di Adria
Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 122 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
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Viabilità In Basso Polesine le strade killer
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Musica Valentina, giovane promessa della musica italiana
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EDITORIALE
in classe sempre più bambini stranieri
Il Vajont non ci ha insegnato nulla di germana Urbani
La tendenza è quella di una scuola sempre più ‘multiculturale’, che oggi accoglie ragazze e ragazzi di varie origini. Si tratta di una sfida significativa per tutta la città, che occorre affrontare con strumenti adeguati.Servirebbero risorse che le scuole però dispongono in misura sempre minore pag. 12
Commercio: le luci e le ombre portate dalla crisi
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La giustizia polesana ha problemi logistici L’Intervento
Dopo un’estate ricca di feste, tra venerdì, notti bianche, saldi e sbaracchi, abbiamo testato il polso al cuore commerciale della città. La situazione economica è sotto gli occhi di tutti ed appare come il classico cane che si morde la coda pag. 14 50%
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Nel patto sindaci-imprese il futuro da costruire di Marco Pavin*
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rossimità attiva”, questa la proposta del presidente dell’Upa Roberto boschetto, tra chi amministra e chi produce. Un nuovo patto, intendo, che sia fondato non sulla logica dello scambio (di consenso, di interessi), ma sulla trasparente “coalizione”... Uscita bello Occhio
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ovrebbe essere chiuso dal 13 settem- ridisegnavano le circoscrizioni giudiziarie, an- territoriale, estesa su 32 Comuni della Bassa questa laa cancellare proposta delle sezioni presidente padovana, dell’Upa è pure transitata sotto il capoluogo bre scorso, ma, in tribunale ad Adria rossimità dando,attiva”, nel contempo, boschetto, tra chi amministra produce. Undelnuovo - sino a quella data sezione distaccata Roberto distaccate di numerosi tribunali. eUnchiriordino Polesine. Il problema sta nel fatto che, a sia fondato non sullaalogica dello scambio del tribunale di Rovigo, a oggi semplice ufficio patto, che,intendo, non vache dimenticato, andava rivoluziofornire(disupporto logistico a questa migrazione consenso, di interessi), maprima sulla trasparente “coalizione”... periferico dello stesso - le udienze si continuanare per la volta un sistema rimasto im- di fascicoli e dipendenti, quindi a garantire no a tenere. Per un motivo molto semplice: mutato per tutta la storia della Repubblica e, un ampliamento degli spazi a disposizione, *Presidente ndustria Padova più o meno tutti si sono fatti trovare impre- Confi per alcune realtà, anche da prima. Lo scopo avrebbe dovuto prevedere l’amministrazione continua parati alla scadenza prevista dalla normativa. ultimo a era pag. - caso non8strano, di questi tempi comunale di Rovigo. Che, tuttavia, come Nonostante la normativa stessa risalisse a - risparmiare. Il tribunale di Adria, quindi, do- hanno lamentato i magistrati polesani, si è ormai 12 mesi fa. veva scomparire, venendo accorpato a quello fatta trovare, a una decina circa di giorni dalla IN RETE CON NOI!indietro: Troverai giornale venga Facciamo un passo la chiaveil dinostro di Rovigo. La stessaprima sorte, perche esempio, è distribuito scadenza, senza con nessunanuove proposta news credibile. che pagg. 4-5 volta della vicenda è la legge con la quale si toccata al tribunale di Este, la cui competenza
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Il comune di Rovigo non ha ancora Nel patto sindaci-imprese il futuroper da costruire predisposto i locali i giudici adriesi
idimensionare, conservare, restaurare, coltivare, redistribuire. A volte bastano poche parole, una presa di posizione netta e, forse, tutto può cambiare, svoltare. Anche il destino di una sola persona o di intere comunità. Così sarebbe stato per Longarone 50 anni fa se l’interesse di pochi sulla diga e i profitti che avrebbe prodotto, non avesse prevalso criminosamente sull’interesse di molta povera gente. Guardando al Veneto di oggi e ripensando al disastro del Vajont vien da dire che non abbiamo imparato niente. Con l’autunno arriveranno le piogge. Una volta erano una benedizione, oggi le scongiuriamo come un nuovo flagello. Le esondazioni frequenti, gli allagamenti improvvisi che paralizzano le nostre città ci hanno insegnato a temerle ma soprattutto hanno reso evidente che la rete idrica e la terra, che ancora respira libera dal cemento, non bastano più ad assorbire l’acqua che cade dal cielo. Eppure chi ha il potere di farlo continua a progettare strade, nuovi quartieri, grandi ospedali. Nemmeno la crisi segna una battuta d’arresto in questa corsa al cemento. Non ci sono più soldi per nulla eppure sulle grandi opere non si torna indietro.
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Il Vajont non ci ha insegnato nulla
Appello
Smarriti Bia e Alvise
Nonostante i numerosi appelli dei padroni, ancora non sono stati ritrovati i due cagnolini Bia e Alvise - per l’anagrafe canina Amelie e Anacleto -, razza bichon, di 4 anni che si sono allontanati da casa, in località Bellina, la sera del 1° agosto. Fino al 3 del mese sono stati visti girovagare in centro a Cavarzere ma dopo la manifestazione della Notte bianca che ha richiamato in città numerose persone non si è avuta più alcuna segnalazione. Il signor Emilio Gallan e la sua famiglia li cercano disperatamente. Chi avesse avvistato i due fratellini o avesse notizie di loro può rivolgersi direttamente a Emilio Gallan 3297227479, ovvero portarli dal più vicino veterinario che, grazie al microchip, risalirà ai proprietari. “Action for Road Safety”
E ancora una volta ci si deve chiedere a vantaggio di chi vadano queste scelte. L’inchiesta che vede coinvolti gli ingegneri veneti Baita e Mazzacurati la dice lunga in merito, ma è solo la punta di un iceberg. Basta seguire la cronaca per cogliere come attorno ai grandi progetti veneti vi siano molte falle di trasparenza e di legalità e conflitti di interessi in atto, senza contare il rischio ormai documentato di infiltrazioni mafiose. Contro la speculazione che cancella il territorio agricolo e intere comunità si alza sempre più spesso la voce di comitati territoriali in difesa dell’ambiente. Persone informate che chiedono di prendere parte con meccanismi democratici alle decisioni per lo sviluppo del territorio. Che chiedono un’inversione di tendenza perchè, soprattutto oggi, il tema delle grandi opere rischia di essere per la nostra Regione un nodo cruciale. Il Veneto ha un triste primato dal punto di vista ambientale: è la regione più cementificata d’Italia. Il consumo di suolo agrario è passato dai 72 milioni di mq all’anno negli anni Ottanta ai 182 milioni mq all’anno dal 2000 in poi. Un consumo di suolo pari a 38 ettari al giorno tra il 2000 e 2010. Inoltre, a fronte di un incremento della popolazione di 429.274 abitanti, sono state costruite 367.354 nuove abitazioni per una popolazione di un milione di abitanti. Occorre chiedersi davvero se continuare a costruire e a cementificare sia davvero la via giusta per la garantire ripresa economica e benessere ai veneti. Credo che a 50 anni dalla tragedia del Vajont la risposta debba essere un’altra e che si componga proprio di quelle poche parole che Don Albino Bizzotto ha consegnato al Consiglio regionale veneto invitando la politica al programmare nuove forme di sviluppo sostenibile. Il prete padovano è stato protagonista ad agosto di un lungo digiuno in nome dell’ambiente e quando è stato invitato ad intervenire a palazzo Ferro-Fini ha messo uno in fila all’altro i numeri che lo preoccupano, quelli sul consumo di suolo, sulla necessità di salvaguardare l’agricoltura, il fabbisogno alimentare e la terra in generale. Ridimensionare, conservare, restaurare, coltivare, redistribuire. di Germana Urbani
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150 bambini esperti di educazione stradale
Il tour promosso da A.C.I., Automobile Club d’Italia, nell’ambito della Campagna indetta dalla F.I.A., Federazione Internazionale dell’Automobile, “Action for Road Safety”, ha visto 150 bambini protagonisti della manifestazione che recentemente ha raggiunto il capoluogo polesano grazie all’Automobile Club di Rovigo ed al patrocinio della Provincia di Rovigo, dei Comuni di Rovigo e di Adria e del Centro Commerciale la Fattoria. In aula, seguendo le lezioni di istruttori e campioni dello sport, ma anche in pista, al volante di piccoli kart in un breve tracciato di prova sotto la direzione di tutor professionisti, 150 bambini sono stati avvicinati ai temi dell’educazione stradale con responsabilità e divertimento. Lutto
le nostre condoglianze a mauro
Condoglianze al nostro direttore Mauro Gambin che ha perso la mamma, mancata prematuramente lo scorso settembre. L’editore, tutta la redazione, l’amministrazione, la grafica e l’area vendita di Give Emotions sono vicini a Mauro in questo momento di lutto e di grande dolore.
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Parte il restauro al municipio, critica l’opposizione pag. 9
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Campionato già in salita. Sconfitta due volte dal Rovigo pag. 24
Tra le novità il registro elettronico
Letteratura
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Regione Gioco d’azzardo: una patologia e un mercato per le mafie
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La dama di Chiunsano, guerriera o prostituta? pag. 33
In villa Angeli E’ partita lo scorso 28 settembre la rassegna di iniziative culturali “In Villa Angeli” di cui il nostro giornale è media partenr. Si tratta di una serie di appuntamenti con la poesia, la letteratura, le arti figurative e musica. Questi gli appuntamenti rimasti in cartellone: domenica 13 ottobre, alle ore 18, “Rem di domenica incontri letterari”, tracce di viaggiatori in Polesine da Dante a Herbert. L’ex sindaco Antonio Lodo insieme al giornalista Sergio Gambato affronteranno l’argomento avendo come accompagnamento le musiche eseguite dai musicisti del Conservatorio di Adria A. Buzzolla. Sabato 19 ottobre, sempre alle 18.00, invece si terrà un vero e proprio concerto di musica classica sempre a cura del Conservatorio di Adria. Ultima data, il 20 ottobre alle ore 17,00 con l’archeologia. L’iniziativa dal titolo “Adria prima di Adria, dalle prime ricerche alle più recenti novità” sarà cura della direttrice del Museo Archeologico, dott.ssa Giovanna Gambacurta. Tutti gli appuntamenti si terranno in villa Angeli, via Angeli al civico 7
Un corso sulla celiachia
In primo piano
Gli ambientalisti, incontrano la Gulmanelli
scuola
la scuola media rimane chiusa. Parte l’esposto
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Mostre Gli sguardi universali di Tàpies
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“La filiera senza glutine”
Gli operatori del settore alimentare e della ristorazione potranno partecipare gratuitamente al corso di formazione della durata di tre ore organizzato dal Sian “La filiera senza glutine”, scegliendo una delle seguenti date: 8 ottobre, 19 e 21 novembre 2013. I corsi si terranno, dalle ore 15 alle 18, nella sala riunioni sita al primo piano dell’ospedale vecchio di Adria. per il celiaco è di capitale importanza adottare una dieta alimentare senza glutine: per questo è necessario aumentare l’offerta alimentare nei pubblici esercizi affinché anche la persona celiaca possa vivere serenamente situazioni sociali e conviviali legate al cibo.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.
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Questa edizione raggiunge le zone di Adria, Petorazza e Papozze per un numero complessivo di 8.177 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
Venezia Padova Rovigo Treviso
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile
Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 settembre 2013 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
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4 Argomento del mese Tribunale Il comune di Rovigo non ha ancora predisposto i locali per accogliere i faldoni e i giudici dei processi adriesi. A dire il vero uno stabile è stato individuato ma il Comune capoluogo è impossibilitato ad entrarne in possesso, intanto nella città etrusca si va avanti in deroga
La giustizia polesana
di Lorenzo Zoli
L’amministrazione rodigina si è fatta trovare senza proposte credibili
Lunghi i tempi per la risoluzione del problema, esiste il rischio inadempienza
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ovrebbe essere chiuso dal 13 settembre scorso, ma, in tribunale ad Adria - sino a quella data sezione distaccata del tribunale di Rovigo, a oggi semplice ufficio periferico dello stesso - le udienze si continuano a tenere. Per un motivo molto semplice: più o meno tutti si sono fatti trovare impreparati alla scadenza prevista dalla normativa. Nonostante la normativa stessa risalisse a ormai 12 mesi fa. Facciamo un passo indietro: la chiave di volta della vicenda è la legge con la quale si ridisegnavano le circoscrizioni giudiziarie, andando, nel contempo, a cancellare le sezioni distaccate di numerosi tribunali. Un riordino che, non va dimenticato, andava a rivoluzionare per la prima volta un sistema rimasto immutato per tutta la storia della Repubblica e, per alcune realtà, anche da prima. Lo scopo ultimo era - caso non strano, di questi tempi - risparmiare. Il tribunale di Adria, quindi, doveva scomparire, venendo accorpato a quello di Rovigo. La stessa sorte, per esempio, è toccata al tribunale di Este, la cui competenza territoriale, estesa su 32 Comuni della Bassa padovana, è pure transita-
Per i sindacati della funzione pubblica
“Una scelta non meditata abbastanza”
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ono, forse, gli unici che non si sono ancora rassegnati a quello che, purtroppo, a tutti gli altri appare inevitabile: la chiusura, prima o poi, più verosimilmente prima che poi, del tribunale di Adria. Una prospettiva che, ormai, è stata data per assodata anche dagli avvocati della camera adriese. Ma non dai sindacati della funzione pubblica delle tre sigle di Cgil, Cisl e Uil, che, lo scorso 18 settembre, hanno organizzato una manifestazione all’esterno del palazzo di giustizia di Rovigo, per protestare per la maniera con la quale si sta portando avanti questa riforma delle circoscrizioni giudiziarie. Ad avviso dei sindacati, nell’occasione rappresentati da Eriberto Tartari, segretario provinciale di Fp Cgil, non meditata a sufficienza, anzi, improvvisata. Il tutto a detrimento dei lavoratori, il personale amministrativo del ministero della Giustizia. Spostato da una sede all’altra senza sapere neppure a quale ufficio approderà e, quasi sicuramente, destinato, almeno in prima battuta, a non trovare una sistemazione confortevole. Una manifestazione che, senza dubbio, ha messo il dito sulla piaga. Ma che difficilmente spingerà il ministero a fare marcia indietro. Lo.Zo.
ta sotto il capoluogo del Polesine. Il problema sta nel fatto che, a fornire supporto logistico a questa migrazione di fascicoli e dipendenti, quindi a garantire un ampliamento degli spazi a disposizione, avrebbe dovuto prevedere l’amministrazione comunale di Rovigo. Che, tuttavia, come hanno lamentato i magistrati polesani, si è fatta trovare, a una decina circa di giorni dalla scadenza, senza nessuna proposta credibile. Va dato atto che la soluzione del problema non era semplice: solo per Adria, si parla, oltre che del personale amministrativo, anche di qualcosa come 14mila faldoni. E non sono solo di documenti ormai “storici”, ma anche fascicoli riguardanti procedimenti in corso, che le parti, quindi, avrebbero tutto il diritto a consultare a richiesta. Per farla breve, con tempi tanto ridotti, non è stato possibile trovare una sistemazione, per quanto d’emergenza. Non poteva riuscire lo stesso gioco di prestigio fatto per Este. In questo caso, infatti, l’archivio cartaceo è tornato alla “casa madre” di Padova, così che, in fin dei conti, a Rovigo è stato necessario trovare posto unicamente a sette
dipendenti, un compito oggettivamente complicato ma non improbo. Dopo lunghe consultazioni, quindi, si è dovuto semplicemente prendere atto dell’inevitabile: allo stato, Adria non può essere spostata. Così, la presidente del tribunale di Rovigo Adalgisa Fraccon non ha potuto fare altro che rinnovare al ministero, che già aveva bocciato una richiesta simile, la domanda di continuare a tenere aperto il palazzo di giustizia della città etrusca. E, in attesa di una risposta, disporre, con un proprio decreto, che continuino le udienze. Affidate a un magistrato onorario, come, comunque, accadeva già da tempo. Il tutto in attesa che a Rovigo si trovi una soluzione definitiva. E, i tempi, potrebbero non essere molto larghi, legati come sono alla risposta che, prima o poi, arriverà da Roma. Un nuovo diniego - tra l’altro altamente probabile farebbe sì che continuare a prolungare l’apertura iniziasse ad assomigliare a qualche cosa di molto simile a una inadempienza. Nella migliore delle ipotesi.
Argomento del mese 5 Nuova sede
a ha problemi logistici Giudici di pace costretti a fare fagotto
Verranno dismessi gli uffici di Adria, Ficarolo e Lendinara di Lorenzo Zoli
T
utti parlano del destino del tribunale, ma c’è anche un’altra importante realtà della giustizia adriese sulla quale, dopo un periodo di polemiche, nessuno sta più ponendo l’accento: vale a dire l’ufficio del giudice di pace. Un servizio molto importante per la comunità. E che pure è destinato a lasciare la città etrusca, anche se con tempistiche che appaiono in parte differenti rispetto a quelle che dovrebbero caratterizzare l’addio al Palazzo di giustizia. Anche in questo caso, alla base della “rivoluzione” c’è una normativa varata dall’esecutivo: ossia quella che imponeva l’accorpamento degli uffici del giudice di pace al tribunale del capoluogo; a meno che le amministrazioni comunali ricadenti nel bacino di utenza dell’ufficio del giudice di pace non trovassero le risorse per farne proseguire l’attività. Chiaro, anche in questa circostanza, il fatto che, dietro questa norma, vi sia una ferma intenzione di attuare politiche di spending review. Ironia della sorte, pareva che proprio Adria sarebbe stato l’unico caso, in Polesine, in cui i Comuni avrebbero trovato l’accordo. Così non è stato, dal momento che Porto Viro si è defilato all’ultimo. Quindi, addio anche al giudice di pace. Un trasferimento che dovrebbe attuarsi entro sei mesi dalla data di attuazione della legge in questione. I tempi, insomma, non paiono essere imminenti. I locali, però, sono già pronti: si tratta del secondo e del terzo piano dell’edificio dell’ex Cassa di risparmio di Rovigo, lo stabile praticamente di fronte al palazzo di giustizia del capoluogo. Qui, allora, gli oltre 1100 metri quadrati dei due piani accoglieranno i giudici di pace, oltre che di Rovigo e di Adria, anche di Ficarolo e di Lendinara.
La risposta in un’operazione immobiliare
Per acquisire l’ex ufficio del registro serve l’intervento di un privato L
a soluzione dell’inghippo, ossia la possibilità di riuscire in tempi brevi a trasferire il tribunale di Adria a Rovigo, sta tutta, ora, nella riuscita di una operazione immobiliare, peraltro non semplice, escogitata dall’amministrazione comunale rodigina. E il cui scopo è proprio quello di potere garantire nuovi spazi al tribunale del capoluogo, così che sia possibile accorpare la sede di Adria come, a rigor di legge, sarebbe dovuto avvenire già a far data dal 13 settembre scorso. Lo stabile da destinare a questa funzione è già stato individuato: si tratta dell’ex ufficio del registro, un palazzo posto proprio al termine di via Mazzini, a un centinaio di metri al massimo dal palazzo di giustizia. Ha tutti i requisiti che dalla magistratura erano stati indicati come assolutamente necessari. Compresi ampi locali al piano terra, quindi perfettamente in grado di reggere la mole - e soprattutto il peso - degli archivi, in primo luogo civili, inclusi quelli che sarà necessario trasportare da Adria. Qui, appunto, da progetto, dovrebbe trovare sistemazione la sezione civile del tribunale, con gli uffici dei magistrati, come L’accorpamento detto gli archivi e gli uffici dei cancellieri della sede di Adria e del personale amministrativo. Il nuosarebbe dovuto vo stabile, insomma, andrebbe a creare avvenire lo scorso quasi un tribunale a sé stante, dedicato 13 settembre appunto alla giustizia civile, mentre, nell’attuale palazzo di giustizia di Rovigo, resterebbero la procura della Repubblica e il tribunale penale. Sulla carta, un’idea che parrebbe avere tutte le carte in regola per funzionare. Se non fosse che, al momento, l’acquisizione del palazzo dell’ex ufficio del registro non si presenta propriamente come una passeggiata. Per un motivo molto semplice: lo stabile non è nelle disponibilità dell’amministrazione comunale di Rovigo. E’ di proprietà di un fondo e, a complicare ulteriormente il tutto, c’è il fatto che, per una serie di motivazioni piuttosto complesse, non può essere il Comune di Rovigo in prima persona a gestire l’acquisto. Quindi, sarà necessario individuare un privato che si faccia carico dell’operazione. Per poi affittare i locali alla pubblica amministrazione. Sempre che ci sia qualcuno disposto a farlo. E non è scontato. Perché l’acquisto di un immobile, posto nel cuore del centro storico di Rovigo, esteso su tre piani per ben oltre 1000 metri quadrati, non è cosa che tutti possano permettersi. Soprattutto a fronte di una periodo di impiego, da parte del ministero della Giustizia, che non è scontato. Perché, prima o poi, sarà comunque necessario individuare una soluzione definitiva, semmai al di fuori del centro città, che raggruppi tutti gli uffici giudiziari, nell’ottica di quella “cittadella della giustizia” della quale si è più volte parlato. Insomma: le incognite sono tante e di garanzie di buona riuscita non ce ne sono. Resta da vedere per quanto potrà protrarsi l’attività del tribunale di Adria che, al momento, sta proseguendo Lo.Zo. anche se, in parole povere, in deroga alla normativa.
6 Adria Imposte comunali Un’unica imposta per gli immobili e i servizi
Service tax: una nuova Imu o peggio? La novità più evidente è che la nuova tassa dovrà essere pagata oltre che dai proprietari di abitazioni anche dagli affittuari di Martina Celegato
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onostante il periodo di incertezza politica ed economica per gli italiani una novità è confermata: l’entrata in vigore della Service tax dal 1° gennaio 2014. Una nuova imposta che sembra andare a cambiare tutte regole rispetto alla già odiata Imu. Ma quali sono i dettagli della Service tax? Andiamo ad analizzarne le caratteristiche per comprendere meglio il coinvolgimento delle autorità locali. Innanzitutto la nuova imposta verrà gestita direttamente dagli enti comunali che ne andranno anche a stabilire parametri e aliquote che dovranno comunque rimanere all’interno del limite massimo di tassazione imposto dalla legge. La Service tax si andrà a compore essenzialmente di due voci: la Tari e la Tasi. La Tari fa riferimento all’asporto di rifiuti e verrà applicata a tutti gli immobili che sono predisposti a produrne, questa parte sarà totalmente a carico di chi occupa l’abitazione sia esso proprietario o
La Tari fa riferimento all’asporto di rifiuti, la Tasi ai servizi indivisibili del Comune affittuario. Non è ancora noto se la superficie che verrà utilizzata per il calcolo sarà quella calpestabile o catastale, dettaglio che andrà ad influire anche nel calcolo delle aliquote. La Tasi fa riferimento invece a tutti i servizi indivisibili del Comune (“le spese condominiali” per usare la terminologia del Premier Letta) ossia alle spese di illuminazione pubblica, manutenzione strade e parchi verdi ed è completamente a carico del proprietario.
La Perla Nera di Lara Guarnieri
Facoltà del Comune è invece quella di definire se la base imponibile sia calpestabile o catastale. La differenza abissale rispetto all’Imu, che la Service tax andrà a sostituire, è che l’imposta dovrà essere pagata sia da proprietari di abitazioni che da affittuari visto che prende in considerazione non solo la prima casa ma per l’appunto anche i servizi indivisibili e sui rifiuti urbani. Concentrandoci sulle differenza rispetto all’Imu la Service tax è senza dubbio proporzionale anche se in parte può apparire iniqua. Proporzionale perché la Service tax verrà calcolata per quanto riguarda l’aspetto immobiliare sulla base dei metri quadrati dell’abitazione, anziché sulla rendita catastale dell’immobile, e apparentemente iniqua perché includendo una percentuale relativa ai servizi indivisibili del Comune di appartenenza e servizi relativi all’asporto rifiuti, conta di una parte che dovrà essere pagata da tutti indistintamente.
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NEWS Zanetti e Tescaroli
Opinioni diverse sulla Service tax
Caterina Zanetti e Stefania Tescaroli
L
e imposte sono uno dei maggiori ar- dei cittadini. Un ruolo importante quanto gomenti di discussione politica sia a difficilissimo che tutti i politici adriesi delivello nazionale che a livello locale e vono prendere a cuore per il bene della la nuova importanza data ai Comuni come città stessa - spiega Caterina Zanetti, enti riscossori delle imposte, come autorità consigliere del PD - Mi pare che l’idea di preposte alla definizione dei dettagli rela- fondo che ispirava la Service Tax fosse non tivi alla tariffa, ha sicuramente animato i così sbagliata, anzi condivisibile nella sua tavoli di tutti i consigli comunali italiani. filosofia. Passare da una tassazione anAnche la minoranza di Adria ha cora centralista come l’Imu ad una tassa espresso la sua opinione a riguardo seppur locale rimodulata come la Service Tax, il tema sia ancora da definire ma sicura- nell’ottica di una progressiva semplificamente non manchezione dei tributi locali, ranno le occasioni A pagare mi sembra una strada di approfondimento, non saranno solo percorribile”. Una magari nei prossi- i proprietari ma tematica comunque mi mesi quando si anche gli inquilini delicata che non dovranno stabilire delle case mancherà di generare aliquote e parametri dibattiti nei prossimi dettagliati, così come era avvenuto a suo mesi, determinanti per l’imposta e per il tempo in fase di definizione delle aliquo- contesto in cui si andrà ad inserire. Molto te di riferimento dell’Imu. Le necessità critica a riguardo, invece, si è dimostrata dell’amministrazione e in particolar modo Stefania Tescaroli, capogruppo consiliare del bilancio devono assolutamente fare i per il Nuovo Polo per Adria. conti con la realtà che stanno vivendo i cit“A mio avviso – ha spiegato - la Servitadini portando all’elaborazione di un’im- ce Tax rischia di rappresentare un ulteriore posta che sia equa e non incida troppo sui appesantimento per le tasche dei cittadini bilanci familiari già troppo colpiti. che si vedranno costretti a pagare soldi in Senza dubbio l’abolizione dell’Imu è più a fronte dell’ottenimento degli stessi stato un tentativo, da parte del Governo servizi. Si auspica che non entri in vigore Letta, di alleggerire la pressione fiscale così com’è ora”. sui cittadini, anche se qualcuno pensa sia Sottolineando il ruolo che si troveranstato invece un piacere concesso alla com- no a rivestire sindaco e giunta l’avvocapagine di Centrodestra che fa parte della tessa continua: “Dove invece venisse conmaggioranza. fermata, il sindaco e la sua maggioranza Resta tuttavia vero il fatto che lo dovranno stabilire ed applicare le aliquote spettro della “service tax” rappresenta minime. A nostro avviso il Comune dovrà per gli enti locali l’ipotesi di una vera e definire se la base imponibile sarà calpepropria “stangata”, visto che a risentirne stabile o catastale, agevolando la scelta non saranno solo i proprietari ma anche gli più favorevole per i cittadini”. Un’opinioinquilini delle case. ne decisa che punta alla tutela di tutti gli Nonostante ci siano ancora alcune adriesi indistintamente. Posizione che in fasi burocratiche da portare a termine il questo preciso periodo storico ed economiruolo degli enti locali diventa protagonista co non può non trovare una giustificazione in queste ore ed è importante che tutte sulle reali necessità della popolazione. le voci in consiglio vengano ascoltate per Ma.Ce. capire al meglio i sentimenti e le necessità
8 Adria L’Intervento
Municipio Stanno maturando i tempi per l’approvazione del Piano di assetto territoriale
Strumenti urbanistici, in città se ne parla
Pat e variante al Piano Territoriale Regionale due modi di fare programmazione del territorio. Criticata la seconda perché priva di concertazione di Martina Celegato
D
opo l’incontro pubblico dedicato al Piano di oltre 20.000 persone residenti nel territorio, molti Assetto Territoriale (Pat) di Adria, tenutosi se si pensa a quanto si sia perduto il senso della parpresso la sede comunale lo scorso 5 settem- tecipazione a vantaggio del conferimento della debre, continuano le discussioni a riguardo. Discussioni lega. Ma proprio il Piano di Assetto Territoriale può che stanno coinvolgendo sia le forze politiche che diventare oggi una doppia opportunità grazie alla quelle civili, vista la peculiarità delle problematiche globalità della sua natura che darà volto e sostanza e l’importanza che tale piano riveste per tutti i citta- all’urbanistica della nostra città. E’ insito nel docudini. Il documento preliminare è il frutto di un lavoro mento, infatti, il ruolo centrale del cittadino, protacominciato nel 2008, con la giunta guidata da An- gonista prima, durante e dopo le trasformazioni che tonio Lodo, a cui la successiva giunta Barbujani ha ci condurranno verso la nostra Adria del futuro”. Nella nota ufficiale si trova anche contribuito affidando un anno una riflessione sul ruolo vero e fa il progetto allo studio Tombo- M5s: “Allarme, proprio del Pat per un territorio lan & Associati di Padova che la Regione complesso ed articolato come ha affiancato i tecnici comunali espropria ettari nella redazione del Piano così di terreno destinati quello di Adria. “Il Piano di Assetto Territoriale delinea sì come è stato proposto nell’ul- ad aree verdi” le linee di assetto e sviluppo timo mese. La scelta di metter mano al Pat nella sua interezza, però, è stata forte- del territorio, ma con l’obiettivo ultimo di garantire mente criticata dalle forze di opposizione, convinte alla popolazione adeguati livelli di qualità della vita, dell’inutilità di rielaborare totalmente il documento ottimizzando servizi come l’istruzione, la sanità, il visto che la prima parte dell’ambito urbanistico era sociale, gli spazi pubblici, la mobilità. Noi crediamo già completa e pronta per l’approvazione. Al docu- che nessuno possa conoscere i bisogni del nostro mento comunale si è interessato anche il Sindacato territorio e le sue criticità meglio degli adriesi e per dei Lavoratori di Base, organizzando un incontro questo restiamo convinti che una concreta concertaaperto a tutta la cittadinanza a riguardo. “All’appun- zione sia il fondamento per un documento equo e tamento hanno risposto una ventina di adriesi - si duraturo”. Il documento, invece, che pare non lalegge nella nota ufficiale diramata in seguito all’in- sciare molto scampo alla concertazione è la variante contro del Sindacato - pochi, se confrontati con le al Piano Territoriale Regionale di coordinamento con
NEWS
A
La stesura del Pat è iniziata nel 2008, allora era sindaco Antonio Lodo. Un anno fa la giunta Barbujani ha affidando il documento allo studio Tombolan & Associati la quale è stata affidata la gestione delle aree che circondano caselli autostradali, le aree di servizio, le stazioni delle ferrovie regionali e gli svincoli di ingresso per le superstrade, alla Regione. “Si tratta di un vero e proprio esproprio – è l’allarme lanciato dal Movimento 5 stelle - ettari ed ettari di territorio prettamente destinato ad aree verdi che rischia di essere cementificato a dismisura senza alcuna possibilità di controllo da parte degli enti locali”.
Nel patto sindaci-imprese il futuro da costruire di Marco Pavin*
segue da pag.
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...competenze, risorse - progettuali ed economiche - per perseguire insieme, nell’autonomia dei ruoli, soluzioni ai bisogni concreti di cittadini e imprenditori. Qualche esempio, per essere più chiaro. Come mitigare l’impatto (prevedibile) delle nuove tasse locali (la non ancora nata, ma già famigerata Service tax) sulle tasche di famiglie e imprese? Sediamoci a un tavolo, tecnici dei comuni e delle associazioni imprenditoriali, e verifichiamo se ci sono spazi per soluzioni equilibrate. Come pianificare condizioni di crescita sostenibile, attenta alle esigenze di chi produce e rispettosa dell’ambiente? Rendiamo ancora più stringente il coordinamento sulle politiche urbanistiche e territoriali. Come lenire la piaga della disoccupazione, di cui spesso i sindaci sono testimoni partecipi ma impotenti? Incrociamo le nostre conoscenze sul bisogno di lavoro e sulla domanda che c’è nel territorio. Con un approccio non assistenziale, ma certamente «sociale». Come tentare la via dei bandi europei, penso alle Smart cities (ma anche innovazione, mobilità sostenibile, turismo), per intercettare fonti di finanziamento alternative a quelle (prosciugate) di Roma? Mettiamo insieme le rispettive competenze progettuali e tecniche per giocarci le nostre chance a Bruxelles. Sono esempi parziali, ma che spero diano il senso di come interpreto quella “prossimità attiva” tra chi amministra e chi produce, in una logica “coalizionale”, non più rivendicativa. Non sarà la panacea, ma una via più diretta ed efficace al cuore dei problemi (e delle soluzioni). I comuni sono l’istituzione più prossima alla gente, più vicina ai bisogni di famiglie e imprese. Forse è proprio da qui che può ripartire un’”operazione fiducia” che restituisca credibilità alla politica, rigeneri il senso di comunità, raccordi le energie migliori per costruire valore condiviso. Ben venga, allora, l’intuizione di ripartire da quella “prossimità attiva”, da un raccordo più intenso e operativo tra chi ha la responsabilità di amministrare e chi quella di rappresentare il tessuto produttivo ed economico. Da tradurre nell’elaborazione di una “veduta lunga” sulle traiettorie di sviluppo, in proposte e azioni condivise. È un approccio che trova terreno fertile in una comunità locale che ha già sperimentato, con alterni successi, i coordinamenti fra le categorie economiche, i quattro tavoli delle Ipa (le intese programmatiche d’area), le unioni dei comuni. Da rilanciare oggi con più convinta determinazione, nella consapevolezza delle connessioni che oggi legano in unico destino tutti gli attori sociali ed economici. Senza aspettare il tornante della primavera 2014, quando più di sessanta comuni padovani andranno al voto, compreso il capoluogo. Ma avviando da subito il dialogo e il confronto con i sindaci e gli amministratori, affinché la prossima tornata elettorale non sia un ring inconcludente di slogan e bandierine ideologiche. *Presidente della commissione sanità del Consiglio Veneto
Critica
Al Pat sono affidate le speranze di superamento di alcune criticità
l Pat sono affidate le speranze di superamento di alcune criticità che la città sta attraversando. Leonardo Bonato, esponente del gruppo civico Impegno Comune di Adria, ad esempio, ha formulato il suo pensiero in materia basandosi sugli elementi di analisi contenuti nei documenti del Pat, dai quali risulta come per Adria il “declino” più che un rischio sia, purtroppo, un fenomeno già in atto. “Il calo demografico, che si è accentuato negli ultimi anni con la riduzione della componente giovanile della popolazione, e la progressiva perdita di posizione all’interno del
contesto socio-economico del territorio polesano – spiega Bonato - sono emergenze a cui bisogna urgentemente porre rimedio per evitare che la città imbocchi un tunnel senza uscita. Il Piano di Assetto del Territorio potrebbe essere lo strumento adatto per rispondere a queste emergenze e per invertire la tendenza, soprattutto se attorno ad esso si sviluppasse un dibattito approfondito sulle criticità e le potenzialità del nostro comune, per stimolare proposte al tempo stesso realistiche e coraggiose. Con realismo si dovrebbe riconoscere, difendere e non disperdere ciò che già abbia-
mo e che spesso non riconosciamo come “valore”, in ogni ambito; con coraggio bisognerebbe cominciare a guardare ciò che ci circonda cambiando punto di vista, mettendo in campo anche la fantasia e l’ambizione di percorrere strade non ancora battute. E’ soprattutto un percorso culturale che bisogna compiere. Bisogna far sì che Adria diventi la meta obbligata per chi vuole approfondire le conoscenze storiche, naturalistiche, scientifiche, tecnologiche ed enogastronomiche del Delta del Po. Il museo, poi, dovrebbe diventare il centro della vita culturale e sociale della città,
Leonardo Bonato
mentre oggi, purtroppo, è quasi un corpo staccato, anche prevedendo la realizzazione di percorsi e spazi archeologici/didattici. Siamo certi che il futuro di Adria dipenderà, come per il passato, dalla capacità di sviluppare le conoscenze e dal saper metterle in pratica”. Ma.Ce.
Adria 9 Interventi Approvato il progetto di recupero della sede municipale
Palazzo Tassoni tornerà come nuovo Oltre al recupero dello storico stabile, l’intervento permetterà di far tornare in municipio tutti gli uffici oggi sparsi per la città di Martina Celegato
E
’ stato definitivamente approvato il progetto di recupero di Palazzo Tassoni, sede municipale della città di Adria, nonché storico palazzo nel centro città. L’intervento, come ha spiegato il primo cittadino in fase di presentazione del progetto, si è reso necessario a causa e della precarietà del tetto e anche per ottimizzare le risorse comunali aggregando i vari uffici che ora si trovano in diversi punti della città etrusca. Il progetto, classificato come urgente dalla Giunta, prevede un restauro complessivo della sede a cui seguirà una riorganizza-
Tescaroli e Zanetti
490 mila euro il costo del cantiere. 200 mila usciranno dalle casse del Comune zione definitiva che andrà a rendere non solo più accoglienti ma anche più efficienti e funzionali tutti gli uffici e i servizi da essi erogati. Non solo: aggregando in un’unica sede tutti gli uffici il bilancio del Comune ne risentirà in positivo visto che si andranno a risparmiare tutti i canoni di locazione che
ad oggi si pagano per permettere ad alcuni uffici di funzionare. Torneranno nel centro della città quindi gli uffici dedicati all’urbanistica, alla ragioneria e ai lavori pubblici determinando un risparmio in canoni di affitto di circa 90 mila euro. Somme considerevoli se si pensa ad investimenti sulla cultura o sul sociale. Il progetto è stato affidato allo studio adriese Spazi Aperti di cui fa parte l’architetto Barasciutti, già autore del progetto relativo al restauro del Teatro comunale, e l’importo dell’intervento complessivo sarà di 490 mila euro finanziati per 200
Ancora una volta la Giunta si dimentica delle urgenze. Soldi gettati in opere di facciata
S
cettica sull’intervento per la ristrutturazione di Palazzo Tassoni si è dimostrata Caterina Zanetti. L’esponente del Pd, infatti, avrebbe preferito che l’amministrazione impegnasse le risorse che saranno necessarie per completare i lavori ad altri
DA 249€
DA 349€
VERO AFFARE
VERO AFFARE
VERO AFFARE
A 199€
mila dal Comune di Adria e per il restante da un contributo della Regione Veneto. I disagi, per intervenire in maniera radicale sullo stabile, non saranno pochi soprattutto nella prima fase dei lavori. Principalmente ne risentiranno gli uffici della Segreteria del Sindaco e dell’Anagrafe che dovranno
interventi. “Strade, urbanistica, verde pubblico, collegamenti ferroviari, collegamenti con le frazioni, mobilità: mi paiono queste le emergenze alle quali dare una priorità”. Anche Stefania Tescaroli non si è dimostrata particolarmente entusiasta dell’intervento sulla sede municipale commentando. “Ancora una volta assistiamo all’effettuazione di un lavoro che non ha nessuna urgenza e che più che altro appare di facciata (come Corso Vittorio Emanuele, peraltro discutibile nei risultati). Abbiamo evidenziato più volte
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Segreteria del Sindaco e Anagrafe verranno momentaneamente spostate al Bocchi
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spostarsi totalmente da Palazzo Tassoni e troveranno posto al Bocchi, dove verranno affittati degli spazi per permettere il normale svolgimento delle attività e dei servizi. Uno spostamento che l’amministrazione cercherà di far durare il meno possibile compatibilmente con gli interventi nell’edificio. Senza dubbio un intervento ambizioso che da un certo punto di vista andrà a rivoluzionare l’assetto ormai consolidato degli uffici comunali e che sicuramente non mancherà di suscitare discussioni fra le forze politiche e fra la cittadinanza.
la necessità di intervenire sul rifacimento e manutenzione delle strade del territorio comunale nel centro e nelle frazioni ridotte ormai ad un colabrodo. Ma pare che l’amministrazione comunale sia sorda a questi richiami e operi in modo distaccato dalle reali necessità dei cittadini. Tutte le frazioni non vedono opere in programmazione e le consulte frazionali che avevano lo scopo di monitorare la situazione e fare proposte sono state eliminate de questa Amministrazione”. Ma.Ce.
10 Adria Sicurezza stradale In Provincia gli incidenti sono diminuiti del 9%
In Basso Polesine le strade killer
Per la Sp 45, che porta da Adria a Rosolina sono stati registrati 5 decessi e 21 feriti; per la Sp 83, che collega Ca’ Tiepolo a Santa Giulia, 3 morti e 7 feriti. Nella Sr 495 regionale 3 decessi e 21 feriti di Lorenzo Zoli
L
’osservatorio provinciale sugli incidenti stradali presenta i primi dati relativi al 2012 e si scopre che le strade che hanno pagato un maggiore tributo, in termini di morti e feriti, in quei 12 mesi, sono tutte del Basso Polesine. In assoluto, a quanto si evince dai dati raccolti, l’arteria che maggiormente è stata funestata da incidenti gravi è stata la strada provinciale numero 45, che porta da Adria a Rosolina e che, nel 2012, ha fatto registrare ben 21 incidenti gravi per le conseguenze a persone. In particolare, si sta parlando di cinque persone decedute e 21 ferite. Non molto meglio ha fatto la provinciale numero 83, che collega Ca’ Tiepolo a Santa Giulia e sulla quale ci sono stati tre morti e sette feriti. Discorso molto simile, infine, per la strada regionale 495 di Codigoro, nel tratto che, all’interno dei confini del Polesine, congiunge Adria ad Ariano nel Polesine. Anche qui, come nel caso precedente, ci sono stati tre decessi, con un numero di feriti, però, di ben 21 unità. Insomma: la sicurezza stradale pare senza dubbio una questione alla quale il Basso Polesine non è estraneo. Detto questo, tuttavia, è anche giusto precisare come, a livello di tutta la provincia, il 2012 sia stato un anno che, dal punto di vista dell’incidentalità, esaminata
Negli ultimi 10 anni, il numero di incidenti con feriti risulta diminuito di oltre il 40% sempre sotto il versante delle conseguenze patite dalle persone vittime dei sinistri, ha fatto registrare numeri nettamente migliori rispetto a quelli del 2012. Gli incidenti con feriti rilevati sono stati, infatti, 592, vale a dire il 9% in meno rispetto all’annata precedente. I feriti sono passati da 904 a 849, mentre i morti da 32 a 26. Venendo al caso specifico di Adria, si vede che, se da un punto di vista statistico il numero di incidenti non è cambiato granché, passando da 59 a 58, per una diminuzione, in percentuale, pari unicamente all’1,7%, il discorso si ribalta completamente se si vanno a esaminare le conseguenze mortali subite dagli automobilisti: il numero di decessi è passato dai 4 del 2011 ai 2 del 2012. Sostanzialmente stabile, invece, il numero dei feriti, passato da 78 a 79, con un aumento di appena una unità. Tornando a una prospettiva provinciale, si nota che, negli ultimi 10 anni, il numero
Per la prima volta il costo sociale degli incidenti è sceso sotto i 100 milioni di euro
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di incidenti con feriti risulta diminuito di oltre il 40%, con un decremento ancora più netto dei decessi, fortunatamente calati ben del 54%. Importante, però, sottolineare come, mentre il numero di feriti ha subito, di anno in anno, una diminuzione praticamente costante, lo stesso non può dirsi per gli incidenti mortali, i cui dati hanno avuto spesso un andamento contraddittorio. Il 2012, infine, da parte sua ha anche fatto segnare un record molto importante. Per la prima volta, infatti, negli ultimi 10 anni, il costo sociale degli incidenti con feriti è sceso sotto i 100 milioni di euro.
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’osservatorio statistico provinciale sugli incidenti stradali funziona analizzando i dati che vengono trasmessi dalle forze dell’ordine che, tradizionalmente, si occupano di garantire gli interventi in caso di sinistri stradali: vale a dire polizia locale, polizia stradale e carabinieri. Nei 12 mesi del 2012 queste tre importanti realtà si sono di fatto suddivise in maniera quasi perfetta gli interventi con feriti rilevati, 592 in tutto. Di questi, infatti, il 37% è stato seguito dai vigili urbani, il 35% dai carabinieri e il restante 28% dal personale della polizia stradale. Curioso come la quasi totalità dei decessi si sia riscontrata su strade comunali, provinciali o regionali. Al contrario, sulle strade statali - Adriatica, Romea e Transpolesana - e sull’autostrada A 13, chiaramente nel tratto ricompreso dalla Provincia di Rovigo, si è verificato unicamente un incidente con esito mortale. Lo.Zo.
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• 14 dicembre 2013 • 15 dicembre 2013 • 11 gennaio 2014
• 12 gennaio 2014 • 20 gennaio 2014
12 Adria Scuola Il primo trillo di campanella è il momento per capire cosa c’è di diverso rispetto all’anno precedente
In classe sempre più bambini stranieri Tra le novità anche la chiusura della scuola media di Bottrighe. Un danno secondo il consigliere Tescaroli di Martina Celegato
I
l mondo dell’istruzione di anno in anno è sempre più in difficoltà e il primo trillo di campanella è il momento per capire cosa manca rispetto all’anno precedente. Di solito si tratta di classi, accorpate ad altre per via del numero minimo di studenti di cui devono essere composte, ma ultimamente è toccato ad intere scuole sparire dal panorama del mondo dell’istruzione. E’ successo a Bottrighe come ha ricordato il consigliere Stefania Tescaroli, capogruppo consiliare del Nuovo Polo per Adria. “Purtroppo un elemento negativo rispetto all’anno scorso è la conferma della chiusura della scuola media di Bottrighe con grave danno per la comunità del paese. Nonostante il grande impegno da parte del Comitato per la salvaguardia del plesso scolastico e dei cittadini di Bottrighe, il sindaco e la sua maggioranza non hanno ritenuto tale realtà una priorità sulla quale impegnarsi. Io ritengo invece che il sistema dell’istruzione nella nostra città rappresenti una realtà molto importante e che proprio per questo ogni sforzo deve essere tentato per salvarne e qualificarne il servizio”. Ma ci
NEWS Progetti al Cipriani
sono anche altre novità all’interno della scuola, il consigliere del Pd Caterina Zanetti per esempio ha notato una progressiva presenza di bambini stranieri nelle classi adriesi. “In questi ultimi anni – ha spiegato - abbiamo assistito a mutamenti importanti per una città “scolastica” come Adria. La tendenza è quella di una scuola sempre più “multiculturale”, che oggi accoglie ragazze e ragazzi di varie origini. Si tratta di una sfida significativa per tutta la città che occorre affrontare con strumenti adeguati”. A tal proposito servirebbero risorse che le scuole però dispongono in misura sempre minore, tan-
to che la stessa condizione dell’insegnamento ne risente. “Il fenomeno della precarizzazione degli insegnanti preoccupa non poco – ha concluso il consigliere Zanetti – ma è evidente che all’istruzione negli ultimi anni sono state destinate attenzioni modeste. Il ministro Carrozza aveva presentato nei giorni scorsi un primo interessante decreto su scuola e ricerca, che per la prima volta sembrava invertire questa rotta... Spero che non saremo costretti per l’ennesima volta a pagare dolorosamente questa fase di instabilità politica..”.
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n importante intervento di riqualificazione sarà effettuato all’Istituto Alberghiero Cipriani che, insieme alla Palestra Parenzo di Rovigo, è stato ammesso fra i finanziamenti per misure urgenti di riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici statali. Tale finanziamento è previsto dal Decreto del Fare che attribuisce alla Regione Veneto 10 milioni di euro da destinare in via esclusiva alle strutture ed edifici scolastici che necessitano di interventi urgenti e non procrastinabili. La struttura del Cipriani risale agli anni ’80 ed è quindi normale che alcune attività di manutenzione siano necessarie ma oltre a questo lo stabile presenta degli interventi urgenti che saranno portati a termine durante la stagione estiva, quando si concluderà l’anno scolastico. Gli interventi all’interno del Cipriani saranno di diverso ordine ossia per prima cosa si andrà a bonificare la pavimentazione in vinilico amianto presente al piano terra e al primo piano, circa 1600 mq, che verranno sostituiti con una pavimentazione vinilica antistatica e antincendio, come prevedono le norme del settore. Una volta terminato questo intervento si andranno a ritinteggiare i locali per restituire a settembre 2014 un istituto pronto ad accogliere al meglio gli studenti. Complessivamente l’intervento alla scuola adriese verrà a costare 289 mila euro. Alla Palestra Parenzo di Rovigo, progetto finanziato in abbinamento a quello adriese, si andrà a bonificare la copertura che attualmente è realizzata in amianto e cemento con una copertura in alluminio che dovrebbe influire anche dal punto di vista energetico, ottimizzando le prestazioni dell’impianto presente all’interno dell’edificio. Ma.Ce.
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ule come nuove al suono della prima campanella, merito dei lavori condotti durante l’estate per dare una sistemata agli edifici scolastici. A darne preciso il reipilogo è stato l’assessore Federico Simoni con una nota. “Durante il periodo estivo i dipendenti comunali si sono messi all’opera per dare una generale sistemata alla scuola media Marino Marin, all’asilo nido comunale, alla scuola G. Pascoli (quest’ultima completamente tinteggiata), oltre che alla palestra Manzoni. Inoltre la squadra addetta alla manutenzione del verde si è occupata anche della sistemazione delle attrezzature didattiche per bambini, in particolare dove era necessario il livellamento del terreno per eliminare eventuali inciampi sulle radici degli alberi esposte”. Gli interventi non si sono limitati a questo, anzi la parte significativa degli sforzi ha riguardato l’ammodernamento degli impianti di riscaldamento dei plessi
Sostituite le caldaie a gasolio con altre alimentate a metano scolastici. “Sono iniziati in tutti gli edifici scolastici – ha specificato Simoni - importanti lavori di riqualificazione energetica e di adeguamento normativo delle centrali termiche mediante sostituzione delle caldaie a gasolio con altre nuove alimentate a metano, installazione di nuovi gruppi termici a condensazione, termoregolazione climatica, installazione pompe di calore tradizionali e geotermiche, isolamento dei sottotetti, oltre all’installazione di sistema solare termico presso l’asilo nido, tutti interventi eseguiti per consentire di abbattere le emissioni atmosferiche e ottenere un notevole risparmio di spesa”. Ma.Ce.
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14 Adria Commercio Bilancio di una stagione difficile che ha visto gli esercenti in prima linea
Adria d’Estate, premiato il coraggio Le associazioni Adria.com e Adria Shopping ringraziano i commercianti della città per l’adesione e lo slancio di Melania Ruggini
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ilancio molto positivo per la ventesima edizione di su questa città”. “Nel complesso la città intera ha dato una positiva Adria d’Estate, che ha visto una vivace e sentita partecipazione delle attività commerciali nelle zone risposta - sottolinea Franzoso - e considerato il periodo coinvolte nella manifestazione: i commercianti del centro di crisi penso che eventi come questi rappresentino una storico, di Chieppara e via Marconi hanno infatti contribu- buona iniezione di fiducia e ottimismo per un comparto ito con molte iniziative ed entusiasmo. L’impegno è stato particolarmente depresso come quello del commercio”. premiato dalla folta partecipazione di pubblico che ha vis- Secondo Franzoso il successo è possibile grazie all’aiuto suto con entusiasmo gli eventi proposti, a dimostrazione e la disponibilità di tutti, a partire dai soci commercianti, dell’ottimo lavoro svolto. E’ per questo che le associazioni ai singoli cittadini e turisti, autorità, polizia municipale e Adria.com e Adria Shopping ringraziano vivamente i com- personale comunale, Forze dell’Ordine, Ecoambiente, Croce Verde, sponsor, associamercianti della città per l’adesione e lo slancio. Dal neo presidente Enrico Franzoso: “Qualcuno zioni, approdando agli artisti che hanno contribuito con le varie esiFranzoso arriva l’apprezzamento ha beneficiato bizioni a rendere viva la città. “E’ “per il fondamentale contributo del sacrificio altrui. necessario iniziare realmente ad profuso, anche quando nel mese Richiamo le loro apprezzare il commercio locale e di luglio i lavori di rifacimento di coscenze” tutte le associazioni adriesi - preciCorso V. Emanuele II hanno limitato il passaggio. I commercianti hanno risposto benissimo sa Franzoso - per quello che riescono a dare e fare per la alla nostra richiesta di partecipare attivamente alle varie città, riconoscendone potenzialità, successo e affermazioiniziative e abbiamo inoltre raccolto utili indicazioni e sug- ne che meritano”. Seppure il programma debba essere rivisto in alcuni punti, che hanno ad esempio condotto gerimenti per i prossimi eventi”. “Negli ultimi mesi abbiamo notato in particolare la all’annullamento di alcuni spettacoli all’ultimo minuto, capacità e il coraggio di qualche commerciante di osare, il format sembra essersi rivelato vincente. Il meglio del di uscire fuori dagli schemi, di assumere una nuova men- programma sono state le serate del Motor Day, la Notte talità, di credere in queste due associazioni e di investire Bianca, la Serata dello Sport, la Serata associazionismo
Il centro cittadino in occasione di uno dei tanti eventi organizzati durante l’estate e “Il Venerdì è donna”, organizzato in collaborazione con l’assessorato alle pari opportunità. Unica nota dolente: la carenza di interessamento da parte di alcuni esercenti. “Alcuni commercianti non hanno contribuito economicamente alla riuscita della manifestazione – puntualizza l’associazione - ma con poco stile hanno tenuto aperto il negozio sfruttando la kermesse, senza però partecipare all’organizzazione né contribuendo alle spese. Ci si lamenta che manca il lavoro, che la città è morta, eppure quando si organizzano eventi di richiamo non si partecipa né si contribuisce, ma si raccolgono i frutti dei sacrifici altrui. Non ce ne abbiano i commercianti che si sentono coinvolti, ma un esame di coscienza forse andrebbe fatto”.
NEWS Sbaracco di fine estate
Sconti e saldi non tirano più
“L
o sbaracco è un evento sempre positivo, tuttavia abbiamo notato che ormai è stato talmente usato anche nelle altre città limitrofe da necessitare un rinnovamento”. Il presidente di Adria Shopping Enrico Franzoso punta sul rinnovamento delle consuete e rodate manifestazioni in nome di una maggiore adesione dei cittadini. Nel complesso lo sbaracco di fine stagione ha avuto una maggiore affluenza sabato 14 settembre mentre la domenica è stata poco sentita dai commercianti, al punto che alcune persone arrivate da zone limitrofe per aderire alla manifestazione e approfittare degli ultimi ribassi, ha trovato molti negozi chiusi. “Ai negozianti piace far festa di domenica e la nostra associazione non può certo obbligare nessuno a tenere aperto nella festività. Purtroppo un po’ per il tempo incerto, un po’ per questa scarsa adesione, la manifestazione domenicale è stata sottotono e abbiamo registrato anche qualche battibecco con qualche persona che ha trovato chiusi alcuni negozi”. Insomma, qualcosa è andato storto e a ciò si aggiunge la cattiva partenza dei saldi estivi. “I saldi sono partiti decisamente male, specie per i ribassi del 20 e del 30%. Per fortuna la situazione è migliorata quando i ribassi sono arrivati al 50 e 60%. Tuttavia abbiamo constatato come la corsa ai saldi non si registra più come invece succedeva qualche anno fa, ed il motivo è da rintracciare sia nell’apertura dei numerosi outlet sia dal fatto che molti negozi applicano diverse svendite durante tutto l’anno. A questo si aggiunge un territorio penalizzato, dove mancano le fabbriche, il lavoro e i soldi”. Me.Ru.
FOCUS Intervista tra i negozianti
Iniziative anticrisi, nelle botteghe regna il malumore
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opo un’estate ricca di feste, tra venerdì, notti bianche, saldi e sbaracchi, abbiamo testato il polso al cuore commerciale della città. La situazione economica è sotto gli occhi di tutti ed appare come il classico cane che si morde la coda. Il nostro toor parte dalla pasticceria-caffetteria “Il Golosone” di via Cavallotti, adiacente a corso Vittorio Emanuele sud, nel medesimo stabile che ospita pure il cinema teatro “Politeama”. “Il nostro settore - commenta la contitolare Antonella Masiero - risente certamente della crisi non essendo di prima necessità. Per le manifestazioni siamo tagliati fuori dal circuito, non essendo in posizione strategica centrale, anche se spesso ci chiedono contributi economici. Occorrebbe maggiore collaborazione - conclude Antonella - che manca purtroppo anche tra le nostre quattro pasticcerie cittadine”. Ottimista e soddisfatta della sua attività è Stella Gargiulo, titolare di un negozio di argenterie e articoli da regalo. “Non collaboro con le iniziative di Adria Shopping, mi organizzo in proprio con le promozioni e non ho notato grosse differenze rispetto agli anni precedenti - spiega la titolare - la clientela, mi riferisco in particolare a quella affezionata che non mi ha mai abbandonato, continua a premiare la mia attività”. Umore nero invece per Franco Puozzo, storico sarto e titolare di “Elite” abbigliamento di corso Mazzini. “Non ho mai visto un periodo così nero – racconta Puozzo - da quattro giorni (per farci un esempio nel momento in cui intervistiamo ndr) non ho
ancora utilizzato il registratore di cassa”. “Adria - continua il titolare - non può contare su i propri concittadini, qui il lavoro manca più che altrove e dobbiamo puntare sui clienti esterni alla città, magari anticipando le nostre iniziative prima di Rovigo”. Non va assolutamente bene nemmeno per “Riccardo Più” negozio di argenterie e articoli da regalo in corso Vittorio Emanuele “La gente non ha soldi - ci dicono i titolari Riccardo Cordella e Daniela Scarpa - abbiamo massima ammirazione per le innumerevoli iniziative di Adria Shopping, abbiamo anche tentato l’apertura del venerdì sera, ma senza riscontro per l’attività”. Soddisfatta è Sabrina Donegà, da pochi mesi titolare della cartolibreria “Apogeo”, dopo esserne stata dipendente per alcuni anni. “Devo ringraziare i nuovi, ma soprattutto i vecchi clienti per la fiducia che mi stanno dimostrando. Ho fatto pure lo sbaracco ed è andata bene, al momento la mia attività è in crescita, con me collaborano Federica, Tania e Giorgia, una di loro è stagista, una ha un contratto a chiamata, l’altra apprendista. Occorre certamente impegnarsi è creare occasioni per attirare la gente in centro storico, anche con iniziative private, come faccio anch’io, collaborando con i negozi vicini”. “I tempi sono mutati, è cambiato un equilibrio ed occorre trovarne un altro - ci dice Dino Perzolla, titolare di “Drop” abbigliamento, aderente Adria Shopping - oggi ci si deve impegnare il doppio per raccogliere metà, si fanno ovviamente degli errori, ma anche questi servono. Trovo
Dino Perzolla, Franco Puozzo, Stella Gargiulo, Riccardo Cordella e Daniela Scarpa, Sabrina Donegà e il suo staff, Antonella Masiero, Carlo Alberto Bombarda scorretto - conclude Perzola- chi pretende che ad Adria ci sia chissà che cosa, quando poi per gli acquisti si rivolge ad altre città”. Concludiamo il nostro tour nel negozio di uno storico commerciante della città che, ininterrottamente, svolge ciò da ben sessantotto anni. E’ Carlo Alberto Bonbarda, oggi ottantadue anni, portati benissimo, ne aveva quattrodici quando iniziò a seguire l’attività del padre, prima con i tessuti, poi con la camiceria e l’abbigliamento. Bombarda, conosciutissimo, è un amante del bel canto, da sempre innamorato della sua città. “Sono stato tra i primi ad aderire ad Adria Shopping- racconta Bonbarda - continuo a contribuire alla varie iniziative durante le feste importanti, anche se, sottolinea, da questa
associazione me ne sono andato due volte”. “Le mie proposte - spiega Bombarda - come quella di organizzare delle domeniche con “negozi senza porte” ovvero attirare la clientela all’interno dei punti vendita con piccoli omaggi o assaggi di prodotti locali, oppure grandi cartelli pubblicitari agli ingressi della città del tipo “Adria, la città dei tuoi acquisti” rimasero inascoltate. La seconda volta mi tolsi un anno e mezzo fa per scorrettezze elettorali nel rinnovo del direttivo”. Per quanto riguarda i saldi occorre il massimo rispetto per la clientela - conclude Bombarda - si chiamano “saldi di fine stagione” e partono ad esempio il 31 luglio, proprio per questo trovo scorretto farli così presto”. Ro.Ma.
Adria 15 Sviluppo Il Polesine beneficiato da un ingente contributo sottoscritto dalla Regione e dal Ministero
Rilancio produttivo, sì dalla commissione regionale
16 milioni di euro il cui accesso sarà possibile a tutti i settori: agricoltura, turismo, industria, infrastrutture e logistica
L
a commissione per le Attività produttive del Consiglio regionale ha dato recentemente parere favorevole allo stanziamento di 16 milioni di euro per il rilancio produttivo del Polesine. Lo stanziamento è previsto da un protocollo di intesa sottoscritto dalla Regione e dal Ministero per lo Sviluppo economico. A gestire gli interventi sarà l’Associazione industriali di Rovigo in collaborazione con la Camera di Commercio. I contributi saranno in parte in conto capitale, in parte agevolati ed interesseranno un po’ tutti i settori: agricoltura, turismo, industria, infrastrutture e logistica, banda larga, adeguamento sismico delle strutture produttive danneggiate dall’ultimo terremoto. Soddisfatto dell’iniziativa si è detto il consigliere della Lega Cristiano Corazzari. “Si tratta – ha spiegato – di un piano dettagliato ed innovativo per l’area del Polesine. Mi auguro che siano moltissime le imprese che vorranno fruire di questa opportunità, frutto di una attenta gestione di fondi per una delle aree più in crisi dell’intero territorio regionale”. Corazzari sottolinea in modo particolare lo stanziamento di 1 milione di euro per l’adeguamento sismico dei capannoni e delle strutture produttive prevalentemente a favore di quei comuni obbligati per legge alle sistemazioni
post terremoto: Stienta, Occhiobello, Ficarolo, Gaiba, Fiesso sono sicuramente ossigeno per le imprese del Polesine - ha Umbertiano. “Si tratta – precisa l’esponente della Lega – precisato – ma è necessario che sulla distribuzione di tali della concretizzazione di una mia richiesta votata dal Con- risorse si eserciti un ferreo controllo. I soldi devono servire a siglio regionale volta a sanare una situazione insostenibile risollevare l’intero sistema imprenditoriale e non andare a beper molte imprese che, pur non avendo subito danni diretti, neficio di qualcuno”. Una precisazione non casuale quella del si trovano oberate di costi ingenti per la messa a norma degli consigliere del Pd, in quanto non ha mai risparmiato i propri immobili. Costi cui non si può far fronte utilizzando le risorse strali all’assessore Luisa Coppola, imputandole una gestione del Commissario per il terremoto e delle risorse personale. L’assessore che quindi la Regione, pur nei limiti “Spero che i soldi del Pdl, infatti, aveva fatto di tutto delle proprie disponibilità, ha deciso di servano all’intero per fare in modo che i 16 milioni di sostenere”. Quanto allo stanziamento sistema e non euro per il rilancio produttivo del Polenel suo complesso, Corazzari auspica vadano a beneficio sine venissero gestiti dall’Associazione industriali di Rovigo in collaborazione che esso possa costituire una spinta solo di qualcuno” con la Camera di Commercio e non decisa all’innovazione e agli investimenti produttivi, a beneficio di una realtà qual è la provincia dall’agenzia di Sviluppo provinciale, ossia il Consvipo. Evidendi Rovigo, duramente provata dalla crisi come testimonia l’au- temente i colori politici possono essere una discriminate o mento enorme delle ore di cassa integrazione, delle richieste almeno così la pensa Azzalin. Tuttavia non è stato per questo di collocamento in mobilità, dei licenziamenti e delle chiusure che il voto favorevole del Pd è mancato per l’approvazione. di aziende”. Meno ottimistico, invece, il commento del consi- “Vista l’importanza della posta in gioco – spiega Azzalin - il gliere del Pd Graziano Azzalin. “I provvedimenti approvati Pd ancora una volta ha responsabilmente vestito i panni di oggi dalla Commissione regionale per le Attività produttive “opposizione governante” scegliendo la via dell’astensione
NEWS Ulss 17
Secondo il Pd penalizzata dalle schede di programmazione ospedaliera
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o scorso 27 settembre la commissione regionale alla Sanità ha approvato le schede di programmazione ospedaliera. Una votazione che ha richiesto più di 20 ore di confronto e un iter partito ancora un anno fa con il Piano sociosanitario. L’obiettivo è quello dell’efficientamento, anche se di tanto in tanto questo termine viene usato come sinonimo di risparmio. E forse è per questo che nella sostanziale riorganizzazione che dovrebbe portare al taglio degli esuberi e dei doppioni, qualcuno ci ha visto semplicemente il taglio dei posti letto. Insomma, secondo le prospettive indicate dal presidente della V commissione, l’esponete del Pdl Leo Padrin, il riordino dovrebbe portare all’accorpamento dei reparti doppione e il riconoscimenti dei primariati a garantire le eccellenze raggiunte dai nosocomi. Non per tutti le cose stanno in questi termini. Per quanto riguarda il “Santa Maria Regina degli Angeli”, infatti, il vicepresidente della commissione regionale Sanità, Claudio Sinigaglia, non vede alcun efficientamento. Anzi solo tagli. “Con i 216 posti letto scesi a 178, i 17 primariati ridotti a 13, e l’ospedale di Porto Viro che ha perso il riconoscimento di presidio ospedaliero pubblico, perdendo pure il beneficio di significativi sgravi fiscali, non credo ci sia molto da gioire”. Le conclusioni sono le stesse anche per Graziano Azzalin. “La provincia di Rovigo è stata fortemente colpita dai tagli – ha sottolineato Azzalin – e paga un prezzo maggiore rispetto agli altri territori, ma il vero tema non sono i posti letto per acuti, bensì quello dei posti letto nelle strutture intermedie: una maggiore appropriatezza delle prestazioni può passare anche dalla deospedalizzazione, ma solo se a questa fa riscontro l’attivazione di ospedali di comunità che, invece, al momento sono solo sulla carta. Anche dal punto di vista amministrativo il mantenimento delle due Ulss non deve andare a scapito della sostenibilità dell’offerta di servizi al cittadino, ma prima bisogna capire se davvero quello che è stato scritto nel Pssr sarà applicato o no. Fra l’altro qualche mese fa Zaia si guadagnava le pagine dei giornali annunciando un giro di vite sul numero delle Ulss e dicendo che ne bastavano sette, la settimana scorsa con una piroetta ha detto che le Ulss non si toccano: si metta d’accordo con se stesso, perché questo modo di procedere a strappi e slogan in sanità è quanto di più deleterio possa esserci”.
Graziano Azzalin, Cristiano Corazzari e Luisa Coppola sulle due delibere che impegnano complessivamente oltre 47 milioni di euro a sostegno delle imprese: la prima, di 16 milioni di euro, per iniziative a sostegno del Polesine sulla base del Protocollo sottoscritto tra Regione e Ministero il 21 marzo 2013; la seconda, per la ripartizione per l’anno 2013 dei 31.109.587,73 euro del Fondo unico regionale per lo sviluppo”. Entrambi i provvedimenti – aggiunge il vicepresidente e della Commissione Roberto Fasoli – hanno delle evidenti criticità procedurali ed alcune carenze; trattandosi però di misure positive per le nostre imprese, non abbiamo ritenuto opportuno fare battaglie ideologiche ed impuntarci su questioni di principio che avrebbero fatto perdere altro tempo prezioso”. Per il consigliere del Pd inoltre “i provvedimenti riservano troppo poca attenzione agli aspetti del credito ed alle piccole imprese in generale, mentre completamente assente è il tema del lavoro e la prospettiva occupazionale”. Bene invece per Azzalin e Fasoli le correzioni apportate al testo originario per consentire anche alle aziende che non hanno subito direttamente danni dal terremoto del maggio 2012, ma che hanno l’obbligo di adeguarsi ai nuovi obblighi antisismici, di usufruire dei contributi.
16 Bottrighe Memoria Ricordare uno dei protagonisti di un’epoca
Gino Longhini padre della belle èpoque bottrighese A Bottrighe portò i grandi nomi dello spettacolo che solitamente arrivavano nelle grandi città di Roberto Marangoni
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ino Longhini, scomparso a 94 anni l’8 agosto del cinema di Corbola all’acquisto a Bottrighe del cinema2000, è stato un personaggio importante nella teatro Italia di via Vittorio Veneto, poi l’arena estiva di storia della vita culturale e ricreativa di Bottrighe. via Umberto Maddalena. In questa balera e cinema alla Questa persona rese celebre il paese drive-in, ancora esistente nelle sue rivierasco basso polesano cosiddetto All’arena estiva strutture, visibile il grande schermo periodo della “belle epoque bottri- venivano da una laterale della via, venivano ghese” attirando in loco sempre tan- organizzate organizzate serate danzanti, oltre tissime persone che qui confluivano serate danzanti al cinema all’aperto e gli ultimi per gli spettacoli che la sua grande e cinema all’aperto spettacoli si ricordano attorno agli organizzazione offriva. In tutto il Delanni ’80, utilizzata però dall’allora ta era l’imprenditore piu importante, colui che era riuscito partito socialista per le sue feste. Di notevole importanza a portare a Bottrighe i grandi nomi che solitamente arriva- il teatro Italia, uno dei piu moderni di allora, già con aria vano nelle grandi città. Giovanissimo passa dalla gestione condizionata, oltre al cinema e alle veglie danzanti, ce-
lebri ed indimenticabili gli spettacoli ed i concerti che si susseguirono. Tra gli ultimi che si tennero negli anni ’60, restano memorabili quelli dei Delfini, dei Corvi, delle Tenebre, di Donatella Moretti, Betty Curtis, Cristian e Gianni Morandi. Ma qui passarono altresì Don Bachi, Lola Falana, Claudio Villa, Gino Latilla, Nilla Pizzi e per il liscio, più volte, l’orchestra Sacchi, allora tra le più note in Italia e all’estero. Nella sua storia di imprenditore, Longhini tenne per alcuni anni anche il cinema teatro Rossati di Piazza della Libertà, il famoso dancing-ristorante “Danubio Blu” sul Po, suoi anche i cinema di Baricetta, Villadose, Gavello e Arquà Polesine. Gino Longhini, persona discreta, stimata e di amabile carattere, viene ricordato anche perchè lascia-
Nella foto Gino Longhini, uno degli imprenditori che resero celebre il Delta va entrare nei suoi locali alcuni ragazzi che non avevano allora la possibilità di pagarsi il biglietto. Il Comune potrebbe fare sua l’idea di intitolargli una via. Ciò costituirebbe un doveroso un riconoscimento a colui che portò in paese tante celebrità e divertimenti da far conoscere Bottrighe ben oltre i suoi confini.
Associazioni culturali Gianni Sparapan “Bontempone Onorario”
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l professor Gianni Sparapan è stato nominato “Bontempone Onorario”. L’onorificenza è stata attribuita all’illustre ospite d’onore nel corso di una conviviale organizzata dal locale gruppo folk “Bontemponi & Simpatica Compagnia”. La nomina giunge a seguito del suo “Continuo impegno culturale in Polesine e per la reciproca stima che da sempre lo lega al gruppo”. Insegnante di letterattura e
storia, conferenziere, scrittore, poeta, storico, collaboratore di riviste e giornali, ha pubblicato una trentina di opere, oltre che testi per prose e commedie. Durante la serata assai festeggiato dai presenti, è intervenuto recitando alcuni dei suoi spassosi scritti, ricevendo quindi la spilla di “Bontempone Onorario” da Gianni Spadon, presidente dei “Bontemponi”. Anche a Grazia Carlini, moglie del chitarrista Sergio
Salmi, ha ottenuto il medesimo riconoscimento per il suo “Costante impegno nell’aiutare l’associazione nelle varie iniziative”. La piacevole serata, allietata da alcuni canti, è stata l’occasione anche per raccogliere libere offerte dai presenti, per un totale di 822 euro, che andranno interamente devolute alle malattie genetiche nel corso della prossima Ro.Ma. edizione di “Serata d’Onore”.
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18 Bottrighe Emigrazione I bottrighesi emigrati sono tornati al paese natio
NEWS
“A Vegno a cà”, primo raduno dei butrigan
Mostre fotografiche
Bottrighe si racconta per immagini
Molte le adesioni all’iniziativa, gli ex concittadini sono giunti da varie città d’Italia e dall’estero. Grande festa tra ricordi e commozione di Roberto Marangoni
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randioso ed inaspettato successo per la festa “A Vegno a cà”, ovvero il primo raduno dei “Butrigan nel mondo”. Il Gruppo Sportivo organizzatore ha incontrato riabbracciato i compaesani emigrati nella sala polivalente “Loris Cominato”. Qui gli ospiti hanno potuto ammirare l’interessante mostra fotografica “Bottrighe ricorda..anni ’50 e ‘60” e qualcuno, a sorpresa, si è ritrovato bambino nelle foto. L’assessore Giovanni Zennaro, con il delegato Gli emigrati bottrighesi davanti al palazzo civico del sindaco Nicola Gennari, hanno portato il loro causa un‘indisposizione, di musicale degli anni ’60 che proprio a Bottrighe saluto e compiacimento per l’iniziativa. Nell’occasione, Allestita la mostra monsignor Valentino Tonin, ebbe l’esordio. Il sindaco Massimo Barbujani nel presidente dell’associazio- suo saluto si è definito anch’esso un “Butrigan” una coppia in tipico costume fotografica ne “Polesani nel mondo”. in quanto il padre, all’inizio della sua lunga polesano, del locale gruppo “Bottrighe Il sacerdote ha sottolinea- carriera di commerciante, gestì una lavanderia folk “Bontemponi & Simpa- ricorda..anni to il valore dell’iniziativa proprio a Bottrighe. Tra gli oltre sessanta partecitica Compagnia”, ha omag- ’50 e ‘60” ringraziando i convenuti panti, gli emigrati sono giunti da Torino, Milano, giato gli emigrati con una incisione discografica del sodalizio con l’inno del che non dimenticano la terra natia, le cui radi- Varese, Venezia, Bologna, Roma ed una coppia paese “Oh Bottrighe!” composto negli anni ’30 ci continuano a rimanere ben solide. La festa è addirittura dalla Germania. A tutti loro sono stati dal duo artistico Vito Rossati e Danilo Venturi. proseguita con la divertente conviviale presso consegnati vari presenti ed una pergamena ricorNella chiesa di San Francesco si è quindi svolta l’ostaria “La Vidara” a Mazzorno Sinistro dove do della giornata. Una evento intenso, ricco di la messa dell’emigrato celebrata dal parroco don sono intervenuti il noto scrittore Gianni Sparapan ricordi, che ha fatto emozionare e commuovere Antonio Cappato che ha giustificato l’assenza, e Silvano, cantante dei Royals, celebre gruppo molti degli intervenuti.
“A
nni ’50 e’60, Bottrighe racconta”. Sono le immagini di un passato non lontanissimo che hanno fatto rivivere, nelle memoria dei tanti visitatori, un autentico viaggio nell’amarcord d’altri tempi. Volti, personaggi, momenti di Gianni Morandi vita vissuta, luoghi di lavoro, al Teatro Italia nel 1965 purtroppo scomparsi, come lo scorrere di un pellicola di ricordi, impressi nelle centoventi immagini allestite in sala polivalente “Loris Cominato”. L’esposizione, patrocinata da Gruppo Sportivo, Aribo e scuola materna “Umberto Maddalena” è stata curata da Nerino Albieri, Walter Rizzati e Giuliana Fantinati. Ad inaugurarla monsignor Vincenzo Polo, parroco di Bottrighe, dal 1960, allora trentaduenne, al 1976, che ha fornito diverse foto, in particolare sul laboratorio di confezioni che lo stesso aveva creato all’interno di uno stabile della scuola materna, con oltre cinquanta lavoratrici. Il sacerdote ha trovato grande ed inaspettata accoglienza da parte della cittadinanza accorsa numerosa per riabbracciarlo. “Non immaginavo così tante persone - ha detto commosso monsignor Polo - sono stato tanto bene durante la mia permanenza a Bottrighe e vi ho sempre tutti nel cuore”. Si è congratulato con don Antonio per come ha trovato la bella chiesa, ammirando l’interno, i recenti lavori della facciata e della rinnovata torre campanaria, oltre che dell’artistico restaurato angelo ligneo. Monsignor Polo è stato poi festeggiato durante una conviviale con una quarantina di partecipanti ed i suoi “ragazzi di allora” gli hanno donato una targa, in cui lo ricordano come amico ed indimenticabile guida. Ro.Ma.
La scuola media rimane chiusa esposto in procura
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lla fine, nemmeno quest’anno, quando i numeri sembravano dare per scontata l’istituzione della prima classe, non è stata riaperta la scuola media di Bottrighe. Polemica il primo giorno di scuola, con striscioni appesi alla cancellata, dopo poco rimossi dalla polizia locale, contro il sindaco Massimo Barbujani, la dirigente scolastica Laura Cassetta e l’assessore regionale Elena Donazzan, responsabili, secondo l’accusa di Alberto Bergo, referente del comitato per la salvaguardia della scuola, di non aver ottemperato a ciò di loro competenza per favorire la riapertura dell’istituto. Sulla vicenda è stato presentato un esposto-denuncia alla magistratura, distribuito in fotocopia ai passanti e alla stampa. “Vogliamo chiarezza sull’intera vicenda - ha tuonato Bergo - ci sono stati comportamenti scorretti e poco trasparenti, chiediamo che la procura accerti ogni fatto”. La scuola negli anni ha avuto un progressivo depauperamento e degrado generale e la dirigente Cassetta, secondo quanto riportato nel documento, già nel 2011 e 2012 aveva decretato l’impossibilità di far partire la scuola media in presenza di nove iscrizioni e di una certificazione. Nello stesso viene fatta la cronistoria degli avvenimenti che si sono succeduti in questi anni, come la raccolta di oltre 1300 LE TRE S-CIOPTA’
La scuola media di Bottrighe firme per mantenere aperto il plesso, sino ai giorni nostri in cui si afferma che i numeri per riaprire la scuola media quest’anno c’erano ed è stata invece discriminata Bottrighe per favorire la scuola di Papozze che altrimenti non sarebbe riuscita a formare una prima classe. “Le proiezioni future della popolazione scolastica locale - secondo Bergo ed il comitato -, sono favorevoli, tanto che il prossimo anno scolastico formerebbe in paese una prima media con 14 ragazzi. Avere la scuola in Bottrighe è un nostro diritto e non ci arrenderemo facilmente. Invitiamo la popolazione ad essere unita - conclude Bergo - soprattutto i genitori, ma anche tutti i cittadini che hanno a cuore il futuro delle nuove generazioni”. Ro.Ma.
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Cultura 23 Concorsi musicali Selezioni per la 64esima edizione del Festival di Sanremo
Valentina Vettorello, giovane promessa della musica italiana La cantante adriese è appena tornata vittoriosa dalle semifinali nazionali. E’ entrata nel novero dei 30 finalisti
Conservatorio A. Buzzolla
autunno, applausi per la musica classica
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di Melania Ruggini
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d Adria brilla una nuova stella nel firma- minata, si iscrive alle finali provinciali di “Una mento delle giovani promesse della mu- Voce per Sanremo”, che si svolgono a Santa sica italiana. La giovanissima Valentina Maria Maddalena. Dimostrando grinta e dote, Vettorello (di soli 19 anni) è appena tornata Valentina passa anche questa selezione clasvittoriosa nella città etrusca dopo aver parteci- sificandosi al secondo posto. Da qui alla città pato alle semifinali nazionali di “Una voce per dei fiori ormai il passo è davvero breve poiché Sanremo”, la fase preparatoria alla 64esima Valentina si aggiudica di diritto il passaggio alle semifinali nazionali edizione del Festival di di “Una voce per SanreSanremo. Un’esperien- Le selezioni mo” che si sono svolte za nazionale elettriz- si sono tenute il 23 settembre scorso zante e ricca di emo- lo scorso direttamente nel palcozione e soddisfazioni, 23 settembre come lei stessa raccon- al Teatro Ariston scenico del celeberrimo Teatro Ariston. ta. “La mia esperienza Con lei c’erano altri 130 ragazzi provea Sanremo è stata molto positiva”, commenta con entusiasmo Valentina, che ha frequentato nienti da tutta Italia, ma la ragazza adriese l’Istituto Maddalena di Adria. La salita verso non si è data per vinta, e con entusiasmo e il successo è stata quasi una passeggiata per motivazione, ha sfidato in maniera brillante la giovane cantante adriese, dapprima sele- anche la prova nazionale. Valentina e tutti gli zionata tramite un concorso organizzato da altri suoi colleghi e sfidanti sono stati giudicati Markeba Eventi svoltosi nel noto locale Tempi niente meno che da Grazia di Michele, testiModerni di Rovigo nel quale si è classificata al monial di Amici di Maria de Filippi. E anche a primo posto. Dopo il primo traguardo locale, la questa importantissima selezione la ragazza è giovane decide di non mollare e, sempre deter- riuscita a classificarsi nella rosa dei trenta fina-
Valentina Vettorello listi, diventando a tutti gli effetti una giovane promessa del canto. Dopo dodici interminabili ore di audizioni dei 130 cantanti semifinalisti provenienti da ogni parte d’Italia, la giudice del concorso, Grazia Di Michele, cantautrice di successo degli anni ’80 ed oggi insegnante nella trasmissione “Amici”, ha tributato la nomination dei migliori trenta finalisti nei quali spicca proprio il nome di Valentina Vettorello, un talento da seguire nel prossimo futuro.
n autunno in musica grazie agli eventi proposti dal Conservatorio A. Buzzolla di Adria. Dopo il concerto la notte bianca delle biblioteche del 6 settembre e il concerto di domenica 15 settembre della violinista Viera Bilikova Bozzato al teatro Ferrini, molto applaudita per le esecuzioni di repertorio barocco, sabato 28 settembre al circolo unione in Piazza Cavour si è svolto un altro splendido concerto da parte del duo pianistico due pianoforti con i M° Marina Cavana e Giovanni Passalia. Lo spettacolo ha compreso musiche di Haendel, Mozart-Grieg, Ravel, Tailleferre e Milhaud. L’artista Marina Cavana si è diplomata in pianoforte al Conservatorio Martini di Bologna sotto la guida di Luigi Mostacci, perfezionandosi in seguito - come solista e per la musica da camera - con Franco Scala, Bruno Canino, Joerg Demus, Dario De Rosa, Riccardo Brengola e Piero Guarino. Affermatasi vincitrice in molteplici Concorsi Nazionali ed Internazionali, dal 1994 ha collaborato, quale pianista e clavicembalista, con l’Accademia Musicale dell’Emilia Romagna per i Corsi di Alto Perfezionamento e con l’Orchestra Sinfonica “Arturo Toscanini” di Parma. Si è esibita in concerti di musica da camera con famosi concertisti, tra i quali: Maxènce Larrieu, Claude Arimani, Bruno Grosso e Mstislav Rostropovich. Importante è la sua carriera concertistica sia in Italia sia all’estero. Attualmente è titolare di cattedra di Pratica e Lettura Pianistica presso il Conservatorio Buzzolla di Adria. Giovanni Passalia si è diplomato in pianoforte col massimo dei voti, la lode e la menzione speciale all’Istituto Musicale Boccherini di Lucca sotto la guida della Prof.ssa Clara Cesa Luporini. Perfezionatosi con Carlo Bruno, Carlo Zecchi e Kostantin Bogino, ha svolto una ricca attività concertistica, sia in recital che con orchestra. Insegna Pianoforte alla Civica Scuola di Musica di Capannori ed ha insegnato nei Conservatori di Campobasso e di Adria; in quest’ultimo è Me.Ru. titolare della cattedra di pianoforte complementare.
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Lo NUOTO
Sport in primo piano Campionato di Eccellenza Si preannuncia difficile la stagione per il ct Stefano Santi
Gran fondo
Lionello fa suo il trofeo Ugo Goffi
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nche per Elena Lionello si è conclusa la lunga stagione agonistica 2012-2013. L’atleta dell’Adria Nuoto ha chiuso il circuito di gare nazionali con una positiva trasferta in Sardegna, dove il programma prevedeva una 20km venerdì 6 settembre, una 4,2km sabato 7, una 7,5km domenica 8 nelle acque cristalline di Villasimius e il weekend successivo Elena Lionello con a Cagliari una 4 sabato e una 7 domenica. Elena e Davide Freschet il suo allenatore Massimo Bottaro avevano finalizzavincitori della to la preparazione dell’intero anno alle gare di gran tripla Ugo Goffi fondo, in particolare la 25km ai campionati italiani Villasimiuse la 20km sarda. Purtroppo la 20km, obiettivo Cagliari 2013 della trasferta, è stata annullata per problemi meteoorganizzativi, quindi la fondista adriese ha dovuto riorganizzare i piani e strategie e concentrare le energie nelle gare di mezzofondo e fondo. Dopo la delusione della 20km mancata, Elena è riuscita a salire sul più alto gradino del podio nei 4,2km assieme ad Edoardo Stochino dopo una lotta all’ultima bracciata con Iside Marrazzi. Nei 7,5km nella lotta per stare nel gruppo dei maschi l’atleta adriese ha perso la cuffia e, costretta a nuotare metà gara con i capelli davanti agli occhi che le impedivano di vedere con chiarezza il percorso, dopo una gara condotta in testa ha dovuto accontentarsi del secondo posto. Nonostante l’inconveniente, Elena si è aggiudicata il trofeo Ugo Goffi, grazie alla somma dei punteggi delle gare disputate. Nelle due gare della celebre Cagliari-Poetto (sabato 14 e domenica 15) Elena si è aggiudicata l’oro in entrambe le distanze e un ottimo piazzamento nella classifica generale maschile e femminile chiudendo al 7 posto la gara di mezzofondo e al 10 quella di fondo.
L’Adriese, partenza in salita di Cristiano Aggio
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on è cominciato bene il campionato di Eccellenza per l’Adriese, allenata anche quest’anno da Stefano Santi. Sulla carta l’Adriese ha giocatori di ben altra categoria (Furlanetto, Antonelli, Macchia, su tutti, e ancora Nonnato, Castellan), ma ha stentato sia in Coppa, dove è uscita anzitempo, e anche in campionato. E i mugugni dei tifosi non si sono fatti attendere, soprattutto dopo la doppia prestazione, coppa e campionato, contro i cugini “poveri” del Rovigo. Un 3-1 in Coppa, e un 2-0 in campionato che ha fatto arrabbiare qualcuno. In Coppa, la sconfitta non preoccupò minimamente mister Santi, che disse. “Le partite che contano, sono quelle dove ci sono i tre punti in palio. Il 15 settembre, quando giocheremo ancora contro il Rovigo, sarà un’altra partita”. E invece, anche in quella da-ta, chi si aspettava un’Adriese bella pimpante, è rimasto deluso. Ai tre gol presi in coppa si sono aggiunti i 2 in campionato. E se nel giudicare il post coppa i tifosi dell’Adriese avevano, forse, creduto alle giustificazioni del mister, nella gara in campionato hanno cominciato a mu-
Nella foto un’azione davanti alla porta dei granata gugnare. E in tribuna sono piovute critiche. Con mister Santi che, a partita in corso, con un uomo in più per l’espulsione di un giocatore del Rovigo (Dalla Via, ndr) si è voltato verso la tribuna per rispondere a chi lo criticava. “Volevo solo dire al signore che mi urlava che non avevo altri cambi in panchina. Contro il Rovigo abbiamo giocato in emergenza, con molti giocatori giovani e con qualche fuori ruolo, come Bovolenta”. Dopo la partita di Coppa, aveva detto che contava quella di campionato. È arrivata un’altra sconfitta. “Dico
che mi dispiace per i tifosi, ma contro il Rovigo eravamo solo alla seconda partita e il campionato è lungo”. Oltretutto si era infortunato anche Carretta, estremo difensore. Non un bel periodo per i granata che, a livello di singoli, sono una gran squadra. Forse, quando tutti entreranno in condizione, allora si vedrà la vera Adriese. Una cosa è certa. I tifosi vogliono evitare un campionato come quello dello scorso anno dove, partiti con ben altre ambizioni, si ritrovarono a lottare per non retrocedere.
Calcio
Fabio Maistro approda alla Fiorentina
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IL DIRITTO DI CAMBIARE
P
er Fabio Maistro, classe 1998, originario di Porto Tolle, centrocampista in forza alla Spal, si aprono le porte della Fiorentina. Fabio, accompagnato da papà Lorenzo (giocatore molto conosciuto e apprezzato) ha firmato un contratto triennale con il club di serie A e dal 5 agosto, giorno dell’inizio della preparazione, fa parte degli Allievi della Viola, club che da sempre segue con attenzione il settore giovanile. Un prestigio per il giovane polesano poter vestire i colori del capoluogo toscano che sono stati di Baggio e Antognoni, tanto per fare i nomi di due giocatori con una classe assoluta. E Maistro è proprio un centrocampista. Dopo aver cominciato, buon sangue non mente…, a calciare il pallone nella società del suo paese, Porto Tolle, 4 anni fa ha preso la strada per Ferrara, alla Spal, notato dall’allenatore polesano Oliviero Coltro, collaboratore della società estense. A Firenze, Maistro c’era già stato ad inizio aprile, quanto la società del patron Roberto Benasciutti, indicò i nominativi di due giovani del vivaio per essere valutati dallo staff viola. E Maistro (l’altro era lo Juniores Sorrentino, classe 1997, ndr) ha convinto gli osservatori della Fiorentina. Un bel colpo per Fabio Maistro che avrà la possibilità di crescere sotto tutti i punti di vista in un club di serie A, come ha fatto l’altro polesano Davide Masiero di Guarda Veneta (sempre su indicazione di Coltro), che dalla Spal ha fatto il gran salto nel Milan, vestendo anche la maglia della nazionale Under 16. Le qualità fisiche e non solo di Fabio Maistro (nato a Rovigo il 5 aprile 1998) sono
Fabio Maistro state notate, nonostante nella scorsa stagione il giovane giocatore bassopolesano, disputasse un campionato (quello Allievi) provinciale (a Ferrara, con la Spal) e non uno regionale, a riprova che nulla è precluso a nessuno. Con la Spal, Fabio ha disputato un torneo con gli Esordienti allenato da Franco Fabbri, poi sempre con Fabbri un anno nei giovanissimi e un altro, con Cancellato (l’ex bomber della Spal) nei giovanissimi regionali, mentre la stagione scorsa ha giocato negli Allievi provinciali con mister Dal Mastio. Centrocampista, dotato di un ottimo fisico (altro 182 cm), usa entrambi i piedi ed era stato notato da Chievo e Parma. Ora comincia una nuova, bella, avventura. Cr.Ag.
autunno/inverno/2013/14
22 26
VIAGGIO IN
PROVINCIA ROVIGO
Territorio La rete dei comitati Polesani ha incontrato l’assessore Gulmanelli
Ambiente, cercasi risposte
Nella foto grande una recente manifestazione al Parco Langer, nella foto piccola l’assessore provinciale all’Ambiente, Giuliana Gulmanelli
Tre le domanede rivolte all’esponete di palazzo Celio: la sua posizione in merito al processo Enel, al Passante Nord e alle centrali a biomasse
A
ttraverso una serie d’incontri, la rete dei comitati Polesani per rappresenta per il verde cittadino. Anche in merito al processo Enel la posizione della Gulmanelli l’Ambiente sta cercando di ottenere risposte in merito ai problemi ambientali del Polesine. Il sodalizio di associazioni, del è parsa decisa ed irremovibile. “La Provincia non transa nella quequale fanno parte il Comitato Diritto ala Città di Rovigo; il Comitato stione del processo Enel – ha spiegato alla platea - pertanto rimane Commenda Est; il Comitato Pontecchio Pulita; InterCom Ambiente costituita Parte Civile nel processo stesso e non accetterà di sfilarsi di Trecenta; il Comitato Lasciateci Respirare di Lendinara, il C.d.p. dal medesimo in cambio del modesto risarcimento già proposto da di Badia Polesine e il Comitato Delta nostro di Porto Viro, stanno Enel. Riteniamo fondamentale che la Provincia si affianchi alla lotta interpellando tutte le istituzioni territoriali e lo scorso 9 settembre dei cittadini in una questione così importante”. Meno incisiva invece l’incontro si è tenuto a Palazzo Celio, alla presenza dell’assessore la risposta sulle centrali a biogas e biomasse. In una nota le associazioni tuttavia hanno riconosciuto il poco potere decisionale che all’ambiente Giuliana Gulmanelli. compete alla Provincia in quest’ambito. “Un Sono stati tre gli argomenti fondamentali maggiore approfondimento – si legge nella affrontati durante il dibattito e nello specifico Palazzo Celio nota diffusa dalla rete - sarà riservato ad un è stata chiesta la posizione della Provincia in rimarrà non sfilerà merito al Processo Enel contro la Centrale di dal processo contro futuro incontro con i sindaci dei paesi su cui tali centrali insistono”. Intanto dall’incontro le Polesine Camerini, alla questione del progetto Enel in cambio associazioni ambientaliste hanno tratto anche di Passante Nord e Parco Langer mentre diver- di un risarcimento delle conclusioni. se domande hanno riguardato le centrali a bio“Emerge da questo confronto – sono sempre parole tratte dalla gas e biomasse, relativamente al progetto “Terre- territorio energia stessa nota - la mancanza di un piano energetico regionale e della e lavoro”. Le risposte dell’assessore non hanno eluso la concretezza degli valutazione ambientale strategica. In assenza di questi strumenti argomenti, soprattutto per quanto riguarda il passante Nord il cui regionali è più difficile valutare l’impatto di tante centrali insediate tracciato a Sud del Ceresolo minaccia l’integrità di Parco Langer. sul territorio ed è difficile porre un limite a tale insediamento. Allo “Alla futura Conferenza dei Servizi con Veneto Strade in merito alla stesso modo emerge una difficoltà di coordinamento tra comuni e realizzazione del Passante – ha spiegato l’assessore Gulmanelli - la provincia in merito ai problemi ambientali ed energetici e pur esiProvincia sarà presente e si esprimerà contro il progetto a Sud”. La stendo un Tavolo Tecnico Zonale si lamenta la poca partecipazione risposta ha lasciato soddisfatti i comitati che nelle scorse settimane alle assemblee da parte dei comuni”. non hanno mancato di sottolineare la pericolosità che tale intervento
fusione dei comuni
azzalin: “bene l’abolizione del quorum”
“L
’abolizione del quorum nei referendum per le fusioni dei Comuni è un passo significativo di agevolazione di una pratica virtuosa, fin ad oggi rallentata anche da una serie di ostacoli di tipo burocraticoamministrativo che la Regione Veneto intende proprio rimuovere. Inoltre, anche se potrebbe apparire quasi paradossale, ritengo che in questo modo si favorisca una maggiore partecipazione dei cittadini”. Con queste parole il consigliere regionale Graziano Azzalin (nella foto) è intervenuto per motivare il proprio sostegno al disegno di legge ‘Modifiche all’articolo 6 della legge regionale 24 dicembre 1992, n. 25 “Norme in materia di variazioni provinciali e comunali”’, poi approvato con 41 voti favorevoli e 3 astenuti. “I tagli a cui stiamo assistendo in questi ultimi mesi rendono difficile la sopravvivenza dei piccoli Comuni – ha aggiunto Azzalin – per i quali sarà sempre più difficile garantire anche i servizi essenziali. La fusione fra Comuni è la strada migliore per preservare il vero tesoro di una comunità locale: istituzioni che, grazie alla capacità di offrire risposte, si meritano la fiducia dei propri cittadini. Questi processi hanno successo se e quando nascono dal basso ed incontrano la condivisione ed il coinvolgimento di tutti gli attori, istituzionali e civili. Il referendum, con il quale si chiede il parere diretto dei cittadini è un passaggio fondamentale, per questo credo che eliminare il quorum permetta di scongiurare il rischio di calcoli e strategie diverse da quelle del confronto diretto sul tema. Non si deve credere che in questo modo si favorisca una delle due posizioni fra favorevoli o contrari all’eventuale fusione, perché l’effetto diretto sarà proprio una maggiore partecipazione che, in tali processi, è fondamentale”.
fUSIONE DEI COMUNI CIVITANOVA POLESINE, VIA LIbERA IN PRIMA COMMISSIONE CONSILIARE
P
rimo importante via libera in Prima Commissione consiliare al disegno di legge per l’istituzione del comune unico di Civitanova Polesine. A darne notizia è il consigliere regionale del Pdl Mauro Mainardi (nella foto), soddisfatto per la celerità con cui sta procedendo l’iter della fusione. “Stiamo andando avanti a tappe serrate perché è giusto dare risposte a quelle realtà che intraprendono strade virtuose - afferma Mainardi – e sono certo che il
provvedimento arriverà in tempi record anche in Consiglio per il via libera definitivo. “E’ un tassello importante che si aggiunge al provvedimento adottato recentemente dal Consiglio quando, su espressa indicazione del Pdl, si è optato di azzerare il quorum costitutivo del 50 per cento nei referendum comunali per le fusioni o il cambio di nome”. L’iter sta procedendo bene, ma secondo il consigliere regionale Mainardi tale iniziativa dovrà essere premiata dal-
la Regione non solo accorciando la tempistica. “Quella di Civitanova – ha concluso Mainardi - sarà la più grande operazione di fusione in Veneto. E’ giusto che la Regione accompagni queste realtà passo dopo passo ma soprattutto le premi. Ricordo infatti che le fusioni portano enormi vantaggi ai comuni che fanno tale scelta, da un aumento di trasferimenti statali per dieci anni a nuove economie di scala che tradotto significa tariffe meno care per i cittadini”.
Il consigliere regionale Mauro Mainardi
Spazi aperti 23 27 Settore primario Sia in campagna che nel mondo della pesca pesano le perdite di prodotto
Agricoltura, stagione compromessa dalle calamità Per la tromba d’aria del 14 agosto e la moria di mitili sono in arrivo gli indennizzi. In Regione un progetto di espansione delle concessioni di pesca di Lorenzo Zoli
U
na stagione a due facce, quella degli agricoltori polesani: perché, se da una parte si è proseguito sulla strada della valorizzazione dei prodotti tipici della nostra provincia, anche con progetti per facilitarne la conoscenza da parte delle nuove generazioni, e si sono finalmente aperti spiragli per l’abbattimento dell’Imu per le aziende agricole, dall’altra il Polesine è stato colpito, proprio questa estate, il 14 agosto, da una devastante tromba d’aria. Il fenomeno, che si è manifestato in Alto Polesine, è risultato particolarmente devastante su un fronte di circa 200 chilometri quadrati. Danni gravissimi a Badia Polesine, San Bellino, Trecenta, Giacciano con Barucchella e Castelguglielmo, solo per attenersi alle municipalità più flagellate. In quelle zone, è andato quasi completamente perso il raccolto di pere, mele, kiwi e noci. Non molto meglio per mais, soia, bietole e pomodoro, colture che, in alcune aziende agricole, sono state distrutte in una percen-
tuale che viaggia dal 70 al 100%. Unica consolazione, per queste realtà del settore primario che, di fatto, non potranno conferire alcunché alle cooperative con le quali sono associate, lo stato di emergenza immediatamente decretato dal presidente della Regione Luca Zaia, con la promesse di stanziare fondi immediati per consentire di superare questo difficilissimo momento. Situazione abbastanza problematica anche all’altro capo della Provincia, in Basso Polesine, con il settore della pesca - che sempre più, anche a livello di associazioni di categoria, si sta legando a quello dell’agricoltura - che ha fatto i conti con una pesante moria di mitili. C’è tuttavia una buona notizia, dal momento che, finalmente, la Regione pare avere avviato un progetto di razionalizzazione ed espansione delle concessioni di pesca nelle nostre valli. Un argomento, questo, che negli anni ha suscitato non solo forti polemiche politiche, ma anche veri e propri scontri tra le differenti cooperative e consorzi che operano fianco a fianco.
Come detto, intanto è proseguito il cammino di tutela dei prodotti tipici del Polesine. Tra quelli già riconosciuti formalmente si contano l’aglio bianco polesano, che ha ottenuto il marchio Dop, ma anche il radicchio di Lusia, con tutela Igp, così come il Riso del Delta del Po. Oltre al cerealicolo, poi, la nostra provincia continua a distinguersi a livello nazionale per la produzione di kiwi, in Alto Polesine, di zucca, soprattutto a Melara e dintorni, al confine con il Mantovano, patata americana,
nell’Adriese, e melone, che rappresenta una coltura tipica del nostro Delta del Po. Il mese di ottobre ha anche portato una importante novità sul fronte dell’associazionismo, con un importante avvicendamento al vertice di Coldiretti: terminato un periodo di affiancamento, al direttore Adriano Toffoli, che ha guidato il sodalizio per sei anni, è succeduto Silvio Parizzi.
SILVIO PARIZZI NUOVO DIRETTORE DI COLDIRETTI
E’
stato nominato a metà dello scorso mese dal consiglio provinciale di Coldiretti Rovigo il nuovo direttore dell’Associazione polesana. E’ Silvio Parizzi, che ha preso servizio dal primo ottobre prossimo, dopo un periodo di affiancamento col predecessore Adriano Toffoli, da sei anni alla direzione di Rovigo e che resterà ancora fino alla fine del mese, prima di trasferirsi all’Arav (Associazione regionale allevatori del Veneto). A presenziare allo scambio di consegne le rappresentanze territoriali, regionali e nazionali di Coldiretti. “Il cambiamento è sempre un fatto positivo. – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Veneto, Giorgio Piazza al consiglio polesano – La grande forza di Coldiretti è di essere strutturata per assorbire i cambiamenti. Il nuovo direttore di Rovigo è una persona che conosco per il suo precedente ruolo di vice direttore a Venezia: è un ragazzo di grande umanità e passione. Una garanzia. Per Coldiretti Rovigo – ha concluso – avere un giovane con un proficuo apprendistato alle spalle è certamente foriero di sviluppo positivo per tutta l’Associazione”. Il presidente dell’Associazione polesana Mauro Giuriolo ha ricordato che: “La direzione Toffoli resterà nella storia della nostra organizzazione, sia a livello sindacale che sociale: ne ha accresciuto l’autorevolezza presso tutte le forze economiche dentro e fuori provincia, ha implementato i servizi, motivato il personale e le dirigenze, valorizzato la base associativa con un’assidua presenza. Lasciamo un grande direttore e diamo il benvenuto al nuovo, al quale chiediamo
continuità nell’ascolto della base. Sono certo che insieme dare ancora nuovo impulso allo sviluppo delle nostre imprese agricole”. Il saluto del direttore Adriano Toffoli ha smosso i ricordi e le emozioni. “In Polesine lascio tanti amici. – ha detto – Voglio ricordare lo straordinario rapporto che vi è stato con tutto il consiglio provinciale, col presidente Giuriolo in particolare e con i più stretti collaboratori. Da questo rapporto è nata una sincera amicizia, che ha permesso di raggiungere quei traguardi che sono sotto gli occhi di tutti. Sono sempre più convinto che è dal lavoro di squadra che nasce la nostra forza”. Infine le parole d’esordio di Silvio Parizzi, neo nominato direttore, al suo primo incarico di vertice di una Coldiretti provinciale: “Forte del progetto ‘Per una filiera tutta agricola e italiana’ che sta raggiungendo importanti traguardi – ha affermato Parizzi – ho l’obiettivo ed il desiderio di conoscere a fondo questa provincia e di impegnarmi affinché il lavoro dei nostri agricoltori sia sempre più valorizzato. Sarò propositivo e costruttivo nell’aiutare il comparto ad essere sempre più dinamico e protagonista. Sicuramente dobbiamo puntare sul dialogo col consumatore, in modo che sappia scegliere e apprezzare il prodotto locale. Credo nel lavoro di squadra. – ha concluso il neo direttore – Lavoro trasparente, con tanta passione e nel rispetto dei ruoli. Ritengo determinante la collaborazione col consiglio provinciale che può farmi apprezzare le opportunità del territorio. Cercherò il dialogo con le istituzioni per il raggiungimento di obiettivi condivisi per il bene del territorio”.
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28 Mondo scuola Nuovi strumenti Le scuole alle prese con le novità introdotte dall’ex ministro Profumo
Registro elettronico, il Polesine si sta attrezzando
Esistono difficoltà di carattere tecnico, non tutte le aule sono provviste di un computer. L’iniziativa tuttavia ha delle controindicazioni: un’eccessiva informatizzazione potrebbe ridurre le occasioni di dialogo e di confronto tra genitori e figli oppure tra genitori e insegnanti di Mattia De Poli
S
cuole a due velocità: alcune già nel corso del passato anno scolastico hanno provveduto ad attrezzarsi per ottemperare alla legge 135 del 7 agosto 2012, che prevede l’introduzione obbligatoria del registro elettronico, altre stanno correndo ai ripari in questi mesi. La situazione degli istituti di istruzione secondaria di primo e di secondo grado presenti in Polesine riflette a grandi linee il quadro nazionale. Il ritardo è spesso giustificato da difficoltà di carattere tecnico: ad esempio, non tutte le aule sono provviste di un computer. Ma nell’ambiente scolastico non mancano le perplessità nei confronti del nuovo strumento digitale. “Dematerializzazione” dovrebbe fare rima con semplificazione e in parte l’operazione promossa dall’ex ministro Francesco Profumo va proprio in questa direzione. Un’unica piattaforma digitale permette al docente di gestire classi diverse dello stesso istituto, anche se sono dislocate in sedi differenti. Il registro elettronico può essere aggiornato e completato in qualunque momento e da qualsiasi postazione dotata di accesso alla rete internet. Gli insegnanti polesani che hanno già sperimentato la novità non mancano di rilevare alcuni indubbi vantaggi. Tuttavia, seppure rassegnati di fronte a un cambiamento inevitabile, non mancano di sollevare alcune riserve, che aumentano l’inquietudine di quei colleghi che attendono con preoccupazione la fine della carta e l’avvento del digitale. In questo caso la “dematerializzazione” significa anche maggiore trasparenza: tutti i genitori possono visualizzare in tempo reale l’andamento scolastico dei propri figli in termini sia di profitto che di condotta, evitando di avere brutte sorprese alla fine dell’anno. Il pericolo, però, è dietro l’angolo: l’informazione veicolata dal computer potrebbe ridurre le occasioni di dialogo e di confronto tra genitori e figli oppure tra genitori e insegnanti. Maggiore informazione non equivale necessariamente a maggiore comprensione: alcuni docenti polesani si domandano quali riflessi avrà questa semplificazione sul processo di formazione degli studenti. La diversa velocità di fronte ai cambiamenti è un vizio tipicamente italiano, che non riguarda solo la scuola, ma il rischio più serio che corre il sistema di istruzione nazionale è la perdita di centralità delle persone.
Con la legge 135 del 7 agosto 2012 è stato introdotto l’obbligo del registro elettronico
neWs Informatizzazione della scuola
la carta ha ormai le ore contate
A
ddio ai registri scolastici. O quasi. Era l’estate del 2012, quando il ministro Francesco Profumo cercava di proiettare la scuola italiana nell’era del digitale in nome della “dematerializzazione”. Quel processo che interessa la pubblica amministrazione e che intende ridurre le spese attraverso l’eliminazione dei documenti cartacei coinvolge anche il mondo dell’istruzione: dopo le università, anche la scuola adotta il registro elettronico. Qualche istituto si attrezza già nel corso dell’anno scolastico in corso e introduce la novità, altri ritardano incontrando difficoltà e problemi tecnici. Già nel mese di luglio si inizia a ventilare la possibilità di un rinvio e puntualmente lo scorso settembre, all’avvio del nuovo anno scolastico, l’eliminazione del vecchio registro cartaceo viene rinviata con provvedimento che mette al riparo da problemi diverse scuole italiane e anche polesane. Quest’agonia ha iniziato a manifestare i propri sintomi già da diverso tempo: si è cominciato con un sistema per l’inserimento dei voti da proporre alla scrutinio finale, poi è venuto il tempo del “badge”, il tesserino magnetico che permette di registrare la presenza giornaliera a scuola. La carta a scuola ha ormai le ore contate. M.D.P.
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30 27 Personaggio Al Pizzon di Fratta Dimostrazione di come si costruisce un battello da fiume
Lucio Pavasini, ultimo maestro d’ascia del Po
Classe 1931, un “ragazzone” alto un metro e 85, robusto e pieno di energia, che di buon grado ha tirato fuori dal cassetto gli arnesi del mestiere di Lino Segantin
S
ono passati solo pochi decenni, ma sembra lontana secoli l’epoca in cui, nei paesi lungo il Po, si viveva di pesca. In tutti i centri rivieraschi erano allora attivi tutti i supporti necessari a far fronte a questa esigenza di vita che si configurava anche come un’importante volano dell’economia locale. In primis ovviamente i costruttori di barche, che fornivano ai pescatori il mezzo idoneo per muoversi agevolmente sulle acque del grande fiume. Un sapere questo tramandato da una generazione all’altra, che ai giorni nostri sembrava irrimediabilmente perduto. Ma a volte i miracoli avvengono davvero: nel nostro caso grazie ad un’iniziativa di pochi amanti del territorio che hanno scovato l’ultimo costruttore di barche e, senza difficoltà, lo hanno convinto a riprendere gli arnesi, le sue conoscenze e la voglia di dare vita ad una nuova creatura per il fiume. E’ così che, in località Pizzon di Fratta (là dove lo Scortico si getta nel Canalbianco) è iniziata la realizzazione di un nuovo “batel da Po”. Il “maestro d’ascia” è Lucio Pavasini, classe 1931, un “ragazzone” alto un metro e 85, robusto e pieno di energia, che di buon grado ha tirato fuori dal cassetto della propria abitazione di Occhiobello presso il Po, gli schizzi con tutti i dati matematici precisi, utili per dar vita ad un vero “battello di fiume”. Un’avventura che egli stesso non credeva si sarebbe ripetuta, dato che, ormai da anni, tutti gli scafi che solcano le acque dei fiumi sono di pura plastica. Ed eccoci, in questi primi giorni dell’Ottobre 2013, al Pizzon di Fratta ad assistere ad un momento topico della costruzione: la piegatura col fuoco delle assi, per dar vita alle fiancate laterali dell’imbarcazione che misurerà 30 metri. I presupposti dell’iniziativa vengono illustrati da Giuseppe Marangoni, che ricorda l’impegno del CTG e Turismo & Cultura per recuperare il Mulino del Pizzon e i suoi annessi, con l’obiettivo non solo di salvaguardare un bene storico in pericolo di irrimediabile degrado, ma anche di preservare dall’oblio i saperi della tradizione, dando vita ad appositi laboratori. Presso le acque del Pizzon, ed il vecchio mulino trasformato in museo e locanda, è pertanto nato uno squero che ha trovato sede in uno dei magazzini dell’ex mulino. Si è iniziato col riparare alcune imbarcazioni lignee, in collaborazione con l’associazione ferrarese “Barcar ad Puatel”, accendendo gli entusia-
Lucio Pavasini durante le operazioni di piegatura delle assi
Ormai da anni, tutti gli scafi che solcano le acque dei fiumi sono di pura plastica smi verso questa attività un tempo comune, ma ormai del tutto desueta. Poi l’idea di implementare l’attività del laboratorio con la costruzione di una imbarcazione ex novo. E si deve a Maurizio Barotto, e alle sue frequentazioni delle acque del grande fiume, la scoperta dell’ultimo “maestro d’ascia”, Lucio Pavasini di Occhiobello, insieme al quale Maurizio si è messo subito alla ricerca del materiale base, reperito a Porto Levante: assi di larice siberiano di ottima consistenza. Le assi, tagliate come da progetto, ora devono essere piegate, per dar vita alle fiancate laterali dello scafo. Siamo in attesa dell’inizio dell’operazione, in uno spazio esterno dove le lunghe assi, con le estremità sagomate a forma di “V” e gravate da pesi di trazione, sono già state posizionate su cavalletti. Il maestro di ascia Lucio Pavasini controlla che tutto sia a posto prima di dare il via all’operazione cruciale. Poi ecco l’ordine agli aiutanti di procedere col fuoco, agendo sotto le assi, mentre un getto d’acqua viene attivato per scongiurare possibili momenti di combustione. Qui non occorrono calcoli al computer, basta l’occhio clinico di Lucio Pavasini per capire quando intervenire con l’acqua e dare ordini di quanto avvicinare le torce alle assi. Il “miracolo” è veloce: si compie in una decina di minuti, e già si vede che, quelle che fino a poco tempo prima erano semplici assi ora sono davvero fiancate per un’imbarcazione. Poi si raggiunge il laboratorio dove si sta approntando il fondo della barca con le “zancone”, ovvero le traversine che legheranno al fondo le due fiancate. Qui vengono forniti ulteriori dettagli tecnici e viene fatta la foto che immortala operatori e sostenitori del progetto. Tra questi non poteva mancare una rappresantanza del comune di Fratta, nella veste del vicesindaco Edgardo Massaro, e dell’associazione culturale Manegium con Paolo Sicchiero. Poi, come si conviene, un momento conviviale al ristorante del Pizzon con un antipasto a base di cefalo del Po predisposto da Filippo Margutti e bigoli con le sarde preparati da Maurizio Barotto. E, naturalmente, il brindisi finale in attesa del varo del nuovo battello di fiume.
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Cultura provinciale 29 33 Teatro sociale Al via la 198° rassegna. Dall’11 ottobre al 16 febbraio quattro importanti appuntamenti
Tosca ha dato il via alla stagione lirica e di balletto
La Biennale di Venezia a Rovigo, un sogno che può diventare realtà
L
“Il matrimonio segreto”, 15 e 17 novembre, “Il furioso all’isola di San Domingo”, 11 e 12 gennaio, e “Il campiello” (14 e 16 febbraio). Per la chiusura una prima assoluta: “The water babies – Bambini acquatici” di Mattia De Poli
S
e il buongiorno si vede dal mattino, la 198° Stagione lirica e di balletto del Teatro sociale di Rovigo sembra essere partita con il piede giusto: ancora nel secondo giorno utile per il rinnovo degli abbonamenti c’era un gruppetto di persone in coda davanti del botteghino prima dell’apertura. Il calendario 2013-2014 continua ad attirare il pubblico dei fedelissimi: nonostante negli anni la proposta sia stata ridimensionata, la qualità rimane ad alti livelli. Dall’11 ottobre al 16 febbraio si succederanno quattro importanti appuntamenti, con un’appendice “fuori abbonamento” il 23 marzo. L’apertura è affidata alla “Tosca” di Giacomo Puccini (11 e 13 ottobre), la punta di diamante di una stagione che successivamente punta su opere meno conosciute ma di grande spessore musicale: “Il matrimonio segreto” di Domenico Cimarosa (15 e 17 novembre), “Il furioso all’isola di San Domingo” di Gaetano Donizetti (11 e 12 gennaio) e “Il campiello” di Ermanno Wolf-Ferrari (14 e 16 febbraio). La chiusura, invece, prevede una prima assoluta con “The water babies – Bambini acquatici”, composta su commissione del Teatro sociale di Rovigo da Paolo Furlani. Continuano le collaborazioni con altri teatri nazionali e le iniziative di rete: in particolare la “Tosca” è realizzata nell’ambito del
programma regionale per la promozione della lirica nel Veneto, mentre “Il campiello” prodotto in collaborazione con il Gran teatro “La fenice” di Venezia grazie al progetto “I teatri del Veneto alla Fenice”. Non manca il coinvolgimento di realtà artistiche locali: il coro “Piccoli cantori di San Bortolo” sarà coinvolto nell’allestimento della “Tosca”, mentre allievi, coro e orchestra del conservatorio “Francesco Venezze” di Rovigo interpreteranno “The water babies”. Tutti gli appuntamenti in abbonamento saranno preceduti dalla presentazione dell’opera, a cura dell’associazione Amici del Teatro sociale “Miranda Bergamo Berton”, presso l’Accademia dei concordi. Prosegue l’iniziativa “Teatroragazzi” che propone delle anteprime agli studenti delle scuole. Accanto alla lirica il cartellone del Teatro sociale propone alcuni spettacoli di danza di grande interesse: il Balletto del teatro nazionale slovacco proporrà “Romeo e Giulietta” di Sergej Prokofiev (6 gennaio), il “Don Chisciotte” di Ludwig Minkus è affidato al Russian national ballet (2 febbraio). Solo per gli studenti delle scuole la compagnia Fabula saltica presenterà “Pulcinella” di Igor Stravinskij (28 febbraio e 1 marzo) al Teatro sociale, mentre al Teatro studio danzerà per “Il rumore dell’amore” (26 e 27 gennaio) nell’ambito della rassegna “Contemporaneamente”. Il palco di viale
in breve Musica
nate broWn e the one voice gospel choir
I
l Teatro sociale di Rovigo non è solo lirica e balletto: da qualche anno il calendario del principale palcoscenico polesano propone appuntamenti con la musica concertistica e, grazie alla collaborazione con il Rovigo jazz club, con la musica jazz. In prossimità del Natale, Nate Brown e The one voice gospel choir proporranno un concerto gospel (22 dicembre, ore 21), accompagnato dall’Orchestra regionale filarmonica veneta diretta da Diego Basso. I protagonisti di questa serata tornano a Rovigo dopo il successo ottenuto nel dicembre del 2012, quando erano già stati ospiti del Teatro sociale e avevano registrato un disco live, che sarà presentato quest’anno. Altri due concerti saranno dedicati alla musica da camera nell’ambito della rassegna pomeridiana “L’altra voce del canto”: presso il Ridotto del teatro saranno eseguiti alcuni lieder di Hugo Wolf e Richard Strauss (22 febbraio, ore 18: “All mein’ Gedanken”) e altri di Franz Schubert e Johannes Brahms (5 aprile, ore 18: “So wahr die Sonne scheinet”). La prima parte della stagione, invece, darà spazio al jazz con cinque diversi appuntamenti, tutti in programma presso il Ridotto. Nei giorni della Fiera d’ottobre l’apertura è affidata al Gary smulyan quartet (18 ottobre) e a Relendo Villa Lobos con “Bachianas brasileiras” (22 ottobre). Nei mesi successivi sarà la volta dell’esibizione solistica di Paolo Pirro al pianoforte in “Ragtime, stride & monk” (21 novembre) e del Patrizia Laquidara trio (16 dicembre). Le serate di musica jazz inizieranno a partire dalle ore 21.30. M.D.P.
Nelle due immagini il Teatro sociale di Rovigo e una “affiche” dell’opera di Giacomo Puccini, Tosca
Oroboni ospiterà nuovamente la compagnia Fabula saltica con la prima nazionale di “Testa o croce” (20 e 21 febbraio), seguita dalla Mmcompany impegnata in “Cinque canti” (7 marzo) e dall’Ariston proballet che proporrà “Liber & tango” sulle note di Astor Piazzolla (21 marzo). Per i più piccoli sono previsti atelier creativi domenicali e laboratori di avvicinamento all’arte della danza.
Letteratura
“la dama di chiunsano”, guerriera o prostituta?
“L
a dama di Chiunsano” è un romanzo storico, ispirato da alcuni reperti archeologici rinvenuti in Polesine e oggi conservati a Rovigo presso il museo dei Grandi fiumi. Era il 2 settembre 1992, ultimo giorno di scavo in un sito localizzato tra Gaiba e Ficarolo: quando le indagini sembrano ormai concluse, avviene un fatto inaspettato. In prossimità di una “villa rustica” viene rinvenuta una sepoltura per molti aspetti singolare: sono i resti di una donna gota con un ricco corredo. Tutto risale al quinto secolo, agli anni in cui la penisola italica è soggetta alla dominazione degli Ostrogoti di Teodorico e la condizione del territorio polesano non è particolarmente florida. Perché una donna tanto abbiente viene sepolta proprio qui e il suo corpo viene inumato insieme a preziosi gioielli, provenienti da diverse zone dell’Europa continentale? L’ipotesi di una prostituta al seguito di milizie barbariche non spiega la cura con cui la donna è stata sepolta. Nasce da questo mistero l’ispirazione di Sondra Coizzi per la scrittura del suo romanzo storico, edito da “Albertro Brigo editore”. L’autrice, insegnante di lettere nella scuola secondaria di primo grado, si è laureata con una tesi in filologia romanza e con precisione filologica ha cercato di ricostruire il contesto storico in cui visse la “dama di Chiunsano”. Per il resto, si immagina che la donna misteriosa fosse una nobile guerriera di nome Amalia, che significa “la forte”, caduta vittima di giochi di potere e di contrastati sentimenti amorosi. M.D.P.
arte contemporanea
a Biennale di Venezia a Rovigo? Un sogno che può diventare realtà, grazie a un progetto promosso dall’artista polesano Giuseppe Pietroni con la collaborazione delle istituzioni locali. Non si tratterebbe di un trasferimento completo ma neppure di una semplice mostra collaterale: Rovigo dovrebbe ospitare la sezione regionale, riservata agli artisti veneti che si sono cimentati con il tema generale della manifestazione veneziana. Il capoluogo polesano disporrebbe già di una struttura adatta ad ospitare l’iniziativa: il Censer offre spazi sufficienti e si presta anche sul piano della logistica. Secondo Pietroni, questa potrebbe essere una grande opportunità per fare di Rovigo una città d’arte completa: una città che guarda al passato con le esposizioni di palazzo Roverella ma attenta anche alle espressioni della contemporaneità. Ogni due anni nei mesi da giugno a novembre, contemporaneamente alla Biennale veneziana, Rovigo e tutta la sua provincia potrebbero costituire un ideale collegamento diretto con la città lagunare nell’ottica di una manifestazione diffusa, di una manifestazione che non abbandona Venezia ma che si allarga e si radica anche nella terraferma. Il maestro Pietroni auspica che questa novità possa concretizzarsi già a partire dal 2015: il positivo riscontro delle iniziative proposte a palazzo Roverella permette di sognare in grande e tentare un salto di qualità. I primi contatti informali con gli organizzatori della Biennale fanno ben sperare. Ne deriverebbe un impulso per lo sviluppo di tutto il territorio provinciale: nel 2019, quando Venezia sarà capitale europea della cultura, anche il Polesine potrebbe avere dei benefici, se il legame con la Biennale sarà consolidato. Una sfida che Pietroni lancia a tutti gli amministratori locali che hanno M.D.P. a cuore il futuro della provincia di Rovigo.
“Musikè, appuntamenti autunnali
orchestre, artisti, e riordino
D
opo la pausa dei mesi estivi, tornano gli appuntamenti autunnali con “Musikè”, rassegna di musica, danza e teatro promossa dalla Fondazione della Cassa di risparmio di Padova e Rovigo. Nella sezione “giovani” gli allievi dei conservatori delle due province venete saranno protagonisti di uno scambio incrociato. L’orchestra e il coro del “Venezze” di Rovigo si esibiranno il 19 ottobre alle ore 18 presso l’auditorium Pollini di Padova, eseguendo opere giovani dei maggiori compositori sinfonici del periodo classico, da Haydn a Mozart passando per Boccherini. L’orchestra sinfonica del “Buzzolla” di Adria, il cui repertorio spazia dal classicismo al Novecento, farà visita alla città di Rovigo il 10 novembre alle ore 18 presso il Tempio della Rotonda. Nella stessa sede l’orchestra e il coro del “Pollini” di Padova il 6 dicembre alle ore 21 eseguiranno, invece, brani di Martucci, Pollini, Respighi, Brahms e Zandonai. La rassegna propone ancora altri due appuntamenti in Polesine: il 24 ottobre al Politeama di Adria il “Parco della musica contemporanea ensemble” porterà in scena “Partire dalla coda”, spettacolo che nasce dal felice incontro tra i cortometraggi di Gianluigi Toccafondo e le musiche di Simeon ten Holt, mentre il 23 novembre alle ore 21 David Riondino salirà sul palco del teatro comunale “Ferruccio Martini” di Trecenta con l’interpretazione di “La musica dei matti”, uno spettacolo che riflette e fa riflettere sul rapporto tra genio, follia e disagio personale proponendo alcuni “ritratti sonori”. M.D.P.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Con la campagna nazionale “Mettiamoci in gioco” chiediamo al Governo una svolta contro il Gap
Gioco d’azzardo: una patologia e un florido mercato per le mafie
La mobilitazione per regolamentare il settore è generale. Anche i sindaci sottoscrivono un manifesto nazionale per la legalità contro il gioco d’azzardo di germana Urbani
A
nche il gioco uccide. L’ultima vittima “Sarebbe sbagliato pensare – sottoliin Veneto è vicentina: morta suicida nea Pierpaolo Romani, coordinatore naper debiti da gioco. Ma non è un caso zionale di Avviso Pubblico - che il problema isolato e non sarà l’ultimo. Ai veneti piace delle mafie non riguardi il Veneto, terra che giocare d’azzardo. Tra il 2010 e 2011 il anzi interessa molto alle cosche, tanto che 44% della popolazione tra i 15 e 64 anni la Regione si è dotata di un’apposita legge ha giocato d’azzardo. Il 63% nell’ultimo antimafia. la n. 48 del 2012. Oggi parlare anno ha giocato al Lotto/Superenalotto del rapporto gioco d’azzardo-mafie significa e poco meno del 58% al Gratta e vinci/ mettere testa su quella che può essere la Lotto istantaneo; seguono coloro che hanno principale dinamica di infiltrazione mafiosa praticato scommesse sportive ed il Poker te- in questa regione: cioè, ancora una volta, xano o che hanno giocato alle macchinette l’infiltrazione nel settore economico”. elettroniche/slot machine. Dal 1998 in Italia lo Stato ha liberaQuesti numeri evidenziano che quello lizzato e legalizzato le scommesse: ciò ha del gioco d’azzardo è un vero e proprio prodotto un espandersi incredibile del mermercato in controtencato del gioco che lo denza rispetto alla cri- In Veneto c’è il casinò, scorso anno ha toccasi. La gente tenta la una forte attrattiva to quasi i 100miliardi fortuna per sbarcare il per chi presta denaro di euro tra gratta e lunario e paradossal- ad usura o ricicla vinci, lotterie, slot, mente aggrava la si- denaro sporco scommesse sportive tuazione del bilancio e quant’altro. Tanta economico famigliare. gente gioca perchè gli strumenti per giocare Ma questo trend deve porre all’eviden- sono sempre a portata: dal tabaccaio, al za anche altre questioni: un mercato florido bar, al supermercato. Lo Stato, purtroppo, interessa sempre le mafie. Nonostante nella non ha fatto una legge per rispondere ad nostra regione non ci siano evidenze di infil- una domanda di gioco, ha invece spinto trazioni in questo settore, occorre conoscere l’offerta creando, di fatto, la domanda. E le bene le dinamiche perchè dove girano tanti possibilità si sono moltiplicate a dismisura. soldi spesso c’è qualcuno che ricicla denaro Sono aumentate le slot all’interno dei bar sporco e pratica prestito ad usura. e nei comuni è possibile aprire sale giochi
con videolottery che permettono di giocare anche grandi cifre. A questo si aggiungano le agenzie di scommesse. Una gamma di offerta che sta investendo i veneti e creando moltissimi dipendenti da gioco patologico d’azzardo. “Fra questi – spiega Romani - ci sono persone che hanno un lavoro, sono magari imprenditori che accumulano debiti e devono trovare qualcuno che gli presti denaro. Il gioco crea una domanda a cui i mafiosi possono rispondere col prestito ad usura. Sempre più spesso, infatti, all’ufficio antiusura del Comune di Verona si presentano persone che si dichiarano vittime del gioco d’azzardo. Inoltre, i mafiosi hanno iniziato a gestire società che costruiscono macchinette, che spesso non sono regolari. Cioè non hanno al loro interno la scheda prevista dalla legge che le collega col Ministero del Tesoro, ne registra le giocate e calcola la tassazione dovuta allo Stato. In questo modo i mafiosi sono degli attori importanti di una quota significativa di evasione fiscale in complicità o meno col gestore del locale che ospita la macchinetta”. Va detto poi che il passo successivo alla gestione illecita delle macchinette nei bar è l’estorsione a danno dei Commercianti con relative intimidazioni. “Lo dico come avvertimento per i Commercianti – afferma
Pierpaolo Romani
ancora il coordinatore nazionale di Avviso Pubblico - ma anche per gli imprenditori del settore, per Confindustria che deve stare molto molto attenta a tutelare gli imprenditori che operano legittimamente in questo mercato perchè l’organizzazione mafiosa che si inserisce in un mercato punta al monopolio dello stesso”. E oltre alle sale giochi una comunità “colonizzata” dal gioco d’azzardo attira anche un indotto pericoloso. “Spesso – continua Romani - aumentano i casi di utilizzo di sostanze stupefacenti e la fornitura di sesso a pagamento della peggior specie. Si scoprono appartamenti dove vengono tenute come schiave del sesso ragazze straniere in mano a gruppi criminali dell’Est o dell’Africa in combutta con cittadini veneti e organizzazioni criminali italiane. Questo per dire che l’insicurezza nei quartieri non la portano solo gli stranieri. L’insicurezza la creiamo noi permettendo a persone con tanti soldi, fatti spesso sulla pelle di tanti giovani con la vendita di droga, di sviluppare dei business
che hanno poco di etico e sono antieconomici per la città e i suoi abitanti”. Il pericolo sta proprio qui. Come ha detto Michele Prestipino, procuratore aggiunto di Roma, intervenuto sull’argomento a Verona “Arrivano con il denaro ma poi portano anche i loro eserciti” per il controllo del territorio. “Ci tengo a sottolineare che quando i mafiosi arrivano in un territorio – conclude Pierpaolo Romani - è perchè incontrano persone capaci di garantire determinati servizi, che anziché denunciare diventano complici conniventi. E’ tremendo vedere come, a volte, il mondo dei professionisti sostiene, anche dalle pagine dei giornali veneti, che il rispetto della legalità produce ingiustizia sociale! Che se gli imprenditori pagassero tutto i conti esploderebbero. E’ preoccupante constatare che in Veneto c’è un pezzo dell’imprenditoria e un pezzo delle libere professioni che pensa che le regole sono un intralcio. Questo atteggiamento apre delle brecce pericolosissime”.
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Il Veneto in primo piano 11 35 Verona: 32 milioni di gratta e vinci venduti in tutta la provincia
Neanche la crisi ferma i veneti: giocano sempre di più
di germana Urbani
L
’Italia intera si sta mobilitando contro il gioco d’azzardo legalizzato e antieconomico. Gli amministratori stanno facendo rete firmando il manifesto dei sindaci contro il gioco d’azzardo che chiede una nuova legge nazionale fondata sulla riduzione dell’offerta e il contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura; chiedono leggi regionali con compiti e impegni delle Regioni per la cura dei giocatori patologici, per la prevenzione dai rischi del gioco d’azzardo, per il sostegno alle azioni degli Enti locali. E chiedono sia consentito il potere di ordinanza per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili, oltre al parere preventivo e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo. Anche l’assessore provinciale di Rovigo Marinella Mantovani è impegnata da anni in questa battaglia perchè ricorda “il costo del recupero
focus
di un giocatore dipendente si aggira intorno ai 30mila euro l’anno, senza contare i patrimoni dilapidati, il lavoro perso, le ore dedicate al gioco e sottratte all’affettività e alle relazioni sociali”. La situazione in polesine ha del paradossale: solo considerando la popolazione maggiorenne, c’è 1,2 slot ogni 100 cittadini. Il paradosso si raggiunge a Papozze: ce n’è una ogni 23 cittadini. A Padova e provincia non va meglio. Sono 400 mila padovani che hanno giocato soldi almeno una volta nella vita, almeno 70 mila potrebbero essere in condizioni di rischio; tra questi, oltre 18 mila sarebbero giocatori problematici e più di 3 mila manifesterebbero comportamenti ascrivibili alla dipendenza patologica. Queste persone avrebbero bisogno di supporti e trattamenti socio sanitari specifici. Solo l’Ulss 16 ha denunciato ben 2mila casi di sua competenza: dai 15 ai 64 anni il virus del gioco d’azzardo si è diffuso a
macchia d’olio e aumenta di anno in anno. “Abbiamo iniziato a lavorare – afferma il direttore del sert, Andrea Vendramin - su vari progetti mirati soprattutto alla prevenzione sul territorio, incluse le scuole, e alla formazione degli esercenti del settore. Le risorse però sono scarse: bisognerebbe che una parte del fatturato del settore fosse devoluto alla cura dei giocatori patologici e che egli enti locali fossero più coinvolti. Perché mentre lo stato incassa una quota importante delle giocate, tutti gli oneri sociali ed economici generati da persone rimaste senza niente sono interamente in capo ai comuni”. Non va meglio a Verona dove, secondo l’ufficio antiusura del Comune, sono presenti, tra bar, tabaccherie e ristoranti della provincia, 2.260 macchinette da gioco e 86 sale da gioco. Nel 2011 sono stati venduti in città oltre 7.1 milioni di biglietti “gratta e vinci” e, complessivamente, più di 25 milioni in
provincia: come se ogni veronese, bambini compresi, avesse acquistato oltre 25 biglietti. Ma il dato che fa rabbrividire è che solo un anno dopo il bilancio è ben più pesante: 32 milioni di gratta e vinci venduti nel veronese. Segno che con la crisi aumentano coloro che tentano la fortuna. Una vera piaga a cui i Comuni cercano di rispondere come possono. Il Comune di Vicenza, per esempio, attraverso una delibera di modifica del regolamento per l’applicazione dell’imposta comunale sulla pubblicità e diritti sulle pubbliche affissioni ha introdotto il divieto di pubblicità del gioco azzardo anche se in possesso di regolare concessione amministrativa rilasciata dall’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. Almeno questo. Certo è che serve con urgenza una legge nazionale e regionale che regolamenti la materia e destini risorse ai sert delle Ulss per la cura dei giocatori patologici.
fin’ora interventi a macchia di leopardo una legge veneta per aiutare i giocatori
F
ino ad oggi la Regione Veneto, rispetto al problema del gioco d’azzardo e delle sue conseguenze sociosanitarie e famigliari, si è limitata a sondare il fenomeno e a finanziare alcuni progetti sul territorio ma senza una vera programmazione. ”Il gioco d’azzardo – sottolinea l’assessore Remo Sernagiotto – e’ un fenomeno in costante crescita tanto che i servizi per le dipendenze del Veneto nel 2011 hanno intercettato e preso in carico 765 giocatori patologici di cui 637 maschi e 128 femmine”. ”Per affrontare al meglio questa insidiosa forma di dipen-
denza che tanta sofferenza causa a chi ne e’ affetto e alle famiglie dal punto di vista psicologico ed economico – aggiunge – serve un coordinamento delle strutture sociali e sanitarie, pubbliche e del privato sociale. Da questo punto di vista si stanno facendo passi in avanti, esempio ne sia la proposta di prevenzione “Scommetti su te stesso” che arriva da Monselice e che abbiamo finanziato con 50 mila euro; il progetto avrà durata di due anni e sarà di prevenzione, sensibilizzazione, formazione, ascolto e presa in carico dei problemi che riguardano il gioco d’azzardo nel territorio
della bassa padovana”. Vero è che per intercettare e arginare il dilagare di queste problematiche occorre una visione d’insieme di ben altro spessore. In Regione Veneto il Vicepresidente della commissione sanità, Claudio Sinigaglia, è il primo firmatario della proposta di legge n. 283, dedicata ad interventi di prevenzione, formazione e trattamento del Gap, gioco d’azzardo patologico. “In questi giorni – spiega Sinigaglia - al Governo si chiede di aggiornare i Livelli essenziali di assistenza, prevedendo lo stanziamento di risorse dedicate per garantire l’effettiva attuazione da parte delle
Regioni e degli Enti locali di politiche socio-sanitarie di assistenza alle persone affette da questa patologia”. “A livello regionale -continua il Consigliere - sarebbe auspicabile una legge sul gioco, con vincoli e distanze per le sale da gioco e la pubblicità. Anche sul decreto Balduzzi mancano i decreti attuativi, e la situazione è completamente annacquata. Il nostro compito è capire come intervenire a livello regionale, senza poi essere bloccati nei vari tribunali. E non parliamo solo di slot machine e sale, ma anche dell’online, per cui occorre prevenzione e informazione, a partire dai genitori”.
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L’anno 2013 sarà l’anno dell’orgoglio per il Parco del Delta del Po. Così, durante le discussioni sull’adozione del Piano Ambientale avevo preannunciato, e così sta avvenendo soprattutto con la collaborazione e la fiducia della popolazione e delle attività economiche che nel Delta del Po operano. Un lavoro costante di confronto e mediazione con un obiettivo importante: far comprendere che i vincoli, anche se minimi, possono diventare una risorsa. La convivenza tra le attività dell’uomo e la conservazione della natura va vista in una nuova luce; è ora di riconoscere alla natura il suo ruolo di indispensabile fondamento della vita sociale ed economica della società, e come tale usarla e proteggerla ovunque come risorsa preziosa e non rinnovabile, che ci mette in connessione con lo spazio di sviluppo europeo. È necessario in primo luogo innalzare il livello di attenzione su questi temi e sul ruolo che possono avere nello sviluppo regionale; in secondo luogo è necessario innalzare la qualità del governo del territorio, teatro dell’incontro tra l’uomo e la natura. La recente candidatura, presentata a Parigi, dell’area del Delta del Po, quale Riserva di Biosfera – MAB UNESCO, indica la chiara volontà dell’Ente e del territorio di proporsi a livello mondiale come luogo unico di valore paesaggistico ambientale in cui l’uomo è elemento fondamentale sia di conservazione che per lo sviluppo sostenibile. Grande ringraziamento va alla Fondazione CARIPARO che per prima ha creduto e con lungimiranza ha sostenuto il percorso di candidatura che si spera si concluderà positivamente nella primavera 2014. Il Parco del Delta del Po in questi ultimi due anni ha realizzato innumerevoli iniziative a 360 gradi sui temi dello sviluppo territoriale.
Pianificazione a programmazione territoriale
Nel dicembre 2012 è stato adottato il Piano Ambientale del Parco del Delta del Po, in copianificazione con la Regione Veneto, adozione che ha segnato una tappa storica nella vita dell’Ente Parco del Delta del Po dopo venti anni di attesa e di conflittualità. Anche la redazione del Piano di Gestione delle aree ZPS (Zone di Protezione Speciale per le specie riconosciute a livello Europeo) realizzato su incarico della Regione Veneto ha fatto sì che gli elementi Europei di valore ambientale abbiano trovato, nel Parco del Delta del Po, proposte di gestione integrate con gli altri elementi di pianificazione territoriale. In ambito paesaggistico la collaborazione con la Soprintendenza Regionale per i beni Ambientali e Culturali e la Direzione Pianificazione Strategica Regionale porta l’Ente Parco del delta del Po ad un confronto per la costruzione del Piano Paesaggistico di Ambito Laguna di Veneta – Delta del Po. Questa collaborazione è fondamentale per la conclusione della visione strategica del territorio e la semplificazione amministrativa, quanto mai necessaria per lo sviluppo dell’area.
Promozione attività locali e iniziative culturali
L’Ente è inoltre motore di innumerevoli iniziative di carattere sociale, economico, culturale e di valorizzazione e promozione del territorio che coinvolgono associazioni culturali e le proloco dei comuni del Delta. Si ricordino le iniziative annuali delle Pro loco locali e Comuni del parco che attraverso un programma condiviso dall’Ente Parco vedono lo stesso compartecipare alle manifestazioni. Non da ultimo la festa del Riso del Delta del Po che ha visto l’unione dei produttori agricoli coordinati dalla Fondazione Ca’ Vendramin in un primo esperimento di valorizzazione territoriale attraverso i prodotti agricoli. Ma anche la Su e So per i fossi di Adria, la bottega del parco di Rosolina, la fiera del Delta del Po di Porto Tolle, le manifestazioni culturali ad Ariano nel Polesine, la fiera del Pane di Loreo, la festa della golena di Panarella a Papozze, le manifestazioni culturali e sportive di Corbola, la fiera del libro a Porto Viro, la festa per il taglio di Porto Viro a Taglio di Po ed innumerevoli altre manifestazioni locali.
Progetti Europei e progettazione Nazionale
©PH Daniele Soncin
Nella attuale programmazione Europea, 2007 – 2013, l’Ente Parco ha in corso di conclusione progetti che, in un ottica di visione strategica di sviluppo sostenibile, abbracciano diversi settori economici e di tutela. Nella
conservazione e valorizzazione delle aree di interesse comunitario (Zone Protezione Speciale) il progetto Valli e lagune, all’interno del programma Europeo LIFE +, per un valore di 4,5 milioni di euro vede coinvolte entrambe le Regioni Veneto ed Emilia Romagna con progetti di vivificazione delle lagune, realizzate dal Consorzio di Bonifica delta Po, la collaborazione fra vallicoltori ed Ente Parco per il monitoraggio delle specie prioritarie e, per la prima volta, la realizzazione di azioni comuni, con le aziende vallive, di valorizzazione dei prodotti della pesca ed itinerari turistici. Nel settore della valorizzazione della pesca importante progetto di promozione è, in collaborazione con Unci pesca - Coldiretti Rovigo, il progetto “Pesca Amica”, per un importo nei due anni di circa 100 mila euro, che tende a creare la rete dei produttori ed operatori economici per la valorizzazione delle specie ittiche quali vongole, anguille, cefali, alici ecc…. Nella valorizzazione del territorio anche a fini turistici il progetto Slow Tourism nell’ambito del programma Europeo Interreg Italia Slovenia, importo 103 mila euro, ha creato oltre che piccole infrastrutture di servizio agli itinerari di visitazione anche una buona rete di operatori convenzionati a cui ora bisogna dare supporto per la promozione delle loro attività già dichiarate sostenibili. Sempre nella logica di rete di operatori economici e dei luoghi del Delta del Po da preservare, il progetto Climapark, nel programma Europeo Interreg Italia Slovenia per un importo di 340 mila euro, ha consentito oltre che rilevare dati scientifici per la individuazione di indicatori ambientali dei cambiamenti climatici, in collaborazione con ARPAV, di proporre al territorio una riflessione sulla necessità di adottare strategie anche di sviluppo sostenibile per adattarsi ai notevoli mutamenti che il tessuto sociale ed ambientale sta mettendo in atto. Quindi la natura come elemento di riferimento fondamentale per adattare lo sviluppo economico di un territorio di grande valore ambientale. Questa visione di proposte gestionali è iniziata con il progetto NATREG, nell’ambito del programma Europeo MED per un importo di circa 200 mila euro, che ha disegnato un possibile Piano di Gestione per lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio del Delta del Po. Il progetto Ecomuseo del Parco del Delta del Po finanziato dalla Regione Veneto nell’ambito del Programma POR per un valore di 1,8 milioni di euro permetterà di attivare un circuito di visitazione e valorizzazione dell’intero Delta del Po. Il progetto di Piste ciclabili del Parco del Delta del Po, anche questo nell’ambito del programma regionale POR, per un valore di 1,6 milioni di euro, andrà ad attivare una infrastrutturazione dell’offerta turistica e territoriale a beneficio degli operatori che nello sviluppo sostenibile credono e con l’Ente Parco condividono. Sempre nella logica dell’offerta di turismo sostenibile il progetto di bike sharing, anche se ridotto circa 260 mila euro, consentirà di avere un sistema di noleggio biciclette a favore degli operatori interessati ampliando l’offerta ai visitatori. Nel progetto 2bParks, all’interno del programma Europeo SEE importo di 190 mila euro, ha visto la valorizzazione paesaggistica e di educazione scolastica nelle aree protette europee del Delta del Po con importanti risultati dal punto di vista di promozione dell’area nel mondo scolastico e dell’educazione ambientale. La progettualità nel programma LEADER +, con il supporto del GAL Delta del Po, ha visto e vedrà la partecipazione dell’Ente Parco in iniziative per la creazione di itinerari culturali ed enograstronomici per la valorizzazione delle eccellenze produttive locali attraverso il progetto Econetwork rural importo 140 mila euro ed il progetto di promozione dell’area protetta per un importo di 150 mila euro . Gli itinerari del cinema, paesaggi culturali (i luoghi di senso), le eccellenze di prodotti agricoli e le attività didattiche sono i filoni principale delle azioni progettuali previste nel progetto denominato destinazione parchi di importo di circa 300 mila euro. In questo progetto viene prevista la realizzazione di un museo del cinema e più in generale delle arti visive in uno stabile in Comune di Porto Viro. Attività ed investimenti per 6 – 7 milioni di euro che il parco porta come ricaduta nel territorio dimostrando come le aree protette se aperte al territorio possono diventare motore di sviluppo elevando la qualità della vita ed incentivando le attività economiche. Nella nuova programmazione Europea 2014 – 2020 si stanno proponendo progetti sia per la infrastrutturazione e conservazione del territorio che per la promozione dei prodotti e servizi di eccellenza del Delta del Po. I programmi Europei, Nazionali e Regionali sono i via di attivazione con proposte di progettualità che coinvolgeranno tutti gli operatori economici del territorio.
La rete ed i paternariati
Le reti di paternariato a livello Nazionale ed Europeo consentono al parco di essere costantemente coinvolto nelle innumerevoli iniziative progettuali che intercettano risorse economiche da portare nel territorio. Ecco allora che la rete Delta chiama Delta, Deltamed, Adriapan, sistema dei parchi del Veneto, Federparchi e speriamo aree Riserva di Biosfera sono un valore importante che il parco ha costruito e che nelle programmazioni europee rivestono grande importanza. La collaborazione con i delta del Danubio in Romania, dell’Ebro in spagna, la Camargue in Francia, con le aree protette in Slovenia, Croazia, Grecia, Serbia, Bosnia, Albania, Germania, Polonia, Austria nonché la partecipazione con la Regione Veneto, la Camera di Commercio di Rovigo, il Consorzio di Bonifica delta del Po e la Fondazione Ca’ Vendramin a importanti progetti internazionali non da ultimo la missione in Messico consente al Parco del Delta del Po di avere una visibilità e visione internazionale di notevole livello.
La tutela ed il rapporto con le Università
Il monitoraggio ambientale, la cura del sistema dunoso e litoraneo, la promozione di attività economiche compatibili, l’attenzione alle persone svantaggiate, sono e saranno le azioni, non esclusive, che si metteranno in essere per far sì che il Parco diventi un territorio in cui ogni cittadino si identifichi. Le attività di monitoraggio dei passeriformi per un importo di 50 mila euro, la convenzione con l’Università di Padova istituto di genetica per la prosecuzione delle attività per la protezione dello Storione Cobice, il piano di attività di monitoraggio delle acque e di identificazione metodologica del valore delle funzioni ecosistemiche degli ambienti naturali, in collaborazione con Università di Ferrara, sono una piccola parte del lavoro svolto e da svolgere nell’ambito della conoscenza e monitoraggio ambientale. La stretta collaborazione con l’Autorità di Bacino del Fiume Po per l’elaborazione di piano di monitoraggio a seguito dello sversamento di idrocarburi nel fiume Lambro sta portando notevoli risultati positivi nella visione complessiva del valore ambientale del fiume Po. Anche la collaborazione con l’Università di Venezia – IUAV per la redazione delle valutazioni di incidenza ambientale dei piani ed il proficuo lavoro nell’ambito dell’Osservatorio del delta del Po rappresenta un forte legame del parco con la realtà universitaria; non da ultima la collaborazione fra Consorzio di Bonifica delta del Po e Università di Padova – dipartimento di Geografia per la realizzazione di incontri internazionali fra docenti universitari e master internazionali. Di prossima firma invece il protocollo di intesa con il Politecnico di Milano per la valorizzazione della ciclovia del Po denominata Vento che collegherà il Monviso con Venezia passando per il Delta del Po.
La rete regionale dei parchi
Importante è la sensibilità che l’Assessore ai Parchi Franco Manzato in collaborazione con l’Assessore all’Economia Isi Coppola dimostrano verso il Parco del Delta del Po ed il Delta del Po. Ricorso da ultimo il pieno appoggio nel sostenere la candidatura a Riserva di Biosfera – MAB UNESCO ma anche l’attenzione alle richieste di finanziamenti su progettualità che in questi anni abbiamo fatto la valorizzazione e la tutela del territorio. Nella rete dei parchi regionali siamo un importante punto di riferimento che con il coordinamento regionale svilupperà importanti progetti di tutela e promozione. La nuova proposta di legge regionale di razionalizzazione del sistema dei parchi non modifica le intenzioni regionali di vedere l’area del Delta del Po elemento basilare della politica di tutela del sistema regionale delle aree protette.
In conclusione questo anno è l’anno dell’orgoglio del Delta del Po e citando un testo a me caro di Giovannini autori del testo Uomini e parchi: “Il grande significato di un parco è soprattutto umano, poiché umana è la funzione che esso deve assolvere: ricercare nuovi comportamenti di compatibilità fra sviluppo antropico ed il mantenimento degli equilibri naturali, fissando i parametri qualitativi e quantitativi di tale compatibilità” (dal testo Uomini e parchi)
COMUNE DI ISOLA DELLA SCALA
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7 NOVEMBRE 1 DICEMBRE 2013 ISOLA DELLA SCALA (VR)
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16 Cultura veneta
Cultura veneta 39
Palazzo Fortuny a Venezia Fino al 24 novembre
Gli sguardi universali di Tàpies Iniziò a disegnare cercando nell’immaginazione uno sguardo interiore. Scomparso lo scorso anno, Venezia gli dedica una retrospettiva di Alain Chivilò
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he cosa pensa l’artista nel suo agire umano? Qual è la prospettiva artistica che coinvolge maggiormente? Lo sguardo interiore ed esteriore quale polarizzazione prende? Queste sono alcune domande che il percorso espositivo di Palazzo Fortuny a Venezia cerca d’indagare fino al 24 novembre nella mostra dedicata a “Tàpies. Lo sguardo dell’artista”. Scomparso a febbraio 2012 Anthony Tàpies, nato a Barcellona nel 1923, si è sempre posto domande sull’esistenza umana, trovando approfondimenti e risposte nelle culture del mondo. La storia dell’arte dell’agire umano da quella africana, all’asiatica passando per quella europea furono tappe fondamentali. All’età di 18 anni, a causa di una grave lesione polmonare, tra il 1942/43 dovette curarsi in montagna. Proprio in questo periodo iniziò a disegnare, cercando nell’immaginazione uno sguardo interiore. Dal dopoguerra dipinse con serietà opere che come
scrisse “erano quasi composizioni astratte, che fino allora aveva appreso e imparato ma ricordavano anche dei paesaggi stella- con tecniche prese da emozioni, gusti, ispirazione, mitologie, ri. Altre esalavano un simbolismo, psicoaprofumo di misterioso La maggior nalisi, meditazione e romanticismo”. Nel parte dei suoi spiritualità. Nacquero 1953 Tàpies iniziò la lavori è prodotta sua svolta artistica met- negli ultimi 25 anni da qui le peculiarità artistiche del Maestro tendo in discussione le di vita Catalano incentrate percezioni passate e il suo lavoro artistico. Partendo dai fermenti nell’utilizzo di terre colorate, sabbie, polartistici europei decise di ricominciare da vere di marmo, capelli, peli, lenzuola, fili, zero esplorando ancora più in profondità paglia, riso, bianchi di Spagna e cenere. Si l’inconscio, mettendo alla prova tutto ciò crearono nuove tensioni in scritture e grafie
Retrospettiva al Museo Correr, fino al 27 ottobre
ANThONY CARO: ASSEMbLAggI E IMbULLONATURE
dove la superficie materica venne elaborata in lisciature, grattature e schiacciamenti. Come scrisse nel 1977, “mi muovevo per impulsi precisi, ma così poco coscienti che a volte avevo l’impressione di procedere scavando alla cieca, con gesti furiosi, i segreti di una massa di terra che mi seppelliva”. Oggetti umili, cari all’artista, furono da lui inseriti nelle opere, facendo contemporaneamente apparire croci, numeri, lettere assieme ai suoi “muri” dove elementi naturali s’inserirono in asfalto, graffiti e cemento. Per capire la produzione artistica di Tàpies
Arte performativa, scultura, installazioni e pittura
Materia primordiale a Punta della Dogana
fondazione prada a venezia propone berna
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isogna sentire l’arte dentro di sé, non limitandosi a dire: che shock!”. Questa è una frase attraverso la quale Sir Anthony Caro si presenta a Venezia. Uno tra gli artisti nati tra il 1920 e ’30 ancora viventi che senza alcun dubbio, nell’ambito della scultura, è il primo da citare in un’ipotetica lista. Nativo del Regno Unito classe 1924, nel suo percorso ha tracciato una scultura in sintonia con la contemporaneità, ideando assemblaggi di chiara impronta astratta dai svariati contenuti. Il Maestro ritorna in Italia approdando in una Venezia “biennalesca” con una retrospettiva al Museo Correr fino al 27 ottobre. Più di un mezzo secolo di esplorazioni artistiche tracciano un percorso composto di una trentina di lavori, che dialogano figuratamente con la piazza San Marco sottostante, eccezionalmente visibile dalle finestre del museo non occultate dall’allestimento come nelle ultime esposizioni. Una delle chiavi di lettura dell’agire di Caro consiste nell’infondere a livello scultoreo una sorta di liricità. Di conseguenza a un apparente freddo astrattismo, bellezza e armonia animano le sue opere. Un intreccio di materiali, in svariati assi dimensionali ottenuti da lamiere, travi metalliche e reti rendono la percezione a livello tridimensionale avvolta da una sorta di leggerezza alla Calder. Una sintesi di queste sfumature è avvertibile nell’opera “Orangerie”, ideata alla fine degli anni ’60 e inizio anni ’70, dove colore, sinuosità, immaginifiche estreme stilizzazioni umane, unioni e contorsioni in assi orizzontali e verticali evidenziano la meccanizzazione del suo percorso artistico. Un metallo industriale che, con imbullonature e saldature, si mette insieme in più elementi attraverso un ordine compositivo dettato dal Maestro, simulando un percorso di vita sempre in dialogo nelle sue singole parti. Queste non hanno mai elementi di discontinuità o rottura, sia nell’iniziale spazialità orizzontale e successivamente in quella verticale, perché anche nell’astrattismo si può giungere a proporzioni musicali. Al.Ch.
è fondamentale sapere che la maggior parte dei suoi lavori è prodotta negli ultimi 25 anni di vita, riuscendo a dare in questa fase terminale di vissuto la più totale libertà che avvertiva. Una mostra che, nell’accostamento con opere di vari artisti internazionali, propone lavori scelti dai curatori in chiave puramente emotiva rispetto alla ferrea cronologia museale. Un’occasione per ammirare la produzione artistica di uno fra i più importanti Maestri internazionali nel tradizionale e unico percorso espositivo di Palazzo Fortuny.
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isogna sentire l’arte dentro di sé, non limitandosi a dire: che shock!”. Questa è una frase attraverso la quale Sir Anthony Caro si presenta a Venezia. Uno tra gli artisti nati tra il 1920 e ’30 ancora viventi che senza alcun dubbio, nell’ambito della scultura, è il primo da citare in un’ipotetica lista. Nativo del Regno Unito classe 1924, nel suo percorso ha tracciato una scultura in sintonia con la contemporaneità, ideando assemblaggi di chiara impronta astratta dai svariati contenuti. Il Maestro ritorna in Italia approdando in una Venezia “biennalesca” con una retrospettiva al Museo Correr fino al 27 ottobre. Più di un mezzo secolo di esplorazioni artistiche tracciano un percorso composto di una trentina di lavori, che dialogano figuratamente con la piazza San Marco sottostante, eccezionalmente visibile dalle finestre del museo non occultate dall’allestimento come nelle ultime esposizioni. Una delle chiavi di lettura dell’agire di Caro consiste nell’infondere a livello scultoreo una sorta di liricità. Di conseguenza a un apparente freddo astrattismo, bellezza e armonia animano le sue opere. Un intreccio di materiali, in svariati assi dimensionali ottenuti da lamiere, travi metalliche e reti rendono la percezione a livello tridimensionale avvolta da una sorta di leggerezza alla Calder. Una sintesi di queste sfumature è avvertibile nell’opera “Orangerie”, ideata alla fine degli anni ’60 e inizio anni ’70, dove colore, sinuosità, immaginifiche estreme stilizzazioni umane, unioni e contorsioni in assi orizzontali e verticali evidenziano la meccanizzazione del suo percorso artistico. Un metallo industriale che, con imbullonature e saldature, si mette insieme in più elementi attraverso un ordine compositivo dettato dal Maestro, simulando un percorso di vita sempre in dialogo nelle sue singole parti. Queste non hanno mai elementi di discontinuità o rottura, sia nell’iniziale spazialità orizzontale e successivamente in quella verticale, perché anche nell’astrattismo si può giungere a proporzioni musicali. Al.Ch.
à Corner della Regina, sede veneziana della Fondazione Prada, ripropone fino al 3 novembre una mostra tenuta a Berna nel lontano 1969. “When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013” non è altro che un progetto di ricostruzione dell’esposizione che passò agli annali per un approccio volto al medium linguistico. Il titolo originale era “Live in Your Head. When Attitudes Become Form. Works-ConceptsProcesses-Situations-Information” per un contenitore che univa sintesi delle ricerche dell’epoca come la Land Art, l’Arte Povera, la Process Art e l’Arte Concettuale. Un nuovo periodo che si sviluppava dopo il Minimalismo e la Pop. Una sfida che Germano Celant, Miuccia Prada e Patrizio Bertelli hanno voluto affrontare facendo inserire opere, anche d’importanti dimensioni, in spazi stretti consoni a un antico palazzo veneziano. Quindi il visitatore dovrà stare molto attento a non calpestare le opere di artisti quali Bruce Nauman, Giovanni Anselmo, Claes Oldenburg, Walter De Maria, Joseph Kosuth, Gilberto Zorio, Sol Lewitt, Daniel Buren per citarne alcuni. Una domanda sorge in tale contesto: quanto è utile una riproposizione a più di quarant’anni di distanza? Jean Clair scrittore, storico dell’arte e curatore francese, afferma che in tale mostra “il corpo dell’uomo pretende di sostituirsi alle proprie opere”. L’artista è ora “un nuovo mago della società contemporanea”. Si evidenziava dunque una visione del mondo non “comunicata dalle opere” perché “si sarebbe manifestata con la presenza stessa dell’artista nella sua realtà fisica, attraverso le sue attitudini corporali”. Al.Ch.
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In questo articolo vedremo come mai persone che svolgono lo stesso identico lavoro, ricavino da esso livelli molto differenti di soddisfazione. L’appagamento che proviamo per il lavoro, dipende da un insieme di fattori, quali il clima, le nostre aspettative, le motivazioni, il gruppo in cui siamo inseriti, l’adeguata formazione, il giusto riconoscimento, le possibilità di carriera, la coerenza con i nostri valori e le nostre attitudini, la chiarezza dei compiti e dei ruoli di ciascuno, la sicurezza, il rapporto con i superiori, la stabilità. Prendendo spunto da una ricerca condotta da Amy Wrzesniewski, docente di economia aziendale alla New York University, ci soffermiamo, in particolare, su tre “orientamenti lavorativi” che ci spingono a lavorare: il denaro, la carriera, la vocazione. Questi possono ovviamente coesistere, ma con livelli diversi. Chi lavora prevalentemente per denaro, ha un basso livello di soddisfazione. Da un recente studio americano, è emerso, per esempio, che una delle professioni con indice di appagamento più basso, è quella forense, che risulta anche la più pagata. Altri studi, hanno evidenziato che gli aumenti di stipendio, incrementano la motivazione e la produttività soltanto a breve termine; poi ci si abitua al livello presente, e si desidera ottenere una retribuzione ancora superiore, non raggiungendo mai un livello di gratificazione permanente. Chi lavora prevalentemente per fare carriera, ha un livello di soddisfazione più elevato rispetto a chi lo fa soltanto per denaro. Tuttavia, quando si arriva al culmine, inizia l’alienazione, e si ricerca gratificazione in altro. Chi, invece, lavora per vocazione, ama il proprio lavoro in sé e per sé, a prescindere dalla retribuzione e dalle possibilità di carriera. Sente che facendo il proprio lavoro contribuisce ad un bene collettivo, e che la propria opera ha un senso per sé e per gli altri. Tutti i lavori possono seguire una vocazione. Nello studio di Wrzesniewski, per esempio, sono stati analizzati gli addetti alle pulizie in un ospedale, e si è rilevato che chi lavorava per vocazione riteneva di avere un ruolo importante nella guarigione del malato, e nel favorire una migliore prestazione di medici ed infermieri. Queste persone si impegnavano molto nel lavoro, e anche se duro e pesante, non esitavano a sorridere ai pazienti, consapevoli che questo avrebbe potuto aiutarli. I colleghi che, invece, affrontavano il lavoro soltanto per denaro, lo vedevano come una serie di grigie mansioni di pulizia, e lo svolgevano con demotivazione, pensando soltanto ad arrivare alla fine della giornata. In conclusione, ciascuno di noi può trovare nel proprio lavoro una vocazione. Questo non solo ci farà operare al meglio, ma renderà la nostra vita più felice.
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