Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
ANNO 18 N.7 Euro 1,50
Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini
REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it
RICCIONE - 15
RIMINI - 13
IL PUNTO DI VISTA
Alcune cose sulla Lega Nord di Alessandro Roveri* - L’evoluzione della Lega Nord nelle mani di Salvini merita una precisazione sulla “Piazza”, che da tempo non si occupa del movimento creato da Umberto Bossi. Per puro caso, mentre mi accingevo a dedicare al Salvini alcune considerazioni, la Procura di Milano ha chiesto il processo per lo stesso Bossi, per i suoi due figli Riccardo e Renzo (quest’ ultimo in passato consigliere regionale) e altre sei persone per l’inchiesta sulla gestione dei fondi della Lega. Le accuse: appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato per 40 milioni di euro.
Lo scandalo sull’uso dei fondi della Lega scoppiò nella primavera del 2012 e portò il Senatur a lasciare lo storico incarico di segretario federale. Secondo i magistrati, Bossi e i suoi avrebbero usato oltre mezzo milione di euro di fondi pubblici (ottenuti con rimborsi elettorali) per pagare le spese personali più varie: dalle multe
LUGLIO 2014
Prioli: “Nel Pd nessuna trama e retroscena”. Quella lettera...
Raam. Fraternali, fermato solo dalla dea bendata MORCIANO - 57
CATTOLICA - 33
Turismo, entroterra tesoro dimenticato Colline meravigliose, borghi unici, opere d'arte importanti, cucina eccellente, ma non è mai diventato un “must” come la Toscana o l'Umbria. “Manca una strategia”
MADE IN ITALTY Us sént 'na puza.. In Europa i s'è già caghè tut mados...
L'Italia alla guida dell'Europa per sei mesi...
UOMINI
Dirige un dipartimento con 500 studiosi
Bonci, da Casteldelci aWashington: neurologo di fama mondiale
di Francesco Toti Antonello Bonci
- Puntata viennese per mettere a fuoco l'eccellenza dell'entroterra della provincia di Rimini: Valmarecchia e Valconca. Forse il quadro più famoso del Kunsthistorisches Museum della capitale austriaca è il dipinto del santarcangiolese Guido Cagnacci. E' una Cleopatra morsa dall'aspide con un seno bellissimo (Cagnacci era famoso Pagine 2-3
Breve massima di saggezza Felice il popolo che non ha bisogno di eroi
Bertold Brecht Segue a pagina 10
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Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.° 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”
Riuscirà la Tosi a fermare il Trc?
Celli Equipment, la Ferrari per birre e bibite
Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
- Con Antonello Bonci sappiamo che non siamo nati nel posto sbagliato. Sappiamo che siamo un popolo con eccellenti competenze. Sappiamo che ce la possiamo giocare. Ha 46 anni. Dal 2010 vive a Washington, dove coordina il dipartimento di neurologia con 500 studiosi da tutto il Cecco-May Cassatt - 2014
MISANO ADRIATICO
VALCONCA
Viabilità, sociale, verde I prossimi cinque anni di Giannini
San Clemente Cecchini, la predestinata Dj, grande Simone San Giovanni Bianchi, un onore fare il sindaco Coriano Morri: “Contatore rifiuti” Montefiore Cipriani: “Montefiore va” Mondaino La chiesa dei sette altari Saludecio B. Amato, il miracolo del bimbo
SAGRE
Montecolombo Strozzapreti PomodoroInterno
Pagine 8-9
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INCHIESTA
Luglio 2014
Se ci aggiungiamo San Marino patrimonio mondiale dell'Unesco è potenzialità esplosiva
Saludecio San Leo
Mondaino
Turismo, entroterra tesoro dimenticato CURIOSITA' L'INCHIESTA segue dalla prima pagina
per la perfezione dei seni). Per ammirare tre Cagnacci giovanili è sufficiente salire la Valconca, anzi l'Alta Valventena come sottolinea con competenza Giuliano Chelotti; fu sua l'idea dell'Ottocento festival che fece da apripista a molte rievocazioni storiche della nostra zona. Saludecio nel suo Museo di Saludecio e del Beato Amato ne custodisce due; Montegridolfo (chiesa di San Pietro) uno. Avere i monumenti, un bel mare, un buon prodotto non è sufficiente per fare turismo o venderlo. Manca la cosiddetta commercializzazione, una strategia ed anche un po' di fortuna. L'entroterra non si è mai sviluppato come prodotto turistico; è sempre stato considerato l'ancella della costa. Gli enti pubblici hanno fatto molto. Ad esempio, negli ultimi 20 anni ha restaurato quasi tutti i borghi del Riminese: da San Giovanni in Marignano, a Cerreto, passando per San Clemente e finendo a Torriana. Sono stati fatti inve-
Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364
Giornale in stampa il 10 luglio
stimenti per decine e decine di milioni di euro. Si era anche inventato un marchio: la Signora dei Malatesta prima e Signoria Malatesta-Montefeltro dopo. Ha sostenuto pubblicazioni di prestigio, come una guida del Touring Club Italia, ad esempio. Nulla, a scorgere i numeri delle presenze turistiche c'è un calo lento, continuo, quasi irresistibile. Eppure, l'entroterra ce la potrebbe fare. Giorgio e Cinzia sono due camperisti della Valtellina che hanno solcato l'Europa. Di passaggio nel Riminese (anche se la loro mèta era l'entroterra delle Marche), ospiti di amici, esclamarono: “E' meraviglioso questa zona; non pensavamo”. Il milanese Mauro invece è calato a Rimini per guidare un'azienda. A chi gli chiede come gli è sembrata la provincia. Alle mille risposte che poteva dare, ha esclamato: “Non pensavo che l'entroterra fosse così affascinante e vario. Colline che non hanno nulla da invidiare a Toscana e Umbria”. Forse esagera, ma dà il senso di questo tesoro ambientale e storico che ha bisogno di un progetto per farlo conoscere prima e cercare di venderlo poi. Di certo l'architetto Chelotti, dirigente del Comune di Saludecio, conosce bene l'entroterra della provincia di Rimini e gli vuole anche bene. Abita ancora nel borgo di Saludecio, tra i più generosi quanto a tesori artistici del Riminese. Argomenta: “Partirei da un lavoro di monitoraggio, altrimenti ci fermiamo ai bei discorsi. Da fare uno schedario dove appuntare tutte le eccellenze: borghi, monumenti, chiese, opere d'arte, musei, passaggi naturalistici. Vedere quali sono aperti e quali sono chiusi. Ci accorgeremo che sono quasi tutti chiusi, o di difficile acces-
La cinque perle: da San Leo a Montegridolfo - Ma quali sono i cinque luoghi più interessanti del territorio interno? Per qualcuno sono quelli dove ci hai lasciato il cuore. Per i cosiddetti esperti stilare una classifica non serve. Si va sul sicuro ed a livelli alti; alla rinfusa: Montefiore, San Leo, Saludecio, Mondaino e Montegridolfo, Verucchio, senza dimenticare San Marino. Montefiore è medievale, Saludecio ottocentesca... e tutta la piana come a San Giovanni e Santarcagelo, ad esempio. Perché spesso ci si dimentica che i borghi non sono solo in collina.
Montefiore
NUMERI
NUMERI
2013. Valconca meno 17,6
2013. Valmarecchia meno 8,5
.- Un tracollo le presenze turistiche 2013 in valconca: meno 17,6 per cento. In totale: 63.105. Gli stranieri pesano per poco meno del 30%; sono stati 17.794.
- Un mezzo tracollo le presenze turistiche in Valmarecchia: meno 8,5%. In assoluto: 43.966. Gli stranieri: 9.209, circa il 20%. Il dato che dovrebbe far riflettere che la Valmerecchia fa peggio della cugina Valconca; eppure, sulla carta dovrebbe avere più fascino.
so. E su questo si va a costruire un progetto dell'entroterra con un suo valore e non come appendice della costa, visto che finora non ha funzionato. Alla storia vanno affiancati anche i prodotti tipici dell'eno-gastronomia e dell'artigianato”. “Per l'entroterra - continua Chelotti - mi affiderei ad una cooperativa di servizi in grado di tenere aperto musei e chiese. Ad esempio, a Saludecio abbiamo il Museo del Beato Amato e di Garibaldi ma non sono aperti e sono anche difficili da far aprire. Ecco, se questa fotografia la moltiplichiamo per l'entroterra le risposte ce le siamo già date”. Un altro esperto dell'entroterra, di turismo e di identità locali, è Alessandro Sistri. Professore all'Università di Urbino, il morcianese ha scelto di vivere a Montefiore. Dal suo punto di vista il borgo più borgo malatestiano della provincia di Rimini, racconta con un sorriso largo e compiaciuto: “Su questo non sviluppo dell'entroterra penso che sia mancata una regia complessiva e la commercializzazione. Direi che è fondamentale trasformare una risorsa in un prodotto; alcune attività sono pronte altre no. Ma si può anche aspettare. Questo prodotto non è mai stato strutturato per responsabilità non di uno solo ma della compagine sociale. Dicia-
mo che qualcosa deve ancora scattare dentro tutti noi. L'entroterra è sempre stato visto come la ruota di scorta del mare”. “L'entroterra è bello - continua il professore che non è mai professorale, anzi - è bello ma se si continua così rischia di spopolarsi ancora di più, si va a mettere in discussione la tenuta sociale. Invece, ci dovrebbe essere l'orgoglio di abitarci nei borghi. Capisco che non è facile, ci sono gli stessi problemi del mare con meno redditività. Sottolineato questo, penso che tra la costa e le sue colline ci debba essere un'interazione. Cioè bisogna agire insieme. Se si pensa ad un solo modello economico si va fuori strada e si rischia di commettere gli stessi errori degli ultimi 20 anni. Per farlo però non basta dire siamo belli e siamo bravi, ma bisogna dimostrarlo di esserlo. Credo che tutti i centri storici della provincia abbiano da dire qualcosa”. Una mano potrebbe giungere alla costa se solo però consigliassero i loro clienti, ma per raccontare bisogna conoscere e spesso si ignora il valore artistico del proprio entroterra, delle terre dove si è nati e che per molti ha significato miseria e ristrettezze economiche. Basterebbe dire: “Saludecio come Vienna... ci sono tre Cagnacci”.
INCHIESTA Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
La Provincia di Rimini sarebbe tra le più povere. Al Sud i più ricchi
Luglio 2014
3 Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
Le statistiche ‘danno i numeri’ Secondo una recente ricerca dell’Università della Bocconi di Milano, la Provincia di Rimini si classifica al quarto posto tra le province italiane dove gli stipendi sono i più poveri. Ma non tiene conto della forte evasione fiscale. Ogni istituto di ricerca usa parametri diversi. Risultato: una grande confusione!
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Le statistiche dicono che la Provincia di Rimini è tra le più povere d'Italia...
Walter Guglielmo Martinese
Ho capì, ogg t'mi vo' ciapè pal cul...
STATISTICHE di Walter Guglielmo Martinese* - Secondo una recente ricerca dell’Università della Bocconi di Milano, la Provincia di Rimini si classifica al quarto posto tra le province italiane dove gli stipendi sono i più poveri. La classifica è calcolata in base al potere d’acquisto degli stipendi e del costo della vita della rispettiva provincia. I risultati sono i seguenti. Le dieci province più ricche: 1° Caltanissetta , 2° Crotone, 3° Enna, 4° Biella, 5° Siracusa, 6° Pordenone, 7° Vercelli, 8° Taranto, 9° Vibo Valentia, 10° Mantova. Le dieci province più povere: 1° Savona, 2° Roma, 3° Imperia, 4°Rimini, 5° Genova, 6° Firenze, 7° Milano, 8° Salerno, 9° Aosta, 10° Sassari. Il sud, mediamente, sarebbe quindi più ricco del nord e gli stipendi più alti sarebbero
nelle province del sud, mentre vanno male quelle del Nord e del centro. La ricerca confronta il potere d’acquisto degli stipendi con il costo della vita locale. Pur in presenza nella provincia di Ragusa di una disoccupazione che è il triplo di Milano e dove il 55% dei giovani è senza lavoro ed il reddito delle famiglie è la metà di quello delle famiglie milanesi, così come nelle altre province del Sud, chi riesce (nel Sud) a trovare un lavoro regolare ha grandi vantaggi rispetto agli stipendiati delle province del Nord e del centro. Ad esempio un cassiere di banca con cinque anni di anzianità di Ragusa ha uno stipendio del 7,5% più basso dei colleghi del Nord e del centro, ma se si tiene conto del costo della vita locale la sua busta paga vale il 27,2% in più.
Per avere lo stesso potere d’acquisto il bancario del Nord dovrebbe guadagnare circa il 70% in più. Risultano ancora più marcate le differenze salariali dei dipendenti pubblici, un maestro elementare con cinque anni di anzianità guadagna lo stesso stipendio in tutte le province italiane, circa 1.300 euro al mese (netti), ma in base agli indici dei prezzi al consumo a Milano vale 1.051 euro di potere d’acquisto, a Ragusa ne vale 1.549 (più 47% rispetto a
Milano), per avere lo stesso potere di acquisto del maestro di Ragusa, quello milanese dovrebbe quindi guadagnare ben l’83% in più del collega ragusano. Nella stessa ricerca le Province di Bolzano e di Aosta occupano i primi due posti per stipendi e salari nominali ma scendono rispettivamente al 92° ed al 95° posto se si considera il costo della vita. Al contrario una Provincia del Sud come Crotone è al 95° posto per salario nominale ma
secondo per quello reale in base al potere di acquisto. La ricerca è stata recentemente pubblicata dal giornalista Sergio Rizzo sul Corriere della Sera. Fonte dei dati: Ricerca della Fondazione Rodolfo De Benedetti, realizzata dagli economisti Tito Boeri (Università Bocconi di Milano), Andrea Ichino (Istituto Universitario Europeo), Enrico Moretti (Università di Berkeley – California). Un commento personale. Certo le fonti sono autorevoli
ed il sottoscritto non è “un economista” ma un “numerologo”, e cerco di interpretare i numeri, ma la sensazione è che in questo Paese tutti danno i numeri più disparati (e nessuno ne controlla la veridicità). Sono sicuro che fra qualche settimana uscirà un’altra ricerca dove la Provincia di Rimini sarà collocata tra le prime dieci province italiane più ricche! Si tratta di capire il concetto di ricchezza e povertà, che per esempio per l’Istat (Istituto Centrale di Statistica Italiano) è completamente diverso dai parametri usati dalla Bocconi, e la Banca d’Italia ne usa altri ancora e la Cgia di Mestre altri ancora ecc. ecc. Inoltre di quale reddito parliamo? Di quello dichiarato nella denuncia dei redditi o di quello reale che si calcola sui consumi di una famiglia e sul suo patrimonio? Certamente nel primo caso la Provincia di Rimini sarebbe tra le più povere, mentre nel secondo caso sarebbe tra le venti province più ricche. *Ricercatore socio-economico
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Luglio 2014
RIMINI
La leggenda del cane fatto passare per primo. Il ponte di Tiberio celebra i 2000 anni. E' uno dei simboli di Rimini RIMINI
Libera le ali per volare dentro di te Cieli di Rimini
- “Libera le ali”. E' progetto socio-terapeutico legato al mondo del volo. Da sempre, nell’immaginario di ciascuno di noi, il volo è considerato come simbolo e sinonimo di libertà emozione, gioia di vivere, impulso al superamento dei propri limiti e delle proprie paure. Da oggi potrebbe assumere un ulteriore connotazione: quello di prezioso supporto terapeutico. Questo, in sintesi, il messaggio che il Pony club 130 Frecce Tricolori e l’Aeroclub di Rimini, associazioni no – profit, intendono lanciare attraverso la promozione di un’innovativa proposta dedicata ai giovani diversamente abili dal titolo “Le ali”. Progetto finalizzato alla diffusione della cultura e della passione per il volo, assume spiccate finalità sociali e terapeutiche volte a permettere a ragazzi portatori di handicap o con particolari patologie cliniche di provare, per la prima volta, l’emozionante e liberatoria gioia del volo.
Nata da un’idea dei soci del Pony club 130, l’iniziativa, subito accolta e recepita dall’Aeroclub di Rimini, che ha messo a disposizione i suoi piloti e le sue strutture, ha poi richiesto la successiva partnership con la Banca Popolare Valconca, ente sostenitore del progetto, nonché con il consorzio “Mosaico” cui fanno capo numerose associazioni impegnate in ambito sociale e sanitario. A quest’ultimo è stata affidata la funzione di identificare 10 ragazzi maggiorenni, portatori di handicap della deambulazione o psicologico cui sarà reso possibile effettuare i voli sul litorale riminese. Se ritenuti idonei dagli specialisti, i ragazzi potranno sedere a fianco del pilota e tenere i comandi durante il volo. “Libera le ali”, salvo condizioni meteo avverse, si terrà domenica 20 luglio, dalle ore 9 alle ore 13 presso la sede dell’Aeroclub di Rimini, ospitata dall’Aeroporto Internazionale Federico Fellini.
‘Nemmeno il diavolo riuscì a distruggerlo’ In pietra d'Istria, un’opera massiccia con archi a tutto sesto di grandezza variabile in maniera crescente dai lati verso il centro
Il ponte di Tiberio in un dipinto di Richard Wilson
ARTE E STORIA di Atanasio Cecchini - Nemmeno il diavolo riuscì a distruggerlo. Il Ponte di Augusto e Tiberio collegava la colonia romana di Rimini con la Pianura Padana, l’Italia con la Gallia, la civiltà con la barbarie. Iniziato da Augusto nel 14 dopo Cristo e terminato da Tiberio nel 21, da 2000 anni assolve alla funzione di struttura viaria indispensabile per la città di Rimini. La costruzione del ponte, a causa delle correnti e della instabilità del letto del fiume, risultò difficile ed elaborata. In conseguenza di ciò la leggenda narra di un patto che Tiberio stipulò con il diavolo per terminare il ponte: il Maligno in cambio pretese l’anima del primo che lo avesse attraversato. Terminata l’opera,
l’Imperatore lo fece attraversare da un cane, il Demonio, adirato per la beffa subita, cercò di distruggere il ponte senza riuscirci e così facendo lasciò le sue impronte caprine su una delle pietre, da cui “Ponte del Diavolo”. Dal punto di vista architettonico si presenta come un’opera massiccia con archi a tutto sesto di grandezza variabile in maniera crescente dai lati verso il centro. Il manufatto è un’opera di architettura pratica, sostanziale, che concede poco alla decorazione, tranne delle edicole cieche tra le imposte degli archi.
La struttura con i suoi 2000 anni di storia, rappresenta anche un ponte culturale tra il passato e il presente, ed è proprio questo aspetto che è utile preservare e valorizzare. La storia è passata sulla sua pietra d’Istria; Romani, Goti, Bizantini, Francesi e Tedeschi nei secoli hanno calpestato i suoi archi. I Goti ne hanno anche distrutto una parte, ma il ponte è risorto e il tempo lo ha reso simbolo della città di Rimini. Il ponte è sempre stato oggetto di particolari attenzioni da parte di svariati artisti. Durante il “Grand Tour” i pittori spesso
dipingevano dal vero monumenti e antiche vestigia, in un secondo tempo, nella calma del loro studio, replicavano il quadro realizzato precedentemente “en plein air”. Recentemente ho avuto occasione di entrare in possesso del “dipinto da cavalletto” del ponte di Rimini realizzato nel Settecento da Richard Wilson. Il quadro è veramente singolare perchè la divergenza delle ombre sulle case, rispetto alla posizione del sole, indica che il quadro è stato eseguito dal vero durante l’arco della giornata. Questa circostanza è confermata in una antica etichetta posizionata nel retro del quadro. Recentemente il ponte è stato restaurato velocemente senza “lo zampino del diavolo” e ancora ascolta il chiacchiericcio delle centinaia di persone che ogni giorno lo attraversano dal Borgo San Giuliano verso la città malatestiana e viceversa.
RIMINI Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
- “La costruzione di una città turistica - Walter Ceccaroni amministratore pubblico” è il titolo dell'interessante libro curato da Angelo Turchini (Pietroneno Capitani editore), un volume dell'Istituto per la Storia della Resistenza e dell'Italia contemporanea della Provincia di Rimini. Il libro s'interroga su “quale ruolo ha avuto Walter Ceccaroni, sindaco di Rimini quasi ininterrottamente dal 1948 al 1970, quindi consigliere e assessore al Turismo della neonata regione Emilia e Romagna”. La risposta pare scontata. “Certamente è una figura di primo piano nella rinascita della sua città e nello sviluppo del turismo, mostrando attenzione a tutta la Riviera e al complessivo quadro economico regionale, nazionale e internazionale. Le sue vicende biografiche e le scelte amministrative inserite nel vivace contesto politico più generale, al tempo stesso illustrano la costruzione di una città turistica, economicamente e culturalmente molto attiva negli anni del secondo dopoguerra, inte-
- La fortuna di un politico è la mancanza di memoria. Degli altri. E i leader italiani sono, da questo punto di vista, fortunatissimi. Sulla piazza del Municipio di Cattolica campeggiava un monumento alla Resistenza, artisticamente orrendo (una sorta di saponetta di cemento), concettualmente magnifico nella sua terragna semplicità: “L’italiano per ben vivere, deve bene ricordare”. Ma qui, ora, parliamo ormai di memoria a breve, a brevissimo, qualche settimana, qualche giorno. Ché delle mirabolanti promesse del nuovo ‘uomo della Provvidenza’ nulla risulta già nei tempi per ora brevi del suo mandato, né in quelli brevissimi dei suoi impegni. Anzi, a differenza del suo predecessore e mentore, mentre le promesse di Berlusconi erano teoricamente realizzabili (per quanto improbabili e/o dannose), le sue sono impossibili alla radice. Obbligato a far dimenticare l’omicidio di Enrico Letta (come Mussolini quello di Matteotti), sin dal discorso programmatico alle Camere ha promesso la realizzazione di provvedimenti rivoluzionanti con uno scadenziario di mese in mese. Derubricando poi, come ovvio, la realizzazione in presentazione, quindi in discussione generale diretta a partorire (a volte chissà quando) i provvedimenti governativi. Si è fatto ancora poco
Luglio 2014
Libro curato da Angelo Turchini. Walter Ceccaroni: la costruzione di una città turistica
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Ceccaroni è la storia di Rimini L'artefice del boom turistico
IL LIBRO
ressata da grandi trasformazioni e da complesse questioni urbanistiche fra boom nazionale e locale”. Il libro riporta il contributo di diversi autori che focalizzano molti aspetti dell'operato di Ceccaroni. Con l'utilizzo di documenti originali offrono un ricco contributo per la conoscenza storica della Rimini contemporanea, dell'operato della regione, con particolare attenzione al dibattito sul turismo di massa. Paolo Zaghini (Presidente dell'Istituto per la Resistenza) nella presentazione spiega che
La copertina del libro 16 marzo 1968. Da sinistra: Walter Ceccaroni, Sergio Zavoli, Federico Fellini
questo è il secondo volume di saggi dedicati a Walter Ceccaroni e alla costruzione
della città turistica. Il primo, curato da Fabio Tomasetti, titolava “Ripensare Rimini.
L'urbanistica riformista: il PEEP '64 e il PRG '65” (Il Ponte Vecchio, 2007). Scrive ancora Zaghini: “... è impressionante la coerenza mostrata nel corso degli anni delle scelte compiute dal sindaco Ceccaroni per costruire una città turistica, Rimini, che
ancora non esisteva: la infrastrutturazione, i servizi pubblici, le scelte urbanistiche, le politiche di promozione, le manifestazioni culturali, le politiche turistiche sono tutte scelte compiute per il raggiungimento di quel fine; in mezzo a ritadi, complicazioni politiche, ad errori, ma alla fine riuscendo ad ottenere il risultato che si era prefisso. Portandosi dietro il suo Partito, le forze economiche e i cittadini che per cinque volte, caso unico allora in Romagna per le grandi città, diedero alla sinistra (PCI e PSI) il consenso elettorale necessario a raggiungere la maggioranza in Consiglio comunale. E questo nonostante ciò che la DC di Scelba, a livello nazionale, e di Babbi, Zannini e Floridi, a Rimini, misero in atto per un decennio, ricorrendo a tutti gli strumenti di uno Stato semiautoritario, per sconfiggere il progetto di città di Ceccaroni e ridurre il consenso ai partiti della sinistra: dagli arbitrii del Prefetto ai tagli dei finanziamenti statali, sino al commissariamento arbitrario ed ingiusto del Comune”.
Renzi: chi è, chi non è, chi si crede di essere IL LIBRO
FOCUS di Gabriele Paci di Riforma Elettorale, in alto mare quella del Senato, e sono quelle messe meglio. Non parliamo di Giustizia, Fisco, Pubblica Amministrazione. Rotto ogni dialogo reale con qualsivoglia parte sociale (sindacati, industriali, associazioni…) non ridotto ad omaggio o accettazione. Quando non c’è la presa in giro. Già Monti aveva lanciato l’inutile consultazione con suggerimenti via mail. A smontare certe bufale non servono inchieste o analisi politologiche, basta il puro buonsenso, quel riflettere sull’ovvio che raramente si pratica. Quante persone dovrebbero essere al lavoro per analizzare, scremare, ridurre a coerenze la molte migliaia (o magari decine di migliaia) di mail annunciate sulla riforma del mercato del lavoro o della pubblica
amministrazione? E poi che si fa? Si apre un dibattito (escusso in radice) o si estrae a sorte la migliore? I molti che hanno affrontato laicamente il lavoro del Governo Renzi, magari non entusiasti ma all’insegna del “wait and see”, “aspettiamo e vediamo” oggi vedono che le straordinarie doti di velocità e spariglio hanno sì scompaginato interlocutori, alleati ed avversari, hanno sì portato alla vittoria epocale delle Europee, ma ben poco hanno concretizzato. Continuiamo a “to wait and to see”, va bene, ma… Sui contenuti è già stato detto di tutto e di più, e crediamo si debba consentire con i ‘vecchi professori’, da Stefano Rodotà ad Alessandro Pace, e con chi nei vari campi ha esaminato e criticato i diversi provvedimenti (quando esistono e non sono solo suggestive evocazioni, slide o, magari in un
prossimo futuro, ologrammi). Ma il vero nocciolo del renzismo è il metodo che lo contraddistingue da sempre, ora affinato ed esponenzializzato. Nella ‘Trattoria da Matteo’ tutto è rapido e obbligatorio: il cameriere della vignetta di Altan al cliente che vuole il menù replica spiccio “Non c’è tempo, quel che viene viene”. Per comprenderlo sino in fondo è necessario, oltre ad analizzarlo qui ed ora, ripercorrerlo storicamente, come ben fa ‘Il Berluschino’ di Michele De Lucia (VEDI BOX). Per ora va così, presi dalla coazione a ripetere che dall’Unità d’Italia ad oggi ci ha portato pavlovianamente ad accettare chiunque suscitasse una speranza assicurando che provvedeva lui. Per questo non dovremmo avercela tanto con i Mussolini, i Craxi, i Berliusconi (e le loro sottomarche), ma ancor più con chi subisce e tace. Totò quando qualcuno lo disturbava in Teatro, si fermava, si portava al proscenio, si rivolgeva verso di lui e “Non ce l’ho con te, ce l’ho con chi ti sta vicino e non ti dà un cazzotto sulla testa”. Non ce ne sono tanti. Perciò questo non è (ancora) un Paese povero, è (da tempo) un povero Paese.
Renzismo, la malattia senile del berlusconismo - Se, con Lenin, l’estremismo era la malattia infantile del comunismo, il renzismo è la malattia senile del berlusconismo. Che già di suo era comunque morbo, e morbus gravis. Il giovanevecchio di Firenze è intelligente, furbo, capace. Capace di tutto. Invertendo il gandhiano “Il fine non giustifica i mezzi, i mezzi prefigurano il fine”. E, come il suo mentore di cui Montanelli sosteneva “Se beve caffè dice che è latte per il gusto di dire una bugia”, non ha remore a giocare alle tre carte delle promesse mirabolanti non mantenute, all’insegna del “Ma io non l’avevo mai detto”. Approfittando di un popolo ormai abituato a tutto che ora dà fiducia a lui in attesa di applaudire al prossimo upgrade politico il canàro della Magliana, che magari avrà qualche pregio morale rispetto ai suoi predecessori. La resistibile ascesa di Matteo Renzi è raccontata da ‘Il Berluschino. Il fine e i mezzi di Matteo Renzi’ di Michele De Lu-
cia, Kaos edizioni. Un testo documentato ed al tempo stesso di coinvolgente lettura, fatto tutto di fatti, solo fatti, unicamente (o quasi) fatti. Nella quasi totalità ignoti o rimossi,
La resistibile ascesa di Renzi in un libro di De Lucia come nei precedenti su Bossi, Berlusconi, Minzolini… Tappa per tappa, dai primi passi sino alla presa di Palazzo Chigi con un governo nato da una crisi extraparlamentare, privo di viatico elettorale, espresso da un Parlamento delegittimato perché eletto con una normativa incostituzionale, basato su un’ambigua maggioranza truffaldina rispetto al mandato elettorale. Ma niente paura: “Italiano stai sereno”. G. P.
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Il pittore gabiccese ne sarebbe orgoglioso. Fino al 17 agosto. A dieci anni dalla scomparsa
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Bardeggia in mostra a Castel Sismondo - Il gabiccese Guerrino Bardeggia (1937-2004) sarebbe orgoglioso di esporre a Castel Sismondo, uno dei luoghi evocativi di Rimini. “Poemi del fuoco e della luce” è il titolo della sua personale (26 giugno – 17 agosto 2014). L'ha curata Alessandro Giovanardi. La mostra, a dieci anni della morte dell’artista, è promossa dagli rredi Bardeggia e dal Comitato per la Promozione dell’Opera di Guerrino Bardeggia, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e col sostegno di Banca Carim, del Gruppo del Conca, del Lions Club Cattolica e di Multigraph Riccione. L’evento è stato patrocinato dall’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione EmiliaRomagna, dalla Provincia di Rimini e dai Comuni di Rimini, Riccione, Misano Adriatico, Cattolica, Gabicce Mare e Gradara. Figura solitaria e prolifica dell’arte riminese del secondo Novecento, Bardeggia è stato pittore, disegnatore, incisore, scultore e ceramista molto apprezzato in Italia e all’estero, benché propenso a vivere in stretta solitudine la propria vocazione e passione di maestro del colore e della forma. Di umili
Dionisia Angelini
“Poemi del fuoco e della luce” il titolo dell'esposizione CULTURA
origini ma già dotato fin dalla tenera infanzia, si è formato nel dopoguerra, e a prezzo di duri sacrifici per se stesso e per la propria famiglia, nella prestigiosa Scuola del Libro di Urbino. A Bardeggia, vincitore di centinaia di concorsi d’arte, sono stati rivolti inviti a partecipare alle più importanti collettive d’arte contemporanea nazionali, come la Quadriennale di Roma e la Biennale di Venezia, ma ha sempre rinunciato per conservare testardamente la propria libertà creativa. Non gli sono però mancati prestigiosi riconoscimenti culturali, come quello dello storico Pier Giorgio Pasini che lo ha inserito tra gli importanti artisti sacri del XIX e XX secolo o dal critico Emanuele
Gaudenzi che lo ha menzionato nel grande repertorio dedicato alla ceramica italiana del Novecento (Electa/Sole24Ore). La sua opera pittorica è caratterizzata da un personalissimo ripensamento del simbolismo,
dell’espressionismo e dell’informale: correnti ch’egli ha assimilato istintivamente per metterle a servizio di un’ originale lettura dei testi fondamentali della cultura letteraria e religiosa dell’Occidente (la Sacra Scrittura e
la Commedia dantesca, innanzitutto). La costruzione ispirata dei suoi quadri si configura come un processo a volte quieto, altre volte violento di trasformazione della materia in pura luce, attraverso la mediazione purifi-
catrice e trasfiguratrice del fuoco. La natura come forma simbolica, la generazione della vita, la ramificazione genealogica, il raptus mistico e profetico, il senso tragico ma anche sacro dell’esistenza, la contemplazione del drammatico scontro tra le forze visibili e invisibili del cosmo sono tra i temi prediletti della sua pittura allegorica o astratta. Aperto tutti i giorni dalle 16,30 alle 19, 30. Aperture speciali: 4, 6, 18, 19, 25, 26, 27 luglio e 9, 16 agosto dalle 16, 30 alle 22 Ingresso libero) Per informazioni : 0541/351611
“Avanti tutti” La formazione esperienziale per aziende passa dal volontariato. Scadenza 3 settembre 2014 - Lavoro di squadra, collaborazione, senso di appartenenza e autostima, responsabilità sociale. Sono i valori richiesti a un’impresa per imporsi nel mercato e accoglierne le sfide. Lo sanno le aziende che investono nella formazione, non sempre con il risultato sperato. “Social Teamwork” è un percorso concreto di comprovata efficacia rivolto alle imprese. Un’iniziativa proposta dalle associazioni di volontariato del progetto “Avanti tutti” Avulss di Bellaria, Arcobaleno, Centro 21, Cristiani nel mondo del lavoro, I colori del mondo, L?incontro, Tana Libera Tutti, Vite in Transito -, realizzata con il sostegno di
Volontarimini e la collaborazione di fondazione Enaip S. Zavatta e associazione Sergio Zavatta Onlus. ?Il progetto - spiega Cristina Codicè, presidente di Centro21 di Riccione - è nato a seguito di un?esperienza che tre ragazzi con ritardi generici hanno fatto nel settore della ristorazione l?estate scorsa. Nel giro di breve, sono diventati dei punti di unione tra i vari componenti dello staff, contribuendo a un clima disteso. Situazione anomala in agosto in una cucina di un albergo, dove è facile che i nervi saltino?. L’attenzione prestata ai ragazzi è infatti diventava un modus operandi e si è estesa agli altri operatori, facilitando la
collaborazione tra tutti i colleghi. Tanto che un ristoratore ha manifestato la volontà di proseguire l’esperienza. “È stata anche per noi una scoperta - continua Cristina -. Ci siamo infatti resi conto che non solo i ragazzi avevano delle competenze da spendere nel mondo del lavoro, venendo tutti da istituti professionali, ma portavano all?interno del gruppo un valore aggiunto, grazie alla passione
che mettono in quello che fanno. Apprendono azioni semplici più velocemente non subendo la pressione lavorativa. Per fare un esempio concreto: in poco tempo hanno imparato a riordinare le stoviglie conoscendo alla perfezione i posti per ogni cosa. Non così scontato per gli altri operatori presi dai ritmi frenetici della stagione?. Il bando Social Teamwork parte proprio dalla volontà di
mostrare che i ragazzi hanno delle conoscenze che sono in grado di insegnare. All’interno dell’azienda la disabilità è considerata come un ostacolo e mai come una risorsa. È comprovato invece che avere un collega disabile stimola il dialogo tra i dipendenti contribuendo a un clima di cooperazione indispensabile nell’ambiente lavorativo. In particolare l’attività formativa, gratuita, si sviluppa in una giornata scegliendo tra due esperienze metafora: una attraverso la danza a Riccione presso la sede di Centro21 e l’altra con i cavalli a Novafeltria presso la sede di Tana Libera Tutti. Si sono scelti ambiti che i ragaz-
volontarimini@volontarimini.it
zi conoscono bene in virtù dei tanti progetti realizzati negli anni precedenti. Nel gestire il gruppo, insegneranno ai dipendenti a interagire insieme. “Per i ragazzi - conclude la presidente di Centro21 - il lavoro è importantissimo perché dà loro la possibilità di tirare fuori le proprie competenze e allo stesso tempo li stimola a fare sempre meglio. Per le imprese questa è un?opportunità concreta per creare quella che io chiamo ?una rete di bene? ovvero un clima di positività in azienda?. Le imprese che desiderano partecipare devono inviare la candidatura (modulo scaricabile da www.volontarimini.it) entro il 3 settembre 2014, a Volontarimini via IV novembre, 21 - 47921 Rimini, oppure al fax 0541 709908 o agli indirizzi di posta elettronica progetti@volontarimini.it volontarimini@pec.it -
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RIMINI
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Italiani all'estero. Dirige il dipartimento di neurologia di Washington. Coordina 500 scienziati provenienti da tutto il mondo
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Bonci, da Casteldelci a Washington: neurologo di fama mondiale Continua dalla prima
mondo. Quest'avamposto della medicina del governo americano, il National Institut of Wealth (Istituto nazionale della salute) conta 20mila ricercatori; circa 200 sono gli italiani. Due sono diretti da nostri connazionali; uno dei due, il dipartimento delle dipendeze, ha a capo Bonci. Quarantasette anni, sposato con la riminese Maria Chiara, una figlia Bianca, la sua vita sembra un incastro perfetto. Siamo a Roma nel '97; era tornato da un anno e mezzo dopo un paio d'anni di specializzazione a Portland (Stati Uniti). In un meeting scientifico s'incontra con Robert Malenka, uno psichiatra di livello assoluto. Ricorda Bonci: “Malenka mi chiede se sono io quel Bonci autore di articoli scientifici letti sulla rivista ‘Neuron’. Gli rispondo di sì. Mi dice: ‘Vuol venire a lavorare con me a San Francisco?’. Ci vado. Dopo 9 mesi si apre un concorso. Spedisco il curriculm; vinco”. A 39 anni è ordinario di neurologia alla Ucsf (University California San Francisco). A chi gli chiede come si trova a Roma dopo i quasi due anni
CULTURA
trascorsi a Portland risponde: “Fu drammatico. Torno in un sistema antiquato, malfunzionante. Senza speranza per i giovani. In un modo o in un altro decido di andarmene”. Il giovane di Casteldelci che ha studiato al liceo scientifico Volta di Riccione, si fa valere. Dopo 12 anni è al picco della carriere. Coordina un laboratorio con una ventina scienziati. Racconta: “E' tutto molsto stabile. E' tutto troppo semplice. Ero alla ricerca di qualcosa che mi rimettesse in gioco. C'era la noia mentre avevo bisogno di sfide nuove. Sono del parere che una persona in un luogo ci debba stare una decina d'anni per creare la tua impronta; dopo vanno cercate nuove mete”. Per avvicninarsi a casa e per nuove sfide, Bonci nel 2010 fa il concorso per Washington. Lo vince. Ha a disposizione per le sue
ricerce 83 milioni di dollari l'anno. La sua scoperta scientifica più importante risale al 2001. Ipotizza che le droghe creano nel cervello una memoria più a lungo dell'effetto dell stessa droga. Racconta Bonci: “Se do della cocaina ad un topolino, dopo tre ore scompare. Il mio laboratorio ha dimostrato che l'effetto mnemonico dura una settimana. Questa scoperta ha cambiato a livello mondiale. Ha vinto due premi importanti: il Waletzky e l'Efron. Un riconoscimento di cui va orgoglioso il riminese con la passione per la bicicletta, yoga e la vela, è di essere stato insignito dallo stato italiano di Ufficiale dell'Ordine della Stella d'Italia. Viene dato agli italiani che si sono fatti valere all'estero. Ma com'è quest'Italia vista da fuori? Bonci: “Credo che sia cambiata in meglio; lo vedo sia a Washington, sia quando torno a
casa. Vedo gli italiani più responsabili, più vogliosi di cambiare in prima persona. A Washington la comunità italiana è più unita rispetto a 4 anni fa, a partire dall'ambasciata che crea tanti eventi con gli stessi italiani. C'è spirito di collaborazione; ci si invita, ci si parla. La stessa cosa in Italia. Vengo contattato, penso ad Amadori e Franco Monti dell'Irccs (Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico) per cerare ponti con gli Stati Uniti. E anche il modo in cui la Valmarecchia si sta aprendo. Quando incontro i giovani, come quelli dell'Einstein o del Valturio. In loro vedo grande entusiamo, intelligenza, voglia di essere attivi. Alla loro età non ero assolutamente così. Ero molto più indietro. Sono molto ottimista sul loro futuro”. - Può raccontare qualcosa della sua storia umana? Famiglia, educazione. “I miei genitori sono entrambi di Casteldelci. D'estate gestivaano una pensioncina, il Cormoran, all'Abissinia, a Riccione. La loro unica preoccupazione era di aiutarmi. Passavamo l'inverno a Casteldelci e l'estate a
Riccione. Mi hanno sostenuto al cento per cento. Si sono solo preoccupati di esserci per aiutarmi. Il loro costante appoggio è stata una grandissima fortuna. Dopo il liceo a Riccione, vado alla Cattolica di Roma perché allora a differenza di altre università c'era il numero chiuso. Entro per la buca del gatto: arrivo 159.mo su 160. Mi laureo tra i primi 20; faccio la specializzazione a Tor Vergata con il professor Giorgio Bernardi che mi manda a finire la specializzazione a Portland”. Nella sua vita chi ha contato di più, come esempio?
“Mia madre e mio padre per avere sempre cercato di aiutarmi a realizzare le mie aspirazioni, in maniera incondizionata. Senza necessariamente condividerle o capendole. Con l’unica preoccupazione di aiutarmi. Mia moglie per la sua decisione e limpidezza nelle decisioni che riguardano la nostra famiglia, sempre e comunque. Anche le più difficili. Mia figlia per ricordarmi ogni giorno chi sono e cosa puo’ regalarci la vita. Queste quattro persone sono i fari che mi hanno sempre guidato. Sul lavoro, Eric Kandel (premio Nobel). La sua amicizia e sup-
RIMINI - SAN MARINO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
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Liceo al Volta di Riccione. Università alla Cattolica di Roma (ai suoi tempi l'unica a numero chiuso). Una vita che sembra una favola
Antonello Bonci con l'amato strumento
porto che durano da 15 anni, sin dai tempi in cui ero un giovane ricercatore a San Francisco e non avevo idea di cosa avrei fatto esattamente”. Qualcuno dice che il destino di un uomo è il carattere. Come si descrive? “Innamorato della vita. Entusiasta. Instancabile. Tenace. Paziente”. Perché ha voluto fare il medico?
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“Perché niente mi da’ soddisfazione nella vita come aiutare gli altri. Per questo ho scelto sia di fare il medico che il ricercatore”. “Qual è la sua giornata? “Sono molto simili perché pianificate al massimo. Non perdo tempo. Sono estremamente metodico. O lavoro o casa, tranne l’intervallo quotidiano per l’esercizio fisico. Ogni minuto è pianificato. In istituto sempre alla stessa ora e sempre a casa la sera alla stessa ora. Sempre a casa i week-
end assieme a mia moglie e mia figlia. Non perdo tempo a fare nulla che non mi interessi davvero”. Perché tra tante malattie, ha scelto la sua? “Sin da piccolo, il cervello, la neurologia e la psichiatria mi hanno affascinato. Non c’e’ nulla al mondo che mi affascini di più dei comportamenti umani, e cercare di capire le leggi biologiche e chimiche che li spiegano”. Avere a che fare con il male, in lei si modifica qualcosa?
“Certamente. Lo si conosce meglio, e lo si combatte meglio. Anche senza necessariamente capirlo”. Qual è il momento più “drammatico” con un paziente? “Il momento in cui il paziente smette di lottare contro la malattia e non si riesce a trovare il modo di aiutarlo”. Com’è arrivato negli Usa e perché? “Perché non accettavo i limiti che l’ambiente piccolo (Roma) in cui lavoravo cercava di impormi”. Pregi e difetti della sanità italiana ed americana? “Impossibile rispondere! Troppo lunga e complessa. Il pregio principale della sanità americana è che è costantemente sottoposta a controllo qualità. Quindi non c’e’ spazio per l’errore o per trattare il paziente in maniera poco professionale o rispettosa. Chi sbaglia paga subito. E i migliori sono al ponte di comando. Il pregio principale della sanità italiana è nel capitale umano (medici ed infermieri) che non è secondo a nessuno. Bisognerebbe importare idee coraggiose dalla struttura della prima in Italia, ed avremmo un sistema sanitario ed universitario tra i migliori al mondo. I difetti dell’italia li sappiamo tutti.
Anche lei appartiene alla categoria dei giovani bloccati dal sistema Italia? “Purtroppo o per fortuna sì. Perché mi ha forzato, mi ha dato la possibilità di vedere cosa c’e’ al di fuori dell’italia”. Chi è il buon dottore? “Il medico preparato che mantiene inalterato nel tempo la totale compassione, disponibilità e cortesia verso il paziente. E che non ha paura di chiedere ai suoi colleghi quando non sa cosa fare per aiutare il paziente”. Quali casi le sono rimasti più impressi? “Tantissimi”. Che cosa manca alla medicina italiana? “La meritocrazia”. Qual è l’attestato, il gesto più commovente che ha ricevuto? “Sono tantissimi. Lettere di famigliari di pazienti deceduti, sorrisi, sguardi di gratitudine”. Quali sono i suoi hobby? “Passare tempo con mia moglie e mia figlia, Il violoncello, la bicicletta, l’arte (sono sempre a caccia di quadri antichi europei, in particolare in America, dove il mercato offre opportunità molto interessanti), lo Yoga. Poi faccio con mia figlia Tae-Kwon Do. Momento bellissimo. Che cosa fa per tenersi aggiornato? “Sto ridendo. Leggo e mi ag-
giorno continuamente! E’ come respirare”. Che cosa si aspetta dal futuro? “Credo nella scienza, e nei miracoli che riesce a compiere. Vedo un futuro roseo per la medicina. Il bello deve ancora arrrivare”. Qual è il suo rapporto con il Riminese? “Rapporto semplice, di affetto immenso. Accetto I difetti e adoro i nostri posti, ed in particolare la Valmarecchia e Casteldelci, dove i miei genitori sono nati”. Qual è la sua idea dell’esistenza? “Di gratidutide immensa innanzitutto. Ed epicureo. Sono molto grato di essere vivo. Non vorrei essere troppo banale, ma la vita ’ la nostra opera d’arte”. Di lei, che cosa vorrebbe che dicessero? “Che ho sempre fatto il possibile per aiutare le persone che soffrono. Che sono stato un buon esempio per le generazioni future”. Ha rimpianti? “Certo!”. Quali sono i valori che mancano a questa società italiana rispetto all’americana? “Meritocrazia, innanzitutto. Cambierebbe moltissimo all’Italia, e soprattutto agli italiani se ci fosse”.
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l'OPINIONE
Quel movimento, quel partito che doveve cambiare il Paese... invece ha fatto leva sulle paure degli italiani
Inizia in prima pagina
per migliaia di euro ai lavori di casa a Gemonio fino al carrozziere e alla laurea in Albania dell’ ex consigliere regionale Renzo. Tra gli imputati c’è anche l’ ex tesoriere di via Bellerio, Francesco Belsito. Un brutto colpo per Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord dal 7 dicembre 2013, divorziato, eletto deputato europeo il 25 maggio 2014 con 387.139 preferenze. Brutto colpo, non tanto perché nel Parlamento europeo né la Lega Nord né il Front National francese di Marine Le Pen sono oggi riusciti a formare l’eurogruppo per mancanza di alleati nelle sette nazionalità previste dalle regole europee. Il guaio è più profondo, perché Salvini era riuscito a far dimenticare ai suoi elettori le sventure giudiziarie di due anni prima. Ma non era più il
Alcune cose sulla Lega Nord Oggi la Lega Nord è tornata razzista, è l’unico movimento che fa del razzismo la propria identità. Il nemico peggiore della Lega Nord è diventato l’ex ministro Cécile Kyenge. IL PUNTO DI VISTA
Salvini parlamentare europeo del 2004, e nemmeno più quello del 7 giugno 2009, eletto parlamentare europeo con 70.000 voti, con successive dimissioni da deputato nel Parlamento italiano eletto nel 2008. Era tornato il Salvini che aveva rinunciato alla laurea in Storia dopo 16 anni, il Salvini che aveva preferito «prima la Padania li-
Il professor Alessandro Roveri
bera della mia laurea». Era tornato il Salvini che il 7 maggio 2009, in occasione della presentazione dei candidati milanesi della Lega Nord alle elezioni provinciali del 6 e 7 giugno, propose di usare vagoni della metropolitana riservati per donne e milanesi: «Riservare le prime due vetture di ogni convoglio alle donne che non possono sentirsi sicure per l’invadenza e la maleducazione di molti
extracomunitari». Quel Salvini aveva trovato il modo di far dimenticare le sventure della Lega Nord di Francesco Belsito, e va oggi fiero di esserci riuscito, tanto da apparire accettabile ai berlusconiani. Ma come ci era riuscito? In nome dell’alleanza con l’estrema destra europea contro l’euro. A partire dall’abbraccio con il Front National francese di Marine Le Pen e dell’Europa
delle patrie. In questo modo Salvini ha trasformato la Lega Nord in un movimento schierato contro l’immigrazione clandestina. Papa Francesco può dire quello che vuole, in difesa del diritto degli africani e asiatici alla fuga dai loro paesi in cerca di una vita migliore. L’euro andava bene alla Lega Nord per i molti anni in cui si parlava di Padania libera. Ora è diventato l’obiettivo delle banche e della massoneria internazionale da abbattere collaborando con la Le Pen. Come si chiama tutto questo? Si chiama sfruttamento della paura dell’elettorato delle partite IVA, ampiamente presente in Lombardia e nel Veneto. Sfruttare la paura dell’elettorato più incolto non è politica che possa portare lontano. L’Italia non è
un paese razzista, e chiunque avanzi su questo terreno non giova al sentire comune. Se n’è accorto persino Balotelli, considerato colpevole della sconfitta della nazionale italiana. Oggi la Lega Nord è tornata razzista, è l’unico movimento che fa del razzismo la propria identità. Il nemico peggiore della Lega Nord è diventato l’ex ministro Cécile Kyenge. L’on. Calderoli della Lega Nord è arrivato ad affermare: «Amo gli animali, ma quando la vedo, non posso non pensare a un orango. Forse dovrebbe fare il ministro nel suo Paese. E’ anche lei a fare sognare l’America a tanti clandestini che arrivano qui». Questa è la gente che Salvini si sta portando dietro nel suo sogno di grandezza. *Libero docente all'Università di Roma
SAN MARINO
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A San Marino per l'evento “ArteSpirito”. Un ponte tra Oriente e Occidente
A Magi il Premio per la Letteratura Gianluca Magi (a sinistra) con Franco Battiato
I premiati: Franco Battiato (Musica), Alejandro Jodorowsky (Teatro), Gianluca Magi (Letteratura), Franco Mussida (Arti visive), Silvano Agosti (Cinema), Massimo Gramellini (Giornalismo), Gabriele La Porta (Televisione) CULTURA di Enzo Cecchini - Premio per la Letteratura “ArteSpirito” a Gianluca Magi «Lo scrittore che ha costruito – attraverso la sua produzione e l’attività della Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini – ponti di comunicazione tra le antiche saggezze d’Oriente e d’Occidente, attualizzandone, in teoria e in pratica, il loro messaggio filosofico, psicologico e spirituale per l’uomo contemporaneo». Nell’ultimo fine settimana di giugno, l’incantevole scenario urbano dei giardini e del cinema Turismo di San Marino, ha ospitato la prima edizione della rassegna internazionale “ArteSpirito”: tre giorni di eventi (tavole rotonde, seminari, proiezioni cinematografiche, concerti, mostre) de-
dicati al rapporto tra creatività e spiritualità. Protagonisti alcuni dei nomi più noti del panorama artistico-culturale internazionale. Le autorità della Repubblica di San Marino hanno conferito sette riconoscimenti per il merito di aver saputo coniugare al meglio la ricerca artistica e creativa con quella spirituale: Franco Battiato (Musica), Alejandro Jodorowsky (Teatro), Gianluca Magi (Letteratura), Franco Mussida (Arti visive), Silvano Agosti (Cinema), Massimo Gramellini (Giornalismo), Gabriele La Porta (Televisione). Gianluca, raccontaci queste tre giornate. “Sono state gioiose. Sabato il programma che mi coinvolgeva direttamente è stato molto inten-
so e ricco. Un tourbillon, per me che sono un contemplativo per natura. Dopo una mia conversazione pubblica dedicata al mio libro Il Gioco dell’Eroe in cui ho utilizzato alcuni test per mostrare come si possa espandere la limitata capacità percettiva umana ordinaria, c’è stato un susseguirsi di eventi: dal ricevimento dei Capitani reggenti, alla premiazione di noi sette protagonisti dell’evento, all’introduzione in compagnia di Franco Battiato del suo ultimo docufilm ‘Attraversando il Bardo’, dedicato allo stato della coscienza dopo la morte, e proiezione della pellicola. Domenica
una tavola rotonda con Gabriele La Porta, ex direttore di Rai Notte, il regista Silvano Agosti e me sul tema “L’intelligenza spirituale”. Com’è collaborare con Franco Battiato? “Siamo amici da una quindicina d’anni. Abbiamo fatto diverse cose insieme. Ogni volta è una meraviglia. Franco è una di quelle rare persone speciali che ti fanno star bene. Sattvico, si direbbe in India”. Qual è il percorso che ti ha condotto a questo premio prestigioso? “Una sana follia che mi ha sospinto a fare solo quello che mi piace! Quando iniziai a meno di vent’anni a studiare antiche lingue orientali ‘strane’, che in apparenza non servono a niente nella cosiddetta vita pratica, da più parti mi si considerava una specie di matto, se non un disadattato. È stata la mia fortuna seguire la mia
passione, perché mi ha aperto porte che altrimenti sarebbero rimaste chiuse”. Una sana follia? “Mia madre, un’amabile arzilla anziana, recentemente mi ha detto: «Tu Luca mi hai fatto sempre un po’ paura. Hai sempre visto le cose in modo differente, senza adattarti alle regole. Hai sempre fatto ciò che volevi fare, senza preoccuparti di ciò che pensavano gli altri». Ha ragione. È un tratto del carattere che può spaventare. Ma è uno stato di benedizione che ti sospinge come una barca le cui vele spiegate catturano il vento. Esplori. Sogni. Scopri. Ogni cosa che ti accingi a fare - pian piano, e ci vuole pazienza - è baciata prima o poi dalla Fortuna. Nel 1996 ho fondato a Rimini la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa. Nessuno ci avrebbe scommesso 100 lire. Oggi è riconosciuta a livello internazionale come una Scuola prestigiosa nella mediazione tra Oriente e Occidente, a livello filosofico e psicologico. Vi insegnano docenti che vengono appositamente dalle università di Berlino e da Oxford. Dall’anno scorso mi affianca nella direzione scientifica Franco Battiato. In questi anni figure di spicco come Alejandro Jodorowsky stimano il mio lavoro e condividono i miei gusti. E questo per me è fonte di grande
gioia. I miei libri sono tradotti in 33 Paesi. Alcuni dei quali hanno inaugurato diverse tendenze. Alcuni sono addirittura copiati. Il mio ultimo libro Il Gioco dell’Eroe, con la presentazione di Franco Battiato, è già un best seller. Decine di migliaia di persone giocano questo “strano” Gioco di evoluzione personale. Tante persone in diverse città italiane si riuniscono per “giocare” insieme in quelli che chiamo i Circoli Magici del Gioco dell’Eroe. L’aria che vi si respira è liberatoria, di umano rispetto e comprensione. Chi vi prende parte non si sente né meglio, né peggio degli altri; né uguale, né diverso. Semplicemente, è! Tutto ciò comporta però anche una mia grande responsabilità e riconoscenza verso chi segue il mio lavoro, perché mi hanno permesso di avere una vita meravigliosa. Una delle responsabilità è proporre sempre ‘cibo’ di qualità dall’alto potere nutritivo, e non bolo predigerito”. Hai un nuovo libro in cantiere? “Il mio prossimo lavoro sarà dedicato all’attualizzazione di uno dei libri di saggezza più antichi del mondo. Per sviluppare i processi creativi e immaginativi del pensiero laterale, divergente. Per guardare la realtà da nuove prospettive ed evolverla nei contesti disparati del vivere quotidiano, anche quelli ostili”. Come vivi a Cattolica? “Da dio! Io e Cattolica siamo reciprocamente invisibili”.
ECONOMIA
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Produce impianbti per spillare. Terza in Europa, quinta nel mondo. Esporta in 100 nazioni
Celli, la Ferrari per birra e bibite Ricavi 2009 - 20014 - E’ una multinazionale tascabile. In gergo si chiama world wide niche (leader nel mondo in un mercato di nicchia). Si sta parlando della Celli Equipment, protagonista mondiale nella produzione di impianti di spillatura per birra e bibite. E’ nata a Rimini in un sottoscala; poi si è sviluppata a Cerasolo di Coriano. Da qualche anno ha sede nell’area industriale di San Giovanni, dove si trovano altre perle del sistema produttivo del Riminese: Aeffe, Gilmar, Fuzzi. Forse la fotografia più vera di un’impresa è farla specchiare nei suoi numeri. In questi anni di crisi italica (più figlia della di valori che tecnica afferma il prestigioso economista Stefano Zamagni), l’azienda di Goffredo Celli è stata sospinta in tutto il mondo da una crescita a doppia cifra. Eccoli questi famosi numeri di cui essere fieri. Una botta di orgoglio, si dice da queste parti. Nel 2009, fatturava 25 milioni di euro. Che diventano 29 nel 2010; 33 nel 2011; sempre 33 nel 2012.
Goffredo Celli passa 120 giorni all'estero: “Ci vado per capire il mercato e i problemi tecnici e risolverli prima degli altri”
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FOCUS Balzo in avanti nel 2013: 37 milioni di euro. Quest’anno si proiettano oltre i 40 milioni e si celebrano anche i 40 anni di Celli. Impiega direttamente circa 130 addetti; nell’indotto lavorano altre 300 persone. La battuta di arresto ci fu nel 2007; l’anno precedente l’inizio della crisi. Ecco come si comportò il fondatore Goffredo Celli con la sua barca per affrontare i mari della competizione: “In tutto il mondo e non in tutti i mercati c’è la crisi. Noi decidemmo di andare ancor più all’estero a cercare lavoro”. Goffredo Celli unisce due caratteristiche: è un grande tecnico e ha passione e forza per
Goffredo Celli, il fondatore con Mauro Gallavotti, l'amministratore delegato
Fondata dalla famiglia Celli a Rimini, passaggio corianese, oggi ha sede a San Giovanni in Marignano. Fornitore primario dei maggiori marchi mondiali di birre e bibite
FOCUS
Una delle case dell'acqua di Celli
Fonte Alma, Celli leader anche nell'acqua - Celli Equipment con il marchio Fonte Alma vale il 45 per cento delle casine dell'acqua installate in Italia; poche rispetto agli abitanti, ma siamo ancora ai primi passi. Celli ha montato la prima casina della provincia di Rimini a Saludecio alcuni anni fa. I Comuni non ci devono investire un centesimo; non devono che mettere a disposizione lo spazio. L'acqua Celli è microfiltrata, senza perdere le carateristiche organolettiche. Costa 5 centesimi al litro. Costruite secondo gli standard della certificazione Tfq, l'acqua viene analizzata sia in entrata, sia in uscita. Ci sono casine Celli oltre a Saludecio, Riccione, Cattolica.
andare in giro per il mondo con la valigetta a vendere; passa all’estero circa 120 giorni l’anno. “Incontro i clienti - racconta Celli - prima di tutto per capire i loro problemi e come risolverli. Poi per interpretare il mercato e dare le risposte prima degli altri. Ho la fortuna di essere nato come assistente tecnico. Dunque, sono uno che sa quando mi dicono il problema. Grazie all’esperienza maturata sul campo e alla passione, il resto è facile”. “Se si sta sul mercato - continua Celli, passione per l’orto e la campagna - per i soldi, forse li fai subito ma poi c’è il nulla. I veri imprenditori prendono il business come passione e cercano di dare il meglio di sé agli altri, partendo dal rispetto. Ecco per fare impresa ci vuole rispetto”. Primo in Italia, Terzo in Europa, terzo nel mondo, il marchio è collocato a livelli altissimi. “Quando si parla di
Celli - afferma con orgoglio Goffredo che ha la bandiera dell’Italia su un angolo di scrivania - molti affermano che siamo la Ferrari della birra. Non può che farci piacere”. E questo prestigio è stato conquistato grazie all’innovazione tecnologica e al design. L’ultima robusta innovazione l’ha portata sul mercato nel 2013. E’ stato il primo al mondo a refrigerare le bibite gassate con l’anidride carbonica. E la Coca Cola ne ha certificato la bontà: il suo primo fornitore a ricevere l’imprimatur. Fino ad oggi per refrigerare è stato utilizzato il gas 134, che presto verrà bandito perché ha effetti sul buco nell’ozono. Si passerà ad un altro gas, l’R 290, infiammabile. L’anidride carbonica è ottima ma è ardua da addomesti-
care; lavora ad una pressione di 100 bar. Lo scoglio è che realizzare impianti frigoriferi non è così semplice. Inoltre, sono stati abbattuti i consumi del 50 per cento. Un’altra delle frontiere dell’azienda riminese è l’aver portato sul mercato il compensatore in acciaio inox. Prima era in plastica. Grazie al nuovo materiale si può regolare la velocità d’uscita della birra; resta più pulito e richiede meno manutenzione. Da sempre Celli ha avuto un’anima da esportazione. L’80 per cento del fatturato lo raggiunge grazie ai mercati esteri. E’ fortissima in Estremo Oriente (vale il 27 per cento del fatturato); L’Europa pesa per quasi il 32 per cento. Una piccola curiosità: ha quasi il monopolio in Cile, grazie al rivenditore argentino. Il primo mercato per nazioni è quello giapponese, secondo quello turco. E’ numero uno in Italia, tra le prime tre in Europa e tra le prime cinque al mondo. Ogni anno, monta nel mondo 60mila colonne per spillare birra. Naturalmente se la tecnologia ha un ruolo importante, non da meno è il design. E’ stato Celli ad inventare la colonna cobra; che ha poi ispirato anche gli altri. Celli è tra fornitori cosiddetti primari delle maggiori multinazionali della birra: Asahi, Heineken, Miller, Ab Imbev, Carlsberg. E questi grandi gruppi stimolano la Celli anche a fare ricerca e sviluppo con più caparbietà.
Dallo scorso anno Celli è entrata nell’orbita del milanese Consilium. Alla famiglia è rimasto il 20 per cento ed una presenza in azienda. Con Goffredo, ci sono anche i figli Gianluca e Manuel. Il fondo è orientato ad acquisire aziende familiari di media grandezza, dell’ordine di 30-70 milioni di euro di fatturato. Nella sua orbita: Tucano, Macron, Defonseca. Da Milano è giunta a San Giovanni in Marignano come amministratore delegato Mauro Gallavotti; una discesa quasi fatidica la sua, da richiamo della foresta per citare Zanna Bianca: il nonno era originario di Santarcangelo. “Siamo entrati a fianco di Celli - dice Gallavotti per contribuire allo sviluppo dell’azienda. Siamo entrati perché è l’espressione del made in Italy, perché ha una presenza all’estero consolidata. Oggi, se non è tardi per andare fuori, sicuramente un’impresa richiede investimenti ingenti con davanti un percorso arduo, dato che i mercati sono maturi e spesso chiusi. Invece, grazie alla lungimiranza di Celli tutto questo è stato fatto prima. La nostra presenza non è tattica ma di puro consolidamento”. La Celli nasce nell’aprile di 40 anni fa in uno scantinato di 60 metri quadrati, dopo 7 traslochi sono in un gioiello di stabilimento con siepi di oleandri e ulivi ad impreziosire l’esterno. Si inizia come piccoli manutentori di frigoriferi. Capisce Celli che gli impianti di spillatura di allora, nati per il soft drink, avevano una capacità refrigerante piccola, assolutamente sottodimensionata per i consumi importanti della riviera del Riminese. Celli: “Abbiamo capito il problema. Durante l’inverno, periodo lavorativo tranquillo, si progetta un impianto come doveva essere”. Gli inizi furono lenti. Poi il boom; i ricavi raddoppiano ogni anno. Agli inizi degli anni ottanta lo sbarco in Germania, la tana dell’orso. Ora le 100 nazioni.
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Collocata una targa che racconta la storia di uno dei monumenti più ammirati di Riccione
Famija Arciunesa, una targa per la Fontana
ALLEGRO MA NON TROPPO
Spigolature
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degli Scrondi
POST-ELEZIONI-TRC-PD-PAURA-PD
Tosi e le tre carte - Leggiamo: “Trc, ecco le tre carte del sindaco Tosi”. Avrà anche tre carte, ma poveretta le istituzioni-Pd gli hanno fatto un muro intorno... Tosi e la lettera - Leggiamo: “Il sindaco Tosi scrive a Matteo Renzi: blocca tu il Trc”. Mi sa che farà la fine della letterina che si scrive a Babbo Natale... Tosi e il Consiglio - Leggiamo: “Il primo Consiglio comunale dell’era Tosi posticipato dalla mattina alla sera”. Un tentativo di stroncare le opposizioni con la stanchezza?...
Tosi e gli assessori - Leggiamo: “Tosi: saremo una squadra ingombrante. Sette assessori in giunta”. Qualche assessore “corpulento” c’è. Ingombrante è una brutta parola...
Trc come la Tav - Leggiamo: “Trc, Agenzia mobilità arruola i vigilantes per difendere il cantiere”. La protesta cittadina dei No-Trc cresce. Ordine pubblico in pericolo?... Trc a Roma - Leggiamo: “Il sindaco Tosi in missione a Roma per fermare il Trc”. Il Trc non arriva a Roma. Ma viene confermato il detto che “tutte le strade portano a Roma”... Pd e sangue - Leggiamo: “Ubaldi: via la tessera del Pd ai traditori”. Dopo la sconfitta scorre sangue nel Pd. Per non sciupare questo liquido vitale chiamare l’Avis... ‘Bastonate’ a Pironi - Leggiamo: “Sconfitta del Pd, l’analisi. Pruccoli ‘bastona’ Pironi: ‘Lasciato una pesante eredità, con i cittadini era assente’”. Adesso è tutta colpa di Pironi. Sarà così? E il fatto che grossa parte del suo partito gli abbia fatto le scarpe in modo poco elegante?...
Tosi e il terremoto - Leggiamo: “Il ciclone Renata Tosi. Il Pd al tappeto, Venerandi si dimette”. Per Riccione la Tosi col suo centrodestra è stata come un terremoto. Sicuramente le scosse di assestamento colpiranno anche le altre città governate dal Pd della provincia. Basta solo aspettare un paio d’anni... Pd crack - Leggiamo: “Parte il processo ai vertici del Pd. La sconfitta di Ubaldi porta alla luce vecchie divisioni”. Il Pd da tempo è un partito post-ideologico. Dunque le “faide” e contrasti interni hanno altre finalità. Potere? Interessi?... Pini e Trc - Leggiamo: “Trc, Tosi ferma le motoseghe pronte a tagliare i pini”. Alla fine la Tosi appare un’ambientalista doc. Pini e Trc non vanno d’accordo...
LA CULTURA
- Il presidente di Famija Arciunesa Giuseppe Lo Magro è un campione di nuoto ed ha il ritmo della città. Ne coglie gli umori ed anche le “mancanze”. Colloca pietre che sanno raccontare storie che riannodano il passato. L'ultima l'ha collocata lo scorso 15 giugno; una data non casuale. La sua associazione ha regalato a Riccione la targa che racconta la Fontana del Nuotatore. E' uno dei monumenti più importanti della città; chiunque ci passa davanti capisce che sa comunicare un intreccio di sentimenti che rimbalzano sulle magiche corde della mente. Quella statua che impreziosce piazza Vincenzo Ceccarini non è un inno universale legato al mare, ma rappresenta molto di più: l'attaccamento di una famiglia milanese a Riccione e la scomparsa di un figlio giovane. Con ordine. Olga e Teodoro Manicone, con i figli Gabriella, Luisa e Lanfranco (Franchito), sfollano a Riccione nel 1942, in piena Seconda guerra mondiale. Acquistano una villa in via Tasso (ancora di loro proprietà). Terminata la guerra, la frequentano come villeggianti. Nella metà degli anni cinquanta il giovane Franchito (non ha che 18 anni) muore in un incidente in moto sulla Milano-Laghi. Per ricordare il giovane, il compianto giardiniere Augusto Cicchetti, uno tra i primi esperti di architettura del paesaggio in Italia (aveva studiato a Merano, Alto Adige), ai tempi direttore dell'Azienda autonoma di soggiorno, si inventa una gara in mare. La chiama Maratona Adriatica di Nuoto. Partenza dal porto canale, i nuotatori avevano la prima boa all'altezza di piazzale San Martino; la seconda da piazza Azzarita. In tutto sei chilometri. Ai vincitori andava il Premio Manicone. Il Memorial venne disputato fino alla metà degli anni settanta. Nel 1958, il 15 giugno, si inaugura la Fontana (una replica in grande del Trofeo); è opera dell'architetto Elio Monesi e
Daniele Rossi
dello scultore Remo Brioschi. Tra vi blasonati vincitori i campioni Angelo Romani e Fritz Dennerlein. Lo scorso 15 giugno, è stata scoperta la targa-racconto sulla Fontana del Nuotatore davanti al Palazzo del Turismo Erano presenti: il sindaco Renata Tosi; il presidente di Famija Arciunesa Giuseppe Lo Magro; Emanuela Cicchetti, figlia di Augusto Cicchetti, l’ex atleta riccionese Paolo Cortesi, che partecipò a quattro edizioni della gara (terzo posto miglior risultato).
LA SCUOLA - LICEO VOLTA
so 28 maggio, ha spiegato la sua disciplina ad una figlia di un amico. Gratis, ovviamente. Ateo dichiarato, coltissimo, si è offerto di mettere a disposizione le sue competenze ai ragazzi in cerca di aiuto segnalati dal suo parroco. Nei mesi primaverili, quelli che precedono gli esami e la fine della scuola, passa almeno 40 ore la settimana ad impartire l'ama-
EVENTI - Per il secondo anno consecutivo i commercianti della Galleria Casa nel Parco sita a Riccione in Viale Dante 76 - hanno organizzato una serie di eventi che ogni quindici giorni contribuiranno ad animare nella Perla Verde del Mare Adriatico i venerdì estivi di giugno, luglio ed agosto. Musica, pittura, poesia, storia locale, risate e vino sono gli ingredienti che contribuiranno a confermare il successo già ottenuto durante la prima edizione. Tutte le serate sono presentate da Alessandro
Casa nel Parco in conferenza Formilli - vedranno gli ospiti rispondere sempre alle domande del pubblico. Musica, pittura, poesia storia, risate e vino presso la Galleria Casa nel Parco, viale Dante, 76 - Riccione 11 luglio - ore 21,40 “Frammenti, Luce e Ombra”. Ospiti: Dina Polipori (fa specchi musivi), Lara Serofilli
(pittrice) e Yuri Tosi (disegnatore e pittore). 25 luglio-ore 21,40 “Riviera alla parmigiana”. Ospite: Renato Cantarelli (comico, intrattenitore e cabarettista). 8 agosto - ore 21,40 “Riccione, il ritrovo estivo del tenore Giuseppe Borgatti”. Ospite: Fosco Rocchetta (già direttore della biblioteca di Ricccione, storico). 22 agosto - ore 21,40 “Romagna solatia, dolce paese”. Ospite: Teresio Spadoni (poeta).
“Trovo assolutamente necessario riscoprire i fondamenti della nostra storia - ha detto il sindaco Renata Tosi -. Tra l’altro questa piazza sulla quale ci troviamo cela una magnifico mosaico, che è ora ricoperto da uno strato di bitume e che noi vogliamo tentare di recuperare. Sappiamo che non sarà facile”. La Fontana del Nuotatore è uno dei souvenir fotografici più gettonati dai turisti; in posa davanti, un click e via con sé qualcosa di autentico. Da far condivedere agli amici.
Liceo Volta, un professore dà lezioni gratis di fisica - Un professore del Liceo Volta dà lezioni gratis di fisica, sia a livello collettivo, sia ai singoli. I ragazzi possono essere suoi allievi, oppure no. Per cultura e umana sensibilità preferirebbe i gruppi, però ogni
tanto si lascia commuovere e opta anche per le cause dei singoli. Prima ancora che trasmettere competenze senza noia, il professore contagia le menti al piacere della curiosità. Che il sapere, a 360 gradi, è uno spasso. Lo scor-
ta materia nelle ore del pomeriggio. A due amici, ha impartito lezioni a tutt'e cinque i figli (rispettivamente tre e due), non proprio degli aquilotti della sua disciplina. Tutti noi vorremmo essere come questo prof.
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Proposti tre percorsi alternatavi al progetto iniziale. Risparmio di circa 8 milioni di euro - Rien ne va plus, les jeux sont faits, ha scandito imperturbabile il croupier subito dopo aver lanciato con decisione la pallina, che aveva preso a girare vorticosamente lungo il solco della roulette, mentre guardava i due “giocatori” che, dopo aver dato gli ultimi ritocchi alle proprie giocate si erano seduti al tavolo, comunque costretti in un’apnea che il passare delle ore rendeva sempre più insopportabile. Tutti e due attenti, a seguire la corsa della pallina divenuta padrona di un pezzo importante delle loro vite; entrambi tesi, a scandagliare col pensiero ogni atto, ogni gesto, ogni mossa fatta che avrebbe potuto provocarle la più lieve vibrazione, la minima incertezza in grado di farle terminare la corsa nel campo avversario. Avevano puntato sul colore; sui numeri avevano già giocato nella mano precedente che (stravolgendo in parte i pronostici, aveva posto gli altri fuori gioco) li aveva costretti a confrontarsi di nuovo, in una sfida finale. Entrambi consapevoli che nulla potevano più fare per influenzare la corsa della pallina che di li a poco si sarebbe fermata in una casella, erano lì a pensare che si, la partita doveva essere giocata; che comunque fosse andata sarebbe stata un’esperienza che andava vissuta; che avrebbe rappresentato un bel punto d’arrivo, per l’una (la Tosi; era il suo, il secondo tentativo) e l’inizio di una grande avventura con innumerevoli incognite, un libro tutto da scrivere, per l’altro (Ubaldi). La voce del croupier irrompe di nuovo nel silenzio: “Noir, nero… il nero vince; il rosso perde!” Una calorosa stretta di mano
Riuscirà la Tosi a fermare il Trc? Pd, che cosa fare dopo la sconfitta Il sindaco Renato Tosi con l'assessore Roberto Cesarini
Carabinieri a proteggere il cantiere invaso dai cittadini. Come finirà? di Teresio Spadoni FOCUS certifica il risultato della partita. Come è naturale manifestazioni di giubilo in un campo e felicitazioni consolatorie nell’altro. Gli eventi hanno fatto il loro corso e hanno determinato la conquista storica da parte del centrodestra del comune di Riccione: Renata Tosi è diventata sindaco; seconda donna dal dopoguerra (la prima fu Giulia Galli, succeduta a Augusto Saponi nel maggio del 1949, che governò la città per circa due anni, fino al termine della legislatura). Un grande “in bocca al lupo”, quindi, perché il compito che la aspetta è improbo; quando cambia un ciclo storico, infatti, le aspettative dei cittadini che lo determinano sono sempre altissime. Chi ci dà il voto le parole che sente in campagna elettorale se le ricorda bene e a volte si lascia prendere dalla fretta
di veder realizzate le promesse annunciate, sbagliando. Sbagliando, perché la fretta è sempre cattiva consigliera e, per il bene della città, dare concretezza alle soluzioni proposte per talune importanti partite richiede tempo onde evitare di chiudere un buco aprendone un altro. Per controllare l’esuberanza di chi è per il tutto e subito, ci vuole molta forza e molta tenacia; qualità queste che sicuramente non mancano alla Tosi. La madre di tutte promesse è ovviamente il TRC; partita che richiederà molta attenzione… e tante risorse. Se Rimini non è d’accordo, e
sappiamo che non lo è, per fermarlo non basta recedere dall’accordo di programma sostenendo che il contratto in essere è solo una fila di parole scritte su un folio di carta (come sostenuto in campagna elettorale). Da studi che ha fatto condurre quando era all’opposizione è emerso che sarebbero sufficienti (solo) sei milioni (una bazzecola rispetto ai cinquantaquattro calcolati dall’amministrazione Pironi). Sarà vero, non sarà vero… al cittadino non è dato di capire come stiano realmente le cose. Una cosa però è certa: come dichiarato dalla stessa Tosi, i conti del comune di Riccione sono a posto e il bilancio
è in sicurezza (uno dei pochi meriti attribuiti alla precedente Amministrazione); è anche stata accantonata una discreta sommetta (circa tre milioni di Euro) che nelle intenzioni di chi ha perso le elezioni sarebbe dovuta servire in questa legislatura per fronteggiare eventuali maggiori spese richieste dal sociale; settore che, col perdurare della crisi continuerà ad essere oggetto di tagli. I consiglieri dell’opposizione, pertanto, dovranno essere molto attenti a smascherare tentativi di incastri di bilancio che potrebbero metterlo in crisi. Che dire, invece, del centrosinistra? Anche per questo schieramento il risultato dell’8 giugno ha rappresentato una svolta storica: dopo settant’anni è finito all’opposizione. Del PD (maggior partito dello schieramento, ovvero l’unico, visto il magro risultato degli altri), anche per i numerosi adempimenti che lo hanno visto impegnato in questi ultimi nove mesi, ci siamo già occupati molto e nel prossimo futuro avremo modo di parlarne ancora parecchio. Per il momento va notato che se non procede con un rinnovamento serio senza disperdere il valore innovativo rappresentato da quei giovani
che con impegno e coraggio hanno deciso di scendere in campo in prima persona sorretti soltanto dalla volontà di dimostrare che il rinnovamento della politica non è solo una parola, si può iniziare a suonargli il De Profundis. Il colpo subito con la perdita del Comune è fortissimo, ma la sconfitta è da attribuire alla insoddisfazione via, via cresciuta nell’elettorato per i limiti (anche dovuti alla crisi economica nella quale è venuto a trovarsi il Paese che l’ha costretta a scelte di bilancio non previste) emersi nella precedente Amministrazione che non è riuscita ad affrontare al meglio i sospesi ereditati. Nell’attesa che i suoi organi dirigenziali ne definiscano la politica futura è auspicabile che inviti i suoi consiglieri ad adottare una opposizione seria ed efficace, non strumentale o populista, ma propositiva, da forza di governo, rifuggendo dalla tentazione di rimarcare pretestuosamente ogni atto.
Altro ragionamento quello che va fatto per il M5S: i loro strateghi nutrivano l’ambizione di assumere la guida della città mettendo in minoranza il centrosinistra. È finita che governa il centrodestra e loro non hanno rimediato che due consiglieri: un successo davvero, complimenti! Non credo di sbagliare, pertanto, se dico che chi li ha seguiti convinti di poter cambiare il sistema abbiano fatto la fine delle allodole, che si lasciano incantare senza pensare che chi agita lo specchietto ha pronto anche lo spiedo.
RICCIONE
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1944. Settantesimo dell'estate di guerra. Diario di Rodolfo Francesconi
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Dal primo bombardamento: 100 morti alla liberazione di Rimini Rodolfo Francesconi
Azioni belliche avvenute sulla fascia costiera Adriatica da Cattolica a Rimini durante la guerra 1939-1945
- Rodolfo Francesconi è nato nel 1930. Ingegnere chimico, per tutta la vita è stato dirigente d'azienda. Attualmente è il presidente dell'Istituzione cultura del Comune di Riccione. Nel 1943, la famiglia da Riccione sfolla a Misano, dove i nonni erano i custodi della colonia Piacenza. Ragazzo sveglio e curioso, Rodolfo tenne il suo speciale quadernino di guerra. Dopo ogni bombardamento, inforcava la bicicletta e andava a vedere le conseguenze. Da giugno, ogni mese pubblicheremo le sue speciali “memorie”. Iniziano nel novembre del 1944 col primo bombardamento di Rimini e terminano nel settembre del 1944. Poi ne faremo l'appendice nella ristampa del suo libro, “Quello che butta il mare”, sempre memorie dell'estate 1944. Buona lettura. La chiesa di San Lorenzo bombardata e la ricostruzione
LA STORIA - 2 -
di Rodolfo Francesconi X BOMBARDAMENTO EFFETTUATO IL 22/MARZO/ 1944 XXII DA 14 FORTEZZE VOLANTI AMERICANE. Alle ore 14 circa duecento “liberetor” scortati da sei caccia tipo Bristol si dirigevano verso la Toscana tagliando verso RIMINI dal mare e ivi sganciavano 2 bombe davanti a RICCIONE. Alle 2,40 una fortezza volante sganciava quattro bombe fra Cattolica e Gabicce. Alle 15,20 14 aerei nemici di ritor no da un’azione in altaitalia bombardavano lo scalo ferroviario di RIMINI e sganciavano quattro bombe in mare davanti a Bellariva. Un quadrimotore colpito dalla difesa contraerea ha dovuto atterrare nei pressi di Fano. X BOMBARDAMENTO EFFETTUATO IL 24/MARZO/ 1944 XXII° DA 145 FORTEZZE VOLANTI AMERICANE. (ore 12,15) Obiettivi colpiti: Ferrovia; Covignano; Borga Sant’Andrea ecc. Una bomba sganciata il località MISANO MARE non è esplosa, mentre quattro spezzoni caduti presso il Fiume Conca non arrecavano danni. XX BOMBARDAMENTO EFFETTUATO IL 26/MARZO/ 1944 XXII DA 19 QUADRIMOTORI NORDAMERICANI. (ore 12,30) Obiettivi colpiti: Duomo; stazione; Covignano; Viserba. Due bombe sono cadute a Riccione nei pressi della Colonia Bertazzoni. I
AZIONE
DI
MITRAGLIAMENTO SULL’AERODROMO DI MIRAMARE (RIMINI) Alle ore 7,30 del 27/Marzo/ 1944 XXII, dodici caccia inglesi tipo P. 40 eseguivano azioni di mitragliamento contro l’aeroporto di Miramare, incendiando tre apparecchi tedeschi e un’autobotte carica di benzina; al ritorno colpivano ripetutamente al largo di Cattolica due chiatte in ferro da trasporto, facendo feriti e morti a bordo. Alle ore 21 del 28/Marzo/ 1944 XXII, un ricognitore nemico mitragliava una autocolonna tedesca che transitava in località di Misano Mare. Nessun danno. Alle ore 10,15 del giorno 2/ Aprile/1944 XXII, un ricognitore inglese gettava sulla città di RIMINI 6 bombe a casaccio. Alle ore 10,30, cinque caccia inglesi provenienti dal mare mitragliavano con poche raffiche l’aeroporto di Miramare. Alle ore 24 del giorno 12/ Aprile/1944 XXII°, un apparecchio nemico gettava 8 bombe sulla città di RIMINI colpendo in pieno la stazione. I BOMBARDAMENTO SULPONTE DEL Fiume CONCA EFFETTUATO IL 23/ APRILE/1944 Alle ore 5,45 del giorno 23 otto caccia inglesi tipo “Sonderbaund” bombardavano con 14 bombe il ponte della ferrovia sul Fiume Conca, fra Cattolica e Misano Mare e mitragliavano un camion di passaggio sul ponte della Via Flaminia. Un ferito, nessun danno.
II BOMBARDAMENTO SUL PONTE DEL F.CONCA EFFETTUATO IL 24/APRILE/ 1944. Alle ore 10,10, otto caccia inglesi tipo “Sonderbaund” bombardavano con due bombe ciascuno i ponti della ferrovia e della strada sul F. Conca. Gli obiettivi non sono stati colpiti. III BOMBARDAMENTO SUL PONTE DEL F.CONCA
EFFETTUATO IL 24/APRILE/ 1944. Alle ore 14,10 dello stesso giorno, altri otto apparecchi nemici bombardavano il suddetto ponte. Due bombe erano centrate sulla ferrovia e due non esplodevano. Un proiettile della contraerea di Rimini cadeva a Misano Mare scoppiando senza provocare danni. Alle ore 14, sei fortezze vo-
lanti americane facenti parte di una formazione di più di 150 aerei sganciavano alcune bombe sulla città di RIMINI; un quadrimotore colpito dalla difesa della città cadeva in mare. IV BOMBARDAMENTO SUL F.CONCA EFFETTUATO il 25/APRILE/1944. Alle ore 9,45, otto caccia inglesi bombardavano il ponte della ferrovia sul F. Conca col-
pendo la strada ferrata. La contraerea, prontamente intervenuta, non arrecava danni agli incursori. Alle ore 10,05 cinque fortezze volanti di passaggio su RIMINI sganciavano due bombe sulla città. Alle ore 10,15 quindici “liberetor” erano di passaggio dirigendosi verso RIMINI e altri undici verso PESARO. Alle ore 10,30 apparecchi nemici bombardavano PESARO; un quadrimotore colpito dalla antiaerea della città cadeva in fiamme al di là di Gradara. Alle ore 12,25 un altro quadrimotore colpito già dalla difesa di RIMINI e mitragliato da due caccia tedeschi cadeva esplodendo al di là di Serbadone. Otto uomini componenti l’equipaggio gettatisi col paracadute erano catturati nei pressi di Morciano. Dalle ore 12,45 alle ore 13 passaggio continuo di apparecchi nemici. Alle ore 13 un aereo quadrimotore nemico colpito dall’antiaerea di RIMINI si dirigeva verso il mare ed è da condiderarsi come probabilmente abbattuto. Alle ore 14 del giorno 28/ APRILE/1944, un numero imprecisato di caccia inglesi di scorta a una formazione di 250 bombardieri, che tornavano da un’azione su Bologna, impegnavano diversi combattimenti contro 18 caccia tedeschi decollati dal campo di Ferrara; in una fase della battaglia svoltasi sulla costa adriatica fra Cattolica e RIMINI, sei caccia inglesi abbattevano due dei tre caccia tedeschi attaccanti nei pressi di Riccione. I piloti si sono salvati con il paracadute. Un caccia inglese a sua volta abbattuto cadeva nei pressi di San Lorenzo. Complessivamente in tutta la battaglia cinque aerei tedeschi erano abbattuti e uno gravemente colpito atterrava a Miramare; gli inglesi perdevano tre caccia. (continua)
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“Come un fiocco di neve al sole” è l'ultimo libro di Rodolfo Francesconi
AMARCORD
Addio professor Orio, intellettuale marxista - Orio Rossetti se n'è andato lo scorso 5 luglio, prima del tempo. Lascia la moglie ed una figlia Francesca. Orio era un intellettuale puro; un cervello raffinatissimo: ben pieno ed anche ben fatto. A Riccione aveva avuto una caterva di allievi; uno dei suoi predliletti senza dubbio era Massimo Masini, sindaco della città negli anni novanta. Dopo l'insegnamento era stato in Comune; era andato in pensione da funzionario. A cavallo tra gli anni '80 e '90, con un gruppo di amici, aveva fondato la casa editrice la Sfera celeste. Teresio Spadoni, uno degli autori: “Orio e La Sfera Celeste: un binomio che ha fatto sentire poeta (o scrittore) molti. Se la era inventata lui la edizioni La sfera celeste. Ricordo il giorno che andai in Comune, all’Ufficio Cultura (lì, lavorava Orio Rossetti) con un mucchietto di fogli raccolti in una cartellina. Nell’angolo di un grande ufficio, a un tavolinetto, c’era seduto Orio. “Bellissime, disse… bellissime; queste devono essere pubblicate”. Diceva a tutti così Orio. Non editava nulla La Sfera Celeste, ma era lo strumento che
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Casa che narra: “Sto per morire!” Una vecchia casa contadina romagnola in riva al mare alle prese con la modernità cinica ed insensata IL LIBRO
Orio Rossetti, da giovane faceva sentire scrittore chi si pubblicava la propria opera. Uno portava il proprio manoscritto a Orio e subito diventava poeta (o scrittore). Dava un’opportunità a tutti Orio, perché, diceva, “Il poeta (scrittore) è uno che ha il coraggio di raccontare i propri sentimenti. Chi può stabilire cosa è poesia e cosa non lo è? Certo una poesia (o un racconto) può essere bella o brutta, piacere o non piacere, ma deve essere rispettata perché contiene la sensibilità di chi l’ha scritta. Non è detto che tutti quelli che decidono di pubblicare i loro scritti siano artisti, ma è giusto che tutti ci provino; tutti devono avere una possibilità. Ecco io faccio questo: offro opportunità.”
- Rodolfo Francesconi è già autore di diversi saggi e di testi narrativi. Colpisce il suo stile riflessivo, coinvolgente, suggestivo e scorrevole. L'ultimo lavoro pubblicato s'intitola “Come un fiocco di neve al sole” (Raffaelli Editore). E' un racconto, forse, autobiografico dove il protagonista è una vecchia casa contadina romagnola. Una casa impregnata di storia e di vite umane sedimentate negli anni quando era abitata. D'improvviso due uomini, un costruttore e un architetto, profanano quel luogo dormiente da anni, e progettano ristrutturazioni, abbattimenti, nuove costruzio-
La copertina del libro Rodolfo Francesconi
ni. Insomma, arriva quella modernità cinica e insensibile, che rade al suolo storia e storie, e che ti fa drammaticamente sentire il peso della vecchiaia e dell'inutilità. La casa allora lancia un grido d'aiuto: “Sto per morire!”. Da qui riaffiorano i ricordi su chi l'ha abitata, le persone, la quotidianità, la tradizione contadina, l'aia, la stalla, le frasi in dialetto... Il libro porta in appendice alcuni significativi contributi. Alberto Spadoni (rivolto all'autore): “... Ti sono molto gra-
to di aver voluto celebrare il lutto delle povere case romagnole di campagna di cui ormai si contano sulle dita gli ultimi patetici esemplari. Viaggiando le cerco con gli occhi: so dove sono le poche che restano. Ma d'ora in poi le penserò, come m'insegni, ancora abitate dai numerosi contadini che dentro quelle stanze si sono succeduti nel tempo, lasciando impresso sui muri le tracce di quella rumorosa convivenza... Hai fatto bene a umanizzare la casa, questa tua casa vecchia
che poi sei tu, la tua mente, ancor più del corpo. Ti ringrazio d'aver scelto proprio una nostra casa di contadini come oggetto d'identificazione. Mi ci ritrovo anch'io”. Ci sono infine le considerazioni di Pierluigi Moressa, che hanno la capacità di cogliere le motivazioni e il senso del titolo del libro: “... La chiusa del racconto offre un piccolo quadro del termine dei giorni. Che cosa resta della casa, che cosa delle persone, quando tutto è distrutto? Quando il tempo pare annientare la vita trascorsa? Nelle bolle di polvere bianca che si innalzano dall'esplosione della casa, qualcuno coglie una densità: echi di parole che si propagano e sfumano, come fiocchi di neve che si sciolgono al sole, emblema amaro offerto alla vita dell'uomo e agli affetti che la innervano”.
Buscherini, un libro per il campione sfortunato COMUNITA' E ARTE
- A cura dell’Associazione forlivese Otello Buscherini, è stato di recente edito il libro “Otello Buscherini”, dedicato al ricordo del grande campione romagnolo, deceduto in seguito ad un drammatico incidente avvenuto il 16 maggio 1976, sul circuito del Mugello, mentre, in sella ad una Yamaha 250 cc., affrontava l’ “Arrabbiata uno”. Un volume fotografico, che rappresenta un affascinante viaggio nella vita del campione forlivese, con una raccolta inedita di immagini, messe insieme da Luciano Sansovini, detto “Righetto”, presidente dell’Associazione. Da anni, Sansovini ed il suo sodalizio, con grande amore e passione, è impegnato nel perpetuare la memoria dell’amico d’infanzia Otello, pre-
Otello Buscherini
maturamente scomparso. E questo, oltre che con libri, tramite la partecipazione a fiere e raduni motoristici, non solamente in Italia. Oltre a fotografie scattate nei principali circuiti europei di Spagna, Olanda, Francia, Germania, Cecoslovacchia, sono presenti immagini colte sulle strade della mitica “Mototemporada Romagnola”: una serie di corse, che si effettuavano su percorsi cittadini della riviera, Riccione, Rimini, Cattolica, Cesenatico, Milano Marittima, in grado di accogliere decine di migliaia di appassionati di motocicli-
smo, è mutor, che in Romagna vanta gloriose tradizioni risalenti ai pionieristici anni Venti del Novecento. La pubblicazione raccoglie contributi e testimonianze di valenti studiosi di storia del motociclismo: Augusto Farneti, Piero Ghetti, Alberto Garavini, Marco Masetti e Luigi Rivola, e lo stesso Luciano Sansovini. Il libro in brossura, di 144 pagine, può essere acquistato al prezzo di 25 euro presso l’Associazione Otello Buscherini di Forlì: telefoni 0543-61218; 335-6182418. Fosco Rocchetta
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MISANO
Il sindaco, riconfemato lo scorso 25 maggio, racconta gli obiettivi dei prossimi 5 anni ALLEGRO MA NON TROPPO
Parole da e ‘Fnil’ (Il vecchio nome di Misano Mare)
CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it
Giannini: “Quello che fai azzardato non regge più” Stefano Giannini
Mobilità, sociale e verde pubblico gli obiettivi 2014-2019 della sua amministrazione L'INTERVISTA
Non mi piace - Sono troppi quelli che non votano. Il sa ch’ in conta gnint ? (Lo sanno che non contano nulla) Non mi piace - Quelli che vincono e gioiscono di un consenso che è pari al 26% del 100% degli aventi diritto. Un saria mel a fe qualche riflessiòn? (Non sarebbe sbagliato fare una qualche riflessione) Non mi piace - Il silenzio della politica sul disatro Aeradria. Non è una priorità? Si, ma un gnè i sòld “si risponde genericamente. Per i consigli d’ amministrazione, però! Non mi piace - L’investimento per la Metropolitana, quando abbiamo già la Tram, che usa però i Bus per il Turismo, 80 giorni all’anno. Un basteva duvrè la ferrovia cl’a iè già? (Non era sufficente usare i binari già esistenti ?) Non mi piace - Che le ferrovie dello Stato considerino la stazione di Misano un posto di blocco, quando non ci sono più barriere neanche in Europa. Alzema un po’ la vosa!!!!!!!!!!! Misen è merita piò considerazion ( alziamo la voce!!!!!!!!!! Misano merita più considerazione) Non mi piace - Che per far ripartire l’edilizia si punti ancora sul cemento. L’edilizia può ripartire diversamente o non c’è altro? Un po’ ad fantasia, sò via! (suvvia! Un po’ di fantasia) Non mi piace - Che per fare un pezzo di Strada Statale si debba per forza rovinare, per sempre, una parte di territorio importante di Misano. Al savì o a fe finta ad gnint? (lo sapete o fate come se niente fosse.) Non mi piace - Quando alcuni dipendenti non sono tali o meglio, non sono al servizio della comunità? Quei chi n’à la coda ad paia, in ha bsogn da rspond. (Quelli che hanno la coda di paglia possono tacere.) Non mi piace - Va tutto male? Assolutamente no. Cal bone, li sfa cnoss da per lorie. (le cose buone, non necessitano di pubblicità) Non mi piace - Vedere un parco, appena pulito e rasato e poco dopo pieno di lattine e bottiglie di plastica vuote. Us po’ es piò pataca, per non dì peg. Al cnusì quel c’us taieva i maron per fè dispet.... ( si può essere più stupidi, per non dire peggio. Conoscete la storia di quello che si tagliava i cosiddetti per far dispetto...) Non mi piace - Annunciato dal PD misanese un vertice contro l’inquinamento della minoranza politica e un piano per il risparmio della dialettica, troppo energetica. Con questa proposta ,verranno eliminati tutti gli spifferi, che determinano le correnti fastidiose e dissenzienti. Dopo di che “un gni sarà sbogn d’alzè la vosa e gnenca al mene”. Non mi piace - Usare le feste dell’Unità solo quando fanno comodo all’immagine pulita. Quella democratica non va più bene? O un gnè piò quei ch’is tira sò al mandghe. Parole da E Fnil di :- brufa44@libero.it
MISANO ADRIATICO Via Puccini 27/F Tel. 0541.601758 - Fax 0541.602058
- Mobilità, sociale e verde. Sono i tre grandi obiettivi dell'amministrazione Giannini fino al 2019. Stefano Giannini appartiene a quella categoria di persone che potrebbero lasciare il segno. E' stato riconfermato sindaco lo scorso 25 maggio col 50 per cento dei suffragi. Da lui ci si aspetta sobrietà e forse anche un atteggiamento diverso. Ci si aspetta una strategia alta; un'idea di comunità nel segno di Antonio Gramsci: “La verità è rivoluzionaria”. Che è poi il grande affresco biblico e lui si dichiara cattolico: mettere al centro gli uomini ed i loro bisogni. Magari anche all'interno del suo partito, il Pd, dove si litiga non si sa bene su che cosa. Sarebbe bene che i punti di vista diversi fossero convogliati sui temi politici, nel rispetto reciproco, anche con tattiche da corsari gentiluomini. L'economia, la creazione di ricchezza, è la preoccupazione di ogni persona responsabile, come la vede? “Avverto che se c'è stabilità politica si può andare avanti; dal 2009 al 2012 ha regnato l'incertezza. Adesso c'è la speranza che si possa cambiare. Se la politica riesce a dare una prospettiva agli ita-
liani, popolo di grandi lavoratori, ce la possiamo fare. Le imprese sono soffocate da una tassazione alta, da una burocrazia che frena. I sindaci rispondono direttamente ai cittadini, chi deve dare le autorizzazioni no, quando dovrebbe entrare nel merito e non nascondersi dietro la norma”. Norma e merito, come vede da Misano la partita Trc? “La costa della provincia di Rimini è una sola città con troppa gente. Tra i principali problemi c'è la mobilità, soprattutto quella pubblica. Quindi dell'idea di un trasporto pubblico più veloce di cui si parla da almeno vent'anni. Riccione se non stravolge la scelta tecnica ha il diritto di fare quello che ritiene giusto. Il problema economico non esiste; non mi sembra politico dato che c'è già la fase esecutiva”. Un problema forte della provincia è l'aeroporto che va ad incidere sul futuro, quali responsabilità? “Quando 7-8 anni fa si decise
di rilevare l'aeroporto c'era un forte investimento del pubblico, con l'obiettivo di farlo crescere e di arrivare al milione di passeggeri. Sulla sostenibilità degli investimenti forse può essere imputata qualcosa alla gestione. Impossibilitato a finanziarlo, il pubblico ha fatto ricorso al credito che ha dato problemi non da poco. La soluzione non poteva che essere il concordato che andava fatto un anno prima. Io, come gran parte dei cittadini, ci siamo meravigliati che il concordato non sia stato approvato”. Restando nel pubblico, non sono troppi due palacongressi in provincia? “Due palas sono stati una scommessa azzardata; anche se 8-9 anni fa era tutto diverso. Quando cambia il contesto economico tutto quello che fai azzardato non regge più: sono un'esagerazione”. Quali sono i suoi tre impegni forti in questi 5 anni? “La mobilità è il tema fondamentale. Va collegato il casello di
Riccione alla bretella del Villaggio Argentina. Il progetto è già esecutivo; manca solo l'autorizzazione. I tempi forse sono anche abbastanza brevi. Va fatta arrivare fino al mare via Del Carro. Poi c'è tutta la questione della mobilità lenta, legata alle piste ciclabili. Il nostro secondo obiettivo è mantenere inalterati gli alti servizi del Comune: scuole, scuole dell'infanzia e sociale, fino ad arrivare al polo universitario della San Pellegrino. Infine, ci vogliamo concentrare sul verde. Vogliamo migliorare la qualità di alcuni parchi: Mare Nord e quello di via Gramsci. Da fare in tempi brevi. Sui parchi di quartiere, gestiti direttamente dai cittadini, è stato fatto un buon lavoro”. Che cosa sta avvenendo alla “Greppa”? “Facciamo un parco che si va a collegare col Belvedere. Verranno messe giù migliaia di piante e fatta una ciclabile”. Il Psc (Piano strutturale comunale, il nome nuovo del vecchio Piano regolatore) è ancora nel cassetto... “Non è nel cassetto. E' stato fatto un buon lavoro con Zoffoli; poi, nel 2013, è andato in pensione. Lo abbiamo già presentato ai partiti di maggioranza, ai tecnici, alle associazioni. Il nuovo Piano non avrà più i comparti. I 30mila metri quadrati sul piatto consentiranno degli sviluppi nella misura in cui lo consentano le leggi nazionali. Il vecchio Piano è andato oltre gli auspici di chi lo ha promosso. Quella filosofia è concluso”.
COMUNITA'
Quel manipolo di amici che sa vivere
Da sinistra: Oliviero, Nello, Luciano (il bagnino), Egidio ed un turista bolognese. Manca Alberto
- Oliviero, Nello, Luciano (il bagnino), Egidio e Alberto hanno due appuntamenti settimanali con la precisione di un metronomo, da maggio a settembre. Si ritrovano ogni sabato e ogni domenica (ore 11,30, chi volesse si potrebbe aggregare) per l'aperitivo. Il luogo del misfatto è il bagno Playa del Carmen (di fianco al Rio Agina, lato Riccione). A turno ognuno porta una bottiglia e non solo. Si discute di tutto, dalle prime cose che nascono in testa a... Le battute si fanno rigorosamente in dialetto misanese; l'intruso è Luciano ma è di Cesenatico. E' così da alcuni anni. Eccetto Oliviero, gli altri hanno attività estive.
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Tesi di Claudio Martelli, a Misano a presentare la sua autobiografia, “Ricordati di vivere”
“Psi e Dc furono sbaragliati dagli americani” - Il filosofo socialista mancato Claudio Martelli è stata una delle teste più raffinate della politica italiana degli anni ottanta e novanta. Mente ingigantita da un aspetto tenebroso che ne fecero uno degli oggetti del desiderio delle signore. E' stato invitato dai socialisti misanesi (ancora fortissimi, due consiglieri ed un assessore) a presentare la sua autobiografia: “Ricordati di vivere” (Bompiani, 604 pagine, 19,50 euro). Sul palco insieme a lui, Pietro Bisoni, la sua è stata una delle tante dinastie socialiste misanesi (il babbo Bruno fu anche assessore). Da ragazzo, con la famiglia, Martelli veniva in vacanza a Gabicce Mare. Ha raccontato: “Ricordo con affetto le uscite serali e il moscato di San Marino. L'Eden Rock c'è ancora?”. E le ragazze con eleganza taciute, aggiunge chi scrive. L'incontro, lo scorso 17 giugno, si è tenuto al ristorantepizzeria “la Stazione” di Giancarlo Moroncelli, altra bella schiatta di socialisti misanesi. In due ore, Martelli è stato alla sua altezza: intelligenza e cinismo, profondità politica ed eleganza. Uno può anche non convenire le sue riflessioni politiche e non solo, le sue chiavi di lettura, ma ne ammira arguzia e raffinatezza. Tra i presenti due ex sindaci socialisti Marco Moretti (Rimini) e Bertino Montanari (Morciano), il sindaco di Misano Stefano Giannini, il neo vicesindaco di Riccione Luciano Tirincanti. E numerosi altri personaggi del socialismo provinciale. Tra i misanesi: Adriano Torsani, Mario Ubaldini. Il libro di Martelli è da comodino. Racconta la politica e la comunità con schiettezza, nudità e ferocia. In una condivisibile cornice di coscienza e dignità. Delfino di Craxi, vice-primo ministro con Andreotti, (19891992), Guardasigilli (19911992), Martelli ha cercato di portare acqua alla sua teoria: la Dc (Democrazia cristiana) e il Psi (Partito socialista italiano) furono “affondati”, causa corruzione, dagli Usa e Gran Bretagna dopo la caduta del muro di Berlino del 1989. Insomma, senza Gorbaciov forse saremmo ancora nella Prima repubblica. “Bettino Craxi - ha raccontato Martelli - non aveva capito ed accettato la svolta della storia. Non aveva capito il 1989. Per gli americani Craxi e Andreotti erano colpevoli di una politica troppo indipendente. L'Italia in Medio Oriente aveva interessi vitali che intendeva sviluppare. Agli
Craxi ed Andreotti avevano una loro politica estera nel Mediterraneo contrapposta a quella Usa
Da sinistra: Claudio Martelli e Pietro Bisoni
FOCUS
americani non andava giù. Un esempio, fu quando cinque terroristi palestinesi dell'ala estremista dell'Olp sequestrarono la nave da crociera italiana Achille Lauro con 700 passeggeri a bordo. Craxi [allora primo ministro, ndr] trattò la liberazione degli
ostaggi con il presidente dell'Olp Arafat ed il presidente dell'Egitto Mubarak. Craxi si prese l'impegno di lasciar liberi i terroristi. La nave entra nel porto di Alessandria d'Egitto. I cinque imbarcati su un aereo di linea che in
volo viene affiancato da un velivolo della Delta Force americana. E' costretto ad atterrare nella base Nato di Sigonella, Sicilia. Gli americani circondano il velivolo. A loro volta vengono circondati dai nostri carabinieri. Tra
UN PO' DI STORIA
Nenni a Misano: 1968
- Claudio Martelli è soltanto l'ultimo dei tanti leader politici ospiti di Misano. Nel 1968, ad esempio, arrivò Pietro Nenni, forse il più prestigioso leader socialista del secolo scorso. Nella fotografia (tratta dal libro di Flavio Marchetti), si riconoscono: Sergio Giorgetti, Migani, Berardi, Allieto e Alfonso Giannini, Mario Muccioli, Bernardi, Guerrino Gennari, Tomaso Mulazzani, Leardini, Giancarlo D'Orazio, Mario Pari, Bruno Bisoni, Giovanni Barogi, Alfiero Gentilini, Salvatore Montanari. Sono stati ospiti di Misano anche Giulio Andreotti (Dc), Pietro Ingrao (Pci).
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Craxi e il presidente americano Reagan ci sono colloqui frenetici. Molto probabilmente l'interprete inasprisce le due posizioni. Poi gli americani cedono; i cinque terroristi vengono rilasciati”. “Qualche anno dopo - racconta Martelli, uno che per preparare un intervento congressuale di un'ora si chiudeva a chiave una settimana - Reagan chiede a Craxi le basi Nato per bombardare il presidente libico Gheddafi. Il primo ministro si rifiuta e probabilmente informa Gheddafi. Questa rabbia, questa frustrazione, che poi diventa vendetta spiega il 1992. L'ambasciatore americano a Roma in quel tempo, Bartholemy, nelle memorie racconta che il magistrato di Mani pulite, Antonio Di Pietro, va negli Stati Uniti accompagnato dal console americano a Milano. Diventa una specie di eroe che colpisce Craxi; altri magistrati colpiscono Andreotti. Sempre in quei primi anni novanta, il gotha della finanza inglese è in crociera in Mediterraneo ospite del panfilo reale Britannia. C'è un solo invitato politico italiano, Achille Occhetto, segretario del Pds (padre dell'attuale Pd). Gli chiedono se è favorevole o no alle
privatizzazioni. Dice di sì. Gli americani erano favorevoli che si privatizzasse l'Eni. Tutto questo spiega quel rovesciamento di alleanze. Gli errori dei partiti sono le concause della caduta della Prima repubblica. Di fronte a questa magistratura i partiti si trovano spiazzati. Fino ad allora era stata indifferente ai tanti fatti della politica italiana. Voglio ricordare che lo scandalo Enimont fu robetta da 150 miliardi di lire; Parmalat lo è stato di 10 miliardi di euro e Monte dei Paschi di 8 miliardi di euro. La vera questione non è l'entità della corruzione...”. “Ci fu - continua Martelli l'arma della coercizione preventiva che è condanna preventiva. Venne usata per estorcere confessioni all'arrestato. Anziché essere un'operazione di giustizia venne fatto un mattatoio a senso unico. Le armi giudiziarie vennero usate con violenza ed in modo diseguale. Il bilancio di quella stagione è la scomparsa dei partiti storici, eccetto il Pds. Berlusconi entra in politica”. Martelli sposta il suo punto di vista anche sugli attuali protagonisti della politica italica. Berlusconi? “Dà sempre la colpa agli altri se non è riuscito a riformare il Paese; è un giochino puerile. E' tutta gente scelta da lui. E a Berlusconi non gliene frega di governare, gli piace vincere. Con Prodi è andata peggio; la sua fu pura follia far entrare la Romania nell'Unione europea. In Italia subito dopo giunsero 1,2 milioni di romeni. Né Prodi, né Berlusconi sanno governare. Prodi ha fatto l'allargamento dell'Unione europea senza una direzione politica”. Su Renzi. “Ora siamo in presenza di questo giovane segretario del Pd. Al di là della rissa pubblica c'è stato un accordo sottobanco tra Berlusconi ed il Pd. Renzi ha fatto fuori la vecchia nomenclatura del Pd, ma le sue proposte economiche, politiche ed elettorali non mi convincono. Tuttavia mi auguro che Renzi faccia bene, perché non c'è altro in campo. Berlusconi è un'anatra zoppa, non credo possibile che possa vincere”. Grillo? “E' un'incognita. Si è affermato in una fase di politica comica. Dato che non può conquistare il potere, Grillo si è spostato su Farage. Pensa che non può battere Renzi, solo che per arrivare secondo si deve spostare a destra. Fa un semplice calcolo politico”.
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- Loretta, da sempre, appassionata di piante e fiori. Alessandra, anche lei da sempre, coltiva il mondo fantasy. Ama soprattutto le fatine. Si incontrano e creano “La Magia dei Fiori”, il nuovo negozio di piante, fiori, fatine e tazze “magiche” sotto la Galleria Gardenia a Misano Mare (inaugurato lo scorso 12 aprile). Si entra in uno spazio colorato dalla magia della natura e si respira aria positiva che profuma di poesia. “Ogni pianta, ogni fiore raccontano Loretta ed Alessandra - ha una
sua qualità che oseremmo definire di una misteriosa magia. Non ti porti a casa una pianta ma un essere vivente che emette onde positive e contagiose, assorbite dalla casa e da chi ci abita. Non è un caso che alle fate piacciono piante e fiori. Qui da noi è vietato calpestare i sogni. Noi ci abbiamo messo l'amore, la passione e quello che è la conoscenza del mondo incantato”. Dunque, nella “Magia dei Fiori”, oltre alla presenza delle essenze arboree, le composizioni floreali vengono armonizzate attraverso tecniche moderne e sempre
innovative. L'oggettistica floreale (fiori finti, vasi in ventro, ceramiche, eccetera) è la massima espressione di questo luogo magico e onirico. “Chi viene da noi - dicono Loretta e Alessandra - entra in un luogo per trovare un po' di pace con se stessi”. Il negozio non si può raccontare. E' semplicemente nato dalla passione, dalle conoscenze e creatività di Katia, la signora di “Incantesimo Studio”. Una che di “magia” se ne intende: il sorriso che danza con la vita.
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COMUNITA'
Notte rosa con Mingardi-Tirelli
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Attilio Protti, re dei fuoconi Iniziato nel 2012. Da giovane apprendista fabbro. Una passione
Attilio Protti con i suoi fuoconi
GENIUS LOCI
Maurizio Tirelli e Andrea Mingardi
- La Notte rosa si è celebrata al meglio, con una partecipazione di turisti provenienti dall’estero e da tutta Italia e persone locali all’inverosimile. Tutta la Piazza ed il viale della Repubblica non era sufficiente a contenere il grande pubblico accorso per partecipare al grande ed entusiasmante e coinvolgente concerto di Andrea Mingardi, grande e noto cantautore e mattatore bolognese insieme all’inseparabile amico, il maestro Maurizio Tirelli, reggiano, di grandi doti e capacità, pianista e tastierista di fama e direttore d’orchestra di fama internazionale. Basti ricordare che a San Remo ha diretto Mingardi, Luca Barbarossa, la Pausini quando ha vinto e collaborato con tanti noti cantanti internazionali. Era seguito da un gruppo di musicisti di altissimo livello “la Blues Band”. Una serata indimenticabile con lunghe interruzioni di applausi e tanti grazie e riconoscimenti ai due artisti. GPF
FAMIGLIA
- Facesse i depliant promozionali e trovasse uno con la valigetta per andare a zonzo a vendere ci si potrebbe coltivare un'azienda: il prodotto c'è ed è eccellente. Invece, non è così. Il pensionato Attilio Protti li fa per sé e per qualche amico. I suoi fuoconi sono delle opere d'alto artigianato da lasciare in eredità ai figli. Possono durare centinaia d'anni. “Questo anche cinquecento”, racconta orgoglioso. Questo, come dice lui, è stato confezionato con dell'acciaio inox dello spessore di tre millimetri (lo standard è di un millimetro e mezzo) e rinforzato nelle parti più deboli. L'oggetto culto, il fuocone by Protti, viene fatto con il più pregiato dei materiali, l'acciaio inox e la saldatura in inox. Il primo, anzi i primi tre, li ha fatti per sé quasi per caso. Siamo nel 2012, è andato in pensione e come in una autentica famiglia romagnola il tempo si passa a tavola con gli amici. La griglia ne è una delle essenze. Attilio con la sua mente fotografa i fuoconi delle sagre e quelli dei marinai. Con il mistero della classica lampa-
dina che si accende decide di farsene uno da solo. Va a Montalbano acquista acciaio inox dismesso. Torna a casa. Taglia con la tranciatrice, due flessibili (piccolo e grosso) e poi via con gli elettrodi di acciaio adatti all'inox come saldatura. E questa meraviglia è bell'e pronta. E' bello da vedere ed ha particolari di rara funzionalità Ad esempio, lo sportellino da presa d'aria per ossi-
COMUNITA'
Una messa per Anna
- Per ritrovarsi insieme nel ricordo di Anna Conti, scomparsa prima del tempo nell'agosto del 2012, i familiari (il marito Salvatore, Tore per gli amici, e le figlie Chiara e Giorgia) la ricordano il primo agosto con una messa. L'appuntamento è il 1 agosto, alle 20,30, alla chiesa Stella Maris delle Fontanelle. Ad Anna diagnosticano la malattia il 5 otttobre del 2010. Non aveva che un forte malditesta. Non gli venne dato peso, dato che da anni era afflita da emicrania
genare il fuoco ha tre tacche per regolarne l'apertura. Si sposta anche grazie alle quattro ruote. Attilio Protti rappresenta al meglio le competenze italiche: saper far bene le cose. Nasce a Isola di Brescia, San Giovanni. A cinque anni arriva a Misano, in una casa colonica che oggi si affaccia sulla diga. Vi resta alcuni anni; poi la famiglia si trasferisce per 25 anni in
una seconda casa colonica sopra la “greppa” (oggi villa di Oliviero dell'omonimo città dell'abbigliamento). Attilio dopo le elementari è ragazzo di bottega dai Giulietti, una storica famiglia di fabbri a pochi metri da casa sua, sulla Nazionale. Inizia girando la manovella che dà aria alla forgia. La prima promozione è tagliare, raddrizzare e verniciare le doghe per le ringhiere. Dai Giulietti vi resta quattro anni. Poi va a Portoverde, rimessaggio barche. Due anni di militare in marina. Ritorna e fa il camionista. La pensione. Ed è storia di oggi. La prima commissione gli è giunta dal nipote Roberto: un fuocone per alloggiare due griglie. Sul davanti della sua casa misanese un pennone di acciaio inox dove dal 1982 sventolano due bandiere: quella dell'Italia e quella dell'Inter. Sul retro della una serie di comodità (tra cui un elegante tavolone da compagnia costruito da solo con ferro e tavole da cantiere) e l'amata attrezzatura per lavorare l'acciaio. Nei tanti lavori che fa, Attilio ha il vezzo di dare le inclinazioni con un gommino ad acqua. “Si è precisi almeno quanto usare il laser. Con la nuova tecnologia è venuto un mio amico per canzonarmi. Ero stato preciso al millimetro”.
POLITICA - LA REPLICA -
Mignani:“L'11,75enon11%” Antonio Mignani (lo scorso 25 maggio candidato a sindaco FI-Fli)
Indonesiani, Misano Cella capitale - Misano ha raccolto una buona parte della comunità indonesiana delle Marche e dell'Emilia Romagna lo scorso 22 giugno presso il ristorante “Due Archi” di Misano Cella. Gestito da Antonio Pazzaglini e signora, la Kadè, indonesiana, una volta la settimana, su richiesta propongono anche le specialità di quel lontano paese. La rimpatriata è stata in occasione delle loro elezioni politiche. Si sono ritrovati a Misano Cella ed hanno depositato il suffragio nella speciale urna. Nel suo piccolo Misano ha orizzonti cosmopoliti. “Due Archi” è uno dei ristoranti più gettonati dai team che frequentano il circuito Simoncelli.
- Antonio Mignani col suo solito sorriso che si potrebbe definire monello, lo scorso 26 giugno piomba in redazione. Si lamenta di essere stato bistrattato dal giornale nell'articolo di giugno a commento delle elezioni. Che chi scrive fosse di parte. Le sue precisazioni: “Non è vero che dopo Giannini c'era il vuoto. La mia lista, Forza Italia e Fli ha preso l'11,75% e non l'11% come voi avete scritto. Mentre i grillini hanno preso poco più del 28% e non circa il 30”. Il giornale a pagina 25 aveva dato le percentuali delle 5 liste precise al centesimo. Esattissime. Chi scrive ha guardato quegli occhi svelti di Antonio Mignani ed ha cercato di argomentare. Se Giannini ha preso poco più del 50%, i grillini quasi il 30 e il terzo l'11%; quella differenza non può che essere definita vuoto. Dopo ognuno è libero di raccontarsi la propria realtà. Quanto ad essere di parte forse Mignani ha ragione: cerchiamo di raccontare i fatti nudi e crudi. Mentre l'interpretazione cerca di poggiare su basi etiche. Con i valori che aiutano la comunità a migliorare. Ed una comunità è migliore in base alla giustizia sociale. L'Italia è al penultimo posto in Occidente; fa peggio soltanto il Portogallo. Ecco dove stanno molte delle nostre rovine economiche: nell'ingiustizia sociale.
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MISANO
Circa 140 allievi. Il saggio di giugno chiude l'annata scolastica. L'orchesita Diesis 2004
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Vivaldi, grande scuola di musica CULTURA
- L’attività della scuola di Musica di questo anno scolastico si è appena conclusa e con grandi soddisfazioni per i risultati conseguiti. Diversi sono stati i saggi organizzati per dar modo agli allievi di esibirsi in pubblico: tre serate a Misano Adriatico dedicate alla classica presso il Cinema Teatro Astra, una in Piazza della Repubblica per gli allievi dei corsi a indirizzo moderno e tre saggi concerto fuori sede che hanno visto la partecipazione dei ragazzi all’orchestra Diesis 2014, un progetto in collaborazione con l’Associazione Eufonia al quale la nostra scuola aderisce ormai da di-
versi anni. Grazie al gemellaggio tra le scuole che quest’anno sono state quattro, il Centro Musicale A. Vivaldi di Misano Adriatico, la Scuola comunale di musica di
Savignano sul Rubicone, la Scuola di musica Eufonia di Rimini e la Nuova Scuola Comunale di musica “Vassura Baroncini” di Imola e l’orchestra Diesis 2014 co-
stituita dagli allievi delle varie scuole è stata diretta dal maestro Ivano Moiri. Questa iniziativa è nata per dar valore allo studio e alla pratica dello strumento
musicale attraverso l’incontro e lo scambio di idee tra ragazzi che condividono una stessa passione e viene portata avanti a fianco dei corsi tradizionali per dar valore allo
studio e alla pratica dello strumento musicale. Creano un’interessante opportunità d’incontro tra bambini, ragazzi e adulti che condividono una stessa passione. L’esperienza della musica d’insieme educa a sentirsi gratificati come parte di un gruppo a prescindere dalle capacità individuali conseguite e aiuta a controllare l’emotività nel momento in cui si sale sul palcoscenico La realizzazione dei saggi finali è il frutto della collaborazione di tutto lo staff della scuola: Maria Grazia Brunelli, Fabrizio Gamboni, Davide Giuliani, Marcella Ghigi, Annalisa Trizio, Massimo Marches, Joy Salinas, Roberto Pizzagalli e dell’entusiasmo dei suoi 140 meravigliosi e appassionati allievi.
MISANO
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Dal Comune 5 borse di studio. Bravisimi e pieni di idee. Altro che bamboccioni
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CULTURA
Ginestra, pennellate di Sirio
Il sottopasso di Misano Brasile
lezioni ai ragazzi delle medie sulla storia della cara e vecchia Europa in cerca di un'identità. Morotti-Palomba. “Un oscar da cani: concorso di mostra canina”. Ovvero sensibilizzare la comunità sugli animali e tentare di farne anche un evento turistico. Guagneli-Ruggieri. “Concamminando nell'entroterra”. Passeggiata lungo il Conca con finale a base di piatti tipici. Maicol Buresta (Fuoriorario). “Radio Messicano: la web radio dei giovani per i giovani”. E' un mix dove fare musica, cultura,
- Sirio Selva è di Misano Cella. Ne potrebbe anche raccontare la storia dal dopoguerra ad oggi, attraverso case coloniche e famiglie. Ha nella memoria filari e prode. Raffinato osservatore della natura. Da sempre scrive poesie.
Ginestra Ai margini, il viale d’ombre è folto. S’erge la ginestra, là avvolto arbusto tenace, flessuoso non fiorì a grappoli aurei dal delicato profumo come una giovane piaciuta. Anche nella ripa arsa, arida è vigorosa assai più di una donna fertile, ubertosa. Ora adusto e spoglio il greppo, fugge il tuo ornato, volano i petali lontano. Caduca, svanita la tua bellezza, sminuito e dimenticato il tuo splendore, non più solivo e forte, avversa, naturale è la sorte. Sirio Selva
Giovani, una caterva di “folli ”idee - “Affamati e folli’ questi giovani misanesi, direbbe Steve Jobs, il fondatore di Apple. Uno degli ultimi esempi è il concorso di idee, “Comunementegiovani”, con in palio cinque borse di studio di 500 euro l'una istituito dall'assessorato alle Politiche giova-
nili retto da Livia Signorini. Sono stati presentati cinque progetti. Protagonisti i ventenni: Jacopo Ciaroni e Matteo Serafini, Daniele Morritti, Davide Palomba e Matteo Morotti, Elia Guagneli e Alessandro Ruggieri e da Maicol Buresta per l'associa-
zione “Fuori orario”. Ciaroni-Serafini. “Cittadino creativo”, il loro spunto. Un mix di arte e musica: graffiti nel sottopasso del Brasile e concerto nel Parco del Sole a pochi metri. Morritti. “A proposito di Europa”, il suo tema. Tenere delle
informazioni, eventi, e altre sane “follie”. A leggere i progetti, si realizza che le persone sanno creare cose fantastiche. Che i giovani vanno aiutati affinché possano sprigionare energie, sorrisi e tensioni di ogni tipo.
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Inaugurato lo scorso 15 giugno alla presenza del sindaco Stefano Giannini.
Bagni 61: quando l'innovazione, è bellezza e allegria Luogo con i colori delle emozioni Una serata di festa con l'atmosfera da aia romagnola Il bagnino Filippo Pangrazi con il babbo Tiziano, bagnino di salvataggio
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Utilizzati materiali all'avanguardia. Ordinato, spazi ristoro, area per bambini, punto lettura
Bagni 61: eccellenza misanese - Fino allo scorso anno era il bagno di Gianni Bertuccioli (Gianni 'ad Nebbia), con Filippo vicino ad imparare e a dargli un aiuto. Da quest'anno è il Bagno di Filippo (Filò, per gli amici). Si sta parlando della zona 61 di Misano Adriatico; si trova all'altezza del-
la rotonda della San Pellegrino: inaugurata lo scorso giugno alla presenza del sindaco Stefano Giannini, del comandante dei carabinieri Nicola Travaglino, di tanti colleghi bagnini. E di tantissimi clienti, amici e fornitori. Il geometra Marco Giulietti
ha progettato con un odine creativo. Ci ha messo dentro: funzionalità, bellezza, design, colori, verde, fiori, area gioco per bambini, zona ristoro, frigorifero per i clienti, punto lettura. Un bagno pr disabili che si apre con una foto-cellula. E ancora: piante, fiori, gazebi per il ristoro, fasciatoio, angolo bambini fino a quattro anni, rispostiglio per gli oggetti, due campi di beach tennis e uno di basket per i giovani e non solo. Soprattutto la travolgente passione per i rapporti umani e il lavoro della famiglia Pangrazi.
Del giovane Filippo e del babbo Tiziano il trascinatore, anche se fa altro. E' un bagno che proietta Misano a livelli eccellenti. Al top. E' il luogo che ti vuole far sentire come a casa, con tutti i comfort, la tecnologia, il design. Ti vuole mettere a tuo agio con un abbraccione particolare: il calore della Romagna di un tempo ed i colori che guardano al futuro. La serata del 14 giugno è stata una bellissima festa; dietro i tavoli a servire gli amici di Tiziano. Tanti amici: Giorgio, Giuliano, Renato, Luca, Nello (il Bello), Adriano, Romina, Enrico... E anche questo è un particolare che dà il senso di chi sa farsi voler bene senza fatica. Il Bagno Filò 61 è uno stabili-
- L’impresa edile Cuccarini nasce nel 1989, ma affonda le sue radici in una solida tradizione familiare, dove l’esperienza maturata si fonde da sempre con la migliore tecnologia costruttiva per offrire al cliente un prodotto di elevata qualità. Oggi l’impresa conosce un rinnovamento tecnico ed organizzativo capace di gestire con flessibilità le diverse esigenze della clientela: edilizia privata e industriale, NUOVE COSTRUZIONI, RISTRUTTURAZIONI, opere di urbanizzazione in conto proprio e in appalto. Cuccarini è anche CON-
mento attrezzato per le emozioni e il comfort (ad esempio i nuovi lettini hanno una trama che fa cadere la sabbia) e le emozioni: Per creare tutto questo sono stati utilizzati materiale all'avanguardia come le passatoie in materiale Woodn. Ci sono numerosi particolari che strizzano l'occhio. Ad esempio le docce sono in acciaio inox di design. L'ingresso principale che ti porta in una specie di piazza del Bagno ha una passatoia di un materiale innovatico: non scotta; nell'ingresso secondario una passatoia classica che ti porta al mare con un tocco di semplice ed efficace comunicazione: colorata con le tinte della bandiera italiana: il verde, il bianco e il rosso.
La Building green economy SULENZA E PROGETTAZIONE DI INTERNI, OMPUTI METRICI E PRATICHE CATASTALI, il tutto gestito da personale tecnico capace e responsabile e coordinate con esperienza trentennale. Qualità del prodotto finale, gestione accurata del rapporto con il cliente e puntualità della consegna fanno la forza e l’impegno dell’azienda, che controlla tutte le fasi della costruzione fino alla consegna dell’opera finita. Oggi l’impresa vuole Innovarsi: IL MERCATO EDILI-
ZIO, CHE NEGLI ULTIMI ANNI CI HA DATO MOLTO DA DISCUTERE CON LE SUE PROBLEMATICHE E SFACCETTATURE, STA CAMBIANDO; SI STA EVOLVENDO VERSO UN MODELLO SEMPRE PIU’ TIPICO E CARATTERISTICO CHE E’ QUELLO CHE CI HA INDICATO IL NORD EUROPA, OVVERO QUELLO DELLA “GREEN BUILDING ECONOMY”. NOI VOGLIAMO RIMETTERCI IN GIOCO, VOGLIAMO TORNARE AD ESSERE PROTAGONISTI PUNTANDO SULLE NUOVE COSTRUZIONI IN LEGNO.
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Sono di Pangrazi. Inaugurati lo scorso giugno, presente il sindaco Stefano Giannini Le docce
Zona illuminata a led, i colori cambiano a rotazione La veranda del “casotto” del bagni è di doghe di alluminio che si modulano con un telecomando
Altro particolare da raccontare è la tenda frangisole del cosiddetto capanno del bagnino. E' fatta di doghe d'alluminio mobili che si possono regolare con una pulsantiera; la luce la si fa filtrare in base al sole. Innovazione, nuovi materiali, ma anche tocchi molto romagnoli, seppur rivisitati dalla creatività di Filippo. Come le boe portate dal mare lo scorso inverno; sono
state verniciate di bianco e sono diventate eleganti seggiolini minimalisti. Sempre per rimanere nell'arte di creare dal nulla; di trasformare la funzione di un oggetto in qualcosa d'altro, sono da ammirare i tombini di cemento diventati fioriere. Pitturati di bianco, su un lato sono state impreziositi con stampe evocative: il sole, il secchiello. Uno, quello vicino al capanno reca il il volto scanzonato e bruciato dalla salsedine di Gianni (il personaggio-bagnino scomparso prima del tempo lo scorso maggio), Filippo e Tiziano hanno restaurato la sua bicicletta. Filippo ha solo 21 anni, ma fa il bagnino già da sette. Fino allo scorso anno è stato anche bagnino di salvataggio. Sulla torretta ha fatto staffetta con il babbo Tiziano. Come ben sanno i misanesi, Tiziano è ondate spumeggianti di simpatia, sempre dispensata con il garbo e le buone maniere. Il sorriso. Per 30 anni è stato uno dei volti della Conad Rio Agina di Misano; prima, per cinque anni, era stato bagnino di salvataggio a Misano Brasile. C'è anche una sua immagine giovanile che con una certa nostalgia ti riporta indietro nel tempo. Le divise di oggi sono tutt'altra cosa, un po' come quelle dei calciatori o dei tennisti. E qui si entra nel romanticismo e qual-
cuno potrebbe anche andare alla ricerca del tempo perduto. Abbandonate le divise giallorosse della Conad, Tiziano quest'anno è ritornato a fare il bagnino di salvataggio. Un anno che ha qualcosa di fatidico: il figlio che armeggia con ombrelloni e lettini e lui è lì in torretta a scrutare i turisti e ad ammirare rumori e silenzi del mare. Tiziano aveva una grande passione le moto. Era il capo-tifoso dell'ex campione Loris Capirossi (Capirex, per gli amici). Invece, Filippo è uno dei pochissimi romagnoli tifosi della Lazio. La pasisone gliel'ha appiccicata una zia “romana” che andava spesso a trovare. Sono stati i parenti a trasmettergli il fascino dei biancocelesti. Invece, il tifoso laziale numero uno di Misano, Sgrilletti, ex vigile, persona perbene, gli ha regalato un megaposter della Lazio che vinse lo scudetto negli anni settanta. Per l'inaugurazione del bagno c'erano anche gli amici del Lazio Club di Pesaro. Una curiosità, Filippo non si perde una partita all'Olimpico; è stato anche intervistato come tifoso romagnolo. La sua e la Lazio è una storia molto bella. Torniamo al Bagno. Se di giorno è semplicemente bello con fiori e fiori ovunque, il design, l'armonia degli spazi, la bellezza degli oggetti, di sera si presenta con un'illuminazione a led con tutti i colori dell'arcobaleno. Si può fare il bagno anche di sera. Come dice l'aammiraglio riminese Mainardi: il mare c'è anche di notte. Come la sabbia.
Gli itinerari della buona tavola
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Pomodoro, 300 anni per diventare il principe dell'estate - Il principe della dieta mediterranea non ha proprio nulla di Mediterraneo. Insieme a mais, patata, arriva dall'America grazie a Cristoforo Colombo. Nei primi tempi venne coltivato solo negli orti botanici, come una rarità. E' solo dalla metà del '600 che inizia ad essere prodotto su vasta scala. Non per scelta, ma per necessità: la fame. E l'orto era considerato zona franca del podere; non c'era corresponsione verso il proprietario. La pasta col pomodoro inizia ad arrivare sulle tavole solo ai primi dell'800 ed in quelle delle famiglie ricche. Le classi sociali più basse erano troppo conservatrici e prevenute verso il nuovo. Il pomodoro è nativo della zona del Centro America, Sud America e della parte meridionale del Nord America. Gli Aztechi lo chiamarono xitomatl, il termine tomatl indicava vari frutti simili fra loro, in genere sugosi. La salsa di pomodoro divenne parte integrante della cucina azteca. Si diceva che il pomodoro avesse proprietà afrodisiache; sarebbe questo il motivo per cui i francesi anticamente lo definivano
Il tipico frutto del Mediterraneo arriva dall'America nel 1540 portato dallo spagnolo Cortés. Ha rivoluzionato la “povera” cucina delle terre che si affacciano sul “nostro mare”. Nei primi tempi coltivato negli orti botanici. Di pubblico utilizzo solo dalla metà del 1600, causa la fame pomme d'amour, “pomo d'amore”. La credenza è presente anche in Italia. In alcuni paesi dell'interno della Sicilia, è indicato anche col nome di pùma-d'amùri (pomo dell'amore). Si dice che dopo la sua introduzione in Europa sir Walter Raleigh avrebbe donato questa piantina carica di frutti alla regina Elisabetta, battezzandola col nome di
apples of love (pomo d'amore). In Europa arrivò nel 1540 quando lo spagnolo Hernán Cortés rientrò in patria e ne portò gli esemplari; ma la sua coltivazione e diffusione attese fino alla seconda metà del XVII secolo. E fu figlia della fame e dell'aumento della popolazione Arriva in Italia nel 1596. Più tardi, trovando condizioni climatiche favorevoli al sud, l'originario
colore oro, che diede il nome alla pianta, diventa rosso, grazie a selezioni e innesti. L’industria del pomodoro è tipicamente italiana. La sua culla sarebbe stata Parma, nelle cui campagne dopo la metà dell’Ottocento i contadini producevano pani di polpa essiccata, al sole, e non per nulla chiamati “pani neri”. Avrebbe imposto la svolta il professor Rognoni, docente all’Istituto tecnico di Parma, che avrebbe sperimentato la coltura, nei propri poderi, dal 1865, e sarebbe stato protagonista della diffusione, prima del 1895, dei primi processi razionali, presto adottati da numerosi laboratori artigianali. Nel 1875 il piemontese (era di Asti) Francesco Cirio creò, intanto, a Napoli, la prima industria conserviera meridionale.
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“Un filo rosso unisce queste vicende: la politica dell'irresponsabilità”
Bilancio, Unicredit, Vgs, democrazia
Cartolibreria Binda Cattolica
S. Giovanni M.
Soluzioni per l'Ufficio - Libri tecnici Regalistica - Penne di prestigio CATTOLICA - Via XXIV Maggio 7 Tel. 0541 - 967829 Fax 962386 e-mail: cartolibreriabinda@libero.it
Palazzate
di Cecco
Oggetti smarriti - Leggiamo: “Oggetti smarriti: rivolgersi all'Ufficio Economato”. E per un'Amministrazione che si è smarrita a chi bisogna rivolgersi? Mal bènch dla scémia?... Avvelenamenti - Leggiamo: “Cani avvelenati, i cittadini in Comune per chiedere aiuto”. I farà bén? U j'è un'arièta margiosa tal Cumun. Os-cia!...
L'INTERVENTO
Trc a Cattolica - Leggiamo: “Il Trc deve proseguire fino
di Alessandro Bondi* Un filo rosso. Cosa unisce la trattativa Unicredit per l’ospedale di Cattolica, col bilancio di previsione del Comune e la riscossione delle fidejussioni per le opere incompiute del cosiddetto VGS? Presto detto: la politica dell’irresponsabilità. Quella che esalta le mirabilie di chi amministra la città, fagocitando i figli che hanno lavorato per offrire almeno soluzioni tecniche agli errori passati di cui più nessuno è padre. Così l’amministratore di oggi, e chi spera di esserlo domani, rivendica meriti e rifiuta responsabilità: lui rappresenta la continuità politica di un partito che ha per 70 anni governato la città senza macchia; lui è stato eletto grazie a questo partito; lui ha cambiato la maggioranza eletta nel silenzio del partito; ma lui non risponde politicamente degli errori di questo partito. In consiglio, tre questioni. Così tutto rimane: vecchio e nuovo della politica, Matteo Renzi rottama e Cattolica ricicla. D’altronde, le scelte scomode sono obbligate perché altrimenti c’è il dissesto, perché la città non può rimanere senza servizi, perché i cantieri devono ripartire. Poco importa che i 7 miliardi di lire per l’ospedale siano diventati 45 e ancora oggi si discuta se l’ospedale debba essere chiuso. Poco importa che il tecnico, per giustificare la transazione Unicredit, debba sottolineare il limite massimo raggiunto quest’anno dalla tassazione del nostro Comune (2,6 milioni di euro in più che d’ora in poi i cittadini pagheranno) e, il politico, faccia invece intendere che l’aumento dell’imposizione locale è per pagare sia lo Stato onnivoro sia e soprattutto le rate per la transazione Unicredit che, piccolo dettaglio, valgono solo un quinto dell’aumento erariale (475.000 euro per tre anni). Poco importa che il VGS per dieci anni sia rimasto un enorme cantiere che ha stuprato parco, scuola e città tutta per offrire, oggi, rifugio ai ratti e, domani, giochi e commerci che in altre parti della città dovranno chiudere perché non c’è abbastanza mercato. Il problema non è fare, ma tacere le conseguenze del fare. Poi si potrà sbagliare, poi si potrà negare il danno erariale rivendicando l’opportunità politica della scelta. Ma sarà una scelta consapevole. Bilancio. Rimanendo sui temi proposti. Certo è bene con-
“Politica che esalta le mirabilie di chi amministra la città, fagocitando i figli che hanno lavorato per offrire almeno soluzioni tecniche agli errori passati di cui più nessuno è padre. Così l’amministratore di oggi, e chi spera di esserlo domani, rivendica meriti e rifiuta responsabilità: lui rappresenta la continuità politica di un partito che ha per 70 anni governato la città” tinuare sulla strada faticosamente impostata nei primi due anni per abbattere il debito comunale ed esaltare i vantaggi finanziari di quel bilancio sperimentale fino poco tempo fa inviso a tanti della giunta. Male è perdere il valore del bilancio sperimentale, strumento per rendere credibili i progetti e controllabili le spese. Ma di questo si tace. Forse perché quest’anno è mancato il tradizionale confronto allo Snaporaz dove s’illustravano le politiche di bilancio. O forse perché, pur approvando ancora il bilancio a metà anno, nulla si è detto della metodologia e degli scopi perseguiti che, per esempio, l’anno scorso hanno riportato a pareggio i 2,9 milioni in più chiesti in gennaio dai servizi comunali impostando un lavoro che, nel 2014, doveva portare al contenimento delle spese, incidendo per la prima volta significativamente sulle spese del personale e rinegoziando con i gestori i contratti per le utenze, così da finanziare le necessarie manutenzioni con i risparmi della spesa corrente, anziché con i ricordati aumenti di tasse e imposte. VGS. Certo è bene escutere le fidejussioni a garanzia delle urbanizzazioni del VGS. Male è non ammettere che se si sono ottenuti soldi, pur ridotti dal generoso riconoscimento di lavori, è grazie alla perizia di quell’avvocatura civica costretta a recedere dalla convenzione col nostro Comune per “incompatibilità ambientale” con alcuni personaggi dell’amministrazione. Certo è bene adoperarsi per riattivare un cantiere. Male è sentire ancora oggi che le opere sono soggette ai gusti o che si fanno per creare posti di lavoro, dimenticando che il VGS fu proposto come un modello di sviluppo della città affacciato alle
finestre delle nostre scuole. Un progetto che ha compreso una sorta di casinò, che non ha offerto valutazioni di vero impatto ambientale, che ha scoperto nel terreno una stele dauna e ricoperto di cemento una necropoli romana insieme a un villaggio dell’età del bronzo; un progetto a suo tempo debitamente approvato dal partito oggi senza padri. Unicredit. Certo è bene che la transazione Unicredit sia stata ripresa. Male è che non si sia detto che è stata conclusa una settimana prima del ricorso per ottenere la difficile, ma non impossibile, sospensione della provvisoria esecuzione della sentenza di primo grado. Certo è bene che la banca abbia transato. Male è farla passare per un suo atto di generosità che ha evitato il dissesto del Comune. Perché la banca ha fatto i suoi interessi, gestendo il finanziamento del Comune di Cattolica nonostante una procedura amministrativa abnorme; vedendo soddisfatto dal Comune integralmente altro debito; ottenendo buona immagine e, in tre anni, un altro terzo della somma capitale unita agli interessi che altrimenti la banca avrebbe avuto difficoltà a recuperare mandando in dissesto un Comune. Leggendo le carte. Certo è bene chiudere i contenziosi. Male è tacere come. Perché, scaricando dal sito pubblico del Comune gli allegati della transazione Unicredit, curiosamente coperti da una clausola di riservatezza, si scopre che l’accordo si dovrà intendere risolto con reviviscenza della possibilità di ogni diritto derivante dalla sentenza di condanna di primo grado ormai inappellabile, se si realizzeranno le condizioni per l’applicazione delle procedure finalizzate al ri-
pristino dell’equilibrio finanziario del Comune. Male è tacere che questa transazione sacrifica l’appello contro la sentenza di primo grado che aveva affrontato un solo punto delle doglianze proposte dalla difesa del Comune. Male è tacere che l’appello era stato presentato alla stessa sezione di Bologna che su punti simili in tema di derivati aveva dato di recente ragione alla nostra avvocatura civica. Male è tacere che questa transazione indebolisce gravemente il fronte con l’altra banca coinvolta nei debiti per l’ospedale, debito garantito da azioni del Comune che, pur difficili da vendere, offrono patrimonio e dividendi ignorati dai consiglieri che hanno deliberato per la transazione. Male è tacere che nessun accordo può infine impedire che, per esempio, gli amministratori passati, nei cui confronti l’Unicredit può ancora agire, contestino la transazione presso la Corte dei conti che, sempre per un debito dell’ospedale, ebbe da ridire sulla transazione conclusa dal Comune con altra banca e su altri atti offrendo il 60% del capitale finanziato. Democrazia. Si dice che gli elettori amino chi mente e detestino chi dice loro la verità (Flinders), perché pensano che la democrazia possa portare loro la felicità, e dunque, votano per la felicità. Ma la felicità è affare della società, mentre la democrazia è questione di governo; strumento e non fine per la tutela dei diritti (Bobbio), a volte faticoso, sempre migliorabile, che certa burocrazia contrappone all’efficacia dell’azione amministrativa. La democrazia presenta l’innegabile vantaggio del rispetto della minoranza che potrà diventare la maggioranza di domani. La democrazia ha in sé l’idea che l’insieme consapevole e informato sia superiore alla somma dei suoi individui. Però la democrazia chiede una narrazione che racconti senza omettere parti della storia, con trasparenza nel fare e coerenza nel dire. A Cattolica succede sempre più raramente. *Già assessore al Bilancio
a Cattolica”. Parole e musica del segretario Pd Alessandro Montanari. Fantozzi avrebbe detto: “Una boiata pazzesca!”. Un t'è bast la badiléda ti dént che l'avù al Pd d'Arciun? Caz!... T.R.C. - Leggiamo: “Maretta nel Pd: Luca Ercolessi si sospende in polemica col segretario Montanari dopo l'uscita sul TRC”. Traduciamo: T (Trasporto) R (Riccione) a C (Cattolica). Autista: Renata Tosi e il centrodestra. Chi burdèl dal Pd i n'ha capì che adès la bol sa du batèch. E po i fa i "bravòn"... Dopo Riccione... Cattolica - Leggiamo: “La vittoria del centrodestra con la Tosi a Riccione spaventa il Pd”. I fa finta ad gnint, ma un squizèt ad mèrda i l'ha fat. Os-cia che puza!... Strisce blu - Leggiamo: “Parcheggi, altre 90 strisce blu”. E giù sold! Li pèr blu ma li è nìrie. Cume dì: incazèd nir!... Telecamere - Leggiamo: “L'assessore Leo Cibelli elenca i vandalismi in città e annuncia l'arrivo di telecamere”. Domanda: può essere considerato vandalismo la cattiva condotta di un'amministrazione? Se affermativo ci vorrebbe una telecamera anche nel Palazzo. Os-cia! Questa l'ha il calzét... Rinnovamento Pd - Leggiamo: “Scontro Pd, Montanari boccia Tura. Dice il segretario: ‘Una sparuta minoranza non blocca il rinnovamento’”. E quèl al sarìa al ‘rinnovamento’? Madunéna sènta! Um si strimulés tut al sangue... 900 firme - Leggiamo: “Novecento firme contro la nuova viabilità. ‘Faremo un referendum per cambiarla’”. Ciò, la simpatia dal séndaca la crès a vésta d'oc. Dambat!... “Abbattiamo 300 alberi” - Leggiamo: “Leo Cibelli (assessore Pd): ‘Per rifare i marciapiedi abbattiamo 300 alberi”. Cibelli, t'vo fè i marciapìd o un campsènt? Osc-cia!... Causa persa. Chi paga? - Leggiamo: “Il Comune perde la causa con la dirigente e paga le spese legali”. E adès chi pèga? Ad solite chi ha fat li patachèdie... O nà!... Vgs - Leggiamo: “Il Comune riporta in vita il Vgs”. Prima al Pd l'ha vlù sta brutura a tut i cost. Adès i l'arvò purtè in vita. Basta ch'in sbaja un'èlta volta la canèla dl'uségine sa la cana dal gas. E via a strasnùn cume i chèvle dla Simbrìa. Caz!... Artisti di strada - Leggiamo: “Stop agli artisti di strada. Firmata l'ordinanza”. Tla Catòlga un s'po più fè li pupazèdie pla strèda. Alora snò drénta al Cumun? Stì luvaciòn!... Cimitero - Leggiamo: “I ladri fanno razzia di rame nel cimitero, rubati oltre 250 metri di grondaie”. Ciò, e nisun cl'ava fiadè. Fra tut quant chi'è i n'ha mos un déda. Bèl pusticìn!... Porte aperte all'Ospedale - Leggiamo: “Ladri entrano nel Pronto soccorso e rubano attrezzatura per colonscopie”. L'è strèn st'uspidèl. Us po rubè, us po scapè fora da la sala operatoria sal camice, brèta e mascaréna per andè a fumé e parlutè si amich... A sin sigur cl'è tut a post?...
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A capo Gino Morbiducci. Nel settembre 1944 fu nominato sindaco dagli alleati
La Banda Massi 1944-2014 LA RESISTENZA RACCONTA
Gino Morbiducci Isabella Monticelli
di Maurizio Castelvetro* APPELLO - Una delle pagine meno conosciute e poco indagate sinora della storia della Resistenza in Valconca è quella che riguarda la «Banda Massi» (talvolta indicata come «Brigata»), operante nella bassa Valconca a cavallo tra Marche e Romagna, nota nella storiografia sinora esistente con pochi cenni che ne indicano come principale caratteristica quella di essere una formazione partigiana autonoma di matrice cattolica. Secondo i resoconti forniti dalla stessa formazione essa si era formata alla fine del 1943 ed era strutturata attorno alla figura del tenente colonnello Comm. Dott. Gino Morbiducci (1896-1970). Nativo di Cattolica e trasferitosi a Milano, di professione giornalista e pubblicista, Morbiducci in uno scritto autografo si definiva «di idee democratiche cristiane», perseguitato come antifascista sin dagli anni ’20, arruolato nell’esercito sul fronte francese e poi esonerato quando stavano per inviarlo in Russia, affermando di essere entrato in diretto contatto in Piemonte con la Resistenza attiva nella valle del Sangone (una zona dove curiosamente operava il quasi omonimo comandante Mario Morbiducci M.O.V.M.) e da lì di essere rientrato a Cattolica nella casa natale (l’edificio ad angolo tra via N. Sauro e via Garibaldi recentemente ristrutturato) ove aveva costituito la “Banda Massi” «alle dipendenze del Partito Democratico Cristiano», intitolata alla memoria un suo compagno caduto nel nord Italia; nell’estate del 1944 era sfollato con tanti cattolichini lontano dalla costa, in un podere di sua proprietà in zona Levata, a Saludecio. Nell’elenco dei membri del gruppo venivano indicati il tenente Aiutante Maggiore Dott. Giovanni Parmeggiani (militare in Jugoslavia, scampato alla cattura da parte dei tedeschi e rifugiato nel 1944 a Pirano di Tavullia), i Capi Gruppo Mario Gabellini, Pietro Bacchini, Nicola Santi, una responsabile per i collegamenti (staffetta) la coraggiosa Paola Baldassari e la giovanissima Segretaria del Comandante Isabella Monticelli (tutt’ora vivente, recentemente inserita nel documentario «PER NON DIMENTICARE... Testimonianze fotografiche delle donne partigiane del Riminese» realizzato dal Coordinamento Donne di Rimini <http://
Chiunque sia in grado di fornire ulteriori particolari dell’episodio o dei personaggi è pregato di mettersi in contatto con la redazione de la Piazza o scrivere a castelvetro@email.it Grazie!
vimeo.com/92599160>). A tali nominativi seguivano numerosissimi altri civili, indicati a vario titolo come patrioti, combattenti, informatori, partigiani appartenenti alla Banda sino a raggiungere il considerevole numero di 80 elementi (pochissimi dei quali successivamente riconosciuti come partigiani). Venivano indicati anche i feriti ed i caduti della Banda: tra questi ultimi i due bersaglieri Rasi e Spinelli ed il settantenne bracciante di Tavullia Biagio Angelo Foschi, ucciso nel rastrellamento del 14 giugno. Nelle relazioni disponibili erano elencati numerose azioni compiute nel 1944: il trafugamento delle armi che portò alla fucilazione di Rasi e Spinelli, il tentativo di liberarli, il rastrellamento dei bersaglieri repubblichini che lo precedette (descritto come un vero e proprio conflitto armato tra la Banda Massi ed i fascisti), la cattura di Parmeggiani e le torture inflittegli, il recupero di informazioni ed armi, i sabotaggi, la propaganda antifascista, ecc.: tutto descritto nel contesto strutturato di una organizzazione di tipo militare. L’ambito operativo della banda, indicato da una mappa allegata ad una delle relazioni, corrispondeva piuttosto inverosimilmente alla zona di pri-
ma linea del versante collinare della valle del Foglia sopra Montecchio, la Linea Verde n. 1, pesantemente fortificata e resa arida dalle distruzioni preventive e sistematiche operate dai tedeschi; in realtà i membri del gruppo operarono esclusivamente nei dintorni di Cattolica, Gabicce, Gradara, Tavullia e Saludecio. La formazione era anche dotata di un vero e proprio motto, alla maniera dell’esercito: «Per aspera ad astra» [trad.: attraverso le asperità alle stelle]. Tali referenze, presentate nel settembre 1944 all’indomani della liberazione di Cattolica, convinsero i nuovi governanti anglo-canadesi dell’AMGOT (Allied Military Government of Occupied Territory = Governo Militare Alleato dei Territori Occupati), secondo una politica di depotenziamento del ruolo militare e politico della Resistenza voluta sino ad allora dagli alleati, a nominare sindaco il moderato Morbiducci in sostituzione del comunista Giuseppe Ricci, comandante dei GAP di Cattolica, nominato sindaco dal C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale) di Cattolica, formato dalla rappresentanza di tutti i partiti usciti dalla lotta di Resistenza, che veniva così destituito di autorità.
CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI
Il programma di luglio - Sabato 12 ore 20,30: Ballo con ‘Claudio Group Music’. A metà serata sarà servito un picolo rinfresco. Contributo 7 euro. - Sabato 19 ore 20: Ballo e cena con il gruppo ‘Palazzi’. Contributo 17 euro. - Sabato 26 ore 20,30: Gran Ballo con l'orchestra ‘I Ragazzi di Romagna’. Piccolo rinfresco. Contributo 7 euro. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 347-9752583 339-4995417
Tale inaspettata nomina creò attriti con i disconosciuti rappresentanti del C.L.N., i quali rimasero peraltro stupiti della esistenza in zona di una banda partigiana di tale rilevanza... ma a loro del tutto sconosciuta! Oggi, grazie alla recente riscoperta di importanti documenti anche autografi contenuti negli archivi del P.C.I. di Cattolica, sappiamo che si avviò da parte del C.L.N. una indagine conoscitiva (incaricando a tale scopo Cino Ubalducci e Wilmo Piccioni) cercando riscontri e testimonianze di quanto affermato da Morbiducci, in quanto apparivano numerose discrepanze relative a fatti avvenuti e personaggi coinvolti, ed interrogando anche gli stessi personaggi da lui indicati come protagonisti delle azioni della Banda Massi. L’indagine su «Morbiducci Romanziere» (come lo definì un anonimo informatore del C.L.N.) fu effettuata in maniera formale ma avvenne in alcuni casi con caratteristiche di tale segretezza – in linea con i metodi della lotta clandestina – da arrivare sino alla proposta di utilizzo di un «codice segreto». Parallelamente si svolgeva l’attività di governo cittadino e procedeva la difficile opera di ricostruzione, e lo stesso Morbiducci sosteneva la intitolazione del lungomare a Rasi e Spinelli, deliberando la loro designazione a cittadini onorari di Cattolica. Il risultato della ricerca avviata dal C.L.N. portò ad ottenere una quantità di testimonianze firmate tale da mettere in dubbio la veridicità di numerosi episodi e pertanto la effettiva operatività della banda partigiana di Morbiducci e del suo stesso ruolo di comandante, come espresso nei ver-
bali della seduta dell’8 ottobre 1944: «Il Comitato all’unanimità riconosce che il Sig. Morbiducci abbia svolto attività [di] propaganda anti-tedesca ed anti-fascista, unitamente al ten. Parmeggiani, riconosce che a seguito di tale comportamento il Parmeggiani sia stato imprigionato e seviziato, riconosce che la famiglia del Morbiducci sia stata per più giorni piantonata da reparti repubblicani, ma non può dare la sua approvazione alla attività combattentistica di cui alla relazione presentata in quanto gli episodi in essa contenuti o vanno attribuiti ad iniziativa privata o a gruppi di altre organizzazioni». Tale atto menomò la credibilità politica e morale di Morbiducci, viceversa aumentando quella del C.L.N. cittadino, ma anche inevitabilmente mettendo in crisi la scelta a suo tempo fatta dalle autorità alleate. Continuò quindi per alcuni mesi un rapporto teso che culminò quasi in un reciproco disconoscimento finché nella primavera del 1945 si ar-
rivò una crisi di governo cittadina il cui epilogo fu la sostituzione da parte delle autorità alleate di Morbiducci con un altro sindaco, il liberale Angelo Salmaso, rappresentante del Partito Liberale all’interno del C.L.N. Come una meteora, nel breve lasso di tempo tra la liberazione di Cattolica e quella dell’intera Italia Gino Morbiducci, comandante della Banda Massi, apparì e scomparve nella scena politica cittadina, per poi abbandonare definitivamente nel 1949 la residenza a Cattolica, stabilendosi a Roma, lasciando un costante velo di mistero e di ambiguità sul suo operato e sulla sua figura, che era e rimane comunque quella di un fervente antifascista. Erano i primi significativi segnali anche a livello locale di quella differenza – e diffidenza – ideologica che di lì a poco sarebbe sfociata nella guerra fredda e avrebbe portato a contrapporsi in una sfida planetaria i blocchi occidentale capitalista e orientale socialista, che avevano trovato unità solo nella lotta contro il comune mortale nemico: il nazifascismo. *Presidente ANPI Cattolica-Valconca
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L'ex segretario del Pd Giuseppe Prioli replica a Franco Tura e Luigi Colombari, tesserati del Pd che in maggio portarono il loro punto di vista
“Nel Pd nessuna trama, nessun retroscena...” - “Mi sento offeso per quello che ho letto sulla Piazza. Non sono affatto un rancoroso. Vedo se ci sono gli estremi; in questo caso vi querelo”. “Dai Giuseppe, mi sembri davvero esagerato. Ci conosciamo da un sacco di anni. Non mi sembra che l'intervista fosse offensiva. Hai il diritto di rettifica e di replica. In un'intervista potrai portare il confronto”. “Va bene, ci sentiamo”. Si rimane per replicare con un'intervista. Lo scorso 11 giugno arriva in redazione una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. La invia l'avvocato cattolichino Filomena Villa. Viene firmata da otto politici della città: Piero Cecchini, Leo Cibelli, Alessandro Belluzzi, Giovanna Ubalducci, Maurizio Piva, Giuseppe Prioli, Antonio Gabellini e Luca Ecolessi. La lettera è pubblicata nel box a corredo dell'intervista a Prioli. La lettera contesta l'articolo pubblicato a pagina 29 dello scorso maggio. Due tesserati del Pd che hanno avuto ruoli dirigenti, Franco Tura e Luigi Colombari ricostruiscono da dentro l'ascesa e la caduta dell'ex sindaco Marco Tamanti e l'ascesa dell'attuale sindaco Piero Cecchini. In un passaggio si legge che da un punto di vista politico Prioli è rancoroso. Chi scrive gli chiede scusa, il pensiero ha soltanto un valore politico e null'altro. L'intervista di Tura e Colombari ha portato il lettore nelle stanze dove nascono le scelte della classe dirigente. Naturalmente, ci sono anche le loro chiavi di lettura, ma danno il senso del caso della vita, di come nasce il consenso, da quale fonte sgorgano i nomi che vanno a decidere. Spesso è il frutto di un percorso lucido e tattico, per non dire strategico. Più spesso è il frutto del caso. Chi l'avrebbe mai detto che l'imprenditore Piero Cecchini potesse diventare sindaco di Cattolica? Chi l'avrebbe mai detto che Gian Franco Micucci racchiuso nella sua azienda di giochi per parchi pubblici potesse diventare sindaco nel 1990? Giuseppe Prioli testimonia una cultura particolare dentro il Pd. Il suo ideale è il Partito d'Azione, quell'ideale liberal-socialista caro a Ferruccio Parri, Ernesto Rossi, Ugo La Malfa, Piero Calamandrei, Eugenio Scalfari... Un'élite che alle elezioni politiche del 1948 non ottenne che un pugno di voti. Nessun rappresentante in Parlamento. Nonostante che forse avessero gli uomini migliori e il programma migliore. Palmiro Togliatti, allora segretario del Pci, mente reffinatissima, li liquidò così: “I programmi non servono; nessuno li legge”. Non c'è dubbio per chi lo intervista, Giuseppe Prioli è persona seria e perbene. Che vede la politica con spirito di servizio. Fino al 1995 è solo un simpatizzante. Da allora: due volte segretario dei Ds, assessore, vice-sindaco, dal 2009 consigliere provinciale. Attacca: “L'articolo in via di principio credo che faccia una va-
Giuseppe Prioli, già vice sindaco, già segretario del Pd
L'INTERVISTA
lutazione libera di fatti liberamente accaduti. E' superficiale, quando i risvolti sono più profondi. Alcuni fatti non sono veri, altri sono libere supposizioni. Il vostro articolo è stato esposto per mettere in cattiva luce. Come dice l'amico Alvio Pritelli un conto è dire madonnina e diavolaccio e altro è dire madonaccia e diavolino. Non so chi volle Alessandro Belluzzi segretario; io no. Già allora dissi che dentro il partito c'era una guerra per bande, al di là delle divisioni interne. C'era un gruppo che sosteneva Belluzzi ed un altro che stava con Tamanti. Mi si vuol far passare come un restauratore, dentro la mia segreteria c'erano giovani oggi scomparsi dalla scena politica. Dentro il Pd nel '99 c'era chi voleva uno scontro radicalizzato e chi una dialettica seria e aperta. Il Pd doveva essere una soluzione, invece si è rivelato una emulsione. Cioè mischi, ma finito il rimestio tutto torna come prima, come olio e acqua. Come Ds e Margherita. Spe-
“Mi chiesero di allontanare Tura (la giunta fece pressioni su Rimini), dissi di no. Gli assessori del Pd scelti dal sindaco Cecchini. Mi dimisi perché il sindaco non portava questioni importanti nel partito. Non potevo contrappormi” ro che tutto migliori affinché le due anime possano confrontarsi. Tornando ad allora, c'era chi voleva un processo veloce di rinnovamento e chi un processo d'inclusione. Così abbiamo perso tutti. Ci vorrebbe una soluzione preventiva della classe dirigente. Dite che sono una persona rancorosa. Posso
aver sbagliato ma senza rancori. Su nessuno. Nè vecchie morose, né coi compagni di partito”. E' vero che Tamanti le promise l'assessorato come scritto da Tura? “Io e Antonio Ruggeri siamo molto legati all'esperienza di partito. Pietro Pazzaglini [sindaco dal
LA LETTERA
Cecchini & C.: “Vi diffidiamo da pubblicare ulteriori articoli lesivi dell'onore...” La risposta Egregi Piero Cecchini, Leo Cibelli, Alessandro Belluzzi, Giovanna Ubalducci, Maurizio Piva, Luca Ercolessi, Giuseppe Prioli e Antonio Gabellini, grazie per la vostra. Ho riletto più volte l'intervista a Franco Tura e Luigi Colombari e con onestà intellettuale (confermato anche dalla metà di voi) non ho trovato alcun passaggio che andasse a ledere la vostra dignità. Non c'era la diffamazione. Detto questo, vi invito a rispondere a Tura-Colombari con il diritto di replica e il diritto di rettifica. La politica è uno strano groviglio di responsabilità, contrapposizioni, di fatti bellissimi e tristissimi, di clan ed idee. Di clientele e voli alti. Di “tradimenti” e correttezza. Alla stessa domanda, ognuno di noi darebbe risposte diverse; anche sui fatti. E' lo specchio della vita. E' dove gli uomini raccontano se stessi. La politica è “l'azione del tutto”. Quello che conta è la libertà di poter esprimere il proprio pensiero e di farlo esprimere agli altri senza interferenze.
(g. c.)
2004 al 2009, anno in cui si ripresenta con una propria lista, ndr] mi propose di continuare a fare il vicesindaco nella sua lista. Le cose furono un po' diverse. Lino Gobbi mi propose come consigliere provinciale; io dissi che mi sarebbe piaciuto fare il consigliere comunale. Con la scusa dei due mandati mi esclusero. Tamanti una sera mi disse, presente Gobbi, che aveva bisogno di me come assessore, almeno per un periodo. Risposi che per un periodo si poteva fare. Dopo di che alcune persone, tra cui Astorre Mancini, furono fortemente contrari; avevo il peccato originale di aver amministrato con Pazzaglini. Successivamente Mancini mi chiese scusa. Tamanti fece una cosa che mi deluse: non mi disse niente a livello personale. Era cresciuto in segreteria con me”. Ci fu la “raccolta” di tessere da parte di Maurizio Piva come afferma Tura? “Non so se Piva fece le tessere, so che ci fu un incremento. Sul congresso c'era un gruppo di persone che stava lavorando. Mi invitano a partecipare; inizio. Emerge l'ipotesi che il candidato doveva essere Andrea Parma. Dopo un po' mi chiama Alessandro Arduini e mi chiede che io dovevo essere il secondo nome. Parma candidato e io riserva. In una direzione poco prima del congresso, Parma dice che non se la sente di fare il candidato. Vado a cercare dentro il partito il consenso di quelli che non avrebbero votato Parma. Vengo eletto. Se andassimo a vedere i voti diciamo delle tessere tradizionali avrei vinto comunque. Da segretario non è vero che mi sono vendicato di Tamanti. Tamanti è stato fatto cadere da Astorre Mancini, Marco Barulli, Alberto Cenci. La parte ostile del Pd a Tamanti era fuori dalla dirigenza. Mi fu anche contestato che in segreteria non c'erano loro uomini. Tamanti aveva intorno a sé degli integralisti come il gruppo di Astorre Mancini. Per loro Tamanti aveva tradito il progetto iniziale e doveva cadere. Io faccio degli incontri ma non si trovò nessuna mediazione. E' in questa fase che Tamanti si riavvicina al Pd”. Il nome di Piero Cecchini sindaco nasce da Maurizio Piva come dicono Tura-Colombari? “Piva fu tra coloro i quali tirarono fuori il nome di Cecchini”. Tura afferma che se Alessandro Bondi, Arcobaleno, avesse vinto le primarie del centro-sinistra, il Pd non lo avrebbe sostenuto... “Se Bondi avesse vinto le primarie sarebbe stato il nostro sindaco; è persona trasparente. Ero convinto dell'unione delle forze di sinistra. Per me la divisione è sempre stata un peso. E quando ne ho avuto l'occasione ho sempre cercato la riconciliazione”.
Le contestano che dopo la vittoria di Cecchini, il partito non abbia fatto iniziative... “E' una sciocchezza. Ne facemmo; non si fece la festa per mancanza di forze”. E' vero che le fu chiesto di allontanare Franco Tura dalla segreteria? “Dato che Tura esternava contro il sindaco Cecchini, l'amministrazione comunale andò a Rimini a chiedere l'estromissione di Tura. Dissi di no. Al di là di quello che uno dice, credo che sia suo diritto, di Tura, dire. L'avessi cacciato, avrei tradito lo spirito del Pd”. Perché si dimise da segretario del Pd? “Una componente importante del Pd in giunta chiese le mie dimissioni. Io che sono corretto verso il partito me ne andai. Non potevo fare una battaglia contro la giunta. Penso che insieme ad altri abbiamo portato il partito alla vittoria. Alla giunta ho cercato di far capire che ci voleva un equilibrio tra le indicazioni del partito e il loro margine di movimento. Volevo semplicemente che le decisioni più importanti dell'amministrazione comunale passassero nel partito. Perché un giorno sarà il partito ad andare in mezzo alla gente per una nuova campagna elettorale. La scelte degli assessori del Pd sono del sindaco Cecchini e non del partito. Tutte le volte che ho interpellato l'amministrazione comunale è sempre stato visto come segno ostile. In pratica, a Cattolica, il Pd è una cosa e l'amministrazione comunale un'altra, almeno fino a quando c'ero io. Ho incontrato più volte il sindaco ma non abbiamo risolto niente. Non c'è la capacità di confronto. La giunta dovrebbe cercare il contributo di altre sensibilità; invece lavora in un contesto isolato dalla politica e dalla città. Il segretario Alessandro Montanari poteva essere il compromesso; era nella lista Cecchini”. Qual era la sua posizione sull'allontanamento di Bondi da parte di Cecchini? “Ero contrario alla rottura con l'Arcobaleno. Si è portata la situazione ad un tale livello che non poteva che sfociare nell'allontanamento di Bondi. Non giova alla città, non giova a nessuno. Non so perché il sindaco abbia silurato Bondi; in giunta non si sta per amore o simpatia, ma per ragioni politiche. Il Pd ha fatto molto per tenere Bondi, ma non poteva sfiduciare due sindaci [Tamanti e Cecchini, ndr]. Qualcuno parla di un disegno; ma sarebbe stato meglio, perché secondo me non c'è niente. C'è un modo di fare. In politica, nelle alleanze, va capito che non si nomina un duce ma un amministratore. L'episodio Bondi doveva essere l'occasione di una verifica di fine mandato. Rimpasti e deleghe devono essere successive ad una verifica politica seria. Noi come partito ne abbiamo discusso e parlato ma non abbiamo trovato nella giunta la sponda giusta”.
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La casa di via Larga
“Sono nato in quella grande casa in via Larga, che in realtà era una via molto stretta, in mezzo a due boschi di “maruga” che ogni tre o quattro anni rasava al suolo”
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Cattolica, 1950 Da sinistra: la famiglia di Primo Leardini “Manghinela” con Virginia “Gina” sua moglie e quattro dei loro figli, ritratti nell’aia della loro casa. A sinistra una turista tedesca. Alcuni attrezzi da lavoro di proprietà dei “Manghinela” recuperati e restaurati: al centro una seminatrice e una falciatrice d’erba.
La raccolta dell’uva “Tintoria” usata in passato per “tingere” il vino.
MEMORIE di Savio Bianchini - Sono nato in quella grande casa in via Larga, che in realtà era una via molto stretta, in mezzo a due boschi di “maruga” che ogni tre o quattro anni rasava al suolo. Essa era piena di spine e ci serviva per riscaldare il forno; qualcne fascina si regalava ai marinai poiché serviva loro per allontanare i delfini dalle reti. I marinai nei mesi invernali, quando il mare era mosso, venivano nella stalla di casa mia per la veglia della sera. Arrivavano cantando e avevano inventato una canzone di cui ricordo una strofa che diceva: “finch’la dura sta piuvarena anden a la végia ma la Vanténa”. I primi anni che ricordo dal 1930 al ’35, non avevamo ancora la corrente elettrica, ma solo un lume a petrolio e qualche candela. Quella luce veniva spostata in quella grande casa di stanza in stanza. Solo la cantina era chiusa a chiave per proteggere il vino. A volte, quando partoriva la scrofa, portavamo quel lume nel porcile: spesso i nati erano più di dieci! Davanti alla casa in quell’immensa aia, a fine giugno si facevano due “barchi” (mucchi di grano); era finita la mietitura e per più anni seminavamo un tipo di grano basso chiamato il Mentano; un altro tipo aveva tanta paglia; era alto che sembrava un canneto, il suo nome era Fresineto. Nel mese di giugno veniva-
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no fatti tanti lavori: vangare le viti, fare i trattamenti, allacciare i tralci, tirare via i minori. Quando non si riusciva da soli, si prendevano i mietitori perché quel grano doveva essere tagliato tutto con la falce a mano; il mercato dei braccianti era a San Giovanni in Marignano. Essi non erano pagati ad ore, ma a giornata, dall'alzata al calar del sole, e quando uno ne tagliava poco, alla sera, gli dicevano per liquidarlo: -abbiam quasi finito!-. Questo veniva pagato e il giorno dopo ritornava sul mercato. I primi giorni di luglio dopo la mietitura, in quell’aia, c’era la trebbiatura, dopo 4 o 5 ore arrivava quel momento di sparare in aria: così si trasmetteva a tutti i contadini e possidenti a noi vicini l’evento, che di quintali Bianchini (Pus-cion) era arrivato a cento. Per quanto riguarda i maiali, al mio nonno Erminio nel 1930 circa, venne l’idea di utilizzare gli scarti che i clienti dell’hotel Kursaal lasciavano nei piatti. Tanti altri copiarono in seguito quell’idea. Il mio nonno andava all’hotel con un carrettino che aveva due ruote di bicicletta e lasciava due bidoni che poi ve-
nivano riempiti con gli scarti alimentari (“a1 brod”). Allora la stagione era più lunga e così per cinque mesi tanti maiali venivano nutriti senza spese. Tante cose succedevano in quella grande casa: ad esempio, quando il Ventena era in piena, venivano scappando da noi alcune persone con le pecore e l’asina. Questo accadeva quando il fiume arrivava a“dar da bere” (invadere) alla fossa del mulino, allora Picator quel pastore ortolano arrivava con i suoi figli (Pia, Adriano, Sauro); dopo poco tempo al suo posto subentrò Carlo Bilancioni. A quei tempi la gente faceva più mestieri; più contadini erano legati alla pesca della vongola, così era nato quel proverbio che dal porto arrivava alla campagna (la puracia): “purac chil ciapa, purac chil vend più purac ancora chil magna”. La mia casa era una stazione di sosta per altri che arrivavano dalle Fratte e trasportavano il gesso a Rimini o a Pesaro. Tanti pellegrini dormivano nella stalla. Uno lo ricordo bene perché passava tre o quattro volte l’anno: era un uomo calmo, senza fretta che tutti noi chiamavamo
Barbetta; aveva la barba lunga e assomigliava a Giuseppe Mazzini, e ormai era diventato uno della nostra famiglia. Mi prendeva sulle ginocchia e poi mi diceva: “Tirami la barba!” ma lui mi teneva fermo il polso così non sono mai riuscito a tirarla! Poi ce n’era un altro, completamente diverso ma simpatico: Tommaso Mappei, ma per tutti era Tmason. Una volta andò a dormire alla fornace: era tutto bagnato per la pioggia e così mise i suoi vestiti ad asciugare dove il fuoco era stato acceso dal fochista Monticelli Cesare; tutti lo ricorderanno “Cisin”: gli si bruciarono e non sapeva come fare, così rimediò: gli operai gli fecero un vestito con i sacchi del cemento! Poi un giorno arrivò a casa mia ammalato: noi non sapevamo come fare per aiutarlo, ovviamente non c’era l’ospedale; così aiutati da Natale Bartolini l’abbiamo messo su un carretto e l’abbiamo portato a mano al Municipio, in modo che qualcuno più importante di noi potesse prenderne cura. Da quel giorno non l’ho più visto. In seguito ne arrivò un altro, un tipo un po’ strano, teneva quattro padelle di diverse dimensioni legate ad una corda e le portava a tracolla. Avevamo della paglia in un angolo della stalla: lui si spogliò, si mise in un grande sacco e si sdraiò: cominciò a pregare dicendoci che
avrebbe osservato il digiuno per tre giorni per far uscire tutte le anime dal purgatorio affinché potessero andare in paradiso! Ma il giorno dopo arrivò un temporale con grandine che ci portò via metà raccolto. Quello che vorrei far capire è che in quell’immensa casa noi eravamo proprio tanti: la famiglia era composta di quindici persone, perché non ci erano solo i miei genitori, mio fratello, le mie sorelle, ma anche zii, cugini... nonostante tutto questa casa è sempre stata aperta alla gente che bussava per fermarsi da noi, era accogliente ed ospitale. Non abbiamo mai mandato via nessuno, ma anzi abbiamo accolto negli anni della guerra anche tanti sfollati ad esempio i Vanni, i Venerandi, i Fumelli, i Vanzolini e anche i Simoncelli: a queste famiglie il giorno dopo della Liberazione, mia nonna Gina offrì un pranzo e ammazzò un’oca che servì per fare un brodo che parlando con Vanni Girolamo me lo ricordava cinquant’annni dopo. Ma torniamo a lei, alla mia casa di allora davanti aala quale mi sento costretto a passare e a guardare; non c’è più il muggito di quelle vacche, ne’ il canto del gallo e neanche il grugnito del maiale. Mi manca anche quella grande cucina dove si è ballato più volte. Era l’anno 1940 quando mia zia Santina insistette per comprar quella vetrina, cioè una credenza di semplice legno protetto con della copale e vetro. Dopo quattro anni nel ’44, mio fratello Angelo (Lino) durante la guerra trovò un mazzo di “spaghetti”di polvere da sparo; dando fuoco ad uno di essi,
questo girava perché la fiamma lo spingeva. Eravamo dentro quella cucina e le donne della casa stavano preparando la piada. Più volte lo richiamarono dicendogli: “Basta Lino”. Ma lui, seduto vicino al fuoco, continuò finché uno sfortunatamente si infilò nel mazzo degli “spaghetti” che lui teneva nascosto sotto la vetrina. All’improvviso ci fu una grande fiammata e saltarono tutti i vetri! L’uscita era vicino alla vetrina così tutti noi scappando da una camera ci siamo trovati sul tetto del porcile dei maiali. Quando siamo tornati a vedere in cucina, una parete era tutta nera. Della vetrina* erano rimasti solo pezzi di vetro e c’era un grande buco sul tetto che però, non era stato provocato da mio fratello, ma da un masso sollevato da un cacciabombardiere a causa di una bomba sganciata pochi giorni prima per chiudere l’incrocio e bloccare la ritirata tedesca tra via Saludecese e via Larga. Qualcuno ricorderà quella grande buca a pochi metri da casa Clementoni “Palota”. Attaccato a Clementoni dove c’era quella targa su cui era scritto “Via Larga”; parlando coi miei vicini, i Galli e i Leardini (Bazot) (Manghinela), ho appreso che quella strada prese il nome da due appezzamenti di terreno: “al Vilerg” dove oggi c’è il Cervesi, “i Vilarghin” dove vi è il Diamante. Oggi via Larga si chiama via Cabral, contro cui non ho niente da dire, però passando in quella strada che passava davanti a casa mia, mi viene da pensare che non mi manca solo la casa, ma anche la via!
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Remo Magnani. L'ultimo lavoro di prestigio: marchi e insegne per il film di Luca Zingaretti
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Grafica 521, la passione che diventa lavoro - I suoi lavori la prossima primavera saranno visti in prima serata da milioni di italiani. Fanno da sfondo ad un film che si sta girando tra Fano, Cagli e la Domigo Salotti di Colombarone. L'azienda virtuale si chiama Poltrona Fau; ha in Luca Zingaretti (per tutti il commissario Montalbano di Andrea Camilleri). Il marchio Poltrona Fau è andato a ricoprire quelli veri che recano la dicitura Domingo Salotti, storica azienda di Colombarone dove il film è stato girato a cavallo tra lo scorso maggio e giugno. Grafica 521 ha sede a Cattolica ed è nata soltanto nel 2011; dietro però c'è la ventennale esperienza di Remo Magnani, un talento naturale di creativo non meno che curioso e competente. Passione per le moto da cross, la musica dei Pink Floyd come sottofondo mentre elabora le idee, il grafico Magnani si forma sul tavolo di montaggio di una tipografia di Riccione negli anni novanta. In pratica
Parte come montaggista in una tipografia. Si innamora della grafica su computer. Inizia a smanettare. Poi arriva l'esperienza insegne. Il mettersi in proprio. La passione per il lavoro
Remo Magnani. Alle sue spalle schizzi dei suoi lavori
IL LAVORO sistemava i lucidi pre-stampa in griglie millimetrate sui quali erano incisi testi e immagini prima di stampare le lastre d'allumunio che successivamente andavano collocate sulle macchine per stampare qualunque cosa: riviste, libri, manifesti, depliant... Siamo anche ai primi passi del computer nella grafica. In quella tipografia c'era un solo computer e Remo non ci poteva smanettare. Ne acquista uno per casa. Inizia la sua avventura. Fa qualche marchietto per gli ami-
ci, piccoli lavoretti per un negozio, un artigiano. Studia. Prende dimestichezza con la macchina e con la creatività. Il primo lavoro serio fu per Tamburini Moto, Misano. Ad un certo punto, il suo datore di lavoro gli chiede se vuole svolgere la stessa mansione con l'arrivo del secondo computer. Gli risponde di sì, ma con un aumento di stipendio. Non se ne fa nulla. Magnani a questo punto prende il suo book di lavoro e
bussa alle porte dell'Arpa, storica azienda di insegne di Cattolica. Lo sfogliano; ne restano impressionati. Lo assumono. Qui si impadronisce delle tecniche per quanto riguarda le insegne luminose. Impara come lavorano queste plastiche speciali. Ricorda Remo: “Avevo una grande passione; tale che mi faceva rimanere ben dopo l'orario di lavoro, gratuitamente”. Il 2003 è un altro anno importante per la sua crescita. Il misanese Luigi Ceccoli gli chiede se vuole collaborare con lui a Misano. Ne diventa il socio. Poi è storia di oggi. Nel 2011,
si stacca e si mette in proprio. Nasce Grafica 521. La denominazione ha una piccola storia legata alle moto da cross e da pista. Il 52 era il suo ultimo numero da appassionato corridore (nel carnet qualche corsetta vinta). Mentre il 21 era il numero che portava in gara Emanuele Leardini, il cugino della moglie. Una mattina Emanuele non si risveglia più; non aveva che 24 anni. Grafica 521 significa molteplici cose: insegne, decorazione mezzi, personalizzazioni sportive, grafiche su moto. Qualche suo cliente: Conad Rio Agina, Ceccaroli & Giorgi, Itermar, Heineken, Solarte, Elto Racing, Red Bull. Magnani, nel lavoro, ci mette passione, competenza e gioia. Appartiene alla categoria delle persone sempre positive. Con la voglia di fare. Racconta: “Le idee che porto nella mia grafica le ‘rubo’ alla vita. Ovunque. Quando sono in macchina, in Internet, in televisione. Basta osservare ed associare”.
Sposato con la cattolichina Simona (vice-campionessa d'Italia di danza classica con l'Atletica 75) hanno due figlie: Vittoria e Virginia. Per 20 anni ha disputato gare di cross; da quando ha appeso le moto al chiodo è passato alla mountain bike. Conosce ogni centimetro quadrato degli sterrati della Valconca. Ricorda: “Con le moto mi sono molto divertito ed ho imparato il gusto di guidare bene, di andare forte e di affrontare i sacrifici fisici ed economici. Mi sono serviti anche nella vita”. L'ultimo lavoro che gli ha dato non meno soddisfazioni di quello per Luca Zingaretti è stata la personalizzazione delle divise di Mario Fraternali. Il morcianese ha tentato per il secondo anno di fila di mettere nella sua speciale bacheca dei trofei la Raam, una corsa in bicicletta in America, dal Pacifico all'Atlantico; 5mila km da affrontare in una dozzina di giorni. Per la cronaca, lo scorso giugno, Mario è stato fermato dalle feritoie di un tombino. Ci è finito dentro con una ruota. La caduta ed addio sogno.
UOMINI Guido Paolucci le cure sono lunghe, Paolucci fonda l'Ageop (Associazione genitori oncologia pediatrica). Il 18 luglio, ore 20,30, al Circolo Nautico di Cattolica, si tiene la quinta edizione della Cena del Mare. Si raccolgono fondi per l'Ageop. A dare energia, nel
Partner ideale dei Tuoi Progetti
Cena Ageop, una serata “insieme” a Guido Paolucci - “Ci vediamo da Staccoli; così le faccio vedere la mia minuta con la storia di Cattolica”. Chi scrive, per rispetto, arriva 5 minuti prima. Guarda dentro, il professore di fama mondiale non c'è ancora. Pochi secondi e sopraggiunge su una bicicletta vissuta; al manubrio un sacchettino di plastica della spesa con dentro fogli che raccontano storie e personaggi dell'amata Cattolica.
Questo fu uno dei tanti incontri avuti con Guido Paolucci. Oncologo pediatra, professore all'Università di Bologna, direttore della clinica Sant'Orsola. Agli inizi della sua missione, anni sessanta, morivano l'80 per cento dei bambini; negli anni duemila la percentuale si è rovesciata: si salva l'80 per cento. Per aiutare i genitori, a Bologna in assistenza ai figli, poiché
Il 18 luglio, quinta edizione della Cema del mare. Pediatra oncologo di fama mondiale è morto nel 2006 prima del tempo. La sua associazione aiuta le famiglie dei bambini ammalati lontanti da casa per assisterli ricordo di Guido, la moglie Rosetta, sempre carina nelle sue telefonate. Guido Paolucci è stato semplicemente una persona perbene appassionata del lavoro e con una caterva di passioni. A Cattolica aveva tanti amici; molti sono stati tratteggiati con intense pennellate in uno dei suoi tre volumi pubblicati dalla Bcc di Gradara. Guido Paolucci se ne va, improvvisamente, nell'estate del 2006. Ha lasciato bellissimi ricordi che continuano a rincorrersi, come bambini in un campo pesto di giochi.
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“Aperitivo letterario 6”, reportage degli ultimi incontri BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
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Le copertine dei libri presentati nelle conferenze
Gianluca Morozzi e Herman Zed “Lo scrittore deve morire”. Filippo Colizza “L'eredità di Munch”. Roberto Santachiara Wu Ming 1 “Point Lenana”. Il ciclo “Aperitivo letterario 6” è stato dedicato alla scrittura collettiva CULTURA di Patrizia Mascarucci Con questo reportage si concludono gli appuntamenti della rassegna della 6ª Edizione di APERITIVO LETTERARIO, condotta dall’Assessore alla cultura Anna Sanchi presso il Centro Culturale Polivalente di Cattolica, dedicata alla scrittura collettiva. Sabato 16 marzo ha ospitato Gianluca Morozzi e Herman Zed autori di Lo scrittore deve morire. Epiche gesta di due aspiranti autori di best seller. L’assessore Sanchi ha paragonato il libro ad un viaggio on the road «dissacrante, folle, noir, romantico, divertente, inquietante», Morozzi ha introdotto l’opera descrivendola come il frutto di due menti geniali ma deviate e Herman Zed ha affermato che la scrittura a quattro mani porta nuovo ritmo nei generi letterari. La trama del libro, almeno nell’incipit, ripercorre l’esperienza della scrittura a più mani che prende il via quasi per caso, concludendosi con testi sorprendenti per la loro armonica stesura. I pittoreschi protagonisti del libro sono due personaggi che scrivono separatamente due distinti testi che un editore bizzarro mixa licenziando un testo pieno di sorprese, di situazioni paradossali e - talvolta - tratte come
spunto da fatti reali - pazzesche. Così l’epopea dell’editore pasticcione Ubermensch [Übermensch, superuomo, n.d.R.] Berlasco che assembla le opere di Francisco Portali e di Ladislao Tanzi pare rispecchiare quella degli autori Morozzi e Zed impegnati a presentare il libro in tutta Italia tra varie peripezie... Il divertimento appare la nota caratteristica di questo libro: pensiamo che così come si sono divertiti gli autori nello scriverlo così il lettore potrà godere dello stesso divertimento. Al riguardo, Morozzi afferma che un libro divertente non è un libro stupido. Lo scrittore oggi deve essere pronto a tutto, soprattutto a reinventarsi, e lui l’ha fatto assieme a Zed, convinti che questo è un mondo che avrebbe bisogno di sdrammatizzare e di prendersi meno sul serio. Entrambi gli autori hanno posto l’accento sullo stile e sull’uso dell’italiano in forma corretta rivendicando il ruolo della lingua nella scrittura: oggi – sostengono – vi si dà meno importanza ma così si toglie il giusto rapporto tra prodotto e linguaggio e non si ottiene un testo migliore; forse non gli si dà peso, ma è bene riportare la lingua italiana in pri-
mo piano, in quanto la forma è sostanza. E, in questo caso, anche divertimento. G. Morozzi – H. Zed, Lo scrittore deve morire, Guanda, 2012. Sabato 22 marzo Filippo Colizza nell’ambito della collana editoriale Il Club del Cerchio ha presentato L’Eredità di Munch, un libro-esperimento che ha dell’incredibile, scritto com’è da dieci autori ad ognuno dei quali è stato assegnato un capitolo con l’obbligo di quattro canoni cui attenersi: nessuna trama preordinata; nessun contatto tra gli autori; ogni autore ha a disposizione un blocco di cinque pagine; negli ultimi capitoli si conclude la storia. In tal modo la genesi del libro - ha spiegato Colizza - si è costituita dal nulla, dettata dalla fantasia di ognuno. “Il Club del Cerchio” nasce da una sua idea, il genere è un thriller che sfida il tempo ed i mezzi di scrittura creativa, organizzandoli attraverso «il passaggio del testimone» con continui aggiornamenti e «resettaggi». Ed a noi ascoltatori/lettori stupisce
la capacità organizzativa di riportare dieci scritti con sviluppi autonomi ad un unico testo coerente. Prendendo spunto da fatti di cronaca contemporanei il thriller indaga sul folle attentato di Oslo di Breivik; allo stesso modo Il furto del famoso quadro di Munch si intreccia ad eventi e circostanze che abbracciano l’Europa. Data l’eterogeneità degli autori, stupisce il fatto che non ci si accorga della diversità stilistica, dei salti di percorso: diversità e alternanza diventano in realtà il pregio del testo, conducono il lettore a sorprendersi nei cambi di scena in cui tutto, alla fine, si armonizza. F. Colizza, L’eredità di Munch, 2013. Sabato 29 marzo ‘ospite è stato Santachiara, appartenente allo storico gruppo Ming [che significa “senza nome” o “cinque autori”, a seconda di come si pronuncia in cinese mandarino la prima lettera, n.d.R.], ilfamoso collettivo di scrittori fondato nel 1994 dalla sezione bolognese del Luther Blissett Project. Wu Ming
IL LIBRO di Enzo Cecchini - Enrico Denicolò ha scritto un altro libro, titolo: “Nel velvet fosforescente - Racconti e poesie” (Zona contemporanea editore). Enrico lo conosco dai tempi di Radio Talpa (1977-1984). Era uno dei dj più apprezzati col mito di Frank Zappa. Altra passione: la Fender, la mitica chitarra elettrica usata dai grandi della musica rock, che lui “strimpellava” in casa o in qualche concertino con amici. Con questa piccola contestualizzazione storica già si comincia a capire lo stile narrativo di Enrico. Ma devo aggiungere le contaminazioni letterarie della Beat Generation degli anni Sessanta (Charles Bukowski innanzitutto), poi alzare il volume della colonna musicale rock più significativa del periodo che va dalla fine dei '60 ai primi anni '80, e infine “shakerare” il tutto spruzzando
Denicolò ‘Nel velvet fosforescente’ Enrico Denicolò
qualche film cult, magari di David Lynch. Ma tutto questo ancora non basta per capire il sentimento letterario di Enrico, anche se il sapore, un po' aspro, delle sonorità di Zappa emerge sugli altri. Ho bisogno di qualcosa di “visivo” per orientarmi meglio. Allora mi vengono in mente i dipinti di Edward Hopper... e
già lì intravvedo quell'atmosfera surreale di pensosa staticità. Tutto è fermo e minimale, quasi banale. Tanti quadretti della quotidianità “inchiodati” nella monotonia, dove non si percepisce il fluire del tempo, delle cose e in sostanza della vita. L'atmosfera è quella della solitudine che spesso si carica di desolazione e disperazione.
Nei racconti e poesie di Enrico affiorano ricordi di piccoli fatti della sua vita descritti come aneddoti, quasi in maniera distaccata. Non c'è riflessione, non gli interessa, c'è solo narrazione statica, quasi fredda, come se quei momenti provenissero da un'altra dimensione. L'interpretazione è lasciata al lettore. Eppure nel minimalismo dissacrante dei suoi racconti e delle sue poesie si potrebbero cogliere pennellate quasi filosofiche e invenzioni da fantasy. Resta da capire se dietro l'ostentata volontà di Enrico di banalizzare le cose della vita ci sia un messaggio da cogliere. La vita è in sostanza banalità, e forse addirittura assurdità, soprattutto quando questa ti si accanisce contro? Enrico Denicolò è nato a Cattolica nel 1958. Attualmente lavora al Centro Culturale Polivalente di Cattolica.
1, Roberto Santachiara, Point Lenana, spiega Santachiara, è un oggetto narrativo non identificato, in forma di saggio, inchiesta, reportage, tutto questo ed altro. È una storia di storie. Tra di esse, la biografia di Benuzzi, alpinista, scalatore per passione, deportato in Kenya nel 1942, scritta ripercorrendone materialmente le orme. Infatti anche Santachiara ha scalato il Monte Kenya: «C’è una spinta utopica a voler vivere in un altro mondo, anche per poco, per avere uno sguardo più alto, per staccare dal quotidiano». È uno spaccato di «storie di fascisti “umanizzati”, non condannati dall’autore. Benuzzi è fascista, è un ambasciatore, va in Africa, ma è uno strano fascista, che sposa una donna austriaca di origine ebraica». Santachiara ha conosciuto la moglie di Benuzzi, Stefania Marx, di origine berlinese, che a novant’anni chattava con lui su Skype, scomparsa a 97 anni poco prima della pubblicazione del libro. Si sono sposati pochi giorni prima delle leggi razziali, con un atto di disobbedienza al regime, violan-
do di fatto tre leggi fasciste: Stefania era ebrea, clandestina, non italiana. Dopo il matrimonio si sono recati in Etiopia dove Benuzzi ricoprì incarichi per il Governatorato. Sulle vicende dell’impero coloniale fascista Santachiara dice: «In Libia abbiamo fatto le strade, i ponti ma dei massacri non si parla mai, anche se dalle ricerche dello scrittore e giornalista Angelo Del Boca in poi sono state acquisite importanti testimonianze. Gli italiani sono più ipocriti degli altri paesi delle democrazie liberali. Sotto il colonialismo fascista i nostri crimini hanno avuto un salvacondotto sfrenato. Graziani ha fatto delle cose orrende e nessuno ne parlava, non doveva rendere conto a nessuno. L’Italia è ricorsa anche alle armi chimiche, come ad Amba Aradam dove è stata usata l’iprite». Altri personaggi storici appaiono nel libro «fascisti e non fascisti al tempo stesso»: come il Duca D’Aosta, un fascista «contraddittorio, complice attivo del progetto coloniale italiano, ma che quando gli dicono di andare a risolvere i problemi causati da Graziani cerca la pace coi ribelli, e in Italia lo chiamano “pacifondaio”». Il libro è denso in cui spiccano il metodo rigoroso di ricerca dei Wu Ming e lo stile avvincente che caratterizzano la corposa produzione letteraria del gruppo. R. Santachiara, Wu Ming 1, Santachiara, Point Lenana, 2013.
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Il 9 giugno scorso al Salone Snaporaz premiati anche Raffaele Liuzzi e Wilma Galluzzi. Iniziativa a livello regionale: “Dire, Fare, Sognare”
Il meglio dell'enogastronomia “Dire Fare Sognare”, arrivata alla terza edizione. Un premio alla cultura del cibo e del vino nella nostra regione
Wilma Galluzzi Raffaele Liuzzi
ENOGASTRONOMIA - Il meglio dell’enogastronomia regionale si è dato appuntamento a Cattolica il 9 giugno scorso al Teatro Snaporaz con l'iniziativa “Dire Fare Sognare”, arrivata alla terza edizione. Un premio alla cultura del cibo e del vino nella nostra regione. Tra i premiati anche due “profeti in patria”: Raffaele Liuzzi e Wilma Galluzzi. Il riconoscimento che premia il lavoro di un operatore di ogni provincia emiliano romagnola, da Piacenza a Rimini, scelto tra ristoratori, baristi, enotecari e torrefattori; il riconoscimento a quattro personalità che con modalità diverse si sono distinte nella promozione della cultura enogastronomica. Tra i premiati, dunque, an-
che lo chef Raffaele Liuzzi della Locanda che porta il suo nome, migliore ristoratore del riminese, e la giornalista appassionata di cucina Wilma Galluzzi a cui sarà tributato uno dei quattro premi speciali. A sceglierli, in giuria, tre importanti nomi della critica enogastronomica nazionale: Andrea Grignaffini (critico enogastronomico), Elsa Mazzolini (giornalista enogastronomica) e Alessandra Meldolesi (giornalista gastronomica).
Questi gli operatori premiati nel corso della giornata: Filippo Chiappini Dattilo della Antica Osteria del Teatro (Piacenza), Marco Dallabona del locale Stella D’Oro (Soragna PR), Sabatino Sorrentino Pizzeria Eco del Mare (Albinea RE), Rino Duca Il Grano di Pepe (Ravarino MO), Massimiliano Poggi Al Cambio (Bologna), Athos Adalberto Migliari La Chiocciola (Quartiere di Portomaggiore FE), Ombretta Farneti Il Mulino d’Ortano
(Mercato Saraceno FC), Marco Cavallucci La Frasca (Cervia), Famiglia Babbi (Cesena). Insieme a loro quattro premi speciali: Alberto Capatti, Ettore Bocchia, Fabio Giavedoni, Wilma Galluzzi. Ma chi sono i due “riminesi” premiati. Ecco un loro breve profilo. Raffaele Liuzzi Nato a Canosa di Puglia, inizia il suo cammino gastronomico tra la campagna di famiglia e il laboratorio di pa-
sticceria di suo zio all’età di sette anni. Istituzionalizza poi le sue attitudini con un diploma della scuola alberghiera e diviene Executive Chef nel 1989, svolge importati stage da grandi maestri per apprendere le nuove tecniche. Da allora la sua forte personalità si impone sui fornelli a difesa del sapore originario della materia prima nonché sulla tavola a beneficio dell’occhio dell’ospite. A questo gioco di ricerca il commensale non può e non deve estromettersi, ed ecco che il divertimento di Liuzzi si estroflette in sala. Questo spirito è dunque la spinta che fa leva sulla scelta di dare origine alla locanda Liuzzi che vede Raffaele esprimere la sua fantasia a 360 gradi: non si limita a creare solo piatti ma mobili lampade e tutto ciò che arreda la sua locanda. Lo vedrete tra tavoli e fornelli con l’intento primario di infondere le proprie emozioni in un in-
cessante ricerca armonica tra forma e sostanza, è il giusto connubio tra qualità e designer, gusto ed emozione, il sorriso e la commozione. Wilma Galluzzi Insegnante elementare e albergatrice fino al 1996, da sempre è appassionata di cucina e della buona tavola. È cresciuta con una mamma che ogni giorno faceva la pasta in casa (asciutta e in brodo) e il babbo che mentre aspettava il mangiare davanti la tavola apparecchiata, suonava il mandolino cantandole “Luna rossa” o improvvisandole versi in dialetto. In un clima così inevitabile che il cibo diventasse poesia e musica, ricordo da far rivivere. Appassionata anche di storia, letteratura e arte, adora la sua terra, i suoi prodotti, la sua cultura e le persone autentiche. Corrispondente di un quotidiano locale, collabora anche con i mensili la Piazza e Cubìa ed è coautrice di Cibi e tradizioni… e c’è di mezzo il mare e L’oro azzurro, per la storia dei ristoranti dove si realizzarono degustazioni e seminari di M. Lucia de Nicolò per Cattolica da gustare.
CULTURA
Ciao Fabio, quanto impegno insieme! - Ancora una brutta notizia: un'altro amico col quale hai condiviso pezzi di vita che se ne va. Fabio Rocca 66 anni. Ci siamo incrociati nei primi anni Settanta. Lui operaio all'Astolfi già molto politicizzato e sindacalizzato e che aveva da poco lasciato il Pci perché non rispondeva più al suo ideale di politica e io, con diversi altri, studente e tra i fondatori della sezione di Lotta Continua di Cattolica. Fabio era uno dei pochi operai che frequentavano la sezione dell'allora gruppo extraparlamentare, e il nostro mito “operaista” lo portò subito ad avere un ruolo da protagonista. Si badi bene, non per assecondare il “mito”, ma perché Fabio era veramente tra i più bravi. Capace di elaborate analisi politiche e sociali e al contempo con la lucidità del pragmatismo senza fronzoli e del politichese. Appena finita l'esperienza di Lotta Continua le nostre strade si sono ancora intrecciate. Eravamo agli inizi del 1977 con la storia di Radio Talpa. Nel frattempo cambia il suo lavoro, lascia la fabbrica e diventa commerciante di articoli sportivi “Polisport” con un paio di negozi a Gabicce Mare. Anche la sua collocazione politica cambia, Lotta Continua si scioglie nel 1976, capisce i limiti dell'esperienza della sinistra
Fabio Rocca è scomparso all'età di 66 anni. Grande impegno politico nella sinistra e sindaco di Gabicce Mare dal 1980 al 1985
Fabio Rocca (10-12-194714-6-2014)
IN RICORDO
di Enzo Cecchini extraparlamentare nel suo complesso e si riavvicina al Pci. Le sue capacità ed esperienza emergono subito. Nel 1980 diventa sindaco di Gabicce Mare di una amministrazione di sinistra. Grazie anche alla sua sensibilità, Radio Talpa ebbe buone collaborazioni con la sua amministrazione. Ricordo il memorabile ciclo di concerti rock con Eugenio Finardi, Franco Battiato e Gianna Nannini (1981) allo stadio di Gabicce Mare. Il “Questionario Giovani” (1982) e altre iniziative culturali significative. Fu la sua amministrazione a dare vita all'evento “Rosa a Gabicce” nel 1984 sulla scia dell'esperienza del MystFest di Cattolica. Finita l'esperienza di Radio Talpa (ottobre 1984) e la carica di sindaco (1985)... ci si vedeva molto più di rado. Ci siamo incontrati ancora qualche anno fa quando gestiva il
Gran Giallo a Cattolica
bar interno del Comune di Cattolica. Lì ho conosciuto meglio la moglie Maria Binda e i figli Cecilia e Niccolò. In quegli anni iniziarono i suoi guai con la salute. Guai sempre più frequenti e dolorosi, ma questo non aveva scalfito la sua lucidità e grinta. Era sempre molto piacevole una conversazione con lui. Si parlava prevalentemente di politica, ma sapeva tenere banco anche se si parlava di cultura, di sociale... per non dire di sport dove aveva conoscenze ancora più approfondite. Da Gabicce Mare, dove spesso frequentavo la sua casa, era venuto ad abitare a Cattolica, ma da un paio d'anni non ci siamo più incrociati. Ad essere sincero mi manca il suo punto di vista, sempre passionale e informato, su come sta andando il mondo oggi,
con i cambiamenti a 360° che sta subendo, col clima di smarrimento a sinistra e più in generale nella società italiana. Peccato! Poi il 15 giugno scorso, una domenica assolata proprio nel giorno del mio compleanno, m'imbatto nel manifesto funebre che annuncia la sua scomparsa. Eravamo coetanei, lui era più anziano di me di soli 6 mesi. Cosa si fa in questi casi? Abbiamo capito che non serve imprecare. Lui è stato coerente, ha voluto un funerale col rito civile. Non perché era un “mangiapreti”, ma perché era un laico convinto. Che poi sono le persone più tolleranti e rispettose rispetto a tanti fanatici integralismi e bigottismi. Allora si va al funerale, lo si saluta per l'utima volta, si abbracciano i familiari per portare un minimo di conforto e dimostrare che gli amici si ricordano, fino all'ultimo. Rimane la memoria delle esperienze comuni all'inseguimento di utopie e speranze da realizzare. Caro Fabio, chissà se da qualche parte, anche se ci abbiamo creduto poco, le nostre strade ritorneranno ad incrociarsi per qualche altra bella avventura insieme.
Ciao Fabio, l'amico Cecco
Il logo dell'iniziativa
- Il “Gran Giallo Città di Cattolica” è arrivato alla 41^ edizione. Quest'anno a partire dal 10 fino al 12 luglio, si tiene presso la Biblioteca il corso di criminologia per scrittori “I delitti violenti tra fiction e realtà”. Relatori: Vincenzo Maria Mastronardi, Simone Montaldo, Alessandro Gamba, Fabio Sanvitale. - 10 luglio, ore 21, Piazza 1° Maggio: “Il crime nel cinema e nella tv - Quali sono
i linguaggi che il thriller e il crime devono avere su piccolo e grande schermo?”. Ore 23,30, Piazza del Tramonto: retrospettiva MystFest con la proiezione del film “Near Dark” (1987). - 11 luglio, ore 21 Piazza del Tramonto: “Il crimine e la menzogna (anche il corpo mente). Casi giudiziari in cui la menzogna ha giocato un ruolo essenziale”. Ore 23,30 proiezione del film “Cosa fare a Denver quando sei morto” (1995). - 12 luglio, ore 21 Piazza 1° Maggio: “Nell'anno del Signore. Quando il giallo e la storia si tengono per mano”. A seguire: “Cerimonia di premiazione del racconto vincitore del XLI Premio Gran Giallo Città di Cattolica”. Ore 23,30 Piazza del Tramonto proiezione del film “Una cena quasi perfetta” (1995). In caso di pioggia le serate si tengono al Salone Snaporaz.
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Giovani cattolichini volontari nei campi di lavoro a Sessa Aurunca (Caserta)
Nelle terre confiscate alla mafia
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Un'esperienza di lavoro di grande ricchezza formativa umana e sociale. Legalità è tante cose. Etica, impegno, passione, lotta, sacrificio. Ma anche sorrisi, il sole di un campo, la fatica della terra, il calore di un incontro. Lo sanno bene i 12 ragazzi e i 4 accompagnatori che, nell’ambito del Progetto “GXG - Giovani per Giovani”, hanno partecipato ad una settimana di Campi Lavoro in collaborazione con l’Associazione “Libera - Coordinamento di Rimini”
COSTRUIRE LA LEGALITA' di Gaia Trunfio - Legalità è tante cose. Etica, impegno, passione, lotta, sacrificio. Ma anche sorrisi, il sole di un campo, la fatica della terra, il calore di un incontro. Lo sanno bene i 12 ragazzi e i 4 accompagnatori che, nell’ambito del Progetto “GXG - Giovani per Giovani”, hanno partecipato ad una settimana di Campi Lavoro in collaborazione con l’Associazione “Libera - Coordinamento di Rimini”. Il progetto gestito dalle Associazioni: “Music Machine” e “Alternoteca” di Cattolica e “Sergio Zavatta” di Rimini e co-finanziato dal Comune di Cattolica - Assessorato alle Politiche Giovanili e dalla Regione Emilia-Romagna (L.R. 14/2008), ha promosso, in collaborazione con i Centri Giovani “RM25” di Rimini e Gioc di Villa Verucchio una settimana di volontariato, cittadinanza attiva e formazione civile che si è svolta a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, presso i campi confiscati alla mafia ed intitolati ad Alberto
SPORT E LEGALITA' di Enzo Cecchini - L'associazione “Rimbalzi Fuori Campo” di Cattolica continua a proporre alla nostra comunità iniziative di alto valore culturale, etico e aggregativo. Dal 28 luglio al 2 agosto si svolge la 2^ edizione dei “Giochi della Legalità” che coinvolge i comuni di Cattolica e Gabicce Mare. Un programma fitto di iniziative sportive e dibattiti, con un occhio attento e sensibile agli sport minori e alla diversabiltà. Gli ospiti sono personaggi di alto livello professionale nei loro settori e di grande risonanza mediatica. Tra questi emerge la figura del magistrato cattolichino Piergiorgio Morosini, ispiratore e sostenitore di questo evento. L'abbinamento dello sport (i suoi diversi giochi) con la legalità, è il filo rosso riflessivo che vuole legare l'attività ludica (professionale o dilettantistica) praticata da milioni di giovani e meno giovani, all'approccio etico necessario che lo sport meriterebbe. Almeno per chi intende lo sport anche come “palestra di vita”. Nello sport si riversano tante
Varone. Lavorare sui beni confiscati alla mafia, riappropriarsi di terra e dignità può significare tante cose. Può addirittura essere “Una delle settimane più belle della mia vita” come racconta Manuele Maltoni, 15 anni, d’inverno studente del Liceo artistico, lavapiatti durante la stagione e tanta voglia di mettersi in gioco. Quando gli chiedo di raccontarmi con una sola parola la sua esperienza mi risponde “Passione”. “Quello che mi ha colpito da subito - mi confida entusiasta Emanuele - è stato toccare con mano la passione che le persone che vivono e lavorano in quel bene confiscato mettono ogni giorno nel loro lavoro e nella lotta alla camorra. Sono persone buone. Mi ha colpito il discorso che Simmaco Perillo, presidente della cooperativa che gestisce il bene ci ha fatto l’ultimo giorno continua Manuele - Ci ha spiegato perché eravamo lì. Ho capito che la mafia si può sconfiggere, collaborando, senza avere pau-
I campi coltivati I ragazzi alla stazione di Sessa Aurunca (Caserta)
ra. Bellissimo. Ogni momento di questa esperienza, che consiglierei a chiunque di fare, è stato bellissimo e importante”. Ogni giorno i ragazzi erano impegnati per 3 ore a lavorare nei campi, nella sistemazione del bene, in un laboratorio di trasformazione dei prodotti agricoli, a marchio N.C.O. (Nuova Cooperazione Organizzata) per la realizzazione dell’iniziativa “facciamo un pacco alla camorra”; mentre nel pomeriggio partecipavano ad incontri di formazione con personaggi impegnati ogni giorno nel contrasto alle mafie e nella diffusione della cultura della legalità, Ciro Corona e Peppe Pagano solo per citarne alcuni. “Diversa. Se dovessi usare una sola parola per descrivere la settimana nel bene confiscato in Campania, sceglierei proprio ‘diversa’” - mi dice invece Lorenzo Verati, 15 anni anche per lui, studente all’ITI di Morciano che appena può da una mano nella tabaccheria di famiglia a Cattolica. “Questa esperienza è stata diversa da qualsiasi cosa io abbia fatto prima nella mia vita. All’inizio mi sono sentito spaesato, ma più passava il tempo e più
mi sentivo a mio agio. Nonostante avessi avuto diverse raccomandazioni prima di partite, visto che partivo per una ‘terra difficile’ , una roccaforte della criminalità, io mi sono sentito tranquillo. Al sicuro. Quei giorni hanno cambiato il mio modo di guardare i prodotti di Libera Terra che trovo in vendita. Prima ero diffidente, come troppo spesso ci capita di essere. Ora so quanto lavoro c’è dietro e quanta determinazione nel far rivivere ciò che la mafia ha voluto uccidere. La mafia è anche qui in riviera, forse oggi addirittura più che al Sud, e dobbiamo fare qualcosa. Tra i momenti che di sicuro mi porterò dietro per sempre conclude Lorenzo - c’è quello del nostro arrivo. Siamo scesi dal bus stanchi e visibilmente a disagio. Ci è venuto incontro lui, Francesco. Un socio della cooperativa. Impossibilitato a parlare o anche solo a sentirci per via della sua disabilità ci ha detto tutto restando in silenzio. Semplicemente abbracciandoci e sorridendoci .Ero arrivato a casa”. Perché a 15 anni in un campo di Libera può accaderti di non confrontarti solo con le mafie. Nella vita di comunità di “un’ex
ospedale per cani” ti confronti anche con la disabilità, le difficoltà, l’emarginazione, la diversità ma soprattutto con il senso di libertà, la saggezza, la poesia, la voglia di condivisione dei tuoi “nuovi compagni di lavoro” che su quelle terre ci lasciano il sudore e il cuore ogni giorno, loro che prima vivevano negli OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario). Nell’ultima parte di questo viaggio mi faccio condurre per mano dalle sue immagini e dalle sue parole. Margherita Maggioni, 15 anni “e mezzo”. “A Sessa Aurunca, nella cooperativa ‘Al di là dei sogni’ ho vissuto come in una grande famiglia a partire dall’accoglienza mi racconta Margherita -. C’erano diverse persone, con le loro storie, difficili e conflittuali alle spalle, che grazie alla cooperativa sono come rinate. Non è stato solo un semplice ‘passarci del tempo’, assieme è stata una condivisione di vita, piena, sofferta, differente dalla mia vita quotidiana di Rimini. La condivisione partecipata del loro vissuto mi ha cambiato. Il fatto di aver lavorato sui territori di confisca è una testimonianza nel mio piccolo, che la mafia si può combatte-
Dibattito (a Gabicce Mare) con Morosini, Cassani, Mura, Sacchi, Benelli, Romani, Vitali
Ecco i ‘Giochi della Legalità’ cose di valore opposto. La competizione leale, e pratiche sleali (doping, corruzione, ecc.); atteggiamenti edificanti, e quelli furbeschi; il giusto godimento dei propri risultati, e l'esasperazione ed esaltazione mediatica della vittoria (spesso a tutti i costi) e della vanità del “winner”; la gestione milionaria e poco trasparente, a volte marcia, di tante società sportive, e associazioni che in pratica fanno volontariato mettendo a disposizione, tempo, energie e denaro, solo per il gusto di fare crescere una comunità migliore, a partire dai giovani; lo strapotere del calcio professionistico (per dispendio di soldi, esagerazione mediatica, ideologia politica), a scapito delle migliaia di piccole realtà dilettantistiche dei cosiddetti sport minori. Ma qui di minore c'è solo una mentalità mediocre di chi li giudica in questo modo: sono i “Soloni” e prezzolati “mezzibusti” che per ore e ore
S. Giovanni M.
La locandina dell'evento
ogni giorno sciorinano dagli schermi stupidate sul calcio di serie A. Poi quando ci si deve confrontare agonisticamente in competizioni internazionali, emerge tutto il vuoto del cosiddetto “sport più popolare”, mentre a portare il Tricolore sul podio sono solo ragazze e ragazzi degli sport più poveri,
quelli emarginati dal governo dello sport italiano. Uno sport più sano e pulito è il germoglio che aiuta a crescere una società più sana e giusta. Uno sport che esalta, pur nella giusta competitività agonistica, la lealtà, il rispetto dell'avversario, la consapevolezza dei propri limiti... diventa
la salvezza per un Paese, il nostro, che si è smarrito nella sua losca e autolesionistica “cultura della furbizia” perdendo addirittura la fiducia in se stesso. Il programma. Martedì 28 luglio, ore 21: “M'Astabon” - Salto con l'asta in Piazza 1° Maggio (organizzato dall'Atletica 75). Giovedì 31 luglio, ore 18,30: “Legality Run” - Corsa podistica attraverso Cattolica. Giovedì 31 luglio ore 21,30: “Gran galà di Handbike” - Manifestazione paralimpica. Piazza 1° Maggio e vie del centro di Cattolica. Venerdì 1 agosto, ore 21: “La lealtà e lo sport. Che vinca il migliore!” - Pubblico dibattito piazzale antistante il Comune di Gabicce Mare. Relatori: Piergiorgio Morosini (magistrato), Manù Benelli (Volley
re soprattutto dalle piccole, grandi cose. Lavorare la terra è stato come lavorare concretamente perché qualcosa di bello rinasca. Alcuni imprenditori ci hanno raccontato di come si siano ribellati alla proposta della mafia ed abbiano avuto il coraggio di andare controcorrente. Ci hanno dimostrato che si può vivere in maniera diversa”. Ragazzi semplici che fanno cose piccole, grandi, straordinarie. Il futuro e il presente che questo paese merita. Il nostro bene da tutelare e curare affinché crescano sempre appassionati, critici e ricettivi perché come diceva Paolo Borsellino: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. I partecipanti: Alice Foiera (accompagnatrice), Roberto Pazzini (accompagnatore), Michael Binotti (accompagnatore), Alice Gaudenzi (accompagnatrice), Emanuele Maltoni, Chiara Perazzini, Lorenzo Verati, Vanda Romani, Gerald Telha, Claudio De Sanctis, Margherita Maggioni, Silvia Mussoni, Bianca Campidelli, Lorenzo Pazzini, Michele Filippi, Michele Moretti, Giada Meluzzi, Nicolò Fabbri.
Academy), Davide Cassani (C.T. Nazionale di ciclismo), Gianni Mura (giornalista e scrittore), Pierpaolo Romani (coord. naz. Avviso Pubblico), Arrigo Sacchi (coord. tecnico Nazionali giovanili di calcio), Stefano Vitali (Presidente Provincia di Rimini). Sabato 2 agosto, ore 21: “La (mezza) notte bianca dei bambi-
ni - Giochi, laboratori, animazione, esibizioni delle società sportive. Acquario di Cattolica.
Sindaco, quelle strade con le buche... - L'associazione Rimbalzi Fuori Campo da anni sta regalando alla nostra città eventi prestigiosi e di successo. Diversi atleti, in particolar modo quelli di Handbike, hanno rinunciato ad essere presenti perché le strade di Cattolica, anche in centro, sono malmesse. Il sindaco dovrebbe farsi carico di questo problema e rimediare al più presto possibile. Lo chiedono anche i cittadini.
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Via Ferrara vista dal turista
Prima e quarta di copertina del libro
Quest’anno 2014 ricorre il centenario della costruzione del Municipio di Cattolica e della casa della famiglia Errani, filo conduttore di questo libro che racconta la città vista dal turista. Il libro è stato scritto dalla turista bolognese Luisa Piazzi Errani. Il volume è arricchito da 118 fotografie d’epoca ed ha come tema dominante via Ferrara e la zona balneare, dove dai primi anni del Novecento hanno soggiornato tante famiglie di villeggianti le cui vicende si sono spesso intrecciate fra loro e con quelle dei residenti. Il libro è in vendita presso l’edicola di Daniela in via Nazario Sauro, Cattolica.
INTERVISTA - OFFICINA DEL MARE
Il souvenir artistico-artigianale - Martino Cola 58 anni e Donatella Pistaccio compagna nella vita e nel lavoro da circa 20 anni, hanno dato vita ad un'attività artistico artigianale che hanno chiamato, in maniera molto suggestiva, Officina del Mare. Il laboratorio è a Cattolica come pure il negozio aperto 8 anni fa sul Lungomare Rasi Spinelli all’ingresso dei Bagni 45 aperto. I vostri oggetti richiamano il mare. Qual è il vostro rapporto con il mare e la tradizione marinaresca cattolichina? “Il nostro è un artigianato sentito, vissuto sin dal momento in cui raccogli una conchiglia o un semplice sasso in riva al mare. La mente raggiunge rapidamente luoghi nuovi e inesplorati cercando la maniera di rigenerarli in una nuova vita. La creatività è un’arma fantastica che ti permette di trasformare ciò che sembra inutile in un oggetto unico e prezioso. Il mare è la nostra fonte e, grazie alla creatività, ci siamo inventati il lavoro, proponendo uno stile, un gusto del tutto personale, una maniera di valorizzare la natura ponendola al centro del rispetto della vita. Al mare dobbiamo tutto, i nostri inizi e la nostra passione,
Martino Cola e Donatella Pistaccio
abitando in un posto di mare come Cattolica, non potevamo che contraccambiare regalando sensazioni serene e positive a chi ci viene a trovare”. Il souvenir che proponete esce dai canoni di quelli standardizzati made in China “Abbracciando questa filosofia, automaticamente ci discostiamo dal ‘made in China’, ogni nostro articolo è realmente un pezzo unico e irripetibile. I nostri clienti ci danno tante soddisfazioni, i loro commenti sono pieni di belle parole e i bambini, ancora una volta, sono i giudici migliori descri-
vendo il negozio come un posto magico, dove ascoltare la voce del mare con le nostre cuffie o volersi addormentare sul tappeto tra conchiglie, sassi e legni vestiti da opere d’arte come in un museo. Diceva Picasso: ‘Ogni bambino è un artista, il problema è poi rimanere un artista quando si cresce’. Noi stiamo ancora lottando per non essere inghiottiti dall’alto livello di sofisticazione tecnologica, perché è importante tornare a riflettere sulle idee e provare a immaginarsi un luogo nel quale vivere e dare forma ai sogni”.
“Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi, è come se fermasse l'orologio per risparmiare tempo”
Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Macchina per scrivere, freni ad aria compressa per treni
Henry Ford
La di autore ignoto, vieneSiattribuita Piero della Francesca, La Città Città ideale ideale (particolare), (particolare) attribuita al Laurana. trova ad aUrbino, Palazzo Ducale Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Leon Batista Alberti... Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale
Le scoperte che hanno fatto ‘crescere’ l'uomo 1868 - Macchina per scrivere La macchina per scrivere diventa realtà. Sviluppando la geniale e sfortunata esperienza di Ravizza, il giornalista, editore, postino ed esattore delle tasse americano Christopher Latham Sholes (1819-1890) brevetta l’apparecchio «definitivo». La macchina di Sholes, dall’aspetto che resterà immutato fino a oggi, utilizza il nastro inchiostrato, un rullo portacarta che avanza con un meccanismo a scappamento e, soprattutto, sfoggia la tastiera che resterà inalterata anche nei computer. Si tratta della tastiera così detta «Qwerty» dalle lettere dei primi sei tasti della fila superiore. Sholes ha l’idea di raggruppare le lettere in modo che ai lati si trovino quelle più frequenti e le dispone in modo che (almeno nella lingua inglese) risultino distanziate quelle che si trovano affiancate nelle parole di uso più comune, in modo da poter essere battute alternativamente con le dita delle due mani. Vivendo in un Paese in cui le buone idee riescono a trovare quasi sempre anche dei buoni finanziatori, Sholes vende il brevetto per 120 mila dollari dell’epoca a una fabbrica di fucili, la Remington Fire Arms Co., che dà inizio alla produzione di massa della macchina. Il primo scrittore che utilizza il rivoluzionario strumento è Mark Twain, che il 19 marzo 1875 le dedica un racconto umoristico, il primo composto con una
macchina per scrivere. 1869 - Freni per treni ad aria compressa Dopo aver assistito a un incidente ferroviario e aver sentito un ferroviere che diceva «questo si sarebbe potuto evitare se i treni avessero freni su tutte le ruote», l’inventore
autodidatta americano George Westinghouse (1846-1914) prende a studiare un metodo per trasferire energia dalla locomotiva ai vagoni in maniera da installare freni anche su di essi. Leggendo un articolo che parla dell’impiego dell’aria compressa per il traforo del Frejus, Westinghouse intuisce
che questo è il sistema che cercava e tra la fine del 1868 e l’inizio del 1869 realizza il primo sistema di frenatura ad aria compressa, che può essere trasmessa attraverso tubi da un vagone all’altro. A soli 23 anni dimostra il sistema con successo e dà inizio a una industria che ancora oggi è tra le più importanti degli Stati Uniti (anche se nel 1900 Westinghouse ne sarà estromesso dal finanziere John Pierpont Morgan, 1837-1913). Westinghouse inventerà innumerevoli altri congegni, tra cui un sistema automatico di segnalazione ferroviaria, il contatore del gas, le valvole di sicurezza per l’uso domestico del gas e infine si adopererà per l’adozione della corrente alternata nella distribuzione dell’energia elettrica, a fianco di Tesla e in opposizione a Edison.
Riflessioni bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce
IMPEGNO CIVILE
Luglio 2014
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“Non sono state contestate efficacemente da quanti – come i battezzati, la Chiesa, i suoi vertici – pur avevano il compito di farlo?”
Riflessioni bibliche “Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa
LA RIFLESSIONE Bergoglio, il papa che dà speranza
di Felice Scalia* - Arresti eccellenti, Expo, Mose, membri delle Forze dell’ordine indagati e condannati, evasori di marca stranamente appoggiati nelle loro ruberie, creste miliardarie fatte sulla pelle degli immigrati sopravvissuti al naufragio, esponenti di spicco di partiti rivelatisi banda predatoria… Si potrebbe continuare, ma a che serve? La cosa strana è che da tempo, di fronte a fatti simili che hanno accompagnato la nostra Repubblica, non riesco più ad arrabbiarmi. Non sto dicendo che non sono indignato, che la faccenda della corruzione pervasiva, sottile, in doppio petto, in divisa, mi lascia indifferente, ma solo che non mi arrabbio. Anzi aggiungo che da tempo conosco l’esistenza del vaso patrio di Pandora, che attenderei ogni giorno una sua scoperchiatura, ma so che non avverrà. Succederà al massimo che qualche onesto “folle” praticherà un altro forellino nel coperchio, ne uscirà qualche gio-
“Non riesco più ad arrabbiarmi. Non sto dicendo che non sono indignato, che la faccenda della corruzione pervasiva, sottile, in doppio petto, in divisa, mi lascia indifferente, ma solo che non mi arrabbio”
vane ed incauta viperetta, ma gli altri, i furbastri matricolati, i laureati in “Corruzione ed affini”, si autopromuoveranno “Ricercatori accademici” di nuove strategie per continuare il loro “lavoro”. A qualcuno sembrerà cinismo questo mio sentire. Io la penso diversamente. Perché arrabbiarmi se è tranquillamente accettato, come dogma millenario (Sap 2, 11), che «norma suprema del diritto è la forza e che il debole non serve a niente»? Se perfino un Obama confessa di essere in mano alle lobby delle armi facili per tutti? Perché prendermela con chi in tranquilla coscienza ritiene di dover accettare l’attuale sistema politico, economico, finanziario dove la “forza” non è più a tutela di quel debole per eccellenza che si chiama popolo o bene comune, e dice che questo è l’unico mondo possi-
essere «luce del mondo e sale della terra», una conclusione la si deve pur trarre: o questo nauseante odore di decomposizione è l’unico “odore” concesso a noi mortali, oppure abbiamo bisogno assoluto di rivedere tutto dalla radice, di
Dio, mammona e tangenti bile? In questa prospettiva i furbi, i corrotti, i corruttori non sono delinquenti, ma eroi da indicare a modelli di vivere “civile”. Essi sì che sanno vivere. Peccato che siano stati così “sfortunati” da rischiare la galera. Certo una domanda seria me la pongo. Come mai quel “dogma millenario”, quelle ovvie “certezze” non sono state contestate efficacemente da quanti – come i battezzati, la
Chiesa, i suoi vertici – pur avevano il compito di farlo? Come mai si è perpetrata una sorta di alleanza tra potere sacro e potere economico? Tra chi teorizzava l’essere umano come “lupo” o “inferno” dell’altro, e chi aveva un messaggio di essere umano “salvato”. Forse siamo culturalmente schizoidi: proclamiamo a parole di servire Abbà (l’Amore, la giustizia, la fratellanza, la condivisione…) ma in realtà ci prostria-
mo davanti a Mammona. Del resto anche nella Chiesa la spaccatura, l’hypocrisis è in atto: il “dominio che opprime” si chiama “potere che serve”; l’Istituto per le Opere di Religione (Ior) si è trasformato in banca truffaldina e, a quanto pare, assassina; coloro che dovevano curare «come pupilla degli occhi» l’infanzia sono diventati pedofili protetti anche dall’alto. Ma se tutto questo capita in chi proclama di
accorgerci finalmente che noi cristiani non abbiamo evangelizzato il mondo ma ci siamo fatti mondanizzare da esso, ne abbiamo assunto la mentalità. Con buona pace di San Paolo che diceva «non prendete la forma, il senso ultimo di vivere, siate attenti a non conformarvi alle idee ed al cuore di questo mondo». Non ci prendo per nulla gusto a dire queste cose. Mi chiedo però, come uomo, come
La gioia del Vangelo (Evangelii gaudium) di Gianfranco Vanzini - Recentemente Papa Francesco ha pubblicato l’Esortazione Apostolica ”Evangelii gaudium” ovvero “ La gioia del Vangelo” o anche “La gioia di evangelizzare”. Cosa vuole dirci con questa sua esortazione? Il Papa tratta diversi temi, ma lo scopo principale del documento è quello di trasmettere un messaggio molto semplice e chiaro: il Vangelo è gioia e dà gioia. “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’ isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare le vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni.” Il Papa parte da una constatazione che è sotto gli occhi di tutti, almeno di tutti quelli che vogliono vedere, perché non sono accecati da ideologie o da preconcetti. “Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice e opprimente offerta di consumo, è quello di una tristezza indivi-
Papa Francesco
dualista… Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente… Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita.” Ed ecco il primo invito che Papa Francesco rivolge a tutti. “Invito ogni cristiano in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, perché nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore.” Nel Vangelo c’è un costante invito alla gioia. Inizia, infatti, con “ Rallegrati”, il saluto dell’angelo a Maria
e Maria risponde: “ Il mio Spirito esulta in Dio mio Salvatore”. Prosegue con Giovanni Battista, che sulle rive del Giordano, quando incontra Gesù all’inizio del suo ministero, esclama:” Ora questa mia gioia è piena.”. Ancora, tutto il messaggio di Gesù è fonte di gioia: ” Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.” Il libro degli Atti degli Apostoli narra che:”Dove i discepoli passavano vi fu grande gioia, ed essi, in mezzo alla persecuzione erano pieni di gioia”. Purtroppo, dice Papa Francesco: “ Ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua, capisco le persone che inclinano alla tristezza per le gravi difficoltà che devono patire però, poco alla volta, bisogna permettere che la gioia della fede cominci a destarsi, come una segreta ma ferma fiducia anche in
mezzo alle peggiori cose…La tentazione appare frequentemente sotto forma di scuse e recriminazioni, come se dovessero esserci innumerevoli condizioni perché sia possibile la gioia… Questo accade perché la società tecnologica ha potuto moltiplicare le occasioni di piacere, ma essa difficilmente riesce a procurare la gioia.. Mi piace concludere questa prima puntata con la citazione che Papa Francesco fa di una affermazione di papa Benedetto XVI: ”All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un Avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e , con ciò, la direzione decisiva”. E continua con un invito e un auspicio: “ Possa il mondo del nostro tempo che cerca – ora nell’angoscia, ora nella speranza – ricevere la buona novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo la cui vita irradi fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo.” (Continua)
battezzato e come prete, che cosa ci vuole trasmettere lo Spirito di Dio mentre ci imbattiamo in queste tristissime vicende di corruzione eretta a sistema, mentre contempliamo questa occupazione dello Stato da parte della corruzione. Non ho che una litania di “forse”. Forse Dio vuole dirci che abbiamo bisogno di “conversione”, alla lettera: di “cambiare testa, mente”. Che dobbiamo cominciare a giudicare persone, istituzioni, politiche, globalizzazioni a partire dal Vangelo di Gesù di Nazareth e non più viceversa. Forse che anche la Chiesa deve abbandonare tante sue tradizioni mondane (quelle in bilico tra religione e folklore paganeggiante), per donare al mondo la “tradizione”, ciò che ha “ricevuto” dal suo Signore:
Perché arrabbiarmi se è tranquillamente accettato, come dogma millenario (Sap 2, 11), che «norma suprema del diritto è la forza e che il debole non serve a niente»? una vita nell’Amore è possibile, il Regno di Dio non è una favola, ogni uomo e donna è fratello e sorella di ogni uomo e donna, in ciascun essere umano c’è la dignità e la bellezza dello stesso Creatore, non si nasce per essere schiavi o padroni di qualcuno, si ha il diritto di vivere per imparare ad amare ed entrare così nella pienezza della vita fin da ora, fin da subito. Forse lo Spirito ci dice che mai più un presidente del Consiglio neoliberista deve varcare la soglia del Vaticano per sentirsi ripetere un “vada avanti” che sarebbe vero consenso alla fame, alla disperazione, alla rovina della vita di giovani e vecchi. Forse lo Spirito ha da dirci che della pacifica “impossibile” rivoluzione di papa Francesco abbiamo assoluto bisogno per vivere e far vivere. Forse che la fede deve di nuovo prevalere su tanta religione istituzionale. Forse che la nostra doverosa nausea ha senso se è simile a quella di una donna in dolce attesa: lei “sa” che una vita nuova sta per venire al mondo. E per questo è lieta di soffrire, pur non amando per nulla la sofferenza. *Gesuita, teologo dell’istituto Ignatianum (Me) Fonte Adista n.24/2014
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Cerimonia di consegna lo scorso 18 giugno. Si inserisce in un progetto di salvaguadia della salute della BCCG
BCC Gradara: defibrillatore per la spiaggia di Cattolica Presenti le autorità cittadine, tra cui il vice-sindaco Cibelli e il comandante del Porto Candido
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BCCG - SOCI
Dallo scorso giugno al 31 agosto
Filiali aperte il sabato mattina Filiale Cattolica Mare
- “Un giorno in più per esserti vicino! Sabato in banca”. E' un modo per soddisfare le esigenze delle aziende stagionali e non solo. Le filiali della Banca di Credito Cooperativo di Gradara aperte il sabato sono sei: Rimini (viale Regina Elena 83), Riccione (viale Dante 149), Cattolica (quelle di piazza Galluzzi e via Carducci 2), Gabicce Mare (viale della Vittoria 18) e Pesaro (Via Cecchi 36). Gli sportelli sono aperti dalle 9,15 alle 12,45. Partito in giugno, il servizio termina il 31 agosto.
BCCG - SALUTE BCCG - SOCI
- Un defibrillatore per la sicurezza sulla spiaggia di Cattolica. Si è svolta lo scorso 18 giugno presso Altamarea beach village di Cattolica la consegna del defibrillatore di ultima generazione da parte della BCC di Gradara, da sempre sensibile sul nostro territorio nei confronti di aspetti culturali, storici e, come in questo caso, della sicurezza in spiaggia.
Luglio 2014
In presenza del vicesindaco Leo Cibelli, del comandante della Capitaneria di Porto Pietro Candido, del responsabile Comunicazione e Relazioni esterne della BCC Andrea De Crescentini, il Vice presidente della BCC Luigi Maffi ha consegnato a Giuseppe Masi, socio di Altamarea, insieme a Michele Mancini, l’apparecchio per il quale entram-
bi avevano ricevuto l’attestato di abilitazione all’uso dopo un corso sostenuto durante i mesi invernali. Altamareabeachvillage, sempre attenta a rendere le vacanze dei propri ospiti un ricordo collegato a tanti aspetti quali la cortesia, l’accoglienza, e l’alta qualità dei servizi offerti a target di ogni età di turisti, nel ringraziare la dire-
zione della BCC, è orgogliosa di potersi collocare in prima linea anche sotto l’aspetto della salvaguardia dei propri ospiti sotto l’aspetto della sicurezza a livello di primo intervento. “La Banca di Credito Cooperativo di Gradara – afferma il vice presidente Luigi Maffi è da sempre molto radicata sul
territorio; ne sono testimonianza la serie di interventi che hanno portato il nostro Istituto ad elargire negli ultimi 10 anni una cifra pari a 8,2 milioni di euro a favore delle Istituzioni, delle scuole, dei giovani, delle parrocchie, delle associazioni e della sanità. Quest’ultima voce rappresenta per la BCC
di Gradara uno dei punti più importanti, perché salute vuol dire benessere e capacità di essere parte attiva nella società. Questo di oggi è un altro esempio concreto della BCC di Gradara di essere vicina alle realtà del territorio, come il Consorzio Alta Marea, che rappresenta un’eccellenza nel settore turistico di Cattolica.
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Bcc Gradara: ‘Crescere nella cooperazione’ Alla Lanfranco un anno bellissimo
- “Abbiamo avuto un appoggio grandissimo dalla Banca di Credito Cooperativo di Gradara, non solo economico ma di supporto”. Con queste parola Nadia Vandi, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo Lanfranco di Gabicce Mare-Gradara racconta la sua sesta edizione del progetto “Crescere nelle cooperazione”. La cerimonia di premiazione si è tenuta al teatro delle Muse di Ancona. Le due classi quinte di Gradara hanno raccolto tre primi premi: per la continuità (sei edizioni, sei premiazioni, un piccolo record), per la miglior rappresentazione sul palco (hanno scritto ed interpretato una canzone (direttore d'orchestra il genitore Raffaele Magi) e per l'imprenditorialità. Progetto educativo della durata di un anno, è stato un lavoro grandissimo per i ragazzi e le insegnanti; a supervisionare con leggerezza e rigore la coordina-
I ragazzi di Gradara sul palco del Teatro le Muse di Ancona. Il presidente della Bcc Fausto Caldari mentre li premia
trice Maria Bianca Ventura. Vuole una documentazione precisa e puntuale, altrimenti niente premio. Gli allievi hanno presentato un progetto denominato “I Ragazzi del Km 0”. Il risultato finale è stato un pranzo, con vendita di marmellate, erbe aromatiche, olio di oliva... Tutto è stato fatto rigorosamente da loro. Anche la
messa a dimora delle piante aromatiche, ad esempio. Hanno visitato anche cooperative. La preside Vandi: “I ragazzi hanno imparato tantissime cose. Nella loro cooperativa ognuno aveva un ruolo, sia a livello di organi elettivi (presidente, vice, consiglio), sia operativo. Hanno imparato ad ascoltare, a prendere le decisioni a maggioranza. Hanno capito che tutti sono importanti per raggiungere il risultato. Si sono confrontati con le risorse da impiegare per raccogliere ulteriori frutti. Inoltre, hanno imparato a gestire un bilancio. Hanno imparato che cos'è una democrazia pratica. Sono cresciuti”.
Aziende informano
I titolari, Mari e Italo
Spalla di vitello al forno
tolica. Dietro ci sono Mari e Italo, due appassionati della ristorazione. Lei è la signora della cucina; lui in sala ad accogliere e consigliare i clienti. Racconta Mari: “Quando avevo vent'anni il mio pensiero fisso era: - Una sera arriva un tavolo di signore su con gli anni; vicino ai settanta. Cinque di loro, professione cuoche (ma questo lo si saprà soltanto dopo) ordinano i cappelletti in brodo fatti in casa. La caratteristica, dei cappelletti, è che sono piccolissimi. Minisculture. Chiedono della cuoca. Dicono alla signora Mari: “I suoi cappelletti sono più buoni dei nostri”. Tanti complimenti anche scritti nel libro in pelle degli ospiti (fatto dalla signora Mari), che si trova in un angolo della sala. Si legge: “Si mangia da Dio”, “Molto, molto buono. Grazie. Da Mosca una famiglia bellissima”, “Fantastico. Divino!” (scritto in cirillico). E ancora: “Il migliore ristorante. Viva gli gnocchi ripieni e il vino, e il resto”; “Ai gestori delle
I secondi rappresentano la tradizione: coniglio disossato al forno, castrato alla griglia, tagliata alla griglia. Il vessillo dei secondi, su prenotazione, è l'oca nostrana ripiena al forno. Sempre su richiesta il maialino. Due preli-
Si trova quasi allo svalico della Siligata, sulla destra, direzione Pesaro-Cattolica. I piatti sono fatti rigorosamente in casa. Da appuntarsi i tortellini, l'oca ripiena, il coniglio disossato al forno, la tagliata alla griglia, il maialino. Contorni marchigiani, dalle erbe di campo alle patate al forno. Che commenti negl libro degli ospiti
Gli gnocchi fatti in casa
Coscio di tacchino al forno con patate
Pantere, simpatici, celeri, cordiali, ospitali. Cibo squisito. Ottima qualità/ prezzo. Firmato Legrottaglie. Il commento di Mari e Italo: “C'è qualcuno che mi dice che quelle cose le abbiamo scritte noi”. Il Ristorante Pizzeria “Le Pantere” si trova sullo svalico della Siligata in una tipica casa di due piani, direzione Pesaro-Cat-
un giorno aprirò un ristorante, altrimenti non me andrò in pace”. Il sogno è stato realizzato 5 anni fa. Presentano, Mari e Italo, la cucina della tradizione, con un tocco molto personale. I primi sono tutti fatti in casa. I cappelletti piccolissimi rappresentano la bandiera del locale. Altre paste: gnocchi ripieni, ravioli, tagliatelle con i porcini, strozzapreti della casa. Con quest'ultimi c'è un gioco, chi indovina i 12 ingredienti riceve un premio. Una signora ne ha scovati 10.
batezze. I contorni sono quelli marchigiani. Con i dolci si va sulla tradizione: crostate, ciambelle. Vini. Sangiovese e Trebbiano e poi assaggi dalle Alpi alla Sicilia. C'è un piccolo particolare che racconta la passione per le cose ben fatte: il pavimento di marmo antico è uno specchio. Le Pantere Ristorante Pizzeria - Strada Romagna 80 - 61100 PESARO - Cellulare 333.3911199
GRADARA Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
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Rievocazione storica medievale dal 18 al 20 luglio: 200 figuranti, battaglie, duelli, fuochi e divertimento
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Castello,Gradara, sotto assedio - Nel 1446 il castello di Gradara venne assediato. Su questo fatto è stata costruita la biennale Rievocazione storica medievale in programma il 18-19-20 luglio. Dato la suggestione e bellezza del luogo qualcuno afferma: la più attesa e amata di tutta la riviera. Sono tre giorni di fuoco, emozione, divertimento durante i quali si rivivono gli istanti forti del terribile assedio al castello di Gradara messo in atto dai potenti eserciti degli Sforza e dei Montefeltro. Era l’anno 1446. In memoria della vittoriosa ed eroica resistenza della roccaforte malatestiana si celebra “Assedio al Castello”. In costume, si succedono incessantemente scene di battaglia, scontri, duelli in grado di far rivivere quei concitati momenti. “Il cine-spettacolo che per tradizione dà l’avvio la sera del venerdì e che quest’anno si intitola Memorie di un assedio è unico nel suo genere – racconta Andrea De Crescentini, assessore al Turismo di Gradara e presidente di Gradara Innova che da quest’anno affianca il Comune nell’organizzazione dell’evento.
La sua particolarità sta nel riuscire ad unire sensazionali fuochi d’artificio, effetti speciali che simulano cascate di fuoco e dardi fiammeggianti che avvolgono tingendole di colori infernali le mura del castello e un complesso di 200 figuranti che si muovono in simultanea su un palcoscenico 10.000 metri quadrati dove è perfettamente riprodotto un campo fortificato, tra cavalli, bombarde e armi d’assedio”. “La novità di quest’anno – prosegue De Crescentini – sarà la presenza di un’orchestra e di un coro polifonico di 60 elementi che eseguiranno dal vivo la colonna sonora. Un espediente di forte impatto che contribuirà a creare quell’atmosfera di grande coinvolgimento che farà sentire il pubblico protagonista anziché spettatore di un evento storico nel suo divenire”. Le giornate di sabato e domenica proseguiranno dal pomeriggio con spettacoli, laboratori, animazioni, allestimenti storici, mercatino medievale esteso fino alla “Passeggiata degli innamorati “ e molti altri intrattenimenti - come la
L'assessore De Crescentini
falconeria - che renderanno ancora più emozionante e interattivo questo incredibile viaggio nel tempo. Un’attenzione particolare sarà data ai bambini con un programma dedicato “L’Assedio dei piccoli”:
iniziative ludico- didattiche come minicorsi di scherma e di danza, laboratori per la costruzione di giochi medievali, giochi di destrezza etc.. - pensate apposta per insegnare loro ad imparare la storia
divertendosi. “Un doveroso ringraziamento –conclude De Crescentini – va alle associazioni e ai gruppi storici di Gradara, uno straordinario capitale umano”.
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Luglio 2014
GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA Sfiorata la promozione. L'obiettivo di inizio stagione era la salvezza
GRADARA
Team 80, ad un passo dal paradiso Il piazzale occupato dai mezzi della produzione
Dario Gessaroli e Francesco Giusini con le rispettive opere: Gradara in mosaico ed un tavolo con legni ad incastro
L'arte dell'artigianato in mostra - Dario Gessaroli ha sempre avuto la mano felice per il disegno. E si è sempre divertito alle prese col foglio bianco. Poi ha scoperto il fascino dei mosaici. Francesco Giusini ha il legno dentro. Da qualche anno fa arredamento che gli piace e opere d'arte. Insieme sono i protagonisti dello spazio mostre della Banca di Credito Cooperativo di Gradara, edificio ad angolo sinistro appena sotto la torre dell'Orologio. Gessaroli ha portato una ventina di mosaici; alcuni recano monumenti dei nostri dintorni: la Rocca di Gradara, la Fontana delle Sirene di Cattolica. Oppure liberamente ispirati, come il Romeo e Giulietta. Usa frammneti di ceramica vergine (o di scarto) e vetri. Tira fuori cose semplicemente piacevoli. Il cimentarsi con il mosaico è figlio del caso. Una decina di anni fa va in gita a
Ravenna. Resta affascinato dai mosaici di quella che fu la capitale dell'Esarcato. Pensa: “Potrei fare i mosaici con i miei disegni”. Percorso simile anche per Giusini. A 10 anni, per 8 anni, è ragazzo di bottega da Aldo Del Magna, dove impara l'arte. Dal 1953 al 1960 lavora presso il mobilificio Pritelli di Cattolica. Poi apre la propria falegnameria a Gradara. In pensione nel 1992, inizia a fare sculture e arredo di raffinata maestria. Uno dei pezzi più importanti in mostra è un tavolo che poggia su una base che è radice e tronco di ulivo centenario. Invece gli incastri della piana sono di ulivo, acero e venghè. Se un pezzo non gli piace finisce nella stufa. L'esposizione è stata inaugurata lo scorso primo luglio e chiude il 20 luglio. Orari: dalle 16 alle 18 e dalle 20 alle 23.
LO SPORT - Pallavolo: è Gabicce dei miracoli. E’ giunta al termine la magnifica stagione in serie B2 del Team 80 volley e se all’inizio l’obbiettivo era la salvezza, essere in lizza per la promozione diretta fino all’ultimo, ha lasciato tutti a bocca aperta. ”Nel torneo precampionato a Rimini non eravamo riusciti ad agguantare nemmeno una vittoria – racconta il tecnico
STORIE DEL MARE
Estate 1958. Il motopeschereccio San Giorgio durante una uscita in mare in occasione della “Festa del Mare”. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica) L’incertèza A simie scap dal port sal tèrd anche per al temp can prumitive gnint ad bon e a stèmie andand vers Rimne a fè al punent: buted giù al cal, dop d’una mèzureta ut ariva a l’impruvisa una sfurieda ad tramuntanès. Lor i cmencia a tiré su li red a la rinfusa mentre li ond li munteva sora al “San Giorg”, mi, salted a bàs e cius i bocaport, a
santiva a canté al “Mercedes” a tuta forza vers tèra, senza savé se animie “Arciun” o tla “Catolga”. A simie la fin d’agost e senza avé ancora decis gnint, us capiva che al mér a n'era fat par mi!
Giorgio Terenzi
Campionato da favola: 23 vittorie su 26 partite. Col camp estivo in luglio Gabicce capitale del volley di Veronica Lisotti Maurizio Morelli -. Molti ci davano già per retrocessi. Il cocktail di giovanissime e giocatrici esperte invece ha dato i suoi frutti, e la stagione si è conclusa ben al di sopra delle nostre aspettative. Tanto lavoro e impegno da parte di tutti ci hanno permesso di arrivare ad un passo dal traguardo. Credo che la sconfitta contro il Gubbio, in casa, squadra di metà classifica e il match dei play-off giocato sottotono, siano risultati decisivi per il mancato salto di categoria”. “Al di là di questo - continua Morelli - è una stagione meravigliosa, costellata da 23 vittorie su 26 partite. La mission ora rimane quella di crescere e migliorare, portando avanti le nuove generazioni di giocatrici. Siamo già alla ricerca di giovani leve”. Spazio dunque alla linea verde con le squadre di minivolley (per bambine dai 6 ai 10 anni) che colleziona successi, allenate dalle atlete dell’under 16. Poi under 18-16-14 e under 13 capace di raggiungere un quarto posto a livello regionale,Terza, Seconda Divisione e Serie D. Il reparto allenatori è in mano a Maurizio Morelli, Patrizia Bacchini, Francesco Ragazzi, Danilo Berti, Marila Girolomoni e i giovani Elena Franchi, Christian Pieri e Yuri Lazzarini. E mentre c’è chi si
gode sul lettino il sole estivo, tra le fila del Team Volley le attività continuano on the beach. Al campionato italiano seniores troviamo la coppia Cristina Coppi e Chiara Fabbretti (prima squadra), mentre Francesca Borrelli (prima squadra) è impegnata nel doppio dei campionati italiani under 20. Inoltre, per il quarto anno va in scena il Camp Sea Volley che racchiude il meglio della pallavolo femminile marchigiana. Collocato fra i migliori camp d’Italia, quest’anno vedrà la partecipazione di una squadra peruviana e le
istruttrici di serie A1: Letizia Camera, Giulia Pisani, Martina Boscoscuro e Nicoletta Luciani. 120 ragazze per due settimane dal 15 al 21 e dal 22 al 27 luglio potranno vivere una splendida avventura pallavolistica. Il Team volley 80 è attivo anche sul fronte centro estivo e scuola con l’attività pallavolistica e il Progetto scuola che prevede lezioni gratis per le studentesse del circondario che vogliono affacciarsi a questo sport. Rosa atlete Elisa Scola , Dania Capponi, Giulia Magi, Chiara Fabbretti, Cristina Coppi, Elena Franchi, Elisa Ghiandoni, Francesca Luminati, Ilaria Battistoni, Anna Parodi, Alice Franchi, Francesca Borelli, Laura Masi, Giulia Pelinku, Alessia Ricci.
GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA
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E' giusto ampliare l'hotel Capo Est di 3.400 metri cubi? Il Comune Gabicce di Dorigo Vanzolini è contrario. La RegioneAmarcord Marche favorevole decisione
Parco San Bartolo, inutile cemento in uno degli ultimi paradisi - Inutile cemento nel Parco regionale del San Bartolo, uno degli ultimi paradisi della nostra costa. Tra la Regione Marche e il Comune di Gabicce Mare c'è un braccio di ferro. Infatti, la Regione ha approvato l'ampliamento dell'hotel Capo Est per 3.400 metri cubi, mentre Comune ed Ente Parco sono contrari. Il luogo è un paradiso e anche un'armonia perfetta tra la presenza dell'uomo e l'ambiente. E' uno degli angoli più suggestivi è il porticciolo di Vallugola ed il suo piccolo golfo. Sopra il porticciolo c'è qual parallelepipedo dell'Hotel Capo Est. I proprietari della struttura ne hanno chiesto l'ampliamento, bussando alle porte della Regione. Il Comune di Gabicce Mare è contrario. Nella Conferenza di servizi dello scorso 25 giugno l’amministrazione comunale ha deciso,
Vallugola nel tondo il Capo Est
Domanda: “Perché al Capo Est sì e alle famiglie no?” LA POLITICA
“A
in accordo con l’Ente Parco, di sottoporre alla procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale) il progetto di ampliamento presentato dalla società Albergo Capo Est Srl, ottenendo la sospensione del procedimento in attesa degli esiti della procedura della stessa a seguito dei pareri degli Enti coinvolti (Comune, Provincia, Ente Parco, Sovrintendenza). “E’ utile precisare - fa sape-
re l'amministrazione comunale - che la previsione urbanistica di Piano indicata dal Comune di
Gabicce Mare, in accordo con l’Ente Parco, non consentiva alcun incremento di superficie o volume della struttura alberghiera ‘Capo Est’, ma solo la possibilità di ristrutturazione del complesso, come risulta da tutti gli atti amministrativi prodotti durante l’iter di discussione e adozione del Piano. In aggiunta l’amministrazione comunale confermava tale volontà rigettando l’osservazione della società ‘Capo Est’ che
richiedeva un incremento volumetrico pari al 20% della struttura esistente, parere ulteriormente confermato in sede di IV Commissione regionale prima dell’approvazione finale del Piano da parte della Regione Marche. Il Consiglio Regionale in fase di approvazione ha accettato invece in toto il contenuto dell’osservazione presentata dalla società ‘Capo Est’, consentendo un aumento edificato-
Amarcord Gabicce
rio della cubatura esistente per circa metri cubi 3.400, ribaltando completamente le scelte di pianificazione sia del Comune che dell’Ente Parco. Considerato che l’intervento riguarda un’area di straordinario pregio ambientale e paesaggistico e di alta percezione visiva, il Comune si riserverà una valutazione approfondita del progetto e dei suoi effetti sul territorio verificandone la compatibilità paesaggistica, coerentemente con quanto già espresso dalla Sovrintendenza, con una nota inviata alla Regione Marche durante le fasi conclusive di approvazione del Piano dell’Ente Parco”. La questione Hotel Capo Est apre tutta una serie di domande su quale rapporto tra sviluppo economico e salvaguardia del territorio. La proprietà della struttura ha il diritto di chiedere e portare avanti il proprio interesse. Poi c'è il pubblico che ha un altro ruolo ed anche tutte le famiglie proprietari di immobili nel parco e non solo. Perché al Capo Est sì ed ad altri no?
di Dorigo Vanzolini
Gabicce Mare, 1943/1944. Da destra: Sergio Filippucci, Maria Filippucci, Pizzagalli, Nerina Lombardi. In alto a sinistra: Igino Filippucci in sella a “Pina”. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
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SAN GIOVANNI
Il M5S porta il suo punto di vista su questa operazione immobiliare e di sviluppo della struttura LA MUSICA
Coro della Regina, concerto in Piazza Silvagni
- Il Coro Lirico della Regina in concerto in piazza Silvagni, uno dei luoghi più belli del Riminese. L'appuntamento con la maestosità del belcanto è il 12 luglio, ore 21. “Concerto lirico sotto la Torre”, il titolo: arie di Verdi, Rossini, Puccini allieteranno gli appassionati. Insieme al coro, anche i solisti locali: Paola Saso, Ermanno Giovannini, poi Angelo Bonazzoli e membri del coro stesso come Giusy La Rota e Mariella Sancilio. Accompagnano i musicisti Fabrizio Del Muro al pianiforte e Carla Perazzini al flauto e organo. Dirige il maestro Gilberto Del Chierico. La serata è inserita nel fitto calendario delle Comari di Palazzo Corbucci che da 2 anni movimentano l'estate marignanese. In questo inizio di estate il Coro ha già cantato allo Snaporaz di Cattolica e al cortile della biblioteca Gambalunga di Rimini.
“Golf, per noi è chiara operazione di speculazione edilizia” - Il 16 maggio scorso si è conclusa la Conferenza dei Servizi sul Progetto Unitario Convenzionato riguardante l’impianto golfistico, in Variante al Piano Regolatore Generale vigente ai sensi dell’ art. 8 D.P.R. 160/2010. Il progetto prevede la realizzazione di nuove costruzioni (a destinazione residenziale, ricettiva e congressuale) per 5.000 mq., in un’area al di fuori del Comparto D13, in una zona vincolata dal punto di vista ambientale sia dal P.R.G. vigente, che dal P.S.C. adottato che P.T.C.P. (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale). La Conferenza dei Servizi tenutasi in seduta aperta a tutti i cittadini (perlomeno a tutti coloro che il venerdì mattina alle 10,30 non hanno altro da fare), si è conclusa in modo favorevole per il soggetto attuatore, in
Riviera Golf, la club house
assenza però del parere di compatibilità urbanistica al P.T.C.P. da parte della Provincia, nonostante l’architetto Giovagnoli dell’Autorità di Bacino avesse chiesto più volte in maniera esplicita tale parere, non ricevendo risposta e dichiarando “provocatoriamente” di voler lasciare il tavolo, in quanto riteneva che fosse già tutto deciso. Già!... Tutto deciso! Fin dalla delibera di indirizzo del 30 settembre 2013, si evince chiaramente la volontà politica di dare un impulso al percorso semplificato, non solo perché non riporta il parere del competente responsabile del servizio del Comune, ma al punto 6) cita “di concordare sulla valutazione fatta dal soggetto attuatore, relativamente alla impossibilità di prevedere in altro luogo l’ampliamento delle nuove strutture, e perciò di riconoscere come dato di fatto la condizione preliminare prevista alla prima proposizione del comma 1 dell’art. 8 del citato D.P.R. n° 160/2010 sollevando gli uffici dall’effettuare controlli e verifiche su tale tema”. Sollevare gli uffici dall’ef-
fettuare controlli e verifiche su tale tema??? Questo significa che i politici si sostituiscono ai tecnici in un tema così tecnico. Così si spiega il motivo di una massiccia presenza politica in un organo che dovrebbe essere prevalentemente tecnico, palese agli occhi di chi era in sala consigliare la mattina del 16 maggio scorso. Da una parte Alberto Rossini in rappresentanza della Provincia di cui è dirigente (non tecnico) di nomina politica (PD), dall’ altra Sergio Gambini (PD) ex senatore, ex deputato, ma attuale consorte della figlia di un noto imprenditore della moda, in rappresentanza della proprietà (non ci è dato modo di capire in base a quale delega o procura, visto che non ricopre alcuna carica all’interno delle società Riviera Golf Resort S.r.l. e Riviera Golf Club S.p.a.), il quale ha avuto la possibilità di partecipare non solo alla conferenza dei servizi, ma anche a riunioni di Giunta, Gruppo di Maggioranza, Direttivo di partito, per poter illustrare dall’alto della sua Laurea in Filosofia (come
risulta dalla biografia accessibile a tutti su internet), il progetto dell’ampliamento dell’impianto golfistico e la sua fattibilità dal punto di vista procedurale, urbanistico, finanziario e soprattutto “politico”, la cui presenza ai vari incontri sicuramente non sarà stata di poco peso (politico). Tra i due Claudio Battazza, responsabile del servizio urbanistica, pur non essendo un tecnico e neo eletto (riconfermato) Sindaco (PD) di Morciano di R., in rappresentanza dell’ Amministrazione comunale e dell’Assessore di competenza, quel Daniele Morelli, oggi diventato Sindaco (PD) del nostro comune e dipendente dello stesso noto imprenditore della moda di cui sopra. Al Movimento 5 Stelle, appare chiaro, nonostante le dichiarazioni del Sindaco alla stampa in data 12/06/2014, il conflitto d’interesse. Come appare altrettanto palese, che quella in oggetto altro non è che una chiara operazione di speculazione edilizia, considerato anche il fatto che è stata adottata e dovrà essere approvata una Variante normativa, nella quale “le modifiche introdotte sono conseguenza di indirizzi forniti dall’ Amministrazione Comunale ai quali devono attenersi gli uffici nelle redazione delle relative varianti al PRG”, con la quale verranno liberati da qualsiasi vincolo (forma integrata e complementare) di asservimento all’impianto sportivo e da legami con l’attività sportiva, tutti gli edifici ad uso residenziale già esistenti. Tradotto in parole povere, potranno essere immessi nel libero mercato immobiliare. Il termine per presentare osservazioni avverso questo ulteriore scempio del nostro territorio scade il 4 agosto 2014, dopo di che, il Consiglio Comunale sarà chiamato ad esprimersi in merito. L’avviso per i naviganti soprattutto per i nuovi consiglieri sia di minoranza, ma anche di maggioranza, è di prepararsi per tempo e valutare a fondo tutti gli aspetti di questa operazione immobiliare (non conformità al P.T.C.P., mancanza della Valutazione Ambientale Strategica, ecc.) di cui non riusciamo ad intravvedere l’interesse pubblico. M5S San Giovanni
SAN GIOVANNI Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
- Il suo grande cruccio è non aver approvato il Psc (Piano strutturale comunale) e non aver portato a termine il progetto della provinciale che collega San Giovanni a Tavullia che avrebbe liberato il capoluogo dal fastidio del traffico. Domenico Bianchi chiude con la politica ritorna al calcio giovanile. E a testa alta, senza la paura di doversi girare dall'altra parte. Quest'immagine è la filosofia della sua vita, insegnamento della nonna Filomena. Sindaco dal 2004 al 2014, che cosa va a fare ora? “Una certezza chiudo con la politica; ritorno allo sport. Starò con i ragazzi delle giovanili”. Come archivia questi 10 anni di governo? “Anni difficili. E' stato un onore essere stato sindaco della mia cittadina. Ho sempre amministrato nell'interesse della comunità e l'ho fatto con il senso della responsabilità, con degli errori naturalmente. Al mio successore dico di andare avanti senza dimenticare soprattutto coloro i quali restano dietro”. Partiamo dal rammarico, che cosa poteva fare e non ha fatto? “Uno, è il non avere approvato il Psc. Una parte di responsabilità va alla Provincia; si è presa delle riserve su cose insignificanti. Il Comune aveva gli elementi, non siamo andati in approvazione
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Era l'insegnamento della saggia nonna. Domenico Bianchi racconta 10 anni alla testa del Comune
‘Camminare con l'orgoglio di non girarsi dall'altra parte’ Domenico Bianchi, sindaco dal 2004 al 2014
“Vorrei essere ricordato per l'attenzione alle famiglie bisognose piuttosto che per un'opera pubblica. A Rimini Sud basterebbe un solo Comune”
Le cose di cui va fiero. “Negli ultimi 10 anni abbiamo fatto investimenti per 26 milioni di euro. Abbiamo garantito un altro livello dei servizi sociali. Sulle politiche abitative credo che sia stato realizzato molto; vorrei citare soltanto l'auto-costruzione, unico esempio della provincia. Abbiamo sistemato, grazie anche all'Acer, dieci famiglie di fronte alla nostra casa protetta. Pagano l'affitto in base al reddito. Abbiamo fatto un'altra piccola grande operazione. Il Comune di San Giovanni è proprietario di 70 appartamenti; abbiamo offerto ai titolari il riscatto, un terzo ci ha risposto”. Dove pecca la politica con i cittadini? “Spesso è lontana dalle esigenze delle famiglie e dei giovani. Va riconosciuto al segretario marignanese del Pd, Palmetti, che cerca di rimuovere gli aspetti negativi. Ha avvicinato qualche giovane. Penso che la gente debba
L'INTERVISTA perché la Provincia voleva le contro-deduzioni. Voglio portare un piccolo aneddoto personale. Un paio di anni fa un tecnico mi dice che a me il Psc non me lo faranno approvare. Aveva ragione, peccato. Il mio Psc è dalla parte del cittadino, con meno consumo del territorio. Dato il momento dell'edilizia era nostra intenzione attivare i piccoli lavori. Un'altra mancanza della mia giunta è il non aver risolto la questione della Provinciale 58, quella che ci collega con Tavullia, che avrebbe deviato il traffico intenso dal capoluogo. E' un investimento da oltre 10 milioni di euro”.
partecipare in prima persona e anch'io su questo non sono riuscito a coinvolgere come avrei voluto. Questo distacco è aumentato in modo sbagliato durante la campagna elettorale”. Invece, dal suo punto di vista come la politica dovrebbe affrontare il futuro data le meno risorse? “Sono per l'unificazione della Valconca, mare a monte. Poi Misano-Riccione-Coriano. Anzi, mi allungo più in là. A Rimini Sud basterebbe un solo Comune. Solo così si potrebbero liberare risorse da restituire ai cittadini. E non è vero che si andrebbero a perdere le identità. Quali si smarrirebbero? Con molta onestà queste cose vanno raccontate alla gente e non taciute. La realtà va detta. Come va rimarcato che meno tasse significano meno servizi”. Con quale opera vorrebbe essere ricordata? “Per l'attenzione verso le famiglie in difficoltà e il dialogo con i marignanesi e non per la costruzione di un'opera pubblica. Ho detto no, ma anche tantissimi sì. L'Università di Bologna pone San Giovanni al terzo in provincia per i servizi”. E invece, l'opera? “Le scuole da mantenere a Montalbano e Santa Maria; vanno solo adeguate da un punto di vista sismico
LA MUSICA
Musica, Festival sotto le Stelle: aperte le iscrizioni
L'organizzatore Paolo Marchini (a destra) e il presidente della Pro Loco Mimmo Landi
- La famosa cantante Maria Grazia Di Michele è la presidentessa della giuria; il famoso musicista Vince Tempera è il direttore musicale. Sono i due big che danno valore alla settima edizione del Festival sotto le Stelle, in cartellone dal 17 al 20 luglio nel fascino di piazza Silvagni. I vincitori del concorso marignanese parteciperanno alle semifinali nazionali del circuito Grande Festival italiani, in programma a Santa Teresa di Gallura il 30 e 31 dicembre. A loro volta, i due vincitori (editi ed inediti dei Grandi Festival saranno invitati a Casa San Remo, evento presente durante Festival. Dietro il Festival sotto le Stelle c'è l'organizzazione e la passione di Paolo Marchini e il sostegno della Pro Loco di San Giovanni. Per maggiori informazioni: www.festivalsottolestelle.it
Isola di Brescia, musica d'autore con i Nomadi In questo paradiso il concerto - I Nomadi sono la grande attrazione del quarto Festival della musica d'autore italiana a San Giovanni. L'appuntamento con la storica band del compianto Augusto Daolio è domenica domenica 3 agosto al Parco di Isola di Brescia, uno dei luoghi più belli della Valconca. L'occasione è anche una grande festa per il 50° anniversario di carriera. Dietro il festival un manipolo di amici: Daniele Donati, Sauro Simoncelli, Fabio Talamelli, Enrico Vesco. Quest'anno la manifestazione ritorna nel luogo di origine; negli anni passati si sono esibite band di livello nazionale e internazionale. La due giorni Sabato 2 agosto, serata danzante dedicata alla musica beat, con gruppi locali anni '60/'70 e con balli liscio e di gruppo. Il 3 agosto: i Nomadi. Hanno nelle loro valigie della memoria 51 album alle spalle, 15 milioni di copie vendute. Sono loro alcune delle canzoni che hanno caratterizzato la storia della musica italiana: “Io vagabondo”, “Dio morto”, “Ho difeso il mio amore”, “Un pugno di sabbia”. La tappa marignanese organizzata dal Comune di San Giovanni in Marignano in collabora-
zione con l’associazione Musica d’Autore anni 60/70, si inserisce nel calendario di promozione di Terzo tempo, l’ultima fatica discografica dei Nomadi Fondati nel 1963 da Beppe Carletti e dal compianto Augusto Daolio, in questi anni i Nomadi non hanno mai perso quel carattere originale di coerenza, solidarietà e impegno sociale generato dagli anni Sessanta. Nelle fila della band, dagli esordi ad oggi, hanno militato ben 23 elementi. Beppe Carletti, tastierista e veterano assoluto del gruppo, con orgoglio racconta questa nuova avventura live di Terzo tempo, che segna anche l’esordio di Cristiano Turato, nuovo cantante della band. I Nomadi sono un po’ come una squadra di calcio, che oggi gioca il suo terzo tempo. E come tutte le squadre del cuore, chi ama i Nomadi lo fa per le canzoni che hanno scritto e per quello che rappresentano, oggi come cinquant’anni fa». Il 3 agosto Beppe Carletti, Cico Falzone, Daniele Campani, Massimo Vecchi, Sergio Reggioli e Cristiano Turato invitano tutti i fan alla festa al Parco Isola di Brescia per i festeggiamenti dei cinquant’anni di carriera.
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MORCIANO
Reca tutti i presidenti di una storia lunga mezzo secolo. Il primo fu Mario Garattoni ALLEGRO MA NON TROPPO
Foro Boario Filippo Ghigi - Filippo Ghigi è stato assessore alla Cultura con la prima giunta Claudio Battazza, dal 2009 al maggio del 2014. Lo scorso 25 maggio è stato candidato al consiglio comunale; non è stato eletto. Aveva i santi in paradiso (si veda la foto con Matteo Renzi), ma non gli sono bastati. Forse valeva più un prete a Morciano.
Garofani rubati - Sarà stato uno scherzo o qualcosa di più triste? Chissà chi ha sottratto al monumento dell'Avis il vaso di garofani adagiato alla base dal presidente Avis Valconca Secondo D'Andrea. Il fiore lì è durato una nottata. Tranquilli a Riccione rubano fiori per migliaia di euro l'anno.
Elezioni - Athos Berardi è uno dei vincitori delle elezioni morcianese dello scorso 25 maggio. L'ex sindaco della Pci, uomo potentissimo e sempre scanzonato, ha arato Morciano per mese prima del giorno fatidico. Ha incanalato molti suffragi; aveva anche un preferito che nonostante i voti, per l'opposizione del Pd non è diventata assessore. Fermata da una carriere fin troppo veloce. Athos Ueber alles direbbero i tedeschi (Athos sopra tutti).
Athos Berardi (a destra) con l'amico Piero Antonioli
Avis, Festa del Donatore con targa COMUNITA'
- L'Avis di Morciano ha celebrato la Festa del Donatore scoprendo una targa che reca i nomi di tutti i presidenti dal 1960 ad oggi. La cerimonia si è tenuta lo scorso 14 giugno. Erano presenti i vecchi presidenti: Mario Garattoni (il primo), Amato Conti, Franco Marchetti, Alfio Binotti. Un omaggio particolare alla signora Bushell deceduta qualche anno fa. Secondo D'Andrea, l'attuale presidente, ha fatto gli onori di casa, ringraziando le autorità, i convenuti e soprattutto loro, i donatori. Hanno portato sostegno: il sindaco di Morciano Claudio Battazza, il sindaco di San Clemente Mirna Cecchini, il presidente dell'Avis provinciale Claudio Baschetti, il presidente della sezione di San Giovanni Carlo Pavan. Nella mattinata è stato collocato un vaso di fiori alla base del monumento Avis di Morciano, opera dello scultore Umberto Corsucci.
La cerimonia
I presidenti morcianesi: 1960-1980 Mario Garattoni 1981-1983 Amato Conti 1984-1995/2001-2003 Graziella Pacetti in Bushell 1996-2001 Franco Marchetti 2003-2008 Alfio Binotti 2008 Secondo D’Andrea
La copertina del libro
LA POLITICA
Caro Alfredo, i tuoi amici ti abbracciano Sono della specie Ophrys Apifera, piccole ma coloratissime, passano quasi inosservate nella numerosa varietà di piante e arbusti che crescono nel grande giardino A,ARCORD
In questa rimpatriata, Alfredo Masi è il
- Alfredo (Aiondo per gli amici) Masi se n'è andato prima del tempo lo scorso 17 giugno. Aveva 64 anni. Lascia la moglie Angela ed un figlio, Luca. Apparteneva ai Murot, una famiglia di am-
bulanti che nel loro piccolo hanno costruito la grande storia del commercio morcianese. E forse non è un caso che la moglie lavori alla Mofa. Aiondo era un casalingo. Un casereccio, ricorda un ami-
co. Non è che disdegnasse la compagnia, più semplicemente gli piaceva passare il tempo con la moglie. Quando erano liberi prendevano la macchina e via per le colline della Valconca e non solo,
con pausa pranzo in un ristorante. Una coppia fatta l'una per l'altra. Il male gli era stato diagnosticato lo scorso marzo, dopo i primi controlli. Gli amici morcianesi lo salutano con affetto.
Comune, commissioni: M5S all'asciutto - Acceso consiglio comunale quello morcianese, come sempre, direbbe qualcuno che lo frequenta con assiduità. Consuetudine e correttzza vuole che i presidenti delle commissioni vadano alle minoranze. Così è stato ma il M5S è stato tagliato fuori. Questa è la politica caro mio, direbbe quel saggio. Nomine ed incarichi, commissioni, giudici popolari, rappresentanza nel Consiglio dell’Unione Valconca sono stati conferiti alle rappresentanze del centro-sinistra e del centro-destra. I settecento elettori morcianesi del M5S rappresentate dal consigliere Arduini, non sono presenti in questi organismi. “Persino il consigliere Arduini non ha l’accesso facilitato agli atti dell’Unione Valconca”, come ha denuinciato lo stesso Arduini. Anche questa, caro mio, è sempre una delle molteplici
facce della politica. Altri argomenti trattati in quel Consiglio comunale, durato dalle 21,5 alle 0,45: Tari (ex Tarsu) da pagare in due rate (metà al 31 luglio ed altra meta al 31 ottobre, con la tariffa che resta quasi invariata). Nel 2013 il Comune ha incassato Tarsu per 1,1 milioni di euro. Secondo il sindaco Battazza nel 2013 la tassa pro capite era di 99 euro, nel 2014 dovrà scendere a 90 euro. Il consigliere del Movimento 5 Stelle Daniele Arduini in un intervento documentato ha dimostrato che Hera nelle sue comunicazioni usa due linguaggi diversi, una più diffusa rivolta agli utenti che Hera ha difficoltà a quadrare i conti e l’altra con gli investitori che dimostra il contrario e guadagni sicuri nei prossimi anni dovuti agli aumenti garantiti delle tariffe della raccolta dei rifiuti.
MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836
- “L’arte per tutti ed a disposizione di tutti è l’intento dei due artisti: Franco Bastianelli e Giuliano Cardellini. Che in quanto artisti-curatori, hanno voluto disporre le opere in modo che chiunque passeggiando possa ammirarle, quindi non chiuse in un luogo riservato, ma aperte alla visione di tutti”. E' la riflessione di Flavia Badioli. La Natura quale centralità della nostra umanità, dalla quale non solo non si può prescindere, ma che può cambiare i destini della nostra esistenza. Franco Bastianelli & Giuliano Cardellini con questa Mostra vogliono urlare forte il loro grido di dolore e speranza per quello che l’uomo sta facendo. Si può scegliere, si può avere una mèta ed in gioco è la stessa esistenza umana, la quale dipende dalle nostre azioni. Con la denuncia dell’inquinamento dell’acqua, dell’uso indiscriminato degli OGM, dell’utilizzo di energia inquinante, si impoverisce tutto il pianeta condannandoci a sicuro perimento. C’è una speranza? C’è un modo per ridare vigore al pianeta Terra? Si, se l’uomo saprà inverti-
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A Cattolica per tutta l'estate. E' un inno in difesa della natura. L'uomo distrugge la sua culla
Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836
Cardellini-Bastianelli in mostra Tre opere in mostra da raggiungere a piedi. Una passeggiata che è un percorso dentro il futuro In alto: il logo dell'evento creato da Cardellini Da sinistra: Giuliano Cardellini e Franco Bastianelli
L'ARTE re la tendenza verso l’abisso, se prenderà coscienza dello stato delle cose, se attuerà quel doveroso rispetto di ciò che era puro. La Mostra è itinerante e prevede un percorso a piedi lungo le vie e sul lungomare di Cattolica. E’ formata da tre Installazioni di arte contemporanea : - Il canto del cigno che descrive un cigno ed è inerente all’inquinamento dell’acqua ed alle sue tragiche conseguen-
ze - Spettro che descrive un gallo geneticamente modificato dall’uso degli OGM - La fata che descrive delle farfalle che cercano di sopravvivere in un mondo di energia inquinante L’Arte per tutti ed a disposizione di tutti è l’intento dei due Artisti, i quali hanno volu-
to disporre le Opere, unitamente alla Curatrice della Mostra Flavia Badioli, in modo che chiunque passeggiando possa ammirarle, quindi non chiuse in un luogo riservato, ma aperte alla visione di tutti. La Mostra itinerante viene inaugurata domenica 13 luglio alle ore 20 a Cattolica presso
il Palazzo del Turismo dove è esposto “Il canto del cigno”; poi si proseguirà alle 21.30 presso l’Hotel Kursaal dove è esposto “Spettro”. Infine, alle 23 si proseguirà presso l’Hotel Spiaggia dove è esposto “La fata”. La mostra ha il patrocinio del Comune di Cattolica, dell'associazione Pegasus e del-
l'associazione Iplac. E' “aperta” dal 13 luglio al 30 settembre e sarà visitabile tutti giorni dalle ore 9 alle 23. I due artisti hanno percorsi diversi. Cardellini è un avvocato che si diletta con le installazioni e la poesia. Bastianelli ha un percorso più classico. Artista a tutto tondo che ama lavorare il rame.
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5mila km non stop. Dopo averla conquistata nel 2013, è stato fermato da una feritoria - Forse quel mente raffinata di Napoleone aveva ragione: i generali prima li scelgo perché fortunati e poi perché abili tattici. Dopo aver conquistato la Raam nel 2013 (una corsa no stop di 5mila chilometri dal Pacifico all'Atlantico) Mario Fraternali è stato fermato da una caditoia logorata dal tempo e dall'incuria. Aveva percorso circa 3mila chilometri di bicicletta in sette giorni; all'arrivo ne mancavano ancora circa 2mila da compiere in altri cinque giorni. Era una bella mattinata quella del suo settimo giorno di gara il 17 giugno, alle spalle c'erano le salite dell'Oregon; davanti la piana del Missouri. A pochi metri da una fermata di controllo in una stazione di servizio, il morcianese già si pregustava un cappuccino con brioche. Va piano, rallenta, nota due caditoie. La prima la supera, a 10 metri la seconda, pochi metri dopo la sosta-cappuccino. La seconda è una trappola. Lunga un'ottantina di centimetri, ha solo larghe feritoie parallele alla strada; il suo ordito, ad incastro, era saltato. La ruota
Raam, Mario Fraternali fermato solo dal fascino della dea bendata Erano le sette del mattino. Tenace, riprende a pedalare. Il pomeriggio verso le cinque capisce che non è più sereno. Va in ospedale, gli danno sette punti di sutura. Aveva già pedalato per 3mila km; davanti ne aveva altri 2000 ma facili . Le asperità erano in gran parte alle spalle
Mario Fraternali in azione lo scorso anno e il trionfale arrivo a Morciano
L'UOMO ero più io. Non era più il mio divertimento, che è poi un misto di fatica intrecciato ad un piacere sottile che non saprei neppure definire. Diciamo che trasmette belle emozioni che ti fanno star bene”. “Fino al momento dell'incidente - continua Mario - ero ai livelli dello scorso anno: tranquillo e meno stanco. Insomma, consapevole. Però mi rendo conto che non è più una gioia. Il pomeriggio attorno alle cinque ho detto basta. Dico ai ragazzi: ‘Per me la
LO SPORT
della Scott di Mario affonda nella fessura-voragine; inabissa la bicicletta fino alla forcella. Finisce per terra. Batte forte lo zigomo sinistro e le labbra. Disteso a terra è un bagno di sangue. Rammenta Costantino, uno dei sette amici al seguito: “Sarà rimasto fermo una ventina di secondi, mi sono sembrati interminabili”. La gentile signora della stazione di servizio chiama l'ambulanza; arriva subito, insieme a polizia e vigili del fuoco. Gli vengono prestati i primi soccorsi. Il medico che consiglia il ricovero, causa l'ampia ferita sull'occhio sinistro. Mario è tenace e se la cava con una battuta: “Data l'età, poco importa se dovesse rimanere una cicatrice vistosa”. Viene medicato, pulito e piano piano il morcianese riprende la pedalata per raggiungere la mèta: l'Atlantico. Ha davanti a sé tanta pianura e le micragnose salite dei monti Appalachi; che non mettono incubi come le Montagne Rocciose già domate. Mario: “Dopo la caduta andavo avanti con pedalate inconsapevoli. Me rendevo conto che non
Ciotti, altra perla. Secondo alla 100 Km del Passatore - Il maratoneta Stefano Ciotti continua a stupire. E' giunto secondo nella 100 del Passatore; sesto nel prestigioso Trittico. Grazie ai tempi, partirà con il gruppo dei migliori (primi cento) alla Maratona di New York in cartellone in novembre. Forse poteva fare meglio; quest'anno è partito in largo ritardo con la preparazione causa una frattura al piede lo scorso ottobre. Aveva alle spalle soltanto due mesi di preparazione, , marzo, aprile e maggio. Il 25 maggio si allinea alla 100 Km (partenza da Firenze, piazza della Signoria ed arrivo a Faenza, centro storico); con 8 ore, 21 minuti e 51 secondi è ventesimo assoluto e secondo degli M50. A 20 km dell'arrivo era quarto. Al nastro di partenza erano in 2mila; oltre 1.800 all'arri-
Stefano Ciotti alla Cento Km
vo. Il morcianese ha infilato altri due risultati di prestigio quest'anno. Ha fatto bene nella 42 chilometri di Russi e nella 50 km di Castelbolognese. Le tre gare di cui sopra gli sono valse il sesto posto nel Trittico (competizione vinta nel 2011 e tre volte terzo). Grazie al suo tempo da maratona (2h46) partirà con i migliori cento a New York. Obiettivo: tra i primi cento. Il suo tempo gli vale la sessantesima posizione. Invece, quello della 100 chilometri lo inserisce al sesto posto nel mondo tra gli M50. Ciotti ha anche un obiettivo nel 2015: mondiale master a Lione. Buona strada. Veste i colori del G. S. Lamone (Russi).
Raam 2014 finisce qui’. Psicologicamente non mi sentivo più in grado di proseguire. E' un'impresa, la Raam, e anche la vita, che si gestisce con la testa e poi con la forza fisica. Eravamo nel Missouri. Così abbiamo deciso di trascorrere gli ultimi cinque giorni come turisti. Siamo stati un giorno a Chicago e gli ultimi quattro a New York. Nella bellissima New York”. Presa la decisione, saggia, Mario passa per un ospedale; gli vengono dati sette punti. L'infaticabile pedalatore aveva preparato l'edizione 2014 a suo modo: con la meticolosità degli appassionati e anche con la testa nel futuro. Era stato in un centro bio-meccanico di Villa Alta di Cesenatico, il Velosystem, per pedalare utilizzando al meglio la bicicletta. Dunque, le altezze gli sono state tarate sulle sue misure. Addirittura sotto uno scarpino era stata messa una solettina di un centimetro e mezzo. Il bio-meccanico Fabrizio Faggioli gli aveva fatto la consulenza ed il lavoro gratis. Così il milione di pedalate per compiere i 5mila chilometri, dentro un tempo di 12 giorni e 21, sarebbero state più leggere. Tornato a casa, Mario ha ripreso la bicicletta solo il 5 luglio con un'arrampicata a San Marino. In ogni caso, il morcianese ha compiuto un'impresa. Uomo abituato a lavorare (ha una falegnameria con una decina di dipendenti nella quale gli dà un valido aiuto il figlio Simone) sa che nella vita il fattore fortuna conta. Afferma: “Ho sempre avuto paura dell'incidente. Ogni anno alla Raam (quest'anno eravamo in 53), se ne ritirano il 40 per cento. La maggior parte per incidenti, dato che viaggiamo in mezzo al traffico ed ai suoi pericoli”. La Raam è una non stop di 5mila km che unisce la costa del Pacifico degli Stati Uniti a quella dell'Atlantico. In base all'età c'è un tempo massimo. Lo scorso anno per Mario Fraternali fu la prima volta ed un trionfo. Venne accolto a Morciano con un abbraccio adrenalinico; quest'anno solo: “Peccato, non ce l'hai fatta”. Al momento Mario ha deciso di dire basta con le corse massacranti: “Ad una certa età bisogna... però... se ci saranno le condizioni”. La squadra di Mario Fraternali era formato da sette amici: Ugo Gaia, Dilvo Polidori, Costantino. Unico sponsor: la discoteca Pascià.
MORCIANO Via Cà Bacchino 2 San Clemente
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I lavori procedono veloci. Montate le arcate. Presto sarà fatta la carreggiata. Fine lavori in agosto
Quel ponte sul fiume Conca a buon punto COMUNITA' - Ecco in anteprima il nuovo Ponte sul fiume Conca, fotografato il 30 giugno, che collegherà la strada Saludecese (Cattolica-Morciano) con la Via Tavoleto (RiccioneMorciano) attraversando il fiume Conca all’altezza della Ceramica Del Conca. Al momento i lavori sembrano procedere piuttosto spediti. Sono già state posate tutte le travi in ferro sulle quali verrà realizzata la strada e sono in fase di montaggio le arcate superiori, poste in corrispondenza del fiume che hanno una funzione strutturale di sostegno di tutte le travi orizzontali al fine di eliminare pilastrate di sostegno sull’alveo del corso d’acqua ed aumentare la campata (cioè la lunghezza del ponte in assenza di pilastri). I lavori dovrebbero terminare entro fine agosto e l’inaugurazione è prevista per settembre. I tratti stradali di collegamento sui due versanti opposti, sono già stati realizzati ed asfaltati. Finalmente Morciano avrà la sui circonvallazione e porterà almeno fuori dal centro tutto l traffico pesante diretto alla zona industriale di Casarola ed oltre. Pier Francesco Gasperi
Hossein Fayaz
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F M UTURIS
INSERTO A CURA DI ENZO CECCHINI
Boccioni, il massimo teorico e artefice della pittura e scultura futurista - Umberto Boccioni (Reggio Calabria 1882 - Verona 1916) pittore e scultore italiano. Nato da genitori morcianesi, cambia spesso residenza nella fanciullezza e adolescenza, seguendo il padre Raffaele, impiegato di prefettura. E' stato il maggiore rappresentante del Futurismo (un'invenzione dell'intellettuale Filippo Tommaso Marinetti), al quale contribuì anche come teorico. Nel 1901 si trasferì a Roma dove incontrò e frequentò gli studi di Gino Severini, Mario Sironi, Duilio Cambelotti e Giacomo Balla. Dopo soggiorni a Parigi, in Russia, a Padova e Venezia, verso la fine del 1907 si stabilì a Milano. Qui, dall'incontro con Gaetano Previati, accentuò l'interesse psicologico per l'immagine, diede una prima formulazione della sua teoria dello stato d'animo e s'impegnò in uno studio diretto
Umberto Boccioni
della moderna società industriale. Con i suoi concetti di ‘dinamismo’ e di ‘simultaneità’ nacque la sintesi futurista dell'elemento plastico e cromatico. Lo sviluppo della ricerca era concentrato sull'idea di movimento e velocità.
MOSTRA A NEW YORK
- E' il momento del Futurismo! La consacrazione mondiale è arrivata il 21 febbraio scorso quando il tempio sacro dell'arte il Solomon R. Guggenheim Museum di New York ha inaugurato una grandiosa mostra dal titolo: “Italian Futurism 1909-1944: Reconstructing the Universe”. L'esposizione, che rimarrà aperta fino al 1° settembre prossimo, è stata curata da Vivien Greene (cinque anni di lavoro per questa mostra). Sponsor: Lavazza. Alcune informazioni per chi fosse interessato a fare un giretto a New York. Biglietti: intero 22 dollari, ridotto 18. Orari: da domenica a venerdì: 10-19,50; giovedì chiuso. Per informazioni: 001 212 423 35000. “Dunque, il Futurismo conquista l'America in una svavillante mostra al Guggenheim che si è trasformato in una grande opera totale. Spiega la curatrice: ‘Abbiamo voluto giocare con l'architettura del museo, chi entra trova subito raccolti nella Rotonda ideata da Frank Lloyd Wright i temi fondamentali del
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ORCIANO
Futurismo, consacrazione mondiale con la mostra al Guggenheim di New York Manifesto della Ricostruzione Futurista dell'Universo, di Giacomo Balla e Fortunato Depero (1915)
Inaugurata il 21 febbraio scorso. Aperta fino al 1° settembre: “Italian Futurism 1909-1944: Reconstructing the Universe”
movimento futurista: la simultaneità, il dinamismo, lo spettatore al centro del quadro. Le opere avvolgono il visitatore in una dichiarata cacofonia visiva e uditiva’. Perché, come si legge nel Manifesto Tecnico della Pittura Futurista firmato Da Boccioni, Carrà, Russolo,
Balla e Severini nel 1910 ‘...le nostre sensazioni pittoriche non possono essere mormorate. Noi le facciamo cantare e urlare nelle nostre tele che squillano fanfare assordanti e trionfali’. L'immersione nel Futurismo è totalizzante. La mostra infatti, oltre a esporre i più
straordinari capolavori di pittura e scultura dei suoi protagonisti raccoglie abiti, fotografie, film, scenografie, suoni, scritti, stoffe, libri, architettura, giocattoli, ceramiche, mobili, pubblicità. Tutto declinato in termini di esaltazione della modernità, del cambiamento. Non a caso il sottotilolo della rassegna si rifà alla Ricostruzione futurista dell'universo auspicata in un manifesto da Balla e Depero nel 1915 in cui si afferma di voler ‘ricostruire l'universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente’”. (Lea Mattarella, la Repubblica, 21-2-2014)
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Il 25, 26 e 27 luglio. Tre giorni di cultura, spettacoli, concerti, poesie, danze, eventi e cucina. Organizza il Comune. Direzione artistica: Città Teatro
PROGRAMMA
FU.MO. FUturismo MOrcianese IPOTESI PER UN HABITAT CONTEMPORANEO Morciano di Romagna: 25, 26, 27 luglio Una grande festa futurista che coinvolge l’intero centro cittadino, tra urban culture e spirito avveniristico dei futuristi di inizio ‘900. Ospite d’onore: Vittorio Sgarbi
Umberto Boccioni, Il sogno o Paolo e Francesca (1908)
Umberto Boccioni, Mattino (1909)
Nel 2014 ricorre il centenario della pubblicazione del Manifesto dell’Architettura futurista di Antonio Sant’Elia e de Il Vestito Antineutrale di Giacomo Balla, il Museo Guggenheim di New York celebra il Futurismo con una mostra dal titolo: “Italian Futurism, 1909-1944: Reconstructing the Universe” e Morciano di Romagna presenta la quinta edizione di FU.MO. FUturismo Morcianese, manifestazione dedicata al celebre concittadino Umberto Boccioni. Il progetto artistico è curato da Città Teatro, cooperativa teatrale riccionese, che ispirandosi ai due centenari manifesti sull’architettura e il costume, titola questa edizione “Ipotesi per un habitat contemporaneo”, andando ad esplorare le espressioni più curiose e stravaganti dell’abitare urbano della nostra epoca. Tra la urban culture e lo spirito avveniristico dei futuristi, la città prenderà vita con spettacoli e installazioni diffuse, atelier all’aperto, visual interattivi, teatro di strada, concerti, danza urbana, freestyle, sfide col fuoco, mostre, parate, evoluzioni, acrobatica, motori e molto altro. Ampio spazio anche ai bambini, che potranno avvicinarsi e interagire con una corrente artistica ricca di movimento e colore, con l’ausilio di spettacoli sul tema e ludobus dedicati al suono e alla pittura. Anche quest’anno FU.MO. avrà un suo progetto inedito ed esclusivo, il duo degli Uochi Toki, definito dal mensile Rumore
Umberto Boccioni, La signora Massimino (1909)
Continua Umberto Boccioni, Il lutto (1910)
Boccioni: simbolista, post-impressionista, divisionista, espressionista, infine futurista - La fine del 1800 e l'inizio del 1900 sono anni di grande fermento nelle arti figurative. La sacralità e centralità della figura classica (umana e della natura) comincia ad evaporare, a scomporsi e tendenzialmente a scomparire. L'avvento della macchina fotografica richiede all'artista di andare oltre la rappresentazione delle cose: bisogna andare più in profondità. Per esprimere una linea originale la natura e le cose vanno interpretate, vanno “rianimate” con la riflessione psicologica, vanno ricondotte alla dinamicità e complessità dei tempi. Lo richiedeva una società che aveva fatto la rivoluzione industriale, acquisite nuove scoperte tecnologiche, l'affermazione delle nuove scienze sociali, un mondo che diventava sempre più “piccolo” perché sempre più conosciuto e più accessibile agli scambi di conoscenze ed esperienze.
PERCORSO
Questo porta a contaminazioni artistiche importanti e controverse. Ogni artista cerca febbrilmente una sua connotazione. Anche Umberto Boccioni è della partita. I suoi primi lavori hanno una cifra classica. Poi lo “scioglimento” dell'esperienza dell'impressionismo lo porta a sperimentare forme e cromatismi che in sequenza potremmo ricondur-
re a: simbolismo-liberty, post-impressionismodivisionismo, espressionismo-verismo... per approdare infine con forza e energia creativa al Futurismo. Sarà infatti, nel 1910, tra i primi firmatari del Manifesto Futurista di Filippo Tommaso Marinetti, insieme a Carrà, Russolo, Balla e Severini. Il Futurismo come progetto artistico a 360 gradi: culturale, sociale e, anche, politico.
Da sinistra: Luigi Russolo, Carlo Carrà, Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni e Gino Severini (Parigi 1912)
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“Manifesto Futurista”, Marinetti provoca e lancia la sfida a Parigi e al mondo
PROGRAMMA
come “una delle cose migliori capitate alla musica italiana negli ultimi dieci anni”, realizzerà in esclusiva “Morciano 3014. Il Futuro di un Piccolo Centro”, uno spettacolo unico che si replicherà in forma diversa nelle tre sere per visualizzare la Morciano del futuro, mediante scatti fotografici della Morciano del presente - realizzati dagli stessi artisti in questi giorni - che verranno modificati dal vivo e accompagnati da sonorità elettroniche.
SFIDA GLOBALE - E' il 20 febbraio 1909. Sul quotidiano Le Figaro Filippo Tommaso Marinetti lancia la sfida, e anche una provocazione. La Francia già da qualche decennio, Parigi in particolare, è diventata il centro mondiale dell'arte, grazie soprattutto alla forza del movimento impressionista. Ma questa esperienza comincia ad essere datata e sta svanendo in una sorta di piatto “manierismo”. Marinetti vede che nella patria dell'arte stanno concentrandosi nuovi fermenti e sperimentazioni. Braque e Picasso sperimentano il Cubismo e le prime idee di astrattismo. Marinetti da una parte ne coglie i principi innovativi, ma dall'altro anche i limiti: ancora il legame con la tela-oggetto che pur nella sua “frantumazione” non riesce a farsi carico del pensiero-bisogno rivoluzionario che interagisca e condizioni la società. L'Italia deve prendere questo treno della modernità artistica, pena rimanere solo il Paese-museo di un glorioso passato artistico. E allora pubblica in prima pagina il Manifesto Futurista. Marinetti vuole il botto mediatico per sfidare Parigi e il mondo intero. E ci riesce! L'idea di un progetto artistico globale, dove l'arte di-
Da segnalare anche la mostra/installazione curata appositamente per FU.MO. dall’architetto di Cattolica studioso di futurismo Maurizio Castelvestro, dal titolo “Manifestazione dell’Architettura Futurista”. Una rassegna visiva di testi, disegni, dipinti e fotografie che guiderà l’osservatore in uno stimolante viaggio didattico attraverso i manifesti, i proclami, i protagonisti, i progetti dell’architettura futurista. Le Figaro, Il Manifesto Futurista (20 febbraio 1909) firmato da Filippo Tommaso Marinetti
Morciano di Romagna nei tre giorni dell’evento sarà luogo di creazione dal vivo, con la realizzazione di sculture, oggetti di design, creazioni artigianali, vetrine e piatti futuristi. Collaterali all’evento diversi laboratori gratuiti e aperti alla cittadinanza sul teatro della sorpresa, la realizzazione di costumi futuristi di carta, il futurismo spiegato ai bambini, la cucina futurista e altro ancora. A FU.MO. un ospite speciale: domenica 27 luglio a Morciano di Romagna arriverà Vittorio Sgarbi, personaggio istrionico e noto critico d’arte, invitato a dissertare, in un incontro “parolibero”, su temi d’attualità e sul rapporto tra Umberto Boccioni e l’architettura. Perché non sono in tanti a sapere che anche Umberto Boccioni nel 1914 scrisse un Manifesto dell’Architettura Futurista, al quale Marinetti preferì quello dell’architetto Antonio Sant’Elia. Chissà se a torto o ragione.
Gino Severini, Danzatrice blu (1912)
Francesco Balilla Pratella, Musica Futurista (1912) - Disegno di Umberto Boccioni
venta espressione, in tutte le sue diramazioni, della modernità, del dinamismo, velocità, simultaneità. Il Futurismo sarà, in pratica, l'ultima espressione artistica che ha influenzato non solo la pittura, ma il teatro, letteratura, cinema, moda, musica, design, architettura, ecc.. L'ultima grande espressione artistica italiana che ha avuto un seguito importante nel resto del mondo.
Vittorio Sgarbi
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BANCAPOPOLARE VALCONCA AZIENDE INFORMANO
Piana di San Pietro, scrigno di romanità - La Valconca ospita un agglomerato urbano romano. Anche importante. E' tutta l'area denominata San Piero in Cotto; è nel comune di Montefiore ma è un rettangolo incastonato tra Gemmano, Morciano e lo stesso Montefiore. In quel luogo sono stati sempre rinvenuti reperti. I più importanti si possono ammirare nel Museo della Città, a Rimini. Una bellissima testa di donna, una mano di bronzo... Negli anni settanta un contadino portò al morcianese Fiorenzo Mancini un sarcofago che su consiglio del professor Piergiorgio Pasini fu dato al museo riminese. L'Università di Bologna ha iniziato a scavare in quell'area negli anni addietro; poi per mancanza di fondi ha riportato nel sicuro ventre della terra quanto prima disotterrato. Dopo il 2009, c'è stata anche una verifica geomagnetica per vedere se sotto ci fosse qualcosa. Uno di quegli archeologi fu Enrico Cirelli. La Banca Popolare Valconca per celebrare i mille anni, documentati, di Morciano centro di mercati e molto di più, ha composto una collana di quattro volumi. L'ultimo, curato da Cirelli, è stato presentato lo scorso 3 luglio nella bella Sala Valconca di proprietà dell'istituto di credito. Signor colpo d'occhio: gente in piedi sul peri-
E' soltanto l'ultima della grande sensibilità nella provincia dove la banca opera da alcuni decenni - Restituire al territorio parte di quello che si riceve facendo banca. Con questo principio la Banca Popolare Valconca ha contribuito a restaurare tre opere d'arte custodite nella chiesa di San Giovanni Battista in via Passeri, Pesaro: una statua della Madonna in legno e gesso e due tele, una reca la beata Serafina Sforza (sorella del duca del Montefeltro), l'altra il cardinale Colonna (zio di Serafina). Ad effettuare il restauro Letizia Bruscoli. La chiesa di San Giovanni Battista è una delle più belle di Pesaro ed appartiene all'ordine dei Frati minori.
Raccontato nel quarto volume sulla storia di Morciano edito dalla Banca Popolare Valconca
Da sinistra: Enrico Giorgi (professore all'Università di Bologna), Massimo Lazzarini (presidente della Bpv), Luigi Sartoni (direttore generale della Bpv) e Enrico Cirelli (l'autore del volume, nonché professore a Bologna)
COMUNITA' metro; tanti i giovani. Titolo del libro: “Gli scavi di San Pietro in Cotto e il territorio della Valconca dall'età romana al Medioevo”. Oltre all'autore, c'era il professore universitario Enrico Giorgi (bravissimo). A fare gli oneri di casa Massimo Lazzarini e Luigi Sartoni, rispettivamente presidente e direttore generale della Banca Popolare Valconca. Nella Piana gli archeologi hanno scavato e trovato la vita di una citttà: strade, edifici, villa, ceramica, oggettistica varia, monete, un'officina di un fabbro (podere Faetani). Tutto questo è stato raccontato in 308 pagine e da più mani. Giuseppe Lepore, Federica Boschi, Mila Bondi, Davide Marino, Andrea Tirincanti, Ilaria Begnozzi, Paolo Scozzari. Scrive nella prefazione del volume il presidente Lazzarini:
“Ancora un altro libro sulla storia di questo nostro territorio. La piccola Collana Editoriale, che la Banca Popolare Valconca ha voluto dedicare ai mille anni di Morciano, si arricchisce di un ulteriore importante con-
tributo. E le sorprese non mancano. A partire dal 2008 vennero effettuate alcune indagini archeologiche in località San Pietro in Cotto (...). I risultati di quegli scavi sono rimasti nel
cassetto per tutti questi anni. Eppure si tratta di risultati importanti: gli scavi hanno individuato un ampio edificio di epoca romana cioè una villa dotata di tutti i confort come ad esempio ambienti riscaldati e termali. È stato anche individuato un luogo dedicato alla lavorazione dei metalli, una vera e propria officina di un fabbro, é venuta alla luce una strada realizzata di ciottoli di fiume, sono stati scoperti resti di suppellettili, ma anche ditali, medaglioni, aghi per cucire e numerose monete di varie epoche, di cui le più antiche risalgono al 58 avanti
Cristo. La Banca Popolare Valconca ha ritenuto importante rendere pubblici gli esiti degli scavi archeologici. Dal libro apprendiamo, inoltre, tante altre notizie. Ad esempio che già in epoca romana il nostro territorio era apprezzato e conosciuto in campo gastronomico: nella Valconca era molto curata la viticultura tanto che alcuni scrittori latini affermano che si producevano oltre ventun quintali di vino per ettaro. Il vino veniva conservato nelle cupae cioè in botti di castagno che venivano prodotte nelle colline di Gemmano e di Onferno (...). Che dire? Non si finisce mai di indagare, investigare, scoprire la realtà che ci circonda e dalla quale emergono brandelli del nostro passato. Mi viene alla mente la vicenda paradigmatica di Heinrich Schliemann. Si tratta di colui che, preso dal fascino che la lettura dell’Iliade aveva suscitato in lui da bambino, ha dedicato tutta la vita alla ricerca della città di Troia (...).
Tesori svelati, la Bpv restaura opere d'arte della chiesa di San Giovanni Battista a Pesaro Giovanni tieni presente per l’articolo da scrivere che nel 2012 e nel 2013 sono stati restaurati al due dipinti sempre con il ns. contributo:
Lo staff dello sportello marignanese. Da sinistra Eva Battarra, Ivano Antonelli e Mauro Tirincanti
La Banca Popolare Valconca da anni opera in provincia di Pesaro con le sue filiali ed è sensibile a far crescere il territorio sotto il profilo culturale.
Negli anni addietro ha contribuito a riportare agli antichi colori altre opere. Nell' ottobre del 2012 è stato restituito alla comunità il dipinto raffiguran-
te San Diego di Alcalà nella biblioteca del convento dei Frati minori. Nel giugno del 2013 è stata presentata alla città la tela
Da sinistra: Letizia Bruscoli, Luigi sartioni, padre Aldo e Daniele Morganti Le tre oepre
raffigurante la Madonna col Bambino, San Pietro e San Girolamo della biblioteca, sempre del convento dei Frati minori di Pesaro. La Bpv è impegnata anche con il conservatorio Rossini.
Ha istituito una borsa di studio che va a premiare alcuni dei giovani più meritevoli della province di Pesaro e Rimini che studiano nella prestigiosa istituzione voluta dallo stesso Gioacchino Rossini.
Dal 1952...
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Monte Colombo
47854 S. Savino di Montecolombo (RN) Via Roma, 1397 - Tel/fax 0541.985449
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ECCELLENZE ENO-GASTRONOMICHE
Profumi di trippa e strozzapreti Montecolombo (Foto in basso di Pierfrancesco Gsasperi)
Fare gli strozzapreti
Il 19 e 20 luglio dentro il bel borgo malatestiano. I due piatti forti della tradizione romagnola si celebrano, in tutte le salse. Alla 48^ edizione, organizza la Pro Loco CROCE DI MONTECOLOMBO gratuito; organizza il Comitato cittadino, non a fine di lucro, ma solamente con lo spirito di stare insieme ai paesani ed agli ospiti che vorranno partecipare e godersi una festa autentica. E’ una delle feste del circondario che può considerarsi veramente autentica e soprattutto “genuina”; è autogestita dal circolo parrocchiale. Un modo per partecipare ad una festa dal sapore antico, passare qualche ora in alle-
Croce, donne al lavoro e in festa
Croce, è Sagra del Pomodoro - Da appuntare. A Croce di Monte Colombo il 3 agosto: Sagra del Pomodoro. Ovvero, tra le migliori paste fatte a mano con il pomodoro, ottime bruschette e musica romagnola della Bucci Band e presentazione ufficiale della canzone “La ballata di Checco” di Emilio Cavalli. Le brave azdore di Croce per un mese mese tutte le sere si ritrovano per preparare gli strozzapreti, rigorosamente fatti a mano con farina di grano italiano macinato a pietra, in assoluto tra i migliori d'Italia, secondo il giudizio dei gastronomi. Una sagra paesana unica e soprattutto genuina nella piccola frazione da cui si può ammirare la riviera romagnola. Croce è considerato il paese più eco-biologico della provincia di Rimini, circondato interamente da poderi
coltivati. La sagra è particolare per il pomodoro con sapore dolce e gustoso, tipico della zona per le caratteristiche del terreno. Tutti i cibi sono preparati con dovizia dalle nonne del luogo. Insuperabili gli strozzapreti fatti a mano, le tagliatelle, le grigliate di carni, i pomodori grigliati e gratinati, i salumi fatti come una volta. Ci sarà anche lo stand della “Fiera del bianco”: Tovaglie, tende, centro tavola, asciugamani. Ricamati a mano dalle donne di Croce, sono in vendita a prezzi popolari. Il ricavato va a sostentamento delle iniziative parrocchiali, sociali e per i giovani. La sagra sarà allietata da una grande orchestra romagnola con pista da ballo, giochi, animazioni per grandi e piccini, mercatino contadino. L’ingresso è
gria e spensierati e ritrovare vecchi amici. Croce è stato teatro di forti combattimenti durante l’ultima guerra mondiale, trovandosi in piena Linea gotica. Quella di quest’anno sarà una sagra particolare; verrà infatti presentata in anteprima la nuova canzone “La ballata di Checco”, testi di Emilio Cavalli e musica ed arrangiamenti della Bucci Band. La canzone è contenuta nel nuovo album della Bucci Band ed è prodotto dalle edizioni musicali “Novalis” e distribuito in tutta Italia. Durante la festa sarà possibile acquistare in anteprima il Cd musicale ed ai primi cento fortunati verrà dato in omaggio il libro sulla vita di Checco della Lira, scritto da Emilio Cavalli, uno dei libri più venduti e letti in provincia di Rimini e Pesaro. Pier Francesco Gasperi
- La Trippa e lo strozzaprete. La Romagna. Si celebrano con una sagra il 19 e il 20 luglio a Monte Colombo nel bel borgo malatestiano. L’appuntamento con due dei piatti principi della trazione nacque 48 anni fa su idea di Lino Magnani, allora il sindaco. Dagli albori un successo crescente. Organizzata dalla Pro-loco, con il patrocinio del Comune ed il contributo della Camera di Commercio e della Provincia di Rimini, anche quest’anno offrirà quanto di meglio possa trovarsi in termini di specialità e prelibatezze culinarie, spettacoli folkloristici, esposizioni di prodotti agricoli naturali, mezzi e moto d’epoca e quant’altro. Piatto forte, in tutti i sensi, della Sagra, è comunque l’offerta culinaria: si potranno gustare gli strozzapreti casarecci, prodotti direttamente dalla Pro-
loco attraverso l’opera dei volontari. Immancabile la trip- SABATO 19 LUGLIO pa, introvabile ed ap- Ore 18 - Apertura stand prezzato piatto tipico gastronomici Ore 21 - Orchestra della cucina romagnola, ma non mancheran- DOMENICA 20 LUGLIO no i fagioli, per non par- Ore 12 - Apertura stand gastronomici lare del gratin assortito Ore 17-24 - Orchestra e della piadina romaANCORA gnola. Rievocazione antichi Gli stand grastrono- mestieri mici aprono i battenti (Ingresso libero) sabato 19 luglio alle 18. Il giorno successivo già a partire dalle 12 aperti.. Dalle 17-24, orstand gastronomici chestre. Inoltre, esposizioni di moto d’epoOltre alle degustazio- ca, mostra mercato di ni gastronomiche, aziende agrituristiche spettacoli folkloristici e musicali, mostre del- locali e rievocazione anla civiltà contadina e tichi mestieri. Per maggiori inforvecchi mestieri, mercatino di prodotti eno- mazioni: 0541 984214 www.prolococoriano.it gastronomici locali
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Progetto triennale presso il Gruppo Atena di Mercatino Conca
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Gruppo Atena
Un laboratorio terapia denominato “Il Teatro Integrato”. Un momento il 20 luglio, ore 21,30 nell'aia del Mulino Giovannetti di Monte Grimano. Strutture all'avanguardia da visitare
- Il progetto “Il Teatro Integrato” si avvia a compiere un anno di attività. Era il mese di luglio 2013 quando nel Gruppo Atena, la Compagnia Aenigma di Urbino, diretta da Vito Minoia, con la collaborazione di David Aguzzi ha avviato il primo laboratorio per gli ospiti delle diverse strutture del gruppo. Il progetto fortemente voluto dal dottor Ferruccio Giovannetti, il fondatore del Centro di recupero ed accoglienza del Gruppo Atena, coinvolge, per la metodologia di lavoro individuata, la partecipazione di psicologi ed educatori che operano nel Gruppo Atena e una media di 18 ospiti provenienti dalle strutture del Gruppo. Si è convenuto di incamminarsi in questa avventura, partendo da un’ipotesi progettuale di strutturare un laboratorio teatrale della durata di tre anni, svolgendo una attività continuativa con una pausa in agosto e per le feste natalizie. A Ca' Cecco Il laboratorio ha una cadenza di un incontro settimanale e si tiene presso una delle sedi del Gruppo Atena, Ca’ Cecco, dove è a disposizione una grande sala attrezzata con una pavimentazione di linoleum idonea per lavorare a piedi nudi o con calzini. Si è quindi costituito un gruppo eterogeneo per età, provenienza, sesso, formazione scolastica nonché per interessi culturali, sportivi, ecc… Nella prima fase del laboratorio, vista l’eterogeneità del gruppo, si è lavorato interpretando e orientando l’interesse di ognuno a conoscersi, ascoltare e ascoltarsi con partecipazione e curiosità. Infatti, abbiamo lavorato sul valore dell’osservazione e dell’ascolto, con momenti di presentazione, seduti in cerchio e con una serie di esercizi ludici di gruppo utili a scoprire le attitudini, i bisogni comunicativo-affettivi, i livelli di attenzione e concentrazione propri di ogni partecipante.
- Il Gruppo Atena è stato fondato Ferruccio Giovannetti. Direzione a Mercatino Conca, coordina una serie di strutture che accolgono persone che hanno bisogno di abbracci e attenzioni. Le residenze si trovano nell'Alta Valconca: Monte Licciano, Montegrimano, Mercatino Conca e Monte Cerignone. Sono accoglienti, belle e luminose. Modelli da visitare.
I ragazzi che stanno facendo il laboratorio
Atena, abbracciare i colori del mondo con il teatro Questa fase ha contribuito a far entrare in contatto i partecipanti, ha motivato e stimolato la relazione e ha fondato le basi per la stabilizzazione del gruppo. Gli esercizi e le attività di questa prima fase hanno riguardato soprattutto il linguaggio del corpo, la corporeità nelle sue diverse espressioni e manifestazioni, cercando di combinare in
modo appropriato gli esercizi e i giochi. Abbiamo toccato più aspetti contemporaneamente, dal rilassamento alla concentrazione, dal movimento all’utilizzo della voce, passando dall’attività di gruppo a quella individuale e di coppia. Intento In breve siamo riusciti nell’intento di migliorare l’ascolto individuale e degli altri, cono-
scere lo spazio, sviluppare la sensibilità e l’immaginazione, scoprire nuove forme di comunicazione, e soprattutto migliorare la capacità di lavorare collettivamente. In un secondo momento siamo passati a sperimentare la tecnica dell’improvvisazione a tema, di gruppo e individuale; abbiamo introdotto i primi elementi per la progettazione e la
realizzazione dello spazio scenico, riscontrando la voglia di raccontare se stessi attraverso la drammatizzazione e di testimoniare la propria presenza individuale che comprova l’appartenenza a una comunità, sentirsi attivi, manifestare la gioia come la tensione e l’ansia, rilassarsi e comprimere in talune occasioni l’esuberanza e l’angoscia. Sono i sentimenti dell’agire teatrale,
mediati ma manifesti della nostra personalità. Questo importante lavoro ha condotto il gruppo alla presentazione di un elaborato scenico rappresentato in occasione delle feste natalizie. Belcanto Con l’avvio dell’anno nuovo abbiamo ripreso i lavori del laboratorio partendo da due nuove sperimentazioni: il “bel canto” e il percorso-viaggio dal passato al presente verso il futuro. Il “bel canto” si è tradotto in un intenso lavoro di ricerca di brani musicali da parte di tutti i partecipanti. Brani musicali che rappresentano o hanno rappresentato un’emozione o un sentimento, un ricordo o un determinato periodo del vissuto di ognuno. I partecipanti hanno poi interpretato i brani e commentato. La seconda azione, passaggio tra passato, presente e futuro è stato un mescolare tempi e ricordi che hanno caratterizzato l’espressività, la riflessione ma anche la corporeità. Possiamo dire, un viaggio dell’anima e del corpo in un oscillare di salti temporali, con approfondimenti a volte ingombranti con il passato di incertezze, ma anche di fiducia e motivazione per il futuro. Un quadro scenico e creativo con le immagini, le parole, stili che sovrapponendosi hanno dato luogo e corpo scenico ad una nuova perfomance scenica, arricchita dall’interpretazione di brani musicali, che andremo a rappresentare nella festa della mietitura il 20 luglio nella bellissima cornice dell’aia del Molino Giovannetti in serata alle 21.30. Sarà un’altra tappa ricca di emozioni e partecipazione, di sentimento e condivisione tra tutti i partecipanti, noi operatori e il pubblico che sarà presente. David Aguzzi
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Simone Casadei: “La mia più grande soddisfazione la trovo nel divertimento delle persone che guardo mentre suono. Vederli saltare ballare e urlare mi rende felice” - Simone ha ventisette anni ed una passione sfrenata per il mixer e per la musica, le discoteche e i luoghi dove i giovani celebrano il loro personale rito del divertimento. Davanti a una bibita fresca, per una volta analcolica, e al mare azzurro di Riccione facciamo quattro chiacchiere su un mondo diffuso su tutta la riviera: quello dei Dj! Quando hai cominciato a suonare Simone? “Direi che ho cominciato a ‘smanettare’ una decina di anni fa. Prima producevo mash up che poi mandavo su internet nei portali di musica; poi, dopo aver comprato la mia prima consolle con i soldi delle stagioni, ho cominciato a suonare da puro autodidatta”. Ma da cosa nasce la tua passione? “La mia passione non nasce da niente in particolare. Mi piace la musica, divertirmi e fare divertire con essa. Suonare mi fa staccare la spina dai problemi della vita quotidiana”. Che generi di musica suoni? “Il giusto nome da attribuire alla mia musica è House progressive comunemente chiamata “commerciale” con una sottile vena sarcastico-dispregiativa da parte dei puristi dell’ambiente. Per me invece ‘commerciale’ significa musica con un am-
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Sjmon DJ: quando a suonare è il cuore
Royal Boat, festa in nave che si preannuncia bella carica! L’ultimo evento, per me speciale, il compleanno del Birrodromo alla presenza di una foltissimo pubblico. Mi accontento perché
la concorrenza è tanta e per un free lance della musica come me che non ha le spalle coperte da nessuno è molto dura”. E’ la solita storia di questo paese di marchettari? “Lo hai detto tu, ma molti dei posti nelle nostre discoteche potrebbero essere occupati da gente migliore (naturalmente non sto parlando di me che non sono nessuno). Perché li tengano li diciamo che è oggetto di simpatiche illazioni”. La tua più grande soddisfazione da dj? “La mia più grande soddisfazione la trovo nel divertimento delle persone che guardo mentre suono. Vederli saltare ballare e urlare mi rende felice. La mia speranza è quella di togliermene altre di soddisfazioni!”. Il tuo sogno nel cassetto? “I sogni devono essere grandi, se no che sogni sono: vorrei suonare nei club/festival più importanti. Certo che la vedo gnara!”. E con questa battuta in romagnolese mi abbraccia, saluta e mi lascia la bibita già pagata. Simone, ha un cuore grande come sempre, è facilissimo augurargli di cuore di trovare la nota giusta!
SAN CLEMENTE
MONTEFIORE
SAN CLEMENTE
pio mercato e chi la compra non puo’ essere considerato di certo, scusate il francesismo, un coglione! Da un paio d’anni ho scoperto la Deep House che non conoscevo ma che mi ha conquistato in fretta. La musica è tutta bella, ovvio che ci siano gusti diversi. Ma la musica è anche libertà: nessuno ti costringe ad ascoltare una musica che non ti piace, perché denigrarla?”. Ma chi sono, se ci sono, i tuoi punti di riferimento musicali? “Nessun punto di riferimento vero per me. Mi piacciono tantissimi personaggi e gruppi: Swedisch House Mafia ad esempio. Ascoltavo Ingrosso, Axwell e Angello ancora prima che formassero il gruppo e li ascolto anche adesso dopo il loro scioglimento. Poi David Guetta, Steve Aoki, Afrojack, Nervo, Fatboyslim e tantissimi altri. Ma sono moltissimi anche gli altri dj’s che ascolto e che con questo
SAN CLEMENTE - LA LETTERA
Cerimonia di premiazione 2014
genere non hanno nulla da condividere”. In che locali hai suonato? “Qua in riviera ho avuto la fortuna di suonare un po’ dappertutto. Dal Prince/Echoes, feste
in spiaggia, feste private e una miriade di disco Bar che mi chiamano a caricare la serata per il pre-disco. A Riccione Pepper, Ratafià, Royal Cafè che il 15 luglio organizza la
GEMMANO - LO SPORT
Giunta desolante, deprimente e deludente - Pierino Falcinelli non ha apprezzato il primo consiglio comunale della nuova amministrazione che definisce in 3d: “Desolante, Deprimente e Deludente” e ancora ”Si è visto chi contestava talune cose subito appresso votarle a favore, oppure altri che fino al giorno prima contestavano “programmi e persone” e nell’occasione è stato “vogliamoci tutti bene”. “ i nominativi dei componenti la nuova Giunta: Cecchini (sindaco), Guiducci, D’Erasmo, D’Andrea, Tordi; Praticamente una Giunta con tre Sindaci e per chi pubblicizzava rinnovamento non c’è davvero male!!!” “Per correttezza di informazione, va detto che fra i Consiglieri vi è stato un buon ricambio, anche generazionale.” e ancora “Tutto ciò mi porta alla mente di attestati e dichiarazioni positive da parte di attuali amministratori in occasione della dipartita di un ex Sindaco di San Clemente che nei pochi anni comunque aveva lasciato un segno positivo, mi riferisco ad Antonio Semprini. Quello che mi fa specie è che di persone come Antonio si parli tanto (ribadisco, in positivo) ma poi
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Alessandro Angelini
Pierino Falcinelli
Notte del ring
non si prendano ad esempio comportamenti e modi di agire propri del mondo politico/amministrativo locale. Ho fatto questa premessa per informare di un fatto accaduto nel lontano 1993 a seguito delle dimissioni dell’allora Sindaco Antonio Semprini. I giorni successivi, tra le varie opzioni per costituire la nuova Giunta si definì di andare dal Semprini per chiedere una sua disponibilità a far parte della medesima, ovviamente con un altro Sindaco. Per l’occasione , il sottoscritto ed il buon Massimo Palmerini, andammo a chiedergli tale disponibilità e la risposta di Antonio fù educata ma perentoria: “Burdèl, quand un Sendachè è làsa l’à da làsè”! Ogni commento credo sia superfluo! Pierino Falcinelli, ex assessore
- Gemmano la stella della boxe si riaccende anche per questa estate! “La Notte del Ring” l’happening estivo della Pugilistica Valconca farà reincrociare i guantoni con inizio della manifestazione alle ore 21 in Piazza Roma sabato 12 luglio e come sempre ingresso libero. Rico e i suoi collaboratori hanno visto una notevole crescita della squadra dilettanti che comprende: Bogdan Popica (Super Welter), Rinaldi Samuel (medi), Daniele Marchionni (il Guerriero del Ring vincitore del Memorial Pandolfini a San Gregorio 2014), Simone Cecchini (welter). Poi il nuovo che avanza veloce: Tomasz
Harpula (medi), Gianluca Ciuffoli (welter) e Xhonatan Kaloshi nella serie Yunior. L’incontro clou della serata sarà fra il pugile locale categoria superwelter professionisti Alessandro Angelini, al suo sesto incontro con un curriculum da imbattuto ed un avversario di pari livello. Il campione valconchino ha un intenso programma, oltre alla notte del ring di Gemmano, altri due combattimenti da tenersi in quel che resta del 2014, mentre c’è gia in preparazione per il 2015, un appuntamento fondamentale per la sfida alla conquista di un importante titolo nazionale o internazionale. Claudio Casadei
Rocca di Luna, nel segno Note di vino, delle donne che successo - Ed al calar del sole delle domeniche di luglio sono riprese a San Clemente le tre serate di Note di Vino. Un classico che ha già portato nella splendida piazza vini mangiari e musiche del Piemonte. Una settimana di pausa per il mondiale e via domenica 20 luglio con vini e prodotti pugliesi. Per chiudere domenica 27 luglio con l’amata Sardegna. Con la piazza piena della prima serata per Daniela Bellini, Silvia Cicchetti e Tino Bugli hanno di che essere soddisfatti. Del resto il format è una garanzia e il ritorno alle musiche tipiche delle regioni ospiti è di certo una scelta culturalmente vincente. Il vero mattatore della prima serata è stato Bruno Piccioni. La sua straordinaria conoscenza eno-gastronomica ha conquistato tutti ed è una garanzia sulle scelte delle prossime serate. Quindi per Bruno, ma anche per Daniela, Silvia e Tino giù il cappello e su il calice! (C. C.)
Montefiore - Rocca di Luna 2014 nel segno delle donne: da Beatrice a Mia Martini. Tema: “Donna che illumini la luna”. Appuntamento con uno dei borghi più sontuosi d'Italia il 19 e 20 luglio. Il cuore è con gli spettacoli all'Arena della Rocca. Il 19, un trio di donne, interpretano i successi di Mia Martini. Titolo: “Mimì almeno tu nell'universo”. Domenica invece si celebra Lucio Dalla al femminile con “Se io fossi un angelo”. Iskra Menarini, cantante di Lucio Dalla, interpreta i brani del grande cantautore che abbiano a che fare con la luna. Il borgo è un caleidoscopio di bancarelle d'artigianato a tema e colori da raccontare.
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Mirna Cecchini, l'irresistibile ascesa. “Governeremo in modo collegiale. La critica del cittadino non è mai ingiusta”
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Cecchini, un sindaco predestinato - Mirna Cecchini la poltrona di sindaco ce l’aveva nel destino. Da anni in politica, la Cecchini è stata la candidata del partito forte del luogo e, con un po’ di batticuore, alla fine le elezioni le ha vinte e adesso sembra rasserenata pronta a compiere il suo dovere assicurando presenza e competenza. Finalmente sindaco, come ci si sente? “Non è stato semplice, è stata una campagna elettorale per certi versi complicata, ma alla fine la
FOCUS di Claudio Casadei
gente mi ha scelto. Sono molto orgogliosa per questo. Soprattutto dal punto di vista personale. Da quello concreto poi le cose non sono cambiate molto, ero molto presente in Comune da dieci anni. Certo cambia il ruolo, cresce il senso di responsabilità e di attenzione
SAN CLEMENTE
Li duchi che cambiano Supino m’ero posto sul divano ebbro di piada ed anche di buon vino godermi la Tv volevo invano che appena su quel cuoi porsi le terga vittoria sua mietette il buon Morfeo e svelto caddi in un sogno di melma! Vestito e ornato a mo’ del Medio Evo in loco di campagna mi trovavo e il posto, Dio volendo, conoscevo! Capendo i miei dubbi da lontano un ragazzotto di crine riccio e nero s’avvicino per tendermi la mano “Sani Clementi” mi disse l’elemento vestito come dotto gazzettiere “Dei *** alla casata io appartengo”! “Ah, bene amico mio “ gli dissi tosto curioso di capire quella landa, “cos’è che fa sta gente in questo posto?” A fianco a noi infatti scorreva lentamente in lunga colonna di uomini e donne a festa tutt’agghindata un mar di gente! “La gente che tu vedi ire al castello” segnando quelli da dritta a mancina “va a scegliersi lo Duca” disse quello! “Romandìola è il suol dove stai ritto” così a cianciar proseguì lo dotto “cerner chi ci governa da noi è un diritto!” “Il popolo è qui tanto sovrano?” chiesi stupito a quel mio astante “Se siam nel Medio Evo mi par strano!” Il *** mi guardò compassionevole come mondano mira il pover’illuso ‘Il popol crede’ mi sorrise affabile. “La scelta che avverrà pr’acclamazione in piazza là al castello sarà fatta ma la chiarezza è sol pia illusione!” Di quattro capitani abbiam potuto, nel tempo solamente di una luna, scegliere quello che abbiam voluto!” “la Gran Congregazione Libertaria ben di due scelte diede l’illusione, e di battaglia il suon si empì l’aria Ma alla fine in barba al popol bue, che un soldo diede per avere voce, ci fu un accordo tra i duellanti due! La grande conduttrice infine, vinse di quelli la lotta intestina e candidata sola fu alla fine L’imbell fu duca, piaccia o non piaccia, come d’accordo poi sarà ricompensato lo scranno a premio del suo voltafaccia! A lei poi s’opporrà bellamente, di pulizia e valori paladino, Il popol delle stelle “dellagggente” E un capitano d’arme e di ventura,
che a guida della gente si propone e di guidar lo popolo vole ver cura! Un militar che ha ancora l’armatura vertical omo senza macchia che di cambiar sta terra non ha paura! E un rivoluzionario oppositore che il cuore tutto mette nella pugna della Coalizion d’appresso gran censore! Tra tutti questi sceglieremo infine chi sarà duca per l’intero lustro e del castello loco farà sublime!” “non cambia nulla ti dic’ io o amico scoppiò in un riso lo Maestro è solo un teatrino presto finito!” “O ***” pensai io “ ma che dici? Se hanno quattro idee da presentare almen nelle intenzioni son nemici!” “Porello”lui mi disse “Lascia fare, passa la pugna e l’ira già si smonta e al desco tutt’assiem a desinare!” Di li a due dia lo rividi con rotoli di carta informativa guardandolo gli chiesi “ Cosa ridi?” Il *** mi rispose soddisfatto, com’ di colui ch’ è data canoscenza, “Villico abbi rispetto,è andato tutto com’ho detto!” “La Grande Conduttrice è il nuovo duca lo scranno lassù in alto ha guadagnato e tutti gli altri ha mandato in buca! Nulla è cambiato, le casta s’è protetta che il Re d’Ariminum vuol cambiar la Valle e un duca unico a governar s’appresta. Il mantenere oggi l’Armonia serve un po’ a tutti, credi bellamente, alla prossima pugna parar la via. E li Vassalli che ora stanno a corte nessun futuro hanno a governare e solo st’occasione per far scorte.” Poi lo maestro rise soddisfatto ma tutto s’annebbiò alla mia vista mi ritrovai li sveglio tutt’a un tratto! Gridai “O moglie le hanno fatte le elezioni?” E lei “ quindici giorni fa e son le tre di notte, e ancora con sto incubo sfasci i maroni?” Mi riadagia scosso sul divano, senza lo *** che più m’assillava, il Medio Evo e l’oggi… e il tempo scorso invano!
Fausto Nottiberti
Le opposizioni hanno approvato il programnma di governo del centro-sinistra che il ruolo merita.” Nonostante la vittoria il consenso per la lista che l'ha eletta ha registrato un calo sensibile. La considera una vittoria piena o cogli in questo un segnale d’allarme e di disagio? “Difficile fare paragoni con il passato. Il panorama di queste elezioni era completamente diverso. In particolare la presenza di una lista di sinistra può avere sottratto voti al nostro bacino tradizionale. Inoltre, la presenza del Movimento Cinque Stelle in maniera più organizzata può avere contribuito a scelte diverse di una parte di elettorato. Anche la lista di Alfonso Scala ha lavorato in maniera scientifica sul territorio. Ciò nonostante sarebbe sbagliato non tenere conto di un certo disagio latente”. Tre sindaci nella stessa giunta: un record di continuità non crede? “Chiariamo una cosa: c’è un solo sindaco e due ex. Ma questi amici e colleghi di viaggio riscuotono la mia più totale fiducia. Abbiamo detto in campagna elettorale che in una condizione congiunturale come quella attuale per potere portare a casa i nostri progetti dobbiamo essere pronti. E sia Christian che Mariano hanno esperienze che li rendono immediatamente attivi: ci stiamo muovendo sulla strada giusta. E la continuità è garanzia di rinnovamento per il gruppo di nuovi consiglieri che vedo particolarmente attivi nei loro incarichi”. Campagna elettorale accesa, qualche colpo basso. In consiglio però tutto è filato liscio con voti favorevoli delle minoranze sorprendenti: già “ammaliati” tutti? “Assolutamente non ammaliati, dopo le elezioni quasi tutti si sono complimentati con me. Questo aiuta a creare un clima di collaborazione con le minoranze che non può che far bene al paese. Io in questo credo moltissimo, soprattutto dopo che ci saremo conosciuti meglio”. Una delle accuse rivolte al passato gruppo dirigente è stata quella di tenere lontana la gente. Filtri per arrivare al sindaco, rigidità nell’informazione eccetera. Ci saranno cambiamenti nella gestione del rapporti con i cittadini? “La critica del cittadino non è mai ingiusta. Ci sono critiche più o meno costruttive ma tutte vanno ascoltate, sta poi nell’amministratore capirne la valenza. Obbiettivamente, ma non è una questione solo sanclementese, la politica negli ultimi anni si è chiusa nel palazzo, dovremo trovare il
Mirna Cecchini
modo di migliorare il dialogo”. Le deleghe sulla scuola sono ancora sue. Ne ha assegnate altre però molto delicate come Edilizia privata e Lavori pubblici. “Come ho detto ho estrema fiducia nelle persone che mi sono scelta. Se per qualcuno parla l’esperienza per altri, come D’Erasmo, è un riconoscimento meritocratico per l’impegno profuso in passato e per la professionalità maturata in quel ruolo. Il lavoro comunque sarà sempre e comunque svolto collettivamente”. Si parla sempre più spesso di accorpamenti e fusioni di comuni fino a raggiungere un comune unico in Valconca. Posto che i
risparmi sono da perseguire a tutti i costi, lei ci crede? “Ci sono decisioni che vanno prese o assecondate prima che altri le prendano sopra le nostre teste. Il riordino istituzionale c’è anche per i comuni, la legge sugli ambiti va fatta capire. E’ necessario un preciso percorso culturale per fare in maniera che la popolazione si senta coinvolta. Si tratta di riuscire a gestire e non subire l’eventuale passaggio”. Dai tanti incontri tra la gente in campagna elettorale, a tutte le liste è stata rivolta la comune domanda di dare più slancio alla vita sociale del paese e non solo nel capoluogo. Lei crede sia una
necessità? “San Clemente ora è bellissimo, ma bisogna riuscire a farla vivere, a dare un anima a questo centro creando le condizioni affinché il privato possa trovare condizioni economiche vantaggiose per intraprendere . Per Sant’Andrea il progetto è quello di creare un’opera pubblica che possa avere effetti sulla vita comunitaria. Un punto di aggregazione che attiri la cittadinanza favorendo lo scambio sociale. Più difficile, anche se necessario, intervenire nelle altre frazioni del comune, ma vogliamo potere intervenire anche in quelle.” Che cosa non le è mai stato chiesto? Nel silenzio generale il Comune di San Clemente non ha mai trascurato le classi più deboli. La nostra attenzione verso il sociale è, lo posso dire, un fiore all’occhiello. Non abbiamo mai detto no agli interventi a sostegno dell’handicap, abbiamo aiutato tante famiglie disagiate, mai detto no ad educatori per ragazzi con problemi, abbiamo creato e mantenuto il servizio di scuola materna, garantito il trasporto scolastico, fornito il servizio di trasporto gratuito per gli anziani. Queste cose non le ricorda nessuno! In bocca al lupo Mirna, “Crepi!”.
MONTEFIORE - LA LETTERA
Vallì Cipriani: “Il borgo di Montefiore non ha un declino lento” - “Lo scorso 19 giugno a San Felice è stata aperta una nuova pizzeria. Si chiama ‘da Nando’; è un'iniativa economica di Ferdinando Manzo”. Vallì Cipriani, professione farmacista, vicina al Ncd (Nuovo centrodestra che ha in Alfano il leader nazionale) lo scorso 18 giugno ha telefonato la redazione per rettificare quanto scritto sul nostro giornale nel numero di giugno. Nell'articolo si parlava del borgo di Montefiore in una fase di decadenza dorata. Questa la versione del sindaco Cipriani:“Non è vero che Montefiore è in decadenza. Come amministrazione abbiamo rivisitato e riasfaltato tutte le strade; abbiamo risistemato i quattro cimiteri; a Levola dove non si fanno funerali da anni abbiamo rimesso a posto la cappella. Ovviamente sono tante le difficoltà. Anche i privati stanno facendo la loro parte. L'Osteria del Castello ha riaperto; la Locanda di San Pietro è sorprendente. Insomma, sono orgogliosa di quello che stanno facendo i montefioresi”. “Abbiamo avuto - continua la
Vallì Cipriani
signora Cipriani - un autunno musicale col teatro gremito a costo zero. Abbiamo portato spettacoli di valore come la compagnia di tango argentino. E' tutto questo che fa forte il paese. Ho dei nemici che metterebbero le bombe sotto la Rocca per poi dire che sono stata io. C'è stata una campagna elettorale contro la mia persona. Slealissima. Arrivata da tutt'e due le liste, con molta amarezza e tristezza. A loro hanno risposto i miei concittadini con il voto. Sono contenta perché la gente mi ha rivoluo qua; la gente ha
capito che c'è modo e modo di amministrare. Io l'ho fatto come se fosse una famiglia. Abbiamo guardato le entrate e le abbiamo suddivise”. A chi chiede se è vero che per la campagna elettorale ha distribuito cioccolatini, risponde: “E' verissimo. Ho regalato ai cittadini scatoline con i cioccolatini Rovelli, comprati con i miei soldi. E sono stata io a fare le 1.800 confenzioni. Per festeggiare la vittoria ho sempre pagato, di tasca mia, la porchetta. Sabato 21 giugno festeggiamo, sempre la vittoria, con i pescatori di Cattolica. Sempre con i miei soldi”. “Voglio rimarcare - chiude Vallì Cipriani - che la mia giunta per gli spostamenti in auto non riceve rimborso benzina. Sono una che ha anche pulito i vetri del palazzo comunale. E' la corruzione che ha portato il Paese in questa crisi economica. L'Italia per troppi anni ha adottato la politica dell'emicizia e non quella delle competenze”.
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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO
Era la fine degli anni '50. Alessandro non aveva che pochi mesi quando fu colpito da un'ernia inguinale. Amato Morotti fece benedire le mutandine Il modenese Alessandro Raimondi ha ricevuto il miracolo dal beato Amato alla fine degli anni Quaranta. E' un neonato con un'ernia importante; assolutamente da operare. Un intervento difficile ai tempi. Il babbo ne parla con il saludecese Amato Morotti, collega alla Fiat Trattori di Modena. Il preoccupato genitore racconta le proprie ansie all'amico. Siamo sotto Pasqua. Amato gli dice che a Saludecio c'è il beato Amato e che se vuole potrebbe fare qualcosa. Deve scendere in Romagna per Pasqua. Amato Morotti si porta con sè, a Saludecio, una mutandina del piccolo Alessandro. La fa benedire. Il giorno dopo, Lunedì dell'Angelo, fa ritorno a Modena insieme ai familiari. La nonna del piccolo gli calza la mutandina. Il giorno dopo il bebè non ha più nulla. L'ernia è “sparita”. La famiglia porta il figlioletto in ospedale per i controlli. Il professore che lo doveva operare è il primo ad essere sorpreso. L'ernia se n'è andata d'incanto. Sarà proprio
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Beato Amato, il miracolo del bambino modenese Il piccolo guarì. Venne portato in ospedale. Il luminare che lo doveva operare restò senza parole. E' stata questa la prova che ha “convinto” la Congregazione del Vaticano
Mauro Uguccioni e il figlio Andrea davanti ad un gioiellino di macchina a controllo numerico
SALUDECIO la certificazione del famoso medico, morto oltre i 90 anni, ad essere la prova fondamentale per la santificazione di Amato. Oggi, Alessandro Raimondi Il monumento bronzeo del beato Amato (opera dello scultore Umberto Corsucci)
L'Armonda
Meleto, bel borgo grande teatro - Meleto forse è il borgo malatestiano più piccolo della provincia di Rimini (in quanti lo conoscono?). Di certo offre uno dei panorami più sontuosi del Riminese. Ci si aggiunge che è vicino ma lontano dalle grandi comunicazioni. Ci portate nelle serta di mezz'estate un buon teatro ed il gioco dei piaceri della vita sono fatti. L'ppuntamento è l'11 e 12 luglio con la nona edizione di 800 NNT (NeroNotteTeatro), evento ideato e organizzato dall'associazione culturale saludecese l’Armonda con la collaborazione, il patrocinio e il contributo del Comune di Saludecio. Le serate sono dedicate al “noir”. Una scommessa culturale e turistica vincen-
te che parte nel 2004, con la convinzione che le storie all’insegna dell’intrigo e del mistero suscitino ancora oggi interesse e curiosità. L’edizione 2014 è nuovamente dedicata a Edgar Allan Poe, maestro del noir e della letteratura gotica dell’800. Dopo Casa Usher della scorsa edizione, il Corvo (The Raven), una delle più celebri poesie di Edgar Allan Poe, è il “fil rouge” (o meglio “noir”) di spettacoli e performance che accompagnano lo spettatore alla scoperta delle suggestive piazzette e delle oscure vie del Castello. Il “Sagrato della Chiesa”, la “Piazza”, la “Contrada maggiore”, il “Pozzo” e il “Campo dell’ albero” ospitano a rotazione spet-
tacoli e performance replicate a partire dalle ore 21.15 alle 23.30. La narrazione, il teatro d’attore, il fuoco, la musica, la “danza serpentina”, la fotografia “stereoscopica” diventano originali espressioni artistiche nel creare oscure e convolgenti suggestioni sulle quali aleggia il nero corvo “...orrido, torvo e antico corvo che veleggi dalle plaghe della Notte” L’Ingresso è di 5 euro. ( vista la particolarità dei temi trattati, gli spettacoli sono consigliati ad un pubblico adulto) INFO: 0541/869719, 0541/ 869721. Facebook: l’armonda associazione culturale www.ottocentofestivalsaludecio.it www.comunesaludecio.it
è vivo e sta bene. Afferma il riminese Piergiorgio Pasini, raffinato professore di storia dell'arte: “Amato è un bel santo”. Che cosa intende professore? “Che è un bel santo”. Si può anche non credere, però per vedere che è un bel santo, è sufficiente andare nella chiesa di San Biagio, la cattedrale di Saludecio. Davanti alla cappella con le spoglie del beato Amato ci sostano i fedeli in preghiera. Chi ha la curiosità, ed anche la forza, si può soffermare sul quaderno con le “richieste” delle persone. Quelle righe scritte a penna sono tratti di un'umanità commovente: sola, disperata e in pace. Si chiedono cose essenziali. I fronzoli, i lustrini, le banalità sono lontantassimi. C'è la tensione della vita negli aspetti autentici: la salute malferma, la precarietà del lavoro, i sentimenti in frantumi. Non si chiedono che piccole grandi cose. Anche in lingue straniere. Spesso la felicità è muovere un passo, o vedere il cielo. Il miracolo certificato è stata la prova della santità di Amato; il pellegrino che durante la sua vita andò cinque volte a piedi a Santiago di Compostela, Spagna. Fu lui a fondare l'ospizio per i viandanti; oggi casa di riposo. Morotti Amato Morotti è stato un grande saludecese. Devoto del suo omonimo, ne ha sempre
portato in tasca il santino. Il legame diventa ancora più ilegame durante la Seconda guerra mondiale. Prigioniero, per tre anni è costretto ad estrarre carbone in Germania. Se non un miracolo, anch'egli ha una storia curiosa. Un giorno, mentre scende in miniera su un montacarichi, il militare tedesco che lo scorta mette male il piede. Sta per precipitare. I non più di trenta chili del saludecese riescono a trattenere l'omone. Per Amato la forza gli è giunta dal Beato. Al ritorno dalla prigionia, un amico di Pianventena gli presta una bicicletta sgangherata; prende la prima strada a sinistra. Pensava che fosse quella per Saludecio. Invece, è quella che porta ad Isola di Brescia. Nella chiesolina c'è un dipinto che reca il beato Amato (era sempre stato interpretato come un san Rocco).
Un segno? Giunto casa, neppure la madre riconosce Amato. E' troppo magro e malridotto. Amato in un pezzo di legno scava una nicchia nella quale colloca un'immagine del beato. Il prezioso legno lo seguirà in tutte le case della sua vita. Morotti avrà una vita bellissima a Modena. Diventa funzionario del colosso dei trattori; sarà sempre legatissimo a Saludecio e al beato. Secondo santo E' proprio a Modena che nei primi Novanta, nell'abbazia di san Pietro, che inizia il percorso di santificazione del beato Amato. Poi è storia di oggi. Dopo un ventennio, lo scorso 15 aprile papa Francesco ha firmato l'autorizzazione per la promulgazione del decreto di santificazione. Ora, manca il passaggio nel concistoro dei cardinali. Entro novembre, la santificazione in piazza San Pietro. Il Beato sarà il secondo santo nato nel Riminese. Il primo fu Santa Innocenza di Monte Tauro.
La cella del beato Ronconi, oggi cappella, all'interno della sua casa di riposo
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Vitali premia la Myo
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Linea gotica, l'eroe Norton a fumetti
MONDAINO - Il presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, ha consegnato un riconoscimento alla MYO lo scorso 5 luglio. Ovvero, la Mondaino Young Orchestra, la formazione composta da giovani e giovanissimi provenienti dai comuni della Valconca e diretta dal maestro Michele Chiaretti, riconosciuta come la Jazz Band più giovane d’Europa (età media di 15 anni), che ha già ricevuto in questi anni prestigiosi riconoscimenti consolidando la sua fama a livello internazionale (myo.mondaino.org). Insieme ad una targa, il presidente Vitali ha anche portato il contributo di 5 mila euro che la Provincia di Rimini ha deciso di destinare alla MYO per sviluppare ulteriormente le sue
Da sinistra: Roberto Cialotti e Dilvo Polidori
La premiazione
attività. “Sono orgoglioso di questo straordinario gruppo di giovani - ha dichiarato il presidente Vitali -; non soltanto perché figli del nostro territorio, ma anche perché rappresentano la dimostrazione di come sia possibile, pur provenendo da una
piccola realtà dell’entroterra, creare con un’idea brillante, con il lavoro e l’impegno. Un’eccellenza capace di varcare i confini, fino a divenire un punto di riferimento a livello internazionale. In un momento storico in cui purtroppo sempre più dalle colline si guar-
da e si scende verso la costa per guadagnarsi una chance. La MYO rappresenta una speranza e al tempo stesso un modello in evidente controtendenza per non relegare l’entroterra ad un destino di abbandono: un modello vincente valido per tutto il nostro territorio”.
Chiaretti: “Pirandello quell'autore pericoloso per le coscienze” Il professor Chiaretti contesta il tema della maturità
Angelo Chiaretti
MONDAINO
- Terzo Maffei sa stupire. E' stato il fondatore del Museo delle Linea dei Goti di Montegridolfo, che anima una serie di attività culturali e di eventi che aiutano a ricordare. Il suo è un luogo della memoria che sollecitano i contemporanei a comportarsi meglio. La sua ultima uscita è di raccontare lo sfondamento della Linea gotica da parte del tenente neozelandese Norton attraverso la velocità dei fumetti. In questo modo si celebrano anche i 70 anni del passaggio della guerra Molto probabilmente senza l'atto di eroismo di Norton i combattimenti in Valconca sarebbero durato più giorni; facile prevederne le conseguenze: più distruzioni, più morti.
- Alla luce della traccia di Letteratura Italiana sulla vita e le opere di Luigi Pirandello (1867-1936), assegnata in sede di Esami di Stato nelle Scuole Superiori di II grado, mi son sentito in dovere di fare le seguenti riflessioni: Quando un Autore diviene celebre e riceve consensi da Istituzioni Internazionali (che, come ormai tutti hanno capito, non sono al di sopra di ogni sospetto in termini di orientamento delle coscienze, dei governi e del mercato economico), quell’Autore va considerato una “vestale della classe media” (borghese) nel senso che è diventato un semplice “portavoce”, un burattino nelle mani dei Superpoteri. Questo è quanto accaduto anche a Luigi Pirandello, che
TREBBIO DI MONTEGRIDOLFO - Via Botteghino 61 - Tel. e Fax 0541/855134
ricevette il Premio Nobel per la Letteratura nel 1934, ma che già agli inizi del XX secolo aveva scelto di legittimare e diffondere con le sue opere quel tarlo interiore che corrodeva (ed avrebbe a lungo corroso) le giovani generazioni in termini di “male di vivere” (incomunicabilità), pessimismo e ipocondria: “Il fu Mattia Pascal”,“Uno nessuno, nessuno e centomila”, Così è se vi pare”, “Maschere nude”, “Sono tutte fissazioni”, “Sei personaggi in cerca d’autore” sono i principali titoli delle sue opere, con una serie di attacchi frontali che avrebbero steso anche la più
matura delle coscienze civili e morali ! I risultati che ne conseguirono sono sotto gli occhi della Storia: fallimento del programma di pace universale, nichilismo, prima guerra mondiale, fallimento dello Stato liberale e democratico, fascismo, crisi economica del 1929, imperialismo in Africa ed Asia, razzismo, nazismo, seconda guerra mondiale!!!!!!!!!!!!! In nome di tutto ciò, nella mia esperienza quarantennale di docente di Letteratura nelle Scuole Superiori, ad un certo punto ho scelto di cancellare Luigi Pirandello dagli autori
positivi da suggerire agli studenti: Luigi Pirandello è stato (ed è) un autore “socialmente pericoloso”, che ancora ai nostri giorni può minare le basi dell’ottimismo esistenziale e dell’emancipazione giovanile, così facile ad assorbire modelli di comportamento e di pensiero negativi. Dunque, il fatto che sia stato scelto come traccia per gli Esami di Stato 2014 è un campanello d’allarme, significativo e preoccupante, circa il processo di destabilizzazione delle istituzioni democratiche e sociali che quei Superpoteri stanno avviando, per l’ennesima volta, a danno del vivere civile, al fine di impedire al mondo di “SEGUIR VIRTUTE E CANOSCENZA” (Dante Alighieri, Inferno XXVI). Angelo Chiaretti, presidente del Centro di Studi Danteschi S.Gregorio in Conca
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Ha coordinato i lavori lo Studio Vico di Cattolica. La chiesa è uno scrigno di opere d'arte TECNOLOGIA
Led Lux Italia, l'intelligenza del led - L'illuminazione a led della chiesa di San Michele di Mondaino è made in Rimini. Per la precisione, la Led Lux Italia si trova a San Clemente ed è uno dei fiori all'occhiello della nostra provincia. Ad eseguire i lavori Stefano Bussi di Montegridolfo (BiesseLuci); a progettare Fabio Veltri. L’impianto illuminotecnico è
stato realizzato esclusivamente utilizzando corpi illuminanti con sorgenti luminose a led ad alta efficienza. E’ stata proposta al posto delle classiche sorgenti a scarica di gas o fluorescenti per diversi motivi. I principali sono: il risparmio energetico, la flessibilità e la duttilità nelle varie installazioni. Il risparmio energetico è dato dalla maggiore efficienza della sorgente luminosa; la flessibilità e duttilità è data dal fatto che, la sorgente luminosa, essendo molto piccola può essere installata in corpi illuminanti di dimensione
minore, quindi essere meno visibili. Inoltre, si può illuminare in maniera più selettiva utilizzando coni di luce specifici. Per illuminare la chiesa sono state scelte due tonalità di luce: la prima, calda per le sorgenti luminose dirette per illuminare quadri e/o affreschi. La seconda, tonalità neutra (fredda) per illuminare le volte.
La scelta di due tonalità non è causale. La calda trasmette tranquillità e armonia ai fedeli e serve anche ad esaltare maggiormente i colori caldi (bronzo, marrone, giallo...) degli affreschi; la luce più fredda aiuta a percepire i volumi dando risalto alla copertura. Led Lux Italia è una giovane azienda con alle spalle un paio di decenni nell'elettro-illuminazione. Lavora con la forza della competenza, il piacere della serietà e il design come funzionalità e bellezza. Nel Bolognese sta lavorando ad un centro polivalente tra i più grandi d'Europa.
San Michele si riscopre bellissima - La chiesa di San Michele è stata fatta ritornare agli antichi splendori. Il restauro è durato circa un anno e mezzo. Lo ha coordinato lo Studio Vico di Cattolica. Racconta l'architeto Silvia Vico: “In prima battuta è stato eseguito un attento esame delle condizioni generali dell’edificio, con il
COMUNITA' di forti infiltrazioni delle acque piovana e ammaloramento delle testate delle travature lignee”. “I nuovi impalcati - continua la vico - sono stati progettati tenendo conto della sismicità della zona e nel rispetto della normativa antisismica, con particolare riferimento alle Linee Guida del Ministero per gli interventi di consolidamento negli edifici storici. Per quel che riguarda i solai prevedendo anche nuovi carichi di esercizio, mentre nelle coperture è stato inserito un opportuno isolamento termico e realizzata una impermeabilizzazione ad hoc. Contestualmente alla sistemazione delle coperture si è proceduto ad installare un nuovo sistema di raccolta delle acque piovane, per evitare di incorrere ancora in problemi di infiltrazioni dall’alto. Per quanto riguarda le murature ci siamo occupati prima della risarcitura delle fessurazioni (vere e proprie crepe passanti) con la tecnica del cuci-scuci per ripristinare la funzionalità statica delle cortine murarie; poi della demolizione dell’intonaco per un’altezza di circa 1.50 metri lungo tutto il perimetro interno del fabbricato, per eliminare, con l’utilizzo di pro-
dotti macroporosi e tecniche di sbarramento chimico, l’umidità ascendente. In questo caso la procedura è stata programmata con l’obiettivo di modificare il meno possibile ed in modo graduale, gli equilibri chimico-fisici creatisi nel tempo tra le murature, le fondazioni ed il terreno sottostante. Per lo stesso motivo (eliminare l’umidità) è stato rimosso il pavimento (qualcuno ricorderà che l’umidità di risalita formava una sorta di rugiada che bagnava letteralmente il pavimento), ed inserita una barriera antiumidità, una soletta di irrigidimento del solaio controterra ed infine installato un sistema di riscaldamento a pannelli radianti sotto la pavimentazione. E questo ci porta agli interventi più “visibili”: per prima cosa avendo eliminato il pavimento in graniglia esistente, sicuramente poco consono all’eleganza della chiesa, si è scelto di sostituirlo con un nuovo pavimento in lastre di marmo a scacchiera (bianco di carrara e grigio bardiglio). Questa scelta non mira a ristabilire una situazione perduta (non sappiamo cosa fosse originariamente previsto), ma è stata fatta a seguito di una ricerca sulle chiese dello stesso periodo storico e stilisticamente simili.
Intervento
quale abbiamo verificato che la struttura muraria e le fondazioni presentavano un buono stato di conservazione, a parte in qualche punto in cui si evidenziavano forti infiltrazioni di acqua causate principalmente dalla mancanza di un sistema di raccolta delle acque piovane. Questa analisi ci ha permesso di programmare gli interventi in modo mirato ed oculato. Gli interventi più consistenti sono stati eseguiti sulle coperture e sui solai della zona della Sacrestia, dove risultavo evidenti i segni di scollamento tra le parti strutturali,
RESTAURO MONUMENTALE IMMOBILI DI PREGIO CIVILI ABITAZIONI
Via Molino Bernucci 50 - Cell: 335/1212160 – 335/1212157 47854 Taverna Monte Colombo (Rimini) e-mail: akumasrl@libero.it Certificati PROTOS SOA OG 2 Classifica II
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Restaurata. Presentata ai mondainesi lo scorso giugno. Presente il vescovo Lambiasi
La chiesa dei sette altari di Angelo Chiaretti
Gli architetti Silvia e Franco Vico La cerimonia di consegna
Internamente si è proceduto alla sistemazione delle basi delle paraste alcune delle quali erano state capitozzate nel tempo per il posizionamento di arredi liturgici o elementi legati all’impiantistica, alla realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione ed acustico; infine come ben si nota una nuova tinteggiatura con il recupero del panneggio che sovrasta l’altare maggiore che è stato ripulito e fissato”. “L’ultimo intervento che ci tengo a sottolineare - conclude l'architetto Silvia Vico - riguarda il recupero della spazialità originaria della Sacrestia e degli spazi annessi:
sono stati eliminati due tamponamenti realizzati negli anni '50 riaprendo la porta originale della Sacrestia e quella che dal corridoio conduce alla Cappella del Santisimo Crocifisso. Il corridoio stesso è stato oggetto di ristrutturazione: la ‘nuova’ sistemazione mette in evidenza un percorso che dal sagrato ci porta direttamente al cuore della Chiesa e che purtroppo negli anni aveva assunto la valenza di un mero spazio di servizio, riconsegnando agli spazi la loro originaria importanza. Lo spazio stesso della Sacrestia (unica porzione rimasta della Chiesa originaria risalente al XV seco-
lo) è stato valorizzato attraverso una serie di interventi: il restauro dell’affresco presente al suo interno, l’apertura della monofora quattrocentesca tamponata, la messa in evidenza del grande arco gotico che divideva l’area presbiteriale dalla navata principale e le imposte della volta a crociera che la copriva. Un ultimo appunto: vorrei sottolineare che la partecipazione delle persone dimostrata nel corso di questo cantiere, è un importante esempio di impegno collettivo necessario e fondamentale per il recupero ed il mantenimento dell’identità del nostro territorio e delle sue bellezze”.
Tra i principali partner del restauro: Akuma, Led Lux Italia, Idrotermica tavollo e Marmifera Valconca.
- L’attuale chiesa dedicata a Michele Arcangelo, protettore della Parrocchia (il Comune di Mondaino, invece, ha come patrono S.Pietro Martire), venne edificata e reimpostata fra il 1740 ed il 1749 a cura del sacerdote Filippo Valentini sulle fondamenta dell’antica Pieve medioevale, ormai pericolante. Dell’antica Pieve restano alcuni documenti che risalgono al secolo XI, i quali testimoniano come fosse nella giurisdizione dell’Abbazia di S. Gregorio in Conca di Marciano e di S.Pier Damiani nel 1601. Nel 1287, trovandosi mal ridotta e quasi in rovina, venne fatta restaurare dal conte Menadello della Biforca, che la dotò anche di un Ospitale per pellegrini e bisognosi. Nel XVI secolo subì alcuni rimaneggiamenti ed arricchimenti, che la dotarono di ben sette altari: 1) S.Michele Arcangelo, con tela di Giorgio Picchi; 2) SS. Rosario,con tela di Giuseppe Soleri Brancaleoni; 3) SS. Trinità con tela, di Giorgio Picchi; 4) Beata Vergine Addolorata, con tela di Antonio Roncalli detto il Pomarancio; 5) Carmine con splendida ancona dorata; 6) S. Pietro Martire,con al-
tare comunale e tela dedicata al Santo e altri santi; 7) SS. Crocifisso miracoloso (nell’apposita cappella laterale, che custodisce anche le reliquie di S. Feliciano ed una gran lapide sepolcrale di età romana) La tradizione vuole che sull’area occupata dalla Chiesa di San Michele Arcangelo sorgesse un tempio dedicato alla dea Diana, protettrice dei boschi e della caccia, che avrebbe dato origine al toponimo dell’abitato: Vicus Dianensis. Tale tradizione è confermata anche dal testo di un’iscrizione posta all’interno della Chiesa. Un nuovo restauro, eseguito sotto la direzione del capomastro mondainese Francesco Cosci (autore anche dell’elegante loggiato di Piazza Maggiore) venne effettuato nei primi anni del XIX secolo, ma poi fu necessario un nuovo
intervento a cura del Genio Civile all’indomani del disastroso terremoto del 1916. Infine negli Anni Cinquanta e Sessanta nuovi interventi vennero eseguiti a cura dei sacerdoti don Carlo Lavoretti e don Enrico Calisesi (anche in seguito alle specifiche indicazioni fornite dal Concilio Vaticano): tra l’altro, distacco delle lapidi murarie, rifacimento della pavimentazione ed infelice abbattimento della cantoria posta sull’ingresso principale, in cui spiccava un pregiato organo a canne argentate, opera del celebre artigiano veneziano Gaetano Antonio Callido (1727-1813), come risulta da una perizia manoscritta presente nell’Archivio Parrocchiale,che incredibilmente venne ceduto dal parroco alla Chiesa di S.Lucia di San Giovanni in Marignano, dove si trova oggi.
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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO MONTECOLOMBO
Montecolombo, la guerra dei manifesti
Timore rifiuti speciali da fuori regione
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Rifiuti, ci vorrebbe il rubinetto come per l'acqua I due manifesti. Il primo contesta il sindaco; il secondo risponde
- Lo scorso 17 giugno scorso all’interno del territorio del Comune di Monte Colombo è stato appeso in ogni spazio possibile, una sorta di vera e propria tappezzeria un manifesto di colore giallo critico nei confronti del sindaco e degli assessori, come si può leggere a chiare lettere dal manifesto fotografato. Non risulta firmato da nessun movimento
o comitato, sul manifesto è riportato solamente un tagliandino bianco con riportato “Avviso alla cittadinanza di Monte Colombo, data uscita 17 giugno 2014, numero campagna 594284”. Dopo circa una settimana l’amministrazione Comunale di Monte Colombo ha risposto con un manifesto di colore bianco il cui contenuto è leggibile sullo stesso. Il
sindaco ha confermato che gli emolumenti sono stati aumentati a lui stesso (da 1.301,47 a 1.952,21) ed alla giunta precisando che la legge permetteva di farlo già da tre anni fa. Sulla spesa sociale ha precisato che la stessa è stata aumentata e non ridotta e che i conti ed il bilancio del Comune di Monte Colombo sono in ordine.
di Domenico Chiericozzi
CORIANO
- A Raibano in pochi metri quadrati ci sono un impianto di incenerimento, uno di selezione di rifiuti differenziati, uno di pulizia delle sabbie, uno di depositi e stoccaggio inerti, uno di produzione di energia elettrica da biomasse. Qualche anno fa il ministero dell’Ambiente aveva individuato Raibano come possibile sede di un rigassificatore. Assessore Morri, come si dice in questi casi non vi fate mancare nulla. In questi mesi vi siete dati un gran da fare in Regione e non solo. Perchè? “Il Piano di gestione dei rifiuti della Regione Emilia Romagna è un ottimo piano se si guarda agli obiettivi che si è prefissato. Differenziazione al 70%, riduzione della produzione procapite dei rifiuti (tra il 20 e il 25% al 2020 in Provincia, ndr) sono traguardi ambiziosi”.
Quindi cosa c’è che non va? “Quello che secondo noi e altri Comuni va decisamente migliorato sono le azioni per gestire, recuperare e smaltire il rifiuto”. In che senso? “Dal piano è previsto al 2020 che un quantitativo di rifiuti urbani indifferenziati prodotti in Regione pari a 631 mila tonnellate siano smaltite con sette inceneritori con una potenzialità complessiva autorizzata di 1.079.500 tonnellate. Vuol dire che questi inceneritori verranno utilizzati per smaltire più di 400 mila tonnellate di rifiuto speciale non soggetti ai vincoli di prossimità e autosufficienza”. Tradotto cosa significa? “Poiché la titolarità delle autorizzazioni passerà dalla Provincia alla Regione, il timore è che in conformità alla legge questi rifiuti speciali possano arrivare a Coriano da tutta Italia. Questo sarebbe puni-
tivo per il nostro territorio perché verrebbe meno il principio di chi inquina paga”. Quale potrebbe essere l’alternativa? “Per smaltire lo stesso quantitativo di rifiuti urbani sono necessari quattro inceneritori e prudenzialmente addirittura tre se prima dello smaltimento fossero trattati e quindi recuperati da almeno otto impianti di trattamento meccanico e biologico. Tutto ciò garantendo la sostenibilità dei costi oltre a quella ambientale”. Invece? “Purtroppo si è scelto per i prossimi sei anni di puntare ancora di smaltire i rifiuti attraverso l’incenerimento con conseguente recu-
LAGO DI MONTECOLOMBO Fuentes, Juan Martinez Fernandez, Isabel Bejarano Dominguez, Maria Mercedes Porras Navarro, Silvia e Angelica Di Dio Cafiso, Angelica Alfano, Concetta D’Agate e Alba Tea Internally. In tutto in scea una quarantina di artisti. Ma come nacque “Notte Gitana”? “Una sera, in una discoteca di Pilas a Siviglia - racconta l’autore e regista Carlo Tedeschi
Momento dello spettacolo
Notte Gitana, serata piacevole Giovanni Lombardini
- Carlo Tedeschi è persona di sensibilità assoluta. Sa raccontare l'uomo. Sa raccontare la natura. Sa raccontare la vita. E lo fa in modo piacevole e profondo, come un amico vero. Scrive e dirige spettacoli semplicemente piacevoli che aiutano a farti star bene e riflettere. Nella nostra provincia si tengono al Teatro Amici di Croce di Montecolombo. Dal 14 giugno, ogni sabato, fino a metà settembre, è in cartellone “Notte Gitana”, dalle 21,45. La trama La giovane protagonista, una ragazza di oggi, curiosando in una vecchia soffitta, trova in un baule un classico costume sevillano mentre alla radio va in onda una tipica canzone dedicata alla Spagna. Fantasticando, sogna ad occhi aperti, di trovarsi in compagnia di
gitani e di venire accolta dal calore di quella gente che, con i ritmi incalzanti delle loro chitarre, cantano e danzano per lei coinvolgendola in una splendida “Sevillana”. Tutto si anima e si illumina. La ragazza, trasportata dalla danza, dalla musica e dall’atmosfera, vive il folklore e la passione gitana. Ne uscirà più matura, pronta ad indossare il costume spagnolo e una mantiglia avuta in dono, simbolo per lei di una riscoperta femminilità. Gli interpreti Lo spettacolo è interpretato dalla Compagnia Teatrale di Carlo Tedeschi. La giovane protagonista è Barbara Mazzucato. Nel ruolo del Gitano, Francesco Troilo e Patrick Rubino. Primi ballerini: Ezio Ferraro e Flavio Di Noto. Le voci sono di Paco Cuesta
- le musiche moderne vennero interrotte dal dj, diffondendo le note forti e passionali di una sevillana. I giovani, senza lasciare la pista iniziarono l’antica danza, da qui l’idea per la realizzazione dello spettacolo”. C’è tutto il calore, il fascino, il fuoco della terra di Spagna in “Notte Gitana”. Nel suo debutto, nel 1997 a piazzale Roma a Riccione, radunò 7.000 persone. Anche “Notte Gitana” rientra negli eventi e iniziative artistiche/ socio-culturali promosse dalla Fondazione Leo Amici e dall’Associazione Dare a favore dei giovani. Teatro Leo Amici – Lago di Montecolombo Rimini - tel. 0541 98 61 33 fax: 0541 98 53 91. mob. 345.8045807.
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Idea di Mauro Morri, assessore all'Ambiente di Coriano La spinosa questione dell'inceneritore di Coriano Raibano, l'inceneritore (detta anche torre degli asinelli) Mirco Morri, assessore all'Ambiente
pero energetico, mentre sarebbe molto più conveniente, economicamente e ambientalmente, recuperare quei rifiuti e considerarli come risorsa poiché la nostra società ha bisogno di materia e non di energia. Se pensiamo che solo il 5% del rifiuto indifferenziato non è differenziabile, ecco abbiamo un sacco di materia disponibile. In ogni caso il dovere etico di una pubblica amministrazione è quello di utilizzare un numero di impianti sostenibili a costi e impatti il più possibile ridotti”. A proposito di costi, perché il cittadino, alla fine, paga sempre di più? “Per effetto di due nuove delibere regionali a Coriano il costo dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati è aumentato da 105 euro a 128 euro nonostante una presunta riduzione della produzione dei rifiuti. Mentre il costo della raccolta del rifiuto differenziato non è calato. I componenti dei costi
sono due: lo smaltimento e la raccolta. Per ridurre i costi serve che il combinato delle due componenti sia progettato per rendere più conveniente differenziare e quindi recuperare piuttosto che incenerire e nello stesso tempo si inneschi un meccanismo di raccolta che premi chi differenzia. Quindi, visto che sono aumentati i costi dello smaltimento di indifferenziato, occorrerebbe un calo del costo del differenziato e nel contempo introdurre la tariffazione puntuale. Il tema dei costi è importante ma credo che sia più importante l’equità dei costi”. In che senso? “Per luce, acqua, gas il costo è calcolato sui consumi indicati da un contatore. Occorre introdurre il ‘contatore’ anche per i rifiuti. Se produco più indifferenziato pagherò più di colui che produce rifiuti differenziati. Così come è adesso due famiglie di quattro persone in due appartamenti con la stessa
metratura pagano la stessa tassa qualsiasi attività di differenziazione dei rifiuti una delle due famiglie mette in atto”. Se lei potesse con una “bacchetta magica” cambiare tutto il sistema di, come lo vorrebbe? “Io sono nato a Rimini nei pressi del Parco Marecchia. Mi ricordo che da piccolo andavo in bici con mia mamma a portare la carta in Amia per ottenere in cambio una piantina. Vorrei tornare a quella dimensione umana della gestione anche a costo di essere meno professionale. Accanto a ciò riduzione graduale dell’incenerimento per puntare sul recupero dei rifiuti. Punterei tutto sulla raccolta porta a porta con una tariffazione puntuale. E visto che ho la bacchetta magica, la raccolta dei rifiuti è un servizio pubblico strategico quindi non dovrebbe produrre utile per chi lo gestisce”. Con gli altri Comuni limitrofi, come va? A proposito, negli incontri pubblici lei afferma spesso di non avercela con Hera. E con chi allora? “Cominciamo col dire che Hera agisce in conformità alle norme e alle leggi, per cui prendersela con Hera è fuorviante e non risolve alcun problema. Il fatto è che la politica deve incominciare stabilire una serie di azioni e attività che siano più favorevoli alle esigenze dei cittadini e dell’ambiente. Limiti più bassi, strumenti di controllo e
monitoraggio più stringenti, modalità di raccolta, benefit economici spostati verso il recupero e non sullo smaltimento, sono decisioni che deve prendere la politica senza ingerenze. E poi è la politica che costruisce leggi e decreti che portano la possibilità che l’inceneritore non si spenga mai. Questa è la “battaglia”: la politica si deve riappropriare delle scelte strategiche su questi temi e non farsi guidare dai tecnici e dalle formule. Per quanto riguarda i Comuni limitrofi, la sensibilità su questi temi è proporzionale alla vicinanza all’inceneritore”. E i cittadini come reagiscono? “E’ difficile parlare di piani regionale dei rifiuti, di affidamento della raccolta, di impianto di recupero energetico, di rete nazionale integrata di smaltimento quando gli stessi si concentrano su fumo rosa, cassonetti pieni, pulizia e costi alti della bolletta dei rifiuti. Sono temi importantissimi, ma sono la conseguenza di una progettazione e pianificazione dei servizi non perfetta. Quindi per ottenere ottimi risultati a valle, migliore raccolta e migliore smaltimento, occorre agire a monte proprio progettando e pianificando secondo le esigenze dei cittadini”. Studi epidemiologici, ci sono novità? “Nei mesi scorsi Coriano e altri comuni hanno approvato un ordine del giorno che impegna le amministrazioni a destinare dei fondi per predisporre un registro dei tumori pubblico e una georeferenziazione delle patologie. In questo momento a causa delle elezioni, che hanno interessato molti comuni della provincia, l’iter si è fermato. Sono fiducioso che riprenda al più pre-
sto. L’obiettivo non è assegnare la pistola fumante di queste patologie a impianto o infrastruttura specifica. L’obiettivo è informare con più studi possibili. Secondo il mio punto di vista paghiamo il fatto che negli anni passati non sono state svolte azioni di corretta informazione ai cittadini. L’avvento di Internet e quindi di informazione libera ha permesso la diffusione di teorie non basate sui fatti. Per cui oggi ci troviamo da una parte a sentire che l’inceneritore emette praticamente effluvi balsamici, che le sue emissioni sono ampiamente sotto i limiti di legge creati sulla base di strumentazione ormai superata, e dall’altra parte che l’inceneritore è il peggiore dei mali e la sola causa di inquinamento, quando invece i rifiuti vengono bruciati anche nei cementifici, altiforni e altri impianti. Mentre veicoli, impianti di riscaldamento e impianti industriali sono più significativi in termini assoluti come contributo all’insalubrità dell’aria”. Hera ora opera in regime di proroga del contratto. Che cosa sarebbe più opportuno fare a questo punto? “Semplificando ci sono tre strade per affidare la gestione del servizio di raccolta. Attraverso una società completamente pubblica con mezzi e personale propri (in house, ndr), oppure con gara a doppio oggetto ovvero una società pubblica affida delle quote non superiori al 40% a un partner tecnico così come succede a Pesaro con Marche Multiservizi. Infine c’è la gara europea in cui partecipano fornitori qualificati cui è affidato il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti a un gestore unico.
Noi pensiamo che sia necessario accelerare i tempi della decisione e pensiamo che le amministrazioni comunali debbano avere la responsabilità di progettare e pianificare il servizio. Personalmente ritengo che l’affidamento ‘in house’ sia la soluzione ottimale e in seconda ipotesi la gara a doppio oggetto”. Uno degli aspetti deboli del Piano dei rifiuti regionale è l’utilizzo massiccio di speciali come carburante. “I rifiuti speciali per direttiva europea sono a libero mercato e quindi non vincolati territorialmente. Nei territori dove gli impianti di smaltimento, inceneritori sono insufficienti a coprire il fabbisogno, i rifiuti urbani che invece sono vincolati territorialmente sono destinati allo smaltimento in altre Regioni o all’estero. La “magia” è la seguente. Attraverso impianti di tritovagliatura i rifiuti cambiano il loro status da urbano (CER 200301) a speciale (CER 191212). Grazie a questo passaggio diventano “liberi” di essere smaltiti altrove. Il Tar del Lazio, tuttavia, considera quel rifiuto ancora urbano e quindi vincolato al territorio in cui è stato prodotto. Il Consiglio di Stato ha sospeso il giudizio ed è in attesa che il ministero dell’Ambiente si pronunci. La decisione non arriva e rischia di avere ripercussioni molto significative sui territori già in emergenza rifiuti se sarà considerato ancora urbano. Intanto però nel collegato ambientale alla Legge di Stabilità è indicata l’esistenza di una rete nazionale di impianti per coprire il fabbisogno. Di fatto quei rifiuti, che siano speciali o che siano urbani, gireranno per l’Italia alla ricerca di un inceneritore”.