La Piazza di Adria - 2012sett n122

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di Adria

Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 122 - Poste Italiane spa – Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) – Art. 1 comma 1 – PD

Trasporti Treni, l’odissea di studenti e pendolari pagg.

Sanità Ulss 19 già in linea con la spending review

Tribunale Nessun dietrofront del ministro Severino

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EDITORIALE

L’etica e la politica

LO NAZ/19/2010/CT

01 04 2010

Fino a marzo “Scripta manent” Il 29 settembre, per la giornata Europea del patrimonio, il museo archeologico ha inaugurato una nuova mostra dal titolo “Scripta manent- I documenti Bocchi per l’Archeologia di Adria”. La mostra è dedicata alla tradizione archeologica adriese e ai suoi documenti pag. 18

adrieSe debutto in eccellenza L’Adriese ha fatto il suo debutto nel campionato di Eccellenza, dopo la bellissima promozione dello scorso anno. Stesso allenatore, Beppe Pregnolato, buona parte della rosa confermata (in primis Fig) con l’innesto di giocatori d’esperienza come Antonelli, Natalicchio, Nonnato e Costantini. pag. 19 pubbliredazionale

Dal 13 al 21 Ottobre www.ottobreblu.it pag. 11

di Ornella Jovane

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Riordino delle provincie, dal Consiglio nessuna indicazione

“Il Polesine rimanga unito”, questo il punto più importante del documento votato da Pdl, Pd e Nuovo Polo

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l Polesine rimanga unito”, questo il punto più importante del documento che alla metà del mese scorso ha ricevuto il voto favorevole degli esponenti del Pdl, del Pd e del Nuovo Polo in Consiglio comunale. Tutto il contrario di quello che è successo finora, in quanto sull’argomento del riordino degli enti locali, e conseguente taglio della Provincia di Rovigo, ognuno ha espresso diverse opzioni: dall’accorpamento tout court a Padova o alla città metropolitana di Venezia fino al salto di regione di Occhiobello che vorrebbe addirittura unirsi a

Ferrara. Il tema nato in seno alla spending review, del resto, è decisamente importante è ha colto un po’ tutti di sorpresa malgrado la testa della Provincia di Rovigo fosse sul ceppo già da più di un anno, tanto che, il primo ad impugnare l’accetta fu il governo Berlusconi ben prima della sua stessa capitolazione. Ora i tempi stringono, i Comuni insieme alla Regione sono chiamati ad esprimersi sull’ipotesi di riordino. Ipotesi, però, che dal comune di Adria non è uscita in modo così chiaro. Questo almeno è quanto rinfacciato dai gruppi che non si sono allineati alla maggio-

ranza: Idv e Movimento a cinque stelle. In effetti dalla delibera, votata su un documento proposto dal capogruppo del Nuovo Polo Stefania Tescaroli, manca completamente l’indirizzo verso il quale orientare il nuovo assetto istituzionale, prende posizione in merito al principio che sarebbe stato meglio abolirle tutte le provincie e si allinea con palazzo Celio tergiversando nell’attesa di un responso da parte del Tar in merito all’incostituzionalità dell’articolo 17 della spending review.

L’Intervento

In dieci anni alle Regioni 89 miliardi in più di Giuseppe bortolussi*

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ell’ultimo decennio le Regioni italiane hanno speso 89 miliardi di euro in più. Di questi, oltre la metà sono stati “assorbiti” dalla sanità (49,1 mld di euro). A fronte di un aumento dell’inflazione che nel periodo preso in esame ha toccato il 23,9%, la crescita della spesa è stata del 74,6%. *Segretario CGIA di Mestre

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a una parte il mondo reale. Gli imprenditori che cercano nuove ricette per recuperare in competitività e trovare il bandolo della matassa nel tentativo di interpretare le trasformazioni del sistema produttivo in atto, accelerate vertiginosamente dalla crisi economica. Una platea di lavoratori che manifesta – in vario modo - tutta la propria disperazione nel difendere con dignità e coraggio il proprio posto di lavoro, già a rischio o che minaccia di diventarlo. Poi c’è il popolo dei precari, quello dei disoccupati, inoccupati o scoraggiati, giovani, molte donne e persone di mezza età che, in tutti i casi, fanno fatica a collocarsi nel mondo produttivo. Dall’altra parte la politica con i suoi scandali, gli sprechi, gli sperperi di denaro pubblico e le sue analisi cavillose e non sempre credibili sulla necessità di cambiare registro, di trovare nuove formule ed efficaci risposte alle sollecitazioni che vengono dal mondo reale. In mezzo una domanda: a cosa servono le elezioni politiche della prossima primavera? continua a pag.

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o.jovane@lapiazzaweb.it

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