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di Padova Nord

In Veneto il piano anti aggressioni high-tech da 4 milioni

Il conto alla rovescia

Le elezioni regionali si avvicinano, ma non troppo. Se fino a poco fa sembrava ormai assodato che si sarebbe votato il prossimo autunno, a sparigliare le carte, con un colpo a sorpresa di fronte allo stesso Zaia, ci ha pensato il ministro dell’Interno che ha rotto il tabù delle elezioni nella primavera 2026. Al di là del vivace dibattito che ne è scaturito resta un dato di fatto, il conto alla rovescia, più o meno lungo, è iniziato.

Anche se i partiti e le coalizioni non appaino, almeno al momento, particolarmente lanciati nello sprint finale, nonostante manchino pochi mesi e di mezzo ci sia anche l’estate, periodo storicamente molto complicato per fare campagna elettorale.

Il centrodestra è alle prese con il braccio di ferro tra Lega e Fratelli d’Italia.

Quando scriviamo queste righe non conosciamo ancora l’esito del pronunciamento della Consulta sulla possibilità per i Presidenti, in questo caso Luca Zaia in Veneto e Vincenzo De Luca in Campania, di essere eletti per un ulteriore mandato, ma i pronostici, in questo senso, non consentono loro di sperarci troppo.

segue a pag. 23

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Vola il turismo in Veneto, superati i 73 milioni di presenze, Caner: “siamo la destinazione di riferimento”

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EMERGENZA CASA

A Cadoneghe il diritto alla casa è una urgente sfida sociale, numerose le criticità nell’edilizia residenziale pubblica. Il Sunia: “Decine di casi di famiglie rimaste senza un tetto e spesso divise”

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Sostenibilità, il Veneto fa scuola, Confindustria Veneto Est: “Le imprese green crescono più del doppio”

Sboccia la primavera, idee e consigli per il garden perfetto anche in terrazza

LA DEMOLIZIONE DELLA TORRE A BAGNOLI HA FATTO PIÙ DANNI DEL PREVISTO

I residenti di Cadoneghe lamentano danneggiamenti a case e spazi pubblici. La ditta interviene per risolvere la situazione

Il ministro dell’Interno ribadisce l’autonomia delle Regioni nella scelta della data, Zaia: “Cosi possiamo anche risparmiare”

Diritto alla casa, questione sociale

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

elle ore in cui “la Piazza” era ormai pronta per andare in stampa, con l’approfondimento “Dentro la notizia” dedicato all’emergenza abitativa, a Roma si apriva la prima conferenza internazionale sulla casa “All we need is HOME”. Un titolo azzeccato, grazie ai Beatles ovviamente per l’ispirazione, che va subito al cuore del problema: la casa è un diritto, o almeno dovrebbe esserlo, perché senza casa viene meno anche la tenuta sociale, insieme alla dignità delle persone

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Servizi alle pagg. 6 e 7
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punto
“Report

sia un punto di partenza”

Si è rotto l’incantesimo dell’invisibilità sulla gestione del lavoro precario in Poste Italiane. L’azienda è considerata un’eccellenza mondiale in termini economici. Ma a che prezzo? Lo svela Report con l’inchiesta “Il postino”, andata in onda su Rai 3: spremendo i lavoratori come limoni, degradando l’uomo nel precariato e smantellando il servizio pubblico, finanziato in parte dal bilancio dello Stato.

“Perché nell’inchiesta parlano figure in forma anonima?”, hanno chiesto in tanti dopo aver visto la trasmissione. Perché sono padri e madri, con il dovere di proteggere i propri figli. E pertanto non possono permettersi di perdere il lavoro. Per quanto se ne dica, Poste Italiane è un ambiente lavorativo ostile e omertoso, dove denunciare equivale a subire ritorsioni.

Questo dovrebbe far riflettere le istituzioni e chi ha il potere-dovere di garantire l’osservanza delle norme sul lavoro. Senza tutele per chi denuncia, i diritti restano sulla carta. Ma l’omertà è anche complicità.

Spetta sempre e soltanto a noi la scelta di sottrarci all’indifferenza verso le ingiustizie a cui assistiamo. In che modo? Unendo le forze per far fronte a problemi comuni. Quanto più grande è la partecipazione dal basso, tanto maggiore sarà la possibilità di ottenere condizioni contrattuali migliori. La lotta dei penultimi contro gli ultimi, tipicamente italiana, non porta da nessuna parte.

La politica e il sindacato, nella loro interezza, facciano autocritica. Lo scandalo dei postini precari e degli straordinari non pagati si trascina da almeno un decennio. Perché i vertici sindacali e i leader di partito hanno tendenzialmente tollerato questo modo di operare da parte di un’azienda come Poste Italiane? Soprattutto, alla luce di quanto mostrato da Report, quali sono le proposte messe in campo per dare giustizia all’esercito di sfruttati? Carmine Pascale

La lettera dell’ex postino Carmine Pascale

Diritto alla casa, questione sociale

La conferenza di Roma, alla quale hanno partecipato anche alcuni amministratori delle città venete, è stata l’occasione per fare il punto con rappresentanti di città ed istituzioni europee sulle politiche abitative in Italia e in Europa e su alcuni temi urgenti come l’edilizia residenziale pubblica, le agenzie sociali per l’abitare, la carenza di affitti e l’energia verde e il consumo di suolo. L’intento è scambiare buone pratiche, cercare soluzioni, proporre politiche sulla casa. Nella speranza che qualcosa si muova anche a livello nazionale perché “è ora di mettere il diritto alla casa, la protezione delle famiglie vulnerabili e la transizione energetica in cima all’agenda”. L’incontro internazionale ha cercato di fornire uno strumento utile agli amministratori pubblici, locali e nazionali, che quotidianamente devono confrontarsi con il fenomeno della precarietà abitativa, per interpretare la realtà e selezionare le esperienze positive già esistenti. In questi anni, hanno sottolineato gli esperti, cambiamenti radicali si sono manifestati nella società, nella famiglia e nella condizione economica della popolazione. La domanda di alloggi a prezzi accessibili supera di gran lunga l’offerta, creando una situazione di crisi che colpisce persone di tutte le età e famiglie di tutte le dimensioni, in particolare nei contesti cittadini dove più grave è il deficit di patrimonio pubblico. È uno scenario purtroppo in crescita, aggravato dall’ampliamento delle diseguaglianze economiche e sociali e dall’impoverimento della classe media. Tante persone si vedono negato un diritto, quello all’abitare, che è un diritto essenziale per il pieno riconoscimento della dignità di ogni persona e, in seconda battuta, dei suoi diritti di cittadinanza. L’obiettivo si è ampliato rispetto al passato: occorre rispondere anche all’esigenza di nuove residenze ad affitti calmierati, rivolte a quelle fasce intermedie che non riescono a soddisfare il proprio bisogno sul mercato per ragioni economiche e per assenza di un’offerta adeguata, e che però non rientrano nei requisiti per l’assegnazione di alloggi popolari. Questa categoria comprende una varietà di tipologie come giovani coppie a basso reddito, famiglie monogenitoriali, anziani, studenti, lavoratori fuori sede, immigrati. La conferenza ha approfondito le esperienze delle Agenzie sociali per l’Abitare, uno strumento pubblico già presente a Torino, Milano, Napoli, Firenze e Modena, per calmierare il mercato degli affitti residenziali. Lo scopo è reperire alloggi nel mercato privato tramite accordi con i proprietari, in modo da arrivare ad affitti a canone concordato. Una soluzione ancora poco praticata nelle nostre città.

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L’ispezione. Le Fiamme gialle hanno chiesto la documentazione di vecchi bilanci

La Guardia di Finanza in municipio ha raccolto documenti sulla Polizia Locale

Durante un Consiglio comunale, emerge la notizia che la Guardia di Finanza ha prelevato documenti su vecchi bilanci comunali, con un’indagine in corso.

L a Guardia di Finanza si è presentata in Comune a Cadoneghe a prelevare documenti su vecchi bilanci. La notizia è emersa durante un Consiglio comunale, riportata dal consigliere Enrico Scacco, che ne era venuto a conoscenza e che pertanto ha chiesto se la voce rispondesse a verità. La circostanza è stata confermata dal segretario comunale, il quale, definendole queste questioni “vecchiotte e secondarie”, ha riferito che si tratta di segmenti minori di bilanci degli anni passati, che riguardano la polizia locale. I documenti sono riconducibili a un’indagine scaturita da un esposto presentato alle Fiamme gialle, ma non direttamente collegata alla vicenda delle multe degli autovelox, in quanto i bilanci analizzati sono antecedenti al 2023. “Per l’ennesima volta –dichiara il consigliere Scacco – a domanda specifica del sottoscritto è emerso un fatto gravissimo: il segretario comunale ha dovuto ammettere la presenza della Guardia di Finanza nel Comune di Cadoneghe. Chiedo pertanto che sia fatta chiarezza”.

Il Consiglio comunale ha trattato anche la mancata approvazione del bilancio di previsione. La vita di un Comune si regola proprio sul bilancio:

quando manca l’approvazione del bilancio di previsione, si entra in gestione provvisoria e le spese sono limitatissime, mentre se manca l’approvazione del bilancio consuntivo l’amministrazione decade. Non avendo approvato il bilancio di previsione, il Comune di Cadoneghe è entrato in gestione provvisoria, che consente al Comune di pagare solo gli stipendi ai dipendenti e le spese obbligatorie, come i mutui.

“Sia il segretario che la responsabile della ragioneria sono arrivati a dicembre – ha replicato il sindaco Marco Schiesaro – e pertanto siamo in ritardo con l’approvazione del bilancio.

Gli uffici stanno lavorando alacremente per arrivare quanto prima alla sua approvazione”.

Il Comune ha affidato un incarico da cinquemila euro a un esperto esterno, affinché espleti gli adempimenti propedeutici alla redazione del bilancio.

Contrariamente al solito, il pubblico in sala era molto numeroso: diversi cittadini hanno fatto sentire con la loro silenziosa protesta la loro protesta per l’aumento delle bollette dei rifiuti. Altri avevano pacchi di multe in mano e attendono ancora i rimborsi dei soldi pagati. Su proposta del consigliere Enrico Sacco, le minoranze hanno chiesto l’istituzione di

una commissione speciale di controllo, che si occupi di verificare l’iter che sta seguendo la vicenda delle multe elevate dai due velox lungo la SR307 del Santo oramai due anni fa, e per le quali c’è un processo penale in corso. Ma la proposta è stata bocciata dalla maggioranza, ritenendola inutile e superflua.

Raccolti quasi cento chili di cibo per le colonie feline

Quasi cento chili di cibo secco e umido sono stati raccolti sabato 15 marzo nel corso della colletta alimentare dedicata alle colonie feline di Cadoneghe. L’iniziativa è stata promossa dalla consigliera comunale con delega al benessere degli animali Enza Pala, in collaborazione con l’associazione Balzoo, alla colletta hanno aderito i supermercati Alì nei tre punti vendita di Cadoneghe, Abano Terme e Mellaredo. Al termine della giornata i volontari hanno potuto raccogliere e contare quanto generosamente donato dai clienti.

Una prima colletta alimentare che ha avuto un grande successo di partecipazione e tanta generosità che si è tradotta in buon cibo da distribuire ogni giorno nelle colonie di Cadoneghe. In tutto il territorio ne sono dislocate dodici e vi vivono 124 gatti. Sono gestite da alcune volontarie che provvedono alla sterilizzazione per contenere il numero dei mici e li sfama-

no ogni giorno. “Aiutare le colonie feline – dichiara la consigliera Enza Pala, promotrice dell’evento – significa prendersi cura di esseri viventi che fanno

lontari, l’associazione Balzoo e anche i negozi Alì per aver ospitato l’iniziativa”.

Aggiunge il sindaco Marco Schiesaro: “Gli animali sono

parte del nostro tessuto sociale. Il coinvolgimento di tutta la comunità e la collaborazione con associazioni come Balzoo è essenziale per dare il giusto supporto a questi animali. Ringraziamo chi ha donato, i vo-

una parte fondamentale del nostro territorio e della nostra comunità. La loro cura richiede l’impegno di tutti e iniziative come questa dimostrano l’importanza di fare rete per il bene comune”. (cri.s)

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Focus

emergenza abitativa. L’assessore al sociale di Cadoneghe Paola Ranzato fa il punto

Fotografia di un paradosso: gli alloggi

ci sono ma le famiglie restano in attesa

In un territorio molto ambito dal punto di vista abitativo, nonostante la domanda elevata esistono ancora numerose criticità. “Siamo l’ottavo comune per numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica, ma una parte di questi non è assegnata. Intendiamo lavorare sul social housing”

“L’accesso a un’abitazione dignitosa rappresenta una delle sfide sociali più urgenti per le amministrazioni locali, che si trovano a gestire situazioni di crescente difficoltà economica e di emergenza sociale”: questa la premessa di Sara Ranzato, assessore al sociale del Comune di Cadoneghe, da anni in prima linea proprio sul fronte delle politiche abitative. Cadoneghe, per la sua posizione strategica nella cintura urbana di Padova e la vicinanza ai principali servizi, è un territorio molto ambito dal punto di vista abitativo. Tuttavia, nonostante la domanda elevata, esistono ancora numerose criticità nel settore dell’edilizia residenziale pubblica.

“Il patrimonio di alloggi ERP di proprietà di Ater Padova sul nostro territorio comunale è si-

gnificativo, - continua l’assessore - siamo l’ottavo Comune dei 101 comuni della provincia di Padova per numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica, ma una parte di questi risulta attualmente non assegnata. Un numero consistente di abitazioni è sfitto da anni e necessita di interventi di ristrutturazione prima di poter essere riassegnato alle famiglie in lista d’attesa. Questa situazione evidenzia un problema strutturale: da un lato la crescente richiesta di case a prezzi calmierati, dall’altro la difficoltà di recuperare e mettere a disposizione il patrimonio abitativo pubblico esistente.

L’emergenza abitativa è spesso il risultato di altre problematiche sociali che colpiscono in modo trasversale la popolazione”.

Ecco allora che la perdita del

lavoro e la precarietà economica rendono difficile sostenere un affitto o ottenere un mutuo, mentre il sovraindebitamento può portare a situazioni di sfratto o di difficoltà nel reperire una nuova sistemazione. “Anche le separazioni e la disgregazione dei nuclei familiari - osserva Ranzato -creano frequentemente la necessità di trovare soluzioni abitative alternative in tempi brevi. In assenza di un sistema efficace di supporto, queste situazioni possono trasformarsi in emergenze, con un impatto diretto sulla qualità della vita delle persone coinvolte”.

Per affrontare queste sfide, il Comune di Cadoneghe intende promuovere un approccio basato su interventi concreti e su una maggiore collaborazione tra istituzioni pubbliche e privati. “Un primo passo riguarda il dialogo con l’Ater - spiega l’assessore Ranzato - per accelerare il recupero e la riassegnazione degli alloggi sfitti, individuando risorse economiche e strumenti amministrativi che possano agevolare il processo di ristrutturazione.

Parallelamente, diventa sempre

più importante coinvolgere i proprietari di immobili privati attraverso incentivi che favoriscano la rimessa sul mercato degli appartamenti attualmente non utilizzati. Esistono modelli di successo in altre realtà, come le Agenzie sociali per la locazione, che po-

De Poli: “Serve un Piano Casa con misure ad hoc per la rigenerazione urbana”

“Serve un Piano Casa che favorisca l’accesso all’abitazione per i ceti medi e dia nuova linfa al comparto edilizio. L’edilizia rappresenta un motore fondamentale e non possiamo permetterci un rallentamento che penalizzi imprese e lavoratori”: questa la ricetta del senatore Udc Antonio De Poli per rispondere all’emergenza abitativa. Vanno individuati strumenti normativi e finanziari

adeguati, prevedendo anche sgravi fiscali e agevolazioni per incentivare gli investimenti nel recupero delle aree da riqualificare. “Il centrodestra al Governo è a lavoro per la revisione del Testo unico sull’edilizia - aggiunge De Poli - e per una legge (incardinata in Commissione VIII in Senato) sulla rigenerazione urbana. E’ necessaria un’azione coordinata che garantisca continuità negli

investimenti per evitare il blocco dei cantieri e favorire la crescita del settore; semplificazione burocratica, per accelerare le procedure e incentivare nuovi progetti; rigenerazione urbana e sostenibilità ambientale, per un’edilizia moderna ed efficiente. Occorre un’azione concreta per sostenere il settore e offrire nuove opportunità ai cittadini”.

trebbero essere replicati con l’obiettivo di garantire ai proprietari pagamenti sicuri e agevolazioni fiscali, favorendo al contempo l’accesso alla casa per le fasce più deboli.

Uno strumento su cui intendiamo lavorare - puntualizza l’assessore - è quello del social housing, un modello abitativo pensato per chi ha un reddito troppo alto per accedere all’edilizia pubblica ma insufficiente per sostenere i costi del libero mercato. Attraverso partenariati tra pubblico e privato, è possibile realizzare nuovi progetti che offrano soluzioni abitative a canone calmierato, contribuendo così a ridurre la pressione sulla domanda di alloggi ERP.

Garantire il diritto alla casa è una priorità che richiede un impegno costante e strategie a lungo termine. La nostra amministrazione continuerà a lavorare su più fronti per rendere il territorio più inclusivo, sostenendo le persone in difficoltà e promuovendo politiche abitative che rispondano alle reali esigenze della nostra comunità”.

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Sara Ranzato, assessore al sociale del comune di Cadoneghe

Focus emergenza abitativa/2. Il segretario provinciale del sindacato unitario inquilini e assegnatari Michele Brombin

Il Sunia: “Cittadini ignorati e calpestati, diciamo no al metodo spacca-famiglia”

C’è chi l’emergenza casa la tocca con mano, quotidianamente, perché si trova in prima linea accanto a chi un’abitazione l’ha persa per uno sfratto o non riesce proprio a trovarla, perché è rimasto senza lavoro, oppure perché è straniero, ma anche anziano e la pensione non basta per permettersi di pagare un affitto. Michele Brombin, segretario provinciale del Sunia di Padova, il sindacato unitario nazionale inquilini ed assegnatari di questi casi ne segue a decine e traccia un quadro preoccupante, nel quale a pesare sono le distorsioni del mercato, con la carenza di alloggi e i prezzi impazziti, ma anche la burocrazia e il rapporto difficile con le istituzioni.

Nella cintura urbana di Padova il Sunia sta seguendo diverse situazioni critiche, storie nelle quali ci sono famiglie divise, persone per strada, bambini e mamme spostati da una parte all’altra, ma anche pensionati che non sono più in grado di sostenere le spese dell’affitto. “Stiamo seguendo dei casi veramente difficili - spiega Brombin - proprio nei Comuni che circondano Padova. Abbiamo il caso di una famiglia rimasta senza abitazione, con la madre e i tre figli ospitati in una struttura di accoglienza e il padre, che ha un lavoro part time,

costretto ad arrangiarsi con sistemazioni di fortuna o a dormire per strada. Dovrebbe anche occuparsi di trovare un nuovo alloggio, ma in queste condizioni non ci riesce. Intanto però il comune sta spendendo 240 euro al giorno per garantire una sistemazione alla moglie e ai tre bambini in una struttura di ac-

coglienza. E’ una spesa notevole, abbiamo proposto all’amministrazione comunale di affittare da privati un alloggio e darlo in concessione alla famiglia, che in questo modo potrebbe riunirsi, ma non se n’è fatto nulla, il comune non ne vuole sapere. Eppure risparmierebbe parecchio denaro e potrebbe dare un po’ di respiro ad un nucleo familiare che si trova in evidente difficoltà.

Va detto - aggiunge il segretario del Sunia padovano - che i Comuni spesso si trovano da soli ad affrontare l’emergenza abitativa e gli approcci sono sono gli stessi. Alcuni servizi sociali adottano il sistema che ho ribattezzato “spacca famiglia”, come quello di cui parlavo, invece di intervenire subito, come chiediamo inascoltati noi del Sunia, con l’assegnazione in emergenza abitativa, un provvedimento previsto dalla legge regionale. Ma ci sono anche assistenti sociali che arrivano ad opporsi all’ufficiale giudiziario proprio perché non vogliono dividere il nucleo familiare e separare i bambini da uno dei genitori. Purtroppo la Regione e lo Stato fanno poco o nulla per garantire il diritto alla casa che invece dovrebbe essere al primo posto nelle loro priorità”, conclude Brombin. Nicola Stievano

Tra Cadoneghe e Limena un appartamento nuovo costa 250 mila euro

“A nord di Padova seguiamo numerose situazioni critiche, con persone per strada, famiglie divise e sportate da una parte all’alta. I Comuni spesso si trovano da soli ad affrontare questi casi ma la sensibilità non è sempre la stessa”

Comprare casa a nord di Padova significa affrontare un investimento che non tutti possono permettersi, in particolare per le nuove abitazioni, considerati i prezzi rilevati in questi mesi dalla Fiaip, la Federazione italiana agenti immobiliari professionali. A Cadoneghe per una abitazione nuova bisogna mettere in conto un investimento superiore ai 2200 e fino ai 2400 euro al metro quadrato nei quartieri Bragni, Castagnara e Mejaniga, in centro si pagano almeno duecento euro in più, fra i 2300 e i 2500 euro al metro. Questo significa che per acquistare un appartamento da 1 00 metri quadrati si spendono circa 250 mila euro, una cifra che non tutte le famiglie riescono a sostenere, considerata anche la quota che si riesce

a coprire con i mutuo. Si spende qualcosa di meno nelle località più periferiche di Bagnoli e Mezzavia, tra i 1500 e i 1700 euro al metro quadrato. Guardando invece all’usato ristrutturato e in ottime condizioni il costo va da un minimo di 1200 euro in periferia ad un massimo di 1800 nelle zone centrali mentre solo per i fabbricati da ristrutturare le quotazioni scendono sotto i mille euro. Anche a Limena in pieno centro per un nuovo alloggio si possono arrivare a spendere 2400 euro al metro quadrato, ma in questo caso la media è più bassa e la quotazione di partenza è di duemila euro per alcune tipologie di nuovi immobili. Sull’usato ristrutturato invece si fa da un minimo di 1200 euro in periferia ai 1800 in centro. Le quota-

zioni restano elevate a Vigodarzere dove in centro per un edificio di nuova costruzione i prezzi vanno da 1900 euro a 2200 euro al metro quadrato, mentre a Busiago e Saletto si scende intorno ai 1500. L’usato ristrutturato è valutato dai 1200 euro della periferia ai 1700 in centro. Infine a Curtarolo troviamo i prezzi più contenuti con 1500-1600 euro per il nuovo nelle zone centrali e 1300-1400 nelle frazioni, per poi scende di qualche centinaio di euro con l’usato. Il problema generalizzato, confermano gli agenti immobiliari della Fiaip padovana, resta quello degli affitti, con difficoltà crescenti nel trovare appartamenti in locazione. E più ci si avvicina alla città più il prezzo aumenta e la disponibilità cala vertiginosamente.

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Una manifestazione di protesta del Sunia di Padova

La ditta Nitrex sistema i danni dell’esplosione della torre piezometrica

L a ditta Nitrex, che ha abbattuto la torre piezometrica di Bagnoli a Cadoneghe, ha riparato e ripagherà i danni accusati dai detriti che sono volati tutt’intorno, colpendo gli edifici vicini e anche i giochi nel piccolo parco all’angolo tra via Augusta e via Bagnoli.

Nonostante la torre sia implosa su se stessa, come da programma, numerosi detriti sono schizzati tutto attorno, danneggiando tutto quanto hanno trovato sul loro cammino. Il complesso residenziale di selciato Santo Stefano, che si affacciava sulla torre serbatoio, ha subito danni al tetto, alla parte, agli infissi delle abitazioni i cui balconi e vetri sono stati parzialmente rotti. I vetri delle finestre della trattoria Da Gambaro sono esplosi, il cancello di villa Augusta è stato per metà scardinato, i giochi della piccola area verde sono stati crivellati. Nel corso dell’operazione di demolizione della torre piezometrica di Bagnoli, avvenuta il 6 marzo, si sono registrati dei “danni collaterali”; inoltre si è verificato il leggero ferimento di una donna, che guardava le operazioni di demolizione dietro una transenna posta a chiusura della strada e che è stata colpita da alcuni detriti volanti. La ditta Nitrex, che ha realizzato l’intervento, si è detta fin da subito disponibile a ripagare e riparare i danni.

I tecnici, nel frattempo guardavano il serbatoio rimasto integro, che aveva per inaspettatamente sbriciolato la cisterna sottostante, che invece sarebbe dovuta rimanere anch’essa intatta. “La cisterna superstite è in fase di demolizione – prosegue il sindaco Schiesaro – e sta prendendo più tempo del previsto, considerata la consistenza del manufatto”.

Salvato

“La fase post demolizione della torre idrica Etra a Bagnoli sta procedendo – dichiara il sindaco di Cadoneghe, Marco Schiesaro – ed è in corso il ripristino dei danni. La facciata del fabbricato che guardava la torre è stato ridipinto dopo che gli operai hanno stuccato le parti interessate dai detriti. Gli infissi degli appartamenti sono stati ordinati e alcuni già sostituiti. La cancellata di ingresso ai garage interrati interamente verniciata di verde e anche il muro di discesa. Cartelli e altalene pubbliche sono state ordinate e arriveranno nelle prossime settimane”. Subito dopo la demolizione, gli abitanti del complesso residenziale accanto alla torre avevano mostrato sconsolati i tanti danni subiti.

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La biblioteca si rinnova negli arredi e negli orari

Novità in biblioteca: sono arrivati nuovi arredi, cambiate le luci, c’è una nuova sala di lettura ed è stata rinnovata la sezione locale. Da qualche mese anche l’orario è stato modificato, estendendolo anche in alcune serate. La biblioteca Pier Paolo Pasolini di Cadoneghe si è arricchita di nuove scaffalature di colore chiaro, che donano una nuova luce alla sala lettura. È stato completato anche il rinnovo di tutti i sistemi di illuminazione a led, rendendo l’ambiente più accogliente e funzionale. L’investimento per i nuovi arredi è stato di circa undicimila euro. È stata allestita inoltre una nuova sezione locale, dove trovare libri che raccontano la storia di Padova e di Cadoneghe. “Se non conoscete la storia del nostro Comune – dichiara il sindaco Marco Schiesaro – vi invito a venire in biblioteca a scoprirla. Ringrazio il consigliere comunale con delega alla biblioteca Nicola Pasqualotto e l’assessore alla Cultura Sara Ranzato, con i quali abbiamo selezionato anche molti titoli che approfondiscono aspetti poco conosciuti di Padova, Venezia e del Veneto, con pubblicazioni recenti che offrono spunti affascinanti per scoprire il nostro territorio: dai luoghi più strani di Venezia alle leggende e ai miti di Padova”. Al primo piano è stato allestito un nuovo spazio dedicato alla lettura immersiva, pensato per rendere la biblioteca non solo un luogo di studio, ma anche un ambiente in cui immergersi in percorsi tematici e scoprire nuove pubblicazioni. Sono in vigore i nuovi orari della biblioteca, introdotti grazie alla richiesta di un gruppo di giovani cittadini che hanno portato la loro proposta direttamente nell’ufficio del sindaco. È aperta sia al mattino che al pomeriggio dal lunedì al venerdì. Il mercoledì l’orario si estende fino alle 22 e giovedì fino alle 20. È aperta anche il sabato mattina. (cri.s.)

La torre abbattuta

La protesta. Alcuni cittadini hanno manifestato davanti al municipio

Sit-in contro il caro bollette dei rifiuti

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n gruppo di cittadini si è ritrovato davanti al municipio di Cadoneghe per protestare contro il caro bollette dei rifiuti. “Siamo preoccupati per questi aumenti delle bollette dei rifiuti in un momento di difficoltà economica – scrivono i cittadini riunitisi in un comitato spontaneo –. A cosa serve la differenziata se i costi aumentano? Vogliamo sapere quali sono i costi che gonfiano le bollette. Chiediamo che il Comune ci dia delle risposte concrete”. Per dare forza allo loro protesta e alle loro richieste erano quindi davanti al Comune, a sventolare le loro bollette. “La manifestazione è stata organizzata da semplici cittadini senza sigle di partito – dichiara il consigliere Enrico Scacco –. Personalmente io e gli altri consiglieri di minoranza appoggiamo l’iniziativa e daremo il nostro supporto a chi giustamente manifesta contro gli aumenti delle bollette dei rifiuti e chiede spiegazioni all’amministrazione di Cadoneghe in quanto socia Etra. Il 20% è un aumento folle, che non ha corrispondenza con l’aumento delle materie prime, dell’inflazione, dei costi di gestione. Nessun’altra società di asporto rifiuti ha aumentato i costi del 20%, quindi si sentono vittime giustamente come cittadini di un’ingiustizia e di una discriminazione. Questo avviene con la complicità dei sindaci, compreso Cadoneghe, Comune che è socio di Etra, e non ha mai

fatto sentire la sua voce contro questi aumenti: non ha partecipato all’assemblea in cui sono stati decisi pertanto non ha potuto esprimere il suo eventuale dissenso”.

Alla manifestazione era presente anche la consigliera del Partito Democratico Lucia Vettore. “Come sempre è mancato il dialogo con i cittadini – dichiara la consigliera – e non è stato organizzato alcun incontro informativo per preallertare e

informare i cittadini dell’arrivo delle bollette aumentate. Il servizio di asporto dei rifiuti nel frattempo è ridotto e iniquo, con maggiori disagi nei conferimenti e il ritardo nella rigenerazione delle isole. Vorremmo sapere a cosa davvero sono da attribuire gli aumenti e perché i cittadini devono solo subire le decisioni e pagare i maggiori costi”.

Cristina Salvato

Trovati bocconi sospetti nel parco di via Pacinotti

Bocconi di carne sospetti sono stati trovati nel parque di via Pacinotti, nel quartiere Bragni a Cadoneghe. Un parco pubblico, frequentato da tanti bambini e dai padroni di cani. Le polpette di carne, al cui interno era presente una sostanza scura, erano nascoste sotto alle

foglie. Ad accorgersi delle polpette è stata una donna che aveva portato a passeggio il suo cane, il quale, fiutato il boccone, si era avvicinato alle foglie, permettendo alla proprietaria di scoprirne altri. La donna ha segnalato subito l’episodio al sindaco Marco Schiesaro, che ha fatto intervenire la polizia locale per i rilevi e le indagini. “L’ignoranza e la cattiveria pare non abbiano confini –dichiara indignato il sindaco Schiesaro – e arrivano addirittura a procurare del male ai nostri amici domestici. Nel parco di via Pacinotti sono stati segnalati dei bocconi di carne, allettanti per i cani che, passeggiando, potevano notarli e mangiarli. Al momento non si sa se contenessero veleno o sostanze nocive”. (cri.s)

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Lavori. Riqualificati alcuni marciapiedi e l’accesso al centro San Francesco

Rimessa a nuovo e in sicurezza

la frazione di Santa Maria di Non

I

l Comune di Curtarolo è intervenuto con alcuni lavori di miglioramento stradale e riqualificazione della frazione di Santa Maria di Non: sono state asfaltate strade, sistemati marciapiedi e messo in sicurezza l’esterno del centro San Francesco. È stato innanzitutto asfaltato l’ultimo tratto di via Ca’ Ferri per consentire anche ai ciclisti che usufruiscono della ciclabile lungo il Brenta di giungerci in maniera più comoda e sicura. Un intervento molto importante poiché questa ciclabile è molto utilizzata anche dai ciclisti fuori Comune: sta infatti aumentando notevolmente il cicloturismo su questo tratto di pista che fa parte del percorso dell’Ostiglia, il quale collega il territorio di Curtarolo a Padova e al cammino di Sant’Antonio.

Sono stati poi sistemati i marciapiedi nelle vie Mandic e Bachelet, creando, attraverso l’abbattimento delle barriere architettoniche, un percorso in sicurezza per i disabili e un collegamento pedonale sicuro con il parco, la piastra dove vengono svolte le attività sportive, la palestra all’aperto e la scuola. “Siamo intervenuti poi con la creazione di attraversamenti pedonali rialzati – illustra l’assessore ai Lavori pubblici, Simone Duregon – per ga-

rantire la sicurezza dei pedoni, soprattutto dei bambini che frequentano la scuola e le attività sportive e ricreative. Un intervento al quale tenevamo particolarmente, che va a completare la riqualificazione della frazione e la sua messa in sicurezza”. Al centro San Francesco, invece, è stata riqualificata tutta la parte esterna: sono stati rimossi gli scalini di accesso ed è stato creato un collegamento al parco giochi e al

parcheggio con un nuovo viale pavimentato. In questo modo sono state rimosse le barriere architettoniche consentendo di muoversi agevolmente e di raggiungere ogni struttura ed edificio e il parcheggio anche alle persone con ridotta mobilità e disabilità. Il Comune è intervenuto anche sull’edificio stesso, migliorandone l’efficientamento energetico e costruendo un ascensore per consentire l’utilizzo dello stabile anche alle persone con difficoltà motorie.

La frazione di Santa Maria di Non era stata oggetto di un primo intervento di riqualificazione esattamente un anno fa: il Comune aveva eseguito con fondi propri i lavori di sistemazione e di ripristino dei marciapiedi, in entrambi i lati, lungo via Santa Maria di Non. L’anno prima era stata realizzata, grazie a fondi Covid, la palestra nel verde nell’area di via Padre Leopoldo Mandic: un parco da tempo abbandonato all’incuria e tornato invece a ripopolarsi di utenti che usufruiscono delle strutture fitness e dei nuovi giochi per bambini inaugurati l’anno scorso al quale si aggiungerà la sistemazione della piastra multifunzione.

Cristina Salvato

Luca Zaia apre la rassegna letteraria

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha inaugurato la rassegna letteraria degli incontri con gli autori che si è svolta nel mese di marzo. Zaia ha presentato alla sala Forum il suo ultimo libro “Autonomia. La rivoluzione necessaria” , ripercorrendo il percorso della “madre di tutte le battaglie”, utile a rendere il Paese più efficiente e vicino ai cittadini. La sala consiliare ha ospitato invece il 15 e il 16 marzo

Angela De Checchi con il suo libro “Luce”, Lorenzo Panizzolo e il suo romanzo “Il destino di Felice” , Luigi Rosin con il volume “Lo strappo”. La nostra rassegna letteraria si è conclusa con la presentazione di “Viaggio all’Inferno” di Rocco Cosentino. Quattro scrittori che hanno presentato le loro opere, raccontando storie, emozioni, pezzi di vita e ispirazioni dietro le pagine. (cri.s)

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Limena

La mostra “Gabriele d’Annunzio, uno sguardo immaginario sul Vittoriale”

Quattro fotografi di Limena presentano una visione unica del Vittoriale in una mostra inaugurata durante le celebrazioni per il centenario dell’arrivo della prora della nave Puglia

Èstata inaugurata nella cornice del Vittoriale degli Italiani, la villa di Gabriele d’Annunzio, a Gardone Riviera, nello spazio espositivo chiamato il “Golfo Nascosto sotto il grande teatro che guarda il lago di Garda”, la mostra fotografica “Gabriele d’Annunzio, uno sguardo immaginario sul Vittoriale” di quattro fotografi che lavorano a Limena, Alberto Crivello, Roberto Antelo, Ivan Pulpito e Gianmario Battaglino.

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via Monte Grappa, 32/a Limena (Pd) tel. 049 738 75 24 · cell 389 343 43 76 info@ediliziaper. com www.ediliziaper.com

All’inaugurazione in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Limena è stato presente il presidente del consiglio comunale con delega alla cultura, Giovanni Faccin. “La giornata è stata davvero speciale – afferma il consigliere incaricato alla cultura Giovanni Faccin – in quanto l’inaugurazione è avvenuta durante le celebrazioni per il centenario dell’arrivo della prora della nave militare italiana Puglia nei giardini della villa. La giornata è stata organizzata dal Presidente della Fondazione del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri che ha visto le più alte autorità civili e militari presenti per l’occasione. Era presente anche Sua Altezza Reale il Principe Aimone di Savoia

in quanto la Real Casa ha donato una collezione di modelli navali storici per il museo all’interno della nave Teseo”.

“I quattro fotografi, – aggiunge il consigliere Faccin – ben amalgamati ma con peculiarità artistico fotografiche diverse e ben definite, lavorano a Limena e i loro passi sono stati seguiti ed incoraggiati dall’amministrazione Tonazzo e in particolar modo dall’assessorato alla cultura. Questa tappa arriva dopo una loro esposizione di ottimi scatti, patrocinata dal Comune, sulla cittadina di Tresigallo, il paese metafisico. Da lì è nato un reciproco incoraggiamento che il

a

agosto con le loro foto è motivo di orgoglio per tutta la comunità limenese. Apprezzamenti per questo sguardo immaginario sul Vittoriale sono arrivati dal Presidente Giordano Bruno Guerri, ma anche dal nipote stesso di D’Annunzio. È stata quindi una soddisfazione poter essere con loro al Vittoriale in questo importante momento. La mostra fotografica certamente verrà ospitata anche a Limena come promesso dai quattro fotografi. Complimenti ancora per aver raggiunto questo prestigioso traguardo”.

Fanny Xhajanka

Prosegue la rassegna “LIMENAteatro Primavera 2025”

Prosegue la rassegna “LIMENAteatro Primavera 2025” fino a venerdì 30 maggio 2025 nella Sala Teatro Falcone e Borsellino in via Roma 44 alle ore 21 con la direzione artistica di Simone Toffanin. Venerdì 11 aprile appuntamento con “Trentamila dell’Arte” e lo spettacolo “Una volta nella vita” di Giovanni Clementi e la regia di Gianni Rossi. In un obitorio quattro sventurati protagonisti si risvegliano, senza capire perché sono finiti in quella situazione. Si intrecciano le loro storie alternando momenti comici e intervalli di vivace umanità. Venerdì 2 maggio la Compagnia Teatrale “L’Archibugio” andrà in scena con “Amleto” di William Shakespeare e la regia di Giovanni Florio. L’imperativo che muove il principe Amleto è di fare luce sulla morte di suo padre, il re di Danimarca, sulle nozze

affrettate tra sua madre e suo zio

Claudio e molto altro. Venerdì 9 maggio “Cambi Scena” con “On

Demand” lo zapping a teatro, la magia di avere il grande cinema a teatro: un western avvincente, un’emozionante storia d’amore e molto altro. Uno spettacolo di improvvisazione teatrale per vedere film diversi come in un vero e proprio zapping televisivo. Venerdì 23 maggio in occasione dell’anniversario della Strage di Capaci (23 maggio 1992-2025), il Cast presenterà “Omaggio a Falcone e Borsellino” e venerdì 30 maggio si terrà il saggio del corso di teatro 2024/2025 condotto da Simone Toffanin “Non sparate al postino” questi ultimi due appuntamenti ad ingresso libero. Il costo del biglietto di ingresso è di 6,00 euro e i ragazzi al di sotto dei 14 anni non pagano, purché accompagnati da almeno un adulto. E’ gradita la prenotazione inviando una mail a: info@ilcast.it . (f.x.)

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loro essere al Vittoriale fino
fine
Foto dello spettacolo “Niente da dichiarare” andato in scena il 4 aprile

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Una conferenza per parlare di lotta alla violenza di genere

C

omune di Limena, Cantiere delle donne, Daigo Music School, Danzacity, associazione Insieme, il 18 marzo erano presenti alla conferenza stampa organizzata dalla Camera dei Deputati, con una numerosa delegazione di giovani padovani, per parlare di lotta alla violenza di genere. Ad ospitare la delegazione padovana le onorevoli Martina Semenzato e Laura Ravetto, rispettivamente Presidente e Segretario della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere.

“Questa visita a Roma, alla Camera dei Deputati, – sottolinea il sindaco Stefano Tonazzo – vuole ribadire l’impegno padovano nella lotta alla violenza di genere, a partire soprattutto dai più giovani.

L’incontro è stato un vero e proprio dialogo operativo tra il territorio, i giovani, le associazioni e la politica nazionale, sul tema della violenza di genere e degli stereotipi”.

“Ho promosso questo convegno – afferma l’assessore ai rapporti con le istituzioni e alla pubblica istruzione Eleonora Paccagnella, già consulente legislativo alla Camera dei Deputati – perché credo sia importante il confronto istituzionale su più livelli rispetto la tematica della violenza di genere: tema a cui tengo molto e su cui lavoro da sempre. Bello aver visto la sala stampa della Camera dei Deputati piena di nostri giovani e famiglie del territorio oltre alle importanti associazioni come Daigo Music School, Danzacity e l’associazione Insieme che hanno portato le loro importanti realtà a Roma con me. Grazie al sindaco e al consigliere Faccin per la loro presenza”.

ribadito Federica Sandi, psicologa, vicepresidente dell’Ordine degli psicologi del Veneto, già parte del direttivo dell’associazione.

“Siamo onorate di essere qui a rappresentare l’impegno di tante donne e uomini che dal 2020 ci seguono e partecipano attivamente all’attività dell’associazione – spiega la presidente del Cantiere delle donne Micaela Faggiani – perché crediamo che solo così, in rete e non escludendo nessuno, possiamo cambiare le cose. La tragica vicenda di Giulia Cecchettin ci ha spronato solo ad andare avanti così come abbiamo fatto con il

libro. Il Cantiere delle donne sta lavorando dal basso, con le donne, gli uomini, le istituzioni come il Comune di Limena in questo caso, per non far abbassare la guardia, partendo dai giovani perché siano loro a portare avanti questo impegno civile che riguarda tutti”.

A ribadire l’impegno anche del

Governo su questi temi sono state le due onorevoli Martina Semenzato e Laura Ravetto, ricordando anche un meno 8% dei femminicidi nel 2024 rispetto all’anno precedente, grazie all’impegno di tutti i soggetti deputati e delle leggi in vigore, in primis il Codice Rosso. Fanny Xhajanka

L’istant book “Il rumore delle parole”, presentato per l’occasione a Montecitorio, è un libro corale, scritto da 38 donne che hanno voluto raccontare le loro storie di violenza quotidiana. Non è un caso che a leggere due brevi frammenti del libro siano stati due giovani ragazzi e che il tutto sia stato unito anche alla musica e alla danza, per ribadire il concetto che solo assieme si sconfigge questa piaga, con modalità comunicative anche diverse, più esperienziali, come ha

La Protezione Civile ha organizzato due giornate per far conoscere le loro attività Sabato 17 e domenica 18 maggio sul prato davanti alla Barchessa la Protezione Civile ha organizzato due giornate per far conoscere questa realtà così importante per il territorio. Ci saranno momenti dedicati ai più piccoli con la costruzione di un ponte tibetano, momenti dedicati ai giovani per far conoscere le attività della Protezione Civile e momenti conviviali come il pranzo della domenica e sabato sera si terrà il concerto di Saba De Rossi. “Sono grata – afferma il consigliere incaricato alla protezione civile Lorenza Sartori – di poter

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affiancare questo gruppo con la delega che mi è stata affidata. Abbiamo bisogno di nuovi volontari e volontarie per riuscire ad affrontare le necessità che via via si presentano. La formazione è continua e si svolge, oltre al corso base, ogni primo martedì del mese e con appuntamenti pratici una volta al mese. È un’occasione unica potersi dedicare alle necessità del paese e spero che sempre più persone sentano questa chiamata. Con la due giorni vogliamo farci conoscere e far vedere le mille attività che un volontario di protezione civile può svolgere. Ringrazio di cuore i volontari già presenti e spero che il vederli all’opera sia di stimolo per tutti noi. Perciò vi aspettiamo il 17 e 18 maggio per conoscere meglio l’operato dei volontari e per trascorrere del tempo insieme”. (f.x.)

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Vigodarzere

Urbanizzazione. Incontro con i firmatari della petizione contro la nuova installazione in via Roma

Nuova antenna in arrivo: il comune risponde ai cittadini

LOgni quattro mesi un controllo tecnico sulle giostrine nei parchi

’amministrazione comunale di Vigodarzere ha recentemente incontrato alcuni rappresentanti dei cittadini firmatari di una petizione che si oppongono alla nuova antenna in fase di installazione in via Roma. La preoccupazione principale dei residenti riguarda i potenziali rischi per la salute e la possibile svalutazione delle proprietà immobiliari, ma il Comune ha fatto chiarezza sulle sue limitate possibilità di intervento. Il sindaco Adolfo Zordan, insieme alla Giunta e al tecnico comunale, ha spiegato che, trattandosi di un accordo tra un gestore di telefonia e un’attività privata, l’amministrazione non ha alcuna autorità per negare l’autorizzazione all’installazione. Il contratto stipulato tra il gestore e il privato, infatti, è stato già accompagnato da tutte le autorizzazioni necessarie, tra cui quelle di Arpav, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Veneto, che ha dato il via libera all’operazione. Secondo quanto stabilito dal Decreto Legislativo 207/2021, che disciplina gli impianti di comunicazione, le antenne, anche se installate su terreni privati, sono considerate opere di urbanizzazione primaria, ovvero servizi pubblici, come strade, fognature o acquedotti. Per questo motivo, non esistono aree dove l’installazione di antenne è vietata, salvo i limiti legati alle emissioni elettromagnetiche, che vengono monitorati e approvati da Arpav. Nel caso della nuova antenna in via Roma, infatti, Arpav ha dato parere favorevole, e il Comune ha dovuto procedere con l’autorizzazione. Il sindaco Zordan ha sottolineato che, pur comprendendo le preoccupazioni dei cittadini, l’amministrazione non ha alcuna possibilità di intervenire direttamente su un impianto privato, né di imporre restrizioni in ampie aree. L’unico strumento che il Comune può adottare è il Piano antenne, che prevede la possibilità di indicare siti pubblici sensibili (come le scuole) dove non possono essere in-

stallate antenne, ma sempre fornendo alternative nelle vicinanze. “Condividiamo la preoccupazione dei cittadini per le ripercussioni sulla salute e sulla valorizzazione delle loro proprietà – ha dichiarato il sindaco – ma purtroppo le mani del Comune sono legate. Stiamo valutando la possibilità di affidare a un tecnico la stesura di uno studio di fattibilità per la creazione di un Piano antenne, ma, come già accaduto, questo potrebbe essere aggirato da un operatore privato”.

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A Vigodarzere sono in corso le operazioni di manutenzione delle giostrine e attrezzature ludiche presenti nei parchi pubblici, un intervento fondamentale per garantire la sicurezza dei più piccoli. Circa cinquanta strutture, distribuite in una dozzina di aree verdi del territorio, vengono sottoposte a verifiche e interventi di ripristino da parte di una ditta specializzata incaricata dal Comune.

I controlli, effettuati con cadenza quadrimestrale, servono a individuare eventuali criticità: bulloni da stringere, componenti da sostituire o giochi danneggiati da rimuovere se non più conformi alle normative vigenti. Un’attenzione costante che l’amministrazione comunale considera prioritaria.

“La sicurezza dei bambini è un impegno imprescindibile – sottolinea il sindaco Adolfo Zordan –. Oltre a installare nuove giostrine, ogni anno destiniamo fondi alla manutenzione di quelle esistenti, per offrire spazi sempre sicuri e accoglienti”. Solo nel 2023, il Comune ha stanziato 45mila euro per la manutenzione delle aree gioco, cui si aggiungono altri 25mila euro assegnati lo scorso anno e i cui lavori proseguono ancora oggi.

Oltre alla sicurezza, la cura di questi spazi ha un valore estetico e sociale: “Parchi curati significano comunità più vivibili – aggiunge il sindaco –. Mantenerli in buono stato vuol dire anche rispettare gli investimenti fatti con risorse pubbliche”.

Tra le aree interessate dagli interventi ci sono i principali parchi cittadini, come quello di villa Zusto, il parco inclusivo di via Levi e il parco delle Foibe, oltre a una serie di spazi più piccoli inseriti nei quartieri residenziali. In vie come Olimpiadi, Stern, Venezia e Vespucci, ma anche in via Risorgimento, Carducci, Galilei, Stazione e Don Guzzo, le giostrine rappresentano un punto di riferimento per le famiglie del quartiere, contribuendo alla socialità e al benessere dei più piccoli. (a.b.)

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La mostra. Fino all’8 giugno l’esposizione presenta un inedito vaso funerario

Opera di Canova ritrovata e mai vista, da ammirare al Museo Diocesano

U n’opera di Canova ritrovata, per la precisione un vaso funerario in marmo realizzato per la contessa Luise von Callenberg, è la protagonista della mostra «Il Canova mai visto. Opere del Seminario vescovile e della Chiesa degli Eremitani», a cura di Andrea Nante, Elena Catra e Vittorio Pajusco, ospitata fino al prossimo 8 giugno nel Museo Diocesano.

La mostra, originariamente programmata per l’autunno 2024, è stata poi inaugurata solo lo scorso 8 marzo per motivi tecnici e organizzativi, ma tale ritardo ha permesso di portare alla luce nuove scoperte, frutto delle ricerche degli ultimi mesi, che hanno reso la mostra ancora più interessante e ricca di dettagli rilevanti. La mostra arriva inoltre nel 25° anniversario del Museo diocesano ospitato al Palazzo Vescovile, inaugurato ufficialmente nel 2000.

La mostra è l’occasione per ammirare un’opera di Canova

praticamente inedita: il vaso funerario della contessa Luise von Callenberg, infatti, realizzato dal maestro di Possagno fra il 1803 e il 1807, era stato dato per perso in seguito ai bombardamenti che colpirono Padova nel marzo del 1944 e che intaccarono gravemente anche il complesso degli Eremitani dove sorgeva il monumento funebre in questione, collocato per la precisione nel giardino esterno della chiesa, vicino a un cipresso che tuttora campeggia in quell’area. Ritrovato negli ambienti della parrocchia in seguito a una ricerca sull’inventario dei beni culturali ecclesiastici, il vaso funerario faceva parte di un monumento progettato dagli architetti Domenico Fadiga e Giannanonio Selva che comprendeva anche un cippo recante un componimento di Goethe, una stele con l’epigrafe scritta dall’abate Stefano Antonio Morcelli e sette candelabre. La mostra al Museo Diocesano per-

mette di ammirare l’opera di Canova e altre componenti originarie all’interno di una ricostruzione del monumento funerario.

Un’occasione imperdibile per vedere coi propri occhi un’opera di Canova mai esposta prima d’ora, la mostra offre anche l’opportunità di scoprire alcune testimonianze sull’artista e sul suo legame non solo on la città di Padova ma anche con l’aristocrazia europea e con artisti e intellettuali dell’epoca. I visitatori potranno inoltre fare la conoscenza della nobildonna tedesca cui è dedicato il vaso di marmo, Luise von Callenberg, e dei suoi rapporti con intellettuali e nobili europei, primi fra tutti Johann Wolfgang von Goethe e il senatore e principe Abbondio Rezzonico. Fu proprio nell’abitazione di quest’ultimo, a Bassano del Grappa, che la contessa morì nel 1803.

Completano la mostra i ritratti di alcune delle persoanalità collegate

alla realizzazione del monumento, vedute di Padova che rivelano come si presentasse il monumento prima dei bombardamenti e una serie di documenti e oggetti (tra cui una preziosa collezione di

La Galleria Civica Cavour celebra la fotografia di Walter Rosenblum

C’è tempo fino al 4 maggio per visitare la mostra Walter Rosenblum - Master of Photography, ospitata presso la Galleria Civica Cavour.

La mostra, che si inserisce nel progetto “30 Mignon” pensato per celebrare i 30 anni dello storico gruppo fotografico padovano che dal linguaggio di Rosenblum è stato ispirato, si propone come l’esposizione più ampia mai realizzata in Europa sul fotografo statunitense, nato nel 1919 e in grado di catturare, con i suoi scatti, alcuni dei momenti e delle emozioni più significativi del secolo scorso.

Non si tratta della prima mostra che Padova dedica a Rosenblum, già protagonista di una storica esposizione nel 1999: a distanza di oltre 25 anni l’arte del fotografo torna in città con una collezione di oltre 110 fotografie vintage, alcune mai esposte prima, video e documenti dell’epoca, a fornire un quadro completo del suo percorso artistico.

Visitando la mostra si avrà così modo di appurare come gli scatti di Rosenblum siano stati in grado di cogliere alcuni momenti epocali della nostra storia: dalla vita degli immigrati a New York alla Seconda Guerra mondiale, fino

ai rifugiati spagnoli in Francia e ad Haiti. Gli scatti di Rosenblum non sono però “solo” delle testimonianza di importanti momenti storici, ma sono anche opere in grado di riflettere una profonda sensibilità umanista. Ciò che traspare dagli scatti sono infatti le persone, nella loro dignità e resilienza. Una particolarità dello stile e della personalità del fotografo americano che, pur avendo prodotto delle immagini ben radicate nel suo tempo, non smette di trasmettere emozioni forti e universali alle persone che ammirano le sue foto oggi, a molti decenni di distanza. (f.t.)

3.600 monete dell’antica Roma) del mons. Giovanni Battista Sarotri Canova, fratello di Antonio e suo erede, alunno del Seminario vescovile di Padova. Francesca Tessarollo

IDRAULICI – CALDAIE – POMPE DI CALORE – CLIMA

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Il conto alla rovescia

Se Zaia non sarà della partita, come appare molto probabile, gli scenari nella nostra regione muteranno in modo estremamente significativo perché il buon Luca in questi quindici anni, oltre ad essere alla guida di una delle più importanti regioni italiane, si è, nella sostanza e ancora di più nel percepito, immedesimato con il suo territorio e viceversa.

In buona sostanza il volto, il modo di pensare e quello di sentirsi parte del Veneto in questi anni è stato Luca Zaia come ha dimostrato la percentuale record con la quale

è stato rieletto nel 2020: un 77% che indica come al di là dell’orientamento politico e persino del giudizio amministrativi i Veneti, in modo trasversale, si sono riconosciuti nel Presidente.

Questo cambio epocale ovviamente si incrocia con l’incremento esponenziale del consenso politico di Fratelli d’Italia che, non a caso, chiede per uno dei suoi la presidenza del Veneto. E qui volano gli stracci: per la Lega il Veneto rappresenta la linea del Piave che non può essere valicata e ancora meno sfondata a forza. Le armi sono affilate e le prossime settimane ci diranno chi la spunterà. Sul versante opposto il centrosinistra dallo scorso luglio

ha definito il perimetro della propria coalizione, anche questo caso una bella novità visto che nelle tornate precedenti il campo non era poi così largo – questa volta va, per semplificare, da Italia Viva al Movimento 5Stelle – e soprattutto non era stato definito con così tanto anticipo. Basterà per essere maggiormente competitivi rispetto allo striminzito 15,7% incassato cinque anni fa da Arturo Lorenzoni? Difficile dirlo. Molto dipenderà dal candidato Presidente che saranno in grado di mettere in campo e che, ancora, non si vede all’orizzonte proprio come accade nel centrodestra anche se per ragioni diametralmente opposte.

Il caso. Zaia coglie subito la palla al balzo e sottolinea anche il risparmio economico

Elezioni a primavera 2026, arriva l’assist di Piantedosi: “Le Regioni hanno autonomia”

Elezioni regionali, si riaffaccia l’ipotesi di elezioni nella primavera 2026, anziché alla scadenza autunnale di quest’anno come ormai sembrava ormai assodato. A sparigliare le carte è stato nientemeno che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, da Venezia, con Zaia a fianco. “Le Regioni hanno

tiva regionale preveda una “finestra” per le elezioni in primavera. “Adesso è necessario verificare se questa norma regionale sia in linea con la legislazione nazionale”, ha aggiunto Piantedosi, specificando che, nel caso di divergenze, sarà la normativa nazionale a prevalere. In ogni caso, la possibilità di tenere

piena autonomia sulla data delle elezioni”, ha dichiarato il ministro confermando che la normativa regionale può stabilire il periodo del voto, anche se è necessario un allineamento con la legislazione nazionale. Ma na anche sottolineato che tutte le Regioni godono di piena autonomia nella determinazione della data delle proprie elezioni. E infatti lo stesso Zaia aveva recentemente messo in evidenza come la norma-

elezioni primaverili rimane un’opzione valida, purché vi sia un allineamento tra le disposizioni regionali e quelle nazionali.

Dal canto suo Zaia ha ribadito che sarebbe preferibile svolgere le prossime elezioni regionali nella primavera del 2026 anziché in autunno. Secondo il governatore veneto la scelta della primavera comporterebbe un notevole risparmio economico, considerato le elezioni

per gli altri enti locali, come il Comune di Venezia, sono già in calendario per maggio 2026.

“La primavera sarebbe la soluzione migliore, visto che consentirebbe di risparmiare molti milioni di euro”, ha sottolineato il presidente del Veneto, evidenziando la differenza tra la legge regionale del Veneto, che prevede una sola convo-

cazione elettorale primaverile, e la prassi consolidata che indica l’autunno come termine naturale per il voto, coincidente con la scadenza quinquennale.

Zaia ha aggiunto che l’amministrazione sta attualmente compiendo le verifiche giuridiche necessarie per chiarire quale sia la normativa prevalente e determinare la data

definitiva delle elezioni. “Fino a tre mesi prima, possiamo ancora decidere. Se la convocazione sarà autunnale, il termine ultimo per il voto è tra il 25 e il 23 novembre”, ha concluso il presidente. Considerazioni che ora potrebbero fare breccia e rafforzare il “partito” che vuole andare al voto non prima del 2026.

Il caso. Il Pd insorge, Camani: “Basta giocare con la democrazia”
Sulla data del voto è già battaglia politica, Martella attacca: “Il Veneto non è vostro”

“Le elezioni regionali si tengono ogni cinque anni. Punto. Non lo dice il PD, lo dice la legge”, afferma il senatore Andrea Martella. Il segretario regionale del Partito Democratico critica duramente Piantedosi e Zaia, accusandoli di voler piegare le regole per posticipare il voto. “È clamoroso che si voglia riaprire una discussione che dovrebbe essere chiusa da tempo. E subito Zaia coglie la palla al balzo per rilanciare l’idea di uno slittamento delle elezioni al prossimo anno, con il solito ‘approfondimento giuridico’ utile solo a guadagnare altri mesi di potere”.

Il riferimento è alla proposta, già avanzata in passato, di posticipare il voto oltre la scadenza naturale della legislatura, sulla base di un’interpretazione normativa controversa. Una strategia che per il Partito Democratico avrebbe il solo scopo di

prolungare artificialmente il mandato della giunta uscente.

Martella respinge con forza anche il richiamo alla consuetudine del voto in primavera. “Nel 2020 si votò in autunno solo per l’emergenza Covid, un fatto eccezionale. Oggi non c’è alcuna emergenza, né sanitaria né giuridica, che giustifichi uno slittamento. Solo l’ostinazione di una classe dirigente che, dopo trent’anni di governo ininterrotto, non vuole lasciare il potere. Ma prorogare artificialmente una legislatura di sette-otto mesi, senza alcuna base normativa, è uno schiaffo alla democrazia”.

Il senatore dem sottolinea come la vera priorità dovrebbe essere un cambio di guida per affrontare i problemi concreti della Regione. “Zaia pensa solo a restare in carica qualche mese in più, mentre il Veneto affronta emergenze gravi: la crisi della

sanità pubblica, il caro vita, la fuga dei giovani, i dazi che minacciano le imprese, l’emergenza abitativa. Serve un nuovo governo regionale, con una visione nuova, energie nuove e una classe dirigente all’altezza delle sfide del presente. Il Veneto non è una proprietà privata”.

Per Vanessa Camani, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, “sarebbe illegittimo se Zaia, sulla base di una presunta autonomia decisionale, e senza alcuna buona ragione, non dovesse sciogliere il Consiglio regionale nei tempi previsti dalla legge. Basta giocare con la democrazia”.

“Qui si gioca con i diritti dei cittadini”, aggiunge il consigliere regionale Arturo Lorenzoni: “Il centrodestra spinge per un rinvio delle consultazioni per provare a sistemare i conflitti interni, sempre più evidenti”.

Il governatore Luca Zaia e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

Il Veneto supera i 73 milioni di presenze

“I l 2024 segna un altro anno di crescita, consolidando il primato della nostra regione nel panorama turistico italiano con un incremento del 3,3 per cento negli arrivi e del 2,2 per cento nelle presenze, che superano i 73 milioni. Di fatto, siamo la destinazione di riferimento per i viaggiatori internazionali, con un aumento significativo della quota straniera. Ma siamo anche una regione che cresce e innova per offrire un’esperienza capace di soddisfare sia il mercato consolidato sia la domanda di viaggiatori più sensibili al mondo legato alla sostenibilità”.

Così l’assessore al Turismo della Regione del Veneto, Federico Caner, ha presentato i numeri della statistica regionale, legati al comparto turistico dello scorso anno, che certificano la piena ripresa e il superamento dell’attrattività pre-pandemica, con numeri superiori a quelli del 2019 in tutte le principali tipologie di destinazione.

Le diverse aree turistiche del Veneto registrano un aumento di arrivi, con numeri in

Venturini: “Un tavolo regionale per la sicurezza degli operatori sanitari”

“È una buona notizia l’organizzazione del Tavolo regionale permanente per la prevenzione e la protezione dagli atti di violenza a danno degli operatori sanitari, un passo fondamentale per garantire maggiore sicurezza ai professionisti della sanità.” – così Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, annuncia la decisione della Regione Veneto di istituire questo organismo, che sarà composto da rappresentanti delle aziende sanitarie, delle associazioni di categoria e delle istituzioni regionali, con il compito di monitorare il fenomeno delle aggressioni e proporre soluzioni concrete. Tra le sue funzioni principali vi è anche la redazione del Piano regionale per la prevenzione degli atti di violenza.

Il Piano definirà interventi concreti per ridurre i rischi nelle strutture sanitarie, mi-

gliorare la gestione degli episodi di violenza, rafforzare la formazione del personale e promuovere una cultura di prevenzione e accoglienza nei contesti ospedalieri.

Venturini ha inoltre evidenziato l’importanza di intervenire sulle criticità nei Pronto Soccorso, proponendo l’introduzione di procedure specifiche per la gestione di pazienti in stato di alterazione, spesso coinvolti in episodi di violenza. “Serve un sistema strutturato di valutazione delle condizioni psichiche dei pazienti, al pari della classificazione delle emergenze cliniche, per proteggere sia gli operatori che i cittadini” – sottolinea Venturini.

Con questa iniziativa, la Regione Veneto conferma il proprio impegno nella tutela degli operatori sanitari, mettendo in atto misure concrete per affrontare un problema sempre più urgente.

crescita per mare, città d’arte, lago e montagna. L’interesse internazionale è in continua espansione, con un incremento del 5,9 per cento negli arrivi di turisti stranieri e del 4 per cento nelle loro presenze. Al contrario, il turismo italiano segna un lieve calo (-1,5 per cento negli arrivi, -1,8 per cento nelle presenze).

Le località termali registrano un lieve rallentamento, con una diminuzione degli arrivi complessivi dello 0,1 per cento, dovuta a una flessione della domanda italiana (-1,1 per cento), non completamente compensata dall’aumento della clientela straniera (+2,9 per cento).

Tra i mercati esteri, la Germania si conferma il principale bacino turistico per il Veneto, con un incremento del 2,3 per cento negli arrivi e del 2 per cento nelle presenze, raggiungendo numeri mai così elevati. In ripresa anche il turismo cinese, che sebbene sia ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici, continua a registrare segnali positivi

“L’impegno della Regione continua a esse-

re orientato alla valorizzazione del territorio e alla promozione di un turismo sostenibile e di qualità, grazie anche al grande lavoro degli operatori del settore – prosegue Caner -. Le strutture alberghiere si confermano stabili, mentre il settore extralberghiero registra un incremento del 3,8 per cento delle presenze grazie anche all’importante lavoro di coordinamento che ci ha permesso di tracciare e regolarizzare le strutture già presenti”.

“Quello che emerge è un Veneto che non è solo mare e città d’arte, ma una regione capace di offrire esperienze autentiche in ogni stagione. La crescita delle Colline del Prosecco e dei Colli Euganei dimostra che i turisti cercano sempre più un contatto diretto con la natura, la cultura e le eccellenze enogastronomiche locali – conclude l’assessore -. Questi risultati sono il frutto di una strategia regionale che mette al centro la valorizzazione del territorio e la promozione di un turismo sostenibile e di qualità, capace di generare valore per cittadini e imprese”. (r.r.)

Eventi sportivi, contributi per associazioni e società

Ammontano a 300 mila euro i contributi per l’organizzazione e realizzazione di eventi sportivi previsti dal piano annuale per lo sport 2025 messo a punto dalla regione per sostenere la pratica sportiva in Veneto. Il bando è aperto alle associazioni e società sportive venete regolarmente iscritte al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche del Dipartimento nazionale per lo sport. Ogni società o associazione sportiva può presentare una sola domanda per un unico evento da realizzare nel 2025, il contributo coprirà fino al 70 per cento delle spese ritenute ammissibili.

“Siamo in linea con la precedente programmazione regionale in ambito sportivo, - spiega l’assessore regionale allo sport Cristiano Corazzari - un lavoro che sta dando i suoi frutti in termini di sostegno

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al movimento sportivo e di attrattività per i grandi eventi dello sport, primo tra tutti l’appuntamento con i Giochi di Milano-Cortina 2026. La convinzione è che lo sport sia uno strumento privilegiato per trasmettere uno stile di vita sano oltre a validi principi educativi capaci di formare i buoni cittadini del domani. Quest’anno lo stanziamento complessivo regionale per il mondo sportivo è di 17,5 milioni di euro, di cui 930 mila per la pratica sportiva e la parte rimanente verrà spesa per l’impiantistica sportiva”.

L’evento.

Confindustria Veneto Est ha proposto 59 incontri, patto con i sindaci

Sostenibilità, il Veneto fa ancora scuola: le imprese green crescono più del doppio

I

n un’epoca di cambiamenti climatici e incertezze economiche, la sostenibilità non è più un optional, ma una necessità. E il Veneto, con le sue 470 società benefit, si conferma un modello virtuoso. I dati presentati da Confindustria Veneto Est alla settimana della sostenibilità sono inequivocabili: nel triennio 2021-2023, queste aziende hanno registrato un aumento medio del fatturato del 26%, contro il 15,4% delle imprese tradizionali.

Il Move Hotel di Mogliano Veneto ha ospitato 59 incontri dedicati alle sfide e alle opportunità della transizione sostenibile per imprese, territori e comunità. L’evento ha messo al centro tematiche cruciali come ambiente, governance, sociale ed energia, con l’obiettivo di tracciare strategie concrete per un futuro più sostenibile. Giunto alla sua quarta edizione, è stato un’importante occasione di riflessione e confronto sulle sfide globali legate a clima, tecnologia ed energia,

coinvolgendo istituzioni, aziende e cittadini in un ampio dibattito sui temi ambientali e sociali.

“La sostenibilità è una leva di crescita”, ha ricordato Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est. “Un’opportunità per innovare, essere più efficienti e resilienti”. Parole che trovano conferma nei numeri: le Società Benefit non solo crescono di più, ma sono anche più produttive, redistribuiscono più valore ai dipendenti e sono più propense all’innovazione e all’internazionalizzazione.

Tuttavia, il percorso verso una transizione sostenibile è ancora in salita, soprattutto per le piccole e medie imprese, spina dorsale dell’economia locale. Il nostro è un approccio pragmatico alla sostenibilità quale opportunità di innovazione, efficienza e resilienza. Una forza trasformativa che se anche nel breve può comportare costi o investimenti aggiuntivi per le imprese, ha la capacità di ridisegnare modelli di business e set-

tori produttivi per creare il valore di domani. Va approcciata senza ideologismi ma con uno sguardo saggio di lungo termine. La sfida è coniugare competitività e sostenibilità, nei modi e tempi giusti, con semplificazione normativa, adeguati stimoli agli investimenti, alleanze di filiera”.

“Servono semplificazioni normative, incentivi fiscali e maggiori facilitazioni al credito”, ha sottolineato Carlo Cici, Partner, Head of Sustainability The European House - Ambrosetti. “Dobbiamo trovare un equilibrio tra regolamentazioni e incentivi, per evitare che il costo della transizione ricada sui soggetti più vulnerabili. Solo in Europa rischiano di passare dagli attuali 50 miliardi a più di un trilione l’anno a fine secolo. Siamo oltre il km 22 della maratona per la transizione e abbiamo già ottenuto risultati significativi, ma ora ci attendono nuove sfide e il contesto odierno sempre più richiede alle aziende lucidità, visione e chiarezza

di idee per stabilire non tanto la direzione da prendere, quanto la velocità e l’approccio da dare alla transizione”.

La transizione verso un’economia sostenibile è irreversibile”, ha ribadito Lara Ponti, Vice Presidente di Confindustria per la Transizione Ambientale e gli Obiettivi ESG. “Dobbiamo costruire un futuro solido, equo e duraturo per le generazioni future”.

E’ stato è stato tracciato anche il percorso per la realizzazione della “Città Sostenibile”, con la firma del Patto per la qualità dell’aria e il miglioramento de-

gli ecosistemi urbani. I sindaci di Milano, Giuseppe Sala, Torino, Stefano Lo Russo e Treviso, Mario Conte, hanno discusso delle azioni comuni e delle sfide urgenti per migliorare l’ambiente urbano e contrastare l’inquinamento, in linea con l’appello del Patto dei Sindaci per una Pianura Padana che respiri.

I quattro Comuni capoluogo, Padova, Treviso, Venezia e Rovigo, hanno presentato le loro iniziative di sostenibilità, con interventi di esponenti istituzionali locali, come gli assessori all’ambiente dei vari Comuni.

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Reati tributari, tra false dichiarazioni, fatture inesistenti e imposte non pagate

Il decreto legislativo 10 marzo 2000 n.74, dal significativo titolo “Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto”, si occupa di tutti i principali reati tributari. Su tale provvedimento vi sono stati vari interventi successivi, ad esempio sulle soglie di punibilità, sulle attenuanti, sulla prescrizione: anche per ragioni di spazio, ci occupiamo solo delle norme attualmente in vigore, relative a reati conseguenti a dichiarazioni dei redditi (od omissioni) rinviando al prossimo articolo la trattazione degli altri reati.

Seguiamo l’esposizione del succitato decreto legislativo: ARTICOLO 2-“dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”. Il reato si realizza quando si presenta una dichiarazione utilizzando documentazione falsa, non basta la mera detenzione. La pena é da quattro ad otto anni. Se l’ammontare degli elementi fittizi é inferiore a euro centomila la pena è da un anno e sei mesi a sei anni. ARTICOLO 3: “Dichiarazione fraudolenta mediante altri raggiri”. Tale reato sussiste quando si ricorre a documentazione fraudolenta diversa da quella di cui all’articolo 2, per tentare di sottrarsi in tutto o in parte al pagamento delle imposte. La pena é da tre a otto anni, debbono però sussistere congiuntamente i seguenti presupposti: a) l’imposta evasa é superiore, con riferimento a taluna delle singole imposte , a 30.000 euro;

b) l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti alla tassazione deve essere superiore al 5% indicato nella dichiarazione o, comunque, deve essere superiore a 1.500.000 euro ovvero l’ammontare complessivo degli elementi attivi deve essere superiore al 5% dell’importo dell’imposta medesima o comunque a 30.000 euro.

ARTICOLO 4) “Fuori dei casi previsti dagli articoli 2 e 3 é punito con la reclusione da due a quattro anni e sei mesi chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, indica in una delle dichiarazioni annuali relative a dette imposte elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo od elementi passivi inesistenti, quando congiuntamente: 1) l’imposta evasa é superiore con riferimento a taluna delle singole imposte a euro centomila ; 2) l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti all’imposizione, anche mediante indicazione di elementi passivi inesistenti, é superiore al dieci per cento dell’ammontare complessivo degli elementi attivi indicati in dichiarazione o, comunque, é superiore a euro due milioni”.

ARTICOLO 5) Omessa dichiarazione. 1 ) “E’ punito con la reclusione da due a cinque anni chiunque al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, non presenta, essendovi obbligato, una delle dichiarazioni relative a dette imposte, quando l’imposta

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evasa é superiore, con riferimento a taluna delle singole imposte ad euro cinquantamila. 1) bis . E’ punito con la reclusione da due a cinque anni chiunque non presenta, essendovi obbligato, la dichiarazione di sostituto d’imposta, quando l’ammontare delle ritenute non versate é superiore e euro cinquantamila. Ai fini della disposizione prevista dai commi 1 e 1bis non si considera omessa la dichiarazione presentata entro novanta giorni dalla scadenza del termine o non sottoscritta o non redatta su uno stampato conforme al modello prescritto”.

Per tutti questi reati é prevista una causa di non punibilità qualora i debiti tributari siano integralmente estinti a seguito di ravvedimento operoso o della presentazione della dichiarazione omessa entro il termine di presentazione dell’imposta relativa al periodo successivo solo però se non vi sia stata da parte dell’autorità competente anche un solo inizio di attività ispettiva. Diversamente tale eventuale integrale pagamento comporta la riduzione della pena fino alla metà. I reati in questione si considerano consumati alla data di presentazione della dichiarazione relativa alle imposte o, in caso di omissione alla scadenza del termine prorogato. Oltre alle interruzioni delle prescrizioni d’ordine generale, ne é aggiunta una specifica e cioè la notifica dal verbale di constatazione o d’accertamento.

L’avvocato Luigi Migliorini, del Foro di Rovigo, firma la nostra rubrica di approfondimento di temi che ruotano attorno alla giustizia, al diritto e all’applicazione delle leggi. L’avvocato Migliorni è pubblicista e scrittore, ha pubblicato quattro libri.

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Le esperienze raccontate da Patrizia Tolot

housing della cooperativa Vite Vere Down Dadi rappresenta un modello innovativo di shøi è un esempio di come la cultura possa

continua a dar voce a progetti e

tà un luogo più inclusivo, vivace e ricco di opportunità per tutti, grazie a Fondazione Cariparo. La rubrica proseguirà con nuovi racconti e nuove storie di chi, con il proprio impegno, contribuisce a costruire un futuro migliore per il territorio di Padova e Rovigo.

noi” e costruire percorsi di autonomia graduali, con il supporto di psicologi e operatori formati. Tolot sottolinea l’importanza dell’integrazione abitativa: “Non possiamo pensare di isolare queste persone. Devono vivere in un contesto sociale, in quartieri che favoriscano le relazioni”. Il progetto, che prevede tre anni di accompagnamento, ha già coinvolto numerose famiglie e punta a rispondere alla crescente domanda di so-

Bolpagni

La Fondazione Cariparo investe da anni nella promozione della cultura, sostenendo grandi mostre a Rovigo, in particolare a Palazzo Roverella. L’ultima iniziativa in ordine di tempo, curata da Paolo Bolpagni, è la prima mostra italiana dedicata a Vilhelm Hammershøi, il più grande pittore danese della sua

do come il linguaggio visivo dell’artista danese sia ancora attuale”, spiega Bolpagni. Le mostre di Palazzo Roverella hanno raggiunto in passato numeri importanti, come gli 88mila visitatori per Kandinskij e i 73mila per Renoir. L’obiettivo è che anche Hammershøi possa attrarre un pubblico vasto, grazie alla coerenza della proposta culturale della Fondazione Cariparo, che punta a coniugare qualità e valorizzazione del territorio.

Il Garden perfetto: idee e consigli per giardini, terrazze e poggioli

Progettare giardini, terrazze e poggioli

Per un giardino ben organizzato, è fondamentale suddividere gli spazi in modo funzionale: un’area relax con sedute e tavolini, una zona verde con aiuole fiorite o arbusti ornamentali, e magari uno spazio dedicato all’orto domestico. Un’idea vincente è quella di creare percorsi in pietra o legno per dare movimento all’ambiente e facilitare la manutenzione. Se lo spazio lo consente, una fontana o un laghetto possono aggiungere un tocco di eleganza e favorire un’atmosfera rilassante. Per chi ha una terrazza, le possibilità sono molteplici. Le piante in vaso permettono di creare una piccola oasi verde, mentre l’uso di grigliati e pergole con rampicanti come glicine o vite americana garantisce privacy e ombreggiatura. Anche nei poggioli più piccoli si può dare spazio alla creatività: fioriere sospese, pareti verticali con piante aromatiche e vasi colorati possono trasformare anche il più modesto balcone in un angolo accogliente. Un aspetto importante è la scelta delle schermature per garantire un po’ di intimità. Teli ombreggianti, siepi artificiali o naturali e strutture in legno sono ottime soluzioni per proteggersi dagli sguardi esterni e creare un ambiente

più raccolto. Inoltre, l’uso di materiali naturali come il legno e il ferro battuto può rendere gli spazi ancora più armoniosi e in sintonia con l’ambiente circostante. Un buon progetto prevede anche l’inserimento di elementi che favoriscano la biodiversità, come casette per uccelli, mangiatoie per insetti utili e piante mellifere che attirano api e farfalle.

L’organizzazione dello spazio deve anche considerare l’uso pratico degli ambienti: inserire una zona barbecue, un angolo dedicato allo smart working all’aperto o una piccola area per lo yoga può rendere il giardino o la terrazza ancora più funzionali. L’inserimento di mobili pieghevoli, panche contenitore e tavoli allungabili permette di adattare lo spazio in base alle esigenze, trasformandolo all’occorrenza per ospitare cene con amici o momenti di relax in solitudine.

•Installazione pompe di calore ad alta efficienza

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•Ventilazione meccanica

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Come creare un piccolo orto in terrazza

Un orto in terrazza è un’ottima soluzione per coltivare erbe aromatiche, ortaggi e piccoli frutti anche senza un giardino. Per iniziare, è importante scegliere contenitori adeguati: cassette in legno, vasi in terracotta o orti verticali modulari permettono di ottimizzare lo spazio. Il drenaggio è essenziale, quindi i vasi devono avere fori sul fondo e uno strato di argilla espansa per evitare ristagni d’acqua.

Le piante più adatte sono basilico, rosmarino, timo, insalate, pomodori ciliegino e fragole, tutte varietà che si sviluppano bene in contenitori. È fondamentale garantire almeno 4-6 ore di luce solare al giorno e proteggere le piante dai venti forti con barriere o grigliati. L’irrigazione deve essere costante, ma senza eccessi: un impianto a goccia può essere una soluzione pratica per mantenere il giusto grado di umidità.

Concimare regolarmente con fertilizzanti naturali come compost o humus di lombrico aiuta a migliorare la qualità del terreno. Per rendere l’orto ancora più produttivo, si possono combinare piante con esigenze simili e sfruttare la rotazione delle colture per mantenere il terreno fertile. Infine, l’inserimento di piante fiorite come calendule o nasturzi aiuta a tenere lontani gli insetti nocivi in modo naturale.

La progettazione. Le tendenze sono all’insegna del comfort per uno spazio dedicato al riposo e al benessere

Arredamento per esterni 2025: comodità e raffinatezza

La progettazione dell’arredamento per spazi esterni deve combinare praticità e resistenza e per il 2025 le tendenze per gli spazi esterni sono all’insegna del comfort, che diventa la nuova frontiera del lusso e che porta a trasformare terrazze, giardini e balconi in estensioni della propria casa, dedicati al riposo e al benessere, soprattutto se sostenibile, offrendo una pausa rigenerante dalla vita frenetica. Grande attenzione viene data alla progettazione di oasi verdi per migliorare la qualità dell’aria e rigenerarsi, prediligendo un arredamento ecologico. Lo spazio sui balconi viene arricchito da vasi rigogliosi di essenze aromatiche e, per chi dispone di ampie terrazze, sono privilegiati giardini verticali o fioriere spaziose contenenti piante da frutto. Nel 2025 dunque l’arredamento, estensione dell’ambiente interno, si trasforma. La plastica viene sostituita da materiali moderni e naturali come legno, bambù, laminato, acciaio e semplice PVC, materiali duraturi e resistenti. Materiali come teak, rattan

sintetico e alluminio sono ideali per assicurare durata e leggerezza. Gli arredi per giardini solitamente sono più robusti e capienti, mentre per terrazze e balconi si preferiscono soluzioni modulari e salvaspazio. Panche con spazio contenitivo, tavolini pieghevoli e sedute multifunzionali consentono di ottimizzare ogni centimetro senza compromessi sullo stile.

Sostenibilità resta la parola d’ordine per la progettazione, alternando uno stile funzionale e minimalista con il colorato e bohémien, ispirato da palettes e textures monocromatiche con colori naturali. Verde scuro, arancione, sabbia, blu cobalto e terracotta sono colori chiave. I colori svolgono un ruolo cruciale nell’arredamento esterno: tonalità neutre quali beige e grigio conferiscono eleganza, mentre tinte vivaci come verde salvia e terracotta aggiungono carattere.

I materiali prediletti sono morbidi: velluto, canapa, cotone e bouclé esaltano il senso di comfort. Elementi decorativi come tappeti per outdoor, tende leggere e specchi contribuiscono a dare profondità agli spazi, rendendoli accoglienti e sofisticati.

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Anche nell’outdoor tecnologia e funzionalità restano al centro, per massimizzare il benessere: illuminazione naturale, calda e soffusa, pannelli solari, verande high-tech, cucine outdoor e barbecue a emissioni zero, insieme a pavimentazioni ecologiche. L’illuminazione infatti riveste un’importanza fondamentale: l’uso di faretti a LED, lanterne solari e ghirlande luminose può trasformare un ambiente esterno in un luogo suggestivo anche nelle ore serali.

L’esterno diventa una continuazione dello spazio interno, un secondo salotto dove godere di aria fresca e della brezza generata dalle piante, dal pavimento al tetto. L’arredo, tanto in casa quanto fuori, segue linee guida sostenibili, eco-compatibili e innovative, ma al contempo lussuose, di alta qualità e rapide da assemblare. Gli stili per terrazze e balconi oscillano tra il minimalismo e un ritorno allo stile bohémien, gloriosamente tornato in auge con colori, textures e stili che evocano terre lontane e atmosfere orientali. Amache, sedute sospese e divisori murali dominano, creando ambienti di comfort e relax. Con le scelte giuste, ogni spazio esterno può trasformarsi in un rifugio personale di comfort e bellezza.

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LSanità: 4 milioni per fermare le aggressioni, il piano high-tech del Veneto

a Regione Veneto lancia un piano innovativo contro le aggressioni ai medici e infermieri, con un investimento da 4 milioni di euro e l’introduzione di tecnologie avanzate per garantire maggiore sicurezza nei reparti.

Il governatore Luca Zaia ha presentato la strategia “antiviolenza”, che prevede l’uso di braccialetti con allarme per il personale e microcamere sperimentate nell’Ulss 4 Veneto Orientale, in grado di registrare immagini e audio in tempo reale.

“La situazione è grave – ha dichiarato Zaia –. Nel 2024 si sono verificati 2.595 episodi di violenza in Veneto, un numero in crescita. Non possiamo tollerare che chi lavora per salvare vite sia esposto a questi rischi. Servono strumenti efficaci per individuare e punire i responsabili”.

Il piano non si limita all’acquisto dei dispositivi, ma punta a integrarli con l’intel-

ligenza artificiale per analizzare comportamenti e prevenire episodi di violenza prima che accadano.

L’Assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha evidenziato l’urgenza di interventi concreti: “La paura di aggressioni è tra i principali motivi di dimissioni nella sanità pubblica. Dal 2022 abbiamo formato 5.000 operatori, ma ora servono misure immediate”.

Secondo i dati regionali, il problema è diffuso in tutta Italia: ogni anno si registrano oltre 25.000 aggressioni, ma nel 69% dei casi non viene sporta denuncia. Con questa iniziativa, il Veneto si conferma tra le Regioni più avanzate nella tutela del personale sanitario, adottando soluzioni tecnologiche per rendere gli ospedali più sicuri.

Bigon

Aumentano i centri per i disturbi alimentari: un passo avanti nella salute pubblica

Secondo l’Istituto Superiore della Sanità il numero dei centri dedicati ai disturbi alimentari è salito a 214, un incremento notevole rispetto ai 180 registrati nell’ottobre 2024. Questo aumento non è solo una questione di numeri, ma rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro un problema che colpisce sempre più persone, soprattutto giovani.

Un aspetto particolarmente rilevante di questa crescita è l’attenzione rivolta ai pazienti più giovani. Un centro su cinque è attrezzato per fornire assistenza anche ai minori di sei anni, un dato che sottolinea l’importanza di intervenire precocemente. Inoltre, il 51% dei centri è in grado di accogliere ragazzi e ragazze tra i 7 e i 12 anni. Questa capacità di adattamento alle esigenze dei più piccoli è cruciale, poiché i disturbi alimentari possono manifestarsi già in tenera età, con conseguenze che si protraggono nel tempo se non affrontate adeguatamente.

L’espansione della rete di centri per i disturbi alimentari in Italia non è uniforme, ma presenta delle peculiarità territoriali. Al Nord si contano 79 centri, mentre il Centro Italia ne ospita 34. Al Sud e nelle isole, invece, sono presenti 51 strutture. Questa distribuzione riflette in parte le differenze socio-economiche e culturali tra le diverse aree del Paese, ma anche la crescente consapevolezza della necessità di affrontare i disturbi alimentari in modo capillare e accessibile.

In Veneto nel biennio 2022-2023 sono state registrate 1.350 prime visite, 3.000 pazienti seguiti, 1.000 ricoveri e 350 accessi al Pronto Soccorso, numeri rilevanti. E il Veneto è ben strutturato su questo fronte, con due Centri di Riferimento regionali (le Azienda Ospedaliere di Padova e Verona) tre provinciali (le Ullss 2 Marca Trevigiana, 4 Veneto Orientale e 8 Berica) e ambulatori specifici in tutte le Ullss. Sono 14 attualmente le strutture venete specializzate secondo l’Istituto Superiore di Sanità.

La crescita dei centri per i disturbi alimentari è anche un riflesso di una maggiore consapevolezza sociale. Sempre più persone riconoscono l’importanza di affrontare questi problemi con serietà e competenza, ma è essenziale promuovere campagne di sensibilizzazione e prevenzione che coinvolgano scuole, famiglie e comunità, per creare un ambiente che favorisca il benessere psicofisico e riduca lo stigma associato ai disturbi alimentari.

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generazione DAB che permette di ascoltare anche la radio con una qualità audio per fetta

Il riconoscimento. Conquistata la prima posizione nazionale insieme a Roma, Napoli, Bologna e Palermo

Gli Ospedali Riuniti Padova Sud tra i migliori centri della Scuola italiana di alta formazione in epatologia

Gli Ospedali Riuniti Padova Sud rientrano nella “Top 5” della Scuola di alta formazione in Epatologia, selezionata dalla Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI). Oltre a Schiavonia, ne fanno parte Roma, Napoli, Bologna e Palermo. La Scuola, strutturata su due anni, ha raggiunto la metà del percorso: dopo la fase teorica, è iniziata la pratica, con un ruolo di primo piano per il presidio veneto.

A marzo gli Ospedali Riuniti Padova Sud hanno ospitato la sessione pratica, coinvolgendo otto dei 32 specialisti in Medicina Interna provenienti da tutta Italia, in stretta collaborazione con i presidi di Schiavonia e Piove di Sacco. Le esercitazioni sulle patologie epatiche si svolgono nell’Unità di Epatologia guidata dal dr. Alessandro Vario, sotto la supervisione della dott.ssa Lucia Leone, direttrice della UOC Medicina. La regia dell’evento è affidata al dr. Giancarlo Parisi, direttore della UOC Medicina Interna, responsabile del Dipartimento di Area Medica dell’ospedale “Immacolata Concezione” di Piove di Sacco e coordinatore della Scuola italiana di alta formazione in Epatologia.

“I dati ISTAT a livello nazionale mostrano che ogni anno si registrano oltre 11.000

decessi per cirrosi o tumore epatico –spiega il dr. Parisi –. In Italia si contano più di 2,5 milioni di persone con infezione epatica da virus B e C, senza contare le epatopatie alcoliche, autoimmuni e metaboliche, queste ultime in forte aumento”.

“L’impatto delle patologie epatiche sull’assistenza ospedaliera è elevato, e il loro trattamento ricade spesso su Gastroenterologia, Malattie Infettive e soprattutto Medicina Interna, per la capacità di gestire pazienti complessi e la

disponibilità di posti letto. Dai dati SDO emerge che il 46% delle dimissioni ospedaliere con diagnosi principale di cirrosi epatica avviene proprio dai reparti di Medicina Interna, dove sono collocati molti centri epatologici” continua il dr. Parisi. Alla luce di questi numeri, FADOI ha deciso di investire nella formazione avanzata dei propri specialisti, e la Scuola di alta formazione rappresenta un’opportunità qualificata per perfezionare le competenze in epatologia.

Redazione Salute

Padova: droni a idrogeno per il trasporto dei medicinali

Rivoluzione tecnologica per consegne rapide di medicinali e materiali biologici

Un passo avanti nel trasporto sanitario grazie alla mobilità aerea avanzata. Il gruppo Save ha presentato oggi il progetto “Sandbox”, che prevede l’uso di droni a idrogeno per il trasferimento rapido di merci sanitarie. L’iniziativa, sviluppata in collaborazione con la Regione Veneto e Enac, punta a migliorare la logistica ospedaliera attraverso soluzioni innovative ed ecologiche. Il progetto nasce dall’accordo per la Advanced Air Mobility firmato da Enac, Regione Veneto e Gruppo Save nel maggio 2024, in occasione dell’evento Space Meetings Veneto. Coinvolge anche H2C, specializzata in infrastrutture energetiche, e Heron Air, che gestisce l’aeroporto di Padova. La città

è stata scelta per la presenza di importanti centri medici internazionali, dove la rapidità delle consegne di farmaci e campioni biologici è cruciale. I droni a idrogeno offrono vantaggi ambientali e operativi: possono coprire fino a 100 chilometri, trasportando un carico massimo di 5 kg. Il rifornimento richiede solo due minuti, e il consumo di idrogeno verde è di appena 340 grammi per volo a pieno carico. Con una velocità massima di 55 km/h, rappresentano una svolta nella logistica sanitaria, garantendo consegne rapide e sostenibili. L’iniziativa si inserisce in un quadro più ampio di sviluppo della mobilità aerea avanzata, con l’obiettivo di rendere più efficienti e sostenibili i trasporti urbani e sanitari. (r. s.)

Chirurgia d’urgenza a Padova: un’eccellenza

operativa H24

Gli interventi urgenti, ovvero non programmati, rappresentano il 20% dell’attività chirurgica dell’Azienda e richiedono un impegno straordinario. Le patologie trattate spaziano da emergenze addominali a problematiche del tratto gastrointestinale. L’approccio più efficace per la gestione specialistica di questi casi è la creazione di un’équipe dedicata con una sala operatoria operativa 24 ore su 24. Padova è stata tra le prime realtà sanitarie italiane a istituire un reparto specializzato di chirurgia d’urgenza. La UOSD Chirurgia d’Urgenza, diretta dal dott. Gianfranco Da Dalt, gestisce interventi emergenti in collaborazione con la UOC Accettazione e Pronto Soccorso, le Chirurgie Specialistiche e la UOC Anestesia e Rianimazione. Ogni anno si registrano circa 1200 ricoveri e 800 interventi chirurgici urgenti. Nel 2024, sono stati trattati 101 politraumi e realizzate 61 procedure di radiologia interventistica. Il 30% degli interventi si svolge in orario notturno, mentre il 52% avviene con chirurgia tradizionale e il 48% in laparoscopia. La Chirurgia d’Urgenza si distingue per la gestione multidisciplinare del paziente politraumatizzato e per il trattamento tempestivo di emergenze oncologiche addominali e patologie acute benigne, tra cui diverticoliti complicate, appendiciti, colecistiti acute, ernie incarcerate, occlusioni intestinali ed emorragie gastrointestinali. Oltre all’attività operativa, l’équipe della UOSD segue i pazienti stabilizzati che necessitano successivamente di interventi chirurgici elettivi. Inoltre, il reparto è sede formativa per la Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale e per gli studenti del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova.

Un modello di eccellenza che coniuga prontezza operativa, innovazione e alta formazione. (p. b.)

PRIMI CITTADINI

le interviste ai sindaci del Veneto

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dal lunedì al venerdì alle 11:35 - 13:35 - 16:35 - 20:35

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Y-40 Summer Camp

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Campus estivo settimanale intensivo per ragazzi dagli 8 ai 14 anni a Y-40® 5 giorni di immersioni, giochi, artworks e divertimento, con attività dentro e fuori dall'acqua termale!

Da lunedì 9 a venerdì 13 giugno 2025

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