Adria sett2015 n114

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di Adria

Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 114 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Settembre 2015



di Adria

Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 114 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Il viaggio La delegazione non ha più dubbi: ok al gemellaggio

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Palazzo Tassoni Il Comune vende quattro aree verdi Scatenati i contrari

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+80,5% nuove sessioni www.lapiazzaweb.it

L’informazione locale è sempre con te: In città è arrivato il comandante dei vigili

veneto In PrImo PIano la Buona Scuola entra In claSSe

E’ arrivato ad Adria Pierantonio Moretto, ex presidente del Cda dell’Iras di Rovigo, ex assessore a Guarda Veneta. Sarà chiamato a ricoprire il ruolo di comandante della polizia locale e di supervisore del servizio associato pag. 6

BOTTRIGHE, PRONTI AL VIA I LAVORI PER LA PIAZZA Dovrebbero finalmente essere pronti a partire i lavori per la sistemazione di piazza Libertà, tradizionalmente il “cuore” di Bottrighe. Un cantiere magari ridimensionato a causa della crisi, ma comunque atteso e imprtante. pag. 23

All’interno del giornale

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L’emergenza profughi preoccupa anche gli adriesi Dopo gli episodi dell’estate che hanno visto proteste di piazza e vandalismi alla struttura di Chiesa di Frassinelle, i politici richiamano alla saggezza

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enissimo aiutare i profughi, a patto che si tratti di persone davvero in fuga da guerre e persecuzioni. E che questa attività di accoglienza e supporto non avvenga a scapito dei cittadini italiani bisognosi. Per fare un esempio, i tanti anziani con una pensione che consente a malapena di arrivare alla fine del mese. E’ chiara la posizione di Daniele Ceccarello, adriese, portavoce di Fratelli d’Italia a livello provinciale. E, del resto, il tema dell’ac-

coglienza ai profughi, della sua opportunità o meno, sta interessando non solo tutto il Polesine, ma tutta Italia ed Europa. La questione dell’accoglienza di richiedenti asilo, a Rovigo come in larga parte d’Italia, ma anche in tanti altri Paesi europei, sta sollevando numerose discussioni, essendo un tema sul quale sembra trovare terreno più che fertile la propaganda politica. Il fenomeno indubbiamente è complesso e ogni semplificazione

rischia di essere strumentale. Le continue ondate migratorie verso l’Europa, non sono state gestite al meglio dalle istituzioni ed a questo si sono aggiunti fatti di cronaca che hanno ulteriormente esasperato gli animi, dimostrando come qualcuno abbia sguazzato nella situazione emergenziale (come spesso accade nel nostro Paese), in questo caso gestendo in modo improprio l’accoglienza come insegnano i casi di Roma e Mineo. pag. 8

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Faccia a faccia tra due consiglieri regionali

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Laguna sud, il cinema fuori dal Palazzo Città di CHIOGGIA

in collaborazione con

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Ulss 19 Le nuove droghe spaventano medici e genitori

Settembre 2015

FONDAZIONE CLODIENSE O.N.L.U.S.

LAGUNASUD il cinema fuori dal Palazzo 20 - 24 agosto 2015 Chioggia Piazza Duomo ore 21.00 ingresso libero Laguna Sud. Terra e acqua, acqua e terra dove si specchiano le immagini del miglior cinema indipendente, dove prendono forma le utopie, dove il cinema serve a far pensare e discutere, ma anche a ritrovarsi insieme, a brindare dividendo il cibo e il piacere della scoperta.

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Editoriale

Migranti, un dramma senza confini

“L

di germana Urbani*

asciamoli in mare” ha detto Salvini. “ Respingere i migranti che arrivano dal mare è un atto di guerra” ha affermato il Papa che, oltre a proporre ad ogni parrocchia di ospitare una famiglia di profughi, vuole dare il buon esempio destinando appartamenti vaticani a due famiglie...

*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it continua a pag.

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Giovedì 20

Venerdì 21

Sabato 22

Domenica 23

C.R.A.Z.Y.

LA DONNA CHE CANTA (INCENDIES)

LA MIA CLASSE

INDEBITO

Serata finale

di Daniele Gaglianone Italia, 2013, 92’

di

con la partecipazione di

Valerio Mastandrea, un po’ attore e un po’personaggio, è il maestro che dà lezioni a una classe di stranieri in Italia. Un regista li convince a mettere in scena se stessi... Un esperimento avvincente tra realtà e finzione, divertente e commovente. La rivelazione delle Giornate degli Autori.

Vinicio Capossela interpreta il “rebetiko”, una delle musiche che hanno costruito l’identità moderna della Grecia, portando con sé il dolore dell’esilio e la ribellione alle violenze della storia. È una musica contro il potere, non autorizzata, indebita. Lo specchio della Grecia di oggi.

di Jean-Marc Vallée Canada, 2005, 127’ Dal regista premio Oscar per Dallas Buyers Club, la storia di una generazione: un cammino sorprendente a tempo di musica che porta un ragazzo a comprendere la sua vera natura e lo spinge a tentare di farsi accettare dalla sua famiglia. Il primo, grande successo delle Giornate degli Autori.

di Denis Villeneuve Canada/Francia, 2010, 139’ Dal regista rivelazione di Prisoners e Sicario, un vortice tra sentimenti e thriller, continenti e generazioni. Due fratelli, dal Canada al Medio oriente, vanno alla ricerca delle loro radici e si scontrano con la durezza di una terra dove la guerra e la rivolta sono la realtà quotidiana. Candidato all’Oscar per il miglior film straniero.

Andrea Segre

Italia, 2013, 87’

Lunedì 24

Donpasta (Artusi Remix).

21.24 agosto

Laboratorio Cucinema diretto da Andrea iscrizioni

Segre

biblioteca@chioggia.org

www.eventi.chioggia.org - www.venice-days.com





news da laPiazzaweb 3

In continua crescita i visitatori nuovi e di rirorno

LE NOTIZIE PIÙ VISTE SUL SITO La notizia più letta sul nostro sito il mese scorso è stata Nazzareno Italiano eroe del Basket a seguire sono stati cliccatissimi i servizi relativi alle Due serate

di festa per la Notte Bianca di Cavarzere, la terza notizia,

invece, che ha incuriosito maggiormente i lettori è stata:

Scorzè, nuovo volto per il centro città

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LE NOTIZIE PIÙ VISTE SUI SOCIAL Sui social è volata la notizia che per paesionline Chioggia è tra le località turistiche top. Subito dopo è l’edizione di Cavarzere a farla da padrone con l’articolo relativo alla festa di fine estate. Ha interessato molto il popolo dei social la storia del giovane

di Cà Tiepolo arrestato per tentato omicidio

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Apple tv e il sogno della casa sempre connessa Arriva a ottobre l’ultimo prodotto della Mela: video in streaming internet, videogame, ma soprattutto l’ambizione di dominare il nuovo mercato della domotica

S

e tutto andrà come nelle previsioni, c’è da scommettere che sarà uno dei regali più gettonati sotto l’albero. È vero, 200 euro coi tempi che corrono non sono pochi. Ma se mettiamo il fascino che la Mela esercita sugli appassionati di tecnologia da un lato, e la poderosa campagna pubblicitaria che possiamo attenderci a partire da ottobre dall’altro lato, è facile che una buona fetta di italiani si convincerà presto che dell’Apple tv non si può proprio fare a meno. Sfatiamo subito l’obiezione più ovvia: davvero sentiamo il bisogno di un’altra televisione? No, e infatti il nome non deve trarre in inganno. L’Apple tv ha più del computer che della tv, a cui non a caso va collegato per funzionare. Al suo interno c’è un processore, tagli di memoria da 32 e 64 giga, wifi e bluetooth. A che serve, allora? Intanto a guardare video in streaming internet, l’ultima frontiera su cui si giocano le sorti del mercato dell’audiovisivo. Poi ad accedere allo sterminato catalogo di programmi e app per Iphone, trasformando la tv di casa in una console per videogame o in quel che si desidera. La grande scommessa, però, è un’altra: fare dell’Apple tv il centro della futura casa iperconnessa fino a riuscire a controllare

e gestirne ogni dettaglio semplicemente attraverso la voce. Si chiama domotica, è la declinazione domestica del cosiddetto “internet delle cose” ed è già tra noi, anche se non ce ne rendiamo conto. Gli esperti stimano che lo scorso anno ci fossero nel mondo qualcosa come 10 miliardi di dispositivi connessi tra loro in modalità wireless, senza fili. Computer e cellulari, naturalmente, ma anche automobili e frigoriferi, perfino vestiti e cibo. Nel 2020, di questo passo, si prevede saranno 30 miliardi. Già oggi tramite cellulare è possibile accendere la caldaia della casa di montagna, o controllare le telecamere di sorveglianza del sistema di allarme. Solo che, come succede a ogni rivoluzione tecnologica, ogni apparecchio “fa parte a sé”: con i suoi programmi, i suoi strumenti, il suo software. La scommessa di Apple si gioca tutta qui, nel riuscire a imporre per prima sul mercato un prodotto capace di gestire tutti i diversi dispositivi e fare veramente della casa un “ecosistema intelligente”. Non c’è solo la casa di Cupertino, naturalmente. Anche Google ha presentato da poco una sua piattaforma, e altri seguiranno a breve. In palio, dicono gli analisti, c’è un mercato da decine di miliardi di dollari. La nuova battaglia dei giganti è appena cominciata...

In continua crescita i visitatori nuovi e di rirorno

Il BLOG DEL DIRETTORE Migliaia di persone cercano rifugio in Europa passando per l’Italia. L’Europa però non ha ben chiara la strategia da proporre o imporre agli stati membri perché tutti si facciano carico dei migranti. Intanto alcuni comuni, più di altri, stanno accogliendo i profughi nelle strutture individuate dalle prefetture e i problemi di gestione non mancano. Salvini e la Lega sono sempre pronti a manifestare contro l’accoglienza ma mancano di risposte al problema. seguici su www.lapiazzaweb.it/ category/il-blog-del-direttore/

IL SONDAGGIO Le Ulss del Veneto, secondo i progetti di Zaia e del suo assessore alla sanità Coletto, passeranno presto da 21 a 7 e nascerà un Ente nuovo che si occuperà a livello centrale di gestire ordini, formazione del personale e altre cose oggi in capo ai direttori generali. I sindaci temono che il riordino significhi solo ulteriori tagli. Ma i veneti sono d’accordo? La domanda è: Vi piace l’idea dell’ Ulss unica provinciale? .seguici su www.lapiazzaweb.it/ sondaggio/

ADOTTAMI, I NOSTRI AMICI ANIMALI

L’attenzione verso questa rubrica e i suoi protagonisti è altissima. Questo mese in special modo abbiamo pubblicato le foto di fortunati cagnolini scelti da belle famiglie. Continuamo a ricevere tante foto di cuccioli che cercano casa. Segno della sensibilità dei nostri lettori e della bontà del nostro lavoro per gli animali.

EDIZIONI PIÙ VISTE SUL SITO: Le edizioni più lette dai lettori della piazzaweb sono state quelle di: Cavarzere, Piovese, Chioggia e Conselvano

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TURISMO E SAPORI

La sezione Turismo del sito lapiazzaweb.it è stata la più visitata! I viaggi e i percorsi enogastromici dell’inserto de La Piazza dedicato al turismo hanno coinvolto gli utenti web, tantissime le visite!

Chioggia, Piovese, Riviera est e Rovigo

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Questa edizione raggiunge le zone di Adria, Petorazza e Papozze per un numero complessivo di 8.177 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

Venezia Padova Rovigo Treviso

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

REDAZIONE:

Direttore responsabile (ad interim)

Germana Urbani direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione l’11 settembre 2015 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)

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4 Argomento del mese ALLARME SUBSIDENZA Il presidente della Regione Luca Zaia spalla a spalla con comitati e ambientalisti: “Le trivelle non passeranno”. Dopo avere ricorso contro lo “Sblocca Italia” Palazzo Balbi conferma che sarà sempre in prima linea per bloccare tentativi di legittimare nuovamente attività del genere, nonostante i devastanti danni che hanno provocato in Polesine e altrove

Estrazioni, il governat

di Elisa Dall’Aglio

L’abbassamento della costa provoca la risalita lungo i fiumi del famigerato “cuneo salino”

Già una volta il presidente ha dato mandato di impugnare alla Consulta un “via libera”

“D

are legittimazione alle trivellazioni in mare è pura follia”. A dirlo è il presidente della Regione Luca Zaia, in risposta alle sollecitazioni della rete polesana dei comitati ambientalisti che hanno predisposto un documento per dire no alle perforazioni e cercare di bloccare i procedimenti in corso per i progetti ‘petroliferi’ riavviati dal ‘Decreto sviluppo’. Si tratta dell’ennesimo tentativo di riaprire la porta all’attività di ricerca ed eventualmente di estrazione di idrocarburi in Alto Adriatico. Una attività che nei decenni scorsi è stata foriera di conseguenze pesantissime per l’ecosistema non solo del Delta del Po, ma di tutto l’Alto Adriatico. Questo perché, come dimostrato da vari studi, lo svuotamento delle sacche che costituiscono i giacimenti di idrocarburi provoca un graduale abbassamento della costa. Il risultato è disastroso: l’acqua salata del mare risale per chilometri e chilometri lungo i fiumi, il Po in primis, dando origine a quel fenomeno che viene chiamato “cuneo salino” e che provoca pesantissime conseguenze per l’agricoltura, dal momento che il sale di fatto è in grado di uccidere ogni coltura.

Il Precedente contro la SuBSIdenZa

Scese in campo anche la Procura

A

suo tempo, scese in campo anche la Procura di Rovigo, contro il pericolo della subsidenza. O, meglio, contro le conseguenze della subsidenza. Ad avviare una maxi inchiesta che scosse anche le cronache nazionali fu il sostituto procuratore della Repubblica Manuela Fasolato (nella foto a lato) che al centro della propria attività investigative mise proprio le ricadute dell’attività estrattiva che per tanti anni ha caratterizzato l’Alto Adriatico. Arrivarono anche i sequestri per alcune delle cosiddette “piattaforme petrolifere” che sorgono nel mare tra Veneto e Romagna. La tesi al centro del fascicolo era chiara: le trivellazioni e l’estrazione di gas nel corso dei decenni hanno provocato un graduale abbassamento della costa, che ha provocato la risalita dell’acqua di mare lungo il corso dei fiumi, provocando gravi danni all’agricoltura. Si arrivò anche a processo, in tribunale ad Adria, la sezione distaccata competente per il Basso Polesine che oggi non c’è più, dal momento che è stata accorpata a Rovigo. Il giudice però, accogliendo una delle eccezioni della difesa, ritenne che la competenza territoriale spettasse alla Procura di Ravenna, alla quale vennero inviati gli atti. Qui, nel capoluogo romagnolo, la magistratura inquirente fece una scelta radicalmente differente rispetto a quella compiuta dalla collega di Rovigo: non ritenne ci fossero estremi di reato per i quali procedere, domandando quindi e ottenendo l’archiviazione del caso. E. D. A.

Era già accaduto nel recente passato che si tentasse di fare rientrare dalla finestra quello che era uscito dalla porta: vale a dire lo sfruttamento di eventuali giacimenti in Alto Adriatico, bandito per legge proprio per le considerazioni delle quali si è detto. A questo proposito è proprio il presidente del Veneto Zaia a ricordare che la Regione si è sempre dichiarata contraria alle trivellazioni, sia come attività estrattiva vera e propria che come semplice attività di ricerca. A inizio anno aveva impugnato davanti alla Corte Costituzionale alcune disposizioni del Decreto Legge 12 settembre 2014, n. 133, il cosiddetto “Sblocca Italia”, e in particolare proprio le norme che legittimavano le trivellazioni in Alto Adriatico, sia pure semplicemente come ricerca. Una formula che però giustamente era stata da tutti avvertita come il primo passo di operazioni ben più invasive. “Disposizioni di questa natura adottate a livello centrale – ribadisce Zaia – non solo prevaricano tutte le competenze regionali in materia di governo del territorio ma, in previsione di ipotetici benefici ancora tutti da verificare, determinano invece gravissimi pericoli ambientali per il ter-

ritorio italiano, già caratterizzato da rilevanti rischi geologici e ambientali. Non si mettono in conto infatti i rischi che corrono aree di pregio naturalistico e paesaggistico e fiorenti attività economiche legate al turismo e alla pesca, per non parlare dei pericoli di subsidenza delle coste, fenomeno che si è già registrato in Polesine”. Proprio la nostra provincia, interessata dal corso del maggiore fiume d’Italia, il Po, ha infatti pagato lo scotto maggiore al fenomeno della subsidenza. Tanto che la locale Procura della Repubblica, ormai quasi 15 anni fa, aveva avviato una indagine poi sfociata in processo proprio per accertare eventuali responsabilità legate alla subsidenza e ai danni che ne sarebbero derivati (vedi in particolare box a piè pagina, ndr). “La Regione del Veneto – conclude Zaia – ha già promosso e promuoverà ancora, se necessario, tutte le azioni percorribili per opporsi”. Da parte di Palazzo Balbi, quindi, nessun dubbio. Questa volta la lotta verrà combattuta fianco a fianco dei comitati e dei movimenti civici, con una trasversalità che interessa anche altre forze politiche e che nasce dalla consapevolezza di dovere difendere il territorio nel quale si vive da un possibile assalto.


Argomento del mese 5 La proposta

tore alza le barricate Il particolare “Chiedete una consultazione abrogativa, tutti assieme”

La Rete lancia l’appello a tutti i Comuni di Elisa Dall’Aglio

A

nche la Rete polesana delle associazioni e dei comitati prende posizione sulla questione della ricerca ed estrazione di idrocarburi in Alto Adriatico. E lo fa non solo esprimendo una posizione di netta contrarietà all’eventualità di un ritorno di attività del genere, ma anche lanciando un vero e proprio appello a tutti gli enti locali affinché diventino un avamposto di civiltà e democrazia e “impediscano al Governo centrale di compiere scelte anacronistiche e dannose”. Vale a dire, riaprire uno spiraglio per le estrazioni o anche solo per le prospezioni. L’appello è diretto a tutti i Comuni della Penisola, ma in particolare a quelli del Veneto e ancora più in particolare a quelli del Polesine. Si chiede ai consigli comunali di impegnarsi portando avanti e votando una mozione che chiede un referendum abrogativo del “Decreto sviluppo” che da molti viene avvertito come foriero di un possibile ritorno in grande stile delle estrazioni. Il livello successivo, dopo i Comuni, sono le Regioni. Lo scopo della mobilitazione infatti è fare sì che almeno cinque Regioni domandino il referendum. A questo punto, la consultazione non potrebbe essere rifiutata. “Gli enti locali, avamposti di democrazia di prossimità - spiega infatti la nota della Rete polesana delle associazioni e dei comitati - hanno un ruolo fondamentale nel non demandare al governo nazionale scelte anacronistiche che favoriscono interessi particolaristici in contrasto con quelli delle proprie comunità e del Paese - afferma la Rete polesana - Per questo crediamo che ogni territorio, attraverso i propri consigli comunali, debba e possa prendere parola per scongiurare i pericoli di una politica ottusa e priva di una visione strategica rivolta al bene comune”. L’appello è lanciato. Resta ora da vedere quante delle municipalità polesane aderiranno e dichiareranno la propria contrarietà al rischio della subsidenza. Va comunque detto che, in passato, la politica sul punto è sempre stata coesa nell’esprimere un chiaro rifiuto alle trivelle.

I 5 Stelle all’attacco

“Al voto contro quel decreto” E

’ davvero una battaglia che non conosce divisioni politiche, quella contro le estrazioni di metano e idrocarburi in Alto Adriatico. Un bel segnale per un territorio che in altre occasioni ha sempre visto il mondo dei partiti schierarsi in ordine sparso su questioni altrettanto importanti, come per esempio è accaduto per l’annosa questione della opportunità di riconvertire all’alimentazione a carbone la centrale Enel di Polesine Camerini. Forse perché il Polesine è una terra che ha toccato con mano la furia delle rotte, delle esondazioni, delle piene, forse perché ormai la subsidenza è un fenomeno acclarato e ampiamente studiato, lo spauracchio delle trivelle viene però affrontato sempre a ranghi serrati, senza compromessi. Alle posizioni espresse dal governatore del Veneto Luca Zaia, che di estrazioni non vuole neppure sentire parlare, si uniscono infatti anche i 5 Stelle, che con una nota molto chiara rigettano ogni possibile compromesso a questo proposito. “Il M5S è da sempre schierato con fermezza e coerenza contro le trivellazioni - spiega il conunicato stampa del movimento - La difesa dell’ambiente è una delle nostre stelle e siamo pronti a proteggere il nostro mare con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione”. Uno in particolare è quello che, secondo questa impostazione, potrebbe dare i maggiori risultati. Un referendum, ma non nel senso classico, ossia che parta da una raccolta di firme spesso non facile da attuare. “Uno di questi strumenti è quello referendario - proseguono infatti i 5 Stelle - nel quale crediamo fermamente. Il nostro pragmatismo politico, la voglia reale di fermare questo scempio, a differenza di partiti che sembrano volerlo fare solo a parole, ci ha fatto prendere “Un referendum, sia una decisione. Raccogliere mezzo milione di la gente a decidere firme è un’impresa rischiosa, abbiamo scelto del futuro quindi la via delle Regioni”. Esiste infatti una della sua terra strada alternativa a quella della raccolta firme e del suo mondo” prevista dalla Carta costituzionale per impegnare il governo a indire un referendum. “Ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione - prosegue infatti la nota - se cinque Regioni approveranno la mozione per indire un referendum, sarà possibile farlo senza bisogno di raccogliere firme”. Manuel Brusco, consigliere M5S in commissione Ambiente annuncia: “Noi siamo pronti. Siamo già in contatto con le altre Regioni in cui sono presenti esponenti del M5S per fare un’azione coordinata e rapida. E’ infatti necessario che la richiesta referendaria venga depositata entro il prossimo 30 settembre, affinché si possa andare al voto nella primavera del 2016, ed evitare così che i procedimenti per progetti di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi riavviati dall’articolo 35 del ‘Decreto Sviluppo’, arrivino rapidamente a conclusione, anche grazie all’accelerazione impressa dallo ‘Sblocca Italia’”. Il gruppo M5S conclude: “Speriamo di avere, come accaduto con la nostra mozione contro il ddl scuola, la convergenza della maggioranza in Consiglio. Siano i cittadini a decidere se salvare o meno il proprio mare, la propria terra e il futuro nostro e delle generazioni future”. Un appello a tutti, insomma, perché sia la gente a decidere. Con l’implicita convinzione che, se saranno chiamati alle urne, i veneti (e i polesani su tutti, visto che sono i più toccati dalla questione) sapranno fare la scelta giusta: tutela per la propria terra, per il E. D. A. proprio magico paesaggio.


6 Adria Servizi Sarà Pierantonio Moretto a guidare la polizia locale della città

C’è un nuovo comandante

LA STORIA Un esercente coraggioso

“DAL MIO LOCALE HO BANDITO LE SLOT”

Avrà anche funzioni di supervisore per quanto riguarda le attività gestite in forma associata di Elisa Dall’Aglio

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a polizia locale ha un nuovo comandante. Si tratta di Pierantonio Moretto, personaggio politico molto noto in tutto il Polesine, che ha rivestito numerosi e importanti incarichi. E’ stato a lungo presidente del Consiglio d’amministrazione dell’Iras, l’Istituto rodigino di assistenza sociale che si trova nel quartiere di San Bortolo, nel capoluogo. In seguito ha rivestito il ruolo di assessore comunale a Guarda Veneta e, sempre a Rovigo, è stato presente in consiglio comunale come esponente della Margherita. Inoltre, è stato dipendente della Provincia di Rovigo ed è proprio nel quadro della mobilità verso altri enti che ha trovato collocazione ad Adria. Ha preso servizio in città il 1° settembre e il suo ruolo appare destinato a essere di primo piano assoluto: non solo dovrebbe prendere in mano la polizia locle cittadini, divenendo quindi il numero uno del comando del corpo, che si trova in Piazza Bocchi, ma dovrebbe anche divenire il supervisore per quanto riguarda l’attuazione della

Pierantonio Moretto, prossimo comandante dei vigili convenzione che, per il servizio di polizia locale, lega Adria ad altre realtà. Con la città etrusca che comunque funge da capofila nel progetto. Per quanto riguarda la posizione del predecessore di Moretto, Lucio Moretti, molto conosciuto e stimato in città per l’importanza della sua opera in questi anni, dovrebe restare vicecomandante. Il 31 agosto ha comunque voluto simbolicamente accomiatarsi dai collaboratori e dai colleghi che per tanti anni lo hanno accompagnato nel corso del suo comando. Va comunque precisato che da un punto

di vista tecnico l’inquadramento nell’organigramma amministrativo del Comune di Moretti e Moretto appare il medesimo: istruttore direttivo di vigilanza, con categoria D1. In ogni caso caso, l’assetto futuro dovrebbe essere quello appena descritto. Sempre nell’ottica del rapporto con le realtà convenzionate, il conferimento a Moretto del ruolo di supervisore dovrebbe avere ripercussioni sino a Rosolina, dove l’attuale comandante, Patrizio Targa, potrebbe di fatto ritrovarsi a fungere da vice. In ogni caso, la soluzione per una questione di cui si parlava da tempo è giunta.

Francesco Begheldo dello “Spiffero”

M

essaggi contro il razzismo, biciclette in prestito, book crossing e molto altro… Francesco Begheldo con il suo bar Lo Spiffero è sempre pronto a sorprendere e arricchire la sua proposta. L’ultima iniziativa è stata la rimozione delle slot per il gioco d’azzardo, una scelta ardita in particolar modo di questi tempi.  L’iniziativa contro il gioco d’azzardo ce l’aveva già annunciata mesi fa. Un gesto controcorrente visto il momento storico e il vantaggio economico che questi macchinari portano. Crede che la sua attività risentirà della rimozione delle slot? “È poco più di un anno che ho tolto le 2 slot e posso dire che l’attività ne ha risentito positivamente. L’iniziativa è stata molto apprezzata dalla mia abituale clientela, alla quale si sono aggiunte nuove persone poiché la stampa ha evidenziato le mie gesta. Il più importante beneficio che ho tratto da questa decisione è l’aver ritrovato la mia personale tranquillità, quella che serve per condurre in maniera ottimale un’attività come la mia”.  Com’è maturata questa decisione? Ci sono stati degli episodi che l’hanno spinta verso la scelta definitiva? “Non è stato un episodio ma la somma di diversi fattori a spingermi a compiere questa scelta: persone che chiedevano piccoli prestiti, altre si ridicolizzavano parlando o addirittura accarezzando la macchina come in un rito propiziatorio, lamentele per il mal funzionamento, assistere a momenti di ira da parte di giocatori in perdita, pericolo di essere preso di mira da rapinatori o scassinatori. In pratica, non volevo più far parte di questo mondo ‘malato’”.  L’iniziativa degli scontrini anti razzismo è stata molto ben accolta non solo dalle istituzioni ma anche dalle associazioni locali. Al di là dei meritati riconoscimenti ha notato delle differenze nel vivere l’integrazione all’interno del suo bar o comunque fra le vie di Adria? “Avendo palesato il mio pensiero circa il razzismo ho incassato sia assensi che dissensi. Nonostante tutto il risultato lo considero positivo per il solo fatto che se ne sia parlato.”  Lei è sempre molto aggiornato sulle tematiche di attualità di Adria come si vede dalla sua pagina Facebook. Quali crede che siano le priorità per la città verso le quali si dovrebbe rivolgere l’attenzione? “Svecchiare la mentalità della gente come punto di partenza, favorendo il turismo e qualsiasi altra attività che crei lavoro. Così facendo il giovane adriese non è costretto ad emigrare visto che negli ultimi 20 anni Adria ha perso mille abitanti malgrado l’inserimento di presenze straniere”.  Book crossing, bicicletta di cortesia, frasi contro il razzismo, free wi fi e ora la rimozione delle slot machine da locale. Moltissime iniziative innovative per il territorio. Ci sono stati riscontri evidenti sull’andamento del locale? “Nell’elenco manca il fasciatoio. Ci tengo evidenziarlo perché ho un occhio di riguardo verso i bambini mettendo a loro disposizione un angolo per i giochi e riservando una parete dove appendere le loro ‘opere d’arte’. Tutte queste iniziative mostrano agli occhi del cliente un locale in continuo movimento. Tutto questo non può che rafforzare e migliorare il lato economico”.  Quali altre iniziative ha in mente per il futuro? “Le mie iniziative spesso scaturiscono da conversazioni quotidiane su temi che interessano o preoccupano la gente. Cerco di svolgere il lavoro senza farmi condizionare troppo dall’incasso, ho fatto mio un motto modificando lo slogan ‘Gioca responsabilmente’ in ‘Lavora responsabilmente’”. Ma. Ce.



8 Adria Il caso Ceccarello non chiude la porta: “Aiutiamoli, ma non a scapito di altri”

Editoriale

Anche qui emergenza profughi

Migranti, un dramma senza confini

di Francesco Campi

... E nutriamo tutti un’intima certezza che se dipendesse solo da lui, aprirebbe le porte anche della Sistina pur di accogliere tutti i poveri che potrebbe contenere. Ma anche lui ha le mani legate e, in questa vicenda, la sua parola non resta che un seme nel vento. Perché seppur in maggioranza cattolici noi tutti, veneti, italiani, europei, abbiamo paura della massiccia invasione dei migranti che non smettono di arrivare alle porte del nostro vecchio continente. Molti di loro vengono già ospitati in alcuni dei nostri comuni. Alloggiati a centinaia in ex basi militari che diventano inevitabilmente dei ghetti, recinti in cui contenere un problema, non degli uomini, donne e bambini. Eppure non ci sono risposte articolate per questo fenomeno che ogni giorno di più sta impegnando amministratori, associazioni e cittadini di buona volontà. La questione è sovranazionale e come tale va trattata. Ma molta parte dei Paesi dell’Unione non ci sente e chiude le frontiere e tira i remi in barca e ci lascia soli con la responsabilità di gestire un’ondata migratoria sempre più pressante. Ma mentre in Europa si discute e l’Italia si barcamena nella gestione di questa nuova emergenza, chiedendo che siano stabilite delle quote di accoglienza per ogni nazione Ue, la lunga marcia di chi fugge da guerra e povertà continua. Ed è un peccato che nella mente dei più sia già passato il ricordo dell’orrore che tutto il mondo ha provato “ingoiando” la foto del corpicino, composto, delicato, senza vita di un piccolo bimbo siriano di nome Aylan. Lui come tanti altri non entrerà in nessuna aula scolastica questo settembre, né a casa sua né a casa nostra. Lui come tanti altri stava scappando con la sua famiglia da qualcosa di orribile che noi non possiamo, probabilmente, nemmeno immaginare. Per queste vite in cammino e in fuga, dobbiamo augurarci che una soluzione internazionale si trovi e che la generosità degli altri Paesi dell’Unione Europea si concretizzi a breve. E per quanto ci riguarda, in Veneto, a casa nostra, servono proposte concrete non manifestazioni xenofobe e proclami populistici. I nostri sindaci non hanno bisogno di striscioni e magliette dagli slogan d’effetto, hanno bisogno di non essere lasciati soli a gestire situazioni sproporzionate anche per il più capace degli amministratori locali.

B

Secondo il portavoce di Fratelli d’Italia l’accoglienza non deve fare sì che vengano ignorati italiani in difficoltà

enissimo aiutare i profughi, a patto che si tratti di persone davvero in fuga da guerre e persecuzioni. E che questa attività di accoglienza e supporto non avvenga a scapito dei cittadini italiani bisognosi. Per fare un esempio, i tanti anziani con una pensione che consente a malapena di arrivare alla fine del mese. E’ chiara la posizione di Daniele Ceccarello, adriese, portavoce di Fratelli d’Italia a livello provinciale. E, del resto, il tema dell’accoglienza ai profughi, della sua opportunità o meno, sta interessando non solo tutto il Polesine, ma tutta Italia ed Europa. La questione dell’accoglienza di richiedenti asilo, a Rovigo come in larga parte d’Italia, ma anche in tanti altri Paesi europei, sta sollevando numerose discussioni, essendo un tema sul quale sembra trovare terreno più che fertile la propaganda politica. Il fenomeno indubbiamente è complesso e ogni semplificazione rischia di essere strumentale. Le continue ondate migratorie verso l’Europa, non sono state gestite al meglio dalle istituzioni ed a questo si sono aggiunti fatti di cronaca che hanno ulteriormente esasperato gli animi, dimostrando come qualcuno abbia sguazzato nella situazione emergenziale tema di immigrazione e a ribadire la propria indispo(come spesso accade nel nostro Paese), in questo nibilità ad accogliere a Rovigo ulteriori i migranti”. caso gestendo in modo improprio l’accoglienza Per quanto riguarda il Polesine, i numeri dell’accome insegnano i casi di Roma e Mineo. coglienza forniti dalla Prefettura, che è l’organo che Ecco allora che una larga parte della politica, gestisce i bandi, parlano di circa 300 persone che in particolare la Lega Nord, ha sono ospitate fra Arquà (all’otrovato in questo argomento il A Rovigo il sindaco stello Canalbianco), Porto Viro, nucleo centrale della propria ha proposto invece Loreo, Occhiobello e Rovigo. retorica. Anche a Rovigo, dove una mozione Durante l’estate, tuttavia, i il neosindaco Massimo Berga- per bloccare riflettori si sono puntati su Frasmin, il primo leghista a guidare la ricezione sinelle dove verranno smistati Palazzo Nodari, sull’esempio alcuni nuovi richiedenti asilo del collega Massimo Bitonci a Padova, ha presenta- in un complesso residenziale appena ristrutturato a to una mozione nella quale si legge che “il Consiglio Chiesa, su via Romana. Per protestare contro questa Comunale di Rovigo impegna quindi il sindaco e la ipotesi è nato il “Comitato spontaneo cittadino frasgiunta a non assecondare le politiche nazionali in sinellese”, che con il sostegno di Forza nuova ha

FOCUS

D

A lato Daniele Ceccarello dato vita ad alcuni momenti di protesta. Dopo un primo presidio, davanti a Corte Romana, sabato 8 agosto ha organizzato una marcia che ha fatto registrare la presenza di circa 200 manifestanti, fra cittadini di Frassinelle e di tutto il Polesine ed esponenti regionali di Forza Nuova, dietro lo striscione “Di qui non si passa”. Una successivo sit-in di fronte alla Prefettura ha visto una presenza molto molto meno significativa, ma il “Movimento”, che ha ottenuto anche la visibilità nazionale grazie alle riprese della trasmissione “Dalla Vostra Parte” di Rete 4, promette già nuovi gesti di protesta: il caso che ha infiammato l’estate polesana promette di rendere caldo anche il prossimo autunno.

di germana Urbani* segue da pag.

1

*redazione@givemotions.it - redazioneweb@givemotions.it

Tra gli altri, da Crivellari

CI SONO GIà LE PRIME REAZIONI VIOLENTE. CONDANNATE FERMAMENTE

opo il primo picchetto di protesta davanti a Corte Romana, la struttura a Chiesa di Frassinelle che dovrebbe ospitare i richiedenti asilo, qualcuno ha pensato bene di introdursi furtivamente al suo interno durante la notte, forzando le porte d’ingresso, distruggendo i contatori Enel ed aprendo i rubinetti dell’acqua provocando l’allagamento di tre piani, con danni stimati per per 50mila euro. Unanimi le condanne a questi fatti. A comin-

ciare da Forza Nuova, che lo ha definito “un gesto inutile e assolutamente non condivisibile, portato a termine da chi, probabilmente esasperato dal silenzio di chi, deputato a farlo, anziché esporsi per motivare le ragioni delle scelte che porteranno molto probabilmente diversi profughi in questo piccolo centro, ha preferito trincerarsi dietro un silenzio assordante e, invece di scendere in piazza come abbiamo fatto e faremo noi a fianco dei cittadini fras-

oltre zie oti n 0 0 0 . 12 na: o z a u t della PIÙ O I V I H L’ARC IO DEL AMP TO! VENE

sinellesi, pontifica nascosto dietro ad una tastiera o se intervistato dalla stampa”. Parole di censura del gesto sono arrivate anche dal segretario della Cgil e dalla Caritas. Secondo il parlamentare Pd Diego Crivellari, “il gesto, probabilmente il frutto avvelenato di un miscuglio di paura e intolleranza, non va sottovalutato e testimonia, una volta di più, come le situazioni di emergenza possano essere affrontate soltanto con ragionevolezza”. Fr. Ca.

Diego Crivellari, parlamentare del Pd

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Adria 9 Servizi Ripensati gli arredi, per essere davvero a misura di bambino

Un asilo (quasi) nuovo Operazione da 20mila euro, grande la soddisfazione dell’assessore Patrizia Osti di Martina Celegato

A

ttenzione ai bambini, alle loro famiglie e più in generale al benessere della popolazione. Così si può riassumere lo spirito che ha animato e sta animando i vari interventi che stanno interessando l’edificio scolastico che ospita l’asilo nido della città di Adria. Ultimo intervento in ordine cronologico sarà quello che andrà a prevedere l’inserimento di nuovi arredi che, inevitabilmente, entrano a far parte del progetto formativo in senso lato, proprio come ha affermato l’assessore alle politiche sociale Patrizia Osti a riguardo. Il costo complessivo di tale inter-

Cattedrale

Sono stati ascoltati con attenzione anche i professionisti dell’educazione vento, che ammonta a 20mila euro è stato frutto del finanziamento ottenuto attraverso la partecipazione al bando progetto prima infanzia 2014-2015 della Fondazione Cariparo dedicato proprio ad interventi di questo tipo, indispensabili per il benessere del bambino e di conseguenza della famiglia.

Alla scelta dell’intervento sugli arredi come prioritario all’interno della scuola dell’infanzia si è arrivati dopo un’attenta analisi della situazione attuale e delle varie possibilità di intervento. Alla decisione finale si è arrivati dopo un dialogo costruttivo con il personale educativo che ha potuto evidenziare la necessità di sostituzione dell’attuale arredo, ormai obsoleto e logoro a tal punto da non poter supplire al suo normale ruolo, per andare a creare un ambiente non solo più accogliente ma anche stimolante dal punto

Sono le chiavi cadute dalla statua Una preziosa reliquia sara’ inserita nel museo a breve

U

n nuovo “tesoro” andrà ad arricchire la già preziosa collezione che andrà a popolare il museo della Cattedrale alla sua apertura, ossia una delle chiavi del mazzo caduto dopo che la statua fu colpita da un fulmine nel 1931. Le

Patrizia Osti, assessore, felice della novità di vista intellettuale e ludico e per i piccoli ospiti della struttura. Proprio in funzione di questa funzione educativa si è andati a scegliere un arredo funzionale alla struttura e allo stesso tempo in grado di svolgere una funzione educativa adeguata al luogo in cui va a collocarsi. Gli interventi a favore degli edifici scolastici sono iniziati con il via libera al risanamento ambientale attraverso la rimo-

chiavi che andarono a disperdersi nei tetti delle case circostanti la Cattedrale erano di legno ricoperto di piombo e non furono ricollocate alla loro postazione originale in quanto ne venne realizzato un nuovo mazzo più leggero, in rame vuoto all’interno. Le chiavi sono state conservate fino ad oggi, ossia fino alla donazione alla Cattedrale per essere collocate all’interno del museo, nella casa del commendator Giovanni Biasioli che a suo tempo era stato incaricato di raccogliere quelle disperse e

zione e il relativo smaltimento dell’amianto dagli edifici scolastici materiali pericolosi e non adatti ad un edificio scolastico e ad un edificio in generale. Soddisfatta si è dimostrata l’assessore Patrizia Osti che ha sottolineato come importante sia l’impegno dell’amministrazione nella ricerca di fondi a favore delle scuole e, più in generale, del progetto educativo dei giovani cittadini della città etrusca.

collocare il nuovo mazzo fra le mani della statua. Conservate come una sacra reliquia le chiavi alla morte di Biasioli sono state ereditate dal figlio e ora, fra le mani del Monsignor Mario Furini tornano nella loro “casa” per essere ammirate da tutti e per raccontare la loro storia a tutti coloro che visiteranno il Museo. Un altro importante tassello della storia che ha reso grande nel corso dei secoli la città etrusca. Ma. Ce.


10 Adria La storia Il sindaco ha guidato la delegazione in Polonia a Swidnica

La “spedizione” è ok: via col gemellaggio! Erano presenti i primi cittadini anche di altri Comuni legati alla città etrusca: entusiasmo di Elisa Dall’Aglio

E

ntro la fine dell’anno, la Città di Adria firmerà un patto di amicizia con la Città di Swidnica, situata nel sud-est della Polonia. Sarà un traguardo importante, sostenuto in prima persona dal sindaco Massimo Barbujani e da tutta la sua amministrazione, che conferma come Adria, con la sua tradizione ormai trentennale in tema di gemellaggi, sia una città aperta al dialogo interculturale e disponibile al confronto costruttivo di opinioni. Il Sindaco Barbujani, in più occasioni, ha affermato che il gemellaggio favorisce il processo di integrazione europea, permette lo scambio di esperienze, conoscenze e valori per l’arricchimento reciproco, contribuendo alla definizione dell’identità comune europea. Oggi più che mai è fondamentale, soprattutto per le nuove generazioni, creare momenti di partecipazione civica attiva che offrano occasioni di conoscenza della vita quotidiana, delle tradizioni e della cultura dei cittadini di altre nazioni. E’ con queste convinzioni che il sindaco Barbujani ha partecipato all’incontro promosso a fine agosto dall’amministrazione comunale polacca di Swidnica in occasione

della “Festa del Raccolto”, e che ha coinvolto altre città europee, alcune già gemellate con Adria (Lampertheim e Malgedem). La delegazione adriese era composta dal sindaco stesso, dal Consigliere Comunale Fabiano Paio e da una rappresentanza di cittadini da anni attivi nei gemellaggi. Il sabato sera, 29 agosto, il sindaco di Swidnica, Teresa Mazurek, ha accolto calorosamente le delegazioni straniere con una cena a base di prodotti tipici locali. La serata è continuata con canti e balli che hanno coinvolto tutti i presenti. La dome-

Il momento clou è stato senza dubbio la celebrazione della Festa del Raccolto nica è stata dedicata alla Festa del Raccolto, momento importante che ha coinvolto tutta la comunità locale con manufatti realizzati con spighe di grano ed esposti in numerosi strand. La giornata è cominciata con la celebrazione della Santa Messa e con il saluto

di tutti i sindaci delle città straniere invitate e con l’offerta ai parroci di doni caratteristici dei loro territori. Il Sindaco Barbujani ha offerto una cesta con prodotti alimentari tipici del territorio polesano. La giornata è proseguita con una visita agli stand e con l’assaggio di tante prelibatezze polacche e la degustazione di vini locali, birre e vodka. Nel pomeriggio, durante l’esibizione di un gruppo musicale polacco, la delegazione adriese si è esibita in un ballo di gruppo con un tricolore lungo 30 metri, coinvolgendo le tante persone presenti. La serata è stata dedicata alla cena con tutte le delegazioni straniere e con il tradizionale scambio di doni tra i Sindaci. Un momento importante che ha suggellato il patto di amicizia tra Adria e Swidnica, con la promessa da parte del sindaco Barbujani di ritornare entro fine anno per la firma del documento. Tutto è, insomma, andato nel migliore dei modi e la Festa del raccolto è stata una esperienza estremamente positiva per tutta la delegazione adriese. La firma del gemellaggio può ormai dirsi davvero una cosa fatta!

Un monumento della grande Festa del raccolto

FOCUS

E

Chi sono i “gemelli”

Una cittadina ricca di storia

’ una città della Polonia sud-occidentale che si trova nel voivodato della Bassa Slesia. La città si estende su una superficie di 20 chilometri quadrati e vi abitano oltre 60mila persone, secondo i dati del censimento eseguito nel 2011. Posta proprio al confine con l’Austria e con la Germania, nella storia è spesso stata conquistata e riconquistata. Tra i monumenti di maggiore importanza, la Chiesa gotica di San Stanislao e Venceslao del XIV secolo ha la più alta torre della Slesia, 103 metri. L’evangelica Chiesa della Pace, un Patrimonio dell’umanità dell’U dal 2001, venne costruita negli anni 1656-57 dopo la Pace di Vestfalia del 1648 che permise ai Luterani nella parte cattolica della Slesia di costruire tre chiese evangeliche, purché utilizzassero solo legno, fango e paglia, costruite fuori le mura della città e senza campanili o torri. Il tempo di costruzione era inoltre limitato ad un anno. Altro edificio degno di nota è la piazza del municipio (Rynek) con il tipico edificio al centro. La sigla del patto di gemellaggio dovrebbe avvenire entro fine anno. E. D. A.



12 Adria Salute Uno dei rischi maggiori deriva dai nuovi stupefacenti, spesso “sconosciuti”

Droghe, l’Ulss 19 lancia l’allarme giovani Altro fenomeno preoccupante è l’’assunzione multipla o comunque associata pure all’alcool di Martina Celegato

Lo spiega il sindaco

L

’esposizione mediatica delle tematiche legate alle droghe e alla loro diffusione soprattutto fra i giovanissimi delle ultime settimane senza dubbio ha portato a riflettere non solo i genitori, ma anche tutti gli addetti ai lavori, gli educatori e i professionisti della prevenzione e molte altre figure che in qualsiasi modo vengono coinvolte nell’educazione dei giovani o ne vengono a contatto. Anche dal Dipartimento per le Dipendenze dell’Azienda Ulss 19 di Adria è arrivata una riflessione in merito all’uso e alla diffusione di tali sostanze. “La spiegazione di questi eventi non appare attribuibile ad un impennata nell’uso di droghe o di aumento dei consumatori - spiegano gli specialisti dell’azienda sanitaria di Adria e del Basso Polesine - Anche dall’ultima relazione al parlamento del Dipartimento delle politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio non emerge un dato di aumento significativo delle persone che fanno uso. Emergono invece altri elementi che possono meglio spiegare

LAVORI

Nuove droghe gli eventi di questi giorni, riscontrabili anche nell’attività quotidiana di un Servizio per le dipendenze e sono quelli che appaiono riconducibili alla modalità di consumo delle droghe, alla continua sottovalutazione del rischio insito nell’uso delle stesse ed al cambiamento del mercato delle droghe.” Notevoli sono stati infatti i cambiamenti che hanno coinvolto le tipologie di droghe, con nuovi prodotti, e la distribuzione delle stesse. “Negli ultimi anni - prosegue la spiegazione - si assiste ad una immissione massiccia di nuove droghe sul mercato, oltre

al continuo ricambio di sostanze contenenti molteplici principi attivi. Nemmeno lo spacciatore sa cosa c’è dentro e tanto meno lo sa il consumatore. Sspetti che aumentano il rischio aumentato ulteriormente da una dose molto più elevata di principio attivo presente nella”. Un altro aspetto ancora riconducibile alla modalità di consumo è il mix di sostanze ossia il policonsumo contemporaneo, quasi sempre con alcool. Inoltre vengono immesse sul mercato sostanze non conosciute nei loro componenti che vanno ad aumentare ancora il rischio di problemi in generale, ma spesso comportano problemi di natura psicopatologica, ai quali può seguire un percorso verso disturbi psichici in forma duratura”. Da non sottovalutare poi è l’uso di internet per l’acquisto delle sostanze stupefacenti, uno strumento ormai divenuto familiare che permette di acquistare dai luoghi di sempre senza doversi recare di persona dallo spacciatore.

Bettinazzi, servono soldi per gli interventi

I

l progetto è pronto, ambizioso come si addice ad una struttura sportiva d’eccezione come dovrebbe essere lo stadio di Adria, ma purtroppo ad oggi non si possono intraprendere i lavori a causa della mancanza di fondi. Una mancanza che, come denuncia l’attuale amministrazione Barbujani, è ormai una costante nell’amministrazione pubblica locale che a causa dei continui tagli da parte del governo centrale si trova a dover dare la priorità ad attività relative al sociale e a tutte quelle manutenzioni che non possono aspettare. Le richieste alla Fondazione Cariparo e alla Regione Il sindaco Barbujani Veneto sono state fatte, ora non rimane che attendere a dita incrociate l’esito delle richieste per sapere se si avrà modo o meno di rimettere a nuovo lo Stadio Luigi Bettinazzi. Lo stadio non è nuovo ad interventi di miglioramento, solo sei anni fa sono state infatti apportate delle modifiche sostanziali necessarie per ospitare la serie D durante le quali la tribuna Est venne abbattuta dopo essere stata costruita a causa di un dislivello delle gradinate. Un’opera rimasta incompiuta per la cui rimessa a nuovo si spera nel maxi emendamento al bilancio della Regione previsto prima delle elezioni per il quale il contributo era stato erogato. La sistemazione dello stadio Luigi Bettinazzi andrebbe non solo a valorizzare il mondo del calcio della città etrusca ama anche altri sport come l’atletica che troverebbero a loro disposizione un’infrastruttura adatta al raggiungimento di grandi obiettivi. Ma. Ce.

I

sos azzardo

Parte il contrasto

l gioco d’azzardo rappresenta da sempre una delle dipendenze più difficili da combattere anche se solo da poco se ne è riconosciuta la gravità e si sono attuate delle politiche volte a combatterla. Risale solo a qualche settimana fa la notizia relativa al titolare del Bar Lo Spiffero di Adria che ha fatto rimuovere dal bar le macchinette per il gioco dopo aver visto clienti “perdere la testa” davanti a tali oggetti. “La dimensione che sta assumendo il fenomeno del gioco d’azzardo - spiegano gli specialisti - per i problemi di ordine personale famigliare e sociale che comporta, ha sempre più i connotati di un problema di salute pubblica. Il gioco d’azzardo è diffuso a livello nazionale ed è un fenomeno trasversale che coinvolge uomini e donne, giovani ed anziani; variano invece in base al target, le tipologie di gioco e i luoghi in cui questa attività è svolta”. Le diverse tipologie di gioco riescono a filtrare in maniera capillare fra le varie fasce sociali rendendo davvero il fenomeno dirompente. La diffusione capillare delle opportunità di gioco richiede che questo problema venga affrontato attraverso un “approccio di popolazione” piuttosto che quello indirizzato ai gruppi a rischio. E’ in questa cornice che l’Azienda Ulss 19 di Adria, tramite il Dipartimento per le dipendenze, si è fatta promotrice di un ampio intervento di informazione e di sensibilizzazione, sostenendo ed articolando il progetto “Legalità e problemi azzardo correlati: strategie comunitarie per contrastare il fenomeno

Organizzato un tavolo per aiutare le persone dipendenti e le loro famiglie del gioco d’azzardo” promosso dall’Associazione Ama Polesine-azzardo, di Taglio di Po e cofinanziato dal Centro di servizio per il Volontariato di Rovigo. Il progetto prevede una serie di tavoli di lavoro che coinvolgono più soggetti istituzionali e sociali, dai Comuni all’azienda Ulss e alla Scuola, dalle Associazioni culturali a quelle di volontariato alle cooperative sociali, dalle associazioni dei lavoratori a quelle degli esercenti. “Il primo tavolo si è svolto a Porto Tolle il mese scorso, con una grossa parteciMa. Ce. pazione di vari soggetti.




Adria 15 Politica Dopo 10 anni pieni di passione e impegno rassegna le dimissioni

Il consigliere Zanetti costretta a lasciare Impegni di lavoro richiedono la sua presenza a Bologna: la sua commossa lettera di Martina Celegato

Il calendario degli eventi

Un autunno pieno di iniziative speciali

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a rassegnato le dimissioni definitive Caterina Zanetti che così non farà più parte del consiglio comunale di Adria, istituzione della quale è stata parte attiva per circa una decina di anni. Motivazioni di lavoro che la allontaneranno porteranno a Bologna rendendo impossibile la sua presenza fra i banchi del consiglio e nelle attività correlate al ruolo. Nella lettera consegnata a Palazzo Tassoni lo scorso 8 agosto l’ormai ex consigliere in forza al Partito Democratico ha spiegato come il trasferimento nel capoluogo emiliano renda necessario il suo ritiro dalla carica per lasciare spazio a chi potrà garantire una maggiore presenza sul territorio. Una lettera senza risentimenti, ma dalla quale emerge al contrario in tutta la sua forza la stima verso i colleghi di consiglio, sia delle sue stesse fila che della giunta con la quale ci sono stati molti scontri di certo, ma sempre nel rispetto delle cariche e della diversità delle posizioni. “Con le mie dimissioni - si legge nella lettera di Zanetti - non vengono meno né il mio affetto verso voi tutti, né il mio supporto umano e politico: Adria è il luogo in cui ho le mie radici, in cui ho coltivato amicizie, in cui mi sono formata. Adria è la mia città”. “L’esperienza vissuta nei consigli comunali in questi anni - prosegue nella propria comunicazione di commiato l’ormai ex consigliere Zanetti - è stata molto importante e ha permesso di arricchire il mio patrimonio in termini di conoscenze e rapporti umani. È proprio per l’impossibilità, di poter esercitare con la serietà e il tempo necessario il compito che mi è stato conferito ritengo doveroso, per correttezza nei

NEWS

L

Caterina Zanetti, ormai ex consigliere comunale confronti dei miei colleghi consiglieri di minoranza, degli elettori che mi hanno dato la loro fiducia e di tutto il consiglio comunale, rinunciare al mio mandato”. “Credo sia corretto - chiude - che questo ultimo scorcio di legislatura sia gestito da chi probabilmente affronterà le prossime elezioni amministrative”.

a stagione estiva, con i venerdì d’estate, e l’inizio dell’autunno con il susseguirsi di manifestazioni del Settembre adriese sono periodi privilegiati che permettono a tutte le associazioni che abitualmente operano in città di far conoscere al meglio le proprie iniziative. Nella prima metà del mese di settembre si sono tenute le classiche manifestazioni legate al Settembre adriese organizzato dalla Pro Loco con bancarelle e altre classiche attrattive che animano le vie cittadine ormai da anni. Il 5 e 6 settembre si è tenuto presso l’Adria International Raceway il Campionato Italiano Auto, Formula 4, Formula 2 Trophy e Formula Junior, nonché il classico mercatino dell’hobbistica e dell’antiquariato il secondo sabato del mese. Atro mercatino in programma il 20 dove si sono potute ammirare le opere creative dell’artigianato e degustare moltissimi prodotti locali e internazionali. Sono poi iniziati i lunedì in biblioteca dove dibattiti, conferenze e molto altro hanno dato il via alla tradizionale rassegna culturale che quest’anno sarà dedicata Centenario della Prima Guerra Mondiale. Il primo incontro è stato intitolato “Nulla di nuovo sul fronte occidentale” di E.Remarque a cura di Natalia Perlotto Gennari. Nella seconda metà del mese continueranno le iniziative che avranno inizio con la tradizionale Festa dell’Uva, celebrazione di uno dei prodotti tipici di tutta la regione e che da sempre scandisce il calendario del territorio. Sabato 26 settembre verrà poi inaugurata la 49esima Mostra collettiva dei soci del Foto Club di Adria presso la Sala Cordella dove si potranno ammirare gli scatti degli appassionati di fotografia che rappresentano una delle realtà culturali più longeve e ricche di proposte del territorio. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 2 ottobre. Settembre si concluderà, a livello di manifestazioni lunedì 28 con l’appuntamento con la rassegna dei lunedì della biblioteca nell’incontro dedicato ad Ungaretti. Ma. Ce.



Adria 17 Il caso In consiglio passa la proposta di alienazione, ma non tutti ci stanno

Il Comune vende le aree verdi: è protesta Palazzo Tassoni vuole fare cassa, ma chi aveva già comprato casa adesso storce il naso

La rabbia della gente

di Elisa Dall’Aglio

Appello dei residenti: “Non è una scelta logica, ci si deve mobilitare”

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utto bene quel che finisce….in vendita”. Commenta così, il comitato civico Impegno per il bene Comune, la decisione assunta in consiglio comunale riguardante la vendita di aree verdi. “Questa è soluzione che il Consiglio Comunale - prosegue infatti la nota del Comitato - ha deciso di adottare con una variante di destinazione urbanistica (che dovrà essere approvata dal Consiglio stesso in un secondo momento) permettendo così la vendita all’asta di quattro lotti di terreno facenti parte di un’area di verde pubblico Palazzo Tassoni, sede del Comune di Adria utilizzata dagli abitanti della zona circostante via della Solidarietà. La motivazione che si sente hanno indetto una protesta cittadina per opporsi presente alla protesta e da mesi interessato alla confermare a gran voce dall’Amministrazione è alla mancanza di rispetto nel rapporto tra cittadino problematica del Pat, di affiancarli in un’opera di che ‘si vende per fare cassa’”. Non una ragione e amministrazione Comunale, alla quale il Sinda- diffusione della loro posizione e di raccolta delle co Massimo Barbujani ha risposto confermando firme per impedire l’approvazione della variante sufficiente, secondo questa interpretazione. solo quanto già dichiarato urbanistica e, quindi, della vendita delle aree verdi “Che queste ragioni siano discutibili e pretestuose Da Roma sempre precedentemente e senza pubbliche interessate”. Per questo, sono già partite due petizioni. dare alcuna motivazione - prosegue infatti la nota di meno fondi, Impegno per il Bene Comune le amministrazioni alle ragioni sociali di questa Una è on line su firmiamo.it (per coloro che non possono materialmente firmare perché lontani) e - (le spese alle quali si poteva si arrangiano de pauperizzazione”. Non per questo tuttavia una su moduli che cittadini stanno diffondendo rinunciare sono infatti un lun- come possono la protesta appare destina- porta a porta e che da mercoledì 2 settembre e go elenco) non giustificano il per tutto il mese di settembre potranno essere sotfatto che si privi una comunità del verde pubblico ta a placarsi. “I cittadini, quindi - è la conclusione dell’in- toscritti negli appositi banchetti presenti ai merdi pertinenza della lottizzazione in cui hanno scelto di acquistare la propria casa e vivere con la fa- tervento contro questa scelta politica - Hanno cati cittadini del mercoledì e del sabato mattina. Il miglia. Questi residenti, infatti, giovedì 27 agosto chiesto al Comitato Impegno per il Bene Comune, Comitato è in prima linea.

oi cittadini residenti all’interno della lottizzazione Amolaretta siamo rimasti scioccati quando abbiamo scoperto che l’attuale amministrazione comunale vuole far cassa vendendo una considerevole quota di verde pubblico nel nostro quartiere”. Comincia così la nota dei residenti in zona, che prendono posizione contro la decisione assunta nel corso dell’ultimo consiglio comunale. “L’area verde - prosegue la nota - è funzionale ad un quartiere già parzialmente edificato, inoltre nella zona esistono ancora numerosi lotti di terreno residenziale invenduti. La possibilità di edificare è già satura per questa zona che rischia seriamente di subire danni nel momento di forti piogge, sempre più frequenti visto gli attuali cambiamenti climatici”. Da qui le perplessità sulla scelta fatta dal Comune. “Perché - si domandano i residenti - allora vendere ulteriore verde pubblico, in una zona dove i bambini, non solo del quartiere, giocano, e dove più volte era stato richiesto di valorizzare la possibilità di aggregazione con alcune panchine e piccoli giochi? Facciamo dunque un appello a tutti i cittadini, movimenti, associazioni, rappresentanti istituzionali, forze politiche, gruppi giovanili e chiediamo di sensibilizzare l’opinione pubblica a favore della nostra causa, nella speranza che l’amministrazione possa cambiare idea. Tutta l’area individuata dall’amministrazione per il cambio d’uso deve rimanere verde pubblico”.

NEWS E’ una istituzione storica

Lavoro per uscire dalla dipendenza

E

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LA PRO LOCO COMPIE MEZZO SECOLO FESTA GRANDE E IMPEGNO CONTINUO

’ stato il Settembre adriese l’evento che ha dato il via alle celebrazioni per i primi 50 anni della Pro Loco di Adria, istituzione importante per la città che ha permesso nel corso degli anni di raggiungere sempre nuovi traguardi e organizzare manifestazioni che ormai sono entrate nella consuetudine e scandiscono il calendario stesso della città. Attiva dal 1965 la Pro Loco adriese fin dalla sua fondazione ha sempre dimostrato la sua volontà nella valorizzazione del territorio, dei suoi prodotti tipici e delle sue tradizioni che ancora oggi vengono celebrate attraverso manifestazioni folcloristiche e storiche che aiutano non solo a mantenere viva la memoria della città ma anche l’interesse turistico per la stessa, settore nel quale molte sono le politiche attive. Varie sono quindi le manifestazioni che vengono organizzate come il Natale con i concerti e i presepi, il Carnevale dei Bambini, Adria in Fiore, il mercatino dell’usato che si tiene ogni secondo sabato del mese, il Settembre Adriese, forse fra tutte la manifestazione più nota e alla quale si legano molti altri eventi della città, e il Teatro in giro ossia la rassegna di teatro dialettale che coinvolge Adria e le sue frazioni. La celebrazione ufficiale dei 50 anni della Pro Loco si terrà il 25 ottobre giorno in cui ci sarà la Santa Messa seguita dal pranzo sociale. Una ricorrenza importante per una istituzione importante. Ma. Ce.

ULSS 19 E DON SANDRO DORDI UNITi PER CONCEDERE UNA SECONDA CHANCE

’Ulss 19 di Adria collabora ormai da anni con la cooperativa Don Sandro Dordi di Porto Viro. Una collaborazione che negli ultimi anni si è concentrata nella riabilitazione di persone con problemi relativi dipendenze con il progetto “Al lavoro per il compimento umano” inserito nel programma nazionale Reli finanziato dal Dipartimento antidroga. L’attività si è consolidata nel tempo in un servizio di socializzazione, facente parte a tutti gli effetti del Dipartimento per le dipendenze Ulss 19, strutturato in un centro diurno dove le persone hanno l’opportunità di frequentare laboratori di ceramica, vivaismo, cucito e informatica: un’offerta variegata per rispondere alle diverse esigenze delle persone che lo frequentano. “Negli ultimi tempi il centro diurno ha ospitato diverse persone inviate dal servizio per le dipendenze, comprese alcune provenienti dal carcere o con pene alternative, dalla comunità terapeutica ‘Solidarietà Delta’ di Porto Tolle e dall’associazione Acat Basso Polesine: negli ultimi due anni 30 persone hanno tratto beneficio e utilità dalle attività del centro, in termini di socializzazione e risocializzazione - Si legge dalla nota ufficiale del Dipartimento per le Dipendenze diretto da Andrea Finessi - Ben 12 persone, inoltre, sono passate direttamente al lavoro, prima a tempo parziale e poi a tempo pieno, presso la cooperativa Don Sandro Dordi; altri ancora, hanno trovato lavoro in altre realtà. Questa importante esperienza dimostra che la collaborazione tra servizio pubblico e realtà privata, dove è previsto l’impegno in una situazione relazionale di fiducia, aiuta le persone a trovare o ritrovare, in un clima di condivisione e solidarietà, un senso nuovo per uno stile di vita orientato a promuovere la crescita personale e sociale”. Provarci ancora è, insomma, possibile. E ci sono istituzioni e realtà in grado di dare un grande aiuto su questo fronte. Ma. Ce.

Pormossi da Coldiretti

I PRODOTTI TIPICI DEL POLESINE PROTAGONISTI ALLO STAND EXPO

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i è tenuta il 20 agosto la giornata dedicata ai prodotti del Polesine presso il padiglione di Coldiretti dove fin dall’apertura si possono degustare piatti preparati con materie prime esclusivamente italiane preparate dagli agrichef. Brodetti di cozze Dop del Polesine, invitanti fritturine di pesce ideali sia per pranzo che per l’happy hour e vongole veraci preparate alla maniera tipica dei pescatori locali hanno intrattenuto il pubblico per tutta la giornata diventandone la principale attrazione. Un successo unico per questi piatti che, pur essendo delle eccellenze sia nel panorama regionale che nazionale, hanno potuto essere gustate da un pubblico proveniente da tutto il mondo. Per l’occasione è stato presente presso il padiglione anche l’unico polesano ai vertici della Regione Veneto ossia l’assessore al territorio Cristiano Corazzari. Attenzione, nella scelta dei prodotti utilizzati, è stata data alla stagionalità dei prodotti selezionando quelli che maturano nella stagione estivo primaverile e che sono quindi maturi per il mese di agosto rispettando quindi i ritmi e le fasi naturali. Ma. Ce.


18 Bottrighe Il caso Da anni il sindaco lancia appelli perché venga rimossa. Inascoltati

L’isola sotto al ponte spaventa la popolazione di Roberto Marangoni

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i stiamo avviando ormai alla fine dell’estate. La nuova stagione fredda è quindi alle porte e con essa arriveranno, come di consueto a novembre, anche le piene del Po. In riferimento a ciò la popolazione rivierasca è molto preoccupata. Da anni, infatti, si è formata una pericolosa isola di oltre duecento metri per cinquanta, in continua crescita, anche dal punto di vista della vegetazione, sotto il ponte “Brigata Cremona”, a valle di Bottrighe, rappresentando un problema, non di poco conto, per il normale deflusso del fiume. Occorre un’opera urgente di dragaggio e toglierla completamente. Il sindaco Massimo Barbujani, facendosi interprete delle preoccupazioni della gente, ha già inviato due volte, nel 2011 e nel novembre 2014, una richiesta di delucidazione in merito, agli organi competenti, alle autorità regionali, provinciali, all’Aipo e a Veneto Strade. Finora tutto tace e Barbujani sarebbe pronto al terzo sollecito. Occorre muoversi, il tempo scorre velocemente e la situazione potrebbe aggravarsi. Sono trascorsi sessantaquattro anni da quel 14 novembre 1951, il tempo ha ormai cancellato quelle profonde ferite, ma il ricordo di quei giorni colmi di dolori, di ansie e di speranze, si mantiene vivo e si rinnova ogni qualvolta il grande fiume viene attraversato dalle piene che anche in questi ultimi anni hanno seminato disastri nel nord-ovest della nostra penisola. La sicurezza idraulica è sempre stata un problema di viva attualità. Nel

Nella memoria collettiva rotte, piene e lutti sono ancora sin troppo presenti corso dei secoli il maggiore fiume italiano ha seminato lutti e rovine tra le popolazioni rivierasche. Dalla famosa rotta di Ficarolo del XII secolo, che spostò l’alveo del fiume più a nord dividendo in due parti l’antico territorio a sud di Adria e precisamente il territorio delle Corbole, molte alluvioni si susseguirono, soprattutto alla sinistra del fiume, dove si trovava la Corbola Veneta, ovvero Bottrighe. Nel secolo XVI, tra rotte e tracimazioni, il fiume uscì dal suo letto per ben sedici volte. Nell’autunno del 1772, dopo un inverno ed una primavera di piogge torrenziali, il Po straripò a Panarella. Il 19 ottobre 1792 il Po ruppe a Papozze e l’acqua allagò un territorio davvero vasto: da Polesella sino al mare, comprendendo tutte e due le parti del Canalbianco. Nel 1839, causa l’immensa quantità d’acqua scesa dalle montagne, molti fiumi italiani traci-

Sarebbe necessaria una opera di dragaggio drastica, per consentire il normale deflusso

L’isolotto di duecento metri per cinquanta creatosi

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Una grande serata

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marono allagando intere provincie, il Po per ben tre volte rinnovò consecutivamente la sua piena raggiungendo i 2,35 metri di altezza sopra la guardia. Il 4 ottobre 1882, oltre al Po, la nostra zona venne sommersa anche dalla rottura dell’Adige e Bottrighe rimase allagato per quasi cinque mesi con un altezza di un metro. La popolazione non è affatto tranquilla. Anche sulla rampa di emergenza al ponte, quale priorità per la sicurezza, da tempo sottoscritta in accordo tra i comuni di Adria e Corbola, è calato il silenzio. C’è preoccupazione.

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na speciale serata all’insegna delle tradizioni, del buon gusto e della solidarietà si è svolta anche quest’anno nel ranch di tenuta Carlini a Corbola. Ed il gruppo folk “Bontemponi & Simpatica Compagnia” di Bottrighe è stato ancora ospite e protagonista. Una settantina di invitati sull’aia della famiglia con degustazioni di prodotti tipici e specialità gastronomiche. Il tutto intervallato dalle cante e ballate dei Bontemponi accompagnate da Giovanni Pezzolato alla fisarmonica, Sergio Salmi alla chitarra e Remigio Zambotti al “liron”. Presenti medici e personalità istituzionali, oltre alla rappresentanza della gemellata banda di Porto Viro, del Club Rodigino di Bolzano e del fisarmonicista Eros Bassora, da sempre legato al gruppo. Occasione altresì per parlare delle iniziative di solidarietà portate avanti dai Bontemponi. In chiusura, Mirella Rossi, a nome del gruppo, ha donato un omaggio floreale alla padrona di casa, Grazia Carlini. La stessa poi, a sorpresa, si è esibita nell’interpretazione di alcuni applauditi stornelli. Ro. Ma.






Bottrighe 23 Lavori La riqualificazione, più volte annunciata, dovrebbe partire a brevissimo

Piazza Libertà, stavolta ci siamo!

La donazione

Dal gruppo sportivo, un’altalena al parco

Purtroppo, rispetto al primo grandioso progetto le ambizioni sono state giocoforza venire molto ridimensionate di Roberto Marangoni

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breve, dopo anni di attese, dovrebbero iniziare i lavori di riqualificazione di via Vittorio Veneto con il rifacimento della disastrata arteria, per un importo di circa 90mila euro. Inizieranno però non appena sarà rifatta la sottostante conduttura dell’acqua potabile. Questo ritardo, spiega il sindaco Massimo Barbujani, è da attribuirsi proprio a ciò. Dopo via Vittorio Veneto seguiranno i lavori, annunciati a più riprese, in piazza Libertà. Dovrebbe quindi concretizzarsi la riqualificazione del centro storico del paese, grazie al finanziamento regionale di 100mila euro già arrivato da tempo. Del recupero della piazza se ne parla da sei anni, precisamente dal 2009. Secondo La piazza durante il taglio dei pini deciso dal Comune di Adria il piano triennale dei lavori pubblici, avrebbe dovuto realizzarsi nel 2011. A tale scopo, secondo quel progetto, prevede, in pratica, il semplice ripristino del manto strada- assemblea organizzata dalla civica “Ora Cambia”, dove un’area sarebbe stata adibita a mercato coperto con ten- le, il rifacimento dei marciapiedi e la sistemazione delle erano stati invitati due professionisti del luogo, l’architetaiuole centrali. Intanto nel marzo to Giuliano Stoppa affermava che la piazza, centro vero sostruttura. Altresì, si prevedeva la scorso, in prossimità del Carnevale e proprio dell’aggregazione locale, meritava una degna demolizione della pavimentazione Ancora prima del Gruppo Sportivo, il Comune ave- ristrutturazione. Sul verde in piazza, l’architetto Giovanni esistente, la posa in opera della nuo- però arriverà la va tolto i pini marittimi dalle aiuole. Casazza, affermava invece che sarebbe stata opportuva, una diversa circolazione viaria ed sistemazione di via un nuovo impianto illuminazione. Vittorio Veneto, per Su ciò ci furono proteste, per qual- na una piantumazione di lecci, le cui radici crescono in cuno una manovra elettorale, per il profondità. Su ciò, secondo l’annuncio della giunta in un L’impegno previsto di spesa com- 90mila euro totali plessiva parlava di 300mila euro, Comune invece una comodità per incontro in paese, ultimati i lavori, si sarebbe organizzato rispetto al precedente di 450mila. L’intervento attuale far transitare i carri allegorici che altrimenti avrebbero avu- una sorta di referendum per fare scegliere ai cittadini quali sarà molto più sobrio, di conseguenza meno costoso. Si to difficoltà. Su piazza Libertà, nel corso di una pubblica alberature interrare.

La Rassegna super cabaret e corrida: una ricetta vincente!

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isate e grande successo di pubblico a Bottrighe per la tappa nazionale della rassegna itinerante di cabaret “Il riso fa buon sangue” organizzata da Aribo e Avis Adria nell’ambito dei festeggiamenti di “E… state in piazza”. Al seguito dei cabarettisti presentati da Paolo Franceschini, ovazione particolare a Max Cavallari dei “Fichi d’India” graditissimo ospite della serata con le sue impareggiabili performance. Grande successo di pubblico anche per la serata di apertura con il locale gruppo folkloristico “Bontemponi & Simpatica Compagnia” nell’ambito del suo cinquantesimo di fondazione, altresì per la serata con la scuola di ballo “Emotions dance”. Poi la finale con la quarta edizione de “La Corrida”. Lo spettacolo, condotto da Tiziano Sheriff di radio Diva, ha ottenuto tanti applausi, ma anche tanti sberleffi, in perfetta falsariga della popolare trasmissione televisiva. Quasi tre ore ininterrotte di spettacolo con il gradito intermezzo della nota barzelettiera Giusy Zenere de “La sai l’ultima” e di Armando Pisani, sardo, polesano d’adozione, che ha suonato e cantato brani di Bennato. Nel finale, dopo la canzone di ringraziamento a tutti, scritta per la serata sulla base di “Notti magiche”, interpretata dalle famiglie degli orLE TRE S-CIOPTA’

Nella foto, la premiazione della Corrida ganizzatori Fabrizio Romani, Michele Cisotto e Marco Stoppa, c’è stata la proclamazione dei vincitori. Al terzo posto il Little Tony polesano Rizzato di Costa con la canzone “Riderà”, al secondo posto il giovanissimo Bryan Fonotti di Porto Viro con il ballo Jump, il primo premio è stato assegnato a Delfina Lazzarin di Polesine Camerini, trasformista con una serie di pupazzi in balletto guidati dalla stessa. Grande la soddisfazione per gli organizzatori dell’associazione ricreativa Bottrighese. Di seguito le “Notti d’le brogne” a cura della Pro Loco Bottrighe.

di Roberto Marangoni

• Tera mora fà bon fruto, tera bianca nìnte in tuto • A sen tant fortunà càn piove il tel culo stand sentà • As cambia più spesso pensiero che camisa

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erimonia semplice, ma ricca di significato, l’inaugurazione della nuova altalena che il Gruppo Sportivo Bottrighe ha donato al parco comunale “1° Maggio” di via Umberto Maddalena. A fare gli onori di casa Giuliano Saglia, al quale si deve l’input lanciato ai colleghi consiglieri del Gruppo Sportivo affinché il parco diventi sempre più attrezzato per il divertimento dei bambini. Saglia, ponendo l’accento sull’associazione, da oltre senssant’anni presente in Bottrighe, ha ringraziato altresì Nicola Gennari di Soladria e Renzo Bondesan di Nuova Tipografia di Corbola, concittadini sempre disponibili a collaborare per le iniziative in favore del paese. Indi la benedizione da parte del parroco don Antonio Cappato, felice di ciò, auspicando che il parco “Diventi sempre più luogo di incontro e di amicizia”. Indi il taglio del nastro da parte della piccola Martina Pavan insieme al sindaco Massimo Barbujani ed i vertici del Gruppo Sportivo. Ro. Ma.


24 Cultura provinciale

Cultura provinciale 1

Rassegna Icaro La pellicola è realizzata da una artista 28enne belga

La quotidianità dei senza tetto è un film di Melania Ruggini

l’Idea

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opo la pausa estiva, il progetto culturale itinerante Icaro torna in città con la presentazione del film Kaos, incentrato sulle persone senzatetto della città, realizzato dall’artista belga Sophie Samyn in collaborazione con Mattia Buzzarello. L’iniziativa è promossa dall’Arci nell’ambito del bando Culturalmente 2014 della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. L’anteprima del film sarà presentata all’Archivio di Stato di Rovigo venerdì 2 ottobre alle ore 21 e andrà poi in tour nei comuni di Bosaro, Ceregnano, Grignano Polesine e Polesella. L’ispirazione è tratta dal lavoro a stretto contatto con i senzatetto di Rovigo che Sophie Samyn ha condotto grazie ad un tirocinio con l’associazione Arcisolidarietà. “Le persone arrivano qui in città di notte e lasciano la città all’alba - spiega l’artista belga - Mi ha sorpreso in particolare la diversità delle persone che arrivano da noi: donne, bambini, stranieri, italiani, tutti con percorsi di vita molto differenti e particolareggiati, ma alla fine molto simili al mio percorso”. Il videodocumentario è un viaggio poetico, della durata di 20 minuti. Un viaggio attraverso Rovigo e i suoi luoghi vuoti, come le case abbandonate, il

vIvIdelta, non Solo PeScaturISmo

A Nella foto Sophie Samyn vecchio ospedale, la scuola in disuso, attraverso gli occhi di 2 o 3 protagonisti: i senza tetto che vivono in città, anche solo per una notte. Il film segue queste persone nel loro quotidiano vagabondaggio e dà loro voce. L’obiettivo non è realizzare un documentario sociale ma creare un viaggio emotivo nel cuore di Rovigo, che rompa con la tranquilla facciata della città e dia ai senzatetto un’opportunità di esprimersi creativamente. I protagonisti dialogano davanti alla videocamera di Sophie tramite interviste condotte in maniera informale che focalizzano l’attenzione sulla loro situazio-

A Ca’ vendramin le foto di Marco Zanta

la magIa del delta catturata con un clIc

I

n una delle sale del Museo della Bonifica di Ca’ Vendramin è possibile visitare, dal 28 agosto al 1 ottobre, la mostra “Another Landscape”, ideata dall’associazione culturale Città Invisibili di Porto Viro. L’ambito su cui è stato invitato a lavorare Marco Zanta è il contesto urbano, periurbano e agricolo, situato lungo il tratto polesano della statale Romea e corrispondente all’area dell’antica linea di costa prima della formazione del Delta del Po moderno. Attraverso lo sguardo di uno dei protagonisti della fotografia italiana contemporanea, quale è Marco Zanta, si è voluto apportare un nuovo contributo all’immaginario legato al Delta, offrendo una lettura attualizzata del territorio, fuori dai luoghi comuni circoscritti al paesaggio naturale. Zanta, abituato per lo più ad ambienti metropolitani, ha prodotto tra le cittadine del Delta un lavoro nuovo sviluppato sulla traccia delle sue più recenti riflessioni fotografiche. A proposito di questo progetto dice l’autore: “Oltre a rappresentare i luoghi m’interessa maggiormente capire le relazioni che s’instaurano nel territorio. Credo che l’aspetto che mi ha maggiormente colpito di queste aree sia stato il tipo di sospensione temporale che pare circondare tutto. L’identità iconografica di questi luoghi continua a essere apparentemente simile a qualche decennio fa. Sembra non capitino grandi stravolgimenti. Ma quello che mi attira è il contesto nel quale tutto questo avviene. Siamo a

La proposta elaborata dal PolesineLab

ne, compresi speranze, incubi, rimpianti. Parte del film è ripresa dopo il tramonto, mediante inquadrature espressive. “Mi sono sentita fortunata ad incontrare queste persone e parlare con loro - racconta la giovane artista ventottenne - Ho sempre pensato a dove vadano durante il giorno, ma soprattutto dove dormano quando abbandonano il ricovero. La vita in strada, sia scelta che imposta, mi affascina molto e da qui ho preso spunto per creare questo film. Rovigo è una città apparentemente calma e pulita. Ma dietro questa facciata armoniosa, si nasconde il Kaos”.

lla scoperta del Delta del Po grazie a ViviDelta, il nuovo progetto di promozione delle attività di turismo cooperativo, che promuove i valori della cooperazione, sostenibilità, socialità e collaborazione andando a creare sinergie e reti tra i diversi attori locali. L’iniziativa, gestita da PolesineLab in collaborazione con Confcooperative Rovigo, è una vetrina di promozione e una piattaforma di e-commerce per le attività che il mondo della cooperazione locale può offrire, favorendo occasioni di confronto e di metodi collaborativi tra le diverse realtà. Si tratta di un progetto in vero stile slow ad alto impatto ambientale, sociale ed educativo per riscoprire il Delta del Po come patrimonio oltre che dell’umanità e della comunità locale, anche di turisti e viaggiatori che vogliano scoprire appieno il territorio. Dal sito www.vividelta. it è possibile quindi prenotare e acquistare le prime 10 attività di pescaturismo proposte da un team di pescatori professionisti. La pescaturismo è un‘attività svolta dall’imprenditore ittico che attraverso la propria imbarcazione accompagna i turisti nella magia della navigazione nei luoghi dove quotidianamente lavorano, raccontando aneddoti e facendo scoprire luoghi inesplorati come lagune, scanni e sacche. Vi sono differenti tour da 2 a 4 ore divisi in tutto il territorio deltizio, che offrono escursioni ed esperienze uniche a contatto con la natura e il divertimento, attività usufruibili non solo per singole persone e piccoli gruppi ma anche per comitive e gite organizzate. Il progetto prevede di ampliare le proprie attività anche nel settore enogastronomico attraverso l’ittiturismo che permette ai turisti di pranzare e cenare nelle cavane e nelle abitazioni che i pescatori metteranno a disposizione preparando piatti con i loro prodotti coltivati e pescati. Me. Ru.

Deltarte La manifestazione è ormai arrivata alla terza edizione e funziona

Arrivederci alla kermesse Il bilancio è più che positivo

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poche decine di chilometri da centri urbani e aree commerciali che hanno contribuito a creare il modello del Nord Est”. “Modello che oggi pare fallito - prosegue l’artista nella sua analisi - Qui ci si catapulta in un altro tempo, quasi un periodo senza nostalgia. Insomma, mi sono sentito in bilico tra una difficile contemporaneità e un insieme di mondi più lenti e attenti”. L’esposizione presenta una selezione dei lavori prodotti dai partecipanti al workshop tenutosi nell’autunno-inverno 2014. Sono esposti lavori di: Marco Bovolenta, Maurizio Callegarin, Flavio Castellani, Marco Davolio, Denis Giusti, Lorenzo Lotti,Maria Nella Marangon, Fabio Morassutto, Barbara Munerato, Daniele Soncin, Patrizia Tironi, Nicola Tramarin, Piero Turk,Moira Vespasiani, Silvia VespasiaMe. Ru. ni, Lucio Zambon.

opo 8 appuntamenti e 4 residenze d’artista lungo il Delta del Po, che hanno arricchito il territorio con mostre, murales e installazioni da aprile a settembre, il festival itinerante DeltArte chiude la manifestazione salutando da Rovigo il suo pubblico e dando appuntamento al prossimo anno. L’ultimo appuntamento è sabato 26 settembre alle ore 18 alla Sala della Gran Guardia per i festeggiamenti finali. Per l’occasione sarà presentato il catalogo dell’intera manifestazione dal titolo “DeltArte si racconta” a cui seguirà il brindisi finale offerto dall’azienda la Galassa di Gavello sulle note della giovane musicista Sarah Convento e dei suo quartetto d’archi. Una delle novità importanti della III edizione è proprio la realizzazione del catalogo del festival, testimonianza tangibile dei progetti e degli artisti partecipanti non solo a questa ma anche alle edizioni passate, nonché l’elemento ideale per una divulgazione più capillare delle attività del festival. Una carrellata di immagini e di testi accompagnerà il lettore in questi tre anni di intensa e capillare attività, grazie alla vincita del bando Culturalmente indetto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che ha visto quali capofila le associazioni Centro Studi Agnese Baggio di Adria e Voci per la Libertà di Rovigo. I numeri delle tre precedenti edizioni possono essere così riassunti: 90mila euro devoluti dalla Fondazione al progetto per artisti, staff organizzativo e materiali necessari alla realizzazione dei progetti; 10 comuni partecipanti; 90 artisti coinvolti; 15 sedi espositive; 30 mostre; 23 concerti; 6 murales realizzati; 17 installazioni sitespecific; 3 workshop; 60 associazioni coinvolte. Un ottimo risultato, considerando la giovanissima età del festival. Un mondo di opere, una rete di artisti e un universo di colori che le persone vivono direttamente sui muri, nelle strade o nei

Alcuni momenti della manifestazione Deltarte musei delle proprie, prendendosi cura degli artisti e del lavoro che questi ultimi regalano alla comunità e al territorio, in luoghi prima dimenticati o scarsamente vissuti. Il rapporto con la persona è centrale per DeltArte: installazioni, mostre e murales vanno progettati pensando al fruitore, con una visione olistica, che tenga conto dell’ambiente, del paesaggio, delle funzioni del luogo in cui essi sono collocati. In questo gli artisti possono rivoluzionare il territorio in cui i loro progetti si innestano. Me. Ru.


SportSport adria 25 3 Calcio Il nuovo mister Oscar Cavallari guida l’assalto alla serie D

L’Adriese ci riprova, primi segnali ok

di Riccardo Pavanello

nuoto

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lla caccia della serie D. Dopo averla solamente sfiorata nel corso della passata stagione, l’Adriese del presidente Luciano Scantamburlo ci riprova per questa nuova annata ormai imminente. L’anno scorso la conduzione di Valeriano Fiorin e, nelle ultime partite, di Palmiro Encio Gregnanin, non è andata a buon fine. La corazzata granata si è fermata ai play off sconfitta ai calci di rigore dalla formazione ligure della Fezzanese. Il secondo posto ha comportato la coda dei play off. Per il 2015-2016 l’Adriese non vuole essere seconda a nessuno. Ed è per questo che il gruppo è stato per la maggior parte confermato rispetto alla scorsa stagione. Gli innesti sono tutti di qualità, a cominciare dall’ex serie A Rey Volpato, l’anno scorso al Campodarsego, passando per l’ex Rovigo Giovanni Guccione (nella passata stagione al Villafranca Veronese) fino a Mattia Perelli, il colpo da Novanta tanto atteso per il centrocampo (ex Gubbio e Giacomense). Insomma, la squadra c’è per fare bene e lo ha dimostrato fin da subito alla prima uscita stagionale contro il Legnago, formazione di una categoria superiore. Contro i

U veronesi la formazione di Oscar Cavallari, neo tecnico granata, è andata subito a segno vincendo per 1-0 grazie a un colpo di testa del difensore Alberto Ballarin arrivato al 13’ del primo tempo. Certo, è stata solamente la prima uscita. Chi ben comincia è già a metà dell’opera, considerato poi il 5-1 contro il Mesola nella seconda amichevole stagionale. A segno Ferro e Zanellato nel primo tempo, Guccione e Marangon (doppietta) nella ripresa. Nella terza amichevole pre campionato, l’Adriese ha chiuso sul 3-3 contro la Clodiense. Al vantaggio degli avversari ha subito risposto il fantasista Giaco-

Formazioni pronte per la nuova stagione

PettoraZZa e PaPoZZe, tuttI In camPo!

U

n fulmine a ciel sereno ha sconvolto l’estate del Papozze, pronto a rituffarsi nel campionato di Prima categoria con il timoniere Stefano Bergo. Sta di fatto che l’allenatore e la società non hanno trovato un accordo per proseguire e i gialloneri si sono affidati a Roberto Bonvento, ex allenatore del Frassinelle e del Duomo. La preparazione del Papozze è iniziata ancor prima di Ferragosto allo stadio di Via Rotta. Per il tecnico originario di Villadose la società ha confermato parte della rosa della scorsa stagione che ha ottenuto la salvezza solo attraverso i play out. Dalla vicina San Vigilio sono arrivati Mauro, Da Re, Giribuola e Scabin. Per il ruolo di portiere anche Matteo Gagliardo, ex numero uno del Medio Polesine. L’obiettivo numero uno per la nuova stagione è quello di riconfermarsi in categoria dopo mille vicissitudini e difficoltà dello scorso anno. Chi non è riuscito invece a rimanere in Prima categoria è stato il Pettorazza che ha dovuto arrendersi alla Rocca Monselice nell’unico turno dei play out della scorsa stagione. Nonostante la retrocessione dalla Prima alla Seconda, la società biancorossa non si è persa d’animo e si è messa al lavoro per dare al riconfermato tecnico Simone Braggion una rosa di alta qualità per un campionato di alta classifica in Seconda. Dalla precedente rosa sono stati riconfermati i vari Bellan, Grisotto, Bello, Zanghierato, Belloni, Vignato, Birolo, Donà, Aroni, Marangotto, Giudizio, Piva e Bernar-

dinello. La campagna acquisti ha portato Bellin e Sette dal San Martino, Zen dal Crespino Guarda Veneta, Magagnato e Cominato dall’Adige Cavarzere e Boaretto dal Boara Polesine. Se ne sono andati però giocatori dal calibro di Drandi, Sattin, Munaro, Bregantin, Donati, Sasso, Munari, Tosetti e Cadore. Intanto, dopo tanto sudore, è già tempo di coppa Veneto sia per Papozze che per Pettorazza. Per i gialloneri il debutto riserva l’interessante sfida contro la Tagliolese il 26 agosto. Seconda partita contro il Porto Viro fuori casa il 30 e, per chiudere, un’altra trasferta sul campo dello Scardovari il 16 settembre. Per quanto riguarda il Pettorazza, nella coppa Veneto di Seconda categoria il 26 agosto c’è la Turchese. Seconda partita in programma il 30 a Ca’Emo e, per chiudere, sfida al Villadose il 16 settembre. Ric. Pav.

L’allenatore Oscar Cavallari mo Marangon con un delizioso pallonetto. Prima della fine del primo tempo però i chioggiotti mettono dentro altre due perle portandosi così sul parziale di 3-1. Castellan imbecca Lestani per il secondo gol dell’Adriese e gli sforzi di rimonta vengono premiati nella ripresa quando i granata chiudono le ostilità con il 3-3 di Ballarin. Per fine agosto sono previste le prime due partite del primo turno di Coppa Italia. L’Adriese debutta contro il Pozzonovo il 26 agosto alle 20.30. Seconda partita del mini girone fuori casa contro la Piovese alle 16 e ultima partita il derby contro il Loreo in casa il 16 settembre alle 20.30.

Elena Lionello da sogno ai mondiali canadesi

la noStra SuPer maratoneta!

na polesana alla Coppa del Mondo. Elena Lionello, originaria di Ca’Emo ed ex atleta per Adria Nuoto, è stata in Canada per partecipare al circuito di maratone in acque libere di oltre 15 chilometri. Nelle acque freddissime del lago di St. Jean a Roberval in Quebec, la giovane ragazza polesana si è cimentanta in una lunga prova che l’ha vista arrivare al traguardo dei faticosi 32 chilometri. Il freddo delle acque canadesi ha contribuito e non poco alla difficoltà della traversata considerato il fatto che la lunga prova poteva mettere al tappeto chiunque. Mani, piedi e spalle doloranti durante il tragitto. Senso di nausea che poteva compromettere l’intero progetto. Alla fine però Elena ce l’ha fatta e ha raggiunto tutte le persone che la stavano aspettando al traguardo. Una traversata difficile e che è durata un’eternità: ben nove ore e 16 minuti. Davvero una gara strenuante e massacrante sia a livello fisico che mentale. Alla fine della gara infatti sono arrivate solamente 12 atlete su 23. Un’impresa importante per Elena che già in passato aveva realizzato il tempo super di 1 ora, 23 minuti e 41 secondi nell’attraversare lo stretto di Messina nella doppia vasca, ovvero andata e ritorno dalla Calabria alla Sicilia. Nel 2009 infatti, l’allora ventenne atleta adriese aveva fermato il cronometro realizzando il record assoluto femminile nella traversata a nuoto nel mitico stretto tra Scilla e Cariddi. Chissà in futuro quali altri traguardi raggiungerà l’atleta adriese. Ric. Pav.


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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Scuola Il 16 settembre è suonata la campanella per 540mila studenti veneti

Tra luci e ombre parte l’anno della “Buona scuola” anche in Veneto Il governatore Luca Zaia impugna davanti alla Corte costituzionale il ddl di Renzi sulla scuola: “viola i principi di federalismo e autonomia”

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ltro inizio d’anno concitato per le scuole italiane, nonostante la “Buona scuola” e il relativo piano straordinario di assunzioni previsto dalla legge 107/2015 che ha tenuto banco durante tutta l’estate con le sue varie fasi, 0, A, B già espletate e l’ultima, la Fase C, che dovrebbe concludersi a novembre. A complemento del dibattito la dolorosa questione degli abilitati - diplomati magistrali ante 2002 - non inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento (quelle da dove si assume) e dei loro sofferti ricorsi per vedersi riconosciuto il diritto ad essere inseriti in quelle graduatorie, il destino degli abilitati Tfa, degli insegnanti delle graduatorie d’istituto e di quelli della scuola dell’infanzia, non inseriti in questa tornata di assunzioni. O forse, più correttamente, di stabilizzazioni. Dovrà entrare a regime la riforma della scuola anche per rispondere a quello che è l’obiettivo finale del piano di assunzioni, quello di ridurre, se non proprio eliminare, il ricorso ai supplenti. Per quest’anno i dirigenti scolastici hanno comunque dovuto contare anche sul loro contributo, sollecitando il extremis il ministro Stefania Giannini, ad introdurre delle misure correttive urgenti, per risolvere le emergenze contingenti. In Veneto, dove lo scorso 16 settembre la campanella ha suonato per 540mila studenti (iscrizioni in calo di 1.607 unità rispetto all’anno scorso), la “Buona scuola” è diventata terreno di scontro politico, con il governatore regionale Luca Zaia (Lega Nord) che,

la voce del SIndacato Salvatore Mazza, segretario regionale della Flc - Cgil

a pochi giorni dall’apertura del nuovo anno scolastico, ha presentato ricorso alla Consulta contro la riforma del Governo Renzi, un passo poi compiuto anche dalla Regione Lombardia e da quella della Puglia. “La cosiddetta riforma sulla “Buona scuola” - sostiene il presidente Zaia - marginalizza, anzi cancella il ruolo della Regione, vanificandone quei compiti programmatori e di gestione che la Costituzione le ha affidato”. In particolare tre i punti contestati della riforma che riguardano in primo luogo il compito di definire l’offerta formativa dei percorsi di istruzione e di formazione di cui la Costituzione affida la competenza esclusiva alle Regione e che la riforma riconosce al ministero, così come per il dimensionamento della rete scolastica, cioè la definizione dell’ampiezza degli ambiti territoriali in funzione della popolazione scolastica e del numero di istituti. Infine Zaia contesta “la fitta rete di interferenze con la competenza esclusiva regionale in materia di istruzione e formazione professionale che attribuisce allo Stato non solo norme di principio ma anche disposizioni di dettaglio in materia di istruzione”. Una guerra alla riforma che già a luglio l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, aveva incoraggiato. “Ci sono tutte le condizioni - aveva affermato - per un’azione legale, in quanto la legge viola i principi di federalismo e di autonomia che la Costituzione concede alle Regioni”. L’esponente An della Giunta Zaia, in

particolare, ha messo l’accento polemico e contestatorio sul contingente docenti assegnato al Veneto dal Ministero, sottostimato di almeno 377 insegnanti, secondo le stime dell’Ufficio scolastico regionale. Considerati insufficienti anche i 150 posti in più assegnati al Veneto che “rappresentano - ha commentato - appena il 3 per cento dei 4255 posti aggiuntivi previsti dal piano nazionale”. Un passaggio per il quale il Movimento 5 Stelle regionale si è battuto in prima linea. “Non è questa la scuola che abbiamo in mente per le insegnati e gli insegnanti veneti ed italiani. - afferma la consigliera regionale Erika Baldin - È per questo che abbiamo sposato in pieno la battaglia della maggioranza e abbiamo portato a termine questa missione storica. Questa azione nasce dal Veneto, il 1° settembre abbiamo fatto approvare la mozione per adire alla Corte Costituzionale contro questa riforma. Una mozione approvata tra gli elogi per la qualità del lavoro, che è stata anche sottoscritta da tutta la maggioranza, a dimostrazione che siamo nelle istituzioni per proporre e tracciare nuove strade. Questa mozione è stata considerata talmente “buona” a livello regionale, che addirittura la Puglia, dove governa il PD, ha deciso di approvarla. Anche la Lombardia ha seguito l’onda partita da Venezia”.

“nuovI organIcI? glI effettI SI vedranno Solo nel 2016”

“L

e nuove immissioni in organico di insegnanti neo assunti nelle scuole venete produrrà effetti concreti solo nel 2016. Su 36.000 nuove assunzioni a livello nazionale, 25 mila sono posti che vanno a coprire i turn over dei pensionamenti. Poi ci sono le 10mila cattedre assegnate su posti disponibili della Fase A e quelli della fase B - oltre 8mila - di agosto-settembre. Entro novembre infine dovrebbe concludersi la Fase C. Ma pr una buna parte delle assunzioni gli alunni vedranno i nuovi insegnanti appena contrattualizzati all’inizio del prossimo anno scolastico”. A spiegarlo è Salvatore Mazza segretario della Flc – Cgil scuola del Veneto. “Si tratta - dice Mazza - di una situazione a luci ed ombre. In Veneto ad esempio, sono previste 4500 nuove assunzioni. Di queste ne sono già state fatte 3200. Dovranno esserne fatte altre 1300 immissioni durante le prossime settimane. Se facciamo però una analisi a livello nazionale e locale, vediamo che per il Veneto le vere nuove immissioni, cioè quelle in surplus ai posti che erano coperti con supplenze e turn over, sono 1000. Di questi posti, il 70% è distribuito nelle provincie di Verona Vicenza, Padova e Venezia e solo il restante 30% fra Treviso Belluno e Rovigo”. Salvatore Mazza poi spiega che sì, è vero che circa il 70% degli insegnanti neoassunti proverrà dalle regioni meridionali dell’Italia, ma è anche vero che in alcune categorie di insegnanti, ad esempio quelli di musica, la migrazione sarà quasi completamente all’inverso cioè da nord verso sud. “E anche in questi casi chi si sposterà verso il sud proveniente ad esempio dal Veneto, ha accettato - dice Mazza - considerando magari, che ci si trova di fronte spesso a persone di 30 anni che conquistano un lavoro a tempo indeterminato statale”. Poi gli attacchi alla riforma della “Buona scuola”. “La riforma - dice il segretario della Flc Cgil - ha aspetti negativi che prevalgono nettamente su quelli positivi. Contestiamo l’accentramento di potere sulla figura del preside, la decisione di immettere in organismi di valutazione dell’operato degli insegnanti persone non competenti come gli alunni e i genitori. A mio parere solo persone che hanno le stesse competenze o preparazione possono dare valutazioni anche di tipo disciplinare. Il personale Ata poi, cioè bidelli e persone addette alla custodia delle scuole, sono state completamente dimenticate. Su questa riforma sbagliata siamo pronti a dare battaglia in modo unitario con tutte le altre sigle sindacali che si sono unite contro la “Buona scuola“ di Renzi”.somma nonostante le nuove immissioni in organico le proteste non mancheranno. A.A.

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Il Veneto in primo piano 27 1 La pagella alla Buona scuola di Renzi la sigla Cesare Cecchetto

“Discrete le intenzioni, appena sufficiente ciò che si è visto” Pregi e difetti della riforma sotto la lente di un Dirigente scolastico di lungo corso

di germana Urbani

“N

essuna rivoluzione con “La Buona scuola” che riprende solamente la strada già ben tracciata dalla riforma Berlinguer”. E’ questa l’opinione di Cesare Cecchetto, Dirigente padovano dell’Itc di Villa Estense e reggente all’Itc di Montagnana, per una popolazione scolastica complessiva che sfiora i 2000 alunni e i 200 dipendenti tra personale docente e non docente. Un osservatorio privilegiato, dunque, anche per dare un giudizio alla recente riforma firmata dal Governo Renzi.  Come inizia questo anno scolastico dopo l’operazione “maxi assunzione” avviata dalla recente riforma? “Al di là dell’affanno burocratico legato al meccanismo delle assunzioni straordinarie iniziate solo a fine agosto, passando in pochi giorni da una fase all’altra con tempi strettissimi e, direi anche, assurdi, in molti istituti si inizierà l’anno scolastico con il 90% dei docenti presenti in classe. Già al 14 settembre c’erano gran parte delle cattedre occupate. Va detto però che un’amministrazione accorta non dovrebbe arrivare all’ultimo momento con l’assunzione dei dipendenti. E non ci sono giustificazioni che reggano. L’affanno delle assunzioni e del cambiamento delle graduatorie è uguale ogni anno, e la Buona scuola non ha risolto il problema, tutto da ascrivere all’organizzazione burocratica del Ministero, particolarmente inefficiente da questo punto di vista. Ci consola la speranza che sia l’ultimo anno che accade”.  Oggi gran parte dei precari è rimasta tale, alla

faccia dei proclami iniziali del nostro Premier. Riuscirà la riforma a cambiare le cose? “Con le nomine di ruolo più l’organico di diritto e di fatto serviranno meno supplenti ma questa riforma non risolve il problema del precariato. Per diverse ragioni. I numeri innanzi tutto. Con le assunzioni odierne è stato eliminato il precariato d’élite, molti di coloro che già lavoravano tanto, ma tutto il resto rimane. L’amministrazione dovrebbe prevedere grosse assunzioni anche nei prossimi anni con delle finestre aperte al precariato storico per risolvere davvero il problema”.  Ci saranno concorsi ogni tre anni, non basterà? “Devo ancora vedere l’amministrazione ministeriale che ogni tre anni fa un concorso! Io non ci credo. Il Ministero non riesce a fare un concorso per dirigenti per qualche migliaio di posti! Figuriamoci se può bandirlo così spesso per decine di migliaia di posti. Sarà l’amministrazione stessa che nel tempo creerà talmente tanti intoppi da favorire la possibilità di nuove supplenze”.  Sa già quanti insegnanti arriveranno nei suoi istituti grazie alla fase C della maxi assunzione? “Questo è l’altro neo che ancora una volta fotografa l’inefficienza di una amministrazione e la superficialità con cui vengono fatte le cose. In pratica ai presidi in questa fase viene detto: “avrai in forze altri docenti ma non prima di fine novembre”. Ma noi dirigenti dobbiamo programmare oggi le attività curricolari ed extracurricolari e dovremmo tener

conto di professori o maestri che arriveranno dopo due mesi di scuola. E’ come se il Ministero ci dicesse: “Non fate nulla nei prossimi mesi e programmerete dopo che vi avremmo inviato il personale”. Non si può!”  Come giudica la riforma nel suo complesso? “Direi che “La buona scuola” non è una riforma. Ho un concetto diverso di riforma. L’ultima l’ha fatta Berlinguer introducendo dei veri cambiamenti, innovazioni concrete tipo l’autonomia scolastica. La legge 107 per l’80% non fa altro che riprendere la riforma Berlinguer e tentare di attuare ciò che di quel disegno fino ad oggi è rimasto quasi lettera morta. Bene tutto quanto riguarda l’autonomia, la flessibilità oraria, la didattica per competenze, la formazione dei docenti. Male perché ci si è scordati della scuola dell’infanzia e dell’organico del personale Ata. Certo con questo provvedimento si recuperano risorse umane e finanziarie. Ma quanto all’assunzione straordinaria ricordo che già Berlinguer e Fioroni avevano previsto piani di assunzione da 60mila persone l’anno. Sulla grande consultazione molto rumore per nulla: gli addetti ai lavori sono stati consultati spesso anche da altri Ministri. Persino la Moratti ci ha convocati agli stati generali dell’istruzione”.  Una novità vera c’è: la chiamata diretta dei dirigenti. Che ne pensa? “L’assunzione diretta è governata da criteri piuttosto rigidi legati anche al piano dell’offerta formativa. E’ vero che

il dirigente potrà scegliere ma solo tra persone garantite, che hanno un posto, dunque. Credo, anche, che sarà sempre più spesso il docente a scegliere il preside. Capiterà sicuramente che qualche insegnante particolarmente capace riceva offerte da più istituti”.  Pagella: che voti diamo a “La buona scuola”? “Al momento darei discreto alle intenzioni e non del tutto sufficiente all’organizzazione dei tempi e dei modi in cui le assunzioni sono state fatte. Certo i numeri sono numeri. Con questa riforma la scuola recupera una fetta importante delle risorse perdute grazie alla Gelmini che tra personale docente e non docente a suo tempo eliminò 140mila posti di lavoro. Con La buona scuola ne abbiamo recuperati poco più di 80mila”.  Ci auguriamo che il Ministro Giannini faccia un passo in più? E se sì, quale? “Sì, magari sul piano dell’autonomia didattica. Una scuola può programmare e garantire una didattica coerente ed efficiente a lungo termine soltanto se c’è una garanzia sull’autonomia didattica che è legata prevalentemente alle risorse e alla formazione dei docenti. Chiederei con forza anche di ridurre, per favore, ridurre ridurre ridurre la burocrazia che invade inutilmente le nostre segreterie scolastiche. Tornare su alcuni aspetti amministrativi a qualche forma di centralismo potrebbe essere più conveniente anche sotto il profilo economico e professionale”.


28 4 Il Veneto in primo piano Pubblica istruzione Nessun programma “osceno” in classe, solo propaganda di chi vuole strumentalizzare le persone per bene

Teoria gender a scuola: attenti alle truffe ideologiche Messaggi a tappeto sui telefonini dei genitori che li terrorizzano e creano una psicosi collettiva. E la Chiesa cattolica, attraverso le sue diocesi, chiede di non creare inutili, se non nocivi, allarmismi di germana Urbani

E

’ iniziato tutto la scorsa primavera. Più il Governo accelerava sulla riforma della Buona scuola, più i messaggini sui telefoni di genitori ignari e impreparati sul tema gender si susseguivano creando allarme e preoccupazione. I messaggi contenevano irripetibili oscenità che - secondo l’anonimo che li scriveva - le insegnanti avrebbero praticato a scuola in ottemperanza a nuovi programmi scolastici sulla teoria gender. E’ montata subito la paura e la preoccupazione e in molti hanno, giustamente, chiesto spiegazioni a scuola e ai Dirigenti scolastici che già dai primi giorni di settembre hanno organizzato riunioni o emanato comunicazioni per spiegare che nulla di quanto viene propagandato è vero. A volte si dimentica che gli insegnanti sono anche genitori e che sarebbero i primi a denunciare cose simili e oltretutto a rifiutarsi di mettere in pratica delle vere e proprie assurdità. Certo gli insegnanti dovrebbero avere degli strumenti in più per aiutare i bambini a leggere la realtà della società odierna. In classe si trovano di fronte sempre più spesso a bambini che non hanno delle famiglie tradizionali. E quando si parla di famiglia, come si fa a non far sentire escluso un bambino figlio di separati e risposati? Con quali parole si può spiegare la realtà in una classe in cui vi sia un

bambino figlio di due omosessuali. E non è più così raro e lo sarà sempre meno visto che in Italia ci sono centomila famiglie arcobaleno, con genitori dello stesso sesso. Eppure tutto questo non entra nella riforma “la buona scuola” di Renzi. Come precisa anche l’ufficio scolastico della Diocesi di Padova, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, rispondendo, durante il question time del 29 luglio alla Camera, ad una interrogazione su presunte iniziative di divulgazione di ideologie gender in ambito scolastico, ha ribadito chiaramente che “la “teoria del gender” non coincide con la cultura inclusiva e solidale che viene espressa nelle linee del governo, ispirate ai trattati internazionali e al modello educativo che nella cornice europea è sostenuto in tutti gli Stati membri. Il Miur promuove invece attivamente tutte le iniziative relative alla prevenzione del contrasto di ogni tipo di violenza e discriminazione, anche con riferimento specifico al tema della discriminazione sessuale, dell’omofobia, in ottemperanza ai trattati internazionali e alle convenzioni, in particolare a quella di Istanbul che è stata ratificata due anni fa dal Parlamento della Repubblica”. Le iniziative in questione sono: «l’elaborazione del piano nazionale straordinario contro la violenza sessuale e di genere, che è stato

recentemente approvato, la partecipazione attiva alla settimana nazionale contro la violenza e la discriminazione, promossa anche nel corrente anno scolastico dal ministero e, in questo caso, ricordo che il ministero ha finanziato con un importo di 500.000 euro progetti che nelle singole scuole fossero in grado di sensibilizzare, di produrre una cultura della lotta alla discriminazione di ogni sorta. Inoltre c’è stata l’emanazione delle linee di orientamento per le azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, incluso il caso dell’omofobia, per dare appunto alle scuole una cornice pedagogica in cui inserire le precedenti iniziative e tutte quelle che seguiranno, incluse quelle che sono contenute nel ddl “Buona Scuola”, che prevedono una intensificazione di questo di tipo di sensibilizzazione nelle scuole italiane. Con la Legge 107/15 saranno attuati, invece, “i principi di pari opportunità, di lotta alle discriminazioni, di prevenzione della violenza di genere, fondamentali in una società per formare giovani e adulti responsabili”.

La voce della politica

la regIone: “neSSuno SPaZIo In aula Per IdeologIe deStaBIlIZZantI”

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voti a favore e solo 9 contrari. Non ripagherà il consigliere regionale di Fratelli d’Italia dall’amarezza di non essere stato nominato assessore, ma è comunque una bella vittoria, quella ottenuta da Sergio Berlato con la sua mozione contro il gender nelle scuole. Il testo, che prende a riferimento l’articolo 26 della costituzione, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e la Convenzione Unicef sui diritti dell’infanzia, sottolinea la priorità delle scelte dei genitori nell’educazione dei figli e chiede che “la scuola non introduca ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti”. Per l’assessore di Forza Italia Elena Donazzan il Veneto, “che ha già dato un messaggio chiaro contro l’introduzione di programmi gender nelle scuole proseguirà sulla strada già intrapresa”. Duri i giudizi di 5 stelle e Pd, che hanno votato contro. Per Jacopo Berti (M5S) la mozione è figlia “di una destra reazionaria destinata presto a sparire”. Non meno secca la replica di Alessandra Moretti: “siamo in un polverone creato sul nulla: la riforma definita come “buona scuola” non contiene nulla di quello che viene indicato in questa mozione e non risulta assolutamente che nelle scuole venete sia in atto un’introduzione surretizia di tematiche non condivise con il mondo dei genitori”. La maggioranza ha ottenuto invece i voti della Lista Tosi. Per Stefano Casali, “ben vengano mozioni preventive come questa, perché moltissimi genitori e famiglie temono che camuffando il tema di contrastare il bullismo o l’omofobia, si inseriscono nei programmi di istruzione idee che non hanno titolarità G.U. alcuna nell’educazione scolastica”.

NO ALL’IDEOLOgIA gENDER, MA SENZA CROCIATE NELLE SCUOLE Anche il mondo cattolico si divide sull’atteggiamento da tenere. Il Patriarca Moraglia: “I genitori leggano quei libri”. La diocesi di Padova: “coltiviamo uno stile di dialogo”

V

isto il clamore della polemica, che dalla laguna ha raggiunto eco globale dopo l’intervento di Elton John, difficilmente il Patriarca di Venezia avrebbe potuto evitare di intervenire. Lo ha fatto in via ufficiale e generale, richiamando le parole del Papa sulla teoria del gender e sulla differenza sessuale che rappresenta “una ricchezza” la cui rimozione “il vero problema, non la soluzione”. Ma lo avrebbe fatto anche in via ufficiosa e più specifica durante la visita alla casa dell’ospitalità di Santa Maria dei battuti, quando – secondo quanto scritto dal Gazzettino – mons. Moraglia avrebbe infatti invitato i genitori a leggere i libri che il neo sindaco Brugnaro ha depennato dalla lista del materiale in dotazione alle scuole materne comunali, per “valutarli attentamente e confrontarli con la realtà educativa che vogliono proporre ai loro figli”. Più esplicito, al punto da suscitare subito forti reazioni negli ambienti tradizionalisti, il documento firmato dall’ufficio per la pastorale della scuola della diocesi di Padova. Al centro della riflessione, non solo i libri che parlando di matematica finiscono per descrivere famiglie “con due papà”, ma anche il referendum che vede impegnate nella raccol-

ta di firme in queste settimane anche molte associazioni cattoliche per l’abrogazione della legge sulla Buona scuola, presentato però in molti dibattiti organizzati nelle parrocchie come abrogativo del gender a scuola. Una evidente strumentalizzazione criticata dalla diocesi, che punta però nella sua riflessione soprattutto sullo “stile” con cui una comunità cristiana deve affrontare l’argomento. “Se in qualche scuola il problema c’è – ha spiegato il direttore dell’ufficio don Lorenzo Celi in una intervista al settimanale diocesano La difesa del popolo – bisogna affrontarlo e i genitori devono esigere spiegazioni dai dirigenti scolastici, perché su questi temi alla famiglia spetta un ruolo prioritario di indirizzo. Un conto però è vigilare, altra cosa promuovere crociate ideologiche o incontri allarmistici da cui le famiglie escono disorientate. Noi vogliamo essere chiesa “nel” mondo, mai “contro” il mondo. Papa Francesco ci insegna che la verità non è un assoluto ma è “relazionale”, cioè va cercata insieme e vive solo nel dialogo tra le persone: possibile che sugli aspetti fondamentali dell’uomo non possiamo trovare spazi di dialogo?”. G.U.




4 Voci da palazzo rovigo

Voci da palazzo 31

Faccia a faccia

Consiglieri con il polesine nel cuore di Lorenzo Zoli

Patrizia Bartelle, M5s

Q

uali sono i temi prioritari che si propone di affrontare come rappresentante polesano in consiglio regionale? “Innanzitutto lo stop alle centrali a biomasse e di altra natura nel nostro territorio ed a nuove discariche di qualsiasi tipo. Disponibili solo a trattare con i massimi sistemi innovativi di trattamento rifiuti. Gli esempi già esistono e sono realtà in altre parti d’Italia ed Europa. Bisogna portare maggior attenzione al trattamento e smaltimento dei rifiuti, osa che per altro stiamo già facendo: su questa partita si giocherà il futuro, anche economico, del nostro territorio. Se riusciamo ad innescare un processo virtuoso del trattamento dei rifiuti, inevitabilmente abbasseremo una voce primaria di spesa dei cittadini, non solo polesani. Se devo spendere, che sia per incentivare il sociale. La sanità polesana dev’essere messa in prima fila, da tutti i politici locali e nazionali polesani. E iniziamo a lottare insieme contro le trivellazioni, ennesima disgrazia annunciata”.  Qual è il suo giudizio sull’azione della scorsa Giunta Zaia e, quindi, sull’azione dell’amministrazione regionale degli ultimi cinque anni? “Tanti proclami e pochi risultati”.  Com’è stato il primo impatto con la nuova Giunta che vede il governatore Zaia molto rinforzato dal punto do vista politico personale? “Ho provato un senso di timidezza, ma non intimidita. Sensazione superata prestissimo, anche grazie all’affabilità di tutti. Ovviamente “loro” sanno di detenere il potere. Con la maggioranza che si ritrovano, possono fare quello che vogliono e lo stanno già dimostrando. Ma si spera sempre nel dialogo. In qualche situazione è già successo che ci sia trovati in accordo su alcune questioni, come in altre in totale dissenso.

Graziano Azzalin, Pd Come per la legge sui projet financing: nessuno spazio alla discussione. Speriamo che non vi sia lo stesso atteggiamento sulle altre proposte di legge”.  Che tipo di opposizione intende fare in questi cinque anni? “Insieme ai miei 4 colleghi del M5S, non c’è nessuna linea pregiudiziale: c’è molta attenzione su tutto quello che si deciderà, che dovrà essere trasparente ed avere sempre il benessere e l’interesse del cittadino, sopra tutto. Ci batteremo perché questo semplice, ma basilare concetto sia il nostro ed il loro “centro d’interesse primario”.  I due consiglieri regionali espressione del Polesine sono entrambi all’opposizione: come intendete rapportarvi fra di voi? “Se ci sono identità di vedute su questioni condivise, ben venga il lavorare insieme”.  Un pregio ed un difetto dell’altro consigliere polesano. “Ci siamo frequentati molto poco, e non saprei che dire”.  Qual è la promessa che fa ai polesani, nella certezza di mantenerla? “Di esserci. Di non sparire sino alle prossime elezioni e riapparire solo per chiederne il voto. Di far crescere il M5S in tutto il Polesine, perché ciò dimostrerebbe che c’è ancora possibilità di affidare questo territorio a persone libere e pensare ad un futuro vivibile per i nostri figli. Mi piacerebbe anche fare qualcosa di immediato per i nostri anziani, che sono uno degli anelli più deboli della società, ma soprattutto che il “sociale” fosse il primo pensiero di ogni amministratore locale, perché dall’attenzione ai più deboli, visti da tutte le angolazioni, nasce un futuro migliore”.

Q

uali sono i temi prioritari che si propone di affrontare come rappresentante polesano in consiglio regionale? “Per il nostro territorio due sono le risorse principali dalle quali può derivare uno sviluppo sostenibile: ambiente ed agricoltura e pesca. E’ quindi su queste due direttrici che spero di riuscire ad essere incisivo in questo mio secondo mandato. E penso, per esempio, al tema del Parco del Delta che deve compiere un salto di qualità e divenire interregionale, così come alle tante iniziative necessarie per mettere a frutto i fondi europei per lo sviluppo rurale. Oltre, ovviamente, al tema delle sanità e del sociale, che sono il vero cuore dell’attività regionale ma che purtroppo sono partite nelle quali l’opposizione riesce ad incidere fino ad un certo punto”.  Qual è il suo giudizio sull’azione della scorsa Giunta Zaia e, quindi, sull’azione dell’amministrazione regionale degli ultimi cinque anni? “Il presidente Zaia si è dimostrato abile dal punto di vista della comunicazione, ma oltre ai tanti spot sul piano amministrativo l’azione è stata deficitaria. Basta guardare a tutta l’attività di pianificazione incompiuta ed alle annunciate riforme che sono ancora nel cassetto, a cominciare dalla semplificazione”.  Com’è stato il primo impatto con la nuova Giunta che vede il governatore Zaia molto rinforzato dal punto di vista politico personale? “Le elezioni hanno dato a Zaia la possibilità di occupare tutti gli spazi. La giunta si è mostrata subito molto compatta ed anche il consiglio è “militarizzato”. Questo assegna loro grandi responsabilità. Sono contento che l’assessore in rappresentanza di Rovigo sia Corazzari, perché mi sembra disponibile a collaborare

senza pregiudizi a favore del Polesine. Gli altri assessori aspettiamo di vederli davvero all’opera”.  Che tipo di opposizione intende fare in questi cinque anni? “Indubbiamente gli spazi di manovra in consiglio sembrano essersi ulteriormente ridotti. Nella scorsa legislatura il Pd ha saputo essere “opposizione governante”, ovvero agire responsabilmente per colmare i vuoti lasciati dalla maggioranza e cercare di correggere alcune evidenti storture. Questa credo possa essere sempre la stessa linea, ovviamente sempre che le altre forze di opposizione siano disponibili a collaborare con noi”.  I due consiglieri regionali espressione del Polesine sono entrambi all’opposizione: come intendete rapportarvi fra di voi? “Scredo che per le grandi questioni che interessano la nostra terra ci troveremo sempre dalla stessa parte della barricata, anche se ho notato che tende ad attaccarmi anche quando la pensiamo allo stesso modo, come sulle trivellazioni e sulle lagune”.  Un pregio ed un difetto dell’altro consigliere polesano. “A prima vista mi sembra che riversi molto impegno nel suo mandato e questo è estremamente positivo in ogni caso. Come molti esponenti a 5 stelle a volte mi sembra un po’ autoreferenziale, ma questo fa parte della strategia politica”.  Qual è la promessa che fa ai polesani, nella certezza di mantenerla? “Di lavorare sempre con impegno nell’interesse dei cittadini che rappresento e di essere sempre a loro disposizione, perché questo è quello che richiede l’incarico che ricopro”.



1 Cultura provinciale Pittura Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea di Facebook

Sandro Varagnolo, protagonista a Milano Presente con una sua nuova opera fra i venti selezionati tra gli oltre 10mila partecipanti di Eugenio Ferrarese

cm non trattata e dipinta con tecnica ad olio dal titolo “Demetra”. L’opera (in foto), un emivolto femminile che rappresenta una divinità greca, la Dea madre nutrice della gioventù e dell’agricoltura, è frutto di un’elaborazione della tecnica ad olio con resa realistica, ma allo stesso tempo sfrutta o meglio evidenzia le anomalie del legno e delle sue vicissitudini terrene. Nei mesi scorsi il pittore chioggiotto è stato protagonista di altre importanti iniziative espo-

cortometraggI Laboratorio cinematografico con Andrea Segre

“cucInema”, nove gIovanI vIdeomaKer dI cHIoggIa ProtagonIStI alla moStra del cInema dI veneZIa

I

cortometraggi di “Cucinema” sono andati alla Mostra del Cinema di Venezia. I ragazzi protagonisti del laboratorio cinematografico, organizzato dal regista Andrea Segre con la partecipazione speciale di Don Pasta, hanno visto alcuni estratti dei loro video proiettati sugli schermi del Lido. Nel corso del laboratorio i nove giovani videomaker chioggiotti Andrea Storchi, Damiano Ballarin, Elena Spanio, Enrico Arrighi, Enrico Meneghelli, Giulia Vianelli, Laura Sambo, Luigi Pinton e Sara Pigozzo, hanno puntato i riflettori non solo sui luoghi caratteristici, ma anche sugli ambienti più intimi e nascosti di Chioggia e della sua laguna. La riprese delle ricette della cucina tipica sono diventate occasione di incontro con le voci e i canti quotidiani di una città che si racconta attraverso la pellicola. In tavola un ricco menù dalle “sepioline in umido”, ai “caparossoli in cassopipa”, dalla “succa fritta” ai “peoci fritti alla grappa” per finire con “polenta e cioccolato” e con i “sugoli”. “E’ un’opportunità imperdibile ed unica per i nostri ragazzi che dopo aver saggiato sul campo la professionalità di un grande regista come Andrea Segre, hanno potuto partecipare in prima persona alla 72ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia – spiega l’assessore alla Cultura di Chioggia, Alessandra Lionello – Un traguardo importante non solo per loro, ma per la città tutta che si trova coinvolta direttamente in questo circuito internazionale”. E’ stata inoltre selezionata, dai direttori artistici Andrea Segre e Giorgio Gosetti, in base alle candidature creative presentate, la giuria popolare accreditata alle Giornate degli Autori. Per Chioggia sono stati scelti Graziella Todaro, Alessandro Tiozzo e Giorgia Boscolo Meneguolo e per Pellestrina Giovanni Scarpa e Paola Stefani. I cinque giurati contribuiranno a decretare il titolo più amato di quest’anno. Sara Boscolo Marchi

sitive. Dal 12 al 19 maggio Varagnolo era tra i partecipanti alla quarta edizione de “I colori dell’arte”, una rassegna di arti visive con selezione ed esposizione finale a Salerno presso le Antiche Scuderie del seicentesco Palazzo Genovese. La segreteria organizzativa presieduta da Bruno Di Cerbo, presidente dell’associazione Il Castello e ideatore della manifestazione, ha comunicato a Varagnolo l’assegnazione di un Premio Pittura, con targa dedicata, su segnalazione della giuria tecnica, conferito per la corrente “Iperrealismo”, con motivazione “per l’energia della sua arte”. Le opere scelte dall’organizzazione di Salerno erano due olii su tavola, uno dal titolo “vanitas entomologica” recentemente esposto nella personale primaverile di Padova, l’altro “I Superbi” su assi di legno, lavoro che è stato esposto anche a Chioggia durante l’evento ChioggiArte lo scorso anno, che riprende un elemento architettonico della città lagunare. Varagnolo è assai soddisfatto di questi recenti riconoscimenti che lo incoraggiano sulla strada intrapresa per ciò che riguarda un tipo di pittura legata a temi profondi e sicuramente non astratti, slegati da un’appartenenza territoriale, ma fortemente agganciati all’animo umano e al suo ambiente.

In Breve Scultura

la moStra del cavarZerano gIorgIo longHIn ad aSSISI

P

restigiosa trasferta per lo scultore di Cavarzere, l’architetto Giorgio Longhin. E’ stata inaugurata lo scorso 13 settembre ad Assisi, presso il Santuario di san Damiano, la mostra “Incanto. Francesco e Chiara nelle sculture di Giorgio Longhin”. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del Vescovo di Assisi, Monsignor Domenico Sorrentino, in concomitanza con l’avvio della 52esima edizione della Festa del cantico e dell nuova enciclica di Papa Francesco “Laudato sì”. La mostra è aperta al pubblico fino al prossimo 11 ottobre e si può visitare dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18. Info www.giorgiolonghin.com

La locandina della mostra

Chioggia

edoardo marcon è tornato a... caSa con una nuova moStra dI PIttura e Scultura

L

a chiesetta di San Martino a Chioggia all’inizio del periodo estivo ha ospitato la mostra di pittura e scultura di Edoardo Marcon. L’artista chioggiotto pur avendo un lungo curriculum, segnato dalla sua attività anche internazionale nell’ambito delle decorazioni con importanti commissioni in storici palazzi e ville collaborando con il figlio Davide, da tempo non era presente con una personale nella sua città. Le opere di Marcon spaziano attraverso le varie forme espressive dell’arte, ma con una predilezione per il Tromp l’Oeil acquisita grazie anche al costante studio di questo particolare genere di pittura a cui si accompagna l’improvvisazione e la fantasia: si passa così da soggetti che hanno affinità con le storie mitologiche, le antiche favole, il dinamismo della natura e dei suoi animali colti nel movimento – cavalli, uccelli… - armonizzati in un contesto che si potrebbe definire “teatrale”. Di grande qualità anche l’alto livello tecnico evidenziato nell’abilità di realizzare affreschi, sculture, pitture e decorazioni sempre alla ricerca di nuovi spunti originali. Eugenio Ferrarese

Il progetto Giorgio Gosetti e Andrea Segre per le Le giornate degli autori

Laguna sud, il cinema fuori dal Palazzo I l cinema più che mai protagonista dell’estate chioggiotta quest’anno. Dopo il grande ritorno delle proiezioni di film all’aperto presso la scuola G. Pascoli, l’assessore alla Cultura di Chioggia Alessandra Lionello, il 20 agosto ha inaugurato la rassegna cinematografica “Laguna Sud, Il cinema fuori dal Palazzo”, un progetto speciale di Giorgio Gosetti e Andrea Segre per Le Giornate degli Autori. Promossa dalle Associazioni degli Autori alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, l’iniziativa ha interessato Chioggia, dal 20 al 24 agosto, e Pellestrina, dall’11 al 13 settembre. La Laguna ha abbracciato idealmente le Giornate degli Autori con un prologo e un epilogo pensati per raccontare il passato e il futuro della sezione indipendente. Terra e acqua, acqua e terra dove si sono specchiate le immagini del miglior cinema indipendente, dove il cinema ha offerto spunti per pensare e discutere, ma anche per ritrovarsi insieme sotto le stelle. “Ci ha spinto in questa strampalata impresa – dicono i curatori del progetto - l’amore per la Laguna e la sua gente, il desiderio di restituire uno spicchio di sapore festivaliero a chi vive a due passi dal Lido e magari non ha mai

messo piede alla Mostra, la riconoscenza per un mondo rimasto fedele alla sua tradizione e che di Venezia e della sua bellezza unica è in fondo la culla, la radice più autentica”. Piazza Duomo a Chioggia dal 20 al 24 agosto è diventata il teatro en plein air della proiezione di pellicole che negli anni hanno contribuito a costruire l’immagine stessa delle Giornate degli Autori. Dal canadese “C.R.A.Z.Y.” di Jean-Marc Vallée (due Oscar per Dallas Buyers Club) all’italiano “Indebito” di Andrea Segre (nato proprio con le Giornate), passando per “La donna che canta” di Denis Villeneuve e “La mia classe” di Daniele Gaglianone. Durante la serata finale della programmazione clodiense Donpasta (“Artusi Remix”) ha presentato al folto pubblico dell’Auditorium San Niccolò la proiezione degli elaborati prodotti dai giovani video maker chioggiotti che avevano partecipato al laboratorio “Cucinema” diretto da Andrea Segre dal 21 al 24 agosto. A Pellestrina, invece, l’antica Remiera di via Zennari ha ospitato tre serate-evento con film e personaggi delle Giornate degli Autori, tra cui l’anteprima italiana de “I sogni del lago salato” di Andrea Segre. “Con questo evento Chioggia si inserisce

Città di CHIOGGIA

in collaborazione con

I

l pittore chioggiotto Sandro Varagnolo ha esposto una sua opera alla mostra dei vincitori della Biennale d’Arte Internazionale Contemporanea di Facebook, sezione iperrealisti, che si è tenuta presso la galleria Art Studio 38, a Milano fino al 14 Settembre. La Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea di Facebook è stata ideata e organizzata dal critico e storico dell’arte Giorgio Grasso, già curatore della 54° Biennale d’Arte di Venezia, ed ha registrato una straordinaria partecipazione con oltre 10.000 artisti di tutte le nazionalità. Con votazione mista, pubblico di Facebook, rivista specializzata d’arte “Art” e Giuria Tecnica, sono state realizzate delle classifiche di vincitori divisi per categoria. I vincitori di ogni categoria hanno così ottenuto la possibilità di esporre in mostre collettive in varie gallerie nel territorio nazionale. Risultato decimo della categoria di iperrealismo, Sandro Varagnolo è stato invitato assieme ai primi 20, a partecipare alla collettiva esposta alla Galleria Art Studio 38 a Milano, proprio nel periodo in cui la metropoli lombarda è assai affollata dai numerosissimi visitatori dell’Expo internazionale. In questa occasione Varagnolo ha presentato anche un nuovo lavoro: una tavola di recupero di 87X48

Cultura veneta 33

FONDAZIONE CLODIENSE O.N.L.U.S.

LAGUNASUD il cinema fuori dal Palazzo 20 - 24 agosto 2015 Chioggia Piazza Duomo ore 21.00 ingresso libero Laguna Sud. Terra e acqua, acqua e terra dove si specchiano le immagini del miglior cinema indipendente, dove prendono forma le utopie, dove il cinema serve a far pensare e discutere, ma anche a ritrovarsi insieme, a brindare dividendo il cibo e il piacere della scoperta.

Giovedì 20

Venerdì 21

Sabato 22

Domenica 23

C.R.A.Z.Y.

LA DONNA CHE CANTA (INCENDIES)

LA MIA CLASSE

INDEBITO

Serata finale

di Daniele Gaglianone Italia, 2013, 92’

di

con la partecipazione di

Italia, 2013, 87’

di Denis Villeneuve Canada/Francia, 2010, 139’

Valerio Mastandrea, un po’ attore e un po’personaggio, è il maestro che dà lezioni a una classe di stranieri in Italia. Un regista li convince a mettere in scena se stessi... Un esperimento avvincente tra realtà e finzione, divertente e commovente. La rivelazione delle Giornate degli Autori.

Vinicio Capossela interpreta il “rebetiko”, una delle musiche che hanno costruito l’identità moderna della Grecia, portando con sé il dolore dell’esilio e la ribellione alle violenze della storia. È una musica contro il potere, non autorizzata, indebita. Lo specchio della Grecia di oggi.

di Jean-Marc Vallée Canada, 2005, 127’ Dal regista premio Oscar per Dallas Buyers Club, la storia di una generazione: un cammino sorprendente a tempo di musica che porta un ragazzo a comprendere la sua vera natura e lo spinge a tentare di farsi accettare dalla sua famiglia. Il primo, grande successo delle Giornate degli Autori.

Dal regista rivelazione di Prisoners e Sicario, un vortice tra sentimenti e thriller, continenti e generazioni. Due fratelli, dal Canada al Medio oriente, vanno alla ricerca delle loro radici e si scontrano con la durezza di una terra dove la guerra e la rivolta sono la realtà quotidiana. Candidato all’Oscar per il miglior film straniero.

Andrea Segre

Lunedì 24

Donpasta (Artusi Remix).

21.24 agosto

Laboratorio Cucinema diretto da Andrea iscrizioni

Segre

biblioteca@chioggia.org

La locandina dell’iniziativa

www.eventi.chioggia.org - www.venice-days.com

all’interno di un circuito internazionale che ne aumenta indubbiamente il prestigio culturale – commenta l’assessore alla Cultura, Alessandra Lionello - Grazie all’intuito del regista Andrea Segre, che si dimostra una presenza importante per la città, il progetto Laguna Sud offre una risposta concreta e di alto livello alla mancanza strutturale di cinema a Chioggia. Mi auguro che la collaborazione avviata quest’anno in via sperimentale con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia possa crescere e consolidarsi, diventando un appuntamento fisso per la nostra città S.B.M.



Informazione a pagamento a cura degli esperti del settore

Per partecipare alla rubrica chiamare il numero 049 8704884

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diritto condominiale

Una nuova modalità di acquisto immobiliare: il “Rent to buy”

L

’art. 23 del decreto legge 12.9.2014 n. 133, pomposamente denominato “Sblocca Italia”, convertito nella legge 11.11.2014 n. 164, ha introdotto nel nostro ordinamento un nuovo tipo di contratto di godimento in funzione della successiva compravendita. Tale tipologia di contratto, denominato con terminologia inglese anche “rent to buy”, prevede che il proprietario conceda l’immediato godimento di un immobile (abitazione, ufficio, garage, negozio, capannone, anche in corso di costruzione) al conduttore il quale, contestualmente alla stipula, versa un acconto iniziale e poi, per tutta la sua durata, provvede al pagamento di un canone mensile con facoltà di acquisto rinviato alla scadenza del rapporto. Il canone ha una duplice funzione costituendo in parte il corrispettivo del godimento dell’immobile, analogamente a quanto avviene nelle locazioni ed in parte l’acconto sul prezzo finale della futura compravendita come avviene quando si stipula un preliminare. Alla scadenza del contratto di godimento il conduttore può decidere se restituire l’immobile o esercitare il suo diritto di acquisto e stipulare il contratto di compravendita detraendo dal prezzo concordato la parte dei canoni fino a quel momento accantonata in acconto sul prezzo. Se invece non intende acquistare l’immobile, il conduttore ha l’obbligo di restituirlo

nello stesso stato in cui si trovava all’inizio del rapporto salvo ovviamente il deperimento derivante dall’uso secondo la diligenza del buon padre di famiglia. Il concedente da parte sua, ha il diritto di trattenere l’intero importo dei canoni versati dal conduttore quale corrispettivo del godimento dell’immobile (come avviene con le locazioni) e, a titolo di indennizzo, parte delle somme versate in acconto sulla compravendita poi non conclusa. Il contratto è soggetto a trascrizione per cui deve essere necessariamente stipulato avanti il notaio o con atto pubblico o con scrittura privata autenticata. Con tale formalità, che ha efficacia decennale anziché triennale come avviene in caso di trascrizione del preliminare di vendita, il futuro acquirente ha la garanzia che per l’intera durata del contratto l’immobile non potrà essere gravato da ipoteche, oneri o vincoli né assoggettato a pignoramento o venduto a terzi. Inoltre, se il concedente fosse un imprenditore poi dichiarato fallito, il contratto sarebbe opponibile alla curatela la quale, previo pagamento dei canoni pattuiti, alla scadenza del contratto sarebbe tenuta a trasferire la proprietà dell’immobile al conduttore. Tale formula negoziale è stata introdotta nel tentativo di dare respiro all’asfittico mercato immobiliare e di ovviare alla stretta creditizia delle banche le quali sono ora molto più restie di un tempo a ad erogare

mutui. Il legislatore ha cioè inteso agevolare l’acquisto di un immobile anche a coloro che siano sprovvisti della necessaria liquidità e non siano subito in grado di far fronte ad un mutuo. Il rent to buy, infatti, è utile per coloro (si pensi ad esempio ad una giovane coppia) che non vogliono sottoscrivere un contratto di locazione per non versare somme di danaro a fondo perduto, ma nel contempo desiderano acquisire in tempi rapidi la disponibilità di un immobile senza tuttavia avere la liquidità sufficiente per acquistarlo né la possibilità di ricorrere al finanziamento bancario che possono rimandare al momento della stipula della compravendita. A tale contratto possono utilmente ricorrere anche coloro che pur non avendo problemi di liquidità, desiderino acquistare una nuova casa e vendere la propria con tranquillità, cercando di ottenere il miglior prezzo oltretutto evitando di diventare contemporaneamente proprietari di due diverse case e subire una doppia imposizione fiscale. Il rent to buy presenta anche profili di criticità per entrambe le parti. Infatti, mentre il conduttore può decidere di non acquistare l’immobile goduto, il proprietario è obbligato a venderlo e se non lo fa l’acquirente può richiedere il trasferimento coattivo oppure la restituzione dei canoni fino a quel momento pagati, maggiorati degli interessi legali. Inoltre, la formula del rent to buy

Avv. Carmelo Sergi

non rappresenta la soluzione ideale per il venditore che abbia necessità di reperire pronta liquidità senza contare che qualora il conduttore si rendesse inadempiente, ma continuasse ad occupare l’immobile, sarebbe costretto ad intraprendere un’azione di rilascio avanti l’autorità giudiziaria. L’acquirente, da parte sua, incontra i seguenti svantaggi: pagamento di un canone superiore a quello di una normale locazione mentre una parte della quota versata mensilmente è a fondo perduto; non ha la certezza di ottenere il mutuo né la possibilità di prevedere quali saranno le condizioni contrattuali imposte dalla banca al momento della stipula; in caso di mancato pagamento, anche non consecutivo, di un numero di canoni minimo determinato dalle parte e, in ogni caso, non inferiore a un ventesimo del loro numero complessivo, il proprietario può chiedere la risoluzione del contratto trattenendo le somme ricevute in tutto o in parte a seconda di quanto contrattualmente pattuito. L’introduzione di tale tipo di contratto è molto recente per cui solo il tempo dirà se esso troverà pratica applicazione e soprattutto, se si rivelerà utile a risollevare le sorti di un mercato immobiliare penalizzato non solo dalla crisi economica, ma dalla sempre più schiacciante pressione fiscale. Hai delle domande inerenti a questo argomento? scrivi a diritti@lapiazzaweb.it

Avv. Carmelo Sergi - via Umberto I n. 50 - 45100 - ROVIGO - tel. 0425460463 - fax 0425464763 - mail: carmelo.sergi@libero.it

RIVALSA DATORE DI LAVORO

diritto PENALE

La guida in stato di ebbrezza

S

Avv. tommaso rossi

empre di più stretta attualità e tema di un acceso di- anzi, la sanzione prevista dall’ipotesi più grave. Per quanto battito in ambito nazionale è il problema della guida riguarda le sanzioni, come detto, queste si suddividono in in stato di ebbrezza. Questo fenomeno, nel corso degli base al tasso alcolemico riscontrato e vanno dal pagamento anni, ha assunto via via connotati sempre più problematici e di una somma da 531 euro a 2.125 euro all’ammenda da di vero e proprio allarme sociale, tanto da spingere il legisla- 1.500 euro a 6.000 euro e l’arresto da 6 mesi a 1 anno. tore, con sempre maggior frequenza, a intervenire inaspren- Anche la sospensione della patente varia da un minimo di 3 do le sanzioni a carico degli automobilisti. La normativa di mesi a un massimo di 2 anni (con raddoppio di sanzioni o, riferimento è l’art. 186 del Codice della Strada (mentre per addirittura, revoca nell’ipotesi di incidente stradale). Inoltre, i neopatentati e altre categorie sussiste un altro articolo ad nell’ipotesi di guida con tasso alcolemico superiore a 1,5 hoc, il 186 bis, qui non preso in considerazione) che suddi- (g/l) è prevista anche la confisca del veicolo (salvo che vide, o meglio gradua le sanzioni a carico del guidatore a se- appartenga a persona estranea al reato). Ulteriori aumenti condo del tasso alcolemico riscontrato. La soglia minima, ol- sono previsti in particolari situazioni. Salvo eccezioni, la tre la quale scatta la contestazione è normativamente fissata pena detentiva e pecuniaria può essere sostituita, anche su in 0,5 ed è calcolata in base alla quantità in grammi di alcol richiesta dell’imputato, con quella del lavoro di pubblica utipresenti in un litro di sangue (g/l). Dallo 0,8 e successivi si lità consistente nella prestazione di un’attività non retribuita ha la configurazione di un reato penale (mentre nell’ipotesi a favore della collettività da svolgere presso enti od organizpiù lieve rimane illecito ammnistrativo). La contestazione, zazioni convenzionate. L’effetto concreto dello svolgimento di regola, avviene a mezzo di un strumento chiamato “al- positivo del lavoro è la riduzione alla metà della sanzione coltest” che misura la quantità di alcol contenuta nell’aria della sospensione della patente e la revoca della confisca respirata, ovvero con prelievo del sangue, ma in taluni casi del veicolo sequestrato. può anche essere accertato sulla base di elementi sintomati- Hai delle domande inerenti a questo argomento? scrivi a diritti@lapiazzaweb.it ci. Peraltro, a nulla vale il rifiuto di sottoporvisi che configura, Studio Legale avv. Tommaso Rossi, via I° Maggio n. 3, Rosolina (RO) tel. e fax 0426.340007 - e-mail: info@studio-rossi.net

“Diritto di rivalsa” questo sconosciuto: solo il 20% delle aziende italiane lo esercita Germana Mozzato

N

onostante la giurisprudenza italiana in materia sia consolidata fin dal 1998 e confermata dalle più recenti sentenze, pochi datori di lavoro chiedono il risarcimento nel caso in cui un loro dipendente sia stato vittima di un incidente stradale. A giocare un ruolo chiave nella sostanziale rinuncia ad un diritto acclarato è la scarsa conoscenza della normativa e dei verdetti dei tribunali di ultimo grado. Eppure la fattispecie è frequente: se il lavoratore di un’azienda viene coinvolto in un sinistro stradale, in caso di danni fisici resterà assente dal lavoro per malattia. Nel caso in cui il dipendente sia vittima e non responsabile dell’incidente (ovvero a causarlo sia stato il conducente dell’altro veicolo), l’INPS pagherà parte dello stipendio e poi si rivarrà sull’assicurazione del responsabile. Nel contempo il datore di lavoro dovrà sostenere i costi che maturano per il suo dipendente senza avere la prestazione lavorativa dello stesso. Cosa dice la legge? La sentenza de 12 novembre 1988, nr. 6132, delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione stabilisce che il datore di lavoro- esattamente come l’INPS - ha diritto di richiedere il risarcimento all’assicurazione del responsabile del sinistro. Lo stesso pronunciamento della Cassazione prevede in questi casi due anni di prescrizione. Ciò significa che l’azienda può richiedere il risarcimento per tutti

i casi accaduti negli ultimi due anni. Precisamente, la sentenza 6132/1988 della Cassazione stabilisce che: “Il responsabile di lesioni personali in danno di un lavoratore dipendente, è tenuto a risarcire il datore di lavoro per la mancata utilizzazione delle prestazioni lavorative. Il danno del datore di lavoro può essere liquidato sulla base dell’ammontare della retribuzione e dei contributi previdenziali, obbligatoriamente pagati dal medesimo datore di lavoro per il periodo di assenza del dipendente infortunato. E’ altresì vero che non tutti sono a conoscenza delle procedure da mettere in atto per ottenere la liquidazione. Da una recente indagine a campione risulta che circa l’80% delle imprese non esercita l’azione di rivalsa in caso di assenza di dipendenti per fatti imputabili a terzi. Ciò causa una perdita complessiva stimabile in 50 milioni di euro ogni anno. Infortunistica SCUDO, con la professionalità e l’esperienza acquisita in decenni di attività è a Vostra disposizione per esaminare eventuali danni riportati negli ultimi due anni e ottenere quindi il ristoro di compensi professionali erogati ai dipendenti anche durante il periodo di assenza per colpe di terzi. Hai delle domande inerenti a questo argomento? scrivi a diritti@lapiazzaweb.it

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L’Editoriale PROFESSIONI ED EUROPA: LA SFIDA DI CREARE UNA CULTURA EUROPEA dott. alessandro De Carlo*

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Prima di entrare in palestra, passare dal medico Quando x finisce un amore...

xPostura corretta a scuola Continua a pag. 37 35

’Europa oggi è un’entità ancora in cerca di una sua identità, di una forma stabile che le consenta di avviarsi verso il futuro con sicurezza e capacità di incidere. Molto ancora deve essere fatto nella direzione dell’integrazione politica e normativa ma soprattutto, se si vuole veramente restare uniti in un Unione che spesso viene percepita come distante e aliena, è necessario costruire una vera cultura europea. Soltanto una forte cultura condivisa infatti può permetterci di superare le differenze nazionali, molto più di rapide modifiche a regolamenti e statutari comunitari. La scarsità di questa cultura condivisa si traduce anche in limitazioni all’apporto che i professionisti di diversi paesi dell’Unione possono portare fuori dal loro stato. Scrivo questo editoriale da Sibiu, in Romania, dove ho partecipato a un convegno europeo di psicologia. Le domande che ho portato ai partecipanti sono state soltanto due. La prima è stata se conoscessero i regolamenti dei diversi stati dell’Unione Europea riguardo alla possibilità di svolgere la professione di psicologo. La seconda è stata se pensassero che i potenziali pazienti, clienti o utenti fossero disponibili ad affidarsi a professionisti con un titolo di studio estero, esperienze diverse da quelle a cui sono abituati, teorie e concetti lontani dal mainstream della loro nazione. Purtroppo devo ammettere che, anche in un ambiente accademico, la risposta a entrambe le domande è stata negativa. Ma se a riparare alla prima è sufficiente poca formazione riguardo leggi e regolamenti, la seconda richiede un lungo processo di educazione e diffusione della cultura. Oggi, l’Europa ha un potenziale infinito: 500 milioni di persone portatrici di culture diverse, di studi di altissimo livello, di possibilità di innovazione. Però finché non saremo pronti e disponibili ad utilizzarlo, finché non sarà normale – ad esempio – rivolgersi a uno psicologo romeno, inglese, portoghese o tedesco e che gli psicologi italiani sentano di poter lavorare in tutto il continente, questo potenziale rimarrà un’idea e una possibilità ancora da scoprire. *Presidente dell’ordine degli Psicologi del Veneto

xSe consumiamo alimenti contenenti grassi, aumentiamo di peso? Continua a pag. 37 35

Continua a pag. 37 36


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Consulenza scientifica Patologie posturali Gmflex - via del Commercio, 12 località Borsea - Rovigo tel.0425474954 - Via Brunacci 10 zona Panorma Marghera ve tel 041922692 - www.dormiflex.it

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L’opinione NON SOTTOVALUTIAMO I TRAUMI DENTALI DEI RAGAZZI

N

di Dott. Bruno Noce*

egli ultimi anni è aumentata, negli individui in età evolutiva, la prevalenza di eventi traumatici che vedono il coinvolgimento del distretto oro facciale, ivi comprese le arcate dentarie, si’ da rappresentare un indubbio problema di salute pubblica. Ciò è imputabile all’aumentato dinamismo della vita quotidiana, al maggior coinvolgimento del bambino in attività agonistiche ed all’aumentato uso di veicoli motorizzati da parte degli adolescenti.Scuola, ambiente domestico, ambiente sportivo e strada sono le sedi dove con maggiore frequenza si verificano eventi traumatici e, allo stesso tempo, luoghi dove è possibile mettere in atto idonee misure di prevenzione. L’arrivo ad un pronto soccorso di un paziente che abbia subito un trauma dentale è, pertanto, un evenienza frequente e tale da richiedere, per una corretta presa in carico dell’individuo, competenze multidisciplinari (odontoiatriche, Maxillo-facciali, pediatriche, medico-legali, medicosportive, di medicina d’urgenza e di medicina preventiva); il tutto al fine di avviare il paziente verso un ottimale recupero funzionale ed estetico. A seguito di un trauma che coinvolge il distretto facciale e le arcate dentarie, le prestazioni terapeutiche necessarie possono essere volte al ripristino della mucosa, alla ricostruzione immediata dell’elemento dentario traumatizzato, al riattacco del frammento coronale fratturato, al reimpianto del/i dente/i avulsi, ove possibile. Durante la prima visita, grande importanza deve essere riservata all’approccio psicologico del paziente traumatizzato. Il percorso diagnostico e terapeutico deve essere affrontato secondo un protocollo specifico che, prevedendo inizialmente un’accurata raccolta dei dati anamnesticocircostanziali dell’evento traumatico, si articolo successivamente con una prima fase di obiettività clinica e radiologica, una seconda di specifico intervento terapeutico è una terza che prevede la programmazione di controlli a distanza atti a seguire l’evoluzione clinica. La maggior parte della letteratura, oggi disponibile, sottolinea che spesso la conoscenza delle corrette procedere da seguire in presenza di un trauma dentale è insoddisfacente. Infatti, alcuni studi indicano che solo il 4% dei medici fornisce, in una fase iniziale, un trattamento appropriato. La prognosi delle lesioni traumatiche dentarie dipende dal tempo che intercorre tra l’evento traumatico e l’inizio del trattamento e, spesso, la prima figura che viene a gestire il trauma dentale è il medico di pronto soccorso o quello ospedaliero o il pediatra di libera scelta. Sono state quindi messe a punto dal ministero della salute delle linee guida che possano fornire delle indicazioni e raccomandazioni sulla prevenzione e gestione immediata del trauma dentoalveolare nei pazienti in età evolutiva co una altresì attenta valutazione delle conseguenti implicazioni medico legali. *Presidente della Commissione albo odontoiatri rovigo

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L’intervento CERTIFICAZIONI MEDICHE PER ATTIVITÀ SPORTIVE NON AGONISTICHE O LUDICO-AMATORIALI QUANDO SUSSISTE L’OBBLIGO? di Francesco Noce*

C

i sono voluti un D.L., una sua conversione in Legge,una nota esplicativa di un D.M. recante “linee guida di indirizzo in materia di certificati medici per l’ attività sportiva non agonistica”, con il supporto di un gruppo di lavoro nominato presso il Ministro della Salute, per sopprimere l’ obbligo della certificazione medica per l’ attività ludico-motoria e amatoriale e confermarne l’ obbligo per l’ attività sportiva non agonistica.E ancora rimangono vaste zone d’ombra sull’argomento a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico e dalla ripresa delle attività sportive. Ma andiamo con ordine: con D.L. del 21 giugno 2013 convertito in legge N.98 il 9 agosto 2103 viene soppresso l’obbligo di certificazione medica per l’attività ludico-motoria o amatoriale e confermato l’ obbligo per l’ attività sportiva non agonistica;nell’agosto del 2014 viene emanato il Decreto del Ministro della Salute con le linee guida e nel giugno dell’anno in corso la nota esplicativa del Ministero della Salute. In pratica l’ obbligo del certificato riguarda a) gli alunni che svolgono attività fisiche-sportive nell’ambito delle attività parascolastiche;b) coloro (inteso come persone fisiche tesserate) che svolgono attività organizzate dal Coni,da società sportiva affiliate alle Federazioni sportive nazionali,alle discipline associate,agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni che non siano considerati atleti agonisti (questi ultimi hanno obbligo di certificazione sportiva rilasciata dalle ALS o da Centri autorizzati); c) coloro che partecipano ai Giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale. I Medici che possono rilasciare il certificato sono i Medici di medicina generale e i Pediatri di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, o i Medici specialisti in medicina dello sport. Il certificato medico ha validità annuale e per il suo rilascio vengono specificati gli accertamenti clinici richiesti: anamnesi ed esame obiettivo completo di misurazione della pressione arteriosa,un elettrocardiogramma (ECG) (almeno una volta nella vita) o ogni anno per coloro che hanno superato i 60 anni di età e presentano fattori di rischio cardiovascolare oppure indipendentemente dall’età soffrono di patologie croniche comportanti un aumentato rischio cardiovascolare.Ovviamente il medico può richiedere ulteriori esami che ritiene opportuni per il rilascio del certificato. Nell’ambito dell’attività non agonistica il Coni,sentito il Ministero della salute dovrà provvedere ad impartire idonee indicazioni agli Organismi riconosciuti dallo stesso Coni affinché distinguano tra le diverse tipologie di tesseramento ai fini della sussistenza o meno dell’obbligo del certificato tra: a) tesserati che svolgono attività sportive regolamentate;b) tesserati che svolgono attività sportive che non comportano impegno fisico; c) tesserati che non svolgono attività sportiva. Solo per i tesserati di cui al punto sub a) sussiste l’ obbligo della certificazione. Nell’attesa,poichè il gioco del bridge o del burraco o degli scacchi o delle bocce sono considerati discipline sportive, tutti coloro che partecipano a tornei organizzati da società sportive affiliate al Coni dovranno esser muniti di certificato medico? E tutti gli over 60 con ECG annuale? E tutti i bambini che praticano attività fisiche presso Enti riconosciuti dal Coni o nell’ambito di attività parascolastiche anche loro dovranno presentare certificato medico con allegato un ECG? Quali potranno mai essere le attività sportive che non comportano impegno fisico? Conosciamo bene l’ importanza dell’attività fisica per la salute dei bambini ma,come hanno giustamente osservato i Pediatri, la nebulosa definizione di attività sportiva non agonistica,l’obbligo di un ECG per il rilascio del certificato e i costi derivanti hanno reso complesso e più difficile l’ approccio all’ attività motoria organizzata,specialmente per i bambini delle fasce sociali più disagiate. Non sussiste più invece l’obbligo del certificato per attività ludico-motoria, “intesa come attività praticata da soggetti non tesserati alle Federazioni sportive nazionali,alle discipline associate,agli Enti di promozione riconosciuti dal Coni,individuale o collettiva,non occasionale,finalizzata al raggiungimento e mantenimento del benessere psico-fisico della persona”. Peccato che, come da conoscenza comune,le palestre,le piscine,i circoli del tennis,le piste di pattinaggio e via dicendo,per motivi di opportunità amministrativa sono nella quasi totalità affiliati al Coni e i loro frequentatori automaticamente tesserati, e richiedono indipendentemente dall’attività svolta, la presentazione del certificato medico per la loro frequenza. Di più: il certificato comunque viene richiesto se non altro per motivi assicurativi in quanto molte polizze assicurative stipulate dai gestori di palestre etc. rispondono solamente se vi è la presenza di un certificato medico. Insomma ci sono voluti un Decreto Legislativo,una sua trasformazione in Legge,un Decreto del Ministro della Salute,una nota esplicativa del Ministero della Salute,un gruppo di lavoro presso lo stesso Ministero per complicare il rilascio della certificazione per attività sportiva non agonistica e rendere il certificato per attività ludico-motoria un atto amministrativo per le assicurazioni piuttosto che un certificato clinico per motivi di salute, che, anche se non obbligatorio risulta obbligato. *Presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di rovigo

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Quando finisce un amore... La fine di un amore (o la perdita della persona amata) è un dolore che tutti, almeno una volta nella vita, hanno dovuto affrontare

“Q

uando finisce un amore.. ti senti un nodo nella gola.. un buco nello stomaco.. e non capisci niente… e cerchi a tutti i costi un motivo.. una ragione.. ma non c’è mai una ragione perché un amore debba finire..” Così Riccardo Cocciante descriveva perfettamente ciò che interi trattati di medicina e psicologia non riuscirebbero a definire meglio! La fine di una relazione è una perdita e un lutto per entrambi i partner che si trovano a dover riorganizzare completamente la propria vita, ritrovare una propria identità ed elaborare la perdita. Rivolgendosi ad uno specialista i pazienti imparano a lasciare aperta una fine che si caratterizzerà come un nuovo inizio di storia che spetta solo a loro raccontare. Quando si incontrano due persone, queste sono portatrici dei propri valori familiari, i quali, superato il primo periodo di passione in cui prevale la voglia e il bisogno di legarsi, riemergono in seguito con una incredibile potenza, e nessuna coppia può evitare di farci i conti. I problemi nascono quando non ci si rende conto di inserire nella coppia valori e credenze diversi dall’altro, e quando non si ha la giusta stabilità emotiva per poterli mettere in discussione senza però rinunciarvi. L’integrazione di valori e comportamenti diversi è sempre difficile e complessa. Spesso la coppia non sopravvive a questo. A prescindere dall’età e dal tipo di relazione la fine di un amore provoca un immenso dolore, e per superare la perdita è necessario elaborare il lutto e superare delle fasi che spesso sono abbastanza simili per tutti. Esse sono: 1) Negazione :Si rifiuta di accettare che la relazione sia davvero finita, che il partner non ci ami più. Si cerca una spiegazione, un perché e c’è la speranza di un riavvicinamento. 2) Rabbia: Se nella prima fase tutte le colpe sono

rivolte contro se stessi, ora vengono attribuite all’ex partner. Ci si sente vittime di una persona che ha “rovinato” la nostra vita e che “non era degna di noi”. Tali sentimenti, normali nella fase di perdita, se non vengono correttamente elaborati, possono condurre a condotte violente e al precludersi future storie d’amore per la rabbia sperimentata. 3) Patteggiamento: Ci si chiede cosa si poteva fare per evitare di arrivare a questo… 4) Depressione: Si è consapevoli della realtà, e ci si rassegna. Il DOLORE ci avvolge, e và lasciato scorrere.. Emerge “il bello” della storia finita..e le lacrime sgorgano copiose. 5) Accettazione: Noi diventiamo la persona più importante per noi stessi. Siamo pronti a lasciarci tutto alle spalle, e ci apriamo a nuove esperienze e alla voglia di vivere… La fine di una storia non significa che siamo inadeguati, ma solo che è difficile incastrare due mondi diversi! E questo..non è colpa di nessuno!!! Dott.ssa Antonella Tinti Dott.ssa antonella tinti Psicologa e Psicoterapeuta individuale e di coppia - Cell.339 3859333 - “rovigo Medica” Via einaudi, 82 rovigo (0425/474769) - “Poliambulatorio san giusto” Via Mazzini, 48/a - Porto Viro (0426/324194) antonella.tinti@ordinepsicologiveneto.it

Postura corretta a scuola Perchè stare attenti alla postura Il bambino o ragazzo raggiunge la maturità fisica solo intorno ai vent’anni, ma prima di quel momento il suo corpo si modifica in base alle esigenze subendo costantemente delle spinte di crescita molto forti; da qui l’importanza di educare i bambini ad una postura corretta in modo da:  evitare problemi alla schiena in età giovanile; prevenire i dolori in età adulta, quando il nostro fisico non riuscirà più a compensare: scoliosi, dorsalgia, lombalgia, dolore cervicale solo per citarne alcuni;  limitare i vizi posturali che possono provocare problemi anche a livello delle articolazioni; Una posizione scorretta deve essere mantenuta per un tempo prolungato per diventare un atteggiamento posturale e quindi poter creare problemi: a scuola un bambino tende a rimanere fermo in posizioni sbagliate per molto tempo, spinto dalla noia, dalla stanchezza o da deficit muscolari; in questo modo, giorno dopo giorno la postura viene viziata e in seguito mantenuta anche al di fuori del contesto. Studi recenti hanno constatato che il 50-60% delle alterazioni posturali sono dovute agli orari scolastici; altra causa molto importante è la quantità di bambini sovrappeso e obesi del nostro bel paese. Cosa fare Abbiamo visto essere la base per una buona salute fisica sin dai primi anni di vita e raggiunge l’apice dell’importanza proprio nel periodo scolare; per evitare problemi è molto importante mantenere una corretta postura a scuola e quindi bisogna comportarsi di conseguenza:

 educare e sensibilizzare il bambino verso un atteggiamento posturale corretto nelle ore scolastiche;  approfittare anche delle ore di studio casalinghe per insegnare la postura corretta al proprio figlio;  evitare di portare gli zaini su una spalla sola;  limitare carichi troppo pesanti nelle cartelle;  alleggerire gli orari e rendere le lezioni più piacevoli e interattive;  migliorare la preparazione dei docenti riguardo la postura;  aumentare le ore di educazione fisica, rendendola però anche più professionale;  rivolgersi a personale qualificato al di fuori della scuola per consulenze e consigli pratici professionali

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il Chirurgo Vascolare risponde su: vene varicose

se consumiamo alimenti contenenti grassi aumentiamo di peso?

Dott. Manfrini, cosa sono le vene varicose? “Le varici degli arti inferiori, comunemente conosciute come vene varicose, costituiscono una malattia molto diffusa in entrambi i sessi, anche se con netta prevalenza in quello femminile”. A cosa sono dovute? “Fondamentalmente ad una eccessiva “debolezza” della parete venosa, spesso costituzionale ed ereditaria, a causa della quale le vene si dilatano e divengono pertanto particolarmente visibili. La malattia puo’ interessare sia le venule piu’ piccole e superficiali (cosidetti capillari), sia le vene piu’grosse, che si trovano nel grasso sottocutaneo (sistema safenico). E’ un problema estetico o una vera patologia? “Nelle fasi iniziali il problema può essere prevalentemente estetico ma se trascurato diviene presto una patologia vera e propria, che nelle fasi avanzate può dare complicanze serie, quali ulcerazioni della pelle, tromboflebiti o anche embolia polmonare. Anche i capillari, specie quelli della parte bassa delle gambe, se trascurati a lungo, possono dare alterazioni della pelle fino alla rottura spontanea, causa di fastidiose emorragie”.

iamo portati a pensare che i grassi siano la principale causa dell’aumento di peso, infatti la maggior parte delle persone associano questi componenti con un elevato quantitativo di calorie. In realtà, sulle proprietà dei grassi c’è davvero tanta confusione. Distinguiamo subito due tipi di grassi: quelli saturi e quelli insaturi. I grassi saturi sono stati correlati con il rischio cardiovascolare, alcuni tipi di cancro e con la sindrome metabolica, di cui è affetta circa il 23% della popolazione italiana. Questa sindrome è una condizione clinica che predispone ad un aumento del rischio di sviluppare malattie cardiache, diabete, ictus. I grassi saturi li troviamo principalmente nel burro, affettati, carne, latticini ed in alcuni prodotti da forno. I grassi insaturi hanno delle caratteristiche totalmente diverse che fanno sì che proteggano dagli eventi trombotici, dalla malattia cardiovascolare e dal cancro, riducendo anche il rischio di andare incontro a sindrome metabolica. I grassi insaturi fanno, cioè, il contrario dei loro parenti saturi. I grassi insaturi comprendono quasi tutti i grassi vegetali, con l’esclusione, ad esempio, dell’olio di palma e cocco (che contengono per lo più grassi saturi) e dei grassi vegetali idrogenati (come la margarina). Gli oli più ricchi di grassi insaturi, quelli più salutari, sono l’olio di lino e l’olio extravergine di oliva (non l’olio di oliva!) Altri alimenti che ne contengono in buona quantità sono i frutti a guscio, il pesce e i semi oleosi. I migliori insaturi in assoluto sono i polinsaturi, soprattutto gli Omega 3 e molto meno gli Omega 6. I grassi insaturi potrebbero ridurre anche gli effetti collaterali dei grassi saturi con i quali sono assunti. Per avere questo effetto positivo è opportuno che siano consumati crudi. Alcuni grassi soffrono la cottura più di altri e solitamente per tale uso si consiglia di scegliere l’olio extravergine di oliva, che contiene una gran quantità di antiossidanti, ad esempio l’idrossitirosolo, l’oleuropeina e la vitamina E, oppure l’olio

Come si possono prevenire? “Essendo spesso costituzionali, una prevenzione assoluta non esiste. Se ne può limitare l’evoluzione facendo una vita attiva, usando una calza elastica, se si sta molto in piedi e soprattutto riccorrendo in tempo ad uno specialista per una visita ed un’esame ecodoppler. Quali terapie sono possibili? “Oggigiorno sono tante, vanno da quelle piu’ classiche come la scleroterapia Dott.Stefano o l’intervento Manfrini chirurgico, rivisti in chiave moderna, nel senso di una maggiore efficacia ed una minima invasività, fino a tecniche piu’ recenti, quali il laser, la radiofrequenza, ecc. Ogni tecnica presenta vantaggi e svantaggi e sta all’esperienza dello specialista applicarle al meglio per ottenere il massimo risultato. Tanto si può fare, l’unico errore che il paziente deve evitare è quello di tracurarsi e sottovalutare la malattia” Dr. stefano Manfrini - specialista in Chirurgia vascolare-responsabile u.o. di Chirurgia Vascolare ospedale accreditato salus Ferrara. Visita a rovigo, este, Monselice e Badia Polesine - 347/8043460

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Dott Edoardo Debelli

di arachidi, che si modifica un po’ meno degli altri durante la cottura ad alte temperature. Altri trucchi per far sì che i grassi non si modifichino durante la cottura, diventando “cattivi”, sono l’aggiunta di spezie come il rosmarino, che probabilmente aumentano le difese anti-ossidanti dell’olio, o di acqua, che tiene più bassa la temperatura complessiva e le conseguenti alterazioni del preparato. Per sottolineare ulteriormente gli effetti benefici dell’assunzione di grassi insaturi e polinsaturi riporto un recente articolo pubblicato sulla rivista Nutrition in cui si illustrano i risultati ottenuti arruolando 102 pazienti di un’età compresa tra 43 e 59 anni ed affetti da sindrome metabolica. Questi pazienti sono stati divisi in tre gruppi e per 90 giorni, a seconda del gruppo di appartenenza, hanno assunto: 5 capsule di Omega 3 da 1 grammo oppure 2 cucchiai di olio extravergine di oliva oppure 5 capsule di Omega 3 da 1 grammo e 2 cucchiai di olio extravergine di oliva Con i dati raccolti, gli autori concludono che ci sono evidenze che, nei pazienti con sindrome metabolica, l’aumentata assunzione giornaliera di Omega 3 e di olio extravergine di oliva porti ad un abbassamento del colesterolo totale e delle LDL. Inoltre, si raggiunge un effetto benefico sulla gestione dello stress ossidativo presente in questa patologia. In conclusione, il grasso “buono”, saturo e polinsaturo, sicuramente non fa ingrassare anzi, se inserito in una alimentazione equilibrata, può servire per migliorare il nostro stato di salute e benessere. Dott edoardo Debelli Biologo nutrizionista Farmacia tre Colombine-rovigo Farmacia zanetti –lendinara Cell 339 7782538 debelli@nutrizionista-benessere.it







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