacimento del tetto prima del prossimo inverno Gradiremo sapere da voi: 1) Come dovranno essere ripartite le spese tra noi condomini; 2) Esistono incentivi statali? 3) E’ opportuno procedere al rifacimento completo del tetto o solamente della parte più rovinata? 4) Si può procedere al rifacimento “fai da te“ in considerazione del fatto che un condomino si è dichiarato disponibile ad eseguire i lavori con notevole risparmio per noi condomini? RISPOSTA 1) Il tetto condominiale secondo l’art. 1117 del codice civile è compreso tra le parti comuni dell’edificio per-
Esperti rispondono
Condominio, infiltrazioni d'acqua dal tetto Come vanno suddivise le spese, incentivi... FOCUS
tanto la proprietà spetta proquota ai singoli condomini per cui le spese devono essere ripartite in base alle tabelle millesimali oltre a ciò l’art. 1123 del codice civile. così recita : “ Le spese necessarie per la conservazione e per il godimento delle parti comuni dell’edificio, per la prestazione dei servizi nell’interesse comune per le innovazioni deliberate dalla maggioranza sono sostenute dai condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno, salvo diversa convenzione “ La legge lascia libertà ai singoli condomini di stabilire anche una diversa ripartizione delle spese di rifacimento del tetto con una delibera assembleare votata all’unanimità dai condomini.
Precisiamo che quando si tratta di cose destinate a servire i condomini in misura diversa, le spese sono ripartite in proporzione dell’uso che ciascuno può farne. 2) Per quanto concerne invece, gli incentivi, la legge di stabilità ha approvato l’ecobonus del 65% per le spese sostenute per la riqualificazione energetica anche per il 2016; inoltre è prevista una detrazione I.R.P.E.F. del 50% per le ristrutturazioni edilizie. Per accedere agli incentivi per rifacimento del tetto dovete rispettare determinati requisiti tecnici che certamente il vostro tecnico vi illustrerà dettagliatamente. 3) Ci chiedete altresì se riparare solamente parte rovinata del tetto o procedere al completo rifacimento. Premesso che tutti noi cerchiamo di risparmiare dove si può, a nostro modesto parere la risposta a questa domanda
deriva in gran parte dalla grandezza della parte del tetto rovinata, dall’età e dallo stato generale del tetto ( dovete leggere attentamente la relazione effettuata dal vostro tecnico a seguito del sopralluogo ). Secondo noi, se il tetto è in buono stato e solo una piccola parte è stata rovinata, potrebbe essere sufficiente sostituire alcune tegole. Se il tetto è molto vecchio ed usurato sarebbe opportuno ripararlo completamente e sarebbe questa anche un’ottima occasione per migliorare la qualità aggiungendo una coibentazione a norma e rendendolo impermeabile e ventilato. Il ricambio d’aria nella struttura è fondamentale per eliminare problemi di umidità in casa. 4) Vi raccomandiamo vivamente di non effettuare il rifacimento del tetto fai da te per molteplici motivi. In primo luogo è un lavoro perico-
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Condominio - Certificazione energetica Successioni - Consulenza tecnica-legale Esperti rispondono - Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, apre una rubrica sulle colonne del giornale; potete rivolgervi ai geometri Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, esperto di problemi tecnico-legali, già consulente del Tribunale di Rimini e al libero professionista Marco Secchi. Siete pregati di inviare le vostre domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 348-3621675. E-mail: lapiazzarimini@libero.it geom.pupolizio@outlook.it secchi.marco92@gmail.com
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Per difetto. Lo scorso anno contabilizzò 150mila spettatori. Spettacolo dentro, spettacolo fuori
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Foto Giuseppe Bucci
Autenticità attorno al circuito
- Centocinquantamila spettatori lo scorso anno. Un miliardo di contatti sui mezzi di comunicazione di tutto il mondo, dicono i commenti ufficiali della Santamonica società per bocca di Umberto Trevi, uomo copertina della proprietà La Regione Emilia Romagna che ci mette dei baiocchi ad affermare che la tappa riminese della MotoGp ha un orizzonte almeno di rilevanza regionale. Sono questi alcuni numeri che rac-
MotoGp, affare da oltre 50 milioni di euro Tocca circa un miliardo di contatti contano il Gp Tim San Marino Riviera di Rimini. Che Misano World Circuit e la strategia comunicativa ed economica della Regione Emilia Romagna chiama The Riders' Land (La terra dei piloti). Alla Santamonica sono otto coloro i quali scenderanno in pista (si possono ammirare nel manifesto 2016). Si potrebbe aggiungere anche ter-
ra dei meccanici; la leggenda vuole che il dialetto romagnolo sia la lingua del paddock. E anche Terra dei Motori, come recita un altro azzeccato slogan regionale. Insomma, la MotoGp è sport, è Valentino Rossi, è Ducati. Ed è anche un affare economico e mediatico. Ad esempio il merchandising giallo
di Valentino Rossi vale almeno il 50 per cento delle vendite; non solo in Italia. Anche in Spagna ed altrove, naturalmente. E che le aziende che la fanno da padrone sono due ed entrambe ubicate nel nostro territorio: una a San Giovanni (con proprietari cattolichini, i Pritelli) e l'altra a Tavullia (titolare Valentino Rossi, raffinato pilota, signor im-
prenditore). Andiamo a fare altri conti. Assumendo che ogni presenza nel circuito lasci almeno 200 euro a testa, sul territorio la ricaduta economica è di 50 milioni di euro. Molti appassionati, compresi quelli del circo motoristico, quando la tappa è a Rimini per il suo capitale culturale (turismo, enogastronomia, simpa-
tia) si portano con sé anche i familiari. Per non fare gli esagerati (gli sburoni, si direbbe da noi) è plausibile pensare ad un ritorno di soldi attorno minimo ai 30 milioni di euro. Spettacolo in pista, ma spettacolo anche attorno al circuito con tifosi sulle impalcature, camion, camper. Di fianco fuoconi. E gioia.
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MISANO
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Otto incontri con: Petrosino, Vattimo e Guzzi, La Cecla, Natoli, Galimberti, Marzano, Sini, Fusaro ALLEGRO MA NON TROPPO
‘Fnil‘, parole da...
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Uomo: i falsi miti in conferenza
(Il vecchio nome di Misano Mare)
LA CULTURA di Walter Gambuti*
IL BENVENUTO -Arrivato a Misano alle 10 di fronte all’Hotel, dopo una breve sosta per scaricare i bagagli, il tempo strettamente necessario per ricevere il Pass del parcheggio custodito. Ore 10:15 ritorno alla guida dell’auto. In quello stesso istante 2 motorini “fuggono” velocemente. Mi preoccupo! Avevo lasciato l’auto aperta. Non manca nulla. Uff! Non sono ladri, anzi, mi hanno lasciato un biglietto sul parabrezza. Per fortuna erano solo 2... ausiliari in servizio d’accoglienza. Chissà se avrò la stessa opportunità alla partenza ed avere un altro benvenuto, così caro... loso? LE ICONE -Anche Misano ha le sue icone che i turisti amano. Naturalmente il mare, le belle spiagge, l’Autodromo, il Porticciolo di Porto Verde, le Fontane, l’entroterra, alcune frazioni storiche, i ghetti, il lungomare, ecc. Ci sono a Misano anche e soprattutto, originali ed eccellenti locali molto apprezzati. Questa volta però, vorrei citarne uno in particolare. PAOLINO e lo storico HOCHEY. Fa tanto discutere, ma attizza la fantasia di tante persone. Infatti, ad ogni ora, del giorno e della sera, si vedono turisti che fotografano questo caratteristico Ristorante. Non è cosa da poco! Purtroppo però, l’esuberanza delle idee del Paolo de Fnil, non sempre vengono benevolmente recepite. Perché? Eppure, agli appassionati de Mutor e non solo, piace. Perché non fare tutti una positiva competizione per dare il meglio di noi, invece di...? INCRESCIOSO - Una signora misanese incontra un dirigente del Comune al quale fa presente che ci sono buche pericolose nella strada. Risposta; si armi di secchio, cazzuola, sabbia e cemento e chiuda la sua buca. Le pare un modo corretto di rispondere? Insiste la signora! Non possiamo star dietro a tutte le vostre cazzatine, abbiamo ben altro a cui pensare! Ci sono diversi anziani e bimbi che sono caduti rischiando di farsi male seriamente, replica la signora! Si’è casc e in s’è fatt gnint, i sarà stè anche bòn d’alzess? Fine. MATRIMONIO - 16 settembre 2016 sarà una data storica da ricordare. Anche a Misano si è celebrata la prima unione civile tra due persone dello stesso sesso. Quanta acqua è passata sotto i ponti per ottenere un diritto che nulla toglie alle libertà altrui. Cari Luca e Pino, auguri! TULLIA E NICOLA - Raccogliere fondi per la ricerca o altri benevoli motivi non è un lavoro. A Misano ci sono tanti volontari che si adoperano in questo senso, per combattere battaglie ancora troppo spesso perdenti. Non scorarggiatevi, seguite il cuore.
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principio e fine delle cose o ancora, in un’accezione oggi più diffusa, un modello da seguire; simbolo fatto oggetto di culto al pari di Dio ed al quale si attribuiscono poteri speciali. La divinizzazione di corpi inanimati ed immagini simboliche, spesso dai tratti antropomorfi, operata dai popoli antichi è stata storicamente soppiantata dall’avvento delle grandi religioni monoteistiche, che hanno sostituito agli dei creati dall’uomo la figura del Dio creatore. In epoca moderna il progressivo affermarsi nella società occidentale del pensiero scientifico ha poi segnato il lento declino della religione. Non è però venuto meno il bisogno dell’uomo di credere in qualcosa, che lo ha spinto a ricercare e fabbricarsi nuovi idoli. Della stessa scienza e della tecnica si è finito per fare un feticcio. Successo, denaro, efficienza, mercato… Ecco taluni degli idoli cui presta fede l’uomo contemporaneo. Essi ed il loro culto meriterebbero un’attenta analisi critica. Ed è proprio quanto si propone di fare quest’anno il ciclo autunnale di conferenze promosso dalla biblioteca comunale di Misano Adriatico a cura del direttore Gustavo Cecchini, intitolato per l’appunto “Idolatria: i miti del nostro tempo”. Agli otto incontri previsti, tra ottobre e novembre, intervengono alcuni tra i principali intellettuali italiani. Mettono in luce i condizionamenti ideologici dei nostri comportamenti e disvelando i falsi miti dai quali veniamo illusi. Aprire la rassegna, venerdì 7 ottobre, Silvano Petrosino con un intervento dedicato ad “Antropologia e idolatria”. Petrosino, filosofo e docente universitario, tratteggerà un quadro introduttivo sul tema dell’idolatria, di cui si è occupato diffusamente nella propria riflessione, soffermandosi in particolare sugli aspetti della psiche umana che inducono l’uomo a subire il fascino degli idoli. L’origine dell’idolatria, osserva Petrosino, va ricercata nel senso di mancanza che alberga dentro di noi. L’idolo si pone come ciò che è in grado di colmare questo vuoto. Si tratta però di un’illusione. Anzi, il vuoto dell’anima finisce per essere alimentato dal continuo affermarsi di sempre nuovi idoli. Avremo tuttavia modo di vedere che c’è una via d’uscita dall’inquietudine esistenziale dell’uomo. Il secondo appuntamento, 14
Franco La Cecla
Silvano Petrosino
Gianni Vattimo
Marco Guzzi
Salvatore Natoli
ottobre, ha come protagonisti Gianni Vattimo e Marco Guzzi. I due pensatori si intratterranno in un dialogo su “Religione e idolatria”, interrogandosi riguardo al futuro del Cristianesimo. Assunto di partenza del confronto è il declino occorso alla religione cristiana nella società occidentale. “Dio è morto!” sentenziava Nietzsche già alla fine dell’800. E al culto di Dio la nostra epoca, tutta ripiegata su se stessa ed incapace di levare lo sguardo oltre le cose del mondo, ha sostituito il culto di effimeri idoli terreni, espressione del moderno dominio della tecnica e del mercato. In un siffatto contesto secolarizzato occorre allora capire se sia possibile una riscoperta del messaggio cristiano, se ci si possa nuovamente aprire alla trascendenza, così da consentire all’uomo di fare esperienza della dimensione autentica dell’essere. Il principale tra gli idoli del nostro tempo, “Il denaro”, è invece oggetto della conferenza che il filosofo Salvatore Natoli tiene il 21 ottobre. L’epoca della mercificazione universale profetizzata da Marx è oggi realtà. In una società dove tutto viene ridotto a merce, dove tutto si può comprare, il denaro finisce per prendere il posto di Dio, assurgendo a principio motore del mondo. A ben guardare, però, per quanto ci si voglia far credere il contrario, è falsa l’idea che si possa acquistare ogni cosa. Non è possibile, ad esempio, comperare l’amore, né l’amicizia. Il denaro, dunque, non può essere elevato a fine ultimo delle azioni umane, ma va ricondotto alla funzione che gli è propria, ossia quella di semplice mezzo. Non è nel possesso del denaro che risiede la felicità, semmai nella capacità di agire facendone un buon uso. Nel novero delle moderne forme di idolatria occupa un posto di primo piano “Il culto della rete”, cui viene dedicato l’incontro del 28 ottobre. Ad affrontare l’argomento, Franco La Cecla, antropologo con un’attività accademica di profilo internazionale. Internet ha rivoluzionato il nostro modo di vivere, producendo una trasformazione profonda nelle relazioni sociali. I rapporti interpersonali sono sempre più di frequente mediati dalla rete. Basti pensare alla rilevanza assunta dai social network. Assistiamo così ad un progressivo sostituirsi della realtà virtuale al mondo reale. Internet diventa allora l’ar-
tefice di un universo parallelo. Ma a quali conseguenze andiamo incontro? Il rischio è che ci si fissi con lo sguardo sul monitor di un computer e non ci si accorga di ciò che ci sta intorno; che, a dispetto delle innumerevoli relazioni intrattenute attraverso la rete, si perda il contatto umano e ci si isoli dagli altri, confondendo la propria esistenza con il suo surrogato virtuale. Venerdì 4 novembre tocca ad Umberto Galimberti prendere la parola per mettere in discussione una credenza assai radicata nel presente: “Il mito della crescita economica”. Comunemente considerata una verità metastorica, il noto filosofo mostrerà come la crescita economica costituisca al contrario una costruzione ideologica funzionale al perpetuarsi del sistema capitalistico. Un idolo, dunque, dal cui culto ci si può e, anzi, ci si deve affrancare, pensando ad una diversa organizzazione sociale capace di restituire dignità all’uomo, oggi ridotto a mero produttore e consumatore di merci, appendice di un ingranaggio tecnico-economico l’unico scopo del quale è la crescita infinita della produzione di mezzi. La rassegna prosegue l'11 novembre con Michela Marzano, docente di filosofia morale a Parigi nonché parlamentare, che si occuperà nel proprio intervento di “Idolatria della performance”, tema attualissimo nella nostra società, dove la ricerca del successo e dell’affermazione di sé investe ogni aspetto della vita. Viviamo infatti in un’epoca in cui non importa quel che si fa, né come si agisce; ciò che conta è il risultato. E quanto si riesce a raggiungere non basta mai. Si viene così spinti ad inseguire sempre nuovi successi, in costante competizione con gli altri con l’unico scopo di primeggiare. Ne consegue che l’uomo finisce per ritrovar-
Michele Marzano
Carlo Sini
si solo, in un ambiente ostile, sopraffatto dal senso di inadeguatezza derivante dal continuo innalzamento del livello delle prestazioni che gli sono richieste. Una condizione di disagio, prodotta da una concezione distorta della meritocrazia, per superare la quale è necessario liberarsi dell’ideologia manageriale ed aziendalistica oggi dominante, ripensando le basi del vivere comune. Il 18 novembre si parlerà invece di “Superstizioni”, relatore il filosofo Carlo Sini. Correntemente per superstizioni s’intendono credenze di natura irrazionale dettate dall’ignoranza, ma esiste una forma di superstizione tipica anche del sapere. Essa in particolare si manifesta quando la scienza scambia le sue teorie per verità assolute, assumendo come referente una supposta realtà oggettiva di cui ritiene di poter fornire una spiegazione esaustiva. Tale è però, per Sini, una visione ideologica, un idolo appunto. Gran parte delle opinioni diffuse sui saperi scientifici sono tuttavia di simile genere e costituiscono una delle più potenti superstizioni del nostro tempo. Al contrario, sostiene filosofo, si deve pensare alla scienza partendo dal nesso inscindibile che lega le sue acquisizioni alle pratiche che le hanno prodotte, consapevoli del fatto che non si danno mai certezze incontrovertibili. “Globalizzatevi!”. È questo l’imperativo cui verrà dedicato l’ap-
Diego Fusaro puntamento di chiusura, nel quale si rifletterà sul mondialismo e le sue false promesse. All’incontro, il 25 novembre, interverrà il giovane ma già affermato filosofo Diego Fusaro, più volte ospite nel recente passato. La globalizzazione, osserva Fusaro, viene celebrata dai suoi apologeti come la pacifica realizzazione di un ordine planetario latore di diritti e libertà per tutti. Ma, ad uno sguardo scevro da condizionamenti ideologici, essa si rivela in realtà essere un’imposizione coatta del culto del mercato all’intera umanità, mercato che fa dell’uomo stesso una merce, pura quantità calcolabile. A differenza di quel che promette, dunque, la globalizzazione nega il pluralismo ed annichila le diversità, obbligando i popoli ad uniformarsi al modello unico rappresentato dal capitalismo; analogamente, impedisce la libera realizzazione dell’individuo, relegandone l’esistenza alla sola ed omologante dimensione della produzione e dello scambio. Come consuetudine, le conferenze si tengono presso al cinema Astra a Misano Adriatico con inizio alle 21; ingresso libero. *Collaboratore dell'Università Bicoccca di Milano
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Raccolti 12mila euro a favore dei terremotati con le penne all'amatriciana. Nella storica frazione, lavorano una trentina di persone
LA REPLICA
“Edificio altissimo del Brasile, concessione rilasciata quando io non c'ero”
La bellezza del volontariato Misano Brasile e Misano Monte
Il palazzone a Misano Brasile
Alcuni momenti della serata pro terremotati (Foto Marzio Bondi)
- I comitati di frazione di Misano Adriatico: tutti insieme per aiutare i territori colpiti dal sisma. Raccolti 12.461,13mila euro il 31 agosto da destinare al Comune di Arquata del Tronto, colpito il 24 agosto da distruttive scosse di terremoto. Servite - In merito alle dichiarazioni di Giannini sulla Piazza di Agosto sono certo che i lettori non sono così ansiosi di sapere cosa io penso di lui e cosa lui pensa di me pertanto evito di scendere in una discussione di così basso livello, non mi si addice, fatta di accuse personali su chi è più o meno falso, inaffidabile, smemorato, disponibile al dialogo con i cittadini, ecc ecc.., ci sono sedi appropriate per chiarire queste considerazioni personali. Chi ci conosce si è già fatto la propria opinione. A Misano ci sono temi più importanti di cui discutere, il tempo della querelle Guagneli/ Giannini è ormai finito… da parte mia già da molto tempo. Ci tengo solo a precisare 3 punti cercando di spiegarli al meglio per evitare che si facciano interpretazioni a proprio uso e consumo: 1) Voglio ribadire che rispetto alle dichiarazioni di Giannini sulla Piazza di Luglio riguardanti l’edificio altissimo di Misano Brasile: “E’ tutto a norma. Non so niente. E’ opera degli uffici. E’ STATO IL MIO VECCHIO ASSESSORE. Ah ricordo siamo andati in deroga alle distanze dal rio Alberello” ribadisco quanto detto allora “io mi sono dimesso da Assessore il primo aprile del 2014. La domanda di costruire risale al 30 giugno del 2014, dopo le elezioni comunali dello stesso giugno. Il permesso il Comune lo rilascia il 26 marzo del 2015”, pertanto la dichiarazione di Giannini “non so niente ecc..”
le penne all'amatriciana con un contributo minimo di 5 euro. I numeri della serata cotti 150 chilogrammi di penne (in 150 chili di sugo). Nessuno si aspettava tale adesione; gli organizzatori hanno preparato il famoso condimento in mezzo
alla serata; mai avrebbero pensato di finire le scorte preparate in anticipo. Affermano gli organizzatori: “Hanno risposto alla grande i misanesi, i turisti e persone arrivate dai comuni vicini. In tanti sono venuti anche solo per fare
non corrisponde al vero, non può non sapere. Cosa diversa è l’opinione politica rispetto all’edificio e al percorso antecedente lungo e complicato, fatto anche di dinieghi, che se Giannini ritiene opportuno sono disponibile a chiarire con lui così gli rammento come sono andate le cose. 2) Rinnovo la mia piena stima nell’Ufficio Tecnico Edilizia Privata. Io nel periodo in cui sono stato Assessore mai mi sono intromesso nelle scelte tecniche, mai mi sono permesso di correggere o modificare una delibera riconoscendo l’alta professionalità, competenza e serietà dei tecnici. 3) Nella Piazza di agosto Giannini dichiara “Il combinato disposto che si vuole fare intendere è che la nuova amministrazione, per clientelismo o peggio ancora ha concesso ciò che non era concedibile”, questa è una sua personale interpretazione delle mie dichiarazioni pertanto è esclusivamente un suo problema. Io ho dichiarato altro e soprattutto con il necessario rispetto della persona. Per concludere un bravo Capo si assume sia gli oneri che gli onori... troppo facile dire “io ho fatto” quando fa comodo e “hanno fatto altri” quando fa altrettanto comodo. Ma è risaputo che questa è un metodo usato dalla stragrande maggioranza di chi fa politica, ne abbiamo un esempio dall’attuale politica nazionale. Luigi Guagneli, assessore all'Edilizia privata fino al 2014
Il vescovo Francesco Lambiasi, insieme ad Angelo, il parroco di Misano Monte ed i volontari alla cucina In basso le volontarie del mercatino. Da sinistra: Mariangela Giorgi, Maria Dominici, Maria Grazia Bellucci, Renata Schiabel e Lucia Piccioni
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un’offerta senza mangiare le penne. La cosa importante: la manifestazione è stata organizzata da tutti e nove i Comitati di Frazione. Abbiamo dato una bela prova di coesione sociale. Insieme si possono fare cose straordinarie”.
- Durante la Festa del Crocifisso (tenutasi a Misano monte l'ultimo fine settimana di agosto) si rimboccano le maniche decine e decine di parrocchiani: una festa nella festa. Sono costoro che rendono possibile un fine settimana che riesce a far comunità e che rappresenta uno dei momenti più alti per tutto il territorio. Tante persone di Misano Monte che risiedono fuori rientrano proprio per il centenario appuntamento con la tradizione. Tutti fanno tutto, senza nessuna distinzione. Ad esempio, trovi un signore coi capelli bianchi con ruoli sociali di livello alto che raccoglie cartacce e rifiuti e che con la sua spugna in mano pulisce tavoli e sedie. Lascia ammirati: un esempio da imitare.
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Settembre 2016
Il Margherita a Misano Brasile. Dietro il lavoro e la passione di Bruno Berardi
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“In 30 anni ho realizzato la spiaggia che sognavo” - “E' la spiaggia che sognavo quando vi misi i piedi sopra per la prima volta decenni fa”. I Bagni Margherita quest'anno festeggiano i trent'anni; rappresenta il piacere di fare le cose. Lentamente, secondo la gamba direbbero una volta. Con prudenza farebbe eco Stefano Zamagni, prestigioso economista consigliere di papa Bergoglio. In sintesi: 200 ombrelloni, area gioco per bambini, ping pong, due campi da beach tennis, uno di beach volley con misure regolari (qui sono passati, e passano, fiori di campioni e sono stati fatti, e si fanno, tornei per ogni livello), il classicissimo rettangolo per le bocce, la baby room, decine di giochi di società, e tutte le carte del mondo. Inoltre, quanto sopra, ogni giorno diventano tornei... Ai vincitori aperitivi e gelati. Per ultimo, ma forse viene al primo poto, la cura per il verde, i fiori ed il particolare. Non c'è un filo d'erba fuori posto e ogni cosa è viva e funzionante. Bruno Berardi, sdrammatizza: “Guarda che non sono cose eccezionali; è così in ogni bagno di Misano e non solo. Quello che faccio io lo fanno tutti”. Significa che tutti i servizi li
Verde e fiori curatissimi, due campi di beach tennis, uno da beach volley, baby room, bocce... giochi di società
Bruno Berardi davanti ai suoi 200 ombrelloni
CULTURA DEI LUOGHI ha pensati e realizzati il bagnino. Un uomo che condensa una caterva di mestieri, da casa colonica romagnola: muratore, idraulico, elettricista, creativo e anche doti di intrattenimento. Basta osservare come Bruno coccola i turisti. E lo sa fare in tre lingue: tedesco (logisch), francese (c'est normal) e inglese (of course). Forse il particolare che caratterizza i Bagni Margherita è la pavimentazione: cotto Impruneta ovunque. Messo giù da Bruno ad opera d'arte ma non tutto insieme, ma anno dopo anno. Sempre quel passo per volta. Tutto ha inizio nel 1986 ed a tavola. “Ci sarebbe la possibilità di... che dite?”. Bruno ha 32 anni ed un'uni-
ca figlia; ha sei anni e si chiama Margherita. Dato che a Misano c'erano già i bagni col suo nome, dedica la sua avventura alla piccolina. Sceglie anche i colori del bellissimo fiore primaverile: il bianco ed il giallo. Acquista lettini (gialli) ed ombrelloni (a righe gialle e bianche) in alluminio, quando ancora predomina il legno. Il suo sarà uno dei primi stabilimenti nel solco del Piano
spiaggia. E' tutto qua, niente se non lo scivolo per bambini e quel sempre verde del campo di bocce. Nei primi anni Novanta, una novità-rivoluzione sulla sabbia: campo con misure regolare di beach volley. Sarà un successo straordinario. Giovani da ovunque. Passano molti campioni. Si fanno tornei. La struttura è in comproprietà con i Bagni Romina.
Una tappa fondamentale sarà il 2011; Bruno acquista la spiaggia 11. E si ampliano i servizi; fino ad arrivare al sogno del 1986. Bruno Berardi inizia la sua avventura in spiaggia come bagnino di salvataggio alla colonia Piacenza, un raffinato edificio tra la foce del Rio Agina e la spiaggia, abbattuta nei primi anni '70 forse con troppa fretta. Poi fa LA MUSICA
CULTURA
Gherardo Colombo
Misano Piano Festival, raffinata rassegna di livello assoluto Un appuntamento che dovrebbe durare in eterno
di Carla Chiara
Gherardo Colombo, il peso della libertà - Gherardo Colombo è un italiano fatto bene. Un galantuomo. E' stato uno dei magistrati del cosiddetto pool Mani pulite negli anni '90, quelli che dovevano far svoltare il Paese. Cambiamento mai avvenuto, come mai? Mercoledì, 28 settembre, ore 21, è ospite al Teatro Astra con “lI peso della libertà”. Millecinquecento anni dopo la sua morte, a Siviglia, Cristo torna sulla terra. Cammina per le strade della città spagnola dove, alla presenza di tutti i cittadini, il cardinale Grande Inquisitore sta consegnando al rogo un centinaio di eretici. Il suo arrivo è silenzioso, eppure il popolo lo riconosce, lo circon-
da, è pronto a seguirlo. Ma in quel momento il Grande Inquisitore attraversa la piazza, si ferma a guardare la folla, incupito. Poi ordina alle sue guardie di catturare Cristo e rinchiuderlo in prigione. Nell’oscurità del carcere, il vecchio e potente ministro della Chiesa pronuncia contro il Messia un fortissimo atto d’accusa, condannandolo a morte. In questo episodio dalla dignità autonoma dei Fratelli Karamazov (la leggenda del Santo Inquisitore), Fëdor Dostoevskij afferma il proprio pensiero filosofico-religioso: la libertà dell’essere umano si basa su una fede senza dogmi e mira-
il bagnino, sempre di salvataggio, presso la Cooperativa. Per un paio d'anni ha una scuola di nuoto tra Misano Brasile e Misano Mare. Ricorda: “Allora si veniva al mare anche per imparare a nuotare”. La tavola è una costante nella vita lavorativa di Bruno. Davanti ad una tagliatella, il suocero Allieto Giannini, misanese dalla mente svelta, tagliente e generosa, avanza: “Ci sarebbe un cinema da gestire...”. Si trattava dell'Arena Adria; si trovava a Misano in piazza Gramsci dove c'è oggi la Bcc di Gradara. Il lavoro lo fa talmente bene, che una società lo chiama a gestire una serie di sale tra Riccione e Misano: “Turismo”, “Arena del Sole”, “Zanarini”. Poi arriva il 1986. Ed è storia di oggi. A chi gli chiede come descrivere la propria spiaggia, risponde: “Piena di vita; piena di gente”. Due le passioni di Bruno: la pallavolo e le piante. E' stato uno dei massimi dirigenti del volley misanese con in bacheca una caterva di soddisfazioni.
coli, senza gerarchie e autorità, contrapposta alla dottrina che in nome di un mandato superiore e indiscutibile sottrae agli uomini la consapevolezza di sé e il libero arbitrio. Sulla straordinaria attualità di questa riflessione si incentrerà la lezione di Gherardo Colombo. La massima sofferenza dell’uomo sta infatti in questa contraddizione, vivere tra il desiderio di una tutela che lo sollevi dal tormento del decidere e l’aspirazione alla libertà individuale. Un conflitto che coinvolge tutti i popoli, in tutte le epoche e più che mai cruciale nella modernità. Ingresso libero sino ad esaurimento posti.
- Misano Piano Festival conclude il prezioso Ciclo 2016 con il Recital di Mirco Palazzi: un lingotto d’oro da custodire gelosamente nel caveau dell’anima. Ricca di armonici, tecnica impeccabile la bella voce di questo artista – dalla carriera di alto livello internazionale – ha donato una serata indimenticabile. Fraseggio aristocratico, generosità d’intenti, gesto significativo, tensione espressiva rigorosa. Il racconto, musicalissimo, è sinceramente filosofico,ed impegna ad un ascolto serio e assorto. La cordialità delle dediche nei numerosi “bis” (Verdi, Schumann, Schubert, il vecchio e caro 'Ol'Mann River, ripetizione della chanson a
Il basso Mirco Palazzi
boire) crea un’atmosfera di partecipazione diretta. Il Programma, presentato, affettuosamente, da Simonetta Pesaresi-valorosa organizzatrice della Rassegna (docente di pianoforte di Mirco Palazzi... bambino!) spazia “en plein air“ con profumo Liberty e Preraffaellita: Respighi, Ibert, Ravel. Ma alla grande Chiesa di Misano Monte Palazzi non nega, in primis, un Vivaldi ed un Mozart esemplari, sollecitando il compiacimento dell’iconografia sacra del luogo.
Al pianoforte Clelia Noviello Tommasino partecipe e puntuale- con tre cammei ,dal tocco aromatico, per pianoforte solo,in coordinato d’Autore (Respighi, Ibert). Applausi entusiasti; qualcuno dice forte: “Grazie!” Giusto. Appuntamento al 2017 per il venticinquesimo, ha ricordato il sindaco Stefano Giannini nella breve prolusione. Ad Majora!
CATTOLICA
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- Tommaso Scattolari dorme sul divano insieme al figlioletto per combattere l'afa di una notte umida quanto insopportabile; la moglie Daria, russa degli Urali, invece è a letto. Le scosse del terremoto lo svegliano. Sono le 3,36 del 24 agosto. Si alza, prende il figlioletto di due anni, leon Brenno, e se lo stringe al petto per proteggerlo; nella fase più intensa della scala Richter alcuni soprammobili cadono dalle mensole. L'umanità si accende. Alle sei dei mattino lancia la sua idea in rete: raccogliere materiale di prima necessità da portare nelle zone terremotate delle Marche e del Lazio. Internet è un mezzo straordinario. I primi contatti sono per gli amici; poi i cerchi si ampliano: gli amici fanno rimbalzare l'eco verso altri amici. E ancora: amici si aggiungono ad amici... Alla fine, dopo un giorno e mezzo di tam tam si conteranno 721 “volontari”, da Bologna a Morciano, da Imola a Mondaino, da Riccione a Rimini. In poco tempo, si riempiono 12 camion di aiuti: pannolini, materiale didattico, generi alimentari, abbigliamento e molto altro ancora. Racconta Tommy: “Mi sento un criminale per non aver dato il mio aiuto alla gente colpita dai terremoti in Emilia e l'Aquila. Diciamo che allora mi è mancata la sensibilità; sensibilità dovuta alla nascita del figlio. Avevo due
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CATTOLICA
CATTOLICA
Portato 12 camion di materiale ai campi terremotati minori. Utilizzata la rete per coinvolgere gli amici
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Sisma, quei 721 cuori attivati da Tommaso Scattolari via sms Le scosse lo svegliano sul divano insieme al figlioletto di 2 anni. Soprammobili che cadono. Lo stringe al petto. L'anziana che non ha nulla se non poche bottiglie d'acqua e le offre col cuore IL FATTO
strade: o un aiuto economico, oppure rimboccarsi le maniche. Ho scelto la seconda”. Alcuni degli amici del giovane cattolichino sono tifosi di calcio organizzati del Bologna. Subiti giungono le adesioni di altre tifoserie e non solo calcio: Imola, Faenza, Ascoli. Vengono approntati tre punti raccolta: Cattolica (I Racconti di Katia),
Il gruppo prima della partenza Tommaso Scattolari con una signora a Paggese. Aveva poche bottiglie d'acqua, offerte ai soccorritori
Morciano (Ermellini) e Miramare (Centro Estetico Maya). La carovana parte venerdì sera, 26 agosto. E' composta da 28 persone (una mezza dozzina da Cattolica). Arrivano la mattina del giorno dopo. La mèta sono i campi con poche persone delle piccole frazioni: da 10 ad un massimo di 30 persone. Fanno più scarichi. La frazione adottata si chiama Paggese. Qui lasciano anche il prezioso generatore che darà energia elettrica acquistato con una colletta. “E' stata una catena - prosegue Scattolari, passione per la
terra - di profonda umanità e fiducia. Gli amici si sono fidati di me, a loro volta hanno dato fiducia ad altri amici. Un fatto bellissimo: ognuno si fidava dell'altro anche senza conoscersi. E' stata una fiducia al fare e al far bene. C'è stata una piccola unità d'Italia. Grazie, grazie, grazie a tutti”. “Ora - rimarca Scattolari vogliamo andare all'Aquila; non ci possiamo fermare. Dentro di noi ci portiamo un pezzettino del cuore delle persone che abbiamo incontrato. Ricordo con il groppo in gola un'anziana a Paggese che aveva poche bottiglie d'acqua. Ce le ha offerte e rincuorato: ‘Ragazzi non abbattetevi: bisogna andare avanti’. Lei, senza più nulla, sotto una tenda, a rinfrancarci. Ora che siamo diventati un'onda energetica d'amore non dobbiamo più fermarci. Dobbiamo fare le cose in prima persona”. Tommy ringrazia, insieme ai punti raccolta: Daniela Leardini, Mikail Morotti, Ivan Piraccini, Raffaella Rossi, Lorena Futurottica, Simona Scapecchi.
Don Cervesi e don Mario... è grande abbuffata - Anche quest'anno si è consumata la tradizionale Cena dello Stradino Don Cervesi. 28 agosto... e siamo al quarto anno. Intere famiglie si sono divise le mansioni e gli acquisti... e i lavori. Oltre 20 i partecipanti: ai residenti si è accompagnata la gradita presenza di amici. La new entry di quest'anno è stata Valeria B.
Lo chef Mario dopo un anno di pensamenti e ripensamenti... ha sfornato: cozze alla marinara, tagliatelline alle vongole, code di rospo e spiedini alla griglia. Non bastasse... gamberoni al sale. Infine dolci, caffè e ammazzacaffè. Colonna sonora a base di buon rock. Il tutto sotto un bellissimo cielo stellato. Nel 2017 si replica!
La tavolata è stata allestita e i commensali stanno arrivando Chef Mario (a destra) controlla le operazioni culinarie
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Gennari e l'‘epopea’ grillina
Chi li definisce un nuovo ‘Risorgimento’ e chi invece una bolla di sapone. Dopo tre mesi di tregua grazie alla buona stagione estiva, lo scontro politico bussa alla porta...
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Palazzate
di Cecco
Gettoni di presenza - Leggiamo: “Pd: azzerrare, o quasi, il gettone di presenza dei consiglieri comunali nelle commissioni”. Maggioranza e opposizioni gli hanno votato contro. Infatti tal Cumun quji dal Pd i s'è già azeré, o quasi... Gessaroli pensiero - Leggiamo: “Gessaroli (candida-
ALLEGRO... MA NON TROPPO di Cecco
- L'estate sta finendo e l'inverno arriverà, cantavano I Righeira. Un demenziale stacchetto del 1978 di Radio Talpa diceva:“Toc! Toc! - Chi è? - Sono l'autunno! - Della serie l'autunno bussa alla porta”. Segnali che ancora non hanno però rotto la strana alleanza di tutti contro il Pd, anzi ha retto per tutta l'estate, che è passata via liscia senza grossi grattacapi per la nuova giunta Pentastellata. Mica come la povera Virginia Raggi di Roma, dove oltre alle ovvie bordate del Pd e giornaloni, viene contrastata anche dalle faide interne al M5S. A Cattolica le opposizioni (di centrodestra) addirittura si sono dimostrate collaborative (ma vuoi mettere la soddisfazione che provano di avere contribuito alla caduta del loro Muro cattolichino dopo 70 anni di monopolio politico del PciPds-Ds-Pd?!?). E il Pd? Pare squagliato sotto il sole estivo. Nota dolente, per chi scrive, l'ordinanza del sindaco sul decoro dal sapore leghista capace di dare fiato alle trombe dei titoli dei giornali: “Allontanati finti mendicanti dal centro. I commercianti sono usciti dai negozi e hanno applaudito i vigili”. Spot su sequesti antiabusivi hanno leccato la pancia del commerciante-benpensante (anche molti di loro tra i donatori di voti)... Ma ricordiamo che legalità (per tutti!) fa rima sempre con solidarietà... altrimenti è accanimento sempre e solo sui più sfigati. L'assessore al Turismo è arrivato, dopo gli identikit e le nomination delle categorie. E' una donna con esperienza nel settore. I selfie con turisti per premiare la loro fedeltà a Cattolica, sono più che abbondati. Una buona stagione e qualche “leccata” alle categorie economiche ha attutito ogni contrasto. Al momento nessun ruggito o segnale forte dal Palazzo. Sindaco, assessori e consiglieri di maggioranza stanno prendendo le misure e studiando... La città, gli elettori che hanno voluto il cambiamento sono
Settembre 2016
Cecco - Michele Cammarano 2016 Mariano Gennari con audacia e sprezzante del pericolo guida le truppe grilline alla conquista di Palazzo Mancini
Cecco - Silvestro Lega 2016 Truppe grilline alla guida del prode Mariano Gennari prende prigionieri i vertici del Pd (in primo piano un incredulo Sergio Gambini e un Alessandro Montanari ferito ad una mano dopo la cruenta battaglia) - A sinistra un fiero Fabrizio Girometti suona la carica
Cecco - Francesco Hayez 2016 Militanti grillini festeggiano la vittoria sotto lo sguardo benigno di Mariano Gennari in attesa... al momento fiduciosi, ma nu fèla tropa longa... Nota positiva nella calura: un sindaco dialogante e che ascolta senza più quell'arroganza di
Cecco - Giovanni Fattori 2016 Vedette grilline in azione per la sicurezza nei quartieri. Mariano Gennari vigila attentamente le operazioni
altre giunte. Al bastarà?... PS: consiglio. Ascoltare i Miti... c'è da imparare. Teseo e Arianna - Del-
l'Enigma; Eros e Afrodite Del Desiderio; Apollo e Atena - Della Ragione; Pan e Artemide - Della Natura. Podcast su www.radiotalpa.it
to del centrodestra): ‘Pd sconfitto alle urne, ma non se n'è accorto’” - “Il Pd? Qui a Cattolica non esiste più”. Toca dèi rason, anche se da la su pèrta l'è tut bèndie e cirot... L'ordinanza - Leggiamo: “Turismo fatto anche di giovani. Niente auto nella zona porto il martedì (dalle 20,30 alle 7)”. Al parria un'ordinènza ‘ad localem’... Centrodestra-M5S - Leggiamo: “Pd fuori dalle commissioni: ‘Il centrodestra fa il lavoro sporco per la maggioranza’”. I j'ha mès stèntan a buté giù al mur... La marcia - Leggiamo: “Gennari: ‘Guiderò Cattolica a un vero cambio di marcia’”. Aténti sla léva, chè la quèrta l'è vicina ma la retromèrcia. Os-cia!... Tavolini selvaggi - Leggiamo: “Tavolini selvaggi, stangata per dieci locali. L'assessore: ‘Per i recidivi scatterà la chiusura’”. A fè un cuntrol série us duvria ciud quasi la metà di luchèl. Caz!... Cercasi Pd - Leggiamo: “Il Pd ‘congela’ la festa Democratica. Rinviato l'evento. ‘Il partito deve riorganizzarsi’”. I duvria fè un'ediziòn straordinèria ad ‘Chi la visto?’... Hera - Leggiamo: “Hera nel mirino del Comune. L'assessore: ‘Verificheremo su qualità e quantità degli interventi’”. Aténti che quist i l'ha longh e dur... Festa insieme - Leggiamo: “Festa Insieme. Pesce, cozze e vongole: 23 quintali di festa”. Burdèl, quand u j'è da magnè gratis l'è giuvaca per tut... MotoGp - Leggiamo: “Il Consiglio comunale è tutto per il MotoGp. Voto unanime per contributo di 58mila euro”. Wroom, wrooom, wroooooomm. La Madona cume i sgasa... 500mila euro - Leggiamo: “Arredi urbani, strade e lungomare rifatti grazie alla tassa di soggiorno. L'amministrazione comunale vuole destinare agli interventi 500mila euro”. Li categorie li n'è 'na masa d'acord. Stèna a véda... Farmacie - Leggiamo: “Il sindaco Gennari: ‘Le farmacie restano del Comune ma gestite dai privati’”. Sarà la volta bona? Per diès an j'ha fat 'na malèta sla vèndita... Via Del Prete - Leggiamo: “Gennari: ‘Troppi pericoli in via Del Prete. La pista ciclabile va spostata’”. E se la Regione la taja al contribut? Cume a la mitin?... Assessore al Turismo - Leggiamo: “Scelto l'assessore: il Turismo a Nicoletta Olivieri”. L'è 'na dona e la n'è gnènca bruta. Per al rèst la s'farà?... Guinness - Leggiamo: “Il neo assessore al Turismo Nicoletta Olivieri studia un evento da Guinness”. Guinness? Iché uj vo dli robie semplici e pratiche da furmighina... Due vigili - Leggiamo: “Due vigili ‘a guardia’ di ogni quartiere. Saranno a disposizione dei comitati”. Do vigili? Burdèl a sin sigur? Os-cia!...
CATTOLICA
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EVENTI CULTURALI E TURISTICI
AMERICAN DREAM con LA PIAZZA, RADIO TALPA e la WEST RIVER BAND di Maurizio Benvenuti - Un grande evento per rivivere i fasti del West Coast Sound e il Country Rock anni '70 - '80. Abbiamo sognato con il loro suono, ora morbido e vellutato, ora graffiante ed incisivo e le loro suggestive armonie vocali. Eravamo alla fine degli anni '60, primi anni '70; la grande tradizione Americana con le sue anime predominanti: il country, il rock ed il folk, riesce a fondersi al sole della California dando vita al West Coast Sound dove i toni si fanno più tenui dopo l'esperienza psichedelica della Summer Of Love di San Francisco: il banjo, fiddle, chitarra acustica e pedal steel riescono a convivere armoniosamente con chitarra elettrica, basso e batteria. E' l'inebriante stagione degli Eagles, America, Creedence Clearwater Revival, Crosby, Still, Nash & Young, solo per citarne alcuni. E'una stagione memorabile, che ancora oggi è capace di suscitare emozioni fortissime che avremo il piacere di rivivere grazie all'evento American Dream. Una serata organizzata dal mensile La Piazza della Provincia di Rimini che festeggia i suoi primi vent'anni, in collaborazione con Radio Talpa di Cattolica. La serata ha preso inizio alle ore 19.00 nella suggestiva
Piazza Del Tramonto (zona darsena) di Cattolica, con l'American Party e le selezioni musicali in tema dei D.J. di RADIO TALPA. Alle ore 21.00 l'atteso Live Show della WEST RIVER BAND, una delle più affermate coverband Italiane del West Coast Sound e country rock anni '70 ed '80. La WEST RIVER BAND a Cattolica per la prima volta, è una formazione storica, accanto al nucleo originario costituito da Daniele Marcolini (chitarra e voce solista) e Claudio Salvi (tastiere, cori e narrazioni) insieme da 30 anni, si sono aggiunti nel tempo tre nuovi musicisti: Erick Rossini (basso e voce solista), Valerio Gambini (chitarra elettrica e cori) e Roberto Ghiselli (batteria). La Band nel corso degli anni ha girato in lungo e in largo tutto il territorio nazionale tra raduni e festival, piazze, locali spiagge, teatri e persino in palazzi storici riscuotendo sempre grande successo di critica e di pubblico. Lunedì 29 agosto nella suggestiva location della Piazza Del Tramonto a Cattolica dalle ore 19.00 gli ultimi raggi di sole della Riviera hanno lasciato il posto ai suoni della California. L'evento è stato trasmesso in diretta radio su www.radiotalpa.it
Servizio fotografico di Dorigo Vanzolini
West River Band in azione
Piazza del Tramonto: si allestisce l'evento
Lo stand della Piazza e Radio Talpa La locandina dell'evento
Maurizio B. (dj) e Paolo M. (tecnico diretta radio)
Decine di Harley Davidson del Club di Riccione
Scorcio di una Piazza del Tramonto piena di persone
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CARTOLERIA EDICOLA
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Mostra alla Galleria S. Croce fino all'11 settembre. Curata da Giuliana Tomassoli
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Imprese turistiche, occhio alle agevolazioni - Il panorama imprenditoriale a livello nazionale e locale è oggi giorno sempre più caratterizzato dalla presenza di enti come, Camera di Commercio, Istituti pubblici o privati, Regioni, Ministeri che intervengono come supporto nella gestione imprenditoriale delle aziende tramite la creazione di agevolazioni ad oc per ogni settore di appartenenza, tramite l’erogazione di contributi, sgravi fiscali quali il credito di imposta, finanziamenti a fondo perduto od altre formule. E’ fondamentale una ricerca costante e continua sulle nuove opportunità che costellano la sfera aziendale, sia a livello locale che a carattere più ampio, per poter promuovere lo sviluppo aziendale su più livelli. Per accedere ad un qualsiasi tipo di finanziamento od agevolazione ci si deve affidare ad un professionista che si occuperà di valutare il progetto come primo passo, verificando il rispetto dei requisiti, calcolando costi e benefici dato che ogni agevolazione è strutturata in modo indipendente, qualche progetto eroga denaro in forma di finanziamento a fondo perduto, altri rimborsano dei costi sostenuti in forma di contributo percentuale in base alle spese sostenute, altri permettono di avere degli sgravi fiscali utilizzando il contributo ricevuto sotto forma di credito di imposta, qualche agevolazione comprende delle graduatorie verticali, altre a livello orizzontale; per poter accedere ai bandi è
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spesso necessario sostenere un importo minino di spese che andranno verificate di caso in caso se rispecchiano i requisiti delle agevolazioni. Tra i contributi in essere ad oggi emerge la Tax credit sul turismo digitale, proposta dal ministero dei Beni culturali, prevede un riconoscimento di un credito di imposta per le spese sostenute dal settore del turismo in investimenti pubblicitari digitali, internet, siti portali, tutto quello che riguarda la sfera tecnologica della struttura, volta a migliorare la sua capacità tecnologica. Ad esso si affianca un altro riconoscimento di credito d’imposta, sempre per il settore del Turismo, che concerne la sfera di riqualificazione della struttura, interventi di miglioramento e abbattimento delle barriere architettoniche ed opere che mirino al miglioramento della struttura, attrezzature nuove, mobilio.. sono ammessi tutti interventi di “abbellimento”, ammodernamento e miglioramento della struttura. La Camera di Commercio di Rimini ha stanziato fondi per interventi alle Pmi, ed anche la Regione Marche ha stanziato fondi per le imprese di nuova costituzione, sostenendo le nuove iniziative e le società nuove, migliorando sia l’aspetto fiscale, sia economico delle nuove imprese. info@baldassarri.com www.baldassarri.com 0541.953419
Dopo 40 anni le opere di Cermaria Claudio Cermaria, scultore nato a Cattolica poi trapiantato in terra mantovana. Nelle sue opere si respirano le radici del mare. Mostra retrospettiva voluta dal figlio Carlo
Scultura in mostra
LA MOSTRA - Alla Galleria Comunale Santa Croce l'11 settembre si è chiusa la mostra di Claudio Cermaria dal titolo “Dal MARE alla PIETRA - Anatomia di una conchiglia” curata da Giuliana Tomassoli. Inaugurata alla presenza di un folto gruppo di visitatori il 27 agosto scorso, la mostra ha dato l'opportunità di apprezzare le opere di Claudio Cermaria che tornano a Cattolica dopo più di quarant’anni, a seguito di un pellegrinaggio che le ha portate in giro per la penisola ed oltre. Tornano nella loro casa ideale, nel luogo da cui sono partite. E’ qui a Cattolica che Claudio ha creato le basi emozionali immancabilmente
Claudio Cermaria (1942-2014) confluite nelle sue opere. Claudio amava il mare di Cattolica che, soprattutto d’inverno, si faceva custode dei suoi pensieri e delle sue emozioni d’adolescente, quando nel corso delle passeggiate lungo la spiaggia deserta scopriva affascinato le conchiglie lavorate dal mare, non più corazza perfetta a protezione del mollusco, ma svelate e disarmate di fronte all’occhio umano. Sono quei momenti che oggi ammiriamo nelle sue sculture, sicuramente astratte ma, in quanto astratte, figlie di un sentimento intimo, che con forza e tenacia riusciva ad estrarre
dalla materia grezza. Claudio Cermaria, Cattolica 1942 - Volta Mantovana 2014. Ha frequentato l’Istituto d’Arte di Modena e in seguito il Corso di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna sotto la guida degli scultori Umberto Mastroianni, Luigi Degasperi e Dante Carpigiani. Dal 1968 al 2013 ha partecipato a concorsi nazionali ed ha aderito su invito a numerose rassegne in ambito sia nazionale sia estero. Nel 1989 ha realizzato a Volta Mantovana (MN) il Monumento al Donatore AVIS-AIDO, un comples-
so monumentale in cemento, marmo di Carrara ed acciaio e nel 1994 ha realizzato un’opera in onore della Madonna dell’Apparizione a Balze di Verghereto (FC). Sue opere sono conservate in raccolte private e pubbliche in Italia, Svizzera, Germania, Croazia, Vaticano, Svezia, Corea, Australia, Giappone, Stati Uniti, Emirati Arabi. Della sua opera si sono occupati: Giorgio Ruggeri, Silla Zamboni, Romano Pieri, Mario Cattafesta, Reva Remy, Werther Gorni, Luciano Bertacchini, Claude Milet, Simone Fappanni, Mauro Corradini, Domenico Storari, Salvatore Perdicaro, Domenico Pandolfi, Rosanna Chiessi, William Tode, Luciano Lepri ed altri.
Vanzini: “La scienza della gioia” Gianfranco Vanzini IN RICORDO - Ho letto nel numero di Focus dell’aprile scorso il dossier: “La scienza della gioia – Laureati in felicità –“ Uno studio dell’Università di Harvard da 78 anni indaga le radici della gioia umana, per giungere ad una conclusione rivoluzionaria. Il titolo mi ha incuriosito e, dopo avere letto l’articolo, mi sono soffermato, in particolare, su due passaggi a pagina 88 e 89: ”La gioia è connessione e si può sperimentare e apprendere solo attraverso le relazioni umane. Questo è il dato più importante emerso dallo studio.” E ancora: “I meccanismi che possiamo usare per vivere bene si possono dividere in due gruppi: quelli basati sull’empatia, che ci permettono di entrare in una relazione positiva con gli altri e quelli non empatici, che ignorano le esigenze altrui e perciò ci isolano. La differenza tra i due è che i primi funzionano e i secondi no. In particolare, i meccanismi che non funzionano sono quattro: l’aggressività, scagliare oggetti è liberatorio, ma spaventa le perso-
ne intorno a noi. La proiezione, cioè dare sempre la colpa a qualcun altro dei nostri problemi. La fantasia, cioè costruirsi nell’immaginazione persone finte e trattare con loro piuttosto che con le persone vere. Infine, l’abitudine a lamentarsi, unita al rifiuto di accettare aiuto quando ci viene offerto… Ma perché è così importante avere cura delle persone che ci circondano? Siamo sicuri che non si possa essere felici lo stesso, anche da soli? Sembra di no.” Queste conclusioni mi hanno piacevolmente e favorevolmente colpito in quanto sono in sintonia con quanto si sostiene nel mio libro “ Il Decalogo – Guida per una vita felice –“ re-
centemente pubblicato dalle Edizioni la Piazza. I ricercatori citati da Focus parlano di empatia e di relazioni positive con gli altri e arrivano alla conclusione che da soli è molto difficile essere felici. Nel mio libro, si sviluppano e si declinano in senso positivo e propositivo i 10 Comandamenti e, ad ogni passaggio, si ha la conferma che: “Per essere felici qui, oggi, è necessario: amare Dio e amare il nostro prossimo”. Personalmente sono sempre stato convinto che questa fosse la via da seguire per vivere bene, tanto è che questo è il filo conduttore del libro citato. Tuttavia, trovarlo confermato anche da una ricerca scientifica, che prescinde da concezioni religiose e morali e si basa solo su contenuti tecnici e statistici, mi ha fatto piacere. Per chi non lo avesse ancora letto il libro, “Il Decalogo – Guida per una vita felice”, può essere acquistato presso la Libreria Mondadori di Cattolica, Via Bovio, oppure richiesto alla Piazza. Gianfranco Vanzini
CATTOLICA
Amarcord
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di Dorigo Vanzolini
Cattolica, Piazza I Maggio fine anni '40. Da sinistra: Delia Ercoles, Maria Bartoli, Alessandra Ercoles, ?, Marcella Galluzzi. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI - via Umbria, 23
Programma di settembre - Sabato 10 ore 20: Apericena Ballo con Paolo Casadei. Contributo 10 euro. - Sabato 17 ore 20,30: Ballo con i Saint Tropez. Contributo 7 euro. - Domenica 25 ore 12,30: Pranzo di pesce. Contributo 18 euro. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 333-9447390 348-5309730 CENTRO GIOVANI - via Del Prete, 127
Alla ricerca degli extraterrestri con Lollino - LA BIOASTRONOMIA, alla ricerca della vita extraterrestre. Gian Franco Lollino, Direttore Osservatorio Astronomico del Gruppo Astrofili “N. Copernico” di Saludecio (RN). 1 ottobre ore 16,30. Una delle domande ultime che da sempre filosofi e scienziati si sono posti è quella di chiedersi se la comparsa della vita sulla Terra sia da considerarsi un evento unico e irripetibile, oppure sia semplicemente uno dei miliardi di pianeti che popolano la nostra Galassia sul quale, per meccanismi ancora a noi sconosciuti, la vita sia nata, sviluppata e poi evoluta in forme viventi complesse, fino ad arrivare ad uno stadio tecnologico quale è il nostro. Dalle intuizioni filosofiche passando attraverso le speculazioni probabilistiche, la scienza oggi si affida a tutta una serie di discipline complementari all’astronomia. A partire dall’esobiologia, lo studio degli ambienti planetari, attraverso l’esplorazione spaziale e ai nuovi telescopi in orbita terrestre, scienziati di tutto il mondo sono oggi in grado di individuare la debole presenza di altri pianeti orbitanti intorno a stelle vicine al nostro Sole e coglierne le similitudini con il nostro pianeta. Questa è la BIO-Astronomia, una nuova branca della scienza astronomica che dai
Saludecio, l'osservatorio astronomico
primi anni ’80 si prefigge di indagare come sia nata la vita nell’Universo, come si è evoluta e come si potrà sviluppare ed espandere in futuro. Anche nel nostro Sistema Solare esistono pianeti candi-
dati ad ospitare forme di vita primordiale, esplorati con ogni mezzo tecnologico a nostra disposizione. Marte, il pianeta rosso, è uno di questi. La sua superficie, un tempo solcata da maestosi corsi d’acqua e bacini la cui erosione e morfologia ci mostrano i segni dell’erosione di mari e oceani di acqua presenti in epoche preistoriche, molto probabilmente nasconde la presenza di primordiali forme di vita marziane sopravvissu-
te. Anche l’oceano di acqua sotto uno strato di ghiaccio della lontana luna di Giove Europa, oppure il misterioso Titano, satellite di Saturno, sono luoghi altrettanto interessanti dove ricercare tracce di vita biologica aliena. Ma se da un lato i ricercatori indagano la biologia planetaria, altri ricercatori da tempo sono impegnati, con grandi antenne paraboliche, ad ascoltare eventuali segni di vita intelligente provenienti dalle profondità dello spazio. Questo è il progetto SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) che dagli anni 60 è alla ricerca di segnali radio intelligenti provenienti da civiltà progredite, in grado di emettere segnali radio. Abbiamo mai ricevuto tali segnali e nel caso, saremmo in grado di interpretarli?
CATTOLICA.INFO
Aziende informano Dal 1911 sul territorio La banca per chi crede DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
Settembre 2016
Grande successo l'annuale “Festa insieme” per i socie ed i turisti. Alla quarta edizione
35 Dal 1911 sul territorio La banca per chi crede DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
Gli oltre 100 pescatori e volontari hanno servito circa 26 quintali tra cozze, vongole e pesce azzurro a più di 4.000 persone Momenti di Festa Insieme
BCC di Gradara Casa del Pescatore, insieme per il territorio
- E’ stata una vera festa, la 4^ edizione di “Festa Insieme”. Si è svolta la sera di sabato 20 agosto al porto di CattolicaGabicce; ad organizzare la Cooperativa Casa del Pescatore e la Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Un’iniziativa che ha visto sostanzialmente fondere la tradizionale “rustida” di pesce dei pescatori e la Festa del socio organizzata dall’istituto di credito. “Siamo espressione del territorio in cui operiamo e vogliamo rappresentare le singole persone che abitano qui e che ogni giorno affrontano con coraggio
Il presidente Caldari: ‘Festa Insieme’ è un evento importante, che ogni anno vede la partecipazione di migliaia di persone, che conferma la collaborazione fra due antiche cooperative e che rappresenta un momento di incontro e di confronto con i propri soci, clienti e tutti i cittadini” e spirito costruttivo la quotidianità - afferma il presidente della BCC di Gradara Fausto Caldari -. ‘Festa Insieme’ è un evento importante, che ogni anno vede la partecipazione di migliaia di persone, che conferma la collaborazione fra due antiche cooperative e che rappresenta un momento di incontro e di confronto con i propri soci, clienti e tutti i cittadini. Un’occasione di festa, per stringere in un unico grande abbraccio la comunità che condivide quei valori e principi che le contraddistinguono ed arricchiscono il nostro territorio”. Gli oltre 100 pescatori e volontari hanno invece servito circa 26 quintali di cibo tra cozze, vongole e pesce azzurro per oltre 4.000 persone. Tra questi presenti anche le Autorità; oltre ai vertici delle due cooperative,
erano presenti i Sindaci di Cattolica, Gabicce Mare e Gradara. Questa iniziativa ha costituito, per la BCC di Gradara, anche l’occasione per presentare il bilancio sociale relativo al 2015, con 171 interventi sul territorio, per un totale di euro 1.739.000. Inoltre, è stata consegnata una medaglia d’oro come premio di fedeltà a 49 soci, con 40 anni di militanza. I premiati: Denti Benito, Baffioni Maria Teresa, Foschi Carlo, Gennari Massimo, Calesini Luigi, CenterFer
Foto Diego Olivieri
Fausto Caldari, presidente della BCC Gradara
- La Banca di Credito Cooperativo di Gradara si conferma tra i migliori istituti del territorio e d’Italia. Secondo la classifica di “Altroconsumo Finanza”, che ha dato i voti a 350 banche italiane, la BCC di Gradara risulta essere la prima in Romagna, la terza nelle Marche e tra le migliori 60 in Italia. La ricerca condotta dal sito dell’associazione italiana di consumatori (senza fini di lucro) più diffusa in Italia ha analizzato l’affidabilità della maggioranza delle banche italiane tra gruppi bancari, capogruppo e singoli istituti. Sono stati presi in considerazione due indicatori: “il Cet1 ratio” e il “total capital ratio”. Entrambi mettono in relazione il patrimonio della banca al totale degli impegni assunti. La BCC ha ottenuto 4 stel-
BCC Gradara, ai vertici nelle Marche e in Romagna le su 5 (una stella indica le banche meno affidabili mentre 5 indicano le più affidabili); il “traguardo” della quinta stella non è stato raggiunto solo perché, fino al 2015, l’Istituto non era tenuto all’obbligo della certificazione. Non solo: la BCC
ha ottenuto anche un punteggio di 238,81 (se il punteggio è inferiore a 100 la banca non raggiunge i limiti di sicurezza stabiliti dalla Banca Centrale Europea mentre se è superiore a 100 la banca supera i minimi richiesti: più l’indicatore è alto,
meglio è). “Una classifica lusinghiera - dice il presidente della BCC di Gradara Fausto Caldari – che conferma la solidità e l’affidabilità del nostro istituto di credito: tra i migliori nel territorio della Romagna e delle Marche ma anche ai primi posti in Italia. Un’ulteriore iniezione di fiducia per i nostri clienti ed i nostri soci. Una dimostrazione che la BCC non è solo banca del territorio, sempre attenta alle esigenze della comunità, ma anche banca affidabile e solida. Questo traguardo va ad aggiungersi con quello già raggiunto lo scorso anno, che collocava la BCC di Gradara ai vertici tra le piccole e medie banche in Italia, secondo la rivista Banca Finanza”.
Lisotti, Andreatini Silvano, Benedetti Aurelio, Agostini Valentina, Barbieri Martina, Borselli Silvano, Del Magna Vanda Rosetta, Facondini Guglielmo, Gerboni Roberto, Vichi Attilio, Del Magna Luciana, Fabbri Osvaldo, Bailetti Giuseppina, Boccalini Orazio, Foronchi Benito, Lerci Giorgio, Montanari Tullio, Pacassoni Lino, Santoni Giuseppe, Arduini Francesco, Pedini Silvio, Sangiorgi Alda, Cervesi Giancarlo, Uguccioni Livio, Cenciarini Tonino, Franca Pierino, Mazzanti Giovanni, Conti Maurizio, Della Martire Livio, Mascarucci Cesare, Romagna Riccardo, Antonelli, Bruno, Facondini Roberto, Antonelli Cinzio, Bevilacqua Francesco, Cioppi Giuseppe, Scola Silvio, Del Maestro Domenico, Moretti Giuseppe, Palmieri Remo, Giunti Giuseppe, Bianchelli Giancarlo, Fraternali Pierino. Figli soci Inoltre, a 18 figli dei soci, nati tra il 2015-2016, è stato consegnato un Bonus bebè del valore di 250 euro; mentre, nell’ambito del progetto “Risparmio Giovani”, sono stati consegnati dei bonus, ai figli e nipoti dei soci che si sono iscritti alla prima elementare, media, superiori e università, rispettivamente del valore di 100, 150, 200, e 300 euro. Questi numeri, oltre alle 70 borse di studio intitolate alla memoria del dottor Guido Paolucci, e che verranno assegnate a novembre, portano a circa 50.000 euro la cifra che annualmente vengono distribuiti ai giovani del territorio.
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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA
- Prima viene il romantico fascino del borgo e poi il suo locale: “La Loggia di Gradara”. Apri il l'elegante libricino e nella bandella di copertina leggi: “Scopri la tua Gradara Experience”. Di fronte, a pagina uno si prosegue con: “Il piacere di lasciarsi coccolare nel borgo di Paolo e Francesca sulle orme della Divina commedia sulle tracce del gusto”. Anche in inglese. Nelle due pagine seguenti, il testo lascia spazio a suggestive istantanee di Gradara. E' così che comunica se stesso uno dei residence meraviglia delle province di Pesaro e Rimini. Prima viene il territorio come marchio riconoscibile e poi quello che ci sta dentro. E' la terra, la tradizione e la tipicità che attirano e non le accoglienti ed artistiche camere. E' quello che i guru della comunicazione chiamerebbero: la forza del territorio. Relais rinnovato nel 2009, dall'apertura ha incrementato le presenze a colpi del 5 per cento l'anno. Con un prezzi da valore aggiunto: 190 euro con prima colazione. Le vecchie si vendevano a 50. Si trova nel cuore del borgo, nella centralissima via Umberto 1. Racconta Fabrizio Baldassarri, il titolare: “Il gioiello vero non siamo noi, ma sono il castello ed il borgo. E' la sua bellezza che fa muovere e commuovere il turista. Poi, ma solo poi, arriva la nostra offerta. Insomma, prima c'è il valore del territorio e poi la bontà del fare ospitalità ed accoglienza. Diciamo che da noi si viene per vivere la nostra storia”. E quest'esperienza, come dice Fabrizio Baldassarri, sono una ri-
Camere di sobria eleganza a 190 euro a notte. Lavora molto più di quando costavano 50. Dietro la famiglia Baldassarri
“La Loggia”, nella magia del borgo di Gradara uno scrigno di bellezza Viene esaltata l'intelligenza e la storia dei luoghi. Quando fa promozione prima “spara” il fascino del borgo e poi racconta se stesso
Fabrizio Baldassarri davanti al locale
CULTURA E TURISMO
strutturazione progettata da uno studio di architettura di Fano (Pao Atelier di Omar Toni e Silvia Caringi) e realizzata da artigiani locali. Ad esempio, il falegname è un amico di gioventù di Fabrizio. Si chiama Ivan Pangrazi ed ha ereditato la bottega dal nonno Del Magna. Questo significa intrecciare le capacità tecniche e vocazionali della stessa comunità. Bellezza ed opere d'arte, il relais offre anche una vasca idromassaggio (sul terrazzo con vista sulla Torre dell'Orologio), un centro benessere e la stanza del sale (Cervia).
Conclusa la prima operazione imprenditoriale, i Baldassarri fanno un altro investimento: sempre come affittacamere. Hanno davanti due opzioni: una casa fuori dal
borgo ed una dentro (a pochi passi dalla porta con affaccio sulla riviera Adriatica). Optano per la seconda soluzione perché più a buon mercato della prima. Restaurano,
con gli stessi criteri ed eleganza della Loggia e valorizzano uno degli angoli più dimenticati del borgo. Lo chiamano Emporio la Loggia. E' più a buon mercato (120 euro a notte con prima colazione) ma non meno accattivante. Ad esempio, la sala colazione al piano terra è stata ispirata dalle pareti interne delle botti usate. L'effetto è straordinario: un affresco rovinato. La cantina è il motivo ispiratore della locanda. Il letto, per dare l'idea, è mezza botte, con la parte concava che diventa un cassettone. La Loggia e dell'Emporio sono uno spaccato di storia di Gradara e dell'Italia. Tullio Baldassarri, nonno di Fabrizio, acquista per procura l’immobile di Via Dante Alighieri 2 nel 1948, a 23 anni mentre lavorava nelle miniere in Belgio. Nel 1960 apre il ristorante “La Loggia”, uno dei primi nel borgo;
al piano superiore accoglieva i turisti per la notte. Nel 1986 converte il ristorante in Museo Storico, assieme ai figli Giuseppe e Maria Luisa pur mantenendo l’attività di affitta camere al piano superiore e l’ormai anziano Tullio e la moglie Maria Lisotti vivevano in mansarda. Nel 2009 le proprietà vennero divise fra i due fratelli a sorteggio: a Giuseppe capitò il primo piano e alla sorella Maria Luisa il museo. Come Tullio scommise nel borgo, Giuseppe e la moglie Sylviane decidono di investire con i figli Fabrizio e Matteo in un nuovo tipo di turismo ricettivo, quello emozionale, internazionale dal gusto un po’ più alto. La qualità secondo loro sarà il futuro turista nei prossimi anni. Fabrizio da sempre più direttamente coinvolto nella gestione di questa attività persegue con la moglie Daniela le sorti del progetto che nato tanti anni fa giunge ad oggi valorizzando e fortificando ancor di più il magnifico borgo.
AMARCORD GRADARA
Amarcord Gabicce
di Dorigo Vanzolini
Gabicce Mare, 1958. In piedi da sinistra: Giacomo Bertozzi, Flavio Simoncini, Mario Balestrieri, Franco Balestrieri. Accosciati da sinistra: ?, Nino Fumagalli, Rino Galeazzi, Adriano Galeazzi. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
I Gambadlena
Gradara, 1936. Foto ricordo della famiglia Caldari “Gambadlena”. 1) Vitaliano Caldari 2) Igino Caldari 3) Anna Bacchini “Netta” (madre di Remo ) 4) Remo Caldari 5) Sante Caldari (padre di Remo) 6) Enrico Caldari 7) ? 8) Dario Caldari 9) Una signora di Gradara?. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
Lista M5S guidata da Luis Miguel Guerrini
GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA
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Ne possono beneficiare le famiglie con in casa anziani e bambini Amarcord con un reddito Isee sotto i 3mila euro. Fondi regionali ad esaurimento
Terremoto, gabiccesi cuore grande
Augusto Gennari (1943 - 2013)
- Gabiccesi dal cuore grande verso i terremotati dello scorso 24 agosto. La Protezione civile locale presieduta da Aroldo Tagliabracci ha raccolto materiale di prima necessità (alimentare e non) che ha recapitato direttamente. Hanno coinvolto nell'iniziativa anche i 48 bagni; all'ingresso degli stabilimenti c'erano cartoni nei quali deporre alimenti. I turisti hanno aderito con cuore e entusiasmo. Un'ex albergatrice dagli occhi azzurri è giunta al centro raccolta dicendo: “Ho delle coperte, ve le posso portare?”. “Certo”, hanno risposto i volontari. Nel primo viaggio umanitario sono partiti per la provincia di Ascoli: Mauro Ubalducci, Nicolò Ubalducci, Luca Della Costanza e Antonio Sasso.
L’assessorato ai Servizi sociali, in collaborazione con le associazioni di volontariato, ha invitato la cittadinanza alla decima edizione di “Volontariato in Festa” il 27 agosto, alle 21 in piazza Municipio. Una serata all'insegna dello stare insieme e della cooperazione e per ribadire la presenza sul territorio. “Molto di più di una vera e propria festa dei volontari - dice l’assessore alle Politiche sociali Sabrina Bastianelli -. Vanno ringraziati per il prezioso aiuto e supporto che svolgono nel nostro territorio. I volontari, con il loro servizio, fatto con spirito generoso e gratuito, danno forza alla nostra vita sociale. Creano comunità e valori”.
Gabicce
di
Carta Sia, contributo economico da 80 a 400 euro al mese Dorigo Vanzolini
Oltre al contributo mensile, si avrà la possibilità di contare su servizi sociali, educativi, di formazione e di inserimento lavorativo in favore della propria famiglia
Il sindaco Domenico Pascuzzi
SOCIALE - I Comuni di Gabicce Mare, Gradara, Mombaroccio, Monteciccardo, Montelabbate, Pesaro, Tavullia, Vallefoglia, hanno atttivato la Carta Sia. Dal 2 settembre tutte le famiglie, con figli minorenni o con figli disabili e donne in stato di gravidanza accertata da almeno 5 mesi (certificata da struttura pubblica), non beneficiari di altri sostegni economici rilevanti, con Isee minori o con Isee ordinario uguale o inferio-
re ai 3.000 euro, potranno richiedere la Carta Sia, un contributo economico da 80 a 400 euro al mese per 12 mesi. Per usufruire del beneficio occorre essere cittadino italiano o comunitario o suo familiare ovvero cittadino straniero con permesso di soggiorno e residente in Italia da almeno 2 anni. A partire dal 2 settembre
dunque, basterà andare allo sportello sociale del proprio Comune con l’Isee in corso di validità. Se non si ha l’Isee, lo si può richiedere al Caf. Le domande saranno valutate in ordine cronologico, in base alla data di presentazione, fino a esaurimento delle risorse assegnate alla Regione. Oltre al contributo mensile, si avrà la possibilità di con-
tare su servizi sociali, educativi, di formazione e di inserimento lavorativo in favore della propria famiglia. Per maggiori informazioni è attivo il call center al numero 389 0087090, l’indirizzo di posta elettronica: info@cartasia.info, oppure è possibile consultare il Servizio Sociale comunale di appartenenza.
“Bel Sit”, tradizione e organizzazione tra cielo e mare - Nella mia “escursione” enogastronomica mi sono accorto che il piacere del cibo può esser ben mitigato dal luogo ove si gusti una pietanza sia in un locale di campagna che in uno vicino al mare, cioè l’aria che respiri, il sapore dell’ambiente, i luoghi che vedi contribuiscono come valido ingrediente per ottimizzare e assaporare il desco. Ora questa sensazione l’ho riscoperta trovandomi al cospetto di un panorama mozzafiato in un pomeriggio di agosto al crepuscolo all’indomani di una bella mareggiata e, arrivato su quel promontorio di Gabicce Monte, la costa romagnola mi si mostrava in tutta la sua estensione e variopinta bellezza fino all’estrema Cervia, l’azzurro del mare si rifletteva in una eterea foschia e tutto era da lì magicamente celeste-azzurro e non riconoscevi dove terminava l’orizzonte e partiva il cielo. Prendo, quindi, posto in questo locale di Gabicce all’insegna “Bel Sit”, che mi avvince soprattutto per il suo immutato genere “vintage”, parte dell’ arredamento stile anni '70, a ovest della
La famiglia Morini
Una “rotonda” sul mare a Gabicce Monte. Da tre generazioni, 60 anni, la passione della famiglia Morini
TRADIZIONI di Marcello Bartolini piazzetta ove pare di ritrovare quella famosa -rotonda sul mare -, sì quella decantata da Fred Bongusto. Vorresti quindi risentire in quell’atmosfera proprio quella melodia e come per incanto ciò è possibile: al Bel Sit c’è un originale Juke box proprio di quegli anni. Cedo alla tentazione e gettono qualche bella musica, d’altronde c’è da dire che a pochi passi da questo luogo Fred Bongusto la cantava proprio la sua rotonda sul mare, di persona, capite quindi dove mio trovo.... Panorama e musica d’altri tempi mi mettono in perfetto agio; quindi, consigliato dal cameriere, siedo al tavolo più esposto del locale, fosse la prua di una grande nave a dominare questo mare bello e ge-
neroso che è l’Adriatico. Trovo un menù ricco e articolato sia di vari tipi di pizza, cosi come di paste fatte in casa, sia al condimento di mare che di carne, ma anche le tipiche varietà di piadine romagnole, fatte in tutte ed immaginabili composizioni, e mi stupiscono anche le immagini delle belle coppe di gelato. Quelle che piacciono tanto agli stranieri: alla frutta, alle amarene, alle creme, insomma cose d’altri tempi da far girare la testa ai bambini. Questo il ristorante-pizzeria Bel Sit, una terrazza sul mare dove puoi anche rivivere momenti della nostra riviera dei famosi anni '60, '70 e '80.
Lo dico perché li ritrovi infatti quelle tipiche e tradizionali famiglie di tedeschi, olandesi, inglesi. Curiosi di assaggiare il cibo proposto nella enciclopedica carta delle pietanze che studiano con apprezzabile attenzione. Pizze ordinarie e speciali, quella bianca, fior di panna, frutti di mare e la zurlina! Mi lascio affascinare da quella mediterranea: ottima pasta, croccante ed anche ben corposa nella sua estensione, al pomodoro, capperi, peperoni, tonno e olive. Guarnizioni veraci, sopratutto il sapore vivace e netto dei capperi perfezionata con un filo di olio piccante della ditta Bigucci di San Giovan-
ni. Condimenti che trovo sempre di buona e costante qualità. Non manca un ottima birra chiara, tedesca più che mai: la Warsteiner, perfettamente spillata e di giusta temperatura, con gusto fine e puro. Mi lascio consigliare dal cameriere, gentile e professionale nella sua puntuale divisa di colore nero e bianco, e mi lancio sugli spaghetti che portano il nome del locale: “Bel Sit”. Sono al pomodoro, cozze e peperoncino: un orchestra di sapori che esaltano il palato; il piccante ben contemperato con il dolce del pomodoro. Un bel piatto, di buona quantità e qualità della pasta al dente. Assaggio, infine, anche la tradizionale piadina romagnola: fatta in casa, sottile, di buoni ingedienti, con ottimo salame nostrano e sottili fette di pecorino. Intanto, il locale, piano piano, si riempie. Noto con piacere e sorpresa, come tutti gli addetti alle rispettive postazioni operano con
metodo,puntualità e ciò a consentire tempi di servizio ottimali, di quelle imprese tradizionali e famigliari dove quando è il momento ognuno va al suo posto “di combattimento” ad affrontare il servizio: ammirevole!! Vedo infatti, dal mio tavolo anche gli addetti della cucina attivi e organizzati, così come ordinati strumenti e stoviglie, pentole quest’ultime innumerevoli e di varie dimensioni, in perfetto alluminio luccicante. Tutto puntuale, anche garantire ottime paste fatte in casa, come i tagliolini al profumo di mare, o strozzapreti Valbruna che veloci mi sfrecciano davanti. Tempo di vederli e il cameriere già li assegna all’attesa di clienti che alla vista si riempiono di gioia e hanno ancor più consapevolezza di trovarsi nella bella Italia, sul mare Adriatico, in costa marchignola. In breve, di esser in un bel posto del mondo, e, dico io, che mantenere e preservare certe tradizioni è già un risultato. Grande conquista che dura per la famiglia Morini da ben sessant’anni: da quando nel 1956 Angelo Morini avviava la Trattoria-Pensione Aurora. Tre generazioni votate al servizio dell’ospitalità: eccellenze e orgoglio della nostra terra.
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Aziende informano
Bus Navetta spiaggia-alberghi
“Fare di Gabicce Mare una città giardino pedonale” - “Fare di Gabicce Mare una città giardino-isola pedonale”. E' l'idea che lancia il Gruppo albergatori multiservizi, attraverso Angelo Serra, presidente dal 2005. Racconta: “E' l'obiettivo degli obiettivi del nostro futuro. Davanti a noi ci sono già esempi vincenti. Mi piace sottolineare quello di Sirmione, la cittadina turistica sul Lago di Garda. Da 7-8 anni, è isola pedonale totale. Per concretizzare, nella nostra cittadina dovremmo realizzare e sistemare i parcheggi. Solo così Gabicce potrebbe avere un'identità di paese attraente. Oggi, le sfide si vincono con un marchio territoriale forte ed un'offerta unica e poco confrontabile. Gabicce dovrebbe ricreare la sua personalità persa. Un tempo eravamo la Capri dell'Adriatico. Dobbiamo lavorare per
za ai turisti in arrivo. Inaugurato lo scorso anno, lì sosta una navetta e chi ha bisogno viene portato in centro. E' di supporto anche ai commercianti ed ai ristoranti. Così si va anche a sfatare il luogo comune
Campi da tennis
Cinema
Ecco i fondamentali interventi a gi, bus navetta, Publiphono, cinesupporto del turismo: campi da ten- ma, ufficio informazioni, Palazzo nis, chiosco informazioni, parcheg- del Turismo, Consorzio qualcosa che altri non hanno. La nostra cittadina potrebbe essere ideale per bambini e anziani. Gli asmatici potrebbero trovare da noi le risposte alla malattia”. “Per i soci - continua il presidente Serra -, per la pubblica opinione, mi piace dire che appartengo alle
categorie delle persone che fanno fatti, piuttosto che discorsi. Mi piacerebbe che il nostro Gam (Gruppo albergatori multiservizi) potesse essere di supporto all'amministrazione comunale nello sviluppo del futuro turistico. In questi anni per la città abbiamo costruito molteplici cose per dare
valore al turismo: ridato vita ai campi da tennis, aperto il chiosco informazioni all'ingresso della cittadina, i parcheggi, il publiphono, il cinema, l'ufficio informazioni, il palazzo del turismo. Campi da tennis Dopo alcuni anni di ab-
bandono, li abbiamo rinnovati (due in terra rossa e due in sintetico), investendo cifre importanti. Ora, sono stati dati in gestione ad una famiglia gabiccese”. Chiosco informazioni Posizionato all'ingresso del paese, offre accoglien-
Aziende informano
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Chiosco informazioni
Angelo Serra, presidente dell'associazione Gruppo albergatori multiservizi di Gabicce Mare. Alle sue spalle Maiolo (istantanea nella hall del suo albergo), la cittadina in Valmarecchia dove è nato
E' l'idea di cittadina turistica di Angelo Serra, il presidente dell'associazione Gruppo albergatori multiservizi di GabicceMare.C'èl'esempiovincente di Sirmione, un gioiellino di isola pedonale da decenni
che gli albergatori siano portati a pensare solo a se stessi”. Parcheggi “Ricevuti in gestione dal Comune, siamo riusciti in questi anni a garantire un servizio di quattro bus navetta a chiamata gratuita: è un servizio che dispongono poche cittadine. Diverse località ci hanno
Parcheggi con bus navetta
Il Palazzo del Turismo
chiamato per ragguagli sulla nostra organizzazione”. Publiphono “Da quattro anni ne gestiamo il servizio. E' di supporto alle famiglie quando perdono un bambino ed è funzionale alla promozione degli eventi che si tengono in città. Abbiamo cercato di contenere la pubblicità, se non quella sufficiente a coprire le spese”. Cinema “Altro servizio che offriamo ai gabiccesi è il cinema-teatro sotto la chiesa dei francescani di Perugia. Da un decennio, d'estate, allestiamo un cine-forum per piccoli e grandi. Facciamo una media di 80 spettatori a serata. I film erano al primo posto tra i desiderata dei turisti”.
Navetta elettrica “Acquistata 7-8 anni fa dall'America, a 9 posti, funge da navetta dalla spiaggia agli alberghi. Inoltre, fa servizio per chi ha difficoltà di deambulazione, sia per i turisti, sia per i gabiccesi. Straordinario successo. Alcune persone erano da anni che non andavano più al mare”. Ufficio informazioni Si trova di fianco allo Iat (Informazioni accoglienza turistica), dà informazioni quando questo è chiuso. Inoltre, fa consulenza per i posti di lavoro e le prenotazioni alberghiere. Funge anche da segreteria per gli eventi organizzati dall'associazione, come la Settimana ciclistica e il raduno MG”.
Consorzio “Per noi, per molti, è uno dei pochi strumenti che unisca albergatori e commercianti in grado di far da volano per il rilancio turistico. Il Comune, ad oggi, sta valutando di aderire. Il Consorzio è fondamentale sia per i progetti, sia per l'opportunità di andare a reperire contributi. Potrebbe diventare la macchina operativa per la gestione degli eventi, la promozione e l'accoglienza: cose che dovrebbe fare senza scopo di lucro”. Palazzo del Turismo “Acquistato e ristrutturato, senza di noi sarebbe un edificio recintato e decadente. In conclusione, vorrei sottolineare che tutto quello che abbiamo fatto in questi anni, è a costo zero per i nostri associati”.
SAN GIOVANNI
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Lo scorso 3 settembre. Cerimonie sobrie nel segno di un paese civile che riconosce i diritti COMUNITA'
I vigili che portano la carta d'identità a casa. La coppia divisa che litiga per i cani
- La banalità delle cose civili. Molto civili. Una signora allettata con problemi di deambulazione è impossibilitata a ritirare da sola, o con i familiari, la carta di identità. Le viene consegnata dai vigili urbani. La storia è bellissima. Seconda storia in slasa marignanese. Una coppia in separazione, come spesso avviene (umano troppo umano), litiga su tutti i fronti della vita, froidiani e no. Hanno imbracciato la nuvola della discordia anche sui cani. Lui che li sottrae a lei, pensando che non siano trattati bene. Si spera che sia solo uno scrontro dovuto all'ira annembiante del momento.
Tre unioni civili in una mattina COSTUME
- “Come figlio, ti auguro di essere felice”. Commosso, capelli bianchi, alla ricerca di una sedia data l'età, con queste parole ha chiuso la cerimonia il babbo di Guido. Una signora di bellezza mediterranea, appoggiata ad un uomo, era visibilmente emozionata. Occhi lucidi durante la lettura delle poesie in coda al momento ufficiale. Pudore, eleganza e leggerezza. Così si è tenuta l'unione civile tra il napoletano Ciro (bancario) e il milanese Guido (creativo) lo scorso 3 aprile alle 12,30. Alle pareti due bei quadri del pittore marignanese Mario Magnanelli, scomparso nel dicembre di alcuni anni fa; uno reca il classico paesaggio innevato con mazzi di fiori; l'altro una madre col bambino al petto. A chiudere la terza parete della sala della giunta, quella di fronte all'ingresso, il volto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Per San Giovanni il 3 settembre è stata una piccola giornata storica. Nell'arco di un paio d'ore si sono celebrati tre unioni civili maschili. La prima alle 11,30, tenuta dall'assessore Gianluca Vagnini. La
La cerimonia civile di Ciro e Guido tenuta dall'assessore Maura Tasini seconda alle 12, 30, ad officiare l'assessore Maura Tasini. A chiudere, alle 13, il sindaco Daniele Morelli. Ciro e Guido hanno invitato, la sera, familiari ed amici, alla Tenuta del Tempio Antico, a San Giovanni; una lunga festa dalla 19 fino alle due passate. Ciro, che cosa le ha lasciato questa giornata? “Meravigliosa. E' da 30 anni che in Italia si aspettavano questi diritti; la prima proposta di legge venne presentata dalla parlamentare socialista Alma Cappiello. Poi ho coronato il mio sogno d'amore che dura da
sette anni, con la speranza che possa andare avanti fino al resto della nostra vita. Data l'età, vogliamo essere l'una la stampella dell'altra: il classico bastone della vecchiaia. Ora, ovunque andiamo, siamo una coppia con tutti i diritti anche per la legge”. Perché avete scelto la Romagna? “Abitiamo a Saludecio in una frazione più vicina a San Giovanni. Entrambi residenti a Milano, abbiamo scelto la Ro-
magna per le bellezze e per la gente e per i tanti amici. A me piace il mare, a Guido la collina. Così ci siamo trovati una casa vista mare (io sono da spiaggia, Guido da campagna). Del Riminese conoscevo la costa, la bellezza delle colline sono state una sorprendente scoperta”. Quanto sono cambiati i costumi degli italiani sull'omosessualità rispetto a 10 anni fa? “Radicalmente. La svolta
sull'amore in tutte le sue forme è cambiata tantissimo. Almeno nella maggioranza degli italiani; c'è una minoranza rimasta un po' indietro. A costoro dico che è un problema loro; credo sia una forma di poco rispetto verso gli altri. Io rispetto tutti, anche coloro i quali non la pensano come me. Rispetto tutti; dunque, mi piacerebbe essere ricambiato”. Quando ha scoperto l'omosessualittà? “Sin dalla pubertà. Venendo dal Sud, ho sempre represso il sentimento. Nel '92, spicco il volo per Milano, dove c'era accettazione e rispetto. Milano mi ha aiutato molto a vivere le esperienze sessuali alla luce del sole”. E la sua famiglia? “Ho vissuto in un rapporto di silenzi, di parole non dettte. Da quando è apparso Guido è tutto cambiato. Mi ha aiutato ad aprirmi. L'amore nei suoi confronti mi ha fatto superare le difficoltà della comunicazione in famiglia”. Che cos'è per lei l'amore? “Amore è amore e basta: un sentimento che si prova per un'altra persona”.
(Foto Giuseppe Bucci)
3. Fiume Conca, la bellezza dell'upupa - Giuseppe Bucci, macchina fotografica a tracolla, esce di casa attorno alle quattro del mattino, quando è ancora buio, altrimenti l'intelligenza, voglia e istinto di sopravvivenza della bellissima fauna che arricchisce la Valconca (sorprende coloro i quali lo ignorano) non si farebbe fotografare neppure ad una distanza di 30 metri. Giunto nel suo posto, crea un “capanno” angusto, appena lo spazio di una persona e si apposta su una seduta di fortuna; spesso basta una pietra. Ci resta un paio d'ore; le gambe diventano di legno. Questi animali vengono raccontati ad una distanza di 3 metri. La foto in alto è stata scattata a San Giovanni in un generoso tratto di fiume. Lo scatto dell'upupa risale allo scorso 9 giugno. Hanno una predilezione per il pascolo del campo da golf; insettifore, prediligono grilli, grillotalpa, coleotteri, larve e bruchi, formiche, cavallette e crisalidi insomma la bellezza che ama il bello. Uccello diurno, per la predilizione del pomeriggio, solitario, si muove per terra alla ricerca del cibo. Una volta l'anno, nidifica (una dozzina di uova) nei tronchi degli alberi; il melo al primo posto.
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SAN GIOVANNI
In un anno oltre cento, un numero che racconta del dinamismo delle associazioni
Renzi, martire delle Fosse Ardeatine COMUNITA'
Egidio Renzi
di Emanuele Foschi - Egidio Renzi era di San Giovanni, poi si spostò a Cattolica con la famiglia. Per la sue idee fu costretto a fuggire a Roma dove fu ucciso nel crudele eccidio nazista. Divenne cittadino onorario di Cattolica nel 2004. C’è una parte della memoria della Valconca che non dimentica: che non vuole dimenticare. Quella che più ha avuto a che fare con la storia, con la prepotenza, con il dolore, con il sangue. E che collega la Romagna alla capitale. É la storia di Egidio Renzi. Nasce nel 1900 a Sangiovanni, operaio e partigiano. A 18 si sposta con la famiglia a Cattolica, da cui presto è costretto a fuggire per la sua incrollabile fede antifascista. Già oggetto di persecuzioni degli squadristi, si trasferisce a Roma nel 1923. Vi giunge
come clandestino; lavora prima alle Ferrovie e poi, licenziato per le sue idee, in tipografia. Nella capitale ha modo di continuare la propaganda antifascista; si unisce al movimento Giustizia e Libertà, più tardi confluito nel Partito d’Azione. Il progredire degli eventi volgeranno purtroppo a suo sfavore. Renzi si trova prigioniero nel carcere di via Tasso, tristemente noto per la durezza e per le continue violenze e torture perpetrate sui detenuti. Il 23 Marzo del ’44, gappisti delle brigate Garibaldi a Roma colpiscono con l'esposivo il terzo battaglione Bozen (Bolzano) che transitava su via
Rasella; alla testa marcia il comandante della compagnia. Sulla strada rimangono i corpi di 33 soldati. Si prospetta una punizione esemplare per i romani. Il colonnello Kappler, consultandosi con l’alto comando, parla subito di rappresaglia: con l’agghiacciante proporzione di 10 a 1. Il destino vuole che il nome di Renzi finisca nell’elenco nefasto di prigionieri che i tedeschi richiedono al vice questore, Caruso, e alla famigerata banda Koch. Il giorno seguente all’attentato vengono prelevati dalla prigione e dalle case vicine 335 innocenti. Cinque in più per errore. Caricati su vetture verso destinazione ignota. Quellla destinazione ignota è la cava delle Fosse Ardeatine, sito presso le catacombe di San Callisto. Kappler ed i suoi uomini danno inizio al massacro, costringendo il carico di esseri umani ad andare singolarmente, su chiamata, in quella bocca
della morte. Legati, inginocchiati, forzati a salire sulle pile di cadaveri già ammucchiati disordinatamente. Un colpo di pistola all’altezza del collo, talvolta due. Perchè non tutti muoiono subito. Alla sera l’agghiacciante ordine è stato eseguito in tutta la sua efferatezza. La vigliaccheria dei tedeschi li porta a voler occultare il massacro. Minano gli ingressi delle gallerie, per evitare che nessuno possa trovare quei poveri corpi martoriati. Solo piu tardi sarà possibile l’identificazione. E, sempre a guerra finita, la costruzione di un mausoleo in memoria. I resti del nostro concittadino Renzi vengono tumulati nel sacello 169. Nella sua città adottiva, Cattolica, esattamente sessant’anni dopo la morte, viene eletto cittadino onorario, su proposta dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani). Qui, il monumento ai caduti, reca: “L’italiano per ben vivere deve ricordare”.
RELIGIOSITA'
Brescia, la processione
La chiesolina
- Isola di Brescia ospita la più importante collezione d'arte sacra della seconda metà dell'Ottocento della Romagna.Processione con la Madonna: appuntamento il 17 settembre, con inizio alle 21. Alla fine per tutti ciambella e vino. La chiesa L'altro primato è la collezione d'arte sacra del minuscolo edificio religioso. Per il prestigioso storico d'arte riminese Pier Giorgio Pasini la sua collezione, una decina di tele, è la più importante della Romagna della seconda metà dell'Ottocento. Il merito va ascritto ad un parroco proveniente da una facoltosa famiglia marignanese ed alla sua sensibilità. Si chiamava Domenico Corbucci (1814-1887). Grazie alle sue relazioni interpersonali prima ancora che alla capacità economica riuscì a portare a Isola di Brescia opere di pittori che orbitavano attorno al Vaticano e al papa. Qualche nome: Francesco Coghetti, Pietro Gagliardi, Nicola Consonni, Francesco Podesti (pittore papale, sua è la Sala dell'Immacolata, accanto alle stanze di Raffaello), Francesco Grandi (ritrattista di Pio IX e Leone XIII), Cesare Mariani, Augusto Bompiani, Pasquale Frenguelli.
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MORCIANO
1. L'architetto morcianese propone idee per ridare alla città uno spazio che da decenni è in abbandono - “L'archietto Davide Uva ha spaziato in ogni ambito progettuale: il restauro, l’arredamento e l’urbanistica. Si è occupato di opere sia private che pubbliche. Ha progettato ville e abitazioni, fabbricati plurifamiliari e produttivi, chiese e scuole. Si è dedicato all’edilizia sanitaria, al restauro (anche di un intero centro storico nella Repubblica di San Marino). Ha progettato un numero considerevole di boutiques e negozi: Morciano (moltissime portano la sua firma), Riccione, Cattolica, Pesaro, Milano Marittima, Firenze, Bologna... Con lui iniziamo una serie di interviste con gli architetti morcianesi e non solo. Che cosa fare con l’incompiuta Piazza Boccioni? “Piazza Boccioni, se piazza possiamo definirla, a mio avviso era nata in un contesto già compromesso da diverse problematiche, prima fra tutte quella legata alla morfologia del terreno che in quella zona presenta un sostanziale declivio. La progettazione venne affidata all’Archistar Gregotti e Associati facente parte di quella schiera di Architetti che spesso fondano la loro progettazione sulla base di un mero sopralluogo e quindi con un approccio superficiale rispetto all’area ed ai suoi condizionamenti, avendo pochissimi rapporti con la realtà e la conoscenza di Morciano. Probabilmente se fossero stati coinvolti gli architetti del posto, che vivono e conoscono bene la realtà delle cose, forse sarebbe potuto scaturire un progetto più congeniale e funzionale, più qualificante per l’intera zona. La piazza è suddivisa in tre settori: una parte a prato, senza nemmeno un albero, sopraelevata rispetto alla strada rivestita verticalmente con marmette di cemento e scaglie di marmo che rivestono anche le pareti della vasca che si trova al centro; una parte centrale, quella più scenografica, riconducibile ad un’enorme vasca con acqua all’interno che, anche se di altezza ridotta, presenta diversi problemi: uno di questi è riconducibile a quei bambini che si introducono dentro non considerando le avversità che potrebbe presentare. Al centro di questa si erge il monumento “Colpo d’Ala” di Pomodoro dedicato a Boccioni. Nella terza parte trova posto un parcheggio racchiuso da un muro abbastanza alto per l’uso a cui è destinato togliendo così la visibilità nell’immissione delle auto da Via Boccioni a Via Ca’ Fabbro a tal punto che sovente si verificano incidenti stradali. Quindi par-
Davide Uva: “Rifare piazza Boccioni” Proposta: ridurre la vasca (al suo posto spazio verde), demolire le murature, pacheggio più piccolo, parco attrezzato per bambini, togliere le marmette e metter giù piante PERSONE liamo di una piazza anomala, non fruibile, che esula dagli schemi convenzionali e che, così concepita, non assolve al ruolo che dovrebbe rivestire. Infatti non esistono legami con la realtà circostante, punti di aggregazione, spazi per le persone, ecc. In merito alla domanda su cosa fare per l’incompiuta Piazza Boccioni, la risposta non è semplice perché stiamo parlando di un progetto definito e caratterizzato da elementi specifici che formano un singolare prodotto architettonico. A mio avviso si dovrebbe intervenire mettendo in discussione tutti gli elementi architettonici che hanno portato a questa inadatta soluzione e ripensarla completamente a nuovo. Ragionando ormai sul costruito si potrebbero trovare soluzioni volte a ridurre l’enorme
luoghi per la riflessione ideati da artisti che, come il Maestro Tonino Guerra, artista a tutto tondo, soleva sostenere che altra bellezza si aggiungesse a quella già in essere e ha voluto non solo combattere per la salvaguardia dei ruoli ma anche promuovere nuovi stimoli”. Che cosa fare per rimediare? “Occorre promuovere e sviluppare la ‘cultura del territorio’, stimolare la coscienza critica nelle trasformazioni del territorio ed una certa sensibilità nella salvaguardia e tutela dell’ambiente, della cultura e delle tradizioni. Ritengo che la cultura del territorio debba avere una importantissima funzione di sollecitazione, di indirizzo verso lo sviluppo delle comunità locali, sulla capacità di creare relazioni sociali e sulla qualità della vita, sulla gestione delle risorse architettoniche, ambientali e cul-
Piazza Boccioni, bel monumento nella tristezzza
vasca a favore di uno spazio verde che la cingesse tutt’intorno. Demolirei le murature che delimitano il parcheggio e convertirei l’area di quest’ultimo mantenendola solo in parte adibendo l’area residua a piccolo parco attrezzato con panchine, giochi per bambini, ecc., o la destinerei completamente a zona ricreativa in modo che possa essere fruibile da qualsiasi persona. Nella parte anteriore, tut-
t’ora non sfruttata, interverrei con piantumazione di alberi e arbusti, togliendo l’incongruente rivestimento di marmette in modo di avere anche qui un’area di cui poter usufruire come spazio per la collettività. Naturalmente le soluzioni di cui sopra rappresenterebbero tanti piccoli interventi che, a mio avviso, non andrebbero a risolvere il vero problema di Piazza Boccioni che rimane lì, non sfruttata, una vera “catte-
drale nel deserto”. Invece a guardare i crinali della Valconca, quali sono le riflessioni? “La Valconca è una delle Valli più belle dell’intera Romagna, un luogo in cui intervento umano e natura conservano ancora un equilibrio antico. La Valconca è uno scrigno di piccoli borghi, rocche e castelli, poggiati su una natura da sogno. Innanzitutto osservando i crinali della Valconca si ha subito la sensazione dello spazio incontaminato, della pacatezza e serenità che porta pace all’anima. Il territorio potrebbe essere analizzato sotto la veste di una specie di scrigno che va scoperto ed analizzato dal punto di vista naturalistico in cui la sorpresa e lo stupore scaturiscono grazie alla bellezza del paesaggio, alla gradevolezza dei suoi profili con i crinali ben allineati, all’infinitezza dei suoi orizzonti, alla ricchezza di varietà arboree. Riflettere sui crinali della Valconca è come descrivere il paesaggio inteso come insieme di luoghi affascinanti e suggestivi sotto il profilo dello sguardo dove fortunatamente l’uomo non è potuto intervenire se non in alcuni casi o forse solamente in parte. Quindi dovremmo soffermarci sull’emozione che suscitano, sulla forza evocativa che trasmettono e che entra in contatto con la nostra interiorità. Paesaggi, già incantevoli per la loro naturalità, sono diventati
“Occorre promuovere e sviluppare la ‘cultura del territorio’, stimolare la coscienza critica nelle trasformazioni del territorio ed una certa sensibilità nella salvaguardia e tutela dell’ambiente, della cultura e delle tradizioni”
turali; tali da porre l’arresto di espansioni incontrollate e di interventi contro la distruzione del paesaggio. La cultura del vivere il proprio territorio dovrebbe essere connaturata in tutti gli individui, pertanto implica un processo formativo ed educativo. Si dovrebbe creare un approccio interdisciplinare tra architetti, paesaggisti, ambientalisti ed istituzioni ( i primi soggetti chiamati in causa in questa fase di coordinamento tra le varie componenti: ecologiche, economiche, sociali, private,ecc.) che abbia come obiettivo il giusto rapporto tra la tutela del territorio e l’economia, cercando di escludere il prevalere di quest’ultima. Nel nostro sistema, così complesso, la pianificazione esige nuovi approcci : “la sfida della complessità”, come ricorda Morin, può essere affrontata con successo tramite una maggiore complessità, ovvero una maggiore ideazione di risposte multiple ed intellegibili”.
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MORCIANO DI ROMAGNA
MORCIANO
Aprono gelateria a Rimini (sotto il grattacielo). Un giorno arriva il conduttore Chiambretti. Li nota e il salto in tv... ALLEGRO MA NON TROPPO
Foro Boario Gazebi... -
I gazebi prosecuzione esterni dei
bar e dei ristoranti nei centri della città d'arte e non solo, fanno aumentare la qualità della vita. Sorseggiare lì qualcosa in compagnia, è tutto più buono e rasserenante. A Morciano negli ultimi anni ne sono sorti un po' in tutte le strade del centro. E' notizia da capanelli di questi giorni, molte strutture sono state in parte smantellate. Sembra che non siano a norma... Che cosa dire? Quale riflessione fare? Soprattutto, si spera che il prossimo anno, col sole, ritornino anche i gazebi. Il vino o l'aperitivo hanno un sapore diverso, quasi come consumare il pesce su una barca...
Lascito che tutti vorrebbero La forlivese Maria Letizia Zuffa è una Bonetti per ramo materno. Scomparsa lo scorso 18 agosto a 66 anni, ai funerali laici c'era tutto il mondo della cultura forlivese, con in testa il sindaco. Cugina di Sergio Bonetti, al nipote Matteo (figlio di Sergio) lascia tutta la libreria (migliaia di titoli) e la raccolta di cd. Professoresa di scienze alle Superiori, attrice e regista di teatro, raffinata animatrice della vita culturale forlivese, spesso era a Morciano ospite del cugino. Nonostante i pochi contatti, Matteo era il suo erede culturale, come ha scritto nel breve e commovente testamento vergato a mano. Matteo porterà a Morciano solo una parte dei volumi, molti resteranno a Forlì, lascito alle sue associazioni culturali. Quando il dono genera altro dono...
ARTE
Com'è venire al mondo? - Com’è venire al mondo? È bello, credo. Ah sì, che ci sarà mai di cosi bello? Beh, abbiamo due prati! Uno è verde e soffice, puoi camminarci a piedi nudi e non farti male neanche un po’. L’altro sta più in alto. È azzurro... lì non puoi camminarci su, ma puoi giocare a disegnare ciò che vuoi con l’immaginazione. E poi? Poi abbiamo il mare, è azzurro anche quello! Puoi usarlo per rinfrescarti, per riflettere o, puoi semplicemente rimanere in silenzio ad ammirarlo. Bello! E poi? Ancora non ti basta? Queste sono solo alcune delle meraviglie che troverai qui. Poi ci sono i sentimenti, il più bello si chia-
ma amore. E cosa sono? I sentimenti sono invisibili, non puoi toccarli, però puoi sentirli. E come? In un abbraccio, in un bacio, in una carezza. Per correttezza devo dirti che esistono anche sentimenti cattivi. L’odio, il rancore, il disprezzo. Signore mi scusi, chi mi darà i sentimenti buoni? E da quelli cattivi chi mi difenderà? La mamma! E chi o cosa è una mamma? Una mamma è una persona che si prenderà cura di te come nessuno saprà fare mai. Affare fatto! Mandami giù che voglio conoscere quest’altro angelo. Cuccumeo
Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica) Da sinistra: i gemelli Ceccarelli, Francesco e Fabrizio
- In molti si ricorderanno di loro come irriverenti presenze fisse nei programmi “Markette” e “Chiambretti Night”. Ma Fabrizio e Francesco, meglio noti come i gemelli Ceccarelli, sono anche altro. Autentici mattatatori, nella vita come su un palco, hanno impresso nel loro dna quella vena goliardica e umoristica tipica dei romagnoli piu veraci ingentilita da una visione cosmopolita del mondo che non tiene conto delle differenze ma anzi riesce a valorizzarle. E questo, forse, grazie alla madre sudafricana. Sicuramente li ha aiutati la loro storia personale, avventurosa e avvincente come un romanzo salgariano. I Ceccarelli nascono in Sudafrica, a Città del Capo (Kaapstad, come si dice in afrikaans), da madre sudafricana e padre riccionese. Qui trascorrono
teria, li nota e, rimasto colpito dalla simpatia e loquacità, decide di farli partecipare al suo programma “Markette” sulla la 7, nel ruolo di opinionisti e comici. Fanno subito centro e ci rimarranno per ben tre anni. Chiambretti deciderà di riconfermarli poi anche per altre tre stagioni di “Chiambretti Nights” su Italia 1. I due ragazzi hanno anche innumerevoli attitudini artistiche, tra cui il ballo (la nonna materna li ha introdotti al foxtrot anni '30), il teatro, la radio e il canto. Proprio a quest’ultimo stanno in questo momento dando la precedenza; hanno studiato in passato jazz, blues e lirica.
Gemelli Ceccarelli, col gelato bio si arriva in televisione PERSONE l’infanzia, fino a 8 anni. Non parlano ancora l’italiano, ma solo olandese, inglese e afrikaans. Il padre ha lavorato per più di vent’anni all’estero (Francia, Germania) e, oltre alle lingue, ha studiato teatro a Londra, storia ed arte fiamminga. Dalla madre, laureata in letteratura inglese ed olandese, possono vantare origini scozzesi, austro ungariche, russe e olandesi. Proprio l’aria che si respirava in famiglia ha fatto di loro amanti dei viaggi; dalla tenera età di sei mesi già viaggiavano nei vari continenti. A dieci anni imparano l’italiano, anche per via dei parenti: dai nonni, originari della Valconca e San Mauro Pascoli. Il multiforme intrecciarsi di influenze culturali li ha resi cittadini
di Emanuele Foschi del mondo, con un profondo sentimento di amore ed armonia verso ogni cultura ed etnia. Contemporaneamente, però, le radici romagnole sono forti e radicate, espresse nella valorizzazione di tutti i dialetti. Per loro "le espressioni linguistiche che caratterizzano un popolo sono manifestazione di un patrimonio culturale plurimillenario, tramandato soprattutto oralmente. Rappresentano una ricchezza che rischia di scomparire in una globalizzazione selvaggia che appiattisce e annienta". Anche l’amore per la natura riveste un ruolo di primo piano per i due giovani, ereditato dal nonno
materno: grande naturalista. La passione per gli animali li porta ad aprire uno zoo-ristorante, “Il Santuario degli Uccelli” a Saludecio. In seguito, anni Novanta, aprono una pizzeria a Morciano dove divengono pionieri del biologico, sfornando pizze e dolci, africani e olandesi. Per dieci anni a Rimini, dal 2001, sono mastro gelatai, con una clientela proveniente da gran parte della Romagna, orgogliosi di ospitarli nel loro locale ai piedi del grattacielo. Anche in questo caso biologico cento per cento. Siamo nel 2006. Un giorno il famoso conduttore Piero Chiambretti capita nella loro gela-
Si prestano inoltre all'esecuzione e alla rielaborazione di canzonette italiane, soprattutto degli anni Trenta, come ad esempio quelle del Trio Lescano, e lo swing. Tra partecipazioni a pellicole con grandi attori, Lino Banfi, Vincenzo Salemme e Sergio Rubini, e un programma in radio con Nino Frassica, i gemelli hanno anche trovato il tempo di scrivere un’ironica composizione dedicata ad una figura politica europea di grande rilievo in questo particolare momento storico. Riusciranno i Ceccarelli a lasciare il loro geniale marchio sui palinsesti televisivi di oggi, aihmè, sempre piu restii a scommettere sul nuovo, invece di riproporre a ritmo industriale il “vecchio”, per accontentare?
Conca Land, solidarietà
- “Ogni vita che salvi, ogni pietra che poggi, fa pensare a domani, ma puoi farlo solo oggi”. Uno slogan bellissimo coniato da artisti per l’Abruzzo e fatto proprio
dai ragazzi del Conca Land e dall’associazione Mano a Mano per dare colore a una serata speciale spesa col cuore e rivolto a raccogliere fondi per le vittime del recen-
te terremoto che ha distrutto Accumoli, Amatrice, Pescara del Tronto che tante vite ha mietuto tra la popolazione di quelle aree. Che fare? I giovani hanno la vita che scorre sulla pelle e la forza di dare un seguito ai propri pensieri. Così, in “quattreequattrotto” cinque ragazze ci mettono l’idea e tutto un microcosmo si muove per organizzare una serata al Conca Land di Morciano con spettacoli, balli, giochi, musica e quella gioia che tutti speriamo ritorni su quei volti e in quelle terre tanto martoriate. Senza pubblicità, solo col passaparola, hanno mosso tante famiglie morcianesi ed in una serata hanno raccolto il possibile per essere presenti, per fare beneficenza. Loro ci hanno messo il pensiero, lo slancio, il lavoro, l’arte i sorrisi. E loro sono Sabrina Amadei, Giorgia Monti,
Serena Montaspro, Jessica Scarponi, Martina Arcieri, Michela Vitale, Danilo Pedrosi, Marina Renzini Alessia Fanelli, Danilo Donadello Emiliano alla griglia, Roberta Gazzetto, Manuel Ricci e Francesc, Simone Casadei, Isaura Di Bartolo, Valentina Pietro Leonardo, i ragazzi del Centro 21, Natascia Pazzagli, Simona Ruzza, Eleonora Amati, Christian Pepe, Moreno Mazzotti, Matteo Marsico, Claudia d’Innocenzio, Valentina Mingucci. E saranno loro a devolvere quanto ricavato alla CRI di Riccione. Chissà se anche voi avete già fatto la cosa giusta. Se la risposta è ni scommetto che potete ancora rimediare! Forza, almeno un sms al 45500. Per la gente di quelle zone l’inverno sta arrivando e sarà più cattivo del solito! C. C.
MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836
- Nel suo breve discorso programmatico il nuovo presidente dell'Uniione Valconca, nonché sindaco a San Clemente, Mirna Cecchini, Pd, ha sintetizzato: “Sono passati quattro mesi da quando si è dimesso il presidente Riziero Santi. È stato fatto una fusione tra i Comuni di Montescudo e Monte Colombo. L’Unione ha assunto una posizione di attesa. Questa è una fase transitoria. La mia candidatura è per questa fase temporale per circa un anno. Tra un anno ci vediamo, quando l’Unione partirà con il nuovo assetto istituzionale. Mi piacerebbe camminare insieme per risolvere i problemi della Residenza Sanitaria per gli Anziani dell’Unione [costruzione in Morciano, via Giusti, con 30 posti letto dedicati ai ricoveri definitivi e 10 posti letto per casa protetta, costruiti dall’Unione Valconca sul terreno di proprietà del Comune con diverse irregolarità e vizi urbanistici accertati, con ordinanza di demolizione del sindaco, ora di proprietà del Comune e gestita dalla Cooperativa Sociale Coopselios di Reggio Emilia e convenzionata dall’AUSL Romagna] e il problema dei programmi informatici dell’Unione Valconca. Oltre alla questione della R.S.A., abbiamo un altro enorme problema che è la necessità di acquisire dei programmi e servizi adeguati informatici per l’Unione. Dobbiamo ritoccare lo Statuto per quei Comuni che vogliono uscire o entrare nell’Unione. È importante non perdere l’esperienza della presidenza Santi. Questa esperienza non va persa, anzi va ripresa. Ringrazio sentitamente Riziero Santi”. Mauro Macrelli, consigliere di minoranza di Montefiore Conca e capogruppo M5S in Consiglio del-
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E' il sindaco di San Clemente. Eletta anche dalle minoranze (Grillo e centro-destra)
Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836
Cecchini, la prima volta di una donna a capo dell'Unione Mirna Cecchini, sindaco di San Clemente e nuovo presidente dell'Unione Valconca
FOCUS
Riziero Santi, sindaco di Gemmano, il predecessore
l’Unione: “Mi piacerebbe che si metta agli atti il programma e si porta il capitale [R.S.A. – n.d.r.] dal Comune di Morciano all’Unione. Voglio vedere questo impegno scritto per votare la candidatura di Mirna Cecchini”. Mirna Cecchini candidata presidente rivolta a Mauro Macrelli (M5S): “Dobbiamo cercare di risolvere il problema e che rimanga attivo il servizio, ma non posso impegnarmi di risolverlo durante la mia presidenza”. Filippo Gennari consigliere in rappresentanza delle minoranze di Morciano candidato sindaco della lista “Amo Morciano” di centro destra: “Spero che Mirna porti avanti un cambiamento. Io ci credo e voto Cecchini.”. Ivan Tagliaferri consigliere di maggioranza di Morciano e capogruppo Pd nel Consiglio dell’Unione: “Santi ha fatto un lavoro grosso e cercheremo di aiutare Mirna e propongo di votare per Mirna Cecchini. Per motivi contingenti [auali? n.d.r.] invito tutti a votare per lei”. Luigino Casadei consigliere della lista unica di Mondaino: “Io voto per Mirna Cecchini. Però aspetterò prima di prendere le de-
cisioni e fare il contratto con qualche ditta per i programmi e assistenza informatica per l’Unione.”. Mirna Cecchini: “Sì, cercheremo insieme di fare questi contratti”. Dilvio Polidori sindaco di Saludecio (Pd): “Filippo Gennari ha aperto una strada nuova: Quale? Quella del Partito della Nazione? O semplicemente quella del Partito delle Poltrone? Invito altri gruppi (M5S) di votare a favore di Mirna Cecchini”. Mauro Macrelli capo gruppo M5S in Consiglio dell’Unione: “Il nostro voto è favorevole. Riziero Santi ha avuto una apertura verso le minoranze”. Quali? Pardon! Dimenticavo, concedere una sedia (leggete poltrona) ai 5 Stelle nella Giunta del-
l’Unione Valconca, dove siede praticamente solo il Partito democratico, sarebbe un bel gesto per riconoscere il merito ad un gruppo che lo stesso Riziero Santi ha pubblicamente definito a tutti gli effetti forza riformatrice. Richiesto nel comunicato stampa del 15 dicembre 2015, del Coordinamento Gruppo M5S Valconca. “Se votiamo positivo, è perché Santi ha fatto bene”. Che cosa di preciso? A modesto parere dello scrivente la dirigenza del partito democratico e Riziero Santi dopo la batosta delle elezioni parlamentari del 24 febbraio 2013, nella quale il Movimento 5 Stelle con il 25,56% di voti è diventato la prima forza politica italiana superando il Pd che si è fermato al 25,43% del-
l’elettorato, non potevano avere un altro comportamento. Tanto vero che nei Comuni della Valconca i risultati del Pd erano più disastrosi, poiché le percentuali di voti a favore dei candidati del M5S oscillavano tra 34 e 42 percento. Riziero Santi sindaco di Gemmano ed ex presidente dell’Unione (Pd): “Mirna Cecchini è il presidente giusto nel momento giusto. Possiamo fare un salto di qualità. Occorre fare con la partecipazione dei cittadini La nostra collaborazione è massima.”. [In 620 giorni di presidenza dell’Unione, quando mai presidente Santi ha chiesto qualche parere agli elettori? O ha convocato qualche assemblea dei cittadini della Valconca su tanti importanti argomenti che venivano decisi nelle stanze chiuse del palazzo, dai soliti dirigenti del Pd, ndr]. Lorenzo Grilli sindaco della lista unica di Montegridolfo (Pd): “Mi associo ad altri consiglieri per fare gli auguri a Mirna Cecchini. Per il programma [di informatica per Unione? O il programma della
presidenza dell’Unione Valconca? ndr) bisogna aspettare fino il 16 ottobre 2016, per vedere i risultati dei referendum sulla fusione dei nostri tre Comuni di Montegridolfo, Mondaino e Saludecio”. La fusione voluta dalla Regione Emilia Romagna, principalmente, per far sostenere i servizi essenziali dei piccoli Comuni ai contribuenti dei Comuni più popolosi. E dagli amministratori comunali o candidati tali, alla ricerca di un feudo più grande con la retribuzione mensile più cospicua per loro stessi e i loro dirigenti comunali. Elena Castellari sindaca del neo Comune Montescudo-Monte Colombo (Pd): “Anch’io sono contenta di votare a favore di Mirna Cecchini, soprattutto, perché è una donna a diventare presidente dell’Unione Valconca.”. Alla conclusione dello scrutinio segreto Mirna Cecchini sindaca di San Clemente con il voto favorevole dei 18 consiglieri presenti alla seduta (Gruppo maggioranza: Riziero Santi, Matteo Gnaccolini, Luigino Casadei, Lorenzo Grilli, Alessandro Renzi, Roberto Ciuffoli, Elena Castellari, Maurizio Casadei, Stefano Dradi, Ivan Tagliaferri, Mirna Cecchini, Dilvio Polidori, Marco Alessandro Casagrande e Roberto Cialotti, 14 voti; Gruppo M5S: Mauro Macrelli e Shelina Marsetti, 2 voti. Gruppo Centro destra PDL: Filippo Gennari e Vito Vaselli, 2 voti, è stata eletta presidente dell’Unione Valconca. Mirna Cecchini, visibilmente emozionata e un po’ imbarazzata per il voto unanime, ha ringraziato tutti i consiglieri e ha aggiunto: “Bisogna lavorare nel rispetto di tutti e nella condivisione”. Hossein Fayaz
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“E' mancata la bretella per la zona industriale. Sono mancati si soldi ma molti sono stati spesi male”
Via Maggio, dopo mesi e polemiche tutto come prima LA LETTERA
- Vorrei intervenire in merito a via Maggio in quel di San Clemente (frazione di Sant'Andrea) e in particolare per evidenziare che dopo vari mesi, lavori e polemiche varie, tutto è rimasto come prima. Premesso che a seguito della nuova strada Provinciale e Ponte sul Conca si sarebbe dovuto realizzare contestualmente (o prima addirittura!) la bretella per la Zona Industriale e a proseguire il collegamento alla provinciale Riccione-Morciano, ma tutto è saltato. Non solo per colpa della crisi e mancati insediamenti produttivi, ma anche per ripetute e tardive progettazioni e rivisitazioni della Zona Industriale per almeno dieci anni e varie centinaia di migliaia di euro buttati: altroché dire che non ci sono i soldi, sono stati spesi male! Ad oggi, è più che realistico pensare che per i prossimi 5/ 10 anni difficilmente sarà realizzata la bretella di cui sopra e Sant'Andrea non può rinunciare ad un accesso funzionale
di Pierino Falcinelli* della nuova viabilità di Vallata soprattutto in direzione San Giovanni-Cattolica. L’alternativa naturale, ed attuale, è via Maggio che allo stato delle cose è sottodimensionata per assolvere a tale funzione. Era ovvio che con la nuova strada si sarebbe riversato lì il traffico da e per San Giovanni-Cattolica, solo per chi di dovere (amministratori e tecnici) tale ovvietà non è stata recepita! Dapprima l’accesso da valle di via Maggio è pericoloso e insufficiente al passaggio di due autovetture in contemporanea e pure la larghezza della carreggiata è insufficiente. A questo, prima si è intervenuti con della ghiaia ai margini, poi, onde evitare il transito dei camion e mezzi pesanti, è stata realizzata una strettoia artificiale che tecnicamente ha assolto alle funzioni previste, ma tuttora è assai pericolosa soprattutto per le lamiere posizionate in tale maniera che
Pierino Falcinelli La strettoia di via Maggio
possono squarciare un’auto o provocare seri danni a motociclisti (già da tempo segnalato, ma inutilmente). Nella primavera scorsa, anche a seguito di segnalazioni dei residenti delle vie CerroManzoni-Maggio, l’amministrazione comunale ha posto su via Maggio il divieto di transito (eccetto i residenti (più via Pian di Vaglia e Ca Fabbro): idea geniale dal Palazzo! Risultato: l’intera frazione di Sant'Andrea tagliata fuori di nuovo come prima della nuova provinciale, e dopo il danno la beffa: “L’accesso per San Giovanni-Cattolica è quello posto a monte verso Morciano, alla rotatoria della Villa Del Bian-
co”, è stato risposto alle varie rimostranze in un incontro semi-pubblico in Comune. Tale divieto poi non è stato rispettato con il passivo atteggiamento dell’amministrazione e della polizia municipale. Ma non è finita e all’inizio dell’estate, altra idea folgorante: installazione di impianto semaforico presso la strettoia artificiale; fatta la segnaletica orizzontale… in tutta fretta poi riverniciata di nero e niente più semafori! Dopo aver speso soldi per cartelli, tempi di lavoro, materiali, ordinanze e tanto malcontento, lo stato attuale è come un anno fa: nessuna soluzione e pericolo continuo. Non pos-
LO SPORT
so terminare ed esimermi dal fare alcune valutazioni-proposte. Come già detto, via Maggio sarà per alcuni anni (non pochi!) il naturale collegamento di Sant'Andrea alla nuova viabilità di Vallata, quindi andrebbe ampliato l’accesso di valle e allargata la carreggiata al fine di renderla una vera bretella funzionale. Inoltre, posizionare barre trasversali poste ad altezza idonea da consentire il transito alle sole autovetture e contestualmente migliorare la parte di via Cerro che va da via Maggio a via Tavoleto (e non si venga a dire che “ci sono le scuole”, migliorare la strada non implica niente in tal senso!).
Per chi arriva dai centri sportivi (direzione monte) prevedere lo stop all’intersezione con via Maggio, per quanto via Manzoni sperimentare un senso unico (esclusa attività in loco) in sola entrata da via Tavoleto e soprattutto la via sia libera da auto parcheggiate in carreggiata. Questi, ovviamente, sono degli spunti e un incentivo ad intervenire; meglio sarebbe se l’amministrazione prima di sprecare altri soldi (visto che si dice sempre che i soldi non ci sono…) consultasse i cittadini in un pubblico incontro a Sant'Andrea. Tanto mi sentivo in dovere visto il silenzio calato su questa problematica di essenziale importanza per la nostra comunità. PS: meglio sarebbe riposizionare alla rotatoria di via Maggio l’indicazione per Sant’Andrea e girare quello dei “centri sportivi” che attualmente indica verso Morciano!!! *Già vice-sindaco di San Clemente
LO SPORT
Beach tennis, Andrea Banci campione mondiale under 18 San Clemente, quella Prima categoria da difendere - San Clemente: la Prima categoria da difendere. Undici Settembre si parte. Comincia il Campionato di Prima Categoria gironi H ed l. L’ ASD Junior San Clemente sarà per la quarta volta ai nastri di partenza di questa impegnativa competizione, un buon risultato considerando la data della sua fondazione avvenuta nel 2004. Al timone l’allenatore Paolo D’Angelo, confermato dopo una prima stagione tribolata ma culminata con la salvezza raggiunta alla penultima giornata. Obbiettivo per il campionato 2016/2017 è riconfermarsi con meno apprensione, e per farlo oltre al lavoro del tecnico, sono arrivati giovani di società appartenenti a categorie superiori. Un commosso ricordo va alla memo-
ria di due dirigenti recentemente scomparsi. La perdita di Paolo Ricci e Giuseppe Nicolini è avvenuta nel giro di pochi mesi, ma già in loro memoria è stato organizzato un triangolare a loro intitolato svolto il 14 agosto, coinvolgendo il Torconca e la Marignanese. Dopo diversi anni di presidenza e di grande impegno di Fausto Terenzi c’è stato un avvicendamento al vertice della società. Il nuovo presidente è il morcianese Fabrizio Fabbri, background calcistico interessante (ha militato anche nelle giovanili del Padova) e familiari residenti a San Clemente. L’impegno della società è quello di mantenere l’idea di un calcio uma-
no realmente dilettantistico, una delle caratteristiche che Daniele Zanzi, storico dirigente sanclemetese, intende sottolineare e mantenere. Non resta che augurare un sincero “In bocca al lupo San Clemente!” La società. Fabrizio Fabbri (presidente), Fausto Terenzi (vice-presidente), Fernando Aratari (direttore sportivo), Daniele Zanzi (segretario). Dirigenti: Mauro Ripa, Severino Tamagnini, Giuseppe Savoretti. Staff tecnico: Paolo D'Angelo (allenatore), Denis Tamagnini (allenatore in seconda), Giuliano Serafini (allenatore portieri). Collaboratori Roberto e Marco Tamagnini, Eros Natali. Claudio Casadei
- Agosto importante per gli amanti del beach tennis quello appena trascorso. A Cervia, dal primo al sette agosto, atleti provenienti da tutto il mondo si sono confrontati con buoni risultati; ottenuti soprattutto dagli italiani che hanno vinto più di un titolo. Per il primo anno il Mondiale ITF ha ospitato anche le competizioni iridate riservate a maschi e femmine nelle categorie Under 14, 16 e 18. Negli under18 il titolo è andato alla coppia Attolino e Andrea Banci. Il santandreese, da poco campione italiano, ha dimostrato che l’appetito vien mangiando ed essendo stato recentemente convocato in Nazionale per gli Europei FIT di categoria accende le nostre e soprattutto le sue speranze. In bocca al Lupo Bancino! c. c.
I campioni del mondo under 18. Attolino e Andrea Banci
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Vigne Valbruna, occasione perduta Alcuni giorni prima del ferragosto sono andato a raccogliere delle more di rovo nel fosso a monte delle vigne della cooperativa Valbruna in via Gorguccia a Misano. Alla vista dei vigneti, tali da sembrare un luogo tenuto con poche cure e interesse, mi ha colto grande tristezza per una realtà per la quale mi ero dedicato con grande passione e spirito di sacrificio. Ho allora fatto una passeggiata negli altri appezzamenti che compongono i 31 ettari a vigna dell azienda trovando la medesima situazione e, in alcuni casi, peggiore di quella inizialmente vista Per il lettore è utile fare una breve deviazione dal tema per comprendere la delusione provata. Lo scrivente, a suo tempo tecnico della cantina Terre Riminesi, è stato il promotore dell iniziativa che ha ha portato alla costituzione della cooperativa Valbruna e all impianto dei 31 ettari. L idea di fondo che mi spinse a realizzare l azienda era di valorizzare la vitivinicoltura del territorio attraverso la costituzione di una azienda rappresentativa e innovativa, in gestione diretta, senza cantina in quanto a Terre Riminesi vi erano le condizioni per la vinificazione delle uve e un progetto di sviluppo che andava nella direzione del miglioramento qualitativo delle produzioni con una linea di piccoli vinificatori (iniziativa poi bloccata per ridare spazio ai grandi serbatoi). Il progetto prevedeva un ambiente di rappresentanza con vista mare, ( vedi foto ) immerso nel grande vigneto per superare l inerzia nel settore vitivinicolo e come ambasciatore dei vini provenienti dalle uve di Valbruna e delle produzioni di qualità della cantina. Uno spazio utile per recuperare la cultura vitivinicola e per far conoscere la vocazione naturale alla produzione dei vini rossi, in particolare, dimenticata e ignorata per la enorme risonanza avuta solo dalla realtà turistica della riviera. Con Terre Riminesi, capofila della cooperativa, riuscii a far entrare nella compagine societaria, grazie anche all impegno convinto di Legacoop Rimini, aziende significative tra cui, citando le più importanti, il gruppo CEVICO di Lugo (che avrebbe dovuto occuparsi della immagine e commercializzazione dei vini prodotti con le uve di Valbruna), il Consorzio Agrario che fornì anche tutti i materiali per la realizzazione degli impianti a ricarico zero e i Vivai Cooperativi Rauscedo, che fecero di Valbruna un grande vigneto comparativo, anche per la raccolta delle marze da innesto con l inserimento di moltisssimi cloni di Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon, alcuni Lambruschi e
AGRICOLTURA di Marcello Battarra qualche altro vitigno di loro interesse. La cooperativa fu costituita nel 2002 e ne assunsi formalmente la presidenza e la direzione tecnica per affrontare la prima fase di avviamento. Parallelamente lavorai al progetto di un vino territoriale, il Castelsimondo, un Colli di Rimini Rosso DOC che trovò il sostegno convinto della provincia di Rimini che mise a disposizione per i primi tre anni un agronomo, nella persona di Federico Curtaz e l enologo Paolo Caciorgna. Sostenne anche la promozione del vino nell anno di produzione. Per dare subito corpo al progetto del vino rappresentativo del territorio e farsi conoscere, non essendo ancora le vigne Valbruna in produzione, coinvolgemmo, sotto la supervisione dell agronomo e dell enologo, un gruppo di viticoltori e la cantina Rocche Malatestiane per realizzare il primo vino, ambasciatore di tutto il Riminese, appunto il Castelsismondo. L allora presidente delle Rocche, nonostante i ripetuti inviti a partecipare al progetto del presidente della Provincia decise di ri-
manerne fuori: fu un vero peccato perché si poteva iniziare una collaborazione su di un percorso comune che, fuori dalle logiche politiche e antiche contrapposizioni, poteva avvicinare le due cantine del Riminese e offrire maggiori opportunità a tutti i viticoltori soci. La produzione andò comunque avanti ma, al momento in cui si dovette affrontare il problema della vendita delle 12.000 bottiglie prodotte di Castelsismondo annata 2002, da CEVICO venne a meno l impegno preso all atto della partecipazione di farsi carico della commercializzazione del Castelsismondo, imbottigliato da Valbruna, e conseguentemente a lavorare per far conoscere il territorio di produzione. A fronte del disimpegno del gruppo e con il vino pronto, etichettato e nei cartoni, come responsabile della cooperativa, in accordo con i consiglieri,
trovai un interlocutore di qualità nel mondo privato che mostrò interesse per il vino e l iniziativa. Questo fu visto e letto come una rottura degli schemi di gestione di quel mondo cooperativo, un insubordinazione e non come un occasione per la crescita di un territorio vocato alla produzione di vini rossi nello spirito che deve animare la cooperazione, volto a valorizzare ed emancipare persone, prodotti e territori. Le giustificazioni che venivano fornite erano che se il progetto Castelsismondo avesse avuto successo, il CEVICO avrebbe dovuto farsi carico di probabili richieste, nella stessa direzione, di altre cantine associate al gruppo da Faenza a Imola. Un occasione perduta perché dopo pochi anni la cantina le Rocche Malatestiane ha dovuto cessare l attività di raccolta delle uve e ha ceduto al gruppo CEVICO
la gestione dei vini a marchio Rocche. Il vino Castel Sismondo sarebbe stato un ulteriore referenza per il territorio, anche in considerazione che la nuova denominazione dei vini della provincia (che diventeranno RIMINI DOC e non più Colli di Rimini DOC ) punterà sull uvaggio utilizzato da valbruna per il Castelsimondo quattordici anni orsono. Dopo quella scelta commerciale cominciarono atteggiamenti denigratori e di boicottaggio sui quali preferisco soprassedere , ma voglio però sottolineare che il gruppo consigliare di Terre Rimininesi non è stato all altezza, a prescindere dalla mia figura (anche per l impegno che avevo preso pubblicamente a gestire solo il primo mandato da presidente di Valbruna), di difendere un progetto che riguardava il territorio e gli interessi dei viticol-
AMARCORD
Scultura, Umberto Corsucci ospita 15 artisti dall'Europa - “Il bacio nell’arte e nella storia”. E' il titolo dell'estiva e storica mostra che Umberto Corsucci ospita nel suo spazio espositivo a Montemaggiore, il poggio montefiorese è un balcone che apre l'orizzonte fino a Ravenna. Il luogo, da solo, vale il viaggio. Se ci aggiungiamo le gigantesche sculture alte non meno di tre metri di Corssucci lungo il vialetto di ghiaia e la sua mostra... diventa una passeggiata nella magia dell'uomo. Alle 18,30, lo scorso 27 agosto, è stata inaugurata la XVI edizione. Ad organizzare l’Associazione Monte Maggiore Arte, direttta Umberto Corsucci. Ospita le opere di quindici artisti provenienti da tutto il continente. Tema: “il bacio”.
Tra i presenti: Joan Llacer, Alessandra Brown, Erika Calesini, Leonardo Nobili e Giulia Gorlova, Luigi Criscione, Mattteo Bonetti. Al termine dell'esposizione, una giuria sceglierà l'opera vincitrice, che verrà realizzata in scala monumentale, con travertino delle cave Giansanti di Guidonia (Roma). Diventerà patrimonio permanente del nuovo percorso culturale di Corsucci, “Il bacio nell’arte e nella storia”: nella splendida e suggestiva terrazza del museo all’aperto, Misam di Montefiore. Alla giornata inaugurale sono intervenuti gli artisti in mostra ed il critico d’arte Dino Del Vecchio. Pomeriggio chiuso con una cena conviviale, allietata dal concerto del musicista Paul Gordon Manners.
In alto, la mostra con i 15 artisti A sinistra, le gigantesche sculture all'aperto di Umberto Corsucci
tori per i quali avrebbe potuto costruire una opportunità di sbocco per vini di alta gamma accrescendo il valore delle uve dei propri soci e dare maggiore visibilità alla vitivinicoltura del territorio. Per la cronaca ci tengo a sottolineare che nei soli due anni in cui ho presieduto Valbruna, in quanto non mi fu consentito di proseguire oltre, il vino Castelsimondo è stato portato negli Stati Uniti, in Cina, in Francia, in Germania in Svizzera, in Scandinavia, in molte città del Nord’Italia oltre che a livello locale. Tornando ai vigneti, credo sia comprensibile che, dopo tanto tempo, alla vista di una scarsa attenzione alla loro gestione, oltre all animo triste, ci sia la netta senzazione che non interessi assolutamente un vigneto rappresentativo da mostrare con orgoglio a clienti nazionali ed esteri. Allora è lecito desumere che vadano bene sì le uve di pregio ma non la valorizzazione dell ambiente di produzione? La domanda andrebbe girata ai rappresentanti locali che non sembra abbiano avuto grandi capacità propositive, né abbiano lavorato per gli obiettivi citati. D altronde non è da ora che si cercano persone compiacenti e spesso anonime per avere meno problemi nella gestione e nei programmi stabiliti ai vertici delle aziende. Permettetemi una deviazione dal tema per dire che quando le cooperative diventano grandi sarebbe necessario, dal mio punto di vista, correggere il concetto di rappresentanza dando la possibilità a più soci di unirsi e delegare, a loro carico, persone competenti nei vari settori che sappiano meglio tutelare i loro interessi. Ora volgendo lo sguardo oltre Valbruna si può notare che negli ultimi anni, mancando, come ho sottolineato, una maggiore valorizzazione delle uve, si è avuto un progressivo impoverimento anche in termini di superficie per i numerosi abbattimenti e vendita dei diritti di reimpianto, trasferiti in altre zone della Regione. E anche molto evidente che vi è, in generale, minore cura nella gestione agronomica dei vigneti perché i produttori sono necessariamente costretti a limitare i costi di gestione, a fronte dei bassi ricavi, diminuendo lavori ritenuti non essenziali. Tutto questo denota un impoverimento anche culturale del territorio ma, purtroppo i viticoltori viste le scarse remunerazioni delle uve devono cercare le economie possibili. Fanno eccezione i vigneti dei vitivinicoltori che fanno cantina e vendono direttamente i loro vini. Ma questa è un altra storia... P.S.: Nulla di personale o rivendicativo ma solo, dopo tanti anni, la constatazione dello scarso interesse sul vigneto Riminese
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L'ANGOLO DEL DIALETTO
Sa sta storia dla fusion, clè c'arveda mi quaion (Questa storia della fusione) - “Questa poesia (zirudela) saporita, piccante e fuori dal coro, com'è il nostro dialetto. Come sono i romagnoli autentici. Penso che solo scrivendo con passione e col cuore il lettore possa essere coinvolto; con l'intento di suscitare piacere, ilarità o ira, poca importa. L'importante è far pensare e discutere chi legge”. E' il pensiero del saludecese Carlo Cervellieri, l'autore di quanto segue. Te mi paes en menca gnint Lavor, Sent e tenta gent E uns capisc cume du cumùn i sci znen ch’in fa per un ch’is cumporta senza crienza java tuta ‘sta putenza. Dù paes peg ad nun ed uc toca calè i calzun pu se quest en bastasa per fe i nod mla madasa uia pens la Region cla c-ha mand tri capìscion che tla sela cunsigliera riunid ja fat na sera na vintena ad person ch’ins cnusciva gneca pè
nom tent discurs, na cunfusion le manchèd i scapazon E mla fin dla canteda ognun la chiap la su streda tut sla testa rintrunida amsand l’ora dna durmida. Poc da long dla porta ad zora, per arvè ui vrà mezora, je un grupét sla testa grosa, che studiand i sta la mosa, je più furb, je priputent dop li scolie, ic farà fora e Sent: carén mia at voi arcurdè, senza ma e nisciun perché, che ‘sta fusion ubligheda um sa tént cl’è un inculéda Carlo Cervellieri
MONDAINO - La vittoria della contrada Montebello chiude uno spettacolare Palio de lo Daino con oltre 20mila presenze. Tutto era iniziato con raffinata presentazione. Il presidente della Pro Loco Maria Grazia Nardi in elegantissimo rosso in onore degli ospiti saliti fino a Mondaino; una cartellina stampa degna dello stile Adriano Olivetti: bellezza ed intelligenza; coinvolgente assaggio degli spettacoli. Il 21 agosto, Montebello si è aggiudicata la 29esima edizione nella finale con il Castello (con 11 vittorie ora eguaglia il Castello nel palmarès). Ad accendere il tifo in Piazza Maggiore i contradaioli con i colori verde e bianco, Elia Tamburini ed Enrico Sanchini. La coppia è partita favorita, dopo che il primo si è aggiudicato la matto-
Edizione da record quella del 13 e 14 agosto. Con la cultura si fanno cose meravigliose
- “La Montegridolfo Liberata” del 13 e 14 agosto 2016, edizione da record. Non si era mai vista tanta gente a Montegridolfo. L’affluenza è stata desunta dai dati delle cucine e di altri punti di ristoro. Così, l’organizzazione ha valutato a poco meno di 5.000 il numero totale delle presenze. In pratica, si è constatato che il Castello di Montegridolfo è ormai troppo piccolo per ospitare tanta gente, soprattutto nei momenti in cui il programma offre maggior motivo di attrazione. Quindi, per la prossima edizione dovranno essere reperiti altri spazi al di fuori del Borgo, oltre a quelli utilizzati fino ad oggi. Ma, a monte, c’era un arricchimento dell’offerta, e non soltanto nel numero dei rievocatori in uniforme inglese e tedesca che sono stati messi a disposizione dalla Ass. The Green Liners; ci sono stati anche nuovi allestimenti militari come un campo medico inglese e un luogo di ristoro per soldati “tedeschi”; è stato incrementato inoltre il numero dei mezzi militari come quello dei sidecar tedeschi muniti della nota mitraglia-
L'evento Terzo Maffei, il creatore del museo, qualche anno fa
trice; poi si è confermato il perfetto sosia di Winston Churchill. E lungo le vie del borgo si potevano ammirare molti vecchi mestieri. Grande motivo di attrazione continua ad essere la trebbiatrice d’epoca in azione, che ricorda la doppia trebbiatura del 1944, quando in luglio venne trebbiato poco grano per evitare che i tedeschi lo requisissero, mentre il resto fu trebbiato dopo la liberazione. Tra le novità offerte in questa edizione, due meritano di essere segnalate. Anzitutto l’ardito spettacolo “Bombe sulla
COMUNITA'
Corso di medaglistica sull'onda di Sant'Amato
Palio del Daino, vince Montebello ghe artigiane (provenienti anche dall’estero) e negli spettacoli, con inizio alle 18 tutte le sere e fino alle 24 (un appuntamento ogni 15 minuti nelle suggestive piazze, slraghi e viuzze). Le prime due sere, Piazza Maggiore ha ospitato il concerto dei Corvus Corax, famoso ed accattivante gruppo berlinese di musica medievale. Gli squarcianti fuochi artificiali di Fonti Pirotecnica dalla Rocca hanno sbalordito il pubblico, chiudendo domenica sera il Palio. A renderli ancora più spettacolari, oltre alla musica a tempo, dal loggiato della piazza partivano le fiammate della macchina lancia fuoco.
Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
“Montegridolfo liberata”, con la storia si fa il pieno di appassionati e turisti
Palio, i vincitori di Montebello
nella di partenza migliore, grazie alla vittoria della Corsa delle Oche. Concorrente che a sua volta ha scelto l’oca con la quale gareggiare, grazie alla vittoria del balestriere del Montebello, Fabrizio Ciotti (Bartolo). Ciotti si è anche laureato Campione mondainese di balestra manesca. Edizione coronata dai visitatori: più 20mila le presenze nei quattro giorni, dal 18 al 21 agosto, nonostante le previsioni meteo non buone, a conferma che qualità e alto livello sono vincenti. Con l’ingresso a 10 euro, la Pro Loco ha incrementato l’investimento nelle scenografie, nella ricostruzione degli antichi mestieri, nelle botte-
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO
- Il saludecese Carlo Cervellieri è un devoto di Sant'Amato. Per onorarne la figura fece coniare dei medaglioni di bronzo che sono autentici capolavori quando papa Bergoglio lo santificò. Si rivolge a Terenzio Pedini, un artista pesarese di 83 anni. Piccola curiosità. Appena dopo l'ultima incisione, lo stampa si rompe. Lo scorso 2 febbraio, per età e stanchezza, Pedini chiude il suo percorso artistico. Dona tutta l'attrezzatura per l'arte del conio. Scuola di ceramica alle spalle, una vena artistica ed una sensibilità umana di prim'ordine, a Cervellieri si accende la classica lampadina: istituire a Saludecio un corso di “Arte e tecnica per
incidere medaglie”. Coinvolge l'amministrazione comunale che fa sua l'idea. Il corso parte il 7 ottobre e si chiuderà il prossimo maggio. Una lezione la settimana, il venerdì, dalle 20,30 alle 22,30. Ne è docente Terenzio Pedini. “Il percorso formativo è finalizzato ad una prima formazione creativa che consentirà agli appassionati di: realizzare un progetto di oggetti bidimensionali (medaglie), di modellare un prototipo (in gesso, creta, cera, ecc.), di realizzare il modulo di riproduzione (forma, conii), di ritoccare l'oggetto finito e di incidere su diversi tipi di metallo”. Per maggiori informazioni: 0541.869706.
Gotica con burlesque”, dove una decina di “tedeschi”, in un momento di tregua della battaglia, ammira l’esibizione di una ballerina, svago bruscamente interrotto dal un pesante bombardamento degli aerei alleati. Questo per ricordare i bombardamenti sulla Linea Gotica nei giorni precedenti l’attacco alleato. Altra novità riguarda la rievocazione di un preciso fatto storico accaduto nel Borgo: gli inglesi, dopo aver neutralizzato gli ultimi tedeschi, entrarono nel Palazzo Viviani e, trovata la tavola imbandita poco prima dai nemici, cenarono con la posateria d’argento della casa, non mancando di brindare al loro eroico Comandante, il Tenente Gerard
Norton ora in viaggio verso un ospedale. Quanto all’evento più spettacolare, la rievocazione della battaglia di Montegridolfo, grazie al dispiegamento di ben 72 rievocatori, vi è stato un pieno successo con prolungato applauso. Buon interesse ha riscosso anche l’evento culturale con le relazioni storiche di Daniele Diotallevi, Alessandro Agnoletti e Terzo Maffei. Tra l’altro, un folto pubblico ha applaudito la Gothic Line Band per le musiche e canzoni degli anni ‘30/40. Altra buona notizia, l’alta affluenza delle visite al Museo della Linea dei Goti, dove facevano bella mostra le armi poste nella nuova grande vetrina; ammirata anche la vetrina con residuati bellici di scavo dei fratelli Ferrini.
RELIGIOSITA' - Un bronzo di Sant'Amato è bellissimo e realizzato da un grande artista, Sante Braschi nel 1600. Qualche anno fa, la Banca Popolare Valconca fece restaurare l'originale; nell'occasione vennero fuse delle copie. Una venne regalata a Pier Giorgio Pasini, tra i massimi storici dell'arte nella provincia di Rimini e non solo. Pasini ha dato valore all'arte conservata a Rimini e nella sua provincia. Inoltre, è un raffinato di-
Il famoso bronzo di Sant'Amato in una chiesa della Riconciliazione Rimini vulgatore come dimostrano i suoi libri e la sua brillantezza espositiva a voce. Insomma, è un affabulatore scintillante non meno che garbato. Il professor Pasini ha regalato la sua copia alla sua parrocchia: detta di Gesù Nostra Riconciliazione. Si trova (chissà per quali stranezze) proprio di fronte alla filiale riminese dell'istituto di credito morcianese; quello di via
Euterpe. La cerimonia di benedizione e collocazione si tiene domenica 18 settembre alle 10,30. Da Saludecio, il mattino attorno alle 9, è stato organizzato un pullman. Costo: 5 euro. Ha organizzato l'Associazione Santo Amato Ronconi. Inoltre, la stessa associazione, a Rimini, ha organizzato una mostra sulla vita del santo. Mostra che si inaugura l'11 settembre.
SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
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Il sindaco di Montegridolfo, Lorenzo Grilli, risponde all'ex sindaco di Saludecio, Pino Sanchini.
“Fusione, nessun ordine di partito” - Pino Sanchini non si capisce cosa possa voler dire la sua affermazione riportata sul mensile di agosto in cui dichiarava: “Meglio l’Unione che la fusione”. Me lo chiedo anche perché fu la sua amministrazione ad uscire dall’Unione Valconca (credo nel 2012) per procedere in maniera autonoma e con convenzioni con altri comuni (ad esempio l’allora Monte Colombo) di dubbia funzionalità nella gestione dei servizi al cittadino fino alla fine del suo mandato nel 2014. Molto controversa l’affermazione che riguarda il cancellare secoli di storia perché seppure io non sia uno storico ho informazioni che solo Napoleone Bonaparte stravolse nel passato i nostri tre comuni per rivederne l’assetto amministrativo ed aggregarli sotto l’autorità di Saludecio.
“Un nuovo ente che rappresenta ai diversi tavoli una popolazione di oltre 5000 abitanti ed un territorio di oltre 60kmq (il più vasto della attuale provincia) piuttosto che lasciare che nulla cambi? ” LA LETTERA
di Lorenzo Grilli* Oggi le nostre tre amministrazioni hanno messo in campo uno strumento democratico per chiedere ai cittadini di compiere una scelta di nuovo storica di proporre la fusione dei tre comuni creandone uno nuovo. Credo che poi solo la raffinata eleganza di un ex amministratore (per di più sindaco) possa consentire di darmi dell’inca-
COMUNITA'
Chiaretti porta Dante e la Romagna in Polonia - Nei giorni scorsi l’Associazione Le terre di Dante di Ravenna che, in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Roma, cura la diffusione all’estero della conoscenza della vita e delle opere del grande poeta Dante Alighieri (1265-1321), ha contattato il prof. Angelo Chiaretti, presidente del Centro Studi Danteschi San Gregorio in Conca, affinchè tenga tre Lecturae Dantis a Katowice, Breslavia e Cracovia ( Polonia) nel prossimo mese di Novembre. L’argomento verterà sul rapporto fra letteratura e gastronomia ed avrà come titolo “Dante Alighieri e il cibo “, una tesi che Chiaretti conosce a menadito e che va sottolineando da molti anni, facendo notare come nella “Divina Commedia” i lussuriosi siano seguiti (all’Inferno come in Purgatorio) dai golosi. L’occasione sarà preziosa per il Nostro per far conoscere il celebre formaggio di fossa
Il sindaco di Montegridolfo Lorenzo Grilli e l'ex sindaco di Saludecio Pino Sanchini
Angelo Chiaretti vestito da Dante mondainese, che i suoi figli Michele e Emanuele producono nel Mulino della Porta di Sotto. E già altri Comitati della Dante Alighieri nel mondo hanno prenotato un incontro per conoscere il piacere di poetare e mangiare nel contempo.
pace a fronte di una difficoltà a gestire la cosa pubblica per mancanza di personale. I cittadini che hanno assistito agli incontri pubblici promossi dalle tre amministrazioni di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio penso abbiano ben inteso che la nostra difficoltà sta nel gestire l’ordinario per tirare avanti la gestione dei servizi ai cittadini che probabilmente... se non passasse la fusione nei tre comuni... saremo costretti prima o poi a trasferire presso l’Unione d’Am-
bito della Valconca, il che vorrebbe dire avere a Morciano gli uffici e il personale oggi nei nostri comuni. Questo l’ex sindaco Sanchini non lo riferisce (o forse non l’ha capito, pur avendo partecipato ad un incontro) perché ritiene più opportuno fare l’elenco dei finanziamenti che in parte ha seguito quando era amministratore, senza raccontare che, senza personale nei comuni, potrebbe essere difficile gestire anche quelle somme.
Ricordiamo ai lettori che le risorse ottenute per progetti non possono essere destinate per altri scopi o per le spese di gestione dei comuni. Per l’argomentazione sugli ordini di partito ed in particolare del Pd poi... basta ricordare all’ex sindaco (di cui ricordo l’eleganza nel dare giudizi) che la mia lista è civica come quelle di Mondaino e Saludecio e al nostro interno abbiamo amministratori che per la maggior parte non sono tesserati ad alcun partito e, in ogni caso, tutti sono in grado di ragionare secondo la propria coscienza e per il bene dei cittadini che rappresentano quando votano in consiglio comunale, così come hanno fatto a fine 2015 per chiedere alla Re-
gione Emilia-Romagna il progetto di legge per la fusione di Mondaino, Montegridolfo e Saludecio. Chiudo riprendendo una frase riportata in chiusura dal Sanchini: “Capisco che le città grandi siano più forti politicamente ma è un’ingiustizia”. Bene... a questo punto l’esternazione che mi sale in mente è... ma questo... non è esso stesso un buon motivo per puntare ad avere un comune più grande? Un nuovo ente che rappresenta ai diversi tavoli una popolazione di oltre 5000 abitanti ed un territorio di oltre 60kmq (il più vasto della attuale provincia) piuttosto che lasciare che nulla cambi? Ai cittadini la scelta perché nulla è già stato deciso a tavolino e chi sostiene il contrario è un bugiardo, chiedo come sindaco di Montegridolfo ai cittadini dei tre comuni di esprimersi al referendum del 16 ottobre. *Sindaco di Montegridolfo
Fusione, al voto il 16 ottobre - Gli elettori di tre Comuni con meno di 5.000 abitanti (Montegridolfo, Mondaino e Saludecio) domenica 16 ottobre, sono chiamati a dire “Sì” o “No” alla fusione. Su quest’argomento, i cittadini per legge hanno voce in capitolo. Per la fusione tra i Comuni, si deve fare il referendum e, al contrario di quello che dicono alcuni sindaci e consiglieri regionali sul carattere consultivo del referendum. Se vince il “no”, la giunta regionale non approverà la fusione tra questi tre Comuni. Il punto debole del progetto del governo Renzi, con la legge Del Rio e la conseguente legge regionale Emilia Romagna per l’assetto istituzionale del territorio, è che come al solito affronta la questione in termini numerici e contabili. Per il presidente Renzi e l’attuale dirigenza del Partito democratico, i piccoli comuni collinari e montani, indipendentemente dalla superficie dei loro territori, poiché spesso sono poco popolati e generano poco reddito e di conseguenza poche tasse per le casse dello Stato e della Regione, vanno soppressi e ridotti
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L'INTERVENTO a borghi ancora più isolati. La miopia di questi amministratori tuttologi attaccati alle loro poltrone da decenni, spesso con pessimi risultati, induce a non tener conto dell’essenziale funzione dei piccoli Comuni in termini di presidio del territorio. Si fanno ragionamenti e si assumono decisioni sulla base di un’ottica meramente contabile e di un approccio burocratico centralistico, dimenticando la funzione che hanno svolto nel corso dei secoli. Gli ottomila e più Comuni italiani in termini di espressione delle comunità, di caratterizzazione culturale, di conservazione del paesaggio, di difesa dell’ecosistema, nonché di sviluppo e tutela del patrimonio artistico. L’unicità dell’Italia e l’attrattività planetaria del “Belapese” dipendono in buona misura dal ruolo svolto dai Comuni nel tempo. Governo e Regione presentano la riduzione del numero dei comuni come un’operazione di razionalizzazione. Invece, essa può diventare un insidioso attacco a valori
costitutivi della nostra civiltà. L’approccio giusto non è la trasformazione dei piccoli comuni in borghi periferici di entità amministrative più grandi ma la loro rivitalizzazione e valorizzazione in una prospettiva di promozione e governo del territorio. Dal punto di vista dell’efficienza democratica, il problema dei Comuni di Montegridolfo e di Mondaino è nel fatto che sono amministrati da liste uniche e spesso sono le stesse persone al governo del territorio da sempre, senza alcuna opposizione. Senso della comunità, salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, visione di lungo periodo, cervello diffuso: altro che partiti unici e conti da ragionieri! Occorre garantire un’espressione efficace del processo democratico a livello locale e salvaguardare storia locale e presidio del territorio. Sopprimere un piccolo Comune sperduto significa togliere l’anima ad una comunità: senza il comune, questa tende a dissolversi. Il
comune è anche un fattore d’identità e d’integrazione. Le riflessioni sviluppate in precedenza riassumono il perché bisogna partecipare a questo primo ed unico referendum comunale in questi territori. I cittadini che sono per la salvaguardia dell’autonomia comunale, parteciperanno in modo massiccio al referendum e voteranno un secco e deciso “NO” alla fusione dei Comuni di Montegridolfo, Mondaino e Saludecio. Nel referendum del 16 ottobre prossimo in Valconca, la vittoria del “NO” alla fusione costringerà gli amministratori regionali a riformare la non adeguata normativa in questa materia (L.R. 24/96 “Norme in materia di riordino territoriale e di sostegno alle unioni e alle fusioni di Comuni”). Gli elettori che pensano che la fusione dei tre Comuni non sia un salto nel buio, voteranno “Sì”. In ogni caso, “la sovranità appartiene al popolo” ed il referendum popolare è l’istituzione più avanzata e democratica esistente. Hossein Fayaz
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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO Festa lungo i sentieri della Valconca. Un turismo di nicchia e vincente
AMARCORD
Vincenzo Muccioli, a 21 anni scompare il fondatore di San Patrignano
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La natura a passo d'uomo
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La cantina Vincenzo Muccioli (6.11-1934 19.9.1995), fondatore della comunità di San Patrignano
- La sua vecchia sedia è in fondo alla mega sala da pranzo poco lontano dalle immense vetrate che si aprono su un panorama bellissimo. La sedia ricorda Vincenzo Muccioli, il fondatore della discussa e straordinaria San Patrignano, la comunità che si occupa del recupero dei tossicodipendenti. Nella sua controversa esistenza, Muccioli è riuscito a creare un'oasi di bellezza, nella quale si recuperano i ragazzi che hanno avuto la sfortuna di cadere nel buio delle droghe. E' un recupero che passa attraverso il lavoro, lo sport, le regole. San Patrignano in questi anni è diventata un laboratorio che sta facendo crescere tutto il Riminese. Come non ricordare le eccellenze dei vini (che hanno contagiato molti produttori non solo corianesi), la bellezza degli oggetti artigianali (cuoio, ceramica, vetro, carta), la bontà della norcineria.
AMBIENTE - A Passo d’Uomo in Festa! Alla quinta edizione, un festival immerso nella natura laboratori di teatro-danza e un viaggio all’avventura di 3 giorni con in spalla solo uno zaino per scoprire le meraviglie della Valconca. Camminate, emozioni, sentieri percorsi in gruppo da migliaia di persone provenienti da tutta Italia alla scoperta della Valconca, dei suoi paesaggi, dei suoi sapori con degustazioni e giornate a tema dedicate a produttori locali e artigiani: dal 2 al 4 settembre. Il festival, come sempre ha messo a disposizione di tutti camminate naturalistiche e sceniche. Quest’anno con una novità assoluta: ‘Into the Wild’, un viaggio di tre giorni a piedi all’insegna dell’avventura. Accompagnati dal cantastorie Giovanni Balzaretti, più volte pellegrino sui cammini di Santiago e diretti
I coniugi Pasini, titolari della Fattoria del Piccione
a Roma, scoperti i paesaggi selvaggi della Valconca, dal confine con San Marino a quello con le Marche. Bandita la tecnologia, si, si è tornati ad utilizzare e a mangiare ciò che la natura mette a disposizione. Lontani dalle aree con gli uomini ci si è spostati per circa 20 chilometri al giorno attraversando boschi e guadando fiumi, impareranno ad accendere il fuoco, a cucinare all'aperto, a riconoscere erbe e frutti commestibili, dormendo in rifugi
estemporanei: rifornimenti di cibo e acqua solo al termine della loro tappa quotidiana. Il festival produce cultura e arte e al contempo svolge promozione turistica e sensibilizzazione ambientale, il tutto investendo sul territorio e sui gruppi di artisti locali il ricavato delle attività svolte nel corso dell’anno. Offre l’opportunità agli associati e ai partecipanti di essere protagonisti, non solo proponendo itinerari e attività, ma anche
attraverso laboratori artistici che si sviluppano nelle giornate che precedono il festival e che culminano con momenti performativi, portando in scena quanto sviluppato nelle rappresentazioni sceniche del festival. Bellissimo il laboratorio svoltosi attraverso il contatto e il movimento, ma anche attraverso la vista, il gusto, l’olfatto, l’udito. Si è tenuto nel territorio del Comune di Montescudo-Montecolombo, sia all’aperto che al chiuso.
LA LETTERA
Mimma Spinelli, centro-destra, sindaco di Coriano
“Gemellaggio, questa volta il sindaco Mimma Spinelli avesse ragione” - Credo che questa volta il sindaco di Coriano di origine pugliese Mamma Spinelli possa avere ragione. Non concordo affatto con i consiglieri di minoranza, Fabia Tordi, Alfredo Fabbro, Cristian Paolucci. Hanno fatto un'interrogazione comunale in merito al gemellaggio tra Coriano ed il Comune San Michele di Bari. Riporto uno stralcio dell'interrogazione: “Egregio signora sindaca, noi consiglieri comunali di minoranza abbiamo appreso dagli organi di stampa, nonché visionato dalle locandine affisse anche all’in-
gresso del Municipio, che il Comune di Coriano “collabora” con la locale associazione Pro Loco, all’organizzazione di un evento pubblico denominato denominato “Gemellaggio Coriano – SAn Michele di Bari – La piada incontra la Zampina con una due giorni in terra pugliese nel week-end 2425 settembre prossimo. L’iniziativa pubblica seppur promossa dalla locale Pro Loco indica (anche sui manifesti) il Comune di Coriano come principale e unico ente che col-
labora alla realizzazione di ciò che viene chiamato “gemellaggio” con il Comune di San Michele di Bari, “casualmente” luogo in cui Lei Sindaco è nata”. Chi scrive non ci trova nulla di così scandaloso. Sarà un momento per intrecciare rapporti culturali e di altro genere. Va beh, sembra che ci sia nata il nostro sindaco, ma non trovo il gemellaggio disdicevole. Anzi. Penso che sia soltanto un'opportunità da cogliere. In genere i rapporti nascono grazie alle relazioni interpersonali. Sono ben altre le questioni”.
CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO
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Durarono 10 giorni dal 4 al 13 settembre del 1944. Da una parte i tedeschi sulla difensiva; dall'altra gli alleati
Coriano, sanguinose battaglie DATE
LA STORIA
- “Il più maledetto e sporco campo di battaglia che io abbia mai visto durante le guerra”. Queste furono le parole dell’ufficiale alleato Whitfield che organizzò la presa di Croce. Scrive lo storico Douglas Orgill: “Il raccapricciante spettacolo di Croce fu uno dei pochi della guerra che agli ufficiali anziani, che avevano servito in Europa tra il 1914 ed il 1918, ricordò le scene delle Fiandre durante il primo grande conflitto mondiale”. L’episodio risale al settembre del ’44, durante gli ultimi giorni di combattimento sul crinale di Coriano. Combattimenti violentissimi, “così intensi da rendere impossibile discernere un’esplosione dall’altra”. Il 13 settembre fu una giornata terribile sul crinale del fronte della Linea Gotica che andava da Coriano, San Savino, Passano, su fino a Gemmano. Sui soldati tedeschi, in 24 ore, le forze aeree alleate, la Desert Air Force, in 900 missioni sganciarono 500 tonnellate di bombe. Da terra, invece, sul crinale di Coriano 700 bocche da fuoco avevano sparato per tutto il gior-
no. La fanteria canadese conquistò Coriano con un corpo a corpo con i granatieri tedeschi. San Savino fu presa prima della mezzanotte, anche se proseguirono i combattimenti. Successi anche tra San Savino e Passano. Nella notte, coperti da un fuoco micidiale, gli alleati arrivarono sulle rive del Marano. Per avanzare verso la pianura Padana, dal 13 al 20 settembre, gli alleati dell’Ottava Armata persero in media 750 soldati al giorno, tra morti e feriti. I tedeschi difendevano coi denti ogni casa,
ogni costone, ogni villaggio, ogni piccola altura. I combattimenti per conquistare Coriano erano iniziati i primi di settembre, ma gli inglesi non riuscirono a sfondare. Il 4 e 5 settembre furono due giornate terribili. Tedeschi ed inglesi si scontrarono attorno al piccolo cimitero di San Savino. Gli alleati persero 170 soldati tra i morti ed i feriti. Il 13 settembre del 1944, il generale Leese libera Coriano dai tedeschi. Era la vittoria giunta dopo 10 giornate di combatti-
La chiesa di Valliano. La canonica ospita il Museo sulla civiltà contadina
menti con il coltello tra i denti. L’operazione di scardinare il caposaldo di Coriano era iniziata il 4 settembre con la battaglia di San Savino. Ma i tedeschi avevano offerto una prodigiosa resistenza. Gli alleati ripreso l’offensiva per San Savino il 5 settembre alle 8 del mattino. Quel giorno 8 carri inglesi andarano distrutti e le posizioni non furono conquistate. Nella notte del 6 la fanteria inglese va di nuovo all’attacco, ma una pioggia violenta li fa desistere. Per le gravi perdite, il convincimento che la guerra è verso la fine, la volontà di limitare i danni, i comandanti alleati decidono di arrestare l’offensiva verso Coriano. Scrive lo storico Orgill: “Ormai la strada era ingombra da mucchi di cadaveri e al termine della battaglia i fucilieri inglesi in cammino tra le rovine videro che ovunque fosse rimasto in piedi un solo muro, l’intonaco era imbrattato di sangue inglese o tedesco”. Ad aggravare lo scenario dal 6 settembre, per qualche giorno arriva la pioggia: per il fango, i movimenti dei mezzi e degli uomini vengono rallentati ed ostacolati. Prendere Coriano significa garantirsi la sicurezza per il corridoio del mare.
Estate '44. In un mese dal Metauro a Rimini Coriano, cimitero di guerra dell'VIII Armata
- Le truppe alleate muovono il 25 agosto. A mezzanotte attraversano il Metauro. - Il 30 iniziano ad attraversare il Foglia. - Sabato 2 settembre, al mattino presto guadano il Tavollo. Si dirigono a San Giovanni, Cattolica e nella parte bassa di Saludecio. Le cittadine liberate. Montegridolfo (31 agosto) Cattolica (2 settembre) Fontanelle (3 settembre) Riccione (4 settembre) Montefiore (4 settembre), Gemmano (15 settembre), Trarivi (16 settembre), Coriano (17 settembre), Riccione Alba (18 settembre), San Marino (19 settembre), Verucchio (21 settembre), Santarcangelo (23 settembre) 21 settembre, i greci entrano a Rimini