di Adria
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Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 52
Liceo Bocchi Un sondaggio dagli esiti sconcertanti
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Sociale Contro l’alcol, non solo cura ma cultura
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Sport Il fenomeno chiamto Emma Girardello
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EDITORIALE
La crisi sta nei nomi dei veneti
LO NAZ/19/2010/CT
01 04 2010
450 FIRME PER LA CITTADINANZA
450 firme a favore della cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia e per il diritto di voto amministrativo ai cittadini stranieri: merito del comitato “L’Italia sono anch’io”, che ha contribuito al sostegno delle due proposte di legge di iniziativa popolare pag. 8
PROSSIMI INTERVENTI A VILLA MECENATI
La Fondazione “M°. Ferrante e Rosita Mecenati” ha stilato un Protocollo d’intesa valido fino al 2020 per chiarire i rapporti tra Fondazione e Comune. E’ in lavorazione un progetto di ristrutturazione che sarà presentato alla Sovrintendenza dei Beni Culturali, con la speranza di trovare uno sponsor per attuarlo. pag. 9
di Mauro Gambin
C
L’Ulss 19 non verrà accorpata a quella di Rovigo Alcune eccezioni contenute nel Piano sociosanitario graziano il Polesine
L
’articolo 3 del piano socio sanitario regionale del Veneto stabilisce come ogni singola ULSS debba avere come bacino di riferimento 250-300 mila abitanti. Il piano stesso riporta però alcune eccezioni tra cui la bassa densità abitativa e la peculiare conformazione di zone deltizie, entrambe caratteristiche proprie del Polesine che in alcune località, in particolare nel Delta conta una densità abitativa molto bassa. Tale articolo è volto alla riduzione dell’intero apparato delle ULSS Venete che da 21 dovrebbero
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zione del servizio ma solo un contenimento delle spese attraverso l’integrazione dei due apparati amministrativi. Con questa tipologia di fusione si andrebbero a ridurre le spese di circa 8 milioni di euro pari a un direttore generale e tre amministrativi in servizio. L’indispensabilità dei servizi in gioco e la particolare importanza che queste strutture rivestono nel territorio hanno però spinto vari amministratori locali e consiglieri ad esporsi a favore della sussistenza. pag. 6
divenire 15.La questione è una di quelle che scottano, in gioco c’è la ULSS 19 di Adria che secondo questo articolo dovrebbe essere accorpata a quella rodigina. Le particolarità previste dalla legge includono però l’intero Polesine che per questo non subirebbe la fusione dei servizi ma solo dal punto di vista amministrativo. Anche l’Assessore regionale Coppola ha sottolineato come proprio la conformazione e le varie caratteristiche del Polesine scongiurino i rischi per la sopravvivenza delle due ULSS dal punto di vista dell’eroga-
resce di settimana in settimana la lista dei nomi degli imprenditori, ma sarebbe giusto aggiungere anche quelli dei lavoratori dipendenti, che si sono tolti la vita dall’inizio della crisi per la mancanza di lavoro o per il senso di frustrazione derivante dal non aver trovato mezzi e risorse per continuare a far progredire l’azienda. La Cgia di Mestre parla di più di 50 persone, tra i quali molti sono i veneti. Si tratta di un fenomeno senza precedenti che nasce dalla disperazione e che tuttavia è lontano dall’essere compreso e capito se anche il neo patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha dichiarato che non sempre la chiesa ha inteso il dramma di chi è senza lavoro. Ma in Veneto prima del “dramma di chi è senza lavoro” andrebbe compreso che cos’è il lavoro. In una regione i cui abitanti si chiamano Marangon, Scarparo, Muraro, Ortolan, Contadin, Fornaro o Lanaro è evidente che il mestiere è una forma di identità. Il lavoro in veneto non è solo la fonte del reddito che permette un’esistenza più o meno decorosa alla quale non si riesce a rinunciare, come in molti hanno sostenuto, è un valore sociale fortemente correlato alla reputazione, all’onore e dunque al valore. continua a pag.
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L’Intervento
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EDITORIALE
segue da pag.
La crisi sta nei nomi dei veneti Storia
I CARTULARI DI SAN PIETRO IN MAONE ll “Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla Terraferma veneta”, da sempre sostenuto dalla Regione del Veneto, viene finalmente a toccare l’attuale provincia di Rovigo, un’area che non era ancora stata inserita nella collana. Tra i progetti che esso coltiva c’è anche l’edizione critica della più importante fonte documentaria del Polesine medievale, il Catastico dell’episcopato di Adria conservato a Monaco di Baviera. Ma un risultato importante di questo impegno è già concreto e tangibile, e si tratta di un importante volume che pubblica I cartulari di San Pietro in Maone che è stato presentato all’Accademia dei concordi lo scorso 13 aprile. Si tratta della raccolta dei documenti che riguardano il Polesine in epoca medievale (dal XII al XV secolo) .
“Era un gran lavoratore”, infatti è la definizione che per prima esce dal cassetto dei ricordi quando ricorre la commemorazione di un caro estinto, perché in forma speculare dice già tutto, aver dedicato molto tempo al lavoro, infatti, significa averne dedicato poco alle stupidaggini, essere rimasto lontano per fisica stanchezza da tentazioni e vizi e di essersi occupati del proprio lasciando stare la “roba” degli altri. Insomma ligio e probo, significa gran lavoratore. Altrove i crumiri sono stati disprezzati ma per i veneti aver lavorato tanto e in silenzio ha significato formarsi un’identità collettiva nel periodo delle grandi migrazioni verso l’Argentina o lo stato di Rio Grande do Sul. Veneto nel mondo significa, gran lavoratore. Nei film della commedia all’Italiana del dopoguerra i veneti sul set hanno quasi sempre interpretato il ruolo di servi o di contadini. Umili ma indispensabili. Il valore positivo riconosciuto al gran lavoratore è rimasto valido anche dopo l’arcadia felix del Veneto rurale, durante gli anni del boom economico, delle partite Iva, del “magna e desmentega” il “lavoratore” non ha subito attacchi morali nemmeno davanti all’evidenza del puro materialismo, dell’accumulo di ricchezza da esibire se non da ostentare. Il lavoro in Veneto è stato usato anche come salvacondotto per svincolare l’obbligo del rispetto dell’ambiente o più semplicemente delle regole. Chi viene nel nome del lavoro, può molto in una terra come la nostra, esiste un’idolatria dell’impiego che è stata efficace anche nel tempo in cui non esisteva la disoccupazione e oggi che di lavoro non ce n’è tanto nei giovani rimane invalsa la volontà di identificarsi nella propria professione tanto da esibirla in forma di status e per questo, in modo paradossale, non appartieni al sistema produttivo, evitano i lavori più umili anche se più remunerativi. Il lavoro in Veneto invece è ancora una forma di identità e per questo la crisi non è solo economica ma sociale e valorale insieme. Mauro Gambin - direttore@lapiazzaweb.it
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“Vado sicuro”
TAPPA ALL’AUTODROMO Si è tenuta lo scorso 17 aprile all’autodromo di Adria l’incontro: “A scuola di sicurezza – la provincia di rovigo per il rispetto delle regole, sulla strada come nella vita”. Si è trattato di uno dei tanti appuntamenti previsti nell’iniziativa “Vado sicuro, rivolta agli studenti degli istituti polesani per una maggiore consapevolezza dei rischi che si corrono quando si è per strada. A tal proposito durante la giornata è intervenuto Andrea Finessi, Direttore Dipartimento per le Dipendenze, Azienda ULSS 19 Regione Veneto parlando di Trasgressione e nuovi modelli | Diventare adulti nel 2012; intervento al quale è seguito quello di Paolo Marchioni, Istruttore Federale di Guida Sicura - Federazione Motociclisti Italia, che ha parlato di prevenzione e rispetto delle regole. L’appuntamento più incisivo, tuttavia, è sembrato essere quello con Riccardo Sielli, un ragazzo che ha vissuto l’esperienza del coma e Anna Maria Di Candia, un familiare che ha portato la sua testimonianza dura e toccante ma piena di speranza per il ritorno alla vita. L’appuntamento si è concluso con gli interventi da parte dell’associazione Gli amici di Luca Onlus, che opera nella Casa dei Risvegli Luca De.
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Adria ARREDO URBANO Alcuni cittadini hanno nostalgia della fontana pag.
APPUNTAMENTI
AMMINISTRATIVE
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5 maggio, la città ospita la Notte Verde
BOTTRIGHE
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Provincia SCUOLA
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Sui dirigenti, l’ombra di nuovi tagli
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Raccolte più di mille firme per salvare le medie pag. 10
Regione Piano socio sanitario, ospedali in bilico pag. 26-27
SVILUPPO
Veneto Strade non è ancora fuori dal tunnel
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MUSEI
Ai grandi fiumi l’ala dedicata al Medioevo pag.
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ARTE
CHIESTA UNA CONFERENZA DEI SINDACI Per dirimere ogni ambiguità in merito all’unificazione dell’Ulss 19 di Adria con la 18 di Rovigo, il consigliere comunale di Porto Tolle, Ivano Gibin, ha chiesto la convocazione di una Conferenza dei sindaci. Probabilmente si tratta di una provocazione per far emergere le contradizioni interne alla Lega polesana in merito al piano sociosanitario che presto approderà in consiglio Regionale per l’approvazione. “Preoccupano – ha spiegato l’assessore Portotollese i molti silenzi e ambiguità della Lega che in più occasione si è detta favorevole all’Unione delle due Ulss. Chi si è preposto per amministrare la cosa pubblica - rivolto a Cristiano Corazzari e Giorgio D’Angelo - deve essere chiaro e dire realmente come e cosa vuole. C’è troppa gente che gioca a “carte coperte” invece data la situazione è proprio il caso di fare il contrario”.
“Incontri con l’autore”
SANITÀ
20 candidati, nessun simbolo di partito pag.
Fusione delle Ulss
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Gusmaroli, leggerezza ed invito al sorriso pag. 30
ULTIMI APPUNTAMENTI
Il prossimo incontro della rassegna “Incontri con l’autore”, l’iniziativa organizzata dall’ associazione Renzo Barbujani, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Rovigo si terrà mercoledì 9 maggio con “Le pèche dell’orco” di Adriano Romagnolo. Lo scrittore, nato a Ceregnano, in passato è stato docente di Mat e attualmente si dedica a studi di carattere etnografico e filologico sulla civiltà contadina del Polesine. Da qui è nata l’opera: “Realtà e mito nella tradizione contadina polesana” una panoramica sui personaggi nati dalla fantasia popolare legati alle feste, caratteri ed eventi, a cui ha fatto seguito “Le pèche dell’orco” del 2011. La rassegna si concluderà il 23 maggio con Arnaldo Pavarin e Luciana Pasqualini. Gli incontri si terranno alle ore 17.30, presso la Biblioteca “A.Carlizzi”, di via Filippo Corridoni a Rovigo.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà della PROMOMEDIACOMMUNICATIONS Srl Edito da: Give Emotions Srl
DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE E
CONCESSIONARIA
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Padova, via Svezia 9 Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054 numero verde 800 465040 promomedia@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
Questa edizione raggiunge le zone di Adria, Petorazza e Papozze per un numero complessivo di 8.177 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752
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REDAZIONE:
Direttore responsabile
MAURO GAMBIN direttore@lapiazzaweb.it ORNELLA JOVANE o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 30 aprile CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONAL LORETO, VIA BRECCIA (AN)
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56 4 Argomento del mese EDILIZIA Legambiente veneto denuncia il lavoro di ruspe e di betoniere legali, che secondo gli ultimi dati Ispra in Italia sono talmente voraci da divorare ogni giorno qualcosa come 100 ettari di territorio vergine, poco meno di 100 campi da calcio per un impiego di oltre 3 miliardi di metri cubi di calcestruzzo
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Iscrizione!!! Facendo la conta dei reati accertati nel ciclo del cemento negli ultimi 5 anni, infatti, anche le regioni del nord registrano perfomance allarmanti: 7.139 infrazioni, 9.421 persone denunciate, 1.198 sequestri, 9 arresti. Il Veneto, grazie all’operazione attenta delle forze di polizia, non evidenzia episodi allarmanti in questo settore.
L’ITALIA DEL CALCESTRUZZO
L
’illegalità che permea il mondo delle costruzioni si cala in un paese che è tra i massimi produttori al mondo di calcestruzzo e con una delle più alte percentuali di consumo del suolo, che ha raggiunto il 7,3% della superficie totale: solo Olanda (13,2%), Belgio (9,8%) e Lussemburgo (7,4%) hanno saputo fare di peggio, secondo i dati dell’Istat.
Colate di cemento. L’impres
di Germana Urbani
L
a “corruzione” dell’ambiente passa attraverso la corruzione dell’animo umano, una piaga che in Italia conosciamo bene e che i cittadini pagano caramente ogni giorno attraverso le loro tasse. Ma se a questa si aggiunge il lavoro occulto della criminalità organizzata, il gioco sporco si fa anche pericoloso sia per le imprese venete che per gli stessi veneti. Era il maggio del 1990 quando il giudice Paolo Borsellino, in un incontro pubblico in Veneto, disse: “Per quanto riguarda il rischio mafia, voi, oggi, in questa regione, dovete preoccuparvi soprattutto della corruzione, perché la corruzione è l’anticamera della mafia”. “Il motivo – aveva spiegato – è facile da capire: se un esponente delle organizzazioni mafiose va in cerca di punti di riferimento per riciclare o investire nell’economia legale capitali di origine illecita non può che rivolgersi a politici corrotti, cioè a persone che hanno rivelato una certa inclinazione”. E in moltissimi casi la corruzione pervade il ciclo del cemento, come ha dimostrato l’inchiesta che ha
coinvolto la provincia di Venezia, che fecero dire al procuratore aggiunto di Venezia Carlo Mastelloni “è la prima volta dai tempi di Tangentopoli che si torna a colpire un sistema radicato, perdurante e organizzato”. Vittorio Rossi presidente vicario della Corte d’appello di Venezia in occasione della recente inaugurazione dell’anno giudiziario ha sottolineato che nella nostra regione “la corruzione è aumentata in maniera notevolissima, c’è uno scadimento del senso della giustizia non si vede il disvalore di questi comportamenti, sono quasi tollerati e accettati”. A conferma di queste affermazioni bastano solo pochi numeri: in Veneto i reati contro la pubblica amministrazione sono aumentati da 3572 a 4403, con un quasi raddoppiamento dei casi di peculato (più 77,1 per cento) e incrementi notevoli di corruzione (più 32,6%) e concussione (più 17,5%). In questo panorama il ciclo illegale del cemento è una delle piaghe più preoccupanti che registra numeri sorprendenti non solo al sud ma in tutto il nord Italia. Negli ultimi cinque anni in Emilia Romagna, Veneto,
Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, le forze dell’ordine hanno accertato ben 7.139 reati, quasi 4 al giorno. Per un tipo di illegalità che coinvolge una selva di soggetti, dai “semplici” cittadini ai funzionari pubblici, dagli imprenditori ai colletti bianchi, passando, spesso, per i clan mafiosi: Il Veneto se la “cava” con 903 infrazioni, ma è da notare che in rapporto alle dimensioni territoriali la nostra regione guadagna un buon terzo posto nella “classifica nera” alla pari con l’Emilia Romagna. La corruzione riguarda il ciclo del cemento in tutte le fasi: appalto, escavazione, gestione delle infrastrutture. L’argomento è di grande attualità se pensiamo che solo il 5 aprile si è tenuta la prima udienza per 51 imprenditori accusati di aver fatto “cartello”, tra il 2006 e il 2007, per pilotare le gare pubbliche per appalti stradali. L’inchiesta delle fiamme gialle, denominata “ap-
LEGALITÀ
La mafia e l’edilizia veneta Corsi di Nuoto/Aquag ymdellaMat o...si sta ul fronte legalitàtin qualcosa muovendo le istituzioni, puoi avere 8 ingressi Nuoanche to traLibe ro tanto che il 9 gennaio di quest’anno fino allèestato 14.0 0 il protocollo della legalità sottoscritto
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nelle grandi opere pubbliche da parte del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dell’Anci e dell’Upi. In particolare il protocollo definisce una misura molto importante quando estende l’attenzione e la richiesta dei dati ai subappaltatori e subcontraenti l’appalto. Sono molti coloro che valutano troppo alto, però, il tetto di 5 milioni di euro indicato come importo complessivo dei lavori sopra il quale è previsto che chi subappalta debba comunicarlo in Prefettura. Tale cifra molto elevata esclude tutto ciò che avviene per appalti più modesti che però sono quelli territorialmente più impattanti. Inoltre, il Protocollo non è perpetuo ma andrà a scadere tra due anni mentre molti lavori per cui è stato pensato durano tutti molto di più. Va, inoltre, chiarito chi debba controllare che le imprese effettivamente comunichino tempestivamente alla stazione appaltante ogni eventuale variazione dei dati originariamente trasmessi. € 135,00
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Argomento del mese 57 5 Denuncia in Veneto
esa che mangia il territorio paltopoli”, riguardava la gestione drogata di decine di gare pubbli- che ha riguardato l’ordinanza di custodia cautelare (ai domiciliari) che soprattutto nel settore viario e dei lavori stradali mediante la nei confronti dell’Amministratore delegato dell’Autostrada VeneziaPadova, ad opera della Guardia di finanza. L’inchiesta ruota attorno formazione dei “cartelli” per concordare i ribassi. Un altro processo che prende il via in questi giorni il processo a un presunto sistema illegale di aggiudicazione dei lavori pubblici, attraverso un vasto apparato corruttivo. contro Angelo Canalia, funzionario della provincia di Vicenza. L’operazione – precisano gli inquirenti – costituisce la proA seguito delle dichiarazioni dell’imprenditore Pietro Colpo il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Vicenza, secuzione dell’indagine svolta nei mesi scorsi a carico dei vertici del settore edilizia della Provincia di Venezia, coordinato dal maggiore Paolo Borelli, avestrettamente legati a un gruppo di imprenditori va arrestato in flagranza di reato il dirigente La corruzione locali, che riuscivano perciò a farsi assegnare dell’ufficio cave e miniere, Angelo Canalia, con riguarda tutte la quasi totalità dei lavori pubblici del Settore l’ipotesi d’accusa di concussione aggravata e le fasi: appalto, escavazione, Edilizia, da svolgere nella provincia, senza nepcontinuata. pure dover ricorrere a pubbliche gare d’appalto. Lo si accusa di aver preso tangenti per ri- gestione Il sistema di assegnazione si basava, spielasciare le autorizzazioni. Altre sei persone, tre imprenditori, l’ex sindaco di Tezze e due funzionari della Regione, gano gli inquirenti, sul “cottimo fiduciario”, cioè la vecchia trattativa erano stati iscritti nel registro degli indagati. Un atto dovuto per privata, in cui, per asserite ragioni d’urgenza, per l’importo dei lavopoter chiudere il cerchio su una situazione che metteva in luce la ri da svolgere o per altre motivazioni di comodo, veniva omessa la gara pubblica, facendo ricadere la scelta sistematicamente sull’impossibile esistenza di un “sistema corruzione”. Quanto alla gestione delle infrastrutture, una delle notizie che è prenditore di riferimento. rimbalzata sulle cronache giornalistiche di tutta Italia è stata quella
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Le strade dell’illecito
Ombre su Valdastico e Passante L
e grandi infrastrutture che stanno cambiando il Veneto sono tutte interessate da episodi o modalità d’appalto su cui i cittadini dovrebbero riflettere a fondo. I lotti 9 e 14 dell’autostrada Valdastico sud sono stati interessati dal fenomeno dell’uso del cemento depotenziato. A dimostrarlo sono state le indagini sull’utilizzo di rifiuti come sottofondo stradale sequestrati dalla direzione distrettuale antimafia della procura di Caltanissetta nel novembre del 2008. Sequestro, con facoltà d’uso dell’autostrada, che è avvenuto dopo che i periti della Procura, analizzando la documentazione, hanno riscontrato significativi scostamenti tra i dosaggi contrattuali di cemento e quelli effettivamente impiegati. Sul Passante di Mestre, invece, la Corte dei conti ha effettuato, nel 2011, una disanima della gestione dell’opera che mette in luce alcuni aspetti significativi. Sotto il profilo dei costi il progetto ha subìto tre varianti “che hanno comportato un notevole innalzamento dei costi”. Il preventivo del 2004 dichiarò un costo di 864.261.368,00 euro mentre il costo finale è risultato di 1.388.232.323,79 con un aumento finale del 60,62 per cento. Inoltre, il Passante è stato la prima grande opera conclusa con procedura d’”emergenza”, anche se in assenza di cataclismi. Su questo la Corte dei conti ricorda una segnalazione dell’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici che nel 2009 sottolineava: “Si rappresenta il timore che il sistematico ricorso a provvedimenti di natura emergenziale, celando l’assenza di adeguate strategie di intervento per la soluzione radicale del problema, si risolva in una sistematica ed allarmante disapplicazione delle norme del codice degli appalti”. Con la medesima procedura si sta conducendo la Pedemontana veneta.
FIRMATO UN PROTOCOLLO PER LA LEGALITÀ
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ra il lontano 1992 quando il boss di Cosa Nostra Giuseppe Madonia fu arrestato a Longare, nel vicentino, mentre era impegnato nell’attività di un’impresa edile attiva nella costruzione di strade, fognature e opere idrauliche. Un avvenimento che dimostra come l’insediamento mafioso nel settore dell’edilizia veneta sia un fenomeno di lunga durata. Più di dieci anni fa, infatti, un’analisi del Comando regionale veneto della Guardia di Finanza, denunciava come “la particolare struttura industriale, caratterizzata da una molteplicità di piccole e medie imprese a ristretta base societaria ed in perenne evoluzione tecnologica, rende il sistema permeabile alla penetrazione di tipo economico delle varie forme di criminalità”. Venendo a tempi più recenti, il rapporto della Direzione investigativa antimafia del primo semestre 2010 sottolinea che “nel Veneto permangono i segnali di interesse delle tradizionali organizzazioni di matrice mafiosa e tra queste la ‘ndrangheta, verso i settori dell’economia locale”. E gli analisti spiegano che la Dia è stata indotta a svolgere controlli maggiormente pervasivi su “soggetti segnalati per tali attività dall’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia”. Sulla presenza in Veneto di società costituite, in toto o in parte, da esponenti della criminalità organizzata va rilevata la puntualizzazione del magistrato Olga Papasso che nell’ultimo rapporto della Direzione nazionale antimafia, nel capitolo dedicato alle infiltrazioni in Abruzzo relative alla ricostruzione del dopo terremoto, il magistrato dice chiaramente che non è dal sud che arriva il pericolo: “la maggior parte delle imprese infiltrate da interessi mafiosi hanno spesso sede altrove, come si è detto prevalentemente a Roma, in Abruzzo, in Veneto e in Emilia Romagna, almeno per quanto riguarda l’esperienza fin qui maturata”.
6 Adria - Vita in città Sanità Riordino dei servizi ospedalieri in Veneto
Due Uls, una sola amministrazione Il Piano sociosanitario licenziato dalla V commissione esclude l’accorpamento. Il documento ora deve essere approvato dal Consiglio regionale di Martina Celegato
L
’articolo 3 del piano socio sanitario regionale del Veneto stabilisce come ogni singola Ulss debba avere come bacino di riferimento 250-300 mila abitanti. Il piano stesso riporta però alcune eccezioni tra cui la bassa densità abitativa e la peculiare conformazione di zone deltizie, entrambe caratteristiche proprie del Polesine che in alcune località, in particolare nel Delta conta una densità abitativa molto bassa. Tale articolo è volto alla riduzione dell’intero apparato delle Ulss Venete che da 21 dovrebbero divenire 15. La questione è una di quelle che scottano, in gioco c’è la Ulss 19 di Adria che secondo questo articolo dovrebbe essere accorpata a quella rodigina. Le particolarità previste dalla legge includono però l’intero Polesine che per questo non subirebbe la fusione dei servizi ma solo dal punto di vista amministrativo. Anche l’Assessore regionale Coppola ha sottolineato come proprio la conformazione e le varie caratteristiche del Polesine scongiurino i rischi per la sopravvivenza
delle due Ulss dal punto di vista dell’erogazione del servizio ma solo un contenimento delle spese attraverso l’integrazione dei due apparati amministrativi. Con questa tipologia di fusione si andrebbero a ridurre le spese di circa 8 milioni di euro pari a un direttore generale e tre amministrativi in servizio. L’indispensabilità dei servizi in gioco, ossia l’erogazione dei servizi socio sanitari nel territorio dell’intera provincia di Rovigo fin’ora a carico di due apparati, per l’appunto Adria e Rovigo, e la particolare importanza che queste strutture rivestono nel territorio hanno però spinto vari amministratori locali e consiglieri ad esporsi a favore della sussistenza delle due unità e quindi a favore si un servizio consono e adeguato alle esigenze della cittadinanza. L’accorpamento fin dal suo esordio sulle pagine dei giornali è apparso subito molto contrastato dalle varie istituzioni locali che all’unisono si sono dichiarate particolarmente preoccupate per il capillare servizio sul territorio che svolge la Ulss 19 di Adria. Per sua natura
Il nosocomio adriese il territorio polesano si troverebbe in enorme difficoltà se alcuni servizi venissero tolti ad Adria e fossero fruibili in via esclusiva a Rovigo. Basti pensare ad un cittadino di Porto Tolle o Rosolina che dovrebbe affrontare un lungo tratto di strada per sottoporsi ad una visita o anche solo l’intervento di emergenza che richiederebbe tempistiche troppo lunghe in determinati casi. Il Sindaco di Adria Barbujani ha rassicurato cittadinanza e amministratori affermando come non esistano documenti in Regione in cui si parli di eliminazione della Ulss adriese e che quindi è scongiurato il rischio di mancanza di servizi sanitari territoriali.
NEWS Telefono azzurro e Liceo Bocchi
UN SONDAGGIO DAI RISULTATI SCONCERTANTI
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l paradosso della contemporaneità che vuole la violenza come una colpa causata da chi la subisce, sembra essere arrivato anche ad Adria. Le ragazze del Liceo Bocchi, intervistate all’interno di un sondaggio di Telefono Azzurro, hanno dato una risposta inattesa che nel complesso è suonata più o meno in questi termini: “Se vieni molestata e ti vesti in modo provocante allora è colpa tua”. Evidentemente l’accento delle risposte è stato posto sulla necessità di una maggiore consapevolezza dei messaggi di cui è portatore il corpo ma anche il modo in cui ci si pone all’interno della società. L’esito del sondaggio è stato considerato sconcertante dalla psicologa che ha seguito il progetto, Barbara Girotto, mentre meno sorpresa ha destato tra le autorità scolastiche. Lo stesso Dirigente Scolastico Antonio Lodo ha affermato come questo risultato sia una conseguenza diretta dell’esaltazione dell’esteriorità da parte del mondo Se vieni molestata adulto. Il sondaggio, che ha coinvolto e ti vesti in modo una classe seconda del Liceo Socio provocante allora Psico Pedagogico Bocchi di Adria, si è la colpa è tua svolto all’interno del progetto provinciale (per il momento sperimentale) proposto da Telefono Azzurro che vuole portare alla riflessione sulla violenza, sui minori e sulle donne, attraverso un percorso guidato da una psicologa specializzata nel settore fino ad arrivare all’elaborazione di uno spettacolo teatrale che riesca a narrare la violenza. Il sondaggio si è svolto nella fase embrionale del progetto e mirava ad avere un quadro generale della violenza e il suo fenomeno, se è noto, se si conosce e sebbene le risposte siano state “nella norma” alla domanda “E’ colpa nostra se siamo vittime?” il 70% delle ragazze ha risposto si. Non certo una problematica relativa alla sola classe di interesse che invece va a sottolineare una percezione palpabile tra i più giovani che esula da rispetto per se’ stessi e per il proprio corpo. Ma.Ce.
ARREDO URBANO “IPOTESI PER UNA FONTANA”
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opo la recente installazione della statua equestre (più o meno criticata dai cittadini) presso Piazzale Mario, il nuovo argomento di discussione in città (oltre alla crisi e alle tasse da pagare) è l’ipotesi di realizzazione di una fontana. L’idea prenderebbe corpo dal desiderio di alcuni cittadini di realizzare almeno una delle due storiche fontane di Adria, quella che un tempo era collocata sul listòn e la fontana di piazza Bocchi. E così il nuovo tormentone degli adriesi è l’ipotesi di questa nuova opera urbana. E i commenti fioccano, tra chi non la vorrebbe affatto, contrariato, chi la vorrebbe moderna, chi storica, così come sono contrastanti le opinioni sull’ubicazione, tra chi la vedrebbe bene in piazza Castello, chi la vorrebbe in piazza Bocchi, chi ancora lungo il Corso, chi in periferia. Da parte dell’amministrazione, l’idea viene sposata con entusiasmo, essendo uno dei sogni non troppo reconditi di questa amministrazione. “L’ipotesi di fondo è quella di riuscire a portare a termine il percorso durante l’attuale mandato”- ha spiegato l’assessore Federico Simoni. Ben vengano, dunque, per l’assessore coloro che si faranno promotori di questa iniziativa. Mentre all’originaria ipotesi di una fontana in ferro, di forma circolare contornata da anfore stile etrusco, mentre il Partito Socialista ha risposto con ironia battezzando la città Adrialand: tra la statua equestre, la scultura di Vulcano, “il nuovo ponte di Rialto”, mancava, la fontana. Tuttavia il desiderio della giunta è restituire alla città almeno una
L’intervento verrebbe totalmente finanziato da privati cittadini fontana, quale fattore aggregativo ed punto di socializzazione. L’amministrazione fa sapere che la proposta di alcuni cittadini privati di finanziare l’opera è stata accolta favorevolmente, puntando come modello alla fontana rimossa intorno agli anni 30 e che il posto più adatto potrebbe essere Piazza Garibaldi, rendendo l’area eventualmente pedonale, proseguendo in questo modo la passeggiata di corso Vittorio Emanuele II. Tra i materiali, si pensa già al marmo, per rifarla com’era un tempo, in stile classico. A tal proposito ci dovrà necessariamente essere un percorso di ricerca storica sulle fontane esistenti. L’amministrazione tende a sottolineare infine che le casse comunali non saranno toccate, in quanto l’iniziativa sarà finanziata da questo gruppo di benefattori, i cui nomi sono ancora Me.Ru. avvolti nella riservatezza.
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8 Adria - Vita in città Sociale Un progetto del dipartimento per le dipendenze dell’Ulss 19
Contro l’alcol, non solo cura ma cultura
NEWS Immigrazione e integrazione
450 FIRME PER LO “JUS SOLI”
L’obiettivo è quello di mettere insieme le figure professionali dei vari ambiti d’intervento, e sviluppare un sistema di rete tra gli operatori di Melania Ruggini
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on solo cura ma cultura: il dipartimento per le dipendenze dell’Ulss 19 ha avviato un progetto contro l’abuso di alcol coinvolgendo comune, scuole, chiesa, cooperative sociali e associazioni; un aspetto cruciale dell’iniziativa riguarda proprio la formazione degli operatori . L’azienda sociosanitaria su indicazione della Regione ha costituito pertanto un gruppo di lavoro aziendale, coordinato dal direttore del dipartimento per le dipendenze Andrea Finessi, per affrontare le problematiche alcolcorrelate. L’obiettivo di questo gruppo, che mette insieme le diverse figure professionali dei vari ambiti d’intervento, è sviluppare un sistema di rete tra gli operatori, soggetti istituzionali e soggetti sociali come cooperative sociali, associazioni di vario genere e di volontariato, per il trattamento di tali problemi. La formazione degli operatori è mirata ad accrescere l’attenzione al problema L’abuso di alcolici tra i giovani sta assumendo sempre più le proporzioni dell’alcol nel proprio ambito lavorativo per concorrere di una piaga sociale alla diffusione di una cultura della prevenzione e del trattamento che permetta di far avvicinare le persone riconducibili alla moda, alla pubblicità, all’allarme so- ze, gli adeguamenti normativi che progressivamente con problemi di dipendenza alle strutture alcologiche ciale per i problemi di sicurezza stradale, di violenza rivedono le sanzioni del codice della strada per i reati e ai gruppi di auto-aiuto presenti in famiglia, nei locali, nelle mani- collegati all’uso delle bevande alcoliche, la normativa e nel territorio. Un aspetto cruciale festazioni pubbliche. Affrontare la gli indirizzi a livello regionale, sono strumenti efficaci in I problemi collegati all’uso e dell’iniziativa questione dell’uso di alcol, che si quanto indirizzati all’obiettivo di mettere insieme diverabuso di bevande alcoliche sono riguarda proprio mantiene sempre allarmante per si soggetti per la costituzione di una rete alcologica che connessi alla complessità dei la formazione la pluralità dei fattori determinan- raccolga le varie opportunità per affrontare i problemi modelli di assunzione, legati al degli operatori ti, rende il quadro delle soluzioni alcolcorrelati. L’uso di alcol ed i problemi associati toccambiamento delle abitudini di estremamente complesso. Alcuni cano, infatti, l’intera comunità in quanto i pericoli e le consumo, specialmente nei giovani. interventi legislativi, come la “Legge quadro 125/01” sofferenze possono ricadere anche su chi non consuma Altri elementi importanti sono rappresentati dagli sui criteri relativi alla vendita, alla pubblicità e alla si- alcolici, attraverso il coinvolgimento in incidenti stradali interessi dell’agricoltura e dell’industria di settore nell’e- curezza sui luoghi di lavoro, l’istituzione dei servizi di o sul lavoro, la condivisione di sofferenze individuali e conomia nazionale, regionale e locale, dagli aspetti alcologia all’interno del Dipartimento per le dipenden- relazionali, le implicazioni sanitarie e sociali.
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50 firme a favore della cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia e per il diritto di voto amministrativo ai cittadini stranieri: merito del comitato “L’Italia sono anch’io”, che ha contribuito assieme alle 106.000 firme raccolte e depositate in parlamento lo scorso 6 marzo, al sostegno delle due proposte di legge di iniziativa popolare. Sono 11 le associazioni che aderiscono al comitato adriese, complessivamente soddisfatto del risultato, nonostante la campagna fosse partita in ritardo rispetto al panorama nazionale. Già a dicembre il comitato aveva proposto l’elezione di un rappresentante in consiglio comunale scelto dagli immigrati, con la carica di consigliere aggiunto, con diritto di parola, quale gesto di civiltà che potrebbe portare un valore aggiunto nel processo d’accoglienza, dialogo e interazione. “Un successo importante – spiega il coordinatore Piergiorgio Braghin in merito alla raccolta firme – che ci fa capire come lavorare insieme si può e si deve fare, non solo per ottenere risultati, ma per far crescere la voglia di ascolto, dialogo, comprensione. Adria ha dimostrato di essere una città sensibile, solidale e accogliente. Ringraziamo chi ha firmato, ma non ci fermiamo qui”. Per il coordinatore la parola d’ordine è compartecipazione: occorre perciò pensare alla coesione sociale includendo gli immigrati, che a loro volta concorrono al processo di interazione sociale, culturale ed economico. “La diversità è il sale della vita e pensare di ostacolarla o di espellerla significa togliere alla società la linfa vitale” conclude. Me.Ru.
5 maggio, Notte Verde
IMPRESA COMMERCIO E TERRITORIO
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dria e il suo territorio sono un esempio unico di zona umida in Italia e in Europa. Per coniugare sviluppo e sostenibilità, la città partecipa al “Festival delle Città Impresa” valorizzando l’imprenditoria locale e il territorio quale zona da preservare nella sua naturalezza e peculiarità, ove gli insediamenti produttivi possano integrarsi nel tessuto sociale e ambientale in maniera armonica e rispettosa dell’ambiente. Il programma della Notte Verde del 5 maggio è stato presentato dal sindaco Massimo Barbujani, assessore alle attività produttive Federico Simoni, Riccardo Crestani dell’Università di Padova, Lisa
Roncon di Adriatic Lng, Sabrina Fantini, direttore del progetto Notte Verde del Nordest, a cui partecipa una serie di partner dell’operazione. “Sarà l’occasione per fare squadra e per dimostrare all’intero Nordest le potenzialità di questo territorio” ha precisato Barbujani. “Un territorio tutto da disegnare, che richiede un’attenta riflessione ed un coinvolgimento di chi vivrà questa realtà - ha aggiunto Simoni. Due i momenti peculiari dell’evento, a cui si aggiunge la parte serale dedicata al mondo del commercio e del volontariato adriese, che vede Adria “protagonista del suo futuro”. Al mattino, protagonisti gli studenti di
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di BERGO Nicoletta
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quinta superiore, in un convegno con il mondo produttivo. Al pomeriggio, il coinvolgimento di realtà già presenti e di esperti nell’ambito imprenditoriale energetico in un confronto tra aziende, istituzioni e associazioni di categoria. Una giornata per tracciare le linee guida del territorio del futuro, con i contributi interdisciplinari e le proposte dei relatori, per essere declinate nella realtà di uno dei territori maggiormente rappresentativi della Green Valley del Nordest, in cui ambiente, cultura e impresa si possono sposare in un modello nuovo di sviluppo sostenibile. Tra le iniziative, l’apertura straordinaria dei negozi del centro
storico in collaborazione con Adria Shopping, il mercatino biologico e dei prodotti tipici in collaborazione con Coldiretti e Legambiente di Adria, “Volontariato in expo” in collaborazione con Pro Loco, Consulta del Volontariato e le associazioni di Adria, il mercatino dell’antiquariato con la Pro Loco, test drive mezzi di trasporto elettrici, esperienza di mobilità urbana ecosostenibile in zona pedonale; al museo archeologico visite libere e guidate, per singoli o comitive. Me.Ru.
Adria - Scuole 9 Il caso Fondazione “M°. Ferrante e Rosita Mecenati”
Un Protocollo d’intesa per chiarire i rapporti con il Comune di Elisabetta Griso
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a Fondazione “M°. Ferrante e Rosita Mecenati” ha stilato un Protocollo d’intesa valido fino al 2020 per chiarire i rapporti tra Fondazione e Comune. Mariagrazia Goffrè, presidente dell’attuale consiglio di amministrazione, racconta: “In questi mesi di attività abbiamo portato la nostra sede a Villa Mecenati. Tale villa proviene da un lascito del 1974 al Comune di Adria da parte della Sig.ra Rosita Lusardi Mecenati che nel testamento la designava sede gratuita del Liceo Musicale; tra gli altri lasciti, le rendite di 18 appartamenti e 18 garage di Mestre per Borse di Studio agli allievi del Liceo Musicale, spettacoli lirici e manutenzione della villa. Nel 1994, alienati i beni di Mestre, il ricavato venne depositato presso un Istituto di Credito cittadino in attesa di essere reinvestiti in beni immobili, ma purtroppo vari tentativi non sono arrivati mai a buon fine. Nel 1999 il Comune decise di tramutare il lascito in Fondazione, trasferendo a questa la villa, divenuta sede del Conservatorio “A.Buzzolla, e il denaro liquido. Fu redatto uno statuto che prevede la nomina dei Consiglieri di Amministrazione da parte del Consiglio comunale senza alcun gettone di presenza”. Paola Bogoni, consigliere della fondazionie aggiunge: ”Abbiamo estinto il mutuo trentennale che nel 2006 il Consiglio della Fondazione aveva acceso per la ristrutturazione di un edificio adiacente la Villa. Tale mutuo si sarebbe dovuto chiudere attraverso un contributo comunale, tuttavia la Regione ha concesso una somma ben inferiore, pari a 75.000,00 euro in tutto,
Tramite la Convenzione ora è possibile procedere con una serie di interventi Villa Mecenati
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M
Per anni Villa Mecenati è stata trascurata, venivano fatti solo interventi urgenti ed il Comune stesso non ha potuto mantenere l’impegno precedentemente assunto”. Nicola Berti, vicepresidente, spiega: “Gli interessi passivi del mutuo superavano quelli attivi sul patrimonio investito e alla Fondazione non restavano che pochi spiccioli che mettevano in pericolo la sua sopravvivenza. In questi anni a Villa Mecenati venivano fatti solo interventi urgenti di manutenzione, trascurando, per mancanza di fondi quei lavori di manutenzione ordinaria di cui un tale edificio necessità”. Tramite la Convenzione ora procederemo ad alcuni lavori di manutenzione come la sostituzione di infissi per diminuire le spese di riscaldamento e i cancelli esterni che stavano cadendo a pezzi. E’ in lavorazione un progetto di ristrutturazione di più ampio respiro che sarà presentato alla Sovrintendenza dei Beni Culturali, con la speranza di trovare uno sponsor per attuarlo. La Presidente conclude:” Abbiamo
premiato gli studenti meritevoli del Conservatorio con borse di studio e non abbiamo dimenticato la Società Concerti, la quale ha trovato la Sua sede, dopo anni, presso Villa Mecenati, ed infine fino al 2013 compreso provvederemo a dare un contributo al Comune per organizzare un concerto in onore dei Coniugi Mecenati da devolvere alla Società Concerti”.
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amme e papà ai fornelli per cucinare piatti sani, semplici, usando i prodotti della terra e della stagione. E’ questo il format del progetto Nutrilandia per l’educazione alimentare, che coinvolge otto scuole di Adria e Pettorazza, dal nido alle primarie, e che è portato avanti dall’Ulss 19 con la collaborazione degli agriturismi di Terranostra e di Coldiretti Rovigo. L’ultimo appuntamento si è tenuto all’agriturismo Val Pilotta, associato Terranostra di Pettorazza Grimani, dove Paola Ziggiotto, insegnante dell’istituto alberghiero Cipriani di Adria, con Donatella Baldisserotto, titolare dell’agriturismo, hanno condotto una sessantina di famiglie dei bambini coinvolti nel progetto, alla scoperta delle ricette più semplici e gustose, adatte ai bambini: dalle patate al cartoccio e ricotta, ai biscotti di mele, alla torta di carote, alla vellutata di spinaci. “Alimentarsi in maniera sana è forse più semplice di quello che si crede – ha detto Monica Cibin, dietista dell’Ulss 19, responsabile del progetto – Con una dimostrazione pratica abbiamo cercato di avvicinare le famiglie alle buone abitudini alimentari, alle preparazioni di base, fatte con ingredienti naturali, freschi, stagionali, facili da reperire e molto più salutari sia per ragazzi che per adulti”. Il prossimo appuntamento con Nutrilandia, le famiglie ed i piatti sani sarà il 2 maggio prossimo, all’agriturismo La salute di Adria.
10 Bottrighe I cittadini Con una petizione cercano di scongiurare la chiusura del plesso
Oltre mille firme per la scuola media
Nicola Dirodi, refernte per l’autonomia, si è schierato a fianco del Comitato a difesa delle scuole
Anche il Comitato per il ripristino del Comune a fianco dell’iniziativa di Roberto Marangoni
N
on si arresta la raccolta firme che il comitato a difesa delle scuole di Bottrighe ha promosso. Hanno già passato il migliaio, diverse sono le postazioni dei volontari che le raccolgono. Bottrighe non molla infatti l’osso così facilmente. Anche il comitato per la ricostituzione del comune di appoggia l’inziativa. “L’appoggio che diamo - afferma il presidente Nicola Dirodi, già docente di lettere della scuola stessa - lo diamo come abbiamo fatto in passato quando volevano chiuderle. Allora però - prose-
Concerti
Nei prossimi anni il numero della popolazione dovrebbe essere in crescità gue il referente per l’autonomia - grazie alla sensibilità dei dirigenti scolastici di allora e della pubblica amministrazione siamo riusciti a raggiungere l’intento di tenerle aperte. Se si fosse difronte ad un calo costante di popolazione scolastica potrei anche capire la
cosa, ma i numeri negli anni a venire sono in aumento. La scuola, per Bottrighe - conclude il professor Dirodi - non rappresenta solo un luogo di relazioni istituzionali, ma anche un modo per la popolazione di interrogarsi socialmente. Interrompendo questo percorso i disagi saranno enormi”. “Le firme raccolte - sostengono Alberto Bergo e Renato Gianni Fincato, rispettivamente presidente e vice del comitato pro scuole - hanno raggiunto un numero considerevole e sono destinate a salire,
mentre continua sconcertante l’indifferenza dell’amminsitarzione comunale su questo tema scottante per la gente del nostro territorio, ciò a dimostrazione dell’insensibilità del sindaco Barbujani e del consigliere delegato alla cultuara Mara Bellettato verso la cittadinanza di Bottrighe”. Intanto è stata protocollata la richiesta del comitato a difesa delle scuole che l’argomento venga trattato in consiglio comunale. “Vedremo dicono i componti dello stesso - proprio in quella occasione quanti e quali consiglieri
LE TRE S-CIOPTA’
IL CORO FEMMINILE “PLINIUS” INCANTA PRAGLIA
L
’antica abazzia di Praglia ha fatto da degna cornice per il prestigioso ed applauditissimo concerto del coro femminile “Plinius” di Bottrighe insieme al coro “Flux Fulgebit” di Teolo, diretto da Annalisa Attanasi, organizzatore dell’evento. Le coriste di Antonella Pavan hanno incantato il pubblico, ma non solo, perché tra gli auditori c’era pure il maestro Gianluca Valle, direttore del coro trevigiano “Le voci del bosco” di Giavera
del Montello giunto appositamente per il concerto. Lo stesso musicista e compositore ha poi voluto omaggiare la direttrice Pavan con una lunga lettera di compiacimento, sottolineando “l’incidere leggero e delicato del loro canto, le sonorità che sanno incantare e rapire il pubblico, bravissimi i contralti, sensibili le interpretazioni che richiamano anche i cuori più lontani a ritrovarsi, a sera, davanti al fuoco”. Sono solo alcune delle belle parole
comunali dimostreranno la loro sensibilità e solidarietà verso le problematiche di un’intera comunità, la piu numerosa del territorio di Adria. In quel momento - proseguono Bergo e Fincato - ogniuno si assumerà le proprie responsabilità nei confronti dei cittadini di Bottrighe, che tanto hanno contribuito alla loro elezione. Si evidenzierà definitivamente– concludono i referenti del comitato pro scuola – il rispetto riservato ad una cittadinanza che è sempre stata coesa e solidale a difesa delle proprie peculiarità”.
di Roberto Marangoni
indirizzate alla direttrice polesana e alle sue coriste, un nuovo momento di soddisfazione in un’atmosfera sentita e piena di emozioni in una serata che rimarrà tra i ricordi gioisi del coro che si appresta a vivere una nuova stagione ricchissima di inviti che lo vedranno protagonista in tante città italiane. Ro.Ma.
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12 Territorio Nomine Il voto in consiglio ha raggiunto l’unanimità
Marchioro, presidente del Parco Per la convalida dell’assunzione manca ancora l’autorizzazione alla Regione
L’Intervento
Difesa idraulica serve prevenzione di Anna Maria Martuccelli* segue da pag.
di Elisa Cacciatori
I
l percorso dell’Ente Parco Delta del Po per la nomina del nuovo direttore è giunto al termine. A darne voce, a seguito dell’ultimo consiglio svoltosi nella sede di Ariano, è stato il presidente Geremia Gennari. Tutto ha avuto inizio con il bando indetto dal comitato cui hanno risposto ben 107 candidati per i quali, dopo la creazione di una commissione e di un gruppo di lavoro formati da Geremia Gennari, Giorgio D’Angelo e da Marinella Mantovani, che hanno visionato tutti i curricula e ne hanno estrapolato delle schede, si è giunti alla definizione di nove candidati La commissione dell’ente che si è occupata di individuare il direttore per i quali è stata aperta la discussione che ha portato alla proposta di individuare due nomi nelle persone di Stefano Marchioro e, come previsto dalla norma della mente, si è in attesa della risposta. Il curriculum di Paolo Domenico Regina e Stefano Marchioro. I due legge istitutiva, il comitato ha formulato la proposta Marchioro corrisponde alla figura professionale prevista al consiglio che procederà alla e richiesta dalla legge istitutiva del parco e dall’avviso candidati sono successivamente nomina di direttore. Dopo pubblico e cioè “una documentata e adeguata preparastati invitati ad un colloquio cono- 107 i curricula una breve discussione si è zione per lo svolgimento di attività a livello dirigenziale scitivo che si è sviluppato, al di là dei candidati votato con 18 votanti e 18 presso aziende private o pubbliche, enti pubblici, Regiodella presentazione dei curricula, presi in esame sui temi riguardanti le strategie dalla commissione voti favorevoli, individuando ne o Stato ovvero di attività scientifiche o professionali; nella persona di Marchioro il inoltre viene considerata elemento preferenziale un’edi sviluppo e della promozione dell’ente direttore dell’ente”. A seguito sperienza lavorativa caratterizzata dallo svolgimento dei parchi in generale e del Delta del Po in particolare. “Nel comitato successivo – ha di un provvedimento della giunta regionale, l’ente ha di mansioni di direzione, organizzazione aziendale e spiegato Gennari all’unanimità dei presenti è stato ri- provveduto quindi alla richiesta della prescritta autoriz- particolare adeguata esperienza e professionalità nel tenuto idoneo a ricoprire l’incarico di direttore, il dottor zazione alla Regione prima dell’assunzione e, attual- campo del marketing territoriale”.
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Dal periodo post-bellico si è vieppiù trascurato il fondamentale rapporto tra sviluppo e compatibilità idrauliche ed i Governi hanno continuato a porre poca attenzione a quella che oggi è un’evidente priorità per qualsiasi prospettiva di rilancio dell’economia del Paese. Non mancano certo le conoscenze e i dati sullo stato del territorio (dalle Autorità di Bacino ai Consorzi di bonifica) e, accanto alla giusta riforma della Protezione Civile, serve un Piano Straordinario di Manutenzione del Territorio, cui deve accompagnarsi l’azione quotidiana di adeguamento del reticolo idraulico; in questo, occorre una forte sinergia con gli enti territoriali, in particolare fra Consorzi di bonifica e Comuni. L’Anbi lo evidenzia da tempo e, da ormai tre anni, produce un Piano Nazionale per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, tuttora disatteso in un Paese, dove si segnalano 500.000 frane ed oltre un milione di edifici a rischio idrogeologico, tra cui centinaia di ospedali e scuole. In questo quadro – conclude - le donne hanno un compito importante non solo nella diffusione della conoscenza, ma ormai anche nella governance dell’equilibrio ambientale del Paese per evitare che, con un’efficace immagine, a novembre l’Italia sia sempre sott’acqua.” *Presidente Federcoopesca-Confcooperative Veneto
NEWS Appello al prefetto di Sos Polesine
TROPPE MULTE IN POLESINE
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orredano il lavoro di “Sos Polesine”: la passata denuncia del comitato contro il sindaco Marina Bovolenta di Corbola a causa dell’installazione di un autovelox nel 2008 e il circospetto e parallelo inizio del rapporto di lavoro del figlio del sindaco con la municipalizzata che gestisce tali impianti, nonché due esposti depositati in Procura, contenenti i molteplici dubbi sulla legittimità degli apparecchi. In particolare nel primo, che risale al luglio del 2011, si prende di mira il comune di Ariano nel Polesine e la giunta Chillemi, che “grazie alle multe si è definito virtuoso”. Attualmente sono in corso le relative verifiche. “Facile - ironizza Lino Zanetti - quando si copre il Il prefetto Romilda Tafuri bilancio di 3 milioni di euro con due terzi di soldi provenienti dalle multe”. Nel 2010 infatti sono state notificate 18mila multe, mentre nel 2009 è stato incassato un milione e 600mila euro. Nel secondo e più recente esposto del 6 marzo scorso, diretto al prefetto Romilda Tafuri, il ragionamento diventa più generale e coinvolge le amministrazioni polesane. In esso si legge che “il Polesine non è più riconosciuto come il territorio del Delta del Po, con le sue bellezze naturali o come la terra tra i due fiumi, ma come la terra più infestata da autovelox sulla faccia d’Italia, trappole mangiasoldi che spennano i cittadini automobilisti gravando su di loro come un’ennesima insopportabile gabella da pagare, oltre alle tante altre di cui siamo gravati tutti. Non vogliamo difendere i cattivi automobilisti, ma difendiamo il cittadino per non essere ingannato da amministrazioni pubbliche che usano in modo anomalo e distorto uno strumento nato per prevenire”. Zanetti propone infine al prefetto di seguire l’esempio di Arezzo, ove qualche anno fa il prefetto tolse tutti i velox dall’intera provincia. Chissà se i suoi accorati appelli saranno ascoltati. Me.Ru.
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14 Cultura locale Commemorazioni Un convegno dopo i 50 anni dalla scomparsa
Scarpari, firma eccelsa dell’architettura contemporanea Alla sua mano si devono: la facciata del Conservatorio, Villa Salvagnini, Palazzo Venezia, Casa Cordella e il Museo Archeologico di Melania Ruggini
A
per cui a livello pubblico realizza (tra gli altri) 50 anni dalla scomparsa, Giovan Battista il Dispensario, le facciate dell’ospedale, il teatro Scarpari (1884-1962) è stato l’eclettico comunale, la casa del Fanciullo, mentre per la protagonista dell’incontro di sabato 14 committenza privata sono sue opere la facciata aprile al Museo Archeologico. E chi altri, se non del Conservatorio, Villa Salvagnini, il liceo clasquesto grande protagonista della vita architettonica, sociale, urbana, archeologica di Adria, poteva Nel ’61 nasce il museo Museo sico, le case dei fratelli Mario e Carlo, Palazzo Archeologico realizzato Venezia, Casa Cordella, la chiesa dei Caduti, il essere il metaforico testimonial della settimana della cultura adriese? Le sue viscerali passioni, dallo stesso architetto adriese campanile della chiesa della Tomba, il restauro architettura e curiosità archeologica, sono state ben illustrate in questa della casa di riposo, le scuole di Moliteran, la Casa del Mutilato. La significativa rievocazione, grazie alle parole di Mara Bellettato e del direttrice Gambacurta ne ha quindi analizzato l’attività di archeologo sindaco Massimo Barbujani per l’amministrazione, alla puntualità del- dilettante, mosso dal profondo rispetto per il patrimonio e per la relativa la direttrice del museo Giovanna Gambacurta e alle riflessioni a caldo documentazione come fonte di trasmissione presente e futura. Grazie del nipote architetto Giovanni Battista Scarpari, testimone indiretto del ai numerosissimi reperti della necropoli del Canalbianco (come le tombe nonno, morto quando lui aveva solo due anni, ma conservato in ma- 333, 327, 259, 168, 329, 368) e la scoperta, il 25 maggio 1938, niera tangibile nel cuore della sua famiglia, nelle pietre della città, nella della celebre tomba della Biga, nasce l’idea di una nuova struttura mumemoria dei suoi abitanti, nelle stanze del museo. Il nipote Giovanni seale in quanto palazzo Cordella non può accoglierli tutti. Dapprima si Battista si è soffermato sulla personalità dell’architetto e sulla curiosità pensa alla villa Salvagnini in viale Maddalena, ma poi ci si orienta verso intellettuale dell’uomo, la cui mano esperta ha dato inoltre vita a nume- la costruzione di un nuovo edificio, realizzato da Scarpari e dall’architetrosi disegni di grande pregio artistico, molto apprezzati anche ai nostri to Forlati (soprintendente del Veneto), che si inserisce nella politica dei giorni poiché precursori di stili e di correnti tuttora attuali. Scarpari ha nuovi musei archeologici nati in quel periodo (Altino, Oderzo, Aquileia). saputo infatti valorizzare il disegno come forma di arte autonoma. Tra Inizia l’iter di reperimento dei fondi e l’avvio del cantiere; nel luglio del le innumerevoli opere realizzate dall’architetto, la chiesa di Nonantola, 1961 viene effettuato il trasloco dei reperti nella nuova sede e il 17 la chiesa di Sala Bolognese, il restauro della Rocca di Vignola, il palazzo settembre dello stesso anno in occasione dei festeggiamenti per il cendel Comune di Padova. Nella città etrusca diventa ingegnere comunale tenario dell’Unità di Italia il nuovo museo è inaugurato ufficialmente.
Pro loco
“COME JERIMO ‘NA VOLTA”, UN OPUSCOLO SU FATTI E PER SONAGGI DEL XX SECOLO
L
a Pro Loco ha presentato anche quest’anno l’opuscolo “Come jerimo ‘na volta”, una curiosa quanto simpatica carrellata lungo il ventesimo secolo attraverso fotografie di adriesi. L’opuscolo è stato presentato nella sede della Fondazione Bocchi mercoledì 4 aprile. Ad ogni immagine del fascicolo corrisponde uno spaccato di vita cittadina attraverso il racconto che vede protagonisti i soggetti e i luoghi ritratti nelle fotografie. Ecco, allora, la storia di Giuseppe Piva di Cà Emo, che trascrisse alcune canzoni cantate in paese con gli amici e i compagni di lavoro o al fronte durante la prima guerra mondiale, e quella del Club degli Ignoranti presente ad Adria nei primi anni del Novecento. Ed ancora, un interessante documento della famiglia Bergantin che, sfollata a Firenze durante l’alluvione del 1951, incontrò il cardinale Elia Dalla Costa, le vicissitudini della “Squadra del Trenile”, gli scatti di alcuni momenti del Primo Giro Podistico di Adria in notturna del 1952. Degne di nota
anche una cartolina di Bottrighe del 1909, una foto delle manifestazioni del centesimo anniversario dell’Unità d’Italia avvenute ad Adria il 17 settembre 1961 in concomitanza dell’inaugurazione del Museo e una foto di due giovani adriesi su una zattera di fortuna durante l’alluvione. I testi sono stati curati da Paolo Ettore Forzato Arcioni, Giuseppe Damiani, Letizia Guerra, Roberto Marangoni, Giosuè Paggioro. “Come jerimo ‘na volta” contiene anche il calendario degli appuntamenti 2012 della Pro Loco e un elenco di altre iniziative organizzate da altre associazioni. “Questa raccolta di immagini non si interrompe: preghiamo fin d’ora di fare pervenire in Pro Loco notizie e fotografie, testimonianze al fine di continuare questo viaggio a ritroso nel tempo”- commenta Me.Ru. la presidente Letizia Guerra.
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SPORT in PRIMO PIANO
Sport remieri Vent’anni di storia dell’associazione cittadina
Canottieri Adria, lo sport, la passione e le iniziative Il prossimo 24 giugno, la manifestazione fiore all’occhiello, organizzata con la Kayak Porto Viro
Il gruppo adriese si è costituito nel 1993
di Martina Celegato
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Intervista a Paolo Negrini
IL FENOMENO “EMMA GIRARDELLO”
A
vederla con le sue compagne di scuola della Marino Marin, Emma Girardello, adriese classe 1998, fai fatica a distinguerla. Alta appena sopra la media, fisico asciutto, un paio di occhiali che incorniciano due occhi azzurro intenso, Emma è una ragazzina come tante altre. Va a scuola, gioca con le amiche, studia, fa sport. Quando la vedi correre però, Emma la distingui subito. Lei è quella che sta davanti. Sempre. Come si trasformi una mite ragazzina in uno dei più promettenti talenti dell’atletica veneta e non solo siamo andati a cercare di capirlo capirlo intervistando il suo allenatore, Paolo Negrini della Rhodigium Team, la formazione tutta polesana per la quale corre Emma. “La cosa assolutamente eccezionale di Emma è che sta ottenendo brillanti risultati sia in gare di mezzofondo, come ad esempio la gara regionale che ha vinto a Giavera sul Montello battendo oltre 150 atlete della sua età - afferma il suo allenatore Paolo Negrini - o la corsa campestre dei campionati studenteschi regionali a Treviso, gara che l’ha proiettata alla finale Italiana dei giochi studenteschi, così come sulle gare di velocità dove in un recente meeting (sabato 14 aprile) ha stabilito con 10’’10 il record italiano stagionale di categoria sugli 80 metri piani. Tempo che le vale la partecipazione sicura ai Campionati Italiani Cadette a Jesolo il 6 e 7 ottobre 2012 e che ha attratto l’attenzione di parecchi osservatori e non solo in regione”. Com’è l’atleta Emma Girardello? “Emma ha un talento naturale, supportato da doti atletiche evidenti. I risultati fino ad ora ottenuti parlano chiaro già di per sé; a conferma di ciò che l’occhio vede, tuttavia, la misura dei suoi principali parametri fisiologici parlano chiaro sulla cilindrata dell’atleta. Tuttavia ciò non basta. Vale a dire puoi essere un’atleta forte, ma per essere un campione serve qualcosa in più”. Ed Emma dimostra di avere queste qualità aggiuntive? “Emma ha un’altra cosa importante. Il killer instinct, la voglia di vincere in gara, di arrivare davanti. Gli altri aspetti che servono li stiamo approcciando insieme: sono la motivazione di ogni giorno ed il giusto allenamento. Stiamo procedendo per passi successivi, rispettando il naturale sviluppo e le inclinazioni personali di Emma, senza forzare per ottenere risultati, ma mantenendo un giusto rapporto tra carico dell’allenamento e recupero, che considero al pari di molti altri allenatori
Emma durante una competizione e l’allenatore Paolo Negrini moderni, altrettanto allenante che il carico”. Quanto e dove si allena Emma? “Ci alleniamo tutti i martedì ed i venerdì ad Adria, dalle 14.30 alle 16.15 presso la pista di atletica al “Bettinazzi”. Alcuni degli atleti di Adria, tra cui Emma, vengono altre 2 volte anche a Rovigo, al campo “Coni” dove rifiniamo la preparazione e facciamo i test. Ormai abbiamo già una 30ina di ragazzi e ragazze tra i 6 ed i 16 ed il loro numero sta crescendo rapidamente, grazie anche ad uno staff di allenatori in grado di seguire correttamente l’atleta in tutte le fasi del suo sviluppo e ad un ambiente di allenamento sereno dove oltre a fare fatica i ragazzi si divertono, cosa fondamentale alla loro età. Anzi tengo particolarmente a sottolineare questo aspetto: col fatto che facciamo le cose seriamente non significa che lo sport a questa età debba essere poco più che un gioco. Quello che poi il domani ci riserva lo possiamo solo scoprire tramite lo sviluppo e l’attitudine naturale di crescita personale complessiva dell’atleta. Rivendico e ricordo cioè il ruolo che io ed i miei colleghi abbiamo come educatori prima ancora che come allenatori”. Coach, ci regala un sogno per Emma? “Beh, mentirei se dicessi che non ho sogni. Basta vedere correre Emma per sognare. Basta vedere la leggerezza con cui letteralmente sorvola la pista, la facilità con cui dopo qualche decina di metri apre il gas mettendo “luce” tra sé e le avversarie. Avversarie con le quali Emma sembra giocare e che al termine della gara corre ad abbracciare, generalmente dopo averle battute. Ecco, resterei con questa immagine: più che di sogni parlerei di questa bellissima realtà. Emma Girardello, oltre i risultati che ottiene e che probabilmente otterrà, è già una campionessa dello sport e del suo spirito ultimo: dare il massimo per battere l’avversario senza smettere mai di rispettarlo”. Ma.Ce.
l Gruppo Canottieri di Adria è quasi un’istituzione all’interno della città non solo per le sue attività e la partecipazione alla vita cittadina ma anche per lo spirito che pervade questi atleti che da quasi vent’anni portano l’entusiasmo e la voglia di conoscere i luoghi ed esplorare il Delta. Si terrà il prossimo 24 giugno, la manifestazione fiore all’occhiello, organizzata in sinergia con l’Associazione Kayak Porto Viro “In Canoa nel Delta del Po”, giunta quest’anno alla tredicesima edizione. L’evento si svolge ogni anno con un itinerario diverso tra canneti e spiagge del Delta e si conclude con l’assaggio di prodotti tipici polesani, lasciando nella memoria dei canoisti provenienti da gran parte delle penisola un’esperienza irripetibile altrove. La Canottieri Adria è stata fondata nel dicembre 1993 da un gruppo di appassionati di questo sport che hanno scelto di rifarsi all’omonima società operante sulle
rive del Canalbianco durante gli anni trenta. Conoscenza del territorio e amore per le sue tradizioni hanno portato questo gruppo di professionisti dell’attività remiera a promuovere fin da subito famose manifestazioni cittadine e di partecipare fin dalla fondazione ai campionati della Federazione Italiana Canoa Kayak riportando parecchie vittorie nei campi di gara, grazie anche alla formazione di un team di valorosi atleti di spicco, frutto di un intenso allenamento tecnico in fiume e da una mirata attività in piscina. II programma che il gruppo intende intraprendere si articola nella duplice direzione della valorizzazione dei percorsi canoistici del Canalbianco (canoa olimpica) e in genere del Delta del Po (canoa turistica). Inoltre negli anni il gruppo è sempre stato attivo e attento all’inserimento dei diversamente abili alla pratica dello sport, e ha dedicato a loro la sezione Handykayak. Attualmente la società
è iscritta alla Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti) e partecipa a quasi tutte le manifestazioni e ai raduni da essa organizzati. Negli ultimi anni, per ovviare al fatto che la sezione agonistica stia un po’ arrancando per carenza di nuove leve, la Canottieri Adria ha elaborato un progetto tutto dedicato alle scuole, per sensibilizzare i giovani a praticare uno sport completo a contatto con la natura in totale sicurezza. Fin ora hanno aderito al progetto con grande entusiasmo scuole di Porto Tolle e dalla città di Cento (Ferrara). Ovviamente l’obiettivo della società sarebbe però quello di “giocare in casa” e trovare l’appoggio di scuole adriesi pronte a mettersi in gioco con loro. Per chi volesse provare l’emozione di questo sport la società è a disposizione presso la sede in via Leonardo da Vinci in centro ad Adria tutti i sabato pomeriggio dalle ore 15.
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VIAGGIO IN
PROVINCIA ROVIGO
Elezioni Amministrative Sei comuni polesani al voto il prossimo 6-7 maggio
20 candidati sindaco, nessun simbolo di partito Nei piccoli comuni le liste civiche sono la norma ma in questa tornata elettorale anche la Lega ha rinunciato al proprio simbolo
Sono ben 183 i candidati che hanno chiesto il voto per un posto in Consiglio comunale
di Melania Ruggini
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n Polesine le elezioni si giocano, in un turno non ci sarà opposizione alcuna, almeno sulla unico, tra i candidati sindaco e la relativa cre- carta. Tra i due comuni polesani commissariati, dibilità nei confronti dell’elettorato: questa la Taglio di Po e Badia Polesine, quest’ultimo sarà riflessione che si può globalmente trarre in rap- teatro della sfida tra Canzio Bonazzi (avvocato, porto alle liste elettorali (presentate il 3 aprile) dirigente del Ss Rugby Badia), per i moderati di per le elezioni del 6 e 7 maggio. In Polesine centro, l’indipendente Adino Rossi, l’ex sindaco sembra insomma che gli schieramenti politici Gastone Fantato (geometra, sindaco dal ’70 al passino in secondo piano rispetto alle individua- 75 e dal 2009 al 2011) e Barbara Tomì (avvolità dei candidati sindaco, che sono complessiva- cato, atleta a livello mondiale), candidata della mente 20 tra i comuni di Badia Polesine, Fratta Lega Nord appoggiata dal Pdl. Dopo il secondo Polesine, Lusia, Taglio di commissariamento conPo, Trecenta, Giacciano con Virgili secutivo, dopo Gastone Baruchella, quest’ultimo con e Brusco Fantato, rispunta anche un solo candidato. Comples- candidati il nome di Paolo Menesivamente i candidati nei 6 a Fratta ghini, che prima aveva consigli comunali sono 183 e Trecenta fatto il possibile per e tra di loro le quote rosa farlo cadere, mentre ora sono 53, ossia il 30%, tra cui 8 candidate sin- cercherà di sostenerlo. A Taglio di Po sono due le daco. Altro dato evidente: tutte le liste civiche quote rosa in corsa per la poltrona da sindaco: si presentano senza il simbolo del partito, che Monica Moro (“Per credere in Taglio di Po” - Pdl, rimane dunque in ombra rispetto alla faccia del Fiamma e La Destra) e Isabella Ghinello di Lega candidato. Tra i comuni, spicca il singolare caso Nord, che si contendono la poltrona assieme a di Giacciano con Baruchella, ove si è presenta- Francesco Siviero del Pd e l’ex sindaco Marco ta un’unica lista, “Uniti nei valori e nelle idee” Ferro. Anche a Lusia la sfida si tinge di rosa, con (dalla parte del sindaco uscente Natale Pigaiani) Paola Seno (62 anni, cantante lirica, segretaria e che sostiene l’attuale vicesindaco Mariella Spe- della Pro Loco) e la lista civica “Lusia nel cuore” randio (58 anni, imprenditrice agricola). Infatti e Manuela Pasqualini (58 anni, attivista nel proprio all’ultimo Francesco Verzola (area socia- volontariato, nell’Avis e nella Pro Loco) della lista) si è ritirato; in pratica saranno eletti tutti i Lega; Mirko Massaro (35 anni), ex assessore candidati, per cui nel futuro consiglio comunale allo sport e Cultura dal 2002 al 2007, è invece
sostenuto dal Pd nonostante la formazione apolitica, mentre Luca Prando (43 anni, già candidato nella scorsa amministrazione e capogruppo di minoranza in consiglio comunale) è appoggiato dalla segreteria del Pdl ma vanta anche esponenti del Pd nella sua lista. La Lega Nord annovera una candidata anche a Trecenta: Cinzia Tomasini (40 anni, casalinga) corre insieme alla civica “Impegno civico per Trecenta”. Suoi sfidanti sono il sindaco uscente di centrodestra Antonio Laruccia (63 anni, ufficiale di artiglieria in congedo) e il vicepresidente della Provincia Guglielmo Brusco (60 anni, più volte consigliere comunale in paese), appoggiato della sinistra. La sfida sarà avvincente, anche perché il comune è roccaforte del centrodestra dal ’98, in un incremento costante di consensi che approdano nel 2007 alla vittoria di Laruccia col 53,31% (1073 voti). Anche a Fratta Polesine compare un altro esponente della Provincia, il presidente Tiziana Virgili (52 anni, medico e sindaco del comune dal 1996 al 2002), appoggiata dal Pd, che se la gioca contro l’attuale vicesindaco Giancarlo Olivieri (53 anni, docente di matematica e fisica), sostenuto dal sindaco uscente Riccardo Resini e da una parte della sinistra, mentre per il centrodestra dovrà spuntarla contro Mario Bellesia (54 anni, ingegnere) e contro l’esponente del Carroccio Damiano Cuccolo (32 anni, operaio metalmeccanico).
A giugno scade la prima rata
L’IMU SI FA IN TRE
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’Imu Imposta Municipale Unica, è argomento di discussione da diverse settimane, sia per l’onere che rappresenta per i magri bilanci di molte famiglie italiane, sia per i Comuni, costretti a stimare con enormi difficoltà le risorse a disposizione. La nuova imposta reintroduce di fatto la tassazione sull’abitazione principale, sostituendo l’Irpef e l’Ici sui redditi fondiari delle seconde case. L’imposta comunale sarà mediamente più cara rispetto al “vecchio” ICI a causa della rivalutazione del valore catastale, dei nuovi moltiplicatori e delle aliquote comunali. Il procedimento per il calcolo dell’Imu: 1. Individuazione della rendita catastale (per le aree fabbricabili si fa riferimento al valore catastale mentre per i terreni agricoli ci si basa sul reddito dominicale). 2. Rivalutazione della rendita del 5% (come per l’Ici) se si tratta di fabbricati, 25% del reddito dominicale per i terreni. 3. Calcolo del valore catastale: il risultato ottenuto viene quindi moltiplicato per i fattori moltiplicativi previsti dal Decreto. 4. Applicazione dell’aliquota base o modificata dal comune: il risultato è l’imposta lorda. 5. Applicazione delle detrazioni: 200 euro per la prima casa e relative pertinenze. Questa per il 2012 e 2013 è maggiorata di 50 euro per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni. Questa detrazione non può superare i 400 euro. Il risultato è l’imposta netta. Moltiplicatori: immobili: classe A (ad eccezione A10) e C2, C6, C7 = 160; classe D (ad eccezione D5) = 60; classe C1 = 55; classe D5 e A10 = 80; classe B e C3, C4 e C5 = 140. Versamento: avverrà in tre tranche, tramite Modello F24. L’acconto, al quale saranno applicate le aliquote base, va pagato entro il 18 giugno (il 16 giugno cade di sabato). La seconda rata a settembre e il saldo di dicembre terranno conto delle aliquote stabilite dal comune. E’ possibile versare l’importo complessivo dell’imposta in un’unica soluzione a giugno. Martina Maniero
UNIONE DEI COMUNI PIÙ CHE UNA SCELTA ORMAI È DIVENTATO UN OBBLIGO
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nioni dei Comuni: obbligo di legge o scelta strategica?” A Fiesso se ne è parlato recentemente in un incontro al quale ha partecipato il Direttore Generale dell’Unione dei Comuni Terre di Pianura Michele Gentilini, il sindaco di Fiesso, Luigia Modonesi e il consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin. Un tema, tra l’altro, reso urgente dal fatto che con il riassetto istituzionale che seguirà l’eliminazione delle Province, i Comuni dovranno assumere nuove funzioni e strutturarsi
in modo più solido. Le nuove norme obbligano i Comuni sotto i cinquemila abitanti ad associare le funzioni. Per il sindaco polesano tuttavia la scelta di convenzionarsi con Ficarolo, Gaiba, Stienta e Canaro, per quanto riguarda la viabilità, e con Occhiobello, Stienta e Pincara per quanto invece attiene alla polizia municipale è stata più on’opportunità che un obbligo. “Queste convenzioni sono state avviate prescindendo dagli obblighi normativi – ha spiegato Modonesi – un primo passo su un cammino di
collaborazione per cercare di offrire servizi e risposte migliori a costi minori”. Azzalin, dal canto suo, ha messo in luce come proprio nei prossimi giorni il consiglio regionale varerà la legge di disciplina dell’esercizio associato di funzioni e servizi comunali: “E’ positivo che si introduca un meccanismo di incentivazione per le forme associate, il problema è che le risorse destinate a questo sono ancora troppo poche. Il dispositivo con il quale si introducono premialità maggiori per le fusioni, tuttavia, lo ritengo molto
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importante, perché è quella la scelta strategica che deve essere sostenuta con maggiore convinzione, coerente con lo Statuto della Regione, appena promulgato. Fusioni e unioni, dunque, non sono annullamento delle identità, ma valorizzazione”.
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Spazi aperti 17 A tutela dell’ambiente A Rovigo si è parlato di inceneritori, centrali e di impianti eolici
La crescita dei comitati, da contestatori ad esperti I movimenti negli anni hanno saputo strutturarsi diventando soggetto sociali nuovi capaci di modificare le scelte della politica o dei privati per il territorio di Mattia De Poli
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mbiente e giustizia: un binomio impossibile? Lo ci, del ponte sullo stretto di Messina e della Tav in val di scorso aprile Rovigo ha ospitato il settimo conve- Susa. I relatori hanno sottolineato il ruolo fondamentale gno sulle aree fragili, promosso dalla Fondazione giocato dai movimenti: l’evoluzione dei cittadini e degli ambientalisti da gruppi spontanei cultura responsabilità etica e dalla a gruppi “esperti”, capaci di argoProvincia, con il patrocinio del Di- Il 2 aprile 2012 partimento di scienze politiche e so- è stata annunciato mentare le proprie ragioni su basi scientifiche, ha fatto emergere un ciali dell’Università di Trieste e della l’attracco della soggetto sociale nuovo, alternatiSezione territorio dell’Associazione duecentesima vo sia ai privati che alle istituzioni italiana di sociologia, in collabora- nave pubbliche. Osti, insieme a Federica zione con la cooperativa sociale Porto Alegre e i soci polesani di Banca popolare etica: Amistani, ha analizzato le dinamiche che hanno accom“Giustizia ambientale. La distribuzione delle risorse fra pagnato la realizzazione del rigassificatore di Porto Viro. aree tenaci e aree fragili”. Superando l’opposizione Indicato tra il 1996 e il 1999 come opportunità di ritradizionale fra centro e periferia, Giorgio Osti, rodigino, scatto per il territorio, tra il 2000 e il 2007 ha visto il docente di sociologia all’Università di Trieste e principale formarsi di due schieramenti: i promotori si appellavano promotore di questa pluriennale iniziativa, ha posto al a indagini tecnico-scientifiche, gli oppositori ricorrevano centro dell’attenzione il concetto di “area tenace”: ci a questioni di carattere giuridico. Il progetto iniziale sono zone che subiscono pressioni dall’esterno ma han- subì alcune variazioni: è stato prolungato il metanodotno le capacità “politiche” di organizzarsi e di respingere to che collega la piattaforma a Minerbio, in provincia simili azioni. Si è parlato di inceneritori e di impianti eoli- di Bologna, e l’opera si è svincolata progressivamente
TRATTA ROVIGO-CHIOGGIA UN TRENO FANTASMA L’assessore provinciale ai trasporti Giorgio Grassia, ha chiesto all’amministratore delegato di Trenitalia un miglioramento sia dei treni sia degli orari
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n questi giorni il caro carburante e la riduzione degli stipendi, fanno riflettere sul bisogno di una soluzione alternativa all’auto per recarsi al lavoro. Ma i mezzi di trasporto pubblico sono in grado di adeguarsi alle esigenze degli utenti? Purtroppo, nel Polesine la risposta a questa domanda non è affatto positiva, sia per quanto riguarda le corse regionali, sia per quanto riguarda le frecce argento che non fermano più a Rovigo. A questo proposito l’assessore provinciale ai trasporti Giorgio Grassia, ha chiesto all’amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano e all’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso, un miglioramento sia dei treni sia degli orari della tratta Rovigo – Chioggia. Ci sono, infatti, notevoli disagi che i pendolari di questo collegamento devono subire ogni giorno. A partire dalla lunghezza del treno, che solitamente arriva a un solo vagone, per proseguire con l’abolizione di alcune fermate, come quelle di Rosolina e Loreo; infine c’è il problema degli orari pomeridiani delle corse di questa tratta, in quanto l’ultimo treno diretto che arriva a Chioggia parte alle 17.33. “Molti lavoratori devono chiedere un permesso per uscire dal lavoro in anticipo, non avendo alcuna scelta successiva -afferma Grassia- visto che non
c’è un’alternativa su strada al treno”. Questi problemi toccano da vicino i pendolari che hanno più volte lamentato il loro disagio. “Io chiedo solo un vagone in più nelle corse del mattino che sono molto affollate – continua l’assessore – e il ripristino delle fermate intermedie”. Per quanto riguarda, invece, la questione dei treni ad alta velocità Grassia ritiene che sia importante riuscire a far fermare almeno il treno del mattino che porta a Roma e quello della sera che ritorna a Rovigo. “La fermata a Rovigo dei treni penalizzerebbe di pochi minuti i tempi di percorrenza della tratta, ma i benefici, soprattutto per amministratori e imprenditori locali, sarebbero enormi”. De.Fo.
Il progetto iniziale del rigassificatore di Porto Viro subì alcune variazioni proprio per le pressioni delle associazioni di cittadini dalla discussione legata alla centrale termoelettrica di Polesine Camerini e alla sua riconversione. Nel 2008 il terminal viene inaugurato. Il 2 aprile 2012 è stata annunciato l’attracco della duecentesima nave. Un paio di mesi prima era stata denunciata la presenza sospetta di ghiaccio sulle spiagge di Boccasette, forse conseguenza di un malfunzionamento del rigassificatore. Un bilancio quantitativo di costi e benefici evidenzia il prevalere degli effetti positivi dell’impianto, almeno su scala nazionale: molte sono le imprese e le abitazioni che ne beneficiano, tanto che il blocco delle attività causato dal maltempo dello scorso inverno aveva quasi prodotto uno stato di emergenza energetica. Meno significativi sono invece
le compensazioni a favore della realtà locale: oltre ai dodici milioni di euro pattuiti, non sembrano esserci i margini per sperare in ulteriori agevolazioni economiche. I costi sarebbero, invece, limitati alla costa polesana e all’area attraversata dal metanodotto. Il fronte degli oppositori, d’altra parte, non è mai riuscito a organizzarsi e a fronteggiare efficacemente i promotori e la società energetica: il peso dei dati scientifici e della tecnologia ha sempre prevalso su considerazioni di altra natura. Di fronte a situazioni complesse e con un forte impatto sul territorio, Osti ha insistito sull’importanza della processualità e della negoziazione e sul ruolo dei politici in fase decisionale, come garanzia di giustizia territoriale.
20 Personaggio 18 Tullio Ferro Un recente premio a coronamento di una lunga carriera
Loredano ma cittadino emerito di Desenzano Giornalista, storico, scrittore e sculture la sua storia si dipana tra Polesine e Garda
di Francesco Ferro
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ullio Ferro è stato insignito, a fine 2011, del titolo “Cittadino emerito di Desenzano del Garda”. Perché Tullio, in arte “Tuferro”, è una celebrità tra il “suo” Lago di Garda dove si è trasferito nel 1960 con la famiglia, (moglie Anna Pavanello loredana sposata nel ’51 conosciuta sul Ponte di Rialto e le figlie Laura e Mariapaola) e precisamente a Desenzano. E’ una celebrità a livello nazionale e ovviamente a Loreo dove è nato il 5 settembre 1931. Loreo dove abitano un fratello ed il cugino Bruno Girardin che nutrono per il congiunto “famoso” affetto misto ad orgoglio. Perché Tullio eccelle nell’arte del giornalismo; della ricerca storica sui fatti avvenuti nei luoghi che circondano il Garda; nella pittura (una sua opera in Municipio a Loreo e al Museo dell’Amolara in Adria); nella scultura di nicchia con le sue “Tavine”,
ninfe-sirene del lago che, secondo la leggenda greca, dimoravano presso la fonte delle acque Tavina a Salò (Bs); nella poesia e pure scrittore di romanzi tra cui il celebre “Tampelà” (dialetto bresciano per “rumori con sassi e pignatte in scherno dei mariti traditi che perdonavano la moglie fedifraga). Un artista a tutto tondo (tra l’altro inviato speciale ed opinionista in “Telegarda”) che ha avuto il destino di frequentare personaggi come Diego Valeri, Rigoni Stern, Salvalaggio, Giannantonio Cibotto. Il suo iter comincia a Loreo con la qualifica di Impiegato comunale dopo aver conseguito la licenza media grazie agli studi privati con monsignor Pozzato di Adria. La sorte lo ha portato ad uscire dai confini del suo comune di origine e dalla sua provincia. Infatti, vinse un concorso indetto dal Comune di Desenzano per un posto di “tecnico
disegnatore” sistemandosi in una casa in affitto. Ora poco più che ottantenne, il pensiero va a ritroso per elencare le sue conquiste culturali che si riassumono in oltre 28 volumi sulla storia e la vita gardesana (commenta lo stesso Tullio: “Quanti km percorsi a piedi per esaminare documenti e anfratti di rive e paesi”!); in tanti servizi giornalistici e televisivi; volumetti di poesie; opere pittoriche. Uno studio ed un lavoro documentato e riconosciuto dai molti premi ricevuti, tra l’altro, a Torino (1957), a Montecatini (1992); a Padova (1990) compreso il conferimento dell’onorificenza di “Cavaliere al merito della Repubblica Italiana” il 2 giugno del 1986. Tullio ha lasciato scritto: “Vivo ormai i miei tempi supplementari”; ma proprio per questo i suoi concittadini memori che pro-
La sua attività editoriale si riassume in oltre 28 volumi sulla storia e la vita gardesana prio perchè “anche la speme fugge i sepolcri” (Foscolo), sono lieti di testimoniargli i loro complimenti per quanto ha fatto e che si riverbera su di loro, smentendo il verso di
Manzoni: “Virtù viva sprezziam” tributandogli in vita la lode. Con l’augurio “ad multos annos”.
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COS’É Il termine “Filler” (dal verbo inglese “to fill” che in italiano significa ”riempire”), viene, pertanto, utilizzato per indicare quelle sostanze (gel trasparenti, viscosi ed elastici) che vengono iniettate con un ago molto sottile nel derma o nel tessuto sottocutaneo con lo scopo di correggere gli inestetismi del viso e quei difetti che possono insorgere con l’avanzare
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Nello specifico ambito odontoiatrico, i filler, inoltre, devono essere considerati solo come un completamento successivo alle cure di denti e gengive e vanno effettuati in modo graduale e ragionevole, con il consiglio e la professionalità del proprio medico dentista.
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Mondo scuola 23 19 Istituti scolastici Rischio di un nuovo dimensionamento della rete scolastica
Sui dirigenti, l’ombra di un nuovo taglio Il “no” di Raito: “Il Veneto perderebbe 75 dirigenze la funzionalità degli istituti sarebbe totalmente compromessa”
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l rischio di un nuovo dimensionamento della rete sco- venga calpestato nelle sue prerogative”. Ad agosto dello lastica, frutto di una possibile accelerazione voluta dal scorso anno si era consumata una vera e propria tragedia ministro Francesco Profumo è stato al centro dell’incontro per quanto riguarda i dirigenti scolastici, la riforma Gelmini fra gli assessori provinciali alla Pubbliaveva individuato nel taglio del numero ca Istruzione. “Abbiamo avuto notizia Sarebbero a rischio di docenti e personale la possibilità di – spiega l’assessore Leonardo Raito gli istituti fare larghe economie di scala e molti - che il ministero dell’Istruzione inten- comprensivi dirigenti furono costretti alla reggenza derebbe dare corso a un ulteriore di- di Trecenta, Ariano, su più istituti. “Il Veneto – prosegue mensionamento della rete scolastica, Costa e Fratta l’assessore di Palazzo Celio - paghein barba alla gradualità che avevamo rebbe lo scotto della perdita di 75 diconcordato in sede regionale e che prevedeva tre anni di rigenze e di altrettanti direttori dei servizi amministrativi, confronto e ragionamento. Questo modo di fare, scriteriato mettendo veramente in croce la funzionalità degli istituti. e scomposto, ci trova del tutto contrari, tanto che prende- Per il Polesine questa operazione comporterebbe sacrifici remo tutte le iniziative politiche per evitare che il territorio pesanti, e riguarderebbe in primis gli istituti comprensivi
NEWS
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in sofferenza come Trecenta, Ariano nel Polesine, Costa e Fratta Polesine. Un nuovo piano di dimensionamento, fatto d’ufficio dal ministero, accorperebbe gli istituti, senza tenere in conto i numero di plessi e le varie peculiarità”. “Come assessori provinciali – prosegue Raito - siamo assolutamente contrari a questo modo di procedere. La nostra proposta di ragionare di dimensionamento in chiave di numero medio degli studenti, che in Veneto supera i 900 per istituto, dovrebbe portare il ministero a intervenire con fermezza in quei territori, tipo la Campania, dove il numero medio non arriva a 400. Noi abbiamo fatto il nostro lavoro con grande senso di responsabilità. Non possiamo accettare un nuovo soppruso”.“Anche l’ufficio scolastico regionale – conclude è fermo nell’opposizione a questa nuova forzatura”.
In alto l’assessore provinciale, Leonardo Raito e il ministro Francesco Profumo
La richiesta
SCUOLE, IMPIANTI SPORTIVI DOTATI DI DEFIBRILLATORI
e recenti morti “sul campo” di Vigor Bovolenta e del Piermario Morosini, calciatore del Livorno hanno portato gli esponenti di palazzo Celio a formulare la richiesta di dotare scuole, impianti sportivi, centri commerciali e luoghi di ritrovo di defibrillatori, per affrontare situazioni di emergenza l’arresto cardiocircolatorio. E’
la proposta è stata inviata ai ministri Renato Balduzzi, Sanità e Piero Gnudi, Sport, ed i presidenti del Coni nazionale Giovanni Petrucci, regionale Gianfranco Bardelle e provinciale Bruno Piva per “rendere obbligatoria” la dotazione di queste apparecchiature “tanto sofisticate quanto maneggevoli, facilmente utilizzabili da personale
laico: massaggiatori, dirigenti sportivi, atleti, operatori opportunamente addestrati con costi più che sostenibili e non paragonabili ai benefici”. “Attualmente – scrivono dalla Provincia ai vertici del Coni - non si può senz’altro parlare solo di attività agonistica, bensì di sport per tutti, per questo è fonda-
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24 Cultura provinciale
Cultura provinciale 21
Storia e conservazione Una nuova esposizione ospita i reperti dei “secoli bui”
Ai grandi fiumi l’ala dedicata al Medioevo Dagli archivi e dalle campagne di scavo è emersa una realtà tutt’altro che trascurabile di Mattia De Poli
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l Museo dei Grandi Fiumi si è recentemente arric- separazione dall’età romana, il visitatore trova alcuni chito di una nuova sezione dedicata al Medioevo. tra i reperti più significativi: il corredo funebre della Il viaggio nella storia prosegue e il visitatore, dopo “Dama di Chiunsano”, preziosi monili di pregevole aver attraversato le età del bronzo e del ferro e l’epo- fattura rinvenuti nei pressi di Ficarolo in una sepoltuca romana, viene proiettato in un periodo lungo dodici ra femminile. Questo rinvenimento, insieme ad altri, secoli: dalla divisione dell’impero romano d’occidente testimonia l’importanza strategica dell’Altopolesine, almeno nella prima fase del e d’oriente fino alle soglie del Medioevo. A lungo si è creduto Rinascimento. Un periodo com- Il corredo funebre che in quei secoli il territorio plesso, caratterizzato da una della “Dama della provincia di Rovigo fosse situazione mutevole, di cui sono di Chiunsano”, stato abbandonato. Tuttavia, stati messi in evidenza alcuni preziosi monili nonostante la presenza di aspetti salienti: la competenza rinvenuti a Ficarolo zone paludose, il Polesine era scientifica di Sandra Bedetti e l’abilità scenografica e tecnica di Gabris Ferrari, Sofia abitato. L’utilizzo di materiali deperibili non ha favorito Nicoli, Carolina Veronese e Claudia Biasissi, sapiente- le ricerche archeologiche, che a lungo hanno anche mente coniugate, hanno dato vita a una pregevole trascurato i tanti oggetti di scarso valore artistico che opera di sintesi. Si passa così rapidamente dalle mi- costituiscono comunque importanti fonti di informaziograzioni delle popolazioni barbariche alla giostre dei ne storica. Proprio nel Medioevo nascono nuovi centri cavalieri, dagli scriptoria dei monasteri alle tecniche e altri trovano nuovo slancio. Un ruolo importante è dell’arte romanica. Coerentemente con l’impostazione svolto dalle istituzioni ecclesiastiche, ad esempio a generale del museo, anche la sezione del Medioevo Badia Polesine dall’abazia della Vangadizza, in Adria è pensata come strumento di supporto alla didattica, e a Rovigo dalla curia vescovile. Ma sono tanti i paesi offrendo spunti per possibili approfondimenti attra- nei quali sorgono i castelli: quello di Arquà Polesine è verso molteplici suggestioni e l’utilizzo di strumenta- tra i pochi rimasti, ma toponimi come Castelmassa, zione multimediale. Dopo aver varcato il portale di Castelguglielmo o Castelnovo Bariano ne perpetuano Un Convegno
LA RISCOPERTA DI MARCHIORI
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i moltiplicano le proposte di valorizzazione del Polesine, del suo ambiente, della sua storia e delle sue tradizioni. Tra le varie iniziative, da segnalare la riscoperta della figura di Giuseppe Marchiori (1901-1982), apprezzato critico d’arte a livello nazionale, animatore di molteplici progetti di promozione della cultura artistica, a partire dagli anni trenta del secolo scorso. Nuova luce sull’operato dell’illustre polesano è stata portata dal convegno promosso dalla Fondazione Banca del Monte di Rovigo, che ha visto come relatori Pier Luigi Bagatin, Sergio Garbato e Gabbris Ferrari. Sono state ripercorse le tappe fondamentali della vita di Marchiori, dalla sua nascita a Lendinara, Giuseppe Marchiori dove visse gli anni della sua infanzia ed adolescenza presso Palazzo Dolfin, nobiliare residenza di famiglia in cui fece le sue prime esperienze di tipo artistico, iniziando ad approfondire varie tematiche culturali, tra cui in particolare la poesia e la pittura. Iniziano ben presto le sue frequentazioni veneziane, e per il giovane lendinarese si aprono nuovi orizzonti. Nel 1926 Marchiori, ormai venticinquenne, manifesta di aver già raggiunto una notevole maturità: pubblica la sua prima raccolta di poesie, avvia contatti con artisti e alla XV Biennale di Venezia, ed inizia a scrivere d’arte. Attività questa che diverrà sempre più importante, caratterizzandosi, a partire dagli anni ‘30, in assidue collaborazioni con varie riviste, ad iniziare dal quotidiano ferrarese il “Corriere Padano”, fondato da Cesare Balbo. Marchiori si qualifica sempre più come stimato critico d’arte; non uno scrittore asettico e distaccato, ma caratterizzato da un personale coinvolgimento al fianco di vari artisti destinati a diventare famosi, una presenza assidua, che gli valse l’appellativo di “critico militante”. Particolarmente nutrita sarà la sua frequentazione e corrispondenza con Semeghini, Juti Ravenna, Morandi, Licini, Vedova ed altri artisti, come testimonia la ricca documentazione epistolare conservata presso la Biblioteca Comunale di Lendinara. Nei lucidi scritti di Marchiori si coglie il suo acume di critico, il suo spirito innovatore e la disponibilità a seguire gli artisti più apprezzati nel loro itinerario evolutivo. Oltre che per il “Corriere Padano” i suoi articoli appaiono sulla rivista “L’Orto” che per un certo periodo sarà pubblicata a Lendinara, presso la Tipografia Spighi, poi nella collana “Arte Moderna” ed in altre pubblicazioni, accreditando sempre più Marchiori come un protagonista nel campo della critica del tempo. Ma il suo operato diviene particolarmente importante sulla scena dell’arte italiana nell’immediato dopoguerra a Venezia quando nel 1946 partecipa attivamente alla nascita del movimento della “Nuova Secessione Artistica Italiana”, sfociato poi nel “Fronte Nuovo delle Arti”, a cui prendono parte i pittori Renato Birolli, Emilio Vedova, Bruno Cassinari, Leoncillo Leonardi, Renato Guttuso, Ennio Morlotti, A. Viani, Armando Pizzinato, Giuseppe Santomaso. Particolarmente impegnativa la realizzazione dell’opera “Arte e Artisti d’Avanguardia in Italia 1910 – 1950”, che fa luce sui più significativi artisti del ‘900 e sull’importanza del loro operato nel panorama della cultura nazionale e non solo. Una vera summa, tuttora un punto di partenza imprescindibile per la conoscenza del Novecento artistico italiano. Un’opera che, con gli altri scritti, qualifica Marchiori come un personaggio di primo piano nell’ambito della critica d’arte del secolo scorso. Un personaggio illustre del Polesine che non va dimenticato. Li.Se.
Alcune proposte del percorso espositivo curato da Sandra Bedetti, Gabris Ferrari, Sofia Nicoli, Carolina Veronese e Claudia Biasissi la memoria. Come per le epoche precedenti, anche nel Medioevo rimane costante l’importanza dei corsi d’acqua, e in particolare dell’Adige “vetus” o antico, ovvero dell’Adigetto. Nel settore in cui è stato ricreato l’ambiente dello scriptorium, destinato all’attività degli amanuensi, un libro riferisce le prime attestazioni del nome di tutti i comuni della provincia. La riproduzione dell’armatura di un cavallo rappresenta il ponte ideale verso l’ultima sezione prevista per il Museo dei Grandi Fiumi: il Rinascimento. Alcuni reperti sono già esposti, molti sono conservati nei magazzini e la speranza e che presto possa trovare compimento un progetto che dura ormai da molti anni.
LETTERATURA Presentato il romanzo di Nadia Scappini, “Le ciliegie sotto il tavolo”
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iacciano, piccolo borgo nel cuore del Polesine, scelto come ambiente preferenziale per un romanzo. Giacciano e la sua gente alla base del libro “Le ciliegie Nadia Scappini con un gruppo sotto il tavolo” di Nadia di giaccianesi presenti Scappini. E al centro i due personaggi principali: Livio, innanzitutto, insegnante da poco in pensione, abituato a vivere da solo, coltivando però solide amicizie e Cosetta, anche lei single, dopo un matrimonio giovanile, purtroppo conclusosi da tempo con la prematura morte dell’amato consorte. A fare da cornice ai due personaggi e alle loro storie, ci sono gli amici, che nel fluire dei giorni acquistano fisionomia. E c’è tutta Giacciano con personaggi dal carattere vario, ma in ogni caso rappresentanti di un genuino sentire paesano, basato sulla condivisione di idee e pronto alla collaborazione specie nei momenti del bisogno e nei giorni della festa. Ma c’è anche un Polesine da scoprire, che spinge i protagonisti non solo nel capoluogo, ma anche in zone poco note, come a Panarella sulle tracce della mitica Repubblica di Bosgattia. E poi ci sono i cibi genuini della tradizione contadina, mentre sulla tavola fanno la loro apparizione vini come il Turchetta, frutto di un recupero di antichi vitigni di un appassionato cultore di Giacciano. Un personaggio quest’ultimo che, come gli altri Giaccianesi, esiste veramente e che venerdì 13 aprile ha voluto salutare la pubblicazione del romanzo portando i suoi vini, accanto ai dolci della tradizione locale confezionati dalle signore del luogo. E’ così che anche la comunità di Giacciano ed il suo territorio, ancora in gran parte rurale, divengono paradigma del buon vivere. Un libro dunque che dà un’immagine sicuramente positiva alla nostra terra polesana. Un motivo in più per apprezzarlo e congratularci con l’autrice. Li.Se.
Studi e riscoperte
Il ritorno dei Conti Camerini I conti Camerini torneranno a Polesine Camerini? C’è da contarci. La loro non sarà una nuova presa di possesso del vasto territorio nel delta che porta il loro nome, ma piuttosto una visita, scaturita dall’interessamento di Luciano Chiereghin, portotollese da qualche tempo interessato a condurre indagini sul territorio… E non solo, in quanto l’appassionato cultore di storia è riuscito ad allacciare i contatti con i discendenti di quel famoso Silvestro Camerini (1777-1856), da scariolante divenuto duca, il quale nel 1836 incaricò il fratello Cristoforo di partecipare in sua vece all’asta in cui si aggiudicò una notevole porzione del territorio alla foce del Po. Un’area vasta quella acquisita da Silvestro Camerini, implementata poi da ulteriori acquisti, attuati dai discendenti Luigi (1818-1885) e Paolo Camerini (18681937). Quest’ultimo in particolare protagonista dell’importante intervento di bonifica della zona, frattanto denominata Polesine (dei) Camerini, nonché della costruzione del Palazzo che porta il nome della famiglia. Ebbene, Luciano Chiereghin ha innanzitutto ricostruito la storia del palazzo, partendo dai ricordi del nonno: “Mio nonno, nato nel 1886 - afferma - sosteneva con certezza che la villa era ‘dell’uno’, cioè divenne attiva dal 1901. E c’era da credergli, perché egli fin da giovane fu assunto per lavorare a palazzo. Dapprima accudiva i cavalli nella scuderia della villa, e poi ebbe l’incarico di ‘boaro’ in una grande stalla, dove badava ai buoi da tiro e alle mucche da latte dell’azienda Camerini”. “Ma l’avvio della costruzione - fa presente ancora Chiereghin - deve ritenersi anteriore, e va fatto risalire con tutta probabilità al 1886, data questa che si trova incisa su una trave di uno dei magazzini di servizio della villa. Il conte Luigi, a cui a quanto pare spetta l’idea della costruzione, era morto l’anno precedente, quindi l’impresa passò nelle mani del giovane figlio Paolo, con interruzioni dei lavori che dovettero protrarsi fino al 1901. E Paolo Camerini, sempre a detta di mio nonno, ci teneva molto a questa villa. Una costruzione ricca di storia, passata nel 1953 dai
Nelle foto l’incontro e Palazzo Camerini Camerini all’Ente Delta Padano che ne fece la sua sede, trasferita poi a residenza degli uffici della cooperativa Cosva Un immobile divenuto anche rifugio e salvezza per gli abitanti della zona durante le molteplici alluvioni degli anni ’50. Un edificio - sottolinea con amarezza l’appassionato cultore - che attualmente versa in uno stato di grave abbandono, nonostante rappresenti uno dei beni architettonici caratterizzanti il Parco del Delta del Po e la sua storia.” Ma c’è di più: dopo la ricerca sullo storico immobile, Chiereghin ha ricostruito il complesso albero della famiglia Camerini ed è riuscito a contattare uno degli ultimi discendenti, in particolare il duca Paolo Fulceri Camerini, attualmente residente ad Ischia. Costui, recentemente giunto in Veneto per motivi di famiglia, ha voluto incontrare il determinato ricercatore, promettendogli una prossima visita alla terra che porta il nome dei suoi avi. L’arrivo dei Camerini a Porto Tolle è dunque atteso. Forse avverrà nel prossimo settembre nel periodo della fiera portotollese. E sarà festa grande. Li.Se.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO Sanità, nuovi tagli in vista
Piano socio-sanitario Fissati criteri guida per l’adeguamento ai costi standard 2013
Le aree con una popolazione tra i 200 e i 300 mila abitanti avranno una Ulss di riferimento. I posti letto per acuti saranno 3 ogni mille abitanti di Alessandro Abbadir
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iano sociosanitario Veneto, è allarme per i tagli in vista. L’allarme è arrivato al punto che in molti fra gli amministratori e forze politiche temono per la chiusura di interi nosocomi. La Regione Veneto infatti, ha stilato nelle scorse settimane il nuovo piano per la riorganizzazione della sanità, che è arrivato all’esame della commissione competente contenendo già dei “criteri guida” ben precisi. Fra questi si è convenuto, per l’adeguamento dei costi standard per il 2013, che la dimensione ottimale di una azienda sanitaria in Veneto debba essere quella di struttura di servizio ad un’area di 200- 300 mila abitanti. Il numero dei posti letto fissati è di 3 per mille abitanti per quanto riguarda gli acuti. Il numero dei posti letto riguardanti le strutture di riabilitazione intensiva è di 0,5 posti letto per ogni mille abitanti (come al centro di riabilitazione “San Camillo” a Venezia per intenderci). Sarà invece di 1,2 posti letto ogni mille abitanti la percentuale riferita alle strutture intermedie, come quelle per malati terminali oncologici, per malati di
Alzheimer, ospedali di comunità in aree come quelle montane e lagunari con grande dispersione della popolazione. I nuovi criteri però, facendo un calcolo, portano ad una stima che prevede un taglio di circa 2000 posti letto a livello regionale. E questo rischia di comportare in alcuni casi tagli delle strutture ritenute non più funzionali lasciando scoperti interi territori e popolazioni che avranno a disposizione, solo l’ospedale del capoluogo di provincia. La “lista della paura” delle dismissioni in Veneto vede “nel mirino” i presìdi ospedalieri di Dolo, Piove di Sacco, Adria o Porto Viro, Noventa Vicentina, Valdagno, Bussolengo e “Borgo Roma” a Verona. A Dolo per cominciare il rischio in questa prospettiva è che vengano cancellati 365 di posti letto, a di Piove di Sacco 290, 230 ad Adria, 124 a Noventa Vicentina, 166 a Valdagno, 170 a Bussolengo e ben 682 all’ospedale veronese “Borgo Roma”. Contro queste fosche prospettive, si sono mobilitati sindaci, associazioni, comitati, sindacati e consiglieri regionali. In quinta commissione in particolar modo: il
presidente Leonardo Padrin (Pdl), e i consiglieri regionali Carlo Alberto Tesserin (Pdl) , Bruno Pigozzo (Pd), Carlo Sernaglia (Pd) e Federico Caner (Lega Nord). A fugare i timori più cupi ci ha pensato il consigliere regionale Bruno Pigozzo. “E’ indubbio – dice Pigozzo che ci possano essere preoccupazioni per i tagli in vista. Come consiglieri regionali cercheremo di salvaguardare in ogni modo il diritto alla salute. L’esame sul merito delle schede tecniche abbinate al Piano socio sanitario partirà in quinta commissione a metà maggio. Sulle schede ospedaliere la commissione avrà parere vincolante e siamo pronti a rimediare se sono state fatte delle forzature proponendo emendamenti anche in accordo con le forze di maggioranza”. Intanto forze politiche, e referenti territoriali in tutte le province, hanno avviato mobilitazioni, raccolte di firme e in qualche caso hanno ottenuto rassicurazioni, che gli ospedali nei territori di loro riferimento non verranno chiusi. Per capire che succederà concretamente però bisognerà aspettare qualche settimana.
Ulss 13 Dolo – Mirano
“NESSUNA CHIUSURA, SIAMO SOTTO FINANZIATI”
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a paura è grande, l’ipotesi di una possibile chiusura dell’ospedale di Dolo in Riviera del Brenta ha fatto subito intervenire associazioni ed istituzioni che si sono mobilitate in sua difesa. Nelle scorse settimane, è stato chiamato direttamente in causa dalla Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13 il direttore generale Arturo Orsini. Orsini ha spiegato che da quanto risulta, non è prevista alcuna chiusura dell’ospedale di Dolo (che insieme con quello di Mirano compone l’azienda sanitaria). Anzi, ha ribadito Orsini ai sindaci: sarà ben difficile chiudere una struttura che con 2700 dipendenti e essendo sempre sotto finanziata, è risultata un esempio di eccellenza a livello regionale. “Se stessimo a valutare il nuovo criterio - sottolinea il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13 Fabio Livieri - questo è in Riviera e Miranese di 2,7 posti letto ogni mille abitanti, inferiore ai 3 previsti nelle nuove disposizioni. Sono stati stanziati 5 milioni per l’ammodernamento dell’ospedale di Dolo”. Soldi però che per altri sindaci non bastano proprio, visto che il “fabbisogno” richiesto e mai concesso, sarebbe di 40 milioni di euro. Resta poi aperta la questione dei territori “cerniera” e cioè quelli della Riviera Sud con i comuni di Campolongo Maggiore, Camponogara e Campagna Lupia. Questi sono nei guai più di altri perché oltre a Dolo si parla del rischio della chiusura di un altro ospedale per queste popolazioni di riferimento: quello di Piove di Sacco. “Se chiudono gli ospedali di Piove e Dolo - dice sconsolato il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto - non ci resta che Chioggia, Padova o Mestre, tutte località che con il traffico A.A. sono ad oltre un’ora di strada”.
SANITÀ PIOVESE IL CONSIGLIO COMUNALE VIGILA SUL FUTURO DELL’OSPEDALE
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ono passate alcune settimane da quella sofferta conferenza stampa con la quale il direttore generale dell’Asl 16 Adriano Cestrone e il presidente della quinta commissione sanità regionale Leonardo Padrin si sono affrettati a smentire le notizie che paventavano la chiusura dell’ospedale piovese. Nel frattempo a palazzo Ferro Fini, in seno alla Quinta commissione, si è provveduto ad approvare il piano sanitario regionale con le relative schede ospedaliere. Ma qualcuno non si fida. Tant’è che il pubblico consesso di palazzo Jappelli ha elaborato ed approvato un ordine del giorno in
difesa dell’ospedale Immacolata Concezione. Il documento, presentato dall’opposizione e precisamente dai consiglieri Lino Conte, Stefano Chinaglia e Davide Gianella, è stato approvato all’unanimità e, quindi, anche dalla maggioranza. Nello scritto gli autori si dicono ancora allarmati circa il futuro del nosocomio la cui chiusura “sarebbe di una gravità inaudita, in quanto stiamo parlando una struttura che serve da punto di riferimento sanitario a oltre 70 mila cittadini che faticherebbero molto trovare risposte dall’ospedale S.Antonio. Ricordiamo le promesse fatte da Padrin e Cestrone nel fugare le preoccupazioni sulle sorti del nostro ospe-
dale – si legge sempre nello scritto – e che nei piani della Regione non vi è volontà di chiuderlo, pur nell’ambito del piano di razionalizzazione delle spese sanitarie. Rimangono comunque le nostre preoccupazioni circa il ritardo nel rimuovere le situazioni di sofferenza in cui versano alcuni reparti per la mancanza della figura apicale di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia, Rianimazione, Medicina e Geriatria”. Il documento termina annunciando che il consiglio comunale piovese si ritiene in stato di agitazione permanente e ben vigile circa le decisioni regionali. Gianni Patella
Il Veneto in primo piano 27 7 Sanità Padova sarà la prima città veneta a testare il Pronto Soccorso provinciale
Confermate le tre Uls e gli ospedali principali di Nicola Stievano
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ello scacchiere della sanità provinciale il nuovo piano regionale conferma le tre Uls e i principali ospedali, su tutti Padova che avrà un nuovo nosocomio sulla cui ubicazione ormai i giochi sembrano fatti. La struttura sorgerà a Padova Ovest e, insieme a Verona, sarà una struttura di riferimento nazionale, al vertice della rete ospedaliera. Quello di Padova sarà un “hub”, terminologia adottata dalla regione per definire gli ospedali di riferimento che avranno sede nei capoluoghi di provincia e potranno mantenere tutte le specialità. Ulteriore gradino è rappresentato dagli “spoke”, ospedali di rete che avranno un bacino di 200mila abitanti: Citta-
IN POLESINE
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della – Camposampiero nell’Alta Padovana e ne anche per le schede relative alla dotazione il nuovo ospedale di Schiavonia fra Monselice ospedaliera: spetterà alla giunta adeguarle, ed Este nella Bassa. L’”offerta ospedaliera” si sentito il parere obbligatorio e vincolante della chiude con i “nodi di rete”: strutture per acuti quinta commissione. Nella nostra provincia non ci saranno variazioni significative per le tre Uls prevalentemente ad indirizzo riabilitativo. (la 16 cittadina e del Una riorganizzazioPiovese, la 15 del’Alta ne che significherà chiu- Alcuni reparti Padovana e la 17 della sura di reparti (è il caso dovranno chiudere, Bassa), tutte al di sopra ad esempio dei servizi di ora c’è attesa del limite dei 200 mila otorino che troveranno per le schede abitanti e quindi non tocposto solo negli ospedali delle strutture cate dalla riorganizzaziodi riferimento), o riconversione della struttura ospedaliera. Novità ne territoriale. Per quanto riguarda gli ospedali anche per i direttori generali poi dureranno tre a Padova il Sant’Antonio sarà una struttura “inanni e per non più di due mandati. Rivoluzio- tegrata” con Piove di Sacco mentre nell’Alta
Cittadella e Camposampiero dovranno razionalizzare i servizi. Non ci dovrebbero essere sorprese per gli ex ospedali di Montagnana e Conselve, entrambi ad indirizzo riabilitativo. Il centro di riabilitazione funzionale di Conselve, riferimento regionale, passerà sotto la gestione diretta dell’Uls 17 già nei prossimi mesi, come annunciato. Tutto bene dunque? Leonardo Padrin, presidente della Quinta Commissione regionale Sanità, parla di una vera e propria rivoluzione. Per il centrosinistra invece il vero terreno di confronto saranno le schede regionali sulle singole strutture, per le quali c’è molta attesa e qualche preoccupazione. Ma ormai indietro non si torna.
ADRIA SALVA, NON VERRÀ ACCORPATA ALL’ULSS 18 DI ROVIGO
l Polesine è salvo sul piano sanitario, dopo la decisione della V commissione regionale di tutelare la provincia di Rovigo per peculiarità e specificità del territorio. L’assessore regionale Pdl Maria Luisa Coppola e il consigliere Mauro Mainardi difendono l’autonomia dei due ospedali di Adria e Rovigo contro l’accorpamento e ribadiscono: “Le Ulss rimarranno due. I continui blitz del Carroccio con Antonello Contiero e di Cristiano Corazzari, sostenitori dell’Ulss unica, sono miseramente falliti. Un territorio come il nostro non può prescindere da una rete ospedaliera vicina anche alle realtà più marginali. Il Polesine, in un’ottica di riforma della sanità, non poteva essere trattato al pari delle altre zone metropolitane della pianura”. Ora la parola passa al consiglio regionale che dovrà discutere e approvare il piano. E ancora, commentano: “la Lega ha tentato di mettere a segno un blitz per accorpare le due Ulss di Adria e Rovigo, ma noi a questo giochetto non ci stiamo e faremo di tutto per
rivendicare l’autonomia e la piena indipendenza delle due realtà. La partita attorno al piano sociosanitario è aperta e noi la giocheremo fino in fondo”. Secondo i due esponenti del centrodestra “i risparmi minimi derivanti dalla fusione delle due aziende sanitarie non giustificano lo smantellamento di un sistema che funziona e che consente di presidiare il territorio con professionalità e competenza. L’Ulss di Adria, in particolare, ha i conti in ordine e nel tempo è riuscita a costruire un piccolo sistema di eccellenza, accorparla non solo è sbagliato politicamente ma anche economicamente”. Anche Corazzari conferma:” Adria dovrà essere ospedale di rete. Non vogliamo però difendere i posti degli amici degli amici. Qui nessuno ha fatto blitz in commissione sanità, peraltro a guida Pdl. Ci possono essere dei punti di vista diversi che si attenuano con il confronto ma non con gli attacchi. Mainardi peraltro è stato eletto nel listino di Zaia e non dovrebbe parlare male dei suoi alleati!”. Me.Ru.
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28 8 Il Veneto in primo piano Società “Anziani per Padova”, il progetto promosso dal Dipartimento interaziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Ulss 16
Il tempo nuovo degli over 65 Per la maggior parte sono attivi, coltivano hobby, in molti lavorano e aiutano i figli. Negli ultimi 10 anni hanno assunto un ruolo centrale di Ornella Jovane
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a vecchiaia, un tempo nuovo nella società contemporanea. Nel corso dell’ultimo decennio gli anziani, anche in Italia, hanno assunto un ruolo sociale nuovo, diventando in molti casi fulcro e punto di riferimento per intere generazioni. Hanno una vita sociale attiva, sono autonomi, occupati in hobby e attività di volontariato e, in molti casi, sono di supporto ai figli in difficoltà sul piano lavorativo e occupazionale - non di rado come ammortizzatori sociali - e alle loro famiglie, sostegno per la cura e l’educazione dei nipoti. In Italia gli over 65enni che stanno in buona salute e continuano ad essere parte attiva della nostra società sono 11 milioni. E’ dunque evidente, considerato l’importante apporto che gli over 65 offrono alle comunità, la necessità e l’opportunità di riconoscere e restituire valore al ruolo sociale dell’anziano che, ancora oggi, nell’opinione comune continua ad essere visto troppo spesso solo come un paziente da assistere o un
“peso” economico da sostenere. Partendo da questo presupposto - la necessità di restituire valore sociale agli anziani - è maturato il progetto “Anziani per Padova”, che prende il via il 7 maggio e proseguirà fino al 13 del mese. Si tratta di un “contenitore” di inziative dedicate al tema dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni. Un evento promosso dal Dipartimento interaziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Azienda ospedaliera di Padova, l’Ulss 16 e l’Università di Padova, insieme all’Assessorato alle Politiche sociali e per la famiglia del Comune di Padova, all’Ufficio scolastico provinciale e all’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute, in collaborazione con CSV-Centro servizi per il volontariato della provincia di Padova, di enti e istituti di cura, e con l’ampio coinvolgimento della rete di associazioni che operano sul territorio. Inserito a pieno titolo nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno europeo dell’invecchia-
mento attivo e della solidarietà tra le generazioni, il progetto padovano si configura ad oggi, a livello nazionale, come il più articolato degli eventi dedicati, tanto da aver ricevuto il patrocinio del Segretariato Sociale Rai. E proprio l’invecchiamento attivo, il dialogo e la solidarietà tra le generazioni saranno i temi al centro del ricco calendario: appuntamenti medico-scientifici, a partire dal Congresso nazionale della Società di Chirurgia geriatrica, il 10 e 11 maggio, all’aula Morgagni del Policlinico universitario, e dal convegno sulla carta etica dei servizi alla persona anziana; corsi di perfezionamento per operatori sanitari, ad esempio sugli aspetti etici, giuridici e assistenziali per l’umanizzazione delle cure anche in fase terminale; dibattiti su questioni di stretta attualità, come quelli sul modello solidaristico intergenerazionale, la cura domiciliare, le novità legislative in materia di previdenza; seminari sul rapporto tra terza età e tecnologie informatiche, le truffe agli
Un contenitore di eventi incentrato sui temi dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni
Gli anziani hanno assunto una funzione fondamentale nell’organizzazione della società attuale
anziani... E ancora laboratori creativi, mostre, spettacoli di teatro e musica. Occasioni di riflessione sugli stili di vita che consentono di restare in salute più a lungo, ma anche di confronto tra generazioni, grazie al coinvolgimento di alcune scuole padovane, alcune delle quali saranno impegnate nel progetto a livello organizzativo. Fra gli ospiti che interverranno nei vari eventi in programma anche il famoso psicologo veronese Vittorino Andreoli che nella lectio dal titolo “La vecchiaia: tempio per un nuovo umanesimo”, affronterà il tema dell’invecchiamento come opportunità e conquista della
società contemporanea. La settimana sarà l’occasione per annunciare ufficialmente la nascita di una Fondazione promossa dal Dipartimento che avrà l’obiettivo di favorire la prevenzione in età adulta e di migliorare le condizioni di vita dei pazienti geriatrici. Per informazioni: ufficio attività creative terza età - Settore Servizi Sociali - Comune di Padova, via Giotto, 34 - 35137 Padova.Tel. 049 651255 fax 049 664814 Orario: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12, martedì dalle 15 alle 16:30. E-mail segreteriaterzaeta@comune. padova.it
PIÙ LONGEVI, PIÙ SPORTIVI E ANCORA LAVORATORI
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all’elaborazione dei dati Istat 2011 e Auser 2012 risulta che gli over65 in Italia sono 12.301.000 (il 20,3% della popolazione italiana), di cui 16.000 ultracentenari. L’età media della popolazione è passata da 41,7 anni nel 2001 a 43,5 nel 2011. Tra il 1980 e il 2008 la speranza di vita alla nascita è cresciuta di oltre 8 anni. Oggi si attesta a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 per le donne e continuerà a crescere nei prossimi 40 anni, arrivando a quasi 90 anni per le donne e 84 per gli uomini. La non autosufficienza. (dati Istat, 2011) Oltre 2.000.000 di anziani riportano una condizione di totale mancanza di autosufficienza per almeno una delle funzioni essenziali della vita quotidiana. Il 74% degli ospiti delle strutture residenziali presenti in Italia sono anziani con almeno 65 anni (75.868 sono autosufficienti e 225.182 non autosufficienti). Anziani e lavoro. (dati Istat, Auser, 2011) Il lavoro rappresenta il 10% circa del reddito degli anziani in Italia. 375.000 gli occupati. Dal 2004 al 2011 il numero di occupati tra i 55-64enni è aumentato dell’8% su tutto il territorio nazionale, passando dal 30,5% al 38% (dato Isfol, 2012). La regione con il tasso di occupazione più alto è il Trentino Alto Adige. Una vita attiva e impegnata. (dati Auser, 2012) Tra il 2001 e il 2010 la percentuale di anziani tra 65 e 74 anni che fa sport in modo continuativo è passata dal 4,4% al 9,8%.
In 10 anni il numero di anziani che pratica sport in modo continuativo è raddoppiato
Dal 2009 al 2010 è aumentato dell’1% il numero di coloro che si dichiarano in buona salute Nel 2010 gli uomini nella fascia d’età 65-74 che praticano attività fisica sono il 18% contro il 12,7% delle donne. Per gli over 75 si scende al 7,6% per gli uomini e al 4,1% per le donne. Gli over75 che svolgono attività fisica in modo continuativo sono passati da 1,4% a 3,5%, con un aumento del 2,1%. Anziani e salute. (dati Auser, 2012) Tra il 2009 e il 2010 si è registrato un aumento di oltre l’1% di coloro che si dichiarano in buona salute (per la fascia 6574 si passa da 36,9% a 38,8%, per quella over75 da 20,9% a 22,2%).
Voci da palazzo 29 11 Bilancio regionale Alla società sono stati assegnati 55 mila euro in 3 anni
Veneto strade non è ancora fuori dal tunnel P
BOTTA E RISPOSTA Laura Puppato e Renato Chisso
“NON VENDETE ILLUSIONI”
Vernizzi ha parlato di un ridimensionamento delle opere già progettate. Verrà data precedenza alla priorità ma manca un piano che ne stabilisca l’ordine
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opo l’allarme di default lanciato da Silvano Vernizzi, ormai qualche mese fa, i soccorsi sono arrivati per mettere al sicuro il futuro di Veneto Strade. L’amministratore delegato infatti aveva denunciato che se la Regione avesse confermato l’azzeramento degli stanziamenti per il 2012, come era apparso in un primo momento, per la società, partecipata al 30% dalla Regione, al 50% dalle sette provincie e al 20 dalle società autostradali, sarebbe stato il tracollo. Per gli addetti ai lavori la squilla è suonata più o meno come un “Niente nuovi cantieri, nessuna garanzia d’interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria”. L’outing di Vernizzi ha tuttavia messo in moto una serie di richieste da parte dei consiglieri regionali all’assessore al bilancio, Roberto Ciambetti, che in parte sono state accolte e soddisfatte. Tuttavia a Veneto strade non sono stati destinati i 100 milioni di euro chiesti da Dario Bond, nemmeno i 40 ritenuti una soglia sicura per il proseguo delle attività. Ne sono stati assegnati 55. In tre anni, però. 15 per il 2011, 20 per il 2012 e altri 20 per l’anno successivo. Pochi o tanti, questo è quello IL BILANCIO che Ciambetti ha deciso di scucire. Sforzata DI VENETO STRADE la soddisfazione espressa dell’assessore eneto Strade chiude con un bilancio in attivo di 32 mila Renato Chisso, anche se in occasione della euro con un patrimonio netto di 6.699.722 euro, con uno presentazione del bilancio di Veneto Strade stato del patrimonio attivo di 663.932.777. Nel 2011 ha ha cercato di ridimensionare l’entità del destinato il 62,93% delle risorse in opere viarie, il 25,74% al rischio corso in precedenza. “La società personale (in calo), l’11,32% al funzionamento della società. - ha attaccato Chisso - è stata bistrattata Giovanni Nel 2011 ha realizzato lavori per 29 milioni di euro. da opinioni rese in libertà”. Insomma per Vernizzi l’assessore si sarebbe trattato semplicemente di qualche parola sfuggita o detta in modo incauto. Più di qualcuno, invece, vero la Società può vantare crediti verso la il 2002 anno di inaugurazione di Veneto nel tentativo di chiusura dei rubinetti alla Regione per 117 milioni di euro che in Ve- Strade, comprese le opere complementari società avrebbe ravvisato un avvertimento neto Strade sono convinti di riscuotere entro al Passante di Mestre e all´A28, la società o comunque il tentativo da parte della Lega l’anno ma se così non fosse? Ed è ovvio che ha appaltato al 20 marzo 2012 interventi di ridimensionare l’azione del potente as- così non sarà visto che sul bilancio regionale per 875 milioni di euro: 200 progetti di cui sessore pidiellino. Non è detto, però, che pendono i vincoli imposti dal Patto di sta- 115 già ultimati o in fase di realizzazione. bilità. Il presidente Ver- Ma ci sono altri 800 milioni di progetti che i problemi siano finiti nizzi infatti è sembrato con i chiari di luna degli ultimi tempi rischiaper Veneto strade, per Ci sono altri mettere le mani avanti no alla grande. il Presidente esiste il 800 milioni Al vaglio dell’assessore Chisso c’è anquando ha parlato di un rischio che le risorse di progetti ridimensionamento del- che l’ipotesi di mettere in rete Veneto Strasiano poche per por- che rischiano le opere già progettate. de con l’altra società regionale Cav, Contare avanti le opere alla grande “Per il prossimo triennio cessioni autostradali venete, che controlla progettate. Lo stesso espetto è stato sottolineato anche dalla ca- – ha spiegato - ci sono di fatto sul tavolo il Passante di Mestre e un tratto dell’A4 con pogruppo del Pd, Laura Puppato, sostenen- 55 milioni, per questo stileremo una tabella lo scopo di mettere insieme risorse utili al do che con i 20 milioni di euro stanziati per delle priorità e su queste andremo ad inter- settore e dare fiato alle casse della società l’anno in corso e 120 di debito che pesano venire”. Senza mega piano triennale però con una ventina di milioni all’anno ma ad sulle casse della società, ora ridotti a 32, e quindi non si sa su quali basi verranno oggi si parla di se e ma appesi ai fili del sia fantascienza immaginare un’attività decise queste priorità. Da ricordare che per “forse domani”. che superi il limite dell’ordinario. A dire il i tre piani regionali approvati finora, dopo
NEWS
V
er la capogruppo del partito democratico Laura Puppato è inconcepibile come i vertici di Veneto Strade abbiano il coraggio di continuare a vendere illusioni difendendo la funzionalità dell’ente e promettendo opere ed interventi a iosa. Se questi signori - precisa - ritengono che un utile 2012 di 32 mila euro e le risorse dell’ultima finanziaria regionale (10 milioni per il 2012) possano far fronte al consistente indebitamento che Veneto Strade ha con le banche e assieme assicurare la prosecuzione di vecchi e nuovi lavori, oltre alla manutenzione ordinaria della viabilità, forse non hanno ben capito la situazione in cui ci hanno portato. Davvero - si chiede la capogruppo del Pd - sono convinti che si possa con queste disponibilità andare molto oltre il pagamento degli stipendi dei dipendenti e la gestione di una struttura così imponente? Ritornino con i piedi per terra - aggiunge Puppato - facciano i responsabili e non i venditori di fumo, dicendoci chiaramente come l’ente pensa di realizzare gli interventi ordinari di propria competenza, cosa ne sarà delle opere pubbliche previste dal piano triennale e che destino avranno i cantieri programmati da 10 anni e ancora da aprire per un ammontare di 800 milioni. Ed a proposito di federalismo stradale, tanto caro all’assessore Chisso - conclude la Puppato - vorrei invitarlo ad andare a visitare i cantieri in corso e a spiegarci ad esempio perché sulla Pedemontana non risulta a tutt’oggi impiegato neppure un lavoratore veneto.
LA CAPOGRUPPO NON VENGA A “FARE FUMO”
“U
n vecchio e guerresco film d’epoca fascista raccontava di una battaglia navale tra la marina italiana e quella inglese. Sorpreso dal fuoco nemico, l’ammiraglio comandante faceva avanzare le cacciatorpediniere con un ordine preciso: ‘fare fumo’. Le coraggiose navi si lanciavano velocissimamente contro l’avversario e, virando sul fianco, emettevano una enorme quantità di fumo nerastro per impedire agli inglesi di vedere le navi da battaglia italiane. Gli inglesi però avevano il radar. Ecco, la capogruppo del Pd in Consiglio regionale mi sembra una cacciatorpediniera mandata a fare fumo, non avendo il radar”. L’assessore regionale alle politiche della mobilità prende da lontano le accuse della capogruppo Pd, che lamenta la scarsità di risorse della finanziaria regionale (“secondo lei 10 milioni di euro”) chiedendosi come possa Veneto Strade far fronte al consistente indebitamento con le banche e ai lavori. “Ricordo che quei presunti 10 milioni li ha votati anche lei, ma forse, causa fumo, non sa neppure cosa ha approvato, visto che si tratta di 15 milioni per il 2012, 20 per il 2013 e 20 per il 2014. L’esposizione bancaria è sempre un problema, ma se la capogruppo del PD avesse letto tutte le carte del bilancio di Veneto Strade Spa avrebbe scoperto che questa esposizione un anno fa era di 110 milioni di euro e oggi è calata a 36 milioni. Ci sono però crediti nei confronti della Regione per 117 milioni. In più la società ha anche degli utili, benché questi non rientrino tra gli scopi societari”. “Il vero problema non è l’esposizione della società, ma il fatto che la Regione non possa pagare ciò che le deve a causa del Patto di Stabilità, ma in ogni caso è un credito reale e non illusorio. Questa è la causa dell’indebitamento, rispetto a spese di gestione che sono diminuite e ad una confermata efficienza della struttura di fronte a problemi che sono e stanno diventando enormi a causa del drenaggio governativo di risorse locali. Questo ci porta a tenere i piedi ben per terra, su tutti i fronti infrastrutturali – dice ancora l’assessore – compreso quello della Pedemontana, che si paga da sé e rispetto alla quale abbiamo capito che la capogruppo del Pd lamenta una presenza di lavoratori siciliani, che in altra situazione sono stati ritenuti una sorta di portatori di interessi mafiosi. Mi fa piacere che la signora si sia anche lei convertita a privilegiare i veneti, ma il suo modo di proporre la cosa fuma di razzismo”.
“L’ASSESSORE LA SMETTA CON LE SUE TRAME DI FANTASIA”
“F
accio i complimenti all’assessore Chisso - scrive la capogruppo democratica - per l’approfondita cultura cinematografica d’epoca fascista. La cosa fondamentale è che Chisso non continui a proiettare le sue trame di fantasia. Resti piuttosto sul concreto, prima che quello su Veneto Strade diventi un film drammatico. L’unica cosa che continuiamo a chiedere - precisa la Puppato - è che venga detto con chiarezza cosa faranno operativamente gli oltre 200 dipendenti di Veneto Strade e come procederanno i cantieri ed i progetti. I fondi deliberati con l’ultimo bilancio sono stati stanziati anche grazie al lavoro emendativo del Pd, per cui so benissimo di cosa stiamo parlando. Proprio per questo ribadisco che le risorse attualmente a disposizione non riescono neppure a coprire gli appalti già fatti. La nostra - ribadisce - è una richiesta di chiarimenti tanto legittima quanto doverosa, alla quale la Giunta e i vertici di Veneto Strade devono altrettanto doverosamente rispondere. La cosa più sorprendente - conclude Puppato - è che Chisso e i suoi gridino al miracolo di fronte ad una situazione che in realtà sta pesantemente pregiudicando l’immediato futuro dell’ente. Non mi sembra una cosa normale: a meno che non abbiano la passione per i film dell’orrore...”.
12 Cultura veneta 30 Intervista Il sottile viaggio ironico di Riccardo Gusmaroli
Nei vortici di barchette di carta, l’invito al sorriso L’arte non è fatta per spiegare, ma per essere compresa. E’ un’interpretazione di ciò che vedi
di Alain Chivilò
N
egli ultimi sei anni il mondo dell’arte è invaso da vortici di barchette di carta di diversi colori. L’autore è Riccardo Gusmaroli, nativo di Verona dal 1963, che abbiamo incontrato nel corso dell’inaugurazione della mostra personale alla Galleria Orler di Mestre. Capsule farmaceutiche, uova di gallina lavorate con un trapano odontoiatrico, cartine geografiche, francobolli, barchette e aeroplanini di carta sono alcuni materiali usati da Gusmaroli che non sono scherzi artistici tendenti alla provocazione, tema attuale dell’arte contemporanea, ma sono una sottile ironia che non fa quel passo successivo all’irretire l’usufruitore positivamente o negativamente. Oggetti quindi molto semplici ma decontestualizzati dalla visione quotidiana, come le barchette inserite all’interno di un ipotetico viaggio. Com’è nata l’idea delle barchette e degli aeroplanini? “Non mi è nata l’idea, perché a dire il vero c’è l’abbiamo dentro di noi da sempre. L’ho sfruttata in un altro modo, ossia la semplicità utilizzata per l’arte diventa fondamentale per la comunicazione. Ho utilizzato questi mezzi molto semplici per comunicare con l’arte”. La tematica del viaggio e dei relativi vortici. Cosa significano per lei? “Il viaggio mi ha sempre appassionato. E’ un modo per sviare, cambiare e fare una strada diversa da quella di tutti i giorni. Non si può sempre fare nella realtà, ma c’è la possibilità di farlo nel privato grazie all’arte. La mente è predisposta al viaggio e l’arte è il mezzo che ci aiuta in questo”.
Nella foto piccola l’artista veronese Riccardo Gusmaroli e alcune delle sue opere con i vortici fatti di barchette di carta I colori dei vortici hanno una preferenza? “Non ho particolari preferenze e motivazioni. Per esempio nel bianco, un non colore, si vede soltanto l’ombra, mentre negli altri c’è una tonalità che può portare verso altre direzioni. Diciamo che è un effetto sentimentale che l’opera assume sulle persone”. Quale importanza ricopre la fotografia nel suo agire pittorico? “Ho sempre fatto il fotografo, quindi utilizzo la fotografia per coprire, ossia quando dipingo la voglio distruggere. Questo con una sorta di simpatia, nel senso che cerco di cambiare l’aspetto fornendo una nuova vita. Libertà di materiali e superfici da utilizzare, passando per esempio attraverso i francobolli e le campiture monocrome. Ogni materiale è uno spunto per compiere qualsiasi lavoro. L’infinità del materiale a disposizione mi permette di lavorare su vari fronti, in modo da far capire meglio alle persone quello che sto facendo”.
La provocazione nell’arte. Quale personale opinione e quali sviluppi? “La provocazione nell’arte è una cosa inutile perché in fondo siamo capaci tutti a fare. Con le mie opere stimolo chi è di fronte a esse. Non do titoli ai lavori e non pretendo che una persona capisca il mio lavoro, ma che almeno sorrida. Cerco di dare la possibilità agli altri di vedere qualcosa di diverso”. Qual è il suo concetto di Arte? “La mia arte non da messaggi ma stimola le persone a capire qualcosa di se stessi. Tramite il mio lavoro do la possibilità agli altri di vedere in se qualcosa. Spesso non traspare il mio pensiero, non do messaggi ed è la cosa che preferisco. L’arte non è fatta per spiegare, ma per essere compresa. E’ un’interpretazione di ciò che vedi. Non sono concettuale come lavoro perché procedo d’istinto. Nella realizzazione delle opere aspetto che arrivi una stimolazione per sviluppare qualcosa”.
Casa dei Carraresi, Treviso
MANCIÙ ULTIMO ATTO
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a mostra “Manciù. L’ultimo imperatore”, a Treviso presso la Casa dei Carraresi, continua il successo di visite e critica tanto da prorogare la chiusura al 20 maggio. Un’occasione in più per approfondire, a casa nostra, l’ultima epopea del Celeste impero che conclude un viaggio iniziato nel 2003, chiudendo con questa quarta tappa 2500 anni di storia della Cina. Un percorso sapientemente curato dal sinologo Adriano Màdaro che ha tracciato e proposto contenuti sempre vincenti e accattivanti. Dal 15 febbraio scorso la mostra ha rinnovato dei reperti con un avvicendamento disposto dalla tutela del governo cinese che impone un’esposizione non più lunga di 3 mesi. Cinque vessilli imperiali sostituiti con altrettanti in una versione di nuvole stilizzate a forma di spirale posti all’ingresso della mostra. Lo stesso per gli abiti imperiali come la veste estiva, le calzature di concubina e il set di borsette di seta da appendere alla cintura come da tradizione del popolo Manciù. Due nuovi dipinti del più grande pittore del ‘700 cinese il gesuita milanese Giuseppe Castiglione, tre ritratti imperiali e la seconda parte del rotolo di seta dipinto nel 1751 da Xu Yang che mostra lo svolgersi della vita quotidiana a Shaoxing. Semplicemente un successo avvalorato da una proiezione finale di più di 100 mila visitatori. La macchina organizzativa non si ferma qui, perché dal 26 ottobre prossimo ci sarà la prima mostra al mondo dedicata al Tibet. Il grande lavoro in precedenza svolto di divulgazione della cultura cinese, unito a ottimi rapporti con le massime autorità, del curatore Màdaro, unico membro non cinese del consiglio direttivo permanente dell’Accademia Cinese di Cultura Internazionale, porterà in occidente una mostra unica e irripetibile che musei prestigiosi europei e statunitensi non sono mai riusciti a ottenere. Al.Ch.
TRE MOSTRE DA NON PERDERE Gipsoteca Canova a Possagno
LA “DANZATRICE” RITROVA I SUI CEMBALI
“C
anova e la danza” è la mostra, presso il Museo e Gipsoteca di Antonio Canova a Possagno (Tv) fino al 30 settembre, che sviluppa la poetica del ballo, del volo e della suggestiva leggiadria della danza. Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822) si misura nella scultura con il motivo della figura in volo, traducendo il dinamismo della danza leggero e sinuoso, nel marmo o nel dipinto. La mostra ruota intorno al modello originale in gesso della “Danzatrice con i cembali”, eseguito 200 anni fa nell’atelier romano dell’artista, restaurata grazie alla ditta Fassa Bortolo e al Bode Museum di Berlino che espone l’originale in marmo che fu eseguito per l’ambasciatore russo a Vienna Andrei Razumovskij. Durante la Grande Guerra, l’opera era stata danneggiata da una granata nei cannoneggiamenti che colpirono Possagno a ridosso dal Monte Grappa, troncando braccia e cembali. Oggi a distanza di quasi cento anni, grazie a un processo inverso a quello tradizionale, è stata fatta la scansione cad del marmo di Berlino ricostruendo così le parti mancanti in gesso tramite la tecnica del reverse engineering. A questo la pulizia finale ha completato definitivamente il restauro. Un’esposizione di oltre cinquanta opere di grafica, scultura, disegno, pittura e gessi quali la “Danzatrice con le mani nei fianchi, la “Danzatrice con dito al mento, “Ebe” e “Tersicore”, oltre a opere mai esposte come per esempio i campi neri incisi da Martino de Boni su modello delle tempere di casa Canova. Al.Ch.
Contaminazioni artistiche
“GERMINAZIONI E SINESTESIE”
A
l secondo piano di Casa dei Carraresi di Treviso, durante l’esposizione Manciù, è possibile visitare gratuitamente la mostra “Germinazioni e sinestesie” con opere di cinque artisti: Emilio Casarotto (Arcugnano 1942), Stefano Curto (Segusino 1966), Giuseppe Denti (Cremona 1939), Renate Füerst (Braunschweig 1941), Luciano Tonello (Vicenza 1960), e Carla Villani (Thiene 1948). Il titolo della mostra parte da due considerazioni: la sinergia di pittura e scultura con cinema, musica, danza, fotografia nell’ambito delle sinestesie che l’artista può far proprie attivando nel fruitore dell’opera connessioni che germinano potenzialità per visioni consapevoli e sensorialmente aperte. Facendo una carrellata di queste interpretazioni artistiche diverse, si parte dalla scultura femminile di Casarotto dal richiamo arcaico e enigmatico, ai luccicanti lavori di Curto con Swarovsky, pietre, altri cristalli e presenze coralline, ai colori accesi e gli azzurri monocromatici di Denti, all’astrattismo della Füerst con un’esplosione di tinte ben equilibrato, a Tonello e le sue immagini che si susseguono a ritmo serrato con colti riferimenti, fino alla Villani che con cromie particolari come l’ocra, il verde e il rosso etrusco ridisegna favole e nuove geografie fantastiche. Dopo Eugenio Carmi e Giorgio Celiberti sempre nello stesso luogo, una mostra organizzata dall’Associazione artistica e socioculturale ARTEFICIOlinea da vedere per apprezzare opere d’interessanti autori di diverse generazioni. Al.Ch.
Palazzo Loredan, Venezia
FINO AL 10 GIUGNO, 400 BOMBONIERE D’ARTISTA
L
a confettiera era il nome, fin dal Quattrocento, del contenitore artistico che veniva donato alle spose per i confetti. Invece dal Settecento in Francia viene coniato il nome di bomboniére. Nel 1896 in Italia la regina Margherita, per le nozze del figlio Vittorio Emanuele di Savoia e Elena del Montenegro, da inizio alla tradizione che lega la bomboniera al giorno delle nozze, come ricordo di un giorno di gioia, regalando una scatola d’argento a tutti gli invitati. Il vetro rappresenta un materiale con cui designer e artisti hanno ideato le bomboniere e in quest’ambito la mostra “Miniature di vetro. La bomboniera d’artista” a Venezia, presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Palazzo Loredan, presenta 400 bomboniere provenienti da collezioni private fino al 10 giugno. In scena l’evoluzione delle bomboniere dagli anni ’30 con ciotole di grosso spessore, a quelle bizzarre e provocatorie dei ’50, fino al cambiamento in oggetto decorativo di varia forma non contenente più i confetti in quanto posti ora in un sacchettino separato, sistema tutt’ora utilizzato. Non solo produzione veneziana con Barovier & Toso, Seguso, Venini, Carlo Scarpa ma una buona rappresentanza della produzione mondiale d’artista con i designer nordici degli anni Sessanta da Tapio Wirkkala a Bertil Vallien, lo Studio Glass americano con Dale Chihuly, l’Australia con Clare Belfrage e Jane Bruce infine Yoichi Ohira. E’ stata creata una sezione con artisti italiani che hanno ideato pezzi unici ironici e provocatori sul tema del matrimonio e della bomboniera. Al.Ch.
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32 Cultura veneta
Cultura veneta 13
Arte Fino al 20 maggio alla Torre Massimiliana dell’Isola di Sant’Erasmo
“Graphic novel”, romanzi a fumetti italiani Musica elettronica
150 tavole originali tratte dai 15 romanzi a fumetti, presentati nella duplice edizione francese e italiana
UN CICLO DI SEMINARI SULLA MOSTRA “VISIONI DEL SUONO”
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di Vesna Maria Brocca
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all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, contemporanea che usa il linguaggio del fuarriva a Venezia la prima mostra ita- metto e lo declina in un’espressione autoriale liana di “graphic novel”, dedicata cioè esclusiva di cui l’Italia è capofila internazioai romanzi a fumetti italiani. Sede espositiva nale per qualità delle produzioni. Questa bidi questa biblioteca immaginaria chiama- blioteca immaginaria accoglie le opere, tra le ta “Graphicnovel.it, Le roman graphique più rappresentative a livello internazionale, di italien”, che accoglie 150 tavole originali 15 autori che sono: Vittorio Giardino, Lorentratte dai 15 romanzi a fumetti, presentati zo Mattotti, Igort, Leila Marzocchi, Gabriella Giandelli, Gipi, Davide nella duplice edizione Toffolo, Stefano Ricci, francese e italiana di Un vero e proprio Davide Reviati, Sara altrettanti autori italiani, viaggio attraverso Colaone, Giacomo è l’antica Torre Mas- le pieghe Nanni, Manuele Fior, similiana dell’Isola di della nostra civiltà Sant’Erasmo a Venezia. e della nostra storia Piero Macola, Francesco Cattani, Alessandro L’isola, considerata nei secoli come “l’orto di Venezia”, risplende nel- Tota. Non solo fumetti, dunque, ma un vero la sua vocazione floreale e agricola e ben si e proprio viaggio attraverso le pieghe della presta ad accompagnare il visitatore in lunghe nostra civiltà e della nostra storia, un’occasiopasseggiate nella natura immersa tra terra e ne per neofiti e appassionati del genere per acqua e invita quindi a proseguire il percorso scoprire nuovi scorci della contemporaneità fino alla sede dell’esposizione nella suggesti- italiana e vagare per le stanze di una vera va Torre, per scoprire questa forma narrativa e propria biblioteca virtuale. “Si tratta di una
biblioteca immaginaria - spiega la curatrice della mostra, Paola Bristot - dove ci si riferisce alle immagini, parti integranti la scrittura verbo-visiva del fumetto, che costituiscono i riferimenti ideali degli autori, e alla capacità visionaria che evocano”. Prodotta dall’Associazione Vivacomix e dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, Graphicnovel.it apre la stagione espositiva della Torre Massimiliana curata dall’Istituzione Parco della Laguna. Aperta al pubblico fino al 20 maggio nei seguenti orari: mercoledì-giovedì-venerdì dalle 15 alle 19, sabato-domenica dalle 11 alle 19. Per informazioni: tel. 041.2444142, www.parcolagunavenezia.it
ino al 23 maggio, con cadenza settimanale nella giornata di mercoledì, in Aula Emiciclo all’Orto Botanico si tiene un ciclo di seminari che approfondiscono alcuni temi della mostra “Visioni del suono. Musica elettronica all’Università di Padova” aperta fino al 18 luglio negli spazi del CAM (Centro di Ateneo per i Musei) e organizzata dall’Università di Padova in collaborazione col Conservatorio “Cesare Pollini”, col sostegno della Regione Veneto, della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Fondazione Antonveneta. La mostra ripercorre il sodalizio nell’ambito della musica elettronica, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, tra Conservatorio e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova. Nascono infatti in quegli anni i primi corsi di Musica Elettronica, grazie alle sperimentazioni di Teresa Rampazzi e alle intuizioni del musicista Wolfango Dalla Vecchia, Direttore del Conservatorio di Padova dal 1971 al 1974, che si concretizzarono nella nascita, nel
Teresa Rampazzi nel suo studio 1976, del Centro di Sonologia Computazionale (CSC) di Giovanni Battista Debiasi. I prossimi appuntamenti vedranno Federico Avanzini del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova approfondire, il 2 maggio, il legame tra Numero e suono, e Sergio Canazza sempre del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova spiegare, il 9 maggio, il rapporto tra Suono e società. Nuria Schoenberg Nono sarà la protagonista dell’appuntamento del 16 maggio dal titolo Luigi Nono e la musica elettronica. Il ciclo di incontri si concluderà mercoledì 23 maggio con il seminario tenuto da Nicola Bernardini, Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova, e Giovanni De Poli, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova, dal titolo Ricerca e produzione musicale oggi: SaMPL. L’entrata è libera fino a esaurimento posti.
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transazionale, che integra lo stimolo e la risposta in uno stesso processo: l’ambiente e la persona non sono analizzati separatamente ma in reciproca interazione tra loro. Lo stimolo
Non è l’evento in sé, quindi, a causare lo stress, ma l’interazione tra esso e la persona, con tutto il suo bagaglio di esperienze, di caratteristiche fisiche, biologiche, emotive, psicologiche. Il
l’organismo non riesce più a far fronte a livelli così alti di attivazione e sviluppa seri problemi fisici, psichici e comportamentali. A tutti sarà capitato di provare quanto descritto nella prima
curanza delle norme sulla sicurezza. E’ quindi importante individuare i sintomi da stress eccessivo, cercando di staccare la spina e chiedendo aiuto a degli specialisti.
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Sarò lieta di rispondere alle vostre domande all’indirizzo e-mail: lara.tasso@libero.it
IL NOTAIO A cura di: Giannenrico Cocito, Notaio
Si avvicina il pagamento dell'Imu
Entro il 16 giugno 2012 dovrà versarsi la prima rata della celebre “nuova” imposta denominata IMU in parte sostitutiva della vecchia ICI. Essendosi creata una qualche confusione circa l’esatto calcolo delle aliquote comunali applicabili, per questa prima rata, sarà possibile far riferimento a quella legale (più avanti precisata), tenendo conto della eventuale modifica comunale e conguagliando il tutto al momento del pagamento della seconda rata del 16 dicembre 2012. L’imposta ha come presupposto il possesso di un bene immobile. Sono quindi tenuti alla corresponsione: il proprietario, l’usufruttuario,il titolare del diritto d’uso o d’abitazione, il titolare del diritto di enfiteusi, il titolare del diritto di superficie, il locatario di bene in leasing, il concessionario di beni demaniali. Il tributo riguarda anche gli immobili concessi in comodato d’uso avendo l’attuale testo di legge abrogato la disposizione che consentiva nella vecchia imposta ICI di assimilare
all’abitazione principale gli immobili concessi ad uso gratuito ai familiari. L’IMU è parimenti dovuta per gli immobili situati all’estero qualora nel possesso di persone fisiche residente in Italia. La base imponibile dell’imposta (ovvero il valore fiscalmente attribuito al bene di cui si ha il possesso) è determinata moltiplicando la rendita catastale dell’immobile (rivalutata del 5%) per un determinate coefficiente dipendente dalla categoria catastale dello stesso, ovvero: categoria A, C/2, C/6, C/7 moltiplicatore 160 categoria. B, C/3, C/4, C/5 moltiplicatore 140 categoria A/10, D/5 moltiplicatore 80 categoria D moltiplicatore 60 (65 dal 1.1.2013) categoria C/1 moltiplicatore 55. Per quanto riguarda le aree fabbricabili, la base imponibile è determinata in base al valore di comune commercio. Alcuni Comuni hanno predisposto dei regolamenti che in qualche misura
forniscono un’indicazione standard per ciascuna zona territoriale. Per i terreni agricoli, la base imponibile è data dal prodotto tra reddito dominicale ( rivalutato del 25%) e il moltiplicatore di 130 (110 per quelli nel possesso di coltivatori diretti o di imprenditori agricolo professionali). Per gli immobili siti all’estero, la base imponibile è data dal valore dell’immobile risultante dall’atto di acquisto o, se non presente, dal valore di mercato locale dell’immobile L’aliquota IMU ordinaria è dello 0,76% e scende allo 0 ,4% per l’abitazione di residenza. Tuttavia ai Comuni è data facoltà di aumentare o ribassare dette aliquote fino a 0,3 punti percentuali sull’aliquota ordinaria e fino a 0,2 punti percentuali sull’aliquota ridotta. Potrebbe perciò accadere che per gli immobili non adibiti a residenza si sia tenuti a corrispondere l’imposta con aliquota 0,96, più difficilmente si avrà una diminuzione allo 0,46. Sono di contro ammesse alcune
detrazioni e precisamente di 200 euro per l’abitazione principale e di 50 euro per ogni figlio di età non superiore a 26 anni, purché ivi residente e fino al massimo di 400 euro. Per i fabbricati rurali strumentali alle aziende agricole, l’aliquota è dello 0,2 %. Vi sono altresì alcune esenzioni che per completezza si riportano: fabbricati classificati o classificabili nelle categorie catastali da E/1 a E/9; fabbricati con destinazione ad usi culturali; fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto; fabbricati di proprietà della Santa Sede; fabbricati appartenenti agli Stati esteri e alle organizzazioni internazionali; terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina; immobili utilizzati destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive. Il versamento dell’IMU viene effettuato dal contribuente solo mediante modello F24 (reperibile in banca o in posta).
Giannenrico Cocito Notaio - Sarò lieto di rispondere ai quesiti dei lettori da inviarmi al seguente indirizzo:gcocito@notariato.it
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A tavola 37 CUCINA
VINO
ABBINARE IL CIBO AL VINO
Denis Meneghini
I
N OGNI ARTICOLO FINO AD ORA PUBBLICATO VI HO DETTO CHE UN VINO BEN SI ACCOMPAGNA AD UN DETERMINATO TIPO DI PIATTO, MA ORA HO LA SERIA INTENZIONE DI SPIEGARE CHE COSA VUOL DIRE L’ABBINAMENTO DEL VINO CON IL CIBO.
L’ABBINAMENTO CIBO-VINO È UNA VERA E PROPRIA OPERAZIONE MEDIANTE LA QUALE SI CERCA DI OTTENERE UN CONNUBIO
PERFETTO TRA IL VINO ED OGNI PIATTO, CON L’UNICO INTENTO DI PASSARE DAL DESIDERIO AL PIACERE PER MEZZO DI UNA PROPRIA CULTURA PERSONALE. CERTE VOLTE CI SARÀ SICURAMENTE CAPITATO, AL RISTORANTE O IN ENOTECA, DI ORDINARE DA MANGIARE E DI TROVARCI
SONO DIVERSE SCUOLE DI PENSIERO AL RIGUARDO; ALCUNI
SOSTENGONO CHE OGNUNO DI NOI DEVE LASCIARSI GUIDARE DAL PRO-
PRIO GUSTO PERSONALE, DALLE PROPRIE ESPERIENZE, SENZA SEGUIRE ALCUNA REGOLA.
SOLAMENTE
IL NOSTRO PALATO ED I NOSTRI SENSI
SEDANO FRESCO
CI DIRANNO COME ASSAPORARE AL MEGLIO OGNI CIBO ED OGNI VINO,
¼ C IPOLLA BIANCA
OGNI SCELTA È ASSOLUTAMENTE SOGGETTIVA. IL NOSTRO GUSTO È IL
“GIUDICE SUPREMO”, SENZA AVERE BISOGNO DI ESPERTI. ALTRI DICONO CHE CI SONO DELLE REGOLE DA SEGUIRE AL FINE DI OTTENERE OTTIMI RISULTATI, NEL SENSO CHE LE CARNI ROSSE NON VANNO MAI ACCOSTATE A VINI LIQUOROSI BIANCHI, NESSUN GRANDE VINO ROSSO DEVE ESSERE SERVITO COL PESCE O CON CROSTACEI E MOLLUSCHI; I VINI BIANCHI VANNO SERVITI PRIMA DEI ROSSI; I VINI LEGGERI PRIMA DEI VINI PESANTI; I VINI FRESCHI PRIMA DI QUELLI A TEMPERATURA AMBIENTE; LA GRADAZIONE ALCOLICA DEVE ESSERE CRESCENTE; SERVIRE VINI FRESCHI D’ESTATE E VINI MENO FRESCHI D’INVERNO. INSOMMA CE N’È DAVVERO PER TUTTI I GUSTI MA AL FINE DI INCAPPARE IN ERRORI BANALI E GRATUITI È BENE RICORDARE ALCUNE COSE. E CIOÈ CHE UN PIATTO DI UNA DETERMINATA REGIONE BEN SI ACCOMPAGNA AD UN VINO DELLA REGIONE STESSA; VINI STRUTTURATI VENGONO PREFERITI D’INVERNO E VINI PIÙ FRESCHI D’ESTATE. INOLTRE SI PUÒ GIOCARE ABBINANDO IL VINO AL CIBO PER CONCORDANZA E PER CONTRAPPOSIZIONE. GIÀ, SIGNIFICA CHE AD UN CIBO GRASSO CI POSSO METTERE UN VINO ALCOLICO MA ANCHE UNA BOLLICINA: AD UN FORMAGGIO UN ROSSO IMPORTANTE MA ANCHE UN MOSCATO SPERO DI AVER RESO L’IDEA SU COSA SIGNIFICA ABBINARE IL VINO AD UN CIBO, ANCHE PERCHÉ SI RISCHIA MOLTE VOLTE DI VANIFICARE IL LAVORO DI CHI PREPARA IL CIBO METTENDO VICINO UN VINO CHE NON CI DARÀ MAI IL PIACERE CHE MERITA. SOLADRIA 285x185 panasonic.pdf
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06/04/12
UN PRIMO PIATTO FRESCO, LEGGERO E COLORATO. IL PESCE È L’INGREDIENTE IDEALE PER CREARE RICETTE LEGGERE: GARANTISCE PIATTI ELEGANTI ED, ALLO STESSO TEMPO, POCO IMPEGNATIVI. IL TIPO UTILIZZATO PER QUESTA RICETTA È IL PIÙ COMUNE, PER QUESTO LO ABBIAMO VOLUTO ARRICCHIRE CON LE PRIMISSIME ZUCCHINE, UN PO’ DI MAIS A DARE COLORE ED UN INGREDIENTE DAL SAPORE PIÙ FRESCO, IL SEDANO. UNA PASTA ALL’UOVO È LA PIÙ INDICATA PERCHÉ PRENDE MEGLIO IL SUGO, INOLTRE, VOLENDO GIOCARE CON I COLORI….LA PAGLIA E FIENO È QUELLA CHE PIÙ SI ABBINA. UNA RICETTA DELICATA, MA ALLO STESSO TEMPO PROFUMATA GRAZIE ALL’AGGIUNTA DEL LIMONE, SIA IN SUCCO SIA NELL’OLIO, IDEALE PER LE PRIME GIORNATE DI PRIMAVERA DA PASSARE ALL’ARIA APERTA.
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A DIRE: E ORA CHE VINO CI METTO VICINO?
CI
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