Monte Cerignone - Tel. 0541.978524 Fax 0541.978698
ANNO 19 N.11 Euro 1,50
Mensile di politica, economia, cultura, sport e costume della provincia di Rimini
REDAZIONE: PIAZZA GRAMSCI, 34 - 47843 MISANO ADRIATICO (Rimini) - Tel. 0541.611070 E-mail: lapiazzarimini@libero.it
RICCIONE - 12-13
RIMINI - 5
IL PUNTO DI VISTA
Le “strane” dimissioni di Marino e notizie su Barani di Alessandro Roveri* - Le dimissioni di Marino da sindaco della Capitale sono l’ennesima capitolazione di Matteo Renzi al progetto di Verdini di un’alleanza tra il partito democratico e il suo gruppo. Questa è la sostanza politica della decisione di Renzi di “mollare” Marino e di concordare con Verdini l’alleanza elettorale amministrativa. Ma Renzi rischia grosso. Anche se promette ai proprietari di case la caduta dell’imposta, il suo programma, soprattutto in materia di rapporti con la magistratura, rischia di assomigliare molto (troppo!) a quello di Berlusconi. Nel suo intervento nella conferenza stampa, Marino ha deprecato l’impossibilità, nella quale è stato costretto, di spiegare al Consiglio comunale le sue ragioni (costretto all’intesa con il notaio della maggioranza del Consiglio). Ed ha sferrato le ragioni vere della sua defenestrazione: il tradimento di un Partito che si dice democratico ed ora non lo è più: egli è stato cofondatore del Partito democratico, ne Segue a pagina 9
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Tariffa Roc: “Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 com. 1 - DCB Rimini”
Ubaldi: “Sconfitto per una candidatura non pianificata”
Gnassi: “L'Italia dovrebbe legarsi al dopo Expo””
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Che cosa fanno oggi i filosofi? Il grande ritorno
NOVEMBRE 2015
Commercio, non basta solo l'arredo urbano MORCIANO - 45
CATTOLICA - 35
Turismo, no alle trivelle in Adriatico E' a rischio la MADE IN ITALY vita delle nostre Troppa corruzione! coste: eco-siste- I partiti devono darsi da fare... ma, turismo, pesca, agricoltura. Il nostro mare più generoso di tutto il Mediterraneo
TERRA - TRADIZIONI
Mondaino - Coriano Sagre autunnali Mondaino
di Francesco Toti - Mentre a terra si elaborano le strategie turistiche per gli anni a venire, con il sindaco Andrea Gnassi che racconta al mondo la sua idea di Rimini umanistica nell'urbanistica, a poche onde dalla sabbia trivellle generate da menti intelligenti stanno sondando i fondali marini in cerca di idro-carburi. Altro che energie rinnovabili. Altro che energia pulita. Basterebbe poco e Pagine 2-3
Breve massima di saggezza “La crisi e le diseguaglianze. Ecco i mali peggiori della società”
Angus Deaton (Nobel Economia 2015)
- Terra. Tradizione. Tipicità In questo filone si tengono due delle sagre autunnali più belle del Riminese. A Mondaino è di scena “Fossa, Tartufo e Venere”. A Coriano si si delizia con le “Olive e prodotti autunnali”. E' un modo piacevole di scoprire le ecellenze ed i borghi della nostra provincia; sono, in molti casi, perle sconosciute.
Sta bona! Per li ruberie i fa già anche trop... Cecco - Caravaggio - 2015
MISANO ADRIATICO
VALCONCA
Edilzia, che fare? Puntare sulla riqualificazione e il risparmio energetico
San Clemente Gardoni: da S Clemente a Parigi Calcio, il gioco va San Giovanni Isolcasa, infissi a Km 0 Coriano Olio, terra di buoni prodotti Montefiore Cipriani: “Gal, si sprecano denari” Mondaino Capitale del tartufo, formaggi ... Saludecio Teatro, noir con l'Armonda
FOCUS
Condomini
Cause, chi paga le vecchie? Ruderi, cambio di categoria Pagina 17
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INCHIESTA
Novembre 2015
Contrarissimi gli albergatori. Il no di Tiziano Arlotti. Lo strano sì della Regione Emilia Romagna
Turismo, no alle trivelle in Adriatico Pescosissimo
In questi giorni la Slovenia e la Croazia hanno vietato le trivellazioni nel loro territorio, noi dovremmo solo copiare”
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L'INCHIESTA Trivelle in azione Pesaro, piazza della Libertà, manifestazione contro
segue dalla prima pagina
addio vita in Adriatico, prima ancora che secchielli ed ombrelloni, passando per la pelle ambrata. Gli operatori turistici sono tutti contrari. Il parlamentare del Pd, Tiziano Arlotti è sulla stessa lunghezza d'onda: un no secco e perentorio. “Là fanno buche, così seppelliscono i turisti e sono a posto; anzi, siamo a posto”. La battuta nel più stile della garbaata cultura italica, altro che anglosassone, è di Angelo Serra, presidente degli albergatori in quel di Gabicce Mare. Continua: “E' il contro senso dell'economia. Come centro turistico dovremmo salvaguardare l'Adriatico, con le trivellazioni si rischia di arrecare danno al nostro mare. Non so se c'è qualcosa da fare; ci si può porvare. Ma a fare le trivellazioni è gente che conta e in questo bendetto Paese fermare quelli che contano quando sbagliano è difficile. Inoltre, l'opinione pubblica non se ne sta neppure occupando; ne sono all'oscuro anche gli addetti ai lavori del comparto del turismo. Nella gente invece noto della rassegnazione; pensano, a torto, che con il loro comportamento, è impossibile deviare il flusso dei fatti. E' difficile quantificare il danno che le trivellazioni possono arrecare. Ma è notevole senza se e senza ma. Abbiamo
Giornale d'informazione fondato nel 1997 Direttore responsabile Giovanni Cioria Edizioni la Piazza Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico Redazione Piazza Gramsci 34 - 47843 Misano Adriatico tel. 0541.611070 Abbonamenti e pubblicità - 0541.611070 Stampa La Pieve Poligrafica Editore srl Verucchio (Rimini) Pubblicità inferiore 45% Registrazione presso il Tribunale di Rimini N.° 13/'97 del 21 - 8 - 1997 Numero Roc: 10.364
Giornale in stampa il 12 novembre
Piattaforme una cosa bella e cerchiamo di distruggerla; il rischio è che il nostro turismo possa morire”. Dello stesso punto di vista Patrizia Rinaldis, presidente degli albergatori a Rimini. E' appena tornata dalla Cambogia per la onlus “Goccia per il mondo” di Sergio Casbianca di Vergiano: “Non si capiscono le trivellazioni in una fascia turistica di pregio come la nostra. Tra l'altra l'Emilia Romagna è una delle poche regioni ad aver detto di sì”. Intanto, nella vicina Pesaro è nato il comitato Trivelle Zero Pesaro; con l’obbiettivo ambizioso di fermare le trivelle che sono un metodo di ricerca di energia fossile di scarsa qualità ed entità. “Nel mondo - argomentano
102 - Nell'Adriatico ci sono un centinaio di piattaforme per estrarre combustibili fossili. Una ventina sono davanti alla Romagna; in gran parte all'altezza di Ravenna. quelli del Comitato - si chiede d’investire in energie alternative per ridurre l’emissione di CO2 che porta l’intero pianeta al surriscaldamento, il 30 novembre 2015 a Parigi, i potenti
della Terra si riuniranno per trovare un accordo su questo problema. Il governo Renzi ha chiesto in gran fretta di appoggiare il decreto “Sblocca Italia”. Con questo decreto si mette in discussione tutto quello che riguarda la nostra salute, la scelta del nostro modo di vivere e di come vivere, saccheggiando e sfruttando il nostro territorio e la democrazia, perché viene fatto senza chiedere il parere delle persone, anzi senza nemmeno rendere noto il contenuto. Probabilmente l’intento del premier Renzi è quello di stancare le persone con una cattiva politica per non portarle nemmeno più a votare, tanto il pensiero comune è diventato che non serve ribellarsi, decidono
tutto loro... e continueranno a decidere alle nostre spalle. Ed è qui che il comitato ha voluto innescare la lotta, fatta principalmente d’informazione. Lo Sblocca Italia in realtà è uno strumento per concedere, semplificando le pratiche, alle multinazionali petrolifere, di avere le licenze per perforare i nostri mari e la nostra terra. La democrazia è stata tolta anche alle Regioni, alle Provincie, ai Comuni, perché la decisione passerà solo attraverso il Governo nazionale, anche se quelli governati dal Pd avevano votato a favore dello Sblocca Italia”. “Anche molti di quelli che hanno richiesto un referendum continuano gli aderenti al Comitato - sono gli stessi che hanno votato in precedenza per lo Sblocca Italia, ci viene da pensare che: o non hanno letto quello che hanno votato, o che il referendum sia costruito in modo tale non garantire il risultato. Per trivellare, verrà usato un
L'INTERVISTA
Dieci anni per il ricambio dell'acqua Siamo al Villaggio Argentina chilometri al Mediterraneo. Per il ricambio completo d'acqua ci vogliono una decina d'anni. Dunque, in caso di disastro, i conti sono presto fatti. Negli anni '70, spesso si trovava in spiaggia del catrame figlio del lavaggio delle petroliere. Ora è vietato, ma pensate quale rischio corriamo. Il turismo nella nostra zona significa quasi il 50 per cento del benessere; non può essere messo a rischio con tale leggerezza. Albergatori e bagnini dovrebbero fare il diavolo a quattro. In Croazia, nazione che dipende fortemente dal turismo, la gente, sulle concessioni per trivellare, si mobilitò con forza fino a vincere. Da noi,
- “E' ora di far basta. L'ecosistema del Mar Adriatico è delicato e fragile; finora ci è andata abbastanza bene”. L'allarme lo lancia il riminese Sauro Pari, il presidente della Fondazione Cetacea di Riccione, l'ospedale dei delfini, delle tartarughe e altro ancora. Fanno anche ricerca e divulgazione. “I due unici incidenti - racconta Pari - degli anni addietro non sono stati molto dannosi. Anche a voler seguire coloro i quali stanno con i trivellatori, alla fine sarà più fango che idrocarburi. Vorrei però ricordare che l'Adriatico è un grosso lago collegato da un canale largo 80 Sauro Pari
invece, le trivellazioni, vengono proposte in un certo modo e la gente non ci fa neppure caso. Sono del parere che insieme agli operatori economici anche la Regione Emilia Romagna dovrebbe partecipare con forza con le ragioni del no. Le mucillaggini che furono un fenomeno naturale crearono difficoltà al turismo; figurarsi se ci dovesse essere una catastrofe ambientale. Altra riflessione; è normale che le aziende petrolifere che trivellanano siano anche i controllori del loro operato. Hanno assegnato tale ruolo, pagando 4 milioni di euro l'anno, alla statale Ispra. Se paghi chi dovrebbe fare le verifiche...”.
- Il Mare Adriatico è più generoso dell'intero Mediteranneo. Nel 2012, si pescarono 120mila tonnellate di pesce; contro i 104mila dell'intero Mediterraneo. Tale ricchezza ittica è dovuto al fiume Po che scarica in mare “cibo” eccellente per la flora e fauna marittima.
sistema di fratturazione idraulica “Fracking”, che consiste nel perforare le zone che possono contenere i giacimenti di gas naturale e successivamente iniettare un getto ad alta pressione di acqua mista a sabbia e prodotti chimici che per reazione fanno risalire l’emissione dei gas in superficie. Queste sostanze chimiche sono potenzialmente dannose per la salute perché solo l’80% del liquido iniettato risale in superficie il resto rimane nel sottosuolo. L’altro pericolo è la possibilità di correlazione con le scosse di terremoto. Un caso spesso citato è quello del 6 novembre 2011, quando lo stato Americano dell’Oklahama è stato colpito da terremoto di magnitudo 5.7 dopo aver perforato con il sistema Fracking. Ad oggi il 22% del territorio della regione Marche e 450.000 ettari di costa sono mira delle lobby petrolifere. Solo nel tratto tra Ancona e Rimini ci saranno 8 piattaforme. Già con le prove di ricerca verranno danneggiati: la pesca, la fauna e la flora, la qualità dell’acqua e quindi il turismo, e per l’entroterra l’agricoltura. La nostra salute non è in vendita, vogliamo avere la possibilità di decidere quali energie utilizzare e vorremmo chiedere al premier Renzi come può presentarsi a Parigi il 30 novembre per un accordo sul clima e nello stesso tempo concedere alle multinazionali petrolifere di ridurre l’Italia un colabrodo. Siamo sicuri che il gioco vale la candela? In questi giorni la Slovenia e la Croazia ha vietato le trivellazioni nel loro territorio, noi dovremmo solo copiare”.
INCHIESTA
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A Riccione un ospedale per la fauna marina eccellenza europea. Fa turismo e cultura per giovani
Fondazione Cetacea: “Troppe tartarughe spiaggiate”
AMARCORD
E Gran Premie ad chesa nostra
FOCUS - La Fondazione Cetacea di Riccione è uno dei centri scientifici più importanti d'Italia. Si trova presso la Colonia Bertazzoni di Riccione. E' un centro dove si curano tartarughe e delfini, si fa ricerca, si trova un piccolo museo. Si sensibilizza l'opinione pubblica sulla magia del mare e dei suoi abitanti. Si accolgono scolarsche e turisti; ogni anno sono decine di migliaia le persone che lo visitano. Lo dirige Sauro Pari. Negli ultimi tempi si spiaggiano moltissime tartarughe e non se ne conoscono le cause. Ecco le ultime attraverso la parole preoccupate della Fondazione.
“Giornate nere in Romagna per le Tartarughe marine. Attorno al 10 di ottobre si sono spiaggiate sull’arenile compreso fra Ravenna e Misano, 40 tartarughe marine morte. Si tratta di esemplari di diverse
Giornate nere quelle di ottobre per le tartarughe. Arrivate in spiaggia una quarantina di carcasse. Non se ne conoscono i motivi. E' allarme dimensioni e la maggior parte già in decomposizione, fra loro, purtroppo, anche Gigi, una tartaruga curata dalla Fondazione Cetacea all’Ospedale delle Tartarughe di Riccione lo scorso anno e rilasciata a Cesenatico l’8 agosto 2014. L’abbiamo potuto appurare dalla targhetta di riconoscimento applicata alla pinna anteriore. Il maggior numero di spiaggiamenti (11) si è avvenuto proprio a Cesenatico dove la Locale Guardia Costiera nella persona del Comandante
Luciani, si è particolarmente prodigata. Il Comandante ha infatti attivato la Rete Regionale per la Salvaguardia delle Tartarughe marine e dei Cetacei, presso la Fondazione Cetacea per chiedere il trasporto delle carcasse all’Istituto Zooprofilattico di Forlì. Determinante in questo la risposta immediatamente positiva dell’Amministrazione Comunale di Cesenatico che ha disposto la raccolta ed il trasporto dei reperti in giornata. L’Istituto Zooprofilattico di Forlì, interpellato ha dato immediata disponibilità. Le necroscopie di un elevato numero di animali sono il modo più sicuro per determinare le cause di morte di questi animali, anche se in stato di decomposizione i loro resti possono dirci ancora molte cose. Resta la tristezza per il ripetersi di questi fenomeni, sempre più frequentemente, sintomo della necessità di appurarne le cause ed agire per risolverle”.
Impalcatura sulla Brutapela Balcone sulla curva del tramonto. Per tutti grigliata con vino e pane (la piadina è troppo complessa da fare)
L'ospedale delle tartarughe di Riccione
Centèmèlla personie agl'iè arivie a Misèn per e Gran Premie ad Rèmne e San Marèn, e Gran Premie, per la genta de post l'è stè i quatrèn chi ià spost. U si zcòr d'un indòt ecceziunel e ad quest la zcurs snò un giurnel e pensè cl'è entre qualcosa cume 25 miliun ad euro tal casie dal benchie de teritorie Sla setssa cifra a Murcèn i cumpleta e rinnovament dla Ghigi cosa clà po' fè scurdè anche i mument piò grigi a pudem perfina pensè che un po' ad ripresa da num la è già ariva. Anche per qui che fina ier in gni cridiva. Ma san Marèn, Remne e Misèn sta volta bsogna batie propria al men. I diretur ad gara je stè quasi perfèt nonostent l'acqua la fessa i su dispet. Tuna curva ma Lorenzo la a fat sguillè via e qualch tifòs un a cert brillè ad cortesia. Sta volta Valentino l'a sbajè strategia ma non per quest us discut la su magia. Una patacheda vicina chesa sua us la po' permet finenta che mez circuit e porta un 46 sora e su brèt. Se a Tavullia sona al campèn e vo dì che mez paes u si sfrega al mèn. Emilio Cavalli
BANCAPOPOLARE VALCONCA AZIENDE INFORMANO
Un momento dello spettacolo. L'incasso è stato devoluto in beneficenza alla casa di riposo intitolata a Sant'Amato
“Che spettacolo i dipendenti Bpv” - Sabato 10 ottobre, con il patrocinio del Comune di Saludecio, il sostegno della banca Popolare Valconca e del Circolo Ricreativo dell’Istituto, un gruppo di Dipendenti della Banca ha offerto al pubblico una serata di grande spettacolo con musica, canto, ballo, poesia e teatro. Ben 24 persone si sono attivate per ideare, sviluppare, organizzare e concre-
tizzare un evento partito dalla semplice idea di passare un po’ di tempo a suonare in compagnia e tramutatosi un po’ alla volta in uno spettacolo vero e proprio con tanto di effetti speciali appannaggio dei professionisti del palcoscenico. Una sapiente e professionale regia è riuscita a far convivere in modo armonioso il suono di otto strumenti, la voce di quattro
cantanti, la recita di poesie scritte da uno del gruppo e – pure – un divertente sketch dialettale che ha fatto ridere di gusto la platea. Un vero pienone, con il pubblico che ha occupato proprio tutti i posti a disposizione, sia in platea che in galleria, del bel teatro “G.Verdi” di Saludecio concesso per l’occasione dalla Amministrazione comunale.
I molteplici e calorosi applausi, oltre ai complimenti del pubblico al termine della serata hanno gratificato gli artisti e tutti coloro che si sono dati da fare in questa bella occasione di incontro che, ci auguriamo, possa essere ripetuta. La soddisfazione però non si è limitata agli occhi ed alle orecchie ma si è estesa a qualcosa di più interiore, perché nell’in-
FOCUS
Restaurata dalla Bpv. Cerimonia il 21 novembre. Ricorda l'audacia di 11 ragazze che riuscirono a salvare una scialuppa di militari naufragati nel 1917 Il lungomare di Marotta
con viveri, vino e medicinali, ancorarono saldamente a terra il relitto. Per ricordare l'episodio nel 1967 venne scoperta una stele. L'opera, finita nei magazzini comunali, in malora, grazie alla sensibilità della Banca Popolare Valconca, è stata riportata agli antichi splendori. Il 21 novembre, ore 10, nei giardini Faà di Bruno, lungomare Cristofoto Colombo, a Marotta ci sarà l’inaugurazione della stele restaurata alla presenza delle autorità cittadi-
della Filiale di Mondaino Davide Guidi alla responsabile Suor Liza, il ricavato della serata (1.000 •) che verranno utilizzati per l’acquisto di nuovi materassi della struttura. Un piccolo gesto per fare arrivare anche a chi non c’era ma ne ha bisogno, il calore, la passione e il cuore messi dai partecipanti in tutta l’iniziativa. Fiorenzo Sanchi
FOCUS
Marotta, la stele di Faà di Bruno tornata agli antichi splendori
- Il “Faà di Bruno”, grosso Monitore della Marina da guerra intitolato ad uno scienziato, il 18 novembre del 1917 in rotta di trasferimento da Venezia ad Ancona, nelle drammatiche giornate di Caporetto, naufraga al largo di Marotta, causa una terribile tempesta. Il comandante, Ildebrando Goiran, porta la fragile scialuppa nelle secche di Marotta. Grazie a undici eroiche ragazze, con competenza marinara, dopo avere soccorso l’equipaggio
tento degli organizzatori vi era anche quello di devolvere l’intero incasso della serata in beneficenza. Così il 27 ottobre, presso la Casa di riposo “Opera Pia Santo Amato Ronconi” alla presenza del Sindaco di Saludecio Dilvo Polidori, del Presidente della Casa di riposo Giovanni Piccioni e di tutti gli ospiti della Casa, è stato consegnato dal titolare
ne. Presenti anche i ragazzi delle elementari e medie che hanno svolto un lavoro sullo storico fatto. La stele venne regalata dal Comune di Roma a Marotta nel 1967; fu collocata in piazzale Kennedy. Nel 1987 fu spostata nei giardini sul lungomare. Nel '92, per il rifacimento del giardino, venne tolta e depositata in un magazzino per essere distrutta, come da delibera comunale. Fortunatamente non è stata frantumata. Grazie alla civiltà di Mario Ercolani e Francesco Rassotti tornerà nel suo spazio originario.
La copertina
“Vivere a Rimini negli anni della Grande Guerra. La quotidianità tra bombardamenti, terremoti, fame e profughi” è il titolo del libro presentato lo scorso 6 novembre alle ore 17 a Rimini nella sala del Podestà. Scritto da Davide Bagnaresi, Panozzo editore, contributo della Banca Popolarer Valconca, è stato chiamato a raccontarlo il professor Mirco Carrattieri. Quando si pensa alla Grande Guerra si è soliti spostare
e persino dal sottosuolo (il riferimento è ai terremoti dell’estate 1916). Di particolare interesse sono i numerosi elementi di microstoria che portano, in parte, a ricostruire una geografia dei luoghi oggi non più presente. In momenti particolarmente sensibili, infatti, anche i luoghi delle città si trasformano, modificando la propria funzione origina-
Rimini durante la Prima guerra mondiale l’attenzione a eventi bellici del fronte, strategie militari e conseguenze geopolitiche. Recentemente la storiografia ha iniziato a proporre nuovi studi dedicati a chi, quei fronti, non li vide mai, ma fu costretto a subire le conseguenze della guerra «da casa propria». Riallacciandosi a questo filone di storia sociale il libro di Bagnaresi intende ripercorrere la quotidianità di una città che, seppur lontana dai teatri di guerra, fu sconvolta dagli eventi bellici. Il testo si suddivide in due
parti. La prima descrive una città ancora neutrale, che si muove tra una stagione balneare (quella del 1914) decisamente movimentata, tra le «classiche» sfide tra neutralisti e interventisti e lungo una crisi economica che, a causa dei divieti di pesca e commercio marittimo, iniziò a serpeggiare già nell’autunno di quell’anno. La seconda parte entra nel vivo di una città in conflitto e grazie all’utilizzo di documentazione in buona parte inedita ricostruisce le ansie e le paure di una popolazione in preda ad attacchi dal mare, dal cielo
ria. Accadde anche a Rimini, dove i luoghi del loisir divennero luoghi di propaganda e dove furono creati importanti luoghi di aggregazione per i numerosi soldati di stanza in città. Dal testo emerge un fenomeno preciso: benché presenti casi di disfattismo la città in questi anni si dimostrò sempre unita nell’aiuto verso coloro ai quali la guerra stava portando via tutto. Merito fu delle donne riminesi che, agendo nel loro ruolo di «supplenza», istituirono numerose associazioni di beneficenza.
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Il sindaco di Rimini rilancia l'idea di sistemapaese. Milano la città più visitata dagli stranieri
IL FATTO
Pasolini, indagine sulla ‘non scomparsa’ di Gabriele Paci - Il vero, insuperabile, straordinario mistero che concerne Pier Paolo Pasolini è quello della sua ‘non scomparsa’. Quaranta anni da quella ‘scomparsa’, avvenuta a Roma, Piazzale dell’Idroscalo della periferica Ostia, dove si era recato con un ragazzetto diciassettenne, Pino Pelosi, per metterglielo o prenderselo in culo. Ma quello pare non fosse molto d’accordo sulla prima ipotesi. Quaranta anni fa, appunto. Notte tra l’1 e il 2 Novembre 1975, prime ore di Domenica 2: PPP va incontro al proprio destino. Un prefigurato finale in cui precipitava la vita del più fecondo intellettuale italiano. E la straordinaria, crescente attenzione di questo anniversario nei confronti suoi e della sua opera sta a dimostrare quanto lo fosse. Quanto lo sia. Con i fatti. Perché continua la sua influenza sui nostri tempi e la pratica traduzione nell’oggi, e per il nostro agire, del suo magistero. Proprio per questo occorre ‘indagare’ sul vero mistero che lo circonda. Come sia possibile il quasi impossibile. O almeno assai raramente visto in queste dimensioni. Vale a dire come il suo profetico e lucidissimo antivedere, costituisca strumento di ulteriore lavoro. Per l’oggi e per il domani. “La grande energia che l’opera di
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Pier Paolo Pasolini Pasolini continua a trasmettere nel mondo è dovuta alla pluralità di campi d’intervento, alle incursioni piratesche in terreni al di fuori delle sue competenze ed alla capacità di mostrare le incoerenze, i punti deboli del sistema. E, sopra tutto, alla sua capacità di porre dubbi, seminare interrogativi, abbattere verità accettate convenzionalmente. Pasolini era uno straordinario uomo-orchestra, un Re Mida che dominava i materiali espressivi più eterogenei, trasformandoli al minimo contatto”. Lo afferma, da tempo, Gian Piero Brunetta. Il passare del tempo stesso, i fatti, che sono ben crudo argomento, lo dimostrano continuamente e sempre più l’avvalorano. Quaranta anni dopo Pasolini parla ed agisce. In prima persona. Perciò abbiamo lanciato, la Proposta di ‘Commissione di Indagine sulla non scomparsa di Pier Paolo Pasolini’. Ché Pasolini è vivo.
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Gnassi: “Non disperdere il patrimonio dell'Expo” - Milano è la città italiana più visitata dagli stranieri. Non per turismo ma per affari. Dunque, piuttosto che andare all'estero con gli svogliati dell'Enit (Eente nazionale per il turismo) sarebbe meglio comunicare il patrimonio artistico, culturale ed ambientale italiano nel capoluogo lombardo. Basterebbe sapersi organizzare, senza sciupare risorse. L'importanza di Milano l'ha colta anche Andrea Gnassi, il sindaco di Rimini. “Lo straordinario successo di Expo - riflette Gnassi - impegna l’Italia e i territori italiani a non disperdere questa fortuna. La gestione del post Expo sarà decisiva quanto, se non più, la realizzazione dell’esposizione mondiale. Le cronache italiane sono piene, purtroppo, di occasioni perdute, elidendo una grande eredità per incapacità di organizzazione e scarsa lungimiranza. Una riflessione sul tema
Andrebbe costruito un sistema-Paese partendo dai centri economici ed attrattivi veri dell'Italia
LA POLITICA
riguarda anche il nostro territorio. Metto assieme due recentissime notizie, apparentemente disconnesse l’una dall’altra: il protagonismo di Rimini nella mostra al Padiglione Italia ‘Giotto, l’Italia, i Luoghi’ visitata da milioni di persone e l’annuncio di potenziamento della linea ferroviaria lungo il ‘corridoio adriatico’. Quarantaquattro minuti per raggiungere la nostra città dal capoluogo di regione, i due poli artistici su cui si snoda uno dei sei itinerari giotteschi la cui rappresentazione è stata letteralmente presa d’assalto da vi-
sitatori di tutto il mondo. Il senso del dopo Expo per il Paese e del futuro prossimo venturo Riminese risiede simbolicamente in questa doppia ‘nota a margine’: i territori non sono autosufficienti né repubbliche a sé stanti; hanno un’opportunità di crescere se dialogano tra loro a partire dal patrimonio storico artistico e dalle eccellenze ambientali quali elementi attrattori trasversali. La riviera romagnola ha assoluta necessità di collegarsi al resto del mondo; indispensabili sono sistemi di mobilità che ‘diminuiscano’ tempi e
percorsi. Con l’alta velocità, Milano e Rimini sono divise da appena 104 minuti. La direttrice della via Emilia, uno dei ‘must’ del’Expo, sarà percorribile in ambo i sensi in spazi temporali impensabili sino a ieri. Collegare in un tempo breve la Casa del Cinema dedicata a Fellini, il mare, il Parco del Mare ai grandi ‘hub’ della logistica del centro nord è il nostro orizzonte, percorrendo gli stessi passi di artisti come Giotto che l’Italia la hanno collegata con i loro capolavori, lasciando ai posteri un’eredità meravigliosa e un compito impegnativo. Rimini, che come città ‘pioniera’ della pianificazione strategica parte in vantaggio rispetto a molte concorrenti su questo terreno, sa che il ‘dopo Expo’ si gioca su questo versante. Le centinaia di migliaia di persone in fila per vedere la mostra di Giotto all’esposizione mondiale di Milano sono le stesse che vengono al mare da noi”.
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Valentina Pazzini, scultrice poco più che trentenne, originaria della Repubblica di San Marino
Pensieri di marmo
Valentina Pazzini
Partecipa alla Biennale di Venezia: un tra-
guardo di rilievo. È nel suo studio a Castelpoggio che lavora alla sua ultima scultura, ideata e creata in un giorno, prendendo spunto dal tragico attentato al settimanale satirico francese Charlie Hebdo il 7 gennaio 2015: una matita in marmo bianco che si appoggia su una lastra nera; un omaggio alla libertà di espressione. E' l'opera che espone a Venezia in una delle quattro storiche sedi predisposte per il progetto S.Marino/Cina, il celebre Palazzo Rota Ivancich SGUARDI D'ARTISTA di Annamaria Bernucci* - Esporre alla Biennale di Venezia è un traguardo di rilievo. Lo sa bene Valentina Pazzini, scultrice poco più che trentenne, originaria della Repubblica di San Marino, che è entrata a far parte del gruppo di artisti selezionati da Vincenzo Sanfo, presidente del Centro italiano per le Arti e la Cultura, per Republic of San Marino
“Friendship Project” China progetto che accomuna al Piccolo Stato una delle più grandi realtà mondiali, la Repubblica Popolare di Cina, a cui San Marino è legata da una antica e profonda amicizia. Valentina è una donna caparbia e sognatrice, alla ricerca di un posto nel mondo dove la sua arte venga ap-
prezzata e valorizzata. Ma è anche una scultrice umile, che ha avuto il coraggio di investire sulla propria ricerca e professione. La partecipazione alla Biennale veneziana costituisce sicuramente per lei un raggiungimento importante.
Nel 2008 si diploma in scultura all’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Determinata a perseguire la strada del ‘marmo’ si trasferisce a Carrara dove si iscrive alla scuola d’Arte Pietro Tacca. Qui entra in contatto con artigiani e scultori di tutto il
mondo che si concentrano nella zona di Carrara. In Toscana – racconta- era arrivata la prima volta nel 2007 per un corso di dieci giorni, e quella esperienza fu illuminante per capire che il proseguo della sua specializzazione e del suo lavoro avrebbe potuto continuare solo lì. Indipendente e coraggiosa, non l’ha affatto inibita. l’essere donna scultrice in un sistema come quello carrarese dove lavorare il marmo è mestiere muscolare e maschile. È nel suo studio a Castelpoggio che lavora alla sua ultima scultura, ideata e creata in un giorno, prendendo spunto dal tragico attentato al settimanale satirico francese Charlie Hebdo il 7 gennaio 2015: una matita in marmo bianco che si appoggia su una lastra nera; un omaggio alla libertà di espressione, opera che espone a Venezia in una delle quattro storiche sedi predisposte per il pro-
getto S.Marino/Cina, il celebre Palazzo Rota Ivancich. Va sottolineato che questa sede veneziana della mostra cino-sammarinese è estremamente suggestiva; l’edificio del XVI secolo fu frequentato anche da Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Futurismo, e da Ernest Hemingway che lì completò il libro Di là dal fiume e tra gli alberi: in quella cornice, nel 1948, avvenne il primo incontro dello scrittore con l’adolescente Adriana Ivancich, ispiratrice del personaggio di Renata nel libro. E da questa storica cornice ci piace immaginare l’inizio di un lungo viaggio ‘nel marmo’ di questa giovane tenace scultrice sammarinese. In fondo la piccola Repubblica è stata fondata secondo la tradizione dal santo dalmata Marino che venne in Italia dall’isola di Arbe nel 257 con San Leo per lavorare come scalpellino al restauro delle mura di Rimini, lavoro per il quale si recava sul Monte Titano per estrarre e lavorare la roccia...
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Fucilieri di marina che scortavano i pescherecci. Come Girone e Latorre oggi - Quando parlo di Riccione sul finire del Settecento, mi preoccupo sempre di fare una premessa: a dispetto della convinzione quasi generale, in quel periodo Riccione non aveva affatto una forte vocazione marinara. Viveva essenzialmente di agricoltura. A forza di parlare sempre e soltanto di mare e di barche, si è ingenerata una credenza sbagliata. Questo, perché della terra e dei campi non si parla mai; perché l’agricoltura non fa storia; perché il sudore dei contadini è sempre uguale. Chi avesse voglia di faticare sui documenti, scoprirebbe che le famiglie di allora erano composte in larghissima parte da agricoltori. Solo in rari casi compariva qualche “marinaro”, accanto ai pochi artigiani residenti in Paese. Nella sostanza si trattava di quel surplus di braccia che trovava una piccola valvola di sfogo nell’attività della pesca, generalmente stagionale, quando si cercava di evitare la scelta radicale e sempre drammatica dell’emigrazione. È una premessa necessaria e doverosa, nel momento che anche io, oggi, parlo di cose marinare. Dunque, siamo negli ultimi decenni del '700. Il fenomeno della pirateria in Adriatico vive le sue ultime manifestazioni; cesserà ufficialmente nel 1830, con la caduta della Reggenza ottomana di Algeri. Dopo la costruzione delle torri di avvistamento, nel 1673, il sistema di vigilanza costiera aveva consolidato la sua struttura, ma ne aveva mutato progressivamente la natura: diminuiva il pericolo delle fuste turchesche, ma aumentava il pericolo sanitario e il rischio dei conta-
Del Bianco, Galli, Mancini, Migani, Bianchini CILTURA
di Oreste Delucca gi. Quindi la vigilanza costiera sommava in sé due finalità: tendeva ancora a scongiurare il contatto con i pirati, ma sempre più tendeva a scongiurare il contatto con persone e cose sconosciute, foriere di introdurre epidemie. Non a caso, nel bilancio pubblico, le spese per tali fini erano imputate ad un unico capitolo denominato “Fuste e contagio”. Il meccanismo di vigilanza comprendeva: la presenza delle citate torri di avvistamento che, in caso di pericolo, davano l’allarme con spari (di giorno) e fuochi (di notte); una serie di casotti in legno sulla spiaggia, dotati di soldati che presidiavano il lido negli spazi intermedi fra le varie torri; una “battuta” a cavallo che percorreva avanti e indietro la marina. A ciò si aggiungeva la presenza obbligatoria di un soldato o guardiano munito di archibugio a bordo di ogni barca destinata alla pesca o al trasporto marittimo. Suo compito era quello di un primo contrasto ma, soprattutto, quello di dare l’allarme all’avvicinarsi di legni sospetti oppure in caso di “ogni sinistro incon-
1784: il sistema difensivo costiero, con le torri di avvistamento e i casotti (numerati) tro”, come recitavano le disposizioni. Le normative che si sono conservate rimangono sulle generali; esiste però un carteggio relativo all’anno 1784 che contiene molti dettagli sul complesso meccanismo appena descritto e in particolare riguardo la dotazione del guardiano armato sulle varie barche. Le imbarcazioni dell’area riccionese che compaiono in quel carteggio risultano esclusivamente destinate alla pesca “a spuntale” (una specie di ”tratta”) e non comprendono mai legni da trasporto o per la pesca d’altura. Da notare che le citate ordinanze sono sempre riferite alla buona stagione, riguardando perciò una attività dal carattere prettamente stagionale. Inoltre evidenziano che ciascuna barca poteva esercitare la pesca su un tratto di mare rigorosamente delimitato:
- l’11 agosto 1784 la barca del parone Domenico Buldrini di Riccione, con guardiano Giuseppe Migani, poteva pescare fra la torre delle Fontanelle e la torre della Trinità; la barca del parone Antonio Maria Quadrelli di Riccione, con guardiano Alessio Quadrelli, poteva pescare fra la torre delle Fontanelle e il rio dell’Agina; la barca del parone Lorenzo Bazzotti, con guardiano Nicola Mancini, poteva pescare fra la torre della Trinità e il fiume Ausa; la barca del parone Giuseppe Biagini di Riccione, con guardiano Giuliano Galli, poteva pescare fra il rio Melo e il fiume Ausa; - il 12 agosto 1784 la barca del parone Alessandro Sartini di S. Lorenzo in Strada, con guardiano Pietro Bazzotti, poteva pescare fra la torre della Trinità e il fiume Ausa;
- il 14 agosto 1784 la barca del parone Giovanni Franceschi di Casalecchio, con guardiano Pietro Giovanni Bianchini, poteva pescare fra la torre della Trinità e il fiume Ausa; - il 4 settembre 1784 la barca del parone Antonio Del Bianco di Riccione, con guardiano Battista Del Bianco, poteva pescare fra la torre delle Fontanelle e la torre della Trinità; - il 21 settembre 1784 la barca del parone Biagio Antonio Succi di Casalecchio, con guardiano Francesco Succi, poteva pescare tra il fiume Marano e il fiume Ausa; - l’11 ottobre 1784 la barca del parone Biagio Migani di Riccione, con guardiano Francesco Filippini, poteva pescare fra la torre delle
Fontanelle e il rio del Pantano; - il 17 ottobre 1784 la barca del parone Francesco Torsani di S. Lorenzo in Strada, con guardiano Alessandro Sartini, poteva pescare fra il rio del Pantano e il rio della Cassina. Queste segnalazioni suggeriscono spontaneamente una analogia fra i soldati o guardiani a bordo delle nostre barche del tardo Settecento e i soldati che ancora oggi integrano l’equipaggio dei bastimenti costretti a coprire rotte poco sicure. La pirateria a noi sembra un fenomeno d’altri tempi, rimosso ormai dalla memoria; eppure è ben presente in varie parti del globo, specie nei luoghi oggetto di intensa frequentazione marittima, soprattutto per il trasporto delle materie prime (petrolio innanzitutto). Il Corno d’Africa, il Golfo di Guinea, i mari dell’Asia sud-orientale, sono le aree dove attualmente si concentra l’attività dei pirati, alla quale si cerca di porre riparo con il dispiegamento di navi da guerra delle marine nazionali interessate, con l’allestimento di speciali apparati dissuasivi a bordo dei bastimenti, ivi compresa la dotazione di scorte armate. Tutto questo intenso lavorìo avviene generalmente nel silenzio e nel disinteresse generale; salvo il verificarsi di incidenti clamorosi o il crearsi di situazioni eclatanti. È il caso arcinoto della petroliera italiana Enrica Lexie e dei fucilieri di marina Girone e La Torre arrestati dalle autorità indiane con l’accusa di avere ucciso due pescatori scambiati per pirati.
l'OPINIONE
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E' il patto dell'alleanza Renzi-Verdini? Si apre un periodo confuso L'AFFONDO - Giunto alla fin della licenza... 3
Le ‘strane’ dimissioni di Marino Tso e le “strane” notizie su Barani Inizia in prima pagina
ha rivendicato la democraticità, ora rinnegata. Il suo nemico è diventato il fondatore dello stesso partito, Matteo Renzi. Si apre un periodo assai confuso, in fondo al quale il governo di Roma è in grave pericolo. Al partito democratico è servito l’apporto determinante di Alfio Marchini, antico avversario di Marino, al quale lo stesso Orfini aveva chiesto aiuto: “Ti chiamo anche a nome di Renzi, dacci una mano”, il messaggio. Marchini è tornato ieri da Milano e piombato in Campidoglio quando già il Partito democratico aveva convinto tutti i suoi consiglieri alle dimissioni. Decisione sofferta, ma inevitabile. Così il Partito democratico ha potuto aggiungere ai suoi consiglieri i sei di Marchini, raggiungendo il fatidico numero dei 25 consiglieri necessari ad ottenere la maggioranza del Consiglio comunale.
Il Pd ha chiesto aiuto al gruppo di Marchini. Marino ha commesso errori ma ha governato non male la città. La situazione era rimediabile
Il professor Alessandro Roveri
IL PUNTO DI VISTA Marino ha commesso errori, ma ha governato non male la città. La situazione era ancora rimediabile. Bastava che Renzi, il factotum del partito democratico, decidesse di andare avanti con il sindaco Marino e non avesse deciso di procedere con Verdini. E invece la sua scelta è stata definitiva. Per questo dedichiamo al Barani le note di questa sciagurata scelta di Renzi. Barani è il capogruppo di Alleanza popolare, e il 29 luglio 2015 ha abbandonato il gruppo
parlamentare Autonomia e Libertà ed ha aderito al neogruppo di Verdini, divenendo capogruppo dello stesso (il 5 agosto lascia la carica di segretario del nuovo PSI e aderisce a Forza Italia). Il 6 ottobre 2015 viene sospeso per cinque giorni, con il collega di partito Vincenzo D’Anna, per le polemiche sui suoi gesti sessisti. Nell’agosto 1997, come sindaco di Aulla, fece erigere cartelli di benvenuto come Comune dedipietrizzato.
Dopo conferì la cittadinanza ordinaria di Aulla a Bettino Craxi, e il 24 agosto 1999 andò ad Hammamet ed ottenne il ringraziamento di Craxi, del quale successivamente tornò per calare la bara dello stesso Craxi. Nel febbraio 2005 fece erigere ad Aulla una statua commemorativa di Bettino Craxi. Al suo fianco fece erigere un monumento ai “Martiri di Tangentopoli”. Entrambi i monumenti si trovano in piazza Bettino Craxi, ricavata dalla divisione di piazza Gramsci. Come sindaco di Villafranca ha intitolato una via a Ben Alì, reo di avere ospitato Bettino Craxi ad Hammamet dal 1993 al 2000 ed averlo protetto dall’estradizione. Ma dopo la rivoluzione tunisina Ben Alì è stato esiliato.
*Libero docente all'Università di Roma
di Gabriele Della Rovere
- ‘Mineo’ è ormai, in Italia, un nome che evoca tristi scenari, dal ‘CARA di Mineo’, Centro Accoglienza al crocevia di dubbi, anzi chiarissimi, interessi, a Corradino Mineo, Senatore indipendente appena fuoriuscito dal Partito Democratico nelle cui liste era stato eletto nel 2013, già non disprezzabile Direttore di RaiNews 24. Che ha sostenuto: “Matteo Renzi è subalterno a una donna bella e decisa. Io so”. Nient’affatto disprezzabile Direttore, disprezzabile, invece, come autore di un mediocre meccanismo ricattatorio. Con il Fatto Quotidiano, che lo ha intervistato, ha rincarato la dose. “Renzi non si permetta perché io so. Certi limiti potrebbero costargli la carriera politica, colui che si mette sul piano di chi svela conversazioni private ha tutto da perdere…”. “Renzi (…) sa che io so. So quanto possa sentirsi subalterno a una donna bella e decisa, fino al punto di rimettere in discussione il suo stesso ruolo al governo. Io so, ma non rivelo i dettagli di conversazioni private”. E ancora, direttamente rivolto a Renzi: “Io sono una persona perbene, per fortuna tua”. “(…) ho avvisato Renzi. ‘Guarda ragazzo, io non sono come te: a mettersi su questo piano ci si può solo rimettere’”. “Gli ho solo detto: so quanto sei debole, ti conosco bene”. “E’ un avviso a lui. Lo ripeto: a voler sempre asfaltare tutti, si finisce con il danneggiare se stessi. (…) fuori dalla scena ha limiti grossi. Questo lo dico. (…) è bravissimo nel gioco politico, assolutamente incerto quando si tratta di altre cose. E per un capo del governo questo rappresenta un difetto molto grave”. “Si tratta di fatti riguardo ai
quali ho un’idea molto precisa. (…) Per presa visione, esattamente”. E, dunque, a parte l’inquietante ipotesi di numeri sessuali almeno a tre, con Mineo in versione voyeur mentre Renzi e la sua mistress conducevano dinnanzi a lui i propri ludi carnali (tenderemmo ad escluderlo), trattasi di goffo tentativo di allusioni ricattatorie. Ancora più ignobili dinnanzi alla pretesa che quel “Io so” abbia effettiva valenza pasoliniana: ma non tutto quel che è marrone, è necessariamente cioccolata. E PPP, impropriamente evocato e proprio nel quarantennale della ‘scomparsa’, starà surgendo dalla tomba, od ovunque effettivamente si trovi, per prenderlo a randellate. E, dunque, continua la logica del ricatto, per quanto pasticcione ed autolesionista, nel ‘Paese dei Ricatti’. Dalla stessa sinistra del PD, e non solo, si sono chieste le sue scuse. Eh, no, troppo comodo, ché il vulnus inflitto da Mineo alla convivenza civile è grande. Tanto, tanto, più grave se ‘commesso’ da una persona come lui personalmente e professionalmente rispettabile. Cui deve essere partita la brocca, magari per comprensibili, ma ingiustificabili motivi. Fosse stato un Vittorio Sgarbi, che infamò Indro Montanelli reo di aver fondato e dirigere, all’epoca, il quotidiano la Voce, attaccandolo sul privato dalle televisioni di Silvio Berlusconi; fosse stato un Renato Brunetta, un Francesco Storace o qualche altro campione del cattivo gusto... Ma da lui… Il minimo sarebbero le dimissioni. O, visto che trattasi di questione psichiatrica, al limite un bel TSO, Trattamento Sanitario Obbligatorio.
ECONOMIA
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Il pontefice ha ricevuto l'Ucid, Unione cristiana imprenditori dirigenti
- Il 31 ottobre 2015 è stata una giornata memorabile per tutta l’Ucid (Unione cristina imprenditori dirigenti) perché più di 7.000 persone hanno incontrato Papa Francesco nell’Aula Paolo VI in Vaticano. L’evento ha avuto una grande eco su tutti i media. Hanno parlato dell’evento il TG1, il Corriere della Sera, il Sole 24 Ore, l’Osservatore Romano, la Stampa, La Repubblica, Avvenire e molti altri. Nei brevi discorsi di presentazione del Consulente ecclesiastico Card. De Giorgi e del Presidente Nazionale Giancarlo Abete sono state ricordate le origini dell’associazione, risalenti al 1945 con la nascita del Gruppo Lombardo, ad opera del Cardinale Schuster e di un illuminato gruppo di imprenditori cattolici lombardi, e del Gruppo Ligure, su esortazione del Cardinale Siri. Dopo queste prime pietre, nasce nel 1947, l’Ucid Nazionale con l’obiettivo di fare conoscere, diffondere e testimoniare i grandi valori della Dottrina Sociale della Chiesa agli imprenditori, dirigenti e professionisti cristiani. E ricordare costantemente a tutti che l’attività economica e imprenditoriale non può mai essere disgiunta dall’etica e dalla morale con due precisi punti di riferimento: la centralità della persona umana e il perseguimento del bene comune.
- È iniziato il corso di teatro delle “diverse abilità”: a tagliare il nastro il venerdì i ragazzi dell’associazione Davide Pacassoni e i volontari dell’associazione “Luigi Pagniello” insieme al Teatro Cinquequattrini, Auser, Casa Matta e Amministrazione comunale. Il teatro Massari sarà la cornice di queste lezioni teatrali che avranno luogo tutti i venerdì, dalle 15,30 alle 16,30, fino allo spettacolo finale in programma sabato 19 dicembre. L’iniziativa è nata dall’associazione “Luigi Pagniello”, associazione marignanese no profit la cui attività principale consiste nella conduzione di un Gruppo di auto mutuo aiuto per l’elaborazione del lutto. Il laboratorio teatrale sarà un “ponte” importante “per superare barriere fisiche, mentali e sociali”, si legge nel
PapaFrancesco,lafamigliaeillavoro Il contratto part-time è quel contratto che fa felici 4 persone: una mamma, un figlio, un marito, una disoccupata. E si incrementa una occupazione femminile virtuosa
Alberto Brighi, uno degli imprenditori Ucid
ECONOMIA Sulla vocazione imprenditoriale, Papa Francesco ha citato l’Evangelii gaudium ricordando che quello dell’imprenditore “è un nobile lavoro, sempre che si lasci interrogare da un significato più ampio della vita; questo gli permette di servire veramente il bene comune, con il suo sforzo di moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo”. Ha poi toccato un tema molto importante e attuale: la famiglia e il lavoro, quello femminile in particolare. “La donna deve essere custodita, aiutata in questo doppio lavoro: il diritto a lavorare e il diritto alla maternità... E’ decisivo
avere una speciale attenzione per la qualità della vita lavorativa dei dipendenti, che sono la risorsa più preziosa di una impresa. In particolare per favorire l’armonizzazione tra lavoro e famiglia. Penso in modo particolare alle lavoratrici: la sfida è tutelare al tempo stesso sia il loro diritto ad
un lavoro pienamente riconosciuto, sia la loro vocazione alla maternità e alla presenza in famiglia.” E infine un richiamo chiaro a tutti gli operatori economici: “Non basta fare assistenza….E’ necessario orientare l’attività economica in senso evangelico, cioè al
servizio della persona e del bene comune…siete chiamati a cooperare per far crescere uno spirito imprenditoriale di sussidiarietà…e creare buone opportunità di lavoro.” In sintesi tre argomenti: etica, lavoro, particolarmente quello femminile e sussidiarietà. Decliniamo il concetto di Sussidiarietà: non calare dall’alto problemi e soluzioni, ma fare scegliere e decidere i protagonisti diretti. Nel caso del lavoro femminile mettiamo mamma e papà nella condizione di potere scegliere se lavorare a tempo pieno o se, provvisoriamente, per il tempo che si riterrà necessario, ridurre l’impegno lavorativo fuori casa. Dalla esperienza quotidiana di quasi tutte le lavoratrici mamme, emerge chiaramente che il “part-time” (orario ridotto) è una delle richieste che, al rientro dalla maternità, più frequentemente le giovani mamme rivolgono ai loro datori di lavoro, spesso purtroppo inascoltate. E allora approfitto del messaggio del Papa per invita-
re tutti gli imprenditori e dirigenti, lettori de La Piazza, a porsi queste tre domande. - Quante mamme, al rientro dalla maternità, hanno chiesto di lavorare parttime?……….. - A quante è stato concesso?........ - A quante è stato negato?........ - Quante mamme, che oggi lavorano a tempo pieno, vorrebbero lavorare parttime?....... Lavoro domestico e lavoro professionale sono entrambi importanti e sono spesso in conflitto fra loro. E’ bene invece cercare di metterli d’accordo, consentendo alle mamme di fare un po’ questo e un po’ quello. Il Papa non ha citato espressamente il contratto parttime ( non è compito Suo entrare nei dettagli tecnici) ma a me è sembrato di leggerlo in quello che ha detto. Qualche lettore ricorderà che il contratto part-time è quel contratto che fa felici 4 persone: una mamma, un figlio, un marito, una disoccupata. E si incrementa una occupazione femminile virtuosa. Gianfranco Vanzini, presidente Ucid Rimini
San Giovanni: corso di teatro per diverse abilità L’iniziativa è nata dall’associazione “Luigi Pagniello”, associazione marignanese no profit la cui attività principale consiste nella conduzione di un Gruppo di auto mutuo aiuto per l’elaborazione del lutto progetto, e infatti non è aperto solo ai diversamente abili ma anche ai normodotati. Virginia Spadoni e Silvia Giorgi della compagnia teatrale dei Cinquequattrini, con la consulenza di Lucia Giammattei, saranno le docenti di questo corso che culminerà in uno spettacolo finale il cui ricavato sarà
San Giovanni, il Massari
devoluto al Dispensario di Hashirà (Etiopia), un centro medico sanitario che offre cure di primo intervento alla popolazione, fornisce assistenza al parto, ai neonati e ai bambini che si trovano in situazione di
denutrizione e scarse condizioni igieniche. “Ci troviamo di fronte a un incontro tra diverse realtà molto attive e sensibili in ambito sociale – dice la vice sindaco marignanese Michela Bertuccioli - La promozione di un lavoro di rete tra associazioni ha permesso di arrivare alla creazione di un progetto innovativo che permette di fare una esperienza espressiva in un contesto ricco di diverse abilità umane. Abbiamo abbracciato e sostenuto il progetto proposto dall’associazione Pagniello fin dalla sua prima ideazione credendo nel valore
e ruolo che il Teatro riveste nel permettere conoscenza ed esperienza di sé e degli altri. Strada facendo si sono aggiunti altri partner importanti che hanno valorizzato e arricchito la proposta e che ringraziamo. Pensiamo alla collaborazione dell’associazione Davide Pacassoni, i cui volontari operano quotidianamente con professionalità, ad Auser - La
volontarimini@volontarimini.it
CasaMatta che sostiene tante iniziative preziose come questa e alla Compagnia Teatro Cinquequattrini. Ricordiamo che si tratta di un corso gratuito, aperto a tutti, che culminerà con una rappresentazione il cui ricavato andrà in beneficenza”. “Per noi l’esperienza del teatro – conclude Anna Maria Parisi dell’associazione “Luigi Pagniello” - ha anche un valore aggiunto perché, nei laboratori di teatro con bambini e ragazzi diversamente abili, mio figlio amava venire con me e ricordo ancora la gioia con cui era salutato e chiamato da questi ragazzi. Proprio per questo motivo è come se anche lui fosse presente in questo progetto”.
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RICCIONE
“Si costruisce anche dagli scranni dell'opposizione. Sperare in un commissariamento è da irresponsabili”
ALLEGRO MA NON TROPPO
Spigolature
degli Scrondi
FUSIONI - TRC - TARTARUGHE - DISFUNZIONI Fusioni - Leggiamo: “Riccione-Coriano, per la fusione c’è tempo”. Ragazzi, non corriano troppo.TRC (rodimento) - Leggiamo: “L’Amministrazione comunale è soddisfatta per il sostegno di Legambiente contro il TRC”. Grande rodimento in casa Pd... TRC (Delrio) - Leggiamo: “Gli albergatori di Riccione scrivono al ministro Delrio: ‘Il Trc sta procurando danni alla città”. Anche questa è sale sulle ferite per il Pd... TRC (magnolie) - Leggiamo: “Il Trc avanza con ‘la strage delle magnolie’”. Decine di meravigliosi e profumati alberi tagliati. Questa è la civiltà della sega!... Coltelli - Leggiamo: “Coltellate in piazzale Roma, salgono a tre i giovani di tentato omicidio”. Ragazzi, ma non avete di meglio da fare per divertirsi?... Sogni - Leggiamo: “Ubaldi (Pd) a muso duro: la Tosi vende sogni, le opere non si fanno”. Sogni per la Tosi, ma incubi infiniti per il Pd?... Albergatori soddisfatti - Leggiamo: “Bilancio AIA: gli albergatori promuovono l’estate. ‘Ma la Notte rosa è tutta da rifare’”. Potrebbe essere anche che l’estate buona sia anche merito della Notte rosa?... Ricicloni - Leggiamo: “Comuni Ricicloni: Riccione è il primo in regione fra quelli sopra i 25mila abitanti”. Altro merito ambientalista a favore della Tosi... Daniele Imola - Leggiamo: “Daniele Imola, tre mosse per rilanciare la città”. A volte ritornano?!?... Ospedale - Leggiamo: “Ospedale Ceccarini, maxi restyling. Costo 200mila euro”. In vista dei tagli alla sanità, Riccione si sta parando il sedere?... Cittadino modello - Leggiamo: “Cittadino modello trova 660 euro e li consegna ai carabinieri”. Purtroppo solo sono gli sporadici esempi di onestà che fanno notizia... Imitazioni - Leggiamo: “M5S: la Tosi ‘imita’ il premier Renzi”. Ma allora perché il Pd la critica così aspramente?...
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Ubaldi: “Sconfitto per una candidatura non pianificata” L'INTERVISTA
- Fabio Ubaldi, 37 anni, sposato, due figli, di professione imprenditore, consigliere nella precedente legislatura poi segretario del PD riccionese, candidato sindaco nel 2014, è ora capogruppo PD in Consiglio Comunale. Dice di sé: “Amo la mia città, la musica e lo sport; mi riconosco nei valori della solidarietà, dell’uguaglianza, della libertà di fare impresa”. Quando ha iniziato a interessarsi di politica? “La politica mi ha sempre affascinato, ma il mio ingresso è stato casuale. A chiamarmi fu l’allora segretario Alessandro Casadei; per la campagna elettorale del 2009; il partito era in cerca di figure nuove; mi venne proposto l’inserimento in lista, accettai, e venni eletto Consigliere. Mi pare di ricordare di essere arrivato sesto; fu un sorpresa, soprattutto per me”. Le piace il PD? “Mi piace quell’idea di PD che mi smosse quando, nel 2007, Veltroni la disegnò. Non mi piace il PD soggettivo, il PD di apparato”. Si riferisce a “l’uomo solo al comando” di bersaniana memoria?
di Teresio Spadoni “No, non tanto quello; non mi piace l’apparato politico, quello che antepone ruoli e persone agli ideali”. E quello riccionese? “Qui credo necessiti riflettere su cosa si è fatto (o non fatto) per essere in sintonia coi cittadini e col territorio. Sarebbe opportuno che chi ha esercitato ruoli fondamentali nelle recenti amministrazioni abbia la forza di difendere ciò che di buono ha fatto e il coraggio di ammettere gli errori; che di errori ne siano stati fatti, è palese”. Da qualche tempo pare che fare una foto con lei sia di diventato il desiderio di molti... “Pare anche a me! Le foto scattate al birrodromo sono foto con Fabio Ubaldi gestore del locale; chiunque viene a casa mia è ospite gradito e se mi chiede di fare una foto la faccio volentieri… Ogni altro significato, ancorché legittimo è pura fantasticheria”. L’essersi candidato alle primarie, praticamente da segretario, non è stato un po’ scorretto? “Dal punto di vista regolamentare no; ma, anche se non ero tenuto a farlo, ho voluto comunque dare le dimissioni... per scrupolo etico. La
mia candidatura a segretario così come la mia partecipazione alle primarie, non furono il risultato di un mio calcolo; e chi ha vissuto con me quei passaggi lo sa bene. A me è stato chiesto sia di candidarmi a segretario, sia di candidarmi alle amministrative. Sono però convinto che tra i tanti che me lo hanno chiesto, molti non abbiano messo in conto che da certi principi non mi sarei mosso”. Cioè che avesse mantenuto la sua indipendenza? “Si, e la mia fermezza dal punto di vista dell’etica morale credo abbia spiazzato più di qualcuno; tanto è vero che oggi sono uno dei più bersagliati “in casa”. Siamo arrivati al paradosso, e questo è solo l’ultimo in ordine di tempo, di convocare la Direzione del partito per mettere in votazione pratiche di pertinenza del Consiglio Comunale; il voto espresso in quella di Martedì 3 Novembre, per esempio, ancorché illegittimo e privo di senso, è stato l’ennesimo tentativo di inficiare l’autonomia di quei Consiglieri, per così dire, più critici”. Furono cercate altre candidature? “Figure di spessore, sicuramente accreditabili io le ho contattate.
Alcune molto vicine a Massimo; l’indicazione che ricevetti fu quella del “non muovere niente...” e di riproporlo, ché “una mano gliel’avrebbero data”, perché “tutti c’abbiamo qualcosa, e allora...”. Alla fine, vista la persistenza di quel vecchio modo di fare, mi è salita una sorta di carica dentro poi supportata anche da altri - che mi ha fatto dire “eh no, scusate... qui è ora di cambiare metodo, filosofia e quant’altro”. Ma c’è anche un’altra cosa da dire: da segretario, ho fatto il giro delle associazioni di categoria, dei comitati d’area, del mondo dell’associazionismo e Pironi mi era stato dato come non rincandidabile; io gliene parlai, ma mi disse che quello che gli riportavo non rispondeva al vero; solo allora decisi di candidarmi... anche col rischio di perdere contro lui”.
LA LETTERA
Trc, lettera alla Tosi - Sono un riccionese che per attività di lavoro esterne non ha partecipato molto alla vita sociale della città, ma che ha comunque sempre osservato e valutato le cose fatte a livello amministrativo. Il cambiamento avvenuto all’interno del suo partito nella Nostra città mi spinge a parlarLe di idee alternative alla costruzione del TRC (sich!). Premesso che la nostra riviera vive e vivrà di turismo, è dal mio punto di vista ora di ragionare in grande con un progettto che riguardi anche la ferrovia, risolvendo definitivamente problemi logistici, di parcheggio e di immagine della nostra citta e riviera. So perfettamente che molti lavori iniziati risulteranno inutili o superflui, mai però quanto un ‘opera come il TRC vecchia e per nulla funzionale. Le
idee e i progetti possono essere molti come ad esempio realizzare una struttura sopraelevata (almeno nei tratti più significativi), oppure tratti interrati, o ancora utilizzare il previsto tracciato della nuova Statale 16 (quatro corsie sono inutili viste le numerose strozzature nel percorso riminese).Un’opera architettonicamente innovativa accompagnata da una logistica del traffico che comprenda anche fiera e aereoporto richiamerà più turisti. Una delle opere alternative (come suggeritomi da un bravo e serio imprenditore riminese), potrebbe essere fatta in tempi non lunghi appaltando brevi tratti a più ditte. I costi saranno sicuramente elevati ma a fronte di un investimento funzio-
nale, essenziale per Riccione (non come il Palazzo dei Congressi) credo che nessun cittadino non sia disposto a sostenere il lavoro con una tassa di scopo. Naturalmente queste da me riferite sono alcune idee mentre ci vogliono progetti. A questo proposito si potrebbe subito fare un concorso di idee per architetti laureandi, magari come tesi di laurea, oppure fare riferimento allo studio di Renzo Piano, che, se non ricordo male, con i compensi da senatore, si è reso disponibile a collaborare, con il suo studio a progetti di riqualificazione urbanistica. Mi scuso per la brevità ma credo che siano chiare le idee espresse. Marcello Battarra
RICCIONE
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Il candidato a sindaco del Pd si racconta. “Non sono mosso dalla smania del potere” “Trc, la guerra permanente della Tosi hanno portato a penali per 1,5 milioni. Con Parmeggiani c'è confronto. Pironi ha perso con uno sconosciuto” Fabio Ubaldi, candidato a sindaco del Pd lo scorso anno
Le elezioni, però, le ha perse... “I fattori che hanno concorso alla sconfitta sono molteplici; certo è che, non essendo stata la mia una candidatura pianificata…”. A Riccione governa il centro destra, dopo settant’anni: come si sta all’opposizione? “Io non sono mosso dalla smania per il potere; secondo me si
costruisce anche dall’opposizione. Lo abbiamo dimostrato subito dopo l’insediamento con una proposta di modifica al TRC che riduceva l’invasività dell’opera. Cestinata purtroppo, buttata via dall’Amministrazione che ha optato per la ‘guerra’ continua, col risultato di aver fatto recapitare al Comune oltre un milione e mezzo di Euro di penali”. Questo è il suo secondo mandato da Consigliere, quali le differenze col primo? “Sicuramente mi sento molto più maturo politicamente e più pre-
parato, ma interpreto questo momento come necessità di una fase evolutiva ulteriore. Da Consigliere di maggioranza ho assistito a un’opposizione guidata dalla Tosi completamente distruttiva. Ora il Sindaco, pur avendo assunto il comando dell’Amministrazione, sta continuando allo stesso modo. Non è che stia facendo rivoluzioni; al di là dei villaggi di Natale e quant’altro, sul resto c’è poca trasparenza; sulla mancanza di trasparenza di questa Amministrazione, che comunica tanto ma nella sostanza è pastrocchiona, c’è molto da fare. Ma c’è da fare anche in casa nostra, perché il Partito Democratico riccionese è cambiato nel dopo elezioni”. Come sono i rapporti tra lei e il Segretario? “Marco Parmeggiani per me è una gran brava persona; è un brav’uomo. Sotto l’aspetto politico, però, non sempre la vediamo allo stesso modo; al di là della stima personale c’è molta materia di confronto”. Secondo Parmeggiani la non ricandidatura Pironi ha inciso molto sulla sconfitta elettorale: lei come la vede? “Beh, non per sminuirmi, ma credo che Massimo Pironi abbia perso con un emerito sconosciuto: il che la dice lunga. Il fatto poi che il PD a un anno dalle elezioni avesse il ventinove per cento e con la
mia candidatura, senza alleatati, sia arrivato al quarantadue o giù di lì, la dice lunga anche questa. Di riflessioni da fare ce ne sarebbero tante, ma la nuova segreteria un’analisi del voto non l’ha mai proposta. La tesi che il candidato fosse sbagliato è troppo semplicistica, e forse la si usa per non riconoscere responsabilità palesi”. Parmeggiani ha detto che nelle riunioni preconsigliari c’è qualcuno che è quasi sempre assente: chi? “Sicuramente io! La partecipazione è una cosa importante, ma si basa sulla condivisione; che non può essere improvvisata, o un fatto di comodo, o interessata. Quando la Segreteria si è insediata ha fatto scelte chiare, da me contrastate, prima, durante e dopo. Pertanto trovo normale esercitare il mio ruolo di autonomia anche nei passaggi preconsigliari, quando non c’è condivisione”. Lei è capogruppo, quali sono i rapporti con gli altri Consiglieri? “Fintando che sarò io il capogruppo a fare le differenze non saranno le pseudo appartenenze, ma i contenuti che, ovviamente, devono essere il linea con il programma elettorale. È importante sottolineare questo, perché c’è qualcuno nel partito che pensa che quel programma sia da cestinare perché bocciato dai riccionesi. Beh, io dico loro che sulla base di quel programma io sono stato eletto e sulla base di quel programma opererò ogni giorno del mio mandato. I tre Consiglieri che hanno chiesto la mia testa è bene che si chiedano da chi sono stati eletti: se dai cittadini o dal partito e, soprattutto, chi rap-
CULTURA
presentano se i cittadini o chi ha fatto del partito un piatto di lenticchie da spartirsi all’interno di una ristretta élite. Io rappresento la gente che sta fuori e se la gente mi manifesta un malessere e questo malessere pizzica l’apparato, a me poco interessa. Io non devo preservare il partito, ma lo devo rappresentare al meglio. Se loro non sono d’accordo, io il bavaglio non lo metto a nessuno. Se si va condivisi e insieme, bene; se no, possono sempre spostarsi nel Gruppo Misto e andarlo a spiegare ai propri elettori”. Se questi sono i presupposti, qual sarà il percorso per riprendere il Comune? “Se l’obiettivo è riprendersi il Comune, è già un obiettivo sbagliato, perché vuol dire farlo a tutti i costi; e farlo a tutti i costi vuol dire rifare come è stato fatto in passato e come ha fatto Renata Tosi: scendere a tutti i compromessi possibili. Secondo me, invece, è necessario creare una compagine di centrosinistra, magari unita a una componente civica, che sappia amministrare bene la città, capendo limiti e difetti dell’apparato”. Qual è il peccato più grande fatto dalla Tosi? “Sottovalutare le aspettative che con la sua carica emotiva ha creato nell’elettorato, essendo consapevole di non poterle soddisfare. La Tosi è una persona intelligente e non può non capire di aver raccontato menzogne. E questo, così come alle Amministrazioni passate ha giustamente portato il conto nel 2014, rischia di presentarle il conto in questo mandato”.
Se la maggioranza andasse in crisi, per non commissariare il Comune, sarebbe da valutare una collaborazione con la Tosi? Parmeggiani ha detto “assolutamente no”. “A oggi è difficile dire. In questo momento la situazione è precaria sia di qua che di là, ma sperare in un commissariamento sarebbe da irresponsabili. Rispondere d’istinto a questa domanda è irrazionale e poco produttivo, perché il commissariamento potrebbe avere sviluppi impensabili. D’altra parte bisogna essere onesti e dire che siamo di vedute diametralmente opposte certificate da tre tornate elettorali. Nell’eventualità, per decidere, ci vorrà freddezza, razionalità e intelligenza. Responsabilmente dico che la situazione può essere valutata solo in quel momento là”. Qualcosa da aggiungere che non le ho chiesto? “Io penso che il malessere palesato col voto debba portare a riflettere su cosa è stato sbagliato nel passato; con alcuni di noi io lo sto già facendo. Anche se non ne sono/ siamo stati artefici diretti dobbiamo comunque assumerlo come nostro, perché è un bagaglio di esperienza che, se da un lato ci solleva dalle responsabilità, non può toglierci da quelle future. Sarebbe però auspicabile che, chi ha determinato una parte importante di quel passato, e ancora oggi cerca di riproporsi come salvatore della patria, decida di appendere le scarpette al chiodo e si faccia da parte; magari a favore di una generazione che non è sicuramente immune da possibili errori, ma che merita la possibilità di ‘sbagliare’ con le proprie mani”.
LA REPLICA
Leonardo Siciliano
LL, neonato brand riccionese
Nel salotto di Riccione piante abbandonate - Il lungo tappeto rosso caratterizza il salotto riccionese. Per gli estrosi dovrebbe dare un tocco; per alcuni è un po' di kitsch lontano dalla cultura profonda del Made in Italy, che è progettazione, sobrietà e cultura artigianale. Davanti ad alcuni dei negozi più blasonati d'Italia su fioriere di plastica amaranto (non è possibile investire nel cotto Impruneta magari con una operazione di co-marketing?) stanno piante rinsecchite (il nobile bosso?). La città non ci fa una gran figura nei confronti di chi ama il verde ed ha una certa sensibilità autentica e non solo a parole. Non è da cercare il responsabile; lo siamo tutti nella nostra indifferenza consumistica. Si viene a Riccione per acquistare ma anche per portarsi a casa un po' di emozionante bellezza. (a. d)
Davide Galvani
“Con la sua intervista uscita sulla Piazza ci ha offeso in maniera incomprensibile. Il sindaco Renata Tosi non tiene conto del periodo in cui si è concretizzato l’insediamento e della crisi economica che ha colpito proprio questo periodo. Mi fa specie poi che la Tosi non ricordi quanto
giusta, ed il rallentamento degli insediamenti è solo un problema economico contingente. E non è vero che è un deserto, che non è mai decollata; sono già operativi 47 capannoni, più 4 in costruzione. Gli imprenditori ri-
Galvani: “La Tosi ci ha offeso” impegno si è reso necessario per far partire l’insediamento quando proprio grazie anche al suo competente e professionale contributo, in qualità di prima collaboratrice del notaio che ha predisposto tutti gli atti, abbiamo dato concretamente inizio all’insediamento. La pianificazione della zona artigianale di via Piemonte è partita negli anni ’90 e si è concretizzata nel 2008, inizio di questa crisi; insomma, la situazione economica-finanziaria è completamente mutata”. A parlare è Davide Galvani e lo fa a nome della Cna e della Confartigianato. Replica un’intervista alla Tosi uscita su queste pagine lo scorso settembre. Il sindaco parlava di via Piemonte come un deserto in cui le associazioni di categoria ne hanno abusato. “Allora - continua il 43enne elettricista, dal 2008 presidente
Cna Riccione forte di 700 soci – avevamo continue pressioni affinché gli artigiani di Riccione abbandonassero i garage-officine sotto casa per riunirsi in una sola area. I lotti furono 137 tra i 600 e gli 800 metri quadrati; sui quali non più di 230 metri quadrati di coperto. Crediamo di aver fatto un buon lavoro insieme alle associazioni, ai tecnici, al Comune. Prima della prima pietra ci sono stati centinaia di incontri. Abbiamo ceduto opere alla comunità per 5,6 milioni di euro; su quelle strade allargate ci passano anche i riccionesi e non solo. Vorrei rimarcare che i presupposti per spostarsi lì c’erano tutti. Abbiamo tolto le botteghe dentro il paese con tutto ciò che ne consegue: meno traffico, meno rumori, meno fastidi. In via Piemonte le aziende avevano, ed hanno, tutti i presupposti per svilupparsi. Noi siamo convinti che è stata ed è tutt’ora una scelta
masti sono 100; all’inizio erano 107”. “Soprattutto non è affatto vero - rimarca con forza l’artigiano che ci abbiano guadagnato le associazioni. Sono sempre stati fatti i preventivi ed accettati dall’assemblea dei soci del consorzio. Le associazioni, insieme al Comune, hanno svolto un ruolo straordinario per migliorare l’area ed apportare modifiche ai capannoni che hanno giovato agli artigiani. Penso al cambio di altezza (da 5 a 7,5 metri), alle pensiline (in base alle esigenze); abbiamo raddoppiato gli spogliatoi ed ampliato gli uffici. E durante la crisi abbiamo aperto non solo agli artigiani ma anche alle cosiddette imprese insalubri di prima e seconda categoria; come vetrerie, fabbri, tipografie. Forse il sindaco di tutto questo poco sa. Dunque, come artigiani siamo soddisfatti di questa zona”.
RICCIONE
Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell. 333.4814188
- Il Bar Perla Verde è il tempio delle boccette di Riccione e non solo: otto biliardi internazionali (quattro per le boccette e quattro per le stecche). E' tra i più grandi d'Italia tra i locali privati. Il bar lo apre nel 1996 Giuseppe Valentini (un appassionato di boccette); dove un tempo c'era Montebelli Elettrodomestici. Gli iscritti alla società sono un centinaio; formano dieci squadre: sette di boccette e tre di stecca. Coprono tutto il ventaglio dei campionati e delle aspettative. Andiamo con ordine. I ragazzi delle boccette si cimentano nei campionati di A1, A2. Entrambe le formazioni puntano a vincere i rispettivi tornei. Al via della B, due squadre; entrambe con ambizioni di alta classifica. Sarà il panno, e la fortuna, a raccontare la loro annata. Sempre due compagini si divertono in serie C. Altre due, invece, partecipano all'affascinante Goriziana; la specialità con gli spettacolari 9 birilli. Se le boccette hanno un fascino forte sulla cultura romagnola, non meno lo sono le stecche. Il Perla Verde annovera una trentina di tesserati (più una ventina di appassionati). Danno vita a tre squadre. Quella di A si batterà per le
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Sono appena partiti i vari campionati. Incontrare campioni di boccette e stecche
Malpassi Maurizio Impermeabilizzazioni Scantinati - Seminterrati - Cisterne Piscine - Giunti elastici - Umidità murali CATTOLICA (RN) Via Mozart 13 Tel. 0541 - 833295 - cell.. 333.4814188
Perla verde, tempio dei biliardi CILTURA
di Oreste Delucca
I tre gestori del Perla Verde. Da sinistra: Giuseppe (Enzo) Valentini, Andrea Da Antonis e Stefano Quieti Gruppo di giocatori
prime posizioni; le due della B hanno mète diverse: una in alto, l'altra è da centro classifica. Si spera sempre del biblico Davide della situazione. Che durante i campionati possano nascere storie che possano sfociare in una favola. Tuttavia, già partecipare è un racconto. Racconta Stefano Quieti, uno dei tre soci, oltre che campione (nel 2012 ha vinto l'italiano a squadre in A1, la serie A delle boccette): “Per esprimersi al cento per cento devi possedere una tecnica eccellente, l'allenamento e la capa-
cità di saper badare le proprie emozioni. Di trasformare la passione in adrenalina postiva e non nel braccino, come qualche volta accade”. Sui panni della Perla Verde si può ammirare uno spettacolo puro. Negli anni, si sono concentrati sui rettangoli campionissimi. Un nome su tutti è senza alcun dubbio Daniel Lopez. Argentino, ha perso per ben due volte la finale al campionato del mondo per un punto. Per otto anni, ha dato spettacolo in quel di Riccione. Nel marzo del 2013 si è trasferito
in una sala soltanto più grande a Milano. Tuttavia ha mantenuto amicizia e contatti nel Riminese. Si potrebbe ben dire, per abusare di una immagine, che è il Maradona delle stecche. A Riccione ha insegnato tecnica, ma soprattutto la disciplina e l'ordine. Quieti:“Il suo insegnamento più grande è stato l'esempio”. Il ruolo di Lopez è stato preso dal ferrarese Gianluca Modonesi; residente a Gemmano, è stato allievo del Maradona delle stecche. E' tra i 50 più bravi in Italia.
I giocatori con i colori del Perla Verde, al 60 per cento, sono riccionesi; i restanti dalla provincia. Tantissimi i talentati: Adriano Nanni, Luigi Battelli, Stefano e Paolo Carloni, Andrea e Cristian Spadoni, Paolo Cau. Durante i tornei sulle tribune esaltano, e si esaltano, le imprese (specialmente in A1) circa 150 appassionati. Tempio delle boccette e circolo di riccionesità; questo è il Perla Verde. Si leggono i giornali, si gioca, in una cornice di sfottò che strappano sorrisi e ti fanno star bene. I campionati sono iniziati lo scorso settembre e via fino alla prossima primavera. Ogni 15 giorni, si gioca in casa. D'estate il locale anima la
movida del mercoledì con il bere, mangiare e musica. Prepara 10 menù: dalle piadine farcite fino alla tagliata di filetto. Enzo, il fondatore, è riccionese purosangue. E' nato in Paese, vicino alla vecchia chiesa in Corso Fratelli Cervi. Passione per la caccia, ha iniziato a fare il barista a 16 anni, all'interno del bar al Mercato Coperto nel lontano 1959. A 11 anni però aveva mosso i primi passi come comì al Savioli. Dopo tre anni è capo comì; l'ultimo lo fa come chef. Resta al mercato coperto, prima in via Corridoni e poi in via Galliano, 15 anni. Di sera, da buon lavoratore romagnolo, andava per extra: Florida, Metropol, Saviolino, Villa Alta. Ricorda così il mitico Bepi Savioli: “La sera, prima di prendere servizio, ci metteva in fila e passava in rassegna che frac, nottolino e corpetto fossero in ordine e puliti. Non mancava di controllare le unghie. La moglie di Bepi, Adele, era il terrore dei camerieri”. Decenni dopo, Stefano Quieti ha imparato il mestiere di barista al Nuovo Fiore, alla corte della famiglia Laghi. Ancora adolescente teneva testa agli arrembanti camerieri della gelateria più prestigiosa d'Europa. Pura storia di Riccione.
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RICCIONE
Il libro racconta dal 1921 al 1991. Curato da Daniele Montebelli e Ezio Venturi
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Storia del Pci. Storia di Riccione - “Via don Minzoni 1. Il partito comunista italiano Riccione”. E' il titolo del libro che racconta la storia di Riccione dal 1921 al 1991 attraverso gli uomini del Partito comunista riccionese che nel suo massimo splendore faceva sedere nel consiglio comunale 21 consiglieri su 30. Curato da Daniele Montebelli e Ezio Venturi (due big del Pci degli anni '70-'90), è stato presentato il 12 novembre al Centro della Pesa con inizio alle 20,45. A raccontare quei fatti e quegli uomini due figure di spicco del Partito comunista del Riminese: Sergio Gambini e Nando Piccari. Entrambi segretari della Federazione, con le loro scelte hanno inciso anche sulla vita dei riccionesi. Oltre alle pagine (392), oltre ad un apparato fotografico, non meno importante dei documenti e delle testimonianze (oltre 400 istantanee), per dare il senso del libro basta portare un altro numero come indicatore: 6 pagine l'indice dei nomi per circa 600 persone. Come afferma Rodolfo Francesconi che ha firmato l'introduzione: “Il libro è stato curato da Venturi e Montebelli ma in realtà lo hanno scritto in 600”. Una parte importante è de-
Viene presentato il 12 novembre, in biblioteca alle 21. Oltre 400 immagini. Pagine che aiutano a capire lo sviluppo sociale ed economico della comunità. Regalato ai presenti Terzo Pierani
STORIA
Arnaldo Cesarini La copertina del libro
dicata alle testimonianze degli attori politici dagli anni Quaranta fino al 1991; molti sono nell'arena ancora oggi. Per i riccionesi rivestono particolare interesse perché hanno a loro modo ancora un'eco nella città: Terzo Pierani, Arnaldo Cesarini, Armando Semprini, Enrico Ortalli, Daniele Imola, Massimo Masini, Nicoletta Coccia. E ancora: Ilva Melotti, Anna Santini, Viviana Varo, Silvano Solfrini. Nel libro manca la testimonianza di Nicoletta Coccia, segretario nella seconda metà degli anni Ottanta; l'unica donna ad aver ricoperto tale ruolo. Scottata dalla politica l'ha abbandonata come un moderno Cincinnato. Il libro ha avuto una genesi lunghissima Montebelli: “Tutto
inizia per caso. Io ed Arnaldo Cesarini [ultimo segretario del Pci] iniziamo nel 1998 a raccogliere materiale ed ad intervistare vecchi dirigenti; non era nostra intenzione farne un libro. Solo successivamente è maturata l'idea di offrire alla città uno spaccato fondamentale della sua storia. Una storia allargata anche ai socialisti, ai democristiani”.
Gli fa eco Serafino Angelini, il presidente della Casa del Popolo che ne è stato l'editore: “In realtà il volume racconta la storia politica, sociale ed economica di Riccione. E' stata quelle classe dirigente che ha permesso di costruire il mito Riccione. Mito, ovvio, concretizzato col lavoro e i progetti insieme a tutte le forze sociali della città”. Quella delle forze sociali è l'analisi che rilancia Montebelli: “Il Pci erà sì il partito della classe operaia, dei più deboli, ma in Emilia Romagna era anche il portavoce della classe media. Di una classe produttiva che ha creato una delle regioni più ricche d'Europa. Ed è qeusto che deve essere un partito di sinistra: saper coniugare lo svilup-
po eocnomico con quell'umanità che è in ognuno di noi”. Francesconi: “Voglio rafforzare il pensiero di Montebelli. Nel programma del Partito comunista di Riccione c'era tanto sociale ma c'erano anche i contributi agli albergatori. Questo volume è uno scrigno con tante perle della città”. Da fuori si è sempre pensato che il Partito comunista fosse monolitico, invece a scrutare le pagine non è affatto così. E' un po' come oggi; la lotta interna c'è sempre stata e senza esclusione di colpi. A tratti anche feroce. Insomma, lo scontro per il potere è nel dna degli uomini. Nella forza della politica e nelle sue contraddizioni. Ad esempio, negli anni Sessanta all'interno del partito c'erano contrasti per il candidato a sindaco. Allora veniva eletto dal consiglio comunale e non direttamente dai cittadini. Il partito aveva individuato in Ennio Della Rosa l'uomo giusto. Con un colpo di mano, con un lavorio sotto traccia, alcune sezioni capeggiaata da San Lorenzo, fecero convogliare su Biagio Cenni una caterva di preferenze. Alla fine gioco-forza fu quest'ultimo, il più votato, a diventare primo cittadino. Nulla di nuovo sotto il sole della politica. Fatti attualissimi. Renzi & c. ne sono la prova.
FOCUS
Le donne e la Grande guerra - 4 Novembre: una data dimenticata? Non ancora, o perlomeno non del tutto; comunque è certo che per molti il significato di questo giorno è ormai da ricercare facendosi largo nella nebbia dei ricordi. 4 Novembre 1918, ovvero Pace: quella firmata dopo i lunghi anni di combattimenti che hanno devastato l’Europa; quella seguita alla vittoria del Regno d’Italia sull’Impero Austro-Ungarico; quella che ha visto il ritorno a casa di milioni di reduci. In questo giorno, che oggi chiamiamo “Giorno dell’Unità d’Italia e Festa delle Forze Armate”, - a coronamento degli eventi organizzati nei mesi di Aprile e Maggio in occasione del centenario dell’ingresso del Regno d’Italia nella prima guerra mondiale – l’associazione Le Nuvole, in collaborazione con l’associazione Impronte Adriatiche e il giornale la Piazza, ha proposto la conferenza “Guerra sostantivo femminile 19151918”, su un tema che diremmo un po’ trascurato, ma di rilevanza sociale importantissima: il ruolo delle donne ne La Grande Guerra. Il racconto, così sarebbe meglio definirlo, narrato dal professor Ennio Grassi e dal dottor Rodolfo Francesconi, inframmezzato dalle letture dell’attore Pier Paolo Paolizzi e dalla proiezione di numerose foto, ha proposto una lettura al femminile di quegli anni infernali. (t. s.)
CONDOMINI-EDILIZIA 17 SUCCESSIONI - AGEVOLAZIONI Novembre 2015
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Domanda Ho acquistato un appartamento nel 2012. Solamente quest’anno vengo a conoscenza di una causa iniziata nel 1997 tra condomini ed ex amministratori per lavori mai eseguiti. L’attuale amministratore ci ha comunicato che la causa è stata persa e che io, in quanto proprietaria, sono tenuta a pagare per la mia parte millesimale. L’amministratore mi dice che ho diritto di rivalsa sul proprietario dell’appartamento di quel periodo. Preciso inoltre che dopo il 1995 l’appartamento era stato acquistato da altri proprietari ed infine venduto a me nel 2012. Devo rivalermi su chi ha venduto a me o richiedere alla persona che era proprietaria alla data del 1997? Risposta Anche ultimamente la Cassazione Civile ha ribadito che tra venditore ed acquirente, tenuto a pagare è chi ha votato al momento della delibera condominiale, quin-
Esperti rispondono
Appartamento, chi paga le vecchie cause? Cambio di categoria per i ruderi FOCUS
di colui che era proprietario nel 1997. L’art. 63 delle disposizioni per l’attuazione del c.c. afferma che chi acquista un appartamento è tenuto al pagamento in solido delle spese relative all’anno in corso e a quello precedente (anno di rendiconto condominiale, non anno solare) quindi dal momento che l’appartamento è stato comprato nel 2012 e la causa è stata persa adesso, ha ragione il suo amministratore nell’asserire che Lei deve pagare e chiedere poi il totale rimborso delle spese legali a colui che era proprietario nel 1997. Vincenzo Pupolizio, geometra
Domanda Sono proprietario di un piccolo fabbricato fatiscente che non utilizzo da oltre cinque anni (pago le tasse però). In catasto l’immobile è inserito nella categoria “C2” come da visura che allego. Posso chiedere al catasto fabbricati il cambio di categoria da C2 a F2: rudereunità collabente? Se la risposta è affermativa cosa devo fare? Risposta Se il fabbricato, come Lei asserisce, è fatiscente può inoltrare richiesta al catasto fabbricati per cambio di categoria. Affinchè un fabbricato possa essere inserito nella categoria catastale “F2 rudere-unità collabente” non deve produrre reddito e più esattamente deve essere inutilizzabile causa insussi-
stenza di: - Elementi strutturali; - Tetto di copertura; - Dissesti statici; - Impianti idrici ed elettrici; In sostanza un fabbricato che si trova alla stato di “Rudere”. L’Agenzia delle Entrate in data 30 luglio 2013 con nota n.29440 ha illustrato in modo chiaro che “perché un fabbricato possa essere inserito nella categoria catastale “F2” diruto con tetto crollato ed inutilizzabile è necessario che la richiesta sia predisposta da un tecnico libero professionista (geometra, ingegnere, architetto) allegando una specifica relazione datata e firmata che rappresenti lo stato dei luoghi e del fabbricato unitamente ad una chiara documentazione fotografica, nonché un’auto-dichiara-
AL SERVIZIO DEI LETTORI
Condominio - Certificazione energetica Successioni - Consulenza tecnica-legale Esperti rispondono - Avete problemi con i diritti e i doveri nella gestione del vostro condominio? Oppure semplicemente delle curiosità. La Piazza, gratuitamente, apre una rubrica sulle colonne del giornale; potete rivolgervi ai geometri Vincenzo Pupolizio, esperto di amministrazione condominiale e immobiliare, esperto di problemi tecnico-legali, già consulente del Tribunale di Rimini e al libero professionista Marco Secchi. Siete pregati di inviare le vostre domande, brevi e chiare, ai seguenti numeri e indirizzi: 348-3621675. E-mail: lapiazzarimini@libero.it geom.pupolizio@libero.it secchi.marco92@gmail.com
zione del proprietario che attesti l’assenza totale di allacciamento ai servizi primari quali luce, acqua, gas.” Dal punto di vista fiscale il fabbricato, una volta rico-
nosciuto come “ collabente” senza attribuzione di rendita catastale non è più soggetto a tassazione.
Marco Secchi, geometra
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MISANO
Già dirigente della Fiat, da Misano Monte a casa nel mondo. Quattro figli multilingue in 4 continenti
CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it
Con i Berardi a Misano Monte Parole da e ‘Fnil’ si intersecano le vie del mondo ALLEGRO MA NON TROPPO
(Il vecchio nome di Misano Mare)
UOMINI
ENERGIA PULITA - Notiamo una lunga fila di nuovi pannelli che circoscrivono la grande area riservata a parcheggio, tra via Dante e via Stazione, accanto alla chiesa. A che serviranno? Sicuramente non sono pannelli solari e neanche plance per le elezioni. La gru incombe minacciosa, però ancora tace immobile. Per il momento il consumo di territorio con altro cemento sembra rinviato. Pentiti? O meglio si sono accorti in tempo che si può fare qualcosa di più utile per il turismo? L’assemblea sora l’ambient dlal' tri dé ha riportato tutti a miti consigli? Boh! Spirema. IMPULSI PRODUTTIVI - Ultimamente si parla molto di un nuovo grandissimo e moderno centro commerciale a Misano. Si vocifera una superficie di 30mila metri quadrati. I ben informati dicono che sarà il doppio delle Befane. Se Babbo Natale vuole, non c’è Befana che tenga. Vi pare? Misano pensa, a volte malauguratamente, in grande, anche se stavolta l'ariva per utme. Ma l’è propia necesserie, sa tòt Iiper cu’iè in gir? PLAGI - Non cambia la musica e nemmeno le parole. Via l'Ici...Via l’Imu. Bravo! Via la Tasi...Via Irap... Bravissimo! Via? Via della Repubblica? Un sarà chi cheva anche quela? No! Per il momento, la precarietà di questa Via, sarà ancora una certezza. Punto e a capo. IL GIOCO D’AZZARDO:- Il reato di corruzione non fa paura a nessuno e non passa giorno senza che i giornali non riportino notizie di avvisi di garanzia e arresti. Giocano serenamente, senza preoccuparsi delle implicazioni, come noi bambini un tempo, si giocava spensieratamente a rubamazzo. Ricordate? Quei ch’ ià furtuna i ciapa tòt e si n’à al cherte bone i frega li stess. Che mònd! BELVEDERE - Anche qui avremo la nostra bella rotonda. Pare sia la seconda di quattro previste nella zona sopra la Greppa. Per i residenti è una delle priorità ma dopo la pista ciclabile per no fess mazè per arvì me cunvent. LA NICCHIA - La maggioranza silenziosa, gli astenuti, gli esodati, i disoccupati, ecc. sono una enorme fetta di popolo che potrebbe contare. Fanno parte di una lunga lista che per comodità chiameremo ” società civile” alla quale bisognerebbe dare un nome. Avria una proposta; ai ciamaria (CUAIUN) finchè i lassa capè ma ch’ielt. GLI ULTIMI - Capita che il presidente si arrabbia con il direttore il quale, richiama il suo vice che se la prende con il capo reparto e cosi via di seguito, fino al cazziatone finale del sottoposto per l’ultimo degli ultimi. In pratica i pori crest iè quei ch’il ciapa sempre ti dent.
MISANO ADRIATICO Via Puccini 27/F Tel. 0541.601758 - Fax 0541.602058
- Le strade del mondo si intersecano a Misano Monte grazie alla famiglia di Pier Augusto Berardi . I suoi quattro figli toccano i cinque continenti. Tutti sono molto più che perfettamente bilingue: inglese e italiano. “Fin da bambini li abbiamo educati a lavorare per il mondo”“, racconta orgoglioso Pier Augusto. Il settantatreenne, fin da quando ne aveva 20 è via dal borgo natio come si diceva un tempo, benché ha sede stanziale a Napoli, il suo paese è il centro per lui, i quattro figli ed i 10 nipoti. E' a Misano monte che passa la sua estate; dove le vengono a trovare 8 nipoti; mancano all'appello i due australiani per via della scuola. Berardi a vent'anni, lascia gli amici di scorribanda, Piero Piccioni, Corrado Savoretti, Silvano Piva, Bruno Piccioni, Piero Binotti e va a Bologna; a studiare Economia e commercio. E' ospite dei Barnabiti che in cambio di vitto, alloggio ed una paghetta gli affidano il tutoraggio di ragazzi appena più giovani. Portato a termine gli studi, fa un corso di specializzazione a Roma. La sua svolta gliela offre la sorella, Fosca, una suora dalla testa gigantesca e dal cuore non meno grande. Aveva appena fondato ad Asmara (Eritrea) una Università e sta cercando professori volontari che insegnino gratuitamente. Pier Augusto si offre per il corso di Economia politica. In quegli stessi giorni una giovane napoletana, Nunzia Gatta, legge su quella bella e coraggiosa testata di “Famiglia cristiana” dell'università della Fosca. Dei suoi volontari. Si propone; insegnerà
- Augusto [Del Bianco] se n’è andato un anno fa. È una ricorrenza da tenere in considerazione, per evitare di “abituarsi” alla sua assenza. Dobbiamo evitarlo per due motivi principalmente. Il primo è che artisti del suo calibro, che dopo un’importante formazione all’estero (École des beaux arts, Parigi) scelgono di tornare in Romagna, ed impreziosire la nostra terra con opere di tale spessore, non sono così frequenti. Ritengo che lo si dovrà sempre ringraziare per questo. Il secondo motivo è che in realtà la sua è una “non-assenza”: le sue opere sono chiaramente lì dove lui le aveva pensate e rese visibili al pubblico, un’eredità grandiosa che condividiamo tutti, indistintamente, e di cui tutti pos-
Pier Augusto Berardi con la consorte napoletana ed i nipotini e vicino alle sue piante a Misano Monte
ragioneria. I due giovani si conoscono e convolano a nozze. Lei vorrebbe sei figli. Stanno due anni in Africa. Il primo lavoro pagato è in Svizzera, Losanna. Insegnano in un liceo per italiani, lui matematica, lei inglese. Una tappa fondamentale è il 1971; Pier Augusto entra nella Fiat. Tra le sue richieste: andare a lavorare all'estero. Lo accontentano. Inizia una carriera piena di soddisfazioni ed incontri ad ogni livello, sia in alto sia in basso, da raccontare ai nipotini. Una sera, qualche anno dopo, in Arabia Saudita, è a cena con Edoardo Agnelli, giovane erede di Giovanni, l'Avvocato con la “A” maiuscola. Il primo passo estero nella multinazionale torinese è in Irlanda, uno stabilimento di montaggio. Passa pochi anni; durante una visita di stato in Italia Hailè Selassiè, re dell'Etiopia, convince gli Agnelli ad aprire una fabbrica ad Addis Abeba. Ricorda
Pier Augusto: “Mi chiamano e mi spediscono in Etiopia a costruire una fabbrica per montare camion. E' stata la più grande soddisfazione della mia vita. Mi danno un budget di 5 miliardi di lire per impiantarla; ne spendo solo 4,5. Sei tecnici della Fiat dovevano restare sei mesi per insegnare il lavoro agli operai eritrei. Poiché, gli eritrei, sono bravissimi meccanici impiegano solo tre mesi per apprendere le competenze tecniche. Gestivo uno stabilimento con 300 persone; metto alla guida dello stabilimento un eritreo”. L'Etiopia resterà per sempre nel cuore della famiglia Berardi. Dopo cinque anni in Africa, la Fiat gli cambia settore: dai motori alle costruzioni. E' responsabile per i Paesi Arabi e l'Africa dell'Impresit. Ed è con tale ruolo che incontra il giovane rampollo Agnelli, uomo dalla vita sfortunato. Nell'88, torna in Italia con
Del Bianco, assenza presenza Augusto Del Bianco siamo godere, in qualunque momento. L’imponente busto di Marx in bronzo davanti alla biblioteca di Riccione, i mosaici pavimentali del transetto della chiesa di Misano Monte, il vasto mosaico all’ingresso del mercato coperto a Cattolica, la Natività in bronzo a Misano Monte, solo per menzionarne alcune. Pochi, pochissimi tra noi hanno il privilegio di rimanere vivi quanto Augusto, grazie ad un lascito tanto concreto quanto di grandissimo valore artistico. La speranza è che,
quattro figli. Oggi grandi, lavorano in tre continenti e parlano 5-6 lingue a testa: Andrea, 44 anni, è professore di Ecologia in una Università inglese (la moglie indiana è rettore di un ateneo a Londra); Pietro, ingegnere di energie alternative, ha sposato una donna australiana. Vivono ad Adelaide. Maria Elena, 38, abita a Napoli ed insegna geografia nelle scuole inglesi. Marta, 36, è in Cina insieme alla famiglia. Facendo un passo indietro; Berardi nel '91 vira. Entra nella Nato di stanza a Napoli come semplice impiegato; diventa responsabile del bilancio. Oltre al lavoro, una parte non meno importante della vita dei Berardi è il volontariato. Racconta: “Viviamo il cattolicesimo come solidarietà verso gli altri”. Fanno parte del Gruppo Missione in Africa. In questo momento, Pier Augusto, sta piantando alberi in Etiopia; la “loro” terra d'elezione. La signora Nunzia fa altro volontariato, sempre in Etiopia.
nel tempo, le amministrazioni comunali e gli enti pubblici e/o privati che vorranno essere coinvolti siano in grado di valorizzare ancor di più ciò che Augusto ci ha lasciato, e diffonderne la conoscenza. Personalmente, a questo non posso non aggiungere il ricordo di una persona molto sensibile e ricca di valori umani. Augusto è sempre stato animato da un’attenzione non comune verso il prossimo e il più debole, da una sincerità d’altri tempi, e ovviamente anche da un attaccamento quasi viscerale alla propria terra. Anche se hai lasciato dappertutto delle tracce splendide e ben visibili di te, ci mancherai davvero tanto Augusto. Patrick Del Bianco
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Convegno a Misano organizzato dal Pd. Presenti solo gli addetti ai lavori
“Ripartire dall'eco edilizia per il rilancio” - Se è sacrosanto passare le serate come vuoi e con chi vuoi, e non ne devi dar conto a nessuno, il convegno organizzato dal Pd lo scorso 29 ottobre lascia aperte qualche pensiero da peccato però ci si prende, avrebbe detto un politico qualche decennio fa. Ma Lui lassù, a differen-
IL FATTO za degli uomini, è misericordioso e benevolo. Quasi mai si arrabbia. Si poteva anche non fare la serata; in platea solo addetti ai lavori (una ventina). Mancavano quasi tutti i consiglieri del Pd e buona parte degli assessori. In platea però il sindaco Stefano Giannini e l'assessore Alvio Semprini. Due che ci sono sempre. Peccato perché i relatori hanno argomentato pensieri intelligenti e condivisibili. Hanno portato il rituale saluto del partito del segretario comunale Davide Siliquini (“siamo qua per una nuova gestione del territorio”) e del segretario provinciale Juri Magrini (“giusto andare sul territorio a raccontare le nuove opportunità”). Le due sintesi andrebbero riempite di contenuti, e qualche auto-critica, dopo 20 anni di mattone speculativo che ha massacrato l'ambiente e distrutto l'economia del lavoro, premiando una rendita degna di comunità arretrate. E si continua, al di là delle parole e degli slogan di facciata, imperterriti a violentare la natura, ma fino a quando? Ha iniziato l'ingegnere Emanuele Barogi, esperto di efficienza energetica nell'edilizia e responsabile in tale settore anche per il suo partito sia a livello provinciale, sia regionale. Ha portato una serie di numeri in
Riflessioni sulle “Nuove opportunità di gestione del territorio”. Relazioni di Emanuele Barogi, Tiziano Arlotti ed Emma Petitti. Dall'Unione europea 2,7 miliardi
Davide Siliquini e Emanuele Barogi
grado di mettere a fuoco la realtà più di mille parole. I consumi energetici più importanti sono così suddivisi: edilizia 40%, trasporti 32 e industria 28. Barogi: “L'edilizia può pensare di uscire dalla sua crisi partendo da picEmma Petitti e Tiziano Arlotti
coli interventi in grado di ridurre i consumi energetici come primo obiettivo; magari stimolando i proprietari con vantaggi volumetrici, o altre agevolazioni fiscali, Nel 2050 dicono gli esperti avremo che il 70 per cento degli edifici è stato costruito prima degli anni '70 con tutto quel che ne consegue. Gli alberghi sul piano energetico sono un notevole potenziale di risparmio. Stesso ragionamento va fatto per gli edifici pubblici; oggi però sono davvero un colabrodo. Dobbiamo stimolare le amministrazioni alla riqualificazione energetica partendo dal 20-20-20 del Protocollo di Kyoto: risparmio energetico, energia da fonti rinnovabili e
COMUNITA' DEI MOTORI
- Misano Classic Weekend 2015. Al Moto Club Misano Damiani, Rossi e Leardini portano il tricolore. I protagonisti sono stati Duilio Damiani e Giancarlo Rossi su Ducati Braghi Corse. Una vittoria arrivata dopo 4 ore di incessante pioggia e malgrado tutte le vicissitudini capitate ai due piloti, come ad esempio alla terza ora la scivolata alla curva del carro di Damiani. Il pilota ha riportato la moto ai box e, dopo 9 giri persi, ha ripreso la gara risalendo fino all’ottava posizione. Voleva dire riconfermarsi campione italiano Endurance Maxi Moto con la Ducati TT1 di Borgo Panigale. Nella classe TT500 Duilio Damiani, su Ducati, si aggiudica gara e titolo. Nella classe TT750, il gio-
I festeggiamenti (Foto Marzio Bondi)
Moto Club Misano: tricolore a Damiani, Rossi e Leardini vane portacolori del Moto CLub, Marco Leardini, vince gara e titolo, riconfermandosi campione della categoria. Alle sue spalle è giunto, sia in gara che in classifica di cam-
pionato, Fiorenzo Marconi su Ducati. Un altro podio, sia in gara che in campionato, è andato alllo scaccianese e più anziano del gruppo, Tiziano Villa, su Yamaha Team Veris.
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Al mattino a scendere in pista era stato il giovane Davide Fanelli su Kawasaki ZXR nella Superbike 92, giungendo secondo e stabilendo il giro più veloce. Non ha partecipato alla gara, invece, un altro giovane: Samuele Magrini. Bene anche gli altri piloti: Nello Andreani su Ducati 750 nel Gruppo 4; Osvaldo Garbugli con Aprilia 125, sempre nel Gruppo 4; bene nella Superbike anche l’altro misanese, Italo Gregorini, su Yamaha. Al termine delle gare, nel salone del ristorante Santamonica, svolte le premiazioni nazionali del campionato da parte della Federazione Motociclistica Italiana, condotte dal bravo Boris Casadio. (Marzio Bondi)
meno emissioni. Tutto questo si declina come innovazione e l'innovazione è il futuro dell'Italia; un Paese senza materie prime da esportazione se non i cervelli. Abbiamo una bolletta energetica di 18 miliardi di euro l'anno; gli sprechi ammontano a 10 miliardi”. Giannini, il sindaco, è intervenuto dopo Barogi, come al solito dicendo cose condivisibili anche se qualcuno ne contesta la sostanza: “I primi a muoversi dovrebbero essere gli enti locali. I comuni dovrebbero pianificare e sensibilizzare. Come proprietari di stabili dovrebbero iniziare a riqualificare”. Il parlamentare Tiziano Arlotti fa parte della commissione Ambiente e territorio: “Dobbiamo puntare alla rigenerazione urbana ed alla salvaguardia del paesaggio. Ci sono dati che fanno impressione; fino a prima della crisi ogni anno in Italia abbiamo costruito 420mila abitazioni; 109mila nel 2015. Il consumo del suolo non dipende solo dalle abitazioni (pesano per il 30%) ma soprattutto dalle infrastrutture (il 58%). E' compito dello Stato governare meglio rispetto al passato. Per motivare all'efficienza energetica ci vogliono i bonus. Il Paese deve passare dagli interventi straordinari a quelli ordinari”. Ha chiuso la serata Emma Petitti, assessore regionale al Bilancio: “La Regione sta lavorando sui temi della gestione del territorio; un numero interessante è l'adesione al Patto dei sindaco, 300 comuni su 337 hanno aderito. Per la riqualificazione dei beni pubblici servono risorse ma anche leve legislative. Grazie al nostro lavoro, fino al 2020 giungeranno alla nostra Regione fondi strutturali per 2,7 miliardi”.
MISANO Via Romagna, 25 - Tel. 0541.610055 47843 MISANO ADRIATICO (Rn) UOMINI
- Ivano Bonetti è stato fortunato. Era saggio anche da giovane: sapeva trattenersi a tavola, non beveva e non fumava. Potrebbe portare la sua storia nelle scuole. Ricorda con affetto quando in Scozia gli scrivevano i tifosi di altre squadre. E' solo questione di cultura. Forse è anche per questa ragione che ha indossato mezza dozzina di casacche (e le ha tutte nel cuore anche se da ragazzo tifava Milan ed ammirava Gianni Rivera): Brescia, Genoa, Juve, Atalanta, Bologna, Sampdoria, Cristal Palace (Londra), Dundee United (Scozia). Le tifa tutte; la Juve al primo posto. Ha calzato anche le maglie di tutte le nazionali giovanili; racconta, con bel rammarico: “Mai andato nella maggiore. Potevo essere convocato e no; non posso chiedere di più alla mia carriera”. E' arrivato a Misano per matrimonio; per caso. Ha sposato la riccionese Erika Cannini.
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Ha giocato anche nella Juventus. In Scozia si complimentavano i tifosi avvversari
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Bonetti, un campione a Misano Il passo tra Riccione e Misano è breve. Lo si incontra ovunque e saluta con una familiarità, da cultura anglo-sassone. Insomma, non se la tira, si direbbe tra amici. Della sua esperienza in Gran Bretagna durata quattro anni si porta con sé immagini che più che ricordi sono valori. “Quando giocavo nel Dundee - racconta con ammirazione il giocatore nato a San Zeno Naviglio (Brescia) - mi scrivevano i tifosi del Celtic, delle altre squadre, per ringraziarmi per aver portato un po' di brio e fantasia nel loro campionato”. Appese le scarpe al chiodo nel 2002, a 37 anni, anno in cui la moglie rimase incinta di Matthias. Del suo talento ricorda: “Ero un giocatore che sapeva fare tutto; con un certo tocco ed una certa generosità. Nella mia carriera ho giocato in tutti i
Ivano Bonetti, campione di calcio
ruoli con personalità ed un certo estro. Mi reputo fortunato perché sono stato attento al mangiare anche negli anni di gioventù. Non ho mai fumato, non ho mai bevuto. Sono tutt'ora abbastanza in forma. Gioco nella Juventus Legend. In Giappone, con le vecchie glorie, sugli spalti ci sono 30mila persone.
Uno spettacolo che mi emoziona sempre. Molto amico del sammarinese Massimo Bonini e di Nicola Caricola, oltre ai due scudetti, ha avuto l'onore di giocare una finale di Coppa dei Campioni; era il 1992, si scende nel tempio di Wembley. Vestiva i colori della Sampdoria. Dall'altra par-
te c'era il vittorioso Barcellona. Nella bacheca dei trofei, oltre ai due scudetti (Sampdoria e Juve) anche una Coppa Intercontinentale ed una Supercoppa. Non gli si può non chiedere quali sono stati i calciatori che più lo hanno impressionato. Racconta: “Per me che l'ho visto
giocare dico che Maradona è il più forte di tutti i tempi; anche se a Platini non puoi togliere molto. Col francese ho giocato due anni; era bravo coi giovani, semplice e nel fare un po' zingaro. Sempre spettinato, non proprio il francesino da clichè che si ha in testa”. Da due anni, Ivano Bonetti sta portando in Italia il Foot Golf, gioco inventato da Mackay, centravanti della nazionale olandese nel 2009. Il suo campo da gioco, di Bonetti, è quello di San Giovanni. Rispetto al golf lo possono giocare tutti; perché si usano i piedi e la buca è grande fino a contenere un pallone da calcio. Assicura: “Non è meno divertente di quello con le mazze”.
AUTO-EMOTERAPIA RIGENERATIVAAUTOLOGA CURARSI CON IL PROPRIO SANGUE Piccole quantità del proprio sangue, utilizzate in modo idoneo, possono avere la capacità di creare uno stimolo, tale da portare ad un incremento delle proprie difese immunitarie, oltre a poter giovare in presenza di neuropatie e in situazioni anche invalidanti, sia a livello osteo-articolare, come sulla muscolatura, con un apprezzabile incremento della “qualità della vita”..“ “Interessanti benefici di possono anche ottenere in molteplici situazioni quali:“invecchiamento precoce dei tessuti; “lesioni tissutali e cicatrici “di vecchia data”;“forme “dolorose” alla muscolatura;“esiti di fratture e di traumi (anche di natura sportiva);“meniscopatie, ernie discali, lombo-sciatalgie, cervicobrachialgie.“ “l’Auto-emoterapia – rigenerativa – autologa può, inoltre, portare giovare al nostro organismo aiutandolo a ritrovare quel normale equilibrio di salute psico-fisica che, frequentemente, viene inficiato da una o più delle infinite “aggressioni esterne di diversa natura. Istituto Medicina e Ricerca Leonardo da Vinci via Bertozzini, 17 - Pesaro app.335347882 Golden Salus - Via Carlo Botta, 72 - Dogana (RSM) - app. 335347882 giannipo@hotmail.com - dottor Giancarlo Ropssi
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Dal 1960 al 1963. La sua storia in un piccolo e prezioso libro. Corse anche un giovane Giacomo Agostini
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CULTURA
Un momento del pomeriggio Giuliano Cesaroni (a sinistra) con il comico pesarese Emilio Melchiorri Teatro sempre affollato per le conferenze misanesi
- Quando la cultura riesce a riempire i teatri. E' così da anni per gli incontri di filosofia organizzati dal Comune che ha in Gustavo Cecchini l'alfiere. Il direttore quest'anno ha portato in scena il potere; dato i tempi, dato gli uomini ha fatto ancora una volta centro. Nove incontri dove si avvicendono sul palco del cinema-Teatro Astra illustri filosofi, scrittori e pensatori del nostro tempo per riflettere sul potere per cercare di cambiare se stessi. E la comunità. Costumi troppo straccioni e tristi per non contrastarli. Non si salva nessuno sul suolo italico; neppure le sacre mura del Vaticano. Il cartellone dell'Astra, con inizio alle 21. 2 Ottobre. DIEGO FUSARO: “Non avrai altra società all’infuori di questa: ideologia e potere”.
9 Ottobre. MARCO GUZZI: “Il Potere spirituale”. 16 Ottobre. ALBERTO BAGNAI: “La tecnica al potere: intellettuali e democrazia al tempo della crisi”. 23 Ottobre. MICHELA MARZANO: “Le trappole del cuore: le dinamiche del potere nei rapporti affettivi”. 30 Ottobre. MAURIZIO VIROLI: “L’illusione del potere”. 6 Novembre. ROBERTA DE MONTICELLI: “Il potere e la realtà: il nuovo volto del realismo politico”. 13 Novembre. MASSIMO CACCIARI: “Il potere che frena”. 20 Novembre. LUIGI ZOJA “Potere e paranoia”. 27 Novembre. CARLO SINI: ”Il Potere della conoscenza”.
Ior, la solidarietà è bellezza - La solidarietà è bellezza. E la bellezza, come amano dire i frati dei Servi di Maria, è una delle strade che portano a Dio. Per i non credenti all'umanità. Il pranzo di beneficenza dello Ior (Istituto oncologico romagnolo) è stato un lungo pomeriggio di bellezza lo scorso 25 ottobre. Si è tenuto al Centro Sociale Del Bianco. Hanno risposto in 170, tra loro Fabrizio Miserocchi (direttore generale dello Ior), Barbara Bonfiglioli e Ilva Melotti Solfrini (consiglieri Ior), la biologa oncologo Alessandra Affatato, Stefano
AMARCORD
Quelli della Cella all'autodromo
- Siamo nel 1982. Un manipolo di amici di Misano Cella spesso va sull'erba dell'autodromo della Santomonica per una gara, come fosse una scampagnata. Oggi, quegli allegri giovanotti hanno qualche capello bianco in più e qualcuno anche qualche chilo quasi superfluo. Ricordano quelle “scappate” con il sorriso sulle labra, serbando solo il piacere del ricordo; al bando la nostalgia. Il tempo passato solo come una bella tappa dentro di sé. L'istantanea è bellissima ed appartiene a Mauro Arcangeli, un cultore di documenti del passato; di ogni genere. A casa ha anche un potenziale museo della civiltà contadina e dell'arte della falegnameria.
Pranzo di beneficenza lo scorso 25 ottobre per l?Istituto oncologico romagnolo. Raccolti 6mila euro. Un contributo importante da 50 aziende del territorio COMUNITA' Giannini (sindaco di Misano Adriatico). Ad intrattenere il comico pesarese Emilio Melchiorri. Sono stati raccolti 6mila euro (4.186 il netto). I dirigenti dello Ior di Misano ringraziano di cuore coloro i quali hanno permesso il pomeriggio: i volontari del Centro Del Bianco, i volontari amici dell'associazione. Un contributo importante è arrivato da una cinquantina di
aziende di grande sensibilità: Conad, Oreficeria Arcangeli, Artemisia Centro Estetico, Argasens Profumeria Cattolica, Oleificio Bigucci, Go-Kart Riviera Verde, Ottica Sperandio, Elettromeccanica Muccioli Marco, Officina Fratelli Fabbri, Gommista Costantini, Giuliana Casalinghi, Pesaresi Calzature, Oliviero Abbigliamento, Elettrauto Rastelli
Riccardo, Piadina Express, Niki Shop, Ivana Abbigliamento, Pescheria Mattioli, Macelleria Fratelli Ugolini, Parrucchiera Meri, Parrucchiere Gigliola e Debora, Pasticceria Dolci Sapori Siciliani, Ristorante la Stazione, Elettrodomestici Guidi Silvano, Foto Misano, Parrucchieri Silvia e Filippo, Frutta e Verdura Morri, Mi Piaci Perché, Alimentari Gudenzoni Mauro, Cubia Cattolica, Tenuta del Monsignore, Misano Frutta, Lavanderia la Nuvola, Profumeria Loredana, Pasticceria Garden Morciano, Foto Tonti, Macelleria Torsani, Famiglia Sacanna Lino, Caffè Foschi, Io Daniela Riccione, Panificio Santoni San Clemente.
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SPECIALE
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PARTE QUARTA
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO
“Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia…”
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4. Per terminare, vorrei dire ancora una volta: il futuro dell’umanità non è solo nelle mani dei grandi leader, delle grandi potenze e delle élite. E’ soprattutto nelle mani dei popoli; nella loro capacità di organizzarsi ed anche nelle loro mani che irrigano, con umiltà e convinzione, questo processo di cambiamento. Io vi accompagno. E ciascuno, ripetiamo insieme dal cuore: nessuna famiglia senza casa, nessun contadino senza terra, nessun lavoratore senza diritti, nessun popolo senza sovranità, nessuna persona senza dignità, nessun bambino senza infanzia, nessun giovane senza opportunità, nessun anziano senza una venerabile vecchiaia. Proseguite nella vostra lotta e, per favore, abbiate molta cura della Madre Terra. Credetemi, sono sincero, lo dico dal cuore: prego per voi, prego con voi e desidero chiedere a Dio nostro Padre di accompagnarvi e di benedirvi, che vi colmi del suo amore e vi difenda nel cammino, dandovi abbondantemente quella forza che ci fa stare in piedi: quella forza è la speranza. E una cosa importante: la speranza non delude! E, per favore, vi chiedo di pregare per me. E se qualcuno di voi non può pregare, con tutto rispetto, gli chiedo che mi pensi bene e mi mandi “buona onda”. Grazie! Gesù di Nazareth, Gesù Cristo, a Discepoli e Folla Discorso della montagna Fonte: Vangelo secondo Matteo, Capitoli 5/6/7. La Sacra Bibbia, Edizione CEI Cafarnao, Galilea di Palestina, 24-30 circa Capitolo 5 Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi. Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli. Non pensate che io sia
Gesù Cristo - Discorso della Montagna Ecco chi c’è dietro Francesco presentazione di Gabriele Paci - Molto si discute, ed intensità e tono via via crescono, su chi stia dietro i comportamenti atipici e rivoluzionanti di Jorge Mario Bergoglio. Su chi, insomma, sia il suo vero ispiratore, riuscendo in questo modo a comprendere cosa realmente voglia l’uomo venuto “dai confini del mondo”. La Piazza ha pubblicato, praticamente in esclusiva, un inedito documento edito, il suo ‘Discorso della Montagna’, tenuto al Secondo incontro Mondiale dei Movimenti popolari, a Santa Cruz de la Sierra (Santa Croce della Montagna, appunto), Bolivia, il 9 luglio 2015. Nelle tre Parti in cui l’ha articolato (e noi diviso e proposto, nei mesi di Agosto, Settembre, Ottobre), viene delineato un chiaro, rivoluzionante, piano di analisi e di azione. Concludiamo ora con una ancor più dirompente ‘esclusiva’. Un testo, anch’esso praticamente ignoto benché pubblicatissimo, cui evidentemente nella sua intollerabile dimensione eversiva Francesco principalmente si riferisce. Così il ragionamento su chi effettivamente lo manovri può procedere avendo finalmente individuato il mandante delle sue azioni. E anche questo molti, e da tempo, provano a fermare nel suo scriteriato agire. venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché
l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo! Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del
gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno. Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. Capitolo 6 Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona. Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.
Capitolo 7 Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano! Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere. Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande.
(4. fine)
Riflessioni bibliche “Non possiamo non definirci cristiani”, Benedetto Croce
IMPEGNO CIVILE
Novembre 2015
E' il modo concreto per aiutare popoli meno fortunati. E' la politica dei piccoli passi
LA RIFLESSIONE
Attraverso le attività condotte dal nostro partner locale siamo in grado di offrire a Denis e alla sua famiglia un supporto sia a livello scolastico che di miglioramento della condizione socio economica familiare do con ….Denis durante il suo percorso scolastico ed educativo in Uganda. Attraverso le attività condotte dal nostro partner locale siamo in grado di offrire a Denis e alla sua famiglia un supporto sia a livello scolastico che di miglioramento della condizione socio economica familiare. L’importanza che i nostri bambini possano vivere in un ambiente confortevole e sicuro è alla base per una vita dignitosa e per concentrarsi adeguatamente durante gli studi. E’ stato recentemente organizzato un corso indirizzato ai genitori e ai tutori dei bambini supportati attraverso il progetto di Sostegno a Distanza Avsi. L’obiettivo del corso è quello di offrire l’opportunità di acquisire conoscenze e competenze tecniche in agronomia, sulle colture più diffuse in Uganda e sull’allevamento del pollame Questi momenti risultano fondamentali per creare condivisione fra le famiglie dei bambini che beneficiano del supporto del progetto ed è anche un momento di scambio di esperienze e rafforzamento dei legami all’interno della comunità Il corso si è focalizzato sullo studio di tre particolari coltivazioni: fagioli, mais, e manioca, in quanto sono considerati alimenti
Riflessioni bibliche “Il cristianesimo ha tradito Gesù?”, Giorgio Jossa
Papa Bergoglio
di Franco Vanzini - L’AVSI è una organizzazione cattolica che si occupa di adozioni a distanza in vari paesi del mondo. Da alcuni anni mia moglie e io abbiamo adottato alcuni bambini, convinti che aiutarli a crescere in casa loro sia il modo migliore per loro, le loro famiglie e il loro paese. Periodicamente l’Avsi invia una comunicazione con la quale aggiorna i suoi sostenitori circa le attività che sta svolgendo a favore dei bambini/e “adottati a distanza”, allegando spesso una loro foto e una lettera dei ragazzi che raccontano le loro esperienze soprattutto scolastiche e sportive. Nei gironi scorsi è arrivata a mia moglie, una lettera che, guarda caso, è in perfetta sintonia con gli ultimi due articoli pubblicati dalla Piazza sull’agricoltura mondiale e sulla opportunità e necessità di sviluppare la piccola agricoltura familiare e locale. Mi è sembrata una lettera particolarmente interessante e attuale per cui la propongo a tutti i lettori. “Ciao Vanzini Varglien Gigliola, è un piacere scrivere questa lettera e condividere la preziosità dell’esperienza che stiamo viven-
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per il mantenimento dello stesso nucleo familiare che l’accesso al mercato locale per la vendita della parte in surplus. Ciò consente pertanto di intraprendere una attività commerciale su piccola scala, che porta ad un incremento degli introiti della famiglia a beneficio della condizione socio-economica generale. Lo stesso approccio è valso nei confronti dei metodi di allevamento del pollame. Il corso ha precisato che creare uno spazio recintato destinato ai polli, aiuta
Denis e la sua famiglia hanno partecipato e hanno avuto la possibilità di partecipare ad un momento ricreativo alla chiusura del corso, dove hanno condiviso e discusso dell’esperienza appena vissuta, perché questa possa portare un miglioramento delle loro condizioni di vita. Questo è un esempio di come, nell’ottica di Avsi e dei suoi partner locali, il Progetto di Sostegno a Distanza non si limita al solo pagamento delle rette scolastiche, ma si propone anche di accompagnare i nostri bambini e le loro famiglie in un cammino di
Agricoltura familiare e sostegno a distanza base della società ugandese.. Sono stati descritti nuovi metodi di semina che portano ad un maggior raccolto; studi sulla coltivazione di fagioli hanno dimostrato come la coltivazione in linea è fortemente consigliata, in quanto consente un miglior controllo della pianta e facilita le operazioni di diserbatura, concimazione, raccolto, ecc. Stessa at-
tenzione si è rivelata essenziale quando si coltiva il mais, considerato un elemento a forte impatto energetico nella dieta quotidiana. A tal proposito è stato lasciato ampio spazio alla cura del campo, poiché un aspetto che condiziona uno scarso raccolto è legato alla scarsa “pulizia” del terreno dalle erbacce.
Per quanto riguarda invece la coltura della manioca, il corso ha dato ampio spazio alla versatilità del tubero, perché ha la potenzialità di poter essere preparato secondo diverse modalità di cottura, che vanno incontro alle necessità e alle risorse disponibili di ogni famiglia. Un ricco raccolto permette sia l’uso dei prodotti agricoli
a mantenere il loro controllo e avere una maggiore attenzione a malattie e possibilità di fuga. E’ stato inoltre puntualizzato che un sistema di abbeveraggio efficiente, la pulizia del pollaio e le vaccinazioni sono aspetti fondamentali perché l’allevamento del pollame possa portare benefici sia a livello nutrizionale che attraverso la vendita delle uova.
Chiesa valdese, visita del papa Bellissimo il Padiglione del Montenegro fatto con fili di lana che si riflettevano in pavimento di specchi
di Roberto Iannò*
Concludiamo l'intervento di Roberto Iannò, Pastore della Chiesa Cristiana del 7. Giorno. La prima parte è stata pubblicata sul numero di ottobre de la Piazza. - Il papa conclude relativizzando le differenze dottrinali a vantaggio della fratellanza: “Un nuovo modo di essere gli uni con gli altri: guardando prima di tutto la grandezza della nostra fede comune e della nostra vita in Cristo e nello Spirito Santo, e, soltanto dopo, le divergenze che ancora sussistono”. Certo, è vero, devo vedere il “fratello” prima ancora che il “cattolico”. Ma nel suo discorso nulla è detto di quanto la chiesa cattolica vorrà fare per appianare la distanza con il protestantesimo. Perché, ricordiamocelo pure, il protestantesimo non si è staccato dalla chiesa cattolica per un litigio avvenuto sulla base di pregiudizi: per questo basterebbero, appunto, azioni di mediazione e riconciliazione volti a una fraterna
riappacificazione. Il distacco è avvenuto su basi dottrinali, che sussistono tutt’ora, e se queste non vengono affrontate, allora stiamo mistificando le ragioni del protestantesimo e della nostra stessa ragione d’essere. A fronte di tutto ciò, qual è la risposta valdese? E. Bernardini fa appello alla necessità di affrontare alcune questioni teologiche aperte. Quali? Ad esempio, che la chiesa cattolica riconosca le chiese protestanti come delle “chiese” a tutti gli effetti e non semplicemente delle “comunità ecclesiali”. Mi domando io: tutto qui? Questo è il bisogno dottrinale del protestantesimo storico? Essere riconosciuti come chiesa?
Non credo che Lutero sentisse questo bisogno, né noi avventisti quando siamo nati. Il protestantesimo storico aveva un’opportunità. E se l’è lasciata sfuggire. Terminando il suo saluto al papa, e riprendendo un discorso che il papa stesso ha tenuto quest’anno in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, dove ha affermato che “L’unità dei cristiani non sarà il frutto di raffinate discussioni teoriche nelle quali ciascuno tenterà di convincere l’altro della fondatezza delle proprie opinioni… (bisogno di) incontrarci e di confrontarci sotto la guida dello Spirito Santo, che armonizza le diversità e supera i conflitti”, E. Bernardini aggiunge: “Con-
dividiamo queste sue parole. Secoli di confronto e dibattito non hanno appianato, purtroppo, divergenze teologiche che in larga misura hanno resistito nel tempo… (la nostra missione è) il vero mandato ecumenico, caro fratello Francesco: quello che ci chiama all’unità anche e soprattutto nell’annuncio della Parola ‘perché il mondo creda’”. Questo è anche quello che è successo al tempio valdese. E a mio parere, un’occasione perduta per riaffermare una missione che il protestantesimo potrebbe, e dovrebbe avere, in questo nostro paese. (fine) *Pastore della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno, e direttore nazionale del Dip. Educazione e Famiglia
crescita, compiendo quel gesto in più, che conduce ad un reale cambiamento nelle loro vite. L’Uganda vive ora uno stato di stabilità e di pace. Il Paese si distingue per un contesto in cui emergono nuove esigenze dettate da un repentino sviluppo economico. Tuttavia le famiglie talvolta non sono dotate delle risorse e delle competenze necessarie per affrontare con spirito positivo il nuovo scenario. Il nostro compito diventa, quindi, quello di affiancare i bambini e le loro famiglie e permettere alla bellezza che è insita in tutti noi di emergere. Un ringraziamento profondo e sincero per la costante e incondizionata presenza accanto
E’ la concretizzazione del detto: “Se uno ha fame non regalargli un pesce, ma insegnagli a pescare” a Denis in questi anni di sostegno. Marco Trevisan e Anna Filippi Coordinatori del Sostegno a distanza AVSI-UGANDA.” Mi è sembrata una bella lettera che racconta una esperienza concreta, vissuta sul campo. E’ la concretizzazione del detto: “Se uno ha fame non regalargli un pesce, ma insegnagli a pescare”. Se le Istituzioni Internazionali e i grandi potenti della terra anziché fare le guerre ( sia quelle con le armi, sia quelle economiche) aiutassero di più esperienze di questo genere, avremmo più pace e meno migranti. Intanto ognuno di noi può fare la sua parte e non scaricare solo sugli altri ciò che, nel nostro quotidiano, non solo si può ma si deve fare . Saremo più appagati e a posto con la nostra coscienza e faremo più felici coloro che sono più poveri e sofferenti di noi.
Aziende infomano
In collaborazione con il DICAM dell’Università di Bologna. “Un appuntamento che conferma, ancora una volta, il costante contatto della nostra Società con il mondo universitario e della ricerca - sottolinea il presidente di Romagna Acque, Tonino Bernabè - : un rapporto fondamentale per una realtà pubblica come la nostra
Ridracoli, la diga
Romagna Acque, corso e convegno sulla gestione delle risorse idriche - Dopo il successo dell’anno scorso, in cui era stato inaugurato, torna anche in questo autunno il Corso di Formazione sulla “Gestione sostenibile e resiliente delle risorse idriche”, organizzato da Romagna Acque-Società delle Fonti Spa e diretto dal Prof. Ing. Armando Brath del Dicam di Bologna. Anche quest’anno, il percorso didattico si rivolge a professionisti in possesso almeno di una laurea triennale per formarli su tematiche di grande importanza per la società odierna: la gestione delle risorse idriche, la di-
Tonino Bernabé, presidente di Romagna Acque
fesa del territorio dal rischio di alluvione, il monitoraggio idrometeorologico, l’inquinamento delle acque sotterranee e superficiali. Le lezioni si svolgeranno nel Teaching Hub del Campus di Forlì, in Viale Corridoni 20, nei seguenti giorni: giovedì 19, venerdì 20, giovedì 26 e venerdì 27 novembre. Sabato 28 novembre è poi prevista una visita tecnica alla Diga di Ridracoli e agli impianti dell’Acquedotto della Romagna.
La qualità assoluta della didattica è garantita dalla stessa struttura del Corso: organizzato dal DICAM (Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali)
dell’Università di Bologna, il corso si avvale anche della collaborazione dell’Ass o c i a z i o n e Idrotecnica Italiana e dell’Ordine degli Ingegneri di ForlìCesena. Il tutto, inte-
grato dal il contributo organizzativo e finanziario di Romagna Acque. “Un appuntamento che conferma, ancora una volta, il costante contatto della nostra Società con il mondo universitario e della ricerca - sottolinea il presidente di Romagna Acque, Tonino Bernabè - : un rapporto fondamentale per una realtà pubblica come la nostra, che ha l’obiettivo di essere sempre in primo piano anche per quanto riguarda le novità scientifiche e tecno-
logiche legate alla variegata tematica dell’acqua”. Anche quest’anno, come nel 2014, al termine del corso si svolgerà un importante convegno collegato al tema delle risorse idriche, alla presenza di importanti personalità del mondo scientifico e amministrativo. L’iniziativa è fissata per la mattina di venerdì 11 dicembre alla sala convegni del Centro Operativo di Romagna Acque a Capaccio, nei pressi di Santa Sofia. Il programma completo è in via di definizione; una volta definito, sarà consultabile al sito della Società, www.romagnacque.it.
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Aperitivo Letterario/9 - Matteo Nucci tra miti greci e tauromachia
Anche gli eroi piangono. E i tori... CULTURA
di Patrizia Mascarucci - L’edizione ottobrina 2015 di Aperitivo letterario/9 è iniziata sabato 17 con la presentazione dell’autore Matteo Nucci, introdotta dall’assessore Anna Sanchi che ha fatto gli onori di biblioteca con la consueta spigliatezza. Il libro Le lacrime degli eroi (Einaudi, 2013) nasce da una giovanile passione giunta sino ad oggi, nata tra i libri di scuola, per l’Iliade e l’Odissea: narrazioni amate, lette e rilette negli anni, di cui egli – diventato oggi uno scrittore – rivendica l’attualità, il non essere parole morte bensì racconti di storie che potremmo vivere nella contemporaneità. Tutti cerchiamo la felicità, da sempre, e come gli eroi ci affanniamo a vincere le nostre battaglie, a superare ostacoli, a rialzarci nelle sconfitte cercando di trarre dagli eventi un insegnamento per vivere bene. Leggendo le gesta degli eroi greci Matteo Nucci si accorse con stupore che piangevano: vi era una tale profusione di lacrime nei poemi omerici che iniziò a segnarsi tutti i passi in cui ciò avveniva. Odisseo piange copiosamente ad Ogigia «seduto sulle rocce e sul lido, / in lacrime e gemiti e affanni lacerandosi il cuore / guardava verso il mare inquieto stillando lacrime». Piangono Telemaco, Agamennone, Patroclo, Ettore; Achille addirittura piange tra le braccia della madre. Perché piangono? Perché sono eroi, persone complete che non hanno paura e non si vergognano di manifestare i propri sentimenti, anch’essi forti e fragili: come non si sottraggono alla lotta, alla battaglia, alla morte a motivo del loro coraggio, così non si sottraggono al dolore e al pianto a motivo della loro sensibilità. Si manifestano nella loro umanità, nella loro interezza, non rinnegando nulla del loro essere. La completezza comprende sfumature e sfaccettature tutte importanti: rinnegarne una non significherebbe forse sminuire la propria personalità, ammettere di essere vigliacchi? Miseri? Privi di stima per se stessi? Ed ancora: non è forse la sensibilità che muove al coraggio? Non è l’amore per i nostri figli che ci fa affrontare il pericolo per difenderli e proteggerli? Soprattutto gli uomini, i maschi dall’era/nell’era moderna, nascondono i propri sentimenti ritenendoli simbolo di debolezza. In realtà è una loro debolezza, la bassa autostima, che li porta a
Le copertine di Nucci mascherarsi, a nascondere il sentimento ritenuto un appannaggio delle “femminucce”. La paura di mostrarsi deboli rivela la paura della morte, paura del confronto con essa: l’uomo moderno fa di tutto per allontanarla da sé e così facendo la cancella dalla vita quotidiana per diventare l’uomo onnipotente dai piedi di sabbia. L’eroe no, essendo forte non ha paura di morire, tantomeno di piangere. Nucci ci propone il pianto sconvolgente di Pericle, l’uomo circondato di gloria che non aveva manifestato un cedimento in tutta la sua vita di politico, oratore e militare, neanche nei momenti tragici delle sorti ateniesi e nonostante le delusioni nella sua vita familiare. Nel 430-429 a.C. la peste ammorbò Atene e Pericle perse la sorella ed il figlio maggiore senza versare una lacrima, ma quando gli morì anche il figlio più giovane «Pericle si chinò sul viso di Paralo. Il volto giovane dell’ultimo figlio legittimo, il più amato […] I singhiozzi salirono al cielo come grida di uccelli. Erano singhiozzi che tutta Atene avrebbe potuto sentire. Perché Pericle per la prima volta pianse. Pianse con tutta l’energia che aveva in corpo, tutte le lacrime che non aveva pianto per anni e anni di battaglie politiche e personali, vittorie, sconfitte, delusioni, amari trionfi. Pianse a lungo. E quando smise di piangere, attorno a lui erano rimasti i più fedeli. Tutti gli altri erano già in giro a raccontare, molti per deriderlo». Possiamo dire che soltanto gli uomini che hanno la forza di non nascondere le proprie debolezze possono vincere il nemico più odioso – la paura della propria mortalità – invitandoci così a riappropriarci della nostra interezza. L’autore si cala nella vita degli eroi, partecipa profondamente alle loro vicende e questa empatia definisce il suo stile, scaturito direttamente dal racconto omerico. È veramente sorprendente quanto gli studi classici abbiano modellato il senso della sua scrittura: quel mondo antico ci si rivela attraverso la sua prosa omerica ma non siamo noi a discendervi, bensì è la Grecia che si affaccia sulla nostra vita, nell’attualità. Nucci afferma che l’antica Grecia continua a vivere insieme al popolo greco contemporaneo. Nei suoi viaggi ha potuto rivivere la peculiarità della grecità attraverso
la Xenía, l’ospitalità, la stessa che Odisseo ricevette dai Feaci: ora come allora lo straniero viene invitato a tavola, nei bar, senza sapere chi sia, a mangiare ed a bere. Lontano dal centro storico si viene invitati a sedersi in convivialità e non si paga, il denaro non è lo scopo dell’invito. Lo è l’incontro, la curiosità, da cui hanno luogo le domande per conoscere lo straniero e da dove proviene, a fine pasto od a fine bevuta. Un modo per viaggiare standosene comodi a sorseggiare un bicchierino di distillato di ouzo. I greci moderni, che rivelano in questo modo di essere la loro anima antica, non si trovano nei siti archeologici ma nei brutti condomini degli anni ’60/’70: lì – afferma Nucci – ci sono gli antichi Greci. Per dire no alzano la testa, gli occhi al cielo, rivolgendosi oggi come allora allo Zeus dell’Olimpo: perché dire no è una sofferenza, quindi gli occhi al cielo sono per chiedere aiuto, per farsi coraggio nel dire di no (una cosa che fanno ancora oggi i siciliani... n.d.R.). La serata continua con l’introduzione al secondo libro di Nucci, Il toro non sbaglia mai (Ponte alle Grazie, 2011). Anche questo libro trae origine da un’esperienza giovanile, questa volta nella Spagna toreadora catalana, con Matteo invitato da un amico a vedere una corrida, a cui egli era allora contrario, sembrandogli una barbarie, rifiutandosi di vederla e sentendosi rispondere che quel mondo era molto più ricco, articolato e complicato rispetto ai pregiudizi più diffusi. Nel 2011 Matteo pubblica il libro per far luce sul mondo delle corride, sottoponendo il lettore – incluso quello animalista – a riflettere e a rivedere i pregiudizi, almeno in parte, descrivendo questa realtà nei dettagli. Matteo conosce a Cadice Rafael Lazaga Julia, un suo coetaneo ex torero che lo ospita nella propria famiglia dove conosce la sorella Mariana, cieca e veggente e il suo bambino Paco. Approfondisce la conoscenza di un rito il cui senso sta nel confronto con la morte. Un libro che descrive il mondo delle corride a tutto tondo portandoci a considerare aspetti sconosciuti in Italia: il rispetto verso i tori in Spagna è profondo e altissimo; i tori vivono nei campi in assoluta libertà; il loro allevamento avviene nel massimo rispetto dell’animale
ed ha permesso che le cinque razze dei tori da corrida non si estinguessero. Nucci sostiene che toro e torero affrontano una battaglia alla pari, il toro selvaggio da combattimento pesa 500 chili e si lancia correndo contro il torero che deve rimanere fermo nella sua posizione. Possono morire o salvarsi entrambi o può morire il torero, in questo caso il toro verrà ucciso nella corrida successiva, macellato e mangiato. Un vero e proprio rito tribale. Il toro, tuttavia, può essere graziato dal pubblico e destinato alla riproduzione se e quando è particolarmente nobile nel portamento e forte nella sfida, in una parola: orgoglioso. Ed è proprio l’orgoglio del toro l’argomento più appassionante di conversazione tra gli spettatori della corrida. La lotta tra il toro ed il torero ci porta direttamente nella mitologia – e qui Spagna e Grecia si siedono davanti ad un bicchiere per dialogare. La tauromachia (praticata fin dal II secolo a. C. detta taurotacapsia o salto del toro, una forma incruenta di corrida praticata con modalità simili tutt’ora in Spagna) è lotta tra la vita e la morte. Il toro è un animale fortissimo e molto intelligente, lo vediamo sublimato mitologicamente nel minotauro Asterione, metà uomo e metà toro, simbolo dell’umanità dominata completamente dall’istinto animale, feroce perché irrazionale. Riteniamo dunque che, ancora oggi, la lotta tra la ragione e l’istinto lo/ci condanna a vivere in un labirinto, un luogo impossibile per l’anima; solo se la ragione domina l’istinto l’anima risplende e l’istinto diventa una risorsa nel pericolo. Il torero, nell’affrontare il toro combatte contro la finitezza della natura umana, vuole sconfiggere la morte. Il suo coraggio nell’agone è lo stesso dell’eroe antico in battaglia, consapevole della morte che gli corre accanto, che gli sta alle calcagna. In quella battaglia sembra tutto possibile e l’eroe diventa immortale, le sue gesta saranno tramandate per sempre: la sconfitta della morte avviene nel mito. Le gesta degli eroi dunque sono cantate nei racconti, nelle leggende per dare significato ad una realtà nemica che conduce alla morte: ciò che non si può spiegare o accettare con la ragione, i fenomeni naturali, il trascendentale, i comportamenti umani, diventano così attraverso il mito comprensibili e infine accettabili. Per l’acquisto: Le lacrime degli eroi http://www.ibs.it/code/ 9788806214296/nucci-matteo/lacrime-degli-eroi.html Il toro non sbaglia mai http://www.ibs.it/code/ 9788862200967/nucci-matteo/ toro-non-sbaglia.html
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Il circo - Leggiamo: “La Regina prepara un Natale da ‘circo’”. Per la pèrta dal bufon tal Cumun u j'è già la fila. Da sblighés dal rid... Gratis - Leggiamo: “L'assessore Galvani fa marcia indietro: ‘Sosta gratis in piazza De Curtis’”. Va fnì che tal més dli eleziòn ic porta anche al cafè tal lèt... Frati e Pd - Leggiamo: “Crisi delle vocazioni - Il Pd in difesa dei frati: ‘Quella chiesa non va chiusa’”. I dirigenti del Pd pronti a farsi frate?!? Chissà cum j'è blén sal saio e al curdòn atorna la pènza. Da strimulì al sangue... Gambini e Manitù (il grande spirito) - Leggiamo: “Corsa a sindaco: Sergio Gambini, un totem della politica per il dopo Cecchini”. Adès al mènca sno al strigòn e Manitù e a fèn tombola! Os-cia! E ancora Os-cia!... Portavoce - Leggiamo: “Nuovo portavoce del sindaco, è polemica”. A pochi mesi dalla fine della legislatura e già con un addetto stampa a tempo pieno, ai più pare uno spreco di soldi. Ma al séndaca l'è dvént mut? Os-cia!... Cervellini in fuga - Leggiamo: “Alessandro Belluzzi, portavoce del sindaco, saluta il Comune. Per lui un nuovo incarico a Bruxelles”. L'è un ènt cérvlén in fuga... Oltre il politichese - Leggiamo: “Alessandro Montanari (segretario Pd): ‘Aprire ad una fase nuova della politica e del Pd’. E ai candidati sindaco del Pd dice: ‘State sereni’”. Burdèl, al vo dì cla bol sa du batèch. Os-cia!... Vigili - Leggiamo: “Polizia municipale, via all'accorpamento”. Qualcuno lo ha definito anche accoppamento. L'è stè come mnè sal trén... 130mila euro - Leggiamo: “Vigili, comandante da 130mila euro annui”. L'è più ad diésméla euro al més! Caz!... 1 milione di euro - Leggiamo: “Dragaggio, un milione di euro è finito nel porto. Ma il problema non è risolto”. I dis che j'è stè qualchidun cu s'è but tal port per arcoi su chi sold...
Ponte girevole - Leggiamo: “Ponte di guai tra Cattolica e Gabicce”. L'è un pont cal fa giré sno 'na roba: li pall... Parla come mangi - Leggiamo: “Sotto l'albero di Natale spuntano le temporary store”. Assessore Signorini, cus cl'è? An sarà li solte bancarelie? Va pu là!... Tavor - Leggiamo: “Nuovo Rue, maggioranza in fibrillazione”. Dai un Tavor! Os-cia!...
Conflitto d'interesse - Leggiamo: “Consiglieri con parenti proprietari di hotel ‘Non possono votare il piano comunale’”. L'asesor l'ha mès li mèn avènti. Alora i vutarà un POC a la volta. Chi cunsigliér i farà avènti e indré tut la séra. 'Na specie ad ball dal madòn... Il ladro - Leggiamo: “Ruba cassaforte e si spezza le dita. Arrestato”. Lèdre a pataca, roba da spli sota tèra... Incontentabili - Leggiamo: “Cna: ‘Aumentano gli incassi per bar e ristoranti ma poco rispetto alle presenze’”. Ma alora an si mai cuntént?!?... Rifiuti - Leggiamo: “Piedibus, i bimbi a scuola tra i rifiuti”. Anche questa l'è la Buona Scuola. Tla mundèza. Caz!... Cimitero - Leggiamo: “Non c'è spazio per il caro estinto. ‘Elimineremo le vecchie tombe’”. Zombie di tutto il mondo unitevi! Ciò, gnènca da mort us po stè più tranquél...
CATTOLICA
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Dopol'interventodell'architettoFrancoVico,prende la parola Domenico Onofri (Studio Valbruna) - Osservazioni per un sogno. Raccolgo con piacere l’invito ad esprimere una mia modesta opinione sull’articolo apparso nell’ultimo numero de “la Piazza” circa l’idea di creare a Cattolica un “museo dell’arte”. Leggendo il pezzo, fra i tanti concetti espressi, tutti condivisibili, mi ha interessato questa affermazione: “una mostra ha memoria debole”! ... Affermazione vera e reale che mutuo e faccio mia, in quanto sicuro portatore di concrete tangibili esperienze e testimonianze. Non sono uomo “di cultura” ma per scelta di vita ho imparato ad apprezzarla e ne ho percorso, indegnamente, un piccolo tratto facendone la mia professione. In quasi 40 anni sono stato a contatto con “l’arte”. Prima ho fatto il gallerista a tutto campo e poi ho organizzato, su tutto il territorio nazionale circa 300 mostre d’arte (contemporanea e antiquariato). Per il successo dei miei eventi ero un attento osservatore delle dinamiche nei rapporti tra espositori e visitatori. Spesso i primi riesponevano alcune opere, talvolta anche di grande pregio artistico e storico, che difficilmente, persino il frequentatore abituale, ricordava. Erano eventi che si montavano e dopo poco si smontavano: avevano “memoria debole”! In questi tanti anni ho sempre sognato di poter allestire un
Cultura, ‘Osservazioni per un sogno’ - L'architetto Franco Vico ha lanciato l'idea di costruire un contenitore culturae a Cattolica nel numero di ottobre della Piazza. Nel centro ipotizza di far convivere le eccellenze artistiche, economiche e culturali della città. Interviene nel dibattito Domenico Onofri
LA LETTERA evento nella “mia città”, invano... mancavano e mancano ancora le strutture! Spero che questa iniziativa possa creare un movimento d’opinione atto a sensibilizzare un gran numero di persone disposte a realizzare quella “memoria forte” tanto necessaria. A tal proposito circa un anno fa mi sono fatto “silenzioso promotore” di un progetto che ho messo su carta e inviato ad un noto industriale della zona al fine di ottenere supporto e mezzi per la sua realizzazione di cui di seguito riporto un estratto: OSSERVAZIONI PER UN SOGNO. Queste mie osservazioni partono dall’attenta analisi su Cattolica, sull’immobilismo dell'Amministrazione, sulle tante
Il Centro culturale illustrato da Michele Provinciali, tra i massimi grafici italiani. Vincitore anche del Compasso d'Oro
carenze strutturali e, soprattutto, sull’assoluta assenza di eventi di taglio culturale e non. Penso alla creazione di un “Palazzo della cultura”, o meglio, di una “Officina della cultura” o delle arti; nel quale si potrebbe e dovrebbe vivere l’arte tutta; quella che si distingue nelle dieci principali forme: Pittura (disegno, incisione e grafica anche digitale) - Scultura (oreficeria, arte tessile, arazzo e origami) - Architettura - Letteratura Fotografia (multivisione) e Fumetto, ed inoltre Musica - Danza - Teatro - Cinema (videoarte). Quella location dovrebbe avere delle sale polifunzionali attrezzate, modulabili in base alle diverse esigenze organizzative, e potrebbe supplire anche alla mancanza di una struttura congressuale e, se del caso, a quella per le ultime
quattro principali forme d’arte. Potrebbe essere un’operazione che oltre ad avere una valenza socio-culturale ne avrebbe anche una economica poiché, con una oculata ed attiva gestione, si possono ottenere ottimi risultati. Nel mio “progetto fantastico” vedrei la possibilità di strutturarla in quattro settori: 1) La Galleria ossia lo spazio espositivo aperto a proposte artistiche senza confini: (segue dettagliata analisi spiegazione e impostazione). 2) La Scuola del Vedere una vera e propria scuola dove si insegna, a pagamento, a persone (di qualsiasi età) le discipline artistiche che riguardano: (segue dettagliata analisi spiegazione e impostazione). 3) Il centro studi dovrebbe avere come obiettivo principale la ricerca, lo studio, la promo-
zione e la diffusione dell’arte contemporanea, nelle sue forme più innovative. (segue dettagliata analisi spiegazione e impostazione). 4) La pinacoteca (segue dettagliata analisi spiegazione e impostazione). Qualora il “progetto fantastico” dovesse diventare realtà la prima mostra in assoluto, a pagamento, dovrebbe essere dedicata a “Cesare Pronti” o “fra Cesare Baciocchi” nato Cattolica nel 1626 e morto a Ravenna nel 1708 che imparò l’arte nella bottega del Guercino e poi fu seguace del Cignani. Amministratori del passato gli avevano dedicato una piazzetta. Un Sindaco l’ha cambiata in “Piazzetta della Gina” dedicandola alla nota artista della “pasticciata e del mezzo litro”. Nella speranza che abbiate avuto la pazienza di leggermi fin qui, con l’occasione, porgo cordiali saluti. Mi sono rivolto all’imprenditore perché ritengo che soltanto il privato possa realizzare una struttura museale, in particolare a Cattolica dove il pubblico persegue altri fini. Non conosco politici che hanno vi-
sioni di “lungo termine”, ossia gente preparata e di grande apertura mentale pronta a fare scelte coraggiose e lungimiranti, uscendo dall’ovvio, che credono nel valore intellettuale, estetico, artistico, culturale, dell’arte che, in pratica, è un grande valore sociale ed economico per la collettività. Non ci sono politici con gli attributi che fanno proprio un progetto “diverso e difficile” che migliori l’esistenza dei propri concittadini. Gente che possa considerare un museo una “impresa” che crea lavoro e visibilità e soprattutto un volano del turismo (in particolare quello culturale più “ricco” in tutti i sensi) che ha concrete ricadute sull’economia della città. Purtroppo la cultura non paga, non porta voti!!! Cattolica è una città inchiodata, ferma, abulica, insabbiata, non governata, ancora legata al turismo dei padri fatto di sole, piadina e sangiovese! Cose degli anni ’50! Se non si ha il coraggio di cambiare sono solo “osservazioni per un sogno” . PS. A proposito fra gli artisti cattolichini citati nel predetto articolo mancano, a mio parere, i due più importanti ossia Guido Di Carlo ed Ivo Batocco (cattolichino d’adozione). I due più grandi “ladri di emozioni”!!! Può succedere!!! Ad maiora..! Domenico Onofri
29 CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it
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CATTOLICA
Lo SPAZIO.Z di Radio Talpa è un contenitore culturale a disposizione delle associazioni e giovani creativi. Radio-Tv-Editoria-Internet-Arte-Sociale... Cattolica, via Del Prete, 7/A
CATTOLICA - Via Del Prete 6 TEL. 0541 - 960076 Fax 0541 963334 www.adriaexpress.it e-mail: adria@express.it
Dremarena, visioni del mare d'inverno Diversabilità: evento per riflettere Nello SPAZIO.Z di Radio Talpa: sabato 14 novembre alle ore 17 inaugurazione della mostra fotografica “Dremarena” di Sabrina Gennari, Mattia Barbotti, Fabio Borra. Aperta fino al 21. Dal 23 al 29 novembre esposizione dei lavori delle IV^ classi delle scuole primarie della zona sul tema della diversabilità. Il concorso è stato indetto dall'associazione Rimbalzi Fuori Campo CULTURA
- Appena smontata la mostra di Augusto Gennari passatofuturo (ha riscosso grande successo di visitatori e di critica) il 9 novembre, ecco subito l'inaugurazione di un'altro momento culturale sabato 14 alle ore 17: la mostra fotografica “dremarena” di tre giovani appassionati di fotografia, Sabrina Gennari, Mattia Barbotti, Fabio Borra. “Tre differenti visioni dello stesso spazio con un unico vincolo: il formato quadrato, quello per noi più democratico, per una riflessione libera” - dicono i ragazzi. “Una mostra che parla del mare d'inverno, poco turistico, più solitario, più chiuso. La spiaggia soffocata, celata
La locandina
SOLIDARIETA'
Una delle foto esposte dietro dune di sabbia vista da dietro. Dremarena”. Appena il tempo di avere apprezzato i loro lavori, che già da lunedì 23 fino a domenica 29 novembre sono esposti i lavori lavori delle IV^ classi delle scuole primarie di Cattolica, San Giovanni, Gabicce Mare e Gradara sul tema della diversabilità. Il concorso è stato indetto dall'associazione Rimbalzi Fuori Campo presentato nella giornata del 20 al Teatro della Regina. Nel frenetico percorso culturale Talpista ricordiamo l'Incontro Formativo di Libera (coordinamento provinciale di Ri-
mini) presso la sede della Radio del 5 novembre. Ma le Talpe a volte escono dalle loro tane e... organizzano un grande momento culturale: Papa Francesco Laudato si' - L'Enciclica rivoluzionaria che cambierà il mondo? al Centro culturale di Cattolica (11 novembre). Ospiti prestigiosi: fra Benito Fusco, Piergiorgio Morosini, Gabriele Paci, Raffaele Bersani. Tema di grande attualità: un Papa che dice cose giuste sui poveri, sul potere, sulla giustizia sociale e che cerca di applicarle. Per questo il suo percorso per il rinnovamento della Chiesa è irto di ostacoli, corvi e complotti.
- Venerdì 20 novembre 2015 appuntamento al Teatro della Regina di Cattolica per la IV^ edizione del concorso multidisciplinare “legami o legàmi” sulla diversabilità. E' indetto dall'associazione Rimbalzi Fuori Campo, un'associazione culturale fondata da volontari che vogliono portare avanti temi di cui tanto si parla, ma che ancora fanno fatica ad attecchire nelle coscienze di molti cittadini e amministratori: la diversabilità e la legalità. La diversabilità è un tema sempre più attuale in un mondo che cambia freneticamente, e aiutare i bambini a prenderne coscienza senza pregiudizi e falsi pietismi è fondamentale per sviluppare una sensibilità sociale che ci permetta di vivere insieme nel rispetto e nella diversità dell'altro. Al concorso partecipano 23 classi IV^ delle scuole primarie dei comuni di Cattolica, S.Giovanni in Marignano, Gabicce Mare, Gradara, Misano Adriatico, per un totale di 470 bambini. Una giuria valuterà gli elaborati prodotti dalle classi secondo criteri stabiliti dall'associazione Rimbalzi Fuori Campo e premierà i primi cinque classificati con assegni messi a disposizione dalla BCC di Gradara. 1. premio euro 500; 2. premio euro 400; 3. premio euro 300; 4. premio 200; 5. premio euro100. Le insegnanti delle classi vincitrici potranno utilizzare l'assegno nell'acquisto di materiale didattico, cosa non da poco in questi tempi di magre risorse! A tutti i bambini partecipanti al concorso verrà con-
Il 20 novembre (ore 10 per le scolaresche e ore 20,30 per tutti) al Teatro della Regina, la IV^ edizione sui temi della diversabilità. 23 classi della zona con i loro lavori. Verranno esposti dal 23 al 29 novembre nello SPAZIO.Z di Radio Talpa (via Del Prete, 7/A) segnato un simpatico gadget messo a disposizione da alcuni sponsor: Coop Adriatica, Acquario di Cattolica, Eurocellular; BCC di Gradara. L'evento si svolgerà in due momenti: la mattina del 20 novembre dalle ore 10 alle 12 che vedrà la partecipazione di tutte le classi aderenti al concorso. L'incontro sarà condotta da Emanuele Meme Pagnini, campione paralimpico e altri ospiti che dialogheranno sul tema della diversabilità e si nomineranno le classi vincitrici. La sera
- ore 20,30 - ci sarà la premiazione delle classi e l'esibizione di “Ladri di Carozzelle”, un gruppo di musicisti con disabilità fisiche e psichiche. La band è nata a Cattolica nel 1989, dove i ragazzi erano in vacanza, dall'incontro con Paolo Falessi e dalla comune passione per la musica rock con il nome “La banda del buco”. Nel 1990 rinacquero come i “Ladri di Carrozzelle” nome ispirato al film “Ladri di biciclette”. La prima formazione era formata da persone affette da distrofia muscolare, attualmente è composta da una rosa di musicisti con disabilità diverse che si alternano in base agli impegni. Oltre alla principale attività concertistica la band si pone l'obiettivo di diffondere un'immagine nuova e insolita della disabilità con attività collaterali, quali possono essere concerti e dibattiti nelle scuole dove i “Ladri” aiutano gli alunni a riflettere su pace, musica e diversità. Ora dopo 25 anni i “Ladri di Carrozzelle” ritornano a Cattolica per festeggiare insieme al pubblico e diffondere il loro messaggio. Durante la serata verrà assegnato il Premio etico promosso dalla signora Diana Gabellini in ricordo del marito Giorgio. Il premio è riservato alle classi V^ della scuola primaria. Ai bambini premiati verranno assegnati buoni per l'acquisto di libri di testo della scuola media. Venerdì 20 novembre giornata di grande umanità e solidarietà per le nostre comunità. L'ingresso è libero, ma è un'offerta è gradita...
I ragazzi
Rotary, a Venezia con gli studenti - Il Rotary Club Riccione Cattolica, presieduto da Giuliano Piccioni ha regalato a cinque studenti del Liceo Volta l'XI “Congresso mondiale sul futuro della scienza” (“Medcina di precisione: la sfida di oggi per le cure di domani”, il tema di quest'anno) tenutosi a Venezia lo scorso settembre. All'incontro hanno partecipato eminenti studiosi e scienziati del mondo; la Fondazione Veronesi ne è stata la principale promotrice. L'associazione ha confermato la grande fiducia riposta nei giovani. I ragazzi che hanno rappre-
sentato i loro amici: Lorenza Cocci, Giacomo Gambuti, Sara Manzi, Giorgia Sparaventi, Simone Specchia. Invece lunedì 5 ottobre si è svolta presso la sede del Rotary Club Riccione Cattolica, la serata conviviale. Ospiti il prof Carlo Bucci, anch’egli rotariano, che ha coordinato la partecipazione alla Conferenza degli studenti di vari Licei della Romagna, la professoressa Roberta Gandini che ha accompagnato gli studenti a Venezia, il preside del VoltaFellini di Riccione, Paride Prin-
cipi, oltre agli studenti. Bucci ha introdotto l’argomento con una mini presentazione, alla quale sono seguite le relazioni dei ragazzi. Durante la serata Giuliano Piccioni ha consegnato ai giovani gli attestati di partecipazione alla conferenza e i gagliardetti ricordo. Il prossimo appuntamento rotariano rivolto ai giovani è la consegna delle borse di studio la prossima primavera. A coordinare il premio Giovanni Olivieri, figlio del mitico preside del Giulio Cesare di Rimini.
CULTURA
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CEM 3.0 campi elettromagnetici di terza generazione: i pericoli - Il problema dell’inquinamento elettromagnetico sta vivendo la sua terza stagione. CEM 1.0 Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, vennero pubblicati alcuni studi che svilupparono nell’ambiente della ricerca e nell’opinione pubblica la prima percezione del rischio sui possibili effetti nocivi dei campi elettromagnetici (CEM) sulla salute dell’uomo. Va precisato che all’epoca l’attenzione era quasi esclusivamente rivolta verso i campi elettromagnetici, cosiddetti, in bassa frequenza, tanto per intenderci quelli prodotti dalla rete elettrica. A ciò fece seguito l’emanazione dei primi decreti, nei quali tuttavia ancora non si parlava di principio di precauzione, ma ci si limitava a valutare l’ipotesi di effetti acuti, quali gli effetti termici o le scariche elettriche. Negli stessi anni prese il via, proprio nella nostra provincia, uno storico contenzioso, con i riflettori puntati a livello nazionale, tra il gestore della rete elettrica ed alcuni cittadini che abitano in prossimità dell’elettrodotto Forlì – Fano. Tutti i gradi di giudizio concordarono sulla dimostrazione scientifica dell’esistenza di un nesso causale tra le patologie lamentate dai ricorrenti ed i campi magnetici generati dall’elettrodotto. CEM 2.0 Bisogna attendere il 2001 con la Legge Quadro n.36, destinata sia ai campi in bassa frequenza che a quelli in alta frequenza – questi ultimi tipici delle telecomunicazioni – per trovare alcune importanti distinzioni. Vengono infatti definiti il limite di esposizione, per la tutela della salute da effetti acuti, il valore di attenzione, inteso come valore di immissione che non deve essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate, per la protezione da possibili effetti a lungo termine e gli obiettivi di qualità, per la progressiva minimizzazione dell’esposizione. Siamo nella fase della seconda generazione dei campi elettromagnetici, esplode la diffusione dei cellulari, i ripetitori radio e TV vengono affiancati da quelli della telefonia mobile. Nascono nuovi termini, come stazione radio base. La popolazione avverte in modo significativo la problematica, si costituiscono comitati e le aspettative per i futuri decreti attuativi sono molto alte. Inoltre nella Legge Quadro, facendo espresso riferimento agli orientamenti e agli atti dell’Unione europea in materia di inquinamento elettromagnetico, si preannuncia un ulteriore decreto a fronte del quale i fabbricanti di apparecchi e dispositivi, in particolare di uso domestico, individuale o lavorativo, generanti campi elettromagnetici, saranno tenuti a fornire agli utenti, mediante apposite etichettature o schede informative, informazioni inerenti ai livelli di esposizione prodotti dall’apparecchio o dal dispositivo, la distanza di utilizzo consigliata per ridurre l’esposizione e le principali prescrizioni di sicurezza. Tuttavia, con il passare degli
Fausto Bersani
INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
Tutti i pericoli della telefonia cellulare. Consigli intelligenti per un uso informato e consapevole di Fausto Bersani* anni, nonostante i buoni propositi, abbiamo purtroppo assistito ad una progressiva erosione del Principio di Precuazione. Le speranze vengono via via disattese. Ad esempio il valore di attenzione per le radiofrequenze è di 6 V/m (Volt/metro) per i luoghi ove si soggiorna per più di 4 ore. Questo parametro, stabilito dal D.P.C.M. 8/7/2003, venne riferito ad una misurazione su una media di 6 minuti, che è il tempo in cui avviene una compensazione degli effetti termici dei campi elettromagnetici basata sulla vasodilatazione. Un valore che dovrebbe tutelare da possibili effetti a lungo termine viene riferito ad un tempo di reazione del corpo umano nei confronti degli effetti acuti: una vera e propria contraddizione. Inoltre nulla si dice a proposito dell’inquinamento elettromagnetico generato da sorgenti indoor, ossia di tutti i dispositivi che più o meno coscientemente ci mettiamo in casa ed utilizziamo quotidianamente e che, spesso, generano esposizioni più significative delle sorgenti outdoor. Come se non bastasse, per i campi in bassa frequenza, vengono introdotti valori di riferimento per il campo magnetico totalmente privi di fondamento scientifico, fino a 50 volte più alti di quanto suggerito a livello epidemiologico per i possibili effetti a lungo termine. Nel frattempo le ricerche sono progredite. Il 31 maggio 2011 l’OMS/ IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro facente capo all’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha incluso i campi elettromagnetici prodotti dalle radiofrequenze tra i possibili CANCEROGENI per l’uomo (classe 2B) smentendo che esistono solo effetti termici. I campi in bassa frequenza già vi facevano parte da tempo. Le tecnologie prese in esame non si sono limitate alla telefonia cellulare ma, in generale, sono stati valutati tutti i sistemi cosiddetti “wireless” che utilizzano radiofrequenze e microonde. Il documento conclude la disamina richiedendo la necessità di ulteriori approfondimenti scientifici e l’adozione di misure pratiche atte a limitare le esposizioni della popolazione segnalando come fra i principali utenti di queste tecnologie ci siano i soggetti appartenenti alla popolazione giovanile. Qualche giorno prima della pubblicazione del documento della IARC, l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa votò la Risoluzione n.1815 (27 Maggio 2011). In essa si auspica che i paesi membri, attraverso una collaborazione fra i diversi ministeri (educazione, ambiente e salute), intensifi-
chino l’attività specifica di informazione diretta a insegnanti, genitori e alunni per allertarli sui rischi relativi all’utilizzo precoce, sconsiderato e prolungato di cellulari e altri dispositivi elettronici che emettono microonde. Per i bambini in generale, ed in particolare nelle scuole e nelle classi, sarebbero, ad esempio, preferibili le connessioni internet cablate, come già avviene in paesi quali Austria, Germania, Francia, Canada. Inoltre, in relazione all’uso privato di telefoni mobili, telefoni DECT (cordless), WiFi, WLAN e WIMAX per computer ed altri dispositivi wireless come i BABY PHONES, si consiglia di fissare, in accordo con il Principio di Precauzione, una soglia preventiva per l’esposizione prolungata a radiofrequenze/microonde, che non superi gli 0,6 Volt/metro riducendola, nel medio termine, a 0,2 V/m, valori nettamente inferiori a quelli previsti dal DPCM 08/07/2003. CEM 3.0 L’inizio dell’era 3.0 nasce nel
2012. L’allora governo Monti, per agevolare l’industria delle telecomunicazioni e in particolare l’installazione dei ripetitori della telefonia mobile di quarta generazione decise, in carenza di istruttoria e senza alcuna valutazione di carattere sanitario, di intervenire con il cosiddetto Decreto Sviluppo1, in modo astuto ed indiretto, sui parametri di esposizione. Tra le disposizioni contenute nel provvedimento si segnala l’articolo 14, avente ad oggetto interventi per la diffusione delle tecnologie digitali. I limiti di esposizione (20 V/m) continuano ad essere mediati su un qualsiasi intervallo di sei minuti, mentre i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità (6 V/m) saranno da intendersi come media dei valori nell´arco delle 24 ore, creando di fatto un artificio per aumentare i parametri di legge: di notte le antenne hanno emissioni molto basse perché i dispositivi mobili non sono in uso e tali valori compensano i valori più elevati delle ore diurne nel calcolo della media.
Il 26 febbraio di quest’anno, oltre 70 fra medici, biologi, fisici, ingegneri e ricercatori hanno inviato al governo italiano una lettera aperta dal titolo “Appello per la difesa della salute dalle radiazioni a radiofrequenza e microonde”
La nuova legge prevede inoltre l’adozione di linee guida predisposte al fine di individuare fattori di riduzione della potenza in antenna e fattori di assorbimento dei materiali da costruzione, che dovranno essere applicati nella stima previsionale del valore di attenzione e dell´obiettivo di qualità, mentre fino ad oggi i calcoli previsionali venivano esguiti sulla base di criteri maggiormente cautelativi, ossia immaginando il segnale alla massima potenza prevista ed in campo libero. Questo per quanto riguarda le sorgenti cosiddette outdoor, tutto tace, o quasi, invece per quanto attiene all’inquinamento indoor, ossia alle sorgenti che possiamo trovare all’interno degli ambienti in cui viviamo. Basti pensare al progetto del Ministero della pubblica Istruzione Università e Ricerca volto a diffondere la digitalizzazione nelle scuole, esattamente in controtendenza con quanto veniva suggerito a livello europeo dalla Risoluzione n.1815 del 2011. Il 26 febbraio di quest’anno, oltre 70 fra medici, biologi, fisici, ingegneri e ricercatori hanno inviato al governo italiano una lettera aperta dal titolo “Appello per la difesa della salute dalle radiazioni a radiofrequenza e microonde”. Nel documento si sottolinea come, nell’ultimo decennio, si siano profuse risoluzioni scientifiche e governative, consensi scientifici e documenti di posizione, rapporti di gruppi di scienziati indipendenti e appelli ai governi, al fine di invitare a limitare la diffusione dell’uso di tecnologie di comunicazione senza fili e per promuovere degli standard di sicurezza per i campi elettromagnetici basati sulle evidenze biologiche, con un limite di esposizione che, per i campi in alta frequenza, è stato individuato in 0,6 V/m. Inoltre si evidenzia come successivamente al documento della IARC del 2011, che aveva classificato la radiofrequenza come “possibile cancerogeno per l’Uomo” in Classe 2B, siano emerse, in poco tempo, nuove evidenze scientifiche del rischio cancerogeno: uno studio epidemiologico svedese2 e uno studio francese3, entrambi del 2014, concludono che la radiofrequenza dovrebbe essere classificata come “cancerogeno certo per l’Uomo” in Classe 1 e che gli effetti dell’esposizione a radiofrequenza sono cumulativi. Il testo si chiude con una serie di inviti ad adottare misure urgenti, tra le quali: 1. abrogazione dell’Art. 14, comma 8, del d. l. 179/12, noto come “Decreto Sviluppo bis”; 2. approvazione di un decreto attuativo della Legge 36/ 2001 per quanto riguarda i dispositivi mobili; 3. revisione dei parametri di esposizione per tutte le radiofrequenze e le microonde; 4. promozione di investimenti pubblici e detassazione per la connettività in fibra ottica e via
cavo che è la tecnologia più efficiente e sostenibile, completamente sicura per la salute; 5. divieto di installazione di reti Wi-Fi nei siti sensibili (strutture sanitarie, scolastiche, assistenziali); 6. obbligo per gli enti locali di adottare piani regolatori dedicati agli impianti radioelettrici attraverso la modifica dell’art. 8, comma 6 della Legge Quadro 36/ 2001. Vorrei chiudere questo mio intervento mettendo in evidenza un altro aspetto dei CEM 3.0 di cui si parla poco, ma che a mio avviso rappresenta l’elemento più invasivo. Ciò che mi preoccupa di più è il sonno della ragione che sta annebbiando la mente della gente. Sia ben chiaro: non sono un integralista che si auspica un azzeramento delle tecnologie di comunicazione, io stesso ne sono un fruitore, posto che personalmente ritengo dovrebbero avvicinare persone che sono lontane e non allontanare persone che sono vicine, ma qui si entrerebbe in un’ulteriore problematica. Un cellulare può salvare una vita, in caso di emergenza e, in questo senso, rappresenta una tecnologia straordinaria. Per contro è innegabile che i cosiddetti poteri forti siano riusciti a sedurci al punto da inibire la capacità delle persone di porsi domande. A fronte del fatto che ricerche indipendenti ci dicono che queste frequenze non sono biocompatibili, ritengo assolutamente necessario che se ne faccia, quanto meno, un uso informato e consapevole. Colonizzati mentalmente dalle eccezionali prestazioni tecniche di certi dispositivi elettronici, nessuno si pone più il problema se questi possano essere dannosi o meno per la salute. Siamo di fronte ad una deriva pericolosa in cui il livello di attenzione è quasi scomparso. Nessuno ormai riesce più a far meno di questi prolungamenti artificiali dei nostri arti, il dubbio è stato cancellato dalle coscienze e la scienza spesso affoga nel mare dei conflitti di interesse ….. Il mondo non è pericoloso a causa di quelli che procurano danni, ma a causa di quelli che vedono questo senza fare nulla (A. Einstein) (Footnotes) 1 Il 19 dicembre 2012 è entrata in vigore la legge di conversione del decreto legge 18 ottobre 2012 n. 179, noto come decreto sviluppo (legge 17 dicembre 2012, n. 221). 2 Hardell L. e Carlberg M., Mobile phone and cordless phone use and the risk for glioma – Analysis of pooled case control studies in Sweden, 1997 –2003 and 2007 –2009, in Pathophysiology, pubblicato online il 28 ottobre 2014. 3 Coureau G. e altri, Mobile phone use and brain tumours in the CERENAT case-control study, Occup Environ Med doi:10.1136/ oemed-2013-101754. *Prof. Bersani G. Fausto, docente di Fisica e consulente Federconsumatori Provincia di Rimini
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Scomparso lo scorso 25 ottobre. Uomo di profonda umanità, è stato un grande marinaio
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Addio Bigiòn, marinaio centenario
PERSONE
Da sinistra: Colombo Gaudenzi (Topolino), Paolo Masi e Luigi Paolucci (Bigiòn)
di Paolo Masi - Addio a Luigi Paolucci (per tutti soprannominato Bigiòn). Se n'è andato lo scorso 25 ottobre. Aveva quasi 100 anni. Ecco come lo ricorda Paolo Masi, un profondo conoscitore della civiltà marinara cattolichina e non solo. Ha raccolto testimonianze sugli uomini del porto, pubblicando due libri ed un video. Luigi Paolucci (Bigiòn) si è spento domenica mattina 25 ottobre serenamente nel sonno. Un altro personaggio popolare della cultura della marineria di Cattolica. Stimato e amato da tutte le persone che lo conoscevano, per l’umiltà e la serenità del vivere che, nonostante l’età, sapeva infondere nei propri interlocutori. Era un grande amico di Colombo Gaudenzi (paròn al Topolino), come lui era nato nel 1915, gli
Utilizzare spazi dismessi
mancavano pochi giorni per compiere cento anni. Forse venuto a conoscenza della scomparsa dell’amico, ne ha voluto serenamente condividere la sorte.
Come il suo più anziano amico, Bigiòn aveva iniziato ad andare in mare sin da bambino, e una volta appesa la barra del timone al chiodo ne aveva continuato a seguire le orme,
facendo il mestiere dal pupèr, rammendatore di reti. La vita non era stata del tutto benevola con Luigi, circa due anni fa aveva perduto un figlio cinquantenne. Eppure
Bigiòn, con la sua forza d’animo, non gli aveva voltato le spalle, ma continuava a sorridere alla vita. Un uomo dall’animo buono, per me che l’ho conosciuto: straordinario. Sino a pochi anni fa lo si poteva vedere andare, sorridente, in bicicletta al porto. Ogni tanto si sentiva il grido di qualche pescatore che lo chiamava: “Bigiòn vèn olta che ad dag du pesc da magnè”. In questi ultimi anni ho avuto il piacere di frequentare entrambi. Ne ho conosciuto e apprezzato l’umiltà e la bontà dell’animo. Quando il 30 gennaio di quest’anno ho presentato al teatro della Regina il video “Mare Hadriaticum ad Catholicam”, sulla storia di Cattolica, ho voluto che fossero loro i testimonial dell’even-
to. E quando mi hanno accettato come amico, ne sono stato onorato. Quindi pubblicamente grazie a entrambi. Prevedendo quello che avrebbe potuto accadere, apprezzando infinitamente la loro cultura umana, ho voluto fermamente che questa non andasse perduta, nel buio infinito del tempo e della storia. Ma che essa doveva giungere intatta alle generazioni future. Così con alcuni amici ne ho tratto, qualche anno fa, una intervista visiva che sarà pubblicata su di un documentario video, dedicato, non solo a loro, ma al Mare Adriatico. Quel mare che loro, come me, hanno tanto amato. Io sono convinto che in realtà non siano i personaggi famosi, ma gli uomini umili e sconosciuti come Luigi Paolucci e Colombo Gaudenzi, Bigiòn e Topolino, con la loro decorosa esistenza e silenziosa morte, a perpetuare con onore e dignità la storia degli uomini su questo pianeta. Bigiòn e Topolino un abbraccio.
IDEE
SalvareilpontesulTavollo - Ci si ritrova nuovamente, a distanza di anni, a chiedersi perché il Ponte sul Tavollo, venga abbandonato al suo destino. Nessuna delle due Amministrazioni Comunali coinvolte, ha pensato di procedere alla manutenzione e pulizia del ponte (risalente al 1600 circa). Basterebbe poco per riportare il “vecchio” ponte alla sua leggibilità, procedendo in primis all’eliminazione degli arbusti presenti che pregiudicano la stabilità dell’opera,
predisponendo poi, antivegetativi e malte osmotiche come protezione a futuri attacchi vegetativi. Questo permetterebbe la sua salvaguardia in attesa di un vero e proprio progetto di restauro. Elementi architettonici di tale tipo hanno un fascino straordinario e abbiamo il dovere di preservare e valorizzare le poche tracce rimaste del nostro passato.
Silvia Vico (architetto) Lucia Vico (ingegnere)
Il ponte è inghiottito nella vegetazione fino a farlo scomparire. A sinistra come si presentava
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CATTOLICA
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Amarcord
di Dorigo Vanzolini
Quando sul lungomare si andava in calesse
Cattolica, lungomare, 1947. Giuseppe Romani "Pinèn". (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
CENTRO SOCIALE GIOVANNINI - VICI - via Umbria, 23
Il programma di novembre
Cattolica, primi anni '50. Foto ricordo prima della partenza. Da sinistra: il meccanico Ettore Morelli, Enrico Molari, Giuseppe Gerboni. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
LA MOSTRA - Ivo Batocco, figlio di emigranti, affascinato dalla pittura fin da ragazzino, non poteva esimersi dal raccontare pittoricamente un pezzo fondamentale della storia italiana: l'emigrazione. Lui marchigiano, ma cattolichino per amore e adozione. Il titolo della mostra contiene già integralmente tutto il senso: “La rotta della speranza”. Un ciclo di opere che vanno dal 2009 al 2013. Volti di donne, bambini e uomini. Minatori, mamme e figlie. Valigie di cartone serrate con la corda, simbolo di intere generazioni cha dalla metà dell'Ottocento agli anni Sessanta (del XX secolo) hanno dovuto abbandonare il proprio Paese, il paese natio, la propria casa... in cerca di una speranza, appunto. Il lavoro, una nuova dignità, che nasce sempre da una propria autonomia economica. Senza forzare più di tanto, il racconto pittorico evoca gli attuali esodi biblici, dei migranti, di centinaia di milioni di persone che stanno “braccando” i Paesi ricchi, sordi e insensibili, dopo che secoli del loro colonialismo ha prodotto questo mostruoso risultato. Crescerà solo odio...
Batocco, l'artista che racconta l'emigrazione di Enzo Cecchini
Ivo Batocco ed un suo quadro
Le opere di Batocco colpiscono per un aspetto: in quei volti stanchi e un po' abbruttiti dalla sofferenza e dalla miseria, c'è poca rassegnazione e tanta dignità. C'è una vera luce di speranza, perché effettivamen-
te la scelta emigratoria molto spesso significava lavoro e rinascita... che si completava dopo qualche decennio di fatiche, e non poche umiliazioni, con la costruzione della propria casetta e una vecchiaia più serena nel paesello natio con la famiglia e i nipotini. Se c'è qualcuno che però cerca quel dramma odierno dei migranti che quotidianamente ci fa soffrire davanti alla televisione, nelle opere di Batocco non c'é. Non perché l'emigrazione di ieri fosse tutta rose e fiori, anzi, ma sicuramente era un'altra storia. Accontentiamoci allora di vedere e gustare una bella mostra con dipinti, disegni e bozzetti-prova, perché nella loro narrazione c'è la giusta forza di sbatterci in faccia chi eravamo, noi italiani, e da dove veniamo. Basta e avanza per chi nutre ancora trogloditici sentimenti xenofobi. La mostra, già proposta con successo all'estero e in Italia, approda a Cattolica. Suggerisce ad ognuno di noi una severa riflessione: mai dimenticare, perché, come sta scritto su un monumento cittadino “L'italiano per ben vivere deve ben ricordare”.
IVO BATOCCO LA ROTTA DELLA SPERANZA a cura di Alberto Mazzacchera Palazzo del Turismo - Sala mostre - via Mancini, 24 Cattolica 31 ottobre - 13 dicembre 2015 Orario: da mercoledì a domenica 10-12,30 e 17-19,30
- Venerdì 6 e venerdì 30 ore 14,15: Torneo di briscola - Contributo 5 euro. - Sabato 7 ore 20: Ballo con Paolo Casadei. - Domenica 8 ore 15: Festa del Pensionato con I Boomerang. - Sabato 14 ore 20: Ballo con Angela e Michele. - Domenica 22 ore 12,30: Pranzo del cinghiale Contributo 17 euro. - Sabato 28 ore 20: Ballo con I Boomerang. Contributo 7 euro. - Lunedì 19: Alleniamo la memoria. Corso di 10 lezioni tenuto dalla dott.ssa Lucia Sarti - Costo 25 euro. - Domenica 29 ore 20,30: Recital poetico con il Gruppo Voci di Poesia. Informazioni e prenotazioni Centro sociale: 349-7406380 347-9752583 339-4995417
CATTOLICA
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Tutte le domeniche di novembre e gennaio 2016. Inizio ore 17 Centro culturale
Ritornano i filosofi a Cattolica La Nuova serie 2015 / 2016 si confronta su “La filosofia di pubblica utilità”. L'ideatore delle gloriose edizioni passate, Marcello Di Bella ritorna dalla porta principale del “suo” Centro culturale polivalente. Video intervista a Umberto Eco, sostenitore dell'iniziativa già dal 1980 CULTURA - A volte ritornano! Ma questa volta in senso buono. Dopo circa 15 anni ritorna la rassegna “CHE COSA FANNO OGGI I FILOSOFI ?” (la nuova edizione ha aggiunto il CHE iniziale). Che sia uno scatto di dignità culturale di Cattolica la Dotta, oppure una rivincita di Marcello Di Bella dopo la “cacciata” da pare del sindaco Micucci... oppure solo una scelta puramente elettoralistica (in aprile si vota per le comunali)... alla fine poco importa. Dopo anni di pellegrinaggio tra Romagna e Marche, gli amanti della cultura di bocca buona abituati all'evento cattolichino, potranno gustarsi due mesi di grande cultura. La nuova serie 2015 / 2016 porta il titolo: La filosofia di pubblica utilità.
Si riprende domenica 8 no-
TEATRO DELLA REGINA
Programma di novembre
La cartolina dell'evento culturale
vembre a Cattolica, presso il Centro culturale polivalente alle 17. La rassegna è stata la prima iniziativa sorta in Italia nel 1980 per la diffusione della cultura filosofica dal vivo destinata a un vasto pubblico per lo più di non specialisti, poi ripetuta con cicli annuali per circa vent’anni. Si misureranno sul palco Paolo Ercolani e Diego Fusaro, giovani filosofi alle prese con un tema non nuovo e non minimale, così formulato: Pensare / Non pensare / Fare. La rassegna fu, allora come oggi, promossa dalla’Assessorato alla cultura, organizzata dalla Biblioteca comunale, ideata e curata da Marcello Di Bella, al tempo suo direttore. Oggi affiancato, come collaboratore, dal filosofo Paolo Ercolani. Lo spunto è ancora oggi dato non solo dalla non decaduta attualità della impertinente e ironica domanda, ma anche dal fatto che quella manifestazione è
Marcello Di Bella stata recentemente richiamata da più parti come archetipo delle tante a seguire. Un tale aggiornamento, e non rievocazione, sembra dunque giustificato attraverso il coinvolgimento di nuove leve filosofiche, nonché la messa in campo di nuovi temi o modalità di ricerca: peraltro il sottotitolo di questo nuovo ciclo, La filosofia di pubblica utilità, rende evidente il senso dell’iniziativa e la continuità col suo spirito originario. Data questa premessa il primo incontro non poteva non affrontare la dimensione della azione pubblica (e privata) e dei suoi presupposti visti razionalmente, cioè con spirito critico. L’incontro sarà preceduto da una breve intervista video resa per questa occasione da Umberto Eco, che sostenne e incoraggiò la manifestazione. La nuova serie prevede otto appuntamenti, tra novembre 2015 e gennaio 2016, nei quali
Luciano Canfora autorevoli studiosi di varie generazioni si succederanno nel proporre al pubblico la riflessione su alcune linee di tendenza del pensiero contemporaneo. Dopo il dialogo Ercolani / Fusaro, il programma proseguirà così: - Domenica 15 novembre, ore 17 Stefano Petrucciani, Professore di Filosofia politica, Università di Roma La Sapienza Democrazia / kakistocrazia. - Domenica 22 novembre, ore 17 Franca D’Agostini, Professore di Logica, Università di Milano, Vero / Falso. - Domenica 29 novembre, ore 17 Piergiorgio Grassi, Professore di Filosofia delle Religioni, Università di Urbino dialoga con Paolo Ercolani, Docente di Storia della Filosofia e Tecniche dei nuovi media, Università di Urbino Con dio / Senza dio. - Domenica 10 gennaio, ore 17 Felice Cimatti, Professore di
- 5: “Don Giovanni”, di Molière. Di e con Alessandro Preziosi (prosa). - 27: “Motel Forest” (comico). Di e con Michele Foresta. - 17: SALONE SNAPORAZ: “Fine Famiglia” (rassegna di teatro contemporaneo). - 30: “Fedra” (prosa). Adattamento di Andrea De Rosa dalla Phaedra di Seneca. - 1 dicembre: SALONE SNAPORAZ: “Filò, viaggio di Arlecchino all'inferno” (rassegna di teatro contemporaneo). - 11 dicembre: “Tanti lati - Latitanti” (comico). Con Ale e Franz. Spettacolo unico, ore 21,15 - Informazioni: tel. 0541-966778.
Filosofia del Llinguaggio, Università della Calabria Filosofia dell’animalità. - Domenica 17 gennaio, ore 17 Mario De Caro, Professore di Filosofia Morale Università di Roma Tre Morale / Immorale. - Sabato 23 gennaio, ore 17 Telmo Pievani, Professore di Filosofia delle Scienze Biologiche, Università di Padova Evoluzio-
Mister Forest
Ale e Franz
ne / Involuzione. - Domenica 31 gennaio, ore 17 Luciano Canfora, Professore di Filologia Classica, Università di Bologna Lo stato di salute dell’intellettuale organico. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Info: Biblioteca Comunale di Cattolica, Tel. 0541.966603612, www.cattolica.net
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CATTOLICA
Gigin Palòta, Varin Zamagna, Caldèr... la vita contadina in una Cattolica ormai perduta
Palòta e “E Covanid” MEMORIE
A sinistra: Luigi Clementoni “Palota” e la moglie Annunziata Tonti . A destra: la casa della famiglia Clementoni “Palota” in via Cabral, angolo via Salvador Allende
di Savio Bianchini - Ancora è “viva” quella grande casa di pietra padronale, con quel cancello un tempo sempre aperto e quell'aia dove vi era un pozzo circondato da un alloro che ancora è là al suo posto. Il vicinato ed i passanti potevano andare lì a dissetarsi, tanta era l’ospitalità: così era anche a casa mia situata lì vicino, dove nella stalla tante persone si fermavano per riscaldarsi e dormire. I proprietari di quella vecchia casa erano Luigi Clementoni, ma per tutti “Gigin Palòta”, sposato con Tonti Annunziata. Essi possedevano anche due poderi, i cui contadini erano i Caldèr (Caldari): uno era situato in via Larga (oggi via Cabral), dopo il fosso Vivare, poi ereditato da Vanni, l’altro era in via Saludecese (oggi via S. Allende), dove la domenica si ritrovavano tante persone a giocare a bocce per qualche ora, proprio di fronte a quella vecchia casa di cui vi sto parlando. Elio e Mino, figli di Caldari, divennero miei amici. Poi loro si trasferirono a Riccione e al loro posto giunsero i Vannoni (“Varin Zamagna”), i quali per l’ospitalità non erano da meno. Insieme giocavamo a carte nella stalla di Zamagna, mettendo al centro un grosso cesto di vimini con un'apertura centrale nella parte inferiore, chiamato “e crein”, che veniva usato per trasportare il foraggio dal pagliaio alla stalla. Noi lo utilizzavamo come tavolo, gi-
randolo e coprendolo con un telo o con vecchi indumenti. Si giocava per pochi soldi, intorno al valore di una lira. A quei tempi sotto “e creìn” si metteva spesso la chioccia con i pulcini perché potessero mangiare cose nutrienti senza che altri animali potessero attaccarli o disturbarli. Poiché naturalmente in quel periodo non vi erano i passeggini, le donne di campagna mettevano i bambini dentro questa apertura circolare che permetteva a questi ultimi di rimanere in piedi diritti. Palòta aveva la mucca, l’orto ed un maiale nel porcile che a Carnevale mio zio Ferdinando detto Piroza, andava a macellare. A Gigin piaceva molto la caccia e, dove oggi c’è il parcheggio della Regina, vi erano tre querce con dell’edera che vi si arrampicava. Lì aveva costruito un capanno di mattoni come appostamento: aveva anche piantato il biancospino che, con le sue bacche, attirava storni, merli,
tordi e cesene. La zona era un “polmone verde” perché vi erano anche i pioppi del Ventena ed i cipressi del cimitero. Io quindicenne un giorno vidi Luigi sul tetto della casa che stava urlando: Annunziata, sua moglie anche lei gridava dalla finestra del pianoterra; mi avvicinai e capii che stavano solamente pulendo il camino! La casa di Palòta sulla via Larga dava su un grande bosco ed un fosso profondo, mentre di fronte vi era il mio podere, con una rete metallica che era stata messa per proteggere quelle (in gergo tecnico) “spalliere” di invernali arrugginite pere. Dietro casa mia c’erano quattro piante di tamerici piantati per nascondere il letamaio, sul quale però essi avevano affondato le loro radici. Le tagliavamo spesso in basso perché i loro rami ingombravano il passaggio e ostacolavano il “biroccio”; così essi si sono alzati tanto che i loro rami superavano il
tetto di casa. Il confine tra la mia vecchia abitazione e quella di Palòta era segnato da via Larga, ma naturalmente le nostre e loro galline non lo riconoscevano, quindi durante il giorno si mescolavano un centinaio di animali… la sera, però, essi guardavano il sole e la sua calata, ed era come se qualcuno suonasse l’adunata! Sia in pieno inverno che a ferragosto ognuno di essi tornava a sera a casa sua, al proprio posto! Tra le tante galline che giravano nel bosco, qualcuna deponeva le uova e per 21 giorni, le covava, quindi a casa non tornava; però la mia nonna Virginia se ne accorgeva e mi diceva: “Manca quella gallina nera… più giorni son passati, ma non è tornata… l’avranno rubata!”. Perché in quel bosco, anche se non pioveva c’erano delle persone che fingevano a volte di cercare le lumache, ma in realtà cercavano qualche uovo! Più volte però con
grande soddisfazione si vedeva la chioccia rientrare con la sua covata… e la stessa cosa succedeva alle galline dell’Annunziata! Finiva l’anno ed a febbraio e marzo andavo a godermi il solito spettacolo dalla finestra del granaio. Su quei tamerici di cui vi ho già parlato, andavano ad appollaiarsi una quindicina di galline faraone che di quel luogo sembravano le padrone. Quando sulla via Larga passavano delle persone, insieme all’abbaiar dei cani si udiva l’ “urlo” delle faraone. A marzo dalla finestra osservavo il cardellino che costruiva il suo nido sul ramo più alto, quello al par del tetto, a me molto vicino. Io che son sempre stato amante della natura e suo curioso osservatore, guardavo quegli uccellini che non superavano i 20 grammi di peso mentre facevano il nido… belli, eleganti, costruivano il loro capolavoro. Prima i rami e sulle loro biforcazioni, lui intrecciava fili d’erba
per la costruzione… poi lo imbottiva con un leggero piumaggio che gli alberi producevano... poi era il tempo che la femmina deponesse il primo uovo, per arrivare fino ad un massimo di cinque. Allora cominciava la cova durante la quale maschio e femmina si davano il cambio. Dopo una quindicina di giorni cominciavo a vedere quelle bocche affamate e voleva dire che i piccoli erano nati. Padre e madre arrivavano col cibo, sempre indaffarati a seguire i loro uccellini… man mano crescevano finchè apparivano sul bordo del nido e cominciavano a passare da un ramo all’altro aspettando il più piccolo e debole, l’ultimo della covata, detto “e covanìd”… non lo abbandonavano, come è giusto fare con i più deboli. Guardando da quella finestra ancora non capivo che quei due uccellini mi stavano dando una lezione di vita: crescendo e ricordando tanta meraviglia ho capito che mi hanno insegnato quanto è faticosa ma anche quanto è bella la famiglia! Delle mie quattro nipoti, Gaia ha 12 anni e di casa è la piccolina.. io per nome non l’ho mai chiamata”... e leia tant la rid... perché sempre a la cièm: “E covanid”!
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Marcello Bartolini
Gli itinerari della buona tavola
Piatti della tipicità. Si trova in via del Porto. Dietro i fratelli Pritelli, Francesco (cucina) e Giovanni (sala)
Murè, il pesce della tradizione cattolichina L'ingresso dei Murè
di Marcello Bartolini - Novembre, un mese che ha la “r”; il detto vuole che i mesi con la “r” sono quelli buoni per il pesce, quindi la migliore occasione per parlarvi di quell’arte culinaria o meglio di quella tradizionale gastronomia dedicata al pesce della mia città e quindi Cattolica. Cattolica ha una tradizione che altre cittadine rivierasche della costa romagnola non possono, a mio parere, vantare al pari, e tale tradizione della cucina marinara non può non partire che dal porto della medesima. Occorre fare una breve premessa: Cattolica è un paese essenzialmente radicato alla cultura della pesca e ciò ed in particolare fin dalla fine del 1700; la storia ci tramanda di istanze al sommo pontefice per ottenere un porto, al tempo Cattolica, rectius, il borgo-paese di Cattolica aveva un popolo per di più di pescatori composto di circa 500 persone le quali non avevano altro sostentamento fuori della pesca, questa però risultava molto difficoltosa per mancanza di un sito ove assicurare le loro barche. I pescatori, in origine, erano costretti sia d’estate che d’inverno a raggiungere le loro barche in mezzo all’acqua, spogliarsi e raggiungerle poiché le stesse erano assicurate solo a grossi canapi che le reggevano temporaneamente perché anche soggetti, nel tempo, a deteriorarsi. Le famiglie di pescatori erano residenti in quelle poche vie che oggi perpendicolari arrivano
alla zona della darsena, e i pescatori facevano la pesca soprattutto di vongole, seppie, calamari, piccoli pesci e di tale pescato ve ne era abbastanza, al tempo, in tutto l’Ottocento e primi Novecento, che si riempivano casse e sacchi posti vicino le abitazioni degli stessi assieme a reti, e alla rinfusa con i strumenti di pesca. Era la prevalente vendita di quel tempo, il pesce nostrano, quello dell’Adriatico, buono, di piccola pezzatura e molto saporito, migliore di quello dei grandi mari. Da qui le ricette tipiche delle famiglie dei pescatori, minestre basate su tali pesci, condimenti e sughi, piatti della cultura tipica gastronomica “cattolicese” quella marinara, appunto, originaria di quella zona di Catttolica Credo che una delle testimonianze più fedeli di tale cucina, ancor oggi, la si può ritrovare al ristorante-osteria “dei Muré “ quindi sul porto di Cattolica. I fratelli Pritelli, Francesco in cucina e Giovanni in sala, ne sono una preziosa quanto reale e attuale testimonianza. Il locale è di piccole dimensioni, ben curato, tipico con oggetti e mobilio in stile marinaro, i colori delle pareti, non del solito bianco, sono già di per sé “
vincenti “ e cioè spiccatamente giallo e blu, proprio quelli del team corse di Valentino Rossi…! Il cliente, quindi, sempre ben accolto da Giovanni, puntualmente parsimonioso e sempre gentile, si accomoda in questo intimo ambiente, pronto per la sua corsa... culinaria. In realtà non deve far altro che rimanere lì bello e seduto..., e farsi consigliare sulle varie pietanze, e, direi che in questo locale sul pesce non c’è margine di errore! Gli antipasti sono ben assortiti e spettacolari anche nella presentazione, pesce nostrano, fresco con un filo di olio di oliva, dal polipo all’alice così come una sarda leggermente macerata e cotta con una particolare mostarda all’uvetta. La canocchia sempre presente tosta e delicata e anche i sardoncini marinati sono veramente notevoli. Ma, quando arrivano i cannelloni al ripieno di pesce, occorre fermarsi un attimo perché tale pietanza prima di esser assaggiata, va sublimata..., per me è così. La pasta, gialla,che contiene il ripieno è al pari di una crepes, fine e un pizzico dolce, conditi leggermente ed esternamente con un sugo rosso al pomodoro, il
ripieno è una miriade contemporanea di sapori, riconosco sicuramente la carne di sogliola e senz’altro altri pesci mantecati nostrani, mangiarne al massimo tre è sufficiente, il sapore intenso colma da subito le papille gustative. Non da meno sono i tagliolini allo scoglio, preparati con sugo fresco, di buona pasta all’uovo e ricchi di crostacei e calamari. Ma, l’essenza di un piatto della tradizione, proprio quella anzi detta, quella cattolicese, la si ritrova e, direi solo qui, con i quadretti al brodo di seppia. Nulla quaestio, direbbero gli antichi romani: è un brodino appena trattato al pomodoro, originato nel suo sapore dalla seppia e forse altro, viene servito ben caldo e direi che ha proprio un effetto benefico e immediato sullo stomaco, è un tipico piatto che nasce da una cultura “povera” degli allora pescatori, anche perché di seppie tante ve ne erano ed era d’ uso cercare di fare tutto e mangiare con ciò che sia aveva senza “buttar via niente..., neanche i tentacoli delle stesse”. Passo alla grigliata, non sbaglia! Condita con estro, prezzemolo sui calamari croccanti, sogliola e triglia di giornata, capesante al forno belle e soprattutto attaccate al guscio! Ottima la piadina che in questo contesto con un buon bianco igt del Rubicone, perfeziona il miglior companatico di una autentica e salutare mangiata di pesce. Alla fine, da non perdere, il digestivo, fresco, al basilico, veramente originale. L’ osteria si chiama “ dei Murè”, e non per niente...!
Aziende informano Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
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Macchine all'avanguardia costate oltre un milione di euro. Cerimonia lo scorso 4 novembre
Da più di 100 anni sul territorio DIREZIONE GENERALE Gradara - Via Mancini 21 - Tel. 0541.823511
BCC di Gradara, donati due angiografi all'‘Infermi’ - Lo scorso 17 luglio la Banca di Credito Cooperativo di Gradara (Bcc) aveva formalizzato, con la firma innanzi al notaio, la donazione all’Ospedale “Infermi” di Rimini di due angiografi: apparecchi di ultima generazione, del valore di oltre un milione di euro. I due apparecchi sono ora arrivati, ne è in corso il collaudo, e saranno pronti per l’utilizzo di qui a pochi giorni, nel nuovo reparto di Cardiologia che a sua volta sarà tra breve inaugurato: nella conferenza stampa si sono illustrate le loro caratteristiche. Erano presenti il presidente della Bcc Fausto Caldari, il direttore generale dell’A.USL Romagna Marcello Tonini, il coordinatore dei presidi ospedalieri dell’A.USL Stefano Busetti, il direttore del dipartimento di “Malattie Cardiovascolari” dell’A.USL Giancarlo Piovaccari, il direttore dell’Unità Operativa “Innovazione e Valutazione delle Tecnologie” dell’A.USL Roberto Camillini. La donazione riguarda una suite di apparecchiature per l’allestimento delle sale di emodinamica ed elettrofisiologia del nuovo reparto di Cardiologia dell'“Infermi” comprendente in particolare due angiografi digitali e due fisiopoligrafi che rappresentano lo stato dell’arte più avanzato della tecnologia, come sottolineato anche dal dottor Piovaccari e dall’ingegner Camillini. L’attivazione di queste nuove tecnologie consentirà di accrescere ulteriormente il livello quali-quantitativo dell’offerta di angioplastiche, e di accrescere anche la sicurezza per i pazienti del territorio non solo riminese: storicamente vi è infatti un forte utilizzo delle strutture dell’”Infermi” anche da parte di popolazioni residenti in aree confinanti con la provincia di Rimini. Con questa nuova donazione si allunga la lista dei macchinari (un mammografo digitale, un ecocardiografo, una tac multistrato, un ecotomografo, una risonanza magnetica, una colonna videoendoscopica, un videolaringoscopio, un ecotomografo) che la BCC di Gradara ha donato agli ospedali di Rimini, Riccione e Cattolica nel corso degli ultimi sei anni, per un valore complessivo di oltre tre milioni di euro. I veri beneficiari di queste donazioni sono i cittadini della provincia di Rimini. Quello della Bcc di Gradara è infatti un progetto di grande lungimiranza e responsabilità sociale, che riguarda un territorio, un’intera comunità e che ha come obiettivo la prevenzione e cura della salute di tanti uomini e di tante donne, che operano, lavora-
Utlizzati nel nuovo reparto di Cardiologia, una delle eccellenze della sanità del Riminese. E' solo l'ultimo dei grandi doni a vantaggio della salute dell'istituto di credito: oltre 3 milioni negli ultimi 6 anni COMUNITA' no, vivono, si impegnano ogni giorno per la crescita di questa società, come sottolineato tra gli altri dal dottor Busetti. “Non è difficile impegnarsi nel settore della salute – afferma il presidente Fausto Caldari quando si incontrano persone come il dottor Giancarlo Piovaccari, un medico che onora il giuramento di Ippocrate, interpretando la medicina come missione e non solo come professione. La cura della salute, è alla base di ogni comunità, e può essere esaltante, per una piccola banca come la nostra, poter partecipare a programmi di eccellenza come quello varato da questo reparto di Cardiologia, noto per gli straordinari risultati di buona sanità. Mi dicono che nella provincia di Rimini praticamente non si muore più di infarto, che in trent’anni, la mortalità è scesa da un inquietante 30% dei ricoverati, a un rassicurante 4%. Noi
Il momento dell'inaugurazione
Il reparto il giorno della donazione Da sinistra: Giancarlo Piovaccari (il primario), Fausto Caldari (presidente della BCC di Gradara) e Marcello Tonini (direttore generale Ausl Romagna)
della BCC di Gradara, in questi anni, abbiamo partecipato a migliorare le infrastrutture ospedaliere, destinando alla salute, una parte dei fondi
istituzionalmente riservati al territorio, pronti ad accogliere, per quanto possibile, le richieste avanzate dagli ospedali e dalle Asl di riferimento. La salute e la cresci-
ta culturale della popolazione, sono per noi una priorità. Concludendo i lavori il dottor Marcello Tonini ha evidenziato il rapporto virtuoso che, da anni, l’A.USL ha con le “forze buone” del territorio, e
GIOVANI - 14 NOVEMBRE - TEATRO DELLA REGINA - CATTOLICA
Borse di studio nel nome di Guido Paolucci - Borse di studio della Banca di Credito Cooperativo di Gradara sono nel nome di Guido Paolucci, pediatra-oncologo scomparso prima del tempo nell'estate 2007. Da allora la BCC le ha istituite per ragazzi delle medie inferiori e superiori e il concorso Giovani Talenti per gli universitari (Maria Lucia De Nicolò direzione scientifica). Alla decima edizione, le premiazioni si tengono al Teatro della Regina il 14 novembre, con inizio alle 16. Questo è un evento esclusivamente dedicato agli studenti residenti nel nostro territorio. Sono coinvolti 25 Comuni, compresi fra due province, e due Regioni; E’ interessata una comunità di oltre 450.000 abitanti, partecipano alla selezione 70 istituti scolastici con 200 classi e circa 6000 studenti. E’ una iniziativa mirata alla valorizzazione dei giovani, un incoraggiamento per sostenerli prima, nel percorso scolastico, e poi, alla ricerca di un lavoro.
Un momento dello scorso anno Fausto Caldari, presidente della BCC di Gradara
Nell’edizione di quest’anno assegnamo N° 36 borse di studio da 250 euro, ai migliori studenti delle scuole inferiori, n° 33 borse di studio, da 500 Euro ai giovani che si
sono distinti nel superamento dell’esame di Stato e n. 2 universitari, per un investimento totale di euro 27.500. Questi ragazzi rappresentano le eccellenze scolastiche delle province di Rimini e Pesaro-Urbino. Dal momento della sua istituzione ad oggi abbiamo premiato n. 638 giovani, rispettivamente 319
giovani delle scuole medie, n. 299 giovani delle scuole superiori e n. 20 laureati, pubblicato n° 39 tesi di laurea ed erogato complessivamente euro 249.000. Come BCC continuiamo a lavorare per il sostegno delle imprese, per la formazione dei giovani, per facilitare il loro inserimento, ed un proficuo incontro fra imprese, scuola, territorio ed istituzioni. Vogliamo tutti insieme, riaccendere la speranza, creare i presupposti affinchè si dia inizio ad un vero progetto sul lavoro, soprattutto quello giovanile, partendo dalla famiglia, dalla scuola, dall’educazione, ed accompagnare questo progetto, o facilitarlo, con interventi energici e qualificanti. In periodi di crisi così diffusa, diventa necessario investire sui giovani. Costituiscono un patrimonio di straordinario valore, e noi abbiamo il dovere di operare per consentire una maggiore occupazione.
che si concretizza in particolare con donazioni di apparecchiature e sponsorizzazione di progetti di natura sanitaria. “E la Bcc – ha precisato il direttore generale – è uno dei nostri interlocutori principali. I nostri ringraziamenti nei confronti di questo istituto di credito sono autentici, sentiti, non formali”. Il direttore generale ha poi approfittato dell’occasione anche per esprimere altri concetti legati allo “stato dell’arte” all’interno dell’A.USL Romagna. “Fino ad ora abbiamo fatto cose importanti, ma non possiamo nascondere che il 2016 è l’anno in cui potremo e dovremo accelerare ulteriormente il passo”. Tonini ha aggiunto, rivolto principalmente al personale aziendale, che “fino ad ora c’è stato, tra le varie strutture e tra i vari territori che compongono l’A.USL Romagna, non dico competizione ma protocompetizione. Sono convinto che sapremo fare un passo avanti all’insegna di una collaborazione sempre più forte e decisa perché quello che fa il successo di un’organizzazione è la collaborazione in armonia al suo interno”. Infine “stringendo sull’ambito cardiologico, questa donazione accresce il livello qualitativo della cardiologia dell’intera A.USL Romagna, puntando a dare i servizi migliori a tutti i nostri cittadini. Certo c’è ancora da lavorare: ci sono alcune cose da riordinare, sia al nostro interno sia nei rapporti col privato (e nel settore cardiologico i rapporti con un soggetto come ‘Maria Cecilia di Cotignola’ sono importantissimi) poiché si lavora meglio se lo si fa seguendo tutti un disegno preciso e condiviso”.
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GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA
Suicidio artistico ARTE
- La Mostra “poi l’abisso” che si è tenuta a Fiorenzuola di Focara dal 11 Settembre al 11 Ottobre, ha suscitato molte reazioni contrastanti. Già dal giorno della inaugurazione quando, come si evince dal video pubblicato su youtube, tutti hanno applaudito alla lettura di una poesia - come messaggio di un padre che sta per dire addio alla vita - e alla svelatura di una grande stele di metallo su cui sono saldati i versi poetici, nessuno ha applaudito alla spogliazione del padre nell’intento di suicidarsi di fronte alla figlia bambina, il contrasto è stato evidente. Tante critiche, anche molto forti, sostengono che non si può, in un luogo bello come Fiorenzuola, proprio su quel promontorio che unisce il cielo alla terra in uno spettacolo panoramico mozzafiato, “inquinare ” il paesaggio con la messa in scena di un dramma. Quale messaggio per la gente? Quale messaggio per i bambini? La vita deve dare speranza, deve essere comunque vissuta, non si può cercare di risolvere le difficoltà ponendo fine alla propria esistenza, ancor più se si lascia una bambina che sarà orfana. E Dio? Comunque deve dare un conforto, una speranza di vita, un motivo per cui vivere con dignità il proprio percorso accettandone le difficoltà. Le tante reazioni di sgomento, di protesta, di commozione e di
Giuliano Cardellini e Franco Bastianelli
Cambio di presidenza. Arriverà Mariani?
C'è vita nel Parco del San Bartolo L'INTERVENTO
Franco Bastianelli (prima a sinistra) e Giuliano Cardellini (terzo da sinistra) grande perplessità non fanno altro che dimostrare che la tematica è forte e di grande impatto. L’arte deve allinearsi e seguire rigorosamente stili, convenzioni e omologarsi al pensiero comune? O essere spunto per discussioni e disamina della propria coscienza anche attraverso provocazioni? L’artista deve allinearsi agli schemi oppure deve sentirsi libero di manifestare quello che lo preoccupa o lo esalta o ancor più lo fa sentire vivo? La data dell’11 Settembre, scelta per la inaugurazione, non è a caso, è il giorno del tragico eccidio delle due torri gemelle a New York, ma è anche la Giornata Mondiale della Prevenzione dei Suicidi. La Mostra parte, in una voluta dissonanza estetica e concettuale rispetto al percorso esterno della esposizione, da una visione gioiosa dell’Universo e del senso profondo della vita, con nove opere a tecnica mista su metallo e poesia saldata alla materia che si fa essa stessa materia, per proseguire lungo il “sentiero dell’amore” di uno dei borghi più belli d’Italia”. Un cammino costellato da cime da marinaio e sculture in metallo
Storia e segreti di una tazza di tè
come metafora della vita per giungere alla stele, alta 2,70 metri, la suggestione dei versi, “il cielo che non ti aiuta se non lo incontri”, per trovarsi di fronte ad una meravigliosa visione panoramica e la sagoma di una bambina vestita di bianco e quella di un padre che sta facendo la drammatica scelta finale. E, “poi l'abisso”. Smuovere le coscienze, essere scintilla per scatenare delle riflessioni profonde sul significato dell’esistenza, non abbiamo voluto volgere lo sguardo altrove, ma entrare con forza nella tematica dei tanti suicidi, in Italia e nel mondo, troppo spesso ignorati con grande omertà, o raccontati come straordinarietà, nella fallace illusione che tutta vada bene, che la società funzioni perfettamente, che i tanti problemi riguardino sempre e solo gli altri. Secondo noi, l’arte deve sensibilizzare le coscienze, deve evidenziare le problematiche più gravi e nascoste, deve lasciare libero l’artista di esprimersi senza alcun vincolo. Questo è quello che volevamo fare, quello che abbiamo tentato di fare, questo è quello che abbiamo fatto. Giuliano Cardellini
- Siamo alle solite, si torna a parlare del parco San Bartolo ma sempre voracemente in termini di spartizione di poltrone e interessi politici. Come sappiamo dai giornali l’attuale Sindaco di Pesaro insieme al Comune di Gabicce e alla Provincia ha chiesto la revoca del Presidente del Parco Domenico Balducci; i tre enti chiedono di cambiare i vertici della Presidenza poiché dalla nomina di Domenico Balducci ad oggi sono cambiate le amministrazioni alla guida sia dei due Comuni che della Provincia. Il possibile futuro consigliere nonché presidente del Parco dovrebbe essere l’ex consigliere comunale Stefano Mariani della lista “Il Faro”, il diritto sembra essere stato acquisito in base ad accordi pre-elettorali: Mariani e la sua lista hanno sostenuto la candidatura di Ricci, questi a sua volta avrebbe promesso loro la Presidenza del Parco. Lungi dal volere, con queste righe, sostenere la presidenza Balducci con la quale noi del Comitato Vallugola Terra Nostra ci siamo più volte scontrati durante tutto l”affaire’ del progetto di ampliamento del porto di Vallugola, ci sembra comunque opportuno chiedersi: ma tutto questo è legittimo? La nostra posizione non ha tentennamenti, la risposta è NO. Non è giusto che il parco sia oggetto di spartizioni politiche neanche troppo chiare. Ora proviamo a portare il caso in un contesto di realtà lavorativa quotidiana, quella che noi tutti vi-
viamo: chiunque aspiri ad un posto, tanto più se di responsabilità e con portafoglio, la prima cosa che deve fare è presentare il proprio curriculum che dovrebbe essere adeguato al posto che intende ricoprire. Il posto di Presidente di un parco richiede una certa competenza in questioni di cura e tutela dell’ambiente, il San Bartolo fino a prova contraria è un parco. Tutte le informazioni che si riescono a reperire in rete sull’avvocato Stefano Mariani disegnano una persona che sembra avere poco a che fare con la tutela dell’ambiente: leggiamo sui quotidiani di un suo coinvolgimento nelle vicende del parcheggio con chiosco a Vallugola nonché nell’ampliamento dell’hotel Capo Est; leggiamo ancora che l’avvocato Mariani è rappresentante della lista ‘Il Faro’ formata da persone che, a suo tempo, avevano avanzato proposte quali una circonvallazione a Fiorenzuola, con conseguente cementificazione a ridosso del borgo storico; 25 palazzine a due piani sotto al “Vento di Focara”, e la privatizzazione della spiaggia sotto il paese. In un contesto professionale normale, dove appunto si richiede un curriculum adatto, una
Il San Bartolo va da Gabicce a Pesaro candidatura del genere verrebbe subito cestinata, non verrebbe neanche presa in considerazione. Ma se addirittura il sindaco di Pesaro, la Provincia e il Sindaco di Gabicce sostengono Mariani, allora cosa dobbiamo pensare? La risposta sembra una sola: la politica non segue logiche razionali. Torniamo alle promesse elettorali: ma noi cittadini possiamo accettare che l’amministrazione del territorio proceda su binari di lottizzazione e spartizione politica, possiamo accettare quello che in termini chiari si chiama ‘voto di scambio’? Ancora una volta non abbiamo dubbi, la risposta è NO. Troppe decisioni passano sulle nostre teste, da troppi ‘affari’ il comune cittadino viene tenuto fuori, troppo forte il senso di frustrazione ed impotenza nei confronti di questa politica che dovrebbe essere trasparente e lungimirante, ma che al contrario si dimostra sempre più ripiegata su se stessa, tesa a tutelare non il benessere comune, bensì le proprie dinamiche di potere. Un’amministrazione limpida, che sappia valorizzare le potenzialità del paese e dei suoi cittadini, un’amministrazione che sappia coinvolgere e rendere partecipi alla vita del paese: a questo dovrebbe mirare l’impegno e l’incarico politico; purtroppo troppo spesso i nostri amministratori, quando non sono piegati alle dinamiche di partito, vestono i panni di burocrati incapaci di sostenere le ragioni e gli interessi delle comunità che sono stati chiamati a rappresentare. Comitato Vallugola Terra Nostra
GABICCE MARE - GRADARA -TAVULLIA Aperto da Nevio nel lontano 1955. Amarcord Gli è subentrata la figlia Giovanna
Gabicce
Mulazzani: 60 anni di idee, sogni, progetti Dorigo
di
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COMUNITA'
Angelo Cucchiarini
Vanzolini
In parallelo, nei primi tempi, faceva piastrelle in graniglia, il mestiere di famiglia. Poi il boom edilizio
Cucchiarini: “Perdere l'identità è una sofferenza”
IL FATTO
- Se fosse ancora tra noi Nevio Mulazzani avrebbe ora 89 anni e sarebbe contento di festeggerebbe i sessant’anni dell’ufficio tecnico che nel 1955 aprì a Gabicce Mare. Ci racconta la famiglia che all’inizio il lavoro dello studio, agli albori e con pochi clienti, veniva svolto in parallelo con la realizzazione di piastrelle in graniglia nel laboratorio artigianale creato dal padre insieme ai fratelli. Piastrelle che venivano usate per i pavimenti delle case della zona, ed eravamo agli inizi del boom edilizio!!! La professione con il tempo richiedeva sempre maggior
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Nevio Mulazzani Piazza Matteotti
Una covata di tecnici amici di talento: Luigi Filippini, Amedeo Di Giacomi, Attilio Talacchi, Giuseppe Francolini impegno; gli incarichi arrivavano numerosi come in tutti gli studi tecnici dell’epoca e si viveva un fermento che portava a lavorare anche la domenica mattina. Il momento offriva grandi soddisfazioni lavorative e così il gruppo di amici fedeli che durante la guerra era riuscito a
diplomarsi, uniti dal medesimo lavoro, chi architetto come Luigi Filippini oppure termotecnico come Amedeo Di Giacomi e ancora Attilio Talacchi e Giuseppe (Peppino) Francolini hanno trascorso una vita in cui la separazione tra lavoro, tanto, e sentimento da veri amici, profondo, era mol-
to sottile tanto che continuarono a frequentarsi fino a quando la vita l’ha permesso. Oggi lo studio, non ha cambiato luogo, le persone che ci lavorano si, sono cambiate. La figlia di Nevio Mulazzani, Giovanna, laureatasi in architettura continua la tradizione avvalendosi di rapporti professionali che continuano da anni, soprattutto con i geometri Lucia Andreani e Andrea Prugni. Molteplici sono gli interessi che lo studio coltiva oggi, attraverso scambi professionali con altre realtà iniziate già dai tempi dell’università.
- “Perdere la propria identità è una sofferenza”. Mentre si parla di unioni e unificazioni, Angelo Cucchiarini, presidente dell'Associazione per il recupero delle tradizioni popolari, ha già vissuto un'unificazione forzata ed un ritorno al paese natio come comune indipendente. Ricorda: “Io sono nato al Peglio ma sulla carta di identità c'è scritto Urbania. Il Peglio venne aggregato a Urbania nel 1928 durante il ventennio; nel 1948 tornò ente autonomo. Per questo ho sofferto tutta la vita perché quando mi chiedevano dove è nato ho sempre risposto Peglio; era spontaneo e naturale. Invece, mi correggevano in Urbania. Dopo la fusione con Pesaro non ci saranno più le identità di Gabicce Mare e Gradara. Quando ci chiederanno di dove sei? che cosa rispondere? Gabicce Mare, Gradara o Pesaro? Le radici significano che hai dentro di te qualcosa difficile da rimuovere. Personalmente dico di stare in guardia sulle fusioni; dopo ci potrebbe essere un ripensamento ma potrebbe essere tardi. Troppo tardi. Personalmente sono per le unioni se servono a far risparmiare denari alla comunità, anche se non sempre è così. Mi piacerebbe che i sindaci di Gabicce-Gradara rassicurassero i cittadini sul no all'unione con Pesaro. Come ben sanno è contro la volontà della gente. A Gabicce Mare durante il fascismo già si fecero barricate vincenti per non finire con Cattolica. Senza contare che Gradara ha una storia millenaria; mentre un solo comune tra Gabicce e Gradara, almeno per me, sarebbe diverso ed il benvenuto”.
Gabicce Mare, 1959. 1) Aldo Angelini 2) Sergio Torriani 3) Francesco Leonardi 4) Fabio Magi “Papèt” 5) Claudio Primavera 6) ? 7) Giancarlo Magi “Papèt” 8) Guglielmo Galeazzi 9) Carlo Andreatini. (Foto Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)
Amarcord Gabicce di Dorigo Vanzolini
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SAN GIOVANNI
San Giovanni leader provinciale grazie alle sue cantine che fanno qualità PASSIONI - Un amore che dura da una vita, intenso. Una passione che addolcisce il suo animo indurito dalle avversità della vita, un viso dolce che vuole essere ruvido a tutti i costi, ma che in realtà esalta i bei lineamenti quando vede e coccola le sue creature. Lei è l’allevatrice del Lagotto Romagnolo, lei è ‘’Il granaio dei Malatesta’’, un eccellenza locale, ma non solo. La marignanese Monica Benelli dal 1990 lavora con i cani a livello amatoriale; nel 1997 le viene riconosciuto l’affisso E.N.C.I. (cioè la denominazione di un allevamento, in parole semplici si può dire che viene dato un ‘’cognome’’ al cane); nel 2012 avviene la vera e propria svolta e salto di qualità, con la coronazione di un sogno che continua tuttora e che ottiene consensi in tutto il mondo. L’allevamento sorge a Montefiore, sospesa tra la magia della favola, con la sua Rocca e la bellezza della campagna che la circonda. I cani ben presto vengono apprezzati per le loro caratteristiche morfologiche a mostre del settore e a gare internazionali, tanto da salire sul podio per ben 7 anni di seguito ai campionati del mondo, a Parigi, Danimarca e Bulgaria, ma non solo. Apprezzati in tutt'Europa, Canada, Russia e Stati Uniti, tale razza, dal buon
Benelli, sette volte sul podio mondiale
Monica Benelli carattere e temperamento, iniziano già da cuccioli ad essere addestrati in varie discipline: pet-terapy, agility, ricerca del tartufo, ma una specializzazione in particolare richiama l’attenzione. Negli Stati Uniti, alcuni Lagotto della Nostra allevatrice, sono stati addestrati per la ricerca del glutine e delle muffe. Ciò significa che tali cani diventano indispensabili per chi è affetto da celiachia, soprattutto nei ristoranti. Sull'altare il Battista Sudecapitato una superficie di 5 ettari,
dedicata ad oliveto e bosco, di cui 2 ettari occupati dall’allevamento ( box riscaldati, pavimento a doppio fondo e sala parto), Monica Benelli ha conseguito ‘’moralmente’’ il titolo di imprenditoria al femminile. Ci vuole più cuore o più coraggio in questo lavoro? “Dedico 24 ore al giorno a questo allevamento, a questi cani. Le feste non esistono. Però, - continua Monica - eravamo, come periodo storico, in piena crisi economica, ma ho deciso che a 40 anni era ora di vivere come desideravo. In campagna, con i miei cani. Ho fatto il passo con maturità, sapendo che tale lavoro non dà certezze. Bisogna essere meticolosi e precisi quando si parla di allevamento. I cani possono essere richiesti all’allevamento, in Italia all’età di 70 giorni, mentre all’estero devono abbandonare il luogo natio, a 4 mesi di età. Questi animali hanno varcato i confini dell’Australia, di Israele e altre località lontane, per cui penso che cuore e coraggio vadano di pari passo. Qui, in questa terra, c’è la mente, il cuore e la vita.’’ Tanti premi vinti in tutto il mondo, tante soddisfazioni, ma ciò che negli anni non ha mai abbandonato Monica Benelli è la voglia di farcela, la fiducia in se stessa. Daniela Ruggeri
Intermittenze, si fa teatro Il parco attrezzato e l'interno della chiesa
CULTURA - “Intermittenze” e parte la stagione teatrale a San Giovanni sotto la direzione artistica Teatro dei Cinquequattrini, con il sostegno della Regione Emilia romagna ed il patrociniod el Comune di San Giovanni. E un programma pensato per incontrare i gusti e le esigenze di un pubblico variegato, in grado di rivolgersi a spettatori di ogni età, cultura, provenienz. Il risultato è un cartellone di sette spettacoli che dal 2 novembre al 19 dicembre si svolgeranno tra il Teatro Massari, la Biblioteca Comunale e la Tenuta del Tempio antico. Il secondo appuntamento è il 14 novembre con “Voci nel deserto, raccolta differenziata della Memoria”. Voci sulla libertà di pensiero, con in scena il gruppo VnD di Rimini, in un luogo che è la "casa per eccellenza" delle "Parole nel Tempo": la Biblioteca Comunale. “La trilogia derll'amore ’ è il titolo dello spettacolo in programma il 25 novembre, alla Tenuta del Tempio Antico. Un
Cinquequattrini con l'ex assessore Claudia Montanari (bionda)
progetto dello scrittore Francesco Olivieri in collaborazione con Noino.org, commissione provinciale Pari Opportunità e politiche di Genere di Rimini, e il Comune di San Giovanni in Marignano, in occasione della Giornata contro la violenza alle Donne, in contemporanea Nazionale. Il 27, 28 e 29 novembre tutti gli appassionati potranno partecipare al Laboratorio costruzione maschere di cuoio: tre giorni immersi nella commedia e nella storia realizzando la propria maschera di Commedia dell’Arte in cuoio, presso il Teatro Massari, sotto la guida di Giovanni Balzaretti. Dicembre si apra, venerdì 4, con un matinée al Teatro Massari: una produzione de La
città del teatro Sipario Toscana dal titolo “La peggire” - Premio Eolo Awards 2014 per il Miglior Progetto Drammaturgico di Teatro Ragazzi e Giovani. Una storia semiseria sui bisogni dell’adolescenza, a tempo di pioggia e musica. La Peggiore è infatti la storia di un incontro casuale, eppure importantissimo, fra due adolescenti che, unite dalle diverse fragilità che hanno nello stare al mondo, finiscono per scegliersi e insieme intraprendere un viaggio che le cambierà profondamente. Il 13 dicembre, Santa Lucia, lo storico teatro cittadino ospiterà il saggio-spettacolo del Corso Giovanissimi di teatro per bambini che chiuderà la bella esperienza mettendo in scena “Ofelia, il teatro delle ombre“.
SAN GIOVANNI
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Da mesi lavora su tre turni. Leader nella provincia di Rimini per i serramenti in pvc e fibra. LAVORI PUBBLICI
I tre soci Isolcasa Un momento del meeting
Ponticello tra via Corbucci e Campo Fiera - Ponticello di 14 metri tra via Corbucci e via Campo Fiera. Struttura in acciaio corten e vetro è solo un primo tassello di un progetto più ampio dell’amministrazione Daniele Morelli. Sarà facile da attraversare grazie ad una rampa anche per le persone disabili. 85 mila euro l’importo dei lavori. Lavori anche su via Roma, il tratto che si congiunge con il parco Gaibarella; è stato rifatto il manto stradale, il marciapiede e messe in sicurezza le rampe pedonali. L'incrocio è stato ripristinato per permettere a mamme con passeggini o persone con disabilità di percorrere in sicurezza e comodità. “Come annunciato i lavori sono stati consegnati ad inizio settembre e dopo queste settimane in officina finalmente vedremo il ponte in opera - dice
l’assessore Gianluca Vagnini . Rispetto al vecchio questo non presenterà barriere architettoniche; è nella filosofia dell’amministrazione rendere il territorio accessibile a tutti”. La struttura attuale risale al 1994 ed è in legno; da tempo presentava evidenti segni di degrado e deterioramento, tanto che nel 2013 fu chiesta una ispezione straordinaria alla ditta (Rubner Holzbau) per verificare le condizioni di sicurezza. La relazione ha determinato la necessità di onerosi ed importanti interventi manutentivi. A seguito di tale perizia, si è optato per la sostituzione della passerella esistente con una nuova struttura in acciaio corten e vetro, per ripristinare l’attraversamento ciclopedonale del Torrente Ventena.
Show room a km 0 con casa domotica all'uscita del casello autostradale di rimini
Isolcasa, con “Leonardo” per continuare a crescere - “L'essere bravo significa condividere con chi sta peggio di te. Sul lavoro si cresce insieme”. Quinto Biondi, uno dei titolari di “Isolcasa”, leader in provincia di Rimini per la produzione di porte, finestre, basculanti, portoncini in pvc e fibra, prima ancora che raccontare di prodotti, strategia aziendale, nuovi mercati, marketing, sviluppo all'estero, parla di uomini, responsabilità e filosofia. La sua azienda, seppure in un
TRADIZIONI
mercato in crisi come quello dell'edilizia, continua ad espandersi. Da un paio di mesi lavora su tre turni; nell'ultimo anno ha anche effettuato quattro assunzioni; andando a toccare i 50 dipendenti. Quest'anno il fatturato in Piemonte e Lombardia, le due regioni di punta insieme all'Emilia Romagna, è quasi raddoppiato. Seguono, come importanza, Toscana e Lazio. Con l'intento di crescere sta battendo tre strade: il Progetto Leonardo (in onore di una delle menti eccellenti prodotte dall'umanità), l'estero e i prodotti per la casa a chilometro zero. Il Progetto Leonardo ha avuto il battesimo lo scorso 23 e 24 ottobre con un incontro all'hotel Ambasciatori di Riccione (dal 2012 ha infissi Isolcasa). Presenti una novantina dei più im-
portanti rivenditori dell'azienda. Biondi: “Abbiamo presentato la nostra piattaforma Internet ai partner, soprattutto è stato un momento di incontro. Di stare insieme. Di scambio di punti di vista. E' solo con la cooperazione ed il confronto che si può migliorare l'offerta e crescere”. Leonardo nasce come prodotto innovativo cinque anni fa; un infisso di fibra più resistente e duttile rispetto al classico pvc. Ora ha dato il nome ad una piattaforma multimediale dove si incontra l'azienda, si fanno preventivi, ci si confronta. Biondi: “E' solo uno strumento di lavoro; la parte fondamentale è sempre il rapporto umano e diretto”. Nel pomeriggio del secondo giorno del “Leo Day” i partecipanti ai lavori si sono spostati
allo show room “Isolcasa” all'uscita del casello autostradale di Rimini. Qui c'è la casa del futuro ed i prodotti a km zero. In 600 metri quadrati si possono ammirare alcuni prodotti cosiddetti a chilometro zero. Oltre a quelli marchiati “Isolcasa, ci sono porte, finestre, blindati di legno. Il centro dell'esposizione è la casa domotica. Saranno quelle controllate da un telecomando a distanza le abitazioni del futuro non perché si utilizza una tecnologia ma perché attraverso di essa si risparmia da un punto di vista energetico, si tele-controlla ma soprattutto si vive meglio. E' in questo spazio che “Isolcasa” vorrebbe portare altri imprenditori legati ai prodotti della casa. Dovrebbero essere a Km 0, cioè aziende della Romagna e del Pesarese. Perché è soltanto insieme, suddividendo costi, contaminando le esperienze, che è meno arduo affrontare le difficoltà competitive dei mercati. Biondi: “Vorrebbe essere il luogo delle buone idee per portare avanti un progetto sul medio e lungo periodo”. Corsi Intanto, in “Isolcasa” si continua nell'innovazione. Il 20 novembre corso sulla posa in opera dei serramenti. Invece, i tipi di vetri da applicare in base ai quattro punti cardinali, è il tema del corso in programma il 1 dicembre. Ogni lato vuole un suo vetro per risparmiare energia d'inverno e d'estate, per far entrare più o meno luce. Questa sarà la casa del futuro, che è una specie di ritorno al passato. Alla perfezione della casa colonica romagnola che veniva posizionata in base al sole.
MORCIANO Via Pascoli, 48 - 47833 Morciano (RN) Tel. e Fax 0541.857836
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Iniziare con via Bucci l'arredo del cuore commerciale di Morciano sul lungo periodo?
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‘Bene l'arredo ma riqualificare l'offerta dei negozi non è meno importante’ Vera Biondi e Alfredo Gambini, due dei commercianti più innovativi della città
IL PUNTO - Iniziare ad arredare viale Bucci per rilanciare il commercio morcianese? E' uno dei punti dell'amministrazione comunale morcianese ed anche dei commercianti. Via Bucci il primo passo e magari poi continuare anche nelle altre strade: Colombari, Fratti, Marconi, Roma, Pascoli... Ecco che cosa ne pensano alcuni commercianti della capitale della Valconca. Iniziamo questo giro con un giovane commerciante che vuole mantenere l'anonimato. “Sono favorevole all'arredo urbano nelle vie centrali. Le due che più si prestano cono Bucci e Colombari. Qui non passa il traffico di scorrimento e rispetto alle altre sono anche più strette. Dunque, più facili da gestire. Beninteso, non è con l'arredo che si possa invertire la crisi del commercio. Fatto il lavoro, l'altro scoglio è poi cercare di atti-
rare i potenziali clienti. Per farlo bisogna pensare agli eventi. Ci sono commercianti che nelle riunioni si lamentano del fatto che non si fanno gli intrattenimenti davanti alle loro attività. La loro riflessione è comprensibile. Va però sottolineato che in ogni caso in tanti parcheggiano e camminano davanti alle loro vetrine. In un primo tempo le strade arredate potrebbero anche essere a senso unico; poi staremo a
Il pensiero di Vera Biondi e Alfredo Gambini. “Valorizzare le nostre proposte. Il problema non è l'arredo urbano” vedere. Credo che il nostro commercio dovrebbe puntare sulle famiglie; invogliarle la domenica pomeriggio, nei periodi di alta stagione che da noi vanno da novembre a Pasqua. D'estate invece bisognerebbe inventarsi qualcosa la sera”. Vera Biondi è la signora
degli occhiali. Negozio aperto dai genitori una sessantina di anni fa, è tra i più grandi e belli d'Italia. Argomenta: “Il problema non è la pavimentazione del centro; ben venga, comunque. Il bello aiuta ed attira sempre. Voglio però portare altri spunti per la riflessione dei miei con-
cittadini e colleghi. Sono del parere che dovremmo valorizzare le nostre proposte e migliorare l'offerta di uno straordinario centro commerciale naturale. A suo modo unico ed inimitabile. Dobbiamo fare dei negozi attraenti col sorriso sulle labbra. Altro piccolo esempio: stare aperti in alcuni occasioni speciali, come per la Sagra degli Spaghetti che ha avuto uno straordinario successo. A volte con gli stessi soldi, con buone idee,
si ottiene molto di più. Importante è che ci sia la nostra unità di intenti. Che noi commercianti siamo uniti”. Alfredo Gambini è un'altra delle attività che danno prestigio a Morciano. I suoi negozi in via Roma sono di forte richiamo e fanno anche economia per i suoi colleghi. “Sarebbe positivo - riflette Gambini - partire con gli arredi; altro conto è chiudere le strade. Però sono favorevole alle isole pedonali per particolari eventi come le feste, i fine settimana. L'arredo da solo non basta; vanno abbinati gli eventi. Per tornare all'arredo, penso che ne abbia bisogno un po' tutto il paese. Piazza Risorgimento è in abbandono. Il nuovo centro commerciale dovrebbe avere la forza di portare gente. Il paese offre attività, bar e ristoranti in grado di reggere il confronto”.
MORCIANO
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Mezzo secolo festeggiati lo scorso 24 settembre con la “benedizione” di una pioggia battente
MORCIANO DI ROMAGNA
Via Forlani 20 - Tel. 0541.989605 Via Bucci 65/A - Tel. 0541.989910 (estetica)
1965. La nascita delle leggende Foro Boario ALLEGRO MA NON TROPPO
Spogliatoi - E' da quasi un quarto di secolo che Morciano non ha gli spogliatoi dello stadio degno di Morciano. Tutt'e due le strutture sono in uno sttato di abbandono. Per assurdo i vecchi sono messi meglio dei nuovi; quest'ultimi vennero costruiti nei primi anni '90. Solo che dopo pochi mesi furono aggrediti da umidità e muffa. I due edifici avrebbero la necessità di intrevento urgente.
Quella meglio gioventù
Boccioni Piazza - - Per far defluire le acque delle piogge hanno aperto un buco nella grande vasca che acccoglie Colpo d'ala di Arnaldo Pomodoro sulla via di fronte alla Mofa. Solo che il grande foro, oltre a far defluire l'acqua che bagna pericolosamente la sede stradale, espelle anche immondizia per ogni gusto del palato e degli occhi: tappi e bottiglie di plastica. Che fare? Bertino Montanari, già sindaco, titolare della Mofa: “La potrebbero afffidare a noi della Mofa e della Sisa. Terremmo la vasca pulita e in ordine”
ANGOLO DEL DIALETTO
E paès sàl agl'elie te brèt Oh, pori e mi paes che t'stè sora una bela pianura um ven da pensé che sta volta i t'arvena la strutura al tu stredie sentie e binidettie il vo fè dvantè a tòt i cost scomde e stretie. I tu ultme aministradur in sta cumbinand ad tòt i culur sla scelta dal pientie sbaiedie prima e di marciapid ades già tòt i pensa c'un sarà un gran succes. Me paes che vanteva al stredie piò lerghie d'Italia ui è stè mes una grosa taglia. I su parcheg jè stè mèl custruid e ades bsogna stè atenti du cus met i pid. Us capes che mal pientie bsogna vlei ben mò mai piò can'è mi criscien j'elbera clè stè mès tla via Roma ja tròp radghe e tropa chioma Ormai i la capì anche i lampiun chi nè gnenca in greed ad fè piò lòm E per ch'is nasconda spessa al foie da la vergogna perché lor i vria stè ti post andò chi bsogna. Murcen l'era un bel paes cl'aveva gli'elie ti pid (cum egiva Egidio Belisardi) num femle murì pien pien per via di su marciapid. L'era un paes andò chi feva una bona pasta al dente ades i là fa t'un ent post cus ciema San Clemente. S'andem aventi ad 'stè pas Mercurio us cerca un'enta piaza. Sla su verga e sa su bret un pudrà mai dvantè puret. Un è minga dvent dio de cummerc per chès lò sè cl'aiutè i murcianes! Ades sla su presenza statueria dè e nota e guerda pr'eria anche lò l'è in cerca 'un signel cla d'arvè da e su ciel. Si zampèl dla su funtena us rinfresca i bròt pensier perché e vò arvanzè per sempre e nost condutier. Pensand ma che pori Diomede Forlani un ven da fè una prevision: sal bancarelie de prossim San Grigorie an vidrem un sac ad manovrie si camion d'ambulent sora i marciapid ui sarà ben poch da rid. Av damnd scusa per 'sta profezia che purtrop un è snò la mia. Emilio Cavalli
- Da tempo, vibrava nell’attesa. C’era un qualcosa che stava lì…quasi immobile, ma in lento, inesorabile movimento. Era solo questione di tempo. Poi la scintilla è scoccata, facendosi spazio tra i molteplici impegni della vita quotidiana di un presunto 50enne (perché il nome ancora non è saltato fuori), dando origine ad una reazione che ha coinvolto sempre più persone. Niente di negativo o di pericoloso! Anche quest’anno un numeroso gruppo di morcianesi (e non solo) del 1965, ha dato vita ad un allegro raduno, per festeggiare il mezzo secolo di età. Già... mezzo secolo. Detto in questo modo, si perde in maniera più marcata, il senso del tempo. Perché è vero, il 1965 è lontano e ha modellato di noi, persone che ci siamo nate in quell’anno, il carattere, i modi di essere, di fare, sicuramente l’aspetto; ma ci ha portati nel suo viaggio fino ad oggi, come in un battito di ciglia. Il tempo ci ha cresciuti, coinvolti e fatti diventare a volte attori, a volte comparse del suo trascorrere, regalandoci periodi di gioia o pungendoci con qualche spina.
- A Morciano c’è voglia di educare, dialogare e amare. Dopo il grande successo dell’evento di fine maggio sulla violenza sulle donne, si prosegue con un altro incontro legato ad un tema notevole. Domenica 15 novembre si cercherà di sensibilizzare, di far aprire gli occhi, di far riflettere le persone su: “Tra genitori e figli: chi la spunta? Educare x dialogare = amare”. Si parlerà di affettività, di sentimenti, di relazioni in ottica strettamente educativa. D’altronde chi di noi non ha bisogno di sentirsi amato e accolto? L’evento è rivolto in particolar modo a genitori ed educatori dei pre-adolescenti. L’appuntamento è al Centro Parrocchiale; chi deciderà di partecipare sarà impegnato dalle ore 16 alle 18. Al termine viene offerto un aperitivo. Un’occasione per stare
QUELLA MEGLIO GIOVENTU' Mezzo secolo! Un traguardo, un punto in cui valutare se il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno. Cinquant’anni e coincidenza, circa cinquanta persone a ritrovarsi, cinquanta storie diverse ma con lo stesso intento; rivedersi per festeggiare. Qualcuno non abita più in zona e per ovvi motivi è assente, qualcuno è diventato morcianese e si è unito alla festa, purtroppo qualcuno sarebbe stato sicuramente con noi, ma ora probabilmente col sorriso sulle labbra ci sta guardando da chissà dove, forse dal cielo. C’è chi considera il nostro “maturare”, valutando i capelli bianchi se ne sono rimasti (ma si parla solo di uomini), le pancette, le rughe o acciacchi sopraggiunti, una fase, non proprio festosa. Eppure lo stare assieme, il ritrovarsi, il momento in un certo senso magico e surreale che si è creato quella sera, ha avuto la capacità di fare cambiare idea anche ai pessimisti. Perché ritrovare chi da tempo non vedi o non senti più, scambiare quattro chiacchiere con la persona che ti
porta allegria solo ad averla vicino, inevitabilmente fa riavvolgere il nastro e tornare indietro nel tempo. E ti accorgi che quattro/cinque ore sono volate via. In certi frangenti è quasi impossibile non rivedersi all’età delle medie, quando lo stravolgimento ormonale stava modificando il nostro corpo e ci faceva sognare improbabili, quanto impossibili storie d’amore. Ricordi, forse velati di nostalgia, ma ci hanno fatto stare bene! Ci hanno distaccato per un attimo dalla nostra individuale quotidianità, per portarci a confrontare nel dialogo e nei gesti in una sorta di composta, allegra spensieratezza. Una gradita pausa durante il trascorrere preciso e logico del tempo. Da sottolineare il fatto che fisicamente gli anni ci hanno scolpiti in maniera diversa e qualcuno è veramente in forma! Pimpante, ammaliante, forse ha fatto scaturire un pizzico d’invidia? Vogliamo essere ottimisti e visto il fantastico clima che si è creato, crediamo proprio di no. La cronaca della festa ci dice
Genitori-figli, dialogo possibile
insieme. L’organizzazione è a cura della Parrocchia e del Comune. Come sarà strutturato il pomeriggio? Ad intervenire e ad animare il dibattito due figure. Barbara Ticchi, psicoterapeuta relazionale e
mediatrice familiare (Centro per le famiglie distrettuale), la quale metterà in atto giochi simulati riguardanti l’affettività e l’educazione ai sentimenti, con particolare riferimento alla dinamica relazionale ge-
che sotto una pioggia battente, che da mesi non cadeva, i “ragazzi” del ’65 si sono ritrovati la sera del 24 settembre, in piazza Risorgimento a Morciano e dopo essersi salutati con strette di mano, baci e pacche sulle spalle hanno raggiunto la riviera, dove in un giovane ma già noto ristorante riccionese, sono stati accolti per proseguire la serata, muniti, proprio come ai tempi di scuola, di divisa per “l’occasione”; maglietta nera con stampa commemorativa. Ora che la festa è finita, l’augurio è che non passi molto tempo prima che ci si possa rivedere e divertire di nuovo. Sicuramente non aspetteremo i 60 anni. Facciamoci avanti. Stare bene fa bene e ci dispiace tanto per coloro che per svariati motivi non sono riusciti a stare con noi. Davvero grazie a tutti. Lo slogan della serata era “1965 – La nascita delle leggende”. Se l’appagamento per la serata ha raggiunto tutti e la voglia di rivedersi presto è stata una richiesta quasi unanime, probabilmente la leggenda della cena dei ‘ragazzi del ‘65’…è nata veramente.
nitori/figli. Sarà poi presente Don Massimilano Cucchi, medico, sacerdote, insegnante e laureato in Bioetica, che darà un taglio essenzialmente educativo. Durante il pomeriggio, allieteranno il clima alcune letture con l'attore Marcello Franca. Gli interventi della Ticchi e di don Massimiliano saranno intervallati dall’attore. L’ultima parte è dedicata al dibattito. La parrocchia di Morciano, insieme con il Comune e il Centro per le famiglie distrettuale, ha intrapreso un percorso educativo da prendere come esempio. Alla base c’è un progetto rivolto a tutte le fasce sociali e di volta in volta si organizzano incontri tematici, d’attualità e di interesse comune. Crescere insieme è possibile. Tommaso Mazzuca
MORCIANO Via Cà Bacchino 2 San Clemente
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Cinque domeniche dall'8 novembre al 6 dicembre. In concerto anche il morcianese Uva
IL PUNTO
E' la tua vita. Falla come la vuoi tu
Pianofortissimo, musica in concerto La pianista Manila Santini con Filippo Dionigi, direttore artistico della rassegna
CULTURA - Voltati, vedrai una compagna che ti segue costantemente. In mancanza di un nome migliore, chiamala Morte. È la tua Morte. Puoi averne paura, oppure servirtene a tuo vantaggio. Sta a te la scelta. Poiché la morte non finisce mai di riproporsi e la vita è di una brevità che toglie il fiato, domandati: “Dovrei forse evitare di fare le cose che voglio veramente fare?” “Dovrei forse vivere la mia vita come vogliono gli altri?” “È importante accumulare cose?” “La vita è veramente tutta un rinvio?”. Le probabilità sono che le tue risposte si riassumano in poche parole: Vivere... Essere... Godere... Amare. Puoi temere la morte, inutilmente, senza alcun frutto; oppure puoi servirtene per aiutarti a imparare a vivere bene. Ascolta l’IvanIl’ic di Tostoj mentre, in attesa della “grande livella”, riguarda un passato che era stato interamente dominato dagli altri, una vita nella quale aveva rinunciato alla padronanza di sé per adeguarsi a un sistema: «. . . e se davvero tutta la mia vita, la mia vita cosciente, non fosse stata come doveva ? ». Gli era venuto in testa che quanto gli era fin qui sembrato assolutamente inammissibile, di aver cioè vissuto non come si
- Da secoli gli studiosi discutono sui confini fra i municipi romani di Rimini e Pesaro e l’appartenenza di Cattolica dove due fonti storiche fanno presumere che si chiamasse Crustumium come il fiume, nome dato dai romani al Conca. Dopo la loro vittoria contro i celti senoni a Sentinum nel 295 A.C. i romani misero il confine dell’ager gallicus al Crustumium diventato di fatto il confine di Roma e dell’Italia creando isole territoriali e insediamenti militari nei luoghi più strategici. Plinio nel I S.D.C. parla dei confini della regio VIII (aemilia) con la VI (umbria-agro gallico) e cita il fiume Crustumium. Questo per alcuni indica il confine di ariminum che significherebbe Cattolica in territorio pesarese. Altri invece ritengono che Plinio abbia solo indicato il primo fiume ad Oriente della regio VIII e le fonti epigrafiche di Cattolica considerate riminesi confermerebbero l’ipotesi. Documenti del XXI secolo dimostrano che in quel periodo Gabicce e aree lungo il Tavollo facevano parte della diocesi di Pesaro, e sulla base di ciò,alcuni hanno ritenuto che era il confine dei municipi romani. Il Tavollo presumibilmente fino all’VIII-IX secolo era un’affluente del Conca assieme al Ventena, poi si separò appropriandosi della foce del Taviolo determinandogli squilibri idrografici più a monte che portarono allo sposta-
doveva, potesse invece essere la verità. Gli era venuto in testa che i suoi timidissimi tentativi di ribellione a ciò che la gente altolocata stimava il bene, tentativi che subito aveva soffocato in sé, che solo loro potessero essere giusti e tutto il resto essere sbagliato. Il suo ufficio, il suo modo di vivere, la famiglia , gli interessi mondani e professionali, tutto poteva essere sbagliato. Aveva provato a difendere davanti a se stesso quelle cose. E a un tratto aveva sentito tutta l’inconsistenza di quello che difendeva. Ma non c’era niente da difendere . La prossima volta che devi decidere se prenderti carico di te stesso o meno, se fare o meno la tua scelta, fatti questa importante domanda: “Quanto manca alla mia morte?”. Con questa continua prospettiva, puoi adesso compiere la tua scelta e lasciare a quelli che non muoiono mai, i crucci, i timori, il dubbio se te lo puoi permettere o meno e il senso di colpa. Se non fai questo passo, puoi prevedere di vivere la tua intera vita come gli altri dicono che devi viverla. Ma se il tuo soggiorno sulla terra è così breve, fa’ che almeno sia piacevole. In una parola, “ è la tua vita; falla come la vuoi tu.”
- Tutto è pronto per l’attesissima quarta edizione di Itinerari musicali (“Pianofortissimo”) la rassegna concertistica che nelle precedenti edizioni ha sempre fatto registrare il tutto esaurito. Voluta dall’amministrazione comunale, la manifestazione si propone di favorire lo scambio tra diversi modi di far musica in un contesto di socializzazione intergenerazionale e interculturale, creando un appuntamento musicale di alto valore artistico ed espressivo per la cittadinanza. Ciclo di cinque concerti che si terrà tutte le domeniche pomeriggio, alle ore 16.30, dall’8 novembre al 6 dicembre presso la Sala Ex-Lavatoio di Morciano di Romagna. Apre la rassegna il concerto di Antonio D’Abramo che nel suo recital pianistico presenta alcune tra le pagine più intense dei tre geni dell’età classica, Haydn, Mozart e Beethoven. Nel secondo appuntamen-
to, 15 novembre, il concertista Davide Muccioli si confronta con i grandi maestri del Romanticismo, epoca in cui il pianoforte diviene lo strumento prediletto per la quantità di gradazioni d’intensità e timbro di cui era capace e per l’elemento lirico e soggettivo legato alla presenza di un unico esecutore. Il terzo concerto, 22 novembre, intitolato “Suggestioni”, presenta un pregevolissimo duo cameristico con Manila Santini al pianoforte e Francesca Gabrielli al flauto traverso. Propongono un repertorio di musica descrittiva appartenente a compositori vissuti tra la fine
dell’ ‘800 e i primi del 900, di alto livello stilistico e difficoltà tecnica. Equilibri sonori sofisticatissimi, impasti timbrici raffinati e melodie fortemente evocative a creare atmosfere e sensazioni ipnotiche. Nel quarto appuntamento, 29 novembre, coordinati da Alessandra Cenerelli, si alternano alcuni tra i giovani pianisti più brillanti del panorama marchigiano che si cimenteranno in un programma di grande valenza lirica e poetica con autori quali Brahms e Schubert. Chiude la rassegna, il 6 dicembre, il pianista Alessandro Uva, talento nostrano dalle gran-
di potenzialità, che si destreggia con disinvoltura sia in ambito classico che jazzistico. Il concerto intitolato “Contromano” si pone subito all’attenzione per la sua originalità e la sua varietà stilistica. Verranno eseguite composizioni di Skrjabin, di Corea, di Zappa e brani inediti dello stesso Uva che per l’ocassione si avvarrà anche della preziosa collaborazione del vibrafonista Marco Pacassoni. La sala è impreziosita dai manufatti e le decorazioni dedicati all’artista Umberto Corsucci nell’allestimento di Milena Bolognini, in una meravigliosa sinestesia di immagini sonore. Prestigioso partnership della rassegna musicale è il Conservatorio statale di musica “G. Rossini” di Pesaro, con la partecipazione della Banca Popolare Valconca e di Righetti strumenti musicali.
Cuccumeo
Scrivere la storia alla luce della georgrafia mento in luogo più elevato della Pieve di San Cristoforo di Colombarone. Un documento del 1040 che cita “terre poste fra il Tavollo e il Taviolo” fa sospettare un percorso più a monte del Taviolo, cosa possibile vista la situazione dell’area. UN MUNICIPIO ROMANO Le epigrafi romane di San Pietro in Cotto(Gemmano) e di Santa Maria in Pietrafitta(Monte Lupo) poste sul lato destro del Conca e in Pieve di San Giorgio erano riminesi come pure quelle di Farneto posto alla destra del Tavollo e Pieve di Sant’Erasmo di Misano la quale confinava sul lato Est con quella di Saludecio. Questo porta a dedurre che i confini fra i due municipi non erano il Conca o il Tavollo ed i confini del municipio romano di Urbino nella vicina Levola sul Ventena come dedotto dall’epigrafi di Pitinum Pisaurense a Bronzo (Val di Teva), fanno presumere la esistenza di un municipio romano nella media Valconcacome ipotizzato da diversi studiosi. 1 IDROGRAFIA Sacco nel suo studio sul “Castrum Granarolae” definisce il Taviolo, che nel suo primo tratto è
di Mario Garattoni chiamato “fosso dei tre ponti una sorta di Pò in miniatura”. Trasportiamo questo concetto al fiume Conca ipotizzato “a delta” ed anche un “fiume senza argini”, che vedeva anche i contributi del Rio Agina e del Rio Albarello. Susini ci parla di un cabreo di origine greca che fa presumere la presenza d’un tratto navigabile sul fiume Conca, la cosa era possibile solo con la presenza di una laguna di cui abbiamo indirette conferme ancora nel VII - VIII secolo e forse nel X-XI secolo. Situazione che vede riscontri in luoghi a noi vicini: Senigallia, Fano, Pesaro, Rimini, Ravenna, Spina. Plinio ci dice che una città a levante di Rimini fu distrutta dalle acque del suo mare e del suo fiume, appare evidente che si riferisse al nostro fiume anche per il noto passo di Lucano “Crustumiunque rapax” (il rapace crustumium). Sicuramente non era una citta romana diversamente Plinio l’avrebbe citata, di certo come tutte le città lagunari era costruita in legno con la presenza di vari gruppi etnici a probabile controllo etrusco che aveva la sua logica nella situazione poco piu a monte nella piana di Cotto dove vediamo la presenza della “porta fisica dell’
Italia”: il guado sul fiume Conca sul percorso che nel corso dei millenni aveva visto il transito della selce, dell’ossidiana, dell’ambra e nel VI-V secolo a.C. il passaggio della via Hercolea. La via sacra piu importante di quel periodo, oltre a questo, la presenza dello zolfo minerale indispensabile di tutti i naviganti per comporre il bitume per calafatare le navi. CITTA DI CONCA L’ ipotesi che fosse al largo di Cattolica è stata esclusa come va esclusa Cattolica per una serie di motivazioni in parte evidenti dagli studi di Pericoli ed altri. Sicuramente come tutte le località portuali da nord di Ancona fino all’Istria, era distante dalla costa ed all’interno di una laguna che prevalentemente per la presenza di un rilievo ora interrato si sviluppava a Sud della linea Montalbano, Tombaccia, Moscolo, verso il Tavollo. LAGUNA Su questa laguna ritrovamenti di tombe, reperti, studi, indizi, memorie orali, fanno presumere la presenza di almeno cinque isole: Cattolica, L’area V.G.S., vie carpignola Luciona e altre che era probabilmente la piu vasta, Mesoita, San Giovanni in Mari-
gnano, Isola di Brescia (la celtica insula brixiae). Una serie di indizi e deduzioni portano ad ipotizzare la citta di Conca nella odierna San Giovanni in M. ripetendo la situazione della val Marecchia Ariminum porto di Verucchio. Pericoli con i suoi studi fa dedurre che: Cattolica è nata sopra una duna fluviale (scavi di via Saffi) 2 La Cattolica romana I-IV secolo è stata interessata da alluvioni. L’area di ghetto conca oggi pianeggiante era sopraelevata sulla “paludosa valle del Conca” ed in posizione “dominante”. Pericoli in un altro studio di trent’anni dopo ci dice che il fiume Conca con un percorso a “meandri” passava a sud di Montalbano ed un documento di Curradi del 1182 fa ritenere che ancora in quel periodo il Conca facesse quel percorso. Sul lato ovest di MontalbanoMontevici vi era una depressione retro dunare, ora foce del Conca e nel area di Misano sono stati trovati utensili tipici delle “terremare”, area che era il luogo d’ incontro fra la cultura terramaricola e subappeninica. Riciputi: Questo studioso cattolichino ha scritto che il percorso della Flaminia superato il Tavollo, virava verso il rione Macanno area
dove su preesistenti insiedamenti dell’ età del bronzo a poca profondità sono stati trovati reperti romani del III secolo a.C. , come pure quelli della darsena al Tavollo. I reperti di Cattolica iniziano dall’ età augustea sono distanze brevi ma oltre due secoli di differenza nell’ insediamento romano. Viste le consuetudini romane di percorsi il più possibile rettilinei, vi era evidentemente un ostacolo fisico che poteva essere solo di acqua. Gli idronomi Tavollo e Taviolo hanno una radice antichissima e letteralmente significano “un veicolo di malattie infettive” - “delle epidemie contagiose”. I toponimi cattolichini di “Pantano”, “Macanno”, sono una prova di terre basse o antichi letti fluviali. Il fatto che separano Cattolica dall’area darsena e area V.G.S. - Macanno non può essere una coincidenza. De Nicolò: Nel suo libro “Le Gabicce” ci conferma questa situazione fisica quando scrive che dal XII al XVIII secolo l’ area da San Cristoforo al fiume Conca era un susseguirsi di pantere e cottime (guazzi per la caccia). Situazione che veniva dedotta anche dal fatto che la Cattolica medievale verso monte era priva di fortificazioni.
Continua il prossimo mese
MORCIANO
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Scomparso lo scorso 6 ottobre. Aveva 83 anni. Nel 1978 introdusse il ciclo continuo - Silvio Simonazzi è scomparso lo scorso 6 ottobre dopo una lunga malattia. Lascia la moglie Natalia (Lia per tutti), due figli Mariolina e Gianni e quattro nipoti (tre femmine ed un maschio). “Silvio - racconta Pierluigi, il genero - era la persona più bella che ho conosciuto in Romagna; lo era sotto tutti i punti di vista: buona, tranquilla, serena, mai una parola fuori posto. I rapporti umani venivano, come ben sanno i suoi clienti, ben prima del lavoro. Gli piaceva macinare; vedeva scendere l'olio e capiva com'era la qualità”. “Era un babbo dalla precisione maniacale - racconta la figlia Mariolina -. Era fissatissimo per la pulizia del frantoio e ogni ricambio aveva una sua scheda biografica. Nei rapporti umani era severo; se pensava di aver ricevuto uno screzio chiudeva per sempre. Le scuse avevano poco valore”. “Pochi lo direbbero - continua Mariolina - ma era un uomo dalla forte e garbata ironia. Negli ultimi due anni muoiono due sui amici cari. E lui: ‘Le bombe cadono sempre più vicine’. Oppure, sulle olive con il vermiciattolo: ‘Camminano da sole; domattina non ce ne sarà neppure più una. L'infarto di una decina d'anni fa ne aveva spento lo spirito”.
Addio Silvio Simonazzi, frantoiano galantuomo Tra i più vecchi frantoiani della provincia; inizia nel 1958 nel cuore di Morciano. Due passioni: il lavoro e la famiglia. Maniaco della pulizia. Gli piaceva orchestrare scherzi; ironico. “Quelle olive camminano”
Silvio Simonazzi (12.11.1931 - 6.10.2015)
AMARCORD
Silvio Simonazzi era tra i più vecchi frantoiani della provincia di Rimini. Il primo opificio lo apre nel 1958; nel cuore di Morciano, al piano terra della casa del fratello Gastone, avvocato, di 9 anni più anziano. I due erano legatissimi. Nel 1970, si sposta dove si
trova ancora oggi, nei pressi dei campi da tennis. Il 1978 è l'anno della sua svolta. Insieme a tre colleghi di lavoro ha sentito dei nuovi frantoi; i cosiddetti a ciclo
continuo. Gli amici girano le aziende italiane produttrici. Alla fine scelgono la tecnologia Pieralisi di Jesi; un grande ed innovativo gruppo industriale di cui essere fieri. L'innovazione di Simonazzi significa mutui e la speranza di incrementare il lavoro. Avviene l'esatto contrario. I clienti passano da 5mila e mille. Verso il troppo nuovo, come spesso accade, c'è diffidenza. Piano piano però il mercato accoglie la
svolta di Silvio. Soprattutto il suo spirito del lavoro che è passione autentica ed una sincera pignoleria per la pulizia, l'ordine e l'amore per il frantoio come tecnologia. Appassionato della meccanica, è egli stesso a smontare pezzo per pezzo la sua macchina dopo la stagione; ed è lo stesso Silvio a lucidarlo a nuovo prima dell'inizio della campagna. Il riconoscimento per quanto sopra lo ha avuto per il funerale; ad accompagnarlo nell'ultimo viaggio erano presenti quasi tutti i colleghi della provincia di Rimini. L'ingresso di Silvio Simonazzi nel nobile mondo dell'olio extravergine di olive è per puro caso. Famiglia importante di Morciano; il babbo è segretario comunale. I morcianesi gli vogliono talmente bene che gli creano un posto da hoc per lui: vice-segretario. In tale ruolo non potrà mai essere trasferito; a differenza del segretario. La mamma è una Mancini. La terra e Silvio è un destino. A 25 anni insieme al cugino Clemente Mancini aprono un'azienda che fa da terzisti ai contadini. Cioè lavorano la terra per gli altri con i più moderni attrezzi agricoli: dai trattori alle mietitrebbie. Come era usanza
allora. In un giugno di tanti anni fa, Silvio va a trebbiare il grano a Serbadone; a casa del possidente Giovanni Vaselli. Incontra la quindicenne Lia, la figlia. I giovani si innamorano. Dopo tre anni si sposano. Sarà il suocero Giovanni a dirgli che il mestiere giusto per le sue caratteristiche è il frantoiano. La risposta: “Perché no!”. Lia è sempre stato il sole per Silvio. Ammalato, negli ultimi mesi ne voleva la mano e la seguiva con gli occhi in ogni movimento in casa. “L'ha adorata”, dice felice Mariolina, la primogenita. Da ragazzo Silvio era vivace, dispettoso; insomma, molto morcianese. Gli scherzi agli amici li ha continuati a fare anche in tarda età. Uno dei più riusciti fu all'amico Nandino Cenni. Costui aveva il vezzo di girare in automobile con un carrellino dietro. Silvio ed il fratello di Nandino gli smontano il gancio. Glielo faranno recapitare per corriere. Non conoscerà mai gli autori della bravata. Le bravate, come ben sanno i vecchi morcianesi, è una delle caratteristiche del paese. Gli amici del cuore di Silvio sono stati tre: Mario Ricci (scomparso troppo presto), Francesco (Checco) Zanni (fratello di Umberto), Carlo Alberto (Bibi) Guidi. Dagli amici del cuore Silvio veniva chiamato Cicci. Due le sue grandi passioni: il lavoro e la famiglia. Il lavoro era la vita del frantoio a tutto tondo: i clienti, le olive, le macchine. Di ogni pezzo aveva il doppione in caso di rottura. Che la terra gli sia lieve.
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S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE
Gruppi d'azione locale per andare ad attingere ai fondi comuntari. Costi di gestione eccessivo - Giusto!!!!! Gal (Gruppi di azione locale) Rimini: ultimo atto Rimini”. Per la costituzione del nuovo Gal siamo arrivati all’ultimo atto di questa triste storia che si chiama “Gal Rimin”. Scrivo questo articolo per chiarire non c’è stato nessun cambiamento di posizione da parte del Comune di Montefiore. Siamo a sottolineare che né io, né la mia amministrazione abbiamo mai cambiato idea su quanto affermato fin dall’inizio e cioè che è stato creato un carrozzone inutile, che già nella proposta di convenzione per la sua costituzione, 26 ottobre, si è proposto un’ipotesi di spesa di euro 1.490.000. Quando a luglio, abbiamo dichiarato che queste erano le cifre che dovevano essere spese per un nuovo Gal, siamo stati accusati di dichiarare numeri a caso. Vorrei chiedere allora, come vedete non si é parlato a vanvera, ma per cognizione di causa. Detto questo ribadiamo che il nostro Comune entra a far parte del Gal Rimini non per libera scelta, ma per costrizione, ed é giusto spiegare la motivazione che ci ha indotto a questa decisione. La ferma volontà di rimanere nel Gal cui già appartenevamo, condivisa all’unanimità nella riunione alla quale ero stata convocata in Unione dal presidente Riziero Santi il giorno 14 aprile non é stata rispettata, volontà ribadita anche nei successivi incontri, tre in totale (tutti alla presenza del Presidente del Gal Altra Romagna dottor Bruno Biserni), volontà che é stata poi abbandonata non sappiamo ancora per quale ragione, nonostante sia stata presentata una pubblica interrogazione al Presidente
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Gal, inutile carrozzone ENTE
Loro dicono che dovrebbero arrivare 9-10 milioni di euro di fondi rispetto ai vecchi 750mila. Vedremo. Per noi Riziero Santi, come presidente dell'Unione, non ha più fiducia
Gal, che cos'è?
Vallì Cipriani, sindaco di Montefiore
LA LETTERA Riziero Santi nel Consiglio stesso dell’Unione, tenutosi il 28 settembre scorso, volontà alla quale avremmo voluto tener fede come si conviene fra persone che dovrebbero essere esempio di credibilità e coerenza. Ciò nonostante avremmo voluto distaccarci dagli altri Comuni della Valconca e rimanere con il Gal Altra Romagna dove eravamo già iscritti a costo zero, ma la giunta regionale del 20 luglio 2015, oltre ad approvare il bando di selezione dei gruppi di azione locale imponeva ad ogni singolo Comune la partecipazione ad un’unica strategia . Nella medesima giunta si legge inoltre la neces-
sità di un vincolo di continuità geografica del territorio che può essere superato solo in caso di territorio isolato geograficamente che però potrà partecipare esclusivamente al Gal più vicino. Ciò nonostante teniamo a sottolineare che non esiste più nessun rapporto di fiducia nei confronti del Presidente Santi, per particolari comportamenti accaduti ancora prima di questo ultimo riguardante il Gal. Comportamenti che hanno indotto il nostro Comune a sfiduciarlo con lettera scritta. Per concludere si precisa che l’iscrizione avviene solo ed esclusivamente per controllare la trasparenza dell’operato, verificare direttamente quali saranno i costi di animazione ed esercizio di questo nuovo Ente,
- Il Gal (Gruppo d'azione locale). Nell’ambito dell’iniziativa comunitaria ha come obiettivo la valorizzazione del territorio rurale favorendo lo sviluppo sostenibile e il miglioramento del livello sociale ed economico. Dovrebbe essere una programmazione dal basso con partner pubblici e privati.
quale sarà l’ammontare totale delle risorse tolte al territorio per costituirlo ed infine di quanto arriverà a noi dei 9/10 milioni di euro che pubblicamente il Presidente ha previsto per il nuovo Gal, ribadendo l’esiguità dei 750.000 euro arrivati con il precedente “Altra Romagna”. Cito a proposito la risposta scritta dalla Regione Emilia Romagna all’interrogazione presentata in data 4 agosto, dove si può chiaramente evincere, quanto da noi sostenuto in ogni dibattito, il costo di questo nuovo Gal, si aggirerà sul 23% di quanto messo a disposizione dai bandi euro-
pei, pari al 18% per l’ esercizio più il 5% per l’animazione. Questo é quanto scritto dall’assessore regionale Simona Caselli a conferma di quanto da noi sempre sostenuto, tutto denaro pubblico sottratto al territorio. Leggendo poi attentamente la proposta di convenzione per il nuovo Gal, si può verificare che non sono state rispettate neppure le scelte fatte in Valconca all’unanimità, sempre alla presenza del dottor Bruno Biserni che ha anche verbalizzato la decisione, sul tema tutto rivolto ai privati, per sostenere le aziende in difficoltà, mentre ora senza motivo a noi noto si é scelto di intervenire per la: “Cura e tutela del paesaggio, dell’uso del suolo e della biodiversità “, a dimostrazione sia che ai privati non arriverà nulla, sia che le scelte della Valconca non sono state affatto tenute in considerazione. La dichiarazione pubblicata sul Corriere di Rimini, il 24 ottobre, dal vicesindaco di Coriano non é corretta, in quanto la scelta del tema della strategia non porterà affatto miglioramenti alle nostre aziende, con il tema scelto quello che arriverà sarà solo al pubblico e nulla al privato contrariamente a quanto era stato deciso in Valconca. Potendo poi come é dichiarato accedere ad un solo bando regionale, in sub-ordine non é previsto nulla!!!! I nostri produttori
Bacchini, premiato al Sana come
Queste le motivazioni di Giulia Giunta: GIULIA GIUNTA, Alim e n t a z i o n e : “StraVeg bio di Dnabio è un preparato per crema vegetale spalmabile gluten free, pronta in 1 minuto, a base di ingredienti naturali e vegetali: riso, frutta secca (noci, pistacchi, pinoli), erbe aromatiche, spezie, sale rosa dell’Himalaya. È un prodotto in polvere, disidratato, che si prepara in modo facile e veloce aggiungendo semplicemente acqua e olio extravergine d’oliva. Mi ha colpito per l’originalità dell’idea, ma soprattutto per la praticità e la velocità di preparazione, che rappresenta un grosso vantaggio per chi ha poco tempo da dedicare alla cucina. A differenza dei formaggi e creme vegetali fresche che vanno tenute in frigo e sono a breve scadenza, si conserva a temperatura ambiente e ha una durata di 12 mesi. Ho avuto modo di assaggiarlo ed è molto buono in tutte e tre le varianti: erba cipollina, sapore mediterraneo e orientale”.
L'affresco
Guida di Pier Giorgio Pasini per uno dei luoghi di culto più importanti del Riminese MONTEFIORE
Prima possibile ti invio la foto. Grazie e buona giornata! Paolo Bacchini dnabio, naturale dentro
ed allevatori, già convocati a Mondaino e Montefiore riceveranno solo delusioni! Imposizione che a malincuore Montefiore ha dovuto accettare. Infine, a conferma della non veritiera affermazione del presidente Santi che scrive testualmente, commentando una mia dichiarazione sul social network, sito consultabile pubblicamente da chiunque ed apparso in data 29 luglio 2015 : “Nuovo Gal... Nessun costo sui bilanci comunali nemmeno per un euro”... Possiamo dichiarare che abbiamo dovuto predisporre una variazione di bilancio per la convenzione di euro 1062, mentre per l’altro Gal non si è mai speso un centesimo! Affermazione confermata pubblicamente nella seduta consigliare del 15 ottobre a Montefiore. Concludiamo, per quanto riguarda le osservazioni a noi fatte su questa adesione da parte del movimento 5 Stelle di Montefiore, dicendo che se essere contro la costituzione di nuovi carrozzoni inutili vuol dire essere orgogliosi e far passare il controllo della spesa di denaro pubblico per rivalità politica, siamo fieri di essere “Orgogliosi e rivali politici”. Se stare dalla parte del cittadini per rendere pubblico questo tipo di operare e cercare di evitare di sottrarre denaro pubblico al territorio vuol dire essere dissociati ed egocentrici, siamo orgogliosi di essere ”Dissociati ed egocentrici”. Teniamo particolarmente rivolgere un ringraziamento nei confronti di Alfredo Arcangeli e di Maurizio Melucci che hanno sempre sostenuto e dichiarato pubblicamente questa stessa tesi.
S. CLEMENTE - GEMMANO - MONTEFIORE BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO Morciano - Piazza Boccioni - tel. 0541.988279 fax 0541.857511 www.mofa.it - tessutimofa@libero.it
Gardoni e Fabbri restaurano la tomba di Rudolf Nureyev
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SAN CLEMENTE - LO SPORT
Belli e possibile
Da San Clemente a Parigi FOCUS - C’è chi lavora per vivere e chi lavora perché quello che fa è la sua vita. Caterina Gardoni, che divide a San Clemente il suo laboratorio col suo compagno Stefano Aguzzoni, ha scelto l’arte come forma di sostentamento e motivo di vita! Preparatissima orafa, poi bravissima esecutrice di vetrate artistiche stile liberty, quindi sopraffina ceramista e da tredici anni esperta di sculture in resina. Proprio questa sua specializzazione e le capacità dimostrate negli anni di lavoro le hanno regalato importanti esperienze e magici incontri. Lo scorso settembre Caterina ha vissuto un esperienza di immensa soddisfazione. L’attività con il suo compagno l’ha portata in passato all’incontro con Francesca Fabbri, artista eccelsa nell’arte del Mosaico, con la quale ha iniziato a collaborare fin dal 2009. La stima conquistata col valore del proprio lavoro ha fatto sì che le due professioniste e amiche continuassero a sentirsi e a lavorare assieme. Ma un artista è molto più di un professionista perché oltre alla conoscenza e alla capacità ci mette il cuore e così quando a Francesca Fabbri è stato commissionato l’importante lavoro di restauro della tomba di Rudolf Nureyev, immenso artista che ha per decenni personificato la danza classica; a Francesca è venuto naturale pensare a Caterina. La tomba è ubicata nel cimitero ortodosso di Sainte Geneviève des Bois, un bor-
Caterina Gardoni e Francesco Fabbri
go vicino a Parigi. L’opera, di cui la parte in mosaico è stata realizzata da Francesca Fabbri sotto la direzione dell’architetto Stefano Pace, è davvero straordinaria. Migliaia di piccole tessere di vetro e pietra colorati incastrate a ripetere uno dei tappeti che Nureyev, artista di antiche radici tartare, si portava sempre appresso come tradizione del suo popolo. Pietre e vetri che grazie all’abile lavoro di Francesca perdono la rigidità della loro natura
e assumono agli occhi di chi guarda l’aspetto di un morbido velluto! Il tempo e la natura fanno invecchiare ogni cosa e anche il mosaico-tappeto dopo tanti anni aveva bisogno di piccoli restauri. Per Francesca Fabbri è stato naturale chiedere l’aiuto dell’amica esperta in resine, materiale necessario alla composizine di parte della base della scultura tombale. Così Caterina ha portato le sue manine da San Clemente a Sainte Geneviève des Bois e assieme alla amica ha “messo il ditino” con grande soddisfazione in questo importante restauro. “Assieme al plastico del Galli di Rimini, di cui sono molto orgogliosa, è forse il lavoro più emozionante! Un mosaico fantastico e un esperienza unica!”. E’ bello sapere che c’è ancora chi si emoziona per il proprio lavoro! A Caterina auguriamo ancora tante emozioni simili! Claudio Casadei
SAN CLEMENTE - Stagione teatrale coi fiocchi. Piatto ricco mi ci ficco! Deve essere questo lo slogan che gli amanti del teatro, i neofiti, i curiosi le famiglie e i tristi in cerca di sorrisi devono adottare per la stagione invernale 2015/2016 al teatro Villa di San Clemente. Uno sforzo notevole per la piccola compagnia di Città dell’Arte che con l’imprescindibile patrocinio del
La compagnia Città dell'Arte
Teatro, stagione coi fiocchi Comune di San Clemente e della regione Emilia Romagna mette, per i prossimi mesi, a disposizione un cartellone colmo di spettacoli, laboratori e occasioni di incontro con particolare attenzione ai più piccoli e al dialetto, da fare invidia a moltissimi teatri di città più grandi e ricche. E, giova sottolinearlo una volta tanto, gli attori di Città dell’Arte lo fanno investendo totalmente il budget messo a disposizione dagli enti pubblici senza pensare agli anni passati in cui la Provincia aveva tagliato completamente i finanziamenti alle compagnie teatrali e loro lottavano per fare tornare i conti rinunciando spesso alla loro paga. Giorgia Penzo sottolinea come la compagnia di cui fa parte: “Sta tentando, dopo 3 anni di sperimentazione al Villa, di dare
un identità culturale al loro lavoro attingendo dalle radici locali attraverso il dialetto e creando occasioni di incontro con attori e spettacoli che lascino un segno. Proprio per questo abbiamo pensato a quello che ci piace definire lo ‘spazio coccolo’ in cui dopo lo spettacolo gli intervenuti potranno incontrarsi, incontrare gli attori e bere magari una buona birra artigianale ‘Amarcord’, sponsor ufficiale di questi momenti denominati Chiacchiere al Villa!”. Inizio alle 21. Venerdì 13 l’imperdibile “Un Pianoforte per due” con il pianoforte e il duo Francesca Airaudo e Bob Messini attore già noto in TV. Poi sabato 21 novembre, liberato ma solo per un attimo da Maurizio Crozza, Savino Cesario ci ricorderà che “La vita è un Bordello” in cui in tanti potremo rico-
noscere persone e cose della vita attraverso i racconti di un nonno “mordace e tenero”, uno spettacolo da non mancare! Venerdì 27 novembre “Fanculopensiero” performance di Ippolito Chiarello attore ispirato dal Barbonaggio Teatrale ispirato al romanzo di Cristian Marksim. Chiude la sezione comico venerdì 4 dicembre “Liberaci dal bene” di Giorgio Montanini che approda sui palcoscenici italiani dopo due stagioni di Nemico Pubblico su RAI3 e la copertina di Ballarò! Importante la sezione dialetto d’autore; venerdì 11 dicembre da “Storie romagnole” con l’incedibile Maurizio Vanucci e Denis Campidelli. Claudio Casadei
- È la tranquillità di chi svolge con serenità il proprio lavoro raggiungendo i risultati che si era prefisso il tono con cui Daniele Zanzi, dirigente dell’ASD Junior San Clemente racconta. Dopo una stagione soddisfacente con salvezza raggiunta senza passare dai Play Out. “La nostra campagna acquisti è partita dal nostro nuovo allenatore: mister Paolo D’Angelo, già giocatore di buon livello, che vanta esperienze a Riccione e Santarcangelo. Fermo da 5 anni per motivi di lavoro, preparato tecnicamente agevolato nel suo lavoro anche dal fatto di aver giocato vicino a giocatori di buon livello, sarà di certo un punto di forza. Il gruppo dei dirigenti è rimasto quello dell’anno scorso, mentre tra i giocatori abbiamo inserito qualche giovane e dai primi
risultati direi in modo positivo”. Continua Zanzi: “Dopo la 9^ giornata siamo quinti in classifica con 14 punti mentre a soli quattro punti dalla prima: una classifica molto corta. L’obbiettivo che ci siamo prefissi è quello di una salvezza tranquilla cercando di evitare i Playout, risultato peraltro raggiunto anche lo scorso anno. La nostra è davvero una grande famiglia. Per le trasferte più lunghe ci muoviamo spesso in pullman: giocatori dirigenti e qualche tifoso!”. Per finire Daniele ha un pensiero per Pierangelo Corsucci custode degli impianti sportivi da quindici anni recentemente scomparso: “Ricordiamo la scomparsa del custode degli impianti sportivi. Ciao Angelo e grazie”. Che la tua terra ti sia lieve!
Ciò o caro Direttore Come va? Com’è l’umore? Questo nostro bel giornale Fa star bene o fa star male? Nella mia vetustà me la leggo da di qua la provocazione vasta e il silenzio della Casta! Non rispondon neanche più lor si sentono lassù. Sti arroganti il lor disprezzo ci regalano da un pezzo! Non ci sono più illusioni solo inutili pavoni ma che ci possiamo fare mica li possiam “sparare”! Io ormai ho il cuore in pace, chi lavora troppo tace e così 'sti delinquenti glielo dan sempre nei denti. Faccian pure questa strage di poracci sulla brace, ci hanno rotto un po’ le palle per adesso giriam le spalle. Mi son detto di lasciare a lor lordi il lor altare e ho pensato, guarda un po’ “vo in vacanza, vo all’Expo!” Mi son dato assai da fare Freccia Rossa per andare ed è li che ho messo in pila pel biglietto la prima fila! Poi mi butto su groupon Rimediare il biglietton senza leasing da pagare trenta euro, mica male! Con i tre del marafone ci vestiam per l’occasione nel parcheggio ci fermiamo per Milano via che andiamo! Con il posto numerato Star seduti è assicurato, ma in carrozza, come sempre per qualcun non serve a niente Discussioni senza freni, ferrovieri e capitreni, poi ti dan soddisfazione: il tuo posto e un sorrisone. Mentre ai due prepotenti un sorriso a cento denti e per giusta equa sanzione in prima classe prosecuzione!
Che fregata l'Expo
Staff tecnico: D’Angelo Fabio,
Quando arrivi alla Centrale sembra che stian tutti male tutti corron come matti ci sentiam dei mentecatti! C’è la prostata che urla e sappiate, non è burla, che qui fare la pipì costa un euro o giù di li! Poi che siamo rinfrancati al metrò ci siam fiondati fila li per il biglietto e poi via verso il progetto! Ma ai treni che impressione c’è il mondo in confusione un miliardo e più di teste ci rovinano le feste! Stretti come le sardine non sentiam certe manine che esperte e senza orgoglio c’han sfilato il portafoglio. Ecco Rho, che brutto nome tutti in fila un budellone, poi arrivi ai tornelli …o a un chilometro da quelli! Al detector i controlli li non eran troppo molli ed alorà aventi e indrè! “Di Burdel a voi pasè!” E tenendoci per mano arrivammo al decumano fu difficil trovar posto più che al mare a ferragosto! Per i posti più famosi tempi attesi fragorosi dalle 7 alle 9 ore e al seder sentii bruciore! Nei postacci marzabini ci buttavi gli occhiolini ma era meglio lasciar star eran sol dei gran bazar Alla fine ti vien fame Oppur sete …cose strane Era meglio ti passasse: son più esosi delle tasse!
Tamagnini Denis, Ricci Eros, Tamagnini Roberto, Tamagnini Marco, Natali Eros. Staff dirigenziale: Terenzi Fausto, Ricci Paolo, Costantini Andrea, Ripa Mauro, Zanzi Daniele,Tamagnini Severino, Serafini Giuliano, Fabbri Giuseppe, Fabbri Fabrizio, Nicolini Giuseppe, Balducci Luigino, Bacchini Paolo. La squadra: Andruccioli Mattia, Ballarini Cristian, Bastianelli Mirco, Bianchi Matteo, Berardi Lorenzo, Casadei Fabio, Cevoli Luca, Ciuffoli Mattia, Di Biase Francesco, Di Biase Lucio, Gabellini Alessandro, Giannini Gianmarco, Longhi Marco, Magnani Alex, Maioli Marco, Montalbano Aniello, Pangrazi Luca, Pellegrini Filippo, Ricci Gabriele, Ricci Marco, Ricci Michael, Ringucci Alan, Ringucci Marco, Tamagnini Mirco, Tirincanti Luca, Vandi Lorenzo, Maila Larainche, Zanca Matteo. Claudio Casadei
Ma la sera finalmente uno spettacolo decente luci e fuochi in risalita lungo l’albero della vita! “Di domenica si sa che c’è gente in quantità! Lunedì per sti percorsi sarem soli come gli orsi!” Mai pensiero più sballato un cervel ebbe pensato c’era il doppio della gente scolaresche e gite tante! Abbiam scelto qualcosina da veder in ‘na mattina e un paese della sfera per poter al fin far sera! Nessunissima assistenza solo tanta strafottenza lunghe file e delusioni dentro certi padiglioni! E del cibo che si parla? Del futur che ci riguarda? Tre ologrammi ed un filmato e il mondo han già cambiato? A …lo dico, e non son brillo ho mangiato il coccodrillo una fetta d’arrosto in vero ma il conto come fosse intero! Ho bevuto il baobab Per poi raccontarlo al bar e col conto ho sostenuto tutta l’Africa per un minuto! Poi il viaggio di ritorno con il tren che fa ritardo Tarda notte nel parcheggio Li il mio conto ha ancor la peggio! Penso poi alla “mia Casta”, che ha una “fieretta” e basta son sicuro che tra un po’ di vallata fan l’expò! Il bilancio? Un sacco ho speso E per il cul mi sento preso Sto Expo servito è a poco ci han marciato e neanche poco! Or mi curo le vesciche sotto ai piedi son fiorite e m’incazzo alla TV che racconta ciò che non fu!
Fausto (Expo) Nottiberti
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SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO
Tartufo e formaggio di fossa - “Di ciò che vive il diletto sia fine, e tra i diletti quel di Venere e Bacco il maggior sia”. Si apre domenica 15 novembre la manifestazione dedicata ai sapori delle colline romagnole, giunta alla XII edizione. L’evento è un ulteriore passo per un progressivo ritorno allo stile che l’aveva caratterizzata nelle sue primissime edizioni: ricreare l’atmosfera degli anni ’40 e ’50 attraverso la cura delle scenografie, dei costumi e delle musiche. Per questi motivi è gradita la partecipazione in abiti d’epoca. Domenica 15. La festa inizierà alle 9,30 con l’apertura della mostramercato del tartufo bianco pregiato, dei prodotti tipici e dell’artigianato. In mattinata si potrà assistere alla sfossatura presso il Mulino della Porta di Sotto, vera e propria celebrazione della rinascita dei formaggi infossati l’estate scorsa.
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Mondaino nelle domeniche di Fiera
Il 15 e 22 novembre. Atmosfere degli anni '50 e '60: scenografie, costumi e musica ECONOMIA Per palati sopraffini, lungo le vie del Centro storico, si svilupperà il ricco mercatino di prodotti tipici e dell’artigianato. Le numerose taverne daranno la possibilità di degustare i sani cibi della tradizione romagnola. In Piazza Maggiore per le due domeniche è possibile visitare: l’esposizione Trattori Storici a cura del gruppo Amatori La Ruggine Della Val Conca (l’esposizione a cura di Maurizio Urbinati Arti E Vecchi Mestieri In Bici e la Mostra avicola a cura di Giuseppe Santoni). Dalle ore 12, aprono i pun-
BIANCHERIA - TENDAGGI ARREDAMENTO ALBERGHIERO
ti di ristoro con specialità a base di tartufo, formaggio di fossa e prodotti tipici di Mondaino. Alle 14.30 in Piazza Maggiore si svolge lo spettacolo teatral-musicale Noi Duri e Pupe per rivivere le atmosfere fumose e rarefatte degli anni ’50, del gruppo Band Noi Duri – Le Instabili. Per le vie del paese spettacoli itineranti: Le Belle Tradizioni Popolari - Musica
e balli dell’aia degli anni ‘40/ ’50 e il Trio Cluster con i suoi Canti da osteria. LINDY GARAGE - Gruppo di ballerini di Lindy Hop, danza swing nata ad Harlem, New York, negli anni ‘30/’40 e ballata sulle note delle grandi orchestre swing. I ballerini di Lindy Garage fanno parte della scuola Swing for Fun di Bologna e Rimini. Presso i Musei, Paleontologico e delle Ceramiche, saranno organizzati corsi dedicati a grandi e piccini. Alle 15.30 di domenica 15
Centenaria, come vuole la tradizione si celebra la seconda domenica di ottobre. Dietro ci “sono molte mani”
novembre si terrà il laboratorio: Dal disegno al mosaico: dipingere con la pietra a cura di Milena Gasparini. Durata: 2 ore circa (per info 366 2078470). Domenica 22. Nuovamente protagonista il pregiato tartufo bianco – Tuber Magnatum Pico - e il formaggio di fossa. Sempre alle 9.30 apre la mostra-mercato del tartufo bianco pregiato, dei prodotti tipici e dell’artigianato. Mentre dalle 12.00 i punti di ristoro saranno pronti ad accogliere gli ospiti con menù prelibati. Alle 14.30 in Piazza Maggiore si terrà lo spettacolo musicale del gruppo I Musicanti Di San Crispino, nato spontaneamente sull’esempio dei suonatori girovaghi del secolo scorso. Il nome del gruppo è un omaggio al santo protettore dei calzolai,
produttori da sempre di scarpe e suole indispensabili al musico errante. La formazione, composta da ottoni, legni, percussioni e chitarra, per un totale di 15/16 elementi, si esibisce in canotta e “fazzotto” a quattro nodi. In repertorio valzerini e polke della tradizione romagnola e brani popolari italiani e stranieri. Tra gli spettacoli itineranti: Le Belle Tradizioni Popolari - Musica e balli dell’aia degli anni ‘40/’50. Silver And Gold - Sabrina Angelini voce e Luca Bernardi chitarra. Swing, jazz e brani dei Beatles riarrangiati in chiave jazzistica. Alle 15.30 all’interno della Torre Portaia, dove è allestito un Corpo di Guardia del 1400, vengono illustrati i sistemi di illuminazione dell’epoca. Il laboratorio intitolato Illuminazione in epoca medioevale, prevede la realizzazione di una lanterna da un filo di rame. I destinatari sono bambini dai 6 anni con i loro accompagnatori. A cura di Elisa Marzi e Veronica Galli.
SALUDECIO - MONDAINO - MONTEGRIDOLFO
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SALUDECIO
L'Ottocento dei vivi e dei morti L'Armonda
- “L’800 dei vivi e dei morti Festival”: quindici giorni all’insegna del noir ottocentesco. Da Ognissanti a San Martino, teatro, narrazioni, cinema, incontri, mostre, degustazioni. Organizza l’Armonda, Società delle Meraviglie Ottocentesche con il patrocinio e contributo del Comune di Saludecio e con la collaborazione dell’Assessorato Cultura e Turismo. E' un mix di cultura e promozione turistica, una caratteristica fondamentale, un’impronta che l’Armonda ha sempre volu-
to lasciare nei suoi eventi. Sabato 14 novembre, ore 21 Visita guidata gratuita all'osservatorio Copernico. “Il cielo stellato alla fine dell'estate”. Domenica 15 novembre, ore 16 e ore 17,30 (su due turni) a Palazzo Carmaeti e Palazzo Albini della Rovere. “L'incredibile notte del principe Florizel di Boemia”. Spettacolo teatrla eitinerante ispirato ai racconti di Stevenson con piccole degustazioni di sosta
Al centro in abiti civili, da sinistra: Mauro Uguccioni (Utensiltecnica), Marco Gili (il presidente), Italino Mulazzani (presidente onorario), Veris Valeri e Fernando Staccoli (dell'omonima azienda). Quarto da sinistra, Edo Mattioli (l'allenatore) (Foto Romani)
Dragoni, puntano ad essere tra le quattro, ma... - Dragoni. E' il nomignolo, da quest'anno, della bocciofila di Utensiltecnica-Cvm Montegridolfo. Il nome è stato scelto dai campioni Gianluca Monaldi e Gaetano Miloro durante le gare a Perugia. Lo hanno scelto pensando all'animale, ai rematori galeotti veneziani o agli uomini d'assalto della cavalleria? Chissà. Magari tutt'e tre. “Abbiamo una squadra forte - racconta Edo Mattioli, l'allenatore dell'ultimo
decennio che qualcuno ha soprannominato il Mourinho delle bocce - che potrebbe riservarci gradevoli sorprese a loro, ai tifosi ed ai nostri sponsor. Abbiamo ragazzi che possono competere per i primi quattro posti. Strada facendo magari si potrebbero puntare ad altri obiettivi”. La società affronta il campionato con un nuovo giocatore; si chiama Fernando Rosati; un singolarista di talento. “Un ra-
gazzo equilibrato”, racconta il presidente Marco Gili. L'attacco invece è la caratteristica della squadra. Nel campionato si è partiti con il piede giusto; pareggio nella giornata di apertura fuori casa col Modena (si poteva vincere). In casa, il 7 ottobre, successo senza se e senza ma, con i ragazzi di Ancona: 8 a zero. Sugli spalti due dirigenti importanti della Federazione: Ermes Alzimondi (consigliere naziona-
le) e Franco Benatti (presidente regionale). I successi hanno alle spalle il sostegno degli sponsor. Due su tutti: l'Utensiltecnica (di Montegridolfo) e la Cvm (di Montelabbate). Per i pochi che lo ignorano; il Montegridolfo milita in serie A e finisce regolarmente sulla Gazzetta dello sport. Cosa di cui essere orgogliosi per una cittadina di mille abitanti. Infine, il bocciodromo è uno scrigno di bellezza foderato da trofei.
CORIANO
- Tradizionale Fiera dell'Oliva e dei prodotti autunnali. Si svolge domenica 15 e 22 novembre a Coriano la tradizionale “Fiera dell’Oliva e dei Prodotti autunnali” che, giunta alla 28.ma edizione, festeggia uno dei prodotti locali più
Nelle domeniche del 15 e 22 novembre. La XXVIII edizione. Organizzano Pro Loco e Comune
Oltre alle olive e le delizie dell'olio extravergine, è anche tartufo, funghi, vino (nuovo e non solo), miele, formaggi di fossa, prodotti naturali macrobiotici, frutta, piante e fiori
Fiera dell'Oliva e prodotti autunnali: profumi e colori della terra pregiati: l’oliva. In esposizione: 150 ambulanti, hobbisti, agricoltori, artigiani. Il territorio di Coriano è infatti uno dei più importanti produttori di olive e di olio extravergine di prima qualità della zona e conta ben quattro frantoi, di cui alcuni di antiche origini. La fiera, organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con il Comune, propone ai visitatori numerose occasioni per assag-
giare e godere dei sapori tipici dell’autunno. Oltre al rinomato olio d’oliva, negli stand gastronomici e nei mercatini si potranno infatti trovare prodotti selezioni di qualità come il tartufo, il vino, il miele, il formaggio di fossa, i prodotti naturali e macrobiotici, frutta, piante e fiori accanto ai prodotti dell’artigianato locale, dal ferro battuto al vimini e al legno, dalla terra cotta al rame. Numerosi anche gli eventi collaterali che animeranno le due giornate: le mostre fotografiche sulla civiltà contadina romagnola, la mostra dei vini doc, l’esposizione di attrezzature agricole, la rievocazione degli antichi mestieri, i dibattiti e le degustazioni dell’olio extravergine d’oliva. Da non perdere
Si ripropongono nuove ed antiche ricette culinarie, molte a base di oliva. Opportunità per degustare i tipici vini romagnoli: il sangiovese, il trebbiano, l’albana, il pagadebit e la cagnina, gli ultimi due rari
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la possibilità di scoprire i segreti della spremitura dell’oliva presso i frantoi della zona che per l’occasione saranno visitabili. Gli stand gastronomici, gestiti dalla Pro Loco, propongono i sapori delle antiche ricette a base d’olio d’oliva accompagnati dai nostri vini tipici, il trebbiano, l’albana, il pagadebit e la cagnina. Musica dal vivo e spettacoli per bambini allieteranno la festa. Dalla zona artigianale Valleverde servizio navetta gratuito. Per maggiori informazioni contattare lo IAT di Coriano 0541/656255 o visitare il sito www.prolococoriano.it.
“Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi, è come se fermasse l'orologio per risparmiare tempo”
Ristrutturare - Costruire - Idee Gli artigiani della casa Turbina, mitragliatrice, dirtigibile, bicicletta, antirabbica
Henry Ford
1886. Lavastoviglie La nobildonna americana Josephine Cochrane realizza la prima lavastoviglie della storia: una ruota con scansie di fil di ferro in cui trovano posto i piatti e i bicchieri; questa viene immersa in una tinozza e fatta girare da un motore a vapore sotto un getto d'acqua calda. L'invenzione non riscuote grande successo e solo dopo gli anni '40 del nostro secolo la lavastoviglie comincerà a entrare nelle case. La di autore ignoto, vieneSiattribuita Piero della Francesca, La Città Città ideale ideale (particolare), (particolare) attribuita al Laurana. trova ad aUrbino, Palazzo Ducale Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Leon Batista Alberti... Si trova ad Urbino, Palazzo Ducale
Le scoperte che hanno fatto ‘crescere’ l'uomo 1886. L'alluminio Scoperto nel 1807 da Davy e isolato per la prima volta nel 1823 da Oersted, l'alluminio (che non esiste allo stato libero in natura) veniva prodotto con procedimenti costosissimi. In questo giorno due scienziati, il francese Paul Louis Hèroult e l'americano Charles Martin Hall, sviluppano contemporaneamente e indipendentemente il metodo elettrolitico che renderà estremamente economica la produzione di alluminio preparando la strada alle grandi applicazioni (specie in aeronautica) del Ventesimo secolo. Hall e Hèroult non si conobbero mai eppure ebbero la vita segnata da coincidenze incredibili. Hèroult era nato il 10 aprile 1863, Hall il 6 dicembre 1863, otto mesi più tardi. Entrambi scoprirono lo stesso identico metodo nello stesso giorno. Infine, tutti e due morirono molto giovani, a cinquantun anni, nel 1914, a otto mesi di distanza. 1886. Onde elettromagnetiche In questo giorno il fisico tedesco Heinrich Rudolph Hertz (18571894) dimostra la possibilità di trasmettere energia da un circuito all'altro attraverso lo spazio, via onde elettromagnetiche. È la nascita della tecnica che rivoluzionerà le telecomunicazioni e che sarà sviluppata con il telegrafo senza fili (Marconi), la radio, la televisione, il radar e in mille altre applicazioni. Fino a questo giorno era nota la possibilità di indurre una corrente elettrica in un circuito attraverso variazioni di un campo elettromagnetico, ma non si riteneva possibile l'induzione a distanza, cioè una vera e propria trasmissione. Maxwell nelle equazioni del campo elettromagnetico aveva postulato che la grandezza del campo magnetico indotto fosse proporzionale alla frequenza di oscillazione del campo inducente, ma fino a questo mo-
mento non esistevano oscillatori a frequenza talmente elevata da dimostrare questa asserzione. Hertz, invece, proprio nel tentativo di dimostrare la teoria di Maxwell, ci riesce con un oscillatore di sua invenzione; il 13 novembre trasmette onde elettromagnetiche a un metro e mezzo di distanza tra due circuiti e il 2 dicembre ottiene la «risonanza» tra loro, cioè riesce ad «accordare» il secondo circuito sulla fre-
quenza del primo (fondamento della sintonia della futura radio). Hertz dimostra così anche l'esistenza delle onde elettromagnetiche. Il grande fisico muore prematuramente di setticemia nel 1894, a 37 anni, ma il suo «testimone» viene passato a Marconi, il quale proprio in quell'anno inizia a compiere gli esperimenti che pochi mesi dopo porteranno alla telegrafia senza fili (1895).
1887. Velocità terra Il fisico tedesco-americano Albert Michelson (1852-1931) e il chimico americano Edward Morley (1838-1923) rendono noti in questo giorno i risultati del famoso esperimento concepito per stabilire in che modo la velocità della Terra influisce sulla velocità della luce che la raggiunge. Nell'esperimento viene impiegato un interferometro, strumento inventato da Michelson nel 1881 e col quale è possibile suddividere un raggio di luce in due parti e inviare ciascuna lungo diversi cammini per poi ricongiungerle alla fine e stabilire se si sono verificate variazioni di fase, legate allo spazio percorso o alla velocità. I due scienziati dirigono i due fasci nella direzione del moto della Terra e in quella perpendicolare a essa. Sorprendentemente, ricongiungendo poi i due fasci non notano alcuna interferenza,
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CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO
CORIANO - IL TEATRO
Sipario su in dicembre - Comune di Coriano - Regione Emilia Romagna - Provincia di Rimini, ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo partecipano alla stagione teatrale del teatro CorTe. Il cartellone inizia il 5 dicembre, ore 21,15, con un concerto. In scena i “Vipers”, rendono tributo ai Queen Tribute I bergamaschi Vipers, Queen Tribute Band tra le più accreditate, rende omaggio alla mitica formazione rock britannica con un vero e proprio spettacolo musicale che ripercorre la lunga carriera del gruppo di Freddie Mercury e Brian May, riproponendone le hit in tonalità originale e utilizzando anche alcuni richiami alle scenografie e ai costumi esibiti nei tour in giro per il mondo. Frontman dei Vipers è il cantante e pianista Beppe Maggioni, semifinalista a The Voice of Italy 2014, che condivide la passione per i Queen con Gio Bruno (chitarra e voce), Michele Carminati (basso) e Roby Previtali (batteria). Il concerto prende le mosse dalla mitica esibizione del 1986 al Wembley Stadium (Magic Tour) e comprende classici di ieri e di oggi come la Bohemian Rhapsody fresca di quarantennale, We will rock you, A kind of magic, Hammer
to fall, The show must go on fino a brani da autentici Queen maniacs come Killer Queen, Save me e Don’t stop me now… Lunedì 7 dicembre – ore 21,15, speciale Flamenco. Martedì 8 dicembre – ore 18,30. Doppio appuntamento esclusivo con lo spettacolo di flamenco che vede esibirsi per la prima volta in Italia i bailaores spagnoli Francisco El Nano Mesa e Monica Hidalgo assieme al cantante Miguel El Picuo e al chitarrista acustico Roque Acevedo Vazquez. Sguardi flamenchi con quattro professionisti di fama internazionale che, sotto la direzione artistica di Lara Andrés, coinvolgeranno il pubblico grazie alla forza e alla passione del flamenco allo stato puro. Chitarra, canto e danza, suoni, movimenti e forme arricchiti dalla degustazione del tipico jamon iberico assieme all’immancabile sangria. Venerdì 11 dicembre – ore 21,15. RADIOLONDRA. Certe Volte, Live. Atteso comeback dei RadioLondra per la data zero del minitour che segna il ritorno della band riccionese sui palcoscenici dopo circa 3 anni di ricerca sulla sua produzione musicale, lo sviluppo di un nuovo sound e la stesura di nuove canzoni assieme al produttore Max Monti.
Le tele di Carlo Tedeschi. In esposizione a Pesaro lo scorso ottobre
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Dipingere con i colori della pace Carlo Tedeschi UOMINI - “Più sé, meno io, uguale pace”. E' il titolo dell'anteprima personale di Carlo Tedeschi, tenutasi a Pesaro dal 16 al 31 ottobre nel fascino di Palazzo Gradari. Obiettivo dell'esposizione, sarà itinerante e toccherà città italiane e straniere, è di stimolare una riflessione profonda sulla pace come base dell'umanità. Nella pace si può trovare ogni soluzione; fuori si cada nelle barbarie. Per questo suo valore, l’iniziativa ha avuto il patrocinio del Comune di Pesaro e della Regione Marche; inoltre, è stata presentata la richiesta di patrocinio al ministero della Pubblica Istruzione e al ministero per i Beni culturali. “Accettando il proprio sé racconta Tedeschi, uomo che sa comunicare con semplicità ed eleganza la bellezza della vita - si scarta il proprio io eliminando il male. Il bene sprigionato farà scorrere la pace nell'essere. Così nella società: corrispondendo a se stessi e non agli altri si costruirebbe
un grande bene che farebbe scorrere la pace nel mondo”. Il visitatore è sttao avvolto dalla “poetica pittorica" di Tedeschi, che unisce e raccoglie nel tratto tutta la sua ricchezza espressiva, avvalendosi di esperienze parallele di alto livello sia nella scrittura e regia di spettacoli di successo che nella letteratura. Artista per la pace nel 1991, come regista impegnato, sempre nella gioia della pace e solidarietà, ha ricevuto il Premio Borsellino nel 2009, la sua mostra si tiene in un particolare momento storico, in cui le Nazioni unite sta dibattendo il progetto di Dichiarazione della pace quale diritto umano fon-
damentale e lo stesso Consiglio d’Europa si sta mobilitando per raggiungere lo stesso obiettivo internazionale di riconoscere giuridicamente il diritto alla pace. Carlo Tedeschi, nella sua esperienza di autore e regista di numerosi e piacevoli non meno che intelligenti spettacoli, messi in scena nei maggiori teatri italiani, ha addirittura dedicato un’opera musical dal titolo Patto di luce – per la pace e il rispetto dei diritti umani, che ha debuttato al Lyrick Theatre di Assisi. Tutta la vasta produzione del prestigioso pittore, regista e scrittore, non sono che racconti che dall'intimo volgono al Divino, culminando nella rappresentazione della pace, raggiunta attraverso un cammino interiore progressivo dell'essere. Invitati speciali di Carlo Tedeschi gli studenti della scuola primaria (classe quinta) e secondaria di primo e secondo grado. All’interno della mostra c'era una teca in plexiglas che accoglieva la
“lettera della pace”. Ogni classe ha “imbucato” la speciale missiva, che in caambio riceveva la maglietta della pace, con il logo della mostra. L'idea è di farne un simbolo educativo: potrebbe, ad esempio, secondo le indicazioni degli insegnanti, essere firmata dai ragazzi della classe e tenuta in classe, anche esposta, quale promemoria a cui fare riferimento in caso di conflitti e divergenze. Una sorta di patto per una crescita comune nella condivisione e nel rispetto reciproco. Le lettere, che potranno essere decorate anche con disegni, saranno poi raccolte in un volume che porterà il titolo della città che la mostra avrà toccato. Nella tappa successiva, raggiunta dall’esposizione, il volume entrerà a far parte del percorso espositivo e sarà consultabile. Tre le curatrici della mostra: prof.ssa Antonietta di Muoio, dott.ssa Marisa Bovolenta, prof.ssa Laura Mochi. Le prime due hanno svolto le loro ricerche di tesi universitaria sulla poliedricità artistica di Carlo Tedeschi nei risvolti umani, sociali, spirituali della sua produzione.
TERRA - TRADIZIONE - TIPICITA'
Quella meglio gioventù oggi e nel 1957
Montescudo, sapori in “festa” - “Il mercato dei sapori di Montescudo” è un momento da assaporare. Si tiene nelle prima due domeniche di novembre, l'1 e l'8, dalle 8,30 del mattino fino a mezzogiorno, in concomitanza col mercato domenicale. Nel borgo malatestiano, produttori di Montescudo e dintorni presentano vino, olio, miele, patate, terrecotte, funghi, formaggi, frutti antichi
direnne il poeta santarcangiolese Tonino Guerra, come pere volpine e rossine, melecotogne, nespole. Con lo scopo di far riscoprire e far conoscere queste eccellenze, organizza la Pro Loco, insieme al Comune di Montescudo e alla Coldiretti. La piccola fiera a km zero è anche l'occasione scoprire il borgo malatestiano di Monte-
scudo. E' uno scrigno sia per le tipicità, sia per la trama del borgo; davvero uno dei più importanti della provincia. Inoltre, ci si porta a casa i sapori di una volta ad un prezzo che dire conveniente è davvero poco. Tra i frutti dimenticati un pensiero particolare vanno alle pere rossine e volpine. Da cucinare in stufa: cotte dopo 40 minuti. Sono di una bontà irracontabile.
CORIANO - MONTE COLOMBO - MONTESCUDO MIgliorata la qualità nella provincia di Rimini grazie all'Arpo. Vanno raccolte e molite subito - “Olive di qui e olive di là e l'olio locale dove sta?”. Il titolo è volutamente allusivo e non vuole sminuire la produzione di extravergine del Riminese nè al contempo demonizzare l’olio prodotto con olive provenienti al di fuori della provincia di Rimini. Cercheremo di fare un quadro semplice e obiettivo sulla olivicoltura parlando solo di olio extravergine, l’unico di qualità con virtù salutari. Gli oli, ricavati da olive sane, raccolte nel giusto momento di maturazione e subito molite, danno origine a ottimi extravergini indipendentemente dalla varietà ( sono veramente tante nel nostro paese ) e dalla zona di produzione. La varietà e la zona di provenienza determinano però rapporti diversi tra i componenti (acidi saturi/insaturi in particolare) così come non sono identici i sentori olfattivo/ gustativi. Esistono oli con un retrogusto amarognolo, tipo la Coratina, con fruttato più accentuato come gli oli dell’alta Valconca, altri con con note piccanti e tante altre variazioni. Come si è detto tutto questo non pregiudica la qualità dell’olio in generale, e la scelta a tavola è legata ai gusti personali e alle pietanze preparate. Non è però tutto così scontato perchè troviamo sul mercato extravergini molto piatti nel gusto, senza aromi e con prezzi troppo bassi per
L'attore Kevin Costner, negli anni degli splendori, è stato testimonial della Valleverde
Olive di qui e olive di là e l'olio locale dove sta? Nessuna esasperazione nella pulizia delle foglie. Sane, in piccola quantità fanno bene AGRICOLTURA Uliveti nel Corianese
aver un buon valore biologico. Il motivo principale consiste nel fatto che, sostanzialmente, per la normativa esistente, un olio è classificabile extravergine quando l’ acidità fissa non supera lo 0,8% e il numero di perossidi (esprimono il grado di ossidazione dei grassi) non supera il numero di 20 (per chi volesse approfondire gli argomenti e avere informazioni dettagliate consigliamo il libro “Succo di olive” di Stefano Cerni e altri autori, esaustivo sull’argomento); questi due aspetti sono si importanti dal punto di vista igienico sanitario, in quanto l’olio come tutte le sostanze grasse è soggetto a irrancidimento, ma non sono sufficenti dal punto di vista nutrizionale. Un extravergine
ricco di antiossidanti deve provenire come detto da olive sane e molite appena colte, indicazioni che negli oli a grande diffusione troviamo raramente e che comunque non saremmo in grado di verificare. Anche la tracciabilità, non in assoluto, può essere solo carta senza rispondenza reale. A questo proposito è saggio diffidare delle promozioni a basso prezzo perchè si tratta sempre di oli prossimi al superamento dei valori stabiliti dalle norme, per cui ci troveremmo a casa scorte di un prodotto vecchio ( si ricorda nuovamente che le sostanze grasse sono soggette a deterioramento progressivo). E’ corretto anche evidenziare che l’olivicoltura del Mediterraneo, è cambiata e si aggiorna costantemente con
nuove varietà e sistemi di allevamento delle piante di olivo fortemente meccanizzati. In Spagna, Francia del sud e nei paesi del nord Africa ( poco in Italia ) sono ormai migliaia gli ettari di questi impianti. Oliveti con veloce potatura meccanica e raccolta a macchina, le stesse macchine o leggermente modificate, che vendemmiano l’uva. In questi impianti la raccolta delle olive è non solo rapida ma le drupe ( l’oliva si chiama così) sono poco “sbattute” a tutto vantaggio della qualità dell’olio. Con quantitativi di racccolta elevati la molitura può essere immediata e e quindi si può avere un olio di qualità a prezzi non troppo elevati. Il problema è che non sappiamo se vi è rispondenza con quanto abbiano detto.
Può succedere che per offrire oli extravergini a prezzi molto bassi , queste produzioni, comunque di qualità, vengano utilizzate per “ correggere” oli scadenti acquistati a bassissimo prezzo. Veniamo ora all’olio prodotto da olive raccolte in provincia di Rimini. Si tratta quasi esclusivamente di una olivicoltura tradizionale come tradizionali sono le varietà anche nei nuovi impianti. Un accurato lavoro delle associazioni agricole e il capillare controllo del territorio dell’associazione olivicola (Arpo), negli anni ha trasformato l’approccio, non sempre corretto, che gli agricoltori avevano con la produzione di olio. Oggi è comune a tutti gli olivicoltori il controllo mirato
Novembre 2015
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di eventuali parassiti, l’epoca di raccolta e la molitura effettuata in uno due giorni al massimo. Di più moltissimi produttori hanno dato vita a una cooperativa che controlla e garantisce tutto il ciclo olive/olio. Per quest’ultimi la molitura è poi realizzata nello stesso giorno della raccolta unendo le produzioni provenienti da tutta la provincia. Questo aspetto migliora, arricchisce l’olio prodotto in quanto le olive sono di di più varietà ed è diverso l’ambiente pedologico diprovenienza. La cooperativa ha un unico frantoio di riferimento tecnologicamente all’avanguardia, talmente avanti che non rimane nemmeno una foglia in mezzo alle drupe durante la macinazione. Allora ci permettiamo di avanzare un suggerimento, naturalmente a tutti i frantoiani. Udite... Udite: non esasperate la pulizia dalle foglie ad ogni costo e se necessario aggiungete una minima parte di foglie verdi e sane, sono ricche di fitoterapici e antiossidanti e possono solo migliorare un’ olio extravergine già ottimo. Nella provincia di Rimini vi sono numerosi altri frantoiani che fanno un egregio lavoro di molitura , quindi laddove vi è la certezza della produzione (olive fresche e sane ) e trasparenza nel lavoro di molitura, è preferibile acquistare olio prodotto localmente. Il maggiore costo è compensato dalla ricchezza in antiossidanti naturali che sono il vero patrimonio dell’olio extravergine di qualità. Il Tarlo del Riminese