Adria marz2015 n36

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di Adria AGENZIA DI ADRIA Tel. 0426 901385 Marzo 2015

Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 36 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Sanità Caso medici di base Soluzione vicina ma ancora critiche pag.

Bottrighe La scuola media di nuovo attiva? Ora si può sperare

Giustizia Giudice di pace, idea per riaprire l’ufficio in città

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+70,5% di nuovi utenti www.lapiazzaweb.it

L’informazione locale è sempre con te: ADRIA FA FESTA: IL MASTERCHEF ARRIVA DA QUI. VINCE STEFANO

Febbre da gioco, una malattia seria

Adria festeggia e ne ha motivo. E’ stato un suo figlio, Stefano Callegaro, ad aggiudicarsi la quarta edizione di Masterchef, il reality dedicato alla cucina. L’anticipazione sull’esito della finale non ha tolto nulla all’emozione. pag. 10

Bontemponi: 50 anni e tanta voglia di cantare Traguardo importantissimo per il gruppo Bontemponi e simpatica compagnia: il sodalizio compie 50 anni di vita. Così che la tradizionale Serata d’onore del 18 aprile avrà una doppia valenza. pag. 23

All’interno del giornale

a pag.

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Gioco d’azzardo e lotterie, in Veneto la ludopatia è diventata un’emergenza che colloca la nostra fra le regioni d’Italia più colpite dalla patologia. In Veneto, a fine 2013, si contavano 35mila giocatori patologici. pagg. 27-28

politica, si candida tosi e spacca la lega

Tar, schiaffo al Polesine Si torna a cercare il gas Annullato il “blocco” imposto dalla Regione per tutelare l’ecosistema del Basso Polesine, via libera ai camion con meccanismi vibranti per individuare i giacimenti

C

on la bocciatura della richiesta del permesso di ricerca di idrocarburi contenuto nella deliberazione della Giunta regionale del Veneto del 30 dicembre 2013, la Regione pensava di aver messo una pietra sopra alla caccia al gas presente nel sottosuolo polesano. Ma così non è stato. Il Tar di Venezia, infatti, ha accolto il ricorso della Northsun Italia e ha annullato l’atto regionale nel quale si esprimeva il di-

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niego all’istanza di ricerca, in recepimento delle conformi conclusioni della Commissione regionale per la valutazione di impatto ambientale. Il progetto in questione si chiama “La Risorta” e interessa i comuni di Adria, Gavello, Taglio di Po, Villanova Marchesana, Corbola, Papozze ed Ariano Polesine in provincia di Rovigo, oltre a quelli di Berra, Mesola, Jolanda di Savoia e Codigoro in provincia di Ferrara.

La stessa Provincia di Rovigo si era pronunciata con un secco no alla richiesta dell’azienda che è, di fatto, una controllata dell’australiana Po Valley Energy. Un no che ora rischia di rimanere sulla carta. Intanto, il consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin ha presentato una proposta di modifica alla legge del Parco per bloccare anche questo tipo di ricerche. pag. 16

Editoriale Sì alle trivelle in Adriatico. Possibile!!?

L

di lorenzo Zoli*

a sentenza del Tar può non piacere. E’ magari giusto non piaccia. Ma è sacrosanta. Del resto, la differenza tra una democrazia e una dittatura sta proprio in questo: in democrazia, è permesso tutto ciò che non è esplicitamente vietato, in una dittatura è vietato tutto ciò che non è esplicitamente permesso.

*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it continua a pag.

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La Lega dal volto pulito, come veniva definita la parte del partito che non ha mai smesso di guardare a Tosi come all’unico vero leader Veneto, oltre a Zaia, ha alzato la testa e, stanca delle imposizioni di Matteo Salvini, ha rotto ogni indugio. pag. 33

L’onirico Rousseau in mostra a venezia In una conversazione di Vasilij Kandinskij a Franz Marc, l’artista Henri Rousseau veniva definito con questa affermazione: “che uomo meraviglioso era questo Rousseau!”. Per la prima volta in Italia, le opere del maestro francese. pag. 36

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news da laPiazzaweb 3

In continua crescita i visitatori nuovi e di rirorno

LE NOTIZIE PIÙ VISTE SUL SITO Protagoniste le persone sia del giornale che dell’web. Nel mese di febbraio le notizie più viste sul nostro sito sono state quelle relative alle storie di Sport, dell’Isis Rovigo hacker, e di Chiara Schiavon che ha deciso di inventarsi un mestiere partendo dalle proprie passioni, e Stefano Callegaro vincitore di Masterchef! seguici su www.lapiazzaweb.it

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EDIZIONI PIÙ VISTE SUL SITO:

L’Italia è il Paese con la minor copertura di reti digitali di nuova generazione in Europa, sotto la media europea di oltre 40 punti percentuali per l’accesso a più di 30 Mbps, un 20% di copertura, contro il 62% europeo

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on so se capita a tutti ma capita certamente a molti. Internet non è per nulla veloce in tanti, troppi comuni del Veneto. Una regione che già rispetto ad altre è avanti su tutto, figuriamoci su questo. Eppure! La banda larga è lontana a venire persino nelle zone industriali figuriamoci a casa mia! Ora però, promette il premier, tutto cambierà perché “la comunicazione sulla banda ultra larga – ha affermato Matteo Renzi – è l’abc del nuovo alfabeto economico” del Paese. Come dire che la banda larga è un genere di prima necessità per le nostre imprese che, per competere su scala mondiale hanno bisogno, come minimo, di essere veloci e al passo con i tempi della tecnologia. Purtroppo però l’Italia sconta un ritardo mostruoso, tanto che nel 2014 risultava ancora il Paese con la minor copertura di reti digitali di nuova generazione (Nga) in Europa, sotto la media europea di oltre 40 punti percentuali per l’accesso a più di 30 Mbps, un 20% di copertura, contro il 62% europeo; con la prospettiva di giungere solo nel 2016 al 60% di copertura a 30 Mbps e in assenza di piani di operatori privati per avviare la copertura estensiva a 100 Mbps. Una realtà dura da capire prima ancora che da accettare. E noi veneti dovremmo essere i primi a lamentarcene vista la nostra

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propensione al lavoro veloce e all’efficienza ad ogni costo. Ben venga dunque lo sforzo del governo Renzi che ha varato il piano per la banda larga con obiettivi di copertura fino al 50% della popolazione a 100 Mbps (Megabyte per secondo) entro il 2020. L’investimento sarà ingente Il piano prevede investimenti pubblici per 6 miliardi da qui al 2020 “che – ha spiegato il ministro Delrio – avranno un effetto moltiplicativo”, spingendo i privati a investire a loro volta e “permetteranno all’Italia di superare gli obiettivi europei”. Altri 2 miliardi saranno messi dalle aziende in base ai piani di investimento già annunciati. Infine il governo spera di riuscire a “sollecitare” le imprese a investire ulteriori 4 miliardi. L’impegno dei privati, putroppo e per forza di cose è fondamentale e da questo dipenderà la copertura dell’intero territorio italiano. “Il piano sulla banda ultra larga - ha spiegato il ministro Guidi - garantirà al Paese le autostrade digitali con le corsie giuste come quelle di qualsiasi altro paese europeo che voglia competere nei mercati globali”. Ottimo a dirsi, difficile a farsi visto che ancora oggi navighiamo in rete non attraverso autostrade digitali ma attraverso sentierini accidentati di campagna, ogni tanto incespicando su “una buca intergalattica” che ci disconnette e addio al resto del mondo!

OZ

Le edizioni storiche sono anche quelle più lette dai lettori della piazzaweb: Chioggia, Miranese nord, Rovigo. Cittadine molto vivaci sia dal punto di vista politico che culturale e sportivo!

Renzi ci regala la banda ultra larga. Arrivasse almeno la banda larga…

Questa edizione raggiunge le zone di Adria, Petorazza e Papozze per un numero complessivo di 8.177 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120 Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

REDAZIONE:

Direttore responsabile (ad interim)

Germana Urbani direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 16 marzo 2015 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)

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Il BLOG DEL DIRETTORE La lettera di una lettrice fornisce lo spunto per parlare di un argomento di grande attualità: è bene fidarsi dei vaccini oppure no? Come ci si informa davvero? Una delle Ulss del Veneto va a trovare le mamme a casa loro? Un’ingerenza o giusta informazione? seguici su www.lapiazzaweb.it/ category/il-blog-del-direttore/

IL SONDAGGIO E’ entrata nel vivo la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali. Vien da chiedersi, però, viste gli esiti di altre elezioni regionali degli ultimi tempi, se i veneti ci credono ancora. votare serve? seguici su www.lapiazzaweb.it/ sondaggio/

ADOTTAMI, I NOSTRI AMICI ANIMALI Dolci, divertenti, sorprendenti e bisognosi di affetto. Se avete a cuore i nostri amici animali vi preghiamo di mandarci le foto di cuccioli abbandonati che cercano casa. Vi aiuteremo a trovarne uno per ognuno. seguici su www.lapiazzaweb.it/ category/animali/

LA NOSTRA PAGINA MOTORI Abbiamo presentato molte auto protagoniste del salone di Ginevra. Nuovi modelli, schede tecniche, confort e tutto quanto un appassionato cerca in fatto di motori. Una pagina sempre aggiornata seguici su www.lapiazzaweb.it/ category/motori/


4 Argomento del mese EMERGENZA E POLEMICA La nostra provincia non si tira indietro per soccorrere chi arriva qui per sfuggire a morte e persecuzione. Ma ha sollevato varie perplessità la decisione di sistemare qui anche un gruppetto di profughi che da programma avrebbe dovuto essere gestito da Padova. Il prefetto rassicura: “Sistemazione temporanea”. E si cerca di snellire la burocrazia

Soccorso ai profughi,

di Eiisa barion

Ambiscono allo status di rifiugiati. La metà di loro però quasi certamente non lo avrà

La soglia massima di presenze in provincia è stata fissata a quota 160. Frequenti i ricambi

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ali, Senegal, Costa d’Avorio. Da anni il Polesine sta accogliendo i profughi provenienti da varie zone dell’Africa e che raggiungono le coste italiane per la maggior parte attraverso i cosiddetti “viaggi della speranza”. Di sbarchi l’Italia ne registra quasi ogni giorno: migliaia i migranti che, attraversato il Mediterraneo, arrivano sulle nostre coste e vengono soccorsi. Altrettanto spesso si registrano invece gravi tragedie in cui perdono la vita centinaia di persone. Anche il Polesine, in tutto questo, sta facendo la propria parte, accogliendo una quota di migranti che, dai centri di accoglienza, vengono destinati in Veneto. Non solo: la provincia di Rovigo sta facendo uno sforzo che va oltre il massimo stabilito. Per intenderci: il Ministero dell’Interno ha deciso che la nostra regione può ospitare una quota di migranti pari a 3.742 persone e la loro accoglienza è regolata dal Tavolo di coordinamento regionale formato dai prefetti di tutte le sette province che si sono riuniti intorno alla metà di febbraio per fare il punto della situazione. La strategia finora seguita dalle Prefetture è stata quella di rivolgersi agli organismi di volontariato e alle

strutture ricettive per consentire una distribuzione diffusa per numeri medio piccoli sul territorio provinciale fino ad una quota massima stabilita sulla base della popolazione residente. Quota che per il Polesine si aggira intorno alle 150/160 persone. Ma proprio nei giorni scorsi il numero di migranti alloggiati in varie strutture del territorio (una sessantina si trova, ad esempio, tra l’hotel Delta park e Villaregia a Porto Viro, altri sono stati ospitati all’ostello Canalbianco di Arquà Polesine) è stato superato di qualche decina. Già, perché a Loreo, nella struttura Piccola Venezia di Retinella, sono stati collocati 39 nuovi migranti dei quali ben 34, secondo quanto riferito dal prefetto Francesco Provolo, sarebbero stati assegnati alla provincia di Padova mentre la prefettura rodigina aveva dato la disponibilità ad accogliere solo cinque nuovi arrivi da aggiungere ai 152 già presenti. Va detto che, sempre secondo il prefetto Provolo, la loro permanenza in Polesine sarà molto breve, al punto da non alterare, di fatto, la quota massima di migranti assegnata alla nostra provincia, fissata intorno alle 160 persone. La quasi totalità dei profughi in Polesine sono infatti in

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A Porto Viro sono una risorsa preziosa

N

el mare di polemiche che la presenza dei profughi sta scatenando a livello politico in Polesine, c’è chi considera i migranti una risorsa e non un problema. E’ il caso del comune di Porto Viro in cui sono presenti circa 60 profughi accolti nell’ambito delle operazioni di soccorso Mare nostrum. Sono alloggiati all’hotel Delta Park, in attesa del riconoscimento della protezione internazionale ed è rivolto proprio a loro il progetto avviato dalla giunta, guidata dal sindaco Thomas Giacon, insieme ad alcune associazioni, alla cooperativa sociale Porto Alegre di Carlo Zagato e alla Comunità missionaria Villaregia di padre Giorgio Parenzan. Il progetto prevede che alcuni di questi ragazzi (la loro età, in media, si aggira intorno ai 25 anni) siano impiegati in alcune attività di utilità sociale non retribuite nelle associazioni Gruppo iniziative per l’ambiente, Le dune, Ads Calcio Porto Viro, Acras Murazze e nella cooperativa sociale Titoli minori. “L’obiettivo – spiega l’assessore alle Politiche sociali Tania Azzalin – è quello di promuovere l’inclusione sociale di questi ragazzi. Le attività serviranno a promuovere la corresponsabilità e la reciprocità dei beneficiari nei confronti della comunità locale. Credo sia un’iniziativa importante che non solo dà la possibilità di impegnare il loro tempo ma anche di promuovere la conoscenza ed il coinvolgimento dei richiedenti protezione internazionale nella vita sociale”. Ai ragazzi, benché non retribuiti, sarà garantita un’assicurazione da parte delle associazioni o della cooperativa Porto Alegre. El. Ba.

attesa del riconoscimento della protezione internazionale da parte della commissione territoriale, al centro, proprio in questi giorni, di un’azione di riorganizzazione sull’asse GoriziaVerona-Padova. La protezione internazionale può assumere diverse forme ma per qualcuno, però, c’è anche la bocciatura: in media, come ha spiegato Carlo Zagato, presidente di Porto Alegre, la cooperativa che si occupa del loro inserimento sociale, il 50% delle richieste viene respinto per la mancanza dei requisiti. Ciò che è certo, comunque, è che, complice la campagna elettorale alle porte, sul tema dei profughi si sta scatenando una vera e propria battaglia politica che vede in prima linea i partiti del fronte anti-immigrazione come ad esempio Forza Nuova e la Lega Nord con in testa il governatore Luca Zaia, in cerca di essere confermato per altri cinque anni alla guida del Veneto. Dall’altra ci sono amministrazioni di segno politico opposto, come ad esempio il Comune di Porto Viro, che si sta impegnando a portare avanti nuovi progetti di integrazione sociale rivolti proprio ai profughi presenti sul suo territorio.

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Argomento del mese 5 I contrari

Polesine in prima fila Il caso I giovani si lamentano delle lungaggini nell’iter burocratico per il loro status

E scatta pure la protesta. Pacifica, ma decisa di Elisa barion

I

profughi ospiti in Polesine sono alloggiati in diverse strutture ricettive dislocate sul territorio. Il tavolo di coordinamento delle Prefetture venete ha stabilito che debbano essere divisi in piccoli gruppi. E qualcuno di loro, nei giorni scorsi, si è fatto sentire, arrivando fino a Rovigo. E’ il caso di alcuni ragazzi del Mali che in questo momento si trovano a Porto Viro, alcuni alloggiati all’hotel Delta Park altri a Villaregia, una sessantina in tutto. Mentre il Comune ha varato un progetto di integrazione sociale che li vede protagonisti insieme ad alcune associazioni locali, questi ragazzi, di età media intorno ai 25 anni, verso la fine del mese di marzo hanno protestato pacificamente occupando un incrocio della città bassopolesana per un paio d’ore. Quattro di loro, invece, sono arrivati a bordo di un furgoncino nel capoluogo chiedendo di essere ricevuti dal prefetto. Nessuno scompiglio e nessuna protesta dai toni forti ha caratterizzato l’incontro: il dialogo con i funzionari della Prefettura è stato sereno e pacifico. Tutto questo mentre a Porto Viro una decina di loro stava seduto o in piedi ad occupare le strisce pedonali all’incrocio tra via Zara, via Battisti e corso Risorgimento. Fermi lì, davanti agli occhi dei cittadini, hanno srotolato uno striscione bianco come segno della loro protesta silenziosa e pacifica. I ragazzi sono in attesa che la commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale li convochi individualmente per valutare le loro richieste. Ma, a quanto riferisce Carlo Zagato, presidente della cooperativa sociale Porto Alegre che si occupa della loro accoglienza, “i tempi burocratici stanno risultando più lunghi del previsto”. E aggiunge: “Di norma questa procedura si avvia in pochi mesi ma i nuovi arrivi hanno fatto dilatare i tempi”. Vedersi riconoscere la protezione internazionale consentirebbe loro di potersi invece muovere liberamente per raggiungere i parenti nel Nord dell’Europa.

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“Rubano i diritti dei nostri avi” L

a presenza dei profughi in Polesine, come in tutto il Veneto, ha avuto conseguenze sul piano politico. Diverse sono state infatti le voci contrarie alla loro presenza sul territorio che si sono sollevate da più fronti. In primis quella del governatore Luca Zaia che pochi giorni fa è intervenuto affermando senza mezzi termini che “l’emergenza profughi dal Nordafrica, gestita in Libia dai terroristi dell’Isis, e in Italia dalle organizzazioni malavitose, diventerà invasione, una specie di guerra in cui il nemico usa come armi degli esseri umani di fatto ridotti in schiavitù”. E ha aggiunto: “Noi diciamo basta, i territori dicono basta. Occorre prendere immediatamente contromisure efficaci, la prima delle quali è il blocco navale come deterrente alle partenze. La seconda è convogliare in un fondo internazionale la valanga di milioni che si spendono per Frontex e per un’accoglienza che non è tale e utilizzarli per portare aiuto alle popolazioni che soffrono nei loro paesi”. Il presidente del Veneto cita anche il caso di Loreo dove l’arrivo di 39 nuovi profughi nella struttura Piccola Venezia di Retinella era stato pianificato senza che il sindaco fosse avvertito: “Questa è prepotenza istituzionale, non gestione di un’emergenza perché in un colpo solo si offende la dignità dei cittadini, delle istituzioni locali e anche degli immigrati che, una volta sbarcati, vengono trattati come pacchi postali da spedire il più lontano possibile, il prima possibile”. Dalla parte del governatore è schierata la Lega Nord di Rovigo i cui militanti da settimane distribuiscono dei volantini al mercato e davanti alle chiese la domenica mattina per protestare contro l’immigrazione clandestina. Per loro la questione è strettamente collegata al tema della sicurezza: “La sicurezza per noi è un tema importante visto che furti e rapine sono ormai all’ordine del giorno così come i continui sbarchi Manifestazioni incontrollati di immigrati. La situazione di dissenso anche è ancora più allarmante per il fatto che dalla Lega. Allarme tra questi potrebbero esserci infiltrati dei per le infiltrazioni terroristi dell’Isis” ha dichiarato Alberto dell’Isis Cavalieri snocciolando alcuni dati: “Secondo i dati della Frontex (l’agenzia europea per la gestione della cooperazione alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Ue), gli immigrati clandestini nei primi mesi del 2014 erano aumentati dell’823% per arrivare ad un totale nell’intero 2014 di oltre 170mila. Questi dati sono allarmanti visto che solo una piccola parte sono rifugiati politici, e tutti gli altri che fanno? E’ un traffico di esseri umani, uno dei tanti business delle mafie. Questo non è essere xenofobi o razzisti, ma realisti e razionali”. Sulla stessa linea anche Michele Capanna, sempre della Lega Nord: “Mare Nostrum è un’operazione che incentiva l’immigrazione clandestina dragando le casse dello Stato di risorse che potrebbero invece essere impiegate per gli italiani in difficoltà. Solo una minima parte di migranti è costituita da veri rifugiati politici”. E proprio a Porto Viro, dove i profughi hanno protestato contro i tempi lunghi della commissione territoriale che si occupa del riconoscimento della protezione internazionale, nei giorni scorsi si è svolta una manifestazione di protesta dei militanti di Forza Nuova. Durante il mercato settimanale del sabato tra via Roma e piazza Marconi, gli esponenti del partito, per voce del loro coordinatore provinciale Enrico Mantoan, hanno fatto sapere: “Questa manifestazione vuole dare voce al popolo italiano che si vede derubato dei diritti guadagnati dai propri avi e si trova beffeggiato dal governo che continua a finanEl. Ba. ziare un’immigrazione sconsiderata”.


6 Adria Sanità Individuata una professionista che gestirà i 350 pazienti lasciati “liberi”

Caso medici. Emergenza (quasi) finita Ma Grotto e Barzan attaccano ancora: “Situazione gestita male, problemi nel passaggio di consegne”

Il bando definitivo della Regione dovrebbe andare in porto entro un anno circa

di Elisa Dall’Aglio

P

otrebbe essere vicino a una soluzione il “caso” dei medici di base ad Adria. Il cui numero si era bruscamente ridotto, complice il pensionamento, di tre unità. Una diminuzione significativa in un centro come Adria, che aveva immediatamente portato a una serie di disagi immediatamente portati all’attenzione dell’amministrazione comunale e dell’azienda sanitaria Ulss 19 di Adria e del Basso Polesine. Ora l’allarme potrebbe rientrare, dal momento che entro fine marzo almeno una nuova dottoressa dovrebbe prendere servizio, così da rendere la situazione almeno un po’ più tollerabile. La buona novella arriva direttamente dal direttore generale dell’Ulss 19 Pietro Girardi. “Abbiamo individuato - dichiara - il sostituto per i circa 350 pazienti che, al momento, non hanno ancora provveduto a scegliere un nuovo medico curante tra quelli attualmente presenti sul territorio”. Anche nel caso che il medico donna in questo modo individuato non dovesse accettare, in ogni caso la soluzione non dovrebbe farsi attendere. “Se questa professionista - continua infatti GIrardi - che, come prevede la legge in materia, è della provincia di Rovigo, non dovesse accettare l’incarico proposto, siamo già pronti

a contattare professionisti da fuori provincia”. Nessun allarme quindi. Il tutto con una precisazione. “Si deve sempre tenere conto - dice infatti ancora il numero uno della sanità ad Adria e in Basso Polesine - che stiamo parlando di una dottoressa che avrà un incarico provvisorio, di sostituto, in attesa che la Regione completi le procedure previste per l’emanazione di un bando di concorso per scegliere in maniera definitiva il medico”. I tempi non si annunciano in ogni caso celeri. Potrebbe essere necessario un anno circa. Intanto la soluzione ponte comunque consentirà anche a quei circa 350 adriesi che non hanno cambiato curante di non rimanere scoperti nel corso di questo periodo. Tutto risolto quindi? Non proprio. Le polemiche, infatti, continuano a non mancare. Ad aprire la carrellata delle critiche è Michela Grotto, del Comitato per l’articolo 32 sanità e sociale, assieme Rosa Barzan, consigliere comunale dell’Idv. Accusano l’azienda di essersi attivata con ritardo eccessivo: “I cittadini sono stati abbandonati. I pazienti dei medici di base ora in pensione si sono dovuti arrangiare, sobbarcandosi lunghe code agli sportelli per

Rosa Barzan (Idv), assieme a Michela Grotto (Comitato Articolo 32 per la sanità e il sociale) commentano la situazione. Nonostante si intraveda la fine dell’emergenza, sottolineano come si sarebbe potuto agire con maggiore lungimiranza, in modo da evitare i problemi per la cittadinanza che si sono verificati. Per esempio a causa del passaggio di consegne tra medici trovarsi un nuovo punto di riferimento tra quelli già esistenti per le cure, le ricette e le impegnative per effettuare esami diagnostici”. Il tutto con una ulteriore complicazione: se infatti nei passaggi da un medico all’altro i casi più complessi e delicati sono stati gestiti con il massimo dell’attenzione e della professionalità, qualche problema c’è stato nel caso di passaggi di consegne maggiormente routinari, ma non per questo banali per i diretti interessati.

“I nuovi medici si lamentano di non essere in grado di ricostruire la storia clinica di molti pazienti gravi – proseguono Grotto e Barzan – Molti anziani non ricordano tutti i farmaci assunti in passato o tutti gli esami diagnostici a cui sono stati sottoposti fino a ora. Col rischio di riferire al nuovo curante dati sbagliati o parziali o peggio, di dover ripartire da zero. Sarebbe stato opportuno muoversi con maggiore anticipo. Così sarebbe stato possibile evitare tanti disagi”.

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E

’ una conferenza stampa fiume quella indetta il 5 marzo scorso dall’assessore ai Servizi sociali del Comune di Taglio di Po Veronica Pasetto. Seduti allo stesso tavolo erano presenti il sindaco di Porto Viro Thomas Giacon e l’assessore Tania Azzalin, il sindaco di Porto Tolle Claudio Bellan e l’assessore Leonarda Ielasi. Non presente per motivi personali il sindaco di Papozze Pierluigi Mosca. “Abbiamo indetto questa conferenza stampa - ha spiegato Pasetto – a seguito della conferenza dei sindaci svoltasi ad Adria. Era in calendario la nomina del vicepresidente. Per la precedente nomina del sindaco di Adria Massimo Barbuiani a presidente si era proceduto con il voto unanime di tutti e dieci i Comuni al tavolo, compresi quelli di centrosinistra, per ricercare una maggiore condivisione e unitarietà di intenti poiché la conferenza dei sindaci rappresenta l’intero territorio dell’Ulss 19. A seguito di precedenti incontri era stato appurato che la vicepresidenza doveva essere riconosciuta al centrosinistra, in qualità di minoranza. Purtroppo abbiamo assistito ad uno sbarramento da parte del centrodestra sulla mia persona, proposta in base all’esperienza maturata in questi anni”. “Da parte nostra - ha specificato Bellan – c’era la volontà di andare oltre gli schieramenti politici. La motivazione di questa ostruzione, secondo i sei rappresentanti della maggioranza al tavolo, risiedeva nel fatto che il vicepresidente doveva essere un sindaco, non un assessore”.

SCONTRO TRA COMUNI “I nostri 4 Comuni – ha aggiunto Giacon – rappresentano più della metà dei cittadini dell’Ulss 19. In questo modo non sussiste una completa rappresentatività. Il nostro primario interesse è quello dei cittadini. Uno dei problemi più gravi da affrontare è la questione relativa la perdita del titolo della Casa di Cura Madonna della Salute come presidio ospedaliero. Tale richiesta, portata avanti in Regione, ha dato sinora esito negativo”. “Ovviamente a seguito di questa ostruzione durante la Conferenza dei sindaci – ha specificato l’assessore Pasetto – c’è stato l’abbandono da parte nostra della seduta perché ci siamo trovati di fronte ad un atteggiamento di chiusura e ad una mancanza di rispetto nei confronti di una minoranza che è solo politica e non in termini di abitanti. Eravamo comunque consapevoli che il fatto di essere usciti non avrebbe creato un disagio nell’approvazione dei successivi punti all’ordine del giorno perchè c’era comunque il numero legale”. “Rimaniamo comunque disponibili al confronto – ha concluso Bellan – in modo da ripristinare le discussioni. Vogliamo comunque ricordare che durante la precedente presidenza di Marina Bovolenta, il ruolo di vicepresidente era ricoperto dall’ex assessore di Porto Tolle Silvana Mantovani”. “Il fatto che il ruolo di vicepresidente debba essere ricoperto da un sindaco – ha aggiunto la Pasetto - ci è sembrata più una giustificazione che non la reale motivazione”. Si. Bo.



8 Adria Il caso Spinello attacca: “Da parte della giunta un enorme errore di presunzione”

Progetto Borghi: “Che autogol!” di Martina Celegato

Editoriale

Sì alle trivelle in Adriatico. Possibile!!? di lorenzo Zoli* segue da pag.

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“Spesa una fortuna per ritrovarsi sul web castronerie e assurdità, tradizioni e cibi inesistenti”

in dal lancio del progetto Borghi Autentici Sandro Gino Spinello, segretario della compagine adriese del Pd, ha più volte manifestato il dissenso. Quali siano i punti cardine sui quali si basa la critica, siamo andati a chiederlo al diretto interessato. Quali sono le “accuse” verso il progetto? Ci sono dei particolari aspetti che non si adattano assolutamente ad Adria? “Nella fase preliminare, già, si capiva che erano proposte ‘stereotipate’ che potevano andare bene in ogni parte d’Italia, praticamente erano schede progettuali predeterminate per ottenere finanziamenti, quello che è mancato da subito è stata la capacità di adattare il progetto alle caratteristiche, alle peculiarità, alle esigenze della nostra città. In un primo momento sembrava che la gestione del progetto fosse stata affidata a giovani professionalità locali che molto probabilmente sarebbero state in grado di fare molto meglio dell’associazione Borghi Autentici. Questo cambiamento di rotta resta un punto ancora oscuro. Praticamente tutto quello che si è visto ad Adria è stato percepito come fuori luogo, slegato dal contesto, troppo costoso rispetto alla consistenza dell’evento.” Dove avrebbero potuto essere investiti questi Quali sarebbero le spese da voi considerate soldi? inutili? “Avere una somma così consistente per la “La somma impegnata, 198mila euro di fondi promozione turistica del nostro territorio non sarà europei e 103mila euro dal bilancio comunale, è un’occasione facilmente ripetibile. Pur sapendo che un’enormità di questi tempi; gli la somma a disposizione doveamministratori dovevano essere “Sbagliato va essere usufruita entro tempi i primi ad esserne consapevoli, non coinvolgere ristretti; si doveva fare una scelinvece hanno dato l’immagine professionalità ta precisa, investire sul futuro, di spendere dei soldi solo per- locali come si era organizzare attività, situazioni ché li avevano a disposizione. pensato in origine” che fossero a corollario di un Un’altra responsabilità pesante grande evento a dimensione è di aver impegnato somme ingenti in pubblicità che quanto meno nazionale da ripetere periodicamendi fronte al flop e alla pochezza delle manifestazioni, te, autofinanziandosi. Per Adria si poteva pensare si sono trasformate in un boomerang per l’immagine qualcosa sulla tipicità dei prodotti locali, sulla nostra della città.” storia, sulla scuola oppure un evento legato al Po ed

L’INCONTRO

Gino Sandro Spinello, ex senatore e referente del Pd adriese e provinciale, illustra quelli che a suo avviso sono stati gli errori nel predisporre “Borghi Autentici”

al suo Delta” Cosa non andava proprio fatto e cosa invece doveva essere fatto? “Sicuramente non mettere in ridicolo la nostra comunità con errori grossolani nei siti web, come inventarsi tradizioni o cibi che da noi non esistono o dire che Papozze è frazione del Comune di Adria. Spero ci sia risparmiato vedere sotto i segnali che indicano l’ingresso nel centro abitato la scritta ‘Adria, Borgo Autentico’, sarebbe davvero troppo per la Città che ha dato il nome al Mare Adriatico. La gestione è stata un’imperdonabile presunzione di autosufficienza da parte della Giunta, gravissimo è stato il non avere voluto coinvolgere le enormi risorse culturali ed intellettuali presenti nel nostro territorio, collettive e individuali.”

Quindi, in mancanza di una legge che impedisca la ricerca di idrocarburi in Alto Adriatico con la metodologia del vibroseis, i giudici hanno fatto ciò che dovevano: annullare il “no” della Regione alla esplorazione, basato su una norma appunto regionale non più al passo con i tempi. Certo: anche una bambino capirebbe che la ricerca è quasi certamente finalizzata allo sfruttamento dei giacimenti. Ma questo non è un problema dei magistrati: è giusto che non lo sia. E’ un problema dei politici. Sta a loro ora difendere il territorio. E magari trovare una volta per tutte una via per lo sviluppo che non passi necessariamente per lo sfruttamento intensivo, per le grandi infrastrutture, per l’attesa di qualche investitore che si metta le mani sul cuore e dirotti qui i suoi progetti. E’ una via facile, questa. Ma costellata di disillusioni. Pensiamo al caso Enel: 10 anni di promesse, di annunci mirabilanti per la centrale di Porto Tolle. Avrebbe dovuto essere convertita prima a combustibile tipo Orimulsion, poi a carbone. Si è parlato di investimenti per oltre 2 miliardi di euro, di centinaia di posti di lavoro. Alla fine, Enel ha mollato: non se ne farà nulla. Non si può sempre dipendere dagli altri. Il territorio va difeso, valorizzato, tutelato, pensato 365 giorni all’anno. Non solo quando all’orizzonte si palesa una possibile minaccia. Bello – davvero – che ora il mondo politico faccia quadrato contro le estrazioni e la subsidenza. Ma non deve essere questo il movente, perlomeno quello prioritario, per capire che nel Delta abbiamo un tesoro. Un Parco che è un tesoro vero. Rendersene conto, pianificare, investire, anche creare. Trovare una strada per lo sviluppo che in altri paesi è realtà per decenni. E all’improvviso, quasi senza accorgersene, le trivelle non faranno più paura.

*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it

Parla Patrizia Osti

MA L’ASSESSORE CI CREDE: “GRANDE OPPORTUNITA’ PER IL TURISMO”

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opo le spinte e gli appelli rivolti all’amministrazione con il Progetto Adria Borgo Autentico sembra finalmente sia arrivato il momento di realizzare qualcosa di concreto per incentivare il turismo in città. L’incontro pubblico intitolato “Il borgo degli incanti, Adria Borgo Autentico…un nuovo inizio” momento conclusivo in riferimento al progetto “Adria Borgo autentico nelle terre dei grandi fiumi” si è

tenuto lo scorso 25 febbraio all’Auditorium Saccenti dove si sono radunati rappresentanti del mondo del turismo, delle associazioni e del commercio, oltre agli studenti dell’Istituto Cipriani. L’inizio di una trasformazione radicale per la città di Adria guidata dall’assessore delegato al turismo Patrizia Osti che ha descritto l’adesione al percorso “Borghi autentici” come un vero e proprio toccasana per ampliare le proposte turistiche

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della città e simbolo della collaborazione fra realtà commerciali, associazioni e politica locale. L’idea, ha detto nel dettaglio l’assessore Osti, è quella di trasformare Adria in un’esperienza per il turista, non solo un luogo, che lo coinvolga in una realtà unica fatta di storia, cultura e ambiente unico nel suo genere. La valorizzazione turistica sarà anche veicolo per far conoscere ai più giovani e far riscoprire agli adulti le peculiarità della città. Ma. Ce.

L’assessore Patrizia Osti

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Adria 9 Servizi Il decreto Milleproroghe consente ai Comuni di riprovarci

C’è un piano per il giudice Barbujani ci spera, assieme all’avvocato Guarnieri. Ma servono anche gli altri Comuni di Martina Celegato

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isale ad alcune settimane fa la notizia relativa alla possibilità di ripristino dell’ufficio del giudice di pace ad Adria. Una possibilità accolta con piacere dal sindaco e dalla giunta. E’ il decreto mille proroghe a ridare speranza per quanto riguarda la presenza della giustizia nella città di Adria. Il tribunale non riaprirà, ma qualche speranza potrebbe esserci almeno per il giudice di pace. L’amministrazione ha tempo fino al 31 luglio per completare tutte le pratiche amministrative richieste ma soprattutto per

Focus

L’ostacolo è soprattutto economico: servono circa 100mila euro all’anno accordarsi con gli altri comuni e trovare i fondi necessari, che ammonterebbero a circa 100mila euro l’anno. “E’ senza dubbio una buona notizia afferma Massimo Barbujani - e sicuramente ci impegneremo per fare tutto ciò che è possibile per riavere il Giudice di Pace in città”.

La situazione però non è così semplice e a volte la buona volontà e l’impegno non sono sufficienti. “Le incombenze sono sempre molte e i tagli da parte del Governo sempre più ingenti. Fortunatamente siamo riusciti a non tagliare nessuno dei servizi essenziali alla cittadinanza” conferma Barbujani. Approfondendo la questione del Giudice di Pace, afferma: “Come sindaco mi sono già informato con il dirigente comunale a riguardo in quanto la possibilità di salvare l’ufficio c’era stata anche due anni fa quando all’ultimo non si è trovato l’accordo

L’appello del primo cittadino Il sindaco ci crede: “si tenga conto del nostro territorio”

L

a questione della Giustizia ad Adria è senza dubbio fra gli argomenti che maggiormente hanno coinvolto sia cittadinanza che amministrazione soprattutto in funzione dell’accorpamento scelto dal Governo centrale per contenere le

Il Tribunale non riapre, l’ufficio del giudice di pace forse con i Comuni che dovevano versare la loro quota. Per supplire alle spese dell’ufficio la quota richiesta ai comuni oscilla fra 1.30 e 1.70 euro pro capite. Per alcuni comuni popolosi come Porto Viro rappresenta una fetta considerevole sul bilancio. Da parte mia l’impegno c’è tutto, non a caso l’ufficio del Giudice di Pace è ancora interamente arredato, ma purtroppo la scelta deve fare i conti con le possibilità economiche. A stretto

spese che ha portato alla soppressione delle sedi distaccate di tribunale, accorpate a quella del capoluogo. E’ quanto accaduto ad Adria, la cui sede distaccata di Tribunale ad oggi è uno stabile vuoto dove purtroppo la giustizia non può più essere esercitata delegando tutto alla sede centrale di Rovigo. Il tutto non senza problemi logistici, sia per l’utenza che per la sede principale, impreparata alla nuova affluenza. Come evidenziato dal Sindaco Barbujani le peculiarità del territorio polesano, in primis

giro contatterò tutti i sindaci interessati. La riapertura sarebbe auspicabile, vista la peculiare conformazione dl territorio e il caos che inevitabilmente si è creato con la confluenza di tutte le pratiche presso la stessa sede”. “Abbiamo inoltre - conclude Barbujani - la collaborazione dell’avvocato Guarnieri che si farà portavoce della questione presso le istituzioni, interessando anche l’ordine degli avvocati”.

la sua conformazione, richiedonouna presenza degli uffici ben distribuita sul territorio. La possibilità di riavere il Giudice di Pace nella sede della città etrusca rappresenterebbe quindi un’importante possibilità non solo per Adria, che sicuramente ritroverebbe il suo ruolo da protagonista in tutta l’area, ma anche per i paesi circostanti. Ma. Ce.

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10 Adria La storia Ha vinto il reality dedicato al mondo della cucina e della ristorazione

Stefano ce l’ha fatta: é lui il Masterchef! di Martina Celegato

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’ arrivato a sorpresa, immerso nelle polemiche, il trionfo dell’adriese Stefano Callegaro alla quarta edizione del reality del momento trasmesso su Sky Uno, Masterchef. Una vittoria che, nonostante le polemiche dei giorni precedenti ha colto di sorpresa gli spettatori che non hanno potuto far altro che festeggiare la gioia della vittoria con l’adriese che si è aggiudicato i 100mila euro (in gettoni d’oro) in palio e la pubblicazione di un libro di ricette. Una sfida accattivante quella che ha coinvolto l’agente immobiliare impegnato nella sfida finale con Nicolò Prati, classificatosi secondo, e Amelia Falco, terza. La sfida finale ha visto quindi coinvolti Stefano e Nicolò nella realizzazione di un menù degustazione degno di un ristorante stellato. Un menù che ha saputo mescolare al meglio gli ingredienti e piatti di diverse tipologie quello di Stefano che ha previsto i seguenti piatti: battuta di filetto con pane croccante al prezzemolo e spuma di bagnacauda, insalata di astice blu con mela verde, cernia in saor con cipolla e pinoli, risotto alle seppie nere con gelato alle fave, mango e gel di gin tonic, anguilla in due cotture, crema dolce di pere caramellate, mousse di pecorino salato e crumble di pane croccante. Un perfetto connubbio di ricercatezza e tradizione come testimonia la presenza di alcuni degli ingredienti più tipici dell’area del Polesine. Una vittoria conquistata a suon di sfide ai fornelli da uno Stefano pronto a mettersi in gioco. A poco sono valse infatti le indiscrezioni svelte dal celebre programma “Striscia la Notizia” che proprio tre giorni prima dalla messa in onda della finale (è da sottolineare

Oltre al premio in denaro adesso potrà pubblicare anche un libro di ricette sue che il programma è registrato quindi le puntate vanno in onda ben dopo l’effettivo svolgersi della sfida) aveva svelato il nome del vincitore identificato proprio nell’adriese, annunciando inoltre un’irregolarità nella partecipazione del giovanissimo Nicolò, di soli 21 anni, che sempre secondo il tg satirico avrebbe lavorato all’interno della cucina de ristorante milanese Sadler, notizia poi smentita dallo stesso ristorante. Insomma una vera e propria anticipazione che, viste le tempistiche, ha messo in difficoltà, ma non troppo considerato l’aplomb con cui hanno risposto tutte le persone coinvolte. L’audience del programma ha comunque raggiunto una percentuale altissima. Prova del fatto che, nonostante le anticipazioni e il cosiddetto “spoiler”, l’attaccamento dei telespettatori al programma e ai personaggi, quelli ormai parte dello stesso format ossia i tre chef stellati Cracco, Bastianich e Barbieri, ma anche i concorren-

Le anticipazioni sulla finale di “Striscia” non hanno rovinato la festa. E neppure l’audience

Stefano Callegaro, agente immobiliare vocato ai fornelli

L’adriese si è aggiudicato il primo posto al termine di una supersfida ai fornelli ti che ogni anno si caratterizzano per particolari comportamenti, atteggiamenti e ricette, sono elementi solidi in grado di resistere anche alle anticipazioni. Una bella vittoria, quindi, quella dell’adriese, festeggiata dai tanti compaesani ma anche da tanti telespettatori che magari nulla hanno a che vedere con il Polesine, ma che comunque si sono affezionati a Stefano.

REALITY Un format di successo

Ma le vere stelle sono i tre giudici

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asterchef è il format che ha fatto amare la cucina agli italiani. Prodotto da Magnolia e basato su un format internazionale, Masterchef rappresenta ormai da anni uno dei reality di maggior successo, che ha portato migliaia e migliaia di telespettatori ad appassionarsi alla cucina e ai suoi mille aspetti che di certo i tre chef stellati scelti come giudici nell’edizione italiana non mancano di mostrare. Carlo Cracco, Joe Bastianich e Bruno Barbieri, arrivati ormai alla quarta edizione del reality rappresentano una delle squadre che raccolgono maggior successo sia a livello di ascolti che di stima da parte del pubblico. Come tutti i reality anche Masterchef si basa sulla sfida fra i concorrenti, in questo caso ovviamente ai fornelli, in un percorso di prove e ricette sempre più difficili fino a far rimanere solo uno dei concorrenti. Sfide impegnative che, considerata una delle clausole dei partecipanti che devono essere assolutamente principianti quindi non aver lavorato all’interno di cucine professionali, senza dubbio puntano a mettere in luce diversi aspetti dell’abilità ai fornelli. Ma. Ce.


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12 Adria Servizi La nuova collocazione è stata individuata. Ma i costi non sono cosa da poco

Csa, ora la telenovela sulla sede è finita Sorgerà di fianco allo stabile dell’Ulss 19. Si devono trovare tra i 10 e i 12 milioni di euro di Martina Celegato

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Prevenzione, la nuoa convenzione c’e’

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embra finalmente definitiva la scelta della nuova collocazione del Csa (Centro servizi anziani, la casa di riposo) adriese che andrà a collocarsi a fianco della sede dell’Ulss 19. Una scelta che, come conferma la presidente Sandra Passadore, “rappresenta quella ideale per fornire un servizio di qualità ai nostri ospiti e limitare le spese di gestione. Inoltre l’intervento sulla porzione immobiliare identificata risulta essere sicuramente meno costoso e realizzabile in tempi più contenuti e certi. Tra l’altro la zona, più centrale rispetto alla località individuata per la nuova costruzione, permette un più facile accesso da parte degli ospiti a tutti i servizi della città”. Un altro grande vantaggio, che ha pesato molto sulla scelta della nuova sede è quello relativo alla contiguità con la Ulss 19, fattore che può arginare i costi relativi agli onerosi trasporti dei pazienti non autosufficienti e che permette la condivisione delle apparecchiature con la Ulss stessa, ottimizzando le risorse e razionalizzando le spese per entrambi gli enti. Per la realizzazione della nuova costruzione l’importo complessivo sarà necessaria una somma pari a 10 o 12 milioni, che verranno coperti in parte con il finanziamento di 5 milioni e con di 1,4 milioni della Regione Veneto e in parte con l’alienazione di alcuni punti dell’attuale edificio. Questa scelta, precisa Passadore si è resa necessaria vista anche l’incompatibilità della ristrutturazione dell’attuale edificio con la presenza degli ospiti che avrebbe obbligato l’ente o le famiglie ad meSSaGGIo

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Sandra Passadore, presidente del Csa di Adria una diversa collocazione senza dubbio onerosa e in alcuni casi non adeguata. Per quanto concerne l’aumento delle rette Passadore afferma come non ci sia ancora nulla di definitivo. “Finché abbiamo potuto attuare il congelamento delle rette mensili - chiude Passadore - lo abbiamo fatto non a caso l’ultimo adattamento delle rette risale a ben tre anni fa. Lo abbiamo attuato per tre anni consecutivi, cosa che non è stata fatta da tanti altri istituti anche della zona limitrofa, ma ora siamo stati costretti all’aumento. Abbiamo un obbligo di qualità di servizi verso gli ospiti della struttura, ossia la garanzia di servizi di alta qualità“. E’ da sottolineare come siano state comunque riservate delle attenzioni a particolari tipologie di ospiti come si legge nella delibera dedicata disponibile sul sito del Centro Servizi Anziani.

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Il ministro Andrea Orlando all’incontro “Legalità, giustizia, sicurezza: il Veneto volti pagina”

Azzalin: “Zaia esaspera i toni, ma si dimentica sempre di parlare dei due suoi compagni di governo Galan e Chisso” “Bisogna costruire una giustizia intelligente velocizzando i processi e ripensando il sistema delle pene. L’Italia è ben al di sopra la media europea per la spesa carceraria ma ha il tasso di recidiva più alta: questo è il segno che il sistema deve essere ripensato dalle fondamenta. Anche per quanto riguarda l’intervento su un fenomeno che è sì cresciuto, la microcriminalità, ma che è stato così amplificato da nascondere i confini ben più inquietanti della macrocriminalità”. Ha esordito con queste parole il ministro Andrea Orlando intervenendo all’incontro “Legalità, giustizia, sicurezza: il Veneto volti pagina” organizzato a Rovigo dal Partito democratico. Insieme al ministro, è intervenuto il consigliere regionale Graziano Azzalin, che ha focalizzato l’attenzione sul quadro regionale: “In questo momento di campagna elettorale già aperta – ha sottolineato - bisogna essere in grado di separare l’analisi della realtà dalla propaganda che, soprattutto la Lega, utilizzano facendo leva sulle paure dei cittadini. E’ buffo pensare che ogni giorno il presidente della Regione, ovvero colui che ha la responsabilità di governare il Veneto, si diletti nell’elencare furti ed episodi di microcriminalità come in un mattinale delle forze dell’ordine, quasi che lui non abbia alcun ruolo. Fra l’altro, se prendiamo per buone le sue affermazioni sull’emergenza sicurezza, bisognerebbe concludere che lui in cinque anni è stato inutile e, forse, anche per questo è il caso che vada a casa”. “Non solo – ha aggiunto Azzalin – ma due dei più grandi criminali, che con il patteggiamento hanno ammesso le proprie colpe e che hanno flagellato il Veneto in questi ultimi tempi erano due suoi compagni di governo, Galan e Chisso: solo

n’attività intensa e molto capillare a livello sanitario è senza dubbio quella svolta dal servizio per le dipendenze sempre attento a quelli che sono i rischi dei giovani e le problematiche che potrebbero causare disagi sia a chi ne soffre sia a chi circonda le persone con determinate problematiche. Anche per il 2015 è stata rinnovata la convenzione con l’Acat Basso Polesine per la prevenzione e il trattamento dei problemi alcool correlati che permetterà di aumentare il numero dei soggetti coinvolti nella consulenza e nel servizio. L’alcool, come si legge dalla nota ufficiale che presenta il rinnovo della convenzione, rappresenta ancora una forte problematica sociale, dinamica dovuta anche al fatto che non si possono stabilire dei limiti, dal momento che questi variano in base a diversi fattori che spaziano dal sesso della persona, al peso, alle quantità ingerite e alla tipologia di assunzione. Ciò non toglie che negli ultimi anni i rischi legati all’alcool si siano andati a spostare verso un’età sempre più giovane che rispecchia la tendenza a bere sempre prima. Uno degli atteggiamenti che maggiormente coinvolgono i giovanissimi è il Binge drinking ossia l’assunzione di grandi quantitativi di alcoolici durante episodi sporadici ma fortemente a rischio perché legati anche alle dinamiche di gruppo dei giovani che hanno portato ai numerosi episodi a volte anche mortali della cronaca degli ultimi mesi. Uno degli obiettivi del servizio delle dipendenze è rendere consapevoli dei rischi derivanti dall’alcool e fornire un’informazione accurata e dettagliata dei rischi connessi. Ma. Ce.

Graziano Azzalin con il ministor Andrea Orlando

come parziale risarcimento delle tangenti intascate hanno restituito 4,6 milioni di euro. Di questo sarebbe bene si occupasse il presidente Zaia. Aldilà dei gravissimi episodi di corruzione emersi con il cosiddetto ‘sistema Mose’, che rappresentano la ferita più grave alla giustizia ed alla legalità perché coinvolgono ed infangano le stesse istituzioni che dovrebbero garantire quei principi, la presenza stabile della criminalità organizzata in Veneto è dimostrata con evidenza da numerose indagini. Da qui nasce la volontà e la necessità di dare delle risposte politiche a questo continuo processo e una legge che potesse arginare tali fenomeni rappresentava l’inizio. Nel dicembre 2012 è stata approvata all’unanimità la legge 48, che fa seguito al seminario regionale promosso dal gruppo consiliare del Pd per scrivere in modo condiviso le ‘Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile’. Un testo importante che, tuttavia resta largamente disatteso. E forse ci sarebbe anche da chiedersi perché”.

Articolo 32 Attacco alle rette

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ulla questione legata al Csa è intervenuta anche Michela Grotto come rappresentante del Comitato per l’articolo 32 che ha sottolineato l’aumento delle rette richieste per i non autosufficienti. Come si legge dalla nota inviata in merito infatti “Per i non autosufficienti si parte da un aumento minimo giornaliero di 1,1 euro fino ad arrivare a 3,75 euro in più a carico degli ospiti affetti da demenza e disturbi del comportamento. Su base annua significano dai 401,5 fino ai 1368,75 euro che andranno ad aggiungersi ai costi già salatissimi e per molti improponibili“. “Secondo la presidente Sandra Passadore - afferma Grotto a riguardo - sarebbe un atto dovuto a causa dell’adeguamento dei costi di gestione. Non sapevamo che gli sprechi per gli improbabili e sterili progetti per rincorrere una nuova struttura adesso si chiamassero ‘costi di gestione’. Ricadranno quindi sugli ospiti e sulle loro famiglie gli errori di valutazione che hanno portato a progetti fatti e cestinati? Ci auguriamo di no, perché un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri stabilisce che le rette dei ricoverati ultrasessantacinquenni non autosufficienti debbano essere pagate per il 50% dal Servizio sanitario nazionale e per il restante 50% dal Comune di residenza, con eventuale partecipazione dell’utente in base al valore Isee calcolato esclusivamente sul reddito dell’assistito”. Scendendo nei dettagli, “Per la specifica situazione di Adria inoltre, i familiari delle persone ricoverate nella struttura, possono

Michela Grotto: “Non siano i familiari a pagare per gli errori di valutazione commessi” fare riferimento alla delibera di giunta n° 25 del 28/01/2010, quando era assessore alle Politiche Sociali Federico Simoni, che impartisce le direttive alle quali attenersi e che afferma esplicitamente e senza possibilità di diverse interpretazioni, che nulla è dovuto da parte dei familiari degli ospiti della struttura e che sarà il Comune ad integrare le rette di ricovero per le parti non coperte dalla Regione e dall’interessato. E’ questa una delibera importantissima perché libera i famigliari degli ospiti da compartecipazioni alle rette non dovute”. Ma. Ce.


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Adria 15 Le nostre eccellenze Al Conservatorio è stato riservato un ruolo importante

Il Buzzolla sarà in prima fila all’Expo I ragazzi di Adria daranno un saggio delle abilità acquisite di fronte a tutto il mondo

SCUOLA

di Martina Celegato

Si cimenteranno come guide

I ragazzi del turistico alla prova del fuoco

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’Expo 2015 rappresenterà per l’Italia un momento d’oro, un periodo in cui sarà necessario valorizzare tutte le potenzialità culturali del territorio per riportare all’antico lustro la storia e le tradizioni tipiche del Bel Paese. Per far ciò ogni singola città e ogni ente di cultura intende partecipare all’evento per riuscire dimostrare quanto la capillarità della cultura contribuisca all’unicità globale e al mantenere viva la scena locale e nazionale. All’interno dei vari eventi che si susseguiranno durante i sei mesi dell’Expo anche Adria: attraverso il Conservatorio Buzzolla potrà mostrare al mondo l’intensa passione e la cultura che da sempre animano questa istituzione cittadina, patrimonio degli adriesi come di tutto il Veneto. Nella kermesse mondiale sono state infatti previste, come tributo alla musica e al suo insegnamento in Italia, due settimane dedicate ai conservatori durante le quali i giovani allievi potranno esibirsi interpretando numerose opere di artisti italiani e non solo, mostrando quanto accurata e

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Il Conservatorio Buzzola: dà lustro alla città apprezzata sia la cultura musicale in Italia. Nell’arco delle due settimane la Regione Veneto ha riservato uno spazio agli allievi dell’istituto adriese che si esibiranno nelle musiche del compositore che dà il nome alla scuola ossia Antonio Buzzolla. Mai annuncio fu più tempestivo, visto che proprio nel mese di marzo, precisamente il 2, è stato celebrato il bicentenario dalla nascita del compositore e direttore d’orchestra che rappresenta senza alcun dubbio la personalità in tale ambito

più celebre della città di Adria. Proprio a celebrare questa importante ricorrenza è stata presentata la rassegna che animerà la città durante la primavera che si è aperta proprio con l’annuncio della partecipazione all’Expo e che vedrà alternarsi sul palco bravissimi musicisti e allievi dell’istituto. Per celebrare la nascita di Antonio Buzzolla il conservatorio ha organizzato, con il patrocinio del Comune di Adria e il contributo di Bancadria, una serie di due iniziative dedicate alla musica.

n progetto volto a far toccare con mano quella che sarà la loro professione, quella per la quale stanno studiando, dedicato ai ragazzi del terzo e quarto anno dell’istituto turistico di Adria. Quattro giornate, iniziate lo scorso 20 febbraio, che vedranno protagonisti i ragazzi impegnati nella spiegazione culturale e nel fare da vere e proprie guide per le vie della città resa celebre dalla tragedia shakespeariana di Romeo e Giulietta: Verona. Un’esperienza interessante e particolarmente probante e formativa per i ragazzi che potranno mettersi alla prova nella conoscenza del territorio e delle sue tradizioni nonché nella pratica espositiva, nella capacità di parlare al pubblico e trasmettere le proprie conoscenze in maniera chiara ma allo stesso tempo accattivante e interessante per chi li ascolta. Guidati dai loro insegnanti i ragazzi si alterneranno nelle esposizioni all’interno di percorsi prestabiliti che li metteranno alla prova sia per conoscenza della storia e della cultura locali sia per capacità di improvvisare e incuriosire il pubblico con note di colore ma soprattutto provando le conoscenze in lingua straniera considerato che alcune esposizioni avverranno in inglese e francese. Le prossime uscite programmate si svolgeranno lungo un percorso che toccherà tutti i punti più interessati e noti della città ossia chiesa di San Zeno, Ponte Scaligero, Castelvecchio, Arco dei Gavi, Teatro filarmonico, piazza Brà, Arena, palazzo Barbieri, palazzo della Gran Guardia, piazza delle Erbe, piazza dei Signori, Arche Scaligere, Casa di Romeo e Giulietta e Porta Borsari. Ma. Ce.

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16 Adria Il caso Per ora nessun via libera all’estrazione, ma le ricerche saranno ammesse

Il Tar riapre alle trivelle

LA CONTROMOSSA Ma Azzalin ha pronta la proposta di modifica della legge del Parco

Passa la tesi della proponente: i vibroseis non sono invasivi e neppure distruttivi. “Si può fare” di Francesco Campi

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on la bocciatura della richiesta del permesso di ricerca di idrocarburi contenuto nella Deliberazione della Giunta regionale del Veneto del 30 dicembre 2013, la Regione pensava di aver messo una pietra sopra alla caccia al gas presente nel sottosuolo polesano. Ma così non è stato. Il Tar di Venezia, infatti, ha accolto il ricorso della Northsun Italia ed ha annullato l’atto regionale nel quale si esprimeva il diniego all’istanza di ricerca, in recepimento delle conformi conclusioni della Commissione regionale per la valutazione di impatto ambientale, secondo una pluralità di ragioni. Il progetto in questione si chiama “La Risorta” ed interessa i comuni di Adria, Gavello, Taglio di Po, Villanova Marchesana, Corbola, Papozze ed Ariano Polesine in provincia di Rovigo, oltre a quelli di Berra, Mesola, Jolanda di Savoia e Codigoro in provincia di Ferrara. La stessa Provincia Un vibroseis: camion con generatore di vibrazioni nel sottosuolo di Rovigo si era pronunciata con un secco no alla richiesta dell’azienda che è, di fatto, una control- amministrativo ha dato ragione alla Northsun. La divieto della legge istitutiva del Parco. lata dell’australiana Po Valley Energy. Un no che principale motivazione del no all’istanza di ricerca La sentenza del Tar è chiara: l’utilizzo di veiora rischia di rimanere solo sulla carta, visto che il sollevata da parte della Regione, infatti, era che coli denominati “vibroseis”, che costituisce la tecvia libera del Tar permetterà l’area interessata ricadeva nica meno invasiva di indagine della composizioalla Northsun di iniziare le Numerosi comuni grosso modo nell’areale del ne del sottosuolo, dato che le eventuali alternative interessati sia operazioni di ricerca. Parco regionale del Delta del evidenziate nello studio di impatto ambientale E’ bene chiarire che non nel Delta che Po e che proprio la legge re- (massa battente o esplosivo) si rivelano magsi tratta (almeno per il mo- nel Ferrarese: non gionale 8 settembre 1997, giormente impattanti, e in un tale contesto non mento) di trivellazioni, ma tutti sono nel Parco n. 30, all’art. 30, comma 1, appare pertanto giustificata la prospettazione da di ricerche che avvengono lett. b), dispone che “è vieta- parte della Regione della necessità di una rinuncia attraverso i cosiddetti “vibrota la realizzazione di pozzi e alle attività previste da parte della ricorrente, perseis”: “Il metodo – si legge nel progetto - consiste impianti per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi ché una tale rinuncia comporterebbe il sacrificio nel fare vibrare una massa di alcune tonnellate nel sottosuolo”. dell’utilità perseguita dall’iniziativa nonostante la appoggiata sul terreno e quindi trasmettere una Tuttavia, oltre al fatto che, per esempio i sostanziale assenza di effetti significativi dal punsollecitazione (a bassa energia e periodo di alcu- Comuni di Gavello e Villanova Marchesana sono to di vista ambientale. ni secondi) di durata variabile nel tempo. Gruppi esclusi da una simile tutela, la Northsun ha avuto Che l’utilità finale perseguita sia lo sfrutta(catene) di geofoni registrano poi le onde riflesse buon gioco nel far accogliere dai giudici la tesi se- mento degli eventuali giacimenti di metano non dai diversi strati del sottosuolo. La metodologia condo la quale le attrezzature relative al vibroseis, rappresenta un motivo sufficiente per fermare fin di indagine è indiretta e di tipo non distruttivo”. che non sono né pozzi né impianti, ma attrezzatu- da subito ogni tentativo. Le ricerche, quindi, posE’ proprio per questo motivo che il tribunale re montate su camion, non ricadono nell’esplicito sono partire.

NEWS

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l Delta del Po conosce bene quale sia il problema della subsidenza causata dalle estrazioni di metano e non intende concedere nessun appiglio a chi voglia mettere le mani sul gas presente nel sottosuolo”. Con queste parole il consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin ha illustrato la proposta di legge che ha elaborato e che va a modificare l’articolo 30 della legge istitutiva del Parco del Delta del Po in modo da rendere impossibile la ricerca con ogni mezzo di idrocarburi: “La ratio della norma era già chiara, ma la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso della Northsun e abrogato la delibera con la quale la Regione non concedeva il permesso di ricerca, ha reso necessaria una precisazione e quindi, al posto del comma che recita ‘è vietata la realizzazione di pozzi e impianti per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi nel sottosuolo’ con questo emendamento si inserisce la dizione ‘ non sono rilasciati: permessi di ricerca di idrocarburi, autorizzazioni per l’estrazione di idrocarburi’”. “Se la ratio della norma citata è chiara – si legge nella relazione del progetto di legge in riferimento alla legge istitutiva del Parco - meno lo è lo scopo di una ricerca per l’individuazione di depositi metaniferi, la cui presenza è nota e confermata dai fatti sopracitati, che non sia prodromica ad un successivo sfruttamento. Per evitare ogni tipo di fraintendimento semantico e ribadire una chiara volontà manifestata a più riprese da parte della Regione Veneto, il presente Progetto di legge si propone, quindi, di emendare l’articolo 30, comma 1, lettera b), della legge regionale 8 settembre 1997, n. 30, ricomprendendo nel divieto ogni tipo di ricerca di idrocarburi, con qualsiasi mezzo essa avvenga, vietando il rilascio di permessi di ricerca così come le autorizzazioni per l’estrazione di idrocarburi nell’ambito dell’intero territorio dei comuni interessati dal Parco del Delta del Po”. Il consigliere del Pd si dice sicuro che “anche questa volta come in quell’occasione la politica veneta ribadirà con forza una volontà che vede tutti dalla stessa parte in difesa del territorio, senza steccati partitici di sorta”.

Il parlamentare: “Prima di tutto la difesa del nostro ecosistema”

Crivellari non ha dubbi: “Tutti uniti contro lo spettro della subsidenza”

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Diego Crivellari, parlamentare del Pd in prima linea contro le estrazioni

pericolo della subsidenza è da scongiurare con il massimo impegno e la massima convinzione. Non importa se le cause possono essere le attività estrattive offshore piuttosto che le trivellazioni nel Polesine”. Dura presa di posizione del parlamentare Pd Diego Crivellari dopo la sentenza che ha concesso il via libera alla ricerca di giacimenti di idrocarburi. Una pronuncia, quella del Tar, che viene da molti vista come il possibile prologo a una ripresa delle trivellazioni tout court. “Ricordo che c’è stato un impegno sancito con un ordine del giorno al decreto Sblocca Italia - ha continuato Crivellari - che ha posto il Governo in una posizione di massima attenzione e salvaguardia, ponendo così dei paletti importanti. Anche di fronte alle trivellazioni dovremmo trovare il medesimo atteggiamento. Da parte mia, come per ogni battaglia per il territorio,

sono pronto a collaborare con istituzioni e rappresentanti dei cittadini per evitare attività estrattive o trivellazioni che possono avere effetti dannosi e rischiosi sull’equilibrio idrogeologico del nostro territorio. Sarà necessario verificare e riflettere in maniera assai ponderata sui progetti che si possono presentare di fronte a noi con trasparenza e dialogo, poiché gli eventuali effetti dannosi, sono noti e conosciamo anche i costi che portano con sé”. La subsidenza, in particolare, è quel fenomeno che vede la linea di costa abbassarsi, favorendo la risalita dell’acqua salata lungo il corso del Po, con conseguenze gravissime per l’agricoltura e l’ecosistema in particolare. “E’ mia convinzione - prosegue il parlamentare Democratico - anteporre la sicurezza e la tutela di un territorio fragile, in difficile equilibrio

e già pesantemente sfruttato e compromesso come quello del Delta del Po, ad ogni possibile interesse economico derivante dall’estrazione o dallo sfruttamento degli idrocarburi dal sottosuolo a terra o fuori in mare. Gli eventuali introiti o i benefici economici sarebbero in ogni caso incommensurabilmente inferiori a quanto necessario per ulteriori interventi di difesa a mare e per la messa in sicurezza del bacino del Po e dell’Adige, senza contare il rischio - ha concluso Crivellari - a cui verrebbero sottoposti non solo centri urbani, ma anche beni storico-artistici, monumentali ed ambientali disposti lungo il corso dei fiumi e lungo le coste”. Impegno, quindi, a tutelare il territorio e a fare in modo che lo spettro delle trivelle non possa concretizzarsi. Fr. Ca.


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18 Bottrighe La lotta Le iscrizioni online sono partite, ora si spera che vada tutto per il meglio

Scuola media riaperta? Adesso sperare si può di Roberto Marangoni

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a scuola media di Bottrighe verso la riapertura? Le speranze sono alimentate dal fatto che i requisiti sembrano esserci tutti. Le famiglie hanno avuto la possibilità di poter iscrivere online i loro ragazzi attraverso apposita finestra su Bottrighe, appartenente dell’istituto comprensivo Adria Uno, al quale la scuola media “Umberto Maddalena”, sede staccata della media “Marino Marin” di Adria, appartiene e che andrebbe a formare la classe prima media del prossimo anno scolastico 20152016. Ora si attende l’esito di una serie di fattori, soprattutto legati alle effettive iscrizioni, considerando che qualcuno potrebbe invece aver optato per altra sede. Sono confortanti comunque i dati della popolazione scolastica per i prossimi anni, in controtendenza rispetto alle situazioni precedenti che avevano indotto alla sopressione della classe prima, nonostante le lotte dell’apposito comitato, che ricordiamo con una notevole raccolta firme tra la popolazione residente, per mantenerla comunque aperta, visti i futuri dati previsionali. Tra le novità ci sarebbe anche il sostegno dell sindaco Massimo Barbujani, disponibile ad appoggiare la causa se ci saranno ovviamente i numeri sufficienti per creare nuovamente la prima classe in loco. Oltrettutto, da pochi anni, a cura dell’aministrazione comunale, sono stati realizzati dei lavori di restyling all’interno dell’edificio scolastico di via Don Giovanni Minzoni, un importo di circa quarantamila euro, per la

Anche il trend demografico e l’installazione del complesso Mater Biothech sono positivi

La sede delle scuole medie di Bottrighe, ora chiuse

i g g o da INE il -L N O è OVO

Si cerca anche di incentivare la residenzialità popolare riconversione e che, certamente, porterà risveglio economico nella zona interessata, potrà sicuramente coinvolgere un congruo numero di nuove famiglie. Chiaramente, nei luoghi dove esistono realtà industriali, con ovvio indotto ad esso collegato e con il conseguente aumento della popolazione, si sviluppano tutta una serie di servizi. Il rischio è che se non ci sarà più la scuola media, possa morire anche l’intera filiera che comprende primaria e materna. Proprio per questi motivi si confida nelle autorità interessate.

NU SITO

CORO Si va anche a Belluno

“Eco del fiume”, due belle trasferte

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E’ stato contattato anche il dirigente scolastico provinciale Daniela Beltrame sistemazione dei servizi igenici e per varie manutenzioni. Su tutto ciò il comitato per la salvaguardia delle scuole in paese ha inviato tutto il dossier a Daniela Beltrame, nuova dirigente scolastica regionale. Ci sarebbero poi alcuni sponsor disponibili per l’acquisto di lavagne luminose e per allestire un’aula multimediale. Lo stesso comitato ha investito il sindaco perché si attivi per far partire il tempo pieno alle primarie a partire già dal prossimo anno scolastico. Non solo: si è lavorato anche cercando di dare un’abitazione negli alloggi popolari vuoti a famiglie numerose, portando, in questo modo anche un aumento della popolazione scolastica. L’avvio poi, nel corso di quest’anno, dell’attività produttiva nel sito industriale di Mater Biotech, che la multinazionale Novamont ha acquisito da qualche anno, investendo notevolmente sullo stabilimento di Bottrighe in corso di

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ue trasferte importanti nel mese di maggio per il coro femminile “Eco del Fiume” di Bottrighe. Il complesso corale, diretto da Chiara Casazza, parteciperà infatti a Taglio di Po, in Sala Europa, alla nota “Rassegna Corale Tagliolese” che si svolge da trentadue anni ed è organizzata dal coro “Voci del Delta”. Insieme alle ragazze polesane ci sarà un coro maschile lombardo. Sabato 16 maggio il coro di Bottrighe sarà invece a Pieve di Livinalongo, in provincia di Belluno, in una prestigiosa rassegna organizzata dal coro femminile “Col di Lana” diretto da Anna Devich. Altre trasferte rilevanti sono in via di definizione, mentre dalla direzione del coro si conferma già la data dell’annuale rassegna “Autunno..in Canto”, a scopo benefico, che si terrà sabato 17 ottobre nella chiesa di San Francesco in Bottrighe con alcuni cori ospiti provenienti dal Veneto e da fuori regione. Il coro “Eco del Fiume”, istituito nel 1978, ha nel suo attivo una lunga serie di concerti ed esibizioni in Italia. Lo scorso anno ha prodotto un nuovo cd dal titolo “Ora”. Ro. Ma.






Bottrighe 23 La ricorrenza Il tradizionale appuntamento coincide col 50esimo compleanno

Bontemponi, doppia Serata d’onore Appuntamento il 18 aprile: sarà anche devoluto in iniziative benefiche il ricavato delle attività proposte dal sodalizio di Roberto Marangoni

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orna puntuale “Serata d’Onore”, prestigioso appuntamento di primavera, giunto quest’anno alla sua ventiquattresima edizione. Sabato 18 aprile, con inizio alle 20.45, al teatro della sala polivalente “Loris Cominato” di Bottrighe, si terrà l’annuale iniziativa musicale e di solidarietà promossa dal locale gruppo folkloristico “Bontemponi & Simpatica Compagnia”. Questa edizione assume ancora più rilevanza: si festeggia infatti il mezzo secolo di attività associativa di volontariato. Il sodalizio canoro si è formato nel 1965, per iniziativa di alcuni amici appassionati del bel canto. Il sodalizio canoro: il gruppo Bontemponi e simpatica compagnia Oltre a presentare il nuovo cd “Cantando su l’ara” ed i Cominato, tra i fondatori e direttore del gruppo per oltre dal gruppo, oltre alla sfilata benefica natalizia dei babbi nuovi canti e balli recentemente raccolti tra le testimo- quarant’anni, ed i coristi scomparsi. Ospite della serata natale, in svariate iniziative nel corso dell’anno 2014 nianze delle persone anziane nel Delta, saranno ricor- sarà il gruppo folkloristico “Coro d’osteria” della Comu- e primi mesi del 2015, alle associazioni per lo studio nità Montana dell’Oltrepo Pavese di dei tumori e delle malattie genetiche. Autorità e medici dati quindi i cinquant’anni di storia del gruppo. Le esecuzioni saranno Madrina d’eccezione Varzi, gemellato con i Bontemponi hanno assicurato la loro presenza. Madrina di questa edizione sarà Ilaria Paparella, accompagnate dagli strumenti tipici sarà Ilaria Paparella, dal 2007. Il gruppo pavese, diretto dal assessore alla cultura del comune di Villadose. Domenica in uso nei momenti di “ganxega”, assessore maestro fisarmonicista Eraldo 19 aprile alle 9,30 nella locale chiesa di san Francesco ovvero nelle feste sull’aia di fine comunale Pedemonte, proporrà i canti ti- d’Assisi e di Paola, i Bontemponi commenteranno, con mietitura e di fine vendemmia, a Villadose pici della loro regione. Nel corso di appropriati canti, una messa di ringraziamento per il loro come la fisarmonica, la chitarra, ed altri inusitati strumenti artigianali. Con il brano “Oh “Serata d’Onore”, dedicata alla scuola materna paritaria cinquantesimo di fondazione. Quest’anno, insomma, Bottrighe!”, scritto dal duo artistico Vito Rossati e Danilo del luogo, si svolgerà la tradizionale cerimonia, durante “Serata d’onore” avrà davvero tutte le caratteristiche di Venturi, verranno ricordati, come sempre il maestro Loris la quale verranno interamente devoluti i fondi raccolti una doppia festa.

LA STORIA L’OSTERIA DA 118 ANNI GESTITA DA UNA FAMIGLIA

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ompie 118 anni l’antica osteria Pivaro di Bottrighe. Il locale, situato in via Vittorio Veneto, nel quartiere denominato “Cào d’sota”, è sorto infatti nel 1897. A gestirlo, ininterrottamente, è la stessa famiglia, un record che si tramanda di generazione in generazione. Nei primi tre anni, alla fine dell’Ottocento, il locale di proprietà di Filomena Pavanello, moglie del barcaiolo Carlo Pivaro, era stato aperto in un edificio posto a distanza di un isolato dall’attuale. Con la scomparsa di Carlo e con il denaro ricavato dall’assicurazione delle sue tre barche, fu acquistato l’edificio di otto stanze che ancora oggi ospita l’antico esercizio. Nel locale, tipica osteria, si vendevano anche coloniali, sali e tabacchi, ed era denominato “La stradina”. Nel 1923 subentra Teresa, figlia nubile dei coniugi Pivaro. Con la sua scomparsa, ed è il 1946, la gestione viene affidata al fratello Costante sposato con Vittorina Schibuola, la stessa ne assumerà la titolarità nel 1967 con la morte del marito. Vittorina scompare nel 1988, ma già dal 1984, l’azienda di famiglia passa alla figlia Mariagrazia, che ancora oggi, con l’aiuto del fratello Galliano e del marito Gentile Girotti, la gestisce. Si intrecciano quindi LE TRE S-CIOPTA’

L’antica osteria in una bella foto d’epoca fatti e personaggi nella storia di questo esercizio, nel quale si poteva anche mangiare. In particolare, ricorda Mariagrazia, nel periodo della gestione della zia Teresa, rinomata cuoca. Nel 1951, con l’alluvione del Po, i coniugi Pivaro rimasero sempre sul posto perché l’acqua arrivava a cinquanta centimetri di altezza rispetto alla zona bassa di via Dante dove l’acqua toccava i 2,70 metri, mentre i figli Galliano, Filomena e Mariagrazia per un periodo si trasferirono a Crociarone. Oggi il locale è conosciuto per osteria “da Costante”, i più anziani lo chiamano ancora “da Filomena” e pochi “da Teresa”.

Per la sicurezza idraulica

Il Po grida aiuto: serve un intervento urgente

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a sicurezza idraulica è sempre un problema di viva attualità, specie per chi vive sotto gli argini del grande fiume. Anche i fontanazzi che si registrano con le piene del fiume, in particolare a Mazzorno Sinistro e Cavanella Po, destano preoccupazioni per gli abitanti rivieraschi. Un intervento, per risolvere i problemi in tal senso, richiederebbe un investimento da circa tre milioni di euro che dovrebbe essere finanziato dalla regione del Veneto. Su questo il sindaco Massimo Barbuiani, con i tecnici del comune, ha incontrato l’Aipo, l’agenzia interregionale per il fiume Po. Dall’Aipo sostengono che occorre ripristinare il drenaggio esistente, ormai esaurito nella sua funzione, ciò per consentire il convogliamento in un specifico punto del fontanazzo. Occorre quindi effettuare un abbassamento del livello fluviale, evitando così il rischio di dispersione sul territorio di vie preferenziali, della fuoriuscita di acqua. Poi la messa in opera di almeno due diaframmi di materiale impermeabile, evitano così il ripresentarsi di situazioni di pericolo. Ma c’è un altro problema da risolvere, su cui sembra essere calato nuovamente il silenzio. Trattasi della pericolosa isola di circa duecento metri per cinquanta, formatasi da tempo sotto il nuovo ponte “Brigata Cremona” che collega Bottrighe con Corbola. Ciò rappresenta un problema non da poco per il normale percorso del fiume. Anche qui sembrava deciso un dragaggio, per toglierla completamente, per il momento, solo un’annunciazione. Ro.Ma.

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di Roberto Marangoni

• Col pan, as’ fà balare i can • Dal bò davanti, dal musso d’rio, da la dona da tut le parte • Lardo vècio el cunsa la mnestra

IL DIRITTO DI CAMBIARE


cultura provincia per tutte edizioni rodigine 1 24 Cultura Il progetto Al via la serie di performance per dare nuova vita a luoghi del centro

In città Icaro vola senza scottarsi di Melania Ruggini

NEWS

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al tessuto urbano di Rovigo ha spiccato il volo Icaro, il nuovo progetto culturale avente come capofila l’associazione Arci di Rovigo, vincitore del bando Culturalmente 2014 della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. La prima mostra è stata inaugurato il 6 marzo all’Archivio di Stato con la personale di Chiara Guidotto, Living here. Icaro è l’acronimo di Impulsi creativi artistici a Rovigo e, come il personaggio mitologico, si pone l’ambizioso obiettivo di superare i confini del proprio labirinto fisico e mentale per provare l’ebbrezza del volo, per proiettarsi nella dimensione più profonda, quella della conoscenza. Icaro farà breccia sugli spazi urbani, creando delle vere e proprie aperture in città, fisiche e simboliche, mediante il coinvolgimento diretto del centro cittadino in una serie di azioni, come opere site specific, installazioni, interventi di street art, che ribalteranno le tradizionali funzioni dei luoghi, per accendere i riflettori su contesti che sovente passano in secondo piano. Come scrisse Italo Calvino “Le città non sono altro che la forma del tempo”. Il progetto nasce da un’analisi del centro città con l’obietti-

LA “OSSESSIONE” E’ gIÀ UN SUCCESSO

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vo di rendere alcune peculiarità storiche, aggregative e culturali, terreno fertile per il dialogo con la creatività under 35. In questo modo, certi luoghi evocativi o alcune strutture architettoniche di riferimento dello skyline, parzialmente trascurati dallo sguardo contemporaneo, possono essere consapevolmente rivitalizzati attraverso scelte artistiche attente e strategiche, diventando punti di comunicazione attiva per la società di riferimento mediante il linguaggio dell’arte contemporanea. I punti di riferimento intercettati dal progetto sono infatti: Piazza Vittorio Emanuele e via Angeli, dove due fotografi, rispettiva-

Parte da qui la serie di manifestazioni di Icaro

pRIMO pASSO ALL’ARCHIVIO DI STATO

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a sala conferenze dell’Archivio di Stato di Rovigo diventa il luogo prescelto da Icaro per inscenare il dialogo tra classico e contemporaneo. La memoria della funzione dell’edificio gioca con le opere site-specific di Chiara Guidotto per sottolineare l’importanza della documentazione e delle fonti. Per questa mostra personale, visitabile fino al 15 aprile, la giovane artista veneziana ha trasformato un luogo istituzionale in uno studio d’arte, cambiandone completamente la natura e la fruizione. Vi è una sottile connessione tra l’Archivio, luogo deputato alla conservazione, documentazione, trasmissione della memoria scritta ed orale, e lo studio, intimo e autobiografico, di Chiara Guidotto: entrambi rappresentano l’accumulo di idee e progettualità. Come spiega Chiara: “lo studio è il luogo in cui l’idea si concretizza”. Per appropriarsi dello spazio, ha scelto opere più o meno compiute come a simulare una studio visit, esito naturale e molto efficace di un periodo di preparazione e lavoro. Fra le altre cose ritroviamo le carte di riso ad acrilico e olio, dipinti di piccolo formato e i cementi, a metà strada tra una mostra non completamente finita e un laboratorio di creatività, dove tutto è ancora in fermento, dove le idee stanno maturando e niente è definitivo. Come sottolinea l’artista: “Trovo naturale che l’arte invada le strade, i luoghi e le strutture della città perché questa non

A un mese dall’apertura a Palazzo Roverella

ha limiti materiali se non quelli dati dalle istituzioni, ma per quanto la si può fermare?”. E ancora: “Alla base della mostra c’è l’esigenza di occupare uno spazio, di lasciare un segno, di esistere; ogni artista ha una ricerca che non è solo artistica, che non si limita al progetto concluso, ma va al di là, perché, ricercando e sperimentando, vengono porta a galla le proprie ossessioni”. La mostra trova forza e unicità nell’idea di accessibilità: lo studio d’artista si trova fisicamente in uno spazio pubblico, aperto ai visitatori in determinati orari. Questo, che da una parte dovrebbe sfatare il mito della creazione artistica, paradossalmente lo rafforza: il pubblico si trova, spesso per la prima volta, a partecipare ad un privilegio normalmente esclusivo dei critici e dei curatori: quello di vedere l’artista al lavoro. Per renderlo evidente, Chiara ha realizzato una performance durante l’inaugurazione. Me. Ru.

mente Dennis Ziliotto e Alexa Sganzerla, appenderanno delle fotografie molto poetiche, visibili dal 13 marzo; la Rotondina di Piazzale di Vittorio, dove lo street artist Peeta farà un murales tridimensionale dal 1 aprile al 6; Porta Augustina dove Isabella Paris appenderà, il 4 aprile, dei pupazzi colorati e multiformi; le Torri saranno lo sfondo del video-mapping di Francesco Mancin, spettacolo scenografico che andrà in scena sabato 27 giugno dalle ore 21, mentre il Giardino del Castello sarà vivacizzato da un tappeto volante, creato da Caterina Vallini in collaborazione con le associazioni Ago e Filo e Arci Younuted.

l demone della modernità ha aperto da un mese ed è già successo. La mostra, visitabile fino al 14 giugno, focalizza l’attenzione sui meandri dell’inconscio, raccontandoci l’irrompere del mondo moderno secondo le varie angolature di quei “pittori visionari all’alba del secolo breve”, che hanno un ruolo profetico fondamentale per il cambio del secolo. Durante l’inaugurazione Antonio Finotti , il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, ha sottolineato la continuità tra questa mostra e “L’ossessione nordica”, entrambe sperimentali e innovative per la città. “Il demone – secondo il curatore, Giandomenico Romanelli - è la forza che coinvolge gli artisti nella creazione, nei decenni tra i due secoli, Ottocento e Novecento, bruscamente interrotta da quella frattura catastrofica che è la prima guerra mondiale. Un evento intuito dagli artisti che segnerà il punto di non ritorno per quel mondo e quella società. Un cumulo di ceneri e rovine da cui nascerà un mondo diverso, quello della modernità, incarnato non dalla Parigi del vecchio continente ma dai grattaceli di New York, il ventre della nuova ricchezza e l’inferno per gli schiavi condannati a lavorare per la sua esistenza”. Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore di fama internazionale, è intervenuto alla presentazione per sottolineare il lato attuale ed educativo di questa mostra specialmente in rapporto ai ragazzi. “La paura è un sentimento positivo - ha detto - in quanto precede la consapevolezza del rischio ed è il segnale d’allarme che avverte l’uomo di un pericolo incombente”. Il professore Andreoli ha proseguito definendola “una mostra di sentimenti” da visitare portando i giovani poiché si configura “come un viaggio dentro noi stessi, fatta di immagini e colori che colpiscono la razionalità e ci stimolano verso un sentire non sempre chiaramente definibile”. In un’analisi acuta, appassionata e coinvolgente il professore ha sottolineato il profondo richiamo all’epoca presente, facendo frequenti rimandi all’attualità, altrettanto problematica e piena di insicurezza come fu il passaggio tra 800 e 900. Me. Ru.

Tante iniziative per il gruppo nato nel 2008

Artinstrada, il programma dell’anno A d Adria c’è un’associazione di volontariato che ogni giorno si batte per diffondere il buon umore, specie nelle realtà sociali più svantaggiate. Si tratta del collettivo Artinstrada, composto per la maggioranza da giovani under 35 che credono nel potere delle arti circensi e delle arti di strada per promuovere l’aggregazione sociale e per diffondere le attività socio-educative e socio-culturali nel territorio. “Il nostro obiettivo più sentito è quello del circo sociale – ci spiega Federico Paralovo -ossia utilizzare le arti circensi, come l’equilibrismo o la giocoleria, nei contesti svantaggiati”. Artinstrada è attiva nel mondo del volontariato dal 2008. Nasce ad Adria dalla passione per la vita di alcuni giovani ragazzi che, in risposta alla morte di un amico, e guidati da una super mamma, creano l’associazione con lo scopo di diffondere, attraverso le arti di strada e il circo sociale, momenti di spensieratezza e di svago soprattutto laddove questi siano carenti. Tra i valori fondanti, l’associazione si impegna nella promozione di una cultura di pace e nel recupero di spazi aggregativi per i giovani, con lo scopo di prevenire fenomeni di disagio e di devianza giovanile. Attualmente il collettivo è impegnato nel progetto “Il volontariato va a scuola”, iniziativa ideata dalla Consulta del Volontariato di Adria e sostenuta dal Csv di Rovigo, che prevede la presentazione in alcune delle terze medie della città etrusca delle associazioni di volontariato locali che hanno aderito al progetto.

Tra gli eventi salienti, da alcuni anni Artinstrada svolge un ruolo attivo nell’organizzazione dell’annuale festa del volontariato di Adria, con la realizzazione di Polesine’s Got Talent, manifestazione che nasce per avvicinare i giovani al mondo del volontariato facendo leva sui loro talenti e passioni. Quest’anno è in programma una nuova edizione che presenterà alcune importanti novità, in via di definizione. Tra gli altri progetti in programma per questo 2015 spicca “Artinstrada on the road”, un intervento diffuso di circo sociale che, attraverso un approccio dinamico basato sull’arteeducazione e sulla giocoleria, mira a creare nei luoghi più emarginati della città momenti di svago ed aggregazione per i giovani. Durante questi 6 anni di attività, i giovani volontari si sono impegnati in diversi progetti di circo sociale svolti nei Ceod, case di riposo, centri di aggregazione giovanile, centri di cura e nelle scuole d’infanzia, oltre alle strade e piazze. Artinstrada è stata inoltre protagonista di importanti missioni umanitarie, quali “Mis-

sione Sorriso” nelle tendopoli dell’Aquila dopo il terremoto nel 2009, “Tour del sorriso-Rwanda smile to smile” nel 2011, “Defendemos l’alegria” in diverse città dell’Emilia colpite dal terremoto del 2012 in collaborazione con Croce Verde Adria, e infine “Missione Balcani” nel 2014 (sempre in collaborazione con Croce Verde Adria).h


2 sport Adria

Sport 25

Calcio La corazzata Campodarsego non perde un colpo. Adriese a ruota

Missione (almeno) secondo posto di Riccardo Pavanello

CICLISMO

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ei punti di distacco a otto giornate dalla fine. Possono essere tanti o pochi con i tre punti a vittoria. Sta di fatto che l’Adriese è sempre al secondo posto del girone A di Eccellenza alle spalle del Campodarsego che non ha mai frenato la corsa in questo girone di ritorno. I padovani hanno infilato ben sei vittorie su sette partite nel 2015 e l’unica volta in cui non è arrivata la vittoria è stata proprio contro la squadra di Valeriano Fiorin. Il 25 gennaio era arrivato un 2-2 fra i granata e la squadra battistrada del girone. Una corazzata che sembra difficilmente battibile e che, a meno di clamorosi tracolli, farà il salto in serie D. E l’Adriese? I granata devono rimanere lì, al secondo posto, magari sperando in un passo falso della capolista e fare più punti possibili per tenersi aggrappati ai play off. Nel mese di febbraio la squadra del presidente Luciano Scantamburlo ha inanellato tre vittorie entrambe per 1-0. Solo una volta la porta di Luca Milan è stata perforata ed è capitato in casa del Montecchio Maggiore. La sfida era terminata 1-1. Ma dopo quel pareggio strappato con i denti contro il Campodarsego a fine gennaio, a Sarcedo, per la

LA gRANFONDO DEL pO HA CONVINTO TUTTI

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quarta giornata, ci aveva pensato Giacomo Marangon a togliere le castagne dal fuoco per l’1-0 finale grazie a un gol arrivato a metà del secondo tempo. Alla quinta giornata ancora una vittoria di misura, ancora 1-0 e ancora un gol nel finale di partita. Lo specialista dei calci di rigore Oscar Cavallari aveva messo a segno il gol dei tre punti a due minuti dalla fine contro il Pozzonovo. E’ alla sesta di ritorno che i granata scivolano da -4 a -6 punti dalla vetta causa il pareggio in terra vicentina contro il Montecchio Maggiore. Dopo la pausa per i campionati prevista per eventuali recuperi,

un’impresa che può rilanciare la salvezza

LUCA FA TRIpLETTA NELLA RETE DEI pESCATORI

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ripletta allo Scardovari e autentico trascinatore del Pettorazza. Luca Bellan si è trasformato in supereroe domenica primo marzo sul campo dei Pescatori. In programma c’era la settima giornata di campionato di Prima categoria, girone D. Di fronte la squadra di Giuseppe Pregnolato che lotta per vincere il campionato e il Pettorazza, ultimo in classifica. I biancorossi sembrano spacciati e dopo il 3-1 con un uomo in meno la pratica sembra già archiviata. La rete di Bellan sembrava non essere sufficiente per tenere a galla la squadra visto il risultato maturato nella seconda frazione. Ma quando meno te lo aspetti ecco la svolta. Nel finale di partita cambia tutto e la formazione di Simone Braggion cambia marcia pur giocando anche in inferiorità numerica. Bellan trascina i suoi alla rimonta accorciando le distanze per la doppietta personale. Ma non è finita. All’ultimo minuto il 3-3 di Roberto Piva, da tempo fuori per infortunio al ginocchio. Nei minuti di recupero la zampata del 4-3 ancora di Luca Bellan per la vittoria, i tre punti e una soddisfazione personale enorme per la tripletta vista la sua origine portotollese. Il Pettorazza dopo quella partita è rimasto in ultima posizione a sei punti dal penultimo posto della classifica che potrebbe significare un posto nei play out. All’impresa, in casa biancorossa, ci credono ancora. Questo è lo storico primo anno in Prima categoria dopo la cavalcata della

Primo è stato Enzo Melloni, Phonix

scorsa stagione culminata con il traguardo raggiunto attraverso i play off. Dopo una stagione piena di risultati positivi in Seconda, la squadra di Simone Braggion è approdata al post season battendo, negli atti conclusivi, prima il Bagnoli e poi la Caminese. Da matricola del nuovo campionato il Pettorazza ha riscontrato non poche difficoltà. Basti pensare che la squadra dopo sette giornate non aveva ancora conquistato un punto. Poi c’è stato il cambio di rotta con il primo pareggio in campionato contro il Due Stelle, le imprese contro Cavarzere e Arzergrande (4-2 e 3-2) per un totale di sei risultati utili consecutivi. Infortuni e sfortuna hanno complicato le cose nella seconda parte di stagione. Ma non è ancora detta l’ultima parola. Saranno decisive le partite contro il Due Stelle, il Cavarzere e la Tagliolese per capire le possibilità di salvezza della squadra biancorossa nel campionato di Prima categoria. Ric. Pav.

tocca a Nicolò Bellemo a ergersi a ruolo di protagonista in apertura di partita contro il Vigasio. Il vantaggio viene conservato e ben protetto dalle prodezze del portiere Luca Milan che tiene inviolata la porta garantendo la vittoria ai suoi. Ma il Campodarsego non molla l’osso e a un quarto di campionato dalla fine, il distacco sembra un abisso. Intanto a marzo sono previste le partite contro Piovese, Loreo, Cerea ed Oppeano. Quattro partite fondamentali e da vincere per tenere le debite distanze contro le squadre che inseguono in classifica.

milia Romagna e Veneto messe insieme: un percorso di 133 chilometri per la Granfondo del Po di ciclismo. Grande successo per la prima edizione della manifestazione che ha coinvolto due regioni e due province, ovvero Ferrara e Rovigo. Si è trattata anche della prima tappa dell’Unesco Cycling tour. Vista la particolarità del territorio, la granfondo è stata più che altro caratterizzata dall’assenza di salite. A presentare l’evento per Rovigo ci avevano pensato il sindaco di Adria Massimo Barbujani, quello di Ariano nel Polesine Carmen Mauri e il primo cittadino di Corbola Michele Domeneghetti. La Granfondo di domenica primo marzo è partita da Ferrara, passaggio in Polesine attraverso il Ponte di Santa Maria Maddalena e poi via fino a Bottrighe, Corbola, Ariano e ritorno nel Ferrarese per un totale di 133 chilometri. E’ stato un evento sportivo che ha coinvolto tanti atleti fra professionisti e non. Un evento che ha catalizzato molti appassionati del ciclismo per un appuntamento che ha potuto dar lustro alle attività, ai paesaggi e alla natura del Delta. Il vincitore della manifestazione, secondo la classifica finale, è risultato Enzo Melloni della Phonix racing con un race time di 3 ore, 11 minuti e 1 secondo. Alle sue spalle, a completare il podio, Marco Sintoni della Bd Fast e Renzo Beccari sempre della Phonix racing. La prima ciclista che ha chiuso la gara è stata Cristina Maria Prati. Ric. Pav.

L’avventura è partita a febbraio

Nuova sfida per Adria Nuoto A

umenta la voglia di pallanuoto negli impianti di via Lampertheim. La società Adria Nuoto, ormai continuamente attiva nei campionati giovanili interregionali da oltre vent’anni e da ben sette anche a livello senior, può vantare dall’inizio di Febbraio una squadra Master Pallanuoto. L’attività master di Adria Nuoto, già molto sviluppata dal punto di vista natatorio nei tre impianti gestiti dalla società biancorossa, ha saputo regalare molte soddisfazioni a livello nazionale e internazionale. Ora trova un’ulteriore forma di sviluppo nella nuova squadra di pallanuoto. L’attività che ha preso ufficialmente il via mercoledì 4 Febbraio, dopo alcune riunioni organizzative nei precedenti mesi, vanta una ventina di atleti partecipanti. L’allenatore del gruppo è Marco Tolomei, da molti anni membro dello staff tecnico Adria In foto alcuni elementi del nuovo Team Nuoto; verrà coadiuvato negli allenamenti da Giacomo Stoppa, attuale allenatore della stagione nella squadra senior in serie C. poter continuare a praticare la pallanuoto, squadra under 13. Le dichiarazioni del tecnico Tolomei: in modo un po’ meno impegnativo di quello Il gruppo di atleti “Siamo orgogliosi a che richiede l’attività agonistica, ma come partecipanti al nuovo “Buona parte dei nostri livello societario di sempre in maniera strutturata ed organizzaprogetto è composto ex atleti continuano presentare questo ta con la stessa serietà da parte della nostra da ragazzi di età com- a frequentare nuovo progetto. Società. Per questa seconda parte di stagiopresa tra i 18 e 28 gli impianti dopo il ritiro Buona parte dei ne faremo in modo di poter giocare partite e anni, tutti quanti atleti dall’attività Agonistica” nostri ex atleti con- tornei amichevoli, con le realtà a noi vicine, ex tesserati Adria Nuotinuano a frequen- con l’intento di creare un gruppo affiatato to, che vantano esperienza nei vari campio- tare gli impianti dopo il ritiro dall’attività dentro e fuori vasca, per poi partecipare al nati giovanili. Buona parte della rosa dei Agonistica. L’obiettivo di questa iniziativa campionato Master la prossima stagione”. giocatori ha anche militato fino alla scorsa è quello di permettere a questi ragazzi di


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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Salute e società

Febbre da gioco, una malattia seria Ludopatia, il Veneto è tra le prime regioni d’Italia colpite dalla patologia. Cos’è e come se ne può uscire

Lino Busato Psicologo e psicoterapeuta

di Ornella Jovane

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ioco d’azzardo e lotterie, in Veneto la ludopatia è diventata un’emergenza che colloca la nostra fra le regioni d’Italia più colpite dalla patologia. In Veneto, a fine 2013, si contavano 35mila giocatori patologici - i dati sono ricavati dal dossier di Sistema Gioco Italia di Confindustria - per un giro d’affari in regione stimato in 5,3miliardi di euro. Il Coordinamento nazionale gruppi per Giocatori d’Azzardo calcolava che in Veneto nei primi dieci mesi del 2014 erano stati spesi per videolottery e slot machine oltre 3,3miliardi di euro, con una spesa pro-capite di 670 euro. Se a livello nazionale il gioco d’azzardo patologico coinvolge circa 800mila soggetti, è proprio nel Nord-Est che fa segnare il suo record di penetrazione, registrando il 38 per cento dei giocatori a rischio di dipendenza. Ma cosa s’intende con ludopatia e quando il comportamento di un giocatore diventa patologico? Lo abbiamo chiesto allo psicologo e psicoterapeuta Lino Busato. “La dipendenza dal gioco d’azzardo - spiega - è un fenomeno sociale alimentato dalla proliferazione di punti gioco che generano un eccesso di offerta di facile accesso la quale può essere pericolosa nelle persone più ricettive a questo tipo di messaggio”. “All’inizio - prosegue lo specialista - l’interesse per gioco d’azzardo è di un certo tipo, poi può diventare patologico”. Ci sono persone appartenenti a fasce d’età particolarmente a rischio? “In realtà il gioco d’azzardo e la sua deriva patologica può coinvolgere tutte le fasce d’età. Ci sono tre criteri per riconoscere il gioco d’azzardo patologico. In primo luogo il craving, ovvero l’impossibilità di resistere alla spinta a giocatore. Il giocatore può cercare di convincere se stesso e gli altri di non essere dipendente in realtà egli non sa resistere all’impulso di giocare. Il secondo segnale è legato all’aumento, via via sempre più consistente, di denaro giocato. Più si è dipendenti più si spera di sistemare i propri problemi economici - compresi i debiti - continuando a giocare. Infine il malessere generato dall’astinenza dal gioco: se non gioca sta male, è nervoso, sta male fisicamente, agitato. Spesso il giocatore nasconde o mente a se stesso relativamente alla frequenza e all’interesse per il gioco, ma nella realtà è il suo pensiero centrale che lo assorbe talmente tanto da allontanarlo da tutte le altre dimensioni della vita, ad es. non è più disponibile a relazioni normali, va incontro a perdite economiche notevoli,

fino a buttar via con estrema facilità ciò che è stato il frutto di una vita di sacrifici, coinvolgendo anche familiari e conoscenti. Spesso nascono conflitti anche seri all’interno della famiglia e problemi sul lavoro. La persona è esclusivamente assorbita dal pensiero di come organizzarsi per andare a giocare. Insomma una vita d’inferno. Questo stile di vita stressante porta a pesanti conseguenze sulla salute fisica e a disturbi psichici come l’ansia. Il giocatore patologico diventa irrequieto, litigioso, teso e aggressivo. Quando arrivano alla disperazione alcuni crollano e tentano il suicidio, infatti ci sono casi di suicidio nei giocatori patologici. La crisi economica ha contribuito a far lievitare i numeri dei giocatori d’azzardo? “La povertà spinge al gioco d’azzardo, a considerarlo nell’immaginario come unica occasione di riscatto. Si attiva così una sorta di meccanismo primitivo del tipo: o la va o la spacca”. E i mass media che ruolo hanno? “La pubblicità di lotterie, slot machine, gratta e vinci... sono troppo presenti anche nella tv di Stato. Il fatto di assegnare a personaggi famosi il messaggio promozionale non aiuta. La gente fragile e sensibile ci casca”. Che cos’è esattamente la ludopatia? “Ha tutte le caratteristiche della dipendenza, senza sostanze. Si crea una sorta di schiavitù da una realtà che si subisce senza possibilità d’intervento. Nelle slot machine, o col gratta e vinci e similari il giocatore non ha un ruolo attivo, nè può intervenire per modificare nel gioco la sua posizione. Si perde perciò lo spirito autentico del gioco e ci si può trovare in trappola”. Come si riconosce il giocatore patologico? “Ci sono tre criteri per riconoscere il gioco d’azzardo patologico. In primo luogo il crading, ovvero l’impossibilità di resistere. Il giocatore può cercare di convincere se stesso e gli altri di non essere dipendente ma questo tipo di ragionamento non coinvolge l’inconscio. In realtà egli non sa resistere all’impulso di giocare. Il secondo segnale è legato all’aumento, via via sempre più consistente, di denaro giocato. Più si è dipendenti dal gioco più si spera di sistemare i propri problemi economici - compresi i debiti di gioco - con il gioco. Infine il malessere generato dall’astinenza dal gioco. Anche se spesso il giocatore nasconde o mente a se stesso relativamente alla frequenza e all’interesse per il gioco. In

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realtà, e queste sono le conseguenze, è il suo pensiero centrale, non è più disponibile a relazioni normali, va incontro a perdite economiche notevoli, fino a buttar via con estrema facilità ciò che è stato il frutto di una vita di sacrifici, coinvolgendo anche familiari e conoscenti, quando non si arriva ai criminali. Spesso nascono conflitti anche seri all’interno della famiglia e problemi sul lavoro. La persona è esclusivamente assorbita dal pensiero di come organizzarsi per andare a giocare, con evidenti ricadute anche psicologiche e fisiche”. Qual è la via d’uscita? “Come ogni forma di dipendenza patologica esiste la via della terapia. La percentuale di coloro che decidono di uscirne è però ancora molto bassa, ovvero chi decide di intraprendere la strada della terapia spesso lo fa quando ormai la situazione è giunta alle estreme conseguenze”. Quali sono i passaggi da compiere e quali sono le strutture a cui rivolgersi? “Il primo ostacolo è riconoscere di avere un problema: il primo passo importante è la consapevolezza, è prendere coscienza da parte del giocatore di avere un problema e quindi dover ricorrere ad un aiuto. La persona deve superare la vergogna e farsi aiutare se no da soli non si esce. Le strade da percorre sono molteplici: dalla psicoterapia, ai Ser.T. delle Uls che hanno un servizio specifico e gratuito per il trattamento delle dipendenze dal gioco d’azzardo. Ci sono infine i gruppi di auto-aiuto dei giocatori anonimi composti da persone accomunate dallo stesso problema. Ciò che va affrontato è il meccanismo del “pensiero magico” che porta a far credere che il gioco risolva ogni problema, che indichi la scorciatoia per arrivare prima e meglio alla meta, che invece richiede la fatica e il sacrificio del costruire”. Qual è l’augurio che si può fare a chi è incappato in questa forma di dipendenza? “L’augurio e l’invito è quello di riappropriarsi della propria vita, di uscire dalla trappola del gioco malato, che provoca isolamento, schiavitù e sofferenze. Il gioco è bello, nella sua dimensione sana: è conoscenza, creatività, occasione di crescita, è socializzazione e divertimento. Dal gioco patologico si può uscire per ritornare ad essere liberi e padroni della propria vita”.

ANCHE NEL 2015 Detrazione fiscale

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IN REgIONE Contrasto e prevenzione

UN ITER LUNgO pER LA LEggE

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l Veneto osservato speciale per il comportamento del gioco d’azzardo patologico ma, ad oggi, una delle poche regioni senza una legge regionale di riferimento e contrasto, nonostante sia stata tra le primissime (già nella primavera del 2013) ad aver registrato proposte legislative in merito. Nel corso degli ultimi 15 mesi sono state presentate 5 proposte già trasformate nell’estate 2014 in un testo unico “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza dal Gioco d’Azzardo Patologico”. Unendo le forze Antonino Pipitone (Idv), Claudio Sinigaglia (PDV), Stefano Valdegamberi (Futuro popolare) e Stefano Peraro (Udc) con la condivisione della Lega (Cristiano Corazzari) - gli autori delle 5 proposte di legge - hanno in più occasioni sollecitato il presidente della Quinta Commissione Leonardo Padrin e il governatore Luca Zaia a fare in modo che il Consiglio regionale approvi questa legge prima della fine della legislatura. O.J.


Veneto in primo piano 1 28 Il Veneto in primoIlpiano Il Consiglio di Stato mette fine alla guerra giudiziaria

Padova, legittima l’ordinanza sui limiti di orario delle sale slot

Altri Comuni intenzionati ad adottare lo stesso provvedimento Il sindaco di Padova Massimo Bitonci

di Nicola Stievano

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opo una “guerra giudiziaria” durata alcuni mesi il Consiglio di Stato legittima definitivamente l’ordinanza del Comune di Padova che ha imposto limiti di utilizzo delle slot machine, stabilendo due fasce orarie, al mattino e alla sera. Verso la fine di febbraio è arrivata la sentenza definitiva sul regolamento impugnato da alcuni proprietari di sale gioco: l’ordinanza di Bitonci è legittima, può limitare gli orari di funzionamento delle “macchinette”. Con questo pronunciamento dunque il Consiglio di Stato conferma quanto deciso dal Tar Veneto:

NEWS

il provvedimento adottato dal sindaco di Padova per porre un limite al funzionamento delle slot a precisi orari rispetta la legge e non mette in pericolo l’attività dei proprietari di apparecchi. E’ quanto hanno stabilito i giudici di Palazzo Spada che hanno respinto il ricorso di una sala bingo padovana: “I motivi di appello non appaiono idonei a scalfire le ragionevoli conclusioni cui è pervenuta l’ordinanza impugnata”, si legge nell’ordinanza della Quinta sezione del Consiglio di Stato. Una “vittoria” dunque per il fronte “anti slot” che

da tempo chiede provvedimenti concreti che mettano un freno al dilagare degli apparecchi di gioco d’azzardo – legalizzato ovviamente – presenti ormai in quasi tutti i bar oltre che nelle tanto discusse sale da gioco. Ora non è escluso che altri sindaci padovani seguano le orme di Bitonci ed emanino per proprio Comune delle ordinanze simili. Proprio nei giorni della sentenza del Consiglio di Stato il Comune di Casalserugo, guidato da Elisa Venturini che è anche consigliere provinciale, ha pubblicato un provvedimento che stabilisce appunto delle fasce orarie e

limita il funzionamento delle slot a 7 ore al giorno. Una strada imboccata anche da altri Comuni, in particolare da quelli che già avevano regolamentato, e soprattutto limitato, l’apertura delle sale slot. “La nostra non è una crociata – spiega il sindaco Elisa Venturini – ma un provvedimento dettato dal buonsenso e dalla volontà di trovare una soluzione a quella che ormai è un’emergenza sociale. Il gioco d’azzardo praticato su questi apparecchi sta creando seri problemi a numerose famiglie del nostro territorio”.

Siglato a fine febbraio un protocollo d’intesa tra i sindaci e il prefetto Cuttaia

CONTRO IL gIOCO D’AzzARDO pATOLOgICO, NEL VENEzIANO UNA BATTAgLIA CONDIVISA

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n provincia di Venezia la battaglia contro il gioco d’azzardo patlogico è comune ad associazioni ed istituzioni. Fra i comuni che più si sono contraddistinti su questo tema c’è quello di Mira guidato da un sindaco del Movimento 5 Stelle Alvise Maniero. A novembre 2014 ad Oriago e Mira Taglio aderirono in 400 alla manifestazione che si tenne a livello provinciale contro la ludopatia. In quell’occasione le associazioni ed i manifestanti decisero consumare in un bar che ha scelto “la disinfestazione dalle slot o altri giochi d’azzardo”. Questi bar furono premiati dal Comune. A schierarsi per una legge più dura sono il senatore del Movimento 5

Stelle Sergio Endrizzi e il consigliere del Pd Bruno Pigozzo. Intanto a fine febbraio è stato siglato un protocollo d’intesa tra i Sindaci del veneziano e il Prefetto Domenico Cuttaia “per contenere la diffusione del gioco d’azzardo, in particolare presso i giovani, attraverso un controllo più attento delle autorizzazioni e l’avvio di una campagna di sensibilizzazione sui rischi del gioco on line”. Un impegno a cui hanno aderito la Provincia, le Ulss, le forze dell’ordine, i rappresentanti dei Monopòli, dei tabaccai, dei consumatori e delle tante associazioni impegnate su questo fronte Non mancano però le preoccupazioni sull’efficacia delle azioni individuate.

“L’impegno delle amministrazioni veneziane – osserva il sindaco di Mira Alvise Maniero – rischiano di rivelarsi inutili. La bozza del decreto legislativo che su questo tema sta circolando non pare accogliere la richiesta di una maggior tutela dei luoghi sensibili (scuole, chiese) ampliando le distanze minime da rispettare per le nuove autorizzazioni di sale giochi o per l’installazione di videopoker nei locali pubblici. Anzi amplia lo spazio per ricorsi contro le ordinanze dei Sindaci da parte dei potenti mezzi legali delle lobby del gioco d’azzardo”. Fra i primi a schierarsi contro la diffusione del gioco d’azzardo anche i comuni di Scorzè e Mirano. Alessandro Abbadir

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30 4 Il Veneto in primo piano Manifestazioni Gli appuntamenti maggiori tra Padova, Venezia e Rovigo

Fiori e piante in mostra nelle piazze delle nostre città Torna la primavera e porta con se’ le nuove fioriture. Gli appassionati di giardinaggio potranno scegliere tra moltissimi appuntamenti di Nicola Stievano e lorenzo Zoli

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oltissimi in tutto il Veneto le manifestazioni che riempiranno le piazza di fiori, piante e giardini.

FIORI NEL PADOVANO Così, nel Padovano, è soprattutto nelle città medievali della Bassa Padovana che fiorisce la primavera. Fra gli eventi “di stagione” che portano alla ribalta il mondo floreale nel padovano spiccano gli appuntamenti conla “Fiera di Primavera” a Montagnana e “Este in Fiore”. Sabato 11 e domenica 12 aprile la magica cornice murata della città di Montagnana si colora con splendidi fiori e piante. A distinguere la nuova edizione sarà un’incantevole esposizione floreale che si snoderà tra le vie fuori le mura da Porta Vicenza a Porta Legnago arricchendo di colore le strade della città. L’appuntamento ospiterà produttori e rivenditori di piante e fiori del settore florovivaistico locale, articoli per il giardinaggio e coinvolgerà tutta una

serie di aziende legate alla produzione, lavorazione e trasformazione dei prodotti tipici verrà inoltre predisposta una zona per le bancarelle di oggettistica artigianale. Non mancheranno numerosi eventi culturali. Tutti i dettagli su www.montagnaneseinfiera.org. Appuntamento a Este invece la settimana successiva, dal 17 al 19 aprile, nella consueta cornice dei Giardini storici del Castello con “Este in Fiore”, a cui anche quest’anno parteciperà una selezione di importanti vivaisti italiani. “I giardini e l’acqua”, questo il tema conduttore dell’edizione 2015, la quattordicesima. Una riflessione per trovare un nuovo equilibrio e generare attitudini ed azioni più responsabili, ispirandosi simbolicamente ancora una volta all’Eden, originaria oasi verdeggiante nel deserto. Sarà ancora una volta il disegno dell’artista Oreste Sabadin a rappresentare Este in Fiore: quest’anno la sua illustrazione è un vivace racconto dal sapore naif che ha come meSSaGGIo

polItICo a paGamento a CUra Del

protagonista la città di Este con il celebre castello e gli edifici storici lambiti dall’acqua ed avvolti da una fantasiosa vegetazione. Da segnalare le conversazioni musicate con importanti personalità, condotte dalla giornalista e scrittrice di giardini Mariagrazia Dammicco, fondatrice e presidente del Wigwam Club Giardini Storici Venezia, con letture di brani ed improvvisazioni musicali al clarinetto offerte da Oreste Sabadin.

Un’immagine di Este in fiore

FIORI NEL RODIGINO Due le manifestazioni in Polesine tutte dedicate ai fiori e all’arrivo della Primavera. A Rovigo si parte con i “Sapori in fiore”, programmati dal 17 al 19 aprile in tutto il centro, da Corso del Popolo a Piazza Garibaldi. Ci saranno giochi e iniziative per i più piccoli, ma anche bancarelle, con protagonisti assoluti i fiori, ma non solo: ci saranno anche prodotti tipici, soprattutto alimentari. Non mancherà infine l’attenzione per la moda,

con la sfilata che già l’anno precedente aveva raccolto consensi. Una decina di giorni neppure e poi toccherà ad Adria in fiore, organizzata dalla Pro loco di Adria domenia 26 aprile in centro. “Non pensare alla solita fiera dei fiori – si legge nella presentazione dell’iniziativa – Immagina una piazza allegra, profumata, variopinta e piena di sorprese, aromi, profumi e colori di primavera”. Per maggiori informazioni è possibile fare riferimento al

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Farmaci cannabinoidi, Azzalin s’infiamma: mandata in fumo la legge approvata dal consiglio

“Con le linee guida in pratica se ne limita l’applicazione ad una trentina di pazienti” Si accende lo scontro sui farmaci derivanti da cannabis dopo la pubblicazione della delibera che contiene linee guida in base alle quali l’applicazione viene circoscritta ai “pazienti affetti da grave spasticità da lesioni midollari che non hanno risposto alle terapie. Particolarmente duro l’attacco del consigliere Graziano Azzalin, che era stato proprio uno dei promotori di una proposta di legge poi confluita nella legge “Disposizioni relative alla erogazione dei medicinali e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”. “Basta con gli slogan smentiti dai fatti e con le prese in giro – attacca - ancora una volta assistiamo ad atti che non sono conseguenti con i proclami e, in questo caso, lo si fa giocando addirittura con la salute dei veneti: il Veneto, infatti, era stata la seconda Regione dopo la Toscana a dotarsi di una legge sull’uso dei derivati cannabinoidi, approvata all’unanimità dal consiglio regionale. Dopo due anni e mezzo la Giunta ha approvato la delibera attuativa e scopriamo che di fatto rende assolutamente inutile la legge e ne sconfessa in toto la ratio. Questo equivale a dire che si restringe talmente tanto il campo di applicazione da ricomprendere al massimo un trentina di pazienti in tutto il Veneto, ignorando non la più recente letteratura in materia, inevitabilmente scarsa dal momento che si tratta di cure innovative, ma anche l’importanza della sperimentazione di nuovi farmaci che permetterebbero a centinaia di pazienti di tentare la strada di cure con preparati galenici a base di cannabinoidi”. Il Consigliere sottolinea fra l’altro, come “proprio il Polesine, che ospita il centro sperimentale di ricerca sulla canapa è preso in giro due volte. Con la delibera è stato dato uno schiaffo al consiglio, ai medici veneti e, soprattutto, ai tanti malati che speravano che questa legge potesse offrire loro nuove opportunità di cura, fra l’altro ammettendo, come si legge nelle stes-

sito www.adriainfiore.com. Oppure è possibile mettersi in contatto direttamente con la Pro loco, che tradizionalmente si occupa di organizzare e allestire l’appuntamento. Due iniziative ormai diventate un appuntamento fisso con le quali le due maggiori città del Polesine non solo salutano l’avvento della Primavera, ma si fanno anche vetrina delle eccellenze locali. Non solo fiori, infatti: ma anche spazio a ciò che di buono il territorio produce.

Manifestazioni a venezia

ANCHE IL VENEzIANO SI COLORA DI pRIMAVERA

L’intervento di Graziano Azzalin

se linee guida, che vi sono ragioni sufficienti per credere che la Cannabis medicinale possa aiutare in caso di dolore e spasmi muscolari o crampi associati a sclerosi multipla o lesioni del midollo spinale, nausea, perdita di appetito, perdita di peso e debilitazione dovuti a cancro o Aids, nausea e vomito associati a chemio o radioterapia per il trattamento di cancro, epatite C o Hiv, dolore cronico associato al sistema nervoso, sindrome di Gilles Tourette e glaucoma resistente alle terapie”. Secondo Azzalin, fra l’altro, “tutto questo avviene non solo in controtendenza rispetto anche alle scelte che stanno compiendo non solo Regioni decisamente più lungimiranti come la stessa Toscana, ma anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che recentemente ha affermato che i farmaci cannabinoidi sono una risposta per i pazienti con patologie gravi come Sla, sindrome di Tourette e sclerosi. e tali farmaci verranno impiegati nella terapia del dolore. Una chiusura incomprensibile che non si spiega nemmeno in termini di risparmio: infatti un medico veneto di un centro di terapia del dolore potrà, per esempio, inserire sottopelle uno stimolatore in grado di dare impulsi elettrici direttamente al midollo spinale, con una procedura molto costosa, invasiva e non scevra di complicanze, ma rimborsata dalla Regione, mentre non potrà prescrivere un estratto di cannabis, a meno che il malato non se lo paghi”.

N

el veneziano sono numerosi gli eventi e le manifestazioni che a primavera caratterizzano il periodo, come le fiere dei fiori e del benessere. Si parte da Oriago di Mira, lungo il Naviglio, in Riviera san Pietro. Domenica 29 marzo si terrà “Oriago in fiore” con la mostra mercato Florovivaistico che raccoglie quasi 100 espositori da tutto il Veneto. Ci sarà la mostra fotografica “Fiori e Colori”, i Madonari, le fattorie didattiche e il mercato a chilometro 0. Sempre in Riviera del Brenta va ricordata anche “Rivale in fiore” a Pianiga che si tiene il 7 aprile. Odori di fiori e profumo di primavera si respireranno domenica 12 aprile a Noale con la mostra mercato “Noale in fiore” della Pro loco. Previste 60 mila presenze. Ci sarà un’area espositiva di oltre 10 mila metri quadrati. A Venezia importante appuntamento è Open Air Expo, rassegna, organizzata da

Expo Venice, dal 17 al 19 aprile a Forte Marghera. Presenterà proposte per star bene e vivere meglio attraverso la cura del corpo, l’alimentazione e le discipline sportive. A Mirano si terrà il 25 aprile la Festa dei Fiori in Piazza Martiri. Negli stessi giorni (25 – 26 aprile) a San Donà di Piave in via Cesare Battisti, da mattino a sera invece c’è la Festa di Primavera, con uno stand enogastronomico finalizzato alla promozione dei prodotti e vini tipici locali. A Dolo in Riviera del Brenta, in via Mazzini è in programma il primo maggio la tradizionale “Dolo in fiore”. Chiude gli eventi di rilievo a Noale l’Infiorata dove il 7 giugno c’è la manifestazione organizzata in occasione della celebrazione del Corpus Domini. Si tratta di una sfida fra contrade a colpi di petali, essenze erboree, cereali, gambi e materiali naturali. A.A.


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Elezioni regionali Si vota il 31 maggio

Flavio Tosi si candida Governatore e spariglia il gioco Il sindaco di Verona scende in campo e la partita delle prossime regionali cambia davvero volto. Niente alleanze scomode, però, vuole andare solo di Maria Pavan

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a Lega dal volto pulito, come veniva definita la parte del partito che non ha mai smesso di guardare a Tosi come all’unico vero leader Veneto, oltre a Zaia, ha alzato la testa e, stanca delle imposizioni di Matteo Salvini, ha rotto ogni indugio. E’ uscita dal movimento capeggiato da Salvini e appoggia Tosi nella sua corsa a palazzo Ferro Fini. Ora occorrerà capire se gli elettori che cinque anni fa hanno regalato a Luca Zaia una eccellente vittoria sono disponibili a cambiare e a votare Tosi, ormai ex leghista. I sondaggi, a più di due mesi dalle elezioni, contano relativamente. E difatti Tosi ha presto fatto spallucce di fronte a quelli sfoderati da Salvini dopo il consiglio federale della Lega che vedevano il partito in vantaggio di otto punti sul Pd anche con Tosi in campo. “Tosi candidato? – ha sbottato Salvini – Auguri, perché in democrazia scelgono gli elettori e in Veneto non ho dubbi che sceglieranno Zaia”. “In Veneto – ha detto ancora – l’alleanza la facciamo con i veneti e Luca Zaia ha un progetto per altri cinque anni”, ma qualche alleanza cercherà di stringerla perché il “popolo” di Tosi piace molto soprattutto ad un certo centro destra veneto che mal digeriva il linguaggio populista di certa Lega. Tra loro Antonio De Poli che considera la candidatura di Tosi “un’opportunità che può mettere insieme chi concepisce la politica del fare contro il linguaggio del populismo”. La candidatura del sindaco di Verona pia-

Flavio Tosi

Luca Zaia

Certo la discesa in campo di Flavio Tosi è piaciuta ce anche a una parte del nuovo centro destra, Mario molto ai suoi sostenitori presenti Sacconi, infatti, si dice convinto che in Fiera a Verona il giorno dell’ansia possibile costruire “una coali- Tosi: “Eccomi nuncio. zione vincente tra liberalpopolari e qui da uomo libero E’ piaciuto cogliere le sue autonomisti” che riesca a mettere per candidarmi incertezze e la sua commozione in minoranza l’estrema destra po- a governatore pulista”. Certo anche Forza Italia della Regione Veneto” mentre ricordava il passato nel giocherà la sua partita ma le allemovimento e annunciava la sua anze non si decideranno in Veneto, probabilmente sa- uscita. ranno decise ad Arcore e, soprattutto, con uno sguardo E’ l’hanno acclamato con calore vero quando ha nazionale. pronunciato le fatidiche parole: “E allora eccomi qui da

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“I

Se ne riparla nella prossima legislatura

STOp CEMENTIFICAzIONE: LA NUOVA LEggE ASpETTERÀ

l contenimento del consumo del suolo è un obiettivo urgente e ampiamente condiviso, ma le modalità operative proposte rischiano di essere contradditorie o addirittura di generare effetti opposti. Per cui è meglio fermarsi e ripensare in modo più approfondito l’impianto delle proposte di legge in discussione”. E’ questo il punto di arrivo del lavoro di studio e approfondimento svolto dalla commissione Urbanistica del Consiglio regionale del Veneto presieduta da Andrea Bassi (Lega) sui due testi di legge abbinati, uno di iniziativa della Giunta proposto dall’assessore all’urbanistica Marino Zorzato e uno del Pd, che hanno messo nero su bianco la proposta di nuove regole per fermare la cementificazione del territorio e avviare processi di riqualificazione dell’esistente e di rigenerazione urbana. Le due proposte di legge, all’attenzione dei consiglieri di palazzo Ferro-Fini da un anno e mezzo, non

i g g da oINE il -L N O è OVO NU SITO

uomo libero per candidarmi a governatore della Regione Veneto”. “Liberalismo, popolarismo e federalismo” sono oggi le tre stelle polari del movimento di Flavio Tosi che le usa per spiegare che cosa significa essere moderati e non demagogici: “Sono un moderato – ha sottolineato – perché ho rispetto per le persone e la verità. È demagogico l’atteggiamento di Tsipras in Grecia che in campagna elettorale sosteneva l’uscita dall’euro e poi, dopo essere stato eletto, si è arreso all’evidenza e ha ammesso che al massimo avrebbe potuto rinegoziare condizioni meno vincolanti dei trattati europei. Bisogna essere seri e concreti. Lo stesso vale per la flat tax: noi non siamo l’India o la Croazia. Come si fa ad abbassare le tasse se prima non si taglia la spesa pubblica?”. E indirettamente le manda a dire proprio a Salvini che propone di portare la tassazione unica al 15 per cento. “Basta con le promesse da marinaio”, affonda il sindaco di Verona da candidato governatore del Veneto. Intanto il governatore uscente Luca Zaia, con l’amaro in bocca, non ha potuto che augurare all’ex compagno di partito un in bocca al lupo, sottolineando però che “se qualcuno si perde per strada è affar suo, non mio. Io non ho mai diviso tra tosiani e non tosiani e a giudicare dalle liste saremo più di prima. Non sono affatto preoccupato”.

taglieranno il traguardo dell’approvazione in questa legislatura. “Le abbiamo esaminate attentamente, avviando un confronto serrato con urbanisti, ordini professionali, categorie economiche, parti sociali, università, rappresentanti dell’ambientalismo – dichiara Bassi – Ed è stato proprio il grande lavoro corale di approfondimento nazionale e internazionale avviato da 19 istituzioni e associazioni dell’urbanistica, culminato nel manifesto elaborato dal coordinamento “UrbanMeta Metamorfosi urbane”, a convincerci che le proposte di legge in discussione rischiavano di ottenere addirittura l’effetto opposto, come è successo con la legge ‘blocca capannoni” che ha innescato la corsa all’edificazione di magazzini e capannoni prima che entrasse in vigore il blocco. Con il risultato che il Veneto si è riempito di grandi strutture rimaste vuote e deserte”. Va detto che grazie a queste due iniziative legislative per la prima volta nella storia delle politiche urbanistiche della Re-

gione è stata messa a fuoco l’esigenza di abbandonare la “logica incrementale” e di pianificare un recupero del territorio a fini diversi da quello edilizio. Professionisti, costruttori e ambientalisti ci avvertono però che le modalità proposte (come la moratoria e le varianti verdi), senza una tempistica certa, risorse dedicate, strumenti di impegno come i ‘contratti di rigenerazione urbana” e una forte regìa pubblica, non consentono di raggiungere gli obiettivi prefissati. Il grande lavoro svolto e le indicazioni unanimi degli ‘stakeholders’ raccolte durante l’ istruttoria non sono affatto persi: sono l’eredità che sarà consegnata ai consiglieri della prossima legislatura. Il manifesto di UrbanMeta metamorfosi urbane e il lavoro di studio e confronto sul tema della rigenerazione urbana svolto da ordini, enti e associazioni – annota Bruno Pigozzo (Pd), vicepresidente della commissione - costituisce una preziosa sintesi e anticipa un utile binario di lavoro per il nuovo Consiglio.

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Voci da palazzo 35 1 Lancio della campagna elettorale Sul palco le storie della gente vera, in platea 1500 persone

Moretti decisa a “spegnere” il centrodestra “È giunto il momento di spegnere la televisione che da vent’anni trasmette sempre lo stesso film, è giunto il momento di spegnere il centrodestra” di Maria Pavan

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iù di 1500 persone acclamano Alessandra Moretti cattiva gestione della sanità veneta. E proprio su questo tema la Moretti affonda la sua al Centro Papa Luciani in occasione dell’apertura della sua Campagna elettorale, dietro di lei lo slo- lama affilata e presenta la sua ricetta per migliorare: “Ridurre i tempi d’attesa dei pronto soccorso, accorpare gan: “Il coraggio di cambiare”. E cambia tutto Alessandra. Porta sul palco il Veneto le Usl passando da 21 a 8 e nomina di nuovi direttori generali, più medici e meno buautentico: la gente che ha incontrato in questi ultimi mesi durante il “Sanità: ridurre i tempi rocrati”. Cambiamenti non da poco tour nei comuni grandi e piccoli di d’attesa dei pronto soccorso, accorpare come quelli che la candidata tutte le provincie. Perciò non è lei a dire che Zaia le Usl, direttori generali renziana mette nero su bianco nel suo programma pensando non ha fatto nulla per aiutare i cit- medici non burocrati” al mondo delle imprese venete, tadini, in questi anni, ma sono i cittadini stessi, le loro esperienze, le loro gioie e soprattutto strozzate dalla burocrazia e dalla mancanza di credito. “Il 33% degli investimenti per i giovani innovatori i loro dolori. Tra questi Roberta, la cinquantenne che racconta coperti da Veneto Sviluppo, aiuti alle imprese che aprono quanto è difficile occuparsi di una madre di ottant’anni all’internazionalizzazione, agenda digitale del Veneto per non autosufficiente e allo stesso tempo lottare da soli con togliere carta e burocrazia”. Ma è il tema del lavoro che le sta più a cuore di tutto. la mancanza di efficienza del sistema sanitario. Ma questa voce è solo una delle tante testimonianze Perché se riparte il lavoro, ripartono i veneti e le cose raccolte: medici, pazienti e famigliari che denunciano la cambiano davvero.

E’ commovente la storia di Valentina, che a trent’anni è disoccupata e apparentemente senza prospettive. La Moretti lancia la proposta di un Jobs Act veneto, l’uso dei fondi di Garanzia Giovani per dare 500 euro al mese a chi assume a tempo indeterminato giovani sotto i 29 anni e interventi di sostegno per il praticantato dei professionisti. La Moretti è convinta, quello visto fino ad oggi in Veneto è stato un bruttissimo film e occorre cambiare: “È giunto il momento di spegnere la televisione che da vent’anni trasmette sempre lo stesso film, è giunto il momento di spegnere il centrodestra”. Certo saranno gli elettori a dirlo e la campagna per ora è tutta in salita: “Impossibile è una parola per piccoli uomini, il futuro è una scelta”. Questa la frase su cui si è chiuso l’evento, un ultimo video: un vecchio spot dell’Adidas in cui una donna si batte con il pugile Muhammad Alì. meSSaGGIo

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Bilancio regionale

Azzalin: “Il discorso di Zaia è il testamento di una Giunta discutibile guidato da un’ex maggioranza sempre più a trazione fascioleghista” “Il tentativo di Zaia di sviare l’attenzione dalle questioni politiche del momento e di limitarsi a dire che non ci sono risorse e che è colpa di Roma di fronte ai banchi vuoti della sua maggioranza è il segno tangibile che le sue parole in aula sono state il testamento di una Giunta discutibile guidato da un’ex maggioranza sempre più a trazione fascioleghista, che più che la Repubblica Serenissima ricorda un’altra repubblica sulle rive del Garda”. Con queste parole il consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin è intervenuto in aula durante la discussione del bilancio, sottolineando come “di fronte alle evidenti lacune di chi dovrebbe governare e non ne ha la forza il Pd si assume ancora una volta la responsabilità di essere opposizione governante, scegliendo di non affossare la manovra per evitare ai veneti ulteriori problemi rispetto a quelli provocati dall’ignavia della sua classe politica”. Azzalin ha sottolineato “la responsabilità di una maggioranza che si trincera dietro l’alibi della mancanza di risorse ma che poteva anche semplicemente adempiere al suo dovere pianificatorio, programmando ed indirizzando e mettendo in campo riforme a costo zero. Mentre Zaia fa il commentatore

Il consumo di suolo zero è l’unica strada che il Veneto può percorrere. E non è un caso che, dalle associazioni di categoria del mondo agricolo a quelle del mondo industriale tutte si siano espresse in questo senso

dei fatti di cronaca nera, fra l’altro dimenticandosi sempre di citare Galan e Chisso e non proponendo soluzioni ma limitandosi ad alimentare il clima di paura, in cinque anni la sua Giunta non ha varato i piani attesi e necessari come il piano cave, il piano energetico, il piano aria, il

piano dei trasporti, il piano territoriale regionale di coordinamento, fondamentale per dettare le linee urbanistiche e di sviluppo, nonché il piano dei rifiuti, la cui assenza è uno dei motivi che potrebbe permettere ai privati che vogliono realizzare una discarica di amianto a Bergantino di

portare a termine il loro progetto. Per questa azioni di governo non servivano risorse, ma idee, scelte e coesione politica di cui questa maggioranza è sprovviste”. Sulla sanità, l’esponente del Pd ha messo in evidenza come “è noto a tutti e lo hanno detto più volte anche gli assessori, che il buco nero è rappresentato dai project financing: la programmazione sanitaria è tarata solo in funzione degli ammortamenti e non dei bisogni dei privati. Una politica responsabile si sarebbe preoccupata di rinegoziarli prima di procedere con i tagli da altre parti. Anche sulla vicenda che ha investito gli Istituti Polesani di Ficarolo Zaia ha parlato di tolleranza zero, ma ancora non ha mosso un dito”. Ma è soprattutto sull’agricoltura che si è incentrato l’intervento del consigliere polesano: “La legge sul consumo di suolo è stata fatta naufragare, mentre proprio quello è il cardine di un’azione politica che si occupi davvero di far crescere l’agricoltura. Il consumo di suolo zero è l’unica strada che il Veneto può percorrere. E non è un caso che, dalle associazioni di categoria del mondo agricolo a quelle del mondo industriale tutte si siano espresse in questo senso. La scelta del centrodestra, che ha riempito il Veneto di capannoni abbandonati si è rivelata sbagliata, bisogna cambiar pagina”.


36 1 Cultura veneta Il precedente Nel 1950 la Biennale gli dedicò una sala con una ventina di opere

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L’onirico Rousseau

Narrativa

L’ULTIMO LIBRO DI pERMUNIAN

Le opere del maestro francese, per la prima volta in mostra in Italia, rimarranno esposte a Venezia, presso Palazzo Ducale, fino al 5 luglio di Alain Clivilò

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n una conversazione di Vasilij Kandinskij a Franz Marc, l’artista Henri Rousseau veniva definito con questa affermazione: “che uomo meraviglioso era questo Rousseau!”. Per la prima volta in Italia, le opere del maestro francese sono esposte a Venezia, presso Palazzo Ducale (appartamento del Doge) fino al 5 luglio. Un evento che precede di qualche mese la Biennale, proponendo opere quali “Io: ritratto-paesaggio” (1889/90) definito proprio dall’artista il primo ritratto-paesaggio della storia dell’arte, “Il cortile” (1896/98), “Cavallo assalito da un giaguaro” (1910), “Incantatrice di serpenti” (1907) e “La guerra o la cavalcata della Discordia” (1894) oltre a una selezione di paesaggi, ritratti e nature morte. “Il candore arcaico” è il titolo che racchiude un percorso triennale di studi che sta cercando di mettere nella giusta critica e storiografica l’opera completa di Rousseau. La curatrice della mostra Gabriella Belli indica che si tratta della “prima mostra che si fa in Italia su Rousseau, anche se bisogna ricordare che nel 1950 la Biennale gli dedicò una sala con una ventina di opere. Nessuno lo notò allora perché arrivarono i Fauves, Picasso e Kandinskij. Venne considerato di retroguardia e passò inosservato. La rassegna ha un obiet-tivo preciso: cercare di capire come mai questo eccentrico pittore

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dipingeva in una maniera assolutamente diversa da tutto ciò che avveniva in quegli anni a Parigi”. Infatti Christian Zervos scriveva di lui che “viveva come un monaco del Medioevo nelle sue visioni”. Si indica spesso il termine naif, ma la sua pittura possiede delle arie incantante e sognanti. Un onirico francese che nella sua semplicità ha rappresentato con modernità una personale visione della realtà. Anche il soprannome di Doganiere, che rimanda al suo lavoro nell’ufficio dazi, indica quella consuetudine tuttora esistente, tendente a denigrare al fine di non riconoscere a pieno l’iter artistico. Un’artista non classificabile che l’esposizione veneziana cerca di chiarire a pieno, creando dialoghi anche con diversi artisti al fine d’indagare quell’ispirazione all’arcaismo che nel corso dei secoli è parallela al classici-

Fondazione Querini Stampalia

l’AlfAbETO MERAvIGlIOSO DI GRIShA bRuSKIN

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’alfabeto è definito come una serie di segni grafici, disposti in un ordine preciso, che tendono a rappresentare ognuno un suono di una determinata lingua. Infatti nella teoria della comunicazione il loro insieme crea un codice. Alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, fino al 13 settembre, è presente un misterioso alfabeto costituito da 160 personaggi: angeli, demoni con il volto di animali, figure trafitte da un fulmine, uomini che portano sulle spalle la loro ombra, o scrutano nei segreti del libro. “Grisha Bruskin. Alefebet: Alfabeto della memoria” è il titolo della mostra dedicata, per la prima volta città lagunare, a uno dei più importanti artisti russi viventi. Così Bruskin, nato a Mosca nel 1945, descrive il suo progetto: “mi rapporto ad Alefbet come a una concezione artistica e nient’altro, come a una sorta di gioco di biglie. Era importante per me creare qualcosa in forma di pagine, di palinsesto, di scrittura, di notizia, di commento. Alefbet è anche scritture misteriose, rebus, un dizionario mitologico, sviluppa la lingua in un sistema di simboli e mitologemi, allegorie che bisogna essere capaci di decifrare, indovinare. Dove occorre trovare la propria personale spiegazione. Tra i personaggi disegnati non succede nulla, sono solamente rappresentati e sono collegati dal contesto”. Cinque grandi arazzi di misura 2,80 x 2,10 metri rappresentano il fulcro dell’esposizione, giungendo attraverso una disamina dei disegni preparatori dell’artista, i gouaches e 6 interessanti dipinti. Un’opera che testimonia la millenaria tradizione ebraica alla quale Bruskin vi giunge in maniera probabilmente indiretta: proveniva da una famiglia ebrea di scienziati, ma lungi da problematiche religiose. Fu un percorso nato alla fine degli anni ’60 che inserì un soggetto innovativo per la realtà sovietica del tempo. In riferimento alla mostra, l’arazzo è accompagnato da un commentario scritto dall’artista e lo spettatore, seguendo la tradizione del Talmud, dovrà aggiungere i propri commentari a quelli dell’artista: in Al.Cl. questo modo potrà avvicinarsi alla verità.

smo, cui l’opera di Rousseau sembra essere la linea divisoria tra 1800 e ‘900. Nell’allestimento, il visitatore durante il percorso rivive le atmosfere del famoso banchetto che Pablo Picasso organizzò in onore di Henri nel 1908, in occasione dell’acquisto del “Ritratto di donna”: l’opera di Rousseau è esposta di fronte a “La bouteille de Bass” di Picasso, in una stanza animata dal poema che Guillaume Apollinaire dedicò a Rousseau. Immersa nella musica del valzer “Clemence” fu composta dallo stesso Doganiere e suonata proprio in quell’occasione. Non rimane dunque che ammirare le oltre cento opere unite in un progetto della Fondazione Musei Civici di Venezia con il patrocinio della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna.

Fotografia

avarzerani, adriesi e polesani in genere ma anche chioggiotti e altre tipologie di veneti veraci, sono i protagonisti del nuovo libro del narratore amato da critica e pubblico Francesco Permunian. E’ imminente l’uscita - ad aprile - dell’ultimo lavoro narrativo dello scrittore cavarzerano che ha voluto dichiarare in una dedica, posta a sigillo del libro, La polvere dell’infanzia (Nutrimenti editore), il vero protagonista di questa sorta di “romanzo famigliare”. Questa volta la sua indagine è volta ad indagare il Polesine e la sua gente, soprattutto quella di Cavarzere e dei Comuni limitrofi. La dedica infatti recita così: “A tutti i lunatici del Polesine, miei unici maestri e compagni di strada”. Il libro è illustrato da numerose fotografie in bianco nero a firma di Duilio Avezzù.

Candida Höfer rilegge Rodin C andida Höfer, fotografa nata nel 1944 a Eberswalde in Germania, rilegge “Les Bourgeois de Calais” opera del 1901 di Auguste Rodin. Fino al 29 marzo presso le sale di Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna Venezia, nell’ambito del contenitore denominato Paradossi, è proposta ai visitatori una rilettura diversa della grande scultura di gesso che fu esposta da Rodin alla Biennale del 1901 e successivamente acquistata dalla città di Venezia. Un gruppo scultoreo che ha permesso alla Höfer di creare un percorso fotografico, scattando immagini relative ai dodici calchi di Rodin nelle loro installazioni poste in diverse collezioni pubbliche internazionali. L’abilità dell’occhio artistico della Höfer prende vigore nella ripetitività delle opere attraverso una dote che gli consente d’imbrigliare e assimilare l’espressività dinamica e sofferente degli eroici abitanti di Calais, che nel 1346 si contrapposero all’assedio del re d’Inghilterra Edoardo III, all’interno di un’immagine dall’ariosa percezione. Una sinergia con il lavoro che permette un continuo dialogo con l’opera e i suoi scatti, ottenendo un risultato finale forte, dirompente ma contenuto come da stile Höfer. A Venezia la mostra “Les Bourgeois de Calais à Venise” presenta una selezione di lavori che risalgono al 2001 quando, nel progetto Douze-Twelve commissionato dal Musée des Beaux-Arts et de la Dentelle di Calais, fotografò le fusioni esistenti nel mondo. Il realismo, l’emozione e le espressioni si esaltano all’interno del suo stile appartenente alla Scuola di Düsseldorf, caratterizzata da una fotografia diversa, attenta alle idee più che alla semplice documentazione. Quindi un forte linguaggio iconografico, una tecnica perfetta e la serialità sono elementi riscontrabili in questa produzione: fotografie che rappresentano sculture perfette ed equilibrate. Ognuna di queste immagini fornisce l’idea di essere stata costruita e progettata nella mente dell’artista, prima ancora che il tutto fosse visto attraverso i suoi occhi.


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Diritto Bancario

Mutui: dubbi sull’usura bancaria e restituzione interessi

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na domanda che sentiamo spesso fare è la seguente: “Ho il dubbio che gli interessi che verso per il mutuo siano eccessivi. Si può far qualcosa?” La riposta è, in linea di massima, affermativa. La Cassazione nel 2013 ha precisato infatti che tutte le voci di costo presenti nei mutui - ivi comprese le spese d’istruttoria, le commissioni, le assicurazioni obbligatorie, le penali, le commissioni di massimo scoperto - ma anche, e soprattutto, gli interessi di mora - concorrono ad individuare il costo del mutuo e quindi il reale tasso applicato dalla banca al cliente. Per tale ragione si potrebbe verificare che il cumulo di tali costi finisca con il superare il “tasso soglia” e divenire usurario in violazione della Legge 108 del 1996. Se così avviene, la sanzione (non di poco conto) prevista dal legislatore è che la clausola relativa agli interessi viene considerata nulla e

non sono più dovuti tutti gli interessi, con la conseguenza che il cliente può chiedere la restituzione di tutti gli importi già corrisposti a titolo di interesse e conseguentemente ridurre le rate ancora in scadenza al solo capitale. Anche il Tribunale di Rovigo è, in questi ultimi anni, stato chiamato a verificare la liceità dei rapporti intrattenuti dagli istituti di credito con la clientela e pendono diversi contenziosi in attesa di definizione. V’è da aggiungere, in ogni caso, che non sempre i giudizi giungono alla loro normale conclusione in quanto la materia bancaria è oggetto di mediazione, il che significa che è probabile che la vertenza si concluda in via transattiva, senza attendere il normale corso della giustizia. È infatti interesse di entrambe le parti addivenire in tempi brevi alla definizione del contenzioso: la banca per evitare un possibile pericoloso precedente, il cliente per evitare di essere esposto nel

frattempo ad eventuali azioni esecutive. Ma cos’è l’usura e come si verifica? Il concetto in sé è abbastanza comprensibile: l’usura è la pratica di prestare denaro chiedendo un interesse illegittimo perché superiore a quello determinato dal legislatore con la legge 108/96. L’art. 2 definisce

Avv. Lorenzo Maltarello

usurario l’interesse che supera il c.d. “tasso soglia” inteso come quel saggio di interesse globale medio, rilevato trimestralmente dalla Banca d’Italia, aumentato della sua metà. Verificare se in concreto si ha usura o meno invece è più complesso, ma volendo semplificare al massimo procediamo con

un esempio pratico. Il cliente sottoscrive un contratto di mutuo e la banca applica un tasso di interesse variabile del 3,1%. Per sapere se quell’interesse è usurario o meno nel corso della restituzione si deve verificare se supera il tasso soglia. Poniamo che per il trimestre gennaio-marzo 2006 il tasso globale medio rilevato fosse del 3,85% che, aumentato della metà, ammonta a 5,77 %. Ora, se il tasso concretamente richiesto dalla banca (al 3,1% si aggiungono tutte le voci di costo del mutuo) risulta superiore a 5,77%, si ha usura. L’esempio fatto pur con tutti i suoi limiti ha comunque il pregio di chiarire quali potrebbero essere i contorni della questione, che va dunque valutata prima di procedere ad ogni contestazione, considerando anche che di recente è aumentata l’attenzione dei Tribunali verso questa tematica a garanzia della correttezza nei rapporti bancari.

S T U D I O L E G A L E - A V V O C A T O L O R E N Z O M A L T A R E L L O - Avv. Lorenzo Maltarello Avv. Maria Pia Busatto -Piazzetta Pescheria n.14 – 45011 ADRIA (Rovigo) Tel. 042 621 382 - Fax. 178. 224 0143 - Cell. 347 238 559 3 - E-Mail : lorenzo.maltarello@libero.it - PEC: lorenzo.maltarello@rovigoavvocati.it

DIRITTO del lavoro

infortunistica

Giusta causa di licenziamento quando si da della “Milf” alle colleghe di lavoro su un social network

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Avv. cristiano Violato e avv. Federico soattin

ra i molteplici motivi di licenziamento nelle aziende vi è il caso di un dipendente che aveva pubblicato on line, sul proprio profilo social di facebook, la lettera della società con cui veniva riammesso al lavoro (a seguito di un contenzioso) ed aveva postato dei pesanti commenti diffamatori verso la medesima azienda, nonché verso le colleghe di lavoro con espressioni volgari (appunto definendole MILF, termine anglo-americano che designa generalmente donne adulte considerate sessualmente appetibili da uomini più giovani). Il giudice sottolineava come fosse difficile comprendere che il dipendente convenuto potesse pensare di mantenere in vita un rapporto di lavoro con colleghe che, senza alcun tipo di provocazione, ma solo in ragione di una accoglienza amicale, aveva sostanzialmente insultato con gravi espressioni sessiste. Secondo il giudice, il rapporto di lavoro, alla luce

della gravità delle espressioni diffamatorie, non poteva avere un seguito (Tribunale Ivrea, Sez. Lavoro, ordinanza 28.1.2015). La predetta ordinanza confermava pertanto l’orientamento giurisprudenziale del licenziamento per giusta causa per post denigratori a danno del datore di lavoro ma anche nei confronti delle stesse dipendenti dell’azienda. Il caso in esame dimostra come l’utilizzo dei social deve essere disciplinato nelle aziende attraverso la redazione di social media policy, regole semplici e trasparenti, non in un’ottica repressiva, ma per rendere consapevoli gli utenti e gli operatori dei possibili rischi e prevenire perdite di dati, nonché danni all’immagine. Tali policy devono essere declinate in base alle attività e caratteristiche delle imprese e devono ricomprendere non solo i dipendenti ma tutti gli attori aziendali (es. stagisti; consulenti, etc.).

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Incidente stradale: consigli utili per ottenere il giusto risarcimento

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ontrariamente ai miei precedenti interventi, con questo articolo tenterò di elencare una serie di consigli che potrebbero rivelarsi utili quando si rimane coinvolti in un incidente stradale. Come prima cosa, se le parti del sinistro non hanno richiesto l’intervento delle Autorità (Polizia, Carabinieri etc..) è importante che queste compilino in maniera corretta il modulo di constatazione amichevole, preoccupandosi di realizzare un disegno preciso e completo, capace di chiarire perfettamente la dinamica. Non bisogna scordare, infatti, che l’anzidetto modulo rappresenta - fino a prova contraria - l’unico documento in grado di dimostrare con quali modalità si è verificato l’incidente. Una volta che si è operato in tale modo, e non prima di essersi rivolti al personale medico per le eventuali cure del caso, è consigliabile che la pratica risarcitoria venga subito affidata ad un professionista serio che conosca concretamente la materia, soprattutto perché in quest’epoca si sono succeduti numerosi interventi normativi che hanno notevolmente cambiato i criteri di liquidazione dei

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danni subiti. A questo punto, contrariamente a quanto si possa pensare, il compito del danneggiato non è finito. Infatti, da questo momento egli dovrà controllare che il proprio consulente/patrocinatore svolga il suo lavoro in maniera corretta. Per farlo, non occorrono grandi sforzi. Basterà che il cliente chieda sempre una copia di tutta la documentazione afferente il sinistro: 1) la lettera di richiesta di risarcimento dei danni; 2) tutta la corrispondenza intrattenuta con la Compagnia di Assicurazione; 3) la quietanza di pagamento; 4) le fatture (non i preventivi) relative alle spese mediche sostenute. Queste ultime, in particolare quando vengono anticipate da chi gestisce la pratica, all’atto del loro rimborso debbono essere verificate con i Dottori o con il Centro medico che ha fornito le prestazioni. Difatti, non sono mancate le volte che a causa di “innocenti” errori di calcolo il povero danneggiato sia stato indotto a pagare somme superiori al dovuto, anche per diverse centinaia di euro.

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L’Editoriale LA PSICOLOGIA PER LA VITA QUOTIDIANA

dott. Alessandro De Carlo*

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La cura giusta per il corpo non sempre cura anche la persona Attacchi di panico? Si guarisce!

La prova dell’Audioprotesista Continua a pag. 43

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volte capita che la psicologia sia ancora associata esclusivamente al disagio e al malessere della mente. Oggi però la componente legata a questo tipo di cura è soltanto uno degi ambiti di lavoro dello psicologo, professionista formato per prendersi cura della persona sia ristabilendo uno stato di salute psicologica eventualmente ridotta sia lavorando per aumentare il benessere individuale e sociale delle persone. Recarsi da uno psicologo, dunque, può essere un modo efficace per migliorare la propria salute, le proprie relazioni sociali e familiari, ma anche aspetti spesso meno considerati come la propria produttività sul lavoro e la capacità di trovare soluzioni a piccoli e grandi problemi quotidiani. Inoltre, elemento da non dimenticare, questi obiettivi possono essere raggiunti tramite un percorso di crescita personale e consapevolezza, beni sempre più rari nella nostra veloce e complessa contemporaneità. Tutto questo e molto altro è oggi l’ambito professionale dello psicologo, che offre ai propri utenti la garanzia di essere un professionista sanitario con regole, controlli, protocolli scientificamente attendibili, una deontologia e una disciplina assicurativa normate per legge e la capacità di integrazione con i professionisti di altre discipline: una grande sicurezza per chi vuole iniziare seguire un percorso psicologico. Quello che gli psicologi propongono e portano avanti, dunque, è anche un nuovo concetto di sanità più lontana dagli ospedali e dal concetto di malattia e più vicina alla vita quotidiana. L’idea di una professione che mira a non tanto a lavorare su eventuali sintomi di malessere quanto ad essere costantemente ispirata alla definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “il completo stato di benessere psicofisico della persona”.

*Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto

Quale dieta per perdere peso: dubbi e certezze Continua a pag. 43

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L’intervento Troppa burocrazia per aprire uno studio!

di Dott. Bruno Noce*

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’art.193 del TULS(Testo Unico delle Leggi Sanitarie) recita che nessuno può aprire un ambulatorio medico senza autorizzazione ma lascia liberi i medici e gli odontoiatri di aprire uno studio, intendendo con ciò un gabinetto dove il professionista esercita sotto la propria diretta responsabilità, in quanto già abilitato dall’esame di stato. Si evince chiaramente che struttura sanitaria complessa ed ambulatorio non sono dizioni assimilabili allo studio privato del professionista, non aperto al pubblico e non convenzionato. La forzatura dell’introduzione nello studio privato odontoiatrico della legge 22 non rispecchia lo spirito iniziale del regolamento, infatti l’aspetto organizzativo di uno studio privato e’ per definizione secondario all’aspetto professionale, per cui non è omologabili all’ambulatorio sanitario. Nella realtà abbiamo assistito a tutta una serie di soprusi e prevaricazioni nell’applicazione della legge. Ad esempio l’inutile ripetizione di autorizzazioni a cui siamo già soggetti per obbligo di legge(gestione dei rifiuti sanitari, abitabilità, planimetrie e destinazione d’uso, conformità elettromedicali, ispezione periodica dei radiologici, conformità impianti elettrici etc.), la richiesta di informazioni che riguardano l’organizzazione del lavoro o i rapporti con il personale, il tutto connesso ad una pesante violazione della privacy, dell’autonomia dell’imprenditore e della libertà d’azione del professionista già abilitato. Negli ultimi 5 anni si è assistito ad una gravissima disomogeneità di applicazione della legge tra Regioni, Province, Comuni, Asl diversi per cui ai professionisti vengono richiesti differenti requisiti con palese disparità di trattamento. Si è arrivati al punto che i funzionari incaricati delle verifiche, usano criteri di discrezionalità che sfociano nell’arbitrio, arrivando addirittura ad interpretare la legge in modo personale, senza contare poi che alla fine l’autorizzazione viene rilasciata dal Sindaco del Comune e ci sono stati casi in cui paradossalmente, nonostante il parere negativo dei verificatori sia stata concessa ugualmente l’autorizzazione.Quindi sorge spontanea una domanda: ma questa legge serve a far aumentare la qualità degli studi professionali oppure serve ad avere un controllo ed a vessare ulteriormente il professionista? La falsa illusione che la salute del cittadino venga tutelata dalla rispondenza a normative burocratiche anziché essere affidata alla professionalità del sanitario, che non viene ne’ richiesta, ne’ tantomeno verificata da questa normativa e’ un altro punto a sfavore. Questa legge quindi ha manifestato tutte le sue carenze, non ha minimamente scalfito la piaga dell’abusivismo, non ha apportato alcun beneficio al cittadino ed ha creato sconcerto, disorientamento è grave difficoltà all’odontoiatra. La CAO quindi si è impegnata a discutere con le istituzioni preposte per cercare di uniformare su tutto il territorio nazionale la legge che da regionale dovrà necessariamente passare a nazionale.

*Presidente della Commissione Albo Odontoiatri Rovigo

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L’Intervento PARLIAMO DEI FARMACI GENERICI UNA RISORSA PER IL SISTEMA SANITARIO O UN PROBLEMA PER LA SALUTE?

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di Francesco Noce*

empre più spesso,quando ci si reca in farmacia ci viene consegnato,a fronte di una prescrizione medica,un farmaco così detto “generico”. Già dal 1° settembre 2010 infatti in Italia la prescrizione di un farmaco può esser sostituita in farmacia con un farmaco “generico”, se ovviamente è disponibile. Ma cosa sono i farmaci generici? Come farmaci generici,termine entrato nell’ uso comune, sono indicati quei farmaci che hanno perso il brevetto e hanno una bioequivalenza con i farmaci originatori comunemente definiti come farmaci di marca. Per questo motivo già dal 2005 si preferisce indicarli con il nome di farmaci “equivalenti” e devono corrispondere per legge ai seguenti requisiti: avere lo stesso principio attivo del farmaco di riferimento, il principio attivo non deve essere protetto da brevetto, avere la stessa forma farmaceutica e via di somministrazione (per esempio compresse,capsule,fiale sciroppo etc.),avere lo stesso dosaggio unitario,essere bioequivalente al medicinale originatore,aver un costo di almeno il 20% inferiore rispetto al corrispondente medicinale di “marca”. Il costo significativamente più basso si giustifica con il fatto che le aziende produttrici di farmaci equivalenti non devono sostenere tutti i costi che vanno dalla scoperta del principio attivo all’intero processo di sviluppo e sperimentazione che sono sostenuti dall’ azienda che aveva prodotto e brevettato il farmaco originario (stimati in circa 6oomilioni di dollari), e che per questo gode di un periodo di sostanziale monopolio. Essenzialmente il costo del farmaco equivalente è dato dal costo per la produzione e da non rilevanti spese di promozione dal momento che anche queste ricevono un rilevante beneficio dalle attività messe in atto dalle aziende produttrici del farmaco originatore e dal fatto che sono farmaci presenti sul mercato già da anni e sono ben conosciuti dai pazienti,dai medici e da altri operatori sanitari anche se con il nome commerciale. Mentre nei paesi UE il consumo di farmaci equivalenti si aggira sul 50% ,solo di recente in Italia il loro consumo ha avuto un balzo dal 6% al 20% in breve tempo,ma ancora lontano dal 70% della Germania,dal 60% della Danimarca e dal 90% della Polonia,ponendoci al penultimo posto,appena sopra alla Grecia. Fra le molte ragioni e interessi corporativi ed economici il processo si è rivelato lungo e difficoltoso,alimentato dalla percezione che i passaggi tecnico-scientifici su cui poggia la sostituibilità non siano così virtuosi nel nostro paese. Ad iniziare dalle “liste di trasparenza”cui deve attenersi il farmacista, le cui conseguenze sono potenzialmente critiche,visto che una volta inseriti nello stesso elenco anche farmaci con tipologia di forme e di dosaggio così diverse da escludere l’eventualità di una biodisponibilità confrontabile,farmaci con più originatori, vecchie specialità cioè copie autorizzate prima e quindi non testate in studi di bioequivalenza,tutti medicinali che rientrano a pieno titolo nella disponibilità del farmacista alla sostituzione. Per continuare con la differenza di biodisponibilità tollerata da un più 3,5% a un meno 3,5% rispetto all’originatore, per cui entrambi sono bioequivalenti al farmaco di riferimento ma non sono bioequivalenti fra loro. In Italia manca un “Orange book”, come in altri paesi, in cui sono contenuti i farmaci generici bioequivalenti all’originatore e bioequivalenti fra loro:praticamente liste di prodotti utilizzabili in sostituzione equivalenti fra loro.Per non dimenticare l’effetto degli eccipienti,sostanze inerti che stabilizzano le molecole,che possono essere diversi da quelli contenuti nell’originatore e non sempre non producono effetti,come il saccarosio per i diabetici il lattosio per gli intolleranti,i parabeni che possono procurare allergie e sostanze che possono alterare la palatabilità cioè il sapore del medicinale,aspetto rilevante soprattutto per i medicinali per i bambini,così come possono essere importanti i metaboliti e la salificazione diversa. In definitiva farmaci generici SI o NO? Decisamente SI: perché rispondono a criteri di produzione secondo le buone regole della farmacopea e quindi sicuri ed affidabili;sono prodotti da aziende sottoposte a rigidi controlli e spesso sono le stesse aziende che producono il farmaco originario. SI perché il loro avvento ha consentito un risparmio per il Sistema Sanitario di circa il 55% sul costo originario e può consentire ulteriori e ben più consistenti risparmi se si pensa che la maggior parte dei farmaci oggi in uso in breve tempo avrà perso il brevetto,con tutto il vantaggio di avere a disposizione più risorse per terapie innovative e cure più efficaci. SI purchè siano effettivamente bioequivalenti fra loro per la sostituibilità e ponendo attenzione agli eccipienti in essi contenuti, eccipienti che del resto sono ben evidenziati nel foglietto illustrativo. SI con il suggerimento di assumere possibilmente sempre lo stesso farmaco genericato,una volta accertata la sua efficacia e tolleranza,per non assumere sostanze non bioequivalenti fra loro e con eccipienti tali da produrre possibili effetti non desiderati e per non ingenerare confusione,specie in persone anziane che spesso assumono più farmaci, per differenze di forma e di colore della confezione,per nomi diversi dal nome commerciale, per compresse che diventano capsule e viceversa,così da rappresentare seri problemi all’aderenza terapeutica e quindi alla salute dei pazienti. A meno che i criteri di sostituibilità non garantiscano una bioequivalenza accertata, gli eccipienti non possano indurre effetti indesiderati,(a quando un Orange book?) e vi sia una corretta informazione per una terapia efficace e sicura.

*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo


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Attacchi di Panico? Si Guarisce! E’ un disturbo che colpisce sempre più persone. Ma si può curare con la Psicoterapia

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li Attacchi di Panico, si manifestano con l’improvvisa insorgenza di un’intensa ansia, paura o terrore, spesso associati con sentimenti di paura di morire, di avere un infarto, di perdere il controllo, di svenire. I sintomi più comuni esperiti durante l’attacco sono: dispnea (difficoltà a respirare), tachicardia, dolore o malessere toracico, sensazione di sentirsi soffocare, stordimento, vertigine, confusione mentale, vampate di calore o sensazioni di freddo… Gli attacchi di solito durano una decina di minuti, molto raramente ore. Ma il paziente ha un senso dilatato del tempo in quella situazione, e anche pochi minuti…sembrano ore!!! Spesso non viene subito diagnosticato come tale, e il paziente, che spesso finisce al Pronto Soccorso, viene sottoposto ad accertamenti, soprattutto della funzionalità cardiaca. Il Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) non và trascurato. L’ideale sarebbe incominciare al più presto una psicoterapia, per capire che cosa, dei vissuti inconsci o delle situazioni della vita reale del paziente, l’abbia generato. Talvolta, ma non sempre, specie all’inizio della psicoterapia, può essere utile anche un supporto farmacologico. Il ripetersi di questi Attacchi infatti, porta a condizionare sempre più la vita del paziente, che vive in continua attesa che ciò possa accadere di nuovo (Ansia Anticipatoria). Questo comincia a limitare sempre più gli spostamenti della persona e il frequentare i luoghi o

le situazioni in cui è avvenuto l’Attacco, fino al rischio, di impedirgli una vita normale nell’ambito relazionale e anche lavorativo. Tutto ciò può portare, come conseguenza, anche alla depressione. Nel percorso di Psicoterapia, si prendono in considerazione tutti gli aspetti della vita del paziente, e non solo per risolvere ciò che ha generato l’Attacco di Panico, ma anche per dare al paziente un benessere ed un equilibrio maggiori, per affrontare poi gli inevitabili problemi che la vita riserva a ciascuno. Dott.ssa Antonella Tinti Dott.ssa Antonella Tinti Psicologa e Psicoterapeuta individuale e di coppia - Cell.339 3859333 - “Rovigo Medica” Via Einaudi, 82 Rovigo (0425/474769) - “Poliambulatorio San Giusto” Via Mazzini, 48/A - Porto Viro (0426/324194) antonella.tinti@ordinepsicologiveneto.it

La “Prova” di Amplifon

Un percorso che pone al centro la persona, individuando le soluzioni adatte

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a PROVA di Amplifon è un processo articolato e, attraverso un diario della PROVA, volta per volta, di rimediazione acustica, costituito da tre anigrazie alle annotazioni della persona, oggettiva me distinte ma interdipendenti: • un percorso gli impegni reciproci e i traguardi raggiunti, con i condiviso; • un protocollo esclusivo • una filiera correttivi da apportare in caso di scostamento tra di qualità prestazioni attese e realizzate. Percorso condiviso Grazie ad un colloquio con Dott.ssa Anna Filiera di qualità Tutte le attività della PROVA Roversi la persona interessata e con eventuali familiari, si di Amplifon, sia quelle attuate presso le Filiali sia delinea un profilo individuale e sociale del soggetto, ponen- quelle sia si realizzano presso la Sede centrale di Milano, do l’accento su: sono certificate dal BSI (Critiche Standard Instituito), uno − lo stile di vita le esigenze di ascolto, di comunicazione e dei più prestigiosi Enti internazioni di Certificazione dei Sistedi partecipazione della persona; mi di gestione aziendale e di prodotti e servizi. La Mission − le aspettative concrete della persona e dei suoi cari; aziendale, le verifiche periodiche e i controlli di conformità − gli obiettivi intermedi da raggiungere e da verificare, sin- realizzati dall’Ente sono garanzia di costante vigilanza sui golarmente e collegialmente processi e sulla loro eccellenza. − le tappe attraverso le quali raggiungere gli obiettivi con- La PROVA di Amplifon, di fatto, è un percorso circolare, cordati; che pone al centro la persona e ne realizza le ragionevoli − la tipologia di intervento più adatta, cioè la soluzione attese senza una fine precisa. Nell’arco di vita di ciascuno, uditiva. infatti, possono mutare gli scenari perosnali, di lavoro e Il percorso si sviluppa nell’arco minimo di un mese, durante di relax, così come le abilità uditive; l’Audioprotesista, acil quale la persona si reca presso il Centro Amplifon con compagnando la persona in questi cambiamenti, adatta e cadenza generalmente settimanale e , comunque, perso- modifica la soluzione, eventualmente cambiandola con una nalizzata in base alle esigenze individuali. di tecnologia differente, sempre però seguendo l’iter descritProtocollo esclusivo L’Audioprotesista Amplifon, dot- to. E’ quindi evidente che, attraverso periodici ma costanti tore in Tecniche Audioprotesiche, mediante una serie di atti incontri, il confronto tra la Persona e l’Audioprotesista consoprofessionali sistematizzati, codificati e proceduralizzati, lida la relazione di Soddisfazione che è parte fondante della validi su tutto il territorio nazionale ed integrati dalle migliori Mission di Amplifon. pratiche aziendali sviluppate dal Gruppo Amplifon, propone Dott. Ssa Anna Roversi- Amplifon alla persona la soluzione di ascolto ottimale, la prepara, Filiale di Adria 648 esegue il primo adattamento (fitting) e ne verifica l’effiCorso Mazzini, 56 - 45011 Adria (RO) cacia attraverso una valutazione strumentale e soggettiva Tel e fax 0426 908042 Definisce poi i contenuti delle tappe intermedie (follow up)

Mal di schiena e le posizioni del sonno Come dormire evitando i dolori lombari e cervicali

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l riposo notturno è importante per il benessere della nostra schiena. Mentre si dorme, la muscolatura si rilassa e la pressione sulla colonna vertebrale si riduce, agevolando il passaggio del nutrimento dalle strutture vertebrali al disco intervertebrale, che ne risulta rigenerato. E’ vero che una delle prime cause del “mal di schiena” è legata al dormire male? “Dormire bene è essenziale per ridurre al minimo le condizioni che possono favorire la comparsa del dolore vertebrale. Il tratto cervicale e lombare della colonna vertebrale, assieme agli arti inferiori, sono i punti dove più spesso le persone accusano dolore”. Per evitare questo è fondamentale scegliere un “sistema letto” adatto alle nostre esigenze, dato cioè dalla giusta combinazione della rete ortopedica, un buon materasso ed un sano guanciale. In base alla posizione che si assume dormendo, possono derivare dolori diversi alla schiena? “Certo. Ad esempio per chi soffre di osteoartrite, problemi alla spina dorsale o alle anche, è consigliato dormire sul fianco. Questa posizione diminuisce la pressione esercitata sulla schiena, anche se al tempo stesso limita la circolazione nelle aree del corpo sui cui si concentra il peso. Problema superabile sce-

gliendo un materasso più morbido, che sia capace di ridurre i punti di pressione. La posizione prona può provocare pressione al collo e alla parte inferiore della schiena. In tal caso è preferibile, invece, un materasso più duro, magari con un cuscino sotto l’addome. Infine la posizione supina è ottima per chi soffre di dolori alla parte inferiore della colonna. Per diminuire l’eventuale pressione del nervo sciatico, si provi a posizionare un cuscino sotto le ginocchia”. Per dormire Il dr. Alessandro bene quali scelte Giraldo si devono fare? osteopato “Con gli attuali e fisioterapista materiali a disposizione sia per quanto riguarda le reti, sia per i materassi, ognuno di noi ha un’ampia possibilità di personalizzare il proprio riposo notturno. La rete, in particolare, è importante che offra un giusto mix tra rigidità e flessibilità, così da adattarsi ergonomicamente al peso e alla conformazione fisica della persona. La stessa cura va posta nella scelta del materasso, del cuscino e del rivestimento. Dott. Alessandro Giraldo - osteopato e fisioterapista - Dormiflex Via Brunacci, 10/C Marghera (ve) tel 041 922692 Tel. 39 041.57.30.800 - www.dormiflex.it

Trattamenti laser refrattivi: Lasek

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primi trattamenti laser refrattivi risalgono nello strato di collagene che da la forma alla ai primi anni 90. Da allora molta strada è cornea stessa. Nella PRK (primissima tecnica stata fatta soprattutto per quanto riguarda applicativa) l’epitelio viene eliminato con una la tecnologia laser. Sostanzialmente i difetti spatolina e successivamente al trattamento di refrazione sono miopia ed ipermetropia laser si attende la ricrescita di quest’ultimo e a questi può sovrapporsi l’astigmatismo. (3-4 giorni); in questo periodo l’occhio è Nella miopia l’occhio è un po’ più lungo del infastidito dalla presenza di una abrasione. normale (ad ogni mm corrispondono circa Il Dr. Massimo Camellin Nella Lasik la cornea viene tagliata con una 3 diottrie di difetto) e la messa a fuoco è lama vibrante o con un laser ed il trattamento limitata ad una determinata distanza, tanto minore quanto effettuato all’interno della cornea. Il flap creato viene poi è maggiore la miopia. Per esempio ad una diottria di miopia riposizionato. Lo svantaggio di questa tecnica è l’indebolicorrisponde una messa a fuoco di un metro (oltre questa mento strutturale permanente, mentre il vantaggio è il poco distanza l’immagine si sfuoca progressivamente) mentre dolore ed il veloce recupero visivo. Nella LASEK (Camellin a 10 diottrie corrisponde una distanza di soli 10 cm. Pur 1998) l’epitelio viene scollato con una soluzione alcolica e essendo considerata lieve una miopia di 3 diottrie, questa successivamente al trattamento si riposiziona sullo stroma comporta una forte limitazione funzionale in quanto la trattato. Il nuovo epitelio crescerà sotto quello vecchio e lo messa a fuoco è limitata a 33cm. Nell’ipermetropia invece sostituirà progressivamente. I vantaggi sono un minor fastil’occhio è più corto e generalmente abbiamo a che fare dio postoperatorio ed una minor reazione infiammatoria. Si con difetti più modesti (l’ipermetropia generalmente è al di tratta quindi di una tecnica intermedia tra PRK e Lasik con sotto delle 3 diottrie anche se esistono casi con 10 diottrie un basso rischio di complicanze. Entrambe queste tecniche di ipermetropia). L’astigmatismo è un’anomalia di curvatura citate sono comunque utilizzate ed ogni chirurgo decide in della cornea che costituisce la prima lente dell’occhio che relazione al caso ed al paziente. Per concludere dunque invece di essere sferica, risulta fatta come un pallone da rug- possiamo affermare che il laser ad eccimeri ha raggiunto by. Possiamo quindi avere astigmatismo associato a mio- una maturità tecnica ed un’esperienza a livello mondiale pia o ad ipermetropia, mentre ovviamente non possiamo di assoluto rilievo. Ovviamente si possono operare pazienti avere miopia associata ad ipermetropia in quanto si tratta che abbiano superato l’età adolescenziale in cui i difetti di difetti opposti! Con un trattamento laser noi possiamo miopici possono ancora modificarsi. operare miopia, ipermetropia ed astigmatismo, mentre per Dott. Massimo Camellin: la presbiopia la problematica è più complessa. Il Laser ad ecVia Dunant, 10 - Rovigo cimeri vaporizza il tessuto e quindi permette di modificare la tel. 0425 411357 forma della cornea per consentire la messa a fuoco. Questa mail: segreteria@sekal.it vaporizzazione non avviene sulla superficie che è ricoperta web: www.lasek.it da una pellicina (epitelio) che si riforma ogni settimana, ma


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