Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
ANNO 18 N.3 Euro 1,50
Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini
REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it
IL PUNTO DI VISTA
La crisi di febbraio del M5S e il caso Laudati di Alessandro Roveri*
- E’ fin troppo ovvia la reazione di tutta la stampa di fronte al terremoto che ha colpito nel mese di febbraio 2014 il Movimento cinque stelle: solidarietà con i quattro senatori dissidenti, espulsi da Grillo e Casaleggio, ossia con Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Alberto Orellana. La decisione è stata presa dagli iscritti al blog di Beppe Grillo: 29.883 a favore dell’allontanamento, 13.485 contrari. Grillo ha così attaccato i dissidenti: «A me dispiace, perché in fondo non c’è niente di drammatico, però non sono più in sintonia con il Movimento». E poi: «Si terranno tutto lo sipendio, 20.000 euro al mese fanno comodo, capisco anche quello. Solo, non capisco le motivazioni ideologiche. […] Non ci possiamo permettere ancora di parlare di gente che bisbiglia ai giornali, dopo 5
MARZO 2014
Mec3 finita ad un fondo americano MORCIANO - 55
CATTOLICA - 33
“Dateci una mano ad uscire dalla crisi” Unite si rivolgono alla politica Cna e Confartigianato, Confesercenti e Confcommercio, Casartigiani. “Rappresentiamo il 50 per cento della corruzione europea. Ed evasione per 150 miliardi. Fare qualcosa”
MADE IN ITALTY Don Matteo Renzi, dalla fiction a premier! Passerà alla storia...
TRADIZIONI
Sì... come Giuda, Bruto...
Manifesto 2013. E' della studentessa del Fellini Rebecca Negri
- “La situazione è drammatica; con il Paese nell'incapacità di porvi rimedio. E' vero che l'Occidente soffre rispetto alla competizione mondiale, ma c'è anche un'Unione Europea che ce la fa a fronteggiare il momento economico. Viviamo in una nazione scossa dalle associazione malavitose, con uno strano connubio tra politica e Pagine 2-3
Breve massima di saggezza Qui, per cambiare sul serio, dobbiamo cambiare testa, dobbiamo ammazzare il Gattopardo
Alan Friedman Segue a pagina 13
Tutti i redditi di sindaco, assessori e consiglieri comunali
RICCIONE - 15
RIMINI - 9
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Galletti, quel ministro “riccionese”
La mafia in Romagna. Il documentario
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Dal 9 al 16 marzo
San Gregorio, la millenaria fiera della Valconca Cecco-Magritte - 2014
MISANO ADRIATICO
VALCONCA
Primarie centro-sinistra Dalle urne esce Giannini
San Clemente Voto, ad ora, tre liste e mezze Tutti alla “Playa” San Giovanni Primarie Pd, vince Morelli Coriano I Montefiore Ceramica, a lezione da Corsucci Mondaino Sanchini, precettore di Leopardi Saludecio Grande teatro, grandi libri
RUBRICA
Raibano Riccione energia pulita “Non portate i rifiuti da fuori regione” Pagina 3
Pagina 59-73
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Marzo 2014
INCHIESTA
Chiedono aiuto alla politica e alle banche, l'ossatura del sistema economico
“Dateci una mano ad uscire dalla crisi” L'INCHIESTA
segue dalla prima pagina
malaffare. L'Italia rappresenta il 50 per cento della corruzione europea. C'è un'evasione annua di 150 miliardi. Bisogna trovare una forma che possa contrastare il fenomeno”. A parlare con toni di profondo buon senso, oltre che rivoluzionario per la cultura italica, almeno per un imprenditore, è Fabrizio Moretti. Di Viserba, è il titolare del colorificio “Mp”, e presidente provinciale di Cna Piccola Industria. E' appena entrato nel consiglio nazionale della Cna (con lui, a Roma, anche un altro riminese Giovanni Giungi). Con questo tono diretto e pungente, Moretti è stato il primo a prendere la parola tra i presidenti delle associazioni di categoria della provincia di Rimini. Lo scorso 10 febbraio c'erano tutte ad annunciare la manifestazione nazionale tenutasi a Roma lo scorso 18 febbraio: Salvatore Bugli (Cna), Mauro Gardenghi (Confartigianato), Mirco Pari (Confesercenti), Gianni Indino (Confcommercio). Se la piccola e media impresa italiana scende in piazza, significa che il paziente Italia è davvero grave. Va sottolineato che la piccola e la media impresa rappresenta il 95 per cento del tessuto imprenditoriale del nostro sistema. Ora piccolo non è più bello, come si recitava negli anni addietro. Quando
Bugli. “Negli ultimi 15 anni lo Stato centrale ha trasferito i servizi a livello locale e tagliato i trasferimenti. E questo sta avvenendo a scapito delle aziende artigiane che si trovano a pagare cifre insopportabili”
si è troppo piccole non ci sono le cosiddette economie di scale ed è arduo andare sui mercati esteri a cercare di portare il proprio prodotto. Moretti ha ancor più affondato l'analisi nella piaga strutturale del Paese da troppi decenni costruito su una competizione di molte chiacchiere e pochi fatti. Insomma, stiamo morendo di buone intenzioni e con le nostre mani. Ha tagliato in due il tavolo: “Il debito pubblico lo pagano le imprese oneste. Il livello di tassazione è a livelli insostenibili. Tra le locali e le nazionali arriviamo al 65-70 per cento di aggravio fiscale. Molte imprese hanno attinto alle risorse personali, cercando di non lasciare a casa i dipendenti”. “Le banche - ha continuato nella sua fotografia Moretti - a volte le capisco, però la morsa creditizia è sempre più elevata. Altra nostra debolezza è la dif-
FOCUS
Indino. “Va combattuta la burocrazia e la corruzione; la politica resta al suo posto per un breve periodo, loro per sempre. E' lì che bisogna combattere” Moretti: “L'Italia rappresenta il 50 per cento della corruzione europea. C'è un'evasione annua di 150 miliardi. Bisogna trovare una forma che possa contrastare il fenomeno”
Gardenghi: “Se continuiamo così dubitiamo che ci possa essere crescita. Non è possibile non ascoltare 5 milioni di imprese. La politica parla di lavoro e crescita, ma vanno creati”
ficoltà nell'esigere il credito che si vanta; altrove è in due settimane, massimo un mese, da noi si arriva a 5 anni, quando va bene. Questi sono solo alcuni dei problemi che dobbiamo affrontare; intorno a noi vediamo il teatrino del potere che non serve a sollevare la situazione della piccola e media impresa”. Non meno diretto, Mauro Gardenghi, segretario della Confartigianato provinciale: “Se il 18 febbraio siamo stati in piazza significa che la situazione è drammatica. Se continuiamo così dubitiamo che ci possa essere crescita. Non è possibile non ascoltare 5 milioni di imprese. La politica parla di lavoro e crescita, ma vanno creati. Se le imprese muoiono non ci sarà nulla né per noi, né per i nostri giovani. E' un indice sociale pericoloso il fatto che da 5 anni a questa parte l'economia finanziaria si è abbattuta sulle imprese. A questa ci metti una burocrazia stupida e anche corrotta. Il burocrate interpreta regolamenti
e leggi e allora cosa fa? Le interpreta a modo suo per la corruzione. E ancora: costo del lavoro alto, energia salata, le banche che non erogano. Qualunque governo, ammesso che ce ne sia uno, non può più bastare andare in Confindustria e trattare. La grande industria delocalizza. Forse le piccole e le medie imprese sono più importanti della Confindustria”. “Dopo Roma - rimarca Gardenghi - non c'e nientr'alto; ci sono i forconi. I nodi sono tanti; noi facciamo il nostro dovere a fianco degli imprenditori”. Gianni Indino, direttore della Confcommercio: “Noi vogliamo dare una svolta; rispetto a quello che rappresentiamo, siamo considerati molto poco. Va combattuta la burocrazia e la corruzione; la politica resta al suo posto per un breve periodo, loro per sempre. E' lì che bisogna combattere. In questo momento le tasse salgono e i consumi continuano a scendere. Negli ultimi 6 anni il reddito pro-capite è sceso del 13 per cento”. Bonfé, presidente provinciale della Confesercenti: “Noi chiediamo meno tasse e più
CURIOSITA'
Rifiuti e imprese
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Giornale in stampa il 5 marzo
Pari. “Nonostante le capacità straordinarie, rischiamo di scivolare alla periferia dei mercati. Non è più rimpallare questa situazione. Le responsabilità è anche dei cittadini che hanno eletto politici inadeguati”
- Moretti, Cna Piccola Industria: “Le imprese quasi non fanno rifiuto urbano, dato che lo smaltimento è quello speciale, però pagano cifre esorbitanti”.
soldi dalle banche. Noi siamo qui per lavorare e non per fare tante chiacchiere. E' ora di fare: o si fa , o si fa per forza. Inoltre, si aggiunge una tassazione locale irresponsabile”. Mirco Pari, segretario provinciale della Confesercenti: “Per restare a livello locale, noi riteniamo iniqua la tassa di soggiorno e non aiuta lo sviluppo né del turismo, né dell'artigianato che vi è legato”. Salvatore Bugli, direttore provinciale della Cna: “Comprendiamo le difficoltà degli enti locali a riuscire a garantire i servizi. Negli ultimi 15 anni lo Stato centrale ha trasferito i servizi a livello locale e tagliato i trasferimenti. E questo sta avvenendo a scapito delle aziende artigiane che si trovano a pagare cifre insopportabili. Se non si interviene con drasticità si fa fatica a reggere: quando si arriva al 70 per cento del prelievo che cosa si può fare? Le banche hanno molte ragioni, ma la piccola impresa è stremata: stiamo affondando. Le risorse personali non sono infinite. Purtroppo, in questo momento, stanno funzionando solo le aziende con i mercati
NUMERI
Estero, 27 imprese per 1,5 milioni di dipendenti - Sono oltre 27mila le imprese italiane che hanno deciso di trasferire all'estero parte della prdouzione dal 2000. Lo rileva uno studio della Cgia di Mestre secondo il quale se in questi ultimi anni la crescita del numero delle aziende che delocalizzano è stato abbastanza contenuto, +4,5% tra il 2008 ed il 2011, nell'arco temporale che va dal 2000 al 2011, invece, l'incremento è stato molto consistente: +65%. Alla fine del 2011 ammontavano a poco piu' di 1.557.000 i posti di lavoro creati oltre confine
Paolucci: “Saper fare, conti in ordine, valigetta e etica” - Umberto Paolucci è stato il braccio destro di Bill Gates. Per anni ha ricoperto il ruolo di presidente Microsoft Europa. In un incontro con i giovani a Riccione ha raccontato come si guida un'azienda e anche uno stato. Quattro le gambe. La prima, saper fare delle cose in modo eccellente (e forse, nonostante tutto, le sappiamo ancora fare). La seconda, i conti devono essere assolutamente in ordine; quelli italici non lo sono e pure quello di molte imprese. La terza, i prodotti vanno venduti in giro per il mondo. E anche su questo tasto l'azienda Italia sta perdendo terreno rispetto agli anni addietro. Quarto, l'etica. Senza è difficile costruire una comunità solidale che sappia darsi una mano al suo interno e ad affrontare i mercati in modo compatto. Gli indicatori economici dicono che l'Italia è il Paese più iniquo dell'Occidente; fa peggio solo il Portogallo.
esteri”. A chi gli chiede come mai i responsabili del dissesto-Italia sono sempre gli altri, risponde: “Il Paese sta scontando un problema culturale. Questo è il punto vero. Con l'euro si è pensato di risolvere i nostri problemi. Per svoltare, dobbiamo fare uno sforzo straordinario per vivere nelle regole. In Svizzera la burocrazia fa in tre giorni, da noi ci vogliono mesi. Finalmente, come associazioni, si sottolinea che dobbiamo cambiare. Nonostante le capacità straordinarie, rischiamo di scivolare alla periferia dei mercati. Non è più rimpallare questa situazione. Le responsabilità è anche dei cittadini che hanno eletto politici inadeguati”.
INCHIESTA Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
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“Vanno ascoltate le indicazioni dei territori”. Riccione per Energia pulita conta oltre 2mila iscritti
Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
“Raibano, non fare arrivare i rifiuti da fuori regione” Ci
- Mentre altri cittadini allarmati si sono attivati per fare sentire la loro voce contro l’arrivo dei rifiuti da fuori regione, Riccione per l'energia pulita, che sul proprio sito conta 2067 iscritti, in febbraio ha promosso un incontro in Provincia di Rimini con l’amministratore delegato di Akron, Fabio Fabbri, per proporre altre soluzioni riguardanti l’incremento del recupero di materia nell’impianto di selezione del secco posto accanto all’inceneritore di Raibano. Erano presenti l’assessore all’ambiente Stefania Sabba, il dirigente Francesco Bosco ed il funzionario Fabio Rizzuto. Assente ingiustificato invece l’assessore all’ambiente del Comune di Coriano, Morri, che era stato invitato a partecipare ai lavori tanto che era stata fissata la data dell’appuntamento su indicazione della sua disponibilità.
Raibano, l'inceneritore
FOCUS
“Come cittadini che si impegnano da tempo per rendere maggiormente sostenibile la gestione dei rifiuti a livello provinciale, regionale e soprattutto nazionale - raccontano quelli di Energia pulita - vorremmo che le forze politiche presenti sul territorio non ci sentissero solo quando si tratta di cavalcare il dissenso, ma che tutti i partiti, indipendentemente dalle scelte politiche di ciascuno, su questo tema si unissero per dare risposte concrete ed efficaci a un problema
“Il problema dei rifiuti speciali che tanto assilla i gruppi di protesta stile (no nel mio cortile) si risolve implementando il recupero di materia sia con la raccolta differenziata sia potenziando l’impianto di selezione del secco”
comune non di poco conto qual è quello di fronteggiare le scelte di un gestore che decide le proprie scelte industriali senza ascoltare minimamente le indicazioni dei territori”. “A nostro avviso - chiudono i rappresentanti di Energia pulita - il problema dei rifiuti speciali che tanto assilla i gruppi di protesta stile ‘not in my backyard’ (no nel mio cortile) si risolve implementando il recupero di materia sia con la raccolta differenziata sia potenziando l’impianto di selezione del secco fino ad arrivare a trasformare l’inceneritore in una centrale solare. Gli amministratori più avverti questo dovrebbero capirlo”.
NUMERI
Hera, le azioni della provincia di Rimini - Quasi tutti i comuni del Riminese sono azionisti di Hera, con quote che poco contano. Ad esempio quella di Riccione, seconda solo a Rimini, pesa lo 0,4%. L'azione il 4 marzo valeva 1,88 euro. Il numero delle azioni dei vari comuni. Cattolica: 52.896 Coriano: 30.519 Gabicce Mare: 2.593 Gemmano: 23.623 Mercatino: 138 Misano Adriatico: 822.032 Mondaino: 1.199 Monte Colombo: 49.307 Montefiore: 35.892 Montegripolfo: 943 Montegrimano: 453 Poggio Berni: 512 Rimini holding: 24.085.208 San Giovanni: 236.714 San Leo: 566 Santarcangelo: 1.615.789 Sassofeltrio: 126 Bellaria-Igea: 1.906.416 Carpegna: 453 Maiolo: 233 Monte Cerignone: 138 Montescudo: 56.826 Morciano: 6.262 Novafeltria: 769 Geat (Riccione): 5.602.796 Saludecio: 1.312 San Clemente: 82.981 Torriana: 513 Verucchio: 871
RIMINI-VALMARECCHIA Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
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Un territorio con 10 entità. Senza la Provincia è secondo solo a Rimini come peso
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Valmarecchia, contro la crisi l'Unione dei Comuni - C’erano una volta Malatesta e Montefeltro a contendersi il primato lungo il fiume. Poi con l’avvento dell’Unità d’Italia la storia ci ha consegnato per un secolo la “bassa” e “alta” Valmarecchia, divise da un confine che i cittadini hanno deciso di cancellare con il referendum del 2006 e dal 2009 il territorio è tornato sotto un’unica bandiera, quella dell’Emilia Romagna. Partenza Per la verità ai nastri di partenza saranno in dieci, visto che come scelto (con un altro referendum a inizio ottobre) Poggio Berni e Torriana daranno vita, in contemporanea, alla nascita della prima fusione di Comuni della Romagna, dopo che Savignano e San Mauro hanno scelto di no, in attesa che gli ammiccamenti tra Verucchio e San Leo favoriscano se non un muovo “matrimonio”, almeno un primo fidanzamento. Un doppio battesimo, insomma, per l’Unione a 10 e per Poggio Torriana (così si chiamerà infatti il nuovo Comune). Ma non sarà per tutti una festa: questa è pur sempre l’Italia dei “mille campanili” e decidere di buttarne giù dieci (o undici) in una volta sola è impresa ardua. Regole Ci sono da stabilire, e lo stanno facendo i vari consi-
Valmarecchia (Foto Luciano Luzi, tratta dal libro “Volando fra Romagna e Marche”, edito dalla Bpv)
Poi c'è il nuovo Comune Poggio Torriana. Una rivoluzione per i campanili italici
“A Poggio Torriana torna in corsa anche l'ex sindaco Antonio Valli, con una lista civica dal titolo-programma “Chiave di Svolta"".
FOCUS
di Daniele Bartolucci
gli comunali, le nuove regole dell’ente, come ad esempio la rappresentatività dei vari Comuni: perché se è vero che il nuovo Consiglio dovrebbe essere costituito da 22 consiglieri più un presidente, è anche vero che i vari Comuni potranno contare su “quote voto” diverse a seconda della grandezza, come è il caso di Santarcangelo che con 4 consiglieri (2 di maggioranza e 2 di minoranza) avrà ben 15 “quote voto” su un totale di 51 (34 di maggioranza e 17 di minoranza). Ma anche le funzioni associate rappresentano un rebus: la normativa regionale lascia infatti un po’ di spazio di manovra ai singoli Comuni, nello scegliere ad esempio di associarsi solo con alcuni e non con tutti. Ma questo comporta poi un calcolo complesso per il costo e le spese degli stessi, da suddi-
Elezioni. Una tornata che si preannuncia già prima ancora che parta la campagna elettorale, un unicum nella storia della Valmarecchia: ben tre Comuni degli otto che predisporranno le urne, arriveranno all’appuntamento guidati da un Commissario videre poi tra chi ci sta. Ed è su questo piano che ora si sta discutendo nei Consigli comunali, dopo oltre due mesi di discussioni all’interno delle Commissioni. Nel nuovo statuto, insomma, dovranno essere inserite tutte queste cose, che per certi versi (si pensi all’Altavalmarecchia) rappresentano delle novità asso-
lute. Così come di novità assoluta si parla per lo statuto del futuro Comune di Poggio Torriana: una volta che la Regione approverà la legge della fusione, scatteranno i due mesi finali per gli amministratori per redigere lo statuto e consegnarlo nelle mani del Commissario prefettizio che subentrerà alle due amministrazioni odierne (affian-
cato dai due sindaci, però) fino alle prossime elezioni. “A Poggio Torriana torna in corsa anche l'ex sindaco Antonio Valli, con una lista civica dal titolo-programma “Chiave di Svolta"". Già, quelle elezioni dove quasi tutti gli stessi Comuni (esclusi dalla competizione Novafeltria e Pennabilli che lo faranno nel 2016) dovranno rinnovare sindaci e consiglieri comunali. Anche per questo l’attuale dibattito e “gestazione” rappresenta un passaggio politico anche in vista di questa tornata elettorale. Elezioni Una tornata che si prean-
nuncia già prima ancora che parta la campagna elettorale, un unicum nella storia della Valmarecchia: ben tre Comuni degli otto che predisporranno le urne, arriveranno all’appuntamento guidati da un Commissario. Santarcangelo, che ha visto cadere in Consiglio comunale il sindaco Mauro Morri; Casteldelci, che dopo l’arresto del sindaco Mario Fortini ha visto anche le dimissioni dei consiglieri comunali proprio in queste settimane; Poggio Torriana, che per scelta dei cittadini, vive una transizione “prefettizia”. Insomma, ci sarà da “pedalare” per tutti, sia per chi deve recuperare credibilità sia per chi volesse approfittare della debolezza dell’avversario. Sarà una competizione serrata, perché disegnerà non solo il futuro dei singoli Comuni, ma anche la futura composizione dell’Unione a 10, che sarà, dovesse venire abolita la Provincia, l’organo decisionale più “pesante” della zona.
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RIMINI
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Il prestigioso scrittore presenta il suo libro alla “Riminese”. Di 34 case editrici nessuno accettò di pubblicarlo
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Ward: ‘Non sapevo che Fellini fosse riminese’ - É sabato sera. Nel cuore del centro storico di Rimini, circondata dal chiasso dei bar e delle cantinette, una libreria aperta diffonde dalle vetrine la sua luce arancione. In strada la maggior parte della gente segue con un cocktail in mano la lenta processione da un pub all’altro, ma alcuni entrano furtivamente nella piccola “Libreria Riminese”. Panche e sedie vengono presto occupate da una combriccola emozionata e, anche se non c’è posto per tutti, nessuno si lamenta di restare in piedi. Lo scenario ricorda vagamente un incontro della carboneria, dove gli scaffali di legno nascondono i volti degli affiliati da sguardi indiscreti. Stiamo tutti aspettando l’arrivo di Robert Ward, autore del romanzo “Io sono Red Baker” (Barney, 345 pagg. 16,50 euro) che vinse il Pen West Award come miglior libro pubblicato in America nel 1985. Nicola Manuppelli, curatore della collana “I fuorilegge”, lo ha recentemente tradotto in italiano e da oggi è possibile acquistarlo anche nelle nostre librerie. Quella di stasera è solo una tappa della lunga tournée intrapresa dal romanzo in tutta Italia e il pubblico freme visibilmente dall’emozione. Un altro paio di minuti ed ecco che “Bob” Ward entra nella libreria assieme alla sua interprete Maria Silvia Riccio. Presto mi rendo conto che l’autore è lui stesso un personaggio letterario: brandendo un calice di vino
Racconta aneddoti esilaranti, come quando dopo una miracolosa intervista a Clint Eastwood durata due ore si accorse di non averla registrata
CULTURA
già mezzo vuoto, le guance molli arrossate dal Sangiovese, tra i romagnoli sembra davvero a suo agio. Scrittore, insegnante, giornalista e sceneggiatore di Hollywood (quando non chitarrista blues), le turbolenze della sua carriera rispecchiano quelle della vita privata. Tuttavia non c’è traccia della sottile arroganza tipica degli intellettuali, e in special modo degli scrittori; Robert Ward ti parla come se foste vecchi amici da sempre, o come potrebbe parlarti uno zio matto. “Lasciate che vi racconti la storia di questo libro – esordisce afferrando una copia in inglese di ‘Red Baker’ –. Per cinque anni avevo scritto un romanzo intitolato ‘Baltimora’. Doveva essere la mia opera magna, sapete, qualcosa a metà tra Moby Dick e Jane Austen. Avevo scritto del mio di-
Robert Ward
vorzio, seicento pagine della schifezza più noiosa che possiate immaginare. Quella volta lavoravo al New York Times e una notte, dopo esser tornato a casa completamente ubriaco, l’ho letto tutto dall’inizio alla fine. Una merda assoluta. Mi depressi parecchio (ho sempre bisogno di sentirmi sul baratro della disperazione per scrivere bene) e poi buttai giù un nuovo incipit. Quello che poi diventò ‘Red Baker’. Il resto del romanzo è seguito da solo e in otto mesi l’avevo tra le mani. Il mio agente lo spedì poi a trentaquattro case editrici e sapete quante accettarono di pubblicarlo? Nessuna. Mi sarei sparato se la ragazza di Jack Kerouac non lo avesse notato aiutandomi poi a pubblicare”. Robert Ward non si trattiene dal raccontare aneddoti esilaranti, come quando dopo una miracolosa intervista a Clint Eastwood durata due ore si accorse di non averla registrata, o quando in Messico fu abbandonato dalla troupe e lui, lo sceneggiatore, dovette cantare in un bar per tutta la notte. Il pubblico della Riminese è
entusiasta e prima di poter intervistare Robert Ward devo aspettare fino all’ultima copia del romanzo firmata. Non appena mi avvicino sbircia il mio registratore e sorride. Mister Ward, cosa fa di una storia una buona storia? “Cristo santo sei partito con la domanda più difficile del mondo… Credo che una buona storia sia quella che riesce a raggiungere il cuore della gente. Certo, come sai conta anche l’abilità di creare una buona trama, dei personaggi, ma aldilà dell’aspetto tecnico (che naturalmente è difficile) bisogna sempre produrre un racconto che emozioni allo stesso modo di come emozionavano i grandi autori del passato, come Dickens ad esempio. Questa è la vera abilità. So che molta gente non è d’accordo, come gli odierni autori di metanarrativa che scrivono storie sulla scrittura di storie, ma personalmente preferisco l’approccio ottocentesco con tutte le varie vicissitudini e l’analisi psicologica. Rileggi quei romanzi e ti riescono ancora a catturare”. C’è qualcosa che non le pia-
ce nella narrativa contemporanea? “Sì in generale odio l’approccio Modernista che mette al centro di tutto il linguaggio. Così si allontana la storia dalla gente vera. Ho pensato la stessa cosa con la musica jazz: dopo Miles Davis e John Coltrane i musicisti hanno basato tutto sulla creatività dimenticandosi di cosa sia la melodia, non so se mi spiego. Per me la melodia in musica equivale alla trama nei romanzi. Se si scorda questo, ti resta solo del gran rumore”. Ci sono differenze tra lo scrivere narrativa e scrivere sceneggiature? “Oh enormi differenze. Nella sceneggiatura non puoi entrare nella mente dei personaggi. É tutto visuale. Di conseguenza devi riuscire a trovare degli espedienti visivi per rappresentare i loro stati d’animo. Non è per niente facile ed è per questo che molti film non sono in grado di delineare a fondo i personaggi. Persino i dialoghi negli script rivelano molto spesso i dettagli della trama piuttosto che il carattere dei personaggi, come accade nelle serie TV, e fa schifo. Negli ultimi tempi però scrivere per la televisione è diventato più “sofisticato”, e le storie ci guadagnano in profondità”. In quante lingue è stato tradotto “Io sono Red Baker”?
“Mah, credo solo in tedesco ed ora in italiano. Penso che la cosa sia legata alle difficoltà che, come ho già detto, incontrai nel pubblicarlo”. Cosa ama il pubblico del suo libro? “Ne restano commossi. Quando inizi a leggerlo vedrai questo personaggio (il protagonista, ndr) commettere i peggiori sbagli possibili ma la storia ti costringe ad andare avanti anche se non sei d’accordo con quello che fa. Ti dico solo che una volta un amico mi ha chiamato alle quattro del mattino per dirmi “Bob ho appena finito il tuo romanzo. Cazzo ha davvero i controcoglioni… è come guardare un cadavere: non puoi cavargli gli occhi di dosso. Lo sai bene che dovresti, ma non puoi”. Avrei voluto che questa citazione fosse scritta sul retro del libro”. Di solito da dove trae ispirazione? “Ti dico questa: quando sono arrivato qui non sapevo di trovarmi nella città di Fellini. Ho visto tutti i suoi film e lo ammiro, è veramente un genio. In particolare mi è piaciuto “Amarcord” (con il tipo sull’albero che grida “voglio una donna!”, perché quello sono io) e “I Vitelloni”, ma ho amato anche “Ladri di biciclette” di De Sica e i film italiani degli anni ’40 e ’50, che davvero hanno ispirato Red Baker. Erano così toccanti. Direi che il cinema mi ha influenzato allo stesso modo di tutti i romanzi che ho letto”. (...).
RIMINI - SAN MARINO BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Il dipinto
CULTURA
di Atanasio Cecchini sotto l’aspetto storico e cronologico tralasciando totalmente quello iconografico ed iconologico, in pratica l’interpretazione del dipinto è stata completamente trascurata. Al contrario la stessa nella storia dell’arte è materia importantissima ed assolutamente indispensabile per uno studio filologico dei dipinti. Alla luce di quanto sopra ci dobbiamo porre la domanda, ma quale è il significato del dipinto? Quale è il messaggio storico, sociale, devozionale, morale, estetico che l’autore ha inteso trasmettere? Compito dello storico e dell’esperto d’arte è quello di interpretare le opere del passato con lo studio dei simboli dell’arte e delle fonti letterarie che possono aver ispirato l’autore. Di nor-
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Si trova al Museo della Città. Risale al 1513 ed è opera di Benedetto Coda. La simbologia del dipinto
Madonna con Bambino, capolavori riminesi - Nel Museo della Città di Rimini è allocato un dipinto di Benedetto Coda “Madonna con il Bambino, Santi e Angeli” (1513), tempera su tavola, cm.193 x 112, proveniente dalla chiesa di San Domenico”. Il catalogo del museo aggiunge ulteriori notizie e recita: “Il pittore, originario di Treviso, si stabilì a Rimini nell’ultimo decennio del Quattrocento; oltre che per la città, ha lavorato per diversi centri romagnoli e marchigiani in collaborazione con i figli Bartolomeo, Francesco e Raffaele. Come tutti i pittori attivi in Romagna nella prima metà del XVI secolo il Coda risentì dell’influenza veneziana (il Vasari anzi lo indicò “scolaro” di Giovanni Bellini) e bolognese. La sua arte è manierata ed arcaizzante, ma diligente e piacevole”. Detto questo è utile osservare che nel catalogo il dipinto è stato descritto esclusivamente
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ma le opere artistiche sono concepite e realizzate per durare nel tempo, tuttavia anche se l’arte spesso si estende oltre i confini naturali della vita dell’autore e dei committenti, è del tutto evidente che entro quei confini temporali essa affonda le sue radici, quindi è a quel periodo storico originario che è necessario fare riferimento per poterla interpretare in maniera corretta. In conseguenza di ciò l’esperto d’arte, l’attribuzionista, dovrà conoscere a fondo il contesto storico, sociale ed economico nel quale l’opera è stata ideata e generata. Fatta questa doverosa premessa ora cercheremo di analizzare il dipinto sotto l’aspetto iconografico (descrizione dei soggetti e dei temi rappresentati nei dipinti) e iconologico (ossia il loro significato simbolico e allegorico). Da notizie storiche siamo a conoscenza che i committenti dell’opera furono i Domenicani; commessa del 30
marzo 1512. Al centro del quadro, assisa in trono, è rappresentata la Madonna con il bambin Gesù. La loro allocazione centrale sottolinea l’importanza gerarchica dei due soggetti rispetto a tutti gli altri. La Madonna osserva San Domenico, il quale mostra alla vergine la sua “regola”. Nella parte destra del dipinto
Gesù si rivolge a San Francisco con un gesto di pace condiviso dal Santo. Come noto San Francesco ricevette “Le Stimmate”; a testimonianza del profondo amore che il santo nutriva per Cristo. Il Salvatore è ritratto nudo a ricordare la sua doppia natura umana e divina. Ma perchè ai piedi della Madonna sono rap-
presentati dei musici? La spiegazione risiede nel fatto che la musica è il simbolo della armonia e della concordia, infatti secondo la concezione pitagorico– eraclitea l’accordo è concordanza di elementi di per sé discordi. Di tutte le tecniche artistiche la musica è quella particolarmente privilegiata perchè si fonda su rapporti matematici, su proporzioni numeriche. Anche Platone nelle “leggi” insiste sull’armonia come dono divino e precisa che guida e simbolo dell’educazione musicale sono le Muse guidate da Apollo, nella sua natura di divinità solare, cuore e motore del cosmo e della sua armonia. Da elementi originariamente discordi, come l’acuto e il grave, quando questi sono accordati sorge l’armonia per opera dell’arte della musica. La musica quindi stabilisce l’accordo degli elementi creando in essi amore e concordia reciproci. Quindi la Madonna e Gesù attraverso i Santi creano e consolidano l’armonia tra la dimensione celeste e quella terrena, tra l’uomo e Dio. Per approfondimenti “La Magia dell’Arte” di Atanasio Cecchini, Guaraldi Editore (Librerie Mondadori di Cattolica e Rimini).
RIMINI
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Il 24 febbario incontro con filmato nella Sala Marvelli della Provincia. Quattro storie
“Romagna nostra. Le mafie sono sbarcate in riviera”
Sala piena
FOCUS - “Romagna Nostra. Le mafie sbarcano in riviera”. E' il titolo del documentario realizzato dall’associazione “Gruppo Antimafia Pio La Torre” di Rimini con la regia del sammarinese Francesco Ceccoli. Documenta la presenza dell’illegalità criminale sulla nostra riviera attraverso quattro storie. Un viaggio “nel volto meno conosciuto e oscuro della riviera romagnola” dove “nel corso del tempo le organizzazioni criminali hanno trovato spazio ed hanno esportato i propri affari criminali”. Grazie alle numerose serate di presentazione la pellicola, autoprodotta con una raccolta fondi realizzata anche tramite Internet, ha raggiunto un livello importante di notorietà. Per Rimini, una videoproiezione si è svolta anche lunedì 24 feb-
di Domenico Chiericozzi braio nella sede della Provincia in Sala Marvelli. L’incontro, cui hanno partecipato circa 120 persone, si è svolto con gli interventi introduttivi del Prefetto di Rimini, Claudio Palomba, dal presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, dal pubblico ministero presso il Tribunale di Palermo, Daniele Paci e dal rappresentante del Gruppo antimafia ‘Pio La Torre’, Davide Vittori. Vitali ha spiegato come ormai non sia in discussione “la presenza di mafie sul nostro territorio, casomai, il livello cui esse sono arrivate”. Ha poi evidenziato come non regga la teoria degli anticorpi ”perché
purtroppo, non ci sono anticorpi che garantiscano per definizione l’immunità dalla mafia e non ci sono zone che possano permettersi di dormire tra quattro cuscini”. Gli esempi di Reggio Emilia e Modena - ha detto Vitali - dimostrano come in Emilia Romagna le mafie possano espandersi fino a diventare padrone di intere filiere economiche. Secondo Vitali, oltre alla crisi economica che funge da accelerante alla ‘tentazione dell’illegalità’, si rivela pericolosa anche “la crisi di autorevolezza delle nostri classi dirigenti, nessuna esclusa”. Quando le istituzioni non sono in grado di farsi rispettare e perdono di autorevolezza: c’è un problema. Quando alcuni imprenditori mostrano un rapporto disinvolto con la
legalità: c’é un problema. Quando alcuni professionisti compaiono come protagonisti di vicende squallide: c’è un problema. C’è un problema anche quando si attua, consciamente o meno fa poca differenza, una sostanziale delegittimazione tra istituzione e istituzione, considerando la ricerca di consenso non uno strumento ma un fine a cui tutto sacrificare. E questo purtroppo non riguarda solo la politica, anche a Rimini”. Il sostituto procuratore Daniele Paci, analizzando i diversi rapporti della Direzione Investigativa Antimafia D.I.A.– ha ricordato come “la realtà rimi-
nese venga descritta come a rischio di un tentativo di forte ingresso da parte della ndrangheta calabrese” e come “tentativi di condizionare il tessuto politico non possano escludersi in una realtà apparentemente immune da queste dinamiche come la nostra”. Davide Vittori dell’associazione Pio La Torre ha ricordato l’impegno del gruppo. Tra le priorità il tema dei beni confiscati alla mafia (sono sette quelli presenti in provincia di Rimini) ed il suo riutilizzo sociale. “Prendere atto che esistono vicino a dove abitiamo - ha detto Vittori - aiuta a ricordarci che la
mafia in qualche modo è una presenza che ha a che fare con il nostro quotidiano. Una presenza camaleontica che sa adattarsi al contesto e sfruttarne le possibilità criminali che si presentano”. IL PROFILO DELL’ASSOCIAZIONE Sono una ventina, giovani e molto motivati e ‘maturati’ in Sicilia lavorando proprio in quei terreni confiscati alle mafie locali. Era il 2009 e l’idea era chiara: sensibilizzare i cittadini riminesi in merito alle modalità di gestione dei beni confiscati alle cosche criminali e realizzare raccolte fondi per finanziare le varie iniziative. Si parte lo stesso anno con la prima Cena della Legalità con prodotti che arrivano da quei terreni ora ‘bonificati’ dall’illegalità. Nel 2011 viene registrata all’albo ufficialmente l’Associazione Gruppo Antimafia Pio La Torre. La modalità di divulgazione delle informazioni rimangono gli incontri con la cittadinanza nelle piazze. Il G.A.P. segue tutte le principali inchieste sul territorio riminese ed emiliano romagnolo, con dettagliati resoconti disponibili nel sito www.gruppoantimafiapiolatorre.it
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L'artista di Forlimpopoli espone alla Galleria dell'Immagine di Rimini. Titolo: ‘Lacrimae rerum’
Freschi, ‘Non solo lacrime’ Racconta che si è accostato ad un duplice binario di indagine, costruito sui temi della memoria e della sua cancellazione, sulla registrazione e l’oblio dei ricordi, muovendosi su registri ibridi di tecniche e pratiche, tra sculture ceramiche e installazioni , piccoli ‘teatrini’ corali, insiemi di voci del tempo
Luca Freschi
SGUARDI D'ARTISTA di Annamaria Bernucci - Luca Freschi appartiene alla giovane generazione che si è affermata nell’ultima stagione italiana dell’arte contemporanea. Complice un benefico soggiorno Erasmus a Barcellona, Freschi è ritornato da poco carico di esperienze e nuove suggestioni; insomma sta raccogliendo i frutti di una buona stagione di ricerca. Racconta che si è accostato ad un duplice binario di indagine, costruito sui temi della memoria e della sua cancellazione, sulla registrazione e l’oblio dei ricordi, muovendosi su registri ibridi di tecniche e pratiche, tra sculture ceramiche e installazioni , piccoli ‘teatrini’ corali, insiemi di voci del tem-
po. Dopo le ultime importanti mostre, Simplify and Disobey, Bologna, Martyrium, progetto collettivo itinerante basato sul tema del martirio di Santa Eulalia, Barcellona (ES) e fiere europee a cura della Galleria Stefano Forni di Bologna, ST’ART Strasbourg (FR), Art Fair Cologne (D) e Arte Fiera di Bologna, Luca Freschi approda a Rimini con una mostra dal titolo Lacrimae rerum, alla Galleria dell’Immagine di Rimini, mostra sensibilmente curata da Alessandro Giovanardi e Sabrina Foschini. La mostra - è lo stesso Freschi a sottolinearlo - è arricchi-
ta da una serie di opere interattive nate dalla collaborazione con l’ingegnere e amico Fulvio Superga. Luca Freschi è nato a Forlimpopoli nel 1982, dopo l’Istituto Statale d’Arte di Forlì, sezione decorazione Pittorica e Restauro si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Bologna in Pittura, oggi vive e lavora a Meldola. Ha partecipato a varie esposi-
zioni collettive e personali in Italia e in Spagna. Alcune delle sue opere sono state vincitrici di premi nazionali e acquisite in collezioni pubbliche sia italiane che spagnole. Qualche collusione con il vecchio universo new dada o dell’arte povera viene spontaneo ravvisare in queste opere; anche se è il tema della memoria nelle sue sfumature più arti-
colate a prendere su tutto il sopravvento nella poetica di Luca Freschi. L’autorità degli oggetti appartenuti al quotidiano, l’essenza dei vissuti materializzati nelle piccole cose che ottengono cittadinanza nei territori dell’arte dichiarano subito la rotta intrapresa da Freschi. Colpiscono alcuni lavori verso i quali l’autore manifesta una particolare sollecitazione come Forget your future, un’articolazione di oggetti che nel loro apparente muto porgersi parla in realtà di vita ed esperienze, di attraversamenti del quotidiano, di vittorie e sconfitte. Freschi ha creato attraverso queste composizioni di oggetti dei ‘luoghi sospesi’, una sorta di delocalizzazione di ciò che era appartenuto ad una casa, ad una vita, ad una riflessione intima dalla quale riemergono gli echi e i ricordi. Frammenti
fatti di semplici cose, appartenenti ad un universo domestico, fotografie, tracce di racconti; e in questa restituzione c’è la volontà da parte dell’artista di ‘ricomporre’ un’originaria unitarietà di vita vissuta. Gli insiemi ottenuti rivelano l’indole di un autentico collezionista, che dalle cose appartenute al passato sa far brillare il racconto, il diario, l’esperienza trascorsa, la ferocia della nostalgia. Una contaminazione dalla vita vera. Fin troppo vera. Come nell’opera Repas Frugal, una serie di terrecotte ceramiche invetriate, calchi: si tratta di cuori, più veri di uno scarto di macelleria, organi che sembrano vibrare un ultimo sussulto mentre sotto i nostri occhi prendono le sembianze di ex voto, attraverso una perentoria laicizzazione dei manufatti. Difficile non condividere con l’artista le sue riflessioni sulla fragilità umana e sulla leggerezza delle relazioni, sulle tante connessioni improvvise e fugaci che governano l’esistenza.
Fib,ragazziingiuococoicoktail
I tre finalisti con Fabrizio Della Pasqua, docente Fib (Federazione italana barman)
GIOVENTU' - Il riccionese Luigi Di Nunno è il campione provinciale primo livello della Fib (Federazione italiana barman). Si è tenuto al “My Dream Bar“ di Rimini al Center Gros di Marco Vittori. Sotto attenta giuria con Fabrizio Della Pasqua (alla tecnica), il professore Giorgio Buffone (responsabile Fib per le scuole), coadiuvato dalla nuova campionessa italiana
Eleonora Massari alle degustazioni e servizio. Fabrizio Della Pasqua è il responsabile e docente Fib della provincia di Rimini e di San Marino. Come sempre, la supervisione è stata di Massimo Roberto che ha portato avanti con passione e successo il primo
livello futuri barman. Come spesso accade, il compito della giuria verso i giovani è arduo e complesso. Con il sorriso sulle labbra, è stato promosso un gruppo preparato, tuttavia per effetto di un articolato punteggio si è stilata una classifica per l'affettuosa serata. 1° Luigi Di Nunno (Riccione), 2° Vincenzo Zuccolalà (Rimini), 3° Giovanni Raggi (Cattolica).
ECONOMIA
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- Rimini è la capitale dei giornali della Romagna. Anzi del Medio Adriatico. Dal primo gennaio Rg Stampa ha acquisto anche la provincia di Ravenna. La zona di competenza arriva fino alle porte di Senigallia. Ogni giorno da Rimini vengono distribuiti 140mila quotidiani; altrettanti sono i periodici. Servono oltre mille edicole, grazie a 65 mezzi. L'azienda di Santarcangelo impiega direttamente 65 persone; salgono ad una settantina nei mesi estivi. “Rg” sta per Rossi e Giannini. La prima famiglia è originaria del mitico ghetto di San Giuliano; la seconda è misanese. Fino al 2009 erano due forti entità; con personalità non forti, fortissime. Con una schiena dritta e dura; dove nel duello ha sempre prevalso la cavalleria. Altra caratteristica delle due schiatte riminesi: la generosità. Rossi distribuiva a Rimini Nord e Alta Valconca; mentre i Giannini si occupavano di Rimini Sud e Pesaro. Mettere insieme due colossi non è cosa semplice per la cultura italica; votata all'individualismo. Racconta Andrea Giannini, figlio di Alfonso e nipote di Allieto (un mito non solo a Misano): “Ci siamo messi insieme per affrontare meglio le
Giornali, Rimini la capitale della Romagna
In
difficoltà del mercato. Al momento, basta espansione. Si diventa più grandi, ma i fatturati e gli utili calano”. Le due famiglie sono equilibrate. Due ruoli tra i fratelli Giannini, Andrea e Sara. Il pri-
mo è operativo e non disdegna neppure di smazzare i giornali. La sorella si occupa dell'amministrazione. Stessa medaglia tra i Rossi. Marco è l'operativo, mentre Massimo è più votato all'ammi-
nistrazione. Il padre nobile, se così si può dire, è Alfonso Giannini. Passione per la terra, mente curiosa, sensibilità verso gli altri, ricopre il ruolo di presidente. Scende in campo solo per le grandi scelte.
Dotato di sottile senso dello humor; è capace di tenere testa a imprenditori cento volte più grandi. Fino al 2007, Alfonso Giannini distribuiva giornali anche a Bologna e provincia. Si decide di vendere per aumentare la qualità della vita. E' un sacrificio fare avanti e indietro tutti i giorni da Bologna. Si entra in trattativa con due potenziali acquirenti. Uno è un colosso; tra la prime dieci aziendfe italiane per fatturato. Costoro tergiversano. Cedono Bologna al secondo. Arriva la telefonata della potentissima famiglia: “Per noi non era una questione di prezzo”. Alfonso lapidario e con sorriso compiaciuto: “Neppure per me”. Nell'aneddoto sta tutto Giannini. Se nel 2009, creano l'Rg stampa per affrontare meglio un mercato in calo, parte anche una lunga serie di annessioni: Cesena, Forlì nel 2010, nel 2012
Sittinf volley, sport senza barriere Aism di Riccione, assieme a Sportinmente Scsd avvia la disciplina ogni giovedì - C’è un bel progetto in ambito Aism di Riccione. In collaborazione con Sportinmente Scsd, infatti, l’associazione vuol promuovere l’attività del Sitting Volley rivolto a giovani e adulti dai 16 anni in su e a persone disabili. Per questo motivo, tutti i giovedì, dalle 17,30 alle 19, nella palestra Isiss Gobetti De Gasperi (largo Centro Studi 12, a Morciano) si inizierà a giocare. L’iniziativa Aism è gratuita e aperta a tutti. Il Sitting Volley è uno sport derivato dalla pallavolo ed è
stato ideato nei Paesi Bassi nel 1957. Praticabile anche da persone disabili, consiste nel giocare a pallavolo ma con la peculiarità di farlo da seduti, in un campo più piccolo e con una rete più bassa. Il giocatore che tocca la palla deve trovarsi con le natiche a contatto con il pavimento nel momento in cui tocca la palla. Per la sua particolarità, il Sitting Volley ha la caratteristica di favorire l’integrazione sociale delle persone disabili, dato che può essere praticato senza distinzione da più categorie (am-
putati, poliomielitici, paraplegici, cerebrolesi) e allo stesso tempo anche da normodotati, non richiedendo l’utilizzo di strumenti specifici come le sedie a ruote. Pertanto può essere considerato uno sport “open”, dato che nella stessa squadra possono trovare spazio soggetti normodotati e sog-
getti con qualsiasi forma di disabilità. Il sitting volley è diventato disciplina olimpica nel 1976 a Montrèal ed è riconosciuto dalla Federazione Italiana Pallavolo dal 2013. I pionieri della disciplina nel nostro paese ribadiscono che al momento c’è la necessità che lo sport trovi adepti in tutta
Italia. Per fare questo, un campionato può essere uno strumento importante per la diffusione. In Italia si sta cercando di avviare la pratica con il fine non nascosto di partecipare alle Olimpiadi di Rio 2016. Si parte con un budget minimo. L’unica cosa che ora serve sono gli atleti disabili. Per raggiungere un obiettivo paralimpico, bisogna avere almeno sei atleti in campo. E per far ciò serve la sensibilizzazione e l’aiuto di associazioni e società sportive che siano lungi-
volontarimini@volontarimini.it
Fano. Oggi, Rg stampa significa uno tra i pimi cinque distributori italiani (in tutto sono una novantina; erano 500 pochi anni fa). Ma come si fa a far andar bene un'azienda? Andrea e Marco, in coro: “La presenza, un forte impegno sul lavoro. E fare tutti i lavori. Tenere acceso il cellulare 24 ore su 24. Insomma, bisogna lavorare con passione”. Per allocare bene le risorse, ed avere i conti in ordine, Andrea e Marco fanno il giro edicole. Per verificare i tempi di percorrenza e non sciuparre ricchezze. I capostipiti della dinastia furono Allieto Giannini e Vladimiro (Miro) Rossi. Caratteristiche umane diverse, ma dalla stessa tempra: irruento e passionale Allieto; Miro regalava un aplomb inglese, celando la passione. Allieto, a chi gli garbava, amava fare confidenze che ne svelavano l'umanità. Se qualcuno si fermava a casa sua, non sapeva mai che cosa non darti. Come Alfonso, aveva la passione per la terra, sulla quale passava gran parte del tempo libero. La terra è la metafora vera della vita: lavoro costante, riflessione e fortuna (una grandinata e addio raccolto).
miranti in questo senso e che puntino sui propri atleti normodotati. Un contributo che può permettere di creare società di sitting volley ed è determinante per convincere anche potenziali atleti non abili più restii a giocare. Il grande vantaggio è comunque poter praticare l’attività dodici mesi l’anno. Alle paralimpiadi di Londra 2012 il sitting volley ha avuto un grande successo. L’auspicio è che nel 2016 si riesca a ritrovare le condizioni migliori e magari con una squadra azzurra.
Per informazioni: Luca Bergnesi, responsabile Aism per il progetto (335 6464380); Ruggiero Russo, presidente Sportinmente Scsd (348 6423573).
l'OPINIONE Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
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Grillo e Casaleggio hanno dichiarato guerra a tutti coloro che intendono mandare avanti la corrotta valanga del sistema, si chiamino Letta o Renzi poco importa
Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
La crisi di febbraio del M5S e il caso Laudati Inizia in prima pagina
minuti che hai parlato sei sul giornale con il titolone». Lorenzo Battista ha aggiunto: «Trovo ripugnante che abbia detto che lo facciamo per soldi». Ma il discorso non finisce qui. Grillo e Casaleggio hanno dichiarato guerra a tutti coloro che intendono mandare avanti la corrotta valanga del sistema, si chiamino Letta o Renzi poco importa. A la guerre comme à la guerre, di diceva una volta. E quella di Grillo e Casaleggio è una vera e propria guerra. Non sono ammesse obiezioni, distinzioni, affermazioni di principio. Di queste si sono macchiati coloro che sono stati espulsi dal Movimento, in base al diritto di libertà di parola e di pensie-
La notizia è questa: il giudice per le indagini particolari di Lecce, Cinzia Vergina, ha rinviato a giudizio l’ex procuratore di Bari, Antonio Laudati (oggi anche per questo trasferito da Bari a Roma) per abuso d’ufficio e favoreggiamento IL PUNTO DI VISTA
ro. Possiamo attribuire loro tutta la nostra simpatia di democratici, ma, come si diceva, il discorso non finisce qui. Senza Grillo, che cosa sarebbero stati i dissidenti espulsi? Per questo Marco Imarisio conclude il suo commento, di solidarietà con gli espulsi in nome della democrazia, con que-
Il professor Alessandro Roveri
ste parole: «Grillo ha scelto da tempo il gioco di sponda. Sfrutta debolezze e contraddizioni degli altri, attende. L’appuntamento che conta è quello delle prossime elezioni europee, ed è così che ci si arriverà. La demonizzazione che inevitabilmente farà seguito a questo nuovo esercizio di autoritarismo avrà l’unico effetto di rafforzare il senso di appartenen-
za dei suoi fedelissimi. E magari gli porterà anche altri voti». Dovremo aspettare le prossime elezioni europee, prima di emettere un giudizio definitivo. Sui giornali di fine febbraio 2014 è comparsa una notizia che dal maggio 2014 potrebbe tornare sulla stampa con ben altro rilievo. Mi limito a informarne i lettori della Piazza, facendo leva su ciò che ho letto sulla Repubblica.
Credo che tra i compiti dell’editoriale della Piazza vi sia anche quello di segnalare notizie che potrebbero sfuggire ad un lettore disattento. La notizia è questa: il giudice per le indagini particolari di Lecce, Cinzia Vergina, ha rinviato a giudizio l’ex procuratore di Bari, Antonio Laudati (oggi anche per questo trasferito da Bari a Roma) per abuso d’ufficio e favoreggiamento. In una riunione della Guardia di Finanza, alla presenza di una serie di ufficiali, nella quale Laudati si sarebbe presentato come un «amico di
Alfano», l’allora ministro della Giustizia, sarebbe avvenuta la circostanza. Laudati, insomma, avrebbe rallentato le indagini facendo in modo che le escort che avevano frequentato casa di Silvio Berlusconi fossero interrogate in ritardo. «E lo avrebbe fatto per “preservare l’immagine” dell’allora presidente del Consiglio e aiutare il lenone del Cavaliere, Gianpaolo Tarantini […]. Tutte le ragazze negarono di essere state pagate da Tarantini e di aver fatto sesso a pagamento con Berlusconi, circostanza poi provata dall’inchiesta della stessa procura di Bari». Anche questo sarà un processo, in maggio, da seguire con la massima attenzione. *Libero docente all'Università di Roma
RICCIONE
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Regge il dicastero dell'Ambiente. Frequenta Riccione da quando era un bambino
Gianluca Galletti, quel ministro “riccionese” “La mancanza di etica è la prima causa della crisi” AMARCORD LA POLITICA
Gianluca Galletti, già parlamentare dell'Udc, ministro dell'Ambiente col governo Renzi
- Il bolognese Gianluca Galletti si porta con sé tanta Riccione. Insieme ai genitori ci viene in vacanza fin da quando era un bambino. I genitori continuano ad affittare l'appartamento. Ha tanti amici, in riviera. Forse quello più cicino è l'albergatore cattolicono Massimo Ricci. L'ultima volta è stato suo ospite due settimane. Quella che segue è un'intervista fatta da chi scrive nel settembre del 2010. Non è attuale, bensì attualissima. - Etico. Questo il problema della politica italiana. Lo afferma Gianluca Galletti, parlamentare dell'Udc eletto in Emilia Romagna, vice-presidente della commissione Bilancio. Grazie al cattolichino Massimo Ricci, l'Udc ha tenuto un convegno sui
Riccione Cammino nella notte per le vie di Riccione. Alla ricerca della mia fanciullezza Tiziano
giovani a Cattolica dall'1 al 3 ottobre. Titolo: “Gli stati generali del precariato. Il lavoro, prima di tutto!”. Abbiamo intervistato il parlamentare.
Etica e potere, grande tema. Come affrontarlo? “La mancanza etica è la prima causa della grande crisi che stiamo attraversando. Ed è anche la causa della
grande evasione fiscale di questo Paese. Dobbiamo ripartire dai giovani riavvicinandoli alla politica. Non come scorciatoia per affermarsi, ma come gestione
del bene comune. Sono andato a Roma convinto di fare le leggi, invece, ci si ritrova con bassi giochi”. La giustizia sociale è sparito dai discorsi della politica, perché? “Vero. Il nostro convegno è rivolto ai giovani e si affrontano i temi delle opportunità e della meritocrazia. Viviamo in un mondo in cui per la prima volta, lasciamo ai nostri figli una società con meno opportunità rispetto a quelle precedenti. Come comunità non ci possiamo più permettere un'evasione così alta. Abbiamo avanzato una
proposta anche nell'ultima Finanziaria. Si propone di scaricare alcune spese dalle imposte, figli, casa. Se iniziamo da queste spese si recupera parte dell'evasione, altrimenti a pagare sono sempre i soliti, in particolare i lavoratori dipendenti”. Parliamo di turismo, in Italia di fatto non c'è il ministero, che fare? “Non solo non c'è un ministero, ma non si investe in un settore così forte. Investire vuol dire anche diminuire il divario tra Nord e Sud: l'Italia è bella tutta”.
Fabio Ubaldi (Pd)
Massimo Pironi (Pd)
Iglis Bellavista (Sel)
1.768
1.605
163
Primarie centro-sinistra: esce Ubaldi - Fabio Ubaldi ha vinto le primarie del centro-sinistra riccionese lo scorso 2 marzo. Si sceglieva il candidato che il 25 maggio deve concorrere per la carica di sindaco. Ha prevalso, Ubaldi, sul sindaco uscente Massimo Pironi per 104 suffragi, un nulla. A questa tornata elettorale si sono presentati circa 3.500
votanti. In 1.768 hanno scelto Ubaldi (Pd), 1.605 Pironi (Pd) e 163 Iglis Bellavista (Sel). Cinque anni fa, per le primarie tra Massimo Pironi e Fabio Galli, gli elettori furono circa 7.800. Gli analisti affermano che questa volta sono accorsi alle urne soltanto i simpatizzanti del centro-sinistra; il centro-destra è ri-
masto a casa. Come accade con le primarie, il Pd è spaccato in due: da una parte i pironiani; dall'altra gli ubaldiani. Ora, ci vuole la mediazione affinché le varie correnti si mettano attorno al tavolo per selezionare ed elaborare idee per una comunità migliore. Basta un po' di sano buon senso.
RICCIONE
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- “Riusciranno i giovani a dare un futuro all'Italia?”. Umberto Paulucci e Gianfranco Tonti, i relatori, hanno invertito il tema: “Riuscirà l'Italia a dare un futuro ai propri giovani” del convegno tenutosi all'auditorium del Liceo Volta lo scorso 17 gennaio. Entrambi sono cattolichini e molto legati al territorio. Ad organizzare l'associazione culturale “le Nuvole”, in collaborazione con il nostro giornale e il patrocinio del Comune di Riccione. Nel dibattito aperto successivamente interviene Rodolfo Francesconi.
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Un'ora e mezzo di civile futuro con Paolucci (già presidente Microsoft Europa) e Tonti (presidente Confindustria Pesaro)
Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell.. 333.4814188
“Riusciranno i giovani a dare un futuro all'Italia?” Gianfranco Tonti (a sinistra) e Umberto Paolucci
voro e neanche il riconoscimento dei meriti. Che differenza c’é fra la mamma riccionese e il nostro emigrato argentino? E questo non si sposa con quanto ha affermato Paolucci “parlerei di successo non in termini economici ma di sapere”? Parliamo ancora di finalità
GIOVANI
di Rodolfo Francesconi* - Ho assistito con vero interesse all’incontro dello scorso 17 gennaio al Liceo Volta con Umbero Paolucci e Giancarlo Tonti sul tema “Riuscirà l’Italia a dare un futuro ai propri giovani” e mi spiace, per altri impegni, di non aver potuto partecipare alle discussioni perché anch’io avrei voluto intervenire. Lo faccio adesso e mi scuso per il ritardo. Anzitutto faccio parte di una generazione precedente quella degli oratori; negli anni subito dopo la guerra tutti i miei coetanei che riuscirono a laurearsi, dovettero lasciare Riccione: chi a Torino, chi a Milano, chi a Ferrara, chi a Ravenna, chi addirittura in Arabia Saudita e per quelli che non avevano compiuto studi superiori c’era l’emigrazione: Germania, le miniere del Belgio, l’Argentina. Si andava dove si trovava lavoro e il Nord'Italia era ai nostri occhi (nessuno di noi aveva mai viaggiato prima, perché non si viaggiava) come un paese straniero; certo, c’era la voglia di fare, ricostruire, di essere curiosi, di lanciarsi in cose nuove. Allora l’Italia riuscì a dare un futuro ai propri giovani. A quali? A quelli che avevano puntato sulle cose difficili, a quelle che richiedono sforzo. “Eseguite alla perfezione” aveva soggiunto Italo Calvino in una delle Lezioni Americane. Questo collima con l’affermazione di Paolucci (che fra l’altro conobbi a Milano quando insegnavo marketing e stra-
“Il futuro ci potrebbe essere solo se si fanno cose eccellenti. Devono esere mantenute le finalità etiche e non bisogna mai abbandonare la nave” tegie aziendali presso l’Associazione Lombarda dei Dirigenti Industriali) quando sostiene che in ogni tipo di lavoro bisogna tendere all’eccellenza, devono essere mantenute le finalità etiche, e non bisogna abbandonare mai la nave. Facile da dirsi! Il solito luogo comune! Si potrebbe obiettare, ma quali sono e a che servono le finalità etiche e quand’è che non si abbandona la nave? Una sera, parecchi anni addietro, durante un incontro tenuto proprio a Riccione in un albergo, conobbi una matura insegnante che, discutendo con me sull’antropologia culturale dei riccionesi (di allora) che venivano distinti fra chi abita sopra e sotto la ferrovia (e di qua e di là del porto) e che erano permeati, quelli al disopra, della necessità di studiare e di capire per poter fare al meglio un mestiere, mentre quelli al di sotto erano considerati dei “predatori” di spiaggia passivi fruitori di un endogeno sviluppo turistico, mi disse “E’ proprio vero! Si capisce subito la differenza fra sopra e sotto. Le mamme dei bambini che abitano sopra la ferrovia, quando vengono da me, anzitutto non si presentano in abiti da lavoro, ma con quelli migliori, e si interessano solo del livello dell’apprendimento dei loro figli, mentre le mamme “al di sotto” sono interessate quasi solo al successo economico, e l’ultima proprio ieri: “Mio figlio non va bene in ma-
tematica? E’ lo stesso!, tanto noi abbiamo un milione in banca!” Questa storia vera, mi sorprese, ma non molto. Poi le cose sono cambiate! Ne racconto un’altra; subito dopo la guerra mio padre fu tentato di emigrare in Argenti-
“Parlerei di successo non in termini economici, ma di sapere. Fare ricchezza per la proprietà, per i dipendenti, per il territorio dove si opera” na richiamato da un amico, già là residente, che sosteneva che in quel paese “si poteva fare fortuna”. Ma qual era il vero significato di questa aspettativa secondo l’interlocutore di mio padre? Fare fortuna voleva dire solo “fare soldi”, non era certamente trovare solo la-
etiche. In un certo periodo della mia attività lavorativa divenni dirigente del gruppo La Rinascente di Milano e mi occupai dell’inserimento di nuovi supermercati in Italia. Quando mi fu affidato l’incarico, il mio Amministratore Delegato,
mi chiese a bruciapelo “Lei sa qual è la funzione di un’azienda?” “Certo” risposi “Fare ricchezza!”. “Risposta incompleta” mi fù obbiettato “Ovvio! Fare ricchezza! Ma per chi? Per gli azionisti, poi per i dipendenti, poi per il territorio sul quale l’azienda opera! Si ricordi sempre di questo” Potremmo riprendere questo chiarimento, come finalità etica, quando si parla di delocalizzazione? Un’altra storia. Direttore generale di una filiale produttiva italiana di un’industria farmaceutica francese; fui chiamato dal mio presidente in Francia che mi domandò “Lei sa chi è il maggior socio che abbiamo in Italia?” “Lei, mi pare, che sia l’unico socio” “No! Il nostro maggior socio è lo Stato perché prende il 45% degli utili. Quindi, Lei, allo Stato, deve sempre dire la verità!” E questa non è un’altra finalità etica che vale la pena di sottolineare con enfasi a tutti livelli (parliamo forse di evasione fiscale?) personali, artigianali, commerciali, industriali? Sono d’accordo che “il software e la tecnologia hanno spazzato via un’intera classe di lavoratori” e che ci si trova in una situazione pari a quella inglese quando furono introdotte le macchine tessili, ma anche che bisogna smetterla con la retorica del declino. Gli esempi degli schiaccianoci portati dall’altro relatore, Giancarlo Tonti sono perfetti e si riallacciano sempre al fare le cose difficili e a diffidare sempre di quelle semplici. Quante cose non si sarebbero potute fare se si fosse abbandonata la nave! Paolucci ha insistito molto anche sulla curiosità ed anche questa volta consentitemi un’altra storia. “Lei è romagnolo” mi disse una volta un importante imprenditore “Ne ho conosciuti parecchi. Lei sa qual è la vostra maggior caratteristica?” “Proprio non saprei. Non ci ho mai pensato” “La maggior parte di quelli che ho conosciuto, invecchiano per sottrazione. I romagnoli, invece, almeno la maggior parte, invecchiano per addizione.” E questo non è forse un omaggio alla curiosità e uno sprone a sempre coltivarla e un augurio da trasmettere ai nostri giovani? *Già dirigente di aziende. Presidente dell'Istituzione cultura del Comune di Riccione
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RICCIONE Il Gruppo Riccione-Misano incontrano i produttori. Sala piena
ALLEGRO MA NON TROPPO
Spigolature
degli Scrondi
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19 www.avvocatomarziopecci.com avvocatomarziopecci.wordpress.com
Gas, prodotti bio e amicizia
ELEZIONI - MIRACOLI - STENDHAL - EQUIVOCI Primarie - Leggiamo: "Riccione cambia pagina: vince Ubaldi. Pironi sconfitto". E pensare che voleva scrivere un lungo libro politico... Forza Italia - Leggiamo: "Forza Italia inaugura la nuova sede davanti la stazione". Quale messaggio? Pronti a scappare via... Destra divisa - Leggiamo: "A destra volano gli stracci. Ncd bastona Noi riccionesi". Come i polli di Renzo di manzoniana memoria... Voci di donne - Leggiamo: "Pironi incontra le donne riccionesi: ‘Voglio ascoltare la loro voce’". Soprano, mezzosoprano, contralto... Perdere i sensi - Leggiamo: "Donna cade e perde i sensi. Ennesima caduta a causa delle pavimentazioni sconnesse". Applicazione riccionese della ‘Sindrome di Stendhal’... Il guanto della sfida - Leggiamo: "Ubaldi raccoglie il guanto della sfida lanciato da Pironi". E adesso: lama corta, lama lunga o pistola?... Equivoci (1) - Don Giovanni - Leggiamo: "CinePalace: oggi in scena Don Giovanni". A scanso di equivoci: non si tratta di Pironi, ma quello vero di Wolfang Amadeus Mozart... Equivoci (2) - Pavoni - Leggiamo: "Aperta la gabbia: i pavoni scappano uno viene investito". Non fatevi illusioni, non si tratta del sindaco... Miracoli - Leggiamo: "In Bilancio 3 milioni in più da spendere". Quasi come il miracolo dei pani e dei pesci... Pranzo Caritas - Leggiamo: "Elezioni in vista, al pranzo Caritas sfilata di politici tra i 620 presenti". E poi dicono che i politici sono solo dei ‘paraculi’ senza cuore... De Coubertin - Leggiamo: "Pironi, popolarità ineguagliabile. E' al 99% tanto che i segretario Magrini chiede (inutilmente) a Ubaldi di fare un passo indietro". Per Ubaldi vale il motto di Pierre de Coubertin: ‘L'importante non è vincere ma partecipare’... Curare la demenza - Leggiamo: "Centro della memoria per curare la demenza aperto a Casa Pullè". Prevista affluenza di politici dopo le elezioni... Promesse elettorali - Leggiamo: "Tirincanti (Forza Italia) esamina il programma di Ubaldi: ‘Dica come tagliare, altrimenti è solo propaganda elettorale’". Ma dai... Prima promettere, poi a tagliare si fa sempre in tempo... Referendum metrò - Leggiamo: "Ubaldi: ‘Bocciare il referendum sul metrò di costa, che errore’". Chiamale se vuoi strizzatine d'occhio (a scoppio ritardato)... Ascoltare - Leggiamo: "Laura Bellio, aspirante sindaco M5S: ‘Serve ascoltare i cittadini’". Ascoltare è la metà del fare. Ma manca sempre l'altra metà...
Un momento dell'incontro
BIO
di Gian Franco Traina - “L’Agricoltura Biologica considera l’intero sistema agricolo, sfruttando la natura del terreno ed escludendo, quasi totalmente, l’utilizzo di prodotti di sintesi.” Così Lucio Faragona, agronomo nella struttura, ha iniziato la conferenza che si è tenuta il 15 febbraio presso l’ex biblioteca di Misano Adriatico e organizzata dal Gas-Pacho (Gruppo di acquisto solidale) Riccione-Misano. I Gas sono gruppi di volontari; una filiera corta per avvicinare il produttore al consumatore. Acquistano principalmente presso piccoli agricoltori locali che coltivano rispettando l’ambiente. L’obiettivo è la qualità del prodotto ma
anche il risparmio che deriva dalla quantità di acquisto e dalla conseguente riduzione dei prezzi. La prima normativa europea sull’argomento, varata nel 1991 e aggiornata nel 2007, stabiliva che il primo principio è il rispetto della fertilità del suolo. Questo principio voleva, e vuole, modificare il concetto che si basa sulla quantità della produzione a discapito della qualità e di conseguenza nel non rispetto della fertilità del terreno. L’agricoltura biologica al contrario mette
in risalto la conservazione della sostanza organica del terreno evitando forme negative anche a livello di inquinamento di qualsiasi tipo. Il principio era quindi contro la qualità di sementi non naturali usati che garantiscono una maggiore produttività, ma sacrificano la qualità e l’estetica e aiutano il prolificare degli “acheri delle piante”. Le sementi naturali biologiche, al contrario, garantiscono il rispetto dell’ambiente in quanto prodotti da “microrganismi feromoni”, cioè
degli attrattori sessuali che sono utilizzati per modificare sistemi biologici e sono anche sostanze nocive per gli acheri. L’agricoltura Biologica nel suo complesso è rivolta anche alla zootecnia e stabilisce che la crescita degli animali deve avvenire in maniera libera e non in batteria e devono essere nutriti con mangimi naturali, privi di sostanze dannose per loro e per gli esseri umani che si cibano delle carni. Lucio Faragona ha poi illustrato come saper leggere le etichettature dei prodotti che si acquistano e come accorgersi di quelle false. Tra l’altro, la differenza sta nella mancanza di mappatura del prodotto e nell’assenza del codice di veridicità. La serata si è conclusa con un assaggio dei prodotti offerti da aziende dell’Emilia Romagna: formaggi, vino e carni e dalle marchigiane per i biscotti e il pane.
Riccione grande lirica: l'Elisir d'amore di Donizetti - La grande lirica a Riccione con il contributo della Banca Popolare Valconca. L'appuntamento è il 16 marzo, ore 21, al Teatro del Mare. In palcoscenico “l'Elisir d'amore”, opera gioiosa in due atti di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani. Risuonerà, questa volta, di inaspettate sonorità liriche, grazie al Coro della Regina di Cattolica. Definita in partitura ‘melodramma giocoso’, l’Elisir rientra a pieno titolo nella tradizione dell’opera comica. Il Coro della Regina, fondato nel 1996 su impulso del sindaco Gian
Il Coro della Regina di Cattolica
Franco Micucci, da numerosi anni ormai propone opere e concerti lirici su tutto il nostro territorio. Vanta un repertorio che spazia da Verdi ad Orff, da Puccini a Bizet. Accompagnerà emeriti cantanti da lungo tempo sulle scene dei maggiori teatri
italiani ed esteri, quali il baritono Daniele Girometti, il basso Roberto Ripesi e il tenore Paolo Gabellini e le soprano Laura Palma e Caterina Tonini, giovani emergenti. Direttore della serata: Gilberto Del Chierico, da anni col Coro della Regina;
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Libro di Roberto Matteoni. Titolo: “Roma. I cimiteri sotterranei. Le catacombe”
CULTURA
Pullè, dal Rotary, due materassi anti-decubito
- “Roma. I cimiteri sotterrenai. Le catacombe”. E' il secondo libro sulla storia romana pubblicato da Roberto Matteoni. Per puro diletto si interessa forse del più prestigioso impero dell'Occidente, tanto per citare il filosofo-matematico Bertrand Russell. In tutto 212 pagine di informazioni, corredate da belle istantanee. Nel periodo del suo massimo splendore, si accendeva a Roma ed in tutto l’impero una nuova luce di
Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444 varne i corpi hanno tenuto lontano, per quanto possibile, i detrattori della nuova fede; dall’altro hanno incrementato il culto per la venerazione dei martiri. È noto che l’ostracismo verso i Cristiani fu alimentato dagli scrittori contemporanei con asserzioni non corrispondenti, diffamatorie, che contribuivano ad accrescere l’odio verso i credenti. Non è altrettanto vero l’addebito relativo alle sette. I cristiani si ritrovavano nelle catacombe per
Breve viaggio nella storia, nell’arte e nella nascita del cristianesimo”
CULTURA Roberto Matteoni
- Il Rotary Club Riccione-Cattolica ha donato due materassi antidecubito agli anziani di Casa Pullè. Il Rotary Club Riccione-Cattolica dà seguito al suo impegno sociale nei confronti degli ospiti di Casa Pullè, la residenza comunale protetta per anziani. Il presidente, Agostino Prediletto, accompagnato dai due past-president, Giorgio Leardini e Riccado Angelini, li ha consegnati stamane 25 febbraio all’assessore ai Servizi alla persona Federica Torcolacci e ai responsabili di Casa Pullè. “Anche in questa occasione abbiamo accolto le indicazioni degli operatori della struttura – ha spiegato il presidente Agostino Prediletto –. Ci hanno segnalato soprattutto la necessità di materassi anto-decubito e sollevatori. Non conoscevo ancora questa struttura, e sono rimasto molto impressionato dalla sua gradevolezza.
E' ben tenuta, luminosa e aperta da sembrare un albergo. Lo spirito del Rotary è quello di dare una mano anche in strutture come questa, dove non ce n’è mai abbastanza, sia in strumenti che in attrezzature e personale”. I due materassi funzionano ad aria a ciclo alternato, per evitare piaghe e decubiti dovuti al rimanere troppo tempo fermi nella stessa posizione. Il sistema cambia continuamente la posizione dei cuscini d’aria, consentendo però un perfetto riposo al paziente. Un delicato sensore, inoltre, controlla il ritmo cardiaco dell’anziano e, in caso di necessità, segnala all’operatore l'eventualità del massaggio cardiaco. I nuovi strumenti sono stati presi in consegna dalle due coordinatrici di Casa Pullè Pamela Zanca e Federica Merli, e dai responsabil delle attività assistenziali e infermieristiche Daniela Sabattini e Antonio Murrino.
Un riccionese alla ‘conquista’ di Roma speranza per le genti di umili condizioni, oppresse dalla povertà e dalle prevaricazioni. La venuta di Cristo che ha sacrificato la vita per la redenzione degli uomini ha spalancato le coscienze fino ad allora soggette ad un sistema fondato su credenze pagane, dell’oppressione sui deboli, sui vizi e sulle smoderatezze. Perché questo libro? “Nella premessa spiego la motivazione che mi ha spinto a scriverlo. Interessato alla storia della Roma Antica, di cui ho pubblicato il libro “RomA - Impariamo a conoscere Roma Antica”, avevo tralasciato l’argomento delle catacombe poiché sarebbe emerso un volume composto di troppe pagine. L’intento era di farne un elenco più o meno completo dove trovare tutti
quei cimiteri sotterranei visitati dagli esperti, senza dover ricorrere a diversi testi e complicate ricerche”. Qual è la struttura del lavoro? “La presentazione di un elenco delle catacombe mi sembrava troppo sterile per dare una semplice descrizione dell’impianto e delle decorazioni, per cui ho inserito nella parte iniziale l’aspetto storico in cui si era formato il movimento religioso nonché le nozioni fondamentali della loro costruzione con accenni all’aspetto giuridico. Il contenuto della seconda parte illustra le caratteristiche tipologiche dell’impianto cimiteriale arricchito della descrizione di pitture parietali. Sono innumerevoli rappresentazioni di scene bibliche e pagane che, dette così come il titolo di un’opera, in se stesse non dicono molto se non è spiegato il significato per cui sono
state espresse. Pertanto, ho inserito nella parte iniziale la spiegazione biblica ed evangelica molto concisa e senza entrare nel merito religioso per rendere partecipe il lettore della spiritualità e della fede dei credenti. È un breve viaggio nella storia, nell’arte e nella nascita del cristianesimo”. Le catacombe sono presentate come luoghi lugubri, regno dei defunti, ritrovi di sette religiose. “Così è per ciò che riguarda la natura dei luoghi. Innanzi tutto dobbiamo riflettere sul perché dell’inumazione in ambienti sotterranei così profondi. Sepolture in ipogei al primo livello sotto superficie sono note fin da molto prima che fossero praticate dai cristiani. Tuttavia, la spinta a questa pratica, a mio parere, è stata esercitata dalle pressioni anticristiane. La sepoltura dei primi martiri in luoghi nascosti e poco accessibili per preser-
celebrare riti religiosi che agli inizi erano anche rituali pagani (come l’offerta di alimenti ai defunti), mentre diventarono in seguito luoghi d’incontro per pregare, per comunicare e trasmettere la loro fede. Ne sono testimonianza le piccole basiliche create all’interno della catacomba”. Il suo libro è sttao pubblicato per interesse personale e non in vendita, perché? “Sì. Il testo di 212 pagine è corredato di 45 tavole illustrate le cui immagini mi sono state concesse a titolo gratuito per il numero limitato di copie e per l’uso personale e non commerciale. Il libro è stampato in 60 esemplari numerati, di cui 6 andranno agli archivi. Una copia sarà riservata ai titolari dei diritti d’immagine che me ne hanno concesso l’uso. Alcuni saranno consegnati alle biblioteche locali per la consultazione”.
Teatro, “a scena aperta” I Fratelli di Taglia
- “Riccione a scena aperta”, è il titolo della stagione teatrale che ha nei Fratelli di Taglia la direzione artistica; dal 9 novembre fino al 31 maggio. Il programma è ricco e variegato. 9 marzo. Teatro tra musica e letteratura. Fumetti d'avventura in salsa siciliana. Massimo Modula: Triviale, dietro le cattive intenzioni, con gli sceneggiatori Gabriele Galanti e Angelo Orlando Meloni by La Serra Sicomoro Ore 22. Sarah McKenzie Quartet. Sarah McKenzie – pianoforte e voce, Hugh Stuckey - chitarra, Alex Boneham – contrabbasso,
Marco Valeri - batteria. 15 marzo, ore 21,15. Danza. Birday di e con Eleonora Gennari e Valeria Fiorini 22 marzo - ore 21,15. Prosa. Giuseppe Battiston e Piero Sidoti “Il precario e il professore”. Piero Sidoti - chitarra e voce Giuseppe Battiston – il professore 23 Marzo - ore 16,30. Teatro. Romagna bit generation con i giovani poeti romagnoli Martina Abbondanza, Gabriele Babini, Samuele Donati, Massimiliano Mandorlo, Ivonne Mussoni, Andrea
Rossi e i musicisti del Modern Music Institute Riccione. 30 marzo, ore 21,15. Jurij Ferrini. Mandragola di Niccolò Macchiavelli con Massimo Boncompagni, Jurij Ferrini, Matteo Alì, Michele Schiano di Cola, Alessandra Frabetti, Maria Tronca, Cecilia Zingaro. 6 aprile – ore 21,15. Emidio Clementi. Dedicato ad Emanuel Carnevali. Voce: Emidio Clementi (Massimo Volume); chitarra, synth: Corrado Nuccini (Giardini di Mirò); violino, tromba: Emanuele Reverberi (Giardini di Mirò) Immagini: Andrea Chiesi.
“Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi, è come se fermasse l'orologio per risparmiare tempo”
Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Macchina per scrivere, freni ad aria compressa per treni
Henry Ford
La di autore ignoto, vieneSiattribuita Piero della Francesca, La Città Città ideale ideale (particolare), (particolare) attribuita al Laurana. trova ad aUrbino, Palazzo Ducale Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Leon Batista Alberti... Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale
Le scoperte che hanno fatto ‘crescere’ l'uomo 1868 - Macchina per scrivere La macchina per scrivere diventa realtà. Sviluppando la geniale e sfortunata esperienza di Ravizza, il giornalista, editore, postino ed esattore delle tasse americano Christopher Latham Sholes (1819-1890) brevetta l’apparecchio «definitivo». La macchina di Sholes, dall’aspetto che resterà immutato fino a oggi, utilizza il nastro inchiostrato, un rullo portacarta che avanza con un meccanismo a scappamento e, soprattutto, sfoggia la tastiera che resterà inalterata anche nei computer. Si tratta della tastiera così detta «Qwerty» dalle lettere dei primi sei tasti della fila superiore. Sholes ha l’idea di raggruppare le lettere in modo che ai lati si trovino quelle più frequenti e le dispone in modo che (almeno nella lingua inglese) risultino distanziate quelle che si trovano affiancate nelle parole di uso più comune, in modo da poter essere battute alternativamente con le dita delle due mani. Vivendo in un Paese in cui le buone idee riescono a trovare quasi sempre anche dei buoni finanziatori, Sholes vende il brevetto per 120 mila dollari dell’epoca a una fabbrica di fucili, la Remington Fire Arms Co., che dà inizio alla produzione di massa della macchina. Il primo scrittore che utilizza il rivoluzionario strumento è Mark Twain, che il 19 marzo 1875 le dedica un racconto umoristico, il primo composto con una
macchina per scrivere. 1869 - Freni per treni ad aria compressa Dopo aver assistito a un incidente ferroviario e aver sentito un ferroviere che diceva «questo si sarebbe potuto evitare se i treni avessero freni su tutte le ruote», l’inventore
autodidatta americano George Westinghouse (1846-1914) prende a studiare un metodo per trasferire energia dalla locomotiva ai vagoni in maniera da installare freni anche su di essi. Leggendo un articolo che parla dell’impiego dell’aria compressa per il traforo del Frejus, Westinghouse intuisce
che questo è il sistema che cercava e tra la fine del 1868 e l’inizio del 1869 realizza il primo sistema di frenatura ad aria compressa, che può essere trasmessa attraverso tubi da un vagone all’altro. A soli 23 anni dimostra il sistema con successo e dà inizio a una industria che ancora oggi è tra le più importanti degli Stati Uniti (anche se nel 1900 Westinghouse ne sarà estromesso dal finanziere John Pierpont Morgan, 1837-1913). Westinghouse inventerà innumerevoli altri congegni, tra cui un sistema automatico di segnalazione ferroviaria, il contatore del gas, le valvole di sicurezza per l’uso domestico del gas e infine si adopererà per l’adozione della corrente alternata nella distribuzione dell’energia elettrica, a fianco di Tesla e in opposizione a Edison.
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Da Luigi Guagneli lo dividono 494 voti. Altissima affluenza ai seggi
Primarie centro-sinistra, trionfa Giannini Campagna elettorale triste. Vicino alla rottura. Il segretario provinciale Pd Juri Magrini lapidario: “O vi mettete d'accordo, o chiudo la sede a chiave” FOCUS
- Stefano Giannini è il candidato a sindaco per la coalizione di centro-sinistra. Sancito nelle primarie del 2 marzo. Ha staccato Luigi Guagneli di 494 voti, quasi il 20 per cento. Ora, si prepara la squadra per le elezioni del 25 maggio. La corsa tra il sindaco uscente Giannini e l'assessore uscente Guagneli è stata triste. Un lungo insulto. Doveva essere una competizione fatta di correttezza e buone maniere. In cui, ognuno doveva raccontare ai misanesi che cosa intende per politica, come sostenre le famiglie e le imprese. Come sviluppare l'economia senza massacrare la dignità delle persone e la bellezza del territorio. Si erano anche stretti la mano, poi la degenerazione. Tutto ha origine da un'intervista di Giannini al “Corriere di Rimini” del 15 febbraio. Il passaggio offensivo: “(...) totale mancanza di contenuti e l'inconcludenza dei ragionamenti”. Il giorno dopo, sullo stesso giornale, nell'intervista di presentazione-risposta, Luigi
Stefano Gianni Luigi Guagneli
Guagneli affonda il coltello, con una dichiarazione ad alzo uomo: “(...) usa il Psc, per promesse elettorali; è chiaro a tutti la pericolosità di far fare il Psc a Giannini e ai suoi amici. Per non
Stefano Giannini
Luigi Guagneli
1.597
1.103
parlare di alcuni suoi affezionati che come dipendenti pubblici fanno politica attiva utilizzando la loro posizione per fare favori ad alcuni cittadini solo per raccogliere voti. E' una vergogna”.
STRETTAMENTE PERSONALE - Perché nel Pd misanese si litiga a scena aperta con un intreccio di melodramma e maleducazione e in pubblico si racconta che la strada maestra è quella dell'educazione e della correttezza? Non perché nel Pd ci sono due anime: quella cattolica e quella di sinistra. Da un punto di vista culturale è tra il meglio espresso dall'Occidente. Non perché ci sono due campi con visioni diverse: c'è chi punta sul turismo e l'altra parte sul manifatturiero. Non perché da una parte si vuole recuperare la bontà del Rio Agina con un percorso naturalistico e dall'altra si vuole mettere mano al palazzo comunale di Misano Monte. Non perché c'è chi vuole giardini all'italiana e c'è che ipotizza parchi all'inglese. Le cosiddette due fazioni, due correnti, e forse di più, se le danno senza esclusione di colpi per ragioni concrete: quelle economiche. Il piatto forte dell'economia locale è il Prg (Piano re-
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Pd: la corsa degli insulti, il mattone e il Rosario golatore generale) prima e il Psc (Piano strutturale comunale) oggi. Tra questi colpi bassi e giravolte, non mancano squarci di condivisile buon senso. Si vedano i ragionamenti di tre donne: Doralice Trezzi, Marina Cecchini e Nadia Moroncelli. E se facessimo una giunta con più signore? O di Fabio D'Achille. Quanto sopra, è così, a Misano, da almeno un ventennio. Con la storia che racconta che la politica è sempre uguale a se stessa; seppur con protagonisti diversi. Anche Giulio Cesare venne pugnalato da un familiare. Poi ci sono i cittadini con i propri valori, con la propria coscienza e la propria dignità. Sono loro che possono stoppare, dare o togliere ossigeno alle cattive fiamme della politica. Tante “asprezze” senza pudore fanno bene alla comunità? Il
confronto aperto, in cui ci si dice quasi tutto, è il benvenuto. Significa più equilibri sul potere economico. La corsa politica ideale dovrebbe significare avere un'idea di futuro della comunità e mediarne gli interessi per una crescita civica ed economica. Uno dei campi dove si gioca la giustizia sociale vera è il mattone, più una vena speculativa non solo negli ultimi 20 anni che una saggia gestione. Quello del 1999, e ancor più la variantona del 2004, sono lontanissimi dal dettame sociale della Costituzione del 1948, dei Dieci comandamenti e anche da Matteo Renzi: innovazione e uguaglianza, le sue stelle polari. Questa, la Costituzione, guarda alla giustizia come méta; quelle due leggi urbanistiche hanno fatto arrivare, in autostrade a cento corsie, anche le società anonime sammarinesi; così si nascon-
dono i nomi ed i cognomi della cementificazione misanese. San Marino è nella lista nera internazionale; è un paradiso fiscale dove transita di tutto. E' anche sul mattone che sta andando in frantumi la coesione sociale misanese. C'è chi è diventato ricco e chi non può spostare neppure un mattone. Adriano Torsani, socialista, già consigliere comunale (efficace la sua opposizione), poi assessore, ha parlato sempre della lobby del mattone, dei cosiddetti soliti noti. Sia Giannini, sia Guagneli affermano che il prossimo Psc si farà negli interessi dei misanesi. Magari anche con gli insulti eccellenti. Si spera che non siano slogan elettorali. Contano i fatti e non le parole chiosava Sant'Agostino, passato dalle monellerie al candore. Chi scrive pensa che le cose vadano costruite insieme: con la competenza, l'educazione e l'onestà. Anche se il percorso dell'uomo è contrassegnato dal peccato, recita il Rosario.
Mancano solo i nomi ed i cognomi, ma chi è vicino alla cosa pubblica misanese, sa benissimo a chi alludeva. E' il terremoto. Riunioni dentro il partito misanese. Si chiama in causa la commissione di garanzia presieduta dall'ex sindaco Antonio Magnani per derimere le due ragioni. Sembra che la rottura tra il campo di Giannini e quello di Guagneli sia ad un nulla. Il 22 febbraio, il segretario Davide Siliquini riunisce la direzione; invitato anche Juri Magrini, il segretario provinciale. Presenti una cinquantina di iscritti; è una mattinata triste. Tristissima. Le quasi tre ore del mattino (si sono ritrovati anche nel pomeriggio per la tregua) si possono sintetizzare con uno slogan: il trionfo della maleducazione. Ascoltati gli interventi astiosi, il segretario provinciale Magrini, con un parlare lento e ben scandito, taglia il silenzio della sala con: “O vi chiarite. O trovate una soluzione, altrimenti io chiudo la porta di questa sede. Mi porto via la chiave e vi fate due liste. Così vi assumete la responsabilità di perdere questo territorio che pur, tutti voi, e ripeto tutti voi, avete ben governato. Poi non basteranno cinque anni di opposizione per riprendersi il Comune. E non c'è nessun organo di garanzia a Rimini, Bologna e Roma che possa mettere pace. O vi chiarite, oppure fate due liste civiche”. La litigata in casa Pd è stata un'ossigenata per la comunità, oppure una tregua armata? Nessuno ha la sfera di cristallo, ma con un grano di buon senso e il rispetto, nella reciprocità, le cose dovrebbero riprendere con un nuovo corso. A chi ha giovato tanto livore in una corsa, se non tra amici, tra persone che si conoscono da anni? Forse è proprio quel conoscersi che ti fa vedere la fotografia più chiara, anche nelle pieghe.
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COMUNITA' - Andrea Serafini ha meno di trent'anni. Ha fatto Economia del turismo e vanta un'esperienza di lavoro in strutture a Cattolica e non solo. Veronica Porti è una giovane misanese che sa di comunicazione. Col sostegno della Cna, Confesercenti, Confcommercio, hanno creato “Misano for you”. La
letter mirate con la rete. Come Misano, come unità, siamo fuori dal web. Se saremo in tanti i risultati saranno migliori ed a costi più bassi”. In questa fase iniziale, agli associati si chiede un contributo di 100 euro a testa. Dopo Serafini e Porti è interve-
Turismo, nasce Misano for you
neonata associazione vorrebbe fare comunicazione all'esterno e coccolare il turista una volta a Misano. La presentazione ufficiale del progetto si è tenuta lo scorso 13 febbraio nella sala al primo piano della palazzina che ospita i vigili. Ha introdotto, in solo quattro minuti, Andrea Serafini. “L'associazione - ha iniziato Serafini - è nata con l'appoggio delle categorie economiche. Il nostro intento è cercare di fare promozione insieme, sia per portare più gente d'estate, sia per cercare di destagionalizzare in bassa stagione. Naturalmente solo se albergatori, bagnini e commercianti stanno insieme riescono a fare qualcosa di utile. Ora bisogna lavorare per cercare di costruire questa attrattività competitiva ed economica”. Veronica Porti ha progettato la comunicazione e molto altro. Ha detto: “Quanto sto per dirvi è già stato fatto e sperimentato altrove ed anche con successo. Propongo qualcosa di semplice, aperto ad ogni suggerimento. ‘Misano for you’ deve essere l'oasi ideale per le famiglie che scelgono Misano. Il nostro intento è quello di costruire un brand utilizzando nuovi e vecchi strumenti per la comunicazione. La sintesi finale è: non lasciare il turista in balia di se stesso”. “Porto - continua Veronica, sposata, due figli - una serie di idee: eventi in bassa stagione, più visibilità sul web, promuovere i nostri eventi estivi anche nei paesi dell'entroterra. Anche loro sono clienti potenziali per le nostre attività economiche. Un altro degli obiettivi è riprendersi i tedeschi; il secondo paese dove si viaggia di più. Il 60 per cento va in vacanza con le famiglie. Potremmo proporre una mascotte (per fidelizzare le famiglie), premi settimanali per chi fa acquisti, una card che ti dà dei vantaggi, che potrebbe anche essere il primo strumento ad unirci. Per comunicare potremmo inviare news
nuto Marco Mezzenga, esperto di social network. Mauro Morri era un altro ospite della serata; portato a Misano da Paolo Casadei, è il referente della “Fondazione Verdeblu” di Bellaria. Nata nel 1995, gestisce tutta la comunicazione e gli eventi di Bellaria. Ha nel cassetto 1,5 milioni di euro. Poi c'è stato il giro degli interventi. Antonio Gaia, presidente Confesercenti: “Il mondo sta cambiando e Misano si è un po' adagiata. Direi che intanto si possa partire con questa iniziativa, poi vedremo. Questo non deve essere un comitato, ma una struttura che fa le cose insieme”. Antonio Magnani, segretario della Cna di Misano: “Rimettiamo in moto un meccanismo, pensando al futuro. Le associazioni sono pronte a dare una mano, partendo da quello che abbiamo”. Morena Carnevali, Confcommercio Misano: “Possiamo cercare anche di coinvolgere Portoverde e la Misano al di sopra della ferrovia”. Roberto Casadei, titolare dell'hotel “Atlantic” al Brasile: “Misano for you è già un miracolo. La prima tessera è la mia”. Iliana Baldelli, presidente degli albergatori: “Mi compiaccio con Andrea e Veronica. Il fatto positivo è che si cerca di mettere tutti insieme; ultimamente ci siamo un po' disgregati. Da tanti anni Bellaria è un modello. Speriamo che la gente ci creda”. Daniela Nanni, presidente Consorzio bagnini: “E' un'opportunità per non far morire Misano”. Gianni Indino, presidente della Confcommercio della provincia di Rimini: “Si deve essere in tanti per superare i problemi”. Giancarlo Moroncelli, titolare del ristorante “La Stazione”: “Bravi questi ragazzi; ci hanno messo impegno ed un linguaggio nuovo”.
MISANO Pranzi, balli, gite, corsi di computer, misurare la pressione. Oltre 750 soci
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Centro Del Bianco, nel segno dell'aia romagnola Aperto alle altre associaizoni di volontariato che operano sul territorio
Misano Monte, piazza Castello, l'elegante ex palazzo comunale
COMUNITA'
- “La nostra è un'aia romagnola in versione moderna”. Qualcuno dipinge con queste pennellate il Centro sociale Del Bianco di Misano; oltre 750 associati e non solo misanesi. Inaugurata nel 2006 l'attuale sede, è una delle strutture fiore all'occhiello della comunità che vi ha investito molte centinaia di miglia di euro. A gestirlo c'è un comitato di 19 persone. I nonni non si annoiano. Anzi. Hanno settimane dopo settimane un programma di aggregazione ricco e vario. Il lunedì ed il giovedì, da ottobre ad aprile, questa volta la sera, balli di gruppo. Ad esempio, il giovedì, dalle 15 alle 18 attività ricreativa
con: canto, ballo, tombola e misurazione della pressione. Pausa merenda con tè e biscotti. Il mercoledì invece ginnastica dolce con sottofondo musicale; in convenzione con l'Auser ed il finanziamento del Comune. I nonni partecipano con assiduità, e curiosi come gli adolescenti, anche al corso di computer: martedì, mercoledì e giove-
dì. Si fa per il secondo anno; gli iscritti sono 60, suddivisi in tre gruppi. Durante l'anno, il Centro dà la disponibilità della sala alle altre associazioni comunali: Avis, Ior, Comitato di solidarietà, Pietas Julia, Associazione autismo. Dicono: “Tutte le associazioni che fanno volontariato possono essere ospitate”. Il Centro all'inizio, fine anni
'80 con il compianto presidente Vincenzo Meluzzi, significava ballo, tavolate e ballo. Poi, le attività si sono ampliate. Oltre che dai corsi e dai momenti classica, l'anno è contrassegnato anche da rintocchi stagionali (andare per castagne, ad esempio) dalle gite. Il prossimo aprile: Abano, Padova, Venezia. A settembre, un classico, due settimane alle terme. MISANESITA'
Festival Brasile - Festival del Brasile. Palcoscenico il ristorantepizzeria “da Orfeo” il 21 febbraio. Giorgio Porti ha presentato alcune band del Riminese che si sono cimentate con i classici di San Remo degli ultimi 40 anni. Serata, ovvio, in coincidenza della sanremese. A tavola un centinaio di appassionati. Ore all'insegna del piacere di stare insieme ed emozionarsi con quei vecchi motivi sempre giovani.
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Iniziate le prestigiose conferenze della biblioteca comunale
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ERRATA CORRIGE
CHE TEMPI, CHE COSTUMI
- Come mai nei parchi pubblici ci mettiamo Biancaneve ed i sette nani. A questa medaglia corrisponde anche l'altra faccia: perché a livello interpersonale siamo generosi come pochi? Perché esportiamo giovani cervelli ovunque? Perchè facciamo le Ferrari e le Ducati? Cercheranno se non di rispondere di gettare lame di luce sette fuoriclasse della cultura. In ordine di arrivo: Diego Fusaro, Stefano Zamagni, Piergiorgio Odifreddi, Marco Vannini, Carlo Sini, Ivano Dionigi, Vito Mancuso. Animeranno la sesta edizione della rassegna “Ritratti d'autore. Letture e commenti ad alta voce”. A promuovere il ciclo di incontri la biblioteca comunale, diretta da quell'accorto della comunicazione che corrisponde al nome del direttore Gustavo Cecchini. Sipario su lo scorso 7 marzo con il filosofo Diego Fusaro. Conferenza dedicata a “Odio gli indifferenti” di Antonio Gramsci. 14 marzo - Il prestigioso economista riminese Stefano Zamagni con “L'idea di giustizia” di Amartya
Natili è nato il 16 febbraio e non il 18
Da sinistra: Fusaro, Zamagni, Odifreddi, Vannini, Sini, Dionigi, Mancuso
A Misano per capire il popolo italico: genio e individualista Sen. 21 marzo - Il “matematico impertinente” Piergiorgio Odifreddi presenta il “De rerum natura” di Lucrezio.
28 marzo - Il teologo Marco Vannini alle prese con “Attesa di Dio” di Simon Weil. 4 aprile - Il filosofo Carlo Sini presenta “L'elogio della follia” di
Erasmo da Rotterdam. 11 marzo - Il rettore dell'Università di Bologna, nonché insigne latinista, Ivano Dionigi: “La brevità della vita” di Seneca.
18 aprile - Il teologo Vito Mancuso con il “Cantico delle creature” di Francesco d'Assisi. Gli incontri si tengono al cinema-teatro Astra, ore 21.
- Pietro Natili muore il 16 febbraio del 1914 a 71 anni; era nato a Collestatte (Umbria) il 26 settembre del 1842. E' lui a fondare il convento di San Girolamo di Misano nel 1900. Sullo scorso numero della Piazza, pagina 22, nell'articolo dal titolo “Natili, grande benefattore” la data della morte, 18 febbraio, era errata. Il 16 febbraio, alla chiesa del convento, don Marzio ha celebrato la messa per il centenario della scomparsa. C'erano anche 27 suore tedesche (fu Natili a fondare il loro ordine in Baviera).
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ALLEGRO MA NON TROPPO
Pozzo Bianchini, non c'è spreco di acqua - “E' da 2-3 mesi che dal pozzo artesiano dietro gli uffici comunali della Bianchini esce l'acqua ininterrottamente. Abbiamo avvertito il Comune, ma continua a perdere è uno spreco assurdo. E non ci hanno più fatto sapere niente. E' mai possibile?”. L'acqua ha invaso anche lo scantinato di un'abitazione confinante, raggiungendo il metro e mezzo d'altezza. La civile e corrucciata telefonata è di un misanese che abita nei paraggi. Si ringrazia per la segnalazione. Chi scrive, rialza la cornetta. Chiama un amico in Comune, una persona preparata e con un alto spirito di servizio. Risponde: “Lì non c'è nessuna perdita. Semplicemente l'inverno piovoso, voglio ricordare che è da novembre che non si asciuga la terra, ha fatto alzare le falde acquifere a livelli impensabili, dopo la siccità degli anni scorsi. L'acqua fuoriesce in modo del tutto naturale. Non c'è nessuna negligenza da parte nostra. E' qualcosa di molto naturale. Capisco la preoccupazione del cittadino che ha telefonato”.
Rosario Zangari, centro-destra, candidato a sindaco con “Alleanza per Misano”
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“Hanno pensato solo a cementificare il territorio” - Noi partiamo dal sociale e dall'ambiente. Loro hanno solo pensato a cementificare il territorio. Quando il turismo si basa sulla qualità e sull'ecosostenibilità”. Sono parte del programma politico di Rosario Zangari. E' il primo candidato a sindaco tra le coalizioni e partiti misanesi. Sposato, due figlie, tre nipotini, guida una lista civica che si chiama “Alleanza per Misano”. Consigliere comunale dal 2004 eletto nelle liste di centro-destra, questa volta è il candidato numero
“Qualità ambientale per il turismo. Chiudere il lungomare. Parco della musica per i giovani. Trasporto gratis per gli anziani” LA POLITICA
uno. A chi gli chiede le ragioni che spaccano la sua area culturale, risponde: “Lo dovevo essere già nel 2009, poi per non frantumare il centro-destra feci
Cella 1970, i magnifici sette
Misano Cella, a cavallo anni '60-'70. Battuta di caccia alle anatre nel Conca. Siamo in fondo a via San Giovanni. Da sinistra: Enrico Cevoli (Gianni ad Spaletta), Nello Morelli (Murol), Guglielmo (Mimmo) Casadei (Magnadorma), Silvano Morolli, Enzo Angelini (Lauron), Aldo Bellini, Sandro Morolli (Archivio Enrico Cevoli)
un passo indietro perché per la prima volta si andava tutti insieme. Se c'è qualcuno che condivide il nostro programma, noi lo accogliamo a braccia aperte. Abbiamo avuto anche contatti coi grillini; ci hanno risposto di no. Che non fanno alleanze con nessuno”. “La nostra - continua Zangari - non è una lista tutta di destra; sono ragazzi che vogliono dare un contributo per migliorare il paese, che ha potenzialità che non sono state sfruttate. Ha regnato l'ordine del partito del mattone. Hanno pensato solo a cementificare il territorio. Noi vogliamo partire dal sociale e dall'ambiente. Il turismo di oggi si basa sulla qualità e sull'eco-sostenibilità. Invece, noi abbiamo fatto ripascimenti da milioni di euro”. Le fondamenta di ogni coalizione è il programma. Qual è quello di Alleanza per Misa-
no?. Zangari: “Cambiamento non solo sul turismo e sul Piano regolatore. Abbiamo inserito il mutuo sociale. Vogliamo chiudere il lungomare, previo referendum. Oggi, sul lungomare, c'è un problema di sicurezza, al di là del suo stato di abbandono. Ti arrivano addosso con la bicicletta. Invece, per noi, l'attuale carreggiata deve diventare la ciclabile”. “Noi - continua l'esponente di origine calabrese - vogliamo fare cose positive per il bene delle famiglie. Abbiamo un'idea diversa della pubblica amministrazione. Ad esempio, pensiamo che il verde pubblico debba essere gestito direttamente dal Comune e non da Geat, che ci costa circa 500mila euro l'anno. Poi, c'è la questione rifiuti. Con l'obiettivo di chiudere l'inceneritore ci vuole il porta a porta. Sui giovani il paese è immobile. Nel Parco Mare Nord, attorno al quale è prevista una forte cementificazione, vorremmo un Parco della Musica. E magari inventarsi degli eventi. Dobbiamo permettere ai giovani con famiglie a basso reddito di poter fare gratuitamente attività sportive. Nelle frazioni, nelle aree libere, attrezzare angoli dove poter andare a calciare un pallone. Non vogliamo dimenticare nessuno. Altro esempio, per gli anziani vogliamo fare una convenzione con la Tram affinché possano viaggiare gratuitamente sul territorio misanese”.
Amarcord: 1964 - 2014 - Se potessimo guardarci dentro, come oggettivamente è possibile attraverso le immagini, sarebbe molto più semplice comprendere le mutazioni del tempo e dell’animo. A sentire i loro racconti di gioventù si resta ammirati e si pensa: “I giovani agiscono sempre da giovani: con la bellezza del sorriso e l'incoscienza della vita”. Il manipolio di ferro, alla soglia dei 70 anni ancora amici. Da sinistra; Fabbri (Vasco) Bruno, Cesare Berardi, Angelo (Armando) Cecchini, Gugliemo (Mino) De Luca, Learco (leo) Muccioli, Riccardo Barogi, al centro in basso, Luciano Fuzzi.
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Grazie al dinamismo di Anna Tacchi, anima del Gruppo ecologico micologico Del Bianco
CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it 5 Aprile - Uscita per raccolta e determinazione erbe. 11 Aprile - Cena a base di erbe. Oltre ad andare alla scoperta di erbe e funghi, si è tenuto anche un corso per intrecciare cesti: 20 febbraio (prima serata), 25 febbraio (seconda serata), 27 febbraio- (terza serata), 4 marzo (quarta serata, 6 marzo (quinta serata), 11 marzo (sesta serata).
ALLEGRO MA NON TROPPO
Parole da e ‘Fnil’ (Il vecchio nome di Misano Mare)
In aprile, inizia il corso di funghi. Il programma. Il gruppo in uscita
ORTI DEGLI ANZIANI - L’inclemenza del tempo ha portato via il telone verde della recinzione. Non è un Belvedere! Dopo la rituale vangatina e una zappata qua e là, sarebbe tempo di ripristinare... o aspitem la manna da e ciel o e cumun? LAVORI PUBBLICI - Misano potrebbe essere un giardino. Peccato che le elezioni ci siano solo ogni 5 anni. MOSCONE TIGRATO e l’identità:- Pare, priorità delle priorità, che sarà demolito e sostituito. Non si sa bene se con un altro moscone o qualcosa di completamente nuovo. A Misen un s’dura gnenca e temp da fess cnoss. PIANTE - A volte le piante ostruiscono completamente il passaggio sui marciapiedi. Peccato che le piante non possono parlare, per dichiararsi innocenti. Un’ è lorie cli se mese te pass. FOGNA - Nell'Hera della doppia fogna, è la non manutenzione... la vergogna. (Roberto disse). POTENTI E NON - Per trovare le soluzioni, ai grandi potenti, si trova sempre la... forma. Per risolvere invece, i piccoli problemi, chissà perchè, va sempre stretta la... norma. (Roberto 2). PRIMARIE 1 - Quando si rompono le uova nel paniere... la frittata è pronta. Peccato c’lan sia fresca, ma già stantia. PRIMARIE 2 - Vinti e vincitori hanno rotto il... vaso e i cocci, purtroppo, sono nostri. U’ iè poc da festegè. GIANNINI - PRIMARIE 3:- Ha vinto Stefano Giannini ! Auguri affinchè faccia bene alla città. C’è però chi ha voluto affondare il coltello nella piaga degli “sconfitti”, togliendosi qualche vecchio sassolino dalle scarpe. Leggiamo su facebook testualmente, sulla pagina di Stefano, il commento di un fan: “Ed ora, non ti curar di loro, ma guarda e passa! [povero Dante, ndr]. Credo che dopo tre ceffoni, anche il pugile più rintronato capisca che non è il caso di continuare! Piccola chiosa; il grigio (colore elegante di Zegna) delle idee è un colore che intristisce l’uomo nell’animo e, il rendersene conto, lo impoverisce ancor di più rendendolo meschino”. Ades a voi veda e valor cla og una streta ad mena. brufa44@libero.it
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Cultura delle erbe e funghi, Misano grande centro - “Hai visto il capolavoro natalizio di Anna Tacchi?”. Quel capolavoro sono le decine decine di presepi nelle vetrine dei negozi misanesi di via Repubblica sotto Natale. E' lei l'anima, l'ispiratrice e anche colei che fa il lavoro di allestimento. Lo fa sempre con un sorriso largo, nello stile delle sorelle Tacchi, afferma qualcuno. Grazie alla maratoneta Tacchi (si diverte anche col podismo), Misano è anche capitale delle erbe e dei funghi della
provincia di Rimini. E' lei una delle animatrici del Gruppo ecologico micologico Del Bianco (in onore del più grande benefattore misanese). Danni presenta un cartellone culturale teorico e di uscite sulle erbe e sui funghi. Ore 20.30 - Ex biblioteca comunale in via Marconi. 13 Marzo- “Sapreste riconoscere le infestanti commestibili?”. Relatore: Adriano Mattoni.
18 Marzo - ‘Tecniche di coltivazione”. Relatore: Marina Andruccioli. 20 Marzo - “Sapreste riconoscere le infestanti commestibili?”. Relatore: Adriano Mattoni. 25 Marzo -”Piante nelle quattro stagioni”. Relatore: Marina Andruccioli. 27 Marzo - ”Piante Velenose”. Relatore: Sandro Di Massimo. 1 Aprile - “Erbe dal vivo”. Relatore: Adriano Mattoni
17 Aprile - Prima serata del corso di Micologia per il conseguimento del Tesserino per la Regione Marche. ‘Normativa raccolta funghì”, relatore: Roberto Para 22 Aprile - Seconda serata del corso di Micologia per il conseguimento del Tesserino per la Regione Marche. Cenni di Biologia e Micologia, riproduzione, Parassitismo. Saprofitismo, SimbÌosi: relatore Roberto Para. Si riprenderà in ottobre.
Valentina, cena di beneficenza per combattere la leucemia infantile COMUNITA' - Un cuore rosso che sulla sinistra reca il sorriso di un bambino. Sulla destra un pensiero che fa sentimento “Quelli che... ...con Luca”. Quelli che con Luca raccolgono soldi per combattere la leucemia infantile. A Misano c'è la famiglia Simoncini: Nicola e Tullia insieme alla figlia Valentina. “La Vale c'è” è la cena di beneficenza organizzata il 29 marzo, 0re 20. Si tiene a Riccione presso la parrocchia del beato Alessio, in viale Diaz. Questa è la seconda edizione; la prima si tenne sempre a Riccione (chiesa della Fontanelle). Fu una serata dalle emozioni forti. Valentina era appena ritornata a casa dopo una
La cena dello scorso anno
lunga permanenza all'ospedale San Gerardo di Monza, uno dei centri all'avanguardia per curare la leucemia. Per l'occasione scesero dalla Lombardia anche personale sanitario diventato amico della famiglia misanese. Talmente amico che viene ospi-
tato a casa loro. La cosa è marginale, ma si mangerà divinamente. Nicola è tra i cuochi più blasonati della provincia. E' sempre disposto ad offrire la propria arte per il sociale. E' lui a cucinare a Morciano (sociale della Gs Valcon-
ca-Ottica Biondi) e Misano (cena dei cacciatori). Il ricavato (20 euro a persona) viene devoluto a “Quelli che con Luca”. Per prenotare: Nicola (339.7899544), Tullia (328.0318803), Valentina (331.4598186).
Gli itinerari della buona tavola Piadina, la storia: per Pascoli è “il pane di Enea” pane lievitato si diffuse fortemente l'uso delle piadine azzime venne riservato ai soli fini religiosi.
- Il primo documento storico conosciuto che parla della "piada", risale al 1371. Ed è opera di un prelato, del cardinale Angelico nella sua descrizione della Romagna ci inserisce anche il pane dei poveri. Racconta che tra i tributi che la città di Modigliana doveva pagare alla Camera Apostolica figuravano 2 "piade". Invece fu il poeta Giovanni Pascoli a dare dignità culturale alla piadina raccontandola. In varie sue opere Pascoli parla del "pane di Enea", del "pane rude di Roma", legando l'origine della "piada" alla latina "mensa", rinvenendola nel settimo canto dell'Eneide. In una nota di presentazione del poemetto "La Piada", pubblicata su "Vita Internazionale" nel 1900, Pascoli scriveva: “Piada, pieda, pida, pié, si chiama dai romagnoli la spianata di grano o di granoturco o mista, che è il cibo della povera gente; e si intride senza lievito; e si cuoce in una teglia di argilla, che si chiama testo, sopra il focolare, che si chiama arola...”.
L'ascendenza romana verrà poi ripresa anche nella tradizione culturale, che si andrà affermando con la rivista "La Pié", istituita nel 1920 da Aldo Spallicci. La “piada” diventava così il genius loci della Romagna: la casa, la terra natale, la terra. Max David, giornalista e scrittore, definiva la piadina come “la più romagnola delle specialità romagnole”. Ma la storia della piadina viene da molto più lonta-
na. Catone era contrario al diffondersi di questo pane azzimo fra la popolazione di Roma perché, richiedendo un companatico, avrebbe reso golosi e molli i suoi connazionali. Tuttavia le piade divennero ugualmente un elemento importante nell'alimentazione romana così che la panificazione al mattino divenne un rito austero. Era così nata una nuova tradizione ed anche Catone, alla fine, cedette all'uso del pane azzimo; quando poi il
Nel 1300, anno della peste, la classe contadina non ebbe più la possibilità di mangiare il pane lievitato e tornò al consumo di polente, di farine d'orzo e di focacce azzime fatte con cereali meno pregiati, con legumi secchi e con ghiande. L'etimologia del termine piadina è incerto e probabilmente è collegata al greco "plaukous " "focaccia " e se si accetta tale ipotesi il termine deriverebbe quindi dalla dominazione bizantina della Romagna. E la piadina, assieme alle altre specialità romagnole, iniziò a conquistare i turisti negli anni '40 e '50, quando cominciarono ad apparire lungo le strade statali che portavano al mare i primi chioschi che vendevano le piadine preparate al momento e gustate con la porchetta di maiale, le salsicce cotte alla brace, i cavoli, i pomodori e le melanzane gratinate e questa tradizione è proseguita fino ad oggi.
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Amarcord
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di Dorigo Vanzolini
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Cattolica, Pensione Aquila, 6 ottobre 1934. Matrimonio di Rosina Candiotti (12/10/1911 -vivente) e Guido Grandicelli (20/ 12/1909 - 26/02/2007) (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
La sposa ritratta è la figlia del noto Domenico Cervesi “Gagiott” autore e ideatore della meridiana, dei leoni (copia dall'opera di Donatello), in posa sulle colonne d'ingresso della Villa Fulgida. Inoltre suo padre “Gagiott” realizzò la scultura dell'aquila visibile ancora oggi sulla facciata della loro casa in via Battisti angolo via Curiel. La ragazza è oggi un'anzaiana signora di 103 anni. Auguri! Il marito, deceduto nel 2007, fu un noto commerciante di pesce.
Mario Del Bianco dopo due anni di fermata forzata è tornato sul palco con l'ultima commedia
Cagnet esalta la ‘La vecia Catolga’
CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI
Il programma di marzo Il Centro Giovannini Vici
TEATRO DIALETTALE
- Venerdì 7 febbraio 2014, Teatro della Regina, con il patrocinio del Comune di Cattolica, è andato in scena lo spettacolo La Vecia Catolga. Incasso devoluto allo Ior, prezzo del biglietto 8 euro. Giusto così. Mario, siamo alle solite “dimenticanze”. Sì Mario, parte dei “consigli” li hai messi in opera: il giusto prezzo, l'orario d'inizio della commedia, la riconferma di Annunzio Livi come presentatore (inarrivabile), hai confermato la signora Franca Romani (per il vestiario d'epoca anni Trenta). Mario, ti capisco: una rentrée dopo due anni di fermata forzata. Vediamo il cast, poco “corposo”, non aiuta di certo per le scelte dei singoli, così come quelle d'assieme. I consigli? Regolarmente inascoltati, ne bastava uno di monologhi. Inserito a metà circa del quarto atto recitato totalmete in lingua italiana.
Cagnet sulla scena
Oggi gli spettatori vedrebbero Cagnet come un gran mattatore (un Vittorio Gassman di provincia). Praticamente la parte più verace l'hanno recitata le ragazze, o donne che dir si voglia. Sì, tu a fine spettacolo hai espresso qualche dissenso, coadiuvato anche dalle giuste osservazioni dell'addetto all'altoparlante. Tutto ciò è stato prezioso. T'immagini se durante il quarto atto, tu possibilmente in lingua italiana, tu affranto, affamato, vestiti laceri... perché
noi “indigeni” l'abbiamo toccata con mano quella miseria. T'immagini se quasi piangendo, tu avessi auspicato il superamento di quella miseria, per i tuoi figli, o almeno per i tuoi nipoti, ovviamente anche per quei bambini i cui padri o nonni si rompevano la schiena per la fatica. Ci pensi, Mario, tu seduto su una sedia sgangherata, la voce roca dall'emozione guardando il cielo, avessi previsto per gli anni Duemila e rotti, grandi progressi sociali: scuo-
la per tutti, grandi specialità gastronomiche, paghe eccellenti e orari di lavoro meno gravosi. Il pubblico o gran parte degli spettatori avrebbe apprezzato, ben sapendo che da quattro anni tiriamo a campare, consapevoli che la crisi attuale è sconcertante (circa 20 persone su cento non ce la fanno ad abbinare la piadina con un po' di companatico). Mario, al termine della tua riflessione, le urla, gli applausi, i “sei il migliore” avrebbero scardinato l'intero manufatto! Brave le ragazze. Gran tarantella con Vincenza Mastria e Angela Signore. Grande l'esibizione di Elsa Gregorini, Rita Foschi, un po' la comare di zona, Monica Valente... la spiaggia romagnola è la preferita. Per ultima Sonia Bartolini, è imperdibile. E' come il vino pregiato, col tempo migliora e con lei il successo è quasi sicuro. Un grazie di cuore anche per la Romani. Grazie a tutti. (Rambo)
- Martedì 4 ore 15: Festa per l'ultimo giorno di carnevale. - Sabato 8 ore 15: Festa della donna. Partecipa Anna Sanchi. Seguirà il recital musicale del trio Gli Sconvolti. - Domenica 23 ore 12,30: Pranzo sociale a base di pesce. Contributo 17 euro. Gite: viaggio in Puglia organizzato da don Serafino. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 347-9752583 339-4995417 TEATRO DELLA REGINA
Il programma di marzo - Martedì 4 marzo ore 21,15: “Hotel Paradiso” (prosa) di Familie Floz. - Martedì 18 ore 21,15: “Menecmi - La commedia degli equivoci” (prosa) - regia di Livio Galassi con Tato Russo. - Martedì 25 ore 21,15: “Open Day” (comico) di Walter Fontana con Angela Finocchiaro - Regia di Ruggero Cara. - Venerdì 28 ore 21,15: “Futura” (danza) - Balletto di Roma musiche di Lucio Dalla. Informazioni: 0541-966778
Angela Finocchiaro
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CATTOLICA
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Alla Fiera Campanara di Pesaro il 10 e 11 maggio
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Bcc di Gradara, “InsiemSì. Expo di Primavera” La BCC di Gadara unisce le province di Rimini e PesaroUrbino e lavora per il territorio COMUNITA'
- Sono due bambini ammalati. Molto ammalati. Devono entrare nel reparto di oncologia pediatrica del Sant'Orsola di Bologna dove era primario il compianto professore cattolichino Guido Paolucci. Hanno 9 e 10 anni; uno arriva dall'Ucraina e l'altro dal Kirghizistan. Giungono a Bologna il 23 febbraio; la parte logistica è dell'Ageop, l'associazione fondata da Paolucci e che si occupa dell'accoglienza (la degenza bolognese va da 6 mesi a 5 anni). La consorte di Paolucci, Rosetta, chiede ai bambini: che cosa vi piacerebbe fare prima di entrare in clinica?”. “Vedere il mare”, la risposta.
COMUNITA' Rosetta: “E tu che cosa puoi pensi?” La signora si attiva. Contatta una serie di amici cattolichini e si apre la vita. I due bambini, con gli accompagnatori, sono ospiti della comunità di Cattolica per due giorni, il 25 e 26 febbraio. Il “Park Hotel” della famiglia Bordoni mette a disposizione l'albergo con quattro camere. La cena è bellissima; i bambini hanno occhi di luce e felici. L'Acquario di Cattolica programma una visita straordinaria per i due piccoli; Massimo è una guida piacevole.
Il mattino dopo sveglia alle 7,30, colazione alle 8. Grande passeggiata sulla sabbia. Alle 11.30, appuntamento al porto, dove li aspettava la motonave “Queen Elisabeth” e Felice Prioli, il presidente del Club Nautico. Navigazione fino a Pesaro e ritorno. Sulla barca un pranzo a base di pesce. Una volta imbarcati il comandante del porto ha regalato ai piccoli due beretti. Il pomeriggio sono rientrati a Bologna in pulmino. Rosetta Paolucci: “Tutte queste cose hanno rallegrato i bambini. Cattolica è stata favolosa. Ringrazio tutti col cuore”.
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- La civiltà umana, qualsiasi civiltà, è iniziata con il formarsi dei primi gruppi di individui che presto sono diventati tribù, villaggio, città, e soprattutto territorio. Il territorio è l’insieme che più ci riguarda, che più ci appartiene, dal momento che raccoglie in sé l’area geografica di origine, la nostra provenienza, i nostri valori, la nostra memoria. E dunque la nostra ricchezza. La BCCG ha sempre operato in stretta connessione con il territorio, fedele al proprio statuto sottoscritto più di un secolo fa, e crede fermamente nel principio di scambio e di sussidiarietà che rendono forte e coesa una comunità. “Ciò che vorremmo è che la parola ‘territorio’ non rimanga solo un termine astratto, convenzionale e vuoto, ma che si trasformi sempre più in uno spazio concreto, assumendo il significato di sviluppo che noi per primi siamo soliti attribuirgli”, dicono alla BCC.
Ecco la ragione per cui la Banca di Credito Cooperativo di Gradara ha immaginato per tutti “InsiemeSì. Expo di Primavera”, specificamente dedicata al nostro territorio e a tutti gli operatori economici, SOCI e CLIENTI dell’Istituto, che ne fanno parte e che hanno scelto come motore di aggregazione e di crescita. All’Expo di Primavera che si augura possa diventare un appuntamento annuale sulle ali dell’entusiasmo, ognuno avrà l’opportunità di mettersi in mostra, di farsi conoscere dagli altri, di perfezionare la propria immagine, di valutare le proprie risorse e le proprie ambizioni. Negli spazi della Fiera di Pesaro (zona Campanara), il 10 e 11 maggio le iniziative individuali potranno finalmente confrontarsi tra loro, le imprese esporre i propri prodotti, illustrare le proprie attività, promuovere le proprie idee, pubblicizzare le proprie strategie.
Si creeranno spontaneamente gli agganci più utili tra imprenditori, le condizioni per conoscersi meglio, per scambiarsi opinioni e giudizi, per ampliare gli orizzonti di lavoro a portata di mano. Questo prezioso sapere sarà a disposizione di tutti, diventando un giacimento comune, un unico serbatoio a cui attingere per ricaricare l’ottimismo, la voglia di sperimentare, le energie per emergere; un carburante indispensabile con cui rimettere in moto il volano della ripresa economica e ripartire con maggiore spinta, con un passo nuovo e diverso. InsiemeSì: ce la faremo più facilmente e più in fretta! Perché il territorio in si vive è la ricchezza fondamentale, e ciò che esso produce resta il trampolino di lancio per ogni sogno e avventura che ci attende nel futuro. Insieme agli stand degli espositori, ci saranno una quantità di proposte e di stimoli, anche di gioco, di informazione, di intrattenimento, che sapranno galvanizzare le famiglie, gli amici, i simpatizzanti al seguito di chi – artigiano, industriale, imprenditore – avrà l’orgoglio di accompagnare il proprio marchio su un palcoscenico mirato. Trasformeremo l’occasione di incontro professionale in una vera festa di primavera.
Quelli del Bar Arno, sentimento ed emozioni - Sono quelli del Bar Arno di Cattolica. Hanno costruito il loro percorso di vita dall’infanzia al matrimonio. Poi le strade si sono divise. Si sono ritrovati per ricordare la gioventù. Erano circa 35 anni che non c'era una occasione simile; puntualmente al richiamo dell’amicizia, salvo coloro saliti verso il cielo, sono accorsi tutti a celebrare questo appuntamento I ricordi sono stati il centro dell’incontro. Non sono mancate le curiosità su cosa è successo in questi lunghi anni, con nostalgia del tempo andato e la gioia di incontrarsi di nuovo.
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rando di essere ancora in grado di ridere di noi stessi.
Probabilmente si farà un album da lasciare alla curiosità degli avventori del Bar Arno: non di fotografie, ma di avvenimenti, ovvero: “Ti ricordi quella volta che...”. Dicono i non più giovanotti: “Proprio perché non vogliamo scordarci quella giovane età, che ci ha fatto crescere nella spensieratezza e nell’avventura, alla ricerca di un nostro percorso di vita”. Si sono lasciati con la promessa di incontrarsi di nuovo, ma sarà il destino a dire quando e chi, spe-
Nella foto. Da sinistra, in alto: Claudio Marchetti, Maurizio Mariotti; Mino Tombari, Walter Tombari, Augusto Gabellini, Augusto Gerboni, Pierluigi Gabellini, Giuseppe Foschi, Giuseppe Masini, Maurizio Clementi, Mauro Gregorini, Walter Vannoni, Paolo Tombari, Paolo Piccioni, Magnani Cesare. Seduti, da sinistra: Guido Gili, Massimo Muccioli, Silvio Molari, Gabriele Sangiorgi, Maurizio Gaudenzi, Claudio Ercoles, Massimo Paolucci, Mirco Lodoli,
CATTOLICA
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I redditi dichiarati da sindaco, assessori e consiglieri anno 2012. Sul sito del Comune
Redditi: i ‘ricchi’ e i ‘poveri’ POLITICA TRASPARENTE di Enzo Cecchini - Ai sensi dell'art. 14 del d.l. n° 33 del 14 marzo 2013 e dell'art. 12 dello Statuto comunale e apposito Regolamento comunale, vige l'obbligo della pubblicazione sul sito del Comune della situazione patrimoniale dei consiglieri e amministratori. In nome della trasparenza e pubblicità. Ovviamente. Alcuni chiarimenti e riflessioni preliminari: 1) le denunce dei redditi sono quelle presentate nel 2013 per l'anno 2012; 2) le somme indicate sono considerate al lordo (pertanto vanno “ripulite” dalla tassazione vigente. Nel portafoglio potrebbe rimanere molto meno); 3) chi ricopre cariche pubbliche ha onori e oneri. A queste persone viene richiesto, sempre, un comportamento virtuoso che serva anche ad esempio per tutti i cittadini; 4) l'evasione fiscale viene definita a ragione il “cancro del nostro Paese”; 5) perdura la discutibile situazione che il reddito da lavoratore dipendente, troppo spesso, risulta più “ricco” di quello prodotto da lavoro autonomo (im-
Pagate le tasse dovute!!!
Eccle! Un'ènt ch'uc vén a fè la morale... Cecco-Salvador Dalì - 2014
La legge 33 del 14 marzo 2013 ne obbliga la trasparenza e la pubblicazione per le persone che ricoprono cariche pubbliche. Sul sito comunale finestre su: curriculum vitae, reddito, indennità, dichiarazione dei redditi. Per i consiglieri anche la nomina prenditoriale, commerciale, libero professionista); 6) è probabile che la “crisi” che perdura da qualche anno, abbia inciso anche su alcune di queste dichiarazioni; 7) una “Fiamma Gialla” ovunque la s'incontri, per molti è fonte d'inquietano (paura?), perché come si usa dire “per quanto uno cerchi di seguire le regole, non sei mai a posto”. Ma non dovrebbe essere così; 8) se ci sono “rompiscatole” che vogliono fare seriamente la lotta all'evasione, magari chiedendo di potenziare la macchina comunale, possono dare “fastidio”. Allora spesso prevale la scelta di cacciarli. La lotta all'evasione, purtroppo, è impopolare; 9) i Ricchi e Poveri erano un gruppo pop degli anni Settanta, a quanto pare ancora molto in voga anche oggi. In tutta Italia. Ecco le situazioni patrimoniali dichiarate dal sindaco, assessori e consiglieri del Comune di Cattolica. Dati che potete tranquillamente leggere da casa vostra sul sito del Comune:
www.cattolica.net cliccando in successione su: Area istituzionale, Il Comune, Il sindaco, La giunta comunale, Consiglio comunale. Piero Cecchini (sindacoPd): 80.124,00 euro (di cui 36.813,12 di indennità di carica di sindaco). Professione: presidente del Consiglio di amministrazione della Umpi Group s.r.l. e titolare del 100% delle azioni. L'azienda Umpi Elettronica s.r.l. nel 2011 ha fatturato 8.923.400,00 euro conseguendo un utile di 104.448,00 euro (dati Infocamere). Inoltre ha il 50% della Primavera s.a.s. e l'1% della I.CO s.r.l.. E' proprietario al 100% di un appartamento, di 5 box auto e uno al 50%. Possiede un motociclo. Leo Cibelli (assessore - Pd): 41.689,72 euro (di cui 14.354,60 di indennità di carica). Professione: studio tecnico di geometra. E' proprietario al 100% di due appartamenti, un garage e un box auto (in diritto di superficie). Al 50% possiede 1 appartamento, 1 box auto, un ufficio (in diritto di superficie), un frustolo di terreno (per 1/5). Infine ha 789 azioni Enel, 500 della Bpv, 1 della BccG, 100 della Banca di San Marino. Un'auto e un motociclo. Giovanna Ubalducci (assessore - Pd): 29.966,00 euro (di cui 16.563,00 di indennità di carica). Professione: studio legale di avvocato. Proprietà dichiarate: 2 appartamenti e 1 box auto. Detiene l'80% della quota sociale di una s.a.s. Un'auto.
Anna Maria Sanchi (assessore - Lista civica Cattolica con Cecchini): 64.235,00 euro (di cui 8.281,44 di indennità di carica). Professione: dirigente scolastico. Detiene il 25% di un immobile. Un'auto e un ciclomotore. Giampiero Galvani (assessore - Idv): 43.103,00 euro (di cui 7.499,30 di indennità di carica). Professione: dipendente Asl. Dichiara di non avere proprietà di beni immobili. Un'auto. Fabrizio Signorini (assessore - Psi): 11.300,00 euro (non era in carica nel 2012). Professione: studio legale di avvocato. E' proprietario di 1 appartamento. Ha il 15% dell quote di una sas. Detiene 500 azioni di una banca. Un'auto e uno scooter. Per sindaco e assessori l'indennità di carica è consistente e varia a secondo i casi (tempo pieno e mantenimento della propria occupazione. Come dipendente è più bassa di circa il 50% rispetto al libero professionista o titolare di attività). Lo si nota dai dati sopra riportati: l'indennità di carica incide per circa il 46% sull'ammontare del reddito dichiarato per il sindaco Piero Cecchini, per circa il 35% per Leo Cibelli, oltre il 55% per Giovanna Ubalducci, mentre incide solo per un 13% per Anna Maria Sanchi e 18% per Giampiero Galvani (sono entrambi dipen-
denti pubblici). Per i consiglieri comunali non c'è una indennità di carica, ma solo gettoni di presenza per il Consiglio comunale e le commissioni consiliari. Dunque l'ammontare varia a seconda dell'assiduità o meno nel seguire i lavori. Comunque l'importo percepito in un anno è relativamente basso, una cifra media che va dai 400 ai 600 euro lordi. Paolo Russomanno (consigliere - Pd): 17.529,00 euro (di cui 16.563,00 in qualità di presidente del Consiglio comunale. E' l'unica figura tra i consiglieri a percepire un vero stipendio mensile). Professione: potremmo definirlo disoccupato. Un'auto. Dichiara di non avere proprietà immobiliari. Luca Ercolessi (consigliere - Pd): 73.840,00 euro. Professione: responsabile ufficio legale della Bpv. E' proprietario di 4 appartamenti e due box auto (ereditati). Possiede azioni della Telecom e Bpv. Un'auto e un ciclomotore. Emilio Filippini (consigliere - Pd): 48.404,00 euro. Professione: ex dirigente comunale in pensione. Oggi libero professionista. E' proprietario al 50% di un fabbricato e terreni. Quote azionarie (1 Bcc e 250 Bpv). Titoli obbligazionari, valore nominale, al 50%: Bcc 190.000,00 euro, Eni 4.000,00 euro, Btp
Bondi: “Pubblicate i miei redditi” - Alessandro Bondi (ex assessore-vicesindaco - Arcobaleno-Sinistra-Libertà). 63.634,00 euro (di cui 10.123,56 di indennità di carica di sindaco). Professione: professore ordinario Università. Detiene il 50% di un immobile (nuda proprietà). Un'auto e una moto. “Prima girava in una Panda a metano, poi lo vedete in Rolls Royce. Prima faceva la spesa al mercato, poi pasteggia solo in ristoranti lussuosi. Prima era un docente universitario che svolgeva ricerche all’estero, poi è diventato vicesindaco di Cattolica. Qualcuno si potrebbe chiedere se è ricco di famiglia, e non lo è; se ha vinto la lotteria, e non l’ha vinta. Qualcuno potrebbe infine sospettare qualcos’altro. Ed è proprio di quel qualcos’altro che s’interessa la legge che chiede anche a sindaci, vicesindaci, assessori, consiglieri comunali di rinunciare al loro diritto alla riservatezza circa i redditi percepiti e i patrimoni posseduti. A questa rinuncia deve corrispondere il rispetto della trasparenza e l’obbligo di pubblicazione di questi dati da parte dell’amministrazione pubblica. Tutto ciò non è avvenuto nel Comune di Cattolica. Vicesindaco per due anni, finché il sindaco non ha tradito la coalizione di governo che gli ha permesso di vincere le elezioni, è tornato al
LA LETTERA suo lavoro, non gira in Rolls Royce e continua a fare la spesa al mercato, ma pensa che quest’obbligo di trasparenza vada comunque rispettato. È all’estero quando scopre dai giornali che la pubblicazione -in ritardo- delle dichiarazioni di redditi e patrimoni degli amministratori non comprende la sua dichiarazione, che pur aveva presentato in tempo e che pur doveva essere pubblicata dal responsabile amministrativo alla trasparenza, perché era ancora vicesindaco allo scadere dei 180 giorni previsti dal D. legisl. n. 33/2013. Invece nulla. Nemmeno una nota esplicativa nel sito del Comune che spieghi ai cittadini una diversa interpretazione della norma o una richiesta di liberatoria al vicesindaco che poteva sempre autorizzare quanto non aveva comunque bisogno di essere autorizzato perché previsto per legge con una scadenza e una sanzione definita. Anzi. Se è vero che di un amministratore non vanno pubblicati i dati patrimoniali, quando e solo quando non è più in carica, il resto deve rimanere pubblicato: nomina, incarichi, durata, altri eventuali incarichi con oneri per la finanza pubblica. Ma nemmeno di questi dati c’è traccia nel sito del Comune. Sembra proprio che nulla debba ricordare presenza e risultati di
quella forza politica, di quel vicesindaco. La trasparenza è una questione secondaria. Coerentemente con questo atteggiamento, sindaco, segretario del sindaco, segretario comunale non hanno risposto alla richiesta di chiarimenti a loro rivolta dall’ex-vicesindaco, né hanno fatto protocollare la richiesta inoltrata via email e pubblicata sui giornali il 6 febbraio del 2014. Tornato dall’estero l’exvicesindaco, docente senza Rolls Royce, ha allora protocollato di persona la stessa richiesta di chiarimenti, l’invito a pubblicare i dati che lo riguardano, la domanda di accesso alle dichiarazioni patrimoniali depositate quand’era ancora in carica. Dolo, colpa, insensibilità: difficile trovare una spiegazione alla pervicacia del silenzio, alla concretezza e semplicità di soluzioni diverse da quelle invece adottate dall’attuale amministrazione. La legge prevede obblighi di pubblicità e sanzioni per l’inosservanza di questi obblighi. L’amministrazione pubblica parla con atti formali che verranno valutati dalla giurisdizione. I cittadini che ancora hanno la forza di seguire le peripezie della politica possono però permettersi il lusso di ascoltarne le parole e, soprattutto, i silenzi. Insieme a questi cittadini, l’ex vicesindaco attende ancora una risposta”.
Alessandro Bondi
85.000,00 euro, Conto deposito Bcc 40.000,00 euro. Un'auto. Gastone Benelli (consigliere - Pd): 31.764,00 euro. Professione: parrucchiere (titolare). Proprietà: negozio più ripostiglio (al 16,66%), due appartamenti (al 50%) e due garage (al 25%). Quote azionarie: Benelli e Macari s.n.c. (33,33%) e Avangard Look s.r.l. (25%). Laura Sabattini (consigliere - Pd): 659,34 euro. Professione: la definiamo disoccupata. Giovanna Piccioni (consigliere - Pd): 23.810,00 euro. Professione: commercialista (titolare). Proprietà immobiliari: cinque appartamenti e tre posti auto (al 50%), cinque appartamenti e tre posti auto (al 33,33%). Fondi Unicredit per 30.092,30 euro. Un'auto. Alberto Cavoli (consigliere - Pd): 19.895,00 euro. Professione: socio in società autospurgo. Due proprietà immobiliari al 100% e una al 16,67%. Detiene il 49% della Autospurghi Valconca s.n.c. Un'auto. Tiziano Tonti (consigliere Idv): 4.460,00 euro. Professione: amministratore delegato Game Network s.r.l.. Un'auto. Dichiara di non possedere beni immobili. Severino Galli (consigliere Lista civica Cattolica con Cecchini): 21.822,00 euro. Professione: gestione di bar-tabacchi. Un appartamento, un'auto, una moto, un motociclo. Enrico Del Prete (consigliere - Arcobaleno-Sinistra-Libertà): 41.189,00 euro. Professione: impiegato Soc. Autostrade. Un appartamento con garage. Due auto e uno scooter. Pierangelo Del Corso (consigliere - Pdl): 96.441,00 euro. Professione: dirigente medico ospedaliero. Un appartamento, due auto, tre ciclomotori. 4.500 azioni Bpv. Fabio Lorenzi (consigliere Pdl): 681,00 euro. Professione: agricoltore. Proprietà: fabbricato e terreno agricolo. Un autocarro. Simona Gaudenzi (consigliere - Pdl): “dichiara di non effettuare dichiarazione dei redditi in quanto a carico del nucleo famigliare). Professione: albergatrice. Filippo Casanti (consigliere - Officina civica): 117.403,00 euro. Professione: studio legale associato. Proprietà immobiliare uso ufficio (per 1/3) e una per 1/ 12. Un'auto e una moto. 1/3 nuda proprietà Aquilante s.a.s. e 667 azioni Bpv per un valore corrente di 8.644,32. Giuseppe Lattanzio (consigliere - Officina civica): 66.496,00 euro. Professione: colonnello Guardia di Finanza in congedo. Un appartamento con due pertinenze e un negozio. Un'auto. Marco Cecchini (consigliere - Lega Nord): 25.088,00 euro. Professione: dipendente supermercato. Un'auto e un ciclomotore.
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Viabilità per quale città? Palazzate
di Cecco
Incontri con gli amministratori - Leggiamo: “L'amministrazione comunale incontra i cittadini”. ‘Ooh! cum la va?’ - ‘Ciò, a la mandèn’ - ‘At salut’ - ‘Se a sin ancora viv a ci'arvidìn’ - ‘Saluta mai tuv’ - ‘Va bén. At salut’. Caz!...
“Quello che stupisce è il fastidio che provano gli amministratori comunali quando i cittadini, come in questo caso, si organizzano per far sentire le proprie opinione, cioè quando vi sono episodi di partecipazione attiva”
Telecamere - Leggiamo: “Sicurezza e viabilità, arrivano le telecamere”. E adès uc toca giré sempre mudéd... Salute mentale - Leggiamo: “La crisi manda in tilt oltre 5.300 persone al centro di salute mentale”. La privacy vieta di conoscere i nomi di sindaci, assessori e politici vari. Intanto a Cattolica la compagnia dialettale ‘Le Ombre’ manda in scena: Cégh, zop, matt, a so tutt mé”...
La delega - Leggiamo: “Una delega a insaputa del Pd. E' quella al Personale ‘riattribuita’ dal sindaco Cecchini a Galvani”. L'è cli novità cli sa ad stantij... Stilisti e politici - Leggiamo: “Alberta Ferretti: ‘La politica non fa per me, ma vestirei Matteo Renzi”. Un gni vo 'na masa, basta dei una camisa biènca e un microfono... Spiaggia - Leggiamo: “Giovanna Ubalducci (assessore Urbanistica): ‘In spiaggia cinque mega stabilimenti con piscine, vasche e aree giochi’”. Un gnè più gnint da tachè su?...
IL FATTO di Franco Tura e Luigi Colombari *
- Mentre eravamo in attesa che l’amministrazione comunale varasse in tempo un piano di viabilità per la prossima stagione estiva, che tenesse conto degli effetti negativi prodotti sugli operatori economici da quello precedente, introdotto tra l’altro a stagione inoltrata, siamo venuti a conoscenza del fatto che giovedì 6 febbraio nel comune di Cattolica vi è stato l’incontro tra l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Piero Cecchini e i rappresentanti delle categorie economiche della città. Durante tale incontro il sindaco ha illustrato il piano di viabilità per la prossima stagione estiva. Da quanto abbiamo appreso dalla stampa verranno ripristinati i due sensi unici sul lungomare Rasi Spinelli, e sulla via Del Prete, inoltre sul lungomare verrà realizzata una pista ciclabile e il servizio pubblico di autobus (linea 125) percorrerà nella direzione Misano-Cattolica, la via Del Prete per recarsi alla stazione passando in via Fiume e in via Mazzini, per poi percorrere via Nazario Sauro, via Petrarca, via Verdi, lungomare Rasi Spinelli, via Carducci e tornare di nuovo a Misano e Riccione. Nulla è stato detto su chi ha realizzato tale studio e quale progetto di città turistica esso sottintenda, cioè se si vuole una città turistica sempre più pedonalizzata oppure no, pertanto crediamo che tale proposta sia aperta a qualsiasi contributo costruttivo. Siccome siamo un gruppo di cittadini che ritiene che il futuro della Cattolica turistica stia nella pedonalizzazione che dovrà avvenire in maniera graduale anno dopo anno, la nostra posizione si può riassumere semplificandola in quattro punti: 1) dissenso totale sulla istituzione di una circolare di Bus (linea 125) che dalla stazione,
S. Giovanni M.
nel tragitto di ritorno, passi per oltre 60 volte al giorno sul Lungomare per proseguire per Misano lungo la via Carducci; 2) senso unico sul Lungomare nella direzione Misano Gabicce in modo che la via Fiume continui ad essere l’ingresso della città; 3) la circolare Bus (linea
125) percorrerà la via Del Prete nei due sensi così pure il traffico cittadino; 4) la pista ciclabile prevista sul Lungomare dovrà congiungersi con corso Italia in modo di favorire un percorso ciclabile che da Misano arrivi sino al porto di Cattolica. In questo modo diminuirem-
IL SONDAGGIO-INCHIESTA DELL'ARCOBALENO
Più piste ciclabili e zone pedonali - A Cattolica il traffico è intenso? SI' 83,56% - NO 12,59% - E' facile circolare in bicicletta? SI' 37,46% - NO 56,71% - Vorresti più piste ciclabili? SI' 79,19% - NO 12,54% - Vorresti più zone pedonali? SI' 65,89% - NO 24,98% - I parcheggi sono sufficienti? SI' 18,81% - NO 75,56% I dati sono del Questionario-inchiesta “Decido anch'io la mia città” elaborato e diffuso dall'Arcobaleno di Cattolica in 10.000 esemplari e diffuso capillarmente su tutto il territorio comunale. I questionari ritornati compilati sono stati circa 2.000. Periodo del sondaggio: maggio-settembre 2008. Il questionario comprendeva ben 42 domande che spaziavano su tutte le problematiche della città. Sopra riproponiamo i risultati delle 4 risposte in tema di viabilità. N.B. La percentuale che manca per arrivare al 100% è quella del “Non so” e “Non risponde”)
mo il traffico sul lungomare e sulla via Carducci. Come si può vedere ci sono molte soluzione per migliorare la nostra città, ma per fare questo bisogna che i cittadini e gli operatori facciano sentire la loro voce ed è anche per questo che è sorto rilanciamocattolica@gmail.com gruppo del quale anche noi facciamo parte e che sta già ricevendo molte e- mail di suggerimenti. Quello che stupisce a questo proposito è il fastidio che provano gli amministratori quando i cittadini, come in questo caso, si organizzano per far sentire le proprie opinione, cioè quando vi sono episodi di partecipazione attiva. Questi interventi, invece di considerarli una collaborazione, vengono valutati come un intralcio al loro lavoro. Il nostro gruppo è sorto anche per aiutare gli amministratori per migliorare la città, anche col loro ascolto in assemblee pubbliche. Prevale la convinzione, soprattutto nel sindaco, che essendo stato eletto democraticamente dai cittadini debba essere valutato solo alla fine del suo mandato a seconda che egli sia riuscito o meno a realizzare il programma elettorale. Questa convinzione è entrata a far parte anche del bagaglio culturale di molti cittadini elettori, e anche di molti membri del direttivo del partito democratico. Infatti lo abbiamo constatato recentemente sul web negli interventi del gruppo Facebook “chiacchiere tra cattolichini” dove diversi sostenevano che avendo i cittadini delegato col voto il sindaco, il suo operato non doveva essere criticato. Il nostro gruppo invece è sorto per aiutare gli amministratori e per migliorare la nostra città. *Per il gruppo rilanciamocattolica@gmail.com
Il rimpasto - Leggiamo: “Lo strano rimpasto, una farsa per cacciare Bondi”. I l'avéva capì tut. Ancora i pénsa che la génta l'ava l'anèl mal nès. Dambat!... Uffici comunali - Leggiamo: “Agibilità degli uffici comunali: i dipendenti scrivono al Prefetto. Gli impiegati della ex Filippini verrebbero trasferiti all'ultimo piano di Palazzo Mancini”. Era stato sgombrato da circa un paio di anni. U j'è un po' ad pipacul... Il segretario - Leggiamo: “Il segretario Pd ‘soccorre’ la giunta”. Perché u j'è un segretèrie dal Pd a Catolga? Os-cia!... Paletti - Leggiamo: “Viale Dante sprofonda nel degrado” - “Leo Cibelli (assessore al Patrimonio): ‘Proteggeremo viale Dante con i paletti’”. Per piasér nu dgi gnint! Avin capì duch ai vresie mèt chi palèt... Idee per la Regina - Leggiamo: “Cercansi idee per rilanciare la Regina. La richiesta da parte di un gruppo di operatori”. Ma u j'è bsogn? Sa tut chi bravòn cu j'è tal Cumun... 200 appartamenti - Leggiamo: “Variante al Piano urbanistico: duecento appartamenti al posto di venti alberghi”. Ai mitrìn tal bruvèt. A sin intunèd...
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Carla e Franca ARTICOLI DA REGALO Cattolica - Piazza Mercato 11 Tel. 0541 - 967792 - Il mio viaggio nel mondo del volontariato e dell’associazionismo questo mese fa tappa a Cattolica. Una donna solare e allegra mi apre le porte di casa sua e facciamo insieme una lunga e piacevole chiacchierata sul suo impegno e la sua esperienza nel terzo settore. Caschetto biondo, occhi profondi e un sorriso contagioso. Carismatica e dolce. Resiliente. Silvana Tonti è così e da oltre 10 anni, insieme a Giacomo Del Prete, è responsabile del Punto IOR di Cattolica. L’Istituto Oncologico Romagnolo (IOR) è un’ organizzazione di volontariato nata nel 1979 allo scopo di affiancare le strutture pubbliche nella lotta contro il cancro e, da anni, è parte integrante del tessuto sociale della Romagna. Da allora conta 8 Sedi e più di 70 Punti IOR in 53 Comuni e soprattutto 1.000 volontari che quotidianamente si impegnano in attività d’ufficio, assistenza in ospedale e a domicilio e nelle manifestazioni ed eventi di raccolta fondi. “Senza il volontariato la ricerca non va avanti”. Più volte questa dichiarazione di Silvana farà capolino durante il nostro incontro. Capisco che è questa la cifra del suo impegno e dell’operato suo e dei volontari che l’affiancano. E’ ciò in cui crede fermamente e cerca di trasmettere. Come è cominciata la tua esperienza nello Ior? “Lo Ior esiste a Cattolica da molti anni. Io ci sono arrivata nel 2000. Fui coinvolta da un’oncologa
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Intervista a Silvana Tonti responsabile del Punto IOR di Cattolica insieme a Giacomo Del Prete. Dal 1979 l'associazione ha svolto grande e utile attività di volontariato
Ior: ‘Senza il volontariato la ricerca non va avanti’ Cena di solidarietà del 30 novembre 2013 presso il ristorante “Il Mulino”
ASSOCIAZIONISMO di Gaia Trunfio giovane e in gamba, la dott.ssa Cristina Pittureri. Mi chiese di mettere a disposizione il mio tempo ed io accettai con piacere. Ero da poco in pensione e per carattere sono pronta a buttarmi in esperienze nuove. E così, insieme alla madre della dottoressa, nonché cara amica, Teresa Reina, e a mia cognata, Anna Bontempi, ci attivammo per portare avanti sul territorio il lavoro fino a quel momento fatto dal dott. Tonelli”. A distanza di 14 anni che bilancio tracceresti di questa esperienza? “Sicuramente un bilancio positivo. Ho potuto toccare con mano l’importanza del volontariato per la ricerca. Ho avuto prove tangibili di quanto l’apporto di ognuno, in termini economici ma anche di impegno personale dia risultati concreti. Gli ecografi donati all’ospedale Cervesi, i progetti di Musicoterapia e Nordic Walking come coadiuvanti delle terapie oncologiche, e più di tutti la nascita dell’Istituto Tumori della Romagna, inaugurato a Meldola nel 2007 sono solo alcuni esempi. E sono tutti progetti nati dai sogni e dall’impegno dei volon-
tari. Lo IOR dalla sua nascita ha investito quasi 5.600.00 euro in attrezzature per le Aziende sanitarie dell’intera Romagna. Ormai possiamo dire che è un modello che vince. Quando, a causa della mia malattia, le attività erano un po’ scemate, sono stati gli stessi medici, il Prof. Pasquini in particolare, a chiederci di tornare in campo. Segno che il nostro ‘lavoro’ ha un peso specifico importante”. Quali sono nello specifico le attività che portate avanti qui a Cattolica? “La gran parte dell’attività consiste nella raccolta fondi. Raccogliamo donazioni durante i funerali, quando veniamo chiamati da chi ha appena perso una persona cara. E’ un momento difficile, perché si
partecipa emotivamente alla sofferenza. Eppure la nostra presenza testimonia che dal dolore può nascere la speranza, e che il sogno di chi non c’è più può continuare attraverso l’aiuto a chi ancora combatte. Organizziamo poi ogni anno una cena di beneficenza, con annessa lotteria. E’ un momento speciale, perché oltre a fare un bilancio associativo e a sentire la testimonianza di medici e oncologi che portano avanti il loro lavoro anche grazie a noi, è un modo per provare che la beneficenza e il volontariato si possono fare col sorriso e con allegria. Inoltre, da qualche anno, grazie alla grande disponibilità di una nostra volontaria, Fulvia Duò, riusciamo ad offrire un importante
servizio. Fulvia accompagna a fare chemio e radioterapie, ed altre importanti cure pazienti altrimenti impossibilitati a farlo”. L’età media dei volontari di Cattolica, è piuttosto alta, come mai? “Purtroppo abbiamo difficoltà nel coinvolgimento dei giovani. E ’vero che spesso a determinate tematiche ci si avvicina per esserne stati direttamente o indirettamente colpiti, e che i ragazzi, tra studio e lavoro sono molto impegnati. Ma il loro apporto sarebbe fondamentale, anche per lavorare sull’idea di un volontariato allegro e gioioso, in cui non bisogna essere santi o eroi, ma solo pieni di sogni e voglia di fare e cambiare. Ci sentiamo comunque soste-
nuti dalla comunità. Basti pensare al successo ottenuto poche settimane fa dalla commedia dialettale La Vecia Catolga anni 30 di Cagnet (Mario Del Bianco ndr) il cui ricavato è stato devoluto allo IOR”. I prossimi impegni? “A maggio, durante Cattolica in Fiore saremo in piazza per un mercatino di raccolta fondi”. Chi volesse partecipare alle vostre iniziative o darvi una mano come può farlo? “Può mettersi in contatto con me telefonando al 339-3755005”. Si tende a pensare che fare beneficenza voglia dire solo offrire soldi. Si può donare invece ciò che abbiamo di più prezioso. Il nostro tempo. Perché, ha ragione Silvana, “senza il volontariato la ricerca non va avanti”. Io ho fatto la mia scelta e sono con loro. E tu? Punto IOR di Cattolica: responsabili: Silvana Tonti, Giacomo Del Prete. Volontari: Paola Acquaviva, Marina Antonelli, Matilde Benzi, Anna Bontempi, Alba Del Magno, Nicoletta Di Nella, Fulvia Duò, Eugenio Imbò, Marta Lorenzi, Teresa Reina, Rosalbo Sarti, Rachele Spagnoli, Rita Tombari, Gaia Trunfio.
Addio Amedeo, bella mente e sottile ironia Amedeo Di Giacomi (26.1.1929 - 14.2.2014)
IN MEMORIA di Silvio Di Giovanni - Fu una devastante insufficienza circolatoria, che in un freddo giorno di metà del mese più corto dell’anno, ha scelto improvvisamente di por fine alla tua esistenza, Amedeo. Eri un amico, un compagno, un uomo schietto e senza infingimenti di sorta e te ne sei andato in punta di piedi. Il tuo carattere apparentemente scostante e scontroso nascondeva invece un animo nobile, dai sani principi. Dotato di un intelletto al di sopra del comune, fin da ragazzo primeggiavi tra le migliori menti del tuo istituto scolastico. Avevi una lingua pungente, incapace di mentire, che sapeva irritare i benpensanti nella comune diatriba verbale. Eri dotato di un innato senso della satira, anche senza la necessità di oltrepassare il normale confine dell’humour. Avevi un netto concetto degli alti valori dell’amicizia, dell’onestà, della solidarietà e la tua filosofia di vita era
improntata al grande rapporto tra l’uomo e la natura, il tutto nella più alta essenza del concetto di evoluzione dei viventi nello sviluppo della materia. Non eri religioso, anzi eri nettamente materialista e mal sopportavi le piccole mentalità cui è permeata sia la comune cultura di fede e sia la dilagante cultura della indifferenza. Vorrei scusarmi con te per quel commiato, cui la tua idea largamente rifuggiva. Purtroppo a volte l’amore riservato ai propri cari può far smarrire l’intelletto nell’ora delle scelte, apparentemente innocue, invece pregne di valori fondanti.
Ora, voglio ricordarti con i versi del grande poeta iberico cui tu nutrivi profonda ammirazione che, per alleviare il peso della morte, sapeva assumere anche il grande paradosso che: “Muore anche il mare”. E, senza nulla togliere alla mirabile traduzione del grande rettore dell’ateneo d’Urbino, Carlo Bo, voglio però riportarli nella loro lingua originale che tu tanto amavi e tanto dilettar, la cui recita, ti faceva. “No quiero que le tapen la cara con panuelos para que se acostumbre con la muerte que lleva. Vete, Amedeo: No sientas el caliente bramido. Duerme, vuela, reposa: También se muere el mar!” (Non voglio che gli coprano la faccia con fazzoletti / perché s'abitui alla morte che porta. / Vai Amedeo: non sentire il caldo bramido. / Dormi, vola, riposa: muore anche il mare). (Orazione funebre tenuta nel cimitero di Cattolica con la recita dell'elegia di Garcia Lorca, “Lamento in morte di Ignacio Sanchez Mejias”)
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Portare tutte le abitazioni allo stesso livello: tre piani. Stessi cornicioni, con piano colori
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Via del Porto, idee per abbellirla - Proposta di abbellimento e sistemazione di Via del porto. Situazione attuale La via del Porto è una delle più vecchie e caratteristiche di Cattolica. Fino al primo dopo guerra era un “bel treno”. Una fila ininterrotta di case tutte con la stessa altezza e stessa impostazione. Nel suo genere era un bello spettacolo. Attualmente offre di sé uno spettacolo piuttosto altalenante. Fabbricati di tutte le altezze, di tutte le fattezze, e dimensioni. Marciapiedi invasi da alberi vecchi, malandati, che occupano l’intero marciapiedi e devastano il terreno circostante. I pedoni sono costretti a camminare nella sede stradale, con i rischi che ne derivano. Proposta operativa Con una variante al Piano regolatore determinare e fissare: …Piano di gronda. Una nuova altezza massima (ipotesi metri 10 - altezza che consenta la costruzione del terzo piano) fissa e valida per tutta la via, da via XX settembre al Porto. Tetto Se a terrazza consentire sulla facciata un muretto protettivo di m.1/1,20; se spiovente: altezza al colmo di m. 1,50 esterno Cornicioni Sia per le coperture a terrazza che a tetto, tutti con la stessa sagoma e sporgenti per circa metri 1. Colorazioni Una gamma di colori diversi, ma armonizzati fra loro, in modo tale che, nel tempo, la via assuma anche una bella omogeneità di colorazioni. Balconi Fissare la larghezza massimo metri 1 degli stessi e l’altezza delle balaustre, uguali per tutti. Se i punti di cui sopra sono accettati e confermati dare subito l’incarico ad un ufficio tecnico, possibilmente cattoli-
E' una delle vie storiche e caratteristiche di Cattolica con fabbricati di tutte le altezze, fattezze e dimensioni. Marciapiedi malandati, alberi vecchi
Cattolica, palazzo comunale
li;
IL PUNTO DI VISTA
di Gianfranco Vanzini chino, di redigere la necessaria variante urbanistica, raccomandando tempi celeri. La variante in oggetto dovrà consentire a tutti coloro che lo desiderano, previa presentazione di una documentazione, la più semplice possibile e ridotta al massimo di: - alzare il fabbricato di proprietà fino al raggiungimento dell’altezza massima prevista, rispettando le caratteristiche sopra indicate; - invariato tutto il resto: consenso dei vicini, rispetto della normativa antisismica ecc. Per completare e dare un senso compiuto al tutto, è opportuno prevedere anche di abbattere, senza sostituzione, le 15 piante esistenti, malandate e ingombranti, assolutamente inutili anche ai fini dell’ombreggiatura. La via è stretta per cui l’ombra dei fabbricati è sufficiente per camminare protetti dal sole. In questo modo si libera e si rende utilizzabile il marciapiedi, oggi impraticabile, con un aumento della sicurezza per i cittadini. Risultati positivi (vantaggi per tutti)
Si usa in modo intelligente il territorio già occupato. Non si consuma nuovo territorio, adesso va di moda dire che non si deve consumare nuovo territorio, quindi siamo in sintonia. Si abbellisce la via del porto, eliminando le brutture attuali e riportandola, col tempo, al suo vecchio “status” solo
con un piano in più. Si incentiva e si mobilita l’iniziativa privata per progettare e costruire. Tutti sappiamo quanto sia importante oggi cercare di rimettere in moto l’economia In sintesi. Diamo la possibilità, a chi vuole e può, di costruire qualcosa di utile per
sé e per la propria famiglia. In questo modo si crea anche lavoro per gli artigiani locali, oggi quasi fermi. Si tratterà di progetti piccoli che, proprio perché piccoli, sono più facilmente realizzabili, e se favoriti, possono comunque creare: entrate per le casse comuna-
La “Chiave del 10” in concerto
La band in concerto - Musiche e poesie di Fabrizio De Andrè e Francesco Guccini in concerto. L'appuntamento è il 22 marzo, ore 21, al Teatro Snaporaz. Il concerto è
del gruppo “La Chiave del 10”. Nata nel 2009, la band è composta da sette elementi con esperienze musicali diverse; hanno trovato nelle composizioni dei due
prestigiosi artisti una sintonia vincente. Il pubblico e la critica hanno espresso ottimi giudizi sui loro primi quattro concerti. Organizza l’associazione Ada onlus, in collaborazione con il Comune l'assessorato alla Cultura. Parte del ricavato andrà a sostegno della mostra nel Museo di Cattolica. I biglietti per i posti a sedere sono in prevendita presso la tabaccheria dell’Angolo, Piazza Mercato 4, Cattolica Tel. 0541 960412. I “ragazzi” del gruppo: Maurizio Angelini (basso, chitarra), Remo Brilli (tastiere), Dante Crescentini (voce), Graziano Giovanetti (chitarre), Nicola Giuliani (percussioni), Elio Lucarelli (tromba), Massimo Renzi (batteria).
lavoro per i tecnici e gli artigiani coinvolti; soddisfazione per i cittadini interessati; soddisfazione anche per i restanti cittadini che vedono abbellirsi, senza costi, la loro città. Costo dell’operazione: zero Non comporta impiego di risorse, non costa assolutamente niente e può produrre entrate per la casse comunali (gli oneri di urbanizzazione per i nuovi lavori). L’eventuale abbattimento delle vecchie alberature potrà essere finanziato con i primi “oneri di urbanizzazione” incassati. Precisazione importante E’ una proposta “sperimentale” riferita ad una “ specifica via storica” della nostra città, che proprio per questa sua caratteristica, meriterebbe una attenzione particolare. Proposta da non allargare in automatico a nessuna altra zona. (Questo per evitare dannose e speciose generalizzazioni del tipo… se facciamo così dappertutto…). In un secondo tempo, se l’esperienza si sarà dimostrata positiva, si potranno esaminare altre specifiche situazioni, valutandole caso per caso. Ma questa è un’altra storia che rimandiamo ad una prossima occasione. Conclusione Sarebbe molto bello se sindaco, giunta e cittadini prendessero in seria considerazione le idee sopra esposte e si aprisse un costruttivo dibattito per arrivare ad una veloce e positiva concretizzazione della proposta.
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Le figure dei parroci: Antonio Marcaccini, Giulio Canini, Antonio Lisi, Quinto Pecci, Antonio Bartolucci, Giuseppe Cagnoli, Domenico Renzi, Armando Paci, Giocondo Magnani
La Resistenza cattolica in Valconca - Il contributo dei cattolici alla Resistenza va riconosciuto come minoritario rispetto a quello di ispirazione laica, ma non meno denso di significati morali e politici. Nel Riminese essi si posero sin dai giorni precedenti all’armistizio del 1943 come una delle componenti politiche del Fronte Nazionale dei partiti antifascisti, attraverso la rappresentanza della neonata Democrazia Cristiana, erede del Partito Popolare (1919/ 1926) di don Luigi Sturzo, anche se nei primi mesi di occupazione tedesca in Italia furono solo gli uomini del P.C.I. che concretamente si avviarono sulla strada della ribellione armata. I parroci sparsi in tutta Italia, nel tumultuoso rivolgimento dei poteri politici, delle amministrazioni pubbliche e delle alleanze militari, rimasero per le loro comunità gli unici stabili punti di riferimento, prima, durante e dopo il conflitto: unica costante garanzia di umanità, di spiritualità e di protezione in mezzo alla barbarie della guerra scatenata dal nazismo e dai suoi alleati italiani. Tra di essi, anche nella Valconca possiamo osservare alcune figure di spicco come quella di don Antonio Marcaccini, e’ prèt ad Purgatorie, la cui vita è descritta in un documentato libro di Vittorio Mancini e Vincenzo Santolini recentemente edito da Guaraldi. A Farneto di Gemmano la sua canonica rappresentò nel 1944 un punto di riferimento per i renitenti alla leva, per gli antifascisti e i partigiani della zona, fino a diventare nell’estate di quello stesso anno la sede clandestina del C.N.L. (Comitato di Liberazione Nazionale) dell’intera vallata del Conca. Approfittando della libertà di movimento che gli era concessa don Marcaccini raccoglieva informazioni passandole al movimento di Resistenza che, con la sua collaborazione, organizzò anche una incursione negli uffici del Comune di Gemmano con l’obbiettivo di sottrarre i registri e gli schedari della popolazione contenenti i nominativi dei giovani soggetti alla leva obbligatoria voluta dai fascisti della R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana). Parallelamente contattò i sacerdoti della zona per chiedere sostegno alla lotta dei partigiani e degli alleati, aiuto che non mancò soprattutto da parte di don Giulio Canini (nome di battaglia “Romagnolo”), allora parroco di Pian di Castello, di don Antonio Lisi, parroco di Onferno, e di Don Quinto Pecci, parroco di S. Ansovino di Saludecio. Don Antonio Bartolucci, della parrocchia di S. Maria del Monte e S. Rocco, vicino a Saludecio, arrivò anche ad organizzare delle vere e proprie squadre di sabotaggio, tanto da essere riconosciuto nel dopoguerra partigiano combattente assieme allo stesso don Antonio Marcaccini. Accanto a questi episodi di resistenza attiva si delineava un’altra faccia del clero, meno visibile
1944-2014 LA RESISTENZA RACCONTA di Maurizio Castelvetro* e più diffusa, che esprimeva una silenziosa avversione al nazifascismo ed una stretta vicinanza con la la popolazione, vittima innocente ed impotente di ogni guerra. Rischiando la vita come la rischiava chiunque appoggiasse la Resistenza o proteggesse militari delle forze anglo-americane, le suore di Mondaino offrirono appoggio sino all’arrivo delle truppe alleate ad alcuni membri di due famiglie ebraiche in fuga, ospitandoli segretamente per alcuni mesi nel loro convento di clausura di Mondaino, a cui erano stati indirizzati dal cattolichino Guido Morganti (che per tale gesto verrà insignito del titolo di “Giusto tra le nazioni” attribuito dallo Stato israeliano). Non ascrivibile ad una forma di esplicito antifascismo ma piuttosto ad una coraggiosa e libera opposizione della coscienza di fronte ad ogni forma di prevaricazione, è anche l’episodio in cui don Giuseppe Cagnoli, e’ pretòn – fiero sostenitore negli anni ’20 del Partito Popolare – rifiutò di dare sepoltura nella terra consacrata del cimitero comunale di Montegridolfo ad un militare tedesco non cattolico, vittima dell’esplosione della polveriera di Montecchio nel gennaio 1944, nonostante la minaccia del comandante tedesco di bruciare la canonica. Il Fascismo era diventato ovunque nervoso e sospettoso in preda ad un completo disorientamento. Non si voleva vedere la mano di Dio che ci castigava, eppure era così: in questi termini si esprimeva nelle sue memorie don Domenico Renzi, parroco a Saludecio, considerato oppositore del regime a causa della sua pretesa mancata cooperazione, manifestata anche dal suo rifiuto all’invito fattogli di spronare, dall’altare della chiesa, i giovani renitenti a rispondere alla chiamata alle armi della repubblica di Salò. Egli si sentì dal 1943 fino alla Liberazione sotto un incubo, quasi una spada di Damocle, per il sordo livore che qualcuno aveva contro di me – afferma nelle sue memorie – che ebbe il culmine quando a Saludecio nel giugno 1944 arrivarono i militi della Brigata “Tagliamento” che si è coperta di tante infamie ed ignominie (...) con questi, i miei giorni furono ancora più tristi (...) I fascisti, poi, avevano una canaglia di Cappellano militare, che seminava odio contro il Papa e i preti: è tutto dire! Era un religioso e, se le voci erano esatte, un Carmelitano [si trattava in effetti del carmelitano scalzo Antonio Intreccialagli, padre Antonio di
Lapide all’interno del cimitero di Montetauro (Coriano) La chiesa della Pace di Trarivi di Montescudo (ph. Castelvetro)
APPELLO
Chiunque sia in grado di fornire ulteriori particolari dell’episodio o dei personaggi è pregato di mettersi in contatto con la redazione de la Piazza o scrivere a castelvetro@email.it Grazie! Gesù, detto il “legionario di Dio”]. A Fanano di Gradara è di spicco la figura di don Armando Paci, attivo animatore di un circolo di Azione Cattolica, già vittima di accuse e minacce a mano armata da parte fascista, che nelle giornate a cavallo dello sfondamento della Linea Gotica protesse un paio di soldati austriaci della Wermacht intenzionati a disertare. Uno di essi, il cappellano militare noto ai gradaresi come Frà Federico, divenuto padre priore nell’Ordine dei Servi dei Fatebene di S. Giovanni di Dio, nel dopoguerra donerà per riconoscenza alla parrocchia di San Michele di Fanano un quadro raffigurante lo stesso Arcangelo in lotta contro il Male, che nella iconografia sembra evocare proprio i combattimenti avvenuti nella zona nel settembre del 1944, durante lo sfondamento della Linea Gotica. A Cattolica è Don Giocondo Magnani che si trova nel giugno del 1944 a confortare e raccogliere le ultime lettere inviate ai genitori dai militi Domenico Rasi e Vanzio Spinelli, fucilati in quanto accusati di disfattismo e intelli-
genza con i partigiani. Oltre ai sacerdoti antifascisti, nella zona a cavallo tra le vallate dei fiumi Foglia e Conca appare attiva una formazione che raccoglie i cattolici laici attorno a se: si tratta di una delle poche formazioni di matrice cattolica che si presenti come militarmente organizzata, la “Banda Massi”. Della sua attività l’unica fonte di informazioni è il suo stesso comandante, Gino Morbiducci, residente a Cattolica: completamente slegata dalla locale organizzazione del C.N.L., le attività di sabotaggio e propaganda risultano attuate in completa autonomia. Un cospicuo numero di incongruenze nella documentazione fornita da Morbiducci e da Isabella Monticelli dopo la Liberazione – che in alcuni casi assumono l’aspetto di veri e propri falsi – appaiono indicare come tale raggruppamento fosse costituito da un insieme eterogeneo di personaggi di matrice cattolica collegati dal comune sentire antifascista, anziché una organizzazione concretamente operativa. Morbiducci, tuttavia, forte di questa
autoreferenza, fu designato sindaco di Cattolica durante il periodo di attività dell’A.M.G.O.T. (Allied Military Government of Occupied Territory: Governo Militare Alleato dei Territori Occupati), che ignorò le proposte del locale C.L.N. Da notare il fatto che pochi dei numerosi personaggi definiti membri della banda risultano registrati nel dopoguerra come partigiani o patrioti. Da segnalare, infine, il drammatico episodio avvenuto nei primi giorni di settembre del 1944, nella zona di Farneto di Gemmano: mentre imperversava la battaglia a seguito dell’attacco delle forze alleate lungo la Linea Gotica, il comunista Gianni Quondamatteo – da pochi mesi nominato presidente del C.L.N. della Valconca e che diventerà nel dopoguerra sindaco di Riccione – assieme ad un compagno tentò infruttuosamente di aggredire un alpino tedesco, che riuscì a reagire e lanciare l’allarme. Di li a poco Quondamatteo fu catturato, ed in virtù del suo aspetto scambiato per una spia inglese e quindi condannato a morte; consapevole della sua prossima fine, egli approfittò di un attimo di distrazione dei soldati per fuggire a gambe levate, inseguito dai colpi di fucile che lo ferirono ma senza riuscire a fermarlo. L’area fu immediatamente rastrellata e furono trattenuti sette ragazzi, tra cui alcuni giovani renitenti: essi, considerati collaboratori nella fuga di Quondamatteo, vennero minacciati di fucilazione per rappresaglia qualora il fuggitivo non si fosse presentato. Don Marcaccini, informato dell’accaduto, intervenne immediatamente presso l’ufficiale in capo, un bavarese di fede cattolica, giurando che coloro che ricercavano non era una spia inglese e che i ragazzi catturati non erano partigiani. Scoppiò una animata discussione tra i due, durante la quale don Marcaccini, facendo leva sulla coscienza cattolica dell’ufficiale tedesco, gli rimproverò di non credere al giuramento di un sacerdote di Cristo; infine, viste inutili le argomentazioni e le insistenze, di fronte al plotone schierato in attesa dell’ordine di esecuzione, il prete si tolse improvvisamente la tonaca offren-
dosi di essere fucilato al posto degli ostaggi. L’ufficiale, di fronte a questo inaspettato ed insanabile contrasto tra il suo senso del dovere come cattolico e come militare, dopo un consulto con il comando tedesco di Zollara, alla fine sferrò un pugno sul tavolo esclamando: “Keine partisanen... Rauss!” [Non ci sono partigiani... Via!] decidendo di liberare tutti. Fu quello uno degli ultimi episodi di guerra: poche settimane dopo, con la liberazione per mano degli alleati, anche per i cattolici si pose il problema di ricostruire tutto, la vita e le cose, e in particolare le numerose antiche chiese e campanili rasi al suolo o gravemente danneggiati dalla violenza dei combattimenti: una tra tutte, quella di Trarivi di Montescudo, fu lasciata in rovina, nello stato in cui la guerra l’aveva ridotta, a perenne monito per le future generazioni. Accanto ad essa, quattro bandiere delle nazioni una volta in guerra tra loro oggi ricordano che quei lutti non sono stati inutili.
*Presidente ANPI Cattolica-Valconca AMMINISTRAZIONE
La giunta incontra i cittadini - “L'amministrazione incontra la cittadinanza”. E' il titolo di un ciclo di tre conferenze pubbliche nel mese di marzo dove la giunta comunale presenterà i risultati raggiunti di metà legislatura e confrontarsi sugli obiettivi futuri. Luogo degli incontri il Palazzo del Turismo, ore 21. - Lunedì 10: “Turismo e attività economiche”. - Lunedì 17: “Lavori pubblici, urbanistica, patrimonio, demanio, ambiente e sport”. - Lunedì 24: “Cultura, pubblica istruzione, politiche socio-sanitarie e politiche giovanili”.
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“Aperitivo letterario 5”: Marcello Nucciarelli e Lella De Marchi
Giallo psicologico e poesia Nucciarelli: ha presentato il romanzo giallo ‘Morte a Leidseplein’, ambientato ad Amsterdam, città d’adozione per l’autore, ma che vede lo snodo narrativo anche a Cattolica e dintorni nell'importante tappa di un viaggio intrapreso dalla protagonista attraverso l’Italia. De Marchi: la poetessa nativa di Pesaro, ove vive, ha presentato Stati d’amnesia, una raccolta di poesie che appaiono concatenate tra loro come i vagoni di un treno
Le copertine dei libri di Marcello Nucciarelli e Lella De Marchi
CULTURA di Patrizia Mascarucci
animale diventa l’ordito del pensiero dell’autrice, delicata tessitrice di trame. Dice De Marchi: «Il titolo è composto da due parole apparentemente in contraddizione: lo stato è una condizione, amnesia è la dimenticanza di una condizione. Vi è una ricerca sull’identità che si trasforma, muta, la quale contiene l’idea di evoluzione, negata dall’amnesia delle sue essenziali tracce: il ricordo, la memoria. Gli stati potrebbero essere cinquanta o più, correlati come i vagoni di un treno, ma alcuni di essi sono maggiormente indicati per poter descrivere il senso del mondo, la molteplicità della mutazione». Uno è la fuga che dà l’idea
- 16 novembre 2013 Aperitivo letterario 5 M A R C E L L O NUCCIARELLI L’autore, di origine veneta, ha lavorato a Cattolica per nove stagioni come titolare di una libreria in viale Bovio: è questo un buon motivo per far sì che il suo romanzo Morte a Leidseplein, ambientato ad Amsterdam, città d’adozione per l’autore di cui fornisce una descrizione pittoresca e realistica, avesse proprio in Cattolica e dintorni la importante tappa di un viaggio intrapreso dalla protagonista attraverso l’Italia. È questa una piacevole sorpresa per gli affezionati di Aperitivo letterario che dà al «giallo nella declinazione del romanzo poliziesco» un timbro di prodotto cosmopolita e locale allo stesso tempo. L’autore, grazie al suo stile simbiotico con la tradizione giallistica, descrive i luoghi famigliari a noi della Riviera, arricchendoli del fascino degli ambienti internazionali. È infatti la Riviera la protagonista
di questo giallo di tutto rispetto, le cui modalità stilistiche si destreggiano tra il giallo tout court e la sceneggiatura dei serial TV a carattere poliziesco: è così che il protagonista, la ispettrice di polizia di Amsterdam, Gretije De Witt, ci fa vivere emozioni legate al suo lavoro e alle sue vicende personali, mantenendo in equilibrio entrambi i registri. Nucciarelli è legato al giallo psicologico, cerca di scavare nella psiche dei personaggi e da lì arriva alla soluzione lentamente, senza scene d’effetto, come insegnano i suoi riferimenti esplicitamente dichiarati: Simenon ed in parte Agatha Christie. La novità del modus narrandi del Nucciarelli sta nell’aver inserito nel libro riflessioni sui temi del dibattito contemporaneo internazionale, quali gli interrogativi e le scelte che pone il tumultuoso avanzare della scienza, i rapporti intergenerazionali, il valore della famiglia, la solidarietà tra esseri umani. Una serie di spunti morali che invitano il lettore a non
Tantissimi i cattolichini che in questi anni hanno vestito la casacca e fazzoletto
Gruppo Scout, 40 anni di storie
lasciarsi confondere dai luoghi comuni che impediscono di andare al di là delle apparenze, ostacolando la ricerca della verità (e della soluzione): se non quella obiettiva, certo quella che ci fa stare bene con noi stessi. Marcello Nucciarelli, Morte a Leidseplein, 2013, pagg. 314. Per l’acquisto: http://www.ibs.it/code/ 9788866020486/nucciarellimarcello/morteleidseplein.html
dimenticare da dove si è partiti o ci si può considerare pronti per partire. Parole poetiche che annunciano concetti correlati, in connessione con stati d’animo lontani e apparentemente disconnessi. La memoria ed il ricordo come amalgama delle poesie. Spesso il veicolo di trasmissione del pensiero poetico sono animaletti come il coniglio o il ragno: la loro peculiarità
LELLA DE MARCHI La poetessa nativa di Pesaro, ove vive, ha presentato Stati d’amnesia, una raccolta di poesie che appaiono concatenate tra loro come i vagoni di un treno: su ogni vagone si può salire o scendere, ogni carrozza può costituire l’inizio o la fine, la partenza o l’arrivo di temi collegati tra loro in modo autonomo e circolare nello stesso tempo. Un’audace concetto di poesia per rimandi, in cui ci si può
di scappare da qualcosa che non si può trattenere, da cui si deve fuggire per progredire, come accade per il bozzolo che si trasforma in farfalla. Un altro è lo stato di materia: terra, aria, acqua, fuoco, tutte parti necessarie per la trasformazione e la comunicazione. Vi è poi è lo stato animale: il ricorso all’inserimento del mondo animale nelle poesie permette all’autrice di descrivere lo stato più nascosto di noi stessi. Ancora, il ricordo e la memoria, non necessariamente legati a vicende personali anche se generate da un sentire personale: in questo senso alcuni momenti più nitidi del ricordo diventano stati presenti. Come il ricordo della madre o della maestra che si estendono aI concetto di essere «la madre di se stessa», come afferma l’autrice, che nella sua evoluzione approda ad un se stesso che nessuno le aveva detto di essere, giacché né la madre né la maestra le hanno mostrato chi fosse. Lei, da sola, ha capito chi fosse: la poetessa di oggi è colei che le ha fatto scoprire chi sia. Così, autorivelandosi, il poeta si mette a nudo, scava in se stesso e paga il prezzo di esporsi, mostrando in forma letteraria cose sempre taciute o mai dette. Lella De Marchi, Stati d’amnesia, Lietocolle Editore, 2013. Per l’acquisto: http://www.ibs.it/code/ 9788878487659/de-marchilella/stati-amnesia.html
Il Gruppo Scout Agesci Cattolica 1 si prepara a fare festa per i suoi primi 40 anni. La ricorrenza sarà celebrata nel weekend del 29-30 marzo COMUNITA' di Luca Pizzagalli - Il Gruppo Scout Agesci Cattolica 1 si prepara a fare festa per i suoi primi 40 anni di vita chiamando a radunarsi scout vecchi e nuovi con eventi, incontri ed una mostra fotografica di migliaia di foto che già ora impazzano via Internet e su Facebook tra amarcord e ricordi di vita ed esperienze di avventure infinite tra amici. La ricorrenza sarà celebrata nel week-end del 29-30 marzo e potrebbe richiamare oltre 1.000 persone tra
Gruppo in visita a Mathausen Foto storica del 1983 scout degli anni ’70 e di oggi. Sono tanti i cattolichini che hanno indossato almeno una volta la divisa ed il fazzolettone nel gruppo con sede in Domus presso la parrocchia di S.Pio V. Si stanno già raccogliendo foto e testimonianze e non mancano naturalmente aneddoti e racconti dei tanti campeggi vissuti insie-
me. Giovedì 28 marzo si aprirà il lungo week-end di celebrazioni con un incontro formativo presso il Teatro Snaporaz sul tema “Gli adolescenti” con l’esperto Walter Chiani, quindi sabato 29 ci si trasferirà al Parco della Pace nel pomeriggio con un vero campo scout ricostruito per l’oc-
casione ed aperto al pubblico ed ai curiosi di tutte le età, con una grande mostra fotografica che si annuncia già ora ricchissima. Alla sera spettacolo e concerto dal vivo con “La Flotta di Vega” in piazza Mercato e dunque in centro città. Domenica mattina 30 marzo infine grande gioco per i più
piccini, pranzo e poi S.Messa alle 15 del pomeriggio al Parco della Pace alla quale saranno invitati i tanti sacerdoti che in questi anni hanno accompagnato i ragazzi nel loro cammino di crescita e formazione. Nei prossimi giorni sicuramente proseguirà la ricerca di materiale visivo e audio per ri-
costruire una storia davvero ricca di episodi e volti e verrà fatta anche un’ampia campagna di comunicazione per far arrivare l’invito e la notizia dell’evento ai tanti scout di Cattolica che ora sono diventati padri e madri di famiglia e magari il fazzolettone lo custodiscono ancora gelosamente in un cassetto.
Aziende informano
I titolari, Mari e Italo
Gli straccetti tolica. Dietro ci sono Mari e Italo, due appassionati della ristorazione. Lei è la signora della cucina; lui in sala ad accogliere e consigliare i clienti. Racconta Mari: “Quando avevo vent'anni il mio pensiero fisso era: - Una sera arriva un tavolo di signore su con gli anni; vicino ai settanta. Cinque di loro, professione cuoche (ma questo lo si saprà soltanto dopo) ordinano i cappelletti in brodo fatti in casa. La caratteristica, dei cappelletti, è che sono piccolissimi. Minisculture. Chiedono della cuoca. Dicono alla signora Mari: “I suoi cappelletti sono più buoni dei nostri”. Tanti complimenti anche scritti nel libro in pelle degli ospiti (fatto dalla signora Mari), che si trova in un angolo della sala. Si legge: “Si mangia da Dio”, “Molto, molto buono. Grazie. Da Mosca una famiglia bellissima”, “Fantastico. Divino!” (scritto in cirillico). E ancora: “Il migliore ristorante. Viva gli gnocchi ripieni e il vino, e il resto”; “Ai gestori delle
I secondi rappresentano la tradizione: coniglio disossato al forno, castrato alla griglia, tagliata alla griglia. Il vessillo dei secondi, su prenotazione, è l'oca nostrana ripiena al forno. Sempre su richiesta il maialino. Due preli-
Si trova quasi allo svalico della Siligata, sulla destra, direzione Pesaro-Cattolica. I piatti sono fatti rigorosamente in casa. Da appuntarsi i tortellini, l'oca ripiena, il coniglio disossato al forno, la tagliata alla griglia, il maialino. Contorni marchigiani, dalle erbe di campo alle patate al forno. Che commenti negl libro degli ospiti
Cappelletti piccolissimi
Il maialino al forno, una delle prelibatezze
Pantere, simpatici, celeri, cordiali, ospitali. Cibo squisito. Ottima qualità/ prezzo. Firmato Legrottaglie. Il commento di Mari e Italo: “C'è qualcuno che mi dice che quelle cose le abbiamo scritte noi”. Il Ristorante Pizzeria “Le Pantere” si trova sullo svalico della Siligata in una tipica casa di due piani, direzione Pesaro-Cat-
un giorno aprirò un ristorante, altrimenti non me andrò in pace”. Il sogno è stato realizzato 5 anni fa. Presentano, Mari e Italo, la cucina della tradizione, con un tocco molto personale. I primi sono tutti fatti in casa. I cappelletti piccolissimi rappresentano la bandiera del locale. Altre paste: gnocchi ripieni, ravioli, tagliatelle con i porcini, strozzapreti della casa. Con quest'ultimi c'è un gioco, chi indovina i 12 ingredienti riceve un premio. Una signora ne ha scovati 10.
batezze. I contorni sono quelli marchigiani. Con i dolci si va sulla tradizione: crostate, ciambelle. Vini. Sangiovese e Trebbiano e poi assaggi dalle Alpi alla Sicilia. C'è un piccolo particolare che racconta la passione per le cose ben fatte: il pavimento di marmo antico è uno specchio. Le Pantere Ristorante Pizzeria - Strada Romagna 80 - 61100 PESARO - Cellulare 333.3911199
Riflessioni bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce
IMPEGNO CIVILE
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Riflessioni bibliche
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Dato il momento di crisi (paesi forti e deboli), il loro pensiero è più attuale che mai
“Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa
LA RIFLESSIONE
di Eugenio Melandri - «È perfettamente esatto, e confermato da tutta l’esperienza storica, che il possibile non sarebbe raggiunto se nel mondo non si ritentasse sempre l’impossibile». Forse occorre rifarsi a questa frase di Max Weber, per continuare a credere che sia possibile costruire un’Europa altra da quella che oggi a troppi Paesi e a troppe persone appare come matrigna. Mentre ci prepariamo ad un turno delicato di elezioni del Parlamento europeo, caratterizzate da spinte centrifughe molto forti. In un momento in cui le politiche europee di fronte alla crisi hanno provocato e stanno provocando l’impoverimento di gran parte della popolazione soprattutto dei Paesi mediterranei. È questa, infatti, la stessa frase che ispirò Altiero Spinelli, quando, nel 1941 lanciò insieme con Ernesto Rossi ed altri esuli nell’isola laziale il manifesto di Ventotene. Siamo in pieno periodo bellico. Spinelli ed altri si trovano confinati a Ventotene perché oppositori del regime fascista. Il manifesto nasce quindi in una realtà difficile, nella quale a tutti sarebbe sembrato impossibile pensare al futuro di una Europa unita,
L’Unione europea, infatti, ha strutture democratiche estremamente insufficienti. Il Parlamento europeo non ha il pieno potere legislativo, solo un poco significativo potere di codecisione proprio nel momento in cui essa era dilaniata da una guerra spaventosa. Spinelli e i suoi compagni tracciano una linea di demarcazione netta per la politica a venire. Ne nasce un progetto che va ben al di là di quanto era stato concepito dopo la prima guerra mondiale con la società delle Nazioni. Un sogno-progetto di un’Europa federale, in cui gli Stati, in quel momento in guerra tra di loro, si sarebbero uniti e avrebbero dato vita ad una politica capace di superare le barriere nazionali. Così come era avvenuto con la formazione degli Stati nazionali, quando tante piccole realtà politiche indipendenti si erano riunificate per costruire un’unica nazione. Di qui una linea netta di demarcazione tra vecchia e nuova politica, tra partiti progressisti e partiti reazionari: «La linea di divisione fra i partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò, ormai, non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa coloro che concepiscono, come campo cen-
Altiero Spinelli, uno dei padri dell'Europa
europeo non ha il pieno potere legislativo, solo un poco significativo potere di codecisione. La Commissione, il vero potere esecutivo dell’Unione, fino ad ora è stata nominata dai governi, mentre il Consiglio, fatto dai governi nazionali, di fatto assume il ruolo legislativo proprio dei parlamenti. Un’Europa che, con le politiche di austerità è divenuta per tanti una sorta di tiranno che impone sacrifici a destra e a manca,
Europa, ritornare al sogno dei padri trale della lotta, quello antico, cioè la conquista e le forme del potere politico nazionale, e che faranno, sia pure involontariamente, il gioco delle forze reazionarie, lasciando che la lava incandescente delle passioni popolari torni a solidificarsi nel vecchio stampo e che risorgano le vecchie assurdità, e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido Stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquista-
to il potere nazionale, lo adopereranno in primissima linea come strumento per realizzare l’unità internazionale». Forse è proprio il caso di partire da Ventotene per confrontarci con l’Europa di oggi. Un’Europa che sembra aver perduto i suoi valori ispiratori e che si è costruita non attorno ad un progetto di unità solidale fra i diversi Paesi e i diversi popoli, ma attorno alle banche, al puro e semplice scambio di merci, alla moneta unica e alla
finanza. Un’Europa che, certo, ha fatto anche passi verso l’unità politica attraverso i diversi trattati, che si è data anche una sorta di Costituzione, ma che, nei fatti, si è impantanata dentro il pareggio di bilancio e gli aggiustamenti strutturali delle economie più deboli. Condannando, con le politiche di austerità, porzioni sempre più grandi di popolazione alla povertà. L’Unione europea, infatti, ha strutture democratiche estremamente insufficienti. Il Parlamento
senza nessuna possibilità da parte delle popolazioni interessate di dire la loro. Un’Europa che pare interloquire con i diversi popoli solo attraverso la troika, la quale, quando interviene, commissaria di fatto anche i governi nazionali. Un’Europa che si divide tra Paesi forti e Paesi deboli. Dove i forti sembrano avere sempre ragione a discapito dei più deboli. Un’Europa che salva le banche e costringe le piccole imprese a chiudere. Un’Europa che domanda riforme
Lumen fidei. La luce della fede di Gianfranco Vanzini
Quando questa realtà viene oscurata, viene a mancare il criterio per distinguere ciò che rende preziosa e unica la vita dell’uomo. Egli perde il suo posto nell’universo, si smarrisce nella natura, rinunciando alla propria responsabilità morale, oppure pretende di essere arbitro assoluto, attribuendosi un potere di manipolazione senza limiti. La fede, inoltre, nel rivelarci l’amore di Dio Creatore, ci fa rispettare maggiormente la natura, facendoci riconoscere in essa una grammatica da Lui scritta e una dimora a noi affidata perché sia coltivata e custodita; ci aiuta a trovare modelli di sviluppo che non si basino solo sull’utilità e sul profitto, ma che considerino il creato come dono, di cui tutti siamo debitori; ci insegna a individuare forme giuste di governo, riconoscendo che l’au-
Papa Bergoglio
torità viene da Dio per essere al servizio del bene comune. La fede afferma anche la possibilità del perdono, che necessita molte volte di tempo, di fatica, di pazienza e di impegno; perdono possibile se si scopre che il bene è sempre più originario e più forte del male, che la parola con cui Dio afferma la nostra vita è più profonda di tutte le nostre negazioni. Anche da un punto di vista semplicemente antropologico, d’altronde, l’unità è superiore al conflitto; dobbiamo farci carico anche del conflitto, ma il viverlo deve portarci a risolverlo, a superarlo, trasforman-
dolo in un anello di una catena, in uno sviluppo verso l’unità. Se togliamo la fede in Dio dalle nostre città, si affievolirà la fiducia tra di noi, ci terremmo uniti soltanto per paura, e la stabilità sarebbe minacciata. La Lettera agli Ebrei afferma: « Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città » (Eb 11,16). L’espressione “non vergognarsi” è associata a un riconoscimento pubblico. Si vuol dire che Dio confessa pubblicamente, con il suo agire concreto, la sua presenza tra noi, il suo desiderio di rendere
saldi i rapporti tra gli uomini. Saremo forse noi a vergognarci di chiamare Dio il nostro Dio? Saremo noi a non confessarlo come tale nella nostra vita pubblica, a non proporre la grandezza della vita comune che Egli rende possibile? La fede illumina il vivere sociale; essa possiede una luce creativa per ogni momento nuovo della storia, perché colloca tutti gli eventi in rapporto con l’origine e il destino di tutto nel Padre che ci ama. A Maria, madre della Chiesa e madre della nostra fede, ci rivolgiamo in preghiera. Aiuta o madre la nostra fede! Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata.” 5^ parte (fine)
impossibili: dal pareggio di bilancio in Costituzione, fino alla riforma delle pensioni, del mercato del lavoro, assottigliando nei fatti i diritti dei lavoratori e dei più deboli. Un’Europa che, abbandonando il pensiero dei padri fondatori, si è andata costruendo attorno a politiche neoliberiste e al pensiero unico. Imponendo queste politiche anche ai Paesi con cui in questi anni ha fatto trattati. Un’Europa che si chiude nei confronti di coloro che bussano alla sua porta in cerca di dignità e di diritti. Un’Europa che ha permesso di fare del Mediterraneo un cimitero a cielo aperto. Di fronte a questo fallimento, la via facile potrebbe apparire quella di chi propone l’uscita dall’euro e il ritorno ai vecchi Stati nazionali. Ma sarebbe una non soluzione, perché vorrebbe dire mettere indietro di oltre mezzo secolo le lancette del tempo. La via d’uscita sta invece nel ritorno al vecchio sogno europeo di Spinelli e dei padri fondatori. Quel sogno che si è interrotto lungo la strada. Proprio in questi giorni l’arcivescovo
Uscire dall'euro? Sarebbe una non soluzione, perché vorrebbe dire mettere indietro di oltre mezzo secolo le lancette del tempo. La via d’uscita sta invece nel ritorno al vecchio sogno europeo di Spinelli e dei padri fondatori di Monaco, card. Marx, uno dei membri del consiglio di papa Francesco, ha lanciato un monito, che può apparire come un programma lungimirante per le prossime elezioni europee, dove per la prima volta verrà eletto il presidente della Commissione. Un messaggio di speranza e di impegno per costruire un’Europa solidale, includente e non escludente. Capace di guardare ai bisogni dei propri cittadini e non solo a rispondere alle leggi inique della finanza predatrice. In grado di essere all’avanguardia nella difesa dei diritti e dei beni comuni a livello mondiale. Un’altra Europa, dunque. Dice il card. Marx: «Invece di svilire o abbandonare il progetto europeo o anche solo diminuire la sua ambiziosa visione socio-economica attraverso il perseguimento di meri interessi nazionali, questo è il momento di recuperare lo spirito di generosità e di coraggio che hanno contraddistinto i suoi padri fondatori». * Saggista e giornalista, missionario saveriano e pacifista negli anni ‘70 e ‘80, già parlamentare europeo con Democrazia proletaria, è oggi presidente dell’organizzazione “Chiama l’Africa” Fonte Adista n.8/2014
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Intervento del presidente degli albergatori: Amarcord di Dorigo Vanzolini “Noi siamo disposti a trattare Gabicce col Comune” AMARCORD
Addio zia Vanda Vanda (ad Grell) Pizzagalli (9.1.1921 - 8.2.2014)
Serra: “Abbiamo recintato la nostra proprietà. Disposti a trattare col Comune” “E' da un anno che aspetttiamo una risposta. Andiamo a costruire una sala da 200 posti per la città”
- Quando morì mio babbo Franco (fratello di zia Vanda) immaginai una stazione con un treno fermo su un binario immaginario inesistente, con un numero, 881, dove lui con il bastone saliva a fatica per intraprendere un viaggio (l'ultimo): verso una mèta sconosciuta, ma piena di luci e di stelle. Anche mia zia Vanda (ad Gril) sta per prendere quel treno senza età, su quel binario immaginario, dove incontrerà tanti amici ai quali chiederà magari una sigaretta tra una chiacchiera e un sorriso. Fino a raggiungere l'ultima fermata, dove ad attenderla ci saranno il figlio Francesco e i suoi fratelli. Dove raccontare e ricordare UOMINI
Scomparso a Emidio Bruni Addio al parlamentare“gradarese” Emidio Bruni. Scomparso lo scorso 24 febbraio è stata una «Figura di grande spessore, sempre dalla parte degli ultimi», commenta Matteo Ricci, il presidente della Provincia di Pesaro. E continua: “Ha incarnato in modo autentico i valori partigiani, mettendoli al centro della sua esistenza. E’ stato sempre legato al territorio e ha rappresentato anche in parlamento, con determinazione, le necessità della nostra comunità. Si è fatto carico di mille battaglie per la città e la provincia”.
la vita terrena e, perché no, magari cantare quelle canzoni contadine tipo il 24 maggio, quando il grano e maturato. La voglio ricordare così in quella Gabicce contadina di un tempo a me cara anche oggi e così diversa. Cara zia Vanda, nel salutarti dà un bacio a mio babbo e digli che lo pensiamo sempre e, come sempre, penseremo a voi tutti. Ciao. Giorgio
- “Dopo che da quasi un anno il Comune fa orecchie da mercante, abbiamo deciso di dare un segnale forte: abbiamo semplicemente recintato la nostra proprietà”. Così Angelo Serra, presidente degli albergatori di Gabicce Mare, commenta le catenelle che chiudono un passaggio da sempre utilizzato dai gabiccesi. La cosa ha sollevato non pochi pensieri e malumori nella città “Quando abbiamo acqui-
Il passaggio con catenelle
stato il palazzo del Turismo continua il presidente Serra la Regione ci ha venduto anche l'area a fianco ed il parcheggio annesso. Noi col Comune abbiamo fatto un ragionamento molto semplice: voi ci acquistate quel pezzettino di nostra proprietà, facendoci pagare meno oneri per il terzo piano del Palazzo del Palazzo. Sti-
mato attorno ai 20mila euro, noi ci accontentiamo anche di 4-5mila euro; invece il Comune la vorrebbe gratis. Da parte nostra siamo andati più volte in Comune a stabilire i confini, a chiedere. Non penso, come qualcuno dice, che i nostri ragionamenti siano così sfasati. All'inizio non avevamo neppure parlato di cifre. L'ammini-
strazione comunale ci ha sempre snobbato su qualunque ragionamento. Ripeto, noi siamo aperti ad una trattativa bonaria. Dico anche a Vallugola Terra Nostra, che vuole sempre mettere il naso in ogni cosa, che prima di dire dovrebbero assumere delle informazioni”. “Col terzo piano - chiude il presidente Serra - la nostra associazione darà alla città una sala polivalente da 200 posti. Se rinunciassimo, ci sarebbe anche un danno per la città. La situazione era evitabile; è da un anno che cerchiamo l'accordo”.
Pollice verde, l'arte del giardino tutto l'anno - “Il nostro tempo libero lo avremmo voluto passare in mezzo al verde... Nei giardini. Invece, ci stiamo dalla mattina alla sera per lavoro”. A parlare così sono Giovanni Masotti e Paolo Pierelli, i titolari del Pollice verde. Una giovane azienda di Gradara che sa coniugare la passione con la conoscenze. Masotti è un agronomo; mentre Pierelli fa il giardiniere fin da ragazzo. Custodiscono il verde di alcune degli aree più blasonate delle province di Rimini e Pesaro, ma dedicano la stessa attenzione per le aiuole, o per la singola pianta. Curano il parco di Villa Matarazzo, Gradara. Tra i più belli d'Italia, venne progettato da Porcinai, uno dei massimi architetti del paesaggio del secolo scorso. Sono sempre loro a prendersi cura del centro ippico il “Fondino” (Misano Adriatico), dell'Omag, della Banca di Credito Cooperativo di Gradara, del verde del palazzo comunale di Cattoli-
L'azienda di Gradara è una delle eccellenze del nostro territorio. La primavera è la stagione dei piccoli grandi interventi. “Se sbagli potatura le piante sparano rami”
GIOVANI AZIENDE ca, del parco della Torraccia, di Portoverde. Giovanni Masotti e Paolo Pierelli con un loro collaboratore nel parco di Villa Matarazzo, Gradara
“Per noi i giardini - dicono all'unisono Giovanni e Paolo prima devono essere in salute. Ogni intervento che si fa, al di là della tipologia, va in questo senso: dalla concimazione alle potature, passando per il semplice mantenimento. Ad esempio capitozzare significa semplicemente maggiore spese in futuro. La conseguenza, per sopravvivere, è che la pian-
ta spara rami ovunque. Le piante non vanno mai sfregiate...”. “Ogni essere vegetale - continuano Giovanni e Paolo - risponde a quello che gli fai. Però bisogna partire da una piccola riflessione. In natura le piante hanno un loro equilibrio; una potatura ben fatta, grazie ad interventi discreti, significa avere un giardino vivo
in modo quasi naturale. Il nostro metodo di lavoro inizia col sopralluogo. Per poi elaborare un percorso meno invasivo possibile”. Il bolognese Masotti (giunto in riviera, a Gabicce Mare, per amore) e il gradarese Pierelli - progettano e realizzano giardini da alcuni anni. “La nostra voglia di lavorare è al-
tissima, da una parte. Dall'altra, aggiorniamo continuamente le nostre competenze, sia per la progettazione, sia per gli utensili, sia per la parte che riguarda la normativa”. “Per noi - chiudono i due amici - i giardini, parafrasando De Andrè, sono degli amici con i quali ci piacerebbe passare più tempo possibile”.
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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA
Già direttore generale della BCC di Gradara, è scomparso prima del tempo dopo una breve malattia
Addio a Gianfranco Magi, persona generosa - Addio a Gianfranco Magi. Se n'è andato lo scorso 21 febbraio, dopo una breve ed improvvisa malattia. Lascia la moglie, Luisa (Thelma per Franco) e tre figli (tutti maschi). Per anni è stato direttore generale della BCC di Gradara. Il viaggiare e il buon cibo le sue passioni.
Gianfranco Magi (27.8.1940 - 21.2.2014)
AMARCORD - La resistenza dell’uomo con la sua voglia di vivere, nella impari lotta contro un devastante male incurabile, ha dovuto soccombere. Speravamo tanto di rivederti guarito, Franco, di riaverti tra noi. Ma di settimana in settimana la speranza diveniva sempre più flebile. Questa letale malattia, con dolori lancinanti, ha consumato gli ultimi mesi della tua vita. La moderna medicina, le sanitarie scoperte scientifiche, la ricerca in questo campo della scienza, non sono ancora purtroppo all’altezza di poter combattere tutte le alterazioni dannose che si possono produrre nel nostro corpo. Perdiamo con te un valido amico, un sincero compagno dei nostri conviviali incontri del sabato sera, quando ci gratificavi col tuo umorismo e con la scioltezza del tuo discorso nei vari argomenti che ci piaceva affron-
di Silvio Di Giovanni tare. Come erano gradite le tue incursioni satiriche, i tuoi apprezzamenti e le tue critiche. Avevi l’arte della subitanea improvvisazione attorno all’argomento appena introdotto. Quanto mi piaceva la tua lettura ad alta voce dei miei articoli e con l’ambito commento. Il tuo giudizio critico era sempre prezioso. Mi mancherai e ci mancherai tanto. Alla tua Luisa non dovremo mai far mancare il nostro morale sostegno, perché la perdita è grande. Molto grande. Ai tuoi figli possiamo dire che hanno perduto un grande babbo. In tuo ricordo ed alla tua memoria di persona proba, intelligente, operosa, brava e buona ed amante della natura, voglio offrire quale saluto, con pochi versi del grande poeta la-
tino Lucrezio che era innamorato della naturalità del cosmo e che, con la sua opera, ha inteso erigere un'altare alla dignità dell’uomo per liberarlo dalla superstizione, dal pregiudizio e dalla paura degli dei, con versi che sono improntati alla semplicità ed alla naturalità della vita e del tempo dei viventi, tratti da alcuni dei sei libri che compongono il suo capolavoro: il “De Rerum Natura”, nella splendida traduzione del professor Luca Canali. Sulle usuali e semplici cose della vita: “E dunque nessuna sostanza ritorna nel nulla, ma tutte dissolte ritornano alle particelle elementari della materia. Si perdono infine le pioggie
quando l’etere padre le effonde a rovesci nel grembo della madre terra; ma sorgono le splendide messi e verdeggiano i rami agli alberi, questi si accrescono e piegano al peso dei frutti; di qui si alimenta la specie degli uomini e delle fiere, di qui vediamo rigogliose città fiorire di fanciulli, e le selve frondose echeggiare delle recenti nidiate; di qui stanche le pingui pecore distendono i corpi, per floridi pascoli, e il candido umore del latte stilla dagli uberi colmi; di qui nuova prole di agnelli, sulle tremule membra ruzzanti per le tenere erbe, si trastulla, le giovani menti inebriate da purissimo latte. Dunque ogni cosa visibile non perisce del tutto, poichè una cosa dall’altra la natura ricrea, e non lascia che alcuna ne nasca se non dalla morte di un’altra.” (I - 248 - 264) Sull’importanza del tempo: “...Il tempo infatti trasforma la natura del mondo, ed è legge che una nuova condizione s’avvicendi sempre
alla precedente e impronti di sé l’universo: nulla rimane uguale a se stesso, tutto si trasforma, la natura costringe ogni cosa a modificarsi e a mutare. Una cosa si decompone e langue sfinita dal tempo, ma ecco un’altra ne sorge ed esce dal dispregio. Così dunque il tempo modifica la natura del mondo e la terra passa da uno stato all’altro, impotente a produrre ciò che prima poteva, ma capace di creare quel che prima non poteva.” (V - 828-836) Quindi anche la terra è in funzione del tempo. Oggi la terra può produrre solo ciò che si produce in questa stagione, non può più produrre ciò che produceva nella stagione passata e nemmeno ciò che produrrà nella stagione a venire. Sulla materia: “...Infatti certamente la materia non si stringe in un unico blocco, poichè tutti vediamo che ogni corpo si estenua, e quasi scorgiamo il suo lento disfarsi nel tempo, e la lunga durata sottrarlo alla nostra visione, mentre la somma dell’universo rimane invariata, poiché le particelle elemen-
tari, infatti, che sfuggono a ciascuno dei corpi, riducono quello che lasciano, o accrescono quello cui approdano, quello fanno invecchiare, questo al contrario fiorire, né indugiano ivi: così l’universo si rinnova senza posa, e le creature mortali vivono scambievoli vite. Certe specie si accrescono, altre a vicenda declinano, in breve tempo mutano le stirpi animali, e come staffette si passano la fiaccola della vita.” (II - 67 - 79) Sull’uso della vita: “... Occorre materia perchè crescan le stirpi future, che pure, trascorsa la vita, seguiranno la stessa tua sorte e, non meno di quelle perite già prima di te, periranno. Così mai cesserà di prodursi una cosa dall’altra: la vita non é data in possesso ad alcuno, ma in uso a noi tutti.” (III - 967 - 971) E tu oggi Franco hai restituito alla natura l’uso della tua vita. Cosa che faremo noi tutti, a suo tempo, come è nella naturalità degli esseri viventi. Addio Franco. (Onoranza funebre nel cimitero di Gradara)
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Infuocato incontro tra i cittadini e gli amministratori lo scorso febbraio. Pubblica illuminazione data in gestione ad Hera - 11 febbraio ore 21,00, sala al completo nei posti a sedere: inizia l’assemblea. Solito pistolotto del sindaco Curti in apertura di serata: «da alcuni anni pensavo a questo progetto, tutela l’ambiente, risparmio, svolta storica, unico in Italia di questa dimensione» e bla-bla-bla con applauso finale esclusivamente dalla sua corte. A seguire il direttore tecnico di “(H)era luce” (nomen omen!) porta i saluti dell’Amministratore Delegato di Hera (beh, non potevano mancare) e illustra gli aspetti tecnici del progetto, le normative ecc., sottolineando la lungimiranza (sic!) degli amministratori gabiccesi per aver fatto questa scelta di cambiamento radicale dell’illuminazione pubblica, proiettata nel futuro... Inizia il dibattito e si scatena la bagarre... Gabicce sembra un cimitero. E’ buio!!! Buio!! buio buio ripetuto all’infinito- con l’aggiunta di «vergogna», che «schifo» e via dicendo. Ad intervalli, in momenti di relativa calma, qualche intervento: viene criticato aspramente l’aspetto tecnico (potenza delle luci e colore), e vengono contestati i dati forniti dal rappresentate di Hera (che resta basito di fronte a tanta impertinenza) e si insiste sul fatto che le illuminazioni dovrebbero sempre essere provate prima di essere installate definitivamente. I più evidenziano il “buio” delle loro vie: Via Vittorio Veneto in particolare, Viale Battisti, Viale della Repubblica, Via della Vitto-
“I lampioni che non illuminano” Gabicce. Pubblica illuminazione
L'INTERVENTO ria, il tutto in un clima altamente surriscaldato. C’è chi si preoccupa di quale fine faranno i «compagni» operai del comune addetti all’illuminazione. Curti replica che sono due e che tra un paio d’anni andranno in pensione. Il pubblico è agitato non poco, scatenato a tutto campo, impossibile zittirlo. Il candidato sindaco PD, Pascuzzi, invita la cittadinanza a partecipare ai consigli comunali (si ha l’impressione che il forse futuro sindaco intenda così la partecipazione: i cittadini spettatori delle decisioni. -Ma no dai, forse non intende questo-. Dannazione, il pensiero dei dieci anni di Curti style rende dubbiosi. Pascuzzi continua dicendo che «L’amministrazione vi ha convocato per sentire la vostra opinione. Abbiamo qui il rappresentante dell’Hera e il tecnico del comune ing. Ubalducci che possono dare risposte (quest’ultimo poteva rimanere a casa, visto che non ha aperto bocca). Ognuno può dire cosa pensa. Il sindaco ritiene che per lui i punti critici possano essere via Veneto e Battisti, mentre a me non piace così com’è viale
della Vittoria (ops…inizia il dissenso. Lotta all’ultimo lampione nel PD)». Una ragazza chiede a più riprese, per la trasparenza, chi abbia partecipato al bando e quali siano i criteri che hanno portato alla scelta di Hera. Curti finalmente si decide a rispondere esaustivamente. «Abbiamo fatto un bando europeo. Hera è risultata la migliore». Punto. Un giovine, che Curti maltratta, chiede cosa è possibile fare per ridare maggiore luminosità alle strade. Evidenzia che tutti i presenti sostengono che l’illuminazione è inadeguata e che pure lui che è giovine e perciò ha una buona vista, non ci vede un c..(strozzato in
gola) ehm niente. Il compagno ex curtigiano Cucchiarini critica la scelta dell’appalto a privati. All’Hera interessa il profitto e questo avrà una ricaduta negativa sul paese. Ogni qualvolta il responsabile Hera prende la parola, subito si scatena un putiferio. In effetti, più che un esperto di illuminazione pare un professionista della provocazione:. «La luce va bene», «Il buio è una vostra percezione» (percezione???), «Queste luci le ho installate nel centro di Dublino e lì sono piaciute». Non so se mi spiego: D U B L I N O capitale dell’Irlanda (è vero, l’ha detto!). Un Curti visibilmente alterato -
come si permettono di contestare le scelte di me medesimo, il Magnifico sindaco? sembra pensare- chiude il dibattito e giù un altro pistolotto: «Bisogna guardare al progetto nella sua interezza, alle sue potenzialità. Questo nuovo impianto è predisposto per nuove importanti installazioni: le telecamere di sorveglianza nelle strade, il wifi, ormai indispensabile per dialogare con il mondo». Nel mentre, mima una improbabile digitazione sul cellulare/smartphone. Spassoso! «Ma avete capito -continuache qui abbiamo un grande esperto di illuminazione pubblica? indicando l’esperto Hera». Bisogna riconoscerlo, qui non è stato apprezzato come a Dublino. «Non è vero che le luci non piacciono! Piacciono all’80/90% dei cittadini». Boatoooooooooo! «Voi avete espresso delle opinioni, rifletteremo, vedremo». Ahi ahi, vedremo, voce del verbo vedere…suvvia, davvero fuori luogo.
Scusi sindaco (fortunatamente ancora per poco), rimane però inevasa la domanda. Insomma, è possibile potenziare l’illuminazione delle strade? Risponde l’uomo Hera: «l’amministrazione ha affidato a noi ogni responsabilità ed io non metterò mai lampadine non a norma (ma chi gliel’ha chiesto?). Quelle installate sono svedesi, le migliori in commercio per durata. Traduzione… non fanno luce ma per noi sono convenienti. Ma allora, nessun potenziamento dell’illuminazione? Rimane il mistero. Considerazioni: Necessaria meticolosa preparazione zen per partecipare all’incontro Tecnico Hera e Curti, a pari merito per egocentrismo Come sempre è emersa puntuale la filosofia del sindaco: io sono io e voi non siete un c….! È nato il business dell’illuminazione pubblica: strano che nessuno abbia detto che il costo totale in 20 anni è di 7 milioni di euro per un conto annuale di 356.681 euro Andrebbero verificati attentamente i presunti risparmi del Comune. Non certo per sfiducia nei confronti di Curti & co., ci mancherebbe. Il buio che avvolge il paese rispecchia i dieci anni di buia amministrazione curtiana Curti e la sua corte hanno fatto l’ennesimo regalo/porcata a Gabicce e un bel regalo/denaro ad Hera. Vallugola Terra Nostra
COMUNITA'
Amarcord Gabicce
di Dorigo Vanzolini
Fortino, associazione culturale per Gabicce Mare
Gabicce Mare, 1968 circa. In piedi da sinistra: Mazzali, Giorgio Zavagnini, Bruno Filippucci, Marco Tonti, Quinto Bragagna, Accosciati da sinistra: Lino Leardini, Flavio Simoncini, Corrado Gamboni, Camici, Walter Ballestieri, Mario Ceccolini. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
- Il 18 aprile, alle 20,30, ai Bagni 24, torna la Focheraccia. Si sta attorno al grande fuoco di San Giuseppe con i cori della “Canta”, le ciambelle, le crostate, vino e altro ancora per i più piccoli. Organizza la neonata associazione culturale “Il Fortino”, in onore di quel manufatto sul mare che ha caratterizzato la storia di Gabicce Mare. Costruito dai tedeschi sulla falesia durante la Seconda guerra mondiale per intercettare gli aerei e navi alleate, poi precipitato sulla spiaggia, fu abbattuto negli anni '80. La neonata associazione è nata lo scorso 27 febbraio. Lo scopo è recuperare la storia gabiccese a 360 gradi: da quella dei fatti, dei personaggi, alla cucina. Lo farà con iniziative ed eventi insieme alle altre associazioni presenti sul territorio per recuperare il senso della comunità. Fondata da una quindicina di persone, la presiede Marisa Della Biancia; vice Giovanna Mulazzani.
Aziende informano Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
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Curato da Maria Lucia De Nicolò, il volume viene presentato il 16 marzo e regalato ai presenti
BCC CULTURA
Scomparso dopo una breve maalatttia
Il presidente Fausto Caldari ricorda il direttore della BCC Gianfranco Magi
Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
BCC di Gradara: “L'identità di Morciano nel nostro libro” La copertina del libro
Celebra i mille anni documentati della fiera di Morciano BCC - COMUNITA'
Gianfranco Magi e Fausto Caldari
- Caro Franco, con costernazione e profondo dolore ho appreso questa mattina alle 10, della tua improvvisa scomparsa. Con Te, se ne va anche una parte di me stesso, ed una parte di tutti quegli amici che con noi hanno condiviso diverse esperienze felici. Penso ai tempi della fondazione dell’Ac Gradara di cui tu fosti il primo Presidente. Penso alla gioia vissuta insieme ad altri amici ora in parte scomparsi ma sempre presenti in noi (TinoGino-Piero-Raul-Ciali-Ettore), quando salimmo in prima categoria e successivamente quando ci trovammo a competere con la Vis Pesaro. Penso all’amore per la tua città alla quale hai dedicato tempo e fatica, alla determinazione nel difendere le tue idee le tue convinzioni, ai confronti anche accesi ma sempre improntati alla massima lealtà. Abbiamo vissuto un lungo periodo, in amicizia, nel tempo libero, nello
sport, ritrovandoci poi sul lavoro, tu come Direttore Generale della BCC di Gradara, io come consigliere prima e Presidente poi. Abbiamo fatto parecchia strada insieme, con risultati forse inaspettati ma ancora ben visibili. Un lavoro importante, particolare, anche difficile, ma estremamente utile. Un lavoro appassionante affrontato sempre con entusiasmo e responsabilità. Un lavoro che ci ha portato lontano, ci ha fatto crescere, ci ha responsabilizzati e preoccupati, ma resi anche felici. Un lavoro che ha contribuito notevolmente allo sviluppo del nostro territorio, al benessere della nostra comunità, alla crescita dei nostri giovani, alla formazione di tanti bravi collaboratori. Tu c’eri in questo utile processo, e ne sei stato artefice. Ora te ne vai lasciando un grande rimpianto quale importante e discreto protagonista di questa Città. Fausto Caldari
- Perche Morciano è la capitale della Valconca? Perché i morcianesi hanno la vocazione per il commercio? Perché i morcianesi amano la propria città come pochi? Tutto questo e molto di più lo si può trovare nel libro “Morciano di Romagna. Forum vetus”. Curato dalla storica Maria Maria De Nicolò, scritto a più mani, viene presentato il 16 marzo, ore 16, a Morciano Fiere, all'interno della Fiera di San Gregorio. Sarà regalato ai presenti. “La Banca di credito cooperativo di Gradara che mi onoro di presiedere - dice il presidente Fausto Caldari - ha accolto con piacere l’invito dell’Amministrazione Comunale di Morciano a sostenere finanziariamente questo volume affidato nella sua ideazione alla prof. Maria Lucia De Nicolò, con la quale il nostro istituto di credito vanta una col-
laborazione di lunga data approdata ultimamente in un ambizioso progetto editoriale, la collana ‘Storia per luoghi’ nella quale, pur non rientrando nella serie di monografie poste in programma, per certi versi si innesta anche quest’ultimo lavoro, indirizzato a riscoprire, o meglio, a riproporre attraverso un lungo racconto storico, l’antica identità di Morciano di luogo votato al commercio che, pur evolvendosi nel corso del tempo, si è mantenuta fino ad oggi”.
“Quest’ultima pubblicazione - continua il presidente Caldari - organizzata con la compartecipazione nella sua stesura di vari studiosi, propone un’attenta ricognizione sulla storia di Morciano che, come la stessa curatrice rimarca nella sua introduzione, meriterebbe certamente ulteriori ricerche e studi. Nonostante la ricchezza dei contenuti e la varierà degli argomenti trattati, i saggi raccolti in questa sede si presentano, a detta della curatrice, quasi
come l’anteprima di un possibile ancor più ricco e approfondito studio sulla realtà di Morciano, sul territorio e sulla sua gente che potrebbe a pieno titolo entrare nel progetto ‘Storia per luoghi’ della BCC, avviato con la pubblicazione del primo tomo e un secondo in cantiere, riguardante i “Monti di Focara”. Questo libro per Morciano, caldeggiato dall’amministrazione comunale, risulta quindi pienamente rispondente agli indirizzi culturali della Banca di Credito Cooperativo di Gradara, da sempre impegnata nel recupero delle memorie storiche, dei saperi e delle tradizioni per la valorizzazione dei luoghi in cui opera e in occasione della ricorrenza della fiera di San Gregorio, a mille anni di distanza dalla prima citazione dell’esistenza del forum, luogo di scambio e di attività commerciali a Morciano, appare come il dono più coerente per celebrare quest’evento, con cui ogni anno si conferma e tramanda l’identità storica morcianese, bene evidenziata del resto nello stemma araldico del Comune in cui si esplicita questo carattere distintivo della città: VETVS MORCEANI FORVM”.
BCC - CULTURA
BCC, storie di donne “catulghine” - “Catulghine. Donne a Cattolica di Romagna” di Giuliana Tomassoli viene presentato allo Snaporaz l'8 marzo, Festa della Donna, alle 21. “Il libro - racconta Fausto Caldari, il presidente della Banca di Credito Cooperativo di Gradara - è un grande omaggio a tutte le donne del mondo, attraverso le storie delle donne di Cattolica. Attraverso il lavoro di Giuliana Tomassoli, regaliamo alla città di Cattolica e ai paesi limitrofi uno spaccato interessante di tante famiglie cattolichine, all’interno delle quali le figure femminili hanno sempre avuto un ruolo fondamentale. Racconta le storie di dieci donne, nate tra il 1891 e il 1906: la maestra Maria Antonietta Lega, la pittrice Francesca Filippini, le commercianti Olga
La copertina del libro curato da Giuliana Tomassoli
Patrignani, Beatrice e Bianca Cermaria, e poi le Sorelle Giovannini, Pina Giommi, Dina Pericoli e Giuseppina Gennari. Le vicende dell’una s’intrecciano alle vicende dell’altra, collegate in un’unica narrazione che si spinge in realtà diverse tra loro come il mondo della marineria, del commercio e del-
l’agricoltura. Le protagoniste con il loro carattere, con il loro lavoro e le loro famiglie hanno contribuito a scrivere la storia del nostro paese. Oltre alle protagoniste, emergono le figure di molte altre donne romagnole, provenienti da diverse classi sociali: le loro dinamiche esistenziali contribuiscono a fare scaturire in noi anche profonde riflessioni sociali e antropologiche”. “I testi - continua il presidente Caldari - sono accompagnati da oltre seicento immagini che contribuiscono a rendere maggiormente leggibili ed interessanti le biografie e favoriscono un forte effetto di coinvolgi-
mento nelle epoche attraversate. In questo modo vengono ricostruiti alberi genealogici, ricordate famiglie e personaggi e, attraverso le testimonianze di figli e nipoti, viene tracciata una mappatura delle diverse identità di Cattolica per non disperdere, ma tramandare, memorie antiche e dinastie, elementi fondanti del nostro tessuto sociale. L'autrice Giuliana Tomassoli ha ideato un percorso interessante e, partendo da un lavoro meticoloso e complesso di ricostruzione di storie antiche, ha realizzato, con eleganza stilistica e competenza, un lavoro davvero unico, originale e prezioso nella forma e nei contenuti, oltre che ricco di sorprendenti agganci con la contemporaneità”.
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SAN GIOVANNI
Appuntamento col Chorus Marignanensis il 30 dicembre nella chiesa di San Pietro GIOVANI
Per l'archivio parrocchiale
Eleonora Massari
Materia prima utilizzato, velocità di esecuzione e bilanciamento dei sapori sono alcuni dei parametri utilizzati. Eleonora lo scorso anno, in marzo, mise nella sua speciale bacheca dei trofei il titolo re- In occasione della Santa Pasqua 2014, nonostante le difficoltà economiche che attualmente colpiscono pesantemente anche la cultura in ogni suo settore, il Chorus ha deciso di eseguire domenica 30 marzo alle ore 17, nella Chiesa di San Pietro a San Giovanni in Marignano , un concerto impegnativo presentando lo Stabat Mater di G.B. Pergolesi e il Magnificat H 73 di Marc-Antoine Charpentier, opere musicali che prevedono un trio d’archi, 2 voci solisti, un organista e naturalmente il coro. Questo programma che è molto importante sotto il profilo musicale è anche
molto costoso, ma noi ci auguriamo che la Sua sensibilità ci permetta di realizzare il progetto al quale aderiamo con tanto entusiasmo. Le offerte che raccoglieremo durante il concerto verranno utilizzate per coprire le spese e per dare alla Parrocchia di San Pietro, ed al parroco don Piero Battistini che da anni ci ospita per le prove settimanali la possibilità di organizzare l’archivio storico religioso che raccoglie preziosi documenti risalenti fino al XV sec. Il Chorus Marignanensis, fondato e diretto dal maestro
Don Leonardo Gabellini è nato ed opera attivamente dal 2000, rappresentando una delle realtà culturali più importanti di San Giovanni in Marignano grazie ad un ampio repertorio che spazia dalla liturgia classica al Gloria di Vivaldi, allo Stabat Mater di Pergolesi,alla Messa in C di Mozart ecc. “Saremmo veramente onorati della presenza deri marignanesi - afferma Giuseppeina Raffaelli, il presidente - che testimonierebbe l’importanza della musica classica nel panorama culturale attuale. Al termine ci sarà un aperitivo insieme ai coristi”.
Eleonora Massari, la barman marignanese campionessa italiana - Eleonora Massari è campionesa italiana barman primo livello. Ha conquistato il prestigioso titolo lo scorso 24 febbriao a Carrara. Dietro di lei un'altra riminese, Sofia Qiu-Wen lei (origine cinese). Nuove leve 2014, primo livello del corso Fib Rimini. Iscritta alla Fib (Federazione italiana barman) di Rimini,
fiduciario regionale Massimo Roberto. La marignanese ha presentato il “Pink Spider” . Un cocktail a base di pestato di lamponi, latte di mandorle, rum e crema di cacao chiaro. E' quello che la giovane professionista ha creato per convincere la giuria composta da barman ed esperti del settore.
gionale. Anche allora fu seconda seconda è Sofia QiuWen Lei. Le due ragazze frequentano il Savioli di Riccione. Le loro imprese sono state raccontate anache dall'Ansa, la più importante agenzia di stampa italiana. Tante interviste sulle radio e sulle televisioni nazionali.
SAN GIOVANNI Via Montalbano, 1173 S. GIOVANNI IN MARIGNANO TEL. 0541 - 955505 FAX 955444
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Dibattito finale con applausi reciproci. In corsa Mimmo Landi, Claudia Montanari e Daniele Morelli Da sinistra: Mauro (Mimmo) Landi (presidente della Pro Loco), Claudia Montanari (vice-sindaco) e Daniele Morelli (assessore)
COMUNITA'
San Giovanni, nasce la Protezione civile? - La sicurezza in un comune è fondamentale ed è un obiettivo prioritario così come è fondamentale che i cittadini sappiano affrontare le emergenze che si possono verificare al fine di contenere i danni a persone o cose in caso di calamità naturali. L’amministrazione comunale di San Giovanni ha pertanto voluto rendere noto alla cittadinanza questa regola tramite un opuscolo contenente in sintesi le istruzioni sui comportamenti generali da tenere in caso di emergenze dovute a nubifragi, a terremoti, a incendi, a frane e smottamenti od altro. Queste basilari norme sono state consegnate ai numerosi marignanesi convenuti in occasione di un incontro con la cittadinanza il 23 gennaio nella sala consiliare alla presenza del vice sindaco Claudia Montanari, dell’assessore alla Polizia Municipale Nicola Gabellini, e del responsabile della Protezione Civile Provinciale di Rimini Antonio Pesaresi. “Lo scopo – ha detto il vice sindaco – è quello di aiutare la cittadinanza a prendere coscienza dei pericoli che si possono verificare e saperli affrontare nella dovuta maniera per cercare di sal-
vare il più possibile vite umane.” San Giovanni ha un reparto di Protezione Civile presso il nucleo dei Carabinieri ma è intenzione dell’amministrazione creare un vero e proprio gruppo di volontari che, ben preparati, sappiano adempiere alle esigenze che richiede una emergenza dovuta a calamità naturali. I comportamenti, le norme ed il piano comunale di emergenza sono stati spiegati, attraverso dei filmati e della slide dimostrative, dal Luca Tamburini, assistente scelto della Polizia Municipale ed esperto sismologo. “La Protezione Civile non è una esclusiva degli addetti ai lavori ma ognuno di noi è la Protezione Civile” - ha concluso il dottor Tamburini. L’incontro è stato proposto anche per invitare i cittadini ad aderire come volontari alla Protezione Civile nascente attraverso la compilazione di un apposito modulo. Gian Franco Traina
Pd, le primarie ‘gentili’ premiano Morelli Morelliani in festa
- Voti totali: 1.625. Daniele Morelli: 738. Claudia Montanari: 580. Mauro (Mimmo) Landi: 301. Chiudono: 4 bianche e 2 nulle. Daniele Morelli è il candidato per il centrosinistra alle comunali del prossimo 25 maggio. Almeno sul palcoscenico la corsa marignanese si può definire gentile, anche se poi dietro le quinte qualche gossip è trapelato. I tre si sono incontrati per il confronto finale lo scorso 28 febbraio, al Centro sociale. Sala gremita, presenti il parlamentare Pd Emma Petitti ed il segretario provinciale Pd Juri Magrini, sono state due ore di scambio di opinioni garbate e civili, a differenza di quanto avvenuto nelle vicine Misano e Riccione. Dove è volato di
Scolaresca del 1981 si ritrova dopo 33 anni grazie a Facebook
Cena al Granaio con foto di gruppo. Lorenzi Fabrizio, Gallerini Renato, Cavalli Attilio, Paoli Gabriele, Gabellini Massimo, Uguccioni Mirco, Fuzzi Edio, Vagnini Vanna, Cerri Tiziana, Checchi Cinzia, Casati Tiziana, Checchi Maurella, Gregorini Marina, Della Biancia Roberta, Gennari Carla, Bordoni Roberta, Betti Corrado, Piva Marco, Magrini Fabio, Masini Pietro, Zaghini Gustavo, Muccioli Gino, Gudenzoni Gianluca
LA POLITICA
tutto, insulti compresi. Invece, a San Giovanni, i tre si sono applauditi a vicenda su alcuni passaggi che hanno condiviso. Poi si sa, nessuno vuole arrivare secondo, ma dato lo scarto a favore di Morelli c'è poco da lagnarsi. Alla fine, molto probabilmente, ha vinto chi ha stretto più mani non solo
durante le primarie ma anche durante gli anni passati. E a Morelli, stringere le mani, è un atto naturale, come camminare. Sempre un passo dietro ai sindaci Funelli e Bianchi, ora ha il timone lui. E si vedrà quanto riuscirà a fare per le famiglie e gli imprenditori. Perché le domande dei cit-
tadini durante l'incontro a tre erano tutte focalizzate sulle necessità sulle difficoltà dei nuclei familiari e sull'arrancare degli imprenditori. Per svoltare, la comunità ha bisogno di una politica in grado di svoltare. Gli indicatori economici affermano che se si continua sui binari passati, non c'è futuro. Per nessuno. Se è vero che ci vuole una politica ben fatta, dall'altra parte ci vogliono anche dei cittadini che sappiano fare la loro parte senza furbizia. Ecco uno dei mali italici: la furbizia. Dove se le cose non funzionano il responsabile è sempre l'altro.
- Ritrovati dopo 33 anni grazie alla potenza di aggregazione di Facebook e ad una foto. Renato Gallerini, uno della combriccola, fa il fotografo. Racconta: “Ho pubblicato per scherzo una fotografia della classe 3^ C, delle medie di San Giovanni del 1981... Grazie a Tiziana Casati che mi ha rimediato la vecchia fotografia”. “Come dicevo - continua Renato - pubblicata su Facebook nella pagina creata da Gustavo Zaghini dedicata ai ‘Ricordi ad Singian’ San Giovanni in Marignano… e sempre per scherzo io ho scritto un post: ‘Perché non ritrovarci tutti per una rimpatriata, organizzando una cena?” In poco meno di 4\5 giorni ci sono stati oltre 300 commenti e in una settimana dalla foto pubblicata, si sono trovati tutti al Ristorante “il Granaio” di San Giovanni di Maurizio Magnanelli. “La potenza di Facebook,,, ci ha rifatto ritrovare tutti o quasi,,, ne mancavano solo
due, purtroppo. Uno scomparso prima del tempo e l’altro perché impossibilitato...”. “Comunque - chiude Renato - è stata una serata bellissima;
tutti sono rimasti soddisfatti e contenti di questo ritrovo, promettendoci di rivederci insieme non aspettando altri 33 anni ma il prima possibile…”.
33 anni fa
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MORCIANO
Le racconta Mario Garattoni nel libro “Murcen. Le quattro Morciano” ALLEGRO MA NON TROPPO
Foro Boario Elezioni 1: boh. - Tutti lo corteggiano a Danilo Ottaviani: il “vecchio” dei consiglieri comunali morcianesi. Scalda lo scranno consiliare da decenni; e per decenni è stato anche potentissimo e sorridente assessore al Commercio. Cultura socialista (lui afferma della sinistra, la parte più nobile di quel partito, quella raffinata di Riccardo Lombardi), passato a Forza Italia, ora approdato nel Ncd (Nuovo centro destra) di Alfano, a chi gli chiede con chi andrà alle elezioni comunali del 25 maggio, risponde con occhi beffardi: “Boh!”.
- Duemila anni di storia: quattro Morciano. Le racconta Mario Garattoni nel libro “Murcen. Le quattro Morciano”. In tutto 150 pagine di ipotesi ben salde messe insieme da uno “storico” che da decenni raccoglie per diletto fatti su Morciano. Pubblicato dalla Banca Popolare Valconca, all'interno dei festeggiamenti “Mille anni
Atos Berardi
diletto - era a circa 5-600 metri più a monte della ‘Castlacia’, circa 700 metri più a monte del ponte sul Conca. Tutto questo si associa, se prendiamo le informazioni storiche e le collo-
Duemila anni, quattro Morciano
Elezioni 2. Atos - Passare il tempo con Atos significa non annoiarsi. E' uno spasso. Alla fine di febbraio incontra un amico. “Ciao, Atos, come stai?”. “Tutto bene. Domani sera incontro Giorgio Ciotti”. “Per che cosa?”. “Parleremo di politica. Dice che se mi presento come candidato a sindaco, lui mi farà da vice”. “Scherzi?”. “Na, me an scherz”. “Ma Ciotti si candida?”. “Non si sa”. Atos, per i pochi che non lo sanno, è capace di raccogliere, se si impegnasse, alcune centinaia di suffragi.
Mario Garattoni
LA CULTURA di Morciano Città Mercato”, che si celebrano quest'anno (documento di Bennone del 1014). Passione per la lirica, la musica classica e il giardinaggio (quello di casa è tra i più belli del Riminese), Garattoni è un personaggio. Da un quarantennio è assorbito dalla politica; è stato anche vice-sindaco in quota repubblicana. Uomo generoso, Garattoni; sono in tanti ad avere le sue piante nei propri orti. Il volume è stato presentato lo scorso 6 marzo nella Sala Valconca della Banca Popolare Valcon-
ca. Reca anche i contributi di Massimo Lazzarini (presidente della Banca Popolare Valconca) e la prefazione di Franca Sinatti D'Amico, esperta di Alto Medio Evo. Garattoni argomenta sui quattro siti che avrebbero forgiato la “razza” morcianese. “La prima Morciano - inizia col suo sorriso aprendo le braccia - era ubicata nella piana di San Pietro [oggi comune di Montefiore Conca, ndr]. Ci sono foto satellitari che evidenziano tre linee di reperti a
circa due metri di profondità. Lì c'è stato un centro urbano fino a circa il 1150”. Documenti ad avvalorare la tesi? Lapidario: “Avessimo i documenti, avremmo già chiuso. Se ne discute da 500 anni di San Pietro; tuttavia tutti i documenti portano lì. La seconda Morciano si trovava a 7-800 metri più a valle rispetto alla Piana di San Pietro; perché il fiume Conca negli anni ha cambiato percorso” “La terza città - continua nelle sue ipotesi lo storico per
chiamo sul territorio. Solo così ci si arriva. Ci sono dei dubbi: la geografia sul Ventena e i nomi dei luoghi sul Conca, ad esempio”. “La quarta Morciano - chiude il suo viaggio storico Garattoni - è quella di oggi, ovvio. Nel 1401, il Voltone della Morciano Vecchia delimitava il confine tra i comuni di Montefiore e San Clemente. Voglio portare un'altra informazione. Morciano ha avuto cinque patroni: San Pietro, San Giorgio, San Giovanni, San Gregorio e San Michele”.
MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836
- Lo scorso febbraio la Mec3 è passata ad un fondo americano. Sembra per una cifra attorno ai 140 milioni di euro. Leader mondiale per la produzione di ingredienti per il gelato, è legata alla figura di Giordano Emendatori. Un uomo dalla mente fuori dal comune, che da un sottoscala ha creato un gioiello imprenditoriale. Attraverso quest'intervista pubblicata qualche anno fa sul suo giornale aziendale si scopre un po' di più su una figura complessa e che è sempre in grado di stupire.
- “Sono orgoglioso che il mio lavoro abbia creato un'entità che dà lavoro. E un relativo benessere a tanta gente”. Con queste parole Giordano Emendatori sintetizza l'avventura imprenditoriale che guida. Partita una ventina di anni fa in un piccolo spazio, oggi è una delle aziende leader mondiali nella produzione di ingredienti primari per la produzione del gelato artigianale. Una caterva di passioni: vino e sigari, auto e penne “Montagna”, giardino ed arte, illustra la sua idea di fare impresa. Che è poi un fondamento di vita. Morcianese doc, parla con fluenza tedesco, inglese, francese. Nella sua vita chi ha contato di più come esempio? “Nel privato direi mia moglie. Nel lavoro non ho avuto nessuno come punto di riferimento; nel senso di dire: ‘Voglio fare come questo!’. Ci sono imprenditori che ho ammirato, al di là della mia portata. Penso a Carlo De Benedetti, Raul Gardini. Imprenditori che si sono fatti da soli, costruendo degli imperi. Poi, purtroppo, uno, Gardini, è finito male”. Si afferma che il destino di un uomo, è il suo carattere, come si descriverebbe? “Caparbio, ma non testardo; quest'ultima inclinazione è stupidità. L'altra è la capacità di lavorare concretizzando quello che si ha in testa, con la giusta forza quotidiana per svolgere il proprio ruolo. Ed è l'applicazione del giorno dopo giorno che fa la differenza”.
Marzo 2014
Azienda leader mondiale negli ingredienti per gelato. Fondata una trentina d'anni fa
55 Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836
La Mec3 di GiordanoEmendatori passata ad un fondo americano L'INTERVISTA Giordano Emendatori
Che cos'è per lei il bravo imprenditore? “L'imprenditore ha un fuoco dentro e non è mosso dalla molla del danaro. C'è qualcosa di misterioso che lo spinge a buttarsi in mare e nuotare da solo. Poi c'è la voglia di fare senza avere condizionamenti, anche se la vita vera è sempre fatta di compromessi”. Come immagina il ruolo del dipendente? “E' una componente dell'ingranaggio dell'azienda, del meccanismo e che deve sentirsi tale. Ne deve parte-
cipare emotivamente alla vita. Dal suo lavoro e dalle sue qualità dipende il futuro dell'azienda ed il suo futuro professionale. Quando tutti i dipendenti sono bravi, è difficile che le cose vadano male. E' importante il ruolo di chi sceglie i propri colla-
boratori, perché ognuno ha il proprio carattere. E non sono tutti uguali”. Subito sconfitte? “Forse ho perso qualche scaramuccia, ma vere sconfitte non ne ho mai subìte. Finora, non ho mai perso una guerra”.
Le battaglie perse quale segno hanno lasciato? “Nessun segno. E proprio per questo sono state scaramucce. Se la vita professionale è molto intensa, ci sono passaggi stretti e difficili. Però se vengono superati con intelligenza non è un momento di arresto ma il punto di partenza per la vittoria futura”. Qual è la sua giornata tipica? “E' in azienda. La mia vita è un tutt'uno. Anche se quando sono fuori, sono più creativo rispetto a quando sono qui”. Invece, come si fa a far andare bene un'impresa? “Bisogna girare il mondo per vendere. Saper far di conto. E avere dei collaboratori che pensano al bene dell'azienda”. Quali errori ha commesso? “Di reali, che hanno inciso nella vita personale e professionale, nessuno”. Come vede il futuro? “Per la Mec3, sul medio periodo, buono. A lungo termine, con i tempi che viviamo, impossibile prevedere. Si possono fare delle ipotesi che il giorno dopo vengono
smentite. Considerando che negli ultimi 10-15 anni il mondo si è aperto, per chi vuole ed ha l'articolo adatto, le possibilità ci sono non solo in Italia ma nel mondo. Chi ha trovato la strada giusta e si è strutturato, organizzato, ed opera nel mercato globale, a differenza di chi si è accontentato, può giocarsi una bella partita”. Per i suoi figli, che cosa desidera? “Che abbiano una famiglia, come quella che ho avuto io”. Chi sono i suoi amici? “Pochi, ma buoni e veri, anche se li frequento poco”. Ha rimpianti? “No”. Di lei che cosa vorrebbe che si dicesse? “Persona allegra. Positiva. E anche quando le circostanze non ci sono, cerca di essere positiva. Che sono uno al quale nessuno ha mai regalato niente. Al quale la vita non ha regalato nulla”. Qual è il gesto più bello che ha ricevuto? “La prima cosa che mi viene in mente è questa: la relazione che mio figlio Gian Maria mi scrisse parecchi anni fa dal ritorno di un viaggio argentino: emozionante”. Che cosa apprezza di più in un essere umano? “Potrebbe sembrare una ovvietà: l'affidabilità. E' quanto tutti noi ci aspettiamo dal prossimo”.
Una caterva di passioni: vino e sigari, auto e penne “Montagna”, giardino ed arte, illustra la sua idea di fare impresa. Che è poi un fondamento di vita. Morcianese doc, parla con fluenza tedesco, inglese, francese
56 Via Cà Bacchino 2 San Clemente
Marzo 2014
MORCIANO
Hossein Fayaz replica al sindaco di Morciano. “Sono sleali perché alternativi a lei?”
RELIGIOSITA'
Religiosità alternativa, sette, spiritualismo
“Caro Battazza, partecipare alla competizione politica è un diritto”
Chiesa di San Michele
Claudio Battazza, Pd, sindaco di Morciano
LA LETTERA
- Morciano di Romagna - Parrocchia S. M. Arcangelo. Incontro sul tema: “Religiosità alternativa, sette, spiritualismo”. Il razionalismo, il relativismo, il laicismo, il soggettivismo, che sempre più caratterizzano la nostra epoca (come sottolinea il nostro Vescovo Francesco Lambiasi) portano con facilità alla diffusione dell’indifferenza religiosa e alla ricerca di nuove vie che sembrano appagare il bisogno di spiritualità, ma che trascinano nel mondo dell’occulto, allontanando le persone dal mondo reale, in una spirale distruttiva.
La comunità parrocchiale di Morciano di Romagna ha sentito l’esigenza di conoscere e approfondire tale fenomeno nella serata di: venerdì, 28 marzo, ore 21, presso il Centro parrocchiale “GEN 2000” con la dottoressa psicologa Elena Melis del Gris (Gruppo di Ricerca ed Informazione SocioReligiosa) di Rimini L’invito è rivolto a quanti vogliono comprendere e analizzare queste tematiche per rispondere alle sfide ed evitare i rischi associati. Il parroco e la commissione culturale
- Partecipare alle comunali 2014 è un diritto per tutti Il sindaco Pd di Morciano di Romagna Claudio Battazza a pagina 5 de L’Ape del Conca del marzo 2014 e a pagina 3 dell’organo comunale “Morciano Forum”, n. 1, del febbraio 2014 (i 5 numeri del giornalino usciti nel 2012, sono costati 36.416,60 euro al Comune) dichiara: “Personaggi sleali dopo essersi per anni travestiti da inesistenti “comitati cittadini”, solo ora gettano la maschera dichiarandosi per quello che sono sempre stati: il partito dei grillini, che considerano nemico chiunque non la pensa come loro. Sono venuti allo scoperto, per prepararsi alla ?scalata al potere? nella prossima campagna elettorale. Cosi, almeno, hanno finito di ingannare i cittadini. Signor sindaco, se i Comitati cittadini di Morciano sono
inventati e inesistenti perché finisce immancabilmente tutti i suoi interventi con degli attacchi diretti ai loro attivisti? Per caso, non è perché questi “comitati inesistenti” sono stati la parte più attiva e propositiva dell’opposizione alla sua amministrazione? E se è cosi, perché qualche loro attivista, non può presentarsi alle comunali 2014, nella lista civica del Movimento 5 Stelle di Morciano? Quel Movimento che non è un partito
piramidale ma orizzontale. Non è né di destra né di sinistra, ma va oltre. Ed è un Movimento nato dall’incontro dei comitati e dei singoli cittadini attorno alle idee e non alle ideologie, per un cambiamento vero nei metodi fallimentari di governo del Paese e del Comune di Morciano negli ultimi vent’anni. È ovvio che ai professionisti della politica e collezionisti degli incarichi negli enti pubblici e nelle società di capitale
e di partecipazione pubblica, targati rigorosamente Pd o Pdl, piace che i loro critici rimangono divisi, non organizzati, solamente degli scontenti e contestatori (i soliti rompi scatole!), affinché loro indisturbati, a turno, continuino a governare e non cambi nulla. Invece, se dei liberi cittadini al di fuori dei vincoli di partito e di gruppo di potere (Lobby), per la difesa dei diritti del cittadino, e per il bene comune danno vita a un comitato e dopo anni di costante lavoro e attivismo civico, si propongono con le proposte concrete, come alternativi per il governo del loro Comune, allora, sono dei “personaggi sleali”. Hossein Fayaz
Ponte sul Conca, messa la prima pietra Iter partito Ombre all'orizzonte. San Clemente non haneli 2002 soldi NUMERI
L'opera dovrebbe essere realizzata in un anno e mezzo (330 giorni lavorativi)
- L'iter del ponte sul Conca è partito nel 2002 e qualche politico lo aveva anche quasi inaugurato. L’importo complessivo dei lavori è attorno ai 10 milioni di euro, è così suddiviso: Regione Emilia-Romagna: 48%; Provincia di Rimini: 28 Comune di Morciano: 13 Comune di S. Clemente: 11%
VIABILITA'
- Un'ombra all'orizzonte per la costruzione del ponte sul Conca. Sembra che il Comune di San Clemente non abbia il danaro e la capacità di contrarre mutui per sostenere la sua quota, pari all'11 per cento dell'importo totale, valutabile oltre i 2 milioni di euro, di un'opera che sulla carta dovrebbe costare attorno ai dieci milioni. Lo scorso 26 marzo i vertici della Provincia di Rimini e i sindaci di San Clemente, Cristian D'Andrea e di Morciano, Claudio Battazza, hanno ufficialmente consegnato il cantiere. Dal 26 marzo, alla consegna dell'opera, sono previsti 330 giorni di lavoro, circa un anno e mezzo. Ha detto il presidente della Provincia Stefano Vitali: “Stiamo per realizzare una delle opere
più importanti per la Provincia. Non c'è mai stato un problema di soldi bensì di burocrazia ed è uno scandalo vero e proprio se pensiamo che quest’opera è stata pensata nel 2002”. Sulla carta un’opera “attraente anche da un punto di vista architettonico” ha fato notare l’ingegnere della Provincia, Giovannino Vittori. “L’obiettivo – precisa la Provincia - è quello di alleggerire il centro di Morciano da tutti i problemi ambientali connessi con il traffico di attraversamento, trasferendolo sulla nuova arteria ed assicurando nello stesso tempo i collegamenti con i forti generatori di traffico esistenti nella vallata”. L’opera andrà a costituire la naturale prosecuzione del collegamento fra l’Autostrada A14 e la
Il rendering del ponte Valle del Conca, tanto da poter fruire del contributo Regionale trattandosi anche di un importante collegamento con la Repubblica di San Marino raggiungibile tramite la SP 18. Il lavoro se lo aggiudicò il 5 aprile 5 del 2011, il Consorzio Stabile CO.I.R. e da Rizzi-Zuin & C ERRE Zeta, un raggruppamento temporaneo d’impresa che garantisce di realizzare l’opera con 6.786.700,42 + iva. La nuova bretella è ubicata per la gran parte del tracciato nel
Comuni di San Clemente e per un breve tratto, in quello di Morciano, si sviluppa per complessivi 2.740 metri, con l’opera di scavalcamento del fiume Conca di lunghezza complessiva di metri 220. La strada ha inizio dalla S.P. n. 35 al Km 7+900 dove viene realizzata una rotatoria, piega verso nordest e dopo un tratto di circa 380 m sovrappassa il rio Acqua Dolce per poi, dopo circa 120 m andare a svincolarsi mediante rotatoria con l’accesso all’opificio “Ceramica del Conca. Prosegue poi nel-
la medesima direzione mantenendosi sulle aree degradanti verso il fiume a valle del nucleo di Cà Renzino, dove dopo circa 700 m sovrappassa con un secondo manufatto il Rio Acqua Viola. Successivamente il tracciato piega leggermente verso Nord per andare a realizzare dopo 160 m l’intersezione a rotatoria con la via Maggio e dopo altri 410 m l’ intersezione sempre a rotatoria con la strada vicinale Pian del Vaglia, a ulteriore collegamento con la zona produttiva di San Clemente.
Il tracciato prosegue poi in direzione sud est per altri 580 m circa, poi inizia l’opera di scavalcamento del fiume Conca, della lunghezza complessiva di circa m 220, sino a terminare, dopo circa 170 m con una rotatoria sulla S.P. n. 17 variante al Km 3+130, in Comune di Morciano di Romagna. Il progetto è opera dell'ingegnere morcianese Andrea Forlani dello studio geologia Sgai, fondato da Duccio Forlani, è tra i maggiori d'Italia.
MORCIANO
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Autore Emilio Cavalli. Nel periodo d'oro competeva con con Barilla e Buitoni - “Si mangia ad occhi chiusi”. E' la storia del pastificio Ghigi scritto da Emilio Cavalli. Il libro, alla seconda ristampa, viene presentato all'interno della fiera di San Gregorio. Attraverso queste pagine si racconta un secolo di storia della Morciano economica e di quella dei morcianesi. Nelle 136 pagine (con centinaia di pagine a colori ci sono quasi tutte le vecchie famiglie che hanno costruito la capitale della Valconca. Per alcuni la pubblicazione è un museo tascabile. Riportiamo la post-prefazione di Angelo Chiaretti.
L'autore è riuscito a compiere una ricerca di aneddoti ed a raccogliere un'iconografia da autentico scout della comunità. Ha avuto anche la fortuna di incrociare tutta la generosità morcianese. Introduzione di Piergiorgio Terenzi e post-fazione di Angelo Chiaretti
Emilio Cavalli La copertina del libro
dal grande Giotto di Bondone nel Palazzo del Bargello a Firenze: ieraticamente assorto di fronte a Santa Caterina d’Alessandria, egli stringe nella mano destra (da sempre simbolo di bene) un fiore ed un frutto di Melograno: “Vero frutto verrà dopo il fiore” esclamerà nella “Divina Commedia” chiudendo ottimisticamente il canto XXVII del paradiso. Quanto al collegamento con la storia del Pastificio Ghigi, qui trattata d Emilio Cavalli, basti sottolineare che la parola Melograno contiene quel grano che fin dal 1870 è servito per produrre la celebre pasta morcianese e che ha rappresentato fino ad oggi l’unità,
COMUNITA'
Libro Ghigi, arriva la seconda ristampa La coppa del Santo Graal e la lingua degli Uccelli, il loto e la rosa, lo Zodiaco e il Polo, la montagna e la caverna, la cupola e la ruota, l’Albero del mondo e quello della Vita, il ponte ed i nodi, il cuore ed il granello di senape, la Pietra Nera e lo Zolfo alchemico la Tretactys e la bevanda dell’immortalità, l’Uovo Mistico e le Porte Solstiziali, la Terra santa e la Città di Dio sono i principali simboli della Scienza Sacra e Filosofale. Su tutti, però, eccelle il frutto
del Melograno a raffigurare l’unità nella diversità. Il passaggio dal particolare all’universale, dall’Uomo alla Natura, a Dio: i suo singoli grani formano il frutto! Dunque sul piano civile sta ad indicare lo Stato, la Società, la Famiglia, mentre sullo religioso e liturgico rappresenta l’assemblea dei fedeli, l’ecclesia, la Chiesa. Non a caso il frutto del Melograno è sormontato da una corona regale, ad indicarne la sacralità e la sua scorza è tinta di giallo e
rosso, i colori dell’Olimpo (durante l’età greco-romana) ed il Paradiso Terrestre in età cristiana. I latini la chiamavano “malum punicum”, cioè mela proveniente dall’area siro-fenicia del Medio Oriente, Essa era simbolo di Fecondità e di Vita oltre la Morte, in quanto generata dalle gocce di sangue divino piovuto sulla Terra per originare il genere umano. Nella rocca malatestiana di Mondaino è custodito un meraviglioso affresco dipinto da
Bernardino Dolci nel 1496 e raffigurante una Madonna del latte. Ricchissima ne è l’iconografia: corallo apotropaico, rondinella salvifica, musica celestiale, scimmia demoniaca, tricolore biancorosso-verde ad indicare Fede-Speranza e Carità, ma su tutto spicca un festone di frutta che dalla parte sinistra (da sempre simbolo di peccato) parte con diverse Mele (ad indicare la tentazione demoniaca) per approdare, al lato opposto, a numerose Pere simboleg-
gianti la vittoria sul male: ebbene, in mezzo ai due frutti, come una trait d’union, un passaggio necessario ed inevitabile, stanno i pomi del Melograno, da gustare e mangiare (“ Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”) per approdare alla salvezza. Una vera meraviglia, fra i tanti tesori mondainesi. Del resto, se solo volessi approdare alle mie palpitazioni dantesche, mi sarebbe facile citare il ritratto dell’Alighieri eseguito
la serenità, il benessere dei cittadini e dell’intera Valconca. Tanto più che i colori ufficiali dell’Azienda erano proprio il giallo ed il rosso.. Dunque, l’abbattimento attuale dell’edificio ed il trasferimento della sede del nuovo pastificio a San Clemente anziché darci tristezza deve spingerci a credere che quel grano (seme) mancante verrà presto sostituito da un altro e che, con apporto di tutti, genererà numerosi e gustosi frutti!
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San Gregorio Millenaria Fiera
Dall'8 al 16 marzo Morciano capitale delle province di Rimini e Pesaro
La Fiera di primavera Chiude l'inverno e annuncia la primavera. Una tra le piÚ sentite in Romagna ed Alte Marche. Attese almeno 150-200 mila persone. Nacque come scambio di bestiame attorno all'abbazia nel Medio Evo; oggi è la vetrina delle aziende artigianali della Valconca. E ancora: piante, fiori, attrezzi agricoli. Spettacoli, concerti. Eventi sportivi
La fira ad San Gargur “Andiamo a vedere il pozzo della morte!” E me ai degh: “Cos’è il pozzo della morte?” Cla volta ch’um l’ha dett e mi fradel aveva na gran fifa, cal paure da burdel. Sno a santi a parlè de poz e dla morta um si g-leva e sangue, com na loma smorta. Insoma um racunteva che sa do mutur, un om e na dona i andeva sò me mur . Me an capiva com chi feva a ste da rett senza caschè ma tera e arvanzè drett. Antram so mal schele dreinta ste poz, che mu me um arviva me gargaroz, e us andeva fina in cima per veda i mutur, ii deva e gas e po i andeva so me mur. Os-cia chi do per me i magneva la foia! e a scapeva da ilè dreinta sempre sla voia, la voia d’arturnè, d’arturnè a veda sti do, ch’un era na patacheda . Fnid e poz, us giriva tra al bancarele. Osta! ui era na masa ad robe bele. La bancarela si fig sech, se turon, sla fusaia sla carabla, robe che un burdel us imbarbaia. E quel de zucre filed! Un basteva na muliga, se cucier dreinta la roda e senza fadiga e giriva la manuvela, ma menga na masa, e che zucre e dvanteva com na madasa. E me bench de tir a segn, per noun burdlet, qualc palein al tremie sempra ti giset. Gira ad qua e gira ad là us fniva me chelc te cul che per ciapè e fiocc l’avniva e pepacul , in do, in tre, in quatre per fe la cadeina e mandè so sna spinta na bela sgnureina. Per noun l’era na festa , al giostre, i culur, la genta ; an capemie che per fè afari l’era impurtenta. Insoma sta fira l’era cnusuda e antiga e ad cla volta ui ne arvenz una muliga. E marchè dal bes-cie, l’era la fira ad San Gargur, e pò te post dal munghene l’è arvat i mutur.
Glauco Selva (Riccione, maggio 2011)
Un'immagine del complesso abbaziale di San Gregorio tratta dal libro “Morciano California” di Umberto Giovannini e Michele Buda. Il complesso si trova all'ingresso di Morciano, sulla destra, arrivando da San Giovanni
San Gregorio - L'abbazia di San Gregorio di Morciano controllava un vastissimo territorio. Nel XII secolo, nel suo massimo splendore, i possedimenti andavano da Urbania a San Marino (Faetano, Fiorentino, Chiesanuova), fino a Pesaro e Rimini, senza trala-
LA STORIA
sciare terre e chiese della zona di San Leo. La forza la si può leggere anche da quello che resta dell'antico impianto architettonico: un immenso chiostro sul quale si affacciavano tutti gli ambienti monastici; tra cui una chiesa a tre navate che dominava il fiume Conca e che forse non fu mai ultimata. Ed è molto probabile che attorno all'abbazia si svolgesse San Gregorio, la fiera di primavera dove i contadini si trovavano per vendere ed acquistare bestiame, mercanzia varia e fare affari. Potente e nobile nelle origini San Gregorio. Dietro ci
sono San Pier Damiani, frate benedettino di Fonte Avellana (bellissimo eremo alle pendici del Monte Catria), che predicava contro i facili costumi della chiesa di allora e Pietro Bennone e la moglie, ricchissima famiglia riminese senza eredi che lasciarono tutto, in più donazioni (1061, 1064 e 1069), al prestigioso frate. Scrive Emiliano Bianchi nel libro “Il monastero di San Gregorio in Conca”: “Ma la prima testimonianza dell'esistenza del monastero di San Gregorio in Conca risale all'anno 1061... Considerando che non esiste altro documento in grado di fare
chiarezza al riguardo, è possibile congetturare che la fondazione del cenobio sia avvenuta nel 1061, o forse nel 1069, poiché in quel periodo Pier Damiani era in Romagna in veste di promotore e divulgatore dell'opera di rinnovamento monastico e di sviluppo della Congregazione di Fonte Avellana”. Così in contemporanea con la fondazione del monastero, la madre di Pietro, Ermengarda, fece la prima donazione: terre (almeno di 400 ettari e due chiese) nell'Urbinate. Tre anni dopo, il 25 maggio del 1064, la gentildonna, effettuò un altro lascito. I beni si trovavano nei dintorni di Rimini; non si hanno notizie sull'estensione. Invece, sulla terza e più
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Vista dal Conca. Cosa resta della monumentale chiesa dell'abbazia
L'inizio fu l'abbazia benedettina
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Controllava un vastissimo territorio: Pesaro, Rimini, Verucchio, Corpolò, Faetano, San Vito, Bordonchio, Misano Monte, San Savino, Mondaino, Montecchio, Fiorentino, Chiesanuova
importante donazione, quella del 17 giugno del 1069, fornisce al monastero morcianese beni immensi: terre ed immobili a Pesaro, Rimini, Verucchio, Corpolò, Faetano, San Vito, Bordonchio, Misano Monte, San Savino, Mondaino, Montecchio, Fiorentino, Chiesanuova. Forse per la protezione degli averi, Pier Damiani li sottopose al vescovo di Rimini. Tali atti giuridici crearono degli atriti tra il vescovo ed i benedettini di San Gregorio. In parte dissolti,
quando l'alto prelato riminese restituì i beni in enfiteusi, proprietà perpetua. Nel secolo seguente, il convento, grazie a donazioni, acquisti ed enfiteusi continuò ad ampliarsi. Tra i maggiori fu il possedimento di Saludecio che giungeva fino al fiume Foglia. Dopo lo splendore, inizia una lenta decadenza. Scrive il professor Pier Giorgio Pasini nel libro “Arte in Valconca: “All’inizio del XV secolo l’abbazia di San Gregorio - che doveva essere in piena decadenza come tutte le altre fondazioni mona-
stiche - fu unita a quella riminese di San Paolo eremita e poi a quella degli Olivetani di Scolca, di cui seguì le vicende fino alle soppressioni napoleoniche, conservando solo una piccola parte del suo patrimonio, ma mantenendo il possesso della chiesa di San Michele Arcangelo di Morciano. Nel XIX secolo fra i ruderi dell’abbazia venne costruita una chiesuola che sulla fronte del suo piccolo altare conserva ancora uno stemma cinquecentesco degli Olivetani, ormai l’unica memoria superstite degli antichi ‘monaci bianchi’. Nel 1798 “fu per disposizione governativa trasportata in Morciano la fiera che si teneva al convento nel giorno del Santo titolare: e così Morciano, come ebbe il principio della sua vita commerciale da questa Abbazia, ne raccolse pure la eredità, perché la fiera di San Gregorio è la piü frequentata e celebre di tutte le sue fiere”.
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Speciale San Gregorio
Il 12 marzo, mostra nazionale bovini (razza romagnola). Cavalli e ovini il 9 e il 12
La nobile razza romagnola in mostra LA NATURA
- Un animale da lavoro, oggi considerato una delle carni migliori in assoluto. Fino a pochi decenni fa era il trattore degli agricoltori. Dotato di grande resistenza, docile, in coppia (si chiamavano Ro e Bunì, il primo a sinistra, il secondo a destra) aravano i campi. Aveva una grande capacità di adattarsi a terreni difficili. Ottimo animale da pascolo allo stato brado. La moderna opera di selezione ha migliorato l'attitudine alla produzione della carne tanto in termini di resa al macello che di qualità del prodotto. La razza romagnola vanta origini antichissime; come ormai sembra accertato, deriva dal Bos Taurus Macrocerus (Uro dalle grandi corna), un bovino originario dalle grandi steppe dell'Europa CentroOrientale da cui sarebbero de-
Il Campone. Fiera d'altri tempi In basso, l'allevatore vincitore con il sindaco Claudio Battazza (Archivio Mario Polverelli)
rivate diverse razze simili per costituzione, tipo, mantello, forma della testa e degli arti. L'arrivo in Italia degli antenati della romagnola è databile intorno al IV secolo dopo Cristo,
con l'invasione dei Longobardi guidati da Agilulfo. Lo stabilirsi nelle regioni della Romagna delle popolazioni al seguito dell'esercito e l'adattamento all'ambiente italico dei
bovini portati dai Longobardi, ha portato fino alla selezione che conosciamo oggi. In crisi con l'arrivo della forza motrice dei trattori, nell'ultimo decennio la Provincia di Rimini si è prodigata per
riportare la razza romagnola nelle stalle. Per la Fiera di San Gregorio, i bovini di razza romagnola sono delle autentiche star. Con il contributo della Banca Popolare Valconca è stato istituito un concorso
che premia gli animali più belli. Il suo allevamento è diffuso nelle province di Bologna, Forli-Cesena, Rimini, Ravenna, Pesaro e Firenze. Riconoscibile dal mantello grigiochiaro tendente al bianco, particolarmente nelle femmine, con sfumature grigie in diverse regioni del corpo, il bovino Romagnolo può vantare un notevole sviluppo muscolare, un'ottima conformazione del bacino e una spiccata robustezza degli arti. Le razze cugine della romagnola sono la chianina e la marchigiana. In pratica tale bovino si trova su tutta la dorsale appenninica italiana, seppure con nomi diversi.
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San Gregorio
Boxe, la serata con la nobile arte CURIOSITA'
Il 12 marzo non è San Gregorio San Magno
Gregorio
- Non è San Gregorio Magno (Roma 540 - Roma 6004) il 12 marzo. E non è uno scherzo di Carnevale, o da pesce d'aprile. Sul calendario cristiano si legge: San Massimiliano. Non sarà prestigioso come Gregorio che è anche uno dei dottori ma sempre un santo è. San Gregorio si festeggia il 3 settembre.
- 9 Marzo 2014 inizio ore 16.00 presso il Padiglione Fieristico di Morciano di Romagna in occasione ella Antica Fiera di San Gregorio. C’è “il Giorno del Ring” Memorial Pandolfini. La Boxe, ed i suoi appassionati dopo le notti magiche di incontri e KO sotto le stelle, conquista un po’ del giorno e incrocia i suoi guantoni fin dal primo pomeriggio. Sarà una giornata intensa che vedrà professionisti, dilettanti e giovani promesse mostrare a tutti le proprie qualità. Ci sarà il ritorno sul Ring di Basile Francesco “Frens” nella categoria dei Super Medi con un incontro sulla distanza di sei riprese. Sarà di certo un bell’incontro quello di Angelini Alessandro che ha nel suo curriculum cinque incontri senza sconfitte e resta in attesa di appuntamenti importanti. Per la Kick Boxing sul Ring di Morciano di Romagna tornerà a combattere Giovanni Orru, anche a lui alla ricerca di traguardi importanti come il suo collega di specialità nei pesi medi Ezio Grimaudo. Dopo anni di assenza il due volte Campione Italiano Yunior Fabio Bergonzoni riproporrà nell’occasione la sua spettacolare Boxe; poi Francesco
La locandina dell'evento
LO SPORT Golfi, peso Massimo della Accademia Pugilistica Valconca quotidianamente impegnato per migliorare sempre le proprie doti pugilistiche nell’ambito della preparazione necessaria per disputare ,a fine marzo ad Ast,i l’ importante torneo TLB Elite. Quattro riprese di due minuti per la pugile valconchina Ivana Balducci, e seguire toccherà a Luigi Amatrice peso Medio che parte con la sua prima vittoria all’attivo. Davi Vocale 3° serie peso Welter incrocerà
i guantoni con l’esperto pugile pescarese Tucci. Consistente sfilata di debuttanti, a partire per i Pesi Medio Massimi da Tomas Harpula che sicuramente saprà dare dimostrazione della propria grinta nella ricerca della vittoria . Ci saranno anche l’ottimo Super Welter Bogdan Popica, e quindi Marchionni Daniele e Samuel Rinaldi che dopo questo debutto partiranno per disputare a Sesto Fiorentino il 15 marzo un Torneo interregionale. Saranno
addirittura 13 i ragazzi della Accademia Pugilistica Valconca che combatteranno, e poi ci saranno i “nostri 3 cuccioli” dice Rico maestro ed anima dell’Accademia; Cristian, Tommaso e Kevin, si cimenteranno in una esibizione tecnica mentre per il gruppo degli amatori della Gym Boxe è prevista una seduta pubblica di allenamento perché la boxe fa bene al fisico ed alla disciplina ed i bambini, vivendola come un gioco, ne traggono grandi benefici fisici e caratteriali. Grande soddisfazione quindi per il maestro Rico e la sua scuola che non mancano mai di sottolineare come tutto sia possibile grazie alla disponibilità del comune di Morciano di Romagna ed all’intenso lavoro del Presidente Alberto Tasin. Una collaborazione che nonostante una congiuntura economica sfortunata come quella attuale consente comunque di dare tranquillità e spazi indispensabili per raggiungere risultati importanti. Insomma anche quest’anno l’Accademia Pugilistica Valconca ha molto da mostrare: lustriamoci gli occhi perché mancare l’appuntamento sarebbe un vero peccato. Claudio Casadei
Fichi, il regalo della fiera - Il fico secco è (soprattutto era) una delle caratteristiche di SanGregorio, detta anche Fiera dei Fichi. Un tempo tutti i visitatori li acquistavano; oggi la stragrande maggioranza degli avventori ne mangia almeno uno ed una confezione la porta a casa. Negli anni d'oro se ne vendevano circa 300 quintali. Una cifra che potrebbe sembrare alta, ma si era arrivati anche a oltre 500 quintali. Originario dell'Asia Minore, Persia, il fico fu introdotto in Italia in tempi remoti; è ampiamente coltivato ma cresce anche spontaneamente sulle rupi e sui muri nelle zone calde. Il lattice ha azione vermifuga e
La famiglia Riceci (Archivio Mario Polverelli)
purgativa molto violenta e pericolosa. Esternamente invece è adoperato per far sparire le verruche e i porri. Le foglie di forma ovale
cuoriforme hanno un lungo picciolo e sono divise in lobi con il margine dentato. Ottimo lassativo e digestivo.
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Speciale San Gregorio
Tre serate (11-12-14 marzo) alla Pasticceria “Garden”. La poesia, la saggistica, il romanzo
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Libri, pomeriggi con l'autore - San Gregorio è anche libri. Vengono presentati alla pasticceria Garden. Sono tutti autori locali. Alla quinta edizione, la rassegna si chiama “Partecipa con l'autore”. Organizzano: l'associazione Katartis, ed i comitati Per la difesa del cittadino. Curatore: Hossein Fayaz. Direzione artistica: Giuliano Cardellini. Direzione tecnica: Massimo Terenzi. In ogni incontro Giuliano Cardellini leggerà poesie di Rabindranath Tagoree.
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO
DIALETTO
Commedia “Am sò sveg in paradis””
Da sinistra: Hossein Fayaz, Silvio Di Giovanni e Alberto Cibelli
11 Marzo Hossein Fayaz (saggistica) “Potere dei cittadini”
Foto di gruppo della compagnia
Emilio Cavalli (saggistica) “Si mangia ad occhi chiusi” (La storia della Ghigi) Da sinistra: Vallì Cipriani, Angelo Chiaretti e Giuliano Cardellini Atanasio Cecconi (saggistica) “La Magia dell’Arte” Teresio Spadoni (poesia) “Anelli di fumo” Claudio Roncarati (poesia? “La fata fatua e lo psichiatra” (Performace hip hop di Michelangelo Baffoni e Luigi Amatrice).
Mercoledi 12 Marzo Silvio Di Giovanni (saggistica) “Terremoto – tecnica e storia” Alberto Cibelli (poesia) “Su questo palcoscenico” Lella De Marchi (poesia) “Stati di amnesia”
Laura Corraducci (poesia) “Lux Renova”
Lidia Sella (poesia) “Eros, il dio lontano- Visioni sull’Amore in Occidente”
14 Marzo Giuliano Cardellini (poesia) “nel godere dell’amore” Angelo Chiaretti (saggistica) “Dante primo turista in Romagna”
Milena Ercolani (romanzo) “Celesta” Loris Ferri (poesia) “Rom (uomo)“ Vally Cipriani (poesia) “Attraverso i miei occhi”
- La commedia si intitola “Am sò sveg in paradis”, due atti comici di Giordano Leardin. Racconta, con delicatezza e humour, la vita quotidiana delle persone “troppo grandi” ed è dedicata a tutti gli anziani che vengono “parcheggiati” nelle Case di riposo; offre
così importanti spunti di riflessione sugli atteggiamenti di emarginazione messi in campo dalla società e, spesso, dalle stesse famiglie, nei confronti dei più deboli. La commedia è in cartellone il 16 marzo, ore 21, presso Morciano Fiere.
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Speciale San Gregorio
Questa pagina ricorda Tullio Becci scomparso prima del tempo nel dicembre 2004 in un banale incidente
‘Nella natura le fiabe della terra’ - Tullio Becci è morto il 24 dicembre del 2004 per le conseguenze di un banale incidente stradale; venne urtato da uno specchietto a bassa velocità. Aveva 80 anni. Originario di Sestino (Arezzo), giunse a Morciano come operaio alla Ghigi. Per diletto cantava (faceva parte del Coro Città di Morciano), scriveva (pubblicato due libri). Persona buona, per molti anni per la Fiera di San Gregorio era solito regalare ai lettori della Piazza una delle sue poesie che raccontano la natura con i colori del cuore: semplici, avvolgenti e dirompenti pennellate. Capisci che le devi stare dentro: madre terra è la culla. Per ricordarne la figura, dalla scomparsa, pubblichiamo una delle sue poesie per San Gregorio. L’articolo con il quale Carla Chiara presentava il libro di Becci appena uscito nel febbraio 2004.
di Carla Chiara
sono particolari che sfuggono, o sembrano irrilevanti, e invece valgono la pena di essere sottolineati. Pagina novantasei: "Le mani" - Pietra su pietra i versi "ri-costruiscono" le sette meraviglie del mondo antico come conforto e testimonianza dell'incessante lavorare dell'uomo. Pagina ventotto: "Lo scricciolo" Malizioso e curioso nel suo coraggio di "vo-
LA POESIA
Il cardellino
Tullio Becci
IN RICORDO
- I colori sono pastello, il tratto gentile. Un'attenzione genuina e rispettosa alla vita con parole per le storie, i sentimenti, le cose. Due “dee”: flora e fauna. Il ritmo interiore è offerto con semplicità affettuosa. Come a dire:- Non ho nulla da insegnare se non la bellezza dell'“accorgersi”. L'invito è generoso: a non distrarsi, a rileggere quel che succede, perché ci
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lare alto", più alto dell'aquila: in vedetta, acquattato sulla schiena dell'ardito rapace. Pagina ventidue: il martello pneumatico e il Picchio! Una identica ostinazione sonora. Nella simile reciproca fatica sta l'orgoglio di iniziare tutto dalle fondamenta.Così, è abbastanza chiaro, che non avrà mai le ali chi dimentica le radici.
Le radici, per Tullio Becci, sono nella Madre Terra - violentata, prosciugata, certamente, ma che sa esprimere ancora tutta la sua solennità religiosa Il passato porta al futuro: siamo in un laboratorio dove le generazioni, come i mesi dell'anno, possono e devono impegnarsi ad offrire autentici frutti di stagione. L'occhio, che sa vedere il quotidiano, avrà sempre l'orizzonte più vasto, nel quale, anziché perdersi, cercherà l'infinito del piccolo. Il libro ha il profumo d'inchiostro del quaderno di "bella copia" e in calligrafia...
Illustrazione di Angelo Leoni. Il nome deriva dal cardo; dei cui semi si nutre
Ti vedevo sovente sopra il cardo, o cardellino splendido cantore, ogni tua nota parlava d’amore, i tuoi color rapivano lo sguardo. Un canto originale, melodioso, così perfetto nell’esecuzione, limpida e dolce l’interpretazione; pure in silenzio eri delizioso. Tanti anni son passati: il tuo cantare ricorda la mia prima fanciullezza: in quelle mattinate pien di brezza un’armonia da non dimenticare.
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‘Morciano è il dono del suo mercato’ - “Una ingiallita pergamena dell'anno 1014 testimonia fin da allora la presenza del mercato di Morciano, primo fra tutti i mercati del territorio riminese”. Molto probabilmente, i commerci c'erano anche prima, forse fin dai tempi dei Romani, ma quel manoscritto è il primo documento che testimonia di Morciano Città Mercato. Su quel documento, per celebrare i mille anni, la Banca Popolare Valconca ha costruito un progetto culturale fatto di cinque volumi. “Mille anni di mercato a Morciano” (Panozzo Editore, 190 pagine) è il primo. Firmato da quella mente d'oro di Oreste Delucca, è stato presentato lo scorso 27 febbraio nella “ Sala Valconca”, lo spazio delle conferenze della Banca Popolare Valconca. Sala piena, come si conviene alle occasioni importanti, con appassionati di storia arrivati anche da fuori Morciano: Cattolica, Riccione, Misano. Scrive Massimo Lazzarini, il presidente dell'istituto di credito, nella snella ed elegante prefazione che apre il lavoro: “(...) Che dire ancora? Questi volumi sono un gesto di amore a Morciano e alla nostra gente, un piccolo contributo a riprendere con energia quello che i morcianesi hanno saputo fare in passato e che, sono sicuro, riusciranno a fare per il futuro. Per dirla con le parole di un altro morcianese, Egisto Belisardi, «i morcianesi erano gente fatta così, e confido che lo siano tuttora; dai professori agli artigiani, dai commercianti agli industriali, partivano con una larga visione delle cose sapendo dove volevano arrivare. L’ansia di miglioramento e di elevazione era nell’aria fin dalle origini del Paese. Era quasi una legge morale»”. Ecco è con la legge della morale che si fa economia e si costruiscono comunità sane in grado di affrontare il futuro. Il libro è una passeggiata nel giardino della mente che parte
Un percorso di storia morcianese che parte dai Romani fino ad arrivare quasi ai giorni nostri
dal Conca?”, “La vitalità del mercato di Morciano”, “Nasce il paese, frutto del suo mercato”, “L'abitato di Morciano si consolida”, “Fiere e mercati... contestazioni e reati”. In quest'ultimo capitolo si riflette che l'uomo non è poi
Da sinistra: Franca, Oreste Delucca, Claudio Battazza (sindaco di Morciano), Luigi Sartoni (direttore generale Bpv), Massimo Lazzarini (presidente Bpv)
La Banca Popolare Valconca ha presentato “Mille anni di mercato a Morciano” di Oreste Delucca. Sala piena
dalla “colonizzazione romana della Valle del Conca” per arrivare fino al secondo dopoguerra. Nei titoli degli undici capitoli si possono racchiudere le sintesi delle pagine. Qualche pennellata: “Il castello e il mercato di Morciano nel 1014”, “Il castello di Morciano inghiottito
Sala da grande momento
Sbankiamo: BPV lezioni di finanza all'Isiss Morciano
- “Conoscere per decidere”. Non vi è forse slogan migliore di questo per esprimere il senso dell’innovativo progetto, promosso dalla Banca Popolare Valconca insieme alla Caritas diocesana di Rimini. Titolo. “Sbankiamo”. Lo scorso febbraio hanno coinvolto due classi dell’ISISS Morciano. Si tratta di questo. In un contesto italiano nel quale il 63% dei giovani non possiede le conoscenze finanziarie di base e ben 7 persone su 10 hanno difficoltà sia nella comprensione delle informazioni economiche minime, sia nella corretta valutazione dell’impatto dei finanziamenti, “Sbankiamo” vuole essere un importante momento di educazione finanziaria, un progetto – nato e “fatto” dai giovani per i
giovani – teso a diffondere i concetti chiave per una gestione consapevole del denaro, fornendo quegli strumenti necessari per rapportarsi in modo efficace con il mondo bancario. In questa riflessione, nasce l’incontro, già dall’anno scorso, fra Caritas Rimini e Banca Popolare Valconca, uno degli enti fondatori. L’iniziativa si è sviluppata grazie al supporto di “MyBnk”, organizzazione londinese premiata a livello internazionale per la sua pluriennale attività di educazione finanziaria ed imprenditoriale. Nei difficili tempi moderni, saturi di complicati termini economici, è compito della banca locale – la banca “del territorio”, come la Banca Popolare Valconca – dare risposte alla parola crisi, partendo
attivamente dall’educazione economica dei propri risparmiatori di domani: i giovani. Giovani come gli alunni delle due classi dell’ISISS Morciano (IIIA e IIIC dell’Istituto Tecnico Commerciale) protagoniste a febbraio degli appuntamenti formativi tenuti, grazie anche all’aiuto delle ragazze di Caritas, proprio da colei che con questo articolo ne sta raccontando i fatti, fino a poco tempo fa studentessa impegnata quotidianamente sui loro stessi banchi di scuola, e ora dipendente della Banca Popolare Valconca. Quiz, esercizi, momenti di dibattito e di riflessione; e ancora simulazioni, giochi di ruolo e analisi critica dell’attualità: la banca perde ogni infrastruttura e ruolo in favore della metodologia
dell’«imparare facendo», capace di rendere le lezioni partecipative, attive e coinvolgenti, così da tradurre il difficile in facile ed incoraggiare i ragazzi allo sviluppo di una personale opinione. Tre gli incontri per ciascun gruppo, suddivisi in temi: MyMoney (I miei soldi), riguardante l’approccio al denaro, i conti correnti, la lettura di una busta paga, tasse e politiche finanziarie statali. MyChoices (Le mie scelte), con tema bisogni e desideri, scelte e stili di vita, budgeting e forme di finanziamento bancarie. Infine MyFuture (Il mio futuro), uno sguardo al mondo bancario e all’attuale crisi economica, ricostruendone le cause ed ipotizzando soluzioni.
molto cambiato. Delucca, tra i centinaia di casi, si diverte a raccontarne 24. Scrive: “Là dove si concentrano persone, merci ed affari, quello è il luogo privilegiato dove si verificano contrasti, controversie, liti, baruffe, furti, borseggi. Nessuna meraviglia, è un dato fisiologico: gli assembramenti costituiscono il brodo di coltura ideale dove nuotano tanti malintenzionati e furbastri. Pertanto, qualunque rievocazione di fiera o di mercato sarebbe incompleta se non prendesse in considerazione anche tali aspetti che, a dire il vero, normalmente, vengono ignorati”. Allora, nel punire, i mariuoli si andava spicci. Ad esempio, per aver rubato due badili c'erano sei mesi di galera; da due mesi ad un anno di prigione per il semplice borseggio”. Il volume è impreziosito da numerosi immagini. Ed è chiuso da istantanee in larga parte tratte dall'archivio del compianto Mario Polverelli; salutato dalla sala da un applauso affettuoso. L'autore del libro, il riminese Oreste Delucca, è un primo della classe nel quale prevale il pudore. La moglie dice che ha passato più tempo negli archivi della provincia di Rimini, e non solo, che con lei. Della serie i libri non si raccontano, ma si leggono, con dieci minuti se l'è sbrigata. E' partito con: “Non la farò lunga”. E non l'ha fatta lunga. Del suo lavoro ha detto Luigi Sartoni, direttore generale della Bpv, uomo che non sa solo di banca, ma ha conoscenze e interessi a 360 gradi: “Il libro di Delucca parla chiaro, semplice e profondo”.
Tanti fatti, ma anche il genius loci di una comunità che ha saputo diventare capitale
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Speciale San Gregorio
Cartellone Eventi
13 MARZO Dalle 10 alle 33 – Morciano Fiere Apertura stand Ore 21 – Morciano Fiere Danza. “Alice in Wonderland”
9 MARZO - INAUGURAZIONE FIERA Ore 10 - Piazza del Popolo Inaugurazione Fiera di San Gregorio Ore 9 - 17.30 Foro Boario XXII Mostra mercato del cavallo Dalle 9 - Parco del Conca Dimostrazione raccolta tartufo Ore 16 - Morciano Fiere Il giorno del ring Ore 21 - Morciano Fiere Si balla con Radio Sabbia presentano Marco Corona e Luigi Del Bianco
11 MARZO Ore 9 - Morciano Fiere La voce del Gobetti-De Gasperi Dalle 21 – Morciano Fiere “Chicco Fabbri & Orchestra Varietà”
Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Messa Ore 16 - 19 – Morciano Fiere Teatro. “Le faremo sapere. provini e controprovini”
8 MARZO -ASPETTANDO SAN GREGORIO Ore 15,30 - Morciano Fiere Apertura stand Ore 21 - Morciano Fiere “In... Canto a Morciano 2014” Premio canoro Silvano Soprani
10 MARZO Ore 16 – Morciano Fiere “La bella romagnola e la sua fiera” Presentazione del 2° volume della collana “I quaderni di San Gregorio”, edita del comune di Morciano di Romagna con testo a cura di Jolanta Grebowiec e Bruno Baffoni. A tutti gli intervenuti verrà fatta una copia del libro. Ore 21 – Morciano Fiere Teatro. “Improssisan... Do”
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO
14 MARZO Ore 10 – Morciano Fiere Conferenza. “Giovani e lavoro” Ore 21 – Morciano Fiere Quinra rassegna corale nazionale per Voci bianche e giovanili e Città di Morciano” 15 MARZO Ore 10 – Sala del Lavatoio Conferenza. “L'agricoltura come riposta alla disoccupazione” Ore 21 - Morciano Fiere Avangardlook Show - Sfilata Anni '50. Il compianto Gianni Romani mascherato per attirare i clienti alle bancarelle di fichi
12 MARZO Ore 10 - Morciano Fiere In fiera con lo chef Dalle 9 alle 17,30 – Foro Boario XII Mostra provinciale razza romagnola XXII Mostra del cavallo e degli ovini Trofeo Mario e Galliano Colombari Ore 10 - 12 – Realizza il tuo ferro di cavallo Ore 16 - 19 – Morciano Fiere Annullo postale da collezione Ore 18 – Chiesa San Michele
16 MARZO Ore 9,15 – Parco Conca Passeggiaata Ore 9-13 - PalaPedriali Karate. Quinto Memorial Conteduca Ore 16 - Morciano Fiere Presentazione libro “Morciano di Romagna. Forum vetus” a cura di Maria Lucia De Nicolò Ore 16,30 - Morciano Fiere Animazioni per bambini In fiera con lo chef Ore 21 - Morciano Fiere Teatro dialettale. “Am so sveg in...”
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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE MONTEFIORE - ARTE
Scultura, corsi da Umberto Corsucci Umberto Corsucci
- Umberto Corsucci ha orginizzato un corso di scultura, dal 5 aprile al 3 maggio a Montemaggiore (Montefiore), dove ha la sua bottega artigianale. un tuffo nel Cinquecento, con vista mare mozzafiato. I corsi base intendono fornire le fondamentali conoscenze teoriche e pratiche sulla lavorazione dell’argilla, dalla progettazione di un manufatto alla sua realizzazione utilizzando le principali tecniche di costruzione manuale, la lastra, il colombino e pizzicotto. Durante ciascun corso si realizzeranno forme semplici, oggetti d’uso e decorativi di varia natura. Le esercitazioni saranno accompagnate dalla
visione di opere in ceramica storiche ed attuali, appartenenti sia al campo della produzione propriamente artistica che del design. I corsi sono pensati per piccoli gruppi in modo da poter seguire ogni partecipante individualmente. Gli allievi saranno stimolali ad eseguire deeli esercizi introduttivi alla dinamica delle forme e dei semplici progetti preliminari alla costruzione vera e propria, che saranno il punto di partenza per la definizione del successivo percorso realizzativo previsto nel corso avanzato. Verranno inoltre fornite, nella fase conclusiva, le nozioni di base sulle proprietà e la preparazione dell’argilla, sull’utilizzo dei rivestimenti ceramici e sulle tecniche di cottura. Si decoreranno alcuni pezzi con gli ingobbì e con gli smalti. Alla fine del corso verranno consegnati i manufatti prodotti da ogni partecipante. Per informazioni: Associazione Montemauiziore Arte. Via Pianello 451 Montefiore Conca 0541 980332 email: eorsuceitt libero.it
Inaugurati i campi di beach volley e beach tennis il 22 febbraio
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Anche San Clemente ha la sua “playa” SAN CLEMENTE
– Anche San Clemente ha la sua playa. Nessuna preoccupazione, non c’entra il riscaldamento globale e l’innalzamento del livello degli oceani! Il mare, è ancora a Riccione anche se un pezzo di “spiaggia” nel Centro Sportivo Ernesto Colletta a Sant’Andrea in Casale è arrivato. Sabato 22 febbraio alla presenza di importanti personalità politiche sono stati inaugurati quattro campi da beach tennis, beach volley che rafforzano la già valida offerta del Centro sportivo dedicato al compianto “Ernesto Colletta”. A vincere la gara d’appalto sono stati tre ragazzi del posto, Mirco e Daniele Piergiacomi e Massimo Mainardi, i quali con un impegno di 190mila euro, per quindici anni si sono aggiudicati la realizzazione del progetto e la gestione della struttura.
Massimo Mainardi, emozionatissimo, ha tenuto un breve discorso nel quale ha sottolineato “mai avrei pensato che avremmo vinto questa gara, ma anziché andare in Australia noi abbiamo preferito cercare qui il nostro futuro”. Visibilmente felice l’assessore Corrado Gaia, già bersaglio di critiche feroci per avere fortemente creduto e voluto realizzare il progetto. Gaia è stato fautore di due realizzazioni (capi di calcetto e calciotto e questa)
in cui la collaborazione tra pubblico e privato ha dato i suoi frutti. Orgoglioso il sindaco Christian D’Andrea che ha sottolineato come l’importante realizzazione sia praticamente a costo zero per le casse del Comune e come la stessa si ponga a punto di riferimento per gli amanti di questo sport. Commenti positivi dalla onorevole Emma Petiti e del presidente della Provincia Stefano Vitali. Poi, benedizione di don Luca;
inaugurazione con esibizione di atleti professionisti e buffet per tutti. Ora la struttura è a disposizione degli appassionati. Usufruirne sarà un piacere sia per gli adulti che non vogliano arrendersi al tempo che passa, che per atleti che vogliano allenarsi nella pace del luogo ma anche per “diversamente fighetti” che alla proposta “andiamo a giocare a beach?” alla domanda “Dove” possano rispondere “Alla Playa… in campagna!”
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E' la politica dei perché. Uno, perché Guiducci si è ritirato dalle primare del Pd?
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San Clemente, tre liste e mezze in pista? - Scrivere di politica per la cadenza mensile de “la Piazza” rende la cosa complicata e spesso le notizie apparentemente superate. In prossimità delle elezioni amministrative poi la vita interna dei partiti rende il loro mondo magmatico, limaccioso e incomprensibile a chi la politica la guarda da fuori e magari con ancora un barlume di speranza per qualche accadimento positivo. Se al momento pochissimi sono i dubbi su “San Clemente Sei Stelle” diversa, a poche settimane dal voto, è la situazione degli altri gruppi. Per gli esastellati c’è il simbolo, il nome (Alfonso Scala), il candidato sindaco e un programma scritto e consegnato nelle case dei sanclementesi. Lista autonoma che si dichiara indipendente dai partiti, sintetizza in quindici punti le sue intenzioni di governo a partire dal primo: riduzione progressiva e costante delle indennità di carica degli amministratori. Altre importanti intenzioni dei ragazzi a sei stelle, riforma degli uffici comunali con applicazione rigida della meritocrazia, particolare attenzione all’istruzione ed all’edilizia scolastica, incremento delle manutenzioni stradali e delle aree verdi, incremento importante di piste ciclopedonabili e costante informazione della popolazione su decisioni prese e soprattutto loro motivazione con il web come principale strumento. Il percorso politico di Obbiettivo San Clemente Oggi come grup-
Sei stelle, M5S, Centro-sinistra, Obiettivo San Clemente che non sa, in vista altra lista civica di sinistra. E il centro-destra? FOCUS po di minoranza sembra essere arrivato al capolinea. Alla richiesta di una conferma sulla presentazione della lista alle prossime elezioni si ottiene la risposta che ci si sta pensando. Sembra però davvero difficile che questa lista civica possa sopravvivere al quasi certo passaggio del principale censore del sindaco uscente, Marco Vescovelli, nella squadra della nuova proposta dell’area Pd. Il salto sul comodo carro piddino sembra cosa fatta e non c’è assolutamente nulla di male: viste le tante critiche e correzioni del passato magari Vescovelli avrà pensato che prevenire certi errori è sempre meglio che curarli e anche per il gruppo avere il medico in casa sarà sicuramente un vantaggio!
COMUNITA'
San Clemente e dialetto, oasi di Romagna - Chissà se Giustiniano Villa sarà contento. Nel suo nome San Clemente è fautore di iniziative e prese di posizione a difesa della lingua romagnola: il dialetto. Da più di vent’anni nel suo comune di nascita si organizza un concorso di poesia dialettale e zirudela in suo nome. Nell’ ultimo Consiglio Comunale il consigliere di minoranza Pierino Falcinelli ha manifestato il suo disappunto nei confronti della regione Emilia Romagna per l’abrogazione della legge 45 del 07 nov. 1994 che mirava alla tutelare e valorizzare i dialetti nelle loro espressioni orali e letterarie. Inoltre, bacchettava l’amministrazione che il 19 gennaio 2014, Giornata Nazionale del Dialetto, non aveva organizzato nessuna manifestazione. Nella stessa serata il consigliere di maggioranza Matteo Bonetti chiedeva alla Giunta di riconoscere la valenza culturale del dialetto, qualificando e promuovendo e tutelando maggiormente il premio di San Clemente. Due belle notizie per chi lavora all’organizzazione del pre-
Mirna Cecchini, Mariano Guiducci, Alfonso Scala e Marco Vescovelli
In ogni caso ormai il carro del centro sinistra ha scelto la sua guida che sarà Mirna Cecchini attuale vicesindaco e assessore alla Cultura. Sarebbe opportuno che nessuno si chiedesse perché, in una settimana, l’area del centrosinistra sia passata dall’imprescindibile strumento democratico delle primarie al candidato unico. Perché sforzarsi di capire? I candidati erano due, uno, Mariano Guiducci, ha pensato di ritirarsi e due meno uno fa uno: elementare! Non serve arrovellarsi e farsi domande sul perché un politico di lunghissimo corso in un paio di settimane cambi idea. È’ successo punto e basta e quella che va applicata per i non praticanti l’area è la regola Razzi/Crozza con un po’ d’ironia e l’accento abruzzese!
Per cui partiamo dalla seconda certezza delle prossime amministrative: candidato unico per l’area PD/centrosinistra sarà Mirna Cecchini. I maligni e dietrologi di turno raccontano già di quattro assessori, il massimo consentito per San Clemente, ma si sa che le notizie sono fatte per essere smentite. E di certo non corrisponderà al vero che, oltre all’ex ipercritico Marco Vescovelli, uno scranno in giunta al dottor Guiducci o amici suoi, visto il sacrificio fatto, sarà di certo assicurato; ed è di certo saggio garantire la continuità del progetto amministrativo conservando in giunta l’ex sindaco Christian D’Andrea com’ è nella tradizione di quell’area politica. Resta un posto vacante e resta il dubbio su chi poggerà su esso le
proprie terga, vincerà una “scelta di genere” come si dice adesso, o una più politica per calmare la sinistra che non avrebbe gradito candidature uniche senza essere consultata, oppure una che soddisfi le due opzioni contemporaneamente? Perché le ultime novità sono che in quell’area a sinistra dei piddini, la decisione di un candidato unico senza accordi e senza la loro approvazione preventiva non sarebbe stata affatto gradita, e godendo ancora di una certa autonomia sembra si stiano muovendo per una seria proposta da fare in una nuova e alternativa Lista Civica. E così siamo a tre liste e mezzo, per il momento, ma la scelta per i sanclementesi sarà certamente ancora più vasta. In uno stracolmo teatro G.Villa lo scorso 28 febbraio si sono presentati i pentastellati clementini. Introducendo la visita di due parlamentari, la riminese Giulia Sarti e l’emiliano Vittorio Ferraresi, Cristian Pratelli del coordinamento Cinque Stelle di San Clemente ha spiegato prima la maniera di fare politica del suo movimento e poi gli emozionatissimi cittadini che già da tempo si sono messi in gruppo al lavoro per portare avanti le esigenze inascoltate di altri comuni cittadini pari loro. Un gruppo di persone che si
propone di essere un punto di riferimento per chiunque si senta inascoltato o abbia un problema non risolto, ma che chiede anche a ognuno di essere protagonista impegnandosi attivamente perché ogni problema privato possa essere risolto per tutta la collettività. Obbiettivo principale rendere la politica uno spazio vivibile da tutti eliminando sprechi e zone d’ombra. Un invito che poi i parlamentari saliti sul palco hanno rafforzato, invitando gli intervenuti ad essere presenti nelle istituzioni e ricordando che seminando bene, il raccolto può tardare, ma arriva inesorabilmente! In particolare Giulia Sarti ha sottolineato come solo quattro anni fa lei urlava la sua rabbia ad Alfano e Casini fuori dai portoni del potere ricevendone scherno e disprezzo e adesso invece i due sono costretti ad ascoltarla col rispetto dovuto ad un parlamentare che rappresenta una bella fetta del popolo italiano. Impressionante la disponibilità dei due parlamentari che hanno risposto alle domande fino quasi a mezzanotte (all’ultimo parlamentare seduto su quel palco non si era potuto chiedere nulla), e soprattutto la risata collettiva quando uno degli intervenuti, provocatoriamente, ha fatto la domanda che in tanti si fanno davvero ”Ma perché non avete fatto l’alleanza col Pd?”! Ultima nota è stata l’età media degli intervenuti: in maggior parte giovanissimi. Insomma ,a San Clemente la scelta sarà ampia, speriamo i cittadini c’azzecchino davvero.
Centro sociale, a Carnevale ogni scherzo vale COMUNITA'
mio che anche quest’anno ha già mosso i primi passi; le date sono state fissate. Poeti e comunque chiunque voglia partecipare dovrà fare pervenire in Comune le proprie opere nelle modalità richieste entro e non oltre il 21 aprile. Due le sezioni come sempre: poesia e zirudela romagnola. Ai vincitori come ogni anno andranno 250• e una statuetta riproduzione del monumento a Giustiniano Villa posto a san Clemente ed opera del noto maestro Umberto Corsucci. I bandi, attualmente in fase di stampa, saranno disponibili a breve. Nel frattempo gli interessati possono rivolgersi al 339 4858903 dopo le 19, oppure possono scivere alla mailpremiovilla.casadei@libero.it. Tutti l’assistenza possibile sarà fornita il prima possibile. Scaldé la péna, l’è ora ad scriv! Claudio Casadei
- Sapete come sono gli scherzi, quelli che poi, quando vengono bene ridono tutti e si ripromettono di rifarli? Ecco, quei ragazzacci del Centro Sociale Autogestito Valconca, quello che a San Clemente si ostinano a chiamare “Centro Anziani”, nel silenzio generale e con solo, le proprie forze e probabilmente, perché ormai son quasi tutti nonni, hanno voluto pensare ai bambini in uno dei periodi dell’ anno a loro più cari: il carnevale! Così, il 23 febbraio, dopo avere provveduto ad accordarsi con le scuole ed avere pubblicizzato l’evento negli istituti e nei luoghi pubblici hanno riempito la sala del Centro con circa 250 bambini Festanti e allegri. In difficoltà l’animatore Mago Obara che poi tanto mago non doveva es-
Un momento della festa
sere visto che aveva previsto e preparato solo 200 palloncini, uno per bambino intervenuto, lasciandone però parecchi senza. Ma anche questi hanno potuto affogare il dispiacere del palloncino mancato nelle bibite, le pizzette, le frittelle, le caramelle, le ciambelle e gli snack pre-
parati e messi a disposizione dal Centro Sociale. Insomma circa 600 euro spesi con soddisfazione, che hanno alleggerito le casse del Centro ma riempito gli occhi ed i cuori di un gruppo di persone che durante tutto l’anno offre il proprio servizio alla comunità. E questo Carnevale è
stato per i “Ragazzi del Centro Sociale” una importante gratifica, gioia e sorrisi regalati con le proprie forze ricordando a tutti che è sempre Carnevale li dove ci sono i bimbi, i nonni, le maschere i coriandoli e i sorrisi! Claudio Casadei