La Piazza di Adria - 2013gen n10

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Messaggio elettorale

di Adria

al centro ci sei tu

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Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 10 - Poste Italiane spa – Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) – Art. 1 comma 1 – PD

Elezioni politiche Tutti i candidati del Polesine a Camera e Senato pag.

Impresa Mater-Biotech, nel 2014 l’avvio della produzione

4-8

pag.

Comm. resp.: Antonio Magnan

VALORE ALLE PERSONE

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07/02/13 20.07

12 EDITORIALE

L’aspirazione di diventare un paese normale

LO NAZ/19/2010/CT

01 04 2010

Bottrighe. concrete speranze per le medie

La scuola media di Bottrighe potrebbe riaprire i battenti. I presupposti ci sono tutti. A partire infatti dall’anno scolastico 2013-2014 gli iscritti del paese per la classe prima sarebbero quindici. Il trend in crescita è positivo anche per i prossimi anni pag. 13

torna l’antico carnevale del delta

Dal 1860 a Bottrighe si festeggia l’antico carnevale del Delta. E la tradizione continua. Domenica 10 marzo (in caso di maltempo il 17), nel centro storico, a partire dalle ore 15, si darà il via all festosa kermesse organizzata dal Gruppo Sportivo con la sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati pag. 13

di Mauro Gambin*

L

Sanità. Nell’aria c’è profumo di tagli Oltre ai posti letto paiono a rischio i reparti “nursery” di Adria e Trecenta

S

ul futuro della Sanità polesana si allungano minacciose le ombre dell’incertezza. Con una certa attendibilità si sa che a breve ci saranno dei tagli, annunciati dal Piano sociosanitario elaborato dalla Regione e confermati in via teorica dalle schede tecniche che riguardano ogni nosocomio. Per saperne di più abbiamo chiesto all’assessore provinciale alla Sanità, Guglielmo Brusco. se il taglio dei 270 posti letto annunciati è un perdita che il sistema sanitario polesano può permettersi e soprattutto, se a suo avviso,

Messaggio elettorale

sarà l’unico che il Polesine subirà. Nelle “nursery” di Adria e Trecenta, infatti, nascono meno di 500 bambini l’anno e a tutti gli effetti questi reparti sono a rischio chiusura. “Io - ha spiegato Brusco - proprio all’inizio del 2013 ho trasmesso anche alla Regione, una comparazione tra il piano Balduzzi e il Piano Regionale Socio-Sanitario. Se in Regione volessero coniugare il rispetto della legge e le necessità della cittadinanza, potrebbero farlo senza tagliare 270 posti letto, bensì da un minimo di 30 ad un massimo di 74. Sareb-

bero tagli comunque dolorosi, ma gestibili. Per quanto riguarda i punti nascite, credo sia un’offesa al buon senso tagliare ad Adria o a Trecenta. So per certo che nel cui territorio di riferimento amministrativo del San Luca nascono circa 700 bambini, di cui però solo circa 400 all’ospedale di Trecenta. Vogliamo farne emigrare altri 400 o far ritornare nel loro ospedale i 300 che adesso forzatamente nascono in atri nosocomi?”.

L’Intervento

In condizioni disastrose e senza mezzi

CAMERA VALORE ALLE PERSONE

SENATO Comm. resp.: Antonio Magnan

di Franco Maccari*

U

n cittadino inglese, a Londra, nelle scorse settimane ha brandito due coltelli contro dei turisti che assistevano al cambio della guardia fuori da Buckingham Palace, e poi ha rivolto i coltelli contro se stesso minacciando il suicidio. *Segretario Generale del Coisp (Sindacato Indipendente di Polizia)

continua a pag.

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9

’Italia della crisi, cioè quella repentinamente scopertasi tra i paesi con più difficoltà in Europa per occupazione ed economia, pareva aver maturato la consapevolezza che per uscirne sarebbe servita un’inversione ad U rispetto agli ultimi 20 anni. Pareva che finalmente l’Italia avesse seriamente preso in considerazione l’ipotesi di diventare un paese normale, un paese in cui la classe dirigente è seria ed onesta, competente e capace, un paese in cui si pagano le tasse e non il pizzo. Anche per il mondo dell’impresa il cambio di rotta sembrava l’unica via percorribile. “L’Italia in ritardo con le infrastrutture e un po’ ingessata dalla burocrazia può – si diceva – comunque farcela. L’Italia può contare sulla sua innata creatività, figlia dell’antichità classica e del Rinascimento. La cultura - si insisteva - la cultura è il bene primario inestinguibile che nessuno può copiarci”. Basta con i complessi d’inferiorità, con la nostalgia della lira, il desiderio della new-autarchia e del protezionismo con le cortine di ferro ai confini nazionali. Nessun paese, si diceva, è come l’Italia. L’Italia è “Made in Italy” e nel mondo conta. Insomma la svolta era li, con il dito già umettato sul bordo della pagina della storia patria. continua a pag. 3 *direttore@lapiazzaweb.it

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EDITORIALE

segue da pag.

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L’aspirazione di diventare un paese normale

Emergency

meno fondi, più volontari E’ stato un anno importante per il gruppo Emergency di Rovigo: 39 iniziative, più di 50 presenze con banchetti, 15 incontri pubblici per presentare l’associazione e le attività. In totale sono stati raccolti oltre 10 mila euro a sostegno degli. La situazione economica non rosea, tuttavia, ha influito sull’andamento della raccolta fondi. Nel 2012 sono stati raccolti 10.094,87 euro, a fronte degli 11.746,95 euro dell’anno precedente. Cala vertiginosamente il ricavato dalla cessione di gadget vari, dai 6.248,95 euro del 2011 a 4.175,50 euro l’anno successivo, un terzo in meno. Aumentano però le offerte libere, passate dai 3.178 euro del 2011 ai 3.520,17 euro del 2012; le tessere, da 740 euro due anni fa a 840 euro l’anno scorso. Stabili le donazioni a quota 1.560 euro. Tra gli elementi positivi del 2012, la nascita di nuove collaborazioni e l’arrivo di nuovi volontari. L’evento più importante e atteso è stata la giornata del 26 ottobre con la presidente Cecilia Strada, ospite di ben 4 incontri tra Adria, Rovigo, Lendinara e Castelnovo Bariano.

Il tempo di trovare una classe dirigente in grado di traghettarci oltre vent’anni d’inedia e il salto dalla seconda alla terza repubblica sembrava bell’e fatto. L’Italia aveva dato prova di poter accettare anche la stagione dell’austerity, pur di diventare normale. Pensioni, lavoro, Imu. Un dolore dietro l’altro ma avanti, pur di essere finalmente come gli altri. Basta con le promesse, i proclami, i contratti con gli italiani. No, no basta, non ci saremmo più cascati. Anzi fosse la politica a darsi una regolata: troppi scandali, troppi ladri, in troppi sia alla Camera che al Senato. Con le elezioni politiche tutto sarebbe cambiato. Questa sarebbe dovuta essere la campagna elettorale all’insegna del nuovo corso dell’Italia, la nuova stagione della politica. La crisi, lo imponeva. Si sarebbe dovuto parlare del domani, delle nuove pieghe da dare all’economia, delle speranze per i giovani: il lavoro, la scuola, i servizi. Il momento storico lo richiedeva. Invece, la politica non ce l’ha fatta a resistere e forse nemmeno gli italiani. Dopo appena un mese dall’apertura della sfida per il governo del Paese la tentazione di promettere quattro milioni di posti di lavoro è stata troppo forte, come pure il desiderio di togliere l’Imu dopo che già l’abolizione dell’Ici i era stata una vera e propria catastrofe per comuni, rimasti senza risorse per gli scuolabus, polizia locale, asili e scuole elementari. Difficile anche non lasciarsi andare al bisogno fisiologico dei condoni. E il reddito di cittadinanza? Che dire del reddito di cittadinanza. Meravigliosa l’ipotesi che per tutti coloro che hanno perso il posto di lavoro a fine mese ci sia un assegno da mille euro ad aspettarli, se non fosse che siamo in Italia e sai quanti oggi lavorano per uno stipendio con un importo che vale molto meno? E sai quanti davanti ad un prospettiva del genere prenderebbero in seria considerazione l’ipotesi di diventare disoccupati a tempo indeterminato? E poi va a dimostrare che non ne hanno diritto. Dovremmo essere in un paese normale per poterlo fare. Cioè servirebbe una burocrazia che funziona, dei funzionari che si fanno rispettare, enti e uffici gestiti in modo ineccepibile ma siamo l’Italia, il Made in Italy, e sono cinquant’anni che parliamo di cultura, di patrimonio artistico di turismo come settori strategici per il rilancio dell’occupazione e dell’economia. Peccato non sentirne mai parlare durante le campagne elettorali, forse perchè riesce più facile convincerci che è possibile ridurre le tasse. di Mauro Gambin

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Giovedì 10 gennaio scorso Adria riconoscente ha salutato Irnerio Lino Berti, artigiano creativo noto per le sue capacità eccezionali e per la sua grande modestia. Hanno partecipato in molti all’Eucarestia di suffragio celebrata nella Basilica di Santa Maria Assunta dal Parroco Padre Romano con l’assistenza dell’Arciprete della Cattedrale mons. Mario Furini. Lino è tornato alla Casa del Padre con la stessa discrezione che lo ha contraddistinto nel corso della sua esistenza. Tutti ricordano il suo impegno di vetraio presso la Ditta Maestri, forse la più antica di Adria, dove ha iniziato a lavorare giovanissimo accanto al fratello Luciano ed ai Titolari, tra cui la cognata Giannina.

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Piano provvisorio 2013 del riparto sociosanitario pag.

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Borse di studio e risorse per le start up

discarica

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Give Emotions Srl

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE e

ConCessionaria

di

Le osservazioni di palazzo Celio al piano di Enel pag.

18

amBiente

Chieste spiegazioni alla Regione per la Taglietto 1 pag. 14

Questa edizione raggiunge le zone di Adria, Petorazza e Papozze per un numero complessivo di 8.177 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

19

pag.

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Regione occUpazione

Stop al fotovoltaico a terra di Pincara, Fiesso e Adria

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà della

Provincia

Apre la mostra al Roverella dedicata a Goupil pag.

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Il lavoro si conferma un nodo critico da sciogliere pagg. 24-25

economia

Maggiore potere d’acquisto per far ripartire i consumi

sanità

pag.

27

Gli ospedali hanno troppi debiti con i fornitori pag. 28

Infrastrutture

la Banda larga sUi tralicci E’ stato sottoscritto un accordo quadro tra il Consorzio per lo Sviluppo del Polesine e Sistemi Territoriali Spa per l’utilizzo di tralicci realizzati dalla Regione Veneto al fine della diffusione di servizi a banda larga. La decisione di condividere le infrastrutture pubbliche presenti sul territorio per ottimizzarne l’uso, presa da Sistemi Territoriali Spa, renderà possibile, tramite l’azione di Consvipo e della sua controllata Polesine Tlc, l’attivazione di ulteriori servizi a beneficio di imprese, P.A. e cittadini residenti nel territorio polesano ancora non adeguatamente servito dagli operatori privati di telecomunicazione. “Quest’accordo, - spiega il Presidente del Consvipo Angelo Zanellato - “dimostra che quando c’è la volontà di lavorare a favore del proprio territorio si riescono a creare sinergie importanti”. “La disponibilità di Sistemi Territoriali, previo assenso regionale – ha affermato invece il Presidente Gian Michele Gambato - va nella direzione di sostenere tutte le iniziative tese a migliorare e potenziare quei servizi che generano sviluppo e attrazione al nostro territorio”. Servizi

Una telefonata salva la vita

Provincia, aziende Ulss 18 Rovigo e Ulss 19 Adria, Camera di commecio, Croce Verde di Adria, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Unindustria, Confcooperative, Confagricoltura, Cia, Legacoop, Upa e le segreteria di Cigl, Cisl e Uil, per prevenire situazioni di disagio e comportamenti autolesivi di lavoratori ed imprenditori, hanno reso possibile l’attivazione dell’iniziativa “una telefonata non cambia la vita. La può salvare”. All’800180950, dalle 8 alle 20 dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 13 il sabato il servizio sarà in funzione.

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Padova, via Svezia 9 Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054 numero verde 800 465040 direttore@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 30 gennaio 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)

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4 Argomento del mese ELEZIONI POLITICHE Appuntamento con il voto i prossimi 24 e 25 febbraio. In Veneto sono 4 milioni gli elettori. Lente d’ingrandimento puntata sulla nostra regione, il risultato che uscirà dalle urne potrebbe concorrere in maniera determinante a garantire la governabilità in Senato. Lavoro e tasse i temi più “battuti” in campagna elettorale

Il Veneto verso le elezio

di Giovanni Giovetti

palestra con solo 25€ Le nuove a in palestra Gratisfacce della politica

non rimuovono scrizione!!!

dubbi e scoramento

Attese risposte per far ripartire la locomotiva del Nord Est dopo la recessione

D

a anni laboratorio politico sotto osservazione nazionale, il Veneto in questa tornata elettorale del 24-25 febbraio si trova sotto la lente di ingrandimento, insieme a Lombardia, Campania e Sicilia, a causa del peso determinante del risultato che uscirà dalle urne venete ai fini della stabilità di governo. Il Veneto infatti è una di quelle regioni che “pesano”, con il sistema elettorale del Porcellum, nell’assegnazione dei seggi in Senato. Non quanto la Lombardia, definita l’Ohio di casa nostra per l’apporto decisivo che può portare con il suo premio di maggioranza alla coalizione vincente, ma comunque il suo contributo non è per nulla trascurabile. Un interesse, del resto, manifestato nel corso della campagna elettorale da partiti e coalizioni che hanno monitorato con attenzione l’andamento e l’evoluzione giornaliera di sondaggi e previsioni sulle intenzioni di voto dei potenziali 4 milioni di elettori di casa nostra. La sfida tra Bersani (centrosinistra), Berlusconi (centrodestra) e Monti passa anche per il Veneto dunque, frequentatissimo fin dalle prime settimane di campagna elettorale dai big nazionali, affiancati da quelli locali in corsa. In tutto

in Veneto i candidati sono 1600 distribuiti in 75 liste (altre 10 erano da valutare), si contendono 24 seggi al Senato e 51 alla Camera. Il lavoro e le tasse: sono tutti economici i temi clou che hanno ispirato anche da noi gli interventi dei politici in tour, chiamati a Nordest a convincere una platea di elettori piuttosto critica e distaccata. In particolare il mondo produttivo della piccola e media impresa, che nel Veneto rappresenta il tessuto portante, provata dalla recessione ha manifestato segni di insofferenza e di sfiducia verso i partiti e la politica accusata di scarso pragmatismo, mancanza di visione strategica e di moralità. Si aspettavano di capire come far ripartire l’economia e con essa la locomotiva del Nordest, dopo la crisi ancora più sofferente a causa del frazionamento in tanti piccoli distretti produttivi di fronte alla irrisolta sfida della globalizzazione. Le facce nuove messe in campo, in ambito della promessa di rinnovamento fatta un po’ da tutti i partiti alla vigilia della campagna elettorale, non sembrano sufficienti a rimuovere i dubbi e lo scoramento. Anche perché poi non sono molte.

Il Pdl, che insieme alla Lega secondo le previsioni dovrebbe riuscire a “mantenere” il suo primato in Veneto, schiera i suoi pezzi migliori e, per questo, volti già consolidati e noti. La Lega Nord, che con queste elezioni si conta dopo le recenti vicissitudini che l’hanno portata al nuovo corso, quello 2.0, presenta il maggior sforzo di discontinuità col recente passato, imposto non senza tensioni interne dal segretario Flavio Tosi. Il sindaco di Verona ha quindi lasciato a casa per lo più i veterani - avvicinabili alla precedente gestione bossiana del partito - per fare spazio ai “suoi”. Il Partito democratico insieme con Sel, che non demordono e che fino all’ultimo continuano a credere possibile anche in Veneto il sorpasso dopo un ventennio di dominio del centrodestra, si sono affidati alle primarie per la compilazione delle liste. Monti ha invece optato in Veneto per le eccellenze di spicco in ambito scientifico ed economico. Puntano, con fondate aspettative, ad intercettare anche in Veneto le preferenze dei delusi dai partiti tradizionali il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, Fare per fermare il declino di Oscar Giannino e Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia.

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che hanno compiuto 25 anni entro il primo giorno della votazione (il 24 febbraio). Sia per l’elezione della Camera dei deputati che per quella del Senato della Repubblica l’elettore esprime la propria preferenza tracciando un solo segno sul simbolo della lista prescelta. Anche nel caso di liste collegate in coalizione, il segno va sempre posto sul contrassegno della lista che si vuole votare e non sull’intera coalizione. Non è possibile esprimere un “voto di preferenza”: la lista di candidati è, infatti, “bloccata”, i nomi sono presentati seguendo un ordine prestabilito al momento del deposito della lista stessa, che non è presente sulla scheda elettorale. I parlamentari risulteranno eletti in base al medesimo ordine, a seconda dei seggi ottenuti dal rispettivo partito. Per la Camera il premio di maggioranza del 55 per cento viene assegnato su base nazionale. Diversamente la legge elettorale attuale prevede per il Senato un premio di maggioranza sempre del 55 per cento dei seggi ma calcolato regione per regione. Poichè il numero dei seggi è proporzionale a quello degli abitanti, di conseguenza il premio di maggioranza acquista maggior peso nelle regioni più grandi. In Lombardia dunque si assegnano 49 seggi, in Veneto 24, in Campania 29 in Sicilia 25. € 135,00

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Argomento del mese 5 Tutte le promesse per alleggerire il fisco

oni fra previsioni e sfide L’analisi Dalla Cgia di Mestre previsioni poco confortanti per il 2013

“Quasi 12 mila euro di tasse a testa, dal 1980 più che raddoppiate” di Nicola Stievano

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ltro che meno tasse per tutti. Mentre le forze politiche fanno a gara giocando al ribasso sul fisco alla Cgia di Mestre gli analisti hanno messo in ordine i numeri e le previsioni sono poco confortanti. Secondo le elaborazioni del centro studi nel 2013 la pressione fiscale raggiungerà il record storico del 45,1% del Pil, ben 13,7 punti percentuali in più rispetto al 1980. In termini assoluti, ciascun italiano (bambini e ultracentenari compresi) verserà quest’anno un carico di imposte, tasse e contributi pari a 11.735 euro. Ben il 125% in piu’ di quanto pagato nel 1980 (5.215 euro pro capite).125%. Il 2013, dunque, si presenta con un “carico” di tasse di 585 euro in più per ciascuna famiglia. Al netto di quanto riusciranno a concretizzare i nuovi governati nei primi mesi di governo, i contribuenti dovranno intanto fare i conti con l’introduzione della Tares sui rifiuti, l’aumento dell’Iva previsto dal primo luglio, il ritocco all’insù dell’Imu sui capannoni (imposta particolarmente dolorosa nel Veneto delle duemila zone produttive su 581 comuni), gli incrementi dei contributi previdenziali degli autonomi e delle addizionali Irpef a livello locale che si tradurranno in 14,7 miliardi di tasse e contributi previdenziali in più rispetto al 2012. “Nonostante la Legge di stabilità abbia alzato le detrazioni Irpef per i figli a carico - spiega il segretario Cgia Giuseppe Bortolussi - la pressione fiscale nel 2013 si attesterà, secondo le previsioni del Servizio Studi della Camera e del Senato, al 45,1%”. Un piccolo spazio di manovra comunque ci sarebbe. “Con l’Imu l’Erario ha incassato circa 3-4 miliardi in più rispetto alle previsioni. - aggiunge Bortolussi - Si tratta di risorse sufficienti per scongiurare l’aumento di un punto dell’ aliquota Iva del 21% previsto a luglio. Inoltre, se si riuscirà ad agire in maniera ancor più incisiva sul taglio alla spesa pubblica improduttiva, sicuramente ci saranno ulteriori risorse per alleggerire il peso fiscale sulle famiglie”. Speriamo.

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Dall’Imu alle aliquote sui redditi

“Le nostre tasse restino in Veneto” Candidati convinti M

eno tasse per i veneti, più risorse al Veneto. In campagna elettorale, si sa, le promesse fioccano generose e la riduzione della pressione fiscale è sempre un cavallo di battaglia al quale nessuno schieramento vuole rinunciare, pur con i dovuti distinguo. Ma mai come in questa tornata elettorale si è parlato tanto di tasse e tributi, soprattutto a Nordest, dove per tessuto economico e sociale il gettito è particolarmente elevato e il tema sta a cuore a chiunque. A maggior ragione dopo un anno durante il quale famiglie e imprese sono state spremute per bene, con la prospettiva di continuare su questa china anche nei prossimi mesi. A meno che i vincitori non tengano fede a ciò che hanno promesso con gran fragore in queste settimane. Il governatore del Veneto Luca Zaia dall’accordo Lega - Pdl, fatto digerire non senza qualche difficoltà alla base, si aspetta che “il 75 per cento dei soldi pagati dai veneti resti nella nostra regione”, perché, aggiunge, è stanco di vedere “anche quest’anno 18 miliardi di tasse dei veneti resteranno dirigersi verso Roma per non tornare mai più nei nostri territori”. Piatto forte del Pdl è la “proposta choc” della restituzione dell’Imu 2012, oltre all’azzeramento dell’aliquota per la prima casa. Per il veneziano Renato Brunetta, che prospetta anche due aliquote fisse dell’Iperf, la promessa di Berlusconi potrà essere mantenuta: “I 4 miliardi di restituzione dell’Imu diventano consumi immediatamente, - spiega l’ex ministro dell’economia - a cui si aggiungono altri 4 miliardi di euro per la cancellazione strutturale dell’Imu per la prima casa. Sono 8 miliardi di euro, mezzo punto di Pil, è molto probabile che diventino consumi”. In modo particolare in una regione come il Veneto dove le realtà commerciali e produttive sono preponderanti. Una tesi che il Partito Democratico liquida come pura fantasia, proponendo invece la detrazione di 500 euro per l’Imu sulla prima casa. E poiché in Veneto la stragrande maggioranza dei cittadini possiede la propria abitazione di residenza il risparmio sarebbe concreto, argomenta il senatore veneziano Marco Stradiotto. “E’ ora di smetterla di raccontare balle agli italiani. afferma riferendosi alla proposta del Pdl - Con la nostra misura l’80% dei proprietari di prima casa saranno esentati da questa tassa. Non si tratta di una generica abolizione, ma di una redistribuzione commisurata alla reale ricchezza. Dall’analisi dei numeri emerge come sia necessario introdurre alcune misure per rendere il sistema fiscale più equilibrato”. Sulle tasse il premier uscente Mario Monti ha scelto come platea proprio il Veneto. Da Padova infatti ha annunciato: “È possibile e necessario avere una graduale riduzione dell’Irpef e dell’Irap già dal 2013 e non è necessario avere aumenti dell’Iva”, aggiungendo di non aver mai avuto l’intenzione di applicare la patrimoniale. E proprio dalle piazze piene all’inverosimile di Padova, Mestre, Treviso e Rovigo Beppe Grillo ha confermato di voler cancellare l’Imu ed Equitalia e di recuperare risorse mettendo un tetto alle pensioni più alte. Quanto all’Agenzia delle Entrate il fondatore del Movimento 5 Stelle propone un patto: “Serve un fisco facile e giusto - ha tuonato dal palco - che mi dica con precisione quanto devo pagare senza farmi perdere intere Ni.St. giornate. E poi aboliamo l’Irap, la tassa - rapina sulle imprese”.


28 6 Approfondimento Elezioni politiche Manca pochissimo al voto. Acceso lo scontro tra i partiti in lizza

La via del “candidato” è lastricata di buone intenzioni Alle spalle un campagna elettorale di un mese nella quale è già successo di tutto di Francesca De Luca

In Polesine

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lezioni politiche 2013, manca pochissimo. Alle spalle abbiamo poco più di un mese di campagna elettorale in cui è già successo di tutto, anche se nelle premesse, a tener il banco delle tribune elettorali, sembrava dovessero essere esclusivamente i temi del rinnovamento, del cambio di rotta, dell’addio definitivo ad quel certo modo di fare politica, fondato sulle promesse e sui proclami. L’Italia della crisi, infatti, sembrava consapevole del bisogno dell’austerità, ma anche della necessità del rilancio in termini di occupazione e consumi. Lavoro e imposte più umane è quanto i cittadini domandano per se stessi mentre alla politica è stata chiesta maggiore moralità e rinnovamento, ed è forse su quest’ultimo punto che le segreterie hanno lavorato di più. Così, al fianco del vecchio partito, ma rinnovato nello “spirito e nei volti”, in lizza sono scesi i partiti “nuovissimi” con programmi e progetti altrettanto innovativi, stretti, a volte, in alleanze meno nuove per consolidare la vecchia e solita aspirazione, entrare in Parlamento. Sulla scheda elettorale, dunque, ci saranno i simboli

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Alcuni dei simboli dei partiti in lizza per le prossime elezioni

Alla politica è stata chiesta maggiore moralità e rinnovamento dei noti (Pd, Lega, Sel, Udc), ma anche delle new entry: Rivoluzione civile, Fare per fermare il declino, Fratelli d’Italia, Centro Democratico. Una vera impresa cercare di non dimenticare nessuno come, del resto, lo è capirci qualcosa. Tra i meno attenti al mondo della politica, infatti, non è raro il riassuntivo commento

“i politici sono tutti uguali” anche se invece per differenziarsi sembrano mettercela tutta. Insomma, il rischio che il partito di maggioranza sia quello degli astenuti mai è stato così reale, sul disimpegno politico pesa la scarsa informazione ma saranno molti anche quelli che giustificheranno con la disaffezione e della disillusione la loro scelta di marinare il seggio. In Polesine la situazione non è stata meno burrascosa: dopo le “liti” interne al Pd, per la candidatura di Crivellari con conseguente accusa di “tradimento” da parte del padre politico, Spinello; la scarsa presenza di candidati polesani nelle liste del Pdl (perlomeno in posizioni favorevoli); la mancata candidatura di Contiero nelle file del Carroccio, hanno creato vivaci battibecchi all’interno degli stessi partiti. Forse un po’ di chiarezza, almeno sugli schieramenti e sulle liste dal percorso più travagliato, potrebbe aiutare. Anche perché, sia alla Camera che al Senato, i candidati di origine polesana sono numerosi, e per alcuni l’ipotesi di poter sedere in Parlamento, è vicina al concretizzarsi.

tUtti i candidati a camera e senato

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er rispondere agli elettori che comprensibilmente hanno perso qualche passaggio decisionale, ed ora non riescono più a decifrare le coalizioni, a comprendere chi vi sia dietro ai nuovi simboli, a stabilire serenamente se e chi andare a votare, abbiamo pensato di fare un sintetico e chiaro riepilogo, riproponendo i partiti e le coalizioni che hanno tra i propri candidati militanti polesani nelle liste per Camera e Senato. Partendo da destra, incontriamo Il Popolo della Libertà, il partito dell’ex Presidente del consiglio. I pdl non ha grossi riscontri in termini di candidature territoriali: alla Camera nessun polesano figura tra i primi dieci posti; dodicesima è l’assessore di Villadose Ilaria Paparella seguita da Federico Simioni, Monica Moro e Andrea Bimbatti. Il grande escluso è indubbiamente il coordinatore di Rovigo, Giuseppe Sacaramozzino. Al Senato, che vede come capolista Silvio Berlusconi, il Polesine è rappresentato da Bartolomeo Amidei, all’undicesimo posto e Alessandro Ferlin ventiduesimo. Dopo il Pdl la Lega Nord, per Maroni Presidente. Il carroccio schiera sei polesani: Dante Vascon (17esimo) e Giuseppe Donin (19esimo) per il Senato; Stefano Falconi (nono), Pietro Fin (24esimo) e Liliana Bonaguro (31esima) per la Camera; oltre all’onorevole uscente, Emanuela Munerato, in quarta posizione per il senato, con ottime possibilità di essere nuovamente eletta. Fli – Futuro e libertà, il partito fondato da Gianfranco Fini, concorre con una lista propria alla Camera e con la lista “Con Monti per l’Italia”, in accordo con Udc, per il Senato. I candidati polesani sono: Giacomo Labarbuta, Alessandro Caberlon e Monia Trevisan per la Camera e Marco Trombini al Senato. Per Fratelli d’Italia, movimento interno al centrodestra fondato da Giorgia Meloni (capolista alla Camera) e Ignazio La Russa e Guido Crosetto (capolista al Senato), il candidato polesano alla camera è il consigliere comunale di Adria, Michele de Bellis. Avvicindandosi al centro, ecco comparire la lista Scelta civica per Monti, in sostegno al professore, che alla Camera presenta i polesani Franco Berti e Lorenza Breda. Al Senato, invece, si presenta in una coalizione unica con FLI e Udc, proponendo (in quota UDC) Fiorella Cappato. Per il partito di Casini, alla Camera si schierano quattro polesani: Stefania Tescaroli, Giovanni Braggion, Renzo Smolari (13esimo) e Andrea Prandini (17esimo). Nel centrosinistra. Per quanto riguarda il centro-sinistra e la sinistra, tra i muovi attori politici compare Centro Democratico, lista fondata da Massimo Donadi e Bruno Tabacci, alleato di Pd e Sel, i candidati polesani sono: Fabio Osti e Beppe D’Alba, rispettivamente al decimo e 21esimo posto della lista per un seggio a Montecitorio. Massimo Zanella è al settimo posto per palazzo Madama; sono diversi i fuoriusciti dall’Idv che, in disaccordo con la decisione del partito di aderire al nuovo progetto “Rivoluzione civile”, hanno aderito a Centro democratico. Alfiere del centrosinistra è ovviamente il Partito Democratico, per Bersani Presidente. Tra le molte polemiche e vari attriti, il PD polesano è riuscito a candidare in ottima posizione alcuni dei suoi fiori all’occhiello: Diego Crivellari (già coordinatore provinciale), Laura Negri, Raffaela Salmaso e Chiara Boaretto a montecitorio; Angelo Zanellato, al Senato. A differenza del Pdl, nelle liste del Pd vi è una buona rappresentanza territoriale che i candidati vedono come chiave di volta per la vittoria. Altro alleato del Pd, è il partito di Nichi Vendola, il governatore pugliese. I candidati per Sinistra ecologia e libertà sono: Cinzia Sivier (sesta) e Walter Sigolo (24esimo) per palazzo Madama; Francesco Gennaro (ottavo), Ilenia Mazzoni (nona) e Fabio Moretto (27esimo) per Montecitorio. Infine, la lista che riunisce le forze alternative al Partito Democratico, di una sinistra e di un movimento sociale che dice di voler governare, ma non a qualunque condizione, è Rivoluzione Civile per Antonio Ingroia Presidente. La lista è sintesi di anime diverse, unite da un progetto comune, che si distanzia dai provvedimenti di ispirazione montiana. Gli attori sono: Italia dei Valori, Movimento arancione (promosso da De Magistris), Rifondazione Comunista, Verdi e parte della società civile (persone non aderenti ad alcun partito ma attive in varie associazioni per la legalità e la pace). Sei, i polesani candidati nella lista a sostegno dell’ex magistrato antimafia: Paolo Coeli (15esimo), Tommaso Rossi (17esimo) e Shahnaz Sahngiri (28esima), neo cittadina italiana, alla Camera; Cristiano Pavarin (15esimo), Giovanna Pineda (18esima) e Oscar Tosini (20esimo) sono invece candidati al Senato.

Ne’ a Destra, ne’ a Sinistra. Nel novero di chi non si schiera ne’ a destra, ne’ a sinistra, abbiamo Veneto Stato, il partito indipendentista veneto, che sfoggia due nomi: al quarto posto per il Senato è Eraldo Barcaro, coordinatore provinciale di Veneto Stato di Rovigo e, al 15esimo per la Camera, l’ex candidato sindaco Mattia Giolo. Vede in Monti un possibile interlocutore Oscar Giannino, il giornalista economico fondatore del movimento Fare per fermare il declino. Giannino è capolista alla Camera nella circoscrizione Veneto 1 mentre i candidati locali sono: Alessandro Carraro e Andrea Bedendo alla Camera, Alessandro Grego e Antonio Monesi al Senato. In buona posizione i candidati per il Movimento cinque stelle al Senato; Giovanni Endrizzi figura in terza posizione, a seguire Annalisa Marani e Vittorio La Paglia nona e 23esimo. p. Giuseppe Dalpasso, Massimo Dall’aglio e Bruno Turri sono ottavo, 23esimo e al 26esimo per la Camera. F.D.L.


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30 8 Approfondimento Focus su nomi e partiti Al voto il prossimo 24-25 febbraio

Le interviste ai protagonisti dei sei schieramenti in lizza coalizione pdl, fratelli d’italia, la destra, lega nord

coalizione pd, centro democratico, sel, Bersani premier

Bartolomeo Amidei

Beppe D’Alba

“Bisogna dare impUlso all’idrovia”

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econdo Bartolomeo Amidei, sindaco di Loreo in quota PDL, gli elettori dovrebbero accordargli fiducia soprattutto perché la sua posizione di sindaco gli consente di conoscere davvero da vicino i problemi della gente e lo obbliga, anche moralmente, a risponderne. “Troppe volte si assiste a politici incapaci di dare risposte efficaci alle criticità reali; perché non le vivono, pertanto le ignorano”. Per quanto riguarda il Polesine, l’attenzione è posta verso il traffico di merci: “dovremmo portare al livello nazionale l’importanza del prolungamento della Nogara Mare. In parallelo bisogna portare a termine il passante Nord, creando così un crocevia importante. D’altro canto bisogna dare impulso all’idrovia, con la riqualificazione e la giusta importanza a Ca’ Cappello e Portolevante”. Primo provvedimento dell’eventuale prossimo governo? “Restituire l’Imu”. Manuela Munerato

da sempre a favore della riconversione della centrale

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e si dice Lega Nord in Polesine si dice Munerato, già onorevole nello scorso governo, ora in lizza per poter sedere a Palazzo Madama. Il voto per la Lega Nord? E un voto per il carbone. Così ha ribadito Munerato, fiera che il suo partito possa vantare di essere stato l’unico a schierarsi, da sempre, in favore della riconversione della centrale di Polesine Camerini. Dialogare con Enel affinchè continui a credere nel progetto, è uno dei cardini di ciò che al livello nazionale si può fare per il promuovere istanze locali, perché “La centrale Enel è un tema nazionale che riguarda il nostro territorio. Il nostro Polesine”, sostiene. coalizione che fa riferimento a mario monti premier Fiorella Cappato

il polesine È Un territorio terrificantemente sottovalUtato

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er quanto riguarda l’area di centro destra abbiamo intervistato Fiorella Cappato, ex Pd ora in Udc e candidata al Senato nella lista unica “pro Monti”, insieme a Fli (il partito di Fini). Che farà se sarà eletto? “Cercherò di svolgere al meglio il mio ruolo con impegno, come ho sempre fatto. Milito da moltissimi anni e mi sono sempre spesa per la politica; è quello che vorrei continuare a fare, portando a Roma i problemi della gente”. Il Polesine è un territorio terrificantemente sottovalutato; “abbiamo infinite risorse agricole, ittiche, turistiche. Il nostro bellissimo Parco del Delta merita di essere valorizzato e promosso al livello nazionale”. Monia Trevisan

tra le priorità la facilitazione all’ accesso al credito

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onia Trevisan, candidata con FLI, mette come priorità la facilitazione “all’ accesso al credito per giovani, famiglie e aziende e l’incremento di posti di lavoro tramite agevolazioni alle aziende”. Il politico deve rispondere al cittadino, per questo Trevisan si impegna, in caso di elezione, a stilare un report mensile con gli obiettivi raggiunti.

moralità e rivalorizzazione amBientale

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osa pensano i candidati polesani? Quali sono i provvedimenti urgenti per il paese? Perché la candidatura e quali sono le rivendicazioni e le proposte per un Polesine diverso che questi porteranno avanti una volta giunti a Roma? Queste sono le domande che abbiamo posto ad alcuni esponenti rappresentativi delle aree, centro-sinistra, centro-destra, società civile – sinistra, né sinistra né destra. lista fermare il declino Alessandro Carraro

“eliminare gli sprechi nella pUBBlica amministrazione”

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l di là degli schieramenti “classici” c’è chi si autodefinisce “nè di destra, né di sinistra”. E’ il caso di liste come quella promossa da Oscar Giannino. “Gli italiani saranno stufi di promesse vuote e proposte irrealizzabili. E’ tempo di Fare cose concrete per risollevare il Paese”. Così Alessandro Carraro, candidato alla Camera dei Deputati per Fermare il Declino, commenta l’ultima “promessa da campagna elettorale” del Pdl sulla restituzione dell’Imu. Per quanto riguarda la spesa pubblica l’esponente del partito di Giannino invoca “l’acquisto delle forniture e dei servizi, eliminando così gli sprechi nella pubblica amministrazione e in politica, aumentando al contempo i servizi”. veneto stato Eraldo Barcaro

“valorizzare la cUltUra”

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er Eraldo Barcaro, candidato nelle liste di Veneto Stato “bisogna battersi per la valorizzazione del territorio polesano e la valorizzazione della cultura e di eventi culturali connessi, anche con un buon lavoro di coordinamento di ciò che già il territorio offre”. Infine è importante cercare di creare posti di lavoro per i giovani.

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eppe D’Alba è candidato nella lista Centro Democratico. Secondo D’Alba, per il Polesine è importante concentrarsi sullo “sviluppo di processi di ricerca per attività del territorio, ovvero artigianato, pesca ed agricoltura”. “E’ necessario avvalersi di nuove tecnologie, come le nanotecnologie che stanno diventando sempre più importanti per la nostra vita”. L’Italia, secondo il candidato, “ha bisogno di essere ripulita: moralmente e fisicamente”, necessita di persone che operino con onestà e di qualcuno che si occupi della rivalorizzazione ambientale e paesaggiastica. Diego Crivellari

rilancio delle imprese e dell’occUpazione

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er Diego Crivellari, dal 2010 coordinatore provinciale del Partito Democratico, il voto al PD “è utile perché siamo gli unici che potrebbero governare ed avere le potenzialità che consentono di eleggere degli esponenti polesani”. Per quanto riguarda le misure per il territorio, afferma “le priorità è la salvaguardia dell’autonomia, il rilancio dell’imprese, e dell’occupazione; il sostegno a scuole e università: in Polesine abbiamo il Cur, polo universitario che attrae anche studenti fuori provincia e che merita di essere promosso”. Per quanto riguarda i provvedimenti urgenti la risposta è secca: “meno tasse sul lavoro, - sostiene - recuperando i fondi con una seria lotta all’evasione fiscale e una tassa sui grandi patrimoni immobiliari”. Cinzia Sivier

“Basta devastare il terreno a favore del cemento”

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er Cinzia Sivier, candidata di Sel, “chi ha voglia di una sinistra di governo, dovrebbe votare noi. Abbiamo dimostrato, con l’esperienza di Vendola, che i temi cari alla sinistra possono esser portati avanti, anche governando”. Sivier fa della tutela del territorio la sua bandiera: “Basta devastare il terreno a favore del cemento”. La nostra terra va riqualificata” gli investimenti, dunque, non devono dimenticare che qui c’è il Parco del Delta che deve essere valorizzato”. La priorità del prossimo governo? “Il sostegno alle famiglie e a chi è in difficoltà”. rivoluzione civile, antonio ingroia premier

movimento cinque stelle Giovanni Endrizzi

“reddito di cittadinanza, finanziato con le pensioni d’oro”

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no dei rappresentanti del Movimento a Rovigo è Giovanni Endrizzi. “Siamo incensurati – ha spiegato - abbiamo la mente sgombra da schemi preconcetti, le mani libere da alleanze tossiche; capacità di analisi, idee e progetti orientati al futuro. Insomma Abbiamo un programma che ora stanno copiando un po’ tutti, ma non possiamo sperare che lo realizzeranno davvero”. Tra le istanze da portare a Roma Endrizzi non ha dubbi: “Il marchio di qualità Polesine per agricoltura, piscicultura, agriturismo; attività ad alto valore aggiunto e elevato richiesta di manodopera. La politica dovrebbe impegnarsi per bloccare le grandi opere inutili in finanza di progetto e spostare la spesa su microprogetti di riqualificazione energetica degli edifici pubblici, a vantaggio di piccole e medie imprese locali”.

Shahnaz Jahangiri

“persone al servizio di tUtti, soprattUtto dei più poveri”

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nfine vi è Rivoluzione civile, lista civica che unisce partiti e mondo associativo. Le proposte per il Polesine sono chiare: “Occorrono politiche industriali pubbliche per promuovere investimenti per un grande piano nazionale per il lavoro e l’ambiente, in cui anche il Polesine abbia la propria parte di investimenti (es. riqualificazione e riconversione ecologica delle aziende in difficoltà, adeguamento e potenziamento della via navigabile, incentivi e finanziamenti per l’edilizia in termini di riqualificazione, ristrutturazione, riduzione dei consumi, messa in sicurezza antisismica degli edifici”. Secondo Shahnaz Jahangiri, presidente del circolo Arci di Adria, neo cittadina di origini iraniane, il voto a Rivoluzione Civile è un voto “per chi si occupa di tutela dei diritti, di tutti, soprattutto dei deboli”. “Le persone della nostra lista sono persone che si sono sempre messe a servizio del paese, con onesta e passione, a partire da Ingroia”, continua. Un provvedimento per il Polesine? “riqualificazione e valorizzazione di una delle zone più belle d’Italia, il Parco del Delta del Po”.



10 Adria Sanità Piano sociosanitario e schede tecniche

Nell’aria c’è profumo di “tagli”

Si parla in via ipotetica ma oltre alla riduzione dei posti letto sarebbero a rischio i reparti “nursery” di Adria e Trecenta di Mauro Gambin

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ul futuro della Sanità polesana si allungano minacciose le ombre dell’incertezza. Con una certa attendibilità si sa che a breve ci saranno dei tagli, annunciati dal Piano sociosanitario elaborato dalla Regione e confermati in via teorica dalle schede tecniche che riguardano ogni nosocomio. Schede delle quali, però, al momento si è persa ogni traccia. Per saperne di più abbiamo rivolto qualche domanda all’assessore provinciale alla Sanità, Guglielmo Brusco. Partiamo dalle nomine dei nuovi direttori generali: Pietro Girardi ad Adria e Arturo Orsini a Rovigo. Il primo chiamato nel difficile compito di sostituire il suo predecessore Dal Ben senza dare luogo a rimpianti, il secondo (l’unico in quota Pd tra i 22 nominati da Zaia) reduce da esperienze difficili a Chioggia e Mirano. In tal senso, infatti, a molti, e soprattutto tra l’utenza dell’Ulss 13, è balzato all’occhio il fatto che Orsini sia stato il direttore generale al quale più di tutti è stata fatta pesare la stagione dei tagli. Questo la preoccupa visto che su Rovigo la mannaia è appesa ad un filo già da diverso tempo? “Per quanto riguarda Pietro Girardi, che ho incrociato qualche volta quando lavorava all’Ulss 18, io l’avevo trovato persona gentile e non ho dubbi si sia mantenuto tale. Valutazioni sul suo operato le farò quando avrò

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dati sufficienti per farlo. Per quanto riguarda il Dr. Orsini, su sua cortese richiesta l’ho incontrato e l’ho trovato persona disponibile e non credo che presterà al ruolo di boia per gli ospedali pubblici e altri servizi dell’Ulss 18. In caso di tagli non condivisi, sono certo partiranno denunce alla procura per interruzione di pubblico servizio e ricorsi al TAR, che non risparmieranno certo la Regione Veneto, né dal punto di vista del personale politico, né da quello degli alti responsabili tecnici”. Proprio in merito ai tagli, da tempo, per il Polesine si parla di 270 posti letto in meno, è un perdita che il sistema sanitario polesano può permettersi? e soprattutto, a suo avviso, sarà l’unico che il Polesine subirà? Nelle “nursery” di Adria e Trecenta, ad esempio, nascono meno di 500 bambini l’anno, questi reparti a suo avviso sono a rischio chiusura? “Io, proprio all’inizio del 2013 ho trasmesso anche alla Regione, una comparazione tra il piano Balduzzi e il Piano Regionale Socio-Sanitario. Se in Regione volessero coniugare il rispetto della legge e le necessità della cittadinanza, potrebbero farlo senza tagliare 270 posti letto, bensì da un minimo di 30 ad un massimo di 74. Sarebbero tagli comunque dolorosi, ma gestibili. Per quanto riguarda i punti nascite, credo sia un’offesa al buon senso tagliare ad Adria o a Trecenta.

So per certo che nel territorio di riferimento amministrativo del San Luca nascono circa 700 bambini, di cui però solo circa 400 all’ospedale di Trecenta. Vogliamo farne emigrare altri 400 o far ritornare nel loro ospedale i 300 che adesso forzatamente nascono in atri nosocomi?”. Era stato detto che le schede tecniche sarebbero state redatte insieme alle istituzioni del territorio, è andata cosi? Zaia aveva detto che sarebbero state approvate prima di fine anno, ma lo disse diversi mesi fa. Secondo lei sono state messe, momentaneamente, da parte per non inficiare la campagna elettorale? Se fosse così sarebbe legittimo pensare che le misure contenute saranno parecchio impopolari... Lei che dice? “In tal proposito abbiamo avuto rassicurazioni dal presidente della V commissione Leo Padrin, dall’assessore Isi Coppola, dall’assessore Coletto e dal consigliere Corazzari che le schede ospedaliere saranno discusse, decise e condivise con le istituzioni e le popolazioni locali. Fino ad oggi nessuna di queste promesse è stata mantenuta. Conto però che lo sia, altrimenti questi signori non meriterebbero neanche un briciolo del rispetto e del credito che sono stati a loro fino ad oggi concessi”. La Regione ha appena esultato per-

ché è riuscita ad ottenere 130 milioni di euro da destinare all’edilizia ospedaliera, ad Adria per la nuova palazzina sono stati spesi 10 milioni di euro, a Chioggia si è speso per l’ingresso del nosocomio e per il Cup e a Schiavonia, nella Bassa Padovana, il nuovo ospedale marcia a grandi passi verso il taglio del nastro...ma perché ci sono così tante risorse per l’edilizia mentre per i servizi si è arrivati a tagliare i contributi alle famiglie con anziani o disabili a carico? Spero non risponda “perché nei cantieri gira il business mentre negli ambulatori no”... significherebbe affermare che in un settore importante e delicato come la Sanità c’è spazio solo per chi persegue interessi di arricchimento personale e si andrebbe ad alimentare ulteriormente la rete di chi nutre sfiducia nella politica... “Vede, se io sapessi che nei cantieri gira il businnes, avrei già avvisato la Corte dei Conti (anche se fino ad oggi, altre mie infor-

mative non hanno ancora prodotto risultati da me verificabili). Credo che però a lei sia sfuggita qualche puntata della mia catena di denunce sugli sprechi della sanità polesana e veneta. Io ho mandato conteggi in Corte dei Conti a Venezia per spese discutibilissime, per una cifra vicina ai 250 milioni di euro. Non ha prodotto ancora niente. Io vedo notizie della giustizia che colpisce giustamente chi ha rubato le mele, il signore marocchino che ha rubato in una discarica una biciclettina per la propria bambina, chi ha qualche sacchetto di patatine scadute. Per questo ho speranze che la giustizia mi sappia anche spiegare se un certo uso di centinaia di milioni di euro dati alla sanità privata del veneto, è stato legittimo, economico ed efficace. Se una mano a queste storie, la fornisse anche la stampa, facendo apparire più articoli di inchiesta sulle pagine dei giornali, forse le cose andrebbero meglio e si potrebbe difendere con più efficacia gli interessi veri dei nostri cittadini”.

Deliberato il piano provvisorio 2013 del riparto sociosanitario

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zanetti: “adria penalizzata”

ia libera in commissione Sanità alla deliberazione della Giunta regionale per l’assegnazione provvisoria alle Aziende sanitarie del Veneto delle risorse finanziarie per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) per il triennio 2013/2015. Si tratta di un provvedimento necessario per garantire alle aziende le risorse minime per programmare le attività, stante l’eccezionalità della situazione contingente a livello di Ministero, che non ha ancora definito le quote di spettanza delle regioni. Il riparto provvisorio per il 2013 ammonta a complessivi 7.831.764.483 euro. Nel corso della discussione il Segretario regiona-

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le per la Sanità, dopo aver confermato per il 2013 il taglio di 200 milioni di euro di finanziamenti statali, ha annunciato l’assegnazione al Veneto di un finanziamento di 42 milioni di euro, che consentiranno, come ha sottolineato il Presidente della Commissione, Leonardo Padrin, una copertura importante delle prestazioni extra LEA per il 2013, in particolare per quanto riguarda gli assegni di cura. “Al di la delle polemiche - ha poi dichiarato Padrin – verranno garantiti a tutti i cittadini veneti gli stessi servizi di cui hanno goduto nel 2012”. Non è dello stesso avviso il consigliere del Pd adriese Caterina Zanetti che sulla

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questione invece a ribadito la forte penalizzazione di cui sarà oggetto il Polesine. “Il taglio complessivo di 200 milioni di euro, penalizzerà oltremisura il territorio polesano e in particolare la Ulss di Adria – ha precisato - con una drastica sforbiciata di 4.343.328 euro, pari al 3,19% in meno. A rischio, dunque, non ci sono solo gli ospedali e interi reparti di eccellenza, ma anche quella integrazione tra servizi sociali e sanità, che da sempre è stata il vero biglietto da visita del Veneto (servizi per disabili, contributi alle famiglie che assistono non autosufficienti ecc.) e che oggi sembra essere sulla via dello smantellamento”. Ma.Ce.

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Adria 11 Economia e società Due appuntamenti dedicati ai giovani adriesi

Borse di studio e risorse per le start up Alberto Ruzzante, Anna Macrì ed Elena Guarnieri gli assegnatari del premio Marin. Al Teatro presentati i bandi regionali a sostegno dell’imprenditoria giovanile di Martina Celegato

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ello scorso mese di gennaio due sono stati gli avvenimenti che hanno dato una scossa alle idee fresche dei giovani adriesi, sia attraverso i riconoscimenti nei confronti del lavoro svolto sia attraverso finanziamenti e agevolazioni per iniziare nuovi progetti. Il primo dei due appuntamenti si è tenuto lo scorso 14 gennaio presso la Sala Consiliare di Palazzo Tassoni dove sono state consegnate le borse di studio “Marino Marin”. Un riconoscimento giunto alla sua 11esima edizione rivolto alla valorizzazione e al premio dei neolaureati che hanno affrontato all’interno della loro tesi di laurea tematiche legate alla cultura locale

Trasporti

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o comunque facenti riferimento ad argomenti di stampo umanistico. Un incentivo che mira a ricordare il più grande poeta locale dello scorso secolo Marino Marin e che si articola ad anni alterni coinvolgendo di volta in volta studenti universitari o di ogni ordine di scuola. Quest’anno la giuria, presieduta da Mara Bellettato, Consigliere delegato per la cultura e la pubblica istruzione, composta da Antonio Giolo, Gabriella Bocchi Vendemiati, Enrico Noè e Leonardo Raito, ha conferito il I premio alla tesi di Alberto Ruzzante intitolata “Adria. La necropoli di Ca’ Garzoni: corredi funerari di età romana degli scavi del 1969” e il II premio ex aequo

nUovi treni nella tratta adria-mestre

reni nuovi per un sistema ferroviario regionale migliore. I due nuovi convogli destinati alla tratta Adria – Mestre, inaugurati lo scorso mese proprio nella stazione di viale degli Alpini alla presenza dell’assessore regionale alle Politiche della mobilità, sono infatti i primi di una fornitura complessiva di ventiquattro treni che dovrebbero rivoluzionare in positivo

tutto il servizio veneto di trasporto pubblico locale. Realizzati nell’ambito di un appalto della società Servizi Territoriali e finanziato dalla Regione, entreranno progressivamente a regime entro la fine di questo anno. Quelli che hanno iniziato a transitare già da subito per Piove di Sacco sono due Atr 126 a 4 casse e trazione termica diesel, dalla capacità di 450 posti

alle tesi di Anna Macrì “Odori in Catullo” ed Elena Guarnieri “ Sfruttamento e oppressione in Simone Weil”. Il secondo appuntamento rivolto ai giovani, invece, è andato “in scena” lo scorso 28 gennaio presso il teatro Comunale di Adria con la presentazione dei bandi regionali a sostegno dell’imprenditoria giovanile e femminile approvati dalla Giunta Regionale. Si tratta di risorse messe a disposizione per l’avviamento delle giovani imprese nel territorio del Delta. Lo stanziamento ha cifre importati, infatti si è parlato di 4 milioni di euro a fondo perduto per nuove piccole e medie imprese a partecipazione giovanile e ulteriori 5

milioni di euro per le imprese con maggior partecipazione femminile. All’incontro, che ha riscosso un buon successo, ha preso parte anche il Presidente della Ccia di Rovigo, Lorenzo Belloni, che ha dato informazioni relative al quadro normativo di riferimento che è notevolmente cambiato in seguito al Decreto Legge n. 179/18.10.2012 (Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese) convertito nella L. n. 221/17.12.2012 e che va a normare tutta l’area relativa alla nascita e alla crescita di startup innovative nate da meno di 4 anni ma iscritte nell’apposita sezione del registro entro il 16 febbraio 2013.

ciascuno. L’assessore ha parlato di un nuovo sistema ferroviario possibile chiedendo all’utenza di pazientare sino al prossimo giugno quando inizierà il nuovo orario cadenzato. La volontà della Regione è di migliorare l’offerta all’utenza, risolvendo definitivamente alcune problematiche come la puntualità dei treni e soprattutto i disagi del sovraffollamento in alcune tratte. Soddisfazione espressa naturalmente anche dal sindaco uscente Alessandro Marcolin. Oltre a ribadire l’importanza del miglio-

ramento del servizio per i tanti pendolari piovesi, Marcolin ha puntato l’attenzione anche su un altro aspetto. “Confidiamo che questa nuova offerta ferroviaria - spiega - possa nella nostra realtà avere una ricaduta positiva anche sul piano turistico, specie per la nostra vicinanza con le valli lagunari”. Marcolin non ha mancato di sollecitare i dirigenti di Sistemi Territoriali a prendere in considerazione la problematica dei lunghi tempi d’attesa ai passaggi a livello cittadini. A.C.

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12 Bottrighe Impresa Presentato il progetto di riconversione dell’ex stabilimento Ajinomoto Bioitalia

Mater-Biotech, nel 2014 l’avvio della produzione

Sarà il primo impianto al mondo per la produzione di butandiolo, componente principale delle bioplastiche per la produzione di sportine per la spesa, bottiglie, tessuti elasticizzati

Nelle foto, un momento della presentazione dell’impianto ed uno scorcio dello stabilimento Mater-Biotech

di Roberto Marangon

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ntro i primi mesi del prossimo anno dovrebbe iniziare la produzione nel riconvertito stabilimento ex Bioitalia Ajinomoto che Novamont, multinazionale piemontese, attraverso la controllata società Mater-Biotech, ha acquisito dalla famiglia Altoè, nella zona industriale di Bottrighe. Il progetto del nuovo impianto, a seguito di bonifica e riqualificazione dell’intero sito, è stato presentato alla cittadinanza nel corso di un incontro svoltosi nella sala polivalente di piazza Libertà, alla presenza dell’ingegnere Antonino Maltese, direttore dello stabilimento e del suo staff. Il primo cittadino, insieme al delegato locale e all’assessore competente, hanno salutato soddisfatti l’arrivo di Novamont che porterà prestigio e posti di lavoro in zona. A regime, gli addetti saranno una sessantina, più un largo indotto, come ha spiegato il dottor Ivano Mantovani dirigente dell’azienda. Attraverso la proiezioni di immagini è stato quindi illustrato il processo di lavorazione della fabbrica. La EAmbiente di Porto Marghera, per conto della proprietà, ha presentato l’iter burocratico regionale per l’ottenimento dell’autorizzazione unica ambientale. Novamont è società leader nel campo della chimica green, meglio definita “chimica vivente per la qualità della vita”. Si

A regime gli addetti saranno una sessantina, più un largo indotto tratta di produzioni nate dall’integrazione tra chimica, agricoltura e ambiente, percorrendo la strada dello sviluppo sostenibile, utilizzando le materie prime vegetali, fonti rinnovabili di anno in anno, trasformandole in bioplastiche per applicazioni specifiche a basso impatto ambientale, avendo, infatti, tutte le proprietà d’uso dei materiali tradizionali e la possibilità di essere completamente biodegradabili. Tra queste la denominata Mater-bi, bioplastica proveniente da lavorazioni vegetali. Novamont, nata come centro di ricerca Montedison (ex Montecatini), ha scelto una nuova filosofia industriale cercando di risolvere i tanti problemi di inquinamento, attraverso lo sviluppo di produzioni derivanti da materie prime rinnovabili di origine agricola. A Bottrighe, si produrrà dunque il Bio-Bdo, ovvero il butandiolo, componente principale per la produzione delle bioplastiche, sinora ottenuto solo da fonti fossili, scarsamente disponibile rispetto alla domanda. In ciò, Novamont avrà

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pacchiella, 46 anni di Bontemponi

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Nella foto: Giovanni Pacchiella premiato da Gianni Spadon

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iovanni Pacchiella, tra i fondatori del gruppo folkloristico “Bontemponi & Simpatica Compagnia” è stato premiato per aver preso parte al sodalizio per quasi mezzo secolo. Immancabile in prove e spettacoli, Pacchiella ha ricevuto, un riconoscimento da parte del presidente Gianni Spadon per “46 anni di preziosa ed ininterrotta presenza in qualità di co-fondatore e componente del gruppo e per aver contribuito in maniera encomiabile alla crescita e allo sviluppo dell’associazione”. Nato a Loreo nel 1923, sposato con Fernanda Rizzoli, vive a Bottrighe dal 1952, dove ha lavorato presso il locale zuccherificio. Nel 2010 ha ottenuto la medaglia d’onore, conferita dal Presidente della Repubblica in quanto, a soli vent’anni, fu deportato in un lager tedesco, subendo disumani trattamenti. Oltre ai Bontemponi, quale corista e suonatore di “liron” ha preso parte per anni anche al coro della parrocchia. Ro.Ma.


Bottrighe 13 Istruzione Ci sono quindici potenziali iscritti per la classe prima del prossimo anno

Spiragli per la riapertura del prossimo anno Comitato, genitori e Comune in un documento hanno ribadito la volontà e l’impegno di mantenere aperto il plesso di Roberto Marangoni

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a scuola media di Bottrighe potrebbe riaprire i battenti. I presupposti ci sono tutti. A partire dall’anno scolastico 2013-2014 gli iscritti del paese per la classe prima sarebbero quindici. Il trend in crescita è positivo anche per i prossimi anni. “Grazie a due anni di lotta del comitato e dei cittadini di Bottrighe per il mantenimento della scuola media – afferma il portavoce Alberto Bergo - finalmente si vedono alcuni spiragli. Ci confortano i numeri dei ragazzi che potranno frequentarla, a dimostrazione che i dati previsionali in possesso dal Comune a suo tempo esposti in consiglio comunale, erano errati. Oggi siamo di fronte ad una di Rovigo e con il dirigente nuova situazione, lo stesso sindaco scolastico, permettendo ha dovuto prendere atto, ci sono Bergo: “I dati quindi di avere una concreta elementi diversi, rispetto a quanto previsionali possibilità di riapertura della si era paventato. Il comitato ha in possesso scuola media di Bottrighe”. sempre creduto che ciò fosse possi- dal Comune Comitato, genitori e Comune, bile-continua Bergo - coinvolgendo i erano errati” congiuntamente uniti in un genitori, la cittadinanza ed incalzando l’amministrazione comunale e oggi finalmente pos- documento firmato, hanno ribadito la volontà e l’imsiamo decidere un percorso virtuoso che coinvolgendo pegno di mantenere aperto il plesso, ripristinando la le famiglie, gli alunni ed il Comune porti ad un rapporto classe prima momentaneamente sospesa, impegnadonuovo e positivo anche con il provveditorato agli studi si a concretizzare ciò con l’iscrizione on-line di tutti gli

1° FESTA DI S. ANTONIO ABATE SuCCESSO TRA RELIGIONE E FOLk Bella l’iniziativa promossa dalla locale Pro loco, con lo scopo di rivitalizzare le tradizioni religiose e culturali del territorio

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a ottenuto il meritato successso la prima edizione della festa di Antonio abate, il santo protettore degli animali e del fuoco, ricordato a Bottrighe in una bella iniziativa promossa dalla locale Pro loco presieduta da Alberto Bergo, alla scopo di rivitalizzare le tradizioni religiose e culturali del territorio polesano. Era gremitissimo il teatro della sala polivalente “Loris Cominato” di piazza Libertà per lo spettacolo di cante e ballate del Delta, bene interpretato dal gruppo folkloristico “Bontemponi & Simpatica Compagnia” del luogo. Un variegato varietà d’altri tempi, tra canto, ballo e recitazione, che ha saputo, come sempre, coinvolgere l’attento pubblico, che ha naturalmente ricambiato con tanti applausi. Molto bravi i musici del gruppo, alla chitarra Sergio Salmi, alle fisarmoniche Roberto Carlin e Cristian Mottaran, così pure le voci dei coristi ed in particolare quelle soliste di Mirella Rossi e Giovanni Bonato, divertente poi la scenetta con Remigio Zambotti. Graditi anche i nuovi inusitati strumenti di

accompagnamento realizzati in legno e latta. Tante le risate per gli intermezzi umoristici con simpatiche battute sulla politica del momento e sull’attuale crisi, coinvolgendo in questo anche il sindaco Massimo Barbujani che non si è tirato indietro nel rispondere e per questo suo spirito ha ricevuto dal sodalizio la nomina e distintivo di “Bontempone onorario”. Pregevole l’ntervento dell’etnografo Paolo Rigoni sulle tradizioni popolari legate al santo. Dopo la celebrazione della messa nella chiesa di San Francesco ed il ritorno in sala polivalente, il parroco don Antonio Cappato ha benedetto gli aninali domestici e dell’aia presenti con i loro proprietari, oltre a cani e gatti, anche conigli ed un bellissimo esemplare di gallo. La festa, pienamente riuscita, merita di essere ripetuta e di diventare una tradizione del posto, magari ampliandola con l’esposizione di prodotti tipici e dolci stagionali, come l’antica”marianna” fatta con farina di castagne. Ro.Ma.

La scuola media di Bottrighe

alunni alla scuola di Bottrighe, chiedendo al dirigente scolastico Laura Cassetta di valutare positivamente la decisione unanime dell’assemblea che ha sottoscritto il documento e attivandosi al fine di garantire la riapertura della calsse prima per l’anno scolastico 2013-2014. “Il comitato- conclude Bergo- continuerà la sua battaglia affinché la scuola possa divenire un esempio concreto di successo dei cittadini e delle loro aspirazioni”. Il mantenimento della scuola rappresenta senza dubbio un importante valore culturale e sociale del luogo stesso.

appUntamenti torna l’antico carnevale del delta

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al 1860 a Bottrighe si festeggia l’antico carnevale del Delta. E la tradizione continua. Domenica 10 marzo (in caso di maltempo il 17), nel centro storico, a partire dalle ore 15, si darà il via all festosa kermesse organizzata dal Gruppo Sportivo con la sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati. Sul liston di palazzo civico musica, spettacolo, salta-rimbalza per tutta la durata della festa. L’apertura della manifestazione sarà affidata a Re Carnevale, il tradizionale carro costruito dal Gruppo Sportivo, seguirà lo spattacolo del complesso bandistico, majorettes e sbandieratori di Villa Estense. Oltre ai carri di Bottrighe, tanti altri giungeranno da altri centri della provincia. Altra grande animazione sarà proposta dal Gruppo Anonimo Bottrighe, sodalizio esistente in paese da oltre quarant’anni, che tanto successo ottiene in analoghe manifestazioni regionali. Oltre al grande carro allegorico, tanti figuranti proporranno balli e coreografie sotto l’abile guida di Ilaria Crepaldi e Stefania Romanin. In piazza Cinzio Cassetta ci saranno luna park e gonfiabili, in piazza Libertà, le bancarelle ed il trenino Dotto del Gruppo Sportivo. Dopo l’estrazione di una ricca lotteria, alle 18,30 lo spettacolo pirotecnico presso il parco 1° Maggio, seguirà il processo e il rogo a Re Carnevale. L’origine di questo antico carnevale si deve all’allora “Società degli Artisti”, formata da valenti artigiani del luogo che organizzavano interminabili veglioni carnevaleschi e grandi sfilate dei carri allegorici costruiti in loco. Dal 1990 questa tradizione è Ro.Ma. stata ripresa dal Gruppo Sportivo.

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14 Sguardo a Rovigo Infrastrutture Chiesti chiarimenti in merito alla discarica di Villadose

Taglietto 1, servono risposte prima di procedere L’assessore regionale all’Ambiente da tempo sostiene che non sono più necessari inceneritori e discariche. Nel Piano dei rifiuti solo un sito per lo smaltimento dell’amianto

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aglietto uno, la discarica di Villadose, è diventata og- specificato che non sarebbe possibile devolvere a terzi, in getto di un’interrogazione in Consiglio Regionale. Della nessuna forma, la somma per il completamento della discarealizzazione del nuovo impianto di stocaggio di rifiuti rica e si sancisce che la realizzazione della nuova discarica urbani si parla da tempo ed è già stato deciso che ad occu- è necessaria al fine di garantire l’autosufficienza dello smalparsi dell’appalto sarà Ecoambiente alla quale è stato accor- timento dei rifiuti solidi urbani a livello di ambito territoriale ottimale, provvedendo così a dare atto dato un sostanzioso finanziamento. In che il Consorzio provvederà all’appalto Consiglio regionale però si continuerà Differenziata, dei lavori di bonifica della discarica di a parlare dell’opportunità di dare luogo Rovigo il primo ‘Taglietto 1’ e di realizzazione della al nuovo impianto, e alla maggioran- tra i municipi nuova discarica Bacino”. Un’affermaza di Palazzo Balbi è stato chiesto di al sopra i 50mila zione che secondo il consigliere cozza prendere in esame se quanto disposto abitanti con quanto sostenuto dall’assessore per l’impianto Taglietto 1 di Villadose sia coerente con quanto è già stato affermato in merito al regionale all’Ambiente, Maurizio Conte, che parlando del “Piano regionale dei rifiuti” prossimo ad essere adottato. Piano regionale dei rifiuti, aveva asserito che per il Veneto Le ultime novità legislative, infatti, impongono la considera- non erano necessarie altre discariche. “L’inutilità di nuovi zione dell’intero territorio regionale come ambito territoriale impianti – ha precisato Azzalin – sembrerebbe essere ottimale. “Proprio per questo - ha spiegato il consigliere confermato anche dal rapporto “Produzione e gestione dei Graziano Azzalin, autore dell’interrogazione - bisogna capi- rifiuti urbani nel Veneto” dell’Osservatorio regionale rifiure bene il senso della delibera che il Consorzio Rsu di Rovigo ti dell’Arpav, visto che le quantità di rifiuto urbano sono ha inviato ai Comuni consorziati per l’approvazione, nella andate progressivamente riducendosi grazie alla raccolta quale si sostiene che il Consorzio è beneficiario di un con- diferenziata”. Il rapporto, infatti, per il 2011 la quantità di tributo comunitario a fondo perduto di euro 2.828.433,91 188mila tonnellate di rifiuto urbano smaltite nelle 10 discaconcesso dalla Regione. Nella stessa delibera, inoltre, viene riche attive in Veneto, il 18,1% in meno rispetto all’anno

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“inter green – ecologia intercUltUrale”

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precedente e l’andamento dal 2002 al 2011 evidenzia una diminuzione complessiva del 61% (-76,1% considerando i soli rifiuti urbani). Un trend positivo al quale si accoda anche il comune di Rovigo che con i suo 60,32% di rifiuti differenziati risulta essere il primo tra i municipi al sopra i 50mila abitanti”.

’integrazione passa anche attraverso la condivisione di abitudini culturali, quotidiane e domestiche. Ancora meglio, se a questo aggiungiamo un occhio di riguardo all’ambiente. Sono questi i punti sui quali si basa il progetto “Inter Green – ecologia interculturale”, promosso recentemente da Legambiente Veneto, finanziato dal Centro di servizio per il volontariato e patrocinato dal Comune di Rovigo. Collaborano anche Fiab, Caritas, Cooperativa Porto Alegre, Cinegap e il Laboratorio territoriale LA.TERR.A. della Provincia di Rovigo. L’obiettivo – spiega la responsabile del progetto Ilaria Boldrin - è promuovere l’ambientalismo all’interno delle mura domestiche, favorire l’interazione delle comunità straniere nel nostro territorio. Il percorso formativo si sviluppa su queste tematiche: l’acqua, i rifiuti, l’energia, la pulizia della casa, l’alimentazione stagionale e la mobilità, che verranno affrontate con un approccio semplice e concreto”.

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Sguardo al Delta 17 Bilancio Allarme per i conti a causa della Legge di Stabilità 2013

Al Governo l’Imu della Centrale Il mancato introito da parte del Comune è destinato a causare un buco di circa 4,5 milioni di euro di Alessandro Orlandin

L’Intervento In condizioni disastrose e senza mezzi di Franco Maccari*

segue da pag. *Segretario Generale del Coisp (Sindacato Indipendente di Polizia)

1

pino c’è lei, l’Imu, l’ormai famigerata imposta sugli immobili varata dal governo di Mario Monti: infatti tra le disposizioni della legge è previsto che il gettito derivante dagli immobili a uso produttivo (appartenenti alla categoria catastale D) finisca nella case dello Stato e non in quelle del Comune, fatta eccezione per una piccolissima parte. Questo mancato introito è destinato a causare un buco di circa 4,5 milioni di euro a cui l’amministrazione dovrà far fronte in sede di bilancio. Una prospettiva che allarma non poco i rappresentanti della politica locale, indistintamente dal colore politico. “Si tratta

di un buco gravissimo per il nostro bilancio – ha osservato il capogruppo di minoranza Mirco Mancin - visto che stiamo parlando di ulteriori minori introiti per milioni e milioni di euro, con conseguenze negative ed inevitabili per i servizi offerti alla cittadinanza, destinati purtroppo, se non si trovano rapide alternative, a diminuire in maniera drastica. È inimmaginabile pensare di tagliare 4,5 milioni di euro sui circa 19 totali del bilancio comunale. Riteniamo che questa scelta governativa porti come conseguenza immediata l’affossamento definitivo di ogni nostra legittima speranza di crescita e sia una pena-

lizzazione ai danni di un territorio che per anni si è messo al servizio del sistema Italia ospitando, con tutti i pro e i contro, questo imponente complesso industriale”. La scelta è stata avallata a suo tempo anche dall’Anci (Associaziona Nazionale Comuni Italiani), istituzione a cui il sindaco Silvano Finotti intende rivolgersi per provare a trovare un compromesso: “Secondo l’accordo ai Comuni rimaneva l’Imu ‘normale’ e lo Stato in cambio si è presa quella dei fabbricati del gruppo D. Ho già anticipato che sarà mia cura chiedere all’Anci una riunione del comitato dei Comuni sedi di centrali elettriche”.

L’uomo è stato circondato dalle guardie a cavallo inglesi che lo hanno distratto, mentre un poliziotto con una pistola elettrica lo ha colpito restando a distanza di sicurezza e lo ha immobilizzato. E così che vanno dunque le cose quando gli operatori della sicurezza hanno dotazioni adeguate… Tutto finisce rapidamente, in sicurezza, nessuno spargimento di sangue, niente denunce, niente pratiche da torturatori da seguire… Però! Ma se tutto fila liscio che gusto c’è? Molto meglio qui in Italia dove un poliziotto può rischiare sul serio la salute ad ogni minimo intervento che gli capita, dove può sempre far lavorare la fantasia per sopperire alle carenze di mezzi che non gli consentono di avere gli strumenti adeguati per lavorare, dove non manca mai il brivido della denuncia per abusi, e dove in cambio… si beccano quattro spiccioli, tra i peggiori trattamenti d’Europa .Devono pensarla certamente così i nostri governanti e amministratori che si ostinano a non fornire ai poliziotti pochi economici strumenti che non li obbligherebbero, puntualmente, a venire al contatto fisico ogni volta che bisogna intervenire per fermare qualcuno che crea problemi di qualsiasi tipo. E fare a meno di mettere a repentaglio noi operatori e tutti gli altri? E perché mai? Meglio lasciarci con i soliti, antidiluviani, mezzi. Manganelli e nude mani. Non fermano proiettili, bastoni e catene e coltelli e tanto altro, ma che importa? Non ci consentono di fermare rapidamente e col minor rischio possibile quelli che ci troviamo di fronte, ma che importa? Tanto il problema è e resta di Forze dell’Ordine e semplici cittadini, mica riguarda politici e ministri. E poi se non fossimo costretti al contatto fisico in modo da guadagnarci l’immancabile etichettatura di violenti che abusano che va forte… soprattutto quando alle porte ci sono le elezioni?

sul futuro, non si gioca. 200 milioni di bambini oggi nel mondo soffrono la fame. Anche in Italia stiamo vivendo un periodo di difficoltà, ma per un bambino che non mangia neanche una volta al giorno, la vita non è difficile, è impossibile. Per questo è importante che tutti facciano qualcosa, basta veramente poco. Con soli 5 euro puoi contribuire subito a sconfiggere povertà e fame e a difendere i diritti dei bambini e dei più deboli.

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a almeno un decennio la Centrale Enel di Polesine Camerini è in cima agli argomenti di discussione di inizio anno, quando si stilano propositi e programmi. Il 2013 non ha riservato eccezioni, con il tema della riconversione a carbone che sarà ancora al centro del dibattito verso le elezioni comunali. Il Comune però oltre ai programmi di inizio anno deve fare anche i conti per i dodici mesi a venire e pare che a causa della Legge di Stabilità 2013 (quella che una volta si chiama Finanziaria) questi siano destinati a non tornare, complice proprio la posizione della Centrale. A metterci lo zam-


20 18

VIAGGIO IN

PROVINCIA ROVIGO

Ambiente Depositata lo scorso 30 novembre la domanda di compatibilità per la riconversione

Osservazioni della Provincia al piano di Enel Il responso dovrà arrivare dal Ministero dell’Ambiente. Luzio ha annunciato che nel caso fosse positivo i lavori partirebbero entro l’anno di Fortunato Marinata

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La centrale Enel di Polesine Camerini ufficio Statistica di Palazzo Celio

a una parte l’agricoltura insieme al turismo e dall’altra la produzione di energia. Stiamo parlando dei due blocchi contrapposti che contengono le “vocazioni” economiche del Polesine. Il futuro. Due “nature”, potrebbero essere definite, spesso cavalcate dai rispettivi sostenitori come strade sicure per uscire dalla crisi, tanto che la loro causa viene perorata contando i posti di lavoro. Si tratta, è evidente, di impieghi ipotetici, ipotesi che potrebbero essere confermate nel caso l’una o l’altra trovassero implementazione e forse è per questo che, per il momento, si guarda alla tutela e alla valorizzazione del territorio per la qualificazione di un turismo di visitazione e un’agricoltura d’eccellenza con gli stessi occhi con i quali si piange il ritardo sul ruolino di marcia della riconversione a carbone per la centrale di Polesine Camerini. Eppure tra i due punti di vista c’è tanta distanza che a volerli far convergere sullo stesso asse si rischia lo strabismo. Oppure la schizofrenia. La Regione ne ha dato prova in occasione dell’approvazione dei progetti per la realizzazione dei “parchi” di pannelli fotovoltaici a terra che riguardano i comuni di Castelgugliemo, Pincara, Fiesso, Canaro e Adria. Nella fattispecie per gli impianti di Castelguglielmo e a Pincara, (rispettivamente di 12,99 ettari per la potenza di 4.462 kWp e di 7,74 ettari per 3.069,6 kWp,) collegati da un mega elettrodotto di sei chilometri che attraverserà letteralmente quasi 50 proprietà private, la Direzione Urbanistica di Palazzo Balbi ha avviato l’esproprio sui terreni interessati dopo che lo scorso 7 agosto la giunta ha approvato una delibera per impedire il consumo di suolo agricolo con impianti solari. Di più: recentemente è stata votata all’unanimità dalla terza commissione consiliare e dal Consiglio regionale una delibera che fermerà definitivamente la coltivazione di pannelli solari nei campi agricoli. Qualcuno potrebbe rimanere basito ma va precisato che ciò che veramente manca, e il Veneto è l’unica regione che ne

è sprovvista, è un “piano energetico”, ossia una programmazione che preveda quali e quanti impianti possano o debbano essere destinati in una determinata provincia. In assenza di ciò è ovvio il permanere in una situazione di incertezza e confusione. A tal proposito è quanto meno fuori luogo anche parlare in termini fiduciosi della riconversione a carbone della Centrale di Polesine Camerini. Il responsabile dei grandi progetti di Enel, Giuseppe Luzio, intervenendo ad un recente consiglio comunale a Porto Tolle, ha sì confermando l’intenzione di Enel di procedere con il progetto a carbone ma la domanda di compatibilità per il progetto di riconversione, depositata lo scorso 30 novembre, deve ancora essere vagliata dal giudizio el Ministero dell’Ambiente. Dopo le sentenze del consiglio di Stato e alla modifica della legge istitutiva del Parco Delta del Po, infatti, si è reso necessario un nuovo passaggio autorizzativo da parte del Ministero al quale si sono aggiunte, di recente, anche le osservazioni della Provincia. Nell’ufficio dell’assessorato all’Ambiente infatti, sono stati individuati 13 punti del Piano di Enel che non esaudiscono appiano le aspettative dell’assessore competente. A mancare sarebbero alcune specifiche in materia di emissioni, sia in riferimento alle combustioni dell’impianto, sia relative all’indotto, visto che per l’approvvigionamento del carbone e lo smaltimento delle ceneri vi sarà un massiccio ricorso a chiatte a camion. “E’ inoltre di fondamentale importanza – spiegano a Palazzo Celio – avere più chiarezza per quanto riguarda le emissioni di metalli pesanti e il consumo d’acqua in quanto un eccessivo rifornimento potrebbe compromettere il normale regime del Po”. Luzio ha annunciando l’avvio dei lavori già entro l’anno, nel caso dal Ministero arrivassero buone notizie, ma è evidente che la natura di tale risposta molto dipenderà dal ministro che andrà a sedere a palazzo Chigi dopo le votazioni del prossimo 24-25 febbraio.

in polesine la popolazione più vecchia del veneto

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ovigo è la provincia che ha la popolazione con l’età media più elevata, 45,9 anni, tra le sette province venete, seguono Belluno con 45,5 anni; Venezia con 44,7; Padova 43,2; Verona 42,8; Treviso 42,5 ed ultima Vicenza che risulta la provincia con l’età media più bassa 42,2 anni. Il dato elaborato dall’ufficio Statistica di Palazzo Celio, prendendo in esame i dati forniti dall’Istat sul censimento 2011, evidenzia poi tutta una serie di altri elementi che confermano come il Polesine sia la provincia “meno giovane” del Veneto. Rispetto al dettaglio delle classi di età, il Polesine è il territorio con la più bassa percentuale di persone con meno di 14 anni: 11,4%, a seguire Belluno 12,7; Venezia 13,2; Padova 14,1; Verona 14,7; Treviso 15,2 ed infine Vicenza, che ha la percentuale più elevata con un 15,3%. Infine, analizzando l’indice di vecchiaia, il rapporto percentuale tra la popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 14, Rovigo si piazza sempre al primo posto con l’indice più elevato 203,2%; ciò significa che per ogni persona con meno di 14 anni ce ne sono 2 con più di 65 anni. Per le altre province venete dopo Rovigo troviamo Belluno 185,7%; Venezia 169,1; Padova 143,8; Verona 137,7; Treviso 128,3 e Vicenza 126,8% che conferma, anche con questo indice, la composizione più giovane della popolazione residente.

PIANO DEGLI INTERVENTI QuANTIFICATI IN 27 MILIONI DI EuRO I DANNI DEL SISMA

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quasi un anno dal terremoto che ha messo in ginocchio l’Emilia e parte del Veneto, la Regione, la Provincia e i Comuni interessati hanno dato il via libera al Piano degli interventi urgenti. Si tratta di un documento nel quale sono specificate le priorità e la percentuale massima di finanziamento per quanto concerne i danni subiti da enti pubblici ed enti non commerciali, compresi i beni ecclesiastici. Nello specifico viene spiegato che per quanto

riguarda gli interventi agli immobili adibiti ad uso scolastico, educativo per la prima infanzia e strutture universitarie verrà accordato il 100% di contributo su un danno totale di circa 1 milione 755 mila euro, già spesi, mentre per gli interventi di ripristino su edifici municipali il finanziamento potrà arrivare fino al 90 per cento del contributo richiesto; il danno segnalato ammonta a circa 1,717 milioni di euro. Ancora: per gli interventi di ripristino degli immobili adibiti ad uso

scolastico, educativo per la prima infanzia e strutture universitarie verrà corrisposto fino all’80% del danno che nello specifico ammonta a quasi 2,563 milioni di euro. Stessa percentuale di indennizzo, 80%, per gli interventi di ripristino su chiese e altri immobili di proprietà di enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, formalmente dichiarati di interesse storico-artistico, il cui danno è stato calcolato in quasi 7,936 milioni di euro. Il 60%, invece, è stato riconosciuto agli edi-

fici ad uso pubblico, il cui danno ammonta a 1,5 milioni e ancora il 60% è stato accordato per la copertura dei quasi 10,5 milioni di euro che sono stati necessari per il ripristino delle opere di difesa del suolo e infrastrutture e impianti di bonifica per la difesa idraulica e per l’irrigazione.

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Spazi aperti 19 21 Delibera del Consiglio regionale Bloccati gli impianti superiori a 6 kw nelle aree con produzioni di qualità

Stop al fotovoltaico di Pincara, Fiesso, Castelguglielmo ed Adria Soddisfatto il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo: “Ora blocchino le procedure di esproprio”

2012, Un anno da non BUttare via

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’ finita l’era dei grandi impianti fotovoltaici su terreno agricolo e delle speculazioni collegate al consumo indiscriminato di suolo col paravento delle energie rinnovabili, che tanti problemi hanno creato in Polesine: dall’aumento dei costi dei terreni coltivabili, alla deturpazione del paesaggio rurale, all’impermeabilizzazione di intere campagne, senza, peraltro, portare benefici concreti ai cittadini in termini di risparmio sulle spese di energia”. Il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo, ha commentato così l’approvazione definitiva (con 28 sì, due no e un astenuto) da parte del Consiglio regionale veneto, del 31 gennaio, della delibera che individua come non-idonee alla costruzione di impianti solari fotovoltaici con potenza superiore a 6 KW le aree interessate da produzioni agricole di qualità (tutti i territori ricompresi nei disciplinari Dop e Igp), biologiche e tradizionali, oltre alle aree di elevata utilizzazione agricola secondo il Ptrc (Piano territoriale regionale di coordinamento). “E’ una delibera ampiamente sollecitata e fortemente voluta dalla Coldiretti – aggiunge Giuriolo – alla quale siamo arrivati dopo l’ennesimo

Report agricoltura

Nella foto a lato il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo tentativo di invasione del nostro territorio, con gli impianti solari previsti nei comuni di Pincara, Fiesso, Castelguglielmo ed Adria, per i quali la Direzione urbanistica della Regione Veneto era partita addirittura con le procedure di esproprio che hanno, giustamente, sollevato la protesta degli agricoltori coinvolti. Ma la parte governativa della Regione – spiega Giuriolo – ha finalmente voluto difendere l’agricoltura, imprese agricole, quelle che vivono di reddito agricolo e che usano la terra come strumento di lavoro: uno strumento che non è un vuoto sulle carte geografiche, ma è

ambiente, tradizione, conservazione del territorio, cibo sano per tutti”. “Ora ci auguriamo – conclude Giuriolo - che gli uffici regionali, che sono stati così solleciti ad avviare le procedure proprio prima delle festività natalizie, dando trenta giorni ai coltivatori interessati per rendersi conto della situazione e poter reagire, nonostante tutte le festività che ci stavano in mezzo; ci auguriamo che questi uffici, ora siano altrettanto solleciti nel bloccare quelle stesse procedure”.

l 2012 verrà ricordato nel mondo dell’agricoltura come l’anno della siccità, oltre che della crisi. Eppure questo parere condiviso potrebbe non essere del tutto realistico. I dati elaborati dalla IV commissione della Regione Veneto, infatti, restituiscono un’annata dove ci sono state più luci che ombre, confermando che il settore agricolo e quello agroalimentare sono stati capaci di creare lavoro e reddito. Il settore ittico è il primo ad aver dato esiti positivi con un aumento del 5,7% delle imprese acquicole, anche se calano del 3,8% le imprese di pesca. Positivi, inoltre, sono i fatturati dei mercati di pesca polesani che registrano a Porto Tolle un più 4,3% e a Porto Viro un più 7,4% in controtendenza rispetto alle altre località venete. Per quanto riguarda l’agricoltura: il valore della produzione nel 2012 è di 5,27 miliardi di euro, lo 0,5% in più rispetto al 2011. La redditività, però, si è ridotta a causa dell’aumento dei costi, a cominciare da quello del gasolio. Il problema maggiore resta ancora quello del mais, prima una diminuzione del raccolto del 35%, nonostante un aumento della superficie coltivata del 10%; poi il problema delle aflatossine che hanno reso quasi invendibile il grano veneto e polesano, come ha denunciato Coldiretti. De.Fo.

IL “ROSA” ED IL “ROSSELLO” DI LuSIA Presentati agli amanti della cucina del territorio due nuove varietà di radicchio. Un’apprezzata iniziativa promossa dall’Accademia delle Verdure dell’Adige

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’ noto come spesso dalle difficoltà nascono nuove idee, volte a superare le situazioni complesse. Ciò vale anche per Lusia, la “capitale degli orti”, che negli ultimi anni, stante il perdurante stato di crisi, ha visto nascere iniziative finalizzate a migliorare le produzioni per dare vita ad eccellenze in grado di smuovere i mercati. E’ così che, tra gli ortaggi estivi, si è imposta l’ “Insalata di Lusia” - frutto di incessanti cure in un terreno unico - che ha ottenuto il prestigioso marchio Igp. Analogo sforzo si sta registrando nell’ambito delle produzioni invernali con la creazione di nuove varietà di radicchio in grado – si spera – di farsi apprezzare dai consumatori per il sapore ma anche sotto il caratterizzante aspetto visivo. Due i radicchi particolarissimi che si stanno ponendo all’attenzione degli esperti: il “rosa di Lusia” e il (chiamiamolo così perché ancora non c’è un nome ufficiale) “rossello di Lusia”. Due varietà, frutto di amorevoli cure e attente selezioni recentemente presentate ad un nutrito gruppo di appassionati dall’Accademia delle Verdure dell’Adige, presieduta da Renato Maggiolo, che nell’occasione ha proposto ai convenuti un breve excursus sulla storia e le particolarità delle due orticole appartenenti alle produzioni del radicchio invernale, definito “di busa” perché tolto dai campi dopo le prime brinate e quindi trapiantato in ambienti

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22 Mondo scuola 20 Primaria Sichirollo Da cinque mesi adottato un nuovo modello di scuola

“A scuola senza zaino”, avanguardia nell’Istruzione di Fortunato Marinata

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nnovazione è una parola d’ordine di questi tempi ma anche un’utopia. Infatti, è largamente condivisa la convinzione che sia lo strumento migliore per reagire al periodo di regressione che sembra inghiottire il futuro dell’Italia investita dalla crisi. L’innovazione è attesa nel modo del lavoro, nel modo di produrre e, come abbiamo visto di recente, anche nel mondo della politica. Nel mondo della scuola, invece, parlare d’innovazione necessita lo sforzo di superare un paradosso. Malgrado i nostri studenti siano quelli che pagano un ritardo formativo significativo nei confronti dei loro colleghi europei, anche se andrebbe detto che tale ritardo si consolida dalle medie in poi, l’innovazione tra i banchi di scuola, molto spesso, rappresenta una difficoltà. A forza di tagli, taglietti, accorpamenti, pluriclassi, la scuola di oggi assomiglia a quella dell’Ottocento. E’ evidente, tuttavia, che per andare avanti l’unica cosa da tagliare è il traguardo dell’avanguardia che nel pur malconcio mondo dell’Istruzione rimane un orizzonte realistico solo grazie al quotidiano impegno profuso di dirigenti, maestri e professori o alla bontà di un progetto. In quest’ultimo caso va citata la scuola primaria Sichirollo di Rovigo dove da qualche mese è stato adottato il metodo “A scuola senza zaino”, ossia un nuovo modello di scuola, dove il sapere si fonda su una nuova interazione tra alunni, docenti e spazio circostante. Se nell’aula tradizionale tutte le spiegazioni o le interrogazioni si svolgono dalla cattedra, nell’aula Senza Zaino le attività sono distribuite nello spazio, supportate da arredi e sussidi. In questo ambiente, dove ogni angolo è connotato in

Nelle classi non ci sono banchi e cattedre ma di banchi di lavoro base alle attività, i ragazzi possono muoversi liberamente. “Un progetto bellissimo di cui la città è orgogliosa – ha detto il sindaco Bruno Piva, affiancato dall’assessore all’Istruzione Anna Paola Nezzo - rivolgiamo il nostro plauso a questa iniziativa innovativa per una scuola che si pone all’avanguardia e che auspichiamo sia di esempio per altre realtà”. La scuola che accoglie bimbi dai 3 mesi ai 14 anni, è stata completamente rinnovata di recente e anche nella didattica ha deciso la via dell’innovazione per le sue tre classi primarie. “La scuola non è fatta di banchi e cattedre – ha spiegato la dirigente scolastica Patrizia Granata - ma di banchi di lavoro”. Abbandonare lo zaino significa rendere la scuola ospitale, aperta alla dimensione della comunità, della responsabilità, facendo del bambino e del ragazzo i primi artefici del processo formativo. Sono previsti laboratori di scienze, musicale, artistico e in più, ogni bimbo ha a disposizione l’I-Pad che trova direttamente

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A forza di tagli e taglietti la scuola di oggi assomiglia a quella dell’Ottocento a scuola. L’innovazione però, come hanno precisato le maestre che seguono e attuano il progetto, Anna Busolli e Tiziana Folto, non deve far perdere i contenuti tradizionali e la voglia di trasmettere l’amore per il sapere.

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“Racconti a diecimila mani”

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a diverse edizioni alla scuola primaria Angelo Milan, di Grignano Polesine, la Fondazione Banca del Monte di Rovigo mette in campo il progetto “Leggere è magia” che quest’anno si arricchisce di una nuova azione: “Racconti a diecimila mani”. Si tratta di una staffetta di scrittura che coinvolge classi quarte e quinte di molte scuole primarie di tutta Italia, comprendendo anche la scuola italiana di Barcellona. Della scuola di Grignano sono coinvolti oltre cinquanta bambini. In pratica scolaricoinvolti nel progetto nazionale contribuiscono alla stesura di un unico libro, un capitolo per ciascuna classe. L’incipit, per le classi quinte, viene dato dal volume “Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando dedicato al giudice Falcone e, per le classi quarte, “Sei Stato tu” di Anna Sarfati, collaboratrice di Gherardo Colombo, sulla Costituzione. Mentre si cimentano con la lettura e la scrittura gli alunni, sotto la guida degli insegnanti, discutono in classe sui temi di cittadinanza e di consapevolezza, di rispetto delle regole e di bullismo. Il primo capitolo è stato avviato in ottobre da una scuole elementare di Torino e, seguendo le tappe di un calendario stabilito all’inizio dell’anno scolastico, la staffetta è arrivata a Grignano a febbraio. Gli alunni polesani avranno il compito, tempo 15 giorni, di scrivere il 6° e il 7° capitolo. Il progetto assume pertanto molteplici valenze educative, fondamentali per l’esperienza formativa delle giovani generazioni.


Cultura provinciale 21 25 Cinema Intervista al regista Christian Battiferro

Il Delta protagonista di “Oltre il fiume” A maggio partiranno le riprese del nuovo film ambientato in Polesine di Denise Formigaro

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l lento scorrere dell’acqua del Po o tollo. I due si incontrano e assieme iniziano ai filari di pioppi che scolorano verso a costruire una torre vedetta. In questo terril’orizzonte sono stati dedicati lunghi torio quasi magico, sospeso tra sogno e real“piani sequenza” che nel tempo sono di- tà, cominciano, però, a riaffiorare i ricordi e ventati l’iconografia di un territorio. Se pensi le diversità. “L’idea di questo film è nata in alla “Gente del Po” è difficile non pensare a modo spontaneo – racconta Battiferro - un Michelangelo Antonioni, se pensi alla natura giorno andai a trovare i miei genitori in un è difficile non pensare a “Lungo il fiume” di piccolo paese davanti al fiume Adige e pasErmanno Olmi. La lista dei film che hanno il seggiando lungo l’argine rimasi a osservare Polesine come set è lunga, ma forse il Pole- il paesaggio e l’isolotto al centro del fiume. sine non è solo un set, un luogo di posa, è Ero da solo ed era tutto molto silenzioso, invece un vero protagonista da inserire tra anche lo scorrere dell’acqua si sentiva a i personaggi e le loro storie, per renderle malapena. Inoltre, le isole che si formano autentiche, concrete. Quando Pasolini am- nei fiumi mi hanno sempre affascinato. bientò la sua Medea tra Immaginavo che ci i Sassi di Matera, cer- Dalla pellicola sparirà vivesse qualcuno o cava un surrogato della l’intervento umano che ci fosse qualche Colchide, un luogo che per lasciare posto al rifugio segreto e che riuscisse a contenere la paesaggio naturale, esplorarle sarebbe bellezza e la crudeltà di vivo, magico stato come entrare un mondo antico come in un altro mondo”. quello in cui è ambientata la tragedia di Euri- Insomma, il paesaggio ha stregato talmente pide. Non cercava un luogo, quindi, cercava tanto Christian da decidere di farne un persoun concetto. E altrettanto concettuale è la naggio. “La natura avrà un ruolo importante scelta di Christian Battiferro che nelle pros- nel film. Mi piace pensare al Delta come a sime settimane inizierà le riprese, tra Porto un immenso teatro, un contenitore naturaTolle, Scanno Boa e Ca Zuliani, del suo thril- le di storie, uno spazio vuoto da riempire. ler psicologico “Oltre il fiume”, prodotto da L’unico difetto è causato dall’umanità, che Studio Scialpi in coproduzione con Filmina ha da sempre deturpato e offeso la natura. Scan, Cronos Film, Videonoir, Dolce Mare Dovrò, perciò, escludere, nella pellicola, Productione e con il contributo della Regio- l’intervento umano sul territorio a favore ne Veneto. Il Thriller psicologico, narra la di un paesaggio naturale, vivo, magico. Ho vicenda di Luca, rozzo proprietario terriero di sempre sofferto, infatti, la progressiva canun’isola in mezzo al Po, e di Michele, un gio- cellazione della campagna nella zona da cui vane ragazzo che si perde e approda sull’a- provengo. Ogni volta che si toglieva spazio

A sinistra in basso, la locandina del film, nelle altre immagini alcuni frammenti delle riprese e respiro alla vista con la costruzione di un edificio, era come se venissero cancellati alcuni ricordi e avevo la sensazione che un pezzo del mio passato e della mia infanzia scomparissero improvvisamente, come una mutilazione. Ecco cosa mi spinge in questa direzione: nel film il “vuoto” del territorio sarà più importante di tutto il resto”. Le

riprese, che inizieranno a maggio, si svolgeranno in tutta la zona del Delta in location diverse come l’isola Volta Vaccari o la campagna circostante a Cà Bonelli. Inoltre, per dare ancora più importanza al territorio, ci saranno anche molti attori e comparse della zona polesana: “Abbiamo già scelto gli interpreti principali del film, come Vitaliano

Trevisan e Paolo Ottoboni e qualche comparsa che proviene proprio dalle zone del Delta; ma stiamo ancora ultimando i casting. Ora stiamo cercando attori e comparse straniere, di origine nord africana, indiana e cinese. Chiunque fosse interessato a proporsi può mandare una e-mail a casting.oltreilfiume@ gmail.com”.

in Breve Appuntamenti al Museo di Adria

la donna nelle società antiche

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o scorso 26 gennaio il Gruppo Archeologico Adriese, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Adria, ha dato il via ad un ciclo di conferenze dedicato al tema della donna nelle società antiche. Si tratta di una serie di convegni, con cadenza mensile, in occasione dei quali cinque specialiste relazioneranno sull’attuale stato delle conoscenze in merito alla condizione femminile in età etrusca, paleoveneta, greca, romana e medievale. Come detto, il primo appuntamento, dedicato al tema “La donna medievale”, si è tenuto lo scorso 26 gennaio con la conferenza tenuta dalla dottoressa Sandra Bedetti, mentre rimangono in programma “La donna etrusca”, a cura della dottoressa Milella Robino alle ore 17.00 del prossimo 23 febbraio, “La donna romana”, della quale parlerà la dottoressa Cinzia Tagliaferro alle ore 17.00 del 23 marzo, “La donna greca”, il 20 aprile alle ore 17.30 con la dottoressa Federica Wiel Marin mentre concluderà la rassegna il 25 maggio, sempre alle 17.30, la dottoressa Mariangela Ruta con il tema “La donna veneta”. Tutti gli appuntamenti si terranno al Museo Archeologico Nazionale di Adria.

Palazzo Roverella dal 23 febbraio al 23 giugno

“il sUccesso degli italiani a parigi negli anni dell’impressionismo: la maison goUpil”

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errà aperta al pubblico proprio in questi giorni la mostra di Palazzo Roverella dedicata agli artisti italiani che lavorarono per la famosa Galleria Goupil di Parigi. Si tratta di un’esposizione dedicata ad uno dei momenti di svolta dell’arte contemporanea dovuto alla definitiva uscita dell’aristocrazia e dell’alto clero dal novero dei committenti d’arte e l’affermazione della borghesia alla guida della società della seconda metà dell’Ottocento. La via dell’industrializzazione e i valori della Rivoluzione francese che non poterono essere bloccati dagli argini della Restaurazione, portarono sulla scena europea un certo numero di “parvenu” che avevano un gusto decisamente diverso rispetto a chi li aveva preceduti e Adolphe Goupil fu il primo a fiutare il cambio di rotta, cavalcando con spregiudicata capacità il nascente capitalismo. I “borghesi” avevano gusti decisamente più semplici rispetto agli aristocratici e soprattutto disponibilità economiche ridotte rispetto ai patrimoni che furono dei patrizi, quindi le loro scelte si orientarono verso opere di piccolo formato, di grande impatto, piacevoli e di facile comprensione: scene di vita quotidiana e di genere, ambientate in eleganti interni o in giardini ombrosi, scena in costume, pompeiano o settecentesco. Più economiche ancora erano le loro riproduzioni fotografiche o a stampa ed è su queste che Goupil costruì il suo impero. Acquistava un’opera, la riproduceva con le più diverse tecniche e la diffondeva ovunque, rendendola popolare nel mondo. Gli italiani nel genere andavano per la maggiore e a loro è dedicata la mostra al Roverella. Un’esposizione che propone una serie di opere che nessuno, se non i diretti proprietari, ha mai avuto modo di ammirare da molto, molto tempo. Opere ritrovate in collezioni spesso lontanissime dall’Italia, inseguite dal curatore della mostra nei loro infiniti passaggi di mano, dal momento del loro acquisto presso la Galleria Goupil ad oggi. Basti dire, ad esempio, dello Sposalizio in Basilicata di Giacomo Di Chirico, ritrovato in Messico e qui esposto per la prima volta al pubblico dopo 136 anni. O Rhea di Raffaello Sorbi o Suonatrice di lira di Giovanni Boldini, opere mai prima esposte. Ma furono molti coloro che contribuirono con le loro opere al nascere del nuovo gusto artistico: da Giuseppe De Nittis ad Alberto Pasini, da Giovanni Boldini a Francesco Paolo Michetti e ancora Raffaello Sorbi, Antonio Mancini, Rubens Santoro, Alceste Campriani, Domenico Morelli.


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LO focUs

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SPORT in PRIMO PIANO marco Bonvento È il nUovo delegato del coni di rovigo

arco Bonvento, quarantatre anni rodigino, presidente della Rhodigium team che svolge attività di triathlon e atletica leggera, è il nuovo delegato del Coni di Rovigo. E’ stato nominato dal presidente regionale Gianfranco Bardelle. Due le domande che erano pervenute presso la sede del comitato regionale: quella di Bonvento, appunto, e quella di Filippo Carlin, di Porto Viro, commercialista e consigliere provinciale. “Sono molto contento di questa nuova nomina, anzi Marco Bonvento sono onorato – dice il neo delegato - mi dimetterò dalla carica di presidente della Rhodigium, proprio per affrontare con tutte le mie forze questa nuova avventura. Ringrazio il presidente Bardelle che mi ha scelto: mi impegnerò al massimo per questo nuovo incarico.” Il consiglio nazionale del Coni ha ratificato i nomi dei nuovi delegati provinciali. “Non è stata una scelta difficile, - dice il numero uno del Coni regionale Gianfranco Bardelle. Marco Bonvento fa parte attivamente del mondo sportivo ed è una persona molto operativa e disponibile. Siccome il nuovo delegato dovrà essere una persona operativa che si dovrà rapportare con lo staff regionale entrando a far parte di una squadra dinamica, la scelta è andata proprio in suo favore. Ho analizzato, ovviamente, anche la candidatura di Filippo Carlin e ho notato subito i tanti suoi impegni, oltre che lavorativi e politici, in vari consigli di amministrazione, se non sbaglio sette, e quindi, siccome il delegato, ribadisco, deve essere molto operativo, è stato quasi automatico optare per Marco Bonvento.” Cr.Ag.

Associazioni sportive Cambio al vertice della federazione

Dopo 36 anni Piva lascia la presidenza della Fidal di Cristiano Aggio

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opo 36 anni di presidenza provinciale della Fidal, la federazione di atletica leggera, Provino Piva, ha detto addio. Il 2 febbraio, all’assemblea elettiva, alla quale hanno partecipato le cinque società provinciali (Assindustria Rovigo, Rhodigium, gruppo podisti Avis Taglio di Po, Podisti Adriesi e Salcus S.Maria Maddalena), è stato eletto Sergio Pascucci, attuale presidente onorario del gruppo Atletico Assindustria e unico candidato. Ma non c’è stata unanimità nell’elezione: delle cinque società aventi diritto al voto, tre hanno dato la preferenza al candidato Pascucci, Assindustria Rovigo, gruppo podisiti Avis Taglio di Po e gruppo podisti Adriesi e due, la Rhodigium, presieduta fino alla settimana scorsa da Marco Bonvento, neo nominato delegato del Coni di Rovigo (ora dimessosi dalla carica di presidente della Rhodigium) e la Salcus di Santa Maria Maddalena, hanno presentato scheda

Il nuovo direttivo della Fidal bianca. “E’ un fatto che mi dispiace molto – ha commentato Provino Piva - e soprattutto che non era mai successo”. Una Fidal “spaccata” quindi, sotto gli occhi di Paolo Valente, presidente regionale della federazione, che ha coordinato i lavori dell’assemblea dove sono eletti i consiglieri Paolo Fantinato, Roberto Gasparetto del gruppo Atletico Assindustria e Maurizio Preti dell’Avis Taglio di Po. Appare quindi già problematico dar consistenza al programma del neopresidente, dove alla voce metodo c’è scritto che “si dovrà aprire un più costruttivo e costante canale di comunicazione fra il territorio e il comitato; a tal fine saranno organizzate anche

in via informale consultazione delle società in occasione della stesura dei calendari provinciali dell’ attività sia in pista, sia su strada. Il dialogo costruttivo e costante dovrà essere ricercato in ogni occasione e con tutti i soggetti interessati, condividendo con loro le scelte al fine di ottenere il migliore risultato possibile in vista del raggiungimento degli obiettivi prefissati. Le cose che faremo diventeranno via via progetti che saranno costantemente comunicati alle società affiliate per ottenerne la condivisione. Sarà inoltre importante favorire e agevolare i rapporti fra comitato provinciale, società e tutte le istituzioni sportive e amministrative del territorio”.

Judo

fregnan e moregola imperatori a al gran priX Kata di giaveno

I due campioni deltini sul gradino più altro del podio

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’ un 2013 cominciato in vetta per gli atleti Andrea Fregnan e Stefano Moregola che al Gran prix kata judo di Giaveno a Tornio hanno dato degna prova di essere i numeri uno nel circuito internazionale per il katame no kata, competizione in cui hanno partecipato i migliori atleti del circuito kata judo provenienti anche dal Giappone e dalla Svizzera. Si tratta solo dell’ultimo traguardo raggiunto dalla coppia che già nel 2012 aveva collezionato importanti riconoscimenti in Italia e all’estero. I due atleti sono vincitori indiscussi nel 2012, del Gran prix kata – katame no kata per il terzo anno consecutivo, del Gran prix kata trofeo Città di Giaveno, della gara kata Circuito athena di Portogruaro, dell’Eju kata di Bruxelles, del

Campionato italiano kata di Pordenone e del trofeo kata di Villanova. Secondi classificati a Reggio Emilia al memorial Otello Bisi e a Capodistria al 5° campionato europeo kata judo “under 45”. Campioni d’Europa e primo posto al campionato kata judo open e al Gran prix judo kata alle Isole Lipari. Bronzo al campionato del mondo kata di Pordenone e a novembre oro a Grisignano per la gara regionale pre esame – ju no kata. Fregnan e Moregola che, come conferma il loro allenatore Fabrizio Gazzignato, sono alla continua ricerca della perfezione, hanno già ricominciato con la preparazione in vista della gara internazionale Eju international kata che si terrà a marzo a Pordenone. El.Ca.


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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Economia Lavoro e produzione

Una fioca luce in fondo al tunnel

L’occupazione si conferma uno dei nodi più critici: non risparmia settori che avevano sempre “tirato” nè gli stranieri che ritornano nei Paesi d’origine di Ornella Jovane

L

a produzione fa registrare qualche segnale di ripresa, ma sempre in un contesto di contrazione, e la situazione del mercato del lavoro resta preoccupante. Le recenti indagini degli organismi veneti più accreditati certificano le pesanti ripercussioni della crisi anche in Veneto. Da VenetoCongiuntura, l’analisi congiunturale sul manifatturiero di Unioncamere Veneto su un campione di 2.826 imprese della regione con almeno 2 addetti, emerge che nel terzo trimestre 2012 la produzione industriale ha fatto segnare una nuova flessione, del -4,9%, sullo stesso periodo del 2011. La variazione congiunturale destagionalizzata, tuttavia, è stata del -1,1%, “ed un segnale di decelerazione della contrazione. In una situazione ancora difficile per il manifatturiero – spiega Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere Veneto – vanno colti i sintomi che potrebbero portare a un’inversione di tendenza, come le previsioni degli imprenditori, che lasciano intravvedere una fioca luce in fondo al tunnel”. L’andamento negativo della produzione continua a interessare per lo più le microimprese (2-9 addetti), con un -7%. A seguire le piccole (10-49) e medie imprese (52249), con una flessione del -5,1% e -4,1%, e le grandi imprese (oltre 250 addetti), con un -3,6%. Le diminuzioni più marcate sono state rilevate per i comparti del marmo, vetro e ceramica (-7%), legno e mobile

(-6,9%) e mezzi di trasporto (-6,6%). L’unico settore stabile è l’alimentare, bevande e tabacco (-0,4%). Il trend negativo è confermato dal -4,8% del fatturato su base annua e dal -4,6% degli ordinativi: anche qui ad andare peggio sono le micro imprese. L’occupazione è segnata da una flessione del -0,6% su base annua (-0,8% nel trimestre precedente), che interessa principalmente le medie imprese (-1%). Il calo maggiore è stato registrato nel comparto del legno e mobile (-3%) e carta e stampa

Imprenditori orientati per future assunzioni a privilegiare contratti a termine (-2,5%). Gli unici settori con dinamiche positive sono macchine ed apparecchi meccanici e metalli e prodotti in metallo (+0,7% e +0,5%). In miglioramento, ma sempre negative, le previsioni degli imprenditori per gli ultimi tre mesi 2012, con un saldo pari a -29,8 punti percentuali (-36,6 p.p. nel trimestre precedente) per la produzione. Migliora, di poco, la fiducia anche per l’indicatore del fatturato (-28,8 p.p. contro -35,1 p.p.) e degli ordini, specie dal mercato estero (-12,3 p.p. contro -19,2). Cresce invece la sfiducia in un recupero dell’occupazione

(-15,6 p.p., -14,0 p.p. precedente). L’occupazione si conferma uno dei nodi più critici. Non risparmia settori che avevano sempre “tirato”, come l’industria del divertimento, si veda il caso di Gardaland che ha posto in mobilità 63 dipendenti, né gli stranieri, come evidenzia un’indagine della Fondazione Moressa su 600 imprese venete con meno di 20 addetti: i lavoratori stranieri delle piccole imprese venete provengono per lo più da Paesi europei non comunitari (41,3%), come Albania (16,6%) e Moldavia (8,4%), e comunitari (31,9%), specie dalla Romania (29,8%), ma significativa è anche la presenza degli africani (16,8%); per la maggior parte ricoprono mansioni non qualificate (56,4%). L’occupazione straniera nelle piccole imprese venete ha fatto registrare nel primo semestre 2012 un calo del -0,8% rispetto ai sei mesi precedenti. La riduzione riguarda in particolare l’edilizia (-2,9%), il comparto che fa più ricorso alla manodopera straniera: su 100 imprese edili, 52 annoverano lavoratori stranieri. Le previsioni per la seconda parte del 2012 segnalano l’intenzione delle piccole imprese di non investire molto in nuove assunzioni, invariate per gli autoctoni. Va però rimarcato che l’unico aumento è stato previsto proprio per le assunzioni degli stranieri, pari all’1%, specie nel settore della produzione (4,0%) e dell’edilizia (4,1%).

Va anche precisato che, se finora la gran parte degli stranieri (84,5%), come il totale degli occupati (85,3%), era inquadrato con contratti a tempo indeterminato, per le future assunzioni gli imprenditori dichiarano di voler privilegiare forme a termine per la manodopera straniera (78,9%) e quella complessiva (60%). Le 14.670 assunzioni previste nel periodo estivo in Veneto, di cui 2.757 di stranieri, hanno contribuito ad alleviare marginalmente le difficoltà degli ultimi anni, ma occorrerà aspettare ancora del tempo per tornare ai livelli occupazionali pre-crisi.

I 28mila stranieri ancora senza lavoro in Veneto rischiano di diventare clandestini se non trovano una nuova occupazione, con le relative conseguenze. Non a caso, a fronte di tutte queste problematiche, il segretario generale del Veneto della Cgil, Emilio Viafora, ha voluto dedicare larga parte dell’assemblea regionale, tenutasi il 18 dicembre a Vicenza, alla presentazione del Piano del Lavoro elaborato dalla Cgil nazionale, con proposte mirate a dare una risposta di sistema alla grave crisi del Paese e un futuro ai giovani.

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Il Veneto in primo piano 25 9 La proposta parte dalla Provincia di Padova Appello dell’assessore Barison

“Staffetta” fra generazioni per salvare l’occupazione di Nicola Stievano

Massimiliano Barison

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l lavoratore “anziano” e più esperto, passa gradualmente il testimone ad un giovane apprendista che si affaccia sul mondo del lavoro e che ha bisogno di essere adeguatamente formato. L’idea della “staffetta” fra generazioni è stata lanciata da Padova ma piace in tutta la Regione e ha trovato anche l’apprezzamento dell’allora ministro al Welfare Fornero. L’assessore provinciale al lavoro Massimiliano Barison si augura che l’iniziativa possa essere ripresa dal governo che uscirà dalle elezioni e partire in via sperimentale

neWs

V

quanto prima proprio dal Veneto. In pratica, si tratta di un accordo di solidarietà tra generazioni con sgravi fiscali previsti da diverse finanziarie (l’ultima quella del 2007), ma mai attuate. “Questo meccanismo – spiega Barison - consentirebbe una “staffetta” tra lavoratori che diventerebbe uno strumento prezioso soprattutto per la realtà produttiva del Nord-Est, caratterizzata da imprese di piccola dimensione e forte know-how. I giovani, infatti, seppur in possesso di un’ottima preparazione teorica, hanno ancora forti difficoltà di inserimento stabile in azienda e

necessitano di una sorta di tutor che possa trasmettere le esperienze e le abilità acquisite nei processi lavorativi. Si tratta di una sorta di “apprendistato del terzo millennio” che da una parte garantirebbe nuove assunzioni, dall’altra consentirebbe di mantenere occupati i lavoratori prossimi alla pensione. E’ necessario, infatti, anticipare un problema che sta emergendo in seguito all’allungamento dell’età pensionabile a 67 anni e cioè motivare le aziende a mantenere l’occupazione nella fascia d’età tra i 55 e i 67 anni”. Da tempo il Consiglio provinciale, su

proposta del Presidente della Terza commissione Pietro Giovannoni, ha approvato un ordine del giorno che prevede un incentivo erogabile sia al lavoratore sopra i 55 anni di età, che all’azienda. Il contributo era ottenibile nel momento in cui il lavoratore “anziano” avesse trasformato in tempo parziale il proprio contratto di lavoro e, contemporaneamente, l’azienda avesse assunto (per la differenza tra l’orario parziale e il tempo pieno) un giovane disoccupato di età inferiore ai 25 anni o a 29 se laureato.

La coppia padovana ha messo a frutto una lunga esperienza la passione per i viaggi trasformata in impresa

iaggiare costa e ormai sta diventando un lusso per molti. Ma c’è chi è riuscito a trasformare questa passione in un solido lavoro, con soddisfazioni anche dal punto di vista economico. Si tratta di Francesco Canton e Nicoletta Dainese: la coppia di a Due Carrare, in provincia di Padova, ha creato una speciale agenzia di viaggi on line che organizza vacanze inedite, al di fuori dal soliti schemi, sfruttando anni di esperienze e contatti in giro per il mondo. Francesco, dopo aver prestato consulenza in uno dei più importanti tour operator online italiani, ha deciso di mettersi in proprio insieme alla moglie Nicoletta, con la quale condivide la passione per i viaggi. E’ nato così “Racconti di viaggio”, che sfrutta come meglio non si potrebbe il web. “Vogliamo offrire ad ognuno

la possibilità di fare il viaggio dei sogni. - spiega Canton - Per qualcuno il sogno può essere una settimana in un villaggio turistico, per altri può essere un trekking nella foresta amazzonica, per altri ancora una settimana di vacanza-lavoro in una masseria siciliana o un’avventura nelle praterie del far West”. Per far questo nell’operazione si è unito un gruppo di una quindicina di “consulenti” che mettono disposizione di tutti i frequentatori del sito www.raccontidiviaggio.it le loro proposte e le loro offerte. C’è chi è specializzato nell’Africa del Sud, chi nella Sicilia, chi ancora nella Grecia o nella Micronesia. “Il nostro valore aggiunto sta nella “creazione” di viaggi su misura e proprio per questo non entriamo in diretta concorrenza con i grandi nomi del turismo internazionale”.


10 Il Veneto in primo piano 26 Osservatorio Findonestic Banca

La crisi economica si riflette anche sui beni durevoli Tranne l’informatica si contraggono tutti i principali settori. Auto, motoveicoli, mobili ed elettromestici: i veneti preferiscono rinviare gli acquisti

di Ornella Jovane

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a crisi non ha risparmiato l’acquisto dei beni durevoli, con flessioni sensibili per auto e moto, mobili, elettrodomestici ed elettronica di consumo: tiene solo l’informatica. E’ quanto emerge dalla 19esima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Veneto, presentato il 22 gennaio a Padova. In un contesto di fragilità socio-economica, anche la spesa delle famiglie venete nel 2012 ha subito evidenti contraccolpi. I consumi sono stati fortemente penalizzati dalla dinamica del reddito disponibile e la contrazione della spesa è intervenuta nonostante la riduzione della propensione al risparmio. Nel 2012 la flessione del reddito disponibile pro capite nella regione è stata di poco più ampia della media nazionale (-2,5% contro -2,3%); l’indicatore si è attestato sui 19.426 euro pro capite, valore più

Nel 2013 ci si attende un’ulteriore contrazione della domanda anche se in moderato calo elevato della media nazionale per 1.772 euro per abitante, ma più basso di 850 euro per abitante rispetto a quella del Nord-Est. Questa stretta sul reddito disponibile si è riflessa in maniera consistente sulla spesa familiare destinata ai durevoli, la tipologia di beni più sacrificata e il cui acquisto è stato rinviato quando non strettamente necessario, aumentando così la vita media dei beni in dotazione delle famiglie: l’indicatore veneto si è attestato sui 2.307 euro, con un calo del 14,8% (-14,1% in Italia, -14,5% nel Nord-Est). Analizzando i principali settori, le auto

nuove, usate e i motoveicoli hanno evidenziato una contrazione, rispettivamente, del -20,4%, -13% e -19%, anche se più contenuta rispetto alla media nazionale (- 22,2% - 12% e -20,4%). Nel 2012 si sono immatricolate 106.264 auto nuove, 82.842 da parte delle famiglie, il resto da parte delle aziende, e si sono acquistate 165.515 auto usate per 1.233 mln di euro. Per i motoveicoli si riscontrano 18.550 pezzi venduti per 112 mln di euro e una spesa per famiglia di 53 euro. In comparti che esercitano un peso consistente sulla spesa complessiva, come i mobili, nel Veneto si sono invece registrate flessioni più ampie della media nazionale, -7,3% rispetto al -6.8%: la spesa complessiva è passata dai 1.516 mln di euro del 2011 ai 1.396 del 2012 e la spesa per nucleo è scesa da 735 a 666 euro.

Una performance peggiore di quella media nazionale ha riguardato anche gli acquisti di elettrodomestici, che hanno visto una flessione del 8,7% contro quella nazionale del 6,8% (gli acquisti si sono contratti da 366 a 334 mln di euro; la spesa media è scesa da 177euro a 160 euro), e soprattutto sull’elettronica di consumo, la cui flessione in Veneto, del -17,8%, è risultata ben più marcata rispetto alla media dell’Italia (-11,8%). I consumi sono passati da 274 a 225 mln di euro e la spesa per famiglia da 133 a 107 euro. Si salva solo il comparto della Informa-

tion Technology, che ha registrato in regione un incremento del +2,5%, contro un calo dello 0,6% nazionale. La spesa è passata da 189 a 194 mln di euro e quella media da 92 a 93 euro a famiglia. Ci si attende che nel 2013 le decisioni di spesa delle famiglie venete saranno ancora condizionate dagli effetti della manovra di bilancio e della fase recessiva sul reddito disponibile e che, anche se con un’attenuazione rispetto al 2012, la domanda di beni durevoli resterà in moderato calo, non riuscendo a imboccare un sentiero di recupero delle forti contrazioni degli ultimi anni.

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el 2012 Venezia fa segnare le performance migliori, sia in termini di reddito (19.987 euro) che in termini di variazione rispetto al 2011 (- 1,7%). Seguono Padova, con 19.978 euro, Belluno con 19.691 euro e Verona con 19.629 euro. Tra i valori più modesti Vicenza (19.333 euro) e Treviso (18.704 euro). Resta in ultima posizione la provincia di Rovigo (17.345 euro), dove il reddito disponibile si configura al di sotto della madia nazionale. Relativamente al mercato automobilistico, Padova resta in testa alla classifica delle spese per auto nuove, con 279 mln euro; subito dietro, con 272 mln euro, c’è Verona, quindi Treviso (238 mln euro), Venezia (214 mln euro), Vicenza (211mln euro), Rovigo (70 mln euro) e Belluno (55 mln euro). Nella classifica delle auto usate è, invece, Verona a registrare il volume di vendite più alto, a quota 256 mln euro. Sempre Verona, poi, è la città che ha fatto segnare l’incremento più incisivo del comparto dei motocicli, per consumi complessivi di 26 mln euro. Nel settore dei mobili, Padova e Vicenza si collocano, rispettivamente, al primo e al secondo posto, con 265 e 254 mln euro. Belluno resta la provincia dove il volume degli acquisti è stato il minore (63 mln); quattro mln meno di quelli fatti segnare da Rovigo, penultima, mentre le restanti provincie si mantengono sostanzialmente in linea coi risultati delle prime in classifica. Andamento simile per il settore degli

elettrodomestici grandi e piccoli dove, ad eccezione di Rovigo (16 mln euro) e Belluno (15 mln euro), le altre provincie registrano consumi complessivi sostanzialmente omogenei: Padova 63 mln euro, Verona 62 mln euro, Vicenza e Treviso 60 mln euro e Venezia 59 mln euro. Classifica pressoché invariata per i consumi di elettronica di consumo: Padova al primo posto con 43 mln euro, seconde a pari merito Verona e Venezia con 41 mln euro, seguite da Treviso (40 mln euro) e Vicenza (39 mln euro). Restano nelle ultime due posizioni, a grande distanza, Rovigo (11 mln euro) e Belluno (10 mln euro). Il comparto informatica, unico settore in crescita, verifica l’andamento dei consumi dei settori precedenti, con Padova e Verona in testa, rispettivamente a 37 mln euroe 36 mln euro. Seguono Treviso e Venezia (35 mln euro) e Vicenza (34 mln euro). Chiudono Rovigo (9 mln euro) e O.J. Belluno (8 mln euro).


Il Veneto in primo piano 27

LISTE NOZZE - BOMBONIERE ARTICOLI DA REGALO


Veneto in primo piano 11 28 Il Veneto in primoIlpiano Commercio in difficoltà

Occorre far ripartire i consumi aumentando il potere d’acquisto della gente InLa breve nuova legge regionale Il nuovo piano del commercio regionale varato a fine 2012 blocca di fatto la deregulation voluta dal governo Monti ma ora si attende il regolamento di Germana urbani

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ono qualche migliaio le piccole e medie attività commerciali che entro il 2013 chiuderanno le serrande definitivamente. Un dato che viene messo in luciedalle principali associazioni di categoria in prima linea per salvaguardare i negozi di prossimità costretti ad un estenuante concorrenza con i grandi Centri commerciali che, con la nuova legge promossa da Monti, potrebbero tornare liberamente a nascere ovunque come funghi. Confesercenti e Ascom puntano fortemente il dito contro il decreto Salva Italia del Professore perchè la liberalizzazione spinta di orari di apertura che consente di non avere mai un giorno di chiusura, pesa enormemente sui negozi di prossimità che vedono aumentare le spese ma non gli introiti. Eppure sono costretti tante volte a tenere aperto perchè il grande Centro Commerciale che magari si trova a pochi chilometri – e può contare su risorse molto più ingenti – non abbassa mai le serrande. “Per ora in Veneto siamo riusciti a bloccare un altro aspetto di questa tremenda deregulation messa in campo dal governo dei tecnici - afferma Maurizio Francescon, direttore della Confesercenti di Padova -. Il Consiglio regionale ha varato il nuovo Piano del Commercio, l’ultimo risaliva a nove anni fa e prevedeva un numero preciso di superfici a disposizione della grande distribuzione e dal 2007 non era stato più possibile realizzare nuove aree commerciali. Questo nuovo Piano permette di arginare un rischio pesante dovuto, appunto, alla deregulation voluta dal governo Monti. La legge, infatti, lascerebbe mano libera ad ogni singolo sindaco di decidere su tutto, anche sulle superfici a disposizioni da destinare alla grande distribuzione”. Un bell’affare per i Comuni che, strozzati dal Patto di Stabilità, dando il via libera a nuovi centri commerciali incasserebbero milioni di euro attraverso gli oneri di urbanizzazione, Imu etc. Il rischio è che si assista ad un ulteriore consumo selvaggio di suolo e alla cannibalizzazione del piccolo commercio dei centri storici. Per non parlare del problema dei Comuni vicini che spesso vengono interessati dal traffico, dallo smog e dalla chiusura delle proprie attività commerciali senza averne in cambio nulla. Lo sa bene il comune di Padova che, avendo deciso di non autorizzare più centri per la grande distribuzione, ha rinunciato a entrate ingenti ma si è trovato comunque nel giro di pochi anni a gestire traffico, smog e concorrenza ai negozi del centro causati dalle Brentelle e dall’Ipercity,

C Sulla libera domenica Confesercenti ha presentato una proposta di legge popolare entrambi alle porte delle città ma in territorio di Rubano e Albignasego. “Perché queste situazione non possano più ripetersi – Continua Francescon - bisogna che la Regione nel regolamento che la Giunta è chiamata a redarre al più presto preveda una figura o un ente sovracomunale che controlli le autorizzazioni commerciali” “Il nuovo piano regionale – continua Fernando Zilio, presidente di Ascom Padova – ha affermato concetti importanti su cui noi associazioni ci battiamo da anni. E mi riferisco alla valorizzazione dei centri storici e al recupero delle aree dismesse ma questo non basta. Occorre quanto prima che siano messi dei paletti certi attraverso il regolamento che attendiamo a breve e che stabilisca come e chi decide rispetto al via libera per l’insediamento di nuove grandi aree commerciali”. Le associazioni hanno le idee chiare su questo: occorre ci sia un ente o una figura sovracomunale che tenga in considerazione il parere vincolante dei sindaci contermini all’area dove si intende autorizzare il nuovo centro commerciale. “Faremo una battaglia su questo – afferma Zilio – i sindaci dei comuni contermini devono avere voce in capitolo visto che anche i loro commercianti risentiranno inevi-

tabilmente della presenza pesante della grande distribuzione. E poi non pesiamo mai abbastanza le conseguenze del dilagare di queste strutture spesso legate finanziariamente a multinazionali che hanno tutto l’interesse a conquistare il monopolio commerciale su un territorio stabilendo modalità prezzi e prodotti. La libera concorrenza verrebbe certamente annullata. Come può una piccola o media impresa resistere a questo tipo di politiche?” Eppure quando queste grandi strutture vengono proposte in un Comune portano con sé la prospettiva di assunzione per molti giovani disoccupati e di questi tempi non è poco. “C’è questa finta credenza – spiega Zilio – che si assumi più personale per coprire tutto l’orario che interessa il centro commerciale. Ma andiamo a verificare con quali contratti queste persone vengono assunte. La grande distribuzione si avvale di contratti atipici che prevedono facilità di licenziamento. Quindi queste grandi strutture promettono lavoro e producono un triste precariato”. In attesa del regolamento che dovrà varare la giunta veneta restano le linee guida previste dal nuovo Piano del Commercio. Tra le novità va sottolineata la volontà di valorizzare i centri storici attraverso la semplificazione delle autorizzazioni per i negozi fino a 1.500 metri quadrati. L’obiettivo è favorire i negozi di prossimità affinché le città non si svuotino e le luci non si spengano. Mantenere vivi i centri storici significa garantire più sicurezza ai cittadini, perchè un negozio aperto è anche un presidio di zona e avere un “giardino” gradevole dove socializzare e passeggiare all’aria aperta.

on l’approvazione della legge regionale n. 50 del 28 dicembre 2012 il Veneto si è dotato di un nuovo Paino per il Commercio. Ora si attende il varo, entro 4 mesi, del Regolamento di attuazione della legge, che dovrà contenere i criteri per l’individuazione da parte degli strumenti urbanistici delle aree idonee all’insediamento delle medie strutture con superficie di vendita superiore ai 1.500 mq. e delle grandi strutture di vendita, le modalità per la valutazione integrata degli impatti e l’individuazione delle misure compensative e di mitigazione atte a rendere sostenibili gli insediamenti commerciali, la definizione degli ambiti territoriali destinati ad ospitare gli in-sediamenti commerciali di rilevanza regionale (le grandi strutture di vendita con oltre 15.000 mq.) e gli altri indirizzi per lo sviluppo del sistema commerciale veneto. Di grande interesse la norma contenuta nell’art. 19, comma 4, che dispone che all’interno dei centri storici l’autorizzazione commerciale per le grandi strutture di vendita è rilasciata non più tramite la Conferenza di servizi, ma direttamente dallo Sportello Unico per le Attivi-tà Produttive secondo le modalità previste per le medie strutture di vendita, che prevedono tra l’altro una regolamentazione da parte del Comune. In questo modo si intende favorire la realizzazione in centro città di grandi strutture di vendita specializzate. Altra norma di immediato interesse è quella contenuta nell’art. 28, comma 4. Si tratta di una norma transitoria che prevede che le grandi strutture di vendita ed i parchi commerciali già autorizzati alla data di entrata in vigore della legge possano essere ampliati in misura non superiore al 20% della superficie autorizzata (e comunque nel limite massimo di 2.500 mq di superficie di vendita), nel rispetto dello strumento urbanistico vigente e della normativa in materia ambientale, edilizia e viabilistica prevista dalla precedente legge regionale sul commercio. Tale facoltà va esercitata entro 60 giorni a partire dal 1° gennaio 2013, con l’impegno ad iniziare i lavori entro e non oltre 60 giorni dal rilascio dell’autorizzazione.



14 Cultura veneta 30 Treviso, Fondazione Benetton Studi e Ricerche, spazi Bomben Fino al 3 marzo “IX Mediterranei”

Il sottile colore ad acqua di Cano Isole del “Mar nostrum” esplorate attraverso la disamina delle tradizioni culturali, della storia e dei luoghi fisici di Alain Chivilò

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’acquarello è una tecnica non facile per il margine di errore compositivo e di stesura che deve essere pari a zero e per la capacità di rendere atmosfere, accostamenti e nuance di colori che solo questa riesce a rendere. Un Maestro, tra gli artisti di livello internazionale, che interpreta con maggiore efficacia la tecnica del colore ad acqua è Pedro Cano. Spagnolo di Blanca, classe 1944, espone cinquantaquattro tavole negli spazi della Fondazione Benetton Studi e Ricerche, spazi Bomben, di Treviso fino al 3 marzo. “IX Mediterranei” è il titolo della mostra personale che raffigura un viaggio attraverso le tre isole di Sicila, Patmos, Maiorca e le sei città di Venezia, Napoli, Spalato, Istanbul, Alessandria d’Egitto e Cartagena. Un bacino territoriale, unito idealmente dal mare, che viene esplorato da Cano attraverso la disamina delle tradizioni culturali, della storia e dei luoghi fisici. Ne deriva una rappresentazione introspettiva, originale e non banale. Ecco che le bricole della città lagunare per antonomasia si rarefanno in un clima umido, in cui si respira la salsedine lacustre. Escono da una sorta di nebbia

Alcune opere presenti alla mostra

magica o d’improvvisa illuminazione solare o oscurità notturna. Invece in Alessandria d’Egitto, la storia si fa protagonista con pagine di libri riecheggianti la biblioteca perduta e paesaggi che rimandano, in chiave attuale, a rappresentazioni d’ottocentesche memorie. A Cartagena i pesci in essicazione assumono un aspetto metafisico e le anfore scandiscono verticalmente il ritmo dell’opera. Particolari di Istanbul, come i minareti e la cupola di Santa Sofia, sono d’effetto e si stagliano in uno sfondo informale. Le ghirlande di frutta, come l’uva e i limoni, sono di caravaggiesche armonie ed evidenziano una solarità insita in Patmos. La Sicilia archeologica,

Arte in breve

POkER DI CITTÀ PER 6 MOSTRE

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n questa sede si propone una rapida carrellata di eventi in corso o che hanno tracciato un interessante percorso espositivo. A Treviso presso la prestigiosa sede di Casa dei Carraresi, a contorno degli eventi collaterali alla mostra “Tibet”, fino al 7 marzo si susseguono due mostre collettive d’arte in ambito figurativo, “Confessioni artistiche” e non figurativo, “Avventure mentali”. Una disamina che mappa lo stato dell’arte di due metodologie espressive ormai in dialogo. A Padova invece, presso la Galleria Cavour “Bernard Aubertin” e al Centro Culturale S. Gaetano “Cesare Berlingeri”. Il primo svolge il suo concetto artistico partendo dall’azzeramento dei canoni espressivi tradizionali, captando da un lato il colore del fuoco e della nera cremazione in combustioni di oggetti diversi e dall’altro il colore rosso all’interno di monocromi come da incontro con Yves Klein. Nell’altra mostra, dedicata a Berlingeri, viene tracciato il percorso compositivo attraverso le piegature nate da un lampo creativo, che parte da un’interiorizzazione dell’infanzia, quando vedeva sua madre indossare al petto un piccolo involucro piegato per esorcizzare il malocchio e dal teatro, in qualità di scenografo, osservando dei macchinisti raccogliere un cielo stellato da una scena. Ci spostiamo ora a Bassano del Grappa con “Novecento italiano. Passione e collezionismo”. Qui si traccia attraverso artisti di chiara fama, con opere di pregio, il passaggio dell’Arte nazionale da moderna a contemporanea, ossia dal secolo scorso a oggi. Concludendo il viaggio, approdiamo a Venezia dove ha aperto Officina delle Zattere, un nuovo spazio utilizzato precedentemente dall’Istituto degli Artigianelli come officina e poi come laboratorio didattico e artigianale dall’Accademia di Belle Arti. Nelle varie sale a tema, hanno esposto Giorgio Merigo in “Sintetiche visioni, sound digital art”, Veronica Croce, Massimo Donà e Raffaella Toffolo in “Il suono delle cose”, Giorgio Faletti in “Da quando ad ora” e Emanuel Dimas De Melo Pimenta in “John Al.Ch. Cage 100 anni. Silenzio”.

in un lontano sapore di Magna Grecia, è tracciata da sculture giunte a noi danneggiate dal corso del tempo, dove una mano umanizzante tiene dei lembi di una veste. A Maiorca, delle grate di finestre riparano da atmosfere esterne di luce e indefinite vegetazioni. A Napoli c’è la smorfia, ma non quella tradizionale perché si tratta di un dolce ritratto di bimba, mentre una Spalato romanica ritorna a parlare veneziano con una biancheria penzolante dalle corde. Dunque un Mediterraneo che Pedro Cano indica come “lo scenario nel quale ho trascorso gran parte della mia vita e ho dedicato alle sue terre e alle sue città migliaia di opere su carta,

tele e soprattutto moltissimi quaderni che mi hanno accompagnato nei miei percorsi. Un viaggio sentimentale saltando attraverso l’immenso specchio azzurro, il cui nome, secondo lo scrittore croato Predrag Matvejevic, trae origine dal fatto di essere situato tra le terre. In queste sono nate le più grandi civiltà occidentali, dove la diversità culturale, linguistica ed etnografica le rende un luogo unico al mondo”. In conclusione, alcuni esempi di una sorta di frammenti di paesaggio che, con acqua e colore, rappresentano il vero percorso e significato della figurazione contemporanea: una visione che esula dal luogo stesso.

Intervista a Piero Slongo

“Il mio paesaggio interiore” Due anni fa la partecipazione al Padiglione Italia della Biennale 2011. Un esordiente di 80 anni

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on un “era ora !!!” il pittore nativo di Mogliano Veneto, classe 1928, Piero Slongo, a quasi due anni dalla sua partecipazione al Padiglione Italia della Biennale 2011, rimarca con fierezza quella presenza che l’ha posto nelle cronache dell’Arte italiana. Come disse Vittorio Sgarbi, durante l’inaugurazione del Padiglione Veneto di Piazzola sul Brenta, “… da Mogliano e precisamente dallo studio di un ottantenne pittore pieno d’entusiasmo è oggi qui tra noi, come esordiente a questa manifestazione, Piero Slongo. Un’artista che voglio onorare portandolo a Venezia, perché sono curioso di scoprire una persona come Slongo piuttosto che imporre, nelle sale espositive, un nome di mio piacimento”. Dunque una vera e propria legittimazione, che Sgarbi convalida e porta all’attenzione dopo aver conosciuto le opere di Slongo in anni passati durante precedenti incontri. C’è da sottolineare, a onore del vero, che Piero ha sempre dipinto. Però, solo grandi eventi fanno “riscoprire” talenti nascosti. Non dovrebbe essere proprio così, ma il sistema dell’Arte in Italia funziona con la logica che l’apprezzamento e il riconoscimento debbano giungere dopo una lunga stagionatura, come in una tradizionale cantina. Piero Slongo, come autodidatta, si avvicina al mondo dell’Arte dipingendo con discrezione e con una forte capacità di apprendere i segreti dei grandi maestri storici. Lui parte da una cultura paesaggistica storica, che a Venezia aveva trovato terreno fertile nelle prime due generazioni di pittori figurativi appartenenti alla così chiamata Scuola di Burano. Tra questi, per esempio, Umberto Moggioli e Gino Rossi come primi e Eugenio

Da Venezia e Fioravante Seibezzi come secondi. Senza dubbio, alcune generazioni erano passate da questi maestri, ma la ferrea volontà di portare avanti questa tradizione lo fa divenire oggi l’ultimo testimone del paesaggio romantico, in contrapposizione a tutto quello non figurativo della nostra contemporaneità. Il ragazzo Piero, ma per favore non chiamatelo Maestro, ha un segreto che consiste nella “voglia di conoscere sempre cose nuove e d’interessarsi sempre di tutto, stando sempre presente informandosi”. Questo si traduce in una costante pittura fresca, che nasce da uno spirito sempre giovane. Un importante momento pittorico avvenne proprio da una visione diretta delle opere di Gino Rossi, durante una storica mostra di Treviso, in cui ebbe inizio un’autentica viva e rinnovata intensità espressiva. Il suo focus è dato dalla tematica del paesaggio, che permette a Slongo d’evidenziare una

grande capacità nel dipingere l’interiorità, attraverso la manifestazione di emozioni e liricità. Una tecnica tendente all’opaco, pastosa e di verve coloristica che trova in Chaim Soutine il secondo suo grande maestro di riferimento. Le stagioni venete sono così ritratte in modo vitale e luminoso, in un confine tra Impressionismo e Espressionismo. Spesso i ciliegi in fiore gli permettono d’inserire punti luce naturali che equilibrano la scena. Colori caldi, tipici di una terra amata e vissuta. Le sue tematiche si completano anche con soggetti quali fiori, nature morte e ritratti. Piero Slongo vuole esplorare “di tutto e di più” e in questo viaggio incarna una pittura veneta, in cui è riuscito a rendere la tematica del paesaggio vicina a noi, trasformando a livello percettivo una natura mai uguale. Ecco che il saper rendere la comprensione dell’ambiente che ci circonda, mai standardizzato, è la chiave del paesaggio attuale. Al.Ch.


16 Cultura veneta

Cultura veneta 31

Letteratura Il libro di Bevilacqua che ricorda Micheletto e il ciclismo di inizio ‘900

“Il Conte di Sacile” di Vesna Maria Brocca

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ato e vissuto a Sacile lungo il fiume Livenza, a Portobuffolè, il ciclista Giovanni Micheletto fu il più grande asso del pedale del primo Novecento. Cent’anni fa, nel 1912, vinse il Giro d’Italia, assegnato in quell’edizione con la formula a squadre. Ricordiamo poi la vittoria nel 1910 del Giro di Lombardia, nel 1911 del Giro di Romagna e nel 1913 la prima tappa del Tour de France. Sempre nello stesso anno, 1913, è stato il primo italiano a vincere nella storia del ciclismo una corsa

Pioniere del ciclismo. Tappe da 600 km corse senza assistenza in linea all’estero, la Paris-Menin. Colto e dai modi sempre garbati che gli valsero il soprannome de “Il Conte”, viene ricordato per l’abitudine di soffiarsi il naso -in corsacon un fazzoletto, anziché improvvisare alla meno peggio. Corse da professionista dal 1908 al 1913, ebbe quindi una carriera ciclistica breve, ma importantissima. Durante la seconda guerra mondiale fece parte del Comitato di Liberazione Nazionale di Sacile e poi per dodici anni ricoprì la carica di presidente dell’Ospedale civile di Sacile portandolo a livelli d’eccellenza. Oggi il Palazzetto dello Sport di Sacile e il Museo del ciclismo di Portobuffolè portano il suo nome e a 100 anni dalla vittoria del Giro d’Italia, Giacinto Bevilacqua lo ricorda con la biografia “Giovanni Micheletto il Conte di Sacile” (edizioni Sports15). Tra le chicche di questo volume l’autore ci racconta che ha “antologizzato un testo di un giornalista della Gazzetta dello Sport che negli anni Cinquanta aveva seguito una cor-

Vinse il Giro e la prima tappa del Tour. Venne chiamato “il Conte” per l’abitudine di soffiarsi il naso -in corsacon un fazzoletto, anziché improvvisare alla meno peggio mUsica e letteratUra

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Durante la seconda guerra mondiale fece parte del CLN sa in Belgio. Il giornalista, di ritorno, aveva riferito con grande meraviglia che in un’osteria belga, sentendo i commensali parlare italiano, l’oste andò a prendere una foto di Micheletto scattata nel 1913 alla ParigiMenin, testimoniando così la fama duratura di questo mito del pedale riscossa lungo le sue tappe”. Giacinto Bevilacqua prosegue il suo racconto descrivendoci un ciclismo da pionieri in cui i corridori non avevano alcun genere di assistenza in gara, anzi, era assolutamente proibito cambiare bicicletta. Il ciclista si doveva arrangiare a fare tutto lungo tappe anche di 600 chilometri: portava a tracolla il tubolare di riserva e macinava chilometri con il cambio fisso. Anche l’alimentazione era diversa: uova sode e carne di pollo, portate sempre a tracolla. Tutto passa, tranne i grandi come Micheletto.

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n nuova pubblicazione per gli amanti della musica classica e non. Stiamo parlando di “Liszt Ferenc 200” (Publimedia, 2012) scritto dalla musicologa trevigiana Vesna Maria Brocca, che contiene al suo interno anche la prima edizione assoluta del Vexilla Regis prodeunt per orchestra del 1864 del genio ungherese Franz Liszt. La biografia è preceduta dalla prefazione del compositore e medico Mirco De Stefani, noto anche per le sue numerose collaborazioni con il grande poeta Andrea Zanzotto ed è seguita dalla trascrizione e dalla revisione del brano orchestrale a cura del compositore e direttore d’orchestra trevigiano Francesco Pavan. “Durante gli anni di studio universitario in musicologia storica - spiega Vesna Maria Brocca - sono cominciate le mie ricerche sul celebre inno gregoriano di san Venanzio Fortunato sotto la guida del professor Giacomo Baroffio, ordinario di Storia della musica medievale a Cremona, che mi hanno portata fino a Liszt e a studiare di persona l’autografo al Goethe- und Schiller-Archiv di Weimar”. Il volume vanta, inoltre, il patrocinio dell’Anno Culturale Italo-Ungherese 2013, dell’Ambasciata di Ungheria – Roma e del Consolato Generale Onorario di Ungheria – Venezia.


28 Sì, viaggiare 32 FRANCIA

Nantes l’audace è già nel futuro L’UNIONE EUROPEA L’HA PROCLAMATA “CAPITALE VERDE D’EUROPA 2013” PER GLI OLTRE MILLE ETTARI DI SPAZI VERDI MA LA CITTÀ AFFACCIATA SULL’ATLANTICO E SUL LUNGO ESTUARIO DELLA LOIRA AMA ANCHE LE FUGHE IN AVANTI: L’ISOLA DEL PORTO È STATA TRASFORMATA IN UN LABORATORIO D’ARTE CONTEMPORANEA E DI ARCHITETTURE AVVENIRISTICHE IN ONORE DI LEONARDO E DI GIULIO VERNE (CHE QUI NACQUE NEL 1828) SONO STATE COSTRUITE DELLE GIGANTESCHE “MACCHINE” FRA CUI L’ELEFANTE CHE CAMMINA SULLE BANCHINE DISMESSE: È LA NUOVA ATTRAZIONE NANTESE CROSTACEI E MUSCADET

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l gigantesco elefante avanza minaccioso, scuote la testa, poi all’improvviso si ferma. Barrisce, alza la proboscide e “sputa” acqua. Tanta acqua. Un getto che spesso colpisce i turisti incautamente fermatisi davanti ad esso quasi per sfidarlo. Il gigantesco elefante, alto 12 metri e pesante 50 tonnellate, è la nuova attrazione di Nantes. E’ la prima grande macchina realizzata nell’isola della città, al centro dell’estuario della Loira. Dove prima c’era il porto oggi c’è una proiezione del futuro. Quello in cui la città ha deciso di immergersi. Il progetto artistico “Le macchine dell’isola” ha dello sbalorditivo. Contrariamente ad un parco d’attrazione chiuso, esso si integra nel tessuto urbano, con strutture meccaniche monumentali in movimento. Sull’elefante ci possono salire 49 persone, in pancia e in groppa. La “passeggiata” dura mezzora ed è un’emozione vedere le zampe gli ingranaggi mettersi in movimento. Prodotto dalla fantasia di Francois Delarozire e Pierre Orefice, il progetto turistico “Macchine dell’isola” si nutre dei mondi inventati da Giulio Verne, dell’universo meccanico di Leonardo da Vinci e della storia industriale di Nantes. Questo “bestiario” fantastico vivente occupa il sito degli ex cantieri navali. Nel 2012 stata inaugurata il carosello gigante “mondi marini” (25 metri di altezza, 20 di diametro) popolato da creature che popolano il mare: è costituito da 35 elementi mobili. All’Atelier si possono ammirare altre macchine e capire come sono state costruite. Un luogo da non perdere. Come pure l’Hangar delle banane, un laboratorio in perenne movimento creativo. Nella stessa isola, vero e proprio crogiolo creativo della città, sorgono le costruzioni più avveniristiche di Nantes: dal nuovo palazzo di

IN COPERTINA L’ELEFANTE MECCANICO A SPASSO PER L’ISOLA. IN ALTO A DESTRA: IL CASTELLO DI CISSON E UNA VEDUTA DI QUELLO DI NANTES (DUCHI DI BRETAGNA); PIÙ SOTTO DETTAGLIO DELLO STESSO CASTELLO, VEDUTE DELLA CITTÀ, IL PARCO DELLE “MACCHINE” LEONARDESCHE E UN’IMMAGINE SERALE DELL’ISOLA. NEL BOX: IL RISTORANTE LE CIGALLE E LA CANTINA DEL CASTELLO DI CASSEMICHÈRE

giustizia al polo d’affari Euronantes. Architetti di fama stanno costruendo nell’isola un nuovo cuore della città nell’ambito di un progetto urbano entusiasmante che tende a trasformare e riutilizzare quanto gi edificato. Intorno sorto il Parco dei cantieri, con percorsi lungo le sponde, pontili, giardini a tema. Persino le vecchie gru del porto sono diventate monumenti di architettura contemporanea. Sempre in tema di arte contemporanea a Nantes va ricordata la biennale Estuaire, con sempre nuove realizzazioni a cielo aperto, lungo il fiume fra la città e Saint Nazaire: la casa nell’acqua, il serpente tra i flutti, la barca inarcata. Installazioni surreali. Nantes quest’anno gode del titolo di “ca-

Crostacei e frutti di mare, come se piovesse. Incastonati in piatti a più piani, come le vecchie torte nuziali. A Nantes la gastronomia è di mare e a dominare la scena gastronomica è il plateau royale. Bello anche da vedere con quella ridondanza di ostriche, tartufi di mare, gamberoni, scampi e altre prelibatezze. Imperdibile la sosta al ristorante “La Cigale” (4 place Graslin), locale storico con sale in stile Art decò. Grandi frutti di mare. Curioso il ristorantino “Les Chants d’Avril” (2, rue Laennec), famoso per il suo menu misterioso che cambia ogni giorno. Tipica la sosta al ristorante “La Civelle” (21 quai Boissard - Trentemoult) con vista sull’isola di Nantes. A “Le Grain de Folie” (150 bd des Ocanides - Pornichet) in faccia al mare, vicino al centro balneare di Le Boule, altri prodotti ittici d’eccellenza. Nell’entroterra due tappe imperdibili: a Cisson, borgo medievale, cena romantica al “Restaurant de la Vallée (1 rue de la Vallèe) vicino al ponte, con vista maniero. Allo Chateau de Cassemichère a La Chapelle - Heulin, piccolo borgo di campagna, si va invece per ammirare lo splendido piccolo castello e per visitare le antiche cantine dove, documenti alla mano, ti dimostrano che vi è nato il Muscadet, il vino simbolo di questa zona. Il bianco ideale per apprezzare crostacei e frutti di mare dell’Atlantico.

pitale verde europea”, titolo meritato per gli oltre mille ettari destinati a verde pubblico e parchi ma anche per il livello di qualità della vita raggiunto. La città, famosa per l’editto di Enrico IV che nel 1598 pose fine alle guerre di religione, diventata esempio di tolleranza. Ne testimonianza anche il Memoriale sull’abolizione della schiavitù con cui la città, guardando in faccia la storia, riconciliata con il suo scomodo passato, dato che proprio da Nantes partivano le spedizioni negriere. Il Memoriale è allestito in Quai de la Fosse, luogo simbolo da dove salpavano le navi che trasportavano gli schiavi. Anche nel Castello dei Duchi di Bretagna, che domina la città vecchia con le sue possenti ed eleganti architetture rinasci-

mentali, c’è un percorso espositivo dedicato agli anni bui della tratta degli schiavi. Il castello costruito da Francesco II, ultimo duca della Bretagna indipendente, annuncia l’architettura dei castelli della Loira. Suggestivo il percorso lungo le mura, sorprendente il museo hi tech: propone anche una stupefacente visita virtuale nella Nantes del 1757. La bellezza e la vastità della città si possono cogliere salendo sulla Torre della Bretagna, dove si trova anche Le Nid, un artistico bar ispirato al nido della cicogna. Dall’alto è più facile capire che il quartiere Feydeau un tempo era un’isola e avere un’idea della ricchezza dei suoi palazzi. Si può vedere La Tour Lu nell’ex fabbrica di biscotti Lu, oggi sede

degli uffici del turismo. Il Passaggio Pomeraye, del XIX secolo, vale invece la pena di vederlo dal basso, passeggiandovi: è l’antesignano del centro commerciale, caratterizzato da una monumentale scalinata e da bei decori liberty. Nantes propone moltissimi percorsi culturali e turistici, puntando sull’ecosostenibilità. Mezzi pubblici e bicicletta. Le Voyage a Nantes (www.levoyageanantes.fr) è un percorso insolito, sfasato, poetico. Altre informazioni si possono ottenere mediante www.paysdelaloire.fr o www.ohlaloireatlantique.com Oltrechè su www.rendezvousenfrance.com Nantes è facilmente raggiungibile da Venezia con i voli low cost di Volotea.


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Inserite all’interno dello schema inferiore le parole elencate in modo da completare il cruciverba. AGO - AIO - BEA - EVA - IFA OHE - POI - SMS - TAP - UHM GAME - SOAP - UVEA - CALIA IDIOMA - NOSTRO - ORRIDA OSSIAN - GRIDATO AGIOGRAFO - IMPAZZISCE MELODRAMMA NEFANDEZZA - PSICROFILO SALVAZIONE - ALFABETISMO OSSIFICAZIONE AZZURRAEDIZIONI

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Su Pierino • Pierino si rivolge a un bambino più piccolo: “Hai dei buoni denti?” “Purtroppo no.” “Perfetto. Allora tienimi il croc-

cante mentre faccio questa partita a pallone.” • Pierino e Michela sono soli nel bosco in una limpida giornata invernale. “Michela, leva-

ti il cappotto.” “Si, va bene.” “Brava. Ora levati la gonnellina.” “Si, Pierino” “Ora la sottogonna.” “Va bene.” “E ora levati le mutandine perché mi serve l’elastico per aggiustare la fionda!”

Aforismi sull’amore • Tutte le passioni ci fanno commettere errori, ma l’amore ci induce a fare i più ridicoli. • Perduto è tutto il tempo che in amor non si spende. • Il Signore ascolta le preghiere di co-

loro che chiedono di dimenticare l’odio. Ma è sordo a chi vuole sfuggire all’amore. • C’è una sola cosa peggiore di un matrimonio senza amore: uno in cui c’è amore, ma da una parte sola.

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ICORDO PERFETTAMENTE L’ANNO IN CUI ANDAI IN VACANZA IN

UMBRIA E,

NEL VIAGGIO DI RITORNO, DECISI CHE FORSE SAREBBE

STATA UNA BUONA COSA ALLUNGARE UN PO’ LA STRADA E PASSARE PER LA TOSCANA PER BERMI UN BICCHIERE DI VINO BUONO; INTENDIAMOCI, NON È CHE IN

UMBRIA NON CI SIA IL VINO BUONO, ANZI…RICORDO CHE MI FERMAI IN UN BORGO MOLTO BELLO, MI FERMAI PER IL PRANZO, E PER ASSAGGIARE IL VINO TIPICO DI QUESTA INCANTEVOLE ZONA: LA VERNACCIA. TRA I VINI TOSCANI È QUELLO CON LE ORIGINI PIÙ INCERTE. PROBABILMENTE PRENDE IL NOME DAL LATINO “VERNACULUM”, CHE SIGNIFICA DEL POSTO, NATIVO. QUESTO SPIEGHEREBBE PERCHÉ MOLTE UVE IN ITALIA SI CHIAMANO IN QUESTO MODO. CI SONO IN ITALIA TRE D.O.C. DI VERNACCIA; LA VERNACCIA DI ORISTANO, IN SARDEGNA, LA VERNACCIA DI SERRAPETRONA, NELLE MARCHE, E LA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO. INTRODOTTO DALLA GRECIA NEL XIII SECOLO, DI QUESTO VINO SI HANNO TRACCE SIN DAL 1276, IN QUANTO CITATO IN UN DOCUMENTO DEL COMUNE DI SAN GIMIGNANO. VENNE POI DIVULGATO DA LORENZO IL MAGNIFICO CHE LO FECE PIANTARE NEI SUOI POSSEDIMENTI. VIENE NOMINATO PERSINO DA DANTE ALIGHIERI NELLA DIVINA COMMEDIA. AGGIRANDOSI NEL PURGATORIO TRA I GOLOSI, INCONTRA PAPA MARTINO IV, REO DI ESSERE STATO TROPPO SPESSO VINTO DALLA VERNACCIA. LA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO VIENE PRODOTTA ESCLUSIVAMENTE DAI VIGNETI SITUATI NEI TERRENI COLLINARI DI SAN GIMIGNANO, DAL VITIGNO OMONIMO ED HA UN BELLISSIMO GIALLO PAGLIERINO CHE DIVENTA DORATO NELLE RISERVE. HA UN PROFUMO MOLTO INTENSO E SI ACCOMPAGNA MOLTO BENE A PIATTI A BASE DI PESCE, PRIMI PIATTI CON SALSE BIANCHE, FRITTURE, UOVA E CARNI BIANCHE ED È MOLTO BUONO ANCHE COME APERITIVO. INSOMMA È UN VINO A 360 GRADI, MOLTO VERSATILE E SE UN GIORNO VI CAPITASSE DI ESSERE IN GIRO DALLE PARTI DI SAN GIMIGNANO NON ESITATE E ANDATE A FARVI UN BICCHIERE DI VINO BUONO. DENISMENEGHINI@ALICE.IT ERO A SAN GIMIGNANO, LA CITTÀ DELLE TORRI, NELLA PROVINCIA DI SIENA.

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AI PISELLINI. PER LA BESCIAMELLA: SCIOGLIERE LA MARGARINA IN UN PENTOLINO, UNIRE LA FARINA QUINDI VERSARE IL LATTE, FACENDO ATTENZIONE CHE NON SI FORMINO GRUMI. INSAPORIRE CON SALE E NOCE MOSCATA, LASCIANDO SUL FUOCO FINCHÈ NON SI ADDENSA, SEMPRE CONTINUANDO A MESCOLARE. FRULLARE DUE CUCCHIAI DI PISELLINI ED AMALGAMARLI ALLA

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per matrimoni, cresime ed ogni altro tipo di ricorrenza. Per gli sposi e i loro invitati è riservata un’ospitalità particolare, con aree e intrattenimenti privati. Località Santa Maria, 3/B Cavarzere Venezia 0426.53538

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Relax e svaghi primaverili a Kranjska Gora Kranjska Gora che giace nella parte sud-occidentale della Slovenia, al confine fra Italia e Austria, è rinomata come il miglior centro sportivo, di ricreazione, intrattenimento e congressuale di tutte le Alpi Giulie. D´inverno si copre di un candido mantello che si riflette in una cornice romantica, d´estate invece la parola d´ordine è la frescura. Durante tutto l´anno la località ospita ospiti desiderosi di relax e di rigenerarsi per essere sempre pronti per nuove avventurose sfide. I nostri ospiti sono escursionisti, atleti professionisti, giovani famiglie, manager che creano progetti futuri e tutti coloro che si lasciano coccolare presso i nostri centri wellness. Alcuni desiderano fare shopping nei centri commerciali dei paesi limitrofi (Italia, Austria) altri invece decidono di sfidare la dea bendata ai tavoli da gioco o alle slot machine dei centri del gioco ed intrattenimento.

Foto: archivio LTO Kranjska Gora

A Kranjska Gora ogni staggione si veste di un proprio colore con cui attrae gli ospiti, vicini e lontani che siano. Grazie al clima mite e fresco, Kranjska Gora d’estate diventa una piacevole valle verde dove agli ospiti vengono offerte innumerevoli possibilità di svago con ottimi punti di partenza per le diverse attività sportive, sport estremi o anche soltanto per un tranquillo break in compagnia.

Pasqua a Kranjska Gora Sci a Kranjska Gora Kranjska Gora d'inverno offre attività sportive, ricreazione, divertimento ed il piacere di stare in compagnia. È una meta molto gettonata dalle giovani famiglie e da tutti coloro che desiderano imparare a sciare. Alcune delle possibilità di svago o ricreazione sono presentate qui di seguito ma tante altre attendono di essere scoperte da voi: sci alpino e snowboard (30 km di piste perfettamente attrezzate che garantiscono neve artificiale e sci notturno), sci di fondo (su circa 40 km di piste ben mantenute, da quest´ anno anche di notte), discese in slitta nelle zone previste o sulle apposite piste attrezzate, di giorno e di notte al lume delle fiaccole, gite in motoslitta sulla pista circolare di Kranjska Gora oppure meravigliose escursioni panoramiche in compagnia di una guida, fuoripista e sci estremo in compagnia di una guida alpina, arrampicata sulle cascate ghiacciate per principianti ed arrampicatori esperti, pattinaggio su piste di pattinaggio naturali ed artificiali di fronte al hotel Kompas dove quest'attività è praticabile anche di sera, fiaccolata, giro con slitta trainata da renne per i bambini. Venga quindi a Kranjska Gorae scopra le sue magie primaverili!

2x Periodo: 25/3-5/4/2013 mezza pensione Hotel: Larix****, Kompas****, già da Prisank****, Špik****/***, App. Vitranc*** 1 bambino fino a 12. anni

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23.1.2013 12:07:00


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