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Maltempo Il Veneto deve risolvere il problema acqua pagg.
Adriese calcio Se ne va Santi, in panchina siederà Cancellato
Viabilità Sospeso il convegno di presentazione della Nuova Romea
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EDITORIALE
La casa di riposo trovera’ posto nel vecchio ospedale
Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi di Nicola Stievano
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Ecoambiente ha rivisto il calendario dei conferimenti e non fornirà più i sacchetti per la differenziata
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ecentemente si è tenuta una riunione aperta alla cittadinanza sul tema della raccolta dei rifiuti. L’amministrazione oltre ad invitare i rappresentanti dell’azienda che si occupa del servizio, ha voluto che fossero gli stessi vertici di Ecoambiente a spiegare le motivazioni della riorganizzazione della raccolta dei rifiuti ed ad esporre conseguentemente il piano industriale dell’azienda. La situazione della raccolta rifiuti, infatti, è problematica soprattutto nel bassopolesine dove, a fronte della diminuzione del servizio, le tariffe non
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accennano a calare e aumenta invece il malcontento sia delle amministrazioni che dei cittadini. La principale motivazione di lamentela da parte dell’utenza è sicuramente il calendario della raccolta porta a porta del pattume, che ha subito una drastica riduzione penalizzando soprattutto le famiglie che risiedono in appartenenti o non hanno un luogo dove accumulare e differenziare le tipologie di rifiuti. Decisioni e scelte prese da Ecoambiente senza consultare minimamente le amministrazioni o i cittadini
coinvolti che quindi, di fatto, si sono trovati a subire una decisione presa dall’azienda senza poter replicare e senza nessun vantaggio tangibile visto che le tariffe sono rimaste intoccate. Oltre alla riduzione dei cicli di raccolta, Ecoambiente ha deciso di non fornire più i sacchetti per la differenziazione dei rifiuti, una pratica che ormai era consolidata. Una scelta che ha fatto ulteriormente imbufalire la cittadinanza visto che ora, oltre ai costi del servizio, dovrà affrontare anche i costi relativi all’acquipagg. 6-8 sto di tali materiali.
rmai è un dato di fatto, una tendenza confermata anno dopo anno. Ogni pioggia intensa, in qualsiasi periodo dell’anno, si trasforma il “allerta meteo” con la concreta possibilità che il sistema dei nostri fiumi entri in crisi in più punti contemporaneamente, provocando allagamenti tanto nei centri urbani quanto in aperta campagna. L’ultimo episodio è la prova che ormai il nostro territorio non è più in grado di reggere l’urto delle precipitazioni sempre più concentrate e intense. Se fino a qualche anno fa in queste occasioni si parlava di “evento eccezionale”, ora siamo di fronte se non alla norma, a fenomeni che si ripetono cono una certa frequenza, almeno due - tre volte nel corso dell’anno. Un fatto del quale bisogna prendere atto, evitando di trincerarsi dietro all’ineluttabilità del clima. Del resto le responsabilità delle emergenze continue e dell’ormai evidente dissesto idrogeologico non possono essere scaricate esclusivamente sulle “avverse condizioni meteo”, ma vanno individuate sull’impatto di decenni di espansione urbanistica, per molti aspetti selvaggia o quantomeno poco controllata, di sviluppo di infrastrutture che non è andato di pari passo con gli interventi su una rete idraulica e di scolo rimasta ferma agli inizi del Novecento, quando non addirittura peggiorate. continua a pag. 3
L’Intervento “Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male” di Lucio Tiozzo*
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ulla difesa idrogeologica del territorio, il Veneto si gioca il proprio futuro. L’errore politico, culturale, in ogni caso storico, compiuto puntualmente da chi ha governato e governa il Veneto da vent’anni, è stato quello di considerare questo capitolo di bilancio come un investimento ‘a fondo perduto’. Uscita bello Occhio
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Abbandonata l’idea di una nuova costruzione per la casa di riposo, è stata accolta la proposta della ULSS 19 di insediarsi all’interno del vecchio ospedale, in seguito alla ristrutturazione dei locali che dovranno ospitare gli anziani pag. 9
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EDITORIALE
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Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi
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Zanini riconfermato segretario
Venerdì 28 febbraio 2014 presso la sala conferenze della Cassa edile di Rovigo, si è tenuto l’undicesimo congresso provinciale della Fiom di Rovigo che, al termine dei lavori, ha confermato Paolo Zanini, segretario generale della categoria
Girando fra i centri invasi o minacciati dall’acqua si sente spesso dire, per lo più dagli anziani: “Quando ero giovane vedevo scavare lungo i fiumi, adesso da molti, troppi, anni non si fa più”. Un luogo comune? In parte può essere, ma è un dato di fatto che i nostri fiumi sono stati lasciati in balia di sé stessi e quelli più fragili, come il Bacchiglione, per fare un esempio, ne risentono parecchio. Per non parlare di altri corsi d’acqua, dal Muson dei Sassi al Fratta Gorzone, che presentano un regime quasi torrentizio. L’alluvione del novembre del 2010 ha insegnato qualcosa e ha spinto la Regione ad investire sulle opere di prevenzione del rischio, a monte come a valle, mettendo in cantiere, non senza difficoltà in questo periodo di grave crisi economica, lavori che dovrebbero portare a qualche beneficio. La strada però è ancora lunga e tutta in salita, come ha dimostrato l’ultima emergenza. Il nostro territorio, dalla pedemontana al litorale, dal Polesine ai Colli Euganei, martoriati dalle frane che inghiottono vigneti e strade, è costellato da decine di criticità che possono avere conseguenze drammatiche durante le ondate di maltempo. Così, ancora una volta, prima bisogna cercare i soldi per riparare i danni e magari riconoscere anche qualcosa a chi ha avuto l’acqua in casa o ha riportato gravi conseguenze nella propria azienda. Di nuovo il denaro serve per intervenire dopo l’emergenza, rendendo ancora più impegnativo trovare le risorse per tutte le opere che dovrebbero invece servire a prevenire e a ridurre le calamità. Siamo comunque di fronte ad una maggiore coscienza civica su questo tema, dopo un lungo periodo di sostanziale indifferenza, perché ormai nessuno può dirsi veramente tranquillo di fronte alle conseguenze del dissesto idrogeologico, nessuno può chiamarsi fuori dalla responsabilità di tutelare il nostro territorio. di Nicola Stievano
Carabinieri di Adria
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Sgominata una banda di trafficanti di ferro
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Trafficanti di ferro nel Basso Polesine. Un blitz della Compagnia di Adria ha portato alla luce i responsabili di un commercio illecito di materiali ferrosi. Due rumeni, un serbo e un kosovaro, tutti di età comparsa tra i 20 e i 45 anni e già noti alle forze dell’ordine, senza alcuna autorizzazione amministrativo-ambientate si erano improvvisati commercianti di ferro e rifiuti ferrosi, motivo per cui a loro carico è scattata immediatamente la denuncia. In pochi mesi e grazie anche all’ausilio di un furgone che è stato sequestrato per un anno erano riusciti a mettere in piede una florida attività che era arrivata a fruttare diverse migliaia di euro facili
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inverno caldo, venduto meno gas Lo scorso marzo si è tenuto l’ultimo cda della presidenza Bergamin. L’assise ha portato all’approvazione della proposta di bilancio consuntivo 2013. L’utile del 2013 segna una riduzione quasi del 50% rispetto all’utile record del 2012 di 2 milioni e mezzo di euro. Il bilancio consuntivo 2013 di Asm Set ha risentito in particolar modo della mite temperatura invernale così che la vendita di gas ha avuto una sensibile diminuzione, tra il 25% e il 30%. Ad aggravare la situazione la riduzione dell’utile a metro cubo di gas venduto imposto dall’Aeg
Viabilità
Provincia Enti locali
Progetto Safer, più sicurezza per le strade pag.
commercio
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Sbaracco, le vie del centro torneranno piene di colori pag.
appuntamenti
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16 marzo, torna l’Antico carnevale del Delta pag. 23
Regione società
Civitanova Polesine, il flop è da imputare alla politica? pag. 24
Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete
Un Polesine sempre più incivile. Rifiuti per le strade e in mare pag.
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Guida alla mostra “L’ossessione nordica” di Rovigo pagg. 32-33
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sicurezza
Via ai lavori prima di Pasqua
A breve partiranno i lavori al Municipio. Lo ha annunciato l’assessore Federico Simoni confermando i 5 milioni di euro che saranno necessari per il rifacimento del tetto, dei solai, di murature e di tutta l’ala nord di Palazzo Tassoni. Il primo stralcio di lavori sarà di 650mila euro, mentre il secondo di 800mila riguarderà il rifacimento dell’ala nord del palazzo, opera che deve essere finanziata. Concorso
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Quali sono i dirigenti, allenatori, atleti, genitori, arbitri che da tempo operano per la promozione dei valori educativi dello sport? E’ l’interrogativo posto dall’assessorato allo Sport di Palazzo Celio al Coni, presidenti di federazione ed enti di promozione, sindaci ed assessori, ai Panathlon di Adria e Rovigo per la decima edizione dell’iniziativa “Lo sport scuola di vita” che dal 2005 consegna riconoscimenti ai protagonisti del mondo sportivo polesano che si sono distinti per la lunga attività fatta d’impegno, sacrificio, di un lavoro molto spesso silenzioso ed umile. Per inviare le segnalazioni all’ufficio Sport ufficio.sport@provincia.rovigo.it c’è tempo fino al 15 aprile mentre la cerimonia è programmato in Provincia per sabato 17 maggio dalle 10. Studio a campione su 1000 ragazzi
C.R.E.S.C.E.R.E.
Inquinamento
Arte
Cantiere del municipio
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Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni pag. 31
Come crescono i ragazzi in un mondo in continua trasformazione e soggetto a sempre nuovi stimoli. Su questo tema la Fondazione Zancan di Padova in collaborazione con la De Leo Found onlus, con diverse ULSS padovane, con 83 comuni della Provincia di Padova e con il Comune di Rovigo, assessorato ai Servizi Sociali, sta approntando uno studio longitudinale C.R.E.S.C.E.R.E. su un campione di 1000 ragazzi dagli 11 ai 18 anni e le loro famiglie. L’obiettivo è monitorarne, nel tempo, la transizione dall’infanzia, all’adolescenza e all’età adulta. Lo studio nasce dalla necessità di capire cosa succede ai giovanissimi che vivono in un mondo in continua trasformazione sociale e tecnologica.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.
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Questa edizione raggiunge le zone di Adria, Petorazza e Papozze per un numero complessivo di 8.177 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
Venezia Padova Rovigo Treviso
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile
Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 26 febbraio 2014 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
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4 Argomento del mese TERRITORIO Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e il bellunese a causa della neve. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano). E’ piovuta molta più acqua che nel 2010. Non ci sono stati crolli arginali
Alluvioni, danni per oltre
di Alessandro Abbadir
Zaia: “Per la messa in sicurezza del territorio ci servono 2 miliardi 700 milioni”
L’Autorità di Bacino accusa: troppa cementificazione e un sistema di difesa idraulico fermo
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lluvioni in Veneto, danni per centinaia di milioni di euro (oltre mezzo miliardo) con oltre 130 territori comunali coinvolti dall’ondata di maltempo. Questo il bilancio fatto nelle scorse settimane da comuni, protezioni civili e Regione a fronte di eventi che hanno messo in ginocchio tantissime aree della nostra regione, e che si sono sviluppati lungo un inverno nevoso in montagna e piovoso in pianura. Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e per il problema della neve la montagna bellunese. Ma ecco la conta dei danni nello specifico presentata dal governatore Luca Zaia al Governo e al capo della protezione civile Franco Gabrielli, costo che si aggira sul mezzo miliardo di euro ma che al conto consuntivo sarà superata di molto. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e ancor più quelli alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano); quindi le famiglie e le attività produttive colpite da nevicate ed esondazioni (73 milioni); i dissesti idrogeologici (37 milioni); la rimozione di neve, lo smaltimento di rifiuti, gli interventi igienico-sanitari (15); le sofferenze dell’agricoltura (10); le operazioni di soccorso pre-
neL padovano
Assegnati 2 milioni di euro al Genio Civile
E
’ arrivata quest’anno parte dei fondi per le alluvioni del padovano del 2010. A gennaio infatti quasi due milioni di euro sono stati assegnati al Genio Civile di Padova per interventi urgenti finalizzati al ripristino di situazioni di particolare criticità, conseguenti ai danni provocati dall’alluvione del 2010. L’assegnazione, disposta con un provvedimento della giunta regionale su relazione dell’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte, rientra nel piano di assegnazione delle risorse finanziarie ripartite con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 marzo 2013. Per il 2013 in tutta la Regione sono state destinate risorse per circa 10 milioni di euro “per realizzare interventi in conto capitale nei territori colpiti dagli eventi alluvionali in Veneto che hanno determinato l’esondazione di fiumi e torrenti, con conseguenti allagamenti di centri abitati e movimenti franosi, nonché gravi danni alle infrastrutture, agli edifici pubblici e privati e ai beni mobili, l’interruzione di collegamenti viari. Per il superamento dell’emergenza il governo aveva provveduto anche alla nomina di un Commissario delegato”. E’ stata rinviata a successivi provvedimenti la programmazione delle risorse relative alle annualità 2014 e 2015. A.A.
state dai vari corpi e dal personale civile (5). Tutto ciò senza tener conto dei contraccolpi alla stagione turistica invernale e dei disagi subìti dalla popolazione dell’area del bellunese a causa di nevicate di 4 metri. In ginocchio anche la rete turistica in pianura, basti pensare alle decine di alberghi nell’area di Montegrotto Terme, Terme Euganee e Tribano che sono stati messi direttamente fuori uso per settimane. E poi le alluvioni nel Portogruarese e le mareggiate sui litorali che hanno devastato chilometri di arenile a Jesolo e Sottomarina. Il governatore del Veneto sottolinea però che dal 2010 diverse cose sono state fatte. ”E’ piovuta molta più acqua che nel 2010 - spiega Luca Zaia - quando finirono allagati 150 km quadrati di territorio. Però i 925 interventi puntuali di ripristino, consolidamento e realizzazione di interventi di difesa idraulica attuati in questo triennio si sono per ora dimostrati decisivi. Non abbiamo avuto stavolta crolli arginali come allora. Ma i danni sono altissimi. “Gli allagamenti ci sono anche questa volta ma più limitati, con centinaia di famiglie evacuate e aziende in sofferenza. Ma il vero problema ogni volta è e sarà anche nel futuro, la tenuta degli argini. Con il piano straordinario successivo all’alluvione del 2010 la Regione ha erogato 24 milioni nel 2013 e ne
stanzierà ulteriori 100 milioni da qui al 2015. Noi abbiamo iniziato a lavorare sui primi bacini di espansione, ma per attuare integralmente un piano di messa in sicurezza ci servono 2 miliardi 700 milioni - spiega Zaia - a fronte dei quali come Regione riusciamo a reperire dai 50 ai 100 milioni l’anno: troppo poco. Lo Stato deve intervenire, il governo deve dimostrare coraggio e volontà di finanziare i grandi bacini di laminazione. Poi c’è anche un problema di burocrazia che è risolvibile, dando ai Presidenti di regione pieni poteri in tema di lavori pubblici”. ”I fenomeni atmosferici sono sempre più intensi e violenti per i cambiamenti climatici e a questo va aggiunta la trasformazione del territorio. La cementificazione del territorio produce che a parità di piogge le acque superficiali sono di più. Anche le piogge aumentano. E se questo è colpa del clima, la trasformazione del territorio è opera dell’uomo. C’è da sottolineare inoltre che la rete di difesa idraulica è quella del secolo scorso. Gli ultimi interventi sono stati fatti durante il fascismo e prevedevano difese per un territorio agricolo. Nel frattempo i campi sono diventati un’area metropolitana, capannoni, villette e cemento. Il sistema non regge più. Una rete più moderna aiuterebbe a ridurre l’emergenza”.
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Argomento del mese 35 5 In provincia
e mezzo miliardo di euro Consorzi di bonifica Il presidente Giuseppe Romano indica quali sono le opere indispensabili
“Sicurezza idraulica, piano quinquennale da 1,3 miliardi per il Veneto” di Nicola Stievano
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n piano di investimenti da un miliardo e 350 milioni, con centinaia di cantieri lungo i corsi dei fiumi per i prossimi cinque anni, per la sicurezza idraulica in Veneto. Lo chiedono i consorzi di bonifica, ricordando che i progetti ci sono già, ma è necessario recuperare le risorse. “Già dal 2010 - ricorda Giuseppe Romano, presidente dell’Unione Veneta Bonifiche - per garantire la difesa idraulica veneta i consorzi hanno presentato 629 progetti del valore di 1 miliardo e 350 milioni euro. E’ il più grande piano di difesa idraulica della Regione, prevede opere infrastrutturali necessarie come il potenziamento e l’ammodernamento degli impianti idrovori, la realizzazione di casse di espansione per contenere le ondate di piena e di canali scolmatori o collettori, consolidamenti arginali e sistemazioni idrauliche; tutti interventi necessari la maggior sicurezza del nostro territorio”. Il sistema idraulico veneto è complesso e delicato, e oltre ai grandi fiumi comprende una rete di canali e corsi d’acqua minori che solcano l’intera pianura. Durante le allerte meteo sono almeno cinquecento uomini della bonifica impegnati a sorvegliare, 24 ore su 24, il livello dei fiumi, il funzionamento degli impianti e manufatti con l’impiego di circa un migliaio di mezzi e macchine operatrici (trattori, escavatori, pompe idrovore mobili), lungo le reti idrauliche. Inoltre, 400 impianti idrovori, grazie alle loro 1000 pompe, muovono 1milione e mezzo di litri d’acqua al secondo, continuando l’incessante attività di pompaggio per evitare la sommersione di ampie distese di territorio e per ripristinare le situazioni più critiche. I consorzi, dopo l’ultima emergenza maltempo, ribadiscono la necessità di destinare risorse al settore della difesa idraulica per la realizzazione di un grande piano, che preveda la concretizzazione delle grandi opere e delle infrastrutture necessarie.
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Maltempo
Più problemi al mare che agli orti P
iogge abbondanti, ma buona la risposta della bonifica deltina. Nonostante il rischio che nelle ultime settimane ha fatto temere il peggio, le colture rosolinesi sono salve e non hanno riscontrato particolari problematiche. Merito, come fanno sapere da Coldiretti, della buona sinergia che si è venuta a creare con il Consorzio di Bonifica, che ha permesso un fattivo monitoraggio della situazione e l’uso puntuale delle pompe di sollevamento. La produzione tipica rosolinese che risponde prevalentemente alla coltura del radicchio, non pagherà i danni della pioggia ma subirà solo un lieve ritardo a causa dell’impossibilità di procedere al trapianto delle piantine. A differenza di quello che è accaduto per le campagne destinate al grano, messe in ginocchio a causa dell’acqua che si è fermata sui campi, il terreno sabbioso che caratterizza gli appezzamenti rosolinese non ha subito i danni tanto temuti. La conferma è avvenuta dopo aver interpellato il presidente di zona della Coldiretti, Antonio Beltrame, che ha fatto il punto chiarendo come il buon risultato ottenuto fosse “merito in gran parte del lavoro del Consorzio di Bonifica, in collaborazione con la Coldiretti, che ha evitato il peggio annullando i rischi derivanti dall’acqua in eccesso nei campi”. L’abbondante Unico problema ora è ora sperare acqua dolce che smetta al più presto la pioggia ha provocato incessante per poter procedere con il la moria di mitili trapianto delle piantine di radicchio che nelle lagune avrebbe dovuto cominciare già dalla fine di gennaio. “Salvo il radicchio invernale il cui ciclo è giunto al termine, rischiamo di tardare con quello primaverile – spiega Beltrame – a causa delle continue piogge che impediscono di scendere nei campi per interrare le piantine”. Ad ogni modo pare che l’effettiva conta dei danni, che interessa principalmente le aree destinate a grano che interessano in minor misura Rosolina, si farà più in là. A destare la preoccupazione ci saranno di certo le spese per l’elettricità utilizzata per le pompe di sollevamento e la saturazione dei terreni che renderanno difficile la lavorazione della terra. A pagare le conseguenze delle piogge copiose non sono però stati solo i cosiddetti “orti di terra”, ma quelli che a Rosolina vengono identificati come gli “orti di mare”, ovvero le lagune. L’abbondante acqua dolce proveniente dai rami del Po ha infatti creato non pochi danni al mondo della pesca, in particolare modo di quello delle lagune, dove l’equilibrio fatto di acqua salmastra è stato messo alla dura prova, provocando morie dovute alla mancanza della giusta percentuale di salinità nell’habitat dei molluschi. El.Ca.
6 Adria Raccolta rifiuti Ecoambiente rivede i tempi di asporto, disagi per i cittadini
Adriesi imbufaliti, bollette care e spazzatura in casa per mesi Il secco verrà raccolto ogni due settimane, quando prima la raccolta era settimanale, e il vetro ogni due mesi di Martina Celegato
Amministrazione tirata in causa
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artedì 18 febbraio presso la Sala Caponnetto del centro commerciale Il Porto ad Adria, si è tenuta una riunione aperta alla cittadinanza sul tema della raccolta dei rifiuti. L’amministrazione oltre ad invitare i rappresentanti dell’azienda che si occupa del servizio, ha voluto che fossero gli stessi vertici di Ecoambiente a spiegare le motivazioni della riorganizzazione della raccolta dei rifiuti ed ad esporre conseguentemente il piano industriale dell’azienda. La situazione della raccolta rifiuti, infatti, è problematica soprattutto nel Bassopolesine dove, a fronte della diminuzione del servizio, le tariffe non accennano a calare e aumenta invece il malcontento sia delle amministrazioni che dei cittadini. La principale motivazione di lamentela da parte dell’utenza è sicuramente il calendario della raccolta porta a porta del pattume, che ha subito una drastica riduzione penalizzando soprattutto le famiglie che risiedono in appartenenti o non hanno un luogo dove accumulare e differenziare le tipologie di rifiuti. Un disagio non da poco se
FOCUS
Il disagio coinvolge praticamente tutti i comuni del Bassopolesine si pensa che coinvolge praticamente tutti i comuni del bassopolesine che si sono trovati a passare da cicli di raccolta settimanali o quindicinali a cicli anche mensili. Decisioni e scelte prese da Ecoambiente senza consultare minimamente le amministrazioni o i cittadini coinvolti che quindi, di fatto, si sono trovati a subire una decisione presa dall’a-
zienda senza poter replicare e senza nessun vantaggio tangibile visto che le tariffe sono rimaste intoccate. Oltre alla riduzione dei cicli di raccolta, Ecoambiente ha deciso di non fornire più i sacchetti per la differenziazione dei rifiuti, una pratica che ormai era consolidata. Una scelta che ha fatto ulteriormente imbufalire la cittadinanza visto che ora, oltre ai costi del servizio, dovrà affrontare anche i costi relativi all’acquisto di tali materiali. Una serie di decisioni, agli occhi dei più, ingiustificati per un servizio così fondamentale. Ma quali sono in concreto i cambiamenti che hanno suscitato le maggiori polemiche? Il secco verrà raccolto ogni due settimane, quando prima la raccolta era settimanale, e il vetro ogni due mesi. Una serie di scelte di forte stampo aziendalistico che, come comunicano i vertici di Ecoambiente, erano state annunciate lo scorso dicembre ai sindaci mediante un’assemblea pubblica tenutasi nel capoluogo che aveva illustrato dettagliatamente tutti i cambiamenti in atto.
“Il Sindaco sapeva del servizio da dicembre”
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e l’incontro pubblico, nelle intenzioni dell’Amministrazione, sarebbe dovuto servire a rasserenare gli animi dei cittadini, esacerbati da un servizio di asporto rifiuti del quale si dicono tutt’altro che soddisfatti, il risultato forse si può considerare raggiunto a metà. Perché, certo, l’utenza un po’ si è sfogata, riversando i propri veleni sui vertici di Ecoambiente colpevole di avere inserito un calendario di raccolta disagevole e appioppato l’obbligo dell’acquisto dei sacchetti direttamente all’utenza, ma dall’altra parte è stata chiamata in causa la stessa Amministrazione che a parere di parte dell’opposizione consiliare era informata delle novità di Ecoambiente dallo scorso dicembre. Di questo è convinta Michela Groto del M5s: “La serata è stata solo un’inutile perdita di tempo. Tre ore di assemblea per prenderci in giro e alla fine della quale nulla è cambiato, i disservizi rimarranno tali e le bollette da pagare. Il sindaco e il vice sindaco erano stati informati, sicuramente all’inizio di dicembre se non prima, che il servizio di raccolta secco sarebbe stato tagliato”. Un’accusa che il sindaco Barbujani ha rimandato al mittente sostenendo che se un’informativa c’era stata, mancava di chiarezza. “Nella riunione in cui partecipò il vice sindaco lo scorso 13 dicembre – ha precisato Barbujani - si era parlato di indicazioni di massima, e alla fine ci siamo trovati con le decisioni prese e i calendari stampati”. Eppure quando il progetto del nuovo calendario era partito in forma sperimentale a Canda, a Castelguglielmo, a Porto Tolle, a Salara e a Villanova Marchesana, pareva promettere risvolti positivi, tant’è che nei propositi di Ecoambiente la revisione del servizio avrebbe dovuto portare a una riduzione delle tariffe per i cittadini. Minori costi che tuttavia i cittadini non hanno visto in bolletta. Comunque sia rimane l’impegno di Massimo Nicoli, presidente di Ecomabiente, che ai cittadini adriesi ha promesso di tornare fra due mesi per dimostrare la validità delle scelte prese. Ma.Ce.
Minoranza Il servizio rimane un’incognita
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l tema della raccolta rifiuti non ha mancato di generare delle reazioni anche da parte della minoranza consiliare di Adria. “La riunione non ha dissipato i nostri dubbi e le nostre perplessità rispetto al tema dei rifiuti. - spiega Caterina Zanetti, consigliere del Pd. - Se possibile ci ha fatti uscire con qualche inquietudine in più. Ne siamo usciti, infatti, con deboli rassicurazioni e poco più. Argomenti simili si erano già sentiti nei mesi scorsi ma stavolta pensavamo che ci fosse la consapevolezza di dover lasciare la polemica politica da parte e di affrontare il merito delle questioni. E’ mancata del tutto la parte costruttiva, è mancata la volontà dei dirigenti di rispondere alle sollecitazioni e alle legittime preoccupazioni del pubblico. Nessuna certezza rispetto a tempi e modi di un ritorno alla normalità per i servizi. È stata così persa un’occasione importante. Anche in questa occasione si è capito che la Giunta è gravemente assente politicamente e non esercita nessuna azione di controllo dei servizi predisposti dalle partecipate rimanendo in balia dei tecnici e delle direttive dei dirigenti politici di centrodestra che, ricordiamo, hanno creato questa società. Con il benestare della giunta adriese. Fa specie che D’Angelo e Barbujani non abbiamo fatto la voce grossa quando lo scorso anno la Giunta ha approvato il piano finanziario di Ecoambiente che prevedeva un aumento di circa il 6% della spesa per il servizio di asporto e smaltimento rifiuti a carico dei cittadini”. Hanno più o meno lo stesso tono anche le affarmazioni del consigliere dell’Idv-Sel, Rosa Barzan. “Quello che colpisce di più nella vi-
Caterina Zanetti e Rosa Barzan cenda “rifiuti” è che l’istituzione della raccolta porta a porta doveva portare ad una sensibile riduzione dei costi di raccolta e smaltimento, ovvero risparmio per le famiglie. Questo non è successo, anzi la spesa pro-capite per lo smaltimento risulta essere lievitata. Il sistema presenta quindi diverse anomalie e non sono state intraprese serie azioni che portino ad una sostanziale inversione di tendenza. Ecoambiente ha ricevuto disposizioni per la riduzione dei costi di gestione. Bisogna quindi che sia attuato un sistema di comunicazioni incrociate tra il Comune e la Società che garantisca efficienza e riduzione di costi. A nulla vale per il Comune spendere per lo spazzamento se le vie della città e delle frazioni risultano di fatto sporche. Il sistema di raccolta e smaltimento ha portato, in altri Comuni al coinvolgimento dei cittadini attraverso un’attività di informazione e al tangibile risparmio. Meno residuo secco si conferisce in discarica, meno si spende per lo smaltimento. Tutte le decisioni che possano diminuire la quantità di rifiuti e i costi devono essere ben valutate a partire dalle pratiche di educazione ambientale. Sarà possibile attraverso un forte input che solo le Istituzioni possono dare. L’impegno dovrà però essere di Ma.Ce. tutti”.
8 Adria Rifiuti I problemi legati alla raccolta dei rifiuti non riguarda solo la città etrusca
Diegoli: “Gli accordi di dicembre erano diversi” L’assessore di Occhiobello è favorevole alla standardizzazione del processo di raccolta ma se questo avviene in modo graduale di Francesca De Luca
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nche a Lendinara, Gavello, Ariano e Bergantino e Frassinelle le amministrazioni comunali hanno favorito l’incontro tra cittadini e l’amministrazione di Ecoambiente per permettere agli uni e agli altri di spiegare le proprie ragioni, anche se secondo Giuseppe Romanello (direttore di Ecoambiente), invece tutto
Piasentini: Il mio comune ha avuto un +20% di costo e la diminuzione della raccolta era già stato spiegato “pubblicamente ai sindaci o loro delegati lo scorso dicembre ad una riunione pubblica che si è tenuta nel comune di Rovigo. “Tutti erano preparati a questo nuovo cambio di gestione del servizio – ha spiegato il Direttore - tanto che a dicembre alla presentazione abbiamo ricevuto solamente complimenti e nessuna lamentela. Se ci sono dei comuni che vo-
NEWS Protesta sindacale con Ecoambiente
gliono ugualmente distribuire i sacchetti noi glieli forniremo ma sarà una scelta politica di quel comune e non di Ecoambiente e nella tariffa che andremo a fatturare al comune vi saranno anche i costi dei sacchetti”. Comunque anche ad Occhiobello è montata la polemica. A puntare i riflettori sulla vicenda è stata la Lista civica di minoranza “Uniti Per cambiare”, con un comunicato stampa in cui è stato chiesto all’amministrazione di organizzare un incontro pubblico, come già avvenuto in altri comuni, per chiarire i giorni di apertura dell’ecocentro e per spiegare ai cittadini gli eventuali vantaggi di questa riorganizzazione. Davide Diegoli, assessore del comune di Occhiobello: “Ecoambiente – spiega - sta agendo indipendente dagli accordi che abbiamo preso, a dicembre, con l’ingegner Romanello. Ci siamo dichiarati favorevoli alla standardizzazione del processo di raccolta, che prevede una rimodulazione della frequenza dei ritiri, ma crediamo che ciò debba avvenire in maniera graduale, condivisa e chiara, soprattutto nei confronti
I dipendenti si troveranno a dover raccogliere quasi il doppio dei rifiuti
L’assessore di Occhiobello Davide Diegoli, il sindaco di Costa Antonio Bombonato e quello di San Martino Vinicio Piasentini dei cittadini che, finora, sono stati abituati a un certo livello di raccolta”. La perplessità di Diegoli sembrano essere molto condivise tra i primi cittadini e gli assessori dei vari comuni. Agguerriti anche i sindaci di San Martino di Venezze e di Costa di Rovigo. “Il mio comune ha avuto un +20% di costo e la diminuzione della raccolta e l’assenza della distribuzione dei sacchetti” sostiene Vinicio Piasentini (primo cittadino di San Martino),
NEWS
Nuovo polo Dialogo a 360° per il bene della città
Nutrilandia 11
Mangiare bene significa mangiare sano
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’Azienda Ulss 19 ripropone anche per quest’anno il progetto di educazione alimentare Nutrilandia 11 rivolto a tutte le scuole del Bassopolesine che aderiscono all’iniziativa: la dietista e la psicologa del Servizio igiene alimentazione e nutrizione (SIAN) del Dipartimento di prevenzione guideranno insegnanti, studenti e genitori nella realizzazione delle progettualità scelte. Le scuole dell’infanzia e primarie saranno impegnate nella “merenda sana”: bambini e genitori scelgono e preparano la merenda da portare a scuola in base alle indicazioni di un menù validato dal SIAN. Nei progetti “ABC... economia domestica” e “C’era una volta la pappa sana…” i genitori imparano modalità corrette e sane di conservazione, cottura e condimento degli alimenti, utilizzo dei diversi tagli della carne, coinvolgendo anche i bambini nella riscoperta delle ricette della tradizione tramandate dai nonni. Gli studenti delle scuole secondarie inizieranno, invece, un percorso che prevede lo studio delle etichette dei prodotti alimentari, con visita a un supermercato della propria zona al fine di orientare i ragazzi nella scelta di alimenti sani, oltre a esercitazioni e incontri con la dietista per acquisire conoscenze relative alla prevenzione del diabete, ai benefici di una sana e corretta alimentazione e dell’attività motoria nel ridurre il rischio di sviluppare tale malattia. Nelle classi seconde del “Polo tecnico” di Adria si avvia quest’anno l’iniziativa “peer education” basata sulla tecnica dell’educazione fra pari, strategia educativa ampiamente riconosciuta e valorizzata per la promozione della salute, che ha l‘obiettivo di rafforzare la capacità
il quale ritiene che l’obiettivo dell’azienda fosse quello di riuscire ad abbassare i costi nel capoluogo. Per Antonio Bombonato (sindaco di Costa), inoltre, “Bisogna che chi ha assunto quelle decisioni trovi il coraggio di ritornare sui propri passi, senza disinteressarsi dei cittadini e dei loro sindaci, e credo che saremo in grado di trovare una soluzione condivisa e migliorativa”.
degli studenti di agire nella propria comunità scolastica, sviluppare competenze cognitive e relazionali valorizzando le funzioni educative del gruppo. Dopo la fase di reclutamento, il gruppo di sei “pari” identificati dagli stessi compagni di classe seguirà un percorso formativo specifico, collaborando con la dietista e la psicologa del SIAN nell’identificazione di argomenti e tecniche comunicative efficaci, per diventare poi protagonisti in prima persona della promozione di una sana alimentazione all’interno della propria scuola. Si tratta di un investimento della scuola nella promozione della salute attraverso la formazione di un gruppo di ragazzi che diventano, così, modello di comportamento per i pari durante tutto il percorso di studi.
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ovità in vista per il Nuovo Polo per Adria, guidato dall’avvocatessa Stefania Tescaroli in consiglio comunale. Come ha comunicato la stessa esponente infatti il gruppo, inclusa tutta la parte civica, si è ritrovato per valutare la situazione politico – amministrativa. “Tutti compatti, uniti e più forti di prima – spiega Tescaroli – anzi più determinati nel perseguire risultati tangibili”. Un pragmatismo che porta il gruppo ad avere anche un Stefania Tescaroli attegiamento meno ostile nei confronti dell’attuale maggioranza guidata dal sindaco Barbujani. “Il Nuovo Polo – ha precisato la capogruppo in Consiglio - è aperto al dialogo con tutte le forze politiche presenti e in base ai progetti che verranno presentati è disponibile a collaborare con l’attuale Amministrazione al solo fine di ottenere risultati utili alla cittadinanza”. Anche in merito all’area politica con la quale colloquiare non sembrerebbero esserci preconcetti ideologicici. “Durante la riunione del movimento cittadino non è stata fatta una scelta di campo definitiva – precisa ancora la Tescaroli – il gruppo si riserva di incontrare e dialogare con tutte le forze politiche presenti ed operanti nel territorio. In Consiglio comunale, sin dal nostro insediamento, abbiamo dichiarato che avremmo valutato i singoli progetti che sarebbero stati presentati senza posizioni preconcette e non collegati ad alcuna forza politica, ma nell’esclusivo interesse della cittadinanza“. Ma.Ce.
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ufera su Ecoambiente, il gestore integrato che si occupa dello smaltimento dei rifiuti in Polesine. Anche i sindacati non hanno mancato di far conoscere il loro punto di vista in merito al nuovo calendario di raccolta varato dall’azienda polesana, in quanto avrà ripercussioni anche sulla mole di lavoro che dovranno affrontare i dipendenti. E’ evidente ai sindacati che essendo stati dilazionati i tempi di raccolta (il secco verrà raccolto ogni due settimane, quando prima la raccolta era settimanale, e il vetro ogni due mesi), i carichi da raccogliere, in termini di chili, saranno quanto meno raddoppiati. A minori svuotamenti, infatti, corrisponderà un
Diminuendo gli svuotamenti, aumenterà il carico, in termini di chili, del contenuto dei bidoni aumento del carico dei bidoni, se non addirittura uno stracarico visto che per il vetro la raccolta si concentrerà in sei passaggi l’anno. Oltre al disagio che dovranno patire le famiglie, pensiamo alle persone che risiedono in appartenenti o non hanno un luogo dove accumulare e differenziare le tipologie di rifiuti, il carico di pattume potrebbe diventare insostenibile anche per gli operatori che dovranno occuparsi fattivamente degli svuotamenti. Secondo Davide Benazzo (Fp Cgil) e Michele Zanirato (Ugl) “questo si tradurrà nei prossimi mesi in “una ulteriore contrazione delle assunzioni, spostando ancora una volta le eventuali economie, tutte da dimostrare, sulla pelle dei lavoratori e sul costo del lavoro”, rendendo, sempre secondo i sindacalisti, l’utilizzo degli straordinari una pratica di gestione quotidiana ed ordinaria del F.D.L. lavoro dipendente.
Adria 9 L’Intervento
Servizi Abbandonato il progetto per la realizzazione di una nuova palazzina
La Casa di riposo troverà posto nel vecchio ospedale
“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco” di Lucio Tiozzo*
segue da pag.
L’ULSS 19 fornirà tre piani dell’ospedale vecchio attraverso un comodato d’uso della durata di 99 anni di Martina Celegato
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na vicinanza strategica e un vero e proprio valore aggiunto per pazienti e familiari che si troverebbero ad avere una struttura collocata nel pieno centro città e quindi comoda per tutti i servizi. Così è stata descritta dalla dirigenza della casa di riposo di Adria la scelta di rinunciare alla costruzione di un edificio ex novo per accettare la proposta della Ulss 19 di insediarsi all’interno del vecchio ospedale, in seguito alla ristrutturazione dei locali che dovranno ospitare gli anziani. La decisione definitiva è stata presa dal consiglio di amministrazione dell’ente Csa (Centro Servizi Anziani), guidato dalla Presidente Sandra Passadore e dal suo vice Lorenzo Bertaglia, dopo aver scartato l’idea della ristrutturazione dell’attuale casa di riposo situata in via Sant’Andrea e dopo aver scartato per l’appunto Nella foto il vecchio ospedale di Adria la costruzione di un edificio ex novo in Località Ca’ Cima. L’Ulss 19 fornirà alla casa di riposo tre piani mediche, sia per i costi delle professionalità mediche proprio alla possibilità di razionalizzare le spese suddell’ospedale vecchio attraverso un comodato d’u- necessarie per la cura e la tutela dei pazienti. La con- dividendole con la Ulss stessa. Un aspetto da non far so della durata di 99 anni. Più di cinquemila metri tiguità, come esposto dalla Presidente Passadore in passare in secondo piano soprattutto se si valuta la quadrati che verranno messi a disposizione ad un fase di approvazione al cda dell’ante, permettereb- situazione di crisi che spinge molte volte le famiglie costo ridotto rispetto a quello be inoltre una condivisione a rinunciare a servizi di qualità in virtù di una queche sarebbe stato necessario La vicinanza con l’ente ULSS strategica stione meramente economica. per una costruzione ex novo, del nosocomio garantirà che garantirebbe anche un Come ha sottolineato la Presidente l’aumento ossia 10/15 milioni di euro un pronto intervento pronto intervento imme- delle strutture di residenzialità nel territorio (aumen(meno della metà rispetto immediato per gli ospiti diato ed eviterebbe i costi to di 20 posti letto accreditati a Porto Viro e apertura agli altri progetti). “Lo spo- non deambulanti relativi agli spostamenti nuova struttura di Villadose) spinge a trovare solustamento presso l’ospedale degli ospiti non deambu- zioni sempre più efficienti che possano davvero fare inoltre - ha spiegato il vice presidente presentando il lanti. Non verrebbero poi a mancare i vantaggi per la differenza nella cura dei pazienti, efficienza che la progetto - avrebbe il vantaggio di comportare un no- gli stessi ospiti che potranno vedere garantiti i servizi contiguità con la struttura ospedaliera può garantire tevole abbattimento dei costi sia per le attrezzature con una diminuzione di prezzo della retta grazie e accrescere ulteriormente.
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Un errore fatale per due motivi. Da un lato perché l’incuria e la scarsa manutenzione hanno trasformato anche gli eventi atmosferici di media portata in una spada di Damocle calamitosa. Dall’altro perché si è rivelata tremendamente miope la visione di chi non ha mai considerato la tutela ambientale come risorsa, come garanzia di una tenuta economica e produttiva di un intero territorio: basti pensare a quante famiglie e aziende sono state irrimediabilmente messe in ginocchio a causa di un’alluvione. Cambiare passo significa spostare le logiche di gigantismo che, fisicamente, hanno intasato fino all’inverosimile la terra veneta in direzione dell’unica, vera, grande opera che doverosamente deve essere ora compiuta, rendendo sicure, compatibili con l’ambiente ed ugualmente produttive le nostre terre. Questo lo si può fare approvando una nuova legge regionale contro il consumo del suolo, proposta che il PD ha presentato da mesi. Ma anche puntando su norme urbanistiche, anche importanti per l’economia locale, come il Piano Casa, che non privino comunque le amministrazioni locali del loro compito di vigilare su ogni forma di speculazione dannosa per il territorio stesso. Di sicuro è indispensabile mettere a disposizione le risorse: per la voce ‘Tutela del territorio’ la Giunta Zaia aveva previsto per il 2014 uno stanziamento di 166,8 milioni. Praticamente gli stessi soldi del 2013 (165,9 milioni) e addirittura meno di quelli stanziati nel 2012 (175,6 milioni). E’ evidente che così non va e che si debba fare uno sforzo straordinario per aumentare di molto questa cifra. Il PD ha proposto un piano di investimenti decennale: 100 milioni in più, rispetto alla proposta della Giunta, nel 2014 e 50 milioni per ognuno dei successivi nove anni, da destinare esclusivamente ad opere infrastrutturali straordinarie di difesa permanente, che esulano dall’ordinaria manutenzione. Basti pensare ai bacini di laminazione, piuttosto che alle barriere subacquee per la tutela degli arenili, per i quali ormai la periodica attività di ripascimento si rivela dispendiosa ed insufficiente. Il presidente Zaia non si limiti ad invocare finanziamenti statali, gli stessi che peraltro hanno consentito di realizzare una parte di interventi negli ultimi anni: decida di fare la propria parte e di investire per il futuro del Veneto. * Capogruppo PD in Consiglio regionale
Strutture mediche
Corte Guazzo a disposizione per i progetti sulla disabilità
’attività e le interrogazioni alle autorità da parte del comitato Articolo 32 sanità e salute continuano ad essere serrate e nelle scorse settimane sono emerse novità anche per quanto riguarda il destino di Corte Guazzo. A confermare i progetti che ci sono su tale spazio è stato lo stesso direttore generale dell’ULSS 19 Pietro Girardi, interpellato a riguardo proprio dal comitato durante uno degli incontri tenutosi per anticipare le nuove attività. Corte Guazzo è ad oggi uno spazio completa-
mente abbandonato allocato in una posizione privilegiata, all’interno di un boschetto di pianura, completamente in territorio comunale di Adria. Insomma uno spazio di certo da non sprecare che può rivelarsi una risorsa inestimabile soprattutto per quanto riguarda la disabilità, che sembra essere l’obiettivo principale anche della direzione. Ad oggi un progetto definitivo per l’utilizzo dell’area non è ancora pronto ma si stanno vagliando diverse proposte che comunque ruoteranno intorno all’ambito prescelto.
Un progetto, quello dell’utilizzo di Corte Guazzo, che si va ad inserire nell’ambito più ampio della riorganizzazione dell’intero comparto della sanità nel Polesine, e in particolare nel Bassopolesine, dove il comitato Articolo 32 sanità e salute si sta adoperando per trovare nuove soluzioni e realizzare proposte che possano davvero rappresentare un valore aggiunto per la comunità e per i cittadini di Adria e paesi circostanti. Ma.Ce.
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10 Adria Viabilità Troppi incidenti tra il 2009 e il 2011
Progetto Safer, più sicurezza per le strade cittadine Con i 300 mila euro stanziati dalla Regione e i 170 mila a carico del Comune, si interverrà sulla rotatoria di ponte Beniamino Gigli e in quella della località Chieppara. Ulteriori azioni saranno effettuate sul guard rail della strada Traversagno di Edoardo Zambon
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rrivano a palazzo Tassoni 300 mila euro di finanziamenti per il progetto Safer, il programma della Regione per il miglioramento del rischio stradale. Il piano che costerà complessivamente 470 mila euro e si realizzerà entro il 2015, prevede interventi di miglioramento per la sicurezza stradale urbana e la realizzazione di un sistema informativo per la gestione dei dati sugli incidenti. “La decisione del Comune di Adria di partecipare al bando per il progetto Safer - spiega l’assessore ai lavori pubblici, Federico Simoni – parte dall’analisi sull’elevato numero degli incidenti avvenuti nel territorio tra il 2009 e il 2011, in cui si sono registrati 181 incidenti con 246 feriti e 11 morti. Da parametri regionali risulta che tutto ciò abbia causato un danno sociale superiore a 27 milioni di euro”. Continua Simoni: “Grazie al progetto Safer, che andrà realizzato con i 300 mila euro stanziati dalla Regione più i 170 mila a carico del Comune, si potrà intervenire sul territorio con alcune migliorie. Il programma infatti prevede la realizzazione di varie opere tra cui la rotatoria di ponte Beniamino Gigli, una nuova rampa di collegamento tra riviera Carbonara e via Aldo Moro con una modifica alla viabilità per i veicoli”. E ancora: “Altro intervento sarà la calibratura della rotonda in
località Chieppara –aggiunge l’assessore- con una risistemazione degli innesti e una carreggiata più larga. Ulteriori azioni saranno effettuate sul guard rail della strada Traversagno che collega Adria e la frazione di Bellombra. Nel progetto sono incluse anche nuove segnaletiche, lezioni di sicurezza ai giovani e anziani. Un’innovazione sarà la progettazione e l’implementazione di un sistema informativo per la gestione dei dati sugli incidenti, in grado di dialogare con gli enti istituzionali che operano per la sicurezza stradale”. Conclude il sindaco di Adria, Massimo Barbujani: “L’amministrazione comunale ha tra le priorità la messa in sicurezza delle strade ed una viabilità sicura. In città vi sono diverse criticità da affrontare, tra le quali è sicuramente l’incrocio di accesso e uscita al centro commerciale il Porto. L’attuale sistema di gestione delle precedenze con il semaforo si è dimostrata negli anni sbagliata soprattutto per chi proviene o si dirige verso Baricetta, costretto a volte ad affrontare delle colonne che si verificano in certe giornate ed orari. Lo spazio c’è e anche in questo punto servirà realizzare una rotatoria. Sino al termine del nostro mandato saremo attenti a sfruttare qualsiasi occasione che consenta di portare contributi e fondi per le opere sul territorio adriese”.
Fonte: Comune di Adria
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12 Adria Viabilità e grandi opere Rammarico da parte del fondatore del Consorzio, Franco Grotto
Sospeso il convegno di presentazione della Nuova Romea Contestati i contenuti usati per motivare il nastro d’asfalto e il fatto che venga realizzata in project-financing
Il percorso della Romea Commerciale collegherà Orte a Mestre
di Martina Celegato
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n “no” alla nuova Romea pubblico e deciso è quello a cui hanno assistito coloro che hanno preso parte al convegno intitolato “Nuova Romea: concreta opportunità di sviluppo” tenutosi lo scorso 22 febbraio all’Ostello Amolara e promosso dall’Associazione Nuova Romea. A tale evento hanno infatti partecipato numerosi cittadini facenti parte della Rete dei Comitati Polesani – Rete Veneta No Grandi Opere che si stanno battendo affinché la Nuova Romea non venga realizzata ma venga messa in sicurezza l’attuale arteria stradale. Una partecipazione attiva e critica arrivata alla stampa come una vera e propria invasione che ha portato alla sospensione dei lavori ufficiali da parte del Capogruppo in consiglio regionale del Pd nonché fondatore del Consorzio Nuova Romea, Franco Grotto. Una decisione descritta dallo stesso come obbligata asserendo un clima teso all’interno della sala che avrebbe proibito lo svolgimento del dibattito in serenità e civiltà. “In realtà, lo ribadiamo a chiare lettere - affermano i portavoce del Comitato - nessuno ha impedito gli interventi dei relatori ufficiali rumoreggiando, interrompendo o con altre forme di disturbo. Il pubblico, in quanto elemento attivo e sensibile, si è limitato a sollevare, sempre in modo perfettamente civile ed educato, importanti obiezioni di merito, chiedendo la precisazio-
I comitati hanno fatto presente come la messa in sicurezza dell’attuale SS Romea sia la vera priorità ne di alcuni dati che il relatore richiamava senza quantificare”. Ma quali sono le argomentazioni che suscitano dibattiti e perplessità da parte dei cittadini? In primis quello della sicurezza. “La tesi iniziale dell’introduzione di Grotto era che la costruzione dell’Autostrada Nuova Romea servirebbe a porre un freno al numero sempre più alto di incidenti stradali che si verificano sull’attuale Romea: come a dire “se volte meno morti dovete accettare la nuova autostrada”, con un inaccettabile sillogismo ricattatorio. I comitati hanno fatto presente come la messa in sicurezza dell’attuale SS Romea sia la vera priorità e come le morti negli incidenti pesino sulla coscienza di chi ha usato e sta continuando ad usare questa situazione come argomento per la costruzione della nuova infrastruttura.” La seconda tematica spinosa, oltre a quelle legate alla mobilità in generale e all’impatto ambientale che la realizzazione di tali opere comporta, è quella relativa al metodo di realizzazione
dell’infrastruttura ossia il project financing. “Questo metodo prevede che siano soggetti privati a proporre la realizzazione di un’opera pubblica, a deciderne le caratteristiche, a svilupparne la progettazione esecutiva e a controllare l’affidamento dei subappalti (cioè dei lavori veri e propri), mentre le risorse finanziarie che essi dovrebbero anticipare per la realizzazione dell’opera, oltre ad arrivare non dalle loro tasche ma dalle banche (a discapito del sempre più asfittico piccolo-medio credito), sono di fatto garantite da ogni rischio in quanto gli eventuali mancati introiti rispetto a quelli stimati per la gestione privata della nuova infrastruttura sono a carico dell’Ente committente, cioè delle casse pubbliche, quelle della Regione. In altre parole, trattasi di un negozio giuridico privo del rischio d’impresa”.
FOCUS Il fronte della protesta
Comitati Polesani contro la Nuova Romea
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a Rete dei Comitati Polesani si lega, per obiettivi, al movimento No Tav che ormai da mesi si batte contro la realizzazione della ferrovia in Val di Susa. L’opera che ha portato alla nascita di questo comitato è stato senza dubbio la Nuova Romea che, dallo stesso comitato, viene descritta come “delirio autostradale della giunta Zaia – Chisso, che sulla scia di Galan sta sempre a braccetto con l’arcinota Impresa Mantovani S.p.A., vero e proprio asso pigliatutto degli appalti regionali”. A scatenare i no dei Comitati, sorti praticamente in tutte le località in cui dovrebbe passare il nuovo tratto autostradale, sono questioni legate all’aspetto economico e al metodo prescelto (ossia il project financing) e questioni legate all’impatto ambientale che tali opere possono avere sul territorio deturpandone il panorama e compromettendone la funzionalità. “Vogliamo un vero sviluppo del territorio, fondato sulla valorizzazione delle autentiche risorse del Polesine: l’agricoltura e l’orticoltura, i prodotti alimentari e le specialità gastronomiche, il turismo e la visitazione fluviale e deltizia, il trasporto su acqua”. Ma.Ce.
14 Adria Politica Dopo il congresso flop, la decisione
Alla guida del Pd polesano ci sarà un commissario Sarà il nuovo segretario regionale, Roger De Menech, a nominarlo. Intanto non si placano le polemiche, sospeso anche il congresso di Porto Viro
Diego Crivellari, Julik Zanellato e Filippo Silvestri
di Melania Ruggini
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a storia infinita: potrebbe essere così intitolata la vicenda relativa al congresso del Pd polesano. Anche se è ormai imminente l’arrivo del commissario, che sarà nominato dal nuovo segretario regionale Roger De Menech, a Rovigo imperversano le polemiche. Il congresso provinciale è stato un vero flop, a causa degli svariati ricorsi presentati e per la profonda divisione tra i sostenitori di Julik Zanellato e Filippo Silvestri candidati alla segreteria provinciale. Diego Crivellari, segretario uscente impegnato come parlamentare, ha incontrato nella sede nazionale del Pd Roger De Menech. “Abbiamo condiviso che la nomina del commissario sia la soluzione migliore per stemperare gli animi che si sono andati a creare e superare la fase delle elezioni amministrative di primavera - ha spiegato Crivellari - De Menech dopo sabato primo marzo, quando sarà ufficialmente al comando del partito regionale, prenderà una decisione in merito alla questione Rovigo, mi aspetto che entro una decina di giorni ci sia la nomina”. Tra Julik Zanellato e Filippo Silvestri la tensione rimane comunque alle stelle. Il primo ha motivato la sospensione del congresso dello scorso 13 febbraio a Porto Viro, spiegando l’impugnazione a Morando e Lotti, motivandola con una mail diretta a Giacon. Tuttavia, secondo Zanellato, Giacon avrebbe ignorato questa comunicazione “scegliendo di essere un segretario riconfermato dalla minoranza degli iscritti al circolo (27 su 100). Un vero leader avrebbe deciso di non forzare la mano, di allargare il consenso, di percorrere una strada magari più imper-
via nell’immediato ma sicuramente più appagante per il partito nel futuro. Forse doveva dimostrare a qualche dirigente provinciale di meritarsi la candidatura a sindaco. Ma lo dovrebbe dimostrare invece al popolo del Pd e del centrosinistra portovirese proponendo un programma di rilancio del terzo comune polesano e sottoponendosi alle primarie. Ritengo che proprio le primarie possano essere a Porto Viro indispensabili per tenere unito il Pd e per dimostrare all’elettorato l’opportunità di dare corso ad una svolta nella guida della città”. Il congresso è stato dunque sospeso per i ricorsi presentati da Zanellato. Il suo antagonista, Filippo Silvestri, che negli ultimi giorni si era concentrato a proseguire gli incontri nei circoli per spiegare agli iscritti il suo programma di eventuale futuro segretario, analizza la situazione che il Pd sta attraversando sottolineandone la frammentazione. “Le continue accuse, gli insulti, la denigrazione, le falsità, le lettere anonime, le offese a dirigenti del nostro partito e ancora peggio le insinuazioni figlie di un sospetto rispetto la correttezza della condotta di questo o quel dirigente politico, sono il frutto di questo congresso. Quel che è peggio è che per gli scellerati e dissennati comportamenti di pochi, mossi dal solo desiderio di conservare se stessi e un briciolo di potere, abbiamo rovinato la credibilità faticosamente costruita in questi anni. Quanto tempo occorrerà per ricostruirla? Quanto tempo occorrerà per riportare la serenità nel nostro partito? Il sentimento che prevale è l’indignazione”.
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Marangon rientra in Forza Italia
“Prima il partito era una cosa burocratica”
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lla presentazione dei due club di Forza Italia, Forza Rovigo del presidente Enrico Bucatari e Rhodigium di Ezio Conchi , i riflettori si sono accesi sui due leader del partito: mentre Mauro Mainardi si riconferma, la new entry è data da Renzo Marangon. Per quest’ultimo si tratta di un ritorno alle origini, dopo un periodo sabbatico. Lo scopo è rivitalizzare il dibattito politico a livello provinciale e Marangon ha tutte le caratteristiche per farlo. “Costruire club molto motivati e uno schieramento di centrodestra progressista e Renzo Marangon soprattutto infrastrutture per la nostra provincia - spiega Marangon, che non nasconde passate tensioni proprio con Mainardi nel Pdl - Quando con Mauro eravamo nel Pdl il partito era diventato una cosa burocratica con l’influenza di altre componenti”. Dalla sua, quest’ultimo precisa: “Noi cerchiamo di fare un grande movimento e unire tutti, per tutti coloro che vogliono fare politica a servizio della società, della propria città e della propria provincia, che sta soffrendo la crisi economica, la porta di Forza Italia è aperta. Non vi è spazio per le polemiche, per dichiarazioni di ostilità di uno o contro l’altro. Esiste un’unica Forza Italia, non c’è quella ostile o quella buona, e seguendo il messaggio di Silvio Berlusconi dobbiamo tutti trovare il modo per stare assieme anche con le sfaccettature dei nostri caratteri e delle nostre idee per un forte centrodestra”. “Crediamo che sia giusto che chi si ricreda entri e che porti un contributo a Forza Italia - conclude- credo che sia meno giusto che chi entra dopo aver fatto delle scelte diverse ponga anche condizioni e che lo faccia solamente per uno scopo di gradimento. Siamo coerenti, noi siano in Forza Italia da sempre, poi abbiamo convissuto con altre anime che compongono il centrodestra trovando una quadra. Chi entra e pone condizioni parte in difetto”. Me.Ru.
Ordine pubblico Il commissariato di polizia è a rischio
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opo la battaglia sul presidio ospedaliero di Porto Viro, il Delta si mobilita per salvare il commissariato di polizia di Porto Tolle. Lo storico presidio è infatti a rischio chiusura, almeno così lascia pensare il piano di riorganizzazione nazionale del dipartimento di Pubblica Sicurezza. A rischio anche l’esistenza della locale squadra nautica. A lanciare l’allarme per primo è stato il SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) di Rovigo attraverso il suo segretario Fabio Ballestriero: “Esprimiamo tutta la nostra contrarietà a un progetto che porterà inevitabilmente ad una diminuzione del già basso livello di sicurezza nel territorio e lungo il litorale presidiato dal personale del commissariato di Porto Tolle e dal personale della Squadra nautica. Disperdere un patrimonio così importante di esperienze e conoscenze attinenti un territorio così particolare com’è il nostro Basso Polesine, è un lusso che crediamo la nostra popolazione non possa permettersi. Questo non porterà a un’ottimizzazione, ma ad una vera e propria diminuzione del livello di sicurezza in quelle aree, anche perché non è dato sapere e non vi sono conferme attendibili che siano rinforzati adeguatamente gli organici degli altri presidi delle altre forze di polizia presenti nei dintorni”. La questione è arrivata fino alla scrivania del prefetto di Rovigo Francesco Provolo, che in occasione della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ha ascoltato le obiezioni del sindaco di Porto Tolle Claudio Bellan. Il primo cittadino ha
ovviamente espresso preoccupazione in merito alle prospettive di chiusura del commissariato e ha ovviamente chiesto di mantenere attivo il presidio nel Comune. La vicenda ha mobilitato esponenti politici di ogni ordine e grado, a prescindere dalle bandiere. A partire dagli stessi oppositori di Bellan in consiglio comunale: tanto Roberto Pizzoli (“Subito un ordine del giorno per manifestare contrarietà”) quanto Giacomo Bovolenta (“Ennesimo colpo al nostro territorio”) si sono uniti alle parole del sindaco commentando negativamente la potenziale perdita. Al coro si è aggiunta anche l’autorevole voce del presidente della provincia di Rovigo Tiziana Virgili, che in una lettera allo stesso prefetto del capoluogo ha espresso i propri timori: “C’è particolare apprensione per l’ipotesi ventilata di sopprimere il commissariato di Polizia e la Squadra nautica di Porto Tolle. È noto infatti come il territorio deltizio, sia per la conformazione geomorfologica che per l’attività economica che vi si pratica, in particolare la pesca, richieda una sorveglianza continua per terra e per acqua, oltre che interventi mirati e precisi, a garanzia dell’ordine pubblico. In questi anni molti sono stati gli episodi, giunti anche all’attenzione della cronaca, che hanno imposto interventi delle Forze dell’ordine”. Nel frattempo lo stesso Sap ha allestito una raccolta firma tra i cittadini per chiedere la preservazione del commissariato e della locale squadra nautica. Al.Or.
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16 Adria Violenza di genere Iniziativa a favore della donna al Circolo Mediterraneo Dena di Adria
Invisibili ma indispensabili Ricordare le donne che hanno fatto la storia del Polesine: Cecilia Monti, Erminia Fuà, Jessie White, Livia Bruna Bianchi e Lina Merlin, un contributo alla campagna di Amnesty International Italia di Melania Ruggini
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nvisibili ma indispensabili: le donne che hanno fatto l’ltalia. Per la giornata internazionale della donna si è scelto un titolo molto azzeccato, con il quale è stato allestito l’evento di REM nel Circolo Mediterraneo Dena di Adria. La serata è stata dedicata soprattutto a quelle donne che nonostante abbiano fatto la storia del Polesine e dell’intera nazione, sono cadute nell’oblio: Cecilia Monti, Erminia Fuà, Jessie White, Livia Bruna Bianchi e Lina Merlin. Si è trattato dunque di un vero e proprio viaggio nel tempo, dalla Carboneria al Risorgimento, alla Resistenza fino ai giorni nostri, che con l’aiuto Nelle foto Erminia Fuà Fusinato, la partigiana Livia Bruna Bianchi e la di suoni, immagini e parole ha dato il giusto risal- prima donna eletta al Senato, Lina Merlin to al contributo che queste donne hanno dato con Trio, Arianna Martignon, UDI Venezia, Maurizio campagna di Amnesty International Italia con tre Zannato e Guido Frezzato, piccoli gesti: fermare la violenza contro le donne, la loro tenacia e anticonformismo non solo all’eman- Un viaggio nel tempo: Marmaja, Penelope Lab che campagna con SMS solidale 45599; firmare la ha partecipato proponendo Petizione online per una nuova legge in Italia che cipazione femminile, ma a dalla Carboneria al Risorgimento, un quadro in lana con in- si occupi di violenza di genere; partecipare all’initutta la società civile. serti in stoffa sui quali sono ziativa “Un fiore contro la violenza di genere”, un I contributi scritti e alla Resistenza fino state ricamate frasi relative origami di carta e un messaggio per rendere visiaudiovisivi sono stati di ai giorni nostri Lisa Viselli, Daniela Donà, alle protagoniste della sera- bili l’impegno nella lotta alla violenza di genere. Sabrina Zennaro, Proposta Teatro Collettivo di ta, cioè alle nostre “Invisibili ma indispensabili”. Con la serata si inteso dare un contributo alla Arquà Polesine, Camilla Ferrari, Voce del Cami’s
NEWS Il libro di Aldo Rondina
Il Polesine durante la dittatura fascista
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’ Giovanni Marinelli il protagonista del nuovo libro di Aldo Rondina, personaggio assai noto nelle cronache del ventennio fascista e protagonista nel Polesine di quel tempo. Marinelli, che iniziò la sua carriera politica da socialista, come del resto fu anche per Mussolini, lasciò Adria nel 1911 per trasferirsi a Milano, dove entrò subito in contatto con il forte gruppo dei polesani che risiedevano nella capitale lombarda, trovando lavoro presso una società finanziaria dalla quale poi passò alle dipendenze della Società Umanitaria, organismo di emanazione sindacale. Entrato in contatto con Mussolini e divenuto squadrista della prima ora, divenne la sua “ombra” e Mussolini lo ricompensò in più occasioni, manifestandogli amicizia e stima anche quando, con il delitto Matteotti, venne allo scoperto la sua responsabilità di mandante della squadra punitiva. Del P.N.F. divenne Segretario amministrativo e in quell’incarico gestì dal 1926 in poi un grande potere. Ma in seguito al voto favorevole espresso durante il Gran Consiglio del Fascismo il 25 luglio 1943, fu fucilato come traditore dopo il processo di Verona in un freddo mattino di gennaio del 1944. Le colpe degli uomini restano, ma resta anche ciò che di concreto essi hanno lasciato. Percorrendo la “carriera” del gerarca, l’autore approfondisce la conoscenza di una società polesana per certi aspetti inedita, economicamente vivace, persino poco propensa a rimanere fedele agli ordini del duce. Marinelli, considerato da Bottai il più fedele degli uomini di Mussolini, ha lasciato in eredità al Polesine opere grandiose che, certamente non per sua colpa, non furono più portate a compimento. Si può dire che il profilo di quest’uomo controverso sia ancora in buona parte da scoprire. Con l’appoggio di testimonianze e documenti d’archivio, il lavoro di Rondina si propone di esplorare gli eventi che hanno coinvolto l’Italia e più in particolare il Polesine, negli anni della dittatura fascista. Me.Ru.
NEWS Sabato 5 aprile
il coro “eco del fiume” presenta il suo cd
Sabato 22 marzo
Concerto Corale di Primavera
XVII Serata d’Onore
Tra folk e solidarietà
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Nella foto Marco Masiero e Chiara Casazza
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abato 5 aprile, con inizio alle ore 21, la chiesa di Bottrighe ospita un concerto corale organizzato dal locale coro femminile “Eco del Fiume” diretto da Chiara Casazza, in occasione della presentazione del suo nuovo disco. In concerto sarà ospite il coro “S.Lorenzo” di Farra di Soligo (Tv) diretto da Alfio Biscaro. Per l’Eco del Fiume sarà anche l’occasione per ricordare il 35° anniversario di fondazione. Presenta il celebre compositore friulano Marco Maiero, che ha dedicato al coro di Bottrighe il brano “Ora” inserito nel nuovo cd e che porta appunto il titolo della nuova opera discografica. Ro.Ma.
Bepi De Marzi, compositore internazionale
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abato 22 marzo, con inizio alle ore 21, la chiesa di Bottrighe ospita l’11° “Concerto corale di primavera”, organizzato dal locale coro “Plinius” di Antonella Pavan. In concerto, oltre al coro organizzatore, il “Code di Bosco” di Orsago (Tv) diretto da Gilberto Buriola ed il coro “Amici della Montagna” di Origgio (Va) diretto da Raffaele Ceriani. Gli artisti vantano tutti un prestigioso curriculum. In apertura Silvia Frigato, noto soprano e corista del Plinius, con due brani armonizzati ed accompagnati all’organo da Bepi De Marzi, compositore internazionale, che presenterà l’intera rassegna. Me.Ru.
orna puntuale “Serata d’Onore”, prestigioso appuntamento primaverile, giunto quest’anno alla sua ventitreesima edizione. Si terrà infatti sabato 29 marzo, con inizio alle 20.45, presso il teatro della sala polivalente “Loris Cominato” di Bottrighe, l’annuale iniziativa musicale e di solidarietà promossa ed organizIl gruppo folkloristico “Bontemponi & Simpatica zata dal locale gruppo folkloristico Compagnia” di Bottrighe “Bontemponi & Simpatica Compagnia”. Il sodalizio canoro, esistente dal 1965, presenterà in anteprima i nuovi canti e balli recentemente raccolti tra le testimonianze delle persone anziane nel Delta, che andranno ad inserirsi nella stagione del nuovo spettacolo 2014, oltre alle scene di vita contadina e alle tradizionali ironiche battute. Le esecuzioni saranno accompagnate dagli strumenti tipici in uso nei momenti di “ganxega”, ovvero nelle feste sull’aia di fine mietitura e di fine vendemmia, come fisarmonica, chitarra ed altri inusitati strumenti artigianali. Con il brano “Oh Bottrighe!”, scritto dal duo artistico Vito Rossati e Danilo Venturi, verranno ricordati, come sempre, i “compagni di viaggio” ovvero il maestro Loris Cominato, tra i fondatori e direttore del gruppo per oltre quarant’anni ed il corista Ermes Borella, scomparsi nel 2008. Ospiti della serata il gruppo folkloristico “Coro d’osteria” della Comunità Montana dell’Oltrepo Pavese di Varzi, gemellato con i Bontemponi dal 2007. Il gruppo pavese, diretto dal fisarmonicista Eraldo Pedemonte, proporrà i canti tipici della loro regione. Nel corso di “Serata d’Onore” si svolgerà la tradizionale cerimonia, durante la quale verranno interamente devoluti i fondi raccolti dal gruppo, oltre alla sfilata benefica natalizia dei babbi natale, in svariate iniziative nel corso dell’anno 2013 e primi mesi del 2014, alle associazioni per lo studio dei tumori, delle malattie genetiche e attività sociale. Autorità e medici hanno assicurato la loro presenza. Madrina di questa edizione sarà Marinella Mantovani, assessore provinciale alle politiche sociali. L’ingresso è libero. Ro.Ma.
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Adria 21 Appuntamenti in città La Pro Loco ha già preparato il programma
Il prossimo 27 aprile torna “Adria in fiore” Natura, animazione, spettacoli e concorsi per le scuole. Le vie cittadine torneranno a riempirsi di colori di Melania Ruggini
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on l’arrivo della primavera ritorna l’appuntamento con Polesana “La natura in cornice: l’incanto dei fiori pressati” Adria in fiore. Il 27 aprile, le piazze e le vie del centro con le realizzazioni di Nives Frigato che riscuotono consensi si trasformeranno in un profumato e variopinto giar- e apprezzamenti dei numerosi visitatori. La mostra rimarrà dino. La manifestazione, organizzata aperta dal 26 aprile, giorno dell’inaudalla Pro Loco di Adria con il patroci- Ogni bambino gurazione, al 2 maggio. Per quanto nio dell’Amministrazione Comunale, potrà cimentarsi riguarda l’animazione si porrà molta propone fiori e piante di ogni specie, nell’appassionato attenzione al divertimento dei bamvasi artigianali, articoli per il giardi- gioco dell’oca amico bini con la presenza di truccabimbi e, naggio, prodotti per la cosmesi, fiori della natura soprattutto, di una interessante prodi perline e di carta, oggetti artistici, posta: “Il Gioco dell’oca amico della prodotti tipici e primizie di stagione come asparagi e fragole. natura” che mette al centro del gioco e del divertimento Già sono molte le adesioni arrivate da varie regioni italiane. il rispetto per l’ambiente. Ogni bambino potrà cimentarsi Immancabile la mostra, in collaborazione con la Fidas nell’appassionato gioco dell’oca amico della natura per otte-
nere il Diploma del Piccolo Ecologista e portare a casa “éco” il gioco dell’oca amico della natura per continuare a giocare in famiglia. Spazio anche alla danza con il Gruppo di Ricerca e Studio di Danze Antiche di Villadose e alla musica. Sono previsti anche due concorsi per le scuole: uno di manualità rivolto alle scuole materne e uno di poesia per le scuole primarie. Per finanziare la manifestazione, anche quest’anno, torna la lotteria “Adria in fiore”. Il costo del biglietto è di 1,00 euro e si potranno vincere buoni acquisto da 400,00, 250,00, 100,00 e 50,00 euro. L’intero programma di “Adria in fiore” si potrà trovare sul sito www.prolocoadria.it e sul sito dedicato www.adriainfiore.com.
Nella foto la scorsa edizione di Adria in fiore e il gioco per i bambini “éco”
Commercio Sbaracco di Primavera, la città diventa un centro commerciale naturale
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orna, anche quest’anno, lo Sbaracco di Primavera. L’evento è previsto per sabato 15 marzo dalle ore 10 alle 20 nel centro storico della città e coinvolge diffusamente i negozi di vicinato e i pubblici esercizi, pronti allo “sbaracco” in vista del cambio di stagione. Largo, lungo le vie del centro, occasioni irripetibili per tutti i cittadini, per cui sarà possibile portare a casa gli ultimi pezzi forti della stagione a prezzi super scontati.
La manifestazione, promossa da Adria Shopping, in collaborazione con i propri soci commercianti ed artigiani – propone a prezzi “stracciati” mille opportunità: dall’abbigliamento all’accessorio alle calzature, solo per fare alcuni esempi, secondo una collaudata ricetta che ha già avuto successo nelle edizioni precedenti. “Si tratta di una concreta opportunità per chi è alla caccia
di occasioni scontate – spiega il presidente di Adria Shopping, Enrico Franzoso - e nel contempo è un’iniziativa volta a sostenere il commercio del centro storico, da sempre collante sociale ed economico di questa realtà. Intendiamo inoltre promuovere e valorizzare il centro storico, un vero centro commerciale naturale, riportando le famiglie in centro e dando loro la concreta Me.Ru. possibilità di fare acquisti a km zero”.
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Bottrighe 23 Amministrazione e territorio Il presidente Napolitano risponde al comitato
Il caso Bottrighe è stato inviato al Ministero dell’Interno Dirodi e Bergo attendono risposte. Si sono detti decisi a portare avanti diverse iniziative, anche lo sciopero della fame di Roberto Marangoni
Domenica 16 marzo
Arriva l’Antico Carnevale del Delta
A
U
na spinta di ottimismo è arrivata al comi- sue stesse leggi”. Prossimamente il Comitato tato per la ricostituzione del Comune di si presenterà nei quartieri e nelle vie del paese Bottrighe. Il direttore dell’ufficio del pre- per sensibilizzare i cittadini e organizzerà, in sidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, seguito, un incontro con sindaci, consiglieri reha risposto infatti a Nicola Dirodi, presidente gionali, parlamentari eletti in Polesine ed espodel comitato, assicurando loro che la questione nenti politici locali per esortarli a prendere una dell’ex municipio di Bottrighe, soppresso dal re- posizione chiara sulla questione. Il vice presigime fascista contro la volontà della popolazio- dente del comitato, Alberto Bergo, nel caso in ne, è stata inviata all’attenzione del Ministero cui non ci fosse un deciso sostegno alle istanze dell’Interno e della Regione del Veneto per di Bottrighe, è pronto allo sciopero della fame l’esame di competenza. Ciò a seguito dell’in- e farà appello anche alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Stravio di tutta la documentazione storica e legale, E’ spiacevole pensare sburgo. Bergo lancia un relativa alla soppressione che proprio lo Stato appello al presidente della Regione Luca Zaia della municipalità che nel dimostri di non e dice “Ha indetto molti luglio scorso il comitato applicare le sue referendum, si renda ora aveva provveduto ad in- stesse leggi promotore anche di uno viare ai diversi Ministeri, alla Regione e allo stesso Napolitano. “Dallo sulla questione bottrighese e prenda posizione Stato - afferma Dirodi - attendiamo da sempre in maniera decisa contro l’atto violento e dituna risposta definitiva, è spiacevole pensare tatoriale del gerarca fascista adriese Marinelli che proprio lo Stato dimostri di non applicare le che cancellò il comune di Bottrighe, colpevole
NEWS
Bottrighe, l’ex palazzo municipale in una cartolina di fine ‘800 solamente di non avere colpe”. Per il comitato, gli esiti dei referendum per fusioni di comuni hanno dimostrato, con due risultati su tre sfavorevoli alla fusione, compreso Civitanova Polesine, che la strada dell’accorpamento va in controtendenza con il desiderio della gente di salvaguardare la propria identità culturale, territoriale e di comunità.
i nastri di partenza l’antico carnevale di Bottrighe. La storica kermesse ha lunghe radici, risalenti addirittura al 1860. Oggi questo carnevale, l’unico rimasto nel Delta, è una grande festa con tante iniziative che coinvolgono ogni età. L’appuntamento è per Domenica 16 marzo, nel centro storico. A partire dalle ore 15, si darà il via alla festosa manifestazione organizzata dal Gruppo Sportivo con la sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati. Sul liston di palazzo civico, musica e spettacolo per tutta la durata della festa. L’apertura sarà affidata a Re Carnevale, il tradizionale carro del Gruppo Sportivo, seguirà la sfilata della banda musicale “Città di Cavarzere”. Oltre ai carri di Bottrighe, altri giungeranno da altri centri della provincia. Altra imponente animazione sarà proposta dal Gruppo Anonimo Bottrighe, sodalizio esistente in paese da quarantadue anni. Oltre al carro allegorico, una cinquantina di figuranti proporranno balli e coreografie guidati da Ilaria Crepaldi e Stefania Romanin. Al termine della sfilata, il presidente del Gruppo Sportivo, dottor Antonio Boni, premierà i partecipanti con un pregevole ricordo. Quindi l’estrazione di una ricca lotteria che comprende un tv lcd 40”, un soggiorno ad Albarella, un telefono cellulare, una bicicletta ed una stirella. Non mancheranno luna park, gonfiabili, trenino Dotto e bancarelle. Alle 18,30 lo spettacolo pirotecnico della premiata ditta Maltarello presso il parco 1° Maggio di via Maddalena dal processo e rogo a Re Carnevale. In caso di Ro.Ma. maltempo la manifestazione sarà rinviata a domenica 30 marzo.
Zerbinati: “Se comune, subito il via alle convenzioni”
“S
e tornerà il nostro Comune avvieremo subito il consorzio per unirci nei servizi con i comuni limitrofi” è l’affermazione del dottor Paolo Zerbinati, giovane consigliere del comitato pro autonomia di Bottrighe, che sottolinea “Non siamo pazzi visionari, è logico che Bottrighe, tornato al suo status, dovrà collaborare per i servizi attraverso le unioni con i centri vicini, come già fannno con successo altri comuni, mantenendo ovviamente la propria identità e competenza territoriale. Altresì ci attiveremo affinchè sindaco, assessori e consiglieri facciano il loro servizio a titolo di volontariato, come era un tempo, senza compensi, ma per amore del territorio”. Su Civitanova Polesine, Zerbinati afferma “E’ stato fatto il passo piu lungo della gamba, occorreva passare attraverso processi intermedi e verificare nel tempo se le condizioni fossero mature per un’unica entità”. “Non scordiamo comunque- prosegue Zerbinati- che la Francia conta più di 36.000 comuni, la Svizzera, un settimo della popolazione italiana, ne conta 3.000, la Spagna ne conta 8.000 con una popolazione che è i due terzi della nostra, l’Austria, con una popolazione uguale alla regione Lombardia, ne conta 23.000, mentre l’Italia ne conta 8.166 di cui 5869 cosi detti piccoli comuni
Paolo Zerbinati e cioè con una popolazione inferiore a 5.000 abitanti, i quali sono il 72% dei comuni italiani e amministrano il 50% del territorio nazionale, costituiscono un presidio locale organizzato ed efficiente, indispensabile ed insostituibile a salvaguardia del territorio”. “Riteniamo perciòconclude Zerbinati - che la presenza del sindaco e degli amministratori sia indispensabile per ogni realtà territoriale. I piccoli comuni sono luoghi naturali dell’aggregazione civile, nei quali si formano e si sviluppano il sentimento di identità e di coscienza democratica dei diritti e dei doveri dei cittadini. Ed è proprio dai piccoli comuni che si tutela la liberta e si pongono le basi concrete per lo sviluppo armonico dell’intero paese”. Ro.Ma.
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Fusioni tra Comuni Dalle urne un verdetto tutt’altro che atteso
Civitanova, flop della comunicazione o della politica? Al referendum ha vinto il fronte del no, in quattro comuni su sei, decretando la fine del progetto di fusione tra Costa di Rovigo, Villamarzana, Villanova del Ghebbo, Pincara, Frassinelle e Arquà Polesine
L’area dove sarebbe dovuto nascere il nuovo comune di Civitanova Polesine volontariato e protezione civile
di Fortunato Marinata
I
l giorno dopo del referendum che ha bloccato sul nascere la fusione tra i comu- che nei giorni precedenti al voto sono circolati nei social network, proprio tra i ni di Costa di Rovigo, Villamarzana, Villanova del Ghebbo, Pincara, Frassinelle suoi concittadini. Il no sembra più che altro essere figlio della sfiducia dei cittadini e Arquà Polesine, ha il sapore della sconfitta, per la politica del territorio. L’esito nei confronti della politica. “Non capisco come mai tutti i partiti (sia di destra uscito dalle urne dei sei comuni coinvolti, infatti, può essere letto in molti modi, che di sinistra) stiano promuovendo con le loro propagande, manifesti (appesi ma su tutti quello più evidente pare essere la poca fiducia che i cittadini hanno addirittura a Rovigo??) e appelli così tanto la nascita di Civitanova – scriveva in riposto negli esponenti dei vari partiti e circoli locali. I benefici economici che la Facebook un cittadino di Arqua Polesine - Mi chiedo, c’è qualcosa sotto? La mia fusione sembrava promettere non sono bastati per tradursi in un pieno assenso preoccupazione è che Civitanova possa offrire a chi la politica la fa di mestiere (e e anzi a prevalere è stato un largo no. Secondo il consigliere regionale del Pd, per interesse) la possibilità di insediarsi e controllare il nostro territorio. Se così fosse, con Civitanova, diminuirebbe la possibilità per ognuno Graziano Azzalin il flop di Civitanova Polesine potrebbe di noi di esercitare in modo concreto il nostro controllo essere figlio di una comunicazione poco incisiva e pur nel Azzalin: “I comuni sugli amministratori e di far pesare le nostre opinioni. rispetto del voto espresso dall’elettorato dei sei comuni re- restano comunque Aumenterebbe, invece, il potere dei partiti e della politica sta convinto che Civitanova Polesine fosse un’opportunità obbligati alla lontana dal territorio”. Che il referendum alla fine si sia da cogliere. “In futuro, sarà comunque una strada che si gestione associata giocato più che sulla fusione di un gruppo di comuni, su dovrà percorrere – spiega l’esponete del Pd – e temo – delle funzioni” un muro contro muro con la politica lo si percepisce anche che averrà in modo coercitivo, calato dall’alto, senza i vantaggi che i cittadini avrebbero avuto compiendo ora questo passo. L’imposizione, in un post liberatorio del dopo voto. “L’’amore che ci lega al nostro caro e vecchio infatti, arriverà fra poco tempo, perché i Comuni in questione saranno fin da Arquà ancora una volta non ci ha tradito e ci ha fatto compiere la scelta giusta. Di certo questo referendum ha risvegliato in noi tutti Arquatesi un sentimento subito obbligati alla gestione associata delle funzioni. Quindi, invece di risparmi, spese aggiuntive ed una fusione che, per realtà così piccole resta ora sospesa di appartenenza”. Insomma, nei vari commenti c’è un noi e un loro che funge come una spada di Damocle. Ma la bocciatura del progetto, seppur prevista, c’è sempre più da distinguo dal mondo della politica. Sicuramente i movimenti come stata e non si può non tenerne conto”. Anche il primo cittadino di Costa, Antonio il 5 stelle hanno contribuito a creare una voragine tra i cittadini e i rappresentati Bombonato, ha parlato di comunicazione errata nel giustificare l’esito del voto. dei partiti, una distanza che si traduce in sfiducia anche quando la proposta “I contrari alla nascita di Civitanova Polesine – spiaga il primo cittadino – sono contiene quegli elementi di novità che sarebbero indispensabili per il futuro dei stati più bravi di noi nel far prevalere le loro ragioni. Tuttavia il voto dei cittadini bilanci e dei servizi dei piccoli comuni. va rispettato, oggi dobbiamo solamente accogliere la loro volontà”. Di parere diverso il sindaco di Arquà Polesine, Claudio Rosa, che le cause della mancata Errata corrige: Nello scorso numero, per indicare il nome scelto dai sei vittoria le imputa alla politica. “In questo periodo – è stato il suo commento - la comuni che avrebbero dovuto fondersi, al posto di Civitanova Polesine abpolitica sta solamente allontanando e non avvicinando i cittadini”. Quella del biamo usato il nome di Villanova Polesine, si è trattato di un ingiustificabile sindaco di Arquà è una teoria che sembra avere trovato riscontro nei commenti errore del quale ci scusiamo con i lettori.
risorsa neLLe emergenze
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’anno 2013 si è contraddistinto per una sempre maggiore collaborazione tra la Protezione Civile provinciale e i volontari del Polesine per lo svolgimento della formazione e dell’addestramento, sia in forma teorica che operativa, necessarie a preparare le forze da impegnare in emergenza. A darne conto a Palazzo Celio è stata l’assessore provinciale Giuliana Gulmanelli, che ha sottolineato come “si inserisce in questo contesto la realizzazione della Sala Operativa provinciale e delle sei sale operative distrettuali, finanziate dalla Fondazione Cariparo, quale struttura di coordinamento degli interventi operativi che svolgono i volontari in emergenza, su richiesta e attivazione degli enti competenti”. In sintesi, nello scorso anno, l’attività della Protezione Civile si è dispiegata sulla formazione, per garantire la preparazione della componente operativa attraverso attività di addestramento; nel protocollo integrativo per l’assegnazione delle sedi gestite da AIPo che tende a mantenere e potenziare i presidi territoriali; la gestione delle emergenze come: ricerca di un disperso a Crespino, incendio della fabbrica di Sant’Apollinare, monitoraggio della frana della Rocca di Monselice, monitoraggio della frana di Borca di Cadore e tromba d’aria in Alto Polesine; n. 10 comodati d’uso permanente e gratuito per nuove attrezzature e mezzi alle organizzazioni di Protezione Civile perchè abbiano un minimo di autonomia. Presso il Centro operativo provinciale è stata realizzata la Sala Operativa provinciale di protezione civile di Rovigo, strutturata in sala riunioni al piano terra, sala decisioni, sala radio e sala Call Taking al primo piano, ed è collegata a n. 6 sale distrettuali con una maglia radio provinciale dedicata alla Protezione Civile. Sono state anche acquisite apparecchiature informatiche ed elaborati softwares per la gestione delle attività e l’archiviazione degli eventi, con appoggio a banche dati e cartografiche.
CERIMONIE LA SALA DELLA gIuNTA DI pALAZZO CELIO INTITOLATA A gIuLIO AZZALIN
A
undici anni dalla scomparsa “è stata intitolata al già vice presidente della Provincia Giulio Azzalin la sala giunta di Palazzo Celio. Prima la presidente Tiziana Virgili poi Federico Saccardin, col quale Azzalin condivise parte del mandato, hanno ricordato l’uomo e il momento storico ma soprattutto “il carattere, la discrezione e fermezza” che ne contraddistinsero il
ruolo. A Leonardo Raito la commemorazione del “sindacalista, politico, uomo, figlio della nostra terra e fiero della sua polesanità”. La sua figura è stata ripercorsa dall’assessore provinciale partendo dal luogo natale, Bonelli di Porto Tolle, e dal contesto politico, “nel quale la lotta per la redenzione del Delta del Po e del Polesine rappresentava una battaglia di civiltà, prima anco-
ra che politica”. “Una vera e propria missione – ha proseguito Raito - portata avanti con l’orgoglio e la tenacia di chi solo può aver conosciuto in profondità quei drammi e di chi serbava consapevole l’idea che l’impegno per il miglioramento delle condizioni di vita delle classi lavatrici e meno abbienti avrebbe realizzato un percorso di autentico progresso”.
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Spazi aperti 23 25 Ambiente Arpav, indagine sui rifiuti spiaggiati presenti sui litorali veneti
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Troppa plastica in mare S
i sono appena concluse le prime attività di indagine sui rifiuti spiaggiati presenti sui litorali veneti previste da “Marine Strategy”, la direttiva europea che ha come obiettivo il raggiungimento entro il 2020 del “buono stato ambientale” per le acque marine. Per “buono stato ambientale” si intende la capacità di preservare la diversità ecologica, la vitalità dei mari e degli oceani affinché siano puliti, sani e produttivi mantenendo l’utilizzo dell’ambiente marino ad un livello sostenibile e salvaguardando il potenziale per gli usi e le attività delle generazioni presenti e future. “Un obiettivo importante data la rilevanza turistica del nostro litorale, messo a dura prova anche dagli ultimi eventi meteorologici” afferma Maurizio Conte, assessore all’ambiente della Regione del Veneto. Per arrivare al “buono stato ambientale” ogni Stato europeo deve elaborare una strategia marina che preveda una fase di preparazione e di valutazione iniziale, la definizione del buono stato ambientale, l’individuazione di traguardi ambientali e l’istituzione di programmi di monitoraggio e una fase di programma di misure. In questa prima fase il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha redatto dei protocolli di intesa con le Regioni per l’effettuazione di alcune attività di indagine su tematiche che necessitino di approfondimenti scientifici, come la rilevazione sui rifiuti marini spiaggiati di cui in Veneto si è occupata ARPAV per conto della Regione.
“gren economy”
in cLasse si parLa di futuro
Sono stati rinvenuti dai 200 a 1300 rifiuti ogni cento metri di costa, per la maggior parte si tratta di plastica e polistirolo, dai tappi di bottiglia ai pneumatici
Maurizio Conte, assessore all’ambiente della Regione del Veneto ARPAV ha effettuato due campagne di monitoraggio, una nella primavera del 2013 e una tra dicembre 2013 e gennaio 2014, su quattro aree costiere, corrispondenti a 160 km. e appartenenti ad altrettante tipologie: area urbanizzata, area vicina a foce fluviale, area portuale, area remota. In ogni area sono state individuate due unità di campionamento: la prima pari a 100 metri di lunghezza dove sono stati ricercati tutti i rifiuti visibili presenti sull’arenile, la seconda di
lunghezza di 1 chilometro dove sono stati ricercati i rifiuti visibili di dimensioni maggiori a 50 centimetri. Sono stati rinvenuti dai 200 a 1300 rifiuti ogni cento metri di costa; per la maggior parte si tratta di plastica e polistirolo, dai tappi di bottiglia ai pneumatici. “Un impatto considerevole per il nostro mare che ci indica quanto ancora ci sia da lavorare sul piano dell’informazione ambientale ai cittadini” commenta Carlo Emanuele Pepe, Direttore Generale ARPAV .
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dentificata come uno dei fattori trainati per la crescita economica, produttiva e sociale del territorio, la “Gren economy” è stata anche il tema che recentemente a richiamato all’auditorium del liceo scientifico Paleocapa di Rovigo gli studenti degli istituti tecnici di Adria e Rovigo. L’iniziativa promossa dagli assessorati alle Politiche Comunitarie e Istruzione e Politiche Giovanili della Provincia in collaborazione con Europe Direct e Cur, ha avuto la partecipazione di Marco Lombardo docente università Alma Mater di Bologna. “L’incontro - come ha ricordato l’assessore Marinella Mantovani – ha avuto come auspicio la responsabilizzazione degli studenti delle classi V sulle opportunità che l’Europa offre in termini di energia sostenibile”, speranza che ha avuto nell’intervento di Marco Lombardo una sostanziale conferma visto che il suo contributo al tema ha polarizzato l’attenzione. Il docente dell’Università Alma Mater di Bologna, infatti, ha illustrato le politiche europee in materia energetica e in relazione ai cambiamenti climatici, concentrando l’interesse su “cosa può fare l’Europa per l’Italia e nello specifico per Rovigo e cosa possiamo fare noi per l’Europa” spaziando fra concetti di interdipendenza energetica e di contenimento della conflittualità derivata dalle spartizione delle risorse. Luigi Costato, docente emerito dell’universitò di Ferrara, ha proposto nelle sue conclusioni un momento di riflessione e di autoanalisi sulle responsabilità dell’Italia “delle politiche sbagliate che hanno indotto il Paese a questa grave crisi e su come l’Europa deve essere considerata una risorsa e uno strumento di crescita e non la causa dei nostri mali”.
INQuINAMENTO LA pRESIDENTE vIRgILI: “STOp AI RIFIuTI AbbANDONATI”
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nizia con “appello ai cittadini” la lettera scritta dalla presidente della Provincia Tiziana Virgili per richiamare l’attenzione sul “sempre più frequentemente” fenomeno dei rifiuti abbandonati lungo i cigli delle strade. “La Transpolesana – scrive - ne è un esempio eclatante, così come sulle rive dei corsi d’acqua o sui marciapiedi, dove si rinvengono sportine e sacchetti di ogni genere, ma anche materassi, mobilio, sanitari per il bagno, copertoni di camion e oggetti vari”. “Una cattiva consuetudine – prosegue il numero uno di Palazzo Celio - contro la quale ben poco efficaci sono gli interventi delle amministrazioni e degli enti preposti. Evidentemente, tutti coloro che la praticano dimenticano che esistono modalità per raccogliere e smaltire i rifiuti, il cui costo, peraltro, ricade pesantemente sulle loro tasche, e soprattutto non si rendono conto che quei materiali apparentemente innocui, che con tanta disinvoltura vengono lanciati dai finestrini o depositati nelle piazzole, inquinano l’ambiente, oltre che ferirne il decoro”. Un
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CON MOSTR INTERNA appello a tutti e “a ciascuno in particolare” affinché ci si avvalga delle modalità sulla raccolta differenziata e che “ogni qualvolta si getta anche una sola bottiglietta o una carta per terra, si partecipa attivamente al degrado ambientale, e, soprattutto, si attenta alla salute di tutti”. Un invito rivolto pure a coloro che accidentalmente sono testimoni “di tanta inciviltà” perché “non temano” a segnalare la cosa alle autorità. “Soltanto un comune impegno – conclude la presidente della Provincia - può restituire al Polesine la bellezza di cui la natura lo ha dotato”.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Inchiesta Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, ne illustrano le caratteristiche
Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete
di Ornella Jovane
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li atti di prepotenza e le forme di comporta- proprio dall’anonimato, si trasformino e diano il peggio mento aggressivo che si esercitano nel web di sè”. possono creare danni enormi sugli adolescenti Ma, forse, il peggiore dei connotati che si possono che le subiscono perché si sentono fragili, soli e indifesi attribuire al cyberbullismo è la disumanizzazione dell’atto proprio in quel mondo virtuale nel quale si erano rifugiati. stesso. Incapaci di affrontare la minaccia o, nei casi più gravi la “Se nella realtà - esemplifica lo psicoterapeuta - fra persecuzione, vivono con disperazione l’umiliazione della gli spettatori che assistono ad un atto di prepotenza o di vessazione che si traduce in pensieri tormentati, difficoltà violenza ad un certo punto c’è chi interviene per fermare esistenziale ed incapacità di trovare una via di uscita”. lo scempio, nella rete manca il ritorno empatico, si assiste Il bullismo informatico e le nefaste conseguenze “passivi” come se si stesse vedendo un film, senza che che può avere sulla vita dei ragazzi è un tema di gran- nessuno intervenga”. de attualità che la cronaca ha recentemente richiamato “I social network - commenta Busato - sono una inteall’attenzione dei media con il caso della ragazza di Cit- ressante forma di partecipazione e di comunicazione che tadella che si è tolta la vita lanciandosi dall’ultimo piano tuttavia va utilizzata con responsabilità. Fondamentale da di un albergo, spinta a suicidarsi dalle offese di probabili questo punto di vista è il ruolo degli adulti che devono, sencoetanei sul sito web Ask.fm. Quali sono le caratteristiche za remore e con autorevolezza, lavorare sull’educazione del bullismo informatico, quali le degli adolescenti”. In che modo? conseguenze e come difendersi dagli Un atteggiamento “Rendendo - risponde concluimbarazzante attacchi on-line? dendo Busato - i giovani consape“Il cyberbullismo - risponde Lino si può trasformare voli di rischi e pericoli della rete, Busato, psicologo e psicoterapeuta in video che sviluppando nei nostri ragazzi il - ha delle specifiche caratteristiche si ricorderà all’infinito senso critico per attrezzarli a saper che rendono, rispetto al bullismo distinguere tra il bene e il male. nella vita reale, ancora più disastrose le conseguenze. Non è un compito facile nè circoscritto alle occasioni ma un Innanzitutto è sufficiente un singolo episodio per procurare lavoro che si deve svolgere nei tempi lunghi, sin dalla scuodanni enormi nei confronti della vittima. Un atteggiamento la primaria. E’ fondamentale il passaggio dell’educazione imbarazzante, colto magari occasionalmente durante una socioaffettiva, insegnare cioè ai bambini a stare insieme, festa, si può trasformare in un video scomodo o umiliante educarli all’accettazione dell’altro, al rispetto dell’altro e a che postato, sui social network, apre ad una vetrina ster- vedere e sentire le sofferenze e le emozioni di chi ci sta minata di testimoni. L’umiliazione sarà dilagante anche nel di fronte”. tempo. Il fatto in sè non è circoscritto al momento in cui “Comportamenti basati su forme di prepotenza eserciaccade, ma disponibile 24 ore su 24 nel web. La vittima tate da uno o più soggetti su un minore, ovvero i cosiddetti dell’aggressione subisce l’umiliazione e, nei casi più gravi, atti di bullismo legati all’età, ci sono sempre stati. Ciò che la persecuzione senza tregua, che si dilata all’infinito nello è cambiato, nella rete, non è tanto l’impatto in termini spazio e nel tempo”. quantitativi del fenomeno quanto, piuttosto, il grado di “L’anonimato dietro cui si può tranquillamente na- percezione dello stesso e soprattutto la gravità dell’effetto scondere il “carnefice” è un’altra delle caratteristiche del provocato su chi lo subisce”. Tommaso Palumbo, primo cyberbullismo - prosegue Busato - che spiazza e inquieta la dirigente della Polizia di Stato, dirigente del Compartimenvittima. Accade che ragazzi che nella vita reale non avreb- to Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, è bero mai comportamenti discutibili, nel web, incoraggiati impegnato in iniziative di sensibilizzazione ed informazio-
In alto Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, sotto Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto
ne rivolte ai giovani e agli adulti, genitori ed educatori, sul ficazione della vittima”. tema dei social network, della navigazione sicura e sui “Nei nostri uffici – racconta – giungono genitori che pericoli, più o meno nascosti, della rete. richiedono di oscurare video o rimuovere foto e messag“Un tempo – spiega – ci si muoveva in modo sponta- gi mortificanti per i propri figli. Va precisato tuttavia che neo, oggi l’attività in chiave di prevenzione è strutturata e l’operazione richiede il necessario intervento dell’Autorità progettata. La Polizia Postale e la Polizia di Stato si muove giudiziaria e non sempre è agevole e scontata. Senza conin team con il Dipartimento di Pubblica sicurezza del Mi- tare il fatto che, nel tempo di permanenza in rete, video, nistero dell’Interno, col Miur e in partnership con le stesse foto e messaggi possono essere scaricati e i fruitori si molaziende che offrono servizi per la navigazione in internet”. tiplicano a dismisura”. Rivolge l’attenzione in modo specifico al mondo dei Ci sono poi da tener presente le conseguenze legali e social network il progetto itinerante “Una vita da social” penali causate dalla richiesta di rimozione o oscuramento che la Polizia Postale e la Polizia di Stato stanno portando di materiali da internet, dal momento in cui si decide di sul territorio. “Ci muoviamo con un trak attrezzato con fare ricorso alle autorità giudiziarie. aula multimediale – spiega il primo dirigente – nel quale Insomma quella che nella vita reale può essere conorganizziamo incontri con gli studenti e la cittadinanza. siderata una ragazzata, legata alle intemperanze dell’età La presenza di testimonial, personaggi famosi del mon- e catalogata come un comportamento tipico adolescendo dello sport, della cultura e dello ziale, da punire ma nell’ambito spettacolo vicini ai giovani, aiutano Quello che nella vita ristretto della famiglia o comunque a veicolare in modo ancora più reale è una del contesto nel quale si consuma, efficace i messaggi “educativi e “ragazzata” nella rete e tuttavia con una buona dose di informativi” che andiamo portando può diventare un tolleranza, nella rete può diventare reato perseguibile in giro per le città”. facilmente un reato perseguibile. Le tappe venete del percorso “Le nuove tecnologie – fa ositinerante sono programmate per il prossimo 14 aprile a servare il dirigente di Polizia postale - che hanno potenPadova e il 15 a Venezia. zialità enormi, possono perciò diventare insidiose in caso Ed è proprio la tematica dei social network che richia- di comportamenti “insani”, come appunto gli atti di bullima la maggiore attenzione e soprattutto invita a tenere smo, che, se nella vita reale abbiamo imparato ad arginaalta la guardia nell’ambito degli incontri a rischio cyber re, non siamo ancora in grado di gestire con padronanza bullismo. nel web, soprattutto perché non abbiamo ancora fatto gli “La maggiore differenza tra un atto di bullismo nella anticorpi per tenere sotto controllo le conseguenze, che a vita reale e uno subito nella rete – spiega Palumbo – è volte possono essere davvero dolorose”. l’enorme risonanza che quello informatico riesce ad avere, L’unico fronte sul quale si può lavorare con profitto per la possibilità, che offre il web, di moltiplicare all’in- rimane dunque quello della prevenzione. finito i testimoni e l’atto stesso. Una scena di violenza “I figli – conclude Tommaso Palumbo - vanno seguiti, ripresa dallo smartphone – non necessariamente da un ancora prima che nella rete, nella vita reale: vanno responamico o conoscente della vittima che subisce ma anche da sabilizzati ed educati ai valori e al rispetto dell’altro. Vanno una persona sconosciuta che si trova per caso ad assistere sensibilizzati e va insegnato loro che ogni azione che comall’atto di bullismo – una volta postata su Facebook o piono nei confronti degli altri ha delle conseguenze delle su WhatsApp avrà una platea sterminata di visitatori. E quali sono essi stessi responsabili e di cui sono chiamati a questo con la conseguenza di aumentare lo stato di morti- rispondere”.
Il Veneto in primo piano 11 27 Il saggio”Il profumo dei limoni Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” di don Jonah Lynch
Dall’illusione di essere ovunque al rischio di distacco dal mondo reale di Ornella Jovane
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l profumo intenso dei limoni, il ruvido della buccia gialla, il loro sapore asprigno. Tatto, olfatto e gusto: sono i tre sensi stimolati dalla vista delle piante che si affacciano nel giardino, verso il quale casualmente lo sguardo si rivolge. La realtà in tutta la sua pienezza non può essere vissuta nella rete: tre quinti di essa, tre dei cinque sensi, non viene percepita. E’ questa la premessa che ha ispirato “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” il saggio pubblicato da don Jonah Lynch nel 2011 e che tutt’ora ispira il vicerettore del seminario della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo a Roma negli incontri con i genitori e docenti sul tema in questione. Recente, al riguardo, il suo intervento a fine febbraio a Vigonza (nel Padovano) sul tema “Io voglio educare”, un ciclo di incontri per non lasciare soli i figli (e anche i genitori) nel mondo virtuale. Nel suo libro “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” lei analizza l’orizzonte delle nuove tecnologie, ne rileva le utilità e i vantaggi ma mette in guardia anche dai limiti e dai disagi. Ci aiuta don Lynch a capire? “È bellissimo poter comunicare in tempo reale con chiunque, in qualunque parte del mondo, raggiungere agevolmente informazioni un tempo quasi introvabili. Al tempo stesso, questa quasi “onnipotenza” del web e della tecnologia in ge-
nerale è anche il suo lato insidioso: l’illusione di poter essere ovunque, poter sapere tutto e contattare chiunque. La vita digitale presenta questa illusione di illimitatezza, che può generare un distacco dal mondo in cui possiamo agire, toccare, sentire i profumi…”. La tecnologia ha avuto un impatto significativo nella vita di tutti, ma imponente in quella dei giovani, tant’è che noi adulti definiamo le nuove generazioni come “nativi digitali”. Non è che in nome di questa definizione accettiamo - noi adulti - in modo incondizionato e talvolta acritico la massiccia invadenza della dimensione virtuale nella vita dei nostri ragazzi? “Secondo lei, i nostri figli appartengono alla nostra stessa specie? Cioè, chi è nato dopo la rivoluzione tecnologica, che ha prodotto Facebook, Google e gli altri, ha la stessa natura di me e di lei? A mio parere, la natura umana più perfetta è quella di Maria, madre di Gesù. E il Concilio Vaticano II ha detto che Cristo svela l’uomo all’uomo. In Lui, cioè, impariamo chi siamo. Certamente Cristo non è stato un passo intermedio nell’evoluzione verso l’”uomo digitale”. Educare ai tempi di Facebook non è poi così semplice: gli adulti hanno gli strumenti e le conoscenze adeguate per dare ai ragazzi un’educazione idonea a sapersi gestire con autonomia e senza farsi male nella vita che sgorga in “rete”, nelle relazioni che si creano con i social
network? “Educare non è mai stato semplice. La realtà tutta mette sempre alla prova la nostra libertà. Siamo sempre liberi di scegliere di allontanarci dalla verità, da ciò che è bello e vero, ma portiamo anche le conseguenze di quelle scelte. Partecipare alla vita dei ragazzi significa partecipare alla loro giornata, interessarsi a loro, ascoltarli. Educarli vuol dire anche proporre le cose più belle che conosciamo. Se siamo convinti di ciò che diciamo, saremo credibili. In particolare, nell’educazione all’uso delle tecnologie, della rete, vale come sempre dare l’esempio. Quanti di noi adulti sanno rinunciare alle notizie sul telefonino o all’ultimo video su Facebook? Ai ragazzi che educo ho proposto il “digiuno digitale”, il fare a meno, per gran parte della giornata, degli strumenti tecnologici. Domandiamoci: utilizziamo i nostri mezzi di comunicazione, o ne siamo schiavi? Impariamo noi adulti a decidere: ora spengo il cellulare, mi concentro interamente sulla persona che è qui, davanti a me. Questa riscoperta può darci la forza di accompagnare anche i nostri ragazzi”. Si possono creare relazioni di qualità attraverso i social network? O una società iperconnessa in realtà rivela solo delle enormi solitudini, o quanto meno delle relazioni superficiali? “Senza dubbio l’”iperconnessione” può assottigliare lo spessore dei nostri rapporti, può renderli fugaci, veloci come
A lato Don Jonah Lynch sotto il suo volume “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook”
un tweet o un sms. D’altra parte, però, il web e tutto ciò che offre fa parte della realtà, il web stesso è parte della realtà. Nell’esperienza di una grande amicizia, l’altra persona diventa parte di me, in maniera così profonda che sentiamo la ristrettezza del canale digitale, che è, per sua natura, selettivo, che lascia da parte, inevitabilmente, tante sfumature della realtà”.
28 12 Il Veneto in primo piano Il docente e le nuove tecnologie. Consigli del professor Pietro Gavagnin agli educatori
“Anche gli adulti devono esserci in rete, senza paura” “Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione” di Ornella Jovane
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l cielo in una stanza: opportunità e pericoli della rete” è il titolo emblematico di un ciclo di tre appuntamenti che iniziati il 14 marzo a Mestre, presso la scuola media “Don Milani”, proseguiranno il 27 del mese a San Donà di Piave, all’istituto “Ippolito Nievo”, e il prossimo 11 aprile a Chioggia al Galileo Galilei. Agli incontri, organizzati dal Forum provinciale associazione genitori scuola di Venezia, prenderà parte il professor Pietro Gavagnin, docente al Liceo Morin di Mestre, vincitore con il suo progetto pgava.net della sezione “docente dell’anno” al premio nazionale 2013 “Anp per l’innovazione”. Una iniziativa, giunta alla quinta edizione, che si pone come obiettivo quello di diffondere l’uso delle tecnologie informatiche nell’insegnamento. E’ lui, insegnante ed esperto di informatica, che spiega agli adulti, genitori ed educatori, come gestire il confronto con la wireless generation. Quali sono le opportunità e i pericoli della Rete per gli adolescenti?
“Di pericoli ce ne sono. Ma sono sostanzialmente gli stessi pericoli che incontriamo nella vita: quando usciamo, quando ci rapportiamo agli altri, quando manipoliano i nostri dati. L’importante è non farsi prendere dal panico perché altrimenti non lasceremo più uscire i nostri figli neppure per strada o dagli amici. Un innocuo coltello da cucina può servire per spezzettare alcuni semplici rametti di prezzemolo ma può essere anche un’arma pericolosissima! Opportunità ce ne sono molte ed anzi, oggi quando non possiamo connetterci tutti noi sentiamo come una sensazione di mancanza. Internet non solo è serbatoio quantitativamente sconfinato di conoscenza ma può essere il motore o l’occasione per instaurare nuove relazioni (pur con le dovute cautele). Se si usa con acutezza. Se si usa con competenza. Se si usa con coscienza. Se si usa con conoscenza”. Come possono i genitori “prevenire” i pericoli? “Non credo servano proibizioni (che
hanno un effetto spesso contrario). Con i giovani le figure di “mediazione” (genitori, insegnanti) devono convincersi che sia importante “esserci”, nonostante noi genitori sappiamo bene che a volte è difficile: i nostri figli devono sapere che ci siamo. Per aiutarli, per consigliarli, per indirizzarli, per proteggerli. Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione”. Cosa dire ai ragazzi perché si proteggano dalle violazioni del web? “Quello che ci si sente dire quotidianamente: non “distribuire” a cuor leggero dati personali. Non accettare facilmente “amicizie” da persone che non si conoscono. Non aprire allegati o compilare e spedire form senza la consapevolezza di ciò che si sta facendo. Purtroppo però uno dei pericoli della rete che purtroppo sta diventando sempre più una moda è il Sexting (sex+texting = autoscatti in pose sexy). E qui ritorniamo al discorso di prima. Per noi adulti è necessario esserci. Ma non passivamente. Ciò a cui
Il professor Pietro Gavagnin dobbiamo tendere è una educazione, una formazione complessiva della personalità del ragazzo che serva sempre, online e offline”. Come possono gli adulti inserirsi con autorevolezza e tutelare i ragazzi dalle insidie che il web nasconde se ne sanno meno e sono meno attrezzati di loro? “Devono attrezzarsi. Ovvio. Scusi se mi ripeto ma in quell’”esserci” di cui ho parlato in precedenza ci sta dentro tutto! Lo so, può essere difficile. Ma può risultare anche divertente e…utile! Per quanto riguarda gli insegnanti ad esempio è assolutamente necessario saper usare il web, e per questo è necessario praticarlo. E’ lo stesso motivo per il quale nelle scuole professionali insegnano docenti che praticano un certo mestiere. Quando mi riferisco alla necessità di un aggiornamento serio da parte degli insegnanti non voglio sottolineare l’importanza di “contenuti” (e qui si spiega l’inutilità dei
vari corsi e progetti che l’amministrazione negli anni ha organizzato) quanto l’importanza di pratiche, di “buone” pratiche. E’ fondamentale non avere paura del mezzo, è fondamentale saperlo dominare”. E’ vero che i ragazzi temono il bullismo virtuale? In che misura? “Il bullismo è molto più diffuso offline che online ma esser vittima di cyberbullismo è un’esperienza dolorosa per la maggior parte dei ragazzi intervistati nelle indagini scientifiche che si fanno periodicamente. Per questo motivo, dati alla mano, posso confermare che il bullismo virtuale faccia male (l’85% dei giovani che l’hanno provato si sono dichiarati infastiditi o turbati) credo anche per una sensazione di solitudine e di impotenza che la vittima sente e che viene moltiplicata e amplificata dalla “solitudine” tipica del mezzo: usiamo la rete standocene da soli”.
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i solito è l’impietosa videocamera del telefono o del computer, oppure è una fotografia scattata da amici e condivisa in rete. Capita di rivedersi da un’ottica diversa e, spesso, si scopre un’immagine di sé che non ci si aspetta. Doppio mento, occhiaie e qualche ruga che erano sfuggite, magari, davanti allo specchio, vengono invece alla luce con i nuovi social network e i nuovi media. E la bellezza nell’era 2.0 non fa sconti a nessuno. “Oggi si scattano foto o si girano video con maggiore frequenza rispetto al passato e ci sono quindi anche più occasione per confrontarsi con la propria immagine e con i segni del tempo - osserva Patrizia Gilardino, chirurgo plastico di Milano -. Si notano più facilmente i cambiamenti: una piccola ruga, l’occhiaia più marcata o la palpebra leggermente cadente che attribuisce un’aria stanca ci fanno vedere come effettivamente ci vedono gli altri”. Negli Stati Uniti hanno già ribattezzato la tendenza “facebook-lift”. Pur essendo difficile misurare il fenomeno, qualche segnale del diverso approccio dei pazienti c’è anche in Italia: innanzitutto “i pazienti quando
si presentano in studio hanno ben chiaro dove vogliono intervenire e cosa attenuare. Inoltre i modelli di riferimento non sono più tanto i divi del cinema o delle passerelle, come poteva essere fino a qualche tempo fa, quanto loro stessi, solamente qualche anno prima”, continua il chirurgo estetico. I social stanno diventando quindi lo specchio del tempo che passa. Cambiando così l’approccio alla chirurgia estetica. “In effetti prima ci si rivolgeva dal medico estetico in occasioni di importanti cambiamenti nella propria vita: un matrimonio o una separazione, una gravidanza o un nuovo lavoro, erano questi i principali motivi che spingevano i pazienti, indistintamente uomini e donne, in studio -, ricorda Gilardino. - Oggi la tendenza è diversa. Chi era diffidente anche davanti ad una iniezione di filler, chiede di poter migliorare il proprio aspetto attenuando qualche segno del tempo dal proprio viso”. Le richieste si concentrano prevalentemente nella zona del volto. “Nella maggior parte dei casi si tratta di attenuare qualche ruga del contorno occhi oppure restituire volume a delle labbra che si sono assottigliate troppo”.
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di germana urbani
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iro di vite per arginare un fenomeno crescente dietro al quale, però, non c’è solo la miseria. Probabilmente c’è anche la malavita organizzata. Da marzo polizie locali, questure e prefetture dei tre capoluoghi Padova, Treviso e Venezia si riuniranno per fare il punto della situazione e definire strategie per affrontare il problema come un’unica realtà urbana: la città metropolitana. Al vertice saranno invitati anche i funzionari delle rispettive Questure. La giunta di Treviso ha dato il via a quest’azione congiunta sicura che ci voglia una visione ampia del problema per provare a risolverlo, in quanto esisterebbe una struttura organizzata che usa alternativamente le tre città facendo leva su persone disperate che finiscono in questa rete. Le prime voci di denuncia di questo fenomeno sono venute da chi i poveri li conosce bene. Tra loro il direttore della Caritas veneziana, monsignor Dino Pistolato, che ha accolto la decisione con un plauso. “L’elemosina è un atto di misericordia – ha detto – ma più volte abbiamo denunciato che l’accattonaggio sta diventando un business per qualcuno. Furboni che chiedono il pizzo per mendicare in un angolo di strada, con percosse e minacce, che sfruttano e ricattano gente in situazione d’indigenza. Quindi bene se si riesce a fare una barriera comune in un territorio vasto e che chi se ne occuperà colpisca davvero il racket e non i veri poveri”. Contro l’accattonaggio i primi cittadini e la polizia locale non possono quasi nulla, solo elevare delle sanzioni che dovrebbero servire almeno come deterrente ma che in realtà non risolvono granché. A Padova nel 2013 sono state elevate 619 sanzioni per accattonaggio molesto. “Siamo arrivati a oltre 50 a carico di una singola persona - precisa Ivo Rossi -. Questa attività
ha già portato la polizia locale a fare richiesta alla questura di allontanamento di 8 persone”. A Treviso nello stesso anno sono state 250 le sanzioni e dall’inizio del 2014 sono già una settantina. Non serve a nulla neanche sequestrare il denaro che il mendicante ha raccolto sino al momento della sanzione. Questi torna comunque a fare il suo “mestiere” il giorno dopo. “Quando le sanzioni non hanno più effetto – ha detto il vicesindaco e assessore alla sicurezza di Treviso Roberto Grigoletto – occorre trovare rimedi efficaci. Gli accattoni molesti legati al racket verranno riconosciuti dalla polizia locale, saranno identificati dagli agenti e accompagnati in questura. Verrà loro notificato un provvedimento di pubblica sicurezza, il foglio di via. Se torneranno a Treviso nei tre anni di allontanamento, verranno definitivamente allontanati con un decreto penale”. “Sono contrario all’introduzione del divieto di accattonaggio” aveva detto l’estate scorsa il sindaco di Venezia Orsoni, dichiarando in anticipo che non aveva intenzione di replicare Cacciari che, per risolvere la questione del centro storico, fece un’ordinanza apposita tra mille polemiche. Certo con la prefettura si è valutata l’applicazione del foglio di via con rientro coatto, e ora questa convenzione PaTreVe dà una ulteriore spinta verso la regolamentazione di un fenomeno che a Mestre e Venezia è davvero pesante. I tre sindaci solleciteranno anche interventi su scala nazionale per colpire le organizzazioni criminali che molto spesso stanno dietro a questi mendicanti: “Chiederemo - conferma il primo cittadino di Treviso l’introduzione di un reato che punisca lo sfruttamento in forma associativa dell’accattonaggio”.
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In alto a sinistra il sindaco di Padova Ivo Rossi, di seguito Giorgio Orsoni sindaco di Venezia e sotto Giovanni Manildo, sindaco di Treviso
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veva alzato un vero e proprio polverone la scelta del parroco di San Lorenzo a Mestre che, nei giorni della messa aveva deciso di impiegare dei giovani come “guardie parrocchiali” allo scopo di allontanare i mendicanti rom che, appostati sul sagrato o, peggio, durante le unzioni all’interno della chiesa, chiedevano ai fedeli l’elemosina. Quindi don Fausto Bonini, un uomo mite, aveva deciso di blindare le messe. “Se anche don Fausto Bonini – aveva commentato il sindaco Orsoni -, che è una persona di grande equilibrio e dedito alla carità, è arrivato a prendere questi provvedimenti è chiaro che il problema il problema ha raggiunto un grado limite”. Orsoni ci tiene però a sottolineare come occorra stare attenti a non fare di tutta l’erba un fascio. “Confondere l’accattonaggio riconducibile al racket con chi mendica per necessità sarebbe un errore. E anche sul fronte del racket – ha proseguito Orsoni - serve una netta distinzione tra sfruttati e sfruttatori. Ma di questo se ne devono occupare le forze dell’ordine”. Ma il problema sicurezza c’è e lo sentono soprattutto le donne che, mentre fanno le loro spese in centro si vedono improvvisamente avvicinare da uomini che insistentemente chiedono un euro o di più. “Mendicare è possibile – afferma Leda Cossu, anima del volontariato mestrino – ma la violenza è un’altra cosa. Tra gli accattoni violenti c’è chi alza anche minaccioso il bastone verso le donne, fingendo di zoppicare, controllandole a distanza. Una violenza che fa paura”. E certo di questa situazione non sono felici i commercianti che conoscono bene il problema che, a detta loro è stato tollerato o sottovalutato troppo a lungo. “ In molte zone della città – ha detto Dario Corradi, dell’Ascom - si è abbassato il livello di vivibilità. E quando sento che i turisti di un bus vengono circondati e viene loro impedito di scendere perché non sganciano l’euro, allora dico che non è accattonaggio, ma criminalità, che va combattuta e che danneggia l’immagine della città. Noi commercianti però vediamo i vigili solo quando si tratta di controllare se lo spazio del plateatico è stato sforato di cinquanta centimetri. È giusto che lo facciano, non voglio dire di no, ma ci piacerebbe venderli in azione anche per prevenire episodi come questi”.
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20 Guida alla mostra 32 SPECIALE MOSTRA
di Mattia De poli
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Arte Lo scorso 22 febbraio palazzo Rovella ha aperto i battenti della nuova mostra
“Ossessione nordica”, l’alternativa all’Impressinismo Alla biennale del 1901, il critico italiano Vittorio Pica notò che “parecchi dei nostri pittori, specialmente se veneti o lombardi” apparivano influenzati dall’arte nordica, tanto da rinunciare ad alcuni tradizionali caratteri dell’arte italiana per presentarsi camuffati da Scozzesi, Scandinavi o Tedeschi”
inalmente a Rovigo è arrivato il momento dell’“Ossessione nordica”. Già prima dell’inaugurazione ufficiale, la nuova mostra allestita nelle sale di palazzo Roverella poteva vantare un numero elevato di prenotazioni: i dati ufficiali parlavano di circa 12 mila visitatori sicuri. Un numero destinato a crescere nei mesi di apertura, tra il 22 febbraio e il 22 giugno. Un numero che promette di confermare la tendenza in crescita dei biglietti staccati, registrata in occasione delle precedenti esposizioni: in sette anni i visitatori sono stati 250 mila. Quest’anno il tema preso in considerazione dai curatori è ancora una volta il rapporto tra i pittori italiani e gli stranieri. Alla quarta edizione dell’Esposizione internazionale d’arte della città
di Venezia, oggi conosciuta più comunemente come Bien- questa prospettiva deve essere considerata la considerenale di Venezia, nel 1901, il critico italiano Vittorio Pica vole presenza di pittori “nordici”, termine che designa in notò che “parecchi dei nostri pittori, specialmente se vene- senso ampio tutti coloro che vivono a nord dell’arco alpino, dalla Svizzera e dall’Austria ti o lombardi” appaiono “profondafino ai paesi scandinavi. Alcuni rimente influenzati dall’arte nordica, Prenotazioni: conosciuti capiscuola, come Arnold tanto da rinunciare ad alcuni tradi- i dati ufficiali Böcklin, Gustav Klimt, Max Klinger zionali caratteri dell’arte italiana per parlano o Edvard Munch, hanno dettato presentarsi camuffati da Scozzesi, di circa 12 mila scelte artistiche e linee culturali deScandinavi o Tedeschi”. Nel periodo visitatori sicuri stinate a diffondersi. La mostra è compreso tra il 1895 e il 1914, in effetti, a Venezia si tenta di proporre una pittura alter- articolata in otto sezioni che tendono a focalizzare aspetti nativa a quella francese, dominata dall’impressionismo e diversi e complementari di un gusto ben definito: dal mito dagli artisti della scuola di Pont Aven, come Gauguin: in alla natura, dalle fatiche e dai riti della quotidianità alla
Il percorso Prima sala: Centauri, tritoni, sirene dalle Alpi alla Laguna
Wolf Ferrari, L’Isola misteriosa. Fortuny, L’abbraccio di Sigmund e Sieglinde. De Chirico, Lotta di centauri La prima sezione della mostra è dedicata a “Centauri, tritoni, sirene dalle Alpi alla Laguna”: a nord delle Alpi il mito è caratterizzato da paesaggi desolanti, da atmosfere grevi e inquietanti, e l’elemento ferino tende a prevalere su quello umano, imprimendo maggiore spensieratezza e dinamismo, forza e violenza all’azione. L’operazione compiuta da Richard Wagner in ambito musicale allunga la sua ombra anche sulla pittura. In quest’ambito Böcklin inaugura una nuova tendenza che in seguito si diffonderà a partire dalla città di Monaco di Baviera, crocevia di artisti provenienti da varie regioni europee. Egli partecipò a due Biennali, la seconda e la terza: morì nel 1901 e nella Biennale di quello stesso anno fu allestita una personale. La sua poetica visionaria continuò ad essere influente nel corso del ventesimo secolo, sia in Europa che in Italia, come dimostrano “L’isola dei morti dopo Arnold Böcklin” (1905) di Karl Wilhelm Diefenbach e “L’isola misteriosa” (1917) di Teodoro Wolf Ferrari. Le scene violente e dinamiche, popolate da satiri, nereidi e centauri, dipinte da Max Klinger e da Franz von Stuck, invece, ritornano nelle pennellate decise delle opere giovanili di Giorgio De Chirico e di Mariano Fortuny. Von Stuck, dopo essere stato tra i fondatori della Secessione di Monaco nel1892, dal 1895 insegnò all’Accademia di arti figurative della città bavarese. Ma contemporaneamente partecipò con assiduità alla Biennale, già a partire dalla prima edizione, contribuendo a portare nella città lagunare quel gusto pittorico nato a nord delle Alpi.
Seconda sala: Dal simbolo alla natura
Nella seconda sezione Sartorio, Catullo “Dal simbolo alla natue Clodia. Sotto: ra” si ripercorre l’evoluLeo Putz, Vanitas zione della pittura dal simbolismo verso una nuova impostazione, fortemente condizionata dagli studi psicanalitici. La pittura “nordica” è particolarmente sensibile al tema del sogno e in questa sezione della mostra spicca il quadro del meranese Leo Putz, intitolato “Vanitas”: una donna addormentata, giace distesa, di spalle, nella parte bassa della tela, mentre al centro domina un volto incorporeo, sospeso, simile a quello di Medusa, circondato da una danza di figure femminili. Ad esso corrisponde il “Risveglio di primavera” di Alfons Siber ma Ferdinand Hodler, Klinger e von Stuck indicano una nuova via che trova eco nei quadri di Ercole Sibellato e di Cesare Laurenti, in cui la percezione della realtà è associata a un senso di sofferenza e di tristezza. A complemento di queste tele sono esposte anche alcune litografie di Alberto Martini (“Sogno” e “Follia”), nelle quali il dolore diventa inquietudine e angoscia: espressione dell’anima tormentata dell’uomo moderno.
sensualità del nudo femminile, dalla pittura d’ambiente al ritratto. La mostra “L’ossessione nordica. Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana” rimarrà aperta fino al 22 giugno, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 19 e il sabato, la domenica e nei giorni festivi dalle 9 alle 20: il lunedì è aperto solo in occasione di festività. Il martedì e il mercoledì dalle 9 alle 13 si entra con 6 euro anziché 9 euro. La riduzione vale anche per tutte le persone residenti in Polesine e per chi si presenta alla biglietteria insieme a qualcuno che ha già visitato la mostra, purché munito del biglietto precedentemente acquistato: quest’ultimo entra gratis.
Terza sala: Gente del Nord
Ettore Tito, Pagine d’amore “Gente del nord” è la terza sezione, nella quale campeggia la grande tela del danese Michael Peter Ancher, intitolata “Pescatore di Skagen”: a partire dalla seconda biennale egli approda a Venezia ed ottiene subito un notevole successo. Nei suoi quadri immortala le fatiche e i dolori del mondo dei pescatori dei mari del nord, creando il linguaggio di una nuova epica quotidiana. Gli fa da complemento il linguaggio intimistico dello svedese Anders Zorn, che in “La fiera di Mora” ritrae una giovane donna in attesa che il suo uomo smaltisca la sbornia. Questo tipo di soggetto viene ripreso anche da artisti inglesi e scozzesi, come Francis Herry Newberry e Robert Brough, e da altri tedeschi come Hans von Bartels. Ma dove formano il loro linguaggio questi pittori? Negli anni settanta dell’ottocento numerosi scandinavi si trasferiscono in Francia, a Parigi e in Bretagna. L’impressionismo e l’arte della scuola di Pont Aven, che la Biennale di Venezia aveva cercato di escludere, vi entra così attraverso la reinterpretazione dei pittori “nordici”. La loro ingenuità e la carica di novità, di cui sono portatori, in Italia contagia soprattutto Ettore Tito, napoletano d’origine ma trapiantato nella città lagunare fin da ragazzo
Quarta sala: La poesia del silenzio
Carl Larson, Karrin reading e Vilhelm Hammershoi, Interi_r med Siddende Kvinde Nella sezione dedicata alla “Poesia del silenzio” i protagonisti sono lo svedese Carl Larsson e il danese Vilhelm Hammershoi. L’ambiente domestico, colto soprattutto nei suoi spazi interni e caratterizzato da un’aura quasi sacrale, religiosa, è presentato e interpretato in modi radicalmente opposti. Negli acquerelli di Larsson abbondano i dettagli, le stanze sono piene di oggetti e si avverte un certo “horror vacui”, una paura dello spazio vuoto. Nelle tele di Hammershoi, invece, si ha sensazione contraria: un “horror pleni”, la paura di riempire un ambiente dominato dal silenzio e dalla luce soffusa che filtra dalle finestre e dalle porte aperte e crea lo spazio. Hammershoi è considerato il Vermeer del novecento ma, a differenza del celebre pittore olandese, lo specchio o il quadro appeso alla parete non lascia intravedere alcuna immagine: l’attenzione è centrata esclusivamente sulla presenza della luce.
Guida alla mostra 21 33
una mostra internazionale e inedita
Von Stuck e Hammershoi opposti eppur vicini
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a mostra di palazzo Roverella è legata a un particolare fenomeno culturale che prende le mosse da grandi artisti e che contagia anche numerosi pittori meno noti al grande pubblico ma non meno interessanti. Distribuiti nelle varie sezioni secondo le quali è organizzata l’esposizione, è possibile apprezzare numerose opere del tedesco Oskar Zwintscher: egli approda a Venezia solo nel 1907 e appena tre anni più tardi, nel 1910, qui gli viene dedicata un’importante personale introdotta da un testo critico di Vittorio Pica. Dai magazzini dei Musei civici di Venezia è stato recuperato il “Pescatore di Skagen” del danese Michael Peter Ancher, tela di grandi dimensioni esposta già in occasione della seconda Biennale nel 1897. Tra gli italiani c’è un insolito De Chirico pre-metafisico e un Fortuny “nordico”. D’altra parte, le numerose tele del veneziano Teodoro Wolf Ferrari e del meranese Leo Putz rivelano personalità poliedriche, capaci di cimentarsi allo stesso tempo con scene mitologiche e paesaggi naturali o con atmosfere oniriche, scene simboliche, ritratti e ancora paesaggi naturali. Dalla Danimarca è giunto “Interno con donna seduta” di Vilhelm Hammershoi, autore pressoché introvabile in Italia, mentre dalla Galleria d’arte moderna di Palermo è stato prestato “Il peccato” di Franz von Stuck. Questi due pittori sono stati scelti
Sala 5 Il paesaggio dell’anima: neve e fiordi, il tempo e le stagioni
da Melania Mazzucco, intervenuta come special guest alla cerimonia di inaugurazione della mostra, per tratteggiare le scelte radicalmente opposte di due artisti protagonisti della cosiddetta pittura “nordica”. Von Stuck, bavarese, nasce nel 1863, è istrionico, vitale e versatile. Hammershoi, danese, nasce nel 1864, è silenzioso e riservato: Rainer Maria Rilke apprezzava i suoi quadri e avrebbe voluto scrivere un saggio sulla sua poetica ma, durante l’incontro che i due ebbero, Hammershoi rimase in silenzio e Rilke non scrisse mai quel saggio che avrebbe potuto consacrare l’artista danese su scala internazionale come avvenne al pittore e scultore francese Rodin. Von Stuck incontrò subito un ampio successo e “Il peccato”, presentato alla Biennale del 1909, fu acquistato dalla Galleria palermitana per diecimila lire. La stessa cifra, insieme alla medaglia d’oro, fu concessa come premio ad Hammershoi nel 1911 in occasione dell’Esposizione internazionale d’arte di Roma, alla quale aveva partecipato anche von Stuck. Alla più carnale sensualità risponde il vuoto delle stanze. Al sacerdote di una singolare religione pagana risponde l’asceta attratto dal pulviscolo colpito dalla luce che penetra dalla finestra. All’eccesso stravagante risponde il silenzio. Von Stuck e Hammershoi sono due pittori che non si incontrarono mai, nella vita come nell’arte.
Sala numero 6: Le maschere e i volti
Sala numero 7: Venere senza pelliccia
Sala numero 8: Virtuosismi in nero
Zwintscher, Ma,,dchen mit weiayen astern. Laurenti, Volto femminile reclinato. Casorati, Le due bambine
Gustav Klimt, Ein morgen am teiche. GallenKellela, The lair of the lynx. Wolf Ferrari, Betulle Una delle sezioni più consistenti è quella dedicata a “Il paesaggio dell’anima. Neve e fiordi, il tempo e le stagioni”. I paesaggi montani della Svizzera, dipinti da Ferdinand Hodler, si ritrovano nei quadri di Francesco Sartorelli, come “Monte Civetta”. Ma trovano ampio spazio anche gli scorci sfumati di Venezia e della Laguna, riprodotti da Pietro Fragiacomo. Questo soggetto permette nuovamente un esplicito confronto tra pittori “nordici” e pittori italiani: così, ad esempio, si può notare che le inusuali inquadrature degli stagni proposte da Klimt, quelle delle betulle di Oskar Zwintscher o quelle del sottobosco innevato proposte dal finlandese Akseli Gallen-Kallela sono state riprese da alcune tele di Wolf Ferrari. In questa sezione è presente l’unica pittrice rappresentata nella mostra, la svedese Anna Boberg, un’autodidatta che iniziò a partecipare alla Biennale di Venezia dal 1905: il suo “Lago glaciale” evidenzia notevoli somiglianze rispetto alla “Palude d’inverno” di Leo Putz.
Zwintscher, Oro e madreperla. Laurenti, Visione antica
Nella sezione “Le maschere e i volti” dedicata al ritratto emerge con prepotenza l’influenza degli studi psicanalitici. Il volto è concepito come specchio dell’anima, dell’interiorità, della psiche: i ritratti sono pervasi da un’atmosfera onirica e avvolti dai misteri dell’inconscio. Il particolare che colpisce più di tutti è l’occhio: grande, nitido o indefinito. L’accostamento di quadri di Oskar Zwintscher con quelli di Cesare Laurenti e di Leo Putz per il ritratto femminile o con quelli di Gino Parin per il ritratto maschile conferma il giudizio di Vittorio Pica in merito all’influenza dei “nordici” sulla pittura italiana.
Racchiuso in una cornice dorata, tra due colonnine, quasi fosse la pala d’altare di una religione pagana, “Il peccato” di Franz von Stuck è il quadro centrale della sezione intitolata “Venere senza pelliccia”. Nella pittura dei “nordici” il corpo nudo femminile si carica di una travolgente carnalità, di una potente sensualità, più potente di ogni simbolismo, talvolta ancora latente. Lentamente la donna si scopre, in atteggiamento ammiccante. E anche quando assume posture tradizionali nell’ambito della pittura, la nudità non ha nulla di idealizzato: in “Oro e madreperla” Oskar Zwintscher ritrae una donna nuda, distesa su un lettino, simile a tante “veneri” dell’arte, ma questa non ha nulla di divino.
Edvard Munch, Chiaro di luna. Edvard Munch, La vanità L’esposizione termina con una sala dedicata alle acqueforti e alle litografie, a cui è stato dato il titolo “Virtuisismi in nero”. Queste opere, realizzate da Klinger, von Stuck e Martini, sono caratterizzate da ambientazione notturna, luce lunare, orrore e mistero: in esse l’aurea “nordica”, che non si contraddistingue certo per la vivacità dei colori, è presente in misura non inferiore rispetto alla pittura policroma. Tra questi quadri spicca in particolare un gruppo di litografie di Much, il pittore dell’“Urlo”, che riesce a esprimere la stessa profonda drammaticità anche in piccole opere in bianco e nero. Il celebre artista norvegese partecipò alla Biennale di Venezia sono nel 1910, esclusivamente con alcune incisioni.
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SPORT in PRIMO PIANO
LO neWs
Rugby Il grande campione del passato promozionerà lo sport nel territorio
Calcio Adriese
santi ha Lasciato La panchina
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tefano Santi non è più l’allenatore dell’Adriese. Infatti, dopo la sconfitta interna contro il Sarego lo stesso ha dato le dimissioni che sono state accettate dalla società. Il presidente Scantamburlo ha nominato l’adriese Sante Longato nuovo direttore sportivo che ha avuto il compito di trovare il nuovo allenatore , e di trovare gli stimoli giusti per far ripartire il motore di questa Stefano Santi squadra che in sette partite ha racimolato la miseria di quattro punti, l’ultimo dei quali nel pareggio nel derby contro il Rovigo. La scelta, è una scelta interna, con Emanuele Cancellato, ex giocatore della Spal che da quest’anno allenava gli Allievi regionali e che ora ha il compito di far risalire la prima squadra verso posizioni più consone alla rosa a disposizione. Un derby che aveva visto un’Adriese sotto di due reti e nella ripresa anche con un giocatore in meno per l’espulsione del capitano Vito Antonelli, ma che era sta capace, complice anche un distratto Rovigo, di ribaltare il risultato. La riscossa dell’Adriese, avrebbe dovuto partire da lì, da quella rincorsa che ha visto i granata recuperare due gol e invece nelle due successive partite sono arrivate altrettante sconfitte. Un’Adriese che non ha mai incantato per gioco, nonostante la rosa di primissima qualità: una rosa che anche nello scorso campionato era qualitativa, ma, sempre con Santi timoniere, si era salvata nello spareggio. Quest’anno la rosa vede giocatori come Furlanetto, Antonelli, Nonnato, Castellan tanto per fare qualche nome, ai quali si è aggiunto un attaccante come Guerrino Gasparello che non ha bisogno di tante presentazioni. Senza dimenticare un certo Paolo Macchia e il giovane di buone prospettive Migliorini. Insomma, una squadra che dovrebbe contendere all’Arzichiampo e al Villafranca la testa della classifica e che invece, come lo scorso anno, è relegato in zone decisamente non consone. In più occasioni il pubblico ha protestato nei confronti di mister Santi, ma la società ha sempre fatto quadrato difendendo l’operato del tecnico. Una squadra che dopo 22 giornate è al decimo posto in classifica (su sedici squadre), con 27 punti, quattro sopra la zona play out, con sette partite vince, 6 pareggiate e nove sconfitte: 20 i gol fatti, 30 quelli subiti. Il tempo per recuperare, c’è.
Naas Botha torna in Polesine di Cristiano Aggio
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a Rovigo rugbistica a fine aprile riabbraccerà uno dei campioni stranieri più amati: Naas Botha, il numero 10 sudafricano che a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90 si è conquistato un posto fisso nel cuore di ogni tifoso della Rugby Rovigo. L’ex numero 10 degli Springboks sarà in visita in Polesine a partire dal prossimo 29 aprile e fino al 5 maggio in occasione della 40esima edizione del torneo di rugby giovanile “Aldo Milani” (in calendario il 3 e 4 maggio). L’idea di riportare Naas Botha in Polesine, a oltre 10 anni dalla sua ultima visita ufficiale, è stata proposta da Roberto Aggio presidente del Club Aldo Milani. “Allora il mio era solo un sogno, ma oggi il fatto di essere riuscito a organizzare la visita di un campione di questo calibro è per me motivo di grande orgoglio – dice Aggio - grazie ad Alberto Osti siamo riusciti a contattarlo e ad avere il suo consenso, poi è iniziata la ricerca degli sponsor e strada facendo abbiamo unito i nostri intenti con quelli del Coni, rendendo possibile questa operazione”. “Come Coni abbiamo accolto con entusia-
Nella foto il campione sudafricano che a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90 si è conquistato un posto fisso nel cuore di ogni tifoso della Rugby Rovigo
La sua presenza consentirà di rivivere una parte importante della storia sportiva polesana smo la possibilità di collaborare con il Club Aldo Milani per riportare a Rovigo Naas Botha – ha spiegato il delegato provinciale Marco Bonvento - si tratta di un testimonial ideale per sostenere uno dei punti cardine del nostro progetto, ossia quello della promozione dello sport nel territorio. La sua presenza ci consentirà, non solo di
rivivere una parte importante della nostra storia sportiva, ma soprattutto di trasmettere alle nuove generazione la voglia di sognare e pensare in grande che c’era allora e che oggi in parte è andata perduta Per venerdì 30 aprile è in programma un incontro con le scuole a Badia Polesine e una successiva visita alle varie squadre della Zhermack Badia. Il 2 maggio toccherà agli studenti rodigini confrontarsi con l’ex numero 10 rossoblù, mentre alla sera si terrà un convegno dedicato alla continua trasformazione dello sport professionistico.
Calcio
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ra dalla partita contro il Pordenone, dello scorso campionato (che decretò il passaggio tra i professionisti) che non si vedeva il comunale di Porto Tolle stracolmo di gente. L’occasione è stata la partita contro la Spal, una festa per la comunità deltina, culminata con la vittoria per 1-0 grazie al gol di Pettarin al 30’ del primo tempo. La Spal era terza in classifica, il Delta di mister Favaretto, naviga nelle zone basse della classifica e sta facendo di tutto per mantenere la categoria, così tanto voluta dal suo presidente Mario Visentini. La gara con la Spal, in Polesine, è sempre vissuta in maniera particolare. E come non ricordare quel 17 dicembre 2006, quando Rovigo e Spal giocavano in serie C2 e si alternavano la testa della classifica. La vicinanza delle due province acuisce il campanilismo, anche se di derby certamente non si può parlare. In quel lontano 2006, il Rovigo viaggiava come “fenomeno” nelle zone alte della classifica della C2, ove, come capolista, s’alternava con la Spal. Una partita tra una squadra blasonata che voleva tornare ancora più in alto e la squadra-miracolo, la squadra-sogno che si era già fatta apprezzare per mezza Italia, andando a vincere, la settimana prima a Roma contro la Cisco Roma dell’ex laziale Paolo Di Canio. Anche il 2 marzo, come quel lontano 17 dicembre 2006, il tempo è stato inclemente, ma lo spettacolo offerto dal pubblico è stato veramente una cosa grandiosa. Allora, lo stadio Gabrielli di Rovigo vide la presenza di oltre 5 mila persone, un record storico. Il 2 marzo
Vittoria per 1-0 grazie al gol di Pettarin al 30’ del primo tempo erano 1500 le persone che hanno assistito alla vittoria del Delta contro la blasonata Spal, quelle che il “piccolo” comunale, che fino a qualche anno fa disputava il campionato di Promozione, poteva ospitare. La vittoria contro i ferraresi ha dato un forte stimolo alla squadra deltina per il proseguo del campionato: tutti uniti per la ricerca di una salvezza miracolo, nonostante tutti i problemi relativi alla “grana” per l’impianto di illuminazione non a norma per le regole della Lega Pro. Nonostante tutto, Cano, Petras, Bertoli, Melucci, Politti, Pettarin, Migliorini, Baldrocco, Soligo, Laurenti, Conti, Gherardi, Ferretti, Mogos, Del Bino, Frigerio, Valim, Marangon devono continuare uniti alla ricerca di quel miracolo che si chiama salvezza e sperare di rivedere il comunale di Porto Tolle ancora così pieno e festante. Non è poi utopia. Cr.Ag.
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A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
Cari lettrici e lettori, in questo numero vorrei affrontare con Voi una questione che, negli ultimi mesi, è stata oggetto di attenzione da parte dei media sia regionali che nazionali ovvero l’applicazione, da parte di alcuni istituti di credito, di interessi che possono arrivare alla soglia dell’usura. Consapevole della tecnicità della materia, in questa sede spero di fornirvi alcuni strumenti per potersi muovere nel mondo dei propri diritti “bancari” e non solo con maggior consapevolezza e determinazione. In primo luogo è necessario premettere alcune definizioni che ci consentano di comprendere ciò di cui si parla. Per interesse si intende il frutto civile del denaro. In tal senso l’art. 1282 c.c. stabilisce che “i crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro producono interessi di pieno diritto…”. Gli interessi sono pertanto prestazioni pecuniarie - somme di denaro, percentuali e periodiche dovute da chi utilizza un capitale altrui o ne ritarda il pagamento. Gli interessi sono percentuali, in quanto calcolati come percentuale del capitale dovuto, c.d. saggio di interesse; periodici, in quanto dovuti in ragione del tempo in cui il debitore utilizza il capitale altrui o ne ritarda il pagamento ed accessori attesa la dipendenza degli stessi dal capitale. Esistono più tipologie di interessi. Tra questi, i più importanti, i c.d. interessi corrispettivi dovuti a titolo di remunerazione sulle somme date a mutuo e sulle somme liquide ed esigibili ed i c.d. interessi moratori, dovuti in forza del ritardo a restituire una somma di denaro.
Ciò premesso ci si chiede ora che cosa si intenda per usura ed interesse usurario. Il termine usura individua, nel gergo tecnico, il reato previsto e punito all’art. 644 c.p. Tale disposizione è stata oggetto di un’importante riforma nel 1996 (L. n. 108/1996) che ha introdotto dei parametri “oggettivi” per l’individuazione del reato di usura così ampliandone l’ambito di applicazione ed offrendo una tutela rafforzata per i soggetti vessati da questo odioso fenomeno. L’art. 644 c.p., nella sua attuale formulazione, punisce con la reclusione da due a dieci anni e con la multa da 5.000,00 euro a 30.000,00 euro “chiunque….si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità, interessi o altri vantaggi usurari”. Ciò chiarito, quando l’interesse può dirsi usurario? E’ la legge che stabilisce quando il saggio di interesse diventa usurario. In tal senso si esprime il comma 3 dell’art. 644 c.p. ai sensi del quale “La legge stabilisce il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari”. Ebbene la legge (art. 2, co. 4, L. n. 108/1996) prevede che “il limite previsto dal terzo comma dell’art. 644 c.p., oltre il quale gli interessi sono sempre usurari, è stabilito nel tasso medio risultante dall’ultima rilevazione pubblicata in Gazzetta Ufficiale ai sensi del comma 1 relativamente alla categoria di operazioni in cui il credito è compreso, aumentato della metà”. Ove ciò non bastasse, il terzo comma dell’art. 644 c.p., prevede la c.d. Usura in concreto, nella misura
in cui stabilisce che “sono altresì usurari gli interessi, anche se inferiori a tale limite, e gli altri vantaggi o compensi che avuto riguardo alle concrete modalità del fatto e al tasso medio praticato per operazioni similari risultano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, ovvero all’opera di mediazione, quando chi li ha dati o promessi si trova in condizioni di difficoltà economica o finanziaria”. In altre parole la previsione legale di un limite, superato il quale l’interesse deve considerarsi usurario, integra una presunzione relativa superabile in sede giudiziale ove si accerti/dimostri che, per le condizioni di difficoltà economica – finanziaria dell’usurato e con riguardo al tasso medio praticato per operazioni similari, nonostante il saggio di interesse sia inferiore al tasso soglia deve comunque ritenersi usurario. L’attenzione di giornali e tv si è recentemente focalizzato sugli elementi che concorrono a determinare il tasso usurario. In tale direzione l’art. 644 c.p., al quarto comma, individua, con una certa analiticità, le voci che compongono l’interesse usurario stabilendo che per la “determinazione del tasso di interesse usurario si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse collegate all’erogazione del credito”. Quali sono le conseguenze nel caso si accerti la presenza di un tasso usurario? L’accertamento dell’usurarietà dell’interesse, data la tecnicità della materia, richiede spesso una preventiva perizia econometria. Quest’ultima avrà per oggetto tutta la documentazione
di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)
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del sole - da sempre amici della vita e della salute - oggi possono essere pericolosi per la pelle e addirittura per la vita umana. Infatti i nei, o nevi, da banali anomalie cutanee composti di cellule iperpigmentate possono trasformarsi, in particolari condizioni, in pericolosi melanomi, o tumori della pelle, la cui incidenza sulla popolazione è in aumento. Ma quali sono le condizioni che concorrono a tale rischio? Innanzitutto sicuramente la familiarità, ovvero una predisposizione genetica che ha prodotto il melanoma tra gli ascendenti (genitori, nonni o altri consanguinei). In attesa del test genetico per il melanoma, non ancora disponibile ma in fase avanzata di studio, questi soggetti dovranno sottoporsi a controlli periodici scrupolosi. In seconda istanza il fototipo: le pelli chiare, sensibili, che al sole si arrossano ma non si abbronzano hanno pochi melanociti – le cellule che producono la melanina – e quindi mancano di una fondamentale difesa naturale. Anche agli altri è necessario raccomandare però
l’utilizzo della crema con adeguato fattore di protezione solare, dal momento che l’azione distruttiva dei raggi solari (UVA e UVB, ma soprattutto gli UVC che colpiscono in profondità il derma) sono certamente responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle. Per quanto riguarda il melanoma, una mappatura dei nei effettuata dal dermatologo con uno strumento denominato dermatoscopio, capace sia di ingrandire che di evidenziare la struttura tridimensionale del nevo, consente di “mettere sotto osservazione” i nei più sospetti per forma, colore, dimensione etc… per identificarne eventuali modificazioni, campanello d’allarme da non sottostimare in nessun caso. In particolare, il nevo melanocitico comune è una lesione pigmentaria benigna, molto comune, localizzata prevalentemente sul tronco e sugli arti, completamente piatta o rilevata al centro. Il diametro è di solito inferiore a 1 cm, il colore è marrone nelle varie tonalità, non sempre distribuito uniformemente. La forma è tondeggiante od ovale, prevalentemente simmetrica e i bordi appaiono mal definiti, sfumati. La superficie è liscia con disegno cutaneo lievemente accentuato. Compare nell’adolescenza o più
Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
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LO SPAZIO DELL’ETICA Analisi di aonale SALUTE
Anselm Zurfluch, docente incaricato presso l’Università di Avignone analizza in “Empfängnisverhütung”(hänssler I fanatici dell’abbronzatura naturale o arti2000) alcuni motivi che re la speranza ficiale devono farsene una ragione: vuoi per all’umanità è Gesù e il Suo buon senso, l’abuso di esposizione al sole, vuoi per il ridi cui il Vangelo sovrabbonda. dotto spessore della fascia di ozono, i raggi
(es. contratti, comunicazioni di variazioni unilaterali) rilasciata dall’istituto di credito o da altro intermediario finanziario. Ove il Giudice accerti la presenza di un tasso usuraio, troverà applicazione il disposto dell’art. 1815, co. 2, c.c. a tenore del quale “se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”. L’art. 1815, co. 2, c.c. si riferisce testualmente al solo contratto di mutuo, tuttavia la prassi applicativa, ritiene pacificamente che tale norma operi per tutti i contratti di credito. La previsione di un interesse usurario viene pertanto “sanzionata” con la trasformazione del contratto da oneroso a gratuito. L’usurato, quindi, dovrà restituire il solo capitale e non, invece, anche gli interessi. Chi ritiene di essere stato leso con l’applicazione di interessi usurai bene potrà rivolgersi a un avvocato e/o ad un’associazione di consumatori che previa le dovute valutazioni tecniche – perizia econometrica di cui sopra- consiglieranno la migliore azione e strategia difensiva a tutela delle proprie ragioni che si potrà esplicare sia in ambito civile che penale.
tardi; può essere unico o multiplo, in media dai 15 ai 30 elementi. Il nevo melanocitico atipico è una lesione pigmentaria che presenta un diametro di solito maggiore di 6 mm; ha forma asimmetrica, bordi irregolari con pigmentazione disomogenea. Si parla di ‘sindrome del nevo displastico’ per quei soggetti i quali presentano numerosi nevi che clinicamente e istologicamente hanno caratteristiche di atipia. La sindrome ha spesso un’incidenza familiare e i soggetti affetti devono essere sottoposti a scrupolosi controlli periodici per il rischio di insorgenza di un melanoma. In generale tutti i nevi atipici devono essere strettamente monitorati, se non addirittura asportati per motivi preventivi. Il nevo melanocitico congenito è una lesione pigmentaria di colore brunastro scuro o chiaro, spesso disomogeneo per la presenza di aree bluastre o nerastre. È già presente alla nascita o compare nei primi mesi di vita. Le dimensioni sono variabili: piccoli (diametro inferiore a 1,5 cm) , medi (diametro tra 1,5 cm e 20 cm ), grandi (con diametro maggiore di 20 cm). Quando sono molto piccoli, difficilmente si distinguono dai nevi acquisiti. Solo le lesioni maggiori hanno un rischio ele-
Dottor Diego Lorusso, Specialista in Dermatologia
vato di trasformazione in melanoma (circa il 60%). Lesioni pigmentarie congenite con diametri inferiori a 10 cm si devono considerare a basso rischio e possono essere attentamente e costantemente controllate procrastinando l’eventuale escissione. I nei che il dermatologo individua come “dubbi” potranno essere asportati ambulatoriamente dal chirurgo plastico e sottoposti ad esame istologico, per escludere che si tratti di melanoma.
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La vita èdiper tutti niente i giorni raro è costellata di Non che ad problemi, proprio per questo una un’ereditàe venga chiamato un competenza quella le di minorenne; fondamentale in questo è caso essere in gradocui di gestirli, riuscire a procedure si vaper incontro raggiungere i propri obiettivi. sono piuttosto complesse ed La capacità di risolvere i problemi i tempi rischiano di allungarsi (probleevidenziamo che se c’è il notevolmente. Il minore d’età, problema c’è necessariamente anche infatti, non puòstaaccettare l’eredità una soluzione, a noi allenare la se non con benefi cio di inventario, nostra mente per trovarla in poco tempo. il che vuol dire che serve non solo un atto pubblico in cui si dichiari di accettare l’eredità, bensì anche un inventario, cioè un elenco preciso e puntuale di tutti i beni di cui il defunto era titolare. Ma questo sarebbe il minimo se non occorresse, prima di tutto, un’autorizzazione del Giudice Tutelare; ciò sta a significare che bisogna effettuare un ricorso al tribunale competente per farsi autorizzare al compimento di tale atto; stante la lentezza dei nostri tribunali, doversi munire di tale autorizzazione significa far passare (almeno) tra i due e i cinque mesi (salvo inconvenienti...). Non miglior sorte se il defunto aveva conti correnti bancari o postali; nel caso in cui non si sia riusciti a chiudere anzitempo detti conti, il prelievo del denaro dai medesimi viene solitamente autorizzato soltanto dietro presentazione di copia della dichiarazione di successione ovvero di un’apposita certificazione rilasciata dal competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate (cosiddetto modello 240). Ma ancora una volta se il denaro (o parte di esso) deve essere versato ad un minore tutto si blocca; almeno fino a quando non si presenta copia della prescritta autorizzazione del Giudice. Lo stesso accade qualora si voglia ritirare il contenuto di una cassetta di sicurezza; e pure il versamento del TFR non può essere effettuato senza che venga presentata al datore di lavoro il citato provvedimento. Da ricordare, poi, che di tutto quanto di spettanza del minore non si potrà disporre se non con ulteriori autorizzazioni da richiedere di volta in volta (per es. non si potrà vendere la quota dell’immobile ricevuto dal minore in eredità se non autorizzati; non si potrà prelevare il denaro ricevuto in eredità se non autorizzati e solo per l’ammontare previsto ecc.). DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN mceolin@notariato.it
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I fanatici dell’abbronzatura naturale o artificiale devono farsene una INGREDIENTI: ragione: vuoi per l’abuso di esposizione al sole, vuoi per il ridotto spesL IME , ZUCCHERO DI CANNA , MOJITO SODA ,1/2 CUCCHIAINO sore della fascia di ozono, i raggi del sole - da sempre amici della vita e DI CREMA DI LIQUIRIZIA della salute - oggi possono essere pericolosi per la pelle e addirittura per la vita umana. Infatti i nei, o nevi, da banali anomalie cutanee composti PREPARAZIONE diSIcellule iperpigmentate possono trasformarsi, in particolari condizioni, VERSANO TUTTI GLI INGREDIENTI DENTRO AL BICCHIERE, inSCHIACCIARE pericolosi melanomi, o tumori della pelle, la cui incidenza sulla popoIL TUTTO CON L’APPOSITO PESTELLO, lazione è in aumento. Ma quali sono le condizioni che concorrono a GHIACCIO TRITATO E SI COMPLETA IL TUTTO CON IL tale rischio? Innanzitutto sicuramente la familiarità, ovvero una predispoMOJITO SODA. MESCOLARE IL TUTTO DOLCEMENTE E sizione genetica che ha prodotto il melanoma tra gli ascendenti (genitori, GUARNIRE CON FOGLIOLINE DI MENTA, LIQUIRIZIA E UNA nonni o altriVERDE consanguinei). In attesa del test genetico per il melanoma, CILIEGINA . non ancora di studio, questi soggetti PAOLOdisponibile MARANIma in fase avanzata INFO@TERRAZZAINPIAZZA.IT dovranno sottoporsi a controlli periodici scrupolosi. In seconda istanza il
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Zona residenziale, Casa accostata su 2 livelli, con ingresso indipendente, ristrutturata e composta da soggiorno, cucina, 3 camere da letto, 2 bagni, piccolo ripostiglio e garage. Classe energetica non definita “G”. Euro 650 mensili Rif.A1408
Zona centrale a due minuti dal Duomo, Appartamento bilocale completamente arredato, composto da ingresso, soggiorno-cucina, 1 camera da letto matrimoniale, bagno e posto auto. Classe energetica non definita “G”. Euro 430 mensili Rif.A1399
ADRIA CANTIERE
Zona Ospedale ultima porzione di bifamiliare disposta su due livelli, composta da cucina, soggiorno, 3 camere da letto, 2 bagni, posto auto coperto con tettoia in legno ed ampio giardino di proprietà di circa mq.1.200. Finiture medio/alte, classe energetica “A”. Info in agenzia Rif.A1003
In Corso Vittorio Emanuele, nel pieno centro storico, su prestigiosa palazzina di nuova ristrutturazione, proponiamo in vendita appartamenti serviti da ascensore, climatizzati e dotati di impianto a pavimento con posto auto o garage, nonché negozi commerciali fronte Corso o interno alla galleria. Classe energetica “A”. A partire da Euro 170.000 Rif.A0505
In zona Amolaretta Unifamiliare di prossima
costruzione disposta su 2 livelli, composta da cucina abitabile, pranzo, soggiorno, 3 letti, 3 bagni, garage e giardino di proprietà. Ottime finiture e con possibilità di personalizzarla.
Info in agenzia
In zona centrale, a due passi dal centro, Quadrifamiliare di prossima costruzione di diverse metrature, disposta su due livelli, unita da solo garage, composta ogni unità da soggiorno, cucina abitabile, 2 camere da letto 2 bagni,
disimpegno e sottotetto non abitabile. Ottime finiture, dotata di tutti i conforts, con riscaldamento a pavimento, predisposizione aria condizionata e con possibilità di personalizzarla. Prezzo veramente interessante.
Rif.A0222
Zona centralissima, a pochi passi dal Duomo e dal centro storico, su
nuova ristrutturazione, palazzina di sole 4 unità con appartamenti di
varie tipologie, e prestigioso attico, servite da ascensore e con possibilità
di garage. Finiture medio/alte con impianto a pavimento. Consegna
primavera 2015. A partire da Euro 117.000 Rif.A0955
e-mail: adria@gabetti.it Nuovo sito web: www.gabettiadria.it
Prossima realizzazione in zona Amolaretta di porzioni di bifamiliare di ampia metratura, disposte su due livelli, con zona living, 3 camere da letto, 3 bagni, 2 disimpegni, garage e giardino di proprietà. Ottime finiture, con possibilità di personalizzarle. Consegna primavera 2015. Info in agenzia Rif. A1443