Luglio 2015 - La Piazza Rimini

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Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

ANNO 19 N.7 Euro 1,50

Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini

REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it

RICCIONE - 15

RIMINI - 5

IL PUNTO DI VISTA

Mondo cattolico, perché la profonda divisione? di Alessandro Roveri*

- Hanno riempito piazza San Giovanni sabato 20 giugno nel Family day, i cattolici guidati da Massimo Gandolfini e Alfredo Mantovano. «Una soddisfazione enorme vedere quella piazza strapiena, ci speravo, però non così tanto», afferma Massimo Gandolfini, neochirurgo e portavoce del Family day. La manifestazione aveva lo scopo di contrastare il decreto legge Cirinnà sulle unioni civili e gli omosessuali. «Siamo Vincenzo e Sara a abbiamo undici figli!», annuncia una coppia dal palco. «Undici figli, sì, undici figli, sul serio, hanno detto undici», mormorano i manifestanti in un passaparola e scatta l’ applauso. Ma questa volta la Chiesa non c’era. La Conferenza episcopale italiana aveva criticato il Family day. Lo notò il catecumeno Argüello, che dal palco ha detto: «Sembra che il segretario della Cei abbia detto altro, ma il Papa sta con noi, non è vero che

LUGLIO 2015

Franco Tura: “Perché ho lasciato il Pd” CATTOLICA - 27

Ghigi, passa al colosso veneto Pasta Zara MORCIANO - 49

Non solo mare, le dieci meraviglie Il Tempio Malatestiano per lo storico dell'arte Pier Giorgio Pasini e Oreste Delucca. La piazza di Mondaino per l'architetto Marino Bonizzato. Santa Maria in Pietrafitta per Gresta

MADE IN EUROPE - MACELLERIA GRECA

TERRA NOSTRA

Ciclabile Conca: natura, bellezza e umanità

Pista ciclabile sul Conca

di Francesco Toti - “Chi viene in riviera lo fa per il mare. Vuole dimenticare la macchina in garage e girare in mutande. E' un po' come chi va in montagna; ci si va per sciare e non per una capatina ai monumenti di Trento”. Lo afferma Luigi, una delle menti più raffinate del Riminese sulle ragione per le quali il nostro entroterra non viene molto solcato dai turisti, se non con delle eccezioni. Pagine 2-3

Breve massima di saggezza Salvate il Pianeta dall'uomo. Non è più tempo di guardare con disprezzo e ironia alle previsioni catastrofiche

Papa Francesco Segue a pagina 10

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Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”

Caritas, 10mila pasti l'anno. Sempre più riccionesi

Per più, riqualificazione urbana e rinascimento civile

Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698

- In modo del tutto naturale saluti tutti gli sconosciuti che incontri sulla ciclabile lungo il Conca. E questo per il solo fatto di convidere due passioni: un attrezzo geniale (la bicicletta) ed un luogo non meno affascinante (la pista lungo il fiume). Nel paradiso che ti riconcilia con te stesso ed il mondo, dove trovi la Romagna allo stato brado, sorridi a tutti gli esseri che incontri: persone comprese. E' una mattinata ad anello lungo la pista ciclabile sul Conca, un patrimonio da custodire ed ampliare. Si entra Cecco - Joachim Beuckelaer - 2015

MISANO ADRIATICO

VALCONCA

Oneglio Prandini Elio Di Rupo Due big a Misano

San Clemente Note di Vino, gioie e delusioni Junior, festa per la bella salvezza San Giovanni Gambuti, le belle dimissioni Coriano Valleverde, è soluzione? Montefiore Defibrillatore per santuario di Bonora Mondaino Crisi e catena di Sant'Antonio Saludecio Cavalli in mostra e competizione

FOCUS

Condomini

Acquisto immobili, quando si può vendere

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A pagina 42


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INCHIESTA

Per Pier Giorgio Pasini il monumento per antonomasia è il Tempio Malatestiaano

Non solo mare, le dieci meraviglie della provincia di Rimini L'archivista-storico Oreste Delucca indica anche la natura ed il paesaggio: i panorami mozzafiato dalle rocche di Montefiore e Verucchio e le Grotte di Onferno a Gemmano

La Rocca di Maioletto, rudere dopo la frana 1700

L'INCHIESTA segue dalla prima pagina

Ed un'eccezione; una coppia di anziani tedeschi che ha scelto un bed & breakfast di Villa Verucchio come punto logistico. E da qui ogni mattina partono per un borgo malatestiano diverso. Sono scesi una sola volta a Rimini, soffermandosi sulla Domus del Chirurgo ed il Museo della Città; a parere degli addetti ai lavori la più importante istituzione museale della Romagna. In caso di pioggia e nuvole basse, oltre che la stranote Gradara, San Marino e San Leo, quale altra bellezza appuntarsi? Pier Giorgio Pasini è lo storico dell'arte con la “S” maiuscola. Non ce n'è uno più appassionato, preparano e competente. Conosce di persona ogni pietra e mattone del territorio provinciale, allungandosi anche a San Marino e non solo. Quando una persona che lo stima gli dice: “Professore, tutto quello che fa lei è eccellente...”. Si schermisce. “Non lo so”.

Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364

Giornale in stampa il 8 luglio

Il Tempio Malatestiano. Gli inserti di marmo rosso e verde arrivano dall'Antico Egitto, via Ravenna. “Portati” a Rimini da Sigismondo Malatesta

Piergiorgio Pasini, storico dell'arte: 'Il Tempio Malatestiano è una grande opera d'arte e un grande manifesto della cultura umanistica che apre la strada a tutta la civiltà moderna” A chi gli chiede quali sono le sue dieci opere del cuore, afferma: “Non ho dubbi. Il Tempio Malatestiano, l'arco di Augusto e la Rimini romana. In provincia

abbiamo borghi straordinari: Verucchio e Pennabilli in Valmarecchia e Saludecio e Montefiore in Valconca”. E scendendo tra le opere

d'arte? Risponde con una voce sorridente: “Gli affreschi riminese del 1300 nella chiesa di Sant'Agostino, il Crocefisso di Giotto nel Tempio Malatestiano,

la Pietà di Giovanni Bellini al Museo della Città a Rimini, la pala dei Carmelitani del Cagnacci nella chiesa di San Giovanni, sempre a Rimini”. Autore di numerosissime pubblicazioni sulle bellezze del Riminese, per il settimanale del-

ARTE E GIOIA

- Riccardo Gresta è tra i massimi storici di ceramica istoriata del Rinascimento. Allievo di Pietro Zampetti, suoi studi sono citati in ogni libro che racconta la ceramica. Professore in pensione, traccia le sue 10 opere d'arte del cuore. 1) Trionfo della Croce (pluteo frammentario - Santa Maria in Pietrafitta, Chiesa parrocchiale); 2) Crcefisso dell'Agina (Chiesa Parrocchiale di Misano Adriatico); 3) Boccale con lettera K entro ghirlande con bacche (Collezione Cassa di Risparmio di Rimini); 4) Matteo de' Pasti, medaglia per Isotta degli Atti (Musei Comunali di Rimi-

Riccardo Gresta: “I miei monumenti del cuore”

Rimini, Museo della Città, il Cristo del Bellini

ni); 5) Giovanni Bellini, Cristo morto sorretto da quattro angeli (Musei Comunali di Rimini); 6) Claudio Ridolfi, La decollazione del Battista (Saludecio, chiesa parrocchiale); 7) Norberto Pazzini, Ora di pace (Rimini, Collezione privata); 8) Filippo De Pisis, Piazza Cavour (Rimini, Musei Comunali); 9) Elio Morrri, Ritratto di Maria Luisa Zennari (Rimini, Collezioen privata); 10) Vincenzo Cecchini, Dilatazione-incastro (Cattolica, Collezione Carla e Sergio Battarra).

la curia, “il Ponte” ha pubblicato dieci guide veloci e piacevoli. L'undicesima in uscita in questi giorni racconta il santuario della Madonna di Bonora (Montefiore Conca). Presto in stampa, almeno così ci si augura, un lavoro sul Tempio Malatestiano; sei secoli nel 2017. Ne è autore Oreste Delucca, il più grande archivista della provincia di Rimini. Gli sono passati per le mani centinaia di migliaia di documenti. “In assoluto - esordisce Delucca, studioso anche di vino e olio nel Medio Evo - il più importante, bello e significativo del nostro territorio è il Tempio Malatestiano”. “Si possono mettere anche i paesaggi”, chiede il raffinato e meticoloso studioso? “Allora ricordo tra le cose da non perdere per un turista le vedute da Montefiore e Verucchio nelle belle giornate. Da non dimenticare le Grotte di Onferno, in quel di Gemmano”. “Abbiamo tante cose belle continua Delucca -. Come non citare San Leo e San Marino, anche se quest'ultimo è il meno genuino e il più artificioso. Montegridolfo è un castrum gustoso. In provincia abbiamo anche cose da conquistare come Maioletto, vicino Maiolo. Nel 1700 una frana si porta via tutto; non restano che i ruderi di una Rocca. Da lontano, data la forma triangolare della montagna, si fa fatica a distinguere i ruderi. Per arrivare lassù ci vuole una scarpinata bestiale. Sempre lì vicino c'è la cappella di Talamello, con bellissimi affreschi del 1400. A Talamello anche un Cristo di scuola riminese. Ora vorrei scendere a Rimini con l'Arco di Augusto ed il Ponte di Tiberio. Banali, a portata di mano ma che tutto il mondo ci invidia. Per rimanere a Rimini, come ambiente e suggestione, Borgo San Giuliano vale una mattinata. Infine, toccata a Santarcangelo. Qui almeno due tappe: le grotte tufacee ed il mangano del 1600, ma di concezione romana, con il quale ancora oggi la ditta Marchi pratica la stampa ruggine”.


INCHIESTA

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I più belli nel cuore di Marino Bonizzato, il decano degli architetti della provincia di Rimini

I borghi: Mondaino, Montefiore, Saludecio e Sant'Agata Feltria - Montefiore è stupenda. La sua Rocca è un capolavoro. La piazza circolare di Mondaino è bellissima. E che cosa dire di Sant'Agata Feltria? Semplicemente da visitare. Sono alcuni dei borghi malatestiani nel cuore di Marino Bonizzato, il decano degli architetti della provincia di Rimini. Forse il suo lavoro più importante a livello provinciale è la nuova darsena. Aveva vinto il concorso per il nuovo teatro Galli (un auditorium moderno lontano dalle paure del futuro), ma poi gli è stato preferito il “dov'era com'era”. Il vecchio. Giovane studente a Firenze, osa polemizzare con il grande architetto Quaroni. I due diventeranno amici. Succede. “I borghi malatestiani provinciali sono tutti belli; è difficile stilare delle classifiche. Ha un suo fascino anche Montegridolfo, famoso per essere stato snaturato. Ma dato che tu vuoi i borghi del cuore, ci metterei dentro anche Saludecio.

Nella Valmarecchia sceglierei Torriana, Montebello e Sant'Agata Feltria”. “Grazie al fatto che lo sviluppo economico è arrivato tardi lassù non hanno seguito lo scempio della costa degli anni '50, '60 e '70. Poi la sensibilità, non più ad appannaggio delle élite, è aumentata e si sono salvati. Le nuove strade che rendono facilmente raggiungibili le bellezze italiche portano il turismo di massa che non sempre fa bene. In ogni caso mi stupisco delle bellezze del territorio ed è un vero peccato che non vengano messe in circolazione in modo intelligente”. “Dobbiamo anche vivere continua Bonizzato - l'archeologia in modo nuovo, come la nostra storia sotto i piedi, come qualcosa che ci appartiene profondamente. Deve essere vissuta prima ancora che studiata e letta. Deve essere vissuta come un contenitore di pensieri utile e creativo”.

Piazza Maggiore, forse la più bella della Romagna



RIMINI Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 - Per la Rigenerazione Urbana, il Rinascimento Civile e la Riqualificazione Edilizia della Città. Non solo a Rimini. Ma a Rimini si è tenuto il convegno con tale argomento lo scorso 12 giugno; ad organizzarlo il gruppo “Perpiù” che forse ha nell'architetto Marino Bonizzato la figura di riferimento. Il Convegno e stato patrocinato da: Regione Emilia Romagna, Comune di Rimini, Università di Bologna/Campus Rimini, Camera di Commercio, Legacoop, Confesercenti, Confartigianato, Confcommercio e CNA-

Architetto Bonizzato, cos’è Perpiù? “È una ‘squadra’ di professionisti esperti in diversi settori che, chiamata ad operare in realtà (condominio, strada, quartiere. progetti e piani in standby, ecc.) problematiche sotto il profilo sociale, economico, immobiliare, ambientale, edilizio, attiva (con il concorso degli abitanti, dell’Ente Locale e di altri soggetti interessati) processi di trasformazione capaci di renderle Realtà Abitative attraenti in termini di benessere, bellezza, sicurezza e qualità della vita … vincenti quindi sul Sistema di poteri responsabile del degrado”. Cosa significa essere vincenti sul Sistema? “Innescare ‘innovazioni di rottura’ in ogni campo, recuperando e utilizzando la forza dei nostri Valori innati, facendo cioè prevalere la libertà sul potere, la bellezza sul denaro, l’armonia sull’eccesso, la socialità sull’individualismo, la solidarietà sull’egoismo, i contenuti sull’apparenza, la misura sullo spreco, l’etica sull’abuso…”.

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Convegno il 12 giugno all'Hotel Duomo di Rimini A lanciare l''iniziativa l'architetto Marino Bonizzato

Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

“Riqualificazione urbana e rinascimento civile della città” Con “Perpiù”, una squadra di professionisti di diversi settori per attivare processi di trasformazione FOCUS Marino Bonizzato squadra Ma, questo è un programma politico! “Oggi, la Politica è degradata, contestata dagli elettori ed è succube dei Poteri forti, soprattutto per un atteggiamento di inerte sudditanza da parte dei cittadini, ovvero per carenza di una Cittadinanza attiva responsabile e protagonista nel fare Città. Perpiù, nelle sue “incursioni” di condominio, strada o quartiere, ecc., conta sul recupero da parte di ogni abitante del ruolo politico di cittadino attivo, responsabile anche dei vertici che elegge democraticamente; non a caso parla di Rinascimento civile e di libera Città Avanti! (vedi www.semidicittaavanti.net)”. Ma dove si trovano le energie per attivare questa rivoluzione?

“Noi viviamo di legalità”

“Si tratta di far esplodere la carica di energia positiva che ogni individuo possiede e spesso non esprime, solo perché non trova occasioni o convenienze per farlo. Compito di perpiù è quello di creare queste opportunità e innescare le micce, dimostrando altresì che un progetto personale acquista maggiore valore se partecipe di un progetto comune. In tutto questo, comunque, lo spirito che anima il volontariato è strategico”. In quale modo operate? “Innanzitutto, i professionisti di perpiù si rapportano al luogo per rilevarne identità, storia, carattere, intelligenza, linguaggio, forze, debolezze, risorse, vocazioni, potenzialità, ecc.. Poi, attraverso una serie di contatti con gli abitanti, cioè

con tutti coloro che hanno un qualche rapporto con il luogo, cerca di mettere a fuoco, con l’ottica di detti valori innati, un’idea, una bozza, un canovaccio di un suo possibile futuro migliore, dove ogni problema, anche personale, possa trovare una soluzione”. Una utopia? “Direi una “eutopia”, perché questo ‘bel luogo’ può esistere! Basta infatti mettere poi in cantiere, poco a poco, i relativi progetti attuativi. Perpiù, essendo gruppo interdisciplinare, è in grado di provocare e gestire questi progetti in modo integrale e coordinato, supportando gli abitanti interessati non soltanto nel redigerli, ma anche nel farli rapidamente approvare, finanziare e attuare”. Che rapporto avete con la

governance locale? “Perpiù, come testimoniano i tanti importanti Patrocini dati al suo Convegno di presentazione, sta trovando alleati ovunque riesca a comunicare il proprio modo pratico di intervenire sulla Realtà. L’Ente locale, poi, fa parte del gioco sotto diversi aspetti. Innanzitutto, per il fatto che perpiù, tenendo conto anche degli indirizzi programmatici e pianificatori esistenti, si propone come originale strumento attuativo del processo di trasformazione della Città voluto dall’Amministrazione. Poi, perché, a fronte di proposte progettuali avanzate dagli abitanti (culturali, sociali, economiche, urbanistiche, edilizie, ecc.), che nel loro insieme configurano un pezzo di città migliore, l’ E.L. ha tutto l’interesse di vederle

realizzate… tanto da concedere in contropartita, sulla base della legislazione vigente o di apposite delibere, premialità varie: interventi, incentivi, sgravi fiscali, deroghe urbanistico/edilizie, burocrazia zero, ecc..”. Insomma, uno scambio di “favori”! “Certo! E questi vantaggi reciproci vengono sanciti da un ‘patto’ tra il Pubblico e un Soggetto Privato rappresentativo degli abitanti. Questo Soggetto, costituito con l’apporto tecnico di perpiù, opera sia nella fase di contrattazione dei progetti, che in quelle successive di loro finanziamento, attuazione, gestione e valorizzazione”. Come si può riuscire a creare Comunità? “Solo gradualmente, attraverso la comunicazione delle opportunità che il processo di RURC può offrire a tutti gli abitanti e del suo avanzare con fatti concreti. Per far questo, oltre ai propri reporter e ai vari siti internet, pagine facebook, ecc., Perpiù utilizzerà nuove forme comunicative, come laboratori teatrali aperti, dove gli abitanti, affinando il canovaccio di futuro migliore iniziale, man mano che le idee si concretizzano, da attori di una fiction diventano protagonisti della realtà”. Che caratteristiche ha Perpiù? “Oltre a esperti in piena attività, si avvale della miscela esplosiva costituita da senior in uscita dalla professione e junior in entrata. Poi, è strutturalmente aperto a tutte le professionalità che incontra nelle Realtà in cui opera temporaneamente e possono dare un contributo al processo di RURC. A queste alleanze ricercate sul campo”.

SALUTE

Uno scanner alla Stradale di Rimini

Il presidente Fausto Caldari consegna il defibrillatore al sindaco Daniele Morelli

- La Banca di Credito Cooperativo di Gradara ha donato alla Polizia Stradale di Rimini un’apparecchiatura scanner che consente di snellire il lavoro degli agenti che ogni giorno sono impegnati a monitorare tutto il Riminese, in vista anche dell’imminente stagione estiva che vede milioni di turisti riversarsi nella costa adriatica.

Alla cerimonia di consegna, tenutasi presso la Direzione della Banca a Gradara, erano presenti, il comandante provinciale della Polizia Stradale il Vice Questore Dott. Angelo Frugieri e il presidente della BCC di Gradara Arch. Fausto Caldari. La nostra banca – afferma il

presidente della BCC Fausto Caldari – è molto attenta alle dinamiche e peculiarità del territorio in cui opera. Oltre la salute, anche la sicurezza delle persone è uno degli aspetti che ci stanno più a cuore. L’essere in salute ed il sentirsi al sicuro ci fa vivere e produrre con maggior entusiasmo!


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RIMINI

Sul mercato il 20 per cento. Nelle mani pubbliche resterà il 60 per cento. Che fare con i soldi?

Rimini Fiera, conti in ordine quotazione in borsa - La Fiera di Rimini in borsa per far denari. Sul piatto il 20 per cento delle azioni. Così il 40 finirà in mani private; il 60 per cento resterà saldamente nelle mani del pubblico. Che cosa farà la società pubblica con questi denari? Il presidente Lorenzo Cagnoni lo scorso 29 giugno ha illustrato motivazioni, strategie e dettagli dell’operazione che guarda ai mercati esteri. “Ottimi conti i nostri nel 2014 - ha detto Cagnoni con la sua solita calma - del tutto in linea con il business plan, con un utile netto di 3,1 milioni di euro contro i 2,4 previsti, e con un bilancio che non ha beneficiato di partite straordinarie. A questi brillanti risultati 2014 si aggiungono i dati del primo semestre 2015 con le belle prestazioni di Sigep e RiminiWellness, l’ingresso di Beer Attraction, e la definizione degli accordi con l’associa-

Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera

Nel 2014 utile netto a 3,1 milioni di euro, fatturato a 67,5 milioni di euro ECONOMIA zione di riferimento che ha scelto, dal 2016, di fare di Rimini il nuovo e unico polo del dentale in Italia, spostandolo da Milano. Anche sul secondo semestre 2015 le grandi manifestazioni come TTG ed Ecomondo stanno rispettando i budget e si registrano inoltre l’ingresso della nuova Flora Trade e la presenza per la prima volta a Rimini Fiera del Macfrut, annunciato in forte crescita”. Congressuale

Una spina viva nella carne quella del congressuale. Rimini Fiera è il proprietario del Palacongressi costato circa 120 milioni di euro e mai decollato da un punto di vista industriale. Cagnoni si è soffermato sugli ultimi numeri: “Si avvera quanto annunciai in merito alle ottime prospettive dei nostri congressi. A fine maggio 2014 gli eventi programmati erano 83 e a fine dello scorso anno sono arrivati a 116. Oggi siamo a 102 eventi già confermati, con una crescita tendenziale del 23% e un aumento della

domanda dell’11%. A fine 2015 avremo portato a Rimini 1.110.000 convegnisti, con un +10%, e raggiunto l’obiettivo di budget della BU congressuale: 9.100.000 euro. Cresce anche l’internazionalizzazione del congressuale, + 4% rispetto al 2014. E proprio alla fine di giugno abbiamo ospitato il mondiale dell’illusionismo: 5mila maghi di tutto il mondo e una ricaduta economica per il territorio di almeno 5 milioni di euro”. “A fronte dei dati fieristici e di quelli congressuali - ha

detto Lorenzo Cagnoni - sono dunque in grado di espormi con una previsione sull’utile netto 2015 pari a oltre i 3 milioni di euro, l’annuncio della distribuzione dei dividendi ordinari e l’allineamento al business plan”. Fatturato Nel 2014 il Gruppo Rimini Fiera ha fatturato 67,5 milioni di euro (+6,9%), con un mol di 11 milioni (+38,5%) e un utile netto di 3,094 milioni. Il valore della produzione della capogruppo Rimini Fiera SpA si è attestato a 56 milioni di euro (+9,4% ), con un mol di 10,6 milioni (+ 40,4%) e un utile di 2,99 milioni. Il debito assunto per la costruzione del nuovo quartiere fieristico – che costò 300 milioni di euro - è stato completamente azzerato, esclusivamente attraverso i rendimenti di Rimini Fiera. “Ecco che - ha continuato il presidente Cagnoni - il nostro percorso di privatizzazione è sostenuto dalla piena salute dei nostri conti e dalla credibilità sui mercati delle nostre visioni e si è formalmente avviato dopo le recenti decisioni del nostro

Turimo, Riviera per tutti - “Rimini per tutti”, è un progetto sulle strutture recettive del territorio per verificare se sono accessibili e a quale tipo di disabilità si rivolgono. Lo si è ribadito nella conferenza stampa a metà giugno che ha presentato il servizio offerto dalle associazioni di volontariato che si occupano di questi temi. La grande nemica del progetto è la sottovalutazione del fenomeno in quanto i numeri ne evidenziano aspetti di grande interesse. Basti pensare che in Europa, il fenomeno del ‘turismo per tutti’ è stato stimato in 50 milioni di cittadini con disabilità e problematiche di vario genere. Di questi, ben il 72% (circa 36 milioni), sono propensi a viaggiare, ma solo 6 milioni lo fanno. In sostanza, 30 milioni di persone con bisogni ‘speciali’ possono essere interessate a viaggiare ma, per diverse ragioni, ven-

C’è un progetto sul turismo accessibile e a quale disabilità si rivolge. Sono interessate in Italia 6 milioni di persone. E in Europa la cifra cresce sino a 36 milioni di utenti gono ancora escluse dai circuiti ufficiali del turismo. Se a questo si aggiunge il fatto che insieme a ogni disabile vi possono essere una o più persone (accompagnatori o altro), si arriva a 60/70 milioni di potenziali turisti in Europa. Importante è il ruolo dei volontari che si sono resi e sono ancora disponibili, tramite un appuntamento gratuito e senza impegno, a compilare insie-

me a albergatori, bagnini, gestori turistici, la scheda Care, strumento riconosciuto a livello internazionale per definire il livello di accessibilità di una struttura. Per aderire basta iscriversi compilando il modulo “Rimini per tutti” (si trova su www.volontarimini.it). L’obiettivo è rendere la Riviera più vivibile, soddisfacendo le esigenze di chi soffre una disabilità

o ha una momentanea infermità fisica. Un fine che coinvolge direttamente anche le strutture ricettive che potrebbero intercettare nuovi segmenti di mercato. In particolare le associazioni hanno constatato due elementi critici. C’è poca conoscenza sui temi dell’accessibilità: diverse strutture, al contrario della credenza comune, con piccoli accorgimenti e senza spese

eccessive, potrebbero diventare di interesse per i consumatori di questo mercato. E poi, la scarsa capacità promozionale delle strutture accessibili: in diversi casi, strutture in cui sono attivi servizi per rispondere alle esigenze di chi soffre una specifica disabilità non si promuovono, spesso le descrizioni sui siti sono incomplete e poco fruibili per il target di interesse che alla prima visita, abbandona immediatamente la pagina in cui è approdato considerando la struttura non corrispondente alle proprie esigenze. La risposta delle associazioni è andata in due direzio-

volontarimini@volontarimini.it

consiglio di amministrazione e gli orientamenti del socio di maggioranza. Abbiamo un duplice obiettivo: il finanziamento della nuova fase di crescita di Rimini Fiera sull’estero attraverso una politica di alleanze con partner internazionali di rango, senza però trascurare il mercato domestico; il reperimento di risorse finanziarie che permettano al socio di maggioranza di assorbire la parte di debito assunta per la costruzione di un’opera strategica per l’economia qual è il nuovo palacongressi di Rimini”. Il percorso prevede una doppia operazione, un'offerta pubblica di vendita e un'offerta pubblica di sottoscrizione: dunque una ricapitalizzazione seguita dal collocamento sul libero mercato. “Abbiamo individuato - ha aggiunto Cagnoni - il segmento AIM che è quello dedicato alle piccole medie imprese che mostrano un alto potenziale di crescita”. “Oggi il Gruppo Rimini Fiera - ha concluso il presidente - è una realtà solida, senza un euro di debito, in piena salute e giudicata in modo lusinghiero in Italia e all’estero per accreditamento e serietà. Pronta per quotarsi al libero mercato”.

ni: in una si è cercato di creare una mappatura delle strutture accessibili sulla base di una metodologia condivisa a livello internazionale (scheda Care). Quindi si è realizzato il sito Riminiprovinciaccessibile.it in cui sono raccolte le schede Care verificate dagli stessi volontari. Attualmente il flusso in questo settore è caratterizzato da persone con ‘disabilità’ e bisogni ‘speciali’ di vario genere, che viaggiano soli o con accompagnatore, familiari ecc.; gruppi organizzati, sia con iniziative spontanee sia, più frequentemente, attraverso i programmi sociali di Enti pubblici o privati italiani e stranieri. In sostanza, la popolazione con particolari esigenze di ospitalità disponibile al turismo può essere stimata in Italia a circa 6 milioni e in Europa a circa 36 milioni di persone (dati ricerca Enea http://andi.casaccia.enea.it/ volumi.htm). Per informazioni 0541 709888 – redazione@volontarimini.it -


RIMINI

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Convegno a San Patrignano lo scorso giugno Sala congressi da grande occasione - Le conseguenze del cambiamento climatico sono sempre più evidenti. Tangibili sono infatti gli effetti dell’aumento della temperatura atmosferica e del mare sugli ecosistemi e sulla nostra società, la modificazione del regime di precipitazioni, spesso copiosissime e in brevissimo tempo, l’innalzamento del livello medio marino assieme ad una spesso non corretta gestione del territorio.Il tema dei cambiamenti climatici riveste oggi sullo scenario politico internazionale un importante peso, anche in vista della COP21 di Parigi a dicembre. Il settore energetico ha un ruolo fondamentale nella crescita dell’economia del Paese, sia come fattore abilitante (avere energia a costi competitivi, con limitato impatto ambientale e con elevata qualità del servizio è una condizione essenziale per lo sviluppo delle imprese e per le famiglie), sia come fattore di crescita in sé (pensiamo ad esempio al potenziale della Green economy). Assicurare un’energia più competitiva e sostenibile è dunque una delle sfide più rilevanti per il futuro del nostro Paese. La strategia Europea del 2020-20 impone uno sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili e uno sfruttamento del concetto di efficienza energetica, al fine di ridurre le emissioni di gas effetto serra. Una conseguenza di questi concetti ,che è di grande importanza, è il contenimento della

Cogenerazione come qualità urbana ed economia IL PUNTO di Emanuele Barogi* spesa in bolletta, che grava su imprese e famiglie, è importante l’allineamento del livello degli incentivi ai valori europei e spingere lo sviluppo del concetto di efficienza energetica. Occorrerà inoltre orientare la spesa verso le tecnologie e i settori più virtuosi, ossia con maggiori ritorni in termini di benefici ambientali e sulla filiera economica nazionale. Il Parlamento Europeo ha riconosciuto l’importanza della cogenerazione ai fini del raggiungimento degli obiettivi comunitari del 20-20-20 e ha incluso tra le proprie priorità la definizione di normative volte a favorire la diffusione progressiva di un’efficace produzione combinata di energia elettrica e calore. Con il termine cogenerazione si intende la produzione combinata di energia elettrica/meccanica e di energia termica (calore) ottenute in appositi impianti utilizzanti la stessa energia primaria.

Emanuele Barogi e la sala

Per produrre la sola energia elettrica si utilizzano generalmente centrali termoelettriche che disperdono parte dell’energia nell’ambiente. Se un’utenza richiede contemporaneamente energia elettrica ed energia termica, anziché installare una caldaia e acquistare energia elettrica dalla rete, si può pensare di realizzare un ciclo termodinamico per produrre energia elettrica sfruttando i livelli termici più alti, cedendo il calore residuo a più bassa temperatura per soddisfare le esigenze termiche. Da questo punto

di vista la cogenerazione può dare un risparmio energetico che però non è scontato: si tratta allora di valutare quando è davvero vantaggiosa e rispetto a quale alternativa. L’obiettivo fondamentale che si vuole perseguire con la cogenerazione è quello di sfruttare al meglio l’energia contenuta nel combustibile: a ciò consegue un minor consumo di combustibile e di conseguenza un minor impatto ambientale. Rispetto alla produzione separata delle stesse quantità di energia elettrica e calore, la produzione combinata, se efficace,

comporta:un risparmio economico conseguente al minor consumo di combustibile; una riduzione dell’impatto ambientale, conseguente sia alla riduzione delle emissioni sia al minor rilascio di calore residuo nell’ambiente (minore inquinamento atmosferico e minore inquinamento termico);minori perdite di trasmissione e distribuzione per il sistema elettrico nazionale, conseguenti alla localizzazione degli impianti in prossimità dei bacini di utenza o all’autoconsumo dell’energia prodotta; la sostituzione di modalità di fornitura del calore meno efficienti e più inquinanti (caldaie, sia per usi civili sia indu-

striali, caratterizzate da più bassi livelli di efficienza, elevato impatto ambientale e scarsa flessibilità relativamente all’utilizzo di combustibili). Per chiarire il significato di risparmio energetico connesso ad un impianto cogenerativo rispetto allaproduzione separata delle medesime quantità di energia utile. Supponendo che un impianto cogenerativo, per produrre 35 unità di energia elettrica e 50 unità di calore utile, consumi 100 unità di combustibile, il rendimento termodinamico complessivo di conversione, inteso come rapporto tra l’energia utile prodotta (35 + 50) e l’energia primaria del combustibile utilizzato (100), risulta dell’85%. Se si considera invece il caso di produzione separata, supponendo di produrre 35 unità di energia elettrica con una centrale termoelettrica avente un rendimento elettrico del 43% e 50 unità di calore utile con una caldaia avente un rendimento termico pari all’ 83%, si avrebbe un consumo di combustibile pari a (35/0,43 + 50/0,83) = 140 unità di combustibile. Nel caso di produzione separata delle stesse quantità di energia elettrica e calore, risulterebbe quindi un consumo di 140 unità di combustibile anziché le 100 richieste dall’impianto di cogenerazione. Il risparmio di energia primaria conseguibile con la cogenerazione è dunque pari al 28% *Uno dei relatori


aziende informano

Attese tante aziende a Flora Trade Show. A Rimini dal 23 al 25 settembre dentro Macfrut

- Il pittore spagnolo Mirò attingeva i colori delle sue tele dall'orto coltivato davanti casa. Quelli delle piante e dei fiori non sono meno belli. Si possono ammiare a Flora Trade Show, la manifestazione internazionale del florovivaistico e del paesaggio che si terrà a Rimini Fiera dal 23 al 25 settembre prossimi (in contemporanea al Macfrut) e che sta raccogliendo importanti adesioni nel settore. Oltre alle collaborazioni strategiche con i consorzi e le sigle del comparto, tante sono le aziende che hanno già aderito.

Fiera, idee per la città-giardino (e non solo) a Rimini “La nostra è un’associazione che raggruppa 10 aziende attive nel mondo della floricoltura e oggettistica per garden center e vivaisti - dice Cosimo Pagano, presidente di Florbusiness -. All’unanimità abbiamo scelto di essere presenti a Flora Trade Show per diverse motivazioni. Innanzi tutto, si tratta di una novità e per il settore è vitale tentare nuove strade da attori, partecipando attivamente. La centralità di Rimini poi, facilmente raggiungibile da ogni parte d’Italia ci ha dà le giuste garanzie per ritenere che il mercato domestico sarà presente così come lo fanno le azioni a noi presentate per l’internazionalizzazione della manifestazione. Non ultimo la grande esperienza che Rimini Fiera vanta nel mondo dell’arredamento outdoor con la manifestazione Sun testimonia una competenza e un presidio strategico di un settore per noi molto importante”. Florbusiness sostiene la festa dei nonni del 2 ottobre. Delucchi “Flormercati è aperta a tutte le innovazioni che si affacciano nel mondo del florovivaismo. Per questo Flora Trade che rappresenta una novità in questo ambito ha catalizzato la nostra

attenzione e adesione - afferma Enrico Delucchi, direttore di Flormercati -. Da neonata, ci aspettiamo una manifestazione giovane e ricca di proposte innovative, soluzioni di incontro business pratiche e veloci, eventi negli

eventi che possano creare sistemi virtuosi per la chiusura di accordi commerciali. Questo settore ha infatti bisogno di nuove soluzioni rispetto al passato. La posizione strategica di Rimini e l’accoglienza del territorio permetterà a

nostro avviso un’affluenza di espositori e visitatori non solo dal Nord Italia ma anche del centro e sud Italia, coinvolgendo tutte quelle regioni che sono importanti per il comparto, penso al Lazio, alla Toscana, alla Puglia.”

“In un momento delicato e di transizione del nostro settore come è quello attuale, riteniamo che tagliare drasticamente le voci di bilancio aziendale dedicate alla promozione sia un errore. Crediamo fortemente nella

EVENTI

- A Flora Trade Show non solo giardino, anche idee-regalo. Lo stile italiano della decorazione floreale si mette in mostra a Flora Trade Show dal 23 al 25 settembre 2015 con la nuova sezione Garden&Gift, dedicata alle attrezzature, ai prodotti e ai servizi per i garden centre e i fioristi. Nata dalla lunga esperienza di Sun, il salone internazionale dell’esterno, Garden&Gift si colloca alla perfezione nel contesto di Flora Trade Show, il nuovo evento che Rimini Fiera organizza in collaborazione con Florasì e Florconsorzi per dare nuova linfa al settore florovivaistico e del paesaggio. Oltre ad attrezzature e prodotti per la produzione florovivaistica, ad una vasta gamma di piante e fiori, a tecnologie e servizi per la progettazione del verde pubblico e privato, sarà dedicato ampio spazio al settore dei prodotti ed accessori per garden center e fioristi. In esposizione troveremo arredamento per punti vendita, veicoli commerciali, software e sistemi gestionali, ma anche scatole, cesti, buste e nastri per il confezionamento delle piante e

Non solo giardino, anche decorazione floreale dei fiori, ed una serie di prodotti complementari, sempre più venduti nei garden centre e nei negozi specializzati: oggettistica, articoli da regalo, decorazioni per le festività, fino ad arrivare agli accessori per il giardino e il tempo libero che spaziano dagli arredi outdoor ai barbecue. In sintesi Garden&Gift si rivolgerà ai professionisti dei garden

Un’intera sezione è dedicata ai fioristi e ai garden centre. Concorso di decorazione Floreale che riguarderà allestimenti con fiori freschi in abbinamento ai Catering e alla Pasticceria

centre, al mondo Grande distribuzione e al retail specializzato sempre più interessati alle mode e alle tendenze che anche in questo settore influenzano i consumi, oltre naturalmente all’universo dei fioristi. E sono dedicati proprio ai fioristi, alcuni dei numerosi eventi e workshop che accompagneranno la manifestazione, e che stanno prendendo forma in queste settimane. È tra questi il Concorso di decorazione Floreale che riguarderà allestimenti con fiori freschi legati al mondo del Catering e della Pasticceria, organizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Piante e Fiori d’Italia e con le principali scuole nazionali per fioristi, coordinate dalla Guida ‘I Fioristi Italiani’. L’evento, che vedrà tra i giurati la partecipazione di noti pasticceri, società di catering, maestri fioristi e stampa specializzata, punta a valorizzare lo stile italiano nelle decorazioni dei ricevimenti di gala, dei matrimoni e delle ricorrenze importanti. Uno stile, quello nostrano, che fa un uso maggiore di addobbi floreali e multiformi rispetto al più sobrio e asciutto stile nord europeo.

ripresa e solo attraverso occasioni di confronto con altre aziende del settore possiamo insieme trovare nuove soluzioni.” Così ha commentato Francesco Orlandi patron di Orlandi Group. “E’ sicuramente un impegno ma con forza saremo presenti a Flora Trade Show - continua Orlandi -. Con l’augurio di trovare altre realtà, che come noi, siano interessate a fare sistema e confrontarsi apertamente per creare opportunità di business per tutti. Bisogna stabilire un appuntamento annuale in cui il mercato italiano possa incontrarsi, discutere e trovare idee innovative. Non possiamo permettere che altre fiere di settore estere si facciano rappresentanti anche del nostro comparto nazionale. Rimini ha tutte le caratteristiche per ricoprire questo ruolo”. Eugenio Gioria “Florcoop è l’unione di 24 soci che operano in un segmento di nicchia, quello delle piante acidofile, azalee camelie rododendri e altre essenze minori. Per noi oggi diventa molto importante e strategico intercettare nuovi tipi di pubblico” Così ha commentato Eugenio Gioria, Presidente di Florcoop. “Ci aspettiamo che Flora Trade Show, grazie anche all’abbinamento con Macfrut - da noi tutti accolto con entusiasmo possa aprire le porte a operatori attivi in altri sistemi di distribuzione più capillare con target più vicino al consumatore anche della GDO. Sicuramente non potrà essere solo il 2015 a decretare il successo della manifestazione. Siamo consapevoli che occorrerà tempo ma siamo fiduciosi per la prima edizione annunciata”.


CULTURA

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San Mauro Pascoli 3-8-10-16-24 luglio le Udienze preliminari. Il 10 agosto il processo

Processiamo il '68”! Quei giorni che sconvolsero il mondo. C'è chi considera il '68 un “innamoramento collettivo”, chi “una rivoluzione culturale”. Altri una “giusta ribellione di massa contro una società autoritaria”. Comunque sia, dopo il '68 nulla fu come prima PROCESSI ALLA STORIA di Enzo Cecchini - San Mauro Pascoli nei mesi di luglio e agosto torna al centro di una corposa riflessione sull'evento più importante e discusso del dopoguerra: il '68. Un vero e proprio processo pubblico con accusa e difesa: sarà il “Processo al '68” che avrà la sua celebrazione il 10 agosto nel Giardino di Casa Pascoli con arringhe di personaggi prestigiosi. Intanto sono già iniziate le regolari udienze preliminari per affrontare e approfondire gli aspetti più importanti dell'indagine, contestualizandoli in ambito locale, nazionale e internazionale.

- Rimini è stata fortunata, può esporre opere di Cattelan. Ma chi è Maurizio Cattelan? E’ un artista irriverente, sarcastico, provocatorio, ogni sua opera ha un messaggio di forte impatto emozionale, ma anche una verità intrinseca. E’ ufficialmente considerato l’unico italiano tra i primi 25 artisti di tutto il mondo (circa la metà sono americani) di arte contemporanea (periodo 1945/50 ai nostri giorni). Quali sue opere ricordiamo brevemente: tre ragazzi impiccati in un albero a Milano, il mulo appeso al soffitto, Papa Wojtyla colpito da una meteora, il dito indice alzato davanti alla Borsa di Milano, Hitler che prega nel ghetto di Varsavia, etc. Il curatore Maria Cristina Didero, dice che è stato un progetto “complicato”, poiché si è dovuto creare sinergia tra l’irruenza di Cattelan e le concezioni della città, però si è giunti ad un buon risultato. Il sindaco Andrea Gnassi dice che Cattelan ha percepito il ritmo della città ed è a Rimini poiché dei percorsi si sono incrociati. L’assessore Pulini dice che Cattelan è “un giullare nudo che si è messo la corona in testa” e che se c’è una città al mondo che assomiglia a Cattelan questa è Rimini. Infatti, Cattelan è contraddittorio, misterioso, ama giocare, vuol divertirsi senza curarsi

IL PROGRAMMA

Processo al '68 - Udienze preliminari San Mauro Pascoli - Giardino di Casa Pascoli ore 21.15 3 luglio - Accadde in Romagna Incontro con: Carla Baroncelli (Ra) Fabio Bruschi (Rn) Giuseppe Chicchi (Rn) Denio Derni (Fc) Carlo Giunchi (Fc) Guido Pasi (Ra) Franco Pollini (Fc) Nino Carnoli Coordina Gianfranco Miro Gori 8 luglio - Presentazione dell’antologia Cercan do il ’68 a cura di Giampaolo Borghello - Forum, Udine 2012 - Intervengono il Curatore e Gianfranco Miro Gori 10 luglio - Peppino Ortoleva racconta Il ’68 in Europa e America - Introduce Giorgio Tonelli 16 luglio - Il cinema “Le più piccole del '68” introdotto e discusso dalla regista Elena Costa 24 luglio - Mario Capanna raccontano e Romolo Perrotta raccontano il libro “Formidabili quegli anni” - Nella quarta udienza preliminare (16 luglio), un film di montaggio della durata 55 minuti racconta l’occupazione di una fabbrica di abbigliamento nel giugno '68 a Manziana a

una cinquantina di chilometri da Roma. La vicenda narrata da Elena Costa, produttore creativo e story editor per fiction televisive, al suo debutto come regista, ha una parti-

Mario Capanna, icona del '68 in Italia colarità a cui il titolo, Le più piccole del ’68, allude. Si tratta infatti di giovani donne, tutte attorno ai vent’anni, che di fronte alla volontà del proprietario di chiudere decidono di occupare. Elena Costa, dopo aver visto un breve cinegiornale sulla vicenda, ha deciso di riportarla alla memoria. Ha cercato le protagoniste e, oltre quarant’anni dopo, ha raccolto le loro testimonianza,

mescolandole a documenti dell’epoca e riprese attuali. Una storia formidabile per usare un aggettivo caro a un protagonista del ’68 di cui parleremo tra breve, che pur essendo finita con una sconfitta, la fabbrica fu chiusa, ha costituito un momento assai importante di formazione per le allora ragazze e una battaglia esemplare per il diritto al lavoro. L’ultima udienza prelimi-

nare (24 luglio) è dedicata a una biografia scritta da Romolo Perrotta e intitolata Mario Capanna. Storie di un impegnato (IPOC, Milano 2015). Il libro ripercorre dall’infanzia la vita di colui che, per tutti quanti, costituisce la personificazione del ’68. Leader delle lotte all’università Cattolica di Milano da cui fu espulso, si segnala subito con azioni esemplari, come quando nella contestazione alla Scala si rivolge ai poliziotti per dialogare con loro, in quanto figli di poveri e di lavoratori e dunque di fatto dalla parte degli studenti. Oppure, molti anni dopo, quando pronuncia un memorabile discorso in latino al parlamento europeo. L’impegno di Capanna, che ha scritto tra l’altro uno tra i libri più suggestive e di successo su quella stagione, Formidabili quegli anni, è qui dettagliatamente narrato da Perrotta anche con l’ausilio di molte autorevoli testimonianze. Adesso tutti a pensare e a partecipare al processo del 10 agosto al ’68. L'iniziativa è organizzata dall'associazione Sanmauroindustria.

Cattelan, saluti da Rimini Otto opere (cartelloni m6 per m3) fino al 30 settembre

Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi (a destra)

ARTE di Giuliano Cardellini delle critiche della gente, anzi le critiche rafforzano la sua popolarità, pur facendo esplodere delle verità profonde spesso scomode. Così come Rimini che è simbolo di vitalità, divertimento, con innovazioni contraddittorie, dalla forte apparenza che poi sono anche concreta sostanza. Dal 1 Luglio al 30 settembre, otto Opere in cartelloni di sei per tre metri, ideate da Cattelan insieme al fotografo Pierpaolo Ferrari, un progetto per la città di Rimini della rivista d’arte “Toiletpaiper” (http:// www.toiletpapermagazine.org/), sparse per la città nei punti più significativi : l’Arco di Augusto, la stazione, La ruota panoramica, il Ponte di Tiberio, Castel Sismondo, il Teatro Galli, la Rotonda Grand Hotel, la rotonda Bellariva ed altri spazi. Rimini con Fellini ci è stata dipinta come surreale e fantasti-

ca, ma i tempi sono cambiati, urgeva un messaggio contemporaneo dissacrante, ma allo stesso tempo indicatore delle contraddizioni, metamorfosi, contrasti della città, la quale non vuole essere solo estate e solo turismo,

ma vuole possedere un’anima. E’ riuscito Cattelan a mostrare l’anima di Rimini? L’uomo seduto su un divano con spaghetti sparsi dappertutto, la ragazza che sembra godere delle patitine fritte, la prigione con

sbarre di salame da cui si vuole evadere, l’uomo che con la sua erezione tiene sollevata una pietra, una vecchia BMV cosparsa di lattine, una ragazza accostata ad una aragosta, una ragazza con un bicchiere di liquido non identificato ed un sedere coperto di dentifricio tricolore sono cartoline che ci danno una nuova immagine di Rimini? Vi sono già numerose polemiche. Però Cattelan è un artista di valore internazionale, in questa estate Rimini è già sulle riviste d’arte e di cronaca di tutto il mondo e ciò può fare solo bene alla città, al suo turismo ed alla sua crescita artistica. Tutte le fotografie di Toilepaper sono ironiche, sarcastiche, provocatorie, irriverenti, ma l’arte è questa, deve essere libera da ogni pregiudizio e da ogni condizionamento. Ritengo che queste opere di “Saluti da Rimini” siano una iniezione di energia vitale per la città, il coniugare il cibo con momenti di vita in modo sorprendente, il criticare stereotipi ormai decaduti, il mettere a nudo le contraddizioni di una società che si cerca, faccia riflettere sul

senso delle cose. La città non deve essere solo stagionale e con l’arte contemporanea ciò è possibile. Oltre la pubblicità per un invito turistico della città, vi è il bisogno di riconoscersi, di dialogare intimamente e grazie a Cattelan ed alla sua arte, è questo che si sta facendo, con questa mostra aperta e fruibile da tutti. La vera anima di questa Mostra è l’Assessore Massimo Pulini (pittore, critico d’arte), il quale ha saputo con la propria competenza e professionalità lanciare Rimini in un contesto mondiale. “L’uomo giusto al posto giusto”, infatti Giovanni Falcone dice che se ogni incarico fosse ricoperto da una persona specificamente competente, l’Italia sarebbe il primo paese del mondo. L’anno scorso con la Biennale del disegno, quest’anno con Cattelan, oltre a tante altre iniziative, la Cultura riminese diventa di conoscibilità internazionale. Un plauso anche alla Amministrazione che, in questi casi, ha avuto fiducia nelle proposte dell’assessore e ne ha sostenuto e valorizzato le idee. Cosa dire della Mostra: andatela a vedere, ognuno con il proprio commento, poichè una opera d’arte è tale se diverse persone ne leggono messaggi ed emozioni diverse.


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l'OPINIONE

Il Family day a Roma lo scorso giugno e il ventilato contrasto Cei-papa Francesco

Inizia in prima pagina

non gli piacciono i cortei». Ma don Ivan Maffeis, portavoce della conferenza episcopale, ribatte che Argüello ha commesso una caduta «di stile gratuita e grave nel contrapporre il papa alla Cei». Non mancavano a questo speciale appuntamento gli ipercattolici Quagliarello, Formigoni, Buttiglione, Giovanardi, Binetti, Gasparri e Salvini, che ha salutato via Facebook: «Un abbraccio alle mamme e ai papà che stanno manifestando per difendere il futuro dei loro bambini». Il laico Pierluigi Battista, sul Corriere della Sera del 21 giugno 2015, ha colto, meglio di qualunque altro giornalista italiano, il senso di ciò che è accaduto a Roma. Ha cominciato con l’ osservare che «papa Francesco non

Mondo cattolico, perché una profonda divisione? E' aperta una spaccatura profonda che arriva dritta al cuore delle istituzioni ecclesiastiche. La manifestazione antigender è insieme uno spauracchio e un avvertimento. La fonte di un nuovo, imprevisto conflitto

Il professor Alessandro Roveri

IL PUNTO DI VISTA

vuole fare altri feriti, non vuole scavare trincee contro lo spirito del tempo, non vuole scatenare la guerra santa contro la deriva secolarista». Ha aggiunto poi che «qui a Roma si è visto il segno di

uno scarto, di una sottile linea di frattura, di una insofferenza che le gerarchie ecclesiastiche difficilmente potranno ignorare». Ma il punto centrale delle osservazioni di Bat-

tista sta altrove. «La guerra culturale era invece alla base dell’ azione del cardinale Camillo Ruini quando dirigeva l’episcopato italiano. Lui la chiamava “progetto culturale” e voleva ribadire l’ idea che il cristianesimo non dovesse essere solo vissuto nel chiuso delle coscienze, nella dimensione privata, ma imponesse i suoi valori culturali nell’arena pubblica». La sua era una «protesta contro una tecnoscienza che voleva prendere con prepotenza il posto del Creatore nella

determinazione della vita e della morte. L’ azione di Ruini aveva direttamente l’appoggio di due Pontefici: Giovanni Paolo II (che già all’inizio degli anni Ottanta assecondò la mobilitazione cattolica nel referendum poi perso, sull’aborto) e poi papa Ratzinger. Oggi è tutto diverso. Una parte del mondo cattolico fa da sé, riempie le piazze senza un comando ecclesiastico, fornendo di sé un’immagine implicitamente polemica nei confronti dell’ atteggiamento accomodante di papa Bergogliio. […] L’ idea che su una visione

filosofica del mondo, considerata però essenziale per l’integrità della fede, il mondo cattolico manifesti come ieri una sensibilità esasperata e risentita, è una novità che tutti noi stentavamo a considerare così sentita e centrale. Nel cattolicesimo italiano si è aperta una spaccatura profonda che arriva dritta al cuore delle istituzioni ecclesiastiche. La manifestazione antigender è insieme uno spauracchio e un avvertimento. La fonte di un nuovo, imprevisto conflitto». D’ ora in poi qualunque scrittore cattolico voglia occuparsi di queste cose, deve pronunciarsi: o si sta con Camillo Ruini, o si sta con papa Bergoglio. Tertium non datur. Non ci sono più vie di mezzo. O si sta con l’ attuale pontefice o si sta con Ruini. *Libero docente all'Università di Roma


POLITICA

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Pasolini. Io so, noi sapevamo... noi sappiano ma senza apparente ragione facciamo finta di niente “Io so”, scriveva Pier Paolo Pasolini in un articolocommentoeditoriale sul Corriere della Sera del 14 novembre 1974. 'Cos'è questo golpe?' era il titolo. Faceva pendant, e complemento, con la metafora del 'Palazzo', da lui inventata e poi sin troppo abusata, anche per ridurne il peso ferocemente rivelatore ed eversore delle realtà consolidate. Le accuseintuizioni del vate di Casarsa uscivano sul giornalone della borghesia del Nord (per meritoria intuizione del nuovo Direttore Piero Ottone) meno di un anno prima della sua morte violenta, il 2 Novembre 1975. Quelle parole erano da un lato generali, dall'altro parzialmente supportate dal materiale raccolto per la stesura di 'Petrolio', lo sterminato romanzo sul potere italiano che l'improvvisa fine lasciò incompiuto (successivamente pubblicato con quanto reperito, e con la quasi certa scomparsa di molte pagine). Il j'accuse di Pasolini nei confronti di molti esponenti della classe dirigente politica di allora non era ancora accompagnato da dati sufficienti. Che sarebbero emersi negli anni, e nei decenni, successivi. E' ciò che differenzia quella stagione da questa. Tra sentenze della magistratura di primo, secondo grado e definitive, indagini giudiziarie, inchieste giornalistiche e quant'altro, oggi dire, per chiunque lo voglia,“Io sapevo” non è solo un'efficace boutade ma un dato di fatto. Ché, per rimanere all'ultima emergenza, nel senso di ciò che emerge, del 'Palazzo', della Corruzione, di Mafia Capitale e di tutte le vicende, simili e dissimili, che l'accompagnano in giro per l'Italia, si sapeva davvero tutto. Magari non nello specifico, ma i nomi, le storie, le modalità sempre quelli, e quelle, sono. E quindi atteggiarsi ad ingenui sorpresi nella propria buonafede da parte di molti esponenti della classe dirigente politica di adesso diventa quasi una presa in giro. “Io sapevo”, “noi sapevamo”, bastava vedere e leggere. E ricordare. Questo l'intervento pasoliniano. Al netto delle occorrenze temporali (in primo luogo i riferimenti al 'golpe' ed al contesto internazionale), un profetico e lucidissimo antivedere, che può costituire \strumento di ulteriore lavoro. Per l'oggi e per il domani. Pier Paolo Pasolini Cos'è questo golpe? Corriere della Sera 14 novembre 1974 Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere). Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974. Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti. Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974). Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fal-

Corruzione, Mafia Capitale, Pasolini Indicazioni per l’oggi e quello che già si sa Pier Paolo Pasolini

FOCUS di Gabriele Paci lendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum". Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neofascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista). Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli. Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari. Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero. Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il mio "progetto di romanzo", sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il '68 non è poi così difficile. Tale verità - lo si sente con assoluta precisione - sta dietro una grande quantità di interventi anche giornalistici e politici: cioè non di immaginazione o di finzione come è per sua natura il mio. Ultimo esempio: è chiaro che la verità urgeva, con tutti i suoi nomi, dietro all'editoriale del "Corriere della Sera", del 1. novembre 1974. Probabilmente i giornalisti e i po-

litici hanno anche delle prove o, almeno, degli indizi. Ora il problema è questo: i giornalisti e i politici, pur avendo forse delle prove e certamente degli indizi, non fanno i nomi. A chi dunque compete fare questi nomi? Evidentemente a chi non solo ha il necessario coraggio, ma, insieme, non è compromesso nella pratica col potere, e, inoltre, non ha, per definizione, niente da perdere: cioè un intellettuale. Un intellettuale dunque potrebbe benissimo fare pubblicamente quei nomi: ma egli non ha né prove né indizi. Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi - proprio per il modo in cui è fatto - dalla possibilità di avere prove ed indizi.“ Mi si potrebbe obiettare che io, per esem-

pio, come intellettuale, e inventore di storie, potrei entrare in quel mondo esplicitamente politico (del potere o intorno al potere), compromettermi con esso, e quindi partecipare del diritto ad avere, con una certa alta probabilità, prove ed indizi. Ma a tale obiezione io risponderei che ciò non è possibile, perché è proprio la ripugnanza ad entrare in un simile mondo politico che si identifica col mio potenziale coraggio intellettuale a dire la verità: cioè a fare i nomi. Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia. All'intellettuale - profondamente e visceralmente disprezzato da tutta la borghesia italiana si deferisce un mandato falsamente alto e nobile, in realtà servile: quello di dibattere i problemi morali e ideologici. Se egli vien messo a questo mandato viene considerato traditore del suo ruolo: si grida subito (come se non si aspettasse altro che questo) al "tradimento dei chierici" è un alibi e una gratificazione per i politici e per i servi del potere. Ma non esiste solo il potere: esiste anche un'opposizione al potere. In Italia questa opposizione è così vasta e forte da essere un potere essa stessa: mi riferisco naturalmente al Partito comunista italiano. È certo che in questo momento la presenza di un grande partito all'opposizione come è il Partito comunista italiano è la salvezza dell'Italia e delle sue povere

istituzioni democratiche. Il Partito comunista italiano è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, un Paese colto in un Paese ignorante, un Paese umanistico in un Paese consumistico. In questi ultimi anni tra il Partito comunista italiano, inteso in senso autenticamente unitario - in un compatto "insieme" di dirigenti, base e votanti - e il resto dell'Italia, si è aperto un baratto: per cui il Partito comunista italiano è divenuto appunto un "Paese separato", un'isola. Ed è proprio per questo che esso può oggi avere rapporti stretti come non mai col potere effettivo, corrotto, inetto, degradato: ma si tratta di rapporti diplomatici, quasi da nazione a nazione. In realtà le due morali sono incommensurabili, intese nella loro concretezza, nella loro totalità. È possibile, proprio su queste basi, prospettare quel "compromesso", realistico, che forse salverebbe l'Italia dal completo sfacelo: "compromesso" che sarebbe però in realtà una "alleanza" tra due Stati confinanti, o tra due Stati incastrati uno nell'altro. Ma proprio tutto ciò che di positivo ho detto sul Partito comunista italiano ne costituisce anche il momento relativamente negativo.“ La divisione del Paese in due Paesi, uno affondato fino al collo nella degradazione e nella degenerazione, l'altro intatto e non compromesso, non può essere una ragione di pace e di costruttività.“ I n o l t r e ,

concepita così come io l'ho qui delineata, credo oggettivamente, cioè come un Paese nel Paese, l'opposizione si identifica con un altro potere: che tuttavia è sempre potere. Di conseguenza gli uomini politici di tale opposizione non possono non comportarsi anch'essi come uomini di potere. Nel caso specifico, che in questo momento così drammaticamente ci riguarda, anch'essi hanno deferito all'intellettuale un mandato stabilito da loro. E, se l'intellettuale viene meno a questo mandato - puramente morale e ideologico - ecco che è, con somma soddisfazione di tutti, un traditore. Ora, perché neanche gli uomini politici dell'opposizione, se hanno - come probabilmente hanno - prove o almeno indizi, non fanno i nomi dei responsabili reali, cioè politici, dei comici golpe e delle spaventose stragi di questi anni? È semplice: essi non li fanno nella misura in cui distinguono - a differenza di quanto farebbe un intellettuale - verità politica da pratica politica. E quindi, naturalmente, neanch'essi mettono al corrente di prove e indizi l'intellettuale non funzionario: non se lo sognano nemmeno, com'è del resto normale, data l'oggettiva situazione di fatto. L'intellettuale deve continuare ad attenersi a quello che gli viene imposto come suo dovere, a iterare il proprio modo codificato di intervento. Lo so bene che non è il caso in questo particolare momento della storia italiana - di fare pubblicamente una mozione di sfiducia contro l'intera classe politica. Non è diplomatico, non è opportuno. Ma queste sono categorie della politica, non della verità politica: quella che - quando può e come può l'impotente intellettuale è tenuto a servire. Ebbene, proprio perché io non posso fare i nomi dei responsabili dei tentativi di colpo di Stato e delle stragi (e non al posto di questo) io non posso non pronunciare la mia debole e ideale accusa contro l'intera classe politica italiana. E lo faccio in quanto io credo alla politica, credo nei principi "formali" della democrazia, credo nel parlamento e credo nei partiti. E naturalmente attraverso la mia particolare ottica che è quella di un comunista. Sono pronto a ritirare la mia mozione di sfiducia (anzi non aspetto altro che questo) solo quando un uomo politico - non per opportunità, cioè non perché sia venuto il momento, ma piuttosto per creare la possibilità di tale momento deciderà di fare i nomi dei responsabili dei colpi di Stato e delle stragi, che evidentemente egli sa, come me, ma su cui, a differenza di me, non può non avere prove, o almeno indizi. Probabilmente - se il potere americano lo consentirà magari decidendo "diplomaticamente" di concedere a un'altra democrazia ciò che la democrazia americana si è concessa a proposito di Nixon - questi nomi prima o poi saranno detti. Ma a dirli saranno uomini che hanno condiviso con essi il potere: come minori responsabili contro maggiori responsabili (e non è detto, come nel caso americano, che siano migliori). Questo sarebbe in definitiva il vero colpo di Stato. (Il testo è integrale e nella scansione originale del Corriere della Sera. E' stato successivamente ricompreso nella raccolta Scritti corsari).



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Bisognerebbe ripartire dalla riorganizzazione interna e tornare a confrontarsi sui temi - “Credo che per dare nuovamente slancio all’attività del partito, alla programmazione della nostra presenza per e nella città, sia indispensabile ripartire per prima cosa dalla nostra riorganizzazione interna, che sarà fondamentale per rapportarci sia con i nostri iscritti, e quindi con la nostra base, che all’esterno, con i cittadini e le varie istanze aggregative presenti nella città. In seguito poi a questa riorganizzazione interna dovremo avviare un’adeguata attività di incontri e comunicazione atti a portare la nostra voce, i nostri intenti e la nostra attività di programmazione del futuro della città - così come lo intendiamo e come lo vediamo noi - a conoscenza dei cittadini.” Questo sta scritto nel documento programmatico presentato dall’attuale segretario del Partito Democratico riccionese Marco Parmeggiani a sostegno della sua candidatura al congresso del gennaio scorso: sei mesi fa. Sani intendimenti, ma non seguiti dai fatti, purtroppo: almeno fino ad ora. A quanto risulta, a parte il circolo San Lorenzo, gli altri sono fermi; in Segreteria non si sa di quali argomenti discutano. E dire che i temi da affrontare non mancano: dalla situazione in città, a quella nazionale dove le divergenze hanno raggiunto livelli di rottura, e se il rischio scissione pare essersi un po’ attenuato è più

Pd, se ci sei batti un colpo In segreteria non si sa di quali argomenti discutano

Marco Parmeggiani, segretario del Pd di Riccione

FOCUS di Teresio Spadoni per effetto del caldo estivo che per la ricomposizione dei fermenti; infatti, se la scissione diventasse reale, come sarebbe gestita qui da noi? Dovremmo limitarci a prendere atto della dissoluzione del partito o abbiamo qualcosa da dire prima che il “giocattolo” finisca in mille pezzi? Il venticinque aprile ebbi modo di dire al Presidente e al Segretario del partito che sarebbe stato opportuno convocare un’Assemblea affinché non siano i talk show l’unica fonte di informazione per iscritti e simpatizzanti. Da allora nulla: non si parla di politica, non si fa politica. Si, qualche incontro su temi specifici è stato organizzato (scuola, acqua…), ma nella situazione data è come ascoltare un bel racconto avendo zero possibilità di interve-

nire sulla trama; come assistere ad un dibattito televisivo. E, per restare a Riccione, siamo certi che la sconfitta di un anno fa sia stata pienamente metabolizzata? “Se si perde il Comune vengo a prendervi a uno a uno a calci nel sedere” tuonò il segretario di federazione Juri Magrini in una riunione di Direzione. Riccione come si sa è stato perso, ma anche su questo fronte da allora, silenzio; è uno strano silenzio, però, perché in effetti a Riccione come a Rimini qualcuno lavora… in silenzio, appunto! In un passo del documento

prodotto dalla segreteria Parmeggiani in occasione della conferenza stampa del giugno scorso si dice che “Sappiamo bene che il PD è stato falcidiato da lotte intestine che hanno generato perdita di credibilità nella classe dirigente e tolto risorse importanti al pensiero politico di programmazione.” Cosa significa? A chi pensa Parmeggiani quando parla di “lotte intestine”. Un’analisi politica seria del risultato elettorale non è mai stata fatta, nonostante da più parti e in varie occasioni sia stata chiesta e richiesta. Perché? La risposta c’è: quelle “lotte intestine”, certamente nate dal modus operandi delle primarie del 2009, sono state ben conservate da una parte della dirigenza PD e sono riemerse con la non ricandidatura

Pironi, letta come una vendetta; senza tener conto del fatto che nulla da allora è rimasto uguale, a parte la loro pretesa di sentirsi gli unici investiti dalla capacità del comando. Nel 2009, il perdente, rigettò la proposta di fare una lista autonoma avanzata da molti dei suoi sostenitori, e nonostante il marchingegno inventato per la formazione della lista dei candidati consiglieri tendente a escludere quelli a lui riferibili, i sette inseriti furono tra coloro che totalizzarono il maggior numero di preferenze: segno incontestabile dell’impegno messo a favore del partito e del candidato sindaco Massimo Pironi in campagna elettorale. L’anno scorso, invece, i nuovi perdenti l’hanno fatta la lista: IO PER RICCIONE che ha preso il 6%. È ormai assodato che quell’operazione abbia disorientato parte dell’elettorato del PD contribuendo col non voto (71,15% contro il 77,23% del 2009) e l’avvento del M5S, in una fase che si sapeva molto delicata, a non eleggere Fabio Ubaldi al primo turno (con grande meraviglia di espo-

nenti dell’attuale maggioranza manifestata in più occasioni). Si badi bene che quella manovra venne portata avanti nonostante non avesse trovato sponda negli organi dirigenziali del partito: mai, in nessuno degli organi (assemblea, direzione, segreteria) fu posta all’ordine del giorno. Ma non basta; quello che è emerso nella Direzione del 27 maggio scorso è se si può ancora più raccapricciante. I promotori della suddetta lista ‘Io per Riccione’, evidentemente considerando non più che una banda di pivelli l’allora gruppo dirigente che nel solco del rinnovamento era intenzionato a scalzare i “vecchi” conduttori della politica cittadina, e ci stava riuscendo, hanno deciso che il candidato sindaco uscito dalle primarie non avesse la stoffa del vincente e hanno cominciato una serie di incontri con esponenti del centro destra per verificare la possibilità di una candidatura alternativa; ovviamente all’insaputa di tutto il resto del partito. Ora signor Segretario, quando lei parla di “lotte intestine” a cosa si riferisce? Nella suddetta Direzione lei ha detto di non essere a conoscenza dei buchi presenti nella barca che conduce, ma dopo quanto emerso è ancora sicuro che il silenzio sia la cura migliore per risolvere i mal di pancia che affliggono il partito che qualcuno le ha dato da governare?

ARREDO URBANO

La sedute in viale Dante

Sedute che “ingobbiscono” in viale Dante - Sedute che ingobbiscono in viale Dante, una strada che da decenni non è fortunata con chi ne progetta l'arredo urbano. Alla fine di giugno sono state collocate nuove fioriere e nuove “panchine” nel tratto compreso tra il porto e l'Alba. Un grosso progettista argomenta: “Per dare un senso agli oggetti va posta una domanda: a che cosa serve? Una panchina serve per una seduta

comoda. Se non è ergonomica è sbagliata. Se è sbagliata, leggere un libro o soltanto consumare un gelato, o ammirare la passeggiata o vattelapesca, diventa faticoso. E le sedute, da foto, ti fanno venire la gobba”. Qualcosa di positivo forse le sedute le serbano: i nuovi materiali. Sono realizzate con plastica misto a polvere di legno, antigraffio, anti scoloritura

e non richiedono alcuna manutenzione. Verranno sostituiti anche i cestini con 68 nuovi in lamiera d’acciaio colore cortin dotati di portasigarette .Questa seconda tranche di interventi di nuovo arredo fa seguito al potenziamento dell’illuminazione con luci a led e alla sostituzione dei plexiglass colorati con altrettanti bianchi per dare maggiore luminosità al viale.


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RICCIONE

Campionati a Rimini: 25 allori (12 gli ori). Anche per gli over 35

CULTURA

Nuvole, festival sulla riccionesità

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Riccione kung fu, pioggia di medaglie Le guide di Giuseppe Lo Magro

LO SPORT

Epimaco (Pico) Zangheri - A Riccione, una nuova manifestazione curata dall’Associazione Socio-Culturale “Le Nuvole”. “E_venti d'estate 2015. Festival delle storie er delle arti a Riccione. Quattro serate in cui sono celebrati alcuni dei molteplici aspetti che da sempre costituiscono l’identità particolare, unica, di Riccione. Nell’elegante cornice della Galleria Bepi Savioli del Palazzo dei Congressi sono narrati - in una modalità piacevole e divertente - il glamour, la storia, la fantasia e la musica. L’obiettivo è coinvolgere i turisti ed i romagnoli in un viaggio “non impegnativo” nel tempo. I libri di storia, infatti, non raccontano cosa abbiano provato coloro che hanno vissuto il boom turistico degli anni '60 e '70 (quando Viale Maria Ceccarini era davvero celebre in Italia ed in tutto il mondo occidentale) ed i fatti della grande Storia a Riccione. Inoltre, risulta quasi impossibile - ad eccezione dei libri di settore - scoprire come i luoghi riccionesi abbiano ispirato poeti e cineasti (Tonino Guerra e Federico Fellini, due nomi su tutti) o abbiano molto

spesso ospitato la grande musica italiana. Il calendario - giovedì 16 luglio, ore 21.15: “Viale Ceccarini più che una via, un’Istituzione”. Partecipano: Nicoletta Conti e Liliana De Santis (interpreti del film “Estate violenta” di Valerio Zurlini), Luciano Luzzi e Pico Zangheri (storici fotografi di attrici nei locali notturni), Giuseppe Lo Magro (presidente “Famija Arciunesa”) e Terzo Pierani (già sindaco di Riccione e Senatore della Repubblica). - Giovedì 30 luglio, ore 21.15: “Dai bombardamenti del 1943 al Festivalbar del 2003”. Partecipa: Fosco Rocchetta (già Direttore della “Biblioteca Comunale” e Cofondatore del “Museo del Territorio”). - Martedì 11 agosto, ore 21.15: “I Luoghi dell’Anima nel Cinema di Fellini e nei Poeti locali”. Partecipano: Marina Coli, Oretta Piccardi e Teresio Spadoni. - Giovedì 20 agosto, ore 21.45: “Arriverà l’Estate”. Live di Andrea Amati & Band. Conduce Alessandro Formilli.

- Pioggia di medaglie per gli atleti riccionesi della Scuola di Kung fu Shen Long ai 15esimi campionati PWKA-MSP (2628 giugno) al 105 Stadium di Rimini. La scuola diretta dal maestro Diego Rillo ha messo in cascina 25 medaglie (12 ori, 9 argenti e 3 bronzi). Tanti gli atleti Shen Long saliti sul podio, dopo aver gareggiato nelle forme di Kung fu tradizionale a mani nude, con armi, nel combattimento tradizionale e nel Tai Chi Quan. A salire sul podio sono stati gli esordienti: per la categoria 8-11 anni i piccoli Emmanuel Schinaia, Alma Tontini, Mattia Tentoni, Grace Gugushi, Pietro Rebaza, Lorenzo Cesarini. Nella categoria ragazzi: Andrea Ferretti, Fabio Tomassoni, Edgardo Bavona, Matteo Cambrini, Pietro Mariani, Gianmarco Liggieri, Annalisa Usai. Gli over 35 anni podiati: Cristina Casadei, Silvio Camboni, Mirco Savoretti e Lorenzo Fabbri.

Medaglie anche per la Competizione Mondiale di Kung fu IMAF (International Martial Art Federation), svoltasi il giorno successivo 27 giugno. Il Team Shen Long con 15 medaglie, ha tenuto alto l’onore italiano distinguendosi tra tutti gli sfidanti stranieri (presenti in gara nazioni come Cina, Taiwan, Francia, Stati Uniti, Olanda, Sri lanka, Spagna, Catalogna, Ungheria e Italia), con i seguenti risultati

nelle categorie di forme tradizionali e combattimento Semi Sanda: il maestro Diego Rillo (3 ori), Antonio Pupillo (3 argenti e 1 bronzo), Luca Santilli (1 oro e 3 argenti), Giorgia Ferretti (1 oro e 1 argento), Martin Valentini (1 bronzo), Gianmaria Castellucci (1 argento). A un soffio dal podio, ma con un riconoscimento importante dal maestro, gli allievi Pasquale Colabella e Stefania

Sinicropi di Riccione che insieme a Lucrezia Cimino, Nicola Meloni, Giulia Ravizzoni, Angelo Ambrosini, avranno prestissimo la possibilità di migliorare. Gli allenamenti estivi continuano per gli adulti a Riccione, mentre per i bambini le attività della scuola Shen Long riprendono a settembre, sempre capeggiate dal pluricampione mondiale M.o Diego Rillo.


RICCIONE

Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell. 333.4814188 - Diecimila pasti l'anno e circa un paio di mille di docce; un incremento esponenziale dal 2006, quando inizia la crisi morale prima ancora che economica di questo benedetto Paese che sembra avere in sé il germe dell'autolesionismo per la troppa furbizia tipica di millenni di cultura italica costruita per “fregare” lo straniero. Adesso che gli stranieri non ci sono più, rubiamo il futuro ai nostri figli. Le mani allungate che guardano le persone negli occhi grazie ad una quarantina di volontari e ad altri dieci in media la settimana lì come lavoratori utili per aver infranto il codice della strada. E dunque scontano la pena come volontari. A dare un forte contributo anche tanti riccionesi, la Coop con i suoi prodotti e il mercato ortofrutticolo di Rimini. A guidare dalla nascita la Caritas interparrocchiale è l'avvocato Giorgio Galavotti, un cattolico dalle radici nobili: il nonno era un anarchico illuminato. Come si finisce alla mensa e alle docce della Caritas? “Il percorso ricorrente - racconta Galavotti, una casa foderata di libri e giocattoli d'epoca, due delle sue molteplici passioni - è questo. C'è il licenziamento oppure la sopraggiunta avversità economica che creano dissapori e guai in famiglia (il benessere crea meno tensioni). Questo provoca la separazione. Da qui un tentativo di sopravvivenza. Questa risalita si cerca per 5-6 mesi. Alcuni non ce la fanno e arrivano nella sede, sia per la mensa, sia per lo docce”. La mensa interparrocchiale ha sede a Spontricciolo, via Flaminia

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In aumento dal 2006. Circa 2000 docce Alla mensa anche tanti riccionesi

Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell.. 333.4814188

Caritas, 10mila pasti l'anno Una quarantina di volontari “guidati” da Giorgio Galavotti, avvocato con una caterva di passioni. Il nonno anarchico fondò il “Lido” (l'odierno “Mediterraneo”) COMUNITA'

153, in quella che un tempo era la chiesolina del quartiere rimasta aperta fino alla fine degli anni Ottanta. Fondata nel 2006, nella Caritas interparrocchiale si fanno cose diverse dalle sei parrocchie dove si distribuiscono pacchi-viveri settimanali, dove si fanno interventi economici (pagamento dell'affitto, delle bollette, visite mediche, occhiali, biglietti del treno). La mensa è aperta tutti i giorni, compreso il sabato e la domenica. La cuoca (libro paga part-time) è aiutata da una quarantina di volon-

Giorgio Galavotti, sposato, due figli

tari e, a giro, da una decina di volontari costretti per aver infranto il codice della strada (soprattutto positivi all'etilometro). Il servizio mensa è usufruito a maggioranza dagli italiani, riccionesi compresi. “L'aumento - continua il presidente Galavotti per 14 anni presidente di Riccione Teatro - è costante dal 2007. Molti devono vincere il pudore della ritrosia. Invito i miei volontari a mettersi dall'altra parte quando qualcuno, a torto o a ragione, si lamenta magari per il cibo che scade il giorno dopo”. Oltre ai quaranta volontari, ed alla decina forzati, a dare una mano al centro ci sono tantissimi riccionesi. Una mano robusta è la convenzione siglata con la Coop di Riccione. Denominata “Brutti ma

buoni”, il supermercato regala tutti i giorni prodotti vicino alla scadenza, carne compresa. Ogni sabato mattina il mercato ortofrutticolo di Rimini dona frutta e verdura. Non manca tutti i giorni anche il dessert. Le docce sono l'altro servizio essenziale. Aperte tre volte la settimana (lunedì, mercoledì e venerdì); una dozzina per tornata. Ad ognuno è assicurato un cambio d'intimo nuovo. “Noi romagnoli, noi uomini in generale - riflette Galavotti - siamo ospitali e solidali. Ci viene d'istinto aiutare chi è in difficoltà quando non abbiamo la sinistra attitudine di ragionare per categorie: extracomunitari, zingari, o altro. Che già di per sé contiene una forma di razzismo. Una volta abbassato il

velo della categoria e ti rapporti con una persona immediatamente abbatti il pregiudizio. Vai al bar e parli male degli extracomunitari ma poi aiuti il tuo vicino che viene da fuori e che conosci. Una volta ho difeso un amico senegalese per un infortunio sul lavoro. Viene da me e mi mostra le foto di famiglia conservate nel portafoglio; esattamente la stessa cosa che faremmo noi se fossimo lontani da casa. Mi dice che i suoi famigliari stanno bene perché mangiano tre volte al giorno. E questo per lui è la ricchezza vera; quando per noi il mangiare è dato per assodato. Ultimamente un po' meno, va detto. Ecco la Caritas funziona perché l'approccio è questo: di fronte c'è semplicemente una persona. Punto”. Sposato con la signora Simona (cuoca raffinatissima), due figli (Giulia e Jacopo), Galavotti ha una saga familiare legata alla storia di Riccione. L'antenato Domenico, originario di Faenza, è un anarchico. Cala a Riccione e nel deserto, nel 1910 costruisce l'Hotel Lido (l'odierno Mediterraneo). La leggenda vuole che chiama i figli Grido, Ribelle, Giordano Bruno e Teresa (sempre chiamata però Vendetta). Dunque: Grido ribelle di

vendetta di Giordano Bruno. Suo babbo si chiama Rinaldo, un nome quasi qualunque e manda il figlio dalle Maestre Pie. Qui Giorgio Galavotti è allievo di suor Jolanda Gabrielli. Dice: ?Che Dio l'abbia in gloria. Ci ha massacrato con analisi grammaticale e logica che ci ha permesso di vivere di rendita fino alla maturità. Soprattutto ci inculcò il germe della solidarietà, della vicinanza a tutti. Il senso dell'educazione umanistica, di assoluto rispetto verso l'altro ma non in maniera cristologica ma di attenzione alla persona. Azione cattolica, giessino, ciellino, Galavotti ritrova la chiesa solo con la comunione della figlia Giulia. Nel 1998, è tra i fondatori e primo presidente della Caritas interparrocchiale. “Sono cattolica - racconta - per motivi estetici perché tra tutte è l'idea più bella: perché si resta fedeli alla bellezza e non all'ideologia. La fede ti risolve l'unico problema irrisolvibile: quello del dolore e della morte. Sono cattolico per la mia pace mentale; perché Gesù porta l'astratto nel concreto. E ognuno di noi deve essere fedele alla propria coscienza. Galavotti ha una marea di passioni: la lettura, la musica. Se il folk di tutt'Europa è la preferita, Borges è l'autore del cuore. Ha letto “Aleph” più di 40 volte. Chiude: “Per struttura morale voglio bene a tutti. Adotto il lato positivo e migliore della vita. Mi piacciono i bambini; rinascessi farei il maestro d'asilo. Mi mettono gioia e mi riconciliano con il mondo”.



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Ha mosso molto più dei primi passi in officina al fianco del babbo Nerio Masini, un mito

ALLEGRO MA NON TROPPO

Spigolature

degli Scrondi

TRC - CANI - ZANZARE - SCINTILLE - LUCCIOLE Trc - Leggiamo: “Ubaldi (Pd) attacca il sindaco: ‘Ostruzionismo al Trc: un danno alla stagione’”. Si sono dimenticati(?) che la Tosi ha vinto le elezioni proprio contro il Trc. Valà, valà che non si sono dimenticati della sberla .. Amici dei cani - Leggiamo: “Riccione città amica dei cani, nuovi servizi per i turisti”. Però vogliamo i cani con la paletta della cacca!... A processo! - Leggiamo: “Pironi e Cianini a processo per ‘rifiuto di atti d’ufficio’”. Ogni tanto riaffiorano vecchie scorie del passato... Zanzare - Leggiamo: “Invasione di zanzare, bagnati in fuga dal Marano”. Hera! - Heera!! - Heeeeeraaaa!!!!!!! dove sei?... Scintille - Leggiamo: “Scintille in Consiglio comunale. Pd: ‘Imbavagliati dalla maggioranza’”. Ma ragazzi... proprio con questo caldo... Famiglia record - Leggiamo: “Famiglia con ben 13 figli in visita al parco di Oltremare. Lui 38 anni e lei 33”. Forza che si arriva a 20... Parcheggio per nababbi - Leggiamo: “Parcheggio lungomare? Due euro all’ora”. Caz!!!... I furbetti dell’alberghino - Leggiamo: “Tassa di soggiorno, denunciati 16 hotel per mancato versamento degli incassi al Comune”. Sti’ furbetti dell’alberghino... Alba e Tramonto - Leggiamo: “L’erosione avanza. Il mare taglia a metà la spiaggia dell’Alba”. Dispiace. Vorrà dire l’altra metà si vedrà al Tramonto.. Lucciole - Leggiamo: “Il sindaco Tosi chiama i cittadini: ‘Via le prostitute dalle nostre strade. Avvertite le autorità ogni volta che notate le lucciole’”. Renata, attenzione. L’estate è la stagione delle lucciole... Lo spot - Leggiamo: “Turismo, il Pd: ‘Tosi solo interventi spot’”. Il Pd è diventato lo spot della sopravvivenza...

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Raffaella, l'unica donna meccanico Honda in Italia PERSONE - “Bello, questo è come il mio quando era nuovo”. “No, don Alessio, questo è il suo”. Il dialogo è tra Raffaella Masini, l'unico meccanico-donna di Honda in Italia e uno dei parroci di Riccione. Consegnare al cliente il due ruote lavato e lucido come se fosse appena uscito dalla casa, oppure come da tempo non l'avete oramai visto, è il biglietto da visita per antonomasia di casa Masini, che a Riccione si potrebbe coniugare con la moto, non solo per i 60 anni di lavoro e di storie accumulate. Officina ordinata e pulita da lavoro, si potrebbe dire tipica delle donne, ma non è esattamente così. Raffaella lavora con i guanti di lattice trasparenti che lasciano ammirare lo smalto lilla sulle unghie. Al polso un rolex da donna e qualche monile. Gli orecchini si fanno notare, così come la divisa con i colori ed i distintivi

Raffaella Masini

Avrebbe amato correre ma il babbo disse di no nonostante che si fosse cimentato con le gare in gioventù. Consegna i motori lavati e lucidati come se fossero appena usciti dalla casa madre di Honda Italia. A chi le chiede chi è il bravo meccanico, risponde Raffaella: “Uno in grado di risolvere il problema nel miglior modo e prima possibile. Consegnarlo con passione e pulito. Così si comportava anche mio babbo”. Nereo, un mito non solo a Riccione. Non si sa se Raffaella è l'unico meccanico in gonnella d'Italia, di certo è l'unica della Honda; la casa nipponica ne conta altre in Gran Bretagna. La riccionese fin da piccolissima era alle costole del babbo nella moto-officina di viale Ceccarini, versante monte, al civico 165. A tre anni, il babbo le regala una motociclettina (oggi si direbbe mini-moto) della Minarelli che fa il verso alla mitica ed imbattibile Mv Agusta dei tempi. La piccolina impara subito. Ha poca voglia di andare alla scuola materna. I genitori l'addolciscono con: “Ti facciamo fare un giro prima ed uno al ritorno”. Lo zuccherino ha sempre funzionato. Raffaella è sempre insieme al famoso ed appassionato genitore, in officina ed ai corsi di aggiornamento. A 7-8 anni, modifica un College per quando avrà i 14 anni; ma ci inizia a girare di frodo subito. Allora, Riccione era diversa ed anche i genitori erano meno apprensivi e preoccupati.

Voleva correre in pista ma il babbo Nereo, che pur aveva corso in gioventù, glielo proibisce. Fa qualche gara di enduro di nascosto; alla luce del sole ha girato nei maggiori autodromo d'Italia: Santamonica, Monza, Vallelunga. “I motori - racconta Raffaella - sono la mia vita. Sono nata in mezzo ai rombi. Tutto quello che è meccanica ed artigianato mi piace. Fino a qualche anno fa sono sempre andata forte. Tutti i sabato sera facevo la Panoramica [Gabicce Monte-Pesaro, ndr] cercando di battere il mio tempo”. Dato che posso dire che fin da tre anni sono sempre stata in officina per me era normale che facessi il meccanico. Non vedevo che questo come mestiere. I riccionesi ci sono abituati; mi conoscono quasi tutti e non ci fanno caso. Quelli da fuori si complimentano quando capiscono la passione e la competenza. Sono abituata a spiegare qualsiasi tipo di intervento tecnico. La mia officina è ordinatissima, ma sempre poco per il babbo”. Raffaella Masini ha una caterva di passioni e le riesce tutto, come si conviene ad un artigiano vero. Le piace la musica (ha iniziato a suonare il basso) ed ha tanti amici musicisti; ama viaggiare. In moto è

stata in ogni angolo d'Europa. Da sola e soprattutto per le strade di montagna, a piegare, naturalmente. Un anno, in una settimana, mise nella sua speciale cascina dei primati 8mila chilometri sulle strade di Francia, Spagna, Portogallo. Una domenica di alcuni anni fa per sei volte fece la Forlì-Firenze con il mitico passo del Muraglione. A sera, le gomme erano da buttar via. Da adolescente, a 14-15 anni, rubava la macchina alla mamma e via in derapata nella zona delfinarium d'inverno; allora si trovava sul lungomare di Riccione. Ordine, ordine, ordine e bellezza. Questo si respira nella sua officina-negozio (a vendere e in amministrazione le sorelle più grandi, Rita e Caterina) di viale Lazio, quello della biblioteca. Se si va sul soppalco, si è attratti dalle scale ricoperte dalle tavelle e dal parquet. Bello, chi l'ha fatto? Raffaella: “Io, insieme all'amico Luca, un musicista. Il lavoro lo abbiamo fatto di sera. Per il parquet abbiamo utilizzando i tavoloni da cantiere”. Raffaella Masini con lo smalto lilla sotto i guanti trasparenti ha numerose moto; tra cui quella che lei reputa la migliore del mondo, la Vfr Honda, con la quale in un anno fece 38mila chilometri. Oggi, va ancora in moto ma per via che non può spingere al massimo, preferisce la bicicletta. Ma Panoramica è sempre la sua mèta; cerca il tempo anche in bicicletta. Piccola curiosità; tutte quelle pieghe al limite sono state archiviate nel giardino della mente con una sola caduta.


Aziende infomano

- Come Romagna Acque Società delle Fonti SpA, riteniamo elemento utile e prioritario della nostra azione, ogni progetto che contribuisca al miglioramento del territorio, dell’ambiente: in particolare ad un sistema depurativo efficiente e moderno, per superare lo stato degli scarichi a mare ed ottenere e rispettare lo standard qualitativo definito dall’Unione Europea; in altre parole: raggiungere un’ottima qualità dei corpi idrici e delle acque di balneazione entro il 2015. E’ utile ricordare che grazie all’attività di programmazione e dotazione infrastrutturale, la Regione Emilia – Romagna è attualmente tra le poche regioni italiane non interessata da procedure d’infrazione europea. Contribuisce a questo stato di fatto, il raddoppio impiantistico del Depuratore di Santa Giustina, operante con una tecnologia ad

Romagna Acque, inaugurato il depuratore di Santa Giustina ultrafiltrazione - a membrane - e la nuova dorsale per reflui che da Bellaria, passa nella parte nord di Rimini, sino a giungere a Santa Giustina stessa; rappresentano il primo grande risultato di una strategia di “riduzione del rischio”, attraverso la maggiore e migliore dotazione infrastrutturale del Piano di Salvaguardia della Balneazione Ottimizzato, attivato per aumentare lo stato qualitativo delle acque superficiali depurate e di balneazione, restituire all’ambiente un ruolo predominante e teso a superare i rischi di interruzione della balneazione a cause dei sempre più frequenti fenomeni estremi chiamate ‘bombe d’acqua’, connessi ai cambiamenti climatici, che vedono il nostro territorio sogget-

Tonino Bernabé, presidente di Romagna Acque

to ad un tendenziale aumento di temperatura e ad una minore disponibilità di risorse idriche – una sorta di “tropicalizzazione” del clima - che richiedono quanto prima l’adozione di misure di mitigazione.

Romagna Acque, ha affiancato e favorito la realizzazione di questa importante infrastruttura in ogni sua fase: dalla sottoscrizione dei primi impegni, seguendo la fase progettuale dell’impianto sino al progetto definitivo e,

della condotta, sino al progetto esecutivo; la fase autorizzativa nella Conferenza dei Servizi presieduta dalla Provincia di Rimini; la fase di redazione degli accordi con il gestore del servizio idrico integrato Hera SpA, con Amir SpA, e con l’autorità di regolazione; seguendo infine, assieme alla Provincia di Rimini, la fase espropriativa e gli aspetti legati all’ottenimento dell’autorizzazione allo scarico. La vocazione e la missione di Romagna Acque sono sempre state il favorire i territori, sostenendo le sinergia

tra i Sindaci della Romagna, che hanno riconosciuto come prioritario la necessità di risolvere il problema della balneazione riminese, con risorse economico finanziarie della Società ed investimenti infrastrutturali adeguati, il cui beneficio turistico ambientale, favorisce l’intero territorio romagnolo. Romagna Acque tra vecchi e nuovi accordi convenzionali ha messo a disposizione del territorio riminese da qui all’ultimazione delle opere finanziate col PSBO circa 80 milioni di Euro (37,4 dei quali impegnati in quota parte delle opere finanziate nel PSBO). Riteniamo l’inaugurazione del depuratore di buon auspicio, relativamente ai tempi tecnici di realizzazione del PSBO, grazie all’ottima sinergia tra Romagna Acque SpA, Hera SpA, Amir SpA e Comune di Rimini.


CONDOMINI-EDILIZIA 19 SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI Luglio 2015

Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Domanda Mi è stato proposto l’acquisto di un piccolo edificio ristrutturato recentemente. Valutate le modalità di pagamento ed il prezzo sono propenso a sottoscrivere il preliminare di compravendita. Se in breve tempo volessi rivendere potrei avere dei “problemi“? Preciso che l’edificio è privo di certificato di agibilità. Risposta Se vuole dormire sonni tranquilli Le consiglio di firmare il preliminare di compravendita solamente dopo che il Comune avrà rilasciato la relativa certificazione di agibilità. Il certificato di agibilità attesta le condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico dell’edificio e regolarità degli impianti. Il rilascio del suddetto certificato è subordinato, però, al deposito in Comune della seguente documentazione :

Esperti rispondono

Acquisto immobili, quando si può rivendere? Le spese per il rifacimento dei balconi aggettanti secondo il Codice civile

FOCUS

- Certificato di collaudo statico; - Certificato di conformità alle norme antisismiche; - Conformità in materia di accessibilità e di superamento delle barriere architettoniche; - Dichiarazione rilasciata dai rispettivi impiantisti attestante che gli impianti sono stati realizzati in conformità alle norme vigenti;

- Schede planimetriche : questo documento serve per accertare che ci sia corrispondenza tra lo stato di fatto e gli atti depositati in Catasto e che l’immobile sia censito a nome del legittimo proprietario. Attenzione : il rilascio da parte del Comune del certificato di agibilità non garantisce la regolarità urbanistica ed edilizia del fabbricato ristrutturato. Faccia verificare il tutto da un tecnico di Sua fiducia prima di firmare qualsiasi documento. Marco Secchi, geometra

Domanda Le spese per rifacimento dei balconi aggettanti vanno ripartite secondo l’art. 1125 del Codice Civile?

Risposta I balconi aggettanti costituiscono solo un prolungamento dell’appartamento dal quale protendono e rientrano quindi nella proprietà esclusiva dei titolari degli appartamenti cui accedono. Non fungono quindi da copertura del piano inferiore in quanto da un punto di vista strettamente strutturale sono del tutto autonomi rispetto agli altri piani. Pertanto i balconi aggettanti, essendo un prolungamento della corrispondente unità immobiliare, sono di proprietà esclusiva e quindi le spese per la riparazione non possono in alcun modo essere ripartiti in base all’art. 1125 del Codice Civile che specifica inequivocabilmente che solo le spese per la ricostruzione e manutenzione dei soffitti, delle volte e dei solai sono sostenute in parti uguali

AL SERVIZIO DEI LETTORI

Condominio - Certificazione energetica Successioni - Consulenza tecnica-legale Esperti rispondono - Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, apre una rubrica sulle colonne del giornale; potete rivolgervi ai geometri Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, esperto di problemi tecnico-legali, già consulente del Tribunale di Rimini e al libero professionista Marco Secchi. Siete pregati di inviare le vostre domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 348-3621675. E-mail: lapiazzarimini@libero.it geom.pupolizio@libero.it secchi.marco92@gmail.com

dai proprietari dei due piani l’uno sovrastante l’altro, restando a carico del proprietario del piano superiore la copertura del pavimento e a carico del proprietario del

piano inferiore l’intonaco e la tinteggiatura ( vedi sentenza Cassazione Civile sezione II n. 21199 del 31.10.2005). Vincenzo Pupolizio, geometra


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MISANO

La giovane affetta da una grave malattia. Con Misano podismo ha corso la sua speciale maratona

CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it

ALLEGRO MA NON TROPPO

Giada: “Mi piacerebbe trovare una Parole da e ‘Fnil’ cura che mi faccia stare meglio” (Il vecchio nome di Misano Mare)

PERSONE

di Daniela Ruggeri

SUPER BIKE:- Misano s’infiamma. Ogni tanto un sussulto. Meno male! Un raggio di sole, ogni tent ti week end. LE STAGIONI:- Sono come un elastico che si allunga o si accorcia. In questo momento ci vorrebbe qualcuno che sappia tirare almeno un pochino. Senza sc’iantell. I PARCHEGGI:- E vero che, quelli incostuditi, non costano nulla ma, siano essi pubblici o privati, quando piove sono inguardabili, se non inservibili. Eppure le urbanizzazioni dovrebbero essere fatte a regola d’arte. Le regole l’in val per tòt? MENO TEDESCHI:- Che i tedeschi siano meno affezzionati all’ Adriatico è, un dato già da lungo tempo assodato, un po’ come scoprire l’acqua calda. La stranezza è che qualcuno si chieda ancora perchè? Le risposte sono sotto gli di tutti, quei chi vo veda! MENO ITALIANI:- Il mordi e fuggi, tanto di moda di questi tempi, è secondo me un turismo più costoso e quindi relativamente ricco. Gli altri? Beh! Per gli altri, poco o niente, o cum us dis, al mulighe. LA NOTTE ROSA:- Il Ferragosto di luglio è importante. Questo vale per tutti i grandi eventi, Super bike, Moto Gp ecc. si promuovono o sono promossi tutti insieme, intelligentemente ad alto livello. L’importante è saperli, tutti insieme, conservare. Quindi non è sempre vero che; chi fa da per sè, è fa per trè. UN EVENTO OGNI SERA:- E’ il vanto di Misano organizzare, grazie ai comitati, piccoli ma graziosi eventi per i turisti che già sono in vacanza da noi. Questo fa di Misano un unico Villaggio Globale. A tutto questo manca la, cosiddetta, ciaresa sora la torta... L’AREA 58 o AREA SIMONCELLI:-Chiamatela come volete ma, l’ idea di utilizzare parte del pregiatissimo territorio di Misano a Mare della ferrovia, come area asservita ad eventi legati al turismo e allo sport, è sicuramente una opportunità da non sottovalutare. Gli eventi che sono stati progettati in occasione del Mondiale Super bike 2015, ed anche in occasione della Moto Gp 2014, sono stati accolti entusiasticamente dagli appassionati de Mutor, ma partecipati anche dal turista “per caso”. Non sarebbe male confrontarci e mettere insieme le idee per una offerta turistica all’insegna de Mutor. Mercatini-fiere-mostre-sfilatemoto, auto storiche, ecc. ecc. ecc. chi più ne ha più ne metta, sopratòt, promoviamole in tempo. (brufa44@libero.it

MISANO ADRIATICO Via Puccini 27/F Tel. 0541.601758 - Fax 0541.602058

- Sistema nervoso in tilt, infiammazioni gravi (afte orali, genitali, uveite, tromboflebite che coinvolge a volte le articolazioni, la cute, e il tratto gastrointestinale), prende il nome da Hulusi Behcet, un dermatologo turco che nel 1924, per primo, riconosce la condizione in uno dei suoi pazienti: è la sindrome di Behcet. Una malattia rara, autoimmune, infiammatoria, sistemica di cui non si conosce la causa. Si ritiene che i fattori scatenenti possano essere di natura genetica, infettiva o immunitaria. I trattamenti finora adottati, allo scopo di alleviare i sintomi, consistono nella somministrazione di alte dosi di corticosteroidi. C’è un’associazione che si occupa di tale patologia ed è ‘Simba onlus’, che ha lo scopo di raccogliere fondi destinati alla ricerca; e c’è una dolcissima ragazza misanese, che ha deciso di raccontare il suo vivere quotidiano. Giada Giorgetti, che avrete visto ‘correre’ la maratona con gli atleti di Misano Podismo, società sportiva presieduta da Andrea Bagli, frequenta le superiori, Liceo Scienze Umane. Come ogni ragazza della sua età, ha sogni e progetti da realizzare. Io Giada la conosco fin da piccola e... è meglio fare parlare lei ed il suo grande cuore. Come si è manifestata la malattia? “Sin da piccolina avevo diversi problemi di salute ai quali era difficile dare una risposta. Frequenti mal di pancia, di gola, dolori articolari, dissenteria. Disturbi che hanno sempre fatto preoccupare me e i miei genitori. Diversi problemi ai quali non veniva mai fornita una spiegazione e, problemi che non mi hanno permesso di vivere a pieno la mia età“. “Col passare degli anni - continua Giada - le cose sono peggiorate. Ho scoperto il nome di questa compagna di viaggio: la sindrome di Behcet. E’ talmente rara, tanto da non esistere un farmaco che possa curare i sintomi a 360 gradi. Per questo siamo costretti ad usare farmaci che sono specifici per altre malattie. Al momento lotto per trovare il medicinale più adatto a me. Sono ancora nella fase attiva della malattia, quindi costretta a continui cambi di terapia che possano soffocare la risposta del sistema immunitario, motivo per il quale mi ritrovo a stare sempre male.” Cosa vuole dire per una ragazza della tua età oggi, e per quella bambina di allora, convivere con una malattia di questo tipo? “Da bambina non sapevo con che malattia avevo a che fare. La diagnosi è arrivata il 27 giugno 2013, a soli

Giada Giorgetti

due giorni dal mio compleanno. Un boccone difficile da madare giù. Mi hanno visitata in tanti, tra psicologi e neuropsichiatri e ricordo quel periodo con molta sofferenza perché non riuscendo a dare un nome alla malattia, mi liquidavano concludendo che era una ricerca di attenzione da parte mia perché figlia unica; insomma era più facile dire che era tutta psicosomatica. Adesso, dopo tanti anni, in cui non sono stata creduta, per brutta che sia la diagnosi, però, almeno so chi ho di fronte. Per una ragazza non è facile spiegare alle persono cosa si vive quotidianemente, molti mi reputano ‘diversa’ ed essere diversi in questa società vuole dire essere discriminati.’’ Tu sei una leonessa. Si vede da come ogni giorno combatti, sei allegra, ma mi viene da chiederti cosa hai imparato da questa patologia e cosa invece ti ha tolto, naturalmente in termini di emozioni, cioè cosa sei riuscita ad apprezzare nell’umanità e cosa invece no? ”Ho rafforzato il carattere, anche se ero già abbastanza forte, a sop-

portare il dolore, a pensare che, purtroppo, non sono l’unica a soffrirne. Cerco di affrontare la malattia con il sorriso. Un po’ per dignità, un po’ perchè io sono così. Alcune volte ho i giorni negativi, in cui esce il mio lato da ‘’brontolo’’, appellativo datomi sin da piccolina, nei momenti in cui mettevo il broncio per qualcosa che non mi andava proprio giù o, quando stavo poco bene, come adesso che sono grande. Manca la comprensione da parte di alcuni medici perchè non conoscono a fondo o per nulla la sindrome e, questo mi dispiace, manca la cmprensione da parte della gente comune, anche se ultimamente sto ricevendo sostegno da parte di chi non conoscevo. Numerosi sportivi, uno fra tutti, Fabio Pasini di Cattolica, della Universum Club, gareggia diverse volte sponsorizzando l’Associazione Simba... Mi dà fastidio quando le persone non parlano con me pensando che io non possa capire il vivere degli altri. Non mi piango addosso, non fa parte della mia personalità, però quando sento quancuno che non sopporta neppure una briciola di

dolore un po’ mi arrabbio!” I rapoprti con le amiche come sono? “Amiche??? Quali amiche??? Bisogna riconoscere che i giovani, più o meno della mia età, che sono in salute, non vogliono comprendere o preferiscono evitare i problemi degli altri, perché non li tocca in prima persona. Oggi conta di più l’immagine, uscire e divertirsi a tutti icosti. Le vere amicizie e la solidarietà sono tesori riservati a pochi. Per me sarebbe bello passare qualche ora in serenità e in allegria con qualche amica, ma il più delle volte siamo poco considerati.” Come frequenti la tua scuola? “Spesso dal letto di casa collegata con la webcam. Ogni tanto vengono i professori a farmi lezione in vista anche dell’esame di maturità.” Quali sono i tuoi hobby? ”Ascolto la musica. Soprattutto Emma. Mi piace passare le serate a guardare film o colorare e da poco ho trovato un modo per rilassarmi: creo oggetti in fimo, feltro, fommy e pannolenci”. Quali i tuoi sogni? “Mi piaccerebbe viaggiare, trovare una cura che mi faccia stare meglio e che possa aiutare tutti quelli affetti dalla mia stessa malattia. Mi sarebbe piaciuto entrare a far parte dei R.I.S. (il corpo speciale dei carabinieri-criminologi), ma purtroppo il mio sogno non si potrà realizzare per ovvi motivi, ma sono sicura che riuscirò a trovare un’altra occupazione che mi renda felice” Cosa apprezzi della vita e cosa vuoi dire ai ragazzi della tua età? ”Apprezzo ogni singolo giorno in cui posso stare bene, apprezzo i piccoli gesti che arrivano dalle persone che mi vogliono bene. Ho imparato ad affrontare con il sorriso anche le difficoltà; ho imparato ad apprezzare il bello ed il brutto della vita come se fossero un tutt’uno. Ai giovani della mia età dico di non dare tutto per scontato e di divertirsi in modo sano. Essere gentili e comprensivi e non allontanare le persone ‘diverse.”


MISANO RICCIONE - Via B. Buozzi 8 Tel. 0541 - 604409 Fax 0541 - 601556 www.adriaexpress.it e-mail: primosole@adriaexpress.it Onelio Prandini sposato con la signora Paola, due figlie, Monica e Stefania, cinque nipoti (tre femmine e due maschi) viene in vacanza a Misano Mare dal lontano 1967. Per due anni affitta un appartamento dalla signora Maria in via d’ Annunzio, di tanto in tanto va a mangiare al chiosco in spiaggia, gestito da un simpatico e amabilissimo conversatore; Vasco Fabbri; uno dei pionieri del turismo misanese. Quando apre il suo albergo, “Il Vasco”, lo segue nella nuova avventura. Da allora non ha più abbandonato la famiglia Fabbri. Onelio Prandini appartiene a quella categoria di persone che si potrebbero definire serie. Prima ancora che di cose economiche e di politica, del potere, parla di uomini, coinvolgimento e condivisione. La serietà e le capacità di saper fare le cose è stato il volano che ha fatto dell’Italia, in un arco di tempo brevissimo, dal 1945 ad oggi, uno dei paesi più ricchi del mondo, partendo come una delle comunità più povere dell’Europa, non solo dell’occidente. Dove è andato, Prandini ha portato il suo contributo fatto di umiltà, competenze e la voglia continua di imparare. E la domanda assillante ai dirigenti: “Avete coinvolto i cooperatori nelle scelte?”. Ricorda: “L’esperienza come presidente nazionale della Legacoop; mi ha permesso di conoscere persone straordinarie in Italia e all’estero”. Un’associazione ai suoi tempi, ma oggi non è di molto cambiata, se non rafforzata, forte di 13mila cooperative, 5 milioni di soci, per un fatturato di 25mila miliardi di lire. Un gigante economico che aveva (ed ha) come associati gioielli imprenditoriali come la Cmc di Ravenna (costruzioni) e Sacmi di Imola (macchine per produrre piastrelle). Due multinazionali in grado di competere nel mondo. Prandini Onelio, ricorda con orgoglio un parere richiesto dal compianto Enrico Berlinguer al quale rispose serenamente; “Non sono d’accordo, per me l’autonomia di Legacoop è irrinunciabile, se doveste chiedermelo, farò una lettera di dimissioni in cui dico che per ragioni familiari sono costretto a lasciare il mio incarico di presidente nazionale di Legacoop”. Quel no! da gentiluomo di campagna d’altri tempi, Onelio Prandini, con il garbo e fermezza,

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Oneglio Prandini, per un decennio presidente di Legacoop nazionale, con la famiglia a Misano da 50 anni

“Cooperative, quando avevamo dei dubbi mandavamo un ragioniere” Scelto dal presidente Napolitano a 38 anni. Voleva i conti in ordine delle “sue” cooperative. Quando aveva dei dubbi spediva dei ragionieri che sapevano leggere i bilanci. Un modello da 5 milioni di soci per 25mila miliardi di lire. Fondatore di una banca con Carlo Azeglio Ciampi PERSONE lo disse a Enrico Berlinguer, lo storico ed amato leader del Pci, uno degli antenati dell’odierno Pd. “Capii subito, però che era d’accordo con me ed era esattamente ciò che si aspettava dicessi. Berlinguer lo aveva convocato dopo un lungo incontro alle Frattocchie con Bettino Craxi, potente segretario del Psi (Partito socialista italiano). I vertici dei due partiti stavano avvicinandosi per cercare di riunificare le due anime socialiste in una sola. Craxi propone a Berlinguer di fare della Legacoop nazionale il braccio economico del progetto. Onelio, sette fratelli, figlio di braccianti di un piccolo paesino del Modenese, Castel Rangone, ebbe la forza di dire di no. La seconda riflessione è attinente alle tristi vicende delle cooperative legate alle mazzette romane e non solo degli ultimi tempi. Insomma, sul fronte delle malefatte degli uomini, niente di nuovo sotto il sole. Forse però ,l’esperienza migliore del prestigioso ospite misanese la compie alla fine del suo percorso di lavoro. Diventa presidente della Cooperativa Bilanciai

Onelio Prandini, modenese, sposato, due figlie

di Campogalliano (MO). In dieci anni, i Bilanciai, salgono come prima realtà europea, andando a fare shopping fuori dall’Italia. Acquistano anche l’azienda tedesca Pfister. Come si fa? Con un prodotto ed uomini eccellenti; “quasi semplice”. I primi passi di Prandini sono nella Fgci (Federazione giovanile comunisti italiani). In questa veste conosce il segretario nazionale , che non le negherà mai l’aiuto. A 26 anni è chiamato a presiedere la cooperativa industriale della provincia di Modena. Nel 1969, di-

venta presidente regionale della Legacoop. Due anni dopo viene chiamato a Roma come presidente della Lega nazionale di produzione e lavoro. “Ci dovevo stare due anni - ricorda con piacere Prandini, una grande passione per l’economia e la storia - che poi sono diventati 20. Sono stati anni magnifici”. Ho avuto la fortuna di conoscere e lavorare con personaggi che hanno fatto la storia dell’Italia: Enrico Berlinguer, Giorgio Amendola, Alessandro Natta, Nilde Jotti, Luciano Lama, Cesare Zavattini, Inge Feltrinelli, Nerio Nesi, Giorgio Napolitano,

Walter Veltroni, Massimo D’Alema. Ricordo con particolare affetto gli interventi del cardinal Ersilio Tonini, l’indimenticato vescovo di Ravenna in occasione dell’assemblea di bilancio. Di solito prendeva la parola dopo di me e “diceva che mi dovevano ascoltare”. Anche Prandini ha costruito un po’ di storia dell’Italia. Non gli si può non chiedere delle cooperative cadute nel malaffare della politica romana. Argomenta: “Sul piano filosofico e storico sulla corruzione si può scendere nei secoli. Purtroppo il mercato è incontrollabile e chi ha più forza si impone impone e ti impone anche con la corruzione. Poi va aggiunto che i tempi tecnici per far carriera si sono accorciati e questo non aiuta nella scelta di persone adeguate, serie e competenti: “Allora, quando avevamo qualche dubbio su una cooperativa , spedivamo persone esperte e preparate capaci di leggere tra le righe dei bilanci”.

Uomo pratico Prandini nella vita e nel lavoro. Nei primi anni ’70, interviene in un dibattito e afferma “il profitto per l’impresa, anche se cooperativa, serve per crescere, per fare altri investimenti. E che il profitto, come l’onestà e altri valori, se ben moderato, non è né di destra e né di sinistra”. Un compagno gli fece eco contrariato: “Ne parlerò al partito”. “Modesto e sempre con la paura di non essere all’altezza”, dopo la presidenza della Legacoop (febbraio ’79 - aprile ’87), indicato da Giorgio Napolitano, Onelio Prandini è stato 5 anni parlamentare. Un suo piccolo aneddoto sull’Italia sobria di soltanto 25 anni fa. “Un nostro parlamentare, Serafini, viene in aula senza la cravatta, il presidente Nilde Jotti lo riprende: ‘Onorevole ha dimenticato di finire di vestirsi”? A chi gli chiede se l’Italia ce la farà economicamente e socialmente, risponde: “Sì, se Renzi riesce a sbloccare gli investimenti e magari rilanciare la spesa pubblica per aiutare l’occupazione”. Non appena ti conosce Prandini ti chiede di passare al tu: “Berlinguer amava il tu tra compagni. Era un uomo straordinario e semplicissimo. Con Natta si prendeva il caffè e si parlava amichevolmente; era una persona di grande cultura. Con Lama, a Roma, condividevamo la nostalgia per il nostro territorio. D’Alema è da ammirare, ma ha un caratteraccio. Veltroni ha una mente pronta che dovrebbe tornare sulla scena .

La bellezza ridarà vita al sottopasso di via Repubblica? Particolare delle illustrazioni di Jacopo, Matteo e Virginia

- Riuscirà la bellezza a ridare dignità e vita al sottopasso di via Repubblica uno dei luoghi più tristi per non dire da depressione di Misano Mare? Sì. Due giovani amici, Jacopo Ciaroni e Matteo Serafini, aiu-

tati dall'amica Virginia, lo scorso 16 e 17 maggio, hanno dipinto la rampa di accesso, lato monte, con immagini marinare che ti fanno viaggiare con la mente. “Hanno trasformato un non luogo in un posto acco-

gliente”. Il sottopasso di via Repubblica e tutta l'area della stazione hanno bisogno di una semplice rinfrescata e di un po' di ordine. Tanti particolari sono in stato di abbandono: le pensiline arrugginite e scrostate, le

caditoie piene di terra, acqua che filtra un po' ovunque, giardino da curare. All'abbandono si sovrappone l'inutile male di vivere dei vandali. Le decorazioni che i ragazzi del Centro Giovani hanno fatto fa parte di un progetto dell'assessorato delle Politiche giovanili dell'amministrazione comunale. Lo scorso anno, vennero assegnate delle borse di studio per motivare in concreto le nuove leve misanesi. E' intenzione delle Politiche giovanili dare un po' di luce, sempre con la pittura, al sottopasso vero e proprio della stazione. Le persone in transito durante il lavoro hanno avuto parole di apprezzamento. L'amministrazione comunale dopo aver visto la bontà dell'intervento ha pensato di proseguire per tutto il sottopasso e non solo. Forse sarà “la bellezza a salvarci?”.



MISANO DIREZIONE MARINA COSTRUZIONE E VENDITA APPARTAMENTI Portoverde - Lungodarsena 67 Tel. 0541 - 615023 Fax - 615023

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Uno degli ultimi grandi personaggi socialisti belgi che vengono a Misano dagli anni 60

23 DIREZIONE MARINA COSTRUZIONE E VENDITA APPARTAMENTI Portoverde - Lungodarsena 67 Tel. 0541 - 615023 Fax - 615023

Elio Di Rupo, già primo ministrobelgainvacanzaaMisano - Sanzio: “Lo sai che è appena andato via da Misano Elio Di Rupo, il grande capo dei socialisti belgi?”. “Peccato, l'avessi saputo, lo avremmo intervistato”. Figlio di emigranti italiani, Elio Di Rupo dal 2011 al 2014 è stato primo ministro belga. Da anni invece è il presidente del Partito socialista. E' considerato uno dei politici più raffinati dell'Unione europea. Tra Misano ed i socialisti belgi c'è un legame profondissimo che risale agli anni '60. Per un paio di decenni il sindacato belga (legato al Partito socialista) “mandava” a Misano molte famiglie. Negli anni addietro sono stati ospiti anche alcuni ministri. Ora il legame tra Misano e il sindacato belga è meno stretto ma perché non riallacciare la bella e vecchia amicizia non solo per fini turistici.

Elio Di Rupo

Tanti appassionati anche con la pioggia nel bel giardino della biblioteca lo scorso anno

Brasile, mercatino di solidarit' Giovedì 25 giugno si è tenuta, presso il Parco del Sole di Misano Brasile; la prima delle tre serate speciali del mercatino dei bambini. La manifestazione, organizzata dal Comitato di Misano Brasile, è alla terza edizione e come gli

anni precedenti continua a riscuotere un grande successo. Decine di bambini accompagnati dai genitori allestiscono colorate bancarelle e mettono in vendita i loro giocattoli. Una bancarella speciale è anche quello gestita dai ragazzi di Io

Centro. Parte dell’incasso viene devoluto dai bambini a Rimini Autismo. Un modo piacevole ed educativo per trascorrere una bella serata d’estate. Le prossime serate> venerdì 24 luglio e venerdì 21 agosto.

TURISMO

FOCUS

Auto e equipaggi in parata Da sinistra: Filippo Berselli, Vittorio Sgarbi, Stefano Giannini, Giuseppe Piredda, Carlo Colaiacovo

Il cassonetto marrone aspetta di essere svuotato

“Hera vuota il cassonetto dell'umido una volta al mese. Telefonato varie volte: sempre solo promesse” - “E' da più di 20 giorni che non vengono a raccogliere il cassonetto dell'umido. La puzza è insopportabile; con questi caldi poi.”. Siamo il 3 luglio, un lettore che abita in via Ca' Raffaelli telefona e racconta il fatto. “Normalmente - continua il signore grande appassionato di alberi e natura -

vengono a svuotare una volta la settimana; d'estate, dato il caldo è un po' poco. Ma ora è troppo; quasi un mese”. “Ho telefonato ad Hera continua l'uomo -, con educazione, mi dicono che sarebbero subito intervenuti. Passano due giorni e non arriva nessuno. Allora chiamo

un altro numero, quello del Comune. Sempre con molta gentilezza mi rassicurano che subito avrebbero provveduto. Sono passati altri due giorni e il cassonetto è ancora pieno. Dunque, ho telefonato al giornale. Io pago un euro al giorno per poca roba ed un pessimo servizio”.

Portoverde, auto storiche in festa - Belle ed altere come raffinate signore. Sono le auto che hanno partecipato al secondo raduno di auto e moto d'epoca lo scorso 5 luglio con partenza da Portoverde ed arrivo all'autodromo Santamonica. Ad organizzare il Comitato di quartiere di Porto-

verde. Le auto sono solo una scusa per stare insieme e “scoprire” il nostro entroterra. Gli equipaggi sono stati accolti nelle varie tappe che non sono altro che le piazze dei nostri borghi da entusiamo ed un calice di vino. All'interno, la fermata clou è stata a Monte Giardino (San Ma-

rino). Alla fine giro in pista nell'autodromo, la buona tavola e le premiazioni. Per la cronaca ha vinto il sammarinese Pier Luigi Mularoni con un Citroen del 1953; secondo Del Prete-Cecchini (Renault); terzo Filippo Berselli.


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Gli itinerari della buona tavola Gifar: “Idee e soluzioni per i nostri clienti” - Conoscere le esigenze della clientela, dalla piccola pensione fino al grande hotel, per progettare e creare su misura la cucina ideale e funzionale. Con circa 1.500 clienti da Gabicce a Milano Marittima, Gifar si manifesta come una delle realtà leader del mercato di cucine ed elettrodomestici per ristorazione, grazie alla professionalità di commerciali e progettisti che seguono da zero, passo passo, la progettazione della cucina di hotel e ristoranti. La storia di Gifar parte da lontano. Il suo fondatore, Giuseppe Di Ghionno, classe 1945, è originario di Tollo, in provincia di Chieti, figlio di un viticoltore che nel 1955 decise di trasferirsi a Rimini. Una scelta decisiva anche per il futuro del figlio. All’età di 20 anni Giuseppe lavorava infatti come cameriere in un hotel della riviera e fu qui che scoccò la scintilla: “Vedevo arrivare ogni giorno i rappresentanti, ben vestiti in giacca e cravatta, decisi lì che quello era il lavoro che volevo fare”. E così fu. Iniziò con Shell a commercializzare detersivi per lavastoviglie, primo cliente l’hotel Queen Mary di Cattolica. Poi altre commesse, sempre più numerose in tutto il Riminese, dove lavorò per altre aziende del settore dei detergenti e delle lavastoviglie, fino al 1973, quando cominciò la parentesi milanese come di-

Giuseppe Di Ghionno, fondatore di Gifar nel 1978

La storia della Gifar inizia nel 1978 a conduzione familiare. Oggi, è leader nelle grandi cucine e complementi di arredo per la ristorazione rettore vendite per Comenda prima e Hobart poi, allargando la sua esperienza alla vendita di intere cucine per ristorazione professionale. Il richiamo della Riviera, forse il mercato più ricco d’Italia, era però irresistibile, così come la voglia di mettersi in gioco in prima persona. Gifar nasce a Rimini il nel novembre del 1978, un’azienda all’inizio a conduzione famigliare assieme alla moglie Giuseppina e poi i figli Vincenzo, Andrea e Angela: “Colleghi, ma soprattutto concorrenti mi dicevano “chi te l’ha fatto fare?” - racconta Di Ghionno con un sorriso – per-

ché di aziende del settore già ce n’erano parecchie. Alcuni di quelli ora hanno chiuso o fallito, mentre io sono ancora qui”. L’esperienza e l’attenzione alla clientela alla lunga hanno fatto la differenza. In 20 anni la Gifar conquista il mercato nella provincia di Rimini e nel 2000 si sdoppia in Gifargroup srl e Di Ghionno, per due settori diversi e complementari: quello delle grandi cucine e i complementi d’arredo. Nel 2005 una nuova svolta. Gifargroup viene ceduta ad Ali, il più grande gruppo multinazionale del settore, con sede a

Milano. Nella gestione nulla cambia, perché Giuseppe e la sua famiglia conoscono ormai benissimo i clienti e le loro esigenze e grazie a uno staff preparato e in continuo aggiornamento riesce a soddisfare ogni tipo di richiesta sia prima dopo che la vendita. Il vantaggio sta invece nella qualità e concorrenzialità dei prodotti, acquistati direttamente dalla Gifar dai produttori dello stesso gruppo, senza ulteriori mediazioni, oltre al knowhow disponibile grazie alla molteplice varietà di aziende specializzate. Quello delle grandi cucine per la ristorazione è infatti un settore che ha subito meno la concorrenza asiatica, proprio perché è la qualità a garantire il risparmio a lungo termine. La decennale esperienza di Gifar ne fa una delle realtà leader in Italia nel settore della ristorazione, tanto da essere un interlocutore privilegiato per strutture importanti come la prestigiosa catena di alberghi Holiday Inn, Aquafan e Oltremare. Ma non solo. Impianti progettati e realizzati da Gifar si trovano nelle scuole alberghiere di Manila e Montevideo, un grosso complesso turistico a 5 stelle sul lago di Como e ovunque c'è una cucina... di qualità.


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Ai rigori sull'Asar Riccione dopo una partita al “Romeo Neri” non proprio esaltante

COMUNITA'

Frazioni, favole sotto le stelle con Marcello Franca

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Young Misano, campione provinciale Csi GIOVENTU'

Marcello Franca

- Favole sotto le stelle con Marcello Franca. Un appuntamento che si rinnova. Anche quest'anno, l'Assessorato alla Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili , con la collaborazione di tutti i Comitati di Quartiere ha organizzato Favole sotto le Stelle. Le piazze e i parchi delle varie frazioni si animano per grandi e piccini. La straordinaria capacità narrativa e creativa dell'attore Marcello Franca, con storie fantastiche ed immaginarie, accompagna grandi e piccoli in un viaggio fatto di sogno e meraviglia. A seguire, grazie all'impegno dell'Assessorato e dei Comitati, bambini ed adulti, avranno la possibilità di sperimentare insieme giochi e laboratori creativi per vivere insieme una indimenticabile esperienza... sotto le stelle, il tutto accompagnato da gustosi

“stuzzichini” e bevande, e alla fine, tutti a nanna per un meritato riposo. Luglio. Il cartellone Giovedì 9 - Belvedere c/o Parco Belvedere Via Caravaggio Sabato 18 - Villaggio Argentina - Parco Centro di Quartiere, a seguire Giochi Sotto le Stelle

- Lo Young Misano ha vinto il campionato provinciale Csi. E' il secondo; la prima volta fu nel 2006. La finale si è giocata nella “magia” (è così per tutti coloro i quali giocano a calcio nella provincia di Rimini) del “Romeo Neri”, lo stadio di Rimini intitolato ad un olimpionico di ginnastica. Come si conviene, la partita non è stata di quelle da incorniciare o da raccontare ai nipotini. A contendere l'alloro i cugini dell'Asar Riccione. Zero a zero il risultato, a decidere il titolo la cosiddetta lotteria dei rigori. La dea bendata ha premiato i ragazzi misanesi. Fino a lì, lo Young Misano aveva intrecciato un'annata memorabile. Aveva vinto la stagione regolare con largo margine sulla seconda; dietro ad una decina di punti il Fratte. Negli spareggi per raggiungere la finale, il Misano ha regolato nell'ordine: Toro Mirama-

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- Caro Giovanni, il tuo intervento di critica sulle 12 palme piantate in via Repubblica era ovviamente nel conto. Si tratta di piante della famiglia delle aracacee. Quelle basse (chamerops humilis) non sono poi così esotiche: è una specie tipicamente mediterranea, diffusissima in tutta l’Italia centro meridionale. E’ vero non era molto diffusa in Romagna fino a qualche decennio fa ma ormai, si sa, a causa del climate change, la cosiddetta “linea della palma”, si è spostata dal Tronto (confine sud delle Marche) al Tavollo (confine nord delle Marche). E rustica, non ha bisogno di cure, nè di molta terra. La specie excelsa è di origine asiatica ma è presente nella pianura padana dalla metà dell’800, perché resiste anche a -30° (ne ho personalmente viste numerose in Germania ma anche a Ullapol nell’estremo nord della Scozia e a Stoccolma in Svezia). A Misano Mare è presente da quando mi ricordo (cioè dagli anni 60, basta girare e guardare per aria) E’ in sostanza tanto esotica quanto lo è il marugone (robinia pseudoacacia) che è considerato erroneamente autoctona (negli anni '60 a Montefiore e Gemmano, in pieno spopolamento della campagna, c’era il detto “tra meza sti marugon i è arvenz sno i pataca e i quaion). Infatti, il marugone è originario delle Americhe ed è sta-

Misano Young, campione provinciale 2015

re (1-0, 2-0), Bar Giorgio rimini (1-1, 4-4, vittoria ai rigori), Fratte United (3-1, 1-1). Il Csi, come ben sanno gli addetti ai lavori, è considerato il campionato degli appassionati. Degli ammogliati. Di chi ha un'età non più verde e da qualche giovane che vuole assolutamente divertirsi. Il pulcino della combriccola è Albani, un ventenne o giù di lì. A far da chioccia c'è Salvatore

Sangiorgio. Il capocannoniere è il giovane Micillo che è riuscito ad accarezzare il sacco una ventina di volte. Il mister si chiama Alan Bovolotto; a portare le sue geometrie in campo ci pensava il capitano Fabio Cenci. Da tre anni Giuseppe Alloggio (titolare del Panificio del Sud) è il presidente: “Ci siamo divertiti e questo è quello che conta; il campionato è stato positivo ed in salita. An-

Elogio della palma e del marugone

Palme in piazza della Repubblica Il sindaco Stefano Giannini

LETTERA DAL SINDACO to introdotto nelle nostre colline non più di duecento anni fa, diventando la fortuna degli apicoltori e degli amanti del miele “tipico” romagnolo. Meno bene il marugone sta invece nelle misere aiuole cittadine di 40 cm quadri ma un centinaio ne sono stati piantati quaranta anni fa nelle vie di Brasile come se fosse una specie locale e sono ancora lì, asfittici e sofferenti, invidiosi dei loro fratelli più fortunati che hanno invaso le nostre colline. Come sofferenti e pericolanti stan-

no nelle loro misere aiuole i lecci, da te invocati, piantati nelle vie Battisti e Bixio. Quanto poi agli ulivi, pure da te citati, saresti da ingiuriare. Te l’immagini una pianta evocativa della libertà e del buon vivere italico imprigionata in una aiuola cittadina? Orrore. Non parliamo poi dei pini, dei platani, dei più recenti aceri e frassini: diffusissimi in riviera e indubbiamente bellissimi ma anche essi sofferenti, che si vendicano provocandoci danni per centinaia di migliaia di

che se era da alcuni anni che a fine campionato eravamo nella zona alta della classifica. Per noi è un piacere stare insieme in campo, non meno che seduti attorno ad una tavola, sia per una pizza, sia per qualcosa di più corposo”. Tre gli sponsor dello Young Misano campione provinciale: il Panificio del Sud (Misano), la Birreria da Paolino (Misano), il Ristorante Cristallo (Riccione) e ristorante Gambero Sbronzo (Misano). Il sogno nel cassetto? Giuseppe Allogggio: “Sarebbe bello bissare il titolo il prossimo anno”. euro ogni anno. Sulle piante lungo i marciapiedi io la vedo come i tedeschi. Se hai almeno 4/5 metri quadri di verde per ogni pianta, bene; altrimenti, al massimo qualche arbusto decorativo. I tedeschi non possono permettersi le palme salvo qualche eccezione (la foto che ti allego è di Dusseldorf). Il nostro clima invece ci consente alcuni tipi di palme (non tutte). Quelle da te criticate non avranno i problemi da te paventati e sono state piantate unicamente per scopo ornamentale: delle palme i turisti sono contenti, li ho visti farci le foto. Per me va bene così. Meno bene invece si è comportato Claude che si è fatto ragione da solo potando la palma “perché gli copriva la vetrina del negozio”, e per questo è stato multato; pensa se avessimo piantato un leccio come vorresti tu: minimo lo segava. In compenso abbiamo un accordo con società Autostrade per piantare una pianta per ogni misanese (13.000). Le pianteremo nel parco della greppa e lungo la Conca, dove vivranno bene, secondo natura. Saranno tutte rigorosamente autoctone. Quanto all’altezza ognuno ha quella che si merita Ciao, Stefano Ammirato del tuo fideismo. Con stima (g. c.)



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Scelta sofferta e meditata. Anni di critiche contro un muro di gomma. “Continuerò a dare il mio impegno per la città con più libertà anche fuori dal partito”

Franco Tura, perché ho lasciato il Pd

L'INTERVENTO Franco Tura

cuni di coloro che furono responsabili della caduta, già erano al lavoro affinché Piero Cecchini avesse la candidatura per partecipare alle primarie, anzi quella candidatura fu conquistata dietro l’impegno di arrivare ad una legislatura con l’unità delle forze politiche del centrosinistra compreso l’Arcobaleno. Nelle comunali vince il centrosinistra unito Questo impegno portò alle primarie fra Piero Cecchini e Alessandro Bondi (questo impegno comportò una importante rottura all’interno dell’Arcobaleno ancora non sanata) e Piero Cecchini divenne Sindaco della città e Alessandro Bondi divenne vicesindaco con delega al Bilancio. Dopo poco più di un anno di governo della città l’operato del

di Franco Tura Una decisione che mi pesa Per chi come me crede che i partiti politici siano indispensabili per realizzare la democrazia, e per chi come me è stato iscritto al PCI assumendo anche incarichi di governo della città, abbandonare il PD, del quale faccio parte dalla sua costituzione, non è stato facile e questa decisione mi pesa. La mia storia politica La mia storia politica è stata, come tanti altri militanti del PCI della mia generazione nati da famiglie operaie di sinistra, che nel PCI hanno sempre visto un baluardo contro le politiche sociali dei governi di destra che si sono succeduti dal dopoguerra. Anch’io dopo aver completato gli studi fino all’università grazie ai loro sacrifici, ho poi aderito al PCI non tanto per motivi ideologici, ma perché vedevo che era un partito che si batteva per le classi più deboli. Pertanto l’evoluzione del PCI a PDS, DS e PD non mi ha mai procurato traumi, anzi ero contento in quanto la trasformazione in atto significava la realizzazione di quello che avevo sempre pensato. Ricordo l’entusiasmo con il quale accettai la politica del cosiddetto “compromesso storico” di Berlinguer, tant’è vero che nel partito mi soprannominavano il “socialdemocratico”. DS e Micucci Non ho vissuto il periodo DS in quanto non ho condiviso a Cattolica l’atteggiamento del partito di lasciare completamente mano libera al Sindaco Micucci, pur riconoscendo la sua capacità creativa. Per la verità ancora oggi la città paga il peso di scelte sbagliate e il fardello dei debiti. L'incontro con Bondi e l'Arcobaleno Dopo alcuni anni di assenza dalla politica attiva in occasione della preparazione delle elezioni comunali del 2004 ho avuto modo di ascoltare le proposte politiche di Alessandro Bondi che rappresentava un movimento denominato Arcobaleno ridestanto in me un rinnovato entusiasmo, tant’è vero che da quel momento partecipai assiduamente a tutti gli incontri nella storica sede di via Cavour. Furono anni molto belli e intensi, dove ritrovai il gusto della politica attiva e ricordo ancora le battaglie più significative intraprese, alcune ottenendo dei risultati, come la realizzazione della Piazza del Tramonto dopo che la nostra azione politica contro la costruzione di tre manufatti lato Lampara, costrinsero l’amministrazione comunale a modificare il progetto, che aveva già previsto altri fabbricati. In altre battaglie purtroppo non riuscimmo a far comprendere l’inutilità della realizzazione dell’area VGS come pure la realizzazione delle cabine elettriche sul lungomare. Oggi purtroppo è sotto gli occhi di tutti quanto fossero lungimiranti le nostre posizioni. Nasce il PD Nel frattempo nacque il Partito

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Il Piano sulla viabilità proposto dalla giunta è stato l'ultimo atto di una critica dall'interno del partito. Ma inutile. Un impegno politico e poi di militanza fin da ragazzo che ha attraversato tutti i passaggi storici dal Pci al Pd. Ha coperto ruoli dirigenti nel partito e istituzionali democratico e anche a Cattolica un gruppo di giovani e meno giovani si riunivano per prepararne la costituzione. Da subito partecipai e contemporaneamente frequentavo regolarmente anche gli incontri dell’Arcobaleno, tant’è vero che alcuni non vedevano favorevolmente questa mia doppia partecipazione, mentre a me sembrava una cosa naturale in quanto intuivo, per me che ho sempre creduto nei partiti, e anche per i ragionamenti che sentivo da ambo le parti, che fosse un fatto naturale l’unificazione delle due forze politiche. Purtroppo, visto poi quello che avvenne dopo, non si realizzò il mio progetto, anzi in parte si realizzò ma con una legislatura di ritardo. La giunta Tamanti Il nuovo gruppo del PD riuscì a candidare Marco Tamanti, aiutato nelle primarie anche da una parte dell’Arcobaleno, sconfiggendo l’ala “vecchia” con il gruppo Leo Cibellì, Piero Cecchini, Giovanna Ubalducci, Maurizio Piva. Marco Tamanti diventò sindaco della città e a nulla valsero le mie insistenze affinché l’Arcobaleno facesse parte della giunta con Alessandro Bondi vice sindaco. Sin dal primo momento Tamanti e la sua giunta composta da giovani che per la prima volta si erano avvicinati alla politica ed espressione di un gruppo molto attivo, fu avversato da coloro che erano stati sconfitti alle primarie. Iniziarono ad operare nella città mettendo in cattiva luce nei confronti dei cittadini la giunta Tamanti. Alla fine questa giunta giovane non resse agli attacchi dell’opposizione e di parte del PD e Marco Tamanti fu il primo sindaco ad essere sfiduciato. Caduto Tamanti, nessun dibattito interno Questo fatto estremamente grave non suscitò un dibattito approfondito all’interno del partito e al-

sindaco e della giunta non era ben visto nella città, soprattutto i rapporti con le categorie economiche lasciavano a desiderare e iniziarono in molti, specialmente ex Arcobaleno, a richiedere un'azione più incisiva da parte di Bondi che si limitava a far bene l’assessore al bilancio contribuendo, grazie alla sua competenza, a diminuirne notevolmente il passivo di bilancio, ma senza prendere alcuna posizione nei rapporti tra la giunta e la città. La rottura e la cacciata di Bondi e Arcobaleno Dopo quasi tre anni di leale collaborazione da parte di Bondi il sindaco propose di modificare l’incarico a Bondi adducendo futili motivazioni proponendo il personale e togliendogli Bilancio e anche l’incarico di vice sindaco. Esempio dell'autoritarismo del Sindaco, che oltre a non ascoltare i cittadini, non trova resistenza in un partito, il PD, succube. Sindaco che ha cambiato a suo piacimento programmi e alleanze elettorali. In verità il sindaco e chi lo aveva fatto eleggere aveva mal digerito la presenza di Bondi fin dall’inizio e ora cercava tutti i pretesti per rompere il patto di legislatura che era stato accettato controvoglia. Alessandro Bondi si dimise non potendo accettare una proposta così umiliante e molto debole fu la protesta della segreteria del PD e del suo nuovo segretario Alessandro Montanari che era succeduto a Giuseppe Prioli costretto a dimettersi dal sindaco. Giunta-città, un rapporto incrinato Anche questo fatto incrinò il rapporto di questa giunta con la città, il cui operato non è ben visto da larga parte della cittadinanza. A dimostrazione di questo nella città si è creata una frattura fra le categorie economiche e parte dei cittadini che ha provocato manifesti di protesta e un referendum sulla

viabilità, nel quale vi è stata una partecipazione inferiore alle aspettative, ma comunque 2074 persone si sono espresse contro la viabilità proposta dagli amministratori, che già nell'esecuzione del primo stralcio sul lungomare, ha dimostrato tutte le sue criticità. Un abbandono del PD dettato dalla sua politica locale Ho sintetizzato questo percorso per dire che il mio abbandono del PD non è avvenuto in un momento di rabbia, e nemmeno per il fatto che non condivido l’operato di Renzi alla guida del partito e del governo, in quanto ritengo che nonostante il coinvolgimento in scandali e il vergognoso comportamento del partito a Roma, vi siano ancora all’interno le forze sane che sappiano riportare il partito nella giusta direzione. La mia decisione di lasciare il partito è dovuta al comportamento del partito e della amministrazione nella conduzione della città e la mancanza di collegamento con i cittadini e le categorie economiche, ed inoltre è già evidente la corsa dei presunti candidati Sindaco per le prossime amministrative. In sintesi i fatti che non condivido. Il PD di Cattolica rifletta Ho riportato il percorso del PD per evidenziare tutti i punti che non ho condiviso e che non condivido: 1) Non aver aiutato Tamanti e la sua giovane giunta a superare le difficoltà dell’inesperienza, e aver fatto si che tanti giovani e meno giovani lasciassero il partito e la politica. 2) Aver accettato da parte di Giuseppe Prioli la carica di segretario del PD aiutato da Maurizio Piva. 3) Antonio Gabellini, che era il tutor di questa giovane giunta, non l’ha saputa difendere in maniera adeguata. 4) Aver accettato che Maurizio Piva e i suoi collaboratori abbiano determinato il Sindaco, la giunta, e il consiglio comunale e di permettere che ancora oggi, come si sta verificando, lo stesso metodo venga adoperato per la candidatura del prossimo Sindaco. 5) Aver rotto il patto di centrosinistra con l'Arcobaleno. 6) Non avere un progetto di città Turistica. 7) Non opporsi alla vendita delle farmacie comunali. 8) Voler realizzare il progetto PRODE che prevede in corso Italia dei lavori costosi e che rovinano la città. Tra l’altro prevede in corso Italia la demolizione della aiuola spartitraffico peggiorando dal punto di vista ambientale l’ingresso della città, per realizzare degli inutili parcheggi a spina di pesce che sia nel momento del parcheggio rallenteranno il traffico e soprattutto nel momento dell’uscita lo interromperanno. Spero di poter meglio contribuire al miglioramento della mia città, impegnandomi con più libertà al di fuori del partito, assieme a coloro che hanno partecipato nel Comitato per il referendum e con il gruppo politico culturale rilanciamocattolica@gmail.com per dialogare con i cittadini e con le categorie economiche e dare una risposta operativa al forte malcontento che attraversa la città.

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Profondo rosso - Leggiamo: “Il Gran Giallo celebra i 40 anni di Profondo Rosso”. J'ha fat un film sora al bilènc dal Cumun ad Catolga? Os-cia!... Ciclabile - Leggiamo: “Incidente sulla ciclabile del lungomare: donna in bici colpita dal portellone di un camion” - “Prima ‘vittima’ della ciclabile: scontro tra una ragazza e un furgone”. Chissà se j'éra andè a vutè per al referendum... Fontane danzanti (?) - Leggiamo: “A secco le fontane danzanti. ‘Ballano’ solo vandali e ladri”. L'è al bal dal ‘dilinquént’. Jezza Maria!...

Farmacie - Leggiamo: “Il Pd ha deciso: entro fine luglio una farmacia sarà venduta”. U j'è poch da stimés! Caz!... Abbuffata - Leggiamo: “Il centro di Cattolica si trasforma in un gigantesco ristorante - Più che un Dinner è un'abbuffata”. Adès al va ad moda a fè giuvaca... Cordoni della borsa - Leggiamo: “Se il privato investe il Comune c'è. L'amministrazione apre i cordoni della borsa”. Curdòn? Ai ciamarìa curduncìn. Palèta nona!... Passerella - Leggiamo: “Donna cade e si ferisce sulla passerella delle polemiche”. Benvenuten turisten su passeggiaten kaput. Ja!... Bagnini - Leggiamo: “Passerella rotta, ci pensano in bagnini”. Ai duvìn créd?... Guardia di Finanza - Leggiamo: “Da gennaio a maggio in Regione la Finanza stana centinaia di evasori. Un negoziante su 4 non fa lo scontrino”. L'è un viziac incancrinìd... Esercito - Leggiamo: “Assessore Galvani: ‘Contro l'invasione dei venditori abusivi chiederò l'intervento dell'esercito’”. Uj saria anche li famosie “8 milioni di baionette”. Va pu là!... Pd addio - Leggiamo: “L'ex assessore Franco Tura lascia il Pd. ‘Da anni non condivido più la linea del partito di Cattolica’”. An t'zé l'uniche. Ma chi'èlt i vu stè tal maciòn. Os-cia!...

Suolo pubblico - Leggiamo: “Bar, stop a occupazioni selvagge. Nuovo regolamento comunale per tavolini e sedie fuori dai locali”. Dè un'ucièda ma chi tavlén sli rodie. Quand l'è sera i sguéla sempre tal mèz dla strèda. Caz!... Grandi manovre sotterranee nel Pd per il prossimo sindaco...

I li fà perché ilé u j'è l'ombra fresca...

Dicono che i prossimi Accidenti! Un vero candidati a sindaco del tonfo nel passato... Pd siano Pietro Pazzaglini e Corrado Piva...


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CATTOLICA

“Per narrare tutto Cagnèt ci vorrebbe un libro”. Deceduto a 76 anni

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Artisti si nasce! Ricordo di Cagnèt

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IN RICORDO di Guido Calbi ARTISTI SI NASCE Guido racconta Cagnèt “James l’è al tu mument, va sò!”. Al cinema Cielo, un sedicente illusionista cerca volontari da ipnotizzare. Mario coglie al volo l’esortazione degli amici! Sale sul palco e si siede. Con voce più stridula che stentorea, “A me gli occhi” intima il mago. In sala si levano i primi divertiti mormorii. Ma quando Mario inizia a massaggiarsi il naso e si alza in piedi, “Ai sin burdèl”, ridacchiano gli amici. In un attimo, capelli con ciuffo a sinistra e baffetti, Cagnèt fa Hitler, “...wir machen ein Blitzkrieg mit unsere Panzer Division...” urla con gli occhi da matto. Il mago, stupito prima, e desolatamente rassegnato infine, si siede. L’estemporaneo, esilarante monologo manda il pubblico in visibilio. Artisti si nasce ! Mario non imita Hitler, in quel momento lo è. Niente e nessuno può interrompere la sua trance recitativa: altro che ipnosi! Tutti hanno visto e ammirato le commedie di Mario, in tanti le hanno recensite. Superfluo aggiungere commenti, parlare del Cagnèt attore, ingabbiato in un copione dal regista Cagnèt. Meglio (fatti non foste..) ricordare il suo essere versatile, imprevedibile Ulisse. Un artista integrale del vivere: invenzioni, sfiga, cazzate, amicizia, Juventus, tutto. Dalle suore c’è scuola anche di pomeriggio, tranne sabato e giovedì. Ma una volta, inflessibile, la maestra ci impone di lasciare le cartelle in classe. Vuole obbligarci, la carogna, ad andare alla dottrina. Noi però, abbiamo la partita di pallone. Ulisse, pardòn, Mangarel, (anche così chiamiamo Mario) inventa il blitz. Sale in classe e affacciato alla finestra: “Burdèl chi vò la borsa?”. Ma non attende la risposta, le scaraventa

tutte di sotto. Precocità del genio! Mario ha gli occhi sorridenti, ma come i grandi comici, non ride per primo alle battute che dice. E non le spara a raffica. Più spesso ascolta, qualità dei grandi, come testimonia il suo sguardo dolce, ma fermo. Solo se gli si parla male della Juve, scuote la testa e sbotta: “Questa ant mi la duvev faè!” Sì: da fae, perché Mario, pur senza accentuare, parla il delizioso, musicale dialetto della gente dal paort. Racconta Sergio Prioli. “Con Mario, Silvano, Mascilongo, siamo spesso al porto. Un giorno Mario propone un’avventura. ‘A tulin la bèrca ad Sghin e a fèn un gir tal doc’. Quando il vecchio caronte ci vede, sale sulla barca del collega Labrigata e remando a tutta forza urla : “A v’amaz, nì olta!”. Cagnèt, bandana da pirata, è in piedi a prua. Vista la mala parata, ordina alla ciurma

UOMINI - Guido Paolucci per i cattolichini giovani è un nome famoso; per coloro i quali hanno svalicato i trent'anni è un oncologo pediatra di fama mondiale; per più vecchi un mito. Se n'è andato, Guido Paolucci, nel luglio del 2006 prima del tempo; aveva 74 anni. Inizia a combattere il terribile male negli anni sessanta. Allora, come amava rimarcare, non ce la facevano l'80 per cento dei bambini. Poco prima della sua scomparsa la percentuale si era più che invertita. A Luigino, uno degli amici del cuore di Cattolica, era solito dirgli nelle lunghe discussioni: “La morte di un anziano è un approdo, quella

Mario Del Bianco, in arte Cagnèt (9/7/1938 - 21/6/2015). Le foto lo ritraggono protagonista di alcune sue commedie ‘Speronatelo!’ ahah”. E ancora Sergio, il fortunato che, più d’ogni altro, si è goduto James (nomignolo affibbiatogli da Silvano Silvagni, altro degno compare, per assonanza con l’attore James Cagney). “Alle industriali la prof di francese ha gambe da sballo. Ogni volta che la vede, Mario si massaggia il naso (segnale infallibile che qualcosa bolle in pentola) e “Uhm, huum, mugo-

la. Un bel giorno, prima che lei arrivi, Mario si accovaccia dentro la cattedra e “Aaaaaaaah” grida impaurita la poveretta. E, al segretario Cermaria che, finto burbero, gli chiede come mai era lì sotto, Mario : ‘Cercavo la gomma’”. Cagnèt, Marione nostro, perché non hai portato in scena le tue biografiche avventure? Nelle lunghe serate invernali dei favolosi anni Sessanta, il cine-

ma Cielo è, con i suoi doppioprogramma, tappa quasi obbligata. Ma se la bolletta impera, infinita è la fantasia… Mario si proclama nipote, o meglio elegge a zio Francesc, padrone del cinema. “An so al tu zì “ protesta, fintamente infastidito, il buon Forlani. Che poi spalanca la porta. Infine il capolavoro “Zì av vèg strac stasera, andè a durmì, a stag mè ma la cassa”. La vicenda degli ultimi tem-

Ageop, una cena nel nome di Paolucci Oncologo pediatra di fama mondiale Guido Paolucci

dei giovani una tragedia. Non prenderò mai una lira dai meno fortunati”. Appassionato di storia (pubblicato tra libri su Cattolica gra-

zie alla sensibilità della BCC di Gradara) e tecnologia, Paolucci si preoccupò anche dei genitori che per lungo tempo dovevano stare vicino i figli a Bologna, alla clinica univesitaria Sant'Orsola. Fonda l'Ageop nel 1982. L'Associazione genitori ematologia oncologica pediatrica ha appartamenti, aiuta, fa ricerca. Dal 2009, ha una sede anche a Cattolica; la regge Rosetta Paolucci, la consorte del professore. Il 17 luglio, ore 20,

30, al Circolo Nautico, si tiene la quinta Cena del Mare. E' un inciso: è a base di pesce alla cattolichina appena pescato e ci sarà da leccarsi i baffi; inoltre, “tramonto e brezza marina”. Ai fornelli Walter (Billy) Paolucci, vino della Tenuta del Monsignore e voce di Laura De Biagi. Costo: 40 euro. Per prenotare: 0541.967029. Per dare un piccolo aiuto che insieme diventa grande è possibile devolvere il 5 per mille della denuncia dei redditi all’Ageop. A. D.

pi è tristemente nota. Mario sta male. Cosa che, con coraggioso ottimismo, non gli impedisce di ultimare il suo ultimo lavoro: I vitelloni, una sorta di testamentum vitae. Quando un personaggio è famoso e ancora più è amico universale, in paese si parla di lui, ci si interroga, si ricorda. E’ così che viene fuori questo spettacoloso ricordo. Ai bagni 33 vanno in scena Commedie all’aperto! Raccontano Cesare Romani, Eraldo Pecci e soci. “Mario è Ulisse che torna ad Itaca, dopo le infinite peripezie. Noi, gli altri protagonisti dell’Odissea: Susanna è Penelope, il capo dei Proci Antinoo, Eraldo. Portato al largo con un moscone, CagnètUlisse, deve approdare. In riva al mare, quasi a simulare la città greca, un sacco di gente… Ma quando Ulisse “Penelope, amore mio sono tornato”... un’amara sorpresa lo attende. Lei è in intimità con Antinoo! Ma già prima Cagnèt è il Dio Nettuno che appare dalle acque a invocare il bel tempo…”. Ci scusiamo per la sintesi estrema. D’altronde per narrare tutto Cagnèt, ci vorrebbe un libro. Noi siamo qui, col cuore gonfio, vuoti. Ci consola solo la certezza di essere stati SUOI fortunati amici.


CATTOLICA

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La mostra rimarrà aperta fino al 19 Luglio dal giovedì alla domenica dalle 20,30 alle 23

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Pensiero creativo dei bambini

Sulla base di queste riflessioni, ho immaginato una mostra “dinamica” che potesse non solo raccontare ma portare esperienze e scambi proprio attraverso la pratica dell’“atelier”. I grandi ambienti della sala espositiva del Palazzo del Turismo hanno fornito un terreno ideale per sviluppare questo progetto sostenuto anche da un gruppo di lavoro formidabile, le atelieriste e il personale del laboratorio

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Bambini che giocano durante la mostra “Incontro all'Arte”

SCUOLA E CREATIVITA' di Valeria Belemmi* - Ho coltivato da diversi anni l’idea di fare una mostra che raccontasse il Laboratorio di educazione all’immagine, partendo da due considerazioni fondamentali: la prima riguarda la funzione del Laboratorio, che come servizio può e deve esprimere la sua potenzialità e fruibilità, anche al di fuori dell’ambito scolastico, aprendosi alla comunità e al territorio. La seconda si sofferma su un aspetto pedagogico e culturale e riguarda la convinzione che il pensiero creativo dei bambini, comunicato attraverso i linguaggi espressivi, possa essere spunto di riflessione e di approfondimento sul “come” il bambino costruisce la conoscenza in contesti educativi e in gruppi di lavoro. Sulla base di queste riflessioni, ho immaginato una mostra “dinamica” che potesse non solo raccontare ma portare esperienze e scambi proprio attraverso la pratica del-

l’“atelier”. La parola “atelier” significa “laboratorio” e in particolare “luogo di lavoro”. Questo termine francese diventato famoso prima con gli studi di artisti e fotografi poi con l’avvento delle grandi firme della moda, trova un nuovo impulso nell’ambito educativoire dagli anni Ottanta con il centro Georges Pompidou di Parigi con i suoi “atelier des enfants” fino alla più recente esperienza del Centro Internazionale Loris Malaguzzi con Reggio Children che ha portato gli ateliers nelle scuole e nidi dell’infanzia. I grandi ambienti della sala espositiva del Palazzo del Turismo hanno fornito un terreno ideale per sviluppare questo progetto sostenuto anche da un gruppo di lavoro formidabile, le atelieriste e il personale del laboratorio. La mostra Incontro all’arte per guardare, fare e disfare prende il

titolo dall’omonimo progetto educativo di qualificazione scolastica, rivolto alle scuole dell’infanzia che il Laboratorio di educazione all’immagine ha sviluppato lungo il triennio scolastico 2013-2015. Il progetto diretto dall’assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Cattolica (capofila) è stato co-finanziato dalla Provincia di Rimini e ha coinvolto gli istituti scolastici dei comuni di Cattolica, San Giovanni in Marignano, Morciano di Romagna e Mondaino. Prima di dare qualche approfondimento sulla lettura della mostra vorrei evidenziare una caratteristica della mostra ma anche del Laboratorio e cioè una continua ricerca di proposte che prevedano l’utilizzo di materiali di scarto per avvicinarsi all’idea di atelier a basso impatto ambientale. Questo prin-

cipio non solo offre spunti e idee straordinarie, ma agisce trasversalmente su un concetto educativo di buone pratiche ambientali ed eco sostenibili. Inoltre l’utilizzo di materiali poveri e non strutturati aiuta a fornire set di lavoro semplici e comprensibili. La mostra nasce dall’esperienza con bambini di età tra i 3 e 6 anni ma si rivolge anche a bambini più grandi, ragazzi e adulti. Il percorso vuole raccontare in che modo i bambini partecipano alle proposte del Laboratorio e per fare questo si è scelta una modalità attraverso la quale i visitatori di ogni età possono guardare, fare e disfare... In questo modo sarà possibile non solo “visitare” ma anche “attraversare” la mostra interagendo con gli allestimenti e le installazioni proposte. Alcuni simboli come

mano rossa = non toccare, mano verde = toccare e la scritta “si prega di toccare” aiutano ad orientarsi nel percorso. Fare esperienza mette in luce la metodologia alla quale il Laboratorio di educazione all’immagine si ispira affinché la costruzione del sapere sia attiva e plurisensoriale. All’insegna di una pluralità dei linguaggi il percorso della mostra, si snoderà in un alternarsi di “incontri” con opere realizzate con lavori prodotti dai bambini, ateliers con materiali, le sabbiere, lo spazio per mascherArti, le suggestioni visive con le luci wood, i tavoli di gioco con le luci, e le ombre. Ogni incontro potrà essere occasione per ascoltare, scoprire, perdersi, lasciare la propria traccia, contribuendo alla creazione di una mostra in movimento...

Uno spazio speciale è quello dedicato alla visione del lungometraggio realizzato quest’anno durante le attività con alcune sezioni. Questo tipo di documentazione è stata concepita all’interno di un tirocinio formativo di uno studente del Liceo Artistico di Riccione F. Fellini che partecipa al progetto POI curato dall’En.A.I.P. Centro Zavatta di Rimini. Le competenze in materia di fotografia e cinematografia, sia dello studente che dal suo tutor, ci hanno consentito di ottenere una documentazione straordinaria e realizzata da un punto di vista “nuovo”. La mostra inaugurata il 21 giugno, rimarrà aperta per il pubblico fino al 19 Luglio dal giovedì alla domenica dalle 20,30 alle 23,00 e per le scuole fino al 31 luglio in fascia oraria 9,30-12,00. *Responsabile del Laboratorio all'educazione all'immagine


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Amarcord

di Dorigo Vanzolini

- Copisteria - Plottaggio - Timbri - Rilegature Tesi CATTOLICA - Via Dottor Ferri 23 Tel. 0541 - 953300 Fax 953742

Cattolica, anni ’40. Paròn Salvatore Paolucci “Al Nir” ritratto con le figlie Giulia, Agostina, Antonia e Giuseppina. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

CENTRO SOCIALE GIOVANNINI-VICI Via Umbria, 23 - Cattolica - SABATO 11 ore 20.30 “BALLO con GIOVANETTI - fisarmonica e chitarra”. Spuntino per tutti. Contributo 7 euro. - SABATO 18 ore 20.30 “BALLO con i ‘GIORGIO’ LIVE”. Spuntino per tutti. Contributo 7 euro. - SABATO 25 ore 20.30 “CENA e BALLO”. BALLO con musica dal vivo di ISACCO COMANDINI. Contributo 17 euro. PRENOTAZIONI : per tutte le iniziative contattare i Sig.ri Facondini cell. 3479752583 e Galasso A. Cell. 3394995417. LA MOSTRA

LA MOSTRA

CULTURA

Palazzo del Turismo fino al 31 ottobre

100 immagini delle Miti e libri sotto le stelle

Contesti

vecchie osterie

- Mostra fotografica “Us Chenta, Us Magna, Us Bev”, inaugurata il 3 luglio resterà aperta fino al 31 di ottobre. Va in scena la tradizione e il folklore delle vecchie osterie cattolichine dal 1860 ai giorni nostri. 100 immagini suggestive in bianco e nero che ritraggono

osterie, cantori e personaggi cattolichini. Mostra organizzata dall’Associazione Culturale “La Canta” con la regia di Roberto Bozza allestita nella Sala Consigliare del Palazzo del Turismo. La mostra è visitabile durante gli orari di apertura dell’ufficio IAT.

Locandine dei due eventi culturali - Aperitivo letterario e miti sotto le stelle, la rassegna estiva promossa dalla Biblioteca Comunale di Cattolica esordisce con una terza serie di incontri nella piazza del Tramonto (zona porto) lunedì 6 luglio e prosegue ogni lunedì sino al 10 agosto.

Sei incontri in cui si parla di mitologia e di libri. Il programma arricchisce l’offerta di proposte estive che l’Assessorato mette a disposizione della città e dei turisti, un ventaglio di proposte per un pubblico eterogeneo con un unico denominatore:

puntare sulla qualità delle iniziative. Gli incontri si tengono a Cattolica nella piazza del Tramonto (zona porto) alle 21. In caso di maltempo: Centro Culturale Polivalente, p.zza della Repubblica 31 Cattolica Ingresso gratuito Info: 0541 966603

- Un approfondimento sui metodi e sui processi operativi in arte attraversa e caratterizza il lavoro di Giovanni Ciucci, abbracciando uno spettro assai vasto di sperimentazioni che interessa la sfera del visivo, del sonoro e del testuale. Il fulcro di alcune realizzazioni sono rivolte al libro e rivelano un tentativo di promuovere l’allargamento del raggio di azione e di comprensione del testo legato all’immagine, anche in riferimento all’oggetto che fisicamente li contiene. Per la mostra CONTESTI viene presentata anche una composizione sonora site-specific, appositamente scritta per gli spazi della Galleria. In anteprima viene inoltre proiettata l’opera video IN ESISTENZA (durata 6 min.), originale esempio di videobook .



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1958: foto di classe con poesia che ricordano una generazione

Omaggio al prof. Antonio Bellini LA POESIA - di Antonio Bellini 30.03.1958

Primo aprile in 2a media

1) Maria Grazia Orecchini, 2) Rosina Grassi, 3) Adriana Bordoni, 4) Marisa Giovannini, 5) Aristodemo Tebaldi, 6) Renzo Tonti, 7) Giovanni Marcolini, 8) Gianfranco Masi, 9) Gianfranco Barbaresi, 10) Giovannino Cervesi, 11) Raffaele Tenti, 12) Renato Ferigo, 13) Alvaro Marchini, 14) Giuseppe Paci, 15) Maria Grazia Cavini, 16) ?, 17) Franca Pagnini, 18) Eunice Vandi, 19) Maria Seconda Vanni, 20) Flavio Cermaria, 21) Giovannino Olmi, 22) Raul Molari, 23) Augusto Bacchini, 24) Gianfranco Gessaroli, 25) Prof. Antonio Bellini, 26) Teresa Paolucci, 27) Alida Fratesi, 28) Donatella Donati, 29) Pierluigi Livi, 30) Piero Cecchini, 31) Claudio Donati, 32) Gianfranco Tonti, 33) Luigi D’Annibale. LA SIGNORA EUNICE VANDI DEDICA UN SENTITO RINGRAZIAMENTO AI COMPONENTI DELLA FAMIGLIA DEL PROF. ANTONIO BELLINI.

Al secondo campanello più non s’ode calpestio s’udirebbe anche un capello lentamente cader giù

Livi è fermo e il nostro Paci non emette eroiche grida e dispetti ai più vivaci non prepara Tonti Gi

lo stupito professore non sa credere al prodigio qualche dea, per errore, dall’Olimpo è scesa qui?

E’ D’Annibale tranquillo non disturba il Tonti Erre il Barbieri non ha spilla per inutili iniezion

Già Romani ha il libro aperto e Tebaldi non protesta né Molari fa l’esperto di nuovissime invenzioni

Giovannini non trasmette dei messaggi alla Fratesi né Ferigo a posto mette il quaderno di latin

Sta la Vanni silenziosa non si gira la Donati la Cavini giudiziosa più non guarda oltre il confine

Olmi è pronto per la storia e Bacchini sulle Marche Marcolini senza boria ogni compito ha con sé

Non precipita Cecchini sotto il banco in immersione Gessaroli con Marchini ha risolto ogni question

Or Donati non ha pene per quel punto d’incertezza Tenti e Masi pensan bene d’ogni voto trimestral

La Bordoni con gli occhiali non risponde all’Orecchini e la Grassi dei suoi mali ha finito di parlar

Sembra un sogno stamattina, dice allora il professore, l’inconsueta disciplina donde mai vi scaturì?

Sta compunto anche Cervesi e non parla Cermaria mentre tace Barbaresi che si studia la lezion

Finalmente si respira o scolari refrattari ma una scritta intanto mira e il mistero comprender può

La Pagnini quieta scrive come pur la Paolucci più non fa cose giulive quella Vandi giù di lì

è una data ahimè fatale Martedì primo d’aprile Uno scherzo e come tale troppo poco durerà

Nello SPAZIO.Z di Radio Talpa. Contenitore culturale a disposizione delle associazioni e giovani creativi. Radio-Tv-Editoria-Internet-Arte-Sociale... Cattolica, via Del Prete, 7/A

Dopo la satira, la grafica Balnear style anni '80 Il 14 luglio si smonta la mostra di satira (un centinaio di vignette di Brufa e Cecco). Domenica 19 luglio dalle 17 alle 22 inaugurazione della mostra curata da Maurizio Castelvetro “Balnear Style - Grafica Undergrand nella cultura degli anni '80” con happening musicale

Locandina della mostra “Balnear Style”

CULTURA Installazione “Vera mucca italiana da mungere”. Una delle opere della mostra di satira “C'è poco da ridere” di Brufa e Cecco

Radio Talpa vive, la puoi ascoltare 24 ore al giorno digitando www.radiotalpa.it

Ma non è solo un contenitore culturale “virtuale”: web radio-tv-sito-internet. Oggi c'è un contenitore fisico polivalente e multimediale che si articola come luogo d'incontro e sede della radio, redazione di giornale, associazioni, giovani creativi... E' nato SPAZIO.Z Un luogo che diventa punto di riferimento per le associazioni, per piccoli e medi eventi (presentazione libri, mostre d'arte, incontri e dibattiti, proiezioni di filmati, piccoli concerti, ecc.). Questo spazio comprende: cabina di trasmissione

radio-tv, sala espositiva e per conferenze, sala incontri. Lo spazio espositivo è già entrato in funzione. Inaugurata il 14 giugno, il 14 luglio si smonta la mostra di satira politica e di costume dei due vignettisti della Piazza Brufa e Cecco “C'è poco da ridere” che ha visto la presenza di qualche centinaia di visitatori. Domenica 19 luglio è già la volta di un'altra offerta culturale di prestigio: “Balnear Style Mickey and the Mouses - Grafica Underground nella cultura degli anni '80” dell'architetto e designer Maurizio Castelvetro fino al 16 agosto. Inaugurazione domenica 19 luglio dalle ore 17 alle 22. “Original documents audiovideo super 8 - special soundtrack - radio waves - buffet. Mostra aperta tutti i giorni ore 17 - 20.


CATTOLICA CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334

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Eventi sportivi. 17 luglio incontro con Morosini, Romani, Ormezzano e Tommasi (piazzetta del Municipio di Gabicce)

www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it

CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it

Giochi della Legalità: l'integrazione

LA STORIA

Al Museo un'estate da Regina

SPORT & LEGALITA'

- E’ l’integrazione il tema di fondo che caratterizza, quest’anno, i Giochi della Legalità (dal 9 al 17 luglio). Organizza la serie di eventi che affiancano sport e riflessione l’Associazione “Rimbalzi Fuori Campo”. PROGRAMMA “Legality Run” - 9 luglio ore 19.30 - Corsa podistica amatoriale non competitiva che coinvolge due i Comuni di Gabicce Mare e Cattolica. “Gran Galà di Handbike” - 9 luglio ore 21.30 - Piazza 1° Maggio di Cattolica. Manifestazione sportiva paralimpica che, nata da un’idea di Meme Pagnini e dell’Associazione “Puravida”, è arrivata all’ottava edizione. Alle 22:30 la premiazione sia delle handbike sia della Legality Run. “Il Miglio Cattolichino” 11 luglio ore 11.00 - Circolo Nautico Cattolica. Manifestazione natatoria in acque libere. La competizione è aperta agli atleti Fin, Finp e a tutti gli enti di promozione sportiva muniti di certificato

Da sinistra: Bernardi, Biagioni, Cecchini, Morosini e Furiassi medico agonistico. Percorso di 1.900 metri ma anche uno, meno faticoso, di 600 metri per gli “Esordienti B”. “La (Mezza)Notte Bianca dei Bambini” - 11 luglio ore 21.00 - Parco Navi Cattolica. Spettacoli e dimostrazioni di varie associazioni e società ludiche e sportive. Tra gli altri “Studio Danza Il Castello” di Samantha Semprini, “Atletica ‘75”, la società pesarese di ginnastica ritmica “Solaria 90”.

Nel verde del parco saranno inoltre allestiti tavoli per giochi didattici e animazione, truccabimbi e spettacoli di marionette. Ma già dal tardo pomeriggio per i più giovani vengono organizzati piccoli tornei sportivi, tra cui volley, ciclismo e taekwondo. “Lo Sport come Strumento di Integrazione” Incontro pubblico - 17 luglio ore 21.00 - Municipio Gabicce Mare. A Gabicce Mare per l’incontro pubblico che chiude la

rassegna. L’evento sarà condotto dal Magistrato Piergiorgio Morosini con la presenza del Coordinatore Nazionale di “Avviso Pubblico” Pierpaolo Romani. Insieme a loro sul palco, a parlare dello Sport in tutte le sue accezioni e implicazioni, il decano dei giornalisti sportivi Gian Paolo Ormezzano, il presidente dell’Associazione Calciatori Damiano Tommasi e tra il pubblico tanti ospiti del mondo dello sport.

Locandina dell'evento - Sulla scia dell’intensa attività didattica che il Museo mette in campo durante l’intero anno scolastico, anche questa estate si andranno a sperimentare gli aspetti più propriamente ludici della didattica museale in attività serali per bambini e ragazzi: dal 6 luglio al 20 agosto, il giovedì sera alle 21,00 (eccetto la vigilia di ferragosto) nel giardino e nelle sale del Museo si incontreranno aspiranti archeologi, marinai, navigatori e

informatici a dar vita ad una serie di interessanti incontri; chiuderanno, gourmeurs grandi e piccoli! Tema conduttore, ma non esclusivo, dell’estate 2015 saranno il racconto e le avventure di Robinson Crusoe: e allora il 9 luglio costruiremo fischi, richiami e voliere per gli uccelli, che già poche settimane dopo il naufragio Robinson aveva realizzato, utilizzando quanto l’isola gli metteva a disposizione.

Piccioni: “Racconteremo la bellezza del mare” Giuliano Piccioni, neo presidente del Rotary Riccione-Cattolica

COMUNITA' - Alcuni decenni fa, una domenica pomeriggio, va a visitare la casa colonica dove era nato, il crinale vista mare Misano Monte-San Clemente. Della cascina resta poco; scova una vecchia porta interna. La preleva e ne fa un quadro materico le cui crepe raccontano, a chi le sa guardare, storie meravigliose scritte dal tempo. Si fa ammirare, l'opera d'arte, nel soggiorno di Giuliano Piccioni, dallo scorso primo luglio è il neo-presidente del Rotary Club Riccione Cattolica; succede ad Andrea Agostini. L'anno prossimo passerà il testimone a Fabrizio Pullè. Entrato nell'associazio-

ne nel 1999, professione imprenditore con bottega a San Giovanni in Marignano, il cattolichino ha scelto il mare come tema-cardine-riflesssione del mandato. Come tradizione vuole ogni presidente caratterizza il suo anno con un argomento. Racconta: “Ho scelto il mare perché l'acqua è tutto. Perché è bellez-

za, ricchezza ed avventura. Siamo tutti degli Ulisse. Poi da ragazzo ho avuto la fortuna di fare il militare imbarcato sulla Vespucci e sulla Staffetta. La prima è il veliero più bello del mondo; con la seconda monitorevamo la salute dello Ionio e del Mediterraneo”. Il primo atto della presiden-

za Piccioni è il restauro della Madonna del Mare sul porto di Cattolica”. “Da sempre sono abituato - dice Piccioni - a fare delle passeggiate. Sono solito passare davanti alla Madonna e chiedere cortesie. Ho notato lo stato di abbandono. Da qui la decisione del restauro; che lo sta facendo Edilcostruzioni di Maurizio Parma”. Sposato, due figlie, quattro nipotini, Giuliano Piccioni porta avanti altri 12 progetti insieme alla sua “squadra” composta da: Maurizio Parma, Gina Ancora, Riccardo Galassi, Enrico Magnani, Michele Pretolani (tesoriere), Maria Teresa Colombo (segreteria), Fabio Giavolucci (prefetto).

La Madonna del Mare di Cattolica in restauro



Riflessioni bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce

IMPEGNO CIVILE

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Le ruberie sono sempre esistite. E' una delle vulnerabilità dell'uomo

Riflessioni bibliche “Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa

LA RIFLESSIONE Papa Bergoglio

di Silvio Digiovanni - Il dilagare della corruzione, in certi campi della gestione della cosa pubblica, è più evidente data la possibilità e la capacità di oggi, in questa nostra Italia, di diffondere queste notizie. Ma è sempre esistita. In passato non meno che ora. Purtroppo Enrico Berlinguer morì nel 1984 e non ebbe il tempo di approfondire un tema che aveva cominciato ad esternare già da prima e che fu poco entusiasticamente recepito dal variopinto mondo politico-economico e sindacale del suo tempo. Dopo la sua morte vi fu la perdita di quegli importanti concetti sulla natura dell’uomo moderno e la sua possibile vulnerabilità, sul pericolo della sua alienazione, sul fenomeno del clientelismo e del familismo (quale tendenza particolare a rafforzare il concetto di difesa, anche energica, nell’ambito della cosiddetta cerchia parentelare, che però non è altrettanto evidente e né energica, nella dedizione verso i doveri pubblici, verso la società), come osservava anche Norberto Bobbio, qualche anno dopo. Quegli spunti che dovevano essere la semina per una ricerca, per un approfondimento, una analisi, non

Negli ultimi tre lustri dello scorso secolo, nella esasperazione del liberalismo economico, abbiamo visto prosperare lo sviluppo del clientelismo hanno visto un ulteriore cammino. Negli ultimi tre lustri dello scorso secolo, nella esasperazione del liberalismo economico, abbiamo visto prosperare lo sviluppo del clientelismo, dei rapporti di favori tra gerarchie e conoscenze, lo scoppio del bubbone della corruzione politica, quando all’inizio degli anni ’90 finalmente i rapporti di forza hanno permesso che certo malcostume potesse venire a galla e si potessero processare anche le più alte cariche del governo, cose che prima era impossibile ottenere e nemmeno denunciare senza subire le conseguenze, anche pesanti. Purtroppo nel prosieguo degli anni abbiamo dovuto assistere anche al fallimento della campagna “mani pulite”. Come devono essere i rapporti tra lo Stato e il cittadino perché questo marciume non prosegua sempre? Fra le Istituzioni pubbliche, le Amministrazioni e chi rappresenta le attività economiche? Come devono essere correttamente impostati? E’ chiaro che, se per ottenere una concessione, un permesso, una licenza, un appalto permane una

varsi di fronte al funzionario o uomo politico che fosse, che assumeva le vesti di dispensatore di risorse, di compiti, di posti di lavoro, di qualche beneficio, con in cambio una specie di riconoscenza, di fedeltà, anche elettorale. Se ci pensiamo un poco, con uno studio a ritroso, ci accorgiamo che sono antiche le origini di questo stato di rapporti tra i cittadini e il potere pubblico. La stessa parola “clientelismo” (formata dal sostantivo “clientela”

Corruzione, clientelismo e il papa diffusa, deleteria convinzione, purtroppo generalizzata, che occorra un “referente”, un “aggancio”, “un versamento”, ecc… allora questa diventa, anzi permane, una regola di comportamento, una consuetudine che orienta ed indirizza tutti i personaggi che sono coinvolti nella questione. Non ci possiamo meravigliare

che la nostra Repubblica, nata dal dopoguerra, sia infiltrata da un certo malcostume. Nell’anteguerra, sotto il fascismo era ancora peggio, ma nulla si sapeva, nulla veniva allo scoperto. Gli abusi, le corruttele, gli affari clientelari proliferavano senza ostacoli ma nessuno poteva diffondere alcunché di notizia.

Durante la Resistenza e dopo, i costruttore del nuovo Stato erano troppo impegnati su problemi ben più gravi e non trovò posto un processo di riforma serio della pubblica amministrazione con forte critica al problema del clientelismo. Nella società postbellica, che è uscita dalle rovine della guerra, la popolazione subalterna venne a tro-

e dal suffisso “ismo”) ci dà l’idea di una deleteria pratica, diffusa nella pubblica amministrazione, che consiste nella concessione di alcuni vantaggi a chi contraccambia in altro modo. E’ questa una pratica che ha origine antiche, si diceva. Da noi risale al tempo della Roma antica, quando il rapporto era tra un poten-

Mari, muri. Barriere mortali per migranti Michelangelo visto da Frisoni

di Giampaolo Petruccci

- Mari e muri. Infinite barriere mortali per i migranti è il titolo del dossier di 22 pagine – corredato di dati statistici e testimonianze dei protagonisti della narrazione – pubblicato da Caritas Italiana e distribuito gratuitamente sul sito www.caritas.it in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato che si è celebrata lo scorso 20 giugno. Il documento punta i riflettori sul contesto specifico dei flussi migratori che si generano nel Corno d’Africa e attraversano il piccolo Stato del Gibuti sulle coste del Mar Rosso, per salpare alla volta dello Yemen. Ma la poco nota e drammatica esperienza del Gibuti si pone, all’interno del dossier, come occasione emblematica per parlare dei confini e degli ostacoli naturali e umani – simbolicamente i mari e i muri appunto – che ogni giorno centinaia di migliaia di persone tentano di oltrepassare in giro per il mondo, spesso invano, fuggendo da guerre, persecuzioni, povertà e devastazioni ambientali. È così che il mare – il Mediterraneo tra africani e europei, il Mar Rosso tra africani e arabi, i mari del sud-est asiatico tra asiatici e australiani, il Mar dei Caraibi tra cubani e statuniten-

si –, più che connettere, separa popoli diversi, allo stesso modo dei muri imposti da élite politiche più interessate a difendere i confini per assecondare la “pancia” dei propri elettori che ad allargare i propri orizzonti: il muro spagnolo di Ceuta e Melilla, quello marocchino noto come “muro della vergogna”, quello tra Messico e Stati Uniti, quello israeliano in Palestina, quello tra Iran e Pakistan, ecc. «Migliaia di chilometri, circa 8mila, che hanno lo scopo di separare gli esseri umani gli uni dagli altri e di difendere i Paesi più ricchi, o “democrazie murate”, da scomode intrusioni», denuncia il dossier di Caritas Italiana. «Ai muri naturali e artificiali si aggiungono poi i muri metaforici che abitano le società dove i migranti giungono», si legge ancora: «L’indifferenza verso chi soffre, il pregiudizio verso lo straniero, il sentimento di chiusura e avversione contro profughi e rifugiati. Nuove bar-

riere che spesso le persone migranti trovano alla fine del loro viaggio, quando il peggio sembrava ormai alle spalle e la speranza di una nuova vita provava a germogliare». I mari e i muri, denuncia ancora la Caritas, sono anche la negazione della Dottrina sociale della Chiesa cattolica che ribadisce la piena libertà delle persone – tutte appartenenti alla stessa famiglia umana, prima ancora che ad una comunità nazionale – di circolare senza limitazioni, «poiché di fronte a Dio, tutti gli uomini sono uguali». Al di là dell’approfondimento sulla situazione specifica nel Corno d’Africa, che comunque costituisce il cuore della narrazione, il dossier fornisce dati molto interessanti. Mentre l’Europa litiga per (non) accogliere poche decine di migliaia di profughi, a livello globale il fenomeno «riguarda, ogni anno, decine di milioni di persone». Numeri che spesso raccontano

solo parte di un fenomeno ben più vasto, che coinvolge non solo le vittime di “migrazioni forzate” ma anche altri milioni di persone che emigrano per motivi economici, mossi dalla povertà «o dal legittimo desiderio di costruirsi un futuro migliore al di fuori del proprio Paese». A questi poi occorre aggiungere i cosiddetti “profughi ambientali”, vittime del riscaldamento globale e dalle catastrofi ambientali e che, si prevede, andranno crescendo sempre più a causa dei cambiamenti climatici. In ogni caso – per restituire la giusta proporzione al fenomeno, dopo le polemiche sorte in Italia e in Europa soprattutto in occasione delle ultime tornate elettorali – sebbene il fenomeno sia di portata eclatante e in continuo aumento, dei circa 59,5 milioni di profughi di tutto il mondo registrati nel 2014, “solo” 200mila sono quelli arrivati in Europa attraversando il Mediterraneo. Dato che rende ancora più eclatante il numero delle vittime accertate nel corso dello stesso anno: delle 5.017 persone naufragate nei mari di tutto il mondo, ben il 63% (3.279) ha perso la vita nel cimitero Mediterraneo. *Fonte Adista n.24/2015

te, che prendeva il nome di Patrono ed un subalterno che prendeva il nome di Cliente, dal che la parola clientelismo. Il rapporto era regolato da un patto innato nel quale il cliente stabiliva una sua dipendenza e fedeltà al Patrono il quale in cambio dispensava garanzie e protezione. E’ una pratica di rapporti che, in modi svariati e diversi, la si ritrova in molte parti del mondo, nel sud-est asiatico, nel medioriente, nell’America Latina, ecc… La storia della nostra Italia ci mostra come questa pratica, con il passare dei secoli, sia diventata più complessa e si sia modificata ed ampliata in tanti gangli della società. Quel patrono di allora era diventato il notabile del paese, della città, con un notevole aumento di potere e di importanza, mentre quel

Papa Bergoglio appare come una novità così grande, nelle parole che sa dispensare fin dai primi tempi della sua elezione che, sotto l’aspetto dei rapporti sociali e morali, possono aiutare a provocare una sterzata che la classe politica e imprenditoriale ha il compito di attuare cliente diveniva l’insieme dei meno importanti, ad esempio dei contadini o dei proletari o di altri delle classi medie che avevano comunque bisogno di protezione per esercitare. Ci sono stati autori che, nella indagine della Sicilia dopo il 1861, hanno indicato, in questo tipo di rapporti, le origini della mafia. Infatti tali rapporti erano sovente implicitamente regolati da una innata devozione dal subalterno al notabile, che non conosceva limiti né scrupoli. In questa pratica di particolare clientelismo, la Chiesa cattolica di quel tempo ha avuto un forte legame. Infatti ha dispensato una cultura di sottomissione alle alte gerarchie, di rassegnazione anche, con assunzione di aspetti mediatori sia materiali che spirituali, basta osservare le invocazioni propiziatrici ai Santi, alla Vergine, ecc… Vi è infatti il vecchio detto di chi, non trovando un impiego, un lavoro, un permesso, ecc… si esprime rassegnato “io non ho Santi in Paradiso”. Ora, l’elezione di Papa Bergoglio al maggior soglio della Chiesa Cattolica appare come una novità così grande, nelle parole che sa dispensare fin dai primi tempi della sua elezione che, sotto l’aspetto dei rapporti sociali e morali, possono aiutare a provocare una sterzata che la classe politica e imprenditoriale ha il compito di attuare per risanare il volto di questa nostra Italia senza che sia sempre e soltanto necessario l’intervento della magistratura.


aziende informano - La scuola dell’infanzia P a p a Giovanni XXXIII è un gioiello progettuale ed esecutivo. E' stata inaugurata lo scorso 6 Giugno alla presenza del presidente della Provincia di Rimini Andrea Gnassi, dell’Europarlamentare Damiano Zoffoli, dell’onorevole Tiziano Arlotti, dell’assessore regionale al Bilancio E m m a Petitti, del sindaco Piero Cecchini, dei progettisti (studio Vico), delle maestranze e dei fornitori. Riportiamo le idee dello Studio Vico di Cattolica che stanno dietro la progettazione.

Progettata e realizzata per la ricerca del benessere - Ci rendiamo conto, da grandi, che ciò che più ci condiziona nella vita dipende dall’educazione che riceviamo; impariamo non solo attraverso quello che ci viene spiegato con le parole, ma soprattutto impariamo dall’esempio: sia esso un modo di stare con le persone, sia modo di stare negli spazi.

Per questo volevamo che questo intervento parlasse chiaro e palesasse alcuni concetti per noi fondamentali: RECUPERO-RISPARMIO(la ricerca del)BENESSERE Recupero Perché avevamo a disposizione una struttura decisamente interessante ed af-

fascinante da un punto di vista progettuale, che faceva parte del nostro patrimonio edilizio, ma anche di quello affettivo. Quello che ci sembrava più giusto era di riportarlo ad essere funzionale introducendo una serie di sistemi tesi a far ritrovare all’edificio un livello qualitativo adeguato al nuovo peri-

odo di esercizio. Risparmio Perché perseguendo questo biettivo sono stati messi in atto una serie di interventi per innalzare al massimo i livelli prestazionali della scuola in materia energetica e di sostenibilità ambientale, perchè in futuro per i nostri figli sia naturale vivere in edifici che produco-

Comfort interno: termico, acustico, visivo no l’energia che consumano e che questa energia non la sprecano. Risparmio Perchè i materiali utilizzati sono per la maggior parte provenienti da situazioni certificate, tutti in qualche modo riciclati, o riciclabili in futuro o comunque smaltibili con impatto ambientale ridotto.

Benessere Perché tutte le scelte sono state rivolte ad ottenere un alto livello di comfort interno (termico, acustico, visivo). Gli spazi sono ampi, l’aria continuamente ripulita da un sistema di ricircolo e ventilazione meccanizzato (con recupero di calore), i materiali degli interni e de-


L'inaugurazione della scuola L'ingresso Un interno

Ideata dallo studio Vico di Cattolica. “Illustrazioni e colori” interni del prestigioso artista Vincenzo Cecchini. Realizzata dallo ditta Bonaventura De Maio, specializzata in restauri gli arredi sono realizzati secondo le più restrittive normative, l’illuminazione integra la luce naturale del sole con un’illuminazione artificiale diffusa e con livelli di luminanza controllata.. Al benessere attengono anche tutti gli interventi messi in atto per l’eliminazione delle barriere archi-

tettoniche. Sezioni Le sezioni che abbiamo ricavato dalla struttura originale, senza snaturarla troppo sono quattro: - diversificate dall’uso di prodotti e soprattutto da colori differenti, questo per sottolineare il concetto stesso di sezione e aiutare i bambini a far loro il senso di

appartenenza al gruppo; - la scelta dei colori stessi non è casuale e si riflette anche all’esterno: sono tutti colori tenui a parte la zona dell’ingresso, per non costituire uno stimolo eccessivo per i bambini che passeranno diverse ore all’interno degli ambienti. Montagna La prima sezione è quella che abbiamo chiamato

MONTAGNA: le tonalità sono quelle dell’azzurro e delle rocce, con una forte predominante bianca. Il bianco rappresenta una soglia di passaggio verso qualcosa di nuovo ; esprime speranza per il futuro, fiducia nel prossimo e nel mondo in genere. Savana La seconda sezione per noi è la SAVANA: la gam-

ma è quella dei colori caldi, giallo-arancione il pavimento stesso è più caldo. Sono colori che suscitano una sensazione d’espansione e stimolano la concentrazione e l’azione, corrispondono ad una condizione di libertà e autosviluppo. Foresta A seguire abbiamo la FORESTA in cui domina il verde: il colore della natura e della vita stessa. Significa forza, perseveranza, equilibrio e stabilità; il colore della speranza, di chi vuole crescere, affermarsi e realizzarsi. Oceano Per ultima: l’ OCEANO per la quale abbiamo scelto il blu: colore dell’armonia, dell’intelligenza e della lealtà verso se stessi e verso gli altri. I temi delle sezioni sono raccontati anche attraverso i disegni che Vincenzo Cecchini ha realizzato prestandosi a giocare un po’ con noi per rendere unico l’atrio e l’ingresso, con un intervento che sicuramente esce dai rigidi schemi mentali di noi adulti per parlare un linguaggio più vicino a quello dei nostri figli.

PROFILI

Studio Vico, firmato alcuni dei lavori più importanti della provincia

Franco Vico con la figlia Silvia

- Lo studio Vico di Cattolica ha firmato l'“innovativa” scuola materna di Cattolica. Nel suo palmarés alcuni dei più importanti edifici della provincia di Rimini. Lo scorso anno, ad esempio, lo Studio Vico, ha coordinato i lavori per il restauro della chiesa di San Michele a Mondaino. Di Vico la chiesa di San Benedetto a Cattolica, la Benetton a Cattolica, il Centro sociale Del Bianco a Misano, il restauro della chiesa di San Paolo a Montefiore.



Aziende informano Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

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Oltre 300 persone nell'elegante cortile di Palazzo Gradari. Emozionanti interventi dei bagnini

Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511

La BCC di Gradara regala “Tipi da spiaggia” a Pesaro Il cortile gremito

COMUNITA' - La Banca di Credito Cooperativo di Gradara regala “Tipi da spiaggia” a Pesaro. La storia dei bagnini per raccontare anche la storia e lo sviluppo di un territorio sotto il profilo urbanistico, culturale ed economico. L'istituto di credito, in collaborazione con l’Associazione Bagnini di Pesaro, ha presentato il volume “Tipi da spiaggia. Bagni, bagnini e bagnanti nella Pesaro del ‘900”, a cura di Cristina Ortolani. Oltre 300 persone hanno partecipato con entusiasmo e curiosità alla presentazione che

si è tenuta nella splendida cornice del cortile di Palazzo Gradari, alla presenza del Sindaco di Pesaro Matteo Ricci, dell’Assessore alla vivacità Enzo Belloni, del presidente della BCC di Gradara Fausto Caldari, della presidente dell’Associazione bagnini Sabina Cardinali e della curatrice del progetto editoriale Cristina Ortolani. Dopo i vari interventi di rito Cristina Ortolani si è addentrata sulle dinamiche e sui contenuti del volume e davvero simpatici ed emozionanti sono stati gli interventi di alcuni tra i bagnini più

veterani come Tina, Oreste, Enrico, ecc… ognuino dei quali ha ricordato qualche aneddoto e curiosità di altri tempi. “Nei miei primi cinquanta anni di vita la stagione balneare è cambiata tanto: dalle sabbiature al Wi-fi in spiaggia – spiega il presidente dell’associazione Bagnini di Pesaro Sabina Cardinali -. Lo spirito del “bagnino” (oggi imprenditore balneare) è lo stesso. Disponibilità per i bagnanti, amore per le spiagge ‘religiosamente curate’ e grande

rispetto per il mare, foriero della vita. La pubblicazione di questo libro è una piccola tappa di quei ricordi, ma vuole anche essere una proiezione nel futuro della nostra città balneare. Ringrazio per il sostegno e la collaborazione lo sponsor, l’amministrazione comunale di Pesaro e quanti si sono adoperati per la buona riuscita del lavoro”. La BCC di Gradara conferma il suo impegno costante a favore del territorio in cui opera. “Questa iniziativa vuole essere

BCCG - SOCI

Dallo scorso giugno al 31 agosto

Filiali aperte il sabato mattina

Filiale Cattolica Mare

- “Un giorno in più per esserti vicino! Sabato in banca”. E' un modo per soddisfare le esigenze delle aziende stagionali e non solo. Le filiali della Banca di Credito Cooperativo di Gradara aperte il sabato sono sei: Rimini (viale Regina Elena 83), Riccione (viale Dante 149), Cattolica (quelle di piazza Galluzzi e via Carducci 2), Gabicce Mare (viale della Vittoria 18) e Pesaro (Via Cecchi 36). Gli sportelli sono aperti dalle 9,15 alle 12,45. Partito in giugno, il servizio termina il 31 agosto.

un omaggio alla comunità pesarese perché tutti possano ricordare e ripercorrere lo sviluppo e la storia di questa città dagli inizi del ‘900 – commenta il presidente della BCC di Gradara Fausto Caldari -. Per i più grandi, un’occasione per rivivere quei momenti, per le nuove generazioni, un motivo per non disperdere il passato e poterlo tramandare nel tempo. Come presidente della Banca di Credito Cooperativo di Gradara, sono profondamente convinto che, questo narrare e recuperare le memorie del passato, possa costituire una spinta, un nuovo impulso cultu-

rale ed imprenditoriale a favore del tessuto economico della città di Pesaro”. “E' particolarmente interessante, ora che si è finalmente riconosciuto il ruolo chiave di turismo e cultura nell’economia italiana, ripercorrere la nascita e lo sviluppo della vocazione turistica della nostra citta - spiega l’autrice del libro Cristina Ortolani -. Riflettere a Pesaro su ‘bagni, bagnini e bagnanti’ significa levare lo sguardo dagli usi e costumi del litorale verso l’idea della città-giardino e verso gli hotel cresciuti negli anni del boom”.


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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA COSTUME

Gabicce Mare precursore della Notte Rosa...

Cantiere fermo da anni. L'acqua filtra Così si presenta il cantiere Beghelli

- A Gabicce Mare la “Notte rosa della Riviera” è l’occasione per rivendicare l’intuizione del successo del Rosa già nel lontano 1984. Per 9 edizioni il “Rosa a Gabicce” è stato l’unico appuntamento nel panorama nazionale dei festival dedicato al Rosa, inteso come costume, spettacolo, editoria, cultura. Tre giorni da mattina a notte fonda di mostre, rassegne cinematografiche, passerelle, salotti letterari, convegni per indagare l’evoluzione dell’immaginario femminile anche all’insegna dell’ironia e della trasgressione. Per rievocare il successo di quella declinazione rosa che ha

saputo coniugare cultura e spettacolo, il comitato commercianti La conchiglia d’oro ha inaugurato il 3 luglio, proprio in occasione della “Notte rosa della riviera” la mostra fotografica diffusa “Amarcord Rosa a Gabicce”. In ogni attività commerciale a marchio Conchiglia d’oro sarà esposta per tutto luglio un’immagine significativa degli appuntamenti che nelle varie edizioni del festival hanno determinato la popolarità del “Rosa a Gabicce”. Si è creato un percorso fisico nelle vie del centro marino; con

Storia e segreti di una tazza di tè

la formula della mostra diffusa si vuole immaginare anche un percorso ideale a sottolineare l’identità di una Gabicce Mare che nell’ambito in un evento quale la “Notte rosa della riviera” sa ritrovare una sua specificità. “Questa iniziativa del comitato commercianti La conchiglia d’oro – dice il presidente Maura Pratelli – non vuole essere solo una rievocazione dei bei tempi andati, ma soprattutto un auspicio a riprendere l’organizzazione di un evento che ancora oggi può identificare perfettamente l’immagine turistica della nostra cittadina”.

Gabicce Monte, la ferita di Beghelli - L'edificio Beghelli (dell'omonima azienda bolognese) è una ferita nella terra viva di Gabicce Monte. Gronda indignazione. Quello che doveva essere un investimento per impreziosire il luogo dove un tempo c'era il dancing Mare Chiaro si è rivelato un bluff. Si tira su una gigantesca gru che deturpa il paesaggio della riviera e tut-

IL PUNTO to parte forte alcuni anni fa. Si scappuccia parte del declivio. Si iniziano a tirare su poderosi contrafforti di cemento armato che devono dare sostegno alla struttura. Poi, improvvisamente il cantiere si ferma e l'intera area è in un pietoso stato di abbandono. La gru che vetriolava

il paesaggio viene smontata pochi mesi fa; dopo anni. Ma lì, il monte affettato, arreca danno al paesaggio ed a tutte le attività economiche circostanti. Il pianoro raccoglie l'acqua che secondo le regole di madre natura mina la stabilità di Gabicce Monte. Chi scrive ha contattato Pietro Beghelli; non sono giunte informazioni


GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA

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Parte nel 2004 con un Project financing. Previsti 800 posti. Il Comune nel Amarcord 2005 cambia il progetto. Lì ci va il palazzo comunale. Iniziano i guai

Gabicce

di

Parcheggio via XXV Aprile, il M5S fa esposto alla Corte dei conti Dorigo Vanzolini

- Il Movimento 5 Stelle di Gabicce Mare ha fatto un esposto alla Corte dei conti sul “disastroso” parcheggio di vi XXV Aprile. Raccontano i consiglieri comunali Sabrina Paola Banzato e Monica Melchiorri: “Dieci anni di storia ma nessun parcheggio, tanti soldi pubblici spesi e un’immensa opera in ammaloramento. E l’amministrazione del Comune di Gabicce ancora non si muove! Nel 2004 l’amministrazione comunale di Gabicce Mare promuoveva un bando di gara per la realizzazione in Project financing (finanza di progetto) di un parcheggio in Via XXV Aprile a Gabicce Mare su di un’area di proprietà comunale di circa 12.600 mq. In sostanza senza uscite economiche il Comune poteva in breve disporre di un parcheggio di circa 800 posti nelle vicinanze del mare. La gara veniva vinta dalla concessionaria Edilsiderurgica Matese srl (2005) per un importo dei lavori pari a • 4.725.759,00 (oltre IVA di legge). Ma prima di iniziare i lavori con il cambio di amministrazione il nuovo sindaco Curti decide di modificare il progetto e di costruire su questa superficie il nuovo Comune. La ditta vincitrice accetta ma chiede in cambio la copertura di questi co-

Il parcheggio in costruzione

Le ipoteche del Comune per 9 milioni di euro. Nel 2010 la revoca della concessione IL PUNTO

sti, ovvero • 813.000,00 circa per modificare le strutture del parcheggio in modo tale da poter sostenere una sopraelevazione. Nei 3 anni successivi a garanzia del finanziamento bancario ottenuto dalla concessionaria per realizzare le opere, il Comune prestava all’istituto finanziatore due ipoteche per un totale di 9.300.000 euro e anticipava 800.000 euro mediante cessione di credito in quanto la Ditta si trovava in difficoltà nell’affrontare la spesa prevista per la costruzione dell’opera. Nel 2010 tuttavia i parcheggi ancora non sono realizzati e da quel momento il Comune avvia finalmente azioni di controllo che

Amarcord Gabicce

avrebbe dovuto evidentemente completare molto prima, si legge così in appositi atti che l’opera non risultava ancora ultimata né in fase di ultimazione e addirittura che parte dell’opera è in ammaloramento. Ma c’è di più venivano eseguiti pagamenti per • 5.224.509,28 pari all’80% del totale dell’investimento (• 6.526.567,84) e pari a quasi il 100% del valore delle opere (• 5.382.286,41), nonostante il presunto valore delle opere realizzate (• 3.855.369,35) fosse pari a solo il 72,3%.

In sostanza mentre la Banca erogava le rate autorizzate peraltro dalle verifiche di una Commissione di vigilanza comunale, la ditta incassava e pagava i suoi debiti ma non riusciva comunque ad andare avanti. Solo a fine 2010 finalmente il Comune decide di revocare la concessione e qualche giorno dopo la Ditta fallisce. I quesiti sarebbero tanti e per esesempio: come mai trattandosi di un Project Financing, ovvero di un progetto a costo zero per il Comune (il concessionario costru-

isce a sue spese e ha diritto all’area e agli introiti dei parcheggi costruiti per 50 anni), sono stati pagati questi soldi e fatte queste ipoteche? E poi non una ma due ipoteche, sapendo ormai da tempo la condizione della Ditta poi fallita. E ancora: come mai si è revocata la concessione solo alla richiesta di incasso dell’ultima rata e non prima lasciando che la ditta incassasse fino a 5,2 milioni di euro, in pratica quasi il costo completo del lavoro quando è sotto gli occhi di tutti che l’opera non c’è e certo non valeva neanche allora i milioni pagati. Un dato su tutti: la revoca della concessione risale a un atto di settembre 2010 e solo pochi giorni dopo la ditta dichiara fallimento con atto del tribunale 6/10/ 2010. Si sapeva tutto da tempo?. E non parliamo delle tante varianti al progetto iniziale, a partire dalla prima per aggiungere un Comune sopra i parcheggi non previsto nel contratto di concessione, peraltro affidato alla stessa ditta senza gara; nonché le successive che hanno costantemente cambiato il progetto del Comune aggiungendo residenze, uffici,

ecc., fino all’ultima variante in cui sono state aggiunte ulteriori modifiche in questa direzione. Ad oggi a seguito dell’interrogazione presentata a dicembre 2014 dal M5S il Comune ha risposto senza rilevare nessun dettaglio specifico a chiarimento della attuale situazione nemmeno in merito al debito residuo del mutuo gravante sull’immobile che, solo a voce, sappiamo ad oggi essere superiore ai 4,5 milioni di euro. Ovviamente un debito che graverà sulle tasche dei gabiccesi già fortemente colpiti dall’attuale tassazione in un paese che ha già circa 12 milioni di indebitamento. E alla fine pagheremo di nuovo per aver addirittura perso totalmente il bene? Nessuna proposta di risoluzione è ancora stata concretamente elaborata dall’amministrazione tanto che ad oggi non riescono ancora a produrre una relazione di stima dello stato attuale del bene, dai consiglieri del M5S più volte richiesta. Nessuna concreta presa di posizione riguardo alle eventuali responsabilità e alle modalità di perseguimento dei responsabili. E ora l’esposto presentato alla Corte dei Conti dal M5S speriamo faccia almeno chiarezza individuando l’eventuale danno erariale e avviando azioni volte a verificare le responsabilità concrete”.

di Dorigo Vanzolini EVENTI CULTURALI

Tutti i martedì sera. Piazza Valbruna Gabicce Monte

Il Parco in mostra La locandina dell'Associazione DimorArte. L'opera raffigurata è di A u g u s t o Gennari, artista scomparso da pochi anni

Gabicce Mare, 1950 Da sinistra: Enrico Biondi, Giancarlo Girolomoni (Vittorio), Franco Palazzi “Palèn”. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

- Titolo: “Il Parco in mostra”. Finalità: un ciclo di incontri dedicato alla scoperta delle bellezze del Parco San Bartolo. Periodo e luogo: tutti i martedì sera di luglio e agosto alle ore 21 nella pittoresca Piazza Valbruna di Gabicce Monte. Temi: arte, storia, poesia, musica e natura.

Organizza: l'Associazione no profit DimoraEventi da poco costituita (il 20 giugno) “per promuovere attività finalizzate alla ricerca sociale, culturale, etica e spirituale”. Per informazioni telefonare al presidente Remo Gennari: 333-8015953.


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SAN GIOVANNI

Il candidato a sindaco del M5S lascia il consiglio comunale ma resta nel movimento

Graziano Gambuti: “Me ne vado con onore”

NATURA

di Graziano Gambuti*

La briglia

Pista Conca: natura, bellezza e umanità Continua dalla prima da Misano all'altezza a quello che fu il frantoio Asmara (Pianventena), si scende fino ad incontrare il campo da golf. Si fa una puntata a San Giovanni per un cappuccino con pasta. Si scende verso il mare di Cattolica; si fa ritorno sul Conca ma lato nord. Con ordine. Si entra nella ciclabile da Misano, poco dopo il tiro al piattello. Un gruppo di ciclisti attorno alla sbarra aperta chiosa sugli amanti della natura in gippone. Ci si lascia con un vitale saluto. Il guado dell'Asmara è dif-

ficile causa la portata dell'acqua ancora alta. Uno si offre per vedere se in bicicletta, senza immergere i piedi nell'acqua, si passa. Giunto a tre quarti, le due ruote affondano nel profondo strato di ghiaino. Le scarpe e non solo si bagnano. Dissuasi proseguono verso Morciano. La ciclabile è un caleidoscopio di natura energica e dirompente: muri di rovi con i fiori lilla preludio delle more, vigneti, pioppi, ortiche, salici, prugni selvatici, aceri negundi (i cosiddetti oppi), fichi. Miriadi di essenze delle quali si ignora il nome; che tristezza. In mezzo scorrono le sagge acque del Conca...

- Il sottoscritto Gambuti Graziano Consigliere Comunale e Capogruppo del Movimento 5 Stelle, appresa e vista la sfiducia manifestata da parte di diversi attivisti nei confronti della condotta e della linea politica che è stata anche da me intrapresa come consigliere d’opposizione; Rilevato altresì che l’attività sin d’ora svolta dai Consiglieri dell’opposizione in Consiglio Comunale può essere da alcuni giudicata inutile, pigra ed infruttuosa, per non dire deleteria, perché non corrispondente ad un’opposizione e ad un’attività politica com’è voluta ed intesa dal Movimento stesso e dai suoi Attivisti; Preso atto del distacco e della frattura che si è venuta a creare fra la parte più concreta e attiva degli Attivisti del Movimento 5 Stelle di San Giovanni in Marignano con i Consiglieri Comu-

La mia condotta e la mia interpretazione degli ideali non sono condivisi e non corrispondono a quelle degli attivisti COMUNITA'

nali, per come questi ultimi svolgono la loro attività politica, o per lo meno come l’attività politica viene svolta da parte di alcuni di essi; Dato atto che la mia condotta politica e che la mia interpretazione degli ideali del Movimento, nonostante fossero state rese note a tutti fin dalla mia candidatura, non sono condivise e non corrispondono a quelle della maggior parte degli Attivisti che hanno ruoli e capacità più concrete, attive e determinati, e che anche il mio comportamen-

Graziano Gambuti

to li ha distaccati dall’ufficialità del Movimento, impedendogli di dare, così come hanno fatto in campagna elettorale, il loro consistente e tangibile apporto per la vita amministrativa e politica

del nostro Comune; Ritenuto opportuno di non dover altresì sfiduciare l’operato e l’azione politica di quegli Attivisti che con il loro impegno e la loro abnegazione hanno portato un notevole contributo per il risultato elettorale del Movimento 5 Stelle a San Giovanni in Marignano, nonché per il rispetto delle aspettative di chi nel nostro Comune ha votato Movimento 5 Stelle; Valutata e ponderata l’opportunità di dover presentare le proprie dimissioni al fine di consentire un rimpasto che permetta di avere consiglieri comunali più preparati, più dinamici e più rispettosi di quanto voluto dagli attivisti e dal Movimento nell’intraprendere le dovute e puntuali azioni politiche; Con la presente il sottoscritto rassegna le proprie dimissioni da Consigliere Comunale. *Candidato a sindaco M5S


SAN GIOVANNI

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Graziano Gambuti, candidato a sindaco del M5S, racconta le dimissioni dal consiglio comunale TRADIZIONE

Banda municipale, concerto del bicentenario - La Banda municipale di San Giovanni festeggia i 200 anni con un concerto da non perdere. E' in programma l'11 luglio, ore 21, in piazza Silvagni. Presenta un programma vario ed attraente: E. Morricone Playng Love , G. Caccini – Ave Maria (soprano solista Caterina Tonini), G. Bizet – Habanera (soprano solista Caterina Tonini), D. Furlano – Marygold (Sax solista Stefano Pecci), L. Denza – Funiculì Funiculà (soprano solista Caterina Tonini), Santana (fantasia di brani di Santana arrangiati da G. Gazzoni), Visit to George Gershwin (fantasia di brani di Gershwin arrangiati da V. Kabec), Piazzolla – Oblivion (Sax solista Stefano Pecci), L. Bernstain – West

- Il 13 giugno scorso si è tenuto il convegno: “Vino è salute” presso la Tenuta del Monsignore dei F.lli Bacchini – S. Giovanni in Marignano. Il Convegno, organizzato dall’Ordine dei Farmacisti della provincia di Pesaro-Urbino – Provider nazionale per corsi EMC del ministero della Salute, era aperto a medici, farmacisti e infermieri interessati ai crediti formativi e soprattutto ai temi delle relazioni, che erano: “La nutraceutica in medicina”, a cura di Giuseppe Curina, agronomo; “Il vino e le sostanze ad attività antiossidante”, di Luigi Milella, docente di farmacologia (Università della Basilicata; “Effetti benefici del vino sulla salute. Ricerca dei falsi miti”, sempre a cura del Prof. Milella; “Il vino nella storia e nella leggenda. – Escursus nel passato alla ricerca delle origini dei Bacchini”, a cura del Prof. Sandro Bacchini. Il convegno, presentato dal Dott. Romeo Salvi, che ha riassunto anche le iniziative svolte dall’ordine dal 2002 a oggi, era dedicato alla memoria di Francesco Bacchini.

Side Story, V. Bellini – Beatrice di Tenda (overture), A. Ketelbey – In un mercato persiano (con la partecipazione del Chorus Marignanensis), L. Van Beethoven – Inno alla gioia (con la partecipazione del Chorus Marignanensis), A. Vivaldi – Gloria (con la partecipazione del Chorus Marignanensis), J. Stauss – Marcia Persiana La storia E’ una delle bande più antiche dell’Emilia Romagna. I primi documenti che testimoniano la presenza della banda a San Giovani in Marignano risalgono al 1815 (data che a tutt’oggi ne segna la nascita), ma probabilmente nacque ben prima a cavallo tra il 1700 e il 1800. Nel 1814 ci fu un incen-

dio che distrusse l’intero archivio storico, cancellando anche preziose informazioni sulla eventuale presenza di una formazione bandistica. Attualmente è composta da circa 35 elementi dai 12 agli 77 anni di età ed ha sempre ricoperto il proprio ruolo istituzionale partecipando costantemente alle manifestazioni ufficiali della comunità a cui appartiene. Dal 1988, è diretta in maniera sapiente ed autorevole dal maestro Giovannino Naselli, con cui, pur continuando ad essere presente in feste paesane e manifestazioni ufficiali è protagonista di concerti e raduni bandistici. Il repertorio comprende brani classici, popolari e moderni.

La banda di San Giovanni. A sinistra: il direttore Giovannino Naselli

‘Vino e salute’ e la storia dei Bacchini Alessandro Bacchini

SPORT & LEGALITA' di Wilma Galluzzi Dopo l’illustrazione delle varie relazioni, gli ospiti hanno potuto deliziarsi con un breve concerto, offerto dall’azienda Augusto Gabellini, concessionaria dei marchi Volkswagen – Audi – Porsche di Pesaro. Il pubblico ha apprezzato molto i brani lirici cantati da Daniela Bertozzi, mezzosoprano, accompagnata al pianoforte dal Maestro Fabrizio Di Muro. Davvero avvincente il racconto che il Prof. Bacchini ha fatto sulla storia della Tenuta del Monsignore della famiglia Bacchini. Una storia che si perde nella notte dei tempi, tra leggende e miti spesso fondativi di popoli lontani. La tesi di fondo che sottostà al racconto è che la storia dei Bacchini s’identifichi con la storia del vino, dal 1000 a.C. al 1100

d.C. prima e dal 1100 al 2015, poi. Secondo un’antica leggenda Bacchia, figlia di Bacco, diede origine ai Bacchìadi, stirpe reale di re produttori di vino che governarono la Lidia (Turchia), poi Corinto e anche Siracusa fino a stabilirsi in Etruria, patria di eccellenza del vino. Questa è una delle tesi secondo cui i Bacchìadi ebbero ruolo importante nella formazione degli Etruschi in Italia provenienti dalla Lidia. E

Bacchìadi erano i due Tarquini, 5° e 7° re di Roma. Nel 1100 tracce dei Bacchini sono a Firenze con incarichi consolari. A fine ‘300 Angelo e Piero Bacchini hanno ruoli d governo nella signoria. In questo periodo emerge anche la figura del Beato Giovanni Bacchini Dominici, acceso predicatore domenicano che parteciperà anche al concilio di Costanza (1414) e di Basilea (1417) indetti contro lo scisma di occidente che aveva espresso tre papi

contemporaneamente. Nel 1384 i Bacchini fuggono da Firenze per la peste e tornano alla terra. In Romagna, a coltivare la vite. Tracce di questa presenza sono a S. Clemente dove una frazione mantiene ancora la denominazione di Ca’ Bacchino. Dall’inizio del ‘600 i Bacchini risiedono a S. Giovanni in Marignano. Del periodo più recente, le persone di rilievo che hanno dato una svolta all’azienda vitivinicola Bacchini sono tre: Monsignor Francesco Bacchini,(1834-1908), vescovo di Terni-Narni, docente di filosofia, vicario generale di Rimini per 20 anni, nonché vescovo di Tripoli dal 1905. Monsignor Bacchini stabilì la sua residenza estiva su quell’ altura panoramica di S. Giovanni, circondata da vigneti. Così nacque la tenuta. Negli anni ’50 un altro Francesco (1908-1979), padre di

Sandro e di Leo, diede una svolta all’ azienda e fondò il marchio Tenuta del Monsignore. Fu il primo della famiglia a studiare agraria per dare una base anche scientifica a quell’attività secolare. Introdusse la figura dell’enologo e ampliò l azienda con nuovi vigneti. La scienza entrò in cantina per spiegare i processi di fermentazione nella produzione del vino. In tempi vicinissimi fu il giovane Francesco Bacchini (10732003), figlio di Sandro, a scrivere una pagina indelebile nella viticoltura dove introdusse il concetto di robotica. Il suo progetto “Potatura a secco del vigneto tramite robot” certificato nel 1999 dall’ università di Verona e presentato nel 2000 a Tokio in un convegno mondiale, trattava delle automazione in agricoltura. E solo grazie a questo studio, l automazione si trasformò in robotica. Attualmente l’azienda della tenuta del Monsignore è condotta dai fratelli Sandro e Leo Bacchini e da Nicoletta, figlia di Sandro e sorella di Francesco.

- Tra i 600 e i 700 euro netti. Questo è l'emolumento di Daniele Morelli, sindaco di San Giovanni. Pubblichiamo sopra il cedolino di gennaio per chiarire da una parte (troppe le voci sulla “paga” ), dall'altra informare i marignanesi.



“Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi, è come se fermasse l'orologio per risparmiare tempo”

Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Ferro da stiro, pneumotorace, Scala Mercalli stilografica, indaco, disco forato

Henry Ford

il via al grande sviluppo dell’industria dei coloranti tedesca (lo stesso Caro era direttore tecnico della Basf, la principale industria del settore) che avrà un grande peso economico e anche politico nella Germania dei primi de cenni del ‘900. La di autore ignoto, vieneSiattribuita Piero della Francesca, La Città Città ideale ideale (particolare), (particolare) attribuita al Laurana. trova ad aUrbino, Palazzo Ducale Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Leon Batista Alberti... Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale

Le scoperte che hanno fatto ‘crescere’ l'uomo 1882. Ferro da stiro Lo sviluppo delle applicazioni elettriche portano al grande sviluppo de gli elettrodomestici. Il primo della serie è il ferro da stiro elettrico, brevettato dall’inventore americano Henry William Weely 1882. Pneumotorace Il medico italiano Carlo forlanini (1847-1918) pubblica sulla «Gazzetta degli ospedali e delle cliniche» un lavoro in cui si annuncia una nuova cura contro la tu bercolosi e le altre malattie polmonari basata sull’insufflamento di azoto nella cavità pleurica (tra polmone e parete toracica). Il polmone interessato si affloscia e viene messo a riposo in modo che la caverna causata dalla Tbc possa cicatrizzarsi. Nasce così lo pneu motorace. 1883. Scala Mercalli In seguito al terremoto di Casamicciola (Ischia) di quest’an no, il sismologo milanese Giuseppe Mercalli (18501914) propone la sua scala sismica, basata sugli effetti provocati dai terremoti (da cui si può dedurre indirettamente e approssimativamente l’intensità) e adottata ancora oggi. Originariamente la scala Mercalli aveva 10 gradi, dopo il terremoto di Messina (1908) ne sarà aggiunto un undicesimo; oggi ne ha dodici. Alla scala Mercalli sarà affiancata nel 1935 quella, più rigorosa, di Richter.

1883. Stilografica Il rappresentante di commercio americano Lewuis Edson Waterman (1837-1901) brevetta la prima penna stilografica con serbatoio, che funziona aspirando l’inchiostro per depressione, come in molti casi avviene ancora oggi. E la fine della penna d’oca e del calamaio.

1883. L'indaco Il chimico tedesco Adolf Baeyer in una lettera al collega Heinrich Caro (1834-1910) annuncia di aver decifrato la struttura del l’indaco e di averlo sintetizzato in laboratorio. La scoperta è d'estrema importanza. L’indaco, insieme ad altri pigmenti sintetizzati da Caro, darà

1884. Disco forato Il fisico russo emigrato in Germania Paul Nipkow brevetta un disco forato a spirale e dotato di lenti in ogni foro, che ruota a grande velocità, trasformando l’immagine di un oggetto che gli sta di fronte in una serie di impulsi luminosi che colpiscono una batteria di fotocellule, dalle quali sono trasformate in impulsi elettrici. Questi possono essere trasmessi via cavo e successivamente ricostituiti in immagine con un altro disco dotato di lenti e un tubo al neon. È il principio della televisione elettromeccanica, che sarà sviluppato nel 1926 da Baird e resterà immutato fino all’avvento della televisione elettronica.



BANCAPOPOLARE VALCONCA AZIENDE INFORMANO Giornalistastorico a San Marino per la Rai. Amava Morciano come pochi. Il lavoro della sua vita Da sinistra: Luigi Sartoni (direttore generale Banca Popolare Valconca) e Massimo Lazzarini (il prsidente)

PER I GIOVANI

“Conoscere il proprio paese non significa soltanto vivere in esso al presente, ma chiedersi dove questa vita comincia, come è arrivata fino a noi e dove è diretta”. La frase finale scritta da Egidio Belisardi a conclusione di questo libro fa venire in mente una vecchia canzone di Francesco Guccini che si intitola Radici nella quale il cantautore si rivolge alla sua antica casa di famiglia per riscoprire se stesso: “Ed io l’ultimo, ti chiedo se conosci in me/qualche segno, qualche traccia di ogni vita/o se solamente io ricerco in te/risposta ad ogni cosa non capita”. Ognuno di noi è sempre alla ricerca del significato di sé, ognuno ha domande che interrogano il passato ed il presente. Il volume di Egidio Belisardi è una ricerca delle proprie radici e nel contempo una dichiarazione di amore a Morciano. Ma chi è il nostro autore? Un morcianese, trapiantato da ragazzo a San Marino, che ha vissuto tutta la vita nella nostalgia del paese della sua infanzia e giovinezza. Il suo sogno nel cassetto è stato questo volume che ha “limato” fino all’ultimo momento della sua vita che si è conclusa nel 1982. Un libro dedicato alla sua amata Morciano. La Morciano di una volta. Un paese intraprendente pieno di personaggi curiosi ed insoliti degni di un film di Fellini. C’era il dottore che parlava in versi, il calzolaio che grazie al vino si trasformava in cantante lirico, il graffiante polemista, l’ubriacone che recitava a memoria brani della Divina Commedia. I personaggi emergono nel libro con tale vivacità che

Morciano, la storia raccontata dalla passione di Egidio Belisardi LA STORIA

La copertina del libro

“Conoscere il proprio paese non significa soltanto vivere in esso al presente, ma chiedersi dove questa vita comincia, come è arrivata fino a noi e dove è diretta” sembra di leggere alcune pagine di Guareschi. Eppure i morcianesi, nei primi anni del ‘900, in questo piccolo paese trovarono la forza di aprire un Ospedale, fondare una Banca, costruire un grande Pastificio, portare al successo una

importante Tipografia, inventarsi l’Ape del Conca. Anche tutto questo è raccontato nel libro. E oggi? Questa Morciano non c’è più? Non possiamo fermarci e guardare indietro ricordando con

nostalgia i bei tempi che furono. Spesso si ha la tentazione di guardare al passato come ad una specie di “età dell’oro”. E’ un grave errore perché anche in quel periodo c’erano difficoltà, miseria, crisi economiche e politiche. Esattamente come oggi. Noi dobbiamo fare memoria del nostro passato ma solo per vivere bene il nostro presente. Mahler scriveva che fedeltà alla tradizione significa “tener vivo il fuoco e non adorare le ceneri”. Per questo trovo molto pertinente una delle ultime pagine del libro. “I tempi cambiano, ma i valori autentici restano. Se Morciano è sempre stato un paese umano e verosimile, può e deve continuare ad esserlo in futuro (…) possiamo rallegrarci di essere quello che siamo:un paese con buone prospettive e senza velleità; gente che per lo più gioca il suo ruolo paesano senza barare, che sa scontrarsi senza scannarsi e sa essere avversaria sul piano politico e amica su quello umano (…). Forse un giorno ci accorgeremo che, rimanendo noi stessi, ci siamo realizzati e abbiamo realmente progredito oltre la nostra dimensione individuale”. E’ l’augurio che con la pubblicazione di questo libro la Banca Popolare Valconca vuole rivolgere ai morcianesi “liberi e forti”. Massimo Lazzarini, presidente della Banca Popolare Valconca

Belisardi: una storia amabile, vivace ed attraente Egidio Belisardi (1918 - 1982). Laurea in Giurisprudenza, tra i suoi lavori: consulente legale, sindacalista, educatore, commerciante, infine giornalista. Ha scritto romanzi e commedie dialettali per la compagnia Città di Morciano. “Riposa nel cimitero della sua Morciano”

- Amabile, vivace ed attraente. E’ questo il Morciano che è emerso dalla lettura del libro “MORCIANO DI ROMAGNA” scritto da Egidio Belisardi ed edito grazie alla Banca Popolare Valconca, del resto chi poteva interessarsi ad una cosa del genere se non la banca di Morciano? Nella serata che ha visto la partecipazione di un numeroso pubblico le parole non sono rimaste solo scritte su dei fogli perchè tre Dipendenti della Banca hanno letto, direi interpretato, diversi brani del libro - ora seri ora faceti – meritandosi l’attenzione di tutti e coinvolgendo gli ascoltatori anche in risate convinte. Nelle letture si è fatta menzione della nascita di Morciano come dell’Ape del Conca e, passando da un toccante racconto dei “ragazzi del ‘99”, si è giunti a raccontare simpaticissimi aneddoti di noti personaggi morcianesi, concludendo con una breve storia della Casa di Cura Montanari e della Banca Popolare Valconca. La serata è filata via scorrevole lasciando il sorriso sulle labbra a tutti e la soddisfazione di poter disporre di una opera la cui lettura, siamo certi, filerà via altrettanto liscia come la serata di presentazione. f. s.


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MORCIANO DI ROMAGNA

MORCIANO

Tricolore lo scorso 30 maggio nella Firenze-Faenza. Il decimo assoluto, gli vale il quinto tempo mondiale

Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)

ALLEGRO MA NON TROPPO

Foro Boario Atos Berardi - Già sindaco di Morciano dal 1985 al 1990, già vice-sindaco, Atos Berardi sa fare politica; sa colpire di fioretto e non meno che menare di clava. Vale alcune centinaia di voti; qualcuno ipotizza anche circa 500 se si mette giù di buzzo buono. Afferma: “In politica ci vuole umiltà. Bisogna pensare a quando non si ha il potere. Dopo se sei stato arrogante [Atos usa un'immagine più cruda e colorita, diciamo alla morcianese] te la fanno pagare con la tua stessa moneta.

Stefano Ciotti, campione italiano della 100 chilometri Atos Berardi

Primo morcianese... - Afferma un morcianese: “Quest'amministrazione avrebbe fatto meglio a mettere mano a via XXV Luglio piuttosto che intervenire su via Roma che tutto sommato era ben messa”.

Secondo morcianese... - Dice un secondo morcianese: “Ma il sindaco Battazza potrebbe farsi vedere in giro; mai visto in un bar, mai visto fare capannello... Si vede che non è morcianese”.

Terzo morcianese... -Argomenta un terzo morcianese: “Il monumento ai Caduti ridotto in quello stato è una vergogna. Siamo indegni di un paese civile. Non è possibile celebrare il 4 novembre sotto i portici... Per me via Ronci dovrebbe esssere chiusa al traffico e al parcheggio...”

- Stefano Ciotti ha portato a Morciano il campionato italiano 100 chilometri M50 (master 50). Con il quinto tempo al mondo (8 ore 4 minuti e 30 secondi), ha conquistato il tricolore lo scorso 30 maggio nella Firenze-Faenza, la classicissima giunta alla 43.ma edizione quest'anno assegnava anche lo scudetto. In gara 2.500 atleti (1.800 all'arrivo), in rappresentanza di 30 nazioni, la partenza, alle 15, è avvenuta da via dei Calzolai, la strada che collega il duomo Santa Maria del Fiore a Piazza della Signoria. Da impazzire e gasarsi per tanta bellezza. Assistito in bicicletta dall'amico morcianese Martino Sabatino, Ciotti è partito piano. Prudente. Fino allo svalicamento del passo della Colla (quota 903 metri), 48.mo chilometro, era in venticinquesima posizione. Nella seconda parte, in un clima perfetto, Ciotti ha corso in

Prossimo obiettivo: il mondiale in Olanda il prossimo settembre

PERSONE un perfetto crescendo. Sia nello svalicamento, sia negli ultimi chilometri, è stato accompagnato da una folla di appassionati degno delle mitiche tappe di montagna del Giro d'Italia; con persone assiepate su più file. Dopo la sconfitta per malanni alla Maratona di New York lo scorso novembre, quella del 30 maggio, per Stefano Ciotti è stata una giornata trionfale. Da segnare nel proprio diario di vita e da raccontare ai nipotini. Infatti, oltre ad aver messo nella speciale teca dei trionfi l'italiano, è arrivato decimo assoluto, e primo dei romagnoli (la Firenze-Faenza, dalla prima edizione, ha anche

questo riconoscimento speciale). Stefano Ciotti era già stato campione italiano nel 2013; invece per la classifica speciale dei romagnoli negli anni addietro era stato tre volte terzo e una volta secondo. Sul palco, al momento della premiazione, ha esultato il grande cerimoniere: “Premiamo il romagnolissimo Ciotti proveniente da Morciano di Romagna”. “Forse a Morciano - continuava con enfasi scherzosa - lo conoscono in pochi, qui tutti sanno chi è”. Ciotti: “Per il risultato devo ringraziare Martino che, incitandomi, mi ha dato un grosso

aiuto morale. Senza di lui avrei fatto peggio. Un grazie anche a Morena, la mia morosa, e a mia mamma per la dieta che mi fa mantenere il peso-forma, fondamentale per centrare i risultati importanti. Una buona alimentazione vale il 30-40 per cento del tempo”. La Firenze-Faenza era anche l'ultima tappa del Trittico della Romagna (la Maratona di Russi e la 50 Km di Castelbolognese, le altre due). Ciotti è arrivato “soltanto” quarto. Per la cronaca, aveva trionfato nel 2011 e per ben tre volte era salito sul gradino più basso del podio. Ora l'obiettivo 2015 del morcianese è ben figurare nel campionato del mondo M50 in cartellone in Olanda il prossimo settembre. Dato i tempi con cui è accreditato non è azzardato sognare il podio. Al resto ci penserà l'enigmatica fortuna.

Ambiente. I vulunterie dl'ultma ora

Morciano di Romagna Via Roma 73 - Tel. 0541 - 988137

A Murcen uiè di anzien chi è ned sla spazadura tal men e chi andria premied subte, na dmen tut i dè e tut al maten ti ved a spaze e su pitzden marciapid. streda o giarden che sia che pasatemp l'è dvent la su poesia Tla via Forlani ui è quatre campiun chin fa a gara sa nisun i cumbat la terza età s'una sena atività clai rend util per la comunità tòt l'energia cui arvenza i la met a disposizion dla citadinenza

e per la divina pruvidenza l'è genta volenterosa ch'in ved la vita snò cume una crosa i vo tajè e traguerd dla su esistenza a testa elta sperand che dop ad questa ui ni sia un'enta Lor iè in cerca d'un ent post da ten pulid Che sia cume quel c'avem sota i pid clè per tòt un'enta sorta ad paradis Us dis che spazè al foje mortie e slonga la vita e l'irva al portie ma la nova natura e ma tòt quii chi la cura. Emilio Cavalli

Pasquale Giovannini


MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

- Un colosso veneto della pasta nuovo socio forte del pastificio Ghigi. Pasta Zara, gruppo di Treviso che se la cava non bene benissimo, ha preso sotto il suo ombrello l'azienda morcianese-sanclementese nei giorni scorsi. Quest'anno dovrebbe fatturare, Pasta Zara, 280 milioni di euro (erano 263 nel 2014). Impiega 440 persone ed esporta il 98 per cento della produzione. Con la sua bandiera in 108 nazioni. L'ingresso dei nuovi soci era un passaggio quasi obbligato per la storica azienda romagnola che dalla metà degli anni Sessanta è in balia degli uomini e del loro nulla; veniva, la Ghigi di San Clemente dei Consorzi agrari, da 3 anni di conti in rosso. E da un poderoso investimento con linee produttive all'avanguardia. La speranza è che il marchio che ha reso famoso Morciano in Italia e creato ricchezza in Valconca per più di un secolo possa ripartire con progetti solidi. Pasta Zara è stata fondata più di un secolo fa dalla famiglia Bragagnolo che in quattro generazioni ha saputo trasformare un piccolo laboratorio artigianale in un’azienda di dimensioni mondiali. Alla Ghigi, per inciso, è successo l'esatto contrario. Gli indicatori economici

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Azienda veneta da 235 milioni di euro con alle spalle un secolo di storia. Forte sui mercati esteri

Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836

Ghigi, finisce al colosso Zara La ricapitalizzazione dopo tre anni di perdite. Il nuovo proprietario esporta il 92 per cento della loro produzione. E' presente in 108 nazioni. Secondo produttore italiano FOCUS affermano che va. Nel 2013, il fatturato è stato di 235 milioni di euro (più 14% circa rispetto al 2012). Ha tre stabilimenti in Italia (Riese in Veneto, Muggia in Friuli Venezia Giulia e Rovato in Lombardia). Lavorano 362 giorni l’anno (con il benestare sindacale); producono a ciclo continuo 22 linee di pasta. Il 14,5% della pasta secca italiana consumata nel mondo è prodotta da Pasta Zara, un risultato che mette l’azienda al primo posto tra gli esportatori italiani, con il proprio marchio

San Clemente, lo stabilimento Ghigi. I fratelli Brugnolo, titolari dell'azienda veneta

e come terzisti, e al secondo posto tra i produttori in Italia. Pasta Zara è da sempre orientata all’export, fin da quando nel 1932 scelse la Dalmazia, allora italiana, per espandersi sul mercato dell’est; esperienza terminata con

la Seconda Guerra Mondiale e la confisca di Tito. Ghigi Fondata nel 1870 nella Morciano vecchia, l'azienda è sempre cresciuta. La massima espansione è a cavallo tra gli anni '50 e '60. Ha una squadra di ciclisti professionisti (anche il campionissimo Coppi ne veste i colori) e fa pubblicità su Carosello. Negli anni Sessanta i fratelli si dividono. Angelo va a Rimini e costruisce un nuovo stabilmento; i ruderi si possono scorgere ancora oggi sulla superstrada per San Marino, a metà strada tra autostrada e Cerasolo. A Morciano resta Emilio, persona buona ma non all'altezza del ruolo. Nei primi anni '70 iniziano una serie di salvataggi di stato. Entra nell'orbita delle cooperative verdi (cioè legate alla cultura del Partito repubblicano). Nulla. L'azienda si avvita su se stessa, bruciando immani risorse. L'ultimo salvataggio è del tandem Giorgio CiottiNando Fabbri (sindaco di Morciano e presidente della provincia). Altro disastro industriale ed urbanistco. Bastava ascoltare Battazza, allora all'opposizione, per evitarlo.



MORCIANO

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Mario Garattoni risponde a Oreste Delucca sull'ubicazione di Morciano dagli albori ad oggi - CASTRUM CONKE E PIEVE DI SAN GIORGIO Spettabile redazione desidero rispondere a Oreste Delucca “La Piazza” di giugno “Morciano: un paese, una valle, una storia”, in particolare sul passo riferito alle ubicazioni di Castrum Conke e Pieve di San Giorgio. “I documenti dell’epoca ne attestano ormai la collocazione costiera senza ombra di dubbio; i sostenitori di una loro originaria nascita nell’interno dovrebbero poter produrre le tracce di un ipotetico trasferimento: cosa a tutt’oggi non dimostrata”. Affermazioni sorprendenti: continua ad ignorare studi e pubblicazioni qualificate da lui ben conosciute l’ipotesi di una loro ubicazione a Monte Vici deve considerarsi “una mistificazione storica”. Codice Bavaro La storia di un territorio necessita primariamente dell’ausilio della geografia ed un documento significativo è quello del Codice Bavaro del decimo secolo (971982) che cita “Serbidoni et Morciano Monte Maggiore, ed a Quarto latere Conke”. Si deve intendere luogo in quanto non è preceduto dalla parola Flumen o Fluvius questi sono i quattro lati di un area grossomodo posta a cavallo dal monte di Montefiore Conca da Ventena di Saludecio a quello di Gemmano. Mor-

Morciano, Castrum Conke e pieve di San Giorgio LA STORIA

ciano secondo l’indizione bizantina va posto a ovest di “Serbidoni”, quindi va ubicato nella piana di San Pietro in Cotto a ridosso del Ventena dove lo indicano altri indizi. Castrum Conke Premessa: Delucca dovrebbe dire quali sono i documenti probanti sulla sua ubicazione a Monte Vici dal momento che nel 1997 in “gallerie sotterranee” di Cattolica pagina 31, lo escludeva. Di certo sono stati due, uno a Montalbano e compreso nell’ambito di Sant’Erasmo di Misano (Curradi 1989 p.131). L’altro nell’area di Serbadone in pieve di San Giorgio, toponimo ancora presente nelle cartografie.

Castrum Conke viene citato nei documenti a partire dal VI secolo (Vanni 1970 p.138). Nel 840 fra l’imperatore Lotario e Venezia, viene stilato un patto contro le incursioni dei saraceni. Tutto il litorale da Numana a Venezia fu minuziosamente censito, casolari e piccoli corsi d’acqua compresi, ma di questo Castrum a Monte Vici che doveva vedersi da molte miglia sul mare non vi è menzione (osservazione fatta presente da studiosi a partire dal Tonini). Un diploma del 969 di Ottone I imperatore di Germania redatto durante un viaggio in Italia riguarda il castello di Conca che sovrastava il fiume omonimo ed era adiacente una “silva”. Messo in geogra-

Mario Garattoni e Oreste Delucca

fia questo diploma va a combaciare con l’ubicazione del “locus” Conke di Serbadone in quanto: - si trovava vicino al monastero di San Gregorio in Conca come scritto dal Clementini 1627 p.299 (dal monastero al castello di Conca vi erano poco più di due miglia) - sovrastava il fiume Conca (come pure il Rio Sedano); - era adiacente una “silva” che prenderà il nome di “Massa Rancore”; - si trovava lungo la via per Roma (dal V al XIV secolo non vi è una sola prova documentale di un utilizzo della Flaminia costiera Rimini-Pesaro). La documentazione del XI-XII secolo ci dice che Castrum Conke e parte del suo territorio erano di proprietà papale (Rabotti 1962 p.217), il Castrum Conke di Mon-

talbano (Baldetti 2003) era di proprietà di monasteri ravennati. La presenza di un “Castrum Montis Albani” 1164 del monastero di S.Apollinare in classe è ricordata da Vasina 1967 p.61. Un S.Apollinare è ricordato nel VIII secolo (Lopez Pegna da Vanni 1970 p.44). Una mappa del 1576 (De Nicolò 1979-2012) attesta la presenza a Montalbano di due toponimi Monte di Conca, Monte di S.Apollinare. Monte Vici Su questo piccolo rilievo studi di geologi: Pericoli, Forlani, Cecini, Elmi, Zaghini, e pubblicazioni della provincia di Forlì 1979 della Agnoletti 1994 della De Nicolò 2009 pagina 126 De Nicolò 2012 pagina 69 Lombardi 2014, fanno

presumere ai lati nord ovest la presenza del “litus maris” (area interessata dalle mareggiate) e dal fiume Conca sui lati sud est questo fino al XV secolo quando probabilmente avvenne il taglio della catena dunosa che creo la foce attuale. Di quest’area si hanno i seguenti riscontri storici: - ritrovamento di alcune (povere) tombe di epoca romana (Ghirotti 1982 p. 179); - La presenza di una torre=turris di epoca bizantina VII-VIII secolo (Baldetti 2003 pagina 30); - La chiesa di San Giorgio 1325 (Curradi 1989 pagina 147); - castrum turris dalla “Descriptio Romandiole” 1371 (Mascanzoni 1985 p. 247); - fundus turris 1496=f. Turris conche od “torre di conca” (Baldetti 2003 p. 87) De Nicolò 1585 2001 p. 36. PIEVE DI SAN GIORGIO Emiliano Bianchi nel 2009 pubblica le “carte del monastero del San Gregorio in Conca di Morciano v.1 (1014-1301) le quali ci dicono essenzialmente tre cose: - La pieve di San Giorgio, poi in Conca e pieve di conca era di certo operativa fino 1260-1270; - Il suo ambito si sviluppava verso monte dall’area di Monte Lupo a Cerreto, dall’area di Santa Lucia del Moscolo alla piana di

San Pietro in Cotto (Gemmano). (L’inattendibilità della cartografia dell’ambito della pieve di San Giorgio presentata da Lucia De Nicolò nel libro “Il tesoro di cerere” 2001 viene certificata - “La serra di Morciano” citata nei documenti dal XI al XV secolo sovrastava la piana di San Pietro in Cotto e non il monastero di S. Gregorio in Conca come ritiene Delucca (Delucca 2008 p. 70) (L’area della cella di Bonora di Montefiore Conca già area della cappella di San Martino nel 1251 faceva parte dell’ambito della pieve di conca ed era compresa nella serra di Morciano, Bianchi 2009 p.328).

ANGOLO DEL DIALETTO

La segra di spaghèt Dop tent an e qualch mees l'artorna la Festa di Spaghet te su paes Da quant la Ghigi la è ste sposta ma San Climent i murcianes e per chi sia mench surident Ui è menca voia ad rid in gir e anche ad bagaiè Da quant un esest più i facchin tla via Roma chi era sempre drè a scherzè Dentra cla specie ad castèl la lavurè mez Murcen Chi tl'uficio, chi tl'officina chi te magazen i lè dentra ja furmè tot e su disten Mugnèr, elettricista, autesta e cumes viagiadur per lor u i è ste piò gioie che dulur Chi ma la pasta longa chi ma la pasta curta, chi mi nid

su s'arveva terd si guardien dla Ghigi u i era poch da rid Invec st'arvev un minut dop cla volta it feva la multa ogi chi tembra e cartlen per un'ent quasi sempre u la spunta Da quatresent operai ch'era je dvent una quarantena e la sirena l'an sona più la matena ma la pasta Ghigi ancora te mond la camena Un piat ad spaghet se ton l'è da sempre un gran bel magnè Cridim pò burdel se vecc a vlì dvantè. Vecchio slogan Ghigi (Carosello anni '60): “Da Gigi un consiglio nostrano, pasata Ghigi Morciano”. Slogan 2015: “Da Gigi un consiglio sapiente, pasta Ghigi al dente di San Clemente”. Emilio Cavalli



MORCIANO Via Cà Bacchino 2 San Clemente

COMUNITA'

ad aspettare il figlio che torna dalla discoteca non è una buona mamma, il babbo che va alla scuola del figlio per denunciare il compagno di classe che gli ha rubato la penna non è un buon babbo. I genitori che denunciano l’insegnante perché ha punito il loro figlio sorpreso a tirar giù le mutandine alla compagna di banco non sono buoni genitori. Sono bambini spaventati, incapaci di mettere i figli nella condizione di cavarsela da soli, semplicemente perché nemmeno loro sono capaci di farlo e solitamente se li tengono in casa fino all’età in cui non ne sono più in grado. Bambini a vita, magari con due lauree, sembra che li amino tanto ma il loro non è amore. Cuccumeo

ANGOLO DEL DIALETTO

Il monumento “E galantom”

AAA genitori cercasi

- Unioni o fusioni in Valconca? Il pericolo per i cittadini è l'ennesimo inefficiente e costoso carrozzone pubblico. Il comune di Morciano ha organizzato un incontro pubblico al Lavatoio lo scorso 26 giugno. Ha partecipato l’assessore regionale Emma Pettiti, il presidente dell’Unione Valconca Riziero Santi ed alcuni sindaci ed assessori dei Comuni della vallata; una cinquantina di cittadini in tutto. Il tema della serata era unione e fusioni nella Valconca. I dirigenti del Partito democratico sono per la fusione. Le altre forze politiche presenti all’incontro o hanno aderito appieno alle proposte del Pd, o sono rimasti in silenzio. Gli unici interventi di opposizione ai piani del Pd e la fusione del Comune di Morciano con Gemmano, San Clemente e Montefiore Conca sono stati quelli dell’ex consigliere comunale Mario Garattoni e dello scrivente. Le ragioni del no Morciano ha un territorio piccolo di soli cinque chilometri quadrati, maggiormente in pianura ed è sovrappopolato (7.000 abitanti). Riunendosi con i vicini Comuni che hanno vasti territori collinari, franosi e sono poca abitati, a lungo andare, la fusione per i morcianesi sarà fallimentare come è stato l’adesione all’Unione Valconca.

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Lettere al Comune su come si scrive Morciano in dialetto: “Murcen”, “Murcèn” o “Murcien”?

LA RIFLESSIONE

- Il problema è che i genitori veri non se ne trovano. Quei pochi che ci sono li fanno Santi. Ma perché siamo messi così male? La causa di tutto è perché si tengono i figli in casa fino a trentacinque anni e passa, o li facciamo sposare che sono ancora dei bambini. E poi ci lamentiamo che i matrimoni non sono felici e non durano tutta la vita! E’ come andare a caccia vestiti da pompiere e armati di un megafono e poi lamentarsi di non prendere neanche un uccello. Il compito di un genitore non è soltanto di nutrire e proteggere i propri figli. Questo è soltanto un compito iniziale. Il suo compito definitivo e più importante è quello di portare i figli a essere capaci di nutrirsi e proteggersi da soli. La mamma che sta alzata fino all’alba

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L'inaugurazione del parco

Lions Club, parco e altalena per disabili - Il Lions Club Valle del Conca ha donato a Morciano un’area verde attrezzata in via Pirandello e una altalena per disabili. La doppia inaugurazione si è tenuta lo scorso giugno allapresenza del sindaco Claudio Battazza, degli assessori Corrado Bernabei e Federica Giannei, della presidentessa del Lions Club Valle del Conca Sonia Pedulli, del viecepresidente Gianfranco Sanchi, del Past Governatore del Distretto 108 A Ezio Angelini e della presidentessa Lions Club Riccione Marina Giannini. Di circa 500 metri quadrati, l'area è in mezzo a diversi condomini nuovi dove abitano numerosi bambini. Dopo un primo intervento di bonifica, sono state messe a

dimora le piante e seminato il prato. Inoltre, sono state inserite installate 4 panchine e 2 tavoli per pic-nic. Per i più piccoli: posizionato un grande gioco in legno composto da due casette, un ponte e uno scivolo. Il parco è stato intitolato a Melvin Jones, filantropo statunitense, fondatore del Lions Clubs International, vissuto a cavallo tra il 1800 e metà del ‘900. Al termine della cerimonia amministratori, soci lions e cittadini si sono spostati nel Parco del Conca, dove è stata installata la prima altalena per disabili della città. E' la terza altalena donata nel corso dell’anno dal Club, dopo quella di San Giovanni in Marignano e a Cattolica.

Com'era nel 2014 Particolare oggi

Burdèll... ancora una volta uv tòcà aspitè! a vlì sàvè e perché?! Carèn... quei chi duveve decid dè restaurament dè vòst monument ià fàtt comè “Pilato” al menie sè lavè E prugett i là mèss trameza i lavur parteciped insèn sà quèi dè chèmp spurtiv, di marciapid, dè paviment, dlà piaza e nà tumbinadura dùn fòss e tòtt zètt nisùn la zcurs, nisun sè mòss mè ho pèns... mò nà un pò èss!

Unione,pericolocarrozzone? IL PUNTO

di Hossein Fayaz Ritengo che il “risparmio nell’erogare i servizi” con la fusione sia una balla colossale, per la semplice ragione che i nostri Comuni non possono mandare a casa l’eventuale personale esubero ed in un Comune più grande inevitabilmente ci sono maggiori sprechi ed è più difficile per i cittadini, o eventuale opposizione rappresentato in Consiglio il controllo dell’amministrazione. I metodi non democratici dell’attuale presidente dell’Unione, come la convocazione della giunta per l’ordinaria amministrazione dal mattino per il pomeriggio, la non convocazione delle assemblee per confrontarsi come da Statuto con i cittadini, fare il partigiano della fusione del Comune di Morciano con Gemmano, San Clemente ed eventualmente Montefiore, o l’ex presidente di cambiare lo Statuto in modo verticistico e senza alcuna consultazione con i

Da sinistra: Riziero Santi (presidente dell'Unione), Emma Petitti (assessore regionale) e Ivan Tagliaferri (assessore a Morciano) cittadini, sono da contestare e portare ufficialmente a conoscenza delle autorità. L’adesione di Morciano all’Unione Valconca, decisa nel 1997 dall’allora sindaco Stefano Dradi e il presidente Claudio Battazza, in questi ultimi diciott’anni per i contribuenti di questo Comune è stata onerosa. Le spese per la costruzione della sede Ausl, gli affitti, le morosità, le spese legali e le spese dell’arbitraggio dell’ex sede dell’INPS (Palazzo Melograno, via Roma), contestati dalla Corte dei conti di Bologna, ammontano a circa 200mila euro. A questi costi dob-

biamo aggiungere le spese per la costruzione e la gestione delle strutture sportive, centri scolastici, scuola materna comunale che vengono utilizzati da tutti gli abitanti della Valconca, gli uffici della sede dell’Unione e tanti altri oneri che vogliono giustificare con lo slogan di “Morciano capitale della Valconca”. Una eventuale fusione dei Comuni di Morciano di Romagna, Gemmano, San Clemente e Montefiore Conca, inoltre, servirà ai funzionari comunali per diventare dirigenti e direttori generali, e di conseguenza raddoppiare e triplicare le loro paghe. Avranno un

notevole aumento di emolumento anche il sindaco e gli assessori che aumenteranno il loro numero. Non è da escludere che qualcuno di questi personaggi che già ha fatto per due mandati il sindaco in uno dei vecchi Comuni, grazie alla fusione, a dispetto del divieto legislativo, riesca a fare di continuo altri due mandati nel nuovo “Comune di Conca?”. Il progetto della fusione cavalcato dal Pd, in primis, servirà solo a creare un ente che esautorerà i territori e consegna tutte le decisioni in mano alla solita oligarchia di lobbisti. Insomma, un grande

Tè tdis ché... ridènd surnium... iavè pèns... lasa chi decida i citaden frescùn... chi sia lòr a fè là figura di mèschin... nùn am sèm minga di quaiun!!! Com... a sì curius ad savè? Burdèll um piagn e còr la vint quei de palon per vuièlt un và vutè quasi nisùn sé ai quatre ad nuvembre a tèn sò la bandiera snò in dò ièra is guardeva intorna un pò smarid s'iòcc e ciarcheva iamigh... quei... dlà Rèsia, d'l'Africa, dlà Grecia, d'l'Albania Mo un gnèra nisùn e tèmp “'stè galantom” ormai li siè port via!!!

Germano Bacchini

comune si tradurrebbe oggi con le norme vigenti, solo in una grande mangiatoia, un limone da spremere fino alla buccia, un territorio vasto da lottizzare. Fusioni sotto i 5mila La fusione per i Comuni vicini con meno di 5000 abitanti in Valconca come ad esempio Montescudo e Montecolombo e Saludecio, Mondaino e Montegridolfo, se la maggioranza dei cittadini in un referendum dicono di sì”, potrebbe avere qualche utilità, purché ogni Comune mantenga la sua municipalità e la sua rappresentanza politica eletta a suffragio. Ma per i Comuni con più di cinquemila abitanti ed in particolare per i morcianesi è del tutto sconveniente. Ambito Valconca L’ambito dei nove o dei dieci Comuni della Valconca per coordinare e gestire insieme alcuni servizi e politiche riguardanti la sanità pubblica, la programmazione e la pianificazione territoriale (PSC), i lavori pubblici, le attività produttive, l’anagrafe, il turismo e i servizi informatici se gestite, al contrario di ciò che fino ad oggi è avvenuto, in maniera trasparente e democratica con la partecipazione e la deliberazione dei cittadini, potrebbe essere utile ed aiutare gli abitanti di questa vallata ad essere più felici.



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Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it

La capitale della Valconca, Piccola Parigi, è centro di scambi e affari da un millennio



Speciale Morciano Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

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Dal grande magazzino alla raffinata boutique. I bar degni della Mitteleuropa. Ristoranti e osterie

“Morciano is magica”, estate morcianese - Dopo i successi delle prime serate prosegue incessante l’estate di “Morciano is Magic”, la programmazione degli eventi estivi a Morciano. Mercoledì 15 luglio “ATTIMATTI” con i ragazzi della ‘scuola di improvvisazione teatrale AttiMatti’ che si alterneranno in esilaranti sketch comici per far divertire il pubblico; vi sarà inoltre il rock dei ‘Carry On’ che proporranno dj set anni 70/ 80; nella stessa sera fagiolata per tutti i partecipanti. Il 22 luglio. SUONI E SAPORI DELL’ADRIATICO con la piada e sardoncini cucinata per tutti e la presenza dell’orchestra ‘I Ragazzi di Romagna’. Sabato 25 luglio LIRICA E NON SOLO, nella scenografica Piazza del Popolo con la presenza del ‘Coro Città di Morciano’ che offrirà un concerto intriso delle più belle arie liriche intervallate da brani di musica leggera rivisti e rivisitati. Mercoledì 29 luglio TUNGA TUNGA con lo spettacolo ‘Janina show’ in compagnia di Marcy Marcela in una serata che vedrà la presenza anche dell’Asd Ginnastica Rimini che proporrà un suo spettacolo. Cocomerata per tutti. Il week end 1-2 agosto tornerà dopo tanti anni di assenza la famosissima FESTA DEGLI

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Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444

Centro commerciale a cielo aperto

SPAGHETTI, per la sua XXXIII edizione, organizzata dalla Pro Loco di Morciano con la presenza nella prima serata dei ‘Moka Club’ e nella seconda dell’Orchestra ‘Mirco Gramellini’. Il 5 agosto. LA MORCIANESE, serata dedicata alle sorprese gastronomiche e culinarie e il concerto di grandi classici della musica rivisti e riproposti da una formazione musicale inedita nata dalla collaborazione tra ‘Hall of Music’ e il coro giovanile ‘Bho

L'elegante borgo di Morciano

L'1 e 2 agosto Festa degli Spaghetti Girls Choir’, con la direzione corale di Fabio Pecci e quella musicale di Symon Soprani. Venerdì 7 agosto farà tappa a Morciano LA VELA ILLUMINATA, con la proiezione del film ‘La nostra terra’ di Giulio Manfredonia. Nelle suddette serate l’associazione ‘Il giardino delle idee’ svolge corsi gratuiti per bambini e sarà possibile divertirsi col Ludobus, grande contenitore itinerante carico di giochi ed attrezzature, oltre alla mostra scambio riservata ai bambini e denominata ‘I ricordi in soffitta’.

- Morciano (di Romagna)

è una piccola Parigi; e non è una fanfaronata degna di Tartarino di Tarascona. Ha strade ortogonali da accampamento romano ampie con marciapiedi ancora più ampi ed alberature che si potrebbero definire di gusto morcianese per le essenze davvero inusuali ed accattivanti (lecci, lagerstroemie, ulivi, magnolie). Questo reticolo parigino è dovuto al genio e agli orizzonti alti di Diomede

FOCUS

Forlani che ai primi del 1900 disegnò la Morciano di oggi in un avveniristico Piano regolatore. Orizzonti davvero di una piccola capitale; ci mise anche la stazione dei treni (piazza Risorgimento). Il geometra Forlani aveva lavorato a Torino, la grande Parigi italiana. Dunque, per associazione di idee, Morciano la piccola Parigi. La capitale degli affari

della Valconca è un centro commerciale all'aperto con i suoi 100 e passa negozi, grandi magazzini, bar, ristoranti, boutique e chicche artigianali. E' da almeno mille anni, il centro nevralgico di una vallata dinamica, laboriosa, non meno che anarchica. E' nato a Morciano il grande artista Arnaldo Pomodoro; Umberto Boccioni invece aveva genitori morcianesi. Era, il babbo, a Reggio Calabria per lavoro.

La vocazione commerciale di Morciano nacque nel mille grazie a San Gregorio, un'abbazia fondata da San Pier Damiani un migliaio di anni fa. Si ipotizza anche prima perché qualche chilometro più a monte ci sarebbe la Morciano romana. Nei secoli, la vocazione si è rafforzata. Se alcuni decenni fa a Morciano c'erano grossisti che smerciavano in tutt'Italia (i Rolla erano famosi per il baccalà), ora il commercio ha cambiato pelle ma non meno intensità. Si sale a Morciano per i tessuti e la biancheria per la casa e gli alberghi (Mofa), per gli occhiali (Ottica Biondi è la più importante della provincia), per le boutique (Pironi, Cover Malibù, la Madia...), per gli articoli sportivi (Groove Store) per l'eno-gastronomia con eccellenze italiche (Custode degli Antichi Sapori), per i bar-pasticceria, per le gelaterie. La quantità e il livello dell'offerta sono da capitale. Le edicole vendono molteplici giornali esteri...



Speciale Morciano

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Boccioni, Pomodoro, il russo Tsereteli, Bardeggia, Corsucci, il Mercurio copia del Giambologna Boccioni è nato a Reggio Calabria da genitori morcianesi

Il Mercurio, copia del Giambologna in piazza del Popolo Il monumento dell'Avis (Corsucci) e opera del russo Tsereteli

Museo d'arte a cielo aperto OPERE - Scoprire i monumenti di Morciano. Piazza del Popolo. Da ammirare: la statua del Mercurio, copia del Gianbologna. Davanti alla quale stanno il palazzo comunale: linee classiche. Accanto si trova quella che fu la casa del fascio. Costruita durante il ventennio, forme metafisiche, la facciata è impreziosita da un balcone il cui parapetto è un altorilievo di valore che racconta la civil-

tà contadina. Morciano vecchia. Le abitazioni sono state ristrutturate quasi tutte. Il gioco dei colori e l’elegante semplicità fanno bene all’anima. L’edificio privato più importante è l’ex pastificio Ghigi, sui muri porta ancora le scritte aziendali. In via Diomede Forlani, si apre piazza Boccioni. Dove

si trova un monumento di bronzo di Arnaldo Pomodoro. Davanti alle Poste il monumento di Umberto Boccioni (tecnica della cera persa di Umberto Corsucci). Parco pubblico della Panoramica. Qui è collocata una statua di bronzo di padre Pio. Opera a cera persa di Umberto Corsucci. In piazza Ghigi si trova il bronzo del russo Zurab Tsereteli.

Piazza Boccioni. Il Colpo d'ala di Arnaldo Pomodoro (è nato a Morciano)


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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE

Note di Vino, gioie e delusioni - “Ciao San Clementeee!!!!”. Siamo Daniela, Silvia e Tino, quelli di Note di Vino! L’organizzazione di Note di Vino ci era stata assegnata nell’ormai lontano 2008. Noi ragazze iniziammo come cameriere, poi, quando ci fu offerta l’occasione, mettemmo in campo la nostra competenza, la nostra passione e la nostra dedizione per la

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La bella Piazza Mazzini diventa osteria all'aperto per Note di Vino

FOCUS

realizzazione di una manifestazione che amiamo. Il feeling fra noi fu subito evidente. Ognuno metteva a disposizione le proprie esperienze, le proprie conoscenze e le proprie idee per migliorare e mantenere alto il valore della manifestazione senza cambiarne il format. In questi anni abbiamo costantemente rispettato i “budget” economici e mantenuto gli obbiettivi sociali richiesti dall’Amministrazione Comunale che desiderava si organizzasse un evento enogastronomico e culturale alla portata di tutti, ma che mettesse in evidenza la ricchezza dei territori d’Italia, e che, soprattutto, continuasse a differenziarsi dalle tante forme di degustazione già presenti nella nostra zona. Cominciavamo già dai primi mesi dell’anno la nostra ricerca di cantine, gruppi musicali, personaggi speciali al fine di rendere la nostra splendida piazza un luogo dove trovare oltre a un po’di relax motivi di curiosità e di emozione fornendo un trait d’union fra la degustazione enogastronomica e il fascino dei ricordi, tra la memoria storica e le persone, tra la tradizione del buon mangiare e bere italiano e la musi-

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ca. Una cura particolare è sempre stata posta negli abbinamenti tra il vino e il cibo. Per questa ragione spesso abbiamo fatto sopraluoghi nei territori interessati col duplice scopo di scoprire lì i prodotti migliori, ma anche per fare conoscere la nostra festa per ottenere la massima collaborazione delle cantine. Sono tante le realtà italiane che in questi anni abbiamo potuto fare conoscere ai nostri affezionati. E’ stato un impegno importante ma anche una nostra crescita culturale per quello

che abbiamo imparato ogni volta che abbiamo incontrato nuove tradizioni regionali, nuove tecniche, cantine e soprattutto personaggi. Ci riempiva d’orgoglio che tutti rimanessero positivamente colpiti dalla nostra manifestazione, dalla sua organizzazione e come ogni volta ognuno fosse prodigo di complimenti. E poi la gente che riempiva la piazza, splendide serate con quattrocento persone, anche loro generose di complimenti che risultavano più sinceri e veri quando in ambiti diversi dalla festa, riconoscendoci per strada, venivano a stringerci la mano e ad informarsi sulla prossima edizione del Note di Vino. L’anno scorso la svolta. In pie-

no svolgimento della manifestazione, con un articolo sulla stampa locale e un intervento in Consiglio Comunale riferiti a Note di Vino, la minoranza del Movimento 5 Stelle si è scagliata contro “gli alti compensi degli organizzatori”, un’accusa, superficiale, che abbiamo vissuto come una pesante offesa al nostro impegno ed alla nostra correttezza. Dalla Giunta Comunale nessuna difesa o giustificazione dell’organizzazione. E’ passata così, senza possibilità di difesa, l’accusa di essere quelli che pesavano negativamente sul bilancio del comune di S.Clemente. Questo nonostante il compenso lordo di 3000 • fosse previsto nel budget della Festa che noi abbiamo sempre rispettato,

mentre non è mai stata nostra competenza la gestione degli ingressi e la concessione dei biglietti omaggio di cui l’Amministrazione si è sempre incaricata direttamente. Fece e fa male il silenzio dell’Amministrazione Comunale che, dopo quell’articolo ci rassicurò: “Non vi preoccupate ci pensiamo noi a spiegare come stanno realmente le cose alla fine di Note di Vino”. Invece abbiamo ascoltato solo silenzi. Gennaio 2015. Silvia e Daniela vengono a sapere che avrebbero dovuto partecipare come tutti al bando per l’affidamento dell’organizzazione di Note di Vino 2015 . Senza entrare nel merito del bando, e delle valutazioni conseguenti, oggi sappiamo che anni d’esperienza e di lavoro possono essere spazzati via da sei decimali di punto. Democraticamente, accettiamo il verdetto, facciamo i complimenti a chi ha vinto e gli auguriamo successi superiori ai nostri. Ma ci sono alcune considerazioni che ci lasciano perplessi. La prima: anche quest’anno gli organizzatori percepiscono un rimborso spese di tremila euro. Come mai la minoranza che l’anno scorso ha protestato oggi siede silente in Consiglio? Perché? Cosa è cambiato? Era il “lauto” rimborso il problema o eravamo noi? Se una manifestazione perde economicamente regolarmente anche un solo Euro, passare da tre a quattro serate non incrementa le

perdite? E se la quarta serata fa bene al risultato economico perché a noi è stata negata per esigenze di bilancio? A pensar male si fa peccato, quindi non vogliamo credere che l’amministrazione ci abbia tenuto nascosto qualche cosa. Né tanto meno vogliamo pensare che ,un certo stile di fare politica unita ad una conoscenza parziale della realtà, ami alzare polveroni per giustificare la propria presenza colpendo a caso cittadini socialmente attivi! Non è nostra intenzione fare polemica, pertanto, anche se delusi e amareggiati, ce ne siamo fatti una ragione. Preferiamo concludere pensando che forse, dopo tanti anni fosse necessario cambiare. Avremmo preferito però che qualcuno ce lo avesse detto in faccia. Accettiamo pertanto tutto senza farci dominare dalla delusione e gioiamo per la bella esperienza e per i bei ricordi che ci portiamo dentro. Per concludere vorremmo giungere al messaggio che più ci sta a cuore e che lo scorso anno, inconsapevoli di ciò che sarebbe accaduto, non abbiamo potuto dare. Abbiamo salutato il pubblico con un “Arrivederci al prossimo Anno!”, non abbiamo potuto ringraziare adeguatamente tutti coloro che in questi anni ci hanno seguito riempiendo la piazza, quelli che hanno partecipato a tutte le serate o ad una sola, tutte le cantine d’Italia che hanno creduto in noi, tutto il personale e i collaboratori che ci hanno voluto bene e che hanno condiviso con noi le tante gioie e i momenti di difficoltà. Grazie, grazie infinite per questa meravigliosa esperienza che porteremo sempre nel cuore. Ci tenevamo a farvi sapere che siete stati un po’ della nostra vita. Un abbraccio a tutti da Daniela, Silvia e Tino!

GEMMANO

SAN CLEMENTE

Claudio Casadei vince il premio Santi, come ti rilancio l'Unione dialettale di Mercatino Conca Riziero Santi

- Claudio Casadei ha vinto la seconda edizione del concorso di poesia, “La realtà e i sentimenti”, tenutosi a Mercatino Conca alla fine dello scorso maggio. Due le sezioni: dialetto e italiano. Il sanclementese si è aggiudicato quella in dialetto con un componimento che racconta l'arrivo delle nuove famiglie nella nostra comunità. Casadei le incontra in chiesa e la mente riflette, va, associa pensieri senza ragioni apparenti. La poesia è di una bellezza che sa toccare il cuore e l'intelligenza. E' la terza volta che Casadei partecipa ad un concorso letterario; pochi mesi fa aveva vinto un premio dialettale (lo Spada) nella Romagna profonda. Nello stesso premio, l'anno precedente, era salito sul podio. Riportiamo la lirica che ha convinto la giuria. Come dice Franco Bertini i libri non si raccontano, si leggono. Come le poesie.

La Zenta Nova La cisa l’era pina ad zenta nova che me a guardeva t’i óch quasi tôt nír. E ai lizeva i’isogn ad ch’i ragaz s’i fiol t’al brazi e i vistid d’la dmenga!

Claudio Casadei

E me, c’ormai an cred nienca ma Crist, a steva ben trameza c’la spirenza che l’as sintiva t’l’eria e t’e respir. Pu a guardéva cl’om e la su crosa e a ciudiva i óch prighend da zît.

La Gente Nuova (traduzione) La chiesa era piena di gente nuova che io guardavo negli occhi quasi tutti neri. E ci leggevo i sogni di quei ragazzi, coi figli in braccio e gli abiti della festa! E io, che ormai non credo nemmeno in Cristo, stavo bene in mezzo a quella speranza che si sentiva nell’aria e nel respiro. Poi guardavo quell’Uomo e la sua croce e chiudevo gli occhi pregando in silenzio.

- Napoleone chi? Il generale corso noto per aver alimentato il senso della “grandeur” francese, al cospetto di Riziero Santi sembra una ballerina di quart’ordine. Il pluridecorato sindaco di Gemmano, da circa due mesi è stato investito dal sindaco Gnassi anche dell’incarico di vice-presidente della Provincia di Rimini. Dopo questa investitura, l’ente provinciale è improvvisamente ritornato all’antico splendore ed ha immediatamente perso quel deprecabile epiteto, affibbiato incautamente dal Governo Renzi, di “ente di secondo ordine”. Il sindaco di uno dei comuni più piccoli della provincia di Rimini, circa un anno dopo dal suo insediamento era già stato insignito di un titolo di assoluto rilievo che lo aveva lanciato con forza dirompente nell’empireo dei

grandi amministratori di vallata: la presidenza dell’Unione Valconca. Quest’ultimo ruolo, in passato sempre snobbato dai politici di turno, con Santi ha visto subito un grande balzo in avanti. “Rilancio dell’Unione”, “potenziamento dell’ente con nuove deleghe” sino a giungere al recente “fondiamoci tutti”, hanno visto il presidente Santi esprimersi in continui comunicati stampa, corredati di ampio servizio fotografico, diramati su tutti i giornali locali. Recentemente il nostro ha addirittura interceduto con il Prefetto per l’attribuzione di

un nuovo incarico, tagliato sartorialmente su misura: commissario per la fusione dei comuni di Montegridolfo, Mondaino e Saludecio. Nel settore gli addetti ai lavori sussurrano che nel suo comune di Gemmano, quello dal quale è partita l’inarrestabile ascesa, vi sia qualche difficoltà nella delega ed organizzazione dei servizi associati. Poco importa se l’Unione Valconca, resisterà probabilmente in giudizio contro i provvedimenti messi in atto dal Comune di Morciano, anticamente noto come “la Capitale della Valconca”. Questi secondarie: le medaglie puntate sulla divisa sono state tante. Un veterano come Riziero Santi ben sa che i ruoli assunti per un politico di lungo corso sono tutto.


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Per l'As Junior San Clemente Appuntamento il 18 luglio

Resistono i cubi d'‘istupid’

TERRA-TIPICITA' TRADIZONE La strettoia

GIOVANI Poi molte defezioni, per varie cause, di giocatori importanti (anche se per noi i giocatori sono tutti importanti) ci avevano fatto sentire il fiato sul collo di squadre che erano state alle nostre spalle per tutto il campionato. Ci aggiungiamo la “rescissione consensuale” ( come dicono quelli importanti) del contratto con il mister Tombini e il passaggio della squadra nelle mani dell’allenatore in seconda Denis Tamagnini unica strada percorribile a cinque giornate dalla fine e tutto sembrava grigio. Poi la ciliegina sul campo alla penultima giornata con la vittoria sul Villa Verucchio. Ahhh che gusto: salvi! Si dai,

perché… prima di noi in classifica c’erano cittadine molto più grandi e ricche come Cattolica, Diegaro di Cesena che ha vinto il campionato, Gambettola, Bagno di Romagna, Gatteo… e di ciò… anche Morciano! Oh… la nostra è la storia dei poveri ma belli veh!!?? Ci piace così: una bella avventura con tanta passione, ragazzi che amano il calcio un presidente che non molla mai (per forza: è dell’Inter) e tanti a collaborare per tenere in piedi la baracca. A dì… la prima partita quest’anno la facciamo a tavola: Piazza Mazzini a San Clemente! Il riscaldamento lo facciamo con Prosciutto e melone, sala-

me, formaggio, mozzarelline e pomodorini, frittatine di verdura e melanzane all’aceto balsamico. Nel primo tempo facciam correre delle ottime penne alla puttanesca. Nel secondo tempo ci andiamo pesanti eh! Cosciotto di maiale, patate rosse e insalata freschissima. Il terzo tempo lo facciamo con ciambella e cocomero. Arbitra il vino delle “Cantine Riunite di Reggio Emilia: si sa, gli arbitri non possono mica essere del posto! Con venti euro ci aiuti a salvarci anche l’anno prossimo. Mica vorrai stare ancora in panchina! Chiama Daniele al 329 7776205, Giuseppe al 346 2344776 o Fausto al 335 6453471 la Festa Dello Sport è per tutti. Non Mancare dai… Claudio Casadei

- C’è cubo e cubo, ci sono quelli che ci aiutano a stimolare l’intelligenza e altri che invece riescono a stimolare i peggiori istinti di reazione. Due di questi, quelli piazzati quasi a metà di Via Maggio, poche decine di metri di strada che uniscono via Cerro alla rotonda pendente della nuova bretella nata col ponte sul fiume Conca. Un tratto di strada ormai sconnessa, maciullata da qualche settimana di percorso di mezzi troppo pesanti per la sua struttura e mai ripristinata. Una bretellina attesa fin dalla chiusura del guado dell’Asmara dai tanti che ogni mattina vanno a fare il proprio dovere nelle fabbriche, negli uffici. Negli ospedali e nei negozi al di là del fiume. Quel tratto di strada è inadatto e vietato ai mezzi pesanti e quei cubi sono lì proprio ad impedirne il passaggio. Ma loro, i conducenti di camion e trattori non ne vogliono sapere di arrendersi alle regole. Hanno amici sensibili che nottetempo, ma anche no, spostavano i cubi ed allargavano il passaggio. Difficile fare capire che le regole vanno rispettate e che i danni fatti in quella strada poi li pagano tutti. Nonostante due strisce di guard rail che hanno

ristretto la carreggiata ci sono ancora camion che passano pur con molta difficoltà. In più trattori che bypassano la strettoia passando nel campo. La lotta impari “contro i furbi da poco” sembra non avere possibilità di successo. Nel frattempo l’unico che cerca di fermare almeno i trattori con un paio di nastri bianchi e rossi stesi nel campo dove passano i trattori è Tino Venturi proprietario dell’Antico Casale Venturi, Bed & Breakfast di livello che ha visto fortemente danneggiata la propria attività dal troppo traffico presente in Via Maggio. Tino Venturi lancia il suo grido d’allarme: “Via Maggio era una stradina vicinale con un modesto passaggio di autovetture e motocicli. Un traffico che si aggirava dai 35 a 50 passaggi quotidiani mentre adesso abbiamo constatato in media un traffico di circa dieci macchine al minuto (ci sono momenti con sette auto ed altri momenti con quattordici passaggi al minuto); siamo arrivati a calcolare una cifra di 4.800 passaggi in otto ore. Non abbiamo osservato più a lungo perché sopraffatti dalla stanchezza”. Tino è molto preoccupato per la sua attività, messa in piedi a suon di sacrifici ed investimenti, che può essere messa in crisi da un servizio dato a centinaia di cittadini. Difficile trovare una soluzione. Speriamo almeno che i “furbetti del cubettino”, quelli che non hanno paura di nessuno, vengano presi e perseguiti a norma di legge, visto che la legge ha anche qui i suoi rappresentanti e applicarla potrebbe perlomeno ricordare a qualcuno che fa parte di una comunità e quindi anche lui ha regole da rispettare!

MONTEFIORE

Cooperativa Ca' Santino, bella festa d'inizio estate - La Cooperativa di Cà Santino in festa lo scorso 25 giugno. Per i ragazzi ospiti e per i loro familiari. Si sono visti tutti i colori della vita. Chi è stato almeno una volta lassù, nella stupenda valle di Levola, sa che questo è un posto dove è impossibile non festeggiare l’arrivo della bella stagione. Qui la natura chiede con voce chiara, attraverso le sue sfumature, fiammate e i mille profumi, di venire festeggiata. Con altrettanta chiarezza i ragazzi che vivono e lavorano a Ca’ Santino, loro che sono così vicini alla natura, sanno cogliere al volo ogni occasione per salutare il sole e con lui la vita. Molto spesso questi ragazzi hanno seguito percorsi di vita difficili e forse proprio per questo, grazie anche all’operato degli educatori della cooperativa, hanno imparato adesso a sorridere e a festeggiare, nonostante

i problemi che ognuno di loro si porta addosso. Durante la loro, insieme alle famiglie, loro famiglie, hanno dimostrato di cavarsela molto bene anche con il canto e con la danza. Infatti, si sono esibiti davanti ad un pubblico attento e divertito, in quelli che possiamo considerare dei veri e propri saggi finali di due dei molti laboratori che qui si tengono: quello di danza coordinato da Eleonora Gennari e l’altro di karaoke gestito da Elena Sanchi. Nonostante la comprensibile emozione iniziale, i ragazzi ce l’hanno messa tutta e la serata è riuscita bene. Anche perché ai saggi dei ragazzi è seguita un’ottima cena gentilmente offerta dal Comitato Cittadino di Scacciano, un gruppo di volontari veramente molto bravi e ben organiz-

zati, che ha cucinato e servito a iniziare dall’aperitivo fino al dessert. Insomma, ancora una volta, la convivialità è servita anche come importante momento di incontro e confronto con le famiglie dei ragazzi e per sottolineare ancora una volta che intorno ai problemi di carattere sociale occorre un tessuto composto di vari elementi, tra cui, ovviamente, la famiglia ricopre un ruolo fondamentale. Ma naturalmente occorre anche semplicemente divertirsi e giovedì sera ci è sembrato che tutti si siano divertiti, in un clima sereno di vera festa. Il centro di accoglienza venne fondato nei primi anni '90 dalla famiglia Marchini di Cattolica per accogliere nella misteriosa culla della natura il figlio ammalato (scompasro pochi anni fa dopo una lunga malattia). Passo dopo passo è diventato un'eccellenza di livello assoluto ed ha abbracciato altri giovani.

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ALLEGRO MA NON TROPPO

Salvezza e festa dello Sport

- Si dai, però così da anche un po’ più gusto! Pensa te, dati per spacciati fino alla penultima giornata e poi zac, una bella vittoria e ciao gufi: si resta tutti quanti in prima categoria. Certo è molto probabile che anche quest’anno non partiremo tra le favorite in campionato, ma noi siamo. L’ASD Junior San Clemente quelli che per slogan hanno “poco investimento e massimo rendimento”, che in un’economia di mercato uno slogan così è roba da top! E se i nostri gufetti non ci hanno visti entrare nella zona play off è stato davvero per pochi punti. -Insomma, dopo un inizio contrastante le feste natalizie ci avevano appesantito e in campo non eravamo più lucidi e belli.

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Due monmenti della festa


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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO

La civiltà del cavallo: gare, spettacoli, lavoro, cultura Per i bambini pony per spettacolari giri. Ogni giorno sfilate con figuranti in costumi dell'Ottocento, carrozze... Osterie aperte. Gara della Quintana il 18 luglio

Saludecio, il borgo

EVENTI - Il cavallo e il mondo che gli ruota attorno: cultura, storia, arte, sport, spettacolo, commercio e osterie. E molto altro ancora. Tutto questo è la cornice della prima edizione di “Salusequus. Storie di cavalli”. Tre giornate, il 17, 18 e 19 luglio. Il clou della manifestazione è la Quintana storica, gara valevole anche per il campionato italiano. L'appuntamento è il 18 luglio nel Viale dei Tigli. I cavalieri, al galoppo, devono infilare gli anelli dal

diametro sempre più piccolo. Spettacolo assicurato Nel segno degli spettacoli, delle gare, del divertimento e del ristoro, le briglie iniziano ad essere tirate il 17 luglio. Viene rievocato l'Ottocento, il secolo d'oro di Saludecio, con figuranti in costume, cavalli bardati, carrozze. Partenza in piazza Amato Ronconi, sfilano per via Roma e terminare nel Parco dei Tigli. E poi spet-

tacoli, dimostrazioni e prove. I bambini potranno salire sui pony ed iniziare a conoscere la magia dei quadrupedi. Sono a loro disposizione dalle 19 alle 24 in tutt'e tre le giornate. Il giorno successivo, 18 luglio, si replica la parata ottocentesca: piazza Amato Ronconi, via Roma e Parco dei Tigli. Oltre alla Quintana in Viale dei Tigli, dimostrazione delle varie discipline tecniche

CULTURA

(curata dal Circolo Ippico Valconca). Da non perdere la Monta da lavoro veloce, anche questa gara valida per il campionato italiano. Si chiude il 19 luglio con la prova di trekking; gara che viene aperta dal suono del corno. Da annotare i numeri equestri di Andrea Celani e Maurizio Lavarini. Spettacoli con cavalli di Minorca con ballerine di flamenco. Osterie L'evento è anche mercatino, locande e osterie. Presentano prodotti e piatti della tradizione: sobri e saporiti. Musica Arie dell'800 e musica operistica sul palchetto del “Torricino”. Organizza Vivi Saludecio, la neonata associazione che ha l'ambizione di promuovere il territorio attraverso gli eventi legati alla storia e tipicità saludecese.

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SALUDECIO - ALLEGRO MA NON TROPPO...

Allegro ma non troppo - Questa “poesia” in dialetto saludecese è dedicata a tutti quelli che mi hanno consociuto in qeusti miei sessantasei anni. Parla di una vicenda che ho vissuto ultimamente. Prima condannato per non aver comesso il fatto; poi assolto per non aver commesso il fatto. Quando ad ognuno di voi ed ai vostri figli che una cosa simile non possa mai accadervi. Nessuno è immune da incompetenza, ottusità e menefreghismo. Quatr'an fa te paes ia parled più d'un mes per 'na roba poca bela per di libre tna bancarela. - Du sgrazied chi lavureva l'era un fred cus bubleva i se trov quatre e quatrot tun casen e si os rot. l'era arved all'impruvisa quatre omne in divisa du ch'jà lor comuniched che chi libre iera rubed. Fato sta che e lundì matena e carlen la calzed la mena ia parled ad sti cristien come fusa di asasen. E tut quji chi ia cnusciud ta du sgond ila savud, iera quatre mun tavlen chi sghigniva spudand vilen iera anche un zupet che ridiva a dent stret iera una cl'an mi guardeva dop e fat lam saluteva. E per fnì un capurion cla parled dla question tut insen dentra na chesa e sna vosia un po' acesa. Ma la storia la nè fnida anzi las fa più garnida u j'à trov un avuched da Murcien u-jà inquadred u-jà chiap sota l'ela e per poc uni pela e fa ad più ui fa danè e per fnì cundanè

fato sta che i du incazèd e di dop i l'ha liquided un amig che ancora u'jera incuntrè u'jà fat na sera sna persona rinumeda clan si perda per la streda sta persona un avuched u-ja subte tranquilized propria ier te tribunel sentenzied ja l'apel, l'avuched sun ton garbed tut i fat l'ha illustred E dop quatr or ad riunion u se arsolta la quistion i du christ je sted asolt gnint ad mel j'aveva svolt e ma lor restituid tut i libre requisid. Ma... chi m'arpega dla salut di cavil più canud dli nutedie ad och avert avruchied trameza al cvert de nervos che quasi ut magna e dla genta più maligna chi m'ardà i sold indred qui co spes da i avuched? Da sta storia ho impared c'un sdà gnint per scunted che se an t'è gnenca un quatren tve a fnì drit sota m'un cren e cui sia un difensor cl'ava ancora un po' d'unor che la gent che t'cred amiga in fa eltre che bramet la sfiga Carlo Cervellieri

Mondaino


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Sembra che in Alta Valconca sia partita questa strana povera speranza

La crisi non si batte con la catena di Sant'Antonio

Nel borgo di Meleto: NeroNotteTeatro Meleto con le scenografie

UOMO E ECONOMIA

- Tra Mondaino, Saludecio e Montegridolfo sembra che sia partita una catena di Sant'Antonio che dovrebbe “aiutare“ le famiglie in questa crisi che prima ancora prima che essere economica è crisi di valori: corruzione, spreco di risorse pubbliche e private, clientelismo, disuguaglianze sociali. E se mancano i valori è difficile lavorare con progetti e serenità, condividendo un'idea di futuro. Se ne parla da mesi, ma ad approfondire non si hanno i cosiddetti riscontri oggettivi su questa catena di Sant'Antonio. La si intreccia mettendo sul piatto una cifra; a catena si vanno a coinvolgere familiari,

Si spera che siano soltanto voci che rimbalzano come iperboliche storie inventate per sorridere

amici, conoscenti. Mano mano il cerchio si allarga, quando raggiungi quello giusto, ti vengono elargiti più danari di quanto tu ne abbia messi a dimora in questo strano giardino che crea ricchezza neppure fossero semi. Si tratterebbe di una specie di Pinocchio in chiave moderna; da una parte i malcapitati in buona fede; dall'altra i gatti e le volpi. Solo a sentire queste storie

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TEATRO

Mondaino

ti vengono i pensieri tristi. I primi a caderci sono le persone più pure, con più illusioni. Forse con più problemi. Perché sottrarre alcune centinaia di euro a costoro è come mettere le mani nelle tasche dei bambini che contengono gli spiccioli dei genitori per il gelato. Di questa catena di sant'Antonio nata in Alta Valconca se ne parla da alcuni mesi. Sono voci che si rincorrono sempre più vicine; la speranza è che siano soltanto voci, ma dato che in passato sono state costruite altre piramidi che portano soltanto alla confusione di Babele potrebbe essere tutto vero. “Nulla di simile ad un pasto gratis esiste tra gli uomini”, ama dire l'economista americano Samuelson.

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800 NNT (NeroNotteTeatro), alla X edizione, ideato e organizzato da L’Armonda (Associazione Culturale Saludecese) con la collaborazione, il patrocinio e il contributo del Comune di Saludecio. Due serate col buon teatro noir in uno dei borghi malatestiani più raffinati (il panorama vale da solo la visita) il 10 e 11 luglio; dalle 20 a mezzanotte.

Come ogni estate, alla X edizione, torna alla ribalta l’evento che ha fatto scoprire negli anni passati il piccolo e antico borgo. Una scommessa culturale e turistica vincente. Il “Sagrato della Chiesa”, la “Piazza”, la “Contrada maggiore”, il “Pozzo” e il “Campo dell’ albero” ospitano a rotazione spettacoli e performance replicate a partire dalle ore 21.15 alle 23.30. L’Ingresso è di 5 euro. (vista la particolarità dei temi trattati, gli spettacoli sono consigliati ad un pubblico adulto). Ideazione e direzione artistica Giuliano Chelotti. L’Armonda: Antonella Arduini, Danilo Bartolini, Serenella Bartolini, Franca Bordoni, Anna Rita Ferri, Maura Merli, Lino Pironi, Sara Tenti. Collaborazione artistica: Roberto Caminiti e Sergio Diotti.

MONTEGRIDOLFO

Lorenzo Grilli; un po' manager, un po' sceriffo - Un po’ sceriffo, un po’ manager e un po’ guascone: questo Lorenzo Grilli nuovo astro nascente della politica della Valconca. Il 34enne sindaco di Montegridolfo in poco meno di un anno ha già espresso grandi capacità amministrative, dimostrando coraggio e grande senso di responsabilità. Lorenzo ha infatti messo fine ad una incresciosa vicenda di abusivismo amministrativo e di pericolo sanitario che si era verificata in una frazione del suo piccolo comune, diramando un’ordinanza ad hoc che ha disposto la chiusura di un’atti-

vità artigianale potenzialmente pericolosa per la salute pubblica. Il giovane sindaco, che ha così deciso di avventurarsi nell’insidioso campo dei poteri conferiti dalla legge al primo cittadino, agendo nella piena legalità è riuscito a far cessare la fonte del pericolo . Il sindaco è riuscito addirittura a vincere il ricorso al Tar intentato dal legale dalla ditta che ha subito il provvedimento inibitorio. Se si avesse voglia di consultare gli albi pretori dei comuni della Valconca, si potrebbe con facilità scoprire che le ordinanze emesse dai sindaci siano rare e pressoché remo-

Lorenzo Grilli, 34 anni, sindaco di Montegridolfo

TREBBIO DI MONTEGRIDOLFO - Via Botteghino 61 - Tel. e Fax 0541/855134

te, tutte adottate per comminare sanzioni contro coloro che hanno incautamente deciso di abbandonare rifiuti al di fuori dei cassonetti. Lorenzo Grilli ha anche deciso recentemente di provvedere giudizialmente a far cessare gli effetti del contratto di affitto di un locale posto in prossimità del centro storico, in quanto il titolare da tempo immemore non pagava il canone. Ancora segretario in carica del circolo, Grilli viene già indicato quale futuro sindaco del futuro, ente aggregato, nato dalla fusione dei comuni di Montegridolfo, Saludecio e Mondaino.


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Montescudo

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L’ALBO D’ORO

Quel “libricino” da conservare: 15° - Un classico della Sagra della Patata è l'opuscolo annuale con storia e storie di Montescudo a cura di Gilberto Arcangeli, un appassionato dei fatti della sua comunità e non solo. È un raro caso di piacevole longevità. Siamo arrivati al 15° anno, di rivista annuale “Montescudo storia e storie”, uno spazio prezioso offerto alla cultura del nostro territorio che raccoglie contributi altrimenti dispersi, che possa invogliare soprattutto i giovani ad interessarsi alla storia della loro terra. Quest'anno racconta il 71° anniversario della Linea Gotica, cioè della Seconda guerra mondiale (1939-1945). Lo fa facendo parlare e ricordare i montescudesi testimoni di quelle giornate. Le testimonianze di que-

st'anno: GUIDUCCI REMO , MAGNANELLI G R A Z I E L L A , T O G N A C C I PASQUINA, SAPUCCI ROSINA, BENEDETTI GIUSEPPE, PARI GIUSEPPE “PEPPINO”, CASADEI IDA, MAGNANELLI RITA, GESSAROLI ISIDE, CECCOLI LUIGI, M O N T A N A R I VALERIO, FABBRI BALILLA “GAETANO” , COMANDUCCI ASSUNTA.

Sagra della Patata e Festa degli Gnocchi Appuntamento l'8 e 9 agosto. Ingresso libero; 43^ edizione

- Nel caratteristico borgo di Montescudo, sabato 8 e domenica 9 agosto, la 43^ Sagra della Patata. Protagonista è la “patata montescudese”, il prodotto utilizzato nei ricchi menù, proposti dai vari stand gastronomici: gnocchi al ragù, baccalà con patate, piadina e ricette particolari come i dolci ed il gelato di patate. In concomitanza alla Sagra della Patata si tiene anche la Fiera Dei Prodotti Agricoli e Artigianali locali. Vi si può trovare, il vino locale “Monte dello Scudo”, un sangiovese superiore d.o.c, l’Olio delle colline riminesi, unico nella nostra regione con l’etichetta “Arimolio”, prodotto dalla Cooperativa degli Olivicoltori dei Colli Riminesi, le terracotte, poi il


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ARTE E STORIA

Borgo malatestiano con panorama sontuoso

Il tubero montescudese ha proprietà e mercatino degli artigiani con creazioni particolari ed interessanti.

Montescudo - patata A Montescudo la patata si è diffusa già dai secoli scorsi avendo un terreno sabbioso e collinare, particolarmente idoneo alla coltivazione, ove la patata trova il suo habitat ideale, ha un ottimo sviluppo e le particolari caratteristiche del terreno rendono il prodotto eccellente, in assoluto

bontà assolute. Il delizioso cibo protagonista genuino e fantastico: gnocchi, patate fritte, gelato alla patata. Organizzata dalla Pro Loco, dal Comune e dalla Coldiretti, è la Sagra più importante della provincia di Rimini. Montescudo conserva un borgo dal fascino certo, con un panorama capolavoro tra i migliori d’Italia molto adatto per gli gnocchi, per arrosti, lessate e gustosissime fritte. La Festa è organizzata dalla Pro Loco di Montescu-

do in stretta collaborazione con il Comune, con la collaborazione dell’Associazione Coldiretti e con il contributo della Provincia e Camera di Commercio.

- Montescudo e territorio è uno degli angoli del rimninese assolutamente da scoprire. Fuori dal giro turistico ma di bel valore, sia storico-artistico, sia ambientale. Ecco cosa non perdersi.

MONTESCUDO TORRE CIVICA Risale al XIII secolo; seppur rivisitata ha mantenuto la struttura medievale GHIACCIAIA Di epoca malatestiana, si trova sul lato mare della piazza sulla quale si affaccia il palazzo comunale. Di pregio la sua tecnica costruttiva

CUNICOLI SOTTERRANEI Congiungevano la rocca con la torre di avvistamento MURA Sono i resti delle fortificazioni malatestiane, erette sotto il governo di Sigismondo, che ebbe come consigliere anche Filippo Brunelleschi. Caratteristiche: alte ed inclinate

CHIESA TRARIVI Un’antica pieve. Distrutta dalla ferocia della Seconda guerra mondiale. A suo modo è stata recuperata ed è stata denominata la Chiesa della Pace. A ricordo del passaggio del fronte, è stato creato il Museo della Linea Gotica Orientale; raccoglie reperti e materiale delle battaglie avvenute nella zona VALLIANO SANTUARIO Appena restaurato, il pezzo notevole sono gli affreschi del Quattrocento della scuola del Ghirlandaio. Bella la posizione, bello l’edificio. Nella canonica alloggia il Museo della Civiltà contadina CASTELLO DI ALBERETO Bel borgo fortificato di epoca medievale. Vista sontuosa sull’Adriatico e sull’Appennino


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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO CORIANO - TEATRO

Teatro, “Arancione è la notte” - Dal 27 giugno al 2 agosto 2015 alla CorTe del Castello Malatestiano di Coriano la prima edizione di Arancionè la notte… rassegna che apre i festeggiamenti per il trentennale della Compagnia Fratelli di Taglia, promossa assieme al Comune di Coriano e con il supporto della Regione Emilia-Romagna. Nove appuntamenti per valorizzare il suggestivo palcoscenico all’aperto sulle colline riminesi con una serie di happenings culturali dall’atmosfera festosa e informale. Domenica 12 luglio (ore 22) arriva a Coriano il Jimmy Villotti Trio. Domenica 26 luglio (ore 22) in viaggio con Barbara Casini Trio. La cantante e percussionista Barbara Casini, la più importante interprete della musica brasiliana in Italia. Aspettando i concerti, dalle ore 20,30, degustazione a lume di candela con apericena a Km Zero by La Cantinetta della CorTe. Venerdì 17 luglio (ore 22) il Castello di Coriano fa da cassa armonica al Canto Antico. I napoletani Francesca Di Ieso (tamburi a cornice italiani e voce) e Armando Illario (fisarmonica e voce) e il milanese Francesco Nastasi (piffero, scacciapensieri, cornamusa)

La prima sagra a montecolombo; la seconda nella frazione di Croce

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Trippa-strozzaprete e Pomodoro Fratelli di Taglia presentano il recente progetto South Beat/Pulsazione Sud: la fusione di riti ancestrali e sonorità urbane, suggestioni dalla musica nera made in Naples e grooves dall’underground metropolitano. Venerdì 31 luglio (ore 22) tutto il ritmo del Baile Folk con Andrea Capezzuoli Trio. Domenica 2 agosto alle ore 21 Arancionè la notte… si conclude con Coriano… la dolce vita, evento curato da 1a Fila – consulenti di bellezza e AS Parrucchieri di Coriano. Di castello in castello il trentennale dei Fratelli di Taglia prosegue dal 23 luglio al 20 agosto a Rimini con Oh che bel castello! monografia che la programmazione di Castel Sismondo Estate dedica alla formazione riccionese ospitando cinque significative produzioni del suo percorso artistico: Circus Colombazzi (23 luglio), Alice (30 luglio), I viaggi di Sindbad il marinaio (6 agosto), Jack e il fagiolo magico (13 agosto), Il folletto mangiasogni (20 agosto).

Croce, Sagra del Pomodoro

EVENTI - La Trippa e lo strozzaprete. La Romagna. Si celebrano con una sagra il 18 e il 19 luglio a Monte Colombo nel bel borgo malatestiano. L’appuntamento con due dei piatti principi della trazione nacque 49 anni fa su idea di Lino Magnani, allora il sindaco. Dagli albori un successo crescente. Organizzata dalla Pro-loco, con il patrocinio del Comune ed il contributo della Camera di Commercio e della Provincia di Rimini, anche quest’anno offrirà quanto di meglio possa trovarsi in termini di specialità e prelibatezze culinarie, spettacoli folkloristici, esposizioni di prodotti agricoli naturali, mezzi e moto d’epoca e quant’altro. Piatto forte, in tutti i sensi,

della Sagra, è comunque l’offerta culinaria: si potranno gustare gli strozzapreti casarecci, prodotti direttamente dalla Proloco attraverso l’opera dei volontari. Immancabile la trippa, introvabile ed apprezzato piatto tipico della cucina romagnola, ma non mancheranno i fagioli, per non parlare del gratin assortito e della piadina romagnola. Gli stand grastronomici

aprono i battenti sabato alle 18. Il giorno successivo già a partire dalle 12 stand gastronomici aperti.. Dalle 17-24, orchestre. Inoltre, esposizioni di moto d’epoca, mostra mercato di aziende agrituristiche locali e rievocazione antichi mestieri. Croce - Sagra Pomodoro Appuntarselo. A Croce di Monte Colombo il 2 agosto: Sagra del Pomodoro. Ovvero,

tra le migliori paste fatte a mano con il pomodoro, ottime bruschette e musica romagnola. Le brave azdore di Croce per un mese mese tutte le sere si ritrovano per preparare gli strozzapreti, rigorosamente fatti a mano. . Insuperabili anche le tagliatelle, le grigliate di carni, i pomodori grigliati e gratinati, i salumi fatti come una volta. Una sagra paesana unica e soprattutto genuina nella piccola frazione da cui si può ammirare la riviera romagnola E’ una delle feste del circondario che può considerarsi veramente autentica e soprattutto “genuina”; è autogestita dal circolo parrocchiale. Un modo per partecipare ad una festa dal sapore antico, passare qualche ora in allegria e spensierati e ritrovare vecchi amici.

Teatro Amici, un'estate con “S... Varietà made in Italy” SPETTACOLI

- “S… Varietà Made in Italy”, è una produzione che è stata rappresentata nei maggiori teatri italiani con Gino Bramieri con una tournée durata 2 anni nel '92-'93. Lo spettacolo è in cartellone per tutta l'estate nel bel Teatro Amici a Croce di Montecolombo. Scritto e diretto da Carlo Tedeschi, ripropone un viaggio nello spettacolo leggero. Scene tratte dalle più note commedie musicali italiane si affiancano alla migliore tradizione melodica della penisola, proponendo così un viaggio con brani senza tempo che hanno caratterizzato lo scenario teatrale italiano. Al contempo, il confronto è inevitabile con il musical di Broadway e lo “show style” americano. Lo spettacolo ebbe un eccezionale successo con il compianto Bramieri e torna ora sulle scene con balletti, scenette, canzoni, riproposti da giovani artisti, che rallegrano il pubblico per oltre 2 ore di puro divertimento. Lo spettacolo, che rientra nella rassegna “Giovani in Scena” , promossa dalla Fondazione Leo Amici in collaborazione con Associazione Dare, A.C.S.D Danza e Musical

Il teatro “Amici” a Croce di Montecolombo con il patrocinio del Comune di Monte Colombo e Unione della Valconca, ha debuttato il 20 giugno e sarà in scena ogni sabato alle ore 21.45, fino a settembre, al Teatro “L. Amici” del Lago di Monte Colombo di Rimini. La trama. Diatriba tra i valletti che conducono il gioco, uno, giovanissimo, sostiene essere meglio il musical americano, l’altro la commedia musicale italiana, di cui è stato interprete. Un valletto inneggia al Musical d’oltre Oceano… per lui unica possibilità d’avanguardia e soprattutto di successo… l’altro lo contrasta e difende, a sua volta, la più raggiungibile e nostrana Commedia Musicale. La soubrette non può che assistere passiva… almeno apparentemente… Si rivela, infatti, la vera fautrice degli eventi

della serata! Con tipico garbo femminile, gestisce la situazione… tra invisibili e inconsistenti porte… dove il cocciuto valletto, si cimenta, in un “bernoccolante” incontro a testa bassa. Torneo che non vede né vincitori né vinti, tra defilè stile Broadway, arie latine e Commedia Musicale Italiana…Tra i due litiganti… la soubrette ha la meglio! Il divertente “S…Varietà Made in Italy”, prosegue il filone della produzione di Carlo Tedeschi e Stefano Natale, dedicato ai varietà ed al recupero di un genere molto amato dal pubblico italiano nella prima metà del ‘900 e fino al dopoguerra, riscoperto ed apprezzato oggi dai giovani. Info e prenotazioni: 0541986133; info@teatroleoamici.it. Prevendita: www.liveticket.it


CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO

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Acquistata dalla Silver di Fusignano. Incontro con Regione, Provincia, Comune di Coriano e sindacati PERSONE

Pier Paolo Ugolini, montescudese nell'aereo abbattuto nel cielo di Ustica Pier Paolo Ugolini

- Lettera aperta al sindaco di Montescudo. Sarebbe cosa buona e giusta se il comune di residenza di Pier Paolo Ugolini, deceduto in circostanze a dir poco tragiche mentre volava per ragioni di lavoro, insieme ad altri quattro tecnici della Snam, gli dedicasse nel suo territorio una targa o una via in memoria della strage di Ustica. Così facendo Montescudo renderebbe ai familiari delle vittime quel pizzico di giustizia che gli è stato negato per 35 anni dalle istituzioni italiane e non. Pier Paolo Ugolini era sul volo dell'aeroplano abbattuto (da aerei militari?) sul cielo di Ustica il 27 giugno del 1980. A bordo c'erano 81 persone. Due della provincia di Rimini. Con Ugolini anche la piccola, figlia del misanese Roberto Superchi. Ogni anno la famiglia Ugolini ricorda Pier Paolo con un manifesto dal titolo “Ero nato per volare”. A corredo il velivolo con le insegne Itavia. Emilio Cavalli

Valleverde, si apre uno spiraglio per il futuro? ECONOMIA - La Valleverde finisce alla Silver di Fusignano? Si è tenuto, il 6 luglio, un primo incontro interlocutorio convocato da Regione Emilia Romagna, Provincia di Rimini e Comune di Coriano, accogliendo le richieste delle organizzazioni sindacali rispetto al tema dell’acquisizione di Spes Spa (Valleverde) da parte dell’Azienda Silver 1 Srl di Fusignano. L’incontro si è svolto in un clima di positiva collaborazione, dove sono stati chiariti tra le parti diversi aspetti procedurali e amministrativi e soprattutto è stato rimarcata dalla nuova proprietà l’idea di un rilancio imprenditoriale dell’azienda Valleverde e del suo storico marchio, attraverso la valorizzazione del sito produttivo di Coriano e della sua rete di distribuzione commerciale. Nei giorni a venire l’impresa acquirente ultimerà la rico-

L'attore Kevin Costner, negli anni degli splendori, è stato testimonial della Valleverde

gnizione di tutti gli elementi necessari a presentare un vero e proprio Piano Industriale, che possa affrontare il mercato già per la stagione in corso ma soprattutto in vista di un rilancio complessivo della produzione per il 2016. Le parti si incontreranno nuovamente nelle prossime settimane e comunque prima della

pausa estiva, per proseguire il confronto positivo avviato e nell’ottica di avviare un percorso chiaro e condiviso per i lavoratori dell’azienda. L’impresa acquirente, le istituzioni ed i sindacati esprimono soddisfazione per il dialogo, auspicando che questa sia la forma più idonea per rilanciare questa azienda storica del terri-

torio secondo un approccio di sistema. Difficile, ovvio, rilanciare l'azienda portata in alto (edi in basso) dal riccionese Armando Arcangeli. L'economia è cosa seria al di là dei proclami dei superficiali di turno che inquinano il pensiero. Il suo spazio è stato occupato dai competitori. In bocca al lupo e buon lavoro.



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